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ricorso;
- ricorrente -
contro
LINO SERVICE SAS MANCINI CLAUDIO & C (gi LINO
controricorso;
D'APPELLO di FIRENZE;
OLIVIERI;
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Fatti di causa
Rilevato che la lesione dei diritti della personalit, riconosciuti dalla Carta
costituzionale, ove non dipendente dalla natura fisica della persona umana, era
configurabile anche nei confronti delle persone giuridiche e degli enti collettivi
privi di personalit giuridica, se pur dotati di minore autonomia patrimoniale, e
ritenuto che il danno-conseguenza dovesse essere ravvisato nella concreta
percepibilit della informazione negativa -suscettibili di pregiudicare l'accesso
al credito- da parte dei terzi-operatori finanziari che si avvalevano del servizio
della banca-dati privata, ha liquidato in via equitativa pure la somma
attualizzata di C 15.000,00 a ristoro del danno.
Con l'unico motivo la banca censura la sentenza impugnata per violazione degli
artt. 2059, 2043, 2697 e 1226 c.c. in relazione all'art. 360co1 n. 3 c.p.c..
,
RG n. 13909/2014 Cis. est.
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concreta interferenza sulle esigenze di accesso al credito"; dall'altro ha invece
individuato il danno-conseguenza nella "effettiva percepibilit che i terzi -
societ e banche- hanno della segnalazione". In ogni caso la pronuncia incorre
nell'errore di diritto in quanto: a) la violazione dei diritti protetti da norme
costituzionali non determina ex se l'automatica produzione di un "eventus-
damni", che deve invece pur sempre essere provato dal danneggiato nell' "an"
e nel "quantum"; b) tale danno non pu essere identificato nella "percepibilit"
della segnalazione inserita nella banca-dati, in quanto tale evento deve
evento lesivo
- - conseguenza dannosa" (artt. 1223 e 2056 c.c.), a qualsiasi
violazione di un interesse giuridicamente suscettibile di protezione secondo
l'ordinamento giuridico, con la conseguenza che del tutto identiche si pongono
le esigenze di prova della esistenza e dell'ammontare del danno "patrimoniale"
e "non patrimoniale", non rilevando in contrario, ai fini dell'accertamento delle
conseguenze pregiudizievoli, la natura non economica -insuscettibile di
espressione equivalente attraverso la misura del valore di scambio-
dell'interesse tutelato dall'ordinamento che stato leso, operando su un
RG n. 13909/2014 Ci est.
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diverso piano ontologico la determinazione dell' "an" e del "quantum" del
danno risarcibile.
RG n. 13909/2014 . est.
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Il richiamo effettuato dal Giudice di appello al risalente orientamento
giurisprudenziale secondo cui "l'effettivo danno morale dovuto alla perdita di
immagine determina in questo caso un danno che si ritiene in re
ipsa....senza che incomba sul danneggiato l'onere di fornire la prova
dell'esistenza di uno specifico pregiudizio..." (sentenza appello in motiv. pag.
6), proposizione estrapolata dall'intero contesto motivazionale sulla quale si
incentra la critica della banca, si innesta infatti nella descrizione storica della
evoluzione giurisprudenziale di legittimit in tema di danno non patrimoniale,
RG n. 13909/2014 est.
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ed assembleari) e della "reputazione sociale" (intesa come immagine di seriet
ed affidabilit dell'ente collettivo proiettata all'esterno) della persona giuridica
o di centri dotati comunque di livelli differenti di soggettivit, il danno-
conseguenza deve essere provato, rimanendo esclusa la ipotesi del danno "in
re ipsa", ben potendosi pervenire anche attraverso elementi presuntivi alla
dimostrazione della conseguenza pregiudizievole derivata -ex art. 1223 c.c.-
all'ente collettivo dalla "deminutio" della propria immagine determinata dalla
comunicazione della notizia lesiva (nella specie si trattava di comunicazione
P.Q.M.
Ai sensi dell'art. 13, comma 1 quater, del Dpr 30 maggio 2002 n. 115, inserito
dall'art. 1 comma 17 della I. n. 228 del 2012, d atto della sussistenza dei
presupposti per il versamento, da parte del ricorrente principale, dell'ulteriore
RG n. 13909/2014 est.
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importo a titolo di contributo unificato pari a quello dovuto per il ricorso
principale, a norma del comma 1-bis, dello stesso articolo 13 .