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La sede abitativa della Citt Segreta era un ex mattatoio di 500 mq destinato un tempo all'uccisione

di pollame. Nel 1990 a causa di divergenze nella gestione era stato chiuso ma nessuno ne aveva
reclamato il possesso. La caratteristica pi curiosa che territorialmente, data la sua posizione quasi
centrale nell'Epping forest, apparteneva a Londra e ad Hogsmead, in contemporanea.
Dal villaggio vi si accedeva tramite una stradina sterrata, ben curata quando il mattatoio era in
funzione, quasi scomparsa nella vegetazione ora che la struttura era in disuso. Slater aveva segnato
gli alberi lungo il sentiero quasi in maniera impercettibile, aveva venduto al mercato nero i
macchinari e le strutture in rovina che erano rimasti all'interno dell'edificio e con i ricavato aveva
ristrutturato il ristrutturabile e rattoppato il rattoppabile. Quando poi le persone si erano unite a lui,
quelle che non potevano pi restare nel villaggio spostarono la propria dimora all'interno
dell'edificio, contribuendo a renderlo abitabile e confortevole.
Per questo quando Slater port Beatrice e Deborah alla Citt Segreta non poterono credere ai propri
occhi.
Si aspettavano un rudere di cemento, metallo e rovi ma si trovarono davanti un modesto residence,
un po sbiadito. E per un paio di mesi si occuparono anche loro di tenerlo in piedi. Dividevano la
stanza ed il letto con Slater e, senza alcun bisogno di dirselo, i sentimenti. Erano diventati una vera
e propria famiglia allargata e per quei due mesi le ragazze non fecero avere notizie a nessuno,
neppure a Severus o alle sacerdotesse del Tempio, che le sapevano in salute ma con idee differenti.
Con Slater per non condividevano soltanto la vita, ma anche l'ostilit verso la Regina, che pareva
diventare sempre pi simile all'uomo che aveva sposato. Quella che all'inizio era la volont di
strappare la loro pi cara amica dalle grinfie di Capricorno, si era trasformata col tempo in un senso
di opposizione, dovuto agli ultimi avvenimenti. Il rituale a cui Slater aveva partecipato e di cui
ricordava solo parti confuse, aveva cambiato qualcosa e nessuno di loro avrebbe saputo dire cosa.
Ma la Regina era cambiata e si era avvicinata a Capricorno anche in crudelt. Bench Slater ne
parlasse poco, Beatrice e Deborah sapevano che ne stava soffrendo.
Cos quella notte di maggio in cui Slater part per il Galles in cerca del passato di Capricorno, le due
ragazze rimasero da sole nella stanza con le loro tesine da studiare.
<<Devi rifarti la tinta assolutamente>> Disse Beatrice all'amica, che alz gli occhi dai fogli <<Lo
so>>.
Beatrice post i suoi documenti e si sdrai con le braccia aperte e la faccia affondata nel cuscino.
Sospir rumorosamente.
<<Che c'?>> Le chiese Deborah, un po scocciata.
<<Mi mancaaa>> Disse Beatrice girando su se stessa e premendo ancora di pi il cuscino sul volto.
<<Anche a me>> Volt pagina <<Non mi manca Carra per. Cazzo.>>
<<Io inutile che studio mo tanto poi non me lo ricordo lo stesso quello che leggo>>
<<Almeno ti sei preparata la tesina>>
<<Ma mica tutta>>
<<L'amica tua manco quello>> Comment nervosa Deborah, e smise di studiare anche lei.
<<C'ho fame>> Le disse Beatrice. Deborah tir fuori dal cassetto di Slater una barretta proteica e la
tir all'amica. Beatrice finse un conato di vomito e con la punta delle dita scans la barretta <<Io sto
schifo non lo magno.>>
Deborah la rimise a posto <<Lui qui c'ha solo questo. Senn devi scendere nelle cucine e vedere se
hanno lasciato qualcosa li>>
<<E come no>> Beatrice si volt verso la credenza scura infondo alla stanza.
<<D?>> <<E'?>>
Le indic il mobile con gli occhi.
<<Ha detto di non guardarla nemmeno>>
Beatrice fissava l'amica.
<<No Beatr non c' nemmeno la chiave>>
Beatrice prese la propria bacchetta e si mise davanti alla credenza.
<<Vabb, io non so un cazzo per!>> Torn a leggere i suoi appunti.
Beatrice chiuse gli occhi e si concentr sul respiro. Pochi secondi, e la testa cominci a pulsargli
come succedeva ogni volta che provava a fare magia. Si concentr sulla bacchetta, sui rilievi
floreali che premevano contro la sua pelle e quando sent di essere pronta disse <<Alohomora!>>
Gli sportelli del mobile non si aprirono n si mossero.
<<Se ciao>> Comment Deborah <<Quell'incantesimo apre le porte>>
<<Solo le porte?>> Chiese Beatrice.
<<Eh si>>
Lanci la bacchetta sul letto. Poi, ripensandoci, la riprese.
Infil la punta della bacchetta tra le ante della credenza e fece una leva leggera. Le ante pesanti si
separarono di un paio di centimetri e lei sbirci all'interno, ma era troppo buio perch si vedesse
qualcosa.
<<D viemme a aiut>> disse, continuando a fare leva cercando di non spezzare la sua bacchetta.
Deborah si alz mormorando scocciata <<Che devo fa?>>
<<Prendi qualcosa di lungo, devi sfilare il coso da li>> Beatrice indic col dito la serratura a
cassetto che si muoveva appena quando lei allargava di forza le ante.
Deborah si guard intorno e l'unica cosa piuttosto lunga e fine che vide f la matita che aveva tirato
fuori per scarabocchiare mentre studiava. La prese e torn dall'amica. Infil la punta della matita
accanto al buco del chiavistello e tent di fare leva per sfilarlo. La punta si ruppe e la matita le
schizz via dalle dita <<IH!>>
<<Cazzo>> Beatrice cambi posizione per alleviare il dolore alle dita. Deborah raccolse la matita e
la gir dalla parte della gomma, la poggi sul corpo del chiavistello e cominci a forzarlo spingendo
piano verso sinistra.
<<No no no che se rompe!>> Disse Beatrice, che con il braccio dell'amica davanti agli occhi non
riusciva a vedere bene cosa stesse facendo, ma Deborah non rispose e piano, il chiavistello
cominci a scivolare dalla sua posizione e con un click, si sfil. Dal cassetto della serratura cadde
della polvere di legno e un frammento di metallo pieno di ruggine.
<<Cazzo>> Deborah lasci andare la matita e si massaggi le dita sulla stoffa dei pantaloni.
<<Ecco, mo ce se incula>> Disse Beatrice. Apr la credenza svelando finalmente il suo segreto.
All'interno vi erano tre piccole mensole assaltate dal disordine. Oggetti di ogni tipo erano
ammassati come se giorno dopo giorno venissero accumulati e lasciati li. C'erano statuine rituali, un
mucchio di lettere legate con un elastico per capelli, alcune lunghe stole di turbante legate l'una
all'altra con grossi nodi, il poggiabacchetta di Slater, quelli che sembravano datteri ma a che ad un
attento esame di Deborah risultarono essere ovuli di oppio puro, alcuni stemmi di metallo
appartenenti alla casata dei Raptor e piccoli come doni votivi, un paio di guanti in pelle rovinati,
occhiali da vista, una dozzina di bustine trasparenti che contenevano semi dai nomi esotici scritti in
corsivo sulle etichette. C'era una medaglietta ed un bracciale di plastica, con sopra il nome del
ragazzo. Sotto il nome, su entrambi, c'era scritto Ospedale S.Mungo reparto Psichiatrico. E poi
anelli da uomo, preziosissimi, ma che lui non metteva mai.
A destra, in un angolino ritagliato dal disordine, c'era una ciotola d'ottone grande poco pi di un
posacenere. A Beatrice sembr un mortaio privo del pestello. Lo prese per guardarvi dentro, in cerca
di piccoli tesori lasciati li. Nessun tesoro, ma la ciotola non era vuota, c'era dell'acqua.
Beatrice allung il dito per toccarla, ma l'acqua divenne vapore intangibile. Cominci a girarle la
testa vertiginosamente e dovette arretrare fino a sedersi, con la ciotola in grembo. Con una mano
ricerc l'amica, che l'afferr per il braccio, sporgendosi verso di lei e guardando nell'oggetto per
capire la ragione di quella reazione.
Il vapore ora girava lento, senza uscire dai bordi metallici. Le due ragazze, troppo prese da ci che
stava accadendo per parlare, ebbero la sensazione che la loro vista si restringesse, come un lento e
graduale avvicinarsi dell'immagine che stavano osservando. Nella loro percezione la ciotola
divenne enorme e vi sentirono entrarci, pur restando in contatto con i loro corpi seduti sul bordo del
letto. La visione di ci che le circondava mut e si ritrovarono in una piccola stanza buia dalle
pareti probabilmente bianche.
<<Non muovo le gambe Beatrice>> Disse Deborah allarmata, sporgendosi verso lamica. Infatti nel
tentare di spostare il peso da una gamba allaltra aveva fatto una forte fatica e solo il ginocchio si
era alzato, tremante, per poi tornare al suo posto.
<<Perch siamo sedute stai tranquilla>> Beatrice le strinse la mano e si guardava attorno. La realt
che le circondava era unillusione statica. La stanza buia, illuminata soltanto da una luce rossa
molto flebile davanti a loro, era arredata con oggetti che sembravano sagome di cartone evanescenti
e scolorite. Un cassettone, un piccolo armadio, una tazza, una sedia piena di vestiti sagome che
mantenevano la loro tridimensionalit soltanto se non le guardavi con attenzione, altrimenti
iniziavano ad affievolirsi mischiandosi lentamente con lambiente.
Al centro della stanza cera lunico elemento che pareva davvero concreto pur facendo parte della
realt illusoria, ed era il letto. Sopra di esso, coperti non completamente da un lenzuolo bianco,
quattro corpi accarezzati dalle ombre, si muovevano quasi fondendosi luno con laltro.
<<Slatero>> Beatrice indic a Deborah il loro comune partner, che baciava sul mento ed
accarezzava una ragazza sconosciuta. Si muoveva sopra di lei, facendo del sesso.
Le ragazze si scambiarono unocchiata rabbiosa, gelose e perplesse, sempre meno confuse. Avevano
compreso infatti, pur essendo la prima volta che capitava loro, di essersi ritrovate in un ricordo. La
ciotola dottone era un pensatoio. Si sapevano al sicuro, sedute sul loro letto nella loro stanza alla
Citt Segreta, circondate da persone che le avrebbero sapute aiutare se ne avessero avuto il bisogno.
Ma nessuno tuttavia poteva salvarle dalla loro stessa possessivita mentre osservavano un ricordo
della persona che facevano molta difficolt anche a dividere luna con l altra.
Slater sollev le gambe della ragazza ed il lenzuolo le scivol lungo le cosce, scoprendo il corpo di
lui. Continu a penetrarla tenendosi in ginocchio mentre lei curvava il collo allindietro chiudendo
gli occhi e gemendo. Luomo allung il braccio alla propria destra, verso laltra figura femminile
sdraiata accanto a lui, sua sorella.
<<E Martina De>> Deborah allung il collo per guardare meglio dalla propria posizione, e
riconobbe la massa dei capelli ricci dellamica, il cui resto era coperto dal corpo delluomo che la
stava possedendo, un ragazzo che non conoscevano.
Martina prese la mano del fratello e la strinse. Lui la guard famelico poi strinse gli occhi in preda
al piacere.
<<E vabbe>> Comment sarcastica Beatrice <<Come se esce da qui? >>
<<Non lo so Beatri ma mo vomito>> Rispose Deborah a fatica, in preda ad una fortissima
emicrania.
Le figure davanti a loro si mossero, scambiandosi i partner. Deborah not che Martina aveva i
capelli pi corti rispetto al presente e stabil che il ricordo dovesse essere almeno dellanno prima, o
forse di due. Prima che Capricorno la sposasse lei e Slater vivevano insieme e si erano un po
estraniati dal resto dei conoscenti fino allarrivo delle due amiche, che avevano iniziato a fare parte
della loro routine. Di certo non poteva trattarsi di un ricordo recente visto che da quando Capricorno
laveva condotta allaltare, vale a dire da un anno fino a quella parte, lei Slater si erano incontrati
solo in occasione del rituale, nel quale avevano fatto sesso ed erano stati ben felici di questo, ma
non ebbero la possibilit di stare insieme visto che lui era stato allontanato in fretta dopo essersi
svegliato dal riposo post trance.
Quindi quel ricordo, consider Deborah, doveva avere un anno o pi e Beatrice lo conferm quasi
leggendole nei pensieri <<S ma non recente sta cosa>>. Deborah annu e si strofino il naso, che
prudeva.
I due ragazzi sconosciuti fecero lamore per un po, mentre i due fratelli si limitavano a baciarsi
abbracciati. Poi di nuovo le coppie si mischiarono ed il giovane sconosciuto prese Martina per le
spalle, la tir verso di s e la baci sulla bocca con passione.
Slater con uno scatto nervoso lo spinse via, facendolo cadere pesantemente sul pavimento.
<<Abbiamo detto niente baci>> Disse.
<<Ma scemo>> Disse Beatrice, Deborah le rispose allargando le mani e mostrando i palmi.
Luomo sconosciuto risali sul letto senza dire niente, guardando Slater con aria di sfida mal celata,
le gote rosse di eccitazione e la fronte che grondava sudore. Beatrice era contenta che fosse solo un
ricordo e non avesse odore, perch senza dubbio lintera stanza puzzava di sesso e calore.
<<Mi devo mette seduta>> Disse Deborah tenendosi la testa.
<<Ma stai seduta>>
<<Seduta QUI>> E prov in effetti a piegare le gambe, ma erano gia piegate e non riusciva a
percepirle. Eppure quella sensazione di gambe bloccate poteva tollerarla, ma non il dolore alla testa,
che le faceva pulsare le tempie e rigirare lo stomaco. Rutt piano.
<<D non vomit che stamo sedute vicine>>
Deborah scosse la testa e respir.
Davanti a loro la scena era cambiata rapidamente come se delle parti fossero state rimosse.
Le quattro persone erano sedute strette nel letto, a malapena vi era spazio per muoversi. Slater
pareva quello che fra tutti si stesse godendo del relax, gli altri avevano, chi pi chi meno, la faccia
tirata dall'imbarazzo.
<<Non la prima volta che lo fate con altri?>> Chiese il ragazzo sconosciuto a Slater. Il loro amico
scosse la testa <<No anche se preferiamo essere in tre >> strizz l'occhio alla sorella, lei ricambi
con un sorriso. Beatrice vide lo sguardo di una Martina molto innamorata.
<<Perch? Voi due da soli non godete?>> Continu il ragazzo. Slater sembr scocciarsi.
<<Molto di pi, in realt. Ma abbiamo qualche problema tecnico al momento che risolviamo
scopando con altri>>
Le facce dei due sconosciuti si fecero interrogatorie. Martina guard Slater con le sopracciglia
minacciosamente aggrottate.
<<Sarebbero?>> Chiese ancora, il giovane.
Slater sorrise, la curiosit gli piaceva, il discorso lo eccitava, non valut i rischi.
<<Mmm>> Cerc di bloccarlo Martina <<Cose un po private>>
<<Siamo fratello e sorella>> Esord Slater, con un grosso sorriso.
<<Ma scemo>> Disse Beatrice, riempiendo il silenzio che anche Deborah voleva rompere.
La ragazza sconosciuta si port una mano sul petto sgranando gli occhi e scese rapidamente dal
letto, afferr i propri slip che penzolavano dalla sedia nell'angolo e corse fuori dalla stanza.
Martina scese dal letto a sua volta <<Che testa de cazzo>> brontol, adirata.
<<Per favore dimmi che uno scherzo>> Gli disse il giovane ostentando un tono ed un'espressione
di disgusto e derisione. <<No>> Rispose Slater, mentre i suoi occhi si adombravano.
<<Non siete dei semplici pervertiti allora>> Il ragazzo si mise a ridere, nello stupore <<Si vede che
lei una gran porca per avere vent'anni, te la sei cresciuta bene >> Continuava a ridere.
Deborah e Beatrice si sentirono improvvisamente a disagio. Potevano percepire, nonostante fosse
un ricordo dai colori sbiaditi ed asettico come una stanza d'ospedale, la tensione che cresceva
attorno a loro. Una tensione che il ragazzo non sembrava invece sentire, ma che si stava dipingendo
a tinte stranamente acute sul volto di Slater.
<<Non credo sia giusto chiamare porca una donna solo perch le piace fare sesso>> Disse, con un
tono ipocritamente tranquillo.
<<Le piace fare del sesso con suo fratello! E' porca! Dai!>> Il ragazzo la indic con la mano,
sottolineando quella che secondo lui era l'evidenza.
<<Sta a rosic pe la spinta de prima>> Disse Beatrice <<Infatti>> Rispose Deborah.
<<Andiamo Sl?>> Disse Martina al fratello, ma lo sguardo di lui era di ghiaccio, fisso.
<<Per se devo dirti quello che mi sembrato, penso che le sia piaciuto di pi come la scopavo
io. >>
Slater quasi non gli lasci finire la frase, si gett su di lui con tale violenza che il ragazzo per
evitarlo sbatt la nuca sul muro e rovin a terra tenendosi la testa con entrambe le mani. Slater si
alz e fece il giro del letto, col corpo nudo che era un fascio di muscoli in tensione.
<<Sl>> Sua sorella lo intercett ma bast uno sguardo di lui perch le braccia con cui lo aveva
stretto si sciogliessero all'istante.
Raggiunse lo sconosciuto, lo afferr per il braccio forzandolo ad alzarsi. Una volta che furono l'uno
davanti all'altro, il giovane ironico non sembrava pi avere voglia di ridere. <<Se non ve ne andate
prendo il fucile e sparo a te in testa e a lei tra le chiappe >> Disse, avvicinandosi all'armadio in cui
probabilmente teneva l'arma.
<<Slatero andiamocene per favore>> Lo supplic sua sorella.
Slater era pi basso del suo antagonista di almeno cinque centimetri. Ma il suo corpo vibrava in
tutta la stanza, non certo ad occhio nudo, ma occupava tutto lo spazio disponibile. La sua rabbia era
un flusso trascinante, Beatrice e Deborah la sentivano ma invece di sentirsene allarmate o
spaventate, adesso ne venivano galvanizzate. Si eccitarono.
Dalla porta rientr la ragazza, bloccandosi poco dopo l'uscio. Martina la guard.
<<Che fate?>> Chiese la giovane. Martina l'affianc.
Il ragazzo difronte a Slater scatt verso il mobile e lo apr, allungando il braccio verso qualcosa
poggiato sul fondo.
Slater f rapido come il tuono. Afferr la testa del ragazzo, la gir. Si sent uno schiocco flebile, e il
corpo del giovane si accasci a terra, la testa curv come se si stesse guardando attorno, con gli
occhi aperti, e per un secondo o forse meno, parve guardare in direzione delle due amiche.
<<No!!>> Strill Deborah <<Slatero!>> esclam Beatrice, entrambe ansimando per ingurgitare
aria.
La giovane fidanzata dell'uomo tent di gridare <<Uh... uuh>> F tutto ci che le usc dalla gola.
Martina afferr un pugnale da decorazione di fattura egiziana, poggiato sul cassettone dietro di lei,
l'alz con uno sforzo che lo faceva sembrare pi pesante di un blocco di pietra, il viso deformato in
una smorfia di dolore e paura. La visione si blocc e le due ragazze videro la scena allontanarsi e
diventare sempre pi piccola e fumosa, finch venne sostituita dalla sostanza lattiginosa che girava
ancora nella ciotola di bronzo.
Il loro respiro era veloce e pesante. La loro mente cerc di riordinare la visione, di trovare un senso
a quello che avevano visto. Nessuna di loro due aveva paura per s stessa. Ma entrambe sapevano
che avrebbero dovuto intraprendere un faticoso lavoro per accettare quello che era accaduto.
Provavano un profondo imbarazzo che non apparteneva loro, a causa di ci non riuscirono a parlarsi
pi per quella notte.

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