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Universita di Napoli Federico II


Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale
http://www.dias.unina.it

Lezioni di Aerodinamica
A.A. 2012-2013

Renato Tognaccini
Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale
JJ
Universita di Napoli Federico II II
Piazzale V. Tecchio 80, 80125 Napoli J
email: renato.tognaccini@unina.it
I
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Introduzione 2/293
Aerodinamica: ramo della Meccanica dei fluidi (Fluidodinamica)
che si concentra sullanalisi dellinterazione tra una corrente fluida
ed un corpo immerso in essa.
Fluido: materia senza una forma propria; caratterizzato da un
proprio volume (liquido), o senza volume proprio (gas), assume
cioe il volume del suo contenitore.
Ipotesi del continuo: il fluido e un mezzo continuo, cioe si assume
che una qualsiasi parte di esso, comunque piccola, contenga un
numero molto grande di molecole.
Particella di fluido: un elemento di volume infinitamente picco-
lo nella scala di lunghezze (macroscopica) di nostro interesse, ma
JJ
comunque grande nella scala di lunghezza delle molecole (micro-
II
scopica).
J
I
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Le forze aerodinamiche 3/293
Si sceglie un sistema di riferimento (inerziale) O(x, y, z) solidale con
laeromobile, che e quindi investito da una corrente uniforme di velocita
V, alla quota h, caratterizzata dalla pressione p e densita .
Equilibrio dellaeromobile in volo
livellato uniforme:
L = W (1)
T = D (2)
F = [L, D]: forza aerodinamica
L: portanza (Lift) V
D: resistenza (Drag) V JJ
II
W : peso (Weight)a J
T : spinta (Thrust) I
a
G e il baricentro Back
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I coefficienti delle forze aerodinamiche 4/293
1
Forza aerodinamica di riferimento: V 2 S.
2
S: superficie di riferimento (in genere la superficie alare SW ).

Coefficiente di portanza
L
CL = 1 (3)
V 2S
2

Coefficiente di resistenza
D
CD = 1 (4)
V 2S
2
JJ
Efficienza aerodinamica II
J
L CL
E= = (5) I
D CD Back
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ATR 42-500

5/293

JJ
II
J
I
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Alcune prestazioni dellATR 42-500
WT Omax = 18600 Kgp WOE max = 11250 Kgp Payload= 5450 Kgp
6/293
Vmax = 556 Km/h TO-length= 1165 m P = 2 1610 KW
Ceiling= 5485 m Max Range= 2963 Km SW = 54.50 m2

Alcuni dati geometrici e aerodinamici


SW = 54.50 m2 b = 24.57 m
W/S = 341.3 Kgp/m2 AR = 11.1
CLmax = 1.75 (f = 00) CLmax = 2.61 (f = 150)
CLmax = 3.15 (f = 270)

JJ
II
J
I
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Prob. n. 1: determinazione del CL di un aeromobile in
volo livellato
7/293
1 W
CL = 1 2 S
(6)
2
V

Occorre:
quota, velocita di volo, peso e superficie di riferimento del velivolo.

Prob. n. 2: determinazione della velocita minima di


sostentamento (velocita di stallo)
s s s
1 W 2
Vs = (7)
CLmax S
Occorre:
quota, peso e superficie di riferimento del velivolo, coefficiente di JJ
portanza massimo del velivolo (CLmax ). II
J
I
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I parametri fondamentali della corrente 8/293

Il numero di Mach
V
M= , (8)
a
V : velocita della particella;
a: velocita del suono locale.
Un flusso a densita costante in tutto il campo si dice incomprimi-
bile o incompressibile.
In un flusso incomprimibile:
M =0 (9)
in tutto il campo di moto. JJ
In certe condizioni anche i fluidi comprimibili (gas) si comportano II
come incomprimibili (liquidi): J
I
per M 0 il flusso tende a diventare incomprimibile.
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La viscosita

9/293

Un fluido si dice newtoniano quando la forza dF (di attrito) e data


da JJ
V
dF = dA (10) II
z J
: viscosita dinamica del fluido, si misura in Kg/(m s); I
= /: viscosita cinematica del fluido, si misura in m2/s. Back
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Il numero di Reynolds
V L
Re = (11) 10/293

L: lunghezza di riferimento caratteristica del problema in studio,
Il numero di Reynolds misura limportanza relativa delle for-
ze di natura dinamica (convettive), associate alla quantita di
moto delle particelle, e le forze di natura viscosa.
Un fluido o un flusso non dissipativo si dice ideale.
Vedremo che un un fluido o un flusso caratterizzato da viscosita
nulla (Re ) e ideale.
Nei flussi ideali la viscosita e trascurabile.

JJ
II
J
I
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Regimi di moto 11/293

Classificazione in base al numero di Mach


M = 0: flusso incomprimibile
M  1 ovunque: flusso iposonico
M < 1 ovunque: flusso subsonico
M < 1 e M > 1: flusso transonico
M > 1 ovunque: flusso supersonico
M  1: flusso ipersonico

Classificazione in base al numero di Reynolds


JJ
Re 0: flusso alla Stokes (creeping flow) II
Re : flusso ideale J
I
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0
Numero di Mach critico inferiore (M,cr ): numero di Mach sub-
sonico minimo della corrente asintotica per il quale esiste almeno
un punto nel campo di moto in cui M = 1 (limite del regime 12/293

subsonico).
00
Numero di Mach critico superiore (M,cr ): numero di Mach su-
personico minimo della corrente asintotica per il quale tutti i punti
nel campo di moto sono supersonici (limite del regime transonico).

Per un dato fluido, le equazioni adimensionali della dinamica del


flusso dipendono solo da M e Re.
JJ
II
J
I
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Prob. n. 3: determinazione di M
V
M = 13/293
a

Per un gas perfetto a = RT.
e il rapporto dei calori specifici a pressione e volume costanti (per
laria = 1.4).
R = 287 KgJ K e la costante del gas aria nel modello di gas perfetto.
T e la temperatura assoluta della corrente asintotica (espressa in
gradi Kelvin) che dipende dalla quota.

Prob. n. 4: determinazione di Re
V L
Re = JJ
II
Occorre: J
La quota, la velocita di volo e la lunghezza caratteristica dellaeromo- I
bile. Back
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Genesi di portanza e resistenza 14/293

Teoria globale
Principio di azione e reazione: la forza aerodinamica agente sullaero-
mobile e pari allazione dellaeromobile sulla portata daria m intera-
gente; in virtu della II legge della dinamica:
F = mV (12)
V: variazione media della quantita di moto;
m = e V b2 /4 (b e lapertura alare, e 1).
La portanza e data dalla componente perpendicolare a V di V:
L = mVv (13)
Dalla definizione di CL: JJ
Vv 2CL II
= (14) J
V eAR I
AR = b2 /S e lallungamento alare. Back
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La resistenza indotta (dalla portanza)
Lenergia cinetica della portata daria m e aumentata dopo linterazio- 15/293
ne con laeromobile:
1   1
E = m V2 + Vv2 V2 = mVv2 . (15)
2 2
Per il principio di conservazione dellenergia deve esserci una forza che
compie un lavoro equivalente che non puo che essere T = D:
E = DV , (16)
per cui, ricordando lespressione del CD e di Vv /V si ottiene:
CL2
C Di = , (17)
eAR
espressione del coefficiente di resistenza indotta.
e e il fattore di Oswald; in genere e < 1. e = 1 nel caso di ala con JJ
distribuzione di carico ellittica. II
J
Un caso particolare di distribuzione di carico ellittica: distribuzione di I
corde ellittica, svergolamento aerodinamico nullo, profilo alare costante.
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La resistenza totale di un aeromobile
D = Di + Dp + Dw (18) 16/293

Di, resistenza indotta (dalla portanza);


Dp, resistenza di profilo, associata allazione diretta delle forze
viscose (attrito e forma);
in regime transonico e supersonico si aggiunge anche Dw , la re-
sistenza donda, legata alla probabile presenza di onde durto nel
campo di moto.

La polare di un aeromobile
Le curve CD = CD (CL) si chiamano curve polari.
Per ogni aeromobile esistono infinite polari, al variare di Re, M
e della configurazione del velivolo. JJ
II
J
I
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Espressione approssimata della polare
CL2 17/293
C D = C D0 + (19)
ARe
CD0 : coefficiente di resistenza a portanza nulla.
Lespressione parabolica della polare costituisce una buona approssi-
mazione della polare reale nellintorno della crociera del velivolo.
Errori insiti in questa approssimazione:
in generale il coefficiente di resistenza non e minimo per CL = 0;
la resistenza di profilo varia al variare di CL;
in condizioni di alta portanza la polare del velivolo si discosta molto
dallandamento parabolico che addirittura non prevede lo stallo
dellaeromobile.
JJ
II
J
I
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Prob. n. 5: determinazione del CDi di un aeromobile in
volo livellato
18/293
Tra laltro occorre conoscere il fattore di Oswald dellaeromobile.

Prob. n. 6: confronto delle resistenze indotte di un


aeromobile in crociera ed in atterraggio
Attenzione resistenza non e equivalente a coefficiente di resistenza.

JJ
II
J
I
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Geometria dellala

19/293

y
R b/2
= b/2
, = ct/cr , c = cr [1 (1 )], S = 2 0 c(y)dy
2
R b/2
Corda media aerodinamica (m.a.c.): c = S 0 c2(y)dy JJ
II
J
I
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La curva CL = CL() (curva di portanza)
Definizione di angolo di attacco: 20/293

Sezione dellala alla radice

JJ
II
J
I
Polare, curva di portanza e dei momenti per un ala di AR = 10 Back
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Caratteristiche della curva di portanza
E presente un tratto lineare nellintorno delle basse incidenze: 21/293

CL CL ; (20)

si evidenzia il fenomeno dello stallo;


dipende da M e Re.

JJ
II
J
I
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Il profilo alare
Sezione di unala parallela a V. 22/293

c: corda; t: spessore; = t/c: spessore percentuale;


F : fuoco, posto ad 1/4 della corda.
JJ
Nel caso di unala rettangolare dritta di allungamento infinito il II
campo di moto risulta bidimensionale nel piano del profilo. J
AR CDi = 0, quindi D = Dp + Dw . I
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Caratteristiche aerodinamiche di un profilo alare
Portanza: 23/293
l = Cl 12 V2 c
Resistenza:
d = Cd 12 V2 c;
Momento di beccheggio rispetto al bordo di attacco:
mle = Cmle 12 V2 c2.
Momento di beccheggio rispetto al fuoco:
m1/4 = Cm1/4 12 V2 c2.
I momenti sono positivi se cabranti.

JJ
II
J
I
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Profilo NACA 2412 (flusso iposonico)

24/293

JJ
II
J
I
Back
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Portanza di unala finita e di un profilo
Per un profilo poco spesso e curvo a piccoli angoli di attacco: 25/293

Cl = Cl ( zl ) , (21)
Cl 2,
zl : angolo di portanza nulla del profilo.

Cl
AR  1 : CL Cl (22)
1 + AR

AR < 1 : CL AR (23)
2

JJ
II
J
I
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Idrostatica 26/293
Si assume che in tutto il campo fluido V = 0.

La pressione
S: superficie elementare di inclinazione generica nel fluido.
F : modulo della forza che agisce sulla superficie S dovuta allo
scambio di quantita di moto a livello molecolare.
In un fluido in quiete F e perpendicolare a S (Principio di
Pascal).
F
p = lim (24)
S0 S
JJ
Su una superficie infinitesima dS di normale n agisce la forza II
dF = pndS (25) J
I
p e detta pressione idrostatica. Back
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Legge di Stevino
Si consideri un volume infinitesimo dxdydz di un fluido in quiete. z 27/293
indica la quota (asse verticale e diretto verso lalto).
Forza di pressione totale:
dp dp
 
p dxdy p + dz dxdy = dxdydz (26)
dz dz
Equilibrio tra forza di gravita e forza di pressione:
dp
dxdydz gdxdydz = 0 (27)
dz
dp = gdz (28)
Integrando tra le quote z1 e z2 in un fluido a densita costante:
p = gh (29) JJ
II
h = z2 z1 J
I
p = p2 p1
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Prob. n. 7: ricavare il Principio di Archimede
La forza di galleggiamento che agisce su un corpo immerso in un 28/293
fluido in quiete e pari al peso del fluido spostato dal corpo.

Prob. n. 8: descrivere il funzionamento del barometro a


colonna di liquido

JJ
II
J
I
Back
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Atmosfera standard (ISA) 29/293
Ipotesi
1. Laria e secca e si comporta come un gas piu che perfetto: p =
RT ;
2. laria e in quiete ed e valida la legge di Stevino: dp = gdz.
In base alle ipotesi:
dp g
= dz . (30)
p RT
Per deteminare p = p(z) occorre un modello per la distribuzione di
temperatura al variare della quota T = T (z).
011 Km: troposfera, la temperatura decresce linearmente di 6.5
gradi per chilometro; JJ
1120 Km: stratosfera, la temperatura rimane costante con la quota; II
> 20 Km: esosfera, la temperatura aumenta con la quota. J
I
Questo modello descrive bene latmosfera nelle zone temperate. Back
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Troposfera
SL = 1.23 Kg/m3, TSL = 288 K, Tz = 6.50 103 K/m. 30/293
T = TSL Tz z . (31)
Integrando la (30) si ottiene
 RTg  RTg 1
p T T
 
z z
= , = . (32)
pSL TSL SL TSL

Stratosfera
T = TST . (33)
Integrando la (30) si ottiene
p g
= = e RTz (zzST ) , (34)
pST ST JJ
dove zST = 11000 m, TST = T (zST ), pST = p(zST ) e ST = (zST ). II
J
I
Prob. n. 9: diagrammare T , p e al variare della quota
Back
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Elementi di calcolo tensoriale 31/293
Sia f una grandezza in generale funzione (in un determinato domi-
nio) dello spazio e del tempo f = f (x, y, z, t).
f e una grandezza scalare quando e completamente individuata
unicamente da un numero reale. Uno scalare viene anche denomi-
nato tensore di ordine 0.
f e una grandezza vettoriale quando e completamente individuata
da un numero reale e da una direzione orientata. Un vettore vie-
ne anche denominato tensore di ordine 1 (lo indicheremo con il
simbolo f).
f e un tensore di ordine 2 quando la sua individuazione richiede la
conoscenza di due direzioni orientate (lo indicheremo con il simbolo
JJ
f).
II
In questo corso con i termini scalare, vettore e tensore ci riferiremo J
rispettivamente al tensore di ordine 0, 1 e 2. I
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Algebra dei vettori
Sia O(x1, x2, x3) una terna di riferimento cartesiana levogira di versori 32/293
1, 2 e 3.

f = (f1, f2, f3) = ifi , (35)


P3
dove fi sono le componenti di f e ifi = i=1 ifi (convenzione
dellindice ripetuto di Einstein).
Eguaglianza

a = b ai = bi i . (36)

Vettore nullo

a = 0 ai = 0 i . (37) JJ
II
Prodotto scalare J
I
a b = a b cos = aibi , : angolo tra a e b. (38) Back
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In particolare:
i j = ij , (39)
33/293
dove ij = 1 se i = j altrimenti ij = 0.
fi = i f . (40)

Intensita o modulo del vettore



a = |a| = ai ai . (41)

Versore v di V
V
v= . (42)
|V|
JJ
II
J
I
Back
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Prodotto vettoriale

ab=c ; (43) 34/293

il vettore c e dato da:


c = ab sin , (a, b, c) terna ortogonale levogira ; (44)
c e quindi perpendicolare sia ad a che b. Si dimostra che

1 2 3

c = a1 a2 a3 , (45)
b1 b2 b3

dove il determinante simbolico e calcolato con la regola di Laplace per


la prima riga. Inoltre
c = ici = iijk aj bk , (46) JJ
II
dove ijk = 0 se i = j, oppure i = k, oppure j = k; ijk = 1 se la J
terna (i, j, k) costituisce una permutazione di classe pari (+) o dispari I
(-) dei numeri 1, 2, 3. Back
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Si nota che
b a = a b . (47)
35/293

Doppio prodotto vettoriale

c (a b) = a(b c) b(a c) . (48)

JJ
II
J
I
Back
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Calcolo differenziale vettoriale 36/293

Il vettore nabla
In un riferimento cartesiano:

i . (49)
xi
In un riferimento cilindrico O(R, , z) di versori (a1, a2, a3):
1
a1 + a2 + a3 . (50)
R R z

Gradiente di uno scalare


f JJ
f = i . (51) II
xi
J
I
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Proprieta del gradiente di uno scalare
f
1. n f = ; derivata direzionale di f nella direzione n, misura la 37/293
n
variazione (unitaria) di f nella direzione orientata n.
2. |f |, modulo di f , da la variazione (unitaria) massima di f .
3. Il versore di f da la direzione in cui la variazione di f e massima.
4. Data la superficie f (r) = cost1, f e perpendicolare ad essa ed e
orientato nel verso delle f crescenti.

Divergenza di un vettore
Vi
V = (52)
xi
JJ
II
J
I
1 Back
r = i xi e il vettore posizione.
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Rotore di un vettore


1 2 3
Vk 38/293
V = =
i ijk . (53)
x1 x2 x3 xj
V1 V2 V3
Un campo V con rotore identicamente nullo e detto irrotazionale.

Operatori differenziali di ordine superiore


Il rotore del gradiente di uno scalare e identicamente nullo:
(f ) = 0 . (54)
La divergenza del rotore di un vettore e identicamente nulla:
( V) = 0 . (55) JJ
II
La divergenza del gradiente di uno scalare si chiama laplaciano:
J
2f = f . (56) I
Back
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Le funzioni scalari con laplaciano identicamente nullo si dicono ar-
moniche.
Vale infine la seguente identita: 39/293

( V) = ( V) 2V . (57)

Campi potenziali
Un campo vettoriale V(r) si dice potenziale se esiste una funzione
scalare (r) tale che
V = . (58)
Se
R P2
un campo V(r) e potenziale allora un qualsiasi integrale di linea
P1 V dl dipende solo dagli estremi di integrazione.

Condizione necessaria e sufficiente affinche V sia a potenziale


in R3 e che V sia irrotazionale, cioe V = 0. JJ
II
Se V(r) e a potenziale allora J
V = 2 . (59) I
Back
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Campi solenoidali
Un campo vettoriale V(r) si dice solenoidale se esiste un altro campo
40/293
vettoriale A (potenziale vettore) tale che
V =A . (60)

Condizione necessaria e sufficiente affinche V sia solenoidale e


V = 0.
Il potenziale di un campo solenoidale ed a potenziale e armonico; in
questo caso il campo si dice laplaciano.

Il teorema fondamentale dellanalisi vettoriale


Sia V(r) un campo vettoriale continuo con divergenza e rotore continui,
tale che per r V si comporta come 1/r1+ mentre | V| e JJ
| V| si comportano come 1/r2+ dove > 0. Allora, a meno di II
un vettore costante (c1), V puo essere espresso come la somma di un J
campo potenziale e di uno solenoidale, cioe: I
V = + A + c1 . (61) Back
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Calcolo tensoriale 41/293

Introduzione (diadi)
Si chiama diade la coppia di vettori
ab. (62)
Una diade e associata a due direzioni orientate (ma non identificata
da esse).
La diade a b costituisce il risultato delloperazione prodotto ten-
soriale tra i vettori a e b.
Il prodotto tensoriale non e commutativo: b a 6= a b.
Rappresentazione cartesiana della diade: a b = iaibj j , la diade e JJ
quindi rappresentata nel riferimento cartesiano dalle 9 componenti II
scalari (ai bj ). J
I
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Tensore (di ordine 2)
Il tensore A e definito in un riferimento cartesiano come 42/293

A = iAij j . (63)
A e stato individuato come la somma di 9 diadi coordinate.
A differenza della diade, le due direzioni orientate associate al
tensore A non sono esplicite.
Il tensore e rappresentato nel riferimento cartesiano dalle 9 com-
ponenti scalari Aij .
Un tensore e esprimibile con la matrice quadrata (3 3):

A11 A12 A13
A = A21 A22 A23 (64)
A31 A32 A33 JJ
II
Aii sono le componenti normali, Aij (j 6= i) sono le componenti J
tangenziali. I
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Tensore trasposto

(A)ij = Aji . (65) 43/293

Tensore simmetrico

A = A Aji = Aij . (66)

Tensore antisimmetrico

Aji = Aij . (67)


Un tensore antisimmetrico ha necessariamente nulle le componenti
lungo la diagonale principale.

JJ
II
J
I
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Algebra dei tensori
Eguaglianza 44/293

A = B Aij = Bij . (68)

Tensore nullo

A = 0 Aij = 0 . (69)

Prodotto di uno scalare per un tensore

f A = if Aij j . (70)

JJ
II
J
I
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Prodotto scalare di un vettore per un tensore a sinistra

V A = ViAij j . (71) 45/293

Prodotto scalare di un vettore per un tensore a destra

A V = iAij Vj . (72)

Componente vettoriale sinistra o destra

i A = Aij j = di ; (73)
A j = iAij = sj . (74)
I 3 vettori di sono le componenti vettoriali destre di A nel riferimen- JJ
to O(x1, x2, x3), mentre i 3 vettori sj sono le componenti vettoriali II
sinistre. J
A = idi = si i . (75) I
Back
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Prodotto scalare di due tensori

A B = C = iAik Bkj j . (76) 46/293

Il prodotto scalare di due tensori e equivalente al prodotto di due


matrici (3 3) e non commuta.

(A B) = B A . (77)

Doppio prodotto scalare di due tensori

A : B = Aik Bki . (78)

Prodotti vettoriali

JJ
V A = iilmVl Amj j , (79) II
A V = imlj AimVl j . (80) J
I
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Traccia di un tensore

Tr(A) = Aii . (81) 47/293

La traccia del tensore e invariante (non dipende dal sistema di riferi-


mento).
Tensore unitario

1 0 0
U=0 1 0 (82)
0 0 1
Si nota che, ad esempio:
VU=UV =V . (83)
JJ
Tensore isotropo II
Si dice isotropo un tensore del tipo f U con f R. J
I
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Applicazione: il tensore degli sforzi in un fluido in quiete
tn = n . (84) 48/293
: tensore degli sforzi;
tn: sforzo (vettore forza per unita di superficie) agente su una super-
ficie elementare di normale generica n, positivo se di trazione.
Nel caso di un fluido in quiete
= pU ; (85)
il tensore degli sforzi e isotropo. Infatti:
dF = n (pU)dS = pndS , (86)
che e appunto la definizione di pressione idrostatica in un fluido in
quiete. JJ
II
Riformulazione del Principio di Pascal: il tensore degli sforzi in
J
un fluido in quiete e isotropo.
I
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Parte simmetrica, antisimmetrica e isotropa di un tensore
E sempre possibile decomporre un tensore in una parte simmetrica 49/293
ed una antisimmetrica A = A(s) + A(a):

A + A A A
A(s) = , A(a) = . (87)
2 2
1
3
Tr(A)U: parte isotropa di A.
1
3
Tr(A) e la media aritmetica delle 3 componenti normali del tensore
ed e invariante.
A = 31 Tr(A)U + A0, dove A0 e detto parte deviatorica di A (e a traccia
nulla).
V A = V 13 Tr(A)U + V A0 = 31 Tr(A)V + V A0.
JJ
A= 1
3
Tr(A)U + A(s)
0
+ A(a)
0
. II
J
I
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Calcolo differenziale tensoriale 50/293

Gradiente di un vettore
Vj
V = i . (88)
xi j
Derivata direzionale (in n) di V:
V
n V = ni . (89)
xi
Tr( V) = V . (90)
 2
V
( V) V = . (91)
2
Unidentita particolarmente notevole:
JJ
2
V

II
V V = + ( V) V . (92)
2 J
I
Dividendo la (92) per V : v V = (V ) + ( V) v . Back
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Divergenza di un tensore
Aij
A= . (93) 51/293
xi j

(f A) = f A + f A . (94)

JJ
II
J
I
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Teoremi di Gauss

52/293

Sia V(r) un campo vettoriale continuo con le derivate delle sue com-
ponenti in V S, allora:
Z Z
VdV = n VdS , (95)
Z V ZS
VdV = n VdS , (96) JJ
VZ ZS II
VdV = n VdS . (97) J
V S I
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Sia f (r) una funzione scalare continua con le sue derivate in V S,
allora:
Z Z 53/293
f dV = n f dS . (98)
V S

Una definizione di indipendente dal riferimento


1
Z
= lim n( )dS . (99)
V0 V S

1
Z
f = lim nf dS . (100)
V0 V S

1
Z
V = lim n VdS . (101)
V0 V S

JJ
II
J
I
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Teorema di Stokes

54/293

Data la superficie S delimitata dal circuito C e dato V(r), un campo


vettoriale continuo con le derivate delle sue componenti in S C, allora
Z I
n VdS = V dl . (102)
S C

dl: vettore spostamento elementare lungo il circuito C. JJ


H II
= C V dl: circolazione del vettore V lungo il circuito C. J
Il teorema di Stokes lega il rotore alla circolazione. I
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Equazioni di bilancio 55/293

V: volume di controllo (per ora lo si suppone fisso rispetto al riferi-


mento inerziale), e il volume che contiene il sistema che si intende
studiare;
S: superficie di controllo; JJ
n: versore localmente normale alla superficie di controllo orientato II
verso lesterno del volume. J
I
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Una grandezza G si dice estensiva quando e associata (proporzionale)
alla massa.
56/293
Una grandezza G si dice intensiva quando non e associata alla massa
ed e funzione solo del punto.
Massa, quantita di moto, energia, entropia sono esempi di grandezze
estensive.
Temperatura, pressione, viscosita sono esempi di grandezze intensive.
Per una grandezza estensiva e possibile formulare unequazione di bi-
lancio allinterno del volume di controllo:

Variazione di G Produzione di G
nellunita = Scambio di G con + nel volume di
di tempo lesterno controllo
JJ
II
J
I
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M: massa allinterno di un volume V;
G
g = lim : grandezza G specifica (per unita di massa); 57/293
V0 M

G
g + = lim : grandezza G per unita di volume.
V0 V

La densita e la massa per unita di volume.


GM
g + = lim = g . (103)
V0 M V

Variazione nellunita di tempo di G in V:


d
Z Z
gdV = (g)dV .
dt V V t

JJ
II
J
I
Back
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Il flusso di una grandezza
Il flusso G di una grandezza G da, in intensita e direzione, la quantita 58/293
di G che attraversa una superficie elementare, per unita di tempo e di
superficie.
G e un vettore se G e uno scalare;
G e un tensore se G e un vettore.

[G] [G] [L]


[G] = = , (104)
[L2][t] [L3] [t]
quindi e possibile esprimere il flusso come
G = g +W = gW , (105)
con W un vettore velocita opportuno. JJ
Nel caso della massa M: II
J
M V. (106) I
Back
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Scambio di G con lesterno:
Z
59/293
n GdS .
S

Produzione
[G]
g + = [L3 ][t]
: produzione di G nellunita di volume e di tempo;
[G]
g = [M ][t]
: produzione specifica di G;
g + = g.
Produzione di G nel volume di controllo:
Z
gdV .
V
JJ
II
J
I
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Equazione di bilancio integrale

Z Z Z
(g)dV = n GdS + gdV . (107) 60/293
V t S V

Equazione di bilancio differenziale


Applicando il teorema di Gauss allintegrale del flusso nella (107):

Z  
(g) + G g dV = 0 . (108)
V t
Questo integrale e nullo qualunque sia la scelta di V se e soltanto se
lintegrando e nullo, da cui lequazione di bilancio in forma differenziale:

(g) + G = g . (109)
t JJ
La fisica del problema e racchiusa nella determinazione dellespres- II
sione del flusso e della produzione. J
I
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Equazione di bilancio della massa (continuita)
g = 1, g + = ; 61/293
M = V;
g = 0: la massa si conserva.
Forma integrale dellequazione di conservazione della massa:

Z Z
dV + n VdS = 0 . (110)
V t S

Forma differenziale:

+ (V) = 0 . (111)
t

JJ
II
J
I
Back
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Rappresentazione euleriana e lagrangiana
Rappresentazione euleriana: 62/293
si assumono come variabili indipendenti le coordinate dello spazio ed
il tempo (x1, x2, x3, t) = (r, t); il problema fluidodinamico consiste
nellindividuazione della generica grandezza g(r, t) in ciascun punto
del campo al variare del tempo.
Rappresentazione lagrangiana:
Individuazione al variare tempo dellevoluzione della generica grandez-
za di una data particella. Indicando con R = iXi la posizione che
la data particella assume al tempo iniziale t0, le variabili indipendenti
diventano (R, ) con = t.
Per passare da una rappresentazione allaltra occorre conoscere la
trasformazione
i = 1, 2, 3 xi = xi(X1, X2, X3, ), t = ; (112) JJ
II
in forma vettoriale: J
r = r(R, t), t = . (113) I
Back
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Si assume che:
1. nessuna regione di volume finito si trasforma nel tempo in una
63/293
regione di volume nullo o infinito;
2. nel tempo volumi si trasformano in volumi, superfici in superfici,
curve in curve, costituiti sempre dalle stesse particelle.
Nota levoluzione di una grandezza in una rappresentazione lagran-
giana g(R, ), la rappresentazione euleriana si ottiene tramite le (112)
o (113):
g(r, t) = g[R(r, ), t] . (114)

JJ
II
J
I
Back
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Derivata sostanziale
Definizione di velocita di una particella: 64/293
r r xi
   
V = V(R, ) = (R, ) = = i . (115)
R=cost R=cost

Definizione di derivata sostanziale:


D
 
= . (116)
Dt R=cost
Tenendo conto della (113), della regola di derivazione delle funzioni
di funzioni:
Dg g t g xi
   
= + . (117)
Dt t xi t=cost R=cost
JJ
Essendo t/ = 1, e possibile ottenere la seguente rappresentazione
II
euleriana della derivata sostanziale:
J
D I
= +V . (118)
Dt t Back
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Flusso convettivo e diffusivo
G gV + JG (119) 65/293
1. gV: flusso convettivo, associato al trasporto della grandezza g
con la velocita di massa V.
2. JG: flusso diffusivo, associato al trasporto della grandezza con la
velocita molecolare relativa al moto del baricentro della particella.
E possibile definire il flusso diffusivo o con leggi fenomenologiche o
ricorrendo alla Teoria cinetica dei gas.

JJ
II
J
I
Back
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Equazioni del bilancio in forma lagrangiana

66/293

d
Z Z Z
(g)dVm = n JGdSm + gdVm . (120) JJ
dt Vm (t) Sm (t) Vm (t)
II
J
I
Back
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Essendo (dVm = dM):
d d g(R, )
Z Z Z
(g)dVm = g(R, )dM = dM , (121) 67/293
dt Vm (t) dt M M
si ha che
d Dg
Z Z
(g)dVm = dVm , (122)
dt Vm(t) Vm (t) Dt

allora, sempre applicando il teorema d Gauss:


Dg
Z  
+ JG g dVm = 0 , (123)
Vm (t) Dt
valida comunque si sceglie Vm(t), per cui:
Dg
+ JG g = 0 , (124)
Dt JJ
equazione di bilancio differenziale in forma lagrangiana. II
J
Nellequazioni di bilancio in forma lagrangiana compare solo
I
il flusso diffusivo.
Back
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Le equazioni della Fluidodinamica 68/293

Conservazione della massa (continuita)


Forma integrale dellequazione di conservazione della massa:

Z Z
dV + n VdS = 0 . (125)
V t S

Forma differenziale:

+ (V) = 0 . (126)
t
Svolgendo la divergenza nella (126) si ottiene (v = 1/, volume
specifico):
1 Dv
V = ; (127) JJ
v Dt
II
la divergenza della velocita misura la variazione percentuale nel-
J
lunita di tempo del volume di una particella.
I
Back
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Se il flusso e incomprimibile:
V =0 ; (128) 69/293

la conservazione della massa assicura che un campo di moto in-


comprimibile e solenoidale.
Se il flusso e stazionario:
(V) = 0 ; (129)
la conservazione della massa assicura che in un campo di moto
comprimibile e stazionario e solenoidale il vettore V.

Prob. n. 10: dimostrare che in flusso stazionario la


portata di un condotto e costante
Occorre scrivere lequazione di conservazione della massa in forma JJ
integrale per un condotto con pareti laterali impermeabili (n V = 0). II
J
I
Back
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Bilancio della quantita di moto
g = V, g + = V; 70/293
flusso diffusivo JV = ;
produzione per unita di volume f+ = g;
g = , = gz energia potenziale del campo gravitazionale.
Forma integrale del bilancio di quantita di moto:
d
Z Z   Z
VdV + n VV dS = gdV . (130)
dt V S V

Forma differenziale:
V
+ (VV ) = g . (131)
t
JJ
Forma integrale lagrangiana:
II
d
Z Z Z
J
VdVm = n dSm + gdVm . (132) I
dt Vm (t) Sm (t) Vm (t)
Back
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Forma differenziale lagrangiana:
DV
= g . (133) 71/293
Dt
Lespressione di dipende dal tipo di fluido.
Modello di fluido newtoniano:
(s)
= pU + 2( V)U + 2( V)0 (134)
2: secondo coefficiente di viscosita del fluido.
Per i fluidi di nostro interesse 2/  1, per cui lo trascureremo:
= pU + d , (135)
(s)
d = 2( V)0 . (136) JJ
Nel modello newtoniano, cos come nella maggior parte dei proble- II
mi di nostro interesse, il tensore degli sforzi e simmetrico. J
I
Back
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Prob. n. 11: determinare le 9 componenti del tensore
degli sforzi di un fluido newtoniano
72/293
Prob. n. 12: determinare lespressione della forza (aero-
dinamica) che agisce su un corpo immerso in una corrente
fluida
(Non e altro che il flusso di quantita di moto attraverso il corpo).

JJ
II
J
I
Back
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Conservazione dellenergia
Principio dellequilibrio evolutivo: si assume che i tempi caratte- 73/293
ristici del problema fluidodinamico siano molto maggiori del tempo
caratteristico con cui il sistema termodinamico particella raggiun-
ge il proprio equilibrio per cui, istante per istante, la particella e in
equilibrio termodinamico.
g = e , g + = e;
e = u + V 2/2 + , u e lenergia interna specifica;
flusso diffusivo Je = Ju + Jc;
legge di Fourier: Ju = T (flusso di energia nel modo calore);
: conducibilita termica, si misura in J/(m s K);
Jc = V (flusso di energia nel modo lavoro);
JJ
e = 0, lenergia totale si conserva. II
J
I
Back
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Forma differenziale lagrangiana
D V2
 
74/293
u+ + (T ) ( V) = 0 . (137)
Dt 2
Identita vettoriale:
( V) = ( ) V + : V . (138)
Il flusso di energia nel modo lavoro consta di due contributi:
1. ( ) V: lavoro compiuto sulla particella per effetto dello spo-
stamento V;
2. : V: contributo dovuto alla deformazione della particella.

Bilancio dellenergia cinetica


JJ
2
D V

II
( V) = c . (139)
Dt 2 J
I
Back
Close
Questa equazione si puo riottenere moltiplicando scalarmente per V
il bilancio di quantita di moto:
75/293
DV
V ( ) V = g V . (140)
Dt
In base alle identita vettoriali (138) e (91):
D V2
 
( V) = g V : V . (141)
Dt 2
La produzione di energia cinetica e quindi:
c = g V : V . (142)
Il bilancio di energia cinetica non e unequazione indipendente.
JJ
II
J
I
Back
Close
Bilancio dellenergia potenziale
D
= p . (143) 76/293
Dt
Il flusso diffusivo di energia potenziale e nullo.
Il potenziale (gravitazionale) dipende solo dallo spazio e non dal
tempo.
= g.
D
= V , (144)
Dt
per cui
D
= g V (145)
Dt
e
p = g V , (146) JJ
II
da confrontare con la produzione di energia cinetica. J
Il bilancio di energia potenziale non e unequazione indipendente. I
Back
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Bilancio dellenergia interna
Si ottiene sottraendo i bilanci di energia cinetica e potenziale a quello 77/293
di energia totale:
Du
+ Ju = : V (147)
Dt
e
u = : V , (148)
da confrontare con la produzione di energia cinetica.
Nulla possiamo ancora dire sul segno della produzione di energia
interna.

JJ
II
J
I
Back
Close
Bilancio dellentropia
Ds
+ Js = s . (149) 78/293
Dt
Du Ds Dv
=T p . (150)
Dt Dt Dt
Il bilancio di entropia si ottiene combinando il bilancio di energia
interna e di volume specifico. Si ottiene:
Ds 1 1 p
= : V Ju + V . (151)
Dt T T T
Confrontando con la (149):
T s T Js = + : V Ju + p V , (152)
T s (T Js) = Js T + : V Ju + p V , (153)
JJ
da cui: II
Ju J
Js = ; T s = Js T + : V + p V . (154) I
T
Back
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Per un fluido newtoniano e fourieriano si ottiene2
: V = p( V) + , (155) 79/293
(s) (s)
= 2( V)0 : ( V)0 . (156)
: funzione di dissipazione.

T s = T T + . (157)
T
Affinche sia soddisfatto il II principio della termodinamica (la produ-
zione di entropia e positiva):
>0, >0; (158)
il flusso termico va da zone a temperatura maggiore a zone a tem-
peratura minore e lenergia cinetica (parte) si dissipa in energia JJ
interna, processi entrambi irreversibili. II
J
I
2
Si sfruttano le seguenti identita: A0 : U = 0, A(s) : A(a) = 0. Back
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Le equazioni di Navier-Stokes
Caso di fluido newtoniano e foureriano. 80/293
Continuita:

+ (V) = 0 ; (159)
t
quantita di moto:
DV (s)
+ p = 2 [( V)0 ] + g ; (160)
Dt
energia:
D V2
 
(s)
u+ + = (T ) (pV) + 2 [( V)0 V] .
Dt 2
(161)
La chiusura del sistema richiede la conoscenza delle relazioni di stato: JJ
p = p(, T ), u = u(, T ), (162) II
J
= (p, T ), = (p, T ). (163) I
Back
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Condizioni iniziali e al contorno

81/293
V(r, t0) = Vi(r), p(r, t0) = pi(r), (r, t0) = i(r). (164)
Parete impermeabile fissa: V = 0, p =?.
Nel caso di proprieta costanti ( e ), la temperatura non compare
nellequazioni di continuita e quantita di moto.
Continuita e quantita di moto possono essere integrate indipenden-
temente dallequazione dellenergia.
Lequazione dellenergia puo essere risolta, se necessario, successi-
vamente, con il campo di velocita gia noto.

Prob. n. 13: scrivere le equazioni scalari di Navier-


Stokes nel caso 2D a proprieta costanti (, , ) JJ
II
J
I
Back
Close
Alcune soluzioni esatte delle equazioni di Navier Stokes
Ipotesi: 82/293
flusso incomprimibile,
flusso stazionario,
fluido Newtoniano con proprieta costanti.

V =0 , (165)
V V + p = 2V . (166)

JJ
II
J
I
Back
Close
Flusso alla Couette
Flusso confinato fra due pareti di lunghezza infinita distanti 2h luna 83/293
dallaltra, la parete superiore si muove con velocita U rispetto alla
parete inferiore.
pareti di lunghezza infinita u = u(y)
pressione costante p = 0
Condizioni al contorno:
u(h) = 0 , v(h) = 0 , u(h) = U , v(h) = 0 . (167)

JJ
II
J
I
Back
Close
Dallequazione di continuita e dalla condizione al contorno per v:
v
=0v=0. (168) 84/293
y
Dallequazione della quantita di moto lungo y e dalle condizioni al
contorno per u:
d2 u U y
 
2 =0u= 1+ . (169)
dy 2 h

U h
m = , (170)
2
du U
= = , (171) JJ
dy 2h
II
1
Cf 1 2 = = . (172) J
2
U h U h Re h I
Back
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Flusso in un condotto a sezione circolare (flusso alla Hagen-
Poiseuille)
85/293

Si utilizza un sistema di riferimento cilindrico (per simmetria = 0).

Si assume che il flusso nel condotto sia completamente sviluppato:
u = u(r), v = v(r)
Condizioni al contorno sulla parete del condotto:
u(r0) = v(r0) = 0. (173)
p
Dallequazione di continuita si ottiene ancora che v = 0 per cui r
=0
dallequazione di quantita di moto lungo z e quindi p = p(x).
Equazione di quantita di moto lungo r
dp d2u(r) 1 du(r)
 
= + . (174)
dx dr2 r dr
JJ
Essendo p = p(x) e u = u(y), affinche lequazione sia soddisfatta si II
ricava che dp/dx deve essere una costante. J
I
Back
Close
Lequazione di quantita di moto e lineare e puo essere risolta:
dp/dx 2
u= (r0 r2) (175) 86/293
4

risultati per il flusso alla Hagen-Poiseuille


Portata:
r04 dp
 
m = . (176)
8 dx
Velocita media e massima:
dp/dx 2 1 dp/dx 2
um = r0 = umax , umax = r0 . (177)
8 2 4
Sforzo di attrito alla parete:
du 4um
 
w = = . (178) JJ
dr w r0
II
Coefficiente dattrito fattore dattrito di Fanning: J
w 8 I
Cf = = . (179)
1/2u2m umr0 Back
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Flusso alla Poiseuille piano
Si ricava in modo analogo: 87/293

dp h2 y 2
  
u= 1 2 , (180)
dx 2 h
dp h2
 
umax = , (181)
dx 2
4
m = humax , (182)
3
Q 2
um = = umax , (183)
2h 3
3um 6
w = , Cf = . (184)
h umh
JJ
II
J
I
Back
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Equazioni di bilancio adimensionali 88/293
Il problema consiste nella scelta di opportune grandezze di riferi-
mento delle variabili indipendenti e dipendenti.
g = g/gr ;
g: grandezza adimensionale;
gr : grandezza di riferimento.
La scelta di gr e appropriata quando g O(1).

JJ
II
J
I
Back
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Continuita
Si assuma il flusso isoentropico (ds = 0) per cui 89/293

D Dp 1 Dp
 
= = 2 , (185)
Dt p s Dt a Dt
a: velocita del suono.
Scegliendo tr = Lr /Vr e pr = r Vr2 il bilancio di volume specifico
(127) diventa
Mr2 Dp
+ V = 0 . (186)
a2 Dt
Mr2 = Vr2/a2r : numero di Mach di riferimento.
Mr 0 V = 0 flusso incomprimibile.

JJ
II
J
I
Back
Close
Quantita di moto
Lr (V) = r 2 [(
V)(s) Lr gr
+ (VV) + p 0 ]+ g . 90/293
Vr tr t r V r Lr Vr2
(187)
tr Vr convezione di V
Str = , numero di Strouhal.
Lr instazionarieta
r V r Lr convezione di V
Rer = , numero di Reynolds.
r ef f etti viscosi
Vr2 convezione di V
F rr = , numero di Froude.
Lr gr gravita
1 (V) = 1 2 [(
V)(s) 1
+ (VV) + p 0 ] + g . (188)
Str t Rer F rr
1 JJ
Scegliendo pr = r a2r il termine di pressione diventa 2 p che impli- II
Mr
ca un secondo significato a Mr : J
I
Back
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convezione di V
Mr .
dif f usione reversibile di V
91/293
Combinando questi numeri caratteristici si possono misurare le
importanze relative tra tutti i vari contributi.

JJ
II
J
I
Back
Close
Energia
er = ur = a2r , r = gr Lr : 92/293
2
V Mr2
e = u + Mr2 + . (189)
2 F rr
Ulteriore significato di Mr2 e F rr .
Tr = a2r /cpr , pr = r a2r :
2
1 (e) 1 T )(p
V)+ M r V)(s)
+(eV) = ( 2[( 0 V] .
Str t P er Rer
(190)
r cp r f lusso lavoro viscoso
P rr = , numero di Prandtl.
r f lusso termico
convezione di energia JJ
P er = Rer P rr , numero di Peclet.
f lusso termico II
Mr2 f lusso lavoro viscoso J
. I
Rer convezione di energia Back
Close
Aerodinamica dei flussi non dissipativi 93/293

(ideali)
Le equazioni di Eulero
Ipotesi: Rer , Prr O(1) (almeno), per cui anche P er .
1
+ (V) = 0 ; (191)
Str t
1 (V)   1
+ VV + pU = g ; (192)
Str t F rr
1 (e) p
   
+ e + V = 0 . (193)
Str t
Scompaiono dalle equazioni tutti i termini che portano a produzio- JJ
ne di entropia: il fenomeno e non dissipativo; queste equazioni II
governano la dinamica di un fluido (o di un flusso) ideale. J
Si abbassa lordine di derivazione (scompaiono tutte le derivate I
seconde): attenzione alle condizioni al contorno. Back
Close
In molte applicazioni aerospaziali F rr  1, per cui puo essere
trascurato sia il temine di produzione nel bilancio di quantita di
moto (che pure diventa un equazione di conservazione) sia lenergia 94/293
potenziale gravitazionale nel bilancio dellenergia.

JJ
II
J
I
Back
Close
Cinematica della particella
Traiettoria: luogo delle successive posizioni assunte da una particella 95/293
durante il suo moto, al variare del tempo.
Linea di corrente: curva inviluppo del vettore velocita nella rappre-
sentazione euleriana.
Linea tracciante: luogo delle posizioni assunte, al variare del tempo,
dalle successive particelle che passano per uno stesso punto.
In regime instazionario, in generale, traiettorie, linee di corrente
e linee traccianti sono diverse.
In regime stazionario traiettorie, linee di corrente e linee trac-
cianti coincidono.

JJ
II
J
I
Back
Close
96/293

JJ
II
Visualizzazione delle linee di corrente intorno ad un profilo NACA J
tramite bolle daria, M 0, Re 6000. I
Back
Close
97/293

JJ
II
Visualizzazione (con tracciante) della formazione del vortice di distacco J
al bordo di uscita di un profilo alare, M 0, ReS 1000. I
Back
Close
Deformazione lineare della particella

98/293

u
uQ = uP + x ; (194)
x
uP t + x0 = x + uQt ; (195)
x0 x u dx u
x = = t , = . (196)
x x dt x JJ
x: deformazione lineare (percentuale) nella direzione x; II
J
dx I
: velocita di deformazione.
dt Back
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Velocita angolare di rotazione della particella

99/293

v u
1 = t , 2 = t ; (197)
x y
JJ
1 (1 + 2) 1 v u
 
z = = . (198) II
2 t 2 x y J
1 I
= ( V) , V = (vorticita) . (199) Back
2
Close
Deformazione angolare della particella

100/293

1 + 1 v u
 
(s)
xy = = + = [( V)0 ]xy (200)
2 t 2 x y
Una particella trasla con velocita V, ruota con velocita angolare JJ
1 (s)
V, si dilata secondo V e si deforma secondo ( V)0 . II
2
J
E newtoniano un fluido in cui sforzi tangenziali e deformazioni
I
della particella da essi provocati sono proporzionali tra loro.
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Il teorema di Crocco
Accelerazione della particella: 101/293

DV V
= +V V ; (201)
Dt t

V2
 
V V = + ( V) V ; (202)
2
relazione di Gibbs:
1
p = h T s . (203)

Sostituendo queste relazioni nel bilancio di quantita di moto e definen-
do lentalpia totale come H = h + V 2/2 + si ottiene il teorema di
Crocco:
V JJ
+ H + ( V) V = T s + f d . (204)
t II
f d e la forza dissipativa per unita di massa che agisce sulla particella. J
I
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Bilancio dellenergia cinetica:
V2
 
+ V H = T V s + V f d . (205) 102/293
t 2
Ipotesi:
1. flusso ideale (Re e P e );
2. regime stazionario.
Il bilancio dellentropia diventa:
Ds
= V s = 0 , (206)
Dt
in un flusso ideale e stazionario lentropia e costante lungo una
linea di corrente (flusso isoentropico).
Il bilancio dellenergia cinetica diventa:
JJ
DH
= V H = 0 , (207) II
Dt J
in un flusso ideale e stazionario lentalpia totale e costante lungo I
una linea di corrente (flusso isoentalpico). Back
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Il teorema di Bernoulli (generalizzato)
Se lentropia a monte e uniforme (s = s) allora s e costante in tutto 103/293
il campo (flusso omoentropico).
Se lentalpia totale a monte e uniforme (H = H) allora H e
costante in tutto il campo (flusso omoentalpico).
Il risultato
V2
h+ + = cost (208)
2
e noto come teorema di Bernoulli (generalizzato).
Il teorema di Crocco per un flusso stazionario ed ideale:
H + ( V) V = T s (209)
mostra che se il flusso e anche omoentalpico ed omoentropico:
( V) V = 0 . (210)
JJ
Cioe e verificata una delle seguenti possibilita: II
1. V = 0, il campo e irrotazionale | V = ; J
I
2. V V, campo alla Beltrami. Back
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Il teorema di Bernoulli (incomprimibile)
Sia M 0 = cost. 104/293
In un fluido isoentropico, incomprimibile la relazione di Gibbs di-
venta dh = d(p/), cioe dellentalpia puo variare solo la parte legata
alla pressione, mentre lenergia interna rimane costante:
in un flusso incomprimibile isoentropico la temperatura non va-
ria.
Il teorema di Bernoulli generalizzato assume allora la forma
1
p + V 2 + = cost . (211)
2

JJ
II
J
I
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Flusso incomprimibile quasi-unidimensionale
Ipotesi: 105/293
1. regime stazionario;
2. condotto orizzontale (gravita trascurabile) con deboli variazioni
dellarea della sezione;
3. regime incomprimibile;
4. flusso ideale (isoentropico).
V1: velocita media alla sezione di area A1;
p1: pressione media alla sezione di area A1.
Conservazione della massa:
V1A1 = V2A2 . (212)
JJ
Teorema di Bernoulli: II
1 1 J
p1 + V12 = p2 + V22 . (213) I
2 2
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Prob. n. 14: determinazione della portata di un condotto
tramite il tubo Venturi
106/293

Occorre collegare le sezioni 1 e 2 con un manometro per misurare la


differenza di pressione p = p1 p2. JJ
II
Prob. n. 15: determinazione della velocita di un aero- J
mobile con il tubo di Pitot (facoltativo) I
Back
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Il teorema di Bernoulli instazionario (generalizzato)
Ipotesi: 107/293
1. regime ideale omoentropico;
2. campo di moto irrotazionale.
Dal teorema di Crocco si ricava:

 
+ H = 0 ; (214)
t
integrando:
V2
+h+ + = f (t) . (215)
t 2

JJ
II
J
I
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Equazione di bilancio della vorticita = V
Si ottiene effettuando il rotore dellequazione di bilancio della quantita 108/293
di moto:

D 1 d
 
= V ( V) + 2 p + (216)
Dt
Se = (p) il fluido si dice barotropico.
Un flusso incomprimibile e barotropico: = k.
Un flusso omoentropico e barotropico: = k/p1/ .
Equazione di bilancio di vorticita per un flusso incomprimibile:
D
= V ( V) + 2 . (217)
Dt
Equazione di bilancio di vorticita per un flusso omentropico (comprimibile): JJ
II
D
= V ( V) . (218) J
Dt
I
Non compare la pressione!
Back
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Circuiti
Un circuito C di una regione V si dice riducibile se puo essere tra- 109/293
sformato con continuita in un punto senza abbandonare la regione,
altrimenti il circuito e detto irriducibile.
Una regione V si dice semplicemente connessa se contiene tut-
ti circuiti riducibili, altrimenti la regione e detta molteplicemente
connessa.
Teorema di Stokes:
Z I
n dS = V dl . (219)
S C

La validita del teorema richiede che V sia regolare in S, cioe il


circuito C deve essere riducibile.
Un importante corollario del teorema di Stokes e che se V e ir-
rotazionale in una regione semplicemente connessa V allora le JJ
circolazioni di V su qualsiasi circuito di V sono nulle. II
J
I
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Con degli opportuni tagli una regione molteplicemente connessa puo
sempre essere trasformata in una regione semplicemente connessa .
110/293

In un dominio reso semplicemente connesso con dei tagli non e JJ


richiesta la continuita di una grandezza attraverso il taglio. II
Due circuiti sono riconducibili se e possibile trasformare con continuita J
luno nellaltro senza abbandonare il dominio. I
Back
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I teoremi di Helmholtz
Linea vorticosa: una curva tangente in ogni punto a = V. 111/293
Superficie vorticosa: una superficie con il vettore tangente in ogni
suo punto.
Tubo vorticoso: Linsieme delle linee vorticose passanti per una curva
chiusa che racchiude unarea finita.
Filetto vorticoso: Linsieme delle linee vorticose passanti per una
curva chiusa che racchiude unarea infinitesima.
Si definisce intensita di un tubo vorticoso il flusso di attraverso
una sua sezione: Z
= n dS . (220)
S
I teorema di Helmholtz: lintensita di un tubo vorticoso e la
JJ
stessa in tutte le sue sezioni trasversali.
II
J
I
Back
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112/293

La dimostrazione del I teorema di Helmoltz e immediata applicando


il teorema di Gauss al vettore vorticita nel volume indicato in figura
e tenendo conto della solenoidalita di e della definizione di tubo
vorticoso per cui il flusso di sulla superficie laterale del cilindro e
nullo.
Conseguenze del I teorema di Helmholtz: un tubo vorti-
coso o e chiuso o inizia e finisce su un confine del dominio.
JJ
Tubo vorticoso isolato: quando allesterno del tubo il campo e irro-
II
tazionale.
J
I
Back
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II teorema di Helmholtz: la circolazione presa nello stesso
senso intorno a due qualsiasi circuiti irriducibili e riconciliabili
che circondino un tubo vorticoso isolato una sola volta e la stessa 113/293
ed e uguale, in valore assoluto, allintensita del tubo vorticoso.
Basta collegare i due circuiti con un taglio per ottenere un unico cir-
cuito riducibile in un campo irrotazionale che avra quindi circolazione
totale nulla. Essendo il contributo del taglio alla circolazione nullo
(percorso 2 volte con verso contrario) ed essendo i due circuiti percorsi
in verso opposto ne risulta che la loro circolazione deve coincidere.
Se si sceglie uno dei due circuiti lungo il tubo vorticoso si ottiene
anche che la circolazione e pari allintensita del tubo vorticoso che non
varia in base al I teorema di Helmholtz.

JJ
II
J
I
Back
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Velocita indotta da un vortice isolato

114/293

kr
Z
V(P ) = 3
dl . (221)
4 L r
Caso di vortice infinito rettilineo:
JJ
II
V = ; (222)
2R J
R: distanza del punto P dal vortice, V giace nel piano ortogonale al I
vortice con verso tale che k, R, V e una terna levogira. Back
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Il teorema di Kelvin
I
(t) = V dl , (223) 115/293
Cm

Cm: circuito materiale.


D D D
I  I
= V dl = (V dl) =
Dt Dt Cm Cm Dt
DV
I I
dl + V dV =
Cm Dt Cm
 2
DV V
I I
dl + d =
Cm Dt Cm 2
DV
I
dl . (224)
Cm Dt

Dal bilancio di quantita di moto: JJ


II
DV
= (h + ) + T s + f d ; (225) J
Dt I
Back
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quindi:
D
I I
= T s dl + f d dl . (226)
Dt Cm Cm 116/293

Teorema di Kelvin: in un flusso ideale e omoentropico la


circolazione di un circuito materiale non varia nel tempo.
Corollari
1. Tubi vorticosi, superfici vorticose e filetti vorticosi so-
no costituiti sempre dalle stesse particelle. Si consideri
un arbitrario circuito materiale giacente su una superficie vor-
ticosa, avra quindi circolazione nulla e per il teorema di Kel-
vin la circolazione rimarra nulla al variare del tempo e data
larbitrarieta della scelta la superficie su cui giace il circuito
continuera ad essere tangente alla vorticita ne segue che essa
e ancora superficie vorticosa.
JJ
2. Lintensita di un tubo vorticoso non varia con il tempo.
II
E unovvia conseguenza del precedente corollario.
J
I
Back
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Flussi incomprimibili ideali
Lequazione di continuita ci assicura che il campo di velocita di un 117/293
flusso incomprimibile e solenoidale quindi
V =0 (227)
Se il campo e anche irrotazionale in un dominio semplicemente con-
nesso esiste il potenziale cinetico : = V.
La continuita diventa:
2 = 0 (228)
Il campo di velocita e governato dallequazione di Laplace con
una sola incognita!

JJ
II
J
I
Back
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Flussi incomprimibili ideali 2D 118/293
Lequazione di continuita ci assicura che il campo di velocita di un
flusso incomprimibile e solenoidale quindi
V =0 (229)
ed inoltre esiste il potenziale vettore A tale che
V =A . (230)

La funzione di corrente
Per campi di moto bidimensionali (ci si concentra qui sul caso piano)
deve risultare V3 = 0, che implica in termini di A (definizione di rotore):
JJ
A2 A1 II
=0; (231) J
x1 x2
I
soddisfatta per A1 = A2 = 0. Back
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Si definisce funzione di corrente (r) lunica componente diversa da
zero del potenziale vettore di un campo bidimensionale:
119/293
(r) = A3 . (232)
In un riferimento cartesiano O(x, y) le componenti (u, v) di V sono
date da

u= ; v= . (233)
y x
In un riferimento polare O(r, ) le componenti (Vr , V ) di V sono date
da
1
Vr = ; V = . (234)
r r
Un campo di cui e data la funzione di corrente e certamente sole-
noidale ma non irrotazionale;
irrotazionalita 2 = 0. JJ
II
Un campo di cui e dato il potenziale e certamente irrotazionale J
ma non solenoidale; I
solenoidalita 2 = 0. Back
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Proprieta della funzione di corrente
1. Lequazione di una linea di corrente e data da 120/293

dy v
= , (235)
dx u
in termini di questa relazione diventa:

dx + dy = d = 0 ; (236)
x y
la funzione di corrente e costante lungo una linea di corrente.
2. Il flusso di V attraverso una curva che congiunge due punti A e
B di versore tangente t = (t1, t2) (quindi versore normale dato da
n = (t2, t1) e dato da:
Z B Z B Z B JJ
V ndt = dt = d = (B) (A) . (237) II
A A A J
I
Back
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Il problema matematico

121/293

Ipotesi:
1. flusso 2D piano e stazionario f = f (x, y); JJ
2. = cost V = 0; II
3. flusso ideale; J
I
4. corrente uniforme. Back
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Le ipotesi ci assicurano che il campo di velocita e solenoidale (in-
comprimibilita) ed irrotazionale (ideale e corrente uniforme).
122/293
Il problema e governato dallequazione di continuita (equazione di
Laplace):
2 = 0 . (238)
In coordinate cartesiane:
2 2
+ =0. (239)
x2 y 2
In coordinate polari:
2 1 2 1
+ + =0. (240)
r2 r2 2 r r
JJ
II
J
I
Back
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Condizioni al contorno
1. Allinfinito:
123/293
lim = V ; (241)
r

2. sul corpo di equazione nota y = yu(x), y = yl (x):


n = 0. (242)

Problema ben posto: esiste una soluzione unica per continua in


tutto il campo (a meno di una costante inessenziale).

JJ
II
J
I
Back
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Il problema in termini di
Lequazione da risolvere e ancora lequazione di Laplace (con significato 124/293
diverso!). Si impone lirrotazionalita del campo.
2 = 0 ; (243)
cambiano le condizioni al contorno. Allinfinito deve verificarsi

lim = V cos , lim = V sin . (244)
r y r x

Sul corpo
= cost. (245)

Campo di pressione
Noto il campo delle velocita e possibile determinare il campo di pres- JJ
sione utilizzando il teorema di Bernoulli: II
1 J
p p = (V 2 V2 ) . (246) I
2
Back
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Soluzioni elementari dellequazione di Laplace
Le soluzioni dellequazione di Laplace vengono dette funzioni armoni- 125/293
che. Essendo questequazione lineare la somma di due funzioni armo-
niche e ancora armonica.
E possibile ottenere soluzioni complesse sommando piu solu-
zioni elementari.

Corrente uniforme

= V cos x + V sin y ; (247)


= V cos y V sin x . (248)

Sorgente (o pozzo)
JJ
In coordinate polari: II
Q Q J
= ln r ; = . (249) I
2 2
Back
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Doppietta
Si ottiene dalla sovrapposizione al limite di una sorgente e di un pozzo 126/293
di intensita uguali ed opposte mantenendo costante il prodotto k =
Ql.

JJ
II
k cos k sin J
= ; = . (250) I
2 r 2 r
Back
Close
Flusso non portante intorno al cilindro
Si sovrapponga una corrente uniforme parallela allasse x ad una dop- 127/293
pietta con asse parallelo ad x:
k sin k
 
= Vr sin = Vr sin 1 . (251)
2 r 2Vr2
p
Ponendo R = k/2V:
"  2 #
R
= Vr sin 1 . (252)
r

r Vr sin = . (253)

(R, ) = 0 . (254) JJ
Abbiamo trovato la soluzione potenziale incomprimibile di una II
corrente uniforme che investe un cilindro di raggio R. J
I
Back
Close
Campo di velocita:
"  2 #
1 R
Vr = = V cos 1 ; (255) 128/293
r r
"  2 #
R
V = = V sin 1 + . (256)
r r
Punti di ristagno:

P1 = (R, 0)
V = (0, 0) (257)
P2 = (R, )
Velocita sul corpo:
V (R) = |v(R)| = 2V| sin | . (258)
Velocita massima:

JJ

A =

2 II
V = 2V (259) J

3
B =
I
2 Back
Close
Prob. n. 16: disegnare le linee di corrente intorno al
cilindro non portante
129/293
Esistono fondamentalmente due tecniche:
1. risolvere lequazione differenziale che le definisce (in coordinate
dy
cartesiane): dx = uv con condizione iniziale (x0, y0);
2. disegnare le curve = cost con diversi valori della costante.

Campo di pressione sul cilindro non portante


Definizione del coefficiente di pressione
p p
Cp = 1 2
. (260)
V
2

Caso di flusso incomprimibile governato dal teorema di Bernoulli: JJ


2 II
V

J
Cp = 1 . (261)
V I
Back
Close
Coefficiente di pressione sul cilindro:
Cp(R, ) = 1 4 sin2 . (262) 130/293

La forza aerodinamica (per unita di lunghezza) agente sul


cilindro
1 2 2
Z
f = V ir Cp(R, )Rd , (263)
2 0
ir = (cos , sin ).
Portanza (per unita di lunghezza):
2
1
Z
l = V2 (1 4 sin2 ) sin Rd = 0 , (264)
2 0

risultato scontato, per la simmetria del campo di moto. JJ


II
J
I
Back
Close
Resistenza (per unita di lunghezza):
1 2 2
Z
131/293
d = V (1 4 sin2 ) cos Rd
2 0
Z 2 Z 2
1 2

= VR cos d 4 sin2 cos d = 0 . (265)
2 0 0

Incontriamo per la prima volta il Paradosso di DAlembert:


la resistenza aerodinamica agente su un corpo immerso in una
corrente bidimensionale ideale e nulla.

JJ
II
J
I
Back
Close
Vortice isolato
In coordinate polari ( > 0 verso orario): 132/293


= ; = ln r . (266)
2 2

Flusso portante intorno al cilindro


Alla precedente soluzione intorno a cilindro non portante si aggiunga il
campo indotto da un vortice isolato posto nellorigine del riferimento:
R2 r
 
= Vr sin 1 2 + ln . (267)
r 2 R
Condizioni al contorno soddisfatte:
(R, ) = 0 ; (268) JJ
II
r V V . (269) J
I
Back
Close
Sono stati ottenuti infiniti campi di moto (al variare di ) intor-
no al cilindro tutti ugualmente plausibili dal punto di vista teorico.
133/293

Velocita sul corpo:




V = 2V sin + . (270)
2R
E possibile ottenere nella pratica un campo simile facendo ruotare il
cilindro ad una velocita angolare = /(2R2) (Effetto Magnus).
Circolazione sul cilindro:
I
V(R) dl = . (271)

In termini del potenziale : JJ


I I II
(R) dl = d = discontinuo! (272) J
I
Back
Close
Il dominio e doppiamente connesso!

134/293

Z B
dl = (B) (A) . (273) JJ
A
(B) (A) e costante lungo il taglio (la circolazione lungo il circuito II
(ABED) deve essere nulla). J
I
Back
Close
Campo di velocita:
"  2 #
1 R 135/293
Vr = = V cos 1 ; (274)
r r
"  2 #
R
V = = V sin 1 + . (275)
r r 2r
Punti di ristagno, |/4VR| 1:
 
P1 = (R, 1 ), 1 = arcsin
IV quadrante
V = (0, 0)  4V R 
P2 = (R, 2 ), 2 = arcsin III quadrante
4V R
(276)
Punti di ristagno, |/4VR| > 1:
r 2
P1 = (r1 , 2 ), r1 = JJ
R2


4V 4V II
V = (0, 0) r 2
P2 = (r2 , ), r2 = J
R2


2 4V
+ 4V I
(277) Back
Close
136/293

Linee di corrente e punti di ristagno


al variare della circolazione sul cilindro.

JJ
II
J
I
Back
Close
Campo di pressione sul cilindro portante
Coefficiente di pressione sul cilindro: 137/293
" 2 #
2 sin

Cp = 1 4 sin2 + + . (278)
VR 2VR

La forza aerodinamica (per unita di lunghezza) agente sul


cilindro
Portanza (per unita di lunghezza):
2
1
Z
l = V2 Cp sin Rd = V . (279)
2 0

Resistenza (per unita di lunghezza):


JJ
2
1 II
Z
d = V2 Cp cos Rd = 0 ; (280) J
2 0
I
vale ancora il Paradosso di DAlembert. Back
Close
Il teorema di Kutta-Zukovskij
Ipotesi: 2D, t = 0, Re , P e 0, M = 0, F r ,
138/293
V = 0, corpo impermeabile.

JJ
II
J
I
Back
Close
Forza aerodinamica per unita di lunghezza:
Z
f= pndS (campo vicino) . (281) 139/293
Sb

Dal bilancio di q.d.m. integrale:


Z Z
f= pndS V V n dS (campo lontano) .(282)
Sf ar Sf ar

V = V + V, p = p + p . (283)
Sia Sf ar S; su Sf ar : V 0, p 0. Andremo quindi a
trascurare i termini O(V 2) e O(p2). Dal teorema di Bernoulli:
1 1
p = (V2 V 2) = (V V V V) V V . (284) JJ
2 2
II
Inoltre: J
V V = (V + V)(V + V) VV + VV + V V . (285) I
Back
Close
R R
Quindi, essendo Sf ar pndS = 0, Sf ar V ndS = 0:
Z
140/293
f= [(V V)n (n V)V (n V)V] dS . (286)
Sf ar
R
Dalla conservazione della massa Sf ar (n V)dS = 0, per cui
Z
f= [(V V)n (n V)V] dS . (287)
Sf ar

Identita: c (a b) = (b c)a (a c)b. Con a = n, b = V, c = V:


Z
f = V n VdS . (288)
Sf ar
R
Dal teorema di Gauss Sf ar n VdS = 0, per cui
Z Z
n VdS = n VdS . (289) JJ
Sf ar Sf ar II
J
Inoltre, essendo n = (t2, t1):
I
n V = V t k (290) Back
Close
per cui:
in un flusso stazionario, subsonico, bidimensionale generato da
una corrente uniforme ideale che investe un corpo impermeabile, 141/293
la forza aerodinamica e data da:
f = V . (291)

1. La resistenza e nulla (Paradosso di DAlembert).


JJ
2. La portanza e proporzionale alla circolazione intorno al corpo ( > II
0 se oraria). J
I
Back
Close
La condizione di Kutta
Cos come per il cilindro anche per un corpo arbitrario immerso in una 142/293
corrente ideale e possibile ottenere infinite soluzioni potenziali variando
la circolazione intorno al corpo.
E possibile selezionare tra queste infinite soluzioni quella che ha
un reale significato fisico?
La risposta e affermativa per i corpi caratterizzati da un bordo
duscita aguzzo o cuspidato.

JJ
II
J
I
bordo duscita aguzzo, bordo duscita a cuspide Back
Close
143/293

fisicamente impossibile, fisicamente possibile


JJ
Condizione di Kutta: II
la velocita al bordo di ucita e continua; in particolare e nulla per J
bordi aguzzi e finita per bordi a cuspide. I
Back
Close
Tra gli infiniti valori della circolazione deve essere scelto lu-
nico che consente di soddisfare la condizione di Kutta.
144/293
Risulta univocamente determinato il campo di moto intorno al
profilo e la corrispondente portanza individuata dal teorema di
Kutta-Zukovskij.

Genesi della circolazione e della portanza


Si consideri un campo fluido in quiete intorno ad un profilo alare.
V = 0 = 0 intorno a qualsiasi circuito materiale, in particolare
rispetto ad un circuito lontano dal profilo e che lo racchiude.
Quando il profilo comincia a muoversi, per il teorema di Kelvin, la
circolazione intorno al circuito materiale deve rimanere nulla.
JJ
Come e possibile allora che si generi circolazione e quindi portanza
II
sul profilo che si mette in moto rispetto al fluido?
J
I
Back
Close
145/293

JJ
= 1 2 = 0 2 = 1 . (292) II
J
Il vortice che si stacca allavvio dal bordo di uscita compensa la
I
circolazione che si genera intorno al profilo.
Back
Close
Distribuzione lineare di vorticita

146/293

Potenziale indotto da una distribuzione lineare di vorticita:


1 c y
Z
(x, y) = () arctan d . (293)
2 0 x
Componenti di velocita cartesiane indotte dalla distribuzione lineare
JJ
di vorticita nel punto P (x, y):
II
c c
1 ()yd 1 ()(x )d J
Z Z
u= , v= .(294) I
2 0 (x )2 + y 2 2 0 (x )2 + y 2
Back
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Lungo il segmento (0, c) il campo di velocita e discontinuo.

147/293

I
lim V dl = (u+ u)d = d = u+ u . (295)
n0

Per simmetria (il campo non puo cambiare se capovolgiamo la figura):



u+ = u(x, 0+) = u = u(x, 0) = . (296)
2
JJ
II
J
I
Back
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Teoria di Glauert del profilo infinitamente sottile a piccoli
angoli di attacco
148/293
Ipotesi:
1. si assegna un profilo infinitamente sottile di equazione y = C(x);
2. la curvatura del profilo e piccola: |C(x)|/c  1 e |C 0(x)|  1;
3. il profilo e immerso in una corrente ideale, stazionaria, incompri-
mibile ad un piccolo angolo di attacco ||  1.
Bisogna risolvere il problema di Laplace con le condizioni al contorno
di corpo linea di corrente e corrente uniforme allinfinito. Leventuale
circolazione deve essere tale da soddisfare la condizione di Kutta.

JJ
II
J
I
Back
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Si ponga
(x, y) = (x, y) + (x, y) , (297)
149/293
dove e il potenziale della corrente asintotica uniforme e e detto
potenziale di disturbo.
Glauert ha trovato la soluzione esprimendo come il potenziale di
una distribuzione lineare di vorticita lungo la corda del profilo:
c
1 y
Z
(x, y) = () arctan d . (298)
2 0 x
Questa funzione e certamente armonica per cui, con le posizioni
fatte, lequazione di Laplace e risolta.
La condizione al contorno allinfinito e certamente soddisfatta in
quanto il campo indotto allinfinito dalla distribuzione lineare di
vorticita e nullo. JJ
Deve solo essere verificata la condizione di corpo impermeabile. II
J
Essendo il disturbo piccolo rispetto alla corrente uniforme si tra-
I
scureranno termini quadratici del disturbo (del II ordine).
Back
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||  1 Vx + Vy . (299)
150/293
Per le ipotesi fatte sulla piccolezza sia di che di C(x) il disturbo in-
trodotto dal profilo sulla corrente e piccolo, cioe la velocita di disturbo
indotta dalla distribuzione di vorticita e piccola rispetto alla velocita
asintotica:
|u|  V , |v|  V . (300)
|C(x)|/c  1 per cui la condizione al contorno sul dorso e sul ventre
del profilo puo essere imposta, con errore trascurabile, direttamente
lungo la corda del profilo:
V + v(x, 0)
x (0, c) :
= C 0(x) . (301)
V + u(x, 0 )
(x, 0+) indica un punto del dorso del profilo, mentre (x, 0) un punto
del ventre. Si ottiene: JJ
II
x (0, c) : V + v(x, 0) = C 0(x)V + C 0(x)u(x, 0) . (302)
J
Lultimo termine (del II ordine) puo essere trascurato rispetto agli I
altri. Back
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La condizione sul corpo diventa:
v(x, 0)
x (0, c) : + = C 0(x) . (303) 151/293
V
In termini della distribuzione di vorticita:
c
1 ()d
Z
x (0, c) : = C 0(x) . (304)
2V 0 x
Per determinare lincognita () occorre risolvere questa equazione
integrale.
In questo caso la condizione di Kutta e (c) = 0.

JJ
II
J
I
Back
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Trasformazione di Glauert:

152/293

c c
= (1 cos 0) , d = 2c sin 0d0 ; x = (1 cos ) . (305)
2 2
Si assume che C 0(x) sia sviluppabile in serie di Fourier rispetto a :

X
0
C (x) = An cos(n) ; (306)
n=0
JJ
dove II
J
1 2
Z Z
A0 = C 0(x)d , n 1 : An = C 0(x) cos(n)d. (307) I
0 0
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La soluzione del problema e:

" #
X 153/293
() = 2V ( A0) cot + An sin(n) . (308)
2 n=1

Prob. n. 17 (facoltativo): verificare che la relazione (308)


e soluzione dellequazione integrale (304)
Integrale di Glauert:

cos(n0) sin(n)
Z
d0 = n = 0, 1, 2, . . . (309)
0 cos 0 cos sin
(si ricorda inoltre che, dalle formule di prostaferesi, sin(n0) sin 0 =
1
2
cos[(n 1)0] 21 cos[(n + 1)0]).
Bisogna verificare che JJ
II
c
1 ()d
Z
J
x (0, c) : = C 0(x) . (310)
2V 0 x I
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Lastra piana ad incidenza
La soluzione e (C(x) = C 0(x) = 0): 154/293
s
1 x/c
() = 2V cot = 2V . (311)
2 x/c
Verifica
Deve essere soddisfatta lequazione integrale:
c
1 ()d
Z
x (0, c) : =. (312)
2V 0 x

c
1 ()d 0 sin 0
Z Z
= cot d0
2V 0 x 0 2 cos 0 cos
JJ
1 + cos 0
Z
= d0 = . (313) II
0 cos 0 cos J
C.V.D. I
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Il campo di pressione

V 2 u 2
2
v u
    
155/293
= 1+ + + 1+2 , (314)
V V V V
trascurando, al solito, i termini del II ordine.

V 2 u
 
Cp = 1 = 2 . (315)
V V
Unattenta analisi della soluzione del problema di Glauert () mette
in luce che:
() = () + C () , (316)
(): soluzione del caso lastra piana ad incidenza ;
C (): soluzione del caso linea media ad incidenza nulla.
Data la linearita del problema lo stesso risultato e valido per u, v e JJ
Cp : II
u(x, y) = u + uC , v(x, y) = v + vC ; (317) J
Cp(x, y) = Cp + CpC . (318) I
Back
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Nelle ipotesi di piccoli disturbi (profilo infinitamente sottile con pic-
cola curvatura ed a bassa incidenza) e valido il principio di sovrap-
posizione degli effetti: il campo di moto e ottenibile per sovrappo- 156/293
sizione delle soluzioni lastra piana ad incidenza e linea media ad
incidenza nulla.

JJ
II
J
I
Back
Close
Analisi della soluzione lastra piana
s
u (x) 1 x/c 157/293
(x, 0) = = ; (319)
V 2V x/c
s
u (x) 1 x/c
Cp(x, 0) = 2 (x, 0) = = 2 . (320)
V V x/c

JJ
II
J
I
Coefficiente di pressione su una lastra piana a = 50 ; soluzione di Glauert.
Back
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Al bordo di attacco la soluzione e singolare (dove il disturbo in
realta non e piccolo).
158/293
Al bordo duscita Cp = 0 (condizione di Kutta verificata).

I coefficienti di forza aerodinamica


n: componente della forza aerodinamica (per unita di lunghezza) in
y (forza normale); n = Cn 12 V2 c;
a: componente della forza aerodinamica (per unita di lunghezza) in
x (forza assiale); a = Ca 12 V2 c;
s: ascissa curvilinea lungo il profilo C(x) (dx = cos ds).

JJ
II
J
I
Back
Close
159/293

Relazione con portanza e resistenza:


l = n cos a sin , (321)
d = n sin + a cos . (322)
Definizione di carico lungo il profilo:
(x)
Cp(x) = Cp(x, o) Cp(x, o+) = 2 . (323)
V JJ
Coefficiente di forza normale: II
Z TE
s
  Z 1
x
  J
Cn = Cp(x) cos d = Cp(x) d . (324) I
LE c 0 c
Back
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Il contributo della forza assiale alla portanza e del II ordine e puo
essere trascurato.
160/293
1
(x) x 2
Z  
Cl Cn cos Cn = 2 d = ; (325)
0 V c V c
2 1
V2 c = V .
l= (326)
V c 2
Il teorema di Kutta-Zukovskij e verificato.
1
(x) x
Z  
Cl 2 d
0 V c

(Z " # )

X 1
= 4 ( A0) cot + An sin(n) sin d
0 2 1
2
"

# JJ
1X
Z Z
= 4 ( A0) cos2 d + An sin(n) sin d II
0 2 2 1 0 J
(327) I
Back
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Z
cos2 d = ; 161/293
0 2 2
Z 
n=1
sin(n) sin d = 2
0 0 n>1

A1
   
Cl 4 ( A0) + A1 = 2 A0 + (328)
2 4 2

Cl Cl ( zl ) (329)

Per profili sottili a piccoli angoli dattacco la curva Cl = Cl () e


una retta.
Cl = 2 e il coefficiente angolare della retta di portanza ed e JJ
indipendente dal profilo. II
J
zl = A0 A1/2 e langolo di portanza nulla, dipende solo dalla I
curvatura del profilo ed e proporzionale ad essa. Back
Close
In modo analogo si calcola il momento di beccheggio (per unita di
lunghezza) rispetto al bordo di attacco (positivo se cabrante) ed il
relativo coefficiente: 162/293

1
mle = Cmle V2 c2 . (330)
2

TE 1
x s x x
Z   Z  
Cmle = Cp(x) cos d = Cp(x) d
c c c c
ZLE1 0
x x Cl
 
= 2 (x) d = (A2 A1) . (331)
0 c c 4 4
Il centro di pressione e il punto di applicazione della risultante
delle forze aerodinamiche:
xcp xcp Cm JJ
Cl = Cmle = le . (332)
c c Cl II
J
I
Back
Close
Il punto rispetto al quale il momento di beccheggio e indipendente
dallangolo di attacco si chiama fuoco.
163/293

Cl
Cmc/4 = Cmle + = (A1 A2) . (333)
4 4
Nei profili sottili a piccole incidenze il fuoco e posto a x = c/4.
JJ
II
J
I
Back
Close
Le forze aerodinamiche nel caso di lastra piana
zl = 0; 164/293
Cl = 2;
Cmle = Cl /4;
xcp = c/4;
Cmc/4 = 0.

JJ
II
J
I
Back
Close
165/293

Re  1, M  1;
esiste un ampio intervallo de-
gli angoli di attacco in cui i ri-
sultati della teoria di Glauert
sono in ottimo accordo con i
dati sperimentali.
Cl = 2;
zl puo essere facilmente
calcolato nota la linea media;
Cmc/4 puo essere facilmente
calcolato nota la linea media. JJ
II
J
I
Back
Close
Il profilo sottile simmetrico a incidenza nulla

166/293

Equazione del profilo:


y = T (x) , (334)
T (x)  1, +: dorso, : ventre.

(x, y) = Vx + (x, y) ; (335)


Z c
1 q
(x, y) = () ln (x )2 + y 2 d , (336)
2 0 JJ
Il potenziale del disturbo e dato da una distribuzione lineare di sorgenti II
lungo la corda di intensita J
(x) = 2VT 0(x) . (337) I
Back
Close
Come nel caso linea media ad incidenza, occorre verificare che la
condizione al contorno sul corpo sia verificata (imposta lungo la corda):
167/293
v
x (0, c) : (x, 0) = T 0(x) . (338)
V
Poiche i campi indotti da un vortice e da una sorgente sono ortogonali
risulta3:
(x)
v(x, 0) = ; (339)
2
con (x) = 2VT 0(x) la condizione (338) e ovviamente soddisfatta.
Il campo di moto e singolare al bordo dattacco (dove il disturbo e
grande).
Cp(x) = 0, Cl = 0 e Cmle = 0.
Campi di moto non portanti possono essere descritti con distribu- JJ
zioni di sorgenti e pozzi. II
J
I
3 Back
le componenti di velocita sono uguali ma scambiate.
Close
Campo intorno ad un profilo sottile di spessore finito a
piccole incidenze
168/293
Ipotesi
1. = cost, /t = 0, flusso ideale.
2. Corrente asintotica uniforme con ||  1.
3. Equazione del profilo: y = C(x) T (x), con |C(x)|, |C 0(x)|,
|T (x)|, |T 0(x)|  1.
C(x): equazione della linea media;
T (x): equazione del semispessore del profilo simmetrico.

JJ
II
J
I
Back
Close
Soluzione del campo:
1 c y
Z
= () arctan d 169/293
2 0 x
1 c
Z q
+ () ln (x )2 + y 2 d . (340)
2 0
= V(x + y);

P 
P ( A0 ) cot 2 + n=1 An sin(n) ,
() = 2V
0
C (x) = 0 An cos(n);
(x) = 2VT 0(x).
Condizioni al contorno imposte tutte lungo la corda (0, c) soluzio-
ni sovrapponibili; vale ancora il principio di sovrapposizione degli
effetti:

JJ
II
Il profilo simmetrico ad incidenza nulla ha Cl = 0:lo spessore non J
da contributo alla portanza ed al momento nel caso di piccoli I
disturbi. Back
Close
Carico basico e addizionale lungo il profilo
= A0 = i ( A0) cot(/2) = 0: il carico al bordo
170/293
dattacco e finito nella soluzione di Glauert.
i: angolo di attacco ideale; il corripondente Cl = Cli e il coeffi-
ciente di portanza ideale.
i = A0 dipende dalla linea media.
Lungo un profilo posto a = i vengono minimizzati i valori posi-
tivi di dp/dx > 0. Questi gradienti avversi di pressione hanno un
ruolo sfavorevole sulla resistenza aerodinamica; presumibilmente il
profilo avra resistenza minima nellintorno di = i.
Ulteriore decomposizione della soluzione di Glauert:

JJ
Il carico lungo la lastra piana ad incidenza i e denominato carico II
addizionale. J
Il carico lungo un profilo infinitamente sottile puo essere scom- I
posto in carico basico e carico addizionale. Back
Close
I profili NACA 171/293

Definizione della geometria


x (0, 1);
y = yc(x): equazione della linea media;
y = yt(x): equazione del semispessore (profilo simmetrico);
tan = dyc/dx.

JJ
II
J
I
Back
Close
Coordinate dei punti del dorso (upper):
xU = x yt sin , (341) 172/293
yU = yc + yt cos . (342)
Coordinate dei punti del ventre (lower):
xL = x + yt sin , (343)
yL = yc yt cos . (344)

Profili NACA a 4 cifre


Semispessore:
t
yt = 0.29690 x 0.12600x 0.35160x2
0.20
+ 0.28430x3 0.10150x4 .

(345) JJ
t: spessore percentuale del profilo, il punto di spessore massimo e II
posizionato al 30% della corda, bordo duscita aguzzo. J
I
rt = 1.1019t2: raggio di curvatura del bordo di attacco. Back
Close
Linea media:
m
x p : yc = 2
(2px x2) ; (346) 173/293
p
m
x > p : yc = (1 2p + 2px x2) ; (347)
(1 p) 2

p: posizione in x del punto di ordinata massima della linea media;


m: ordinata massima della linea media.
Sistema di numerazione
Il profilo e individuato da 4 cifre D1D2D3D4.
D1/100 = m, curvatura massima;
D2/10 = p, posizione del punto di curvatura massima;
D3D4/100 = t, spessore massimo percentuale.
JJ
II
J
I
Back
Close
Profili NACA a 5 cifre
Semispessore: 174/293
la distribuzione del semispessore e la stessa della serie a 4 cifre.
Linea media:
k1 3
x m : yc = [x 3mx2 + m2(3 m)x] ; (348)
6
k1m3
x > m : yc = (1 x) . (349)
6
linea media m k1
210 0.0580 361.4
220 0.1260 51.64
230 0.2025 15.957
240 0.2900 6.643
250 0.3910 3.230 JJ
II
J
I
Back
Close
Sistema di numerazione
Il profilo e individuato da 5 cifre D1D2D3D4D5.
175/293
D1D2D3 individuano la linea media;
D4D5/100 = t, spessore massimo

NACA 2412

JJ
II
J
I
NACA 23012 Back
Close
Il metodo ingegneristico NACA
assegnato il Cl , consente la determinazione delle velocita e delle
176/293
pressioni lungo un profilo delle famiglia NACA in condizioni di
flusso ideale e incomprimibile;
non ha una solida base scientifica;
si basa sulla sovrapposizione dei campi di velocita ottenuti da risul-
tati esatti ed approssimati (teoricamente non possibile) disponibili
sotto forma di tabelle.

1. Profilo simmetrico ad incidenza nulla; soluzione ottenuta con un


metodo esatto.
2. Linea media a Cl = Cli ; soluzione di Glauert. JJ
II
3. Profilo simmetrico ad incidenza i; soluzione esatta ottenuta J
per Cl = 1 (valore di riferimento) ed assunta variabile linearmente I
con il Cl (assunzione approssimata). Back
Close
Le soluzioni 1 e 3 (per Cl = 1) sono esatte e quindi non hanno
singolarita al bordo di attacco.
177/293
La soluzione 2 e il carico basico, per definizione, finito al bordo di
attacco.
La soluzione completa, ottenuta con il metodo NACA, non ha
singolarita al bordo dattacco.
Velocita sul profilo
V Vt v va
= (Cl Cli) . (350)
V V V V
Vt/V: profilo simmetrico a = 0o.
v/V: linea media a = i.
va/V: profilo simmetrico a Cl = 1. JJ
II
J
I
Back
Close
178/293

JJ
II
J
I
Back
e Close
179/293

JJ
II
J
I
Confronto del metodo NACA con dati sperimentali. Back
Close
180/293

JJ
II
J
I
Back
Close
Applicazione del metodo NACA
1. Assegnare il profilo (spessore + linea media). 181/293
2. Assegnare Cl .
3. Consultare la tabella della linea media per determinare Cli. Solo
le linee medie 6X dei profili a 4 cifre sono dispobili in forma ta-
bulare; per determinare i dati della linea media 2X, ad esempio,
occorre moltiplicare per 2/6 = 1/3 i dati della linea 6X (linearita
delleffetto della linea media).
4. Calcolare il fattore moltiplicativo per il carico addizionale: f (Cl ) =
Cl Cli.
5. Compilare la tabella per il profilo. Il coefficiente di pressione si
calcola con la formula Cp = 1 (V /V)2.
x Vt va va v Vl Vu JJ
f (Cl ) Cpl Cpu Cp
c V V V V V V II
J
R1
6. Ricalcolare Cl = Cpd(x/c) per verifica. I
0
Back
Close
Lala finita in regime ideale 182/293
Ipotesi:
1. corrente uniforme V che investe un corpo tridimensionale;
2. regime stazionario;
3. regime ideale (Rer );
4. regime incomprimibile (M 0).
Il campo di moto e a potenziale e lequazione che governa il problema
e ancora quella di Laplace:
2 = 0 ; (351)
condizioni al contorno: JJ
II
lim = ; sul corpo: =0. (352) J
r n
I
Back
Close
183/293

JJ
Esiste la possibilita che in piani paralleli al piano (x, z), in cui la II
sezione dellala e un profilo alare, il campo di moto sia pratica- J
mente bidimensionale? I
Si, nel caso di ali caratterizzate da AR  1 e freccia 0. Back
Close
Come mai in regime ideale 2D la resistenza aerodinamica risulta
nulla, mentre la teoria globale ha messo in luce, in 3D, lesistenza
della resistenza indotta dalla portanza? 184/293

JJ
II
J
I
Back
Close
La differenza di pressione ventre-dorso tende a far ruotare laria
attorno alle estremita alari: alle estremita si formano due vortici
controrotanti detti vortici liberi. 185/293

JJ
II
J
I
Back
Close
I vortici liberi tendono a far scendere laria per b/2 < y < b/2
(downwash), mentre fanno salire laria per y < b/2 e y > b/2
(upwash). 186/293

JJ
II
J
I
Back
Close
Per effetto del downwash (w) i profili alari si trovano a lavorare ad
un angolo di attacco effettivo ef f = i piu piccolo.
187/293
i e langolo di incidenza indotto.
La velocita effettiva a cui lavora il profilo (Vef f ) ha cambiato di-
rezione: la portanza ad essa perpendicolare ha una componente
parallela a V: la resistenza indotta.
Il downwash e proprio la componente di velocita associata alla
variazione di quantita di moto verticale causa (per la II legge della
dinamica) della portanza.

JJ
II
J
I
Back
Close
Il sistema vorticoso dellala
Se AR  1 e 0 lesperienza mostra che, a parte le estremita, 188/293
il flusso e bidimensionale in piani paralleli a (x, z).
La teoria di Glauert mostra che unala infinita infinitamente sot-
tile e poco curva a bassa Rincidenza e descritta da una superficie
c
vorticosa di intensita = 0 G(x)dx.
Se lala e finita, in generale = (y), in particolare (b/2) =
(b/2) = 0.
La distribuzione di vorticita G con asse parallelo a y costituisce
il sistema di vortici aderenti. Se AR  1 il sistema di vortici
aderenti puo essere schematizzato con un unico vortice di intensita
(y).
Lintensita di un tubo vorticoso non puo variare e la circolazione si
conserva: per una variazione lungo y pari a d = d/dy dy deve JJ
nascere un vortice di pari intensita diretto come le linee di corrente. II
J
Questi vortici, sostanzialmente allineati a V, costituiscono il si- I
stema di vortici liberi. Back
Close
189/293

JJ
II
J
I
Il sistema vorticoso dellala. Back
Close
Il downwash
Il downwash w e la velocita indotta lungo lasse y (x = 0) dal
190/293
sistema di vortici liberi (w > 0 verso il basso).
I vortici liberi sono semi-infiniti.

Downwash indotto da un vortice elementare infinito:


d
dw = . (353)
2(y y0) JJ
Downwash indotto da un vortice elementare semi-infinito: II
d J
dw = . (354) I
4(y y0)
Back
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Downwash indotto da una distribuzione di vortici liberi lungo lala:
+b/2
1 1 d
Z
191/293
w(y) = (y0)dy0 . (355)
4 b/2 (y y0) dy0

JJ
II
J
I
Back
Close
La teoria del filetto portante di Prandtl
Nelle ipotesi di piccoli disturbi, lincidenza indotta e piccola: 192/293
+b/2
w 1 1 d
Z
i(y) (y) = (y0)dy0 . (356)
V 4V b/2 (y y0) dy0
g (y) = (y)zl (y): angolo dattacco della sezione misurato rispet-
to alla retta di portanza nulla del profilo;
ef f (y) = g (y)i(y): angolo di incidenza effettiva ef f a cui lavora
la generica sezione dellala (rispetto alla retta di portanza nulla del
profilo).
1
dL = V(y)dy = Cl (y)ef f (y) V2 c(y)dy , (357)
2
2(y)
= Cl (y)[g (y) i(y)] . (358) JJ
Vc(y) II
J
I
Back
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Sostituendo lespressione integrale di i(y):
+b/2
2(y) 1 1 d
Z
193/293
+ (y0)dy0 = g (y) . (359)
Cl (y)Vc(y) 4V b/2 (y y0) dy0
Noto V e la geometria dellala (c(y), svergolamento, profili utilizzati
e quindi Cl (y)) questequazione integrale e nellunica incognita (y).

Il carico lungo lala


cCl
= = ; (360)
V b 2b
Con = y/(b/2) lequazione integrale (359) diventa:
+1
2b 1 1 d
Z
() + (0)d0 = g () . (361)
Cl ()c() 2 1 ( 0) d0 JJ
II
J
I
Back
Close
Posto = cos :

X 194/293
() = An sin (n) ; (362)
n=1

si ottiene4:
w X n sin(n)
() = An (363)
V n=1
2 sin
e lequazione da risolvere diventa

2b X X n sin(n)
An sin(n) + An = g () . (364)
Cl ()c() n=1 n=1
2 sin

JJ
II
J
I
4 d d d
Ricordando lintegrale di Glauert e che d
= d d
Back
Close
La portanza
Assumendo piccoli disturbi: Vef f V. 195/293
Z +b/2 Z +b/2
L= l(y)dy = V (y)dy . (365)
b/2 b/2

+1
L
Z
CL = 1 2S
= AR ()d . (366)
V
2 1
P
Sostituendo = 1 An sin(n):

CL = ARA1 . (367)
2
Il coefficente di portanza dipende solo da A1.

JJ
II
J
I
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La resistenza indotta
Z +b/2 Z +b/2
Di = V(y)i(y)dy = (y)w(y)dy . (368) 196/293
b/2 b/2
+1
Di
Z
C Di = 1 2S
= AR ()i()d . (369)
V
2 1
Z 
/2 per n = m
sin(n) sin(m)d =
0 0 per n 6= m


" #" #

n
Z X X
CDi = AR An sin(n) An sin(n) d
0 n=1 n=1
2
2 2 2 2

= AR A1 + 2A2 + 3A3 + . . . + nAn + . . . . (370)
4


JJ
CL2 X nA2 n II
C Di = (1 + 2) , dove 2 = 2
. (371)
AR n=2
A1 J
I
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Ala con distribuzione di carico ellittica:
() = A1 sin = 0 sin , (372) 197/293
dove 0 = (0)/(Vb).
w A1 CL
= i = = . (373)
V 2 AR
Se la distribuzione del carico e ellittica:
1. il downwash, quindi i, e costante lungo lapertura;
CL2
2. CDi = e minimo ( 2 = 0) nellambito di validita della teoria
AR
del filetto portante.

JJ
II
J
I
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Lala ellittica
Si puo avere come soluzione dellequazione del filetto portante (364) il 198/293
carico ellittico?
Deve essere verificato che
2g ()
A1 = = cost . (374)
4b sin
1+
Cl ()c()
Esistono infiniti modi di combinare forma in pianta, svergola-
mento e profilo (Cl ) per ottenere il carico ellittico.
Uno dei modi, particolarmente interessante, e:
1. g () = cost, ala non svergolata aerodinamicamente;
2. stesso profilo lungo lapertura, quindi Cl () = cost, zl () = cost
JJ
(ala non svergolata anche geometricamente).
II
3. c() = c0 sin , forma in pianta ellittica. J
I
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Per lala ellittica S = bc0/4.
Cl 199/293
CL = ( zl ) . (375)
Cl
1+
AR
CL = CL ( zL);
Cl
CL = ; quindi CL < Cl ;
Cl
1+
AR
zL = zl ; langolo di portanza nulla dellala coincide con quello
del profilo.

Prob. n. 18: determinare per unala di assegnato AR e


per un dato CL lordine di grandezza di JJ
R +1 II
Dallequazione CL = AR 1 d si puo calcolare il valor medio di . J
I
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200/293

Reggiane Re. 2001 JJ


II
J
I
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Carico basico e addizionale lungo lala
Decomposizione del carico lungo lala: 201/293

() = b() + a() ; (376)


b(): carico basico, distribuzione del carico per CL = 0; dipende
essenzialmente dallo svergolamento aerodinamico dellala;
a() = () b(): carico addizionale, differenza tra la distri-
buzione attuale e basica del carico; dipende essenzialmente dalla
forma in pianta dellala.

JJ
II
J
I
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Il metodo ingegneristico di Schrenk
Permette il calcolo della distribuzione del carico basico e del carico 202/293
addizionale.
Dati:
1. c/(b/2) = f (): forma in pianta;
2. Cl = Cl (), zl = zl (): caratteristica di portanza nellinter-
vallo di funzionamento lineare del profilo;
3. a = a(): svergolamento aerodinamico.
R 
+1 R +1 R +1
CL = AR 1 bd + 1 ad = AR 1 ad;
nel tratto lineare della curva di portanza a e proporzionale a CL.
= b + CLa1 , (377)
JJ
a1: carico addizionale per CL = 1.
II
J
I
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Determinazione del carico addizionale
AR : il carico e proporzionale alla corda (i 0, = 203/293
cCl /(2b)).
AR 0: lesperienza mostra che, per ali di basso allungamento, il
carico diventa ellittico;
ipotesi di Schrenk: per AR intermedi il carico addizionale per
CL = 1 e dato dalla media tra la distribuzione delle corde ef-
fettiva e quella di unala a forma in pianta ellittica e di pari
superficie alare.
1 c() cell ()
 
a1() = + ; (378)
2 2b 2b

cell () = c0 1 2 = c0 sin ;
4S
c0 = . JJ
b II
Z +1 Z +1
AR 4S +1 p
Z 
AR a1d = c()d + 1 2d = 1 . J
1 4b 1 b 1 I
(379) Back
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204/293

Carico addizionale con il metodo di Schrenk

Il metodo di Schrenk e in errore alle estremita alari dove il carico


dovrebbe essere nullo.
Si puo tenere conto della variazione del profilo lungo lapertura JJ
utilizzando la corda effettiva dellala ce = cCl /Cl con Cl = II
R b/2
2 0 Cl c dy/S. J
I
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Determinazione del carico basico
1. Si calcola zL con la formula approssimata 205/293
b/2
2
Z
zL = ca(y) dy . (380)
S 0

2. Si calcola langolo di attacco basico con la formula


b = zL a(y). (381)

3. Si assume il carico basico pari alla media tra il carico basico dellala
svergolata e quello della stessa ala non svergolata:
cClb cCl b
b() = = , (382)
2b 4b
per tenere conto delleffetto di contrasto dello svergolamento dovu- JJ
to al maggior carico in mezzeria dellala svergolata. II
J
I
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Lo strato limite 206/293

Equazioni di Navier Stokes in un flusso incomprimibile


V =0 , (383)
DV
+ p = 2V . (384)
Dt
In forma scalare, in regime stazionario su una lastra piana bidimensio-
nale (x > 0, y = 0) ad incidenza nulla ( = 0):
u v
+ = 0, (385)
x y
 2
u u 1 p u 2u

u +v + = + 2 , (386)
x y x x2 y JJ
 2
v v 1 p v 2v

u +v + = + . (387) II
x y y x2 y 2 J
I
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La viscosita
si misura in Kg/(m s); = / si misura in m2/s. 207/293

La viscosita e una funzione di stato (dipende solo dal punto) ed e


essenzialmente funzione di temperatura e pressione.
La viscosita aumenta sempre con la pressione.
Nei liquidi la viscosita diminuisce rapidamente con la temperatura.
Nei gas rarefatti aumenta con la temperatura.
Per laria (legge di Sutherland):
3/2
T T0 + 110

= , (388)
0 T0 T + 110
T0 = 288K, 0 = 1.79 105 Kg
ms
. JJ
II
J
I
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Derivazione delle equazioni dello strato limite
Nel modello di flusso ideale la velocita sul corpo impermeabile e
208/293
tangente ad esso, ma finita.
Lesperienza mostra che, in un flusso reale, sul corpo e V = 0: deve
esistere una regione (adiacente al corpo), di spessore piccolo
rispetto alla dimensione caratteristica L, in cui la velocita
passa da valori finiti a 0.
In questa regione u/V O(1), u/y u/.
Se e piccolo allora u/y non e trascurabile anche se  1.
In questa regione (strato limite) occorre utilizzare unaltra scala
di lunghezze () per adimensionalizzare le equazioni.
Nello strato limite la velocita normale alla parete (v) e piccola
(rispetto a u) occorre adimensionalizzare anche v con una diversa
scala delle velocita. JJ
II
Prandtl ricava le equazioni dello strato limite ipotizzando a J
priori che, nello strato limite, i termini convettivi e diffusivi I
(dissipativi) siano dello stesso ordine di grandezza. Back
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Adimensionalizzazione
x y y
x = , y = = ; (389) 209/293
L L
u v p
u = , v = , p = . (390)
V V V2
Continuita:
u v
+ =0. (391)
x  y
Quantita di moto lungo x:

u u p 1 2u 1 2u
 
u + v + = + . (392)
x  y x Re x2 2 y 2
Quantita di moto lungo y:

JJ
v v 1 p 1 2v 1 2v
 
u + v + = + . (393) II
x  y  y Re x2 2 y 2 J
I
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Dalla continuita risulta
=, (394)
210/293
la scala delle velocita normali e dello strato limite coincidono.
Dalla quantita di moto lungo x, imponendo che termini convettivi e
diffusivi dissipativi siano dello stesso ordine, si ottiene:
1 1
Re2 = 1  = ; = . (395)
Re L Re
Le equazioni diventano:
u v
+ =0; (396)
x y

u u p 2u 2
u + v + = + O( ); (397)
x y x y 2
JJ
p 2 II
= O( ). (398)
y J
I
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Equazioni di Prandtl (dimensionali)

u v 211/293
+ = 0, (399)
x y
u u 1 p 2u
u +v + = 2 , (400)
x y x y
p
= 0. (401)
y

Condizioni al contorno

u(x, 0) = v(x, 0) = 0 ; (402)


lim u(x, y) = V ; (403)
y
p = p(x) = p. (404) JJ
II
Occorre inoltre conoscere il profilo di velocita u = u(y) ad x = 0. J
I
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Risultati fondamentali della teoria

212/293

In flussi ad elevato numero di Reynolds (Re  1) esiste,


prossimita del corpo, una regione sottile di spessore /L
in
1/ Re (lo strato limite) in cui la viscosita non puo piu essere
trascurata.
Ad una data stazione x, la pressione e costante lungo y: nello
strato limite p = p(x).
La pressione e data dal campo di moto ideale! JJ
II
Nello strato limite si genera unelevata vorticita u/y che, in J
base al teorema di Stokes, giustifica la circolazione presente intorno I
a corpi bidimensionali portanti. Back
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Equazioni di Prandtl per un corpo generico
Le equazioni di Prandtl sono state appena ricavate nel caso di lastra 213/293
piana. Si dimostra che le stesse equazioni sono valide per un corpo
bidimensionale generico (per esempio un profilo alare) con le seguenti
ipotesi e definizioni:
x indica lascissa curvilinea lungo il corpo. In genere lorigine viene
posta nel punto di ristagno anteriore.
y indica la coordinata pependicolare, per ogni x al corpo.
u e v sono rispettivamente le componenti di velocita in ogni punto
dello strato limite in direzione tangente e perpendicolare al corpo.
Il raggio di curvatura del corpo r(x) e tale che L/r = O()  1
e dr/dx = O()  1. La curvatura del corpo e piccola e non
varia bruscamente.
JJ
In queste ipotesi le equazioni (399), (400) e (401) sono ancora vali- II
de anche
se lequazione di continuita e ora approssimata (a meno
di J
O(1/ Re) e la quantita di moto lungo y vale a meno di O(1/ Re) I
(invece di O(1/Re)). Back
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214/293

Condizioni al contorno

u(x, 0) = v(x, 0) = 0 ; (405)


lim u(x, y) = Ue(x) ; (406)
y
dp dUe
= Ue . (407)
dx dx JJ
Ue(x) e la velocita sul corpo determinata risolvendo il flusso ideale, II
influenza della forma del corpo sullo strato limite. J
Due problemi indipendenti: sul ventre e sul dorso del profilo a I
partire da condizioni iniziali note nel punto di ristagno. Back
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Il coefficiente di attrito
In un flusso incomprimibile: 215/293
Vj Vi
 
ij = pij + + (408)
xi xj
Tenendo conto che /y O(1/) e v O(V), nellipotesi di
strato limite il termine fondamentale della parte dissipativa del tensore
degli sforzi ( ) e
u
. (409)
y
valutato alla parete y = 0 fornisce lo sforzo di attrito alla parete:
u
 
w = . (410)
y y=0
Nel caso di una lastra piana di lunghezza L si ottiene quindi la resi- JJ
stenza per unita di lunghezza: II
Z L J
d= w dx . (411) I
0
Back
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Coefficiente di attrito: w
Cf (x) = 1 2
. (412)
2
U e 216/293
Coefficiente di resistenza di una lastra piana di lunghezza L:
1
d x x
Z    
Cd = 1 2 = Cf d . (413)
2
VL 0 L L

Lo spessore dello strato limite


Definizione:
u[x, (x)] = Ue(x) . (414)
La condizione al contorno per y indica che questa condizione
e esattamente verificata solo allinfinito.
Non esiste una definizione senza ambiguita dello spessore dello JJ
strato limite. II
Definizione pratica (convenzionale): u[x, (x)] = 0.99 Ue(x). J
I
Back
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Lo spessore di spostamento

217/293


u(x, y)
Z  
(x) = 1 dy . (415)
0 Ue(x)
e univocamente determinato (non ci sono ambiguita).
La portata di massa che attraversa lo strato limite ad una da-
JJ
ta stazione x si ottiene supponendo il flusso ideale (u(x, y) =
II
Ue(x)) ed ispessendo il corpo di una quantita (x):
J
Z y
y: u dy = Ue (y ) . (416) I
0 Back
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Velocita normale al bordo dello strato limite

218/293

Conservazione della massa:


Z Z x
V = u dy + v (x) dx . (417)
0 0 JJ
Da cui si ottiene: II
Z x
v (x) v (x) d J

= dx = . (418) I
0 V V dx
Back
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La lastra piana si comporta come un corpo di geometria yc =
(x) immerso in una corrente a potenziale (non viscosa).
219/293
Infatti la condizione di tangenza della corrente ideale per y = e:
v v dyc d
= = . (419)
u V dx dx
Nel caso di corpo generico si ottiene, in modo analogo:
d
v (x) = Ue(x) . (420)
dx
E possibile risolvere il campo di moto nel seguente modo iterativo:
1. calcolare il campo di moto ideale (non viscoso) con la condi-
zione sul corpo di velocita del fluido tangente al corpo stesso;
2. calcolare lo strato limite sul ventre e sul dorso del corpo par-
tendo dal punto di ristagno anteriore; JJ
3. correggere la geometria del corpo con lo spessore di spostamen- II
to calcolato; J
I
4. reiterare il procedimento a paetire dal punto 1. Back
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Spessore di quantita di moto

u(x, y) u(x, y)
Z  
(x) = 1 dy . (421) 220/293
0 U e (x) U e (x)
Bilancio di quantita di moto in direzione x per una lastra piana:
Z h Z
d= V2 dy u2 dy . (422)
0 0

JJ
II
J
I
Back
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Per la conservazione della massa:
Z h Z
V2 dy = V u dy . (423) 221/293
0 0

Quindi: Z
d= (Vu u2) dy = V2 . (424)
0

(x)
Cd(x) = 2
. (425)
x
Lo spessore di quantita di moto e indice della resistenza (viscosa)
della lastra piana.
Il risultato e valido anche per un profilo alare (con valutato nella
scia del profilo).
JJ
II
J
I
Back
Close
Fattore di forma dello strato limite

H(x) = (426) 222/293

H caratterizza la forma del profilo di velocita u = u(y) allinterno
dello strato limite.

Prob. n. 19: Calcolare H per un profilo di velocita


triangolare

u y u
y: = ; y>: =1. (427)
Ue Ue

JJ
II
J
I
Back
Close
Soluzione delle equazioni di Prandtl per la lastra piana
Equazioni (adimensionali): 223/293

u v
+ = 0, (428)
x y
u u 2u
u +v = . (429)
x y y 2
Condizioni al contorno:
u(x, 0) = v(x, 0) = 0 ; (430)
lim u(x, y) = 1 . (431)
y

Si deve risolvere un sistema di equazioni a derivate parziali non


lineare!
JJ
Introducendo la funzione di corrente (x, y) lequazione di conti- II
nuita (428) e automaticamente soddisfatta. J
I
Back
Close
Si cercheranno soluzioni simili, cioe nella forma
(x, y) = X(x)f () , (432)
224/293
dove = y/g(x).

Essendo
g 0(x) 1
= ; = (433)
x g(x) y g(x)
si ottiene
X(x) 0
u = = f () , (434)
y g(x)
0 g 0(x) 0
v = = X (x)f () + X(x) f () , (435)
x g(x)
u X 0(x) 0 g 0(x) JJ
= f () X(x) 2 [f 00() + f 0()] , (436)
x g(x) g (x) II
J
u X(x) 00 2u X(x) 000 I
= f () , = f () . (437)
y g 2(x) y 2 g 3(x) Back
Close
Sostituendo nella (429) si ottiene:
f 000 + X 0(x)g(x)f f 00 + [X(x)g 0(x) X 0(x)g(x)] f 02 = 0 . (438) 225/293
Affinche f = f (), lequazione (438) deve essere ordinaria in e non
dipendere da x, cioe:
X 0(x)g(x) = k1 , X(x)g 0(x) = k2 , (439)
con k1 e k2 costanti arbitrarie.
Ponendo k1 = k2 = 1/2, dalle (439) si ottiene
x + C1
[X(x)g(x)]0 = 1 X = . (440)
g(x)
Si puo porre, senza perdere di generalita, C1 = 0. Sostituendo le-
spressione di X(x) nella seconda delle (439) ed integrando:

g(x) = C2 x , (441)
JJ
dove si puo porre, ancora una volta, C2 = 1. II
In definitiva: J
I
g(x) = x ; X(x) = x . (442)
Back
Close
Lequazione (438) si riduce alla equazione di Blasius:
1
f 000 + f f 00 = 0 , (443) 226/293
2
con condizioni al contorno (ai limiti):
f 0(0) = 0 , f (0) = 0 , lim f 0() = 1 . (444)
+

Questo problema puo essere risolto numericamente in modo abba-


stanza semplice.

Prob. n. 20: Risolvere al calcolatore il problema di


Blasius

JJ
II
J
I
Back
Close
227/293

Valori della funzione di Blasius f e delle sue derivate. JJ


II
J
I
Back
Close
Risultati della soluzione lastra piana
s
228/293
V 0
= ydim , u = f () . (445)
x
Il profilo di velocita e simile: al variaredi x e sempre lo stesso in
mentre in ydim risulta solo scalato di x.
1
v = [f 0() f ()] . (446)
2 x
Nello strato limite esisteuna (piccola) componente di velocita nor-
male che varia come 1/ x.
x
r
u = 0.99 = 5.0 99% = 5.0 : lo spessore dello strato
V 
99% 5.00 5

limite varia parabolicamente con x. JJ
x Rex
II
x x
r r
= 1.721 , = 0.664 , H=2.59. J
V V I
5 Back
Rex e il numero di Reynolds in cui si e usato x come lunghezza di riferimento.
Close
229/293

Profilo di velocita nello strato limite sulla lastra piana, confronto tra soluzione di Blasius ed
esperimenti. JJ
II
s J
V 00 0.664 I
w = V f (0) , f 00(0) = 0.332 , Cf = . (447)
x Rex Back
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230/293

JJ
(L) 1.328 II
Cd(L) = 2 = . (448)
L ReL J
I
Back
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Flussi con gradiente di pressione, punto di separazione
Bilancio di quantita di moto lungo x valutato per y = 0: 231/293

2u p
 
= . (449)
y 2 y=0 x
La curvatura del profilo di velocita alla parete e direttamente col-
legata al gradiente di pressione.

p p JJ
x
< 0 (favorevole) x
> 0 (sfavorevole) II
J
I
Back
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Definizione del punto di separazione:
u
 
232/293
xs : =0
y y=0
.

p
Strati limite con gradienti sfavorevoli di pressione ( x > 0) possono
portare alla separazione della vena fluida.
Il punto di separazione dipende solo dal gradiente di pressione (e
non dal numero di Reynolds). JJ
II
La separazione e un punto di singolarita delle equazioni di Prand- J
tl che cessano di essere valide: negli strati limite separati la I
pressione sul corpo non e piu indipendente dalla viscosita. Back
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La turbolenza 233/293

Lesperienza di Reynolds
Lesperimento di Reynolds ha messo in luce lesistenza di due regimi di
moto in un condotto profondamente diversi, il passaggio da un regime
allaltro e identificato da un numero di Reynolds critico Recr 2200
(basato sulla velocita media e sul diametro del condotto).
Re < Recr : il flusso e stabile regime laminare;
Re > Recr : regime turbolento (il flusso e instabile).

JJ
II
J
I
Strato limite turbolento su lastra piana Back
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Strato limite turbolento su lastra piana

234/293

JJ
Visualizzazione mediante fumi di un flusso daria su una lastra piana II
(V = 3.3 m/s), transizione a Rex 2 105: J
(a) vista dallalto; (b) vista laterale. I
Back
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Getto assialsimmetrico

235/293

Fluorescenza indotta da laser, ReD 2300. JJ


II
J
I
Back
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Proprieta di un flusso turbolento
1. Fluttuazioni di pressione e velocita (anche di temperatura se ce 236/293
flusso termico). Le fluttuazioni di velocita sono in tutte e 3 le
direzioni (anche in caso di fenomeno laminare 2D); le fluttuazioni
sono intorno ad un valore medio.
2. Vortici (Eddies) di diverse dimensioni (da 40mm a 0.05mm nelle-
sperimento della fotografia precedente).
3. Variazioni casuali delle proprieta del fluido; non e possibile preve-
derle deterministicamente ad un dato istante in un dato punto.
4. Moto autosostenibile. Una volta innescato, il flusso turbolento
e in grado di mantenersi da solo producendo nuovi vortici che
sostituiscono quelli persi per effetto della dissipazione.
5. Il mescolamento e molto piu forte che nel caso laminare (in cui
e dovuto esclusivamente ad azioni molecolari). I vortici turbolenti JJ
si muovono in 3 dimensioni e causano una rapida diffusione di II
massa, quantita di moto ed energia. Attrito e flusso termico sono J
molto piu elevati del caso laminare. Il mescolamento turbolento I
e proporzionale al gradiente del flusso medio. Back
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Medie e fluttuazioni
t0 +T
1
Z
0 237/293
u=u+u , u= u dt . (450)
T t0

Per definizione
di media u0 = 0, per misurare le fluttuazioni si
utilizza u02.

JJ
II
J
I
Lastra piana.
Back
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Anche se il flusso e 2D in media esistono fluttuazioni di V in tutte
le direzioni.
238/293
Le fluttuazioni scompaiono alla parete (sottostrato laminare).
Il profilo di velocita medio turbolento e piu panciuto del corrispon-
dente laminare: a parita di numero di Reynolds, in uno strato
limite turbolento gli sforzi di attrito sono molto piu grandi.
Lo spessore di uno strato limite turbolento e maggiore.
Allontanandosi dalla parete le fluttuazioni di velocita diventano
uguali: la turbolenza diventa isotropa.

JJ
II
J
I
Back
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239/293

JJ
II
J
Lastra piana, Cf = Cf (Rex). I
Back
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Equazioni di Navier-Stokes mediate alla Reynolds
Equazioni di Navier-Stokes per un flusso incomprimibile: 240/293

V = 0 ;
DV
= p + 2V . (451)
Dt
con V = (u, v, w)T . Si assuma
u = u + u0, v = v + v 0, w = w + w0,
p = p + p0 , T = T + T 0 .
Lequazione di continuita mediata nel tempo diventa:
V = 0 . (452)
JJ
II
J
I
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Lequazione di quantita di motodiventa:
Du
= px + 2u [(u0u0)x + (v 0u0)y + (w0u0)z ], 241/293
Dt
Dv
= py + 2v [(u0v 0)x + (v 0v 0)y + (w0v 0)z ], (453)
Dt
Dw
= pz + 2w [(u0w0)x + (v 0w0)y + (w0w0)z ],
Dt
(il pedice indica derivazione parziale rispetto alla corrispondente va-
riabile).
R = i(u0iu0j )j: tensore di Reynolds.

JJ
II
J
I
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Posto !
V i V j
ij = + u0iu0j , (454)
xj xi 242/293

Il bilancio di quantita di moto diventa:


DV
= p + . (455)
Dt
E formalmente identico al caso laminare avendo sostituito le gran-
dezze con la loro media ed aggiunto il tensore di Reynolds al tensore
laminare degli sforzi.
Lintroduzione di altre 6 incognite (le componenti del tensore di
Reynolds) rende il sistema indeterminato, a meno che non si trovi
una legge (od almeno un modello accurato) che definisca il tensore
di Reynolds (Problema della chiusura delle equazioni di Navier- JJ
Stokes mediate alla Reynolds). II
J
I
Back
Close
Strato limite turbolento
Lanalisi dimensionale delle equazioni di Reynolds nei flussi di strato 243/293
limite mette in evidenza che le equazioni possono essere approssimate
ad una forma equivalente alle equazioni di Prandtl posto u y

u0v 0.

La viscosita turbolenta (eddy viscosity)


Nel 1877 Boussinesq formulo la seguente ipotesi:
u
u0v 0 = u0v 0 = t , (456)
y
dove t e la viscosita turbolenta (eddy viscosity).
Le equazioni dello strato limite turbolento diventano formalmente JJ
identiche a quelle dello strato limite laminare previa sostituzione II
di u e v con i valor medi e la viscosita con tot = + t. J
I
Quanto vale t?
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Lipotesi (intelligente) consiste nellassumere che il meccanismo
di scambio di quantita di moto dovuto al ricircolo caotico della
turbolenza avvenga in maniera perfettamente analoga a quello a 244/293
livello molecolare in un fluido newtoniano ().
Per la maggioranza dei flussi la correlazione u0v 0 < 0.
Quindi, come per la viscosita molecolare, t > 0: lo sforzo tur-
bolento tende ad accelerare la particella adiacente mediamente
piu lenta.
Se t fosse una funzione di stato come la viscosita molecolare ( =
(p, T )) le equazioni di Reynolds sarebbero chiuse, ma purtroppo
non e cos, lesperienza ha messo in luce che la viscosita turbolenta
dipende dalla geometria e dal tipo di flusso.
Oggi vengono utilizzati dei modelli di turbolenza che, su base
semi-empirica, propongono delle espressioni chiuse per la viscosita JJ
turbolenta, o piu in generale, per tutte le componenti del tensore II
di Reynolds. J
Questi modelli vengono utilizzati con successo per problemi in cui I
la fisica e chiara a priori. Back
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Lo strato limite sui profili alari ad elevato numero di
Reynolds
245/293
Strato limite sul dorso e sul ventre del profilo a partire dal punto di
ristagno anteriore

JJ
II
J
I
Back
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1. Punto di ristagno; nellintorno del punto di ristagno lo spessore
dello strato limite e finito.
246/293
2. Strato limite laminare.
3. (Eventuale) separazione laminare xsl : puo avvenire se si incontra
un forte gradiente sfavorevole di pressione prima della transizione
a flusso turbolento (profili sottili); si forma quindi una bolla di
separazione laminare, nella bolla il flusso transisce a turbolento e,
generalmente, riattacca.
4. (Eventuale) punto di transizione a flusso turbolento; dipende da
diversi parametri, i piu importanti sono: numero di Reynolds, gra-
diente di pressione, turbolenza iniziale della corrente, rugosita della
superficie, numero di Mach.
5. (Eventuale) strato limite turbolento.
6. (Eventuale) separazione turbolenta: puo avvenire se si incontra un JJ
forte gradiente sfavorevole di pressione; in condizioni di crociera in II
genere i profili lavorano senza separazione. J
7. Scia, di spessore piccolo se non ce separazione o questa e molto I
vicina al bordo duscita. Back
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La resistenza dei profili alari in subsonico
In campo subsonico la resistenza totale che agisce su un profilo (2D) 247/293
e solo di origine viscosa ed e indicata come resistenza di profilo
(dp).
La resistenza di profilo puo essere distinta nei seguenti contributi:
1. resistenza di attrito (df ), dovuta allazione diretta degli sfor-
zi tangenziali che si esercitano sulle pareti, sia nella regione
laminare che in quella turbolenta;
2. resistenza di scia o di forma (dwake), che deriva dal mancato
recupero di pressione conseguente a (eventuali) separazioni ed
alla formazione della scia.
dp = df + dwake . (457)
JJ
II
J
I
Back
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La resistenza di scia
Dovuta a due effetti concomitanti: 248/293

1. variazione delle distribuzioni di pressione rispetto a quella valutata


con il modello di flusso ideale sulle superfici del corpo;
2. sensibile diminuzione del livello di pressione sulla base ddelle geo-
metrie con coda tronca.
Se la pressione sul corpo fosse perfettamente identica a quella del
modello ideale la resistenza di scia sarebbe nulla.
La resistenza di scia e tanto maggiore quanto piu estesa e la zona
di flusso separato.
Nei corpi aerodinamici e dominante la resistenza di attrito.
Nei corpi tozzi e dominante la resistenza di scia.
JJ
o II
Si consideri, a parita di Re, una lastra piana ad = 0 ed una ad
= 90o: J
Cd90o 100Cd0o (458) I
Back
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249/293

JJ
II
J
Flusso intorno al cilindro, Cd = Cd(ReD ). I
Back
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Perche il coefficiente di resistenza diminuisce quando il flusso tran-
sisce a turbolento?
250/293
In caso di flusso laminare la separazione avviene a 100o.
In caso di flusso turbolento la separazione avviene a 80o.
Per flusso turbolento il recupero di pressione e maggiore e quindi
diminuisce sensibilmente la resistenza di scia.

JJ
II
J
I
Back
Close
I profili laminari
Nel caso di corpi aerodinamici la resistenza si riduce in modo signi- 251/293
ficativo se il flusso si mantiene lungo il corpo il piu possibile laminare.
I profili laminari sono caratterizzati dalla presenza di una estesa
zona di flusso laminare a partire dal bordo dattacco in crociera.
Lobiettivo e raggiunto spostando il piu possibile indietro il punto
in cui inizia la ricompressione (dp/dx > 0) e lo strato limite diventa
instabile.
In condizioni portanti il picco di pressione puo essere mantenuto
verso poppa progettando una opportuna linea media caratterizzata
da carico basico costante.

JJ
II
J
I
Back
Close
252/293

JJ
II
J
I
Back
Close
253/293

JJ
II
J
Caratteristiche del profilo NACA 651 212 I
Back
Close
Le polari dei profili laminari sono caratterizzate dalla presenza della
tipica sacca laminare nellintorno dellangolo di attacco ideale in
cui il coefficiente di resistenza e notevolmente piu basso. 254/293

Lontano dallincidenza ideale, per effetto del carico addizionale, lo


strato limite transisce a turbolento molto prima, come nei profili
convenzionali (la sacca scompare).
Fuori sacca le prestazioni di un profilo laminare sono, in genere,
piu scadenti di un corrispondente profilo convenzionale.
Per effetto della contaminazione e molto delicato mantenere le
condizioni di flusso laminare.

JJ
II
J
I
Back
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Superfici portanti
Oltre allala principale, unaeromobile convenzionale possiede altre su- 255/293
perfici portanti:

piano orizzontale: consente il controllo e garantisce la stabilita


intorno allasse di beccheggio.

piano verticale o deriva: consente il controllo e garantisce la


stabilita intorno allasse di imbardata.
Il controllo intorno allasse di rollio e consentito dagli alettoni.

JJ
II
J
I
Back
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Sistemi di ipersostentazione
Hanno il compito di aumentare CLmax e di ridurre la velocita minima 256/293
di sostentamento.
Classificazione:
1. sistemi meccanici (flaps);
2. sistemi di controllo dello strato limite;
3. sistemi gettosostentati (jet flaps).
SI discutono brevemente qui solo i sistemi meccanici.

JJ
II
J
I
Back
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Tipi di flap:

257/293

JJ
II
J
I
Back
Close
Alettone semplice
Una cerniera consente la rotazione della parte posteriore del profilo, 258/293
la conseguente variazione della curvatura comporta una variazione
di zl e quindi del Cl a parita di incidenza.
In genere langolo di stallo diminuisce.

JJ
II
J
I
Curva Cl = Cl () per un profilo con alettone al variare dellinclinazione dellalettone .
Back
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Alettone con uno o piu slot

259/293

Profilo NACA 653 118, alettone con doppio slot (0.309c).


Lo slot consente il passaggio di flusso ad alta pressione del ventre sul
dorso, la separazione viene cos notevolmente ritardata e langolo JJ
di stallo aumenta. II
J
Significativo aumento del Clmax . I
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Tipo CLmax
Alettone 0.9
Flap con slot 1.5 260/293

Flap con doppio slot 1.9

Flap Fowler
E uno slotted flap che si abbassa con un moto di rototraslazione per
cui la portanza viene ulteriormente aumentata a causa dellaumento
della corda del profilo.

JJ
II
J
I
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Slat
Unaletta con canale posta anteriormente al profilo. 261/293

JJ
II
J
Coefficienti di pressione su una sezione dellala del B737-100. I
40o flaps, = 8o . Confronto tra prova di volo ed analisi numerica del flusso non viscoso.
Back
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262/293

JJ
II
Effetto dello slat sul CLmax . J
I
Back
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Effetti della comprimibilita 263/293
In campi di moto comprimibili le equazioni di continuita e quantita
di moto sono accoppiate allequazione dellenergia: il campo di
moto dipende dal campo termico.
Nel caso di campi ideali (Re ) con condizioni a monte unifor-
mi lequazione dellenergia ha una soluzione particolarmente sem-
plice (H = cost) e la trattazione risulta semplificata nonche valida
in tutto il campo di moto a parte lo strato limite.
La fisica dei flussi con M > 1 e profondamente diversa da quella
subsonica!

JJ
II
J
I
Back
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Equazioni di Eulero in coordinate intrinseche
Flusso 2D, stazionario, ideale; equazioni di Eulero: 264/293

(V) = 0 ; (459)
V V + p = 0 . (460)

JJ
II
J
I
Back
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Coordinate intrinseche = (x, y), n = n(x, y):
: V = V ; n:n. (461) 265/293

= x cos + y sin ; (462)


n = x sin + y cos . (463)

d = ( x sin + y cos )d = nd ; (464)


dn = ( x cos y sin )d = d . (465)

In particolare si ha che
=
n .


= +n . (466)
n
JJ
II
J
I
Back
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Continuita:
1 V 1
+ + =0. (467)
V n 266/293

Oppure, applicando il bilancio integrale tra 2 linee di corrente:


(V A)
=0. (468)

Quantita di moto:
V p p
V + V 2 n + + n=0. (469)
n
Poiche |/| = |1/R|, dove R e il raggio di curvatura e proiettando
nelle direzioni e n si ottiene:
V p JJ
V + = 0; (470)
II
V 2 p J
+ = 0. (471) I
R n
Back
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1. Affinche la velocita possa variare lungo la linea di corrente e neces-
saria, lungo la stessa una variazione di pressione di segno opposto.
267/293
2. Se la linea di corrente e curva e necessario un gradiente di pressione
normale per bilanciare la forza centrifuga.
Ricaviamo una relazione tra variazione di V e variazione di A lungo
la linea di corrente.
Continuita:
1 V 1 1 A
+ + =0. (472)
V A
Essendo il flusso ideale (isoentropico):
p
= a2 . (473)

Dalla quantita di moto lungo : JJ
1 V V II
= 2 . (474) J
a I
Back
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Dalla continuita:
1 A 1 V
= (1 M 2) . (475) 268/293
A V
Inoltre
1 A 1 p
= (1 M 2) 2 . (476)
A V
In un flusso supersonico allaumentare della sezione del tubo
di flusso la velocita aumenta e la pressione diminuisce.
Se il numero di Mach e uguale a 1 allora nel tubo di flusso
A/ = 0: il passaggio da subsonico a supersonico (o vi-
ceversa) avviene in una sezione di minimo (gola) del tubo di
flusso.
A parita di variazione darea, la comprimibilita esalta le va-
JJ
riazioni di pressione.
II
J
I
Back
Close
Bilancio dellenergia in coordinate intrinseche:
H
=0. (477) 269/293

Lequazione dellenergia ed il bilancio di quantita di moto lungo non
sono indipendenti.

Relazioni del flusso isoentropico


1. s = cost;
2 p 2
2. H = cpT + V2 = 1
+ V2 = cost (il flusso e anche isoentalpico).
Ipotesi di gas piucheperfetto:
1. p = RT ;
2. dh = cpdT .
JJ
Dalla relazione di Gibbs dh = T ds+ 1 dp si ha che un flusso isoentropico
II
e caratterizzato dalle relazioni: J
p T /(1)
   
I
= = . (478)
prif Trif rif Back
Close
Lequazione dellenergia si puo scrivere:
T0 1 2 270/293
=1+ M , (479)
T 2
dove il pedice 0 indica condizioni di ristagno; per cui, in un flusso
isoentropico:
p0 1 2 /(1)
 
= 1+ M ; (480)
p 2
0 1 2 1/(1)
 
= 1+ M . (481)
2
In un flusso isoentropico, note le condizioni termodinamiche
nel punto di ristagno e noto il numero di Mach locale, e noto
lo stato termodinamico.
JJ
In un flusso reale le condizioni di ristagno variano al variare del II
punto: sono cioe a loro volta funzioni dello stato termofluido- J
dinamico attuale della particella. I
Back
Close
Il coefficiente di pressione in un flusso comprimibile
p p 2 p
 
Cp = 1 = 1 . (482) 271/293
V2
2
M2 p
Utilizzando le relazioni del flusso isoentropico:
" 
 1 #
2 1 2 1 2
 1
Cp = 2
1+ M 1+ M 1 . (483)
M 2 2

Nel punto di ristagno:


" #
2 1 2
 1
Cp(M = 0) = 2
1+ M 1 . (484)
M 2

Nel punto di ristagno di un flusso comprimibile Cp > 1.


JJ
II
J
I
Back
Close
Per M = 1:
" 
 1 #
2 1 1 2
 1
Cp = 2
1+ 1+ M 1 . (485) 272/293
M 2 2

Per una corrente caratterizzata da un dato valore di M esiste un


ben preciso valore del coeffficiente di pressione (Cp) nel punto in
cui M = 1.

JJ
II
J
I
Back
Close
Effetti della comprimibilita per flussi subcritici intorno a
profili alari
273/293
Si consideri un flusso subcritico (M < 1 ovunque) intorno ad un pro-
filo sottile a piccole incidenze (ipotesi di piccole perturbazioni). Si
dimostra che in ogni punto del campo (formula di Prandtl-Glauert):
Cp
Cp p M=0 2 , (486)
1 M
dove CpM=0 indica il coefficiente di pressione nello stesso punto per il
caso dello stesso profilo alla stessa incidenza e M = 0.
Flussi ideali intorno a profili sottili a piccole incidenze in regi-
me subcritico possono essere studiati con le tecniche sviluppate
per lanalisi incomprimibile!
p JJ
Basta amplificare del fattore 1/ 1 M
2 il coefficiente di pressio-
II
ne.
J
I
Back
Close
Chiaramente risulta:
Cl
Cl p M=0 2 , (487) 274/293
1 M
dove Cl M=0 indica il coefficiente di portanza dello stesso profilo alla
stessa incidenza e M = 0.
In condizionipsubcritiche il coefficiente di portanza aumenta
del fattore 1/ 1 M 2 rispetto al caso incomprimibile.

Essendo zl indipendente da M risulta:


Cl
Cl p M=02 . (488)
1 M
Si dimostra, invece, che il Cd e solo debolmente influenzato da M
in condizioni subcritiche. JJ
II
J
I
Back
Close
Calcolo approssimato del Mach critico inferiore
Per un dato profilo in flusso ideale il Mach critico inferiore 275/293
dipende solo dallangolo di attacco.
0
Quando M = M,cr la condizione M = 1 viene raggiunta nel
punto di minima pressione.
Procedura
1. Si assegna .
2. Si calcola il campo di pressione per M = 0.
3. Si determina il valore minimo del coefficiente di pressione Cp,min.
p
4. Si diagramma in funzione di M la curva Cp,min/ 1 M
2.

5. Si diagrammala curva Cp = Cp(M) (equazione (485)).


0
6. Lascissa del punto di intersezione delle due curve individua M,cr . JJ
II
0
Prob. n. 21: Calcolare M,cr per un dato profilo NACA J
I
ad un assetto assegnato
Back
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Regime transonico
0 00
Il regime transonico e caratterizzato da M,cr < M < M,cr . 276/293
Caratterizza la crociera della maggior parte dei velivoli civili e
militari.
E il regime piu difficile da analizzare teoricamente.
Anche nelle ipotesi di flusso ideale e piccole perturbazioni le equa-
zioni che governano il problema sono non lineari.
Solo la comparsa negli anni 70 dei calcolatori elettronici di grossa
potenza di calcolo ha consentito la soluzione con metodi numerici
di queste equazioni e quindi la determinazione dei campi transonici.
In transonico (ed anche in supersonico) compare una nuova forma
di resistenza: la resistenza donda associata alla perdita di pres-
sione di ristagno attraverso le possibili onde durto che si formano JJ
nel campo. II
J
I
Back
Close
Onda durto: superficie di discontinuita di un flusso ideale che si
forma in regime stazionario solo se M > 1. Una particella che
attraversa unonda durto subisce un salto positivo di pressione 277/293
densita e temperatura, una riduzione della velocita, ad entalpia
totale costante.
Il processo e irreversibile e non isoentropico (la pressione di ristagno
diminuisce).

JJ
II
J
I
Back
Close
278/293

JJ
II
J
I
Back
Close
279/293

JJ
Profilo RAE 2822; II
= 2.31 , M = 0.729, Re = 6.5 106;
o
J
linee iso-Mach. I
Back
Close
280/293

JJ
II
Profilo RAE 2822; = 2.31o , M = 0.729, Re = 6.5 106 ; J
distribuzione di pressione sul corpo. I
Back
Close
281/293

Oltre alla crescita


della resistenza con
V2 ce una ripida
variazione del coeffi-
ciente di resistenza:
il muro del suono.
MDD , Mach di di-
vergenza della resi-
stenza: M tale che
dCd/dM = 0.1.
JJ
II
J
NACA 0012-34; Cd = Cd(M). I
Back
Close
Il transonico e caratterizzato da una forte interazione tra strato
limite e onda durto
282/293
Attraverso londa durto si ottiene un gradiente di pressione infi-
nitamente sfavorevole.
Lo strato limite separa molto facilmente.
Lo strato limite separato si ingrossa, lurto avanza e si indebolisce,
lo strato limite riattacca, lurto riarretra ed aumenta in intensita e
cos via: si genera un fenomeno instazionario detto buffet.
Il buffet e pericoloso per le ali; la barriera di buffet costituisce il
limite per la velocita massima dei velivoli da trasporto commerciale.

JJ
II
J
I
Back
Close
Profili supercritici
Sono profili caratterizzati da Cd accettabili anche in regime transonico 283/293
e consentono quindi di volare in crociera transonica.

JJ
II
J
I
Back
Close
I profili supercritici sono caratterizzati dallassenza in crociera di
picchi di pressione (a parte i profili peaky) per limitare i valori
massimi di Mach e quindi lintensita delle onde durto. 284/293

Per recuperare carico in crociera al fine di raggiungere il necessario


Cl spesso sono caratterizzati da forti curvature nella parte poppiera
(rear loading).
I profili laminari in condizioni di progetto sono caratterizzati da
picchi di pressione inferiori a quelli dei NACA a 4 e 5 cifre.
I profili laminari sono quindi caratterizzati (a parita di Cl ) da valori
0
piu elevati di M,cr : consentono di raggiungere velocita di crociera
piu elevate allontanando linsorgenza del drag rise.

JJ
II
J
I
Back
Close
Lala a freccia
0
Lala a freccia consente di aumentare (a parita di assetto) il M,cr , 285/293
di conseguenza aumenta anche MDD e consente quindi un volo a
velocita di crociera piu elevate (a parita di potenza del propulsore).

JJ
II
J
I
Schema di unala a freccia infinita. Back
Close
In un flusso ideale intorno ad unala a freccia infinita il campo di
moto e bidimensionale rispetto ad un riferimento (inerziale) che si
muove con velocita V sin . 286/293

Il campo di moto intorno al profilo individuato dalla sezione AC e


quindi bidimensionale e caratterizzato da M M cos .
0
Le condizioni critiche si raggiungeranno quando M = M,cr
0
(M,cr e il Mach critico inferiore del profilo AC).
0 0
Il Mach critico inferiore dellala e quindi M,cr = M,cr / cos .
Le linee di corrente sono fortemente tridimensionali.

JJ
II
J
I
Back
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287/293

tan
tan ef f = , ef f ; (489)
cos cos
JJ
Vef2 f = V2 (sin2 + 2 2
cos cos ) II
= V2 (1 cos2 sin2 ) J
V2 cos2 . (490) I
Back
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La portanza e indipendente dal sistema inerziale scelto:
1 1
CL V2 S = CLef f Vef2 f Sef f . (491) 288/293
2 2
Per b :
b
S bc ; Sef f c cos = S . (492)
cos
CLV2 = CLef f Vef2 f CL = CLef f cos2 ; (493)

CLef f = Cl ef f = Cl ; (494)
cos

CL = Cl cos2 = Cl cos . (495)
cos
Il coefficiente di portanza di unala a freccia infinita e minore
di un fattore cos rispetto a quello della corrispondente ala JJ
dritta. II
J
I
Back
Close
289/293

Effetto dellallungamento e della freccia sul CL .

JJ
II
J
I
Back
Close
Altri effetti dellala a freccia
Fissato lo svergolamento di unala, allaumentare della freccia (po- 290/293
sitiva) il carico si sposta verso le estremita e quindi si allontana
dallandamento ellittico con maggiori rischi di stallo allestremita.
Fissato lo svergolamento di unala, allaumentare della freccia (ne-
gativa) il carico si sposta verso la mezzeria (soluzione preferibile
dal punto di vista aerodinamico, ma fino ad oggi praticamente non
utilizzata per problemi strutturali-aeroelastici).
Per frecce positive tendenza al fenomeno del nose-up.

JJ
II
J
I
Back
Close
Laeromobile 291/293

Le polari
CD = CD (CL, M, Re, conf igurazione, trim, motore) . (496)

JJ
Polare, curva di portanza e dei momenti per un ala di AR = 10 II
J
I
Back
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Espressione approssimata della polare
Lespressione parabolica della polare costituisce una buona approssi- 292/293
mazione della polare reale nellintorno della crociera del velivolo:
CL2
C D = C D0 + (497)
ARe
CD0 = CDp + CDw : coefficiente di resistenza a portanza nulla.
CDp : coefficiente di resistenza di profilo.
CDw : coefficiente di resistenza donda;
e: fattore di Oswald.
Una buona approssimazione, nel caso di ala isolata in flusso iposonico
per CDp :
Z +b/2
1 JJ
C Dp = Cd(y)cdy , (498)
SW b/2 II
Cd(y): coefficiente di resistenza del profilo dellala alla stazione y. J
I
Back
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Laerodinamica viscosa e fortemente non lineare, comunque in avam-
progetto si assume sovente:
293/293
1 X
CD0 CDk Sk ; (499)
Sw k

k: k-esimo componente del velivolo (ala, fusoliera, gondola motore,


deriva, piano orizzontale, etc.);
CDk : coefficiente di resistenza del k-esimo componente;
Sk : superficie di riferimento del k-esimo componente.
Errori insiti nellapprossimazione parabolica della polare:
in generale il coefficiente di resistenza non e minimo per CL = 0;
la resistenza di profilo e la resistenza donda variano al variare di
CL ; JJ
in condizioni di alta portanza la polare del velivolo si discosta molto II
dallandamento parabolico che addirittura non prevede lo stallo J
dellaeromobile. I
Back
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