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Primo viaggio
intorno al mondo
di Antonio Pigafetta
Edizione di riferimento:
Relazione del primo viaggio attorno al mondo, Editrice
Antenore, Padova 1999
faceva uno altro fuoco con una lanterna o con uno pezo
de corda de iunco (che la chiaman strengue), di sparto
molto batuto ne lacqua e poi secado al sole overo al fume
(ottimo per simil cosa), ge respondeseno aci sapesse per
questo segnalle che tute venivano insieme. Se faceva dui
fuochi senza lo farolo, virasseno o voltassenno in altra
banda. Quando el vento non era buono e al preposito
per andar al nostro camino o quando voleva far poco
viagio, se faceva tre fuochi, tolesseno via la bonneta,
che una parte de vela che se ataca da basso de la vela
magiore; quando fa bon tempo, per andar pi, la se tol
via aci sia pi facile a racogliere la vela magiore quando
se amaina in pressa in uno tempo subito. Si faceva quatro
fochi, amainasseno tute le vele, facendo poi lui uno
segnale di fuoca. Como stava fermo, se faceva pi fochi
overo tirava alcuna bombarda, fose segnale de tera o de
bassi. Poi faceva quatro fuochi quando voleva far alsare
le vele in alto aci loro navegasseno seguendo sempre
per quela facela de poppa. Quando voleva far metere la
honeta faceva tre fuochi. Quando voleva voltarse in altra
parte faceva dui. Volendo poi sapere se tute le nave lo
seguitavano e venivano insieme, faceva uno perch cuss
ogni nave facesse e li respondese.
Ogni nocte se faceva tre guardie: la prima nel princi-
pio de la nocte, la seconda (che la chiamano modora) nel
meso, la terza nel fine. Tuta la gente de le nave se partiva
in tre coloneli: el primo era del capitanio overo del con-
tramaistro mudandose ogni nocte, lo secondo del piloto
o nochiero, lo terzo del maestro. Pertanto lo capitanio
genneral comand che tute le nave observaseno questi
segnali e guardie aci se andase pi seguri.
Luni a 10 de agusto, giorno de sancto Laurentio ne
lanno i deto, essendo la armata fornita de tute le cose
necessarie per mare e dogni sorte de gente (ramo du-
cento e trentasete omini), ne la matina le cinque nave se
feceno preste per partirse dal mole de Siviglia e, tiran-
ler venire a noi; s che li era forsa a dare in seco. Pur aco-
standose al fine de la baia, pensando de essere persi, vi-
teno una boca picola che non pariva boca ma uno canto-
ne e, como abandonadi, se cazaronno dentro, s che per
forza discoperseno el streto e, vedendo che non era can-
tone ma uno streto de tera, andarono pi inanzi e trovo-
rono una baia. Poi andando pi oltra, trovorono uno al-
tro stretto e unaltra baia pi grande che le due prime.
Molto alegri subito voltoron indrieto per dirlo al capita-
nio generale. Noi pensavamo fosseno perse, prima per la
fortuna grande, laltra perch eranno passati dui giorni
e non aparevano; e anco per certi fumi che facevano dui
de li sui mandati in tera per avisarne. E cos stando su-
spesi, vedemo venire due navi con le velle pienne e con le
bandere spiegate verso de noi. Essendo casi vicine, subi-
to scaricorono molte bombarde ... e gridi; poi tuti in-
sieme, rengratiando Idio e la Vergine Maria, andasemo a
cercare pi inanzi.
Essendo entrati in questo streto, trovassemo due bo-
che: una al siroco, laltra al garbino. Il capitanio genera-
le mand la nave Sancto Antonio insieme con la Conce-
tione per vedere se quella boca che era verso siroco ave-
va exito nel Mare Pacifico. La nave Sancto Antonio non
volse aspectare la Conceptione perch voleva fugire per
retornare in Spagna, como fece. Il piloto de questa nave
se chiamava Stefan Gomes, lo qualle odiava molto lo ca-
pitanio gennerale perch, inanzi se facesse questa arma-
ta, costui era andato da lo imperatore per farse dare al-
gune caravele per discovrire terra, ma per la venuta del
capitanio gennerale sua magest non le li dete. Per que-
sto se acord con certi spagnolli e nella nocte seguente
pigliarono lo capitanio de la sua nave, el qualle er<a> er-
mano del capitanio generale e aveva nome Alvaro de Me-
schita, lo ferirono e lo messeno in feri e cos lo condusse-
ro in Spagna. In questo nave era laltro gigante che ave-
vamo prezo, ma, quanto entr nel caldo, morse. La Con-
lata, che gi laveva facta fare per lui. Poi mandgli uno
matarazo, uno paro de lensoli, una coperta de panno ial-
lo e uno cussino; e ogni giorno finch fo sanno li man-
d mandolatte, acqua rosa, oleo rozato e algune conser-
ve de zucaro. Non stete cinquo giorni che l cominci a
andare. Fece bruzare uno idolo che tenivano ascoso cer-
te vechie in casa sua in presentia del re e tuto lo populo;
e fece disfare molti tabernacoli per la riva del mare, ne
li qualli mangiavano la carne consacrata. Loro medesimi
cridarono: Castiglia! Castiglia!; li rovinavano e disse-
no, se Dio li prestava la vita, brusarebenno quanti ido-
li potesse trovare e sebenne fussero in casa del re. Que-
sti idoli sonno de legno, concavi senza li parti de drieto;
hanno li brazi aperti e li piedi voltati in suso con le gam-
be aperte e lo volto grande con quatro denti grandissimi
como porci cingiari; e sonno tucti depinti.
In questa isola sonno molte ville, li nomi de le qualle e
de li suoi principali sonno questi: Cinghapola, li sui prin-
cipali Cilaton, Ciguibucan, Cimaningha, Cimatichat, Ci-
canbul; una Mandani, il suo principalle Lambuzzan; una
Cotcot, il suo principale Acibagalen; una Puzzo, il suo
principalle Apanoan; una Lalan, il suo principalle The-
ten; una Lalutan, il suo principalle Tapan; una Cilumai e
unaltra Lubucun. Tucti questi ne obedivano e ne dava-
no victuvaglia e tributo. Apresso questa izola de Zubu ne
era una che se chiamava Matan, la qual faceva lo porto
dove ramo; il nome de la sua villa era Matan, li sui prin-
cipali Zula e Cilapulapu. Quella villa che bruzassemo era
in questa izola e se chiamava Bulaia.
Aci che vostra illustrissima signoria sapia le cerimo-
nie che uzanno costoro in benedire lo porco: primamen-
te sonano quelle borchie grandi; poi se porta tre pia-
ti grandi, dui con roze e fogace de rizo e miglio cote e
rivolte in foglie con pece brustulato, laltro con panne
de Cambaia e due banderete di palma. Uno pano de
Cambaia se distende in terra; poi veneno dui femine ve-
varli, perch avevano facto certi fossi fra le caze per far-
ne cascare dentro. Venuto lo giorno saltassemo ne lac-
qua fina a le cossie carantanove omini e cuss andassemo
pi dui trati de balestra inanzi potesemo arivar al litto.
Li bateli non poterono vegnire pi inanzi per certe petre
che erano ne lacqua. Li altri undici omini restarono per
gardia de li bateli. Quando arivassemo in terra, questa
gente avevano facto tre scadroni de pi de millecinque-
cento personne. Subito, sentendone, ne venirono ados-
so con voci grandissimi, dui per fianco e laltro per con-
tro. Lo capitanio, quando viste questo, ne fece dui par-
ti e cos cominciassemo a combater. Li schiopeti e ba-
lestreri tirarono da longi casi meza ora invano, solamen-
te passandoli li targoni facti de tavole sotille e li brazi.
Lo cappitanio gridava Non tirare, non tirare!, ma non
li valeva niente. Quando questi vistenno che tiravamo li
schiopeti invano, gridando deliberorno a star forte; ma
molto pi gridavano quando erano descarigati li schio-
peti. Mai non stavano fermi, saltando de qua e de l, co-
perti con li sui targoni. Ne tiravano tante frece, lance de
canna, alguno di fero; al capitanio generalle pali pontivi
brustolati, pietre e lo fango. Apena se potevamo defen-
dere. Vedendo questo, lo capitanio generale mand al-
guni a brusare le sue case per spaventarli. Quando que-
sti vistenno bruzare le sue caze, deventorono pi feroci.
Apresso de le case forenno amazati dui de li nostri e vin-
ti o trenta case li brusassemo. Ne venirono tanti adosso
che passarono con una freza venenata la gamba drita al
capitanio, per il che comand che se retirassemo a poco
a poco, ma loro fugirono si che restassemo da sei o octo
con lo capitanio. Questi non ne tiravano in altro si non
a le gambe perche erano nude. Per tante lance e petre
che ne traevano non potessemo resistere. Le bombarde
de li batelli, per essere tropo longhi, non potevano aiuta-
re, s che venissemo retirandose pi de una bonna bale-
strata longi de la riva, sempre combatendo ne lacqua fin
2 a la donna paranpoan
3 a la iovene beni beni
4 a la maritata babay
5 a li capilli boho
6 al vizo guay
7 a le palpebre pilac
8 a le ciglie chilei
9 a lochio matta
10 al nazo ilon
11 a le masselle apin
12 a li labri olol
13 a la bocca baba
14 a li denti nipin
15 a le gengive leghex
16 a la linga dilla
17 alle orechie delengan
18 a la gola liogh
19 al collo tangip
20 al mento silan
21 a la barba bonghot
22 a le spale bagha
23 a la schena licud
24 al peto dughan
25 al corpo tiam
26 al soto li braci ilot
27 al bracio botchen
28 al gomedo sico
29 al polso malanghai
30 a la mano camat
31 a la palma de la mano palan
32 al dito dudlo
33 a la ongia coco
34 al lombelico pusut
35 al membro utin
36 a li testicoli boto
37 a la natura de le donne billat
74 a lacceto zucha
75 a lacqua tubin
76 al fuoco claio
77 al fumo assu
78 al sofiare tigban
79 alle belance tinban
80 al pezo tahil
81 a la perla mutiara
82 a le madre de le perle tipay
83 a la zampogna subin
84 al mal de santo Iob alupalan
85 portame palatin comorica
86 a certe fogace de rizo tinapai
87 buono maiu
88 non ti da le
89 al cortello capal sundan
90 a le forfice catle
91 a tosare chunthinch
92 a lomo ben ornato pixao
93 a la tella balandan
94 a li panni che se copreno abaca
95 al conaglio colon colon
96 a li pater nostri dogni sorte tacle
97 al petine cutlei missamis
98 al pentinare monssughud
99 a la camiza sabun
100 a la guglia de cosire daghu
101 al cusire mamis
102 a la porcelana mobuluc
103 al cana aian ydo
104 al gato epos
105 a li sui veli gapas
106 a li cristalini balus
107 vien qui marica
108 a la caza ilaga balai
109 al legname tatamue
Numero:
151 uno uzza
152 dui dua
153 tre telo
154 quatro upat
155 cinque lima
156 sei onom
157 sette pitto
158 octo gualu
159 nove ciam
160 diece polo
2 al cristiano naceran
3 al turco rumno
4 al moro musulman isilam
5 ai gentille caphre
6 al sue meschite mischit
7 a li sui preti maulana, catip, mudin
8 a li omini sapienti horan pandita
9 a li omini sui devoti mosssai
10 a le sue cerimonie zambahehan de ala meschit
11 al padre bapa
12 a la madre mama ambui
13 al figliolo anach
14 al fratello saudala
15al fratello de questo capatin muiadi
16 al germano saudala sopopu
17 a lavo ninny
18 al socero minthua
19 al genero minanthu
20 a lomo horan
21 a la femina poranpoan
22 a li capili lambut
23 al capo capala
24 al fronte dai
25 a lochio matta
26 a le ciglie quilai
27 a le palpebre cenin
28 al nazo idon
29 a la boca mulut
30 a li labri bebere
31 a li denti gigi
32 a le gengive issi
33 a la lingua lada
34 al palato langhi
35 al mento aghai
36 a la barba iangut
37 a li mostachi missai
38 a la macella pipi
39 a la orechie talingha
40 a la golla laher
41 al colo tundun
42 a le spale balachan
43 al peto dada
44 al core atti
45 a la mamela sussu
46 al stomaco parut
47 al corpo tundunbutu
48 al membro botto
49 a la natura de le donne bucchij
50 a luzare con loro amput
51 a le nalghe buri
52 a le cosce taha
53 a la gamba mina
54 al schinco de la gamba tula
55 a la sua polpa tilor chaci
56 a la cavechia del pi buculai
57 al calcagna tumi
58 al piede batis
59 a le solle del piede empachaqui
60 a la ongia cuchu
61 al bracio langhan
62 al gomedo sichu
63 a la mano tanghan
64 al dito grosso de la mano idum tanghan
65 al secondo tungu
66 al terso geri
67 al carto mani
68 al quinto calinchin
69 al rizo bugax
70 al coco in Maluco e in Burne biazzao
71 in Lozon nior
72 in Iava Magiore calambil
73 al figo pizan
Numero
372 Uno satus
373 dui dua
374 tre tiga
375 catro ampat
376 cinque lima
377 sei anam
378 sette tugu
379 octo duolappan
380 nove sambilan
381 diece sapolo
382 vinti duapolo
383 trenta tigapolo
384 quaranta ampatpolo
385 cinquanta limapolo
386 sexanta anampolo
387 settanta tuguppolo
388 octanta dualapanpolo
380 novanta sambilampolo
390 cento saratus
391 duzendo duaratus
392 trecento tigaratus
393 quatrocento anamparatus