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ENRICO FENZI hanno nei manoscritti derivi da una cattiva interpretazione di ag- iunte poste a margine, Piuttosto, i due poeti appaiono entro wna Sequenza fatta di spezzoni gia vsti in precedenza, ce forse on & ‘opportutio razionalizzare con un rigore che Dante per primo non ha rispettato. 14 Proto Cittesa-ANDREA TABARRONE DANTE DEMONSTRATOR NEL SECONDO LIBRO DELLA MONARCHIA 1. LAVERITA CHE RENDELIDERI: DANTE SCIENZIATO-PROFETA DELLA PouTica Come é noto, nel primo prologo della Monarcia Dante dichiara i assumersi un alto compito scientifico: quello di intempratas ab als ostendere verittes,rivelando cid che &finora latens oss bx momar chi temporalis nontia. Iprologo @ piuttosto breve, main poche righe si replicano aleune espressioni che Fanno intendere in cosa esata mente consista questo compito, e che non lasciano duibbi sullim- portanza che lautoreateibuiva allimmpress,Siinsiste soprattutto sul facto che le veritatesci cui si parla sono rimaste nascoste fino a questo ‘momento € verranno portate alla lice (par. 5 ola, mawime lates de sus enuceare ltibuli); woperazione che nessuno ha mai com pinto peril soggetto in questione (per due volte i usa la parols ine femptatus, part} 5). Siinsistealtrex sul fatto che la ricerea svolta & di interesse colletivo e ne derivers ualias(postrtas dtetur, pat. 43 posters prlahwrent, pare 15 publics documents imbutuse ad rem publicam aliquid bere, ar. 2 public ett... fife desire, pa. 3; vaitas nis utter mundo pervigilem. pa. 5. Dante teca poi tre esempi di studiosi del passato che hanno mo strato analoghie verith nascoste, implicitamente paragonandosi ad cessi; data la statura dei modell, si tatta di aa’ulteriore conferma dellavvertita importanaa del compito e della consapevolezza del proprio ruolo. [nomi sono niente di meno che queli di Euclide, che ha rivelato (demonstra) la goometri di Aristotle, che ba por- tato alla lace (otendere cosa sia a flicitas, i Cicerone, clic ha soste~ muito la dignia (denser) della vecchiaia. Se siprescinde da quest ul- 3, La Menard sata, con quslehe agiustantento nella pncegyiacur. al Tedizione di Prac Shaw (Doers Attn, Mevaria, Frenze. Le Letere. 2009) us PAOLO CHIESA ~ ANDREA TABARRONE timo esempio ~ che sembra indotto dalla necessit di completare il sistema ternario, ma che mette comunque in campo un'auctorias di rilievo eccezionale come Cicerone, che Dante mostra del resto di amare particolarmente nel momento in cui scrive la Monarchia ~? illinguaggio collima qui perfettamente con la visione della scienza, ‘dei suoi compit,tipica del Medioevo. Non si tratta di elaborare dottrine, ma di svelare cid che gia esiste: di un'inventi,ossia di una scoperta del reale, non di una sua interpretazione. In questo senso, Euclide ¢ un demonstrator, visto che ha reso di dominio pubblico una geometria che era gi nelle cose; ma é un demonsitator anche Ari- stotele, che ha ugualmente fatto conoscere a tutti una verita morse te che era un dato di reat’, ¢ non una teoria sul comportamento.In {questo processo ci conoscenza luomo & protagonista, ma si giova come strumento essenziale ¢ impreseindibile della lux che viene da Dio (par. 6), senza a quale sarebbe impossible arivare alla ver- tas, Dante rivendica a sé limpegno ¢ insieme la gloria di essere il primus trattare Vargomento; ma,a ben vedere, il tema della tempo ralis monarchia era uttaltro che nuovo. Molti prima di lui 'avevano affrontato,e davantia un pubblico di esperti non si poteva certo so- stenere il contrario, La novita non sta dungue nellargomento, ma nell noni, ossia nella qualits della conoscenza e nel metodo con ceui essa si acquisisce? non la dialetica delle parole o dell'argomen- ‘azione, non la discussione delfuna o dell altra tes per larprevalere la pi convincente, ma il disvelamento di una veritasintrinseca nelle ‘cose, Il trattato non sari pertanto un’opera dialettca, ma un’opera scientifia; gli steumenti usati non quelli del dibattito,e nemmeno ‘quelli dellauctorias, ma quelli della scienza, ossia,in primo lnogo. la logics aristoteliea Se si considera 'andamento e il metodo di un trattato contigo a quello di Dante, ¢ in qualche misura speculare 2A parte lean poos (came Virgilio, Lucano ¢ Ovid), Cicerone & Funico crore dasoco di ch sano present nella Menara taxon leer aol sche lunghe (054.28. 10;1171:119 4 48) Del De ofan para Teavera certamente a dapesizione una copia mentre sriveva il aro, 5. In propositote da ulaino G. Caner, Dea pic La eit omen sede A pouega i fils, Pimper, Pescara, Es, 2006. Pp. 72-7, 16 DANTE DEMONSTRATOR NEL SECONDO LIBRO DELLA MONARCHIA per argomentazionie tempi, ciot le Determinatio compendiosa de iur- sdictone imperi di Tolomeo da Lucca, la distanza non potrebbe es- sere maggiore. Tolomeo cit in continuazione laletteratura canoni- stica e le aucoritates bibliche, nell'interpretazione esegetica corren- te; Dante non fa mai so del Decretum,¢ quando si serve della Bibbis lo f con proprie interpretazioni origina, e soltanto a supporto di argomentazioni gia sviluppate su bast diverse Che il compito di Dante, come quello di Euclide e Aristotele, sia quello di demonsracr ppare anche pti chiaro, ¢ con implicazioni politiche pit profonce, nel prologo de! secondo libro, uno dei pun. ti pit alti delicati dellintero trattato:* 1. Quarefremuernt genes pop medtat sinania? Asin ges ter at prncpes convent sum adverus Dasinum et adversus Crim ins Dirunparnns vical omc proiamus a nobisiga psran 2 Siu ad faciem cause non pertingentes novus effectum comuniter admiramur, sc, cum cxusam eogaescimus, €0s gui sunt in admiratione testantes quadam deriione despicims. Admirabar equidem aliquando Romanum populim in orbe cerrum sine ula resisteniafaisse prefec~ ‘um, cum, fantom superficaliterintuens, illum nollo jure sed armorum ‘antimmodo violenda abunisseatbitraba. 3. Se pestquam meduiiras infin etperelficaisima signa divinam providentinn hoc elecsse coguovi, admiratione cedente, derisva quedam supervenit d= spectio, cum gentes noverim contta Romani popu preheminentian tre- rons cum videam populos wana medstantes wipsesolebam, cur ns per doleam reges et paneipes in hoc unico concotdantes at adversencar domino suo et ancto sso, Romano princi. 4 Propter quod derisive, non sine dolore quodam, cum illo clamare possum pro populo glorioso, pro ‘Cesate, qui pro principe cei clamabar: Quarefemuerant gents e popu ne 4:2. M, Kuaunea in MGH, Rts ms Garman antiga ras lira Hanmover-Leipag, Wahu. 999. Slain fail acta di Tolomeo e a Mona daa emnpo ikevata, haichiamato ecentemente Fartenione, co awe cons Adeazions,O, Cartas, La gure dels dzone el Mawar in «Sto me dievalis, 200, pp. 9213 5. Un recencesporotandiniento su quexo prologo ¢ quello dP Auizcasrrie 6. Gon, Donte ae bear ain dos (Boar) some dluare aeons provi nl Mona! in «Secs Jansch, ex 2010, pp. 3-7 alle pp 63-70. 17 PAOLO CHIESA ~ ANDREA TABARRONI lit sini? Aster ges tr principe convene in uum adress ‘Donnie et adver Crist eas. ', Verum quia navuralis amor diuturnam esse derisionem non patitut, sed, utsolestivus qui disiects nebulis matotnis oriens luculenteritradiat, derisione omissa locem corrections effundete mavult, ad dirumpendem vinculaignorantie regum atque principum taliam, ad ostendendum rs homanum berm ingo ipsoruro, cum prophetasanetissisio me me subsequenter hortabor subsequent subassumimens,dinampanns videlicet ‘nad onan roams a nebis gum ipsnum. 6, Hee equidem duo fient suffcienter si secundam partem presents, proposti prosecutus ftero et instantis questions vertatem ostendero. "Namper hoc quod Romanum imperium de ire fuisse monstrabitur, nom solu ab oculs regu et prineipum, qui gubeenacula pablica sbi usar- pant, boc ipsum de Romano populo mendaciter extimantes, ignorantic nebulae or sed mortales eines ese se iberos ge sc uspanciim scent. 7. Veritas autesn goestionis pater porest non so humane, sed etiam radi divine auctortatis, que duo, cam simul ad unum concartunt, celum et terram simal assentire necesse es. 8. Igit,fidacie prenotateinnixus et testimonio rationis ct auctortais prefrets,ad secundsm questionem dirimendarn ingredior. Siiniaia con la citazione di un salmo messianico (Ps, n1-3);secondo il modello pisi comune della letceratura omiletica, it passo biblico costituisce lo spunto per avviare il discorso. La tradizione esegetica del salmo € univocs nellinterpretazione dei primi due versett (Quote... Aviterunt.)= le goutes popu di cui si parla muovono contro Dio cil Messia in un velleitario tentativo diibellione, i reyes i priucipes sono loro capi, Divergenze esistono invece a proposito di chi promunila frase del terzo versetto (Dirumpans..). Secondo tuna linea esegetica che appare maggioritaria nel Medioevo occi- dencale,e che risale al commento ai salmi di Agostino, queste paro- le sarchiscro da attribuire ai ribelli, e costitaitehbera la dichiarazio~ ve dirivolta:i vince el iugun di eui si parla sarebbero i santilegari inyposti di Dio, da eui ess vogtiono ora liberarsi Secondo uni altra 16, arom amas 132.04.C. Wesunsne Wien, Ostesreicische Akade- i der Wissenschaften. 2003. pp. 72-73; la ses interprecrione era quella di nsiodoro (Esprit Peimorag, ed. M. Apniaen, Turnout, Beepols 938 12), Da quest de aotordipendone per lop commenti medieval (a yh ale, 18 DANTE DEMONSTRATOR NEL SECONDO LIBRO DELLA MONARCHIA linea, atestata oceasionalmente fin dalla tarda antichitd ¢ rappre- sentata nel Medioevo dal commento ai Salmi che passa sotto il no- ime di Remigio di Auxerre, a esclamare Dirumpamus vincua coum proiiamus a nobis gum ipsorum sarebbe Dio stesso, che esorterebbe in questo modo i suoi seguac - direttamente i fedeli, 0 suoi paeti- ‘atores~a iberarsi dalle lisinghe dalle minacce (i vinaula il iugum) ‘con cui i rges et prindpescereano di asservirli? Dato lesplicito riferimento ai regs ai principe, i versettinizial del salmo si prestavano a un‘interpretazione politica, ¢ venivano utilizzati dai sostenitori della superioriti papale sullmpero:* nella oe fi RupertockDeueee Gage Darands). in pariobe le Glesoetin ti (PL, cx col Re). f lccxexr el tf sDisearau wvcucazoaen persona Chriss gh si deat comvntnt are Doan sensi Chetan hs 08 8 rsedicores ec darmnpones rnc todavora ve genaimscllereo- fam banditas,quibur nee eushcrevlunt a procdiaione Bde panna te gu pun i ex aoa enum contemnamu, Que ies interpret tea cale 2 Ambrop (E=pate pb crv ed. M, Price, Wien, Temp Shy.) evor ef vedo da Metzen, Wen, Osteneichache Akademie der ‘Waseruchafen 999 pp 957: Explorer Xu ed M, PrrseHEye. ‘Wien, Temps, oi, nears ed veda da A Zetaes, Win, Oxerechiehe ‘eadenie der Wiserschaien, 199, ps8 Exp Bua and Lav {oor M. Apaisen Turbo: laps ist p 2s) eva fa falta nel CGrioaniew Brrr Ps peut getontaman (PL 20¥ cL), Fos sue alr Apontina quel nae merger ce deer prtconnncdhchiaathe exo pst diverse ste se mca conince Camu taste oli nic aps ex corvm persona Xp USK serio meveaose Una tac ques iterpreuzone ora in 000 json confosn nce els Mg enc Pet Laat (Pci Fu) che lence atribueniols Remigo Pee rppori aquest comment GP Stonmcen Le Chose int Pas dl Pore Lar Set ast Shui pepeseppe demain Pee Lombardo Ne el un Convey eo intenattonaler Toi 40 otsbre 20 Sple, Cea 2009p 299 9 In queo modo sen wiezetown uno det dcument hive deli conto con lla scomunies pron da Gregorio VI cot Enrico Vee. ‘Gascon Vl Rims Fann, va (Das Rete Gor Vllsed E-Ca- tran Berin, Wekdann, 980 pp. 8-44 [MGHL opel) also de paso inuna prospniveantimpetakcomologeamente pid vn lfepoct di Dante, lade ance Giana Pn Deena, (Ce) Lecuenc ond Pa Faceted Xt, Pas Ven, ea p. 206 G.nseocin Hoe deed pred ppd tech med Gena ian Manet 200,968) 9 PAOLO CHIESA ~ ANDREA TABARRONI ribellione al Dominus e al Christus eussi poteva vedere la ribelione dei regnanti al vicario di Cristo, conil temerario tentativo di dirum- ere vineula imposti da Dio. Dante gioca questo stesso passo, che sennbrava arma sicura in mano agli avversari, a vantaggio della sua prospettiva filoimperiale; per far questo egli - come altrove nella ‘Monarchia ~? non rispetta la letra esegetica corrente, ¢ fornisce unvinterpretazione diversa, piuttosto ardita nei suoi parallelismi fi ural. Il Christus del salmo, cioé tno dei due soggetti che i reyes i pricipestentano di contrastare, non affatto figura del pontefice (che pure di Cristo & vieatio), ma del popolo romano (popudis gl Fists) ed & a questi che altri popolie principi cereano vanamente Giopporsi;e fata tale equivalenza, Dante si sente autorizzato a pa- nifcate se stesso al salnista (Davide, che nellintexpretazione me- sievale eva figura di Cristo): cum illo damare pessam qu pro principe cal damabar. Ancora wma volta un'interpretazione elevatissima del proprio compito, ce assurge in questo casoa una dimensione aper- tamente profetica La spiegazione del salmo, che sara sviluppata nei parr. 4€ 5, si intreceia a una considerazione di carattere epistemologico, che oc- cupaiiparr.2-3 e prosegue ugualmente nel par.. Quando s osserva un fenomeno senza conoscerne la causa si é pervasidallcdminato, che appate qui un atteggiamento soggettiv ¢ irrzzionale; ma que- stoatteggiamento viene superato quando si raggiunge la conoscen: Come ads i 1 76,dowe Dance di unineditaimerpretaaions figure ‘paso del Leto (qu 3). snterpretazione che Vinay, rel suo commas loper, godess (now senza cagione) saris on Mon. 335, dee for nisceutaleetancosngolare incepretarione dun pass del Vangelo ui Giosannt (ox 0) 1 Ingcalh questo punto delprologo appare testalmente sompetto por rion solstice ed content conve abbianna oxservat alrove (+Rimeca etude sehie. 1x 209, pp. 308-48 alle pp. 406) Sopratut ci pae df che Dante rowan qu explieanvente Camperatore nel prologe din hbo che es chiam aus sempre soleato a popolo roman, ma mail pris sarebbe pi loca pensae che il ieriniento sa solo al Romanus pops Neppuse ruta chico a+ the per la contusion crest dalla replica del portesive sue] domina dente. pretazione dances del sl sia Dio o an signote terreno (Fimperatore, 0 aneor Iga popalo mara): Ai Gn de presente conti guess queso so corunque irileesnn, 120 DANTE DEMONSTRATOR NEL SECONDO LIBRO DELLA MONARCHIA za della causa. Tale conoscenza si ottiene con studio ¢ intuizione personal artiva atraverso lindagine (medullitu oulos meni infix) ¢ Pindividuazione di effcacissima sign, cio’ di prove non soltanto si- care, ma generatric di sapere (cosi sari da intendere effiacisima, dove Foggetto interno implicito delice sara appunto la cono- scenza). All'adnrirariosubentra 2 questo punto un secondo atteggia- mento soggettivoe irazionale, la deriso verso gli ignorant (par 4); maanche questo é superato ~stavolta, par di capite,inevitabilmen- te = grazie allintervento det satwalis amor (par. 5), che spinge alla comunicazione dela veritasatuti gli womnini. Questo stato anche il percorso personaledi Dante sulla questione dellimpero: un tem- po egliattribuiva la conquista del mondo da parte dei Romani ala darmeram tantumnasdovolenta, wna posizione shaghata, che aveva st- scitato in lui admizai: in seguito ba compreso la veritas, ossia che la causa ne ft a dina providentes superata ormai anche la devise verso sliignorant, 2 giunto il momento di diffondere la conoscenza. linguaggio che Dante impiega nei parr. 5-6 iprende quello del prologo del primo libro. La veritas ¢ occultata dalla nebula, questa viene dissipata dalla ux (sulla quale Dante insiste molto, con meta~ fore solari econ un bisticcio con luculenter, fino alla ripresa poi nel par. 7 dal lames ratios humane e dal radius divine aucortats)" Ma soprattutto ritornane qui i verbi che illastrano il compito di Dante ‘come quello di portare alla luce wna verita che oggettivamente exi- se, non quello di create una teoriao di sostenere una posizione. In questa prospettiva diventa fondamentale linterpretazione che Dante di al versetto 3 det salmo (Dirumpamas...), presentats alla fe ne del par. 5: uninterpretazione opposta a quella agostiniana pre- valente, ma originale anche rispetto a quella minonitaria del com- ‘mento attribuito a Remigio. Chi parla qui, dice Dante, chi esorta spezzare le catene ea liberarsi del glogo, non sono ireyese i pringpes: @il salmista stesso il prophecasancssinus, cw Dante ancora una vol~ 1a si equipara {aun pripheta santssione me me subsequenter hortaborsub= sequent subassumumers, con un’insistitaanafora in sub-in eu siiten= 11,Sulla presen dal luce in quest prologo cfr AuLecnern-Goxst, Dawe om bal nie dons, pp 69-70. PAOLO CHIESA - ANDREA TABARRONI de forse ridimensionare la propria importanza di fronte allentita della igurazione).I vinaulaeiliugum non sono quelli imposti da Dio al suo popolo, quelli de! Dio geloso dellAntico Testamento, ma sono ben pit intuitivi simboli di schiavii, secondo le connotazioni, necessariamente negative, che queste parole avevano nella tradi- zione occidentale. Now il uke iygum divino, ma una limitazione ¢ un reno, generat dallignoranza e ostacoi alla liberta Ed ecco che, di fronte a queste catene, Dante riprende ilsuo ru0- to di demonstrator (pat. . II suoi compiti saranno quello (metafori- co) di dirumpere vinadejgnorantic egum ct prncipurte quello (real) di vstendere genus human lberumt a iugo ipsorum, La prima frase pad risultare eqaivoca: rgunn et prinipum sar’ tn genitivo soggettivo © oggettivo? Tvincua igorante sono quell che #legano ire ei princi- pi» oquelli che «ire jprineipi impongono ad altri? Uno sguario al par. 6, dove si dive che Ignorancie nebula verra tolta ab wculis equn ot principum, permette di sciogliee i dubbi: sono dungue loro gli ‘ignorant, e sono loco a essere imprigionati dalle catene.” E poiché il genitvo ipsorum della seconda frase non pud riferirs ad altri che agli stessi reese princpes limmagine adombrata quella di un am- pliamento transitivo della schiavied dellignoranza:ad essa i reeset princpes sono soggett, e ne sono soggeth di conseguenza anche i loro sudditi cu esi harmo isposto i giogo di un governo che exe- dione legittinio, aia non lo & Hl compito che si assume Dante & dungue quello di ompere le eatene delfignoranza cui sono sog- ee ip del genere,e presentare il genere umano libero dal giogo di costoro. I proprio compito di demonstrator ribadito al par. 6, dove rtorna 1 Alfio dlfesegesii alot. a ese er ingicyt di feguene ome ua sora di inasinn. anche vr dell wa eeacs tne. Pet qualche cir {He Ragasee Maun, How a1 ( exc 433} ceric i pelo con Dex 46, Darin Passo bs Not Epa 3 (eG vow Haar ‘Wien, Temps tog. pi) Howacisena. Semmes dials x3 el JG.tiouesnon, Geoaterats. CallegoS Bouavent 177 390) ss Inquest Dante daca netanente anche daimerprtsioce dl cr. venta dll rcudo-DRemigo secondo used vnalacu aeeratenmettoi {Bloaca preannuncavano le latina’ con ei re pines (bre © Gene) sneer cerca di inipedieFannoncio ene. DANTE DEMONSTRATOR NEL SECONDO LIBRO DELLA MONARCHIA Al verbo ostendee, raddoppiato immediatamente dal monsrabitw ‘Anche se si parla qui apertamente di libert i verbi usati sono sem- plicemente ostensivi, senza alcuna sfumatura che evochi un atteg- giamento attvo, quale sarebbe una concessione o tna conquista Ugualmente ritorna la duplicita det soggetti coinvolti in questo proceso: come la schiavitt dellignoranza aveva oppresso tanto i ‘ages et prncpes quanto, di conseguenza, i loro sudditi,cosi ora la li- berazione li coinvolgecd entrambi. La veritas questions iberer’ dal- Vignoranza quet regs et prindpes che attualmente usurpano le redini del governo (gubernacla publica sbi uswpant) rtenendo a torto che TTusurpatore sail popolo romano {hoc ipsum de Romano pepule mest dacierextimantes); a questo punto morales omnes saranno liberi dal giogo degli usurpatori (ess hrs asic usieparsivo rcaguuwent). Reseguosen, si hadi, nom fent won “eiventerano liber’, lo somo gia ma non sano dieser. Si osservi che Dante, atribuendo ogni colpa allignoranza, assol- ve di fato i eyes er principes che guidano la ribellione: la loro ogget- tiva usurpazione @ frutto di errore, enon di malizia. Cosf andra in- tes0 anche il mendaditerextimantes del par. 6, che alcuniintexpretiri- conducono invece a una malvagia intenzione:"* dato che tutto il byranoé giocato sulle opposizione verti /errote €conoscen2a/igno- ranza, ben difficimente si potrebbe glustificare qui Vintroduzione din elemento sogyettivo come la malafede.” La ribellione none 14. Coain modo mo esplcco Sanguine (scredono mentendos), ma sila ina anche Nard (emendacemerte), Martel (ecredendo menaogners- rence) e leach (auf lguensee Weer) Accord invece a huona fede Vinay (sono falsrsenteconvini].maente nintcne Fmbygut la raduzione di Shaw (Gtalsely believing) 15. Se questa interpretation & corrects lcoss pd aver conseguenze ulese sexi di Moni 10, dove Dante nprende primo Serser del sino u, acaccande {jet sedhce nt elton ror pd chaungue aro aur ini “lat san Reva pinion Se apr exp, Fazace éallesivo, eo espresso un sogger che perseradiadenticare automaicansenteachiysete- Fives; a savola fa nile &apereamente dicvarta, Cont Fnterpretazione teadiionale, ce individ F(a prt dai il con Frances o liAngoiniste M. Passa br Cenc. va qu macs, ly Mona’ ezine inp File dil 4 im «Sea e problem di rica estes, vt 1998, pp. 10730. ale pp 23 PAOLO CHIESA ~ ANDREA TABARRONI proterva, ma velleitaria la realta delle cose @ ineluttabilmente di- versa da quella che i reeset prindpes immaginano, ¢ la loro azione, frutto di ignoranza, éineluttabilmente destinata fallire. Quando ‘ayes et prnipesavranno seienza ¢ coscienza di cid, si verifichera au- tomaticamente na liberazione generale, che si immaginerebbe come una sorta di pacifica rivoluzione dei poteri in piena e assolita concordia, conseguenza inevitable dell'emergere della verita Se sileggono in questo modo i due prologhi, i valore scientifico che Dante zttribuiva al suo trattato aumenta notevolmente; paral- lelamente la sta concezione della politica risulta pit chiara. Essa dlviene qui una scienza, come e forse piti di quanto fosse per Ati= stotele: con gli strument della seienza deve essere indagata; le sue conclusion’ hanno valore univoeo ¢ nggettivo, come Mammo ap- punto le conclusion’ scientifiche. Dalla presentazione della vit politica ~ che come sié visto si trasforma in un incremento di co- Scienza da parte dei reset pringpes, ma anche di omnes morales — Dante non si aspetta che si produca turbamento sociale: il tratta- ‘mento della venta politica non sembra poter essere diverso da quel- lo delle veritd matematiche, né avere conseguenze diverse. Una volta rivelate le regole della geomettia, nesstno puo pitt dubitare c’he Forea di wn quadrato sia la seconda potenza del lato; ana volta svelata la rvtas sulla monarchia nessuno dubiter’ pit che il popolo romano = ¢ Finperatore che ne € expressione ~ siano di necessit ‘itolari del govern del mondo. La vert, insomma, vi fra beri ¢ io, dice Dante, sono colui che vi porta la veriti, in questo caso la verita politica, eon la stessa forza e la stessaefficacia del salmista Cosi facendo, la scienziato ¢ il profeta tendono ad assimilarsi:! il 125-26 (pot com i tala Monn a dasa uri i I, Quon dant “For Mori. Comma Ravenna, Lang 2008 43-63 ap 38): E-PNZ, Tes rslggne pie Dio ld Fence sre dant san Lag (om a estan alan fs del Moncton danse, ix 20045 23-177 alle ps 195-6. 2el polo perd, Dante non sem intereveate 3 on tac diet fi gaernatn a vantage det qual wivoe nec della bona fede 16. Ur accortniento tai profetsna della Comme Tindagine loots del Convio e della Monardia€aeeennato, m4 0m Swlappazo, da B. Nan, Dawe pits 0, Dts Ta eal dea War, Late, 943, p9-293-983p 296 punto comune nlevato da Nard € che in entrambi eet Dante vento 4 cono- 124 DANTE DEMONSTRATOR NEL SECONDO Lt (0 DELLA MONARCHIA profeta non in quanto anticipatore di veritd future, cosa che lo Scienziato non é € non pud essere, ma cone disvelatore di verita nnascoste. 2. LA MATERIA FLUITANTE: ALBERTO, BOEZIO E UARTEFICE DIVINO IN Mowanciiia, 12 In piena coerenza con il compito elevato che si é assunto nel prologo, Dante si accinge dunque nel secondo capitolo del secondo libro a disvelare, con procedimento seientifica, la verita a proposito el primato imperiale conseguito dal popato romano, volgendosi nzitutto in coerenza con il tagio aistoelico i esposto in Mon. 1 2-4. fissate in questambite il pip nm auisionisdrecticun i criterio epistemologico delle argomentazimni che aveanno il eom- pito di mostrare la vert. Now si ad una vera e propria dimostrazione (che nchiederebbe a ia volta i poggiare st un ulteriore principio)" accorte benst richiamare tuna vert’ evidente, che non pud essere negata da chi vi fis gli oc- chi della mente (Mor. 1 13: cules mes inige)- Mpunto di partenga & costituito dal motivo, ga sfruttato nel pro- cedumento parallelo del primo libyo ((3 2: Dens eters arte su, que nate), ella natura come arte divina, C36 che si produce eon ate s produce ia mod mtelligente i vints dn fine. E solo rspet= toal fine cheil prodorto viene definito nel suo essere ene processo sata in gitesto caso ai procedere scenas della verih, seve per cropper gh cor ia nel mondo; a ditferen2a che nel cago della Commi la cononcents derivate dala "isione protec ‘concessda Di, nel second da "rapionsmicat lvoe” Di consegenta diver sisatehero gl srusent leserai che Dante por anole a suo compe. 15 Che A. Maen Pony. Enis Pao Korn. sin de lopecdia Tea. 11972 pp 67 di Dante, Dot ¢ fe tener. 3 cura Burson e V Res, Rasen, Log, 1996 pp. 480 72.¢ Bs. Dt Rwsegna daca, xx 2008 ache in Le eaun di Done Sal one d Robert Hoflondy, Freee. Ce 2004. pp- 129. 18, Si veda in proposzo A. Thuan, ‘Nivel Sen mle? Una prop di ‘wenden rile pr Dont 6 Pension pole medieval, 2003, attic pp 30-3 39. ted foal va alle sais, my «Ualghve Pe. PAOLO CHIESA ~ ANDREA TABARRON! attraverso cui sirealizza, Deus et natura nil otiosum fait (13 3, con ti- calco del noto adagio aristotelico di De cielo, 1en,¢ De anima 1, ma anche, con variazione, Mon, 112 5)," quindi tutto cid che prodot- to da Dio trova la sua ragion d'essere nel fine che Dio si propone: ‘Ma Dio non ha altro fine se non Sé stesso, che & culmine di perfe~ ione, somimo bene, Dunque ilfine dellarte divinaé di realizzare il bene, che @ anche il so Avtore. Oltre che nella natura, questo vale anche nella storia degli uomini: ci che accade nei grandi svalgi- ‘menti storie & prodotts da Dio in vista del fine, é parte diun dise- gno provvideniale. La produzione del bene voluto da Dio nella storia timana é quindi ci che propriamente si chiarna disitto: ila quod Devs in hori soritate oul iad pro vere aque sneer ue kar shay st (Mor, 12.6). Ci0 che non comisponcdle al bene ~ if pecan, nella natura € nella storia 2 dowuto alla resistentza sorda della max teria, puro principio di apercora al fine (ola penta existent), a anche di inerzia, di declinazione, persino di deviazione rispetto all processo del divenie conforme all'arte.”” Queste sono le linee principal del discorso che Dante sviluppa nel secondo capitolo del secondo libro, ¢ per il quale valgono le ‘medesime consideraaions e osservazioni cli Tacopo Costa hia a tamente miesso in luce a proposito del principio di finalita che sor rege la paralelaillusrazione dantesea de! principium in Mon, 12-4 Si trata iv? di un ayproecio gentiinamente atistotelico, che wae lint prineipalmente dalla dottrina esposta nel secondo libro della Fisica e nel terzo dell Fa. ¢ che trova espressionte sistematieamiente compitita,in epoca pitt vicina allautore, nela prima questione de! 1a Prima Scaumdee dh Tommaso! Ma in questo particolate capitolo 1. Indoors Auscues, Mavala. acura di Naxos Milano-Napoti Ak agpo.poaos, Noni piouise cin presone 1 van pas in eat Attotee base “goesto sions: Decks 42710 $23.1 8390 go-44 1138 25a #8; Dean 9 dvbasagona ne 38 120. Si ven, con pert paalivns, Cha 6 6,€ Pax) 66-69, € ancota ui va ben mata) «Par 29 (matesia sd) ‘i Joost Pinan d nie finnella Menara dated Igor rionenin, Std in Hlowaro loa Mein ed. by S. Cano ct al, Lowvain-lae Neuve. Fédération Ingernasionale des nests dades Méliévales 2006, pp. 59- 6. 26 DANTE DEMONSTRATOR NEL SECONDO LIBRO DELLA MONARCHIA Dante sembra avere in mente piuttosto le movenze carateristiche di Alberto Magno e del suo «razionalismo filosofico e scienif- cov.” Esaminiamo pit da vicino iparr.2.€ 3: 2, Sciam es gtr quod, quemadsmodm ars in tipi gra inve~ situ in mente salicetartifc, in organoet in materia formata pe tem, ‘Set ntrar ntriplic grad possums neue Es¢eni mara men te primi motors, qoi Deus est: deinde in cel, tanquam in orguno que rmedliante snniliade borsitatiseccene in hitter materiam exphicstr 3. Erquemadmodam, perfecto exstente artifice arque optime organo sehabentesicontingarpeceatam inform arts, materietantam imps Alm ex sc, cin Deus ulimom perfection’ atingat et instrament tins, quod celucn est nlm debite perfections paiatur defectum, ut ex his pateeque de cele phylosophammar,restat qui quicquic in rebus infe= sHoribus est peceatuin, ex parte materie ssbiaventis peceatunn sit et preter incensionen Dei natarants et cei, et gues quiequid esti rebus inferior Jpus bomunn, cura ab ipsa materia esse now pest, sola potenti existente, pet prius ab artifice Deo sit et secundaria 2 celo, quod organi est arti sivine, quam naturam comuniter appellant Tl raffronto tr il inalisme proprio della produzione artigianale & guello naturale ritorna con frequenza in Alberto, ad esempio in «testo brano del De intellect et intelli nym autem mode ese de forma atin mente ntifiisqaam exsequitar "nan et cain inscamentn, eect erun, que prepertonalier temnubvisexteademct tamnon magisdeterrsmnaca materi in a0 Gqom in mente arcs, et magisin malleo amen man, marian antes Jnferoest determina, ec quod frum naterabtersusipiteam Breet Th in mks sisi intelligent et easae prima et materiae generabi- Irom, si mapas inellet haberet ct malleus, uo concept Foxman 3 mente atifcsexplcarent et exsequerentur. Uae seu niilomnes ta tsxvsentehypothesi inate omnia tanta mente artis scons in pac Init sant caus prin ict teligenic quastam bonitate explce «per moti coeleste incu materia aL, Snunuese eesoulione fli ii pai fi Ail Grande. =sDocemente eal ella tradinioneGlosoficarneizvales! 3990. 99.375-496 2p AusuATO Macso, De nelle aligbiB 1c. 4.49 1d, Operacrain od A.Boncncts Pai, Vet RoceByo, 8 voll x pp 4772s. ap tab, 27 PAOLO CHIESA ~ ANDREA TABARRONI Tipico di Alberto é proprio il discorso sulla forma artis (Mon, 1 23:51 ‘ontingat pecatun in forma arti), che rappresenta pet lui Vanalogo tumano di cid che nelPopera divinaé la forma evelestiso vit formati- 1, prodotta dal Primo Motore tramie le inteligenze celestic po- tentemente operante in ogni ente che lariceve, come principio del divenire conforme alla propria natura Tipico di Alberto @ anche Futilizzo del verbo explicari (Mon, 22: similitudeboritats ctr [...] expliatut) a descrivere Pazione della “forma celeste” nella materia, come ad esempio nel De som et vig Nonescautem ignoranduin quod hace forma quae quasi formalsetageas ¢escomninm formaram infrinz, eo quod oranes virtues ateriae sbi insarumentaliter desereinn, 2 nomnulis Pltonicis convenientisinse no. tminata eat forma orn et explain colts wnvealer ages. Dicta ate {om et jive guia cum ta nt ordinata ad hoe good ian in e- feeta ipso. omnia la nformar, scat ans informacinstromentaaagendum cet materiam similter. Espcatons one joema vocatu, qua sc etuxa a ‘coclesibus vittaibos, clementoruen ct materie dispostonibasexplica tur Univenaiter atom due ages, quia i toro ordine suze explcstonis jps ex primum agens in mater: tenia ala vr fans git Aft aunt co quod pa, ses aepe dns ee its formalin étia quae format omnia et dirgie as hoc wt ad formam agant. Cum autem sic proficiscatara coelestibis, t enelesinta Rarmonice moto, maliplicis sy A.Taxauasin, Naam, Pom: Per and Dla he Natl Palsy of Aho Grit sLaly Seen td Muses 43.2008. pp. 4st Si ved noe teal “la A Maso, he Cinta, Opmncnmintenapy n/n te pas reborn rarceolronence explioeo Vere ater esse ‘Smad Periparericoran sentir. quod anna estmsemine utes er now wk {us Sic in arbors habe quasi doabra ex secur ecascia es ede ‘Elformats anvineidunt este forms ars moreancut seiner desrowns. a scan oon ngturs dismay lumen. pod inwada super ones cabsss seconds tg ad pronase gunna ents i centro core pa congregm et fans informarae er rsee prin ise inellectal et vino opera a fone ‘Shun nelecivae propre. seutcoliiua moweesrie ormaecvirtutearafisq es brink motores, Etideo dot Acstoteles,qnod sm pus mara ii eS pas focllgentae.lligenta cniga moves pet sstensonem et per modunn ats ct {Sb opt moment pu tn ad modu matt ad rn Jnsiramena alficsoperaer ersnowesicecueo diversas fai Cormasmetsbrorum ttdiversa connuatad num eon ubi natura non perfcese pest 228 a was DANTE DEMONSTRATOR NEL SECONDO LIORO DELLA MONARCHIA est virtotis,e0 quod efflut a muletudine motorum et orbinm in se con- ‘cordantiam ad talis forma effluxionem: multiplex autem habet et acipt fesse ex corporibus, per quae sicut per media, tin quae scat in ea quae ‘xls potest confortar vel debilar, ut plus vel mi- rus moveutcompora quae aici, similteret anita. Latuiplice scansione delta natura/arte che si trova dapprimain Dio/ artefice, poi nel celo/stsumento,¢ infine, dispicgata, nella materia & quindi in Dante di derivazione certamente alberta. Lidea di Alberto, come é stato sottolineato anche di recente, non € semplicemente quella di far leva su di ur principio epistemologi- codi tipoanalogico, secondo il quale la nostra intuizione di cid che avviene nel processo della produzione di artefati da parte dell wo- mo ci puudaiutare a eapire - appunto, per snalogia ~ come si esplien nel mondo naturale Fazione produttiva della Causa prima® Rie chiarmandost alla teoris avistotelica della generazione wnivoca, se- condo cut in natura la forma di ed che viene generato preesiste sempre nel generante ¢ appartiene alla stessa specie, Alberto pone come principio metafisico assolutamente generale che tutto in na- cura diviene in vires di una forma preesistente, ce in origin, rsa- Tendo di fornia in forma secondo lo scherm emanatistaaviceniiano della “metafisica del fusso”, possiede un'esistenza puramente intel lettuale nel Primo principio.” In questo senso va inteso Tassioma albertine opus nature et eps inrlgentiag, che Dante nporta anche in Mon, 6 42 Non st dave quindi inte rdere il quentadoneds as [--icernania di Mon, 1122, come um semiplice espediente retorica 25, Ataemrn Maco, Dstt iia 0616 bo Ope mci anysh.ap-aps in core aleure forslegion leva). 136. Cli Taxatasn, Nin Forni Provera ‘ella yp. a8 pS veda in paste. Ae Lanna, ler e Gite fa Sabsophe, Paris Vi supe. yp stp 77e ln. Metaphysics Ab be Gnd 2005p.) 2p "8. Chato pi ole. Chr. .A, Wersera Te Aon oop wate ap alle agence edi Onin in Abra Blagan Dee Uriel 1280180, bsg, x00 G. Maven A. Zinatznunns, PB Lorrexcnaos, Ming, Grtncwall 1982p 44 165, L- Hobe, eCpuenaturar osu algae Hn rapt em i ase ‘eicosanoid we kr Ros ‘hs rs, on F Nezwonmicn und | Stuns, Zach, Spt 1954 pp 148. 29 PAOLO CHIESA ~ ANDREA TABARRONT fondato sul raffronto analogico, bensf come il richiamo ad una fon- dazione di tipo metafisca, che dovrd secondo Fautoretisultare evie dente a chi ben lo consideti con gli occhi della mente. Ma se la concezione flosoficarichiamata in Mon, 22-3 risulta senza dubbio desunta da Alberto Magno, non sipud tutavia trascu- rate di considerare una citcostanza piuttosto significativa dal punto i vista della ricezione della Monardhia: il fatto co® che il primo commentatore dell'opera abbia coito proprio in questo brano ~ ol- trepassando per cosi dire la figura del maestro domenicano ~ Pom= bra, asai cara 2 Dante, di Boezio. Cost infatti Cola di Rienzo ap- punta il emma Ext enim nat... explcans Unde Boedis in carmine Dessau: ...paleram paleerrimtsipse / snundiin mente gers sesiigue yangne foranansx2 Sitratta dei vv. 78 del nono metio del ter20 libro del Deansoatione Philesophiae,il carme O qui perpetue, vero inno neuplatonica a Dio produttore del mondo, da cui Dante trac anche la pregnante d gnazione di materia lvitans (Mor. m2 2), cu primi nove versi re Gitano: ‘© qui prepa rnundunn racone gubermas, “Teararans eacigae sr, guitemspasab acuo Ire ies stbliagde mancns das excta moter Quoin non externa pepoesantfiogere cause Matra tants pas oes esta Finn bn hare eens, a cuneta superno Daca a exempl, polehrasn pulcherrimusipse Mad ment essing nage oman Perfectayge athens pereetus absoluere partes. 29. PG. Races. Covad Cla Rion le Mona’ Da medhevaie 3.0 965.) epoch ms Doser ALG, Mover od Commenono dC i Raza Folccoruo di Mani Fin raduzions di BAgessastay, F, Puntas, N-Matcs ic M, Myqreun. incieduzion ot bxblio- tuaticanora aves ¢eonmpenta dF Fu ay. Milo, Mondador,2004 pp. 321-65 ‘Breas cits (p34). Ocsnree revi levate che a segafatione th Cola & stata (quant pare in fers atcnata da ese occupaco della Menace dopo il .96s, fo. Borris De onlaone plifsphice Opucula oleae. C. Mons -Muichen-Leipaig, Su, 2000, pp. 79-80. 330 DANTE DEMONSTRATOR NEL SECONDO L13RO DELLA MONARCHTA Un inno (una preghiera) molto noto per tuto il Medioevo,diffuso ¢ interpretato dai grandi commentatori ewoling} della Consolato, come Remigio di Auxerre el'Anonimo di San Gallo, sinoalla “glos- sa ordinaria” di Guglielma di Conches e, allepoca di Dante, al ‘commento popolarissiruo del domenicano Nicola Trevet. Da esso trasseroispitazione letteraria antori come Alano di Lilla, Pier delle Vigne, Jean de Meun e Chaucer." Ad essosirifece anche lo stesso Dante, in varie occasioni, come hanno proposto diversi intexpreti dellopera del poeta, dopo che per primo Walter Kran nel 1951 aveva riconosciuto proprio in questo inno il modello dellinvoca- zione di san Bernardo alla Vergine in Par, occu 1-392° Tra elias, Robert Durling ¢ Ronald Martinez lo considerano alla hase della struttura di Dovine hlavete inteletio denon (Vn 19). oxic della petrosa Aner t vedi ber (Rime, xtv)f? mentee di recente Claudio { Giunta lo assume a modello di ena nuova proposts esegetica pet Amor, de movi (ivi xx0«v0) 2 Dante stesse traduce poi alcuni versi su.Si veda easico studio dP. Councnsts LaCie pili ds ici Tie dst oe de oie ae Eudes Avgsanicans 196 sparc pp.sbr ve Thoneantis, Bocas as Model graham “dlls Consol ppv RU a lesan, ESzion elf rs, oft We Kan Di Gt deci in «Ee 20 pp a:b. Dae adding ee Romseie Fos gy, 3 1.278 ee mS ‘Tova starred ine een eer Wnt 75 pp. UGalfinin del sects scons Roca Mura evs dsbeto ler mete tins apts della sua monogaasal port Dase-Bre zac Rc Mmse wt Dante Bee Connells det dota, Doge Zach 1905. tp asnds Dopo Kran ila Boer an €staro analiza da P Daos. The Gata Bes Comet etl Stahess 49:994p9.2-39 (bei, Surf lpn Studs Livery Tran, soease6, Roa, Edo Sona eee, 1993 9.3355) RAM Dunine RL Santee, Zone Cpt Stub Ds Ri ne Beckles Angeles Osfor The Caf Cara Pres 2996p nets a € Grn Dot mero disinin Daten ie Pb 226 nuns and Me MeLsos, Lad, Lega 260, pp 9-96 © 02 dre Day sone, Ries candi. Gis > Ope Rie Pitt re Deva eaves eta tk C-Grot Goma, M, avo in Sheractom Mio. Momdado atin pp. setae pp. 38 a1 PAOLO CHIESA ~ ANDREA TABARRONT del carme boeziano in Cons, 1:27 (ivv. 6-8), in Par, 1 133-35 (iv. 13-14) ein Par, vt 64-66 (i vv.3-6)- Non che sia sorprendente trovare traccia di Boczio nella Mona chia: Dante cita versi dal metro sesto € dall’ottavo del secondo libro ella Consolai,sispettivamente in Mon, 118 33 ¢19 3% Malla pre- senza intertestuale dellinno O gui perpetia del tutto peculiare esi direbbe, eruciale in Mon, 12.2: 4s Als ohn ca slucein Darel profilo esse del came boeaa- no noni nlf wisn pntale vor iL, Lownnno, Bassin Donte {a Conse Poplin ain el pn Te dover tania © Fbloga chsco meee i), Ves Univer Fava 20. sche- feat ayipentita nso guc on Sipe sly orice weed BT Shute Bibs Dncace 9p 6545 Sa Apropos ton Van win senbes(. ene cho sole ee jie rete propa ysnaienc sl l,on hal owe nel Jose ches anes qa dasa pine.) on se noe as0 dh {jus vessel pon che precede eso af a commcsa eseresone eeholigel elo sivnanina delfwarens che ava el Seo Shae then Da un ceo peo semben ese diver i spremo unica Shae dspermnen (Dove huss Mi test ads nee coer FG, Viens Fucne. Sanson 959.49) Dina alee ts pica dt iy tp embrace estonia sche ets Aight. he nl comes rb tne can alae Fenze th Payal pt eda “Seine elma ota git prasentert cess deere desire staortremese staid Ln peinftegunary ole, set od ogre mame eet eens» Meat hoe ee pros pene te acne Impose Manascnue, Ad godt Is) ngs sioner? Clan rag ga [Com m8 tc eve gue ci i bene {thse quod Deas nbs cur wn exer i ei ote eS {Htouum quodeshuic nso exerpo exempt hese tenance oipitolae aggunge*Som hors sus c :eoim don de hx {pocin rena de wena poe in reg. Lo pein monarchs neces Sun usted Phishing fen pe vi pe ‘sin slice ration praccirea, Nan vison fue bel causa movenscrfinalssed posts nstromentabs, ae secs marth casa wscuentais call et ania Ero mriss eateas ne 3 wetizzae in un medaglinn fe hice fondanvenali {i Mouse 1 ¢ peri richamando lo sehems abertino attefice/sromento/ pronto che calla based Monn. I paso di eto Alighieri he st legge m a sper Dat pie gir “Comin Cavan ia et sunyribos GJ, Bar Vennon, eur. V. Nance Florentine. pud Guljelratnn Pit, hes. Par. vo Baa). seynalatoediscsea da onan, Boost Dawe 78 132 DANTE DEMONSTRATOR NEL SECONDO LINRO DELLA MONARCHTA Est enim natura in mente prin motors [Mundum mente gerens), qui Deus ext deinde in celo, tamquam in organo quo mediante simile [smiligue in imagine] bonita forma boni cere [perpetua... atone] nfantem rtriam [Materie litants opus] explicatur ‘Si tratta anzitutto di uno snodo fondamentale del trattato, sia dal punto di vista dellimpalcatura metodologica (determinazione del princi inguistions drew), sia per la rama dottrinale che vié soltesa, quella della natura come ats divina (Mor. 1 2 3), che viene ripresa oltre che, come si@ det, in Mon, 132 ~ anche nel sesto ‘apitolo del secondo libro, ove & questione di dimostrare che Ta natura non pud essere da meno delartefice umano nel prowwedere ai mezzi necessati per raggiungere la forma finale intesa, cioé ap- puntola divinasimilitudo universe (16 4: «sic [sil deficeret] natura, si solam formam universalem divine similitucinis in universe in- tenderet, media autem negligeret; sed natura in nuilla perfectione deficit cum sit opus divine intelligentie).” Snodo fondamentale, ancor pitt, dal punto di vista filosofico; € proprio per quel lenuma cost caratteristico, materia lutars, Nel con testo boeziano & espressione certamente di ascendenza platonica; tutto il carme © ui perpetua non &, del resto, se non elevata tesa poetica di una famosa pagina del Timer, quella che deserive lopers primordiale del deminrgo, cost resa in latino da Caleidio: Options erat ah optiine porto invidia lange rlegata est, Its vomseqee tor cuneta st similis, prour cuitsque natura eapax beatitdinis esse pot rat-eflici uokaitsqustn quidem aolupzater det originen tera certisi= than si ts pont, rece eum putare consentiam. Valens skier deus sides che Pesere stevso di cascuna creature st Fnac sla tension® 2 rageingere a pena realex dela propia ila co Creare espe ChliDate anche Mensa 83 (¢Destennone Devesturexus ransom dian Shaliinen repracscet in quantum propria ranacaresperevocest [tn tocumiversuns nibilalad st quam vestiglum guoddars deme bonita. 9 1 Yabene ec opine se abet ors fis cusn vesga pestoca pass in quantum propia mura peraiene, ynstanure)c 1212 (en oman actone prinopalie = Eensleu ahagente [ -]popriamsimlituiner exphicae{ [cant omne quod est Sppetat ann ese, acim aged agents case qvodarorsul aoxpliare)- Che. Ae Maton, nin Bulga Data cit, 81973. pp. 056% 133 PAOLO CHIESA ~ ANDREA TABARRONE bona quidem omnia prouenite, mali porro nullus, prout eoram quae na- scuntur natura fee, relingui propaginem, omne uisbile corporcumque ‘motu importuno flsctuans neque unguam quiescens ex inordinataiacta- tione redegit in oxdinem sciens ordinatorum forranam confasis inordina- ‘isgue praestare. Nec ueto fas eratbonitae praestantiquicquam faceze nisi pulchrur.* Ma nella versione di Caleidio non si parla di materia titans Pazione ordinatrice del demiurgo siesercita su ome visibilecorporeumgue mo- ‘importa flucuans neque unguam quiexos.E questa la materia pri mordiale (se, definita anche hyl,reeptaculum necesita) cai Calei- io dedica un trattazione approfondita nella parte finale del suo commento e che i maestri del XII secolo, da Bernardo di Chartres a Guglielmo di Conches, hanno eos intensamente indagato, nel loro sforzo di assimilazione delle dettrine del Times nel quadro del ‘reazionismo cristiano.” Mai tuttavia nei testi della tradizione ese- _getica del Timeo calcidiano sitrovail lemma utilizzato da Boezio, né viene wtlizast il pit ricercato flitansal posto del lucuans di Calei- io, Flutone si incontra benst in Agostino e proprio in contesti cre~ azionistici, come nel De Genes ad itera J praccesst Scriptura dicens: Ei Spiritus Dui superecbatr super pam (Goi, +3}. Quin sive aguae nonsine appellae valu rotam corporatem ‘materiam, ae eo modo ssinuaret nde hits et oemata int omnia, quae suis generis iam dignoscere posinsin, appellnsaqsam. qi ex hu dlanaeora widens onnnia in trea por species varias Forman argue cone Scere; se spirtalem vitam guatidam ance formam conversionis quasi fluitantem:superferebaturutique Spiritus Deis quia subineebat elicet bo- nae volonati Creators, quid ld erat quod formandum perficien- dlumque inchoaverae* 28. Pao, “Tiecs« Cio mda 96-3 J. Waszin, London Leiden, Wacbar neat Bil 97 ip. Svea eee sn ques eaefcce sine, Cairo Laat oe comme Final atl AIL Questo 5008 P34 fo: Acorn, Dr Gon adie .041 Zen Wien Temp s89 670 gran Da Agostino, eppore in modo non hia, ema gge sno a Maearo Skt Sentech pnp sere Dace nls angela moran sedadbie infest udm placer etme ir confi materi ator Clementon gua nore sea Austins conta Manicure 9 4 pis ANTE DEMONSTRATOR NEL SECONDO U1 10 DELLA MONARCHIA Noné pero da Agostino che Boezio ha ricavato la sua formulazio- ne, bens direttamente dal testo platonico nella traduzione di Cice- Quacramus igus causam quae inpulrit [Boe x 4: pepulerant] euro qui haec machinatus sit ut originem rerum et moltionem novam quaereret. Probitace videlicerpraestaba; probus autem ividet nemini tage ori sui similia generat. Haee nimirum gignend: mundi causa iustissima [Nam cum constiuisset deus bonis omnibus explere rwandurn ral nihil admiscere quoad naturapateretur,quicquid era'quod in cemendi sensu caderetid sbi adsumpsit, non tranquillum et quietum sed inmoderate agitanum ct fhutans (Boe, 5: uitantis),idque ex inordinato in ordinem aulduxi; hoe enim indieaba esse praestantius fas autem nec est nec ume {quam fir quiequama nisi pucker fcere ei gui essee optosns[B 74 pulchrum polehertimes ipse formans). Cam ration gtr habt isset,reperiebue nibil esse eorus quae natura ccrnerentar minellegens ineellegente in toto genere praestantius. Quocrca intellegensiam in ani mo, aniroum inclust in compore: sc ratus esc opus illu effectam esse pul- cherrimuam. Quam ob causam non es cunctandum proftert~ si modo in- vestigari aliquid coniectara potest ~ hune mundum animal esse idque in tellegens et divina providentia constituram san, cen ommiis, spscie diet earene Eademy etiam mites ns cease super quan haar pnts Dany sicuesupertersrabricans rus volta tfias quia subicebat bonae volunttt Creators quod formandum pevtcenda Yyque tnchosvera. qui scat Dominus et Condit praeerat fhucann et confose ‘aterne, ae detingueret per species vars, quando lle et sicur elle. Hace eo ‘ica est a, quia omnia, quae in terra nascuntur ve annals sve ahoves ve herhac ec amis abhumoreinapiune formar atque aun, Hisonanbos weabalis ‘orate lls forme mater tres ignota nobis vols imsintewi imspensio- "bus. ton uo antam: nam uno tanta signifarerue vocal, ext ‘aren. qi eonsseweranchommies dio vocabiloelligerce (Masta an Low Fen Soto i Hn diner, de 2942 aera, Colley S. Boe seaventara 1971p. 395-86) IbranoagosciaanonellacraiovediPieco Laban ‘isla rans iceepolate proprio nlf inca eq sie Dominus. | swt welt, ‘he conene i lemma che 6 interes: ce AGO, De Ges ava Movies ced. D. Went, Wien, Onerreichische Akademie det Wissenschalen 1008p. 78 “4h M. Tours Ciceno, Tats F Poi tec, Milano, Montalor.5985,.38 (ho ‘mes in evden i possbllegamsinertescval con leat boeriano}. Sulla 5o- 25 PAOLO CHIESA - ANDREA TABARKONI Attraverso Boezio, Dante recupera dunque in Mon, 2 2, un lem- ‘ma di origine ciceroniana ~ ¢ un tema squisitamente platonico ~ a designare sl “movimento artistico” con cui Dio produce il mondo attraverso la mediazione del cielo (Est enim natura in mente primi rmotoris, gui Deus et deinde fn elo, tanguam in orga quo mediante simi- titudo boritatseerne in flutanters teria expliatur). In questo m0- doceglistringe insieme senza forzature, nella considerazione delrap- porto tra Causa prima, eause seconde e materia lo schema triparti- toalbertino (causa motiva-causa strumentale-materi) che sifonda sulla teoria aristotelica della generazione univoca, con quello boe- ziano (agente-archetipo ideale-materia), di ascendenza platoniea Non cé forzatura, perche git in Alberto Magno la concezione ar~ stotelicr di fondo Si ova inserita attraverso Avicenna ¢ il Liber de cass, in tn eontesto che converge verso un orientasento neopla- tonico. Ea Dante, lettore di Boezio peril tramite dellesegestchar- triana del XII secolo, riesce del tutto naturale fondere insieme le sue fonti in un’ unica tradizione di pensiero che, ai suo occhi, ha la forzac levidenza della veriti*® Quella stessatradizione che in Por, ‘1 64-66, ancora sotto il segno del earme © qui perpeta fa dite a Beatrice queste parole: Ladivina bones, che da sé sperne gne ivore, andende in sé, sails siche dispiega le bellezze etn pravvivenza dels versione cieroniana del Tins nella ards frinile in epora Idievale lt. M. Lewonse, Le" Tia latte dls de Calan Langa ho Ibeplic Hone eon fol, ek par A.D Lipeaa, A. EnaunanJanat, A. Gtx one. Dans, Vi 992 pp. 43-78 ho, Da Tan’ de lwo a de Caled. it ENOSIE KAI DIAIA. Untae ¢aizi. Omg Frost Romans cor Baananis GR Giganina, Mancanazo, Catania, Coben, 2052 9p. 4a apes nn famenson nade aye ezane © pti fesvoul Fenn hi Cietone viene considerao i TT Senos: Dis Gece Colt Disp ds Bocas Heidelberg Wancer 1972 €n]-GRUBER, Kon nas ins 1 onlin Philp’ Berlin-New York, De Grayte 1974 pp. 2po-pa le. Becks JA. Maze, The Analg of Crone Dance. in«Speculons 521952 pp yobs line Mees Call Tradton ir Dont Coma Wesspor.Greeswoos Pres 1960 (as 97). 136 Luctano Forssano, COMMENTARE IL FIORE* T settantasette manoseritti del Roman dela Rese collazionati da Contin: per Fedizione del Fire’ non sembrano aver prodotto un ritorno di interesse intorno alla tradizione testuale del romanz0 francese in vista, non si dica di una nuova edizione critica (oggl in- concepibile senza il lavoro di un’équipe opeross), ma nemimeno di tuna revisione del testo fermato, trail 1920 « il 1924, da Emest Lan- glois? Ciononostante, Pimportanza del poemetto itaiano per la Catazione di certe variant, pertantoanche per la restitatio rextus del romanzo ds cui detiva ¢ 1 dato gi acquisito nei prolegomieni al- Vedizione Langlois e pos sibadito nel commento che ne accompa {gnera i quattro volumi di testo, Al Langlois il merito di aver identi- ficato Vesemplare del romatizo utilizzato dal parafraste in wn ante~ + Nellenote saan le segien sgl: CLPIO= Conandace dt ina yre i tlone dle Onin vol. .a cua div Avatnzecon lconcorso dell Accade- tia della Crasea, Milano: Napol, Rican, 1992; GAVI= Chess dg anni fg sn 2 cua ds, Cote, Helse, Hells Univ, Pres pot Flr, Eutornle Umbra, aphj-2nn, 20 sel GDLI~ Grande lina dla ga taba Frovbte da. Barigeta, Tonnn. Urs. 196 SD voll; PD= Pedi Da tour.a cura di G. Cows, Mil Napob. Riccar 960.2 wlls MSS 1 Et ‘ie Seale Sioned pronsoses dal Cento di Sead Flolgice Linguist Sc liane vol. Giscome do atin ss ersen coach R Anos vole, Peto date di Fedav Heed crt dirs aC. Ds Gra02ano,; wl. Po silts deetien dicta da R. Cosuceia, Mio, Mondadori, 2008 TLIO = Tis delle Hinged dle Orgs bac ci cont della ling itliana fino al gy 2 tuts del pera del Vowaholario-Cimsigho Nazionale delle Ricerche, consulate pros ono web hp Aina encie/TLIOZ PVUL H Faw’ Dat de abs a Dare Anson 2 cura G. Const: Milano, Mondadori 84 pp-exuse-cxt (Sle guataen) Forain poi ‘Conv Foc ect con ualche ten eamabiamenco, soertuerd le paces tesrqjaite von pacentest glia « wtradcendo Cinzale di verso miawola ‘quando non ichiesca dlls paneggistun, 7 Ilvol « conterendo Maran cola stadio Kinguistico: Le Romo del ‘Rovepar Guttiavnar de Loans crJran ot Maun poblie apes kes masses par E-Lascons, Pani Fermin 1a-o2g, val. (Pls des qual posta} 137

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