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RIVISTA
DI
STUDI BIZANTINI
E NEOELLENICI
FONDATA DA S. G. MERCATI
DIRETTA DA A. LUZZI
N. S. 52 (2015)
ROMA 2016
CONSIGLIO DI DIREZIONE
A. A c c o n c i a L o n g o F. B u r g a r e lla
M . C a pal d o G. C avall o F. DA i u t o
V. v o n F al k e n h au s e n A . J a c o b S. L u c
E. V. M alt e s e J.-M . M a r t i n A . P r o i o u
M . D. S pa da r o
REDAZIONE
D. Bucca A. Prinzi
ISSN 0557-1367
I. Premessa
(*)Avverto che nelle trascrizioni del greco ho rispettato lortografia del ma-
noscritto, salvo restituire la maiuscola ai nomi propri. Dedico questo lavoro al
Rev. P.Julien Leroy, che negli anni della mia prima formazione scientifica mi
stato maestro: a lui devo i primi insegnamenti di paleografia e codicologia greca
e, soprattutto, lamore per i libri manoscritti confezionati nelle regioni del Sud
dItalia. Il III.1 frutto della collaborazione con Giuseppe Nardozza, di tutto
il resto responsabile Santo Luc.
94 Santo Luc
(1)J. Leroy, tudes sur les Grandes Catchses de S. Thodore Studite, d. par
O. Delouis avec la participation de S.J. Voicu, Citt del Vaticano 2008 (Studi e
testi, 456), pp. 27-29. Labitudine dellegumeno di indirizzare i propri ammoni-
menti ai confratelli gi nota in ambiente monastico pacomiano: ibid., p.27 e
n. 11.
(2)Al riguardo, mi sia consentito rinviare a S. Luc La distribuzione calenda-
riale delle Catechesi di Teodoro di Studio nel Vat. gr. 2112, in Manuscripta graeca
et orientalia. Mlanges monastiques et patristiques en lhonneur de Paul Ghin,
d. par A. Binggeli A. Boudhors - M. Cassin, Leuven-Paris-Walpole, Ma 2016
(Orientalia Lovaniensia Analecta, 243), pp.498-522: 500-501 e n. 14.
(3) Bibliografia dei facsimili editi reperibile in S.J. Voicu S. DAlisera, I. MA.
G. E. S. Index in manuscriptorum graecorum edita specimina, Roma 1981, p.492,
nonch in Repertorium der griechischen Kopisten 800-1600, II: Handschriften aus
Bibliotheken Frankreichs und Nachtrge zu den Bibliotheken Grossbritannies,
1-3, Erstellt von E. Gamillscheg D. Harlfinger, Wien 1989, nr. 40; circa la
scrittura si rinvia a P. Canart L. Perria, Les critures livresques des XIe et
XIIesicles, in Paleografia e codicologia greca. Atti del II Colloquio internazionale,
Berlino - Wolfenbttel, 17-21 ottobre 1983, a cura di D. Harlfinger G. Prato,
con la collaborazione di M. DAgostino A. Doda, Alessandria 1991 (Biblioteca di
Scrittura e Civilt, 3), pp.67-116: 90 e n. 83 [rifluito ora in P.Canart, tudes de
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 95
catechesi del primo libro (87 in tutto), che ci consegna, fra gli altri testi-
moni, lattuale Patm. 111(11), nonch quelle del terzo libro (50 testi oltre
40 sermoni extravagantes, ossia sermoni che non sono annoverati nei
tre libri delle Catechesi), che sono veicolati, fra gli altri, dallAmbr. E 101
sup.e dal Patm. 112(12).
Lopera godette di singolare fortuna nellItalia meridionale di
lingua greca, ove la diffusione fu capillare e coinvolse tutti i centri
monastici dalla Calabria alla Sicilia, dalla Basilicata al Salento. Non a
caso, giacch il monachesimo italogreco si caratterizz sin dal secolo
X per la sua connotazione prettamente studita(13). Lo mostrano non
nella stessa Messina da uno scriba anonimo che adoper la minuscola di tipo
Scilitze, si veda S. Luc, Il Gerontikn Vat. gr. 858 e la minuscola di tipo
Scilitze, in Rivista di studi bizantini e neoellenici, n.s. 46 (2009), pp. 193-224
(con 8 tavv.): 214 e tav. 3.
(18)S. Luc, Una donazione al monastero dei SS. apostoli Pietro e Paolo di
Arena, in Calabria (1184-1185), in Sit liber gratus, quem servulus est operatus.
Studi in onore di Alessandro Pratesi per il suo 90 compleanno, I, a cura di
P.Cherubini G. Nicolaj, Citt del Vaticano 2012 (Littera Antiqua, 19), pp.317-
336: 326.
(19)Le Liber Visitationis dAthanase Chalkopoulos (1457-1458). Contribution
lhistoire du monachisme grec en Italie mridionale, par M.-H. Laurent
A. Guillou, Citt del Vaticano 1960 (Studi e testi, 206), pp.34, 30; 37, 7; 53, 20;
62, 10; 83, 13; 92, 26-27; 115, 30; 119, 11; 127, 10-11.
(20)Ibid., pp.131, 22 e 32; 40, 35 e 41, 27.
(21)G. Mercati, Per la storia dei manoscritti greci di Genova, di varie badie
basiliane dItalia e di Patmo, Citt del Vaticano 1935 (Studi e testi, 68), pp.311
e 305. Il manoscritto conservato nella collezione di S. Maria (= Patr) con la
segnatura Libro 79 lattuale Vat. gr. 2094: cf. infra, II, nr. 5.
(22)Mercati, Per la storia cit., pp.258, 267, 249 e n. 1. Il manoscritto custodito a
S. Filippo certamente lattuale Scor. X.II.16, latore delle Grandi Catechesi e
vergato nella prima met del secolo XII in una grafia assai affine al cosiddetto
stile rossanese, cf. S. Luc, Dalle collezioni manoscritte di Spagna: manoscritti
originari o provenienti dallItalia greca medievale, in Rivista di studi bizantini e
neoellenici, n.s. 44 (2007) [= Ricordo di Lidia Perria, III], pp.39-96: 75-76, tav.17;
il cimelio appartenuto a S. Angelo di Brolo, invece, lattuale Scor. X.III.11,
100 Santo Luc
Ss. Pietro e Paolo di Itla(23). Non solo, fra i libri del monastero dei Ss. Elia
e Anastasio di Carbone registrato nel secolo XV un libro di Catayisis,
verosimilmente le Catechesi di Teodoro di Studio(24).
Non fu estraneo al modello studita neppure il monachesimo di
Terra dOtranto il Typikn di Casole, ultimato nel 1173 e ora custodito
nel Taur. C III 17, conserva gli Epitimia e le Hypotiposeis di Teodoro n
ovviamente quello di Grottaferrata, la cui labbazia fondata da s. Nilo
da Rossano e dedicata alla Theotokos intrattenne sin dalla fondazione
rapporti fecondi col monachesimo di Studio(25).
anchesso del secolo XII e latore delle Grandi Catechesi, che tuttavia venne esem-
plato ed ultimato dal chierico Pietro di Paleocastro il 17 marzo 1155 (o 1160)
per le esigenze dellabbazia di S. Filippo: ibid., p. 75 e tav. 16, nonch S. Luc,
Teodoro sacerdote, copista del Reg. gr. Pii II 35. Appunti su scribi e committenti
di manoscritti greci, in Bollettino della Badia greca di Grottaferrata, n.s. 55 (2001),
pp. 127-163: 152-154. Sui due cimeli dellEscorial si veda anche G. de Andrs,
Catlogo de los Cdices Griegos de la Real Biblioteca de El Escorial, Madrid 1965,
pp.287-290 e 313-316; Leroy, tudes sur les Grandes Catchses cit., pp.125-130
e 130-135.
(23)P.Batiffol, Labbaye de Rossano. Contribution lhistoire de la Vaticane,
Paris 1891, p.143 e, con riferimento al cimelio di Agr, ibid., p.150.
(24)Le Liber Visitationis cit., pp. 152-158: 155. Il volume potrebbe essere
identificato collattuale Crypt. ..IX (ff. 24-31) o piuttosto col gi menzionato
Vat. gr. 2029, per i quali cf. infra, II, nrr. 8-9.
(25)Luc, La produzione libraria, cit., pp. 143-144 e nn. 46-47 (con biblio-
grafia). Circa le relazioni Grottaferrata/Studio cf. id., Le di Bartolomeo il
Giovane, IV egumeno di Grottaferrata, conservate nellAngel. gr. 41, in
9 (2012) [= . Mlanges Andr Guillou, II, tudes runies par
L. Benou C. Rognoni], pp.81-121: 85-92 (con bibliografia).
(26)Oltre alla voce bibliografica segnalata sopra alla nota 15, cf. alme-
no J. Leroy, Un tmoin ancien des Petites Catchses de Theodore Studite, in
Scriptorium 15 (1961), pp. 36-60 [= id., tudes sur le monaschisme cit., nr. 9];
id., La rforme studite, in Il monachesimo orientale. Atti del Convegno di Studi
orientali (...), Roma, 9-12 aprile 1958, Roma 1958 (Orientalia Christiana Analecta,
153), pp.181-214; id., Saint Thodore Studite, in Thologie de la vie monastique.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 101
tudes sur la Tradition patristique, Lyon 1961 (Thologie, 49), pp. 423-436; id.,
Studitisches Mnchtum. Spiritualitt und Lebensform, Graz-Kln-Wien 1969
(Geist und Leben des Ostkirche, 4).
(27)Per una descrizione accurata si rinvia a P. Canart, Codices Vaticani
Graeci. Codices 1745-1962, I, in Bibliotheca Vaticana 1970, pp. 178-180. Nel
tessuto grafico spicca la singolare legatura epsilon-csi (cf., e.g., ff. 12v, 30v), che
occorre analoga, pur trattandosi di tre distinti scribi, sia nel Tetravangelo Casan.
165 sia nel Triodio Crypt. ..IV (gr. 114), entrambi realizzati in stile di Reggio
e databili al secolo XIII. Segnalo, infine, che i ff. 134 + 133, latori di un fram-
mento di Lezionario evangelico, sono databili al secolo XII, essendo vergati nel
cosiddetto stile rossanese. Aggiunte posteriori (sec. XV o XVI) di mano italogreca
occorrono a f. IVv (macarismi).
(28)Si desume dal fatto che il copista nelle ectenie ricorda il nostro santo
padre e archimandrita (f. 75r).
102 Santo Luc
(33)Di mm 205 165 (128 x 110), esso consta di ff. 240, ripartiti in qua-
ternioni numerati in cifre greche maiuscole e incisi con sistema 2 Leroy su
tipo 00C2 con 22 righe. I ff. 1 e 241, palinsesti (sec. X ex.), sono latori di un
frammento di Sticherario e risultano vergati nel Salento in otrantina barocca
del secolo XIII. Confezionato in mbito calabro-lucano verso la met del se-
colo X, il manufatto fu poi conservato in Terra dOtranto. Qui vennero rifatte
alcune iniziali (sec. XII/XIII: ff. 107v, 139v), riempiti di rosso i nuclei di nu-
merose lettere e apposte (sec. XIII) varie annotazioni testuali da mano educata
alla prassi scrittoria salentina (ff. 14r [ultime due righe della col. b], 17v, 20v,
22r, 24r, 25v-26v, 27v, 30r, 32v, 34r, 63v, 65v, 193v, 198v, ecc.). Altre annotazioni
seriori salentine (sec. XVI) sono vergate in greco-romanzo: e.g. (f. 10v)
che glossa la parola del testo. Cf. Ae. Martini D. Bassi,
Catalogus codicum graecorum Bibliothecae Ambrosianae, I-II, Mediolani 1906, II,
pp.737-738; B. Kotter, Die Schriften des Johannes von Damaskos, II: Expositio
fidei, Berlin-New York 1973 (Patristische Texte und Studien, 12), p. xxxv
(nr. 306); S. Luc, Il libro bizantino e postbizantino nellItalia meridionale, in
Territori della cultura 10 (2012), pp. 25-76 [rist. anche in Scrittura e libro nel
mondo greco-bizantino. Atti del corso, Ravello, Villa Rufolo, 6-9 Novembre 2007, a
cura di C. Casetti Brach, Ravello 2012, pp.25-76: 51 e n. 116].
(34)Si vedano le iniziali maggiori alpha od omicron a forma di pesce (ff.14v,
25v, 27v, 34v, 38v, 52r, 54v, 66v, 84v, 90v) ovvero alpha ad uccello (ff. 30v, 78v,
95v).
(35)S. Luc, Lapporto dellItalia meridionale alla costituzione del fondo greco
dellAmbrosiana, in Nuove ricerche sui manoscritti greci dellAmbrosiana. Atti
del Convegno, Milano, 5-6 giugno 2003, a cura di C.M. Mazzucchi C. Pasini,
Milano 2004, pp. 191-242: 217 e tav. XXVI (= p. 234); quanto al contenuto cf.
Martini Bassi, Catalogus cit., I, pp.176-177; C. Pasini, Inventario agiografico dei
manoscritti greci dellAmbrosiana, Bruxelles 2003 (Subsidia hagiographica, 84),
pp. 32-34; O. Delouis, Le Testament de Thodore Stoudite est-il de Thodore?, in
Revue des tudes byzantines 66 (2008), pp.173-190: 188.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 105
(41)Sul noto segno di pausa si rimanda alla puntuale messa a punto, con
bibliografia precedente, di F. DAiuto, Chiodo, point and hook, but: metamorfosi
di un segno interpuntivo fra Bisanzio, lItalia e il Caucaso, in Per Gabriella. Studi
in ricordo di Gabriella Braga, II, a cura di M. Palma C. Vismara, Soveria Mannelli
2013, pp.575-599.
(42)Luc, Scritture e libri della scuola niliana, cit., pp. 333 e n. 57, 371 e
n. 237.
(43)Circa il Criptense si vedano i facsimili editi presso Luc, Su origine
e datazione cit., tav. 25; id., San Nilo e la scuola calligrafica niliana, in San
Nilo di Rossano e lAbbazia greca di Grottaferrata. Storia e immagini, a cura
di F. Burgarella, Roma 2009, pp. 101-116 : 108 ; quanto al Vat. gr. 1607 cf.
G. De Gregorio, Osservazioni ed ipotesi sulla circolazione del testo di Aristotele tra
Occidente e Oriente, in Scritture libri e testi cit., I, pp.475-498: 480-481 e tavv. 8-9;
per il Vat. gr. 2084, un codice composito formato da tre unit codicologiche ben
distinte (I: ff. 1-80; II: ff. 81-156, interamente esemplati in asso di picche; III:
157-208), cf. E. Follieri, Attivit scrittoria calabrese nei secoli X-XI, in Tradizione
di piet e tradizione scrittoria nella Calabria greca medievale, Reggio Calabria
1983, pp.103-142: 134 (Fig. 4).
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 107
(48)E. Follieri, Due codici greci gi cassinesi oggi alla Biblioteca Vaticana: gli
Ott. gr. 250 e 251, in Palaeographica Diplomatica et Archivistica. Studi in onore di
Giulio Battelli, I, Roma 1979 (Storia e Letteratura. Raccolta di studi e testi, 139),
pp.159-221: 200-212 [rist. in ead., Byzantina et Italograeca. Studi di filologia e di
paleografia, a cura di A. Acconcia Longo L. Perria A. Luzzi, Roma 1997 (Storia
e Letteratura. Raccolta di studi e testi, 195), pp. 273-336: 281-283, 311-320, da
cui dora in poi si cita]. Si veda anche Repertorium der griechischen Kopisten
cit., III, nr. 49. Il manufatto ff. II.102 (+ 1a), mm 260 190 (198 x 133) [f. 15],
rigatura di tipo 00C2 con 44/46 righe; intercolumnio mm 11 ca., sistema 2 Leroy,
quaternioni numerati in alto a destra da <> a proviene da Montecassino
(f. 2r) e, prima di giungere nel fondo Ottoboniano, fece parte della collezione
libraria manoscritta di Marcello Cervini ( 1555 ) e poi del cardinale Guglielmo
Sirleto ( 1584), ove occupava la segnatura 51, che compare ancora oggi sul
margine superiore interno di f. 1r, cf. ora S. Luc, La silloge manoscritta greca di
Guglielmo Sirleto. Un primo saggio di ricostruzione, in Miscellanea Bibliothecae
Apostolicae Vaticanae, XIX, Citt del Vaticano 2012 (Studi e testi, 474), pp.317-
355: 330.
(49)Su tutto ci cf. Follieri, Due codici cit., pp. 315-320; O. Delouis, Le
Testament de Thodore Stoudite: dition critique et traduction, in Revue des tudes
byzantines 67 (2009), pp.77-109: 79 e n. 15. Le correzioni del Livineius, indicate
con opportuni segni di rinvio, occorrono sui margini dei fogli; cf., e.g., i ff. 6v, col.
a, lin. 24; 11r, col. b, lin. 14; 13v, col. a, lin. 5 ab imo; 25r, col. a, lin. 11; 32v, col.
a, lin. 16 ab imo; 38r, col. b, lin. 24; 41r, col. b, lin. 22; 41v, col. a, lin. 5 ab imo;
48r, col. a, lin. 15 ab imo; 57v, col. a, lin. 8 ab imo; 61r, col. b, lin. 12 ab imo; 64r,
col. a, lin. 11 ab imo; 67r, col. a, lin. 33; 68v, col. a, lin. 8 ab imo, e col. b, lin. 6;
73r, col. a, lin. 22. I suoi emendamenti, invece, sono segnalati con la lettera latina
p seguita da un punto: cf., ad esempio, ff. 5v, col. a, lin. 7 ab imo; 6r, col. b, lin.
18; 7v, col. a, ultima lin.; 9v, col. a, lin. 9; 11r, col. b, lin. 14; 34r, col. b, lin. 12.
Un comportamento grosso modo analogo segue anche il noto scriba e correttore
della Vaticana, Matteo Devaris, il quale sovente firma i suoi interventi con la
lettera M maiuscola, sormontata da una t minuscola e seguita da puto: cf.,
ad esempio, il caso del Sesto Empirico Vat. gr. 1338 (prima parte), ff. 26r-146v.
Questultimo costituisce un nuovo recupero allattivit dellamanuense, per la
quale si rimanda a Repertorium der griechischen Kopisten, III, cit., nr. 440.
(50) opportuno rammentare che il Vat. gr. 635 ascrivibile al fertile calamo
di Giovanni Onorio da Maglie: Follieri, Due codici cit., pp. 313-314; quanto,
112 Santo Luc
invece, al Vat. gr. 634, che daterei al secolo XI/XII piuttosto che al XIII (ibid.,
pp. 317-318 con bibliografia), cf. infra. Ricordo infine che Francesco Siropulo
( 1567) esegu, tra gli anni Cinquanta/Sessanta del secolo XVI, sullo stesso
Ottoboniano unaltra copia, consegnata ora dal Vat. gr. 700 (ibid., p.314).
(51)PG 99, coll. 509-688.
(52)Di essa si fornisce qui la trascrizione diplomatica: + ()
() / () ()() () () ()() / ()
<>() . () () () ()(), () ()
() ().
(53)Sul cimelio, pergamenaceo mm 217 165/178 (156/160 115/122);
fascicoli numerati con cifre greche maiuscole nellangolo superiore esterno ;
rigatura di tipo 00C2 Leroy eseguita con sistema di incisione 2 Leroy; ornamen-
tazione tipica della scuola niliana che adopera il marrone dellinchiostro, il
giallo ocra e il blu , e sul suo contenuto si rinvia alla descrizione di E. Mioni,
Catalogus codicum graecorum Bibliothecae Nationalis Neapolitanae, I/1, Roma
1992 (Indici e Cataloghi, n.s., 8), pp. 127-128 (con attribuzione errata dei ff.
1r-104v allanonimo collaboratore e la parte restante, ff. 105r-221r, al monaco
Giovanni).
(54)Per il luogo di allestimento e per la distribuzione delle mani cf. Luc,
Scritture e libri della scuola niliana, cit., p.355 e n. 165.
(55)S. Cirillo, Codices Graeci Mss. Regiae Bibliothecae Borbonicae, I, Neapoli
1826, pp. 178-181-178; Mioni, Catalogus ... Bibliothecae Nationalis Neapolitanae,
cit., p.178.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 113
Tav. 6 Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale, Crypt. B..IX (gr. 349), f. 26r.
118 Santo Luc
Tav. 7 Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale, Crypt. B..IX (gr. 349), f. 31v.
120 Santo Luc
Tav. 8 Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale, Crypt. A..VIII (gr. 312 ), f. 77r.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 121
Venosa, S.E. Rev.ma Mons. Gianfranco Todisco, che nel frattempo era
stato reso partecipe del ritrovamento dallo stesso sacerdote.
Si tratta di un foglio singolo e di un bifoglio, entrambi pergame-
nacei e appartenenti allo stesso manoscritto, il cui formato, ora rifilato,
misura mm 180 142 ca. Non sono rilevabili n il tipo n il sistema di
rigatura; lincisione, a secco, sul lato pelo.
La scrittura, che occupa una superficie di mm 155 117 ca.,
disposta a piena pagina su 31 righe con uninterlinea di mm 5. Essa co-
stituisce un bellesempio di minuscola di scuola niliana: lasse eretto
o appena inclinato a destra, il tratto piuttosto spesso, il modulo medio,
il tratteggio rotondo/quadrato, il ductus posato e calligrafico. I tratti
orizzontali di theta, pi, tau, psi minuscoli e iniziali di parola presentano
una piccola apicatura verticale, come anche lo zeta e lo csi maiuscoli
iniziali di parola; ny e gamma, invece, presentano un rigonfiamento
nel primo tratto verticale in basso; numerose sono le lettere di forma
maiuscola: alpha, epsilon, zeta, eta, kappa, lambda, pi, csi a seghetto.
Anche se comuni alle scritture di scuola niliana, si segnalano inoltre il
legamento epsilon-csi o gli accostamenti alpha-csi, alpha-zeta minuscolo
o maiuscolo, epsilon-csi (tavv. 10-11).
Fra i segni interpuntivi si rileva la presenza del cosiddetto chiodo
Follieri(69), nonch il punto interrogativo (virgola seguita da un punto
posto un po in alto, che ricalca lanaloga forma che occorre in nume-
rosi manufatti italogreci del secolo X e X/XI e nella produzione latina
coeva(70). Gli spiriti sono ora angolosi ora arrotondati. Linterpunzione
registra il punto in alto e la stigm media o la virgola. Non si segnalano
abbreviazioni, se non quella tachigrafica per e quelle consuete per
i nomina sacra. Queste ultime, eseguite per contrazione, sono caratte-
rizzate come di norma da un tratto orizzontale sovrapposto ma non
registrano n spirito n accento. Numerosi sono gli errori itacistici e di
scambio tra omicron e omega.
Per i titoli il copista utilizza una maiuscoletta del tipo che occorre
in numerosi codici calabro-lucani (cf. ad esempio, il my maiuscolo che
di forma analoga a quella esibita nel Crypt. ..IX: tav. 6) o dai copisti
della scuola niliana.
Si in presenza di un libro duso, di formato maneggevole, assai
modesto nella sua struttura tecnico-fisica, che rimanda senza ombra
di dubbio ad mbito monastico. La pagina fitta e serrata; la scrittura
ha un ritmo piuttosto lento. Manca per quel che dato sapere traccia
di ornamentazione, verosimilmente anche per la pesante rifilatura. Da
quanto si pu vedere i testi si susseguono nella stessa pagina luno dopo
laltro, senza che vi compaia alcun segno di separazione o di iniziale
maggiore o di numerazione progressiva.
I fogli superstiti presentavano il seguente ordine nel libro conte-
nitore: il bifoglio fungeva da copertina al Liber renatorum e perci era
collocato allinizio del volume (tav. 12); il foglio isolato, invece, era col-
locato allinterno prima del pagina 1 dello stesso volume. Per comodit
e dopo aver ristabilito, sulla base delle sequenze testuali, lordine che
essi avevano nel manoscritto originario, indico convenzionalmente con
ff. 2-3 il bifoglio e con f. 1 quello isolato:
a) Il foglio singolo (recto + verso) consegna (tavv. 10-11): (f. 1r)
cat. 87, a verbis ] ; -
< > usque ad
finem (Auvray, pp.299, 43-300, 53); (f. 1r-1v) cat. 88, Tit. <>
, ab initio usque ad <><> <,
> <> [ . (ibid., pp.300,
1-302, 38);
b) il bifoglio (tavv. 12-13), invece, latore di: (f. 2r) cat. 88 ab ]
< > usque
ad finem (ibid., pp. 302, 39-303, 62); (ff. 2r-2v) cat. 89, Tit.
,
ab initio (<> , ) usque ad
< > [
. (ibid., pp.304, 1-305, 25); (f. 3r-3v) cat. 91, a
verbis ] ,
<> usque ad finem
(ibid., pp.311, 24-313, 61); (f. 3v) cat. 92, Tit.
, ab
initio (< , > ) usque ad
< > < >
[
. (ibid., pp.313, 1-314, 14).
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 127
Tav. 14 Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale, Crypt. A..X (gr. 160), f. 19v.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 131
Tav. 15 Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale, Crypt. ..XI (gr. 41), f. 84r.
132 Santo Luc
no a Carbone due documenti del 1134 e del 1144: Robinson, History cit., doc.
XXXIII-5, pp.9-12: 12, e doc. XXXVII-85, pp.30-38: 32.
(78) quanto sostiene Olivier Delouis per il Testamento: Delouis, Le Testament
de Thodore Stoudite: dition cit., p.82. Ma si veda anche, a proposito dei giambi
dello stesso Teodoro quanto emerge dalledizione di Paul Speck (Speck, Theodoros
Studites cit., p.59) a proposito del ramo , i cui testimoni sono italogreci (non
ho ancora potuto esaminare, per, n lAthous Iber. 338 n lAthous Chiland. 3).
134 Santo Luc
Tav. 16 Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale, Crypt. ..III (gr. 149), f. 134r.
140 Santo Luc
Tav. 17 Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale, Crypt. B..XXIII (gr. 98), f. 12r.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 141
Crypt. ..IX (gr. 349: ff. 1r-8v) e del Crisostomo Crypt. ..XXIII, ff. 22-43
(gr. 98: tav. 17), che sono vergati da uno stesso ignoto scriba(90).
Non solo: una mano del pieno secolo XII, assai affine a quella dello
stesso Eutimio di Carbone, provvide a ripassare alcune parole per lin-
chiostro sbiadito e talora aggiunse parti mancanti del testo (e.g. ff. 57r,
58r, 59r, 77r, 81r, 111r-115r, ecc.)(91).
E poich tutti questi membra disiecta sono pervenuti nellAbbazia di
S. Nilo proprio da Carbone nel corso degli anni Trenta del secolo XVIII,
sostenere che siano stati realizzati in Basilicata non azzardato.
(93)I primi due lemmi sono registrati anche nel lessico dello Ps.-Cirillo, cf.
Vat. gr. 2130, f. 15r (: , ) e f. 70v (: ,
). Gli interventi marginali ai ff. 19v, 20r e 20v sono integrazioni o
correzioni al testo della catechesi 29.
(94)Pergamenaceo, esso misura mm 236 174 (167 125) e consta di ff. V
(cart.).293.I (cart.), strutturati in quaternioni. La mise en page, a due colonne,
costruita secondo il tipo di rigatura 00C2 Leroy, inciso con sistema 1 Leroy.
Lintercolunnio di mm 15; 24 sono linee rettrici; la piqre stata eseguita
nello spazio intercolonnare; linchiostro pallido. Vi occorre il cosiddetto chio-
doFollieri. Per la provenienza dal monastero calabrese si vedano le annotazioni
di Pietro Menniti, lallora abate generale dellOrdo S. Basilii, al f. <IIr>: Homili
absque no(m)i(n)e auth(oris) ex Biblioth(eca) S. M(arie) de Patirio.
(95)S.J. Voicu, Codices Chrysostomici Graeci, VI: Codicum Civitatis Vaticanae
partem priorem (...), Paris 1999 (Documents, tudes et rpertoires, 11/6), nr. 282
(= pp.229-230).
(96)Vat. gr. 2130, f. 45r, : .
(97)Ibid., f. 142r, :
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 143
(98)Ibid., : .
(99)Ibid., f. 120r, : , , , .
(100)Ibid., f. 71v, : .
(101)Ibid., f. 31v, :
(102)Ibid., f. 55v, :
(103)Ibid. f. 76r, (!): .
(104)Ibid., f. 45v, : .
(105)Ibid., f. 69v, : // : .
(106)Ibid. f. 65r, . , .
(107)Ibid., f. 68r, :
(108)Resta problematico, relativamente al caso specifico, specificare se le
postille marginali appartengano allattivit erudita dello scriba o invece risalgano
allantigrafo.
(109)PG 99, col. 1740 ( , nrr. 3-4).
144 Santo Luc
una utilit pratica nella fruizione dei testi specialmente per quei mona-
ci/lettori non sufficientemente versati nella lingua greca.
Sono del parere, insomma, pur non essendo possibile proporre
conclusioni definitive che ad unanalisi pi ampia potrebbero rivelarsi
affrettate, che in molti casi il corredo glossematico, pi che risalire
allet antica o subantica, sia invece correlato ai bisogni primari della
comunit monastica che ha commissionato la copia del libro/conte-
nitore, nella quale era ben presente la consapevolezza che non tutti i
confratelli fossero in grado di leggere un testo.
Certo, non sempre semplice districarsi e proporre una spiegazione
convincente e univoca. Un caso problematico, ma abbastanza chiaro,
ad esempio, presenta lattuale Vat. gr. 2066 + Washington, Library of
Congress, 60, un membranaceo latore di scritti di Basilo Magno, di
Gregorio di Nissa e dellApocalissi di Giovanni, vergato in maiuscola
ogivale inclinata di tipo italogreco del secolo IX (110) e proveniente
anchesso dalla collezione di S. Maria del Patr, dove nel secolo XVI
era conservato con la segnatura 24(111). Il cimelio consegna un ricco
apparato di glosse e di lezioni varianti ai testi di Basilio e di Gregorio,
che ovviamente hanno suscitato linteresse scientifico degli studiosi. Gi
nel 1910 Giorgio Pasquali present i risultati di una prima disamina in
riferimento allopera di Basilio, concludendo che quel lavorio dossogra-
fico, di cui invero sono vettori altri testimoni medievali, sarebbe stato
realizzato fra i secoli VII-IX e che, quindi, nel caso del codice Vaticano
il copista si sarebbe limitato a ricopiare quanto aveva rinvenuto nellan-
(110)G. Cavallo, Funzione e strutture della maiuscola greca tra i secoli VIII-XI,
in La palographie grecque et byzantine (Paris, 21-25 octobre 1974), Paris 1977
(Colloques Internationaux du CNRS, 559), pp.95-137: 101 e tav. 10 (p.117); id.,
Le tipologie della cultura nel riflesso delle testimonianze scritte, in Bisanzio, Roma,
lItalia nellalto medioevo, Spoleto, 3-9 aprile 1986, Spoleto 1988 (Settimane di
studio del Centro italiano di studi sullalto medioevo, 34), pp. 467-516 (con 56
tavv.): 507. Il f. 93bis del manoscritto costituiva un tempo il f. 97 del Vat. gr. 2119.
(111)Batiffol, LAbbaye cit., p. 63. Sul f. <I>, posticcio, lo ieromonaco crip-
tense Filippo Vitali aggiunse nel secolo XVII un breve index. Gi Bas. 105, il
manufatto Vaticano misura mm 269 188 ca. [f. 262], consta di ff. 326 (+ 93 bis),
strutturato in quaternioni numerati nellangolo superiore a cifre maiuscole,
vergato da due amanuensi coevi alla seconda mano spettano i ff. 249-268
e numerosi interventi marginali nella parte spettante al primo scriba (cf. e.g.,
ff. 137v, 249r, 252r, 254r-v, 255r, 260r, 263v) , presenta mise en page di tipo 21C1a
o 20C1 con 36 righe, realizzata con i sistemi 11 e 1 Leroy.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 145
( / amen o amn: ff. 302r, 335v, 336v, 341v, 352v, 373v, 407r), o scrive
amn (ff. 259v e 263r) ovvero amn (con lo spirito dolce su alpha),
(f. 251v). Nella dossologia del bios di s. Biagio (f. 402r), infine, il copista utilizza
una commistione di lettere greche e latine: tn nn amn (con spirito dolce
su alpha).
(127)Su tali versi cf. I. Vassis, Initia carminum byzantinorum, Berlin-New
York 2005 (Supplementa Byzantina. Texte und Untersuchungen, 8), p.183, che si
rif a R. Devreesse, Codices Vaticani Graeci, III: Codices 604-866, in Bibliotheca
Vaticana 1950, p.435. Nel manoscritto il dossier agiografico dei martiri Guria,
Samona e Abibo (ff. 89r-91v: BHG 740a) corredato da cinque dodecasillabi
inc. , expl.
come peraltro anche la redazione BHG 740b (ff. 92r-93v), che chiusa
da altri cinque dodecasillabi, inc. , ; expl.
, . Per entrambi i componimenti rinvio a
Vassis, Initia cit., pp. 183 e 407, che rimanda a sua volta a Devreesse, Codices
Vaticani Graeci, III: Codices 604-866, cit., pp.435 e 436.
(128)Lo stesso copista provvide a emendare o integrare il testo, che stato
da lui stesso sottoposto a diorthosis, in numerosi luoghi, cf. e.g., ff. 10r, 15r, 16v,
18v, 42v, 44r, 51v, 58r, 77v.
(129)Cf. PG 46, coll. 893-921 A3 (mutila nel codice), e ora in Gregorii
Nysseni Sermones, Pars II, ed. G. Heil, Leiden-New York-Kbnhaven-Kln 1990
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 149
(f. 98v) : ; : ; :
(130); : , (131); : (132); :
(133); : ; : ; (f. 99r)
: (134); : , (135); :
, ; : , ; -
: ; : (136); :
, ; : , ; (f.99v) -
: (137); : ;
: ; : -
; (f. 100r) : , , -
; : , ; (f. 101r) : ;
: (138); (f. 101v) : , ; :
(139); : ; (f. 102r) : ;
: (140); : ; : , (141);
(f.102v) : , (142);
: (143).
(Gregorii Nysseni Opera, X/1), pp.3-57. Leditore moderno ritiene che le glosse
rappresentino lezioni varianti o glossemi risalenti allantigrafo : Glossas in
textum irrepsisse censeo (...). Sed non modo lectiones varias et glossas scribae
pii mediae aetatis ab antiquissimis temporibus nobis servaverunt, verum etiam
vestigia memoriae iam antiquitus depravatae, cf. ibid. pp. cxxv-cxxvi.
(130)Cf. Vat. gr. 2130 (f. 118v) : .
(131)Ibid. (f. 65v): :
(132)Ibid. (f. 12r) : .
(133)Ibid. (f. 61r) : .
(134)Ibid. (f. 64r) : , .
(135)Ibid. (f. 144v) : , .
(136)Ibid. (f. 12v) : .
(137)Ibid. (f. 83v) : , ,
.
(138)Ibid. (f. 12v) : .
(139)Ibid. (f. 64v) : , .
(140)Ibid. (f. 112r) : .
(141)Ibid. (f. 12r) : .
(142)Ibid. (f. 106r) : , .
(143)Ibid. (f. 95r) : .
(144)Ibid. (f. 22v) : , , .
150 Santo Luc
Conclusioni
moniata da ben undici esemplari databili tutti tra la fine del secolo XI
e la prima met del successivo annovera quasi tutta intera la raccolta
delle cosiddette Piccole Catechesi con i testi accessori (Testamentum,
Versi, Ipotiposi, Epitimia e giambi) che solitamente accompagno i testi-
moni delle stesse Piccole Catechesi(148).
Se i manufatti del secolo XII risultano attribuibili su base paleogra-
fica ai centri monastici del Patr di Rossano, del S. Salvatore de lingua
phari in Messina e a quelli che ruotarono attorno allArchimandritato, i
testimoni vettori della Parva Catechesis, invece, quasi tutti del secolo X
e X/XI, sono riconducibili a quella sorta di scriptorium itinerante che
fece capo alla figura carismatica di Nilo da Rossano e alla sua scuola,
la cui attivit si dispieg in Calabria e Lucania e lungo la direttrice
campano-laziale sino alle porte di Roma.
I dieci codici superstiti, tutti di estrazione monastica, hanno un for-
mato maneggevole, che corrisponde molto bene non solo allestetica del
libro di spiritualit, ma anche e soprattutto alla sua funzione(149). Quei
libri, infatti, sono volumi duso, non gi esemplari di biblioteca che,
invece, essendo funzionali alla conservazione dei testi, di norma presen-
tano un formato massimale. La mise en page solitamente a due colonne,
sia pure con leccezione del frammento melfitano e del palinsesto Crypt.
..XIIIa (= Crypt. ..XXI), la ripartizione delle catechesi numerate
progressivamente in cifre maiuscole, la gerarchia delle scritture (maiu-
scola per i titoli e le rubriche liturgiche; minuscola per il testo), le lettere
iniziali maggiori, sovente a tratto doppio e colorate di rosso mattone,
verde, giallo, marrone argentato, blu, concorrono a rendere agevole la
consultazione e la lettura di unopera che ha costituito il nutrimento
spirituale e ascetico-morale del monachesimo calabro-bizantino(150). La
fruizione, daltro canto, almeno nel caso del Vat. gr. 2029 e, per alcuni
versi, anche dellOtt. gr. 251, resa ancora pi immediata grazie a un
ricco apparato glossematico che accompagna il testo. Tale apparato
rimanda per lo pi alla letteratura lessicografica, specie al lessico dello
Pseudo-Cirillo che ben noto e diffuso, soprattutto nella recensione v1,
nelle comunit greche italomeridionali come strumento indispensabile
per lapprendimento della lingua greca in un contesto in cui la diglossia
(greco e latino) ampiamente praticata non solo a livello popolare ma
anche a livello culturalmente medio-alto(151).
Se i marginalia glossematici siano opera dellattivit degli scribi,
vlta a facilitare la lettura e la piena comprensione degli insegnamenti
di Teodoro Studita, difficile dire. E tuttavia, invita quanto meno a
postulare unattivit erudita locale il fatto che fra i testimoni italogreci
della Parva Catechesis i due manoscritti test menzionati siano gli unici
ad essere forniti di glosse. La pratica di arricchire i margini dei codici
con postille esplicative e sinonimiche desunte da raccolte lessicografi-
che, paremiografiche o gnomologiche, inoltre, ben documentata nel
mondo monastico del Mezzogiorno medievale di lingua greca, tanto che,
al di l di ogni altra considerazione o di ipotesi pi o meno fondate,
la modalit di ricezione e fruizione dei testi attraverso lo strumento
dellapparato lessicografico prassi cos diffusa da costituire quasi
un elemento distintivo e connotante, che occorre sottolineare. Non
casuale che, accanto ai pochi esempi passati in rassegna Vat. gr. 866,
2004, 2057 e 2066, oltre ovviamente allOtt. gr. 251 e al Vat. gr. 2029 ,
tale modalit di fruizione sia stata gi rilevata, e documentata, anche
nel Vat. gr. 2000 (sec. X), latore di testi agiografici(152).
APPENDICE I
Sono qui presentate sulla base dei testimoni italogreci Ott. gr. 251 (O),
Vat. gr. 2094 (V1), Vat. gr. 1214 (V2), Vat. gr. 2029 (V3) e Neap. II B 20 (N)
le occorrenze liturgiche che indicano il periodo, il giorno o la festivit in cui
venivano lette le Piccole Catechesi; per ovvie ragioni ho ritenuto opportuno
prendere in considerazione anche altri due testimoni di origine greco-orientale,
il Par. gr. 1018 (P) e il Vat. gr. 634 (W), entrambi latori delle 134 catechesi che
compongono la cosiddetta Parva Catechesis.
Il Parigino, confezionato verosimilmente in milieu costantinopolitano
largamente inteso, databile, a mio parere, al pieno secolo X, risultando
esemplato in una minuscola di modulo medio-grande, diritta, che presenta
sovente boules terminali, da un unico copista. Il medesimo, tuttavia, ai ff. 318v
lin. 112-319v utilizza una bella minuscola corsiveggiante per trascrivere: Versus
in s. Theodorum (: BHG 1756a), Epigramma in s. Theodorum (BHG
1758; PG 99, coll. 105-108) e una selezione di poesie giambiche, precisamente i
carmi IX-XX, LXXXIX, XC, XCII-XCIV (PG 99, coll. 1784-1788, 1802-1804 B 1);
ad altra mano seriore [sec. XI in.] spettano i ff. 7r lin. 17-8v, latori del sermone
In sanctum Pascha del Crisostomo [CPG 4408], letto la Domenica di Pasqua
( ). La scrittura dellignoto amanuense,
che Maria Luisa Agati ha proposto di appellare copista F e al quale la stessa
studiosa ha attribuito meritoriamente la copia dellAthen., Bibl. Nat., gr. 361 e
dellOtt. gr. 412(ff. 92r-235v, eccetto i ff. 192, 220 e 230), annoverata fra le
manifestazioni grafiche della cosiddetta minuscola boulete(153). A mio parere,
per, tale grafia, piuttosto manierata e per alcuni versi artificiosa si muove nella
scia della cosiddetta minuscola quadrata(154) e trova paralleli significativi, e.g.,
nelle grafie dello Scor. Y.II.12 o del Laur. 8.27.
(153)M.L. Agati, La minuscola boulete, I-II, Citt del Vaticano 1992 (Littera
Antiqua, 9/1-2): I, pp.168-175, in particolare p.169 (descrizione di P); II, tavv.
118-120.
(154)Su di essa si vedano le riflessioni condivisibili di A.A. Aletta, La
minuscola quadrata. Continuit e discontinuit nelle minuscole librarie della
prima et macedone, in Rivista di studi bizantini e neoellenici, n.s. 44 (2007)
[= Ricordo di Lidia Perria, II], pp. 97-128. Si veda anche ead., Un nuovo codice
del copista Nicola (sec. X in.): lAthen. B.N. 2651, in Bollettino della Badia greca
di Grottaferrata, n.s. 56-57 (2002-2003), pp. 63-76. Si tratta del copista Nicola che
nel giugno 917 verg nel monastero di S. Acepsima nellisola di Chalki il Mosq.
Mus. Hist. 98 (Vlad.). Al medesimo attribuirei anche, limitatamente ai ff. 1-77,
lattuale Oxon. Christ Church gr. 67. Tutti e tre sono caratterizzati da iniziali mag-
giori allungate, la cui tipologia, sui generis, potrebbe latamente essere accostata
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 155
a quella dellOxon. Barocc. 238 (sec. X): I. Hutter, Corpus der byzantinischen
Miniaturenhandschriften: Oxford, Bodleian Library, III/1-2, Stuttgart 1982, nr. 18
(I, pp.30-31; II, Taf. 79).
(155)Devreesse, Codices Vaticani Graeci, III, cit., pp.50-51. Il cimelio, perga-
menaceo, misura mm 281/278 195/190 ed organizzato in quaternioni nume-
rati progressivamente nellangolo inferiore interno di f. 1r e in quello inferiore
esterno di f. 8v, tutti incisi dal lato pelo con sistema 1 Leroy su tipo P2 20D1
per 31 righe (ff. 1-23) o 34C1 per 24/26 righe (ff. 38-173). Collaborarono allal-
lestimento tre mani coeve: A) ff. 1r-23v e 29-37v; B) ff. 38-154r; C) ff. 154v-173v.
Risultano appartenenti ad altro manoscritto, grosso modo coevo, i ff. 24-25, che
misurano mm 281 195 (185 126), la cui mise en page di tipo 22C1 Leroy
con 29 righe (la tipologia delliniziale alpha di f. 24r analoga, anche nella scelta
dei colori, a quella di f. 37v).
(156)Il Marc. gr. II 47, vergato in una elegante minuscola corsiva stilizza-
ta, ad asse diritto, del secolo XII (Costantinopoli?), esibisce una distribuzione
assai diversa rispetto a quella delledizione Auvray (cf. E. Mioni, Codices Graeci
Manuscripti Bibliothecae Divi Marci Venetiarum, I/1, Roma 1967 [Indici e
Cataloghi, n.s., 6], pp.155-156), ma le rubriche coincidono.
(157)Sequenza e rubriche sono analoghe anche nel Marc. gr. 141 (sec. XII
in.), vergato dal presbitero Michele in mbito greco-orientale, nonch nel Marc.
gr. II 41 (sec. XIII in.), di origine provinciale, ma non italogreca. Su questultimo
cf. Leroy, tudes sur les Grandes Catchses cit., pp.213-214.
156 Santo Luc
47.
48.
49. , V3,
W1,
(= cat. 103) add. P
50.
51. , in indice previo O
52. (= ) , NV3WP
53.
54. (= ) ,
P
55. , V3WP
56. (158), N
57.
58.
59.
60.
61. , V1WP
62. (= )
63. , ...
in titulo V1V3, in mrg.
sup.add. W
64. , om. V3W, add. W1
65. , om. W, in titulo OV1V3
66.
67.
68. , al.m. in mrg. add. P,
W1,
al. m. in mgr. add. P
69. (= ) ,
V3WP, al. m. in mgr. add. P
70. , post correct.W,
al. m. in mrg. add. P;
.
in mrg. adnot. P
71. (= )
72. , V3, W, P
73. , P (in texto)
74-134 (-) om.,
add. W.
Ho utilizzato soltanto i codici Messan. gr. 17 (an. 1107: M1), Messan. gr. 83
(an. 1104/1105: M2), Matrit. 4605 (an. 1124/1125)(159). Adopero inoltre le seguen-
ti sigle: Pc e Mc, rispettivamente per Parva Catechesis e Magna Catechesis
col tacito riferimento alledizione Auvray per le Piccole Catechesi e a quelle par-
ziali, gi menzionate, di Cozza Luzi e Papadopulos Kerameus per le Grandi. Delle
catechesi ancora inedite ho trascritto lincipit. Osservo che nei testimoni della
recensione italogreca in due libri la sequenza dei sermoni presenta significati-
ve divergenze nel secondo libro come, ad esempio, nellattuale Sinait. gr. 401
(an. 1086/1087: S) ma le rubriche in genere sono coincidenti.
I libro
1. (), inc. , -
.
2. (), inc. , , .
3. (), inc. ,
.
4. (), Mc 49 Cozza Luzi (p. 134 sqq.)
5. () inc. , -
.
6. (), Mc 17 Cozza Luzi (p. 46 sqq.).
7. (), Mc 60 Cozza Luzi (p. 166 sqq.)
8. (), Mc 47 Cozza Luzi (p. 137 sqq.)
9. (), Mc 108 Cozza Luzi
10. (), inc. ,
.
11. (), inc. ,
.
12. (), inc. ,
.
13. (), Mc 72 Cozza Luzi (p. 201 sqq.)
14. (), inc. , .
15. (), Mc 16 Cozza Luzi (p. 43 sqq.)
16. (), Mc 39 Cozza Luzi (p. 108 sqq.)
II libro
17. Pc 35,
18. Pc 36,
19. Pc 37,
20. Pc 38,
21. Pc 39,
22. Pc 40,
23. Pc 41,
24. Pc 42, .
25. Pc 43,
26. Pc 44, sine rubr.
27. Pc 45, sine rubr.
28. Pc 46,
29. Pc 47, sine rubr.
30. Pc 49,
31. Pc 50,
32. Pc 51, ( = )
33. Pc 52,
34. Pc 53,
35. Pc 54, (= ) (= ) ,
1
36. Pc 55,
37. Pc 56, (= ) , S
38. Pc 57, (= ) (= )
39. Pc 58, (= ) (= )
40. Pc 59, (= ) , -
S
41. Pc 60, (= ) (= )
42. Pc 61, (= )
43. Mc 33 Papadopulos Kerameus (ab editis diversa), an excerpt. Pc 61?, sine
rubr.
44. Pc 62,
45. Pc 63,
.
46. Pc 64,
47. Pc 65,
48. Pc 66, (= )
49. Pc 67,
50. Pc 69, , S
51. Pc 68,
52. Pc 44,
53. Pc 71,
54. Pc 72,
55. Pc 73,
56. Mc 21 Papadopulos Kerameus (p.149 sqq.), sine rubr.
57. Mc. 31 Papadopulos Kerameus (p.224 sqq.), sine rubr.
58. Mc 42 Papadopulos Kerameus (p.232 sqq.), sine rubr.
59. Mc 40 Papadopulos Kerameus (p.286 sqq. ) [= Mc 4 Cozza Luzi], sine rubr.
La Parva Catechesis di Teodoro studita in Italia meridionale 161
APPENDICE II
(162)Ibid., f. 102v : , .
(163)Ibid. f. 35v, : .
(164)Ibid. f. 97v,
(165)Ibid., f. 31v, .
(166)Ibid., f. 23r, .
(167)Ibid., f. 63v, : .
164 Santo Luc
(168)Ibid., f. 143v, , .