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R. Giannini
a.a. 2006/2007
Indice
1 Introduzione 2
3 Condizioni ai bordi 10
4 Cambiamento di riferimento 11
8 Piastre ortotrope 31
8.1 Legge costitutiva dei materiali ortotropi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
8.2 Equazione delle piastre ortotrope . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33
8.3 Ortotropia geometrica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
1
1 Introduzione
La teoria delle piastre costituisce una estensione al campo bidimensionale di quella delle
travi. Le travi sono elementi strutturali in cui una dimensione prevale sulle altre due
in modo tale che e possibile formularne un modello monodimensionale in cui tutte le
grandezze sono funzioni di una sola variabile. Le piastre sono strutture estese spazialmente,
in cui due dimensioni sono prevalenti sulla terza; per questi oggetti si puo sviluppare un
modello bidimensionale, le cui grandezze sono funzioni delle due coordinate dei punti di
una superficie. Se la superficie e curva la struttura prende piu propriamente il nome di
guscio, mentre il nome piastra e riservato al caso in cui la superficie e piana e la struttura
e sollecitata prevalentemente a flessione.
Nei gusci si e soliti distinguere due tipi di sollecitazioni: quelle contenute nel pia-
no tangente alla superficie media sono dette sollecitazioni di membrana, le altre sono le
componenti flessionali della sollecitazione. Generalmente sono presenti entrambi i tipi di
sollecitazione, ma in alcuni casi uno dei due prevale sullaltro. Nelle strutture bidimensio-
nali piane sollecitate da forze contenute nel piano (lastre), sono presenti solo sollecitazioni
di membrana; se le forze agiscono perpendicolarmente al piano, le sollecitazioni sono pre-
valentemente flessionali, ed in tal caso si parla propriamente di piastre. Nelle strutture a
superficie curva le sollecitazioni di membrana e quelle flessionali interagiscono tra loro e
quindi devono essere analizzate simultaneamente; in quelle piane il problema si disaccop-
pia e lo stato di sollecitazione si puo determinare sovrapponendo la soluzione del problema
di lastra a quella della piastra.
Vi sono molti casi di strutture reali che si possono modellare come elementi bidimen-
sionali: cupole, volte, serbatoi, sono esempi di strutture che possono rappresentarsi come
gusci1 ; gli elementi di copertura piani, le solette degli impalcati dei ponti, i muri di soste-
gno e le spalle, le zattere per fondazioni estese, sono esempi di strutture modellabili come
piastre.
Lo studio delle strutture bidimensionali e notevolmente piu complesso di quello delle
travi; infatti, a dierenza di queste ultime, tali strutture sono internamente iperstatiche;
quindi le equazioni di equilibrio, indipendentemente dai vincoli esterni, non sono sucienti
a consentire la determinazione univoca del loro stato tensionale. In aggiunta le equazioni
indefinite sono equazioni dierenziali alle derivate parziali, un genere piu dicile da tratta-
re delle equazioni ordinarie. Nel caso dei gusci poi il problema e ulteriormente complicato
dalla geometria curvilinea della superficie.
Queste dicolta hanno in passato spinto molti autori a cercare delle soluzioni analiti-
che per numerosi casi particolari, per la forma della piastra, per la disposizione dei vincoli
e per la distribuzione del carico; queste soluzioni, per lo piu limitate a casi di geometria
semplice (circolare, rettangolare), sono poi state raccolte in tabelle che, a meno di qual-
che parametro (dimensione, intensita del carico, rigidezza) forniscono le grandezze piu
significative (massima freccia, momenti in alcuni punti caratteristici); infatti le soluzioni
sono in genere espresse sotto forma di serie il cui calcolo, in epoca pre-computer, risultava
comunque piuttosto oneroso.
La situazione e notevolmente cambiata da quando le potenzialita e la diusione dei
calcolatori hanno reso possibile e di facile impiego il metodo degli elementi finiti, che
consente, per le piastre come per altre tipologie strutturali, di analizzare situazioni anche
1
Fuori dal campo delle strutture civili le strutture a guscio trovano estesa applicazione nel campo
meccanico (p.es. le scocche e le carrozzerie delle auto) e aeronautico (p.es. le fusoliere degli aerei).
2
P1
h/2
P
h/2
P2
molto complesse per geometria, vincoli e carichi e di determinarne una soluzione numerica,
approssimata ma quanto si vuole accurata. Gli elementi finiti di piastra, che includono
anche le sollecitazioni di membrana, consentono di trattare strutture sia piane (lastre e
piastre) sia curve (gusci) e quindi orono uno strumento potente e flessibile che ha reso
per lo piu obsolete le tabelle di cui si e detto2 .
Nel seguito verra esposta in modo succinto la teoria delle piastre sottili (per le quali e
possibile trascurare la deformabilita a taglio). Lequazione generale viene quindi specializ-
zata al caso delle piastre circolari simmetriche, per le quali sono note soluzioni analitiche
semplici. Successivamente sara trattata la soluzione di Navier per le piastre rettangolari
appoggiate e si fara cenno al problema delle superfici di influenza. Dopo aver succinta-
mente esposto la teoria delle lastre piane, soggette alle componenti di membrana della
sollecitazione, viene accennato il problema della stabilita delle lastre compresse. Anche se,
come si e detto, le tecniche agli elementi finiti hanno reso in certa misura superata lutilita
delle soluzioni tabellari di casi particolari, la determinazione e la relativa discussione di
alcune soluzioni analitiche consente di trarre delle conclusioni di validita generale che e
importante conoscere e tenere presente, particolarmente durante la progettazione.
2.2 Ipotesi
Indicando con x, y due assi tra loro ortogonali contenuti nel piano medio e con z un asse
ortogonale a questo piano e rivolto verso il basso, si assume che z 0.
Considerando un elementino di lati dxdy, sulla faccia di normale x agiranno le tensioni:
x , xy , xz (vedi Fig. 2) a cui corrispondono le forze ed i momenti, per unita di lunghezza,
2
Queste tabelle, in molti casi, orono ancora uno strumento utile per una rapida valutazione delle
sollecitazioni, particolarmente nelle fasi di dimensionamento della struttura.
3
x
yx xy
x
xz
y yz
y
risultant3 i:
Z h/2
Nx = x dz (1a)
h/2
Z h/2
Vx = xz dz (1b)
h/2
Z h/2
Vxy = xy dz (1c)
h/2
Z h/2
mx = x zdz (1d)
h/2
Z h/2
mxy = xy zdz (1e)
h/2
Per la reciprocita delle si ha ovviamente che myx = mxy . La piastra e quindi caratteriz-
zata da cinque componenti di sollecitazione:
3
Le risultanti Nx , Vx , ecc. hanno la dimensione di una forza divisa per una lunghezza. I momenti
risultanti mx , my , mxy , hanno le dimensioni di un momento diviso per una lunghezza, cioe di una forza.
4
Figura 3: Risultanti delle tensioni agenti sullelemento di piastra.
Dal punto di vista cinematico si assume che i segmenti ortogonali al piano medio
restino, dopo la deformazione, rettilinei; questo vuol dire che i punti lungo il segmento
P1 P2 dopo la deformazione apparterranno ancora ad un segmento con punto medio P 0 ,
posizione di P dopo la deformazione.
5
P1
P y
P1 ' y
uP
y
x
P
Nelle (3), sostituendo la seconda e la terza nella prima, e ricordando che mxy = myx , si ha
mx myx my mxy
+ + + = p (4)
x x y y y x
ovvero
2 mx 2 mxy 2 my
+ 2 + = p (5)
x2 xy y 2
2.4 Congruenza
Per lipotesi che i segmenti normali al piano medio rimangono rettilinei, lo spostamento
di un punto Q, di ordinata z lungo il segmento P1 P2 , si puo esprimere come somma dello
spostamento di P e della rotazione del segmento P1 P2 (Fig. 4):
uQ = uP + nz (6)
uP e lo spostamento
delpunto del piano medio, e il vettore rotazione, contenuto nel piano
medio ( = x y 0 ), n e il vettore unitario normale al piano medio (n = 0 0 1 )
e indica il prodotto vettoriale. In forma scalare si ha
uQx = uP x + y z (7a)
uQy = uP y x z (7b)
uQz = uP z (7c)
6
Per lassenza delle forze di membrana Nx , Ny , Vxy , si puo assumere che i punti del
piano medio subiscano, nel piano stesso, al piu un moto rigido. Quindi, senza perdita di
generalita si puo porre uP x = uP y = 0 in modo che le (7) divengono
uQx = y z (8a)
uQy = x z (8b)
uQz = w (8c)
uQx y
x = = z (9a)
x x
uQy
y = = xz (9b)
y y
uQx uQy y x
xy = + = z (9c)
y x y x
uQx uQz w
xz = + = y + (9d)
z x x
uQy uQz w
yz = + = x + (9e)
z y y
Per le piastre sottili, ossia tali che h L (L indica la piu piccola dimensione della piastra
nel piano xy), le deformazioni dovute al teglio xz e yz sono generalmente piccole ed i loro
eetti trascurabili rispetto a quelli prodotti dalle deformazioni normali x ed y . Lipotesi,
che si aggiunge alle altre, valida per le piastre sottili, e che la piastra sia infinitamente
rigida a taglio, in modo che si possa assumere xz = yz = 0.
Da queste ultime condizioini e dalle (9d,e) segue che
w
x = (10a)
y
w
y = (10b)
x
sostituendo le (10) nelle (9a-c) si ha
y 2w
x = z = 2z (11a)
x x
x 2w
y = z= 2z (11b)
y y
y x 2w
xy = z = 2 z (11c)
y x xy
7
2.5 Legge costitutiva del materiale
Se il materiale con cui e realizzata la piastra ha un comportamento elastico isotropo, si
hanno le relazioni seguenti, tra le tensioni e deformazioni non nulle:
1
x = ( x y z ) (12a)
E
1
y = ( y x z ) (12b)
E
1
z = ( z x y ) (12c)
E
xy 2 (1 + )
xy = = xy (12d)
G E
dove E e sono il modulo di Young e il coeciente di Poisson del materiale.
Per ipotesi z = 0, quindi
1
x = ( x y ) (13a)
E
1
y = ( x + y ) (13b)
E
Invertendo le (13) e lultima delle (12) si ottiene
E
x = (x + y ) (14a)
1 2
E
y = (y + x ) (14b)
1 2
E
xy = (14c)
2 (1 + ) xy
Z h/2 Z h/2
E 2w 2w
mx = x zdz = + z 2 dz =
h/2 1 2 x2 y2 h/2
Eh3 2w 2w
= + (16c)
12 (1 2 ) x2 y2
8
Z h/2 Z h/2
E 2w 2w
my = y zdz = + z 2 dz =
h/2 1 2 y 2 x2 h/2
Eh3 2w 2w
= + (16d)
12 (1 2 ) 2y x2
Z h/2 Z h/2
E 2w Eh3 2w
mxy = xy zdz = z 2 dz = (16e)
h/2 (1 + ) xy h/2 12 (1 + ) xy
Posto
Eh3
D= (17)
12 (1 2 )
(fattore di rigidezza della piastra) le relazioni precedenti si scrivono in forma sintetica
2
w 2w
mx = D + 2 (18a)
x2 y
2
w 2w
my = D + (18b)
y2 x2
2w
mxy = D (1 ) (18c)
xy
2 mx 2 mxy 2 my
+ 2 + = p (5)
x2 xy y 2
da cui, semplificando:
4w 4w 4w p
4
+ 2 2 2
+ 4
= (21)
x x y y D
Questa e lequazione indefinita delle piastre sottili isotrope, che spesso viene scritta nella
forma piu sintetica
p
w = (22)
D
2 2
in cui indica loperatore di Laplace ( = x2
+ y2
).
9
3 Condizioni ai bordi
La soluzione dellequazione dierenziale (21) non e univoca senza che ne siano state pre-
cisate le condizioni sui bordi, che dipendono dalla natura dei vincoli. Per semplicita nel
seguito si assumera che i bordi della piastra siano paralleli ad uno degli assi del riferimento
x, y.
1. Bordo appoggiato. In questo caso gli abbassamenti dei punti della piastra lungo il
bordo sono nulli (w = 0). Inoltre deve annullarsi il momento nella direzione normale
al bordo. Se il bordo e parallelo allasse x, si ha my = 0, se e parallelo ad y, mx = 0.
2. Bordo incastrato. Lungo il bordo sono nulli gli abbassamenti e le rotazioni in dire-
zione normale al bordo. Quindi w = 0 e w/y = 0 se il bordo e parallelo ad x,
w/x = 0, se e parallelo ad y.
4. Bordo libero. In questo caso dovrebbero risultare nulle tutte le sollecitazioni sul
bordo; nel caso di bordo parallelo ad y: mx = Vx = mxy = 0. Si hanno quindi
tre condizioni, invece delle due utilizzate negli altri casi. In realta due di queste
condizioni si possono condensare in una sola equazione. Infatti il momento torcente
agente su di un tratto di lunghezza dy, mxy dy, e equivalente ad una coppia di forze
di taglio mxy di braccio dy, come e mostrato nella Fig. 5. Due elementini adiacenti
m
danno luogo quindi a due forze di segno opposto, mxy + yxy dy e mxy . Si ottiene
m
quindi una forza di taglio complessiva yxy dy che si somma alla forza Vx dy. La forza
di taglio per unita di lunghezza, che si deve annullare sul bordo libero e quindi
mxy
Vx + =0 (25)
y
Le condizioni al contorno per il bordo libero sono quindi:
mx = 0 (26a)
mxy
Vx + =0 (26b)
y
10
m
mxy + xy dy dy mxy dy
y
y
mxy mxy
mxy + dy Vx dy z
y
dy dy
Figura 5: Composizione tra momento torcente e taglio sul bordo libero della piastra.
my = 0 (27a)
mxy
Vy + =0 (27b)
x
4 Cambiamento di riferimento
Le tensioni prodotte dalla flessione x , y e xy formano un sistema di tensioni piane. Le
tensioni secondo un altro riferemento ortogonale , ruotato di rispetto al precedente,
si ottengono facilmente applicando la regola generale di trasformazione dei tensori
2mxy
tan 2 = (30)
mx my
11
Vr+dVr
mr +dmr
dr
m Vr
p
r
r
d
(a) (b)
dove il primo integrale e esteso alla circonferenza di raggio r ed il secondo allarea del
cerchio delimitato da C (r). Esplicitamente, tenendo conto che Vr e p non dipendono da
, lequazione precedente diviene
Z r
2rVr = 2 p () d (34)
0
pertanto Z r
1
Vr = p () d (35)
r 0
12
r = cost
r = cost
Figura 7:
Per le superfici con piccola curvatura si ha che le derivate seconde della funzione w (x, y)
rispetto ad x ed y approssimano le curvature delle sezioni di w con i piani coordinati xz e
yz. Indicando con x e y i corrispondenti raggi di curvatura, le equazioni (18) si possono
scrivere
1 1
mx = D + (37a)
x y
1 1
my = D + (37b)
x y
Passando a coordinate polari, poiche le linee di equazione r = cost e = cost sono in ogni
punto ortogonali, potremo porre:
1 1
mr = D + (38a)
r
1 1
m = D + (38b)
r
Ora si ha
1 d2 w r
' = (39)
r dr2 sin
dw
come si deduce dalla Fig. 7. Poiche 1, sin ' tan = dr :
1 1 dw
= (40)
r dr
Sostituendo la prima delle (39) e la (40) nelle (38) risulta
2
d w 1 dw
mr = D + (41a)
dr2 r dr
2
d w 1 dw
m = D 2 + (41b)
dr r dr
13
Infine sostituendo le (41) nellequazione di equilibrio (36) si ottiene lequazione delle piastre
circolari simmetriche:
Z r
d3 w 1 d2 w 1 dw 1
+ 2 = p () d (42)
dr3 r dr2 r dr Dr 0
Questa equazione si puo, in alternativa, scrivere
Z r
d 1 d dw 1
r = p () d (43)
dr r dr dr Dr 0
La soluzione della (43) si ottiene pertanto mediante successive integrazioni.
pr2 1+
mr = (3 + ) C1 D (48a)
16 2
pr2 1+
m = (1 + 3) C1 D (48b)
16 2
pR2 3 +
C1 = (49)
8D 1 +
e quindi
r 2
pR2
mr = (3 + ) 1 (50a)
16 R
2
r 2
pR
m = (3 + ) (1 + 3) (50b)
16 R
14
0
0.1
0.2
momento radiale
momento circonf.
0 0.2 0.4 0.6 0.8
r/R
Figura 8: Momento radiale (linea rossa) e circonferenziale (linea blu), a meno di pR2 , su
di una piastra circolare con carico uniforme, appoggiata sul bordo.
Sostituendo la (49) nella (47) e ponendo w(R) = 0, si ottiene lespressione della costante
C3 :
pR4 5 +
C3 = (51)
64D 1 +
quindi, sostituendo anche questa espressione in quella di w, si giunge allequazione della
deformata: r 2 (5 + ) r 2
pR4
w (r) = 1 (52)
64D R (1 + ) R
Al centro della piastra (r = 0)
pR4 5 +
w (0) = (53a)
64D 1 +
pR2
mr (0) = m (0) = (3 + ) (53b)
16
Sul bordo
pR2
m (R) = (1 ) (54)
8
pR4
C3 = (56)
64D
Sostituendo anche lespressione di C3 nella (47) si ottiene lespressione della deformata:
r 2 2
pR4
w (r) = 1 (57)
64D R
15
0.15
Mom. radiale
Mom. circonf.
0.05
0.05
r/R
Figura 9: Momento radiale (linea rossa) e circonferenziale (linea blu), a meno di pR2 , su
di una piastra circolare con carico uniforme, incastrata sul bordo.
pR4
w (0) = (59a)
64D
pR2
mr (0) = m (0) = (1 + ) (59b)
16
Sul bordo (r = R)
pR2
mr (R) = (60a)
8
pR2
m (R) = (60b)
8
P r2 r2
w (r) = (log r 1) + C1 + C2 log r + C3 (62)
8D 4
16
La cui derivata e
dw Pr r C2
= (2 log r 1) + C1 + (63)
dr 8D 2 r
La condizione che w0 resti finito (anzi si annulli) per r 0 richiede che C2 = 0. Di
conseguenza
P r2 r2
w (r) = (log r 1) + C1 + C3 (64)
8D 4
dw Pr r
= (2 log r 1) + C1 (65)
dr 8D 2
Sostituendo lespressione di w nelle (48) risulta
P C1 D
mr = [2 (1 + ) log r + 1 ] + (1 + ) (66a)
8 2
P C1 D
m = [2 (1 + ) log r 1 + ] + (1 + ) (66b)
8 2
P R2 3 +
C3 = (69)
16D 1 +
e quindi
P R2 r 2 r r 2 3 +
w= 2 log + 1 (70)
16D R R R 1+
P (1 + ) r
mr = log (71a)
4
R
P (1 + ) r 1
m = log (71b)
4 R 1+
Abbassamento massimo
P R2 3 +
w (0) = (72)
16D 1 +
17
0
0.1
0.2
r/R
Figura 10: Momenti (a meno di P ) radiale (linea rossa) e circonferenziale (linea blu) in
una piastra circolare appoggiata e caricata al centro con una forza concentrata.
P
C1 = (2 log R 1) (73)
4D
Sostituendo nella (65) e ponendo w (R) = 0 e risolvendo lequazione si ottiene laltra
costante
P R2
C3 = (74)
16D
da cui si ricava r 2 r
P R2
w (r) = 1+ 2 log 1 (75)
16D R R
P h r i
mr = 1 + (1 + ) log (76a)
4 R
P h r i
m = + (1 + ) log (76b)
4 R
Labbassamento massimo e
P R2
w (0) = (77)
16D
Al centro entrambi i momenti divergono; sul bordo (r = R) si ha
P P
mr = m = (78)
4 4
18
0.1
0.1
0.2
Mom. radiale
Mom. circonf.
0 0.2 0.4 0.6 0.8
r/R
Figura 11: Momenti (a meno di P ) radiale (linea rossa) e circonferenziale (linea blu) in
una piastra circolare incastrata e caricata al centro con una forza concentrata.
dove cjk sono costanti che devono essere determinate in modo da soddisfare lequazione
(21).
Sostituendo la (81) nella (21) risulta
4w 4w 4w
4
+2 2 2 + =
x x y y 4
X
" 2 2 4 #
X j 4 j k k x y
4
+2 + cjk sin j sin k =
Lx Lx Ly Ly Lx Ly
j=1 k=1
n X n
" 2 #2
X j 2
k x y p
4
+ cjk sin j sin k = (82)
Lx Ly Lx Ly D
j=1 k=1
19
Moltiplicando entrambi i membri della (82) per sin(qx/Lx ) sin(ry/Ly ), q ed r interi,
integrando x tra 0 e Lx , y tra 0 e Ly , e tenendo conto che
Z Lx
x x 0 se j 6= q
sin j sin q dx = (83)
0 Lx Lx Lx /2 se j = q
si ottiene
" 2 2 #2 Z Z
Lx Ly
4 q r Lx Ly p x y
cqr + = sin q sin r dxdy (84)
Lx Ly 4 0 0 D Lx Ly
Sostituendo lespressione dei coecienti cqr nella (81) si ottiene il campo degli sposta-
menti del piano medi w
h i h i
X x y
16pLx4 X sin (2j 1) Lx sin (2k 1) Ly
w= h i2 (88)
D 6 2 2
j=1 k=1 (2j 1) + 2 (2k 1) (2j 1) (2k 1)
avendo posto
Lx
= (89)
Ly
Determinato il campo degli spostamenti si calcolano le sollecitazioni sostituendo la
(88) nelle (18):
h i h i h i
2 2 (2k 1)2 sin (2j 1) x sin (2k 1) y
16pLx X X
2 (2j 1) + Lx Ly
mx = 4 h i2
j=1 k=1 (2j 1)2 + 2 (2k 1)2 (2j 1) (2k 1)
(90a)
20
Figura 12: Spostamento w del piano medio di una piastra quadrata con carico uniforme
(a meno di pL4x /D).
h i h i h i
16pL2x X X (2j 1)2 + 2 (2k 1)2 sin (2j 1) Lxx sin (2k 1) Lyy
my = h i2
4 2 2 2
j=1 k=1 (2j 1) + (2k 1) (2j 1) (2k 1)
h i h i (90b)
x y
16pL2x X X cos (2j 1) Lx cos (2k 1) Ly
mxy = (1 ) h i2 (90c)
4 2 2 2
j=1 k=1 (2j 1) + (2k 1)
Infine, utilizzando le (19), si determinano anche le sollecitazioni di taglio:
h i h i
2 2 X X cos (2j 1) x sin (2k 1) y
w w p16Lx Lx Ly
Vx = D 2
+ 2
= 3
h i
x x y 2 2
(2j 1) + 2 (2k 1) (2k 1)
j=1 k=1
h i h (91a)
i
2 2
X
X sin (2j 1) x
cos (2k 1) y
w w p16Lx Lx Ly
Vy = D 2
+ 2
= 3
h i
x x y 2 2
(2j 1) + 2 (2k 1) (2j 1)
j=1 k=1
(91b)
In Fig. 12 e rappresentata la funzione wD/pL4x , relativa ad una piastra quadrata sog-
getta a carico uniforme. Nel grafico in Fig. 13 invece e rappresentato labbassamento del
5 pL4
punto centrale rapportato a quello di una trave appoggiata ( 384 EJ ) di ugual rigidezza
4 4
e luce ed ugualmente caricata (ovvero pL pL
D = EJ ), in funzione del rapporto = Lx /Ly ,
x
dove Ly Lx . Si puo osservare come per una piatra quadrata ( =1), labbassamen-
4
5 pLx
to della piastra sia circa un terzo di quello della trave (wmax = 0.312 384 D ), ma per
< 0.2 labbassamento al centro della piastra praticamente coincide con quello della trave
di ugual rigidezza; inoltre, gia per = 0.5 (ossia per Ly = 2Lx ), il precedente rapporto e
circa 0.778. Questo dimostra, come sara ancora esposto in seguito, che leetto piastra
si perde rapidamente quando < 0.5.
Nella Fig. 14 e rappresentata la superficie del grafico di mx per una piastra quadrata
caricata unformemente ( = 0.25). Nella Fig. 15 e invece mostrato il rapporto tra i
21
Figura 13: Abbassamento al centro di una piastra rettangolare con carico uniforme,
rapportato a quello di una trave di uguale rigidezza in funzione del rapporto = Lx /Ly .
Figura 14: Grafico del momento mx relativo ad una piastra quadrata con carico uniforme
( = 0.25).
22
Figura 15: Rapporti tra il momento mx (linea blu) ed my (linea rossa) al centro di una
piastra rettangolare appoggiata ai bordi ed il momento massimo di una trave di luce uguale
a quella minore della piastra (pL2x /8) al variare del rapporto = Lx /Ly ( = 0.25).
Figura 16: Diagramma del momento my L2x /p lungo la linea mediana di una piastra con
= Lx /Ly = 0.1 ( = 0.25).
drata; questo momento e nullo al centro, come era prevedibile in base a considerazioni
di simmetria, e raggiunge il valore massimo in corrispondenza degli spigoli della piastra.
Per = 0.25 questo momento vale |mxy | = 0.0348pL2x , ovvero circa il 75% del momento
massimo in campata. In corrispondenza dello spigolo inoltre si ha mx = my = 0. Quindi,
applicando la (30), si trova che i momenti flettenti massimi agiscono secondo direzioni
a 45 rispetto agli assi e, per le (29), valgono, a meno del segno, mxy . Llungo i bordi il
momento e nullo, ma in corrispondenza degli spigoli sono presenti dei momenti agenti nelle
direazioni delle diagonali che, in una piastra soggetta a forze agenti verso il basso, tendono
gli strati superiori della piastra nelle direzioni delle diagonali e li comprimono nelle dire-
zioni ortogonali. Nella Fig. 18 sono mostrate le linee di livello dei valori massimi e minimi
(con segno) del momento agente in ogni punto della piastra. Come si vde, sui bordi della
piastra questi momenti non sono nulli e raggiungono i valori estremi in corrispondenza dei
vertici.
Landamento del taglio (Vx ) e mostrato nella Fig. 19, sempre per una piastra quadrata.
Il taglio e pressoche nullo al centro e cresce rapidamente in prossimita degli appoggi;
tuttavia si annulla in corrispondenza degli spigoli. Ma la presenza del momento torcente
23
f3
Figura 17: Momento torcente mxy in una piastra quadrata caricata uniformemente.
Figura 18: Momenti (massimi e minimi) in una piastra appoggiata a lati uguali.
24
f
x mxy
fa nascere negli spigoli una forza concentrata rivolta verso il basso R = 2mxy (vedi Fig. 20).
Le reazioni vincolari lungo i bordi di una piastra quadrata sono distribuite come in Fig. 21
ma, oltre a queste forze distribuite, si deve tener conto della forza concentrata nei vertici
R che genera una reazione di verso opposto alle reazioni distribuite.
25
0.4
0.2
0.25 4E-006
0.2
3E-006
spostamento
0.15
reazione
2E-006
0.1
1E-006
0.05
0 0
Figura 22: Reazioni vincolari e spostamenti del bordo di una piastra quadrata su appoggi
monolateri.
p (x, y) = P (x ) (y ) (92)
Sostituendo la (92) nella (85) e tenendo conto delle proprieta della funzione , lespressione
4
La funzione impulso di Dirac e una funzione della variabile reale x che verifica le seguenti condizioni:
0 se y < a o y > b
b
f (x) (x y) dx = f (y) se a < y < b
a 1
2 f (y) se y = 0 o y = b
dove f (x) e una arbitraria funzione continua in y.
26
Figura 23: Deformazione del piano medio di una piastra quadrata a seguito di un carico
al centro (sinistra) e nel punto = = 0.25L.
Nella figura 23 sono rappresentati gli spostamenti del piano medio della piastra, per due
posizioni della forza concentrata: = 0.5Lx , = 0.5Ly (figura a sinistra), = 0.25Lx ,
= 0.25Ly (figura a destra).
Sostituendo la (94) nelle (18) si ottengono le espressioni dei momenti
4 X X j 2 + 2 k2 x y
mx = P 2 sin j sin k sin j sin k
[j 2 + 2 k 2 ]2
j=1 k=1
Lx Ly Lx Ly
(95a)
X X 2 2 2
4 j + k x y
my = P 2 sin j sin k sin j sin k
2 2 2 2 Lx Ly Lx Ly
j=1 k=1 [j + k ]
(95b)
27
Figura 24: Grafico del momento mx (per P = 1) in una piastra quadrata soggetta ad un
carico concentrato applicato nel centro.
mxy =
4 (1 ) X X jk x y
P sin j sin k cos j cos k
2 [j 2 + 2 k2 ]2
j=1 k=1
Lx Ly Lx Ly
(95c)
Nelle figure 24, 25 e 26 sono rappresentati i grafici del momento di flessione mx , della
torsione mxy e del taglio Vx nel caso di una piastra a lati uguali con carico applicato al
centro. Sia mx (ed my ) sia Vx (e Vy ) divergono nel punto di applicazione della forza.
I valori rappresentati dipendono dal numero di termini eettivamente inclusi nel calcolo
numerico della serie.
28
Figura 25: Grafico del momento mxy (P = 1) di una piastra quadrata soggetta ad un
carico concentrato applicato al centro.
Figura 26: Grafico del taglio Vx (a meno di P/Lx ) di una piastra quadrata soggetta ad
un carico concentrato applicato al centro.
29
Figura 27: A sinistra: grafico dei momenti torcenti prodotti da un carico unitario applicato
nel punto (0.05Lx , 0.05Ly ). A destra: superficie di influenza del momento torcente nel
punto (0.05Lx , 0.05Ly ). Piastra quadrata, = 0.25.
30
Figura 28: Superficie di influenza del taglio Vx nel punto (0, Ly /2), in una piastra quadrata
semplicemente appoggiata.
dellappoggio del lato parallelo ad y. Ovviamente il corrispondente grafico del taglio per
un carico sullappoggio sarebbe stato nullo ovunque.
8 Piastre ortotrope
Lacciaio ed il calcestruzzo hanno un comportamento isotropo, anche se, nelle strutture in
cemento armato, le armature possono introdurre un certo grado di anistropia. Esistono
tuttavia diversi materiali per i quali non si puo usare il modello di comportamento iso-
tropo; tra questi in particolare si notano i materiali fibrosi, sia naturali, come il legno,
sia artificiali, come le resine fibro-rinforzate, che hanno un comportamento spiccatamente
anisotropo o, piu precisamente, ortotropo5 . Nelle piastre tuttavia una frequente causa
di ortotropia e data dalla diversa geomeria della piastra secondo due direzioni ortogonali,
come nel caso rappresentato in Fig. 29. In questo caso, pur essendo il materiale isotropo, il
comportamento globale della piastra puo essere assimilato a quello di una a sezione piena
di spessore uniforme, ma realizzata con un materiale di natura anisotropa.
5
I materiali ortotropi si caratterizzano per il fatto di possedere tre piani di simmetria ortogonali. In
direzione ortogonale a ciascun piano il comportamento e simmetrico (cioe non cambia se si esegue una
rotazione di 180 gradi intorno ad uno degli assi di un riferimento che ha questi come piani coordinati).
Nei materiali fibrosi una direzione di ortotropia e determinata da quella delle fibre, mentre le altre sono
ortogonali a questa.
31
8.1 Legge costitutiva dei materiali ortotropi
Per un materiale iperelastico ortotropo, la relazione tra tensioni e deformazioni ha la
forma:
x G11 G12 G13 0 0 0 x
y G12 G22 G23 0 0 0 y
z G13 G23 G33 0 0 0
= z (98)
yz 0 0 0 G44 0 0
yz
0 0 0 0 G55 0 xz
xz
xy 0 0 0 0 0 G66 xy
Nel caso delle piastre, essendo per ipotesi z = 0, e xz = yz = 0, la relazione costitutiva
si puo ridurre alle sole tre componenti, sia della tensione sia della deformazione, contenute
nel piano x, y e lequazione precedente diviene
1 xy
x Ex Ey 0 x
y =
Exyx 1
0
y (99)
Ey
0 0 1
G
Per le tensioni piane di un materiale ortotropo si hanno cinque costanti elastiche (Ex , Ey ,
xy , yx e G) ma solo quattro sono indipendenti, in virtu della (100). Invertendo la (99)
si ottiene la legge costitutiva tra deformazioni e tensioni:
Ex xy Ex
x 1 xy yx 1 xy yx 0 x
y = yx Ey Ey
1 xy yx 1 xy yx 0 y (101)
0 0 G
In altra forma
Ex
x = (x + xy y ) (102a)
1 xy yx
Ey
y = (y + yx x ) (102b)
1 xy yx
= G (102c)
yx Ey xy Ex
= (103)
1 xy yx 1 xy yx
32
8.2 Equazione delle piastre ortotrope
Sostituendo le (11) nelle (102) si ottiene:
2
Ex w 2w
x = + xy 2 z (104a)
1 xy yx x2 y
2
Ey w 2w
y = + yx 2 z (104b)
1 xy yx y 2 x
2
w
= 2G z (104c)
xy
Quindi, sostituendo queste ultime nelle (2), si ottengono le risultanti delle sollecitazioni in
funzione delle derivate di w:
Z h/2 2
Ex w 2 w h3
mx = x zdz = + xy 2 =
h/2 1 xy yx x2 y 12
2
w 2w
Dx + xy 2 (105a)
x2 y
Z h/2
Ey 2w 2w h3
my = y zdz = + yx =
h/2 1 xy yx y 2 x2 12
2w 2w
Dy + yx (105b)
y 2 x2
Z h/2
2 w h3 2w
mxy = zdz = 2G = C (105c)
h/2 xy 12 xy
in cui le costanti di rigidezza Dx , Dy e C dipendono dalle costanti elastiche Ex , Ey , xy ,
yx e G mediante le relazioni
Ex h3 Ey h3 Gh3
Dx = Dy = C= (106)
12 (1 xy yx ) 12 (1 xy yx ) 6
Ovviamente se Ex = Ey = E, xy = yx = e G = E/2 (1 + ), le (105) coincidono con
le (16), valide per i materiali isotropi.
Sostituendo le (105) nella equazione di equilibrio (5) risulta:
4 4
w 4w 4w w 4w
Dx + xy 2 2 + 2C 2 2 + Dy + yx 2 2 = p (107)
x4 x y x y y 4 y x
Tenendo presente che, per le (103), Dx xy = Dy yx , la precedente si semplifica nella
4w 4w 4w
Dx + Dy + 2 (C + xy Dx ) =p (108)
x4 y 4 x2 y2
che si puo riscrivere
4w 4w 4w
Dx + 2H + Dy =p (109)
x4 x2 y 2 y 4
in cui
H = C + xy Dx = C + yx Dy (110)
33
8.3 Ortotropia geometrica
Quando lortotropia dipende dalla natura del materiale le costanti Dx , Dy e H si de-
terminano a partire dalle caratteristiche del materiale, che possono essere misurate spe-
rimentalmente mediante apposite prove. Quando, al contrario, il materiale e isotropo e
lanisotropia dipende dalla diversa geometria di due sezioni ortogonali della piastra, come
nel caso mostrato in Fig. 29, le relazioni costitutive sono ancora quelle del materiale elasti-
co espresse dalle (15), ma nel calcolo della risultante si dovra tener conto delle specifiche
caratteristiche geometriche della piastra.
Per una piastra come quella in Fig. 29, simmetrica rispetto al piano medio, le relazioni
cinematiche (11) sono ancora valide. Tuttavia il contributo alla tensione normale y del
2
termine legato alla contrazione ortogonale xw2 si manifesta solo allinterno dello spessore
h della piastra, non negli irrigidimenti. Tenendo conto di cio, applicando le (15), si avra
dunque
Z h/2 Z h/2
E 2w 2w
mx = x zdA = + 2 z 2 dz =
h/2 (1 2 ) x2 y h/2
2 2
Eh3 w 2w w 2w
+ 2 = Dx + 2 (111a)
12 (1 2 ) x2 y x2 y
Z " Z h/2 #
1 E 2w 2w 2 w Z h1 /2
my = y zdA = + 2 s z 2 dz + 2 2 b z 2 dz =
sy Ax s (1 2 ) y 2 x h/2 y h/2
2
E 3 b b 3 2w Eh3 2 w w Dx 2 w
h 1 + h1 + = Dy
12 (1 2 ) s s y 2 12 (1 2 ) x2 y 2 Dy x2
(111b)
H = Dx (115)
34
x
h h1
y
z
b
s
h
h1
y
z
b
s
6 6Dx E
G= (H Dx ) = 3 (1 ) = (117)
h3 h 2 (1 + )
Un caso piu complesso e quello illustrato in Fig. 30, che rappresenta una piastra irrigi-
dita in modo asimmetrico rispetto al piano medio. Il problema e complicato dal fatto che
i baricentri delle due sezioni ortogonali non giacciono piu sullo stesso piano. Una formula-
zione approssimata si puo ancora ottenere rappresentando la piastra come ortotropa. Con
tale approssimazione, se si assume = 0, si ottengono i seguenti valori per i coecienti
35
della piastra[1]:
Eh3 EJ Eh3 Kt
Dx = 3 Dy = H=C= + (118)
s 12 s
12 1 s 1 hh1
b
da cui, semplificando
Nx Vyx
+ + px = 0 (121a)
x y
Ny Vxy
+ + py = 0 (121b)
y x
Poiche Vxy = Vyx , come segue dalla nota proprieta delle tensioni tangenziali e come si
puo anche direttamente verificare dallequilibrio dei momenti intorno allasse z, le (121)
formano un sistema di due equazioni in tre incognite, per cui le sole condizioni di equilibrio
sono insucienti a rendere il problema determinato6 .
Indicando con u, v gli spostamenti dei punti del piano medio nelle direzioni x ed y
rispettivamente, le condizioni di cogruenza si scrivono semplicemente:
u v u v
x = y = xy = + (122)
x y y x
6
Nel caso dei gusci a superficie curva le componenti di membrana generano anche una componente
in direzione z. Alle due equazioni precedenti se ne aggiunge quindi una terza che rende il problema
staticamente determinato, nellipotesi che siano nulli i termini flessionali (soluzione di membrana). Questa
soluzione tuttavia non e di solito compatibile con le condizioni al contorno, che si possono soddisfare solo
introducendo anche i termini flessionali.
36
Vyx Ny
Vxy
Nx px dy x
py N x
dx Nx + dx
Vxy x
Vxy + dx
Vyx x
Vyx + dy
y
y N y
Ny + dy
y
Figura 31: Forze e componenti di sollecitazione agenti nel piano medio della piastra.
2 x 2 y 2 xy
+ = (123)
y2 x2 xy
(equazione di congruenza in forma implicita). Sostituendo nella (123) le equazioni della
legge costitutiva del materiale (13)e (12d), risulta
2 2 2 xy
( x y ) + ( y x ) = 2 (1 + ) (124)
y 2 x2 xy
Poiche le tensioni sono uniformi lungo lo spessore, le sollecitazioni risultanti Nx , Ny e Vxy
hanno espressione
Nx = h x Ny = h y Vxy = h xy (125a)
Da queste e dalle (124) si ottiene lequazione di congruenza espressa in termini delle
sollecitazioni Nx , Ny e Vxy :
2
2 Nx 2 Ny Nx 2 Ny 2 Vxy
+ + = 2 (1 + ) (126)
y2 x2 x2 y 2 xy
2 Nx 2 Vxy
= (127a)
x2 xy
2
Ny 2 Vxy
= (127b)
y2 yx
che sommate danno
2 Nx 2 Ny 2 Vxy
+ = 2 (128)
x2 y 2 xy
Sostituendo questa nella (126), risulta
2
2 Nx 2 Ny Nx 2 Ny
+ = + (129)
y 2 x2 x2 y 2
37
ovvero
2 2
+ (Nx + Ny ) = 0 (130)
x2 y 2
Le equazioni di equilibrio (121) risultano soddisfatte se le sollecitazioni si ottengono
da una funzione potenziale (x, y), detta funzione di Airy:
2 2 2
Nx = px x py y Ny = px x py y Vxy = (131)
y2 x2 xy
avendo supposto che px e py siano uniformi nella piastra. Infatti, sostituendo le (131) nelle
(121) si ha
Nx Vyx 3 3
+ + px = px + px 0 (132a)
x y xy 2 xy 2
Ny Vxy 3 3
+ + py = py + py 0 (132b)
y x yx2 x2 y
La funzione di Airy deve tuttavia soddisfare anche le condizioni di congruenza, espresse
dalla (130). Quindi sostituendo in questa le (131) si ottiene
2 2
2 2
+ + 2 (px x + py y) = 0 (133)
x2 y 2 y 2 x2
Tenendo conto che, se px e py sono costanti, le derivate seconde del termine tra parentesi
tonde sono nulle, la precedente si semplifica in
2 2
2 2 4 4 4
+ + = + 2 + =0 (134)
x2 y 2 x2 y2 x4 x2 y 2 y 4
nota come equazione di Airy. Questa equazione, analoga a quella delle piastre per il caso
p = 0, associata ad opportune condizioni al contorno, consente di determinare il campo
delle sollecitazioni in una lastra caricata nel piano, quando le forze di volume px e py sono
uniformi7 .
Si deve notare che le condizioni al contorno in termini della funzione di Airy si
possono esprimere con relativa facilita solo per le condizioni di bordo libero, su cui sono
assegnate le forze; molto piu complicato e esprimere le condizioni per i bordi vincolati, che
si esprimono in termini di spostamenti assegnati ai punti della frontiera.
38
Vyx Ny
x Nx Vxy y
x
y
y
y + dy x
y Vxy x + dx
Vxy + dx x
V yx x N x
N y Vyx + dy Nx + dx
Ny + dy y x
y
potenziale elastica non piu quadratica, e questo non consente di garantire che lequilibrio
sia sempre stabile; infatti, per certi valori dei parametri e delle forze agenti, lequilibrio
diviene instabile e comunque, per valori minori di quelli critici, le deformazioni possono
risultare molto piu grandi di quelle ottenute dalla soluzione del primo ordine.
Nel caso delle piastre, per eetto della deformazione, la superficie media si incurva
e questo produce un accoppiamento tra le sollecitazioni membranali e quelle flessionali.
Osservando la Fig. 32 si osserva che le proiezioni delle sollecitazioni Nx , Ny e Vxy , tangenti
alla superficie media, hanno una componente non nulla nella direzione dellasse z. Tale
componente risulta:
Nx x
Nx x + Nx + dx x + dx dy+
x x
Ny y
Ny y + Ny + dy y + dy dx+
y y
Vxy y
Vxy y + Vxy + dx y + dx dy+
x x
Vyx x
Vyx x + Vyx + dy x + dy dx (135)
y y
dove x e y sono i seni degli angoli formati dai vettori Nx ed Ny con gli assi x ed y,
rispettivamente. Semplificando e trascurando i termini di ordine superiore al secondo la
(135), dopo aver diviso tutti i termini per dxdy, diviene:
Nx Ny y Vxy y Vyx
x + Nx x + y + Ny + y + Vxy + x + Vyx x =
x x y y x x y y
Nx Vyx Ny Vxy x y y x
+ x + + y + Nx + Ny + Vxy +
x y y x x y x y
(136)
39
Nx Nx
Figura 33:
Se nel piano medio della piastra non agiscono forze di volume (px = py = 0), allora, per le
equazioni di equilibrio (121), le quantita comprese tra le prime due parentesi tonde nella
(136) sono nulle. Quindi poiche per piccole deformazioni e possibile confondere il seno con
la tangente dello stesso angolo, si potra porre
w w
x ' y ' (137)
x y
e la (136) diviene
2w 2w 2w
Nx + N y + 2V xy (138)
x2 y 2 xy
La (138) rappresenta una forza per unita di superficie diretta secondo lasse z; pertanto la si
puo interpretare come un ulteriore carico che si aggiunge a quello p applicato dallesterno.
Lequazione flessionale della piastra (21) diviene quindi:
4w 4w 4w 1 2w 2w 2w
+2 2 2 + = p + Nx 2 + Ny 2 + 2Vxy (139)
x4 x y y4 D x y xy
ovvero, portando i termini che dipendono da w a primo membro
4w 4w 4w 1 2w 2w 2w p
4
+2 2 2 + 4
Nx 2 + Ny 2 + 2Vxy = (140)
x x y y D x y xy D
Si e detto che la deformazione della superficie media della piastra accoppia le equazioni
relative alla parte flessionale ed a quella di membrana, e questo e infatti mostrato dalla
(140) dove compaiono sia la deformazione flessionale w, sia le forze di membrana Nx , Ny
e Vxy . Tuttavia se le deformazioni sono piccole per cui x ' w/x 1, si ha cos x =
p 2
1 sin2 x ' 1 2x = 1+o w x ; pertanto, a meno di infinitesimi di ordine superiore, le
equazioni di equilibrio (121) scritte con riferimento al piano medio non deformato, restano
valide. Dunque, risolvendo il problema degli sforzi di membrana nella lastra, per esempio
mediante lequazione di Airy, i valori di Nx , Ny e Vxy risultano noti e possono essere
sostituiti nellequazione (140), in cui w resta la sola funzione incognita.
40
La soluzione della (141) si puo ottenere mediante il doppio sviluppo in serie di Fourier
(81) utilizzato per la soluzione dellanalogo problema del primo ordine. Sostituendo la
(81) nella (141) si ottiene
X
" 4
X j j 2 k 2
cjk +2 +
Lx Lx Ly
j=1 k=1
4 #
k Nx j 2 x y p
+ sin j sin k = (142)
Ly D Lx Lx Ly D
Da questa equazione, tenedo conto delle proprieta di ortogonalita delle funzioni trigono-
metriche, si ottiene, operando come nel 6:
R Lx R Ly
x y
4 0 0 p sin j Lx sin k Ly dxdy
cjk = 2 2 2 (143)
D 4 Lx Ly j
2
k Nx j
Lx + Ly + 2 D Lx
2
La (143) dierisce dalla (85) per via del termine N2 xD Ljx presente al denominatore.
Se Nx e postivo (lastra tesa) questo termine riduce i coecienti cjk dello sviluppo della
funzione w. In sostanza la piastra risulta piu rigida quanto maggiore e Nx . Se Nx e
negativo (lastra compressa), il denominatore nella (143) diminuisce al crescere di |Nx | e
per
2 " 2 #2
2 Lx j k 2
|Nx (j, k)| = D + =
j Lx Ly
2 2
2 D jLy k 2 Lx 2 D j k2
+ = 2 + (144)
L2y Lx jLy Ly j
la cui unica soluzione reale e positiva e = j; quindi il minimo valore di Ncr si ottiene
per = j e vale
2 D
Ncr = 4 2 (147)
Ly
indipendente da j. Le curve di Ncr (j, ) sono rappresentate in Fig. 34 per diversi valori
di j. Le curve raggiungono tutte il valore minimo (147) quando = j.
41
10
j=1
j=2
8
j=3
j=4
6 j=5
4
0 1 2 3 4 5 6
Lx/Ly
Figura 34: Carico critico ( a meno di 2 D/L2y ) per la piastra rettangolare con uniforme
sollecitazione in funzione di = Lx /Ly e per valori crescenti di j (1, 2, 3, 4, 5)
42
f f f
Riferimenti bibliografici
[1] S. Timoshenko, S. Woinowsky-Krieger: Theory of Plates and Shells. McGraw-Hill.
1964
[2] J.N. Reddy: Theory and Analysis of Elastic Plates and Shells. CRC Press Inc. 2006
[4] C.L. Dym: Stability Theory and Applications to Structural Mechanics. Dover
Publications. 2002
43