Anno XLV EDIZIONE ITALIANA Roma, marzo 1995 n.

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t::.

TRIBUNA LIBERA FONDATA NEL 1950 DA J. CONSTANTIN DRAGAN

Rivista mensile della Fondazione Europea Dragan

Coudenhove-Kalergi

precursore dell'Europa Comunitaria

dj Eugenio Marcucd

Un'idea pu cambia stata opportuna la

re il mondo. Quella di rievocazione che se ne
Richard Coudenhove fatta, per iniziativa
Kalergi fu di fare del dell'Unione Paneuro
l'Europa una Comunit pea Italiana, presieduta
all'interno della quale i dall'Ono Gustavo Selva,
vari paesi avrebbero e dal Parlamento Euro
dovuto conservare, tut peo, nella prestigiosa
tavia, le loro radici spi cornice della Sala della
rituali, storiche, cultu Lupa della Camera dei
rali, etniche. Deputati, con ]' inter
L'istituzione del ruo vento, come relatori, di
lo che il nostro Conti personalit illustri fra
nente era destinato a le quali l'Arciduca
svolgere fra le grandi Otto d'Asburgo, Anto
potenze risale agli anni nio Martino, Franco
del primo dopoguerra, Cardini, Gerardo Zam
esattamente al 1922, R. Coudenhove Kalergi. paglione, Gennaro
quando Coudenhove Malgieri, Giovanni
Kalergi cominci ad elaborare il suo pro Salimbeni, Sandra Fontana, Francesco
getto dando vita al movimento Paneuro Gui, gli ambasciatori dell'Austria e del
pa. Il nome del precursore dell'Unione Giappone. La Fondazione Dragan, che ha
Europea sconosciuto ai pi: ecco perch contribuito all' organizzazione mettendo
 anche a disposizione il grande ritratto di
Coudenhove-Kalergi, era rappresentata
dal suo presidente, Costantino Dragan.
Si trattato di una panoramica che,
partendo dalla straordinaria figura del
grande precursore dell'Unione Europea,
arrivata fino al trattato di Maastricht e alle
possibilit che esso apre per il futuro.
L'attenzione, per, si concentrata parti
colarmente proprio su Kalergi e sulla sua
opera ormai considerata fondamentale
nell'avvio del processo di unificazione
europea.
Occasioni come questa - ha detto il
Presidente dell'Assemblea di Montecito
rio, Irene Pivetti, che ha portato al Conve
gno il saluto della Camera dei Deputati
sono un doveroso atto di omaggio ai
-costruttori dell'Europa e rafforzano i lega
mi fra l'organizzazione europea e le Istitu
zioni italiane.
E' stato l'Arciduca Otto d'Asburgo,
erede degli ultimi sovrani di Austria e
Ungheria e ora parlamentare europeo, a
ricordare che la prima idea dell'Europa
comunitaria risale a Carlo Magno e poi a
Carlo V, che parl di "Europa cristiana".
Il XIX secolo ebbe europeisti come
Schwarzemberg, autore di un vero e pro
prio progetto organico di unificazione.
C' dunque una continuit storica fra i
diversi contributi di idee al progetto della
Comunit.
Ma le idee, si sa, camminano sulle gam
be degli uomini e se sono sorrette dalla
fede, dal coraggio, dalla perseveranza e da
una attivit instancabile nonostante le dif
ficolt, finiscono con l'affermarsi. Questo
accaduto con Coudenhove-Kalergi che
poco pi che ventenne cominci a dedi
carsi a quella che poi sarebbe diventata la
missione di tutta la sua vita.
Erano gli anni del primo dopoguerra e
in Europa le ferite del grande conflitto
dovevano ancora rimarginarsi. Nei vari
paesi il riaccendersi dei nazionalismi, che
poi avrebbe causato cos nefaste conse
guenze, sembrava una via senza alternati
ve. lo mi sentivo cittadino di una comu
nit pi vasta, cittadino di un mondo
nuovo ... , confesser pi tardi Kalergi
per spiegare come, pur in una situazione
apparentemente priva di sbocchi, lui
avesse chiara la visione di un futuro
diverso.
Forse l'attitudine a guardare le cose da
una prospettiva pi alta gli derivava dalla
sua origine e dalla sua formazione. Nato a
Tokio da un diplomatico austriaco e da
una cittadina giapponese, aveva trascorso
l'infanzia in Boemia per poi studiare storia
e filosofia all'Universit di Vienna.
E' in tre articoli, pubblicati nel 1922 a
Berlino e a Vienna, l'abbozzo della sua
concezione. Pochi mesi dopo, all'inizio
del 1923, scrive di getto Paneuropa e
concentra, in 150 pagine, i principii-base
della sua visione del mondo. E' un libro
- dir cinquant'anni dopo il rettore del
Collegio di Bruges - che basta ad assicu
rare l'immortalit del suo autore. Frutto
delle meditazioni e delle osservazioni di
un uomo che ha appena 29 anni, faceva
nell'Europa dell'epoca l'effetto di un cal
do raggio di sole in una giornata tetra e
nuvolosa. L'Europa era decimata e rovina
ta, disorientata e inquieta. Spengler for
mulava predizioni catastrofiche, Hitler
redigeva un codice di bestialit e di odio
come il "Mein Kampf" ... Il libro di Kaler
gi presenta, all'opposto, una analisi lucida,
propone misure concrete e ispira la spe
ranza di un raddrizzamento e di un'era
nuova ...
Nel riferire questi giudizi, Vittorio
Pons, segretario Internazionale dell'Unio
ne Paneuropea e della fondazione Cou
denhove-Kalergi, ricorda che per la prima
volta, in quel testo, veniva messa chiara
mente in evidenza la necessit della ricon
ciliazione fra Francia e Germania come
sola base della ricostruzione dell'Europa.
Tre anni dopo, nell'ottobre del 1926,
Richard Coudenhove-Kalergi riunisce a
Vienna rappresentanti di 24 paesi. E' il
primo Congresso dedicato al tema dell'U
nione Europea o, meglio, della creazione
di una Confederazione sull' esempio
della Confederazione Svizzera, al quale
prendono parte pi di duemila persone. Si
discute animatamente su come armonizza
re le diverse identit nazionali, che l'ele
mento portante del nuovo progetto. I con
gressisti ascoltano l' Inno alla Gioia di
Schiller, sublimato nella Nona sinfonia di
Beethoven, che viene adottato come inno
europeo.
Il messaggio di Coudenhove-Kalergi,
per, trova ascoltatori disattenti. Nemme
no la nascita dell'Unione Paneuropea,
come motore organizzativo di un movi
mento di integrazione dell'Europa, con
sente di fare significativi passi avanti.
Pochi uomini di primo piano come il pri
mo ministro e ministro degli esteri france
se, Briand, e il ministro degli esteri tede
sco, Stresemann, raccolgono l'appello alla
pacificazione e all'unione del Continente e
ne diventano convinti sostenitori.
Gli avvenimenti, per, precipitano. La
seconda guerra mondiale interrompe il
faticoso cammino gi intrapreso e costrin
ge Coudenhove-Kalergi a riparare negli
Stati Uniti.
Firmata la pace, il fondatore di Paneu
rapa riprende, con raddoppiata energia,
la sua attivit e negli anni 50 la nuova
Il dr. Costantino Dragan alla celebrazione di R. Coudenhove-Kalergi nella sala della Lupa a Montecito
rio. A destra il Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera Gustavo Selva.
Europa comincia a prendere corpo. Il
grande progetto, grazie all'impegno di
uomini come Adenauer, Schumann,
Spaak, De Gasperi, esce dal libro dei
sogni e, un passo dopo l'altro, viene avvia
to sul binario giusto. Nascono il Consiglio
d'Europa, la Comunit del Carbone e del
l'Acciaio (CECA), il Mercato Comune,
l'EURATOM. Il trattato di Maastricht
soltanto l'ultima tappa nella costruzione
dell'edificio Europa, ma il processo non
certo concluso. L'on. Antonio Martino ha
citato, fra le necessit pi urgenti, quella
della moneta unica, passaggio obbligato
per il completamento di una reale integra
zione economica.
Nel 1950 Richard Coudenhove-Kalergi
riceve, per i suoi meriti, il Premio Carlo
magno. Nel 1967 gli viene assegnato, alla
memoria, il primo Premio giapponese del
la Pace. Con personaggi come lui la rico
noscenza del mondo non sar mai abba
stanza.
Eugenio Marcucci
jl(R&&~ 3
 La nostra Europa:
quale Europa?
di J. Constantin Dragn
Da 45 anni lottiamo per una nuova
Europa, un 'Europa unita, pacifica e forte.
Esistono delle frontiere fisiche? N o! Le
sue frontiere sono soprattutto spirituali e
delineate dalle sue tradizioni e mentalit.
Ma dobbiamo definirle e farle rispettare.
Ad Ovest dove questi problemi sono ine
sistenti, una migliore e reciproca conoscen
za e comprensione sarebbe auspicabile.
Ad Est, nel 1920, era stata stabilita una
frontiera legale degli stati risorti sul prin
cipio delle nazionalit, modificato poi
brutalmente da Stalin con atti di guerra,
terre che non furono pi restituite ai loro
popoli.
Senza contare i territori occupati come,
la Bessarabia, la Polonia, i Paesi Baltici, la
Finlandia, una estensione di 550.000 chi
lometri quadrati, uguale alla Francia ed
anche di pi, protetta a sud dalla flotta
atomica di stanza nell'Isola dei Serpenti,
appartenente alla Romania da millenni, e
che le stata strappata 45 anni f.
Mentre una Eurasia, imperialista, domi
natrice, nella quale i diritti e i doveri del
l'Uomo non vengono affatto rispettati, si
espande. I mezzi e i metodi sono i pi
vari: ieri, il panslavismo, l'ortodossia ed il
comunismo e oggi, la democratizzazione
con i cannoni, lo spostamento delle popo
lazioni, la soppressione delle scuole, l'uni
ficazione con la forza.
Ed questa Eurasia che vuole parteci
pare alle organizzazioni occidentali in
4 Jl.ffi~ ~
quanto Russian Federation con l'Uo-ai
na e tutte le altre repubbliche autono
me, compresa la Cecenia. Questa stessa
Eurasia che pretende avere qualcosa da
dire nel corso delle riunioni degli organi
smi internazionali sugli ex-paesi socialisti,
che pretende e afferma ancora una sovra
nit limitata.
Bisognerebbe innanzi tutto precisare le
dimensioni e le frontiere di questa nostra
Europa, di questa Europa che deve svi
luppare il suo aspetto europeo attraverso
l'educazione a tutti i livelli dei giovani e
meno giovani europei, mediante l'accre
scimento della cultura, storica e geografi
ca, ed anche attraverso i provvedimenti,
scolastici e non, della Comunit. E'
soprattutto grazie alla cultura, che riveste
la stessa importanza dell'Economia e della
Politica, che si potr realizzare il vero spi
rito europeo e la vera Europa. Quella
Eur.opa che dovr prima o poi confrontar
si con gli altri grandi problemi che l'atten
dono, come la crescita demografica espo
nenziale dell'Oriente e la consequenziale
invasione dei suoi prodotti in tutti i mer
cati con prezzi irraggiungibili per le eco
nomie occidentali.
Di questa situazione dovrebbero prende
re coscienza i nostri dirigenti al fine di ope
rare per la realizzazione di quella Unione
Europea che tutti noi desideriamo.
J. Costantin Dragn
 Tre sistemi europei:

Maastricht, Strasburgo, Helsinki

di Manlia Cantri

Tre braccia diverse di uno stesso sforzo sviluppo dei diritti umani e di sollecitazio
per mantenere la pace internazionale per ne democratica. Sarebbe opportuno che si
cercare di favorire lo sviluppo. istituzionalizzasse maggiormente per avere
Parlare di Strasburgo, oltre che di Par una funzione non soltanto come Confe
lamento europeo, significa parlare di Con renza occasionale ma per avere un ruolo
siglio di Europa che vi ha la sede. Il Con nella realt europea per essere una prima
siglio di Europa anche se venuto prima istanza di quello che a livello mondiale
di tutte le altre istituzioni europee si un pu essere la funzione dell'ONU. Sorta in
po' appannato anche perch si limitato a epoca di guerra fredda, oltre ai paesi da
fare cose interessanti, non sul piano politi una parte e dall'altra della Cortina di Fer
co, ma su quello sociale e culturale dal ro, aveva anche come protagonisti da una
momento in cui sorta la prima Comu parte gli Usa e dall'altra l'Unione Sovieti
nit. Ha ripreso una attivit importante ca. C' quindi una dimensione non soltan
dopo la grande accelerazione della storia to europea.
degli anni 89-90, perch, mentre era diffi Forse aveva ragione Mitterrand quando
cile per taluni Paesi per ragioni economi alcuni anni fa proponeva in prospettiva
che e sociali entrare nella Comunit era per l'Unione Europea un disegno di tipo
pi facile avere questo primo aggancio federale e una prospettiva invece di tipo
con l'Europa occidentale attraverso il confederale per l'area del Consiglio di
Consiglio d'Europa bastando avere qual Europa. E' vero che ancora oggi qualcuno
che titolo ottenuto sul piano politico con dice che man mano che l'Unione Europea
il rispetto dei diritti umani, con le elezioni si allarga finir per sovrastare in qualche
democratiche, con un sistema politico modo l'area del Consiglio di Europa.
basato sullo stato di diritto dopo i lunghi Il Trattato di Maastricht; alcuni dal
anni delle dittature di impronta sovietica. punto di vista formale non lo ritengono
Quindi il Consiglio di Europa ha ripreso un buon trattato perch un insieme di
un proprio ruolo. testi diversi, frutto di due conferenze,
Allora questa Europa cos variegata e quella economico-monetaria e quella poli
cos difficile da riunire ha praticamente tico istituzionale. Si fatto un testo unico
queste due aree: l'area dell'Unione Euro perch si doveva dare la sensazione di un
pea e l'area del Consiglio d'Europa. Il risultato unitario. Ma stato comunque
aiscorso su Helsinki, sulla Csce o sull'or un grande risultato: si sono riformate le
ganizzazione della Cooperazione e della istituzioni secondo il disegno del Parla
Sicurezza europea un discorso a parte. mento europeo del 1984, stato tolto dal
Ha avuto un ruolo di grandissimo rilievo a la definizione di Comunit Europea il ter
partire dal documento di Helsinki fin qua mine economica appunto per sottoli
si alla vigilia dell'89-90 nel campo dello neare il significato della nuova Comunit,

Jl.ffl,zz<:... ~ 5
che una Comunit politica; stato dato
maggiore potere al Parlamento sulla via
della co-decisione insieme con il Consiglio
dei Ministri; sono stati dati maggiori pote
ri alla Commissione e al Parlamento stesso
dal punto di vista del rapporto fiduciario:
stata creata a Maastricht una serie di
principi nuovi, significativi, tra cui quello
della cittadinanza europea. Gli aspetti pi
significativi in cui si definisce il trattato di
Maastricht sono tre pilastri: da un lato le
riforme istituzionali, dall' altro la politica
estera, la sicurezza comune, la giustizia e
gli affari interni.
Maastricht comunque un punto di
arrivo, ma anche un punto di partenza.
SINDROME DEL BEVITORE
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~r-'-\~;4
\ "...,
Come mai adesso le cecenie ribelli sono diventate due?
6
Punto di arrivo perch significa dopo
molti anni aver raggiunto l'obiettivo del
l'Unione politica dopo tutte le traversie
incontrate. Punto di partenza perch gi si
discute nei partiti europei e nelle varie
organizzazioni della Conferenza del 1996
cio della conferenza intergovernativa che
dovr fare il punto di ci che nel Trattato
detto, soprattutto per quello che si rife
risce alla politica estera e alla sicurezza.
Estratto della Tavola Rotonda tenuta alla Fonda
zione Dragan con la partecipazione del prof. Ferra
ri, p.ssa A. Garibaldi Jallet, prof. Orsello, dr. Stan
go, prof. P. Ungari.
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~.I
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 La tempesta monetaria
di Leonardo Casini
La tempesta monetaria che si abbattu
ta sull'Europa e sul mondo intero pu
diventare l'occasione di un grande
momento di riflessione per tutti. La gente
comune non conosce i complessi meccani
smi del mercato valutario, la curva sinuosa
dei suoi alti e bassi, il motivo di crolli
improvvisi e di altrettanto improvvise
impennate. Ma intuisce benissimo una
sola cosa fondamentale: il valore delle
monete strettamente connesso alla forza
economica di un paese, e l'andamento dei
mercati sensibilissimo alla sua stabilit
politica e a tutti i fattori che contribuisco
no alla crescita della sua ricchezza. Poi vi
sono altre variabili - la speculazione, le
notizie false o gonfiate, diffuse ad arte ecc.
- che sono, per cos dire, il condimento
del piatto forte, che resta comunque l'eco
nomia reale e la politica. Questo chiaro
a tutti. Ma quali sono le sensazioni pi o
meno consce, i sentimenti reconditi, le
reazioni profonde e talvolta sepolte sotto
il crudo realismo dei fatti che albergano
nel cuore della gente? Cerchiamo di inda
garle sondando anche noi stessi con alcu
ne riflessioni di fondo, alla luce degli ulti
mi eventi.
La situazione di questo ultimo mese in
Europa e nel mondo contrassegnata da
una lotta feroce in cui domina la legge del
pi forte come unica legge: marco e dolla
ro la fanno da padroni e le altre monete,
chi meglio e chi peggio, arrancano dietro
di loro. Pare che, in tempi di crisi, tutti i
grandi discorsi sulla solidariet tra gli Sta
ti, la cooperazione internazionale, la pro
mozione dello sviluppo, e, da noi in Euro
pa, lo spirito comunitario siano veramente
meri vapori aerei che si dissolvono in un
attimo di fronte al solido e concreto dena
ro che canta.
Ma v' qualcosa di pi e di peggio: si ha
la netta sensazione di un mondo che pro
duce faticosamente, fatto di lavoratori, di
imprenditori, di commercianti, di impie
gati, di insegnanti, di contadini, che crea
ricchezza ma non ne gode affatto, e un
mondo di speculatori, finanzieri, banchie
ri e azionisti che ammucchia fortune sul
lavoro altrui non remunerato; i politici, in
una posizione di mezzo, talvolta governa
no e talaltra malgovernano. Non intendia
mo rinverdire qui le vetuste teorie marxia
ne del plusvalore, con gli effetti teorici e
pratici che hanno provocato il disastro
epocale del comunismo. Accettiamo
ormai tutti l'economia di mercato come
forma indispensabile di produzione e di
scambio di beni. Ma ci ripugna, nonostan
te tutto, il cinismo con cui intere classi
dotate di enormi fortune e di un potere
incontrastato (e che vivono in un lusso
sfrenato) prosperino rigogliosamente,
come elefantiaci parassiti, sul duro lavoro
e sulla povert di masse lavoratrici e di
ceti imprenditoriali dinamici, che sono la
vera origine della ricchezza delle nazio
ni (per citare il titolo del capolavoro di
Adam Smith), ma non sono ricchi in pro
porzione a ci che producono.
Che fare? E' possibile dare a ciascuno il
suo, rendere ai ceti produttivi la ricchezza
che realmente producono? E' lecito spera
re di eliminare la speculazione, il parassiti
smo, un cos enorme (usiamo il termine in
JldPeC-.. ~ 7
senso pi simbolico che letterale) plusva
lore? E' possibile creare una solidariet
europea tra i ceti produttivi, al di l degli
egoismi nazionali, per un 'Europa in cui
regni una vera e propria solidariet
monetaria, che costa sacrifici, quanto
non costano i discorsi sulla solidariet e
gli scambi culturali?
Non vogliamo essere n utopisti n pro
feti, soprattutto in tempi di crisi drammati
che delle ideologie. Se anche rinascesse un
genio come Kark Marx, non avrebbe pi la
forza, la voglia e l"ingenuit di riproporre
giustizia ed uguaglianza universali.
Ma abbandonarsi all'utopia ingenua
un errore altrettanto grave che rassegnarsi
ad un cupo e cinico realismo machiavelli
co. L'utopia serve nella misura in cui pro
8 fl4.~c.,,- ~
getta 100 per ottenere 10. Non progettare
per pessimismo sarebbe l'errore opposto
che essere sicuri che si otterr 100. E' giu
sto tenere la via intermedia del possibile, e
sperare ragionevolmente che la ricchezza
prodotta da tutti sia meno concentrata
nelle mani di pochi e pi alla portata delle
mani di chi produce, e su di essa sia meno
facile la speculazione dei giuocatori di
borsa e delle grosse concentrazioni finan
ziarie. Forse allora i lavoratori e noi tutti
vedremo meno lontani, a noi sovrastanti e
prevaricatori quei meccanismi di borsa
che oggi subiamo come un'altrui prepo
tenza, legale e sancita dalle norme e dalla
prassi internazionale.
Leonardo Casini
 Colonizzazione e decolonizzazione
di Salvatore Bono
I principali stati europei hanno occupa
to, controllato e governato, attraverso
vicende politico-militari e strumenti giuri
dici diversi, quasi tutta l'Africa e ampia
parte dell'Asia, all'incirca dagli anni ottan
ta del secolo XIX sino alla met del nostro
(salvo precedenti episodi anteriori o, inve
ce, ritardati). E' stata questa la forma di
colonizzazione pi estesa e incisiva, fra le
molte avutesi nel corso della storia; si pu
parlare, come ha ricordato il presidente
Dragan, anche di un colonialismo sovieti
co su paesi dell' Asia centrale e persino su
stati dell'Europa orientale. Il fenomeno
coloniale ha avuto durata e rilevanza tali
da indurre mutamenti rilevanti nei paesi
sottoposti al dominio europeo e conse
guenze rilevabili negli stessi paesi europei,
come la presenza di immigrati extraco
munitari.
Le premesse della spartizione colo
niale dell'Africa mediterranea possono
farsi risalire alla spedizione napoleonica in
Egitto. L'effettiva presa di possesso (a
parte il caso dell'Algeria, nel 1830) avve
nuta pi tardi, fra gli anni ottanta dell'Ot
tocento e il 1912 per il Maghreb, il primo
dopoguerra per le provincie arabe dell'im
pero ottomano.
L'impegno coloniale fu giustificato in
Europa da una ideologia della superiorit
europea e del conseguente diritto-dovere
di governare i popoli arretrati o inca
paci. Con intensit e modalit diverse
tutte le popolazioni colonizzate hanno
cercato di resistere all'avvento del domi
nio coloniale europeo, preceduto da una
pacifica penetrazione economico-
sociale. La resistenza si talvolta protrat
ta per decenni (in Algeria sin oltre il
1870, in Libia sino al 1931). Il coloniali
smo si imposto con la forza ed ha
governato quei paesi nell'interesse degli
stati europei; la sua azione ha per pro
dotto in certa misura, accanto ai profondi
danni, conseguenze obiettivamente posi
tive per lo sviluppo successivo di quei
popoli.
Diversi fattori hanno contribuito a far
maturare il processo di decolonizzazio
ne. Schematicamente si pu parlare di
fattori interni ed esterni. Fattori
interni: la resistenza stessa dei popoli
colonizzati, la loro fedelt alle proprie
tradizioni e alla propria identit culturale
e religiosa (islamica). Fattori esterni: l' ap
prendimento e la sperimentazione di for
me di partecipazine politico-sociale di
modello europeo (partiti, sindacati, ele
zioni); la volont europea di attivare, sia
pur con estrema prudenza e gradualit,
un cammino verso l'autonomia o l'assimi
lazione: la formazione di lites con ideali
nazionalistici. Le mutate condizioni
internazionali dopo la prima e, tanto pi
dopo la seconda guerra mondiale hanno
favorito l'avvio effettivo di un processo di
decolonizzazione preteso dagli interessa
ti, anche con azioni di pressione e persi
no con la lotta armata (Algeria).
Prof. Salvatote Bono
(Estratto della Conferenza del 24 - 1 - 1995), Nel
l'ambito del ciclo di conferenze L'Europa nel
Mediterraneo svolto presso la Sede di Roma delia
Fondazione Europea Dragn.
fl.PReti. __ ~ 9
 LA DONNA
IN EUROPA
Celebrato in Campidoglio
il Women's International Network
Intervento di Rita Levi Montalcini
A Roma in Campidoglio si tenuto il 9
e il 10 febbraio l'incontro internazionale
per il lancio del progetto WIN (Women's
International Network) che intende dare
visibilit alle donne che in varie parti del
mondo hanno dato vita a reti di solida
riet per far fronte a momenti di emergen
za. Il progetto, nato da una idea del Pre
mio Nobel Rita Levi Montalcini e di Eleo
nora Barbieri Masini, ha trovato il soste
gno dell'UNESCO e dell'Ufficio Progetti
Donna del Comune di Roma diretto da
Carla Sepe.
Ai lavori oltre a Rita Levi Montalicini e
Eleonora Barbieri Masini hanno parteci
pato per l'Italia Tullia Carrettoni, Piera
Fallucca, Giuliana Martirani, Luisa Mor
gantini, Carla Sepe, Giovanna Terranova.
Dopo la lettura di un messaggio del
Direttore generale dell'UNESCO P.
Mayor e il saluto di Eleonora Barbieri
Masini, Rita Levi Montalcini Premio
lO fl.Rt,,!;:--- ~
Nobel per la medicina ha pronunciato
questo intervento.
N el dicembre 1992, fu organizzata
presso l'Universit di Trieste, una Tavola
Rotonda tra eminenti scienziati per elabo
rare quella che fu definita la Magna Carta
dei Doveri.
In un primo documento prodotto in
quella riunione gli intervenuti hanno ini
ziato non solo ad identificare gli obblighi
ci ciascun individuo, ma anche gli stru
menti che tutti i Paesi dovranno mettere
in atto per la sua attuazione.
La proposta della Magna Carta dei
Doveri non intende sostituirsi alla Magna
Carta dei Diritti dell'Uomo, n ad altre
pi volte e in pi sedi approvate, ma si
propone di affrontare con la massima
urgenza i pericoli che minacciano il globo,
la biosfera e la sopravvivenza di milioni di
specie messe in pericolo dagli interventi
dell'uomo. Si propone quindi di compiere
un grande sforzo di solidariet e collabo
razione internazionale.
Una seconda conferenza internazionale
stata di nuovo organizzata a Trieste alla
fine del novembre 1993. Da questa sono
scaturite alcune conclusioni importanti.
La Magna Carta dei Doveri va conside
rata in un contesto mondiale di intercon
nessione dei popoli dell'intero globo che
alla vigilia del terzo millennio impone una
nuova normativa di rapporti civili.
Le crisi che travagliano la societ
moderna e il nostro modo di vivere, di
pensare, di produrre e di consumare, non
sono pi compatibili con i diritti dei
popoli e della natura.
Le necessit quotidiane che oggi hanno
raggiunto una dimensione internazionale,
hanno prodotto meccanismi perversi nella
convivenza e nello sfruttamento delle
risorse naturali. A queste sono da attribui
re sia la situazione tragica dei popoli sot
tosviluppati che la degradazione dell'am
biente, e la minaccia diretta alla vita attra
verso la produzione e il commercio di
armamenti atomici.
L'enorme divario nelle condizioni di vita
dei popoli della terra nei settori culturali,
educativi, economici, della salute e della
stessa sopravvivenza, impone un intervento
di tipo nuovo, n coloniale, n protettivo.
Alla seconda conferenza a Trieste avve
nuta in collaborazione con l'agenzia Uni
ted Nations Environment Programme,
sotto l'alto patronato del Presidente della
Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, hanno
preso parte scienziati ed esponenti dell'al
ta cultura. In questa occasione stato
deciso di fondare, presso l'Universit di
Trieste, il Consiglio Internazionale per i
Doveri dell'Uomo (International Council
for Human Duties).
Nel corso della discussione, che ha avu
to luogo durante le due giornate, stata
considerata la possibilit di incoraggiare
iniziative tese a incrementare la solidariet
femminile quale elemento essenziale per
far fronte, sia alla criminalit infantile, che
alla violenza sulle donne e bambini, le une
e le altre in continuo crescendo.
Gruppi di solidariet femminile diretti
a questo scopo sono gi in atto in diffe
renti parti del globo e in particolare nei
Paesi in via di sviluppo.
Ai fini di consolidare queste attivit
attualmente disperse e dissociate, si pro
spettata la fOJmazione di una rete interna
zionale che con la denominazione
Women's International Network
(WIN)>> agevoli lo scambio di comunica
zioni tra i gruppi esistenti e di altri in via
di sviluppo.
Questa iniziativa parte dal riconosci
mento delle note capacit delle donne di
affrontare problemi di estrema urgenza,
superando difficolt burocratiche che nor
malmente interferiscono con l'immediata
attuazione dei meccanismi di controllo.
li quotidiano rapporto donna-bambino
alla base del ruolo che compete loro nel
l'affrontare problemi socio-culturali atti
nenti la giovent e particolarmente acuti
nei faesi in via di sviluppo.
I mondo di oggi caratterizzato da
rapidi cambiamenti in ogni settore della
vita sociale. Gli sviluppi scientifici e tec
nologici, e in particolare quelli relativi al
campo dei sistemi informatici, hanno
notevolmente influito in ogni settore della
vita sociale. A questi recenti sviluppi le
donne hanno saputo adattarsi tenendo il
passo con i sempre continui progressi nel
le tecnologie e applicazioni, grazie alla
loro innata flessibilit e capacit di ade
guarsi ai nuovi sistemi di vita.
I legami tra una migliore istruzione, la
salute dei bambini, un pi alto ruolo delle
donne nella societ, i servizi di assistenza
alla maternit e di pianificazione familiare,
possono disattivare il ciclo di povert e di
instabilit demografica.
Nei paesi sottosviluppati le donne vivo
no in un persistente status di inferiorit
che le priva dei diritti umani e dell' auto
nomia, nonostante spetti a loro provvede
re ai bisogni primari della famiglia. L'ac
cesso femminile alle risorse economiche e
ai servizi sociali, uno degli obiettivi prima
ri della WIN, apporter benefici, quali la
creazione dei servizi essenziali, l'istruzio
ne, l'assistenza sanitaria e la pianificazione
Jl,mlZ__ ~ 11
 familiare. La riduzione del numero delle
gravidanze nei paesi in via di sviluppo
ridurr le pressioni migratorie.
Gravi disparit nei livelli sociali e cultu
rali sono la causa prima della destabilizza
zione della societ umana e debbono esse
re affrontate principalmente a livello fem
minile.
Traendo vantaggio dalle loro naturali
attitudini, le donne, potranno svolgere un
ruolo costruttivo che le vedr come mem
bri attivi in una societ in continua tra
sformazione.
La solidariet femminile basata su
comuni esigenze sociali consente loro di
interagire con gruppi di differenti culture
e diversa appartenenza etnica, prendendo
in considerazione non soltanto l'immedia
to, ma anche il futuro benessere delle
generazioni a venire.
L'importanza del ruolo che le donne
possono esercitare in questo settore gi
dimostrato dal fatto che in varie regioni
del globo, hanno gi sentito l'esigenza di
intervenire direttamente ed hanno ottenu
to risultati rilevanti, sia operando indivi
dualmente che in piccoli gruppi, senza
. ricorrere all'appoggio dei mass-media.
Gli scopi che si prefigge la Women's
International Network (WIN), si ispirano
ai successi gi ottenuti.
In Paesi rappresentati da esponenti qui
presenti, la risoluzione delle problemati
che affrontate, ha richiesto eccezionale
coraggio e capacit organizzative, in quan
to in alcuni casi, si contrapponeva a dog
mi secolari.
I compiti prioritari che si propone que
sta associazione sono:
- individuare i temi di massima urgen
za di carattere locale scegliendo metodo
logie e strumenti idonei;
- discutere progetti per una realizza
zione immediata dei problemi da affronta
re
' - attivare l'applicazione dell'autoge
stione con l'appoggio delle autorit locali.
Per sviluppare e attuare gli obiettivi la
WIN dovr avvalersi delle strutture esi
stenti o di quelli in via di attuazione.
I sistemi di gestione in atto dovranno
essere ampliati coinvolgendo persone di
diversa identit sociale, per la risoluzione
degli obiettivi preposti, e ricorrendo lad
dove possibile, ai moderni sistemi di col
legamento per una tempestiva soluzione
di questi problemi.
Tali sistemi facilitano il reperimento del
le informazioni a livello mondiale. Attraver
so questi collegamenti avranno ampia diffu
sione le attivit svolte ed, allo stesso tempo,
si acquisiranno le conoscenze sulle strategie
in atto in altri Paesi nei settori di interesse
della WIN, creando una dettagliata docu
mentazione nelle varie sedi.
I distretti che si formeranno, dovranno
gestirsi in modo autonomo operando in
collaborazione con le altre sedi.
Da questo diretto confronto di leaders
di differenti culture e provenienza ci si
propone di aprire nuovi campi di azione e
mettere in atto strategie idonee alle fina
lit che si prefigge la WIN.
Allo scopo di dare avvio alla WIN sot
topongo alla considerazione e approvazio
ne dei presenti la bozza dello Statuto.
Rivolgo inoltre al Sindaco, Ono France
sco Rutelli, la richiesta di poter usufruire
di una sede idonea presso il Comune di
Roma per svolgere le attivit inerenti alla
Women's International Network.
Ci auguriamo che gli incontri possano
succedersi annualmente per valutare i
risultati ottenuti e quelli desiderati.
 Dfil di Valentino
per 1796 grandi donne
COSt~ volendo giocare, potremmo definire
il mag11lfico catalogo edito da Progetti
Museali per la originale mostra Donne in
filigrana inaugurata a Roma, a Palazzo
Braschi il 9 febbraio t!.S., in occasione del
workshop: Women's Networks: fang
world challenges.
La collezione inedita di francobolli al
femminile di Maria Zaniboni Rivieccio ha
offerto all'incuriosito pubblico di non solo
donne uno spaccato di storia dove lo spazio
ed il tempo legati da un filo rosa tessevano
quella tela che una perversa Penelope di
pa111ii maschili vestita nel corso dei secoli
disfaceva. Ora attraverso questa mostra
vengono alla luce storie di antesignane
ignorate dalla maggioranza di noz; ma grati
ficate da una silenziosa pubblica approva
zione. Come non ritrovare la famigerata
coppia Bonnie and Clyde nell'irlandese
Anne Bonny (XVII-XVIII secolo) che lasci
il marito perch invaghita del pirata ]ac-
In fondo, a pensarci bene, che cos' un
francobollo?
Un minuscolo pezzo di carta comprato
distrattamente, incollato distrattamente
sulla busta e altrettanto distrattamente
imbucato. E anche se viene da lontano
e potrebbe riservare delle sorprese - non
cambia nulla: si gradisce il ricordo e il
saluto, si ammirano il paesaggio e le figu
re. E il francobollo? Interessa a pochi, a
pochissimi.
Qualche volta a nessuno.
E invece a questi due centimetri qua
drati di carta filigranata spesso assegna
to un compito molto importante. Quasi
un manifesto murale ridotto ai minimi
termini - come lo definisce Federico
ques Rackam detto Colico? Insieme rubaro
no un veliero di quaranta tonnellate ed
insieme cominciarono ad esercitare la pira
teria nei Caraibi. Caduti nelle mani del
governatore, Colico fu impiccato, mentre di
A 1111 e, che ebbe un figlio mentre era prigio
niera non si seppe pi nulla.
Il ritorno alla normalit segn la sua
fine.
Prima di lasciare la parola all'autrice, di
cui riportiamo qui di seguito la presentazio
ne del catalogo della collezione, desidero
ptmtualizzare che evidenziando questa pre
senza al negativo in un contesto di gesta
squisitamente maschilz; non si vuole cele
brare la pirateria al femminile, ma evi
denziare soltanto una curiosit, che la sto
ria del mondo stata e sar sempre scritta a
quattro mani.
Anna Maria Di Pietro
Zeri - a saper leggere e interpretare tut
te le allusioni, i riferimenti e i simboli che
vi sono rappresentati, il francobollo
diventa un mass-media di eccezione che,
con un'importanza e una diffusione
inversamente proporzionali alla sua
minuscolo dimensione, porta il suo mes
saggio fino ai pi lontani e sperduti ango
li della Terra.
Ma leggiamo la presentazione che il
francobollo fa di se stesso: lo sono il
viaggiatore per eccellenza. Sono stato tra
sportato da cammelli, slitte trainate da
cani, corrieri a cavallo, biciclette, treni,
piroscafi, automobili, aeroplani. lo rap
presento re e regine, principi e principes
se, presidenti, sultani, capi trib, poeti,
/1.Rett:. __ ~ 13
aviatori, santi e peccatori. lo porto a
conoscenza vedute di ogni Paese: fiumi,
laghi, cascate, rovine, castelli. E ancora
tutte le specie di fiori, di frutti, di uccelli,
di insetti, di pesci. La mia piccola cornice
racchiude eroi ed eroine, battaglie, vitto
rie, sconfitte, scoperte e invenzioni. Ebbe
ne, chi credete che io sia? Semplicemente
un francobollo! .
Fantasioso, divertente, condito con un
pizzico di presunzione, questo monologo
sottoliena come il francobollo sintetizzi
tanta parte della storia del mondo, come
le sue raccolte diventino piccole enciclo
pedie, capillarmente diffuse non solo a
livello locale e nazionale, nel momento in
cui viene immesso in un circuito orizzon
tale che ignora distanze e frontiere. Al
francobollo nessuno chiede il visto di
entrata o il passaporto.
S, solo un pezzetto di carta. Ma se la
sua camicetta racchiude un viso e un
nome, il quadratino sembra animarsi,
diventa una persona e si fa racconto.
Racconto di una vita interamente dedi
cata a un ideale: religioso, morale, artisti
co, letterario, sociale, politico, professato
coraggiosamente (urtando spesso contro
le convenzioni, la morale corrente, certe
forme di assurda legalit) e non di rado
pagato con la vita.
La certezza che sono state tante, tantis
sime le donne che hanno speso - e spes
so bruciato -la loro esistenza sull'altare
degli ideali, stata la molla che ha fatto
scattare in chi scrive l'impulso a ricercare
con pazienza certosina e a raccogliere
quei pezzetti multicolori eli carta filigra
nata capaci eli aiutarla a tracciare la map
pa di un femminismo non polemico n
barricadero, privo di trionfalismi e di
retorica. Un femminismo costruito a
tavolino, con a monte l'intelligenza, la
determinazione, la tenacia e una corag
giosa fiducia in se stesse di tante donne.
Via via ci ha incoraggiate la certezza di
esserci imbattute nella pi lampante
dimostrazione che la famosa parit (e for
se qualcosa in pi) sarebbe stata raggiun
ta molto prima se non fosse stata voluta
mente ignorata, osteggiata e lasciata dor
14 J1L~c:..... ~
mire sotto la consapevole polvere del
tempo.
Ne venuto fuori uno straordinario
pianeta sommerso. Ogni francobollo sta
to una scoperta. Oggi, attraverso una
ricerca che dura da vent'anni, sono quasi
duemila le donne che, attraverso i franco
bolli, ci raccontano la loro storia.
E' lo spaccato di un universo femminile
popolato da sante e da ballerine, da eroine
e da dive del cinema, da scrittrici e can
tanti, da pittrici e reginette di bellezza, da
dottoresse in Medicina e astronaute, da
campionesse sportive ed esploratrici, e
perfino da donne pirata. Una sfida che
dura da secoli.
Se non ce lo raccontasse il francobollo,
chi saprebbe che i lavori per la costruzio
ne del famoso ponte di Brooklyn (con la
sua campata di 530 metri) sono stati diret
ti per tredici anni da una donna, Emily
Warren Roeblin? Chi immaginerebbe che
la spedizione degli esploratori Lewis e
Clark, dal South Dakota al Pacifico, dura
ta due anni (1804-1806) pot essere realiz
zata solo grazie all'indomito coraggio di
una donna indiana, Sacagawea? Che due
secoli fa l'astronoma tedesca Caroline
Herschel pubblicava un Catalogo in cui
aveva elencato ben 562 stelle scoperte da
lei? Come non rimanere di sasso di fronte
all'incredibile coraggio delle eroine della
seconda guerra mondiale - combattenti e
partigiane - impiccate, decapitate, fucila
te, torturate senza che dalla loro bocca
uscisse un lamento, un ripensamento, la
denunzia di un nome che voleva dire la
salvezza?
Desidero sottolineare che questo Cata
logo non ha alcuna pretesa di trasformarsi
in un'opera valida dal punto di vista stret
tamente filatelico, cos come non ha alcu
na pretesa di completezza. Raccogliere
tutti i francobolli al femminile a partire
dal famoso Penny nero con l'immagine
della regina Vittoria, stampato in Inghil
terra nel 1840, sarebbe stata un'impresa
impossibile da realizzare.
Maria Zaniboni Rivieccio
 Bipartitismo europeo
e poli italiani
di Leonardo Casini
In un'Europa occidentale per lo pi
ordinata e civile il teatro attuale della poli
tica italiana deve come minimo sconcerta
re i nostri vicini di casa: dalla repentina
caduta del governo effimero di un mana
ger televisivo, Cavaliere disarcionato con
un partito che sembra una squadra di cal
cio, agli umori e malumori di un capo
federalista che si d l'aria di un capitano
di ventura disposto a tutte le tattiche, nel
quadro pittoresco di un centro e una sini
stra polverizzati, alla ricerca disperata di
un'identit ideologica e politica perduta, il
quadro italiano appare tra il tragico, il
comico e il grottesco. E mentre dietro le
quinte si scatenano risse di periferia, sul
palcoscenico stato sospinto, a dare una
facciata di rispettabilit allo scenario cos
poco decoroso, un distinto signore dai
modi anglosassoni, economista di alto
profilo, in compagnia di una nobile schie
ra di accademici, tecnici ed esperti al di
sopra delle parti. Ma a qualcuno pare gi
giunto il momento - magari perch i det
ti signori son troppo bravi - di dare uno
strattone alla corda e aprire la botola per
farvi precipitare tutta l'inelita e chiarissi
ma compagnia gi dal palcoscenico, tra le
travi e le cianfrusaglie, incurante del fatto
che - data la precariet del tutto - con
la compagnia e il palcoscenico rovini a
terra l'intero teatro e... buonanotte sona
tori.
In questo panorama cos ricco di colpi
di scena le cose potevano ad un certo
punto assestarsi in maniera decorosa. Ben
ch disarcionato, il Cavaliere aveva rinser
rato in file compatte i suoi fedelissimi,
aveva impartito i suoi ordini da caserma,
rinfilato la corazza di combattimento e si
era rilanciato sull' arcione, lancia in resta.
Al bravo e intelligente Buttiglione non
sarebbe restato che trame le conclusioni e
organizzare i suoi sull'altro versante: per
duta ormai la parte pi conservatrice del
suo elettorato, finita nelle reti di Forza
Italia o Alleanza Nazionale, v'era al centro
sinistra un notevole spazio, lasciato libero
dalla corrotta masnada socialista e da un
pulviscolo di forze prive di coesione. Non
solo: v'era la possibilit di organizzare una
grande alleanza democratica e moderna,
riformatrice e priva di ormai superate ten
denze anticapitalistiche o assistenzialisti
che, di cui i Popolari potevano essere l'ala
moderata. Finito ormai il comunismo e i
tempi gloriosi di don Camillo e Peppone,
la collocazione naturale del Partito Popo
lare doveva essere lo spazio di una demo
crazia riformatrice, pi in sintonia con la
solidariet e il rispetto della persona uma
na coerenti con l'ispirazione cristiana.
Buttiglione aveva operato in modo fecon
do dalla sua elezione a fine gennaio scor
so. Si era adoperato per la distensione,
aveva improntato la sua polemica contro il
Polo berlusconiano in nome dell'antifasci
smo, aveva dialogato, pur mantenendo
giuste differenze, con la sinistra. Poi il die
trofront. Deludendo moltissimi fuori e
dentro il PPI, che vedevano in lui un
uomo nuovo e capace, e forse avviando
addirittura alla spaccatura il suo partito.
Buttiglione spera di poter costituire a
partire dal centro tutta l'ala moderata del
lo schieramento politico, contrapposta
all'ala progressista di una sinistra riforma
trice, come in Inghilterra e in Germania,
jJumz~~ 15
modelli esemplari di democrazia dell' al
ternanza. Ma un'illusione: una storia,
una cultura, uno sviluppo economico e
civile troppo diversi ci dividono. L'Italia
del 1995 non fatta di whigs e tories, e
non si pu cancellare la presenza di una
destra forte, compatta e agguerrita; solo
contendendo a quest'ultima tutti gli spazi
16 fl.Rfetl.-- ~
politici, non alleandosi con essa, sarebbe
possibile costruire una grande formazione
moderata. Buttiglione ha forse perduto
un' occasione storica per i cattolici italiani.
Ma poi quanto lo seguir l'elettorato cat
tolico?
Leonardo Casini
k:
0tt'(1
 Il G7: reti e mercato
dell'informazione
di Alessandro Schiano
Let the digitaI age bloom titola in
copertina il numero di Marzo dell'Econo
mist: Lasciamo fiorire l'era digitale.
L'era della societ dell'informazione
una realt ormai cos vasta ed importante
che i sette grandi hanno dovuto inventarsi
un minivertice ad hoc, che si tenuto a
Bruxelles il 26 e 27 febbraio scorso.
Solo una decina di giorni prima i poten
ti e temuti tedeschi hanno lanciato, trami
te la Telekom, circa seimila famiglie,
ovviamente a gratis, nelle Datenautobah
nen, cio nelle autostrade informatiche:
film, programmi e supermercati a portata
di telecomando.
Nel 1998, cio dietro l'angolo, finiran
no i monopoli nazionali delle telecomuni
cazioni, e i tedeschi non vogliono arrivar
ci impreparati, visto che in gioco un
mercato di oltre trecento milioni di uten
ti.
Ma al vertice di Bruxelles tutti erano
divisi su quello che effettivamente dovr
essere questa societ dell'informazione.
Schematizzando si pu dire che da una
parte ci sono i fautori della deregulation
globale, liberisti ad oltranza; americani ed
inglesi i testa, che hanno fatto la prima
mossa chiedendo l'anticipo al 1996 della
fine dei monopoli nazionali, promettendo
l'a pertura del mercato americano agli
investitori europei, (oggi questa facolt
solo dell'Inghilterra), pretendendo per in
cambio anche la reciprocit di un tale
provvedimento.
A met sta la Germania, che preferisce
sperimentare prima di mettersi in mezzo
ad un mare in tempesta, anche se ha intra
preso la strada della liberalizzazione.
A favore della liberalizzazione del mer
cato, a vari gradi sono stati i 45 rappresen
tanti delle maggiori industrie del settore
presenti al Vertice, i quali sono convinti
che meglio accettare la sfida piuttosto
che starne fuori.
Di parere analogo Delors, convinto
che ogni ritardo sia deleterio sia per le
imprese che per l'occupazione, anche se
non concot;da con l'ottimismo degli indu
striali sull'effettiva quota occupazionale
toccata dalla gigantesca rivoluzione infor
matica.
Partendo proprio da questa considera
zione, Paesi come la Francia, la Spagna e
l'Italia invece, puntano sul mantenimento
fino all'ultimo dei monopoli, consci della
schiacciante superiorit statunitense, sia
d~ punto di vista finanziario che tecnolo
gICO.
Certo, l'accesso ad un mercato come
quello americano, stimato intorno ai mille
miliardi di dollari fa gola a tutti, ma
necessario un immenso patrimonio tecni
co e finanziario pr poterlo manipolare,
nonch costi elevatissimi per la gestione
della rete vera e propria.
Ed per questo che gli americani han
no deciso di trasformare la loro national
information infrastructure in global
information infrastructure: da soli non
possono reggere, n sviluppare la rete.
Solo i guadagni di un mercato mondiale
possono giustificare i costi necessari alla
sua realizzazione.
Tutti sono convinti della necessit della
creazione di questo mercato, ma i modi
per arrivarci sono tanti; gli americani par
lano di concorrenza dinamica, che per
flcP1'ec. .... ~ 17
 loro significa concorrenza in ogni campo,
mentre per i francesi significa stabilire
limiti rigidi alla prevaricazione tecnologica
ed artistica. .
Per gli americani globalizzazione vuoI
dire assicurare il collegamento a tutti i ser
vizi pubblici, universit ospedali ammini
strazioni pubbliche in genere, mentre per
gli europei significa poter assicurare il col
legamento proprio a tutti; i costi di queste
due impostazioni sono drammaticamente
divergenti.
Infine il tema pi caro all'Europa: sal
vaguardare e sviluppare le diversit cultu
rali e linguistiche, il vero patrimonio
comune dell'Europa, mal si concilia con
un mercato invaso da prodotti nord ame
ricani o semplicemente in lingua inglese.
Gli europei pensano allo sviluppo di
tecnologia e software in proprio tramite
sovvenzioni, ma gli americani, che gi
detengono il mercato con prodotti conso
lidati sono contrari a sovvenzioni statali.
I progetti pilota varati comunque dal
G7 sono 11 e sono stati affidati a diversi
paeSI:
Una banca dati globale sulla societ
dell'informazione.
La definizione degli standard mondia
li per la comunicazione.
Una biblioteca elettronica aperta a
tutti.
Un museo virtuale (progetto dato
all'Italial.
18 fl#.fI&C:~ ~
Un programma didattico per le picco
le imprese.
Una Banca dati sull'ambiente.
Una rete mondiale per la protezione
civile.
Una rete per le amministrazioni pub
bliche.
Un progetto di tele medicina.
Un progetto per lo scambio di infor
mazioni commerciali.
Un progetto per le comunicazioni
marittime.
C' chi parla di nuovo colonialismo
telematica, chi di una nuova Yalta infor
matica, certo che questo G7, ha dato
una spallata alle incertezze di tutti e ripo
sto in gioco tutte le carte.
L'Europa non star certo a guardare,
ma oltre al mercato ed alla salvaguardia
culturale della propria identit dovr
accettare la sfida tecnologica, ed investire
in ricerca e sperimentazione, in modo
concertato e non divisa.
Gli americani vogliono l'accordo globa
le, ma hanno gi annunciato che porteran
no avanti consultazioni bilaterali.
Ancora una volta la voce dell'Europa
dovr esser unica e forte, o il patrimonio
tecnologico e scientifico sar svenduto,
mentre anche i giapponesi che per ora
stanno a guardare, presto scenderanno in
campo.
Alessandro Schiano
 Europa e Internet:
gara per la computerizzazione
di Leonardo Casini
Chi scrive questo articolo, come milioni
di altre persone in tutto il mondo proprio in
questo preciso istante, sta usando il pi
rivoluzionario marchingegno del secolo, il
computer. Lo usa semplicemente per la
videoscrittura, e ha una certa idea, sia pur
vaga e confusa, delle migliaia di altri usi che
del computer si stanno facendo ora e si
potranno ancor pi inventare e moltiplicare
in futuro. Si tratta di potenzialit impensate,
tali da produrre novit sconvolgenti in tutti
i campi e a cui forse la mente umana non
era mai arrivata prima neanche con l'imma
ginazione. In grado di rivoluzionare uomo e
mondo, potenziando (nel bene e nel male)
enormemente le possibilit umane.
Dato che il computer uno strumento
che pu collegarsi ad altri suoi simili,
naturale che si sia pensato, grazie a tecnolo
gie raffinatissime, a far confluire questi
milioni di punti sparsi sul globo in un'unica
rete mondiale di comunicazione, Internet
appunto. E su questa miriade di linee di
comunicazione si accesa una gara dura e
implacabile per la supremazia multimediale
universale, nella libera concorrenza di pro
grammi, informazioni, comunicazioni di
ogni genere e specie. E per questo si tenu
to recentemente a Bruxelles un summit per
dibattere il problema della concorrenza su
Internet.
Il dibattito che si svolto ha messo in
rilievo, tra l'altro, quanto sia radicata la con
vinzione che l'Europa sia un partner debo
le dell'informatizzazione rispetto agli Stati
Uniti. Ebbene, nulla di pi falso, in Europa
v' solo scarsa collaborazione tra governi e
privati in questo settore; le universit perpe
tuano il passato ma non introducono le
novit, non innovano la loro cultura in dire
zione del nuovo tipo di alfabetizzazione e
del nuovo tipo di lavoro dalle proporzio
ni gigantesche e suggestive che si aprono
all'uso delle tecnologie della computerizza
zione. E, soprattutto l'Europa si presenta
disunita e quindi le sue forze, frammentate
e divise nei singoli stati, sono assai meno
efficaci di quanto potrebbero esserlo se fos
sero solidali e unite.
Due sono le riflessioni che si impongono
a questo punto:
1) E' necessario che vi sia una maggiore
cooperazione tra i Paesi europei se si vuole
che l'Europa metta a frutto tutta la sua
potenzialit tecnologica nell'informatica.
2) Come nei grandi passaggi storici, si
crea una nuova cultura su basi informatiche,
che non contraddittoria rispetto all'antica
cultura d'Europa, ma si aggiunge ad essa ed
anzi pu veicolarla nel mondo pi efficace
mente che con i vecchi metodi. Internet
potr conquistare la cultura classica, per poi
esserne catturato e creare una nuova cultura
sul tronco robusto di quella tradizione.
L'Europa antica sar vinta e catturata da
Internet, ma potr conquistare il suo rude
(o, meglio, tecnologico) vincitore portando
sulle fredde autostrade informatiche il calo
re delle sue arti e delle sue lettere.
Una notizia dell'ultim'ora ci informa del
la cattura di un pirata informatico scozzese
che diffondeva su tutto Internet incitazioni
a distruggere lo Stato inglese.
Invece un' altra buona nuova, che fa da
contrappeso a quest'ultima: una biblioteca
ria di Buffalo (New York) ha sposato un
direttore di biblioteca dell'Universit di
Queensland, in Australia, dopo un mese di
sempre pi teneri messaggi su Internet.
Due motivi in pi, uno nero e uno rosa,
che dovrebbero spingere Stati e governi a
collaborare intensamente, strettamente ed
efficacemente, senza rivalit o conflitti, sui
teleschermi, i cavi e le onde di Internet.
jl#fR'l1Z~ ~ 19
 Trenta giorni in Europa

Da Bruxelles a Strasburgo
Rassegna dell' attivit comunitaria

a cura di Manlio Contri

LA NATO E L'ESTREMISMO ISLAMICO

NEL MEDITERRANEO

8 febbraio - Bruxelles - La Nato ha deciso di aprire un dialogo

diretto con una serie di paesi-chiave per affrontare la questione
del fondamentalismo che ormai minaccia il bacino del Mediter
raneo. Interlocutori dell'Alleanza saranno Egitto, Israele, Tuni
sia, Marocco e Mauritania. Ma il dialogo, sottolineano a Bruxel
Una minaccia les, potrebbe essere aperto ad altri paesi capaci e desiderosi di
che ha sostituito contribuire alla pace e alla sicurezza nella regione. E' la prima
quella volta che l'Alleanza atlantica intraprende apertamente una ini
comunista ziativa diplomatica per la stabilizzazione del suo fianco sud che
sta via via emergendo come il pi esposto a una minaccia di tipo
militare. Come ha dichiarato il segretario generale della Nato,
Willy Claes, il problema del fondamentalismo islamico stretta
mente connesso con quello del terrorismo e della proliferazione
delle armi nucleari. Claes aveva gi spiegato che per gli strateghi
dell'Alleanza la minaccia dell'integralismo islamico ha ormai
sostituito la minaccia del comunismo e che occorreva trasferire
maggiore attenzione allo scacchiere mediterraneo.

KOHL E CLINTON VARANO UN NUOVO ASSE

EUROPA-AMERICA

9 febbraio - Washington - Dopo tre ore di colloqui il Presidente

Clinton e il Cancelliere Kohk questo nella sua veste di Primus
inter pares tra i capi dell'Europa hanno raggiunto cruciali inte
se di principio. 1) L'America e l'Europa continueranno ad
Cruciali appoggiare le riforme in Russia e nelle altre ex Repubbliche
intese sovietiche. 2) Allargheranno la Nato alle dmocrazie est-europee
di principio in un processo inevitabile, graduale ed aperto. 3) Collaboreran
no alla integrazione dell'Europa. 4) Riformeranno quelle istitu
zioni che sono durate cinquanta anni in modo che durino altri
cinquanta anni. Kohl e Clinton insomma hanno impostato non
solo la strategia alleata a breve e medio termine ma anche quella
a lungo termine. In pratica l'adozione dei quattro punti compor

20 11',*,1/17.__ ~
 ta il rinnovo della fiducia a Yeltsin, considerato un uomo su cui
si pu contare, ma - ha detto Clinton - condizionato alla fine
della guerra in Cecenia e allo sviluppo della democrazia e del
libero mercato in Russia. Per ci che concerne la Nato, America
e Europa prepareranno l'ingresso di Polonia, Ungheria, Cekia e
Slovacchia ma con garanzie alla Russia senza cui sarebbe impos
Una svolta sibile la stabilit. Per quanto riguarda l'Unione Europea Kohl e
storica Clinton si adopereranno affinch essa venga raggiunta in paralle
ne periodo lo con nuovi accordi con gli Usa. Infine la riforma delle istituzio
posto.bellico ni internazionali come il Fondo monetario, necessaria per risol
vere i problemi dell'economia globale, verr accompagnata dalla
nascita di nuovi organismi. Si commenta che l'inizio di una
svolta storica tra il periodo postbellico e della guerra fredda, tra i
50 anni di ieri governati dalla sintonia tra Washington e Londra.
e l'assetto del 21 o secolo. I due leader avrebbero individuato nel
l'ammodernamento dell'alleanza euroamericana, sempre inclusi
va della Gran Bretagna, l'asse portante del nuovo ordine mon
diale che gi qualcuno chiama comunit euro-atlantica.

ACCORDO DI TREGUA TRA RUSSIA E CECENIA

13 febbraio - Mosca - Un accordo di cessate il fuoco stato con

cluso tra i comandanti militari russi e ceceni. E' la prima intesa
del genere dopo nove settimane di scontri ma niente indica che
la Russia abbia abbandonato il suo obiettivo di venire a capo
della resistenza dei ceceni. I combattenti ceceni dopo essere stati
costretti a ritirarsi da Grozny, la capitale, si sono dati alla guerra
partigiana sotto il comando del presidente, il generale Dudayev.
Poco dopo l'annuncio della tregua il presidente americano Bill
Clinton ha telefonato a Boris Yeltzin invitandolo a trovare un
regolamento pacifico della crisi cecenia.

ABOLITI I PASSAPORTI IN EUROPA

15 febbraio - Bruxelles - Non la prima volta che viene detto, ma

tutti sperano che questa sia la volta buona. Dopo il 26 marzo sette
paesi europei aboliranno completamente i controlli alle loro fron
tiere interne in esecuzione di un accordo intergovernativo. Ma la
Commissione intende estendere il principio della libera circolazio
Sar
ne sancito dall'Atto Unico del 1985 a tutti gli stati dell'Unione. A
la volta buona?
primavera Francia, Germania, Benelux, Spagna e Portogallo abo
liranno ogni controllo alle frontiere interne come previsto dall'ac
cordo di Schengen del 1985 . Italia e Grecia che pure hanno sotto
scritto l'intesa si aggiungeranno non appena le strutture tecniche e
legali lo consentiranno. Gran Bretagna, Irlanda, Danimarca,
Austria, Svezia e Finlandia che non hanno preso parte all'accordo
intergovernativo restano per ora escluse da questa liberalizzazio
ne. L' Atto Unico del 1985 gi prevedeva l'abolizione delle frontie
re. Ma finora era rimasto lettera morta.

J14R&1Z __ ~ 21

 IL PROGRAMMA DELLA COMMISSIONE PER IL 1995

15 febbraio - Strasburgo - Entrato in funzione in gennaio il nuo
vo Presidente della Commissione Jacques Santer ha presentato
davanti al Parlamento il suo programma di lavoro per il 1995
La conferenza che sar oggetto di un voto nel mese di marzo. Fra le priorit
del 1996 dell'Esecutivo comunitario figura la preparazione dell'Unione
Economica e monetaria. Augurandosi di utilizzare al massimo il
potenziale di Maastricht, il Presidente si dichiarato deciso a
preparare con determinazione e immaginazione la Conferenza
intergovernativa del 1996 che dovr studiare le modifiche delle
istituzioni. Persuaso che il resto del mondo vuole un'Europa for
te, solidale e aperta Santer ha difeso l'idea che l'Unione deve
dotarsi imperativamente di una politica estera e di sicurezza
Per una Europa comune. Circa la futura adesione all'Unione dei paesi dell'Euro
forte pa centrale e orientale ha promesso per i prossimi mesi due Libri
solidale bianchi sul riavvicinamento delle legislazioni e sull'esame della
aperta politica agricola comune. Santer ha anche ricordato la continua
zione degli sforzi per migliorare la competitivit industriale del
l'Europa per dotare l'Unione di una economia forte, capace di
produrre occupazione.

IL DISCORSO DI YELTZIN IN PARLAMENTO

16 febbraio - Mosca - Un Boris Ye1tzin energico e sicuro di s ha
pronunciato il suo atteso discorso davanti ai due rami del Parla
Difesa mento. I punti salienti sono stati la difesa dell'intervento armato
dell' attacco in Cecenia da lui definito legittimo, un duro attacco ai militari
in Cecenia accusati di aver dimostrato incompetenza, il no all'espansioni
smo della Nato, la riaffermazione dei principi democratici e l'im
pegno a rispettare tutte le scadenze elettorali. Le elezioni parla
mentari si dovrebbero tenere nel dicembre di quest'anno e quel
le presidenziali nel giugno dell'anno prossimo. Yeltzin ha fatto
una disamina impietosa di tutti i settori dello stato: dalla buro
crazia fuori controlli, ai giudici che non fanno fronte all'escala
tion criminale, dai funzionari pubblici dediti ad attivit commer
No ciali, alle forze dell'ordine minate dalla corruzione. Ha anche
all' espansionismo ribadito il principio guida che le conquiste democratiche non
della Nato possono essere rimesse in discussione, anzi vanno approfondite e
sviluppate. Ha anche attaccato con durezza la stampa per le sue
critiche impietose al potere, ma ha respinto i tent'ativi di mettere
la museruola ai mass-media.

VITTORIA DELL 'OPPOSIZIONE

NELLE ELEZIONI REGIONALI DELL'ASSIA

20 febbraio - Bonn - Conferma della coalizione socialdemocrati

ca e dei verdi che da quattro anni governa nell'Assia. I primi
sono per scesi dal 40.8 per cento al 38.5 per cento. I verdi sono

22 il,mt:.__ ~
 scattati dall'8.8 per cento di quattro anni fa a un dato compreso
tra l'lI e il 12 per cento. I cristiano democratici hanno perso
uno o duepunti attestandosi fra il38 e il39 per cento. Gli alleati
liberali della FDP hanno sostanzialmente confermato il loro 7.4
per cento. Bassissima l'affluenza al voto, meno dei due terzi degli
oltre quattro milioni di elettori si sono recati alle urne. E' fallita
cos l'operazione lanciata dal Cancelliere Helmut Kohl di tentare
di riconquistare il nevralgico bastione dell'Assia.

ACCORDO SULL'IRLANDA TRA LONDRA E DUBLINO

22 febbraio - Londra - I governi di Londra e Dublino hanno pre

sentato un accordo quadro per il varo di negoziati di pace. 1) La
Repubblica di Irlanda si impegna a eliminare dalla propria
Costituzione il riferimento alla rivendicazione territoriale nei
confronti delle sei Contee dell'Ulster sotto sovranit britannica;
2) la Gran Bretagna si impegna a rinunciare al diritto a governa
re l'Irlanda del Nord sancito nella legge con cui nel 1920 l'Irlan
da fu divisa in due; 3) i due paesi costituiscono un ente governa
tivo (definito Cross border authority) cio autorit di confine
In vista con limitati e concordati poteri esecutivi, consultivi e di armo
di negoziati nizzazione nel campo del turismo, agricoltura, trasporti e forse
di pace anche pubblica istruzione,; 4) infine l'accordo quadro stabilisce
che solo il popolo dell'Irlanda del Nord potr decidere il pro
prio futuro. Un modo implicito per preparare la strada a quella
consultazione popolare che avr la parola definitiva sull'eventua
le unificazione dell'isola. La messa a punto del piano stata resa
possibile dopo la decisione dei guerriglieri cattolici dell'Ira di
cessare il fuoco il30 agosto scorso, dopo una lotta armata durata
25 anni. Sul destino di questa iniziativa di pace continua per a
pesare l'incognita degli unionisti protestanti la cui prima reazio
ne stata ostile. I deputati nord-irlandesi eletti a Westminster
minacciano di togliere il loro appoggio al governo conservatore
di John Major, appoggio fondamentale per la sua sopravvivenza.
Quanto al ricorso alle urne in Irlanda del Nord c' un vizio di
fondo. Infatti nel paese che conta un milione 570 mila abitanti i
protestanti sono il 54 per cento mentre i cattolici il 41.4 per cen
to. Esito predestinato quindi?

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~

_Associato all'U.S.P.I.
1995
BIII/eti" Ellrope"
Rivisca mensile della Fondazione Europea Dragan

Spedizione in abbonamemo postale - 50% I Roma

Edizioni Nagard S.r.l. Foro Traiano !lA, Roma Telefoni (06) 679.77.85/678.09.48
Djrettore responsabile: Sabino d'Acunto
Registrazione Tribunale Roma n. 16966 del 361988

(gi n. 1861 del 152195l) . Finito di stampare il 27 marzo 1995

presso la Tipo1iwgrafia Ed. Sallustiana Roma Piazza Graziali, 6 . Tel. 679.51.73

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 OUTRE L'AN 2000
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... si la COl1lmunollt Economiqlle ElIrope71ne est la base de l'unification de l'Europe,

la COllll1lllnout Culturelle en pennettra sa ralisation durable.

SOMMARIO

Eugenio Marcucci: Coudenhove-Kalergi

J. Constantin Dragn: La nostra Europa: quale Europa?
precursore dell'Europa Comunitaria 4
MallZio Contri: Tre sistemi europei: Maastricht, Strasburgo, Helsinki 5
Leonardo Casini: La tempesta monetaria 7
Salvatore Bono: Colonizzazione e decolonizzazione 9
Rita Levi MOlltalcini: Celebrato in Campidoglio
il Women's International Network lO
Dfil di Valentino per 1796 grandi donne 13
Leonardo Casini: Bipartitismo europeo e poli italiani 15
Aleuandro Schiono: TI G7: reti e mercato dell'informazione 17
Leonardo Casini: Europa e Internet: gara per la computerizzazione 19
MallZio Contri. Da Bruxelles a Su"asburgo 20