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• Introduzione
La carta geografica è una rappresentazione in piano, ridotta, approssimata e
simbolica della superficie terrestre o di parte di essa.
E’ ridotta in quanto è rappresentata con una scala di riduzione, è approssimata, in
quanto la superficie sferica non è sviluppabile in piano senza deformazioni, per cui si
ricorre a diversi tipi di proiezioni, secondo gli usi ai quali la carta è destinata, è
simbolica in quanto si fa uso di simboli per rappresentare i diversi oggetti o
fenomeni.
La scala è il rapporto tra una distanza sulla carta e quella corrispondente sulla
superficie terrestre. Essa indica, quindi, quante volte siano state ridotte le grandezze
lineari reali. Fra due scale risulta evidentemente maggiore quella con un
denominatore più piccolo.
Le carte possono essere classificate in vario modo, e più precisamente tale
classificazione è basata sul metodo della formazione, sulla scala e sul contenuto.
Considerando il metodo con cui sono state formate, le carte si classificano in:
- carte rilevate, se sono il prodotto di una serie di operazioni di misura eseguite
effettivamente sul terreno con metodi topografici o fotogrammetrici;
- carte derivate, se sono formate per riduzione di carte rilevate a scala maggiore.
Considerando la scala di rappresentazione, le carte possono distinguersi in:
Carte geografiche, se hanno una scala inferiore a 1:1.000.000;
Carte corografiche, se hanno una scala compresa fra 1:1.000.000 e1:200.000;
Carte topografiche, a loro volta suddivise in:
Carte topografiche a piccola scala, se il rapporto di scala varia da 1:500.000 a
1:100.000;
Carte topografiche a media scala, se il rapporto di scala varia da 1: 50.000 a
1:10.000;
Carte topografiche a grande scala, se il rapporto varia da 1:5.000 a 1:1.000;
Carte topografiche a grandissima scala, se il rapporto di scala è superiore a
1:1.000.
Infine nei riguardi del contenuto le carte si possono suddividere in:
- carte regolari, se contengono l’altimetria di tutti i particolari rappresentati, il reticolo
geografico e quello chilometrico del sistema di coordinate piane adottato e se rispetta
tolleranze variabili in funzione della scala e della conformazione del terreno;
- carte speditive, se hanno tolleranze metriche ampie e scarsità di particolari;
- carte dimostrative, se sono prive di tolleranze metriche e se l’altimetria
rappresentata non è in grado di descrivere compiutamente le forme del terreno;
- carte tematiche, se al posto dell’altimetria sono rappresentati con opportuna
simbologia altri fenomeni fisici planimetricamente localizzabili sul terreno
(georeferenziati).
• Cartografia
La cartografia è una "rappresentazione metrica del territorio". Tale
rappresentazione è resa complicata dal fatto che la superficie fisica del territorio ha
forme irregolari e la superficie su cui sarebbe naturale rappresentare il terreno non
e’ piana.
Ecco riportati di seguito i passi principali della rappresentazione cartografica:
- Determinazione della forma della superficie fisica della Terra.
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- Come superficie di riferimento si dovrebbe adottare il geoide. Tale superficie è però
complessa; in particolare su tale superficie è complicato definire angoli e distanze. Si
approssima quindi con una superficie più semplice dal punto di vista analitico
l’ellissoide.
- Individuazione della posizione di punti sulla superficie di riferimento. Una
componente (altezza) può essere determinata in modo abbastanza naturale
considerando la quota Q del punto rispetto al geoide.
- Per le componenti planimetriche, data l’estensione della Terra, si devono fare
misure di distanze e angoli tra punti (si utilizza la tecnica della triangolazione
geodetica).
Si considera come superficie approssimante la superficie terrestre l'ellissoide e si
definisce su tale superficie un sistema di coordinate curvilinee (u, v).
Determinate le posizioni dei punti, è possibile rappresentarli su una carta tramite le
equazioni della carta:
• Le proiezioni cartografiche
Tutti i punti della superficie terrestre possono essere riportati direttamente su una
sfera, su cui sia stata disegnata la rete dei meridiani e paralleli, ed avremo in tal caso
il globo, che è l’unica rappresentazione esatta della terra, sebbene ingombrante e a
scala piccola.
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La rappresentazione di una porzione di superficie terrestre su una superficie
ausiliaria (piano) è detta più propriamente proiezione se la corrispondenza tra i punti
di essa ed i punti del piano è definita da una legge puramente geometrica.
La rappresentazione di una porzione di superficie terrestre si dice analitica quando
si stabilisce un legame analitico tra i punti della superficie da rappresentare ed i punti
del piano su cui la superficie si deve rappresentare.
Con il termine di proiezione cartografica si intende quella tecnica di formazione di
una carta ottenuta proiettando geometricamente i punti dell’ellissoide su una
superficie di sviluppo (sviluppabile su un piano), per esempio un cilindro
(proiezioni cilindriche), un cono (proiezioni coniche), oppure proiettando i punti
dell’ellissoide direttamente sul piano della carta, proiezioni prospettiche.
Tanto il cilindro quanto il cono possono essere tangenti alla sfera (il cilindro lungo
l’equatore e il cono lungo un parallelo) o secanti la sfera (il cilindro lungo due paralleli
simmetrici rispetto all’equatore e il cono secondo due paralleli del medesimo
emisfero).
- Proiezioni prospettiche
Nelle proiezioni prospettiche si considera come superficie di riferimento la sfera
locale del punto centrale della zona da rappresentare. La proiezione avviene da un
determinato punto di vista P, sopra un piano tangente la sfera locale nel punto
centrale C.
A seconda della posizione del punto P, le proiezioni prospettiche possono
classificarsi in:
- centrografiche o gnomoniche nelle quali il centro di proiezione coincide con il
centro della sfera locale;
- stereografiche nelle quali il centro di proiezione si trova in posizione
diametralmente opposto a C;
- scenografiche nelle quali il centro di proiezione è esterno alla sfera locale;
- ortografiche nelle quali il centro di proiezione si trova all’infinito.
Utilizzando il piano si hanno le seguenti proiezioni: ( y diretto lungo il meridiano del
punto di tangenza )
Proiezione centrografica o gnomonica: Il punto di prospettiva coincide con il
centro della sfera.
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Proiezione ortografica: Il punto di prospettiva è situato all’infinito.
• Moduli di deformazione
Il problema della rappresentazione cartografica di vaste zone della superficie
terrestre, senza produrre deformazioni nelle figure, si è rivelato complesso per la
impossibilità di svolgere su un piano la superficie naturale di riferimento. Una
superficie sferica o ellissoidica, al contrario di una superficie cilindrica o conica, non è
infatti mai adagiabile su un piano e non si potrà quindi mai ottenere una fedele
rappresentazione di zone estese. Le deformazioni esistono anche nel limitato
“campo topografico”, ma, si possono ritenere praticamente trascurabili.
Esistono essenzialmente tre tipi di deformazioni, lineari, angolari e superficiali,
caratterizzate dai seguenti corrispondenti moduli:
- Modulo di deformazione lineare: si indica con m ed è dato dal rapporto tra una
lunghezza l’ misurata sulla carta (moltiplicata per il denominatore della scala) e la
corrispondente lunghezza l del terreno: m= l’ / l
Se m = 1 la carta rappresenta distanze inalterate.
Se m > 1 la carta rappresenta distanze allungate.
Se m < 1 la carta rappresenta distanze accorciate.
Il modulo di deformazione lineare è l’indice di deformazione degli elementi lineari
sulla carta. Il modulo di deformazione lineare dipende quindi sia dalla posizione del
punto che dalla direzione lungo la quale è calcolato.
Ciò implica che ad un cerchio infinitesimo tracciato sull’ellissoide corrisponda
un’ellisse infinitesima sul piano della carta (detta ellisse indicatrice di Tissot o
ellisse indicatrice dei moduli perché indica le modifiche subite nei dintorni di un
punto P a seguito della rappresentazione cartografica).
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- Modulo di deformazione angolare: si indica con d ed è dato dalla differenza tra
un angolo a’ letto sulla carta ed il corrispondente angolo a misurato sul terreno:
d = a’ – a
Il modulo di deformazione angolare dipende sia dalla posizione che dalla direzione
considerata.
- Modulo di deformazione superficiale: si indica con s ed è dato dal rapporto tra la
superficie S’ di una certa zona misurata sulla carta (moltiplicata per il quadrato del
denominatore della scala) e la corrispondente superficie S del terreno:
s = S’ / S
Il modulo di deformazione superficiale dipende solo dalla posizione del punto.
• Tipi di carte
Dopo aver introdotto gli indici che ci descrivono le deformazioni degli elementi
rappresentati sulla carta, vediamo ora quali famiglie di carte possono essere definite
analiticamente.
Carte conformi o isogone
In questa rappresentazione il modulo di deformazione lineare, pur variando da punto
a punto, non varia in uno stesso punto al variare della direzione dell’elemento; segue
che a meno di infinitesimi di ordine superiore le figure infinitesime sul piano sono
simili alle corrispondenti sull’ellissoide, con il rapporto di similitudine che varia
però da punto a punto.
L’angolo formato da due elementi infinitesimi sull’ellissoide (angolo tra le tangenti a
due linee uscenti da un punto) è uguale all’angolo formato tra le tangenti alle
trasformate di tali linee sulla rappresentazione.
Ne consegue che nelle carte conformi la deformazione angolare risulta nulla.
Carte equivalenti
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Nelle rappresentazioni equivalenti il modulo di deformazione superficiale è unitario su
tutta la carta. Non esistono funzioni che soddisfano contemporaneamente le
equazioni delle carte conformi ed equivalenti.
Carte afilattiche
Si definiscono afilattiche le rappresentazioni che ammettono tutti e tre i tipi di
deformazione ma in modo tale che ognuna di queste siano contenute in determinati
limiti o tolleranze dipendenti dal graficismo e quindi dalla scala adoperata nella
rappresentazione.
Deformazioni ed errori di graficismo
E’ importante notare che tutti i tipi di carte richiedono che le deformazioni siano
inferiori all’errore di graficismo ( corrispondente a 0.2 mm sul foglio del disegno).
Riportiamo una tabella contenente l'errore di graficismo corrispondente alla scala
della carta.
Scala carta Deformazione max
1 : 500 10 cm
1: 1000 20 cm
1: 2000 40 cm
1: 5000 1m
1: 10000 2m
1: 25000 5m
1: 50000 10 m
1: 100000 20 m
1: 1000000 200 m
- Rappresentazioni conformi.
Prendono il nome di rappresentazioni conformi od isogone (secondo Gauss) quelle
rappresentazioni cartografiche che verificano la similitudine delle figure infinitesime
corrispondenti. I moduli principali di riduzione lineare risultano uguali e cioè, tutti gli
elementi lineari uscenti da uno stesso punto subiscono uguale riduzione.
Nelle rappresentazioni conformi il modulo di riduzione lineare è funzione soltanto
delle coordinate del punto considerato ed è indipendente dalla direzione
dell’elemento uscente dal punto medesimo, lungo la quale si misura il modulo stesso.
L’ellisse indicatrice delle deformazioni lineari diventa così un cerchio avendo i due
semiassi lo stesso valore. Il modulo di riduzione lineare varia dunque da punto a
punto, ma è costante qualunque sia la direzione dell’elemento uscente da un
determinato punto. Appartengono alle rappresentazioni cartografiche conformi i
seguenti tipi di proiezione:
• Proiezione diretta di Mercatore
• Rappresentazione conforme di Gauss
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• Rappresentazione conica autogonale di Lambert
• Rappresentazione stereografica polare
• Rappresentazione stereografica meridiana
Fissato il limite delle alterazioni lineari da tollerare, la scelta del sistema conforme da
preferire è funzione esclusiva dell’estensione e delle dimensioni della regione
terrestre da rappresentare. Fra le principali utilizzazioni della cartografia conforme
sono le operazioni di: stima delle coordinate dei punti, determinazione di azimut e di
angoli, misura di distanze rettilinee, misura di distanze lungo linee curve, misura di
superfici, interpolazione delle quote dei punti.
- Rappresentazioni equivalenti.
Prendono il nome di rappresentazioni equivalenti o autaliche, quelle rappresentazioni
cartografiche che verificano la costanza su tutta la superficie subiettiva del modulo di
deformazione superficiale, che deve risultare uguale all’unità.
La proiezione più nota fra le rappresentazioni equivalenti è la proiezione naturale o
proiezione mericilindrica equivalente a paralleli automecoici ed equidistanti, nel caso
specifico della terra sferica, proiezione di Sanson – Flamsteed.
Nella proiezione naturale, gli archi di parallelo e di meridiano vengono rappresentati
in vera grandezza, fatta astrazione per la riduzione di scala. La ortogonalità fra i
meridiani e i paralleli non risulta mantenuta, se non lungo il meridiano medio e
l’equatore. Il meridiano medio e l’equatore risultano entrambi equivalenti e isogonici,
ciò equivale a dire che la proiezione, risultando nel complesso equivalente, in tali
linee non presenta deformazione.
OP’=2R tg( )
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Assumiamo l’asse y della rappresentazione nella direzione in cui si proietta il
meridiano fondamentale e l’asse x lungo il parallelo ad esso ortogonale.
Si nota che il modulo di deformazione lineare lungo il parallelo è uguale a quello
lungo il meridiano; infatti la rappresentazione è conforme.
La proiezione stereografica polare è utilizzata per rappresentare la terra dalla
latitudine ± 80° a ± 90° (cartografia delle calotte polari UPS).
Inoltre la ortodromia che collega due punti A e B sulla superficie terrestre, (linea
geodetica) si può considerare rettilinea; per questo motivo è utilizzata per la
navigazione marittima e aerea. (le linee lossodromiche, o lossodromie, sono tutte
quelle traiettorie che tagliano i meridiani sotto uno stesso azimut costante)
L’apice del cono giace sull’asse di rotazione passante per i poli nord e sud
dell’ellissoide. Sviluppando la superficie conica i meridiani risultano rette passanti per
l’apice del cono, che è il centro di tutti i paralleli circolari proiettati.
Viene adottato un meridiano come meridiano zero o centrale. Esso interseca il
parallelo di tangenza nel punto origine O di coordinate ϕ 0,λ 0 sull’ellissoide.
Poiché gli assi x e y hanno origini nel polo nord, mentre in generale una
rappresentazione cartografica è riferita ad una zona che può essere anche estesa
ma limitata, è opportuno scegliere un’origine del sistema di assi in modo tale che le
coordinate non siano espresse con numeri troppo grandi.
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Si sceglie quindi un meridiano centrale rispetto alla zona da rappresentare e questo
viene assunto come origine delle longitudini. L’origine del sistema cartesiano è dato
dall’intersezione del parallelo di tangenza con il meridiano "origine".
La carta conforme di Lambert non è idonea a rappresentare dei fusi meridiani, per la
grande variazione che il modulo di riduzione lineare subisce, al variare della
latitudine. Essa si presta a rappresentare fasce parallele, poiché il modulo di
riduzione lineare rimane costante lungo ciascun parallelo.
La rappresentazione di aree estese in latitudine può essere comunque effettuata per
zone o fasce di latitudine contigue e opportunamente sovrapposte.
La carta di Lambert è utilizzata in: Francia, Belgio, Estonia, Romania, Spagna e
alcuni stati del Nord America. Per diminuire le deformazioni si può usare un fattore
di riduzione (ad es. 0.9996) moltiplicando per tale valore le coordinate: ciò
corrisponde a considerare non un cono tangente ma "secante": le deformazioni in
questo caso sono nulle su due paralleli, detti standard, anziché sul parallelo di
tangenza.
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dove a = semiasse equatorialeϕ = latitudine λ = longitudine
La distanza tra le rette che rappresentano lo sviluppo dei paralleli cresce verso i poli
con legge tangenziale. Tale rappresentazione è afilattica e può essere modificata
per essere resa conforme.
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punti mediante più lossodromie a più breve percorso, opportunamente distribuite
lungo il tracciato della stessa geodetica.
Un inconveniente di questa carta è rappresentato dalla scala che varia molto
rapidamente alle latitudini alte (ad esempio, la scala alla latitudine di 60° è doppia di
quella all’equatore) per cui la rappresentazione non può essere molto estesa, e cioè
sviluppata al massimo fino alle latitudini di ϕ = ± 80°.
Per convenzione la scala di una carta di Mercatore è in generale riferita al parallelo
standard della carta stessa.
Per cui variando la scala con la latitudine, la misura della distanza tra due punti
situati a latitudini diverse, potrà essere ricavata ricorrendo alla scala grafica, e cioè
riportando il tratto grafico interessato a cavallo della latitudine media dei due punti
considerati.
- Carta U.T.M.
Tale carta deriva il suo nome da Universal Transverse Mercator essendo utilizzata
per la rappresentazione globale dell’ellissoide terrestre (80° S ≤ ϕ ≤ 80° N) ed è
ottenuta modificando la proiezione cilindrica inversa di Mercatore. E’ una particolare
proiezione di Gauss.
Fu approntata durante la seconda guerra mondiale a scopi militari.
Le principali caratteristiche sono:
1. il globo terrestre è suddiviso in 60 fusi di ampiezza 6°. I fusi sono numerati a partire
da quello compreso tra le longitudini 180° W e 174° W e procedendo verso EST
(meridiano opposto a quello di Greenwich). Dal punto di vista geometrico il cilindro di
proiezione è tangente al meridiano centrale del fuso.
2. poiché il modulo di deformazione lineare ml varia tra 1 (λ = 0°) e 1.0008 (λ = ± 3°) si
contrae la rappresentazione moltiplicando le coordinate per il coefficiente 0.9996 allo
scopo di ridurre a metà le deformazioni massime. In tal modo il modulo varia da 0.9996
sul meridiano centrale a 1.0004 agli estremi del fuso.
3. viene introdotto per ogni fuso un sistema di coordinate EST - NORD in modo tale che
y = N nell’emisfero Nord
y = N+10.000.000 nell’emisfero Sud
x = E+ 500.000
tale accorgimento elimina le coordinate negative; le costanti 10.000.000 e 500.000
sono dette false origini.
Con riferimento al sistema di assi rappresentati dal meridiano centrale e
dall’equatore, ogni punto appartenente al fuso può essere identificato misurando
sulla carta, e nella sua scala, la distanza del punto da questi due segmenti. I numeri
che esprimono queste due distanze prendono il nome di coordinate rettangolari
chilometriche:
• coordinata N: la distanza di ogni punto a partire dall’equatore;
• coordinata E: la distanza dei punti stessi a partire dal meridiano centrale del fuso.
Il globo terrestre è stato suddiviso anche in fasce parallele, dieci nell’emisfero Nord e
dieci nell’emisfero Sud, generate a mezzo di paralleli geografici distanziati di 8° a
partire dall’equatore e fino alle latitudini 80° Nord e 80° Sud.
Considerando così i meridiani distanziati di 6° e i paralleli distanziati di 8°, la
superficie terrestre risulta suddivisa in tante aree (20x60=1200) ciascuna delle quali
ha l’ampiezza di 6° in longitudine e 8° in latitudine e che si chiamano zone. Anche le
zone (rettangolo i cui lati sono lunghi 889 km nel senso dei meridiani e 481 km nel
senso dei paralleli) hanno un’estensione troppo ampia perché risulti agevole
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l’identificazione dei punti. Per suddividere il fuso in superfici distinte ancora più
piccole delle zone, si sono tracciate tante rette parallele all’equatore e distanziate di
100 km e altrettante rette parallele al meridiano centrale ed ugualmente distanziate di
100 km. Si è ottenuto sul fuso un reticolato a maglie quadrate di 100 km di lato.
I quadrati di 100 km di lato, sono a loro volta, suddivisi in quadrati minori di 10 km di
lato oppure di 1 km di lato; ne risulta una fitta rete chilometrica che, riportata sulle
carte topografiche, sostituisce efficacemente il reticolato geografico. Le coordinate
delle due serie di linee, orizzontali e verticali, sono indicate sulla carta, pertanto le
coordinate E e N di qualsiasi unto si possono determinare sulla carta.
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- Rappresentazione azimutale equivalente di Lambert
Deriva dalla rappresentazione conica ponendo:
sinϕ 0 = 1 ϕ 0 = π /2 ⇒ degenera in una proiezione sul piano
θ=λ
Le trasformate dei meridiani e dei paralleli sono perpendicolari fra di loro.
Le equazioni della carta sono:
x = p sinθ y =p cosθ
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La rappresentazione equivalente di Sanson Flamsteed è stata impiegata per il
primo disegno dei fogli alla scala 1:100000 della Carta d’Italia.
Per la realizzazione della carta, al fine di ridurre al massimo le deformazioni, l’IGM ha
convenuto di ricoprire l’ellissoide di rotazione di Bessel col reticolato geografico
costituito dall’insieme di meridiani e di paralleli le cui longitudini differiscono di 30’ e
le cui latitudini differiscono di 20’. Come origine delle longitudini si è assunto il
meridiano di Monte Mario a Roma; origine della latitudine è invece l’equatore.
La superficie dell’ellissoide viene divisa in tante parti, ciascuna individuata
dall’intersezione di due prescelti meridiani con due prescelti paralleli. Si vengono così
ad ottenere dei quadrilateri curvilinei il cui sviluppo sul piano viene effettuato nel
seguente modo: - si segna per primo il meridiano centrale sviluppandolo secondo
una retta la cui lunghezza è ottenuta moltiplicando la differenza di latitudine ∆ϕ tra i
due paralleli, espressa in radianti, per il raggio R della sfera locale R × ( ∆ϕ )r, si
determinano poi tutti i punti in cui il meridiano è attraversato dai paralleli che si
intendono rappresentare calcolando le loro reciproche distanze con formula analoga
alla precedente. Per i punti così determinati si tracciano le rette perpendicolari al
meridiano centrale che rappresentano i paralleli e si determina la lunghezza di
ciascuno di essi con la formula R cos ϕ × ( ∆λ )r in cui cui si è indicato con R il raggio
della sfera locale, con ϕ la latitudine del parallelo, con ∆λ la differenza di longitudine
tra i meridiani estremi che delimitano il parallelo. All’aumentare della latitudine ϕ si
ha quindi una diminuzione di lunghezza del parallelo. Poiché la carta così costruita
mantiene inalterate le lunghezze dei meridiani e dei paralleli le dimensioni delle
figure rimangono invariate e quindi non varia la loro area, la rappresentazione è
quindi equivalente.
La superficie di riferimento terrestre resta così divisa in tanti trapezi ellissoidica, la cui
riduzione in trapezi piani (i fogli al 100.000) è stata fatta con metodo sostanzialmente
policentrico, cioè per singolo trapezio. Ogni foglio è enumerato e porta il nome della
località più importante in esso presente.
Siccome i meridiani sono convergenti, la larghezza della carta, oltre a variare, sia
pure impercettibilmente, in uno stesso foglio, varierà più sensibilmente da un foglio
all’altro appartenenti allo stesso meridiano; l’altezza si mantiene invece all’incirca
uguale. La continuità geometrica della carta si ha solo per i fogli adiacenti compresi
fra gli stessi meridiani; non si ha invece per i fogli adiacenti compresi fra gli stessi
paralleli, in quanto il meridiano comune è riportato sui due fogli con curvature
opposte.
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come sistema policentrico avente le varie origini nei vertici delle triangolazioni
dell’I.G.M.
Considerato un punto O come origine, le coordinate del punto P nella
rappresentazione di Cassini-Soldner coincidono con le coordinate geodetiche
rettangolari di P rispetto ad O, cioè:
• x = PP" è la distanza del punto P dal meridiano origine, misurata sull’arco di
geodetica perpendicolare al meridiano;
• y = OP" è la distanza misurata sull’arco di meridiano fondamentale.
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• La scelta del sistema di rappresentazione cartografica
La scelta del sistema di rappresentazione cartografica è funzione dello scopo e del
contenuto che si intendono attribuire all’elaborato che si vuole realizzare o delle
necessità da soddisfare.
La cartografia può essere utilizzata sia come supporto per altre informazioni di
carattere territoriale che come base di dati e informazioni metriche da utilizzare a
seconda degli scopi. Particolare importanza assumono le alterazioni che il sistema
cartografico prescelto comporta. Tali alterazioni geometriche, consentono di ricavare
misure di angoli, distanze, superfici in modo affidabile.
La cartografia moderna utilizza soprattutto i sistemi di rappresentazione conformi,
che presentano particolare interesse quando le misure angolari risultano prevalenti,
in quanto è possibile riportare o dedurre immediatamente sull’elaborato cartografico,
valori angolari senza alcuna preventiva correzione.
Fissato il limite delle alterazioni lineari da tollerare, la scelta del tipo di proiezione
conforme da preferire è funzione della forma e delle dimensioni della regione da
rappresentare. Pertanto, risultano preferibili i sistemi cilindrici quando il territorio si
sviluppa per fasce equatoriali, (proiezione diretta di Mercatore) o per fasce meridiane
(proiezione di Gauss o proiezione traversa di Mercatore); mentre risultano preferibili i
sistemi conici quando il territorio si estende per fasce parallele (proiezione conica
conforme di Lambert) sono più utili proiezioni stereografiche quando si debbano
rappresentare le due calotte polari (proiezione stereografica polare).
Il contenimento delle alterazioni lineari potrà essere ottenuto , nel caso dei sistemi
cilindrici e di quelli conici, frazionando il territorio da rappresentare, secondo fusi di
limitata ampiezza, o secondo fasce parallele di limitata estensione in latitudine.
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Vi sono formule empiriche (dovute all'IGMI) che valgono per zone limitate, oppure
apposite tabelle che, ad esempio nel caso delle carte a scala 1:100.000, forniscono
le differenze delle coordinate di un punto.
I valori riportati nelle tabelle, possono garantire l'approssimazione del metro.
Il territorio italiano è rappresentato anche nel sistema UTM (in questo caso il sistema
geodetico di riferimento è l'ED50).
Secondo tale sistema la superficie terrestre è stata divisa in 60 fusi di 6° di
ampiezza, numerati da 1 a 60 partendo dall'antimeridiano di Greenwich e
procedendo verso Est. Si ha inoltre una suddivisione in 20 fasce di 8° ciascuna in
latitudine partendo da ϕ = -80° fino a ϕ = 80°. Le fasce sono individuate da lettere
dell'alfabeto dalla C fino alla X a partire da Sud, escludendo le lettere I e O.
Le intersezioni tra fusi e fasce individuano le zone; l'Italia è compresa nelle zone 32T,
33T, 32S, 33S salvo una parte della penisola salentina che appartiene alle 34T e
34S (si noti che il numero designa il fuso e la lettera indica la fascia).
Le coordinate dei punti nel sistema UTM sono riferite all'equatore e al meridiano
centrale del fuso, al quale si attribuisce la falsa origine E = 500 km.
Qualsiasi punto della superficie terrestre è designato mediante l'indicazione della
zona alla quale appartiene seguita dalla coordinate.
Le zone sono divise poi in un reticolato di maglie quadrate di 100 km di lato
costruito con rette parallele all'equatore e al meridiano centrale del fuso. Ogni
quadrato è identificato da 2 lettere di cui la prima indica la colonna e la seconda la
riga. Tali lettere non hanno alcun riferimento alla lettera delle fasce; sono state scelte
semplicemente in modo tale che non si ripetano coppie di lettere in un'area
sufficientemente estesa e quindi non siano possibili equivoci.( Vi sono carte tutte
interne ad un quadrato - le lettere sono scritte al centro della carta - carte a cavallo
delle linee di separazione dei quadrati o a cavallo dei vertici - le lettere sono scritte
vicino alle linee di separazione dei quadrati-).
I quadrati di 100 km di lato sono poi divisi in quadrati minori (di 10 km sulle carte a
scala 1:100 000, di 1 km sulle carte a scala 1:25 000 o 1:50 000).
Sulle carte i lati dei quadrati di 100 km sono stampati a tratto marcato e quelli dei
quadrati intermedi a tratto sottile. Le coordinate delle linee del reticolato sono
indicate ai bordi del foglio, in corrispondenza a ciascuna linea. Le cifre relative alle
migliaia e centinaia di chilometri sono scritte in piccolo; le rimanenti cifre, cifre
principali, sono indicate in grassetto e sono le uniche da considerare per individuare
un punto entro il quadrato.
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Reticolato a maglie quadrate di 100 km di lato costruito con rette parallele all'equatore e al meridiano
centrale del fuso (carta d'Italia nella rappresentazione UTM)
Inquadramento di carte al 100 000 (fogli), al 50 000 (quadranti) e 25 000 (tavolette) nelle serie vecchie
Nella nuova famiglia delle carte in allestimento si hanno invece i seguenti elementi
base:
la mappa (scala 1: 1 000 o 1:2000)
l'elemento (scala 1: 5 000)
la sezione (scala 1: 10 000)
il foglio (scala 1: 50 000)
Generalmente finora delle mappe si sono occupati i Comuni, degli elementi e delle
sezioni le Regioni e dei fogli l'IGMI. Di recente vi sono stati primi tentativi di sinergia
tra i vari enti.
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Le carte topografiche, corografiche e geografiche dell'IGMI
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Carta d'Italia serie 250 (detta anche regionale)
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Carta d'Italia alla scala 1:1 250.000
Le carte catastali vengono in generale redatte alla scala 1:2000 e prendono il nome
di mappe.
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Sono invece redatti alla scala 1:1.000 (allegati) i centri abitati e le relative zone di
espansione e le porzioni inferiore a 20 are (1 ara = 100 m2) e alla scala 1:500 le
porzioni di territorio nelle quali l’area media delle particelle è inferiore e 3 are.
Viceversa per le zone montuose a proprietà poco divisa e per le quali si presuma non
possano avvenire cambiamenti rilevanti per quanto riguarda il particellamento si
adottano rappresentazioni alla scala 1:4.000 (area media delle particelle non
inferiore a 5 ettari; 1 ettaro = 10 000 m2).
Le mappe catastali sono formate per sezioni e suddivise in fogli di formato
standard (70x100 cm2). La porzione di mappa disegnata in ciascun foglio è a
perimetro chiuso, in genere coincidente con i limiti di proprietà.
Quando è necessario sviluppare a scala maggiore qualche particolare porzione del
territorio si fa uno sviluppo disegnandolo se possibile negli spazi liberi del
corrispondente foglio; se ciò non è possibile si disegna su fogli separati, che vengono
detti allegati.
Le varie sezioni della mappa catastale di uno stesso comune sono indicate con
le lettere maiuscole, mentre i fogli di mappa sono contraddistinti con numeri.
Le mappe usualmente contengono:
• delimitazioni delle particelle catastali;
• delimitazioni relative alla viabilità, alle acque e ad ogni altro particolare topografico di
pubblica proprietà e di specifico interesse;
• confini amministrativi comunali, provinciali, regionali e statali;
• i punti trigonometrici;
• le curve di livello e i punti quotati.
Il territorio nazionale è completamente cartografato con circa 310.000 mappe
catastali.
La rappresentazione adottata per tali mappe fu in origine la Cassini-Soldner. Per
coprire tutto il territorio nazionale furono adottate complessivamente 849 origini, 31
con grandi estensione e 818 con piccole estensioni.
La rappresentazione è quindi policentrica; ogni centro è di solito un vertice
trigonometrico di ordine superiore (I o II ordine); l’estensione massima della zona che
si riferisce ad un centro di proiezione è di circa 70 km dall’origine in direzione Est-
Ovest e 100 km in direzione Nord-Sud.
La rappresentazione di Cassini-Soldner è afilattica; si può osservare però che per
xmax = 70 km il modulo di deformazione superficiale non supera il valore 1,00005;
inoltre lungo il meridiano centrale è sia equivalente che conforme. Queste
considerazioni hanno quindi suggerito di adottare tale rappresentazione per le
mappe catastali.
La rappresentazione Cassini-Soldner è stata adottata dal Catasto (Legge 3682) per
la maggior parte del territorio, in sede di formazione della propria cartografia.
Il sistema geodetico di riferimento adottato è definito nel modo seguente:
ellissoide di Bessel con i seguenti parametri:
o semiasse maggiore a = 637737,15 m
o schiacciamento s = 1/299,15
(b = semiasse minore);
orientamento dell'ellissoide a Genova (Osservatorio dell’Istituto Idrografico della
Marina, definizione 1902),
o Coordinate geografiche di Genova (Osservatorio):
ϕ = 44°25'08",235
λ = 0° (8°55'15",709 Est Greenwich)
o Azimut della geodetica Genova – M. Telegrafo: 117°31'08",91
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Questo sistema di riferimento, coincidente con quello adottato dall’IGMI nella prima
compensazione definitiva della propria rete (1908-19), non è stato utilizzato per
l’intero territorio nazionale.
I lavori catastali si sono svolti in molti casi prima del completamento dei lavori di
triangolazione dell’IGMI, ed hanno quindi fatto spesso riferimento a sistemi geodetici
di definizione precedente (in particolare in alcuni casi si riferiscono a definizioni
adottate dallo stesso IGMI in epoche anteriori: ellissoide di Bessel orientato a
Castanea delle Furie, per molte provincie a sud di Roma, e orientato a M. Mario per
alcune zone dell’Italia centrale).
Infine, per quanto riguarda la rete di inquadramento fu adottata la
triangolazione dell’IGMI (limitatamente ai vertici di I, II e III ordine), raffittita con
la triangolazione catastale di rete, sottorete e dettaglio.
A questo proposito si noti che:
• come detto sopra, la cartografia catastale è stata realizzata in molti casi prima
della pubblicazione definitiva (1908-19) dei risultati della triangolazione
dell’IGMI. In questi casi sono stati assunti, per i vertici di I, II e III ordine, valori
provvisori delle coordinate forniti volta a volta dall'IGMI. Tali valori si sono
rivelati spesso diversi (in certi casi sensibilmente) da quelli definitivi. La rete
catastale non è quindi del tutto congruente con quella nazionale, cioè angoli e
lati della rete non sono esattamente gli stessi, anche prescindendo dal
sistema geodetico di riferimento.
• molti vertici di IV ordine IGMI fanno parte della rete catastale come vertici di
rete, sottorete o dettaglio. Le relative coordinate derivano però da misure
eseguite autonomamente dal Catasto, e sono quindi generalmente diverse da
quelle calcolate dall’IGMI; in certi casi è diversa anche la materializzazione dei
punti.
A partire dal 1942 iniziò la conversione della cartografia catastale con l’adozione
della rappresentazione conforme di Gauss-Boaga sull’ellissoide internazionale.
Purtroppo questa operazione non è ancora ultimata e quindi in alcuni casi vi possono
essere problemi nell’uso congiunto di carte catastali e regionali (queste ultime, più
recenti, sono tutte nel sistema Gauss Boaga).
Il catasto ha in atto una vasta digitalizzazione delle mappe e degli allegati.
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