Professional Documents
Culture Documents
Report fase 6
1
Indice
Premessa............................................................................................................................. 3
1. Un quadro concettuale per lintegrazione delle ICT nelle attivit formative in aula ........ 7
1.1. Le finalit dellistruzione ............................................................................................ 7
1.2. Un paradigma pedagogico per un uso delle ICT nella didattica ................................ 8
Il punto di partenza ....................................................................................................... 8
Ruolo delle tecnologie .................................................................................................. 8
Modello didattico ........................................................................................................... 9
2. Un modello un organizzativo per lintegrazione delle ICT nella formazione iniziale ....... 10
2.1. la logistica ............................................................................................................... 10
2.2. la tecnologia ............................................................................................................ 11
2.3. i servizi di supporto.................................................................................................. 13
2.4. i fattori di successo per lintegrazione delle ICT nelle attivit formative ................... 13
3. Approfondimenti: I fondamenti pedagogici ..................................................................... 15
3.1. Le tecnologie come strumenti cognitivi.................................................................... 15
3.2. Lo sviluppo dellautonomia ...................................................................................... 18
3.3. Lo sviluppo di abilit sociali: le key skills ................................................................. 21
3.4. Apprendimento centrato sulla persona che apprende ............................................. 24
Allegato 1: I circoli dapprendimento .............................................................................. 28
Allegato 2: CSCL, Computer Supported Collaborative Learning .................................... 30
Allegato 3: Principi dellapprendimento centrato sulla persona che apprende ............... 33
2
Premessa
Luso delle tecnologie informatiche nella scuola viene tradizionalmente identificato con
lapprendimento dellinformatica nei suoi principi ed utilizzi: nella scuola abbiamo il
programma dinformatica, l ora di informatica, l insegnante di informatica e l aula
dinformatica.
Levoluzione dellutilizzo delle ICT nella scuola pu essere immaginato come segue:
Negli anni 90 linformatica entra nelle scuole come materia dinsegnamento. I PC sono
collocati in apposite aule ed utilizzati esclusivamente per lapprendimento delle
applicazioni oggetto dei programmi di studio.
3
Inizio anni 2000: un PC in ogni aula
Linformatica comincia ad essere utilizzata a supporto delle diverse attivit didattiche. Per
facilitare lutilizzo del PC, questo viene collocato, in numero limitato, in ogni aula ed
utilizzato secondo le necessit.
4
Entro il primo decennio del 2000: un PC sulla scrivania di ogni allievo
5
La diffusione delle ICT in ogni attivit didattica non va, per, vista come una semplice
sostituzione dellanalogico con il digitale: invece del libro stampato, editare documenti su
CD o su Internet; al posto, o accanto, dellinsegnante biologico avere linsegnante virtuale;
invece di usare la penna, usare la tastiera ed iI mouse; per comunicare usare la posta
elettronica al posto del telefono o del servizio postale.
Questi usi sostitutivi della tecnologia possono certamente efficientizzare alcuni processi
organizzativi e logistici, ma non in questa direzione che le ICT possono dimostrare ed
offrire un contributo vero al miglioramento dei processi di apprendimento dando quel
plusvalore che annulla lo svantaggio dato dalle barriere che le tecnologie portano ed
aggiungendo nuovo valore.
6
1. Un quadro concettuale per lintegrazione delle ICT nelle attivit formative in
aula
Tra le tante finalit che sono attribuite allistruzione, e senza la pretesa di indicare una
tassonomia universale, si ritiene che un buon livello di accordo sia presente
nellidentificare, tra le tante, le finalit di sviluppare in chi apprende:
- lautonomia e la responsabilit per il proprio autosviluppo;
- la capacit di correlarsi con altre persone per il conseguimento di obiettivi personali e
professionali;
- la capacit di migliorare continuativamente le proprie conoscenze e le proprie
competenze;
- la capacit di utilizzare le conoscenze sviluppate nellambiente scolastico nel lavoro e
nella vita di tutti i giorni.
7
Le ICT integrate in appropriate strategie didattiche, a loro volta fondate su una solida
pedagogia, possono dare un significativo contributo per il perseguimento di tutte queste
finalit.
Un modello generale sullutilizzo delle ICT nella didattica stato presentato nel report della
fase 5. Riassumiamo qui le sue caratteristiche principali.
Il punto di partenza
Il punto di partenza in una visione dellapprendimento che ogni persona costruisce
interagendo con lambiente in cui opera e non in una visione che lo considera come una
trasmissione di informazioni (erroneamente chiamate conoscenze) da un insegnante ad
un allievo.
8
I computer vanno considerati utensili cognitivi che stimolano ed utilizzano il pensiero
critico, qualsiasi argomento si stia apprendendo: questi rendono possibile realizzare
attivit da loro mediate che accrescono il pensiero.
Le tecnologie diventano strumenti che interagiscono con la persona che apprende
facilitandogli i processi di pensiero, di riflessione, di esplorazione e scoperta, di
costruzione di significato e di conoscenza, impegnandola in attivit significative,
consentendole la conversazione, il confronto, la collaborazione.
Modello didattico
La sintesi tra la visione costruttivista dellapprendimento e la concettualizzazione delle ICT
come strumenti cognitivi, ci offre un modello operativo-didattico centrato su attivit di
collaborazione che gli allievi, supportati dagli insegnanti e dalle tecnologie, potranno
svolgere.
Queste attivit possono assumere varie forme che vanno dalla semplice discussione di un
argomento alla complessa esecuzione di un progetto.
Tutte queste attivit hanno una duplice componente a valenza formativa: il loro
contenuto che ha impatto sullapprendimento della conoscenza oggetto dellazione
formativa ed il metodo di lavoro (le strategie didattiche) che ha un impatto sia sullo
sviluppo delle abilit cognitive e sociali, che sullo sviluppo di un apprendimento profondo,
sulla costruzione di conoscenza, cio, che la persona sia in grado di utilizzare per risolvere
i problemi che incontrer.
9
2. Un modello un organizzativo per lintegrazione delle ICT nella formazione iniziale
Lintegrazione delle ICT nelle attivit formative daula, una volta soddisfatte le esigenze di
carattere metodologico (i riferimenti sono nel capitolo precedente ed in quello che segue),
richiede la messa in opera di risorse di varia natura per la creazione di un adeguato
ambiente nel quale lapprendimento si possa svolgere.
2.1. la logistica
Oramai quasi nessuna scuola priva di una aula informatica sufficientemente attrezzata
ma non sempre di agevole accesso agli alunni o per ragioni organizzative (ripartizione del
tempo tra tante classi) o per ragioni mistiche (laula informatica come un luogo sacro alla
quale si accede solo in particolari condizioni ed a particolari condizioni).
Il principio generale cui attenersi che quanto pi facilmente gli allievi possono accedere
alle risorse informatiche e quanto pi luso di queste tecnologie un fatto normale, tanto
pi si potr avere una integrazione con le attivit daula abituali e tanto pi facilmente le
attivit didattiche ordinarie potranno beneficiare delle potenzialit delle tecnologie.
Lobiettivo cui tendere il terzo esempio riportato nella premessa dove gli allievi
dispongono di un proprio PC posto nel loro banco e lo usano come un normale strumento
di lavoro.
10
Il concetto di learning centre descrive una opportunit di accesso a risorse per
lapprendimento (hardware, software, connettivit, servizi didattici) su base individuale.
2.2. la tecnologia
11
Gli applicativi di office automation sono i comuni applicativi presenti in ogni PC e, se usati
come strumenti cognitivi (vedi capitolo 3.1), consentono di perseguire obiettivi di sviluppo
di abilit cognitive.
I tools dedicati sono quelli realizzati espressamente per supportare le attivit formative
svolte con le tecnologie.
Il pi noto tra questi quella che viene denominata piattaforma, un insieme integrato di
applicativi che consentono di gestire corsi ed allievi, di comunicare, di tenere traccia delle
attivit svolte. Questi applicativi sono noti come LMS, Learning Management System,
quando se ne vuole evidenziare la dimensione organizzativo/gestionale o VLE, Virtual
Learning Environment quando si focalizza la sua dimensione didattica.
Questi strumenti possono integrare molte altre funzioni di supporto alla didattica, come
una biblioteca virtuale, la generazione di prove di valutazione, la condivisione di
applicazioni.
Alcuni VLE/LMS stanno integrando applicativi sviluppati nel solco del Knowledge
Management o pi a valenza pedagogica come lapprendimento collaborativo attraverso
discussione, le mappe semantiche o il brainstorming via web o pi direttamente utilizzabili
nello sviluppo di comunit di pratica.
12
2.3. i servizi di supporto
Se le ICT sono utilizzate nellambito delle diverse attivit disciplinari, il supporto quello
dato dallinsegnante, quando, invece, viene attivato lautoapprendimento assistito, il
supporto di cui necessita lallievo per far fronte ai problemi che potrebbe incontrare
durante lo studio e che sono relativi:
- ai contenuti della formazione
- alla gestione del proprio tempo di lavoro/studio
- alle modalit di apprendimento
- alluso delle tecnologie
2.4. i fattori di successo per lintegrazione delle ICT nelle attivit formative
Programmi ministeriali per il sostegno dellutilizzo delle ICT nelle scuole di ogni ordine e
grado tramite la formazione dei docenti sono promossi da tutti i Governi.
13
Il loro orientamento non solo lo sviluppo delle abilit informatiche di base in tutti gli
insegnanti (anche negli altri Paesi sono numerosi gli insegnanti che non sanno usare un
word processor o non sanno spedire una e-mail), ma sono caratterizzati per presentare
una stretta integrazione tra lapprendimento delluso delle ICT, il saperlo insegnare ed il
saper insegnare con il loro supporto.
14
3. Approfondimenti: I fondamenti pedagogici
Per quale motivo? Secondo Jonassen1 questo avvenuto perch non possibile
prevedere con accuratezza il comportamento di un organismo complesso come la mente
di una persona.
Numerosi ricercatori (Derry, Gibson, Jonassen, Kommers, Lajole, Papert, Pea, Perkins,
per citarne solo alcuni) hanno concettualizzato, con il supporto della ricerca, un uso delle
tecnologie come cognitve tool, attrezzi cognitivi, strumenti che aiutano le persone a
1
D. Jonassen, Technology as Cognitive Tools: Learners as Designer, in
http://itech1.coe.uga.edu/itforum/paper1/paper1.html
15
trascendere i limiti della propria mente come la memoria, il pensiero, la capacit di
risolvere problemi, ad organizzare ed a rappresentare ci che sanno amplificando, cos, il
modo di pensare. Quando si utilizzano le tecnologie come partner (apprendere con le
tecnologie), si scaricano sul computer alcuni carichi cognitivi improduttivi correlati a
compiti di memorizzazione, lasciando libera la persona che apprende di pensare in modo
maggiormente produttivo.
16
ambito molto limitato di possibili risposte input molto ampio
Tutto ci che possibile fare , di solito, Di solito ci vogliono ore prima che
osservabile in un periodo di tempo molto limitato, lutilizzatore abbia visto e fatto tutto ci
10 minuti o meno che lambiente consente di fare
Con gli strumenti cognitivi non sono pi gli specialisti della programmazione didattica che
costringono il processo di apprendimento delle persone attraverso sequenze di letture ed
attivit predeterminate, ma sono le persone che apprendono ad usarle liberamente per
rappresentare ed esprime ci che loro stesse sanno.
Gli strumenti cognitivi sono strumenti mentali e computazionali che supportano, guidano
ed estendono il processo di pensiero delle persone che li usano (Derry).
Secondo Jonassen, chi utilizza questi strumenti (vedi elenco precedente), non pu non
pensare in modo pi profondo ai contenuti che sta apprendendo e sviluppare, di
conseguenza, una maggior comprensione dello stesso, un apprendimento pi stabile ed
una maggior facilitazione del transfer in situazioni duso reale, di quegli apprendimenti.
17
Il pensiero legato allesecuzione di un compito ed una funzionalit necessaria quando
viene fatto con luso delle tecnologie perch le stesse richiedono allo studente di pensare
in modo significato per poter usare quellapplicativo per rappresentare ci che sa: come un
tecnico elettronico un pu riparare unapparecchiatura senza luso di tester per le
diagnosi, lo studente non pu lavorare efficacemente per un pensiero profondo senza
poter accedere a strumenti intellettivi che lo aiutino ad assemblare la propria conoscenza
(Jonassen).
Con questa visione, lo studente usa le tecnologie come uno strumento e non come un
tutor o un magazzino di informazioni.
Gli strumenti cognitivi possono essere visti, sempre secondo Jonassen, anche come un
set di strumenti che sostengono lapprendistato cognitivo in quanto sostengono
limportante processo di articolazione e riflessione che sta alla base della costruzione di
conoscenza. Essi rendono pi forte chi apprende a pensare in modo significativo e ad
essere padrone della propria conoscenza, piuttosto che riprodurre quella dellinsegnante.
Unaltra dimensione dalla quale possibile intravedere un valore aggiunto offerto dalle
tecnologie allapprendimento, quella della promozione dellautonomia e
dellindipendenza della persona.
18
Il contesto didattico in cui questa abilit pu essere sviluppata, quello
dellautoapprendimento assistito: una tipica situazione di apprendimento a distanza in cui
la persona che apprende pu organizzare il proprio percorso di studio in modo
individualizzato scegliendo, per le varie dimensioni che caratterizzano il contesto
formativo, quelle variabili che meglio rispondono alle sue esigenze.
19
Infatti, con questa modalit di studio, molte delle determinanti del processo formativo non
sono definite e gestite dallinsegnante.
20
Tutte queste abilit sono di fondamentale importanza per creare negli studenti una cultura
della formazione continua e di favorire in loro lo sviluppo delle abilit personali che
rendono possibile gestire questi percorsi.
Unarea di contenuto che sta assumendo sempre pi importanza nei curricoli formativi,
anche di formazione iniziale, quella delle key skills, o competenze trasversali o sociali:
ci a seguito della richiesta sempre pi estesa di queste abilit da parte del mondo del
mondo del lavoro e del convincimento che sia necessario attrezzare le persone con le
stesse anche in funzione di una loro maggior occupabilit e perch possano esercitare in
modo efficace i diversi ruoli sociali che si trovano a vivere.
La didattica delle key skills, come confermato anche dallesperienza in corso da alcuni
anni presso la Ripartizione 21, non pu essere la convenzionale didattica attraverso la
lezione diretta, non adatta a conseguire lapprendimento atteso che non una
memorizzazione di informazioni, ma il saper applicare in diversificati contesti quelle
conoscenze.
I concetti cardine cui ancorare il dispositivo didattico per le Key Skills sono:
21
- dalla presenza di strumenti utilizzati anche nel mondo reale;
- dalla possibilit di collaborare tra pari nello svolgimento dei compiti
d'apprendimento
- da un insegnamento delle KS in modo integrato con le materie che
tradizionalmente compongono i curricoli formativi
La focalizzazione su una simile infrastruttura consente, tanto per i contenuti che la stessa
intrinsecamente tratta e per i processi di apprendimento che attiva, lo sviluppo di tutte le
principali Key Skills.
22
Un primo modello didattico cui riferirsi quello del "circoli di apprendimento" (vedi
allegato1) sviluppato negli Stati Uniti e tuttora operativo con reti di circoli che coinvolgono
docenti e studenti di tutto il mondo.
Le attivit didattiche svolte dai "circoli di apprendimento" saranno dei "progetti" (sulla base
dell'omonimo metodo didattico) a tema correlato ai contenuti della didattica curricolare
oppure ad attivit professionali. I progetti potranno essere sviluppati collaborativamente
anche tra pi classi remote oppure in collegamento con il programma I*EARN (vedi
allegato 1).
Alla realizzazione dei "progetti" potranno collaborare pi docenti e realizzare, cos, una
didattica interdisciplinare.
23
- all'ente gestore di disporre di una infrastruttura tecnologica e di una metodologia che
pu supportare processi formativi di diversa finalizzazione e contenuto;
- all'ente gestore di adottare un approccio con forti barriere all'entrata (costi iniziali
dell'infrastruttura e competenze per la sua gestione).
La soluzione virtuale risulta, infine, coerente con lo stile di approccio alla conoscenza e di
comunicazione tipico dei giovani - gli utenti dei corsi di base che non lineare (ed
"ipertestuale"), variato nei suoi codici ( cio "multimediale") e fortemente caratterizzato
dall'uso di strumenti nuovi ( basato sulla tecnologia).
Due tra i principali problemi che si incontrano nella formazione professionale iniziale sono:
- la scarsa motivazione allapprendimento dimostrata dagli studenti;
- la limitata efficacia delle strategie didattiche tradizionalmente utilizzate nella didattica.
Una delle possibili ragioni di questi problemi da ricercarsi nel paradigma pedagogico
dominante (che, spesso, non adottato in modo consapevole dagli insegnanti) che
centrato sulla disciplina da apprendere e sul docente che la insegna.
Il presupposto su cui si fonda questo paradigma che il modo migliore di apprendere sia
quello di partire dalla materia oggetto dello studio e di tradurla in sequenze di
insegnamento (fatte di contenuti e metodi) secondo una serie di principi descritti
dallInstructional Design e che fanno riferimento alla struttura del contenuto ed ai processi
cognitivi coinvolti.
24
Una premessa di questo paradigma e che tutti possano imparare tutto, basta che il
contenuto sia proposto nel modo pi adeguato; una conseguenza che la persona che
apprende una variabile indipendente del processo formativo, una dimensione, cio, che
non introduce nel processo alcun condizionamento e di cui non necessario tener conto.
Questa premessa la causa di tante inadeguatezze del sistema distruzione basato sulla
disciplina perch la persona che apprende non un processore che riceve un input di
programmazione e reagisce, sulla base delle regole di funzionamento che gli sono state
impartite, con un comportamento diverso (perch ha appreso) come conseguenza diretta
di quellinput e per il mezzo della trasformazione secondo le regole.
Questo non vale per una singola persona e non vale, a maggior ragione, per tutte le
persone presenti, ad esempio, in una classe.
E necessario, quindi, basare le attivit formative a partire dalla persona che apprende.
Questo paradigma sviluppato dal costruttivismo, le cui origini possono essere datate agli
inizi del 900 e che ha trovato un considerevole sviluppo applicativo, in termini di strategie
didattiche, nellultimo decennio grazie alle opportunit offerte dalle tecnologie informatiche
e telematiche.
25
Il contributo delle ICT nellallestimento di ambienti dapprendimento che operano sulla
base di questi principi rappresentato dalla possibilit che queste offrono per:
- accedere ad una vasta massa di risorse informativo/conoscitive;
- approcciare queste risorse attraverso modalit attive di ricerca e scoperta;
- connettersi ed interagire facilmente con altre persone;
- sostenere e facilitare lo sviluppo di processi cognitivi avanzati.
Un ricercatore (Curtis Jay Bonk, in: Searching for Learner-Centered, Constructivist, and
Sociocultural Components of Collaborative Educational Learning Tools) ha correlato i
principi sviluppati dalla American Psycological Association sulla didattica centrata sulla
persona che apprende ai diversi strumenti disponibili e ne ha identificato il contributo
offerto.
I principi (in allegato 3 una descrizione, in inglese) fanno riferimento ai seguenti 14 ordini
di fattori:
- cognitivi e metacognitivi
- natura del processo di apprendimento
- obiettivi del processo di apprendimento
- costruzione della conoscenza
- pensiero strategico
- pensiero sul pensiero
- contesto dellapprendimento
- motivazionali ed affettivi
- influenze sullapprendimento di tipo motivazionale ed emotivo
- motivazione intrinseca allapprendimento
- effetti della motivazione sullo sforzo dapprendimento
26
- di differenze individuali
- differenze individuali nellapprendimento
- apprendimento e diversit
- standard e valutazione
Infatti, le tecnologie:
- consentono alla persona che apprende di avere nelle proprie mani gli strumenti per
lapprendimento;
- consentono di svolgere compiti di apprendimento sempre nuovi e che stimolano la
curiosit, consentono di fare scelte personali nella loro esecuzione, offrono un
adeguato grado di difficolt, ne consentono il controllo da parte di chi apprende,
impegnano ed offrono emozioni;
- consentono il confronto di punti di vista differenti, anche interculturali.
27
Allegato 1: I circoli dapprendimento
Nella versione originaria di questo metodo (I*EARN sviluppato ad opera del AT&T
Network; il progetto tuttora gestito dallInternational Education and Resource Network),
lapprendimento cooperativo che si sviluppa in un contesto daula incorpora la variante di
una pi ampia differenziazione dei soggetti che interagiscono ed apportano esperienza.
Questo ottenuto facendo interagire gruppi-classe diversi, anche distanti tra di loro, e
mantenuti in relazione attraverso tecnologie di rete.
La collaborazione tra classi diverse con gli strumenti di Internet ha dimostrato un aumento
della motivazione degli studenti verso attivit didattiche per loro poco motivanti come
leggere e scrivere.
28
5. valutazione del processo.
Nel caso della realizzazione di pi Progetti allinterno del Circolo, una classe assume il
ruolo di sponsor del Progetto e lo coordina in tutte le sue fasi. E opportuno che ciascun
gruppo-classe partecipante al Circolo agisca come sponsor di un Progetto.
Un docente funge da coordinatore della rete mentre un docente per gruppo/classe anima il
lavoro dello stesso.
29
Allegato 2: CSCL, Computer Supported Collaborative Learning
Ora CSCL viene usato come termine autonomo in quanto le forme d'insegnamento e di
apprendimento ad orientamento costruttivista che integrano le ICT non solo riconducibili
solo alla "collaborazione"e le tecnologie utilizzabili non sono solo il computer.
Il termine CSCL viene, quindi, ora usato per designare una scienza emergente nell'ambito
delle tecnologie dell'istruzione che, con estrema semplificazione, potremo riferire, da un
lato, all'epistemologia costruttivista e dall'altro all'integrazione delle ICT nei processi di
istruzione.
Luso delle tecnologie, in generale, e del computer, in particolare, a supporto delle attivit
didattiche non nuovo: prima ancora del PC, la radio , la televisione, il cinema hanno
fornito strumenti e metodi ad ausilio dellattivit didattica degli insegnanti. E, per, solo
con il 1960, anno in cui IBM rilascia Coursewriter I, il primo sw autore di materiali didattici,
che le tecnologie di ultima generazione entrano nelle attivit educative trasformandole
significativamente.
Questi primi concetti e strumenti tecnologici sono concepiti come ausili allattivit didattica
e si rifanno alla visione dapprendimento e riproducono il modello dinsegnamento
dominante, quello comportamentista, secondo cui apprendere significa assorbire
determinate conoscenze ed insegnare vuol dire identificare modalit che massimizzano il
processo di trasmissione/distribuzione e memorizzazione delle stesse.
30
Quei primi paradigmi di introduzione delle tecnologie didattiche, non hanno fatto che
replicare, su base informatica, il paradigma dellistruzione programmata tendendo a
conferire la massima efficienza possibile alle attivit didattiche.
Una prima riflessione sistematica sul CSCL viene fatta risalire dal Koshmann (op. cit) al
1992 ii quando, nellambito dellannuale meeting dellAmerican Educational Researcher
Association, i membri di quella Associazione erano stati chiamati a discutere sulle teorie
che implicitamente ed esplicitamente sottostavano alle loro attivit di Networked
Computer.
Il modello distruzione che emerge dalle varie pratiche viene denominato apprendimento
collaborativo definibile come mutuo impegno dei partecipanti in uno sforzo coordinato di
risolvere un problema assieme iii.
Le applicazioni del CSCL sono, oggi, assai differenziate e possono essere categorizzate
rispetto a:
- il luogo dutilizzo: pu essere allinterno di una classe, tra pi classi ed al di fuori della
classe;
- le modalit di utilizzo della comunicazione: i soggetti coinvolti interagiscono in modo
sincronico o asincrono;
- le funzioni delle tecnologie allinterno delle attivit didattiche: presentare o simulare un
problema, aiutare a situare il problema in un contesto reale, mediare al comunicazione
allinterno di un gruppo o tra gruppi, raccogliere i prodotti realizzati.
31
32
Allegato 3: Principi dellapprendimento centrato sulla persona che apprende
For a full text of the principles listed as well as additional rationale and explanation, call or write to the
American Psychological Association (APA) for the December, 1995 report "The Learner-Centered
Psychological Principles: A Framework for School Redesign and Reform" (Note: the following summary
of the 14 LCPs appeared in the Newsletter for Educational Psychologists, Learner-centered
psychological principles revised (1996), 19(2), 10).
1. Nature of the learning process. The learning of complex subject matter is most effective
when it is an intentional process of constructing meaning from information and experience.
2. Goals of the learning process. The successful learner, over time and with support and
instructional guidance, can create meaningful, coherent representations of knowledge.
3. Construction of knowledge. The successful learner can link new information with existing
knowledge in meaningful ways.
4. Strategic thinking. The successful learner can create and use a repertoire of thinking and
reasoning strategies to achieve complex learning goals.
5. Thinking about thinking. Higher order strategies for selecting and monitoring mental
operations facilitate creative and critical thinking.
6. Context of learning. Learning is influenced by environmental factors, including culture,
technology, and instructional practices.
7. Motivational and emotional influences on learning. What and how much is learned is
influenced by the learner's motivation. Motivation to learn, in turn, is influenced by the
individual's emotional states.
8. Intrinsic motivation to learn. The learner's creativity, higher order thinking, and natural
curiosity all contribute to motivation to learn. Intrinsic motivation is stimulated by tasks of
optimal novelty and difficulty, relevant to personal interests, and providing for personal choice
and control.
9. Effects of motivation on effort. Acquisition of complex knowledge and skills requires
extended learner effort and guided practice. Without the learner's motivation to learn, the
willingness to exert this effort is unlikely without coercion.
33
10. Developmental influences on learning. As individuals develop, there are different
opportunities and constrains for learning. Learning is most effective when differential
development within and across physical, intellectual, emotional, and social domains is taken
into account.
11. Social influences on learning. Learning is influenced by social interactions, interpersonal
relations, and communication with others.
Individual Differences
12. Individual differences in learning. Learners have different strategies, approaches, and
capabilities for learning that are a function of prior experience and heredity.
13. Learning and diversity. Learning is most effective when differences in learners' linguistic,
cultural, and social backgrounds are taken into account.
14. Standards and assessment. Setting appropriately high and challenging standards and
assessing the learner as well as learning progress--including diagnostic, process, and outcome
assessment--are integral parts of the learning process.
i
Koshmann T (1996), Pardigm shift and instructional technologiy: an introduction, in: Koshmann T (eds), (1996),
CSCL: Theory and Parctice of an Emerging Paradigm, Lawrence Erlabum Associates, Publisher
ii
anche se lo steso Koshmann attribuisce la nascita del paradigma al 1989 quando, proprio nel nostro Paese, a
Maratea, ebbe luogo un workshop nellambito del NATO Special Program on Advanced Educational Techology;
iii
Roschelle e Behrend citati da Koshmann (op.cit)
34