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I samurai non avevano testi scritti ma Etica del JuTsuka

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I samurai, uomini della Tradizione per antonomasia, non avevano testi scritti sulle regole di comportamento,
rispettavano sempre ed in modo rigoroso un codice deontologico, perch lo sentivano come bene spontaneo. La
violazione dei principi era sanzionata, la pena era la radiazione dalla casta, il disonore. Lonore per il samurai
sacro: egli preferiva ricorrere al rimedio del seppuku (1) piuttosto che essere disonorato (i morti sono sacri), tra
laltro chi era colpito dal disonore non poteva e non pu accedere al Pantheon degli Eroi. Gli occidentali, spesso
hanno sminuito e sfruttato i precetti e le regole tradizionali orientali, ed in particolare il nobile gesto del Seppuku. In
occidente si ricorre, al suicidio, per depressione o per mancanza di coraggio nellaffrontare i problemi della vita,
spesso, tra laltro, profani ed effimeri. Tale gesto non paragonabile al seppuku dei Samurai per diverse ragioni.
Il Samurai, nellatto dellautosacrifcio (seppuku), pienamente cosciente e non si trova in uno stato di alterazione
mentale o di debolezza, mentre come nel caso del normale suicidio occidentale il soggetto si trova in uno stato di
alterazione mentale che lo rende inconsapevole di ci che sta succedendo. I Samurai, inoltre, ricorrono a tale
azione non per motivazioni passionali o materiali ma per esigenze spirituali, cio per ottenere la salvezza dello
spirito. Ci, facilmente intuibile ove si consideri che i Samurai, uomini devoti alle forze sottili ed invisibili, cercano
con le loro azioni di accattivarsi la simpatia del proprio genio e lappoggio delleggregoro della scuola a cui
appartengono.
Un accenno allo studio dei Kata o forma di combattimento contro avversari invisibili o immaginari; Essi non sono
altro che combattimenti contro forze invisibili o riti di purificazione del luogo dove, loperatore si isola per meditare e
trovare la pace con se stesso, sicuro che energie negative non disturberanno i lavori che esso si accinge ad
intraprendere. Unaltra peculiarit dei kata quella per cui dove la forma inizia, nello stesso punto deve finire (nel
simbolismo occidentale e, non solo in esso, questo elemento simbolico viene rappresentato con il serpente che si
morde la coda). Ci evidente: dopo aver allontanato tutti gli uomini invisibili, oltre un certo limite, si ritorna
ritualmente al punto determinato per riprendere i lavori a livello superiore, allinterno del cerchio o della croce.
Occorre precisare, per quanto riguarda i kata, che essi si dividono in gruppi e per gradi. E daltra parte se noi
esaminiamo qualsiasi ordine militare iniziatico o monastico, si constata che le pratiche, quali per es. le preghiere, i
riti ecc. si dividono, allinterno di ogni scuola, ordine o casta, secondo i diversi livelli di maturazione e di conoscenza
dei praticanti. Un esempio potrebbe essere quello della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, ove riti e funzioni sono
distribuiti per gradi. Qualcuno potrebbe eccepire: cosa centra tutto ci con letica? Se noi riusciamo a cogliere
limportanza che gli uomini guerrieri attribuiscono al post-mortem ed alle leggi della natura, sar facile capire il
loro modo di comportarsi e di vivere. Per loro, la vita non altro che un momento di materializzazione dello spirito e
dellanima che devessere finalizzato ad un compimento superiore. A tal fine, per eternizzarsi, bisogna rispettare,
durante la materializzazione, determinate regole dettate dalla Tradizione e, trasmesse o da bocca ad orecchio o,
attraverso la purezza della tecnica, simbolo dinamico. Da ci si comprende perch poco si conosce sulla natura dei
simboli, dei riti, delle preghiere e di tutto ci che riguarda la Tradizione di una grande casta, quale quella dei
guerrieri. Ci sono cose che non possono essere n scritte n spiegate, perch appartengono allintimo di ognuno di
noi e che per poterle comprendere occorre viverle. Pertanto non importante conoscere, sotto laspetto teorico per
avere letto e sentito su queste materie, ma quello che veramente importante capire attraverso la purezza della
tecnica, ascoltando il cuore, e non dimenticando che il corpo di passaggio mentre latto rimane per leternit. Un
guerriero non tradisce mai se stesso. A noi nondimeno pervenuto un magistrale insegnamento sopravvissuto al
tempo e agli uomini: il Bushido. Esso la regola e letica del samurai espressa in epigrammi, poche parole dal
grande significato che un samurai deve capire, non con la semplice lettura ma, con la meditazione: questo
possibile solo quando un guerriero ha raggiunto un certo livello di maturazione interiore. Il Bushido, in sostanza era
ed la legge a cui il bushi si assoggetta in modo spontaneo e naturale, era ed la chiave di accesso nella casta.
Sul bushido ci limiteremo solo alla trascrizione :

Non ho genitori: il cielo e la terra sono i miei genitori;


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Non ho casa: il centro vitale delluomo la mia casa;
Non poteri divini: la lealt il mio potere divino;
Non ho mezzi: lobbedienza il mio mezzo;
Non ho poteri magici: la forza interiore il mio potere magico;
Non ho n vita n morte: lassoluto la mia vita e la mia morte;
Non ho corpo: la stoica impossibilit il mio corpo;
Non ho occhi: la luce del lampo i miei occhi;
Non ho orecchie: la sensibilit sono le mie orecchie;
Non ho membra: la prontezza sono le mie membra;
Non ho legge: lautodifesa la mia legge;
Non ho larte della guerra: libero di uccidere e di restituire la vita la mia arte della guerra;
Non ho progetti: acciuffare loccasione sono i miei progetti;
Non ho miracoli; lordine del cosmo sono i miei miracoli;
Non ho principi: ladattabilit a tutte le circostanze sono i miei principi;
Non ho tattiche preordinate: la vacuit e la pienezza la mia tattica;
Non ho capacit: la purezza di spirito la mia capacit;
Non ho amici: la mia mente sono i miei amici;
Non ho nemici: limprudenza sono i miei nemici;
Non ho armatura: la sensibilit umana ed il senso del dovere sono le mie armature;
Non ho castello: la mente imperturbabile il mio castello;
Non ho spada: lanima la mia spada.

Dalla lettura e meditazione del bushido si dovrebbe cogliere letica ed i valori della casta dei guerrieri, ed intuire la
loro funzione come necessaria a garantire lordinato svolgimento della vita sociale, allinterno delleterno ed ordinato
movimento del cosmo, per usare le parole di Aristotele quale motore immobile.Non sfuggir, tuttavia, che quella
specie di testo unico dei sentimenti e dei doveri che il Bushido, tracci una legge-via per la realizzazione spirituale
attraverso la ricerca della tecnica pura. La parola e lazione per i samurai promanano direttamente dal vuoto del
cuore che, in realt, non un nulla ma, la luce stessa del risveglio. Le tecniche delle arti marziali vengono
apprese attraverso una lunga pratica, grazie alla quale vengono interiorizzate a tal punto che non pi necessario
richiamarle con un procedimento cosciente al momento del bisogno, in quanto, al momento opportuno, esse si
autoattivano con un naturale automatismo, dove corpo, spazio e tempo diventano luce di salvezza.
il cuore, al di l di ogni formulazione logica, che suggerir la tecnica giusta al momento giusto. Come dire, quanto
lAllievo pronto anche il Maestro pronto.

(1) Era un atto sacro, mediante il quale chi veniva accusato di disonore, al fine di evitare il processo tribale, perch
consapevole di avere violato i sacri principi, con atto solenne si immolava alla divinit. Con questo atto, non solo
salvava se stesso, dal processo, ma anche la sua famiglia.

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