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STORIA DELLA RADIO E DELLA TELEVISIONE

E davvero arduo dire che cos la televisione e darne una definizione specifica, anche perch la
televisione molte cose contemporaneamente: un mezzo di comunicazione di massa, un foro
pubblico, un repertorio di forme simboliche che attraversano la cultura popolare, ecc Sicuramente
la televisione ha una posizione centrale nellesperienza di ognuno di noi, basta pensare che gli
apparecchi televisivi nel mondo superano il miliardo di esemplari e gli spettatori sono molto di pi.
In tutti i Paesi industrializzati il piccolo schermo presente nella quasi totalit delle abitazioni ed pi
probabile trovare un apparecchio televisivo che un libro nella camera di un bambino.
Oggi giorno la televisione anche pi importante di tanti altri media, quali Internet e la carta stampata,
infatti in occasione dell11 settembre stata ribadita la priorit del mezzo televisivo perch stato
quello che ha offerto il maggior numero di informazioni in tempo reale. E cos stato anche per le
numerose altre crisi che sono seguite all11 settembre: dalla guerra in Afghanistan al secondo
conflitto iracheno.

Parlando della televisione, emergono due aspetti fondamentali, ovvero:


Il PUBBLICO PRIVATIZZATO e il PRIVATO PUBBLICIZZATO.
La televisione tende a creare spazi comuni, a rendere condivisa linformazione e a includere piuttosto
che a escludere. Per esempio, in una societ caratterizzata dalla stampa, una persona deve saper
padroneggiare la lettura e la scrittura se vuole accedere pienamente alle notizie e al mondo
dellinformazione; invece, a differenza della stampa, la televisione offre i suoi contenuti a tutti i
membri della popolazione, senza escludere nessuno per motivi culturali. Attraverso la televisione ricchi
e poveri, giovani e vecchi, studiosi e analfabeti, uomini e donne, persone di ogni et, professione,
classe e religione, spesso condividono nello stesso momento la stessa informazione.
Laspetto che si vuole sottolineare quello di una vera e propria COMPENETRAZIONE tra
PUBBLICO e PRIVATO.
Televisione, radio e telefono rendono i luoghi, che un tempo erano solo ed esclusivamente privati, pi
accessibili al mondo esterno e dunque pi pubblici. Attraversi questi media tutto ci che accade quasi
ovunque pu capitare ovunque noi ci troviamo. La casa perde la sua chiusura di spazio solo privato, la
televisione genera unesposizione senza pari del privato, quindi uninedita pubblicizzazione del
privato. I media scritti, come i giornali, sono in un certo senso pi controllabili, perch contengono
solo comunicazioni intenzionali, mentre in televisione i due piani si sovrappongono inesorabilmente.
La carta stampata offre messaggi elaborati e stilizzati, mentre i media elettronici trasmettono messaggi
spontanei e naturali, anche per esempio allinterno di un telegiornale, che pur avendo una scaletta
precisa, nei servizi realizzati dagli inviati ci sono le interviste fatte a gente normale e comune e
questi sono spaccati di vita, non paragonabili ai messaggi stampati. I gruppi di individui che un tempo
erano esclusi dallarena pubblica della carta stampata, perch erano privi di interesse ovvero di quelle
capacit richieste per accedervi, per suscitare interesse nella gente che legge, oggi possono entrare
nellarena pubblica creata dai media elettronici. Questo fenomeno appunto il PRIVATO
PUBBLICIZZATO: il privato che diventa pubblico ovvero la messa in piazza di problemi individuali
che diventano spettacolarizzati. In un certo senso sono disperate richieste di aiuto degli individui che
sono incapaci di dare un senso alle emozioni e agli stati danimo privati. I talk-show danno lezioni di
vita cercando di mostrare allindividuo una possibile soluzione ai propri problemi, poich di
importanza vitale sapere come si comportano altre persone alle prese con i miei stessi problemi.
Ovviamente c da tener presente che la soluzione di questi problemi spetta solo ed esclusivamente al
singolo individuo.
In questo periodo la televisione si presenta come maestra di vita in maniera del tutto diversa da come
aveva fatto nella sua originaria fase pedagogica.
Contemporaneamente si assiste a un fenomeno opposto, ovvero alla privatizzazione del pubblico.
Quello che offre la televisione completamente diverso rispetto a quello che offrono, per esempio,
cinema e teatro. Infatti, una persona che vuole assistere a una rappresentazione teatrale deve prepararsi,
uscire di casa, raggiungere il teatro dove si incontrer con tanta altra gente a lui sconosciuta che ha la
sua stessa voglia di vedere quella rappresentazione teatrale, vedere lo spettacolo e poi tornare a casa; la
stessa cosa vale per chi vuole andare al cinema. Invece per la televisione diverso, infatti una persona
che vuole guardare una trasmissione televisiva non deve fare altro che accendere lapparecchio, sedersi
comodamente sul divano e godersi lo spettacolo. Nel primo caso (teatro e cinema) il pubblico
appunto pubblico, le persone devono riunirsi in un luogo pubblico ovvero comune a tutti per assistere
a ci che vuole; nel secondo caso (la televisione), invece, il pubblico privato, le persone stanno a
casa loro, che appunto un luogo privato, e possono assistere a quello che preferiscono.

ETA DELLA SCARSITA e DELLABBONDANZA:


L et della scarsit abbraccia il periodo che va dagli anni Cinquanta (quando la televisione nacque)
alla fine degli anni Sessanta. In questo periodo emerse una televisione che voleva farsi istituzione in
senso forte, voleva cio affiancare altre istituzioni sociali pi tradizionali (la famiglia, la scuola, ecc)
nel coltivare un senso di cittadinanza e di appartenenza, talvolta tutto da costruire, come nel caso
dellItalia. Il pedagogismo della televisione non era soltanto para-scolastico, con la tele-scuola destinata
ad alfabetizzare unItalia ancora contadina, ma di socializzazione e di nazionalizzazione. Infatti stata
proprio la televisione che ha aiutato a costruire un senso di patriottismo e a unificare il Nostro Paese.
Tutto questo avvenne nel periodo di Monopolio RAI. A partire dagli anni Settanta e soprattutto negli
anni Ottanta, tutto inizi a cambiare lentamente. Fu una fase di trasformazione, let della cos detta
Grande Transizione. In quel periodo fin il monopolio pubblico e, nel giro di un decennio, si
assistette al trionfo dei network commerciali fondati sul marketing. Questa fu let dellabbondanza.

Per concludere il discorso generale, si pu analizzare uno dei problemi che emerge: lAUTENTICITA
della televisione. I pessimisti tendono a vedervi sempre motivi di sospetto: le storie dei talk-show
costruite a tavolino, i sentimenti presentati finti, ecc Pensano che sia tutto finto e costruito per
esigenze di marketing, per fare ascolti alti, per esempio.
Baudrillard dice che la realt della televisione in realt un iper-realt dove non pi possibile
distinguere il vero dal falso, loriginale dalla copia, levento dalla sua rappresentazione.
In realt la televisione molto utile e assolutamente significativa per la rappresentazione della realt,
infatti la televisione mostra tutto, documenta quasi fisicamente i grandi eventi, gli accadimenti pi
banali, gli orrori e le crudelt del nostro tempo, senza tralasciare mai nulla. Cos la gente non pu pi
usare giustificazioni del tipo: non sapevo, non ho capito, ecc perch la televisione mostra
tutto, la gente non pu pi non sapere (in passato, una persona che non sapeva leggere, poteva non
conoscere gli avvenimenti perch non poteva leggere il giornale, ora con la televisione non ci sono pi
questi problemi.).

PRIMA PARTE

Parlare dei programmi televisivi definendoli TESTI pu sembrare assurdo, invece non cos.
La parola testo deriva dal latino textum, che significa tessitura, variet di trame che si
riuniscono in un insieme organico. Ogni forma di comunicazione avviene tramite i testi, che rendono
possibile la comprensione tra esseri umani.
Pu essere considerato come testo un film (e allora si parla di semiotica del cinema), una performance
teatrale (semiotica del teatro), unopera letteraria (semiotica della letteratura), unimmagine fotografica
(semiotica della fotografia), un brano musicale (semiotica della musica), un programma televisivo
(semiotica televisiva), ecc
Il testo che offre la televisione costituito da una serie di segni visivi, acustici verbali, sonori e grafici.

TELEVISIONE = tele-visione, ovvero visione da lontano, a distanza.


LIMMAGINE televisiva unimmagine elettronica che nel tempo ha subito evoluzioni tecniche che
ne hanno modificato la qualit e la definizione, si passati infatti dalle poche linee di scansione allalta
definizione Inoltre sono modificate le caratteristiche estetiche e di rappresentazione, come per esempio
il colore, lutilizzo della grafica computerizzata
Oltre alle immagini di fondamentale importanza la PAROLA, perch proprio con essa che la
televisione comunica con il suo pubblico.

EXPERIENCE OF FLOW: flusso televisivo


Questa fu la definizione data da WILLIAMS, unespressione che presto diventata un concetto chiave
negli studi sulla televisione.
Williams disse che il programma offerto dalla televisione consiste in una sequenza o in un insieme di
sequenze disponibili in una singola dimensione spazio-temporale. In poche parole, in tutti i sistemi
avanzati di broadcasting lorganizzazione del contenuto quella della sequenza o del FLUSSO. Con
lidea di flusso Williams vuole indicare la successione di sequenze differenti sia per significato che per
origine produttive (per esempio, la successione di un film, le pause pubblicitarie, i promo delle
trasmissioni che andranno in onda, ecc)
Gli stessi programmi si organizzano per andare incontro alle interruzioni pubblicitarie con blocchi
aperti per suscitare linteresse del pubblico a rimanere sintonizzato.
Lorganizzazione in flusso ha finalit strettamente PRAGMATICHE, come per esempio incoraggiare
una visione continuativa, ancorare lo spettatore, scoraggiare il cambio di programma, ecc

Il termine NEOTELEVISIONE stato usato per la prima volta da Umberto ECO nel 1983.
In Italia nacque con la fine del monopolio pubblico e lavvento della concorrenza.
La neotv caratterizzata da una crescente AUTOREFERENZIALITA: la tv parla sempre meno del
mondo esterno e sempre pi di se stessa e del proprio modo di rapportarsi con lo spettatore.
caratterizzata dal flusso.
Lemittente si propone come un interlocutore alla pari rispetto al pubblico (nella paleotv era una fonte
autorevole), il quale chiamato a interagire con la televisione stessa attraverso telefonate, email,
telefoto, ecc
La neotv sempre pi lo spazio in cui domina il PRIVATO, sia delluomo comune che del vip.

PALINSESTO
Il palinsesto il principale strumento di regolazione logico-temporale a disposizione della televisione.
Serve per organizzare il flusso, ovvero le sequenze, nellarco della giornata.
Opera da ponte tra le esigenze della tv e quelle del suo pubblico.

PALINSESTO, dal greco, significa raschiato di nuovo.


E un termine introdotto nel 1963 per riferirsi al continuo lavoro di definizione e correzione cui
sottoposta la programmazione televisiva.
Il palinsesto una griglia temporale (la FORMA) che dispone i programmi (il CONTENUTO) secondo
una LOGICA specifica. Lobiettivo principale quello di massimizzare lascolto!

Un palinsesto subisce una continua opera di perfezionamento e ridefinizione:


PALINSESTO ANNUALE redatto prima dellinizio della stagione
(costo della programmazione, stima del numero delle serate di intrattenimento, di fiction e di
programmi cui sono stati acquistati i diritti)
PALINSESTO STAGIONALE redatto sei mesi prima della messa in onda
(eventi live, alcuni titoli della programmazione si organizza in base allofferta delle altre reti)
PALINSESTO MENSILE redatto tre/quattro mesi prima
(programmazione ancora temporanea, da cambiare a seconda della strategia adottata)
PALINSESTO SETTIMANALE redatto 15 giorni prima
(titoli e orari definitivi dei programmi che saranno messi in onda)

La scelta dei programmi da mettere in onda influenzata da:


il BUDGET, pi soldi ci sono, migliore la qualit
dalla programmazione adottata in PASSATO
dalla LINEA EDITORIALE, quello cio che desidera leditore
dal TARGET di riferimento, ovvero dalle persone alle quali sono dedicati gli spettacoli
dal tipo di PROGRAMMI trasmessi dalle altre reti
dallAMPIEZZA e dalla PROFONDITA dellarchivio. Lampiezza consiste nel numero di
generi e nei tipi di programmi diversi che ununica rete ha a disposizione; la profondit
consiste in quanti programmi simili e appartenenti allo stesso genere ha ununica rete.
ecc

Il PALINSESTO GIORNALIERO strutturato in base a sette principali fasce orarie dedicate a target
precisi:
ANTIMERIDIANA (6.00-12.00) casalinghe, anziani e bambini
MERIDIANA (12.00-14.00) parziale riunione familiare per il pranzo
POMERIDIANA (14.00-18.00) casalinghe, anziani e bambini
PRESERALE (18.00-21.00) ritorno a casa e riunione familiare per la cena
SERALE o PRIME TIME (21.00-23.30) pubblico eterogeneo, il momento di massimo
ascolto!
SECONDA SERATA (23.30-1.00) pubblico pi adulto e meno generale
TERZA SERATA (dall1.00 in poi) pubblico adulto. Solitamente caratterizzata da
repliche o programmi di nicchia

Il PALINSESTO SETTIMANALE sottoposto a due movimenti:


VERTICALE relativo alla concatenazione dei programmi nel palinsesto giornaliero
ORIZZONTALE relativo alla distribuzione dei programmi durante la settimana
Nei giorni feriali la programmazione a striscia che consiste nella ripetizione dei programmi alla
stessa ora.
Nei giorni festivi ci sono programmi-contenitore e dintrattenimento (consumo saltuario e casuale)

PALINSESTO STAGIONALE:
In autunno e in inverno il tempo libero passato in casa, quindi si scelgono programmi per il grande
pubblico.
In primavera e in estate il tempo libero trascorso fuori casa, quindi si tende a trasmettere repliche o
programmi poco costosi.

PERIODI DELLA TELEVISIONE ITALIANA:


PRIMO PERIODO la PALEOTV: monopolio pubblico delle televisione.
Il palinsesto televisivo organizzato a sequenze, con pause di non-programmazione.
Fino al 1958 la trasmissione del segnale avveniva nelle fasce 17.30-19.30 e 20.45-23.30; la domenica
dalle 14.00.
Dal 1968 il Programma Nazionale (Raiuno) trasmette nella fascia 12.30-23.30; il Secondo Programma
(Raidue) solamente nella fascia 21.00-23.30.
Il palinsesto ruota intorno al meccanismo dellappuntamento settimanale: schemi fissi per le fasce
orarie a seconda dei giorni della settimana (luned e mercoled film, gioved quiz, ecc) diversificando
lofferta secondo il criterio del giorno e del genere e secondo la complementariet del Programma
Nazionale con il Secondo Programma (nato nel 1961).
Il palinsesto inteso come una sorta di gestione di magazzino perch la produzione/acquisto di
programmi avviene indipendentemente dalla destinazione allinterno del palinsesto, i programmi
presenti in magazzino vengono collocati nel tempo del palinsesto.

PRIMO SOTTOPERIODO 1954-1960 (i primi anni)


Non c una vera e propria logica di programmazione. Lobiettivo quello di guidare il pubblico ad un
uso corretto del nuovo medium.
Ad ogni sequenza di trasmissione viene dato un nome (es: Ritorno a casa).

SECONDO SOTTOPERIDO 1961-1975 (prima della riforma della RAI)


La logica dominante quella dellottimizzazione dellofferta. Nasce una programmazione abbastanza
varia.
Il contenuto si modella sul triplice imperativo di EDUCARE, INFORMARE, DIVERTIRE.

TERZO SOTTOPERIODO 1976-1980 (dopo la riforma della RAI)


La logica dominante quella dellottimizzazione e della diversificazione dellofferta. Nasce la
concorrenza tra i due canali RAI. Aggiunta della terza rete nel 1979.
La trasmissione di tutti i tre canali avviene nella fascia 12.30-23.30.

SECONDO PERIODO la NEOTV, a partire dagli Anni 80


Con la concorrenza tra reti private e RAI, il palinsesto diventa la risorsa strategica per la definizione
dellimmagine di una rete e la costruzione di una strategia di marketing. Non esistono quindi
programmi buoni o meno buoni, ma solo programmi funzionali a specifiche esigenze di palinsesto e
marketing.
I palinsesti dei network commerciali sono un ibrido tra modello americano e nazional-popolare:
spingono verso lestensione delle ore di programmazione e il rafforzamento del flusso televisivo.
Il contenuto caratterizzato dalla volont di intrattenimento: nasce una fascia antimeridiana e le
trasmissioni si concludono a mezzanotte.
Dalla met degli Anni 80, sia RAI che Fininvest/Mediaset seguono la logica della massimizzazione
dellascolto, dando ai palinsesti una forma a pieno flusso.
In questo periodo nascono nuovi modelli di costruzione del palinsesto:
BOUQUET PALINSESTUALE quasi esclusivamente usato dalla pay-tv che calibra ogni
palinsesto sui desideri di ciascun utente (offerta basic + scelta di canali opzionali tematici +
canali bonus).
PALINSESTI A CANALI TEMATICI programmazione targettizzata per un pubblico
specifico. C un unico genere di trasmissione e un unico tema.
PROGRAMMAZIONE NEAR VIDEO ON DEMAND programmazione ciclica e
flessibile basata sulla ripresentazione dello stesso programma o di slot di programmi in
continuazione.
PALINSESTO PREMIUM programmazione quotidiana varia, ma ciclica nellarco di un
mese (il telespettatore pu scegliere quando vedere un film o un programma).
VIDEO ON DEMAND programmazione scelta direttamente dallo spettatore attraverso
un apposito menu (interattivit della tv)

Le PRINCIPALI STRATEGIE PALINTESTUALI sono di diverso tipo, a seconda della volont della
rete
Ci sono quelle relative allofferta delle altre emittenti:
COUNTER PROGRAMMING (controprogrammazione) consiste nellinserire nel
palinsesto un programma che differisce (per genere o target) rispetto a quelli in onda sulle
altre reti
COMPETITIVE PROGRAMMING (antiprogrammazione) consiste nellinserire nel
palinsesto un programma destinato allo stesso target di quelli in onda sulle altre reti.
BRIDGING consiste nel collocare programmi di forte audience in orari che coincidono
con linizio dei programmi sulle reti concorrenti per scoraggiare il cambio di rete.
Quelle funzionali a rendere la propria programmazione attraente per il pubblico:
HAMMOCKING consiste nel collocare un programma nuovo o dagli ascolti non molto
alti tra due programmi di forte ascolto.
SPIN-OFF consiste nel costruire un programma sulla notoriet di un personaggio o su un
programma di successo.
TENT POLING consiste nel collocare un programma dallalta audience in una serata
dagli ascolti mediamente bassi.
SEAMLESS consiste nel non inserire linterruzione pubblicitaria tra la fine di un
programma e linizio del successivo.
STUNTING consiste nel cambiare improvvisamente il formato, il personaggio o la fascia
oraria di un programma (bisogna conoscere bene il target!).
BLOCKING consiste nel posizionare in sequenza una serie di programmi con target di
riferimento omogeneo.

CHECKBOARDING (ombrello) consiste nel programmare nella stessa fascia programmi


diversi in giorni diversi, su un unico canale.
LEAD IN/OUT (traino) consiste nel disporre programmi nel palinsesto verticale in modo
che il pubblico venga trascinato da un programma allaltro.
STRIPPING (striscia) consiste nel collocare lo stesso programma tutti i giorni sullo
stesso canale allinterno della stessa fascia oraria

GENERI
GENERE, deriva dal latino genus", che significa classe, categoria.
Sono categorie mediante le quali si possono classificare le singole opere.
Il genere rappresenta un orizzonte di attese: il pubblico riconosce certe convenzioni testuali e, a partire
da queste, sa normalmente cosa aspettarsi dal testo. Se questorizzonte viene sovvertito, il pubblico pu
rimanere spiazzato. Per esempio, se guardo un film western, non mi aspetto che gli attori ballino o
cantino, semmai questo me lo aspetto nel musical. Lo stesso vale per la televisione: se sto guardando
un telegiornale non mi aspetto che il conduttore si metta a parlare della sua vita privata, semmai dovr
informarmi sulle notizie del giorno.
La distinzione principale e quella pi antica quella che divide commedia e tragedia (contenuta
nella Poetica di Aristotele

Negli Anni 70, RYALL scrive che limmagine chiave per definire il concetto di genere il
TRIANGOLO

ARTISTA
(PRODUZIONE)

FILM AUDIENCE
(TESTO) (PUBBLICO)

Secondo RYALL, il genere il principio ordinatore, un insieme di convenzioni testuali (modelli,


forme, stili e strutture) che riguardano sia il contenuto del testo, sia la forma e i codici propri della
testualit audiovisiva. E una categoria di orientamento per la produzione del testo (quando si
costruisce un programma si parte proprio dalla sua definizione di genere)

ALTMAN invece definisce il genere come una mappa/progetto per la produzione e per lindustria,
un insieme di convenzioni testuali/palinsestuali che ne definiscono la struttura e un patto/contratto che
lega lo spettatore al testo e ne definisce lorizzonte delle attese.

JOST definisce il genere come una promessa, in due sensi:


il genere promette perch determina nello spettatore un orizzonte di attese e promette perch si
impegna a garantire queste attese.
Jost individua tre tipi di promessa:
1. AUTENTIFICANTE caratteristico dei programmi che promettono di informarci sul mondo,
di metterci in contatto con la realt: sono i programmi dinformazione.
2. FINZIONALE caratteristica di programmi che mirano a costruire un mondo narrativo
autonomo da quello in cui viviamo: sono i programmi di fiction.
3. LUDICA livello intermedio fra i primi due: programmi che parlano della realt, ma
attraverso regole diverse da quelle del mondo ordinario, proprie del genere: sono i programmi
di gioco a premi.
La diversit dei generi nasce da molteplici fattori, tra i quali le volont dellofferente e quella dei
richiedenti (il pubblico), la volont della produzione e quella della fruizione.
E quindi necessario parlare di MIGRAZIONE DEI GENERI.
Le convenzioni testuali si modificano perch, negli anni, mutano le condizioni pi generali (mutano per
esempio le richieste del pubblico, piuttosto che la volont dellofferente di trasmettere determinate
cose)
Il territorio dei generi televisivi delimitato da quattro poli dattrazione, che segnalano altrettante
modalit di intendere la televisione e i suoi programmi:

promessa autentificante REALT


(la televisione la finestra sul mondo)
attitudine pedagogica CULTURA intrattenimento SPETTACOLO
(la televisione maestra ed educatrice) (la televisione un palcoscenico)

promessa funzionale FINZIONE


Durante il periodo della PaloeTv, le televisione aveva la tendenza a presentarsi come istituzione
autorevole capace di dare una definizione netta dei generi. Il tono generalmente pedagogico
influenzava lofferta finzionale (il teleromanzo narra educando), quella fattuale (informazione come
bollettino ufficiale) e quella spettacolare (il telequiz diverte e insegna).
Durante il periodo della NeoTv c invece la tendenza alla spettacolarizzazione (la fiction perde ogni
intento pedagogico) e allibridazione dei generi (es.: il reality)

INFORMAZIONE
La forza dellinformazione televisiva poggia sullistantaneit e sul realismo delle immagini che
conferiscono oggettivit alle notizie. Anche se non cos, sembra che la mediazione sia assente.

Linformazione una rappresentazione discorsiva del mondo, caratterizzata da condizionamenti


tecnici, ideologici e professionali, che sono considerati inevitabili.
Critica di impostazione marxista linformazione televisiva un potente strumento di costruzione del
consenso e di diffusione ideologica.
Critica di impostazione liberale lobiettivit dellinformazione dipende dalla libert e dal pluralismo
in cui operano le istituzioni televisive.

Linformazione televisiva uno dei tanti generi televisivi e proprio per questo soggetta ad una serie
di convenzioni, infatti la comunicazione giornalistica un vero e proprio genere narrativo: lanotizia
un racconto.
Ogni notizia impone dei valori a cui il pubblico pu aderire oppure no.
I servizi televisivi sono caratterizzati dalla brevit: durano infatti 1 minuto e mezzo ciascuno.
Sul luogo dellevento si sceglie il COMMITMENT, la linea-guida per realizzare il servizio.
Un servizio televisivo completo composto da:
una parte iniziale LEAD, che lattacco e che deve attirare lattenzione
una parte centrale sviluppo della storia
una parte finale conclusioni tratte dal giornalista

Il vocabolario di un racconto giornalistico deve attingere al codice del parlato per essere semplice e
comprensibile da un pubblico eterogeneo.

Per creare una notizia si deve tener conto dei punti seguenti:
NOTIZIABILITA (newsmaking) complesso dei requisiti che si richiedono agli eventi
per diventare notizie pubbliche. Dipende dalle modalit di organizzazione del lavoro
giornalistico e dei processi produttivi.
VALORE-NOTIZIA (news values) elementi che permettono di comprendere quali
eventi raggiungono una soglia di interesse tale per cui se ne dia notizia. Sono linee-guida
utili a selezionare il materiale da includere nel prodotto finale.
I CRITERI fondamentali per individuare un valore-notizia sono cinque, relativi a:
CONTENUTO: grado o livello gerarchico dei soggetti coinvolti, impatto sulla nazione e
sullinteresse nazionale, quantit delle persone coinvolte, significativit dellevento rispetto
agli sviluppi futuri (es.: elezioni)
PRODOTTO : disponibilit di materiale, brevit
MEZZO: modalit di presentazione della notizia
PUBBLICO: immagine che i giornalisti si fanno del pubblico
CONCORRENZA: cognitiva, inter-media e intra-media

I media fanno notizia di ci che notiziabile, enfatizzando particolari temi ed eventi.


La carta stampata, approfondendo le notizie, in grado di segnalare la diversa rilevanza dei problemi
presentati, le notizie televisive, invece, sono brevi, veloci ed eterogenee ma talvolta si d loro maggiore
spazio attraverso edizioni straordinarie, copertura dal vivo di eventi importanti o media events.
Per la maggior parte degli italiani linformazione televisiva la prima fonte informativa probabilmente
anche grazie al fatto che avviene in tempo reale. Questa spesso condizionata dalla carta stampata,
modello di riferimento per la scelta e la classificazione delle notizie.

I TELEGIORNALI scandiscono il palinsesto allinterno della programmazione di flusso.

Le prime sperimentazioni iniziarono nel settembre 1952.


1953 94 edizioni serali (20.30) del tg
1954 programmazione giornaliera

Il telegiornale delle origini si basa su tre modelli fondamentali:


1. GIORNALE RADIOFONICO con uno speaker indifferente, dotato di chiara dizione, che
forniva sicurezza e oggettivit. (Riccardo Paladini)
2. CINEGIORNALE con servizi filmati
3. GIORNALI QUOTIDIANI con un preciso criterio di impaginazione delle notizie: sezioni di
politica, cronaca, ecc
Allepoca della PaleoTv il tg dava maggiore spazio alla politica estera e i filmati erano rari. Cera
unasettica professionalit, unita ad un atteggiamento pedagogico, si escludevano per esempio temi
riguardanti il sesso, la violenza e la malvagit.
Negli Anni 70 alcuni giornalisti, tra cui Zatterin al Tg2, nato nel 1961, affiancano e poi sostituiscono
lo speaker. Nasce un maggiore dialogo con il pubblico.
I filmati e i servizi realizzati allestero dagli inviati si moltiplicano e vengono trasmessi quasi in tempo
reale, grazie allintroduzione degli RVM (nastri per la registrazione video magnetica).
Dal 1975 Tg2-Studio Aperto (condotto da Barbato) si apre alle sperimentazioni dedicando maggiore
spazio allapprofondimento delle notizie.
Inizia lera della lottizzazione, con effettiva spartizione politica delle testate giornalistiche:
DC Tg1
PSI Tg2
PCI Tg3, nato nel 1979, insieme al Tg regionale con edizioni diversificate dal 1987
Negli Anni 80 debuttano i primi telegiornali di emittenti private.
1980 Contatto, condotto da Maurizio Costanzo, il primo tg privato a diffusione nazionale, in onda
sulla Prima Rete di Rizzoli (ore 19.30, 23.00). Poi fu costretto a limitare la trasmissione allambito
locale.
1986 TMC News
1987 TgA, condotto da Emilio Fede, ex giornalista RAI
1988 Dentro la notizia (Rete4, ore 19.00)
Negli Anni 90, grazie alla Legge Mamm (1990) i tg privati diventano veramente competitivi:
1991 Studio Aperto su Italia1, condotto da Emilio Fede. E stato il primo tg a dare lannuncio
dellinizio dei bombardamenti della Guerra del Golfo (17/01/91)
1992 Tg5 su Canale5, condotto da Enrico Mentana, dopo la sperimentazione di Canale5 News
Tg4 su Rete4, condotto da Emilio Fede. Paolo LIguori pass a Studio Aperto.
Dagli Anni 90 inizia la spettacolarizzazione dei tg e la tematizzazione delle notizie (la notizia di
apertura verr poi ripresa in chiusura).
Nel nuovo millennio, La7 (ex Tmc) cerca di impostare la propria programmazione come canale
prevalentemente di informazione.
Nascono canali di sole notizie: nel 2003 nasce infatti Sky News (24 ore su 24) di Sky Italia (Stream &
Tele+)

PRINCIPALI MODELLI COMUNICATIVI DELLINFORMAZIONE TELEVISIVA:

modello GENERALISTA-OGGETTIVO Tg1 e Tg5. Hanno un pubblico eterogeneo.


La programmazione preserale funge da traino per ledizione del tg alle 20.00 e il tg stesso lancia
unanticipazione del programma che seguir in prime time sulla stessa rete.
Il nucleo centrale il servizio giornalistico, costituito da una voce fuori campo con firma in
sovrimpressione. Il giornalista in studio ha una funzione intermediaria tra gli spettatori e
lavvenimento.
Modello INTERPRETATIVO-ESPLICATIVO Tg3 e Tg4 (ore 19.00)
Ampio spazio ai conduttori, che non sono pi semplici intermediari, sono infatti frequenti gli appelli al
pubblico da parte loro. Ampio spazio anche ai collaboratori e agli ospiti.
I servizi sono molto mediati dai giornalisti in studio che propongono un modello di lettura della realt.
Frequente e abbondante luso della diretta, e di collegamenti con personaggi politici.
Si mostra davanti agli occhi dello spettatore come nasce la notizia. I vari argomenti sono correlati e
integrati, senza adottare la classica strutturazione in pagine.
Spesso la forma ritmica circolare: in chiusura c un tema forte o si riprende la notizia di apertura.

DOCUMENTARIO illustra un argomento, con dati gi disponibili a priori

INCHIESTA programma concentrato sulle fasi di investigazione, ricerca e


approfondimento
Tra gli Anni 60-80 si sviluppano due linee fondamentali di inchiesta:
l INCHIESTA-ILLUSTRAZIONE, dove lattenzione concentrata sui contenuti da presentare. Si
utilizzano osservazione diretta, ricerca sul campo, documentazione e interviste. La ricostruzione si
avvale dei protagonisti autentici delle vicende, cercando di nascondere la presenza di telecamere e
microfoni per dare allo spettatore unapparente autenticit. Una voce fuori campo fornisce chiavi di
lettura e conclusioni.
LINCHIESTA-SCOPERTA, dove lattenzione si concentra sulla rilevazione antropologica, mettendo
in luce laspetto umano in modo pi realistico e spontaneo. I dati da verificare vengono investigati
direttamente con strumenti cinetelevisivi e macchina mobile (16mm). Lintervistatore rimane fuori
campo lasciando spazio al racconto del cinema.

ROTOCALCO nasce negli Anni 60 come periodico dedicato allattualit, mutuando il


nome e limpostazione dalla carta stampata. Insieme alle RUBRICHE GIORNALISTICHE
tratta e approfondisce temi di attualit, di cronaca, di politica, di sport, cinema, musica e
spettacolo, ma anche di inchieste di denuncia sociale.

MEDIA-EVENT = espressione utilizzata da Daniel DAYAN e Elihu KATZ nel 1992.


Definisce un particolare sottogenere dellarea informativa che consiste nella messa in onda di uno o pi
fatti giudicati importanti, memorabili o storici, dai responsabili delle reti e da un vasto pubblico.
I media-events rompono le normali routine di programmazione e vengono vissuti come riti o cerimonie
cruciali dalle persone che il seguono in tv: mettono in gioco valori fondamentali diffusi e popolari o
sono semplicemente considerati eventi irrinunciabili.

Caratteristiche principali di un media-event:


Interrompere la programmazione quotidiana
annunciato con (largo) anticipo
trasmesso da pi canali (anche a reti unificate)
in diretta, quindi imprevedibile
presentato con solennit e riverenza

DAYAN & KATZ, rifacendosi alla struttura della fiaba, individuano tre modelli diversi e fondamentali
di media event
1. LA COMPETIZIONE una sfida tra individui o gruppi. Lo spettatore ha il ruolo di
arbitro o di tifoso. Tipica delle competizioni sportive e politiche.
2. LA CONQUISTA limpresa sovraumana di un grande eroe che sfida lo status quo
e vince la sua scommessa. Questo il modello dellallunaggio del 69 o dei viaggi del
Papa in giro per il mondo.
3. LINCORONAZIONE riguarda i riti di passaggio di importanti personaggi. il
caso di vere e proprie incoronazioni ma anche di matrimoni e funerali.

Nella costruzione di un media-event la televisione fa uso di un linguaggio specifico, contribuendo con


tutti i suoi mezzi a trasmettere ai telespettatori un senso di partecipazione a distanza.

FICTION
FICTION, dal latino fingor, che significa fingere.
La fiction un importante MACROGENERE della programmazione televisiva dove tutto ci che
narrato FINZIONE, tutta invenzione narrativa. Anche se tutto ci che viene presentato inventato,
non vuol dire che deve essere per forza fantastico e molto lontano dalla realt, anzi molte fiction
realizzano soggetti realistici, cio storie riprese dalla realt.
La fiction un genere televisivo che a sua volta si suddivide in tanti altri generi, ovvero in microgeneri.
Quando lo spettatore guarda una fiction si crea delle aspettative, esattamente come per tutti gli altri
generi. Per esempio, se guarda una serie come C.S.I sa gi che un caso si risolve allinterno di una
puntata che dura circa 45 minuti, che non succede niente tra una puntata e laltra al di fuori dei casi e sa
anche che i personaggi sono sempre quelli. Se qualcosa cambia perch c una puntata speciale, come
per esempio quella realizzata da Tarantino dove il caso non veniva risolto in ununica puntata ma in
due.

Hitchcock, oltre ad aver realizzato diversi film molto famosi, realizz a partire dal 1955 episodi di
mezzora per la televisione. Reazione a catena uno di questi (visto in classe).
Comunque gli episodi realizzati da Hitchcock per la serie Hitchcock presenta sono diverse dalle
attuali fiction quali C.S.I., ER, ecc perch Hitchcock realizzava ogni episodio come un micro
film, con i suoi personaggi che sono diversi in ogni puntata e con storie indipendenti luna dallaltra. In
ogni caso stato il precursore della moderna fiction.
Un posto al sole stata la prima fiction realizzata in Italia, pi precisamente una soap opera.

SERIALIT:
Risale ai romanzi dappendice del 1800-1900; poi fu ripresa dai serial movies degli Anni 10-30, dai
fumetti, dalla radio e infine dalla televisione.
Consiste nella RIPETIZIONE NEL TEMPO, tutto basato sulla ciclicit nel tempo.
E proprio questo il meccanismo che sta alla base della fiction e il punto di forza della serie: lo
spettatore ha un appuntamento fisso (settimanale come per C.S.I., ma pu anche essere giornaliero
come per Beautiful) e non aspetta altro. E un appuntamento imperdibile!
Lo spettatore vuole vedere sempre le stesse cose e sempre gli stessi personaggi.
A questo punto si distinguono due categorie di personaggi:
SPETTATORE DI PRIMO LIVELLO: colui che guarda e gode nel vedere sempre le
stesse cose.
SPETTATORE DI SECONDO LIVELLO: colui che va oltre, non si accontenta dello
stesso meccanismo ripetuto, gode nel cogliere i particolari che differenziano la ripetizione.

Due sono i principali modelli di narrazione seriale, ai quali alla fine aggiungeremo altri due tipi che
sono la mini serie e il film per la tv.

1. SERIE schema narrativo costante. I personaggi sono fissi e non c evoluzione cronologica.
sSuddivisa in EPISODI che sono segmenti narrativi auto-conclusi con una lunghezza temporale
precisa.
2. SAGA (SERIAL) c uno sviluppo cronologico della storia e dei personaggi. Suddiviso in
PUNTATE che sono segmenti narrativi con sviluppo cronologico-sequenziale delle vicende.

Per esempio, per capire la differenza: C.S.I una serie e quindi posso vedere prima la decima puntata
poi la terza, tanto capisco lo stesso, invece di un serial, come 24 devo vedere le puntate in ordine
cronologico se no non capisco niente della storia perch linizio di una puntata nuova riprende la fine
della puntata precedente.
Il serial comunemente identificato con il CONTINUOUS SERIAL, contraddistinto da un elevato
numero di puntate e dalla lunghissima durata del percorso narrativo.
Si suddivide in due famiglie:
1. TELENOVELA: continuous serial CHIUSO.
Modellata sulle radionovele degli Anni 40 a Cuba, la cui produzione si concluse nel 1959 con la
rivoluzione. Dagli Anni 60 il Brasile divenne il maggior produttore di telenovele. Attualmente sono
molto diffuse in Brasile, a Cuba e a Puerto Rico.
Le telenovele focalizzano la narrazione su uno o due personaggi protagonisti, solitamente amanti, che
dopo innumerevoli vicissitudini riescono a vivere il loro amore liberamente.
Le prime puntate iniziano ad andare in onda prima ancora che sia stato deciso il percorso narrativo: le
reazioni del pubblico influenzano lo svolgimento delle vicende.
E prevista una fine dopo una lunga serie di puntate.
2. SOAP-OPERA: continuous serial APERTO.
Arriva in Italia solo negli anni 80. Caratteristica di USA, Europa (in UK si chiama real drama) e
Australia.
Ha una scansione temporale giornaliera ( una daily soap), come i radio serial degli anni 20-30.
Linteresse del pubblico, a maggioranza femminile, tenuto vivo grazie alla chiusura delle puntate con
un nodo narrativo non risolto (tecnica chiamata CLIFFHANGER), ripreso allinizio della puntata
successiva (HOOK).
Sono caratterizzate da una forte diluizione temporale: tempo reale e tempo narrato coincidono.
Le caratteristiche fondamentali delle soap sono FLESSIBILIT e VARIAZIONE (ci possono essere
situazioni di stallo narrativo in occasione di funerali, matrimoni o altre festivit). Unaltra caratteristica
fondamentale sta nel fatto che non prevista una fine, quando si inizia a scrivere la storia non si pensa
alla fine, come per la telenovela, dove prima o poi la fine arriver. La fine di una soap opera pu
arrivare per motivi esterni, come per esempio i bassi ascolti che costringono a chiudere la sua
produzione.
Si possono distinguere diverse soap opera: la soap DINASTICA, dove si narrano le vicende di una
famiglia potente e di alcuni personaggi esterni; la soap COMUNITARIA, dove i personaggi
appartengono a una stessa classe sociale o a una stessa comunit (la maggior parte delle soap italiane
sono di questo tipo); la soap di COPPIA, caratterizzata dallintreccio di vicende tra giovani coppie.
Negli Anni 70 molte donne iniziano a lavorare e per questa ragione diminuisce il pubblico femminile
delle daily soap cos nel 1975 viene pubblicata una rivista (Soap Opera Digest) che offre riassunti
delle puntate giornaliere oltre ad informazioni sul mondo delle soap.

Negli anni 80, quando la televisione vive un momento di grandi cambiamenti, avviene libridazione tra
serie e serial SERIE SERIALIZZATE o A INCASTRO: ogni episodio mantiene una propria
autonomia con una storia auto-conclusa alla fine dellepisodio ma presenta una continuit narrativa
interepisodica ovvero tra un episodio e laltro con evoluzioni cronologiche e in particolare con
evoluzioni che riguardano la vita privata dei personaggi.
Dawsons Creek un esempio di serie seriale.
Non posso iniziare a vedere una serie seriale dalla decima puntata perch se non farei molto fatica a
seguire e a capire. E proprio per questo che la serie seriale pi difficile da realizzare, perch per
prima cosa richiede un pubblico fedelissimo, capace di seguire tutte le puntate.

Ci sono due generi di serie seriali: la SIT-COM e il DRAMA.


SITUATION COMMEDY (sit-com) commedia basata sui dialoghi tra persone che condividono la
stessa vita familiare o lavorativa. Ogni episodio dura circa 30 minuti. Limpostazione molto teatrale:
lepisodio ripreso da pi telecamere in sequenza e poi montato successivamente. Risate e applausi
vengono aggiunti in postproduzione. (esempio: LA vita secondo Jim)

DRAMA si suddivide in sottogeneri: MEDICAL, POLICE, DETECTIVE, LEGAL, TEEN,


ADVENTURE Spesso sono influenzati dal cinema o dai fumetti.
Ogni episodio dura 60 minuti circa. Limpostazione cinematografica: per tutte le riprese si utilizza
una sola camera.
Generalmente, ogni stagione comprende 22-24 episodi (negli Anni 60 anche 35).
Ogni serie preceduta da un episodio pilota (pilot) nel quale si presentano la storia e i personaggi, che
successivamente diventa il primo episodio della serie.
La forza delle serie dipende dalla scelta del regista, dalle scelte della fotografia, ma soprattutto dalla
sceneggiatura e dai personaggi ai quali il pubblico si affeziona.

Negli Anni 80 avviene libridazione tra i due generi e ne nasce un terzo:


DRAMEDY si colloca a met tra drama e sit-com. Ogni episodio dura dai 30 ai 60 minuti ed
articolato il tre atti: lincipit, ovvero limpostazione; lo svolgimento con climax ovvero con un conflitto
o con un confronto; lo scioglimento finale con risoluzione e happy end.

Oltre alla serie e al serial, ci sono infine altri due tipi di fiction, che sono la mini serie e il film per la tv:
MINI-SERIE/MINI-SERIAL una forma seriale debole, suddivisa in 2-6 puntate, prevede uno
sviluppo cronologico delle vicende attraverso un percorso narrativo breve.
In Italia le miniserie prevedono una divisione in sole due puntate, secondo tre filoni principali:
1. quello storico-biografico
2. quello incentrato sugli adattamenti letterari del passato
3. quello ispirato allattualit
Un esempio di mini serie pu essere Nassirya, Attacco allo stato, Donne sbagliate, ecc

FILM PER LA TV una storia compiuta di 90 minuti circa che non presenta caratteristiche seriali, ma
molto pi simile ad un lungometraggio cinematografico.

Lautore di fiction identificato in due figure:


CREATOR. E colui che crea la fiction, delineandone gli sviluppi. Di solito lo
sceneggiatore principale.
(EXECUTIVE) PRODUCER. E colui che supervisiona la scrittura, lorganizzazione del
materiale e la realizzazione della serie, decidendo la linea editoriale-artistica
In Italia queste due figure non sono ancora ben codificate.

STORIA DELLA FICTION:

GOLDEN AGE: periodo della televisione americana (Anni 40-50) in cui ci fu una massiccia
produzione di TELEDRAMMI nati per attirare laudience delle nuove famiglie delle aree suburbane ed
elevare lo status del medium televisivo.
I teledrammi sono prodotti a New York fondendo elementi del teatro (come per esempio elementi dei
musical di Broadway), della radio e del cinema. Si organizzano secondo la formula della serie
antologica: i personaggi e i luoghi ogni volta sono differenti. Sono trasmessi generalmente in prima
serata e in diretta.
Dalla fine degli Anni 50 i teledrammi iniziano ad essere registrati su pellicola e poi videoregistrati su
pellicole Ampex (dal 1956). Anche se esteticamente continuano a seguire il modello della diretta,
possono essere replicati allinfinito, trasmessi su circuiti tv locali (facilitando linserimento delle
interruzioni pubblicitarie) e venduti allestero.
Gli studios cinematografici non possono avere un proprio canale televisivo, cos si specializzano
ognuno in un particolare genere e iniziano a produrre fiction per la tv.
NEW GOLDEN AGE: dagli Anni 80 si rompe il monopolio dei tre grandi network ABC, CBS, NBC
(nel 1986 nasce la Fox) e comincia una differenziazione della domanda e dellofferta.
Nascono le SERIE SERIALIAZZATE e il genere ibrido del DRAMEDY.
Molto diffusa diventa la pratica della citazione.

STORIA DELLA FICTION IN ITALIA: dal TELETEATRO ai TELEROMANZI RAI

La FICTION ITALIANA nasce in linea con lintento pedagogico della RAI, agganciandosi alle
commedie del teatro italiano, alle opere liriche, ai concerti, al cinema popolare nazionale.
* 1954-62: preistoria dello sceneggiato televisivo in Italia.
Si deve parlare di TELETEATRO.
Erano tratti da opere letterarie, venivano trasmessi in diretta (andavano in onda il sabato sera con
replica, sempre in diretta, la domenica) e avevano un fine pedagogico.
* 1962-65: nel 1962 viene introdotta la tecnologia Ampex, che permette di registrare le riprese e
trasmetterle in un secondo momento. Aumentano le riprese in esterni e gli sforzi scenografici.
C una forte rottura con il teleteatro.
* 1965-75: permane la tradizione del TELEROMANZO letterario realizzato in studio a cui si affianca
la nuova produzione di SCENEGGIATI sempre pi vicini al modello cinematografico (innovazioni
tecnologiche, per esempio viene introdotto luso della pellicola). La realizzazione degli sceneggiati su
pellicola, dati gli alti costi, viene data in appalto a grandi produttori cinematografici (collaborazioni di
RAI e tv straniere).
* dal 1975: le emittenti private iniziano ad importare prodotti seriali americani, mentre la RAI
continua, con un calo progressivo, a produrre fiction italiane.
* dal 1995: rilancio della fiction italiana puntando sui modelli americani (detective story e poliziesco)
* Il nuovo millennio: dopo aver puntato su programmi di attualit, quiz, talk-show, reality-show,
ecc si riprende la produzione di fiction italiane, toccando il punto massimo nella stagione 2000-01
(650 ore di fiction trasmesse da RAI e Mediaset).

TELETEATRO: ripresa televisiva e messa in onda di spettacoli teatrali. Questo avveniva il venerd
sera (in replica la domenica) e il marted sera.
Ne esistevano due modalit: in diretta (fino agli Anni 60) con lo spazio e il tempo della narrazione che
sono teatrali (tre telecamere); oppure in traduzione, che consiste nella messa in scena televisiva di
unopera teatrale (movimenti di avvicinamento o allentamento della telecamera, molteplicit di punti di
vista)

SCENEGGIATO o TELEROMANZO: adattamento letterario per il piccolo schermo di grandi opere,


suddivise in ATTI, cio puntate molto simili a quelle della miniserie. Gli attori provengono dal
teatro. Dialoghi e monologhi predominano sullazione.
Anton Giulio MAJANO considerato linventore dello sceneggiato per aver intuito le possibilit di
successo di questa nuova forma espressiva (Piccole donne in 4+1 puntate, contro le 2 previste).

STRUTTURA DELLA FICTION ITALIANA:


La serie allitaliana composta da 4-8 episodi (di 90 minuti circa) con una struttura ad incastro (come
nella serie serializzata) che prevede una conclusione nellultimo episodio (come nella miniserie). Nei
casi di continuit multistagionale, ogni serie annuale segnalata da un numero progressivo (per
esempio, Distretto di polizia 2, Distretto di polizia 3, ecc)

La vera debolezza della fiction italiana sta nella sceneggiatura e nellideazione, nel senso che molto
spesso si fa affidamento a storie gi scritte o a format stranieri.
A differenza della fiction americana, quella italiana difficilmente rappresenta in modo realistico la
quotidianit o tematiche sociali contemporanee.

INTRATTENIMENTO
QUIZ SHOW & GAME SHOW
Sono un genere televisivo che nato nella seconda met degli Anni 40 in USA.
Consiste in un gioco a premi (dal 1954 in USA non sono pi considerati gioco dazzardo), su modello
di quelli radiofonici, o in uno spettacolo basato su prove di abilit, conoscenza, memoria che
coinvolgono pi concorrenti e sono finalizzate ad uno scopo (jackpot, premio finale).
Tutto volto alla spettacolarizzazione dellevento, che rimane incentrato sul meccanismo di gioco.

LA STORIA DEI QUIZ:


I BIG MONEY QUIZ SHOW rendevano alcuni concorrenti delle vere e proprie celebrit, cos, per
trasformare quei concorrenti in eroi imbattibili e mantenere alto linteresse del pubblico, certi
programmi truccavano le domande. Lo scandalo scoppi per esempio nel 1958 (gioco a premi Dotto"
e successiva confessione di Van Doren, campione di Twenty-One") che mise in crisi i quiz show.
A partire dagli anni 60 le emittenti televisive puntarono cos sui GAME SHOW, programmi in cui
prevaleva il contorno spettacolare. In seguito proliferarono i LOVE GAME SHOW, basati su trame
amorose e giochi legati alla preparazione tecnica del concorrente.
Dagli Anni 70 ritornarono in USA giochi a premi con jackpot consistenti, registrando un calo negli
Anni 80-90, per essere poi riproposti con formule rinnovate allinizio del nuovo millennio.

In ITALIA vennero spesso ripresi format americani, che per, mal adattandosi al palinsesto (duravano
solo 30 minuti), vennero subito re-interpretati con una fisionomia originale.
Gli elementi pi rilevanti di questa interpretazione sono:
presenza di una valletta
enfasi delle particolarit dei concorrenti
personalizzazione del programma in funzione del conduttore
presenza di ospiti illustri e padrini
introduzione di filmati, inserti, canzoni ecc tra una domanda e laltra

Il gioco a premi neotelevisivo, utile a riempire gli spazi vuoti del palinsesto, in linea con lottica della
televisione commerciale: promette bassi costi, sponsor e spazi pubblicitari.
Negli Anni 80 si comprese che era quindi pi conveniente acquistare i diritti di un format gi
collaudato e portarlo sugli schermi italiani con qualche minima modifica (soprattutto la scelta del
conduttore). Dalla met degli Anni 90 si sperimenta la posizione strategica di un gioco a premi in
fascia preserale, che fa da traino per il telegiornale.

Esistono diverse forme di gioco a premi:


TELEQUIZ CLASSICO, che nasce in USA negli Anni 40. In Italia arriv negli Anni 50.
Richiede conoscenze approfondite. Un esempio stato il grande Lascia o raddoppia?.

Gioco a premi POPOLARE. Acquista importanza dopo lo scandalo del 1958. (vedi sopra)
Richiede una competenza prettamente quotidiana. Il clima in studio volutamente drammatico, e la
fortuna svolge un ruolo determinante. Un esempio La ruota della fortuna.

Gioco a premi SPETTACOLARE.


Richiede una competenza quotidiana. E unibridazione tra il gioco a premi, il telequiz e
lintrattenimento leggero ed caratterizzato da un contorno spettacolare.
Un esempio Passaparola.
Gioco a premi AMOROSO
Non richiede alcuna competenza, se non riguardo al partner.
Il meccanismo ludico serve per mettere in scena un gioco ibrido tra talk-show e reality-show.
Un esempio stato Il gioco delle coppie.
TELEQUIZ NUOVO: nasce negli Anni 90 come riadattamento del telequiz classico.
Richiede competenza di cultura generale, articolata secondo diversi livelli di gioco.
Si presenta come format adattabile con poco sforzo in diversi paesi. Un esempio Chi vuol essere
milionario?

VARIET
E il terzo macrogenere della programmazione televisiva (gli altri due sono la fiction e l
informazione).
il risultato di una sintesi tra la tradizione teatrale, quella radiofonica e il modello dei grandi show
americani degli Anni 50, che influenzano laggiunta del cabaret e la perdita del conduttore e
dellospite fisso.
Allinterno del variet italiano, Antonello FALQUI rappresenta la classicit con il suo buon gusto e il
suo senso critico, mentre Enzo TRAPANI rappresenta linnovazione con le sue nuove tecnologie e l
assenza del conduttore.
I generi non muoiono, ma si trasformano e assumono sembianze diverse: una volta si cercavano nomi
prestigiosi, coreografie elaborate, costumi e grandi orchestre; adesso si pensa prima a come catturare
lattenzione del pubblico, si sceglie la strategia da attuare e poi si costruisce su queste basi una
parvenza di spettacolo.
Oggi ci sono molti esempi di variet: il variet travestito da giornalismo in Striscia la notizia, la
comicit involontaria di Blob, gli aspetti paradossali della vita di Paperissima...

CULTURA E DIVULGAZIONE
Il concetto di CULTURA stato inteso di volta in volta a seconda di specifiche restrizioni.
WILLIAMS per esempio parla di cultura vissuta, che un insieme di abitudini, rituali, cerimonie,
pratiche condivise e riconosciute, pratiche artistiche, letterarie ed intellettuali con i rispettivi risultati
(opere darte).
Secondo lui la persona colta colui che mostra competenza sulluniverso culturale.

La cultura in tv intesa principalmente come divulgazione: necessaria la mediazione della tv


perch il pubblico comprenda unopera darte, un testo letterario ecc
La tv si impossessa dei valori che recupera dal patrimonio culturale e, dopo averli manipolati e
massificati, li divulga.
La televisione usa una lingua standard, ovvero parlata e informale, che, unita alle immagini, crea un
linguaggio nuovo, pi adeguato alla societ moderna.

La cultura si ritaglia fin da subito un suo spazio televisivo: il primo programma letterario del 3
gennaio 1953 (un anno prima dellinizio delle trasmissioni regolari).
Allinizio per non si dava spazio alle immagini, si facevano prevalere le parole e si utilizzava un
linguaggio troppo specialistico oppure eccessivamente semplificato: il risultato era una tv lenta e
noiosa a causa del metodo educativo.
Dal 1969 nasce la Direzione centrale dei Programmi tv Culturali e di Integrazione Scolastica, che era
un organismo preposto a coordinare la programmazione per il pubblico dei bambini e dei giovani.
Vennero creati programmi finalizzati alleducazione permanente.
La direzione era affidata a Fabiano Fagiani.
Le rubriche dei programmi culturali erano principalmente rivolte ad un pubblico pi colto e preparato,
basti notare che i programmi andavano in onda in seconda serata. Gradualmente le cose cambiarono
rispetto al passato: al conduttore che spiegava i vari argomenti venivano inserite le immagini e sempre
pi frequente divenne luso dei filmati. Emerse la figura dellesperto che illustra il tema di propria
competenza.
Nacque il Dipartimento Scuola Educazione (DSE): quattro strutture di programmazione dedicate a
scuola, cultura, lavoro, aggiornamento professionale con lobbiettivo di fornire un servizio di
educazione permanente e integrativo rispetto alle istituzioni scolastiche, attraverso le trasmissioni
televisive. Alle trasmissioni (es.: Telestoria, Scuola aperta) si affiancano iniziative multimediali:
libri, fascicoli, videocassette realizzate in collaborazione con la RAI.
Dal 1978 al 1983 il responsabile della DSE Luciano Rispoli.
Nel 1997 nasce il canale tematico satellitare Raisat1 Cultura e Spettacolo, che dal 1999 entra a far
parte dellofferta di Telepi insieme a
Raisat Art, che propone uno slot di 4 ore ripetuto sei volte al giorno con appuntamenti fissi.
Rai Educational, programmazione culturale di tipo divulgativo ed educativo, diviso in RaiEdu Lab1
(mondo del lavoro e aggiornamento professionale) e in RaiEdu Lab2 (cultura, soprattutto libri).
Alcuni programmi di RaiEdu sono proposti di mattina o di notte anche sulle tre reti RAI nazionali.
Lavvento di internet ha prodotto alcuni cambiamenti sostanziali nei processi di acquisizione e
conservazione delle conoscenze.
Scompare la figura dellesperto in favore del testimonial culturale: la persona autorevole non quella
che sa tutto, ma quella che ha un punto di vista pi originale.

CARTONI ANIMATI
Questo non un genere di seconda categoria, non inferiore a nessun altro genere televisivo.
Hannah e Barbera sono stati i primi a trasportare questo genere dal cinema alla televisione, generando
una vera e propria rivoluzione del genere. Infatti, quando i cartoni si realizzavano per il cinema si
disegnavano tutti i movimenti, molto particolareggiati, e la comicit era affidata ai movimenti stessi.
Questo non si pu pi fare quando i cartoni vengono realizzati per la tv, perch i costi sarebbero troppo
elevati. Allora la comicit si bas sui dialoghi, si rideva per quello che si diceva e non per quello che si
faceva (questa la comicit delle sit-com). In questo modo si poteva far muovere solo la bocca dei
personaggi e non tutto il corpo, realizzando un numero di fotogrammi molto inferiore.
1960 Hannah e Barbera creano i Flinstones. Questo cartone segna una svolta fondamentale perch
lanimazione iniziava a diventare anche per gli adulti e non solo ed esclusivamente per i bambini. I
Flinstones furono la prima animazione seriale trasmessa in prima serata perch appunto era anche per
gli adulti.
Negli anni 70 tutto entra in crisi, per poi esserci una ripresa negli anni 80: nel 1988 al cinema cera
Roger Rabbit, nel 1989 furono creati i Simpsons, che erano i figli dei Flinstones, il cui intento
era quello di denunciare la societ moderna.

TV e BAMBINI
possibile distinguere la programmazione televisiva per bambini in quattro fasi:

1. Anni 50-60
un momento di forte sperimentazione, basato sullobiettivo di istruire divertendo.
Le trasmissioni fanno particolare attenzione ai bambini:
Raiuno trasmette programmi per ragazzi, articolati per fasce det e sesso.
Raidue (dal 1961 fino al 1975) trasmette programmi solo per un pubblico adulto.
Vengono prodotte trasmissioni in studio con protagonisti i bambini. Le attivit che si svolgono in
queste trasmissioni sono filastrocche, lavoretti manuali, giochi di squadra.
I cartoni animati fanno il loro ingresso in tv nel 1957 (nel 1958 i primi di Walt Disney).
Vengono anche importati film e telefilm per ragazzi da UK e USA, mentre atri sono realizzati dalla
stessa RAI.
Alcuni studiosi del Childrens Television Workshop dimostrarono che la tv era in grado di attenuare
le differenze culturali tra bambini di diversi contesti sociali.

2. Anni 70
La tv per ragazzi perde la sua specificit, c una vera e propria rottura degli schemi tradizionali. Si
rinuncia al pedagogismo degli anni precedenti e la tv diventa un momento di svago per tutta la
famiglia.
La direzione delle trasmissioni per ragazzi allinterno della Direzione centrale dei Programmi tv
Culturali e di Integrazione Scolastica (1979) affidata a Giuseppe Lisi, che crea quattro servizi distinti:
trasmissioni per bambini (di Paola De Benedetti), trasmissioni per ragazzi (di Corrado Bigi),
trasmissioni per giovani (di Cesare Graziani), trasmissioni per famiglie (di Giovanni Tantillio).
Raidue tenta di tornare a istruire divertendo, proponendo sia programmi fiabeschi sia di attualit.
Anche la tv privata (dal 1976 c la fine del monopolio RAI) si preoccupa di intrattenere il pubblico dei
pi giovani negli spazi liberi pomeridiani. Arrivano in Italia gli anime giapponesi e molti telefilm di
importazione USA, con un conseguente crollo della produzione autoctona: nessun telefilm italiano
prodotto tra 1978-82.

3. Anni 80-90
La programmazione televisiva pubblica e privata si omologa in modo considerevole.
La concorrenza tra RAI e Mediaset basata sui cartoni animati e sui programmi contenitore, ovvero su
trasmissioni piuttosto lunghe che legano tra loro, tramite la figura del conduttore, pi cartoni o telefilm,
un esempio di queste trasmissioni Bim Bum Bam.

4. NUOVO MILLENNIO
Scompare il programma contenitore, ed emergono canali tematici satellitari.
Nascono diversi cartoni animati europei e trasmissioni destinate ai bambini di et prescolare.
La legge Mamm (1990) vieta la pubblicit allinterno dei cartoni animati e la programmazione di film
VM18, invece quelli VM14 possono essere trasmessi dopo le 22.30.
Dal 1996 Canale 5 adotta un sistema di segnaletica come guida per un uso pi consapevole della tv (i
famosi bollini verde, giallo e rosso), in seguito adottata anche da altri canali.
Nascono anche programmi di informazione condotti da bambini (Neonews di S. Scialotti) e un vero e
proprio tg per ragazzi (Tg ragazzi su Raitre).
Dal 1997 la RAI ha iniziato la produzione di cartoni animati italiani (co-produzioni internazionali),
mentre Mediaset si concentrata sullacquisto di prodotti giapponesi e statunitensi.

SPORT
La prima radiocronaca di una partita di calcio risale al 1928: Italia-Ungheria.
Dal 1933 ogni domenica veniva trasmesso il secondo tempo di una partita di serie A. Non veniva
trasmessa tutta la partita per paura che la gente disertasse gli stadi.
Dal 1953 il Coni invita le federazioni sportive a prendere accordi con la RAI per la messa in onda
degli eventi sportivi.
La prima diretta di una partita di calcio viene trasmessa gi nel 1954: Italia-Egitto (5-1).
Dello stesso anno la prima eurovisione: Italia-Svizzera (Italia eliminata agli ottavi dei mondiali).

Si sviluppano nuove tecniche di ripresa per meglio adattarsi alle diverse discipline (per esempio gi dal
1958 era in uso la telecamera mobile per il ciclismo) e gli stessi eventi sportivi si adattano ai ritmi della
tv (le partite dei mondiali di calcio del 1986 erano giocate secondo il fuso orario europeo per garantire
la diretta ad orari normali, non secondo quello messicano come era avvenuto nel 1970).
In una prima fase storica, la televisione mostra un atteggiamento di sudditanza nei confronti dello sport.
Dalla seconda met degli Anni 70 si registra un aumento vertiginoso delle ore di trasmissione sportive,
anche grazie alle trasmissioni via satellite e in mondovisione, e gli sport pi popolari si adeguano alla
rielaborazione in segni audiovisivi, per esempio il pallone da calcio bianco, il tie-break nel tennis, ecc...
Le tecniche della moviola e le nuove telecamere aeree o micro permettono al pubblico a casa di godere
delle stesse emozioni del pubblico presente nelle arene, anzi, da casa si hanno maggiori parametri di
giudizio sulle gare di quelli che si hanno dal vivo.
La televisione abbandona la riproduzione oggettiva dellevento agonistico per rielaborare il fatto
sportivo secondo nuovi spazi e ritmi del tutto televisivi, compresa la caccia allaudience. Spesso
levento sportivo diventa la cornice di un programma televisivo, rivolto anche ai non-tifosi, incentrato
su dibattiti, gag, rubriche, discussioni animate e anche vere e proprie risse.

Dagli Anni 90 i principali eventi sportivi, soprattutto calcistici, vengono trasmessi sulle pay-tv,
lasciando libero lo spettatore di scegliere quali eventi guardare: per differenziare la propria offerta da
quella della tv generalista, le pay-tv utilizzano regie e telecronache innovative.

GENERI NEOTELEVISIVI
TALK-SHOW: spettacolo di conversazione.
un MACROGENERE che comprende programmi anche molto diversi sul piano contenutistico o di
costruzione linguistica.
Negli Anni 80-90 modifica e ingloba linformazione politica, economica, sportiva e culturale,
mettendo in scena il mondo privato della gente comune o di persone note.

Essenziali sono la CONVERSAZIONE, che sta alla base dei programmi che trattano temi diversi, e la
STRUTTURA RIPETITIVA.
Il tutto avviene sotto la guida di un ANCHORMAN che stabilisce gli argomenti e i ritmi della
discussione. In un talk-show tutti hanno diritto di parola e il conduttore si avvicina sempre di pi al
pubblico, incarnando la voce della gente. Il talk-show classico si costruisce in modo centripeto attorno
alla figura dellanchorman. In Italia, lanchorman per eccellenza Maurizio Costanzo.
Si sviluppano per anche talk-show a modello centrifugo, nel quale le opinioni del pubblico preparato
sullargomento sono pi rilevanti del conduttore stesso.

Il PUBBLICO del talk-show si divide tra quello presente fisicamente in sala e quello davanti alla tv,
che insistentemente rappresentato ed evocato. Se il pubblico non fisicamente presente, pu
comunque partecipare da casa attraverso telefonate, email, sms, sondaggi, ecc

Isabella PEZZINI propone unarticolata organizzazione dei talk-show:

INCONTRO-CONVERSAZIONE: Maurizio Costanzo Show


C un colloquio informale tra pi persone e si viene a creare unatmosfera amichevole.
Va in onda con leffetto della diretta, nel senso che registrato.
Il conduttore ha sempre un ruolo centrale.
Gli ospiti sono esperti nella loro disciplina.
Solitamente c una scarsa multimedialit.
Il pubblico in sala interviene e interagisce con gli ospiti.
INCONTRO-DISCUSSIONE: Amici
C un esame approfondito di una questione da parte di persone che cercano di convincersi
a vicenda.
Quasi sempre trasmessa in diretta.
Il conduttore affiancato da un esperto, con un rapporto simmetrico o gerarchico.
E presente la multimedialit, in particolare con il telefoto.
Il pubblico in studio costituito dalle stesse persone che discutono.

INCONTRO-INTERVISTA: I fatti vostri


C un colloquio tra un giornalista e una persona ritenuta importante o interessante.
Latmosfera seria.
Viene trasmesso in diretta o comunque con leffetto diretta.
E composto principalmente da unintervista intensa e da rubriche.
Il conduttore ha una funzione esplicativa.
Il pubblico presente in studio si limita ad ascoltare e a applaudire, quello da casa pu
chiamare e quindi intervenire telefonicamente.

FACCIA A FACCIA: Mi manda Raitre


E costituito da unintervista che si concentra sul confronto tra due interlocutori, con un
esito finale di vittoria o di sconfitta.
Non mai trasmesso in diretta, ma con un forte effetto diretta.
Il conduttore ha il ruolo di moderatore e pone quesiti e propone approfondimenti.
C una scarsa multimedialit.
Il pubblico da casa il vero destinatario dellevento, infatti il pubblico presente in studio
interviene molto raramente.

DIBATTITI: Porta a porta


Costruito con pubbliche discussioni prestabilite. Ognuno libero di intervenire e di dire la
sua opinione.
Viene trasmesso in diretta. Tutto programmato e prestabilito: la lunghezza degli interventi
e il loro ordine.
Il conduttore ha una personalit forte e pu essere accompagnato da aiutanti con ruoli
prefissati.
C una scarsa multimedialit.
Il pubblico interviene faccia a faccia con gli oratori.
Gli ospiti sono numerosi.

REALITY TV
Questa definizione stata coniata per tutte le trasmissioni che hanno cercato di istituire un rapporto pi
diretto con la realt, lasciando spazio allirruzione degli avvenimenti reali allo stato puro.
Indica una prassi comunicativa neotelevisiva che riguarda tutti i programmi che presentano EVENTI,
PERSONAGGI e LOCATION VERI E CONTEMPORANEI, si assiste in diretta agli avvenimenti.
Il padre della tv-verit in Italia da considerarsi Angelo GUGLIELMI (direttore di RAITRE, 1987-
1994) che volle raccontare al telespettatore i moti, le rabbie e i sentimenti degli italiani.
La tv-verit, prima ancora che svelare la realt dei fatti, mostra la tv stessa nellatto del suo farsi.
I programmi della tv-verit hanno una struttura che tende a sottolineare la natura di filtro asettico della
televisione: la tv una cornice entro la quale fluisce limprevedibilit del reale e il finale incerto.
Allinterno della reality tv ci sono diversi sottogeneri, che sono: la REAL TV, il REAL MOVIE, la
DOCU SOAP, il REALITY SHOW.

REAL TV
Comprende tutti quei programmi in cui la televisione FILMA IL REALE in modo neutro, rendendo
lessenzialit del fatto il vero motivo di interesse del pubblico.
Rientrano in questa categoria i FILMATI AMATORIALI, tragici (Real TV) o comici
(Paperissima), e le CANDID CAMERA (in USA nasce nel 1960, in Italia nel 1964 con Nanni Loy
Specchio segreto")
La real tv ha sempre a che fare con un evento o un racconto straordinario o con una crisi a cui partecipa
e collabora attivamente lo spettatore (un esempio di partecipazione in Chi lha visto?" dove il
pubblico pu chiamare per dare informazioni.)

REAL MOVIE
Tentativo di FONDERE FICTION e ATTUALITA alla ricerca di un forte effetto di realt.
Si caratterizza per lambientazione in set reali, assenza di professionalit degli attori, tematiche
estranee alle fiction (un esempio lemarginazione urbana ne I racconti di Quarto Oggiaro, G.
Squizzato, 1999)
DOCU-SOAP
Prodotto seriale che fonde il registro illustrativo-informativo del documentario e quello
melodrammatico delle soap opera. un genere poco popolare in Italia ma molto diffuso in UK e USA.
Il suo intento prettamente evasivo e di intrattenimento.
REALITY-SHOW
Programma basato su situazioni reali che coinvolgono persone comuni, presentate in un contesto
narrativo avvalendosi di collegamenti in diretta (o pre-registrati).
ambiguo perch al tempo stesso realt ma anche puro divertimento.

Le principali CARATTERISTICHE del genere sono:


RUOLO ATTIVO giocato dalla televisione: la tv che crea levento, che svela il volto
privato dei vip, che realizza i sogni, che dirime le controversie ecc
RUOLO DI COMPLICE consenziente della gente comune: la gente comune che fornisce
il materiale grezzo su cui costruire il reality
CONTENUTI RELATIVI ALLA SFERA QUOTIDIANA: i sentimenti sono presentati con
melodrammaticit
REALTA mostrata provocata, costruita, preordinata in un formato: struttura narrativa
standardizzata e di facile memorizzazione (tipiche frasi o azioni riproposte sempre uguali)

La distribuzione dei grandi format internazionali (come per esempio il Big Brother"o "Fame")
avviene con un sistema di multipiattaforma (canali terrestri, digitali, internet) che permette di
proiettarli verso una dimensione pi ampia di quella prefissata dalle regole del genere.

I PROTAGONISTI dei reality show sono persone che accettano di spogliarsi del proprio anonimato e
di accedere al meccanismo della messa in scena.
Il COPNDUTTORE del programma interviene attivamente a modificare il mondo del reality.

Ci sono diversi tipi di reality show:


UTILITY TELEVISION (o TOOL TV): programmi di difesa del cittadino e del
consumatore (esempio: Forum", Mi manda Raitre", ecc)
LIGHT SHOW (o LIGHT ENTERTAINMENT): forme di spettacolo leggere e a basso
costo. Si divide in tre sottogeneri:
1. EMOTAINMENT: lelemento emotivo, ovvero la dimensione quotidiana dei sentimenti,
di fondamentale importanza: sogni che si avverano, incontro e riconciliazione,
trasformazione fisica, passato televisivo di personaggi ormai noti (esempio:
Stranamore, C Posta per Te, ecc)
2. PEOPLE SHOW: programmi di intrattenimento che utilizzano meccanismi di gioco i
cui protagonisti sono gli spettatori (esempio: La corrida")
3. CELEBRITY SHOW: il percorso basato sullinganno, ovvero su uno scherzo tipo
candid camera. I personaggi noti sono le inconsapevoli vittime del programma.
(esempio: Scherzi a parte)

I format della contemporanea reality tv sono ormai suddivisi in numerosi sottogeneri ed difficile
darne una precisa classificazione tematica.
Si distinguono comunque programmi basati sulla competizione tra ballerini, cantanti e attori (Amici);
sulle vicende di un singolo cantante (o band) che tenta la scalata al successo; sulla sfida alla natura
(Lisola dei famosi, La Talpa); sulla conquista amorosa (Uomini e Donne) e persino sulla guerra.
N.B:
Se nella real tv il mezzo televisivo si apre al mondo pretendendo di rappresentare i suoi aspetti
particolari in modo verosimile, nel reality show il mondo stesso che si fa televisione.

PUBBLICIT
Anche la pubblicit pu essere considerata un GENERE TELEVISIVO perch molto di frequente gli
spot pubblicitari sono popolati da personaggi televisivi in qualit di testimonial.
La comunicazione pubblicitaria televisiva ha delle proprie regole, pi che altro dettate dalla censura.
In ogni caso, gli spot sembrano assomigliare sempre di pi a vere e proprie trasmissioni televisive.

CAROSELLO
In onda dal 1957 al 1977, tra la fine del Tg serale e il programma in prime time.
I bambini aspettavano con trepidazione il Carosello e venivano messi a letto appena finiva.
considerato la PRIMA FORMA espressiva della pubblicit italiana.
La comunicazione pubblicitaria era costruita in modo da separare nettamente spettacolo e informazione
commerciale.
I cortometraggi duravano 2 minuti e 15 secondi suddivisi in due tempi: la prima parte era spettacolare (
di 1 minuto e 45 secondi) che rappresentava una storia conclusa, la seconda parte (il codino, lungo 30
secondi) era dedicata al messaggio pubblicitario.

STORIA DELLA PUBBLICITA


Allinizio la pubblicit inizi a reclutare attori di teatro, di cinema e comici della rivista, trasferendo sul
piccolo schermo i siparietti di avanspettacolo, ovvero battute conosciute dal pubblico.
Nasce cos la figura primordiale del testimonial.
Durante gli Anni 70, per evitare che il prodotto pubblicizzato venisse oscurato dal testimonial famoso,
si iniziarono a scegliere persone sconosciute, che erano i rappresentanti della realt sociale.
Negli Anni 80 si ritorn alla scelta di testimonial famosi per dare pi credibilit ai prodotti: la
differenza rispetto alle origini che il vip non doveva recitare ma essere il pi possibile s stesso.
La scelta del testimonial diventa sempre pi attenta e deve rispondere a precise strategie di marketing e
valutare il gradimento del pubblico.
Gli Anni 90 segnano il periodo della crisi della marca industriale, in seguito alla crisi economica del
1991, quando iniziarono ad arrivare i prodotti economici a basso costo dei discount.
Per cercare di attirare nuovamente lattenzione dei consumatori sui prodotti di marca vengono
riproposte situazioni e personaggi di Carosello (esempio: la bionda della Peroni, Calimero per il
detersivo Ava, ecc)
Nel 1998 si ha poi la nascita dellADVERTAINMENT, ovvero la creazione di una storia a puntate con
il fine di vendere un prodotto. Questa strategia fu adottata in seguito al grande successo delle fiction
prodotte in Italia in questi anni.
Si tratta di spot che offrono unevoluzione delle vicende di alcuni personaggi primari a cui, di volta in
volta, si aggiungono dei personaggi secondari.
La pubblicit cerca di costruirsi degli spazi di appuntamento con il consumatore, seguendo proprio la
logica televisiva; la fiction pubblicitaria, che piace come le fiction televisive, si presenta come una
forma comunicativa per dare spazio ai contenuti, divertendo.
La serialit pubblicitaria (serie o serial) si basa sullaffezionamento del consumatore. A questo segue
che, non di rado, le pubblicit siano in grado di generare personaggi televisivi (esempio: Megan Gale).

LA STORIA
La televisione ha un duplice rapporto con la memoria, dovuto alla sua duplice funzione:
1. FUNZIONE ANTROPOLOGICA memoria collettiva
Consente di conservare le abitudini, ovvero i comportamenti, i valori e i modi di vita di una
comunit, trasmettendole.
2. FUNZIONE STORICA memoria storica
la traccia del passato nel presente, infatti certe immagini formano la memoria di una nazione.

Le opere cinematografiche iniziano ad essere considerate delle fonti durante gli Anni 30, grazie alla
Nouvelle Historie di FEBVRE e BLOCH.
Le prime elaborazioni scientifiche in questo campo si hanno per solo alla fine degli Anni 60.
In Italia la prima analisi relativa ai problemi delluso del materiale cinematografico come fonte per la
storia fornita da MURA (Film storia e storiografia).
La fondazione del primo archivio cinematografico italiano risale al 1935, ma la televisione organizza il
proprio capitale conoscitivo solo a partire dagli Anni 90.

Possiamo distinguere quattro tipi di programmi televisivi in base al loro rapporto con la storia:
1. Trasmissioni in cui nulla lasciato allinvenzione: documentari, dibattiti, ecc
2. Programmi a evocazione storica, con ricostruzioni finalizzate a restituire il passato nel modo pi
fedele possibile
3. Film di guerra, nei quali la storia non il fine ma il mezzo per narrare unaltra storia
4. Film in costume in cui la storia un pretesto che serve ad evocare una realt da sogno

La storia entra nel palinsesto della paleotv attraverso lo sceneggiato storico per narrare le biografie di
personaggi famosi. In queste produzioni la storia solo un pretesto: lo scopo creare una favola
sentimentale per rendere eccitante, per lo spettatore moderno, un evento storico.
La paleotv sviluppa anche una sorta di fiction documentaria senza intrigo, in cui la ricostruzione
drammatica molto discreta e ogni fatto si basa su una ricerca documentaria. In questi programmi il
conduttore guida i telespettatori attraverso la storia.
Negli Anni 60-70 si sviluppa la televisione storica adatta ai ragazzi o quella addirittura teorica (sono
spiegati gli insegnamenti della ricerca storica), oltre a programmi contenitore di tema storico.
Negli anni nascono anche programmi ibridi in cui spettacolarit e scientificit si mescolano.
Nellera neotelevisiva si ripropone un nuovo uso degli archivi, riciclando spezzoni di telegiornali e
trasmissioni di molti anni prima (esempio: Schegge"). Oppure si re-interpretano servizi di attualit
facendo la satira del tg (esempio: Striscia la notizia").

Il crescente interesse verso la storia del Novecento si spiega con la volont di identificazione del
pubblico che stato contemporaneo agli eventi ( un modo per ritrovare il proprio vissuto) e con la
necessit di utilizzare il materiale degli archivi per produrre trasmissioni a basso costo.

La storia entra in tv solo parzialmente, obbligata a sottomettersi alle esigenze del medium.
La tv per pu essere un mezzo utile alla divulgazione scientifica, o uno strumento per la ricerca.
In proposito, esistono due differenti approcci ideologici a seconda che il materiale darchivio sia
cinematografico o televisivo.
Allassimilazione delle fonti cinematografiche e televisive (usata in passato), oggi si contrappone
leterogeneit dei due materiali. In ogni caso, al di l delle differenze tra i due mezzi, la nozione di
soggetto rimane fondamentale (fonte emittente, condizioni di produzione, funzione del testo).

SECONDA PARTE
LA STORIA DELLA TELEVISIONE

La televisione un ISTITUZIONE. Unistituzione un complesso di norme e valori che influiscono e


regolano i rapporti sociali di un gruppo pi o meno esteso di persone. Ma la televisione unistituzione
anche perch sta diventando sempre pi agenzia di socializzazione, fonte di immagini della realt e di
immaginario condiviso, strumento di relazione, ecc
Dalla seconda met dellOttocento, si assiste a un fenomeno veramente nuovo:
lINDUSTRIALIZZAZIONE DELLA CULTURA. La cultura entra a far parte del mondo industriale
nel senso che i libri iniziano a essere venduti su pi larga scala, esattamente come i giornali, nasce la
fotografia che entra a far parte del commercio, nascono il cinema e la televisione. La cultura viene
venduta, comprata, attorno a quella c un vero e proprio profitto, il nuovo campo in cui investire
soldi. Siccome la cultura diventa commerciale, essa perde la sua autenticit e la sua sacralit. Se prima
della fine dellOttocento un libro poteva essere posseduto da poche persone, in generale da quelle pi
ricche, quindi da unelite, con linizio del Novecento i libri erano venduti a migliaia di persone.
Unaltra conseguenza dellindustrializzazione della cultura la perdita del senso critico del pubblico,
che diventa sempre pi passivo e consumatore, perch tutto gli viene offerto, ha tutto a portata di mano,
non deve pi fare sforzi per cercare quello che vuole.

Con il passare del tempo e con la nascita e lo sviluppo di nuovi mezzi di comunicazione, ci sono voluti
degli studi che li definissero. Studiando i diversi mezzi di comunicazione, si sono individuati quattro
aree che li costituiscono:
EDITORI (funzione produttiva) laspetto fondamentale il CONTENUTO: non importa
se la storia raccontata in un romanzo stampata su una carta piccola, su una pi grande, in
stampatello, in corsivo, su una carta blu o bianca, quello che conta solamente il
contenuto, non la forma che lo raccoglie.
Alcuni esempi di editori sono: le case editrici e le imprese giornalistiche, le case di
produzione cinematografiche e discografiche, ecc
VETTORI (funzione trasmissiva) sono istituzioni che forniscono servizi nei quali
laspetto essenziale la TRASMISSIONE del contenuto, mentre questultimo
assolutamente indifferente.
La pi antica di queste istituzioni la posta, alla quale, con il passare del tempo, si sono
aggiunti altri mezzi, come il telegrafo, il telefono, ecc
BROADCASTER (funzione organizzativa) in questo caso si possono distinguere
funzioni attribuite sia agli editori che ai vettori. A questo campo appartengono sicuramente
la radio e la televisione. Infatti nelle trasmissione radiotelevisive lessenziale sono i
contenuti, ovvero i programmi (quindi in questo caso la televisione e a radio sono editori) e
allo stesso livello sono importanti i mezzi di distribuzione dei programmi stessi (quindi in
questo caso la televisione e la radio sono vettori).
OPERATORI CONVERGENTI La parola convergenza indica il progressivo
avvicinamento e mescolamento di media diversi.
Un esempio il COMPUTER che raduna in un unico mezzo e in ununica tecnologia
contenuti editoriali (giornali, film, libri), vettori (posta elettronica e
videocomunicazione) e trasmissioni tipicamente di broadcasting (tv on demand, tv
digitale).

LE TRE ETA DELLA TELEVISIONE

Da quando la televisione nata, si possono distinguere tre diversi periodi: let della scarsit, quella
della disponibilit e quella dellabbondanza:

LETA DELLA SCARSITA: va dagli anni 40 negli Stati Uniti, mentre in Europa dagli anni 50, agli
anni 80. Le caratteristiche di questo periodo sono: la presenza di pochi canali (da qui il nome dellet,
ovvero la scarsit dellofferta) e la trasmissione senza flusso, ovvero non continuativa durante il giorno.
Non era come adesso, dove i canali proposti sono tanti e c la trasmissione di flusso, ovvero
continuativa durante il giorno, senza periodi di nero, in qualsiasi momento della giornata si accende la
tv, c sempre qualcosa da vedere, la tv trasmette sempre!
In tutti i Paesi, in modi differenti, la televisione di questo periodo ha contribuito significativamente a
trasformare le culture nazionali. In Italia la televisione ha avuto un ruolo fondamentale nel processo di
unificazione linguistica e culturale: la televisione ha contribuito a uniformare la lingua italiana, grazie a
quella parlata dai presentatori.
Fin dalla sua nascita, negli Stati Uniti, esisteva la televisione commerciale: non si paga per vedere le
trasmissioni, la televisione finanziata dalla pubblicit, ovvero da quelle aziende che pagano le reti per
far pubblicizzare i loro prodotti. In Europa, invece, allinizio esisteva solo ed esclusivamente il servizio
pubblico: per esempio, in Inghilterra, si pagava un canone per vedere la BBC, in Italia la RAI faceva
pagare il canone e si serviva anche della pubblicit.

LETA DELLA DISPONIBILITA: in tutto il mondo va dagli anni 80 agli anni 90.
Questa et caratterizzata da numerosissime rivoluzioni tecnologiche (cavo e satellite) ma non solo. Ci
sono due tendenze di fondo: da una parte si ha un notevole ampliamento dellofferta, sia in termini di
canali trasmessi, con la rottura dei monopoli e la nascita delle reti commerciali concorrenti alle reti
pubbliche (nasce quella che oggi Mediaset), sia in termini di tempi di trasmissione, poich finalmente
approda anche in Europa la tv di flusso, con la trasmissione continuativa e ininterrotta durante tutto il
giorno (come gi avveniva negli Stati Uniti); dallaltra parte si assiste alla crisi dei servizi pubblici che
devono ridefinire il proprio ruolo in un contesto generale del tutto cambiato. Questa crisi nasce proprio
dal fatto che la tv ormai diventata multi-canale, c unofferta molto ampia, quindi la possibilit di
vedere altri canali oltre a quelli Rai, in poche parole nasce la concorrenza e il servizio pubblico deve
adattarsi a questa situazione.
Un elemento fondamentale di questa et anche limportazione di format televisivi dallestero, poich,
essendo aumentate le ore di trasmissione e i canali, cera la necessit di produrre sempre pi
trasmissioni, quindi si ricorse allimportazione per avere pi idee.
Per FORMAT si intende lo schema originale di un programma comprendente sia elementi
contenutistici (tematica, genere, scopo del programma, ecc) sia strutturali ( articolazione delle sue
fasi narrative, apparato scenico, personaggi fissi, ecc) gi rodato attraverso una trasmissione
televisiva. Esempi di format importati dallestero sono: Who wants to be milionare?, The Big
Brother, La Fattoria, piuttosto che altri reality-show.

LETA DELLABBONDANZA: let contemporanea, quella della televisione del Nuovo Millennio.
In questet la televisione ricca di nuove tecnologie, per non solo la tecnologia responsabile del
passaggio dallet della disponibilit a quella dellabbondanza. Ci sono infatti molti altri fattori, tra cui
gli usi sociali, le decisioni politiche, il contesto culturale e i fattori economici.
Laspetto pi caratteristico di questo periodo sicuramente la personalizzazione del consumo: si assiste
alla progressiva sostituzione del palinsesto proposto dalle reti con il video on demand e lallargamento
dellinterattivit. Nella comunicazione lutente ha un ruolo sempre pi attivo, partecipa maggiormente:
la televisione digitale offre al proprio telespettatore la possibilit di costruirsi il palinsesto preferito
(video on demand). Il video on demand scardina il concetto di palinsesto , perch ormai il
telespettatore che decide quello che vuole vedere, diventando produttore di quello che consuma, non
pi vincolato agli orari e ai ritmi proposti dallemittente.

STORIA DELLE TELEVISIONE: quando nasce, come si sviluppa nel tempo


Prima di vedere come nata la televisione in Italia e soprattutto come si sviluppata con il passare del
tempo, si pu vedere brevemente come nata e come si sviluppata nei pi importanti Paesi del
mondo.

STATI UNITI:
Attualmente il sistema televisivo americano il pi sviluppato tra quelli esistenti: il modello per gli
altri Paesi ma anche e soprattutto il principale esportatore di programmi e format per gli altri Paesi.
La nascita della televisione frutto di un progetto collettivo che ha coinvolto studiosi inglesi, americani
e russi e che aveva preso avvio gi nellultimo ventennio dellOttocento. Solo nel 1929, per, venne
dato ufficialmente il nullaosta alle prime 18 stazioni televisive americane, mentre dieci anni dopo,
ovvero nel 1939, cominciarono ufficialmente le trasmissioni televisive.
A differenza di quanto avvenne nel resto dEuropa, in America si afferm fin da subito un modello
televisivo esclusivamente commerciale e siccome tutto fondato sul business, il criterio fondamentale
per scegliere quali programmi produrre e mandare in onda legato solo allandamento degli ascolti.
Nonostante queste prime trasmissioni, la tv vera e propria negli Stati Uniti nacque nel 1947 e allinizio
trasmetteva quasi ed esclusivamente lo sport, mentre la radio rimase molto pi varia.
Nel 1948 i network cominciarono a trasferire alla tv il sistema di programmazione della radio, quindi la
tv moderna nasce prendendo come punto di riferimento la radio. A questo punto i miglioramenti si
susseguirono rapidamente.
Nel 1952 si sollev la questione del colore, gi sollevata prima della guerra, per ci sarebbero voluti
ancora una decina danni prima che la televisione a coloro si affermi e si diffonda, soprattutto a causa
dei costi molto alti.
Nel 1962 lattivazione del primo satellite segn la nascita della mondovisione.
Negli anni 90 nacque la tv interattiva.
Il panorama del sistema televisivo attuale vede in forte competizione 5 emittenti nazionali che si
dividono il 60% circa degli ascolti: NBC, CBS e ABC sono le tre reti storiche, a cui si sono affiancate
la WBT e la FOX Broadcasting. Il restante 40% circa degli ascolti si divide tra le numerosissime
stazioni indipendenti e le reti via cavo. Per quello che riguarda i contenuti e lorganizzazione dei
palinsesti, le reti generaliste hanno tutte palinsesti molto simili, con programmi di trenta o sessanta
minuti; allo scoccare dellora, quindi, i programmi iniziano contemporaneamente su tutte le reti. Alla
mattina vanno in onda programmi di informazione e di servizio destinati in modo particolare alle
donne; al pomeriggio vanno in onda talk show, game show, cartoni animati ma soprattutto moltissima
fiction; il prime time occupato ancora dalla fiction, solitamente da quella pi seguita e rivolta a tutta
la famiglia, invece i film non sono programmati dalle tv generaliste, ma solo dalle reti a pagamento. Ai
tv movies, ovvero i film per la tv, di novanta minuti dedicato il sabato sera, anche se questo genere
ultimamente ha perso il favore del pubblico che pare preferire i reality show. Infine, la seconda serata
dedicata ai magazine dinformazione, mentre la fascia chiamata late night (cio dopo le 23)
occupata da talk show dominati da conduttori che, con il passare del tempo e grazie al loro carattere e
al successo dei loro programmi, sono diventati dei veri e propri divi.

GRAN BRETAGNA:
Assieme agli Stati Uniti, la Gran Bretagna il Paese in cui pi si concentrarono gli studi e gli
esperimenti che portarono alla creazione della televisione.
Nel 1936 la BBC fu la prima rete a trasmettere in modo ufficiale e continuativo. Fin dalle origini
abbondavano i sermoni, le parate e gli altri eventi pubblici (in particolare, in occasione
dellincoronazione di Elisabetta, nel 1952, si verific un vero e proprio boom di vendite degli
apparecchi).
Come accadr anche per tutte le televisioni di stato in Europa, che prenderanno appunto come modello
la BBC, i fini dellemittente pubblica erano tre: educare, informare e divertire.
Lunica forma di sostentamento era il canone.
Nel 1955, con la nascita della ITV (Independent Television), nacque la prima televisione commerciale
in Europa.
Accanto al satellite, nel 1998 fu introdotto il digitale terrestre che offre sport, giochi e video on
demand.
Attualmente, la realt televisiva britannica, vede la convivenza di 6 canali, di cui 4 nazionali, e
numerose tv via satellite. Una caratteristica del sistema televisivo inglese il forte controllo esercitato
sui canali pubblici, commerciali, via cavo e via satellite da alcuni organi parlamentari.
Per esempio, la BBC deve dimostrare che i soldi del canone sono ben spesi, pena il rischio di vedersi
sospendere questo diritto.

SPAGNA:
Il primo esperimento di trasmissioni televisive in Spagna risale al 1934 ma non ebbe alcun esito
immediato a causa della Guerra Civile, che srutt invece la radio per la propaganda politica. Infatti,
del 1934 la legge che definiva la radio come funzione esclusiva e essenziale dello stato. Si bloccarono
le stazioni indipendenti e Franco ne impose la nazionalizzazione sotto il controllo del governo, creando
ununica emittente controllata.
Dal 1951 ripresero le sperimentazioni nel settore televisivo, coronate dalla nascita ufficiale della
televisione spagnola (TVE) nellottobre del 1956. Allepoca la tv spagnola poteva essere solo ed
esclusivamente pubblica, finanziata e controllata dallo stato, si modellava sullesempio della RAI, con
cui stabil un accordo di collaborazione.
Nonostante alcune caratteristiche negative del sistema, come per esempio un palinsesto non definito,
spesso frutto dellimprovvisazione, piuttosto che difficili condizioni lavorative, gli anni 60 furono
caratterizzati da un rapido sviluppo che culmin con la nascita del secondo canale della TVE nel 1966.
Gli anni successivi, al contrario, furono caratterizzati da una grave crisi che si protrasse fino al 1975,
anno della morte di Franco. Finalmente, a partire da questanno, inizi il processo di liberalizzazione
della televisione , che divenne autonoma dalla politica.
Nel 1983 nacque una nuova rete televisiva gestita da nove enti regionali che danno vita ad altrettanti
canali: questi, rispetto alla TVE, sono indipendenti dallo stato. A questo punto fin il monopolio. Anche
la televisione spagnola ha tre precisi intenti, sempre prendendo come esempio la BBC: educare,
divertire e informare.
Nel 1990 nacquero tre canali privati nazionali: Antena 3 e Telecinco, che erano generalisti e in chiaro,
e Canal Plus, che fu invece la prima pay-tv spagnola. Per quanto riguarda il palinsesto, Antena 3 punta
soprattutto su eventi sportivi e sullinformazione, mentre Telecinco privilegia le trasmissioni di
intrattenimento. Sono invece pi di un migliaio le tv locali di natura illegale.
Attualmente, la televisione spagnola vive grazie alle risorse economiche derivanti dalle pubblicit e
dallo stato; non esiste infatti il canone, che fu eliminato gi dal 1963, poich era quasi impossibile
controllare la sua riscossione.

FRANCIA:
I debutti della televisione francese risale agli anni 30, quando numerosi esperimenti diedero vita, nel
1939, alla prima trasmissione ufficiale diffusa dalla Tour Eiffel su alcuni quartieri della capitale.
Nel 1949 nacque la RTF (Radio Television Francaise). La televisione, allepoca, era il canale
despressione del potere politico. Linformazione era sottoposta al controllo del ministero
dellInformazione che predispose un organo di censura finalizzato alla trasmissione televisiva (in poche
parole, prima di trasmettere, un programma doveva essere analizzato per vedere se poteva andare in
onda, in particolar modo nel campo dellinformazione poich non si poteva trasmettere quello che si
voleva).
Gli anni 60 furono il periodo doro della televisione francese. Prendendo come modello la BBC, nel
1964, vengono definiti i compiti del servizio pubblico: educare, divertire, informare. Il 1968 un anno
storico per la televisione francese: per la prima volta compare la pubblicit, che pu essere trasmessa
per due minuti al giorno.
Anche il 1982 una data storica: finalmente finisce il monopolio.
Nel 1996 venne introdotto il satellite.

GERMANIA:
la Germania pu essere annoverata tra i pionieri del settore radiotelevisivo, infatti gi nel 1925
iniziavano a trasmettere. Con lavvento del nazismo, la radio divenne una delle migliori armi di
propaganda politica finch, verso la met degli anni 30, lattenzione fu rivolta verso il nascente
medium televisivo. La Germania vanta il primato di aver istituito il primo servizio regolare al mondo,
destinato a trasmettere in luoghi pubblici, invece che nelle case dei singoli cittadini. Questa
programmazione prosegue fino al 1944.
Il 9 novembre 1989 cadde il muro di Berlino e inizi il processo di riunificazione della Germania: al di
l di tutte le questioni politiche, sociali ed economiche che furono affrontante per la riunificazione, nel
suo piccolo, anche la televisione ha contribuito. Fu infatti sciolta la televisione della Repubblica
Democratica Tedesca e il sistema audiovisivo fu allargato dalla Repubblica Federale Tedesca a tutto il
Paese. Il sistema televisivo della Repubblica Federale Tedesca, ovvero della Germania Occidentale che
viene allargato a quella Orientale dopo il crollo del muro di Berlino, inizi la programmazione regolare
nel 1952. Le reti erano finanziate attraverso il pagamento di un canone mensile, in modo che esse erano
del tutto indipendenti dallo stato e libere da qualsiasi influenza. Oltre al canone, unaltra fonte di
sostanziamento era la pubblicit, che per aveva precisi limiti di messa in onda (poteva essere
trasmessa solo nei giorni feriali, prima delle 20 e non poteva superare la soglia massima di venti minuti
quotidiani.). Il monopolio del servizio pubblico dur fino al 1984 quando iniziarono le prime
trasmissioni finanziate interamente dagli introiti pubblicitari.
Per quanto riguarda i palinsesti attuali, i due canali del servizio pubblico trasmettono programmi di tipo
generalista con particolare attenzione allinformazione, invece i canali privati hanno anche loro un
palinsesto di tipo generalista ma con particolare attenzione allintrattenimento.

ITALIA:
Anche in Italia, come in altre nazioni europee, la televisione delle origini molto legata al mondo
politico che ha addirittura pesato molto di pi che in altri Paesi.
Le trasmissioni radiofoniche iniziarono negli anni 20 (1924), molto in ritardo rispetto ad altri Paesi
europei, infatti i primi esperimenti di Marconi risalgono addirittura alla fine dellOttocento. Bisogna
invece aspettare gli anni 50 per la nascita della televisione, pi precisamente il 1954, quando la RAI
diede avvio alle trasmissioni regolari. La televisione ovviamente non nacque da un giorno allaltro,
infatti nel luglio del 1939 entr in funzione un ripetitore televisivo in un quartiere di Roma, Monte
Mario, grazie al quale si avviarono alcune trasmissioni sperimentali limitate alla zona urbana.
Purtroppo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale interruppe qualsiasi ulteriore esperimento e lo
sviluppo della televisione. Solo dopo la fine della guerra, nel 1949, vennero ripresi gli studi. Nel 1952
la RAI install un impianto trasmittente a Milano grazie al quale si mandavano in onda 6 ore
giornaliere di trasmissioni sperimentali con spettacoli, balletti e opere liriche, oltre a un telegiornale
quotidiano e vari documentari e pellicole cinematografiche. Sempre nel 1952, oltre allapertura dello
studio di Milano, venne instaurato il collegamento Milano-Roma. Inizi quindi la trasmissione su larga
scala, che andava oltre alla limitata zona urbana di Roma e di Milano, infatti nel 1954, quando nacque
ufficialmente la televisione con le trasmissioni RAI, la rete televisiva copriva il 43% del territorio,
Roma e tutto il Nord Italia.
Nel 1954 la DC si propose di aumentare la propria influenza in seno alla RAI e impose come
amministratore delegato Filiberto Guala. Egli va ricordato per il suo intento di usare la televisione
come mezzo educativo che doveva servire per migliorare gli italiani. Cos avvi quel progetto che
sarebbe stato poi tipico del servizio pubblico italiano per almeno quindici anni: istituire una seconda
scuola per gli italiani offrendo loro uno strumento educativo. La televisione andava a sostituire in parte
i libri scolastici. Guala istitu dei corsi di formazione di altissimo livello per le menti giovani pi
brillanti che facevano parte dellazienda, in modo da dare una formazione seria e professionale ai
dipendenti. I partecipanti di questo corso presero il nome di corsari bianchi.
Guala diede le sue dimissioni nel 1956.
Venne nominato come nuovo amministratore delegato Marcello Rodin di Miglione. Con il nuovo
amministratore il settore dellinformazione fu assoggettato totalmente alla DC.
Nonostante in quegli anni la diffusione degli apparecchi televisivi era ancora molto ridotta poich erano
per lo pi posseduti da bar, parrocchie e cinema, quindi da luoghi pubblici e raramente dalle singole
famiglie, laccoglienza riservata dagli italiani alla televisione fu subito positiva. La gente si radunava
spontaneamente dove era possibile seguire le trasmissioni; proprio per questo, una caratteristica
principale della televisione degli esordi fu lascolto collettivo. Finalmente gli italiani iniziarono a
sentire un punto di riferimento nazionale. La televisione allarg gli orizzonti e non a caso riscontr
grande favore presso le classi sociali maggiormente escluse dalla civilt moderna. Acceler anche la
circolazione delle informazioni.
La televisione delle origini prendeva spunto, soprattutto per i suoi contenuti, dalla radio, dal cinema e
dal teatro, infatti programmi tipici dei primi anni erano le commedie del teatro italiano, il cinema
nazional-popolare e le opere liriche. Al di l dellinfluenza di questi campi culturali, fu determinante
linfluenza della televisione americana. La televisione era considerata come il principale mezzo
attraverso il quale lamerican way entr nelle case degli italiani. Il modello americano entr nella vita
degli italiani con la sua cultura, il suo modo di vivere, le sue usanze, ecc Oltre ad influenzare la vita
a carattere generale, pi nello specifico lAmerica influenz i contenuti della televisione delle origini.
Per i programmi americani non vennero solamente presi e trasportati nelle televisione italiana, infatti
lItalia fu bravissima nelladattare questi format alla realt italiana. Basta pensare al fortunatissimo
genere dei giochi a premi come Lascia o Raddoppia?, il cui corrispettivo americano era The $
64.000 Questions della CBS. In America per il gioco a premi aveva una scaletta molto precisa e il
ritmo era incalzante, invece in Italia non si facevano solo le domande una dietro laltra, alle domande si
intercalavano le storie dei protagonisti e i siparietti creati da Mike Bongiorno.
Con Rodin come amministratore delegato della RAI, la pubblicit inizi a essere sempre pi presente
nel palinsesto televisivo. Protagonista di questa rivoluzione dei consumi fu Carosello, che nacque nel
1957 e fu trasmesso fino al 1977.
Carosello era una rubrica quotidiana di quattro o cinque telecomunicati divisi tra di loro da siparietti
che erano costituiti da una breve scenetta seguita dal codino, ovvero dal vero e proprio messaggio
pubblicitario.
Dalla seconda met degli anni 50 la RAI istitu programmi televisivi appositamente pensati per coloro
che non potevano andare a scuola, con lo scopo di far conseguire loro il diploma. Questo era chiamato
progetto telescuola, che rimase in vita dal 1958 al 1966. Per esempio, Non mai troppo tardi era
un programma del 1960 di Alberto Manzi ed era un corso di insegnamento della lingua italiana per
analfabeti. Attraverso questa programmazione la televisione risulta essere abolizione dellignoranza.
Nacque anche la televisione per i ragazzi che era una miscela di evasione e spunti educativi.
Tra il 1961 e il 1963 la televisione italiana attraversa una fase cruciale. Allepoca la societ era
diventata mediamente pi ricca e anche grazie a questo ci fu una rapidissima diffusione del mezzo
televisivo (la gente poteva permettersi di comprare non solo beni di prima necessit ma anche accessori
secondari) e grazie a questa diffusione su larga scala, gli italiani finalmente si rendono conto di far
parte di ununica realt nazionale, seppur molto variegata e diversa da zona a zona. Prima, senza la
televisione, la gente conosceva realt molto limitate, magari solo quelle della propria citt o della
propria regione, ora invece si apr un mondo del tutto nuovo.
In questo periodo, quindi, aumentarono il numero degli abbonati alla televisione e il numero degli
apparecchi presenti nelle singole case. Era cos ormai tramontato il consumo collettivo dei programmi
televisivi che era stato tipico degli anni 50. La televisione puntava soprattutto sulla famiglia urbana i
cui componenti lavoravano fuori casa durante il giorno e la sera si ritrovavano a casa davanti al
teleschermo come potenziali ascoltatori.
La RAI cerc di migliorare i palinsesti per garantire una programmazione pi variegata e moderna.
Il 1961 una data storica poich la RAI fa nascere il secondo canale. Da questo momento la
programmazione inizi a essere bilanciata sui due canali senza una vera e propria diversificazione tra
essi n alcuna reale concorrenza. In realt i due canali erano complementari tra di loro. Il secondo
canale veniva anche utilizzato per sperimentare i programmi nuovi, poi se questi avevano successo
potevano passare al primo canale.
Stava crescendo anche la rilevanza dei programmi di informazione che portavano le notizie e gli eventi
in diretta nelle case degli italiani; quanto accadde in occasione dellalluvione di Firenze nel 1966 e
dello sbarco sulla Luna nel 1969. Accanto ai programmi di informazione, rimase sempre la televisione
educativa con i programmi culturali e di divulgazione scientifica. Nel progetto di ampliamento e
diversificazione dei palinsesti cera lesigenza di fornire svago e divertimento. Questo progetto si affid
alla canzone italiana, basti pensare a Canzonissima e al Festival di Sanremo.
Nel 1966 quello che offriva la televisione era ormai discordante con le caratteristiche della societ
italiana di allora, infatti in televisione era ancora assolutamente vietato parlare di sesso e erano
presentati solo stereotipi. La societ aveva ormai superato la fase della censura molto chiusa. Tutta
questa situazione mette in evidenza la necessit di apportare un rinnovamento allinterno dellazienda
RAI e quindi nellofferta. Si decise di rinnovare completamente il vertice RAI, il quale port avanti una
nuova politica. Il tutto per si tramut in un disastro che sfoci in una profonda crisi nel 1970.
Negli anni 70 il monopolio della RAI venne seriamente minacciato dallesterno, infatti nacquero le
prime emittenti libere, cio private. La prima rete privata fu Telebiella, che fu fondata nel 1971. Oltre
a Telebiella nacquero altre televisioni private locali (Tele Firenze, Tele Piombino, Tele
Alessandria, ecc). Queste televisioni locali assunsero sempre pi importanza con il passare del
tempo e iniziarono appunto a minacciare il monopolio della RAI. Oltre alle televisioni locali private, il
monopolio della RAI fu attaccato anche dalle televisioni estere. Infatti dal 1971 in alcune zone
dellItalia si inizi a captare il segnale di una televisione straniera (la radiotelevisione svizzera).
Il 14 aprile 1975 venne approvata la legge 103, detta Riforma RAI, proposta dal capo del governo
Aldo Moro. I punti pi importanti di questa legge sono:
La gestione della RAI pass dal governo al parlamento.
Venne regolamentata la pubblicit: la RAI non poteva trasmettere pi del 5% di
comunicazione commerciale sul totale della programmazione (quindi, tante pi ore di
programmi trasmette, tanta pi pubblicit pu mandare in onda e questo era ovviamente
importante da un punto di vista economico.)
Si doveva dare la possibilit di accedere ai palinsesti ai programmi creati dai singoli
cittadini.
Il primo e il secondo canale furono messi in concorrenza tra di loro, quindi cess la loro
complementariet. A ciascuna rete fu assegnato un direttore.
Si stabil la nascita della terza rete, che avrebbe avuto carattere regionale e che nacque a
tutti gli effetti nel dicembre del 1979.
Le televisioni straniere potevano trasmettere in Italia a patto che non disturbassero il
segnale della RAI.
Purtroppo la Riforma RAI non trov una soluzione alla questione della tv a colori (ovviamente la
televisione allora era in bianco e nero!) che fu risulta invece nel febbraio del 1977, quando finalmente
la RAI inizi a trasmettere a colori.
Con la Riforma RAI i palinsesti aumentarono il numero di ore di trasmissione e i formati televisivi si
rinnovarono: nacquero Portobello e Domenica In, mentre fu chiuso Carosello.
Con linizio degli anni 80 la pubblicit sembr pronta a invadere la televisione nel vero senso della
parola. Ormai tutti sapevano che a qualsiasi ora avessero acceso la televisione, avrebbero trovato
qualcosa che faceva loro compagnia.
Gli anni 80 possono essere suddivisi in due periodi:
1. 1979-1984: gli editori vanno in televisione.
Limprenditore milanese Silvio Berlusconi entr nel mondo dei media nel 1978, comprando la
testa giornalistica deIl Giornale e della televisione locale TeleMilano. Durante i suoi anni di
vita TeleMilano mantenne sempre la sua fisionomia di rete locale. Nel frattempo per
Berlusconi stava gi sondando il terreno, infatti dopo alcuni anni di preparazione, nel 1980,
fond una rete che si chiamava Canale 5 nel Nord Italia, mentre Canale 10 nel Centro-Sud.
Berlusconi si dimostr da subito molto battagliero nei confronti della RAI (un esempio: nel
1980 acquist i diritti del Mundialito, una manifestazione calcistica organizzata dallUruguay a
cui partecipavano le nazionali di calcio che avevano vinto almeno un mondiale, ma dopo la
protesta dei tifosi Canale 5 rivendette alla RAI i diritti.). Con il 1980-1981 Canale 5 inizi
ufficialmente la sua guerra di ascolti contro la RAI. Oltre a Berlusconi, anche altri editori
fondarono reti televisivi private: Rizzoli, Mondatori e Tanzi.
Rusconi cre il circuito di Italia 1 nel gennaio del 1982, ma dopo essersi indebitato, nel
dicembre del 1982, vendette la rete a Berlusconi. La stessa cosa succede con Rete 4, infatti essa
fu fondata nel gennaio del 1982 da Mondatori che, appesantita dai debiti dopo aver ingaggiato
una vera e propria battaglia di ascolti con Canale 5 e dopo averla ovviamente persa, la vendette
a Berlusconi nel 1984. A questo punto Berlusconi possedeva il suo impero televisivo, composto
da 3 reti: Canale 5, Italia 1 e Rete 4. Ogni canale aveva le sue caratteristiche: Canale 5 divenne
la rete ammiraglia e si rivolgeva a un pubblico familiare e molto eterogeneo; Italia 1 era la rete
rivolta ai giovani trasmettendo cartoni animati e fiction; Rete 4 era la rete dedicata alle
casalinghe e alle persone pi anziane. Grazie a questa logica di programmazioni le reti Mediaset
(che allora si chiamava Fininvest) non si rubavano il pubblico e si contrapponevano alle tre reti
RAI.
2. 1985-1990: consolidamento delle reti di Berlusconi.
Il 1985 un anno nero per le reti private, infatti le tre reti di Berlusconi furono addirittura
oscurate nel Lazio, nel Piemonte e nella Toscana perch trasmettevano in ambito che eccedeva
il locale. Alla fine Finivest riusc a trasmettere nuovamente anche in quelle regioni ma
solamente con le cassette e non in diretta, almeno allinizio.
Nel 1986 inizi la vera e propria guerra degli ascolti tra le reti di Berlusconi e la RAI, ascolti
che erano registrati dallAuditel, che nacque due anni prima ma che divenne attiva solo nel
1986. Per combattere ad armi pari contro Fininvest, la RAI allung le ore di trasmissione.

Nel 1996 Fininvest cambi nome e divenne Mediaset.


Anche gli anni 90 possono essere suddivisi in due periodi:
1. 1990-1996: in seguito alla nascita del conflitto di interessi (Berlusconi possedeva Fininvest,
aveva fondato il partito di Forza Italia ed era diventato anche capo del governo)e allassenza di
leggi che regolamentavano il mondo della televisione, il 5 agosto 1995 fu approvata la legge
Mamm, che prende il nome dal ministro delle Poste. I suoi punti fondamentali sono:
RAI e Fininvest potevano possedere tre reti ciascuna,
Chi era proprietario di tre reti non poteva possedere quotidiani,
Tutte le reti che avevano potere di trasmettere a livello nazionale dovaveno per forza
trasmettere anche il telegiornale,
Anche le reti commerciali potevano trasmettere in diretta,
Fu stabilito un tetto massimo per la pubblicit, per la RAI era del 12% ogni ora, per la
Fininvest il 18%.
I primi telegiornali delle reti private furono messi in onda nel 1991: il primo telegiornale fu
Studio Aperto, nel gennaio del 1991, condotto da Emilio Fede; seguirono il TG4 (giugno
1991) e il TG5 (gennaio 1992).
Nel frattempo i sogni di un terzo polo televisivo non decollarono: Vittori Cecchi Gori tent di
fondare unalternativa al duopolio acquistando Videomusic (canale musicale, poi TMC2) e
Telemontecarlo, ma non riusc nel suo intento, infatti il duopolio non corse rischi.
Nel 1991 comunque il panorama delle televisioni si arricch di quelle a pagamento: nacque infatti
TelePi, a cui si aggiunse nel 1994 la seconda pay tv, Stream. Le pay tv per non ottennero il
successo ipotizzato, soprattutto perch la grande disponibilit e variet dei programmi proposti
dalla tv gratuita rallent molto la diffusione di quella a pagamento (le famiglie non vanno
sicuramente a pagare se possono avere unottima offerta gratuitamente).
2. 1996-2003: in questo periodo invece le televisioni a pagamento divennero pi famose e pi
viste, fino ad arrivare a mettere in crisi RAI e Mediaset, che per riconquistare il pubblico inizi
a puntare sulle fiction, importante o prodotte direttamente in Italia, e sui format importanti
dallestero dove erano gi sperimentati e di grande successo, come Grande Fratello e Chi
Vuol Essere Milionario
Nel 2003 nacque, dalla fusione di TelePi con Stream, Sky, che attualmente lunica pay tv nazionale.

TERZA PARTE
LA TELEVISIONE E IL SUO PUBBLICO

Il termine AUDIENCE richiama genericamente allidea di pubblico e in particolare al pubblico della


televisione. Il trionfo della televisione commerciale, ovvero del nuovo modo di fare la tv, ha fatto
emergere una tematica fondamentale, che quella della misurazione dellaudience.
Oggi le persone sono consapevoli di far parte di un pubblico a cui si indirizzano specifiche strategie di
marketing, sanno di essere obbiettivi di innumerevoli tentativi tesi a conquistare la loro attenzione. Le
reti cercano di conquistare lattenzione del pubblico con programmi specifici, perch riuscendoci
questo per loro significa guadagnare.

Il termine AUDIENCE deriva dal latino audientia, che significa attenzione, ascolto.
Descrive un insieme di persone riunite per assistere a una performance, di carattere teatrale, sportivo,
musicale, ecc
Nellantica Grecia e nellantica Roma il pubblico si trovava fisicamente riunito in uno stesso luogo per
assistere allevento.
Il pubblico moderno piuttosto diverso: si tratta sempre di un insieme di individui che per non sono
pi riuniti fisicamente in uno stesso luogo, sono spazialmente dispersi.

Laudience pu essere inteso in tre diversi modi a seconda di chi lo considera.


Infatti, laudience pu essere infatti visto e quindi definito dalla televisione stessa, dalle istituzioni
pubbliche e dalle istituzioni di ricerca.
AUDIENCE VISTO DALLA TV Idea di BUSINESS
Lobbiettivo della televisione quello di conoscere il pubblico per poterlo controllare,
prevedere e incanalare. Proprio per questo il pubblico inteso come un mercato, ovvero un
aggregato di acquirenti da raggiungere, conquistare e convincere allacquisto. Per la
televisione ci che conta sono i numeri, la quantit quindi gli indici di ascolto.
AUDIENCE VISTO DALLE ISTITUZIONI PUBBLICHE GOVERNMENT
Le istituzioni pubbliche sono responsabili delle politiche di regolamentazione e di diretta
gestione del mezzo televisivo. Nei paesi democratici il pubblico inteso come linsieme dei
cittadini, in nome dei quali ci si preoccupa di stabilire norme che definiscono cosa lecito
trasmettere e cosa non lo per salvaguardare i pubblici specifici come i bambini, oppure si
occupa di garantire una corretta informazione.
Allinizio, in Italia, la televisione pubblica nacque proprio con questo scopo, ovvero quello
di informare, educare e divertire; si pensava infatti che le emittenti private pensassero solo
al business, ovvero a fare soldi, senza pensare al bene del pubblico.
AUDIENCE VISTO DALLE ISTITUZIONI DI RICERCA KNOWLEDGE
Le istituzioni di ricerca sono interessate a comprendere le dinamiche del pubblico, gli effetti
che ha sulla televisione, gli usi che laudience fa del mezzo televisivo e i significati che da
esso trae.

In generale, il pubblico anonimo e impersonale, nel senso che un insieme di persone delle quali io
non conosco ogni nome e ogni identit.
Lo SPETTATORE REALE la persona fisica, il tizio X, piuttosto che il tizio Y;
invece lo SPETTATORE IMPLICITO lo spettatore ipotizzato dalla televisione e dai suoi
meccanismi, non quindi uno spettatore in carne ed ossa, ma piuttosto uno spettatore modello, ideale,
definito come interlocutore del testo stesso e di chi lo produce.

La televisione e le imprese di ricerca vedono il pubblico come un mercato, quindi come un business.
Questo modo di intendere il pubblico ormai diventato quasi naturale e automatico.
In questa ottica il pubblico deve essere misurato e quantificato, si deve sapere quante persone guardano
la televisione per capire quanto i programmi possano piacere. Dietro a tutto questo si nasconde la
costante incertezza del mezzo televisivo e quindi la sua necessit di controllare il pubblico per capire.
Conoscere il pubblico, la sua composizione, il suo comportamento in fatto di consumo, i suoi gusti e le
sue preferenze di primaria importanza per gli stessi addetti ai lavori.

Per conoscere il pubblico e i suoi gusti si ricorre molto spesso al CAMPIONAMENTO, che consiste
nel scegliere un campione, ovvero un numero limitato di individui scelti in base a determinate
caratteristiche, con il quale si misurano, per esempio, le attitudini piuttosto che le dichiarazioni di voto
dei cittadini, si sondano le propensioni allacquisto dei prodotti, ecc
Esistono diversi metodi per analizzare laudience attraverso sistemi di campionatura:
STUDI AD HOC, ovvero puntuali
INDAGINI realizzate UNA TANTUM
RICERCHE IN CUI LANALISI E RIPETUTA NEL TEMPO, fornendo una serie storica
di risultati.
In questultimo caso il campione diventa un PANEL gruppo preventivamente selezionato che viene
consultato a scadenze regolari.
Il panel probabilistico quando i risultati ottenuti possono essere estesi con un elevato margine di
fiducia allintera popolazione da esaminare. In questi casi si usa un campione probabilistico stratificato
che consiste nel dividere la popolazione in diversi strati sociali, ogni strato sociale sar quindi
rappresentato da un campione.
I metodi per rilevare i dati dei campioni scelti sono interviste postali oppure interviste face to face,
preferite a quelle postali perch i dati sono disponibili immediatamente.
La partecipazione degli intervistatori pu essere retribuita o non retribuita; ovviamente ai fini di
ottenere risultati pi attendibili si preferisce la seconda soluzione.

STORIA DELLA MISURAZIONE DELLAUDIENCE TELEVISIVA:


Negli anni 30 le stazioni radiofoniche statunitensi provarono a conoscere qual era la loro audience,
utilizzando una serie di stratagemmi: alcuni incominciarono a tener conto della posta ricevuta, altri dei
buoni distribuiti con le guide dei programmi, altri ancora iniziarono a controllare i consumi elettrici
presunti.
Nel 1930 nacquero i primi sistematici tentativi di controllare laudience radiofonica in maniera costante
(il primo meter risale al 1929).
In Europa, la prima azienda che abbia mai sviluppato una ricerca non commerciale sullaudience stata
la BBC.
Per arrivare ad ottenere una misurazione efficiente e i dati in tempo quasi reale, si dovuto attendere
fino agli anni 80.

Nei Paesi del mondo ci sono diversi sistemi di misurazione del pubblico, perch diversa la
popolazione studiata, pu essere diversa la definizione della fascia di prime time, in alcuni Paesi pu
esserci linterruzione nella fornitura dei dati di ascolto durante i giorni festivi o il periodo estivo, ecc
Invece, per quanto riguarda la tecnologia utilizzata, questa piuttosto omogenea in tutto il mondo.
Quella del PEOPLE METER attualmente la pi diffusa.
Il METER installato su ogni televisore presente nella casa delle famiglie facenti parte del campione
scelto ed un apparecchio che in grado di registrare ogni giorno, minuto per minuto, lascolto dei
canali e di trasmettere i dati di ascolto dalla televisione a una centrale. A ogni membro della famiglia
richiesto di segnalare, tramite un telecomando speciale (il push-botton), di segnalare la sua presenza
davanti al televisore in base al suo ruolo familiare (padre, madre, figlio, ospite, ecc) appena accende
lapparecchio o quando lo spegne.
Lindividuo del campione non deve far altro, perch il meter in grado di riconoscere automaticamente
la frequenza sulla quale sintonizzato (quindi riconosce il canale) ed anche capace di rilevare lo
zapping da una rete allaltra. Al massimo, allindividuo campione richiesto di segnalare quando la
famiglia va in vacanza per un lungo periodo e quindi non accende lapparecchio.
Le informazioni sono raccolte dal meter durante larco della giornata e trasmesse alla centrale tra le 2 e
le 5 del mattino.

In Italia la societ che rileva lascolto lAUDITEL.


LAuditel nacque il 3 luglio 1984 e inizi le sue prime rilevazioni degli ascolti il 7 dicembre 1986.
Per garantire i principi di imparzialit, lAuditel un sistema tripartito, nel senso che RAI, remittenza
privata e aziende che investono in pubblicit la posseggono in ugual misura (33%).
Il CAMPIONE che viene preso come punto di riferimento dallAuditel per la misurazione degli ascolti
viene gradualmente e costantemente rinnovato (negli ultimi anni si cambia circa un quinto dello stesso
campione ogni anno). Questo per andare incontro ai cambiamenti della societ italiana.
Attualmente il campione di riferimento composto da 5101 famiglie che sono monitorate dallAuditel,
per un totale di circa 14000 individui, che rappresentano i 20 milioni di famiglie italiane. Le famiglie-
campione sono scelte in maniera anonima e del tutto casuale. C per da tener presente che le 5101
famiglie campione sono scelte in modo da rappresentare tutti i tipi di famiglie italiane e tutti gli strati
sociali perch le famiglie Auditel sono diverse per numero di componenti, per composizione, per classe
sociale, ecc
Ogni famiglia che accetta di far parte del campione Auditel non in alcun modo retribuita, ma soltanto
ricompensata annualmente con un piccolo premio come un elettrodomestico o un set di valigie.
Il sistema Auditel riesce a vedere gli ascolti di tutte le emittenti televisive ma diffonde solo i risultati
delle reti che autorizzano la pubblicazione. Attualmente sono rilevati i dati di ascolto di Raiuno,
Raidue, Raitre, Canale 5, Italia Uno, Retequattro, La7.

I principali METODI CHE INDICANO gli ascolti (e usati per misurarli) sono i seguenti:

COPERTURA NETTA Consiste nella misurazione di tutte le persone che si sintonizzano


per almeno un minuto su un determinato programma.
In questo caso non si conta la durata della visione, per cui un telespettatore che guarda un
solo minuto contato come un telespettatore che guarda il programma per intero.
Questo metodo serve a misurare linteresse che un programma suscita e le teste che
raggiunge, anche se in maniera sporadica e non continuativa.
COPERTURA LORDA Consiste nella misurazione dei minuti visti di un programma in
totale.
In poche parole, se un telespettatore vede il programma per 8 minuti, egli contato
per 8 volte, cos il risultato finale la somma dei minuti visti da ciascun telespettatore.

ASCOLTO MEDIO Consiste nella misurazione del numero di telespettatori che guardano
mediamente ciascun minuto del programma.
Pi precisamente, il rapporto tra i contatti lordi e la durata del programma in minuti.

SHARE Indica la percentuale di pubblico che si sintonizzato su un programma rispetto


al totale degli ascoltatori che hanno il televisore acceso nello stesso intervallo di tempo.

RATING Indica in percentuale quante persone vedono un determinato programma


rispetto alla popolazione totale del nostro Paese, compresi quelli che non guardano la
televisione.
Questo il mezzo pi utilizzato allestero. Rileva la vera forza dascolto del programma.

La DIFFERENZA tra rating e share che il primo indice ci svela quanti italiani hanno visto un
programma sullintera popolazione di 55 milioni di persone, mentre il secondo ci dice quanti italiani
hanno seguito un programma solamente tra coloro che erano presenti davanti al video in quel momento.

PERMANENZA E lindicatore che serva per misurare la fedelt del pubblico nei
confronti di un determinato programma.
Infatti, un programma pu attirare molto la curiosit del pubblico senza per conquistarlo
definitivamente o per un lungo periodo. Risultati di permanenza molto alti indicano che il
programma riuscito a trattenere a s gli spettatori. Naturalmente per pi un programma
lungo, pi difficile che sia seguito dallinizio alla fine.

LAuditel suddivide la GIORNATA TELEVISIVA in diverse fasce orarie.


Innanzi tutto la giornata televisiva dellAuditel va dalle 2 alle 25:59, ovvero dalle 2 di notte alla una e
59 minuti del giorno seguente. Durante questo arco di tempo lAuditel raccoglie i dati dalle sue
famiglie campione. Poi questa giornata suddivisa in periodi di tempo:
FASCIA PREMATTUTINA dalle 7 alle 8:59
FASCIA MATTUTINA dalle 9 alle 11:59
FASCIA MERIDIANA dalle 12 alle 14:59
FASCIA POMERIDIANA dalle 15 alle 17:59
FASCIA PRESERALE dalle 18 alle 20:29
PRIME TIME dalle 20:30 alle 22:29
SECONDA SERATA dalle 22:30 alla 1:59 (25:59)
FASCIA NOTTURNA dalle 2 alle 6:59
Attualmente le fasce orarie di peak time, ovvero di massimo ascolto, sono quelle della fascia preserale
e del prime time.
Negli ultimi anni le abitudini televisive sono molto cambiate e stanno cambiando anche attualmente.
Infatti, se 10 anni la prima serata iniziava alle 20:30, massimo alle 20:45, oggi la prima serata non
inizia mai prima delle 21:00. Inoltre la prima serata continua durante la fascia della seconda serata per
almeno mezzora. Si venuto a creare uno sfasamento nel palinsesto di almeno mezzora.
Oltre alla giornata, esiste la SETTIMANA AUDITEL e lANNO AUDITEL.
La settimana Auditel inizia la domenica e termina il sabato.
Non tutti i periodi dellanno hanno la stessa importanza dal punto di vista degli ascolti televisivi.
Lanno suddiviso in quattro periodi: inverno, garanzia primavera, estate, garanzia autunno.
Il periodo primaverile e quello autunnale sono i pi importanti, televisivamente parlando, che, appunto,
permettono di dare una garanzia per il futuro della rete televisiva. Lautunno e la primavera sono i
periodi in cui le reti sparano le migliori cartucce per battere lavversario.
Il periodo invernale va da inizio gennaio a fine febbraio e da inizio a fine dicembre, il periodo di
garanzia primavera va da inizio marzo a inizio giugno, il periodo estivo va da inizio giugno a met
settembre, il periodo di garanzia autunno va da fine settembre a inizio dicembre.

Con lavvento delle tv a pagamento e del digitale terrestre diventato sempre pi difficile misurare gli
ascolti. Molti preferiscono le tv a pagamento per quello che offrono (pi film, meno pubblicit, ecc)
Gli indici Auditel non consentono di rilevare il GRADIMENTO del pubblico nei confronti di un
programma, infatti rileva solo ed esclusivamente lascolto del programma.
Si rende quindi indispensabile un altro tipo di monitoraggio dellaudience, ovvero uno studio che
accerti il gradimento del pubblico, le sue esigenze, le sue aspettative e le sue attese.
Questi dati possono essere registrati servendosi di programmi piloti da testare prima della messa in
onda attraverso un panel di famiglie selezionate. Oppure lo stesso pu avvenire con programmi gi in
onda in televisione: si sceglie un panel di famiglie che guardano il programma e successivamente se ne
testa il gradimento con lintervista telefonica. Spesso queste indagini possono fornire dati non
totalmente veritieri, perch la gente pu non rispondere sinceramente per cortesia o dare risposte vaghe
per evitare di essere costretto a approfondire largomento.

Verso la met degli anni 40 latteggiamento generale nei confronti dei mezzi di comunicazione di
massa (radio, giornali, ecc) era piuttosto negativo perch in passato era stato sapientemente utilizzati
dai regimi totalitari, fascisti e nazisti, per manipolare lopinione pubblica, imporre quello che volevano
e soprattutto per trasmettere solo ed esclusivamente le informazioni che i regimi ritenevano giuste da
trasmettere. Fino ad allora lintroduzione di ogni mezzo di comunicazione nuovo (cinema, radio,
ecc) era stata accompagnata da una forte ondata di pessimismo e di paura perch si temeva che
potessero essere nuovi mezzi usati per imporre e ingannare.
Anche perch, fino ad allora e proprio per tutte queste ragioni, il PUBBLICO veniva definito come una
MASSA PASSIVA e MANIPOLABILE, che non era in grado di reagire, di non farsi imporre delle
idee che non erano loro, di non essere controllati.
Con il passare del tempo, lidea sul pubblico cambi notevolmente di anno in anno, facendo nascere
diverse teorie sul rapporto tra il pubblico e i mezzi di comunicazione.
TEORIA DEGLI EFFETTI sempre oscillata tra due diversi modi di intendere il
pubblico: o il pubblico una massa indistinta facilmente condizionabile, oppure il pubblico
composto da gruppi diversi difficili da condizionare proprio per la loro diversit.
TEORIA DELLA PERSUASIONE secondo questa teoria i media riuscirebbero
solamente a rafforzare le opinioni gi esistenti nel pubblico e quindi non riuscirebbe a
cambiarle neanche provandoci.
TEORIA DELLA SPIRALE DEL SILENZIO i media costruiscono lopinione pubblica,
non la rispecchiano. Se il pubblico vede che qualcosa ha successo ed vincente, ovviamente
proprio grazie ai media stessi, vi aderisce.
TEORIA DELLA COLTIVAZIONE questa teoria sul pubblico limitata a un campo
preciso, ovvero a quello della violenza. Secondo questa teoria, chi vede in televisione, o
attraverso qualsiasi altro media, episodi di violenza, non tende a diventare violento, non c
emulazione, ma tende invece a pensare che la societ che lo circonda sia tutta violenta e
pi di quanto sia in realt.
TEORIA DEGLI USI E GRATIFICAZIONI secondo questa teoria i media non sono
persuasori, ma rispondono ai bisogni di informazione, piuttosto che di svago o di necessit
di evadere dalla realt, del pubblico. Lattenzione deve essere rivolta alle attivit ordinarie
delle persone per capire quali sono le loro necessit e per dare loro una risposta che li
gratifichi.
TEORIA CRITICA secondo questa teoria i media tendono a mantenere lo stato quo,
ovvero unorganizzazione sociale in cui vige la divisione delle classi e il predominio di
unelite.

Gli studi sugli effetti che la televisione, ma in generale che tutti i mezzi di comunicazione hanno sul
pubblico sono nati dalla preoccupazione di vedere che effetti avevano questi media su un pubblico
specifico, uno particolarmente debole, suggestionabile e oggetto di tutela: i bambini.

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