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Sistema Societ
Edizione 05/2015 - Numero OnLine

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di Francesca Romana Fantetti, avvocato -

La direttiva n. 59 del Parlamento europeo e del Consiglio del 15.05.2014 - istitutiva di un quadro di risanamento e risoluzione degli enti
creditizi e delle imprese di investimento di modifica alla direttiva 82/891/Cee del Consiglio, e alle direttive 2001/24/Ce, 2002/47/Ce,
2004/25/Ce, 2005/56/Ce, 2007/36/Ce, 2011/35/Ue, 2012/30/Ue e 2013/36/Ue e dei regolamenti europei n. 1093/2010 e n. 648/2012 -
ha disciplinato la prevenzione delle crisi bancarie e garantito una risoluzione ordinata delle crisi che tocchino le banche in dissesto tentando
di ridurne al minimo al contempo l'impatto sull'economia reale e le finanze pubbliche. La direttiva, entrata in vigore il 1.01.2015,
rappresenta una delle pietre angolari del Codice unico europeo le cui relative procedure di bail-in si applicheranno dal 1.01.2016. Le
norme in materia di risanamento e risoluzione delle banche hanno fornito alle autorit nazionali alcuni strumenti e poteri unificati al fine di
potere occuparsi efficacemente delle banche nazionali e transfrontaliere in dissesto o a rischio di dissesto, riducendo al minimo l'impatto
negativo dei fallimenti bancari sui contribuenti.
Ci con l'introduzione di norme di bail-in e l'istituzione di fondi di risoluzione finanziati dal settore bancario che forniscano sostegno alle
banche in dissesto, ove necessario. Gli obiettivi perseguiti con la direttiva sono la maggiore stabilit finanziaria, la maggiore fiducia nelle
banche, la migliore tutela dei depositanti, la migliore tutela dei fondi pubblici e il corretto funzionamento del mercato interno dei servizi
finanziari. La direttiva consente, in sostanza, alle autorit nazionali dell'Unione europea di affrontare le potenziali crisi bancarie con misure
di preventive, potendo intervenire precocemente allorch la banca si trovi in difficolt o violi i requisiti patrimoniali, o di risoluzione,
quando la banca perde la sua solidit. Ciascuno Stato membro tenuto, infatti, ad istituire un fondo di risoluzione ex ante o un meccanismo
di finanziamento equivalente finanziato dal settore bancario da utilizzare in caso di fallimento bancario. Entro il 2025, ciascun fondo di
risoluzione nazionale tenuto a raggiungere almeno l'un per cento dei depositi protetti di tutti gli enti creditizi operanti nel proprio Paese. I
fondi di risoluzione forniscono sostegno temporaneo alle banche di cui si renda necessaria la risoluzione. Ci sotto forma di prestiti, di
garanzie, di acquisto di attivit o di capitale per enti-ponte. I fondi di risoluzione possono essere usati per indennizzare azionisti o creditori
ma solo se le perdite di tali ultimi nel contesto della procedura di bail-in superano le perdite che avrebbero subto nel contesto delle
procedure di insolvenza, e possono essere usati per assorbire le perdite o ricapitalizzare una banca in casi definiti ed eccezionali.
Le autorit nazionali di risoluzione hanno il potere di intervenire prima che la situazione di una banca si deteriori irreparabilmente. Hanno
cio la facolt di richiedere l'attuazione di riforme urgenti e possono richiedere alla banca di elaborare un piano per la ristrutturazione del
debito con i propri creditori, modificare la gestione della banca e nominarne amministratori straordinari o amministratori temporanei. Lo
scopo quello di assicurare la continuit dei servizi essenziali della banca e il suo rapido risanamento. Se la banca verte in una situazione
talmente critica da far s che il suo risanamento entro un adeguato periodo di tempo risulti irrealistico, le autorit nazionali di risoluzione
hanno il potere di venderne una parte dell'attivit, istituire un ente-ponte che prosegua nelle funzioni pi importanti ovvero trasferire
temporaneamente le attivit sane delle banche a un'entit gestita da enti pubblici, separare le attivit sane da quelle deteriorate e trasferire
le attivit compromesse trasferite a organismi di gestione delle attivit, attuare misure di bail-in, ossia convertire il debito in azioni o
svalutarlo. In questo modo le perdite vengono imputate, secondo un ordine stabilito, agli azionisti e ai creditori della banca, non ai
contribuenti. Il metodo per la risoluzione dipender dalla singola banca e dal piano di risoluzione approntato per la stessa. Quando una
banca deve essere assoggettata a risoluzione, i costi sono sostenuti in primo luogo dagli azionisti e dai creditori della banca da to bail-in,
cautelarsi, garantirsi - e quindi coperti da un fondo di risoluzione.
I depositi di persone fisiche o di piccole e medie imprese non rientrano in tale disposizione. Tali depositi sono trattati in modo
preferenziale, ossia occupano l'ultimo posto nella procedura di bail-in. I depositi dei privati cittadini e delle piccole e medie imprese fino a
centomila euro sono esenti da qualsiasi perdita e protetti dal sistema di garanzia dei depositi. Gli altri tipi di passivit esclusi in via
permanente dal bail-in sono i depositi protetti e le obbligazioni garantite.
Il fondo di risoluzione pu essere usato solo quando siano state imputate agli azionisti e ai creditori di una banca perdite per almeno l'8 per
cento delle passivit totali della banca stessa. Il contributo del fondo limitato al 5 per cento delle passivit totali della banca. In circostanze
eccezionali, laddove il limite del 5 per cento sia stato raggiunto e solo dopo il ricorso alla procedura di bail-in, l'autorit di risoluzione pu

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tentare di reperire finanziamenti ricorrendo a meccanismi alternativi. Ci sar possibile in situazioni di emergenza laddove il ricorso
estensivo al bail-in dei creditori possa mettere a repentaglio la stabilit finanziaria. In casi di eccezionale gravit, decretati tali dalla
Commissione europea, sar possibile fare ricorso al sostegno pubblico sotto forma di strumenti governativi di stabilizzazione subito dopo il
bail-in dell'8 per cento.
recente la dichiarazione di fallimento del Banco de Madrid che, controllato della Banca privada di Andorra, fallito per il forte
deterioramento della posizione finanziaria a seguito dei prelievi effettuati dalla clientela. Il caso nato dalle accuse di riciclaggio rivolte
dagli Stati Uniti alla banca controllante, accusata di riciclare denaro per conto di clienti russi e cinesi, e di una compagnia petrolifera del
Venezuela. La banca fallita e la Spagna ha dato applicazione alle nuove norme europee garantendo la copertura assicurativa ai depositi
della clientela fino ai centomila euro. I conti correnti della banca con depositi superiori sono stati gestiti dai commissari liquidatori al fine di
risarcire i creditori.
In precedenza, la banca Hypo Alpe Adria, istituto della Carinzia nazionalizzato nel 2009 per fare fronte agli ammanchi accumulati per
prestiti ai Balcani, ha visto il governo austriaco non intervenire una volta scoperti buchi per 7,6 miliardi aggiuntisi ai precedenti 5,5 miliardi
nei conti della bad bank Heta. L'autorit di vigilanza austriaca ha disposto la moratoria dei debiti in capo ad Heta in attesa dell'entrata in
vigore nel 2016 della direttiva europea. Tale decisione dell'Austria di non correre in aiuto alla bad bank sta tuttora producendo un effetto
domino sull'intero sistema finanziario europeo, provocando revisioni al ribasso dei rating e perdite in Austria e in Germania. Tra le banche
esposte ad Heta ci sono infatti anche Dexia Kommunalbank Deutschland, divisione tedesca di Dexia e anche Deutsche Pfandbriefbank.
Dopo la Grecia c' adesso, quindi, anche la Carinzia che potrebbe dare l'avvio ad un effetto a catena, dall'Austria alla Germania, sino a
coinvolgere l'Europa, analogamente a quanto gi innescato da Lehman Brothers nel 2008. Secondo l'ultima rilevazione dell'Abi, sono 185,5
i miliardi di sofferenze delle banche conseguiti alla crisi, venticinque in pi rispetto al 2014. Se in tale cifra si comprendono i cosiddetti
crediti deteriorati ovvero anche gli incagli e i crediti morosi si arriva a 350 miliardi di sofferenze. Il sistema bancario presenta cio notevoli
zone d'ombra e il rischio di istituti di credito disinvolti effettivo. La clientela deve guardare attentamente alla stabilit e al patrimonio
dell'istituto, ci nonostante il sistema di vigilanza europea cos come ad oggi costruito.

Francesca Romana Fantetti, avvocato,


Fantetti e Partners, Studio legale finanziario

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