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28 FEBBRAIO 2017
SPID, CALL CENTER, SISTEMA STATISTICO NAZIONALE NEL PIANO ISPETTIVO DEL GARANTE
GARANTE A YAHOO!: VIA IL LINK ALLA PAGINA WEB CON DATI INESATTI E SUPERATI
BOLLETTE DELLACQUA, ON LINE I DATI DEI CLIENTI: STOP DEL GARANTE
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reato e non venivano fornite informazioni sui successivi Di conseguenza ha disposto il blocco della diffusione dei
sviluppi della vicenda archiviata con un non luogo a dati. Come ordinato dal Garante, la societ ha
provvedere nellimmediato futuro. comunicato di aver dato riscontro quanto richiesto e di
Il Garante, anche alla luce della direttiva 95/46/CE e aver intrapreso le iniziative per conformarsi alle
delle sentenze della Corte di Giustizia europea Google disposizioni del Codice privacy.
Spain del 13 maggio 2014 e Weltimmo del 1 ottobre
2015, ha innanzitutto affermato la competenza
dell'Autorit italiana sul caso in esame, ritenendo
applicabile il diritto nazionale sulla base del principio di
stabilimento. Tale decisione stata confermata anche da
una recente sentenza pronunciata dal Tribunale di Milano
nellambito di un giudizio di opposizione attivato da
Yahoo! contro un precedente provvedimento del Garante
in cui si stabilivano principi analoghi.
Il Tribunale, oltre a confermare la giurisdizione
dellAutorit italiana alla luce della direttiva europea
95/46/CE cos come interpretata dalla Corte di Giustizia,
ha affermato che alla stessa conclusione si pu
comunque pervenire attraverso la necessit di garantire il
principio della effettivit della tutela a fronte di una
lesione derivante da un illecito trattamento di dati
personali avvenuti on line e i cui effetti dannosi si sono
verificati in Italia.
Nellaccogliere il ricorso, lAutorit ha dunque ritenuto
illecita la diffusione di informazioni non aggiornate e
inesatte riferite al ricorrente, perch in contrasto con la
normativa europea e nazionale, e ha ordinato a Yahoo!
di provvedere alla rapida rimozione, in associazione con
il nome e cognome delluomo, dellUrl alla pagina web.
LAutorit, infine, ha dichiarato non luogo a provvedere
sul ricorso nei confronti di Microsoft e di Aol che hanno
provveduto a rimuovere il link nel corso del
procedimento.