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ELABORATO
AREA INCLUSIONE SCOLASTICA E BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
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Giovanni non vuole imparare? Massimiliano Falconi
4.3 Gli attori del processo formativo svalutante e punitiva dei genitori; a questo scopo
necessario un intervento volto a rasserenare i
a) Famiglia genitori, mettendo in atto comportamenti non
giudicanti ed evidenziando che il figlio, con
Nel caso di Giovanni la famiglia (come ci capita
l'adeguato metodo, pu ottenere risultati positivi.
spesso di osservare in situazioni analoghe) mostra
Inoltre occorre far comprendere loro l'importanza
una difficolt quasi insormontabile nel mediare
d'istituire una collaborazione con la scuola, nel
tra alunno e scuola (la madre, intervistata dalla
rispetto dei relativi ruoli e competenze, fornendo
psicologa, sostiene di non essere in grado di
tutte le informazioni necessarie (eventuali prassi
aiutare il ragazzo nei compiti o nel preparare la
di accertamento di disturbi specifici, misure
cartella perch lei stessa priva delle competenze
dispensative e compensative, tecnologie a
necessarie: lunico rimedio che conosce punire
supporto, ecc.) per accompagnare la famiglia nel
e sanzionare); dunque compito della scuola e
percorso di accettazione e risoluzione del
degli altri attori in campo, ascoltare la fatica
problema di Giovanni.
della famiglia e supportarla in questo percorso,
senza colpevolizzare nessuno. Nei casi di alunni b) Psicologo
con difficolt specifiche di apprendimento
frequente il fraintendimento di fondo del disagio In questo caso la presenza di un centro d'ascolto
che rischia in molti casi di venire scambiato per e di un operatore psicopedagogico che organizza,
svogliatezza, e questo determina un circolo pianifica e coordina questi momenti anche di
vizioso di accuse e recriminazioni che turbano la dialogo e confronto essenziale. Ritengo infatti
serenit dei rapporti famigliari e contribuiscono che di fronte al problema del dis-agio, come
ad incentivare il rigetto che l'alunno prova nei afferma Licia Zazzarini (Il cuore oltre l'ostacolo:
confronti dell'istituzione scolastica. Il caso conoscere e gestire il disagio scolastico, tra i
descritto tipico, in questo senso: la sorellina va materiali a disposizione del presente corso) la
bene a scuola, ovvero tranquilla, non d i scuola non vada lasciata priva del supporto di
problemi di Giovanni (risponde perfettamente professionalit specifiche e di tutto quanto il
agli standard su cui si basa il rapporto formativo). territorio riesca a mettere a disposizione dei
Il problema Giovanni, che oltre alle sue docenti e della famiglia.
specifiche difficolt deve competere con un
modello di alunno al quale non pu in nessun c) Docenti
caso assomigliare... (Ho in mente la domanda che
in genere lo psicologo della mia scuola utilizza per Per quanto riguarda il lavoro in classe, di sicuro gli
esemplificare simili situazioni: chiederebbe ad alunni difficili come Giovanni obbligano il
una persona con una gamba rotta di correre i docente a rimettere in discussione tutta la propria
cento metri?. Ma questo proprio quello che la metodologia didattica, mettendo al centro le
madre inesperta per sua stessa ammissione e proprie competenze comunicativo-relazionali
legata alla tradizionale immagine di scuola rispetto alla mera capacit di trasmettere saperi.
centrata sull'insegnamento sta chiedendo al Gli studenti come Giovanni, con un
ragazzo). comportamento che alterna il disinteresse alla
richiesta di attenzioni, spesso messa in atto con
Allora la famiglia stessa va supportata in questo sistemi provocatori (quello che, nella esposizione
senso, istituendo un dialogo proficuo in cui la del caso, viene descritto come desiderio di
scuola, nella persona dei docenti pi protagonismo), rischiano di generare da parte
direttamente implicati nel processo formativo, fa nostra risposte non realmente dialoganti ma
da ponte tra Giovanni e la percezione difensive: quelle che lo psicologo Thomas Gordon
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riconduce al linguaggio del rifiuto e che mirano dispersione cognitiva, come descritto nel caso in
soprattutto ad arginare Giovanni, a mettere delle oggetto, evidentemente occorre dare maggior
regole che vengono percepite come necessarie spazio al lavoro in piccoli gruppi, dove da un lato
per evitare che il gruppo classe intero risenta l'apporto di Giovanni possa venire valorizzato al
delle sue intemperanze. Esse, tuttavia, finiscono meglio (e che dunque vanno organizzati in questo
per determinare ulteriori barriere comunicative, senso), dall'altro lui stesso si senta accolto e
che nel caso di Giovanni sarebbero assolutamente responsabilizzato, cos da rispondere alla sua
controproducenti, oltre che inutili. Al contrario, richiesta di attenzione e protagonismo in modo
occorre promuovere l'ascolto attivo, che funzionale all'apprendimento, e da farlo sentire
dimostri all'alunno che ha la nostra piena parte di un contesto (quello del gruppo classe) dal
attenzione (esistono diverse tipologie di quale si percepiva estraneo, se non addirittura
atteggiamenti da assumere, anche attraverso rifiutato. Mettere lo studente in difficolt al
cenni non verbali, utili ad incoraggiare l'alunno a centro del processo formativo significa, dunque,
parlare, spiegarsi sentendosi compreso e non non solo adattare il programma (cio ridurlo,
giudicato), ma, soprattutto, gli chiariscano che al come spesso si tende a fare) sulla base delle
centro del rapporto formativo c' lui e non le sue minime competenze richieste: infatti, se prima
risposte, spesso inadeguate. non si lavora sull'autostima del ragazzo e sulla sua
4.4 Lo studente al centro avversione per tutto ci che richieda sforzo di
apprendimento, il rischio che il nostro Giovanni
Il nostro Giovanni ha innanzitutto bisogno di si sieda passivamente, aspettando un aiuto che,
sentirsi valorizzato come persona, non anche qualora giungesse (ad esempio
stigmatizzato per il suo rendimento o il suo semplificando allosso le verifiche, senza
comportamento che esula da una serie di adeguare il metodo didattico alle esigenze
standard di accettabilit con i quali non riesce a specifiche di Giovanni ma limitandosi a ridurre
misurarsi. La comunicazione, dunque, deve la richiesta, o chiudendo un occhio sulle sue
stimolare l'empatia e per questo necessario fare innumerevoli mancanze), non lo supporter nella
ricorso a tutte le tecniche utili a consentire la conquista della propria autonomia; laltro
chiarificazione ed evitare i fraintendimenti, pericolo, altrettanto insidioso per la costruzione
tramite ripetizione, parafrasi, verbalizzazione da parte di Giovanni di unimmagine corretta ed
degli aspetti emotivi sottesi ad un determinato equilibrata di s, che tiri al ribasso, dando per
messaggio e, infine, il sommario, che riepiloga e scontato che nessuno si aspetti di pi da lui e
collega insieme i contenuti del messaggio stesso, ricavandone ulteriori ragioni per sentirsi diverso e
restituendo tanto la parte cognitiva quanto quella inferiore. Occorre, invece, personalizzare la
emotiva. Questo perch il rapporto con alunni didattica introducendo metodi e strategie pi
che non vogliono imparare richiede uno sforzo coinvolgenti, partecipative e stimolanti.
ulteriore per integrare entrambe gli aspetti della 4.5 Il Consiglio di classe come team
formazione, cognitivo ed emotivo, che nella sua
percezione sono cos strettamente legati (il circolo Questo, tuttavia, rischia di risultare faticoso e
vizioso per il quale ci che mi comporta fatica e inefficace se ricade sul singolo docente, che ha la
fallimento demotivante e produce malessere, responsabilit di rispondere alle esigenze di tutta
ovvero dis-agio). la classe e non pu passare dall'esclusione di
Giovanni rispetto ad un modello standardizzato di
Il secondo passaggio quello di costruire un insegnamento-apprendimento ad una didattica
setting che favorisca l'apprendimento anche di centrata esclusivamente sulle sue esigenze;
Giovanni; se il ragazzo manifesta difficolt a occorre, invece, che il Consiglio di Classe agisca
concentrarsi in presenza del gruppo classe e come un team, che operi in modo trasversale
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rispetto alle esigenze formative di Giovanni. Si Giovanni. In un simile contesto formativo cambia
cercher, dunque, di calendarizzare fin dallinizio anche il ruolo del docente che diventa il regista
dellanno progetti ed attivit che agiscano tanto del processo, esercitando una leadership
su Giovanni quanto sul contesto relazionale di democratica capace di incentivare sia lo spirito
classe in cui Giovanni coinvolto. di collaborazione che le responsabilit individuali.
4.6 Lecosistema del gruppo-classe Questo porta a capovolgere la percezione che
Giovanni ha finora maturato della scuola come
Nella mia esperienza capitato spesso che alcuni luogo del giudizio e della fatica, trasformandola
problemi comportamentali dei singoli si siano in luogo della cooperazione, dove anche per lui
attenuati agendo sull'intera classe, vista come un c un ruolo in cui sentirsi utile e soprattutto dove
ecosistema i cui elementi sono cos strettamente nella persona del docente trova un facilitatore, un
interconnessi che al variare di una condizione, il tramite, un istruttore e non un mero
sistema intero reagisce modificando se stesso e sanzionatore. come nello sport: come mai
trovando nuovi equilibri. Gli studenti difficili in lallenatore di una squadra non viene mai
genere determinano da parte del gruppo classe o percepito come autoritario ma rispettato, tanto
un atteggiamento di critica e rigetto, se il disturbo pi severo, mentre a scuola questo non succede
particolarmente percepito e il gruppo molto e al contrario si tende a vedere nel docente il
coeso, o addirittura la trasformazione di tale responsabile della propria fatica? Eppure non
studente in un comodo capro espiatorio dietro capita spesso di sentire i giocatori di una squadra
cui nascondersi per godere dei vantaggi del caos di calcio lamentarsi perch il Mister ha
che tramite lui si viene a creare... A volte, appioppato loro delle ore supplementari di
intervenire per riequilibrare i ruoli allinterno allenamento per prepararsi meglio alla partita o
della classe e responsabilizzare i singoli alunni per punizione rispetto ad una performance
pu risultare la mossa vincente per avere risultati insoddisfacente Qual la differenza? Che il
positivi anche sul nostro Giovanni (che nella lavoro del Mister a capo di una squadra
classe gioca senza dubbio un suo ruolo, in genere percepito come finalizzato al conseguimento di
quello del buffone o del disturbatore cronico, un risultato che di interesse comune, mentre
etichetta che sarebbe bene gli venisse levata di molte volte il lavoro svolto a scuola (o per la
dosso quanto prima). Quindi occorre in primo scuola) appare estraneo, funzionale alla
luogo costruire un clima relazionale positivo soddisfazione del solo docente e non del gruppo.
all'interno del gruppo classe, prima ancora di 4.7 La fatica di cambiare
agire su Giovanni. La scuola spesso tende a
dimenticare che il rapporto non docente- ovvio che per mettere in atto simili interventi
alunno, ma deve tenere conto del contesto occorre una notevole flessibilit tanto nella
relazionale entro il quale gli alunni costruiscono la programmazione individuale del singolo docente
percezione di s tanto come singoli, quanto come quanto nell'integrazione tra gli interventi a
facenti parte di un gruppo. Sul piano della supporto del gruppo-classe o dell'alunno in
metodologia didattica, il cooperative learning difficolt; ci comporta la fatica da parte della
tra le modalit di lavoro che meglio rispondono scuola di ridiscutere l'ordine delle proprie
allo scopo perch spinge i ragazzi a lavorare priorit, ovvero di mettere da parte il dogma del
insieme per raggiungere obiettivi comuni, programma, con tutto l'elenco dei contenuti da
generando oltre ad una interdipendenza positiva, trattare entro scadenze predefinite, e centrare la
anche una interazione costruttiva che risulta propria azione sullo sviluppo di atteggiamenti
efficace per rinforzare le abilit sociali e improntati al rispetto, alla considerazione positiva
relazionali di tutti gli studenti, non solo di e alla valorizzazione dell'altro, per promuovere in
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lui la motivazione allo studio che oggi sempre pi problemi (ovvero che hanno capito le regole del
spesso manca. Occorre dunque passare (e questa gioco) ci siamo sentiti chiedere a cosa mi servir
la reale, immane fatica che spetta oggi alla questo la matematica, la letteratura, la storia,
funzione docente) da una concezione trasmissiva, ecc nella vita? Perch, ti verrebbe da dire
tutto sommato rassicurante perch quella cui loro, per caso ti servir conoscere a memoria le
tutti siamo abituati e nella quale noi stessi ci canzoni del tuo gruppo Pop preferito? O giocare a
siamo formati, ad una organizzativa e di supporto calcio (se, come capita nella maggior parte dei
che molte volte ci appare estranea e ci costringe a casi, non diventerai Cristiano Ronaldo)? Ma non
prendere atto dellimmane lavoro preparatorio puoi, perch alla fine hanno ragione loro. Nella
che comporta e della serie di variabili da tenere vita non serve quella cultura che ha come solo
sotto controllo (il lavoro del regista o del direttore scopo rispondere ad uninterrogazione o riempire
dorchestra superiore e richiede metodo ed la testa di dati. La testa ben piena di Morin.
esperienza in misura molto maggiore di quello dei
singoli attori o strumenti). una sfida che ci Nella vita serve finalizzare quelle conoscenze a
pone oggi il mondo delleducazione, non il singolo strutturare un s pi consapevole della realt che
studente in difficolt (spesso bollato come lo circonda, in grado di interagire con essa con
rompiscatole), perch se Giovanni il caso consapevolezza ed autonomia. Serve che ogni
estremo del disagio scolastico, di sicuro non docente, lavorando ad un progetto comune, in
sfuggito che in questi ultimi anni la scuola sta team con il Consiglio di Classe, con le risorse del
perdendo terreno sul piano della motivazione allo territorio, con le famiglie, sappia trasmettere la
studio. concezione di un sapere che serve nella vita,
che legato alla vita, che unitario perch le
discipline che lo compongono non sono a s
stanti ma interagiscono tra loro concorrendo tutte
5. DISCUSSIONE CONCLUSIVA
ad ununica preparazione generale e completa,
Edgard Morin afferma che quello che serve alla che finalizzata a far crescere cittadini del
societ della complessit non una testa ben mondo, in grado di abitarlo e comprenderne la
piena ma una testa ben fatta. Occorre dunque complessit su molteplici livelli.
superare il paradigma dei saperi tra loro distinti, il
pregiudizio di differenti conoscenze tecniche, ben Questo il dono che i vari Giovanni da noi
distinte tra loro e riservate agli esperti, per le incontrati in vari momenti della nostra carriera ci
quali si richiede una padronanza soprattutto rendono, in cambio della nostra fatica: la
teorica da cui i vari Giovanni delle nostre scuole necessit di rimetterci costantemente in
si sentiranno per sempre irrimediabilmente discussione, di uscire dallautoreferenzialit e di
esclusi. Giovanni, in effetti, la punta fare del sapere qualcosa che va ricreato e
delliceberg: dietro di lui che manifesta pi riproposto in ogni momento sotto molteplici
apertamente il disagio di uno scollamento tra aspetti e con diverse metodologie. Ci ricorda che
scuola e vita ci sono tutti gli altri, che magari non siamo tutti uguali e che sarebbe pigrizia (da
hanno capito come fare per riuscire, per avere parte nostra, e della peggiore) dare per scontato
successo nel rendimento (non difficile in un che ci che va bene per tutti vada bene per
sistema in cui quello che viene richiesto ciascuno.
ascoltare e ripetere) ma non sanno poi motivare
Il dono della diversit.
questo successo o inserirlo nella costruzione del
proprio s in tutti gli altri ambiti della vita.
Quante volte, anche da studenti bravi, come la
sorella di Giovanni, quelli che non danno
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Giovanni non vuole imparare? Massimiliano Falconi
INDICE
1. PREMESSA......................................................... 2
2. OBIETTIVI .......................................................... 2
4. DESCRIZIONE..................................................... 2
4.1 La sfida di Giovanni ................................. 2
4.2 Il ruolo del docente competente ............ 3
4.3 Gli attori del processo formativo ............ 4
4.4 Lo studente al centro .............................. 5
4.5 Il Consiglio di classe come team ............. 5
4.6 Lecosistema del gruppo-classe .............. 6
4.7 La fatica di cambiare ............................... 6
5. DISCUSSIONE CONCLUSIVA .............................. 7
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