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Lao-Tse

Tao te Ching

edizione Acrobat
a cura di
Patrizio Sanasi
(patsan@mbox.vol.it)
Lao-Tse

TAO TE CHING
Per questo il governo del santo
I - DELINEA IL TAO svuota il cuore al popolo
e ne riempie il ventre,
Il Tao che pu essere detto ne infiacchisce il volere
non l'eterno Tao, e ne rafforza le ossa
il nome che pu essere nominato sempre fa s che non abbia scienzan brama
non l'eterno nome. e che colui che sa non osi agire.
Senza nome il principio Poich egli pratica il non agire
del Cielo e della Terra, nulla v' che non sia governato.
quando ha nome la madre
delle diecimila creature. IV - QUEL CHE NON HA ORIGINE
Perci chi non ha mai desideri
ne contempla l'arcano, Il Tao viene usato perch vuoto
chi sempre desidera e non mai pieno.
ne contempla il termine. Quale abisso!
Quei due hanno la stessa estrazione sembra il progenitore delle diecimila creature.
anche se diverso nome Smussa le sue punte,
ed insieme sono detti mistero, districa i suoi nodi,
mistero del mistero, mitiga il suo splendore,
porta di tutti gli arcani. si rende simile alla sua polvere.
Quale profondit!
II - NUTRIRE LA PERSONA sembra che da sempre esista.
Non so di chi sia figlio,
Sotto il cielo tutti pare anteriore all'Imperatore del Cielo.
sanno che il bello bello,
di qu il brutto, V - L'USO DEL VUOTO
sanno che il bene bene,
di qu il male. Il Cielo e la Terra non usano carit,
E' cos che tengono le diecimila creature per cani di paglia.
essere e non-essere si danno nascita fra loro, Il santo non usa carit
facile e difficile si danno compimento fra loro, tiene i cento cognomi per cani di paglia.
lungo e corto si danno misura fra loro, Lo spazio tra Cielo e Terra
alto e basso si fanno dislivello fra loro, come somiglia a un mantice!
tono e nota si danno armonia fra loro, Si vuota ma non si esaurisce,
prima e dopo si fanno seguito fra loro. si muove ed ancora pi ne esce.
Per questo il santo Parlar molto e scrutare razionalmente
permane nel mestiere del non agire vale meno che mantenersi vuoto.
e attua l'insegnamento non detto.
Le diecimila creature sorgono VI - COMPLETA L'IMMAGINE
ed egli non le rifiuta
le fa vivere ma non le considera come sue, Lo spirito della valle non muore,
opera ma nulla si aspetta. la misteriosa femmina.
Compiuta l'opera egli non rimane La porta della misteriosa femmina
e proprio perch non rimane la scaturigine del Cielo e della Terra.
non gli vien tolto. Perennemente ininterrotto come se esistesse
viene usato ma non si stanca.
III - TENERE TRANQUILLO IL POPOLO
VII - OCCULTARE LA LUCE
Non esaltare i pi capaci
fa s che il popolo non contenda, Il Cielo perpetuo e la Terra perenne.
non pregiare i beni che con difficolt s'ottengono La ragione per cui
fa s che il popolo non diventi ladro, il Cielo pu essere perpetuo e la Terra perenne
non ostentare ci che pu desiderarsi che non vivono per s stessi:
fa s che il cuore del popolo non si turbi. perci possono vivere a lungo.
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Per questo il santo e nel suo non-essere si ha l'utilit del carro,


pospone la sua persona s'impasta l'argilla per fare un vaso
e la sua persona viene premessa, e nel suo non-essere si ha l'utilit del vaso,
apparta la sua persona s'aprono porte e finestre per fare una casa
e la sua persona perdura. e nel suo non-essere si ha l'utilit della casa.
Non perch spoglio di interessi? Perci l'essere costituisce l'oggetto
Per questo pu realizzare il suo interesse. e il non-essere costituisce l'utilit.

VIII - TORNARE ALLE QUALIT NATURALI XII - REPRIMERE LE BRAME

Il sommo bene come l'acqua: I cinque colori fan s che s'acciechi l'occhio dell'uomo,
l'acqua ben giova alle creature e non contende, le cinque note fan s che s'assordi l'orecchio dell'uomo,
resta nel posto che gli uomini disdegnano. i cinque sapori fan s che falli la bocca dell'uomo,
Per questo quasi simile al Tao. la corsa e la caccia fan s che s'imbesti il cuore
Nel ristare si adatta al terreno, dell'uomo,
nel volere s'adatta all'abisso, i beni che con difficolt si ottengono
nel donare s'adatta alla carit, fan s che sia dannosa la condotta dell'uomo.
nel dire s'adatta alla sincerit, Per questo il santo
nel correggere s'adatta all'ordine, per il ventre e non per l'occhio.
nel servire s'adatta alla capacit, Perci respinge l'uno e preferisce l'altro.
nel muoversi s'adatta alle stagioni.
Proprio perch non contende XIII - RESPINGERE LA VERGOGNA
non viene trovata in colpa.
Favore e sfavore fanno paura,
IX - TENDERE ALL'INCOLORE pregiar la propria persona gran sventura.
Che significa
Chi colma ci che possiede favore e sfavore fan paura?
meglio farebbe a desistere, Il favore un abbassarsi:
chi batte a fino ci che appuntito nell'ottenerlo s'ha paura,
non lo mantiene a lungo intatto. di perderlo s'ha paura.
Un palazzo colmo d'oro e di gemme Questo significa
non si pu conservare, favore e sfavore fan paura.
chi si fa arrogante perch ricco e nobile Che significa
procura da s la sua rovina. pregiar la propria persona gran sventura?
Ad opera compiuta ritrarsi La ragione per cui ho gran sventura
la Via del Cielo. che tengo alla mia persona,
se non tenessi alla mia persona
X - SAPER AGIRE quale sventura avrei?
Per questo
Preserva l'Uno dimorando nelle due anime: a chi di s fa pregio a pro del mondo
sei capace di non farle separare? si pu affidare il mondo,
Pervieni all'estrema mollezza conservando ilch' i : a chi di s ha cura a pro del mondo
sei capace d'essere un pargolo? si pu confidare il mondo.
Purificato e mondo abbi visione del mistero:
sei capace d'esser senza pecca? XIV - INTRODUCE AL MISTERO
Governa il regno amando il popolo:
sei capace di non aver sapienza? A guardarlo non lo vedi,
All'aprirsi e al chiudersi della porta del Cielo di nome detto l'Incolore.
sei capace d'esser femmina? Ad ascoltarlo non lo odi,
Luminoso e comprensivo penetra ovunque: di nome detto l'Insonoro.
sei capace di non agire? Ad afferrarlo non lo prendi,
Fa vivere le creature e nutrile, di nome detto l'Informe.
falle vivere e non tenerle come tue, Questi tre non consentono di scrutarlo a fondo,
opera e non aspettarti nulla, ma uniti insieme formano l'Uno.
falle crescere e non governarle. Non splendente in alto
Questa la misteriosa virt. non oscuro in basso,
nel suo volversi incessante non gli puoi dar nome
XI - L'UTILITA' DEL NON-ESSERE e di nuovo si riconduce all'immateriale.
E' la figura che non ha figura,
Trenta raggi si uniscono in un solo mozzo l'immagine che non ha materia:

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l'indistinto e l'indeterminato. Com'erano pensosi i primi nelsoppesar le loro parole!


Ad andargli incontro non ne vedi l'inizio, Ad opera compiuta e ad impresa riuscita
ad andargli appresso non ne vedi la fine. dicevano i cento cognomi: siamo cos da noi stessi.
Attieniti fermamente all'antico Tao
per guidare gli esseri di oggi XVIII - LO SCADIMENTO DEI COSTUMI
e potrai conoscere il principio antico.
E' questa l'orditura del Tao. Quando il gran Tao fu negletto
s'ebbero carit e giustizia,
XV - APPALESA LA VIRTU' quando apparvero intelligenza e sapienza
s'ebbero le grandi imposture,
Quelli che in antico eccellevano come adepti del Tao quando i sei congiunti non furono in armonia
penetravano l'arcano e comunicavano col mistero, s'ebbero piet filiale e clemenza paterna,
erano profondi da non poter essere compresi. quando gli stati caddero nel disordine
Proprio perch non possono essere compresi s'ebbero i ministri leali.
io mi sforzer di darne i tratti.
Irresoluti erano come chi d'inverno guada un fiume, XIX - TORNARE ALLA PUREZZA
guardinghi erano come chi teme i vicini ai quattro lati,
rispettosi erano come chi ospite, Tralascia la santit e ripudia la sapienza
frammentati erano come ghiaccio che si va fondendo, e il popolo s'avvantagger di cento doppie,
schietti erano come legno non ancora sgrossato, tralascia la carit e ripudia la giustizia
vuoti erano come valli, ed esso torner alla piet filiale e alla clemenza
torbidi erano come acqua motosa. paterna,
Chi capace d'esser motoso tralascia l'abilit e ripudia il lucro
per fare illimpidire piano piano riposando? e pi non vi saranno ladri e briganti.
Chi capace d'esser placido Quelle tre reputa formali e insufficienti,
per far vivere pian piano rimuovendo a lungo? perci insegna che v' altro a cui attenersi:
Chi s'attiene a questa Via mostrati semplice e mantienti grezzo,
non brama d'esser pieno, abbi poco egoismo e scarse brame.
e proprio perch non si riempie
pu starsene nell'ombra senzainnovar l'antico. XX - DIFFERENZIARSI DAL VOLGO

XVI - VOLGERSI ALLA RADICE Tralascia lo studio e non avrai afflizioni.


Tra un pronto e un tardo risponder s
Arrivare alla vacuit il culmine, quanto intercorre?
mantenere la quiete schiettezza: Quel che gli altri temono
le diecimila creature insieme sorgono non posso non temer io.
ed io le vedo ritornare a quelle, Oh, quanto son distanti e ancor non s'arrestano!
quando le creature hanno avuto illor rigoglio Tutti gli uomini sono sfrenati
ciascuna fa ritorno alla sua radice. come a una festa o un banchetto sacrificale,
Tornare alla radice quiete, come se in primavera ascendessero ad una torre.
il che vuol dire restituire il mandato, Sol io quanto son placido! tuttora senza presagio
restituire il mandato eternit. come un pargolo che ancor non ha sorriso,
Chi conosce l'eternit illuminato, quanto son dimesso!
chi non la conosce insensatamente provoca sventure. come chi non ha dove tornare.
Chi conosce l'eternit tutto abbraccia, Tutti gli uomini hanno d'avanzo
tutto abbracciando equanime, sol io sono come chi tutto ha abbandonato.
essendo equanime sovrano, Oh, il mio cuore di stolto
essendo sovrano Cielo, quanto confuso!
essendo Cielo Tao, L'uomo comune cos brillante
essendo Tao a lungo dura sol io sono tutto ottenebrato,
e per tutta la vita non corre pericolo. l'uomo comune in tutto s'intromette,
solo io di tutto mi disinteresso,
XVII - LAPURAINFLUENZA agitato sono come il mare,
sballottato sono come chi non ha punto fermo.
Dei grandi sovrani il popolo sapeva che esistevano, Tutti gli uomini sono affaccendati
vennero poi quelli che am ed esalt, sol io sono ebete come villico.
e poi quelli che temette, Sol io mi differenzio dagli altri
e poi quelli di cui si fece beffe: e tengo in gran pregio la madre che nutre.
quando la sincerit venne meno
s'ebbe l'insincerit. XXI - SVOTARE IL CUORE

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Quando la sincerit vien meno


Il contenere di chi ha la virt del vuoto si ha l'insincerit.
solo al Tao s'adegua.
Per le creature il Tao XXIV - LA PENOSA BENIGNITA'
indistinto e indeterminato.
Oh, come indeterminato e indistinto Chi sta sulla punta dei piedi non si tiene ritto,
nel suo seno racchiude le immagini! chi sta a gambe larghe non cammina,
Oh, come indistinto e indeterminato chi da s vede non illuminato,
nel suo seno racchiude gli archetipi! chi da s s'approva non splende,
Oh, come profondo e misterioso chi da s si gloria non ha merito,
nel suo seno racchiude l'essenza dell'essere! chi da s s'esalta non dura a lungo.
Questa essenza assai genuina Nel Tao queste cose sono avanzumi ed escrescenze,
nel suo seno ne racchiude la conferma. che le creature hanno sempre detestati.
Dai tempi antichi sino ad oggi Per questo non rimane chi pratica il Tao.
il suo nome non passa
e cos acconsente a tutti gli inizi. XXV - RAFFIGURA L'ORIGINE
Da che conosco il modo di tutti gli inizi?
Da questo. C' un qualcosa che completa nel caos,
il quale vive prima del Cielo e della Terra.
XXII - L'UMILTA' CHE ELEVA Come silente, come vacuo!
Se ne sta solingo senza mutare,
Se ti pieghi ti conservi, ovunque s'aggira senza correr pericolo,
se ti curvi ti raddrizzi, si pu dire la madre di ci che sotto il cielo.
se t'incavi ti riempi, Io non ne conosco il nome
se ti logori ti rinnovi, e come appellativo lo dico Tao,
se miri al poco ottieni sforzandomi a dargli un nome lo dico Grande.
se miri al molto resti deluso. Grande ovvero errante,
Per questo il santo preserva l'Uno errante ovvero distante,
e diviene modello al mondo. distante ovvero tornante.
Non da s vede perci illuminato, Perci
non da se s'approva perci splende, il Tao grande,
non da s si gloria perci ha merito, il Cielo grande,
non da s s'esalta perci a lungo dura. la Terra grande
Proprio perch non contende ed anche il sovrano grande.
nessuno al mondo pu muovergli contesa. Nell'universo vi sono quattro grandezze
Quel che dicevano gli antichi: ed il sovrano sta in una di esse.
se ti pieghi ti conservi, L'uomo si conforma alla Terra,
erano forse parole vuote? la Terra si conforma al Cielo,
In verit, integri tornavano. il Cielo si conforma al Tao,
il Tao si conforma alla spontaneit.
XXIII - ILVUOTO NON-ESSERE
XXVI - LAVIRTU' DEL GRAVE
Il parlar dell'Insonoro spontaneit.
Per questo Il grave radice del leggero,
un turbine di vento non dura una mattina, il quieto signore dell'irrequieto.
un rovescio di pioggia non dura una giornata. Per questo il santo viaggia tutto il giorno
Chi opera queste cose? senza discostarsi dal bagaglio,
Il Cielo e la Terra. anche se possiede palazzi regali
Se perfino il Cielo e la Terra non possono persistere placidamente se ne sta distaccato.
tanto pi lo potr l'uomo? Che sar se il signore di diecimila carri
Perci compi le tue imprese come il Tao. leggero si fa nel mondo?
Chi si d al Tao s'immedesima col Tao, Se leggero perde il fondamento,
chi si d alla virt s'immedesima con la virt, se irrequieto perde la sua signoria.
chi si d alla perdita s'immedesima con la perdita.
Chi s'immedesima col Tao XXVII - L'USO DELL'ABILITA'
nel Tao si rallegra d'ottenere,
chi s'immedesima con la virt Chi ben viaggia non lascia solchi n impronte,
nella virt si rallegra d'ottenere, chi ben parla non ha pecche n biasimi,
chi s'immedesima con la perdita chi ben conta non adopra bastoncelli n listelle,
nella perdita si rallegra d'ottenere. chi ben chiude non usa sbarre n paletti

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eppure non si pu aprire, rifugge dallo sperpero,


chi ben lega non usa corde n vincoli rifugge dal fasto.
eppure non si pu sciogliere.
Per questo il santo XXX - LIMITARE LE OPERAZIONI MILITARI
sempre ben soccorre gli uomini
e perci non vi sono uomini respinti, Quei che col Tao assiste il sovrano
sempre bene soccorre le creature non fa violenza al mondo con le armi,
e perci non vi sono creature respinte: nelle sue imprese preferisce controbattere.
ci si chiama trasfondere l'illuminazione. L dove stanziano le milizie
Cos l'uomo che buono nascono sterpi e rovi,
maestro dell'uomo non buono, al seguito dei grandi eserciti
l'uomo che non buono vengono certo annate di miseria.
profitto all'uomo buono. Chi ben li adopra
Chi non apprezza un tal maestro, soccorre e basta,
chi non ha caro un tal profitto, non osa con essi acquistar potenza.
anche se sapiente cade in grave inganno: Soccorre e non si esalta,
questo si chiama il mistero essenziale. soccorre e non si gloria,
soccorre e non s'insuperbisce,
XXVIII - TORNARE ALLA SEMPLICITA' soccorre quando non pu farne a meno,
soccorre ma non fa violenza.
Chi sa d'esser maschio Quel che s'invigorisce allor decade:
e si mantiene femmina vuol dire che non conforme al Tao.
la forra del mondo, Ci che non conforme al Tao presto finisce.
essendo la forra del mondo
la virt mai non si separa da lui XXXI - DESISTERE DALLE OPERAZIONI
ed ei ritorna ad essere un pargolo. MILITARI
Chi sa d'esser candido
e si mantiene oscuro Ecco che son le belle armi:
il modello del mondo, strumenti del malvagio
essendo il modello del mondo che le creature han sempre detestati.
la virt mai non si scosta da lui Per questo non rimane chi pratica il Tao.
ed ei ritorna all'infinito. Il saggio, che pacifico, tiene in pregio la sinistra,
Chi sa d'esser glorioso chi adopra l'armi tiene in pregio la destra.
e si mantiene nell'ignominia Ecco che son l'armi:
la valle del mondo, strumenti del malvagio
essendo la valle del mondo non strumenti del saggio,
la virt sempre si ferma in lui il quale li adopra solo se non pu farne a meno.
ed ei ritorna ad esser grezzo. Avendo per supreme pace e quiete,
Quando quel ch' grezzo vien tagliato ei vince ma non se ne compiace,
allora se ne fanno strumenti, chi se ne compiace
quando l'uomo santo ne usa gioisce nell'uccidere gli uomini.
allora ne fa i primi tra i ministri. Ora chi gioisce nell'uccidere gli uomini
Per questo il gran governo non danneggia. non pu attuare i suoi intenti nel mondo.
Nelle gesta fauste si tiene in onore la sinistra,
XXIX - NON AGIRE nelle gesta infauste si tiene in onore la destra.
Il luogotenente sta alla sinistra,
Quei che volendo tenere il mondo il duce supremo sta alla destra:
lo governa, assume il posto del rito funebre.
a mio parere non vi riuscir giammai. Quei che gli uomini ha ucciso in massa
Il mondo un vaso sovrannaturale li piange con cordoglio e con tristezza:
che non si pu governare: la vittoria in guerra gli assegna il posto del rito
chi governa lo corrompe, funebre.
chi dirige lo svia,
poich tra le creature XXXII - LA VIRTU' DEL SANTO
taluna precede ed altra segue,
taluna calda ed altra fredda, Il Tao in eterno senza nome,
taluna forte ed altra debole, grezzo per quanto minimo sia,
taluna tranquilla ed altra pericolosa. nessuno al mondo capace di fargli da ministro.
Per questo il santo Se principi e sovrani fossero capaci di attenervisi,
rifugge dall'eccesso, le diecimila crature da s si sottometterebbero,

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il Cielo in mutuo accordo con la Terra devi farlo rafforzare,


farebbe discendere soave rugiada quei che vuoi che rovini
e il popolo, senza alcuno che lo comandi, devi farlo prosperare,
da s troverebbe il giusto assetto. a quei che vuoi che sia tolto
Quando si cominci ad intagliare devi dare.
si ebbero i nomi. Questo l'occulto e il palese.
Tutto quello che ha nome viene trattato come proprio, Mollezza e debolezza vincono durezza e forza.
perci sappi contenerti. Al pesce non conviene abbandonar l'abisso,
Chi sa contenersi gli strumenti profittevoli al regno
pu non correre pericolo. non conviene mostrarli al popolo.
Paragona la presenza del Tao nel mondo
ai fiumi e ai mari cui accorrono rivi e valli. XXXVII - ESERCITARE IL GOVERNO

XXXIII - LAVIRTU' DEL DISCERNIMENTO Il Tao in eterno non agisce


e nulla v' che non sia fatto.
Chi conosce gli altri sapiente, Se principi e sovrani fossero capaci d'attenervisi,
chi conosce s stesso illuminato. le creature da s si trasformerebbero.
Chi vince gli altri potente, Quelli che per trasformarle bramassero operare
chi vince s stesso forte. io li acquieterei
Chi sa contentarsi ricco, con la semplicit di quel che non ha nome
chi strenuamente opera attua i suoi intenti. anch'esse non avrebbero brame,
A lungo dura chi non si diparte dal suo stato, quando non han brame stanno quiete
ha vita perenne quello che muore ma non perisce. e il mondo da s s'assesta.

XXXIV - CONFIDARE NEL PERFETTO XXXVIII - ESPONE LA VIRTU'

Come universale il gran Tao! La virt somma non si fa virt


pu stare a sinistra come a destra. per questo ha virt,
In esso fidando vengono alla vita le creature la virt inferiore non manca di farsi virt
ed esso non le rifiuta, per questo non ha virt.
l'opera compiuta non chiama sua. La virt somma non agisce
Veste e nutre le creature ma non ha necessit di agire,
ma non se ne fa signore, la virt inferiore agisce
esso che sempre non ha brame ma ha necessit di agire.
pu esser nominato Piccolo. La somma carit agisce
Le creature ad esso si volgono ma non ha necessit di agire,
ma esso non se ne fa signore, la somma giustizia agisce
pu esser nominato Grande. ma ha necessit di agire,
Poich giammai si fa grande il sommo rito agisce
pu realizzare la sua grandezza. e se non viene corrisposto
si denuda le braccia e trascina a forza.
XXXV - LAVIRTU' DELLACARITA' Fu cos che
perduto il Tao venne poi la virt,
Verso chi tiene in s la grande immagine perduta la virt venne poi la carit,
il mondo accorre, perduta la carit venne poi la giustizia,
accorre e non riceve danno perduta la giustizia venne poi il rito:
ma calma e pace grandi. il rito labilit della lealt e della sincerit
Attratto da musiche e bevande prelibate e foriero di disordine.
si ferma il viator che passa, Chi per primo conosce fior nel Tao
ma quel che al Tao esce di bocca e principio di ignoranza.
com' scipito! non ha sapore. Per questo l'uomo grande
A guardarlo non riesci a vederlo, resta in ci che solido
ad ascoltarlo non riesci ad udirlo, e non si sofferma in ci che labile,
ad usarlo non riesci ad esaurirlo. resta nel frutto
e non si sofferma nel fiore.
XXXVI - L'OCCULTO E IL PALESE Perci respinge l'uno e preferisce l'altro.

Quei che vuoi che si contragga XXXIX - UNIFORMARSI AL FONDAMENTO


devi farlo espandere,
quei che vuoi che s'indebolisca In principio questi ottenner l'Uno:

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il Cielo l'ottenne e per esso fu puro, il gran suono una sonorit insonora,
la Terra l'ottenne e per esso fu tranquilla, la grande immagine non ha forma.
gli esseri sovrannaturali l'ottennero Il Tao nascosto e senza nome,
e per esso furono potenti, ma proprio perch il Tao
la valle l'ottenne e per esso fu ricolma, ben impresta e completa.
le creature l'ottennero e per esso vissero,
principi e sovrani l'ottennero XLII - LE TRASFORMAZIONI DEL TAO
e per esso furon retti nel governare il mondo.
Costoro ne furono resi perfetti. Il Tao gener l'Uno,
Se il Cielo non fosse puro per esso l'Uno gener il Due,
temerebbe di squarciarsi, il Due gener il Tre,,
se la Terra non fosse tranquilla per esso il Tre gener le diecimila creature.
temerebbe di fendersi, Le creature voltano le spalle alloyin
se gli esseri sovrannaturali non fossero potenti per esso e volgono il volto allo yang,
temerebbero d'annullarsi, il ch'i infuso le rende armoniose.
se la valle non fosse ricolma per esso Ci che l'uomo detesta
temerebbe d'inaridirsi, d'essere orfano, scarso di virt, incapace,
se le creature non vivessero per esso eppur sovrani e duchi se ne fanno appellativi.
temerebbero di spegnersi, Perci tra le creature
se principi e sovrani non fossero nobili e alti per esso taluna diminuendosi s'accresce,
temerebbero di cadere. taluna accrescendosi si diminuisce.
Il nobile ha per fondamento il vile, Ci che gli altri insegnano
l'alto ha per basamento il basso. anch'io l'insegno:
Perci quando principi e sovrani chiamano s stessi quelli che fan violenza non muoiono di morte
l'orfano, lo scarso di virt, l'incapace, naturale.
non perch considerano lor fondamento il vile? Di questo far l'avvio del mio insegnamento.
Ahim, no!
Quando hai finito d'enumerare le parti del carro XLIII - LO STRUMENTO UNIVERSALE
ancor non hai il carro.
Non voler essere pregiato come giada Ci che v' di pi molle al mondo
n spregiato come pietra. assoggetta ci che v' di pi duro al mondo,
quel che non ha esistenza
XL - DOVE ANDARE E CHE ADOPERARE penetra l dove non sono interstizi.
Da questo so che v' profitto nel non agire.
Il tornare il movimento del Tao, All'insegnamento non detto,
la debolezza quel che adopra il Tao. al profitto del non agire,
Le diecimila creature che sono sotto il cielo pochi di quelli che sono sotto il cielo arrivano.
hanno vita dall'essere,
l'essere ha vita dal non-essere. XLIV - IL FERMO AMMONIMENTO

XLI - EQUIPARA LE DIVERSITA' Tra fama e persona che pi caro?


Tra persona e beni che pi importante?
Quando il gran dotto apprende il Tao Tra acquistare e perdere che pi penoso?
lo pratica con tutte le sue forze, Per questo
quando il medio dotto apprende il Tao chi ardentemente brama certo assai sperpera,
or lo conserva ed or lo perde, chi molto accumula certo assai perde.
quando l'infimo dotto apprende il Tao Chi sa accontentarsi non subisce oltraggio,
se ne fa grandi risate: chi sa contenersi non corre pericolo
se non fosse deriso non sarebbe degno d'essere il Tao. e pu durare a lungo.
Perci motti invalsi dicono:
illuminarsi nel Tao come ottenebrarsi, XLV - L'IMMENSA VIRTU'
avanzare nel Tao come regredire,
spianarsi nel Tao come incavarsi, La grande completezza come spezzettamento
la virt somma come valle, che nell'uso non si rompe,
il gran candore come ignominia, la grande pienezza come vuotezza
la virt vasta come insufficienza, che nell'uso non si esaurisce,
la virt salda come esser volgo, la grande dirittura come sinuosit,
la naturale genuinit comesbiadimento, la grande abilit come inettitudine,
il gran quadrato non ha angoli, la grande eloquenza come balbettio.
il gran vaso tardi si completa, L'agitazione finiscenell'algore,

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la quiete finisce nel calore: Uscire vivere, entrare morire.


la pura quiete la regola del mondo. Seguaci della vita sono tre su dieci,
seguaci della morte sono tre su dieci,
XLVI - ESSER PARCO NELLE BRAME gli uomini che la vita
tramutano in disposizione alla morte
Quando nel mondo vige il Tao son pur essi tre su dieci.
i cavalli veloci sono mandati a concimare i campi, Per qual motivo?
quando nel mondo non vige il Tao Perch vivono l'intensit della vita.
i cavalli da battaglia vivono ai confini. Or io ho appreso che chi ben nutre la vita
Colpa non v' pi grande va per deserti senza incontrar rinoceronti e tigri,
che secondar le brame, va tra gli eserciti senzaindossar corazza e arme:
sventura non v' pi grande il rinoceronte non ha dove infilzare il corno,
che non saper accontentarsi, la tigre non ha dove affondar l'artiglio,
difetto non v' pi grande il guerriero non ha dove immergere la spada.
che bramar d'acquistare. Per qual motivo?
Quei che conosce la contentezza dell'accontentarsi Perch costui non ha disposizione alla morte.
sempre contento.
LI - LAVIRTU' CHE NUTRE
XLVII - SCRUTARE CIO' CHE E' LONTANO
Il Tao le fa vivere,
Senza uscir dalla porta la virt le alleva,
conosci il mondo, con la materia d loro la forma,
senza guardar dalla finestra con le vicende d loro la completezza.
scorgi la Via del Cielo. Per questo le creature tutte
Pi lungi te ne vai meno conosci. venerano il Tao e onorano la virt:
Per questo il santo venerare il Tao e onorare la virt
non va dattorno eppur conosce, nessuno lo comanda ma vieneognor spontaneo.
non vede e pi discerne, Quindi il Tao fa vivere,
non agisce eppur completa. la virt alleva, fa crescere,
sviluppa, completa, matura,
XLVIII - OBLIARE LA SAPIENZA nutre, ripara.
Le fa vivere ma non le tiene come sue
Chi si dedica allo studio ogni d aggiunge, opera ma nulla s'aspetta,
chi pratica il Tao ogni d toglie, le fa crescere ma non le governa.
toglie ed ancor toglie Questa la misteriosa virt.
fino ad arrivare al non agire:
quando non agisce nulla v' che non sia fatto. LII - VOLGERSI ALL'ORIGINE
Quei che regge il mondo
sempre lo faccia senza imprendere, Il mondo ebbe un principio
se poi imprende che fu la madre del mondo.
non atto a reggere il mondo. Chi pervenuto alla madre
da essa conosce il figlio,
XLIX - CONFIDARE NELLA VIRTU' chi conosce il figlio
e torna a conservar la madre
Il santo non ha un cuore immutabile, fino alla morte non corre pericolo.
ha per cuore il cuore dei cento cognomi. Chi ostruisce il suo varco
Per me bene ci che hanno di buono, e chiude la sua porta
ed bene anche ci che hanno di non buono, per tutta la vita non ha travaglio,
la virt li rende buoni; chi spalanca il suo varco
per me sincerit ci che hanno di sincero, ed accresce le sue imprese
ed sincerit anche ci che hanno di non sin per tutta la vita non ha scampo.
cero, Illuminazione vedere il piccolo,
la virt li rende sinceri. forza attenersi alla mollezza.
Il santo sta nel mondo tutto timoroso Chi fa uso della vista
e per il mondo rende promiscuo il suo cuore. e torna ad introvertere lo sguardo
I cento cognomi in lui affiggono occhi e orecchi non abbandona la persona alla rovina.
e il santo li tratta come fanciulli. Questo dicesi praticar l'eterno.

L - TENERE IN PREGIO LAVITA LIII - TRARRE PROFITTO DALLE PROVE

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Se avessimo grande sapienza rirsi.


cammineremmo nella gran Via Quel che s'invigorisce allor decade:
e solo di agire temeremmo. questo vuol dire che non conforme al Tao.
La gran Via assai piana, Ci che non conforme al Tao presto finisce.
ma la gente preferisce i sentieri.
Quando il palazzo reale troppo ben tenuto LVI - LA MISTERIOSA VIRTU'
i campi son del tutto incolti
e i granai son del tutto vuoti. Quei che sa non parla,
Indossar vesti eleganti e ricamate, quei che parla non sa.
portare alla cintura spade acuminate, Chi ostruisce il suo varco,
rimpinzarsi di vivande e di bevande chiude la sua porta,
e ricchezze e beni aver d'avanzo, smussa le sue punte,
sfarzo da ladrone. districa i suoi nodi,
E' contrario al Tao, ahim! mitiga il suo splendore,
si rende simile alla sua polvere,
LIV-COLTIVARE E CONTEMPLARE dicesi accomunato col mistero.
Per questo costui
Chi ben si fonda non vien divelto, non pu essere attirato
a chi ben stringe non vien tolto: n pu essere respinto,
con questa Via figli e nipoti non pu essere avvantaggiato
gli offriranno sacrifici ininterrotti. n pu essere danneggiato,
Se la coltiva nella persona non pu essere nobilitato
la sua virt la genuinit, n pu essere umiliato.
se la coltiva nella famiglia Per questo il pi nobile del mondo.
la sua virt la sovrabbondanza,
se la coltiva nel villaggio LVII - RENDERE PURI I COSTUMI
la sua virt la reverenza,
se la coltiva nel regno Quando con la correzione si governa il mondo
la sua virt la floridezza, con la falsit s'adopran l'armi:
se la coltiva nel mondo il mondo si regge col non imprendere.
la sua virt l'universalit. Da che so che cos?
Per questo Dal presente.
contempla le persone dalla sua persona, Pi numerosi ha il sovrano
contempla le famiglie dalla sua famiglia, i giorni nefasti e le parole proibite
contempla i villaggi dal suo villaggio, pi il popolo cade in miseria,
contempla i regni dal suo regno, pi numerosi ha il popolo
contempla il mondo dal suo mondo. gli strumenti profittevoli
Come so che il mondo cos? pi i regni cadono nel disordine,
Da questo. pi numerosi hanno gli uomini
gli artifizi e le abilit
LV - IL SIMBOLO DEL MISTERO pi appaiono cose rare,
pi si fa sfoggio di belle cose
Quei che racchiude in s la pienezza della virt pi numerosi si fanno ladri e briganti.
paragonabile ad un pargolo, Per questo il santo dice:
che velenosi insetti e serpi nonattoscano, io non agisco e il popolo da s si trasforma,
belve feroci non artigliano, io amo la quiete e il popolo da s si corregge,
uccelli rapaci non adunghiano. io non imprendo e il popolo da s s'arricchisce,
Deboli ha l'ossa e molli i muscoli io non bramo e il popolo da s si fa semplice.
eppur la sua stretta salda,
ancor non sa dell'unione dei sessi LVIII - ADATTARSI ALLE VICISSITUDINI
eppur tutto si aderge:
la perfezione dell'essenza, Quando il governo di tutto si disinteressa
tutto il giorno vagisce il popolo unito,
eppur non diviene fioco: quando il governo in tutto si intromette
la perfezione dell'armonia. il popolo frammentato.
Conoscer l'armonia eternit, La fortuna si origina dalla sfortuna,
conoscer l'eternit illuminazione, la sfortuna si nasconde nella fortuna.
vivere smodatamente la vita prodromo di Chi ne conosce il culmine?
sventura, Quei che non corregge.
con la mente comandare alch'i significa indu La correzione si converte in falsit,

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il bene si converte in presagio di sventura LXII - PRATICARE IL TAO


e ogni d lo sconcerto del popolo
si fa pi profondo e pi durevole. Ecco che cosa il Tao:
Per questo il santo il rifugio delle creature,
quadrato ma non taglia, tesoro per il buono,
incorrotto ma non ferisce, protezione per il malvagio.
diritto ma non ostenta, A parlarne con elogio si pu tener mercato,
luminoso ma non abbaglia. a seguirlo con rispetto si pu emergere sugli altri.
Degli uomini malvagi quale pu essere respinto?
LIX - MANTENERSI NEL TAO Per questo si pone sul trono il Figlio del Cielo
e si nominano i tre gran ministri.
Nel governare gli uomini e nel servire il Cielo Anche se costoro hanno il gran pi
nulla meglio della parsimonia, per ottenere precedenza alla loro quadriga,
perch solo la parsimonia antepone l'ottenere. meglio che se ne stiano seduti
Anteporre l'ottenere significa accumulare virt. ad avanzare in questo Tao.
Chi accumula virt tutto sottomette, Quale era la ragione per cui gli antichi
quando tutto sottomette apprezzavano questo Tao?
nessuno conosce il suo culmine, Non dicevano forse: ottiene chi con esso cerca,
quando nessuno conosce il suo culmine con esso sfugge chi in colpa?
ei pu possedere il regno. Per questo ci che v' di pi prezioso al mondo.
Chi possiede la madre del regno
pu durare a lungo. LXIII - L'INIZIO FAVOREVOLE
Questo si chiama
affondare le radici e rinsaldare il tronco, Pratica il non agire,
via della lunga vita e dell'eterna giovinezza. imprendi il non imprendere,
assapora l'insapore,
LX - STARE NELLA DIGNITA' REGALE considera grande il piccolo e molto il poco,
ripaga il torto con la virt.
Governare un gran regno Progetta il difficile nel suo facile,
come friggere pesciolini minuti. opera il grande nel suo piccolo:
Quando si sovrintende al mondo con il Tao le imprese pi difficili sotto il cielo
i mani non mostrano la potenza loro. certo cominciano nel facile,
Non che i mani non abbiano potenza le imprese pi grandi sotto il cielo
ma la potenza loro non nuoce agli uomini, certo cominciano nel piccolo.
non che la potenza loro non nuoccia agli uomini Per questo il santo non opera il grande
ma il santo non nuoce agli uomini. e cos pu completare la sua grandezza.
Questi due non si nuocciono fra loro, Chi promette alla leggera trova scarso credito,
per questo le virt loro insieme confluiscono chi reputa tutto facile trova tutto difficile.
Per questo al santo tutto pare difficile
LXI-LAVIRTU' DELL'UMILTA' e cos nulla gli difficile.

Il gran regno che si tiene in basso LXIV - ATTENERSI AL PICCOLO


la confluenza del mondo,
la femmina del mondo. Quello che fermo con facilit si trattiene,
La femmina sempre vince il maschio con la quiete, quello che non cominciato con facilit si divisa,
poich chetamente se nest sottomessa. quello che fragile con facilit si spezza,
Per questo quello che minuto con facilit si disperde:
il gran regno che si pone al disotto del piccolo regno opera quando ancora non in essere,
attrae il piccolo regno, ordina quando ancora non in disordine.
il piccolo regno che sta al disotto del gran regno Un albero che a braccia aperte si misura
attrae il gran regno: nasce da un minuscolo arboscello,
l'uno si abbassa per attrarre, una torre di nove piani
l'altro attrae perch sta in basso. comincia con un cumulo di terra,
Il gran regno non ecceda un viaggio di mille li
per la brama di pascere ed unire gli altri, principia da sotto il piede.
il piccolo regno non ecceda Chi governa corrompe,
per la brama d'essere accetto e servire gli altri. chi dirige svia.
Affinch ciascuno ottenga ci che brama Per questo il santo
al grande conviene tenersi in basso. non governa e perci non corrompe,
non dirige e perci non svia.

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La gente nel condurre le proprie imprese la terza il non ardire d'esser primo nel mondo.
sul punto di compierle sempre le guasta, Sono misericordioso e perci posso essere intrepido,
se curasse la fine come il principio sono parsimonioso e perci posso essere generoso,
allora non vi sarebbero imprese guaste. non ardisco d'esser primo nel mondo
Per questo il santo e perci posso esser capo degli strumenti perfetti.
brama quello che non bramato Oggi si intrepidi trascurando la misericordia,
e non pregia i beni che con difficolt si ottengono, si generosi trascurando la parsimonia,
studia quello che non viene studiato si primi trascurando di posporsi.
e ritorna su quello che gli altrihan travalicato. E' la morte!
Per favorire la spontaneit delle creature Chi misericordioso
non osa agire. nel guerreggiare vittorioso,
nel difendere saldo.
LXV - LA PURA VIRTU' Quei che il cielo vuol salvare
facendolo misericordioso lo preserva.
In antico chi ben praticava il Tao
con esso non rendeva perspicace il popolo, LXVIII - RENDERSI EGUALE AL CIELO
ma con esso si sforzava di renderlo ottuso:
il popolo con difficolt si governa Chi ben fa il capitano non irruente,
poich la sua sapienza troppa. chi ben guerreggia non impetuoso,
Perci governare il regno con la sapienza chi ben vince il nemico non d battaglia,
la rovina del regno, chi bene adopera gli uomini se ne pone al di sotto:
governare il regno non con la sapienza questa la virt del non contendere,
la prosperit del regno. questa la forza dell'adoprar gli uomini,
Chi sa queste due cose diviene simile al modello, questo rendersi eguale al Cielo,
saper divenire simile al modello il culmine per gli antichi.
la misteriosa virt.
Profonda e imperscrutabile la misteriosa virt LXIX - L'USO DEL MISTERO
e contrapposta alle creature,
ma alla fine arriva alla grande conformit. Sull'adoperar gli eserciti c' un detto:
non oso far da padrone e faccio l'ospite,
LXVI - POSPORRE S STESSO non oso avanzar d'un pollice e indietreggio di un piede.
Questo vuol dire
La ragione per cui fiumi e mari che non vi sono truppe da schierare,
possono essere sovrani di cento valli che non vi sono braccia da denudare,
che ben se ne tengono al disotto: che non vi sono armi da impugnare.
perci possono essere sovrani di cento valli. Sventura non v' maggiore che osteggiare alla leggera.
Cos chi vuole stare disopra al popolo Se osteggio alla leggera
con i detti se ne pone al disotto, son vicino a perdere quel che m' pi prezioso.
chi vuol stare davanti al popolo Perci quando gli eserciti
con la persona ad esso si pospone. si mettono in campagna per scontrarsi,
Per questo il santo quello che pi pietoso vince.
sta disopra ed il popolo non ne gravato,
sta davanti ed il popolo non ne ostacolato. LXX - LA DIFFICOLTA' DI INTENDERE
Cos il mondo gioisce
di sospingerlo innanzi e mai ne sazio. Le mie parole facilmente si intendono
Poich ei non contende e facilmente si attuano,
nessuno al mondo pu muovergli contesa. ma nessuno al mondo sa intenderle,
nessuno al mondo sa attuarle.
LXVII - LE TRE COSE PREZIOSE Le mie parole hanno un progenitore,
le mie imprese hanno un principe,
Tutti al mondo dicono che il mio Tao grande ma appunto perch non le intendono
ma che sembra non esser simile a nulla. non intendono me.
Proprio perch grande Poich quelli che mi intendono sono rari
sembra che non sia simile a nulla, quelli che mi imitano sono da tenere in pregio.
se fosse simile a qualcosa Per questo il santo indossa rozze vesti
l'impaccerebbe la sua piccolezza. e cela nel seno la giada.
Io ho tre cose preziose
che mi tengo ben strette e custodisco: LXXI - IL DIFETTO DELLA SAPIENZA
la prima la misericordia,
la seconda la parsimonia, Somma cosa l'ignoranza del sapiente,

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insania la sapienza dell'ignorante. ecco perch da poca importanza alla morte.


Solo chi si affligge di questa insania Solo chi non si affaccenda per vivere
non insano. pi saggio di chi la vita tiene in pregio.
Il santo non insano
perch si affligge di questa insania. LXXVI - GUARDARSI DALLA FORZA
Per questo non insano.
Alla nascita l'uomo molle e debole,
LXXII - AVER CURA DIS alla morte duro e forte.
Tutte le creature, l'erbe e le piante
Quando il popolo non teme la tua autorit quando vivono son molli e tenere
allora sopravviene la grande autorit. quando muoiono son aride e secche.
Non trovare angusto ci che ti d pace, Durezza e forza sono compagne della morte,
non disgustarti di ci che ti fa vivere, mollezza e debolezza sono compagne della vita.
poich solo chi non se ne disgusta Per questo
non disgusta. chi si fa forte con le armi non vince,
Per questo il santo L'albero che forte viene abbattuto.
di s conosce ma di s non fa mostra, Quel che forte e robusto sta in basso,
di s ha cura ma di s non fa pregio. quel che molle e debole sta in alto.
Perci respinge l'uno e preferisce l'altro.
LXXVII - LA VIA DEL CIELO
LXXIII - QUEL CHE LASCIA AGIRE
La Via del Cielo
Muore chi nell'osare pone il coraggio, come simile all'armar l'arco!
vive chi nel non osare pone il coraggio: Quel ch' alto viene abbassato,
di questi due l'uno profitto e l'altro danno. quel ch' basso viene innalzato,
Di quel che il cielo ha in odio quello che eccede viene ridotto,
chi conosce la ragione? quel che difetta viene accresciuto.
Per questo il santo reputa difficile il primo. La Via del Cielo
La Via del Cielo di diminuire a chi ha in eccedenza
di ben vincere senza contendere, e di aggiungere a chi non ha a sufficienza.
di ben suscitar risposta senza parlare, Non cos la Via dell'uomo:
di ben attrarre senza chiamare, ei diminuisce a chi non ha a sufficienza
di ben divisare con ampiezza. per donare a chi ha in eccedenza.
La rete del Cielo tutto avvolge, Chi capace di donare al mondo
ha maglie larghe ma nulla ne sfugge. ci che ha in eccedenza?
Solo colui che pratica il Tao.
LXXIV - REPRIMERE GLI INGANNI Per questo il santo
opera ma nulla s'aspetta
Quando il popolo non teme di morire compiuta l'opera non rimane,
a che vale impaurirlo con la morte? non vuole mostrare di eccellere.
Se faccio si che il popolo sempre tema di morire
e quei che induce in inganno LXXVIII - PORTARE IL FARDELLO DELLA
io possa prenderlo e metterlo a morte, SINCERITA'
chi sar tanto ardito?
Sempre mandi a morte chi ne ha la potest, Nulla al mondo pi molle e pi debole dell'acqua
mettere a morte in vece di chi ne ha la potest eppur nell'abradere ci che duro e forte
significa maneggiar l'ascia in vece del gran mastro. nessuno riesce a superarla,
Quelli che maneggian l'ascia in vece del gran mastro nell'uso nulla pu cambiarla.
raramente non si feriscono le mani. La debolezza vince la forza,
la mollezza vince la durezza:
LXXV - I DANNI DELLA CUPIDIGIA al mondo non v' nessuno che non lo sappia,
ma nessuno v' che sia capace di attuarlo.
Il popolo soffre la fame Per questo il santo dice:
perch chi sta sopra divora troppe tasse: chi prende su di s le sozzure del regno
ecco perch soffre la fame. signore dell'altare della terra e dei grani,
Il popolo con difficolt si governa chi prende su di s i mali del regno
perch chi sta sopra s'affaccenda: sovrano del mondo.
ecco perch con difficolt si governa. Un detto esatto che appare contraddittorio.
Il popolo d poca importanza alla morte
perch chi sta sopra cerca l'intensit della vita: LXXIX - TENER FEDE AL PATTO

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mai e poi mai le tiri fuori il popolo.


Quando ripari un gran torto E ritorni ad usar nodi di corda;
hai cer e trovi gusto in cibi e vesti suoi;
ed ami la sua casa, i suoi costumi.
Se stati vi vedessero vicini
LXXIX - OTTEMPERARE AI PATTI tanto che cani e galli se ne udissero,
invecchino cos, fino alla morte
Se cancelli unoffesa, ma un po offeso quei due popoli: senza alcun contatto.
rimani ancora, credi che sia un bene?
Se, per contratto, il saggio creditore,
dal debitore non esige nulla. LXXXI - LEMERSIONE DEL NATURALE
Adempie al proprio impegno chi virtuoso;
bada agli impegni altrui chi non virtuoso. Parole autentiche non sono adorne;
La Via del cielo non fa parentele, parole adorne autentiche non sono.
ma sta costantemente con il buono. Colui che buono, non sfoggia parole,
e chi sfoggia parole, non buono.
Chi sa di tutto, certo con saggio;
LXXX - ISOLARSI n chi saggio, di certo, sa di tutto.
Il vero saggio per s non provvede:
Piccoli regni con pochi abitanti: se si spende negli altri, per s acquista;
arnesi da lavoro in luogo duomini e, pi dona, pi ottiene per se stesso.
(sian dieci o cento) il popolo non usi. La Via del cielo aiuta, non fa danni;
Tema la morte e fuori non emigri. la Via del saggio agisce senza lotta.
Se anche vi son navigli e vi son carri,
il popolo non tenti di salirvi;
se anche vi son corrazze e vi son armi, ---------FINE
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