Professional Documents
Culture Documents
Schemi by Olivia
Nigel Warburton
La questione dell’arte.
Clive Bell
Art, 1914 (inizi XX sec)
Bell realizza con Art un’ottimo manifesto del post impressionismo ma non dà una teoria
soddifacente di cosa sia l’arte.
“l’arte è forma significante”
Nota: Bell non era un filosofo di professione.
Ipotesi estetica:
Alcuni oggetti sono dotati della capacità di produrre un’emozione estetica in osservatori sensibili.
E’ irrivlevante quando siano stati prodotti, chi li abbia prodotti o perché. Il potere di produrre
un’emozione estetica è inerente alla forma significante che è combinazione di linee forme e colori
posti in relazione tra loro (forma, colori e spazio tridimensionale).
Critiche:
- circolarità viziosa tra le difinizioni di opera d’arte e forma significante.
- Elitarismo: non tutti possono cogliere la forma significante. (Tuttavia non c’è distinzione di
educazione)
- Decontestualizzazione (non imp. il dove, il quando, il perché della realizzaz. dell’opera e
nemmeno il chi) -> formalismo.
- Troppo scarsa considerazione della rappresentazione.
L’errore principale di Bell è forse quello di cercare le caratteristiche comuni delle opere
d’arte… cosa che non è detto ci sia.
La teoria di Bell sembra l’elevazione ad ideale oggettivo dei gusti di una piccola ma influente
sotto classe della società inglese.
The Railway Station, William Powell Frith -> rappresenta emozioni, non le crea.
Lac d’Annecy, Paul Cézanne -> dà più imp. alla forma che alla rappresentazione.
David Hume, Allan Ramsay -> ritratto in cui gli elementi rappresentativi fanno parte
dell’opera!
Le raggenti dell’ospizio di Alms, Frans Hals -> non possiamo considerarne soltanto la forma ma
anche la contingenza nella quale il pittore povero dipingeva le signore ricche (Berger)
- l’arte non è una categoria atemporale, ma una categoria che si evolve come le società in cui
le opere sono create.
- Espressionismo -> l’arte è esperessione immaginativa di un’emozione.
Espressione = trasformazione di sentimenti imprecisi in sentimenti precisi.
- Idealismo: l’opera non richiede necessariamente di essere realizzata in un materiale
particolare. E’ già opera d’arte come mera idea. La realizzazione materiale serve a renderla
comunicabile -> a ricreare l’idea nella mente altrui. L’opera d’arte esiste solo nella mente di
chi la crea e di chi l’apperezza.
- L’opera d’arte non è mai finita.
- L’artista deve avere un minimo di abilità tecnica, ma non è questa a fare l’artista. Non tutti
possono diventarlo.
Arte
Artigianato: Artigianato
Arte magica Arte così detta
Arte ricreativa
L’arte esprime un’emozione, non è concepita allo scopo preciso di suscitarne una.
Arte magica: Opere che costituiscono mezzi aventi il fine prestabilito di suscitare particolari
emozioni (es. un rito -> emozione religiosa; Un inno -> emozione patriottica). Le emozioni che
suscita hanno una funzione, quindi è utile (è utilitaristica).
Arte ricreativa: ha come fine stesso la liberazione di emozioni (piacevoli). E’ edonistica. Porta alla
corruzione morale.
Influenza di Croce -> la forma esteriore non è essenziale allo status di opera d’arte.
Obiezioni:
1) La teoria di Collingwood includerebbe nell’arte cose la cui artisticità non è ovvia. Sembra
implicare che ogni espressione immaginativa sia opera d’arte. L’osservatore riesprimerebbe
in modo immaginativo l’emozione che è presente all’interno dell’opera.
2) La teoria di Collingwood esclude molte opere d’arte paradigmatiche. Per esempio tutta l’arte
cristiana del rinascimento, volta a suscitare un’emozione connessa ai fatti religiosi, non al
chiarimento di un sentimento inizialmente vago.
3) Anche se C. avesse ragione riguardo a che cos’è l’arte, la sua spiegazione non ci fornirebbe
un modo per distingure tra vera arte ed arte così detta. Che l’opera sia o no d’arte dipende
dalla storia di come è giunta ad essere quella che è (eziologia). Cosa che è spesso
sconosciuta. (Hitchcok ha dichiarato di aver creato Psyco manovrando sapientemente le
emozioni del pubblico… Ma magari il film è il raffinamento di un’emozione).
Weitz è uno dei più influenti filosofi che, a partire dagli anni 50, subirono l’influenza delle
riflessioni di LudwigWittgenstein sulla natura del linguaggio.
Edmund Burke -> sostiene che nel complesso gli esseri umani apprezzano la novità in ogni campo.
La teoria di Dickie è classificatoria, non valutativa, cioè non si interessa del valore dell’arte (non
importa se l’oggetto candidato all’apprezzamento venga poi apprezzato).
Artefatto, nel senso inteso da Dickie, indica qualsiasi oggetto che sia stato prodotto o modificato
dall’intervento umano. Una modifica che può consistere nel semplice mettere un evidenza, anche il
solo indicare (così può essere reso arte un oggetto naturale, persino carote e tramonti) -!!!.
Critica 1: banalizza l’arte -> qualsiasi cosa può diventare arte basta che qualcuno che si ritiene
artista la dichiari arte. – Tale critica non invalida la teoria.
Critica 2: In base a cosa il mondo dell’arte conferisce lo status di opera d’arte? Per qualche ragione
o arbitrariamente?
a) Se è per qualche ragione tale ragione costituirebbe una teoria dell’arte diversa da quella
istituzionale.
b) Se lo fanno arbitrariamente perché dovremmo essere interessati a che cos’è l’arte (quando
essa venisse prodotta nel corso di un processo così capriccioso)?
Critica 3: Circolarità tra le definizioni di “opera d’arte” e di “mondo dell’arte” -> Dickie non
considerava tale circolarità viziosa.
Critica 4: Qualcuno potrebbe dichiarare opere d’arte tutti gli artefatti del mondo e questi sarebbero
opere d’arte senza che nessuno lo sappia.
La seconda versione della teoria è meno elegante e sintetica, ma non risolve i problemi della prima.
Non risponde a “cos’è l’arte?”
E’ opera d’arte ciò che è prodotto con l’intenzione che sia considerato tale (in qualcuno dei modi in
cui è stata considerata l’arte in passato).
L’intenzione può essere:
- specifica: l’artista sa in quale dei modo specifico in cui è stata considerata l’arte vuole che
sia considerata la sua opera (es. che una scultura di filo di ferro sia considerata come le
sculture di filo di ferro precedenti)
- non specifica: l’artista vuole che l’opera sia considerata in uno dei modi in cui è stata
considerata l’arte in passato.
- “intenzione inconscia dell’arte”: un artista può volere che le sue opere siano considerate in
un modo che non ritiene sia “artistico”, ma che è uno dei modi in cui è stata considerata
l’arte in passato. Es. Wallis poteva desiderare che i suoi dipinti fossero considerati come
rappresentazioni di navi in mare, del tutto ignaro che quello era uno dei modi etc etc.
Critiche:
1. Anche se Levinson fornisce una spiegazione ad hoc sulla prima arte, questa non è
convincente.
2. La sua teoria è troppo inclusiva. Es. Finirebbero per essere arte anche le foto scattate per i
passaporti perché hanno in comune con certa arte ritrattistica l’essere testimonianza visiva
riguardo all’aspetto dell’individuo.
Art brut e outsider art: Le opere di certe persone sono state considerate arte sebbene gli autori non
si considerassero artisti. V. i dipinti di barche di Alfred Wallis e le foto di Erneast James Boelloq
(Storiville – foto di prostitute). -> sono ossi duri per le teorie istituzionali.
Può valere la pena di porsi la questione dell’arte, ma è più produttivo porla rispetto alle
singole opere piuttosto che come problema generale.
[Tra quelle esaminate la teoria dell’arte a cui W. è più propenso è quella delle somiglianze di
famiglia. Tuttavia non esclude che questa possa essere smentita dall’emergere di una caratteristica
comune non esibita.]
L’esempio sull’analisi di casi particolari confronta due fotografie: Film Still #21 di Cindy Sherman
e Carri armati in piazza Tien Anmen, Pechino, Stuart Franklin.