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N. 10 - Raccolta articoli dall1 al 31 Dicembre 2016
Indice:
- LItalia chiede allEuropa di censurare la libert di espressione su
internet, pag. 3
- DW Il Governo Tedesco ha Cancellato alcune parti del Rapporto
sulla Povert, pag. 6
- Juncker e i vertici UE impongono una legge per consentire laumento
dellimmigrazione dallest Europa, pag. 9
- GERMANIA: SALARI ALLA SOGLIA DELLA POVERT,
SEMPRE PI TEDESCHI INDEBITATI, pag. 11
- AEP: Il salvataggio di stato di Monte dei Paschi una catarsi, pag. 13
- ZH Tenetevi Stretti, Preparatevi alla Bancarotta dellItalia, pag. 16
- Il nuovo ordine liberale crea solitudine: ecco cosa sta facendo a pezzi
la nostra societ, pag. 19
- Eurointelligence: lAttacco Terroristico in Germania e la Stampa
Bugiarda, pag. 22
- ZH Europa Infuriata per la Decisione della Grecia di Concedere
ai Pensionati Poveri un Bonus Natalizio, pag. 24
- Il neoliberalismo una specie di fascismo, pag. 26
- La fabbrica delle notizie sulla guerra in Siria la testimonianza della
giornalista canadese Eva Bartlett, pag. 29

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- Le forze di frontiera UE accusano le ONG di collusione coi trafficanti
di immigrati, pag. 31
- La Silenziosa Ascesa di Marine Le Pen al Ruolo di Candidata della
Sinistra in Francia, pag. 33
- Bagnai: Si pu salvare lItalia dalla stagnazione economica?, pag. 36
- W. Mnchau: LItalia Rappresenta unEnorme Minaccia per lEuro e
la UE, pag. 43
- WSJ Il Regno Unito Non Potr Mai Esaurire le Sterline, pag. 45
- Panagiotis: Lettera agli amici italiani, pag. 47
- J. Stiglitz: Ormai i costi di mantenere in piedi leurozona sono
superiori a quelli di smantellarla, pag. 51
- Telegraph: AEP intervista Claudio Borghi, pag. 54
- IL TERREMOTO ITALIANO: LANALISI DI HEINER
FLASSBECK SUL REFERENDUM, pag. 58
- Juncker Condanna Come Irresponsabili gli Elettori Italiani che Hanno
Votato NO al Referendum Costituzionale, pag. 60
- Mnchau su Eurointelligence: Bentornati nella Crisi dellEurozona,
pag. 61
- Lepidemia costruita da Big Pharma: le diagnosi sbagliate di ADHD,
pag 65
- Salvini sul FT: Le riforme di Renzi non risolvono i veri problemi
dellItalia, pag. 69
- Der Spiegel: 118 milioni di cittadini europei minacciati dalla povert,
pag. 71

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LItalia chiede allEuropa di censurare la
libert di espressione su internet.
ZeroHedge analizza freddamente il significato delle dichiarazioni del nostro capo dellantitrust,
Pitruzzella, in merito alle fake news. Come al solito, dietro una richiesta apparentemente
ragionevole, si cela una verit inconfessabile. Lestablishment vuole mettere in atto un Ministero
della Verit orwelliano, una schiera di individui non eletti, ovviamente coordinati da Bruxelles, che
non rispondono a nessuno delle loro azioni ma che possono decidere cosa vero e cosa no. Chi
controlla il presente controlla il passato, e chi controlla il passato controlla il futuro (Orwell, 1984).

di ZeroHedge, 30 dicembre 2016

I primi sono stati gli Stati Uniti, poi la Germania, che ha dato la colpa di quello che non funziona
nella societ alle false notizie, e non, per esempio, a una serie di terribili decisioni prese dai politici.
Ora il turno dellItalia di chiedere di porre fine alle false notizie, cosa che di per s potrebbe non
essere preoccupante. Tuttavia, il modo in cui Giovanni Pitruzzella, capo dellantitrust italiano, chiede
allUnione Europea di agire su quelle che sarebbero notizie false, consiste a dir poco in una
repressione totale della libert di espressione e darebbe ai governi la libert di mettere a tacere
qualsiasi fonte che non rispetti la propaganda dellestablishment.

In unintervista al Financial Times, Pitruzzella ha detto che le regole sulle false notizie su internet
sarebbero meglio gestite dallo stato piuttosto che dalle societ dei social media come Facebook, un
approccio gi adottato in precedenza dalla Germania, che ha richiesto a Facebook di porre fine
allhate speech (discorso di odio, ndVdE) e ha minacciato di multare il social network fino
a 500.000 euro per ogni falso post.

Pitruzzella, a capo dellantitrust dal 2011, ha detto che i paesi dellUE dovrebbero istituire
organismi indipendenti coordinati da Bruxelles e modellati sul sistema delle agenzie antitrust
che potrebbero rapidamente etichettare le notizie false, rimuoverle dalla circolazione e
infliggere ammende se necessario.

In altre parole, una serie di burocrati non eletti, che non rendono conto a nessuno, si riunirebbero tra
loro per decidere quali sono e quali non sono le notizie false, e poi rullo di tamburi le
rimuoverebbero dalla circolazione. Daltra parte, considerando che una settimana fa Obama ha dato
allEuropa il via libera ad ogni forma di censura e sospensione della libert di parola, quando il
Presidente uscente degli Stati Uniti ha votato la Direttiva per contrastare la Disinformazione e la
Propaganda, nessuno dovrebbe sorprendersi che unEuropa improvvisamente imbaldanzita ricorra a
tali misure agghiaccianti.

Cos, con lEuropa sullorlo di implementare una sfrenata censura, ecco lo specchietto per le allodole
atto a giustificarla.

La Post-verit in politica uno dei motori del populismo ed una delle minacce per le nostre
democrazie ha detto Pitruzzella al FT. siamo giunti a un bivio: dobbiamo scegliere se lasciare
internet com, il selvaggio west, o se ha bisogno di regole che tengano conto del modo in cui
cambiata la comunicazione. Penso che abbiamo bisogno di impostare tali regole e questo il ruolo
del settore pubblico.
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Traduzione: presto dipender da Bruxelles decidere quali contenuti Internet sono adatti al
vasto pubblico europeo, perch, a meno che non intervenga un burocrate, le notizie false
scateneranno sempre pi populismo e non, per esempio, anni di riforme politiche fallite o di
decisioni sbagliate della Banca Centrale.

In breve, tutta colpa di internet se il sistema politico europeo scosso da una reazione anti-
establishment senza precedenti, che non ha nulla a che fare con, be, con nientaltro.

Come nota il FT, la richiesta di Pitruzzella arriva in un contesto di crescenti preoccupazioni


per limpatto delle false notizie sulla politica nelle democrazie occidentali, compreso il voto
sulla Brexit e le elezioni americane di questanno. In Germania, che nel 2017 va incontro alle
elezioni parlamentari, il governo sta progettando una legge che imporrebbe multe fino a 500.000
euro sulle societ dei social media per la diffusione di notizie false.

Gli alleati di Matteo Renzi, lex primo ministro, hanno anche sostenuto che le false notizie
hanno contribuito alla sua sconfitta nel referendum di dicembre sulla riforma costituzionale,
che ha portato alle sue dimissioni, anche se la sconfitta arrivata con un margine di 20 punti
percentuali. Almeno non hanno dato la colpa agli hacker russi per ora.

Quindi, anche supponendo che limitare la libert di espressione sia la risposta giusta, perch non
imporre alle piattaforme lauto-controllo?

Beh, secondo Pitruzzella sarebbe inopportuno affidare questo compito allautoregolamentazione da


parte dei social media. Le piattaforme come Facebook hanno creato grandi vantaggi per il pubblico e
i consumatori: stanno facendo la loro parte come operatori economici, adottando politiche
che modificano i loro algoritmi per ridurre questo fenomeno, ha detto. Ma controllare le
informazioni non il compito delle compagnie private. Storicamente questo il compito dei
pubblici poteri. Essi devono garantire che le informazioni siano corrette. Non possiamo
delegarlo completamente.

Conosciamo almeno un italiano che sarebbe daccordo (vedi immagine in testa).

E proprio come Lui, Pitruzzella ha minimizzato le preoccupazioni sul fatto che la creazione di
agenzie statali per monitorare le false notizie introdurrebbe una forma di censura, affermando
che si potrebbe continuare ad utilizzare un internet libero e aperto fino a quando tutti i membri
dellinternet aperto sono daccordo con quello che le agenzie decidono essere vero e indiscutibile.
Ma secondo lui ci sarebbe un vantaggio, in quanto ci sarebbe una terza parte pubblica
indipendente dal governo pronta ad intervenire tempestivamente nel caso che venga leso
linteresse pubblico.

Al momento, lunico modo in cui le notizie false possono essere combattute almeno in Italia
attraverso il sistema giudiziario, che notoriamente lento. La rapidit un elemento critico ha
detto Pitruzzella, quindi qual la soluzione? Ma ovviamente un Ministero della verit.

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Il Movimento di opposizione 5 Stelle spesso etichettato come il principale facilitatore in Italia delle
false notizie, attraverso il blog del suo fondatore, il comico Beppe Grillo, e una rete di altri siti web
affiliati al partito. Ma Pitruzzella ha rifiutato di citarli come i principali colpevoli. Non so se questo
vero, non vorrei criticare nessuno, nemmeno il Movimento 5 stelle. Ma credo che, se non ci sono
regole, molti possono approfittarsene.

Naturalmente, una volta che la libert di espressione verr sottoposta a censura, Pitruzzella non avr
nessun problema non solo a criticare chi non daccordo con lui, ma anche a chiudere prontamente i
loro canali di espressione sulla rete.

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internet/

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DW Il Governo Tedesco ha Cancellato alcune
parti del Rapporto sulla Povert
Come riporta lemittente televisiva Deutsche Welle, il governo tedesco avrebbe censurato alcune
parti dellannuale Rapporto sulla Povert (non ancora ufficialmente pubblicato). Le parti in
questione riguardano la mancanza di rappresentanza e di influenza politica delle fasce pi povere
della popolazione tedesca. Il dato di per s ci pare ovvio, ma il fatto che il governo tedesco possa
essersi attivamente impegnato per oscurarlo ci sembra unulteriore conferma della problematicit
della situazione sociale nella ricca Germania.

di Jefferson Chase, 15 dicembre 2016

Le cronache dei giornali riportano che il Ministero del Lavoro avrebbe cancellato alcune parti
potenzialmente controverse dellannuale Rapporto sulla Povert e la Ricchezza in Germania, che
sar pubblicato a breve. Queste notizie gettano delle ombre sulla credibilit del rapporto.

Secondo un resoconto del giornale Sddeutsche Zeitung (SZ), il governo tedesco avrebbe stemperato
alcuni passaggi della quinta edizione del suo Rapporto sulla Povert e la Ricchezza. Questo rapporto
non sar pubblicato ufficialmente fino al 2017, ma una sua bozza trapelata alla stampa allinizio di
questa settimana [sintende verso il 12-13 dicembre, NdT].

I passaggi incriminati riguarderebbero affermazioni sul fatto che le persone pi abbienti in Germania
hanno maggiore influenza politica rispetto ai meno abbienti. Larticolo del SZ destinato a gettare
benzina sul fuoco delle critiche mosse contro il rapporto, il quale comunque conclude che il numero
dei poveri in Germania sta crescendo.

Il SZ sostiene che il seguente passaggio stato stralciato da una versione precedente del documento:
significativamente pi probabile che dei cambiamenti politici avvengano quando sono sostenuti
dalle categorie a maggior reddito.

Il documento originariamente avvertiva di una possibile crisi della rappresentanza politica, e


concludeva che le persone con un reddito pi basso rinunciano alla partecipazione politica perch,
secondo la loro esperienza, quando devono prendere delle decisioni i politici tengono in minor
considerazione le loro opinioni .

Un altro passaggio che stato cancellato afferma che non solo accade, in Germania, che persone
con livelli di reddito diversi prendano parte alla politica in misura diversa, ma c anche,
chiaramente, una disparit di condizioni, a detrimento dei pi poveri, nel processo decisionale
in politica.

I riferimenti alla influenza del lobbismo e alla rappresentanza di interessi speciali sono stati altres
omessi.

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I passaggi cancellati disponibili online

Il rapporto basato su degli studi esterni commissionati dal Ministero del Lavoro e degli Affari
Sociali. Uno degli autori dello studio da cui sarebbero poi stati espunti dei passaggi il ricercatore
Armin Schfer dellUniversit di Osnabrck.

Armin Schfer ha detto a Deutsche Welle di non avere informazioni sul motivo per il quale alcuni
passaggi possano essere stati esclusi dalle bozze del rapporto, e non vuole fare congetture in merito.

Siamo stati incaricati di produrre uno studio, ed quello che abbiamo fatto, ha detto Schfer. Il
Rapporto sulla Povert e la Ricchezza un rapporto del governo, per cui possono includere o
escludere quello che vogliono. Presumibilmente ci sono delle discrepanze tra le varie versioni, ma io
non sono lautore del rapporto stesso, e non mi sono occupato della scelta su cosa includere.

Schfer ha fatto notare che lo studio che lui e i suoi coautori hanno consegnato al governo lo scorso
giugno, paradossalmente, disponibile su una pagina web del governo che si occupa proprio del
rapporto sulla povert.

Se ci date unocchiata, potete cercare di giungere voi stessi a una spiegazione sul perch alcuni
passaggi non siano poi stati inclusi nellultima versione del rapporto.

Un circolo vizioso di esclusione politica

Il Rapporto sulla Povert e la Ricchezza viene pubblicato dal governo tedesco ogni quattro anni. Nel
2015 il ministro del lavoro Andrea Nahles ha annunciato che per la prima volta il rapporto avrebbe
preso in considerazione anche linfluenza delle lite e dei pi ricchi sulle decisioni politiche.

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Come ha detto Schfer, i passaggi omessi citati da SZ sono brani riportati testualmente nel suo studio,
che intitolato Decisioni sistematicamente distorte? La responsivit nella politica tedesca dal 1998
al 2015.

La sezione che riguarda la disparit di condizioni in politica, per esempio, prosegue cos: Ne deriva
dunque la minaccia di un circolo vizioso tra diseguaglianza nella partecipazione e diseguaglianza
nella responsivit politica. I gruppi socialmente pi svantaggiati vedono che i loro problemi non
trovano ascolto e perci smettono di occuparsi di politica, e di conseguenza la politica si concentra
ancora di pi sugli interessi dei pi ricchi. Questo schema decisionale sistematicamente distorto,
che si gi manifestato negli Stati Uniti, si applica anche alla Germania.

Rispondendo alla domanda posta da Deutsche Welle, la portavoce del ministro del lavoro, Simone
Stelten, ha scritto in una dichiarazione che il ministro ha reso pubbliche le informazioni raccolte per
il rapporto. Ha poi aggiunto che il documento citato da SZ era una prima bozza interdipartimentale
che rappresenta solo una fase preliminare della stesura del rapporto.

Il fatto che vengano apportati dei cambiamenti in questa fase non riflette solo la natura delle
discussioni interdipartimentali, ma proprio il loro obiettivo, scritto nella dichiarazione del
Ministero del Lavoro.

Ci che gi sappiamo

Cionondimeno, larticolo di SZ ha immediatamente sollevato delle critiche da parte delle opposizioni.

Dobbiamo parlare apertamente dei problemi della nostra democrazia tutto il resto solo acqua
portata al mulino dei populisti, ha detto a SZ la portavoce del Partito dei Verdi, Brigitte Pothmer.

Anche i colleghi di Nahles nel Partito Socialdemocratico (SPD) si sono preoccupati allidea che
alcuni passaggi della bozza iniziale siano stati cancellati in nome di interessi specifici allinterno
dellattuale governo, sebbene un portavoce abbia cercato anche di scaricare la colpa sui conservatori.

Sarebbe spiacevole, ma non sorprendente, scoprire che dietro questa mossa c lufficio della
Cancelliera, ha detto il vice capogruppo parlamentare della SPD, Karl Lauterbach, al Berliner
Zeitung. I passaggi in questione si limitano a descrivere ci che gi sappiamo. Uno dei problemi
pi evidenti della povert che i poveri non hanno voce.

http://vocidallestero.it/2016/12/29/dw-il-governo-tedesco-ha-cancellato-alcune-parti-del-rapporto-sulla-
poverta/

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Juncker e i vertici UE impongono una legge per
consentire laumento dellimmigrazione
dallest Europa.
LExpress ci rivela che, mentre ad ogni consultazione elettorale i cittadini europei bocciano i
candidati che appoggiano la Ue e le sue politiche, Juncker non si lascia scappare occasione per
tentare di ampliare il proprio dominio ed estendere i confini Ue verso le ex repubbliche sovietiche,
assicurando nel contempo lennesimo ingresso in Europa di manodopera a basso costo, pronta a far
concorrenza alle gi sofferenti classi europee medio-basse.

Di Patrick Christys, 21 dicembre 2016

LUnione europea sotto accusa per aver consentito unondata di immigrati provenienti
dallest, avendo concesso laccesso senza visto ai cittadini di nazioni impoverite e devastate dalla
guerra come Ucraina e Georgia una mossa che rischia di irritare Vladimir Putin.

Jean-Claude Juncker stato accusato di aver infranto una promessa importante fatta agli olandesi
consentendo agli ucraini un accesso semplificato al continente europeo, dopo aver detto ai funzionari
dei Paesi Bassi che non ci sarebbe stato alcun diritto per i lavoratori provenienti dallEuropa orientale
di vivere nelleurozona.

La decisione considerata potenzialmente rischiosa dagli esperti, i quali ritengono che lUE dovrebbe
aspettare che questi paesi diventino democrazie consolidate prima di concedere ai loro cittadini libero
accesso al continente.

LUcraina rimasta invischiata in un sanguinoso conflitto dopo che la Russia ha annesso la Crimea
nel 2014 (o per meglio dire, dopo che in precedenza il governo democraticamente eletto stato
rovesciato da un colpo di stato NdVdE).

Il politico ed economista di Alternativa per la Germania, Leif-Erik Holm, ha detto:

Attualmente possiamo vedere un aumento dei migranti provenienti dallest. A mio parere non
dovremmo introdurre un regime di esenzione dai visti con paesi molto instabili.

Potremmo considerare una mossa del genere nel lungo periodo, quando questi paesi torneranno ad
essere democrazie stabili .

Nonostante lattuale instabilit e una vera e propria guerra in corso nella regione, il Parlamento
europeo ha approvato labolizione dei visti per entrare in Europa continentale da parte di georgiani e
ucraini.

Il Consiglio europeo ha poi dichiarato che proceder a completare le procedure necessarie


a concedere a Kiev e Tbilisi un accordo per labolizione dei visti.

Il leader del gruppo fiammingo anti-Ue, Robert Oulds, ha detto:

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Be, sembra che lUnione europea stia rompendo la promessa che ha fatto al popolo olandese, dato
che gli olandesi nel mese di marzo hanno votato contro laccordo di associazione tra lUnione
europea e lUcraina.

E hanno inoltre stabilito che non ci dovrebbe essere alcun legame militare tra lUnione europea e
lUcraina e che non si dovrebbe concedere ai cittadini ucraini il diritto di vivere e lavorare
allinterno dellUnione europea.

Gli scettici hanno suggerito che questa mossa un tentativo mascherato di assicurare un afflusso di
manodopera a basso costo dagli ex paesi satelliti sovietici e contemporaneamente indebolire
linfluenza del Presidente Putin nella regione.

Oulds ha aggiunto:

Soprattutto nel caso della Georgia, lUnione europea sembra essere intenzionata a non lasciarsi
scappare loccasione di ottenere manodopera a basso costo.

Questi paesi soffrono di grandi difficolt economiche. Leconomia ucraina stata gravemente
danneggiata, e anche la Georgia ha seri problemi.

http://vocidallestero.it/2016/12/29/juncker-e-i-vertici-ue-impongono-una-legge-per-consentire-laumento-
dellimmigrazione-dallest-europa/

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GERMANIA: SALARI ALLA SOGLIA
DELLA POVERT, SEMPRE PI
TEDESCHI INDEBITATI
Nonostante nellopinione pubblica italiana sia largamente diffusa lidea che in Germania le
condizioni dei lavoratori siano ottimali, o comunque migliori rispetto a quelle del nostro paese, un
recente rapporto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali svela unaltra verit. Il numero dei
cittadini tedeschi che vive alle soglie della povert in costante crescita.

di Von Lisa Schwesig,13 Dicembre 2016

Sempre pi famiglie tedesche sono indebitate. Questo quanto riportato dal rapporto sulla povert,
finora inedito, redatto dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Se nel 2013 le famiglie con
debiti erano 1,97 milioni, nel 2015 la cifra ha raggiunto i 2,05 milioni. Secondo il quotidiano Bild,
che cita il rapporto ufficiale, questa condizione affligge quasi 4 milioni di adulti in Germania, numeri
che lo stesso Ministero ha in seguito confermato a n-tv. Una tendenza in aumento costante dal 2006,
che non d cenni di inversione di rotta.

Secondo lanalisi del Ministero lindebitamento dei tedeschi legato principalmente alla povert di
reddito. Rispetto al 2012 i livelli di reddito dei cittadini sono aumentati in modo significativo. Nel
2015, i lavoratori tedeschi hanno guadagnato in media il 10,7% in pi. Ci soprattutto grazie alle
buone condizioni economiche del paese. Tuttavia, gli affitti e il costo della vita sono aumentati
proporzionalmente agli stipendi.

Inoltre, un dipendente su dieci lavora per una retribuzione oraria inferiore ai dieci euro. Il guadagno
si posiziona quindi appena sopra la soglia di povert. Nella Germania orientale pi di un terzo dei
lavoratori percepisce un salario di basso livello. Allo stesso tempo cresce anche in Germania
occidentale il numero dei lavoratori a basso salario. La maggior parte dei lavoratori a basso reddito
vive in Meclemburgo-Pomerania Anteriore, dove oltre il 35% dei dipendenti percepisce un misero
stipendio. Nella zona di Amburgo, invece, vive una percentuale di lavoratori a basso reddito
nettamente inferiore (solo il 15%).

Hartz IV in costante aumento

La relazione svela numeri importanti anche per ci che concerne il reddito di sostegno.
Nel 2015 quasi 8 milioni di persone sono state dipendenti da servizi come lHartz IV. Si tratta di quasi
800 mila persone in pi rispetto a cinque anni prima. La quota percentuale dei destinatari dellHartz
IV cos aumentata del 10%.

A questo dato va aggiunto il crescente numero dei senza tetto in Germania. A detta del rapporto, oltre
335 mila persone vivono senza fissa dimora. Si tratta di una condizione permanente per oltre il 10%
di questi individui. Sommando i dati, negli ultimi dieci anni il numero di persone senza una propria
abitazione quindi cresciuto di quasi il 25%.

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Mentre sempre pi persone si trovano costrette ad affrontare una condizione di povert, cresce
parallelamente il numero dei milionari. Se nel 2009 erano circa 12.500 le persone che potevano
vantare un reddito annuo di 1 milione di euro, nel 2015 si contano in Germania circa 4.000 milionari
in pi. Questi ultimi hanno versato al Paese, solo lo scorso anno, quasi tre milioni di euro di tasse.

Il rapporto completo su povert e ricchezza in Germania verr pubblicato dal Ministero del lavoro
nella primavera del 2017. La relazione viene redatta ogni 3/4 anni da circa un centinaio di esperti.

http://vocidallestero.it/2016/12/27/germania-salari-alla-soglia-della-poverta-sempre-piu-tedeschi-
indebitati/

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AEP: Il salvataggio di stato di Monte dei Paschi
una catarsi
Sul Telegraph lapprezzato AEP sintetizza la situazione Monte dei Paschi. La banca soffre di
particolari vicissitudini, ma arrivata alle corde a causa della situazione generale imposta
dalleurozona alleconomia italiana: recessione, austerit, perdita di competitivit. Il salvataggio in
corso gi stato e sar molto pi doloroso dei precedenti salvataggi europei a causa delle nuove
draconiane regole UE, e non risolver affatto la crisi sistemica. Per il momento, MPS verr
preservata, in attesa della prossima crisi.

Di Ambrose Evans-Pritchard , 22 dicembre 2016

Giovedi notte i ministri italiani erano riuniti in sessione di emergenza a studiare i termini del
salvataggio di Banca Monte dei Paschi di Siena, ponendo fine una soap opera finanziaria che si
trascinata per anni, facendo un danno enorme al paese.

Limminente nazionalizzazione della banca pi antica dItalia stata accolta dai mercati come una
catarsi, che ha ripristinato la fiducia e aperto la strada alla ripresa del sistema bancario italiano
paralizzato.

La soluzione ormai in vista. Credo davvero che le banche italiane stiano svoltando, ha detto
Lorenzo Codogno, ex capo economista del tesoro italiano e ora di LC Macro Advisors.

Il salvataggio di stato comporta unazione urgente per salvaguardare la liquidit della banca, ormai a
10,6 miliardi di euro e in diminuzione a una velocit allarmante. Verr definita una ricapitalizzazione
precauzionale con perdite per gli obbligazionisti junior sotto le draconiane norme UE di ripartizione
degli oneri.

I soldi arriveranno da un nuovo fondo di salvataggio dello stato di 20 miliardi di euro, con sufficiente
potenza di fuoco almeno per ora a copertura di Carige, Veneto Banca e altri istituti finanziari in
diversi gradi di difficolt.

Lindice MIB della borsa di Milano salito del 18% nelle ultime tre settimane, mentre cresceva la
speranza di un buon salvataggio di stato, in grado di evitare una crisi conclamata e di permettere
alleconomia italiana affamata di credito di iniziare a respirare di nuovo.

Era chiaro da giorni che Montepaschi (MPS) non aveva alcuna speranza di raccogliere capitali dal
Qatar e da altri investitori di riferimento, necessari a sostenere una ristrutturazione da 5 miliardi di
euro e a scaricare 27 miliardi di crediti deteriorati.

La banca del Rinascimento, fondata nel 1472 per fornire prestiti senza scopo di lucro a persone
povere o miserabili e ai bisognosi, andata in sofferenza dopo la mal progettata espansione durante
la fase di boom del ciclo finanziario. La banca stata usata impropriamente dai politici locali come
una macchina per creare consenso.

Tuttavia, nonostante la triste saga di Siena e la sua cronica prosecuzione le banche italiane si sono
comportate sostanzialmente bene. I crediti deteriorati hanno raggiunto i 356 miliardi di euro, ossia il
13
16,4% del totale, ma questa leredit di un decennio perduto durante il quale leconomia si
contratta dell8%.

Parte della responsabilit di tutto questo delleurozona. La stretta monetaria prematura e lausterit
tra il 2010 e il 2012 hanno avuto un effetto devastante sullItalia, e hanno spinto il paese in una doppia
recessione profonda.

Il fondo di salvataggio da 20 miliardi di euro equivale all1,2% del PIL e rappresenta solo una piccola
frazione degli importi spesi dalla Germania e dagli Stati del Nord Europa per salvare i loro sistemi
bancari dopo la crisi-Lehman. Arrivando al momento sbagliato, lItalia deve agire sotto le norme UE
molto pi dure ora in vigore sugli aiuti di stato e sui bail-in. Ci ha prodotto timori di contagio un
effetto collaterale che Bruxelles non riuscita a prevedere che hanno molto complicato la ricerca
di una soluzione.

Il salvataggio bancario italiano di dimensioni ridotte in confronto a quelli di Germania, Spagna, o


Belgio. Ma avviene sotto le nuove regole UE e ci ha avvelenato tutto. Dati: Oxford Economics

Pier Carlo Padoan, il ministro delle finanze, ha detto che c margine per minimizzare le perdite
inflitte agli obbligazionisti di MPS. Questo dovrebbe proteggere il debito senior e limitare intorno al
50% le perdite sul debito junior.

Tale disposizione riduce le preoccupazioni di ampie perdite e riduce il rischio di effetto-domino, con
i fondi internazionali che mettono nel mirino la prossima vittima. Non chiaro se la formula MPS
possa poi essere utilizzata per altre banche, poich esse non si qualificano come sistemicamente
rilevanti.

Allo stato italiano sar permesso di compensare parte dei 40.000 investitori al dettaglio che hanno
acquistato obbligazioni MPS senza valutarne il rischio, ma queste compensazioni saranno parziali,
procrastinate nel tempo e previo accertamento.

Fabio Fois e Giuseppe Maraffino di Barclays hanno detto che il salvataggio non rappresenta una
soluzione sistemica, sostenendo che il fondo troppo esiguo e il modello MPS non pu essere
facilmente replicato. Si stima che le sei pi grandi banche italiane potrebbero aver bisogno di circa
30 miliardi di euro in totale per ripulire i loro bilanci.

Alcuni analisti ritengono che ci potrebbero volere 50 miliardi di euro, o anche di pi, se la prossima
recessione globale colpir a breve. Se fosse cos, si rischia un altro pasticcio entro un anno, in
circostanze ancora meno buone.

Mario Monti, ex premier italiano, ha detto in un forum a Londra che lex governo di Matteo Renzi ha
permesso colpevolmente che la crisi bancaria restasse a marcire per cos tanto tempo. Esso ha sprecato
tempo prezioso e capitale politico per un referendum costituzionale inutile che ha diviso il paese.

I difensori di Renzi dicono che le intransigenti autorit dellUE hanno peggiorato le cose spingendo
la situazione allestremo, e la stessa UE ha destabilizzato le banche italiane con uno stress test
arbitrario e con regole di capitale pro-cicliche che hanno soffocato leconomia italiana.

Se lItalia sia fuori pericolo rimane una questione scottante. Il fondo di salvataggio da 20 miliardi di
euro spinge il debito sovrano al 134% del PIL, sempre pi in territori inesplorati. I crescenti
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rendimenti globali hanno colpito duro lItalia e implicano perdite su 400miliardi di euro di debito
pubblico di propriet delle banche italiane, erodendo i loro livelli di capitale.

La Banca Centrale Europea inizier a tagliare gli acquisti di bond mensili da 80 miliardi a 60 miliardi
di euro nel mese di marzo, e il programma scade alla fine del 2017. LItalia non avr pi un acquirente
di ultima istanza che rastrella il suo debito.

Il Tapering lascia esposti alcuni paesi. Si sono adagiati troppo sotto lombrello della BCE, ha detto
Monti, parlando al Forum delle istituzioni ufficiali monetarie e finanziarie.

Incombe su tutto ci la probabilit crescente di elezioni anticipate nella met del 2017, che
aprirebbero la strada ad una diabolica alleanza tra Movimento 5 stelle, Lega Nord e altri
raggruppamenti euroscettici. Insieme essi otterrebbero la met dei voti.

Per ora lItalia pu tirare un sospiro di sollievo, e la pi antica banca del mondo sopravvive per
combattere un altro secolo.

http://vocidallestero.it/2016/12/24/aep-il-salvataggio-di-stato-di-monte-dei-paschi-e-una-catarsi/

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ZH Tenetevi Stretti, Preparatevi alla
Bancarotta dellItalia
Zero Hedge rilancia un articolo sul disastro economico dellItalia, commentando le parole
dellinvestitore francese Charles Gave. Mentre tutti gli occhi sono puntati sullimminente fallimento
di Monte dei Paschi e il conseguente collasso del sistema bancario, larticolo nota una semplice
verit: tutto questo lovvio sintomo di uneconomia la cui competitivit stata distrutta da un tasso
di cambio artificialmente fisso (leuro). Un investitore avveduto non punterebbe nulla sullItalia in
questo momento. Eppure, prima della moneta unica e per decenni ininterrotti, leconomia italiana
aveva saputo correre ben pi di quella tedesca.

di John Mauldin, via Zero Hedge, 20 dicembre 2016

Quando Charles Gave, il pater familias di Gavekal, decide di esprimere il suo scontento per un
certo andamento economico, una categoria di investimento o quel che volete, non usa tanti mezzi
termini. Se vi trovate nella stanza con lui in quel momento, pu darvi un po limpressione della voce
del Padreterno che scende dallalto, e con la sua lunga, fluente chioma bianca appare come lattore
protagonista che prende la scena.

Oggi Charles si espresso sullItalia. Per prima cosa ci ha ricordato che, quando lItalia ha adottato
leuro nel 1999, lui stesso aveva sostenuto che si sarebbe trasformata da uneconomia con unalta
probabilit di ricorrere spesso alla svalutazione, a uneconomia con la certezza di finire in bancarotta.
Ora, dice, il momento fatale non lontano.

Ci mostra un paio di grafici prima e dopo. Prima del marzo 1999 e dopo di allora fino ad oggi. Ha
confrontato la produzione industriale italiana e tedesca e le condizioni dei rispettivi mercati azionari.
Ha notato che dal 1979 al 1998 la produzione industriale italiana cresceva pi di quella tedesca per
oltre il 10 percento, e le azioni italiane superavano le equivalenti tedesche di oltre il 16 percento.
Tutto ci tenendo conto delle svalutazioni. LItalia del nord una vera e propria centrale energetica
di produttivit. O meglio, lo era

Poi venuto leuro. Dal 1999 le azioni italiane hanno fatto peggio di quelle tedesche del 65 percento,
e dal 2003 la produzione industriale italiana rimasta indietro rispetto a quella tedesca per oltre il 40
percento. Quindi, riassume Charles in breve :

La diagnosi semplicemente che lItalia ha spaventosamente perso competitivit, e di conseguenza


diventata insolvente. Tutto ci chiaro dalle condizioni pericolanti del suo sistema bancario, ed
sempre questo il risultato, quando le banche prestano credito a imprese che sono state rese non
competitive a causa di qualche incosciente banchiere centrale

Si tratta della bancarotta nazionale meglio prevista e descritta, e ora inevitabile, che io abbia visto
nei miei 45 anni di carriera.

di Charles Gave

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Matteo Renzi si aggiunto alla lunga lista dei primi ministri italiani che non sono riusciti a
riformare il loro paese. Questo un altro modo per dire che Renzi non stato capace di usare la
bacchetta magica per rendere dimprovviso lItalia competitiva rispetto alla Germania. La triste realt
che nessun leader italiano ha mai avuto la bench minima possibilit di cambiare il suo paese, dal
momento stesso in cui stata presa la nefasta decisione di agganciare il tasso di cambio alla Germania.
Nel momento in cui leuro stato lanciato, nel 1999, ho sostenuto che il profilo di rischio dellItalia
sarebbe cambiato da quello di uneconomia dove cera unelevata probabilit di frequenti svalutazioni
della moneta, a uneconomia con la probabilit certa di una bancarotta finale. Purtroppo quel
momento sta arrivando.

Il grafico qui sotto vi racconta la storia economica recente dellItalia in due parti, e cio (i) dal
marzo 1979 al marzo 1999, e (ii) dal marzo 1999 a oggi. LItalia si unita al Sistema Monetario
Europeo nel 1979 con un tasso di cambio di 443 lire per marco tedesco, ma nel 1990, a causa delle
frequenti svalutazioni, il cambio con la Germania era a 750 lire per marco tedesco. Allinizio degli
anni 90, la Bundesbank stava supervisionando il sistema monetario tedesco recentemente unificato,
e aveva alzato il tasso dinteresse reale al 7 percento con lobiettivo di limitare linflazione. Nel
settembre 1992 le tensioni nel sistema portarono la Gran Bretagna, la Svezia e lItalia a uscire dal
sistema monetario europeo, e di conseguenza a una nuova massiccia svalutazione, che ha portato la
lira a 1250 sul marco tedesco. Questo ha portato per anche a un grande boom del turismo.

Inoltre, dal 1979 al 1998 la produzione industriale italiana superava quella tedesca di oltre il 10
percento, mentre le azioni italiane crescevano pi di quelle tedesche per oltre il 16 percento
(questo indica che le imprese italiane avevano profitti maggiori, a parit di capitale investito, rispetto
a quelle tedesche).

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Poi venuto leuro. Nel 2003 diventato chiaro che lItalia aveva perso competitivit e, di
conseguenza, le azioni italiane sono calate, a confronto di quelle tedesche, del 65 percento,
rovesciando cos il rapporto che si era mantenuto per il precedente mezzo secolo, quando le azioni
italiane superavano quelle tedesche in termini di dividendi. Allo stesso modo, dal 2003 la
produzione industriale italiana rimasta indietro rispetto a quella tedesca per oltre il 40
percento.

La diagnosi semplicemente che lItalia ha perso competitivit in modo drammatico e di


conseguenza ormai insolvente. Tutto ci chiaro dalle condizioni pericolanti del sistema bancario,
ed sempre cos che va a finire quando le banche prestano credito a imprese che sono state rese non
competitive a causa di qualche incosciente banchiere centrale. A meno di imporre la schiavit (sul
modello della Grecia) in Italia, non ci sono molte speranze di risolvere il problema, ma dubito anche
che lelettorato italiano sar cos paziente come lo stato il suo vicino dallaltra parte del Mar Ionio.

Di conseguenza, la relazione tra Italia e Germania radicalmente diversa da quella che si era vista
nel periodo 1945-1999, quando si poteva rientrare in equilibrio in modo naturale con il
riallineamento del tasso di cambio. Lunica eventualit possibile, data la traiettoria attuale, che
leconomia italiana e quella tedesca continuino a divergere, ed il motivo per il quale non si potr
avere una soluzione normale.

A questo punto, un default di qualche genere sul debito pubblico italiano praticamente una certezza.
Se una banca centrale pu affrontare il problema di liquidit, non pu risolvere il problema di
solvibilit, specialmente se un problema grande come lItalia. Lunica azione possibile ora, come
rimedio, di rimpiazzare un po di moneta cattiva con moneta buona, ed esattamente ci che ci si
aspetta da Mario Draghi, specialmente da quando gioca un ruolo cos importante come facilitatore
della permanenza dellItalia nel sistema euro. Tali azioni che potrebbero essere annunciate gioved
dalla Banca Centrale Europea possono certamente posticipare un po il giorno del giudizio, ma non
risolveranno nulla.

Lapproccio razionale per gli investitori di evitare qualsiasi asset finanziario italiano, tipo
titoli bancari o titoli pubblici, fino a che il tasso di cambio non sar nuovamente stabilito a
prezzi di mercato. Questa si profila come la bancarotta nazionale meglio prevista, e ormai
inevitabile, che io abbia visto nei miei 45 anni di carriera. Non c alcun motivo di farsi trascinare
sotto il rullo compressore, dato che ci sono tanti altri mercati e asset finanziari su cui puntare.

http://vocidallestero.it/2016/12/22/zh-fatevi-forza-preparatevi-alla-bancarotta-dellitalia-a-causa-delleuro/

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Il nuovo ordine liberale crea solitudine: ecco
cosa sta facendo a pezzi la nostra societ
Si parla spesso delle disastrose conseguenze del liberismo per leconomia, oggi sotto gli occhi di tutti
in Europa. George Monbiot in questo articolo su The Guardian mostra pi ampiamente i risultati
dellideologia neoliberale, che esalta la competizione e lindividualismo: il dilagare della malattia
psichica. Per luomo, come per tutti i mammiferi sociali, il benessere indissolubilmente legato alle
relazioni con i suoi simili. Una visione del mondo che in ultima istanza produce solitudine, provoca
sofferenze che oggi sfociano in una vera e propria epidemia di disturbi mentali.

di George Monbiot, 12 ottobre 2016

Unepidemia di malattie mentali sta distruggendo mente e corpo di milioni di persone. arrivato il
momento di chiederci dove stiamo andando e perch.

Quale maggiore atto daccusa potrebbe esserci, per un sistema, di una epidemia di malattie
mentali? Eppure problemi come ansia, stress, depressione, fobia sociale, disturbi alimentari,
autolesionismo e solitudine oggi si abbattono sulle persone in tutto il mondo. Le recenti,
catastrofiche statistiche sulla salute mentale dei bambini in Inghilterra riflettono una crisi globale.

Ci sono una moltitudine di ragioni secondarie per spiegare questo disagio, ma a me sembra che la
causa di fondo sia ovunque la stessa: gli esseri umani, mammiferi estremamente sociali, i cui cervelli
sono cablati per rispondere agli altri, sono stati scorticati. I cambiamenti economici e tecnologici in
questo svolgono un ruolo importante, ma lo stesso vale per lideologia. Bench il nostro benessere
sia indissolubilmente legato alla vita degli altri, ci viene spiegato da ogni parte che il segreto della
prosperit nellegoismo competitivo e nellindividualismo estremo.

In Gran Bretagna, uomini che hanno passato tutta la loro vita in circoli privilegiati a scuola,
alluniversit, al bar, in Parlamento ci insegnano che dobbiamo sempre camminare con le nostre
gambe. Il sistema dell istruzione diventa ogni anno pi brutalmente competitivo. Trovare lavoro
una lotta allultimo sangue con una massa di altri disperati che inseguono i sempre meno posti
disponibili. I moderni sorveglianti dei poveri attribuiscono a colpe individuali la loro situazione
economica. Gli incessanti concorsi televisivi alimentano aspirazioni impossibili come le opportunit
reali.

Il vuoto sociale riempito dal consumismo. Ma, lungi dal curare la malattia dellisolamento, questo
intensifica il confronto sociale, al punto che, dopo aver consumato tutto quello che cera da
consumare, iniziamo ad avventarci su noi stessi. I social media ci uniscono ma anche ci dividono,
consentendoci di quantificare con precisione la nostra posizione sociale, e di constatare che altre
persone hanno pi amici e seguaci di noi.

Come Rhiannon Lucy Cosslett ha brillantemente documentato, le ragazze e le giovani donne


modificano abitualmente le foto che pubblicano per sembrare pi levigate e sottili. Alcuni telefoni lo
fanno perfino automaticamente, basta attivare limpostazione bellezza; cos ci si pu trasformare
anche da soli in modelli di magrezza da inseguire. Benvenuti nella distopia post-hobbesiana: una
guerra di tutti contro se stessi.

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C da stupirsi, in questa solitudine interiore, in cui il contatto stato sostituito dal ritocco, se le
giovani donne stanno annegando nel disturbo mentale? Una recente indagine condotta in
Inghilterra suggerisce che tra i 16 e i 24 anni una donna su quattro si autoinflitta una ferita, e uno
su otto oggi soffre di disturbo da stress post-traumatico. Ansia, depressione, fobie o disturbo
ossessivo-compulsivo colpiscono il 26% delle donne in questa fascia di et. Dati di questo tipo
assomigliano da vicino a una crisi di salute pubblica.

Se la frammentazione sociale non presa in seria considerazione, come si prende sul serio una gamba
rotta, perch non possiamo vederla. Ma i neuroscienziati possono. Una serie di affascinanti
articoli suggerisce che il dolore sociale e il dolore fisico sono elaborati dagli stessi circuiti di
neuroni. Questo potrebbe spiegare perch in molte lingue difficile descrivere limpatto della rottura
dei legami sociali senza ricorrere alle parole che usiamo per indicare dolore fisico e lesioni. Negli
esseri umani come negli altri mammiferi sociali il contatto sociale riduce il dolore fisico. Questo il
motivo per cui abbracciamo i nostri figli quando si fanno male: laffetto un potente analgesico. Gli
oppioidi alleviano sia lagonia fisica sia langoscia della separazione. Forse questo spiega il legame
tra isolamento sociale e tossicodipendenza.

Alcuni esperimenti riassunti sulla rivista Physiology & Behaviour il mese scorso suggeriscono che,
data la possibilit di scegliere tra dolore fisico o isolamento, i mammiferi sociali scelgono il primo.
Alcune scimmie cappuccino prive di cibo e tenute in isolamento per 22 ore, prima di mangiare si sono
riunite alle loro compagne. I bambini che sono trascurati dal punto di vista emotivo, secondo alcuni
studi, subiscono peggiori conseguenze per la salute mentale rispetto ai bambini che soffrono sia
trascuratezza emotiva sia violenza fisica: per quanto orribile, la violenza comporta essere notati e
toccati. Lautolesionismo spesso usato come tentativo di alleviare la sofferenza: unaltra indicazione
che il dolore fisico meno terribile del dolore emotivo. Come il sistema carcerario sa fin troppo bene,
una delle forme pi efficaci di tortura proprio lisolamento.

Non difficile capire quali potrebbero essere le ragioni evolutive per la presenza del dolore
sociale. La sopravvivenza tra i mammiferi sociali notevolmente pi alta quando sono fortemente
legati al resto del branco. Sono gli animali isolati ed emarginati che hanno pi probabilit di essere
attaccati dai predatori, o morire di fame. Cos come il dolore fisico ci protegge dai danni fisici, il
dolore emotivo ci protegge dai danni sociali. Ci spinge a ricostruire connessioni. Ma per molte
persone diventato quasi impossibile.

Non sorprendente che lisolamento sociale sia fortemente associato alla depressione, al suicidio,
allansia, allinsonnia, alla paura e alla sensazione di essere minacciati. pi sorprendente scoprire
la gamma di malattie fisiche che provoca o aggrava. Demenza, ipertensione, malattie cardiache, ictus,
abbassamento della resistenza ai virus, perfino gli incidenti sono pi comuni tra le persone sole. La
solitudine ha un impatto sulla salute fisica paragonabile al fumare 15 sigarette al giorno:
sembra aumentare il rischio di morte prematura del 26%. Questo in parte perch la solitudine
aumenta la produzione dellormone dello stress, il cortisolo, che deprime il sistema immunitario.

Studi condotti su animali e sulluomo suggeriscono che mangiare sia motivo di conforto: lisolamento
riduce il controllo dellimpulso, portando allobesit. Visto che le persone situate nella parte pi bassa
della scala socioeconomica sono anche quelle pi a rischio di soffrire di solitudine, questa potrebbe
essere una delle spiegazioni per il forte legame tra basso livello economico e obesit?

Chiunque pu rendersi conto che qualcosa di molto pi importante della maggior parte dei problemi
di cui ci si preoccupa andato storto. Ma allora, perch siamo cos impegnati in questa frenesia che
distrugge il mondo e si autoannienta, devastando lambiente e riducendo in pezzi le societ, se tutto

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ci che produce un dolore insopportabile? Questo problema non dovrebbe essere considerato il pi
scottante nella vita pubblica?

Ci sono enti di beneficenza meravigliosi che fanno quello che possono per lottare contro questa
marea, con alcuni dei quali ho intenzione di lavorare come parte del mio progetto contro la
solitudine. Ma per ogni persona aiutata, molte altre vengono spazzate via.

Non basta una risposta politica per tutto questo. Ci vuole qualcosa di molto pi grande: ripensare
unintera visione del mondo. Di tutte le fantasie degli esseri umani, lidea che ce la si possa fare da
soli la pi assurda e forse la pi pericolosa. O restiamo uniti o andiamo in pezzi.

http://vocidallestero.it/2016/12/21/il-nuovo-ordine-liberale-crea-solitudine-ecco-cosa-sta-facendo-a-pezzi-
la-nostra-societa/

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Eurointelligence: lAttacco Terroristico in
Germania e la Stampa Bugiarda
La rassegna stampa di Eurointelligence di oggi offre una copertura dellattacco terroristico di ieri
sera in Germania che, oltre ad analizzarne limpatto politico, mette in luce la clamorosa reticenza
dei media tedeschi ad ammettere che non si trattava di un incidente. Durante la serata, chi
voleva informazioni chiare e dettagliate ha dovuto rivolgersi ai media statunitensi o inglesi, mentre
i grandi media tedeschi tergiversavano. Non c bisogno di rifarsi a teorie cospirazioniste o a
complotti, la realt, che si impone, del collasso di uninformazione asservita agli interessi politici
dominanti.

Eurointelligence, 20 Dicembre 2016

Lattacco terroristico di ieri sera in Germania rischia di costituire un evento politico significativo,
soprattutto se il sospetto arrestato risulta essere un immigrato;

teorie cospirazioniste stanno gi dilagando, alimentate in parte dalla strana segnalazione degli eventi
nei media tedeschi, che pretendevano di ignorare se si trattasse di un incidente o di un attacco,
mentre i media stranieri offrivano una copertura dellevento molto pi chiara e dettagliata;

si tratta del primo attacco terroristico su larga scala in Germania, che finora era riuscita a sfuggire
alla minaccia dellIsis, mentre gli attacchi si erano concentrati principalmente sulla Francia e il Belgio;

attacchi come questi probabilmente influenzeranno le elezioni tedesche del prossimo anno, e
giocheranno a favore dellAfD, che non ha perso tempo a definire le dodici vittime I morti della
Merkel.

La giornata ha richiamato lattenzione sulla continua e grave precariet che oggi lEuropa si trova ad
affrontare, che rischia di ritornare al centro dellagenda politica. La questione che dovremmo porci
oggi quella di cui la stampa tedesca non ha parlato limpatto politico. Ieri sera i media tedeschi
sembravano addirittura negare che si trattasse di un attacco terroristico. E bench in genere
noi non usiamo citare la AfD come fonte attendibile, di fatto c da dire che hanno avuto ragione
ad osservare che chi voleva farsi unidea di quello che era successo la scorsa notte a Berlino, si
doveva collegare con i media degli Usa o del Regno Unito, perch i media tedeschi stavano
ancora fingendo che forse si trattava solo di un incidente. Questo di per s non pu che alimentare
le teorie cospirazioniste secondo cui i media faranno di tutto per sostenere la politica sui rifugiati di
Angela Merkel. Forse ricorderete la storia di cui abbiamo parlato recentemente, del principale
telegiornale della sera che ha censurato un pezzo su un giovane studente ucciso da un rifugiato. Se si
vuole credere in una cospirazione, in questo momento i media tedeschi stanno facilitando le cose agli
esponenti della destra che parlano di Lgenpresse , espressione usata dai nazisti prima del 1933
per indicare i media che erano loro ostili ( Lgenpresse espressione usata non solo dai nazisti, ma
in generale a partire dal XIX secolo per indicare la stampa bugiarda, ndt). Non vi , naturalmente,
nessun complotto, solo una combinazione di cattivo giornalismo e auto-censura. Cosa che pu
incidere pesantemente sullesito delle elezioni.

Quello che successo ieri sera stato, ovviamente, un attacco terroristico. Luomo arrestato era
afghano o pakistano. LIsis ha rivendicato la responsabilit dellattacco. Sino a questa mattina i morti
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erano 12, circa 50 i feriti. Lentit dellattacco non paragonabile a quanto accaduto a Nizza la scorsa
estate, anche se chiaramente il copione era lo stesso. Il camion utilizzato in questo attacco non stato
noleggiato, ma dirottato.

il primo grande attacco terroristico in Germania non solo in termini di numero di persone morte
o ferite, ma in termini della sua capacit di incidere sulla vita ordinaria. I mercatini di Natale fanno
parte della vita tedesca, come le celebrazioni del 14 luglio per la Francia. Lidea, ripetutamente
spacciata per valida, che questi attacchi non cambiano il nostro modo di vivere, in realt una
sciocchezza, perch lhanno gi cambiato.

La Germania sinora fortunosamente sfuggita agli attacchi, in quanto i principali obiettivi dei
terroristi in Europa finora sono stati stati la Francia e il Belgio. Una delle domande a cui si dovr
rispondere se il sospetto era un rifugiato oppure qualcuno che gi da prima viveva in Germania, e
che piega prender il dibattito sulle violenze commesse dai rifugiati e dai migranti. Le statistiche
ufficiali mostrano che il tasso di criminalit dei rifugiati inferiore a quello dei residenti, ma come
accade per ogni statistica questo dato deve essere preso con una certa cautela, ed in particolare
contestato dalla destra. Dal momento che la polizia, per esempio, non intervenuta in occasione degli
attacchi dei migranti nordafricani contro le donne avvenuti a Colonia lo scorso Capodanno, si pu
presumere che i crimini commessi da rifugiati e migranti sfuggano costantemente alle registrazioni
per motivi politici.

Limpatto politico di questo attacco terroristico in Germania e dei possibili successivi attacchi
potrebbe essere significativo. Un altro pericolo di cui si discute spesso che la Turchia possa inondare
lUnione europea di rifugiati giusto prima delle elezioni italiane o tedesche. Non pensiamo che questo
sia levento pi probabile, dal momento che la Turchia e lUnione europea stanno attualmente
cercando di non lasciare che i loro rapporti si deteriorino completamente. Ma, anche se Erdogan si
attiene agli accordi, la politica dei rifugiati della Merkel costituisce ancora un rischio mortale per la
CDU / CSU. La scorsa notte un importante esponente politico dellAfD ha definito le 12 vittime i
morti della Merkel, solo un assaggio del dibattito che si prepara. Ad ogni attacco, c da attendersi
che la AfD ne beneficer politicamente, diffondendo il messaggio che la politica della Merkel ha reso
il paese meno sicuro. E dato che questo dibattito andr avanti, c anche da aspettarsi un crescente
nervosismo allinterno della CDU / CSU, dove la maggioranza contraria alle stesse politiche, ma
ancora sostiene tatticamente la Merkel perch la considera il candidato con la maggiore probabilit
di vittoria. Bisogna vedere se lo ancora.

Questo uno dei numerosi fattori per cui dovremmo essere prudenti nel prevedere lesito delle
elezioni tedesche, come hanno gi fatto altri commentatori. Qualsiasi cosa dicano ora i sondaggi, non
sar un gioco da ragazzi per la Merkel. I rischi sono pi grandi che mai.

http://vocidallestero.it/2016/12/20/eurointelligence-lattacco-terroristico-in-germania-e-la-stampa-
bugiarda/

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ZH Europa Infuriata per la Decisione della
Grecia di Concedere ai Pensionati Poveri un
Bonus Natalizio
Con la consueta punta di sarcasmo, Zero Hedge commenta il recente scontro diplomatico tra Grecia
e autorit (imperiali) europee, su un piccolo bonus natalizio che Tsipras ha promesso ai pensionati
pi poveri. Per la UE non mai Natale. Pi che lentit della spesa, sottolinea Zero Hedge,
latteggiamento della Grecia a irritare i creditori: lo schiavo osa prendere una decisione per conto
proprio, dunque deve essere punito. Con una nota di ridicolo, i socialisti del governo francese
intervengono a difesa della Grecia, per il motivo che questa ha gi oltrepassato lobiettivo del
surplus primario per il 2016, e dunque le si potrebbe addirittura concedere qualcosa

di Zero Hedge, 16 dicembre 2016

Mercoled scorso i rendimenti dei titoli greci si sono impennati a seguito dellennesima crisi nei
rapporti diplomatici tra Grecia ed Eurogruppo. Il tutto avvenuto quando i ministri delle finanze
europei hanno sospeso le trattative sulla concessione di un temporaneo condono del debito, subito
dopo che lassediato premier greco Tsipras ha promesso un inatteso bonus pre-natalizio ai pensionati
con basso reddito. Il bonus dovrebbe consistere in 600 milioni di euro divisi tra un milione di
pensionati greci a basso reddito, e intende sostituire un precedente bonus natalizio cancellato dalle
autorit che hanno supervisionato il bailout greco.

Dando per scontato che la minaccia di non concedere alla Grecia qualche concessione sul debito (che
dovrebbe servire a ridurre il debito greco del 20 per cento pi o meno verso il 2060) fosse sufficiente,
i burocrati hanno dato al governo greco poche ore per ritornare in s e revocare la promessa fatta ai
pensionati.

Ci non avvenuto e, invece, gioved scorso il parlamento greco ha approvato la decisione di


stanziare 617 milioni di euro un surplus nei risparmi per concedere il bonus ai pensionati. La
Grecia ha cos snobbato i creditori internazionali e legiferato per dare ai pensionati un bonus natalizio
una tantum, a dispetto dei chiari avvertimenti dei creditori. Si tratta dellultimo, ennesimo scontro sul
terzo programma di bailout del paese.

I greci devono vedere che i sacrifici fatti per sei, sette anni stanno finalmente dando dei frutti, ha
detto il ministro delle finanze greco Euclid Tsakalotos, durante una visita a Bruxelles.

Ciononostante, stanchi di questi sacrifici e dei tagli alle pensioni, ormai una dozzina, che hanno spinto
quasi met degli anziani del paese sotto la soglia di povert, gioved sera 5.000 pensionati greci hanno
protestato pacificamente, marciando per le strade di Atene. Siamo venuti a dare un messaggio. Mai
pi! ha protestato il pensionato Efstratios Bozos, parlando alla Reuters.

Le nostre pensioni si sono ridotte alle mance che si danno al ristorante. S, be, e la vostra economia
resta in recessione. Ma almeno avete il vostro euro, e dopo lestate 2015, quando la Grecia andata
molto vicina a riprendersi la propria indipendenza dagli artigli di Bruxelles, ma stata poi soffocata
allultimo minuto, la comunit internazionale non si cura nemmeno pi della disperazione dei greci.

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Ma ecco la notizia peggiore: finch la Grecia resta parte delleurozona non potr fare altro che
peggiorare. Pensavamo che, arrivati a questo punto, i greci avrebbero capito. Invece non hanno capito,
e dunque le sofferenze devono continuare.

Ma c comunque una qualche buona notizia.

Come riportato da Reuters, la mossa di Tsipras ha fatto infuriare i funzionari tedeschi e di molti
altri paesi, ma il presidente francese Hollande e il suo ministro delle finanze hanno preso le difese di
Tsipras questo gioved, dando segno di una certa divisione in Europa su come gestire la Grecia.
Arrivando al summit a Bruxelles, Hollande ha detto che era sbagliato impedire alla Grecia di prendere
delle decisioni sovrane e ha suggerito che i ministri delleurozona non abbiano concesso alla Grecia
un sufficiente sgravio del debito. Altri socialisti sono poi intervenuti: il ministro delle finanze Michel
Sapin, parlando a Parigi, ha espresso comprensione per la decisione di Tsipras di spendere 617 milioni
di euro per i pensionati, perch la Grecia ha oltrepassato lobiettivo del surplus primario per il 2016.

Quanta generosit, da parte di un presidente francese che ha il pi basso tasso di consenso della storia:
concedere a un paese vassallo dellEuropa, la Grecia, di poter prendere delle decisioni sovrane!

Daltro canto si pu capire bene perch i burocrati (non eletti) di Bruxelles siano cos furenti con la
Grecia, che una loro propriet: la Grecia ha rivelato il piano per i bonus ai pensionati e unulteriore
decisione per mantenere bassa lIVA su alcune isole senza avere prima consultato i governi
delleurozona, che ora detengono la maggior parte del debito pubblico greco, nonostante gli accordi
di bailout imponessero che lo facesse. Leventuale consultazione avrebbe dato ai creditori il tempo di
valutare le conseguenze fiscali ed economiche delle due decisioni prese dalla Grecia sul programma
di riforme e sugli obiettivi del bailout. La Germania ha chiesto alle istituzioni di controllare se le
decisioni della Grecia fossero in linea con gli obblighi imposti dal bailout.

Per farla breve, lo schiavo ha osato decidere da solo, e ora deve essere punito.

I distinguo sono arrivati nel mezzo di una profonda spaccatura tra Atene, i suoi partner europei e il
Fondo Monetario Internazionale (FMI) sulle riforme necessarie da applicare alleconomia greca, in
recessione dal 2009, affinch ritorni in carreggiata. Il FMI ritiene che gli obiettivi economici
delleurozona per la Grecia siano eccessivamente ambiziosi e che le previsioni sullimplementazione
delle riforme siano troppo ottimistiche. Il FMI in rotta di collisione anche con la Germania e altri
paesi dellEuropa del nord sulla concessione di un maggiore sgravio del debito alla Grecia. Berlino
vuole continuare a fare leva su Atene ed riluttante a concedere alcunch, nella preoccupazione di
irritare i conservatori alleati della cancelliera Angela Merkel in vista delle elezioni federali in autunno.

Il FMI, che aveva partecipato ai primi due bailout della Grecia, ha finora rifiutato di iniettare denaro
anche questa volta, a causa di discordanze sulle previsioni economiche e sulla concessione di un
condono del debito. Certo, come si reso fin troppo chiaro la scorsa estate, la Germania non far mai
concessioni, ed per questo che il terzo bailout greco potrebbe essere lultimo.

http://vocidallestero.it/2016/12/19/zh-europa-infuriata-per-la-decisione-della-grecia-di-concedere-ai-
pensionati-poveri-un-bonus-natalizio/

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Il neoliberalismo una specie di fascismo
Da Off-Guardian, sito dopinione creato da alcuni autori del celebre quotidiano inglese The
Guardian scontenti della linea ufficiale del quotidiano, riportiamo questo illuminante articolo sulla
natura del neoliberalismo, scritto dal presidente del sindacato dei magistrati belgi.

di Manuela Cadelli, 13 luglio 2016

Il tempo delle incertezze retoriche finito. Le cose devono essere chiamate con il loro nome per
rendere possibile dare avvio a una reazione democratica coordinata, soprattutto nel campo dei servizi
pubblici.

Il liberalismo una dottrina, al tempo stesso politica ed economica, derivata dalla filosofia
dellIlluminismo, che mirava a imporre allo stato la necessaria distanza [dai cittadini] per garantire il
rispetto delle libert e lemancipazione democratica. E stato il motore per lascesa, e il continuo
progresso, delle democrazie occidentali.

Il neoliberalismo dei nostri giorni una forma di economicismo che colpisce continuamente tutti i
settori della nostra comunit. Si tratta di una forma di estremismo.

Il fascismo pu essere definito come la subordinazione di ogni parte dello Stato a una ideologia
totalitaria e nichilista.

Io sostengo che il neoliberalismo una specie di fascismo, perch leconomia ha soggiogato non solo
il governo dei paesi democratici, ma anche tutti gli aspetti del nostro pensiero.

Lo stato ora agli ordini delleconomia e della finanza, che lo trattano come un subordinato e
spadroneggiano su di esso in misura tale da mettere in pericolo il bene comune.

Lausterit richiesta dallambiente finanziario diventata un valore supremo, che sostituisce la


politica. La necessit di risparmiare preclude il perseguimento di qualsiasi altro obiettivo pubblico.
Si sta raggiungendo il punto in cui si rivendica che il principio di ortodossia di bilancio dovrebbe
essere incluso nelle Costituzioni statali. La nozione di servizio pubblico stata trasformata in una
presa in giro.

Il nichilismo che ne deriva rende possibile il rigetto delluniversalismo e dei valori umanistici pi
ovvi: la solidariet, la fraternit, lintegrazione e il rispetto per tutti e per le differenze.

Non c nemmeno pi posto per la teoria economica classica: il lavoro in precedenza era un elemento
della domanda, e in tal senso cera rispetto per i lavoratori; la finanza internazionale ne ha fatto una
mera variabile di compensazione.

Ogni totalitarismo inizia con uno stravolgimento del linguaggio, come nel romanzo di George Orwell.
Il Neoliberalismo ha la sua Neolingua e le sue strategie di comunicazione che gli permettono di
deformare la realt. In questo spirito, ogni taglio di bilancio rappresentato come un esempio di
modernizzazione dei settori interessati. Se alcuni dei pi poveri non hanno pi accesso al rimborso
per le spese mediche e di conseguenza interrompono le visite dal dentista, la modernizzazione della
previdenza sociale in azione!
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Nella discussione pubblica predomina lastrazione, in modo da nascondere le concrete implicazioni
per gli esseri umani.

Cos, in relazione ai migranti, imperativo che la necessit di ospitarli non conduca a lanciare
pubblici appelli che le nostre finanze non potrebbero sostenere. nello stesso modo che altre persone
beneficiano dellassistenza senza prendere in considerazione la solidariet nazionale?

Il culto della valutazione

Predomina il darwinismo sociale, e a tutto e a tutti vengono assegnati dei criteri di efficienza nelle
prestazioni assolutamente inflessibili: essere deboli vuol dire fallire. Vengono ribaltate le fondamenta
della nostra cultura: ogni premessa umanista viene squalificata o demonizzata perch il
neoliberalismo ha il monopolio della razionalit e del realismo. Margaret Thatcher nel 1985 disse:

Non c alternativa

Tutto il resto utopia, irrazionalit e regressione. La virt del dibattito e i punti di vista differenti
sono screditati perch la storia governata dalla necessit.

Questa sottocultura ospita una propria minaccia esistenziale: prestazioni carenti condannano alla
scomparsa, mentre allo stesso tempo chiunque accusato di essere inefficiente e obbligato a
giustificare tutto. La fiducia infranta. Regna la valutazione, e con essa la burocrazia che impone la
definizione e la ricerca di una pletora di obiettivi e indicatori che lindividuo deve rispettare. La
creativit e lo spirito critico sono soffocati dallamministrazione. E ognuno si batte il petto per lo
spreco e linerzia di cui colpevole.

La giustizia ignorata

Lideologia neoliberale genera la tendenza ad emettere una normativa in concorrenza con le leggi del
parlamento. Lo stato di diritto democratico compromesso. Poich rappresentano una forma di
realizzazione concreta della libert e dellemancipazione, e data la loro potenzialit di prevenire gli
abusi, le leggi e le procedure hanno iniziato ad essere guardate come ostacoli.

Il potere giudiziario, che ha la capacit di opporsi alla volont dei gruppi dominanti, deve essere
messo sotto scacco. La magistratura belga sotto-finanziata. Nel 2015 arrivata ultima in una
classifica europea che includeva tutti gli Stati che si trovano tra lAtlantico e gli Urali. In due anni il
governo riuscito a toglierle lindipendenza che le assegnata dalla Costituzione in modo che possa
svolgere il ruolo di contrappeso che i cittadini si aspettano. Lobiettivo di questo progetto chiaramente
che non ci dovrebbe pi essere giustizia in Belgio.

Una casta al di sopra degli altri

Ma la classe dominante non prescrive per s la stessa medicina che deve essere presa dai normali
cittadini: lausterit ben organizzata per gli altri. Leconomista Thomas Piketty lo ha perfettamente
descritto nel suo studio sulla disuguaglianza e il capitalismo nel ventunesimo secolo (edizione
francese, Seuil, 2013).

Nonostante la crisi del 2008 e le preoccupazioni che ne sono seguite, non stato fatto nulla per
sorvegliare la comunit finanziaria, e sottoporla alle esigenze del bene comune. Chi ha pagato? La
gente comune, voi e io.

27
E mentre lo Stato belga ha acconsentito ad agevolazioni fiscali per le multinazionali per un valore di
7 miliardi di euro in un decennio, i comuni cittadini parti in causa in un processo si sono visti imporre
soprattasse per laccesso alla giustizia (aumento delle spese di giudizio, tassazione del 21% sulle
spese legali). Dora in poi, per ottenere un risarcimento, le vittime dellingiustizia dovranno essere
ricche.

Tutto questo in uno stato in cui il numero dei dipendenti pubblici batte tutti i record internazionali. In
questo particolare settore, nessuna valutazione e nessuno studio sui costi o resoconti sui profitti. Un
esempio: trenta anni dopo lintroduzione del sistema federale, sopravvivono ancora le istituzioni
provinciali. Nessuno pu dire a quale scopo servano. La razionalizzazione e lideologia manageriale
si sono comodamente fermate alle porte del mondo politico.

Il sogno della sicurezza

Il terrorismo, questaltro nichilismo che mostra la nostra debolezza nellaffermazione dei nostri
valori, rischia di aggravare il processo, perch presto sar possibile aggirare la giustizia, gi priva di
potere su tutte le violazioni delle nostre libert e dei nostri diritti, riducendo ulteriormente la
protezione sociale per i poveri, che saranno sacrificati al sogno della sicurezza.

La salvezza nellimpegno

Questa evoluzione minaccia certamente le fondamenta della nostra democrazia, ma ci condanna allo
scoraggiamento e alla disperazione?

Certamente no. Cinquecento anni fa, al culmine delle sconfitte che hanno abbattuto la maggior parte
degli stati italiani con limposizione delloccupazione straniera per pi di tre secoli, Niccol
Machiavelli ha esortato gli uomini virtuosi a sfidare il destino e a ergersi contro le avversit del tempo,
a preferire lazione e il coraggio alla cautela. Pi tragica la situazione, pi sono richieste lazione e
il rifiuto della rinuncia (Il principe, capitoli XXV e XXVI).

Questo insegnamento chiaramente necessario oggi. La determinazione dei cittadini attaccati alla
radicalit dei valori democratici una risorsa preziosa che non ha ancora rivelato, almeno in Belgio,
il suo potenziale e il suo potere di guida per cambiare ci che viene presentato come inevitabile.
Attraverso i social network e la potenza della parola scritta, oggi tutti possono essere coinvolti a
portare il bene comune e la giustizia sociale al cuore del dibattito pubblico e dellamministrazione
dello stato e della comunit, in particolare quando si tratta di servizi pubblici, universit, mondo
studentesco, magistratura.

Il neoliberalismo una specie di fascismo. Deve essere combattuto e lumanesimo completamente


ristabilito.

http://vocidallestero.it/2016/12/18/il-neoliberalismo-e-una-specie-di-fascismo/

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La fabbrica delle notizie sulla guerra in Siria
la testimonianza della giornalista canadese Eva
Bartlett
La giornalista canadese Eva Bartlett, rispondendo alle domande di un collega, parla delle fake news
sulla guerra in Siria e sulla battaglia di Aleppo, spiegando come vengono fabbricate le notizie riprese
dai media mainstream e perch vi trovino cos tanto spazio. I media occidentali sposano infatti un
chiaro obiettivo politico, non condiviso dalla stragrande maggioranza del popolo siriano: il cambio
di regime.

Una testimonianza inquietante della fabbrica delle notizie, proprio nel momento in cui da pi parti
si lanciano iniziative di stampo maccartista contro le fake news quelle che vanno contro la
narrazione ufficiale del politicamente corretto e si cerca di far passare i media mainstream come
unici depositari di notizie attendibili.

Giornalista: Quando parla del popolo siriano e di quello che il popolo siriano vuole, come fa a
quantificarlo? Ha a disposizione delle inchieste indipendenti per poterlo davvero documentare? In
secondo luogo lei parla dei grandi media, dei media occidentali, delle loro menzogne e via dicendo.
Potrebbe spiegare quale pensa che potrebbe essere il nostro programma, come media occidentali, e
perch dovremmo mentire? Perch le organizzazioni internazionali che lavorano sul posto dovrebbero
mentire? Perch non dovremmo credere a tutti questi fatti, assolutamente documentabili, che vediamo
sul posto? Questi ospedali che vengono bombardati, questi civili di cui lei sta parlando, le atrocit
che hanno sperimentato. Come giustifica il fatto di chiamarci tutti quanti bugiardi? Grazie.

Eva Bartlett: Voglio dire, ci sono sicuramente giornalisti onesti nel mondo estremamente
compromesso dei media. Iniziamo con la sua seconda domanda. Lei dice, organizzazioni
internazionali sul posto. Mi dica, quali organizzazioni internazionali sono sul campo ad Aleppo Est?
Ok, le rispondo io: nessuna. Nessuna.

Queste organizzazioni si appoggiano allOsservatorio Siriano per i Diritti umani [SOHR] che ha la
sua sede a Coventry, nel Regno Unito, ed formato da una sola persona. Si appoggiano a gruppi
compromessi come i Caschi Bianchi che bene, parliamo dei Caschi Bianchi. I Caschi Bianchi sono
stati fondati nel 2013 da un ex-ufficiale militare inglese, sono stati fondati con un accordo da 100
milioni di dollari tra Stati Uniti, Regno Unito, Europa e altri stati. Sostengono di soccorrere i civili
ad Aleppo Est e a Idlib ma nessuno ad Aleppo Est ha mai sentito parlare di loro e dico nessuno
avendo ben presente che adesso il 95% delle aree di Aleppo Est sono state liberate. I Caschi Bianchi
sostengono di essere neutrali, eppure sono stati visti girare armati e in piedi sui corpi di soldati siriani
morti e i loro filmati video mostrano perfino bambini riciclati per differenti testimonianze. Puoi
trovare una bambina di nome Aya che appare in una testimonianza, per esempio, ad Agosto, e poi
torna di nuovo fuori il mese successivo in due posti diversi.

Non sono credibili. Neanche il SOHR credibile. Gli attivisti anonimi non sono credibili. Una volta
o due, forse. Ma ogni volta? Non credibile. Quindi di fonti vostre sul posto, non ne avete.

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Per quel che riguarda il vostro programma, non il suo, ma il programma di alcuni grandi media: il
programma di rovesciare il regime. Come pu il New York Times lho letto stamattina o come
pu Democracy Now lho letto laltro ieri sostenere ancora oggi che questa una guerra civile
in Siria? Come possono continuare a sostenere ancora oggi che questa una guerra civile in Siria?
Come possono continuare a sostenere ancora oggi che le proteste erano disarmate e non violente fino,
diciamo, al 2012? Questo non assolutamente vero. Come possono sostenere che il governo siriano
sta attaccando i civili ad Aleppo quando tutti quelli che escono da queste zone occupate dai terroristi
dicono il contrario?

Come quantifico il sostegno del popolo siriano? Le elezioni.

Nel 2014 in Siria si sono tenute le elezioni. Quello che emerso che la gente sostiene in maniera
schiacciante il presidente Assad. Ci sono persone che vogliono un cambio di governo, non stiamo
facendo finta che non vogliano il cambiamento. Tutti vogliono un cambiamento. Ma se valutiamo il
sostegno al governo, il punto che non vedono il presidente Assad come un problema. Vedono il
problema del terrorismo, vedono elementi problematici nel sistema che hanno, ma il presidente Assad
non visto come un problema. Lo sostengno in maniera preponderante. Quindi, io mi baso sulla loro
scelta del loro leader e sui miei rapporti con le persone in Siria.

http://vocidallestero.it/2016/12/17/la-fabbrica-delle-notizie-sulla-guerra-in-siria-la-testimonianza-della-
giornalista-canadese-eva-bartlett/

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Le forze di frontiera UE accusano le ONG di
collusione coi trafficanti di immigrati
Come riporta il Financial Times, si completa linversione a U degli eurocrati nellatteggiamento
sullimmigrazione. Dopo aver propagandato la politica delle porte aperte e aver dato del razzista a
chi predicava un po di buonsenso, lUE ha ormai dato mandato alla sua agenzia Frontex di bloccare
i migranti con ogni possibile mezzo, e non esita ad accusare le ONG di collaborare coi trafficanti di
esseri umani. A prescindere dalla fondatezza delle accuse, ormai chiaro che sulla pelle dei disperati
africani si gioca a Bruxelles una partita tutta politica, che pretende di decidere dove collocare
centinaia di migliaia di esseri umani, a seconda della convenienza del momento.

Di Duncan Robinson, 16 dicembre 2016

Lagenzia delle frontiere dellUnione Europea ha accusato le Organizzazioni Non Governative


operanti nel Mediterraneo di collusione coi trafficanti di persone, secondo informazioni confidenziali
pervenute al Financial Times.

Le accuse di Frontex portano alla ribalta la lunga controversia tra i funzionari dellUE e le ONG
riguardo a come risolvere una crisi migratoria che ha causato la morte di 4.700 persone solo
questanno.

Frontex ha inserito le sue preoccupazioni in un rapporto confidenziale del mese scorso, suggerendo
lidea che agli immigrati erano state date chiare indicazioni, prima della partenza, sulla direzione
precisa da seguire per raggiungere le barche delle ONG.

La settimana scorsa, lagenzia aveva formulato esplicitamente laccusa in un altro report, che diceva:
Segnaliamo il primo caso in cui le reti criminali hanno contrabbandato i migranti direttamente su
una barca di una ONG.

Le ONG che lavorano nella zona hanno negato fermamente di collaborare con i trafficanti.

In altre parti dei report, che circolano tra i diplomatici e i funzionari della UE, Frontex ha detto che
le persone salvate dalle barche delle ONG spesso non erano per niente disponibili a cooperare con
gli esperti e alcuni di loro sostenevano che erano stati avvertiti [dalle ONG] di non cooperare con
le forze militari italiane o con Frontex.

Il numero di salvataggi attivato da una richiesta di soccorso sceso da circa i due terzi di tutti gli
incidenti di questestate a neanche 1 su 10 nel mese di ottobre, secondo le cifre di Frontex. Questo
calo coinciso con un drastico aumento del numero di salvataggi effettuati su iniziativa delle ONG
nel Mediterraneo centrale. Queste si sono occupate di pi del 40 per cento dei salvataggi in ottobre,
rispetto al solo 5 per cento dellinizio dellanno.

Frontex ha anche suggerito che questo cambiamento potrebbe essere dovuto al fatto che le ONG
operano ora pi vicine alle acque territoriali libiche, o anche alle luci utilizzate dalle imbarcazioni di
salvataggio, che dice lAgenzia funzionano come un faro per i migranti.

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Le ONG operanti nella regione hanno reagito con rabbia alle accuse. Dicono che la diminuzione delle
chiamate di soccorso delle barche che trasportano migranti dovuta ai maggiori sforzi nelle
operazioni di salvataggio, ossia che le persone sono state prelevate prima che la loro situazione
peggiorasse.

Aurelie Ponthieu, un consigliere umanitario di Medici Senza Frontiere, che gestisce due imbarcazioni
di soccorso, ha detto: stiamo attivamente cercando barche in difficolt. Le identifichiamo in anticipo.
Si tratta di una risposta ai bisogni che vediamo in mare. Se questa collusione, io non sono
daccordo.

Finora questanno pi di 170.000 persone hanno tentato di attraversare il Mediterraneo dalla Libia
allItalia, circa il 15 per cento in pi dellanno scorso, secondo lUNHCR, lagenzia ONU per i
rifugiati. Il numero di morti aumentato di un quarto dopo i 3.800 dello scorso anno.

Gli operatori delle ONG attribuiscono laumento del numero di morti al cambiamento delle tattiche
dei trafficanti e allutilizzo di navi sempre pi insicure una tendenza che addebitano al giro di vite
sui trafficanti da parte delle autorit dellUnione Europea. La cosa importante non se c collusione
tra le ONG e i trafficanti: il problema il motivo per cui cos tante persone muoiono, su questo che
Frontex dovrebbe concentrarsi, ha detto Ms Ponthieu. Frontex dovrebbe guardare alle proprie
azioni.

MSF questanno ha detto che rifiuter i finanziamenti dellUE in segno di protesta contro la gestione
della crisi dei rifugiati da parte dellUnione.

Fondata nel 2004, Frontex ha aumentato il proprio personale, il proprio budget e i poteri di cui dispone
in corrispondenza dei tentativi dellUE di venire a capo del problema crescente dellimmigrazione
irregolare. LUE questanno ha riformato lagenzia, che ha un budget di 250 milioni di euro,
trasformandola in una vera e propria guardia di frontiera capace di impiegare 1.500 persone per dare
aiuto a uno Stato membro che si trovi sopraffatto dagli arrivi.

Frontex ha anche criticato le ONG per il mancato aiuto riguardo alle indagini sul traffico di esseri
umani, a causa del loro rifiuto di raccogliere le prove rimaste sulle barche da cui i migranti vengono
tratti in salvo. Abbiamo il dovere di aiutare a salvare le loro vite, non di svolgere le funzioni delle
agenzie di sicurezza, ha detto Save the Children, che ha salvato 2.400 persone in ottobre e novembre.

La Commissione Europea sta esaminando se sia necessario un controllo pi rigoroso delle missioni
di salvataggio non governative, anche se i funzionari hanno sottolineato che un provvedimento in
materia improbabile.

Secondo la Commissione le ONG hanno svolto un ruolo cruciale nel salvare migliaia di vite umane
nel Mediterraneo centrale, e hanno agito in stretto coordinamento e a supporto dei governi.

Ruben Neugebauer, di Sea Watch, un ente di beneficenza tedesco che svolge operazioni di soccorso,
ha detto che lUE sta tentando di criminalizzare gli sforzi delle ONG nel Mediterraneo. Non
meraviglia che queste accuse arrivino ora. C un peggioramento della situazione nel Mediterraneo
centrale e numerosi sforzi compiuti dallUE per arrestare la migrazione. Stanno cercando di arrestarla
con tutti i mezzi necessari.

http://vocidallestero.it/2016/12/17/le-forze-di-frontiera-ue-accusano-le-ong-di-collusione-coi-trafficanti-
di-immigrati/

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La Silenziosa Ascesa di Marine Le Pen al Ruolo
di Candidata della Sinistra in Francia
Il City Journal pubblica unanalisi sul nuovo vento politico in Europa e nel mondo. Il dato rilevante
lo stravolgimento della mappa politica, in cui si incrociano e si confondono sempre pi destra
e sinistra. Un caso paradigmatico la Francia, dove si profila un confronto tra il liberista e
thatcheriano Fillon, candidato favorito alle prossime presidenziali, e la sfidante Marine Le Pen, da
sempre descritta come rappresentante dellultradestra, ma in realt affine per molti aspetti a ci che
tradizionalmente si considera sinistra. O, almeno, alla Le Pen che dovrebbe rivolgersi una classe
lavoratrice francese consapevole dei propri interessi.
Si noti che lautore di questo articolo pubblicato sulla rivista dei conservatori del Manhattan
Institute for Policy Research propende personalmente per il thatcheriano Fillon, ma riconosciamo
la precisione e il pregio di unanalisi che non usa nemmeno una volta la parola populismo.

di Fred Siegel, 30 novembre 2016

Il nuovo clima politico generato da una globalizzazione avvenuta a rotta di collo, da un politicamente
corretto imposto aggressivamente e dallarroganza delle lite, giunto in modo cos turbolento che
i sondaggisti sono stati ripetutamente incapaci di registrare ci che stava accadendo. Lo scorso anno
hanno sbagliato le previsioni sulle elezioni in Israele; stessa cosa per il referendum colombiano sulle
trattative di pace coi narco-guerriglieri. Poi hanno fallito le previsioni sia sulla Brexit che sulle
elezioni presidenziali americane. In Francia non sono riusciti a prevedere che lex primo ministro
Franois Fillon avrebbe vinto le primarie per diventare il candidato conservatore alle elezioni
presidenziali del prossimo aprile. Fillon, con le sue idee conservatrici in ambito sociale ma liberiste
in campo economico, confonde le nostre idee di sinistra e destra. Rappresenta un allineamento di
opinioni che non si vedeva dagli anni 40 dellOttocento.

Ma non sono solo i sondaggisti a non essersi accorti di come il vento stava cambiando. Jean-Claude
Juncker, lussemburghese sconosciuto ai pi, diventato il pubblico zimbello durante il periodo
precedente al voto sulla Brexit; Juncker il presidente della Commissione Europea lorgano
burocratico con ampi poteri di governo sullEuropa, che agisce per conto delle lite. Cos come Nancy
Pelosi e la sua declinante banda degli House Democrats, Juncker sta rilanciando la posta in gioco e
insistendo con politiche che finora hanno prodotto solo fallimenti. Juncker ha detto a un giornale
austriaco che non ci sarebbe stato alcun rallentamento sulla federalizzazione dellEuropa. Non ci
saranno dunque opt-out [clausole di esclusione] dalla stagnazione economica somministrata da
Bruxelles.

Il filo che lega tutti questi sconvolgimenti elettorali che gli elettori sembrano propendere sempre
di pi verso destra. Ma se si pensa cos, si assume che la geografia mentale della destra e della sinistra
abbia ancora un senso. Gli stessi termini sinistra e destra derivano dalle prime fasi della
Rivoluzione Francese. I seggi della prima Assemblea Nazionale, visti dal podio delloratore, erano
tali da porre i sostenitori di una nuova Francia, teoricamente pi razionale, alla sinistra del podio
stesso. Alla destra stavano invece quelli spesso cattolici che, a quanto si dice, volevano restare
nella tradizione aristocratica. Si trattava di un transitorio periodo di chiarezza politica e ideologica.
Dal momento stesso in cui il despota illuminato Napoleone Bonaparte si autoincoron re nel 1804,
quei termini sono diventati, e sono tuttora, irrimediabilmente confusi. Il grande liberale cattolico

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Chateaubriand fu costretto ad allinearsi con la monarchia borbonica perch la vedeva come la minore
minaccia alla libert, se confrontata con Napoleone.

Fillon non ha predecessori n precursori nella Francia risolutamente statalista degli ultimi 168 anni.
Lultima grande figura che ha la stessa combinazione di idee liberali e conservatrici era langlofilo
Franois Guizot, che fu primo ministro quando la rivoluzione del 1848 mise fine alla monarchia
borghese di Luigi Filippo di Borbone-Orlans. Fino ad oggi Guizot, grande storico il cui libro La
Storia della Civilt in Europa sta poggiato sul tavolo su cui sto scrivendo, non ha avuto eredi. Fillon
ha detto ai francesi che vuole ridare al paese la sua libert. Ha promesso di tagliare mezzo milione
di posti di lavoro nel settore pubblico, mettere fine alla settimana lavorativa di 35 ore e ridurre la
corposa regolamentazione del lavoro francese da 3.000 ad appena 150 pagine. Questa sarebbe una
sorta di rivoluzione. La Francia moderna non si mai sottoposta alle riforme liberiste che hanno
ravvivato le economie di Gran Bretagna, Canada, Svezia e Germania. La spesa pubblica in Francia
rappresenta attualmente il 57 percento delleconomia, e come negli Stati Uniti ma peggio il
libero mercato stato strangolato da uno statalismo fuori controllo.

Lo scrittore cattolico George Marlin, di New York, ha descritto come gli elettori cattolici della Rust
Belt [la zona degli Stati Uniti centrali dove si collocano le maggiori capitali industriali, oggi in
declino], infuriati per latrofia economica e per il politicamente corretto del liberalismo sociale, si
sono orientati verso Donald Trump nelle elezioni presidenziali di novembre, determinandone la
vittoria. Qualcosa di simile successo in Francia. Nellaprile 2017 Fillon, anglofilo e cattolico
praticamente, potrebbe verosimilmente contrapporsi a Marine Le Pen, la leader anti-islamista del
Front National, nel ballottaggio delle elezioni presidenziali francesi. Se ci accade gli espertoni
scopriranno che la loro mappa mentale resa del tutto obsoleta da un conflitto tra due candidati
entrambi conservatori. Ci avvenuto perch la classe lavoratrice francese, una volta rivendicata
dalla sinistra, stata abbandonata dai Socialisti, cos come avvenuto con la loro controparte in
America. Si sono dissolti nella ricerca di una incoerente alleanza tra elettori gay, islamici e
femministi.

Il presidente socialista francese Franois Hollande ha governato con cos tanta inettitudine da
raccogliere oggi appena il 4 percento dei consensi. Al confronto, Hillary Clinton se l cavata
piuttosto bene con gli uomini della classe lavoratrice bianca, ottenendo il 38 percento dei voti. I
socialisti francesi sono ritornati alla posizione marginale che avevano nellOttocento, mentre negli
USA i Democratici sono arretrati su posizioni regionali che avevano negli anni 20, quando erano il
partito dei proprietari di saloon e degli stati del Sud.

Nel 2001 il padre di Marine Le Pen, Jean-Marie Le Pen, sostenitore della Francia di Vichy, scosse il
mondo arrivando secondo alla prima tornata elettorale delle elezioni presidenziali francesi,
scavalcando il socialista Lionel Jospin. Il 16 percento dei voti raccolto da Jospin fu quasi raggiunto
da un confuso assortimento da museo di comunisti, maoisti e trotskisti. Messi assieme, i partiti
estremisti della destra e della sinistra avevano raccolto circa un terzo dei voti. Ma poi nelle elezioni
generali i partiti mainstream si unirono per sostenere Jacques Chirac, che batt Jean-Marie Le Pen
con l82 percento dei voti.

Ma il 2016 diverso. La Francia demoralizzata. scossa dallaggressione musulmana. Si


trascinata per decenni con meno dell1 percento di crescita annuale. Il suo tasso di disoccupazione
vicino alla doppia cifra, il tasso di disoccupazione giovanile al 24 percento spinge schiere di giovani
verso Londra, Berlino e New York. La politica economica thatcheriana di Fillon spingerebbe senza
dubbio un gran numero di sindacalisti francesi del settore pubblico e ci che resta degli elettori
della classe lavoratrice industriale nelle braccia di Marine Le Pen, che potrebbe di fatto
trasformarsi nel candidato di sinistra (se una tale definizione ha ancora un senso). I molti milioni di
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persone che lavorano per il settore pubblico o che ricevono sussidi potrebbero silenziosamente
sostenere il nazionalismo della Le Pen piuttosto che rischiare di perdere i loro privilegi.

Chiunque sia il vincitore, la malnata Unione Europea ricever un altro shock, mentre i paesi
dellEuropa del sud minacciano la solvibilit della Banca Centrale Europea. Come i Democratici
americani, che, nota Scott Johnson di Powerline, hanno marciato a ranghi serrati di sconfitta in
sconfitta, anche le lite europee non danno segno di imparare alcunch. Le lite europee sembrano
aver sviluppato una sorta di volont di morte. Quale migliore notizia, per la comunit delle banche
dinvestimento, che sapere che ora tutti gli elettori non-fascisti, di destra, sinistra e centro, sono
obbligati a votare Fillon? ironizza con sarcasmo Paul Mason, del giornale britannico ma fervente
continentalista The Guardian. Chi vuole cancellare lo stato sociale, licenziare i lavoratori ed
aumentare i giorni lavorativi?. Dunque Marine Le Pen diventata la candidata della sinistra
francese chi lo avrebbe mai detto? E non c dubbio che altre sorprese debbano ancora arrivare.

http://vocidallestero.it/2016/12/15/come-marine-le-pen-pian-piano-e-diventata-la-candidata-di-sinistra-in-
francia/

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Bagnai: Si pu salvare lItalia dalla stagnazione
economica?
Nel secondo capitolo scritto per il libro Leuro est-il mort ? (qui la traduzione del primo), uscito in
Francia a ottobre 2016, Alberto Bagnai risponde in maniera molto ampia, chiara e argomentata a
una domanda cruciale che tutti ci poniamo: ce la far il nostro paese a uscire dalla stagnazione
economica? Se una risposta positiva sarebbe molto semplice dal punto di vista economico (eccellenti
studi smascherano i falsi argomenti terroristici dei media), tuttavia le difficolt vere sono di ordine
politico e geopolitico, in quanto implicano un profondo ripensamento del ruolo dello stato nel sistema
economico e un accordo a livello internazionale per una nuova regolamentazione dei mercati
finanziari. C da augurarsi che per arrivare a questa inversione di rotta non si debba passare
nuovamente attraverso gli orrori di una guerra mondiale.

di Alberto Bagnai, ottobre 2016

Mi stato chiesto, in quanto economista italiano, di rispondere a questa domanda: Come si pu


salvare lItalia dalla stagnazione economica? Mi sono permesso di modificarla leggermente: Si pu
salvare lItalia dalla stagnazione economica?

Facciamo il punto

Per cominciare, facciamo il punto della situazione. Abbiamo gi insistito sul fatto, oggi riconosciuto
praticamente da tutti gli economisti, che la crisi in cui siamo impantanati dovuta al debito privato.
Questo vale, in misura differente, per tutti i paesi della zona euro, inclusi quelli che si credono forti
(come la Germania) o che si credevano forti (come la Finlandia). Ma nel momento in cui scrivo questo
capitolo (maggio 2016) lItalia resta il paese che corre il pericolo maggiore, e quindi il pi pericoloso.
I media hanno sollevato il velo di oblio che copriva la Grecia, i cui problemi non sono stati risolti dal
FMI (cosa su cui nessuno si faceva illusioni). Ma i problemi italiani, bench meno evidenti, sono di
un ordine di grandezza infinitamente superiore.

I crediti deteriorati delle banche italiane a settembre 2015 hanno toccato i 200 miliardi di euro (ovvero
il 115% del PIL greco).[i] Lapplicazione precipitosa e pasticciata delle nuove regole europee sulla
risoluzione delle crisi bancarie a quattro piccole banche regionali nel novembre 2015, oltre a
lasciare sul terreno un morto (un pensionato che era stato espropriato di 100.000 euro in obbligazioni
subordinate), ha provocato una crisi di borsa nel corso della quale i titoli bancari sono caduti del 40%
nel corso di un mese, gennaio. Questo ha reso pi fragile il sistema, e tanto pi perch da una parte
era stata incrinata la credibilit della Banca dItalia, dallaltra la sedicente Europa si era rivelata in
tutta la sua asimmetria e il suo imperialismo.

Carmelo Barbagallo, direttore del servizio di vigilanza della Banca dItalia, ha


ricordato nellaudizione al parlamento italiano che fino al 2014 la Germania aveva speso 238 miliardi
in aiuti di stato alle sue banche.[ii] E al contrario, nel novembre 2015, si vietato al governo italiano,
che fino a quel momento non aveva speso niente, di autorizzare limpiego di quattro miliardi del
fondo di garanzia interbancario (che non era quindi denaro pubblico) per salvare le quattro banche
regionali. Questi quattro miliardi rappresentavano appena il 6.6% dei 60 miliardi che lItalia ha
versato al fondo di salvataggio europeo, fondi che non sono serviti a salvare gli stati, ma i loro

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creditori, vale a dire le banche dei paesi del Nord (nel caso della Grecia, meno del 5% dei fondi sono
arrivati al governo greco).[iii]

LItalia ha quindi salvato con il suo denaro pubblico le banche tedesche, ma le stato impedito, nel
nome della libera concorrenza, di salvare con denaro privato le sue banche, che non sono in crisi per
gli stessi motivi che hanno messo in crisi quelle tedesche. Mentre queste ultime, infatti, si sono trovate
in difficolt al momento della crisi dei subprimes, a causa delle loro posizioni speculative sui mercati
internazionali (e hanno risolto il problema con i soldi dei contribuenti europei), le banche italiane
hanno prestato soprattutto alle aziende. Per questo, soffrono ora le conseguenze di una crisi di
domanda, che la conseguenza del meccanismo di aggiustamento di cui abbiamo parlato nel capitolo
precedente: lausterit, che procede a colpi di tagli ai redditi.

Questo meccanismo era perfetto per i grandi capitalisti italiani, perch attacca esclusivamente i salari.
Ma ormai si comincia a riconoscere che andare a caccia di profitti comprimendo i salari significa
segare il ramo su cui si seduti: in questo modo si tagliano la domanda di beni e quindi i futuri profitti,
trasformando cos i crediti sani in crediti deteriorati. Mano a mano che le loro banche sono colpite,
le lite si risvegliano i loro media diventano critici verso lEuropa. Un intervento pubblico
inevitabile, ma lEuropa lo impedisce e ci consiglia di rivolgerci alla Troika, il che significa sottoporre
lItalia alla condizionalit del FMI: Io ti presto i miei soldi se tu fai questo e non fai quello!.
Questo non soltanto ingiusto (si fanno due pesi e due misure), ma ugualmente allarmante, visti i
risultati deplorevoli ottenuti dalla Troika in Grecia. Quello che stato presentato come un piano di
salvataggio infatti un piano di aggressione economica che punta a liquidare le imprese pi redditizie
del paese, a vantaggio dei capitali stranieri. Gli imprenditori italiani cominciano a capirlo e a farsi
inquieti, ma il paese diviso e il governo cincischia.

Fatto il punto, la conclusione amara. Un intervento della Troika in Italia molto probabile: se si
verifica, lItalia si trover in recessione per la terza volta in meno di dieci anni. Una mazzata da cui
leconomia non si riprender mai pi (un mai pi storico: diciamo che ci vorr molta fortuna e
almeno cinquantanni per riprendersi).

La via duscita

La soluzione insieme semplicissima e difficilissima.

semplicissima dal punto di vista economico: lItalia dovrebbe uscire dalleuro, cosa che le
permetterebbe sia di ristabilire un tasso di cambio reale compatibile con i suoi fondamentali
macroeconomici, sia di aggiustare il valore dei suoi debiti esteri. Non entro qui in tutti i dettagli
pratici. Eccellenti studi universitari ci descrivono la storia delle precedenti esperienze di scioglimento
di unioni monetarie,[iv] e dettagliatissimi studi applicati definiscono le strategie di uscita possibili. [v]
Non solo tutto gi stato detto, ma ogni giorno che passa smaschera i falsi argomenti dei media.

Ci avevano detto che luscita dalleuro avrebbe provocato, a causa della svalutazione che ne
seguirebbe, uniperinflazione, dovuta al fatto che lItalia dipende dalle materie prime acquistate in
dollari. Abbiamo opposto che la svalutazione necessaria per recuperare la nostra competitivit
sarebbe intorno al 25% e che gli studi provano allunanimit che la svalutazione non si trasferisce
interamente sui prezzi. Ci hanno riso in faccia. Ma poi leuro si svalutato di quasi il 40% rispetto al
dollaro: e ci troviamo in deflazione. Ci hanno ribattuto (giustamente) che perch i prezzi delle
materie prime oggi sono bassi. Ma proprio per questo che bisogna uscire subito! Ci avevano detto
che uscire dalleuro avrebbe provocato linstabilit finanziaria e il fallimento di banche e imprese.
Ma il quadro della situazione attuale che abbiamo appena tracciato ci dimostra che proprio restando
nelleuro che siamo incappati in tutto quello che ci era stato promesso che avremmo evitato.
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Ci avevano detto che luscita avrebbe provocato guerre commerciali che ci avrebbero penalizzato. Di
fatto, le sanzioni inflitte alla Russia per compiacere la Germania hanno danneggiato molte imprese
italiane e francesi, mentre nel frattempo questa stessa Germania prosegue insieme alla Russia il
progetto Nord Stream.

Ci avevano detto ma basta con le stupidaggini pi o meno interessate dei media: in ogni caso, la
disgregazione delleuro quello che ci aspetta. Il punto capire dopo quanta sofferenza ci si arriver
ed su questo che ci si deve porre le domande.

Le domande, in questo caso, sono pi facili delle risposte, perch queste ultime non dipendono solo
da noi e pongono enormi difficolt di ordine politico.

Il ruolo degli Stati Uniti

In primo luogo, non bisogna illudersi, come fanno i sedicenti europeisti: lUnione europea non
un progetto europeo. Il fatto che vengano proposti come soluzione ai nostri problemi gli Stati
Uniti dEuropa dovrebbe farci capire che Bruxelles opera se non in nome, sicuramente per conto dei
veri Stati Uniti, quelli dAmerica. Dopo avere vinto la guerra contro i paesi dellAsse, gli Stati Uniti
avevano bisogno di stabilire una postazione avanzata stabile in Europa, che potesse contenere quella
che era vista (e ai tempi era veramente) come una minaccia seria: il patto di Varsavia. Per farvi fronte,
bisognava favorire e finanziare lintegrazione economica e politica europea: e bisognava farlo in
misura sufficiente perch lEuropa non si disgregasse e restasse una base logistica efficace per la
Nato, ma non in misura eccessiva, perch lEuropa non si emancipasse del tutto.

Mi affretto ad aggiungere che, per quello che mi riguarda, dato che sono nato nel 1962, ritengo che
per la mia generazione nascere da questa parte della cortina di ferro sia stata una fortuna. Il mio
discorso non quindi antiamericano a priori. Semplicemente, riconosco che gli europei non sono
pienamente padroni del loro destino. Lintervento degli Stati Uniti durante la crisi greca del 2015,
cos come durante la campagna sulla Brexit del 2016 basta a provarlo. Per gli Stati Uniti leuro
anche una questione geostrategica, da cui ricavano tre vantaggi: in primo luogo, la moneta unica,
creando una serie di tensioni economiche permanenti, impedisce allEuropa di fare loro seriamente
concorrenza; in secondo luogo lUnione Europea, vale a dire lo stato fittizio che ci si dovrebbe
affrettare a costruire per giustificare lesistenza della moneta unica, gi un interlocutore unico in
materia economica per gli Stati Uniti, cosa che semplifica il lavoro alle lobby americane (lo si vede
bene nelle negoziazioni sul TTIP); in terzo luogo, questo simulacro di Unione fornisce un supporto
logistico alla Nato.

I vantaggi per lestablishment americano sono quindi importanti, ma non sono esenti da rischi politici
ed economici. Martin Feldstein, considerato uno dei dieci economisti viventi pi autorevoli, gi
direttore del laboratorio di economia di Harvard e direttore del National Bureau for Economic
Research, laveva chiaramente dichiarato nel 1997: Invece di aumentare larmonia intraeuropea e di
favorire la pace mondiale, pi verosimile che il passaggio allunione monetaria e allunione politica
che ne seguir sia destinato ad aumentare i conflitti in Europa.[vi] La disgregazione politica
dellEuropa aiuterebbe gli Stati Uniti a conservare la loro supremazia economica, ma creerebbe
necessariamente qualche problema strategico (la posizione americana durante la crisi greca del 2015
era con ogni evidenza motivata dalla volont di evitare che la Grecia finisca sotto linfluenza russa).

Ma ci sono anche dei rischi economici. Nellestate del 2015 si venuto a sapere che nel 2010, al
momento della definizione del programma del FMI per la Grecia, i membri della direzione indiano e
brasiliano si erano opposti, perch era gi loro chiaro quello che oggi chiaro a tutti: che la
partecipazione del Fondo monetario sarebbe stata uno spreco di denaro, a esclusivo vantaggio delle
38
banche creditrici (che non erano n brasiliane n indiane).[vii] Per quanto tempo si potr domandare a
un brasiliano di dare il suo consenso al trasferimento di una somma che si avvicina al 6% del PIL
brasiliano a un paese che occupa una superficie pari all1,5% di quella del Brasile? LUnione europea
rischia di provocare tensioni tra gli Stati Uniti e altri loro importanti alleati, per i quali le questioni
strategiche europee sono meno importanti e meno facili da capire. In pi, la situazione europea non
priva di ripercussioni sulleconomia mondiale. Il PIL europeo in prezzi correnti nel 2000 costituiva
il 30% del PIL mondiale: oggi ne rappresenta il 20%. il rallentamento della crescita in quella che era
una delle parti pi prospere del globo ha con ogni evidenza conseguenze sulla crescita mondiale. Oggi
si parla di stagnazione secolare. Si dovrebbe piuttosto parlare di suicidio della zona euro. Certo,
mano a mano che la crisi si prolunga, lEuropa si impantana nellinsignificanza e lasse della politica
economica americana oscilla verso loceano pacifico. Ma leutanasia della classe media europea potr
essere compensata, in termini di potere dacquisto sui mercati internazionali, dallentrata in campo
delle classi medie dei paesi emergenti?

Il salvataggio dellItalia dipende anche dalla risposta che sar data a questa domanda.

Il lavoro nel XXIo secolo

Questa risposta, essa stessa, dipende dallevoluzione del capitalismo globalizzato. Si ripetuto ormai
a sufficienza che il problema della zona euro che, scaricando sui salari il peso dellaggiustamento
agli shock macroeconomici, la moneta unica condanna lEuropa alla deflazione, e che nei paesi deboli
come lItalia questo sfocia in una crisi cronica di domanda (lo stesso fenomeno che si potuto
osservare nel Sud del nostro paese per decenni). Tuttavia, il problema del calo dei salari non limitato
allEuropa: questi effetti delleuro si inseriscono in una tendenza delleconomia mondiale, sulla quale
necessario riflettere. Sarebbe infatti utopistico pensare che un paese (che sia lItalia o la Francia)
possa andare da solo in senso contrario alle grandi correnti della Storia.

Dallinizio degli anni 80 la quota dei redditi legata ai salari ha iniziato a decrescere un po in tutto il
mondo. Le diseguaglianze stanno dunque aumentando, ma nel dibattito politico questo non ha
preoccupato troppo, fino a che la crisi mondiale non ha trasformato la decrescita relativa dei salari in
decrescita assoluta. Una volta che la torta ha smesso di aumentare, il fatto che la fetta destinata ai
salari stesse riducendosi emerso in tutta la sua evidenza. Hanno allora fatto la loro comparsa novelli
Robin Hood, per dirci che bisognava togliere ai ricchi per dare ai poveri: la causa delle disuguaglianze
nei redditi sarebbe dovuta al fatto che l 1% pi ricco della popolazione non paga abbastanza tasse.
Si tratta di una spiegazione demagogica, che non risponde a due domande fondamentali: come hanno
fatto i ricchi ad accumulare le loro ricchezze? E chi ci garantisce che i governi che sono in ogni caso
sensibili ai grandi interessi economici, se non addirittura controllati da questi ultimi, agiranno
nellinteresse dei poveri? Non basta non essere tassati a valle, per diventare ricchi: ci vuole soprattutto
una distribuzione ingiusta dei redditi a monte. Uno stato controllato dai ricchi potrebbe in primo luogo
consentire a questi ultimi di nascondere le loro ricchezze altrove: le pretese ricchezze da cui cavare
contributi sarebbero dunque quelle della classe media, soprattutto il patrimonio immobiliare (come
avviene in Italia). Di pi, uno stato simile potrebbe benissimo togliere ai ricchi per dare ai ricchi:
nulla garantisce che ci che ricavato dalle imposte sulla ricchezza sarebbe destinato al sostegno dei
redditi pi deboli. Queste proposte non sono quindi altro che demagogia, daltra parte molto efficace,
il cui scopo distogliere lattenzione dal vero problema, che non che le imposte sull1% dei pi
ricchi sono troppo leggere, ma che sono state globalmente compresse le entrate del 99% dei pi poveri
(ed questo il fenomeno che ha consentito all1% di diventare pi ricco).

Le spiegazioni demagogiche di questa compressione delle entrate abbondano: la colpa sarebbe della
concorrenza della Cina (ma quando le diseguaglianze hanno cominciato a crescere, allinizio degli
anni 80, il PIL della Cina era inferiore a quello dellItalia, e lo rimasto fino alla met degli anni
39
90); oppure, al progresso della tecnologia (ma questa si evoluta in modo costante, come dimostrano
i dati sulla produttivit, che cresciuta regolarmente, mentre i salari hanno smesso di crescere
allinizio degli anni 80). Alimentare lodio contro un nemico esterno e lontano, soffiare sul fuoco
del luddismo: sono strategie di comunicazione semplici e politicamente efficaci. Tuttavia, non
convincono pienamente, perch non spiegano una circostanza fondamentale: ovvero perch i salari si
siano arrestati precisamente allinizio degli anni 80.[viii] In questo periodo si verificato un
cambiamento di regime fondamentale, che, questo s, spiega bene perch il capitale ha preso il
sopravvento sul lavoro. Questo avvenimento stato la liberalizzazione dei mercati finanziari, sia a
livello nazionale (con laffermazione del principio di indipendenza della banca centrale) sia a livello
internazionale (con la liberalizzazione dei movimenti internazionali di capitale). un mutamento di
regime improvviso, che coincide con larrivo al potere di Reagan negli Stati Uniti e della Thatcher in
Inghilterra, e che si traduce in misure di deregolamentazione prese per la maggior parte tra il 1975 e
il 1984.

La coincidenza temporale non di per s sufficiente a stabilire un rapporto di causalit, ma molti


argomenti provano che lapertura dei mercati dei capitali ha contribuito alla esplosione delle
diseguaglianze nei redditi.[ix]

Due di questi argomenti sono legati alle delocalizzazioni, rese possibili dalla mobilit internazionale
dei capitali. In primo luogo, le delocalizzazioni accrescono il potere contrattuale dei capitalisti e
permettono loro di imporre salari pi bassi, con la minaccia di andare altrove. In secondo luogo, se la
minaccia si realizza, dato che il lavoro specializzato complementare al capitale, la delocalizzazione
in un paese relativamente meno avanzato di alcune attivit produttive (il cui contenuto tecnologico
relativamente basso per il paese avanzato e alto per il paese meno avanzato) aumenta lofferta di
lavoro (relativamente) non specializzato nel paese avanzato e la domanda di lavoro (relativamente)
specializzato nel paese meno avanzato, e attraverso questa distorsione aumenta dappertutto le
diseguaglianze di salario.

Un terzo argomento legato alle crisi della bilancia dei pagamenti. Quando i capitali non sono liberi
di circolare da un paese allaltro, e quindi non si possono accumulare debiti presso creditori esteri,
non ci possono essere per definizione crisi di debito estero. Questo significa anche che quando i
capitali stranieri non possono finanziare il deficit della bilancia dei pagamenti di un paese, questo
paese non esposto al rischio di una interruzione improvvisa (sudden stop) di questi flussi
finanziari, e dunque di una crisi della bilancia dei pagamenti. Studi recenti mostrano che queste crisi
lasciano cicatrici permanenti nella distribuzione dei redditi.

Lesperienza italiana molto eloquente a questo proposito: le due ultime crisi (quella del 1992 e
quella del 2011) sono state utilizzate come pretesto per riformare il mercato del lavoro e il sistema
pensionistico. Riforme importanti, che sono state realizzate durgenza, sotto la pressione dei giornali
che esibivano titoli come FATE PRESTO (a caratteri cubitali), per sottolineare che le riforme
dovevano essere fatte in velocit e guidate da un solo principio: ridurre il costo del lavoro e il ruolo
dello stato nelleconomia, per rendere il paese pi competitivo e riequilibrare la bilancia dei
pagamenti. Non un caso se la quota salari nei redditi non diminuita nei paesi dellOcse che non
hanno sofferto di crisi finanziarie.[x] Queste, nel mondo contemporaneo, sono altrettanti momenti di
lotta di classe, nei quali la logica dellurgenza d al capitale un vantaggio tattico rispetto al lavoro.

Lapertura senza controllo dei mercati finanziari, lintegrazione finanziaria (che in Europa si chiama
euro) dunque alla base delle diseguaglianze.[xi] Queste, a loro volta, sono alla base
dellindebitamento. Infatti, quando un sistema capitalistico non distribuisce abbastanza valore al
lavoro, necessario che i lavoratori si indebitino (attraverso lintermediazione dello stato o delle

40
banche), perch i salari non bastano pi a finanziare la domanda di beni prodotti (senza la quale si
andrebbe incontro a una crisi di sovrapproduzione).

Ci troviamo quindi di fronte a un ciclo, in cui la liberazione dei mercati finanziari produce
diseguaglianze, che costringono allindebitamento, che provoca crisi finanziarie, che causano
maggiori diseguaglianze, che a loro volta producono un ulteriore indebitamento. Un circolo vizioso
che non consente vie di fuga.[xii]

Si pu dunque concludere che nessun paese si potr salvare dalla stagnazione, n nelleurozona n
altrove, fino a che non si ristabilir un accordo internazionale sulla necessit di regolamentare i
mercati finanziari. Questa regolamentazione dovr necessariamente avere tre assi portanti: il controllo
dei flussi finanziari internazionali; la dipendenza della banca centrale dal potere esecutivo; la
separazione bancaria (vale a dire la separazione delle attivit bancarie che riguardano il risparmio da
quelle delle banche daffari). Il primo essenziale per prevenire le crisi di bilancia dei pagamenti, il
secondo per evitare di sprofondare nella deflazione, il terzo per limitare i rischi delle attivit
speculative per leconomia reale. Si tratta di un cambiamento importante, e non ci si pu nascondere
una verit storica inquietante, ovvero che nellultima occasione in cui stato realizzato ci sono voluti
tre ingredienti: una crisi finanziaria mondiale (quella del 1929), una guerra mondiale, e lemergere di
un potente blocco politico in aperta opposizione al sistema capitalistico. Di queste tre elementi, noi
non abbiamo avuto che il primo, la grande crisi del 2008. Tra il 1929 e il 1939 sono passati dieci anni.
Ci resta poco tempo per evitare il peggio.

Conclusione

Torno quindi alla domanda iniziale: Si pu salvare lItalia dalla stagnazione?. Reinserita in un
contesto pi ampio, quello della globalizzazione finanziaria, la domanda prende un altro taglio: si
potrebbe realizzare il keynesismo in un solo paese? In altri termini: uscire dalleuro una
condizione necessaria (o, se si vuole, la disgregazione delleuro un evento inevitabile), ma non
sufficiente a ricondurre uneconomia pur non trascurabile come quella dellItalia su un percorso di
crescita equa e quindi stabile. Per farlo, bisogna anche ripensare al ruolo dello stato nel sistema
economico, sia come soggetto attore (in particolare nel settore del credito e pi in generale nella
gestione del circuito del risparmio) sia come soggetto regolatore. In un sistema economico sempre
pi interconnesso, i grandi arbitraggi tra il mercato, vale a dire la dimensione transnazionale, e lo
stato, vale a dire la dimensione nazionale, richiedono necessariamente uno sforzo di
cooperazione internazionale. Non si pu che esprimere ancora una volta, a guisa di conclusione, la
speranza che questa cooperazione possa incominciare senza attendere una esplosione di violenza.

Banca dItalia, 2016. Supplementi al bollettino statistico Moneta e banche, n. 22, XXVI0 anno,
[i]

10 maggio 2016, https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/moneta-banche/2016-


moneta/suppl_22_16.pdf.

Barbagallo, C., 2015. Indagine conoscitiva sul sistema bancario italiano, Banca dItalia, 9 dicembre
[ii]

2015, https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/interventi-vari/int-var-2015/Barbagallo-
09122015.pdf.
[iii]
Rocholl, J., Stahmer, A., 2016. Where did the Greek bailout money go? ESMT White Paper, No.
WP-16-02-
[iv]
Rose, A. 2007. Checking out: exits from currency unions. Journal of Financial Transformation 19:
121-128 ; Nitsch, V. 2004. Have a Break, Have a National Currency: When Do Monetary Unions

41
Fall Apart? CESifo Working Paper Series 1113 ; Spencer, M G, Garber, P M. 1992. The Dissolution
of the Austro-Hungarian Empire; Lessons for Currency Reform. IMF Working Papers 92/66.
[v]
Bootle, R. 2012. Leaving the euro: a practical guide.
http://www.policyexchange.org.uk/component/zoo/item/ wolfson-economics-prize ; Nordvig, J,
Firoozye, N. 2012. Rethinking the European monetary union. 5 giugno; Sapir, J. 2011. Sil faut sortir
de lEuro. Document de travail, Cemi-Ehess, 6 aprile.
[vi]
Feldstein, M. 1997. EMU and international conflict. Foreign Affairs 76: 61.

Wroughton, L., Schneider, H., Kyriakidou, D., 2015. How the IMFs Greek misadventure is
[vii]

changing the Fund. Ekathimerini, 28 agosto 2015.


http://www.ekathimerini.com/200988/article/ekathimerini/comment/how-the-imfs-greek-
misadventure-is-changing-the-fund

Ishac Diwan (2001) Debt as Sweat: Labor, financial crises, and the globalization of capital,
[viii]

mimeo, World Bank ; Brada, J.C., Bah,E., 2014. Growing Income Inequality as a Challenge to 21st
Century Capitalism, a/ Working Papers Series 1402.
[ix]
Davide Furceri et Prakash Loungani (2015) Capital Account Liberalization and Inequality ,
IMF Working Papers 15/243, International Monetary Fund.
[x]
Diwan, op. cit.
[xi]
Bisogna notare che in Europa le istituzioni dello stato sociale erano ben affermate e resistevano
alla pressione sui salari. Per spezzare questa resistenza bisognava usare lo strumento del vincolo
esterno, di cui si parlato nel capitolo precedente.
[xii]
Perugini, C., Hlscher, J., Collie, S. 2015. Inequality, credit and financial crises. Cambridge
Journal of Economics, doi: 10.1093/cje/beu075.

http://vocidallestero.it/2016/12/13/bagnai-si-puo-salvare-litalia-dalla-stagnazione-economica/

42
W. Mnchau: LItalia Rappresenta unEnorme
Minaccia per lEuro e la UE
Il consueto editoriale di Mnchau sul Financial Times si concentra sulle implicazioni del NO alla
riforma costituzionale. Le sue preoccupazioni, al di l del breve termine, sono per la sopravvivenza
delleuro, che vede legata al verificarsi di condizioni estremamente improbabili allo stato attuale. La
sua speranza, in conclusione, che il nuovo premier italiano trovi il coraggio di una svolta
necessaria: affrontare il governo tedesco per costringerlo a ununione fiscale e politica.
Lalternativa unuscita dalleuro.

di Wolfgang Mnchau, 12 dicembre 2016

La tragedia del 2016 stata la cronica incapacit di distinguere tra ci che desiderabile e ci che
probabile. Le pie illusioni stanno diventando una minaccia per la sopravvivenza del liberalismo
stesso.

Questa tendenza particolarmente evidente nella discussione che riguarda il futuro dellItalia
nelleurozona. Coloro che tendono all autocompiacimento dicono che lItalia sempre brava a
cavarsela in qualche modo, che lestablishment trover il modo di aggiustare il sistema elettorale al
fine di prevenire la vittoria di un partito estremista. In ogni caso la costituzione italiana non consente
un referendum sulluscita dalleuro. Dunque questa eventualit non pu accadere.

Ma davvero? Io non credo. Iniziamo con la divergenza nella performance economica tra Italia e
Germania. Un metro di misura sono gli squilibri nel Target 2, il sistema di pagamenti delleurozona.
Alla fine di novembre il livello di squilibrio ha raggiunto il punto pi elevato dalla crisi delleurozona
del 2012. Il surplus della Germania ammontava a 754 miliardi di euro, per contro lItalia era in deficit
per 359 miliardi di euro. Una parte dello squilibrio legata al programma di quantitative easing della
Banca Centrale Europea, e dunque innocua. Ma il grosso dello squilibrio dovuto a ci che potrebbe
essere descritto come una silenziosa corsa agli sportelli.

Linsostenibilit non implica necessariamente unuscita. In teoria possibile che la politica prevalga
anche in maniera permanente sulle necessit economiche. Oppure possibile che linsostenibile
venga ad un certo punto reso sostenibile. Affinch ci avvenga, deve verificarsi almeno una di cinque
condizioni.

La prima che lItalia e la Germania possano convergere. A tale scopo lItalia dovrebbe intraprendere
delle riforme economiche per riordinare il sistema giudiziario e la pubblica amministrazione, tagliare
le tasse e investire in tecnologie che aumentino la produttivit. La Germania dal canto suo dovrebbe
impegnarsi in un maggiore deficit fiscale. Seconda opzione, i paesi dellEuropa del nord dovrebbero
accettare di effettuare ampi trasferimenti fiscali verso il sud. Terzo, la UE potrebbe creare unautorit
politica federale che abbia il potere di raccogliere tasse e trasferire risorse dai redditi pi alti verso
quelli pi bassi. Quarto, la BCE potrebbe trovare un modo per rinnovare allinfinito il debito italiano
sia privato che pubblico. Quinto, il governo italiano potrebbe continuare a sostenere lappartenenza
alleurozona allinfinito.

43
Anche una sola di queste cinque condizioni potrebbe essere sufficiente affinch litalia resti membro
della zona euro. Il problema che ciascuna di queste prese singolarmente estremamente
improbabile. Non riuscirei a pensarne una sesta.

Le riforme economiche di Matteo Renzi sono state insignificanti, a parte una piccola riforma del
lavoro. Lex primo ministro italiano ha scelto di concentrarsi invece sulle riforme politiche, e ha perso
in un referendum in cui il NO ha prevalso per il 60 percento. Dopo il suo fallimento non in vista
alcun altro governo riformista.

La scelta di Paolo Gentiloni come sostituto di Matteo Renzi non destinata a cambiare questo stato
di cose. Il suo governo, dopotutto, ha un mandato molto limitato. Daltra parte non riesco nemmeno
a immaginare che la Germania salvi leurozona n prima n dopo le elezioni politiche del prossimo
anno. La costituzione del paese impone un bilancio in pareggio. Nessun altro paese dellEuropa del
nord disponibile ad accettare ampi trasferimenti fiscali, figurarsi una unione politica.

E che dire della BCE? La scorsa settimana ha esteso il quantitative easing a tutto il 2017. Il
programma ha aiutato lItalia, ma non sufficiente per rinnovare il debito del paese allinfinito,
specialmente a causa dellesiguit dei programmi per affrontare lampio debito pubblico totale.

Ed eccoci dunque giunti alla politica italiana. Dei tre grandi partiti, solo il centro-sinistra del Partito
Democratico (PD), il partito di Renzi, pro-euro. Teoricamente c la possibilit che il PD si riprenda
e vinca le prossime elezioni. Non sono certo che ci avvenga ma sono sicuro che il PD non rester
comunque per sempre al potere.

Un giorno lItalia sar guidata da un partito favorevole alluscita dalleuro. Quando questo avverr,
luscita dalleuro diventer una profezia che si autoavvera. Ci sar una corsa agli sportelli in Italia e
una svendita dei titoli pubblici.

Il destino dellItalia nelleurozona e la possibilit di una presidenza di Marine Le Pen in Francia sono
due grosse minacce allesistenza delleurozona e della UE. Se lItalia vuole restare nelleuro, deve
mandare alla Germania e agli altri paesi del nord dei segnali molto chiari sul fatto che leurozona
su un sentiero di autodistruzione a meno che non si cambino i parametri.

Il prossimo primo ministro italiano avr il compito di spiegare al prossimo cancelliere tedesco,
presumibilmente alla stessa Angela Merkel, che la scelta davanti alla quale si trova non tra unione
politica o no, ma tra unione politica o uscita dellItalia dalleuro.

La seconda opzione implicherebbe il pi grande default della storia. Lo stesso sistema bancario
tedesco rischierebbe di crollare, e la pi grande economia europea perderebbe la competitivit cos
duramente accumulata nel corso degli ultimi 15 anni.

Il fatto che una serie di primi ministri italiani, uno dopo laltro, abbiano evitato questo necessario
confronto e abbiano pensato che restare fuori dai radar rappresentasse una valida strategia stato un
fallimento storico.

http://vocidallestero.it/2016/12/12/w-munchau-litalia-rappresenta-unenorme-minaccia-per-leuro-e-la-ue/

44
WSJ Il Regno Unito Non Potr Mai Esaurire
le Sterline
Un post sul Wall Street Journal affronta uno dei miti pi duri a morire: quello secondo cui un paese
sviluppato e con una propria valuta possa essere costretto, in qualche caso, a fare default. Il default
non pu avvenire (se non lo si decide deliberatamente), e nemmeno i rendimenti aumentano o i titoli
si svalutano: la moneta a farlo, e con le sue normali e fisiologiche oscillazioni rimette i mercati in
equilibrio senza bisogno di traumi. Se vedendo svalutarsi la moneta qualcuno correr a vendere i
titoli, qualcun altro trovandoli a buon mercato correr a comprarli.

di Jon Sindreu, 31 ottobre 2016

Tra i fatti che ci mettono proprio uneternit per essere capiti, eccone uno: i paesi che si indebitano
nella propria valuta non saranno mai costretti a fare default sul debito.

Nei mesi appena trascorsi abbiamo avuto unulteriore prova di questo fatto. Quando il Regno Unito
stava per votare nel referendum sulla propria appartenenza allUnione europea, alcuni investitori e
analisti hanno messo in guardia sul fatto che gli stranieri, spaventati, avrebbero potuto sbarazzarsi dei
titoli del debito pubblico britannico, facendo cos impennare i costi di finanziamento per il governo.

Avevano torto. Il giorno dopo la Brexit il valore di quei titoli aumentato del 3,5 percento.

Di recente, una svendita dei titoli ha spinto molti di nuovo a sostenere che gli investitori stranieri
stavano fuggendo dal paese. Dato che essi detengono circa un quarto del mercato attuale, perfino il
Ministero del Tesoro britannico ha affermato che sarebbe stato un serio problema.

Ma i dati pubblicati luned mostrano che gli investitori non-residenti nel Regno Unito a settembre
detenevano un valore netto totale di 13,2 miliardi di sterline in titoli, cio il valore massimo da quasi
un anno a questa parte. Nel corso di questo mese [ottobre], il valore dei titoli, che si muove in
direzione opposta rispetto al valore dei rendimenti, sceso di oltre il 5 percento.

Nel mese successivo al referendum le vendite nette ammontavano a soli 4,4 miliardi di sterline, un
valore che sta assolutamente allinterno delle tipiche oscillazioni mensili.

vero che quelli che hanno comprato i titoli a settembre ci hanno rimesso, a causa dellampia
svendita che avvenuta in ottobre cosa di cui i nuovi dati riferiti a settembre non tengono conto.
Ma non c nessun segnale del fatto che gli investitori stranieri siano in qualche modo preoccupati
per i titoli del debito pubblico britannico dopo la Brexit.

Ma dunque, come sono variati gli asset britannici dopo lo shock della Brexit? Risposta: dato che la
sterlina stessa si svalutata, non ce n stato bisogno. Gli asset britannici sono diventati
automaticamente pi convenienti da comprare per gli stranieri, fornendo cos un ammortizzatore per
i mercati.

I dati mostrano che non c stato nessun particolare deflusso dalla Gran Bretagna piuttosto, gli
stranieri si sono limitati a ridefinire il valore della sterlina. Pertanto, anche se alcuni stranieri possono
sbarazzarsi dei titoli, improbabile che questi restino svalutati a lungo.
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Ci perch la Gran Bretagna un paese sviluppato con mercati finanziari liquidi, che pu emettere
debito nella propria valuta. A differenza della Grecia o della Spagna, che possono certamente esaurire
gli euro, la Gran Bretagna potr sempre emettere le proprie sterline.

Inoltre non deve affrontare gli stessi problemi di molti paesi emergenti, che spesso si indebitano in
valuta straniera perch non posseggono un sistema finanziario funzionale, o perch hanno governi
instabili che decidono di dichiarare default per motivi politici.

Bench lindipendenza delle banche centrali una scelta che sono i paesi stessi a fare venga
spesso sottolineata come contro-argomento rispetto allidea che i paesi che emettono la propria valuta
non siano obbligati a fare default, le loro operazioni nei mercati valutari avvengono tramite titoli di
stato, assicurando ai titoli pubblici un mercato liquido e stabile. Di fatto il ruolo delle banche centrali
sempre stato intimamente connesso alla gestione del debito pubblico.

I programmi di quantitative easing lo hanno reso ancora pi evidente: la Banca dInghilterra possiede
oggi pi o meno un terzo del mercato dei circa 1.500 miliardi di sterline di titoli.

Anche nelleurozona la Banca centrale europea ha mostrato di avere il potere di mettere fine alle
svendite di titoli. Per decenni le agenzie di rating hanno ammonito sui pericoli del sempre crescente
debito pubblico giapponese, eppure la compravendita di titoli pubblici giapponesi resta sempre a
livelli record.

Nelle interviste ben pochi investitori hanno detto di avere avuto in mente il rischio di credito quando
hanno deciso di vendere titoli il mese scorso la loro preoccupazione era piuttosto che la caduta
della sterlina avrebbe spinto la Banca dInghilterra ad una reazione eccessiva.

Dato che i titoli del debito pubblico sono sicuri tanto quanto il contante se non di pi il loro
valore dipende principalmente dalle aspettative sulle azioni della banca centrale. ora chiaro che il
valore dei titoli del Regno Unito ha per lo pi seguito quello dei titoli di altri paesi del mondo
sviluppato, che si sono attestati a livelli massimi a causa della diffusa aspettativa che i decisori politici
avrebbero fornito meno stimolo monetario da ora in avanti.

http://vocidallestero.it/2016/12/11/wsj-il-regno-unito-non-potra-mai-esaurire-le-sterline/

46
Panagiotis: Lettera agli amici italiani
In occasione del referendum, una lucida lettera di Grigoriou Panagiotis sul suo blog Greek
crisis ricostruisce quanto avvenuto ad Atene al tempo del referendum sullausterit imposta
dallUnione europea e soprattutto durante il governo tecnico precedente allascesa al potere di
Syriza, mettendo in luce i collegamenti con quanto sta avvenendo oggi in Italia. Panagiotis avverte
gli amici italiani che in Grecia il governo tecnico fu messo in piedi per prendere tempo e preparare
lascesa al potere del partito che avrebbe tradito. Il premier di Syriza infatti promosse il referendum
sperando in una vittoria del S, per ottenere una copertura politica ai tagli richiesti dalla Troika che
poi ha messo in atto comunque, calpestando il voto popolare. (E in questo lungo inverno greco
ricordiamoci di sostenere il blog di Panagiotis con una donazione).

di Grigoriou Panagiotis, 2 dicembre 2016 --- Traduzione di Franz

Atene, dicembre 2016

Inverno europeo, hybris europeista. I grandi media greci, sufficientemente obbedienti al nuovo
ordine neo-totalitario di quel disastro che lUnione europea, parlano poco del referendum del 4
dicembre in Italia. Non bisogna riattizzare il fuoco in Grecia, importante soprattutto non far rivivere
la memoria del referendum greco del 2015, quel NO che gli Tsiprosauri senza patria hanno
trasformato in un S. Tuttavia, il settimanale politico To Pontiki dedica la sua prima pagina a
Tsipras e Renzi: Un fronte caldo tra Nord e Sud. Infatti.

Qui vorrei ricordare ai nostri amici italiani (ma anche a tutti gli altri), alcuni fatti relativi al referendum
greco del 2015.

Alexis Tsipras, dopo essere diventato un fantoccio del finanziarismo totalitario (gi) europeista, ha
organizzato il referendum del luglio 2015 perch pensava che il S avrebbe vinto, lasciandogli cos
mano libera (e sporca) e fornendogli un alibi belle pronto per capitolare (come in realt aveva gi
cominciato a fare da qualche tempo).

Vangelis Meimarakis, uomo politico che allepoca era in una posizione privilegiata, dato che in quello
stesso periodo era il leader ad interim di Nuova Democrazia (destra), aveva rilasciato unintervista
molto eloquente (in origine non andata in onda integralmente) sugli avvenimenti delle ore
immediatamente successive allesito del referendum greco. Meimarakis descrive una riunione di
emergenza dei leader di tutti i partiti (tranne Alba Dorata). Di recente il video completo dellintervista
stato finalmente pubblicato su Internet, cos ora sappiamo un po meglio quello che in fondo
sapevamo gi!

In questa intervista rivelatrice, che Vangelis Meimarakis ha concesso al giornalista N. Hatzinikolaou


il 7 Luglio 2016, lex capo di Nuova Democrazia riconosce a suo modo, come tutti i leader politici
si fossero messi daccordo per commettere quello che a tutti gli effetti equivale ad un alto
tradimento.

Meimarakis rivela che tutti i partiti politici erano stati accecati dai sondaggisti. Questi avevano
previsto che i greci avrebbero votato a favore del S con percentuali oltre il 60%. Meimarakis ha
anche precisato che, inizialmente, Nuova Democrazia pensava di astenersi dal referendum, ma che
alla fine i loro dirigenti avevano deciso di partecipare, perch tutti i sondaggisti avevano predetto una
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larga vittoria del S. E anche Tsipras fu sedotto dagli stessi sondaggisti: credeva nella vittoria con
ampio margine del S, che alla fine gli avrebbe lasciato le mani libere. Un S di massa al referendum
gli avrebbe offerto la copertura politica necessaria a capitolare e quindi consegnare il paese agli
invasori neo-coloniali della Ue e del Fmi (tedeschi in testa).

E, vedete, accadde esattamente il contrario: fu il NO a vincere con il 60%. In effetti, quello che
hanno raccontato Varoufakis (ministro della Finanze) e Konstantopoulou (presidente dellAssemblea
nazionale) verissimo: la sera in cui sono usciti i risultati, quando sono arrivati alla residenza del
Primo Ministro, hanno trovato un Alexis Tsipras sconvolto, che non sapeva pi che cosa fare. Perch
aveva vinto il S, e cos largamente!

Devo dire che quel giorno, tutti, ma proprio tutti i dirigenti erano psicologicamente e
politicamente crollati. Poi Meimarakis svela tutti i retroscena seguiti alle dimissioni di Samaras
(leader di Nuova Democrazia fino alla sera del referendum ) e racconta come in quelle ore cruciali
furono prese le decisioni importanti per trovare una soluzione a questo NO , cio come annullare
e tradire il verdetto popolare dei greci. Incidentalmente, va notato che Meimarakis ridacchia durante
lintervista, mentre racconta limpresa coronata da successo di riuscire a invertire con il tradimento
il voto, neutralizzandolo.

Infine prosegue, rendendo omaggio al ruolo del Presidente della Repubblica (di Nuova
Democrazia): stato in costante contatto con alcuni elementi extra-istituzionali dellUe e
allestero, direi i veri padroni della politica greca. E lo aggiunge, precisando che lui stesso entrato
in contatto con esponenti importanti della Ue i quali lo convinsero ad accettare di prendere il
controllo del suo partito (in seguito alle dimissioni di Samaras) perch il momento era molto
difficile. In realt, per Meimarakis, come per Tsipras e per gli altri, i momenti molto difficili si
verificano quando il popolo ha il coraggio di dire NO agli ordini di padroni stranieri che i politici e
gli altri ministri greci eseguono in modo cos docile.

Cos, ecco linverno europeo al porto del Pireo. Al mercato i clienti non si affollano come prima,
e i manifesti dei sindacati marittimi denunciano la messa a morte dei loro contratti collettivi e dei loro
diritti da parte del governo di SYRIZA/ ANEL. Inoltre, una mano anonima e certamente
populista, aggiunge: Agenti della Cia.

Tuttavia, vorrei dire ai nostri amici italiani che il loro referendum non pu essere direttamente
confrontato con quello dei Greci nel 2015, ma piuttosto con la situazione greca degli anni 2011-
2012. Ricordiamo le quotidiane sommosse popolari contro la Troika e contro il governo di George
Papandreou (primo memorandum), detto il sempliciotto o il traditore.

George Papandreou aveva tuttavia osato (?) annunciare che avrebbe indetto un referendum, e per
questo venne ridimensionato e anche pubblicamente umiliato dal duo Sarkozy Merkel al vertice
di Cannes, nellottobre 2011. In realt questo referendum, vietato dalla grandi potenze (perch
lUnione europea la geopolitica pi lipocrisia), avrebbe largamente mostrato la volont del
popolo greco di dire NO ai suoi aggressori e anche ai loro servi allinterno del paese. Al ritorno da
Cannes, Papandreou venne effettivamente rimosso dal duo Merkel Sarkozy, e gi durante il volo di
ritorno Venizelos, il suo braccio destro, laveva sostituito negli affari interni del partito, il PASOK.

La fine (in Grecia gi) nota. Il sistema europeista impose subito alla Grecia un primo ministro
apertamente Quisling, nella persona di Loukas Papademos, che era stato (tra le altre cose) anche
vicepresidente della Banca centrale europea (BCE), con un governo di unit nazionale composto
dalla destra (Nuova democrazia), dai Socialisti (Pasok) e dallestrema destra (Laos).

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Questo fu fatto anche per guadagnare tempo fino alle elezioni parlamentari del 2012, periodo durante
il quale stata resa possibile lascesa di due movimenti: SYRIZA e Alba Dorata. A partire dal 2012
(forse anche da molto tempo prima), il Syrizismo, prima inesistente, stato preparato per il
potere dagli istituti di ricerca e gli altri think tank, incubatori (comunque tardivi) della globalizzazione
europea-atlantista, negli Stati Uniti e in Europa.

Lattuale processo di demondializzazione controllata che sta guadagnando terreno attraverso le


tradizionali metropoli capitaliste, non affatto il piano strategico della sinistra. Questultima non
pu e non deve essere associata a questa nuova variante del fascismo internazionale, scrive Yorgos
Kyritsis, eminente Syrizista, sul quotidiano filo Tsipras Avgi(30/12/2016). Almeno lo dice chiaro
.

SYRIZA, di cui due membri al governo sono, per esempio, apertamente legati alle fondazioni di
Soros (che fa la sua guerra con altri potenti mezzi), ora sostiene che tutti coloro che lottano per la
demondializzazione sono quindi (solo) dei fascisti.

Ci che lItalia dovrebbe evitare la creazione, dopo il fallimento (quasi scontato?) di Renzi, di un
governo tecnico tipo quello di Papademos, che stia in carica il lasso di tempo necessario fino alle
prossime elezioni parlamentari. Per questo si dovranno sorvegliare da vicino i partiti politici che
sostengono luscita dellItalia dalla zona euro, al fine di rilevare rapidamente, se possibile, qualsiasi
mitridatizzazione [immunizzazione mediante dosi piccolissime di veleno] in corso. E lo stesso va
fatto in Francia, per ci che concerne la formazione dei candidati che sostengono di voler allontanare
la Francia dalleurozona tedesca (Jean-Luc Mlenchon e Marine Le Pen in particolare).

Salvo che lItalia non la Grecia. In altre parole, la sua storia e il suo peso (e spazio) nella geopolitica
del continente europeo sono diversi. Leuro, questarma di distruzione di massa, deliberatamente
deificato dalla pseudo-lite dominante, ha gi distrutto la Grecia abbastanza da poter ipotizzare che
si voglia imporre la stessa sorte al popolo dItalia. LItalia deve uscire dalleuro il prima possibile (in
realt cos lo farebbe crollare), e la Grecia, da parte sua, deve uscire dallUnione europeatanto per
cominciare. E quelli che, in Italia come in Francia, gi hanno espresso la loro critica allaccentrato
universo europeo, dovrebbero chiarire ulteriormente le loro posizioni, anche a costo di sorprendere.

Ad Atene, gli archeologi sono in sciopero in davanti al Ministero della Cultura, e hanno recentemente
espresso il loro disgusto con un neologismo: Svendita della nostra civilt. Venerd 2 dicembre i
marinai sono entrati in sciopero e i disabili hanno protestato nel centro della capitale, disgustati dai
miasmi di SYRIZA; disgustati come, va detto, pi del 90% della popolazione greca (secondo tutti
i sondaggi) da quel miasma che arriva dal sistema politico di oggi sotto lAcropoli.

In Italia e in Francia ancora tempo di elezioni, ma in Grecia non pi.

Alexis Tsipras, giullare e cadavere politico ormai tragicomico, moltiplica i suoi viaggi in Grecia e
allestero, in una corsa frenetica verso il niente. andato a Cuba, dove ha pronunciato un discorso
in memoria di Fidel Castro. Ha parlato della fine del ventesimo secolo e delle sue ideologie;
enormemente simbolico che questo discorso tombale, sia stato pronunciato dallultimo (?)
Quisling della sinistra in Europa. Alla fine, i nostri archeologi hanno piuttosto ragione Svendita
della nostra civilt. triste.

Nel 2017 la Grecia sar ancora lacerata, forse vivr anche eventi assimilabili pi o meno ad una guerra
calda, oltre alla guerra che sta sperimentando dopo lentrata in gioco dei Trokani. Laggressione
da parte degli attuali leader turchi lascia pochi dubbi, ed avviene proprio quando la Germania

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Merkelotropa, nota alleata storica della Turchia, avr bisogno del sostegno di Erdogan per la
campagna elettorale su cui la Merkel punta fortemente per essere rieletta.

Lattuale capo della Turchia neo-Ottomana, politico fino a oggi molto abile, ha evidentemente in
mano due chiavi della campagna elettorale tedesca: la crisi migratoria e il controllo di una parte
importante dei tre milioni di turchi che hanno ottenuto la cittadinanza nel paese di Angela Merkel.
Non un fattore trascurabile.

Al di l della prigionia della prigionia certa di alcuni popoli in cattivit sotto il giogo delleuro e
dellUnione europea, le somiglianze (alcune evidenti) tra il caso greco e il caso italiano sono limitate
dalla geopolitica. I greci sperano che altri popoli, gli italiani o i francesi, alla fine provocheranno la
fine dellUnione europea (e non solo delleuro), anche se il destino della Grecia , oserei dire, pi
complesso di quello dei due maggiori paesi latini dellUnione europea.

LUnione europea morta, ma ancora non lo sa! Questa lanalisi di Coralie Delaume e David Cayla,
nel loro notevole libro La fine dellUnione europea in libreria in questi giorni in Francia. Avviso ai
nostri amici italiani, come a tutti gli altri popoli.

E nella vita vista dal basso, ci annunciano quasi ogni settimana che diminuiranno le pensioni che
ancora vengono versate, segno del prossimo crollo del sistema nellestate 2017.

Inverno europeo, hybris-europea. Non durer molto tempo (storico). Nelle parole del nostro poeta
Georges Seferis : Ancora un po- E vedremo la fioritura dei mandorli I marmi che brillano al sole
Il mare, le onde che si infrangono. Ancora un po- Eleviamoci un po pi in alto.

http://vocidallestero.it/2016/12/10/panagiotis-lettera-agli-amici-italiani/

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J. Stiglitz: Ormai i costi di mantenere in piedi
leurozona sono superiori a quelli di
smantellarla
Un bellintervento del Nobel Stiglitz sul sito della London School of Economics chiarisce due punti
fondamentali: il problema dellEuropa leurozona, e ormai il costo di tenerla insieme sta superando
il costo di procedere al suo smantellamento. Tutte cose che abbiamo letto anni or sono sul miglior
sito di economia italiano, ma che importante veder apparire finalmente sui canali mainstream.

intervista di Artemis Photiadou a Joseph Stiglitz, 05 settembre 2016

Leuro si pu salvare? In unintervista di Artemis Photiadou e delleditore di EUROPP Stuart Brown,


leconomista vincitore del Premio Nobel e autore di best-seller Joseph Stiglitz discute i problemi
strutturali alla radice delleurozona, la ragione per cui uno scioglimento consensuale sarebbe
preferibile al mantenimento della moneta unica, e come i leader europei dovrebbero reagire al voto
del Regno Unito per lasciare lUE.

Il suo nuovo libro Leuro minaccia lEuropa sottolinea i problemi alla radice delleuro e
i loro effetti sulle economie europee. Leuro si pu salvare?

Lidea di base del libro che la struttura stessa delleurozona, non le azioni dei singoli paesi, che
alla radice del problema. Tutti i paesi fanno errori, ma il vero problema la struttura delleurozona.
Un sacco di gente dice che ci sono stati errori di gestione politica e davvero ce ne sono stati un
sacco ma nemmeno le migliori menti economiche del pianeta sarebbero state capaci di far
funzionare leuro. fondamentalmente un problema strutturale delleurozona.

Quindi, esistono riforme che potrebbero far funzionare leuro? S penso che ce ne siano e nel mio
libro parlo di quali dovrebbero essere. Non sono molto complicate economicamente, dopo tutto gli
Stati Uniti sono composti da 50 stati distinti che usano tutti la stessa moneta, quindi sappiamo che
possibile far funzionare ununione monetaria. Ma la domanda : esiste la volont politica di
applicarle, esiste sufficiente solidariet perch funzionino?

Qualcuno dice che anche se leuro stato un errore, i costi di smantellamento potrebbero essere
cos alti che meglio spingere per un euro riformato che cercare una separazione
consensuale. I benefici di un euro che funzionasse nella maniera giusta ne varrebbero la pena?

Ha ragione. La decisione riguardo il formare lunione differente da quella riguardo il rompere


ununione esistente: il passato conta. Penso che ormai sia molto chiaro che dare il via alleuro sia
stato un errore a suo tempo, con le istituzioni allora disponibili. Ci sar un costo per smantellarlo, ma
da qualunque parte si guardi la situazione, negli ultimi 8 anni leuro stato un costo enorme per
lEuropa. E penso che il costo di smantellarlo sarebbe gestibile e che stante la situazione attuale, il
costo di mantenere insieme leurozona probabilmente pi alto del costo di smantellarla.

Se accettiamo che leuro stato un fallimento si trattato in primis di un fallimento politico o


economico?

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Chiaramente un fallimento politico in questo senso: il progetto era spinto dalla politica. Non esisteva
alcun imperativo economico a creare leuro. La motivazione era politica, ma i politici non sono stati
abbastanza forti da completare il lavoro. Il tutto era basato sulla visione di far avanzare il progetto
europeo di integrazione. Ma non si capito che non basta volere una cosa, occorre prestare attenzione
alle forze e alle leggi economiche.

E penso davvero che fossero animati da ottime intenzioni. Penso che credessero davvero che leuro
avrebbe portato prosperit e che questa prosperit avrebbe portato pi solidariet, alimentando la
visione che avevano in mente. Ma hanno ignorato le realt economiche di quello che proponevano e
il risultato finale quello che oggi vediamo in Europa.

[Noi invece ne dubitiamo leggendo le spudorate parole di un T. Padoa Schioppa o di un J. Attalima


di un processo alle intenzioni poco ci importa NdVdE]

Naturalmente lUnione Europea deve anche affrontare le sfide poste dalla Brexit. Alcuni
personaggi politici e universitari hanno suggerito che la migliore risposta che la UE possa dare
sarebbe di punire il Regno Unito facendone un esempio, in modo da prevenire luscita di altri
paesi. Lei pensa che questo possa essere controproducente?

S, lo penso, e il fatto che alcuni lo propongano mi sembra indicativo dei problemi dellEuropa e della
UE. Dovremmo sperare che il valore di far parte della UE sia la ragione stessa per cui i popoli
dovrebbero volerci rimanere. Dire che lunica ragione per cui i popoli rimarranno nella UE perch
se se ne vanno saranno puniti, non un argomento persuasivo per lEuropa e certamente non tende a
generare solidariet genuina.

Il problema che alcuni dei principali leader europei, come Juncker, hanno assunto questo
atteggiamento, e il fatto che questo venga dal vertice ovviamente preoccupante. E questo
particolarmente grave considerando il ruolo di Juncker di responsabile di uno dei pi grandi problemi
che deve affrontare attualmente lEuropa levasione fiscale quando era Primo Ministro del
Lussemburgo. In teoria, la globalizzazione dovrebbe dare benefici a tutti i Paesi, ma Juncker ha
mostrato una forma di globalizzazione che funziona benissimo per un piccolo Paese, a discapito di
tutti gli altri. Chiaramente, non capisce come la globalizzazione dovrebbe essere.

[Ci permettiamo di pensare che qui Stiglitz cada nel questismo di chi vuole una altra
globalizzazione NdVdE]

Per restare in argomento, una delle spiegazioni che vengono date della Brexit o della popolarit
di politici come Donald Trump che i governi del mondo hanno ampiamente fallito nel
rispondere alle preoccupazioni degli sconfitti della globalizzazione. Anche se la globalizzazione
pu dare benefici ai paesi in senso generale, certi individui o gruppi possono essere penalizzati
da questo processo. Lei pensa che la globalizzazione possa essere resa conveniente per tutti?

S, se le persone credono che ci siano benefici sociali significativi, allora questi benefici possono
essere condivisi. Possiamo avere tasse progressive, possiamo trovare il modo di catturare questi
benefici e indirizzarli verso i perdenti della globalizzazione. Se credete nei sistemi sociali, allora
dovete credere che quantomeno si possano mitigare i danni.

Una parte del problema che negli ultimi accordi di scambio internazionale, per esempio, i sistemi
sociali guadagnano poco o addirittura escono indeboliti. Sto parlando di accordi come il TPP e il
possibile TTIP tra la UE e gli Stati Uniti. Questi accordi sono per lo pi strumenti nelle mani delle

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multinazionali. Non si occupano di rivedere le regole del gioco globale, o di avvantaggiare tutti gli
individui, cercano invece di cambiare le regole per renderle pi favorevoli alle multinazionali.

Infine, come molti paesi delleurozona, il governo britannico ha adottato politiche di austerit
nel Regno Unito a seguito della crisi finanziaria. Considerando che il Regno Unito non era
soggetto agli stessi problemi strutturali dei paesi che usano leuro, come giudica il modo in cui
il Paese ha gestito la crisi?

Penso che questo esempio sia indicativo: lasciare la UE non immunizza dagli errori nelle scelte
politiche. Si possono perseguire cattive politiche sia dentro che fuori dalla UE. Credo fortemente che
lausterit non funzioni e che lunica ragione per cui lInghilterra andata piuttosto bene che non
ha fatto tutta lausterit che George Osborne si vanta di aver fatto. C stato molto fumo, ma c stata
molta pi retorica di austerit che vera austerit nella pratica fortunatamente per lInghilterra.

http://vocidallestero.it/2016/12/09/j-stiglitz-ormai-i-costi-di-mantenere-in-piedi-leurozona-sono-superiori-
a-quelli-di-smantellarla/

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Telegraph: AEP intervista Claudio Borghi
Sul Telegraph Ambrose Evans Pritchard intervista Claudio Borghi, in cui vede il possibile ministro
delle Finanze di un governo prossimo futuro, nato per portare lItalia fuori dalleuro. Un governo
incentrato su unalleanza di scopo tra Lega Nord, Movimento Cinque Stelle e altri gruppi pi piccoli.
Tutti uniti dalla consapevolezza che senza una moneta propria valutata correttamente ogni sforzo di
uscire dalla crisi in Italia inutile. Anche se molto dubbia la reale volont del M5S di voler uscire
dalleurozona, la sola prospettiva di Claudio Borghi ministro delleconomia sufficiente ad atterrire
gli eurocrati di Bruxelles, e permette di iniziare a ragionare compiutamente sulle
eventuali conseguenze.

di Ambrose Evans Pritchard, 6 dicembre 2016

La prospettiva un tempo improbabile e remota di un governo anti-euro in Italia sta


improvvisamente trasformandosi in una possibilit reale, che nel giro di settimane minaccia di
scuotere lUnione Europea fino alle sue fondamenta.

Gli eventi in Italia si stanno evolvendo alla velocit della luce. Diversi personaggi chiave nel Partito
Democratico del premier Matteo Renzi si sono uniti al coro di chi richiede elezioni anticipate gi a
febbraio, per impedire che il Movimento Cinque Stelle prenda in mano liniziativa politica dopo
la vittoria nel referendum dello scorso fine settimana.

Matteo Renzi non ha ancora scoperto le sue carte, ma i suoi pi stretti collaboratori dicono che
tentato di giocarsi il tutto e per tutto su un voto veloce, puntando sul fatto che gode ancora di un
sostegno sufficiente a cavarsela per il rotto della cuffia, in un contesto spaccato da molti punti di vista,
e sul fatto che i suoi avversari non sono pronti ad affrontare le elezioni.

Questa mossa potrebbe facilmente scappargli di mano, aprendo la strada a unalleanza tattica tra
Movimento Cinque Stelle e Lega Nord, pi una manciata di piccoli gruppi, tutti in diverso modo
critici nei confronti delleuro.

Luomo indicato come possibile ministro delle Finanze di qualsivoglia costellazione di ribelli
Claudio Borghi, ex broker per Merrill Lynch e Deutsche Bank, e ora professore presso lUniversit
Cattolica di Milano (Claudio Borghi ha rinunciato allinsegnamento con linizio del suo impegno in
politica, ndVdE).

Stiamo arrivando al punto in cui lItalia deve prendere la vera decisione: siamo per o contro
lEuropa? ha detto al Telegraph .

Quello che sta emergendo una lista di quattro partiti o gruppi che hanno una cosa in comune: siamo
tutti daccordo che nulla possibile fino a quando non usciamo dalleuro.

LEuropa ci ha condotto a una depressione peggiore di quella del 1929 e ha portato interi popoli,
come i Greci, a essere spezzati e umiliati, tutto per mantenere in piedi lo strumento infernale che
leuro. Questo completo disastro stato mascherato con una catena di menzogne, gridate a voce
sempre pi alta per la paura che il colossale danno fatto venga scoperto, ha aggiunto.

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Claudio Borghi ha dichiarato che il risultato dirompente di 59 a 41 nel referendum uno shock per i
potenti interessi costituiti italiani, o poteri forti. Sono assolutamente terrorizzati perch nessuno
dei loro strumenti di controllo funziona pi, ha detto.

Hanno investito un enorme prestigio nella campagna. Confindustria, le camere di commercio, e tutte
le grandi aziende in Italia erano per il s. Hanno detto che le banche sarebbero crollate, che avremmo
perso tutti i nostri risparmi, e che avremmo scatenato linferno se avessimo votato no, ma non ha
funzionato. stato un Brexit reloaded, ha detto.

Il professor Borghi ha detto che luscita dalleuro potrebbe essere caotica, ma che ci sono modi per
mitigarne gli effetti, in primo luogo creando e facendo circolare nella vita quotidiana una moneta
parallela.

Il Tesoro italiano ha 90 miliardi di euro di arretrati sui contratti. Questi potrebbero essere pagati con
buoni del tesoro emessi per un minimo di 50, 20, 10, o anche 5 euro, dandoci il tempo di creare una
seconda valuta. Quando arriva il momento, possiamo quindi passare alla nuova moneta. Pu essere
fatto elettronicamente. Non abbiamo nemmeno bisogno di stampare, ha detto.

Claudio Borghi ha detto che lopzione pi pulita sarebbe che fosse la Germania a lasciare la zona
euro. Se questo impossibile, lItalia pu approvare una legge per convertire dalloggi al domani il
proprio debito in lire o in fiorini, come preferisce chiamare la nuova moneta, rifacendosi ai giorni
dellascesa di Firenze sotto i Medici.

Le perdite si sposterebbero sulle banche centrali nazionali attraverso il sistema Target2, spiega. Ci
significa che la Banca dItalia restituirebbe 355 miliardi di passivit alle altre banche centrali della
zona euro (principalmente la Bundesbank) in lire svalutate. La Bundesbank si troverebbe ad
affrontare immediatamente una perdita di valore contabile dei propri crediti che interesserebbe 700
miliardi di euro, nel caso probabile che luscita dellItalia portasse a un ritorno generale alle valute
nazionali.

Queste somme per sono in un certo senso una finzione contabile. Il banco di prova stato lo
sganciamento del cambio del franco svizzero dalleuro nel gennaio 2015. Quando il franco si
rivalutato la Banca nazionale svizzera ha subito una grande perdita teorica sul suo debito nei confronti
della zona euro, ma nessuno ha fatto una piega.

La scommessa che le grandi somme tenute dagli italiani nelle banche di Londra, New York, Parigi,
o Monaco, o nelle cassette di sicurezza in Svizzera, rientrerebbero nel sistema non appena si
calmassero le acque e lItalia tornasse al cambio flessibile. Gli investitori stranieri vedrebbero lItalia
con un futuro di competitivit molto maggiore.

Non vedo allorizzonte nessun disastro. Non c modo di schiacciare la nostra moneta, visto che
abbiamo un surplus commerciale. Se avessimo un tasso di cambio pi debole avremmo un surplus
ancora pi grande, dice Borghi.

Per gli euroscettici italiani un ritorno alla lira sarebbe una liberazione, dopo quindici anni di
decadenza economica, che ha svuotato il nucleo produttivo del Paese. La produzione industriale
scesa ai livelli del 1980. Il PIL reale pro capite sceso del 13% rispetto al suo picco massimo.

Un report di questa settimana dell ISTAT mostra che il numero delle persone a rischio di povert
ed esclusione sociale lanno scorso salito al 28,7%, con un nuovo picco del 46,4 % nel Sud, e 55%
in Sicilia lepicentro del no nel voto al referendum.
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Uno studio di Mediobanca ha rilevato che il
tasso di crescita in Italia ha ricalcato quasi
esattamente quello della Germania per quasi
trentanni. Il percorso cambiato con lavvento
delleuro, che impedendo le svalutazioni ha
portato a una perdita lenta, ma fatale, della
competitivit del lavoro come unaragosta
bollita viva in una pentola.

La situazione stata aggravata dalla


contrazione fiscale e monetaria della zona euro
tra il 2010-2014, un errore strategico che ha
provocato la crisi del debito nellUEM e
ha portato a una doppia recessione. Questa a
sua volta ha spinto lItalia oltre il limite,
spingendola in una crisi bancaria.

Uscire dalleuro darebbe al Paese la libert di


gestire i suoi conti pubblici per uscire dalla
trappola della deflazione, e di salvare il suo
sistema bancario con una ricapitalizzazione
condotta dallo Stato, secondo lesempio del
programma TARP negli Stati Uniti unazione
oggi proibita dalle leggi comunitarie sugli aiuti
di Stato, a meno che lItalia non accetti di
sobbarcarsi i provvedimenti draconiani di un
bail-out europeo (quello che ha avuto cos
buoni risultati in Grecia, ndVdE).

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Il professor Borghi dichiara che le nuove
regole europee del bail-in devono essere
spazzate via. Non appena inizi a
travolgere i risparmiatori e gli
obbligazionisti che non hanno tenuto
comportamenti rischiosi stai dicendo
alla gente che i loro soldi in banca non
sono al sicuro, dice.

Tutta quello che lUE ha ottenuto un


crollo dei titoli bancari italiani dell85%
dallo scorso novembre. Bisogna
intervenire per salvare il sistema bancario
in crisi, altrimenti tutto sar distrutto, ha
detto.

Il professor Borghi responsabile della


strategia economica per la Lega Nord, un
partito collocato a destra, ma ci che sta
emergendo unalleanza tattica tra il suo
partito e il Movimento Cinque Stelle,
anche se questo ha pi cose in comune con
la sinistra. I due insieme nei sondaggi
raggiungono il 44%. I loro economisti
stanno lavorando insieme in quella che sta
diventando una compatta scuola di
euroscettici.

Fin dalle origini il Movimento Cinque Stelle sempre stato ostile a stringere patti con qualsiasi altro
gruppo, dato che considera lintero sistema politico in Italia come marcio fino al midollo. Ma Grillo
dice che il partito si sta avvicinando al potere e deve essere pronto a scendere a compromessi. Siamo
in una spirale che porta verso il governo, ha detto.

Il professor Borghi non si fa illusioni che la sola uscita dalleuro dellItalia possa risolvere i suoi
problemi, che hanno radici profonde, ma l'Italexit una condizione necessaria. Sar dura, ma
senza la nostra moneta valutata correttamente non saremo mai in grado di fare nulla, per quanto ci
sforziamo con ogni mezzo, conclude.

http://vocidallestero.it/2016/12/07/telegraph-aep-intervista-claudio-borghi/

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IL TERREMOTO ITALIANO: LANALISI DI
HEINER FLASSBECK SUL REFERENDUM
Allindomani del referendum costituzionale italiano, Heiner Flassbeck analizza su Makroskop cause
e conseguenze del voto. Per lUnione monetaria in arrivo un vero e proprio terremoto, del quale le
lite sembrano voler evitare a tutti i costi di prendere coscienza. Al contrario, il probabile sostegno
europeo e tedesco a un governo tecnico, destinato a portare avanti le consuete politiche
neoliberiste, non far che rendere ancora pi instabile la situazione politica e favorire le destre
nazionalistiche.

di Heiner Flassbeck, 05.12.2016

traduzione di Giuseppe Vandai, fondatore di RISORSE Associazione per capire meglio leconomia.

Le elezioni in Austria e Italia hanno avuto esiti diversi ma, alla luce dellattuale crisi europea,
in entrambi i casi ci saranno serie conseguenze. Chi nemmeno ora comprende che senza radicali
e immediate misure di sostegno ledificio europeo rischia di crollare, un folle.

Se la terra trema, spesso se ne sentono gli effetti anche a distanza di migliaia di chilometri, mentre le
scosse di assestamento per lo pi si notano poco. Quando la terra trema dal punto di vista politico,
vale invece spesso il contrario: gli effetti immediati sono piccoli, mentre le scosse di assestamento
hanno di solito effetti devastanti.

E il suolo politico, ieri sera (domenica 4 Dicembre, ndt), ha tremato contemporaneamente due volte.
Dapprima c stato un piccolo terremoto a nord delle Alpi. Pi tardi, a sud, la terra ha tremato con
violenza, con unintensit tale che la scala Richter non pu ancora registrare. In Austria ha raccolto
il 48% dei voti il rappresentante di un partito che considera lEuropa del Sud una zona fallimentare,
che ha come unico obiettivo quello di sottrarre alle nazioni del nord i soldi guadagnati onestamente.
Eppure, molti bravi europei si rallegrano che il candidato di questo partito non abbia raggiunto il
51% e interpretano questo evento come il primo segnale di luce in fondo al tunnel populista. Che
invece ci possa rappresentare il treno che arriva sfrecciando dalla direzione opposta, non lo vogliono
nemmeno prendere in considerazione.

In Italia ha perso le votazioni in modo clamoroso un presidente del consiglio che a buon diritto si
poteva definire come lultima speranza europea. Sebbene non eletto dal popolo, Matteo Renzi
incarnava la speranza del tutto andr bene con cui la classe politica del nord si imbellettava per non
sentire lodore di putrefatto che si va diffondendo da tempo. Renzi, invero, ha cercato continuamente
di sottrarsi al pungiglione tedesco, ma rimasto per lo pi nel limite del simbolico, preferendo invece
imboccare il lungo cammino delle riforme strutturali, verosimilmente senza aver mai capito che
pure quella strada, anche senza il rifiuto del popolo, portava alla perdizione (come spiegato qui)

A Nord si spera adesso che in Italia nasca un governo tecnico. Si fa affidamento su individui che
si ritiene abbiano una migliore comprensione di quel che c da fare per scongiurare allultimo
secondo il crollo delledificio europeo; una comprensione di sicuro migliore rispetto a quella di
governi democraticamente eletti.

Ma di che genere di esperti stiamo parlando?


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Esperti in riforme strutturali che, contro ogni logica macroeconomica, potrebbero dirigere il Paese
sul sentiero della crescita? Si pensa forse al ministro del tesoro italiano Pier Carlo Padoan, che, quale
ex rappresentante del Fondo Monetario Internazionale e quale ex capo economista dellOCSE,
conosce bene il da farsi per riformare un Paese con misure sul lato dellofferta? C forse ora la
necessit di unagenda economica radicalmente neoliberista alla Franois Fillon per rendere il Paese
finalmente capace di stare in Europa?

Quello che non si in grado di afferrare, n in Francia n in Italia, (e dico non si in grado a ragion
veduta, dopo molte esperienze dolorose delle settimane scorse) il dato di fatto che la Germania, con
la sua politica economica, fin dallinizio dellunione monetaria, ha impostato proprio questa strada.
Lunico modo per riformare con successo un paese sul lato dellofferta passa per il miglioramento
della sua capacit concorrenziale, passa cio per il neo-mercantilismo e la politica del beggar-my-
neighbour. Ma proprio la Germania ha ostacolato perfino questa via con il proprio mercantilismo.
Poich il vantaggio competitivo assoluto che il Paese tedesco si indebitamente procurato con il suo
dumping salariale nei primi anni dellunione monetaria cos grande, che nessun Paese (a parte forse
una nazione atipica come lIrlanda) pu migliorare la propria competitivit senza passare attraverso
linferno di massicci tagli ai salari, innescando cos una profonda recessione e aumentando la
disoccupazione in modo drammatico. Chiunque, partendo dal centro del panorama politico, tentasse
di farlo, alle elezioni seguenti verrebbe bruciato senza appello dalle forze della destra nazionalistica.

Inoltre, la decisione della Germania, che insiste per motivi puramente ideologici sulle regole del patto
di crescita e stabilit, di bloccare qualsiasi via duscita dalla crisi dal lato dellofferta, ha
semplicemente cancellato lunica via duscita dalla crisi possibile. [Per lo stesso Thomas Fricke,( uno
dei pochi giornalisti economici tedeschi corretti e informati, ndt) il ruolo decisivo della Germania sul
tema politiche dellofferta ancora tabu].

La completa mancanza di vie duscita dalla crisi europea porta direttamente al nazionalismo. Non
perci unesagerazione affermare che la Germania direttamente responsabile del nazionalismo nel
Sud Europa. Quello del Nord lo ha sulla coscienza in via indiretta, poich, proprio negando ogni colpa
da parte tedesca e austriaca, si apre la strada ai partiti di destra che sostengono sfacciatamente che i
lazzaroni del Sud sarebbero a carico di noi settentrionali, efficienti e produttivi.

A questo punto basta solo far mente locale su quanto sia autoassolutorio il modo in cui la classe
politica e i media tedeschi trattano la questione europea e le colpe della Germania, per capire quanto
grande, nellinsieme dellEuropa, la babilonica confusione sui fatti reali. Spiegare i contesti e le
connessioni in modo tale da permettere alla classe politica di fare almeno alcuni passi in avanti nella
direzione giusta, un compito di dimensioni erculee. Il terremoto italiano, cos come lascesa del
nazionalismo austriaco, si sarebbe potuto evitare con poca pi lungimiranza e comprensione. Ma
lungimiranza e comprensione non sembrano qualcosa che il complesso politico-mediatico, tedesco
ed europeo, sia in grado darci.

http://vocidallestero.it/2016/12/07/il-terremoto-italiano-lanalisi-di-heiner-flassbeck-sul-referendum/

59
Juncker Condanna Come Irresponsabili gli
Elettori Italiani che Hanno Votato NO al
Referendum Costituzionale
Il britannico Express commenta la reazione del presidente della Commissione Europea, Jean-Claude
Juncker, alla vittoria del NO nel referendum costituzionale italiano. In una pervicace negazione della
realt, Juncker continua a parlare di irresponsabilit e populismo degli elettori del NO e per
confida che alla fine il popolo si render conto che essere dentro la UE una buona cosa.
(Di fronte a queste uscite delle istituzioni europee, quale migliore risposta di una distaccata ironia)

di Rebecca Perring, 06 dicembre 2016

Jean-Claude Juncker ha decretato che gli elettori italiani che hanno votato NO al referendum
costituzionale sono degli irresponsabili, e si spinto a mettere in discussione il loro buon senso.

Ma il disperato boss di Bruxelles ancora aggrappato al sogno del progetto europeo, quando afferma
che la gente si render conto che stiamo meglio se stiamo insieme.

Leurocrate capo ha fatto una serie di cupe osservazioni a seguito del risultato del referendum italiano,
risultato che ha ulteriormente destabilizzato il gi pericolante progetto dellUnione europea.

Il duro verdetto del referendum, che ha portato il primo ministro italiano Matteo Renzi a presentare
le dimissioni dopo che lItalia ha votato contro la sua proposta di riforma costituzionale, si avvia a
spianare la strada agli euroscettici del Movimento Cinque Stelle.

La loro ascesa rappresenterebbe una spinta per il paese verso luscita dalleurozona, farebbe crollare
leuro e metterebbe in dubbio tutte le politiche economiche.

Dopo la sconfitta di Renzi, Juncker si espresso cos: Il risultato italiano una delusione, cera la
possibilit di rendere il paese efficiente e lhanno sprecata. Viviamo in tempi pericolosi.

Alla televisione pubblica olandese NPO ha detto: Gli elettori del NO, i populisti, pongono dei quesiti
ma non danno alcuna vera risposta.

A volte pongono le giuste domande, ma non hanno le risposte giuste. I populisti non si assumono
responsabilit.

Le sue accuse sono giunte dopo aver sottolineato come alcuni leader euroscettici siano stati coinvolti
nelle trattative per portare la Gran Bretagna fuori dal malridotto blocco europeo.

Ad ogni modo, nonostante i suoi commenti sensazionalisti, il presidente della commissione Ue non
ha perso le speranze sul futuro dellunione, e ha detto che il progetto sopravviver.

Ha aggiunto: Credo che alla fine dei conti prevarr il buon senso europeo. La gente si render conto
che stiamo meglio se stiamo insieme.

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I commenti di Juncker arrivano dopo che una serie di politici di destra hanno esultato per la decisione
dellItalia e hanno acclamato la vittoria del NO come la fine della crisi della Ue.

http://vocidallestero.it/2016/12/06/juncker-condanna-come-irresponsabili-gli-elettori-italiani-che-hanno-
votato-no-al-referendum-costituzionale/

Mnchau su Eurointelligence: Bentornati nella


Crisi dellEurozona
Su Eurointelligence, W. Mnchau commenta la vittoria del No nel referendum costituzionale
italiano e la sconfitta di misura di Hofer in Austria. Nessuno dei due fatti, sostiene leditorialista del
Financial Times, porta con s buone notizie per lestablishment europeo. Mnchau ritiene che
lampia vittoria del No rappresenti politicamente linizio della fine del sostegno italiano alla causa
europea, e che lesito ultimo sar luscita dalleuro. Anche lelezione austriaca un segnale
dallarme: seppure sconfitto alle elezioni presidenziali, il nazionalista Hofer si sta avviando a una
clamorosa vittoria per lFP, che gli darebbe il governo dellAustria, nelle elezioni politiche che si
terranno entro il 2018.
Si tenga presente che le considerazioni di Mnchau vanno lette come segnali dallarme lanciati
(forse invano) da un intellettuale critico qui autodefinitosi un guardiano dellestablishment.

di Eurointelligence, 05 dicembre 2016

Le dimissioni di Matteo Renzi dopo la vittoria schiacciante del No al referendum apriranno la


strada a una crisi finanziaria, e secondo noi a una probabile uscita dalleuro;
la rivolta dellelettorato italiano contro lestablishment ha cause molteplici, ma per lItalia
sar sempre pi difficile dar vita a dei governi coerentemente pro-euro;
il Presidente Sergio Mattarella nominer probabilmente un governo tecnico col compito di
stabilizzare il settore finanziario e di introdurre una riforma elettorale; lItalia resta con un
sistema bicamerale;
il PD, lunico grande partito coerentemente pro-euro, viene messo in crisi da questo voto, e si
prepara al dopo-Renzi.

Ci sono due tipi di tragedie politiche. Quelle che si ripresentano come farsa e quelle che si trasformano
in incubi interminabili. Le elezioni presidenziali in Austria fanno parte del primo tipo, il voto in Italia
del secondo. Ci che scioccante, nel risultato italiano, non la vittoria del No di per s, ma la sua
ampiezza una maggioranza del 60% con unaffluenza al 70%. Si tratta di un risultato che mette
inquietudine a qualsiasi politico europeista in Italia e altrove. Questo risultato destinato a confondere
tutti quelli che avevano cercato di minimizzare il significato di una vittoria del No prima del
61
referendum. Non si tratta pi solo del fatto se il Movimento Cinque Stelle possa o meno arrivare a
una maggioranza. Il fatto che in questo momento non c alcun sistema elettorale al mondo che
possa portare a una stabile maggioranza pro-euro in Italia. Renzi era lultima possibilit che lItalia
aveva di rendere sostenibile la propria appartenenza alleuro, e lui lha distrutta.

Certo, la preoccupazione pi immediata riguarda lincombente crisi bancaria e finanziaria. In


proposito si legga il nostro resoconto sotto. Ma la prospettiva nel medio termine ancora pi
preoccupante. Siamo sostanzialmente in disaccordo con la visione prevalente, secondo la quale un
nuovo governo tecnico potrebbe garantire stabilit politica. Renzi se n andato. Dubitiamo che
rimarr il leader del suo partito dopo una sconfitta cos massiccia. Il voto potrebbe pure distruggere
il Partito Democratico cos come lo conosciamo. Date unocchiata a come gongola Massimo
DAlema, ex primo ministro, nel celebrare la sconfitta di Renzi. Il predecessore di Renzi a segretario
generale del partito, Pierluigi Bersani, che si chiedeva se linsurrezione contro Renzi fosse quella di
una pecora o di un toro, stato salutato dai suoi sostenitori al grido di toro. Il partito aveva accettato
Renzi come proprio leader soltanto finch tirava ed era vincente. Ma non mai stato gradito.

Il discorso di dimissioni di Renzi stato allinsegna della dignit, ma lo era anche quello di David
Cameron poco dopo avere ammesso la sconfitta. Entrambi si erano giocati tutto e hanno commesso
errori di valutazione di proporzioni storiche. La politica non perdona. Ora vediamo lItalia che si
avvia sulla strada delluscita dalleurozona, non tanto perch comprendiamo il meccanismo preciso
col quale questa uscita avverr o il momento in cui avverr, ma perch comprendiamo la dinamica
delle forze che stanno dietro questo processo. A lungo abbiamo sostenuto che la combinazione di alto
debito, zero crescita e un sistema bancario insolvente incompatibile con lappartenenza a una unione
monetaria in cui la Germania fa da ncora deflazionistica. Ci che insostenibile alla fine cadr. La
traiettoria precisa di questa fine potr rimanere ancora poco chiara per un po, ma il risultato di ieri
ci dice che lelettorato alla fine trover il modo. Siamo fortemente in disaccordo con lopinione
prevalente che circola tra i commentatori italiani, secondo i quali luscita dalleuro non possibile
perch non consentita n prevista, o perch il sistema impedir che avvenga. Ci sembra che siano
tutti vittime delle loro pie illusioni. Le loro speranze appaiono molto pi flebili alla luce fredda di
questo mattino.

E dunque dove siamo diretti, da qui in avanti? Il Presidente Sergio Mattarella oggi accetter le
dimissioni di Renzi e nominer un governo tecnico, che dovr guidare il paese fino alle prossime
elezioni. Lobiettivo di questo governo sar la stabilizzazione finanziaria e la riforma elettorale. La
legge attualmente esistente assumeva che la riforma costituzionale sarebbe stata approvata, e dunque
non dava alcuna disposizione per lelezione del Senato. Una nuova legge elettorale dunque
necessaria per questo motivo, ma non sar cruciale nel determinare la direzione politica fondamentale
del paese.

Da un punto di vista tecnico simpatizziamo con la proposta di Luciano Violante, un politico del PD,
che sul Corriere della Sera di oggi suggerisce una riforma costituzionale molto limitata che introduca
un voto costruttivo in stile tedesco, che non preveda la fiducia; vale a dire, il parlamento potrebbe
ritirare la propria fiducia verso il governo solo se riesce a eleggerne un altro. Tutto ci pu essere
sensato ma probabilmente non avverr, e non risolver il problema fondamentale. Il problema
dellItalia non la struttura del suo sistema politico, ma il suo contenuto, e pi precisamente la
mancanza di volont politica di andare verso una convergenza economica con il resto delleurozona.

Quando sar finito il momento del governo tecnico, e questo dovr dare il passo a un governo politico
nel 2017 o 2018, ci aspettiamo che esso sar anti-euro. Renzi era lultima possibilit dellItalia di
avere un governo riformista. Renzi ha fallito perch ha tragicamente preferito dare la priorit al genere
sbagliato di riforme.
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Cosa accade ora alle banche italiane?

La ricapitalizzazione della banca Monte dei Paschi di Siena era stata finora guidata dallaspettativa
di un successo allelezione referendaria, non perch il referendum fosse direttamente legato alle
banche italiane, ma perch lincertezza politica risultante da una vittoria del No avrebbe rischiato
di far deragliare tutto il processo. La sconfitta di Renzi al referendum si ora materializzata. Cosa
succeder, ora, a Monte dei Paschi e al resto delle banche italiane?

Per ora Monte dei Paschi non fallita. La conversione volontaria del debito subordinato della scorsa
settimana riuscita a malapena a raggiungere lobiettivo di un miliardo di euro. Il prossimo passo,
tuttavia, in dubbio. Prima che si sapesse il risultato del referendum, il Sole 24 Ore scriveva che i
rappresentanti del fondo sovrano del Qatar oggi avrebbero incontrato la dirigenza del Monte dei
Paschi per un anchor investment di un altro miliardo, a patto che il risultato del referendum fosse
positivo. Ora ci si aspetta che laccordo venga cancellato e che ci sia lingresso di un altro miliardo
di capitale proveniente da investitori statunitensi. Senza questi investimenti Monte dei Paschi
dovrebbe raccogliere non due, ma quattro miliardi di euro in una campagna di rifinanziamento da
lanciare alla fine di questa settimana. Ci si aspetta che ora questo piano venga scartato. In un
editoriale, il Sole 24 Ore chiede un salvataggio pubblico di Monte dei Paschi che era gi stato
approvato dalla Banca dItalia prima dei risultati degli stress test di questa estate salvataggio che
dovrebbe essere messo in atto immediatamente per evitare il rischio di contagio, in particolare verso
il programma di raccolta di capitale da parte di Unicredit, che dovrebbe iniziare col nuovo anno.

Sul Corriere della Sera, Federico Fubini delinea il salvataggio pubblico che stato concordato con la
Commissione Europea come misura di emergenza. In caso di immediato stress di mercato per il
sistema finanziario italiano, il governo dovrebbe effettuare una ricapitalizzazione precauzionale
relativa ai buchi di bilancio di Monte dei Paschi evidenziati dai risultati degli stress test pubblicati in
estate. Tutto il debito subordinato di Monte dei Paschi sarebbe spazzato via, sebbene gli
obbligazionisti al dettaglio potrebbero poi essere risarciti. Secondo tre fonti citate dal Financial
Times, i risarcimenti sarebbero limitati a 100.000 euro a persona, assimilando gli investimenti al
dettaglio in debito subordinato ai depositi garantiti. Il costo politico sarebbe elevato, ma limitato
dallimpegno a risarcire le famiglie. Sarebbe decisamente inusuale per un governo dimissionario
emettere un necessario decreto di urgenza come questo, ma Renzi non ha ancora formalmente
presentato le sue dimissioni al Presidente della Repubblica. Fubini spera che, se il salvataggio di
Monte dei Paschi sar condotto impeccabilmente, si possa evitare il contagio al resto del sistema
bancario italiano.

Un altro scenario possibile quello che la direzione di Monte dei Paschi comunichi ai supervisori
bancari che intende cancellare il piano di ricapitalizzazione, e che il Sistema Unico di Supervisione
europea decida di attivare la risoluzione bancaria. Dopo la risoluzione, la ricapitalizzazione pubblica
non pu essere considerata precauzionale. La sequenza degli eventi qui critica. Fubini assume che
il Sistema Unico di Supervisione darebbe a Monte dei Paschi pi tempo per raccogliere capitale,
sebbene a rigore non sia tenuto a questo. Piuttosto, la risoluzione sarebbe coerente con lapproccio
rigido adottato dal supervisore bancario nel corso di questanno. Ma sarebbe anche un primo caso di
risoluzione di una banca.

Come detto prima, a parte alcune delle banche pi piccole che si trovano in difficolt, come la
Popolare di Vicenza, Veneto Banca e Carige, che devono tutte liberarsi dei crediti inesigibili e
raccogliere capitale, sebbene in misura minore di Monte dei Paschi, a tutti viene in mente Unicredit.
Il Financial Times ricorda che Unicredit sta pianificando di raccogliere capitale per 13 miliardi di
euro, che una somma enorme, specialmente se la raccolta avviene insieme a una vendita di asset,
ma i banchieri sono ottimisti su questo. Una parte della vendita di asset gi in corso. Proprio questo
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fine settimana, il Financial Times riportava la vendita di Pioneer Investments da parte di Unicredit;
French Amudi lo acquisterebbe, ed vicino alla conclusione dellaffare per una cifra di oltre tre
miliardi di euro. Una risoluzione rapida e ordinata della crisi di Monte dei Paschi, che eviti un pi
ampio stress sui mercati, sembra un prerequisito necessario per la riuscita della ricapitalizzazione di
Unicredit. Data la sua dimensione e la sua attivit internazionale, se Unicredit andasse in difficolt ci
sarebbe una vera crisi.

Tu felix Austria Tu, Austria felice

Ironia della sorte, lAustria, tra tutti i paesi, lunico che sta resistendo allondata di populismo,
dando il voto a un anziano professore brontolone invece che a un ardente populista stile Trump.

Ma forse non dovremmo esagerare il significato della sconfitta di Norbert Hofer, che ha perso le
elezioni per un margine relativamente ridotto: 52% a 48%. Ha perso perch lintero establishment
austriaco, tranne una piccola sezione del centro-destra di VP, si schierato col candidato vincente,
Alexander van der Bellen. Ma FP [il partito di Hofer], pi forte che mai nei sondaggi. Guardate
qui, FP indicato dalla linea blu:

Il 2018 lanno in cui ci dovrebbero tenersi le prossime elezioni parlamentari in Austria, e sar molto
difficile formare un governo contro lFP. Il presidente federale potr, teoricamente, rifiutarsi di
nominare un governo anti-UE e costringere a nuove elezioni. Ma non potr farlo per sempre e
qualsiasi tentativo di capovolgere la volont dellelettorato potr solamente sortire leffetto opposto.
Lelezione di Hofer avrebbe mandato un segnale negativo al resto dellUE, ma anche lelezione di
van der Bellen non consolante.

Su Der Standard, Michael Vlker ha osservato che i Verdi austriaci non trarranno beneficio
dallelezione presidenziale, cos come FP non ne sar danneggiato. Hofer ha perso perch non
riuscito a ottenere consensi al di fuori dellFP e del gruppo allargato dei suoi sostenitori. Vlker
crede perfino che le elezioni federali austriache potranno essere anticipate di un anno.

http://vocidallestero.it/2016/12/06/munchau-su-eurointelligence-bentornati-nella-crisi-delleurozona/

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Lepidemia costruita da Big Pharma: le
diagnosi sbagliate di ADHD
stato uno dei temi dominanti nella discussione sul TTIP e sul CETA lo strapotere delle
multinazionali. Non si tratta di una questione astratta, ma carica di conseguenze pesanti sulle nostre
vite. Questo articolo dello Scientific American denuncia un esempio della pressione delle aziende
farmaceutiche: la diagnosi gonfiata di malattie, in questo caso psichiatriche, per aumentare i profitti
sui farmaci. In Usa due terzi dei bambini cui vengono prescritti farmaci psichiatrici contro il disturbo
da deficit di attenzione/iperattivit (ADHD) probabilmente non ne hanno bisogno e si ritrovano ad
assumerli con tutte le conseguenze del caso senza soffrire della malattia. Una denuncia
impressionante, che solo uno degli esempi possibili: la iperprescrizione di farmaci da tempo
emersa come uno dei problemi peggiori della medicina nel mondo occidentale.

di Gareth Cook, ottobre 2016

Traduzione di Guglielmo, con la collaborazione della redazione

Secondo lAmerican Psychiatric Association, circa il 5% dei bambini americani soffre di disturbo da
deficit di attenzione/iperattivit (ADHD). E invece questo disturbo diagnosticato al 15% dei
bambini, molti dei quali sono sottoposti a un pesante regime farmacologico, con conseguenze che
durano per lintera vita. Questo il tema centrale del nuovo libro del giornalista Alan Schwarz, ADHD
Nation. Trovare una spiegazione per questo fatto ovvero come possa verificarsi che due terzi dei
bambini cui stato diagnosticato lADHD in realt potrebbero non soffrire di questo disturbo il
mistero al cuore del libro. La soluzione una schiacciante accusa contro lindustria farmaceutica, e
una descrizione allarmante di ci che viene fatto ai bambini in nome della salute mentale.

Lautore ha parlato con Gareth Cook, giornalista di Mind Matters.

Cosa lha spinta a scrivere questo libro?

Nel 2011, dopo aver passato quattro anni a fare luce per il New York Times sui pericoli legati ai traumi
nella National Football League e negli sport giovanili, cercavo un altro progetto. Avevo sentito che
gli studenti della scuola superiore nel Westchester, da cui provengo (appena a nord di New York),
sniffavano Adderall prima dei S.A.T (Scholastic Assessment Test) per essere pi concentrati durante
lesame. Ero inorridito e volevo saperne di pi. Lho vista non come una storia di psichiatria
infantile, e neppure di abuso di farmaci, ma come una storia sulla pressione scolastica e sulle
richieste da cui i nostri figli si sentono schiacciati.

Quando ho esaminato la faccenda pi a fondo, emerso molto chiaramente che il nostro sistema
nazionale per il trattamento dellADHD andava completamente alla cieca in pratica, molti dottori
prescrivevano il farmaco senza fare particolare attenzione al fatto che il bambino avesse realmente o
no lADHD, e in seguito le pastiglie venivano comprate e vendute tra studenti che non avevano
nessuna idea di ci che stavano assumendo. Ho posto domande su questo fatto agli esperti ufficiali di
ADHD e di psichiatria infantile, e questi hanno negato che ci stesse accadendo. Hanno negato che
ci fossero molte false diagnosi. Hanno negato che i ragazzi vendessero e comprassero pastiglie.
Hanno negato che i tassi nazionali di diagnosi riportati dal C.D.C (Centers for Disease Control and
Prevention) in quel momento il 9.5% dei ragazzi tra i 4 e i 17 anni, ora l11% e la percentuale
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ancora in crescita fossero valide. In sostanza, hanno negato che ci fosse qualcosa che non andava
in assoluto nel settore. Alla fine, hanno negato troppo. Su tutto questo ho scritto una decina di articoli
in prima pagina sul New York Times tra il 2012 e il 2014.

In che senso lADHD unepidemia, e come stata costruita?

LADHD di per s non unepidemia- le diagnosi errate di ADHD sono unepidemia. Se il sistema
funzionasse in un modo tale da stare attorno al 5% di diagnosi, come le indicazioni ufficiali
dellAmerican Psychiatric Association suggeriscono, non saremmo in questo guaio. Ma il sistema
non funziona in modo adeguato, nemmeno lontanamente. Circa il 15% dei bambini americani
arrivano ai diciotto anni con una diagnosi di ADHD, il 20% dei ragazzi, e il 30% dei ragazzi che
vivono al Sud. completamente indifendibile. tempo di capire che anche se non si pu rimediare
a tutto ci, perch ormai quel che fatto fatto, bisogna migliorare il sistema per fare la diagnosi ai
bambini che realmente rientrano nelle caratteristiche del disturbo e per aiutare gli altri bambini in altri
modi. Molti bambini hanno problemi e necessitano di aiuto ma molti di questi problemi in molti
casi derivano da traumi, ansia, discordie familiari, poco sonno o dalla dieta, da bullismo scolastico o
da altro. Non dobbiamo abbandonarli. Dobbiamo aiutarli. Ma dobbiamo anche essere pi riflessivi
nel farlo, invece di diagnosticare loro automaticamente un disturbo mentale serio e che li accompagna
per tutta la vita.

Quanto a come questa epidemia stata costruita, chiaro che qualsiasi cosa lADHD sia, da
qualunque causa venga e in qualsiasi modo si manifesti nelle diverse persone, stata ingrandita molto
al di l delle ragionevoli proporzioni. Il disturbo pu esistere e deve essere rispettato senza che sia
erroneamente diagnosticato a milioni di bambini in pi. Non colpa del disturbo se gli adulti che
devono occuparsene hanno creato questo caos. Noi, gli adulti, lo abbiamo fatto diventare qualcosa in
cui non doveva essere trasformato.

Quale ruolo hanno giocato le aziende farmaceutiche?

Un ruolo assolutamente prevedibile. Noi siamo una nazione pienamente capitalistica, particolarmente
per quanto riguarda i medicinali, e lindustria farmaceutica ha grandi incentivi finanziari a produrre
farmaci che rispondano ai bisogni medici. Tutti noi ne beneficiamo sia che si parli dellAdvil che
ho preso la scorsa notte per il mal di testa, o della chemioterapia che ha fatto mio fratello 30 anni fa
a causa del Linfoma di Hodgkin. Non c nulla di sbagliato nel fatto che producano quello che le
persone vogliono. Il problema, nel mondo dellADHD e in altri in particolare nellambito della
psichiatria che le aziende si sono interamente impadronite del campo. Hanno inglobato tutti i
migliori ricercatori e medici del campo e hanno dato loro compensi a cinque, sei, addirittura sette zeri
per condurre studi che vanno tutti nella stessa direzione: lADHD molto pi diffuso e pericoloso di
quanto si pu pensare, i farmaci funzionano meravigliosamente e senza quasi effetti collaterali, e se
non diagnostichi e curi un bambino, lui o lei sar destinato alla sventura scolastica e sociale, a fare
incidenti in auto, a contrarre malattie veneree e molto altro.

Certo, tutti questi risultati ottenuti negli studi erano fondati su una piccola base di verit, ma sono
stati esagerati senza scrupoli proprio per spaventare dottori e genitori e spingerli a fare diagnosi e
dare farmaci ai bambini, senza gran riguardo al fatto che i loro problemi potrebbero non derivare
dallADHD, ma da qualcosa daltro, qualcosa di pi complicato, e qualcosa magari che meriterebbe
molta pi attenzione e cura di una compressa di anfetamina al giorno. Tutto questo stato orchestrato
nellalone di prestigio delle istituzioni accademiche facile cavarsela quando i medici che
conducono gli studi insegnano ad Harvard, alla Johns Hopkins e a Berkeley, con solo minuscole
postille in cui si dichiara che il loro lavoro finanziato dai fabbricanti di farmaci e ricompensato da
contratti di consulenza e divulgazione.
66
In seguito, a peggiorare le cose, le aziende farmaceutiche hanno usato questi studi per confezionare
messaggi pubblicitari, in ultimo rivolti ai genitori stessi, che descrivono in maniera sbagliata ci che
il loro prodotto , cosa cura, e cosa fa. Disgustoso, ma cos. Non vero che i farmaci per lADHD
consentono ai ragazzi di prendere i voti che si confanno alla loro intelligenza, che ci che
uninserzione pubblicitaria dellAdderall XR diceva ai genitori sulla rivista People (gli Stati Uniti
sono pressoch lunico Paese nel mondo sviluppato a permettere pubblicit rivolta direttamente ai
consumatori di farmaci venduti solo sotto controllo medico, come i medicinali per lADHD). Unaltra
pubblicit presentava una madre che, grazie ai farmaci per lADHD, poteva dire al figlio Sono
orgogliosa di te. Tutto ci disgustoso. Ma non c alcuna ripercussione per le aziende che lo fanno.
Tutti i farmaci per lADHD Adderall XR, Concerta, Vyvanse, Metadate o come si voglia chiamarlo
hanno ricevuto una condanna formale dalla Food and drug administration (Fda) per pubblicit falsa
e ingannevole. Tutti.

Il Dottor Keith Conners una figura interessante. Che cosa ritiene cos intrigante nella sua
storia?

lOppenheimer dellADHD. stato Conners, nei primi anni 60 alla Johns Hopkins, a condurre il
primo trial clinico ufficiale sulluso del Ritalin nella cura di bambini indisciplinati (gli studi furono
finanziati dal produttore del Ritalin, la CIBA.) I risultati furono incredibilmente interessanti questo
farmaco aiut alcuni bambini che avrebbero potuto non riuscire a ricevere uneducazione ragionevole,
n a vivere una vita familiare decente, a imparare a seguire le regole e prestare attenzione in un modo
che ha trasformato le loro vite. Questi risultati hanno aiutato a spingere la ricerca verso ci che allora
era chiamato Disfunzione neurologica minore o Reazione ipercinetica dellinfanzia, e furono nuovi
farmaci efficaci nel trattamento per ci che noi ora chiamiamo essenzialmente ADHD. Conners
divent un campione nella diagnosi e nel trattamento, cur bambini nella sua universit e nella clinica
con cui collaborava, svilupp una scala di sintomi per aiutare altri clinici a identificare e trattare il
disturbo e lavor per quasi tutte le aziende farmaceutiche a condurre trial clinici su nuovi e migliori
medicinali. Tutto ci fu fatto in buona fede e per il beneficio dei bambini. Ma durante gli anni 80,
90 e 2000, era cos focalizzato su questi onesti fini che non prest attenzione a come il settore stava
completamente andando fuori strada. Non aveva realizzato di che cosa era diventato parte. Ora se ne
reso conto, e definisce le diagnosi sbagliate di ADHD un disastro nazionale di proporzioni
pericolose.

Lei descrive questo problema come una frittata ormai fatta. Qual la strada per il futuro?

Non c alcun modo di contenere le diagnosi di ADHD attorno al 5% che lAmerican Psychiatric
Association definisce appropriato, o magari attorno al 7 o all8% includendo le persone che riescono
a convivere con il disturbo (nessun sistema che implica una diagnosi soggettiva, come nel caso dei
disturbi psichiatrici, sar mai perfetto, e non possiamo aspettarcelo). Ma all11% di bambini e ragazzi
che attualmente hanno trai i 6 e i 17 anni gi stato detto che hanno lADHD da un medico, e nel
momento in cui arriveranno allet del college questa percentuale raggiunger il 15%. Fanno parte
dello zeitgeist medico e culturale, in parte perch i bambini che hanno avuto la diagnosi sono in cos
grande compagnia, e in parte perch i farmaci li aiutano, in generale, a comportarsi meglio a casa e a
scuola. Tutto ci molto seducente per i genitori, i dottori, gli insegnanti e per chiunque si preoccupi
dal comportamento dei bambini.

Che ci si creda o no, io direi che qualsiasi sorta di cambiamento improvviso nel trattamento
dellADHD, qualsiasi significativa avversione nel permettere la diagnosi, nuocerebbe ai ragazzi che
realmente rientrano nel disturbo e che beneficerebbero dei trattamenti non possiamo reagire in
maniera sproporzionata. Ci che semplicemente dobbiamo fare essere pi riflessivi nelle diagnosi.
Ai genitori e ai medici deve essere spiegato chiaramente che un bambino che ha difficolt a stare
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attento o a stare seduto tranquillo a scuola, non ha, ipso facto, un disordine mentale permanente.
una cosa pi complessa. Ci vuole del tempo per trovare quello che meglio per ogni specifico
bambino.

Noi, gli adulti, dobbiamo andarci pi piano. Essere meno impulsivi. Prestare molta attenzione. Ci
che noi vogliamo dai nostri figli innanzitutto dobbiamo richiederlo a noi stessi.

http://vocidallestero.it/2016/12/03/lepidemia-costruita-da-big-pharma-le-diagnosi-sbagliate-di-adhd/

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Salvini sul FT: Le riforme di Renzi non
risolvono i veri problemi dellItalia
Il leader della Lega Nord trova spazio sul Financial Times, dove spiega la sua opposizione alle
riforme costituzionali di Renzi. Questa modifica non risolve i problemi dellItalia, che provengono
dalladesione a una moneta unica per noi cos penalizzante e dallimplementazione di politiche
economiche suicide imposte da Bruxelles. Al contrario, cementa la nostra sudditanza alleurocrazia,
che la principale causa dellattuale crisi bancaria italiana. Per risolvere i problemi delltalia,
stravolgere la Costituzione non servir a nulla, invece necessario liberarci dai vincoli monetari e
fiscali che impediscono alla nostra economia di rifiorire.

di Matteo Salvini, 02 dicembre 2016

Cosa succederebbe se il No dovesse vincere il referendum di domenica sulla riforma costituzionale


in Italia? Semplice: il paese andrebbe meglio, come successo al Regno Unito dopo il voto per la Brexit
e agli Stati Uniti dopo lelezione di Donald Trump. Le profezie di sventura sulle conseguenze di un
voto democratico contro llite italiana pura propaganda.

Se Matteo Renzi, il primo ministro, dovesse di conseguenza cadere, sarebbe solo colpa sua. Ha
scommesso il suo futuro politico su un pacchetto di riforme che non hanno nulla a che fare coi
problemi fondamentali che lItalia deve affrontare. La verit che dopo i governi di Mario Monti,
Enrico Letta e Renzi, la crescita economica anemica e non c alcuna luce in fondo al tunnel.

Fuori dallItalia, molti hanno creduto alla linea di Renzi secondo cui il referendum decisivo. La
verit, tuttavia, che le riforme che sta proponendo sono confuse, probabilmente inefficaci e
potenzialmente pericolose, perch implementano la sottomissione alle regole Ue. Il popolo italiano
lo capisce e mi aspetto che risponda con un No deciso.

Qualche turbolenza di breve periodo nei mercati finanziari potrebbe avvenire subito dopo, ma molti
investitori sarebbero pronti a investire in Italia se vedessero lopportunit per il Paese di lasciarsi alle
spalle i problemi cronici delleurozona. Il potenziale delleconomia italiana enorme ma non pu
essere realizzato allinterno della struttura attuale dellUnione europea.

Consideriamo il sistema bancario: dopo la crisi del 2008, le banche italiane erano le pi sicure del
mondo niente mutui subprime, nessun asset rischioso, nessun bisogno di salvataggio pubblico. Poi
il governo Monti ha iniziato a eseguire gli ordini della Ue e il risultato stato 13 trimestri consecutivi
senza crescita. La crescita dei crediti deteriorati era inevitabile in un contesto di recessione cos
profonda. Nel frattempo, si permesso ai problemi interni della banca italiana pi disastrata, il Monte
dei Paschi, di incancrenirsi. Inoltre, le nuove regole dellUnione europea sul bail-in hanno minacciato
di indebolire ulteriormente lintero sistema bancario.

Fino a quando Renzi rimarr al potere, o se il suo governo dovesse essere semplicemente rimpiazzato
da un governo fotocopia, le vere cause dei problemi italiani non verranno risolte. lUnione europea
che sta danneggiando lItalia, non siamo noi una fonte di contagio. Le fabbriche italiane e le piccole
imprese falliscono a causa della moneta unica disfunzionale. Leconomia arranca perch le suicide
regole Ue di austerit rendono impossibile lattuazione di politiche anticicliche. E la sicurezza dei
cittadini italiani messa a rischio da un politica insensata di frontiere aperte.
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LItalia necessita di un cambiamento profondo e radicale. I punti principali devono essere una
pressione fiscale pi bassa, una moneta che rifletta la reale velocit delleconomia, una profonda
revisione delle priorit di spesa che sposti le risorse dalla corruzione alla produzione, e dei rigidi
controlli sullimmigrazione. Il tempo delle parole vuote finito: dopo il referendum, si dovrebbe
andare alle elezioni.

http://vocidallestero.it/2016/12/02/salvini-sul-ft-le-riforme-di-renzi-non-risolvono-i-veri-problemi-
dellitalia/

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Der Spiegel: 118 milioni di cittadini europei
minacciati dalla povert
Mentre gran parte della stampa nazionale fa di tutto per gonfiare in maniera propagandistica
qualsiasi dato possa far gridare alla ripresa, lo Spiegel commenta uno sconcertante studio sul
crescente rischio di povert in Europa. Secondo la ricerca del Social Justice Index, la crescita
degli impieghi a basso salario alla base di questa inquietante statistica, con particolare rilievo per
i paesi dellEuropa del Sud.

Der Spiegel, 14 novembre 2016

in costante crescita il numero di cittadini europei che, nonostante abbiano un impiego a tempo
pieno, sono a rischio povert. Queste sono le conclusioni di un recente studio del Social Justice
Index 2016, finanziato dalla Fondazione Bertelsmann. Lo scorso anno questa percentuale salita al
7,8 per cento. Ci significa che milioni di persone nellUE sono sottoposte a un reale rischio di
povert, pur potendo contare su unoccupazione a tempo pieno. Tre anni fa questa percentuale era del
7,2 per cento.

Anche se alcuni paesi dellUE stanno mostrando una lenta ripresa rispetto alle conseguenze della crisi
economica e finanziaria, lo stesso non si pu dire dellimpatto che i mutamenti del mercato del lavoro
hanno avuto sulla vita delle persone. Sulla base di 35 criteri, i ricercatori di Social Justice Index
analizzano ogni anno sei aree di studio, tra cui povert, istruzione, occupazione, salute e giustizia
intergenerazionale.

Secondo il documento, un cittadino europeo su quattro alle soglie della povert o a rischio di una
qualche forma di esclusione sociale: in totale si parla di oltre 118 milioni di persone. Per i ricercatori
le ragioni vanno ricercate in particolare nella crescita dei settori a basso salario.

Laumento dei cosiddetti lavoratori poveri, ovvero delle persone con unoccupazione ma a rischio
di povert, preoccupa moltissimo gli autori della ricerca. Una crescente percentuale di persone alle
quali non basta un lavoro per vivere qualcosa che mina lintera legittimit del nostro ordine
economico e sociale, ha detto il Presidente della Fondazione, Aart De Geus.

Non solo la povert a essere identificata come una delle problematiche fondamentali in Germania,
da parte degli autori, ma anche la scarsa permeabilit sociale prodotta dal sistema educativo. Il
numero di persone che sono occupate a tempo pieno ma sulla soglia della povert in Germania
aumentato dal 5,1% del 2009 al 7,1% del 2015. Questo pone la Germania al settimo posto in Europa,
nonostante la Repubblica Federale sia la pi grande potenza economica del vecchio continente. Il
primo posto occupato dalla Svezia, mentre il fanalino di coda resta la Grecia.

In particolare nellEuropa meridionale sono i giovani a rischiare di essere lasciati indietro. In UE il


27% dei minori (sotto i 18 anni) sono a rischio di povert o esclusione sociale. In Grecia, Italia,
Spagna e Portogallo addirittura un bambino su tre a rischio di povert.

[I grassetti sono nostri.]

http://vocidallestero.it/2016/12/01/der-spiegel-118-milioni-di-cittadini-europei-minacciati-dalla-poverta/
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