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20 SET T EMBRE 2015

LISIS sta perdendo o sta vincendo?

Negli ultimi giorni Francia e Australia hanno annunciato linizio dei loro bombardamenti contro lo Stato Islamico (o
ISIS) in Siria. Entrambi i paesi facevano gi parte della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti contro lISIS,
ma finora avevano limitato le loro operazioni militari allIraq. Gli aerei australiani hanno gi compiuto i primi attacchi,
mentre il governo francese ha detto che comincer i bombardamenti nelle prossime settimane, non appena avr pi
chiari gli obiettivi da colpire. Limpegno di Australia e Francia considerato molto importante per la guerra contro
lISIS, ma potrebbe non bastare: la guerra contro il gruppo estremista che opera principalmente in Siria e Iraq
cominciata da circa un anno ma finora non ha portato ai risultati sperati.
LISIS non sta vincendo, nel senso che i bombardamenti della coalizione internazionale in Iraq e Siria uniti ai
combattimenti contro curdi, milizie sciite ed esercito iracheno hanno fermato la sua avanzata. Allo stesso tempo per
non si pu sostenere che lISIS stia perdendo: oggi governa ancora ampie zone di territorio sia in Siria che in Iraq,
mantiene il controllo sulla citt siriana di Raqqa (ar-Raqqah), considerata la capitale del Califfato Islamico, e sulle citt
irachene di Mosul e Ramadi (in fondo al testo per mappe aggiornate di Siria e Iraq a inizio settembre 2015).
Soprattutto non sembra esserci un piano militare capace di sconfiggere lISIS una volta per tutte: le misure adottate
finora si sono dimostrate insufficienti allo scopo e le altre soluzioni elaborate dallamministrazione statunitense sono
state fallimentari e inconcludenti. La situazione potrebbe cambiare con il recente rinnovato coinvolgimento militare
della Russia a fianco del regime siriano di Bashar al Assad, anche se non necessariamente coi risultati sperati
dallOccidente.

Lo scandalo delle analisi sullISIS manipolate


I bombardamenti della coalizione guidata dagli Stati Uniti in alcuni casi hanno permesso di riconquistare dei territori
che erano finiti sotto il controllo dellISIS, ma non sempre sono stati efficaci e in generale, come hanno raccontato negli
ultimi giorni alcuni giornali americani, il loro ruolo stato sopravvalutato. Un gruppo di analisti americani ha
denunciato alcuni funzionari dellintelligence statunitense accusandoli di avere manipolato i loro studi e le loro analisi,
in modo da far credere al Congresso e alla Casa Bianca che gli attacchi aerei avevano avuto unefficacia superiore a
quella reale. Allinterno dellamministrazione americana in corso unindagine concentrata sul comando di intelligence
del Centcom (il comando centrale dellesercito americano in Medio Oriente, Nord Africa, Asia Centrale, Afghanistan e
Iraq)) per capire come e cosa successo.

Tre motivi per cui i bombardamenti da soli non funzionano


Al di l delle polemiche legate alla manipolazione delle informazioni sulla guerra contro lISIS, da tempo diversi
analisti sostengono che i bombardamenti non sarebbero stati sufficienti per sconfiggere lo Stato Islamico, per diversi
motivi.
Primo: finora diversi paesi della coalizione internazionale sono stati molto restii a unirsi agli attacchi aerei contro lISIS
in Siria, per non rimanere incastrati in una guerra di cui da tempo difficile dire chi siano i buoni e chi i cattivi. La
stessa amministrazione Obama ha preferito un impegno militare non particolarmente esteso, limitando il numero dei
bombardamenti giornalieri.
Secondo: i bombardamenti producono malcontento tra la popolazione civile. Per esempio diversi mesi fa in Siria gli
Stati Uniti hanno bombardato le postazioni del cosiddetto gruppo Khorasan, un gruppo appartenente ad al Qaida,
la stessa organizzazione di cui fa parte il Fronte al Nusra, uno dei gruppi pi forti che si oppongono al regime di Bashar
al Assad. Per la popolazione di molte zone della Siria, Assad un nemico pi grande dellISIS e colpire chi lo combatte
viene considerato un gesto di aiuto allo stesso governo siriano.
Terzo: lefficacia degli attacchi aerei pi alta nel momento in cui ci sono delle forze militari di terra a guidare i
bombardamenti e per il momento gli Stati Uniti devono appoggiarsi allesercito iracheno che non si sempre
dimostrato allaltezza oppure ai curdi iracheni e siriani, che per combattono per le loro terre ma non sono sempre
disposti a combattere lISIS nelle zone controllate dai governi di Iraq e Siria, che spesso sono stati loro ostili.

Il nuovo piano americano in Siria


Gli Stati Uniti hanno fatto diversi tentativi per armare un piccolo gruppo di ribelli siriani ma finora nessuno ha dato
risultati soddisfacenti. Il problema principale rimane individuare i ribelli giusti, che abbiano i requisiti richiesti
dallamministrazione americana: che siano quindi moderati e che siano disposti a combattere contro lISIS, invece che
contro Assad. Mercoled il generale americano Lloyd J. Austin III ha detto a una Commissione del Senato che
gli Stati Uniti non riusciranno a raggiungere in tempi brevi lobiettivo di addestrare 5mila ribelli: finora ci sono solo
quattro o cinque siriani addestrati che stanno combattendo lISIS (s, quattro o cinque anche se sembra che il 20
settembre altri siano stati raggiunti da altri 75 combattenti, per un programma che costato 500 milioni di dollari.
Lamministrazione americana aveva cominciato a finanziare il piano dal dicembre 2014 e a metterlo in pratica da
maggio. Per il primo anno lobiettivo era di addestrare 5.400 siriani moderati, ma i risultati erano stati molto modesti:
solo 54 combattenti avevano completato laddestramento. A luglio, inoltre, un gruppo affiliato di al Qaida aveva
attaccato i ribelli inclusi nel piano americano uccidendone diversi.
Lamministrazione Obama sempre stata scettica sulla possibilit di addestrare e armare i ribelli siriani e solo dopo
molte pressioni da parte di esponenti Democratici e Repubblicani ha deciso di procedere con il piano. Secondo alcuni
critici il piano stato intrapreso troppo tardi e senza sufficiente energia. Foreign Policy ha scritto che gli Stati Uniti
stanno mettendo a punto un nuovo piano che prevede la formazione di piccoli gruppi di poche decine di combattenti
americani da mandare direttamente nel nord della Siria in modo da aiutare laviazione a individuare gli obiettivi da
colpire. Non chiaro quando verr implementato il nuovo piano e quanto potr avere un impatto nella guerra contro
lISIS.
arrivata la Russia in Siria
Venerd i primi aerei da combattimento dellaviazione russa sono arrivati in Siria e gli Stati Uniti hanno iniziato
colloqui militari con i generali russi per evitare incidenti. Da settimane oramai la Russia ha cominciato a intensificare
il sostegno al governo di Assad, suo tradizionale alleato in Medio Oriente, inviando nel paese uomini e materiali. Fino
ad ora il governo russo non stato molto chiaro sulle sue intenzioni, ma secondo diversi esperti e diplomatici il
messaggio del presidente Vladimir Putin chiaro: la Russia non permetter facilmente la caduta del regime siriano.
Diversi analisti hanno scritto che la mossa della Russia dipesa dalle recenti difficolt delle forze fedeli al governo di
Assad, che hanno perso terreno nei confronti dei diversi gruppi ribelli e che si trovano sempre pi schiacciate proprio
sulla costa occidentale, dove la maggior parte della popolazione alauita, come Assad.
Le conseguenze di un intervento militare russo in Siria sono poco prevedibili per via delle decine di fronti di guerra
aperti su tutto il territorio nazionale. Secondo alcuni esperti, uno degli effetti potrebbe essere prolungare la
permanenza al potere di Bashar al Assad, spingendo di reazione diversi gruppi di ribelli a formare delle alleanze tra
loro per opporsi al regime. Questi gruppi, anche i pi moderati, potrebbero essere spinti quindi ad allearsi con lISIS,
anchesso nemico di Assad. LISIS potrebbe in quel caso trovarsi in una situazione di forza, appoggiato anche da diversi
gruppi di ribelli non necessariamente estremisti.
E quindi?
LISIS non sta vincendo, ma non sta nemmeno perdendo. Nel corso degli ultimi mesi ha perso circa il 10 per cento del
territorio che controllava allinizio dellanno (come potete vedere in questa mappa), ma non si pu dire che
linfluenza generale del gruppo sia diminuita. In Libia per esempio lISIS sembra avere rafforzato il suo potere,
sfruttando il caos dovuto dalla presenza di due governi e due parlamenti (una coalizione di milizie islamiche a Tripoli e
un governo riconosciuto internazionalmente a Tobruq). La situazione resa ancora pi grave dalle centinaia di migliaia
di profughi soprattutto siriani che sono stati costretti a lasciare le loro case a causa dei combattimenti e che stanno
cercando un modo per arrivare in Germania e nei paesi dellEuropa settentrionale. Il coinvolgimento della Russia nella
guerra in Siria potrebbe cambiare di nuovo le carte in tavola, ma nessun analista crede comunque che la guerra contro
lISIS possa avere una soluzione nel breve periodo.

(Mappa SIRIA INIZIO SETTEMBRE 2015)


https://pietervanostaeyen.wordpress.com/2015/09/03/syria-map-update-dd-september-2-2015/
(MAPPA IRAQ INIZIO SETTEMBRE 2015)
https://pietervanostaeyen.wordpress.com/2015/09/03/iraq-map-update-dd-september-2-2015/

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