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Universita di Pisa

Facolta di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali


Corso di Laurea in Fisica

Anno Accademico 2005/2006

Elaborato finale

NON LOCALITA IN
MECCANICA QUANTISTICA,
ESPERIMENTI
CONCETTUALI E REALI

Candidato Relatore
Gianpiero Caruso Chiar.mo Prof. Emilio dEmilio
Indice
Sommario i

1 Entanglement a due corpi e


disuguaglianze di Bell 1
1.1 Paradosso EPR . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
1.1.1 Processo di riduzione del pacchetto donda . . . . . . . . 1
1.1.2 Conclusioni dellEPR . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
1.1.3 Bohms gedankenexperiment . . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.2 Disuguaglianze di Bell . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
1.2.1 Disuguaglianze BCHSH . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

2 Esperimenti reali, lesperimento di Aspect 9


I primi esperimenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
2.1 Lesperimento di Aspect . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
2.1.1 Polarizzatori: distruttivi o non distruttivi? . . . . . . . . 15
2.1.2 Utilizzo dei commutatori random negli esperimenti di Aspect 17

3 Entanglement a tre corpi 19


3.1 Lesperimento concettuale di David Mermin . . . . . . . . . . . . 19
3.2 Lesperimento a tre corpi di Greenberg-Horne-Zeilinger . . . . . . 20

4 Curiosita e conclusioni 24
4.1 Telegrafo Superluminale (TS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
4.2 Il TS non puo esistere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
4.3 Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25

Riferimenti bibliografici 26
Sommario
Si presenta una discussione sulla non localita in meccanica quantistica
(MQ). Questo argomento verra affrontato seguendo levoluzione storica: si
inizia dal famoso articolo di Einstein-Podolsky-Rosen [1] (EPR) del 1935
che, analizzando situazioni di entanglement a due corpi, si propone di di-
mostrare la non completezza della teoria della MQ. Verranno poi discusse
le importanti disuguaglianze di Bell [2] e le disuguaglianze BCHSH [3].

Successivamente, verranno analizzati gli esperimenti a due corpi di


Aspect e quanto essi abbiano messo a fuoco la violazione delle disugua-
glianze di Bell e di conseguenza la non localita dei fenomeni quantistici.

In una seconda parte verranno affrontati casi di entanglement a tre


corpi e verra descritto in particolare un esperimento concettuale di Mer-
min [5] nellambito del quale con la misura di un solo numero (che, nello
specifico, per la MQ vale -1 mentre per una teoria locale vale 1) stabi-
lisce lassenza di localita in MQ. Lillustrazione dei primi esperimenti in
questa direzione, dovuti a Zeilinger e coll. [6], concluderanno lesposizione.

Nelle conclusioni, inoltre, si e inserita una curiosita sul telegrafo su-


perluminale.

i
1 Entanglement a due corpi e
disuguaglianze di Bell
1.1 Paradosso EPR
Dopo neanche un decennio dalla nascita della MQ, Einstein, in collaboarazio-
ne con Podolsky e Rosen, scrisse un articolo che aveva lo scopo di dimostrare,
sulla base di argomentazioni molto ragionevoli, la non completezza della teoria
da poco costruita. In particolare viene formulata, nel suddetto articolo, una
ragionevole condizione di completezza di una teoria fisica:

Ogni elemento di realta fisica deve avere una controparte nella teoria fisica

a cui viene aggiunto, per chiarezza, un criterio di realta con cui possiamo
stabilire quali siano gli elementi della realta fisica:

Se, senza disturbare in nessun modo un sistema, possiamo prevedere con


certezza (cioe con propabilita unitaria) il valore di una quantita fisica, allora
esiste un elemento di realta fisica corrispondente a questa quantita fisica.

Per dimostrare lincompletezza della MQ, Einstein si basa essenzialmente su un


argomento, quello della riduzione del pacchetto donda.

1.1.1 Processo di riduzione del pacchetto donda


Consideriamo un sistema quantistico costituito da due sottosistemi (per esem-
pio due particelle) che interagiscono solo per un breve intervallo di tempo T e
che successivamente si allontanano luno dallaltro, in modo da non poter piu
interagire. Indichiamo con (x1 , x2 ) la funzione donda dello stato quantistico
globale. Sia A un osservabile relativo ad un solo sottosistema, che chiamere-
mo sottosistema 1 (A potrebbe essere, per esempio, limpulso della particel-
la 1), e siano a1 , a2 , a3 , . . . gli autovalori corrispondenti agli autovettori di A,
u1 (x1 ), u2 (x1 ), u3 (x1 ), . . .. Poiche A e un osservabile possiamo scrivere (x1 , x2 )
come combinazione lineare degli autostati ui (x1 ):

X
(x1 , x2 ) = i (x2 )ui (x1 )
i=1

dove necessariamente i (x2 ) sara (a meno di normalizzazioni) una funzione


donda che descrive il sottosistema 2
Il processo di riduzione del pacchetto consiste sostanzialmente nel fatto che
se si misura losservabile A sullo stato (x1 , x2 ) e si ottiene il valore ak allora
lo stato si proietta sul relativo autostato:

(x1 , x2 ) = k (x2 )uk (x1 )

cioe la sommatoria si e ridotta ad un solo termine.


Laspetto interessante e che tale processo proietta il sottosistema 2 nello stato
descritto dalla funzione donda k (x2 ).

1
Inoltre si potrebbe ripetere tutto questo ragionamento considerando, al po-
sto di A, un altro osservabile B, sempre relativo al sistema 1, con autovalo-
ri b1 , b2 , b3 , . . . e autovettori v1 (x1 ), v2 (x1 ), v3 (x1 ), . . .. In tal caso si potrebbe
scrivere:
X
(x1 , x2 ) = j (x2 )vj (x1 )
j=1

e una misura di B, in cui per esempio si ottiene il valore bl , proietterebbe in

(x1 , x2 ) = l (x2 )vl (x1 ),

per cui, dopo la misura, lo stato del sistema 2 sarebbe descritto dalla funzione
donda l (x2 ).
In altre parole, una misura sul sistema 1 definisce lo stato del sistema 2 pur
essendo, i due sistemi, al momento non interagenti. Piu correttamente cio suc-
cede nel caso in cui lo stato non e fattorizzabile: in tal caso si dice che lo stato
e entangled.

1.1.2 Conclusioni dellEPR


Einstein applica tale argomentoal caso di due particelle che hanno interagito per
breve tempo T e che successivamente si sono allontanate in direzione opposta,
in modo da non poter piu interagire, e con impulso totale nullo (tale situazione
si puo realizzare, per esempio, nel caso in cui una particella ferma decade in due
particelle).
Su questo sistema si applica il processo della riduzione del pacchetto, usando
come osservabile limpulso della particella 1 (P1 ). Poiche le due particelle erano
state generate in modo da avere impulso opposto, dopo la misura di P1 co-
nosciamo con certezza limpulso della particella 2 (P2 ), che quindi, in questa
situazione fisica, costituisce un elemento di realta fisica.
Si ripete, adesso, il ragionamento con losservabile Q1 , cioe la posizione della
particella 1. Analogamente a prima, poiche le particelle vanno in direzioni op-
poste si ottiene che misurando Q1 sappiamo, con certezza, la posizione della
particella 2. Quindi si ottiene che la posizione 2 e un elemento di realta fisica.
E importante notare che, essendo le particelle non interagenti, il carattere di
realta fisica di P2 o di Q2 non puo dipendere dalle misure che vengono fatte sul
sistema 1. Quindi, i ragionamenti precedenti ci fanno concludere che sia P2 che
Q2 hanno realta fisica. Tuttavia cio va contro il principio di indeterminazione
di Heisenberg, secondo il quale se e noto limpulso di una particella allora la sua
posizione non possiede realta fisica (qp ~2 ).
Ci sono quindi elementi della realta fisica che la MQ non riconosce come tali.
Ne consegue secondo questo ragionamento che la MQ e una teoria incompleta.

Largomentazione di Albert Einstein e molto convincente ma viene trascu-


rato, o meglio viene ritenuto scontato, un dettaglio: quello relativo a lintera-
zione. In altre parole, Einstein, egli stesso fondatore della relativita ristretta,
suppone implicitamente, nella sua argomentazione, il principio di localita [7]:

2
Principio di localita
Dati due sistemi fisici e supposto che durante un certo intervallo di tempo essi
rimangano isolati tra loro, allora levoluzione delle proprieta fisiche di uno di
essi durante tale intervallo di tempo non puo essere influenzata da operazioni
eseguite sullaltro. (localita alla Einstein)

In altre parole (vedi figura), se si pongono due sistemi a grande distanza (ad
esempio a una distanza di 12 m che la luce percorre in 40 ns) e se si fanno delle
misurazioni in un breve intervallo di tempo (ad esempio 5 ns), in modo tale che
non ci sia il tempo di uninterazione (in modo, cioe, che neanche la luce abbia
il tempo di andare da una particella allaltra durante la misurazione), allora i
due sistemi si possono considerare isolati uno dallaltro. In questo caso si dice
che i due sottosistemi sono separati da un intervallo space-like.
Incredibilmente gli esperimenti successivi dimostreranno che e proprio questo
principio di localita a costituire lanello debole del suo ragionamento.

1.1.3 Bohms gedankenexperiment


Prima di proseguire, e utile citare linterpretazione moderna dellEPR dovuta a
Bohm. Cio ci permettera di comprendere meglio lEPR, di fare una sintesi di
quello che e stato gia detto e, soprattutto, di definire in modo preciso quali sono
i postulati piu o meno taciti dellEPR.

Dimostriamo che la descrizione quanto meccanica di una coppia di particelle


non puo essere completa.
Consideriamo due particelle con spin 12 che si muovono in direzioni opposte.
Restringiamoci in particolare al caso di spin totale nullo, per cui lo stato e
quello di singoletto |si = 12 (| i | i) .
Usiamo le seguenti ipotesi:
(i) Perfetta correlazione: Se misuro lo spin delle due particelle lungo la
stessa direzione, con certezza otterro due risultati opposti1 .

(ii) Localita: Poiche al momento della misura le due particelle non inte-
ragiscono piu, non puo esserci nessun reale cambiamento nella seconda
particella in conseguenza di qualunque operazione effettuata sulla prima
particella.
(iii) Realta: Se, senza disturbare in nessun modo un sistema, possiamo preve-
dere con certezza (cioe con propabilita unitaria) il valore di una quantita
1 Osserva che questa ipotesi afferma proprio cio che prevede la MQ per lo stato di singoletto.

Le successive ipotesi, invece, saranno affermazioni plausibili ma slegate dalla MQ.

3
fisica, allora esiste un elemento di realta fisica corrispondente a questa
quantita fisica.
(iv) Completezza: Ogni elemento di realta fisica deve avere una controparte
nella teoria fisica (completa).
Largomento EPR procede come segue. Data la perfetta correlazione (i), possia-
mo prevedere con certezza il risultato delle misure di ogni componente dello spin
della particella 2 scegliendo precedentemente di misurare la stessa componente
per la particella 1. Per la localita (ii), le misure effettuate sulla particella 1 non
possono causare nessun reale cambiamento nella particella 2. Quindi, dallipo-
tesi di realta (iii), la componente di spin scelta della particella 2 e un elemento
della realta fisica. Questargomento si puo ripetere per ogni componente dello
spin e quindi tutte le componenti dello spin della particella 2 sono elementi della
realta fisica (e ovviamente lo stesso ragionamento vale per la particella 1). Tut-
tavia non esiste nessun sistema quantistico in cui tutte le componenti dello spin
hanno valore definito. Percio, dalla (iv), si ha che la MQ e una teoria incompleta
almeno per quanto riguarda la descrizione del sistema fisico qui descritto.

1.2 Disuguaglianze di Bell


Larticolo di Einstein-Podolsky-Rosen fece molto scalpore e provoco una scis-
sione nella comunita scientifica, si formarono infatti due posizioni: quella degli
scienziati che riconoscevano lenorme valore della MQ come teoria fortemente
predittiva (probabilmente la teoria che e stata maggiormente verificata dagli
esperimenti) e dallaltra parte la posizione di chi voleva avere una maggiore
comprensione della teoria (che sembra essere tra le meno intuitive) e che la ri-
teneva incompleta per le sue previsioni probabilistiche. Questi ultimi, tra cui
Einstein, in analogia con la meccanica statistica, credevano allesistenza delle,
cos chiamate, variabili nascoste grazie alle quali si potesse eliminare il carattere
probabilistico, e quindi non deterministico, della MQ.

Il piu importante passo, per risolvere questa disputa, fu fatto da John Bell
[2]. Egli mostro che una teoria locale avrebbe necessariamente richiesto lesi-
stenza di variabili nascoste (fece anche notare che, mediante variabili nascoste,
si poteva descrivere lo spin di una sola particella in accordo esatto con la MQ)
e dimostro che nel problema a due corpi le misure dovevano rispettare una ben
precisa disuguaglianza in accordo con la localita.

Esponiamo qui di seguito i passaggi essenziali che conducono alle disugua-


glianze di Bell.
In continuita con larticolo EPR tentiamo di completare la teoria della MQ.
Riconsideriamo lesempio esposto da Einstein che in breve e il seguente: nel
caso di due particelle entangled, la misura di un osservabile sulla particella 1
condiziona il risultato della misura di un osservabile sulla particella 2 che pero
non interagisce con la prima (ad esempio se le due particelle sono separate da
un intervallo space-like). Se richiediamo la localita (e quindi il fatto che due
sistemi separati, cioe non interagenti, non possono influenzarsi a vicenda), allo-
ra lunica spiegazione plausibile per giutificare lanomalo comportamento della
riduzione del pacchetto e che in realta lo stato e predeterminato nel momento

4
dellinterazione e tale determinazione e codificata nel valore di una variabile (o
in generale di un gruppo di variabili) che e una variabile che la MQ non ci
permette di determinare, per cui e detta nascosta. Dobbiamo quindi supporre
che la natura probabilistica della MQ sia dovuta alla distribuzione di probabilita
() di tale variabile, per cui si puo scrivere:
Z
d() = 1,

senza specificare in quale spazio e in quante dimensioni si stia integrando (non


e necessario per lesposizione seguente).
Cio premesso, consideriamo la specifica situazione descritta da Bohm e Aharo-
nov, che costituisce la versione moderna del Paradosso EPR: due fermioni con
spin 21 che si trovano in uno stato di singoletto

| i | i
|si = .
2
Supponiamo di fare in modo che i due fermioni si allontanino luno dallaltro
senza modificare lo stato quantistico di singoletto (questa operazione e speri-
mentalmente delicata perche e molto difficile lasciare inalterato uno stato quan-
tistico, soprattutto in caso di entanglement, a causa del rumore). Si fanno
allontanare i fermioni fino a quando sono separati da un intervallo space-like e,
a quel punto, si fanno passare attraverso due magneti Stern-Gerlach che hanno,
rispettivamente, orientazioni ~a e ~b (due vettori unitari).
Siano A(~a, ) e B(~b, ) i risultati delle misurazioni, rispettivamente, delle com-
ponenti ~1 ~a e ~2 ~b, dove ~i e lo spin delli-esima particella. Poiche stiamo
misurando le componenti dello spin, sappiamo gia che gli unici autovalori sono
12 , per cui A e B possono assumere solo i valori 1. Nota che, mettendoci
nellipotesi di localita, le quantita A e B devono dipendere dalla succitata va-
riabile nascosta e inoltre non possono dipendere dalla misurazione dellaltro
rivelatore (in particolare, A non puo dipendere da ~b e B non puo dipendere
da ~a). Abbiamo visto in precedenza che ha una distribuzione di probabilita
() che, per la localita, richiediamo non dipendere dalle orientazioni ~a e ~b dei
rivelatori. Mediante la distribuzione (), definiamo il valore di aspettazione
del prodotto delle due componenti, ~1 ~a e ~2 ~b, detto anche coefficiente di
correlazione: Z
E(~a, b) = d()A(~a, )B(~b, ).
~ (1)

Ricordiamo inoltre che la MQ prevede:

E(~a, ~b) = hs|(~1 ~a)(~2 ~b)|si = ~a ~b. (2)

Noi vorremmo che i due formalismi (1) e (2) dessero la stessa previsione per
tutte le possibili orientazioni ~a e ~b dei rivelatori: in realta le disuguaglianze di
Bell dimostreranno invece un seria incompatibilita tra la previsione quantistica
e quella locale.
La trattazione di Bell, esposta sopra, e molto generale e fino a questo punto
abbiamo solo specificato che esiste una situazione fisica in cui due misure A e
B possono assumere esclusivamente i valori 1. Introduciamo, a questo punto,

5
un ipotesi2 necessaria per ottenere le disuguagianze di Bell.:


Ipotizziamo che esista una situazione fisica per cui, se i rivelatori hanno
la stessa orientazione (~a = ~b), allora E(~a, ~a) = 1

in questo caso si dice che siamo in uno stato di piena correlazione, perche E
assume il valore estremale 1.
In MQ lo stato di singoletto rispetta perfettamente tale condizione, cioe la MQ
prevede che uno stato di massima correlazione esista. Percio nello stato di
singoletto, se fosse valido il principio di localita, i dati sperimentali dovrebbero
verificare la disuguaglianza di Bell, che adesso ricaveremo.
Lipotesi ci permette di dire, dalla (1), che A(~a, ) = B(~a, ), a meno di un
insieme di punti di misura nulla. Per cui si puo scrivere:
Z
E(~a, ~b) = d()A(~a, )A(~b, ) (3)

Dato un altro vettore unitario ~c possiamo scrivere, ricordando che A puo assu-
mere solo i valori 1, la seguente uguaglianza:
Z h i
E(~a, b) E(~a, ~c) = d()A(~a, )A(~b, ) A(~b, )A(~c, ) 1
~

da cui si ottengono le disuguaglianze di Bell:


Z h i
|E(~a, b) E(~a, ~c)| d() 1 A(~b, )A(~c, ) = 1 + E(~b, ~c)
~ (4)

Tale disuguaglianza e in disaccordo, in alcuni casi, con laspettazione prevista


dalla MQ nellequazione (2) (ad esempio nel caso in cui ~a, ~b e ~c sono, rispetti-
vamente nelle seguenti direzioni: -).
Proprio questo disaccordo rende molto interessanti le disuguaglianze ottenute,
per cui e sufficiente fare degli esperimenti su questi particolari sistemi fisici (di
massima correlazione) per capire concretamente, con una misura, se la realta
fisica segua il principio di localita o meno.

1.2.1 Disuguaglianze BCHSH


Successivamente e stata ottenuta unaltra disuguaglianza che generalizza le di-
suguaglianze di Bell, perche non viene fatta lipotesi . Tale disuguaglianza e
anche piu utile dal punto di vista sperimentale e, non a caso, e stata utilizzata
anche nel famoso esperimento di Aspect. Il sistema fisico analizzato qui di se-
guito e la variante ottica dellesempio di Bohm, in particolare al posto dello spin
di due elettroni si guarda la polarizzazione di due fotoni (come vedremo, negli
esperimenti sulla violazione delle disuguaglianze di Bell, vengono usati quasi
sempre fotoni perche e piu facile evidenziarne le correlazioni).

Consideriamo un sistema in cui vengono prodotti due fotoni nello stato


|xxi + |yyi
|i =
2
2 Questipotesi,che qui chiameremo ipotesi , corrisponde a quella che in precedenza ab-
baiamo chiamato perfetta correlazione. Inoltre, tale ipotesi verra abbandonata quando
ricaveremo la generalizzazione delle disuguaglianze di Bell, cioe le disuguaglianze BCHSH.

6
cioe la sovrapposizione dello stato in cui i fotoni sono entrambi polarizzati li-
nearmente lungo x con quello in cui i fotoni sono entrambi polarizzati lungo y.
Facciamo, adesso, passare i due fotoni attraverso due rivelatori, che misurano
la polarizzazione (per esempio due polaroid), che sono orientati rispettivamente
lungo ~a e ~b (anche qui li prendiamo unitari).
Come prima, chiamiamo con A(, ~a) e B(, ~b) i risultati delle misure dei pola-
roid, associando al caso di polarizzazione parallela il valore +1 e alla polarizza-
zione ortogonale il valore 1 (sperimentalmente la polarizzazione e ortogonale
quando il fotone viene assorbito dal polaroid). Anche in questo caso abbiamo
imposto che, per la localita, le misure di un rivelatore non dipendano dallorien-
tazione dellaltro rivelatore.
Definiamo adesso la probabilita di transizione P+ (~a, ~b) come la probabilita
di misurare +1 per il primo fotone e 1 per il secondo fotone. Analogamen-
te definiamo tutte le altre possibili probabilita di transizione che per la MQ
valgono:
1
P+ (~a, ~b) = P+ (~a, ~b) = sin2 (~a, ~b) (5)
2
1
P++ (~a, ~b) = P (~a, ~b) = cos2 (~a, ~b) (6)
2
dove (~a, ~b) e langolo compreso tra i due vettori ~a e ~b. Definiamo, adesso, i
seguenti insiemi = {|A(, ~a) = 1, B(, ~b) = 1}.
Con le precedenti definizioni possiamo riscrivere il coefficiente di correlazione
nel seguente modo:
Z
.
E(~a, ~b) = d()A(, ~a)B(, ~b)
Z Z Z Z
= d() + d() d() d()
++ + +

= P++ (~a, ~b) + P (~a, ~b) P+ (~a, ~b) P+ (~a, ~b) (7)
che per la MQ, dalle (5)-(6), vale

EM Q (~a, ~b) = cos[2(~a, ~b)]. (8)


Consideriamo adesso la quantita
.
s(, ~a, ~a0 , ~b, ~b0 ) =
.
= A(, ~a)B(, ~b) A(, ~a)B(, ~b0 ) + A(, ~a0 )B(, ~b) + A(, ~a0 )B(, ~b0 )
h i h i
= A(, ~a) B(, ~b) B(, ~b0 ) + A(, ~a0 ) B(, ~b) + B(, ~b0 ) (9)

dove ~a0 e ~b0 sono altre due possibili orientazioni dei rivelatori (anche qui vettori
unitari).
E evidente, dalla (9) che s(, ~a, ~a0 , ~b, ~b0 ) = 2, per cui:
Z
2 d()s(, ~a, ~a0 , ~b, ~b0 ) 2

Dalla (1) possiamo riscrivere questa disuguaglianza nel modo seguente:

2 S(~a, ~a0 , ~b, ~b0 ) 2, (10)

7
con
.
S(~a, ~a0 , ~b, ~b0 ) = E(~a, ~b) E(~a, ~b0 ) + E(~a0 , ~b) + E(~a0 , ~b0 ).
Queste sono le disuguaglianze BCHSH [3].

Disaccordo con la MQ
Proviamo adesso ad evidenziare i casi di massimo disaccordo tra la previsione
quantomeccanica e la disuguaglianza (10).
La quantita SM Q (~a, ~a0 , ~b, ~b0 ) prevista dalla MQ si ottiene semplicemente dalla
definizione e dalla (8). Notiamo che S dipende solo dagli angoli indipendenti
(~a, ~b), (~b, ~a0 ) e (~a0 , ~b0 ), con cui sono ben definite tutte le direzioni dei vettori ~a,
~b, ~a0 e ~b03 . In particolare possiamo scrivere, con la convenzione che un angolo
e positivo se percorso in senso antiorario, (~a, ~b0 ) = (~a, ~b) + (~b, ~a0 ) + (~a0 , ~b0 ). Ne
consegue che per massimizzare la previsione quantomeccanica,
h i h i
SM Q (~a, ~a0 , ~b, ~b0 ) = cos 2(~a, ~b) cos 2(~a, ~b) + 2(~b, ~a0 ) + 2(~a0 , ~b0 )
h i h i
+ cos 2(~a0 , ~b) + cos 2(~a0 , ~b0 ) , (11)

si dovrebbe derivare rispetto ai tre angoli indipendenti, di cui abbiamo parlato, e


porre le tre espressioni uguali a zero, ma cos facendo si ottengono tre espressioni
perfettamente analoghe (come si evince dalla simmetria dellespressione (11)).
Percio SM Q e estremale nei casi in cui i tre angoli indipendenti sono uguali.
Poniamo quindi (~a, ~b) = (~b, ~a0 ) = (~a0 , ~b0 ) = , per cui la (11) diventa:
SM Q (~a, ~a0 , ~b, ~b0 ) = 3 cos (2) cos (6) .

Il grafico di questultima espressione e sufficiente per evidenziare il forte disaccor-


do tra la previsione quantomeccanica e le disuguaglianze BCHSH. In particolare,
come si evince dal grafico, il massimo disaccordo possibile e:

= 8

SM Q = 2 2 w 2.83 > 2
SM Q = 2 2 w 2.83 < 2 = 3 8

e sara ovviamente preferibile fare esperimenti in queste configurazioni.


3 a meno di fissare la direzione di uno di essi. Gli esperimenti mostrano che ce invarianza

per rotazione, per cui le uniche informazioni importanti sono gli angoli relativi.

8
2 Esperimenti reali, lesperimento di Aspect

I primi esperimenti, Bell vs MQ


A partire dal 0 70 si fecero diversi esperimenti che utilizzavano essenzialmente
tre metodi: annichilazione del positronio, urti protone-protone a bassa energia
e cascate fotoniche in fisica atomica.

Il primo esperimento di verifica della localita fu realizzato nel 1970 da Ka-


sday e coll. [8]. Essi utilizzarono lannichilazione del positronio4 . In particolare,
dal decadimento + del rame 64 Cu ottenevano i positroni che venivano fatti an-
nichilare su un bersaglio di rame. Lannichilazione avveniva in onda s per cui,
da questo processo, venivano prodotti due fotoni in uno stato di singoletto.
Questo primo esperimento, che venne anche ripetuto cinque anni dopo, era in
buon accordo con la MQ.

Un secondo esperimento fu fatto da Freedman e coll. [9] nel 1972. Gli autori
utilizzarono le cascate fotoniche applicando, quindi, un metodo diverso da quello
di Kasday, in particolare la cascata (4p)21 S0 (4p4s)1 P1 (4p)21 S0 del cal-
cio. In altre parole, si eccitano degli atomi di calcio in modo che alcuni elettroni
possano fare una transizione, saltando al secondo livello di energia superiore.
Successivamente, lelettrone tornera di nuovo al livello energetico iniziale e per
far cio dovra emettere due fotoni (uno per ogni transizione elettromagnetica).
Anche questo esperimento e in ottimo accordo con la MQ.

Un terzo esperimento venne realizzato nel 1973 da Holt e coll. [10]. An-
che questi usarono il metodo delle cascate fotoniche, in particolare la cascata
91 P1 73 S1 63 P0 del mercurio 198 Hg. Lesperimento ha registrato un netto
disaccordo con la MQ. Si deve pero aggiungere che, in seguito, e stata trovata
una sorgente di errore sistematico.

Questutimo esperimento venne ripetuto lanno dopo (1974), da Clauser e


coll. [11], utilizzando pero come sorgente il mercurio 202 Hg. In una prima fase
lesperienza sembro confermare i risultati di Holt che erano in totale disaccordo
con la MQ. Successivamente si scopr una sorgente di errore sistematico. Eli-
minata tale sorgente, venne ripetuto lesperimento che risulto in pieno accordo
con la MQ.

Nel 1974 fu realizzato da Faraci e coll. [12] un esperimento che riprendeva


il metodo di Kasday (annichilazione del positronio). I risultati erano in pieno
disaccordo con la MQ, ma vi era inoltre una forte dipendenza dei risultati dalla
distanza tra sorgente e rivelatori. Questultimo aspetto puo far pensare a un
possibile errore sistematico che distruggeva lo stato quantistico di singoletto.

Nel 1976 Wilson e coll. [13] tentarono di smentire i risultati di Faraci. Le-
sperimento di Wilson (una ripetizione dellesperimento precedente) risulto in
4 Il positronio e un sistema atomico similare allatomo di idrogeno in cui nel nucleo al posto

del protone ce un positrone.

9
pieno accordo con la MQ e non venne osservata nessuna dipendenza dalla di-
stanza sorgente-rivelatore.

Nello stesso anno (1976) Fry e coll. [14] realizzarono lultimo esperimento,
prima di Aspect, a cascata fotonica. In particolare la cascata 73 S1 63 P1
61 S0 del mercurio 200 Hg: anche questo in accordo con la MQ.

Sempre nel 1976 venne realizzata da Lamehi-Rachti e Mittig [15] unespe-


rienza che si proponeva di verificare le disuguaglianze di Bell senza lutilizzo
di fotoni (probabilmente fu lunica della storia a non utilizzare fotoni che in-
vece vennero usati per tutti gli altri esperimenti perche, coi fotoni, si riusciva
facilmente ad ottenere buone correlazioni). Lesperimento utilizzava protoni a
bassa energia, prodotti dallacceleratore di Saclay, che venivano fatti incidere su
un bersaglio contenente idrogeno. Cos si ottenevano coppie di protoni (quello
incidente e quello nel nucleo dellidrogeno) in onda s. Anche questo esperimento
e in buon accordo con la MQ.

Un ulteriore esperimento fu fatto nel 1977 da Bruno e coll. [16]. Usarono


il metodo dellannichilazione del positronio come Kasday, con lunica differenza
di usare, come sorgente di positroni, il sodio 22 N a e di fare una selezione piu
accurata degli eventi da misurare, al fine di ottenere risultati piu raffinati. An-
che in questo caso fu osservato pieno accordo con la MQ e nessuna dipendenza
dalla distanza sorgente-rivelatore.

MQ vs BELL

MQ anno Bell

Kasday 1970
Freedman 1972
1973 Holt
Clauser 1974
1974 Faraci
Kasday II 1975
Wilson 1976
Fry 1976
Lamehi-Rachti 1976
e Mittig
Bruno 1977

Per concludere questa esposizione sugli esperimenti precedenti ad Aspect,


notiamo che per osservare la violazione delle disuguaglianze di Bell si e do-
vuta realizzare sperimentalmente una situazione fisica molto complessa, quella
dellentanglement a due corpi. Fare lesperimento tentando di mantenere la
correlazione, creata dai vari fenomeni sopra citati (annichilazione del positro-
nio, urti protone-protone a bassa energia, cascate fotoniche in fisica atomica),
e molto difficile e rende lesperimento piu complesso e piu delicato. In parti-
colare, abbiamo visto come una qualunque sorgente di rumore, nellesperienza,
puo distruggere la correlazione. Questultima osservazione potrebbe giustificare

10
il disaccordo di alcuni esperimenti con la MQ. In realta, lesistenza di tali espe-
rimenti non permette alla comunita scientifica di dar ragione alla MQ contro la
localita delle disuguaglianze di Bell. Per dare fine alla disputa e stato necessario
realizzare un esperimento molto piu accurato e molto piu efficiente dei prece-
denti. Il primo che ci riusc fu Aspect che con i suoi esperimenti diede il colpo
di grazia definitivo alle disuguaglianze di Bell.

2.1 Lesperimento di Aspect


Aspect si propose di fare un esperimento molto piu sofisticato dei precedenti e
in questa direzione perfeziono notevolmente molti aspetti sperimentali. Innan-
zitutto, Aspect uso il metodo della cascata fotonica poiche era il metodo piu
efficiente per evidenziare le correlazioni ed inoltre luso di fotoni era utile anche
per mettere maggiormente in risalto il problema della localita5 .
Lesperimento consiste nel provocare una doppia eccitazione dellelettrone di un
atomo di calcio in modo che questi, diseccitandosi, possa emettere due fotoni
correlati.

Per far cio Aspect uso un laser al Kripton (K = 406.7 nm) e un dye laser
(D = 581 nm), rispettivamente, per ogni eccitazione. Per ottimizzare leffi-
cienza di questa prima fase, si usano esattamente le frequenze di risonanza per
stimolare la doppia eccitazione cercata e si pongono i due fasci laser a polariz-
zazioni parallele. Inoltre si utilizzano due cicli di retroazione per assicurare la
stabilita della frequenza laser e della potenza. Alimentando ogni laser con poche
decine di milliwatt si ottiene unintensita di fotoni emessi pari a N = 4 107
s1 . Aspect scelse tale valore per lintensita del fascio perche il rapporto segnale-
rumore non sarebbe migliorato ulteriormente aumentando N . Infatti il tasso di
coincidenze accidentali cresce con N 2 mentre il vero tasso di coincidenze cresce
con N .
5 I fotoni, viaggiando alla velocita della luce, non possono scambiarsi informazioni nemmeno

durante il volo. Percio i fotoni potrebbero interagire, ipotizzando la localita, solo nel momento
di emissione dalla sorgente.

11
Un dettaglio fondamentale dellesperimento e la sorgente di cui, pian piano, sco-
priremo le proprieta: il calcio 40 Ca.
Il calcio ha una prima qualita nel fatto che la vita media del livello intermedio
e molto breve ( = 5 ns). Cio comporta che i due fotoni vengono emessi quasi
contemporaneamente (e cio aumenta la correlazione) e, inoltre, vi e un evidente
guadagno sperimentale, quello di rendere piu efficiente il conteggio di coinciden-
ze. In altre parole, potendo distinguere meglio le coppie correlate si riesce ad
ottimizzare il rapporto segnale-rumore.
Abbiamo visto come Aspect perfeziona sperimentalmente il modo di emettere
una coppia di fotoni ma noi vorremmo una coppia di fotoni in stato di singoletto
perche la MQ prevede che tale stato violi le disuguaglianze BCHSH6 .

Perche i fotoni cos ottenuti si trovano in uno stato di singoletto?


I fotoni emessi si trovano in un generico stato di polarizzazione che si scrive nel
seguente modo:
X2
|si = c |e1 i|e2 i
,=1

dove e1i
e e2i
sono due vettori ortonormali ed entrambi ortogonali alla direzione
di propagazione delli-esimo fotone, mentre c C sono tali che
2
X
|c |2 = 1. (12)
,=1

Lapparato sperimentale (vedi figura sopra) e fatto in modo da restringere los-


servazione solo ai fotoni che vanno in una stessa direzione e in verso opposto.
Applicando il principio di Von Neumann, i fotoni si troveranno nello stato per
cui e massima la probabilita di transizione dallo stato di zero fotoni a quello di
due fotoni back to back. Ma quanto vale la probabilita di transizione?
Tornando allesperimento, Aspect uso come sorgente il calcio e in particola-
re la cascata (4p)21 S0 (4p4s)1 P1 (4p)21 S0 . Questa cascata e del tipo
(J = 0) (J = 1) (J = 0), dove J e il momento angolare totale dello
stato dellatomo di calcio. Poiche J = 0 sia allinizio che alla fine, allora possia-
mo dire che non ci sono direzioni privilegiate. Possiamo, quindi, affermare che
lampiezza di transizione che cerchiamo deve essere multiplo di un invariante
per rotazione. Lunico invariante per rotazione del sistema e il prodotto scalare
delle polarizzazioni ~ Se si indica con |0i lo stato vuoto (privo di fotoni) e
~ .
|, i lo stato finale della coppia di fotoni con polarizzazioni ~ allora pos-
~ e ,
siamo scrivere lampiezza di transizione M|0i|~,i ~ = h0|, i = A(~
~ dove
)
A e una costante che dipende dalle caratteristiche dellatomo sorgente.
Prendiamo, quindi, come stato finale lo stato generico |si scritto sopra e calco-
liamo per quali valori dei coefficienti cij e massima la probabilita di transizione
2
P = |M|0i|~,i~ | . Per semplicita, dato che siamo nel caso di stessa direzione
di propagazione per entrambi i fotoni (z), si pone e11 = e12 = x e e21 = e22 = y.
Allora possiamo scrivere la corrispondente probabilita di transizione come:
P = |h0|si|2 = |A|2 |c11 x x + c12 x y + c21 y x + c22 y y|2 = |A|2 |c11 + c22 |2 (13)
6 Vedi largomento esposto nel paragrafo delle disuguaglianze BCHSH.

12
ed occorre massimizzarla tenendo conto del vincolo (12). E evidente che, innan-
zitutto, possiamo porre c12 = c21 = 0 in modo che P possa essere piu grande
possibile. Adesso applichiamo il metodo dei moltiplicatori di Lagrange, per cui
si massimizza la funzione:

|A|2 |c11 + c22 |2 (|c11 |2 + |c22 |2 1) (14)

Derivando e ponendo uguale a zero, ottengo la stessa espressione sia per |c11 |
che per |c22 | (che quindi devono essere uguali), infatti:

2|A|2 |c11 + c22 | 2|c11 | = 0



|c11 | = |c22 |
2|A|2 |c11 + c22 | 2|c22 | = 0
 
Infine, a parita di modulo |c11 | = |c22 | = 12 , se vediamo i numeri complessi
cii come vettori in R2 , allora possiamo dire che lespressione (13) e massima
nel caso in cui c11 ha la stessa direzione di c22 (cioe hanno la stessa fase) in
modo da massimizzare il modulo della somma. Quindi, se prendiamo il caso
particolare in cui cii R (cos facendo perdiamo solo un fattore di fase nello
stato quantistico finale ma cio e irrilevante perche lo stato fisico e lo stesso),
allora lo stato di polarizzazione della coppia di fotoni e:

|xi|xi + |yi|yi
|si =
2
Concludiamo con una nota: poiche non abbiamo specificato la direzione di x
e di y (nella nostra trattazione sono due versori ortonormali e contemporanea-
mente ortogonali alla direzione di propagazione z) allora questo ragionamento
puo essere ripetuto esattamente con unaltra coppia di vettori ortonormali x0 e
y 0 , sempre ortogonali a z.

Dimostrato il fatto che viene prodotta una coppia di fotoni in uno stato che,
in letteratura, si chiama di EPR-Bell, torniamo allesperimento e, in particolare,
ad unaltra problematica relativa alla sorgente.
Sperimentalmente, per aumentare la statistica, si pongono due lenti in prossi-
mita della sorgente in modo da poter selezionare le coppie di fotoni di un certo
angolo solido e non solo quelle di una data direzione.

13
In un articolo molto tecnico di Fry si dimostra, pero, che la previsione quantistica
del coefficiente di correlazione (8) verrebbe cos corretta da un fattore F (u):

EM Q (~a, ~b) = F (u) cos[2(~a, ~b)]

dove u e langolo del cono da cui fuoriescono i fotoni che poi andremo a misu-
rare, cioe il cono disegnato dalla sorgente e dalla lente.
Fortunatamente il fattore F (u) rimane approssimativamente costante al valore 1
fino ad angoli abbastanza grandi (per esempio per u = 32o si ha F (u) = 0, 984).
Si sa, pero, che a causa della struttura iperfine il valore di F (u) diminuisce
drasticamente, per cui scompare la correlazione. Per questo motivo si possono
usare solo gli isotopi pari e con spin del nucleo I = 0 [14]. Il calcio 40 Ca fa al
caso nostro.

Un altro problema sperimentale consiste nel distinguere le coppie correlate


in stato di singoletto (su queste si fanno le misure sperimentali) dal rumore.
Per far cio si fa una selezione delle coppie, cioe si considerano solo le coppie per
cui il ritardo temporale tra la rivelazione del primo fotone e del secondo non sia
superiore a qualche ns. Si e gia detto che le coppie correlate hanno un ritardo
di circa 5 ns, perche si usa il calcio come sorgente, e che il numero di coppie che
si producono sperimentalmente per unita di tempo vale N = 4 107 s1 cioe
una coppia ogni 25 ns. Grazie a queste accortezze, prese nellesperimento di
Aspect, si riesce, quindi, ad avere un elevata efficienza: la maggior parte delle
coppie rilevate sono proprio quelle per cui il ritardo e brevissimo (5 ns) mentre
tutte le altre costituiscono il rumore. E stato anche fatto il grafico del numero
di occorrenze di coppie di fotoni in funzione del relativo ritardo di rivelazione
dei due fotoni. Dal grafico si evince che i punti di nostro interesse, che stanno
sul picco, sono facilmente distinguibili dal rumore e cio spiega la scelta del calcio
come sorgente.

Una volta prese tutte queste precauzioni, che aumentano notevolmente la


raffinatezza e lefficienza dellesperimento, sembrerebbe sufficiente misurare le
probabilita P, (~a, ~b) nei quattro casi in cui i polaroid sono orientati rispetti-
vamente lungo i vettori (~a, ~b), (~a, ~b0 ),(~a0 , ~b) e (~a0 , ~b0 ). In altre parole si prendono

14
i quattro vettori (~a, ~a0 , ~b e ~b0 ) per cui vi e massimo disaccordo tra previsione
quantomeccanica e digugualianze BCHSH (vedi il corrispondente paragrafo) e
si fanno quattro serie di misure (una per ogni disposizione dei polaroid). In una
prima serie di misura si orientano i polaroid lungo, per esempio, ~a e ~b e si conta
il numero di occorrenze N (~a, ~b) di coppie per cui i risultati delle misure sono
++, +, + e 7 . Questi quattro numeri, normalizzati (cioe divisi per la
somma), ci danno le probabilita P, (~a, ~b), da cui, usando la (7), ricaviamo il
coefficiente di correlazione E(~a, ~b). Analogamente, si fanno le altre tre serie di
misure in cui si utilizzano le altre tre coinfigurazioni di orientazione dei polaroid.
Cos si ottengono i quattro coefficienti di correlazione E(~a, ~b), E(~a, ~b0 ), E(~a0 , ~b)
e E(~a0 , ~b0 ) e, usando la (11), si ottiene il valore sperimentale della S. Infine si
verifica la compatibilita del valore sperimetale di S con la disuguaglianza BCH-
SH (10).
In realta, anche per questultima fase, vi sono dei seri problemi: i polaroid
comuni fanno passare solo i fotoni che, con la misura, sono stati proiettati in
uno stato di polarizzazione parallela allorientazione del polaroid. Gli altri foto-
ni, quelli proiettati in uno stato di polarizzazione ortgonale, vengono assorbiti:
ovvero non e possibile distinguere le misure +, +, e dal semplice rumo-
re. Per esempio, il caso + non si puo distinguere dal caso di un solo fotone
con polarizzazione + e addirittura il caso non si puo nemmeno osservare.
Questa problematica si puo risolvere in due modi: o si usano polarizzatori non
distruttivi che permettono losservazione di tutti i casi , oppure si usano i
polaroid distruttivi ma si devono cambiare le disuguaglianze BCHSH, tenendo
conto del fatto che si puo misurare solo il numero di occorrenze del caso ++.

2.1.1 Polarizzatori: distruttivi o non distruttivi?


Aspect fece un primo esperimento con i comuni polaroid distruttivi che non per-
mettono losservazione dei fotoni polarizzati ortogonalmente e lasciano passare
i fotoni polarizzati parallelamente8 . Come abbiamo detto, con i polaroid di-
struttivi non possiamo usare la solita disuguaglianza BCHSH, perche possiamo
misurare solo la probabilita P++ . Dobbiamo quindi usare unaltra disuguaglian-
za o, meglio, unaltra forma.
A tal fine, si usano le seguenti definizioni:
.
N++ (~a, ~b) = numero di occorrenze di coppie nello stato ++, cioe nello
stato in cui il primo fotone ha polarizzazione parallela ad ~a, per cui pas-
sa attraverso il polaroid 1, e analogamente il secondo fotone polarizzato
parallelamente a ~b;
.
N+ (~a, ~b) = N+ (~a, ~b) + N++ (~a, ~b) = numero di occorrenze di coppie in
cui il primo fotone passa attraverso il polaroid 1 (polarizzazione parallela
a ~a) mentre dallaltra parte si rivela la presenza del fotone correlato senza
farlo passare nel polaroid (sperimentalmente la misura di N+ (~a, ~b) vie-
ne fatta sostituendo il polaroid 2 con una lastra fotografica che rivela la
presenza del fotone correlato al primo);
.
N+ (~a, ~b) = N++ (~a, ~b) + N+ (~a, ~b);
7 Siricorda che, per esempio, + vuol dire che il primo fotone ha polarizzazione parallela
ad ~a mentre il secondo fotone ha polarizzazione ortogonale a ~b
8 Del resto, anche negli esperimenti precedenti ad Aspect si usarono i polaroid distruttivi.

15
.
N (~a, ~b) = N++ (~a, ~b) + N (~a, ~b) + N+ (~a, ~b) + N+ (~a, ~b) = numero
totale di coppie correlate emesse.
Con queste definizioni, si riscrive lespressione (7) nel seguente modo:

E(~a, ~b) = P++ (~a, ~b) + P (~a, ~b) P+ (~a, ~b) P+ (~a, ~b)
4N++ (~a, ~b) 2N+ (~a, ~b) 2N+ (~a, ~b) + N (~a, ~b)
= . (15)
N (~a, ~b)

A questo punto facciamo lipotesi9 che N+ (~a, ~b) = N (, ~b), cioe che non
dipenda da ~a, e, analogamente, che N+ (~a, ~b) = N (~a, ) e che N (~a, ~b) =
N (, ) (come ci si aspetta dalla definizione). Sostituendo, quindi, questa
espressione (15) nella definizione di S e, quindi, nelle disuguaglianze BCHSH,
si ottiene la disuguaglianza cercata:

1 S 0 0 (16)

con

N++ (~a, ~b) N++ (~a, ~b0 ) + N++ (~a0 , ~b) + N++ (~a0 , ~b0 ) N (~a0 , ) N (, ~b)
S0 =
N (, )
S2
=
4
Anche in questo caso si ottiene, analogamente a come e stato fatto nel paragrafo
sulla disuguaglianza BCHSH, che il massimo disaccordo con la MQ si ha quando
gli angoli indipendenti valgono (~a, ~b) = (~b, ~a0 ) = (~a0 , ~b0 ) = = 8 , 3
8 . La
previsione quantistica vale:
(
0 21
SM Q ( = 8 ) = 2 w 0.207
0 3 21
SM Q ( = 8 ) = 2 w 1.207

Lesperimento coi polaroid distruttivi ha fornito il valore:


0
Sexp = 0.126 0.014

che, evidentemente, viola le disuguaglianze (16) di 9 deviazioni standard. Men-


tre la previsione quantistica, tenendo conto dellincertezza sugli angoli e della
non perfetta efficienza dei polarizzatori, vale:
0
SM Q = 0.118 0.005

Si e, inoltre, verificato anche il perfetto accordo tra la previsione della MQ di


P++ (), al viariare dellangolo relativo tra le orientazioni dei polaroid (), e il
dato sperimentale.

Come abbiamo detto, luso di polaroid distruttivi (chiamati anche polarizza-


tori ad un canale) limita lefficienza dellesperimento perche alcune correlazioni
9 Questipotesi
e abbastanza ragionevole, pero, data la delicatezza dellesperimento, sa-
rebbe meglio evitare lassunzione di nuove ipotesi. Per questo motivo avra piu senso usare
polarizzatori non distruttivi.

16
non possono essere viste (si era detto che i casi , + e + non potevano
essere osservati). Sarebbe, quindi, molto utile usare dei polarizzatori che non
distruggano i fotoni ortogonali. Lintroduzione di polarizzatori non distruttivi
fu una delle piu importanti innovazioni che Aspect introdusse nel suo esperi-
mento. Egli uso dei cubi polarizzati che trasmettono una polarizzazione e che
riflettono la polarizzazione ortogonale e grazie a questa innovazione e possibile
verificare direttamente le disuguaglianze BCHSH. Sperimentalmente ottenne:

Sexp = 2.697 0.015

che viola le disuguaglianze BCHSH di ben 40 deviazioni standard ed e in per-


fetto accordo con la previsione quantomeccanica (tenendo conto delle varie
incertezze):
SM Q = 2.7 0.05
Laccordo con la MQ e schiacciante.

2.1.2 Utilizzo dei commutatori random negli esperimenti di Aspect


Aspect non si limito solo a questo, ma ando pure oltre. Si potrebbe, infatti,
obiettare, citando lo stesso J. Bell, che la disposizione degli strumenti e fatta
sufficientemente in anticipo da consentire loro di raggiungere un qualche mutuo
rapporto mediante scambio di segnali con velocita minore o uguale a quella della
luce. In altre parole si potrebbe, addirittura, sospettare che i polarizzatori pos-
sano informare la sorgente delle loro orientazioni e che questa, di conseguenza,
emetta un determinato tipo di coppie di fotoni. Se fosse cos, tutti i ragiona-
menti precedentemente esposti non varrebbero piu. In particolare le misure di
polarizzazione dei fotoni, che abbiamo chiamato A(, ~a) e B(, ~b), dovrebbero
dipendere, dopo leventuale scambio di segnali tra gli strumenti, anche dallo-
rientazione dellaltro porarizzatore cioe si dovrebbe scrivere A(, ~a, ~b) e B(, ~a, ~b)
e cos facendo non si potrebbero piu ottenere le disuguaglianze di Bell e le disu-
guaglianze BCHSH (e sufficiente rivedere le dimostrazioni per accorgersene). Se
cos fosse, uneventuale violazione delle disuguaglianze non implicherebbe piu
la violazione della localita. Per questo motivo, Aspect rifece lesperimento con
unulteriore innovazione; uso un sistema per variare a caso le orientazioni dei
polarizzatori, mentre i fotoni si trovano ancora in volo: i commutatori random.

17
Ricordiamo che in precedenza avevamo ottenuto che il massimo disaccordo tra
MQ e disuguaglianze BCHSH si ha per certe orientazioni dei polarizzatori, ri-
pettivamente, ~a e ~a0 per il polarizzatore 1 e ~b e ~b0 per il polarizzatore 2. Aspect,
quindi, dispose alla distanza di L = 6 m dalla sorgente due commutatori ran-
dom che, usando uninterazione acusto-ottica della luce con unonda stazionaria
ultrasonica nellacqua, dirottavano i fotoni a volte in una direzione e le altre
volte in unaltra direzione. Ogni commutatore e stato regolato per poter di-
rottare i fotoni solo in due precise direzioni. In corrispondenza di queste due
direzioni si disposero due polarizzatori, uno orientato lungo ~a e laltro lungo ~a0 ,
per quanto riguarda il commutatore 1, e altri due polarizzatori con orientazioni
~b e ~b0 , questi dalla parte del commutatore 2. Questo processo di commutazione e
abbastanza caotico e la direzione di dirottamento del fotone cambia circa ogni
10 ns mentre i fotoni distano di 2L c = 40 ns. Possiamo quindi affermare che, in
questo modo, i fotoni non possano sapere in anticipo quale sara lorientazione
del polarizzatore da cui passeranno ed inoltre, al momento della misura, i due
fotoni si troveranno separati da un intervallo space-like (vedi schema).

Dopo tutti questi accorgimenti, che dovrebbero evidenziare una qualunque for-
ma di localita, Aspect misuro di nuovo la violazione delle disuguaglianze (16):
0
Sexp = 0.101 0.020

che viola le disuguaglianze (16) di 5 deviazioni standard. Mentre la previsione


quantomeccanica, tenendo conto delle varie incertezze sperimentali, vale:
0
SM Q = 0.113 0.005.

Si sono, inoltre, effettuate alcune serie di misure per verificare laccordo con
la MQ al variare delle orientazioni dei polaroid. Da tutte queste esperienze si
ottiene un perfetto accordo con la previsione quantomeccanica e la violazione
delle disuguaglianze.

18
3 Entanglement a tre corpi
Abbiamo visto come nel caso di due particelle (o di due fotoni) si possano
ricavare, supponendo valido il principio di localita, delle disuguaglianze come
quelle di Bell e BCHSH. Il caso di tre particelle ci da un risultato ancora piu
sorprendente: lipotesi di localita ci spinge a dire che un certo risultato di una
misura debba valere +1 mentre la MQ prevede 1.

3.1 Lesperimento concettuale di David Mermin


Lesperimento concettuale che porta a questo sorprendente risultato e stato idea-
to da Mermin [5].

Si consideri una sorgente che emette terne di particelle di spin 1/2 in diverse
direzioni, che poi passano per tre magneti Stern-Gerlach che ne misurano lo spin
lungo una direzione. Sia zi la direzione di propagazione delli-esima particella.
Supponiamo che la terna sia emessa nel seguente stato, che in letteratura e
chiamato stato GHZ [6]:
| i1 | i2 | i3 | i1 | i2 | i3
|si = (17)
2
dove, evidentemente, zi | ii = | ii e zi | ii = | ii , cioe | ii e | ii sono gli
autostati della componente dello spin lungo la direzione di propagazione delli-
esima particella (in altre parole gli autostati dellelicita).
Ricordiamo che:
  
0 1 1
x | i = = | i; x | i = | i
1 0 0
  
0 i 1
y | i = = i| i; y | i = i| i
i 0 0
da queste si ottiene facilmente che lo stato |si e autostato dei seguenti operatori:
1 2 3
x y y |si = |si




y1 x2 y3 |si = |si (18)




1 2 3
y y x |si = |si

x1 x2 x3 |si = |si. (19)


e sia mix il risultato della misura di xi e analogamente miy per yi . Supponendo
che valga la localita, diciamo che mix (analogamente per miy ) non possa dipende-
re dallorientazione degli altri due magneti Stern-Gerlach. A partire da questa
considerazione e dalle (18), possiamo scrivere:
m1x m2y m3y = 1

m1y m2x m3y = 1 (20)

m1y m2y m3x = 1

19
in cui, appunto, abbiamo indicato con la stessa lettera risultati di misure diverse,
proprio perche una misura su una particella non puo dipendere dalle misure sulle
altre particelle. Moltiplicando membro a membro le (20) si ottiene:
m1x m2x m3x = 1
che e evidentemente in contraddizione con la (19) che prevede
m1x m2x m3x = 1
Questo argomento puo essere utilizzato per realizzare un esperimento che possa
rimettere di nuovo in discussione la localita. Laspetto eccezionale e che, al
contrario del caso a due corpi, qui non dobbiamo verificare la violazione di una
disuglianza con un esperimento in cui si fa una statistica sui risultati. Con
questo argomento basterebbe ununica misura. Se il risultato e 1 allora vale
largomentazione della localita, se vale 1 allora viene confermata per lennesima
volta una previsione della MQ e viene violata lipotesi di localita.

3.2 Lesperimento a tre corpi di Greenberg-Horne-Zeilinger


Dal punto di vista sperimentale ci sono serie difficolta nel creare una sorgente
che emetta una terna di fermioni a spin 1/2 nello stato (17). Per questo motivo si
utilizzano fotoni, come abbiamo visto in precedenza. E evidente che largomento
sopra esposto di Mermin, che si basa sulle proprieta degli spin, non puo valere
per i fotoni. Dobbiamo quindi riformulare lesperimento concettuale sui fotoni
in modo, pero, da dare lo stesso risultato paradossale.
Consideriamo una sorgente che possa produrre sia una terna di fotoni nello
stato generico |ai1 |bi2 |ci3 , sia la terna nello stato |a0 i1 |b0 i2 |c0 i3 (vedi figura),
dove a, a0 , b, b0 , c e c0 possono essere dei parametri che descrivono per esempio
la polarizzazione.

Si ha quindi che lo stato complessivo e dato da:


|ai1 |bi2 |ci3 + |a0 i1 |b0 i2 |c0 i3
|i = (21)
2

20
Questo stato di entanglement a tre corpi e anchesso chiamato GHZ.
Come si evince dalla figura, una volta creato questo stato si fanno passare i
fotoni primati10 attraverso degli strumenti che ne alterano la fase (1 , 2 e 3 ).
Infine si fanno ricongiungere le due direzioni (quella normale e la corrispondente
primata: per esempio, la direzione a e quella di a0 , ecc.) e si fanno passare
attraverso un beam splitter dopo il quale i fotoni possono andare, ad esempio
nel caso di a e a0 , o nel rivelatore d o in d0 e analogamente per b e b0 e per c e
c0 (vedi figura). Levoluzione degli stati, nel caso a e a0 , e la seguente:

|di1 + i|d0 i1
|ai1
2
i|di1 + |d0 i1
|a0 i1 ei1
2
dove la i e dovuta alla riflessione sul beam splitter, e analogamente per gli altri.
Risostituendo in (21) si ottiene che lo stato finale e una combinazione linea-
re di stati del tipo |di1 |ei2 |f i3 , |di1 |ei2 |f 0 i3 , |d0 i1 |e0 i2 |f 0 i3 , ecc.. Da questa
combinazione lineare, facendo i calcoli, si ricavano le probabilita di transizione:

1
Pdef = [1 + sin(1 + 2 + 3 )]
8
1
Pd0 ef = [1 sin(1 + 2 + 3 )]
8

in cui, in generale, se il numero di lettere primate e dispari ce il segno ,
altrimenti ce il segno +. Adesso, analogamente a quanto e stato fatto nei
paragrafi precedenti, si definiscono le quantita A(, 1 ), B(, 2 ) e C(, 3 )
ciascuna delle quali vale, rispettivamente, +1 se il fotone e stato rilevato da un
rivelatore non primato (cioe d, e ed f ), vale invece 1 se e stato rilevato da un
rivelatore primato. Si definisce quindi un nuovo coefficiente di correlazione:
Z
.
E (1 , 2 , 3 ) = d()A(, 1 )B(, 2 )C(, 3 )

= Pdef + Pd0 e0 f + Pd0 ef 0 + Pde

0 f 0 Pd0 ef Pde0 f Pdef 0

= sin(1 + 2 + 3 )

In alcuni casi si ha massima correlazione:



E (1 , 2 , 3 ) = +1 per 1 + 2 + 3 = /2
E (1 , 2 , 3 ) = 1 per 1 + 2 + 3 = 3/2

Questultima considerazione ci permette di scrivere (usando il caso E = +1):

A(, /2)B(, 0)C(, 0) = 1

A(, 0)B(, /2)C(, 0) = 1 (22)

A(, 0)B(, 0)C(, /2) = 1


10 Per fotoni primati si intendono quelli che fuoriescono dai punti a0 , b0 e c0 .

21
mentre usando il caso E = 1 si ottiene, per esempio:

A(, /2)B(, /2)C(, /2) = 1 (23)

Ripetendo largomento di Mermin possiamo moltiplicare membro a membro le


(22) e ottenere:

A(, /2)B(, /2)C(, /2) = 1

che e in netto contrasto con la (23).


Questo e un possibile modo con cui si potrebbero fare gli esperimenti.

Attualmente non si e riuscito a realizzare un esperimento del genere. Un


primo passo e stato comunque fatto nel 1999 quando Zeilinger e coll. hanno
osservato per la prima volta uno stato GHZ utilizzando il seguente apparato
sperimentale:

Si inviano fotoni (UV) su del -borato di bario (BBO) che, mediante un processo
di ottica non lineare, emette lungo due ben precise direzioni coppie di fotoni in
stato gia entangled:
|Hia |V ib |V ia |Hib
|si =
2
dove per H si intende polarizzazione orizzontale, mentre con V quella verti-
cale; inoltre a e b sono le due possibili direzioni (vedi schema). E sufficiente
commentare la figura sopra per capire come si evolve lo stato.
Per POL BS (polarization beam splitter) si intende uno strumento che
trasmette un fotone se ha polarizzazione orizzontale e lo riflette se e
polarizzato verticalmente.
Il BS (beam splitter) e invece uno strumento che trasmettere o riflette il
fotone con probabilita 1/2 e non dipende dalla polarizzazione, cioe una
sorta di materiale semitrasparente.

22
Per /2 si intende un apparecchio che fa ruotare la polarizzazione del
fotone di 45o , si chiama anche sostanza otticamente attiva.

Capita la struttura dellapparato non e difficile calcolare le evoluzioni degli stati


iniziali, che sono:

|Hia |HiT
|V i2 + |V i3
|V ib
2
|V i1 + |Hi2
|V ia
2
|Hi1 + |Hi3
|Hib
2
(24)

in cui i pedici indicano su quale rivelatore e arrivato il fotone. A questo punto e


sufficiente considerare il caso in cui vengono emesse quasi simultaneamente (in
modo da non potersi distinguere) due coppie di fotoni entrambi nello stato |si.
Lo stato complessivo sara del tipo |si|s0 i cioe il prodotto. Poiche questo stato
prodotto e soggetto alle precedenti regole di evoluzione, possiamo sostituire le
espressioni trovate per riscrivere lo stato |si|s0 i. Sperimentalmente ci interessano
i casi in cui vengono prodotte due coppie e lo stato evolve in modo tale che ci
sia un solo fotone per ognuno dei quattro rivelatori. Se ci restringiamo a questo
caso otteniamo la seguente funzione donda:

|HiT (|Hi1 |Hi2 |V i3 + |V i1 |V i2 |Hi3 )



2
In altri termini da due coppie di fotoni in stato entangled abbiamo ottenuato una
terna di fotoni entangled e un fotone indipendente (che sarebbe quello rilevato
da T). Con opportune misure sui fotoni prodotti da questo processo si verifica
che lo stato prodotto sperimentalmente e proprio questo, i.e. il GHZ.

23
4 Curiosita e conclusioni
Da tutti gli esperimenti che sono stati eseguiti per evidenziare la violazione del
principio di localita, si evince nettamente che esiste una correlazione superlu-
minale tra misure isolate, soprattutto in particolari stati quantistici. In altre
parole, la riduzione del pacchetto, che avviene quando si fa una misura anche
se solo su un sottosistema, avviene in modo istantaneo per cui, appena si fa la
misura sul sottosistema, immediatamente lo stato degli altri sottosistemi viene
proiettato.
Si potrebbe usare questa correlazione superluminale per costruire un telegrafo
superluminale?

4.1 Telegrafo Superluminale (TS)


Lidea del telegrafo superluminale puo essere espressa con un esempio. Suppo-
niamo di disporre di una coppia di fotoni in uno stato entangled:

|xxi + |yyi
|i =
2
che sarebbe lo stato di polarizzazione parallela tra i due fotoni. Supponiamo
che, mediante coppie di fotoni di questo tipo, Alice (mittente) voglia inviare
un messaggio a Bob (destinatario). Il messaggio viene inviato in bit. Per far
cio, osserviamo che se Alice misura con un polarizzatore lungo lasse x (oppure
lungo y) allora Bob ricevera un fotone polarizzato o lungo x o lungo y. Se,
invece, Alice usa un polarizzatore lungo x + y (oppure x y) allora Bob ricevera
un fotone polarizzato o lungo x + y oppure lungo x y.
Quindi la polarizzazione del fotone ricevuto da Bob sta nella croce (x, y) nel
primo caso e nella croce (x + y, x y) nel secondo caso. A questo punto si
puo fare la seguente identificazione per definire il bit 1 e il bit 0:

Lo scopo di Bob e quello di capire se il fotone sta in una croce piuttosto che
nellaltra in modo da sapere se Alice gli sta mandando il bit 1 o il bit 0. Ite-
rando questa procedura si potrebbe trasmettere una sequenza di bit in maniera
superluminale. Ma come fa Bob a conoscere la polarizzazione del fotone?
Ovviamente una sola misura sulla polarizzazione del fotone non ci direbbe niente
perche per esempio un fotone puo passare attraverso un polarizzatore orientato
lungo y sia se ha polarizzazione proprio lungo y sia se e polarizzato lungo x + y.
Una soluzione potrebbe essere clonare lo stato quantistico del fotone ricevuto in
modo da poter disporre di tanti fotoni tutti nello stesso stato di polarizzazione.
A questo punto, con un po di misure statistiche, si potrebbe determinare con
certezza la polarizzazione del fotone e di conseguenza la disposizione del pola-
rizzatore di Alice. Questa e lunica soluzione ma purtroppo e sbagliata perche

24
per il teorema del no-cloning non e possibile clonare esattamente un generico
stato quantistico ignoto.

4.2 Il TS non puo esistere


Dimostriamo formalmente che non puo esistere un telegrafo superluminale.
Sia la matrice densita che descrive completamente lo stato di un sistema
quantistico. Supponiamo che tale sistema sia costituito da due sottosistemi non
interagenti a e b (Alice e Bob). Sia A unosservabile del sottosistema a con
autostati |i i e sia B unosservabile del sottosistema b con autostati |j i e con
autovalori bj . Definiamo la matrice ridotta nel seguente modo:
. X
b = T ra () = hi ||i i
i

La matrice ridotta b e sufficiente per descrivere il sottosistema b. Infatti, con


un po di calcoli, si puo esprimere la probabilita di misurare lautovalore bj nel
seguente modo:
P (bj ) = hj |b |j i = T r (|j ihj |b ) (25)
Noi vorremmo che la probabilita che Bob misuri un certo autovalore di B possa
dipendere dallosservabile A scelto da Alice per misurare il suo sottostato, in
modo che Bob possa ricevere linformazione. In altre parole se P (bj , A) 6=
P (bj , A0 ) allora Bob potrebbe capire dalla statistica delle misure se Alice sta
usando losservabile A o A0 che potrebbero corrispondere a, rispettivamente, i bit
0 e 1. In realta, si vede chiaramente che la (25) non dipende da quale osservabile
A ha scelto Alice. Si potrebbe obiettare che b sia definito dalle autofunzioni
|i i ma cio non e vero perche la traccia di un operatore e invariante per cambio
di base.

4.3 Conclusioni
Si e visto che, dallipotesi di localita, lEPR dimostra la non completezza della
MQ. Con Bell si e formalizzato il contrasto tra localita e MQ e si e potuto,
tramite le sue disuguaglianze, dare voce agli esperimenti per sciogliere la disputa.
Gli esperimenti di Aspect hanno mostrato la violazione delle disuguaglianze di
Bell e di conseguenza la non validita del principio di localita in alcuni fenomeni
quantistici.
Faccio notare, pero, che con lultimo argomento sullinesistenza del telegrafo
superluminale si e dimostrato che non ci puo essere un rapporto causale tra
due misure separate da un intervallo space-like, infatti Bob non puo capire in
alcun modo che tipo di misura sta effettuando Alice. In definitiva si verifica una
correlazione tra le misure che viola il principio di localita, ma nonostante cio
non viene violata la causalita.

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Riferimenti bibliografici
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Mechanics, ed. da B. dEspagnat, Academic, N. Y. (1973).

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23 (1969) 880.
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Aspect, P. Grangier and G. Roger, Phys. Rev. Lett. 49 (1982) 91; A. Aspect,
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[15] M. Lamwhi-Rachti and W. Mitting, Phys. Rev. 14 (1976) 2543.
[16] M. Bruno, M. dAgostino and C. Maroni, Nuovo Cim. 40B (1977) 142.

La prima parte del lavoro e stata inoltre ispirata dalla lettura di un Quaderno
di Fisica Teorica di Oreste Nicrosini (Univ. di Pavia), Paradosso EPR e
Teorema di Bell.

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