You are on page 1of 76

DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLANTICHIT

SAPIENZA UNIVERSIT DI ROMA

RIVISTA
DI

STUDI BIZANTINI
E NEOELLENICI
FONDATA DA S. G. MERCATI
DIRETTA DA A. LUZZI

N. S. 52 (2015)

ROMA 2016
CONSIGLIO DI DIREZIONE
A. A c c o n c i a L o n g o F. B u r g a r e lla
M . C a pal d o G. C avall o F. DA i u t o
V. v o n F al k e n h au s e n A . J a c o b S. L u c
E. V. M alt e s e J.-M . M a r t i n A . P r o i o u
M . D. S pa da r o

COMITATO PER LA REVISIONE


SCIENTIFICA
A. A cconcia L ongo L. B ianchi F. DA iuto
V. D r o c h e S. E f t h y m i a d i s V. v o n
F al k e n h au s e n C. F a r a g g i a n a d i S a r z a n a
O. K resten S. L uc M. R. M archionibus
B. M o n d r a i n M . P e r i N. P. e v e n k o
K . T i k t o p o u l o u N. V a g h e n s
E. Z a n i n i

REDAZIONE

D. Bucca A. Prinzi

ISSN 0557-1367

P ubblicazione finanziata dalla S apienza U niversit di R oma


INDICE

Dirk Krausmller, An ambiguous authority: Pseudo-Dionysius


the Areopagite and the debate about the care of the dead
(6th-11th century) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

Pablo A. Cavallero, Doble en la hagiografa. Relator y


pblico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21

Carmelo Crimi, I Versi per la domenica di Pasqua di Arsenio.


Testo, traduzione, commento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33

Santo Luca, La Parva Catechesis di Teodoro Studita in Italia meri-


dionale: un nuovo testimone ritrovato a Melfi, in Basilicata 93

Augusta Acconcia Longo, I percorsi di una leggenda: Eliodoro


Virgilio Faust . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 165

Guillaume Saint-Guillain, The conquest of Monemvasia by the


Franks: date and context . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 241

Domenico Surace, La corrispondenza teologica con Paolo di


Samosata (CPG 1705, 1708-1709). Considerazioni sulleditio
princeps romana del 1608 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 295

Salvatore Costanza, Trattati metabizantini di psefomanzia sulla


vita coniugale (Athen. EBE 1265, ff. 49v-51v; 61r e 1275,
f. 49v; IBI 211, ff. 46r-48v) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 347

Kostis Pavlou, Solomos fra italiano e greco: la designificazione di


uno stilema neoclassico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 383

Pubblicazioni ricevute (a cura di Laura Zadra) . . . . . . . . . . . . . . 417


LA PARVA CATECHESIS DI TEODORO STUDITA
IN ITALIA MERIDIONALE: UN NUOVO TESTIMONE
RITROVATO A MELFI, IN BASILICATA(*)

A Julien Leroy, OSB


in memoriam

Abstract. Die Verbreitung der Parva Catechesis im sditalienischen


Mnchtum ist durch neun heute noch erhaltene Handschriften belegt: Vat. gr.
1810 (scriptio inferior, etwa 953), Ambr. C 2 sup., Crypt. ..XIII (scriptio inferior),
Vat. gr. 1214 und 2094, Ott. gr. 251, Neap. II B 20 (1025/1026), Crypt. ..IX,
Vat. gr. 2029 (1090). Diese Handschriften sind in den Jahren zwischen der Mitte
des 10. und dem Ende des 11. Jahrhunderts in den Zentren der griechischen
Handschriftenproduktion in Kalabrien-Basilicata und Kampanien-Latium
geschrieben worden. Jetzt kann man einen weiteren, allerdings nur fragmen-
tarisch erhaltenen Zeugen hizufgen (10./11. Jh.), der im Archivio Diocesano
von Melfi in der Basilicata aufbewahrt wird. Der Beitrag bietet nicht nur eine
kodikologisch-palographische und inhaltliche Beschreibung dieser Hanschrift,
sondern auch berlegungen ber die Nutzung des Werkes, das die byzantini-
schen Mnche an besonderen Gedenktagen des Kirchenjahres, die der Autor in
einer Liste auffhrt, lesen muten.

I. Premessa

Le Catechesi di Teodoro di Studio (759-826) costituirono, come


ampiamente noto, un best seller nel mondo monastico bizantino.
Trattandosi di unampia serie di ammonimenti ascetico-morali indiriz-
zati ai monaci, la cui pratica trova un sicuro antecedente nelle analo-

(*)Avverto che nelle trascrizioni del greco ho rispettato lortografia del ma-
noscritto, salvo restituire la maiuscola ai nomi propri. Dedico questo lavoro al
Rev. P.Julien Leroy, che negli anni della mia prima formazione scientifica mi
stato maestro: a lui devo i primi insegnamenti di paleografia e codicologia greca
e, soprattutto, lamore per i libri manoscritti confezionati nelle regioni del Sud
dItalia. Il III.1 frutto della collaborazione con Giuseppe Nardozza, di tutto
il resto responsabile Santo Luc.
94 Santo Luc

ghe esperienze letterarie di mbito siro-palestinese del secolo IV e VI


collegandosi idealmente agli esempi forniti sia dal bios di Eutimio sia
dalle Didascaliae di Doroteo di Gaza (sec. VI)(1) , lopera era oggetto di
lettura da parte dei monaci in particolari occorrenze, specie al mattuti-
no, tre volte a settimana nei giorni di domenica, mercoled, venerd, ma
anche nel periodo quaresimale e nelle ricorrenze delle pi importanti
festivit eortologiche. Le Catechesi, perci, si configurano come un testo
edificante e formativo, la cui era prescritta sia nel monastero
di Studio sia nei cenobi che al modello studita si uniformarono(2). I
testimoni medievali in lingua greca che consegnano lopera sono quasi
sempre forniti di una numerazione progressiva che contraddistingue la
singola catechesi ( o ) e di una rubrica liturgica che ne
segnala di volta in volta il giorno o il periodo di lettura, o anche la festi-
vit del santo o dei santi celebrati sotto tale data dalla Chiesa bizantina.
Il Par. gr. 891 un bel pergamenaceo allestito, come da colofone
(f. 255v), su commissione di Massimo, egumeno del monastero co-
stantinopolitano di S. Giovanni Prodromo di Petra, e completato il 12
giugno 1136, indizione quattordicesima, durante il regno di Giovanni
II Comneno (1118-1143) dal monaco Arsenio, che utilizza unelegante
corsiva stilizzata arrotondata(3) latore di una selezione di catechesi,

(1)J. Leroy, tudes sur les Grandes Catchses de S. Thodore Studite, d. par
O. Delouis avec la participation de S.J. Voicu, Citt del Vaticano 2008 (Studi e
testi, 456), pp. 27-29. Labitudine dellegumeno di indirizzare i propri ammoni-
menti ai confratelli gi nota in ambiente monastico pacomiano: ibid., p.27 e
n. 11.
(2)Al riguardo, mi sia consentito rinviare a S. Luc La distribuzione calenda-
riale delle Catechesi di Teodoro di Studio nel Vat. gr. 2112, in Manuscripta graeca
et orientalia. Mlanges monastiques et patristiques en lhonneur de Paul Ghin,
d. par A. Binggeli A. Boudhors - M. Cassin, Leuven-Paris-Walpole, Ma 2016
(Orientalia Lovaniensia Analecta, 243), pp.498-522: 500-501 e n. 14.
(3) Bibliografia dei facsimili editi reperibile in S.J. Voicu S. DAlisera, I. MA.
G. E. S. Index in manuscriptorum graecorum edita specimina, Roma 1981, p.492,
nonch in Repertorium der griechischen Kopisten 800-1600, II: Handschriften aus
Bibliotheken Frankreichs und Nachtrge zu den Bibliotheken Grossbritannies,
1-3, Erstellt von E. Gamillscheg D. Harlfinger, Wien 1989, nr. 40; circa la
scrittura si rinvia a P. Canart L. Perria, Les critures livresques des XIe et
XIIesicles, in Paleografia e codicologia greca. Atti del II Colloquio internazionale,
Berlino - Wolfenbttel, 17-21 ottobre 1983, a cura di D. Harlfinger G. Prato,
con la collaborazione di M. DAgostino A. Doda, Alessandria 1991 (Biblioteca di
Scrittura e Civilt, 3), pp.67-116: 90 e n. 83 [rifluito ora in P.Canart, tudes de
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 95

che venivano lette ad alta voce nello stesso cenobio la domenica, il


mercoled, il venerd di ogni settimana e in tutte le pi solenni festivit
dellanno bizantino, a partire dal 1 settembre e sino al 31 agosto. La
premessa alla raccolta, apposta dallo stesso scriba (f. 7v), inequivoca-
bile:


, (4).
Anche in mbito calabro-siculo nella prima et normanna venne
allestito un codice, lattuale Vat. gr. 2112(ff. 25-48), testimone delle
Grandi e Piccole Catechesi nelledizione in due libri che propria di
quello stesso mbito, in cui i sermoni catechetici risultano calendariz-
zati, registrandosi di volta in volta il giorno e loccorrenza liturgica in
cui essi venivano letti(5).
Si sa, inoltre, che tanto nel monastero di S. Maria Hodigitria a
Rossano Calabro quanto in quello del S. Salvatore de lingua phari in
Messina la lettura ad alta voce delle catechesi era una consuetudine
prescritta che i monaci, stando in piedi, praticavano regolarmente(6).
Stanti cos le cose, quasi paradossale che le Catechesi di s. Teodoro
Studita, che per alcuni versi hanno segnato la storia del monachesimo
bizantino dOriente e dOccidente, attendano ancora oggi di essere
editate nella loro interezza. Esse sono ripartite in quattro libri: i libri

palographie et de codicologie, rproduites avec la collaboration de M.L. Agati


M. DAgostino, I-II, Citt del Vaticano 2008 (Studi e testi, 450-451): II, pp.933-
982: 956].
(4)Cf. Leroy, tudes sur les Grandes Catchses cit., pp.181-185: 182. Circa i
manoscritti appartenuti al monastero di Petra, oltre alle osservazioni presentate
dallo stesso Leroy (ibid., p. 182 e n. 165), esiste una ricca bibliografia; qui mi
limito a menzionare G. De Gregorio, Una lista di commemorazione di defunti
dalla Costantinopoli della prima et paleologa. Note storiche e prosopografiche sul
Vat. Ross. 169, in Rivista di studi bizantini e neoellenici, n.s. 38 (2001), pp.103-
194: 106 e n. 3.
(5)Luc, La distribuzione calendariale cit.; id., Sul Teodoro Studita Crypt.
gr. 850 (olim Crypt. B..XIX, nr. II), in Studi bizantini in onore di Maria Dora
Spadaro, a cura di T. Creazzo C. Crimi R. Gentile G. Strano, Acireale-Roma
2016, pp.245-275: 266 e n. 69.
(6)Luc, La distribuzione calendariale cit., pp.500-501; M. Arranz, Le typicon
du monastre du Saint-Sauveur Messine. Codex Messinensis gr. 115, A.D. 1131,
Introduction, texte critique et notes, Roma 1969 (Orientalia Christiana Analecta,
185), p.202.
96 Santo Luc

I-III comprendono le cosiddette Grandi Catechesi, il IV la cosiddetta


Parva Catechesis, che annovera 134 pezzi. Questa suddivisione in quat-
tro libri attestata sin da epoca alta. Nella recensione B della Vita di
s. Teodoro, composta dal monaco Michele verso lanno 868, se ne fa
esplicita menzione: (scil. Teodoro egumeno)
, ,
,
,
, -

, ,
(7).
In realt, la raccolta delle Piccole Catechesi non costituisce il primo
libro, come racconta il monaco Michele, ma il quarto. La raccolta delle
Piccole Catechesi, infatti, stata composta negli ultimi anni di vita di
Teodoro ( 11 novembre 826), risultando databile con certezza tra gli anni
821-826 durante i quali il santo monaco di Studio, strenuo difensore del
culto delle immagini, fu costretto allesilio a causa delle lotte dottrinarie,
e politiche, del secondo iconoclasmo (815-843). Impropriamente dette
piccole molti sermoni sono di lunghezza analoga o superiore a quelli
della silloge grande , la raccolta stata edita da Emmanuel Auvray(8);
delle Grandi Catechesi, invece, conosciamo quelle del secondo libro (128
sermoni) grazie alledizione di Athanasios Papadopulos Kerameus(9), e
una selezione di 38 sermoni che sulla base del menzionato Par. gr. 891
pubblic lo ieromonaco criptense Giuseppe Cozza Luzi, mescolando
testi delle piccole e grandi catechesi(10). Non sono ancora note le

(7)PG 99, col. 264 A-B ( 23).


(8)E. Auvray, Sancti Patris Nostri et Confessoris Theodori Studitis Praepositi
Parva Catechesis, Paris 1891. Nonostante non sia stata condotta coi moderni
metodi della filologia e il numero dei manoscritti impiegati, tredici in tutto
(ibid., p. lxii), sia piuttosto esiguo rispetto ai testimoni pervenuti (oltre cen-
tocinquanta), ledizione nel complesso affidabile. Ne esiste anche una tra-
duzione in lingua francese: Thodore Stoudite, Petites Catchses, traduction
dA.-M. Mohr, introduction, notes, bibliographie, guide thmatique et glossaire par
M.-H. Congourdeau, Paris 1993 (Les Pres dans la foi).
(9)A.Papadopulos-Kerameus,
( ), 1904. Ledizione stata ristampata a Tessalonica
nel 1987 per le cure dellarchimandrita Nikodemos Skretta.
(10)G. Cozza-Luzi, S. P. N. Theodori Studitae Magna Catechesis, in A. Mai,
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 97

catechesi del primo libro (87 in tutto), che ci consegna, fra gli altri testi-
moni, lattuale Patm. 111(11), nonch quelle del terzo libro (50 testi oltre
40 sermoni extravagantes, ossia sermoni che non sono annoverati nei
tre libri delle Catechesi), che sono veicolati, fra gli altri, dallAmbr. E 101
sup.e dal Patm. 112(12).
Lopera godette di singolare fortuna nellItalia meridionale di
lingua greca, ove la diffusione fu capillare e coinvolse tutti i centri
monastici dalla Calabria alla Sicilia, dalla Basilicata al Salento. Non a
caso, giacch il monachesimo italogreco si caratterizz sin dal secolo
X per la sua connotazione prettamente studita(13). Lo mostrano non

Patrum Nova Bibliotheca, IX/2, Romae 1888, e id., S. P. N. Theodori Studitae


Sermones Reliqui Magnae Catecheseos, ibid., X/1, Romae 1905.
(11)Si rimanda alla versione in lingua francese, condotta sul dossier di
Julien Leroy: Thodore Stoudite, Les Grandes Catchses (Livre I), les pigrammes
(I-XXIX), prcedes dune tude de Julien Leroy sur le monachisme stoudite,
Prsentation, traduction et notes par F. de Montleau, Abbaye de Bellefontaine
2002 (Spiritualit orientale, 79). Si vedano le osservazioni di O. Delouis, Le stou-
dite, le bnedictin et les Grandes Catchses: autour de la traduction franaise dun
texte grec indit, in Revue des tudes byzantines 61 (2003), pp.215-226.
(12)Il progetto di editare lintero corpus dei libri I-III per la collezione delle
Sources chrtiennes stato di recente presentato da Olivier Delouis e Vincent
Droche. Ringrazio vivamente il collega Delouis per avermene trasmesso notizia.
Osservo che lipotesi, formulata da Julien Leroy (Leroy, tudes sur les Grandes
Catchses cit., pp. 88-91) di collocare in Italia meridionale lAmbr. E 101
sup.risulta, a mio parere, erronea: S. Luc, La produzione libraria, in Byzantino-
Sicula, VI: La Sicilia e Bisanzio nei secoli XI e XII. Atti delle X Giornate di Studi
dellAssociazione Italiana di Studi Bizantini, Palermo, 27-28 maggio 2011, a cura
di R. Lavagnini - C. Rognoni, Palermo 2014 (Istituto Siciliano di Studi Bizantini e
Neoellenici B. Lavagnini. Quaderni, 18), pp.131-174: 137 n. 20.
(13)Della ricca bibliografia mi limito qui a segnalare soltanto A. Pertusi,
Rapporti tra il monachesimo italo-greco e il monachesimo bizantino nellal-
to medioevo, in La Chiesa greca in Italia dallVIII al XVI secolo. Atti del
Convegno storico interecclesiale, Bari, 30 aprile-4 maggio 1969, II, Padova
1972, pp. 473-520; id., La spiritualit grco-byzantine en Italie mridio-
nale, in Dictionnaire de Spiritualit, VII, Paris 1971, coll. 2193-2206 ;
G. Penco, Tradizioni ed influssi dellOriente monastico nellItalia medievale, in
S. Benedetto e lOriente cristiano. Atti del Simposio tenuto allabbazia di Novalesa
(19-23 maggio 1980), Novalesa 1981, pp. 203-214; E. Morini, Il monachesimo
italo-greco e lecumene monastica greco-orientale tra unit di ispirazione e partico-
larit locali, in Il monachesimo dOriente e dOccidente nel passaggio dal primo al
secondo millennio. Atti del Convegno Internazionale, Grottaferrata, 23-25 settem-
bre 2004, Grottaferrata 2009 ( , 6), pp.121-157; id., Riflessi
98 Santo Luc

soltanto i typik dei vari monasteri(14), ma anche, e soprattutto, i ma-


noscritti superstiti.
Delle Piccole Catechesi la Calabria bizantina largamente intesa
con le sue propaggini nella Lucania meridionale e nelle zone campano-la-
ziali percorse dalliter geostorico del movimento monastico di Nilo da
Rossano ha conservato ben nove esemplari, datati o databili dalla met
ca. del secolo X al primo quarto del secolo XI e dislocati fra Calabria
e luoghi della peregrinazione niliana(15), ad eccezione dellattuale Vat.
gr. 2029 la cui copia, come da sottoscrizione, invece, venne ultimata
nel 1090 dal monaco Luca nel monastero dei Ss. Elia e Anastasio di
Carbone, in provincia di Potenza (Basilicata)(16).
Anche il monachesimo di et normanna rimase conforme al modello
cenobitico di Studio. Delle Grandi Catechesi, diffuse in unedizione in
due libri che, come gi detto, propria dellmbito calabro-siculo, dal me-
desimo ambiente culturale e religioso provengono undici esemplari, tutti
datati o databili dal 1086 (Sinait. gr. 401) alla met piena del secolo XII e
vergati nelle note stilizzazioni di Rossano e di Reggio (stile rossanese e
stile di Reggio o dello Stretto) o nella stilizzazione di tipo Scilitze(17).

metropolitani nel monachesimo greco dellItalia bizantina e normanna, in Riflessi


metropolitani liturgici, agiografici, paleografici, artistici nellItalia meridionale. Atti
della giornata di studi presso il Pontificio Istituto Orientale, 18 maggio 2010, a
cura di V. Ruggieri L. Pieralli G. Rigotti, Roma 2014 (Orientalia Christiana
Analecta, 296), pp.173-195.
(14)T. Minisci, I Typik liturgici dellItalia bizantina, in Bollettino della
Badia greca di Grottaferrta, n.s. 7 (1953), pp. 97-104; P. Rougeris, Ricerca bi-
bliografica sui Typik italo-greci, in Bollettino della Badia greca di Grottaferrata,
n.s. 27 (1973), pp.11-42. Sul significato polivalente del termine utile consultare
A.A. Thiermeyer, Das Typikon-Ktetorikon und sein literaturhistorischer Kontext, in
Orientalia Christiana Periodica 58 (1992), pp.475-513: 477-482.
(15)J. Leroy, Les Petites Catchses de S. Thodore Studite, in Le Muson
71 (1958), pp. 329-358: 338 e n. 39 [rifluito in id., tudes sur le monachisme
byzantin, Textes rassembls et prsents par O. Delouis, Bgrolles-en-Mauges
2007 (Spiritualit orientale. Monachisme primitif, 85), nr. 6]; id., tudes sur les
Grandes Catchses cit., pp. 125-208 (con lavvertenza che non considero italo-
greco lAmbr. E 101 sup.: cf. supra, n. 12); S. Luc, Scritture e libri della scuola
niliana, in Scritture, libri e testi nelle aree provinciali di Bisanzio. Atti del semi-
nario di Erice (18-25 settembre 1988), I, a cura di G. Cavallo G. De Gregorio
M. Maniaci, Spoleto 1991, pp.319-387: 371-372.
(16)Cf. infra, n. 67 e relativo contesto.
(17)Si veda ora Luc, La produzione libraria, cit., p. 137 e n. 20. Circa Il
Messan. gr. 63 (ff. 2-4) + Matrit. Vitr. 26-2 (ff. 5-6), allestito verosimilmente
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 99

Un testimone dellopera di Teodoro ( ), inoltre, annove-


rato fra i libri che il monaco Gerasimo don verso gli anni Trenta del
secolo XII al monastero dei Ss. Pietro e Paolo di Arena, in Calabria(18).
Pare opportuno ricordare, daltro canto, come le abbazie cosiddette
basiliane di Calabria abbiano custodito almeno sino al secolo XV
diverse copie, tredici in tutto, delle Catechesi: ne attestata, infatti,
una in ciascuno dei monasteri di S. Anastasia, S. Maria di Terreti,
S. Maria di Trapezzomata, S. Angelo di Tuccio, S. Pantaleone di Gerace,
S. Giovanni Terista, Ss. Pietro e Paolo di Arena, S. Gregorio di Stalett,
S. Maria del Carr(19); mentre a S. Nicola di Flagiano e a S. Nicola di
Calamizzi le rispettive collezioni librarie ne registrano due copie (20).
Parimenti, gli inventari del secolo XVI relativi ai monasteri italogreci
di Calabria e Sicilia annoverano volumi latori delle stesse Catechesi a
S. Maria Hodigitria di Rossano e a S. Bartolomeo di Sinopoli in Calabria(21);
in Sicilia, invece, nelle collezioni librarie dei monasteri di Ss. Pietro e
Paolo dAgr, S. Filippo di Fragal o di Demenna, S. Angelo di Brolo(22),

nella stessa Messina da uno scriba anonimo che adoper la minuscola di tipo
Scilitze, si veda S. Luc, Il Gerontikn Vat. gr. 858 e la minuscola di tipo
Scilitze, in Rivista di studi bizantini e neoellenici, n.s. 46 (2009), pp. 193-224
(con 8 tavv.): 214 e tav. 3.
(18)S. Luc, Una donazione al monastero dei SS. apostoli Pietro e Paolo di
Arena, in Calabria (1184-1185), in Sit liber gratus, quem servulus est operatus.
Studi in onore di Alessandro Pratesi per il suo 90 compleanno, I, a cura di
P.Cherubini G. Nicolaj, Citt del Vaticano 2012 (Littera Antiqua, 19), pp.317-
336: 326.
(19)Le Liber Visitationis dAthanase Chalkopoulos (1457-1458). Contribution
lhistoire du monachisme grec en Italie mridionale, par M.-H. Laurent
A. Guillou, Citt del Vaticano 1960 (Studi e testi, 206), pp.34, 30; 37, 7; 53, 20;
62, 10; 83, 13; 92, 26-27; 115, 30; 119, 11; 127, 10-11.
(20)Ibid., pp.131, 22 e 32; 40, 35 e 41, 27.
(21)G. Mercati, Per la storia dei manoscritti greci di Genova, di varie badie
basiliane dItalia e di Patmo, Citt del Vaticano 1935 (Studi e testi, 68), pp.311
e 305. Il manoscritto conservato nella collezione di S. Maria (= Patr) con la
segnatura Libro 79 lattuale Vat. gr. 2094: cf. infra, II, nr. 5.
(22)Mercati, Per la storia cit., pp.258, 267, 249 e n. 1. Il manoscritto custodito a
S. Filippo certamente lattuale Scor. X.II.16, latore delle Grandi Catechesi e
vergato nella prima met del secolo XII in una grafia assai affine al cosiddetto
stile rossanese, cf. S. Luc, Dalle collezioni manoscritte di Spagna: manoscritti
originari o provenienti dallItalia greca medievale, in Rivista di studi bizantini e
neoellenici, n.s. 44 (2007) [= Ricordo di Lidia Perria, III], pp.39-96: 75-76, tav.17;
il cimelio appartenuto a S. Angelo di Brolo, invece, lattuale Scor. X.III.11,
100 Santo Luc

Ss. Pietro e Paolo di Itla(23). Non solo, fra i libri del monastero dei Ss. Elia
e Anastasio di Carbone registrato nel secolo XV un libro di Catayisis,
verosimilmente le Catechesi di Teodoro di Studio(24).
Non fu estraneo al modello studita neppure il monachesimo di
Terra dOtranto il Typikn di Casole, ultimato nel 1173 e ora custodito
nel Taur. C III 17, conserva gli Epitimia e le Hypotiposeis di Teodoro n
ovviamente quello di Grottaferrata, la cui labbazia fondata da s. Nilo
da Rossano e dedicata alla Theotokos intrattenne sin dalla fondazione
rapporti fecondi col monachesimo di Studio(25).

II. I manoscritti italogreci delle Piccole Catechesi

Fra le numerose copie delle Piccole Catechesi (150 ca.), lItalia


meridionale ellenofona ha trasmesso sino a noi ben nove esemplari, il
cui elenco stato allestito per la prima volta da Julien Leroy(26), il com-

anchesso del secolo XII e latore delle Grandi Catechesi, che tuttavia venne esem-
plato ed ultimato dal chierico Pietro di Paleocastro il 17 marzo 1155 (o 1160)
per le esigenze dellabbazia di S. Filippo: ibid., p. 75 e tav. 16, nonch S. Luc,
Teodoro sacerdote, copista del Reg. gr. Pii II 35. Appunti su scribi e committenti
di manoscritti greci, in Bollettino della Badia greca di Grottaferrata, n.s. 55 (2001),
pp. 127-163: 152-154. Sui due cimeli dellEscorial si veda anche G. de Andrs,
Catlogo de los Cdices Griegos de la Real Biblioteca de El Escorial, Madrid 1965,
pp.287-290 e 313-316; Leroy, tudes sur les Grandes Catchses cit., pp.125-130
e 130-135.
(23)P.Batiffol, Labbaye de Rossano. Contribution lhistoire de la Vaticane,
Paris 1891, p.143 e, con riferimento al cimelio di Agr, ibid., p.150.
(24)Le Liber Visitationis cit., pp. 152-158: 155. Il volume potrebbe essere
identificato collattuale Crypt. ..IX (ff. 24-31) o piuttosto col gi menzionato
Vat. gr. 2029, per i quali cf. infra, II, nrr. 8-9.
(25)Luc, La produzione libraria, cit., pp. 143-144 e nn. 46-47 (con biblio-
grafia). Circa le relazioni Grottaferrata/Studio cf. id., Le di Bartolomeo il
Giovane, IV egumeno di Grottaferrata, conservate nellAngel. gr. 41, in
9 (2012) [= . Mlanges Andr Guillou, II, tudes runies par
L. Benou C. Rognoni], pp.81-121: 85-92 (con bibliografia).
(26)Oltre alla voce bibliografica segnalata sopra alla nota 15, cf. alme-
no J. Leroy, Un tmoin ancien des Petites Catchses de Theodore Studite, in
Scriptorium 15 (1961), pp. 36-60 [= id., tudes sur le monaschisme cit., nr. 9];
id., La rforme studite, in Il monachesimo orientale. Atti del Convegno di Studi
orientali (...), Roma, 9-12 aprile 1958, Roma 1958 (Orientalia Christiana Analecta,
153), pp.181-214; id., Saint Thodore Studite, in Thologie de la vie monastique.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 101

pianto monaco benedettino che a s. Teodoro, al monachesimo studita


e alla produzione manoscritta delIItalia medievale di lingua greca ha
dedicato una nutrita serie di studi fondamentali, nel complesso validi
ancora oggi.
Qui di seguito viene riproposta la lista dei testimoni italogreci
superstiti essi rappresentano un ramo privilegiato della tradizione
manoscritta , di cui si fornisce di volta in volta qualche osservazione
di carattere codicologico-paleografico e contenutistico. NellAppendice a
questo lavoro (infra, pp.154-162), inoltre, sono state registrate le rubri-
che liturgiche che scandiscono la lettura delle catechesi.

1. Citt del Vaticano, biblioteca apostolica vaticana, Vat. gr. 1810.


Il cimelio, pergamenaceo, misura mm 218 140 ca., conserva un
ossia gli officia liturgici della vigilia delle grandi festivit
del Signore e quelli delle Grandi Ore e risulta vergato su membrane
palinseste da una mano, finora giudicata anonima, databile al secolo
XIII, la quale adopera il cosiddetto stile di Reggio (tav. 1)(27). Il nome
del copista, non segnalato finora fra gli amanuensi italomeridionali,
occorre a f. 122r. Ritengo, infatti, che la scritta , sebbene
linchiostro sia di colorazione meno intensa del carminio utilizzato per
il testo, i titoli e i dodecasillabi di f. 132r ()
(leg. ) / /
(leg. . ) , sia della stessa mano
che ha vergato lintero manoscritto per le esigenze del proprio mona-
stero(28). La proposta di sciogliere labbreviazione del cognome in

tudes sur la Tradition patristique, Lyon 1961 (Thologie, 49), pp. 423-436; id.,
Studitisches Mnchtum. Spiritualitt und Lebensform, Graz-Kln-Wien 1969
(Geist und Leben des Ostkirche, 4).
(27)Per una descrizione accurata si rinvia a P. Canart, Codices Vaticani
Graeci. Codices 1745-1962, I, in Bibliotheca Vaticana 1970, pp. 178-180. Nel
tessuto grafico spicca la singolare legatura epsilon-csi (cf., e.g., ff. 12v, 30v), che
occorre analoga, pur trattandosi di tre distinti scribi, sia nel Tetravangelo Casan.
165 sia nel Triodio Crypt. ..IV (gr. 114), entrambi realizzati in stile di Reggio
e databili al secolo XIII. Segnalo, infine, che i ff. 134 + 133, latori di un fram-
mento di Lezionario evangelico, sono databili al secolo XII, essendo vergati nel
cosiddetto stile rossanese. Aggiunte posteriori (sec. XV o XVI) di mano italogreca
occorrono a f. IVv (macarismi).
(28)Si desume dal fatto che il copista nelle ectenie ricorda il nostro santo
padre e archimandrita (f. 75r).
102 Santo Luc

Tav. 1 Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. gr. 1810, f. 103r.


La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 103

si fonda sul fatto che il patronimico attestato in diocesi di


Oppido(29), dove il manoscritto circol nel secolo XIV(30).
Nella scriptio inferior (parte B), databile al secolo X e di mano
del monaco Leone il medesimo che verg
fra il settembre e lottobre del 953 (ff. 76v e 103r: tav. 1) anche una
collezione agiografica premetafrastica (scriptio inferior, parte A dello
stesso codice contenitore) sono conservate le Piccole Catechesi(31).
La scrittura di Leone, minuta, diritta, sospesa al rigo, ricca di lega-
menti (fra i quali, oltre alla legatura epsilon-rho ad asso di picche,
segnalo quelli di alpha-csi o epsilon-csi, ma pure laccostamento del
sigma maiuscolo lunato con il gruppo a creste rialzate ypsilon-ny),
mostra affinit palesi con la cosiddetta minuscola ad asso di picche,
pur non essendo assai dissimile da quella, coeva, che lo scriba Marco
utilizz nella copia del Vat. gr. 2022 (ff. 1r-205v: an. 953/954), latore
di testi agiografici e delle Pandette di Antioco Monaco(32), ovvero,

(29)A. Guillou, La Thotokos de Hagia-Agath (Oppido) (1050-1064/1065),


Citt del Vaticano 1978 (Corpus des actes grecs dItalie du Sud et de Sicile.
Recherches dhistoire et de gographie, 3), nr. 23 (an. 1053), pp.103-105.
(30)Il cimelio venne donato nel 1363 alla chiesa cattedrale di Oppido dal
diacono Nicola al fine di ottenere la salvezza celeste, come si desume dallan-
notazione di f. 132r. Se ne veda la trascrizione integrale in Canart, Codices cit.,
p.180. E daltro canto, forse non del tutto fortuito che nelle commemorazioni
dei viventi il diacono menzioni, fra gli altri, ora larcivescovo (ff. 13r, 49v, 68v,
75r e 103v), ora il vescovo (ff. 41v e 58r). La citt di Oppido venne elevata a sede
vescovile certamente prima del settembre 1051: Guillou, La Thotokos cit., p.20.
(31)P.Canart, Le palimpseste hagiographique du Vaticanus gr. 1810, in Analecta
Bollandiana 87 (1969), pp. 109-114 ; id., Codices cit., pp. 181-182; P. Speck,
Theodoros Studites: Jamben auf verschiedene Gegestnde. Einleitung, kritischer
Text, bersetzung und Kommentar, Berlin 1968 (Supplementa Byzantina, 1),
p.22 e 59 (stemma, da cui si evince che il codice [V3] appartiene alla famiglia
calabro-bizantina assieme allOtt. gr. 251 [O], al Neap. II B 20 [N], al Vat.
gr. 2029 [V4], nonch al Messan. gr. 83 [Me] e al Sinait. gr. 401 [S]).
(32)Paul Canart inserisce la scrittura di Leone fra le manifestazioni grafi-
che che prefigurano la minuscola ad asso di picche: P. Canart, Le problme du
style dcriture dit en as de pique dans les manuscrits italo-grecs, in Atti del 4
Congresso storico calabrese, Napoli 1969, pp.55-69: 56, 68, 64 n. 17 [= id., tudes
cit., I, pp. 215-229: 216, 224 n. 17, 228]; quanto al Vat. gr. 2022 si rimanda
soltanto a Repertorium der griechischen Kopisten 800-1600, 3. Teil: Handschriften
aus Bibliotheken Roms mit dem Vatikan, I-III, Erstellt von E. Gamillscheg unter
Mitarbeit von D. Harlfinger P.Eleuteri, Wien 1997, nr. 435. Cf. anche, infra,
pp.137-141.
104 Santo Luc

soprattutto, con quella che esibisce il Giovanni Damasceno Ambr. Q


2 sup.(33) Lornamentazione, tradizionale, consiste in fregi a nastri
intrecciati o in iniziali maggiori, a tratto doppio, talora zoomorfiche,
colorate in arancione o rosso mattone(34).

2. Milano, Biblioteca Ambrosiana, Ambr. C 2 sup.

Misurante mm 195 150, il manoscritto, databile al secolo X ex.,


risulta vergato da un anonimo amanuense in una minuscola posata e
diritta, dal tratteggio rotondo-quadrato, che pu essere ricondotta al
filone delle manifestazini grafiche della cosiddetta scuola niliana, cui
rimandano lornamentazione e i connotati codicologici(35).

(33)Di mm 205 165 (128 x 110), esso consta di ff. 240, ripartiti in qua-
ternioni numerati in cifre greche maiuscole e incisi con sistema 2 Leroy su
tipo 00C2 con 22 righe. I ff. 1 e 241, palinsesti (sec. X ex.), sono latori di un
frammento di Sticherario e risultano vergati nel Salento in otrantina barocca
del secolo XIII. Confezionato in mbito calabro-lucano verso la met del se-
colo X, il manufatto fu poi conservato in Terra dOtranto. Qui vennero rifatte
alcune iniziali (sec. XII/XIII: ff. 107v, 139v), riempiti di rosso i nuclei di nu-
merose lettere e apposte (sec. XIII) varie annotazioni testuali da mano educata
alla prassi scrittoria salentina (ff. 14r [ultime due righe della col. b], 17v, 20v,
22r, 24r, 25v-26v, 27v, 30r, 32v, 34r, 63v, 65v, 193v, 198v, ecc.). Altre annotazioni
seriori salentine (sec. XVI) sono vergate in greco-romanzo: e.g. (f. 10v)
che glossa la parola del testo. Cf. Ae. Martini D. Bassi,
Catalogus codicum graecorum Bibliothecae Ambrosianae, I-II, Mediolani 1906, II,
pp.737-738; B. Kotter, Die Schriften des Johannes von Damaskos, II: Expositio
fidei, Berlin-New York 1973 (Patristische Texte und Studien, 12), p. xxxv
(nr. 306); S. Luc, Il libro bizantino e postbizantino nellItalia meridionale, in
Territori della cultura 10 (2012), pp. 25-76 [rist. anche in Scrittura e libro nel
mondo greco-bizantino. Atti del corso, Ravello, Villa Rufolo, 6-9 Novembre 2007, a
cura di C. Casetti Brach, Ravello 2012, pp.25-76: 51 e n. 116].
(34)Si vedano le iniziali maggiori alpha od omicron a forma di pesce (ff.14v,
25v, 27v, 34v, 38v, 52r, 54v, 66v, 84v, 90v) ovvero alpha ad uccello (ff. 30v, 78v,
95v).
(35)S. Luc, Lapporto dellItalia meridionale alla costituzione del fondo greco
dellAmbrosiana, in Nuove ricerche sui manoscritti greci dellAmbrosiana. Atti
del Convegno, Milano, 5-6 giugno 2003, a cura di C.M. Mazzucchi C. Pasini,
Milano 2004, pp. 191-242: 217 e tav. XXVI (= p. 234); quanto al contenuto cf.
Martini Bassi, Catalogus cit., I, pp.176-177; C. Pasini, Inventario agiografico dei
manoscritti greci dellAmbrosiana, Bruxelles 2003 (Subsidia hagiographica, 84),
pp. 32-34; O. Delouis, Le Testament de Thodore Stoudite est-il de Thodore?, in
Revue des tudes byzantines 66 (2008), pp.173-190: 188.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 105

3. Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale, Crypt. ..XIII,


ora gr. 36.

Il manufatto di ff. 169 (mm 188 150 ca.) quasi interamente


palinsesto (ff. 4-169), contiene cathismata per lufficiatura domenicale,
venne allestito nella seconda met del secolo XIV in milieu calabro-luca-
no e pervenne a Grottaferrata nel primo trentennio del secolo XVIII(36).
Il codex antiquior, Crypt. ..XIII (a), al quale lo ieromonaco Antonio
Rocchi diede la segnatura Crypt. ..XXI(37), risulta vergato nellultimo
quarto del secolo X in minuscola niliana da due distinte mani e veicola
la Parva Catechesis e altri scritti di Teodoro di Studio o a lui collegati,
come emerge dalla puntuale ricostruzione che delle inferiores ha fornito
Edoardo Crisci(38).

4. Citt del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. gr. 1214.


Il codice (mm 221 180), vergato in minuscola niliana del secolo
X/XI, stato oggetto di un recente studio monografico, al quale dunque
mi sia permesso qui di rinviare(39).

5. Citt del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. gr. 2094.


Gi Bas. 133, il manoscritto, di ff. 125 misuranti mm 210 158
(148 109) ca.(40), esibisce il consueto tipo di rigatura 00C2 Leroy

(36)A. Rocchi, Codices Cryptenses seu Abbatiae Cryptae Ferratae in Tusculano,


Tusculani 1883, p.418; E. Crisci, I palinsesti di Grottaferrata. Studio codicologico
e paleografico, I-II, Napoli 1990: I, pp. 44-45 (con bibliografia); II, tavv. 85-88;
S. Luc, Su origine e datazione del Crypt. ..VI (ff. 1-9). Appunti sulla collezione
manoscritta greca di Grottaferrata, in Tra Oriente e Occidente. Scritture e libri greci
fra le regioni orientali di Bisanzio e lItalia, a cura di L. Perria, Roma 2003 (Testi
e studi bizantino-neoellenici, 14), pp.145-224: 190.
(37)Rocchi, Codices Cryptenses cit., p.105. Allo ieromonaco di Grottaferrata
si deve anche una prima, parziale trascrizione del palinsesto che, utilizzata poi
da G. Cozza Luzzi per la sua edizione, consegna il Crypt. ..LIV (gr. 360): ibid.,
pp.127-128.
(38)Crisci, I palinsesti di Grottaferrata cit., I, pp.183-192. Si veda anche Luc,
Sul Teodoro Studita cit., p.248 e n. 11.
(39)S. Luc, Interferenze linguistiche greco-latine a Grottaferrata tra XI e XII
secolo, in Scritti paleografici e papirologici in memoria di Paolo Radiciotti, a
cura di M. Capasso M. De Nonno, Lecce 2015, pp.295-331: 303-311 e tavv. 1-2
(= pp.328-329).
(40)La misurazione stata effettuata sul f. 10.
106 Santo Luc

con 31 righe, che risulta inciso con sistema 2 Leroy. Lintercolumnio


misura mm 7. I quaternioni, incompleti, cominciano col lato carne.
Lornamentazione presenta il solito repertorio di iniziali maggiori a dop-
pio tratto, colorate in giallo, arancione, rosso mattone, verde, marrone
argentato (f. 48v), marrone. I titoli sono sopralineati di giallo ocra o di
verde. Fra le iniziali si segnalano i tipi dellalpha potence(ff. 18v,
38v, 44v, 50v, ecc.), alpha en pic(ff. 19v, 48v) e alpha ittiomorfico
(f.65v).
La trascrizione venne eseguita da due distinti amanuensi. Allo
scriba A (tav. 2), che adopera frequentemente il cosiddetto chiodo
Follieri(41) a lui occorre attribuire anche la copia del Vat. gr. 2092
(Climaco, Nilo dAncira, Historia Lausiaca)(42) , spetta la copia dei ff.1r-
80v e 82v lin. 19 (ab )-215v; a B (tav. 3), invece, quella dei ff. 80v,
col. b, lin. 23 (a [corretto sup. lin. dallo stesso
copista in ] .) - 82v, col. a, lin. 18 (usque ad
). Entrambi adoperano una minuscola angolosa
della fine del secolo X annoverabile fra le manifestazioni grafiche della
scuola niliana. Pi in particolare, la grafia del copista B, sospesa al rigo,
presenta come ad esempio nel Vat. gr. 2084 (ff. 1r-5v, 6r-36v; e soprat-
tutto ff. 186v-208v) o nel Vat. gr. 1607 (ff. 1r-150v) nei quali si alterna
con la minuscola ad asso di picche, o ancora nel Crypt. ..I (gr. 174)(43)
, asse diritto, modulo piccolo, disegno quadrato con aste allungate e

(41)Sul noto segno di pausa si rimanda alla puntuale messa a punto, con
bibliografia precedente, di F. DAiuto, Chiodo, point and hook, but: metamorfosi
di un segno interpuntivo fra Bisanzio, lItalia e il Caucaso, in Per Gabriella. Studi
in ricordo di Gabriella Braga, II, a cura di M. Palma C. Vismara, Soveria Mannelli
2013, pp.575-599.
(42)Luc, Scritture e libri della scuola niliana, cit., pp. 333 e n. 57, 371 e
n. 237.
(43)Circa il Criptense si vedano i facsimili editi presso Luc, Su origine
e datazione cit., tav. 25; id., San Nilo e la scuola calligrafica niliana, in San
Nilo di Rossano e lAbbazia greca di Grottaferrata. Storia e immagini, a cura
di F. Burgarella, Roma 2009, pp. 101-116 : 108 ; quanto al Vat. gr. 1607 cf.
G. De Gregorio, Osservazioni ed ipotesi sulla circolazione del testo di Aristotele tra
Occidente e Oriente, in Scritture libri e testi cit., I, pp.475-498: 480-481 e tavv. 8-9;
per il Vat. gr. 2084, un codice composito formato da tre unit codicologiche ben
distinte (I: ff. 1-80; II: ff. 81-156, interamente esemplati in asso di picche; III:
157-208), cf. E. Follieri, Attivit scrittoria calabrese nei secoli X-XI, in Tradizione
di piet e tradizione scrittoria nella Calabria greca medievale, Reggio Calabria
1983, pp.103-142: 134 (Fig. 4).
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 107

Tav. 2 Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. gr. 2094, f. 29r.


108 Santo Luc

Tav. 3 Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. gr. 2094, f. 81v.


La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 109

tendenti alla compressione; quella dello scriba B, invece, serrata, fitta,


e contraddisinta da aste allungate con apicature terminali(44).
Per i titoli, entrambi i copisti utilizzano una maiuscoletta affine
allogivale inclinata.
Quanto al contenuto, il manufatto, assai lacunoso, conserva allo
stato attuale: (ff. 1r-8v) cat. 1-8 (la cat. 8 termina mutila con le parole
: Auvray, ed. cit., p. 23, 27); (ff. 11, 9, 13-16,
10 e 12): cat. 40-47, precisamente da ]
della cat. 40 (ibid., p.149, 57) sino a [
della cat. 47 (ibid., p.173, 56); (ff. 17-102r) cat. <55>-134 (cat. 55
mut. ab ] : ibid., 198, 19). Seguono poi:
(f. 102) sei versi ( ... : Auvray, p.lvi); (ff. 102r-106v)
il Testamentum (inc. ): BHG 1759; PG 99, coll. 1813-1824 ;
Delouis, Le testament cit.; (ff. 106v-114v) lEncyclica di Naucrazio de
obitu s. Theodori (inc. ): BHG 1756; PG 99, coll. 1825-1849;
(ff. 115r-116v, 119r-120v) carmi vari: Speck, Theodoros Studites cit., ad
loc.; PG 99, col. 1789-1804, nrr. 25-30, 34-35, 40, 42-44, 48, 54, 58, 94,
97-99, 106, 95; (ff. 116v-117r, 121r-125v) Ipotiposi: PG, 99, coll. 1704 B -
1720 B 8; (ff. 117-118) una scelta di giambi: PG 99, coll. 1780 C - 1781
C4; (118r) : BHG 1756a; Auvray, p.lvi; (f. 118r-v) Epigramma
in obitum s. Theodori (inc. ): BHG 1758; PG 99, coll. 105-108.
Pare opportuno registrare ancora che sul f. 29r (cat. 68) si notano
tre diverse occorrenze di interferenze linguistiche, dovute a tre distinte
mani (tav. 2): la prima, databile grosso modo al secolo XV, aggiunse
sul margine superiore del foglio i(n) uere, traduzione di che
precede il titolo della stessa catechesi; la seconda, invece, che occorre
alla fine del titolo in maiuscola della medesima catechesi, ne volse in
latino linizio ... ): q(uonia)m hyems, con accento acuto sulla
y(45); la terza, infine, per la cui datazione proporrei il secolo XIII ex.,
ritocc in senso goticheggiante liniziale maggiore alpha e aggiunse, in

(44)Fra le lettere caratteristiche si segnalano le forme di zeta a sampi, di


csi con svolazzo finale volto a destra, gamma appuntito con trattino, il segno ta-
chigrafico per , angoloso e desinente con uncino a destra, lambda maiuscolo,
che non risultano adoperati dalla mano A.
(45)Ringrazio la collega Emma Condello per aver confortato, pur in pre-
senza di un campione cos limitato, le datazioni proposte per le annotazioni in
latino. Si avverte anche che una mano pi tarda ripassa alcune linee o brani delle
catechesi: ff. 27r, col. b; 32v, coll. a e b.
110 Santo Luc

prossimit della stessa iniziale, p(rae)t(er)iit, riferito allinverno oramai


trascorso.
Si rileva, da ultimo, che il manoscritto proviene dalla collezione
manoscritta del monastero di S. Maria Hodigitria di Rossano Calabro
(= Patr)(46), dove parrebbe conservato sin dal secolo XIV/XV, epoca alla
quale risale laggiunta di uno stichero in onore di s. Bartolomeo vero-
similmente Bartolomeo da Simeri, il fondatore del cenobio che venne
stilata da mano calabra sul margine inferiore di f. 125v(47).

6. Citt del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Ott. gr. 251.


Al noto cimelio, vergato in minuscola niliana in mbito campa-
no-laziale nellultimo quarto del secolo X e assegnabile al calamo del

(46)Sul margine superiore di f. 1r occorre la nota Libro .79. Theodoro de


Constitutioni, che, come ha mostrato Giovanni Mercati, contraddistingue i
cimeli della celebre abbazia calabrese: Mercati, Per la storia cit., pp. 309-312:
311. Cf. anche Batiffol, LAbbaye cit., p.64.
(47)Se ne propone qui una prima trascrizione: , () ,
() () () ()
() () () -
() () ()
(). Corretti tacitamente gli errori fonetici, di accentazione e di gramma-
tica e sintassi, possiamo proporre la seguente lettura: , ,
* * *
* * , * *
* .* * .
Lo stichero, intonato sul IV modo plagale e dedicato a s. Bartolomeo, inedito;
esso, tuttavia, come mi comunica la collega Donatella Bucca che qui ringrazio,
pubblicato, ma con variazioni e piccoli adattamenti, sia nelledizione romana
dei Menei, dove per dedicato a s. Marcello (29 dicembre), sia nellHorologion,
dove invece dedicato a s. Romano il Melodo (1 ottobre): cf. rispettivamente
, I-VI, 1888-1901: II, p.718; ,
1876, p.137. Si veda anche H. Follieri, Initia hymnorum Ecclesiae Graecae,
IV, Citt del Vaticano 1963 (Studi e testi, 214), p. 459. Di un qualche interesse
tanto per i dialettologi quanto per gli storici della cultura sono le annotazioni in
greco-romanzo che, aggiunte nel corso del secolo XV, testimoniano ancora una
certa pratica di lettura: ff. 3r, 3v, 4v, 5r. Fra di esse segnalo qui soltanto: -
, (f. 3r) che postilla l della catechesi, ovvero
(f. 3v) o che glossano rispettivamente
e del testo catechetico.
Infine, sul margine superiore di f. 125v occorrono le probationes calami:
, () () () .
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 111

copista Arsenio, Enrica Follieri ha dedicato un pregevole studio mono-


grafico, nel quale il lettore trover una descrizione pressoch esausti-
va(48). Qui ci si limita a ribadire con lillustre bizantinista che il testo del
manoscritto stato corretto, sulla base del Vat. gr. 635, dal dotto belga
Johannes Livineius (Jan Lievens: 5.1.1599)(49), cui spetta il merito di
aver pubblicato utilizzando, oltre allOttoboniano e al menzionato
Vat. gr. 635, anche lattuale Vat. gr. 634(50) una traduzione latina delle

(48)E. Follieri, Due codici greci gi cassinesi oggi alla Biblioteca Vaticana: gli
Ott. gr. 250 e 251, in Palaeographica Diplomatica et Archivistica. Studi in onore di
Giulio Battelli, I, Roma 1979 (Storia e Letteratura. Raccolta di studi e testi, 139),
pp.159-221: 200-212 [rist. in ead., Byzantina et Italograeca. Studi di filologia e di
paleografia, a cura di A. Acconcia Longo L. Perria A. Luzzi, Roma 1997 (Storia
e Letteratura. Raccolta di studi e testi, 195), pp. 273-336: 281-283, 311-320, da
cui dora in poi si cita]. Si veda anche Repertorium der griechischen Kopisten
cit., III, nr. 49. Il manufatto ff. II.102 (+ 1a), mm 260 190 (198 x 133) [f. 15],
rigatura di tipo 00C2 con 44/46 righe; intercolumnio mm 11 ca., sistema 2 Leroy,
quaternioni numerati in alto a destra da <> a proviene da Montecassino
(f. 2r) e, prima di giungere nel fondo Ottoboniano, fece parte della collezione
libraria manoscritta di Marcello Cervini ( 1555 ) e poi del cardinale Guglielmo
Sirleto ( 1584), ove occupava la segnatura 51, che compare ancora oggi sul
margine superiore interno di f. 1r, cf. ora S. Luc, La silloge manoscritta greca di
Guglielmo Sirleto. Un primo saggio di ricostruzione, in Miscellanea Bibliothecae
Apostolicae Vaticanae, XIX, Citt del Vaticano 2012 (Studi e testi, 474), pp.317-
355: 330.
(49)Su tutto ci cf. Follieri, Due codici cit., pp. 315-320; O. Delouis, Le
Testament de Thodore Stoudite: dition critique et traduction, in Revue des tudes
byzantines 67 (2009), pp.77-109: 79 e n. 15. Le correzioni del Livineius, indicate
con opportuni segni di rinvio, occorrono sui margini dei fogli; cf., e.g., i ff. 6v, col.
a, lin. 24; 11r, col. b, lin. 14; 13v, col. a, lin. 5 ab imo; 25r, col. a, lin. 11; 32v, col.
a, lin. 16 ab imo; 38r, col. b, lin. 24; 41r, col. b, lin. 22; 41v, col. a, lin. 5 ab imo;
48r, col. a, lin. 15 ab imo; 57v, col. a, lin. 8 ab imo; 61r, col. b, lin. 12 ab imo; 64r,
col. a, lin. 11 ab imo; 67r, col. a, lin. 33; 68v, col. a, lin. 8 ab imo, e col. b, lin. 6;
73r, col. a, lin. 22. I suoi emendamenti, invece, sono segnalati con la lettera latina
p seguita da un punto: cf., ad esempio, ff. 5v, col. a, lin. 7 ab imo; 6r, col. b, lin.
18; 7v, col. a, ultima lin.; 9v, col. a, lin. 9; 11r, col. b, lin. 14; 34r, col. b, lin. 12.
Un comportamento grosso modo analogo segue anche il noto scriba e correttore
della Vaticana, Matteo Devaris, il quale sovente firma i suoi interventi con la
lettera M maiuscola, sormontata da una t minuscola e seguita da puto: cf.,
ad esempio, il caso del Sesto Empirico Vat. gr. 1338 (prima parte), ff. 26r-146v.
Questultimo costituisce un nuovo recupero allattivit dellamanuense, per la
quale si rimanda a Repertorium der griechischen Kopisten, III, cit., nr. 440.
(50) opportuno rammentare che il Vat. gr. 635 ascrivibile al fertile calamo
di Giovanni Onorio da Maglie: Follieri, Due codici cit., pp. 313-314; quanto,
112 Santo Luc

Piccole Catechesi, apparsa postuma ad Anversa nel 1602 e rifluita poi


nella Patrologia Graeca del Migne(51).
Osservo, inoltre, che lo stesso copista Arsenio aggiunse sui margini
dellOttoboniano alcune correzioni e/o scolii glossematici (cf. infra,
pp.141-142).

7. Napoli, Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III, Neap.II B 20.


Ben noto agli studiosi della produzione libraria niliana, il ma-
noscritto venne esemplato ed ultimato nel 1025/1026, come da sotto-
scrizione (f. 221r)(52), dal monaco Giovanni (tav. 4) e da un anonimo
collaboratore cui spetta la trascrizione dei soli ff. 1r-21r lin. 10, col. a
(sino alle parole : tav. 5)(53), i quali lo allestirono con
ogni verisimiglianza in mbito cassinese(54).
Esso, tuttavia, fu in possesso non gi del monastero di S. Gregorio
de Palo, come erroneamente hanno scritto Salvatore Cirillo ed Elpidio
Mioni(55), ma piuttosto del monastero calabrese di S. Gregorio di Stalett,
in diocesi di Squillace. Sul margine inferiore sinistro di f. 1r si legge in

invece, al Vat. gr. 634, che daterei al secolo XI/XII piuttosto che al XIII (ibid.,
pp. 317-318 con bibliografia), cf. infra. Ricordo infine che Francesco Siropulo
( 1567) esegu, tra gli anni Cinquanta/Sessanta del secolo XVI, sullo stesso
Ottoboniano unaltra copia, consegnata ora dal Vat. gr. 700 (ibid., p.314).
(51)PG 99, coll. 509-688.
(52)Di essa si fornisce qui la trascrizione diplomatica: + ()
() / () ()() () () ()() / ()

<>() . () () () ()(), () ()
() ().
(53)Sul cimelio, pergamenaceo mm 217 165/178 (156/160 115/122);
fascicoli numerati con cifre greche maiuscole nellangolo superiore esterno ;
rigatura di tipo 00C2 Leroy eseguita con sistema di incisione 2 Leroy; ornamen-
tazione tipica della scuola niliana che adopera il marrone dellinchiostro, il
giallo ocra e il blu , e sul suo contenuto si rinvia alla descrizione di E. Mioni,
Catalogus codicum graecorum Bibliothecae Nationalis Neapolitanae, I/1, Roma
1992 (Indici e Cataloghi, n.s., 8), pp. 127-128 (con attribuzione errata dei ff.
1r-104v allanonimo collaboratore e la parte restante, ff. 105r-221r, al monaco
Giovanni).
(54)Per il luogo di allestimento e per la distribuzione delle mani cf. Luc,
Scritture e libri della scuola niliana, cit., p.355 e n. 165.
(55)S. Cirillo, Codices Graeci Mss. Regiae Bibliothecae Borbonicae, I, Neapoli
1826, pp. 178-181-178; Mioni, Catalogus ... Bibliothecae Nationalis Neapolitanae,
cit., p.178.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 113

Tav. 4 Napoli, Biblioteca Nazionale, Neap.II B 20, f. 95r.


114 Santo Luc

Tav. 5 Napoli, Biblioteca Nazionale, Neap. II B 20, f. 5r.


La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 115

modo abbastanza chiaro: Libro de lo monasteri de santo Grigorio de


Stalecti (sec. XIV/XV), lettura nella quale peraltro mi confortano anche
il parere e la perizia del collega Marco Cursi, che vivamente ringrazio.
Qui, nel cenobio di Stalett, nonostante il degrado e la decaden-
za documentati dalla puntuale relazione della visita di Athanasios
Chalkopoulos compiuta il 10 gennaio 1458, era custodito accanto a
suppellettile varia anche un buon manipolo di libri. Oltre al consueto
corredo librario di indole liturgica (Evangeliari, Salteri, Tetravangeli,
Sinassari, Menei, Eucologi e cos via), il cenobio, allora guidato
dallabate latino Stefano, possedeva anche un Crisostomo (Hom.
in Mt.), un Basilio, un cimelio con la Vita di s. Gregorio, un altro
con quella di s. Pancrazio, e soprattutto cathayisis sancti Theodori
Studitae(56), che potrebbe essere identificato proprio collattuale
cimelio di Napoli(57).
Non osta allipotesi, seducente, qui prospettata il fatto che il
Neapolitanus dal Lazio meridionale, ove sarebbe stato verosimilmente
confezionato nel primo quarto del secolo XI, sia finito poi, in epoca
imprecisata e comunque prima del secolo XV, nel cenobio calabrese
di Stalett. A parte lovvia considerazione che i libri viaggiavano con
gli uomini, vi sono numerosi altri esempi che attestano un andirivieni
di libri dallmbito campano-laziale ai centri cosiddetti basiliani del
profondo Sud dItalia. Il Laur. 75.3, ad esempio, latore di una antologia
di medicina e di cosmesi per le donne, stato realizzato in territorio
campano-laziale fra X e XI secolo, ma nel corso del secolo XV risulta in
possesso del monastero messinese del S. Salvatore de lingua phari(58).

(56)Le Liber Visitationis cit., p.119.


(57)Stefano Caruso ha convincentemente proposto lidentificazione del
Crisostomo (Omelie sul Vangelo di Giovanni) Palermo, Biblioteca Centrale,
IV.G.8, vergato in una bella Perlschrift del secolo XI, sulla base dellannotazione
che appose nel secolo XV (f. 128v) il monaco Anicio di S. Maria di Trapezzomata,
nei dintorni di Reggio Calabria, con il Grisostomus super Johannem incipiens a
tercia omilia et finiens in xxxxvii, registrato dal Chalkeopulos nella visita dellot-
tobre 1457 (Le Liber Visitationis cit., pp.49-55: 54). Cf. S. Caruso, Manoscritti
greci di Palermo e Sicilia occidentale, in La memoria. Annali della Facolt di Lettere
e Filosofia dellUniversit degli studi di Palermo 3 (1984), pp.55-62: 58-59 e n. 16.
(58)S. Luc, Testi medici e tecnico-scientifici del Mezzogiorno greco, in La
produzione scritta tecnica e scientifica nel medioevo: libro e documento tra scuole
e professioni. Atti del Convegno internazionale di studio dellAssociazione italiana
dei Paleografi e Diplomatisti, Fisciano - Salerno, 28-30 settembre 2009, a cura di
116 Santo Luc

Comunque sia, alla zona del luogo di conservazione (S. Gregorio di


Stalett) parebbero rinviare sia lelenco di nomi che una mano del secolo
XVI inoltrato aggiunse sul verso di f. 221(59), sia alcune annotazioni di
carattere liturgico/innografico che apposero tre distinte mani databili
fra XV e XVI secolo(60).

8. Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale, Crypt. ..IX


(ff. 24-31).
Ad mbito calabro-lucano rimanda, invece, lallestimento di un
altro volume, databile al secolo X/XI e conservato nella collezione libra-
ria manoscritta di S. Maria di Grottaferrata, il gi menzionato Crypt.
..IX, ora gr. 349 (ff. 24-31: tav. 6)(61). Esso conserva solo in parte le

G. De Gregorio M. Galante, con la collaborazione di G. Capriolo M. DAmbrosi,


Spoleto 2012 (Studi e ricerche, 5), pp.551-605: 587-589. Che il codex sia stato in
possesso del cenobio messinese argomentato nella scheda curata da chi scrive
in Codici greci dellItalia meridionale, a cura di P.Canart S. Luc, Roma 2000,
nr. 15 (= pp.59-60). Daltro canto, il fenomeno del viaggio dei manoscritti fra
Oriente e Occidente e viceversa largamente noto: si veda, ad esempio, S. Luc,
On Dating and Provenance of the Euchologion of the Archimedes Palimpsest, in
The Journal of the Walters Art Museum 66-67 (2008-2009) [2011], pp. 59-72: 60
e la n. 16 a p. 69 (bibliografia) circa il Barb. gr. 319 (non Barb. gr. 391 come
per errore ho scritto!), ovvero, pi in generale, P. Schreiner, Handschriften auf
Reisen, in Bollettino della Badia greca di Grottaferrata, n.s. 51 (1997) [= .
Studi in onore di mgr Paul Canart per il LXX compleanno, I, a cura di S. Luc
L.Perria], pp.145-165.
(59)Linchiostro evanido e le macchie di umidit rendono difficile la lettura:
<...> , , ,
() () .
(60)Alcune di esse parrebbero inedite: I (f. 2, mrg. inf.) +

; II (f. 32v) + () / ()
(!)/ () /
/ ; III (f. 160v + () /
// ()
(cf. F. Vitali, , II, Romae 1738, p.198). //
() //
// [] , , <>
(cf. , I, 1888, p.63). //
() () .
(inizio dellExpositio fidei del Damasceno).
(61)A. Rocchi, Codices Cryptenses cit., pp.149-151: 150 nr. iv; Luc, Su origine
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 117

Tav. 6 Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale, Crypt. B..IX (gr. 349), f. 26r.
118 Santo Luc

Piccole Catechesi, pi precisamente: (f. 24r-v) cat. 122, a verbis


] ,
usque ad finem(62); (ff. 24v-26r) cat. 123; (ff. 26r-28r) cat. 124; (ff.
28r-30r) cat. 125; (ff. 30r-31r) cat. 126(63); (ff. (31r-31v) cat. 127, ab
initio usque ad < > < >
[ .(64).
Lipotesi di unorigine lucana si fonda non soltanto sulle circostanze
di conservazione, ma anche e soprattutto sulla tipologia ornamentale.
Liniziale maggiore alpha a forma di uccello (f. 31v) con cui inizia il
testo della catechesi 127 (tav. 7) trova un significativo parallelo nel Crypt.
..VIII (gr. 312), un Praxapostolos di piccolo formato (mm165123 ca.)
esemplato dal notarios Garino (f. 54r), la cui confezione da collegare
alla Basilicata del secolo XI (tavv. 8-9)(65). Il cimelio, prima di giunge-
re a Grottaferrata nel primo trentennio del secolo XVIII, fu custodito
nel monastero lucano di S. Michele Raparo (annotazione di f. 58r) ove
verosimilmente una mano seriore (sec. XV/XVI) aggiunse la menzione
(f. 123) del culto (latino) di s. Laverio, commemorato il 17 novembre (66).

9. Citt del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. gr. 2029.


Sul cimelio, che venne trascritto e ultimato se ne fatto cenno
dal monaco e presbitero Luca nel monastero dei Ss. Elia e Anastasio

e datazione cit., p.202. Le dimensioni dellunico quaternione pervenuto dellorigi-


nario volume, inciso a secco sul lato del pelo col sistema 1 Leroy su tipo 00C2 con
25 linee, sono di mm 215 152 (140 99). I titoli sono spalmati di giallo; le iniziali
a tratto doppio sono colorate in giallo e arancione (ff. 24v, 28r, 30r).
(62)Auvray, cat. 122, pp. 425, 33-426, 66.
(63)Ibid., pp. 427-441 (cat. 123-126).
(64)Ibid., cat. 127, pp.441, 1-442, 20. Un cenno circa il contenuto anche in
Rocchi, Codices Cryptenses cit., p.150 nr. IV.
(65)Trattasi di tipologie ornamentali tipiche del mondo italomeridionale, ma
eseguite qui in modo grossolano, come, ad esempio, avviene nei Crypt. ..XV
(gr. 6) e ..IV (gr. 16), entrambi provenienti da Carbone: Luc, Su origine e
datazione cit., tavv. 16, 21 e 26a.
(66)Su tutto ci rinvio al lavoro di S. Parenti, Un Praxapostolos medievale
proveniente da S. Angelo Raparo, in Antonianum 75/1 (2000), pp.153-158 [rist.
in id., A Oriente e Occidente di Costantinopoli. Temi e problemi liturgici di ieri
e di oggi, Citt del Vaticano 2010 (Monumenta Studia Instrumenta liturgica),
pp.169-173]; sullarrivo a Grottaferrata si rinvia al mio Su origine e datazione
cit., p.193 e tav. 26a.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 119

Tav. 7 Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale, Crypt. B..IX (gr. 349), f. 31v.
120 Santo Luc

Tav. 8 Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale, Crypt. A..VIII (gr. 312 ), f. 77r.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 121

Tav. 9 Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale,


Crypt. A..VIII (gr. 312), f. 80r.
122 Santo Luc

di Carbone, in provincia di Potenza (Basilicata), nel 1090, esiste una


descrizione analitica a stampa e perci non il caso di soffermarsi(67).
Piuttosto, forse importante osservare che lo stesso copista appose
sui margini una ricca messe di glosse esplicative del testo catechetico,
che riflette una modalit di ricezione assai diffusa in mbito italogreco
(cf. infra pp.142-150 e Appendice II).

III. Un nuovo testimone: Archivio Diocesano di Melfi, fr. membranaceo,


senza segnatura

III. 1). Descrizione e contenuto

Ai nove testimoni passati qui in rassegna possibile ora aggiunger-


ne uno nuovo. Si tratta di un frammento pergamenaceo scoperto nel
2002 a Maschito, un piccolo centro arbaresche situato nella valle del
Vulture in provincia di Potenza, e ora custodito, senza segnatura, nel
Museo Diocesano di Melfi.
Quel che resta delloriginario volume fungeva da coperta a un libro
parrocchiale vergato su carta a mano, il Liber renatorum o Liber baptiza-
torum, in cui sono registrati i nomi dei battezzati dal 1646 in poi, e che
tuttora custodito nella parrocchia di S. Elia in Maschito(68). Il recu-
pero del frammento si deve al coautore di questo lavoro, don Giuseppe
Nardozza, che meritoriamente ha provveduto a staccarlo dal registro
cartaceo; la decisione di custodirlo nel Museo Diocesano di Melfi spetta,
invece, alla solerzia dellattuale vescovo della diocesi di Melfi-Rapolla-

(67)Si veda la scheda curata da F. DAiuto in Manoscritti greci dellItalia


meridionale, cit., nr. 21 (= pp. 71-72); per la localizzazione si veda S. Luc, Su
due Sinassari della famiglia C*: il Crypt. ..XIV (ff. 291-292) e il Roman. Vallic.
C 34III (ff. 9-16), in Archivio storico per la Calabria e la Lucania 66 (1999), pp.51-85:
73-79. Il manoscritto conserva una aggiunta seriore, in relazione sia alla cat. 33
(f. 39r) sia alla cat. 43 (f. 51r), la cui grafia databile al primo trentennio del
secolo XII, risultando affine a quella del copista Eutimio di Carbone: cf. infra,
n. 84 e relativo contesto.
(68)Si auspica che il libro parrocchiale, che pu latamente essere accostato
ai registri dellanagrafe dei nostri Comuni, venga sottoposto ad accurata analisi
dagli storici locali, giacch fornisce elementi utili alla storia della toponomastica,
onomastica e demografia del centro lucano.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 123

Venosa, S.E. Rev.ma Mons. Gianfranco Todisco, che nel frattempo era
stato reso partecipe del ritrovamento dallo stesso sacerdote.
Si tratta di un foglio singolo e di un bifoglio, entrambi pergame-
nacei e appartenenti allo stesso manoscritto, il cui formato, ora rifilato,
misura mm 180 142 ca. Non sono rilevabili n il tipo n il sistema di
rigatura; lincisione, a secco, sul lato pelo.
La scrittura, che occupa una superficie di mm 155 117 ca.,
disposta a piena pagina su 31 righe con uninterlinea di mm 5. Essa co-
stituisce un bellesempio di minuscola di scuola niliana: lasse eretto
o appena inclinato a destra, il tratto piuttosto spesso, il modulo medio,
il tratteggio rotondo/quadrato, il ductus posato e calligrafico. I tratti
orizzontali di theta, pi, tau, psi minuscoli e iniziali di parola presentano
una piccola apicatura verticale, come anche lo zeta e lo csi maiuscoli
iniziali di parola; ny e gamma, invece, presentano un rigonfiamento
nel primo tratto verticale in basso; numerose sono le lettere di forma
maiuscola: alpha, epsilon, zeta, eta, kappa, lambda, pi, csi a seghetto.
Anche se comuni alle scritture di scuola niliana, si segnalano inoltre il
legamento epsilon-csi o gli accostamenti alpha-csi, alpha-zeta minuscolo
o maiuscolo, epsilon-csi (tavv. 10-11).
Fra i segni interpuntivi si rileva la presenza del cosiddetto chiodo
Follieri(69), nonch il punto interrogativo (virgola seguita da un punto
posto un po in alto, che ricalca lanaloga forma che occorre in nume-
rosi manufatti italogreci del secolo X e X/XI e nella produzione latina
coeva(70). Gli spiriti sono ora angolosi ora arrotondati. Linterpunzione
registra il punto in alto e la stigm media o la virgola. Non si segnalano
abbreviazioni, se non quella tachigrafica per e quelle consuete per
i nomina sacra. Queste ultime, eseguite per contrazione, sono caratte-
rizzate come di norma da un tratto orizzontale sovrapposto ma non
registrano n spirito n accento. Numerosi sono gli errori itacistici e di
scambio tra omicron e omega.
Per i titoli il copista utilizza una maiuscoletta del tipo che occorre
in numerosi codici calabro-lucani (cf. ad esempio, il my maiuscolo che

(69)Sul segno, molto adoperato nella produzione libraria italogreca dal


secolo X al primo quarto del secolo XII, cf., supra, n. 41.
(70)Cf. S. Luc, Attivit scrittoria e culturale a Rossano : da s. Nilo a s.
Bartolomeo da Simeri (secoli X-XII), in Atti del Congresso Internazionale su
S. Nilo di Rossano, Rossano, 28 settembre - 1 ottobre 1986, Rossano-Grottaferrata
1989, pp.25-73: 48.
124 Santo Luc

Tav. 10 Melfi, Archivio Diocesano, fr. s.s., f. <1r>.


La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 125

Tav. 11 Melfi, Archivio Diocesano, fr. s.s., f. <1v>.


126 Santo Luc

di forma analoga a quella esibita nel Crypt. ..IX: tav. 6) o dai copisti
della scuola niliana.
Si in presenza di un libro duso, di formato maneggevole, assai
modesto nella sua struttura tecnico-fisica, che rimanda senza ombra
di dubbio ad mbito monastico. La pagina fitta e serrata; la scrittura
ha un ritmo piuttosto lento. Manca per quel che dato sapere traccia
di ornamentazione, verosimilmente anche per la pesante rifilatura. Da
quanto si pu vedere i testi si susseguono nella stessa pagina luno dopo
laltro, senza che vi compaia alcun segno di separazione o di iniziale
maggiore o di numerazione progressiva.
I fogli superstiti presentavano il seguente ordine nel libro conte-
nitore: il bifoglio fungeva da copertina al Liber renatorum e perci era
collocato allinizio del volume (tav. 12); il foglio isolato, invece, era col-
locato allinterno prima del pagina 1 dello stesso volume. Per comodit
e dopo aver ristabilito, sulla base delle sequenze testuali, lordine che
essi avevano nel manoscritto originario, indico convenzionalmente con
ff. 2-3 il bifoglio e con f. 1 quello isolato:
a) Il foglio singolo (recto + verso) consegna (tavv. 10-11): (f. 1r)
cat. 87, a verbis ] ; -
< > usque ad
finem (Auvray, pp.299, 43-300, 53); (f. 1r-1v) cat. 88, Tit. <>
, ab initio usque ad <><> <,
> <> [ . (ibid., pp.300,
1-302, 38);
b) il bifoglio (tavv. 12-13), invece, latore di: (f. 2r) cat. 88 ab ]
< > usque
ad finem (ibid., pp. 302, 39-303, 62); (ff. 2r-2v) cat. 89, Tit.
,
ab initio (<> , ) usque ad
< > [
. (ibid., pp.304, 1-305, 25); (f. 3r-3v) cat. 91, a
verbis ] ,
<> usque ad finem
(ibid., pp.311, 24-313, 61); (f. 3v) cat. 92, Tit.
, ab
initio (< , > ) usque ad
< > < >
[
. (ibid., pp.313, 1-314, 14).
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 127

Tav. 12 Melfi, Archivio Diocesano, fr. s.s., ff. <3v-2r >.


128
Santo Luc

Tav. 13 Melfi, Archivio Diocesano, fr. s.s., ff. <2v-3r>.


La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 129

c) un altro piccolo lacerto di mm 35 20 deve essere collocato nella


lacuna prodottasi sul f. 3, giacch esso ben si adatta sia alla forma dello
strappo sia al contenuto (cat. 91, ll. 38-40).
Dalle sequenze testuali si desume che i fogli superstiti costituivano
il secondo e il terzo bifoglio del quaternione originario. Del secondo
bifoglio pervenuto soltanto il foglio iniziale corrispondente al f. 1 at-
tuale, del terzo, invece, i ff. 2-3; manca il quarto bifoglio, quello centrale.
In effetti, poich un foglio (recto + verso) contiene 48 linee ca. di testo
delledizione Auvray, la lacuna tra lattuale f. 2 e il f. 3 corrisponde a ca.
102 righe di edizione, tante quante risultano per lappunto mancanti.
possibile, pertanto, ricostruire il quaternione originario nella forma
seguente:
x12xx3xx

III.2. Datazione e localizzazione

La scrittura, una minuscola niliana diritta (tavv. 10-13), databile


con relativa facilit tra la fine del secolo X e linizio del successivo.
Risulta, invece, pi problematico stabilirne lorigine, non disponendo
di dati oggettivi neppure sulla storia pi recente delloriginario mano-
scritto. E tuttavia, i confronti grafici che si possono istituire, ancorch
non datati e localizzati, aiutano a circoscriverne anche il luogo di copia.
La grafia del frammento melfitano risulta affine nel suo impianto
complessivo a quella che esibiscono numerosi altri manufatti, alcuni
dei quali provenienti dal monastero lucano dei Ss. Elia e Anastasio di
Carbone. Mi riferisco, ad esempio, alla minuscola niliana del Crypt.
..IX, limitatamente ai ff. 9-16 latori di frammenti ascetico-omiletici
(Efrem e Giovanni di Carpato), ovvero a quella del Lezionario quaresi-
male Crypt. ..X (gr. 160) o del Canonario (canones catanyctici) Crypt.
..XI (gr. 41) (qui tavv. 14-15), o anche dellEucologio Crypt. ..X (gr.
153)(71). Ora, i Crypt. ..X, ..XI e ..X pervennero nella collezione

(71)Uno specimen in Luc, San Nilo cit., p.110.


130 Santo Luc

Tav. 14 Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale, Crypt. A..X (gr. 160), f. 19v.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 131

Tav. 15 Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale, Crypt. ..XI (gr. 41), f. 84r.
132 Santo Luc

manoscritta dellabbazia tuscolana negli anni Trenta del secolo XVIII


proprio dalla Basilicata(72).
In mbito periferico, soprattutto monastico, lorigine dei manufatti
librari, specie se duso liturgico o di contenuto ascetico-devozionale, di
solito coincide con il luogo di conservazione(73). E dunque, se il presuppo-
sto valido, il nostro frammento sarebbe stato confezionato in un centro
monastico dellattuale Basilicata meridionale. Ma in quale istituzione?
Avventurarsi in congetture per rispondere a tale quesito sarebbe
mero esercizio divinatorio. Certo, possibile ipotizzare cautamente
che il manoscritto abbia visto la luce in uno dei monasteri greci che
insistevano nel territorio circostante allodierna diocesi di Melfi, Rapolla
e Venosaquali, tanto per citarne qualcuno, quelli di S. Nicola di
Morbano, S. Martino dei Greci o S. Michele Raparo(74), il noto monaste-
ro fondato da s. Vitale di Corleone nel secolo X , o in un altro di quelli
disseminati nelle diocesi di Acerenza, Tursi, Anglona(75), dove il rito
greco perdur sino al secolo XVI grazie alla presenza degli Albanesi(76).
Epper, se si esclude il caso del gi menzionato Praxapostolos Crypt.
..VIII che proviene da S. Michele Raparo(77), quel poco che si sa della

(72)Luc, Su origine e datazione cit., pp.195, 188, 192.


(73)Si rimanda alle considerazioni gi svolte in S. Luc - A. Vena, Resti di
un codice grammaticale greco ad Acerenza, in Basilicata, in 11 (2014),
pp. 121-144: 138-140 (con bibliografia). Si vedano anche S. Luc S. Venezia,
Frustuli di manoscritti greci a Troina in Sicilia, in Erytheia 31 (2010), pp.75-132;
Luc, Lapporto dellItalia meridionale alla costituzione cit.; id., Una donazione al
monastero dei SS. Pietro e Paolo cit.
(74)G. Robinson, History and Cartulary of the Greek Monastery of St Elias and
St Anastasius of Carbone, 2/1-2, in Orientalia Christiana 15/2 (1929), pp. 9-175,
e ibid., 19/1 (1930), pp. 176-275; A. Guillou, La Lucanie byzantine. tude de
gographie historique, in Byzantion 35 (1965), pp. 119-149; F. Burgarella, La
religiosit bizantina, in Storia della Basilicata, II, a cura di C.D. Fonseca, Roma-
Bari 2006, pp.328-347. Utile ancora la lettura di B. Cappelli, Il monachesimo
basiliano ai confini calabro-lucani, Napoli 1963.
(75)V. von Falkenhausen, La diocesi di Tursi-Anglona in epoca norman-
no-sveva: terra di incontro tra greci e latini, in Santa Maria di Anglona. Atti del
Convegno internazionale di studio (Potenza-Anglona, 13-15 giugno 1991), a cura di
C.D. Fonseca V. Pace, Galatina 1996, pp.27-36.
(76)G.M. Viscardi, Chiesa ed etnie nella Basilicata post-tridentina: albanesi
e zingari tra tolleranza e riforma religiosa (secoli XVI-XVII), in Chiesa e Societ
nel Mezzogiorno. Studi in onore di Maria Mariotti, I, Soveria Mannelli 1998,
pp.225-254.
(77)Supra, p. 118 e tavv. 8-9. Monaci del cenobio di S. Michele sottoscrivo-
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 133

produzione greca in Basilicata si fonda sui numerosi manoscritti che un


tempo custodiva il monastero di Carbone e che oggi sono conservati a
Grottaferrata o nella Biblioteca dei papi.
Neppure dal cot critico-filologico possibile inferire elementi atti
a circoscrivere con precisione il luogo di allestimento del manufatto. Le
Catechesi sono un testo che nel complesso mostra una solida stabilit,
specie nei manufatti italomeridionali(78), ed ardua impresa ricostruire
la filiazione dei vari testimoni, se non sulla base dellarea di produzione.
Il tentativo di compiere un saggio di collazione sul menzionato
Vat. gr. 2029 non ha dato risultanze di rilievo. Le lezioni varianti che
occorrono nei due manoscritti quali ad esempio in cat. 88
(Auvray, p.304, 18) al posto di del Vaticano [ = V] (f. 104v,
col. b, lin. 26) o di (ibid., p.302, 38) anzich del corretto
di V (f. 105r, col. b, lin. 17) non paiono utili n per asserire n per
negare che i due codici derivino da un modello comune.
N appaiono dirimenti i dati desunti dallanalisi codicologica che,
del resto, sono propri della produzione italogreca coeva. Insomma, la
proposta di collocare in mbito lucano lallestimento del frammento
melfitano non confortata n da riscontri n da argomenti decisivi.
E tuttavia la possibilit di ascrivere alla Basilicata bizantina la rea-
lizzazione di alcuni manoscritti costituisce idoneo sostegno allipotesi
appena affacciata.

III.3. Note ed ipotesi sulla produzione libraria in Basilicata


Le nostre conoscenze sullattivit scrittoria lucana sono piuttosto li-
mitate. Il territorio, comunque, appare grosso modo ben grecizzato, con
un incremento demico soprattutto a partire dalla costituzione del thema
di Lucania (met del secolo X) e poi nel secolo XII grazie anche alle
munifiche donazioni dei Chiaromonte al monastero di Carbone e alla
coeva istituzione attorno al cenobio di una confederazione monastica
(archimandritato) sulla falsariga di quanto gli stessi Normanni aveva-

no a Carbone due documenti del 1134 e del 1144: Robinson, History cit., doc.
XXXIII-5, pp.9-12: 12, e doc. XXXVII-85, pp.30-38: 32.
(78) quanto sostiene Olivier Delouis per il Testamento: Delouis, Le Testament
de Thodore Stoudite: dition cit., p.82. Ma si veda anche, a proposito dei giambi
dello stesso Teodoro quanto emerge dalledizione di Paul Speck (Speck, Theodoros
Studites cit., p.59) a proposito del ramo , i cui testimoni sono italogreci (non
ho ancora potuto esaminare, per, n lAthous Iber. 338 n lAthous Chiland. 3).
134 Santo Luc

no fatto a Rossano e soprattutto a Messina(79). Le fonti agiografiche e


diplomatistiche, le emergenze architettoniche e pittoriche(80), la topo-
nomastica e lonomastica confermano la fondatezza della proposizione.
In fatto di produzione libraria, per, la documentazione piuttosto
carente: molto esiguo il numero di manoscritti che oggettivamente
sono riconducibili alla Basilicata greca. In effetti, il poco che dato sa-
pere ruota attorno a quei libri, tutti dindole religiosa, provenienti dalla
collezione dellabbazia dei Ss. Elia e Anastasio di Carbone essa in epoca
tarda (secc. XV e XVI) divenne polo di attrazione spirituale e luogo di
conservazione delle reliquie della grecit lucana , a noi noti grazie alle
ricerche di Giovanni Mercati e di Marco Petta e confluiti fra XVI e XVII
secolo nel fondo Basiliano e poi nella Biblioteca Vaticana, nonch su
quelli, sovente pervenuti in fascicoli sciolti o in membra disiecta, che nel
1737 furono ricuperati alla collezione manoscritta greca di S. Maria di
Grottaferrata grazie alle premure dellabate generale dei Basiliani dIta-
lia, Epifanio Staviski(81).
Trattasi di materiali che almeno in apparenza non mostrano n
sul piano scrittorio n su quello tecnico rilevanti dissonanze da un
lato rispetto alla coeva produzione libraria calabra e dallaltro rispetto
a quella greco-pugliese; e pertanto, trattandosi di un milieu di confi-
ne aperto agli influssi della Calabria bizantina e del vicino Salento,
allo stato sembra difficile (ma non impossibile!) enucleare elementi
atti a inferirne lorigine e, ove mai ci fossero, caratteristiche grafiche
peculiari.
Che la minuscola niliana sia penetrata nella Lucania un fatto

(79)V. von Falkenhausen, Il monastero dei Ss. Anastasio ed Elia di Carbone


in epoca bizantina e normanna, in Il monastero di S. Elia di Carbone e il suo
territorio dal Medioevo allEt moderna. Nel millenario della morte di s. Luca abate
[= Atti del Convegno di studio promosso dalla Universit degli Studi della Basilicata
in occasione del Decennale della sua istituzione (Potenza-Carbone, 26-27 giugno
1992)], a cura di C.D. Fonseca A. Lerra, Bari 1996, pp.61-87: 83-87.
(80)Si rinvia, ad esempio, a M. Falla Castelfranchi, Arti figurative: secoli XI-
XIII, in Storia della Basilicata, a cura di G. De Rosa A. Cestaro, II: Il Medioevo,
a cura di C.D. Fonseca, Bari 2006, pp.754-790: 755-776. Il volume assai utile
anche per le emergenze architettoniche, per le quali cf. G. Bertelli, Architettura
bizantina in Basilicata allepoca della cosiddetta colonizzazione (secc. IX-X), in
Siris 8 (2007), pp.121-134.
(81)Mercati, Per la storia cit., pp.205-209; M. Petta, Codici del Monastero di
S. Elia cit.; Luc, Su origine e datazione cit., passim.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 135

acquisito. Le fonti agiografiche documentano un andirivieni assiduo


di monaci dalla Calabria alla Basilicata meridionale. Nilo da Rossano
era solito lasciare il monastero di S. Adriano per rifugiarsi nelle zone
monastiche solitarie lucane del Mercurion e del Latinianon. Le mede-
sime regioni sono state raggiunte da santi siculi, quali, ad esempio,
Cristoforo, Macario e Saba o Leone-Luca di Corleone(82), al punto che,
nonostante non si disponga di documentazione oggettiva, lecito ipotiz-
zare che anche la componente siciliana esule nelle zone calabro-lucane
abbia dato un proprio contributo allattivit di copia. Di ci costituisce
conferma quanto annot il copista anonimo responsabile della copia
dellinserto omiletico (ff. 231-332) dellattuale Vat. gr. 1673 : lignoto
amanuense, un monaco taorminese esule in Basilicata, commentando
un brano dellomelia Quod deus non est auctor malorum di Basilio
Magno (CPG 2853), aggiunse sul margine di f. 328v (tav. 16): (-
) () ()
() , () :-
La grafia adoperata dal monaco di Taormina, in cui compare luso
del chiodo Follieri, annoverabile fra le manifestazioni della scritture
della scuola niliana, che, in assenza della precisazione dello scriba,
avremmo attribuito ad un monaco/copista della Calabria bizantina(83).

(82)P.Carnevale, Monaci in cammino dal monastero di San Filippo di Agira al


Mercurion, in Rassegna storica salernitana, n.s. 25/1 (2008), pp.59-74.
(83)S. Luc, Scritture e libri in Terra dOtranto fra XI e XII secolo, in Bizantini,
Longobardi, Arabi in Puglia nellalto medioevo. Atti del XX Congresso internazio-
nale di studi sullalto medioevo, Savelletri di Fasano (BR), 3-6 novembre 1011,
Spoleto 2012, pp.279-332 (con 20 tavv.): 489-490; id., Attivit scrittoria e culturale
cit., pp.25-73: 40 e n. 70; Batiffol, LAbbaye cit., pp.86-87 e n. 1 di p.87. Si ram-
menti, del resto, che la citt era caduta in mano araba nel 902. Sul Vat. gr. 1673
(ff. 12r-230v) una raccolta agiografica vergata in minuscola niliana di grande
formato (mm 315/312 231/225) con mise en page a due colonne di tipo 22D2 o
22C2 Leroy su 43/49 righe, i cui quaternioni, incisi secondo il sistema 2 Leroy,
sono numerati nellangolo superiore esterno , cf. A. Ehrhard, berlieferung
und Bestand der hagiographischen und homiletischen Litteratur der griechischen
Kirche, I, Leipzig-Berlin 1937, pp. 311-315; Luc, Scritture e libri della scuola
niliana, cit., pp.344-345, tav. 12b. I ff. 1-9, latori di un frammento del De mo-
nastica exercitatione di Nilo Ancirano (CPG 6046), appartengono ad altra unit
codicologica, come mostrano la scrittura (sec. X-XI) e il tipo di rigatura (V 00A2
Leroy con 52/56 righe). Nel secolo XV il codice nella sua composizione attuale fu
in possesso dello ieromonaco Nifo(ne) delleparchia di Reggio Calabria: Batiffol,
LAbbaye cit., p.87 n. 1.
136 Santo Luc

Tav. 16 Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. gr. 1673, f. 328v.


La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 137

Insomma, lattivit scrittoria collegata alla Basilicata, come gi


detto, di difficile individuazione. E tuttavia non bisogna disperare. Per
il secolo XII gi stato individuato un gruppo di manoscritti realizzati
a Carbone dal copista Eutimio(84); nellultimo decennio del secolo XI,
come s visto, il monaco Luca vi realizz la copia di un Teodoro Studita
e di un Sinassario(85).
Per let bizantina, in mancanza di testimonianze manoscritte
esplicite, mi permetto qui di azzardare qualche proposta di attribuzione.
Alla Lucania, ad esempio, sarei propenso ad assegnare la Vita
di s. Maria Egiziaca(ff. 1r-15r: BHG 51), il bios di s. Alessio(ff. 15r-
19v: BHG 1042) e lAntioco monaco (Pandette, ff. 20r-205v) Vat. gr.
2022, confezionato ed ultimato nel 953/954 dallo scriba Marco
(ff. 19v e 205v). In effetti, a parte il fatto che il cimelio, gi Basilianus 61,
stato conservato a Carbone (ff. 1v e 2r)(86), occorre osservare che:
1) i ff. 206r-235v, latori del bios di Cirillo di Scitopoli (ff. 206r-223v:
BHG 897a) e di quello di Paolo di Tebe (ff. 224r-232v: BHG 1466),
nonch, col titolo , , delle Doctr. 19
(ff. 233r-234v) e 20 (ff. 235r-235v) di Doroteo di Gaza(87), sono attribui-
bili al noto copista Eutimio, che fu operoso a Carbone nella prima met
del secolo XII(88);

(84)S. Luc, Frammenti di manoscritti greci in Calabria e Basilicata, in Archivio


storico per la Calabria e la Lucania 8 (2014), pp.5-24: 20-22. Si veda anche id., Su due
Sinassari cit., p.80; Luc - Vena, Resti di un codice grammaticale cit., pp. 139-140.
(85)Sul codice dello Studita, che non stato utilizzato nelledizione a stampa
della Parva Catechesis n da Cozza Luzi n da Auvray, e sul Sinassario Crypt.
..XIV (ff. 291-292) rinvio alla bibliografia citata supra, n. 67.
(86)Sul f. 1v leggesi Vita S. Mari <Egytpiac> mentre sul f. 2r occorre la
sigla Marcellus, entrambe vergate nel secolo XVI dalla stessa mano, che sul
verso di f. 258 aggiunse Legenda Sanctorum e Marcellus. Come noto, tali
scritte contraddistinguono i manufatti conservati a Carbone ancora nel secolo
XVI: Mercati, Per la storia cit., pp. 205-209; M. Petta, Codici del Monastero di
S. Elia di Carbone conservati nella biblioteca dellAbbazia di Grottaferrata, in Vetera
Christianorum 9 (1972), pp.151-171.
(87)Cf. PG 88, coll. 1808 C1-1812 A2; 1812 A4-D2. Lopera dellasceta di Gaza
fu assai diffusa in Italia meridionale: S. Luc, Doroteo di Gaza e Niceta Stetato.
A proposito del Neap.gr. 7, in Bisanzio e le periferie dellImpero. Atti del Convegno
Internazionale nellambito delle Celebrazioni del Millenario della fondazione
dellAbbazia di San Nilo a Grottaferrata (Catania, 26-28 novembre 2007), a cura
di R. Gentile Messina, Acireale-Roma 2011, pp.145-180: 152-159.
(88)Cf. supra, n. 84 e relativo contesto.
138 Santo Luc

2) i ff. 236r-258v che veicolano una sorta di florilegio monastico con


testi di Macario di Magnesia, Dionigi di Alessandria, Metodio di Olimpo,
Crisostomo, Severiano di Gabala (sullEsamerone), Gregorio di Nazianzo,
Melitone di Sardi, Basilio di Cesarea, Proverbi, Giobbe)(89), risultano, in-
vece, vergati in una scrittura databile al pieno secolo X, la quale mostra
patenti analogie formali sia con la grafia con cui vennero esemplati i
ff. 134r-136v dellattuale Crypt. ..III (gr. 149: tav. 16), che latore di un
canone in onore di s. Pancrazio, sia con quella del frammento agiografico

(89)Cf. rispettivamente Macar. Magn. (f. 236r-v), Apocriticus, fragm. hom.


XVII in Genesim, inc. , expl. :
Macarios de Magnsie. Le monogns, II, d. critique e traduction franaise par
R. Goulet, Paris 2003, p. 372 (ed. del frammento dal nostro codice e dal suo
apografo del secolo XVI, Ott. gr. 268), o Makarios Magnes: Apokritikos. Kritische
Ausgabe mit deutscher bersetzung, hrsg. von U. Volp, Berlin 2013, p. 456; il
brano di Dionigi arcivescovo di Alessandria (ff. 236v-237r), inc.
, expl. , non stato rinvenuto in ThLG; per quello attribu-
ito a Metodio dOlimpo (f. 237r-v), , inc.
, expl. ): non identificato; cf. tuttavia CPG1812;
per quello di Giovanni Crisostomo (ff. 237v-238r), inc. -
, expl. : hom. in Genesim sermo 7, PG 54,
coll. 607-616: 614 linn. 21-37); per Severiano (f. 238r), , inc.
, expl. : cf. De mundi creatione, or. 5: PG
56, col. 476 linn. 9 ab imo - 5 ab imo; devo al collega Sever Voicu lidentificazione
del brano; quanto a Gregorio di Nazianzo (f. 238r), inc. ,
expl. : or. 31 (De spiritu sancto), cf. J. Barbel, Gregor
von Nazianz. Die fnf theologischen Reden, Dsseldorf 1963, pp. 218-276: 29,
linn. 12-17); circa Melitone di Sardi (ff. 238r-239r), : O. Perler,
Mliton de Sardes. Sur la Pque et fragments, Paris 1966 (Sources chrtien-
nes, 123), fr. 8b, pp. 228-232; esso era stato pubblicato dal codice Vaticano da
J.B. Pitra, Analecta sacra spicilegio Solesmensi parata, II, Tusculani 1884, pp.3-5;
lo stesso frammento veicolato anche da un altro codice italogreco del secolo
XII, lattuale Ambr. I 9 sup. (f. 171v), cf. J.M. Mercati, Symbolae Melitonianae,
in Theologische Quartarlschrift 76 (1894), pp.597-600; per Basilio (f. 239r), inc.
, expl. ): hom. In illlud Attende tibi ipsi, cf.
S.Y. Rudberg, L homlie de Basile de Csare sur le mot Observe-toi toi-mme,
Stockholm 1962, pp.23-37: 35, linn. 17-23 [non utilizza il nostro codice], e Bas.
(f. 239r-v), , inc., , expl. :
hom. sup.Ps., PG 29, coll. 289 lin. 21 - 292 lin. 15); seguono poi Prov. 30, 15-24
(ff. 239v-240r); varie erotapokriseis (ff. 240v-241r) e infine (ff. 241r-258v) il li-
bro di Giobbe con commento (inc. ): Iob I,1ss.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 139

Tav. 16 Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale, Crypt. ..III (gr. 149), f. 134r.
140 Santo Luc

Tav. 17 Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale, Crypt. B..XXIII (gr. 98), f. 12r.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 141

Crypt. ..IX (gr. 349: ff. 1r-8v) e del Crisostomo Crypt. ..XXIII, ff. 22-43
(gr. 98: tav. 17), che sono vergati da uno stesso ignoto scriba(90).
Non solo: una mano del pieno secolo XII, assai affine a quella dello
stesso Eutimio di Carbone, provvide a ripassare alcune parole per lin-
chiostro sbiadito e talora aggiunse parti mancanti del testo (e.g. ff. 57r,
58r, 59r, 77r, 81r, 111r-115r, ecc.)(91).
E poich tutti questi membra disiecta sono pervenuti nellAbbazia di
S. Nilo proprio da Carbone nel corso degli anni Trenta del secolo XVIII,
sostenere che siano stati realizzati in Basilicata non azzardato.

IV. Modalit di fruizione

Rimane sullo sfondo unaltra questione ancora aperta, quella cio


relativa alla presenza marginale di glosse occorrenti tanto nellOtt. gr.
251 quanto nel Vat. gr. 2029, di cui ho gi fatto cenno (supra, p.122).
Si tratta di una modalit di ricezione/fruizione dei testi che, fondan-
dosi su un utilizzo di lessici, in primis quello dello Ps.-Cirillo, nellam-
biente monacale calabro-siculo fu particolarmente praticata. Lo scopo
era quello della comprensione del testo anche da parte di quei monaci/
lettori che non fossero particolarmente colti e versati nella conoscenza
della lingua greca. Lapparato glossematico, perci, poteva risultare utile
per interpretare e commentare i testi sia quando, come nel caso del Vat.
gr. 2029, le Piccole Catechesi erano lette ad alta voce alla presenza dei
confratelli, sia nella lettura silenziosa e individuale. Che nel monastero
di Studio i monaci dovessero dedicare alcune ore della propria giornata
allo studio e alla lettura, radunandosi in biblioteca o meglio nel
, e prendendo ciascuno un esemplare in lettura(92), notorio.
da credere, perci, che la prassi fosse seguita negli altri centri monastici
che alla regola studita si sono ispirati, tanto pi ove si consideri che
la trasmissione delle Hypoteseis e degli Epitimia, in una redazione pre-
gevole, si deve principalmente allItalia medievale greca.
Ora, a parte il caso per alcuni versi singolare del Vat. gr. 2029 (le-

(90)Luc, Su due Sinassari cit., pp.80-81.


(91)Questa mano mostra analogie con quella che sul f. 39r dellattuale Vat.
gr. 2029 trascrisse a margine un brano della catechesi di Teodoro Studita: cf.
supra, n. 67.
(92)PG 99, col. 1713 (Ipotiposi).
142 Santo Luc

lenco completo fornito nellAppendice II di questo lavoro: cf. infra),


occorre rilevare che anche il copista Arsenio aggiunse a margine dellOtt.
gr. 251 qualche glossa al testo delle Piccole Catechesi. Si tratta, per la
verit, di pochi casi:
(f. 1v, cat. 1) : ; : ; :
; (f. 2v, cat. 2) : (93); (f. 40v, cat. 41)
: .

La modalit tuttavia non estranea alla cultura monacale italogreca.


Fra i numerosi esempi menziono qui un manufatto crisostomico
databile al secolo XI/XII e proveniente dalla collezione manoscritta
del monastero di S. Maria Hodigitria presso Rossano Calabro, lattuale
Vat. gr. 2004(94), gi Basiliano 43. Vergato in una minuscola diritta e
arrotondata di modulo medio per la cui datazione proporrei il secolo
XI/XII e lmbito rossanese largamente inteso per la sua collocazione,
il cimelio latore delle omelie di s. Giovanni Crisostomo al Vangelo di
Giovanni(95), le quali sono annotate a margine dallo stesso anonimo
copista utilizzando una bella maiuscoletta in cui occorre ypsilon a forma
di v latina.
Di esse qui si fornisce solo qualche esempio, nel rispetto dellorto-
grafia del copista:
: (f. 1r, lin. 4b) ; : (f. 3r, lin. 5a) (96);
: (f. 5v, ult. lin. col. a)( ); :
97

(93)I primi due lemmi sono registrati anche nel lessico dello Ps.-Cirillo, cf.
Vat. gr. 2130, f. 15r (: , ) e f. 70v (: ,
). Gli interventi marginali ai ff. 19v, 20r e 20v sono integrazioni o
correzioni al testo della catechesi 29.
(94)Pergamenaceo, esso misura mm 236 174 (167 125) e consta di ff. V
(cart.).293.I (cart.), strutturati in quaternioni. La mise en page, a due colonne,
costruita secondo il tipo di rigatura 00C2 Leroy, inciso con sistema 1 Leroy.
Lintercolunnio di mm 15; 24 sono linee rettrici; la piqre stata eseguita
nello spazio intercolonnare; linchiostro pallido. Vi occorre il cosiddetto chio-
doFollieri. Per la provenienza dal monastero calabrese si vedano le annotazioni
di Pietro Menniti, lallora abate generale dellOrdo S. Basilii, al f. <IIr>: Homili
absque no(m)i(n)e auth(oris) ex Biblioth(eca) S. M(arie) de Patirio.
(95)S.J. Voicu, Codices Chrysostomici Graeci, VI: Codicum Civitatis Vaticanae
partem priorem (...), Paris 1999 (Documents, tudes et rpertoires, 11/6), nr. 282
(= pp.229-230).
(96)Vat. gr. 2130, f. 45r, : .
(97)Ibid., f. 142r, :
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 143

(f. 6r, lin. 2b)(98); : (f. 10r, lin. 12a)(99); :


(f. 10v, lin. 16a); : (f. 11r, lin. 10a)(100); :
(f. 12r, lin. 21b); : (f. 15v, lin. 3a)(101); :
(f. 15v, lin. 21a); : () (f. 15v, lin. 22b)(102); :
(f. 22r, ult. lin., col. a)(103); : (f. 26r, lin. 8b); -
: (f. 26v, lin. 2a)(104); : (f. 26v, lin. 5a)(105);
: (f. 42v lin. 16a); (lege: ):
(f. 42v lin. 23a)(106); : (leg.: )
(f. 43r, lin. 14b); : (f. 43r, ult. lin., col. a)(107).

Risulta palese che le note marginali, tutte quante di natura glosse-


matica e sinonimica, sono atte ad agevolare la lettura e la comprensione
del testo secondo modalit proprie dellmbito calabro-siculo monasti-
co(108). E se nel caso del Vat. gr. 2004 non sono al momento in grado di
affermare che esse appartengano allattivit erudita del copista non
da escludere che egli si sia avvalso dellantigrafo da cui copiava
oramai acquisizione accertata e condivisa il fatto che procedimenti
analoghi siano assai diffusi nellItalia medievale di lingua greca. Tali
procedure, perci, anche nei casi in cui fosse possibile stabilire un nesso,
diretto o indiretto, con lantigrafo, meritano lattenzione degli studiosi,
giacch riflesso non solo di un atteggiamento mentale di fedelt rispetto
al codice da cui trascrivevano basti solo ricordare che nel cenobio co-
stantinopolitano di Studio gi nel secolo X ai calligrafi si raccomandava
il rispetto assoluto dellantigrafo e perci di non apportare aggiunte o
decurtazioni nella copia (lapografo)(109) ma anche, e soprattutto, di

(98)Ibid., : .
(99)Ibid., f. 120r, : , , , .
(100)Ibid., f. 71v, : .
(101)Ibid., f. 31v, :
(102)Ibid., f. 55v, :
(103)Ibid. f. 76r, (!): .
(104)Ibid., f. 45v, : .
(105)Ibid., f. 69v, : // : .
(106)Ibid. f. 65r, . , .
(107)Ibid., f. 68r, :
(108)Resta problematico, relativamente al caso specifico, specificare se le
postille marginali appartengano allattivit erudita dello scriba o invece risalgano
allantigrafo.
(109)PG 99, col. 1740 ( , nrr. 3-4).
144 Santo Luc

una utilit pratica nella fruizione dei testi specialmente per quei mona-
ci/lettori non sufficientemente versati nella lingua greca.
Sono del parere, insomma, pur non essendo possibile proporre
conclusioni definitive che ad unanalisi pi ampia potrebbero rivelarsi
affrettate, che in molti casi il corredo glossematico, pi che risalire
allet antica o subantica, sia invece correlato ai bisogni primari della
comunit monastica che ha commissionato la copia del libro/conte-
nitore, nella quale era ben presente la consapevolezza che non tutti i
confratelli fossero in grado di leggere un testo.
Certo, non sempre semplice districarsi e proporre una spiegazione
convincente e univoca. Un caso problematico, ma abbastanza chiaro,
ad esempio, presenta lattuale Vat. gr. 2066 + Washington, Library of
Congress, 60, un membranaceo latore di scritti di Basilo Magno, di
Gregorio di Nissa e dellApocalissi di Giovanni, vergato in maiuscola
ogivale inclinata di tipo italogreco del secolo IX (110) e proveniente
anchesso dalla collezione di S. Maria del Patr, dove nel secolo XVI
era conservato con la segnatura 24(111). Il cimelio consegna un ricco
apparato di glosse e di lezioni varianti ai testi di Basilio e di Gregorio,
che ovviamente hanno suscitato linteresse scientifico degli studiosi. Gi
nel 1910 Giorgio Pasquali present i risultati di una prima disamina in
riferimento allopera di Basilio, concludendo che quel lavorio dossogra-
fico, di cui invero sono vettori altri testimoni medievali, sarebbe stato
realizzato fra i secoli VII-IX e che, quindi, nel caso del codice Vaticano
il copista si sarebbe limitato a ricopiare quanto aveva rinvenuto nellan-

(110)G. Cavallo, Funzione e strutture della maiuscola greca tra i secoli VIII-XI,
in La palographie grecque et byzantine (Paris, 21-25 octobre 1974), Paris 1977
(Colloques Internationaux du CNRS, 559), pp.95-137: 101 e tav. 10 (p.117); id.,
Le tipologie della cultura nel riflesso delle testimonianze scritte, in Bisanzio, Roma,
lItalia nellalto medioevo, Spoleto, 3-9 aprile 1986, Spoleto 1988 (Settimane di
studio del Centro italiano di studi sullalto medioevo, 34), pp. 467-516 (con 56
tavv.): 507. Il f. 93bis del manoscritto costituiva un tempo il f. 97 del Vat. gr. 2119.
(111)Batiffol, LAbbaye cit., p. 63. Sul f. <I>, posticcio, lo ieromonaco crip-
tense Filippo Vitali aggiunse nel secolo XVII un breve index. Gi Bas. 105, il
manufatto Vaticano misura mm 269 188 ca. [f. 262], consta di ff. 326 (+ 93 bis),
strutturato in quaternioni numerati nellangolo superiore a cifre maiuscole,
vergato da due amanuensi coevi alla seconda mano spettano i ff. 249-268
e numerosi interventi marginali nella parte spettante al primo scriba (cf. e.g.,
ff. 137v, 249r, 252r, 254r-v, 255r, 260r, 263v) , presenta mise en page di tipo 21C1a
o 20C1 con 36 righe, realizzata con i sistemi 11 e 1 Leroy.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 145

tigrafo(112). La proposizione del filologo appare ineccepibile e gli studi


successivi ne hanno confermato la validit (113), ribadita anche dagli
editori dellHexaemeron di Basilio (CPG 2835), E. Amand de Mendieta e
S. Y. Rudberg(114). I due patrologi, infatti, collocano il Vat. gr. 2066 (E1)
nel gruppo E, testimone della recensione antica (Vulgata), e asseriscono
che esso prsente un text fort aberrant et foisonnant de variantes in-
dividuelles, composito e ricco de leons strictement individuelles, de
Sonderlesarten (...) Toutes ne doivent pas videmment tre imputes
la fantaisie o limpritie du scribe, veicolando una tradizione ma-
noscritta assez mlange et peu sre(115).
Che lItalia meridionale abbia trasmesso testi unici e rari, sovente
testimoni di opere o recensioni testuali non altrimenti attestati, sap-
piamo tutti. fondato, dunque, ritenere che lapparato scoliastico del
nostro codice Vaticano sia il portato di una tradizione tardoantica(116).
E tuttavia, anche alla luce delle riflessioni fin qui svolte, credo che non
si debba escludere aprioristicamente lipotesi che il copista italogreco
abbia dato un proprio apporto originale, nel tentativo, rimasto isolato,
di produrre una edizione di Basilio che potesse in qualche modo esse-

(112)G. Pasquali, Doxographica aus Basiliusscholien, in Nachrichten von der


Kn. Gesellschaft der Wissenschaften zu Gttingen, Philologisch -historische Klasse
(1910), Heft 3, pp.194-228: 195-201, 206-208, 215-216.
(113)Scoli agli scritti basiliani sono stati segnalati, ad esempio, presso
A. Cataldi Palau, Complemento a Doxographica aus Basiliusscholien di Giorgio
Pasquali, in Revue dhistoire des textes 17 (1987), pp. 347-351; T. Poljakov, The
unpublished doxographical scholia on St. Basils Hexaemeron, in Revue dhistoire
des textes 12-13 (1982-1983), pp.367-369.
(114)Cf. E. Amand de Mendieta, La plus ancienne tradition manuscri-
te (IXe et Xe sicles) des homlies de Basile de Csare sur lHexaemeron, in
Studia Patristica, XIV, Berlin 1976, pp. 253-274 ; E. Amand de Mendieta
S.Y. Rudberg, Basile de Csare. La tradition manuscrite directe de neuf homlies
sur lHexamron, Berlin 1980 (Texte und Untersuchungen, 123), pp. 115-
117, 126-129; Basilius von Caesarea Homilien zum Hexaemeron, hrsg. von
E. Amand de Mendieta S.Y. Rudberg, Berlin 1997 (Die griechischen christlichen
Schriftsteller, n.F., 2), pp.X (Vat. gr. 2066, siglum: E1) e 4 (glosse).
(115)Amand de Mendieta Rudberg, Basile de Csare. La tradition cit.,
pp.112-113.
(116)Per avere unidea della disposizione di tale apparato sulle pagine del ma-
noscritto sufficiente rinviare allo specimen edito in H. Follieri, Codices graeci
Bibliothecae Vaticanae selecti temporum locorumque ordine digesti commentariis
et transcriptionibus instructi, apud Bibliothecam Vaticanam 1969, pp.16-17, Tab.
6 (f. 82r).
146 Santo Luc

re funzionale al bisogno suo personale o a quello della propria comunit


di leggere criticamente e comprendere lopera basiliana.
Sia come sia, si rileva che alcune delle glosse che costellano i margi-
ni del manoscritto Vaticano rimandano ancora una volta al menzionato
lessico pseudo-cirilliano che nellItalia medievale di lingua greca, s
pi volte ribadito, risulta diffuso e utilizzato sin da epoca alta o ad
altra fonte lessicale non dissimile(117).
Ad ogni buon conto, se nel caso del Vat. gr. 2066 lapparato di
glosse e lezioni varianti che corredano le singole pagine pu forse rin-
viare al modello tardantico, nel Vat. gr. 2057, invece, un membranaceo
calabro-rossanese di mm 316 260 databile al primo trentennio del
secolo XII e latore di una Catena (tipo II secondo la classificazione di
Karo-Lietzmann) ai Salmi 1-151 e alle Odi(118), la cui trascrizione spetta
a una mano principale A(ff. 1-6v, 26r lin. 11-74v, 90r-156r, 157r-194v,
205-314r) che adopera una minuscola la cui struttura e i cui morfemi,
singoli o in legamento, sono assimilabili allo stile rossanese , con la
quale collaborarono altri cinque anonimi copisti, ossia B(ff. 7r-15v),
C(ff. 16r-26r lin. 11 (sino a [!])(119), D (ff.75r-

(117)Si vedano i seguenti esempi: (f. 2v) : , -


= Vat. gr. 2130 (f. 114r): : ; (f. 4v)
: = (f. 6r) : ; (ibid.) : ,
= (f. 45r) : , ; (ibid.) : = (f. 89v)
: , ; (f. 7v) : , =
(f. 130v) : , , // : ; (ibid.) : -
, = (f. 100r) : ; (f. 10v) : //
(f. 150v): : ; (f. 13r) : , = (f. 115v)
: , ; (ibid.) :
= (f. 64r) : .
(118)CPG C15. Quanto alla localizzazione qui proposta, essa si fonda non
solo sullanalisi della scrittura, ma anche su occorrenze di formule in versi do-
decassillabici proprie della produzione libraria rossanese dellet di Bartolomeo
da Simeri ( 19 agosto 1131), il fondatore del cenobio di S. Maria Hodigitria nei
pressi di Rossano Calabro. Per tutto ci si rinvia a Luc, Sul Teodoro Studita cit.,
pp.259-261 (con bibliografia).
(119)Sono peculiari di questa mano, fra le altre, le forme di lambda maiu-
scolo divaricato alla base e col secondo elemento ondulato a destra e sviluppato
che scende al di sotto della rettrice, nonch il legamento di epsilon-csi, con la
vocale a cresta ascendente e la consonante a curve vlte a snistra con lultima
appena accennata.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 147

89v)(120); E(ff. 195r-204v); F(ff. 315-316r)(121), conserva sul margine


inferiore di f. 205r un interpretamentum della voce : ,
(122). Trattasi dellaggettivo riferito a di Ps. 100, 4a, la
cui interpretazione occorre nei lessici (e.g.: Etymologicum
Gudianum, Etymologicum Magnum, Suda), in Giorgio Cherobosco
(Epimerismi in Pss.), nonch in Cirillo Alessandrino (Expositio in Pss.) e
Neofito Incluso (Comm. in Pss.)(123); mentre il sinonimo , riferito
a , occorre invece in Eccli. 36, 20a e in Esichio come interpreta-
mentum della voce , (124).
plausibile dunque che anche in questo caso la glossa possa es-
sere di ascendenza antica. Si rileva comunque che ancora una volta la
redazione v1 del lessico dello Pseudo-Cirillo annovera la voce , di
ascendenza scritturistica, con linterpretazione (125).
Lo stesso aggettivo , daltro canto, riferito al copista con la
valenza pregnante di misero, non estraneo alla cultura monastica
calabrese. Se ne registra unoccorrenza in una nota marginale (f. 86r)
del noto Panegirico di tutto lanno Vat. gr. 866 un cimelio di formato
massimale (380 290 ca.) vergato fra X e XI secolo verosimilmente a
Montecassino(126), da ununica mano, quella cio di Nicola ,

(120)Questa parte, realizzata in minuscola di tipo Scilitze, attribuibile al


copista anonimo che trascrisse o collabor alla copia del Vat. gr. 1993, del Vat.
gr. 300 e dello Scilitze Matrit. Vitr. 26-2: S. Luc, I Normanni e la rinascita del
sec. XII, in Archivio storico per la Calabria e la Lucania 60 (1993), pp.1-91: 36-58;
id., Il Gerontikon cit.
(121)Anche questa mano esibisce late somiglianze con la cosiddetta minu-
scola di tipo Scilitze, sulle cui manifestazioni grafiche cfr. Luc, Il Gerontikon
cit. Osservo che non da escludere che le mani B ed E possano costituire una
semplice variatio grafica dello scriba A.
(122)Sul Vat. gr. 2057 cf. Luc, Sul Teodoro Studita cit., pp. 259-261.
(123)Cf. il Thesaurus Linguae Graecae on line della Irvine University.
(124)Ibid. Sul f. 215r la voce di Ps. 103, 21a glossata in margine con
. Cf. il lessico dello Ps.-Cirillo (Vat. gr. 2130, f. 123v)
sotto il lemma con linterpretamentum ,
.
(125)Cf. Vat. gr. 2130, f. 122v, s.v.
(126)Cf. Luc, Scritture e libri della scuola niliana, cit., pp. 343-344.
Rammento che lo stesso copista greco aggiunse sui margini dei ff. 114r, 120r,
124r e 193v annotazioni in beneventana ed solito scrivere nella dossologia
dei vari testi agiografici la parola amen in caratteri beneventani (ff. 253v, 283r
e 324r: amn); altrove la ripete in greco e in latino, ma sempre in beneventana
148 Santo Luc

come si autodefinisce nel verso soprannumerario di chiusa


(corr. sup. lin. ex ) dei nove dodecasil-
labi con acrostico (nei primi otto) che da lui vennero apposti
su f. 98r alla fine dei Miracoli di Samona Guria e Abibo (BHG 740c),
inc. , , expl. , -
(127). In effetti, sul margine laterale esterno di f. 86r lo scriba
appose uninvocazione dodecasillabica a Giovanni Crisostomo, perch
intercedesse affinch il suo misero servo, ossia lamanuense medesimo,
potesse ottenere la grazia celeste: + (lege ),
, :-
Orbene, anche il Panegirico Vat. gr. 866 risulta annotato sui
margini in una bella maiuscoletta dallo stesso copista con varie
glosse esplicative(128), sebbene in relazione a due soli testi agiografi-
ci, ossia il bios di Gregorio Taumaturgo scritto da Gregorio di Nissa
(ff. 98r-106r) e quello di Gregorio di Nazianzo scritto invece dal pre-
sbitero Gregorio (ff. 169r-173v). Se ne d qui un elenco, anticipando
che diverse glosse sono annoverate ancora una volta nel lessico dello
Ps.-Cirillo:
Gregorio di Nissa, Vita Gregorii Taumaturgi (BHG 715; CPG 3184)(129):

( / amen o amn: ff. 302r, 335v, 336v, 341v, 352v, 373v, 407r), o scrive
amn (ff. 259v e 263r) ovvero amn (con lo spirito dolce su alpha),
(f. 251v). Nella dossologia del bios di s. Biagio (f. 402r), infine, il copista utilizza
una commistione di lettere greche e latine: tn nn amn (con spirito dolce
su alpha).
(127)Su tali versi cf. I. Vassis, Initia carminum byzantinorum, Berlin-New
York 2005 (Supplementa Byzantina. Texte und Untersuchungen, 8), p.183, che si
rif a R. Devreesse, Codices Vaticani Graeci, III: Codices 604-866, in Bibliotheca
Vaticana 1950, p.435. Nel manoscritto il dossier agiografico dei martiri Guria,
Samona e Abibo (ff. 89r-91v: BHG 740a) corredato da cinque dodecasillabi
inc. , expl.
come peraltro anche la redazione BHG 740b (ff. 92r-93v), che chiusa
da altri cinque dodecasillabi, inc. , ; expl.
, . Per entrambi i componimenti rinvio a
Vassis, Initia cit., pp. 183 e 407, che rimanda a sua volta a Devreesse, Codices
Vaticani Graeci, III: Codices 604-866, cit., pp.435 e 436.
(128)Lo stesso copista provvide a emendare o integrare il testo, che stato
da lui stesso sottoposto a diorthosis, in numerosi luoghi, cf. e.g., ff. 10r, 15r, 16v,
18v, 42v, 44r, 51v, 58r, 77v.
(129)Cf. PG 46, coll. 893-921 A3 (mutila nel codice), e ora in Gregorii
Nysseni Sermones, Pars II, ed. G. Heil, Leiden-New York-Kbnhaven-Kln 1990
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 149

(f. 98v) : ; : ; :
(130); : , (131); : (132); :
(133); : ; : ; (f. 99r)
: (134); : , (135); :
, ; : , ; -
: ; : (136); :
, ; : , ; (f.99v) -
: (137); : ;
: ; : -
; (f. 100r) : , , -
; : , ; (f. 101r) : ;
: (138); (f. 101v) : , ; :
(139); : ; (f. 102r) : ;
: (140); : ; : , (141);
(f.102v) : , (142);
: (143).

Vita Gregorii Nazianzeni (CPG 7975; PG 35, coll. 244-276) occorrono


le seguenti glosse:
(f. 170r) : ; (f. 171r)
: , , , (144)
; (f. 171v)

(Gregorii Nysseni Opera, X/1), pp.3-57. Leditore moderno ritiene che le glosse
rappresentino lezioni varianti o glossemi risalenti allantigrafo : Glossas in
textum irrepsisse censeo (...). Sed non modo lectiones varias et glossas scribae
pii mediae aetatis ab antiquissimis temporibus nobis servaverunt, verum etiam
vestigia memoriae iam antiquitus depravatae, cf. ibid. pp. cxxv-cxxvi.
(130)Cf. Vat. gr. 2130 (f. 118v) : .
(131)Ibid. (f. 65v): :
(132)Ibid. (f. 12r) : .
(133)Ibid. (f. 61r) : .
(134)Ibid. (f. 64r) : , .
(135)Ibid. (f. 144v) : , .
(136)Ibid. (f. 12v) : .
(137)Ibid. (f. 83v) : , ,
.
(138)Ibid. (f. 12v) : .
(139)Ibid. (f. 64v) : , .
(140)Ibid. (f. 112r) : .
(141)Ibid. (f. 12r) : .
(142)Ibid. (f. 106r) : , .
(143)Ibid. (f. 95r) : .
(144)Ibid. (f. 22v) : , , .
150 Santo Luc

: , (145); : ; (f. 172r) :


; (f. 173r) : (146); : ,
; : (147); (f. 173v) (leg. .): .

Anche in questultimo codice numerose glosse, come si potuto


verificare nellapparato delle note a pi di pagina ad ogni singolo lemma,
risultano registrate nel lessico pseudo-cirilliano.
Certo, allo stato attuale in questa attivit glossematica risulta
difficile stabilire quanto si debba allamanuense, che di sua iniziativa
ha inteso rendere agevole la lettura del testo dei suoi confratelli meno
versati nella conoscenza della lingua greca attingendo a piene mani ai
dizionari di cui disponeva e in primo luogo al noto lessico dello Pseudo-
Cirillo, e quanto invece si debba allantigrafo da cui egli trascriveva. E
tuttavia, se in qualche caso questultima opzione parrebbe verosimile
ad esempio il fatto che nel Vat. gr. 866 il sintagma (f. 173r)
sia glossato con parrebbe confortare lassunto, a meno
che lo scriba non abbia collazionato il testo con un altro testimone ,
ho motivo di ritenere che la stessa attivit sia da collegare per lo pi ad
una modalit di fruizione tipica dellambiente monastico calabro-siculo,
secondo schemi mentali oramai noti alla comunit scientifica.
Nella prospettiva interpretativa or ora ipotizzata, forse paradig-
matico lesempio offerto dal Vat. gr. 2029 che consegna, caso pressoch
unico fra i testimoni italogreci delle Piccole Catechesi di Teodoro, un
apparato glossematico per lo pi desunto dal dizionario pseudocirillia-
no, come si evince dalla trascrizione completa (cf. Appendice II: infra,
pp.162-164).

Conclusioni

Lanalisi dei dieci manoscritti qui esaminati ha mostrato come no-


tevole sia stato il successo della Parva Catechesis di Teodoro di Studio
nellItalia grecofona del X e X/XI secolo. A ben considerare, tuttavia,
anche il secolo XII ne garant unampia diffusione: il secondo libro
delledizione in due tomi delle Grandi Catechesi curata verosimilmente
a Rossano Calabro, diffusasi poi nella stessa Calabria e in Sicilia e testi-

(145)Ibid. (f. 83v) : , .


(146)Ibid. (f. 87r) : .
(147)Ibid. (f. 40v) : .
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 151

moniata da ben undici esemplari databili tutti tra la fine del secolo XI
e la prima met del successivo annovera quasi tutta intera la raccolta
delle cosiddette Piccole Catechesi con i testi accessori (Testamentum,
Versi, Ipotiposi, Epitimia e giambi) che solitamente accompagno i testi-
moni delle stesse Piccole Catechesi(148).
Se i manufatti del secolo XII risultano attribuibili su base paleogra-
fica ai centri monastici del Patr di Rossano, del S. Salvatore de lingua
phari in Messina e a quelli che ruotarono attorno allArchimandritato, i
testimoni vettori della Parva Catechesis, invece, quasi tutti del secolo X
e X/XI, sono riconducibili a quella sorta di scriptorium itinerante che
fece capo alla figura carismatica di Nilo da Rossano e alla sua scuola,
la cui attivit si dispieg in Calabria e Lucania e lungo la direttrice
campano-laziale sino alle porte di Roma.
I dieci codici superstiti, tutti di estrazione monastica, hanno un for-
mato maneggevole, che corrisponde molto bene non solo allestetica del
libro di spiritualit, ma anche e soprattutto alla sua funzione(149). Quei
libri, infatti, sono volumi duso, non gi esemplari di biblioteca che,
invece, essendo funzionali alla conservazione dei testi, di norma presen-
tano un formato massimale. La mise en page solitamente a due colonne,
sia pure con leccezione del frammento melfitano e del palinsesto Crypt.
..XIIIa (= Crypt. ..XXI), la ripartizione delle catechesi numerate
progressivamente in cifre maiuscole, la gerarchia delle scritture (maiu-
scola per i titoli e le rubriche liturgiche; minuscola per il testo), le lettere
iniziali maggiori, sovente a tratto doppio e colorate di rosso mattone,
verde, giallo, marrone argentato, blu, concorrono a rendere agevole la
consultazione e la lettura di unopera che ha costituito il nutrimento
spirituale e ascetico-morale del monachesimo calabro-bizantino(150). La

(148)Per una panoramica sul contenuto degli undici testimoni italomeridio-


nali latori delledizione in due libri delle Grandi Catechesi rinvio a Leroy, tudes
sur les Grandes Catchses cit., pp.125-208.
(149)Su questi aspetti buone osservazioni sono reperibili in M. Maniaci,
Ricette e canoni di impaginazione del libro medievale. Nuove osservazioni e verifi-
che, in Scrineum 10 (2013), pp.1-48.
(150)Circa le problematiche della fruizione dei testi sempre utile consultare
G. Cavallo, Leggere a Bisanzio, Milano 2007 (traduzione ital. di id., Lire Byzance,
Paris 2006), specie il cap. 10 (La scala del paradiso), pp. 129-166; id., Le ros-
signol et lhirondelle: lire et crire Byzance, en Occident, in Annales. Histoire,
Sciences sociales 56/4-5 (2001), pp.849-861; id., Tracce per una storia della lettura
a Bisanzio, in Byzantinische Zeitschrift 95 (2002), pp.423-444, id., Per una storia
152 Santo Luc

fruizione, daltro canto, almeno nel caso del Vat. gr. 2029 e, per alcuni
versi, anche dellOtt. gr. 251, resa ancora pi immediata grazie a un
ricco apparato glossematico che accompagna il testo. Tale apparato
rimanda per lo pi alla letteratura lessicografica, specie al lessico dello
Pseudo-Cirillo che ben noto e diffuso, soprattutto nella recensione v1,
nelle comunit greche italomeridionali come strumento indispensabile
per lapprendimento della lingua greca in un contesto in cui la diglossia
(greco e latino) ampiamente praticata non solo a livello popolare ma
anche a livello culturalmente medio-alto(151).
Se i marginalia glossematici siano opera dellattivit degli scribi,
vlta a facilitare la lettura e la piena comprensione degli insegnamenti
di Teodoro Studita, difficile dire. E tuttavia, invita quanto meno a
postulare unattivit erudita locale il fatto che fra i testimoni italogreci
della Parva Catechesis i due manoscritti test menzionati siano gli unici
ad essere forniti di glosse. La pratica di arricchire i margini dei codici
con postille esplicative e sinonimiche desunte da raccolte lessicografi-
che, paremiografiche o gnomologiche, inoltre, ben documentata nel
mondo monastico del Mezzogiorno medievale di lingua greca, tanto che,
al di l di ogni altra considerazione o di ipotesi pi o meno fondate,
la modalit di ricezione e fruizione dei testi attraverso lo strumento
dellapparato lessicografico prassi cos diffusa da costituire quasi
un elemento distintivo e connotante, che occorre sottolineare. Non
casuale che, accanto ai pochi esempi passati in rassegna Vat. gr. 866,
2004, 2057 e 2066, oltre ovviamente allOtt. gr. 251 e al Vat. gr. 2029 ,
tale modalit di fruizione sia stata gi rilevata, e documentata, anche
nel Vat. gr. 2000 (sec. X), latore di testi agiografici(152).

delle modalit di lettura a Bisanzio e in Occidente, in Accademia delle Scienze di


Torino. Quaderni 10 (2002), pp.105-111. Ma si veda anche Lire et crire Byzance
[= XXe Congrs international des tudes byzantines, Paris, 19-25 aot 2001,
Table ronde], d. par B. Mondrain, Paris 2006 (Monographies, 19); B. Mondrain,
Traces et mmoires de la lecture des textes: les marginalia dans les manuscrits
scientifiques byzantins, in Scientia in margine. tudes sur les marginalia
dans les manuscrits scientifiques du Moyen ge la Renaissance, runies par
D. Jacquart Ch. Burnett, Genve 2005, pp.1-25.
(151)S. Luc, Il lessico dello Ps.-Cirillo (redazione v1): da Rossano a Messina,
in Rivista di studi bizantini e neoellenici, n.s. 31 (1994), pp.45-80.
(152) id., Sulla sottoscrizione in versi del Vat. gr. 2000 (ff. 1-154), in
. Scritti in memoria di Roberto Pretagostini, I, a cura di C. Braidotti
E. Dettori E. Lanzillotta, Roma 2009, pp.275-308: 290-301.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 153

Si auspica perci che gli studiosi volgano la propria attenzione


scientifica anche a questi aspetti apparentemente secondari, ma signifi-
cativi se si persegue lobiettivo di ricostruire su solide basi il panorama
culturale del Mezzogiorno medievale ellenofono. Si certi che la gamma
delle esemplificazioni potr essere ampliata: i risultati dellanalisi ulte-
riore potranno confermare o mitigare se non smentire le conclusioni
presentate qui in modo problematico(*).

Univ. di Roma Tor Vergata Santo Luc


Maschito (PZ) Giuseppe Nardozza

(*) Sento il dovere di ringraziare quanti mi sono stati di aiuto nellelaborazio-


ne di questo lavoro: i colleghi e amici Donatella Bucca, Emma Condello, Marco
Cursi, Francesco DAiuto, Andrea Luzzi, Arianna Vena, Sever J. Voicu; e inoltre
S.E. Rev.ma Mons. Gianfranco Todisco, vescovo della diocesi di Melfi-Rapolla-
Venosa, Giuseppe Nardozza, prete di Maschito, Angela Pennella responsabile
dellArchivio Diocesano di Melfi; infine, il personale della Biblioteca Nazionale
di Napoli, specialmente i drr. Antonietta Conti e Pino DErrico, nonch quello
della Biblioteca del Monumento Nazionale di Grottaferrata e della Biblioteca
Apostolica Vaticana, per avermi agevolato nella consultazione dei manoscritti.
154 Santo Luc

APPENDICE I

a) Rubriche liturgiche di lettura delle Piccole Catechesi

Sono qui presentate sulla base dei testimoni italogreci Ott. gr. 251 (O),
Vat. gr. 2094 (V1), Vat. gr. 1214 (V2), Vat. gr. 2029 (V3) e Neap. II B 20 (N)
le occorrenze liturgiche che indicano il periodo, il giorno o la festivit in cui
venivano lette le Piccole Catechesi; per ovvie ragioni ho ritenuto opportuno
prendere in considerazione anche altri due testimoni di origine greco-orientale,
il Par. gr. 1018 (P) e il Vat. gr. 634 (W), entrambi latori delle 134 catechesi che
compongono la cosiddetta Parva Catechesis.
Il Parigino, confezionato verosimilmente in milieu costantinopolitano
largamente inteso, databile, a mio parere, al pieno secolo X, risultando
esemplato in una minuscola di modulo medio-grande, diritta, che presenta
sovente boules terminali, da un unico copista. Il medesimo, tuttavia, ai ff. 318v
lin. 112-319v utilizza una bella minuscola corsiveggiante per trascrivere: Versus
in s. Theodorum (: BHG 1756a), Epigramma in s. Theodorum (BHG
1758; PG 99, coll. 105-108) e una selezione di poesie giambiche, precisamente i
carmi IX-XX, LXXXIX, XC, XCII-XCIV (PG 99, coll. 1784-1788, 1802-1804 B 1);
ad altra mano seriore [sec. XI in.] spettano i ff. 7r lin. 17-8v, latori del sermone
In sanctum Pascha del Crisostomo [CPG 4408], letto la Domenica di Pasqua
( ). La scrittura dellignoto amanuense,
che Maria Luisa Agati ha proposto di appellare copista F e al quale la stessa
studiosa ha attribuito meritoriamente la copia dellAthen., Bibl. Nat., gr. 361 e
dellOtt. gr. 412(ff. 92r-235v, eccetto i ff. 192, 220 e 230), annoverata fra le
manifestazioni grafiche della cosiddetta minuscola boulete(153). A mio parere,
per, tale grafia, piuttosto manierata e per alcuni versi artificiosa si muove nella
scia della cosiddetta minuscola quadrata(154) e trova paralleli significativi, e.g.,
nelle grafie dello Scor. Y.II.12 o del Laur. 8.27.

(153)M.L. Agati, La minuscola boulete, I-II, Citt del Vaticano 1992 (Littera
Antiqua, 9/1-2): I, pp.168-175, in particolare p.169 (descrizione di P); II, tavv.
118-120.
(154)Su di essa si vedano le riflessioni condivisibili di A.A. Aletta, La
minuscola quadrata. Continuit e discontinuit nelle minuscole librarie della
prima et macedone, in Rivista di studi bizantini e neoellenici, n.s. 44 (2007)
[= Ricordo di Lidia Perria, II], pp. 97-128. Si veda anche ead., Un nuovo codice
del copista Nicola (sec. X in.): lAthen. B.N. 2651, in Bollettino della Badia greca
di Grottaferrata, n.s. 56-57 (2002-2003), pp. 63-76. Si tratta del copista Nicola che
nel giugno 917 verg nel monastero di S. Acepsima nellisola di Chalki il Mosq.
Mus. Hist. 98 (Vlad.). Al medesimo attribuirei anche, limitatamente ai ff. 1-77,
lattuale Oxon. Christ Church gr. 67. Tutti e tre sono caratterizzati da iniziali mag-
giori allungate, la cui tipologia, sui generis, potrebbe latamente essere accostata
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 155

Quanto al secondo, lattuale Vat. gr. 634 (W e W1 [lettore/correttore pi


tardo]), un cimelio databile, come gi detto, al secolo XI/XII o alla prima met
del secolo XII, piuttosto che al XIII, come pure stato proposto(155), esso venne
realizzato in mbito greco-orientale provinciale, dove comunque circol verso
il secolo XIV, allorch venne aggiunto un inserto in carta orientale (ff. 24-28),
esemplato in una minuscola distendu.
Segnalo, infine, che le sequenze numeriche coincidono con quelle
delledizione Auvray delle Piccole Catechesi. Lapparato negativo. Non ho
registrato lievi differenze e non ho tenuto conto di errori itacistici. Anche se il
campione dei manoscritti costantinopolitani e greco-orientali qui considerati
troppo limitato perch se ne possano trarre conclusioni definitive, parrebbe che
fra centro e periferia dellImpero bizantino non vi siano divergenze sostanziali
nella indicazione della rubrica liturgica, anche nei casi in cui la sequenza delle
catechesi diversa(156).
Ma eccone il quadro completo(157):
1.
2. (... P)
3. , in indice praevio
4. , in indice praevio
5. , P
6. , in indice praevio
7.

a quella dellOxon. Barocc. 238 (sec. X): I. Hutter, Corpus der byzantinischen
Miniaturenhandschriften: Oxford, Bodleian Library, III/1-2, Stuttgart 1982, nr. 18
(I, pp.30-31; II, Taf. 79).
(155)Devreesse, Codices Vaticani Graeci, III, cit., pp.50-51. Il cimelio, perga-
menaceo, misura mm 281/278 195/190 ed organizzato in quaternioni nume-
rati progressivamente nellangolo inferiore interno di f. 1r e in quello inferiore
esterno di f. 8v, tutti incisi dal lato pelo con sistema 1 Leroy su tipo P2 20D1
per 31 righe (ff. 1-23) o 34C1 per 24/26 righe (ff. 38-173). Collaborarono allal-
lestimento tre mani coeve: A) ff. 1r-23v e 29-37v; B) ff. 38-154r; C) ff. 154v-173v.
Risultano appartenenti ad altro manoscritto, grosso modo coevo, i ff. 24-25, che
misurano mm 281 195 (185 126), la cui mise en page di tipo 22C1 Leroy
con 29 righe (la tipologia delliniziale alpha di f. 24r analoga, anche nella scelta
dei colori, a quella di f. 37v).
(156)Il Marc. gr. II 47, vergato in una elegante minuscola corsiva stilizza-
ta, ad asse diritto, del secolo XII (Costantinopoli?), esibisce una distribuzione
assai diversa rispetto a quella delledizione Auvray (cf. E. Mioni, Codices Graeci
Manuscripti Bibliothecae Divi Marci Venetiarum, I/1, Roma 1967 [Indici e
Cataloghi, n.s., 6], pp.155-156), ma le rubriche coincidono.
(157)Sequenza e rubriche sono analoghe anche nel Marc. gr. 141 (sec. XII
in.), vergato dal presbitero Michele in mbito greco-orientale, nonch nel Marc.
gr. II 41 (sec. XIII in.), di origine provinciale, ma non italogreca. Su questultimo
cf. Leroy, tudes sur les Grandes Catchses cit., pp.213-214.
156 Santo Luc

8. , in indice praevio O (et V1P)


9. , V3
10.
11.
12.
13.
14. , in indice praevio O (et V3P)
15. , V3
16. , , in indice praevio O (et NV3P)
17.
18.
19. , -
in indice praevio O (et NV3); P
20.
21. ,
in indice praevio O (et NV3P)
22. ,
in indice praevio O (et NV3), ... -
PV3
23. ,
in indice praevio O (et NV3P)
24.
25.
26. , N
27.
28.
29.
30.
31.
32. , in indice praevio O
(et NV3)
33. ,
in indice praevio O (et NV3),
... P
34. , NV3
35.
36. , V3
37.
38.
39.
40. , in mrg. add. P
41.
42.
43.
44. , om. P, sed al. man. add.
45.
46.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 157

47.
48.
49. , V3,
W1,
(= cat. 103) add. P
50.
51. , in indice previo O
52. (= ) , NV3WP
53.
54. (= ) ,
P
55. , V3WP
56. (158), N
57.
58.
59.
60.
61. , V1WP
62. (= )
63. , ...
in titulo V1V3, in mrg.
sup.add. W
64. , om. V3W, add. W1
65. , om. W, in titulo OV1V3
66.
67.
68. , al.m. in mrg. add. P,
W1,
al. m. in mgr. add. P
69. (= ) ,
V3WP, al. m. in mgr. add. P
70. , post correct.W,
al. m. in mrg. add. P;
.
in mrg. adnot. P
71. (= )
72. , V3, W, P
73. , P (in texto)
74-134 (-) om.,
add. W.

(158) Nella liturgia bizantina la Domenica della prima settimana di Quaresima


stata sostituita nell842 con la festivit della Domenica dellOrtodossia: Leroy,
Les Petites Catchses cit., p.342 e n. 57.
158 Santo Luc

b) Rubriche liturgiche di lettura delle Grandi Catechesi nelledizione


calabro-sicula in due libri

Ho utilizzato soltanto i codici Messan. gr. 17 (an. 1107: M1), Messan. gr. 83
(an. 1104/1105: M2), Matrit. 4605 (an. 1124/1125)(159). Adopero inoltre le seguen-
ti sigle: Pc e Mc, rispettivamente per Parva Catechesis e Magna Catechesis
col tacito riferimento alledizione Auvray per le Piccole Catechesi e a quelle par-
ziali, gi menzionate, di Cozza Luzi e Papadopulos Kerameus per le Grandi. Delle
catechesi ancora inedite ho trascritto lincipit. Osservo che nei testimoni della
recensione italogreca in due libri la sequenza dei sermoni presenta significati-
ve divergenze nel secondo libro come, ad esempio, nellattuale Sinait. gr. 401
(an. 1086/1087: S) ma le rubriche in genere sono coincidenti.

I libro

Il primo libro annovera, senza rubriche di lettura, 29 pezzi delle Grandi


Catechesi. Anche qui si rispetta lortografia del copista:

1. (), inc. , -
.
2. (), inc. , , .
3. (), inc. ,
.
4. (), Mc 49 Cozza Luzi (p. 134 sqq.)
5. () inc. , -
.
6. (), Mc 17 Cozza Luzi (p. 46 sqq.).
7. (), Mc 60 Cozza Luzi (p. 166 sqq.)
8. (), Mc 47 Cozza Luzi (p. 137 sqq.)
9. (), Mc 108 Cozza Luzi
10. (), inc. ,
.
11. (), inc. ,
.
12. (), inc. ,
.
13. (), Mc 72 Cozza Luzi (p. 201 sqq.)
14. (), inc. , .
15. (), Mc 16 Cozza Luzi (p. 43 sqq.)
16. (), Mc 39 Cozza Luzi (p. 108 sqq.)

(159)Sui testimoni di tale edizione rinvio al mio La distribuzione calendariale


cit., con bibliografia.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 159

17. (), inc. ,


.
18. (), inc. ,
.
19. (), inc. , ,
, . (= inc. diversum, Mc 39 Krameus
(p.279 sqq.).
20. (), Mc 42 Cozza Luzi (p. 115 sqq.)
21. (), inc. ,
, .
22. (), inc. , ,
, .
23. (), inc. ,
.
24. (), Mc 67 Cozza Luzi (p. 187 sqq.)
25. (), inc. , ,
, .
26. (), Mc 64 Cozza Luzi (p. 178 sqq.)
27. (), Mc 78 Cozza Luzi (p. 7 sqq.)
28. (), inc. ,
.
29. (), Mc 83 Cozza Luzi (p. 27 sqq.)

II libro

Ho sciolto e corretto lortografia


; avverto che ho tacitamente ripristinato la
sequenza Pc 49-51, che, invece, in M1M2. trasmessa secondo lordine 49,
51, 50.
1. Pc 24,
2. Pc 25,
3. Pc 26, sine rubr.
4. Pc 27, , M1
5. Pc 28, sine rubr.
6. Pc 29, sine rubr.
7. Pc 30, sine rubr.
8. Mc 7 Papadopulos Kerameus (p.39 sqq.), sine rubr.
9. Mc 8 Papadopulos Kerameus (p. 54 sqq.), sine rubr.
10. Mc. 87 Cozza Luzi (p.43 sqq.), sine rubr.
11. Mc 11 Papadopulos Kerameus (p.70 sqq.), sine rubr.
12. Mc 27 Cozza Luzi (p.75 sqq.), sine rubr.
13. Pc 48, sine rubr.
14. Pc 32,
15. Pc 33,
.
16. Pc 34,
160 Santo Luc

17. Pc 35,
18. Pc 36,
19. Pc 37,
20. Pc 38,
21. Pc 39,
22. Pc 40,
23. Pc 41,
24. Pc 42, .
25. Pc 43,
26. Pc 44, sine rubr.
27. Pc 45, sine rubr.
28. Pc 46,
29. Pc 47, sine rubr.
30. Pc 49,
31. Pc 50,
32. Pc 51, ( = )
33. Pc 52,
34. Pc 53,
35. Pc 54, (= ) (= ) ,
1
36. Pc 55,
37. Pc 56, (= ) , S
38. Pc 57, (= ) (= )
39. Pc 58, (= ) (= )
40. Pc 59, (= ) , -
S
41. Pc 60, (= ) (= )
42. Pc 61, (= )
43. Mc 33 Papadopulos Kerameus (ab editis diversa), an excerpt. Pc 61?, sine
rubr.
44. Pc 62,
45. Pc 63,
.
46. Pc 64,
47. Pc 65,
48. Pc 66, (= )
49. Pc 67,
50. Pc 69, , S
51. Pc 68,
52. Pc 44,
53. Pc 71,
54. Pc 72,
55. Pc 73,
56. Mc 21 Papadopulos Kerameus (p.149 sqq.), sine rubr.
57. Mc. 31 Papadopulos Kerameus (p.224 sqq.), sine rubr.
58. Mc 42 Papadopulos Kerameus (p.232 sqq.), sine rubr.
59. Mc 40 Papadopulos Kerameus (p.286 sqq. ) [= Mc 4 Cozza Luzi], sine rubr.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 161

60. Mc 42 Papadopulos Kerameus (p.299 sqq.), sine rubr.


61. Mc 44 Papadopulos Kerameus (p.313 sqq.), sine rubr.
62. Mc 45 Papadopulos Kerameus (p.323 sqq.), sine rubr.
63. Mc 49 Papadopulos Kerameus (p.352 sqq.), sine rubr.
64. Mc 56 Papadopulos Kerameus (p.398 sqq.), sine rubr.
65. inc. , ., sine rubr.
66. Mc 60 Papadopulos Kerameus (p.426 sqq.), sine rubr.
67. Mc 65 Papadopulos Krameus (p.455 sqq.), sine rubr.
68. Mc 82 Papadopulos Kerameus (p.572 sqq.), sine rubr.
69. Mc 84 Papadopulos Kerameus (p.589 sqq.), sine rubr.
70. Mc 85 Papadopulos Kerameus (p.600 sqq.), sine rubr.
71. Mc 86 Papadopulos Kerameus (p.609 sqq.), sine rubr.
72. Mc 97 Papadopulos Kerameus (p.695 sqq. ), sine rubr.
73. Mc 123 Papadapulos Kerameus (p.918 sqq.), sine rubr.
74. Pc 1, sine rubr., S (ut in Parva Catechesi)
75. Pc 2, sine rubr.
76. Pc 3, sine rubr.
77. Pc 4, sine rubr.
78. Pc 5,
79. Pc 6,
80. Pc 7,
81. Pc 8,
82. Pc 9, , S
83. Pc 10,
84. Pc 11,
85. Pc 12,
86. Pc 13, sine rubr., S
87. Pc 14, , ... S
88. Pc 15,
89. Pc 16,
90. Pc 17,
91. Pc 18,
92. Pc 19,
93. Pc 20,
94. Pc 21, sine rubr.
95. Mc 106 Papadopulos Kerameus (p.773 sqq.), sine rubr.
96. Pc 22, , rubr. om. S
97. Pc 23,
98. Pc 74, <?>
99. Pc 75, sine rubr. 107. Pc 83, sine rubr.
100. Pc 76, sine rubr. 108. Pc 84, sine rubr.
101. Pc 77, sine rubr. 109. Pc 85, sine rubr.
102. Pc 78, sine rubr. 110. Pc 86, sine rubr.
103. Pc 82, sine rubr. 111. Pc 87, sine rubr.
104. Pc 79, sine rubr. 112. Pc 88, sine rubr.
105. Pc 80, sine rubr. 113. Pc 89, sine rubr.
106. Pc 81, sine rubr. 114. Pc 90, sine rubr.
162 Santo Luc

115. Pc 91, sine rubr. 137. Pc 113, sine rubr.


116. Pc 107, sine rubr. 138. Pc 114, sine rubr.
117. Pc 93, sine rubr. 139. Pc 115, sine rubr.
118. Pc 94, sine rubr. 140. Pc 116, sine rubr.
119. Pc 95, sine rubr. 141. Pc 117, sine rubr.
120. Pc 96, sine rubr. 142. Pc 118, sine rubr.
121. Pc 97, sine rubr. 143. Pc 119, sine rubr.
122. Pc 98, sine rubr. 144. Pc 120, sine rubr.
123. Pc 99, sine rubr. 145. Pc 121, sine rubr.
124. Pc 100, sine rubr. 146. Pc 122, sine rubr.
125. Pc 101, sine rubr. 147. Pc 123, sine rubr.
126. Pc 102, sine rubr. 148. Pc 124, sine rubr.
127. Pc 103, sine rubr. 149. Pc 125, sine rubr.
128. Pc 104, sine rubr. 150. Pc 126, sine rubr.
129. Pc 105, sine rubr. 151. Pc 127, sine rubr.
130. Pc 106, sine rubr. 152. Pc 128, sine rubr.
131. Pc 107, sine rubr. 153. Pc 129, sine rubr.
132. Pc 108, sine rubr. 154. Pc 130, sine rubr.
133. Pc 109. sine rubr. 155. Pc 131, sine rubr.
134. Pc 110, sine rubr. 156. Pc 132, sine rubr.
135.Pc 111, sine rubr. 157. Pc 133, sine rubr.
136. Pc 112, sine rubr. 158. Pc 134, sine rubr.

APPENDICE II

Qui di sguito si pubblicano le glosse marginali che il copista Luca appose


sul Vat. gr. 2029. Ad ogni lemma sono indicati, fra parentesi tonde, numero e
rigo della relativa catechesi (Pc) secondo ledizione Auvray. Rispetto anche qui
lortografia del manoscritto e segnalo di tanto in tanto la probabile fonte lessi-
cografica, che ho limitato al lessico dello Ps.-Cirillo nella redazione dellattuale
Vat. gr. 2130. Il lettore, daltro canto, ove avesse voglia e tempo di dilettarsi potr
ricorrere al Thesaurus Linguae Graecae della Irvine University per reperire altri
loci similes lessicografici.
(f. 4v) (Pc 10, 5): , (160).
(f. 6r) (Pc 10, 64):
(f. 8v) (Pc 12, 47): (161).
(ibid.) (ibid.): . ,
(ibid.) (Pc 13, 4): [].
(ibid.) (Pc 13, 5): .
(f. 9v) (ibid.) (Pc 13, 44): , , .

(160)Vat. gr. 2130, f. 68r: .


(161)Ibid., f. 67v: : .
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 163

(f. 10r) (Pc 13, 51):


.
(f. 13r) (Pc 15, 63): .
(f. 13v) (Pc 15, 69): (162).
(ibid.) (leg. ) (ibid.): , (163).
(ibid.) (Pc 15, 72): , .
(f. 17v) (Pc 19, 13): , , .
(f. 18r) (leg. ) (Pc 19, 20): , .
(ibid.) (leg. ) (Pc 19, 27): .
(f. 19v) (Pc 20, 33): , .
(ibid.) ( leg.) (Pc 20, 33): .
(ibid.) (Pc 20, 35): (-
leg.)(164).
(f. 27v) (Pc 21, 33): ,
(f. 28r) (Pc 25, 56): , [...].
(ibid.) (Pc 25, 60): , (165).
(ibid.) (Pc 25, 61): , .
(f. 31r) (Pc 28, 14): , , (166).
(f. 36r) (Pc 31, 23): .
(ibid.) (Pc 31, 24): , .
(ibid.) ( leg.) (Pc 31, 34): .
(f. 37r) (Pc 31, 72): , .
(f. 46v) (Pc 39, 18): (). Cf. s.v. il lessici di
Ps.-Zonara ed Esichio.
(f. 48v) (Pc 40, 42):
(f. 87r) ( leg.) (Pc 72, 20): .
(ibid.) .
(f. 87v) (Pc 72, 41): //
.
(ibid.) (Pc 72, 47): , .
(f. 90v) (Pc 74, 52): , .
(f. 91r) (ibid.): .
(f. 91v) (Pc 76, 11): .
(f. 98r) (Pc 82, 22): .
(f. 99v) (Pc 83, 25): . // .
Cf. i lessici di Fozio, Suda, Esichio.
(ibid.) (Pc 83, 28): , , (167).
(ibid.) (ibid.): .

(162)Ibid., f. 102v : , .
(163)Ibid. f. 35v, : .
(164)Ibid. f. 97v,
(165)Ibid., f. 31v, .
(166)Ibid., f. 23r, .
(167)Ibid., f. 63v, : .
164 Santo Luc

(f. 100v) (Pc 84, 17): , -


.
(ibid.) (Pc 84, 39): , , , ,
(168).
(f. 102r) (Pc 86, 10): .
(f. 104) (Pc 87, 49): .
(f. 106v) (Pc 89, 39-40): , .
(f. 108r) , (Pc 91, 1): ,
, .
(ibid.) (Pc 91,10): , .
(f. 108v) [] (Pc 91, 20): , , -
, .
(ibid.) (Pc 91, 21): , , .
(ibid.) (Pc 91, 31): , -
.
(ibid.) (Pc 91, 32): , .
(f. 114r) (Pc 95, 51): .
(ibid.) (Pc 95, 59): , .
(f. 114v) (leg. ) (Pc 95, 87): , , .

(168)Ibid., f. 143v, , .

You might also like