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John Leslie Wes Montgomery nasce il 6 marzo del 1923 (15 giugno 1968) a Indiana-

polis[1]. Inizia giovanissimo ad approcciarsi alla musica, prendendo in mano per la prima
volta (all'et di 12 anni) una chitarra (chitarra a 4 corde) e solo pi tardi inizier ad
avvicinarsi al mondo della chitarra elettrica a 6 corde[2].

infatti a 20 anni che acquister la prima chitarra elettrica e il primo amplificatore,


spinto dalla voglia di suonare come Charlie Christian, inizi a trascrivere gran parte dei
suoi soli, tutti a orecchio[3].

In et pi adulta quindi inizi la sua carriera da musicista, iniziando a suonare in un after


hour in indiana-polis chiamato Missile Room[4] dove si esibiva con i fratelli, anch'essi
musicisti autodidatti[5]:

Thomas Junior Montgomery (soprannominato June) alla batteria


Charles Montgomery (soprannominato Buddy) al piano
William Montgomery (soprannominato Monk) al basso elettrico

Wes Montgomery inizia a diventare un chitarrista abbastanza famoso a livello locale ed


nel 1948 che verr ingaggiato dalla big band di Lionel Leo Hampton. Inizia infatti la
collaborazione con quest'ultimo e di conseguenza la relativa tourne. [6]

[9][10]
Lionel Hampton Band al Strand Theatre

Scopo principale di questa attivit era lo show-business e in particolare il ballo, per


questo motivo non ci furono tanti spazi per Wes Montgomery di esprimere il suo talento
nelle improvvisazioni[7].

[1], [2], [3], [5], [6], [7], [8] Documentario su Wes, NPR Jazz Profiles, Wes Montgomery: The Unmistakable Jazz
Guitar, commentato da Nancy Wilson, 26/11/2007, http://www.npr.org/2007/09/26/14687657/wes-montgomery-
the-unmistakable-jazz-guitar visitato il 29/09/2016 alle 14:50
[4]. DAVID BAKER, A legacy in Music, Indiana University Press; Har/Com edition, 16/11/2011
[9] [10] https://crownpropeller.wordpress.com/category/lionel-hampton/ visitato il 27/09/2016 alle 10:20, The
Lionel Hampton Band at the Strand Theatre, N.Y.C., late April or early June 1948. Photo by Duncan P. Schiedt.
From the Otto Flckiger collection.

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Al termine della tourne rientrer in Indiana-polis e inizier a lavorare come saldatore in
un'azienda che produceva latte (la Polk's Milk)[1] e contemporaneamente a suonare nei
club notturni per mantenere la propria famiglia.

Esibendosi spesso nei club notturni della zona con un suo progetto (dove ne faceva parte
l'organista Melvin Rhyne), venne notato da Cannonball Adderley[2] che l'indomani
stesso telefon al suo produttore che era in cerca di nuovi talenti per la sua nuova
etichetta, la Riverside Records.[3]

Il produttore Orrin Keepnews racconta che prima di firmare il contratto con Wes
Montgomery, si rec personalmente in Indiana-poli ad un sua esibizione in un after-hour
e in quell'occasione si sedette proprio vicino a lui per poter apprezzare meglio la sua
musica e la sua tecnica innovativa sulla chitarra[4]. Wes Montgomery infatti non solo un
ottimo musicista, ma stato anche uno dei maggiori punti di riferimento per gran parte
dei chitarristi degli anni 60 e oltre. In particolare balza all'occhio il suo modo di suonare
con il pollice:

Racconta che durante il periodo dove lavorava come saldatore, si vedeva costretto a
studiare e a suonare la chitarra la notte e quindi per non infastidire i vicini (e anche sua
moglie Serene Montgomery) inizi a suonare col pollice, eliminando volume e
rumorosit al suono.[5]

Un'altra caratteristica dello stile di Wes Montgomery il suonare utilizzando le ottave, un


po' come fanno i pianisti in alcune circostanze. Non fu il primo a introdurre questa
tecnica sulla chitarra (Django Reinhardt gi usava questa tecnica [6]), ma fu il primo ad
utilizzarla con una tale maestria da risultare unico. [7]

Racconta Wes Montgomery che


scopr questa tecnica tentando di
accordare lo strumento, suonando
quindi la stessa nota, su coppie di
corde a differenti ottave. Questo
procedimento veniva applicato su
tutto il manico dello strumento per
garantire una maggiore intonazione.
Successivamente speriment questa
tecnica anche suonando delle scale e Fotogramma estratto dall'intervista a Wes Montgomery [9]
delle melodie. Cos facendo da un certo momento in poi, introdusse questo stile nelle sue
improvvisazioni[8].

[1] Notable: Legendary jazz guitarist Wes Montgomery once worked at Polks Milk,
http://historicindianapolis.com/sunday-adverts-polks-milk/ visitato il 29/09/2016 alle 11:53, viene mostrato il logo
dell'azienda che produceva e spediva dove ha lavorato Wes Montgomery.
[2], [3], [4], [5], [6], [7] Documentario su Wes, NPR Jazz Profiles, Wes Montgomery: The Unmistakable Jazz
Guitar, commentato da Nancy Wilson, 26/11/2007, http://www.npr.org/2007/09/26/14687657/wes-montgomery-
the-unmistakable-jazz-guitar visitato il 29/09/2016 alle 14:50
[8], [9] Wes Montgomery intervistato da Jim Rockswell nella trasmissione People in Jazz (1968)

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Il suo essere completamente autodidatta[1] ha fatto s che lo liberasse dagli schemi
chitarristici insegnati in quegli anni e sopratutto lo liberasse da quei virtuosismi dove
spesso i chitarristi tradizionali si perdevano. Dichiara infatti: I don't play the guitar, I
use the guitar... [2], facendo intendere che il suo fine era la musica e non la chitarra.

Nel 1958 debutta con il suo primo album intitolato Fingerpickin' [3], quest'ultimo
prodotto dalla Pacific Jazz [4], seguito dal secondo intitolato Far Wes [5]. Nel 1959, per
fu prodotto da una delle pi importanti etichette jazz la Riverside Records [6].

Primo album con la Riverside Records[7]

Nell'album presente Missile Blues, che un brano dedicato al locale dove si esibiva
quand'era pi giovane (il Missile Room in Indiana-polis)[8].

[1], [2] Wes Montgomery intervistato da Jim Rockswell nella trasmissione People in Jazz (1968)
[3], [4], [5], [6], [8] Documentario su Wes, NPR Jazz Profiles, Wes Montgomery: The Unmistakable Jazz Guitar,
commentato da Nancy Wilson, 26/11/2007, http://www.npr.org/2007/09/26/14687657/wes-montgomery-the-
unmistakable-jazz-guitar visitato il 29/09/2016 alle 14:50
[7] Documentario su Wes, NPR Jazz Profiles, Wes Montgomery: The Unmistakable Jazz Guitar, commentato da
Nancy Wilson, 26/11/2007, http://www.npr.org/2007/09/26/14687657/wes-montgomery-the-unmistakable-jazz-
guitar visitato il 29/09/2016 alle 14:50, http://www47.atpages.jp/beaugeste0831/m_line/montgomery_wes.html
visitato il 29/09/2016 alle 16:00

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Continuer a pubblicare album e a collaborare con grandi artisti del tempo, come
Cannonball Adderley[1], Tommy Flanagan[2], Ron Carter[3], Wynton Kelly[4], Milt
Jackson[5], Paul Chambers[6], Clark Terry[7].

Nel 1968 all'et di 45 anni, muore per un attacco cardiaco durante la registrazione 23
album[8], lasciando un'impronta nella storia della chitarra jazz non indifferente. Ha
ispirato e guidato parecchi chitarristi jazz tradizionali e pi moderni come:

Pat Metheny
Wes was my first guitar-playing hero... Wes' phrasing and melodic development affected
me the most. He had a story-telling quality that let ideas unfold over time in a way no
guitarist had done before. He took certain stylistic breakthroughs of Sonny Rollins and
John Coltrane and applied them to the guitar in a way that is the ultimate achievement
for an improvising musician.[9]

Pat Martino
On this expcetiaonl recording, Martino utilizes his intimate knowledge of Wes
Montgomery's music to create an unforgettable exprience of what it means to get
inside another musician's head and heart, and let them alchmically transform one's
own well-developed and unique approach.[10]

Stevie Wonder
Fortemente ispirato a Wes Montgomery tanto da dedicarci un suo brano intitolato We all
remember Wes, suonato poi da George Benson. [11]

[1] Dall'album del 1960, Cannonball Adderley and the Poll Winners, Riverside Records
[2] Dall'album del 1960, The Incredible Jazz Guitar of Wes Montgomery, Riverside Records
[3] Dall'album del 1960, SO Much Guitar!, Riverside Records
[4] Dall'album del 1961, Wes and Friends, Riverside Records
[5] Dall'album del 1961, Bags Meets Wes, Riverside Records
[6] Dall'album del 1962, Full House, Riverside Records
[7] Dall'album del 1964, Movin' Wes, Verve
[8] Documentario su Wes, NPR Jazz Profiles, Wes Montgomery: The Unmistakable Jazz Guitar, commentato da
Nancy Wilson, 26/11/2007, http://www.npr.org/2007/09/26/14687657/wes-montgomery-the-unmistakable-jazz-
guitar visitato il 29/09/2016 alle 14:50
[9] Jim Ferguson, The Genius Of Wes Montgomery", August 1995, JazzTimes,
http://hepcat1950.com/patonwes.html visitato il 29/09/2016 alle 16:32
[10] Dalle note dell'album del 2006, Remember: A tribute to Wes Montgomery, Pat Martino.
[11] Dal brano del 1978, We all remember Wes, Stevie Wonder

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BIBLIOGRAFIA

Libri:
DAVID BAKER, A legacy in Music, Indiana University Press; Har/Com
edition, 16/11/2011

Audio:
Documentario su Wes, NPR Jazz Profiles, Wes Montgomery: The
Unmistakable Jazz Guitar, commentato da Nancy Wilson, 26/11/2007,
reperibile al seguente link: http://www.npr.org/2007/09/26/14687657/wes-
montgomery-the-unmistakable-jazz-guitar visitato il 29/09/2016 alle 14:50

Video:
Wes Montgomery intervistato da Jim Rockswell nella trasmissione People in
Jazz (1968)

Siti internet:
https://crownpropeller.wordpress.com/category/lionel-hampton/ visitato il
27/09/2016 alle 10:20, The Lionel Hampton Band at the Strand Theatre,
N.Y.C., late April or early June 1948. Photo by Duncan P. Schiedt. From the
Otto Flckiger collection.
Notable: Legendary jazz guitarist Wes Montgomery once worked at Polks
Milk, http://historicindianapolis.com/sunday-adverts-polks-milk/ visitato il
29/09/2016 alle 11:53, viene mostrato il logo dell'azienda che produceva e
spediva dove ha lavorato Wes Montgomery.
Jim Ferguson, The Genius Of Wes Montgomery", August 1995, JazzTimes
reperibile al seguente link: http://hepcat1950.com/patonwes.html visitato il
29/09/2016 alle 16:32

Album
Cannonball Adderley and the Poll Winners, Riverside Records, 1960
The Incredible Jazz Guitar of Wes Montgomery, Riverside Records, 1960
SO Much Guitar!, Riverside Records, 1960
Wes and Friends, Riverside Records, 1961
Bags Meets Wes, Riverside Records, 1961
Full House, Riverside Records, 1962
Movin' Wes, Verve, 1964
Weekend in L.A., George Benson, Warner Bros 1978
Remember: A tribute to Wes Montgomery, Blue Note, Pat Martino, 2006

5/5 tesina di Salvatore Corsi, 2015-2016

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