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CAPITOLO I

IL DIRITTO INTERNAZIONALE PRIVATO

1.Il diritto internazionale privato : terminologia

Con lespressione diritto internazionale privato ci si riferisce in senso lato allinsieme delle norme che
ciascuno Stato si d per disciplinare situazioni e rapporti che, in ogni settore del proprio ordinamento, non sono
totalmente interni allordinamento medesimo, nel senso che presentano qualche carattere di estraneit
allordinamento statale in questione ovvero presentano connotati di internazionalit o transnazionalit.
Le norme di d.i.pr. fanno dunque parte dellordinamento giuridico del singolo Stato e attengono ai vari rami del
diritto, tra cui naturalmente il diritto privato; cos si parla di diritto internazionale privato con riferimento ai
profili sia processuali che sostanziali dei rapporti privatistici, ed a questi ultimi che lespressione si riferisce
nella sua accezione pi propria a ristretta.
Il problema centrale della materia la coesistenza di distinti e diversi sistemi normativi che aspirano o
tacitamente si candidano a regolare ciascuno a modo suo un medesimo rapporto o situazione giuridica.

Per designare le norma destinate a guidare il giudice nella individuazione del diritto applicabile si parla di norme
di scelta, di norma di conflitto o di collisione; la norma di conflitto richiama un ordinamento nel suo complesso e
la individuazione, allinterno dellordinamento richiamato, della norma di legge in concreto applicabile non
direttamente operata dalla norma di conflitto ma ha luogo sulla base delle norme dello stesso ordinamento
richiamato che definiscono la gerarchia delle fonti normative, i canoni ermeneutica e le regole circa la
successione delle norme nel tempo.

Art. 1 Legge 218/1995 Oggetto della legge: La presente legge determina l'ambito della giurisdizione
italiana, pone i criteri per l'individuazione del diritto applicabile e disciplina l'efficacia delle sentenze e degli
atti stranieri

Quindi lespressione d.i.pr. allude a un complesso di norme giuridiche statali; tuttavia la consapevolezza
dellopportunit che situazioni non totalmente interne ai singoli stati vengano disciplinate in maniera uniforme,
ho indotto gli stessi stati a dotarsi di regole uniformi attraverso la stipulazione di un crescente numero di trattati
internazionali:

alcune pongono norme di diritto materiale uniforme rivolte a sostituire una parte del diritto materiale di
cui ciascuno stato contraente si era unilateralmente dotato ovvero ad affiancare al diritto materiale degli
stati contraenti norme materiali uniformi da applicare alle sole fattispecie che presentano elementi di
internazionalit
altri pongono norme uniformi di d.i.pr sia processuale che privato
1. stabiliscono quale fra gli stati contraenti abbia il compito, attraverso decisioni rese dai
propri giudici, di regolare determinati rapporti giuridici o di risolvere determinate
controversie
2. pongono norme di conflitto uniformi
3. regolano le procedura da seguire e determinano le condizioni in presenza delle quali le
sentenze rese dai giudici di uno stato contraente sono suscettibili di essere riconosciute e di
produrre effetti negli altri stati contraenti

Strettamente correlato il fenomeno della produzione di norme di d.i.pr. ad opera delle organizzazioni
internazionali che affiancano gli stati: Conferenza della Aja di diritto internazionale privato, Istituti per
lunificazione del diritto privato (UNIDROIT), La Comunit Europea che, dopo la modifica del trattato di
Amsterdam, pu adottare misure nel settore della cooperazione giudiziaria in materia civile, che includono tra
laltro il miglioramento e la semplificazione del riconoscimento e dellesecuzione delle decisioni on materia
civile e commerciale e la promozione delle compatibilit delle regole applicabili negli Stati membri ai conflitti di
leggi e di competenza giurisdizionale; tutto ci attraverso lo strumento del regolamento ( 2201/2003 44/2001).
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Art. 2 Legge 218/1995 Convenzioni internazionali: Le disposizioni della presente legge non pregiudicano
l'applicazione delle convenzioni internazionali in vigore per l'Italia.
Nell'interpretazione di tali convenzioni si terr conto del loro carattere internazionale e dell'esigenza della
loro applicazione uniforme
La disposizione ricorda al giudice che, per prima cosa, deve accertare se esistano disposizioni convenzionali
applicabili nel caso di specie.

2.Adattamento del diritto italiano alle convenzioni internazionali e al diritto comunitario

La stipulazione di trattati che importano modificazioni di legge deve essere autorizzata dalle Camere, con legge;
quanto alladattamento per le norme convenzionali il procedimento regolarmente seguito e un procedimento
speciale, che si realizza mediante un ordine de esecuzione relativo ad ogni singolo trattato (c.d. ordine di
esecuzione).
Questo procedimento speciale pu per essere seguito solo quando le norme del trattato sono formulate in
maniera tale da essere direttamente applicabili dagli operatori giuridici interni o quando, pur avendo bisogno di
integrazione e completamento, allinterno del nostro ordinamento gia esistono norme idonee a svolgere tale
funzione.
Altrimenti il legislatore deve intervenire con il procedimento normativo ordinario per produrre norme
corrispondenti a determinate norme convenzionali, o suscettibili di completarle.
Il giudice dovr quindi di volta in volta controllare lentrata in vigore dei trattati

Quanto alle norme di d.i.pr. contenute in atti comunitari, occorre distinguere:


i regolamenti: sono direttamente applicabili nellordinamento statale e le loro norme prevalgono sia
su quelle poste mediante convenzionali internazionali sia su quelle della legge 218/1995
le direttive: necessitano di provvedimenti statali di attuazione sicch le norme di d.i.pr. da esse
previste saranno applicabili da parte dei nostri giudici solo in virt del relativo provvedimento di
attuazione

3.Prevalenza delle convezioni internazionali e del diritto comunitario sul diritto nazionale

Il rango della norma che contiene lordine di esecuzione il rango della legge ordinaria, ma il procedimento
dellordine di esecuzione attribuisce carattere speciale alle norme del trattato, escludendo che possano essere
modificate da successive norme di legge e giustificando cosi la prevalenza rispetto al diritto nazionale,
essenzialmente rappresentato dalla legge 218/1995.
Prevalenza rispetto al diritto nazionale deve essere data anche al diritto comunitario

4.Interpretazione delle convezioni internazionali e del diritto comunitario

Lo scopo dei trattati quello di consentire, attraverso lapplicazione di norme di conflitto o di diritto processuale
civile uniformi, il superamento delle posizioni particolaristiche e il raggiungimento della armonia e uniformit
delle soluzioni. Si registra per una divaricazione dei processi interpretativi a causa della tendenza dei giudici
nazionali ad utilizzare le categorie giuridiche pi familiari, della diversit delle versioni linguistiche, delle
tecniche di trasposizione delle convenzioni negli ordinamenti nazionali.
Per quanto riguarda la Convenzione di Bruxelles e quella di Roma, gli Stati contraenti che sono membri della
UE si sono assoggettati allinterpretazione delle Corte di Giustizia; rispetto alle altre convenzioni di d.i.pr. il
giudice italiano deve farsi guidare dai canoni ermeneutica che si rinvengono nellordinamento internazionale con
riferimento ai trattati (da quelli codificati nella Convenzione di Vienna 1969 la quale sancisce fra laltro che i
termini giuridici e le espressioni di un trattato abbiano lo stesso significato nei vari testi autentici)
Per quanto riguarda il diritto comunitario, affidata alla Corte di Giustizia la competenza a pronunciarsi in via
pregiudiziale.
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CAPITOLO II

LA GIURISDIZIONE INTERNAZIONALE

1.Giurisdizione e competenza

Lautorit giudiziaria italiana pu esercitare il proprio compito di ius dicere solo in ordine ad una serie di
situazioni che presentino un significativo attacco con il nostro ordinamento, attacco che si configura come titolo
di giurisdizione, facendo s che il giudice italiano abbia il potere di giudicare.
Con lespressione autorit giudiziaria italiana si ci riferisce a tutti quanti gli organi che hanno il compito di
amministrare la giustizia in materia civile sul territorio del nostro stato; questo compito ripartito tra una
pluralit di giudici, la cui competenza determinata in ragione della materia e del territorio.
I regolamento comunitari non si limitano ad individuare le rispettive sfere di giurisdizione degli Stati contraenti,
bens talvolta determinano anche il singolo giudice nazionale competente.

Sezione I

Il regolamento comunitario n. 44/2001 sulle decisioni in materia civile e commerciale

1.Genesi del regolamento n. 44/2001

Questo regolamento disciplina in maniera uniforme rispetto a tutti gli Stati membri dellUE (tranne la
Danimarca) la determinazione della giurisdizione e il reciproco riconoscimento delle sentenze.

Ambito di Articolo 1
applicazione 1. Il presente regolamento si applica in materia civile e commerciale, indipendente mente
dalla natura dell'organo giurisdizionale. Esso non concerne, in particolare, la materia
fiscale, doganale ed amministrativa.
2. Sono esclusi dal campo di applicazione del presente regolamento:
a) lo stato e la capacit delle persone fisiche, il regime patrimoniale fra coniugi, i
testamenti,e,le,successioni;
b)i,fallimenti,i,concordati,e,le,procedure,affini;
c)la,sicurezza,sociale;
d) l'arbitrato.
3. Nel presente regolamento per "Stato membro" si intendono tutti gli Stati membri ad
eccezione della Danimarca.

2.Ambito di applicazione ratione materiae e ratione personae del regolamento n. 44/2001

La corte di giustizia ha esplicitamente negato che per interpretare la nozione di materia civile e commerciale si
debba avere riguardo al diritto delluno o dellaltro degli Stati interessati.
Si devono quindi ricondurre al campo di applicazione del regolamento tutte le controversie e le sentenze aventi
ad oggetto obbligazioni contrattuali o extracontrattuali che non riguardino le materie esplicitamente escluse
(lesclusione per non vale quando le materie sono sottoposte al giudice in via incidentale).
Quindi larticolo 1 delimita lambito di applicazione ratione materiae di tutte quante le disposizioni del
regolamento stesso; ma per il primo gruppo di disposizioni che dettano norme in tema di esercizio della
competenza giurisdizionale, stabilita una ulteriore e importantissima limitazione ratione personae: le norme del
Capo II si applicano sempre e soltanto quando il convenuto abbia il proprio domicilio in uno degli stati membri
(lart. 2 dichiara irrilevante il rapporto di cittadinanza).

Per le persone che hanno domicilio in territorio comunitario lo stesso regolamento a ripartire la competenza
giurisdizionale fra gli Stati comunitari, individuando i contatti,i collegamenti con luno e con laltro di detti Stati
che appaiono idonei a giustificare lesercizio della giurisdizione.
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3.Titoli di giurisdizione: il foro generale del domicilio del convenuto

Le persone domiciliate nel territorio di un determinato Stato membro sono convenute, a prescindere dalla
loro nazionalit, davanti ai giudici di tale Stato membro.
Articolo-2
1. Salve le disposizioni del presente regolamento, le persone domiciliate nel territorio di un
determinato Stato membro sono convenute, a prescindere dalla loro nazionalit, davanti ai giudici di
tale Stato,membro.
2. Alle persone che non sono in possesso della cittadinanza dello Stato membro nel quale esse sono
domiciliate si applicano le norme sulla competenza vigenti per i cittadini.

Per quanti viceversa non hanno domicilio nel territorio comunitario restano applicabili le norme sulla
competenza giurisdizionale dei singoli Stato membri, ma con due importanti eccezioni (art 22 e 23).
Articolo-4
1. Se il convenuto non domiciliato nel territorio di uno Stato membro, la competenza disciplinata, in
ciascuno Stato membro, dalla legge di tale Stato, salva l'applicazione degli articoli 22 e 23.
2. Chiunque sia domiciliato nel territorio di un determinato Stato membro pu, indipendentemente dalla
propria nazionalit ed al pari dei cittadini di questo Stato, addurre nei confronti di tale convenuto le
norme sulla competenza in vigore nello Stato medesimo, in particolare quelle indicate nell'allegato I.
ove lart 22 attribuisca competenza esclusiva allautorit giudiziaria di uno stato membro
contraente, tale attribuzione produce effetto anche qualora il convenuto non sia domiciliato in
territorio comunitario
la clausola con le quale le parti abbiano attribuito competenza al giudice di uno stato membro
pienamente operante anche quando il solo attore abbia domicilio in territorio comunitario e produce
alcuni effetti anche quando nessuna delle parti sia ivi domiciliata (art. 23).

Determinazione del domicilio

Persone fisiche e enti il regolamento rinuncia a una qualificazione autonoma e si richiama


senza personalit giuridica al diritto degli Stati membri.
Articolo-59
1. Per determinare se una parte ha il domicilio nel territorio dello Stato
membro in cui pendente il procedimento, il giudice applica la legge
nazionale.
2. Qualora una parte non sia domiciliata nello Stato membro i cui giudici
sono aditi, il giudice, per stabilire se essa ha il domicilio in un altro Stato
membro, applica la legge di quest'ultimo Stato.

Persone giuridiche il regolamento provvede in via autonoma


Articolo-60
1. Ai fini dell'applicazione del presente regolamento una societ o altra persona
giuridica,,domiciliata,nel,luogo,in,cui,si,trova:
a)lasuasedestatutaria-o
b)lasuaamministrazionecentrale-oppure
c) il suo centro d'attivit principale

Nel caso in cui per una singola controversia si configurino pi fori generali (ex pi stato membri, ciascuno in
base al proprio diritto interno, ritiene quella persona domiciliata entro il rispettivo territorio), sar lattore a
scegliere in quale foro agire.

Infine, il momento in cui si deve verificare lesistenza del domicilio del convenuto, il momento in cui si
instaura la controversia, da determinare a sua volta sulla base della legge processuale dello Stato membro in
questione.
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4.I fori speciali (eccezioni alla regola generale del foro del domicilio del convenuto)

Articolo 3: 1. Le persone domiciliate nel territorio di uno Stato membro possono essere convenute davanti ai
giudici di un altro Stato membro solo in base alle norme enunciate nelle sezioni da 2 a 7 del
presente-capo.
2. Nei loro confronti non possono essere addotte le norme nazionali sulla competenza riportate
nell'allegato I

Il regolamento configura anche una serie di competenza giurisdizionali speciali, cio dei fori alternativi rispetto
a quello generale del domicilio; la scelta tra il foro generale e quello speciale una facolt lasciata allattore: per
questo le competenze speciali sono anche dette competenze facoltative.

5.Il foro in materia contrattale: il luogo di esecuzione

Articolo 5.1: La persona domiciliata nel territorio di uno Stato membro pu essere convenuta in un altro
Stato membro:
a) in materia contrattuale, davanti al giudice del luogo in cui l'obbligazione dedotta in giudizio stata o deve
essere eseguita;
b) i fini dell'applicazione della presente disposizione e salvo diversa convenzione, il luogo di esecuzione
dell'obbligazione dedotta in giudizio :
nel caso della compravendita di beni, il luogo, situato in uno Stato membro, in cui i beni sono
stati o avrebbero dovuto essere consegnati in base al contratto,
nel caso della prestazione di servizi, il luogo, situato in uno Stato membro, in cui i servizi sono
stati o avrebbero dovuto essere prestati in base al contratto;
c) la lettera a) si applica nei casi in cui non applicabile la lettera b)

Per quanto riguarda il concetto di materia contrattuale, la Corte di Giustizia ritiene che la nozione di materia
contrattuale non implica un rinvio alla qualificazione fornita dal diritto nazionale, ma deve essere considerata
come una nozione autonoma, riferendosi principalmente al sistema e agli scopi della Convezione (di Bruxelles)
stessa al fine di garantire lapplicazione uniforme in tutti gli Stato contraenti. In concreto la Corte ha escluso che
possano ricondursi alla nozione in esame fattispecie in cui non esista alcun obbligo liberamente assunto da una
parte nei confronti di unaltra.

Per determinare il foro speciale, deve aversi riguardo esclusivamente alla specifica obbligazione che si assume
inadempiuta e non una qualsiasi obbligazione pur relativa al rapporto contrattuale controverso; se poi lattore fa
valere pi obbligazioni derivanti dallo stesso contratto, il giudice adito deve decidere della propria competenza
sulla base della localizzazione dellobbligazione principale tra quelle in causa (in base al principio per cui
laccessorio segue il principale).

La competenza del giudice adito dipende quindi dalla determinazione del luogo di esecuzione
dellobbligazione oggetto della controversia; riguardo al modo in cui tale determinazione debba essere operata,
la Corte di Giustizia dice che il giudice adito deve applicare il diritto materiale che disciplina lobbligazione
controversa secondo il diritto internazionale privato applicabile.
La Corte stabilisce anche che se la legge applicabile consente ai contraenti, senza requisiti formali, di designare
il luogo in cui lobbligazione deve essere adempiuta, laccordo circa il luogo di adempimento sufficiente a
radicare nello stesso luogo la competenza giurisdizionale, sempre che questo luogo presenti un collegamento
effettivo con la materia del contratto; altrimenti tale accordo avrebbe il valore di una determinazione di un foro
competente e rimarrebbe soggetto alla disciplina e ai requisiti formali dellart. 23 in tema di proroga della
competenza.
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La regola generale in materia contrattuale del luogo di esecuzione enunciata dallart. 5.1 lettera a) ha per
carattere residuale, in quanto essa si applica solo se non sono applicabili le due disposizioni della lettera b):
infatti il regolamento ha esso stesso direttamente indicato quello che si deve considerare luogo di
esecuzione per due tipi di contratto:
contratti di compravendita di beni: il luogo di esecuzione il luogo, situato in uno Stato membro,
in cui i beni sono stati o avrebbero dovuto essere consegnati in base al contratto
contratti di prestazione di servizi: il luogo di esecuzione il luogo, situato in uno Stato membro,
in cui i servizi sono stati o avrebbero dovuto essere prestati in base al contratto.
Per questi due tipi contrattuali quindi si ha una concentrazione della competenza: il foro speciale non riguarda
solo la specifica obbligazione fatta valere in giudizio, ma ogni azione originata dalla difettosa o mancata
esecuzione del contratto, anche le azioni volte allaccertamento della validit o invalidit del contratto
medesimo. Perch avvenga tale concentrazione devono sussistere due requisiti:
la designazione del luogo (di consegna o di esecuzione) deve risultare dal contratto
tale luogo deve trovarsi nel territorio comunitario
In assenza di questi due requisiti si torna ad applicare la lettera a).

6.Il foro in materia di obbligazioni alimentari

Articolo 5.2: La persona domiciliata nel territorio di uno Stato membro pu essere convenuta in un altro
Stato membro in materia di obbligazioni alimentari, davanti al giudice del luogo in cui il creditore di alimenti
ha il domicilio o la residenza abituale o, qualora si tratti di una domanda accessoria ad un'azione relativa
allo stato delle persone, davanti al giudice competente a conoscere quest'ultima secondo la legge nazionale,
salvo che tale competenza si fondi unicamente sulla cittadinanza di una delle parti

Alla parte che si presume pi debole, cio quella che vanta il credito alimentare, consentito di agire:
davanti al giudice del luogo in cui essa ha il proprio domicilio
davanti al giudice del luogo in cui essa ha la propria residenza abituale

Questa norma stabilisce giurisdizione e anche competenza (per territorio); inoltre il giudice italiano adito per
affermare o negare la propria competenza, non potr basarsi sulla definizione di domicilio o residenza del nostro
codice civile, ma dovr ricostruire tali nozioni alla luce del diritto comunitario e della giurisprudenza della Corte
di Giustizia.

Se il credito alimentare viene fatto valere come domanda accessoria nellambito di una azione relativa allo stato
personale, competente il giudice dellazione principale (al fine di evitare decisioni contraddittorie).

7.Il foro in materia di illeciti civili

Articolo 5.3: La persona domiciliata nel territorio di uno Stato membro pu essere convenuta in un altro
Stato membro in materia di illeciti civili dolosi o colposi, davanti al giudice del luogo in cui l'evento dannoso
avvenuto o pu avvenire

Questa norma ha carattere residuale: i fori alternativi da essa previsti sono utilizzabili per qualsiasi domanda che
miri a coinvolgere la responsabilit di un convenuto e che non si ricolleghi alla materia contrattuale, di cui
allart. 5.1.

Luogo dellevento dannoso = la Corte di Giustizia considera tale


sia il luogo di compimento dellazione
sia il luogo in cui il danno si prodotto (in esso non sono per
compresi i luoghi dove si verificano i danni indiretti o
consequenziali o i luoghi in cui la parte lesa sostiene di aver patito
un pregiudizio patrimoniale in conseguenza di un danno iniziale
verificatosi e da essa subito in un altro Stato contraente)
Si riconosce quindi allattore unulteriore facolt di scelta.
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Inoltre con le parole pu avvenire il regolamento ammette la possibilit di ricondurre alla disposizione in
esame le domande fondate sul pericolo che levento dannoso si realizzi e in particolare quelle volte a ottenere un
provvedimento cautelare del giudice idoneo a prevenirne la realizzazione.

8.Gli altri fori

Art 5.4: si riconosce competenza speciale per lazione di risarcimento dei danni o di restituzione, nascente da
reato, al giudice dellazione penale al quale la propria legge consenta di conoscere anche dellazione civile
conseguente ai comportamenti penalmente rilevanti.
Ma la decisione emessa dal giudice penale nellazione civile senza che la persona in causa abbia avuto la
possibilit di difendersi potr non essere riconosciuta n eseguita negli altri Stati membri (art 61).

Art 5.5: nelle controversie concernenti lesercizio di una succursale, di una agenzia o di qualsiasi altra sede di
attivit viene attribuita competenza anche al giudice del luogo in cui situata la succursale, lagenzia o la sede di
attivit in questione, in alternativa al foro del domicilio della casa madre.
Requisiti affinch si possa individuare la presenza in un certo luogo di un centro operativo:
deve possedere unorganizzazione dotata di autonomia e idonea a trattare con i terzi per
contro dellimpresa
deve esserci subordinazione alla direzione e al sindacato della casa madre
lattivit in ordine alla quale sorta la controversia dedotta in giudizio deve riguardare
lesercizio del centro operativo

Art 5.6: nelle azioni promosse nei confronti di un soggetto interessato ad un trust, il soggetto in questione pu
essere convenuto in giudizio anche nello Stato membro nel quale localizzato il domicilio del trust.

Art 5.7: se si tratta di una controversia relativa al pagamento della somma richiesta per lassistenza o il
salvataggio di una nave in mare, competente il giudice del luogo nel quale si verifica il sequestro del carico o
del nolo

9.La concentrazione di azioni in presenza di pi fori competenti

Nozione di connessione = sono connesse le cause aventi tra di loro un legame cos stretto da rendere
opportune una trattazione e decisione uniche per evitare soluzioni tra di loro
incompatibili ove le cause fossero trattate separatamente (art 28.3).

Larticolo 6 prevede quattro eventualit nelle quali una persona (fisica o giuridica) domiciliata in uno Stato
membro pu essere convenuta in giudizio in uno Stato non configurabile n come foro generale n come foro
speciale:
La persona di cui all'articolo precedente pu inoltre essere convenuta:
1) in caso di pluralit di convenuti, davanti al giudice del luogo in cui uno qualsiasi di essi domiciliato,
sempre che tra le domande esista un nesso cos stretto da rendere opportuna una trattazione unica ed una
decisione unica onde evitare il rischio, sussistente in caso di trattazione separata, di giungere a decisioni
incompatibili;
2) qualora si tratti di chiamata in garanzia o altra chiamata di terzo, davanti al giudice presso il quale stata
proposta la domanda principale, sempre che quest'ultima non sia stata proposta solo per distogliere colui
che stato chiamato in causa dal suo giudice naturale;
3) qualora si tratti di una domanda riconvenzionale nascente dal contratto o dal fatto su cui si fonda la domanda
principale, davanti al giudice presso il quale stata proposta la domanda principale (cio consentito al
convenuto di agire nei confronti dellattore di fronte allo stesso giudice davanti al quale stato chiamato in
giudizio, per far valere una propria pretesa avente origine dal medesimo contratto o dal medesimo fatto posto
alla base dellazione inizialmente promossa contro di lui)
4) in materia contrattuale, qualora l'azione (contrattuale) possa essere riunita con un'azione in materia di diritti
reali immobiliari proposta contro il medesimo convenuto, davanti al giudice dello Stato membro in cui
l'immobile situato.
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Quando la facolt di sottoporre al medesimo giudice azioni tra loro connesse non sia stata utilizzata e quindi due
o pi azioni connesse pendano davanti ai giudici di Stati membri differenti, il giudice successivamente adito pu
sospendere il proprio giudizio in attesa che si concluda il procedimento che era stato iniziato per primo in un
latro Stato membro (art 28.1).

Solo se entrambi i procedimenti sono ancora in primo grado e solo se almeno uno dei due litiganti lo richiede, il
secondo giudice pu dimettere il processo: il giudice successivamente adito pu dichiarare la propria
incompetenza a condizione che il giudice precedentemente adito sia competente a conoscere delle domande
proposte e la sua legge consenta la riunione dei procedimenti (art 28.2).

Alla disciplina della competenza fin qui delineata il regolamento sottrae alcune controversie:
controversie originate da contratti di assicurazione
controversie originate da contratti conclusi da consumatori
controversie originate da contratti individuali di lavoro

Il regolamento si propone di tutelare quella che ritenuta la parte debole:


viene ridotta drasticamente la possibilit che siano le stesse parti a designare il giudice
competente
si aumenta il numero dei fori nei quali la parte debole pu convenire il giudizio la controparte
si riduce il numero dei fori nei quali la parte debole potrebbe a sua volta venire convenuta

10.I fori esclusivi e inderogabili dellart. 22

Lart 22 determina una serie di competenze esclusive, cio di titoli di giurisdizione che valgono
indipendentemente dalla localizzazione del domicilio del convenuto; in relazione a queste criteri di competenza
da un lato le parti non hanno nessuna facolt di deroga convenzionale, dallaltro qualsiasi giudice operante in
uno stato membro che non sia quello individuato dallarticolo 22 dovr se adito in via principale, dichiarare
anche dufficio la propria incompetenza.

1. In materia di diritti reali su beni immobili e di contratti daffitto su beni immobili hanno competenza
esclusiva i giudici dello Stato membro nel quale si trova limmobile
La competenza esclusiva ingloba delle azioni che si riferiscono ai diritti reali immobiliari solo quelle che
rientrano nel campo si applicazione del regolamento e tendono a determinare lestensione, la consistenza, la
propriet, il possesso di beni immobili o lesistenza di altri diritti reali su tali beni e ad assicurare ai titolari di
questi diritti la protezione delle prerogative derivanti dal loro titolo.
Per quanto riguarda i contratti di locazione di beni immobili, la disposizione affianca come foro alternativo al
foro di situazione dellimmobile, quello del domicilio del convenuto: in materia di contratti d'affitto di
immobili ad uso privato temporaneo stipulati per un periodo massimo di sei mesi consecutivi, hanno
competenza anche i giudici dello Stato membro in cui il convenuto domiciliato, purch l'affittuario sia una
persona fisica e il proprietario e l'affittuario siano domiciliati nel medesimo Stato membro.

2. in materia di validit, nullit o scioglimento delle societ o persone giuridiche, aventi la sede nel
territorio di uno Stato membro, o riguardo alla validit delle decisioni dei rispettivi organi, hanno
competenza esclusiva i giudici di detto Stato membro.
Per determinare la sede il giudice di ciascuno Stato membro applica le norme del proprio diritto
internazionale privato; c quindi il rischio che si pervenga alla identificazione di diversi giudici competenti:
il conflitto pu essere risolto in base allart. 29 che prescrive al giudice successivamente adito di rimettere la
causa a quello che per primo era stato investito della controversia.

3. in materia di validit delle trascrizioni ed iscrizioni nei pubblici registri hanno competenza esclusiva i
giudici dello Stato membro nel cui territorio i registri sono tenuti;

4. in materia di registrazione o di validit di brevetti, marchi, disegni e modelli e di altri diritti analoghi
per i quali prescritto il deposito ovvero la registrazione, hanno competenza esclusiva i giudici dello
Stato membro nel cui territorio il deposito o la registrazione sono stati richiesti, sono stati effettuati o
sono da considerarsi effettuati a norma di un atto normativo comunitario o di una convenzione
internazionale.

Salva la competenza dell'ufficio europeo dei brevetti in base alla convenzione sul rilascio di brevetti
europei, firmata a Monaco di Baviera il 5 ottobre 1973, i giudici di ciascuno Stato membro hanno
competenza esclusiva, a prescindere dal domicilio, in materia di registrazione o di validit di un brevetto
europeo rilasciato per tale Stato;
5. in materia di esecuzione delle decisioni, i giudici dello Stato membro nel cui territorio ha luogo
l'esecuzione.

11.Il foro designato dalle parti

Il regolamento consente che siano le stesse parti litiganti a scegliersi il giudice; si parla di proroga di competenza
alludendo al fatto che il potere dovere di decidere del giudice adito viene esteso a comprendere una controversia
rispetto alla quale in principio non avrebbe competenza giurisdizionale.
La scelta pu essere espressa o tacita.

Articolo 23
1. Qualora le parti, di cui almeno una domiciliata nel territorio di uno Stato membro, abbiano attribuito la
competenza di un giudice o dei giudici di uno Stato membro a conoscere delle controversie, presenti o
future, nate da un determinato rapporto giuridico, la competenza esclusiva spetta a questo giudice o ai
giudici di questo Stato membro. Detta competenza esclusiva salvo diverso accordo tra le parti. La
clausola attributiva di competenza deve essere conclusa:
a) per iscritto o oralmente con conferma scritta, o
b) in una forma ammessa dalle pratiche che le parti hanno stabilito tra di loro, o
c) nel commercio internazionale, in una forma ammessa da un uso che le parti conoscevano o
avrebbero dovuto conoscere e che, in tale campo, ampiamente conosciuto e regolarmente rispettato
dalle parti di contratti dello stesso tipo nel ramo commerciale considerato.
2. La forma scritta comprende qualsiasi comunicazione con mezzi elettronici che permetta una registrazione
durevole della clausola attributiva di competenza.
3. Quando nessuna delle parti che stipulano tale clausola domiciliata nel territorio di uno Stato membro, i
giudici degli altri Stati membri non possono conoscere della controversia fintantoch il giudice o i giudici
la cui competenza stata convenuta non abbiano declinato la competenza
4. Il giudice o i giudici di uno Stato membro ai quali l'atto costitutivo di un trust ha attribuito competenza a
giudicare, hanno competenza esclusiva per le azioni contro un fondatore, un trustee o un beneficiario di
un trust, ove si tratti di relazioni tra tali persone o di loro diritti od obblighi nell'ambito del trust.
5. Le clausole attributive di competenza e le clausole simili di atti costitutivi di trust non sono valide se in
contrasto con le disposizioni degli articoli 13, 17 o 21 o se derogano alle norme sulla competenza esclusiva
attribuita-ai-giudici-ex-art-22. 22.

Nella scelta espressa il consenso delle parti in ordina alla identificazione del giudice cui rivolgersi manifestato
mediante una clausola compromissoria o accordo di proroga della competenza; esso deve rispettare dei
requisiti formali.
Quello indicato diventa il solo foro al quale le parto possono poi rivolgersi, mettendo fuori gioco il foro generale
del domicilio e quelli speciali dellart 5; laccordo inoltre pu anche prescindere da qualsiasi legame oggettivo
tra il rapporto giuridico controverso e il giudice designato.
Le parti tuttavia possono prevedere (necessariamente in modo espresso) che il loro accordo sia volto
semplicemente a permettere che la controversia sia portata davanti a un giudice diverso da quello o da quelli che
sarebbero competenti secondo il regolamento, ma non a privare di competenza questi ultimi: le parti conservano
la facolt di adire al giudice o ai giudici che sarebbero competenti secondo il regolamento in alternativa a quello
da esse stesse designato.

Tutto ci quando almeno una delle due parti domiciliata in territorio comunitario; nellipotesi in cui nessuna
delle parti domiciliata in uno Stato membro leffetto dellaccordo di proroga che il primo a pronunciarsi deve
essere il giudice dello Stato designato dalle parti: i giudici degli altri Stati membri, che sarebbero competenti in
base alla legge nazionale, possono conoscere della controversia solo dopo che il giudice scelto dalle parti abbia
rifiutato di esercitare la sua competenza.

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Lart 23 non applicabile alle controversie in materia di assicurazioni, di contratti conclusi da consumatori e di
contratti individuali di lavoro; e neanche quando la clausola deroga alle norme sulla competenza esclusiva.

Articolo 24
Oltre che nei casi in cui la sua competenza risulta da altre disposizioni del presente regolamento, il giudice
di uno Stato membro davanti al quale il convenuto comparso competente. Tale norma non applicabile se
la comparizione avviene per eccepire l'incompetenza o se esiste un altro giudice esclusivamente competente ai
sensi dell'articolo 22

La proroga tacita si realizza quando la parte convenuta compera e si difende nel merito davanti al giudice
di fronte al quale stata chiamata in giudizio senza preventivamente contestarne la competenza. Questo
comportamento si configura come adesione alla scelta del foro operata dallattore ed idoneo a prevalere anche
rispetto a clausole compromissorie o accordi di proroga in precedenza raggiunti a favore di un giudice diverso.
Inoltre la Corte ha stabilito che, di fronte ad una eventuale azione riconvenzionale, lattore non pu poi a sua
volta eccepire il difetto di giurisdizione del giudice al quale egli stesso si era rivolto.

Spetta al diritto processuale nazionale del giudice adito la determinazione del momento e delle modalit della
comparizione in giudizio del convenuto, ossia del momento entro il quale il convenuto pu utilmente far valere il
difetto di competenza.

12.Litispendenza e connessione

Articolo 25
Il giudice di uno Stato membro, investito a titolo principale di una controversia per la quale l'articolo 22
stabilisce la competenza esclusiva di un giudice di un altro Stato membro, dichiara d'ufficio la propria
incompetenza

Articolo 26
1. Se il convenuto domiciliato nel territorio di uno Stato membro citato davanti ad un giudice di un altro
Stato membro e non compare, il giudice, se non competente in base al presente regolamento, dichiara
d'ufficio la propria incompetenza.
2. Il giudice tenuto a sospendere il processo fin quando non si sar accertato che al convenuto stata data
la possibilit di ricevere la domanda giudiziale o un atto equivalente in tempo utile per poter presentare le
proprie difese, ovvero che stato fatto tutto il possibile in tal senso
(ci sono altri due commi).

Articolo 27
1. Qualora davanti a giudici di Stati membri differenti e tra le stesse parti siano state proposte domande
aventi il medesimo oggetto e il medesimo titolo, il giudice successivamente adito sospende d'ufficio il
procedimento finch sia stata accertata la competenza del giudice adito in precedenza.
2. Se la competenza del giudice precedentemente adito stata accertata, il giudice successivamente adito
dichiara la propria incompetenza a favore del primo

Questa norma deve essere oggetto di interpretazione ampia e quindi


la norma deve operare indipendentemente dal fondamento della competenza del giudice
successivamente adito, cio la disposizione si deve applicare senza tener conto del domicilio
delle parti nelle due cause.
il giudice adito per secondo deve sospendere il procedimento anche se la sua competenza si
basa su un accordo di proroga intercorso tra le parti

La nozione di litispendenza accolta dal regolamento autonoma rispetto a quella accolta dai sistemi giuridici
nazionali e comporta, sul piano oggettivo identit del titolo e di oggetto in senso ampio.
11

Il regolamento provvede in via autonoma a definire anche il momento in cui una causa si considera pendente (art
30), stabilendo che un giudice deve considerarsi adito.
quando la domanda giudiziale o un atto equivalente depositato presso il giudice, purch
successivamente l'attore non abbia omesso di prendere tutte le misure che era tenuto a
prendere affinch fosse effettuata la notificazione o comunicazione al convenuto, o
se l'atto deve essere notificato o comunicato prima di essere depositato presso il giudice, quando
l'autorit competente per la notificazione o comunicazione lo riceve, purch successivamente
l'attore non abbia omesso di prendere tutte le misure che era tenuto a prendere affinch l'atto
fosse depositato presso il giudice

La priorit cronologica opera anche nel caso in cui siano promosse davanti a giudici di Stati comunitari diversi
cause fra loro connesse.

La priorit cronologica opera anche quando una medesima causa sia stata avviata davanti a giudici di Stati
diversi a cui favore operano distinti titoli di giurisdizione esclusiva.
Articolo 29: Qualora la competenza esclusiva a conoscere delle domande spetti a pi giudici, quello
successivamente adito deve rimettere la causa al giudice adito in precedenza

Invece se a favore del giudice adito per primo gioca un titolo non esclusivo di giurisdizione, spetta a lui declinare
la giurisdizione a favore del secondo giudice dotato di competenza esclusiva.

13.Provvedimenti cautelari

Per provvedimenti cautelari o provvisori devono intendersi i provvedimenti volti alla conservazione di una
situazione di fatto o di diritto onde preservare diritti dei quali spetter poi al giudice del merito accertarne
lesistenza.

Anche se il regolamento non lo precisa, il giudice al quale affidata la competenza di decidere nel merito una
controversia anche competente ad adottare quei provvedimenti che il suo diritto nazionale prevede possano
venire adottai ove si presenti il pericolo che la decisione di merito, quando alla fine sar emessa, risulti in pratica
inutile.

Il regolamento lascia per anche in vigore le normative dei singoli Stati comunitari, stabilendo che i
provvedimenti provvisori o cautelari previsti dalla legge di uno Stato membro possono venire richiesti
allautorit giudiziaria di uno Stato membro anche se la competenza sulla giurisdizione di merito affidata ai
giudici di un altro Stato membro (deve ovviamente esistere un effettivo nesso di collegamento fra loggetto del
provvedimento richiesto e la competenza territoriale dello Stato membro del giudice dito).
Articolo 31: I provvedimenti provvisori o cautelari previsti dalla legge di uno Stato membro possono essere
richiesti al giudice di detto Stato anche se, in forza del presente regolamento, la competenza a conoscere nel
merito riconosciuta al giudice di un altro Stato membro

Si rimette quindi in gioco la previsione dellart. 10 legge 218/1995 secondo cui il giudice italiano competente
ad adottare provvedimenti di natura cautelare quando:
ha giurisdizione sul merito della controversia
il provvedimento richiesto deve essere eseguito in Italia
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Sezione II

La legge italiana n. 218/1995

1.Titoli di giurisdizione

Art. 3: Ambito della giurisdizione


1. La giurisdizione italiana sussiste quando il convenuto domiciliato o residente in Italia o vi ha un
rappresentante che sia autorizzato a stare in giudizio a norma dell'art. 77 Cod. Proc. Civ. e negli altri casi
in cui prevista dalla legge.
2. La giurisdizione sussiste inoltre in base ai criteri stabiliti dalle Sezioni 2, 3 e 4 del Titolo II della
Convenzione concernente la competenza giurisdizionale e l'esecuzione delle decisioni in materia civile e
commerciale e protocollo, firmati a Bruxelles il 27 settembre 1968, resi esecutivi con la L. 21 giugno 1971,
n. 804, e successive modificazioni in vigore per l'Italia, anche allorch il convenuto non sia domiciliato nel
territorio di uno Stato contraente, quando si tratti di una delle materie comprese nel campo di applicazione
della Convenzione. Rispetto alle altre materie la giurisdizione sussiste anche in base ai criteri stabiliti per
la competenza per territorio.

Titoli generali di giurisdizione sono nellordine:


Domicilio del convenuto
Residenza in Italia del convenuto
Il fatto che il convenuto abbia in Italia un rappresentante autorizzato a stare in giudizio a norma
dellart. 77 cod. proc. civ.

Quando il convenuto non domiciliato in uno Stato comunitario, la giurisdizione italiana sussiste:
in base ai criteri del Regolamento 44/2001 racchiusi nelle sezioni 2, 3, 4 del Capo II quando la controversia
riguarda la materia civile e commerciale
in base ai criteri stabiliti dalla legge per la competenza per territorio, quando la controversia riguarda una
materia che esclusa dal campo di applicazione del regolamento.
Nel nostro sistema processuale operano come criteri di competenza per territorio il domicilio e la residenza: si
determina quindi una sovrapposizione parziale con lart 3.1. Inoltre questa norma comporta lutilizzo dellart
18.2 cod. proc. civ. per cui nel caso in cui il convenuto non abbia n residenza n domicilio n dimora in
Italia, competente il giudice del luogo in cui risiede lattore.

2.Proroga o Deroga convenzionale della giurisdizione

Art. 4: Accettazione e deroga della giurisdizione


1. Quando non vi sia giurisdizione in base all'art. 3, essa nondimeno sussiste se le parti l'abbiano
convenzionalmente accettata e tale accettazione sia provata per iscritto, ovvero il convenuto compaia nel
processo senza eccepire il difetto di giurisdizione nel primo atto difensivo.
2. La giurisdizione italiana pu essere convenzionalmente derogata a favore di un giudice straniero o di un
arbitrato estero se la deroga e provata per iscritto e la causa verte su diritti disponibili.
3. La deroga inefficace se il giudice o gli arbitri indicati declinano la giurisdizione o comunque non
possono conoscere della causa.

Laccordo delle parti idoneo sia ad attribuire allautorit giudiziaria italiana il potere di conoscere una
controversia in principio non soggetta alla sua giurisdizione (accordo che pu essere espresso o tacito), sia ad
escludere la giurisdizione italiana (accordo che pu essere solo espresso, nel senso che laccettazione tacita della
giurisdizione straniera non vale accordo di deroga)
Requisiti dellaccordo di proroga e dellaccordo di deroga:
capacit della parti
prova scritta
la causa deve riguardare diritti disponibili

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3.Azioni reali relative ad immobili situati all'estero

Art. 5 : Azioni reali relative ad immobili siti all'estero


La giurisdizione italiana non sussiste rispetto ad azioni reali aventi ad oggetto beni immobili situati all'estero .

In base a questo articolo tutti i titoli di giurisdizione fin ora esaminati (domicilio in Italia, proroga convenzionale
espressa o tacita) sono inoperanti rispetto alle azioni reali aventi ad oggetto beni immobili situati allestero.
Ratio: rilevante probabilit che il giudicato risulti ineseguibile.

4.Altre ipotesi di esclusione della giurisdizione: il trattamento degli Stati esteri

Art. 11: Rilevabilit del difetto di giurisdizione


Il difetto di giurisdizione pu essere rilevato, in qualunque stato e grado del processo, soltanto dal convenuto
costituito che non abbia espressamente o tacitamente accettato la giurisdizione italiana. E' rilevato dal
giudice d'ufficio, sempre in qualunque stato e grado del processo, se il convenuto e contumace, se ricorre
l'ipotesi di cui all'art. 5, ovvero se la giurisdizione italiana esclusa per effetto di una norma internazionale .

Queste ipotesi riguardano particolari categorie di convenuti: Stati stranieri, i loro agenti diplomatici e altri loro
organi, le Organizzazioni internazionali. Ci sono infatti norme di diritto internazionale che sottraggono questi
enti e queste persone allesercizio della giurisdizione civile da parte degli Stati.

La motivazione tradizionale dellesenzione degli Stati stranieri dalla giurisdizione consiste nellaffermare
limmunit in base al principio del rispetto della loro sovranit (par in rem non habet iurisdictionem); parte della
dottrina e della giurisprudenza tende a ridurre la portata del principio distinguendo due tipi di atti dello Stato
straniero:
Atti iure imperii: atti posti in essere nel compimento di una pubblica funzione, cio nellesercizio del potere
sovrano
Atti iure gestionis: atti posti in essere nellesercizio di attivit privatistiche
Limmunit sussiste solo relativamente agli atti del primo tipo

Ma la giustificazione di questa prassi pi che nel principio sopra enunciato, trova fondamento nel principio
generale per cui i membri della Comunit internazionale non sono autorizzati ad intervenire, luno nei confronti
dellaltro, in tutto ci che riguarda la loro organizzazione interna; nellambito invece delle attivit dello Stato
estero non attinenti alla propria organizzazione (compravendite, affitti) la giurisdizione sussiste.

5.Limmunit dalla giurisdizione delle organizzazioni internazionali

Quanto alle organizzazioni internazionali, la misura di esenzione della giurisdizione italiana di cui esse godono
determinata da appositi accordi in materia, venuti a fare parte del nostro ordinamento a seguito dellordine di
esecuzione. Ove le Convenzioni non provvedano, vale il principio del limite della giurisdizione dei giudici in
connessione a ci che riguarda lorganizzazione in rena degli enti, che in quanto forniti di personalit giuridica
internazionale, appaiono assimilabili agli Stati.

6.Il trattamento degli agenti diplomatici, dei Capi di Stato, ecc.

Gli agenti diplomatici non rispondono personalmente degli atti posti in essere nellesercizio delle loro funzioni,
in quanto si tratta di atti del loro Stato; per gli altri atti essi sono esentati dalla giurisdizione civile e penale dello
Stato presso il quale sono accreditati (godono quindi di immunit).
Gli organo degli Stati esteri (Capo dello Stato, capi di Governo, ministri degli affari esteri) godono di immunit
dalla giurisdizione civile in modo analogo agli agenti diplomatici; mentre pi limitate immunit sono concesse
agli agenti e funzionari di Organizzazioni internazionali.

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7.Connessione e pregiudizialit

Nel caso di connessione:


se si tratta di una materia civile e commerciale si applicano gli art. 6 e 7 del regolamento 44/2001
se si tratta di altre materie a fondare lattrazione sotto la giurisdizione italiana il ricorrere di unipotesi che
implica attrazione nella competenza per territorio di un giudice italiano di una domanda che in principio non
vi rientrerebbe

Art. 6: Questioni preliminari


Il giudice italiano conosce, incidentalmente, le questioni che non rientrano nella giurisdizione italiana e la
cui soluzione necessaria per decidere sulla domanda proposta .

Incidentalmente = le decisioni del giudice italiano non hanno valore di giudicato ma hanno effetto circoscritto
alla definizione della domanda principale

8.Litispendenza

Art. 7 : Pendenza di un processo straniero


1. Quando, nel corso del giudizio, sia eccepita la previa pendenza tra le stesse parti di domanda avente il
medesimo oggetto e il medesimo titolo dinanzi a un giudice straniero, il giudice italiano, se ritiene che il
provvedimento straniero possa produrre effetto per l'ordinamento italiano, sospende il giudizio. Se il
giudice straniero declina la propria giurisdizione o se il provvedimento straniero non riconosciuto
nell'ordinamento italiano, il giudizio in Italia prosegue, previa riassunzione ad istanza della parte
interessata.
2. La pendenza della causa innanzi al giudice straniero si determina secondo la legge dello Stato in cui il
processo si svolge.
3. Nel caso di pregiudizialit di una causa straniera, il giudice italiano pu sospendere il processo se ritiene
che il provvedimento straniero possa produrre effetti per l'ordinamento italiano.

Art. 8: Momento determinante della giurisdizione


Per la determinazione della giurisdizione italiana si applica l'art. 5 Cod. Proc. Civ. Tuttavia la giurisdizione
sussiste se i fatti e le norme che la determinano sopravvengono nel corso del processo.

Poich limpedimento alla procedibilit dellazione in Italia deriva dal fatto che il giudice straniero stato
preventivamente adito, determinante stabilire la prevenzione, cio accertare il momento iniziale dei due
processi:
il giudice italiano dovr attenersi al proprio diritto (art 8)
la pendenza della causa innanzi al giudice straniero si determina secondo la legge dello Stato in cui il
processo si svolge (art 7.2)

Quindi con riferimento al momento nel quale la domanda stata proposta che si devono valutare i dati di fatto
e quelli normativi idonei a fondare o escludere la giurisdizione italiana, mentre i mutamenti successivi sono, in
principio, privi di effetti (perpetuatio iurisdictionis). Questo significa che:
il convenuto non pu sottrarsi alla giurisdizione italiana nemmeno facendo venir meno lattacco con
lordinamento italiano assunto come titolo di giurisdizione (trasferendo allestero la residenza)
la pattuizione con cui la giurisdizione italiana viene derogata a favore del giudice straniero produttiva
di effetti solo se precede linizio del procedimento in Italia
Ma lart. 8 precisa che si tenga conto di fatti e norme sopravvenuti nel corso del processo se e solo se idonei a
fondare la giurisdizione

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9.Giurisdizione in materia volontaria

Art. 9: Giurisdizione volontaria


In materia di giurisdizione volontaria, la giurisdizione sussiste, oltre che nei casi specificamente contemplati
dalla presente legge e in quelli in cui prevista la competenza per territorio di un giudice italiano quando il
provvedimento richiesto concerne un cittadino italiano o una persona residente in Italia o quando esso
riguarda situazioni o rapporti ai quali applicabile la legge italiana.

Riguardo la giurisdizione nei procedimenti non contenziosi, cio nei quali lintervento del giudice richiesto al
di fuori della dialettica processuale che contrappone attore e convenuto, essa sussiste:
in base alle norme di competenza per territorio
se la persona cui il provvedimento si riferisce cittadina italiana o residente in Italia
se i provvedimenti riguardano situazioni o rapporti ai quali sia applicabile la legge italiana

10.Giurisdizione in materia cautelare e nei procedimenti esecutivi

Art. 10: Materia cautelare


In materia cautelare, la giurisdizione italiana sussiste quando il provvedimento deve essere eseguito in Italia
o quando il giudice italiano ha giurisdizione nel merito.

Nessuna disposizione invece dettata riguardo ai procedimenti esecutivi, ma ovvio che il potere di esecuzione
su di un bene presuppone la presenza del bene nellambito dellordinamento del giudice: quindi possibile
lesercizio da parte dellautorit italiana del potere coercitivo in cui consiste lesecuzione forzata solo sui beni
che sono situati allinterno del nostro ordinamento giuridico.

11.Rilevabilit del difetto di giurisdizione

Art. 11: Rilevabilit del difetto di giurisdizione


Il difetto di giurisdizione pu essere rilevato, in qualunque stato e grado del processo, soltanto dal convenuto
costituito che non abbia espressamente o tacitamente accettato la giurisdizione italiana. E' rilevato dal
giudice d'ufficio, sempre in qualunque stato e grado del processo, se il convenuto e contumace, se ricorre
l'ipotesi di cui all'art. 5, ovvero se la giurisdizione italiana esclusa per effetto di una norma internazionale.

Nei casi in cui ammessa la proroga della giurisdizione, il difetto di giurisdizione non rilevabile dufficio e a
farlo valere deve essere il convenuto, bench ovviamente si sia costituito in giudizio e non abbia espressamente o
tacitamente (cio difendendosi nel merito senza eccepire il difetto di giurisdizione) accettato di sottoporsi alla
giurisdizione italiana.

Solo in tre ipotesi spetta al giudice verificare dufficio la propria giurisdizione:


contumacia del convenuto: egli in quanto assente dal processo impossibilitato a eccepire il difetto di
giurisdizione n pu dirsi che con il proprio comportamento labbia tacitamente accettata
azioni reali su beni immobili situati allestero
il difetto di giurisdizione dipende da una norma di diritto internazionale pubblico
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CAPITOLO III

LE NORME DI DIRITTO INTERNAZIONALE PRIVATO

1.Il coordinamento tra i vari ordinamenti giuridici

Le norme di diritto processuale civile internazionale hanno diverse funzioni:


delimitare la giurisdizione
definire i casi nei quali e le procedura secondo cui sentenze e atti stranieri sono suscettibili di
produrre effetti nel nostro ordinamento
porre i criteri per lindividuazione del diritto applicabile da parte del giudice italiano

Riguardo allultima funzione, ci possono essere due soluzione estreme:


porre direttamente apposite norme di diritto materiale idonee a regolare le fattispecie con
elementi di internazionalit in modo diverso dalle fattispecie esclusivamente interne
ignorare la transnazionalit e prevedere che il giudice applichi sempre e soltanto il diritto
materiale del foro

Ma queste due soluzioni estreme non sono integralmente seguite e vengono solo raramente utilizzate: di regola
gli ordinamenti statali fanno spazio a valori giuridici stranieri.
Per operare questa apertura e il necessario coordinamento con il proprio ordinamento, il legislatore impiega una
pluralit di metodi:
localizzazione della fattispecie da regolare allinterno di un dato stato, in base a connessioni
di tipo spaziale: questo metodo avviene per mezzo di norme che, con riguardo a date categorie di
situazioni giuridiche, di diritti soggettivi, di rapporti, di fatti o di atti si servono di un criterio di
collegamento per designare la legge applicabile, cio si servono di una circostanza inerente alla
fattispecie da regolare idonea a dimostrare una connessione con lordinamento giuridico di un
dato stato, verso il quale il giudice italiano viene indirizzato perch ne desuma la norma idonea a
regolare il caso sottopostogli (vedi ad esempio lart. 29.1 e lart. 51.1)
principio di prossimit: per arrivare a riferire allordinamento richiamato dalla norma di conflitto
la disciplina di situazioni giuridiche di carattere permanente, al fine di evitare la creazione di
situazioni giuridiche esistenti in un ordinamento e non invece in un altro, nel quale pure sono
destinate a svolgersi e localizzarsi (vedi art. 65 legge 218/1995)
metodo delle considerazioni materiali: per la regolazione delle singole fattispecie si valutano gli
interessi in causa in vista di considerazioni e finalit di indole concreta, materiale appunto, in
modo che risulti applicabile quel diritto che assicura il risultato preferito dal legislatore (vedi
norme di applicazione necessaria e norme che usano pi criteri di collegamento in concorso
alternativo tra loro)

2.Armonia internazionale ed interna delle soluzioni

La scelta del metodo e delle soluzioni specifiche ai fini del coordinamento risente non solo della prospettiva
particolare del singolo ordinamento ma anche della particolare ottica, delle conoscenze, della formazione e delle
convinzioni scientifiche di chi opera modo legislatoris. Per contro anche vero che lelevato numero di
convenzioni internazionali di d.i.pr., leffetto trascinante che hanno sulle legislazioni nazionali e il fatto che la
tendenza alluniformit internazionale delle soluzioni sia propugnata dalla dottrina finiscono per riflettersi nel
modo di essere delle singole legislazioni positive.
Ma anche se la ricerca delluniformit internazionale delle soluzioni uno dei valori in gioco, non corretta la
sua mitizzazione, lassolutizzazione, fino a vedere in essa lunico fine delle norme di d.i.pr. e quindi lobbiettivo
del legislatore e del giudice nazionale; ci sono altri valori specifici di d.i.pr. che si collocano con almeno pari
dignit:

coerenza e armonia interna del proprio ordinamento: accanto a regole che tendono a realizzare
lapertura dellordinamento verso lesterno ve ne sono altre che dirette invece per ostacolare il
coordinamento e lapertura verso lesterno (eccezione di ordine pubblico)
prevedibilit delle soluzioni e quindi certezza del diritto
linearit e quindi semplicit delle soluzioni
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3.Oggetto e funzione delle norme di conflitto

Ci sono diverse opinioni riguardo alla funzione delle norme di conflitto:


funzione unilaterale introversa: la funzione delle norme di conflitto solo quella di delimitare
lambito di applicazione della lex fori, cio di indicare al giudice se pu o non pu applicare il
diritto materiale de foro, senza direttamente orientarlo verso lapplicazione delluno piuttosto che
dellaltro diritto straniero
funzione unilaterale estroversa: la funzione delle norme di conflitto solo quella di rendere
applicabile il diritto straniero quando il collegamento assunto come rilevante dalla norma di
conflitto non conduce verso il nostro ordinamento
funzione bilaterale: le norme di conflitto rendono applicabile di volta in volta il diritto materiale
italiano, cio la lex fori, o il diritto straniero. Questa soluzione quella preferibile anche perch
trova riscontro nella formulazione delle nostre norme di conflitto (non mancano comunque
eccezioni, cio norme formulate in modo da disporre unicamente lapplicazione del diritto
italiano)

Per quanto riguarda loggetto, le norme di conflitto intervengono solo in ordine a situazioni e rapporti che
presentano connotati di internazionalit. Esse guidano il giudice nella scelta del diritto da applicare per decidere
di situazioni e rapporti che hanno contatti sia con il nostro ordinamento sia con uno o pi ordinamenti stranieri,
cio sono collegati con un ordinamenti straniero da almeno uno degli elementi assunti come criterio di
collegamento da una qualsiasi delle nostre norme di conflitto.

4.Applicabilit dufficio delle norme di conflitto

Anche per le norme di conflitto vale il principio iura novit curia e le parti non possono sottrarsi alla loro
applicazione; in altri termini le norme di conflitto sono ricompresse nella scienza del giudice, il quale tenuto a
conoscerle a ad applicarle dufficio, senza che vi sia bisogno che le parti le invochino.
La facoltativit dellapplicazione vige solo se la legge stessa la prevede: esempio art. 62.1 e norme che
conferiscono alle parti la facolt di designare la legge destinata a regolare il negozio.
Questo principio deriva dallart. 14.1 L'accertamento della legge straniera e compiuto d'ufficio dal giudice ;
infatti non avrebbe senso stabilire che il giudice deve conoscere dufficio e comunque attivarsi per conoscere il
diritti straniero richiamato dalla norma e consentire poi che le parti tacitamente (omettendo di invocarla)
precludano lapplicazione della norma che opera il richiamo.

Conseguenza logica che il giudice, sempre dufficio, deve verificare i presupposti per lapplicazione delle
norme di conflitto, cio deve verificare che il caso sottopostogli non sia totalmente interno allordinamento
giuridico italiano e la presenza in concreto di quella circostanza che la norma di conflitto assume come idonea a
determinare lapplicazione di un diritto straniero.

5.I criteri di collegamento e i titoli di giurisdizione

a)Cittadinanza, domicilio e residenza

Ciascuna norma di conflitto contempla una categoria pi o meno ampia di fattispecie per la quale, per mezzo di
un criterio di collegamento, provvede a determinare il diritto che il giudice dovr applicare. Lespressione
criterio di collegamento designa quella circostanza, quellelemento che il legislatore considera idoneo a
esprimere un attacco, una connessione, un collegamento, appunto, di una data fattispecie con un dato
ordinamento.
Alcuni di quegli stessi elementi operano anche come titoli di giurisdizione, cio sono impiegati dal legislatore in
quelle norme che delimitano lambito di applicazione delle giurisdizione italiana: rivelano una connessione con
il nostro ordinamento e fanno si che il giudice italiano abbia il dovere-potere di giudicare.
Tali elementi possono riguardare tanto i soggetti interessati (cittadinanza, domicilio, residenza) quanto la
situazione o la relazione in ordine alla quale viene chiesto lintervento del giudice (luogo in cui si trova un bene,
in cui stato celebrato il matrimonio, in cui sorta o deve essere eseguita unobbligazione)
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b)La volont delle parti

La volont privata non si esplica pi soltanto col porre in essere il fatto obbiettivo dal quale necessariamente
discende lapplicazione al contratto di una certa legge, ma si esplica in maniera immediata dichiarando
applicabile al contratto una certa legge, qualunque sia o non sia il collegamento del contratto con lordinamento
scelto dalle parti.

In materia contrattuale gli spazi lasciati allautonomia privata in relazione al medesimo tipo contrattuale sono
diversi da ordinamento a ordinamento, poich variabile il numero di norme inderogabili; a dottrina e
giurisprudenza non sfuggita la preoccupazione che non si abusasse dellautonomia della volont scegliendo di
sottoporre il contratto a una data legge straniera al fine principale di sottrarlo a certe norme inderogabili.

Quindi in presenza di una clausola si scelta della legge (straniera) applicabile in un contratto tuttavia
puramente interno, si riconosciuto da un lato che possa intervenire il limite dellordine pubblico,
dallaltro che la scelta di una legge regolatrice straniera non sottrae il contratto alla presa delle norme
inderogabili dellordinamento al quale unicamente si riferiscono tutti gli altri dati di fatto al momento
in cui i contraenti hanno compiuto la loro scelta.

Il principio della volont delle parti ha di recente trovato spazio rispetto a negozi diversi dai contratti, ma qui la
possibilit di optio legis assai limitata: si riconosce alla volont individuale il potere di scegliere fra due o al
massimo tra una rosa ristretta di leggi ad altro titolo gia di per se collegate al negozio o al rapporti giuridico in
questione (esempio art. 30, 46.2, 46.3, 56.2, 62.1).

Si parla di volont delle parti come titolo di giurisdizione e criterio di collegamento in modo improprio:
mediante le norme che affidano ai privati interessati il potere di scegliere il foro e la legge applicabile, il
legislatore non determina la connessione idonea a funzionare come attributiva di giurisdizione e come criterio di
individuazione della legge applicabile, ma rinuncia a svolgere questo compito demandando ad una volont
diversa dalla sua, la volont dei privati interessati. Siamo quindi in presenza di atti negoziali con i quali la parti
incidono sulla delimitazione della giurisdizione ovvero scelgono il diritto che il giudice dovr applicare.
Si pone quindi il problema dellordinamento secondo cui si dovranno valutare i requisiti di validit del negozio
con il quale viene prorogata o derogata la giurisdizione (electio fori) ovvero viene scelto il diritto applicabile
(optio legis o pactum del lege utenda)
scelta della legge applicabile: in materia contrattuale la Convenzione di Roma estende al negozio di
scelta le soluzioni previste per il contratto; in materia non contrattuale le norme nazionali:
- lart. 30.2 in materia di rapporti patrimoniali tra coniugi dispone che laccordo di questi sul diritto
applicabile valido se considerato tale dalla legge scelta o da quella del luogo in cui laccordo stato
stipulato
- lart. 46.2 in materia di successioni mortis causa d rilievo alla scelta a favore dello stato di residenza
operata dal de cuius in forma testamentaria
- lart. 56.2 richiede che il donante effettua la sua scelta con dichiarazione espressa contestuale alla
donazione
- lart. 62 colloca la richiesta del danneggiato direttamente entro la cornice del processo
scelta del foro: in materia contrattuale per gli aspetti non direttamente regolati dagli art. 23 e 24 del reg.
44/2001 ci si deve rifare alla Convenzione di Roma; in materia non contrattuale, per gli aspetti non
direttamente regolati dallart. 4 delle legge 218/1995 sembra ragionevole seguire la stessa soluzione
Si ha quindi la medesima soluzione per il negozio di scelta della legge applicabile e per la clausola
compromissoria
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c)La prevalente localizzazione della vita matrimoniale

Questo criterio usato sempre come criterio sussidiario:


dallart. 29.2 a proposito dei rapporti personali fra coniugi
dellart. 31.1 a proposito della separazione personale e dello scioglimento del matrimonio
dallart. 38.1 a proposito delladozione
dallart. 39 a proposito dei rapporti tra adottato e famiglia adottiva

La prevalente localizzazione della vita matrimoniale o familiare configura una sintesi di criteri, una sommatoria
di indizi che deve essere operata e valutata dal giudice per arrivare alla individuazione della legge competente.
Tra i fattori di contatto di natura personale vengono ricompresi la residenza, la cittadinanza o le cittadinanze di
ciascuno dei soggetti interessati, il domicilio e la dimora di quanti compongono il nucleo familiare; mentre tra
quelli di natura territoriale vanno annoverati il luogo di celebrazione del matrimonio, quello di nascita dei figli,
quello in cui stato assunto il provvedimento di adozione, la localizzazione dei beni di propriet dei coniugi
quando siano in gioco in particolare i profili patrimoniali.
Non pu comunque escludersi la rilevanza di fattori meno ovvi e meno immediati, ad esempio della lingua per
mezzo della quale i coniugi comunicano tra loro e con i figli.

Occorre non solo proceder ad una ricognizione numerica, meramente quantitativa, dei fattori di connessione che
connotano il caso di specie, ma anche una loro ponderazione, una valutazione qualitativa.

6.Criteri giuridici e criteri di fatto, soggettivi e oggettivi, costanti e variabili

Ci che il legislatore prende in considerazione sempre un contatto dordine materiale fra il rapporto o la
situazione giuridica da regolare, ovvero la controversia da decidere, e un dato Stato; per indicare tale attacco
possono essere usati:
criteri di fatto: espressioni per accertare in cui significato e la cui portata nel caso di specie pu
non essere necessario ricorrere ad operazioni interpretative (esempio luogo di situazione di una
cosa)
criteri giuridici: nozioni giuridiche, come la cittadinanza, il domicilio o la residenza, circostanze
di ordine materiale dalle quali apposite norme fanno derivare la conseguenza che un soggetto
abbia il domicilio o la residenza in un certo luogo

Altra distinzione quella fra:


criteri soggettivi: lattacco che i criteri di collegamento rivelano tra il rapporto o la situazione da
regola e un dato stato riguarda i soggetti interessati (cittadinanza, domicilio, residenza)
criteri oggettivi: lattacco che i criteri di collegamento rivelano tra il rapporto o la situazione da
regola e un dato riguarda altri elementi del rapporto (luogo di celebrazione del matrimonio, luogo
di situazione dei beni)

Ulteriore distinzione si ha tra criteri costanti e criteri variabili a seconda della possibilit che la circostanza in
cui il criterio di collegamento si concreta non sia suscettibile di modificarsi nel tempo, ovvero lo sia. Nella
maggior parte dei casi le norme che fanno uso dei criteri variabili provvedono ad ancorarli a un momento dato
esplicitamente o implicitamente (per i titoli di giurisdizione il momento in cui ha avuto inizio il processo)
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7.Concorso alternativo e concorso successivo di criteri di collegamento

Quanto ai titoli di giurisdizione, nella legge 218/1995 accanto a quelli generali del domicilio e della residenza in
Italia del convenuto, vengono presi in considerazione in via sussidiaria altri attacchi con il nostro ordinamento
per fondare la giurisdizione italiana nei confronti del convenuto non domiciliato ne residente in Italia
(matrimonio celebrato allestero); o anche per escludere la giurisdizione italiana quando sussisterebbe (la volont
derogatoria delle parti, la situazione allestero del bene immobile).
Il regolamento 44/2001 utilizza un titolo di giurisdizione come principale e primario, titoli sussidiari idonei a
identificare fori speciali concorrenti, titoli alternativi idonei a identificare fori dotati di giurisdizione in via
esclusiva e attribuisce rilevanza alla volont delle parti riconosciuta idonea a derogare ovvero a prorogare la
giurisdizione.
Il regolamento 2201/2003 si limita a prevedere titoli di giurisdizione alternativi fra loro.

Quanto allindividuazione delle legge applicabile, la legge 218/1995 impiega assai spesso una pluralit di criteri
di collegamento che vengono a concorrere tra loro secondo due modalit diverse che identificano due tipi di
concorso:
concorso alternativo: la norma di conflitto considera vari aspetti della categoria di fattispecie da regolare,
suscettibili di collegare la fattispecie stessa simultaneamente con pi ordinamenti giuridici; il legislatore ha
un fine ben preciso.
concorso successivo: la norma di conflitto impiega in sequenza, a cascata, due o pi criteri di collegamento
ciascuno dei quali destinato a subentrare a quello (o quelli) che lo precede quando questultimo non si
riveli in grado di funzionare in relazione al caso singolo di cui questione. Quando il collegamento usato al
primo posto in grado di funzionare, la legge a cui esso rimanda trova applicazione qualunque possa essere il
risultato cui essa conduce nel caso di specie.

8.La qualificazione

Dopo aver accertato di avere giurisdizione il giudice deve innanzitutto decidere quale norma di conflitto (di
origine nazionale, comunitaria o convenzionale) si adatti al caso sottopostogli, cio deve decidere a quale norma
di conflitto sia riconducibile la fattispecie portata al suo esame e per fare questo compie unoperazione di
qualificazione

Tale operazione consiste nella determinazione del significato delle espressioni, delle
formule giuridiche mediante le quali ciascuna norma di conflitto delimita il proprio
ambito materiale di applicazione, definendo le categorie di fattispecie che intende
regolare.

Si tratta quindi di un problema di interpretazione della norma di conflitto, che dovr svolgersi alla luce del
sistema normativo cui la norma in questione appartiene, cio secondo i canoni interpretativi proprio
dellordinamento nel quale la norma inquadrata:
le norme di conflitto poste in essere autonomamente dal nostro legislatore devono essere
interpretate in base al diritto italiano, cio sulla base della lex fori
le norme di conflitto poste in essere da atti comunitari devono essere interpretate in base al
diritto comunitario
le norme di conflitto di origine convenzionale devono essere interpretate tenendo conto di
loro tale natura

Precisazioni:
al fine di delimitare lambito di applicazione delle norme di conflitto il giudice chiamato a
valutare i fatti non nella loro stretta materialit ma in relazione agli effetti che se ne vogliono
trarre mediante la domanda giudiziale di cui egli investito
la qualificazione deve essere autonoma: si deve tenere conto della lex fori, ma bisogna anche
dare alle espressioni giuridiche e ai termini impiegati un significato pi ampio ed elastico di
quello che essi hanno nei corrispondenti precetti di diritto materiale
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9.La qualificazione dei criteri di collegamento, ed in particolare della cittadinanza

Un problema di qualificazione non si pone solo in ordine alla determinazione dellambito di applicazione
materiale delle norme sulla giurisdizione e delle norme di conflitto, ma anche riguardo le connessioni assunte
come rilevanti dalle norme sulla giurisdizione (titoli di giurisdizione) e dalle norme di conflitto (criteri di
collegamento): valgono le soluzioni sopra esposte.

Il criterio di collegamento della cittadinanza per non suscettibile di essere qualificato lege fori: la legge sulla
cittadinanza permette esclusivamente di stabilire se una persona possiede o no la cittadinanza italiana, ma non
pu funzionare verso altri stati, nel senso che in base alla legge italiana non possibile stabilire di quale stato,
diverso dal nostro, un individuo sia cittadino. Quindi la cittadinanza di una persona rispetto a uno stato deve
essere determinata secondo il diritto del medesimo.

Ne deriva che il giudice italiano pu trovarsi di fronte a individua che nessuna stato considera propri cittadini
(apolidi), individui che possiedono pi cittadinanze, individui che hanno abbandonato il territorio del proprio
stati perch perseguitati per ragioni politiche.

10.Pluricittadini, apolidi e rifugiati

Art. 19 : Apolidi, rifugiati e persone con pi cittadinanze


1. Nei casi in cui le disposizioni della presente legge richiamano la legge nazionale di una persona, se questa
apolide o rifugiata si applica la legge dello Stato del domicilio, o in mancanza, la legge dello Stato di
residenza.
2. Se la persona ha pi cittadinanze, si applica la legge di quello tra gli Stati di appartenenza con il quale
essa ha il collegamento pi stretto. Se tra le cittadinanze vi quella italiana, questa prevale .

11.Le questioni preliminari

La legge 218/1995 allart. 6 fonda la giurisdizione del giudice italiano anche in ordine alle questioni preliminari
(questioni la cui soluzione necessaria per decidere sulla domanda proposta), conferendogli il potere-dovere di
pronunciarsi su di esse anche se di per se non rientrerebbero nella sua giurisdizione, nulla dispone circa la legge
da applicare a dette questioni.

Dottrina e giurisprudenza propongono diverse soluzioni:


soluzione disgiunta: sottoporre la questione preliminare alla legge richiamata dalla norma di
conflitto del foro che la contempla specificatamente, come se la questione preliminare si ponesse
in via principale (soluzione preferibile per armonia interna)
soluzione per assorbimento: sottoporre la questione preliminare alla stessa legge applicabile alla
questione principale
soluzione congiunta: sottoporre la questione preliminare alla legge richiamata dalla specifica
norma di conflitto dellordinamento richiamato dalla norma di conflitto del foro per la questione
principale
sottoporre la questione preliminare al diritto materiale del foro
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CAPITOLO IV

IL DIRITTO APPLICABILE

1.Il problema del rinvio

Il problema del rinvio consiste nel domandarsi se il richiamo di un ordinamento straniero da parte delle norme di
conflitto si riferisca solo alle norme materiali di detto ordinamento, oppure includa le norme di d.i.pr. del
medesimo, e quindi se queste ultime possano produrre un rinvio dallordinamento straniero individuato come
applicabile dalla norma di conflitto del foro a quello di un altro stato:
se lo stato di partenza, cio del foro si parla di rinvio indietro
se un terzo stato si parla di rinvio oltre o altrove

2.Lart. 13 legge 218/1995

Art. 13 Rinvio
1. Quando negli articoli successivi richiamata la legge straniera, si tiene conto del rinvio operato dal diritto
internazionale privato straniero alla legge di un altro Stato:
a) se il diritto di tale Stato accetta il rinvio;
b) se si tratta di rinvio alla legge italiana.
2. L'applicazione del comma 1 tuttavia esclusa:
a) nei casi in cui le disposizioni della presente legge rendono applicabile la legge straniera sulla base della
scelta effettuata in tal senso dalle parti interessate;
b) riguardo alle disposizioni concernenti la forma degli atti;
c) in relazione alle disposizioni del Capo XI del presente Titolo.
3. Nei casi di cui agli artt. 33, 34 e 35 si tiene conto del rinvio soltanto se esso conduce all'applicazione di
una legge che consente lo stabilimento della filiazione.
4. Quando la presente legge dichiara in ogni caso applicabile una convenzione internazionale si segue
sempre, in materia di rinvio, la soluzione adottata dalla convenzione.

Il I comma circoscrive le ipotesi del rinvio, evitando, pragmaticamente la inestricabile circolarit del rinvio
indietro; altre limitazioni sono introdotte dal II e III comma.
Risulta in definitiva che le materie nelle quali lart. 13 prevede il ricorso al congegno del rinvio sono quelle che
attengono:
alla capacit e ai diritti delle persone fisiche
alle persone giuridiche
ai rapporti di famiglia
alle successioni per causa di morte
ai diritti reali

3.Interferenze tra la disciplina del rinvio e la problematica della qualificazione

Interferenze con Art. 15-Interpretazione e applicazione della legge straniera: La legge straniera
la qualificazione applicata secondo i propri criteri di interpretazione e di applicazione nel tempo . Il
diritto straniero non deve essere letto in maniera puramente formale ma deve tenersi
conto della qualificazione che della fattispecie verrebbe data nellordinamento
straniero richiamato. Il giudice italiano dovrebbe applicare quella tra le norme di
conflitto dellordinamento richiamato nel cui ambito dapplicazione la fattispecie
rientra secondo la qualificazione operata dal giudice alla luce dello stesso ordinamento
richiamato.
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4.Conoscenza e applicazione del diritto straniero richiamato

Sul problema del trattamento processuale del diritto straniero ci sono due tesi contrastanti: la prima considera
come mero fatto il diritto straniero e conduce a far gravare sulle parti lonere di provare al giudice il contenuto
del diritto straniero e esclude che si possa impugnare per cassazione la sentenza di un giudice di merito per far
valere la violazione o lerrore di interpretazione del diritto straniero; la seconda ritiene invece il richiamo ad
diritto straniero operato dalla nostra norma di conflitto idoneo a integrarlo con valenza giuridica nel nostro
ordinamento e conduce quindi a soluzioni opposte.
Art. 14 Conoscenza della legge straniera applicabile
1. L'accertamento della legge straniera e compiuto d'ufficio dal giudice. A tal fine questi pu avvalersi,
oltre che degli strumenti indicati dalle convenzioni internazionali, di informazioni acquisite per il
tramite del Ministero di grazia e giustizia; pu altres interpellare esperti o istituzioni specializzate.
2. Qualora il giudice non riesca ad accertare la legge straniera indicata, neanche con l'aiuto delle parti,
applica la legge richiamata mediante altri criteri di collegamento eventualmente previsti per la
medesima ipotesi normativa. In mancanza si applica la legge italiana.

Per quanto riguarda il diritto straniero richiamato dalla norma di conflitto, necessario stabilire se esso sia un
fatto (e quindi spetta alle parti provarlo) o un diritto (e quindi spetta al giudice conoscerlo). Viene scelta una via
di mezzo: collaborazione delle parti con il giudice e non onere di prova.
Al primo comma lart 14 afferma il principio iura aliena novit curia e indica gli strumenti di aiuto al giudice
(il giudice non solo abilitato, ma tenuto ad utilizzare gli strumenti):

Strumenti previsti dalle convezioni internazionali


Acquisizione di informazioni tramite il Ministero dello Giustizia
Consulenze tecniche

Nel secondo comma nellipotesi in cui gli strumenti siano risultati insufficienti, si nomina laiuto delle parti, che
per uno strumento residuale ed eventuale.

Nel caso di inconoscibilit della legge straniera richiamata, si deve applicare la legge richiamata mediante altri
criteri di collegamento impiegati in successione dalla medesima norma di conflitto e solo come ultima ratio si
procede ad applicare, in deroga alle norme di conflitto, la legge italiana.

Quando per entra in gioco il meccanismo del rinvio, qualora il giudice italiano non sia in grado di accertare
quanto previsto dalla competente norma di conflitto dellordinamento straniero richiamato da una norma di
conflitto italiana, egli deve ripiegare gradatamente sui criteri di collegamento successivi della propria norma di
conflitto; se nessuno di questi conduce ad un risultato utile o se la norma di conflitto italiana impiega un solo
criterio di collegamento, egli deve applicare il diritto materiale straniero richiamato dal primo (o unico) criterio
di collegamento (si applica la legge italiana significa vuol dire in questo caso che si applica la norma di conflitto
italiana).

5.Interpretazione del diritto straniero e controllo della sua legittimit costituzionale

Art. 15 Interpretazione e applicazione della legge straniera


La legge straniera applicata secondo i propri criteri di interpretazione e di applicazione nel tempo

Il giudice per applicare la legge straniera richiamata deve individuare le regole che lo stesso ordinamento
straniero richiamato ritiene specificamente idonee a disciplinare la fattispecie e deve accertare il significato che
esse hanno nel loro proprio contesto normativo.
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Allart. 15 ci si deve riferire anche per risolvere eventuali dubbi circa la conformit alla Costituzione dello stato
cui appartiene della norma straniera che risulta applicabile.
Se nellordinamento straniero opera il controllo diffuso, per cui il sindacato di costituzionalit
operato direttamente da ciascun giudice, consentito anche al giudice italiano, chiamato ad applicare
una norma di quellordinamento, verificare la conformit ai precetti costituzionali cui subordinata.
Se nellordinamento straniero il controllo di costituzionalit accentrato, cio demandata ad un
apposito organo, il giudice italiano dovr tener conto delle decisioni gia adottate da tale organo ma non
sar in grado di attivarlo

Se infine si tratta di un problema di compatibilit con la Costituzione italiana, si deve ricorrere al


limite dellordine pubblico, cio non si deve applicare la norma straniera se le conseguenze che
dalla sua applicazione deriverebbero nel nostro ordinamento risultassero in conflitto con i principi
sanciti dalla nostra Costituzione.

6.Richiamo di ordinamenti plurilegislativi

Il problema dei c.d. conflitti di leggi interne si pone quando una delle nostre norme di conflitto richiama il diritto
di uno Stato plurilegislativo, cio di uno Stato in cui vigono pi legislazioni civilistiche:

conflitti interlocali: nello Stato richiamato vigono pi legislazioni civilistiche su base territoriale, cio
nelle varie zone in cui lo stato suddiviso vigono normative differenti
conflitti interpersonali: nello stato richiamato vigono pi legislazioni su base personale, cio nel
territorio dello Stato vigono contemporaneamente pi legislazioni, ciascuna delle quali applicabile
soltanto ad una determinata categoria di persone

Art. 18 Ordinamenti plurilegislativi


1. Se nell'ordinamento dello Stato richiamato dalle disposizioni della presente legge coesistono pi
sistemi normativi a base territoriale o personale, la legge applicabile si determina secondo i criteri
utilizzati da quell'ordinamento.
2. Se tali criteri non possono essere individuati, si applica il sistema normativo con il quale il caso di
specie presenta il collegamento pi stretto. (principio di effettivit)

Ma lart. 18 si applica in relazione a tutte le norme di conflitto oppure si pu prescinderne in relazione a quelle
norme di conflitto che impiegano criteri di collegamento di per se idonei a localizzare le fattispecie contemplate
nellambito di un sotto-ordinamento a base territoriale??? O a quelle che conferiscono il potere di determinare la
legge applicabile ai diretti interessati o al giudice stesso (attraverso la ponderazione di una pluralit di fattori,
esempio prevalente localizzazione della vita matrimoniale)???

La risposta deve essere nel senso di una applicazione generalizzata considerando:


la collocazione sistematica dellart. 18 nel Capo I tra le Disposizioni Generali
la correlazione con lart. 15
la formulazione testuale delle norme di conflitto che appaiono formulate in modo da
richiamare gli ordinamenti di altri soggetti di diritto internazionale (pubblico), ossia
Stati con la s maiuscola
Comunque , nelleventualit del secondo comma, ragionevole che il giudice valorizzi il
collegamento territoriale utilizzato dalla nostra norma di conflitto ed anche la scelta dei diretti
interessati indirizzata ad un dato sotto-ordinamento.
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7.Lordine pubblico: funzione e natura

Art. 16 Ordine pubblico


1. La legge straniera non applicata se i suoi effetti sono contrari all'ordine pubblico.
2. In tal caso si applica la legge richiamata mediante altri criteri di collegamento eventualmente previsti
per la medesima ipotesi normativa. In mancanza si applica la legge italiana.

Anche il nostro come tutti gli ordinamenti, mentre si apre verso i valori giuridici esterni per mezzo delle norme
di d.i.pr, si munisce di strumenti idonei ad operare nella direzione opposta, a consentirgli cio di rinchiudersi in
se stesso. Tra questi il principale la clausola o eccezione di ordine pubblico.
Il suo fine principale quello di preservare larmonia interna dellordinamento, precludendo lapplicazione da
parte del giudice italiano di norme straniere suscettibili di produrre effetti inaccettabili, cio non compatibili con
i principi etici, economici, politici e sociali che condizionano il modo di essere del nostro ordinamento giuridico.
Si distinguono:
lordine pubblico interno: insieme delle norme inderogabili dai privati; esso comprende lordine
pubblico internazionale in quanto non tutte le norme inderogabili sanciscono principi
fondamentali.
lordine pubblico internazionale: esso linsieme dei principi etici, economici, politici e sociali
che determinano i caratteri essenziali degli istituti del nostro ordinamento giuridico

Il limite dellordine pubblico relativo nel tempo e nello spazio:


la relativit nel tempo discende dalla possibilit che mutino i caratteri dellordinamento del foro
la relativit nello spazio discende dai differenti valori che improntano i vari sistemi giuridici,
alcuni dei quali impediscono lapertura a soluzioni che sono invece del tutto corrette per altri

La giurisprudenza ha distinto due nozioni: quella di ordine pubblico interno, utilizzata rispetto a situazioni e
rapporti che avevano connessioni molto significative con lordinamento italiano, e quella di ordine pubblico
internazionale (principi condivisi da pi ordinamenti), utilizzata rispetto a situazioni e rapporti che presentavano
lievi connessioni con il nostro ordinamento.
Ma questo orientamento sbagliato. Il giudice deve si tener conto delle regole e dei principi entrati nel nostro
ordinamento in virt del suo conformarsi ai precetti dei diritto internazionale, e del diritto comunitario, ma non
soltanto questi principi individuano valori protetti dalleccezione di ordine pubblico (lordine pubblico italiano
pu essere pi ampio o meno ampio) e non si deve fare differenza a seconda del grado di connessione con
lordinamento italiano (nel senso che i principi peculiari del nostro ordinamento sarebbero applicabili solo a
fattispecie particolarmente connesse con il nostro ordinamento)

8.Il ruolo del giudice

Per quanto riguarda il ruolo del giudice, il legislatore ha rinunciato a offrire criteri rivolti a consentire la
determinazione dei valori tutelati dalleccezione di ordine pubblico, riconoscendo il ruolo decisivo e
indispensabile del giudice: come metro di valutazione egli deve adottare non una singola norma isolatamente
presa, ma i principi di fondamentale importanza per il nostro ordinamento, considerandolo nella sua
interezza e tenendo presenti i connotati economici, sociali, morali e anche politici che lo caratterizzano (la
singola norma potr essere invocata in quanto particolarmente espressiva di una valore che rientra nellarea
protetta dal limite dellordine pubblico).
Il giudice poi deve esprimere una valutazione concreta degli effetti che deriverebbero nel nostro ordinamento
dallapplicazione della norma straniera (individuata dal giudice allinterno dellordinamento richiamato dalla
nostra norma di conflitto); tali effetti sono laltro polo di raffronto.
Se il giudice reputa che detti effetti urtino contro uno dei principi cardine del nostro ordinamento non applica la
disposizione straniera (il limite dellordine pubblico un limite successivo rispetto al funzionamento della norma
di conflitto)

Il giudice allora deve esplorare la possibilit di applicare in sequenza le leggi richiamate dagli altri criteri
di collegamento in via subordinata eventualmente contemplati dalla competente norma di conflitto. In
mancanza si applica la legge italiana.
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9.Le norme di applicazione necessaria dellordinamento italiano

Art. 17 Norme di applicazione necessaria


E' fatta salva la prevalenza sulle disposizioni che seguono delle norme italiane che, in considerazione del loro
oggetto e del loro scopo, debbono essere applicate nonostante il richiamo alla legge straniera.

Nel nostro ordinamento ci sono norme di applicazione necessaria propriamente dette che sono norme
materiali che, in ragione del loro oggetto e dello specifico fine cui tendono, si applicano, oltre che alle situazioni
e ai rapporti totalmente interni, anche a quelli che presentano qualche elemento di estraneit rispetto al foro e
che, in base alle nostre norme di conflitto, potrebbero essere sottoposti ad una legge straniera. Alcune di queste
norme si basano sui principi fondamentali del nostro ordinamento, altre rispondono a esigenze meno alte, di
carattere pratico od organizzativo. E compito del giudice riconoscerle.
Ci sono poi anche delle norme dette autolimitate o spazialmente condizionate che provvedono essere stesse,
in modo esplicito o diretto, a determinare il proprio ambito di applicazione; anche queste devono essere applicate
nonostante il richiamo alla legge straniera (ex art. 115 116 cod. civ.)

A differenze dellordine pubblico, che disattiva la norma di conflitto a posteriori, queste norme hanno la
funzione di limite preventivo alloperare delle norme di conflitto: esigono di essere applicate dal giudice gia
prima che questi possa determinare quale diritto straniero sarebbe richiamato dalla norma di conflitto del foro.
In linea di massima pu dirsi che le norme di applicazione necessaria esprimono lesigenza che tutte le situazioni
e relazioni in qualche modo collegate con il nostro ordinamento giuridico siano assoggettate a una disciplina
uniforme che sono le stesse norme e fornire.

10.Le norme di applicazione necessaria di altri ordinamenti

Lart. 17 si occupa soltanto delle norme di applicazione necessaria italiane e non delle norme di applicazione
necessaria che si trovano:
nellordinamento straniero richiamato dalla nostra norme di conflitto: secondo la relazione
ministeriale la loro imperativit pu venire agevolmente riconosciuta in base al principio
secondo cui la legge straniera applicata secondo i propri criteri di interpretazione (art. 15)
ovvero in un altro ordinamento straniero col quale pure la fattispecie da regolare presenti
qualche connessione: la relazione ministeriale suggerisce ai giudici di riferirsi allart. 7.1 della
Convezione di Roma che autorizza il giudice a dare efficacia alle norme di applicazione
necessarie (imperative) di un terzo Stato sulla base di concrete valutazioni attinenti al caso di
specie.

11.Richiamo di norme straniere di diritto pubblico

Dal punto di vista qualitativo le norme straniere che disciplinano i rapporti tra privato e lo Stato e gli enti
pubblici sono escluse dal richiamo internazionalprivatistico e ci perch le norme di conflitto non si occupano di
simili rapporti; con la conseguenze che, la quantit di diritto pubblico straniero che viene applicato dai giudici
italiani scarsa.

Il richiamo di un ordinamento straniero operato da una norma di conflitto in buona sostanza indifferente alla
natura pubblicistica o privatistica delle norme di quellordinamento deputate a regolare la fattispecie; ci
significa che:

il fatto che nel nostro sistema giuridico nella disciplina di un particolare istituto giochino un
ruolo norme di diritto pubblico non significa di per se che si debba escludere lapplicazione
di un diritto straniero se listituto in questione contemplato da una norma di conflitto
il fatto che nellordinamento straniero richiamato, norme di diritto pubblico concorrano a
disciplinare un dato istituto, non significa di per se che il richiamo operato dalla norma di
conflitto a quellordinamento non possa operare
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CAPITOLO V

IL RICONOSCIMENTO E LESECUZIONE
DELLE DECISIONI GIUDIZIARIE STRANIERE

Sezione I

Il regolamento comunitario n. 44/2001 sulle decisioni in materia civile e commerciale

1.Principio del riconoscimento automatico delle decisioni straniere

Il legislatore comunitario assume lesistenza di una reciproca (piena) fiducia tra gli ordinamenti e i giudici dei
diversi stati membri e da tale assunto fa derivare limpostazione e la soluzione dei problemi relativi alla
circolazione delle sentenza. Nel preambolo del regolamento si legge:
(16) La reciproca fiducia nella giustizia in seno alla Comunit implica che le decisioni emesse in un altro Stato
membro siano riconosciute di pieno diritto, ossia senza che sia necessario esperire alcun procedimento, salvo che
vi siano contestazioni
(17) La reciproca fiducia implica altres che il procedimento inteso a rendere esecutiva, in un determinato Stato
membro, una decisione emessa in un altro Stato membro si svolga in modo efficace e rapido. A tal fine la
dichiarazione di esecutivit di una decisione dovrebbe essere rilasciata in modo pressoch automatico, a seguito
di un controllo meramente formale dei documenti prodotti e senza che il giudice possa rilevare d'ufficio i motivi
di diniego dell'esecuzione indicati nel presente regolamento.

Articolo 33
1. Le decisioni emesse in uno Stato membro sono riconosciute negli altri Stati membri senza che sia
necessario il ricorso ad alcun procedimento.
2. In caso di contestazione, ogni parte interessata che chieda il riconoscimento in via principale pu far
constatare, secondo il procedimento di cui alle sezioni 2 e 3 del presente capo, che la decisione deve essere
riconosciuta.
3. Se il riconoscimento richiesto in via incidentale davanti ad un giudice di uno Stato membro, tale giudice
competente al riguardo.

A fruire del regime privilegiato, quasi automatico, di riconoscimento ed esecuzione sono tutte e soltanto le
decisioni rese da autorit giudiziarie degli Stato membri, incluse quindi le decisioni rese in procedimenti intentati
a persone non domiciliate nella Comunit in virt di una competenza nazionale residua ai sensi dellart. 4.1, cio
sulla base di titoli di competenza giurisdizionale previsti non dal regolamento ma dalla legge del singolo stato.

Perch operi il regime privilegiato occorre naturalmente che si tratti di decisioni pertinenti a materie comprese
nel campo di applicazione del regolamento stesso; su tale pertinenza esiste un certo margine di controllo in capo
al giudice del riconoscimento.
Egli competente anche a verificare che il provvedimento rientri nella nozione di decisione data dal
regolamento, allart. 32: Ai sensi del presente regolamento, per decisione si intende, a prescindere dalla
denominazione usata, qualsiasi decisione emessa da un giudice di uno Stato membro, quale ad esempio
decreto, sentenza, ordinanza o mandato di esecuzione, nonch la determinazione delle spese giudiziali da
parte del cancelliere
Questa comprende, oltre alle decisioni di merito che concludono un procedimento contenzioso con autorit di
giudicato, anche le decisioni prive di autorit di giudicato perch ancora soggette ad impugnazione ordinaria, le
decisioni interlocutorie (quella con cui il giudice straniero abbia affermato la propria competenza in caso di
litispendenza internazionale) e quelle rese nei procedimenti di volontaria giurisdizione; la Corte ha ritenuto poi
che vi rientrassero anche i provvedimenti cautelari, escludendo invece le transazioni anche se avvenute davanti
ad un giudice.

Il regime di circolazione delle decisioni giudiziarie configurato dal regolamento ha carattere assoluto: chi intende
chiedere il riconoscimento o lesecuzione di una sentenza straniera non pu scegliere se avvalersi della procedura
prevista dal diritto comune piuttosto che di quella del regolamento.
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Lintervento dellautorit giudiziaria locale escluso per il riconoscimento ed previsto solo ai fini
dellesecuzione; qui i poteri di controllo, assai ridotti, possono essere esercitati solo dopo la dichiarazione di
esecutivit e solo se il debitore si opposto.

2.Effetti del riconoscimento

Il regolamento non fornisce modelli utili per lidentificazione di un modello teorico di riferimento; in materia e
esistono due modelli:
assimilazione di effetti: si conferiscono alla decisione straniera gli stessi effetti di cui gode una decisione
nazionale analoga
estensione di effetti: la decisione straniera viene accettata con gli effetti di cui gode nello stato di origine
La Corte di giustizia si mostra favorevole alla estensione di effetti, ma comunque sul piano pratico non ci sono
differenza significative.
Infatti gli effetti che la decisione idonea a produrre nello Stato dorigine non possono di fatto prodursi
nellordinamento richiesto qualora siano ulteriori o addirittura sconosciuti rispetto a quelli che sono
attribuiti ai provvedimenti dei giudici locali: la decisione straniera non pu avere in Italia effetti maggiori che
nello Stato dorigine, n effetti maggiori di una corrispondente pronuncia italiana.

Lautorit e lefficacia delle sentenze straniere non sono limitate agli effetti conseguenti allautorit di giudicato,
ma riguardano tutti gli effetti che lordinamento dorigine riconnette a tali sentenze e risalgono alla data in cui
hanno iniziato ad esplicarsi nello Stato di origine. Il regolamento specifica che soltanto in relazione alle sentenze
che siano esecutive nello Stato membro dorigine possibile domandare che siano rese esecutive anche in un
diverso Stato comunitario.
Comunque la nozione di res iudicata non desumibile dal regolamento e va ricostruita sulla base del diritto dello
Stato richiesto: la nostra Corte di Cassazione ha precisato che necessario che nello Stato dorigine la sentenza
sia esecutiva in via di principio, non essendo invece necessario che essa sia stata concretamente resa esecutiva e
neppure che essa sia passata in giudicato.

Nella nozione di riconoscimento inclusa quindi anche la nozione di autorit di cosa giudicata, sia in positivo
che in negativo. In positivo lautorit di cosa giudicata si traduce nella forza obbligatoria, negli effetti sostanziali,
nellefficacia di quanto deciso allestero; in negativo lautorit di cosa giudicata rappresenta un ostacolo alla
riproposizione di una contestazione su cui il giudice si gia pronunciato (la decisione straniera pu essere messa
alla base delleccezione di cosa giudicata)

Poich per risultano suscettibili di riconoscimento sentenza non passate in giudicato, potrebbe verificarsi il caso
che la sentenza straniera, gia riconosciuta, cessi di essere efficace nellordinamento dorigine a seguito
dellemanazione di una successiva sentenza.
E da ritenere che essa cessi automaticamente di avere effetto anche nello Stato del riconoscimento, posto che
nello Stato richiesto gli effetti sono soltanto quelli attribuiti alla sentenza nellordinamento dorigine; la sentenza
straniera di riforma deve invece a sua volta essere riconosciuta allorch si voglia farle spiegare gli effetti.

Il riconoscimento pu essere parziale, qualora la decisione straniera verta anche su pretese non rientranti
nellambito di applicazione del regolamento, ma anche nel caso in cui taluni suoi capi non rispondano i requisiti
necessari per il riconoscimento

Il regolamento tace circa la forza probatoria e gli effetti di fatto delle sentenze straniere, poich questi effetti
esulano dal campo di applicazione del regolamento e discendono invece dal diritto nazionale comune del singolo
Stato; una decisione potr quindi servire a provare ci che stato constatato anche qualora non soddisfi i
requisiti previsti per la sua riconoscibilit.

Nel caso in cui il riconoscimento della decisione straniera venga negato (perch sussiste almeno uno dei motivi
di diniego previsti) e che in base alle norme sulla competenza giurisdizionale il caso non possa essere portato in
via diretta davanti al giudice dello Stato richiesto, n davanti a giudici di altri stati membri, la dottrina per evitare
un diniego di giustizia prospetta la possibilit che lazione sia comunque proponibile al giudice dello Stato
richiesto, cio al giudice che ha negato la riconoscibilit.
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3.Riconoscimento in via principale e in via incidentale

Ex art. 33.1 il riconoscimento ha luogo automaticamente, senza necessit di alcun intervento dellautorit
giudiziaria locale.
In caso di contestazione, cio nel caso in cui in ordine al riconoscimento insorge una controversia, si deve
distinguere:

riconoscimento richiesto a titolo principale: si fa ricorso alla procedura che il regolamento disciplina
primariamente ai fini dellesecuzione negli artt. 38-58. Infatti il regolamento da alla parte che ha interesse
a che una decisione straniera venga dichiarata riconoscibile (o esecutiva), la possibilit di avvalersi di questo
procedimento semplificato; viceversa alla parte che contesta la riconoscibilit e ad altri soggetti
eventualmente interessati a un chiarimento della situazione resta soltanto la possibilit di utilizzare il
procedimento ordinario configurato dal diritto locale.

Il procedimento abbreviato inoltre non pu essere utilizzato in via puramente preventiva, cio dal parte del
creditore interessato, prima ancora che allesecuzione, ad ottenere una certificazione immediata della
situazione giuridica nello Stato locale; esso praticabile soltanto in caso di contestazione.

Lazione di riconoscimento in via principale prevista per qualsiasi sentenza, quali che siano gli effetti e
quindi tanto per le sentenza dichiarative quanto per quelle suscettibili di esecuzione; di regola comunque, si
ricorrer a questa procedura proprio per le decisioni non suscettibili di esecuzione.

riconoscimento richiesto in via incidentale: la parte che vuole avvalersi della sentano straniera pu avere
interesse ad invocare semplicemente la sentenza in via incidentale, come eccezione di cosa giudicata nel
corso di un altro procedimento ovvero a fondamento di un rapporto pregiudiziale di cui giovarsi come
elemento costitutivo, impeditivi, modificativo o estintivo di un ulteriore e diverso rapporto nel cui ambito
grava il diritto che si intende far valere; in questo caso lart. 33.3 ammette che la verifica della regolarit
della sentenza straniera sia compiuta dal giudice cui stata proposta la domanda sulla questione
principale

Poich la eventuale successiva richiesta di esecuzione pu essere respinta solo per i motivi per i quali pu
essere rifiutato il riconoscimento, la decisione del giudice competente per lesecuzione non dovrebbe in
principio discostarsi dalla decisione del giudice che ha controllato la regolarit internazionale della decisione
in via incidentale.

Il procedimento delineato dal regolamento ha natura meramente dichiarativa: se lefficacia delle sentenza
straniera in via di principio automatica, quando chiamato a intervenire il giudice non pu che constatare e
dichiarare che la sentenza efficace.

4.Il procedimento da seguire

a) in caso di contestazione circa la riconoscibilit della sentenza straniera

b) per ottenere la dichiarazione di esecutivit

Il legislatore comunitario si sforzato di rendere il pi semplice e spedita possibili lesecuzione, o meglio,


lattribuzione alla sentenza straniera dellidoneit a dare luogo ad esecuzione forzata.
Il regolamento disciplina infatti, anche nei dettagli in modo da renderla uniforme, la procedura volta a consentire
lesecuzione forzata in ciascuna stato membro delle decisioni emesse negli altri Stati comunitari ed esecutive
nello Stato dorigine.
Tale procedura deve essere utilizzata da ogni parte interessata ad ottenere
il riconoscimento, nel caso in cui la riconoscibilit formi oggetto di contestazione
la dichiarazione di esecutivit della sentenza straniera
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La parte che si rivolge al giudice per ottenere il riconoscimento o il rilascio della dichiarazione di esecutivit
della decisione straniera deve presentare copia autentica della sentenza straniera nella lingua originale (art. 53)(la
presentazione della traduzione potr eventualmente essere richiesta dal giudice).
Se listanza volta ad ottenere la dichiarazione di esecutivit, deve essere prodotto un attestato rilasciato dal
giudice che ha emesso la sentenza in base ad un formulario stabilito dal regolamento (art. 53), nel quale il
giudice deve dare atto che la decisione esecutiva nello Stato membro in cui stata pronunciata (il giudice pu
dispensare listante dalla presentazione di questo attestato se reputa di essere informato a sufficienza).
Listanza deve essere presentata al giudice indicato, Stato per Stato, dallallegato II: per lItalia si tratta della
Corte dAppello; riguardo allindividuazione delle Corte dAppello competente per territorio, essa determinata
dal domicilio della parte cui viene richiesta lesecuzione, oppure dal luogo di esecuzione. I due criteri non sono
posti in successione ma in concorso alternativo, quindi la parte richiedente pu scegliere.

I fase: essa costruita come unilaterale, nel senso che esclusa la parte che subisce liniziativa.
Il giudice in questa fase pu soltanto verificare lespletamento delle formalit di cui allart. 53, senza
poter controllare n la sussistenza dei motivi di diniego del riconoscimento dellart. 34, n il rispetto
delle prescrizioni relative alle competenze esclusive e alle materie speciali delle assicurazioni e dei
contratti dei consumatori dellart 35: la verifica attiene solo alla regolarit formale della documentazione
relativa alla decisione straniera.
Sempre per plausibile che il giudice possa comunque verificare se la decisione da riconoscere sia
pertinente a materia comprese nel regolamento, senza essere in ci vincolato dalle valutazioni operate
dal giudice a quo

II fase: essa deve svolgersi in contraddittorio; infatti il provvedimento del primo giudice pu essere impugnato
(sempre davanti alla Corte dAppello)
Termine per la presentazione dellopposizione:
se il ricorrente la parte che contrasta la circolazione della decisione straniera, il ricorso deve
essere presentato entro un mese dalla notifica della decisione sulla riconoscibilit, ovvero entro due
mesi se la parte che si oppone domiciliata in uno Stato membro diverso dallo Stato richiesto. Il
ricorrente pu far valere i motivi di diniego e il giudice non pu rilevare dufficio motivi di diniego
che non siano fatti valere dalla parte interessata
se il ricorrente la parte interessata alla circolazione della decisione, nessun termine previsto
per lopposizione (alla decisione che ha negato la riconoscibilit o esecutivit)

5.La sospensione del procedimento di riconoscimento

Articolo 37
1. Il giudice di uno Stato membro, davanti al quale chiesto il riconoscimento di una decisione emessa in un
altro Stato membro, pu sospendere il procedimento se la decisione in questione stata impugnata.

Articolo 46 (in sede di opposizione alla dichiarazione di esecutivit)


1. Il giudice davanti al quale proposto un ricorso ai sensi dell'articolo 43 o dell'articolo 44 pu, su istanza
della parte contro la quale chiesta l'esecuzione, sospendere il procedimento se la decisione straniera stata
impugnata, nello Stato membro d'origine, con un mezzo ordinario o se il termine per proporre
l'impugnazione non scaduto; in quest'ultimo caso il giudice pu fissare un termine per proporre tale
impugnazione.

Poich sono suscettibili di riconoscimento anche sentenza non passate in giudicato, al fine di evitare gli
inconvenienti derivanti dalla precariet di una tale sentenza (riconoscere una sentenza straniera quando ancora
esiste la possibilit che essa venga annullata o modificata nello Stato dorigine), possibile sospendere il
procedimento finch la sentenza stessa sia passata in giudicato nello Stato dorigine; in altre parole si riserva al
giudice dello Stato richiesto la facolt di sospendere il procedimento quando, nello Stato di origine, la sentenza
stata impugnata o pu esserlo entro un preciso termine.
Nel procedimenti di riconoscimento la sospensione una mera facolt, sulla quale il giudice dovrebbe decidere
dufficio; mente in sede di opposizione allesecuzione, il giudice si pronuncia su istanza di parte.

Il procedimento di sospensione regolato dal diritto processuale del foro: la sospensione cessa nel momento in
cui si pervenga allestero alla pronuncia sullimpugnazione
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6.I motivi di rifiuto del riconoscimento

Articolo 34
Le decisioni non sono riconosciute:
1) se il riconoscimento manifestamente contrario all'ordine pubblico dello Stato membro richiesto;
2) se la domanda giudiziale od un atto equivalente non stato notificato o comunicato al convenuto
contumace in tempo utile e in modo tale da poter presentare le proprie difese eccetto qualora, pur
avendone avuto la possibilit, egli non abbia impugnato la decisione;
3) se sono in contrasto con una decisione emessa tra le medesime parti nello Stato membro richiesto;
4) se sono in contrasto con una decisione emessa precedentemente tra le medesime parti in un altro Stato
membro o in un paese terzo, in una controversia avente il medesimo oggetto e il medesimo titolo, allorch
tale decisione presenta le condizioni necessarie per essere riconosciuta nello Stato membro richiesto.

Articolo 35
1. Parimenti, le decisioni non sono riconosciute se le disposizioni delle sezioni 3, 4, e 6 del capo II sono state
violate, oltrech nel caso contemplato dall'articolo 72.
2. Nell'accertamento delle competenze di cui al paragrafo 1, l'autorit richiesta vincolata dalle
constatazioni di fatto sulle quali il giudice dello Stato membro d'origine ha fondato la propria competenza.
3. Salva l'applicazione delle disposizioni del paragrafo 1, non si pu procedere al controllo della competenza
dei giudici dello Stato membro d'origine. Le norme sulla competenza non riguardano l'ordine pubblico
contemplato dall'articolo 34, punto 1.

I motivi per i quali il riconoscimento e lesecuzione di una sentenza resa in un altro Stato comunitario possono
venire rifiutati sono stabiliti dagli articoli 34 e 35.
Lelencazione tassativa ma ovviamente il riconoscimento va anche e in primis negato se la decisione esula
dallambito di applicazione del regolamento, per la materia trattata.

a) La contrariet allordine pubblico dello Stato richiesto

Si tratta di una condizione di regolarit internazionale della decisione straniera; sicuramente in ambito
comunitario il limite dellordine pubblico va interpretato restrittivamente e si pu ricorrere ad esso soltanto in
casi eccezionali, dato che le sentenza suscettibili di usufruire del regime privilegiato di riconoscimento
riguardano rapporti di natura prevalentemente economica la cui disciplina si fonda in tutti gli Stati membri su
medesimi principi di diritto comunitario.

La nozione di ordina pubblico una nozione prettamente nazionale, nel senso che da ricercare nel singolo
ordinamento statale, arricchito per dei principi che derivano dalladattamento al diritto internazionale in
generale e al diritto comunitario.
In questo senso utile lapporto della Corte di Giustizia; essa ha infatti affermato la propria competenza ad
orientare i giudici nazionali al fine di prevenire il rischio di abusi: sebbene non spetti alla Corte definire il
contenuto dellordine pubblico di uno Stato contraente, essa per tenuta a controllare i limiti entro i quali il
giudice di uno Stato contraente pu ricorrere a tale nozione per non riconoscere una decisione emanata da un
giudice di un altro Stato contraente

Il limite dellordine pubblico non pu essere invocato:


per sanzionare la divergenza tra la legge straniera applicata allestero e la legge locale
per il fatto che la legge applicata dal giudice straniero per rendere la propria decisione si diversa da quella che
sarebbe stata applicata dal giudice dello stato richiesto, in base alle proprie norme di conflitto, se lazione
fosse stata promossa davanti a lui
per un errore del giudice dello Stato di origine nellinterpretare e applicare il suo proprio diritto nazionale o
anche il diritto comunitario; infatti in queste ipotesi secondo la Corte il sistema dei rimedi giurisdizionali
istituito in ciascuno Stato membro, integrato dal meccanismo del rinvio pregiudiziale ex art. 234 del Trattato
fornisce sufficienti garanzia.
Il limite dellordine pubblico pu invece essere invocato per negare il riconoscimento della sentenza emanata
dal giudice straniero che, dopo aver adito in via pregiudicale la Corte di Giustizia, non si sia attenuto alla
decisione di questultimo
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per incompetenza del giudice straniero alla luce delle norme del regolamento; questa ipotesi infatti
contemplata dallart. 35

La nozione di ordine pubblico sembra ricomprendere anche il c.d. ordine pubblico processuale.
Sicuramente non si pu ricorrere allordine pubblico processuale nelle ipotesi di decisioni straniere emesse in
contumacia, in quanto tale ipotesi coperta dal punto 2 dellarticolo 34. Ma al di fuori di questa ipotesi,
possibile invocare il limite dellordine pubblico processuale per bloccare il riconoscimento delle sentenza che
siano state emanate allestero a seguito di un procedimento in cui non siano state rispettate alcune fondamentali
garanzie relative allo svolgimento del procedimento stesso e che non presentino i contenuti che devono
caratterizzare le decisioni giudiziarie.

La Corte ha infatti affermato che: il ricorso alla clausola dellordine pubblico deve essere considerato possibile
nei casi eccezionali in cui le garanzie previste dallordinamento dello Stato dorigine e del Regolamento stesso
non sono bastate a proteggere il convenuto da una violazione manifesta del suo diritto a difendersi dinanzi al
giudice dorigine, come sancito dalla Convenzione europea dei diritti umani (del 1950). Si esige quindi un
ampio rispetto dei diritti della difesa, integrando la previsione del punto 2 dellarticolo 34; in particolare, i
principi del contraddittorio e dellimparzialit del giudice, rientranti nel pi generale principio dellequo
processo, dovrebbero essere sempre rispettati e alla decisione emessa a seguito di un procedimento non equo non
potrebbe riconoscersi natura giurisdizionale.
La corte di Cassazione invece afferma che il limite dellordine pubblico non si riferisce solo al contenuto della
decisione, ma anche al suo procedimento formativo; infatti lart. 35.3 esclude che possano essere fatte rientrare
nellordine pubblico unicamente le norme sulla competenza, con la conseguenza che pu rientrarvi ogni altro
aspetto della normativa processuale.

Bisogna per precisare che il limite dellordine pubblico processuale, anche se suscettibile di scattare in presenza
di vizi procedurali particolarmente gravi (tali da rendere il processo non equo), si disattiva se il convenuto, pur
potendolo fare, non si sia premurato di impugnare la sentenza nello Stato dorigine, contando sulla possibilit di
far valere eventualmente detti vizi in sede di contestazione del riconoscimento della sentenza in un altro Stato
comunitario.
In altre parole, se il debitore con la sua inerzia ha contribuito a rendere irrevocabile nellordinamento dorigine
una sentenza viziata dal punto di vista procedurale, costretto a subirne tutte le conseguenze anche in tutti gli
Stati membri.

Nonostante il regolamento non precisi che la decisione straniera non deve essere il risultato di una frode, le
nozioni di frode in senso lato e di dolo, della parte o del giudice, possono ritenersi comprese in quella di ordine
pubblico.

Qualora il riconoscimento sia negato per contrariet allordine pubblico, il giudice dello Stato richiesto
competente a conoscere del merito della controversia, anche laddove non sussistano i titoli di giurisdizione
previsti dal regolamento, in modo da non lasciare il caso irrisolto.

b)La violazione dei diritti di difesa

La sentenza straniera non pu essere riconosciuta se se la domanda giudiziale od un atto equivalente non
stato notificato o comunicato al convenuto contumace in tempo utile e in modo tale da poter presentare le
proprie difese eccetto qualora, pur avendone avuto la possibilit, egli non abbia impugnato la decisione

Lart. 34.2 riguarda quindi leventualit che la decisione straniera sia stata resa in contumacia; la Corte ha
fornito uninterpretazione estensiva della norma, ritenendola applicabile anche nellipotesi in cui il procedimento
davanti al giudice dorigine si sia svolto apparentemente in contraddittorio: il convenuto che ignora il giudizio
instaurato nei suoi confronti e per il quale compaia davanti al giudice dorigine un avvocato cui egli non ha
conferito mandato, si trova infatti nellimpossibilit assoluta di difendersi, e deve essere quindi considerato di
fatto contumace.
Ovviamente la norma non si applica in relazione alle decisioni che, ai sensi del diritto nazionale di uno Stato
membro, debbano essere rese inaudita altera parte ed eseguite a prescindere da qualsiasi comunicazione
allinteressato (procedimenti di tipo monitorio).
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Nozione di domanda giudiziale: atto la cui notifica consente allattore, secondo il diritto del giudice dorigine,
di ottenere, in caso di contumacia del convenuto, un provvedimento suscettibile di essere riconosciuto ed
eseguito secondo il procedimento semplificato; la Corte ha precisato che deve considerarsi domanda giudiziale
anche il decreto ingiuntivo.

La norma non parla di regolarit della notifica o della comunicazione della domanda, a differenza della
Convenzione di Bruxelles; leliminazione del controllo di regolarit probabilmente dovuta al timore che tale
controllo potesse estendersi al modo in cui il giudice straniero ha condotto il processo e quindi potesse apparire
come potere di revisione. In base alla norma attuale il giudice deve svolgere una attivit conoscitiva circa le
modalit di notifica, modalit che devono essere tali da poter permettere al convenuto di difendersi.
Quindi non pi richiesta la verifica della regolarit della notifica o comunicazione, sul presupposto che il
convenuto-debitore si dovrebbe attivare nello Stato dorigine della sentenza per eccepire una qualsivoglia
irregolarit; se il convenuto contumace stato messo in grado di difendersi, leventuale violazione di regole
procedurali (formale o sostanziale) non ha rilevanza alcuna.
Cmq la sostituzione dellavverbio regolarmente con lespressione in modo tale non preclude il controllo sulla
sussistenza di vizi formali essenziali della notifica o comunicazione (vizi relativi a requisiti indispensabili per il
raggiungimento dello scopo dellatto, ovvero vizi espressamente previsti dalla legge dello Stato dorigine come
causa di nullit).

Oltre alle modalit di notifica o comunicazione, il giudice dello Stato richiesto deve anche valutare la
congruit del tempo lasciato al convenuto per provvedere ad una difesa adeguata.
Vige la presunzione che debitore abbia ricevuto la domanda e linvito a comparire in tempo utile per una
adeguata difesa, ma tale presunzione confutabile dal debitore, dimostrando il contrario.
La nozione di tempo utile determinata nel singolo caso dal giudice dello Stato richiesto e la valutazione circa la
congruit del tempo deve essere operata dal giudice in concreto, con ampia discrezionalit ed autonomia di
giudizio rispetto alle determinazioni che risultano dal provvedimento straniero (in particolare non occorre
riferirsi ai termini di legge n dellordinamento dello Stato dorigine n di quello dello Stato richiesto). La Corte
ha ritenuto che il giudice dello Stato richiesto possa tenere conto di diversi fattori, includi anche fatti o
circostanze eccezionali intervenuti dopo la regolare notifica, tali da far ritenere insufficiente il termine decorrente
delle notifica stessa; i fattori da considerare sono:
la distanza tra il domicilio del convenuto e il luogo del processo
la facolt di comparire personalmente
lattivit svolta dal convenuto
la frequenza dei rapporti con lo Stato del giudice adito
la disponibilit di tecniche che facilitano i contatti tra le persone

Circa il momento da cui decorre il tempo utile ai fini della difesa, se la notifica pervenuta e nota al convenuto,
il tempo decorre dal momento della notifica; quando il diritto dello stato dorigine considera la notifica allestero
perfetta con il compimento di formalit interne, disinteressandosi invece delleffettiva consegna dellatto al
destinatario, la Corte sostiene che il giudice richiesto pu in generale ritenere che, in presenza di una regolare
notifica, il convenuto possa cominciare a operare per la difesa dei propri interessi dal momento in cui latto
stato notificato o comunicato al suo domicilio o altrove.

Se la sentenza straniera stata impugnata nello Stato dorigine dal convenuto contumace, il giudice dello Stato
richiesto pu sospendere il procedimento (art 37). Se invece il convenuto contumace non ha utilizzato la via
formale per far valere il proprio diritto, cio non ha presentato ricorso nello Stato dorigine, allo scopo di trarre
vantaggio dalla non riconoscibilit della decisione emanata in contumacia negli altri Stati membri, si sanziona
questo comportamento non rendendo applicabile lart. 34.2
Ovviamente la sentenza emanata in contumacia deve essere stata comunicata regolarmente e in tempo utile
affinch il convenuto potesse presentare ricorso nello stato dorigine.
La Corte cmq sostiene lapplicabilit dellart. 34.2 nellipotesi in cui la domanda introduttiva del giudizio non
stata regolarmente notificata al convenuto contumace, anche se questi ha in seguito avuto cognizione della
decisione pronunciata e non ha esperito i rimedi giurisdizionali predisposti dal diritto dello Stato dorigine.
34

c)Il contrasto tra sentenze

Il riconoscimento della decisione straniera viene infine negato quando essa in contrasto:

con una decisione emessa tra le medesime parti nello Stato membro richiesto
Lesistenza in concreto della contraddizione tra le due sentenze lasciata allapprezzamento del giudice
(infatti non necessariamente due sentenze emanate tra le medesime parti sul medesimo oggetto sono in
conflitto; inoltre il regolamento non richiede che le sentenze in contrasto riguardino la medesima
controversia, fondata sulla medesima causa pretendi ); per stabilire se vi inconciliabilit occorre ricercare se
le decisioni, pur essendo relative ad oggetti differenti, producano effetti giuridici che si escludono
reciprocamente o si fondano su opposte valutazioni relative allesistenza o agli effetti di un determinato
rapporto.

Non richiesto che la sentenza nazionale abbia autorit di cosa giudicata; ma non sembra costituire ostacolo
al riconoscimento il contrasto con:
una sentenza nazionale di primo grado sottoposta ad impugnazione e nemmeno munita di
provvisoria esecuzione
con una sentenza nazionale di mero rito
con una transazione suscettibile di esecuzione conclusa dinanzi a un giudice dello Stato
richiesto con la funzione di definire una lite pendente

La norma non esige che il processo nazionale sia iniziato prima di quello straniero (la regola prior tempore
prior iure, fondamentale nella litispendenza, qui non opera): lanteriorit di una decisione rispetto allaltra
ininfluente e quindi il riconoscimento va negato tanto se la sentenza nazionale sia stata emanata prima di
quella straniera, quanto se sia stata emanata dopo.

Non disciplinata lipotesi di conflitto tra una decisione straniera e una causa pendente nello Stato richiesto e
quindi in questo caso il riconoscimento pu sempre avvenire, anche quando il giudice straniero ha violato le
regola sulla litispendenze e sulla connessione.
In questo modo si prevengono tecniche dilatoria miranti a ritardare il riconoscimento della sentenza straniera
(chi ha perso, instaura un procedimento nello Stato richiesto per paralizzare gli effetti della sentenza
straniera); la legge italiana a questo fine, pone come requisito per il riconoscimento di una sentenza straniera
la non pendenza di un processo davanti al giudice italiano per il medesimo oggetto tra le stesse parti che abbia
avuto inizio prima del processo straniero.

con una decisione emessa precedentemente tra le medesime parti in un altro Stato membro o in un
paese terzo, in una controversia avente medesimo oggetto e il medesimo titolo, quando tale decisione
presenta le condizioni necessarie per essere riconosciuta nello Stato membro richiesto
La portata di questa norma pi ristretta perch deve trattarsi della medesima controversia: occorre identit di
parti, di oggetto e di titolo.

Inoltre, poich si tratta di contrasto tra decisioni entrambe estranee allo Stato richiesto, vale la regola prior
tempore prio iure: per costituire ostacolo al riconoscimento la decisione resa nellaltro Stato membro e nello
Stato terzo deve essere anteriore a quella di cui si chiede il riconoscimento (non si confrontano le date di
inizio, ma quelle delle due contrastanti sentenze)

Il giudice dello Stato richiesto dovr valutare la riconoscibilit della sentenza precedentemente alla luce del
regolamento se essa proviene da uno Stato comunitario, se invece proviene da uno Stato che non fa parte
della comunit dovr operare tale valutazione alla luce degli accordi in vigore con quello Stato o, in
mancanza, alla luce del proprio diritto nazionale.
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7.Il divieto di controllare la competenza del giudice dorigine

Articolo 35
1. Parimenti, le decisioni non sono riconosciute se le disposizioni delle sezioni 3, 4, e 6 del capo II sono state
violate, oltrech nel caso contemplato dall'articolo 72.
2. Nell'accertamento delle competenze di cui al paragrafo 1, l'autorit richiesta vincolata dalle
constatazioni di fatto sulle quali il giudice dello Stato membro d'origine ha fondato la propria competenza.
3. Salva l'applicazione delle disposizioni del paragrafo 1, non si pu procedere al controllo della competenza
dei giudici dello Stato membro d'origine. Le norme sulla competenza non riguardano l'ordine pubblico
contemplato dall'articolo 34, punto 1.

Poich il regolamento da un lato doppio (pone sia regola sul riconoscimento delle sentenze sia regole di
competenza diretta aventi carattere imperativo e soggette al controllo delle corti supreme nazionali) e dallaltro
vieta il riesame del merito, il mantenimento di un controllo della competenza risulta superfluo.
La fiducia circa il rispetto delle norme sulla competenza si giustifica ala luce degli obblighi che il regolamento
addossa al giudice dorigine, il quale deve:
applicare dufficio il regolamento stesso
dichiararsi dufficio incompetente nei casi di competenza esclusiva di un altro Stato
membro (art. 25)
in caso di contumacia del convenuto domiciliato in un altro Stato membro, dichiararsi
dufficio incompetente se la sua competenza non fondata a norma del regolamento e
sospendere il processo fin quando non sia accertato che al convenuto stata data la
possibilit di ricevere la domanda in tempo utile per difendersi (art. 26)
in caso di litispendenza, dichiarare anche dufficio la propria incompetenza a favore del
giudice preventivamente adito (art. 27)
in caso di litispendenza tra giurisdizioni competenti in via esclusiva, spogliarsi a favore della
giurisdizione preventivamente adita (art. 29)
seguire rigide regole in caso di connessione (art. 28)
Ma la fiducia reciproca non riguarda solo il rispetto delle prescrizioni del regolamento in tema di giurisdizione;
essa spinta fino a comprendere il divieto di controllo della competenza a che allorch il giudice straniero si sia
riconosciuto competente non gi in base al regolamento, ma al diritto comune ovvero a una convenzione
internazionale.
Specificatamente allipotesi in cui il giudice si sia pronunciato nei confronti di un convenuto domiciliato fuori
dalla comunit, ritenendosi competente in base al proprio diritto nazionale, il divieto di controllo vale anche
quando si tratta di regole di competenza c.d. esorbitante (elencate nellallegato I del regolamento e richiamate
dagli articoli 3.2 e 4.2 del regolamento stesso).

8.Le eccezioni al divieto di controllare la competenza del giudice dorigine

Quando al giudice di uno Stato membro sia richiesto di riconoscere una sentenza straniera resa nelle materie
contemplate dalle sezioni 3, 4 o 6 del regolamento (materia di assicurazioni, materia di contratti conclusi dai
consumatori, materia per la quali lart. 22 stabilisce delle competenza esclusive), la competenza del giudice
straniero suscettibile di controllo alla luce delle norme del regolamento; anche in questo caso comunque il
giudice dello Stato richiesto pu pronunciarsi unicamente su espressa richiesta della parte e nella sola fase
dellopposizione.

Tali sezioni del regolamento vanno rispettate anche in relazione al riconoscimento ed eseguibilit di sentenze
emesse in Stati che non fanno parte della comunit; pertanto lart. 35.1 incide anche sul diritto nazionale comune
del singoli Stati membri.
In pratica il giudice italiano non potr dichiarare riconoscibile ed eseguibile in forza dellart. 64 della nostra
legge una sentenza peruviana resa in una controversia rispetto alla quale, secondo le sezioni 3, 4, 6 del
regolamento, avrebbero avuto competenza esclusiva giudici di uno Stato membro.
E fatto salvo infine lart 72, relativo ai trattati stipulati prima del 1 Marzo 2002 con cui gli Stati membri si
siano impegnati verso uno Stato non comunitario a riconoscere le sentenze emesse, sulla base di una competenza
esorbitante, contro un convenuto col domiciliato o abitualmente residente.

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Se lo Stato richiesto ha concluso un trattato con uno Stato terzo, pu rifiutarsi di riconoscere una sentenza di un
altro Stato membro se la competenza del giudice straniero sia fondata, in relazione al convenuto domiciliato
nello Stato terzo, su una regola nazionale inclusa nellelenco dellAllegato I.

9.Vincolativit degli accertamenti di fatto compiuti dal giudice dorigine

In occasione del controllo circa la competenza del giudice a quo, il giudice dello Stato richiesto dovr attenersi
agli accertamenti di fatto compiuti allestero e dovr quindi limitarsi a verificare lapplicazione delle norme del
regolamento ai fatti accertati (dovr verificare se la fattispecie rientri nelle nozioni comunitarie di assicurazione,
di contratto concluso da un consumatore ovvero nelle ipotesi di competenza esclusiva). Questo al fine di evitare
il rischio che i giudici dello Stato richiesto si spingano fino a riesaminare il merito, in violazione dellart. 36.
Al contrario le considerazioni di diritto del giudice straniero non sono vincolanti.

10.Il divieto del riesame del merito

Articolo 36: In nessun caso la decisione straniera pu formare oggetto di un riesame del merito

Il giudice dello Stato richiesto non pu valutare la fondatezza della sentenza estera e quindi sostituire la propria
volont a quella del collega straniero, neppure ove ritenga che un elemento di fatto o di diritto sia stato mal
giudicato. In altre parole vietato negare il riconoscimento a motivo di una divergenza qualunque, di diritto o di
fatto, tra le valutazioni sul merito della controversia compiute dal giudice dorigine e le valutazioni che della
medesima fattispecie avrebbe compiuto il giudice dello Stato richiesto, nellipotesi in cui fosse spettato al lui
decidere il caso.
Irrilevante anche la eventuale difformit tra le norme di conflitto dello Stato dorigine e quelle dello Stato
richiesto e quindi che il giudice dorigine sia pervenuto alla propria decisione in base ad un diritto materiale
diverso da quello che avrebbe applicato il giudice richiesti se la causa avesse potute essere davanti a lui.

Ci non significa che sia puramente formale il controllo delle condizioni di regolarit della sentenza previste
dagli art. 34 e 35; il giudice richiesto, limitatamente ai fini del controllo, ha un certo potere di riesame del
merito: in ordine allapplicabilit ratione materiae del regolamento e in ordine al controllo sulla competenza
dove deve verificare i criteri di competenza applicati e la qualificazione delloggetto della controversia.
Il divieto ovviamente non opera in ordina allaccoglimento di istanze relative a circostanze successive alla
sentenza straniera e di domande nuove, addizionali a quella di riconoscimento o esecuzione.

11.Gli atti pubblici stranieri

Anche gli atti pubblici e le transazioni giudiziarie sono ammessi a godere del medesimo sistema agevolato di
circolazione previsto per le decisioni giudiziarie.

Gli atti pubblici stranieri sono dichiarati esecutivi, su istanza di parte, secondo la procedura di esecuzione
prevista dagli artt. 38 ss., sempre che abbiano efficacia esecutiva nello Stato membro dorigine e presentino le
condizioni di autenticit in esso previste.

Lautenticit deve essere attestata da una autorit pubblica o da


qualsiasi altra autorit a ci autorizzata dallo Stato in cui si formato
latto; inoltre detto attestato attiene non solo alla autenticit della firma
ma anche alla effettiva consapevolezza delle parti circa il contenuto
dellatto, e alle altre circostanze in cui latto si formato.
37

La dichiarazione di esecutivit pu essere rifiutata o revocata solo se lesecuzione dellatto pubblico


manifestamente contraria allordine pubblico dello Stato membro richiesto; ovviamente anche qui necessarie
verificare la regolarit e la completezza della documentazione allegata allistanza e lattinenza delloggetto
dellatto pubblico alla materia civile e commerciale.

Agli atti pubblici sono equiparate le convenzioni in materia di obbligazioni alimentari se conclude di fronte ad
autorit amministrative o da queste autenticate.

Alle condizioni appena illustrate sono dichiarate esecutive nello Stato richiesto anche le transazioni concluse
davanti ad un giudice straniero in corso di giudizio e d aventi efficacia esecutiva nello Stato dorigine.

12.Il titolo esecutivo europeo per i crediti non contestati

Il regolamento 805/2004 che istituisce il titolo esecutivo europeo per i crediti non contestati fornisce al
creditore una alternativa alla richiesta di esecuzione secondo il procedimento previsto dal reg. 44/2001,
rappresentata dalla presentazione della domanda per ottenere la certificazione della decisione come titolo
esecutivo europeo, operante in tutti gli Stati membri.

Articolo 1: Oggetto
Il presente regolamento istituisce un titolo esecutivo europeo per i crediti non contestati al fine di consentire,
grazie alla definizione di norme minime, la libera circolazione delle decisioni giudiziarie, delle transazioni
giudiziarie e degli atti pubblici in tutti gli Stati membri senza che siano necessari, nello Stato membro
dell'esecuzione, procedimenti intermedi per il riconoscimento e l'esecuzione

Il regolamento riguarda la materia civile e commerciale, con le stesse esclusioni previste dal regolamento
44/2001

Articolo 2: Campo d'applicazione


1. Il presente regolamento si applica in materia civile e commerciale, indipendentemente dalla natura
dell'organo giurisdizionale. Esso non concerne, in particolare, la materia fiscale, doganale o
amministrativa o la responsabilit dello Stato per atti od omissioni nell'esercizio di pubblici poteri (acta
jure imperii).
2. Sono esclusi dal campo di applicazione del presente regolamento:
a) lo stato o la capacit delle persone fisiche, il regime patrimoniale fra coniugi, i testamenti e le
successioni;
b) i fallimenti, i concordati e le procedure affini;
c) la sicurezza sociale;
d) l'arbitrato.
La domanda va presentata dal creditore al giudice dorigine, il quale tenuto a verificare la sussistenza di alcuni
requisiti (art 6)
la decisione deve essere esecutiva nello Stato membro in cui stata pronunciata
la decisione non deve essere in contrasto con le norme del regolamento 44/2001 sulla
competenza giurisdizionale in materia di assicurazioni e sulle competenze esclusive
devono essere rispettate alcune norme minime a garanzia dei diritti di difesa del debitore: in
pratica il debitore deve essere stato in qualche modo posto in grado di conoscere la natura e la
consistenza delle pretese del creditore, e dunque di difendersi

A questo procedimento si pu ricorrere solo quando il credito non contestato, cio quando il debitore:
lo ha espressamente riconosciuto con una dichiarazione o una transazione approvata dal
giudice o in una atto pubblico
non lo ha mai contestato nel corso del procedimento giudiziario, in accordo con le procedure
previste dalla normativa dello Stato dorigine
non comparso non si fatto rappresentare nel corso di una udienza relativa a un determinato
credito che pure era stato inizialmente contestato

Se certificata come titolo esecutivo europeo nello Stato dorigine, la decisione riconosciuta ed eseguita
negli altri Stati membri senza che sia necessaria una dichiarazione di esecutivit e senza che sia possibile
opporsi al suo riconoscimento (art 5).
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Il procedimento di esecuzione disciplinato dalle norme nazionali dello Stato membro dellesecuzione; il
creditore deve fornire alle autorit competenti una copia della decisione e una copia del certificato di titolo
esecutivo europeo che presentino le condizioni di autenticit prescritte.

Opposizione allesecuzione il debitore pu opporsi allesecuzione, la quale rifiutata solo se la


decisione straniera certificata come titolo esecutivo incompatibile con
una decisione anteriore pronunciata in uno Stato membro o in Paese
terzo, a condizione che:
il debitore non abbia potuto far valere lincompatibilit nel
procedimento svoltosi nello Stato dorigine
la decisione anteriore riguardi lo stesso oggetto e le medesime
parti e sia stata pronunciata nello Stato membro
dellesecuzione o soddisfi i requisiti previsti per il suo
riconoscimento nello Stato stesso

Sono suscettibili di essere certificati come titolo esecutivo europeo anche le transazioni giudiziarie e gli atti
pubblici aventi ad oggetto crediti non contestati.

Sezione II

La legge italiana n. 218/1995

1.riconoscimento ed esecuzione di sentenze ed atti stranieri

Distinte disposizioni della nostra legge riguardano le sentenza e i provvedimenti di volontaria giurisdizione
stranieri, nonch gli atti pubblici ricevuti allestero

Provvedimenti stranieri = provvedimento che proviene da una autorit giudiziaria non italiana o da un organo
comune a due o pi Stati stranieri, pronunciato fuori dal territorio della repubblica,
oppure nel territorio italiano se emanato da autorit straniere in materia loro
riservate o consentite dalle convenzioni o consuetudini internazionali
(essenzialmente sono quelli emanati da autorit consolari in materia di giurisdizione
volontaria)

Sentenza = atto che ha deciso un processo, il quale, per il suo contenuto, se si fose svolto in Italia, si sarebbe
concluso appunto con una sentenza. Pi in generale si considera sentenza il provvedimento
straniero che ha per effetto laccertamento, la costituzione, la modificazione o lestinzione di un
diritto soggettivo, di una capacit o di una situazione personale.
Si devono inoltre assoggettare alle norme che disciplinano il riconoscimento e lattuazione in Italia
delle sentenze straniere anche le decisioni amministrative o comunque rese da una pubblica
autorit, non identificabile con quella giudiziaria, in materie che in Italia sono trattate dal giudice e
decise con sentenza.

Sul modello della Convenzione di Bruxelles, presente la distinzione tra riconoscimento ed esecuzione coattiva
delle sentenze straniere: solo per questultima sempre richiesto lintervento dellautorit giudiziaria italiana,
mentre ai fini del riconoscimento esso non necessario se non in caso di contestazione.
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2.Condizioni del riconoscimento e dellesecuzione

Art. 64: Riconoscimento di sentenze straniere


La sentenza straniera riconosciuta in Italia senza che sia necessario il ricorso ad alcun procedimento
quando:
a) il giudice che l'ha pronunciata poteva conoscere della causa secondo i principi sulla competenza
giurisdizionale propri dell'ordinamento italiano;
b) l'atto introduttivo del giudizio stato portato a conoscenza del convenuto in conformit a quanto
previsto dalla legge del luogo dove si svolto il processo e non sono stati violati i diritti essenziali della
difesa;
c) le parti si sono costituite in giudizio secondo la legge del luogo dove si svolto il processo o la
contumacia stata dichiarata in conformit a tale legge;
d) essa passata in giudicato secondo la legge del luogo in cui stata pronunziata;
e) essa non contraria ad altra sentenza pronunziata da un giudice italiano passata in giudicato;
f) non pende un processo davanti a un giudice italiano per il medesimo oggetto e fra le stesse parti, che
abbia avuto inizio prima del processo straniero;
g) le sue disposizioni non producono effetti contrari all'ordine pubblico.

La lettera a) si riferisce alle ipotesi di foro esorbitatane, cio alle ipotesi in cui lordinamento italiano considera il
criterio di collegamento usato per affermare la competenza del giudice straniero blando, leggero, insufficiente e
quindi non riconosciuto dal nostro sistema (la sentenza non sar quindi riconoscibile in questi casi).

Poich la limitazione ai diritti disponibili per la deroga alla giurisdizione italiana (art 4.2) non prevista per
laccettazione della stessa (art. 4.1), la circostanza che il convenuto compaia nel processo senza eccepire il
difetto di giurisdizione nel primo atto difensivo di per se e senza limitazione ai diritti disponibili fonda la
giurisdizione del giudice italiano e anche quella del giudice straniero, ai sensi del 64 lett a)

3.Il riconoscimento di sentenze ed atti stranieri sulla base delle norme di conflitto

Art. 65: Riconoscimento di provvedimenti stranieri


Hanno effetto in Italia i provvedimenti stranieri relativi alla capacit delle persone nonch all'esistenza di
rapporti di famiglia o di diritti della personalit quando essi sono stati pronunciati dalle autorit dello Stato
la cui legge richiamata dalle norme della presente legge o producono effetti nell'ordinamento di quello
Stato, anche se pronunciati da autorit di altro Stato, purch non siano contrari all'ordine pubblico e siano
stati rispettati i diritti essenziali della difesa.

Questo articolo stabilisce che le sentenze in materia di capacit delle persone, di rapporti di famiglia e di diritti
della personalit sono riconosciute automaticamente, in virt del richiamo operato dalle nostre norme di conflitto
allordinamento nel quale dette sentenze sono di per s produttive di effetti:
per essere state emanate dai giudici di quellordinamento o
per essere ivi riconosciute ove emanate dai giudici di uno Stato terzo
Il riconoscimento subordinato a sole due condizioni: nel procedimento straniero devono essere stati rispettati i
diritti essenziali della difesa e dalla sentenza straniera non devono conseguire nel nostro ordinamento effetti
contrastanti con i suoi principi fondamentali (limite dellordine pubblico)

La corte dAppello di Milano ha erroneamente affermato che la disciplina prevista da questo articolo configura
una deroga ratione materiae rispetto a quella dellarticolo precedente; non si potrebbe quindi ricorrere allarticolo
64 nelle materia contemplate dallart, 65. Di conseguenza, poich loperativit dellart. 65 p circoscritta ai
provvedimento adottati nello Stato la cui legge richiamata dalle norme della legge 218/1995, si dovrebbe e
escludere la riconoscibilit dei divorzi esteri fra italiani.
In realt lart. 65 mira a configurare un percorso ulteriormente semplificato rispetto allart 64 prevalentemente
con riferimento a situazioni quasi totalmente interne ad un ordinamento straniero (ex divorzio tra due cittadini
svizzeri pronunciato in Svizzera, anche se il loro matrimonio fosse stato celebrato in Italia)

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Art. 66: Riconoscimento di provvedimenti stranieri di giurisdizione volontaria


I provvedimenti stranieri di volontaria giurisdizione sono riconosciuti senza che sia necessario il ricorso ad
alcun procedimento, sempre che siano rispettate le condizioni di cui all'art. 65, in quanto applicabili, quando
sono pronunziati dalle autorit dello Stato la cui legge richiamata dalle disposizioni della presente legge, o
producono effetti nell'ordinamento di quello Stato ancorch emanati da autorit di altro Stato, ovvero sono
pronunciati da un'autorit che sia competente in base a criteri corrispondenti a quelli propri
dell'ordinamento italiano.

Lo stesso percorso ulteriormente semplificato opera nei confronti dei provvedimenti di volontaria giurisdizione
emanati dalle autorit della Stato il cui diritto richiamato dalle nostre norme di conflitto o comunque produttivi
di effetti in tale Stato, nonch per i provvedimenti adottati dalle autorit di uno Stato che si attribuisca
giurisdizione sulla base di titoli corrispondenti a quelli utilizzati dal nostro ordinamento (cio il giudice che ha
adottato il provvedimento di giurisdizione volontaria ha competenza internazionale)

4.Procedimento da seguire in caso di contestazione circa la riconoscibilit della sentenza straniera e per
ottenere lapposizione della formula esecutiva

Il riconoscimento di sentenza e provvedimenti di volontaria giurisdizione ha luogo senza che sia necessario il
ricorso al alcun procedimento; solo per il caso di mancata ottemperanza o di contestazione del riconoscimento
della sentenza straniera o del provvedimento straniero di volontaria giurisdizione lart. 67 configura unazione
di accertamento che pu essere tanto positiva quanto negativa.

Lintervento della autorit giudiziaria invece sempre necessario quando si tratta di procedere allesecuzione
forzata della sentenza o del provvedimento di volontaria giurisdizione straniero

Art. 67: Attuazione di sentenze e provvedimenti stranieri di giurisdizione volontaria e contestazione del
riconoscimento
1. In caso di mancata ottemperanza o di contestazione del riconoscimento della sentenza straniera o del
provvedimento straniero di volontaria giurisdizione, ovvero quando sia necessario procedere ad esecuzione
forzata, chiunque vi abbia interesse pu chiedere alla Corte d'Appello del luogo di attuazione
l'accertamento dei requisiti del riconoscimento.
2. La sentenza straniera o il provvedimento straniero di volontaria giurisdizione, unitamente al
provvedimento che accoglie la domanda di cui al comma 1, costituiscono titolo per l'attuazione e
l'esecuzione forzata.
3. Se la contestazione ha luogo nel corso di un processo, il giudice adito pronuncia con efficacia limitata al
giudizio.

Le modalit del procedimento che viene avviato con la domanda prevista dallart. 67.1 non sono disciplinate e
quindi si ritiene che per essere ci si debba rifare al codice di procedura civile:
alle norme che disciplinano il procedimento di cognizione se si tratta di una sentenza straniera
alle norme che disciplinano i procedimenti speciali in materia di famiglia e di stato delle
persone se si tratta di un provvedimento di volontaria giurisdizione in questa materia

Quanto al rito, la giurisprudenza ritiene che debba essere seguito il rito ordinario

Lespressione chiunque vi abbia interesse comprende:


la persona per la quale deriverebbero effetti favorevoli
le persona per la quale deriverebbero effetti sfavorevoli
i successori dei soggetti che hanno partecipato al giudizio estero
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5.Trascrizione,iscrizione od annotazione in pubblici registri di sentenze straniere

Se occorre dare seguito alla decisione straniera mediante trascrizione o iscrizione in pubblici uffici necessario
o no utilizzare il meccanismo dellart 67 e quindi ricorrere allautorit giudiziaria?

Il provvedimento straniero viene direttamente presentato, per essere trascritto, iscritto o annotato nei registri,
allufficiale di stato civile il quale:
se ritiene che sussistono i requisito degli art. 64, 65 e 66 provvede di conseguenza
se ritiene che il provvedimento manca dei requisiti ai fini del riconoscimento ovvero nutre
ragionevolmente dei dubbi in ordine alla sussistenza degli stessi, rimette la questione al
Prefetto al quale compete la vigilanza sulla tenuta dei registri di stato civile

Il prefetto a sua volta:


se ritiene che sussistono le condizioni invita lufficiale di stato civile a procedere alla
trascrizione, iscrizione o annotazione richiesta
se ritiene che non sussistono i requisiti invita lufficiale di stato civile a comunicare al
richiedente che mancano i requisiti necessari ai fini del riconoscimento

Ed a questo punto che il richiedente pu e deve rivolgersi alla Corte dAppello affinch sia lautorit
giudiziaria a pronunciarsi in ordine alla riconoscibilit

6.Contestazione in un giudizio pendente (art. 67.3)

Se la riconoscibilit di un provvedimento straniero contestata in un processo nel quale quel provvedimento sia
fatto valere in vista delle conseguenza che ne derivano sulla questione oggetto della domanda principale, in
deroga allart. 67.1 competente il giudice davanti al quale in corso il processo, al cui ambito tralaltro restano
circoscritte le conseguenze della decisione sulla contestazione.

Essendo il riconoscimento delle decisioni straniere in principio automatico, a sollevare la questione circa la
riconoscibilit, ponendola come questione preliminare rispetto alla domanda principale, non potr essere che
aperte che tende a escludere la riconoscibilit stessa.

7.Atti pubblici stranieri

Art. 68: Attuazione ed esecuzione di atti pubblici ricevuti all'estero


Le norme di cui all'art. 67 si applicano anche rispetto all'attuazione e all'esecuzione forzata in Italia di atti
pubblici ricevuti in uno Stato estero e ivi muniti di forza esecutiva.

Questo articolo disciplina lattuazione e lefficacia esecutiva in Italia degli atti pubblici ricevuti da pubblici
ufficiali di uno Stato estero.

La nozione di atto pubblica si qualifica in base alla lex fori, e quindi in generale da considerarsi atto pubblico
latto che risponde ai requisiti previsti dallart. 2699 cod. civ., ovvero il documento redatto, con le formalit
richieste, da un notaio o d un altro pubblico ufficiale autorizzato ad attribuirgli pubblica fede nel luogo in cui si
formato.
Sar invece sulla base della legge dello Stato in cui latto ricevuto che si dovr valutare la qualit di pubblico
ufficiale del soggetto che ha ricevuto detto atto.
Anche per questi atti la regola base quella del riconoscimento automatico, mentre solo in caso di mancata
ottemperanza o di contestazione la parte interessata deve seguire la procedura dellart. 67, che altres necessaria
ai fini dellesecuzione forzata.

In questa sede dei requisiti previsti dallart. 64 vale solo quello relativo al limite dellordine pubblico (ex non
trascrivibile il matrimonio calibrato allestero tra omosessuali, di cui uno italiano).

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