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La Nonna e il Presidente

Divertissment di Yannis Hott


Personaggi:
Il Giovane
La Nonna

Luogo: una panchina al Parco delle Nazioni. In realt tutto potrebbe svolgersi anche in un teatro vuoto.
Epoca: oggi

I Scena

Sulla panchina, posta al centro della scena (un palcoscenico spoglio e vuoto), frontale al pubblico, un
giovane malmesso nel vestire, scaruffato, si tormenta con una mano i suoi lunghi capelli, e poi la
barba incolta. Sta leggendo un libro tascabile. Non si vede nessuna pianta intorno alla panchina. Ma,
in diagonale alla scena, ci sono pali che sostengono altoparlanti da piazza. Un inverno rigido
attanaglia il corpo del giovane che ogni tanto, posa il libro sulle ginocchia, si sfrega le mani come se
volesse scaldarsele, guarda in alto e a bassa voce momora parole incomprensibili. Sembra che dica
una preghiera, dove ogni tanto, emerge la parola, "merda", ripetuta in tutti toni.
Arriva da un lato, la Nonna, anche lei infreddolita, con un lungo cappotto e tanto di cappello un po
demod, anni Cinquanta. Si aggira intorno al giovane, ma lo teme e, soprattutto, lo guarda
intensamente quando borbotta la sua strana preghiera. Poi con circospezione si siede al margine della
panchina. Apre la borsa, prende un piccolo specchietto, si guarda, si aggiusta il trucco. Sembra che
voglia corteggiarlo. Il giovane non risponde agli sguardi della Nonna.
Borbotta qualcosa.

NONNA Tutto bene?


GIOVANE Benissimo. Anzi no, di merda.
NONNA Deciditi.
GIOVANE Di merda.
NONNA Bravo. Occorre essere decisi nella vita.
Silenzio
NONNA Sono stata dal medico
GIOVANE E io allo zoo.
Silenzio
NONNA Non stato carino con me, il medico. Per stato deciso. Proprio deciso. Quasi ci provava
piacere in questa sua decisione. Pochi giorni ancora, ha detto.
GIOVANE Ah s. Per cosa?
NONNA Per un viaggio senza ritorno.
GIOVANE E lei non parta.
NONNA Vorrei, ma non posso. Allappuntamento quando arriva lei, andr via io.
Silenzio. Lui borbotta la sua nenia.
NONNA Perch si lamenta? Qualche problema?
GIOVANE Mi faccio compagnia da solo.
NONNA brutta la solitudine. La conosco bene, io. Da quando morto il povero Carlo, il mio
compagno di vita, (invocando verso lalto) carogna perch mi hai lasciato sola?, vengo sempre qui, al
Parco, alla domenica, per guardare la gente, leggere questo brevario di preghiere che mi ha regalato
don Antonio, insomma per ingannare la noia. Ma oggi la panchina ha un ospite. (Si guardano, lei gli
sorride) Di solito sempre vuota. Forse perch esposta al sole, al centro di questa grande piazza,
dove i bambini ti girano attorno, urlano, giocano, ma oggi non c anima viva in giro. Come mai?
GIOVANE Sono tutti al comizio. Anche i bambini. Coi loro genitori, sintende. Tra pochi minuti
dovrebbe cominciare.
NONNA Come lo sai?
GIOVANE Prima che arrivasse lei, passato il Presidente del governo scortato dai suoi gorilla...
NONNA Anche lui stato allo zoo. Ha comprato i gorilla?
GIOVANE No, gorilla intesi come guardie del corpo. Mi ha parlato.
NONNA Ah, s. Cosa ha detto il Presidente?
GIOVANE Visto che sto facendo il giro del Parco della Nazioni per verificare che la gente sia tutta
raccolta intorno al palco ad ascoltare il mio comizio che terr l su quel grande palcoscenico foderato
di azzurro mare, con la nostra bandiera che sembra urlare Forza, boys, perch tu non sei gi con loro?
NONNA E tu cosa gli hai risposto?
GIOVANE Che lo avrei ascoltato attraverso gli altoparlanti. Ma lui ha detto che non era la stessa
cosa. Che bisognava vederlo. Le espressioni, ha detto, sono fondamentali per un Presidente di governo.
Ma io le conosco le sue espressioni, signor Presidente, ho detto. La vedo sempre in televisione.
Anche zigzagando con lo spara palle, pardon il telecomando, la vedo sempre, gli ho risposto. E lui:
ah, bene, bene. E cosa te ne sembra? Sai, ci tengo allopinione dei giovani. I sondaggisti, non quelli
rossi, ma quelli americani dicono che devo puntare sui giovani. Rappresentano la speranza del loro
futuro, delle loro famiglie, delle loro pensioni. Io mi sono fatto dal nulla, ma con operosit ho costruito
villaggi, finanziarie, televisioni, giornali, grandi magazzini, fino a scendere nel campo della politica e
diventare presidente. Il tuo presidente mi ha consegnato questo, il libro azzurro.
NONNA Lo conosco, lo conosco.
GIOVANE Il libretto?
NONNA No, no, no, lui, lui, il Presidente. Ormai mi interrompe anche le mie telenovele preferite.
Entra in scena insieme agli attori, chiacchiera, chiacchiera, dice che la storia della trasmissione la
conosce bene perch lui collabora con gli autori, corregge le battute, aggiunge dei consigli, e
soprattutto la frase forza ragazzi che ce la facciamo deve essere ripetuta ogni dieci minuti, pena la
sospensione della trasmissione. E poi dice sempre come va a finire, togliendomi il piacere di seguire le
puntate. Un vero tormentone. Lo odio.
GIOVANE Siamo in due a odiarlo. Pensi che si seduto vicino a me e ha detto: Guarda ho ancora
cinque minuti prima di completare il giro di ricognizione del parco per vedere che non ci siano distratti,
ti voglio condensare il contenuto del mio discorso, qualora la fonica degli altoparlanti, non funzionasse.
Altoparlanti che ha fatto mettere da una societ specializzata in ogni angolo del Parco delle Nazioni,
della citt. Sai, in fatto di comunicazione non mi batte nessuno. Sai, mi sono fatto da solo, e se me lo
permetti posso dirti che sono un vero prode della comunicazione. Ma presidente, non si disturbi. Ci
sono gli altoparlanti, gli ho detto, purch mi lasciasse in pace. Ma lui, ma che altoparlanti, e
altoparlanti, ti condenso il contratto che far col popolo perch tu giovane un domani diventerai il
giovane che va di porta in porta, di citofono in citofono, di semaforo in semaforo, di negozio in
negozio, di bagno in bagno, a portare il mio messaggio che in sintesi questo. (mostra il libretto
azzurro) Promettimi che lo imparei a memoria.
NONNA Che messaggio?
GIOVANE Secondo lui dovrei andare a suonar campanelli e dire a chi risponde: Vuoi pi tasse? No,
grazie. Vuoi pi clandestini? No, grazie. Vuoi pi comunisti? No, grazie. Vuoi, vuoi, vuoi, no, grazie
no, grazie no, grazie. Ecco, questo il messaggio che mi ha lasciato. Poi mi ha dato una pacca sulla
spalla, e se n andato seguito dagli applusi dei suoi gorilla.
NONNA Uomo di poca fede. Tu sei un uomo di poca fede. Anche se rompe le scatole col suo
faccione inceronato e quei quattro peli che sbandierano sul cranio come bandierine messe sulla cima
dellEverest, quello sar il nostro Salvatore. Presto gli verranno le stimmate, come a Padre Pio, come a
Cristo. Sar il Salvatore dellUmanit, perch devi sapere che lui conosce tutti, e quello che ha detto a
te lo dice a tutti i capi di governo, russi, americani, inglesi, tedeschi che siano. Lui il Verbo.
GIOVANE Ma nonna cosa sta dicendo? Ha partecipato alla guerra, ha armato i cittadini che ora
possono sparare anche alle ombre, ha raccolto il denaro dei mafiosi per le sue finanziarie, ha accettato
che i commercianti raddopiassero i costi, il suo credo si chiama denaro e lei lo esalta come il Salvatore?
Ma lei non sa quello che dice. Vede quegli altoparlanti? Insieme ci sono anche le telecamere. Siamo
tutti sotto controllo. Un Grande Fratello su tutta la Nazione. Non si potr fare un passo, una telefonata
che lui non sappia. Anche fare la pip al parco diventer un problema.
NONNA Vuoi dire che quando mi chino dietro a questa panchina per fare i miei bisognini lui mi
vede? (Il giovane accenna un s con la testa) Porco.
(Dopo un lungo silenzio, e dopo aver sfogliato il suo brevario, che poi lascer cadere a terra come se
volesse abbandonarlo).
Ma tu come te la passi? Come sono le tue giornate, come vivi?
GIOVANE Ecco la mia storia. Sono nato sugli scalini di una chiesa, perch mia madre non ha avuto
neanche il tempo di andare in ospedale. Cera vicino un cassonetto, anzi un cestino per limmondizia e
l mi ha adagiato con cura, avvolto da una bella copertina di plastica.
Allevato dalle suore, allet di 16 anni, ho saltato il cancello e me ne sono andato, ringraziando la
madre superiora per tutte le prediche che mi ha fatto per reprimere la mia vivacit.
Il primo che mi ha dato attenzione stato un vecchio signore, distinto, che dandomi lospitalit zitto
zitto di notte veniva a toccarmi qua, e io, zitto zitto, facevo finta di niente, cio dormivo. stato un
modo per sbarcare il lunario. Non andato mai oltre. Al mattino mi chiedeva scusa, che era pi forte di
lui, che si sentiva solo, che voleva trovare un po di affetto e tante cose del genere. Io rispondevo che
non mi ero accorto di niente per cui il fatto non sussiste, gli dicevo. Per due anni me la sono cavata
con questo tran tran: toccata con movimento alla notte, a volte con bacino super leggero proprio l,
pentimento mattutino, e che per me il fatto non sussisteva. Mi piaceva dire cos, perch una frase
che ho sentito alla televisione al processo in diretta.
Me ne sono andato quando ho trovato un lavoretto come uomo delle pulizie sui treni. Avevo risolto il
problema del dormire dormendo sui sedili, a volte nelle cuccette, prima che il treno si rimettesse in
pista.
Sono rimasto sconvolto quando una mattina vicino a me ho trovato un vecchietto stecchito, freddo
come il marmo, con nessuno che si fosse accorto di lui. Decisi di cambiare lavoro e soprattutto un
modo di dormire. Mi offrii come badante a un altro vecchietto. Fui tentato di tornare a quello della
manina notturna con bacetto. Ma non me la sentivo pi di condurre questo gioco. Trovai da una
inserzione luomo giusto per me. Pensionato, nulla tenente, cercava aiuto in cambio di un letto, del
bagno e delluso cucina. Mi affrettai a telefonare a incontrarlo e fui subito preso. Un uomo ridotto a
pelle e ossa, con un filo di voce. Nelle passeggiate mattutine, appoggiato al mio braccio, mi raccontava
di essere stato un pezzo grosso nella Repubblica di Sal. Non sapevo che cosa fosse, poi mi sono
informato e capii che era un fascista e che aveva sparato contro ai partigiani. Stavo per lasciarlo al suo
destino, quando spir tra le mie braccia. Non si present nessuno a cacciarmi dallappartamentino, era
solo come un cane, e il padrone di casa mi fece restare, salvo pagare laffitto.
E cos rimasi. Lappartamento in quel caseggiato che si vede l in lontananza. Adesso faccio un
lavoro strano, rivolto alla gente, ma di questo parleremo unaltra volta.
NONNA Ma guadagna?
GIOVANE Quando capita di incassare qualcosa cos alla giornata. Sopravvivo a pane e latte, e a
volte a pane e olio.
NONNA Pane e olio, anchio in tempo di guerra mangiavo pane e olio, oppure pane imbevuto di
vino. Era buono per.
GIOVANE Basta accontentarsi.
NONNA Hai una compagna, una fidanzata voglio dire?
GIOVANE No, ho un cane alla domenica mattina da portare a spasso.
NONNA Strano, perch solo la domenica mattina? Racconta.
GIOVANE Veramente lo desidera?
NONNA S.
GIOVANE Storia di me e del cane. Il cane era un mostro, tanto era deforme e brutto. Una testa
grande cos, orecchie piccolissime, zampe storte, magre fino allosso. Un mostro di bruttura.
NONNA Ma a lei piaceva, per.
GIOVANE Questo cane non era mio, ma del vecchio frocio che abitava sullo stesso pianerottolo e
che la notte lo faceva dormire sullo zerbino. Lui era acido, cattivo, e in totale miseria, anche lui solo
con se stesso.
Alla notte, quando rientravo dal mio nuovo lavoro, cio quello di trovare persone disposte a mettere la
manina qui e poi a darmi tanti baciotti dietro compenso stavolta, incontravo sempre il cane sul
pianerottolo che mi aspettava, ed era sempre in erezione. Mi ringhiava cos ringrrrrrr, ma non mi
saltava addosso. Io strisciando contro la parete raggiungevo la porta e lui ringhiava ringhiava, e cos
tutte le sere. Era diventato un tormento. Al mattino dovevo sorbirmi anche il vecchio che mi
rimproverava perch sentiva il cane ringhiare e pensava che io gli facessi i dispetti. Quando gli dicevo
che era lui a non lasciarmi in pace, mandava una bestemmia e mi sbatteva la porta in faccia.
Un giorno decisi di farmelo amico. E sa come?
NONNA Dica, dica, mia affascina. Anchio ho un gatto.
GIOVANE Dal macellaio vicino a casa, mi feci mettere da parte degli scarti che ritirai alla chiusura
del negozio, e li misi nel mio zainetto, tenendolo sempre un po distante, quando incontrai il cliente.
Una puzza di carne. Non volevo che il cliente pensasse che fossi io o il mio... Meglio essere attenti al
cliente.
Alla sera, salii quatto quatto le scale tenendo la carne bene in vista. Il cane sempre in erezione,
ringhiava, ringhiava. Posai la carne sul pavimento, a tre metri da lui. E aspettai. Lui mi guardava,
ringhiava, avanz piano piano, tenendomi sotto tiro con il suo grirrrr. Appena a tiro, balz sulla carne.
Se la port sullo zerbinotto, e subito cerc di afferrarmi la gamba.
Tutte le sere cos. Una volta c riuscito. Guardi qui che cicatrice. Fu la volta che decisi di ucciderlo.
NONNA No, poveretto.
GIOVANE Poveretto un corno. Non ce la facevo pi. Spendevo soldi per la carne. Scarti s, ma il
macellaio voleva i soldi. Ero stufo di questo rito. Anche i clienti facevano strane osservazioni sul mio
profumo di carne. Decisi, cos di ucciderlo. Comprai del veleno per topi, lo mescolai con la carne, la
polpettina la posai sul pavimento, lui fece la solita scena: carne, pianerottolo, ringhiata e tentativo di
azzannarmi.
Il giorno successivo sullo zerbinotto, non cera il mostro. Rimasi a lungo seduto sullo scalino, in
silenzio. Sentivo che adesso mi mancava qualcosa. Mi accorsi che il cane mi aveva reso dipendente
dalla sua accoglienza. Mi tormentai per diverse notti. Mi sentivo veramente solo, senza quel cane.
NONNA (impaziente) Ma morto o no?
GIOVANE Aspetti. Una mattina chiesi al vecchio frocio com che non cera pi il suo cane sul
pianerottolo, la notte. Lui mi guard, come se volesse scagliarmisi addosso e mi grid: stato lei,
scommetto, ad avvelenarlo. Lei lo odiava. E io, no signore, se lo avessi odiato non sarei qui a
chiedere sue notizie. Non le pare? Riuscii a convincerlo che io amavo il suo cane. E fu allora che mi
disse che il cane si trovava in una clinica per cani, ancora sotto cura, e che lui non aveva i soldi per
andare a riprenderselo. Fu cos che, facendo un po di risparmio e qualche marchetta in pi, riuscii a
riprendere il cane. Ora era mansueto, mi guardava per come se mi dicesse brutto figlio di puttana hai
cercato di farmi fuori ma non ci sei riuscito. Lo riportai dalla signore, pregandolo di farlo dormire
sullo zerbinotto. Ma non fu cos, il cane non voleva pi starsene sullo zerbinotto a dormire. Allora tutte
le domeniche, lo vado a prendere e lo porto a spasso. Ci parliamo, lui non ringhia pi. Sembra quasi
che mi sorrida. Fine della storia.
NONNA Tutto frutto della solitudine. Allora domenica, lo porti qua al parco. Lo voglio conoscere.
(quasi lacrimando) Anchio, ora che ci penso, parlo con i gatti del parco, coi piccioni, coi cani, perch
nessuno si ferma per parlare con me. Mi guardano sempre come se fossi una veccchia sbandata.
Anchio, sento che c una grande ingiustizia nel mondo. Il Presidente non conosce la solitudine, la
miseria dellanimo, lindifferenza delle persone, il disagio in cui molti vivono. Lui non ti conosce, non
conosce la tua storia, e quella del povero cane, n quella di quel frocio, come lo hai chiamato tu. A
proposito, cosa vuol dire frocio? un mestiere?
GIOVANE No, Nonna. La prego, non si scandalzzi, ma frocio uno che va con gli uomini.
NONNA Mio Dio, che cosa scandalosa. Uomo con uomo. Ma cosa fanno?
GIOVANE C o ci fa, Nonna bella. Non mi dica che adesso non sa cosa fanno tra loro? Fanno
allamore.
NONNA questo che non riesco a capire. Come fanno?
GIOVANE Glielo dir al prossimo appuntamento. Perch adesso come sente dal gracidare degli
altoparlanti il Presidente ha cominciato a parlare. (Sul gracchiare, e lo scoppiettare dei rumori che
sembrano peti, la scena va al buio)

II scena

Sempre sulla panchina. La Nonna sola che sta sfogliando un mazzo di giornali. Ne guarda uno, lo
sfoglia, e poi dice Vergogna, ne sfoglia un altro e poi dice Vergogna. La scena sar ripetuta fino
allesaperazione. Arriva il giovane. Sempre con la stessa tenuta e con lo stesso libro.

GIOVANE Non mi dica che li ha letti tutti.


NONNA Tutti. una vergogna che tanti uomini abbiano seguito le nefandezze di un egocentrico,
folle, narciso, logorroico, come questo presidente. Mancano pochi giorni alle elezioni e il nostro
parlamento ha approvato pi leggi in due settimane che in cinque anni.
GIOVANE Volere potere.
NONNA Adesso capisco la sua paura.
GIOVANE Pensavo che fosse tornata per conoscere cosa fanno i froci.
NONNA So tutto. Si amano. Come giusto che sia quando c lamore, i sentimenti, laffetto la
stima. Quello che fanno col proprio corpo non mi interessa. Ognuno segue gli impulsi della propria
natura. La natura non ha solo una soluzione. Infinite soluzioni e tutte sono meravigliose. Solo i limitati,
gli egoisti, i condizionati non riescono a capire le meraviglie della natura.
(si alza, va verso il pubblico. Luce su di lei, lui in penombra. Aggressiva)
La Natura, dovremmo saperla leggere, la Natura. Un libro meraviglioso che lUomo non sa sfogliare,
non sa leggere dal lato giusto. Si contrappone ad essa e fa dei danni enormi a lei e se stesso.
La Natura non usa il termine diversit. Non conosce questo concetto, frutto di coloro che stabiliscono
cosa normale o no. La Natura accoglie tutto e tutti perch mette insieme con armonia lunicit,
lirripetibilit delle sue soluzioni.
Per lei tutti gli elementi sono unici.
Prendiamo un semplice esempio. Le piante. Tutte hanno radici, un fusto, dei rami e delle foglie, dei
frutti. LAlbero nella sua infinita gamma di variet unico, eppure tutto convive. Perch non possiamo
considerare lUomo come lAlbero. Tutti abbiamo una testa, due occhi, una bocca, un naso, due
orecchie, un collo, due spalle, due piedi. Miliardi di esseri umani, bianchi, neri, e tutti unici. Unici. Al
massimo possiamo dire uno diverso dallaltro, ma non possiamo dire che quello un diverso. Un
diverso. Perch cos facendo si stabilisce una regola che determina quelli normali e quelli no.
Chi ha il diritto di imporre questa discriminante, questo crinale. Nessuno. La Natura non fa
discriminanti nel suo progetto. Che poi sia attribuibile a quello lass, non minteressa. Mi interessa
invece la variet di cose infinite del suo universo. Oggi, gli uomini di poca intelligenza, dicono: quello
un diverso, un omosessuale, un gay, o, come dici tu, un frocio. Un diverso dalla norma che loro
hanno dettato, imposto.
Immaginiamo che fra mille anni il pianeta sia popolato da questi che oggi vengono chiamati diversi, eh
s, perch le statistiche dicono che c unaccelerazione costante ogni anno, un aumento di anno in
anno, insomma, cosa diranno loro dei pochi eterosessuali rimasti? Che sono diversi? E allora? Non
regge questo modo di ragionare di questa societ. Dobbiamo accogliere tutti con amore perch tutti
siamo unici e irripetibili. Questa variet umana un patrimonio dellUmanit perch stabilisce che la
Natura ha infinite soluzioni al suo progetto. Un progetto dinamico, che non pu fermarsi, perch la
Natura viva, nel tempo, in noi. La Natura vita e chi nega le soluzioni della vita nega se stesso. Ho
finito.
(torna alla penombra. Torna la luce)
A proposito, dicono che Dio ha creato lUomo e la donna. Chi ha creato i froci?
GIOVANE Non lo so, Comunque quello che lei dice, detto bene.
NONNA Dico o non dico bene non sta a me dirlo. Dire dico s o dico no, solo la Natura pu dirlo.
Ma siccome la Natura non dice, ma fa, sar lei, silenziosa, a dare una risposta a questo dubbio amletico
del dico s o del dico no. Dico bene?
GIOVANE Dice bene.
NONNA Lo hai gi detto. Allora ripeto ci che ho gi detto. Se dico o non dico
GIOVANE Dice bene, ma il ritornello lo conosco gi. Andiamo avanti.
NONNA Non va bene qui?
GIOVANE No, qui restiamo, ma andiamo avanti col discorso.
NONNA Avanti, avanti. Come lo slogan sulla bocca di quello scienziato che diceva Vieni avanti,
cretino? Come si chiamava quello scienziato che aveva in testa un cespuglio di capelli bianchi
elettrizzati?
GIOVANE Albert Einstein.
NONNA Anche lui era
GIOVANE S, ma nel quoziente dintelligenza.
NONNA Vedi? Lui non era un diverso, ma unico. Unico, come me, come te, come loro (indicando
il pubblico).
GIOVANE Lei ha fatto una svolta incredibile. cambiata. Moltissimo. Mi piacerebbe conoscere il
suo punto di vista sulla guerra. Quella cui il nostro Presidente, insieme ad altri Paesi, sta facendo
adesso in Iraq?
NONNA Mi stai provocando?
GIOVANE No, voglio sapere cosa ne pensa una come lei, adesso che si documentata leggendo i
giornali.
NONNA Ho solo cercato di capire, documentandomi, dopo aver vissuto nella bambagia. Allora ti
dico qual la mia opinione, opinione di una che ha i giorni contati e che ha scoperto il valore della vita
troppo tardi. Me la sono lasciata scivolare sopra di me come una goccia che scorre su un vetro, la vita.
LIraq un disastro. Lo hanno definito un intervento per portarci la democrazia. Definirlo intervento
il pi grave danno che si possa fare alla causa della democrazia. Sono andati in guerra in base ad una
grande bugia, che esistessero le armi di distruzione di massa. Sono andati in guerra privi di una
legittimazione, giuridica e politica.
GIOVANE Complimenti, continui che sta facendo centro.
NONNA Non sono stati capaci di prevedere il dopo, che stato una disgrazia. Peggio di cos.
Centinaia di migliaia di persone sono rimaste uccise o mutilate e non si vede la fine. Le Agenzie di
intelligence USA affermano che lIraq diventato un campo di una nuova generazione di terroristi. Le
centinaia di miliardi di dollari bruciati per la guerra e loccupazione avrebbero potuto migliorare le
condizioni di vita di molti poveri del mondo.
GIOVANE Dice bene. Una bella lezione. Ma tutta farina del suo sacco?
NONNA La farina no, lho ricavata leggendo, ma limpasto mio.
GIOVANE E se tutte le donne della sua et potessero abbracciare le sue idee e trasmetterle ai loro
nipotini invece di parcheggiarli davanti alla televisione o farli giocare con giocattoli che evocano la
guerra, forse molte cose cambierebbero.
NONNA Si capiscono certe cose solo quando senti che ti devi congedare.
GIOVANE Lunga vita, Nonna.
NONNA Luna vita, nipote. Posso chiamarti cos?
GIOVANE un onore, per me, avere una nonna come lei.
Buio.
GIOVANE Come cambiata in questa settimana. Sembra quasi una rivoluzionaria.
NONNA Lo sono. Tutta la settimana a documentarmi, giorno e notte a vedere video cassette
sullAfrica, sul terzo Mondo, a leggere libri presi alla libreria Utopia, a compulsare testi di filosofi.
Adesso ho capito. Adesso che mi manca il tempo per vivere come avrei dovuto, ho capito. Sei stato la
scintilla che mi ha aperto la mente. Tu sei il mio salvatore, tu...
GIOVANE Piano, piano Nonna. Lasciami sedere. E poi raccontami con calma.
NONNA Niente calma. Il tempo stringe. Ho capito il gioco dei potenti. Controllare il mondo, il
petrolio, i consumi, le comunicazioni, lambiente, la societ, lamore, le religioni, il tempo. Vogliono
controllare tutto. E noi? Poveri fessi che stanno a guardare. Non possiamo permetterlo. Lo capisci.
Lingiustizia non deve passare. E io devo fare la mia parte perch questo non avvenga.
Tu mi vuoi aiutare?
GIOVANE Quello che tu dici corrisponde a quello che penso anchio, ma mi sento impotente. Non
so proprio come potrei fare.
NONNA Quello che non possono fare in molti, lo faremo da soli. Estirpare lerba maligna.
Individuare la mela marcia. Togliere il caporotto. Ridare alla gente laria, la fiducia in se stessi, con un
segno forte, decisivo. Ricordati, te lho gi detto. Essere decisi. Come lo stato quel porco del mio
dottore. Ma al di l della forma, mi ha aperto la porta e ho visto fuori nel mondo, nel nostro mondo. Le
ingiustizie.
GIOVANE Hai fatto presto a capire. Ci sono popoli che hanno aspettato decenni per capire il male
che li dominava.
NONNA Te lho detto. Il Tempo, la consapevolezza del tempo. Che mi rimane?
GIOVANE Capisco. Prendere coscienza del poco tempo che abbiamo per la nostra vita. Non
lasciarlo scorrere addosso. Istante per istante, viverlo per il bene degli altri. Per il bene dellumanit.
Non ingannarsi. Il Tempo ci appartiene. Non deve essere invaso dagli inganni, dagli imbrogli, dalle
sopraffazioni, dall...
NONNA Ingiustizia. questa la parola. Ingiustizia.
Silenzio
GIOVANE Adesso che si fa? Adesso che abbiamo detto la parola ingiustizia.
NONNA Ho un piano. Ma non te lo dico. Perch non deve avere testimoni. Un progetto mio. Solo
mio. Tu assisterai da lontano. Sarai fiero di me.
GIOVANE Perch non vuoi dirmelo se io la penso come te?
NONNA Hai detto che siamo spiati da telecamere, microfoni
GIOVANE cimici
NONNA Cosa centrano le cimici. Hai i pidocchi? O meglio hai le cimici adesso?
GIOVANE Cimici come microfoni nascosti nei posti pi impensabili. Ho letto che i servizi segreti
hanno escogitato delle pillole da dare ai politici che contengono radiotrasmittenti microscopiche e fino
a quando non saranno defecate il nostro grande fratello insieme ai gorgoglii dello stomaco potr sapere
tutto sul politico che vuole controllare. Anche le scorregge che fa saranno registrate. E poi, ci sar
qualcuno degli agenti segreti che vender queste registrazioni ai giornali del presidente perch anche
dal numero delle scorregge si potr capire lo stato danimo e le intenzioni del politico da combattere.
NONNA Oh Dio, non potr pi prendere le mie diciotto pillole gionaliere. Come far?
GIOVANE Nonna, solo per i politici dellopposizione sono state create queste pillole. Gliele danno,
senza che loro se ne accorgono. Ci sono dei messi del parlamento incaricati di mettere in bocca a tutti i
politici dellopposizione che dormono quando parlano quelli della maggioranza; s, perch il sonno, il
russare, una nuova forma di ostruzionismo. E i messi, dietro lauta mancia, e gi, mettono pillole a
tutto andare. Lopposizione tutta sotto controllo. Adesso che nata la psicosi della pillola
microscopica tutti i politici ogni dieci minuti corrono ai cessi per defecare. Non si sa mai, dicono.
NONNA Diabolico, diabolico questo Presidente. Ne sa una pi del diavolo.
GIOVANE vero. Anche per le barzellete, ne sa una pi del diavolo. C un giornalista di mia
conoscenza che le ha raccolte tutte perch le vuol pubblicare. Prevede un volume grosso cos. E ha
trovato gi leditore. Lo stesso Presidente, perch passino alla memoria del suo operato, le barzellete
del presidente che risolleveranno lanimo, lo spirito, il pensare dei prossimi nascituri che avranno
diritto al voto. Cos potranno capire lumorismo del nostro caro, unico, onnipotente presidente.
NONNA No, le barzellete, non devono passare. una strategia per ingannare il giovane popolo.
Farlo ridere, cos non pensa. Per questo ha comprato tutte le squadre di calcio, perch lui decider chi
deve vincere. Al nord, le squadre della Petania, o Duriana, non mi ricordo, al sud quelle di Allenze
Particolari, al centro quelle di Forza Ragazzi. Ecco la strategia. Non far pensare nessuno. Zero assoluto.
GIOVANE Non sapevo che avesse comprato tutte le squadre. E lei nonna come lo sa?
NONNA Leggendo. Leggere, leggere, leggere. Chi pi che lo diceva?
GIOVANE Io mi ricordo di un resistere, resistere, resistere.
NONNA Adesso io dico. Sbrigarsi, sbrigarsi, sbrigarsi.
GIOVANE A fare che?
NONNA Ma proprio non capisci. Sbrigarsi a far fuori il marcio, la mela marcia. Lo capisci, s o no?
GIOVANE Non sar facile. Ma sarebbe la felicit di molti.
NONNA Io amo la vita. Non le mele marce.
GIOVANE S, le mele marce non fanno democrazia.
NONNA No, non fanno democrazia, ma regime.
GIOVANE Allora, com il tuo piano?
NONNA Non insistere. Devo solo fare un po di ricerche, e poi passo allazione.
GIOVANE Sar bene, non vederci pi qui alla panchina.
NONNA No, solo qui mi sento sicura. qui che ho aperto gli occhi. qui che ho capito il senso
della vita.
GIOVANE Questa frase non mi nuova. Il senso della vita. Ah, s, l, in Tv che ho visto il
presidente snocciolare tutte le foto dellinfanzia, di quando lui cantava e fu protestato, che animava i
passeggeri delle crociere. Un vero cantante intrattenitore, che diventa presidente imbonitore.
NONNA Non perdiamoci in chiacchiere. Quando ci vediamo?
GIOVANE La prossima domenica. Due giorni prima delle elezioni.
NONNA Se ci saranno.
Buio
III Scena

In scena, un tavolo, una sedia, un attaccapanni vestito da uomo, solo nella parte superiore.

NONNA (con una cerbottana, non troppo lunga, davanti alla bocca) Mirare al collo. Uno, due, tre,
quattro soffiate forti per spingere lago affinch penetri in quel collo taurino. difficile, centrarlo.
Almeno avesse avuto un collo alla Modigliani. Tutto sarebbe pi semplice. Invece no, tozzo tozzo.
Mirer alle orecchie quelle si che sono grandi. Sembra Dumbo. Fino a che distanza posso arrivare con
questa cerbottana? Lago sar qui sulla punta di questo cono di carta. Dovr fare in modo che sia bene
spalmato di questo veleno per topi. Micidiale allistante ha detto il farmacista. Mi sono raccomandata.
Il pi forte, il pi sicuro. Gli ho detto che avevo un topone nel giardino, che non potevo mettere il
veleno in giro perch ci sono i gatti che vengono a miagolare per il cibo. Ho fatto presente che volevo
cerbottanarlo. Lui ha capito e mi ha detto: Metta il veleno mescolato con un po di crema, lo mescoli
bene e lo sparga sullago, miri bene e il gioco fatto.
(Prende un libro) Qui ci metter dieci canne nascoste allinterno, lago, anzi gli aghi saranno sempre a
contatto con la crema. Il libro da messa, nero, non dovrebbe dare sospetto. Vediamo fin dove riesco a
spingere lago. (fa delle prove, soffia, sposta lattaccapanni, pi volte. La scena va mossa fino a farla
diventare ilare)
Ecco fino a qui ce la faccio. Per che fiato bisogna avere. Dovr fare un po di esercizi di respirazione,
restare in apnea e poi soffiare. Proviamo. Respiro profondamente. Blocco la respirazione e rester
ferma finch posso. (Azione, una due volte) Che fatica per uccidere... un topo. Presidente, per. Ora
contiamo i passi. Sono circa otto metri. Devo mettermi alla distanza giusta. Contiamo bene i passi.
(conta) S, arrivo fino a otto metri. Per mi metter a sei metri, cos non potr sbagliare. Ne va della
mia vita. Si fa per dire. Ho i giorni contati. Come ha detto quel porco di un medico. Comunque, grazie
caro medico. Mi hai svegliato dal lungo sogno dellinganno. E che inganno.
S, ma come far ad avvicinarmi? Ci saranno i gorilla. Pronti a intervenire, a saltarmi addosso appena
prover a mettermi il libro alla bocca. Devo trovare un abito che dia fiducia ai gorilla. Idea! Mi vestir
da suora. S, per chi mi dar il vestito? Idea! Potrei noleggiarlo. (prende lelenco telefonico, lo sfoglia,
forma un numero) Pronto, sartoria teatrale? Ascolti, sono una vecchia attrice che vuol noleggiare un
abito da suora, tipo quello che portava quella suora piccola piccola... s, proprio lei. (Tra s e s) Mi
venuta unaltra idea. Quanti ne avete? Fino a cento. Accidenti. Sono tanti. Posso richiamarla per
confermarle il numero? Grazie. A tra poco. E adesso telefoniamo al centro pensionate del quartiere. Pi
arrabbiate di quelle, dove le trovo. Sono cinque anni che aspettano laumento della loro pensione.
Campa cavallo che lerba cresce.
Buio

IV Scena

Al Parco. Il Giovane da solo, seduto sulla panchina.

GIOVANE Sono preoccupato. Mi ha detto che sarebbe venuta, come al solito. Stessa ora, stesso
giorno. Qualcuno penser che sia la mia amante. Una vecchia come amante. Povero giovane,
penseranno. Invece, no. Me ne frego dei pregiudizi. Trovo che sia una vecchia pi giovane delle
giovani. Le voglio bene. Decisa, scattante, artista, s artista, mi ha detto che da giovane, e anche un po
dopo, ha fatto l'attrice-ballerina-cantante-clown. Non so se vero. Per non ho motivo di non crederle.
Ma prima o poi le chieder di recitarmi, o cantarmi, o ballarmi qualcosa. Cos tanto per ridere.
Senti, senti, gli altoparlanti cominciano a gracchiare. Il Presidente sicuramente parler. Mancano poche
battute alle elezioni. In attesa, che arrivi, divertiamoci ad ascoltarlo. Speriamo che esordisca con le
barzellette. forte.

(Dall'altoparlante si ode la voce del presidente)


Voce del Presidente: Gente venite a me. Stanotte ho fatto un sogno.
Un angelo mi ha detto che io sar il futuro Salvatore. Al risveglio, mi sono guardato le mani. Credevo,
anzi sentivo di avere le stimmate, come padre Pio. Ma stata solo unillusione. Questi nodi che sento
qui nei palmi delle mani sono i segni di un lavoro che ho fatto, che mi ha consentito di arrivare ad
essere a capo di una azienda dove ci lavorano migliaia di persone. I miei elettori. Ho promesso anche
un incentivo a tutti se verr eletto a capo dell'Azienda-Stato.
GIOVANE Corruttore. Mafioso. Trombone. Bocca mia statti zitta, che qui ci sono cimici da tutte le
parti.
Voce fuori campo di un cronista: Attenzione, il Presidente sembra che stia accusando un malore.
I suoi uomini lo stanno soccorrendo, anche uno stuolo di monachine sono appresso. Coi i loro breviari
cercano di fare vento per farlo riprendere. Sono tutte in ginocchio in segno di preghiera. Magnifico, una
suora riuscita a fare un bocca a bocca. Un'altra sta praticando il massaggio cardiaco. Un'altra ancora
gli sfila le scarpe, un'altra ancora riuscita a togliergli i pantoloni. Incredibile, il Presidente rimasto in
mutande. I suoi fedeli sono ammirati per la partecipazione di questo gruppo di monachine. Ma pi
incredibile ancora che il Presidente si sta rianimando, si alza, fantastico le sue mutande sono tricolori.
Il colore della sua bandiera. Che Presidente, che fedelt alla Patria, che comunicatore di messaggi
mediatici. Una vecchia suora lo abbraccia, sembra che lo voglia baciare sul collo. Strano, riuscita a
togliergli dal collo uno strano oggetto, sembra un cono molto affusolato. Ecco che gli uomini la
fermano, le prendeno lo strano oggetto, il Presidente si accascia di nuovo. Ma che sta succedendo?
GIOVANE Speriamo che sia la volta buona. troppo tardi per aspettarla, meglio tornare a casa,
andiamo a gustarci la televisione. Speriamo che sia la volta buona.

Arriva la Nonna, vestita da suora.

NONNA Sono io. Non muoverti. Fai finta di non conoscermi. Ascolta. Sono stata io a uccidere il
Presidente con una cerbottana avvelenata. Le altre monachine erano le pensionate del quartiere. Mi
hanno coperto l'azione. Speravo di riprendermi il conetto avvelenato per cancellare qualsiasi prova. Ma
non ci sono riuscita. I poliziotti presenti mi hanno sottratto il cono, me l'hanno sequestrato. Insieme alle
altre sono riuscita a lasciare la piazza. Per temo che mi scopriranno. Sul foglio che mi servito a fare
il conetto ho lasciato la mia saliva. Sicuramente tutte le persone che si sono avvicinate a lui verranno
sottoposte all'esame del DNA. Temo di essere scoperta. No, non parlare. Anche se qui ci saranno quelle
che tu chiami le cimici non me ne importa niente se mi sentiranno affermare che sono stata io. Sono
fiera di averlo fatto. Sono fiera delle pensionate che mi hanno aiutato. Stai zitto. Non parlare.
Altrimenti ti comprometti. Adesso ti lascio questi "cioccolatini" (in realt gli consegna il breviario). La
fabbrica che li produce terr una festa di promozione, domani. Leggi bene l'invito. Vedrai che bella
festa. Ti aspetto. A domani. (esce di scena correndo)
Il Giovane non parla. Comincia a fare una pantomima che ripercorre l'azione di lei che prepara la
cerbottana, lei che soffia, lei che abbraccia il presidente, ecc. Si va al buio)
V Scena

In casa della Nonna. Il Giovane seduto. Lei si sta vestendo in modo teatrale: un mantello, un cilindro
e un bastone sono gli elementi che user in questa scena.

NONNA Appena arrivano le pensionate, le dolci pensionate, le accoglier esibendomi nel mio
repertorio di una volta. Sar una bella festa. Dimmi se ti piace questa canzone. (esegue Jolly
Capitale. Lui ascolta e applaude).
GIOVANE Veramente eccezionale. Ma quando la cantavi? Questa roba impegnata.
NONNA E di questa cosa ne dici? (canta unaltra canzone e indossa due maschere, una sul volto,
una sulla nuca, lui si associa, ballano)
GIOVANE (applaude) Ma sei sicura che verranno? Non saranno mica tutte in questura per
accertamenti? vero che sono passati gi diversi giorni, che le elezioni sono state fatte, che i risultati
sono andati tutti a favore di quella che una volta era l'opposizione del Presidente, ma la polizia
sempre la stessa. Quindi non possiamo stare tranquilli. anche vero che la scientifica ha bisogno di
tempo per analizzare tutte le salive delle monachine. Ah, proposito. Tu hai gi rilasciato la tua saliva?
NONNA Mi sono presentata spontaneamente. Meglio giocare di anticipo. Li aspetto da un momento
all'altro. Ormai ho pochi giorni da vivere. Quel medico di merda me l'ha detto senza una esitazione:
cancro, signora, cancro. Maledetto. Per questa diagnosi mi ha consentito di fare un grande gesto.
Eliminare il Presidente dei Presidenti. Quel presidente che voleva trasformare tutti in dipendenti della
sua Azienda.
GIOVANE Devi fuggire. Vieni a casa mia. L non ti cercheranno. Non voglio perderti. Sei come
una mamma, per me. Ho imparato molto da te. A decidere. E ho deciso che tu verrai a casa mia.
(si sente bussare)
NONNA Chi ?
Voce fuori campo: Polizia.
Buio

VI Scena

Al parco. Il Giovane seduto sull panchina. Legge il giornale. La voce di lui, fuori campo, registrata,
irrompe in scena.
L'assassina del Presidente, la monachina che lo uccise con l'aiuto di una cerbottana, stata processata.
Ma il nuovo governo ha emanato un decreto che annulla la sentenza di condanna inflitta dai giudici,
perch la nonna non unassassina ma una vera rivoluzionaria. Col suo gesto ha liberato un popolo che
rischiava di essere "comprato", controllato, e sfruttato da un Presidente votato al profitto, a scapito
dell'essere umano. In virt di questi meriti, il governo ha portato il caso della nonna monachina in
Parlamento per l'approvazione della legge che sospendeva la sua condanna. In sede di dibattito
parlamentare, la maggioranza, non sapendo cosa fare di questo incredibile personaggio, ha proposto di
eleggerla, per meriti acquisiti sul campo, Presidente onoraria della Repubblica.
NONNA (entrando di corsa dal fondo) Miracolo, miracolo! Stupefacente, stupefacente!
GIOVANE Buon giorno Presidente, anzi no, presidentessa. Ho letto, ho letto complimenti.
NONNA Miracolo, stupefacente che ti ho trovato. Non sono pi presidente, anzi no presidentessa.
GIOVANE Perch?
NONNA risorto, dopo tre giorni risorto, come il nostro vero Salvatore. Allora era vero, il
nostro nuovo Salvatore in terra, come diceva lui.
GIOVANE Non capisco. Chi risorto? Sai siamo nel periodo di Pasqua, giusto che il Salvatore sia
risorto. Sono secoli che lo si sa, e lo si festeggia.
NONNA Non il Salvatore vero, laltro Salvatore, quello che io credevo di aver ucciso. risorto. E
quelli del Parlamento, saputa la notizia, si sono affrettati subito mi hanno revocato la nonima di
Presidente, no di presidentessa.
GIOVANE I soliti cacasotto. Appena uno risorge, tac subito lo fanno ritornare in pista. Questa non
ci voleva, ora che incominciavo ad assaporare il sapore del raccomandato. Perch lei, vero, mi
avrebbe raccomandato, vero?
NONNA Certo, certo, se non ci si raccomanda tra noi poveri cristi. Ma adesso lui mi perseguir. E
anche tu rischi grosso. Sono venuta per avvisarti e perch mi devi nascondere. Ho paura di una sua
vendetta a me e a tutte le pensionate del quartiere che hanno partecipato al complotto. Povere loro,
come faranno. Il Parlamento non solo mi ha tolto la revoca, ma lo ha subito, visto il miracolo, eletto a
Magnifico, no no, a Santissimo Presidente, anticipando di contropiede anche la Chiesa.
GIOVANE Allora, non ci resta che attendere. Sar impossibile nasconderci. Con tutte le cimici che
ancora ci sono in giro.
NONNA Ma cosa aspettano per una disinfettazione.
GIOVANE No, disinfest
NONNA lo stesso. Quelle cimici vanno tolte. Ora, come si fa? vero che ho pochi giorni di vita.
Per vorrei passarli sotto il cielo aperto.
GIOVANE S, ma dove?
NONNA Ma qui in teatro, tra questa brava gente. Anche loro attendono qualcosa.
GIOVANE S, che finisca questa commedia impossibile.
NONNA Questa allegoria vorrai dire. Non vero?
GIOVANE Allegoria, farsa, divertimento, poco importa. Limportante farla finita con
NONNA Ma questo deve essere il finale di commedia, almeno cantiamoci sopra. Musica Maestro
(rivolgendosi verso lalto).
Parte una musica, che subito di colpo viene interrotta dalla voce dellaltoparlante
Voce fuori campo: Attenzione, attenzione, messaggio per tutti, grandi e piccini. Il Santissimo
Presidente sta ricercando disperatamente colei che con una cerbottana imbevuta di veleno per topi,
voleva ucciderlo. Si tratta di una anziana signora le cui foto segnaletiche sono state esposte ad ogni
angolo della citt, perfino nei teatri e nei cessi pubblici. Se qualcuno avesse la fortuna dincontrarla le
dica che il nostro Santissimo Presidente la vuole nominare sua assistente personale, perch grazie a lei
il Santissimo Presidente ha potuto dimostrare ai cittadini tutti, compresi i politici pi scettici, che lui
non diceva il falso quando sosteneva di essere il nuovo Salvatore.
(Riparte la musica, si tratta del tango Abbracciamoci nel tango, bella pupa fior del fango)
NONNA (gridando, al pubblico) Neanche morta, neanche morta. Vieni canta e balla insieme a me,
il teatro una festa per loro, per me e per te.

(i due ballano, cantano e piano piano si va al buio)

Sipario

Copyright 2007 by C.A.M.A. sas Milano, Sipario Edizioni

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