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Nel capitolo precedente e stato mostrato che le equazioni lineari, cioe del tipo ax + by + c = 0 con a e
b non entrambi nulli, rappresentano tutte e sole le equazioni delle rette nel piano. In questo capitolo
verranno analizzati gli insiemi, o luoghi geometrici, dei punti del piano che soddisfano unequazione di
secondo grado, ossia del tipo
con a, b e c non tutti nulli. Tali insiemi si chiamano coniche; infatti, tali curve si ottengono intersecando
una superficie conica con un piano e si possono classificare a seconda di quale sia la posizione del piano
rispetto alla superficie conica, come in figura.
Si ricordi che una superficie conica e una superficie generata dalla rotazione di 360 di una retta,
detta generatrice, attorno ad un asse incidente in un punto detto vertice; pertanto la superficie conica e
assimilabile a due coni illimitati che si toccano nel vertice.
16.1 Ellisse
Lellisse e il luogo dei punti del piano la cui somma delle distanze da due punti fissi assegnati, detti
fuochi, e costante; pertanto, detti F1 e F2 i fuochi, lellisse e linsieme dei punti P tali che
P F1 + P F2 = costante.
In formule, fissata una costante che per comodita si indica con 2a, con a numero reale, posizionati i due
fuochi su uno dei due assi, per esempio sullasse delle x, simmetrici rispetto allorigine, cioe in modo che
F1 = (c, 0) e F2 = (c, 0), allora un punto P (x, y) appartiene allellisse di fuochi F1 e F2 e di costante
2a se e solo se p p
(x + c)2 + y 2 + (x c)2 + y 2 = 2a.
Eseguendo i conti della precedente formula e posto b2 = a2 c2 si ottiene la seguente equazione:
x2 y2
2
+ 2 = 1,
a b
che e lequazione canonica dellellisse. I punti di intersezione dellellisse con gli assi coordinati si
chiamano vertici dellellisse e si vede facilmente che sono A(a, 0), B(b, 0), C(a, 0) e D(b, 0).
Il segmento che congiunge i vertici A e C si chiama asse maggiore ed ha lunghezza 2a (in particolare,
a e il semiasse maggiore), mentre il segmento che congiunge B e D si chiama asse minore e misura 2b (b
e detto semiasse minore).
1
D
b
a
C F1 F2 A
P B
Si osservi che nel caso particolare in cui i due fuochi non sono punti distinti, ma coincidono, allora
lellisse diventa una circonferenza. Detto in maniera elementare, lellisse dunque si ottiene schiacciando
una circonferenza ed esiste un modo per calcolare di quanto lellisse e schiacciata: a tal proposito si
introduce la definizione di eccentricita
c
e= .
a
Evidentemente, leccentricita e un numero compreso tra 0 e 1: nel caso estremo in cui vale 0, lellisse
degenera in una circonferenza; in particolare, maggiore e leccentricita e piu lellisse si allontana dallessere
una circonferenza (ed e maggiormente schiacciata).
16.2 Parabola
La parabola e definita come linsieme dei punti equidistanti da un punto F detto fuoco ed una retta
r detta direttrice. In altre parole, una parabola e linsieme dei punti P tali che, indicato con R la
proiezione ortogonale di P sulla retta r, sono uguali tra loro le lunghezze dei segmenti P F e P R.
Si dice asse di simmetria della parabola, la retta passante per F ed ortogonale alla direttrice.
Si dice vertice della parabola lintersezione dellasse di simmetria con la parabola, che si trova nel
punto medio del segmento individuato dal fuoco F e dal punto di intersezione tra lasse di simmetria e
la direttrice.
Nel caso in cui lasse di simmetria e lasse delle ordinate, si ottiene unespressione dellequazione della
parabola del tipo
y = ax2 ,
con a 6= 0 numero reale. Se invece lasse di simmetria e lasse delle ascisse, lequazione diventa
x = ay 2 ,
2
ii) a < 0 : la parabola e concava, (la parabola si trova al di sotto del vertice)
Analogamente, nel caso di una parabola con asse di simmetria parallelo allasse delle ascisse, la
positivita o meno del coefficiente a assicura che la concavita sia rispettivamente verso destra o sinistra.
16.3 Iperbole
Liperbole e il luogo dei punti del piano il cui valore assoluto della differenza delle distanze da due punti
fissi assegnati, detti fuochi, e costante, dove tale costante e minore della distanza tra i fuochi; pertanto,
detti F1 e F2 i fuochi, liperbole e linsieme dei punti P tali che
|P F1 P F2 | = costante.
In formule, fissata una costante che per comodita si indica con 2a, con 2a numero reale, posizionati i due
fuochi su uno dei due assi, per esempio sullasse delle x, simmetrici rispetto allorigine, cioe in modo che
F1 = (c, 0) e F2 = (c, 0) con 2c > 2a, allora un punto P (x, y) appartiene alliperbole di fuochi F1 e F2
e di costante 2a se e solo se
p p
| (x + c)2 + y 2 (x c)2 + y 2 | = 2a.
x2 y2
= 1,
a2 b2
che e lequazione canonica delliperbole.
Analogamente, se i fuochi vengono posizionati sullasse delle ordinate si ottiene lequazione
x2 y2
2
2 = 1.
a b
In tutti gli altri casi, si effettua una rotazione in modo da far coincidere la retta che contiene i fuochi
con uno dei due assi ed eventualmente una traslazione in modo che i fuochi siano simmetrici rispetto
allorigine. Nel seguito, supporremo che i fuochi si trovano sullasse x.
I punti di intersezione delliperbole con lasse x si chiamano vertici ed hanno coordinate (a, 0) e
(a, 0). Gli asintoti delliperbole hanno equazione
b
y = x.
a
Se a = b, allora gli asintoti sono perpendicolari ed in tal caso liperbole si dice equilatera.
3
Figure 4: Iperbole equilatera
Se si opera una rotazione di uniperbole equilatera, in modo da portare a coincidere gli asintoti con
gli assi cartesiani, ed e per questo che in tal caso si dice iperbole riferita agli asintoti, si ottiene
unequazione in forma molto semplice:
xy = k.
Se k e diversa da 0 a tale curva e associata la funzione di proporzionalita inversa y = k/c. Se k = 0,
la curva degenera nellinsieme dei due assi cartesiani, individuati dallequazione xy = 0.
Cos come accade per lellisse, si introduce leccentricita e di uniperbole:
c
e= .
a
4
linvariante cubico I3 :
a b d
I3 = det b c e
d e f
linvariante quadratico I2 :
a b
I2 = det = ac b2
b c
linvariante lineare I1 :
a b
I1 = T r = a + c.
b c
x = x1 + y1 ; y = x1 y1 .
Esempio 16.2. Si consideri lequazione della conica 3x2 + 2xy + 3y 2 8 = 0. Eseguendo i calcoli si
ottengono i seguenti valori per le invarianti della conica:
5
alla forma quadratica 3x2 + 2xy + 3y 2 . Tali autovalori risultano essere 1 = 2 e 2 = 4. Pertanto, la
forma si puo esprimere in funzione di nuove variabili come segue: 2x21 + 4y12 . Infine, lequazione della
conica diventa 2x21 + 4y12 8 = 0, ossia
x21 y2
+ 1 = 1,
4 2
che e lequazione canonica di unellisse a coefficienti reali.
In conclusione, con questa prima fase, la conica assume unequazione del tipo 1 x21 + 2 y12 + 2a1 x1 +
2b1 y1 + f = 0.
Il secondo passo invece consiste nelleliminare i termini di primo grado. Detto in maniera informale,
tale operazione consiste geometricamente in una traslazione degli assi. Esistono due casi.
Primo caso. Se uno degli autovalori e nullo, si supponga ad esempio che sia 2 = 0, si opera la
traslazione seguente:
a1
x1 = x2 ; y1 = y2 .
1
Si ottiene lequazione
1 x22 + 2b1 y2 + k = 0,
da cui se b1 = 0, allora si giunge ad una conica degenere; se invece e b1 6= 0, allora si ottiene lequazione
di una parabola e per scriverla in forma canonica, ossia col vertice coincidente con lorigine, si effettua
la seguente ulteriore sostituzione:
k
x2 = x3 ; y2 = y3 ,
2b1
ottenendo cos lequazione canonica 1 x23 + 2b1 y33 = 0 della parabola.
Secondo caso. Se entrambi gli autovalori sono diversi da 0, allora basta effettuare la seguente
traslazione:
a1 b1
x1 = x2 ; y1 = y2 ,
1 2
ottenendo cos lequazione canonica 1 x22 + 2 y22 + k = 0.
Esempi.