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4 Lala infinita.

Teoria di Glauert

4.1 Cenno ai metodi impiegati per lo studio dellala infinita


Vogliamo ora intraprendere lo studio del sistema portante di un aeroplano: lala.
chiaro infatti che i risultati ottenuti nello studio dei flussi potenziali 2D, con il cilindro rotante in
particolare, non sono di pratica applicazione, e possono solo servire a chiarire il fenomeno della
portanza.
Possiamo intanto dire che lala un oggetto che, per la sua conformazione, riesce a produrre una
dissimmetria del flusso daria sulle superfici superiore ed inferiore, generando quindi una differenza
di pressione che d la forza portante.
Le teorie impiegate per la soluzione dellala infinita sono basate essenzialmente sugli studi di
Joukowski e di Glauert.
Il primo utilizza le funzioni di variabile complessa e, definendo un potenziale complesso,
trasforma il corpo aerodinamico, gi noto, attorno ad un cilindro rotante, in quello generato da un
profilo alare.
Il secondo schematizza il profilo alare con un insieme di vortici, paralleli fra di loro ed ortogonali
alla corrente esterna, tali da dare una corrente risultante che lambisce la superficie alare.
Lo studio del metodo delle funzioni di variabile complessa non sar affrontato nella presente
trattazione. Osserviamo soltanto che esso si basa sulla possibilit dio rappresentare il potenziale e
la funzione di corrente come parte reale e parte immaginaria di un potenziale complesso:

f ( z ) = ( x , y ) + i ( x , y ) (4.1)

dove:

z = x + iy (4.2)

Vediamo subito che la posizione (4.1) possibile; infatti:

f df z
= = f ( z ) (4.3)
x dz x

avendo rilevato che dalla (4.2) si ha:

z
=1
x

Allora, tenuto conto della (4.3), derivando la (4.1) rispetto alla x si ha:


f (z ) = +i (4.4)
x x

Daltra parte si ha:

f df z
= = i f ( z ) (4.5)
y dz y
1
poich dalla (4.2) risulta:

z
=i
y

Allora, derivando la (4.1) rispetto alla y:


i f ( z ) = +i (4.6)
y y

Dal confronto della (4.6) con la (4.4), moltiplicata per i, risulta:


= u (4.7)
y x

= v (4.8)
y x

ricordando che:

i 2 = 1

Le (4.7) ed (4.8) sono proprio le note relazioni valide per le correnti piane irrotazionali di un fluido
incompressibile: esse mostrano quindi la possibilit della posizione (4.1).
Dalle (4.4), (4.7) e (4.8) si ha infine:

f ( z ) = u iv = w( z ) (4.9)

dove la w(z) descrive le due componenti cartesiane della velocit.

2
4.2 Teorema di Kutta-Joukowski sulla portanza per il profilo
Consideriamo (fig.1) un profilo immerso in una corrente daria; sia V la velocit asintotica,
lontano dal corpo.

Immaginiamo di sostituire il corpo alare con aria a concentrazione vorticosa di intensit:

v u
= rot z u = (4.10)
x y

che dia lo stesso campo di velocit prodotto dalla presenza del profilo.
Se, come supponiamo, o per la curvatura del profilo o per la incidenza della corrente, esiste
dissimmetria tra il dorso (faccia superiore) ed il ventre (faccia inferiore), nella (4.10) avremo, per un
profilo sottile:

u v
>>
y x

La (4.10) diventa allora:

u
(4.11)
y

Proponiamoci ora di valutare la circolazione attorno ad ogni tratto di profilo, nonch la circolazione
totale , considerata positiva in senso antiorario. Avremo: d = flusso di ( ) attraverso la
superficie S, di contorno dl 1 dl 2 dl 3 dl 4 (fig.1). Allora, dalla 11:

u
dy = x {u 2 u1} = (u s ui ) x
h
d = dx dy = x (4.12)
S 0 y

3
dove us e ui indicano le velocit sulle superfici superiore ed inferiore del profilo. Se introduciamo
una circolazione per unit di lunghezza lungo la corda:


(x ) = (4.13)
x

dalla (4.12) si ha:

(x ) = u s u i (4.14)

che pu anche essere ottenuta direttamente; infatti dalla fig.1:

d = v1h + u 2 x v3h u 4 x

dove h lo spessore del profilo. Per profili molto sottili (teoria di Glauert) risulta (essendo h
trascurabile):

d = x = (u2 u4 ) x

ossia la (4.14).
Proponiamoci ora di trovare la differenza di pressione, p, tra un punto della superficie ventrale ed
il corrispondente punto sulla superficie dorsale; dal teorema di Bernoulli avremo:

u ui
p = p i p s =
1
2
( )
u s2 u i2 = s
2
(u s u i ) V (4.15)

avendo usato la (4.14) e sfruttato lipotesi delle piccole perturbazioni, in base alla quale si pu
porre:

u s ui
V
2

Dalla (4.15) possibile ottenere per la portanza:

dL = p dx = V dx

da cui:

l
L = V 0
dx = V (4.16)

Che il Teorema di Kutta-Joukowski, gi visto per il caso del cilindro circolare: esso vale dunque
anche nel caso di un profilo alare.

4
4.3 La condizione di Kutta-Joukowski
Prima di presentare lo sviluppo proposto da Glauert per la vorticit , osserviamo il comportamento
del flusso attorno ad un profilo, che inizi il suo moto da fermo (fig.2).

Allinizio del moto gli effetti della viscosit non si fanno ancora sentire ed il moto irrotazionale;
attorno al profilo la circolazione nulla e, con essa, nulla la portanza. Come gi visto per la
corrente attorno ad un cilindro circolare, anche ora avremo due punti di ristagno A e B, non
necessariamente coincidenti con gli estremi, F e T, della corda alare. La corrente gassosa gira
velocemente attorno a detti estremi, tanto pi velocemente quanto pi piccolo il raggio di
curvatura locale della superficie alare; tale aggiramento quindi particolarmente vivo attorno al
bordo duscita T (trailing-edge), ove ben presto si faranno sentire gli effetti della viscosit. Tali
effetti consistono in un frenamento locale della velocit e del distacco del vortice di aggiramento
(fig.3) con orientazione antioraria.

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Consideriamo ora il circuito A B C D E A; su di esso la circuitazione era nulla e resta nulla. Poich
sul circuito A F D E A si creata una circolazione antioraria, sul circuito A F D C B A si formata
una circolazione di senso orario. Il flusso diventa stazionario quando il punto B di fig.2 si
portato al bordo duscita T sul profilo, evitando ivi velocit teoricamente infinite (raggio locale di
curvatura nullo), mentre il vortice antiorario distaccatosi dal trailing-edge si allontana allinfinito
a valle.
Ne risulta che la viscosit fa s che la circolazione attorno al profilo acquisti, per ogni assegnata
incidenza, , della corrente, un ben determinato calore (): dal ragionamento fatto si evince la
necessit che lala termini a punta, mentre il bordo dattacco deve essere arrotondato, per evitare
che anche qui si formi una velocit di aggiramento troppo elevata.
La condizione che sul bordo duscita risulti nulla o, almeno, finita, detta condizione di Kutta-
Joukowski.
Concludiamo osservando che il comportamento del profilo alare in corrente viscosa pu essere
approssimato con il comportamento in corrente non viscosa, pur di tener conto della condizione di
Kutta-Joukowski.

4.4 Teoria di Galuert per il profilo sottile: sviluppo della vorticit .


Portanza e Momento
Lo sviluppo della vorticit proposto da Glauert tiene conto della condizione di Kutta-Joukowski,
cosicch tale sviluppo deve dare zero al bordo duscita = l (fig.4).

6
Al bordo dentrata, = 0, la velocit locale, e quindi la , tanto pi elevata quanto pi piccolo il
raggio di curvatura del bordo dentrata del profilo. La teoria di Glauert accetta ivi una infinita,
confortata dal fatto che, per un profilo non estremamente sottile, tale picco resta finito.
Glauert introduce una variabile ausiliaria (fig.4) talch:

l
= (1 cos ) (4.17)
2

e:

l
d = sen d (4.18)
2

La vorticit viene cos espressa in termini della variabile ausiliaria :

( )
= a0 cotg + ansen n (4.19)
u 2 1

Poich:

1
1 + cos 2
cotg =
2 1 cos

dalla (4.17) risulta, per il primo termine dello sviluppo (4.19):

1
l 2
a0 cotg = a0 (4.20)
2

7
Che d il preannunciato picco della vorticit per 0 , mentre per l la (4.19) d vorticit
nulla, come deve essere in base alla condizione di Kutta-Joukowski.
I coefficienti an della (4.19) vanno determinati in base alle condizioni al contorno: nel prossimo
paragrafo vedremo come si valutano detti coefficienti. Osserviamo intanto che, al fine di
determinare la portanza ed il momento forniti da un profilo, ci basta determinare a0 a1 ed a2, mentre,
ovviamente, tutti i coefficienti an sono necessari per ottenere la pressione locale su di un dato punto
del profilo, come del resto gi si vede dalla (4.15). Per la portanza abbiamo infatti dalle (4.16),
(4.19), (4.17) e (4.18):

1
u2 l a0cotg + ansen n sen d
l
L = u d =
0 2 0
2 1

ossia:


C L = a n An (4.21)
0

con:


A0 = cotg sen d (4.22)
0 2

e:


An = sen n sen d n 1 (4.23)
0

Ma dalle:

1 + cos
cotg =
2 sen

e:

1 1
senn sen = cos(n 1) cos(n + 1)
2 2

Risulta per le (4.22) e (4.23):

A0 =

A1 =
2
An = 0 per n >1

La (4.21) porge quindi:

a
C L = a0 + 1 (4.24)
2
8
Valutiamo ora il momento delle forze rispetto al bordo dattacco:

l
M 0 = u d (4.25)
0

dove proprio il braccio della forza elementare, u d .


Introducendo nella (4.25) le (4.17), (4.18) e (4.19), si ottiene:

M0 1
Cm 0 =
1
= an Bn
2 0
(4.26)
u2 l 2
2

ove si ponga:


(1 cos ) sen d

B0 = cotg (4.27)
0 2
Bn = sen n (1 cos ) sen d

n 1 (4.28)
0

Ma dalla:

sen
cotg =
2 1 cos

la (4.27) porge:


B0 = sen 2 d = (4.29)
0 2

mentre la (4.28) pu essere posta nella forma:

Bn = An C n (4.30)

dove la An data dalla (4.23), mentre:

1
2 0
Cn = sen n sen 2 d n 1 (4.31)

Procedendo come per le An risulta dalle (4.31):

C2 = 2
Cn = 0 n2

e, infine, dalle (4.30):

9
B1 = A1 = 2
B2 = A2 C 2 = 4

con la conclusione che la (4.26) porge:

1
C m0 = a 0 + a1 a 2 (4.32)
4 2

oppure, dalla (4.24):


C m0 = (a1 a 2 ) + 1 C L (4.33)
8 4

Teniamo il presente paragrafo definendo il cosiddetto fuoco del profilo, F. A tale fine
consideriamo (fig.5) un punto di ascissa:

xF = l 4 (4.34)

La meccanica razionale insegna che il sistema di forse aerodinamiche che il profilo subisce
equivalente alla risultante L, applicata in O, pi una coppia di momento M0. Se chiamiamo MF il
momento risultante rispetto ad F, otteniamo lequivalente sistema tracciato in fig.6. Dal confronto si
ha:

1
M F = M 0 L xF = M 0 lL (4.35)
4

10
e, adimensionalizzando:

1
C mF = C m 0 C L (4.36)
4

ossia, dalla (4.33):


C mF = (a1 a 2 ) (4.37)
8

Poich, come vedremo nei prossimi paragrafi, solo il coefficiente a0 dello sviluppo (4.19) dipende
dalla incidenza del profilo mentre tutti gli altri dipendono solo dalla forma del profilo, ne
concludiamo che esiste un punto, detto fuoco del profilo, rispetto al quale il momento risultante
indipendente dallangolo di incidenza.

4.5 I coefficienti di Glauert e la velocit indotta dal sistema vorticoso


Le condizioni al contorno che dobbiamo soddisfare impongono al flusso di lambire la superficie
y(x) del profilo sottile (fig.7). Se u e v sono le componenti della velocit indotta dal sistema
vorticoso (), dovremo avere, in ogni punto P del profilo:

v + u sen dy
= (4.38)
u + u cos dx

11
ma, nella ipotesi di piccole perturbazioni:

a << 1 cos 1
u << u sen

La (4.38) diventa allora, pi semplicemente:

v dy
+ = (4.39)
u dx

Per valutare la componente verticale v della velocit indotta, consideriamo (fig.8) intanto la velocit
indotta totale dV dalla quale valutare poi la componente verticale dv:

12
( ) d
dV = (4.40)
2r

con:

r= ( x )2 + y 2 (4.41)

Allora:

dv = dV cos (4.42)

ma:

x
cos = (4.43)
r

Introduciamo la (4.40) e la (4.43) nella (4.42). Integrando su tutto lo strato vorticoso risulta:

1 ( x ) d
( ) ( x )
l
v= (4.44)
2 0 2
+ y2

avendo tenuto conto della (4.41). Poich il profilo sottile a noi interessa la (4.44) per y tendente a
zero, ma bene fare prima alcune considerazioni poich, per y = 0, lintegrando diventa singolare
per = x. Conviene allora spezzare lintegrale della (4.44) in tre integrali, il secondo dei quali
comprende leventuale punto di singolarit = x:

l x x+ l
0
A d =
0
A d +
x
A d +
x+
A d (4.45)

dove con il simbolo A stato indicato lintegrando della (4.44).


Poich, come vedremo subito, il secondo integrale a secondo membro , comunque, dellordine di
, possiamo, nel primo e nel terzo integrale della (4.45), porre, per un dato :

y0

e la (4.44) diventa quindi:


1 l ( ) d
2 0 x
v= x (4.46)

dove si definito lintegrale tagliato nel modo seguente:


l
x0 A d = lim
0
{0
x
A d +
l

x+
A d } (4.47)

Segue la dimostrazione relativa allassunzione che:

x +
( )
( x ) d = 0( )

x ( x )2 + y 2
(4.48)

13
Introduciamo la variabile di integrazione:

= x ; d = d

e:

( ) = ( x + ) = ( x ) + ( x ) + K

Lintegrale della (4.48) diventa:

d d d
(x + ) + y = ( x ) + ( x ) 2

+K (4.49)
2 2 + y
2 2 + y 2

avendo trascurato termini pi piccoli. Ma:

d
= [ln ( 2 + y 2 )] = 0
1
+y
2 2
2
(4.50)

mentre:

2d d
2

2 + y 2 < 2 + 0 = 2 (4.51)

La (4.50) e la (4.51), inserite nella (4.49), dimostrano la validit della (4.48) e, quindi, della (4.46).
Per valutare la velocit indotta baster allora introdurre nella (4.46) lo sviluppo proposto da Glauert,
dato dalla (4.19) con le posizioni (4.17) e (4.18), oltre alla:

l
x= (1 cos ) (4.52)
2

cosicch la variabile fissa la posizione x ove intendiamo valutare la velocit indotta dal sistema
vorticoso (). Dalla (4.46) si ha quindi:


cotg sen d sen n sen d
v


2
2
u 0 cos cos 1 0 cos cos
= a0 x a n x (4.53)

Ma da note formule di trigonometria:


cotg sen = 1 + cos (4.54)
2

nonch:

1 1
sen n sen = cos(n 1) cos(n + 1) (4.55)
2 2

Introducendo le (4.54), (4.55) nella (4.53) si vede che vi appaiono integrali del tipo:
14
cos n d
0
In = x
cos cos
(4.56)

e la (4.53) diventa:

v
I I n 1
2 = a0 (I 0 + I 1 ) + a n n +1 (4.57)
u 1 2

Poich, come vedremo nel prossimo paragrafo, gli integrali della (4.56), detti integrali di Glauert,
valgono:

sen n
In = (4.58)
sen

e, in particolare:

I0 = 0 ; I1 = (4.59)

La (4.57), introdottevi le (4.58), (4.59), diventa:

v
sen (n + 1) sen (n 1)
2 = a0 + an
u 1 2sen

ossia:

v 1
= a n cos n (4.60)
u 2 1

La condizione al contorno (4.39) quindi, tenuto conto della (4.60):

a0 1 dy
+ an cos n = (4.61)
2 2 1 dx

Baster quindi sviluppare in serie di Fourier di soli coseni la funzione pendenza locale del profilo
per ottenere i coefficienti an, nonch, in base alle (4.24) e (4.37), i coefficienti di portanza e
momento aerodinamico di un assegnato profilo.

4.6 Gli integrali di Glauert


Il presente paragrafo solo una appendice matematica, utile ma non necessaria per la comprensione
del problema che stiamo trattando. Pu tuttavia essere utile a chi, in una ricerca, si trovasse di fronte
a problemi di integrali singolari. Valutiamo innanzi tutto:

d
0
I0 = x
cos cos
(4.62)

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mediante la nuova variabile di integrazione:

1 z2
z = tg cos =
2 1+ z2

ponendo in coerenza:

1 2
= tg cos =
2 1+ 2

Allora:

= 2 arctg z
2 dz
d =
1+ z2

Con alcuni semplici passaggi la (4.62) sar espressa mediante z e :

(
I0 = 1 2 x )

0
dz
z2
2
(4.63)

dove (vedi la definizione (4.47)):

dz dz dz
x
0 2
z 2
=
0 z
2 2
+
+ z 2
2
(4.64)

Ma:

1 1 1 1
= +
z 22
2 + z z

e, quindi:


dz 1 +z 1 2
0 z
2 2
= ln =
2 z 0 2
ln

(4.65)

Analogamente:


dz 1 +z 1 2 +
+ 2 z 2 = 2 ln =
z + 2
ln

(4.66)

Le (4.65) e (4.66), poste nella (4.64) e nella (4.63), porgono:

16
dz 1 2
x0 = ln 0 (per 0)
z
2 2
2 2 +

e, quindi:

I0 = 0

come preannunciato nelle (4.58), (4.59).


Inoltre per lintegrale I1 si ha dalla (4.56):

cos d (cos cos ) + cos


I1 = x = x d
0 cos cos 0 cos cos

ossia,

cos cos d
I1 = x d + cosx = + I 0cos =
0 cos cos 0 cos cos

Per lintegrale I2, analogamente:

cos2 - cos2
I 2 = x d + I 0cos2
0 cos cos

ossia, essendo I0 = 0:

cos 2 - cos 2
(cos + cos ) d = 2 cos


I2 = 2 x
0 cos cos
d = 2 x
0

e, infine:

sen 2
I2 = (4.67)
sen

che la (4.58) per n = 2.


Per dimostrare che la (4.58), oltre che per n = 0, n = 1 ed n = 2, vale anche per qualsiasi n > 2,
useremo un metodo induttivo: faremo cio vedere che, se la (4.58) vale fino ad un certo indice n,
essa vale anche per lindice (n + 1).
Infatti dalla ovvia:

cos(n + 1) + cos(n 1) = 2 cos n cos = 2 cos n (cos cos ) + 2 cos cos n

dividendo per (cos cos ) ed integrando termine a termine, si ha:


I n +1 + I n 1 = 2x cos n d + 2 cos I n
0

Ne consegue la formula ricorrente:

17
I n +1 = 2 I n cos I n 1 (4.68)

e, ammettendo che fino allindice n valga la (4.58):

sen n sen (n 1)
I n +1 = 2 cos
sen sen

da cui, con un po di algebra:

sen (n + 1)
I n +1 = (4.69)
sen

che proprio la (4.58) scritta per lindice (n + 1): dunque essa valida per ogni n se lo per n = 0
ed n = 1,come si vede applicando iterativamente le (4.68) e (4.58) a partire dalla (4.59), ottenendo
ogni volta la (4.69), ossia la (4.58) per lindice successivo.

4.7 Determinazione dei coefficienti dello sviluppo della vorticit


Al detto scopo, riprendiamo lo sviluppo di Fourier (4.61) che derivato dalla applicazione delle
condizioni al contorno (4.39), tenuto conto della (4.60).
Se allora nella (4.61) moltiplichiamo ambo i membri per:

cos k d

Ed integriamo, si ha:

a 1 dy
0 0 cos k d + an 0 cos n cos k d = 0 cos k d (4.70)
2 2 1 dx

da cui, per k = 0:

2 dy

a0 = 2 d (4.71)
0 dx

Per k 1 osserviamo che:

1 1
cos n + cos k = cos (n k ) + cos (n + k )
2 2

cosicch il secondo integrale che figura nella (4.70) diverso da zero solo per n = k. Avremo:

4 dy

ak = cos k d (k 1) (4.72)
0 dx

Le (4.71) e (4.72) forniscono i coefficienti dello sviluppo di Glauert della vorticit (4.19), in
funzione della forma del profilo della linea media dellala, y(x); riassumendo il procedimento,
abbiamo:
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a) posto lo sviluppo (4.19) per la ();
b) ricavata la velocit verticale v(x) prodotta, (4.60) dalla ();
c) applicate le condizioni al contorno (4.39) ottenendone lo sviluppo (4.61);
d) trovato le ak, mediante semplici quadrature, (4.71), (4.72), in funzione della y(x) dellala.

4.10 Determinazione dei coefficienti di portanza e momento per un


assegnato profilo dala, y(x)
Avendo ora a disposizione le (4.71) e (4.72), possiamo inserirle nella (4.24):

a dy
C L = a0 + 1 = 2 2 (1 cos )d (4.73)
2 0 dx

Se poi definiamo:

1 dy
(1 cos ) d

0 = (4.74)
0 dx

la (4.73) diventa semplicemente:

C L = 2 ( + 0 ) (4.75)

La (4.75) ci dice che la portanza funzione lineare dellincidenza, cosa ben verificata
dallesperienza, per incidenze non troppo alte; esiste inoltre una incidenza di portanza nulla:

= 0

tanto maggiore quanto pi curvo il profilo: essa invece nulla per un profilo simmetrico, per il
dy
quale = 0 ; la (4.74) d infatti 0 = 0.
dx
Al fine di avere un pi comodo procedimento di calcolo della 0, eseguiamo nella (4.74) una
integrazione per parti. Poniamo intanto:

y ( x ) = Y f ( ) (4.76)

Dove Y la freccia del profilo, (fig.9), ossia la ordinata massima, mentre la f ( ) ne caratterizza
la forma.

19
Naturalmente dalla (4.52), che lega la x alla variabile ausiliaria , si ha per la (4.76):

dy df dx
=Y
dx d d

ossia:

dy 2Y f ( )
= (4.77)
dx l sen

Inseriamo la (4.77) nella (4.74):

2Y
tg f ( ) d
l 0 2
0 = (4.78)

dove, come ben noto:

1 cos
tg =
2 sen

Dalla (4.78) si ha, integrando per parti:

f ( ) d


0 tg 2 f ( ) d = tg 2 f ( ) 0 0 1 + cos

(4.79)

Ma:


lim tg f ( ) = 0 (4.80)

2

Infatti:
20
f ( ) f ( )
lim = lim
1
cos sen
2 2 2

mentre:

df dx
lim f ( ) = lim

dx x = l d

e, infine, dalla (4.52):

dx l
lim = sen = 0
d 2

Tenendo conto della (4.80), allora, la (4.79), posta nella (4.78), d:

2Y f ( ) d
l 0 1 + cos
0 = (4.81)

In modo del tutto simile si pu calcolare, dalla (4.37) il momento focale:


(a1 a2 ) = 1 0 dy (cos cos 2 ) d = 1 0 dy
(1 cos ) d + 1 0 dy (1 cos2 ) d =

CmF =
8 2 dx 2 dx 2 dx
dy
= 0 + sen 2 d
2 0 dx

avendo introdotto la (4.74). Dalla (4.52), dalla (4.76) e dalla (4.77) avremo infine:

Y
f ( )cos d

CmF = 0 2 (4.82)
2 l 0

dove 0 dato dalla (4.81).

Se, ad esempio:

x (l x )
f ( ) = sen 2 = (4.83)
l2 4

nel qual caso la linea media del profilo un semplice arco di parabola, risulta:

Y
0 = 2 (4.84)
l

e:
21
Y
C mF = (4.85)
l

Le (4.84), (4.85) ci permettono di valutare la posizione del centro P di spinta, concetto importante
poich in condizioni stazionarie la risultante delle forze deve passare per il baricentro G. Nel
semplice caso esposto come esempio si ha (fig.10):

C mF Y l Y l
= = = (4.86)
l CL Y 2 + 4 Y l
2 + 2
l

Se, ad esempio, lala vola ad incidenza nulla ( = 0), risulta:

0
= 0,25 (4.87)
l

Supponendo che questo sia il volo di regime, il baricentro G dovr trovarsi al 50% della corda del
profilo (fig.10), per poter ottenere lequilibrio dei momenti attorno al baricentro.
bene per ricordare che la sola ala d un equilibrio instabile: tale instabilit intrinseca dellala
viene perci eliminata dalla presenza dei piani di coda dellaeroplano. Se infatti per cause
occasionali la incidenza aumenta rispetto al valore di regime (supposto nullo nellesempio di
figura 10), mentre CmF resta costante, il coefficiente di portanza, CL, aumenta, facendo quindi
diminuire la distanza tra il centro di pressione P ed il fuoco.

Se, ad esempio, consideriamo il caso in cui aumenti fino al valore (fig.11):

= 2Y l

dalla (4.86) si ha:


= 0,125 (4.88)
l

22
ed il punto P, centro di pressione, si sposta in avanti, cosicch la portanza d ora un momento
cabrante rispetto al baricentro G, che tende a far aumentare ulteriormente langolo e, con esso,
lintero assetto dellala.

Con altre parole, se 1 ed 2 sono due assetti ed il primo quello di regime, cosicch L1, portanza
ad incidenza 1, passa per il baricentro (fig.12), risulta per le distanze, , di applicazione delle
risultanti aerodinamiche dal fuoco F:

M F = cost. = L1 1 = L2 2 (4.89)

poich per:

2 > 1

risulta:

L2 > L1

si avr anche, dalla (4.89):

2 < 1

23
4.9 Portanza di progetto ed angolo ideale di attacco
Chiamiamo incidenza ideale di attacco, i, quel valore della incidenza che rende nullo a0 e, con
esso, il primo termine dello sviluppo (4.19) della vorticit () proposto dal Glauert.
Dal punto di vista fisico c da ricordare che tale termine (4.20) d un picco di velocit in
prossimit del bordo dattacco, tanto pi elevato quanto pi piccolo il locale raggio di curvatura,
cosicch subito a valle del bordo dattacco, ove la velocit u 2 riacquista valori non eccessivamente
alti (fig.13), si ha ivi (basti pensare al teorema di Bernoulli) una brusca risalita di pressione, che
tende a distaccare lo strato limite, peggiorando sensibilmente il comportamento aerodinamico
dellala.

24
Al fine di valutare questa incidenza ideale i baster porre uguale a zero la espressione analitica
di a0, data dalla (4.71); se ne ricava quindi che il primo termine (cattivo) della serie di Glauert
svanisce se:

1 dy

= i = d (4.90)
0 dx

Il corrispondente valore del coefficiente di portanza di progetto, CLi, dato dalla (4.24), o dalla
(4.73), ove si ponga a0 = 0:

dy
C Li = a1 = 2 cos d (4.91)
2 0 dx

Introducendo, nelle (4.90) e (4.91), le (4,76) e (4.77) ed integrando per parti, risulta:

2Y f ( ) cos
i =
l 0 sen 2
d (4.92)

e:

Y f ( ) d
C Li = 4
l 0 sen 2
(4.93)

Nel semplice caso (4.83) di linea media del profilo a forma parabolica (o, date le approssimazioni, a
forma di arco di cerchio), risulta:

i = 0
Y
C Li = 4 2 0
l

Terminiamo osservando (fig.14) che i risultati sperimentali sul CL concordano abbastanza bene fino
a valori di CL 1,2 ~ 1,5; il coefficiente teorico 2 della CL = 2 ( + 0) diventa in pratica:

C L = A ( + 0 )

dove:

A ~ 5,7 ~ 5,8

25
Ad alte incidenze ( > 15) interviene il distacco della vena con caduta della portanza. Se poi
tracciamo il coefficiente di momento Cm0 in funzione del coefficiente di portanza, avremo (fig.15):

CL
C m 0 = C mF +
4

da notare che, per CL = 0, ossia ad incidenza negativa:

= 0

il punto di ristagno si sposta sul dorso del profilo (fig. 16) dando luogo ad una portanza negativa
sulla parte anteriore del profilo, compensata, per = -0, dalla portanza positiva sulla parte
posteriore del profilo: bench la portanza totale sia nulla, quindi, ne risulta un momento diverso da
zero.
26
4.10 Calcolo della linea media di un profilo per assegnato diagramma di
carico
Si tratta del cos detto problema inverso: trovare la linea media e la incidenza, i, di progetto di un
profilo che abbia un assegnato diagramma di carico. Tale problema particolarmente sentito in sede
di progetto, se vogliamo evitare i picchi locali di velocit e, quindi, di pressione. Ci pu
interessare, in particolare, realizzare un diagramma di carico del tipo descritto in fig. 17, nel quale
sia assente qualunque gradiente di velocit lungo la parte anteriore dellala.

chiaro che, mancando ora qualsiasi picco sul diagramma di carico, la incidenza di lavoro che
troveremo sar proprio la = i. Trovato il profilo y(x), per studiarne il comportamento ad altre
incidenze occorrer aggiungere alla (x) assegnata un termine del tipo:


a0 cotg (4.94)
2
27
dove, in base alla (4.71), tenuto conto della (4.90) che d la i, si ha:

a0 = 2 ( i ) (4.95)

Per risolvere il problema propostoci ricordiamo intanto che la velocit verticale indotta sal sistema
vorticoso data dalla (4.46), cio:

1 l ( ) d
v (x ) =
2 0 x
x (4.96)

o, se si vuole introdurre le variabili ausiliarie (4.17), (4.18), (4.52) e :

1 ( ) sen d
v ( ) =
2 0 cos cos
x (4.97)

Dalla condizione al contorno (4.39) si ha poi:

v
y(x ) =
x
dx + i x (4.98)
0 u

tralasciando qui di puntualizzare di nuovo le difficolt connesse con lintegrando che figura nella
(4.96), o nella (4.97), singolare per = .
Nella (4.98) non abbiamo ancora il valore della i, ne siamo ancora in grado di calcolarla mediante
la (4.90) o la (4.92). Osserviamo per che la (4.98) deve dare:

y (l ) = 0 (4.99)

Ponendo allora x = nella (4.98), avremo, tenuto conto della (4.99):

l v
0 = i l + dx (4.100)
0 u

donde il valore i che, introdotto nella (4.98), risolve il problema.


Quanto alla corrispondente portanza di progetto abbiamo:

Li = Mg = u ( ) d
l

da cui:

l ( ) d
C Li = 2 (4.101)
0 u l

28
4.11 Il problema dello spessore
Ci proponiamo ora lo studio di unala sottile con spessore. Tale studio verr affrontato in tre
successivi stadi:
A) profilo simmetrico ad incidenza nulla;
B) profilo simmetrico ad incidenza 0 (fig.18);
C) profilo, a linea media curva, con spessore.
Il profilo dellala sar definito mediante una funzione, y(x), che rappresenta ora il semispessore per
ogni ascissa:

0 xl

Il comportamento dellala ad incidenza nulla sar simulato mediante una opportuna distribuzione di
sorgenti, di densit (), cosicch la:

( ) d

rappresenti lintensit totale delle sorgenti distribuite tra e ( + d). Al fine di poter dedurre le
componenti, u e v della velocit prodotta da detta distribuzione di sorgenti, riportiamo qui le
relazioni introdotte nel Cap. III:

m
ur = (4.102)
r

e:

Q = 2 m (4.103)

valevoli per sorgente concentrata di intensit m.


29
Per pi sorgenti la (4.103) diventa:

N
Q = 2 n mn
1

e, per un gruppo di sorgenti distribuite lungo lasse x, su un tratto d:

dQ = 2 ( ) d (4.104)

Daltra parte (fig.19), considerando un tratto sottile dala, da simulare con le dette sorgenti
distribuite, avremo:

dQ = 2 v d (4.105)

La (4.105) proprio la definizione di flusso uscente, avendo trascurato i due lati verticali della
figura, poich si tratta di profili sottili. Dalle (4.105) e (4.104):

v( x ) = ( x ) (4.106)

Ricordando infine le condizioni al contorno (4.39):

v dy
+ = (4.107)
u dx

e sostituendo nella (4.106) per = 0, si ha:

u dy
(x ) = (4.108)
dx

che risolve il problema della valutazione dellintensit della distribuzione di sorgenti, per un dato
profilo y(x), come in fig.18.

30
Occasionalmente osserviamo che dalla (4.108) consegue:

(x ) dx = 0
l

coerentemente con quanto asserito nel Cap. III, e gi richiamato pi volte.

4.12 Profilo simmetrico ad incidenza


Osserviamo intanto che per un profilo estremamente sottile il problema stato gi risolto al
paragrafo 6 con il metodo di Glauert: nel caso attuale infatti si ha per la linea media:

y (x ) = 0

e la (4.71) d allora:

a0 = 2 (4.109)

mentre dalla (4.72):

an = 0 (n 1)
La soluzione consiste quindi nel sovrapporre alla distribuzione (4.108) delle sorgenti (dove la y(x)
ora il semispessore del profilo), una distribuzione di vortici () data dalla (4.19) che, tenuto conto
della (4.109), diventa:

1
l 2
( ) = 2 u (4.110)

Se desideriamo per studiare un profilo sottile ma non estremamente sottile, in modo da evitare il
picco infinito che la (4.110) d per 0, converr applicare le condizioni al contorno tenendo
conto delle velocit v prodotte dalle sorgenti e delle v prodotte dalla ancora incognita
distribuzione vorticosa (). Avremo allora per la (4.39):

v v dy
+ + = (4.111)
u u dx

Dove la y(x) il semispessore locale del profilo. Ma, in base alle (4.106) e (4.108), la (4.111)
diventa:

v
+ = 0 (4.112)
u

31
ossia, ricordando la (4.44) che d la v(x) in funzione della vorticit :

1 l ( ) ( x ) d
2
0 u ( x )2 + y 2
+ = 0 (4.113)

dove ora non vogliamo pi porre y(x) 0; avremmo altrimenti la soluzione, che non ci interessa,
data dalla (4.110). per risolvere la (4.113) possiamo allora (fig.20) proporci, per la (), un
diagramma lineare a tratti, tra i punti, convenientemente scelti, 0 0, 1, 2, , N-1 e N .Tale
diagramma dipende dagli N valori da determinare:

0 = (0 ) ; 1 = (1 ) ; K ; N 1 = ( N 1 )

Lintegrale che figura nella (4.113) si spezza cos in N integrali parziali del tipo:

N n

1
n
n 1
K d (4.114)

ognuno dei quali esprimibile in forma analitica.


Se esprimiamo i punti di controllo delle condizioni al contorno (4.113) come i punti del profilo
aventi coordinate:

n n 1
xn = ; y n = y ( xn ) (1 n N )
2

la (4.113) si trasforma in un sistema di N equazioni lineari nelle N incognite 0, 1, 2, , N-1,


essendo ovviamente N = 0 per la condizione di Kutta-Joukowski.

32

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