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MONTESQUIEU LETTERE PERSIANE Traduzione di Adolfo Ruata Introduzione di Chiara Agostini Le Lettere persiane annunciano Ia piu straordinaria stagione intellettuale dell'Europa moderna, illuminismo, e tuttavia sul mondo moderno gia posano uno sguardo straniato e penetrante, svelandone lartificio dei rapport e il conformismo politico. Romanzo epistolare e, sieme, satira di costume, pamphlet politico e fantasticheria esotica, quest'opera, che attraverso passioni e sogni e teorie della cultura settecentesca, appare oggi come il primo singolare racconto della ragione moderna, dele sue ambizioni e della sua crisi, del suo progetto di trasformazione e del suo Scacco. Dietro la finzione d'un dialogo tra Oriente el Occidente cid che sulla scena delle Lettere persiane si rappresenta € in realta un monologo che l'Occidente intrattiene con se stesso. Se L'esprit des lois consegnera limmagine d'un Montesquieu grande teorico della politica, le Lettere rrsiane dicono di quell'immagine il segreto carattere: Vironia e il bonheur, Vinquietudine e il sorriso. Charles-Louis de Montesquieu Lettere persiane a cura di Chiara Agostini Feltrinelli Economica Titolo dell opera o Lettres persanes Traduaione dal francese e note al testo di ‘Adolfo Ruata Prima ediione nell Universle Economics: eprile 1981 Copyright by © Giangiacomo Feltrnelli Eaitore Milano Introduzione “Concedetetni Vispirazione! Lungo il cammino d'una ricerca interminabile sento la minaccia della infelicita, Uella noia. Date al mio spitito lo charme e la dolcezza che tun tempo sentivo, ¢ che adesso s'allontanano da me. Mai Sete cos! divine come quando, conducete alla saggezza € alla verita attraverso il piacere.” ‘Questa Invocazione alle Muse, custodita nel manoscritto de Desprt des lois, forse il luogo ove pit esplicitamente Montesquieu tradisce il segreto della sua “ispirazione.” Liintreccio di “plaisir” “sagesse”, la congiunzione di “charme” e *vérité” sono infatti il motivo che i suoi testi incessantemente ripetono, sfidando ogni volta Ia minaccia della “tristesse” ¢ dell"“ennui.” Dalle opere giovanili fino all Essai sur le godt le pagine di Montesquieu mormorano tuna domanda sul sapere che mai rimuove la propria impli cazione radicale con il desiderio di felicita, con Vattesa del bonheur. E dicono, quelle pagine, Vostinazione d'un pensie- 10 che, nel suo movimento costitutivo ¢ nelle sue ramifica- vioni tematiche, rifiuta di separare “corpo” ¢ “anima, ragione e passione, sensi ¢ intelletto. Nelle Lettres persanes questa tensione, questa disposi- sione teorica si fa scrittura, si trasforma in “energia di pa. rola,” come direbbe Barthes! La riflessione critica & mo- dulata sul ritmo del gioco letterario, € sul velo ironico fe. Baars, Critice © vert, umd, it. C. Losigalt © A Bono, ‘orine, 1. 5 della finzione narrativa respira la profondita della medita- zione filosofica. ° " ve del fs Un romanzo “en lettres.” La formalettera trattiene la scrittura in una dimensione sospesa tra il dissolversi del Tepica e il dispiegarsi del romanzesco moderna. Del rac conto epico & scomparso eroe, come luogo di unith delle avventure; ma cid che ancora permane & Vessenza della narrazione, ovvero Ta capacith i comunicare, di ramet tete esperienze vissute altrove e in un altro tempo, affin ché chi ascolta ne tragga consiglio. ae Questa gromica del narrare — da Benjamin riconosciuta come tratto specifco dellepica® — & tuttavia gid defluita nel tumultuoso quotidiano della moderna *prosa del mondo,” 2 git contaminata dalla forma-romanzo. Certo, la scansione elsolareintesrompe Hl compato,svolgis dlfzione de personaggi, ma perché nelle smagliarure della trama possa Mforare il disegno d'un lira tama: quella dellargomen- tion flosfen¢ delanalist pol, |,Dialtta parte, la lettera — non ancora spazio romantico della confessione, della contemplazione inteiore ¢ della 1 membrana — cues Ia sritura vers un ris dics sivo-colloguiale: ce la finzione di wn dialogo. Ul poter rogionare di flosofi ediseutereintorno a question! polltiche € morali appartiene interamente al gioco di questa finzione E non diventa mai una semplice parentesi diversiva, ¢ nep- pare Voccasione d'un intrattenimento pedagogico,” Poiché si tratta di un gioco, per cosi dize, maicutico, motivato in profondo da un interesse conoscitivo, Nella rete della cozrispondenaa fra Usbek, Rica, Redi e ai ami penn con percorso inecciate domande ¢ risposte che allusivamente ricalea Ia linea dialogica segna dha classic anticht. Come 8, per altro verso, un'ndieni ne anticipatrice: una sorta di prefigurazione — entro il Imjerocosmo creato dalla invenaione letteraria — di quel to raziocinante che lungo il corso del XVIII secolo 2 cin. W. Banyan, I naratore. Contidercroni aul opera di_N. Leskog in Anaslur Novus, ted 6 ine, Gh Re Soc Poon, sot ince di Sota, "Torino, 1902, 6 defnita Pambito di formazione della “sfera,pubblica bor, hese” (per usare una terminologia che & di Habermas).* La scena rappresentata nelle Lettres persanes si colloca appena agli inizi del Settecento, ma in essa 2 gia presente Patmosfera dei salost, dei caf det teasi francesi, animati dalle dotte e brillanti conversazioni dei philosopbes. Dell’e- ppoca illuministica s'ayverte gid tutto lo slancio immaginati yo e il fervore intellettuale: gid prende forma l'annuncio una mutazione. Pet questo Montesquieu sari molto amato dagli encyclopédistes e molto letto durante gli anni che im- mediatamente precedono la Rivoluzione. ‘Eppure, sia entro Lordine discorsivo della moderna ratio enciclopedica sia nella forza tragica del grido “liberta © morte” ve qualcosa di radicalmente esitaneo ¢ lontano dall'esprit di Montesquieu: nel frattempo & maturata. una visione del potere che impedisce il sogno d'un equilibrio fondato sulle “lois,” ¢ una disciplina del sapere s'= imposta, che ostacola Pandatura trasgressiva e appassionata, delicata fe corrosiva insieme, della critica. Di quella critica che invece Si dispiegava in sapienza narrativa enteo il testo delle Let- tres persanes. Di questo testo si pud dire che & un romanzo epistolare € un conte philosophique, ma anche una cronaca di viaggio, tn libello di satira politica, un_ breve trattato di morale © tuna novella esotica: se ogni definizione riesce a cogliere nel ‘egno, nessuna ha in sé Ia forza di evocare il sapore proprio delopera. Un sapore che fu immediata lusinga © provocs: ione per il pubblico settecentesco educato a esercitare, la facolta del “gusto,” incline a fare del piacere una modalita del conoscere, Meditando sulle ragioni dell'accoglimento del testo, & Yautore stesso. a dischiudere un primo vatco all'interpreta- vione: nelle Lettres “il piacevole,” afferma Montesquieu, “consisteva tutto nelleterno contrasto tra le cose reali ¢ la rmaniera singolare, ingenua o bizzarra con cui venivano colte.” 2 Che J. Haneayens Storie ¢ citics della opinone pubblice, it oi Aiming, BMasing'e W. Perea, Buri, 1977 La realtd dell’Occidente europeo si mostra agli occhi at tenti ¢ indagatoti di alcuni voyagewrs, giunti dalla lontana Persia, Partiti da Ispahan, attraversata la Turchia, conosci te Te citea di Venezia, Livorno e Marsiglia, Rica e Usbek osano spingersi fino a Parigi, Ia capitale dello splendore monarchico di Luigi XIV. Qui il loro sguardo osserva co stumi e abitudini, s'addentra nelle istituzioni, interroga Je egai, animaio dalla meraviglia e sostenuto dll*envie de Dalla spregiudicata_naiveté, dalla ironia “metafisica” i questo sguardo la percezione ‘consueta delle cose desli eventi viene stravolta, sicché Vimmagine usuale che la societa dell'Ancien Régime ha di se stessa si frammenta in un caleidoscopio imprevedibile: danza di stravaganti figure, ordito di situazioni multicolori Il punto di vista “straniato” dei Persiani genera una prospettiva che & in effetti, nuova, singolare e bizzarra, Una prospettiva in scarto nei confronti di un “apercevoit™ reso opaco dallassuefvion, e capace, di provcae tipeto tamente “curiosité,” “surprise,” “embarras.” Proprio. per questo in grado di dislocare Ja sensibiliti del lettore verso Ja soglia del piacere, secondo quanto suggerisce lo stesso Montesquieu nell'Essai sur le gotit. In questo scritto si pos: sono infatti ritrovare — divenuti parole-chiave d’una trat- tazione teotiea che distancia di cofpo ell ideal di axtratta verita delle poctiche classiciste — gli stessi clementi che ap- pattengono alla tessitura narrativa delle Lettres persanes. Il piacere della sorpresa, dungue, della curiosita legata alla percetione improvvisa del “nuovo,” di cid che non & git previsto: il fascino, ovwero Timbarazz0, della scoperta, In- fatti, proprio attraverso il movimento della finzione lette raria il Tettore scopre una veritd essenziale: che tutto & fin- zione, Come nota Starobinski, attento interprete di Monte- squiew: “sa Getion des Persanes vient démontrer que Pon vit de fictions”; paradossalmente “I’épreuve des masques est une épreuve de la vérité."* Occotre dungue celasi sotto Je vesti di “falsi” Persiani per vedere che Vinganno ¢ T'tti ficio sono lautentico abito del mondo. Di un mondo — que- +), Staton, Montesquiew par uiméme, Pais, 1953, p. 6. Jo della Parigi di Luigi XIV e della Reggenza — che s'identi- fica con I’universo stesso della Mondanita ¢ della Moda. Che somiglia allo scenario d’un grande ballo in maschera, dove chi danza non é pit riconoscibile dietro il suo travestimento. E dove cid che conta non sono piti i soggetti concreti, bensf Vastuzia del maguillage che copre il loro volto, la ricchezza del costume che nasconde il loro corpo, la regia delle mo- venze che guida i loro passi. Montesquieu distende il ricamo fine della scrittura sulla vita della societa francese del suo tempo, deformandone co- sii tratti con la leggerezza propria della fantasia ¢ dell'in- venzione, E tuttavia riuscendo cosf a dire di questa societ’ quel che la documentazione storiografica si lascia quasi sem- pre sfuggire. Non la riproduzione fedele del quadro storico dell’Ancien Régime si deve dunque cercare nelle Lettres ppersones, ma una sua straniata interpretazione, non una ezoace impede © neue, ma una trasvaltazione fata stica e morale Eccoci, dunque, a Parigi: nel centro pulsante dell'Euro- pa del XVIII secolo. Guardando nella *bizzarta” prospet- tiva dei Persiani, il profilo della cit s'avvicina e prende rilievo: Te sue “ease sono cost alte che si_erederebbe vi abitino solo degli astrologi,” sctive Rica. T suoi abitanti “corrono, volano,” animando le vie ¢ le piazze di una pet- manente confusione. Per il suo movimento Parigi stordisce IU isatore steaier.E lo cosine al’smmirazione dovant allabilita politica del suo monarca — che *® i potente d Europe" —, davantl alloperosith ¢ fra i quali “regnano libertd e uguaglianza.” E tutravia questo monumento innalzato dall’Occidente ta nel 1758 dallavwocato Ricisn, editore delle Oewores de M. de Monterquiew, aveva sequto Vedizione del °54 e in generale teneva conto delle correrioni dei quademn, salvo alcuni dettagli: manteneva, fd exempio, quella lettera che Peutore intendeva sopprimere. Lredizione extca pid autorevole & comungue quella condotta dal Barckhausen sul testo. delf'edzione princeps, riveduto secondo Je cotreioni trasriie net "papiers de La Bride,” con Taggiunta di ‘an'Appendice che comprende diversi Fragments lasciati da Monte- squieu, Pubblicata dal'Tmprimerie Nationale nel 1897, ® stata th Stampate nel 1913, da Hachette, in 2 voll; ad essa sono conformi ‘quasi tutte le edizoniertiche pid receti, come quella di Carcassonne, (Paris, Les belles lettres, 1925), seguita dalla presente traduzione. 2 Nota bibliografica Dele edizioni crtiche delle Lettres persanes si & gid dats noti sia 5 itdicano qui di seguto Te edizion! delle Oenores completes di Riooneajoies pit acredtate eriamente © di facile repel le aorreeny italiane pid recent, le rassegne bibliografiche, ¢ infine Mount degli studh sulle Lettres’ persanes Edizioni ores comple, texte potent et anno pit R. Callas, Pai ewe com iue de la Paes" due voll, 29471951, fn. DD. enn eee, pubes sue In diction A, Mason, Pats Teen tine 195019931955, tis. 1975 (Questa ediione Nae cade che le Correspondance Traduzioni italiane Levee pene, Roa, Fora, 1922 Milano, Rizal, 1992 Tel, UTET, 136, a : pina veniel Iedt (1764799), Tosng, Elna, S44. een ub t,o a en, OTE, de we ie bee cc Nat Bbonrfed. Viaggio “Tete trad. di M. Colesanti, con pref. di G. Macchia, fe, Later, 97 : fr ee a plc «con 6 N, Maes, Bolo, 1 ‘sine, 17 " Nore eet dete police, alot 8 ea cata tA Hat oe ny 79 (eon ual © A Nat bbe cont eae del wondezs ej Roman dele tro Len ee N Mot Toro, Bion, 980 a Bibliografe generai su Montesquieu D.C. Casey, Monterguiew: a Bibliography, New York, New York ‘Public Library, 1947 (la pié completa fora esistete), aggior fata dllo stesso autote con A supplementary Montesguiew Dibligrey, in * Revue internationale de philosophic,” IX, 1955, pp. 409-494 J. Erman, Ler études sur Montesguien et “Lesprit des lois” in “Liinformation Litérie,” XI, 1959, pp. 5566. ©. Rosso, Monterquiew présent: dtudes’et travaux depuis 1960, in “Dixhoititme sil,” n. 8, 1976, pp. 374-404 Studi sulle “Lettres persanes* R Lauren, Le réussite romaneraue et la signification des Lettres Dersant, in "Revue dhisoie iéraite de la France,” LXI, 1961 R, Mencier, Le roman dans les Lettres persnes: structure ot sig fication, in *Revue de sciences humaines," LXXVI, 1962. P. Kea, The Invisible Chain of the Lettres persanes, in *Studies on Volare,” XXIII, 1964 . Moras, Sur les Lettres persanes, in “Nouvelle Revue Francaise,” XI, 1964 E, Catavou, Des Levies persanes oubliger, in “Revue histoire Titéaie de la France,” LXV, 1965, R. Kunoe, Les Lettres pevsanes ou le corps absent, in “Tel Quel,” VI, 1965. P. Testo, Les Lettres persanes, roman épstlare, in “Revue di stoire de la France,” LXVI, 1966 H.W. Warps, Let Lettres persones, in “Essays in French Lite ature” T, 1966, N, Matint, La structure des Lettres persanes, in *Annali dellIsti- tuto universitario orientale,” Ser. Romanza, Napoli, 1968. B, Dream, La pentte et Vaction dans les Lettres persaves, in “The French review.” XLITI, 1969 [AL Wantanuisy Erticiom and polities im the Lettres persanes, in “Romanie’ Review,” LX, 1969. J. Bamana, La signification politique des Lettres persanes, in *Aci- ves des Lettres moderne,” n. 116, 1970. P. Kna, Religion in Montesquiew's Leteres persones, Gendve, 1970. F. Sou, Montesquiew et le Régence, in AAV, La Régence, Pats, 1990. Per le fonti del testo, cfr. Catalogue de la Bibliotheque de Mon tesguieu, Dron, L. Desgraves, 1954 Lettere persiane Alcune riflessioni sulle “Lettere persiane”™ E piaciuto molto trovare nelle Lestere persiane, inatte so, una specie di romanzo. Se ne vede il principio, 10 svi Tuppo. la fine; i diversi personaggi sono collegati. A mano amano che si prolanga la loro permanenza in Buropa, i ostumi di questa parte del mondo prendono nella Joro men- fe un aspetto meno meraviglioso e bizzarro, ed essi, secondo Flore differenti caratteri, sono pit o meno colpiti da que- sto bizarro e meraviglioso. D'altra parte, nel serraglio fsiatco, il disordine cresce col prolungarsi dell’assenza di Use, ‘cio’ secondo i crescere della smania e il diminuire dell'amore. Del resto, questa specie di romanzo di solito riesce per- ché vi si desctive personalmente la propria situazione at- tuale, e cid fa sentire le passioni meglio che tuti i racconti che ce ne potrebbero fare, E uno dei motivi del successo Gi qualche opera deliziosa che @ apparsa dopo le Lettere ‘Tnfine, nei soliti romanzi, le digtessioni non si possono ammettere se non quando formano di per sé un nuovo to manzo, Impossibile mescolarvi dei ragionamenti, perché, Slecome nessuno dei personaggi vi 2 stato introdotto allo Scope di ragionare, questo guasterebbe il piano ¢ la natura Gellopera. Ma, data la forma epistolare, per cui gli attori ono scelti e gli argomenti che si trattano non, dipendono Ge aloun disegno 0 piano gid fissato, PAutore ha avuto il Vantaggio di poter mescolare 1a flosofa, Ia politica ¢ Ja + pubblcnte per Is prin wois nelle del 1754 ‘morale a un romanzo, e di collegare tutto celata ¢, in qualche modo, sconosciuta Le Lettere persiane ebbero subito tn successo cost stra- ordinario che i librai fecero di tutto per averne una conti- nuazione qualsiasi, Andavano a tirar per la manica tutti quelli che incontravano ¢ dicevano: “Signore, fatemi delle Lettere persiane.” ‘Ma cid che ho detto or ora & suffciente a dimostrare cche esse non sono suscettbili di alcuna continuazione; me- rho ancora di alcuna mescolanza con lettere sctitte da’ altta mano, per brillanti che siano. Pid d'uno ha trovato audaci aleuni passi del libro, ma jo Io prego di porte attenzione alla natura dellopeta. T Persiani, che dovevano rappresentarvi una parte cosf impor- tante, si trovavano trapiantati d'improvviso in Europa, cio in un altro mondo. Era necessario presentarli pet un cetto petiodo pieni d'ignoranza e di pregiudizi. Si cercava soltanto di far vedere Ja nascita e lo sviluppo delle loro idee. I loro primi pensieri dovevano essere singolari; pareva che non ci fosse nientaltro da fare che dar loro una singolaritt com- patibile col buon senso. Non cera che da ritrarre i loro sentimenti davanti ad ogni cosa che fosse loro apparsa stra ordinaria, Lungi dal pensare a porre in discussione qualche principio’ della. nostra religione, non ci veniva nemmeno il sospetto di essere imprudenti, Questi aspetti si troveno sempre mescolati col sentimento di sorpresa ¢ di stupore, e per nulla con Pidea di esame, € meno ancora con Tides di critica. Parlando della nostra religione, questi Persian non dovevano sembrare pii informati di quando parlavano dei nosti ule cost, E se talvolta wovavan singoar i nostri dogmi, questa singolarita @ sempre imputabile alla perfetta ignoranza dei legami che ci sono tra questi dogmi ee oste alte vei 4 Questa giustifcazione Ia diamo per amore di queste agrandi verit3, indipendentemente dal rispetto per il genere lumano, che rion abbiamo certo voluto colpire nel punto pit dicato. Si prege percid il lettore di tener sempre presente che i caratteri di cui parlo sono come gli effeiti della sor- presa su persone che la dovevano provare, o come paradossi fatti da tali che non erano nemmeno in grado di farne. con una catena % Lo si prega di osservare che il piacevole consisteva tutto Teltetemno contrasto ta le cose reali e a maniera singolare, ingenua 0 Dizearra con cui venivano colte. Senza dubbio Ye rae il piano delle Letfere persiane sono cos! scope Trae eeeranno ail ait che quel che vorranno ingennarsi da sé. n Prefazione Non metto qui una dedicatoria e non chiedo protezione ‘pet questo libro: se & buono lo si leggerd; € non m'importa ‘che lo si legea se & cattivo. Ho trascelio queste prime lettere per saggiare il gusto del pubblico; nel mio portacarte ne ho molte altre che gli potrd offrire in seguito. Ma a condizione che io non sia conosciuto, perché, se si verri a sapere il mio nome, da quel momento tacerd ‘Conosco una donna che cemmina benissimo, ma che appena la si guarda zoppica, Bastano i difetti dell'opera, senza che jo debba presentare alla critica anche quelli della mia per sona, Se si sapesse chi sono, si direbbe: “Il suo libro con- trasta con il suo earattere; dovrebbe dedicate il suo tempo 1 qualche cose di meglio; quella non 2 cosa degna di una petsona seria.” I critic: non tralasciano mai questa specie di riflessioni, perché si possono fare senza mettere alla prova il proprio spitito, 1 Persiani che qui scrivono erano alloggiati con me: pas savamo insieme Ja nostra vita. Siccome mi consideravano come uomo di un altro mondo, non mi nascondevano nulla Tnfatti delle persone trapiantate da cos{ lontano non pote- vvano pid avere dei segreti. Mi mostravano la maggior parte delle loro lettere; io le copiavo. Ne scorsi anzi qualcuna che si sarebbero ben guardati dal confidarmi, tanto era mor- tificante per la vanith e la gelosia persiana. Non ho dunque altro compito che quello di traduttore; tutta la mia fatica ® consistita nel mettere Popera in com dizioni di essere Jetta da noi. Ho sollevato il lettore dal » eso del linguaggio asiatico per quanto ho potuto, e l'ho Ealvato da uininita di espression! sublimi che Tavrebbero annoiato. ‘Ma non é tutto qui quello che ho fatto pet lui. Ho eli- minato tutti i complimenti di cui gli orientali non sono meno prodighi di noi; ho tralasciato un numero infinito di quelle minuzie che tanto ae sopportano la luce che devono sempre morge tra due amie Se la maggior parte di quelli che ci hanno dato delle raccolte di lettere avessero fatto lo stesso, avrebbero visto Te loro opere dissolversi. ‘C8 una cosa che mi ha spesso stupito: cio? vedere questi Persiani talvolta informati al_pari di me dei costumi ¢ delle abitudini del nostro paese, fino a conoscerne le pid sottili tirconanze © 4 notae cose che, ne sono certo, sono sfaggite a molti dei Tedeschi che hanno viaggiato in Francia, Attri- buisco questo alla loro lunga permanenza qui; senza con- tare che 2 pit facile a un Asiatico conoscere in un anno i costumi dei Francesi, che a un Francese conoscere in quattro quelli degli Asiatici; perché gli uni si abbandonano tanto quanto gli altri sono fiservati L'uso ha permesso a ogni traduttore, e anche al pid barbaro commentatore, di ornare il principio della sua ver- sione o del suo commento col panegitico delPotiginale ¢ i metterne in rilievo l'utilita, il merito ¢ l'eccellenza, Io non Tho fatto: se ne indovincranno faciimente i mtv. Uno dei migliori& che sarebbe cosa noiosssima, collocata in un punto gid noiosissimo di per sé, ciot in una prefazione. 0 1, Usbek* al suo amico Rustan, a Ispahan? Non ci siamo fermati a Com? che un giorno. Ci timet- femmo in cammino dopo aver fatto le nostre devozioni sulla tomba della vergine che ha messo al mondo dodici profeti‘; e ieri, venticinguesimo giorno dalla nostra par- tenza da Ispahan, siamo arrivati a Tauride’ Rica ed io siamo forse i primi tra i Persiani che il desi derio di conoscere abbia fatti uscire dal loro paese ¢ che abbiano rinunciato alle dolcezze di una vita tranquilla per andare a cercare faticosamente la saggezza Siamo nati in un regno fiorente, ma non abbiamo cre- duto che i suoi confini fossero quell delle nostre eonoscen 2 ¢ che solo se doriente doveseiluminard Fammi sapere quello che si dice del nostro viaggio: non darmi_illusioni; non mi illudo che sisno in molti ad approvarmi. Inditizza Ta lettera ad Erzerum? dove mi fer- merd pet un po’. Addio, mio caro Rustan, Sii certo che in gualsiasi parte del mondo io mi trovi, tu'vi hai un amico fedele. ‘Da Tauride, 15 delle lune di Safer? 1711 2, Usbek al primo eunuco nero, al suo setraglio di Ispahan Tu sei il fedele guardiano delle pi belle donne di Per- sia; ti ho affidato quello che avevo di piii caro al mondo; | $i chinmano Usboti cate popolasont del Turkestan, 4 Fino al'1722, ano fac Rr Gnu caiee della Pes 18 Fitimy fs dl Nope, mow db At 2 aula pl tombe i tora Com? Tibia ela Pes’ sete Nae FAmenia tet." Calendars macmttine 3 tu tieni nelle tue mani Ie chiavi di quelle porte fatali che non si aprono che per me. Mentre vegli su questo prezioso pegno del mio cuore, e380 riposa ¢ gode di una completa sicurezza, Tu fai la guardia nel silenzio della notte come nel tumulto del giomo. Le tue instancabili cure sostengon: Ia vires, quand’essa vaclla. Se le donne sulle quali vigi volessero trascurare il loro dovere, tu gliene faresti perder la speranza. Tu sei il flagello del’ vizio e Ja colonna della fodel ; “Tu comandi loro e loro obbedisci; esegui_ciecamente toed oro valet ¢ inant fai Toro seguir Je leas dl serraglio; trovi gloria nel render loro i pit vill servieis © ‘SPanletietl cof ptm ¢ aimee, a oo leptin ordint; le serv come lo shia dei Jro sthiav, Ma, pet un feo di potere, ta comandi da padrone, come io’ stesso, quando tem che’ sl allentino le leggi del pudore e della modestia. ‘Ricordati sempre che ti ho fatto uscire dal nulla, quando eri Pultimo degli schiavi, per metterti a codesto posto € alfidarti le gioie del mio cuore: mantienti in profonds wil- 1h di fronte a quelle che condividono il mio amore; ma nel- lo stesso tempo fa? loro sentire che sono in condizioni di assoluta dipendenza. Procura loro tutti i piaceri che possono essere innocenti; svia le loro inquletudini; divertile con la musica, le danze, le bevande gradite; persuadile a riunirsi soveni. Se voaiono andae in campagne, puot condule ima fa" toglier di mezzo tutti gli uomini che si presenteran- wo atone exc Esortale alla pu, che @ immagine dela nettezza dell'anima; patla loro qualche volta di me, Voreei Fvederle ia quel luogo incantevole che esse abbeliscono Addo. Da Tautide, il 18 della Tuna di Safar, 4711 3. Zachi a Usbek, a Tauride Abbiamo ordinato al capo degli eunuchi di me in campagna; pli ti ditd che non ei 2 capitato slcun gus. GRA, Beet atesveare il pee abbandonste 1 Reighe, cl mettemmo secondo Tso nelle bussole; due sch vi ci portarono sulle spalle, ¢ sfuggimmo ad ogni sguardo. 2 Mio cato Usbek, come avrei potuto vivere nel tuo ser- raglio di Ispahan? In quei luoghi che, ricordandomi conti- nuamente i piaceri di prima, stimolavano quotidianamente { miei desideri con nuova violenza? Erravo di appartamento in appartamento, cercandoti sempre e non trovandoti mai; tm ncontrando dovunque crude ricrdi della mia tscor- sa felicitd. Talvolta mi vedevo in quel luogo in cui, per la rina volta ella mia vit facus fa Je mie bra wl volta in quello in cui decidesti quella famosa disputa fra Te tue donne, Clascuna di noi pretendeva di essere superiore alle altre in bellerza, Ci presentammo davanti a te con tutti i possibili abbigliamenti e gli omnamenti che ne tiesce a suggerire: tu guardasti compiaciu della nostra abilita; fosti stupito del punto a cui ci aveva pottate P'ansia di piacerti. Ma facesti subito si che questi vezzi d'accatto cedessero di fronte a grazie pit natural distruggesti tutta Ta nostra opera; fa necessario spogliarci i quegli omamenti che erano diventati scomodi per te; fu necessatio comparire alla tua vista nella semplicita della natura. Non badavo. al pudore, non pensavo che alla mia gloria, Fortunato Usbek! quante grazie furono mostrate ai tuoi occhi! Ti vedemmo errare a Iungo di incanto in incanto; Ta tua attenzione rimase a Tungo incerta senza fissarsi; ogni nuova grazia ti chiedeva un tributo; fummo in un momento coperte dai tuoi baci; portasti i tuoi sguardi curiosi nei pun- ti pid segreti; in un istante ci facesti passare davanti a te in mille atteggiamenti diversi; ordini sempre nuovi ed una sem- pre, nuova obbedienza. Lo confesso, Usbek, una passione anche pit viva dell’ambizione mi fece sperare di piacerti Mi vidi a poco a poco diventare la padrona del tuo cuore; ri prendesti e mi lascasti; ritomnasti a me e ti seppi trat- tenere; il trionfo fu tutto per me e la disperazione tutta per Je mie tivali; ci parve di essere soli nel mondo; tutto quello che ci citcondava non era pid degno di attiraze la nostra at- tenzione. Fosse piaciuto al cielo che le mie rivali avessero ayuto il coraggio di timanete testimoni di tutte le prove d'amore che ricevetti da te! Se avessero veduto Timpeto della mia passione, avrebbero sentito la differenza che c' trail mio ed il loro amore; avrebbero visto che se potevano sateggiare con me nelle attrattive, non lo potevano nella 3

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