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Spett.

le
Regione Lazio

Roma, 27 giugno 2014

RELAZIONE TECNICA
REALIZZAZIONE IMPIANTO OSSIGENO MEDICINALE
E
ASPIRAZIONE ENDOCAVITARIA
PRESSO
PRESIDIO DI PRIMO INTERVENTO - 118 - CASA DELLA SALUTE
DI LADISPOLI

Il Tecnico
ing. Costantino Perconti

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INDICE:
1 NORMATIVE E DISPOSIZIONI LEGISLATIVE. .................................................................................... 3
2 requisiti minimi impiantistici SUPPLEMENTO ORDINARIO n. 197 ........................................................... 5
3 GLI IMPIANTI GAS MEDICINALI, VUOTO ED EGA LA NORMA UNI EN ISO 7396 ..................................... 6
3.1 La progettazione e la continuit di erogazione il fulcro degli impianti gas medicinali ...... 8
3.2 Lallegato G il documento di gestione operativa ....................................................................... 11
3.3 UNI 11100 : 2011 la gestione operativa.................................................................................. 15
4 tipologia intervento ...................................................................................................................... 23
4.1.1 Centrali gas medicinali ................................................................................................. 23
4.1.2 Tubazioni ................................................................................................................... 26
4.1.3 Guarnizioni ................................................................................................................ 26
4.1.4 Cassette di compartimento contenenti valvole di intercettazione ........................................ 27
4.1.5 Allarmi di piano........................................................................................................... 27
4.1.6 Quadri multipli di riduzione di 2 stadio con riduttori doppi in by-pass................................. 27
4.1.7 Unit terminali per utilizzo gas medicinali ....................................................................... 28
5 descrizione intervento................................................................................................................... 28
6 PORTATE, CONTEMPORANEITA E DIMENSIONAMENTO ................................................................. 29
6.1 Ossigeno Medicinale ......................................................................................................... 29
6.2 Aspirazione Endocavitaria .................................................................................................. 29

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1 NORMATIVE E DISPOSIZIONI LEGISLATIVE.
Gli impianti gas medicinali compressi, vuoto ed evacuazione gas anestetici devono essere progettati, realizzati
e mantenuti in esercizio sulla base delle normative vigenti in materia, fra cui si evidenziano distinti per
argomento i principali riferimenti legislativi.

Impianti gas medicinali


- Direttiva 93/42 CEE del 14.06.1993 Dispositivi medici;
- D.Lgs. n. 46 del 24.02.1997 Attuazione della Direttiva 93/42/CEE concernente i Dispositivi medici;
- D.Lgs. n. 95 del 25.02.1998 Modifiche al D.Lgs. n. 46 del 24.02.1997 recante lattuazione della Direttiva
93/42/CEE concernente i Dispositivi medici;
- D.Lgs. n. 115 del 17.03.1995 Sicurezza generale dei prodotti;
- D.P.R. n. 224 del 24.05.1988 Responsabilit per danno da prodotti difettosi;
- Direttiva 97/23 CEE del 29.05.1997 Attrezzature a pressione;
- D.Lgs. n. 93 del 25.02.2000 Attuazione della Direttiva 97/23/CEE in materia di attrezzature a
pressione;
- Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana XII edizione Gas Medicinali;
- Direttiva 2006/42/CEE - Direttiva Macchine;
- Decreto del Ministero degli Interni 18 settembre 2002 Approvazione della regola tecnica di prevenzione
incendi per la progettazione, la costruzione e lesercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private;
- Norme CEI per gli impianti ed i componenti elettrici;
- Linee Guida ASSOGASTECNICI - Gruppo GAS MEDICINALI - Applicazione della Direttiva 93/42/CEE
Dispositivi medici settore impianti gas medicinali;
- Linee Guida ASSOGASTECNICI - Gruppo GAS MEDICINALI - Applicazione della Direttiva 93/42/CEE -
Rilascio parziale impianti gas medicinali;
- UNI EN ISO 9001:2008 - Sistemi di gestione per la qualit "Requisiti";
- UNI CEI EN ISO 14971:2002 - Dispositivi Medici "Applicazione della Gestione dei Rischi ai Dispositivi
Medici";
- UNI EN ISO 13485:2004 - Dispositivi Medici "Sistemi di gestione della qualit";
- UNI 11100:2011 - Guida alle prove di accettazione ed alle verifiche periodiche di sicurezza e di
prestazione dei dispositivi medici - Impianti di distribuzione dei gas medicali e del vuoto;

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- UNI 9507:2004 - Impianti di distribuzione dei gas per uso medico - Unit terminali;
- UNI EN 13348:2008 - Rame e leghe di rame - Tubi di rame tondi senza saldatura per gas medicali o per
vuoto;
- UNI EN ISO 10524-1:2006 - Riduttori di pressione per l'utilizzo con i gas medicali - Parte 1: Riduttori di
pressione e riduttori di pressione con flussometro;
- UNI EN ISO 10524-2:2006 - Riduttori di pressione per l'utilizzo con i gas medicali - Parte 2: Riduttori di
pressione di centrale e di linea;
- UNI EN ISO 10524-3:2006 - Riduttori di pressione per l'utilizzo con i gas medicali - Parte 3: Riduttori di
pressione incorporati nella valvola della bombola;
- UNI EN ISO 10524-4:2008 - Riduttori di pressione per l'utilizzo con i gas medicali - Parte 4: Riduttori per
bassa pressione;
- UNI EN ISO 11197:2009 - Unit di alimentazione per uso medico;
- UNI EN ISO 15002:2008 - Dispositivi per la misurazione del flusso per il collegamento alle unit
terminali degli impianti di distribuzione dei gas medicali;
- UNI EN ISO 21969:2010 - Collegamenti flessibili per alta pressione per l'utilizzo con gli impianti per gas
medicali;
- UNI EN ISO 5359:2008 - Tubi flessibili per bassa pressione per l'utilizzo con i gas medicali;
- UNI EN ISO 7396-1:2010 - Impianti di distribuzione dei gas medicali - Parte 1: Impianti di distribuzione
dei gas medicali compressi e per vuoto;
- UNI EN ISO 7396-2:2007 - Impianti di distribuzione dei gas medicali - Parte 2: Impianti di evacuazione
dei gas anestetici;
- DIN 13 260-2 - Unit terminali per impianti di distribuzione dei gas medicali compressi e vuoto;
- UNI EN ISO 9170-1:2008 - Unit terminali per impianti di distribuzione dei gas medicali - Parte 1: Unit
terminali per impianti di gas medicinali compressi e vuoto;
- UNI EN ISO 9170-2:2008 - Unit terminali per impianti di distribuzione dei gas medicali - Parte 2: Unit
terminali per impianti di evacuazione dei gas anestetici;
- UNI EN 737-6:2005 - Impianti di distribuzione di gas medicali - Parte 6: Dimensioni ed assegnazione
degli innesti per unit terminali per gas medicali compressi e per vuoto;
- DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE DEL LAZIO 14 luglio 2006, n. 424. Legge regionale 3
marzo 2003 n. 4. Requisiti minimi per il rilascio delle autorizzazioni allesercizio di attivit sanitarie per
strutture sanitarie e socio sanitarie.
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2 REQUISITI MINIMI IMPIANTISTICI SUPPLEMENTO ORDINARIO N. 197
Il supplemento ordinario n. 197 al bollettino ufficiale n. 43 del 20 novembre 2010 recepisce la legge nr. 4
del 03 marzo 2003 che stabilisce i requisiti minimi per il rilascio delle autorizzazioni allesercizio di attivit
sanitarie per strutture sanitarie e sociosanitarie.

Requisiti minimi nei reparti pi comuni presenti nell'area sanitaria, relativi agli impianti gas medicinali
previsti dalla legge suddetta:

GAS

REPARTO O2 AM ATS N2O VU EGA

DEGENZE COMUNI X X
BLOCCO OPERATORIO X X X X X X
PRONTO SOCCORSO X X
UTIC X X X
UTIN X X X
RIANIMAZIONE E TERAPIA INTENSIVA X X X
BLOCCO PARTO X X X X X
DIALISI X X
AMBULATORI X X
MEDICINA NUCLEARE X X
CENTRI TRASFUSIONALI X X
(La tabella sopraesposta elenca solo alcuni dei reparti previsti dalla legge regionale)

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3 GLI IMPIANTI GAS MEDICINALI, VUOTO ED EGA LA NORMA UNI EN ISO 7396
Definizione gas medicinale: ogni medicinale costituito da una o pi sostanze attive gassose miscelate
o meno ad eccipienti gassosi. D. Lvo 219/06.

I gas medicinali vengono somministrati alluomo per uso terapeutico e sono assoggettati a tutela pubblica per
quanto attiene la produzione, limmissione in commercio e la distribuzione.
La XII edizione della Farmacopea Ufficiale classifica medicinali i seguenti gas :

 Ossigeno medicinale ( farmaco salvavita )


 Azoto protossido medicinale
 Anidride carbonica medicinale
 Azoto medicinale
 Aria medicinale
 Aria medicinale sintetica
 Monossido dazoto medicinale
 Miscele dei gas medicinali sopra elencati
 Elio medicinale

Nel 2007, con limmissione dei gas sopraelencati nella farmacopea ufficiale, gli impianti atti alla produzione e
distribuzione degli stessi gas sono stati annoverati dispositivi medici.
Nella fattispecie sono cos classificati:
IMPIANTI GAS MEDICINALI COMPRESSI E VUOTO DISPOSITIVI MEDICI CLASSE II b:
dispositivi a rischio MEDIO/ALTO, attivi e non, che interagiscono in maniera pericoloso con il corpo umano
IMPIANTI DI EVACUAZIONE GAS ANESTETICI DISPOSITIVI MEDICI CLASSE II a

Gli impianti gas medicinali rispondono ai requisiti della direttiva 2007/47/CE e sono soggetti, pertanto, alla
marcatura CE prima della messa in marcia.

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UNI EN ISO 7396

Miglioramento
normativo

Durabilit e
Progettazione
funzionalit

Impianti
Analisi dei Manutenzione
Rischi gas
medicinali

Utilizzazione Gestione
operativa

Dispositivo
medico CE

Impianto gas medicinale

Dispositivo medico

Direttiva 93/42/CEE

Realizzato nel rispetto delle norme armonizzate

Marcatura CE

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I principi ispiratori:
 migliori e pi adeguati criteri di progettazione;
 continuit di erogazione in condizioni di singolo guasto;
 Appendice F condivisione con la STRUTTURA SANITARIA degli elementi critici ai fini della
corretta valutazione e gestione delle criticit riscontrate in fase di progettazione, costruzione e
conduzione / manutenzione del DISPOSITIVO MEDICO impianto gas medicinale;
 maggiore attenzione ai processi di collaudo ed accettazione per la messa in servizio;
 obbligo della redazione del documento di gestione operativa atto ad individuare gli attori e le
specifiche responsabilit per le attivit di gestione e manutenzione.

3.1 La progettazione e la continuit di erogazione il fulcro degli impianti gas medicinali

la filosofia progettuale della UNI EN ISO 7396 si incentra su 3 punti fondamentali:

 adeguate prestazioni dellimpianto in termini di portate, perdite di carico, facilit manutentiva e di


gestione, potenzialit delle centrali di alimentazione, protezione delle linee di distribuzione,
funzionalit generale ecc.;
 uso dellimpianto realizzato in sicurezza mediante lutilizzo di componenti compatibili con i gas
veicolati, posizionamento idoneo dei dispositivi di allarme, sicurezza, dei componenti generici che
costituiscono limpianto nel rispetto, anche, del D.M. 18/09/2002;
 Continuit di erogazione del gas medicinale veicolato;

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Continuit di erogazione del gas medicinale, perch?

La continuit di erogazione rappresenta la vera criticit del sistema poich il paziente con alta dipendenza da
gas specifico potrebbe essere sottoposto a grave pericolo a causa dellimprovvisa interruzione della
somministrazione del gas stesso, con inevitabili ripercussioni sulla gi precaria condizione clinica e/o
addirittura sulla sua sicurezza.
Come viene garantita la continuit di erogazione?

la continuit di erogazione viene garantita attraverso una progettazione accurata dellimpianto, realizzato con
un sistema di dispositivi atti a sopperire ad eventuali condizioni in cui sia difettoso anche un solo
mezzo/dispositivo per la riduzione del rischio oppure nel caso in cui si verifichi una singola condizione
anomala esterna che potrebbe pregiudicare la corretta funzionalit dellimpianto.

Come si ottiene la continuit di erogazione?

 centrali primarie costituite da almeno tre fonti ( fonte primaria, secondaria e di emergenza ) e da unit
di alimentazione di emergenza in modo tale che:
o un anomalia sulla sorgente che sta erogando non possa costituire condizione di pericolo;
o lanomalia che si dovesse verificare su una delle sorgenti mentre una seconda in
manutenzione non costituisca condizione di pericolo;
 rete di distribuzione primaria con geometria ad anello e montanti dedicate, che permettono il
sezionamento in pi punti cos da non interrompere mai lerogazione dei farmaci nei reparti non
interessati;
 realizzando le reti di distribuzione, le sue modifiche ed ampliamenti in modo tale che vengano ridotti al
minimo eventuali danneggiamenti di tipo meccanico;
 quadri intercettazione con valvole con sensore NAMUR in ottemperanza al D.M. 18/09/2002 in materia
di prevenzione incendi, opportunamente ubicati nelle zone filtro adiacenti ai compartimenti;
 Posti letto serviti da quadri di riduzione di secondo stadio con riduttori doppi in by pass cos da non
interrompere la somministrazione al paziente del farmaco/gas medicinali in condizione di singolo
guasto su un riduttore di pressione o manutenzione sullo stesso.

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Esempio grafico di una corretta morfologia di impianti gas medicinali

Nel rispetto del principio di continuit di erogazione, impianti gi realizzati possono essere modificati e/o
ampliati a patto che sussistano i seguenti requisiti:

 la centrale sia in grado di alimentare sia limpianto esistente che lampliamento;


 vengano rispettate le caratteristiche di portata e di perdite di carico dellimpianto esistente in fase di
ampliamento dello stesso;
 le caratteristiche di portata e di perdita di carico dellampliamento rispettino i dettami della UNI 7396;
 lampliamento rispetti le successioni di sezionamento di linea dellimpianto esistente;
 lampliamento venga collegato allesistente e definitivamente collaudato in modo da eliminare il rischio
da interconnessioni.

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3.2 Lallegato G il documento di gestione operativa

Lallegato G della UNI 7396 prevede la definizione ed identificazione delle figure coinvolte nei processi di
valutazione del rischio, scelte strategiche, progettazione, realizzazione e gestione operativa degli impianti gas
medicinali, attraverso il congiunto coinvolgimento della struttura sanitaria e dei professionisti del settore,
mediante la redazione del documento di gestione operativa.

Progettazione e fabbricazione IGM

Struttura Ospedaliera Dati Input Fabbricante

Analisi dei rischi


Analisi dei rischi

Progettazione

Accettazione
Messa in servizio UNI EN ISO 7396 / UNI Fabbricazione del
11100-2011 dispositivo medico

Analisi dei rischi

Collaudo
Documenti gestione
operativa
Il Ciclo di vita di un IGDM

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CONCEPT

DISMISSIONE

PROGETTAZIONE

GESTIONE OPERATIVA

INSTALLAZIONE
ACCETTAZIONE

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Definizione di GESTIONE OPERATIVA:

insieme delle attivit, implementate a cura della struttura sanitaria, finalizzate a garantire il sicuro e continuo
funzionamento di un impianto gas medicinale dalla sua accettazione alla sua dismissione.

ACCETTAZIONE GESTIONE OPERATIVA DISMISSIONE

Fase di accettazione obiettivi:

verificare che limpianto, in procinto di essere utilizzato per la prima volta, rispetti tutti i requisiti
applicabili cogenti di progettazione ed installazione, nonch di sicurezza e di prestazioni;
verificare che siano state rispettate le specifiche contrattuali;
marcatura CE dispositivo medico classe IIb ( SDEGA / IIa ) da parte del fabbricante;
consegna della documentazione a corredo dellimpianto alla struttura sanitaria da parte del
fabbricante;
presa in carico formale dellimpianto da parte della struttura sanitaria.

Fase di accettazione criticit:

Contratti di subappalto;
Parti dellimpianto realizzate da diversi fabbricanti;
Messa in servizio dopo molto tempo dal collaudo.

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Fase di accettazione Somma Regola Aurea

NESSUN IMPIANTO GAS MEDICINALE DEVE ESSERE UTILIZZATO PRIMA DEL


COMPLETAMENTO
COMPLETAMENTO DI TUTTE LE PROCEDURE PREVISTE PER LA FASE DI
ACCETTAZIONE.
ACCETTAZIONE.

Fase di accettazione Documentazione

 Le procedure di collaudo e di messa in servizio devono essere eseguite, documentate e certificate per iscritto
dal fabbricante;
 Le prove effettuate dal fabbricante devono essere sorvegliate ed accettate dalla Persona Autorizzata nominata
dalla struttura sanitaria;
 Istruzioni per luso dellimpianto completo e di ciascun componente;
 Istruzioni per le operazioni di manutenzione raccomandate, la loro frequenza e la lista dei pezzi di ricambio
consigliati;
 Schemi elettrici;
 Disegni AS BUILT conformi allinstallazione;
 Informazioni necessarie alla struttura sanitaria per redigere il proprio Documento di Gestione Operativa,
comprese le informazioni che consentano alla struttura sanitaria di predisporre procedure di emergenza in
risposta a guasti catastrofici

In mancanza, anche parziale, della documentazione di cui sopra, la fase di accettazione non deve considerarsi
completata.

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3.3 UNI 11100 : 2011 la gestione operativa.

Lobiettivo primario del documento di gestione operativa quello di fornire indicazioni sullattribuzione delle
responsabilit in modo da garantire la consegna di un IGM affidabile nonch il suo funzionamento, utilizzo e
manutenzione al fine di garantire lincolumit del paziente.

Gli impianti regolarmente collaudati, messi in servizio dal fabbricante ed accettati della struttura sanitaria devono essere
correttamente gestiti fino alla loro dismissione.

COSA?
CORRETTA CHI?
GESTIONE COME?
OPERATIVA QUANDO?

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Fondamenti di gestione operativa Cosa ?

Gestione appaltatori
Verifiche Funzionali

Verifiche di Prestazione Gestione Permessi Lavori

Verifiche degli Stoccaggi Gestione Emergenze

Manutenzione Preventiva Gestione delle Modifiche

Manutenzione Correttiva Gestione


Approvvigionamenti

Gestione Sorgenti
Gestione dei Rischi

Alimentazione

Stoccaggio e Manipolazione recipienti mobili gassosi

Gestioni documenti e registrazioni

Gestioni Formazione e Comunicazione

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Fondamenti di gestione operativa Chi ?

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LINEE GUIDA RER

Funzione Attribuzione
RE Responsabile esecutivo Direttore Generale
RTS Responsabile Tecnico Struttura  Direttore Servizio Tecnico
 Responsabile impianti di
presidio
PA Persona Autorizzata  Responsabile impianti di
presidio
 Responsabile
apparecchiature Gas Med.

PC Persona Competente  Operatore Servizio Tecnico


 Operatore Servizio
Ingegneria Clinica
CQ Controllo Qualit Direttore Farmacia

RMD Medico Designato Dirigente Medico della direzione


sanitaria
RID Infermiere Designato Coordinatore di U.O.

PD Persona Designata Operatore Servizio tecnico

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Fondamenti di gestione operativa Organigramma

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Fondamenti di gestione operativa Come?

 Le procedure e le modalit di gestione di un IGM devono far parte del Documento di Gestione Operativa;

 Il Documento di Gestione Operativa deve essere redatto per tutti gli IGM, indipendentemente dalla loro data di
fabbricazione.

Fondamenti di gestione operativa Quando?

La frequenze degli interventi ordinari e straordinari da effettuare sui singoli componenti degli IGM vengono
fornite sia nella norma UNI 11100:2011 ( gestione delle manutenzione di IGM ) che dai fabbricanti dei singoli
componenti.

Fondamenti di gestione operativa Politica

Per il raggiungimento degli obiettivi fondamentale che:

La struttura sanitaria sia coinvolta assiduamente in tutte le fasi di vita degli IGM;
La direzione della struttura sanitaria definisca una politica di gestione operativa degli IGM atta ad
individuare le figure interessate e le relative responsabilit.

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Fondamenti di gestione operativa Funzioni Coinvolte

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IL SISTEMA DI GESTIONE OPRATIVA

 Una corretta gestione operativa pu sopperire ad una cattiva progettazione


 Una corretta progettazione non pu sopperire ad una non corretta gestione operativa.

CORRETTA GESTIONE OPERATIVA = RIDUZIONE RISCHI CONNESSI

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4 TIPOLOGIA INTERVENTO
Gli impianti di gas medicinali e tecnici, consentono di disporre dei gas nei reparti specialistici e presso ogni
posto letto di degenza, evitando la pericolosa presenza di bombole nei reparti e negli ambienti specialistici,
tutelando, quindi, igiene e sicurezza, nel rispetto della leggi vigenti in materia.

Gli impianti in oggetto sono destinati alle alimentazioni delle prese gas medicinali:
PIANO REPARTO
0 AMBULATORIO
0 DEGENZE

I Gas distribuiti sono:

 Ossigeno Medicinale [cfr. European Pharmacopoeia 4 - 01/2002 : n. 0417]


 Aspirazione Endocavitaria

La rete di distribuzione primaria e secondaria sar costituita da:

4.1.1 Centrali gas medicinali


I gas di qualsiasi natura, siano essi combustibili, comburenti o inerti, compressi, liquefatti o disciolti in bombole
o bidoni, devono essere custoditi in locali costruiti con materiali incombustibili e resistenti al fuoco, lontano da
materiali e/o depositi (anche provvisori) di materiali combustibili e/o infiammabili.
Nello specifico dei gas medicinali tale precauzione ha due ragioni fondamentali: la prima di evitare che un
eventuale incendio possa coinvolgere il deposito, con un conseguente riscaldamento dei recipienti ed un
aumento di pressione degli stessi, con possibilit di scoppio; la seconda ragione legata alle caratteristiche
dei gas medicinali che sono nella maggior parte dei casi comburenti, e una loro fuoriuscita potrebbe innescare
i materiali combustibili attivando cos un ipotetico incendio.
I gas combustibili e i gas comburenti vanno tenuti in locali distinti e separati; in questo caso, trattasi di gas
medicinali la cui natura comunque o di comburente o di inerte, si stabilisce che le strutture siano dedicate
unicamente alle centrali medicali. Si evitato di abbinare centrali di gas combustibili anche se adeguatamente
separate.
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L'altezza delle murature dovr essere sempre superiore ai 220 centimetri, i muri divisori all'interno della
centrale potranno essere anche pi bassi e di materiale meno resistente rispetto a quelli perimetrali.
Lo spessore delle murature stato calcolato in base all'ubicazione della centrale; si stabilisce la costruzione di
strutture in cemento armato di 20 cm di spessore.
Si stabilisce inoltre la protezione delle aperture di passaggio con muro para-schegge, atto a fermare nel caso
di una esplosione le traiettorie orizzontali di un qualsivoglia frammento.

Le centrali di gas compressi o liquefatti dovranno essere collocate a distanza minima di sicurezza:
o 15 m da costruzioni in materiale combustibile, depositi di materiale combustibile o infiammabile, locali
di pubblico spettacolo, ospedali, viadotti, depositi di gas compressi o liquefatti
o 3 m da strutture incombustibili e resistenti al fuoco
o 7,5 m da fabbricati con pareti perimetrali incombustibili e resistenti al fuoco

I contenitori criogenici fissi per ossigeno, posti allesterno, devono essere installati a cielo aperto e a livello del
suolo, protetti dalle scariche elettriche atmosferiche ed in luogo apposito e recintato, tale per cui i dischi di
rottura e le valvole di sicurezza siano ad idonea distanza dalle aree pubbliche.
Le centrali dei gas medicali sono state progettate in modo che un gruppo macchina o rampa/riduttore sia in
funzione, un altro in stand-by con inserimento automatico ed un terzo in stand-by con inserimento manuale
come previsto da UNI EN ISO 7396 pertanto la portata teorica calcolata dovr essere soddisfatta da un solo
gruppo macchina o riduttore.
La normativa UNI EN ISO 7396 elenca differenti tipologie di centrali ognuna delle quali prevede differenti fonti,
ad esempio da liquidi criogenici o da gas compressi in bombole, che vengono abbinate per rispettare lo
schema del punto precedente.
La soluzione ottimale da ricercarsi in armonia con le esigenze specifiche dell'utilizzatore e della
localizzazione ambientale.

Si devono tenere presenti inoltre le seguenti necessit:


1. prevedere un sistema di illuminazione idoneo allutilizzo dei locali anche in orari notturni, comprensivo
di luce demergenza.
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2. predisporre un adeguata attrezzatura antincendio (come ad esempio estintori a polvere o a CO2) nei
locali dedicati ad apparecchiature tipo pompe per il vuoto o per aria compressa oppure sistemi di
miscelazione aria medicale bisogna garantire una temperatura non inferiore ai 10C e non superiore
ai 45C.
3. i locali di deposito bombole avranno unopportuna ventilazione naturale.
4. i depositi di gas compressi saranno progettati in modo da avere una struttura tale che in caso di
esplosione londa durto e i materiali siano convogliati verso lalto, e in ogni caso non possano
prendere traiettorie ad altezza duomo (190 cm circa).
5. laccesso ai locali di deposito bombole non avr gradini che ostacolino la movimentazione delle
bombole stesse.
6. i locali saranno dotati di dispositivi di chiusura e segnaletiche che evidenzino il divieto daccesso e
manovra di personale non autorizzato.
7. ogni locale riporter lindicazione del tipo di stoccaggio (Ossigeno, Protossido dazoto, Aria
compressa, ecc. con la simbologia pi appropriata) sulle pareti delle centrali saranno affissi cartelli di
divieto di utilizzare fiamme libere, di fumo e di deposito di qualsivoglia materiale, anche nella
prossimit del perimetro esterno per almeno 5 metri.
8. limpiantistica elettrica sar realizzata in esecuzione antideflagrante.

Le centrali, fonti di uno specifico gas e/o sistema di aspirazione, saranno costituite da:
1. Fonte primaria, dimensionata per il fabbisogno medio di gas dallimpianto.
2. Fonte secondaria, dimensionata per il fabbisogno medio di gas dallimpianto, che interverr in modo
automatico in caso di incapacit della prima a sopperire le richieste delle utenze, sia per raggiunto
limite produttivo, sia per blocco.
3. Centrale d'emergenza dimensionata per il fabbisogno medio di gas dallimpianto.

Le centrali di decompressione primaria sono costituite da:


1. Serpentine per il collegamento rampa bombola.
2. Serpentine a torciglione per il collegamento rampa quadro.
3. Valvole di spurgo ad alta pressione per scarico rampe.
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4. Quadri di decompressione ad inversione automatica o manuale.
5. Targhe di centrale.
6. Preriscaldatori elettrici.
7. Allarmi di centrale.

Una tipica centrale di produzione aspirazione endocavitaria (vuoto) composta da tre o pi elettropompe
rotative a palette, lubrificate ad olio. Le pompe sono collegate ad un serbatoio polmone che a sua volta
collegato ad una coppia di filtri battericidi installati in by-pass che impediscono linquinamento biologico del
serbatoio e delle pompe stesse. La centrale monitorata da una centralina di allarme di alta pressione sulla
linea di uscita e da un allarme per larresto delle pompe. Il gruppo di vuoto inoltre dotato di un quadro
elettrico di alimentazione e gestione che permetter la rotazione ciclica per una usura omogenea degli organi
in movimento.

4.1.2 Tubazioni
Le tubazioni saranno in rame crudo o ricotto, idonee allutilizzo per gas medicinali, pertanto conformi alla UNI
13348, riportanti il nome del fabbricante, la data di fabbricazione e la norma di riferimento, stampigliate per
tutta la lunghezza ogni 600 mm.
Il percorso delle tubazioni, costituenti gli impianti, stato progettato in base alle compartimentazioni
antincendio, nel rispetto della regola tecnica dei VVF.
Le tubazioni dovranno correre nei corridoi, staffate a muro, dovranno essere poste in opera da personale
tecnico specializzato e dovranno rispettare le distanze di sicurezza dalle tubazioni di altri fluidi o dagli impianti
elettrici come previsto dal C.C.T. S.P.I. dei VVF.
Le tubazioni installate saranno: sottoposte a pressione di collaudo pari ad 1,5 volte la pressione di esercizio, a
verifica di non intercambiabilit tra i gas, a processo di relativo strippaggio con Azoto puro ad alta pressione
ed infine a carico delle tubazioni con i gas medicinali ad essi destinati forniti dalla propriet della struttura
sanitaria.
Con questultima operazione si verificher il corretto funzionamento dellimpianto.

4.1.3 Guarnizioni
Le guarnizioni per gli impianti dei gas medicinali dovranno essere atossiche, ignifughe, con relativa
certificazione da cui si evinca il superamento delle prove adiabatiche.
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4.1.4 Cassette di compartimento contenenti valvole di intercettazione
E di fondamentale importanza evitare che un incendio sviluppatosi in una zona dellospedale comporti la
necessit di interrompere lalimentazione dei gas medicali anche in zone non coinvolte dallincendio stesso.
Prima di entrare nei compartimenti le tubazioni saranno intercettate da opportune valvole a chiusura rapida,
specifiche per gas medicali. Dette valvole sono contenute in cassette di compartimento antincendio, sistemate
in luogo sicuro ad altezza di 175 cm dal pavimento. Il sistema permetter solo la chiusura volontaria
dellerogazione dei gas, pertanto la parte anteriore della cassetta sar realizzata con vetro frangibile con i
mezzi a disposizione del corpo dei VVF. Il vigile del fuoco non pu in ogni caso chiudere lerogazione dei gas
in unarea dellospedale senza il parere del personale medico responsabile di tale area. In prossimit del punto
dinstallazione del quadro di intercettazione di compartimento sar inoltre installato un quadro di allarme che
segnaler lo stato di apertura/chiusura delle valvole stesse.
Le valvole di intercettazione di area, invece, sono integrate allinterno del quadro di riduzione di secondo
stadio, nel quale possono essere installate anche la valvole con sensore Namur, se installato nel filtro a prova
di fumo.

4.1.5 Allarmi di piano


I dispositivi di allarme VVF saranno installati in quadri da incasso a parete posti allinterno del filtro
antincendio. Una centralina sar dedicata al monitoraggio dello stato delle valvole e segnaler leventuale
chiusura delle stesse sia sulla rete di ossigeno, sia sulla rete dellaria medicinale, sia sulla rete di vuoto. Laltra
centralina invece sar dedicata al monitoraggio delle pressione in transito a monte ed a valle del quadro di
riduzione di secondo stadio e verr installata in zona presidiata da personale sanitario, allinterno del reparto.

4.1.6 Quadri multipli di riduzione di 2 stadio con riduttori doppi in by-pass


I quadri di riduzione di secondo stadio sono il cuore della rete di distribuzione interna del reparto. Essi hanno il
compito di ridurre la pressione del gas in transito che proviene dalla centrale di produzione / stoccaggio e di
renderla utilizzabile dalle unit terminali. I riduttori di pressioni sono contenuti in una carpenteria metallica
verniciata da incasso o da esterno. Secondo le nuove normative tutti riduttori di pressione devono essere
doppi ed installati secondo la tipologia in by-pass. Questa tipologia di riduttori era destinati precedentemente
solo ai reparti pi critici quali, pronto soccorso, sale operatorie e rianimazione.
Il sistema by-pass dei doppi riduttori consentir la completa funzionalit dellimpianto anche in caso di guasto
di un riduttore di pressione oppure durante le operazioni di manutenzione.
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Allinterno del quadro di secondo stadio sono presenti anche delle unit terminali di emergenza, una per ogni
gas compresso, e pressostati / vuotostati in grado di monitorare attraverso la centralina di allarme la pressione
del gas in transito. I riduttori di pressione devono essere in grado di soddisfare anche singolarmente la portata
richiesta dalla rete secondaria a cui sono collegati sino ad un tetto massimo di portata dopo il quale sar
necessario installare pi di un quadro di riduzione.

4.1.7 Unit terminali per utilizzo gas medicinali


Le unit terminali di utilizzo sono le parti terminali di un impianto ed hanno il compito di erogare il gas
medicinale al paziente. Devono rispondere alle norme applicabili alle unit terminali e saranno installate alle
estremit degli impianti di distribuzione dei gas medicinali con la funzione di dispensare, mediante appositi
innesti rapidi, i vari gas. Le prese saranno marcate CE in classe IIB confezionate singolarmente e munite di
congegno automatico di chiusura con la funzione di permettere limmediato arresto del flusso del gas allatto
del disinserimento dei raccordi rapidi. Le unit terminali possono essere installate in apposite carpenterie
metalliche o in materiale plastico, su travi testaletto o su pensili e torrette da sala operatoria.

5 DESCRIZIONE INTERVENTO
Lintervento permetter di usufruire di un impianto centralizzato per la somministrazione di Ossigeno
medicinale ed aspirazione endocavitaria presso n.1 ambulatorio e n.1 locale medici, n. 2 stanze di degenza
doppie e n.1 stanza di degenza singola.
Gli impianti sono stati dimensionati tenendo in considerazione, per analogia, le portate e contemporaneit per
un tipico reparto di degenza previste dalla tabella 2 della norma AFNOR FD S 90-155.
Le centrali come le linee di distribuzione cos concepite sono in grado di sostenere eventuali ampliamenti di
unit terminali e quindi posti letto nella stessa struttura.
La distribuzione avverr come da progetto allegato alla presente.

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6 PORTATE, CONTEMPORANEITA E DIMENSIONAMENTO

6.1 Ossigeno Medicinale

OSSIGENO MEDICINALE ( O2 F.U.)

REPARTO P.L. N U.T. P (lt/min) C P TOT. (lt/min)

DEGENZE 5 5 5 0,2 5
AMBULATORI / STANZA MED. 2 2 5 0,2 2
TOTALE 7
TOTALE (mc/h) 0,42

DIMENSIONAMENTO TUBAZIONE

TRATTO TUBAZIONE DIAMETRO TUBAZIONE

DISTRIBUZIONE PRIMO E SECONDO STADIO 14


CALATE UNITA TERMINALI 10

6.2 Aspirazione Endocavitaria

ASPIRAZIONE ENDOCAVITARIA ( V )

REPARTO P.L. N U.T. P (lt/min) C P TOT. (lt/min)

DEGENZE 5 5 5 0,3 7,5


AMBULATORI / STANZA MED. 2 2 5 0,3 3
TOTALE 10,5
TOTALE (mc/h) 0,63

DIMENSIONAMENTO TUBAZIONE

TRATTO TUBAZIONE DIAMETRO TUBAZIONE

DISTRIBUZIONE PRIMO E SECONDO STADIO 22


CALATE UNITA TERMINALI 12

Civitavecchia 28/06/2014 La direzione tecnica


ing. Costantino Perconti

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