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REQUISITI
ABSTRACT
Lisolamento acustico delle unit immobiliari, alla luce del
ACUSTICI DPCM 5/12/1997 e della sentenza della Corte
Costituzionale n.103 2013.
Ing. Luigi Di Francesco
PASSIVI
Isolamento acustico delle unit immobiliari
Ing. Luigi Di Francesco via G. De Falco 26 - 81100 Caserta tel .0823 44 42 45
Sommario
1. I REQUISITI ACUSTICI NEI NUOVI EDIFICI ..........................................................................................2
2. LA DICHIARAZIONE DI INCOSTITUZIONALIT dellart. 15, comma 1, lettera c), della legge 4 giugno
2010, n. 96 interpretativo dellarticolo 11, comma 5, della legge 7 luglio 2009, n. 88 .......................................2
6. OSSERVAZIONI CIRCA LA DISCREPANZA TRA GLI ASSUNTI TEORICI TEORICA ALLA BASE
DELLE NORME TECNICHE E LA REALT DEGLI AMBIENTI OGGETTO DI MISURA. ................................9
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La legge n. 447 /95 prevede la determinazione dei requisiti acustici delle sorgenti sonore e dei requisiti acustici
passivi degli edifici e dei loro componenti in opera, allo scopo di ridurre lesposizione umana al rumore (art. 3
Competenze dello Stato, comma 1, lettera e).
Il provvedimento statale esecutivo di questa disposizione della legge il DPCM 5/12/97 Determinazione dei
requisiti acustici passivi degli edifici. Questo decreto, in relazione alle diverse tipologie edilizie, stabilisce le
caratteristiche acustiche in opera degli elementi strutturali delledificio e degli impianti tecnologici di servizio delledificio
stesso.
Il DPCM 5/12/97 si applica a tutti gli edifici in cui il rilascio della concessione edilizia avvenuto dopo il 20
febbraio 1998, quindi non conta la data dellultimazione dei lavori (parere ministeriale ad Assoacustici nel luglio 2001).
Secondo quanto indicato dal DPCM 5/12/1997, i componenti degli edifici, le partizioni orizzontali e verticali e gli
impianti devono essere in grado di soddisfare ai valori fissati, riportati nelle tabelle A e B del citato decreto.
giugno 2010, n. 96 interpretativo dellarticolo 11, comma 5, della legge 7 luglio 2009, n. 88
A livello nazionale, quindi, per quanto riguarda l'Acustica Ambientale vige la cosiddetta "Legge quadro
sull'inquinamento acustico" (Legge 26 ottobre 1995 n. 447) che stabilisce i principi fondamentali in materia di tutela dal
rumore prodotto dall'ambiente esterno e dall'ambiente abitativo, stabilendo altres le competenze di Regioni e Comuni.
In attuazione di tale legge sono stati emanati diversi decreti attuativi tra cui il DPCM 5-12-1997 "Determinazione
dei requisiti acustici passivi degli edifici", riferimento normativo italiano per l'Acustica in edilizia. Tale decreto, emanato
in ottemperanza a quanto disposto dallart. 3, comma 1, lettera e), della legge 26 ottobre 1995, n. 447 (Legge quadro
sullinquinamento acustico), determina i requisiti acustici passivi e quelli delle sorgenti sonore interne agli edifici, al fine
di ridurre lesposizione umana al rumore, e prescrive i limiti espressi in decibel che gli edifici costruiti dopo la sua entrata
in vigore devono rispettare.
Tale decreto definisce, infatti, i valori (minimi o massimi) di rumore riscontrabili all'interno degli edifici
riguardanti:
rumore esterno;
rumore da calpestio;
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che in attesa del riordino della materia, la disciplina relativa ai requisiti acustici passivi degli edifici e dei loro componenti
di cui allarticolo 3, comma 1, lettera e), della legge 26 ottobre 1995, n. 447, non trova applicazione nei rapporti tra privati
e, in particolare, nei rapporti tra costruttori-venditori e acquirenti di alloggi sorti successivamente alla data di entrata in
vigore della presente legge.
Poich il tribunale di Busto Arsizio aveva sollevato questione di legittimit costituzionale dellarticolo in
argomento, con sentenza 103/2013 la Corte Costituzionale si esprimeva circa il giudizio di legittimit costituzionale
dellart. 15, comma 1, lettera c), della legge 4 giugno 2010, n. 96 (Disposizioni per ladempimento di obblighi derivanti
dallappartenenza dellItalia alle Comunit Europee. Legge comunitaria 2009), sostitutivo dellart. 11, comma 5, della
legge 7 luglio 2009, n. 88 (Disposizioni per ladempimento di obblighi derivanti dallappartenenza dellItalia alle Comunit
Europee. Legge comunitaria 2008), promosso dal Tribunale di Busto Arsizio.
Il Tribunale di Busto Arsizio, infatti aveva sollevato, in riferimento agli artt. 3, 24, 101, 102 e 104 della
Costituzione, questione di legittimit costituzionale dellart. 15, comma 1, lettera c), della legge 4 giugno 2010, n. 96
(Disposizioni per ladempimento di obblighi derivanti dallappartenenza dellItalia alle Comunit Europee. Legge
comunitaria 2009), in quanto prevede che larticolo 11, comma 5, della legge 7 luglio 2009, n. 88 (Disposizioni per
ladempimento di obblighi derivanti dallappartenenza dellItalia alle Comunit Europee. Legge comunitaria 2008) sia
sostituito dalla norma di interpretazione autentica che recita: In attesa dellemanazione dei decreti legislativi di cui al
comma 1, larticolo 3, comma 1, lettera e), della legge 26 ottobre 1995, n. 447, si interpreta nel senso che la disciplina
relativa ai requisiti acustici passivi degli edifici e dei loro componenti non trova applicazione nei rapporti tra privati e, in
particolare, nei rapporti tra costruttori-venditori e acquirenti di alloggi, fermi gli effetti derivanti da pronunce giudiziali
passate in giudicato e la corretta esecuzione dei lavori a regola darte asseverata da un tecnico abilitato.
La Corte in merito rilevava che La norma impugnata omissis, seppure formulata quale norma di
interpretazione autentica, essa non interviene ad assegnare alla disposizione interpretata un significato gi in questa
contenuto, riconoscibile come una delle possibili letture del testo originario, al fine di chiarire situazioni di oggettiva
incertezza del dato normativo in ragione di un dibattito giurisprudenziale irrisolto o di ristabilire uninterpretazione
pi aderente alla originaria volont del legislatore a tutela della certezza del diritto e degli altri principi costituzionali
richiamati.
Rilevava inoltre che la norma impugnata, oltre a ledere il legittimo affidamento sorto nei soggetti suddetti,
contrasta con il principio di ragionevolezza, in quanto produce disparit di trattamento tra gli acquirenti di immobili in
assenza di alcuna giustificazione, e favorisce una parte a scapito dellaltra, incidendo retroattivamente sullobbligo dei
privati, in particolare dei costruttori-venditori, di rispettare i requisiti acustici degli edifici stabiliti dal D.P.C.M. 2 dicembre
1997, di attuazione dellart. 3, comma 1, lettera e), della legge n. 447 del 1995.
Di conseguenza la questione sollevata fondata, e la norma censurata deve essere dichiarata
costituzionalmente illegittima, a causa della violazione dellart. 3 Cost.,
La norma attualmente vigente, regolante i rapporti fra privati e inerente ai rumori, quindi oltre allarticolo 844
c.c., il citato il D.P.C.M. 05.12.97, attuativo della L.n.447/1995, che costituisce, comunque, la regola dellarte in materia
di acustica architettonica.
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In ogni caso, non essendo stato abrogato, il medesimo DPCM manteneva la sua validit nei rapporti pubblicistici
tra Comune, tenuto a farne rispettare i contenuti e il costruttore obbligato ad applicarne i dettami tecnici. Tuttavia
lapplicazione del decreto stata generalmente disattesa, in particolare nei comuni delle regioni meridionali. In molti
comuni del settentrione invece, anche in rapporto alle diverse norme regionali in materia, si sono avute diverse
metodologie di controllo dellapplicazione del dettato normativo, si previsto, infatti, nei diversi casi che i progetti relativi
a nuove costruzioni e quelli riguardanti gli interventi di ristrutturazione, dovessero essere corredati del progetto acustico,
costituente parte integrante della documentazione tecnica prodotta per il rilascio del Permesso a Costruire .
In merito, la verifica successiva post-operam esplicata dai comuni, laddove operante, esplicata in vari modi,
dalla pi semplice costituita da una dichiarazione asseverata da un professionista del rispetto dei requisiti, allesibizione
di collaudi strumentali ad opera terminata, che attestino il rispetto dei valori limite del DPCM 5/12/1997; fino
allesecuzione, con il supporto tecnico dellARPA, di controlli a campione, per verificare la conformit delle opere con le
previsioni del progetto.
Allinterno di questo quadro normativo il Comune deve scegliere con quale metodologia eseguire il controllo, facendo
applicare la norma in questione al pari di altre normative di carattere pubblicistico, il cui rispetto normalmente previsto
dal Regolamento edilizio, n ammissibile che alcuni Comuni possano costituire una zona franca nei confronti del
rispetto di alcune leggi, ovvero scegliere quali norme applicare e quali disapplicare.
Va detto, tuttavia, che la scarsa attuazione di tale decreto da attribuire, peraltro, anche alla mancata
promulgazione del decreto recante i criteri acustici per la progettazione, lesecuzione e la ristrutturazione degli edifici.
Allart 3 lettera f) la legge 447/95, infatti, prevede: l'indicazione, con decreto del ministro dei Lavori pubblici, di
concerto con il ministro dell'Ambiente e con, il ministro dei Trasporti e della navigazione, dei criteri per la progettazione,
l'esecuzione e la ristrutturazione delle costruzioni edilizie e delle infrastrutture dei trasporti ai fini della tutela
dall'inquinamento acustico.
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A tal proposito suddivide gli edifici in rapporto alla loro destinazione duso nelle seguenti categorie:
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Facendo riferimento alla fig.1 col termine trasmissione laterale si intende il rumore che viene trasmesso nella camera ricevente
seguendo percorsi(2-3-4) diversi da quello diretto(1) e che si sommano inevitabilmente ad esso.
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fonoassorbenti (tappeti, tende, poltrone, ecc.) aumenta apparentemente il valore dellisolamento misurato. Inversamente
lo stesso locale svuotato dal mobilio riduce lisolamento. La normalizzazione tiene conto di questo effetto depurando la
misura delleffetto prodotto dallassorbimento.
Il pedice w significa indice di valutazione o valore unico weighted (pesato) per tutte le frequenze.
Ln,w = Indice di valutazione del livello di rumore di calpestio dei solai normalizzato.
La lettera L viene da livello sonoro del calpestio.
Laggettivo normalizzato significa che il livello sonoro L prodotto dalla macchina del calpestio sul pavimento
del locale sovrastante, anchesso corretto per tener conto delleffetto dellassorbimento acustico.
Quindi normalizzare significa riferire le misure ad un assorbimento acustico standard.
Lapice significa apparente, cio comprensivo della trasmissione laterale che in pratica aumenta il valore L
teorico della stessa soletta (senza trasmissione laterale), cio L L.
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Il valore teorico di R effettivamente misurabile in laboratorio, ove possibile limitare, se non eliminare del tutto, la trasmissione
laterale.
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ACUSTICI
Parte 14: Linee guida per situazioni particolari in opera Figura 4- Strumentazione utilizzata
UNI EN ISO 717 Acustica Valutazione dellisolamento acustico in edifici e di elementi di edificio:
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Recentemente la norma 140-4 stata sostituita dalla norma UNI EN ISO 16283-1
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E necessario osservare che la normalizzazione della misura, vale a dire la sua oggettivazione, richiede la
conoscenza dellassorbimento acustico dellambiente ricevente e che questo ottenuto per via indiretta attraverso la
misura del tempo di riverbero.
Esso viene misurato in pi punti per tener conto della presenza di risonanze e quindi della presenza di onde
stazionarie, che possono far s che in punti di misura diversi, possano aversi valori di differenti dello stesso. Pertanto
una diversa serie di misure potrebbe condurre a valori leggermente diversi. Tanto vale anche per le altre misure
fonometriche eseguite.
Ci tanto pi vero, in quanto la misura in un ambiente arredato difficilmente pu essere eseguito nei punti pi
adatti, nonostante il rispetto dei dettami minimi di norma.
Ma ci che pi rilevante, il fatto che la normativa sopra esposta parte dallassunto teorico di un ambiente
riverberante, omogeneo e con una conformazione regolare (perfettamente quadrata o rettangolare), che ben diverso
dallambiente arredato di un normale appartamento, in cui possono aversi superfici dure e riflettenti come vetri e specchi
e superfici assorbenti come letti o divani imbottiti, disposti in maniera disuniforme, a parte rientranze o sporgenze delle
pareti.
Questi aspetti sono considerati in diverse formulazioni4 del rapporto fra tempo di riverbero ed assorbimento,
che possono essere utilizzate nei calcoli previsionali, ma sono difficilmente applicabili alle misurazioni in opera.
Tutto ci comporta inevitabilmente delle approssimazioni non eliminabili nelle valutazioni effettuate, che sono
tanto pi sensibili quanto pi lambiente arredato.
Di seguito sono riportati i diagrammi relativi ad alcuni esempi di misure dellisolamento acustico degli impianti
ed dellisolamento di calpestio.
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Oltre alla formula di Sabine, prevista dalla norma UNI 140, esistono altre formulazioni che legano tempo di riverbero ed
assorbimento acustico, per tener in maggior conto gli aspetti di disuniformit dellassorbimento e di altri limiti della formulazione di
Sabine (vedi Eyring, Kutruff, Fitzroy, Arau).
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7. VIZI DI COSTRUZIONE.
In genere il difetto di isolamento che si riscontra negli edifici dovuto pi che allutilizzo di materiali di cattiva
qualit alla presenza di vizi nella realizzazione dellimmobile, specialmente nellesecuzione di particolari esecutivi di
dettaglio.
Circa la natura di tali vizi si osserva che, quantunque la qualit e le dimensioni dei materiali messi in opera
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possano apparire per lo pi idonei a rispondere ai requisiti di norma, essi spesso non conseguono tale scopo. Per
quanto sulla carta ci si possa attendere prestazioni adeguate, diversamente, come le misurazioni dimostrano le
strutture del fabbricato spesso non rispondono ai requisiti di norma, nonostante difficilmente si potessero porre in opera
materiali con caratteristiche migliori di quelli effettivamente utilizzati (a parte gli infissi di buona qualit in assoluto, ma
sovente acusticamente poco performanti), la causa della discrepanza tra il buon comportamento teoricamente
prevedibile e quello effettivamente riscontrato, va ricercato
nelle modalit di posa dei materiali ed in particolare nella
mancata messa in opera di semplici dispositivi ed accortezze
utili alla riduzione dei cosiddetti ponti acustici.
Difatti, nel campo dellisolamento acustico una messa
in opera poco accorta pu rendere inefficace anche limpiego
dei materiali pi adatti e di migliore qualit.
In proposito si osserva che alcuni vizi riscontrati,
spesso potevano essere facilmente eliminati senza alcun
costo, se solo si fosse fatta attenzione ai dettagli costruttivi.
Figura 11 - Impianti di scarico posti nella parete di
Spesso gli impianti vengono posti nelle pareti di confine tra due appartamenti
confine tra un appartamento e quello dellalloggio adiacente creando un duplice ordine di problemi. Da una parte si
pone a contatto con la parete un impianto rumoroso, facendo il modo che il rumore prodotto si possa facilmente
trasmettere nellappartamento vicino, dallaltro per poter ubicare le tubazioni in quella posizione si dovuto incassare
gli scarichi nella parete di confine, praticando delle tracce, che hanno ridotto il potere fonoisolante della parete,
facilitando ancor pi la trasmissione del rumore.
In merito ci capitato di vedere una spa dove le tubazioni dellidromassaggio passavano nella parete di confine,
e quando limpianto cominciava a gorgogliare i suoi getti, il rumore in casa del vicino risultava addirittuta pi forte di
quanto non fosse allinterno della spa.
Va detto, purtroppo, che un tal modo di operare discende anche dalla scarsa conoscenza dei tecnici delle
problematiche acustiche e dalla scarsa o nulla vigilanza degli Enti Pubblici preposti al controllo.
Ulteriori accortezze potevano essere adottate per desolidarizzare le strutture perimetrali.
E pur vero che i valori previsti dalla normativa non sono facilmente conseguibili, con le tecniche e i materiali
tradizionalmente posti in opera o presenti in commercio, spesso Regolamenti Edilizi poco aggiornati rendono ancor pi
difficoltoso il rispetto della norma. Forse non a caso le indicazioni di cui allart.3 della legge 447/95 non sono state mai
emanate.
In buona sostanza e senza dilungarci su quali accorgimenti possano essere adottati per conseguire gli scopi
del DPCM 14/11/1997, si pu dire che, per quanto spesso si siano messi in opera materiali di buona qualit, non si
tenuto conto, nella realizzazione, del loro comportamento acustico.
Ci detto, una volta completato il fabbricato, sarebbe oltremodo complicato realizzare quegli accorgimenti,
anche semplici e di poco costo, che non sono stati adottati in fase di cantiere. La loro esecuzione comporterebbe il taglio
dei muri perimetrali, per linserimento alla base di materiali resilienti, lo spostamento e lisolamento con giunti elastici
delle tubazioni, la demolizione dei pavimenti per la posa in opera di membrane anticalpestio. Ovviamente a lavoro finito,
ci risulta impossibile.
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Daltro canto, tali interventi solo in minima parte potrebbero interessare il solo appartamento disturbato, essi
coinvolgerebbero anche gli appartamenti dei confinanti ed in qualche caso (scarichi e calpestio) solo ed esclusivamente
questi.
E evidente quindi che alcuni interventi rissultano, a lavori
finiti e dopo la vendita degli appartamenti, di fatto impossibili.
Vanno quindi adottati interventi di mitigazione diversi. Tuttavia,
anche questi non possono che conseguire dei risultati parziali.
Di fatto gli unici interventi ragionevolmente praticabili
consistono nella realizzazione di contropareti lungo i muri divisori.
Per quanto riguarda le pareti esterne, considerate le loro
caratteristiche di spessore, spesse queste sono generalmente
adeguate per la parte muraria, almeno quanto a massa
superficiale. Mentre appaiono carenti per quanto riguarda gli
infissi, che avendo una massa limitata costituiscono in genere la
parte acusticamente pi debole della parete. Pertanto il
soddisfacimento dei requisiti, in questo caso, si potrebbe Figura 12- Realizzazione di controparete
conseguire con la sostituzione dei vetri, adottando dei vetri a tripla camera o, comunque, con adeguate e certificate
caratteristiche acustiche, come indicato nella tabella seguente.
In merito al calpestio, si potrebbero adottare dei controsoffitti, ma il loro utilizzo potrebbe andare in contrasto
con il Regolamento Edilizio Comunale, in quanto il loro utilizzo comporterebbe una riduzione dellaltezza utile al di sotto
dei limiti del decreto ministeriale (sanit) 5 luglio 1975 Modificazioni alle istruzioni ministeriali 20 giugno 1896,
relativamente allaltezza minima ed ai requisiti igienico-sanitari principali dei locali di abitazione e quindi renderebbero
lappartamento non pi utilizzabile ai fini abitativi.
Figura 13 - Riduzione del livello sonoro conseguibile con la realizzazione del controsoffitto
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Di seguito si riporta la spesa necessaria per ladeguamento acustico di un appartamento di medie dimensioni.
Spese di isolamento acustico
a) Lavori e forniture 8 724,69
b) I.v.a. 10% 872,47
c) Spese tecniche 15% su a) 1 308,70
d) I.v.a. 22% su C) 287,92
Diritti di istruttoria della C.I.L.A. 516,00
Totale lavori 11 709,00
Si consideri, che tali problematiche conducono spesso contenziosi fra acquirente e costruttore o venditore, in caso di
giudizio il danno complessivo (considerando anche traslochi, spese di albergo ed accessorie) viene valutato tra il 20%
ed il 30% del valore iniziale dellimmobile. E che tali contenziosi in forza della citata sentenza della Corte Costituzionale
non potranno che divenire pi frequenti, fintanto che i costruttori e progettisti non comprenderanno che necessario
costruire con tecniche pi rispondenti e che una minima cultura acustica non si sar diffusa.
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