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STUDIES
IN LATE ANTIQUE
MEDIEVAL AND
RENAISSANCE
THOUGHT
_______________
STUDI
SUL PENSIERO
TARDOANTICO
MEDIEVALE
E UMANISTICO
Directed by
Giulio dOnofrio
BOETHIUS
Consolatio Philosophiae, I, 3
2011 Brepols Publishers n.v.,Turnhout, Belgium
[]
ISBN 978-2-503-52548-8
Luciano Cova
Il Liber de virtutibus
di Guido Vernani da Rimini
PREFAZIONE
INTRODUZIONE
ETICA ARISTOTELICA E CRISTIANESIMO: LEREDIT TOMMASIANA NELLA TRADIZIONE
DOMENICANA DEL SECOLO XIV IN ITALIA
PARTE PRIMA
LOPERA DI GUIDO VERNANI
E IL LIBER DE VIRTUTIBUS
CAPITOLO I
UN DOMENICANO ITALIANO DEL TRECENTO: GUIDO VERNANI DA RIMINI TRA POLEMICHE
POLITICHE E STUDI FILOSOFICI
CAPITOLO II
STRUTTURA, INTENDIMENTI E FONTI DEL LIBER DE VIRTUTIBUS
1. Un manuale di etica per guerrieri: larticolazione tematica sulla falsariga dellEthica Nicomachea
2. Aristotele, Agostino e le altre fonti esplicite del Liber
3. Fonti e datazione
CAPITOLO III
I GRANDI TEMI DELLETICA ARISTOTELICA NELLOPERA DI VERNANI: LA MEDIAZIONE DI
TOMMASO
1. La beatitudine nel Liber e nella Summa de virtutibus: confutazione delle false opinioni
2. La beatitudine come operazione secondo virt e come perfetta visione di Dio
3. Virt morali e virt intellettuali: il ruolo della prudentia
CAPITOLO IV
CRITERI E PROBLEMI NELLEDIZIONE DEL LIBER DE VIRTUTIBUS
1. Il problema dellattribuzione
2. Il manoscritto della Biblioteca Marciana. Il foglio mancante
3. Scrittura e correzioni
4. La strutturazione del testo
5. Criteri di normalizzazione ortografica
6. Apparato critico e citazione delle fonti
PARTE SECONDA
LIBER DE VIRTUTIBUS QUAE AD VITAM VERAE MILITIAE
REQUIRUNTUR
Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana VI, 13 (= 2589)
<Prol.>
1 Distinctio prima
1.1 Quod beatitudo non est in bonis temporalibus
1.2 Quod beatitudo non est in solis virtutibus
1.3 Quid sit beatitudo
1.4 Quod eius diffinitio sit bene assignata
1.5 Quomodo beatitudo potest acquiri
1.6 Quomodo beatitudo civilis indiget quibusdam exterioribus bonis
1.7 Quomodo beatitudo potest esse in hac vita et quomodo non
4 Distinctio quarta
4.1 Quid sit temperantia
4.2 Quid sit intemperantia
4.3 De insensibilitate
5 Quinta distinctio
5.1 Quid sit liberalitas
5.2 De proprietatibus liberalitatis
5.3 De prodigalitate
5.4 De avaritia sive de illiberalitate
5.5 De comparatione istorum duorum vitiorum ad invicem
6 Distinctio sexta
6.1 Quid est magnificentia
6.2 De operationibus magnificentie
6.3 De vitiis oppositis magnificentie
7 Distinctio septima
7.1 Quid sit magnanimitas et que sit eius materia
7.2 Quomodo magnanimus circa suam materiam operatur
7.3 De proprietatibus magnanimi
7.4 De comparatione magnanimitatis ad alias virtutes
7.5 De vitiis oppositis magnanimitati
8 Octava distinctio
8.1 De virtute mansuetudinis
8.2 De vitiis oppositis mansuetudini
8.3 De comparatione predictorum duorum vitiorum ad invicem
9 Distinctio nona
9.1 Una <virtus> que potest affabilitas nominari
9.2 De virtute que vocatur veritas et de vitiis oppositis
9.3 De virtute que vocatur eutrapelia
9.4 De verecundia
10 Distinctio decima
10.1 De iure sive de iusto
10.2 Quid sit iusticia
10.3 In qua potentia anime sit iusticia
10.4 De iusticia generali sive legali
10.5 De iusticia particulari
10.6 Qualiter accipiatur medium iusticie
10.7 Quis sit actus iusticie et que dignitas et excellentia eius
10.8 De iniusticia
10.9 De equitate
10.10 De iusticia secundum similitudinem dictam
10.11 De virtutubus annexis et coniunctis iusticie
11 Distinctio undecima
11.1 Quot modis dicatur prudentia
11.2 Quid sit prudentia
11.3 De actibus prudentie
11.4 De partibus prudentie
11.5 De rebus prudentie subiectivis
11.6 De vitiis oppositis prudentie
12 <Distinctio duodecima>
12.1 De <aliis> virtutibus intellectualibus
12.2 De virtute heroica
BIBLIOGRAFIA
La storia del pensiero medievale non si identifica, certamente, con il lungo processo di assimilazione
della filosofia aristotelica che vide impegnato il mondo dotto dellOccidente latino da Boezio fino
alle soglie della modernit. Tale processo, che dal punto di vista delle traduzioni trov nei secoli XII
e XIII la sua fase culminante, ne costituisce tuttavia uno degli elementi fondamentali. Per farsi unidea
delle sue proporzioni, basta guardare per un verso allAristoteles latinus, limponente progetto in
corso da oltre cinquantanni per unedizione critica completa delle traduzioni greco-latine di
Aristotele nel Medioevo, e per un altro ai vari repertori dei commentari aristotelici, quello
specialmente elaborato da Charles Lohr: commentari ai quali stata dedicata una vera mole di
edizioni e di studi. Negli ultimi decenni unattenzione particolare stata riservata dagli storici
allEthica Nicomachea, e David A. Lines di recente si dedicato allanalisi della sua ricezione in
Italia, a partire dalla fine del Duecento sino a tutto il Cinquecento ed oltre.
Limitandoci qui alla prima parte del periodo preso in esame in quelle ricerche, il panorama
che ne emerge presenta elementi di notevole interesse, non tanto per loriginalit e la profondit a
livello scientifico della produzione di cui si ripercorrono le tracce, senza dubbio non paragonabile
a quella che contemporaneamente si ebbe in altre parti dEuropa, quanto piuttosto per il suo pi ampio
significato storico-culturale. Attraverso il vaglio delle fonti manoscritte si evidenziano infatti due
aspetti, strettamente connessi tra di loro: la centralit delle scuole domenicane nella ricezione in Italia
dellEthica Nicomachea durante la prima met del Trecento, a fronte di un limitato interesse nelle
Facolt universitarie delle Arti, e il ruolo assolutamente preponderante che, come filtro intepretativo,
assume il commentario di Tommaso dAquino. Il grande maestro domenicano viene seguito a quanto
pare in una maniera addirittura pedissequa, che sembra escludere qualsiasi serio sforzo di
rielaborazione teorica.
Si delinea per anche un terzo, importante elemento, che gi padre Gauthier aveva sottolineato
a proposito di frate Guido Vernani da Rimini, il rappresentante pi significativo, probabilmente, di
questo mondo conventuale. Accanto alle letture pi tecniche, cio alle spiegazioni puntuali del testo
aristotelico nelle sue articolazioni, che il lector domenicano indirizza agli allievi dello studium,
vengono prodotti anche, per un pubblico pi vasto, compendi dottrinali semplificati rispetto al loro
modello: composti sempre sulla falsariga del maestro cui proprio in quegli anni veniva conferito dalla
Chiesa lonore della beatificazione, tengono per conto programmaticamente della competenza
limitata dei non addetti ai lavori cui sono diretti. Ci troviamo di fronte insomma a un intento
pedagogico e divulgativo, per il quale lattenzione di chi scrive rivolta a una fascia di utenza pi
ampia di quella scolastica e conventuale. Si tratta pur sempre, comunque, di un pubblico socialmente
selezionato, se non altro per il fatto che la lingua adoperata ancora quella dei dotti, il latino, mentre
da decenni ormai fra Toscana ed Emilia circolava una grande quantit di testi classici volgarizzati,
cui proprio in quegli anni si aggiungevano trattatelli di orientamento morale come il Fiore di virt.
Esplorare questo tipo di letture di Aristotele dellEthica, ma anche della Politica e del De
anima per lo studioso di oggi significa fare luce su di un aspetto non secondario della politica
culturale dellOrdine domenicano, la cui molteplice produzione letteraria bene rispondeva a quello
che Roberto Antonelli ha definito come raffinato e articolato progetto di egemonia sulla societ laica.
Comporta per il faticoso recupero di un vasto materiale, quasi tutto ancora inedito, che di primo
acchito potrebbe apparire non particolarmente allettante: n caldo n freddo, per usare le parole
dellApocalisse, lAristotele domenicano ad uso dei laici pi preparati non ha, per un verso, la forza
e lincisivit dei pamphlet in difesa della teocrazia papale che lo stesso Vernani scrisse in polemica
con Dante, n, per un altro, loriginalit e lo spessore speculativo della Sententia tommasiana sulla
quale si modella. Non stupisce sicuramente se la parte finora pi studiata dellopera di Vernani
quella composta dal Tractatus de reprobatione Monarchiae, dal Tractatus de potestate summi
pontificis e dallExpositio super decretali Unam sanctam, scritti di cui possediamo da tempo
unedizione critica.
Negli ultimi decenni, tuttavia, anche il Vernani commentatore e divulgatore di Aristotele ha
cominciato a costituire oggetto di analisi e dibattiti fra gli studiosi, sulla scia della sonda gettata da
Gauthier in sede di lavoro preparatorio per ledizione leonina della Sententia libri Ethicorum di
Tommaso. Il commentario alla Politica, in particolare, stato presentato come uno scritto vivace,
ispirato a fonti molteplici e ricco di riferimenti allattualit politica dellItalia trecentesca. Pi piatta
risulta invece la Summa de virtutibus, ossia il commentario allEthica, che riprende e modifica,
sfrondandola, la precedente Lectura pervenutaci in maniera frammentaria rivolta agli studenti
domenicani dello studium bolognese. La Summa non ha mancato tuttavia di suscitare divergenze
interpretative sul tema di una possibile beatitudine terrena, e perci anche sulla fedelt di Guido
Vernani al maestro di Aquino, e di recente ne sono stati segnalati alcuni elementi di originalit
nellapproccio al testo di Aristotele. Va comunque precisato che di questi scritti non stata finora
proposta alcuna edizione complessiva e neppure parziale, per cui dobbiamo accontentarci dei brani,
pi o meno ampi, che si trovano riportati nel corpo testuale e nelle note dei saggi interpretativi.
Ancora completamente inesplorato risulta poi il Liber de virtutibus, laltro scritto di Guido
rivolto alla diffusione tra i laici dei grandi temi delletica filosofica. Ci noto a questo proposito
solamente quanto sostenne Gauthier, senza per offrire alcun riscontro testuale: Vernani anche in
quella sede segue lordine tematico dellEthica Nicomachea ed espone le parole di Aristotele sulla
falsariga di Tommaso, non tuttavia compendiandone la Sententia libri Ethicorum, come fa nella
Summa de virtutibus, bens ispirandosi alla Summa theologiae (Prima Secundae e Secunda
Secundae). Lopera, decisamente pi breve dellaltra, presenta inoltre una peculiarit circa lo scopo
perseguito ed il pubblico di riferimento, che potrebbe renderla degna di interesse. I destinatari non
sono infatti, genericamente, le persone occupate diversis laboribus et offitiis che non hanno il
tempo per dedicarsi alla comprensione dei verba Aristotelis, brevia et obscura, bens precisamente,
come risulta dalla dedica iniziale, i viri domini de Malatesta. Lobiettivo gi indicato nel titolo
completo: Liber de virtutibus quae ad vitam verae militiae requiruntur quello di aiutare i nobili
e magnifici signori di Rimini a vivere da combattenti in difesa della verit, secondo lideale
domenicano che, come avviene anche nel Prologo del commentario di Vernani alla Rhetorica,
volentieri viene espresso con un linguaggio di tipo militare.
Un manoscritto soltanto, a quanto ci risulta, ci ha conservato il Liber de virtutibus, vale a dire
il codice latino Venezia, Biblioteca Marciana, VI 13. Si tratta dunque di unopera che, verisimilmente,
non godette di alcuna diffusione, a differenza della Summa de virtutibus, contenuta invece in almeno
quattordici manoscritti. Ciononostante mi sembrato utile approntarne unedizione a stampa,
offrendo a quanti sono interessati alla storia del pensiero medievale un documento probabilmente non
originale sul piano teorico, ma senza dubbio rappresentativo della cultura domenicana attiva
nellItalia settentrionale del secolo XIV. Questa edizione ha comportato problemi di vario tipo, come
si pu trovare illustrato nel quarto capitolo della prima parte, quello che precede immediatamente il
testo del Liber de virtutibus corredato dellapparato critico: problemi tuttavia non tali, a mio giudizio,
da impedire lapprodo ad un testo filologicamente soddisfacente.
Limpegno principale del presente lavoro stato proprio quello di fornire unedizione accurata
dello scritto contenuto nel codice marciano, edizione che costituisce la seconda parte del libro. Il resto
non nutre invece ambizioni di esaustivit. Cos lIntroduzione vuole delineare anzitutto un quadro,
inevitabilmente parziale e selettivo, delle discussioni medievali sulle virt, con particolare riguardo
al ruolo svolto nei centri domenicani trecenteschi dal commentario tommasiano allEthica. E mentre
il primo capitolo descrive in maniera sintetica le risultanze storiografiche sulla vita e le opere di Guido
Vernani, il secondo e il terzo rappresentano un primo abbozzo di analisi del testo editato, volto a
metterne in evidenza la struttura di base e le fonti. Si tentata con ci anche una prima verifica
dellipotesi secondo cui il frate riminese, in questo scritto, avrebbe cercato non nella Sententia libri
Ethicorum bens nella Summa theologiae il punto di riferimento per vagliare e condensare i contenuti
dellEthica Nicomachea.