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IMPIANTI ELETTRICI SBOBINATURE DI MOTZO GABRIELE.

LEZIONE 1

Gli impianti elettrici si occupano principalmente di produrre trasmettere distribuire energia elettrica a un
sistema di utilizzatori. Lenergia elettrica un servizio un po complicato perch segue sempre un equilibrio
tra domanda e offerta.

(vedi anche presentazione 2 Storia di terna e dellenel)

Tre furono le figure che spiccano per quanto riguarda la nascita dellenergia elettrica: in Italia Galileo
Ferraris, nel mondo abbiamo Tesla ed Edison. Galileo Ferraris fu linventore della macchina rotante e quindi
della possibilit di produrre alternata insieme a Tesla. Alla fine degli anni 800 si dovevano fare delle scelte:
cera la possibilit di scegliere tra la corrente alternata e la continua.

Edison era un sostenitore della corrente continua, Tesla che aveva inventato il trasformatore sosteneva
invece lalternata. Oggi i sistemi sono maggiormente in alternata chiaramente Edison perse questa sfida.
Precedentemente allinvenzione della corrente alternata gli impianti erano tutti in corrente continua con
dinamo e motori di piccola potenza, si usavano dei piccoli generatori di vapore a piccole turbine.

LEZIONE 2:

Definiamo quelli che sono oggi i sistemi in alta o in altissima tensione, media tensione e bassa tensione. I
sistemi in AT o AAT sono detti anche di terza categoria e hanno un tensione superiore a 30KV. Il valore di
riferimento si riferisce al valore efficace a frequenza a 50Hz della tensione concatenata cio la tensione che
appare tra due conduttori del sistema o meglio tra due fasi (i sistemi in alta tensione possono avere pi
conduttori per fase).

Il valore efficace non altro che lintegrale sul periodo della radice della somma dei quadrati di un assegnata
grandezza u(t)

1
= 2
0

Solo ipotizzando di avere una sinusoide perfetta si pu moltiplicare per 2, perch la tensione di isolamento
che devo considerare il massimo valore. Quindi se viene stabilito che un sistema a una certa tensione,
non ci si deve preoccupare non abbiamo dubbi che sia la concatenata.

1
E= tensione stellata tra fase e terra

V= tensione concatenata tra un conduttore e il neutro

I conduttori nei generatori o negli avvolgimenti di un trasformatore possono


essere messi a triangolo e il centro stella del sistema si pu generare prendendo tre impedenze e facendo un
collegamento a stella. A volte il centro stella non accessibile.

Se il sistema collegato a stella, si avr un centro stella rispetto al quale si possono misurare le tensioni. Se
non ho questo centro stella complicato farlo. Per questo motivo si fa sempre riferimento alle tensione
concatenate. Un sistema in alta tensione si definisce se la tensione concatenata quindi >di 30KV

Se si ha un traliccio come in figura 1, quello che ci deve preoccupare maggiormente, dal punto di vista
dellisolamento, per esempio per proteggerci da un guasto a terra, fare in modo che lisolamento che
separa il conduttore dal traliccio sia in grado di tenere la tensione. In questo caso si va a guardare la tensione
che vi verso terra quindi la tensione stellata.

Esiste una relazione che esiste tra tensione concatenata tensione stellata : E=V/3
Questo vale per i moduli e non per le fasi.

Le tensioni pi comuni utilizzate in Italia sono (132 150 220 380 )KV. In altri Paesi che si hanno
maggiori distanze da coprire si pu arrivare anche a 1000KV. Lalta tensione in italia sempre fatta da 3
linee, non c il conduttore di neutro.

La media tensione caratterizzata da un livello di tensione concatenata efficace che supera o eguaglia
1000V ed inferiore a 30KV. Anche in questo caso abbiamo 3 soli fili senza conduttore di neutro, il
conduttore pu essere unico, mentre in alta tensione i tre fili possono essere separati.

Ci che caratterizza la media tensione e che deve coprire un area inferiore e quindi un
carico inferiore. I livelli pi comuni per in Italia per la media tensione sono 15KV e
20KV (sono pi utilizzati allEnel). I 15KV li abbiamo maggiormente in Sardegna, i
20KV negli altri paesi. Si deve stare attenti quindi quando si fa una linea in Sardegna
perch i trasformatori utilizzati per una linea a 15 sono diversi da quella da 20.

La bassa tensione (sistema di prima categoria), ovvero quello che noi tutti utilizziamo, lunico sistema che
materializza il 4 filo, cio 3 fasi pi il neutro. Questo perch in bassa tensione non si hanno solo utenze
trifase ma anche monofase (la maggior parte degli elettrodomestici di casa sono alimentati da un sistema
monofase).

Se un sistema simmetrico ed equilibrato nel conduttore di neutro non passa


nessuna corrente e quindi pu essere tolto dunque si risparmia il costo del
conduttore. Al livello di alta tensione ragionevole pensare che i carichi sono
equilibrati perch li vedo da un livello molto elevato e dunque ci sono le
compensazioni quindi non ci rende conto se una persona accendo un
elettrodomestico o meno, si fa una media!

Questo vale in linea di massima anche per la media tensione, quando invece si
analizza la bassa tensione le cose sono diverse, abbiamo i sistemi monofasi in qualche modo la corrente deve
circolare proprio per questo motivo si utilizza il conduttore di neutro.

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Nella bassa tensione si hanno per questa necessit due livelli di tensione: nelle apparecchiature pi piccole
quelle alimentate da un sistema monofase 230 V, per quanto riguarda quelle trifase invece 400 V. in un
sistema di bassa tensione se quindi immaginiamo che tutti funzioni correttamente ovvero abbiamo un
sistema simmetrico ed equilibrato il neutro rispetto a terra deve avere una tensione pari a zero, la fase
rispetto a terra ha una tensione in valore efficace pari a 230 V, e invece la tensione che c tra una fase e
laltra 400 V.

In realt dato che i carichi monofasi sono tanti,(siamo molto vicino al carico, sentiamo il carico) c sempre
uno squilibrio tra le fasi, allora il neutro non vero che avr lo stesso potenziale della terra, infatti assume
un potenziale rispetto a terra: tanto pi grande pi elevato il grado di squilibrio tra le fasi. Possiamo ora
passare a schematizzare uno schema di rete:

Lalta tensione ha origine dai generatori, i generatori nella realt sono apparecchiature in grado di
trasformare lenergia dalla forma meccanica ad una forma elettrica, con tutta una serie di vantaggi di
efficienza (ci sono vari modi di produrre energia, noi usiamo un alternatore collegato a un motore primo con
una turbina elettrica, a vapore o a gas, un altro esempio di conversione la trasformazione della radiazione
solare in energia).

Lalternatore produce una tensione che di norma bassa, tanto che si parla di media tensione, quindi devo
interfacciare la media tensione con lalta tensione. Per quando riguarda lAT abbiamo un trasformatore
trifase ha il suo centro stella collegato a terra. Dallalta tensione passiamo poi alla media tensione e quindi
per passare alla media tensione utilizziamo un altro trasformatore. In questo caso il centro stella messo a
terra con impedenza.

Possiamo trovare sistemi che sono scollegati da terra (si usa in italia), sistemi in cui limpedenza una pura
resistenza, sistemi in cui limpedenza data da una reattanza, oppure caso il cui limpedenza formata da
un parallelo caratterizzato da un resistenza e un induttanza variabile (si usa in Italia). Lunica cosa che non si
fa mai in questo tipo di sistema e di non collegare direttamente il centro stella a terra.

La bassa tensione termina con un altro trasformatore caratterizzato di avere il primario a triangolo e il
secondario a stella (sempre). Abbiamo il centro stella collegato a terra direttamente , e notiamo la presenza
del quarto filo (per lalimentazione monofase).

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Esempio cagliari: servita da 5 cabine primarie dove sono presenti allinterno di ogni cabina due
trasformatori che hanno il compito di passare dallalta tensione alla media tensione vengono chiamati
anche trasformatore rosso e trasformatore verde. Da ogni cabina primaria escono almeno 10-16 linee e
queste 16 linee coprono lintera rete di cagliari che si collegano alle 5/6mila cabine pi piccole che
portano la corrente in bassa tensione a casa nostra.

In alta tensione la maggior parte delle linee sono elettrodi aerei, altrimenti cavo interrato. Se noi la tensione
la applichiamo a 150KV (livello di tensione che passa anche allinterno delle citt), si pu realizzare
utilizzando i cavi interrati, ma in linea di massima quando noi pensiamo allalta tensione pensiamo ai tralicci
e quindi alle linee aeree.

Esiste una motivazione fisica per questo fatto, per le lunghe distanza il cavo interrato non adatto, infatti
pu essere utilizzato per un massimo di 50-70 km di lunghezza (ricordo che stiamo parlando di corrente
alternata). Per la corrente continua il discorso diverso, vedi il collegamento della Sardegna con lItalia fatto
in DC su cavo. Per quanto riguarda la media tensione valgono le stesse cose, ma dal punto di vista tecnico
non abbiamo limitazioni di lunghezza per quanto riguarda i cavi. Anche per la bassa tensione valgono le
stesse regole, (pu capitare di avere anche la bassa tensione in linea aerea, semplicemente questi tralicci
hanno il compito di portare la bassa tensione esempio zone agricole).

Ci sono dei vantaggi ad utilizzare le linee aerea rispetto al cavo interrato. Primo vantaggio che essendo il
conduttore di due fili tra di loro linduttanza della linea diminuisce. Una linea la posso generare tramite delle
resistenze e induttanze, pi sono grandi R e L pi si hanno leffetto delle impedenze. Quindi per esempio la
tensione allinizio molto pi grande delle tensione alla fine. Pi grande limpedenza pi si sente questo
effetto.

Le linee aeree inoltre non hanno sistemi di protezione perch sono molto alte e quindi molto distanti da terra
e da noi stessi, laltezza minima 6 metri e tra conduttore e conduttore 1 metro. Per quanto riguarda i
cavi, questi ovviamente sono isolati pertanto non ci sar il vincolo di stare a 6 metri di distanza per sono
pi costosi rispetto alle linee aeree.

Per quanto riguarda le densit di carico che assorbono queste linee siamo intorno ai 6-10 MW per Km2 nelle
grandi citt, questo significa che il raggio dazione di una cabina di 100-200 metri. Nelle aere urbane ci si
aggira invece tra i 0,2-1Mw per km2 e quindi 500-900 metri per cabina.

Una domanda che ci si pone spesso perch ha vinto lalternata sulla continua? I sistemi inizialmente come
gi accennato prima nasce in corrente continua, Edison vedeva un futuro tutto in corrente continua e infatti
su questo pensiero perse almeno fino ad oggi. I sistemi si sono evoluti sotto la filosofia che lalternata era la
il metodo pi vantaggioso per distribuire lenergia.

Lalternata da questo punto di vista ha 2 grossi vantaggi: il primo e che funziona il trasformatore: per poter
far funzionare un trasformatore ho bisogno di un flusso magnetico alternativo. Linvenzione del
trasformatore ha rivoluzionato il sistema elettrico perch a parit di potenza si pu agire sulla tensione e
corrente, quindi riesco a trasmettere a grandi distanze energia utilizzando piccole quantit di corrente e
avendo quindi alti voltaggi.

Il secondo vantaggio di fatto linvenzione del motore asincrono trifase che lavora benissimo in alternata.
Infatti ancora oggi costituisce il 75% del carico mondiale. robusto, non ha parti striscianti quindi il motore
di fatto non si consuma e mantiene la sua integrit per un lungo periodo, inoltre sfrutta le leggi
dellelettromagnetismo viene alimentato da campi magnetici rotanti, non abbiamo pi lesigenza di
alimentare con pompe, caldaie ecc. (linventore fu Galileo Ferraris).

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Abbiamo anche un terzo punto: la corrente elettrica deve essere interrotta. Interrompere una corrente non
poi cosi semplice. Quando infatti si sale con lamperaggio non si riesce ad ottenere lo spegnimento semplice
della corrente come avviene per linterruttore della luce.

Supponiamo che si hanno due superfici di contatto, la parte fissa e la parte mobile dellinterruttore che si
vuole usare per interrompere la corrente. I punti di contatto devono essere ben compressi e serrati, vi sono
delle molle a riguardo che spingono la parte mobile e garantiscono che non via serraggio. Capita per che
questo problema si verifichi, ovvero la corrente riesce a passare attraverso di esse quindi possiamo dire che
linterruttore non funziona correttamente.

In questi casi occorre ridurre la superficie disponibile al passaggio della corrente, in questo modo aumenta la
densit e si causano forti riscaldamenti locali. molto importante in quel caso che i contatti siano ben
serrati, questo succede quanto linterruttore chiuso. Quando chiaramente si apre si iniziano a sentire gli
effetti di tale problema.

La corrente inizia a passare attraverso superfici sempre pi piccole, in caso di corto circuito si pu arrivare
anche a 4000 A. Questo porta ad un riscaldamento locale molto intenso, questo riscaldamento si determina
quando i contatti si allontanano sempre di pi e ci sono le condizioni fisiche e termiche perch si instauri
larco elettrico (gli elettroni continua a passare in un canale ionizzato che si forma tra i contatti).

Il fenomeno termico che si verifica molto importante per cui se larco elettrico si
sviluppa in quadro elettrico chiuso avremo sovrappressione che possono
determinare lesplosione del quadro. Dunque arriviamo a sostenere che la corrente
da sola non si spegne, c da dire che una corrente alternata quindi per un
momento passa per lo zero, in quel momento anche larco si estingue.

Questo fenomeno di autospegnimento dellarco viene sfruttato proprio dagli interruttori. Larco quando la
corrente passa per lo zero, si azzera. Una volta che larco si spento vi sono una serie di metodiche affiche
questo fenomeno non si presenti pi esempio iniettando olio minerale, gas, aria compressa ecc. Tutta questa
tecnologia si sviluppata negli anni e ha proprio il compito di spegnere le correnti di cortocircuito nellalta
tensione. In bassa tensione il fenomeno dellarco si presenta, ma in misura molto minore tanto che si annulla
da solo senza poi ripresentarsi.

La corrente continua presenta tanti vantaggi: le induttanze valgono zero L=0 (corto circuiti) , le capacit
diventano irrilevanti perch come se avessimo un circuito aperto. Si annullano dunque gli effetti delle
induttanze e delle capacit e quindi si hanno meno cadute di tensione nelle linee perch contano solo le
resistenze e non si hanno correnti verso terra assorbite dalle capacit verso terra. Questo significa che a
parit di sezione dei cavi posso portare pi potenza, o che a parit di potenza uso meno conduttori.

Dal punto di vista dei motori ha un vantaggio legato alluso del motore in corrente continua di tipo serie che
un molto elastico, quindi consente di avere coppia, spuntare, pu essere utilizzato per la trazione elettrica
come treni autobus ecc. Sicuramente, per, il vantaggio pi grande della continua quello di riuscire a
trasmettere a lunghe distanze in cavo isolato (non linee aeree).

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Una linea la si pu rappresentare in linea di massima come una cascata di elementi cio con delle celle a
di resistenze induttanze e capacit. In parallelo alle capacit ci sono delle conduttanze perch il fenomeno
della dispersione verso terra si verifica sempre (se siamo in alternata). Se questa linea quindi molto lunga
la presenza di queste capacit risulta essere significativo e dopo 50-60 km non arriva pi nulla a
destinazione. Questo succede per i cavi, e non per le linee aeree questo perch la capacit verso terra della
linea in cavo molto pi grande della capacit verso terra di una linea aerea.

LEZIONE 3

AC TRIFASE vs AC MONOFASE.

Il sistema AC trifase pi vantaggioso rispetto al AC monofase. Ci sono una serie di motivi che spiegano
questa affermazione. Si devono distinguere due casi: uno quello dei cavi isolati e uno invece relativo alle
linee aeree. Sicuramente un fattore molto importante che da pi vantaggio il costo dellisolamento.
Analizziamo prima il caso dei cavi:

Abbiamo quindi un caso trifase che pu essere disposto in maniera differente caratterizzato ovviamente da 3
conduttori e il cavo monofase caratterizzato da due. Prima di fare un confronto equo devo chiaramente
mettere i due sistemi in modo tale che siano equivalenti e quindi devo confrontare il trifase con il monofase
a pari potenza trasmessa. Nel sistema monofase la tensione che si va a osservare la tensione tra la fase e il
neutro ovvero la tensione stellata intesa come al tensione che c tra la fase e il terreno (Vm).

Nel caso trifase si pu decidere di considerare un tensione Vm e una tensione Vc (tensione concatenata). Il
nostro isolamento deve resistere alla tensione concatenata che sicuramente pi grande di quella stellata. La
tensione concatenata quella che appare tra due conduttori di fase. Come gi detto per confrontare i due
sistemi devo far si che abbiano la stessa potenza. Posso scrivere dunque:

= 3 trifase

= monofase

= corrente trifase
3


= corrente monofase
3

6
3 2 = potenza persa trifase

22 = potenza persa monofase

Ho bisogno di pi rame del sistema monofase o trifase a parit di potenza con la stessa efficienza, con
stesso costo di isolamento?

Per rispondere a questa domanda impongo: voglio la stessa efficienza quindi: 3 2 = 22



Ma = (la resistenza inversamente proporzionale in base al conduttore che uso, l sar

uguale per i due sistemi perch sto considerando due porzioni di cavo uguale) quindi ->

3 2 = 2 2

Sostituisco al posto di It e Im i valori

3 | |2 2 | |2
=
|3|2 |3|2

Posso elidere i valori di Potenza, fattore di potenza perch appunto i due sistemi devono essere uguali, ora
bisogna considerare le tensioni Vc e Vm. Se questo sistema un sistema monofase alimentato con una
tensione stellata per lisolamento spender sicuramente di meno di un sistema trifase perch devo gestire
220 V tra i due conduttori. Se invece ho un sistema trifase la tensione che ci interessa la tensione
concatenata che invece 400 V. Quindi affinch i sistemi lavorino nelle stesse condizioni impongo che
anche il sistema monofase lavora a 400V Vm=Vc. Nellequazione quindi ora posso elidere anche i valori
delle tensioni. Ci rimangono solo i valori delle sezioni.

3 1 2 1
=
3 2 2
1 2
=
3

=
2
La sezione del conduttore trifase pari alla met del conduttore monofase. Si risparmi il 50%. In realt il
confronto meno sfavorevole perch bisogna ricordare che il risultato sul singolo filo, il sistema trifase ha
3 fili mentre il sistema monofase ne ha 2. Quindi per vedere veramente quanto risparmi posso scrivere:

indichiamo con St maiuscolo il quantitativo di rame che ci serve per il sistema trifase e con Sm maiuscolo il
quantitativo di rame che ci serve per il monofase si ha:

St=3st
3 3
St=3st= = = St =
2 2 2
Sm=2sm

Quindi il risultato finale St= Sm. Abbiamo un risparmio del 25% del rame (questo vale per i cavi).
Inoltre, miglioriamo le cadute di tensioni sulle induttanze che diventano pi piccole, non abbiamo invece
benefici sulle resistenze, questo in termini di trasmissione dellenergia e quindi accoppiamenti magnetici che
vengono rappresentati dalle induttanze e resistenze.

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Analizziamo ora invece il caso delle linee aeree. Anche in questo caso vogliamo che i due sistemi abbiano
stessa efficienza, stessa potenza, stesso fattore di potenza a parit di costi di isolamento. La situazione che
prendiamo in considerazione la seguente:

Anche in questo caso possiamo definire una tensione stellata e una tensione concatenata, Vm e Vc. Si
ragiona prima sul sistema trifase, tra la mensola e il conduttore ci sono delle catene di isolatori che sono
realizzate con materiale ceramico che hanno lo scopo di isolare la mensola dal conduttore. Il conduttore si
trova a un minimo di 6 metri da terra quindi c tantissima aria tra il conduttore stesso e il terreno.
Lelemento critico quindi non viene rappresentato da Vm ma bensi da Vc ovvero tra un conduttore e laltro
(distano 1 metro e mezzo)

Come primo pensiero quindi noi possiamo dire che la tensione Vc rappresenta lelemento critico, come tra
laltro nel caso precedente. In realt non cos. Il terreno molto pi vicino di quello che appare ai nostri
occhi, da un punto di vista geometrico dista si 6 metri ma da un punto di vista elettrico il terreno e il
conduttore sono vicinissimi perch il traliccio con il suo sostegno riporta il terreno fino al conduttore. Non ci
basta la distanza che c tra il conduttore e la mensola, dobbiamo inserire qualcosa che ci consenta di isolare
il sistema. Inseriamo delle catene di isolamento, tipicamente ogni elemento della catena di isolamento regge
a grandi linee 10KV.

La vera tensione critica nel sistema trifase in linea aerea la tensione stellata. Il fatto di avere la tensione
concatenata a distanza di un metro e mezzo non un problema perch laria in particolare laria secca riesce
a mantenere una tensione fino a 30KV per cm e quindi se il conduttore distano qualche metro questa
distanza e sovrabbondante per mantenere lisolamento.

Ai fini dellisolamento ci si deve preoccupare della tensione stellata ovvero la tensione concatenata diviso la
radice di 3. Se si vuole essere precisi e non si vogliono commettere errori, lisolamento in realt non si basa
sul valore efficace ma si basa sul valore di picco quindi andr a moltiplicare per radice di 2. Vale anche per i
cavi questo fatto. (prima non li abbiamo indicati).


2 = 2
3
Per il sistema monofase vale lo stesso, ho la tensione Vc e poi ai fini dellisolamento ci interessano le due
tensioni rispetto a terra. In linea di massima possiamo pensare che ogni conduttore si prenda met della
tensione concatenata quindi Vc/2. Lisolamento si dovr considerare come:

2

2

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Come nel caso precedente parit di potenza, parit di perdite quindi possiamo scrivere

3 | |2 2 | |2
=
|3|2 |3|2

Per eliminare le tensioni devo fare delle considerazioni: eguaglio la tensione concatenata del sistema trifase
con la tensione concatenata del sistema monofase e ottengo:

2
2 =
3 2

Quindi poi posso sostituire nellequazione precedente e si ottiene

1 1 2 1
=
2 4 2
3
1 3 1 2
= =
2 3
indichiamo con St maiuscolo il quantitativo di rame che ci serve per il sistema trifase e con Sm maiuscolo il
quantitativo di rame che ci serve per il monofase si ha:

St=3st
3
St=3st=3 = 2 = St =
2 2
Sm=2sm

Il risultato finale che il sistema trifase richiede complessivamente lo stesso quantitativo di rame di un
sistema monofase (linee aeree). C da dire per che la caduta di tensione sempre pi elevata nel sistema
monofase che nel sistema trifase.

Differenza trasmissione AC TRIFASE vs DC MONOFASE

Abbiamo appena visto che utilizzando le linee aeree in alternata si utilizza lo stesso quantitativo di rame. La
domanda che si pone ma se utilizzo una corrente continua monofase rispetto allalternata trifase cosa
succede. La domanda non ce la poniamo per i cavi perch abbiamo gi dimostrato che dopo 70km in
alternata non arriva pi nulla a destinazione.

Anche qui supponiamo di avere stessa potenza,


stessa efficienza e ragioniamo in termini di costi
dellisolamento. Abbiamo la tensione Vdc che
la tensione in corrente continua e lisolamento
di terra di questo sistema sottoposto ad una
tensione che possiamo pensare Vc/2. Non
poniamo 2 perch in corrente continua il
massimo e il valore efficace coincidono: gi il
valore di picco.

9
2
Per quando riguarda la trifase chiaramente la tensione riferita a terra sar 3 Vc. Eguaglio le due tensioni:

2
1) =
3 2

La densit di corrente la si ottiene dividendo la corrente per la sezione del conduttore 2):


= = =
3

Elimino le potenze perch sono uguali 3)

1 1
=
3

Sostituisco la 1) nella 3) e ottengo

22 22 3
3 = = =
3 3 22

Il risultato varia in funzione del fattore di potenza (ricordo che non altro che lo sfasamento tra tensione e
corrente e ci rappresenta il tipo di carico a cui ci riferiamo) in alternata (in continua non abbiamo il fattore di
potenza). Il caso pi semplice che possiamo analizzare quello in cui il fattore di potenza vale 1.
Se cos = 1 allora

3
=
22
3 3 1
= 2 = 2 = =
22 2 3 2
La formula generale nel caso pi generale quando cos diverso da 1

1
=
2
Pi il cos piccolo, pi il sistema in corrente continua vantaggioso rispetto al sistema in alternata perch
in generale servir meno rame a parit di corrente e potenza trasmessa. Quando il cos = 1 vuol dire che
=0 cio tensione e corrente sono in fase quindi pi il carico reattivo. In queste condizioni ho il massimo
risparmio quindi il 70% = 1/2

Il motivo per cui per non si utilizza la continua per la distribuzione dato dal fatto che lanalisi appena
eseguita fa vedere solo i costi delle linee, ma non vediamo i costi delle stazioni di conversione. Gli
utilizzatori vengono alimentati in alternata quindi utilizzando la continua dovremmo sempre prevedere una
conversione dalla continua allalternata e anche dal lato della produzione se vogliamo produrre potenze
importanti non possiamo produrre DC ma AC perch gli alternatori vanno a quelle potenze.

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Quindi a livello di produzione e di utilizzo utilizziamo lalternata. In mezzo potrebbe esserci il caso che sia
pi conveniente trasmettere in corrente continua (vedi sardegna Italia), in quel caso dovr utilizzare dei
convertitori che ci danno la possibilit di passare dalla DC alla AC. Possiamo evitare la conversione per
esempio nel caso di utilizzo dei fotovoltaici che producono trasmettono direttamente in continua.

LEZIONE 4.

COLLEGAMENTO IN SERIE O COLLEGAMENTO IN PARALLELO? (in termini di carichi)

Esaminiamo il caso monofase

In pratica in un sistema serie viene imposto il valore della corrente, uguale per tutte le apparecchiature. Nel
sistema parallelo abbiamo che le linee sono appunto derivate in parallelo. Quello che viene imposto o
comunque che si cerca di mantenere pi vicino al livello nominale la tensione. Ovviamente la corrente non
la stessa in tutti i tratti della linea perch allinizio del circuito avremmo la somma di tutte le correnti che
poi andranno a dividersi nelle varee linee (nel nostro caso I1+ I2).

Il sistema pi diffuso il sistema parallelo (in casa per esempio tutte le apparecchiature sono alimentate
seguendo lo schema parallelo). Questo tipo di sistema ha prevalso per il semplice motivo per cui pi facile
mantenere una tensione, c sempre un minimo di variazione, +-10% (quando colleghiamo molti carichi se
per esempio siamo in una casa di periferia o in campagna notiamo proprio come la luce tende ad abbassarsi).

Il sistema serie viceversa pi complicato. Se si mettono in serie degli oggetti molto pi difficile
mantenere la corrente costante, perch devo trovare il valore esatto (della corrente) in modo tale che tutte le
apparecchiature funzionino correttamente. Ognuno di questi apparecchi si prende una quota di tensione della
totale che si pu calcolare con un semplice partitore di tensione. La tensione su ogni apparecchio
chiaramente dipender dal valore della resistenza interna dellapparecchiatura.

Se si mettono esempio tre apparecchi ognuno avr un terzo della tensione. Ma se sono delle lampade non va
bene che queste abbiamo meno tensione, significa che avremmo meno luminosit. La lampada si aspetta 230
V, se ne riceve un terzo il flusso luminoso scender col quadrato di 1/3, perch il flusso dipende dal
quadrato della tensione (1/9).

Per riuscire a far funzionare correttamente le lampade mettendole in serie, lunica cosa che posso fare e far
crescere V, se faccio crescere V, nel nostro caso di 3 volte, allora anche la terza lampada avvertir la
tensione che la far funzionare correttamente. Questo molto semplice se si pensa a un carico che prende
sempre la stessa corrente. Ma se le correnti variano, lassorbimento varia, allora dovr variare
continuamente la tensione V che permette lalimentazione a tutti i carichi costante. In questi casi vengono
utilizzati dei trasformatori a corrente costante. Questa processo veniva utilizzato un tempo, chiaramente le
apparecchiature dovevano richiedere sempre la stessa corrente.

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Il sistema serie molto complicato da gestire. Tuttavia viene utilizzato in qualche applicazione, per esempio
gli impianti di illuminazione, questi sistemi hanno tante apparecchiature collegate in serie e richiedono tutti
la stessa corrente. Se gli impianti di illuminazione si alimentassero in parallelo, in concomitanza del
generatore di tensione avr un valore di corrente molto alto, perch si ha la somma richiesta da tutte le
apparecchiature, quindi in termini di sezione di cavo si hanno diametri molto elevati. Per questo motivo si
preferisce il trasformatore di corrente costante.

Esaminiamo com fatto il sistema sardo.

Si osserva che due connessioni che


attraversano il mare: una la sardegna
corsica italia in DC, 500MW di potenza, il
secondo il cavo __________, capacit di
trasporto di 1GW. Di notte i carichi si
aggirano a 700 MW, che una quota che
viene coperta solo con leolico quando c
vento, ma solo la centrale della Saras
produce 500 MW e al diritto di lavorare 24
su 24, sicuramente questi cavi vengono
utilizzati quindi per esportare energia e non
acquisirla.

Nella rete di distribuzione lItalia ha 1800 cabine primarie, allinterno di queste cabine vi sono due
trasformatori che hanno una potenza in media di 20 MVA o 40 MVA. Le linee coprono un percorso di
360000 km e per quanto riguarda la proporzione il 60% cavo interrato il 40 in linea aerea (stiamo parlando
della distribuzione).

Le cabine secondarie sono circa 330000 circa 100000


sono dedicate a utenti MT (ovvero quelli che sono dotati
di cabina esempio facolt di ingegneria), le restanti sono
cabine pubbliche. Alcune cabine sono molto semplici:
sono dei trasformatori montate su delle mensole
appoggiate su un palo, e si chiamano appunto Posti di
trasformazione su palo (sono 140000 su territorio
nazionale). Le Cabine secondarie hanno una potenza
massima 2MVA e un minimo di 50 KVA. I pi comuni

sono 400- 800 KVA.

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Per quanto riguarda lalimentazione si pu parlare di alimentazione
diretta o alimentazione indiretta. La prima si riferisce al fatto che
abbiamo un generatore che produce in media e su quella produzione
direttamente si attesta il carico, e una condizione abbastanza rara di
alimentazione.

Molto pi comune avere una alimentazione indiretta cio lenergia


del carico arrivi attraverso un sistema di reti di trasmissione crescente
e decrescente fino allutente. (nel disegno primo schema
alimentazione diretta, il secondo indiretta).

Non esiste una schema di rete unico, questo vale soprattutto per lo stato di distribuzione, sono caratterizzati
da una maggiore differenza e di variet di schemi utilizzati. Quello che influenza tantissimo la natura del
carico, nelle zone rurali si hanno tipicamente esigenze di energia moderate e quindi si utilizzano schemi
semplici, viceversa nelle grandi citt si utilizzano degli schemi pi complicati. Tra gli schemi di rete
possiamo distinguere due principali: RADIALE o a MAGLIA oppure MISTO.

Quando si fa una pianificazione si devono raggiungere determinati obbiettivi:


1)qualit del servizio quindi garantire la continuit del servizio, si deve trovare una tecnica per trattare i
guasti (molto spesso avvengono nelle linee aeree per svariati motivi).
2)Economia ovviamente, abbiamo centinaia di km di cavi e quindi si hanno due tipi di costi: investimenti
per il rinnovo e investimenti per la gestione generale.
3)Semplicit nella costruzione e nella gestione significa incidere sui costi.
4) Flessibilit, concetto importante quando si sviluppa una rete, dobbiamo fare in modo che la rete che
costruiamo sia il pi possibile variabile in base ai cambiamenti che si possono avere.

Per quanto riguarda il concetto di qualit del servizio abbiamo affidabilit, qualit, e continuit che sono
aspetti essenziali per la progettazione del sistema. Qualit del servizio significa fare in modo che
effettivamente avere una tensione sinusoidale con la frequenza che ci aspettiamo. Non semplice perch si
hanno carichi distorcenti, tutta lelettronica digitale distorce la forma donda. Continuit viene distinta in
ragione alla durata (brevi, lunghe, e transitorie), il concetto migliorare ogni anno sempre di pi.

Come sono fatte le linee. Le prime linee che prendiamo in considerazione sono le linee in alta tensione,
quindi da 150KV in su. Si hanno diverse tipologie, la rappresentazione classica quella caratterizzata da due
mensole da un lato e una nellaltro. Terna attualmente sta montando dei tralicci molto meno impattanti
nellambiente di questi.

Il filo sulla punta del traliccio


non fa parte del sistema
trifase, il quarto conduttore
non isolato da terra ma
collegato a terra, (non ha
infatti catene di isolatori), si
chiama fune di guardia e ha il
compito di scaricare a terra le
sovratensioni che si possono
generare in casi pericolosi.

13
Le funi di guardia in alcuni casi sono state sostituite da delle fibre di vetro, il risultato
che questi cavi possono essere utilizzati per la trasmissione dei dati.

Slide es MT. Per quanto riguarda la media tensione possiamo avere tralicci di questo tipo

Si osservano due modalit diverse: un traliccio con la doppia catena di isolatori, il filo che si vede collegato
tra le due catene di isolatori si chiama collo morto, il filo consente di avere dei punti fissi sulla mensola.
Laltra modalit pi semplice: caratterizzata da un filo rigido (vecchie linee, figura di sinistra) e hanno la
tendenza a spezzarsi (in fase di sostituzione).

Le cabine di trasformazione ve ne sono di vario tipo. Abbiamo cabine


box, cabine allinterno degli edifici, cabine sopra dei pali (molto
piccole), cabine che si sviluppano dallalto verso il basso (cabine
vecchie che si trovano ancora nelle aree rurali).

Osserviamo come la linea viene distribuita. Abbiamo la linea di media tensione che parte dalla cabina
primaria, ad un certo punto si trova un trasformatore, normalmente viene inserito con lo schema che detto
entra ed esce, si osserva proprio che ci sono due sezionatori, la linea arriva se devo alimentare il
trasformatore lo si tiene chiuso, quindi energizzo e poi si chiude anche laltro (sezionatore) se voglio
alimentare ci che c a valle. Se nel caso la cabina il terminale di una linea in quel caso un sezionatore
sar tenuto aperto. (figura pag successiva)

14
Molto importante che ci sia un punto si sezionamento del trasformatore perch ovviamente se c un guasto
io posso isolare la linea che alimenta quel trasformatore e quindi si possono alimentare tutte le altre linee.

Per quanto riguarda la bassa tensione, abbiamo


due fili di rame (nudo), tenuti dal palo: questa
una linea aerea. Nella foto a sinistra invece
abbiamo un cavo tenuto da un cavo dacciaio, il
cavo isolato, in questo caso il conduttore non
portante.

Gli schemi radiali si trovano prevalentemente in bassa e media tensione. Questo tipo di schema presenta dei
vantaggi e degli svantaggi. Tra i vantaggi si ha che facile da gestire, semplice da costruire e costa poco.
Uno schema radiale se si analizza da un punto di vista topologico il minimo che posso fare per alimentare
tutti i nodi, cio se si vogliono raggiungere N nodi con un numero minimo di conduttori si ha bisogno di N-1
lati. Lo schema radiale questo scopo, quindi molto economico.

15
Come gi detto costruirlo facile, lenergia va da una cabina MT/BT se stiamo parlando di bassa tensione
AT/MT se stiamo parlando di media tensione. In linea generale si ha una cabina, una linea con tutta una
serie di cavi, la corrente che passa nel primo cavo la somma di tutti i cavi. Parlando economicamente
posso trattare questa corrente molto grande allinizio con un cavo di sezione pi grande, successivamente
nella secondo tratto sezione poco pi piccolo e cos via, in questa maniera si risparmia molto.

Per quanto riguarda gli svantaggi: abbiamo che lo


schema radiale stato nel tempo sempre di pi
modificato. Dobbiamo far fronte alla
compensazione dei carichi: possiamo immaginare
di avere dimensionato una linea con sezioni
decrescenti, se improvvisamente il carico cresce per
ipotesi (esempio una cabina che deve alimentare
nuovi negozi), questo fatto si ripercuote su tutta la
linea, se in quel campo la sezione era troppo
piccola viene danneggiata causando un guasto che
si ripercuote su tutta la linea.

La rete radiale quindi costa poco ma poco


flessibile. Anche la qualit del servizio
abbastanza critica, per esempio mantenere una
tensione per la crescita di un carico pu modificare
fortemente il livello dei tensione dei nodi che si
ripercuote su tutta la rete. Un altro aspetto
importante la continuit del servizio, cio cosa succede in questo schema se succede un guasto? Nel
passato (95-2000) in sostanza un guasto comportava due cose: inizialmente la disalimentazione di tutta la
linea perch il sistema sarebbe stato in grado di capire che cera un problema, quindi avrebbe aperto
linterruttore (lunico) di tutta la linea.

Dopo lapertura dellinterruttore le cabine primarie intuivano attraverso dei sistemi di controllo che era
successo qualcosa. Nella realt i sistemi sono molto sofisticati, i guasti sono tantissimi e temporanei, a volte
basta staccare e riattaccare lenergia e si ristabilisce la connessione (questo avviene soprattutto nelle linee
aeree). Se non si riesce a ristabilire la linea dopo aver staccato due o tre volte linterruttore il guasto significa
che permanente, in quel caso bisogna inviare un squadra e linterruzione poteva durare in quel caso anche
fino a 16 ore perch bisognava cercare il guasto su tutta la linea.

Da questo punto di vista quindi il sistema radiale non efficiente. Si osservato che circa l85% dei
disservizi dati agli utenti di bassa tensione sono fondamentalmente legati alla media tensione. Bisogna
quindi migliorare lefficienza per trovare il guasto e ripararlo il prima possibile, dobbiamo cercare di gestire
la rete nel miglior modo possibile, e un altro cosa importante, una volta trovato il guasto bisogna avere delle
alternative che ci permettono di alimentare la linea danneggiata.

16
La rete radiale quindi si evoluta, si hanno
degli schemi in cui le cabine primarie sono
affacciate tra di loro, si hanno dei punti di
connessione che sono normalmente tenuti
aperti perch vogliamo che la rete sia dal
punto di vista della gestione sia radiale perch
orami si basa su quello, si sono gi calcolate le
correnti di corto circuito, si hanno gi le
sezioni dei cavi ecc.

Dal punto di vista topologico la rete non pi


radiale perch attraverso degli interruttori posso alimentare i carichi con soluzioni alternative. Quindi schemi
a doppia alimentazione ecc.

Questa evoluzione ha portato a considerare


la rete radiale a una rete a congiungenti. Lo
schema che vediamo molto semplificato
(media tensione), ogni nodo entra esce
alimenta un altro nodo e poi c un tratto a
tratteggio che non viene sezionato e non
viene quindi utilizzato.

Non ci sono pi N-1 lati, ma ho un


vantaggio perch se avviene un guasto su
uno di questi lati, si pu isolare e si alimenta
tutti gli altri nodi chiudendo quel lato
dellalimentazione, si dice in sostanza che il
sistema diventa robusto alla N-1. Lo devo
sempre cercare il guasto e poi posso
alimentare tutti gli altri utenti.

La tecnologia ha portato a migliorare lefficienza su tali sistemi, se succede un guasto e si possono utilizzare
dei generatori mobili che alimentano temporaneamente gli utenti senza corrente, un altro punto stato quello
di inserire degli interruttori lungo linea e quindi non solo allinterno della cabina quindi questo vuol dire che
si riesce per un guasto che avviene nel bel mezzo rete non disalimentare tutto ma solo una porzione. Inoltre
stato inserito un sistema di ricerca del guasto in automatico e che riesce in molti casi a individuare il
problema e risolverlo senza fare apertura e chiusura. I guasti pi comuni sono i guasti a terra, questo tipo di
guasti si riesce a percepirli abbastanza facilmente con le nuove tecnologie, e la media di 2-3 ore per la
ricerca del guasto stata diminuita a solo qualche minuto.

Le reti di distribuzioni rimangono radiali anche se con una serie di difetti. Enel sta studiando delle soluzioni
per esempio con le reti a maglia. Di solito si fa la distinzione tra reti a maglia e reti magliate. Una rete a
maglia pu essere considerata una linea che attraversa diversi nodi che poi si richiude su se stessa, le reti
magliate nascono dallesigenza di avere gi reti esistenti quindi sicuramente ci sono pi reti magliate che reti
a maglia. Questo tipo di reti per hanno un problema: siccome tutto collegato assieme se si origina un
corto circuito va a influire su tutto il sistema. Anche i flussi sono complicati, perch lo stesso carico viene
alimentato da pi punti.

17
(vedi presentazione ruggeri per vedere le tipologie di rete: baking, spiga, a tela di ragno ecc)

Le reti a congiungenti la rete di riferimento. Si segue questo schema:

Abbiamo stazioni alimentate da cabine primarie e connessioni di emergenza. Le reti urbane sono fatte in
questa maniera. Queste reti hanno la possibilit che se si perde la possibilit di utilizzare la cabina primaria
posso utilizzare dei generatori ausiliari. Questi generatori ovviamente non hanno le stesse caratteristiche
delle cabine primarie quindi significa che quando la rete a congiungente funziona in modo ordinario va al
50% proprio perch devo fare in modo che nel caso in cui succeda un guasto devo garantire il
funzionamento su tutti i carichi.

18
LEZIONE 6

Uno dei lavori che riguarda tutta lingegneria sicuramente il proporzionamento dei componenti.
Lingegneria elettrica in particolare si occupa di proporzionare e di progettare i componenti in modo che
resistano alle condizioni di guasto e alle condizioni di ordinario funzionamento. Con riferimento ai guasti di
natura elettrica ci si occupa tipicamente ad affrontare problemi sulle correnti e sulle tensioni. In modo
particolare quando abbiamo dei guasti nel sistema elettrico si ha un aumento delle correnti e si presentano
anche delle sovratensione.

Per quanto riguarda invece il funzionamento ordinario dal punto di vista elettrico ci si preoccupa sempre
delle correnti e delle tensioni. I guasti sono fenomeni temporanei che si devono distinguere molto
velocemente, le condizioni di funzionamento ordinario sono quelle a regime e quindi quelle che si
dovrebbero verificare per tutta la vita del componente, il funzionamento ordinario prevede che il
componente possa funzionare in sovraccarico ma ovviamente queste aliquote non devono danneggiare la
macchina.

Il proporzionamento elettrico strettamente legato allaspetto elettrico. I conduttori saranno caratterizzati da


una determinata sezione ovvero la capacit di portare le correnti e eventualmente la capacit di interrompere
una corrente di guasto. Queste correnti passando nei conduttori scaldano gli elementi, bisogna fare in modo
che in condizioni ordinarie il riscaldamento sia sotto controllo.

Laspetto del valore della corrente legata quindi sia al fattore elettrico che al fattore termico. Un altro
aspetto puramente elettrico la capacit dellisolamento di tenere la tensione applicata, sia in condizioni di
guasto sia in condizioni variabili. Aspetto importante da non tralasciare il proporzionamento meccanico,
riguarda due aspetti, uno quello relativo al fatto che se utilizzo per la distribuzione dellenergia linee aeree
devo dimensionare meccanicamente i conduttori. Quindi questo significa andare a prendere in
considerazione le catenarie, i sostegni, e le fondazioni dei sostegni. Un filo sospeso si dispone come in
figura

Questa figura geometrica si chiama catenaria, dimensionare una catenaria significa dimensionare il
conduttore in modo tale che il filo che viene applicato non venga spezzato dalla sollecitazione meccanica.
Bisogna verificare il tiro applicato al conduttore. Il tiro dato dal peso del conduttore pi sollecitazioni
esterne (vento, ghiaccio), si raggiungo tiri di centinai di tonnellate.

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Vi anche un quarto parametro importante da considerare che la temperatura del conduttore. Questa
temperatura si, influenzata dalla corrente che circola ma in misura sicuramente maggiore influenzata
dallirraggiamento esterno. Si deve fare in modo che il conduttore non si spezzi dinverno ovvero quando la
temperatura si abbassa questo provocher un accorciamento e quindi un aumento del tiro. Viceversa in estate
con laumento della temperatura il conduttori tendono ad abbassarsi, la cosa importante sar controllare la
freccia che la distanza dal punto di sospensione al punto pi basso.

Una volta dimensionato il conduttore, bisogna dimensionare i sostegni (tenendo conto della distanza dei
conduttori perch non sempre si segue un percorso rettilineo quindi raggi di curvatura ecc), dimensionare il
traliccio (bisogna ovviamente fare in modo che il traliccio non sprofondi non cada ecc). Tutto questo
proporzionamento viene fatto da un lavoro in team formato da ing elettrici civili e meccanici. Un altro
aspetto che riguarda il caso meccanico sono le sollecitazioni dinamiche (lezione 5 fatta dal tutor).

Il nostro obbiettivo quello di trovare i parametri per le linee, i fili e i conduttori, ai fini di fare il
proporzionamento elettrico e termico in condizioni guasto e funzionamento ordinario. In questo corso lo
scopo quello di dimensionare una linea in modo che possa portare la corrente senza danneggiarsi. Per
parlare delle linee si deve fare riferimento ad alcuni aspetti che riguardano le componenti simmetriche.

COMPONENTI SIMMETRICHE.

Le componenti simmetriche si devono a Fortescue che nel 1918 studi delle tecniche di decomposizione che
sotto opportune ipotesi permettono di trattare sistemi trifase elaborando su elaborazioni di sistemi monofase.
Nella realt il sistema trifase, certo si pu sempre risolverlo con le leggi dellelettrotecnica ma da un lato si
complicano le cose (matrici molto grandi) dallaltro c una certa ripetitivit da un fase e laltra e quindi si
semplifica molto il lavoro.

Studiare un sistema trifase simmetrico ed equilibrato cio le tensioni e le correnti sono sfasate di 120 in
pratica un sistema monofase e lo studio delle componenti simmetriche ci dimostra tale fatto. Quand che
allora il sistema trifase diventa difficile da trattare? Ci sono due situazioni, una quella dei guasti, laltra
invece i carichi dissimmetrici. Esempio dei guasti: un albero che tocca un filo, quel guasto interessa un filo
lalbero e il terreno, ovviamente un condizione anomala perch come gi accennato il sistema trifase
lavora bene se simmetrico ed equilibrato, il guasto a terra il guasto pi comune e provoca dissimmetria.

Altro problema sono le dissimmetrie dei carichi. I sistemi trifase nascono per alimentare carichi trifase ma
moltissimi carichi alllivello BT sono monofase e allora attraverso una decomposizione opportuna secondo
la tecnica ha sviluppato Fortescue si riesce ad ovviare questo problema.

Si parte da una terna generica di fasori che chiamiamo a,b,c. Applicare la tecnica della decomposizione in
generale significa trovare una famiglia di coefficienti che permette il passaggio da a,b,c (3 fasori) a V1 V2
V3 che si vedono nel sistema.

La scelta dei coefficienti arbitraria, chiaramente si vanno a cercare dei


coefficienti tali da V1 V2 V3 hanno un senso e quindi semplificare i calcoli
e evitare la perdita di informazioni importanti legati ad esempio a aspetti
energetici. Quindi posso trovare i coefficienti C11 C12 C13 e cosi via,
questi coefficienti sono infiniti la soluzione del sistema, 3 equazioni 3
incognite, unica perch lineare.

20
Il lavoro di fortescue stato molto importante perch tra gli infiniti modi di decomporre ha trovato i
coefficienti sensati che non fanno perdere la fisica del sistema elettrico e che davvero semplificano di molto
i calcoli.

Prima di analizzare questi coefficienti ebbene dare qualche definizione. Quando parliamo di sistemi trifase
definiamo un sistema simmetrico diretto un sistema costituito da 3 fasori uguali tra loro in ampiezza e sfasati
luno con laltro di 120 che si susseguono il senso orario. Per riuscire a fare una rappresentazione compatta
della terna simmetrica diretta utilizzo un operatore che non altro che un numero complesso di ampiezza
2
unitaria e fase 3 . Questo operatore applicato ad un fasore lo fa ruotare di 120.

4
2 = 3
Propriet di { 3 = 2 = 1
8 2
4 = 3 = (3+2) =
Per quanto riguarda 3 =1 perch c 2 quindi fa un giro completo
2 2
Per quanto riguarda 4 = poich (3 + 2) : anche in questo caso si fa un giro completo e vale 3

un operatore che preso un fasore lo fa ruotare. Se si prende un fasore che sta sullasse reale Vd e lo si
4
moltiplica per 1 resta nella stessa posizione, lo si moltiplica per 2 ruoter di 3 , e se si moltiplica per
2
ruoter di 3 nel senso positivo delle notazioni quindi per gli ingegneri antiorario.

La terna simmetrica inversa invece caratterizzata dal fatto che i vettori si susseguono in senso antiorario.
molto importante conoscere il senso ciclico delle fasi, se una macchina in opposizione al funzionamento di
simmetria diretta o simmetria inversa non funziona.

Terna diretta: (modulo Vd uguale per tutti), una terna di fasori di ampiezza unitaria
rispettivamente 1, 2, in cui

Terna inversa, stessi oggetti della terna diretta solo che sono presi in senso inverso.

La terna cosiddetta omopolare invece caratterizzata dalla presenza di 3 fasori non solo uguali in modulo
ma anche in fase.

21
Una volta che si stabilisce una rappresentazione in tre terne (diretta, inversa, omopolare) si devono trovare i
coefficienti della matrice di trasmissione che permettono di decomporre una qualunque terna secondo una
schema qualunque.

E2 E1

E3

1 - - 2 non cambieranno mai, cambieranno le ampiezze dei fasori Vd, Vi, Vo e quindi i coefficienti.
Analizziamo il caso pi generale ovvero delle terne simmetriche: si vuole che il primo vettore di una terna
generica sia ottenibile dalla somma dei corrispondenti primi vettori di una terna diretta, inversa, omopolare
(1 equazione). La seconda equazione Vb cio il secondo vettore della terna deve corrispondere alla somma
dei secondi vettori; il secondo vettore di una terna diretta sar 2Vd, il secondo vettore di una terna inversa
sar Vi e il terzo vettore sar sempre Vo. Terza equazione per Vc avremmo Vd, 2Vi, e Vo.

= + +
{ = + +
= + +
C una particolarit delloperatore , se si somma 1 + 2 + cio i tre vettori di una terna simmetrica da 0.
Sommo membro a membro le 3 equazioni e si ottiene che:

Va + Vb + Vc = Vd(1 + 2 + ) + Vi(1 + 2 + )+ Vo(1+1+1) si ottiene cosi la componente omopolare:

+ +
=

Quindi dati 3 vettori divido per 3 ottengo la componente omopolare. Per trovare Vi e Vd eseguo un
operazione matematica. Moltiplico per 2 la seconda equazione e per la terza equazione, la soluzione del
sistema di fatto non viene modificata. Si somma membro a membro e si ottiene:

Va + 2Vb + Vc = Vd(1 + 4 + 2) + Vi(1 + 3 + 3) +Vo(1 + 2 + )

Ma 4 vale quindi Vd=0 anche Vo = 0 perch 1 + 2 + =0, 3 vale 1 si ottiene Vi + 2Vb + Vc= 3Vi
da cui si ottiene la componente simmetrica inversa:

+ +
=

Stesso procedimento per Vd solo che si moltiplica per la seconda equazione e per 2 la terza equazione:

Va + Vb + 2Vc= Vd (1 + 3 + 3) + Vi(1 + 2 + 4) + Vo(1 + 2 + ) da cui:

Vi + Vb + 2Vc= 3Vd e quindi si ottiene la componente simmetrica diretta:

+ +
=

Vo, Vi, Vd rappresentano quindi le tre terne simmetriche dati i vettori Va, Vb, Vc. Un osservazione
interessante che per avere la componente omopolare, la somma dei vettori V1, V2, V3 deve essere diversa

22
da zero. Tutte le volte che la somma dei tre vettori da zero (cio si ha a che fare con una terna pura), non si
ha componente omopolare.

+ +
=

+ +
=

+ +
{ =

Queste formule quindi noto un vettore o meglio una terna ci consentono di conoscere le sue componenti.
Ovviamente valgono anche le formula inverse

= + +
{ = + +
= + +
Queste formule note le componenti simmetriche ci consentono di ricostruire una terna qualunque di vettori.
Tutte le somme che si vedono sono somme vettoriali (fasori). Queste formule possono essere implementate
1
tramite delle matrici. Vi, Vd, Vo si possono esprimere come 3 che moltiplica una matrice che ha dentro gli
operatori Va, Vb, Vc. La matrice prende il nome di matrice di Fortesque.

Di decomposizioni come gi accennato prima se ne possono avere infinite, ma allora perch questa delle
componenti simmetriche cos importante. Attraverso questo metodo posso calcolare le correnti di corto
circuito in un sistema, ma anche le sovratensioni che si possono manifestare in un sistema quando c un
cortocircuito.

Si ipotizza di avere un determinato sistema. La rete sar accessibile attraverso i morsetti a,b,c ed sempre
descrivibile attraverso una matrice, in questo caso una matrice di impedenza [Z]. E ovviamente la matrice di
impedenza che note le correnti consente di ricavare le tensioni e viceversa

Si parte dalle componenti perch viene pi semplice:

23
Esiste un legame che collega le tensioni tramite la matrice di impedenza alle correnti, quindi esiste un
legame che collega le componenti diretta inversa, omopolare.

Se si alimenta un circuito con una terna di sequenza diretta, quello che accade che si vedr circolare solo
correnti della stessa sequenza, cio una terna di correnti di sequenza diretta, e non inversa o omopolare. Se
si applica una terna di sequenza inversa si avranno soltanto correnti della stessa sequenza e se si applica una
terna di tensioni omopolari dipende dai casi si pu o non si pu avere circolazione di corrente.

Quello che in sostanza stato detto che in un sistema trifase c un indipendenza che si
pu riassumere come

In generale il sistema fatto cos

Si ipotizza che i generatori costituiscano una terna di


sequenza diretta, ma non una convenzione. Se le tre
impedenze sono uguali sulle tre fasi il sistema risponder con
una terna di correnti di uguale sequenza (in questo caso
sequenza diretta).

Questo fatto inizia a non essere pi vero se si inizia a mettere


in conto il fatto che le linee in realt non sono perfettamente
simmetriche dal punto di vista geometrico (i conduttori non disposti ai vertici di triangoli equilateri.

In prima approssimazione consideriamo che questo non accada. Per poter determinare limpedenza di questo
circuito, in riferimento alla linea accessibile con tre morsetti e un conduttore di riferimento, utilizzo
Thevenin e Norton.

Si impone la corrente in una porta e si osserva che tensione appare dopo aver passivato tutti i generatori. Se
si applica Thevenin chiaramente per poter applicare il sistema si deve portare tutto su base corrente quindi si
deve applicare la corrente alla porta.

Quindi si passivano i generatori, e si impone una terna di


sequenza diretta di correnti e si misura le tensioni che
appaiono in quella porta (vedi frecce nel disegno). La
propriet del sistema tale che chi fa i calcoli non si deve
mettere il dubbio che pu comparire o meno una tensione
inversa o omopolare, per cui se si alimenta con una terna
diretta si avr soltanto sequenza diretta. La Zd, cio
limpedenza che si vede alla sequenza diretta la si pu ricavare da una fase qualunque, e sar il rapporto tra
la tensione che appare alla porta e la corrente in ingresso:

24

=

Il valore coincide con limpedenza delle linee, se si sta considerando un trasformatore coincide con la sua
impedenza di corto circuito etc. Per ogni elemento del sistema limpedenza della sequenza diretta ha un
valore ben quantificabile. indifferente quale fase vado a considerare perch se la corrente 2Id la
tensione sar 2Ed quindi gli 2 si semplificano.

In modo analogo si pu ricavare limpedenza della sequenza inversa, si tratta di applicare sulla porta la terna
di sequenza inversa, cio di scambiare la fase S con la fase T. Pi delicato il discorso della sequenza
omopolare perch se si vuole determinare tale impedenza si deve applicare una terna di correnti omopolari
alla porta dove si vuole conoscere limpedenza.

Io+Io+Io = 0

Le 3 omopolari danno luogo a una circolazione di


corrente diversa da zero. E allora ci si deve porre la
domanda: si pu ricavare per il circuito sopra
rappresentato limpedenza ompolare? Esiste?

La risposta: un circuito aperto. Il punto 1 un nodo, ci arrivano le tre correnti e nel nodo la somma delle
tre correnti deve essere ZERO. Importante: tutte le volte che si ha un sistema a 3 fili, senza punti di
richiusura verso terra non si possono avere correnti omopolari, perch qualunque superficie chiusa che si
prenda che attraversa quei tre fili, la corrente deve dare zero.

In un caso come questo, questo sistema non definito su base corrente se si rappresenta in tale modo,
perch non si possono imporre 3 omopolari ( un assurdo fisico). Questo significa che limpedenza
omopolare pari ad perch la corrente omopolare non pu circolare su questo sistema. Non sempre
cos, il valore dellimpedenza omopolare fortemente legato a come il centro stella del sistema si collega a
terra sul neutro. Si considera il nuovo schema

In questo caso abbiamo la connessione a terra, le correnti


omopolari potrebbero passare, a questo punto sar del tipo:

=

Dato che si ha la tensione Eo, si pu calcolare limpedenza
omopolare la quale molto legata alle caratteristiche interne del
circuito, e a come il circuito si collega a terra: se c un collegamento oppure il sistema flottante. A questo
punto si pu dire che si in grado di determinare limpedenza diretta, inversa e omopolare.

Il triplo bipolo lo si pu rappresentare attraverso delle matrici:

Si possono dunque calcolare le tre tensioni E1, E2, E3 alla porta con
le correnti I1, I2, I3 e una volta che si conosce la matrice
dellimpedenza si hanno tutti i dati.

25
La trasformazione in termini di componenti simmetriche ci da le
stesse informazioni ma in termini di tensioni dirette, inverse
omopolari. Leffetto di questa moltiplicazione di matrici quello
almeno a livello teorico di portarci ad una matrice di questo tipo:

Il risultato una matrice diagonale: per la struttura, per i valori che prendono le
matrici Z quando si parla di sistemi elettrici e per il fatto che si ha una certa
simmetria e che quindi Z12= Z21 Z13= Z31, quindi proprio per come fatta la
matrice Z.

Questo significa che: ogni sequenza di tensioni da luogo a


correnti sulla stessa sequenza. La tensione Ed collegata
alla corrente Id con lelemento Zd, la Ei alla Ii con
lelemento Zi, e Eo alla Io tramite Zo.

Questo succede nelle linee di trasmissione e nelle


macchine rotanti.

Di fatto come se si avessero 3 circuiti monofasi, un circuito per la sequenza diretta (dove c il generatore),
uno per linversa e uno per lomopolare. Quello della sequenza inversa e omopolare sono passivi in quanto
voglio solo sequenza diretta.

ESEMPIO GUASTO MONOFASE A TERRA.

Lo scopo dello studio quello di trovare la corrente di guasto (devo dimensionare in base a questa corrente,
scelgo le protezioni taratura ecc). La seconda cosa importante se il guasto altera le tensioni e quindi le
renda in una qualche modo dissimetriche o comunque elevate. (esempio di guasto a terra : albero tocca una
linea elettrica).

Ze rappresentano le impedenza di linea. Per semplificare le cose si suppone che il sistema abbia un
conduttore di ritorno e quindi il guasto a terra sar un cortocircuito verso quel conduttore. In molti casi il
conduttore di ritorno costituito dal terreno. Si hanno le tre correnti di linea I1, I2, I3 e le tre tensioni stellate
E1, E2, E3. Lobbiettivo ricavare le tensioni.

Ricavare E1 banale perch se il cortocircuito ideale la E1 vale zero. Utilizziamo per ricavare le incognite
le componenti simmetriche. Evidenziamo le condizioni di guasto

E1=0 I2=I3=0 Guasto monofase a terra.

Queste sono le relazioni che ci consentono di ricavare le relazioni tra le componenti simmetriche.

26
Quindi Io=Id-Ii. Il primo risultato che si ottiene dalla componente omopolare di guasto che la componente
omopolare di corrente uguale alla componente diretta ed uguale alla componente inversa. Questo fatto
indica che ci sar una corrente che deve fluire nel circuito quindi i 3 circuiti sono collegati in serie.

In questo circuito la somma delle 3 tensioni deve essere zero; se si trova


questo risultato si ha la certezza che sono disposti in serie.

Condizione di guasto: E1=0

Il primo vettore la somma dei primi vettori delle terne componenti


cio:

E1= Ed+ Ei+ Eo =0

E1= 0 per ipotesi perch un cortocircuito ideale.

La corrente che passa la stessa e la magli si chiude come nel disegno.


Si possono dunque calcolare tutte le componenti (diretta, inversa,
omopolare) nel punto di guasto. La prima cosa che si pu calcolare
facilmente la Id

Id=Io=Ii=
++

Questa relazione importante e porta a delle conclusioni interessanti. La corrente Id, o se preferiamo la Io,
direttamente legata alla corrente di guasto IG che poi coincide con la corrente I1. Lobbiettivo trovare la
corrente di guasto e siccome

Io=Id=Ii= = allora
3 3


Ig= 3Io= 3Id = 3Ii = 3 ++

Questo risultato si trova nel caso di guasto cio che la corrente di guasto 3 volte la componente omopolare
della corrente. Si ricavano ora le tensioni

Queste sono le tre tensioni della sequenza


omopolare, diretta, inversa dove si trova il guasto.
Quello che ci servono sono i valori per sono i valori
di E1, E2, E3.

E1= Eo + Ei + Ed = 0 peri ipotesi

E2 ed E3 li ricavo dalle solite formule:

27
E2= 2Ed + Ei + Eo

E3= Ed + 2Ei + Eo

Una cosa interessante che si ha una componente omopolare oltre che la componente di sequenza inversa.
Si partititi da generatori di sequenza diretta, al punto di guasto si trova una componente omopolare di
tensione e una componente omopolare di correte. La terna di tensioni stellate dove si verificato il guasto
non pi una terna pura.

Il fatto che sia comparsa una tensione


omopolare significa che le tensioni del
generatore coincidono con le tensioni ai
morsetti, quindi si ha una terna di sequenza
diretta. Quando avviene il guasto il centro
stella del sistema si muove e le tensioni si
squilibrano. La differenza tra il centro stella
che si aveva in partenza e la nuova
posizione del centro stella la tensione
omopolare, si avranno cos nuove tensioni stellate.

Se per ipotesi E1 va a zero il centro stella si sposter da 0 a 0 quindi le altre due tensioni stellate delle altre
due fasi diventano uguali alle tensioni concatenate. Compare inoltre una tensione omopolare data da 0 0.
Quindi la tensione omopolare una misura del guasto.

La tensione stellata pu diventare uguale a quella concatenata quindi a causa del guasto le due fasi vanno in
sovratensione. Questo tipo di studi consentono di capire due parametri di progetto importanti: la corrente di
guasto (per tutti i corto circuiti possibili) e le sovratensioni che si manifestano in un sistema a causa di un
guasto (le sovratensioni ci servono per dimensionare lisolamento).

28
LEZIONE 7

Il caso di guasto monofase a terra il caso di guasto franco, cio una resistenza nulla. Ora esaminiamo il
caso di un impedenza di guasto, in particolare linea trifase che alimenta un carico monofase.

In questo caso si hanno carichi squilibrati. Per aggirare questo fatto si pu immagine di dividere o meglio di
riportare limpedenza Z sulle 3 fasi.

Dal punto di vista circuitale il circuito equivalente a


quello precedente perch limpedenza della 1 fase
uguale in entrambi i casi.

Le altre due impedenze Z nelle altre fasi continuano a


non essere attraversate da corrente quindi e come se
non ci fossero.

Il motivo per cui si usa questa rappresentazione


dovuta al fatto che in questa maniera come se si
avesse un guasto monofase a terra franco. Le formule cambieranno ma ci si pu riferire allo stesso
fenomeno. Rispetto al caso precedente (dove erano presenti solo le Zl) si ha anche laliquota Z che si ha
aggiunto. Questo termine va aggiunto alla sequenza diretta, alla sequenza inversa e alla sequenza omopolare.

La corrente omopolare uguale alla Ii e alla Id: Io=Ii=Id (come nel caso
precedente). Questa volta per si ha anche 3Z.


=
+ + + 3
Una volta travata la corrente Io il circuito risolto, non una cosa banale,
non si pu sapere a priori che limpedenza di guasto, o limpedenza di un
carico monofase, dovesse pesare 3 volte nella soluzione.

Ig=3Io

Quindi se si vuole risolvere un circuito monofase alimentato da rete trifase ci si ricorda che lutilizzatore o il
guasto pi in generale ha una impedenza che pesa 3 volte. Questo fatto ci consente di trattare il caso pi
generale che quello di una condizione di dissimmetria non necessariamente generata da un guasto. Il
circuito rappresentato chiaramente lo squilibrio pi grande che si possa verificare: si hanno 3 fili e se ne
utilizza uno solo.

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CASO CORTOCIRCUITO BIFASE

Caso interessante quello di utilizzare un circuito trifase dove si utilizzano solo 2 fili. Per prima cosa prima
dellutilizzo delle componenti simmetriche si devono individuare le condizioni di guasto che si utilizzano
poi per scoprire come vanno collegati i circuiti monofasi equivalenti.

Il corto circuito (franco senza impedenza)


bifase come si vede in figura dato dal
collegamento tra fase 2 e fase 3.

Condizioni di guasto che si possono ricavare


1 = 0
subito:{ 2 = 3
2 + 3 = 0

La corrente I1 vale zero, la tensione E2=E3, la corrente I2 opposta alla corrente I3 perch attraverso lo
stesso circuito si crea la maglia e quindi la somma delle correnti allinterno della maglia deve essere zero.
Per quanto riguarda la componente omopolare si ha

1 + 2 + 3 0 + 0 + 0
= =
3 3
La corrente omopolare di corrente pari alla somma delle correnti, sostituendo i valori si trova che Io=0.
Questo fa capire che vero che ci sono 3 circuiti monofase ma uno di questi sar nullo (inesistente).

In riferimento alla terza condizione di guasto 2 + 3 = 0 si pu scrivere:

2 = 2 + + ( )

3 = + 2 + ( )

Si eguagli e si somma

2 + 3 = 2 + + + + 2 +

2 + 3 = ( 2 + ) + ( 2 + ) + 0 = 0 quindi

Id = -Ii

Ricapitolando Io=0; Id=.-Ii; Si utilizza la condizione numero 2 : 2 = 3

Si scrivono queste grandezze in funzione delle loro componenti:

2 + + = + 2 + si sottrae membro a membro

( 2 + ) = ( 2 + )

Ed=Ei

La componente di sequenza diretta uguale alla componente di


sequenza inversa.

Il circuito che riassume tali equazioni il seguente: la tensione Ed e la


tensione Ei sono uguali tra di loro infatti sono in parallelo, per quanto
riguarda le correnti si vede che le correnti Id e la corrente Ii sono

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entranti nello stesso nodo pertanto la loro somma sar 0. Quindi riassumendo il corto circuito bifase pu
essere schematizzato attraverso le componenti simmetriche da un collegamento in parallelo.

Valutazione delle correnti:



= =
+ +

= = +

La corrente I1= 0 ipotesi di guasto

La corrente I2=0 si ottiene dalla somma dei secondi vettori quindi

2 = 2 + + (si sostituisce i valori di Id e Ii trovati in precedenza)


= 2 = ( 2 )( )
+ + +
Dato che I2+I3= 0 chiaramente I3 sar opposta I2. | 2 | = 1 quind se si vuole calcolare il modulo della
corrente I2 (che poi il modulo della corrente di guasto) si avr:

3
| | =
| + |

3 perch moltiplicare la radice di 3 per Ev significa ottenere la concatenata, e quindi la formula ci dice in
pratica che questo circuito in particolare la maglia interessata dal cortocircuito eccittata della tensione
concatenata.


Nel caso monofase la corrente vale: Ig= 3Io= 3Id = 3Ii = 3 ++ (lezione 6)

Se anche si ipotizza una impedenza Zo molto piccola, non detta che la corrente di guasto monofase sia pi
piccola di quella bifase nonostante quella bifase sia alimentata da una tensione concatenata.

Si esamina ora il caso di un guasto non creato da un cortocircuito ma da un impedenza Z. Si pu evitare di


rieseguire tutti i calcoli utilizzando un trucco circuitale, cio si inseriscono sulla fase 1,2,3 un impedenza Z/2

Trucco

circuitale

Le due figure sono equivalenti, perch il risultato finale il medesimo. Sulla fase 1, qualsiasi impedenza si

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inserisce, non circola nessuna corrente e quindi e come se non ci fosse (valgono le stesse condizioni di
guasto del caso precedente). Le due impedenze sulla fase 2 e sulla fase 3 sono in serie pertanto sommandosi
danno proprio Z.

Se il sistema si presenta come in figura 2, si pu immaginare di studiare un corto circuito trifase netto tra la
fase 2 e la fase 3, nel quale la terna di sequenza diretta, inversa e omopolare sono incrementate di Z/2.
Pertanto se voglio conoscere la corrente della terna diretta Id ricordando che nel caso normale valeva

= =
+ +


Ora si deve aggiungere laliquota Z/2 quindi = = =
++ + ++

Come nel caso precedente il circuito delle omopolari non eccitato da questo guasto.

CASO IN CUI VI UN CONDUTTORE SPEZZATO.

Il sistema pu essere rappresentato con due sistemi collegati attraverso una linea. Il neutro c sempre in
alcuni casi pu essere rappresentati dal terreno. Nella realt non ci sono questi morsetti e questa
connessione, per pu tornare utile per poter rappresentare leffetto del conduttore che si spezza. Anche in
questo caso se si risolve il circuito con le componenti simmetriche serviranno le impedenze alla sequenza
diretta, alla sequenza inversa e alla sequenza omopolare.

Se si vuole vedere limpedenza alla sequenza diretta per esempio si devono passivare tutti i generatori
(thevenin) e si impone una terna di sequenza diretta (1 2 ). Si rilevano le correnti che circolano in tali
punti perch proprio nei punti AA BB e CC che importante conoscere limpedenza della sequenza
diretta. Si fa lo stesso procedimento per la terna inversa e omopolare.

Per le tensioni chiaramente se si apre il sistema rimarranno solo i generatori quindi se si applicano generatori
si sequenza diretta non pu che apparire una tensione di sequenza diretta. I circuiti equivalenti sono sempre
gli stessi. Rispetto ai casi precedenti cambia il punto di osservazione:

Condizioni di guasto

1 = 0
{
2 = 3 = 0
I1=0 perch il conduttore 1 interrotto, quindi
non pu passare corrente. E2=E3=0 perch non
sono interrotti e dunque ci sar passaggio di
corrente.

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I1 il primo vettore della terna quindi sar ottenibile dalla somma dei primi tre vettori: I1= Id+ Ii + Io = 0
(ipotesi di guasto). Questa un informazione su come si dovranno disporre i 3 circuiti monofase: in pratica
tale risultato significa che le 3 correnti vanno tutte nello stesso nodo e quindi chiaramente sar in parallelo la
connessione.

Per quanto riguarda le tensioni (terne dirette) si pu scrivere:

2 = 2 + + = 0

3 = + 2 + = 0 sottraggo membro a membro

2 3 = 2 + + ( + 2 + )

2 3 = ( 2 ) + ( 2 )

( 2 ) = 1 quindi

0 = =

Non si pu trascurare il circuito omopolare perch Io non nulla, quindi si deve ricavare un informazione
dalle precedenti equazioni.

2 = 2 + + = 0 siccome Ed=Ei

( 2 + ) + = 0

Dato che 1+2+ =0 // 2- = 1 // 2+ = -1 sostituendo

+ = 0 =

Ed=Ei=Eo i circuiti saranno collegati in questo modo:

Limpedenza Zd in serie sul parallelo delle due impedenze Z1 e Zo.

Quindi


=

+ +

Una volta che si calcola Id il circuito risolto perch si conosce come


Id si ripartisce nel parallelo.


= ; =
+ +
Travate Ii e Io si hanno tutti i parametri per risolvere il circuito
esempio si vuole calcolare la corrente I2

I2=2Id + Ii + Io

33
DETERMINAZIONE DELLE CORRENTI DI CORTO CIRCUITO NELLE RETI RADIALI MT/BT

Le componenti simmetriche ci servono per risolvere circuiti in condizioni dissimmetriche ordinarie nei casi
pi generali possibili. Nella realt difficile trovare sistemi simmetrici, gli utenti utilizzando i vari carichi
ovviamente producono distorsioni per questo motivo ci si rifa alle componenti simmetriche che semplificano
di molto i calcoli. Inoltre bisogna saper risolvere circuiti in condizioni di guasto e nella maggior parte dei
casi i guasti sono dissimmetrici, quindi anche in questo caso (le componenti simmetriche) aiutano a risolvere
tali problemi.

In alcuni casi per le componenti simmetriche non sono necessarie, per esempio nelle reti radiali di mt/bt

GUASTO TRIFASE : Si considera il seguente sistema.

Si hanno i 3 generatori, limpedenza Zt del trasformatore e un


Icc carico generico Zl. Ci si deve preoccupare cosa succede se
avviene un cortocircuito trifase, oppure se si fa un cortocircuito
trifase a terra (sono la stessa cosa). Sia che si risolve il circuito
con le regole base dellelettrotecnica sia che lo si risolve con le
componenti simmetriche si deve di fatto studiare un filo per
volta. La corrente Icc che passa nella prima maglia
semplicemente pari:


=
+

Se si sta cercando il modulo della corrente si avr | | =
|+|

In un sistema trifase simmetrico equilibrato trattare un cortocircuito trifase o cortocircuito a terra la stessa
cosa perch del neutro non si deve sapere nulla e quindi la corrente di cortocircuito la stessa che ci sia o
non ci sia il neutro. Quando si trattano questo tipo di sistemi, si ricorda che si trovano i valori delle correnti
di cortocircuito valutano le impedenze a monte del guasto.

GUASTO BIFASE.

Il guasto bifase interessa due fasi. Si osservi la prima maglia:


questa alimentata dalla tensione concatenata per cui la
tensione che si metter nella formula sar 3

3
| | =
2| + |

GUASTO MONOFASE

Il cortocircuito monofase per esempio pu essere rappresentato


come in figura. La corrente di guasto torna alla sorgente tramite il
neutro si deve tenere in conto anche dellimpedenza del conduttore.

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Si impone limpedenza del neutro uguale a quella di fase: un ipotesi che spesso non corrisponde alla realt
perch si possono verificarsi due casi:

-Che il guasto non sia sul neutro ma verso terra allora il ritorno delle correnti sar tramite il terreno e quindi
limpedenza del conduttore di ritorno non sar uguale a quella del conduttore di fase ma sar molto pi
gande perch si sta usando il terreno come conduttore

-se il guasto fosse di una fase sul neutro, non detto che il neutro abbia la stessa impedenza del conduttore
di fase. Se i conduttori sono di sezione molto piccola, si obbligati ad usarli uguali, questo lo impone la
norma. Per in un sistema trifase realizzato bene, le correnti che passano nel neutro dovrebbero essere
teoricamente zero o praticamente molto piccole. Allora al crescere della sezione, mantenendo sezione di
neutro e fase uguale avremmo dei costi maggiori. Le norme a riguardo consentono di avere una sezione pi
piccola del neutro rispetto a quella di fase, un tempo veniva assunta la met.

Questo fatto per deve essere usato solo quando comodo. Se si hanno dei sistemi molto squilibrati, quindi
il neutro si carica, allora siccome un sistema molto squilibrato indice che sicuramente qualcosa non va, si
deve cercare di spostare i carichi in modo da renderlo equilibrato. Si distinguono due casi rete BT per
distribuzione pubblica e rete BT realizzata da un utente.

chiaro che se si realizza una rete per distribuzione pubblica non si pu pensare che i carichi monofase
costituiscano un anomalia, quindi il neutro lo di deve dimensionare con la stessa sezione del conduttore di
fase. Se invece una persona proprietaria delle rete trifase, si far in modo, per risparmiare di rendere
equilibrato il sistema il pi possibile e quindi di dimensionare il neutro con sezioni inferiori.

Si deve andare a fare anche un'altra considerazione, perch la gran parte dei carichi sono non lineari,
computer, sistemi di controllo, regolazione delle pompe di calore ecc, tutti queste cose portano
inquinamento armonico e dunque frequenze superiori a 50 Hz. Molte di queste correnti armoniche vanno nel
neutro quindi buona cosa progettarlo con sezione met di quella di fase in condizioni di carichi lineari.

Quando i carichi non sono collegati si avranno pi squilibri allinterno del sistema, non si pu pensare per
che in una abitazione tutto funzioni bene se si mantiene tutto attaccato, quindi importante dimensionare il
neutro soprattutto in casi di non utilizzo della rete.

Tornando allesempio, cio neutro e fase della stessa sezione abbastanza semplice calcolare la corrente di
cortocircuito monofase, questa volta la tensione al numeratore ancora la stellata:


| | =
| + 2|

La corrente di cortocircuito monofase sar sicuramente pi piccola di quella trifase e bifase. Questo non
sempre vero per nei sistemi in AT.

35
LEZIONE 8

Per poter fare i calcoli dei cortocircuiti e pi in generale per poter fare tutti i calcoli di dimensionamento dei
componenti elettrici e della capacit dei componenti di funzionare in condizioni corrette, sia con riferimento
alle condizioni di normale esercizio, sia con riferimento ai guasti, si fa riferimento a dei modelli. Per quanto
riguarda le linee ci si pone la domanda: qual il modello pi adatto per rappresentare una linea?

In linea di massima si va alla ricerca di modelli monofase, sono molto utili, perch, chiaro che si trova un
modello monofase che dal punto di vista dei calcoli equivalente a ci che succede nella realt e nella realt
i sistemi sono trifase si risparmia tanto in termini di calcoli e di risoluzione del circuito. Ci sono sempre
delle ipotesi affinch ci si possa riferire a tali sistemi semplificati, queste ipotesi devono essere sempre
verificate (esempio simmetria del sistema e simmetria geometrica si vedr pi avanti).

I modelli di cui si sta parlando sono fatti in questo modo:

Questa che si vede in figura la rappresentazione del modello pi semplice, doppio bipolo a : r,l,c,g sono
rispettivamente la resistenza, linduttanza, la capacit, la conduttanza. Questi parametri sono riferiti allunit
di lunghezza quindi variano per chilometro di linea (infatti sono indicate con le lettere minuscole), se quindi
si considera una linea lunga 10km si moltiplica il parametro per 10. Il modello rappresentato cosiddetto a
parametri concentrati, perch 1km,10km,100km di linea si rappresentano sempre con un unico valore di
r,l,c,g.

Questo circuito rappresenta lintero sistema trifase, ma come si vede


monofase. Le tensioni e1, e2 che si vedono in figura sono le tensioni stellate.
Per capire il significato di un modello monofase si suppone che la linea si
estremamente semplice: le resistenze, le capacit, conduttanze siano tutte
trascurabili. Trascurare le resistenze non poi cos irreale, nelle linee di
trasmissione, il valore della resistenza veramente trascurabile.

Si suppone dunque che vi siano solo le induttanze: si parte dalla realt quindi si considera un sistema trifase:

Si ha un sistema di tre fili, percorsi da tre correnti


alimentate da una terna di tensioni simmetrica diretta,
e saranno accoppiate magneticamente tra di loro, nel
senso che si avr lautoinduttanza per esempio laa
relativo al conduttore a, poi si avranno due
coefficienti di muta induzione che rappresentano ci
che gli altri due fili percorsi dalle correnti Ib e Ic
sono in grado di determinare sul conduttore a.

La tensione Ea sar uguale a:

36
Il primo un contributo di autoinduzione, e gli altri due sono di mutua come gi accennato. un sistema
trifase di fatto: la tensione che si trova sul conduttore a, (impressa da un generatore), deve essere uguale alla
somma delle cadute di tensione che si manifestano sul conduttore. Rimangono solo gli accoppiamenti
induttivi per ipotesi di semplicit.

Quello che succede nella fase a, dipende dalla corrente che passa nella fase a, ma dipende dagli
accoppiamenti di mutua induzione anche da quello che succede nel conduttore b e nel conduttore c. si
possono ripetere la stessa equazione di Ea per il conduttore b e c. Si devono fare altre ipotesi per arrivare
chiaramente a un sistema monofase.

Lipotesi che si pu fare in primis sicuramente che i conduttori a,b,c non siano disposti geometricamente
in modo arbitrario ma seguono una certa simmetria geometrica, per esempio a forma di triangolo equilatero,
e allora se seguono questa geometria non c ragione che i coefficienti di muta induzione siano diversi tra di
loro, perch linduzione di a verso b uguale a quella di b verso a , ma anche verso c.

Il coefficiente di muta induzione dunque uguale per tutti. Vista la simmetria geometrica anche i
coefficienti di autoinduzione possono essere considerati tutti uguali tra di loro. Quindi lequazione diventer:

Il sistema ancora trifase, si hanno ancora 3 correnti e non quindi monofase dove si rappresenta il tutto con
la corrente del conduttore di interesse. Si deve fare un'altra ipotesi:

in altre parole si ipotizza un sistema privo di correnti omopolari, la somma delle tre
correnti di fase dovrebbe dare in teoria lomopolare.

Questa condizione sempre verificata quando non ci sono guasti, se c un guasto chiaramente il filo che va
a terra assumer un certo valore e quindi la somma delle tre correnti pu essere diversa da zero. Il modello
che si sta costruendo vale dunque per situazioni dove non ci sono guasti (situazione pressoch irreale). Se il
sistema perfettamente equilibrato (carichi tutti uguali nelle fasi, non ci sono guasti) il modello vale.

Si pu fare un operazione matematica

Quindi sostituendo nella precedente equazione di fatto si trova:

Il risultato un modello monofase, si nota la presenza della sola corrente Ia. La tensione Ea dipende soltanto
dalla corrente che passa sulla linea, si riesce ad esprimerla in funzione della sola corrente che passa sulla
linea, con un coefficiente l che assomiglia a un induttanza ma non un induttanza di linea, qualcosa di
diverso, perch ottenuto da (l-m) cio dal coefficiente di autoinduzione meno il coefficiente di mutua.

La quantit l dal punto di vista dimensionale sono mH, cio il valore riferito alla linea ma porta
informazioni anche delle altre due linee che sono i coefficienti di muta. Quindi il punto come si calcola l e
sotto quali condizioni si riesce a trovare un modello monofase equivalente, e anche che cosa avviene se
qualcuna di queste condizioni viene a cadere.

Attenzione il modello a parametri concentrati non pu essere utilizzato per tutte le linee, questo modello pu
essere utilizzato per linee particolarmente corte, nellordine di lunghezze della media tensione, e con livelli
che non superino la media tensione. In altre parole i sistemi di alta tensione non possono essere rappresentati
da i modelli a parametri concentrati, ma vengono utilizzati altri modelli che prendono il nome di modelli a
parametri distribuiti.

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Quando le linee sono lunghe e il sistema in bassa frequenza (50hz viene definita bassa frequenza), su linee
di lunghezza lunghe si vedono effetti di propagazione, ci vale a dire la tensione viaggia come un onda, non
tutti i punti della linea avranno istantaneamente lo stesso livello di tensione e addirittura alla fine della linea
si potr verificare il fenomeno della riflessione quindi sovrapposizione di onde. Questo fenomeno di
propagazione non si pu risolvere con il circuito appena visto (appena si da tensione tutti gli elementi
rispondono con lo stesso livello di tensione). Si utilizza uno stratagemma:

Si rappresenta un pezzo infinitesimo di linea caratterizzato da una lunghezza dx. Per arrivare dallinizio alla
fine della linea bisogna mettere in cascata una serie infinita di elementi infinitesimi. Gli elementi r,l,c,g sono
sempre gli stessi, sono quelli che si calcolano per una linea normale. La differenza sta che si utilizza un
operazione di integrale, e questo integrale evidenza una soluzione nella quale la propagazione non c.

Esempio molto banale, quando si accede la luce a casa non si vedono cose che succedono in modo diverso
lungo la linea, al limite si possono avere percezioni quando si accendono le luci delle scale di un
condominio molto lungo, si accendono in cascata, ma questo non dovuto alla propagazione ma un effetto
di componenti che devono eccitare le singole lampade finch la prima lampada non va a regime non
arriva tensione alla successiva ed qui il perch dei ritardi. Risolvere lequazione di tali sistemi (ovvero
dellalta tensione) si far in un corso della magistrale. Lequazione prendo il nome di equazione dei
telegrafisti per le reti di trasmissione.

Il nostro scopo di calcolare r,l,c,g nei modelli a parametri concentrati utilizzati


in bassa e media tensione.

Questo modello va molto bene per le reti di


distribuzione: abbiamo gi visto prima che per le linee
molto lunghe la resistenza e le capacit verso terra si
possono trascurare

Questo fatto in alcuni casi pu portare a dei paradossi. Si pu fare un esempio per fare chiarezza:

Questa che si vede la rappresentazione di una persona che


entra in una cabina e mette le mani su un conduttore o su una
fase pi in generale. Il sistema in media tensione quindi si
deve supporre che le capacit verso terra siano trascurabili,
sono molto piccole e quindi fanno passare una corrente
molto debole.

A quanto corrisponde questa corrente molto debole?

Una persona resiste a una corrente per un tempo indefinito


che pari a 10 mA. Se il circuito che si vuole studiare
quello di sinistra (senza capacit) lomino non muore! La
corrente per circolare ha bisogno di percorsi chiusi pertanto
luomo percepir si una corrente ma non sar fatale. In questi casi il sistema si chiama a neutro isolato.

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Quindi il circuito in figura senza capacita pu essere una buona rappresentazione di quello che succede in
bassa tensione; se invece si inseriscono le capacit si ha una rappresentazione di quello che succede in media
tensione. La corrente in questo caso pu richiudersi attraverso le capacit (che sono si piccole ma
determinanti), in questi si casi si pu partire da piccole ustioni fino alla morte.

Quindi il modello che si voleva utilizzare (quello caratterizzato da z*L) incompleto perch mancano le
capacit verso terra. Quando si detto che per la distribuzione si potevano trascurare le capacit verso terra
non si fatto un errore, in quel caso ci si stava riferendo al comportamento sul carico, anche un carico
collegato a terra, perch leffetto delle capacit non tale da alterare la corrente sul carico stesso. Se si
studia leffetto sulle persone bisogna considerare le capacit che nonostante sono piccole sono in grado di
far passare correnti molto al di sopra della soglia di 10mA. Riassumendo modello ordinario r e l modello
guasto a terra le capacit.

COME SI CALCOLA LINDUTTANZA L (nelle linee aeree).

Linduttanza l detta anche induttanza di servizio. Per capire come si calcola si parte da un caso particolare.
Lo studio parte da un modello monofase caratterizzato da due fili, il conduttore di andata e il conduttore di
ritorno, attraversati dalla correnti i1 e i2, come si vede tra laltro in figura.

Le correnti che passano su una linea generano un campo magnetico, questo campo genera dei contro campi
che si oppongono alla causa che li ha generati. Quando la corrente passa in un conduttore determina delle
cadute di tensione per effetti auto induttivi, e poi cadute di tensione per effetti di mutua induzione, sono
delle cadute perch sono effetti delle correnti che cercano di opporsi alla causa che le ha generate, il
principio di conservazione dellenergia.

Per poter studiare ci che accade si parte dalla legge pi comune: quello che succede che capi della spira
attraversata dalla corrente si vedr una tensione indotta es (vedi figura) che dipende dalla variazione nel
tempo del flusso concatenato con la spira , questa la legge dellinduzione, il segno meno deriva
dalla legge di Lenz, ha un significato fisico molto importante, ribadisce il principio di conversazione
dellenergia. Se per esempio si prende il caso della dinamo in una bicicletta se non ci fosse quel segno meno
si potrebbe avere la luce accesa senza fare fatica, ovvero si creerebbe energia dal niente, si deve spendere
sempre lavoro per creare energia.

Quindi il segno meno fondamentale, per attenzione alle convenzioni.

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Se si utilizza la convenzione dai generatori e cio la corrente esce dal morsetto a potenziale pi alto e quindi
si sta erogando energia, ci deve essere il segno meno, (per erogare devi spendere), se invece si utilizza la
convenzione degli utilizzatori si osserva lenergia assorbita quindi il segno meno sparisce.

In campo lineare quando i mezzi sono per esempio laria si pu correlare la corrente che circola in generale
in un circuito con il flusso, il flusso di induzione dipende dalla corrente attraverso un parametro che
rappresentato dallinduttanza. Quindi si pu anche scrivere la relazione:

Vale in campo lineare, non vale sempre, il segno meno sparisce perch quando si esprime linduttanza si
preferisce utilizzare la convenzione degli utilizzatori ovvero si vede che la tensione e la corrente sono gi
messi in termini di caduta, per quando la corrente passa nel verso positivo la tensione si oppone al suo
passaggio e allora avendo gi inglobato il segno meno quello della formula originale si elide.

Lobbiettivo calcolare il valore di L e soprattutto associare a L i parametri geometrici della linea, la


relazione che lega il flusso alla corrente = L i , se si riesce a esprimere il flusso in funzione della corrente
si pu ricavare linduttanza della linea come il rapporto tra flusso e corrente

Si considera una spira di lunghezza unitaria, il flusso che si concatena con questa spira si immagina che sia
dato in parte dalla corrente i1 e in parte dalla corrente i2, nella realt originato dalla corrente in generale,
nessuno vieta per di immaginare che nel conduttore di andata succeda qualcosa di diverso che sul
conduttore di ritorno (siamo in campo lineare e si pu applicare il principio di sovrapposizione degli effetti).

Il flusso complessivo sar dato da due flussi come effetto di due conduttori: = 1 + 2. Siccome le due
correnti sono le stesse allora anche i due campi sono gli stessi e quindi in pratica si pu scrivere che:

Per poter trovare il coefficiente di autoinduzione si deve trovare dunque il flusso 1. Per trovare il flusso 1 si
utilizza nuovamente il principio di sovrapposizione degli effetti. Si immagine di dividere il conduttore 1 in
altre due parti caratterizzate da due flussi 1 e 1 . Per quanto riguarda 1 il flusso che si determina
andando a considerare la corrente i1 e tutto lo spazio esterno al conduttore stesso fino al successivo
conduttore (vedi figura sinistra).

Dalla fisica: un conduttore percorso da corrente genera un campo magnetico, le linee di fornza di questo
campo magnetico sono delle circonferenze, e se il conduttore rettilineo e filiforme si avr un campo
magnetico la cui intensit dipende dalla corrente, pi grande la corrente pi forte il campo lintensit in
questo caso proporzionale, mentre inversamente proporzionale alla distanza, quanto si pi lontani tanto
sar pi piccolo il campo.

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Le linee di forza sono ricavabili dalla legge di Biot-Savat (H=i/(2 x)) che ci dice proprio che le linee di
forza generate da conduttori filiformi hanno forma circolare, basta dunque prendere la tangente alla
circonferenza, lintensit che si riduce con i1/2 x (induzione magnetica H) e cresce con la corrente con una
costante che la permeabilit del vuoto 0 (che praticamente uguale a quella dellaria).

In altre parole, il campo magnetico non ha legami con al tensione ma solo con la corrente e quello che
interessa il vettore induzione magnetica B, siccome come gi accennato il sistema lineare passare da H a
B semplice, basta moltiplicare per la permeabilit magnetica.

Quindi

Calcolare il flusso concatenato significa calcolare il flusso


del vettore H sulla superficie che parte dal bordo esterno del
conduttore e arriva fino allaltro.

altra rappresentazione del sistema che si sta studiando.

Il flusso non altro che il prodotto di due vettori: si moltiplica scalarmente il vettore campo con lelemento
di superficie vettorializzato, in questo caso lelemento di superficie vettorializzato diretto come H, il
prodotto coincide con il prodotto dei moduli, e siccome si devono considerare elementi molto piccoli,
infinitesimi, si deve fare un operazione di integrazione. Questa operazione, prodotto flusso, integrale del
flusso infinitesimo lungo tutta la superficie da come risultato il flusso concatenato.

Per ottenere il flusso infinitesimo si considera un elemento di superficie infinitesimo dx (vedi figura) in
cui si misura il campo, si considera lelemento superficie e quindi parallelo al campo magnetico, si sceglie in
modo tale che anche il verso sia concorde con quello del campo magnetico.

Quindi si fa il prodotto campo magnetico nel punto x per la superficie vettorializzata in cui passa questo
vettore, essendo i due vettori paralleli non compare il coseno (che vale 1) si avr dunque:

Questa quantit rappresenta il flusso infinitesimo, quello che si vuole ottenere il flusso e quindi si deve
passare da una quantit infinitesima a una quantit finita, bisogna integrare, lintegrazione partir
dallesterno del primo conduttore cio dal raggio r e siccome bisogna includere anche il conduttore 2 si
deve arrivare fino allasse del conduttore 2 e quindi si deve includere la distanza D.

Lespressione finale del flusso

41
Lintegrale di dx/x un logaritmo naturale quindi logaritmo naturale di D meno un logaritmo naturale di
r, la differenza equivale al logaritmo del rapporto quindi si avr:

Per quanto riguarda i logaritmi decimali il flusso diventa:

Il flusso cresce con la distanza e diminuisce con il raggio. Il flusso dipende dalla corrente, pi c flusso pi
c corrente. Il flusso legato allinduttanza quindi pi grande il flusso pi sar grande linduttanza e
viceversa, ma pi grande linduttanza pi cadute di tensione si avranno nel filo, quindi si deve agire sulla
distanza tra i fili e la dimensione del filo.

Quindi quello trovato il flusso che si manifesta in aria. Bisogna considerare per anche il flusso che si
genera allinterno del conduttore, allinizio si era ipotizzato che il filo era filiforme ma nella realt sar
caratterizzato da una sezione questo conduttore caratterizzato da un raggio r. In pratica il conduttore 1 si
immagina di costruirlo come una serie di cilindri uno dentro laltro al quale si pu associare il passaggio di
una quota parte di corrente.

Bisogna innanzitutto fare un ipotesi: la densit di corrente del conduttore sia costante. La densit di corrente
il rapporto tra la superficie del conduttore e la corrente che lo attraversa. =i/r2

Si considera un conduttore interno caratterizzato da un raggio x percorso da una


quantit di corrente Ix che generer un induzione magnetica pari a

di conseguenza il campo sar pari a

La differenza rispetto a prima che il flusso in questo caso si calcola nellintorno

del punto x.

La formula analogamente sar:

Si nota che lelemento di superfice una superficie e quindi ha due dimensioni, una dx e laltra la
lunghezza, ma siccome si deciso di lavorare con lunghezze unitarie ecco il perch di dx per 1. Questa
formula non facile da calcolare perch non si conosce il valore di ix, si deve trovare un modo che permetta
di passare dalla corrente ix alla corrente i che passa nel filo che quella che si riesce appunto a calcolare.

Un metodo si rif allenergia elettromagnetica, lenergia magnetica accumulata dal conduttore il prodotto
del flusso per la corrente che lo ha generato dxix , questa lenergia magnetica al punto ix. Si vuole
dunque costruire un modello alternativo che non passa attraverso la ix ma attraverso la i ma dal punto di
vista energetico deve dare lo stesso risultato.

Per far si che dia lo stesso risultato chiamiamo un incognita d* questa quantit non esiste ma di fatto se si
moltiplica un flusso infinitesimo per la corrente i la corrente di tutto il filo genera la stessa energia
magnetica che avrebbe creato il flusso dx. Questo si pu esprimere come dx *i= dxix. A destra
dellespressione c ci che vero mentre a sinistra c ci che si vuole.

A questo punto si sostituisce al posto di dx la quantit trovata precedentemente e si


trova:

42
Come gi accennato prima la densit di corrente costante per ipotesi =i/r2 , e se questa densit si
mantiene costante il rapporto corrente totale su sezione complessiva lo stesso rapporto che sussiste tra la
quota parte di corrente del cilindro centrale e la sua sezione. Si pu quindi ricavare unespressione in
funzione della corrente complessiva i.


=
2 2

2
= ( 2 )

Il quadrato e dato dal fatto che si passati da misure di superficie a misure lineari. Si sostituisce la quantit
trovata nella formula precedente e si trova:

funzione della sola corrente i

per trovare il flusso complessivo si deve estendere lintegrazione a tutta la superficie del conduttore quindi si
deve integrare tra zero ed r

Quindi attraverso tutta questa serie di calcoli si trovato il contributo di flusso interno al conduttore, il
termine dentro il conduttore non ha legami geometrici, dipende come si vede solo dalla corrente.

LEZIONE 9

Trovato il flusso interno si pu effettuare la somma dei due contributi:

In precedenza si stava indicando la singola corrente che passava nel conduttore 1 con i1 e nel conduttore 2
i2, ora come si nota presente solo la corrente generica i, va bene lo stesso perch il sistema in serie e la
corrente sempre la stessa. Il flusso trovato va moltiplicato per due perch il flusso concatenato con un spira
21 (lez precedente) si avr:

Lobbiettivo trovare linduttanza della spira, come gi detto il rapporto tra il flusso e la corrente che ha
generato quel flusso, per cui si pu scrivere la relazione:

[H/m] lunit del sistema metrico, siccome dal punto di vista impiantistico gli Henry sono troppo grandi e
le lunghezze vanno ben al di la del metro, per questo si trasforma la formula che prevede di usare i
milliHenry e i chilometri.

Formula importante.

La tensione indotta ai morsetti della spira sar dunque:

43
Il 2 nella formula riferito al fatto che la spira fatta da due fili. bene per esprimere tale relazione in
modo da poter associare questo effetto in parte un filo e in parte un altro filo come se la tensione
complessivamente indotta sulla spira fosse la somma di due tensioni, una di un filo e una dellaltro, questo
significa in concreto che ad ogni filo si pu assegnare met della tensione complessiva quindi possiamo dire:

se si fa questa ipotesi di fatto ad ogni filo si va ad associare la met dellinduttanza complessiva:

Attenzione, linduttanza del singolo filo non esiste, questo viene fatto solo perch fa molto comodo nei
calcoli associare un pezzo di filo ad una spira, infatti c il pedice a che indica che un induttanza
apparente poi il pedice m che indica che un sistema monofase.

Questo concetto di flusso concatenato con filo e che met del flusso che impropriamente si definisce un
concetto importante che serve per passare dal caso monofase al caso trifase. Quindi eseguendo la derivata di
i1 e la si moltiplica con il coefficiente di autoinduzione e si aggiunge la deriva dellinduttanza immaginaria
si ottiene il flusso

Questa la quota parte del flusso che si concatena con un


solo conduttore della spira. In realt non esiste un flusso
che si concatena con un conduttore della spira, ma si pu
immaginare di associarne una parte ad un filo e una parte
allaltro filo.

Quindi si arrivati a un punto fermo che il valore dellinduttanza apparente di un sistema monofase:

Due sono i parametri che influenzano maggiormente questa grandezza la


distanza e il raggio. Per quanto riguarda la distanza si pu fare un esempio
paradossale: si hanno 10 metri di cavo blu (neutro), 10 metri di cavo marrone (fase) se questi due cavi si
fanno passare uno allinterno di un conduttore e uno in altro esempio in due pareti differenti al posto di farli
passare nello stesso conduttore il fenomeno che si manifesta completamente diverso.

Se i due cavi stanno vicini tra di loro si ha una bassa induttanza, viceversa lontani alta induttanza, e quindi
dato che linduttanza quando viene attraversata da corrente provoca una caduta di tensione e quindi nel caso
di fili vicini la lampada si illumina a piena potenza perch linduttanza non ostacola la corrente, se invece si
hanno conduttori lontani e diversi la lampada potrebbe (dipende dalla distanza) non illuminarsi tanto perch
la tensione scende.

Laltro valore importante il raggio: pi il conduttore grosso e pi linduttanza tende a ridursi (non
lineare per si riduce, c il logaritmo) allora potrebbe avere senso per abbattere linduttanza usare
conduttori di raggio maggiore questo ovviamente significa spendere di pi, quindi bisogna trovare un
compromesso, ma non solo queste formule valgono per le linee aeree e se si aumenta il raggio il conduttore
pesa di pi e quindi i sostegni devono adattarsi a quel peso, di fatto non la strada giusta aumentare la
sezione. Si utilizzano dei metodi particolari che vedremo in seguito. (ecco uno dei motivi perch molto
spesso si vedono cavi intrecciati, il motivo e per avere bassi valori di induttanza).

44
SISTEMI DI n CONDUTTORI PERCORSI DA CORRENTE. (SISTEMI POLIFASE)

Si partiti da un sistema monofase, il processo visto pu essere generalizzato ad un sistema di n fasi. Si


considera un sistema fatto da n conduttori con la notazione che si vede in figura.

Si indica con Dsj la distanza tra un conduttore s e il conduttore j


e si indica con d (minuscolo) il diametro dei conduttori che si
assumono tutti uguali.

Di questi n conduttori percorsi da corrente se ne considera uno, esempio il conduttore s, quello che vale per
uno vale per tutti. Il flusso che si associa al conduttore s prendendo in considerazione che il conduttore
interagisce con tutti gli n conduttori sara:

precisazione: il flusso si scompone a coppie, ecco perch il caso monofase importante perch fa capire
come un conduttore interagisce con un altro conduttore. Per ciascuna coppia si sa che cosa accade, quando
per esempio si considera la coppia sj e come dire una coppi 1-2, si pu scrivere

Si nota che compare (ij ) al posto di is : il motivo di questo segno meno dovuto al fatto che innanzitutto

45
La corrente nel conduttore s uguale alla corrente di tutti gli altri conduttori sommata e cambiata di
segno. Se si considera la sola coppia sj is=-ij le altre coppie ci sono lo stesso ma non si considerano. Si
sceglie di mettere -ij per considerazioni che si faranno dopo.

La formula II.33 ci sta a indicare che il flusso che si concatena col singolo conduttore s a n fasi formato
da due termini, il primo dipende dalla corrente che passa nello stesso conduttore s, il secondo la somma
di tutte le correnti tranne quella del filo s. Questo significa che se si resta in una formulazione molto
generale in cui lunica ipotesi che si fa che la somma delle correnti sia zero, cio nel terreno non passa
nulla, allora non si riesce a fare il modello monofase, perch il flusso della fase s dipende da se stesso ma
anche da tutti gli altri, bisogna fare dunque delle ipotesi aggiuntive, la semplice assenza di componenti
omopolari non basta.

Le ipotesi aggiuntive si possono fare su qualcosa di pi vicino alla realt. La prima ipotesi che si pu
aggiungere passare da n fasi a 3 fasi quindi sistema trifase e inoltre dato che ci si interessa maggiormente
con sistemi in alternata sinusoidale si lavora con i fasori (trattino sopra le grandezze). Seconda ipotesi si
prende in considerazione il caso di un sistema trifase simmetrico, cio la somma delle tre correnti zero.

Si procede andando a considera la somma di tre termini utilizzando le formule precedenti, al posto di n
chiaramente si avr 3.

Il primo termine evidenziato in rosso sar caratterizzato di avere al posto di is I1 perch si sta
considerando il conduttore 1 della terna, il secondo termine non evidenziato sar costituito dalle altre
correnti. In questo caso le altre correnti sono I2 e I3 quindi il tutto si pu riscrivere come si vede nella
seconda riga. I2 = 2I1 mentre I3 = I1 in questa maniera si riesce a passare da un sistema trifase a un
sistema monofase. Inoltre si riesce ad associare al flusso 1 il coefficiente di autoinduttanza.

Il modello chiaramente monofase infatti il flusso concatenato con la fase 1 dipende soltanto dalla corrente
della fase 1. Il risultato si ottenuto grazie al fatto che il modello trifase simmetrico con terna diretta.
Questo modello monofase ottenuto ha una particolarit. Il coefficiente di autoinduzione trovato ha dei
termini che sono moltiplicati per 2 e per questi sono dei numeri complessi (tutto quello che si vede
allinterno delle parentesi rappresenta linduttanza). Quindi il coefficiente di autoinduzione trovato un
coefficiente complesso.

46
Nel caso pi generale che si pu pensare, lasciando le distanze D12 e D13 il coefficiente di autoinduttanza
vale:

Per quanto riguarda la parte reale si conosce che legame c tra tensione e corrente infatti:

la corrente in quadratura in ritardo rispetto alla tensione

Nel caso invece appena riscontrato invece bisogna considera un L immaginario che andr a sommarsi allL
reale.

Il pedice sulla L sta a indicare che un induttanza apparente perch rappresenta su un filo solo quello che
succede su tutto il sistema ed inoltre anche complessa.

La tensione V si ottiene dal prodotto jLI a cui si deve aggiungere laliquota in


fase con la corrente LI (a questo termine dato che in fase con la corrente
associata la potenza attiva, dato che c segno meno davanti potenza assorbita.

La tensione ai capi di un conduttore complesso non in pi in quadratura con la


corrente per il fatto che c LI e quindi si avr una tensione ai capi del
conduttore 1 che produrr un angolo pi grande di 90.

Quello che succede al conduttore 1 succede anche al 2 e al 3. Partendo da un sistema simmetrico non si
ottiene pi un sistema simmetrico. Si ottengono delle distorsioni, queste distorsioni sono dovute al fatto che
la linea priva di simmetria geometrica.

pensabile che possono aumentare le perdite nella linea o possano comunque esserci effetti energetici per
il fatto che la linea non ha una simmetria geometrica?

La risposta no. La dissimmetria geometrica esiste infatti se per esempio si


osserva un tralicci la distanza tra i conduttori non uguale anzi sempre
diversa. Come gi accennato prima abbiamo la presenza di potenze attive che
vengono generate dal termine complesso, ovviamente vale sempre la
conservazione dellenergia per cui ci saranno dei contributi di segno meno, ma
altri di segno pi, per cui se si va a considerare cosa succede in termini di
potenza attiva si trover che la somma delle potenze portate da questa
induttanza complessa zero.

47
Nessuno vieta quindi che se le tensioni sono sfasate di spostare i conduttori e di metterli in posizione tale
che poi si abbia il risultato voluto, chiaramente nella realt non si avranno dei tralicci che producono potenza
si pu dire che chiaro che ognuno dei termini porta qualcosa ma questo qualcosa se si guarda da un
prospettiva pi grande varr sempre zero.

Riassumendo linduttanza complessa porta delle dissimmetrie geometriche che provocano due effetti, uno
sulle tensioni che vengono rese dissimmetriche, e un effetto energetico non nullo su ogni fase ma
globalmente nullo se si considera tutte e tre le fase. Quindi leffetto energetico al livello del sistema trifase
lo si pu trascurare ma leffetto sulle tensioni no.

Quando si ha a che fare con situazioni di questo tipo quello che si pu fare posizionare in modo opportuno
i conduttori ai vertici di un triangolo equilatero, nel qual caso tutte quelle distanze che nelle formule sono
D12 D13 ecc, diventando D e quindi effettuando un operazione di media e facendole diventare tutte uguali, si
elimina la parte immaginaria di L.

Dato che non pensabile di avere sempre tralicci con i conduttori disposti ai vertici di un triangolo
equilatero, spesso si usano strutture diverse e dissimmetriche nella posizione dei fili, si applica quella che si
chiama trasposizione. Tutti i fili visti dallalto, occupano tutte le posizioni possibili, ogni X chilometri il
conduttore della fase 1 cambia la sua posizione e cos gli altri. Operando in questa maniera in pratica
leffetto induttivo sullaltro viene bilanciato come se ci fosse simmetria geometrica.

Questa operazione viene fatta soprattutto nelle linee di trasmissione non in quelle di distribuzione dato che
non sono sufficientemente lunghe. Si suppone per il momento che quanto detto per valga anche per la
distribuzione solo con margine di errore pi grande. Tornando al discorso di prendere D come risultato di un
operazione di media questo viene fatto perch se non c simmetria geometrica quindi ogni L di ogni fase
sar diverso, si fa una media per evitare di calcolare le tre fasi e quindi si utilizza direttamente la formula:

Dm la distanza media geometrica (non aritmetica ) delle tre distanze, se si nel caso di condizioni di
simmetria la media ha un valore che coincide con ogni singola distanza, se invece si applicato la
trasposizione vuol dire che le distanze sono diverse tra loro e allora si deve effettuare la media. (su questa
parte viene svolta un esercitazione)

Tutto quello che stato appena trattato quindi il


calcolo dellinduttanza sulle linee lo si fatto
ipotizzando che la corrente nel terreno non ci fosse,
cio la somma delle tre correnti di fosse zero, e
addirittura nellultimo modello la terna era simmetrica
diretta. Nel caso in cui si verifichi un guasto a terra
entrano in gioco correnti omopolari che sono eccitate
dalle impedenze omopolari e dai generatori.

Si devono dunque studiare le omopolari.

48
Si pu considerare il seguente schema:

Dato che si sta parlando di omopolari si deve considerare anche un quarto


conduttore che in questo caso viene rappresentato dal terreno. Nella realt
per questo conduttore non c perch la corrente passa nel terreno ma ai fini
dei calcoli si deve trovare qualcosa che simuli veramente il conduttore.

La corrente omopolare la somma delle tre correnti di fase quindi 3Io. Si pu


immaginare di considerare un conduttore immaginario distante dagli atri
conduttori. Questa distanza ricavabile attraverso un modello che si deve
fondamentalmente a Carson.

La distanza dai conduttori di linea vale

una formula approssimata, ma molto valida. Lo studio dellinduttanza di servizio era partito dal
considerare due fili vicini o comunque relativamente vicini. Il conduttore immaginario se si considera una
buona resistivit del terreno fa si che i fili non siano pi cos vicini come prima, e dato che pi grande la
spira maggiore il flusso che si concatena e maggiori saranno gli effetti induttivi quindi linduttanza
omopolare sicuramente pi grande dellinduttanza di servizio.

In linea di massima linduttanza omopolare infatti circa 3//4 volte pi grande dellinduttanza di servizio:

Questa informazione non pi vera se si considerano le funi di guardia ovvero le protezioni dalle eventuali
scariche atmosferiche. Le funi di guardia sono un ulteriore elemento per la circolazione della corrente
omopolare. La corrente cerca il percorso a meno resistenza che infatti la fune di guardia rispetto al terreno.
Ma la fune di guardia non molto lontana dai conduttori quindi si pu dire che si ha un attenuazione
dellinduttanza omopolare rispetto al caso precedente.

Dalla formula si nota che compare un termine , in generale una quantit molto piccola che legata alla
differenza tra la resistenza alle omopolari del terreno e la resistenza dei fili.

Carson ha fornito anche un modello approssimato per la resistenza elettrica alle omopolari

49
LEZIONE 13

Tra i parametri che ancora non si sono analizzati manca sicuramente la CAPACITA. Per esaminare questo
parametro si pu partire sempre dal caso pi generale possibile per poi arrivare a un sistema trifase.

Si prende un generico conduttore s il quale si


rapporta con tutti gli altri conduttori
attraverso dei coefficienti (che hanno
dimensioni di capacit) tanti quanto sono i
conduttori(c*). C*st rappresenta il conduttore
rispetto a terra.

La quantit di carica che va a depositarsi sul


conduttore s dipende tramite i coefficienti di
capacit C* e le differenze di potenziale tra il
generico conduttore s e il vari conduttori.

Vt =0 (ovvero si assume che il potenziale del


terreno sia nullo)

I vari coefficienti c hanno dimensioni di capacit e si misurano in sottomultipli del farad e lasterisco sta a
indicare che sono capacit parziali e non quelle che veramente nella realt si utilizzano. Raccogliendo a
fattor comune le tensioni rispetto alla relazione precedente si pu trovare:

La quantit di carica che si accumula sul conduttore s data da un termine legato alla tensione del
conduttore s moltiplicato per la somma di tutte le capacit parziali compresa quella verso terra e poi col
segno meno il termine di capacit parziale per ogni conduttore moltiplicato per la sua tensione. Chiaramente
questo modello non pu essere utilizzato si devono fare delle semplificazioni. La prima semplificazione
quello di passare a uno schema trifase cio con 3 conduttori. Seconda semplificazione bisogna lavorare con
una terna di tensioni simmetrica diretta.

molto pi facile avere tensioni simmetriche che correnti, in questo caso infatti le correnti dipendono dal
carico essendo il carico squilibrato difficile avere simmetria.

Se si riscrive dunque la precedente equazione applicata a un sistema di tre conduttori sostituendo i valori
della terna simmetrica si ha:

i contributi delle capacit parziali sono stati racchiusi


nel termine Ca1 (dipende per solo da V1).

La quantit di carica sul conduttore 1 dipende soltanto dalla tensione che c sullo stesso conduttore
attraverso un coefficiente capacit apparente della fase 1. Si ha dunque un sistema monofase, ma bisogna
fare un ipotesi ulteriore perch altrimenti Ca1 viene rappresentato da un numero complesso. Come avviene
sulle induttanze, le capacit vengono rappresentate da un numero complesso.

50
In una capacit reale la corrente e la tensione sono nella relazione di fase che vede la corrente in quadratura
in anticipo rispetto alla tensione.

Questa risultante che viene prodotta da un termine che da un punto di vista della potenza attiva qualcosa
che eroga energia o assorbe energia (globalmente chiaramente sar zero leffetto energetico se si guarda
dallalto, in un singola fase c ma nel complesso no altrimenti si potrebbe dire che si genera potenza
mettendo in un determinato modo i conduttori). Quindi non si ha effetto
energetico ma si avranno correnti dissimmetriche che hanno una parte in
quadratura con la tensione ma anche una parte in fase.

Se si pongono per i tre conduttori al vertice di un triangolo equilatero le cose si


semplificano, le capacit parziali tra i conduttori sono uguali e si chiamano
capacit di mutua:

anche le capacit dei conduttori verso la terra sono praticamente uguali anche se
qui c un approssimazione di tipo ingegneristico, perch in realt i tre conduttori
hanno distanze diverse da terra per questa distanza irrilevante ai fini dei
calcoli. Si pu dunque dire che:

Dopo aver fatto queste semplificazioni la quantit di carica nel conduttore 1 diventa:

La quantit di carica dipende dalla capacit parziale verso terra pi tre volte la capacit di mutua, questi
risultato si ricorda vale solo per la disposizione a triangolo equilatero. Con queste ipotesi dunque non si
hanno pi parti complesse.

Come nel caso dellinduttanza anche qui se dovesse mancare la simmetria geometria si fa la trasposizione, si
annulla cos la parte immaginaria della capacit complessa e si deve prendere un valore pari alla media:

51
Come si nota si ha ancora il valore con lasterisco, nella realt non si utilizza questo valore. Per arrivare al
vero valore della capacit di servizio si parte di nuovo dalle tre equazioni pi generali possibili:

C la dipendenza dalla tensioni V1, V2,V3. Si si mette in forma matriciale si pu scrivere

Ognuno di questi valori di capacit hanno le dimensioni di una capacit. Questo valore di capacit
ricavabile facendo lipotesi che le tensioni sugli altri conduttori siano annullate. Esempio si vuole conoscere
il valore di c11 allora questa sar la quantit di carica sul conduttore 1 quando le tensioni degli altri
conduttori sono annullate:

Calcolare c11 per molto difficile perch comporta di conoscere la quantit di carica
sui conduttori. Si deve risolvere un problema di campo elettrico, quando si impone V2 e
V3 a zero non detto per che valgono zero. Si preferisce dunque passare attraverso la
-1
matrice [C] perch se si trovano gli elementi di questa matrice risulta pi facile misurare la capacit.

La matrice [C]-1 correla le tensioni, nel dominio dei fasori, alle cariche

Quindi al posto di calcolare c11 si calcolare a11 imponendo che le cariche degli altri due conduttori siano
nulle. Si sta imponendo che la carica sia nulla e quindi non si ha pi il problema di prima.

Questo coefficiente detto coefficiente di potenziale.

Se si considera una linea elettrica si avr aria dove si trova il conduttore 1 e poi un interfaccia che viene
rappresenta dal terreno che sar caratterizzata da una certa resistivit.

Questa interfaccia complica le cose per il calcolo della tensione. Esiste una tecnica che viene chiamata
metodo delle immagini che permette di dire quando ci sono due mezzi con caratteristiche elettriche
differenti il risultato del potenziale del punto P dato dalla sovrapposizione degli effetti di 2 cariche
disposte simmetricamente rispetto al terreno o meglio rispetto alla superficie di demarcazione tra i due
mezzi.

52
Una la carica di prova Q1 nel conduttore 1, laltra la sua immagine,
immagine della carica del conduttore 1 rispetto al terreno. Lobbiettivo
calcolare il campo elettrico come gi detto, e determinare il campo ad
una distanza aerea da una carica Q1 pu essere abbastanza semplice
utilizzando la formula

In cui la costante dielettrica del vuoto che


uguale a quella dellaria, r1 la distanza tra la
carica di prova Q1 e il punto P generico, r2 la distanza tra limmagine
della carica di prova Q1 e il punto P generico.

I punto che interessano nello studio del sistema sono quelli sui
3
conduttori 2 e 3 in modo da determinare 12 e quello sul conduttore
1
1 stesso con carica Q1, perch anche in quel punto si genera un campo
elettrico e quindi ci sar un potenziale. Per facilitare i calcoli bene

imporre la carica Q1 unitaria e quindi diventa

Per la sovrapposizione degli effetti Q2=Q3=0.

Primo coefficiente della matrice [A] dopo aver fatto queste considerazioni:

Che cosa rappresenta Hit? Prima si detto che allargomento del logaritmo
al numeratore viene associata la distanza che intercorre tra il punto di interessa limmagine della carica Q1,
in questo caso il punto che ci interessa il conduttore 1: questo dista due volte la sua altezza da terra quindi
si pone 2Hit.

Al denominatore invece si indica la distanza del punto che di interesse dalla carica puntiforme. Ma siccome
il punto di interesse il conduttore 1, e in un conduttore metallico le cariche non stanno allinterno ma si
distribuiscono su tutta la superficie si assume come distanza al punto P come il diametro diviso 2.

Facendo poi le semplificazioni la formula diventa:

Se i conduttori sono disposti a forma di triangolo equilatero allora tale relazione vale per tutti gli elementi
della diagonale (le altezze teoricamente non sono tutte uguali ma si pu fare un approssimazione in tal
senso). Per quanto riguarda i conduttori misti del tipo aij se si prende come riferimento la carica Q1 come
fatto in precedenza la formula sar analoga:

dove Dji rappresenta la distanza tra i due conduttori che si assumono tutti
alla stessa distanza. D12=D23=D31=Dm e se si assumono tutte le altezze
da terra uguali H1=H2=H3=Hm (si stanno facendo approssimazioni dicendo questo, ricorda)

Riassumendo tutti gli elementi della diagonale assumono lo stesso valore:

(numeratore distanza media da terra // denominatore il diametro del conduttore)


Per semplicit si assumono questi coefficienti con la lettera m.

I coefficienti di mutua che sono necessariamente anchessi tutti uguali visto che si ha un solo valore di H e
un solo valore di D assumono la forma:

53
(numeratore distanza media da terra // denominatore distanza media tra i conduttori) in questo caso per
questi coefficienti bene usare la lettera n. La matrice che lega la tensione sui conduttori alle cariche ha una
forma molto simmetria e regolare:

Si sviluppa la prima equazione:

si suppone che il sistema simmetrico quindi Q1+Q2+Q3=0

da questa ipotesi si deduce che Q2+Q2=-Q1 e poi si pone Q1 in evidenza (come si nota dalla precedente
equazione). La stessa cosa si pu dire per V2 e V3:

Da queste relazioni si nota che si ha la V in funzione di Q ma per


trovare la capacit di servizio bene avere Q in funzione di V.

Apparente perch in realt non la vera la capacit del conduttore 1 ma quella rappresentativa di quello
che succede allinterno del conduttore 1 quando questo influenzato da un sistema trifase. Per tutte le
ipotesi di simmetria geometrica e simmetria sulle cariche che si
sono fatte il valore delle capacit e quindi non solo del conduttore
1 pu essere espressa come

In cui Dm la distanza media tra i conduttori e d il diametro del conduttore. (logaritmo in base 10)

Questa formula pu essere utilizzata anche in presenza della fune di guardia, la capacit di servizio non
varia. Le capacit di servizio ha un ordine di grandezza di 10nF/km (in linea in trasmissione).

Per quanto riguarda le capacit omopolari, queste si trovano con la stessa procedura. Cambia relativamente
poco, si avranno i coefficienti di auto e di mutua capacit uguali come prima, lunica cosa che cambia che
in questo caso le tre tensioni omopolari sono tutte uguali (questo per definizione). Quindi se le tre tensioni
sono tutte uguali significa che tutte e tre le cariche devono essere uguali quindi al posto di Q1, Q2, Q3, si
avr Q0.

Si inverte la relazione e si ottiene


1
0 = +2 0 quindi la capacit omopolare pari a

In definitiva eseguendo tutti i passaggi, quindi conversione da F/m a nF/Km e esplicitando i valori della
costante dielettrica e del pigreco, cambiano il logaritmo da naturale a base 10 si ottiene:

54
La cap omopolare la met di quella di servizio perch quella omopolare influenzata solo dalla capacit
verso terra, mentre quella di servizio vede tutto.

Capacit nei conduttori binati.

Se si utilizzano dei conduttori a fasci binato si ha che la capacit data da:

al denominatore si nota che nellargomento del logaritmo non


compare pi il solo diametro del conduttore ma compare due volte
il diametro moltiplicato delta, cio come se si avesse pari a
(r) cio un raggio aumentato.

In precedenza si era visto che le induttanze omopolari in presenza delle funi di guardia venivano fortemente
ridotte. Nel caso delle capacit (come si vede in figura) nellipotesi di guasto presente la
corrente che va verso terra e che cos passerebbe attraverso un conduttore distante pi di
900 m.

Se fosse presente la fune di guardia la corrente tornerebbe in larga misura attraverso la


fune di guardia con distanze sensibilmente inferiori e conseguente induttanze minori. La
capacit invece in presenza di funi di guardia cresce. Questo dovuto al fatto che la fune
di guardia avvicina il terreno al conduttore in quanto la punta del traliccio molto pi
vicina al conduttore di quanto non lo siano il terreno.

CONDUTTANZA

La conduttanza quel parametro che nelle linee lo si indica con la lettera g.

Pi il valore piccolo meglio , infatti questo parametro quello responsabile alle perdite di potenza attiva
che dipendono dalla tensione (perch stanno sul rame trasversale). Si calcola andando a valutare quelle che
sono le perdite negli isolatori e perdite per effetto corona con la formula:
S sta per siemems

Leffetto corona essenzialmente legato a quello che succede intorno al conduttore. Il campo elettrico
intorno al conduttore in grado di generare una serie di effetti, tipicamente sono delle scariche che si
possono manifestare intorno al conduttore stesso e si sviluppano in aria per ionizzazione. Pi grande la
tensione pi sar grande il campo elettrico intorno al conduttore, se si confronta un conduttore di grande
raggio con uno che ha un piccolo raggio, il campo elettrico sar pi intenso in quello con raggio pi piccolo.

Se non si vogliono avere scariche bisogna fare in modo che il campo elettrico si riduca. Pi si aumenta la
tensione pi il raggio del conduttore dovr essere grande. Laria in condizioni standard in grado di tenere
30 KV a centimetro se si supera questo valore si ha un effetto di scarica che viene appunto chiamato effetto
corona.

55
Questo fenomeno porta ad una seria di disturbi, avviene una dissipazione di potenza attiva che viene
dispersa nellaria per ionizzazione, la ionizzazione determina inoltre degli effetti termici dovuti agli urti
delle particelle e quindi delle zona di sovrappressione che esplodono (in campagna a volte si sentono questi
disturbi).

Le perdite per effetto corona possono essere espresse come:

Compare la frequenza f del sistema, dipende dal parametro il quale legato alle condizioni

atmosferiche. Sotto radice compare il terme r che il raggio del conduttore in cm, laltro termine Dm, la
distanza media del conduttore dal terreno in metri. Si trova inoltre il quadrato della differenza tra due
tensioni V (valore efficace della tensione del conduttore ) e Vc valore della tensione al limite delleffetto
corona.

Le linee sono dimensionate in modo tale che leffetto corono non ci sia, dal punto di vista teorico dunque
V=Vc. Leffetto corona si manifesta tutte le volte che la tensione reale nella linea pi grande di un limite
che si indica appunto con Vc. Quando V> Vc si parla di effetto corona stabile, e questo nella teoria
difficile che avvenga, mentre pi possibile che si verifichi leffetto corona instabile dovuto
prevalentemente a depositi di sale polvere o neve ecc.

Lo scopo dellingegnere comunque dimensionare la linea in modo tale da evitare leffetto corona stabile.
Prima si accennato che pi si aumenta il raggio del conduttore pi questo riesce ad accettare una certa
tensione. Se per la tensione alta se si sta parlando di trasmissione in alta tensione es 380 KV il raggio del
conduttore sarebbe troppo grande per essere montato su linea aerea.

Per ovviare a questo fatto si possono usare i conduttori binati o trinati o a fascio. Di fatto questo tipo di
conduttori hanno una raggio pi grande senza per averlo, semplicemente per il modo in cui essi sono
disposti fa risparmiare sul raggio del conduttore. Il conduttori binati trinati o a fascio hanno impatto quindi
sullinduttanza, hanno impatto sulla capacit e hanno impatto sulleffetto corona. Quando si dimensiona
bene una linea V=VC non si hanno perdite per effetto corona stabile.

Calcolo della Vc:

Si indica con Kc il campo critico associato alla tensione Vc:

in cui varia tra 0,5 e 1, coefficiente empirico che dipende da


vari fattori come temperatura, pressione atmosferica ecc

lespressione indica che se il campo elettrico intorno al conduttore non superiore a questi valori

non si ha la ionizzazione permanente intorno al conduttore stesso se invece si supera questo valore si ha
perdite per effetto corona stabili.

Il campo invece che c intorno al conduttore si pu esprimere come quando il


conduttore in esercizio.

Si sicuri che di non avere scariche se il campo K pi basso di quello che laria pu sostenere quindi
k<=kc, siccome si vuole sfruttare al massimo il materiale K=Kc

Quello che interessa la massima tensione che si pu esercitare al sistema di riferimento, se si esplicita dalla
formula precedente si ottiene:

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