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ANTISPECISMO E ANTICAPITALISMO

1. La storia della civilt implica l'elevazione dell'Uomo al rango di padrone della natura, la
repressione degli istinti, la costruzione di un ordine sociale gerarchico e oppressivo. Il dominio sulla
natura, su cui si basano le pi grandi conquiste della civilt, si fonda sull'assunto errato e
spiritualistico di una sostanziale superiorit dell'uomo sulla natura. Dopo Darwin questa concezione
finita nella pattumiera della storia ma non le sue conseguenze distruttive. Persino nella scienza (ad
es. nella vivisezione) l'Uomo continua a comportarsi come se tutto fosse lecito e non esistesse alcun
limite morale allo sfruttamento degli altri esseri viventi.
2. Non si tratta per di una questione morale, bens politica. In realt, lo sfruttamento della
natura e degli animali, esattamente come lo sfruttamento sull'essere umano, non sono mai andati a
beneficio dell'Uomo in generale, bens delle classi dominanti. a partire proprio dal loro potere
ideologico che si diffonde la menzogna dell'Uomo essere spirituale e sovrano. Ad essere divino in
realt il Re. E la sua divinit serve a mascherare il fatto che, in realt, nudo. Come l'animale che
disprezza.
3. La riduzione della natura a materia manipolabile a piacere, implica un possesso tanto pi
saldo quanto pi luomo cessa di percepire la continuit tra se stesso e laltro-da-s. Tutte le
soggettivit sfruttate o emarginate dal cerchio del potere finiscono nel cono d'ombra dell'irrazionale,
del selvaggio e dell'incontrollabile (donne, barbari, schiavi, bambini, folli, animali).
L'animalizzazione dei marginali cos il presupposto del loro cieco sfruttamento o del loro
sterminio (come accade in ogni conflitto su base etnica).
4. La ragione occidentale domina la natura estraniandosi sempre pi da essa, in una spirale
terrificante che trasforma la societ occidentale in una macchina divoratrice e distruttiva dei
rapporti umani e della natura intera, un sistema al cui vertice c il meccanismo cieco della
valorizzazione del capitale e alla cui base c la vita animale, con il suo sangue, il suo sudore, le sue
lacrime.
5. Oggi non pi possibile chiudere gli occhi di fronte all'inferno dello sfruttamento animale, i
cui numeri e la cui brutalit raggiungono livelli che superano ogni capacit di immaginazione. Se
questo dolore infinito ha oggi un senso solo quello di ricordarci quanto quegli occhi spalancati
sullorrore, quegli intestini contorti negli spasimi della morte, siano anche i nostri: vite oppresse che
cercano salvezza in un orizzonte sociale posto al di l del dominio e dello sfruttamento.
6. Riscoprire la continuit tra noi e il resto del vivente non significa sognare un ritorno alla
preistoria, bens progettare un futuro diverso per la civilt: un futuro in cui la fine dell'illusione
spiritualista significa emanciparsi dall'orizzonte del dominio che perpetra lo sfruttamento
generalizzato dei subalterni. Smettere di allevare, uccidere e consumare animali cessa cos di essere
una scelta individuale (il veganismo) e pu diventare un atto pienamente politico, un modo di
edificare una civilt dellempatia che sappia immaginare nuovi modi di convivenza tra umani e tra
la nostra societ e le societ animali.
7. Essere anticapitalisti oggi significa lottare contro la mercificazione del vivente in ogni sua
forma. E la merce, lo sappiamo bene grazie a Marx, non che la forma che il cieco meccanismo di
espansione del capitale assume per sottomettere il mondo alla propria logica omicida. Ma
possibile oggi essere anticapitalisti senza interrogarsi su quellaltro cieco meccanismo di espansione
che trasforma la societ umana in unimmensa industria di messa a morte della vita animale?
possibile oggi essere anticapitalisti senza protestare contro lanimalicidio generalizzato su cui si
erge terrificante e distruttiva la figura padronale dellUmano?
8. Lesigenza di giustizia che reclamiamo per gli sfruttati e gli oppressi arriva cos a mettere in
discussione quella figura smascherandola come proiezione delirante del capitalismo avanzato. Essa
ci costringe a riappropriarci della nostra umanit in una forma umile e dialogica, capace di
ascoltare, intendere e soccorrere la vita animale in nome di una comune mortalit. Il potere ci rende
vulnerabili. La solidariet rispetto alla vulnerabilit dei corpi il passo pi avanzato che possiamo
fare in direzione di una democrazia radicale.

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