You are on page 1of 9

Civile Sent. Sez. 3 Num.

16659 Anno 2017


Presidente: SPIRITO ANGELO
Relatore: OLIVIERI STEFANO
Data pubblicazione: 06/07/2017

Corte di Cassazione - copia non ufficiale


dagli
elementi
SENTENZA
costitutivi

sul ricorso 13909-2014 proposto da: della


fattispecie

MONTE PASCHI SIENA LEASING E FACTORING , BANCA PER I dell'illecito


- artt. 594
SERVIZI ALLE IMPRESE SPA, in persona del Direttore e 595 c.p.

Generale Dott. LUIGI MACCHIOLA, elettivamente R.G.N. 13909/2014

domiciliato in ROMA, VIALE SOMALIA 201, presso lo


crom,16 (-- 1
studio dell'avvocato ANDREA PETRILLO, rappresentato e Rep.

difeso dagli avvocati PAOLO ROSINI, ALESSANDRO Ud. 06/06/2017


2017
FANTINI giusta procura speciale a margine del PU
1282

ricorso;

- ricorrente -

contro
LINO SERVICE SAS MANCINI CLAUDIO & C (gi LINO

SERVICE SNC), in persona del legale rappresentante

pro tempore signor MANCINI CLAUDIO, domiciliata ex

lege in ROMA, presso la CANCELLERIA DELLA CORTE DI

CASSAZIONE, rappresentata e difesa dall'avvocato

PIETRO CAPPANNINI giusta procura speciale in calce al

controricorso;

Corte di Cassazione - copia non ufficiale


- controricorrente -

avverso la sentenza n. 1834/2013 della CORTE

D'APPELLO di FIRENZE;

udita la relazione della causa svolta nella pubblica

udienza del 06/06/2017 dal Consigliere Dott. STEFANO

OLIVIERI;

udito il P.M. in persona del Sostituto Procuratore

Generale Dott. CORRADO MISTRI che ha concluso per il

rigetto del ricorso;

udito l'Avvocato PAOLO ROSINI;

9
Fatti di causa

La Corte d'appello di Firenze con sentenza 25.11.203 n. 1834 in riforma della


decisione di prime cura ha accolto l'appello proposto da LINO Service s.n.c.
(poi trasformatasi in LINO Service s.a.s. di Mancini Claudio) ed ha condannato
Monte dei Paschi di Siena Leasing e Factoring banca per i servizi finanziari alle
imprese s.p.a. a risarcire il danno non patrimoniale per lesione al diritto alla
immagine subito dalla societ in conseguenza della erronea segnalazione

Corte di Cassazione - copia non ufficiale


effettuata da MPS-LFbsfi s.p.a. di insoluti, relativi al pagamento di canoni di
contratto di leasing, con conseguente iscrizione della societ commerciale tra i
debitori inadempienti nel registro della banca dati privata SIC- ASSILEA.

Rilevato che la lesione dei diritti della personalit, riconosciuti dalla Carta
costituzionale, ove non dipendente dalla natura fisica della persona umana, era
configurabile anche nei confronti delle persone giuridiche e degli enti collettivi
privi di personalit giuridica, se pur dotati di minore autonomia patrimoniale, e
ritenuto che il danno-conseguenza dovesse essere ravvisato nella concreta
percepibilit della informazione negativa -suscettibili di pregiudicare l'accesso
al credito- da parte dei terzi-operatori finanziari che si avvalevano del servizio
della banca-dati privata, ha liquidato in via equitativa pure la somma
attualizzata di C 15.000,00 a ristoro del danno.

La sentenza di appello stata ritualmente impugnata per cassazione da MPS


LFbsfi s.p.a. con un unico motivo, illustrato da memoria ex art. 378 c.p.c.

Resiste con controricorso LINO Service s.a.s. di Mancini Claudio & C.

Il Collegio ha raccomandato la redazione di motivazione semplificata.

Ragioni della decisione

Con l'unico motivo la banca censura la sentenza impugnata per violazione degli
artt. 2059, 2043, 2697 e 1226 c.c. in relazione all'art. 360co1 n. 3 c.p.c..

Assume la ricorrente che la "ratio decidendi" si palesa equivoca in quanto, da


un lato, il Giudice di appello viene a ritenere che la durata (oltre due mesi)
della permanenza della errata segnalazione nella banca-dati ha realizzato "una
3

,
RG n. 13909/2014 Cis. est.
ric. Monte Pasghi Siena Leasing&Factoring c/LINO Service s.a.s Ste ivieri
concreta interferenza sulle esigenze di accesso al credito"; dall'altro ha invece
individuato il danno-conseguenza nella "effettiva percepibilit che i terzi -
societ e banche- hanno della segnalazione". In ogni caso la pronuncia incorre
nell'errore di diritto in quanto: a) la violazione dei diritti protetti da norme
costituzionali non determina ex se l'automatica produzione di un "eventus-
damni", che deve invece pur sempre essere provato dal danneggiato nell' "an"
e nel "quantum"; b) tale danno non pu essere identificato nella "percepibilit"
della segnalazione inserita nella banca-dati, in quanto tale evento deve

Corte di Cassazione - copia non ufficiale


ricondursi alla fattispecie illecita violativa del diritto e non al momento
successivo della produzione delle conseguenze dannose.

Il motivo, che individua chiaramente le statuizioni impugnate ed assolve ai


requisiti di specificit ex art. 366co1 c.p.c. -dovendo conseguentemente
rigettarsi la eccezione di inammissibilit proposta dalla parte resistente-
fondato.

La questione di diritto sottoposta alla Corte concerne la risarcibilit del danno


non patrimoniale in quanto conseguenza immediata e diretta della lesione di
diritti fondamentali della persona, garantiti da copertura costituzionale, con
riferimento -al caso di specie- alla violazione del "diritto alla immagine" od alla
"reputazione sociale" di una societ commerciale (inteso come diritto della
personalit, rinveniente fondamento nell'art. 2 Cost. e nell'art. 8 paragr. 1
della Carta dei diritti fondamentali della UE, concernente la identificazione e la
rappresentazione della di se stessi, che trova realizzazione attraverso la
espressione di determinati requisiti caratterizzanti la individualit della persona
fisica, giuridica, od altro ente comunque dotato di parziale autonomia nei
rapporti giuridici, e declinabile in senso riflessivo -percezione e considerazione
di s; autostima; reputazione personale- ed in senso ostensivo -percezione e
considerazione accreditata presso gli altri; reputazione sociale-). Le questioni
prospettate dal motivo di ricorso attengono in particolare :

RG n. 13909/2014 Coi. est.


ric. Monte Pasghi Siena Leasing&Factoring c/LINO Service s.a.s Ste .vieri
a) alla individuazione del danno non patrimoniale come danno-evento, o
danno "in re ipsa" (coincidente con la condotta violativa del diritto, e cio
con il perfezionamento della fattispecie illecita) ovvero come "danno-
conseguenza" (ossia come ulteriore "prodotto", effetto ontologicamente
distinto, e cronologicamente successivo, rispetto alla violazione del
diritto, id est al perfezionamento della fattispecie illecita)

b) alla descrizione degli elementi costitutivi della fattispecie dell'illecito

Corte di Cassazione - copia non ufficiale


consistente nella violazione dell'immagine o della reputazione della
societ, avuto riguardo alla condotta materiale necessaria ad integrare la
violazione del diritto tutelato.

Orbene, quanto al primo aspetto, la giurisprudenza di questa Corte ha da


tempo abbandonato la originaria e risalente tesi, prospettata in relazione al
danno biologico per la lesione della integrit psicofisica da Corte cost. 14 luglio
1986 n. 184, ed estesa alla lesione di diritti fondamentali -insuscettibili di
valutazione economica-, secondo cui la condotta lesiva era "ex se"
dimostrativa del pregiudizio -di natura non patrimoniale- risarcibile, essendo
approdata in seguito ad un complesso e travagliato percorso ermeneutico,
attraverso la sussunzione della categoria dell'illecito produttivo del danno non
patrimoniale ex art. 2059 c.c. nell'ambito dello schema strutturale della norma
generale sull'illecito extracontrattuale ex art. 2043 c.c., alla indifferenziata
applicazione del criterio causale, fondato sulla relazione "condotta materiale -

evento lesivo
- - conseguenza dannosa" (artt. 1223 e 2056 c.c.), a qualsiasi
violazione di un interesse giuridicamente suscettibile di protezione secondo
l'ordinamento giuridico, con la conseguenza che del tutto identiche si pongono
le esigenze di prova della esistenza e dell'ammontare del danno "patrimoniale"
e "non patrimoniale", non rilevando in contrario, ai fini dell'accertamento delle
conseguenze pregiudizievoli, la natura non economica -insuscettibile di
espressione equivalente attraverso la misura del valore di scambio-
dell'interesse tutelato dall'ordinamento che stato leso, operando su un

RG n. 13909/2014 Ci est.
ric. Monte Pasghi Siena Leasing&Factoring c/LINO Service s.a.s Stefa livieri
diverso piano ontologico la determinazione dell' "an" e del "quantum" del
danno risarcibile.

In particolare questa Corte cass. Sez. U, Sentenza n. 26972 del 11/11/2008


ha definitivamente chiarito che l'art. 2059 c.c. opera esclusivamente sul piano
della limitazione della risarcibilit del danno non patrimoniale "ai soli casi
previsti dalla legge" (1- illecito astrattamente configurabile come reato: art.
185co2 c.p.; 2-illecito, non qualificabile come reato, ma che per espressa

Corte di Cassazione - copia non ufficiale


previsione di legge impone il ristoro di un danno non patrimoniale; 3- illecito -
non bagatellare- che abbia leso diritti inviolabili della persona, oggetto di tutela
costituzionale), lasciando integri gli elementi della fattispecie costitutiva
dell'illecito ex art. 2043 c.c. (la condotta illecita, l'ingiusta lesione di interessi
tutelati dall'ordinamento, il nesso causale tra la prima e la seconda, la
sussistenza di un concreto pregiudizio patito dal titolare dell'interesse leso).

Il principio ha trovato seguito nella giurisprudenza di legittimit, per cui pu


conclusivamente affermarsi che il "danno non patrimoniale", costituendo
anch'esso pur sempre un danno-conseguenza, deve essere specificamente
allegato e provato ai fini risarcitori, anche mediante presunzioni, non potendo
mai considerarsi "in re ipsa" (cfr. Corte cass. Sez. 3, Sentenza n. 20987 del
08/10/2007 -con riferimento alla prova del danno esistenziale-; id. Sez. 3,
Sentenza n. 10527 del 13/05/2011; id. Sez. 3, Sentenza n. 13614 del
21/06/2011; id. Sez. 1, Sentenza n. 7471 del 14/05/2012 -relativa alla
prova del danno non patrimoniale derivato dalla lesione della dignit
personale-; id. Sez. 6 - 1, Ordinanza n. 21865 del 24/09/2013 -
concernente la prova del danno non patrimoniale derivato dalla elevazione di
protesto illegittimo; id. Sez. 3 -, Sentenza n. 20643 del 13/10/2016 -con
riferimento alla prova del danno non patrimoniale per lesione della reputazione
sociale di un ente collettivo-).

Tanto premesso la censura infondata.

RG n. 13909/2014 . est.
ric. Monte Pasghi Siena Leasing&Factoring c/LINO Service s.a.s Stefa o Olivieri
Il richiamo effettuato dal Giudice di appello al risalente orientamento
giurisprudenziale secondo cui "l'effettivo danno morale dovuto alla perdita di
immagine determina in questo caso un danno che si ritiene in re
ipsa....senza che incomba sul danneggiato l'onere di fornire la prova
dell'esistenza di uno specifico pregiudizio..." (sentenza appello in motiv. pag.
6), proposizione estrapolata dall'intero contesto motivazionale sulla quale si
incentra la critica della banca, si innesta infatti nella descrizione storica della
evoluzione giurisprudenziale di legittimit in tema di danno non patrimoniale,

Corte di Cassazione - copia non ufficiale


mentre la conclusione argomentativa che viene a trarre, in esito a tale
excursus, la Corte territoriale, appare conforme agli indicati principi di diritto
laddove coniugando, sia pure con una non felice costruzione sintattica, la
"concreta interferenza sulle esigenze di accesso del credito" con la "effettiv
percepibilit", da parte degli utenti della banca-dati, della segnalazione
arrecante il discredito sociale, ha inteso accertare gli effetti pregiudizievoli di
natura non patrimoniale prodotti dalla condotta illecita della banca consistiti,
non nella perdita di occasioni di finanziamento (suscettibile comunque di
valutazione patrimoniale anche ove considerata in termini di "chance"),
sibbene nella situazione in cui si era venuta a trovare la societ nell'ambiente
in cui operava (e cio, come correttamente evidenziato dal Giudice di appello,
tra i soggetti autorizzati ad accedere alla banca-dati, e dunque tra "gli
operatori economici e commerciali ai quali l'impresa si rivolge abitualmente per
l'indispensabile accesso al credito") che la qualificava come soggetto
economico se non impresentabile comunque a ridotta affidabilit rispetto alle
societ regolarmente adempienti agli obblighi restitutori delle rate di
finanziamento o dei canoni di leasing.

La decisione conforme ai principi enunciati nel precedente di questa Corte


cass. Sez. 3, Sentenza n. 12929 del 04/06/2007, anch'esso richiamato
nella sentenza di appello, che ha ribadito la distinzione tra evento lesivo e
danno-conseguenza, puntualizzando come anche nella lesione della
"reputazione personale" (che si manifesta nel "foro interno" come sentimento
di appartenenza all'organismo collettivo dei titolari degli organi amministrativi
7

RG n. 13909/2014 est.
ric. Monte Pasghi Siena Leasing&Factoring c/LINO Service s.a.s Olivieri
ed assembleari) e della "reputazione sociale" (intesa come immagine di seriet
ed affidabilit dell'ente collettivo proiettata all'esterno) della persona giuridica
o di centri dotati comunque di livelli differenti di soggettivit, il danno-
conseguenza deve essere provato, rimanendo esclusa la ipotesi del danno "in
re ipsa", ben potendosi pervenire anche attraverso elementi presuntivi alla
dimostrazione della conseguenza pregiudizievole derivata -ex art. 1223 c.c.-
all'ente collettivo dalla "deminutio" della propria immagine determinata dalla
comunicazione della notizia lesiva (nella specie si trattava di comunicazione

Corte di Cassazione - copia non ufficiale


alla Centrale dei rischi della Banca d'Italia dello "stato di sofferenza" di una
impresa), da individuarsi, quanto alla lesione della reputazione personale, nella
"incidenza negativa sull'agire delle persone fisiche che ricoprano gli organi
della persona giuridica o dell'ente collettivo" che "rappresenta un danno non
patrimoniale che non si identifica nella lesione dell'immagine in s, ma ne
rappresenta una conseguenza a detta lesione ricollegata da un nesso causale",
e quanto alla lesione della reputazione sociale nella effettiva diffusione della
notizia screditante, nella specie accertata dalla Corte d'appello in relazione alla
permanenza della segnalazione negativa nella banca-dati per oltre due mesi.

In conclusione il ricorso deve essere rigettato e la societ ricorrente va


condannata alla rifusione delle spese del giudizio di legittimit liquidate in
dispositivo.

P.Q.M.

rigetta il ricorso principale.

Condanna la ricorrente al pagamento in favore della controricorrente, delle


spese del giudizio di legittimit, che liquida in Euro 3.000,00 per compensi,
oltre alle spese forfettarie nella misura del 15 per cento, agli esborsi liquidati in
Euro 200,00, ed agli accessori di legge.

Ai sensi dell'art. 13, comma 1 quater, del Dpr 30 maggio 2002 n. 115, inserito
dall'art. 1 comma 17 della I. n. 228 del 2012, d atto della sussistenza dei
presupposti per il versamento, da parte del ricorrente principale, dell'ulteriore

RG n. 13909/2014 est.
ric. Monte Pasghi Siena Leasing&Factoring c/LINO Service s.a.s `Olivieri
importo a titolo di contributo unificato pari a quello dovuto per il ricorso
principale, a norma del comma 1-bis, dello stesso articolo 13 .

Cos deciso in Roma il 06/06 /2017

Corte di Cassazione - copia non ufficiale

You might also like