Professional Documents
Culture Documents
1. L. SPITZER, Note on the Poetic and the Empirical I in Medieval Authors, Tradi-
tio, IV (1946), pp. 414-22, poi raccolto in Romanische Literaturstudien 1936-1956,
Tbingen, Max Niemeyer Verlag 1959, pp. 100-12. Prima di Spitzer lopposizione fra
personaggio e poeta era gi stata abbozzata da G. Pascoli e da F. DOvidio nei suoi
vari volumi di Studi danteschi; si veda anche la postilla di M. Porena nel suo commen-
to al canto XXIII dellInferno (Bologna, Zanichelli 1956, pp. 215-6) dove per si ha il
torto di ridurre tutto al dcalage temporale fra lanno del viaggio fittizio e gli anni del-
la lunga elaborazione del poema.
2. Ch. S. SINGLETON, La poesia della Divina Commedia, trad. it., Bologna, Il Mulino
1978, pp. 16-35.
DANTE COME AUTORE/NARRATORE DELLA COMMEDIA 11
Chi parla qui lautore della Vita Nuova, non lautore reale ma
la sua immagine proiettata nel testo, cio lautore implicito al
quale sono affidate le sezioni liminari del libello (il proemio e
lepilogo) e le tre digressioni, una per ogni parte in cui si divide
lopera (quella del cap. XI sul significato del saluto di Beatri-
ce, quella del cap. XXV sulluso della personificazione di Amo-
re, e quella infine del cap. XXIX sul valore simbolico del nume-
ro nove). Questa figura autoriale, istanza primaria che mette
in movimento lintera macchina compositiva, e che scandisce le
tappe fondamentali della narrazione (inizio/fine e partizioni in-
terne), rappresenta la risultante di varie azioni scrittorie indicate
per mezzo della metafora del libro6: essa il punto di approdo
delle istanze secondarie del polo emittente.
Se la Vita Nuova la conseguenza dellatto di assemplare,
di trascrivere il libro de la memoria nel libello, e se lauctor
del libello la proiezione dellAuctor del libro de la memoria,
cio di Dio che scrive la vita dellio, una tale trascrizione si svol-
ge secondo modalit diverse (pu essere pi fedele alla littera o
10. Per la presenza del romanzo cortese nella Commedia si veda M. PICONE, Dante e
la tradizione arturiana, Romanische Forschungen, 94 (1982), pp. 1-18; A. PIOLETTI,
Il romanzo nella Commedia, in AA.VV., Letture classensi 17, a cura di N. MINEO,
Ravenna, Longo 1988, pp. 87-111; D. DELCORNO BRANCA, Il Roman de Lancelot fra
Dante e Petrarca, ora in Tristano e Lancillotto in Italia. Studi di letteratura arturiana,
Ravenna, Longo 1998, pp. 143-54. Per i rapporti con la Rose la bibliografia molto
16 MICHELANGELO PICONE
vasta, ma tocca principalmente il problema del Fiore e molto meno quello della Com-
media; si rinvia al recente The Fiore in Context: Dante, France, Tuscany, a cura di
Z.G. BARANSKI e P. BOYDE, Notre Dame, University of Notre Dame Press 1996.
11. Decisivo a questo proposito lintervento di Ch. S. SINGLETON, Visuali retrospetti-
ve, in La poesia della Divina Commedia..., pp. 463-94.
DANTE COME AUTORE/NARRATORE DELLA COMMEDIA 17
le. Pertanto, se i racconti inseriti sono statici (nel senso che av-
vengono durante una pausa del viaggio) e discontinui, il raccon-
to portante sviluppato dalla cornice viatoria dinamico e conti-
nuo, segue una sua linearit che unisce linizio alla fine, al di l
delle spezzature rappresentate dagli incontri con le anime.
Unaltra distinzione importante da fare per quanto riguarda le
strategie narratoriali quella fra racconto diegetico e rappresen-
tazione mimetica: il primo include il resoconto del viaggio e del-
la visione, oltre alle didascalie che accompagnano gli scambi dia-
logici, la seconda comprende invece i dialoghi con i personaggi
del racconto portante (Virgilio, ma anche Stazio, e poi Beatrice e
San Bernardo) e con le anime incontrate. Se la parte mimetica
richiama il genere teatrale (fornendo cos una ragione formale
per la scelta del titolo Commedia), la parte diegetica richiama in-
vece il genere epico e quello romanzesco. Sul polo della ricezio-
ne limpiego massiccio della mimesi sortisce leffetto di avvicina-
re la fictio narrativa alla prospettiva del lettore, o meglio del nar-
ratario; come se al narratario fosse concesso di assistere allin-
contro del pellegrino con le anime. Leffetto di presenzialit, il
passato che rivive nel presente, uno dei tratti pi caratterizzan-
ti della narrazione della Commedia, e vien ottenuto con vari
mezzi retorici e stilistici, ad esempio con le descrizioni (il cui
tempo il presente, contrapposto al passato e limperfetto della
diegesi pura) o con le comparazioni (che rendono familiari con-
tenuti lontani e strani).
Ben distinto dal ruolo del narratore che guarda verso il passa-
to della storia, il ruolo dellautore che si situa nel presente del-
la scrittura. Il primo preoccupato del senso da attribuire al
racconto, il secondo invece del senso da elargire al discorso che
traghetta quel racconto. Dalla verit istoriale ricercata dal narra-
tore si passa alla verit allegorica e tipologica ricercata dallauto-
re15. Il compito infatti dellautore quello di proiettare la fictio
narrativa, sviluppata dal narratore, sullo sfondo della veritas di-
vina, assorbita attraverso la visione facie ad faciem di Dio. I luo-
ghi testuali dove risuoner la voce autoriale saranno soprattutto
quelli consueti della tradizione classica e romanza fino alla Vita
17. Inoltre nella Vita Nuova lio personaggio che non intende il resoconto sotti-
le fatto dallo spirito peregrino (la parte sprirituale dellio protagonista dellavven-
tura paradisiaca); nel Paradiso invece lio narratore non riesce a trasmettere al pubbli-
co lavventura celeste che ha vissuto anche col corpo.
18. D. ALIGHIERI, Epistola a Cangrande, a cura di E. CECCHINI, Firenze, Giunti 1995,
p. 30 ( 83).
DANTE COME AUTORE/NARRATORE DELLA COMMEDIA 25
19. Basti pensare che la prima azione compiuta dal pellegrino, il trasumanar (Par.
I, 70) viene descritta in termini di deificatio mitologica: Dante come Glauco; e che
lultima immagine del viaggio celeste, quella dellombra dArgo (Par. XXXIII, 96),
raffigura Dante come un nuovo Argonauta. Ma si vedano ora gli Atti del Seminario di
Ascona Dante: mito e poesia, a cura di M. PICONE e T. CRIVELLI, Firenze, Franco Ce-
sati Editore 1999.
26 MICHELANGELO PICONE
20. Il sincretismo classico-cristiano si mostra del resto in modo esemplare nel diverso
valore semantico assunto dallespressione, chiaramente marcata in senso religioso, vas
electionis: riferita propriamente a S. Paolo (cfr. Inf. II, 28), ma qui applicata al vaso
riempito dallo spirito apollineo della poesia (v. 14).