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LAutoproduzione cosmetica:

Cenni, considerazioni, un po di teoria, link utili, ricette semplici per i primi passi da fare con materiali di semplice reperibilit.
- Da Gattamartina ed il Laboratorio di Frau Blucher -

http://laboratoriofrau.forumcommunity.net/
https://www.facebook.com/groups/1743686085896212/
INDICE
Premessa pag. 1

CAPITOLO 1: COS LAUTOPRODUZIONE COSMETICA pag. 2


1.1 TEORIA: Dove approfondire pag. 3
1.2 Ecologico, Naturale, Biologico, Verde.non coincide necessariamente con innocuo pag. 4
1.3 Primo comandamento: ligiene pag. 5
1.4 Secondo comandamento: il pH pag. 6
1.8 Conservanti: cosa sono e cosa usare pag. 8
1.9 Elenco dei conservanti maggiormente utilizzati nei prodotti cosmetici pag. 9

CAPITOLO 2: E VENIAMO A NOI CHE AUTOPRODUCIAMO pag. 11


2.1 Teoria delle emulsioni (semplificando.per quanto possibile) pag. 12
2.2 Le emulsioni cosmetiche pag. 12
2.3. Tipi di emulsioni pag. 13
2.4 Gli emulsionanti pag. 13
2.5 Instabilit fisica delle emulsioni pag. 14
2.6 Come formulare unemulsione pag. 15
2.7 Cos unemulsione? pag. 16
2.8 Cos un emulsionante? pag. 17
2.9 Cos lHLB di un emulsionante? pag. 18
2.10 La cold cream pag. 19

CAPITOLO 3: GLI INGREDIENTI pag. 21


3.1. Oli e burri: Breve cenno su grassi monoinsaturi e grassi polinsaturi in cosmesi pag. 21
3.2 Viscosit pag. 22
3.3 N iodio pag. 22
3.4 Indice di stabilit allossidazione (O.s.i.) pag. 22
3.5 Insaponificabile pag. 22
3.6 Irrancidimento pag. 23
3.7 Propriet chimico-fisiche dei grassi pag. 23
3.8 Potere occlusivo pag. 23
3.9 Potere lubrificante pag. 24
3.10 Potere di diffusione sullepidermide pag. 24
3.11 Permeabilit relativa calcolata in percento di porosit al vapore acqueo
su epidermide umana pag. 24
3.12 Potere emolliente pag. 24
3.13 Potere comedogenico pag. 25
3.14 Tabelle pag. 25

CAPITOLO 4: OLI ESSENZIALI pag. 29


4.1 Oli essenziali di qualit pag. 29
4.2 Applicazione degli oli essenziali pag. 30
4.3 Alcuni possibili utilizzi degli oli essenziali pag. 30
4.4 Cominciamo ad usare gli oli essenziali pag. 31
4.5 I principali oli essenziali pag. 31

CAPITOLO 5: ADDENSANTI, VISCOSIZZANTI, MODIFICATORI REOLOGICI pag. 34


5.1 Cosa sono gli addensanti pag. 34
5.2 Idrocolloidi pag. 34
5.3 Amidi pag. 35
5.4 Tabella pag. 36
5.5 Additivi reologici naturali pag. 37
5.6 Additivi reologici semi-naturali modificati pag. 38
5.6.1 Derivati cellulosici pag. 39
5.6.2 Derivati della gomma guar pag. 39
5.7 Additivi reologici sintetici pag. 39
5.8 Polimeri sintetici derivati da idrocarburi pag. 40
5.9 Sali di acidi grassi pag. 40
5.10 Additivi reologici inorganici
(additivi reologici semi-naturali modificati e additivi reologici di sintesi pag. 40

CAPITOLO 6: BREVE GUIDA SUGLI ESTRATTI pag. 42


6.1 Estratti cosmetici con metodi di estrazione che si possono fare a casa pag. 42
6.1.1 oleolito pag. 42
6.1.2 acetolito pag. 42
6.1.3 idrolito pag. 43
6.1.4 idrolato pag. 43
6.1.5 infuso pag. 43
6.1.6. decotto pag. 43
6.1.7 macerato glicerico o macerato glicerinato pag. 43
6.1.8 tintura madre pag. 43
6.1.9 tintura classica pag. 43
6.1.10 macerato idrogliceroalcolico pag. 44
6.1.11 macerato glicolico pag. 44

CAPITOLO 7: PRATICA pag. 45


7.1 cosa posso usare per cominciare pag. 45
7.1.1 bilancia di precisione pag. 45
7.1.2 oli pag. 46
7.1.3 emulsionanti: la lecitina di soia pag. 46
7.1.4 fattori di consistenza pag. 47
7.1.5 a proposito, che acqua devo usare pag. 47
7.1.6 con cosa gelifico pag. 47
7.1.7 Umettante: la glicerina pag. 49
7.1.8 Conservare pag. 50
7.1.9 Qualche ingrediente funzionale pag. 50
Tocoferolo pag. 50
Gel di aloe vera pag. 50
Estratti pag. 51
Oli essenziali pag. 51

CAPITOLO 8: RICETTE pag. 52


8.1 Come si scrive e come si legge una formula di autoproduzione cosmetica pag. 52
8.2 Lavarsi con le farine pag. 53
8.3 Detergente con farina di grano saraceno pag. 53
8.4 Detergente alla farina di avena pag. 54
8.5 Panetto detergente allavena e amido di riso pag. 55
8.6 Latte detergente con frumina per pelli secche e delicate pag. 56
8.7 Crema docciashampoo pag. 57
8.8 Pasta di Hoffmann (pasta allossido di zinco) pag. 57
8.9 Pasta allacqua pag. 58
8.10 Doposole al volo pag. 59
8.11 Deodorante cremino pag. 60
8.12 Gli unguenti di Claudia pag. 61
Unguento balsamico per adulti pag. 61
Unguento balsamico per bambini pag. 61
Unguento alliperico pag. 62
Unguento alla camomilla pag. 62
Tm di propoli pag. 63
8.13 Crema mani/corpo alla lecitina pag. 63
8.14 Sokkar, ceretta araba pag. 64
8.15 Deodorante semplicissimo con soluzione satura di bicarbonato pag. 66
8.16 Deo roll-on allacido citrico pag. 67
8.17 Crema viso per non addetti ai lavori o per chi non ha tempo pag. 68
8.18 Polvere aspersoria non disseccante pag. 69
8.19 Burrocacao al ghee pag. 71
8.20 Burro montato al magnesio da massaggio pag. 72
8.21 Olio da emulsionare sotto la doccia pag. 73
8.22 Medium per trasformare gli ombretti in eye liner pag. 74
8.23 Crema bimbi (e non solo) al ghee pag. 75
Premessa:
Il mio intento solamente quello di riuscire a fornire una traccia sicura da percorrere a chi potesse trovare
interessante questa materia, iniziando dalle cose pi semplici, fattibili con materie prime facilmente
reperibili, ma non per questo poco valide come funzionalit.
E', infatti, possibile ottenere in casa propria prodotti molto soddisfacenti e piacevoli da usare in maniera
facile e divertente e, volendo approfondire il percorso ed investendo nello studio, arrivare ad autoprodursi
cosmetici di alto livello qualitativo.
Soprattutto sar possibile crearsi su misura il proprio cosmetico, con la qualit, la quantit e la tipologia di
ingredienti attivi pi consona alle proprie esigenze.
Inoltre, non meno importante, si potr pervenire all'emancipazione, completa o parziale, dal giogo del
marketing dei maggiori brand cosmetici, scegliendo opportunatamente gli ingredienti pi indicati da
impiegare (il pi possibile biologici, senza impatto ambientale e dermocompatibili), senza dover rispondere
ad esigenze di profitto.
Ora, per fortuna, il mercato ha colto questa necessit e sta cominciando ad offrire una cosmesi sempre pi
"verde" e rispettosa dell'ambiente, non necessariamente venduta a prezzi esorbitanti, pur fornendo prodotti
che niente hanno da invidiare ai loro cugini pi altolocati, spesso purtroppo con dosi omeopatiche di
ingredienti attivi immersi in veicoli assai poco raccomandabili.
Personalmente, non sono una sostenitrice dell'ecocosmesi a tutti i costi, secondo me ci sono casi in cui
determinate sostanze si rendono necessarie, ma ritengo che le stesse (e comunque assolutamente NON
tutte) possano essere impiegate con parsimonia e solo quando effettivamente necessarie.
Proceder con considerazioni e delucidazioni personal,i ma anche approfittando del lavoro gi svolto da altre
colleghe linkando ogni volta i luoghi virtuali dai quali trasporter le loro parole.
Ormai, il web pieno zeppo di informazioni, consigli e formulazioni di autoproduzione cosmetica, ma
attenzione, non tutto da ritenere oro colato.
La materia, anche ai suoi livelli pi semplici non assolutamente da prendere alla leggera: esistono
pubblicazioni fuorvianti, imprecise e potenzialmente pericolose.
Noi, come gruppo di studio e lavoro, ci allineiamo assolutamente con le considerazioni esposte in questo
articolo di Rodolfo Baraldini, cosmetologo:
http://www.nononsensecosmethic.org/faciloneria-e-sicurezza-dei-cosmetici-autoprodotti/

Si possono, comunque, trovare molti siti seri e produzioni collaudate e ben pensate. Non mi possibile
menzionarli tutti e mi limiter a suggerire le care amiche che hanno collaborato (oltre che ovviamente il
Forum "IL laboratorio di Frau Blucher", linkato in copertina) alla stesura di questo manualetto, accordandomi
il permesso di pubblicare parte del loro lavoro.
Grazie quindi:
alla gentilissima e preparata Claudia medichesse di Clo con il suo Blog "Le medichesse di Clo"
(fhttp://lemedichessediclo.blogspot.it/ine), che mi ha, fra le altre cose, consentito di pubblicare gli e-
book scaricabili gratuitamente che troverete alla fine di questo pdf.
alla simpaticissima e superindaffarata Khadi sakinah Sonobio a modo mio con le sue facili e
abbordabili (ma non per questo approssimative) schede e ricettine ( http://www.sonobio.com/ ).

Il Forum Laboratorio di Frau Blucher ha, proprio per loccasione, costituito una pagina interattiva (gruppo
pubblico Facebook), la Vetrina di Frau blucher dove chi fosse interessato pu vedere fino a dove pu
arrivare lautoproduzione e, iscrivendosi, chiedere eventuali chiarimenti alle autrici stesse.
Il link il medesimo in copertina:
https://www.facebook.com/groups/1743686085896212/?fref=ts

Buona lettura!
Da Gattamartina e il Laboratorio di Frau Blucher.

1
CAPITOLO 1
Cos Lautoproduzione cosmetica:

Allinizio, era Promiseland (http://www.Promiseland.it/info/ http://www.Promiseland.it/info/).


Se si sentiva la necessit di andare oltre il marketing, sapere cosa si stava acquistando e, soprattutto, sapere
cosa ci si andava a mettere addosso, era lunico competente riferimento nel web.
La sezione dedicata nello specifico ai prodotti cosmetici era, ed tuttora, supportata dal lavoro di Fabrizio
Zago che, con il suo BIODIZIONARIO (http://www.biodizionario.it/), ha fornito ai consumatori ed agli addetti
ai lavori uno strumento prezioso.
Per amor di trasparenza ed anche perch il pensiero condiviso dalla scrivente, a questo proposito, suggerirei
al lettore di valutare anche questo punto di vista:
http://www.my-personaltrainer.it/cosmeti/biodizionario.html
Da qui, lo specifico argomento va a concretizzarsi ed ampliarsi, in modo organico ed accurato, nella creazione
del Forum LAngolo di Lola (http://lola.mondoweb.net/), dove, nonostante le detrazioni che
accompagnano tutti i fenomeni con grande riscontro, i primi addetti ai lavori pi seri e coscienziosi si sono
formati.
Questi ultimi, a loro volta, hanno creato altri fora, altre scuole o blog, diffondendo a macchia dolio la pratica
dellautoproduzione cosmetica.
Va doverosamente citato, inoltre, per il supporto nella conoscenza erboristica e per luso dei fitoderivati, il
Forum Arcadia, il mondo erbe officinali (http://arcadia.Forumup.it/).

2
1.1.Teoria: Dove approfondire
Per le primissime armi:
Francesca Marotta Cosmesi Naturale Pratica, scaricabile gratuitamente da internet.

Per saperne di pi:


Umberto Borellini - "Cosmetologia" edizione aggiornata.
Gianni Proserpio, Elena Racchini -"Manuale di cosmetologia"
Gianni Proserpio, Elena Racchini -"Dizionario di cosmetologia
G. Proserpio, B. Ambreck, M. Ceoloni - Prontuario del cosmetologo
AA.VV2009 Tecniche Nuove. - "Manuale del cosmetologo"
AA.VV.-"Le formule cosmetiche"
F. Bettiol, F. Vincieri - "Manuale delle preparazioni erboristiche"
F. Bettiol - "Manuale delle preparazioni galeniche"
Fonti sicure da consultate in rete:
- il Biodizionario del prof. Zago e il suo Forum Promiseland (www.Promiseland.it/)
- il Forum e sito saicosatispalmi.org (www.saicosatispalmi.com/)
- l'angolo di Lola http://lola.mondoweb.net/
- Per le erbe officinali il Forum Arcadia -il mondo delle erbe officinali (http://arcadia.Forumup.it/)

- secondo la Direttiva 76/768/CEE approvata dal Consiglio europeo il 27 luglio del 1976 (e successive
integrazioni ) recepita dallo Stato Italiano con la legge numero 713, approvata dal Parlamento l'11 ottobre
1986, esiste una rigida regolamentazione circa la preparazione, le norme igieniche e la distribuzione dei
prodotti cosmetici. In tale regolamentazione rientra anche il sapone.
E VIETATO vendere qualsiasi prodotto cosmetico autoprodotto, anche se scrupolosamente seguite le
norme igieniche e prodotto da persone preparate e competenti.

3
1.2 Ecologico, Naturale, Biologico, Verde.non coincide necessariamente con
innocuo.

Ho spesso letto e spesso mi sono sentita dire che i costituenti ecobio E, ANCOR PI VAGAMENTE,
NATURALI sono innocui e possono essere usati in tutta tranquillit. Attenzione, perch non
assolutamente cosi.
La variet delle sostanze che la natura ci offre vastissima, molte sono curative, molte estremamente
velenose; non ci faremmo un t di Datura, Stramonio o Belladonna; lAmanita PHalloides un bellissimo ed
elegante fungo, assolutamente naturale, ma, ingerendolo, ci darebbe ben poche possibilit di scamparla.
Non solo, determinati fitocomplessi possono essere medicamentosi a certe percentuali, tossici o velenosi ad
altre, oppure esserlo da crudi e non da cotti. Insomma, che sia La dose che fa il veleno un concetto da
tenere ben presente.
Tralasciando i toni pi drammatici, sono comunque da tenere seriamente in conto le allergie e le intolleranze;
cos come si pu essere allergici alle carote (e saranno dei costituenti della carota a provocarci lallergia, non
lortaggio in s), analogamente la pelle pu rispondere male a sostanze, pur naturali ed ecologiche, che non
le stanno simpatiche.
La preziosa ed innocua Camomilla, per esempio, ad un soggetto allergico alle Asteracee (Calendula,
Echinacea, Arnica..solo per citarne alcune della numerosissima famiglia) pu provocare una reazione
cutanea severa.
Gli ossidi che si usano per colorare i decorativi (make up) sono appunto ossidi di ferro, contengono nichel e
potrebbero infastidire soggetti particolarmente predisposti a tali intolleranze.
Idem per determinati oli (vedi Lolio di Ricino) e molti altri ingredienti, anche non funzionali.
Alcune sono proprio irritanti per loro natura, altre ancora hanno un pH assolutamente non fisiologico; il
limone o laceto di mele, che, per esempio, si pu trovare spesso consigliato a dosaggi di fantasia hanno un
pH troppo basso ed il loro errato impiego pu regalare delle ustioni non indifferenti.
Quindi, un cosmetico verde non necessariamente sicuro per tutti; se non siete certi di quello che state
per usare, fate prima un test di intolleranza; sar sufficiente applicare nellincavo del braccio un pochino di
prodotto, coprire con un cerotto e lasciare agire per ventiquattro ore.
Se, dopo le ventiquattro ore, la pelle non arrossata e non presenta sintomi di sofferenza, allora via libera,
se, invece, siete stati sfortunati, allora certamente in quello che vi siete applicati c qualcosa che non fa per
voi.
Indubbiamente, un cosmetico con ingredienti ecobiologici (considerati anche dal punto di vista dellimpatto
ambientale) assolutamente raccomandabile, ma pu rivelarsi dannoso comunque, se non considerato
nellottica del quadro personale di chi ne fruisce.

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1.3 Primo comandamento: Ligiene
La primissima cosa di cui ci si deve preoccupare, prima di affrontare una preparazione cosmetica, ,
assolutamente, ligiene.
La contaminazione da microbi, lieviti e muffe pu avvenire molto facilmente, soprattutto in prodotti che
contengono molta acqua; maggiore lacqua presente, maggiori saranno le possibilit di favorire la crescita
microbica. Non parliamo, poi, se in formula sono inserite sostanze che ai batteri piacciono moltissimo come
zuccheri ed amidi.
Allarme, quindi? No, sufficiente attenersi ad alcune semplici norme:
1. Lavarsi abbondantemente le mani, prima di iniziare qualunque operazione ed utilizzare guanti usa e getta
durante la preparazione.
2. TUTTI gli strumenti destinati ad essere utilizzati devono essere accuratamente lavati con acqua e sapone,
perfettamente asciutti e passati con un antimicrobico innocuo, come lalcol alimentare.
3. Tenere i capelli raccolti.
4. Pulire alla stessa maniera le superfici di lavoro.
5. Utilizzare occhiali protettivi, qualora si maneggino sostanze potenzialmente pericolose, come polveri
sottili (in questo caso consigliabile anche luso della mascherina) acidi, basi ed affini.
6. In caso di contatto accidentale di qualunque sostanza con gli occhi, lavare abbondantemente con acqua
corrente. In caso accidentale di contatto con la pelle da parte di sostanze irritanti o corrosive (simbolo di
pericolo riportato in etichetta), lavare abbondantemente con acqua corrente.
7. Testare sempre una piccola porzione di preparato nella parte interna del gomito ed attendere 48h, per
verificare leventuale presenza di reazioni allergiche.
8. Etichettare adeguatamente la preparazione, riportando gli ingredienti e la data di preparazione.
9. Se si notano cambiamenti chimico-fisici nella preparazione, quali variazione di colore, odore, sviluppo di
gas, cambiamento di pH, gettare il preparato.
10. Conservare le preparazioni lontano da eccessive fonti di calore, al riparo dalla luce (possibilmente in
contenitori scuri), evitare di prelevare il prodotto con le mani sporche o umide, non lasciare i barattoli
aperti.
11. Nel caso di preparazioni estemporanee e non conservate (e vale solo per certe), conservare in frigorifero
e non utilizzare per pi di tre giorni.

5
Importante: gli Infusi di vario genere si raccomanda di impiegarli solamente per USO ESTEMPORANEO.
Sono molto validi ed efficaci, ma, anche volendo preservali dalla crescita microbica con luso di conservanti,
essi si ossidano molto velocemente.
Il loro impiego nellautoproduzione ancora molto diffuso e pareri al riguardo sono tuttora discordanti.
Io li sconsiglio caldamente: una sostanza ossidata fa male alla pelle tanto quanto una contaminata da microbi
e batteri.
Come non si deve bere la camomilla del giorno prima, cos non la si deve nemmeno applicare sulla pelle.
Un infuso di t verde, per esempio, ottimo da bere ed anche da usare per via topica, ma inizia ad ossidarsi
praticamente da subito; dategli il tempo di raffreddarsi e, poi, usatelo immediatamente.

1.4 Secondo comandamento: Il pH


Brevemente:
il pH una scala di misura dell'acidit o della basicit di una soluzione acquosa.
Convenzionalmente, il pH di soluzioni acquose assume valori compresi fra 0 (massima acidit) e 14 (massima
basicit).
Questo range si applica, appunto, alle soluzioni, perch lacqua ha un effetto livellante nei confronti di tutti
gli acidi e di tutte le basi.
Al valore intermedio di 7 corrisponde la condizione di neutralit, tipica dell'acqua pura a 25 C. Comunque,
in soluzioni non acquose, il pH pu assumere valori anche molto al di fuori del range 0-14.
Il pH pu essere misurato per via elettrica (piaccametro), o per via chimica, sfruttando la capacit di alcune
sostanze (dette indicatori) di modificare il loro colore in funzione del pH dell'ambiente in cui si trovano.
Normalmente, sono sostanze usate in soluzione, come, per esempio, la fenolftaleina e il blu di bromotimolo.
Molto spesso gli indicatori si usano (noi in questo caso) anche supportati su strisce di carta (le cosiddette
"cartine indicatrici"), le quali cambiano colore quando vengono immerse in sostanze acide o basiche.
L'esempio pi comune quello delle "cartine di tornasole", di colore rosa in ambiente acido e azzurro in
ambiente alcalino.
Nellautoproduzione vengono impiegate cartine apposite reperibili presso i fornitori di materie prime per
lautoproduzione o in rete (vedi foto sopra).

Il pH della pelle leggermente acido, di norma compreso tra 4,2 e 5,6.


Sono svariati i fattori in grado di influenzare il pH cutaneo, esso varia, infatti, a seconda dellarea del corpo
presa in esame, dellet, del sesso, della stagione, dellandamento ormonale, dei cosmetici e dei detergenti
utilizzati, della flora batterica presente e del grado di sudorazione.
Genericamente la pelle maschile e quella degli adolescenti leggermente pi acida, mentre quella dei
neonati e degli anziani pi vicina alla neutralit.
Affinch, quindi, un cosmetico non risulti aggressivo sotto questo punto di vista, deve avere un pH
dermocompatibile.
Allora, schematizzando:

6
pH IDEALE DEI COSMETICI:
Saponi: pH 8.5 9.5
Creme viso e corpo: pH 4.5 - 5.5
Creme esfolianti: pH da tre a quattro.
Latti detergenti, struccanti e prodotti per il contorno occhi: pH 6-7
Tonici: pH 4.5 - 5
Detergenti per il corpo: pH 5-6
Detergenti intimi per adulti: pH 4 -4.5
Deodoranti: pH 4.5 - 5, oppure 8; In questo caso la tolleranza soggettiva, molte persone si trovano molto
bene utilizzando semplicemente una soluzione satura di bicarbonato (pH 8, appunto)
Shampoo: pH 4.5 - 5
Balsami dopo shampoo e prodotti da lasciare sulle lunghezze dei capelli (leave in): da pH 3.5 a pH 4.5
Creme depilatorie e Tinture per capelli: da 11 a 12.5
Struccanti per occhi e creme contorno occhi, lozioni e shampo per bambini: tra 7 e 7.3
Shampoo e bagnoschiuma per adulti: tra 5 e 6
Saponi e Schiume da barba: tra 7.5 e 8.5

Qualora il pH non risulti consono, viene modificato o acidificandolo con una soluzione di acido lattico o acido
citrico o basificandolo con una soluzione di idrossido di sodio.

7
1.8 Conservanti: cosa sono e cosa usare
Il prodotto cosmetico presenta una matrice formulativa generalmente molto complessa, in cui le variabili
biologiche di ciascun ingrediente si sommano e danno origine ad un insieme biologicamente instabile. In
particolare, tanto pi un cosmetico ricco di acqua, tanto pi soggetto all'inquinamento batterico.
La contaminazione del prodotto pu avvenire in una delle varie fasi di vita di un prodotto dalla produzione
all'utilizzo da parte del consumatore. Allo scopo di impedire la proliferazione dei microrganismi, nel
cosmetico vengono inserite sostanze ad attivit antimicrobica, in grado di inibire lo sviluppo dei
microrganismi che potrebbero causare irritazioni e infezioni, in particolare se il prodotto viene in contatto
con le mucose o l'area particolarmente sensibile del contorno occhi.
L'impiego di queste sostanze strettamente vincolato alla legge 713/86 e successivi aggiornamenti, ora
sostituita dal NUOVO REGOLAMENTO (CE) n. 1223/2009 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del
30 novembre 2009, che verr applicato a decorrere dall'11 luglio 2013.
Tutte le sostanze utilizzate sono citate nell'allegato quinto, che, a sua volta, suddiviso in due parti: la prima
descrive i conservanti che possono essere contenuti nei prodotti cosmetici, la seconda i prodotti autorizzati
provvisoriamente.
Esistono, in realt, anche altre sostanze impiegate nei prodotti cosmetici e dotate di propriet
antimicrobiche, come oli essenziali, alcoli, estratti vegetali, ma che non figurano nell'allegato V.
Il loro uso non , pertanto, soggetto a particolari restrizioni (e questa non una buona cosa, dal momento
che queste sostanze possono essere altrettanto dannose, se usate senza discernimento NdC ).
Con la Direttiva 2003/15/CE del 27-2-03 (pi nota come settimo emendamento), stata introdotta
un'importante novit per quanto riguarda la data di scadenza nei prodotti cosmetici. Tale direttiva ha previsto
che venga riportata un'indicazione relativa al periodo di tempo in cui il prodotto, una volta aperto, pu
essere utilizzato senza effetti nocivi per il consumatore. Tale informazione indicata mediante il simbolo
raffigurato nell'allegato VIII bis, seguito dal periodo (mese, anno), che rappresenta un vasetto di crema
aperto. Non esistono metodi scientifici specifici per determinare il PAO (period after opening) per i prodotti
cosmetici. La valutazione deve tener conto delle caratteristiche fisico-chimiche dei prodotti e delle normali,
o ragionevolmente prevedibili, condizioni d'uso.
In generale, i principali fattori che possono influenzare la stabilit chimica e fisica sono:
1. Suscettibilit a contaminazione microbica. Sotto questo aspetto, la stabilit, dopo l'apertura,
principalmente dovuta al perdurare dell'efficacia del sistema conservante dopo l'esposizione all'ambiente
esterno, e il rischio di contaminazione del prodotto soprattutto correlato al contatto fisico con il
consumatore.
2. Modalit e destinazione d'uso (es. verr utilizzato da consumatori privati o da professionisti? In quanto
tempo verr ragionevolmente consumato? un prodotto a risciacquo oppure no? Quante volte al giorno e
con che modalit viene applicato?).
In linea di massima, si possono identificare due tipi di microrganismi che stanno alla base dell'inquinamento
microbico: i batteri e i funghi.
I batteri sono dei microrganismi procarioti con dimensioni molto variabili. Sono caratterizzati da una
membrana cellulare e da una parete esterna. In base alla loro struttura, possono essere classificati in Gram

8
+ e in Gram -. Questi ultimi sono generalmente pi patogeni e pi resistenti, perch dotati di parete cellulare
molto pi complessa.
I funghi sono degli organismi eucarioti. Essi comprendono i lieviti e le muffe. Mentre i lieviti sono unicellulari,
le muffe sono dei funghi pluricellulari che formano delle strutture, dette IFE, che compaiono sulla superficie
del prodotto contaminato.
La presenza di un'eccessiva carica microbica pu causare sia problemi tecnici al prodotto, sia disturbi cutanei
anche gravi (infezioni, irritazioni, pruriti).
Affinch la carica microbica all'interno del prodotto rimanga limitata, al di sotto, quindi, di quella che pu
provocare degradazione del prodotto e soprattutto problemi cutanei, necessario sia adottare una buona
igiene durante il processo di produzione, sia impiegare un sistema di conservazione adeguato.
Il conservante ideale dovrebbe presentare determinate caratteristiche:
-essere stabile;
-non essere volatile;
-ampio spettro d'azione alla minor dose possibile;
-attivo a pH diversi;
-maneggiabile;
-inerte con il contenitore;
-stabile agli UV;
-incolore;
-inodore;
-poco costoso;
-non essere irritante o sensibilizzante alle dosi abituali di impiego;
Per essere considerato efficace contro un microrganismo, un conservante deve avere una MIC
(Concentrazione Minima Inibente) superiore alla concentrazione massima ammessa. In genere, si ricorre a
miscele di pi sostanze, per sfruttare eventuali fenomeni sinergici ed aumentare lo spettro d'azione.
Il meccanismo d'azione degli antimicrobici vario e non sempre ben identificato.
La morte del microrganismo, o semplicemente l'inibizione della proliferazione cellulare, possono avvenire
per:
-Distruzione della parete cellulare
-Modifica della permeabilit della membrana cellulare o sua distruzione
-Denaturazione di proteine citoplasmatiche o di membrana
-Inattivazione di sistemi enzimatici
Per valutare l'efficacia di un sistema conservante in un determinato prodotto, si utilizza il challenge test, che
prevede la contaminazione del prodotto con microrganismi di diversa specie e la successiva valutazione della
variazione di carica microbica, mediante il conteggio in piastra del numero dei germi vivi ad intervalli di tempo
regolari, per un periodo di 28 giorni.
La capacit di difesa del prodotto cosmetico dall'aggressione microbica viene verificata in base
all'osservazione della riduzione di carica microbica (per ciascuna specie) entro un certo intervallo di tempo,
secondo i criteri di accettabilit emanati da CTPA (Cosmetic, Toiletry and Perfumery Association - UK, ed.
1990) e da CTFA (Cosmetic, Toiletry and Fragrance Association - USA, ed. 1993).

1.9 ELENCO DEI CONSERVANTI MAGGIORMENTE UTILIZZATI NEI PRODOTTI


COSMETICI
I conservanti pi comunemente impiegati nei prodotti cosmetici per prevenire la contaminazione batterica
sono:
ACIDO BENZOICO, SUOI SALI ED ESTERI (INCI: Benzoic Acid, Sodium Benzoate)
ACIDO SORBICO E SUOI SALI (INCI: Sorbic acid, Potassium Sorbate)
ACIDO 4-IDROSSIBENZOICO, SUOI SALI ED ESTERI (INCI: Methyparabene, Ethylparabene, Propylparabene,
Butylparabene, Isobutylparabene)
IMIDAZOLIDINIL UREA (INCI: Imidazolidinyl Urea)
FENOSSIETANOLO (INCI: PHenoxyethanol)
DIMETILOL DIMETIL IDANTOINA (INCI: DMDM Hydantoin)

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ALCOL BENZILICO (INCI: Benzyl Alcohol)
ISOTIAZOLINONI (INCI: Methylisothiazolinone, Chloromethylisothiazolinone)
ACIDO DEIDROACETICO E SALE SODICO (INCI: Dehydroacetic Acid, Sodium Dehydroacetate)
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/cosmetici/conservanti-antimicrobici.html

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CAPITOLO 2:
E VENIAMO A NOI CHE AUTOPRODUCIAMO
Innanzitutto il cosmetico autoprodotto non ha la necessit di rimanere mesi e mesi sullo scaffale di un
rivenditore: preferiamo preparazioni sempre fresche, pensate per durare al massimo tre mesi, dopo di che,
se il cosmetico non ancora stato finito e anche se rimasto invariato di aspetto, colore, odore e pH, SI
BUTTA, nessuna piet.
Possiamo realizzare un prodotto cosmetico senza conservanti?
i cosmetici anidri, come gli stick per labbra, i rossetti e gli oli, sono difficilmente inquinabili, per, se il prodotto
contiene acqua, deve per forza essere protetto con antimicrobici.
Possiamo non aggiungere conservanti solo se:
il cosmetico ha un grado alcolico superiore al 20% oppure se contiene particolari sostanze che sequestrano
lacqua libera, rendendola non disponibile per la crescita microbica; senza addentrarci nella categoria dei
glicoli, una risorsa per determinate tipologia di prodotti pu essere:
-Glicerina vegetale in concentrazione superiore al 40%.
-Fruttosio o glucosio in concentrazione del 40% o normale saccarosio (ma in concentrazioni maggiori, in
quanto possiede un pi alto peso molecolare)
In questi casi, lazione di tipo batteriostatico, ovvero riduce la crescita dei batteri allinterno del cosmetico,
ma non sono battericidi veri e propri.
Daltro canto, pur essendo facile ottenere un prodotto cosmetico completamente ecobiologico, la stessa cosa
non vale per il conservante (ad eccezione dellalcol alimentare), e, se vogliamo utilizzare il preparato
ripetutamente nellarco di un periodo superiore ai due, tre giorni, il conservante indispensabile.
In pratica, rispettando le norme igieniche ed utilizzando produzioni di veloce consumo (tre mesi) ed avendoli
testati innumerevoli ed innumerevoli volte, siamo riusciti ad abbassare alle minime percentuali duso ed in
sicurezza i seguenti conservanti:
-Alcol alimentare - al 7% in creme e lozioni, con riserva per prodotti contenenti maggiori quantit di acqua
(gel e tonici).
Lalcol si visto che viene impiegato al 20% (la cosmesi tedesca lo usa moltissimo a queste percentuali), ma
pu risultare disseccante e denaturante per la pelle, quindi, nelle nostre preparazioni abbiamo abbassato di
molto la percentuale.
-ACIDO DEIDROACETICO E SALE SODICO (INCI: Dehydroacetic Acid, Sodium Dehydroacetate), nome
commerciale Cosgard- Allo 0.6%
(vedi http://www.sonobio.com/2012/11/i-conservanti-cosgard-o-benzyl-alcool.html)
-Soluzione di potassio sorbato e Sodio benzoato.
( Vedi http://www.sonobio.com/2012/10/i-conservanti-potassio-sorbato-e-sodio.html )
Questultimo classificato come conservante verde. E, per, stata riscontrata una casistica di intolleranze
maggiore che con limpiego del Cosgard.
(Per limpiego di altre tipologie di conservanti rivolgersi al Forum di supporto).

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2.1 Teoria delle emulsioni (Semplificandoper quanto possibile)
Teoria delle emulsioni:

le emulsioni e il sistema HLB


Tutte le creme e lozioni hanno una cosa in comune: sono entrambi emulsioni.
Un'emulsione un sistema di due (o pi) materiali immiscibili (solitamente liquidi), in cui un materiale (i
dispersi fase di / interno) sospesa o disperso in un altro materiale (la fase continua / esterno) in gocce
separate.
La maggior parte delle emulsioni si dividono in due classi diverse, emulsioni olio in acqua (O/A) ed emulsioni
acqua in olio (A/O).
Nelle emulsioni O/A, abbiamo centinaia di minuscole goccioline di olio circondato da acqua.
Al contrario, nelle A/O, abbiamo centinaia di goccioline di acqua circondate da olio.
Le emulsioni sono formate da due liquidi, uno dei quali disperso nell'altro in forma di goccioline, appunto.
Il liquido disperso costituisce la cosiddetta fase interna (fase discontinua), mentre l'altro liquido definito
fase esterna (fase continua). Per fare un esempio di sistema bifasico, basta pensare a una miscela di acqua e
olio: trattandosi di liquidi non miscibili, essi tendono a rimanere separati in due fasi ben distinte.
Con il termine fase oleosa, si intende qualsiasi sostanza che si comporta come l'olio nei confronti dell'acqua;
al contrario, con il termine fase acquosa si intendono quelle sostanze che, nei confronti dell'olio, si
comportano come l'acqua.
Versiamo un po di olio in un recipiente contenente acqua: l'olio si dispone in superficie e galleggia, restando
ben separato dall'acqua. Se agitiamo intensamente, il recipiente per un po di tempo, otteniamo una
dispersione di goccioline di olio in acqua; tuttavia, dopo poco tempo, le goccioline di olio si riuniscono tra
loro, formando un'unica fase che torna a galleggiare. Se ripetiamo l'esperimento aggiungendo qualche goccia
di detersivo, osserviamo che le goccioline di olio risultano stabilizzate. Da queste semplici osservazioni, si
capisce che le emulsioni sono dei sistemi instabili, in quanto le goccioline della fase dispersa, per affinit,
tendono a riunirsi tra loro per formare uno strato liquido distinto. Per questo, nella preparazione delle
emulsioni, si aggiungono degli agenti specifici (emulsionanti), che si dispongono sulla superficie delle
particelle liquide disperse e ne aumentano l'affinit per le particelle della fase disperdente.

2.2 Le emulsioni cosmetiche


Pare che le emulsioni cosmetiche fossero note gi ai tempi degli antichi Greci, che utilizzavano il Ceratum
galeni, una preparazione cosmetica di consistenza cremosa formata da olio d'oliva, cera d'api e acqua di rosa.

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In campo dermocosmetico le emulsioni, rispetto ai prodotti monofasici (idroliti, oleoliti), offrono numerosi
vantaggi, in particolare consentono di incorporare all'interno dello stesso prodotto ingredienti diversi per
propriet chimicofisiche, che manifestano unazione sinergica a livello cutaneo. Inoltre, la variazione quali-
quantitativa dei componenti di base delle emulsioni consente di modulare la texture dei prodotti,
ottimizzandone le propriet sensoriali. Le emulsioni cosmetiche possono essere fluide (latti) o cremose
(creme) e, a livello cutaneo, sono in grado di svolgere funzioni detergenti, idratanti, nutrienti, a seconda della
loro composizione e delle propriet delle sostanze funzionali in esse contenute.
Da un punto di vista formulativo, le emulsioni vengono prodotte fornendo al sistema energia meccanica
(agitazione) e termica (riscaldamento), in modo da ridurre al minimo le dimensioni degli aggregati molecolari
e, di conseguenza, la tensione interfacciale tra le fasi. Attraverso questo processo la fase dispersa viene
ridotta a minuscole goccioline che, grazie allazione degli emulsionanti, risultano stabilizzate nella fase
disperdente.
2.3 Tipi di emulsioni
In campo cosmetico, si utilizzano diversi tipi di emulsioni, che differiscono tra loro per la composizione quali-
quantitativa delle fasi, per i sistemi emulsionanti utilizzati oppure, semplicemente, per le sostanze funzionali
in esse incorporate.
In generale, quando la fase interna acquosa e quella esterna oleosa, le emulsioni vengono definite acqua
in olio (A/O); in caso contrario si parla di emulsioni olio in acqua (O/A).
Per farsi un'idea delle percentuali di ingredienti utilizzate in questi due tipi di emulsione, sufficiente
ricorrere al seguente schema:
EMULSIONI O/A
fase disperdente: acqua 75%
fase dispersa: olio 20%
emulsionanti: 5%
EMULSIONI A/O
fase disperdente: olio 30-40%
fase dispersa: acqua 50-65%
emulsionanti: 5-10%

Le emulsioni O/A sono particolarmente indicate per veicolare sostanze idrofile (affini all'acqua) e risultano
gradevoli al tatto in virt della bassa untuosit; esse manifestano un effetto idratante immediato. Inoltre
l'evaporazione dell'acqua presente nella fase disperdente consente di ottenere un effetto rinfrescante in
seguito all'applicazione cutanea.
Le emulsioni A/O risultano pi untuose al tatto e manifestano un ottimo effetto emolliente, grazie alla fase
disperdente lipofila che forma un sottile film sulla pelle e manifesta propriet occlusive e idratanti a lungo
termine.
In virt della loro composizione, queste emulsioni consentono di incorporare e proteggere sostanze
liposolubili come le vitamine.
In generale le emulsioni A/O risultano particolarmente scorrevoli, lubrificanti e adatte al massaggio. Tuttavia,
la fase disperdente (grassa) le rende suscettibili a fenomeni di ossidazione in seguito all'esposizione ad agenti
esterni (luce...). Sebbene la cosmetologia moderna abbia a disposizione oli pi leggeri, rispetto a quelli
utilizzati nel passato, le emulsioni A/O sono poco indicate per le pelli particolarmente grasse e nelle zone in
cui il clima eccessivamente caldo e umido.
Infine esistono le emulsioni multiple, complessi indicati come A/O/A o O/A/O, a seconda delle percentuali
delle fasi. Queste emulsioni tecnologicamente avanzate consentono un rilascio protratto delle sostanze
funzionali in esse contenute, inoltre permettono di incorporare in un'unica preparazione ingredienti tra loro
incompatibili, migliorandone la stabilit.

2.4 Gli emulsionanti:


Gli emulsionanti possono essere divisi in due grandi gruppi: i tensioattivi e le sostanze ad azione stabilizzante.
I tensioattivi sono molecole formate da una parte idrofila (affine all'ambiente acquoso) e da una lipofila
(affine all'ambiente oleoso). Grazie a questa doppia affinit, gli emulsionanti agiscono sulla superficie di

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contatto tra le diverse fasi e riducono la tensione interfacciale tra esse, permettendo l'interazione di sostanze
che normalmente non si mescolerebbero e favorendo cos il processo di emulsionamento.
I tensioattivi vengono classificati in base al sistema dellHLB (HydropHilic LipopHilic Balance) di William C.
Griffin, che viene calcolato facendo il rapporto tra il peso molecolare della parte idrofila e quello totale del
tensioattivo, diviso 5 : HLB = 1/5 (PM parte idrofila/PM totale).
Un tensioattivo esclusivamente idrofilo presenta HLB = 20, mentre un tensioattivo esclusivamente lipofilo
presenta HLB = 0, pertanto l'intervallo di definizione della scala HLB compreso fra 0 e 20 e tanto maggiore
il numero di HLB, tanto pi la molecola idrofila.
I tensioattivi con HLB compreso tra 2 e 6 risultano particolarmente lipofili e vengono utilizzati per stabilizzare
le emulsioni A/O.
I tensioattivi con HLB compreso tra 8 e 16 sono idrofili e vengono utilizzati nella formulazione delle emulsioni
O/A.
I tensioattivi con HLB compreso tra 6 e 8 presentano un'idrofilia intermedia e vengono utilizzati in miscela
con altri tipi di emulsionanti.
Le sostanze ad attivit stabilizzante rafforzano il film interfacciale tra i due liquidi dell'emulsione e aumentano
la viscosit della fase disperdente, ritardando i fenomeni di cremaggio e coalescenza. Generalmente, si tratta
di colloidi idrofili che possono essere di origine naturale (gomma arabica, gomma adragante, alginati,
bentonite), semi-sintetica (metilcellulosa, idrossietilcellulosa) o sintetica (polivinilpirrolidone PVP).

2.5 Instabilit fisica delle emulsioni:


La stabilit delle emulsioni fondamentale per garantire l'efficacia degli ingredienti, il mantenimento delle
propriet organolettiche e, pi in generale, la conservazione del prodotto nel tempo. Tuttavia, pu capitare
di osservare contro luce il contenitore di un cosmetico e di vedere che all'interno il contenuto non appare
omogeneo, ma si presenta sedimentato o diviso in due fasi. In questo caso, ovviamente, il prodotto non deve
essere utilizzato e la prima cosa da fare cercare di capire la causa di questo fenomeno, che pu essere il
risultato dello stoccaggio del prodotto in un luogo non adatto (ad esempio, in presenza di fonti di calore)
oppure di un difetto di formulazione.
Le cause che provocano l'instabilit di un'emulsione possono dipendere dalla scelta sbagliata del tipo e della
quantit di emulsionante, ma anche dall'errata valutazione del rapporto tra la fase acquosa e quella oleosa.
Esistono, poi, altre cause che possono portare alla "rottura" delle emulsioni, tra cui:
reazioni di incompatibilit tra i componenti, temperature eccessive durante le fasi di riscaldamento e
raffreddamento, difetti del packaging.
E bene saper riconoscere le principali modificazioni strutturali che si possono osservare nelle emulsioni.
Il cremaggio (creaming) indica una situazione piuttosto comune nelle emulsioni fluide O/A e prende il nome
dal comportamento del latte, che, in alcuni casi, presenta uno strato di grasso in superficie.
Per quanto riguarda le emulsioni A/O, si osserva una situazione particolare, definita sedimentazione, in cui
le goccioline della fase dispersa tendono ad aggregarsi verso il basso. Questi fenomeni sono conseguenti
all'azione della forza di gravit, che agisce diversamente sulle due fasi, favorendone la separazione.
Generalmente il cremaggio e la sedimentazione sono processi reversibili ed possibile ripristinare la
struttura dell'emulsione agitando il prodotto. Talvolta, tuttavia, l'agitazione non sufficiente a far tornare
l'emulsione nelle condizioni iniziali, in quanto ha avuto inizio il processo della flocculazione, attraverso il
quale le particelle della fase dispersa si uniscono a gruppi tra loro separati da un sottile strato di fase
disperdente. Questa situazione anticipa la "rottura" irreversibile dell'emulsione.
In seguito alla flocculazione gli agglomerati della fase dispersa possono unirsi tra loro e formare un unico
aggregato di dimensioni maggiori; questo processo, definito coalescenza, pu continuare fino alla rottura
totale dell'emulsione e alla sua separazione definitiva nelle due fasi.
Oltre alla giusta percentuale delle fasi e alla scelta del miglior sistema emulsionante, esistono alcuni additivi
fondamentali ad assicurare la buona conservazione delle emulsioni, tra questi:
gli antiossidanti, che proteggono le emulsioni e le sostanze funzionali in esse contenute dai fenomeni di
ossidazione. Inoltre, molti di essi svolgono un'azione antiossidante a livello cutaneo, catturando i radicali
liberi e contrastando lo stress ossidativo.

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Gli umettanti: riducono l'evaporazione dell'acqua, non solo nel contenitore (evitando che il prodotto si
disidrati e si secchi), ma anche in seguito ad applicazione cutanea (aumentando la durata dell'effetto del
trattamento).
I preservanti: le emulsioni O/A risultano pi facilmente inquinabili, in quanto presentano un maggior
contenuto di acqua (terreno di crescita per i microrganismi). E bene tenere presente che l'inquinamento
microbico del prodotto pu verificarsi tutte le volte che lo si utilizza, prelevandolo dal contenitore con le
mani. Per questo il sistema preservante risulta particolarmente importante.

2.6 Come formulare unemulsione:


Iniziamo, dunque, a progettare una generica emulsione.
Abbiamo tre fasi, che chiameremo: Fase A (acquosa), Fase B (grassa o oleosa), Fase C (in cui sono presenti
tutte le sostanze attive, termolabili, che verranno aggiunte successivamente alla nostra crema, una volta
formatasi e ad una temperatura inferiore rispetto a quella che di solito si mantiene durante la fase di
emulsionamento).

Fase A o acquosa:
E costituita da acqua demineralizzata, gelificante (serve per contribuire a dare consistenza alla nostra
crema), umettante, la glicerina vegetale, ad esempio (utile a mantenere lidratazione della pelle e a ritardare
levaporazione dellacqua). In ultimo possono essere presenti tutte quelle sostanze attive, non termolabili e
idrosolubili.
Come gelificante quello maggiormente utilizzato la gomma xantana, ma ne esiste una vasta gamma.
Come si procede?
Si prende un contenitore di ceramica o di vetro (resistente al calore), si versa la glicerina, opportunamente
pesata e si disperde a velo la xantana. Si mescola bene e si aggiunge lacqua, delicatamente e poco alla volta,
sempre continuando a mescolare. A questo punto il gel pronto.
Altro metodo scaldare lacqua, versarci a pioggia la xantana e frullare energicamente, fino alla formazione
del gel.

Fase B o grassa:
Qui troviamo presenti gli oli, i burri, le cere, gli emulsionanti e tutte le sostanze liposolubili non termolabili.
E chiaro che la scelta degli ingredienti molto vasta e si procede, anche in questo caso, tenendo conto delle
esigenze della nostra pelle e del nostro corpo in generale.
Una regola che vale sempre, al fine di ottenere una buona crema, formulare la fase grassa tenendo conto
del METODO A CASCATA. Esistono oli leggeri, medi, pesanti, a seconda della loro densit. Tra questi,
opportuno sceglierne uno per ogni classe e aggiungerlo a cascata (vedi paragrafi successivi NdC).
Se volessi formulare una crema viso per pelli miste, la scelta degli oli ricadrebbe sicuramente, in percentuale
maggiore, su quelli a minor densit, cio pi leggeri; seguiranno poi, in percentuale minore, oli medi e
pesanti.
Se, invece, desidero formulare una crema viso per pelli un po pi secche, aumenter la percentuale di oli
medi e pesanti e diminuir quella degli oli leggeri.
E buona abitudine, aggiungere sempre un burro (da evitare proprio in caso di pelli particolarmente grasse),
con lintento di ottenere una fase B sempre bene bilanciata.

Per quanto riguarda la scelta dellemulsionante, bisogna affidarsi alle schede tecniche, dove si troveranno le
caratteristiche, il dosaggio e eventuali suggerimenti su come meglio utilizzarli.

Fase C oli ed attivi idrofili termolabili:


Questa fase comprende le sostanze che verranno aggiunte ad emulsione gi avvenuta ad una temperatura
inferiore ai 40C.
Possiamo inserire: amminoacidi, proteine, oli termolabili, oli essenziali, estratti, vitamine, gel (gel daloe o di
sodio jaluronato), fragranze e, in ultimo, il conservante.

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Procedimento:
La fase A e la fase B vanno messe entrambe a bagnomaria, fino a raggiungere una temperatura di 70C.
A questo punto, le due fasi si toglieranno dal fuoco e, se si tratta di unemulsione O/A, la fase B verr versata
nella fase A. Si inizia a mescolare velocemente (anche con laiuto di un frullino o minipimer).
Se, invece, avremo formulato unemulsione A/O, sar la fase A che verr addizionata alla fase B, molto
lentamente. Avvenuta lemulsione, si continua a mescolare fino a raffreddamento, si aggiungono tutti gli
attivi, si misura il pH (con le apposite cartine tornasole), che deve essere circa 5-5.5 e, nel caso, si corregge
con acido lattico (per abbassarne la basicit) o, in caso contrario, per valori troppo acidi, soluzione di soda al
20%.
Laggiunta deve essere graduale, goccia a goccia, ricontrollando ogni volta.
In ultimo si aggiunge il conservante.

In generale la percentuale di oli o burri da aggiungere in fase B :


Per creme viso:
4% per pelli particolarmente grasse
5 - 8% per pelli grasse/miste
10 % medie per pelli normali
12-15% per pelli secche

Creme corpo:
13 - 15% molto leggere
20% per pelli normali
22 - 25% per pelli secche

Per informazioni pi dettagliate, si riporta il link Enciclopedia della Cosmesi del forum Ilrasoio.com:
http://www.ilrasoio.com/viewtopic.pHp?f=36&t=933&start=25

2.7 Cos' un'emulsione?


Le emulsioni possono essere definite come sistemi bifasici costituiti da una dispersione ragionevolmente
stabile tra due liquidi immiscibili tra loro, di cui uno costituisce la fase interna (fase dispersa o discontinua),
l'altro la fase esterna (fase disperdente o continua).

La dispersione di una fase in un'altra in forma di goccioline provoca un enorme aumento della superficie di
contatto tra le due fasi, cui corrisponde un incremento dell'energia libera del sistema. L'energia necessaria
per formare un'emulsione, fornita dall'agitazione meccanica e dal calore, sotto forma di "lavoro" L data
dalla tensione interfacciale y per l'incremento di superfice della fase dispersa: L= y * S
[Fonte: G. Proserpio, Manuale del Cosmetologo]

Aldil della formuletta matematica in s, il messaggio sostanziale che:

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pi un'emulsione ha dispersione fine, pi c' superficie di contatto, quindi qualsiasi fenomeno che tenda a
diminuire la tensione interfacciale, facilita la dispersione stessa e conduce a un'emulsione pi stabile, come
l'aggiunta di sostanze tensioattive dette anche emulsionanti.

Un'emulsione quindi, esiste aldil dell'aggiunta di un emulsionante o tensioattivo.


Quest'ultimo ne facilita la dispersione e la stabilit.

2.8 Cos' un emulsionante?


I tensioattivi sono composti organici con un gruppo/testa polare idrofila ed una coda non polare idrofoba,
detti pi in generale "anfifilici" o "anfipatici". Essi formano un film all'interfaccia orientando la porzione
polare idrofila verso la fase acquosa e quella apolare lipofila verso la fase olio.

(fonte: Sitri)
A seconda della natura delle due fasi e della loro disposizione, le emulsioni possono essere classificate in:

acqua in olio (A/O)


olio in acqua in olio (O/A/O)
olio in acqua (O/A)
acqua in olio in acqua (A/O/A)

Il tipo di emulsione viene quindi definito dal tipo di emulsionante utilizzato.


Un sistema emulsionante prevalentemente lipofilo porter alla formazione di una A/O. Viceversa un sistema
emulsionante prevalentemente idrofilo porta alla formazione di una O/A.
Pi un emulsionante lipofilo pi solubile negli oli.
Viceversa, pi un emulsionante idrofilo pi solubile in acqua.

(fonte: Harvard)

Secondo la teoria di Donnan infatti, il film formato dall'emulsionante tra olio e acqua pu essere considerato
come una terza fase, con una superficie a contatto con l'acqua e una superficie a contatto con l'olio. Sono

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quindi presenti una tensione interfacciale film-acqua e una tensione interfacciale film-olio. Il film tender ad
assumere una forma concava dove meno solubile (ovvero dove la tensione interfacciale maggiore)
circondando quella fase e rendendola dispersa.

Es: se l'emulsionante idrofilo (maggiormente solubile in acqua) il film da esso formato tender ad assumere
una forma concava verso la fase olio, circondandola e disperdendola, e portando alla formazione di
un'emulsione.

2.9 Cos' l'HLB di un emulsionante?


Come detto sopra, un emulsionante ha una parte idrofila e una parte lipofila. Il bilancio di queste due
porzioni, ci d il bilancio idrofilo - lipofilo (HLB) .
L' HLB dunque un valore empirico, determinato dal un rapporto tra la frazione idrofila e quella lipofila, su
scala 20.

Pi l'HLB alto e vicino al 20, pi l'emulsionante idrofilo.


Viceversa, pi il valore di HLB basso e vicino a 1 pi l'emulsionante lipofilo.

(Fonte: Uniroma)

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[Fonte: Blog Camelis]
Da CIX : http://laboratoriofrau.forumcommunity.net/?t=58685253

2.10 La Cold Cream:


La prima emulsione cosmetica che fa uso di acqua fu elaborata da un fisico di nome Galeno che us acqua di
rose, olio d'oliva e cera d'api, con questi ingredienti formul la prima crema contenente acqua, l dove prima
esistevano solamente preparazioni anidre (unguenti).
La formula di Galeno un'emulsione A/O che in questo caso una "cold cream" cio crema fredda cos
chiamata perch pi rinfrescante sulla pelle.

La ricetta base della cold cream era:

60% di oli
20% di cera d'api
20% acqua di rose

non crediate che sia cos semplice come pu apparire

Il procedimento questo:

mettere a bagnomaria i grassi (cera e oli) in un recipiente e in un altro l'acqua (anche acqua distillata va bene)
quando i primi sono sciolti e l'acqua bella calda uniamo poco alla volta l'acqua nei grassi sempre mescolando
finch si raffredda senza anticipare il raffreddamento in alcun modo ma solo e sempre mescolando, perch
proprio questo il momento pi delicato in quanto raffreddarla velocemente significa rischiare che l'acqua
si separi dai grassi e la crema da buttare, senza conservanti durer molto poco (tra l'altro andrebbe
comunque tenuta in frigo).
Una volta capito il procedimento si ottiene una crema a tutti gli effetti ma sicuramente molto unta per quanto
la cera aiuti un po ad asciugare l'effetto sulla pelle.

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Ovviamente con il tempo, la conoscenza e ingredienti emulsionanti sempre pi sofisticati, le cose sono
notevolmente migliorate.
In ogni modo nessuno ci vieta di fare una cold cream che dal punto di vista pratico fattibile con pochi
ingredienti, magari possiamo aggiungere degli oli essenziali (a crema quasi fredda) e farne gi un prodottino
utile per i piedi o le mani specialmente nei periodi invernali.
Anche la cold cream con il tempo e con gli studi ha maturato alcune modifiche sulla formulazione.

60% di oli
5% cera d'api
20% acqua

In seguito sono avvenute altre modifiche ma con l'avvento degli emulsionanti veri e propri si riusciti a tenere
in piedi tra loro anche ingredienti come l'acqua con i grassi.
In ogni modo io suggerisco sempre di provare, fare esperimenti purch si utilizzino ingredienti poco costosi,
solo in questo modo vediamo con i nostri occhi e capiamo dove sbagliamo.
Si possono tranquillamente seguire le ricette sopra descritte utilizzando oli vegetali che potete trovare
sicuramente in casa, dall'olio d'oliva oppure oli pi leggeri (riso, girasole) ma anche un mix di oli a vostra
scelta, purch il totale dia 60 grammi.
Gli oli essenziali (se ne avete, 3/4 gocce saranno sufficienti) non c' nemmeno bisogno di considerarli nel
calcolo della formula finale.
(Da Claudia le medichesse di Clo - http://lemedichessediclo.blogspot.it/2013/01/emulsionanti.html -Parzialmente riadattato alle esigenze del testo)

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CAPITOLO 3:
GLI INGREDIENTI

Come ho scritto nella premessa, possibile iniziare a sperimentare lautoproduzione cosmetica senza
impegnarsi in acquisti di materie prime, ma utilizzando, invece, ingredienti reperibili facilmente
(supermercati, negozi di alimentazione biologica, farmacie).
Di seguito dei paragrafi ad essi dedicati.

3.1 Oli e burri:


BREVE CENNO SU GRASSI MONOINSATURI E GRASSI POLINSATURI IN COSMESI

Sotto il nome generale di grassi o lipidi vegetali (la denominazione lipide deriva dal termine greco lipos,
termine con il quale i Greci definivano tutti i corpi grassi) una serie di composti caratterizzati da spiccata
idrofobia che provengono dalle piante o da parte di esse (semi, semi germinati, polpa dei frutti
ecc), attraverso un processo estrattivo che comprende la spremitura, pressatura a freddo, l'estrazione con
solvente ed aventi strutture chimiche basate sulla presenza principale di esteri triglicerici.
Tutti questi lipidi, oltre alla predominante frazione triglicerica, contengono anche una frazione non
esterificata che viene abitualmente chiamata insaponificabile.
Negli oli e nei burri questa frazione costituita da miscele fra idrocarburi, alcooli grassi, alcooli sterolici,
alcooli triterpenici, fosfolipidi ecc. e rappresenta la parte pi nobile di un lipide.

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Mentre i burri sono solidi a temperatura ambiente, gli oli vegetali possono essere classificati in base alla loro
fluidit alle basse temperature.
Sono a prevalenza monoinsaturi, quando risultano liquidi a temperatura ambiente, ma tendono a
solidificare alle basse temperature del frigorifero di casa (es. lolio di oliva) e polinsaturi, quando invece sono
sempre liquidi anche alle basse temperature (es. lolio di Borragine, Lino ecc.).
In pratica, acidi grassi saturi e insaturi si ritrovano sia negli oli che nei burri, ma nei primi predominano gli
insaturi e i saturi nei secondi.
Con gli oli vegetali disponiamo di una certa variet di scelta tra i pi leggeri e pi pesanti, da modulare
secondo l'esigenza della pelle e la formulazione del prodotto.
Gli oli caratterizzati da un certo grado di insaturazione come i polinsaturi hanno il vantaggio di essere pi
mobili e penetranti, di non lasciare tracce di untuosit sulla pelle e di avere un tocco particolarmente leggero.
Le Cere, invece, sono s esteri anche loro, ma non contengono glicerolo, bens acidi grassi legati con alcooli
grassi.
Per esempio, mentre la cera Carnauba e Candelilla sono costituite in prevalenza da acidi e alcooli saturi, la
Cera liquida Jojoba formata da esteri fra acidi grassi e alcooli grassi insaturi.
Ogni lipide ha una sua composizione in acidi grassi che serve a distinguerlo da altri.
Mentre le cere vegetali sono in genere esteri lineari, gli oli e burri sono esteri ramificati costituiti
principalmente da un numero variabile di atomi di carbonio e di doppi legami che ne fanno la differenza.
Usando la tecnica gascromatografica, si pu risalire alla loro composizione qualitativa e quantitativa.

3.2 Viscosit
Se vi capitato di usare un olio per le ciglia molto probabilmente avete applicato un prodotto che contiene
olio di Ricino.
Il motivo che si tratta di un olio molto viscoso monoinsaturo rispetto ad altri oli polinsaturi e questa
caratteristica lo rende adatto alla zona perioculare.
Un olio polinsaturo, come il Vinaccioli, Ribes o Rosa mosqueta non avrebbe lo stesso effetto, perch una volta
applicato, si spanderebbe in un baleno su tutta la zona perioculare, entrando in contatto con le parti sensibili
dellocchio irritandolo.

3.3 N di iodio
E direttamente proporzionale al numero di doppi legami presenti nel nostro olio e rappresenta il numero di
grammi di iodio assorbiti da 100 gr di lipide.
Il n di Iodio da un valore al grado di insaturazione degli acidi grassi presenti, pi alto, pi fluido il lipide e
maggiore la tendenza all'ossidazione ed all'irrancidimento. E' un dato importante di cui tenere conto in fase
preliminare di selezione tra i lipidi quando si vuole formulare un prodotto cosmetico per esempio destinato
ad idratare la pelle, ad una preparazione solare piuttosto che ad uno stick per labbra ecc.

3.4 Indice di stabilit allossidazione (O.s.i.)


Una delle peggiori insidie che minaccia la stabilit di un olio lossidazione. Questo valore viene espresso
dallO.S.I, un metodo di misura che fornisce risultati certi e riproducibili sulla velocit di degradazione di un
olio alla temperatura di 110: quanto maggiore lO.S.I. di un olio, tanto superiore sar la sua stabilit
allossidazione. Oli ricchi di acidi grassi polinsaturi con numero di iodio elevato hanno generalmente O.S.I.
molto basso.

3.5 Insaponificabile
Tutti i Lipidi vegetali, oltre alla predominante frazione triglicerica, o estere non triglicerica nelle cere,
contengono una componente non legata che viene abitualmente definita "insaponificabile". Negli oli e nei
burri questa frazione grassa costituita da miscele tra steroli, idrocarburi, alcoli triterpenici ed alifatici,
tocoferoli, pigmenti (clorofille e caroteni) e fosfolipidi.
Viene calcolata come frazione grassa che non viene attaccata dalla potassa durante il processo di
saponificazione e come vedremo rappresenta la parte pi nobile di un corpo grasso.
Nella frazione in saponificabile troviamo:

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Idrocarburi come il Karitene presente nel burro di Karit e nel burro di Shorea, il Laurano nellolio di di Brionia
e Lauro, lo Squalene presente negli oli di Olivo, pula di Riso e germe di Grano, Tocoferoli che si trovano
principalmente negli oli estratti dai semi germinati come Grano, Mais, Riso e Soia, fosfolipidi presenti
principalmente nella soia.
Fitosteroli come lo Stigmasterolo presente in moltissime piante in particolare nellolio di Soia, il Beta
Sitosterolo, largamente diffuso nei vegetali superiori, il Brassicasterolo contenuto nellinsaponificabile di
Colza, il Campesterolo nella Soia, lo Spinasterolo nellinsaponificabile di olio di germe di Grano. Tutti questi
fitosteroli hanno caratteristiche chimico-fisiche molto simili tra di loro e una struttura assimilabile a quella
del colesterolo.
Vengono definiti biomimetici, perch, quando vengono applicate sulla pelle, agiscono in modo del tutto
simile al colesterolo per aiutare a fortificare la funzione barriera della cute, ridurne la perdita d'acqua trans
epidermica (TEWL) e fornire protezione alla pelle contro le aggressioni ambientali.
Sono anche degli ottimi agenti antiinfiammatori.
Studi recenti ne hanno dimostrato uninfluenza positiva sulla cascata dellacido arachidonico (AA C20:4),
riducendo i livelli di molecole proinfiammatorie come i Leucotrieni nel caso di dermatiti da pannolino,
dermatiti atopiche, psoriasi ed eritemi da UV.
Gli insaponificabili svolgono importanti funzioni sul trofismo cutaneo e sulle mucose. Sono stati sperimentati
con successo nel trattamento di numerose alterazioni cutanee a carico del tessuto connettivo come la
sclerodermia, collagenopatie varie, ecc.

3.6 Irrancidimento
Come noto, oli e grassi vegetali vanno soggetti al fenomeno dell'irrancidimento.
Lirrancidimento un processo degenerativo conseguente allossidazione dei doppi legami della componente
polinsatura presente nellolio.
Tale processo porta alla formazione di composti perossidati a catena pi corta, come aldeidi e chetoni, che
sviluppano colorazioni indesiderate e cattivo odore di rancido.
I lipidi di origine animale, pur essendo relativamente saturi, sono spesso pi ossidabili di quelli vegetali; tale
fenomeno dovuto alla completa assenza di antiossidanti naturali dalle sostanze grasse di origine animale.
La funzione antiossidante nei lipidi vegetali pu essere esplicata da una variet di composti presenti
nellinsaponificabile, ma la classe pi diffusa certamente quella dei tocoferoli cui appartengono 9 diversi
individui che hanno in comune un anello cromatico, una funzione fenolica, una catena alchilica ecc.
I pi diffusi sono alfa, beta, gamma, delta, tocoferoli, mentre il pi attivo come antiossidante il gamma
tocoferolo.
Esistono, inoltre, fattori esterni che possono aumentare il rischio ossidativo di un olio:
per ogni 10 di aumento della temperatura, raddoppia il degrado ossidativo del grasso e lesposizione alla
luce ne accelera l'ossidazione.
Inizialmente vengono formati gli Idroperossidi. Non hanno odore n sapore, ma risultano fortemente instabili
e tendono a decomporsi in sostanze volatili come le aldeidi volatili che sono i maggiori prodotti di
decomposizione degli idroperossidi con odore intenso caratteristico di rancido.

3.7 Propriet chimico-fisiche dei grassi


Oltre a quanto sopra esposto, gli oli, burri e cere possono venir suddivisi grossolanamente anche in base a
considerazioni generali e soggettive sul carattere surgrassante e solvente esercitato
sull'epidermide dai componenti oleosi.

3.8 Potere occlusivo


Gli oli, burri e cere vegetali, nella loro qualit di sostanze ammorbidenti e coibenti, possono sicuramente
ritardare levaporazione dellacqua dalla superficie epidermica in virt della loro occlusivit e, in tal modo,
aumentare la quantit dacqua realmente contenuta nello strato corneo. Queste prove interessano per prima
cosa lo strato corneo dell'epidermide, nel senso che, accanto ad un effetto ingrassante e lubrificante, i

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componenti oleosi influenzano il regime idrico della pelle ad esempio evitando un'evaporazione troppo
intensa dell'acqua. Il regime idrico per altro uno dei fattori pi importanti per una epidermide sana, morbida
e levigata.
In definitiva, una determinata funzione protettiva dei componenti oleosi nel senso sopra descritto pi che
desiderata, ma non deve essere tanto intensa da causare un indesiderato accumulo di calore.
I componenti oleosi assumono, quindi, una certa funzione coprente/occlusiva che massima per gli
idrocarburi lineari di derivazione petrolifera, come il petrolatum (vaselina filante) e parafinum liquidum (olio
minerale); seguono i burri e cere vegetali per la presenza di una quota considerevole di grassi saturi, per
proseguire con i monoinsaturi come Olio di Oliva, Mandorle e Girasole e finire con i grassi polinsaturi che,
per la presenza di pi doppi legami nella loro struttura molecolare, assumono una forma ramificata e
raggomitolata che lascia sulla pelle un film pi poroso e meno occludente.

3.9 Potere lubrificante


Oltre alleffetto occlusivo, lazione ammorbidente che manifestano gli oli e le sostanze grasse in genere pu
essere spiegata anche per leffetto lubrificante che apportano sulla pelle.
E facile immaginare come una sostanza oleosa possa localizzarsi fra le lamelle cornee dellepidermide,
permettendo loro di scorrere una sullaltra, rendendo cos la pelle pi flessibile, liscia, vellutata e meno
soggetta a screpolarsi. Si ha in tal modo un effetto lubrificante che riduce la desquamazione, le escoriazioni
alleviando, quindi, i sintomi della pelle secca.
Il potere lubrificante di un olio viene a dipendere dalla viscosit ed maggiore nei trigliceridi a catena lunga,
mentre diminuisce con laumentare delle percentuali di acidi grassi insaturi.
Le cere solide che, cristallizzando a temperatura ambiente, hanno un potere lubrificante molto basso.

3.10 Potere di diffusione sull'epidermide


Unitamente al potere emolliente, di pratico interesse anche il potere di diffusione degli oli. Esso
rappresenta la tendenza di un olio a spandersi e diffondere pi o meno largamente sull'epidermide. E' molto
importante, inoltre, che un olio si ripartisca omogeneamente sullo strato corneo dell'epidermide e in questo
modo parzialmente scompaia. I valori di diffusione riportati sono interessanti non come valori assoluti, ma
piuttosto come relazione tra di essi.
In genere il potere di diffusione diminuisce con laumentare del peso molecolare del lipide
Come si calcola:
Il valore del potere di diffusione dei componenti oleosi viene eseguito con il test di diffusione su 4 persone,
applicando sulla parte interna dell'avanbraccio 4 micron l di olio alla temperatura di 23 e al 60% di u.r. Si
calcolano i valori secondo un procedimento speciale di confronto con una sostanza di riferimento (estere
tetradecilico dell'acido decanoico), dopo 10 minuti, misurando la superficie in mm2 dell'alone dell'impronta
lasciata.

3.11 Permeabilit relativa calcolata in percento di porosit al vapore acqueo su


epidermide umana
Questo test evidenzia che Squalano e Petrolatum posseggono una permeabilit al vapore acqueo
estremamente bassa, mentre esteri quali l'Isopropilmiristato non posseggono quasi nessun effetto coprente.
A questi singoli valori, non si dovrebbe per dare troppo importanza, perch gli oli in generale vengono
impiegati in forma di emulsione e la fase lipidica di una moderna formulazione una composizione
equilibrata di idrocarburi, esteri, alcooli, grassi ecc. Questi valori possono essere interessanti per la scelta
degli oli, solo se presi nel loro complesso in relazione anche ad altre caratteristiche.

3.12 Potere emolliente


E un valore che riguarda indirettamente gli oli, perch dato dal potere occlusivo + potere umettante.
Mentre il potere occlusivo un dato caratteristico di un olio, il potere umettante fa riferimento al contenuto
di acqua determinato sia dallazione indiretta di occlusione che gli oli esercitano sullacqua libera, che

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diffonde sotto forma di vapore acqueo (Trans Epidermal Water Loss) dallepidermide verso lambiente
esterno, che dallacqua e sostanze affini che vengono veicolate sulla pelle da una crema. Una crema
emolliente, ma sarebbe improprio accostare il termine emolliente ad un olio o un burro.

3.13 Potere comedogenico


Il punto nero, detto anche comedone, una dilatazione dell'orifizio follicolare contenente un pool di sostanze
di colore bruno, costituito da peli, lipidi, cheratina e pigmenti melanici. La presenza di questo materiale un
fenomeno piuttosto comune in et giovanile ed tipico del periodo puberale, perch legato in gran parte
all'aumentata sintesi di ormoni androgeni. I punti neri prediligono aree cutanee pi ricche di ghiandole
sebacee, come il naso, la fronte e il mento. Esistono varie condizioni capaci di causare o favorire la loro
comparsa. Per esempio, alcuni grassi contenuti nei prodotti cosmetici favoriscono la loro formazione, perch
sono in grado di alterare il processo di cheratinizzazione della pelle che porta alla continua desquamazione
del corneo e al rinnovo conseguente della pelle. Se, infatti, si altera la produzione di cheratina come succede,
per esempio, nell'acne, ecco che la cheratina delle cellule invece di "liberarsi" desquamando, si accumula e
si ingigantisce nel follicolo rendendosi visibile come comedone o punto nero.
Esiste, comunque, in letteratura una certa discordanza sui risultati della comedogenicit degli oli.
La causa di questa variabilit dei risultati da attribuire sia ai metodi utilizzati per effettuare la valutazione
non del tutto predittivi, sia lerrore di aver esteso al prodotto finito i risultati ottenuti per uno dei suoi
ingredienti. In linea di massima, oggi prevale la regola che chi acquista un prodotto debba verificare non
tanto lassenza in etichetta di ingredienti comedogenici, quanto la dichiarazione del produttore che il
prodotto finito non sia comedogenico.
(fonte: http://www.fitocose.it/approfondimenti/Oli-Burri-e-Cere-vegetali.aspx?id=471)

Di seguito, una tabella che rappresenta oli vegetali facilmente reperibili al supermercato, in farmacia o in
erboristeria, dal leggerissimo ai pi pesanti.
Viene, altres, indicata la loro pesantezza, se comedogenici o meno, termolabilit e propriet.

3.14 OLI LEGGERISSIMI


OLIO DENSITA COMEDOGENO TERMOLABILE PROPRIETA
Jojoba 0.865 NO NO Seboregolatore,
antimicotico, elasticizzante,
antiage, lenitivo,
rigenerante e
ipoallergenico. Inodore e
leggero, ottimo per i
profumi. Frena un po' la
stesura delle creme.

OLI LEGGERI
Argan 0.913 NO NO Non unge, piacevole e si
assorbe rapidamente.
Antiage, rassodante,
antiossidante, nutriente,
cicatrizzante. Contiene
fitosteroli. Efficace contro
smagliature e macchie
della pelle. Ristruttura i
capelli.
Enotera 0.913 No S Antirughe,
antiossidante,

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lenitivo,
ristrutturante.
Migliora la
circolazione.
Odore forte.
Mandorle dolci 0.913 S S Lenitivo, riparatore
e antiossidante.
Aiuta contro le
smagliature. Ricco
in fitosteroli.
Oliva 0.913 S No Antiage,
antiossidante,
emolliente,
nutriente, lenitivo.
Odore forte.
Cocco 0.915 S No Piacevole, leggero,
scorrevole e fondente.
Grande affinit con i
capelli.
Elasticizzante,
antiossidante,
antimicrobico,
antimicotico, lenitivo
(se usato da solo o in
alte dosi potrebbe
irritare un poco).
Macadamia 0.915 No no Scorrevole,
piacevole e
penetrante.
Stimola la micro
circolazione.
Cicatrizzante,
lenitivo, anti
smagliature,
Adatto per la
couperose e per
pelli sensibili.

OLI MEDI
Riso 0.918 No No Leggero, inodore
ed economico.
Adatto per i
profumi, oli
drenanti e per la
pelle grassa.
Lenitivo,
antiossidante.
Aiuta la
microcircolazione.
Sesamo 0.919 Poco No Non unge ed
lenitivo,
antiossidante,
nutriente, antiage

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e rigenerante. Utile
contro i dolori
articolari.
Olys 0.920 Poco No Mix di oli (mais, riso,
germe di grano, ribes
e noce) acquistabile
al supermercato.
Molto economico.
Non particolarmente
pregiato ma ottimo
come olio medio.
Non unge
particolarmente.
Contiene vitamina E.
Germe di grano 0.921 S S Texture corposa,
ricca e vellutante.
Nutriente,
rigenerante,
protettivo, antiage e
rassodante. Molto
comedogeno, evitare
in caso di pelle
grassa.
Girasole 0.921 No No Lenitivo e ricco di
vitamina E.
Vinacciolo 0.925 Poco No Leggero e inodore, si
assorbe molto
rapidamente. Frena
un poco la stesura
delle
creme. Antiossidante
e seboregolatore.
Rosa mosqueta 0.925 S S Antiage,
antiossidante,
antismagliature,
rigenerante, e
particolarmente
cicatrizzante.
Odore non del
tutto piacevole.
Soia 0.925 Poco No Leggero e
vellutante.
Contiene
fitosteroli.
Rigenerante e
antiossidante.

OLI PESANTI
Lino 0.929 S S Odore non molto
piacevole.
Ristruttura i
capelli.

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Tocoferolo (vit. E) 0.960 No No Antiossidante,
antiinfiammatorio,
elasticizzante ed
antiage.
Usato allo 0,5%
rallenta
lirrancidimento
degli altri oli.
Ricino 0.962 No No Rinforza ciglia e
capelli. Cicatrizzante
e purificante. Utile
contro i grani di
miglio e le macchie
della pelle.
Facilita la
dispersione dei
pigmenti.

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Immagine da GreenMe.it

CAPITOLO 4
OLI ESSENZIALI

Gli oli essenziali sono una risorsa preziosa per la cura di pelle e capelli.
Per non vanno considerati alla stregua di semplici profumi, sono sostanze da conoscere a fondo ed
utilizzare secondo dosaggi precisi, tenendo conto dei loro costituenti , della loro azione sullorganismo e delle
loro potenziali interazioni con altri ingredienti.

Ogni olio essenziale pu contenere oltre 100 componenti diversi:

Alcoli: conferiscono all'olio bassa tossicit e sicurezza d'uso, hanno propriet antivirali, antibatteriche e
antisettiche (lavanda, geranio, tea tree, neroli, legno di rosa).
Aldeidi: determinano il profumo della pianta, sono sedative, antinfiammatorie, antidepressive, antiallergiche
(limone, lemongrass, melissa).
Chetoni: simili alle aldeidi, danno la nota caratteristica all'olio essenziale, se sono presenti in quantit, come
nell'issopo e nella salvia, possono essere pericolosi e devono essere usati con molta cautela, (zenzero, menta
piperita, rosmarino). Sono mucolitici, cicatrizzanti, antinfiammatori.
Esteri: hanno propriet antispasmodiche, calmanti sono presenti in piccola concentrazione (salvia sclarea e
lavanda).
Fenoli: antisettici, antibatterici e stimolanti, ma da usare sotto controllo medico.
Sesquiterpeni: antinfiammatori, antispasmodici, stimolanti del sistema nervoso, moderatamente tonici e
rilassanti.
Terpeni: presenti nella maggior parte degli oli essenziali, sono idrocarburi insaturi.

4.1 OLI ESSENZIALI DI QUALITA'


Gli oli essenziali sono molto sensibili al calore, alla luce, all'ossigeno e all'umidit e sono caratterizzati da una
notevole rapidit di evaporazione, quindi devono stare in bottiglie di vetro scuro, assolutamente non di
plastica (possono intaccarla) con tappo a tenuta stagna. Devono essere conservati a temperatura ambiente
a 16 C circa.
Neroli, Rosa, Gelsomino ed Agrumi possono essere tenuti nel frigorifero, ma riportati lentamente a
temperatura ambiente prima dell'uso, non riscaldati.
Benzoino, Cedro, Mirra, Patchouli e Sandalo sono densi e devono essere riscaldati allo stesso modo per
esaltare la fragranza.
Un buon olio si mantiene abbastanza inalterato per anni, anche se in genere la maggior parte tende a perdere
efficacia e aroma col tempo, a differenza del Patchouli che migliora con l'et; gli agrumi resistono fino a due
anni, quelli estratti da erbe e fiori dai due ai quattro anni, quelli estratti dal legno non deperiscono quasi mai.

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Gli oli essenziali sono sostanze forti; non vanno mai superate le dosi consigliate, perch in certi casi, se usati
in quantit eccessiva, possono essere tossici.
Ad esempio, l'olio essenziale di Basilico, che normalmente stimolante dell'attivit neuronale, a dosi elevate
pu dare effetti da stupefacenti; il Pepe nero che favorisce la diuresi, in eccesso, pu diventare dannoso per
i reni; il Ginepro , anchesso diuretico, ad alte dosi provoca ritenzione, inoltre pur
essendo unottima cura per l'acne, all'inizio pu peggiorarne i sintomi perch induce una certa eliminazione
tossinica; la Salvia sclarea agisce contro i dolori mestruali ma non deve essere usata se il flusso normale o
eccessivo poich un emmenagogo (aumenta il flusso).
Per quanto riguarda lassunzione per via orale va posta estrema cautela e solo in seguito al consiglio di un
aromaterapeuta.
Attenzione alle sofisticazioni (i prezzi troppo bassi sono sospetti!!) e agli oli sintetici natural-identici che
assomigliano a quelli naturali perch hanno riprodotto nella loro composizione solo i componenti principali
responsabili delle caratteristiche dellolio essenziale, con il risultato di ottenere un prodotto pi grezzo
delloriginale.
Quando si usano per la prima volta gli oli essenziali, occorre prestare molta attenzione perch possono
provocare irritazioni cutanee pi o meno forti e dare reazioni di fotosensibilit.

4.2 APPLICAZIONI DEGLI OLI ESSENZIALI


E' possibile che per una certa applicazione siano disponibili vari oli, ma si suggerisce di non usarne pi di tre
o quattro insieme; l'organismo tende ad assuefarsi ai costituenti dell'olio, ragion per cui la loro efficacia
diminuir progressivamente e cos cambiando il tipo ogni due o tre settimane si ridurr il rischio di
assuefazione; molto importante che l'odore dell'olio usato come base e laroma della miscela finale siano
gradevoli.
20 gocce di olio essenziale corrispondono pressappoco da un millilitro.
Un cucchiaino da cucina corrisponde a 5 ml.

La fragranza di un olio pu variare da stagione a stagione a causa delle condizioni mutevoli che influenzano
la crescita della pianta.
La specie botanica deve essere quella esatta perch non tutte le specie possiedono uguali propriet
terapeutiche, e anche la parte usata importante; ad esempio l'olio di Ginepro deve essere ricavato solo
dalle bacche.

4.3 Alcuni possibili utilizzi degli oli essenziali


Bagni: da 5 a 15 gocce diluite in un cucchiaino da t di olio vegetale.
Bidet: 2 o 3 gocce diluite in un cucchiaino da t di olio vegetale.
Idromassaggio: 3 gocce a persona.
Sauna: 2-5 gocce ogni litro d'acqua, (eucalipto, tea tree, pino).
Doccia: massimo 8 gocce su una spugna o una salvietta sfregata velocemente sul corpo, dopo essersi lavati.
Semicupio: 2 o 3 gocce (mescolare molto bene l'olio con l'acqua).
Pediluvio: da 2 a 6 gocce (immergere i piedi per 20 min).
Se si opera con la tecnica del massaggio totale ci sono delle avvertenze da seguire:
attenzione alle lenti a contatto;
evitare il massaggio in presenza di qualsiasi infezione o frattura, su vene varicose o tessuto appena
cicatrizzato, su pelle affetta da escoriazioni o ferite, sulle mucose e vicino agli occhi;
il massaggio non va effettuato in gravidanza, durante o subito dopo le mestruazioni in quanto alcuni oli
hanno un forte effetto emmenagogo, stimolano, cio, il ciclo: Basilico, Salvia sclarea, Camomilla, Cipresso,
Finocchio, Issopo, Ginepro, Lavanda, Maggiorana, Mirra, Menta piperita, Rosa e Rosmarino.
In linea di principio durante la gravidanza preferibile utilizzare i soli estratti di fiori legno e agrumi, evitando
quelli di erbe.
con alcune precauzioni determinati oli, specialmente Mandarino, Camomilla e Lavanda si possono usare
per i pi piccoli: l'olio va sempre diluito anche prima di essere disciolto nell'acqua del bagno disperdendo una

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goccia di olio in olio di mandorle o in latte intero. I bambini si succhiano il pollice o si strofinano gli occhi
quindi potrebbero inalare direttamente l'olio: usare dosi dimezzate rispetto all'adulto ( 2 gocce per 10 ml).

4.4 COMINCIAMO AD USARE GLI OLI ESSENZIALI


Camomilla, Eucalipto, Garofano chiodi, Geranio, Lavanda, Limone, Menta piperita, Rosmarino, Tea tree e
timo sono i 10 oli essenziali pi versatili e utili perch in grado di agire su una vasta gamma di problemi.
Gli oli essenziali devono essere diluiti in adatte basi oleose per l'applicazione cutanea: i diluenti migliori sono
gli oli vegetali puri, se possibile ottenuti per spremitura a freddo e se sono anche biologici meglio.
Gli oli vegetali modulano l'assorbimento dell'olio essenziale e, essendo ricchi in acidi grassi naturali e vitamine
A ed E, contribuiscono al benessere della pelle.
Eccone alcuni:
OLIO DI MANDORLE DOLCI:
ottima base per massaggi, non irritante, idratante e elasticizzante, ricco in vitamina B.
OLIO DI AVOCADO:
grande capacit di penetrazione, ottimo per le pelli secche e invecchiate, nutriente e ricco di minerali e
vitamine tra cui A, E, complesso B. Bene aggiunto nella misura del 10% a quello di mandorle o di vinaccioli
perch ne facilita l'assorbimento.
OLIO DI CALENDULA:
si associa all'olio di mandorle; impiegato per il potere antinfiammatorio e riparatore.
OLIO DI COCCO LEGGERO:
la consistenza non oleosa di questo prodotto lo rende particolarmente adatto come veicolo per gran parte
degli oli essenziali per la sua grande spalmabilit, ma la base pi costosa.
OLIO DI VINACCIOLI:
finissimo e molto fluido, molto adatto come olio per massaggi, inodore e non tanto costoso.
OLIO DI NOCCIOLE:
penetrante, ricco e nutriente, previene la disidratazione della pelle
OLIO (CERA) DI JOJOBA:
fine, penetrante, inodore, stabile e duraturo, ottimo per qualunque tipo di pelle, specie se invecchiata, capelli
secchi e forfora, la base meno grassa di tutte e perci utile per la preparazione di profumi.
OLIO DI SESAMO:
molto leggero e penetrante, ricco di calcio.
OLIO DI GERME DI GRANO:
ricco in vit. E, ha propriet conservanti e antiossidanti, ottimo per la preparazione di miscele nella misura del
10%, adatto per prevenire l'invecchiamento della pelle, la secchezza la fragilit capillare, per migliorare
l'aspetto del tessuto cicatriziale dopo interventi chirurgici e in seguito ad acne. Poich denso e vischioso
pu essere diluito in olio di mandorle o vinaccioli (1 parte di germe di grano e 3 parti di base oleosa).
Ricordiamo anche il gel di aloe come buon veicolo per la dispersione degli oli essenziali.

4.5 I PRINCIPALI OLI ESSENZIALI

Aghi di pino ( Abies siribica): antisettico, balsamico; distillazione da aghi e pigne. Nota media
Arancio ( Citrus aurantium): sedativo, odore dolce; spremitura della buccia. Nota alta.
Bacche di ginepro (Juniperus communis): antisettico, astringente e diuretico;
distillazione delle bacche. Nota media.
Basilico (Ocimum basilicum): odorerinfrescante e stimolante, tonico del sistema nervoso; distillazione delle
sommit fiorite. Nota alta.
Bergamotto (Citrus bergamia): aroma agrumato, ricostituente, antidepressivo e sedativo, antisettico. Usare
il tipo FCF ("furocoumarin free") che non allergizzante, il tipo puro macchia la pelle se ci si espone al sole;
spremitura della buccia. Nota alta.
Cajeput (Melaleuca leucodendron): odore penetrante, stimolante, antisettico, molto potente (distillazione da
foglie e germogli). Nota alta.

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Camomilla (Anthemis nobilis o Matricaria chamomilla): antinfiammatorio potente, antibatterico e
disinfettante, ottimo per i problemi dei bambini, per le scottature, la psoriasi, l'eczema, l'asma e la febbre da
fieno, la diarrea, le distorsioni, e gli strappi muscolari, la nausea, la febbre e tutti gli stati nervosi depressivi;
distillazione dai capolini. Nota media.
La Camomilla blu (Matricaria chamomilla) una variet ricca di azulene che d il colore blu all'olio essenziale
e la caratteristica attivit lenitiva, mentre la Anthemis nobilis particolarmente indicata per il trattamento
delle sindromi nervose e dell'insonnia.
Cedro (Cedrus Atlantica): aroma delicato, ricostituente contro gli squilibri energetici, mucolitico, antisettico
per cistiti e bronchiti, utile contro le tarme e altri insetti; distillazione del legno dell'albero. Nota bassa.
Cipresso (Cupressus sempervirens): aroma resinoso di legno, astringente, lenitivo e rinfrescante, utile in caso
di vene varicose ( per applicazioni nellarea adiacente la lesione ) e emorroidi, tosse, repellente per insetti;
distillazione di foglie e coni. Nota mediobassa.
Eucalipto ( Eucaliptus globosus): essenza estremamente versatile e utile, rinfresca il corpo in estate e lo
protegge in inverno, antisettico, antibiotico, analgesico e antivirale, usato contro raffreddore e catarro,
reumatismi e dolori, utile anche in caso di cistite, candida, diabete e scottature solari, ottimo repellente per
gli insetti per gli animali;
distillazione delle foglie. Nota alta.
Finocchio dolce (Foeniculum vulgaris): carminativo, favorisce la digestione, diuretico; distillazione dai semi
pestati. Nota media.
Gelsomino (Jasminum officinalis): antidepressivo e afrodisiaco, stimola la sensualit; estrazione dai fiori con
solventi volatili. Nota bassa.
Geranio (Pelargonium graveolens): rilassante, agisce profondamente sulle emozioni, antisettico,
antidepressivo, antinfiammatorio, contro i geloni, utile nei problemi legati alla menopausa e diuretico;
distillazione dalle foglie. Nota media.
Incenso (Boswellia thuripHera): olio caldo e speziato, ottimo per l'ansia, la meditazione, pare che aumenti la
profondit del respiro, antisettico per l'ambiente degli ammalati, antirughe; distillazione dalla resina
dell'albero. Nota bassa.
Lavanda (Lavandula officinalis, angustifolia, vera): analgesico, antidolorifero, cicatrizzante (migliora l'aspetto
del tessuto cicatriziale) decongestionante e sedativo, regolatore psico-emotivo, conferisce lucidit ed
equilibrio; distillazione dai fiori. Nota media.
Limone (Citrus limonum): olio leggero rinfrescante e detergente, antisettico e disinfettante, contro il mal di
gola, le punture d'insetto e il mal di testa da tensione, tonico del sistema linfatico e stimolante sul sistema
digestivo; spremitura dalla scorza del frutto. Nota alta.
Maggiorana (Origanum majorana): riscaldante, stimolante per la mente; distillazione delle sommit fiorite.
Nota media.
Mandarino (Citrus nobilis o reticulata): olio dolce, floreale, stimolante delicato, buono per le funzioni
epatiche e digestive; spremitura dalla buccia. Nota alta.
Melissa (Melissa officinalis): delicato aroma ricostituente, antidepressivo e antispasmodico, rilassante,
allenta la tensione, rigenera e conforta, utile nei traumi e negli shock; distillazione da foglie e sommit. Nota
media.
Menta piperita (Mentha piperita): olio rinfrescante ed energetico, produce calore, digestivo, utile per l'alitosi,
il catarro, il mal di testa, le irritazioni cutanee, i reumatismi, aiuta la circolazione; distillazione da foglie e
sommit fiorite. Nota media.
Mirra (CommipHora mirra): olio ricco e ambrato, antisettico e ricostituente, espettorante e
antinfiammatorio.
Neroli (Citrus aurantium): aroma inebriante, calmante, antidepressivo, antisettico e afrodisiaco; estrazione
con enfleurage o con distillazione dai fiori d'arancio. Nota bassa.
Niaouli (Malaeuca viridiflora): antisettico potente e rigenerante tessutale; distillazione da foglie e giovani
arbusti. Nota alta.
Petitgrain (citrus aurantium): simile al neroli, ma meno delicato e meno sedativo, un fissativo; distillazione
delle foglie dell'albero dell'arancio amaro. Nota alta.
Rosa pallida (rosa centifolia): antisettico, poco tossico, per i disturbi dell'apparato genitale femminile;
distillazione con solventi. Nota bassa.

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Rosmarino (Rosmarinus officinalis): stimolante sia fisico che mentale, rilassa la muscolatura, per reumatismi
e artrite, depressione, affaticamento, nel trattamento dei capelli, nell'acne e nella cellulite, rinforzante e
corroborante, utile nellipotensione;
distillazione da sommit fiorite e foglie. Nota media.
Salvia sclarea ( Slavia sclarea): meno tossica della salvia officinalis, d euforia e calore, tonificante, utile
contro lo stress, la tensione, induce sonnolenza; distillazione da foglie e sommit fiorite. Nota media.
Sandalo citrino (Santalum album): aroma dolce e balsamico tipicamente medicamentoso, utile contro lansia
e la tensione nervosa; distillazione dal durame del legno. Nota bassa.
Tea tree (Malaleuca alternifolia): azione antisettica 100 volte pi forte dell'acido fenico, rinfrescante e
antivirale, antibatterico, antifungino, stimolante del sistema immunitario, utile contro la candida, la tigna, le
scottature solari, lacne, il piede d'atleta, il mal di denti e la piorrea; distillazione da foglie e rametti. Nota
alta.
Timo (Tymus vulgaris): antisettico molto potente, rinforzante, disinfetta l'ambiente, utilissimo durante le
influenze, valido nel trattamento anti-acne e come antiparassitario; distillazione delle sommit fiorite. Nota
alta.
Ylang ylang ( Cananga odorata): aroma esotico molto dolce, afrodisiaco, stimolante ed euforizzante,
riequilibratore del sistema nervoso centrale. Distillazione dai fiori. Nota bassa.
Zenzero (Zingiber officinalis): olio ricco e intenso, tonificante generale, stimola l'appetito e il sistema
circolatorio, antichinetosico; distillazione delle radici. Nota bassa.
Le indicazioni di massima riportate sono estratte dalla letteratura specialistica del settore.
Estratto da Claudia di Le medichesse di Clo (http://lemedichessediclo.blogspot.it/) :

Inoltre:
-Non ho interesse alcuno a fare pubblicit ma volendo conoscere ulteriormente la materia e non possedendo
i testi citati nella bibliografia, rimando ad un sito che consulto spesso dove si possono scaricare pdf molto
esaustivi e ben organizzati:
http://www.fitomedical.com/nozioni_base/6

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Immagine tratta da Glamour Cosmetics

CAPITOLO 5
Addensanti, Viscosizzanti, Modificatori reologici

5. 1 Cosa sono gli addensanti?


La maggior parte degli addensanti sono classificati per legge come additivi, ovvero come sostanze prive di
valore nutritivo o comunque non impiegate a scopo nutritivo, che vengono aggiunte agli alimenti ( e nelle
emulsioni cosmetiche-NtC) affinch questi conservino nel tempo determinate caratteristiche chimiche,
fisiche o chimico-fisiche o per esaltare determinate peculiarit come aspetto, sapore, odore e consistenza.
Limpiego degli addensati quindi regolamentato dalla legge.
In etichetta sono indicati con la lettera E, seguita da un numero a tre cifre, per esempio, lagar agar
classificato come E406. La gelatina e la pectina, pur essendo prodotti addensanti, o meglio, gelificanti, non
sono considerati additivi, bens dei veri e propri ingredienti, perch hanno anche valore nutritivo.
Da un punto di vista fisico tutti gli addensanti servono ad aumentare la viscosit di un liquido, rendendolo
meno scorrevole o meno fluido.
Come erroneamente pu far pensare il termine italiano addensante (che per adottato per legge), questi
additivi non aumentano la densit, ovvero il peso specifico di un liquido, ma la sua viscosit, appunto.
Sarebbe, infatti, pi consono il termine inglese che li definisce agenti ispessenti, thickening agents.
Tutti gli addensanti, anche se di derivazione diversa, come vedremo in seguito, sono degli idrocolloidi (idro
significa acqua e indica laffinit di questi prodotti con il solvente acqua in cui sono solubili a freddo e/o a
caldo; il colloide una sostanza che si trova in uno stato finemente disperso, intermedio tra la soluzione
omogenea e la sospensione eterogenea.
Pi semplicemente, le particelle del colloide assorbono lacqua formando una sostanza gelatinosa/collosa.
Se inseriti in un corpo liquido, gli idrocolloidi non si sciolgono e dissolvono formando una soluzione, come
succede per esempio al sale o allo zucchero, ma le particelle di cui sono composti ad-sorbono (catturano)
acqua fino a rendere il liquido meno scorrevole ovvero pi viscoso.
5.2 Gli idrocolloidi
Sono essenzialmente delle gomme naturali, biosintetiche e/o sintetiche di peso molecolare elevato a
carattere idrofilo (sostanza che tende ad assorbire acqua o imbibirsi dacqua) che in soluzione acquosa
possono funzionare, con dosaggio molto basso, da addensanti, gelificanti e stabilizzanti.
Queste funzioni vengono esplicate insieme o singolarmente in base al tipo di idrocolloide impiegato, alla sua
interazione con altri addensanti o altri ingredienti, alle temperature di utilizzo, ecc.
Gli idrocolloidi si dividono in:
polissacaridi,
galattomannani (guar, carruba, tara, konjac, ecc.)

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alginati,
carragenine,
xanthani,
CMC (Carbosimetilcellulosa),
MHPC,
MC,
amidi,
agar-agar,
gellano,
proteine e gelatine alimentari.

5.3 Gli amidi


Si dividono in due famiglie:
amidi nativi (naturali) e modificati.
Essi sono costituiti da lunghe catene lineari (amilosio) o ramificate (amilopectina). Gli amidi con unelevata
presenza di amilosio tendono a retrogradare (lamilosio forma facilmente aggregazioni in soluzione dando
luogo a un precipitato sostanza solida insolubile questo fenomeno conosciuto come retrogradazione)
nel prodotto finito favorendo la sineresi (rilascio di acqua).
Quelli che hanno un contenuto pi elevato di amilopectina, invece, sono pi stabili. Gli amidi modificati
subiscono una modificazione chimica (reticolazione, ovvero reazione chimica che, stabilendo legami
trasversali tra le molecole filiformi di un polimero lineare, lo trasforma in un polimero reticolato, rendendolo
insolubile e non fusibile, privandolo di plasticit e conferendogli durezza e rigidit; lesterificazione un
processo secondo cui un acido mediante trattamento con alcool viene trasformato in estere, ovvero un
composto organico che si ottiene per condensazione di un acido con alcol con eliminazione di acqua) che li
rendono pi stabili alla retrogradazione. Esistono degli amidi modificati gelatinizzati che si possono utilizzare
a freddo e vengono per lo pi impiegati nelle miscele per creme pronte alluso. Essi sono classificati nella lista
degli additivi e la sigla determinata in base al tipo di reagente chimico con cui viene trattato lamido affinch
assuma determinate propriet. Esistono anche amidi modificati non gelatinizzati, che non sono solubili a
freddo, ma hanno bisogno di raggiungere determinate temperature, subendo cottura o una blanda
pastorizzazione, per svolgere la loro funzione addensante.
Tutti gli amidi presentano un valore nutritivo uguale, quando questo si riferisce al loro estratto secco, ma le
loro propriet reologiche dipendono essenzialmente dallorigine e dalla costituzione. Normalmente si
distinguono gli amidi di cereali da quelli di tubero.
Alla prima categoria appartengono gli amidi di frumento, di mais e di riso; alla seconda la fecola di patate e
quella di manioca (frutto della tapioca). Ci che conta non tanto lorigine dellamido, ovvero la base di
partenza, ma la composizione tra i due polimeri che lo costituiscono (amilosio e amilpectina). Lamilosio,
polimero 1-4 del glucosio, praticamente lineare e costituisce la parte cristallina meglio organizzata del
granulo di amido. Lamilopectina, polimero dello stesso modulo, ramificata e il suo reticolo strutturato da
legami trasversali alfa 1-6 e da qualche legame alfa 1-3.
Il grado di polimerizzazione (che va da 250 a 2000) medio pu variare per ogni tipo di amido ed in funzione
della pianta dorigine. Anche la diversa proporzione amilosio/amilopectina dipende dallorigine dellamido.
In proporzione elevata (70%) in certi mais ibridi, lamilosio inesistente nellamido di mais ceroso. Lamilosio,
negli amidi di mais e nella fecola di patate, varia dal 25 al 30% e dal 20 al 25% negli amidi di grano e fecola di
manioca (farina che si ricava dalla tapioca). Il rapporto tra queste due componenti conferisce al prodotto
finito un risultato differente. In base alla presenza delluno o dellaltro, infatti, si possono ottenere strutture
completamente gelificate (tipo budino) o semplicemente addensate e quindi spatolabili (tipo crema).
Per ottenere una struttura gelificata si impiegano amidi nativi come per esempio quello di mais, poich
necessario cuocere il prodotto e successivamente raffreddarlo in frigorifero: lazione della temperatura (il
caldo prima e il freddo successivamente) favorisce la gelificazione del prodotto. Per strutture pi cremose si
usano preferibilmente amidi modificati, affinch si possa retrogradare a struttura gelificata, mantenendo
nello stesso tempo cremosit, anche durante la fase di cottura, e viscosit. Durante la fase di raffreddamento
il prodotto deve mantenere queste caratteristiche. In base alla tipo di amido (nativo) utilizzato, esiste un

35
range di temperature entro il quale esso gelatinizza. Le temperature vengono valutate utilizzando solo amido
e acqua, perch laggiunta di altri ingredienti pu variare questo parametro (ecco perch si parla di range e
non di temperatura precisa).
La temperatura di rigonfiamento del granulo della fecola di patata inferiore rispetto a quella degli altri
amidi. Essa varia dai 62 ai 68C e cuoce intorno ai 65C. Si sale a 75C con lamido di mais, la temperatura di
gelatinizzazione dellamido di frumento di 85C, leggermente al di sopra degli 80C, infine, per quello di
riso. Ovviamente nella scelta dellamido pi adatto alle diverse applicazioni, bisogner tenere in
considerazione le temperature raggiunte per ogni specifica ricetta. Se nella formulazione occorre, per
esempio, il cinque per cento di amido, ma non si hanno le condizioni di temperatura che fanno cuocere
lamido in questione, questo rimarr in parte crudo e le sue potenzialit addensanti non saranno sfruttate al
massimo. Se non raggiungo la temperatura necessaria, la crema rimarr fluida e non avr la texture tipica del
prodotto in questione.
Gli amidi modificati agiscono a temperature leggermente pi basse, intorno ai 70-72C (a volte anche a
freddo) e possono anche essere sottoposti a stress meccanici che amidi nativi possono non sopportare.
bene, quindi, conoscere in partenza il processo cui verr sottoposto lamido, ovvero se si pastorizza o si
sterilizza, qual il pH della soluzione e lo strumento meccanico impiegato per amalgamare la massa
(minipimer, frullino, ecc.) per scegliere il prodotto adatto.
http://laboratoriofrau.forumcommunity.net/?t=57896652

5.4 tabella
Fonte Natura Prodotti

NATURALI Piante Essudati Gomma arabica


Ottenuti da piante e
Gomma adragante
microrganismi
Gomma karaya
Gomma ghatti
Estratti da semi Gomma guar
Gomma carruba
Estratti da alghe Alginati
Carragenine
Agar agar
Estratti da frutti Pectine
Da granaglie e radici Amidi
Microrganismi Da biofermentazione Gomma xanthan
Gomma gellana
NATURALI MODIFICATI Piante Da cotone e polpa di Derivati
Derivati sintetici dei naturali legno della cellulosa
Estratti da semi Derivati del guar
Olio di ricino
idrogenato

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Estratti da alghe Derivati dell'acido
alginico
Da granaglie e radici Derivati dell'amido
SINTETICI Petrolio Polimeri acrilici e
Sintetizzati a partire da derivati
materie prime derivate dal
Polietilene
petrolio
Derivati degli acidi
grassi
INORGANICI Argille Argille idrofile e
Sostanze minerali e loro organofile
derivati modificati.
Silice Silice idrata
Silice piogenica e
precipitata

5.5 GLI ADDITIVI REOLOGICI NATURALI

PRINCIPALI ZUCCHERI CHE COMPONGONO I


POLIMERI NATURALI
Monosaccaride Polimeri
Aldoesosi
D-glucosio Cellulosa e derivati, Xanthan
Gum
D-mannosio Gomma guar, gomma
carruba,Xanthan Gum
D-galattosio Carragenine, gomma guar,
gomma carruba
3.6 anidro- Carragenine
galattosio
Acidi uronici
Acido D- Xanthan Gum
glucuronico
Acido D- Alginati
mannuronico
Acido D- Gomma karaya
galatturonico

Sono dei polimeri di natura polisaccaridica. I principali problemi connessi al loro impiego sono legati alla
riproducibilit dei risultati e alla contaminazione microbiologica ed ambientale.

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Tra gli additivi naturali troviamo: polisaccaridi, gomma guar, carragenine, alginati, gomma xanthan e gomma
gellana.
La base di tutti i polimeri naturali polisaccaridici rappresentata dai monosaccaridi.
I monosaccaridi possono essere aldoesosi o acidi uronici. Grazie all'unione di pi unit monosaccaridiche si
formano i vari polimeri citati in precedenza. Tra gli aldoesosi ritroviamo il D-glucosio, il D-mannosio, il D-
galattosio e il 3,6-anidro-galattosio. Tra gli acidi uronici ritroviamo invece l'acido D-glucuronico, il D-
mannuronico, il D-galatturonico e il D-guluronico.
-Gomma guar (INCI EU: Cyamopsis Tetragonolobus Gum; INCI USA Cyamopsis Tetranoloba (Guar) Gum).
Polisaccaride ramificato ricavato dai semi di Cyamopsis Tetragonolobus (famiglia delle leguminose) composto
da d-mannosio in rapporto 2 a 1 con d-galattosio. Forma gel consistenti a basse concentrazioni caratterizzati
da elevata stabilit in presenza di elettroliti e in un ampio range di pH (3,5-10). Compatibile con
concentrazione di sali superiori al 10%.
-Carragenine (INCI EU: Carrageenan; INCI USA Chondrus crispus (Carrageenan)).
Polisaccaridi lineari ottenuti dalle alghe rosse, in modo particolare dalla specie Chondrus crispus nota anche
come Irish Moss.
Di carragenine ne esistono di diversi tipi a seconda della forma della catena polisaccaridica. I tre tipi
fondamentali sono la kappa, la iota e la lambda, solubili a caldo e a freddo, compatibili con le altre gomme
naturali e sintetiche e alcol etilico. Dal punto di vista formulativo, le tipologie di carragenine che destano
maggior interesse sono la kappa e la iota, perch dotate di buone propriet viscosizzanti.
-Alginati (INCI: Alginic acid, Algin, Ammonium Alginate, Potassium Alginate, Calcium Alginate).
Polisaccaridi ottenuti dalle alghe brune, la pi comune delle quali la Macrocystis pyrifera.
L'acido alginico composto da segmenti alternati di omopolimeri di acido mannuronico ed acido glucuronico
(in rapporto 60:40).
Si impiegano principalmente i sali sodici dell'acido alginico, stabili a pH compreso tra 5 e 10. Gli alginati sono
compatibili con sostanze anioniche e non ioniche, incompatibili con cationici e anfoteri. La viscosit di
soluzioni di alginato aumenta in presenza di sali di calcio.
-Gomma Xanthan (INCI: Xanthan Gum).
Polisaccaride ramificato ottenuto per fermentazione batterica. La struttura comprende tre diversi
monosaccaridi: mannosio, glucosio e acido glucuronico. Ha un peso molecolare molto elevato e un'elevata
pseudoplasticit: per agitazione perde immediatamente la sua viscosit caratteristica che in grado di
riacquistare immediatamente dopo la sospensione dell'agitazione. E' compatibile con solventi polari fino al
50%, con sostanze anioniche e non ioniche ed stabile in presenza di sali e in un ampio range di pH. Impiegata
per stabilizzare emulsioni, sospensioni e nella viscosizzazione di shampoo.
-Gomma gellana (INCI: Gellan Gum). Polisaccaride con peso molecolare elevato, ottenuto per fermentazione
da colture di microrganismi di Pseudomonas elodea. La sua struttura molecolare caratterizzata da unit
tetrasaccaridiche ripetute. La viscosit delle soluzioni di gomma gellana aumenta in presenza di ioni mono e
bivalenti. Stabile in un ampio range di pH.

5.6 ADDITIVI REOLOGICI SEMI-NATURALI MODIFICATI


5.6.1 DERIVATI CELLULOSICI
La molecola della cellulosa formata da unit di glucopiranosio legate fra loro da legami beta 1-4 glucosidico.
Ogni unit dispone di tre ossidrili che possono essere trasformati in vari gruppi: mettossi, idrossietil, etossi,
carbossi, idrossipropil.
Tra i vari preparati commerciali troviamo derivati di diversa viscosit: alta, media, bassa.
Polimeri di cellulosa ad altissima e ad alta viscosit si utilizzano in quelle preparazioni che devono essere a
basso contenuto di solido e con forte gelificazione del prodotto. Quelli a media viscosit trovano impiego
nella stabilizzazione e viscosizzazione di emulsioni e sospensioni, mentre i tipi a bassa viscosit vengono
utilizzati per sfruttare le propriet filmogene e protettive.
Tra i derivati della cellulosa pi utilizzati in cosmetologia riportiamo:

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-carbossimetilcellulosa sodica (INCI: Cellulose gum). E' il sale sodico della cellulosa sostituita con gruppi
carbossilici di tipo anionico. Si impiega tra pH 5 e 10. Tollera concentrazioni di alcol fino al 60%. Si impiega
come stabilizzante per emulsioni e come filmogeno in creme e geli barriera.

-idrossietilcellulosa (INCI: Hydroxyethylcellulose). Polimero non ionico idrofilo ottenuto per modificazione
della cellulosa con gruppi etossilici. E' il derivato pi comune della cellulosa e viene impiegato un po' in tutte
le tipologie di prodotti che presentano una fase acquosa. E' compatibile con sostanze non ioniche, anioniche,
anfotere e cationiche. Poco sensibile agli elettroliti ed stabile in un range di pH 2-12.

-idrossipropilcellulosa (INCI: Hydroxypropylcellulose). Polimero non ionico idrofilo, ottenuto per


propossilazione della cellulosa. Compatibile con sostanze non ioniche, anfotere e cationiche. E' poco
sensibile agli elettroliti e stabile in un range di pH 2-12. Viene utilizzato in tensioliti (per stabilizzare la
schiuma e aumentare la viscosit), in gel fissativi capelli e prodotti idroalcolici.

-idrossipropilmetilcellulosa (INCI: Hydroxypropyl Methylcellulose) un polimero idrofilo non ionico. Viene


ottenuto per reazione chimica tra cellulosa, metil cloruro e ossido di propilene. E' poco sensibile agli
elettroliti ed stabile in un range di pH compreso tra 2 e 12. Questa cellulosa viene impiegata come
stabilizzante di schiuma in tensioliti e per aumentare la viscosit in emulsioni e in prodotti idroalcolici.

5.6.2 DERIVATI DELLA GOMMA GUAR

-Idrossipropilguar (INCI: Hydroxypropyl Guar). Polimero non ionico idrofilo ottenuto per reazione della
gomma guar con ossido di propilene. Pi solubile in acqua rispetto alla gomma guar tal quale, fornisce
dispersioni pi limpide e stabili al calore ed pi resistente agli elettroliti. Stabile tra pH 3,5 e 11. Viene
usato in tensioliti non limpidi per aumentare la stabilit alla temperatura e come stabilizzante in emulsioni.
-C12-22 Alkyl Hydroxypropyl Guar. Derivato alchilato dell'idrossipropil guar. Presenta una miglior
compatibilit con i tensioattivi e agisce da co-emulsionante in emulsioni O/A.

5.7 ADDITIVI REOLOGICI SINTETICI


I polimeri acrilici comprendono un gruppo di sostanze derivate dall'acido acrilico, metacrilico e analoghi.
Appartengono a questa categoria principalmente prodotti anionici ma anche non ionici e qualche cationico.
-carbomer costituiscono una famiglia di resine acriliche ad alto peso molecolare e struttura ramificata.
L'elevata quantit di carbossili rende queste resine idrofile; quando vengono disperse in acqua, si idratano
e rigonfiano parzialmente e le dispersioni acquistano una certa viscosit. In seguito a neutralizzazione
parziale o totale dei carbossili con basi inorganiche e organiche si ottiene un brusco incremento della
viscosit. L'aumento di viscosit generalmente accompagnato da un aumento di limpidezza. I
neutralizzanti pi impiegati sono basi inorganiche, come NaOH e NH4OH (in genere si impiegano soluzioni
diluite), e basi organiche, come trietanolamina o 2amino2metilpropanolo. I carbomer sono incompatibili
con sostanze cationiche e tollerano dosi elevate di alcol (fino al 90% a seconda del neutralizzante impiegato).
La sensibilit agli elettroliti pi o meno elevata a seconda del tipo di polimero.

Polimero acrilico
POLIMERI ACRILICI MODIFICATI IDROFOBICAMENTE

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Sono polimeri idrofili che vengono modificati per inserimento di una piccola percentuale di monomero
lipofilo. Il pi utilizzato Acrylates/C10-30 Alckyl Acrylate Crosspolymer.
Si utilizzano come i carbomer ma sono maggiormente resistenti agli elettroliti.
In virt del loro carattere anfifilo, in presenza di olio, sono in grado di formare emulsioni stabili. La
porzione idrofobica viene adsorbita alla superficie delle gocce di olio, mentre la parte idrofila rigonfia in fase
acquosa.

5.8 POLIMERI SINTETICI DERIVATI DA IDROCARBURI

-Alchenici/Stirenici (es.Butylene/Etylene/Styrene Copolymer)


Vengono forniti gi predispersi in un solvente apolare. Mentre i residui di etilene, butilene, stirene si
dissolvono nel veicolo, gli anelli stirenici, meno solubili, si associano a formare un network tridimensionale;
quando a caldo viene aggiunto ulteriore solvente apolare, il network si riorganizza incorporandolo.

-Polietilene e derivati
Solubili a caldo in oli minerali, acidi, alcoli ed esteri grassi, dopo raffreddamento possono gelificare il sistema.
La velocit di raffreddamento influenza la dimensione dei cristalli e le caratteristiche reologiche del gel.

5.9 SALI DI ACIDI GRASSI

I sali di acidi grassi, in particolare acido stearico, con cationi bi- e trivalenti (Al, Mg, Zn), sono in grado di
gelificare le fasi lipidiche e vengono pertanto utilizzati come stabilizzanti e viscosizzanti per emulsioni A/O.
L'alluminio monostearato, l'alluminio distearato e l'alluminio tristearato sono alcuni esempi.
Alluminio monostearato, alluminio distearato, alluminio tristearato

5.10 ADDITIVI REOLOGICI INORGANICI (ADDITIVI REOLOGICI SEMI-NATURALI


MODIFICATI E ADDITIVI REOLOGICI DI SINTESI)

Questa categoria comprende svariati prodotti, la maggior parte dei quali deriva dalle argille e dalla silice.
Ogni particella di argilla pu essere composta da molte lamelle, che in seguito alla penetrazione dell'acqua
si allontanano tra loro producendo un certo rigonfiamento. Tra i derivati dell'argilla ritroviamo l'ettorite, la
bentonite e il silicato di magnesio ed alluminio.

-Silice pirogenica
Il potere viscosizzante dovuto all'instaurarsi di legami idrogeno tra particelle e solvente, e tra le particelle
stesse, con formazione di un network. La viscosit delle dispersioni proporzionale alla superficie specifica

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della silice. Vengono utilizzate come viscosizzanti e sospendenti in dentifrici e in emulsioni, in lipstick e
mascara forniscono stabilit alla temperatura, negli antitraspiranti spray riducono i fenomeni di
coagulazione dei sali di alluminio.
-Silicato di magnesio e alluminio
E' un'argilla smectitica naturale in grado di rigonfiarsi in acqua e di impartire interessanti propriet
reologiche ai preparati acquosi. Ampiamente utilizzato in emulsioni come sospendente e viscosizzante.
-Ettroite
L'ettorite (INCI: Hectorite - SodiumMagnesiumSilicate) fa parte delle argille idrofile.
Si caratterizza per una forza viscosizzante ben superiore alla bentonite, a causa delle lamelle molto piccole
che lo compongono. Il derivato sintetico dell'ettorite, il silicato di sodio o magnesio, un viscosizzante
eccellente rispetto a quello naturale, e non richiede particolari processi di agitazione durante la
formulazione del prodotto cosmetico. L'ettorite trova impiego nelle emulsioni O/A, nei dentifrici e negli
shampoo.
-Bentonite
Argilla a base di silicato di alluminio. Essendo piuttosto idrofila forma in acqua sospensioni colloidali. Si
impiega essenzialmente come viscosizzante e agente sospendente in emulsioni e sospensioni in
concentrazione tra 1 e 5%.

Tra i derivati delle silici troviamo le silici amorfe, che si differenziano dalle silici cristalline per la distribuzione
casuale degli atomi che le compongono.
Le silici amorfe sono le silici precipitate, il gel di silice e la silice pirogenica.
La silice un ossido inorganico polimerico, con formula SiO2.
La possiamo ritrovare sotto forma cristallina nel quarzo, nella cristobalite e nella tridimite. L'unico
inconveniente della silice cristallina relativo alla tossicit che si riscontra con inalazione della polvere. Per
ovviare a questo inconveniente, la silice cristallina viene trattata per dare origine a silice amorfa.

-Silici precipitate
Le silici precipitate sono sintetizzate in ambiente basico, per aggiunta di acido solforico a una soluzione
alcalina di silicato di sodio. Inizialmente si generano delle particelle di SiO2 che tendono a polimerizzare.
Controllando e modificando i vari parametri della reazione si possono modificare forma, dimensioni e
porosit delle particelle.
Le silici precipitate sono impiegate nei dentifrici in pasta e in gel. Raramente ritroviamo le silici in emulsioni.
-Gel di silice
Il gel di silice ottenuto in ambiente acido liquido, con il risultato di un gel con un contenuto di acqua pari
al 70 - 80%. Questo gel viene poi lavato, posto ad essiccare ed infine macinato per ottenere una polvere.
Anche in questo caso il gel di silice viene impiegato per la formulazione di dentifrici con funzione
viscosizzante o abrasiva.
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/cosmetici/additivi-reologici.html

41
Capitolo 6: Breve guida sugli Estratti
Ci sono tantissimi modi per estrarre i principi attivi dalle piante, che si devono ovviamente conoscere bene
per capire se sono adatte alle nostre esigenze o meno. Ma non basta informarsi sulle propriet della droga
che ci interessa, l'altra cosa fondamentale da tenere presente che ci sono principi attivi idrosolubili e altri
liposolubili.
In una singola pianta possono essere presenti entrambi i tipi di p.a.( leggi Principi Attivi) In base a ci
sceglieremo il metodo di estrazione consono alla droga di cui vogliamo sfruttare le propriet.

6.1 Estratti cosmetici con metodi di estrazione che si possono fare a casa:

6.1.1 oleolito: per p.a. liposolubili, il solvente l'olio vegetale.


Consiste nel far macerare la droga in olio. Meglio scegliere oli resistenti allirrancidimento, cos il nostro
oleolito si conserva pi a lungo, non si ossida e non irrancidisce. E termolabile.
Esistono tre metodi per fare un oleolito, quello a freddo, pi tradizionale, e due a caldo.
Metodo a freddo:
Si fa macerare la droga nellolio (che la deve ricoprire tutta) in un barattolo di vetro con coperchio a vite per
una 40ina di giorni circa, al buio, agitando il barattolo ogni giorno. Poi si filtra lolio col colino, spremendo la
droga imbevuta dolio e si fa riposare lolio ricavato per un giorno. Poi si procede ad un secondo filtraggio
con un panno e lolelito pronto.

Metodi a caldo: digestione solare o bagnomaria

Metodo della digestione solare (si pu e si deve fare solo con l'iperico):
Si mette la droga nel barattolo e si ricopre con lolio solo che al posto di metterlo al buio lo si lascia al sole (di
giorno) e lo si mette al buio appena il sole va via dalla nostra postazione.
Questo metodo richiede una 15ina di giorni (ma anche meno ), perch, attraverso la luce del sole, l'estrazione
dei principi vegetali (ipericina) avviene con maggior rapidit.
Appena l'olio diventer rosso, vorr dire che sar pronto.

Metodo a bagnomaria:
Si mette la droga nel barattolo e si ricopre con lolio. Si mette a bagnomaria per 3 ore, a fuoco lentissimo. Per
ottenere un oleolito pi ricco, ripetere pi volte l' operazione con della nuova droga. A questo punto si filtra
e loleolito pronto.
6.1.2 acetolito: per p.a. idrosolubili, solventi acqua, aceto, alcol
Le dosi canoniche per un acetolito sono (per 100 ml)
- 84% di acqua distillata
- 10% di alcool a 90 (buongusto)
- 6% di aceto
- 10 gr droga

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l'aceto deve essere bianco (meglio senza solfiti e con acido acetico al 5%) e la droga secca.
In alternativa utilizzare l'aceto puro o ancora 50% acqua e 50% aceto.
Lasciar macerare al buio per almeno 15 giorni, agitando pi volte al giorno il composto.
Filtrare per almeno due volte. Trasferire in un contenitore di vetro scuro.
6.1.3 idrolito:
si ottiene a partire dagli oli essenziali, disciolti in acqua tramite talco.
1g di OE
1g di Talco
qb per arrivare a 1l di acqua demineralizzata.
Pestare loe nel talco e versarci sopra lacqua piano piano.
Far risposare 1 giorno mescolando ogni tanto, poi filtrare con un panno.
E suscettibile al calore.
6.1.4 idrolato: per p.a. idrosolubili.
Si ottiene per corrente di vapore, durante la distillazione degli oli essenziali. E caratterizzato dalla presenza
di costituenti idrosolubili, che non fanno parte del gruppo volatile degli oe. Ovviamente ci sar anche una
piccola parte di questi, ma in piccole dosi.
Non riproducibile in casa.
E termolabile e molto delicato (e anche profumatissimo!)
6.1.5 infuso: per p.a. idrosolubili, il solvente lacqua calda.
Si porta lacqua a ebollizione e si spegne il fuoco. Si mette la droga in infusione nellacqua calda per 5-10-15
minuti, si filtra e si fa raffreddare.
E adatto a parti della pianta come fiori e foglie.
E' preferibile utilizzarlo in preparazioni estemporanee, ma possibile inserirlo anche in creme o detergenti.
Ovviamente l'infuso andr fatto al momento (meglio non rischiare-NdC).
6.1.6 decotto: per p.a. idrosolubili, il solvente lacqua calda.
Si porta lacqua a ebollizione e si mette la droga, che va tenuta nellacqua che bolle per 5-10 minuti. Poi si
filtra e si fa raffreddare.
E pi adatto per parti resistenti e dure della pianta, come le radici, i rami, ecc.
E' preferibile utilizzare il decotto per sole preparazioni estemporanee.
6.1.7 macerato glicerico o glicerinato: per p.a. idrosolubili, solventi acqua, glicerina e a volte alcol.
Quando si realizza con parti estremamente delicate della pianta, come le gemme e i germogli, si chiama
anche gemmoderivato.
Si pu realizzare solo con acqua e glicerina oppure con acqua, glicerina e alcol. Queste ultime sono simili alle
classiche tinture, solo che oltre all' alcool, viene usata anche la glicerina, che diventa il solvente primario (cio
in maggior quantit) del composto. La versione con lalcol comunque estrae pi p.a. poich lalcol come
solvente molto pi potente della glicerina.
Macerato con acqua+glicerina+alcol:
Mettere in barattolo di vetro 10 gr di droga triturata e ricoprirla tutta con alcol. Si lascia a macerare in solo
alcool per 1 settimana. Passata la settimana aggiungere 50gr di acqua e 50 gr di glicerina e lasciare a macerare
per altre 3 settimane. Poi filtrare il tutto spremendo per bene i residui vegetali. Non c bisogno di
conservante perch c gi lalcol che conserva.
Si usa 1-5% nei cosmetici.
Macerato con sole acqua+glicerina:
- droga 10-25 %
- acqua 25-50 %
- glicerina +50 %
- conservanti (alla % del conservante) da mettere subito, proprio quando si mette la piantina a macerare.
Lasciare la droga a macerare per 2-3 settimane e poi filtrare.
6.1.8 tintura madre: per p.a. idro/liposolubili (?), solventi acqua e alcol
Si ottiene dalla droga fresca, lasciata a macerare per 21 giorni.
Quanta droga va messa rispetto ai solventi: 10g di droga (fresca) in 100 g di estratto solvente (1:10).
6.1.9 tintura classica: per p.a. idro/liposolubili (?), solventi acqua e alcol

43
Si ottiene dalla droga secca, 20g di droga in cento grammi di solvente (2:10), lasciata a macerare per 21
giorni.

Per quanto riguarda le tinture per ogni tipo di pianta indicata una certa gradazione alcolica, che si pu
ottenere diluendo lalcol 95 (quello per liquori) con acqua secondo questa tabella del grado alcoolico:

20 210 ml
25 260 ml
30 310 ml
35 360 ml
40 410 ml
45 460 ml
50 510 ml
55 560 ml
60 615 ml
65 670 ml
70 720 ml
75 770 ml
a sinistra indicato il grado alcoolico che si ottiene e a destra la quantit di alcool 90 da mischiare con acqua
per arrivare a un litro di soluzione totale.
(es. 40= 410 ml alcool e 590 ml acqua distillata, ovviamente per 100 ml totali: 41ml di alcool e 59 di acqua.)

Come capire quale gradazione alcolica ci serve?


Per saperlo dobbiamo sapere quali p.a. dobbiamo estrarre, e ci regoliamo sulla base di questi dati:
ESTRATTI IDROALCOLICI (TINTURE)
90: Oli essenziali
80: resine
70: Alcaloidi

60: tutti gli altri costituenti non riportati nello specifico

60 - 50: Cumarine
40 - 30 Tannini
adattato al testo da: http://arcadia.forumup.it/viewtopic.pHp?t=1574&mforum=arcadia

Si aggiungono anche:
6.1.10 Macerato idrogliceroalcolico (molto impiegato in cosmesi autoprodotta):
sminuzzare la droga disidratata o seccata (20g) ricoprirla di alcool, lasciare riposare il tutto una settimana e
poi aggiungere acqua (50g) e glicerina (50g), dopo 21 giorni filtrare a 24h e a 48h, riporre al chiuso in vetro
scuro
6.1.11 Macerato glicolico (solvente glicole propilenico, non ecobiologico):
Si ottengono da pianta fresca o secca, si ottengono per macerazione a 21 giorni in Glicole Propilenico o con
l'aggiunta di acqua in parti uguali al Glicole propilenico, generalmente il rapporto D/E (Droga Estratto) di
1:2 secondo la pianta, in caso di vegetale fresco anche 1:1 con GP puro non diluito. Sono tra gli estratti pi
facilmente adattabili all'uso cosmetico in quanto privi di alcool e non creano instabilit nelle emulsioni, l'unica
controindicazione pu derivare da azioni allergiche soggettive al glicole

Vogliamo provare?
Qui tanti estratti ed altri approfondimenti:
http://lemedichessediclo.blogspot.it/2013/06/altri-prodotti.html

44
CAPITOLO 7
Pratica
Se siete arrivati fino a qui allora siete davvero pronti a cominciare.
Mi raccomando, se non avete a disposizione cartine per la misurazione del pH, seguite pedissequamente le
ricette che riporter pi sotto; non ci si assume la responsabilit su produzioni eseguite a fantasia senza il
supporto di strumenti di controllo e la supervisione di qualcuno ben inoltrato nella materia.

7.1 Cosa posso usare per cominciare?

7.1.1 Bilancia di precisione:


Si sconsiglia di usare le bilance per uso culinario, sono troppo approssimative e, volendo fare piccole quantit
di prodotto diventa impossibile pesare con precisione gli ingredienti.
Per iniziare sar sufficiente una bilancina di precisione con pesata minima di 0.01 grammi, per prodotti pi
complessi (ma non questo il caso ) impieghiamo bilancine con pesata minima di 0.001.
Si acquistano in internet ma si trovano attualmente con una certa facilit anche nei banchi di diavolerie varie
al mercato (sono sempre le stesse).

45
7.1.2. Oli
Nei paragrafi precedenti abbiamo fatto una lista di tutti quelli che si possono trovare nei supermercati e nei
negozi di alimentazione naturale, in questi ultimi potrete pi facilmente reperire lolio di cocco ( che oggi si
trova spesso anche al supermercato), il burro di karit, il burro di cacao e probabilmente anche altri burri.

7.1.3 Emulsionanti: la lecitina di soia


Come emulsionante possibile usare la Lecitina di Soia in granuli, quella per uso alimentare che si trova in
tutti i supermercati, assicuratevi solamente che non sia OGM (geneticamente modificata).
La lecitina un fosfolipide, cio una molecola che possiede affinit chimica sia per i lipidi che per l'acqua;
grazie a questa caratteristica, la lecitina risulta un potente emulsionante e coemulsionante, i suoi principali
costituenti sono i fosfolipidi che sono molecole anfipatiche;.
E definita Anfipatica (anche amfifilica, o anfifilica) una molecola che possiede una parte idrofoba e una
idrofila; la forma ricorda una specie di girino con una testa e una doppia coda.
La testa idrofila, la coda (o doppia coda, per la precisione) costituita da acidi grassi ed idrofoba.
In soldoni questo vuol dire che essa in gradi di legarsi contemporaneamente allacqua ed allolio facendoli
coesistere in una emulsione.
Per i costituenti che la compongono essa risulta essere, oltre che un emulsionante, anche un ottimo
(insostituibile direi) funzionale per la pelle, con la quale ha unottima affinit, riduce la desquamazione ed
aiuta a ripristinare lelasticit cutanea.
E un emulsionante ben tollerato dalle pelli sensibili, ne previene la disidratazione, la protegge degli agenti
atmosferici, indicata per pelli sensibili e in paidoscosmesi (cosmetici per bimbi),per la pelle atopica con
eczema o psoriasi, inoltre, altamente biodegradabile.
.Cosa volere di pi?
Utilizzi:
Si consiglia, per una maggiore velocit di utilizzo di polverizzarla in un macinacaff, comunque facile da
sciogliere in acqua o (ma ci vuole pi tempo) in olio.
Prima di essere utilizzata comunque deve essere completamente soluta senn i granuli residui rimarranno
nellemulsione, saranno sgradevoli al tatto ed alla vista e renderanno la stessa meno stabile.
Si pu inoltre usare come co-emulsionante per stabilizzare emulsioni in combinazione con un altro
emulsionante.
Aggiunta ad un emulsionante aumenta la stabilit della preparazione, conferendo al prodotto finito una
testura pi scorrevole e setosa al tatto.
E' possibile usarla sia a freddo che a caldo, in questo ultimo caso per consigliabile evitare di scaldarla
troppo (non oltre i settanta gradi centigradi) e non troppo a lungo, perch pu ossidarsi o polimerizzarsi.
Utilizzata come emulsionante primario possibile ottenere sia emulsioni "olio in acqua" soprattutto, ma
anche "acqua in olio", utilizzando un'alta percentuale di olio e aggiungendo una cera coemulsionante adatta.
Senza fattori di consistenza le emulsioni non risulteranno compatte ma abbastanza fluide; limpiego nella
fase acquosa di un viscosizzante e linserimemto in formula di burri, cera dapi o altri fattori di consistenza ne
aumenteranno la corposit.
Percentuali di utilizzo:
-come emulsionante da 1 a 8% a seconda della quantit di grassi da emulsionare.
-come coemulsionante da 0.5% al 4% abbinata ad emulsionanti cerosi e burri.
Importante:
in presenza di sostanze e/o condizioni nitrosanti la lecitina di soia potrebbe contribuire alla formazione di
nitrosammine. http://forum.promiseland.it/viewtopic.pHp?f=2&t=40206
E' bene, quindi, evitare pH troppo acidi o inferiori a 4,5, utilizzare contenitori in vetro ed evitare
assolutamente contenitori di metallo.
(http://forum.promiseland.it/viewtopic.pHp?f=2&t=40206)
Per ottenere dalla lecitina un emulsionante pronto alluso possibile:
-Lecimix:
Sciogliere a bagnomaria delicatamente sessanta grammi di lecitina e quaranta di olio di riso o di girasole,
aiutarsi anche con un frullatore ad immersione:

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si otterr una pasta semifluida da scogliere agilmente a tiepido o a caldo nella fase grassa del preparato,
ovviamente tenendo conto delle percentuali : se in una ricetta trovate, per esempio, indicato di usare 1
grammo di lecitina e voi volete usare al suo posto quella liquida preparata in questo modo non dovrete
usarne lo stesso quantitativo ma uno maggiore, poich 1 grammo di lecitina granulare corrisponde a circa
1,6 g di lecitina liquida, inoltre tenete sempre conto che nella vostra fase grassa andrete ad aggiungere 0.4 g
di olio per ogni grammo di lecitina liquida impiegata.
Leciglicerina:
-lasciare a riposare cinquanta grammi di glicerina vegetale e cinquanta grammi di lecitina per una notte, il
giorno successivo frullare ed omogeneizzare bene.
Lag (leciacquaglicerina, il mio preferito):
Stesso procedimento come sopra ma questa volta usare venticinque grammi di glicerina, venticinque di
acqua e cinquanta di lecitina.
Tutte e tre la preparazioni vanno tenute al buio in luogo fresco ed asciutto, non in frigorifero per.
Si preservano molto a lungo, in condizioni corrette pi di sei mesi.

7.1.4. Fattori di consistenza


Sono molti i fattori di consistenza in commercio ma possiamo cominciare con la sola cera dapi.
La cera viene ricavata direttamente dal favo e si presenta come una massa gialla e untuosa (cera gialla), che
in seguito viene purificata e sbiancata per dare origine alla cera bianca (Cera Alba).
Solitamente si impiega la cera bianca ma possibile usare anche quella gialla.
Le propriet caratteristiche della cera dapi sono la sua plasticit, il basso punto di fusione, la sicurezza duso
e la facilit con cui forma emulsioni. Ci fa s che sia un ingrediente impiegato in molte preparazioni per
modificarne le caratteristiche reologiche, come agente per aumentare la viscosit della fase grassa, per dare
consistenza a unguenti ed emulsioni.
Poich la Cera dapi costituita da una miscela di lipidi idrorepellenti, esercita unazione protettiva sullo
strato corneo, dove in grado di formare un film che evita una eccessiva perdita di acqua da parte della pelle.
In campo cosmetico la Cera Alba viene inserita in numerose preparazioni tra cui, stick labiali, lipoligeli,
emulsioni A/O ed O/A.
In stick e unguenti presente in percentuali comprese fra il 5 ed il 15%, mentre nelle emulsioni impiegata
fra il 2,5 ed il 5%.
La Cera Alba considerata innocua e quindi sicura per limpiego cosmetico.

Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/Cosmesi/Ingrediente/Cera_Alba.html

7.1.5 A proposito, che acqua devo usare?


Troverete spesso le indicazioni di usare acqua demineralizzata o acqua distillata, improponibile.
Usate una comune acqua minerale non gassata a basso residuo fisso.
Al suo posto possibile anche usare ( se ne avete ) degli idrolati come lacqua di rose ma ricordate che non
possibile scaldarli, andranno impiegati quindi o in una emulsione a freddo o in parte, assieme allacqua,
inseriti in fase C (la fase a freddo, leggi paragrafi precedenti).

7.1.6 Con cosa gelifico?


Possiamo acquistare vicino casa molte sostanze che potremo usare come gelificanti per le nostre fasi
acquose, e possono essere:
-Amido di mais (maizena) o amido di riso:
Delle caratteristiche degli amidi e di come vanno trattati ho gi parlato, adesso vediamo in pratica come
possibile utilizzarli per ottenere dei geli:
Utilizzate la quantit d'acqua gi calcolata per la ricetta che intendete fare maggiorata del 5%(acqua che
andr persa durante levaporazione), versatela in un pentolino antiaderente ed incorporateci dentro 2
grammi di amido di mais che la quantit necessaria per addensare 100 grammi di crema.
Stemperate bene in acqua fredda finch l'amido si sar sciolto completamente.

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A fuoco molto basso portate ad ebollizione continuando a mescolare.
Potrete constatare che in brevissimo tempo l'acqua si addenser formando una gelatina.
Mescolate bene, levate dal fuoco e versate in un becker o in un contenitore di vetro, lasciate raffreddare: il
gel pronto.
Dal punto di vista conservativo un gel molto instabile, quindi usate un buon conservante (o alcol
alimentare), seguite scrupolosamente le norme igieniche e preparate poco prodotto alla volta.
Lamido di mais un buon seboassorbente ed ha propriet lenitive, indicato quindi per le pelli miste o
grasse.
Inoltre ottimo per creare polveri aspersorie da utilizzare al posto del borotalco o, mescolato ad ossidi
colorati e biossido di titanio o ossido di zinco, come base per ciprie e blush.
-Ceratonia siliqua gum (farina di semi di carrube E410):
Si tratta di un ottimo gelificante, un galattomannanno, i geli risultano lisci, elastici e morbidi, conferisce alle
emulsioni (se ben fatte) un aspetto non dissimile a quelle ottenute con gelificanti pi tecnici.
Contenendo mucillagini in grado di trattenere acqua cedendola alla pelle e mantenendola idratata a lungo
Tende a perder un po di corposit con il caldo, vale la pena tenerne conto.
Personalmente ne faccio un gran uso, mi piace molto e trovo che apporti setosit alla crema e renda liscia e
soffice la pelle.
Si pu acquistare nei negozi di alimentazione biologica.
Va stemperata bene in acqua fredda ad una percentuale che varia da 0.5% a 1% a seconda della compattezza
di gel che si vuole ottenere.
Una volta ben disciolta va scaldata per tre minuti ad una temperatura di circa ottanta gradi (oppure nel
microonde alla massima potenza a scatti de venti secondi), in questo modo avviene una reticolazione stabile
e si forma il gel che risulter a densit definitiva solo a raffreddamento.
-Carbossilmetilcellulosa sodica:
Reperibile nei supermercati ai reparti di ingredienti per la produzione dolciaria o nei negozi specializzati con
il nome commerciale di CMC.
Cellulose Gum, una volta dispersa in acqua, d luogo a formulazioni pseudoplastiche, di viscosit variabile a
seconda della concentrazione impiegata. E incompatibile con agenti cationici, compatibile con sostanze
anioniche e non ioniche. Si impiega in un range di pH compreso tra 5 e 10.
Tollera concentrazioni di alcol fino al 60%.
Per facilitare la dispersione di Cellulose Gum consigliabile scaldare lacqua a 60C prima dellaggiunta del
polimero. Come stabilizzante in emulsioni si impiega generalmente a concentrazioni comprese fra 0,2 e 1%.
Per la preparazione di gel acquosi si utilizza in un range di concentrazione compreso fra 1 e 3%.
-Alginato:
Reperibile in farmacia o nei negozi di preparazioni dolciarie come addensante per i gelati.
Alcuni polimeri gelatinizzano in base allo scambio ionico, il caso dellalginato di sodio.
Essendo sale dellacido alginico , come tale (sale) formato da due ioni (il normale sale da cucina-cloruro di
sodio per esempio ha formula Na+ Cl-) derivanti dalla salificazione di un acido attraverso limpiego di una
base.
E scarsamente solubile in acqua dove forma una soluzione viscosa e in presenza di ione Ca2+ si forma
lalginato di calcio insolubile in acqua che d luogo al fenomeno della sferificazione sfruttato nella cucina
molecolare
(http://www.dissapore.com/cucina/ferran-adria-tribute-1-la-sferificazione-spiegata-ai-bambini/).
La viscosit dellalginato di sodio aumenta con la sua concentrazione e diminuisce allaumentare della
temperatura; come la gran parte dei polisaccaridi naturali, lalginato disidratato si degrada naturalmente non
essendo stabile a contatto con lossigeno, alcuni ioni metallici e al calore.
Una soluzione di alginato di sodio puro pu essere mantenuta a temperatura ambiente per lungo tempo
senza che si abbiano significative variazioni di viscosit.
A un valore di pH pari a 3.8 la viscosit aumenta notevolmente e a pH inferiori precipita come acido alginico,
quindi:
1) il pH finale deve essere almeno 4 o superiore, sotto tale valore gli alginati sono instabili
2) sono incompatibili con gli ioni calcio e con i metalli pesanti.

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Le percentuali duso sono suggerite da 0.5% a 1% ma si riscontra un fenomeno di sfarinamento delle
emulsioni sulla pelle gi da 0.8% in su, soprattutto in presenza di molti grassi, possibile impiegarlo
accoppiato ad un altro gelificante alla percentuale del 2%.
I gel si forma a freddo, quindi lalginato perfetto per gelificare fasi acquose termolabili come gli idrolati o il
succo di aloe.
Pu risultare un po complesso da gelificare perch tende a formare grumi difficili da omogeneizzare ma
lasciandolo ad idratare in acqua qualche ora oppure mescolandolo a subito alla glicerina (ingrediente
immancabile in ogni preparazione cosmetica) si evita il problema.
Per la sua capacit di trattenere una veramente consistente quantit di acqua in rapporto al peso una scelta
di elezione quando sia necessario fornire idratazione costante e prolungata alla pelle.
Nellindustria cosmetica viene usato nelle maschere facciali (peel off) e come stabilizzante di emulsioni.
Per la sua biocompatibilit, facilit di gelificazione e capacit di interfacciarsi con i sistemi biologici lalginato
di sodio viene impiegato in campo medico e farmaceutico.
Lalginato di sodio indicato nel trattamento sintomatico del reflusso gastroesofageo, bruciore di stomaco e
ernia iatale: somministrato oralmente una volta raggiunta la cavit gastrica entra in contatto con lacido
cloridrico contenuto nei succhi gastrici ed ha luogo una reazione acido-base con formazione di un sottile
strato di gel che protegge le mucose gastriche. Deve essere somministrato a una distanza di almeno due ore
da altri farmaci in quanto ne potrebbe limitare lassorbimento.
Sospensioni orali di alginato di sodio, unito a carbonato di sodio e sostanze emollienti come il miele vengono
usate per il trattamento di laringite, faringite, tosse raucedine e afte.

-Gomma di Acacia (Gomma arabica, Acacia senegal gum):


Anche questo polimero acquistabile nei negozi di preparazioni dolciarie o nei supermercati, non forma geli
solidi, anzi, si ottengono fluidi appena appena viscosi ed appiccicosi.
Il suo impiego per risulta utile quando necessario avere dal cosmetico una certa adesivit, come, per
esempio in un mascara o un eyeliner o ancora in un fissante per capelli; oppure, impiegato con altri
viscosizzanti ed a basse percentuali, per sfruttare leffetto liftante che in grado di conferire alla pelle, lo
potremo quindi usare per esempio in un contorno occhi.
Va dispersa in acqua fredda e poi scaldata.
Percentuale duso: come filmante / Tensore 0.5% -3%

7.1.7 Umettante: la Glicerina


La glicerina (o glicerolo) un liquido viscoso, incolore, miscibile con acqua e alcol, solubile in acqua, alcool e
acetone in qualunque proporzione, insolubile in etere, cloroformio e oli grassi. La glicerina si ottiene come
sottoprodotto nel processo di saponificazione dei grassi o per idrolisi degli stessi: viene dapprima concentrata
e subisce il processo di purificazione, con asportazione degli acidi grassi residui e impurit.
La glicerina fortemente igroscopica, quindi in grado di assorbire l'umidit dell'aria, indipendentemente dal
variare delle condizioni di umidit atmosferica.
In virt delle sue capacit idratanti, lubrificanti ed emollienti nei confronti della cute, la glicerina viene
utilizzata in numerose formulazioni ad uso dermo-cosmetico.
Glicerina: Commento
La glicerina rappresenta lumettante pi usato in ambito cosmetologico ed ben tollerata dalla cute. A basse
concentrazioni utile per preservare il prodotto dalla disidratazione, a dosaggi elevati svolge unottima
attivit idratante e plastificante nei confronti dellepidermide e, se utilizzata in percentuale elevata allinterno
del prodotto (oltre il 40%), pu esplicare anche unattivit conservante. La glicerina da ritenere dunque, dal
punto di vista tecnologico e dermatologico, una sostanza polifunzionale e sicura. Il limite della glicerina il
tocco appiccicoso, superiore rispetto a quello dei glicoli, che aumenta proporzionalmente alla concentrazione
utilizzata in formula.
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/Cosmesi/Ingrediente/Glycerin.html

Si acquista in qualsiasi farmacia e ovviamente si usa quella di grado farmaceutico (F.U.), non quella di
derivazione petrolchimica.

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7.1.8 Conservare
Senza conservanti mirati e specifici (acquistabili dai rivenditori di materie prime cosmetiche) si consiglia di
impiegare lalcol alimentare a novantacinque gradi.
Nei supermercati ai reparti dedicati agli alcolici.
Sar indispensabile anche per fare gli estratti idroalcolici (tinture classiche) ed idrogliceroalcolici dei quali si
gi parlato.

7.1.9 Qualche ingrediente funzionale:

Tocoferolo
Il Tocoferolo (vitamina E) da non confondere con Il Tocoferile acetato ( estere, pi emolliente che
antiossidante) un forte antiossidante, viene impiegato sempre e comunque per preservare gli oli
dallossidazione.
La vitamina E ed i suoi esteri possiedono una elevata attivit antiossidante, in quanto sono in grado di
smorzare la reattivit dei radicali liberi, bloccando la cascata di eventi che determinano lo stress ossidativo,
che causa danni alle cellule. Inoltre, i radicali liberi, che si formano per azione dei raggi UV, del fumo,
dellinquinamento, degradano gli acidi grassi presenti nella pelle e alterano la struttura del collagene. In tal
modo la pelle perde elasticit e si assiste allinvecchiamento precoce della pelle con la formazione delle
rughe.
Il TocopHerol ha una spiccata natura lipofilica ed perci particolarmente affine alle membrane cellulari,
dove in grado di contrastare efficacemente leccesso di ROS (radicali liberi), proteggendo la pelle dai danni
che ne determinano linvecchiamento precoce.
La vitamina E ha una buona tollerabilit sulla pelle.
Si Acquista in qualsiasi farmacia sotto dorma di opercoli gelatinosi od in gocce.
E un liquido oleoso molto denso e viscoso di colore giallo bruno.

Gel di aloe (Aloe Vera)


Nonostante la reputazione dell'Aloe vera come lozione per la pelle si tramandi da tempo immemore, solo
da quando stata scoperta la sua capacit di guarire le bruciature, in particolare quelle da radiazioni, che
essa divenuta popolare in Occidente.
Possiede una forte attivit vulneraria per ferite, scottature ed infiammazioni della pelle, dato che forma uno
strato protettivo sull'area lesionata che accelera i processi rigenerativi e cicatrizzanti.
Come il SympHytum, la sua attivit rigenerativa la rende potenzialmente utile per accelerare la guarigione
delle cicatrici e dei tessuti cheloidi. La facilit della coltivazione in casa la rende un eccellente rimedio di
pronto soccorso per i piccoli incidenti domestici, basta rompere una foglia e raccogliere la linfa che ne
fuoriesce. E' utile in quasi tutti i problemi di pelle dove ci sia bisogno di astringenti ed emollienti, e pu
essere usata per vene varicose.
(http://www.infoerbe.it/index.pHp?option=com_infoerbe&task=scheda&fld=UTILIZZO&ide=8 )

Per tutte queste sue propriet il gel di Aloe vera impiegato in cosmesi come idratante per il trattamento
delle pelli disidratate, come coadiuvante nel trattamento dellacne e delle pelli grasse, come lenitivo e
disinfiammante post epilazione e rasatura o da applicare sulla pelle dopo le esposizione solare.
Efficace anche su scottature e punture di insetti.
Presso i rivenditori di materie prime cosmetiche possibile acquistare lestratto liofilizzato con il quale
preparare il gel , possibile inoltre ottenerlo anche dalla pianta fresca o dal succo usato normalmente come
integratore.
Non avendo per a disposizione gli ingredienti adatti (conservanti, chelanti, acidificanti, gelificanti a freddo)
per ottenere un gel stabile e di sicuro impiego, consiglio di usarne uno commerciale (se ne trovano con
ottimi inci ed a buon prezzo) oppure di usare direttamente linterno della foglia ma per esclusivo uso
estemporaneo.
In questo ultimo caso sia faccia molta attenzione ad usare solamente il gel interno e non la parte esterna
della foglia che contiene sostanze irritanti.
Inoltre assicurarsi che si tratti proprio di Aloe vera e non di altre specie.

50
Estratti
esistono una variet di fitoestratti che si possono inserire in una preparazione cosmetica a seconda della sua
destinazione duso, molti si possono inoltre (come si visto precedentemente) preparare in casa ottenendo
dei prodotti ragionevoli ed efficaci (anche se impossibili da titolare) , limportante seguire scrupolosamente
i suggerimenti per la preparazione.

Oli essenziali
Anche per questi ultimi stato dedicato un paragrafo (vedere sopra).
Si raccomanda di seguire nel loro impiego tutte le precauzioni suggerite.

51
CAPITOLO 8
Ricette
Mi raccomando, se non avete a disposizione cartine per la misurazione del pH, seguite pedissequamente le
ricette riportate; non ci si assume la responsabilit su produzioni eseguite a fantasia senza il supporto di
strumenti di controllo e la supervisione di qualcuno ben inoltrato nella materia.

E ancora (uff!) prima di passare alle ricette vere e proprie:

8.1. Come si scrive e come si legge una formula di autoproduzione cosmetica:


Le ricette si esprimono sempre in grammi (anche se trovate scritto solo un numero, sono sempre e
comunque grammi).
Motivo: la maggior parte degli spignattatori, a parte chi ha appena iniziato, ha una bilancia ed usa quella
per misurare a mano a mano le sostanze che versa nel becher; chi non ce l'ha e usa ad esempio dei dosatori,
o delle siringhe, dei cucchiaini o similari per misurare i volumi delle sostanze liquide intanto ha una perdita
di sostanza che rimane attaccata al dosatore e poi, nel caso di cucchiaini, sappiamo benissimo che non sono
tutti uguali, ergo chi tenter di copiare una ricetta cos scritta potrebbe ottenere un risultato diverso. L'unica
unit di misura chiara e replicabile sempre da chiunque sono i grammi.
Senza contare poi che le sostanze hanno diverso peso specifico, quindi se 100 ml di acqua equivalgono a
100g, 100 ml di glicerina sono 120g, 100 ml di olio son 90g e 100 ml di olio essenziale di arancio sono circa
85g.
Unica eccezione: normalmente gli olii essenziali sono indicati in gocce, visto che a gocce si usano. g sta per
grammi, gtt sta per gocce.

52
Le ricette si esprimono sempre in percentuale (ovvero la somma dei pesi delle varie sostanze deve dare
sempre 100).
Motivo: chi legge la ricetta per capire se formulata in modo giusto avr difficolt a capire se le percentuali
sono corrette in caso la ricetta sia postata per 30g totali, dovrebbe farsi le proporzioni a mente; inoltre ci
facilita anche chi vuole copiarla e ne vuole fare quantit pi abbondanti o ridotte, baster dividere o
moltiplicare, molto semplicemente, e si rispetteranno le proporzioni.
Anche se avete fatto in pratica 30g di crema per prova dovete trasformare i pesi in percentuale, altrimenti
voi non capirete bene la formula che state facendo e chi vi legge non vi sapr aiutare. Quando io devo fare
prove piccole prima mi scrivo la ricetta in percentuale, poi divido per farne quantit pi piccole. Cos sono
sicura di non sbagliare la percentuale di grassi o di emulsionante o di gelificante.

Le ricette si suddividono sempre in fasi:


Chi ha gi fatto una crema sa che si scaldano separatamente acqua e gelificanti da una parte, grassi ed
emulsionanti dall'altra. Poi si unisce il tutto frullando, si aspetta che si raffreddi e infine si aggiungono quegli
ingredienti che verrebbero rovinati dal calore.

La fase A quella acquosa e vi scriverete l'acqua, i gelificanti, e tutte le sostanze che avete messo nel becher.

La fase B quella oleosa e scriverete tutte le sostanze (grassi, emulsionanti, cere) che metterete nel becher
a scaldare.

La fase C quella delle aggiunte a freddo e vi scriverete tutto quello che avete aggiunto quando il prodotto
raffreddato.

(Si cerca di evitare i nomi commerciali delle sostanze ma si scrivono i nomi inci:
Il motivo che molte sostanze sono spessissimo vendute con nome diverso di fantasia (ad esempio il sodium
lauroyl sarcosinate, tensioattivo, ha almeno 5 nomi diversi e chi non lo sa penser chiss che sostanza , se
vede scritto maprosyl e magari ha a casa il protelan: con il nome inci saprebbe che la stessa identica
sostanza). Specialmente Aroma Zone e Behawe ribattezzano con nomi di fantasia loro delle sostanze
conosciute altrimenti, quindi scrivendo il nome inci si risulter pi chiari e comprensibili a chi deve poi
valutare la ricetta o la vuole copiare.)
Adattato alle esigenze del testo da: http://lola.mondoweb.net/viewtopic.pHp?p=1271000

8.2 Lavarsi con le farine:


Purtroppo molto spesso capita di avere una pelle reattiva, soggetta a dermatiti e poco tollerante nei
confronti dei tensioattivi impiegati in molti detergenti, ne esistono in commercio di molto delicati,
possibile anche produrseli in casa, conoscendo per bene i tensioattivi ed avendone a disposizione.
Ma non essendo questo il caso si pu aggirare lostacolo con poca spesa e molto giovamento sostituendo ai
detergenti alcuni tipi di farine:

8.3 Detergente con farina di grano saraceno:


Per lavare le mani Mettete della comune farina di grano saraceno in una zuccheriera dotata di beccuccio
dosatore: sar un comodo dispenser da tenere accanto al lavandino. Si conserva per 2 o 3 mesi a
temperatura ambiente.
Bagnate le mani, versate un cucchiaino circa di farina nel cavo della mano e strofinate la farina formando
una crema; se necessario aggiungete qualche goccia dacqua. Massaggiate e sciacquate.
Per fare la doccia o il bagno:

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Polverizzate 200 grammi di farina di grano saraceno nel macinacaff elettrico, quindi setacciate la farina con
il setaccio finissimo. Il residuo della setacciatura pu essere usato per cucinare, ad esempio aggiunto
allimpasto del pane o della pasta fresca, oppure nella polenta o nelle minestre.
Conservate la farina setacciata in un contenitore chiuso, o mettetela in una zuccheriera dotata di beccuccio
dosatore: sar un comodo dispenser da tenere accanto alla doccia o alla vasca da bagno. Si conserva per
2 o 3 mesi a temperatura ambiente.
Versate un po di farina nel cavo della mano e strofinate la farina sulla pelle bagnata, viso compreso,
formando una crema; se necessario aggiungete un po dacqua. Massaggiate e sciacquate. un modo di
lavarsi un po insolito ma che pulisce perfettamente e lascia la pelle liscia e morbida. Va molto bene per le
persone che devono lavarsi le mani molto frequentemente, perch non secca la pelle.

8.4 Detergente alla farina di avena:


Per preparare la farina di base: 1.
Polverizzate 200 grammi di farina di avena freschissima nel macinacaff elettrico, quindi setacciate la farina
con il setaccio finissimo.
2. Conservate la farina setacciata in un barattolo con coperchio ermetico, aggiungendo qualche chiodo di
garofano intero. Si conserva per 2 o 3 mesi in frigorifero.
Ingredienti per un lavaggio completo (viso e corpo): 3 cucchiai di farina di avena setacciata 1 cucchiaino di
miele.
Subito prima di fare la doccia o il bagno, mescolate la farina con il miele e con un po dacqua, quanto basta
per formare una crema densa. Se volete potete aggiungere al miscuglio una o due gocce di un olio essenziale
a vostra scelta.
In natura esistono molte sostanze dotate di propriet detergenti, efficaci nel rimuovere lo sporco ma capaci
di pulire in modo fisiologico e non aggressivo. Ad esempio sono molte le farine di cereali ricche di sostanze
emulsionanti, capaci cio di far miscelare acqua e grassi. Lavena conosciuta e usata con successo per le
sue propriet detergenti ed eudermiche, tanto che esistono linee di detergenti a base di farina davena,
usati per la cura delle pelli delicate, sensibili, eczematose. La farina di grano saraceno forse ancora pi
detergente di quella di avena; ma ci si pu lavare benissimo anche con farine di legumi come i ceci, usati da
secoli in India a questo scopo, oppure fagioli, piselli, lenticchie, soia. Lavarsi con le farine di cereali o di legumi
non affatto difficile: basta strofinarne un po sulla pelle bagnata e quindi sciacquare.
La gamma dei detergenti naturali non finisce qui: ad esempio per lavare il viso si possono usare farine di
semi oleosi come mandorle, sesamo o girasole, particolarmente delicate e restitutive perch ricche di grassi
sebosimili; oppure si pu sfruttare lazione purificante e riequilibrante dello yogurt e del miele per fare un
efficacissimo latte detergente.
http://www.stampalternativa.it/liberacultura/books/cosmesi.pdf

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8.5 PANETTO DETERGENTE ALLAVENA E AMIDO DI RISO (Gattamartina)
(http://laboratoriofrau.forumcommunity.net/?t=58109856 )

-3 cucchiai di farina di avena ben Macinata e setacciata (*)


-1 cucchiaio di amido di riso.
-1 cucchiaino e mezzo di miele biologico.
-1 cucchiaino di olio di Pistacchio (con mezza fialette di aroma per dolci in girasole alla vaniglia e mezza
all'arancia). (**)
-1 cucchiaino di glicerina (***)

Dosare la consistenza della pasta aggiungendo le farine a mano a mano.


Impastare bene, fare una pallina e guarnire con chiodi di garofano (servono a preservare).
Al momento di usarla se ne prende un pezzetto, ci si fa una cremina aggiungendo acqua sul palmo della mano
e ci si lava, pu anche essere lasciata su come maschera lenitiva.

(*): L'avena indicata per pelli delicate e facili all'arrossamento nonch per pelli con tendenza all'acne e
all'iperseborrea, in prodotti anti-aging, nei preparati pre- e doposole ed i tutti i cosmetici ad azione protettiva
e riparativa cutanea.
(**): reperibile in negozi tipo il NaturaS
(***): reperibile in farmacia

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8.6 LATTE DETERGENTE CON FRUMINA (Gattamartina)
per pelli secche e delicate

Si possono ottenere dei detergenti delicati anche utilizzando in parte dei detergenti pronti, per non fare
pubblicit non mi possibile menzionarne alcuno ma utilizzando il forum sar possibile vedere a cosa si fa
riferimento.
Detergente 15 (si pu portare anche a venticinque)
Frumina 10
Lecitina 3
Cmc (carbosilmetilcellulosa sodica) 0.8
Olio (olys) 30
Alcol 3.5 (calcolato per eccesso sull'acqua)
Glicerina 2
1/3 bustina di vanillina (peso totale 0.9)
1/3 aroma alimentare in olio al limone (peso totale 1.6)
Acqua a 100.
Liscissimo e profumato di torta al limone

Sciogliere bene la lecitina nellolio in un contenitore ,frullare con minipimer, incorporare la frumina, gli aromi
e la vanillina mescolando bene e dare unaltra frullata; in un altro contenitore lasciare idratare la CMC nel
detergente , una volta idratato mescolare delicatamente (senn si riempie di bolle!) fino ad addensare ed ad
ottenere un composto omogeneo, quindi , sempre mescolando, inserire la glicerina e lalcol a poco a poco.
Unire le due fasi poco alla volta mescolando delicatamente e cercando di non incorporare aria.

conservato con alcol, ma, siccome la frumina proprio non assorbe l'olio, la prima cosa che va e rimane a
contatto con la pelle appunto l'olio, per questo non brucia e non secca la pelle, deterge (anche il
waterproof), ma lascia un film leggero.
Ovviamente non adatto a pelle grassa.

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8.7 CREMADOCCIASHAMPOO (Gattamartina)

detergente ***a 100


Lecitina 3.6
Glicerina (o glicerina/glicole) 2
Carbossimetilcellulosa 0.6/7/8 (a seconda della densit voluta, a me piace proprio come una cremona e la
metto a 0.8) (*)
Miele 5
Olio (oleoliti vari) 20
PH 4.5 senza correzioni
Fragranza o aromi alimentari.
Niente conservanti perch il detergente commerciale (fase acquosa) gi ben conservato di suo
(*): si trova nei reparti dolciari del supermercato
Per il procedimento seguire il medesimo del detergente con la frumina.
http://laboratoriofrau.forumcommunity.net/?t=58419923

8.8 Pasta di Hoffmann (pasta allossido di zinco)


(Khadi)

Si tratta di un preparato galenico costituito dal 50% di ossido di zinco.


Impiegato per combattere dermatiti o semplici irritazioni della pelle causate dal contatto con un ambiente
umido (pannolini del bambino).
Lossido di zinco forma una barriera contro lumidit e in associazione agli oli vegetali adeguati costituisce
un prodotto con ottima azione antinfiammatoria, efficace anche nella prevenzione e nella cura delle piaghe
da decubito.

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Ossido di zinco* 50/40
Olio** 50/60
Olio essenziale adeguato*** 10 ggt per ogni cento grammi

*si acquista in farmacia.


** Pu essere solo olio di oliva, o pi oli con diverse funzionalit o ancora oleoliti come oleolito di calendula,
camomilla, lavanda.
Si rivela particolarmente efficace una miscela dei tre composta da due parti di oleolito di camomilla, due
parti di oleolito di calendula ed una parte di oleolito di Lavanda (http://lola.mondoweb.net/viewtopic.pHp?f=42&t=1967 )
*** Attenersi alle precauzioni duso, tenere conto delle possibili intolleranze individuali, non usare su
bambini in et neonatale.

Vedere anche:
http://www.sonobio.com/2016/09/videotutorial-pasta-ossido-zinco-lavanda-tamanu-fai-da-te.html

8.9 Pasta allacqua (Khadi)

Gli ingredienti necessari per autoprodurre la pasta allacqua a base di ossido di zinco sono pochi.
Per 100 gr di prodotto sono necessari:

ossido di zinco 25
amido di mais 30
glicerina 30
acqua depurata 15

Procedimento:
Pesare le polveri e metterle in un contenitore di plastica o di vetro, versare la glicerina e iniziare a mescolare,
continuare sempre a mescolare versando lacqua poco a poco in modo che non si creino grumi.
Dopo aver chiuso il barattolo e averlo riposto sar possibile notare il riaffiorare dellacqua in superficie. Se il
liquido che riaffiora molto pu anche essere buttato via, altrimenti bene rimescolare prima
dellapplicazione, in modo che il prodotto rimanga sempre cremoso e facilmente applicabile.
Quali vantaggi offre la pasta allacqua rispetto alla pasta allossido di zinco tradizionale
La pasta allacqua ha propriet lenitive e cicatrizzanti. Proprio come la pasta allossido di zinco ottima per
il cambio pannolino, per la post depilazione e contro eritemi vari. In pi, poich non contiene oli, fantastica
come cicatrizzante per i brufoli e ottima per calmare lacne in fase adolescenziale.
Pasta allacqua come antibrufoli precauzioni duso
La pasta allacqua come antibrufoli va utilizzata con cautela e seguendo alcune precauzioni.

Non cospargere lintera parte di pelle interessata dai brufoli.

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E meglio unapplicazione puntuale, brufolo per brufolo, per evitare che anche la pelle attorno al brufolo si
secchi e che ci si ritrovi con i brufoli seccati, s, ma anche con il viso che tira, aggrinzito o peggio squamato!
La glicerina in quantit eccessiva, infatti, pur dando nellimmediato una sensazione di morbidezza, secca
notevolmente la pelle ed effettivamente in questa formula la quantit di glicerina presente supera il 20%.
Proprio come la pasta allossido di zinco, la pasta allacqua una di quelle preparazioni da tenere sempre
nellarmadietto dei rimedi curativi.
http://www.sonobio.com/2016/10/pasta-acqua-ossido-zinco.html

La pasta allacqua pi indicata rispetto a quella di Hoffmann nei casi in cui ci sia essudato.

8.10 DOPOSOLE AL VOLO (di Stefy)

1/2 cucc. Di lecitina


1 cucc di karit (*)
1 cucc olio oliva
7,5 cucc di acqua

Bene per arrossature da sole!!!


Ovviamente senza conservante, non durer molto per a distanza di 4 giorni, ancora stabile e profumato!
E, cosa pi importante, FUNZIONA molto bene sulle bruciature da troppo sole!!
Sperimentato, provato e approvato!!
(*): in erboristeria. Oppure, sostituire con altro burro, tipo il ghee, burro chiarificato che si trova nei reparti
alimentari
(http://laboratoriofrau.forumcommunity.net/?t=5789666)

Questa prodotto senza conservanti, si raccomanda di conservare in frigorifero e di utilizzare in brevissimo


tempo, soprattutto considerando la velocit con la quale si pu preparare.

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8.11 Deodorante Cremino (Khadi)

Ancora una ricetta facile facile da preparare in cucina, con gli ingredienti che tutte abbiamo in casa: un
deodorante cremino a base di bicarbonato e olio di cocco!
Sono ormai 6 anni che, con estrema soddisfazione, non utilizzo pi deodoranti in commercio.

Ci sono ricette che a chi spignatta prima o poi vengono naturali, infatti questa identica ricetta (cucchiaio
pi cucchiaio meno) la ritroviamo pari pari in molti siti inglesi e francesi. Tuttavia tra le spignattatrici dItalia
la paternehm, maternit di questa ricetta si fa risalire a Lola dellomonimo forum.
Si tratta di una ricetta facile, molto economica e soprattutto una ricetta che funziona! Lolio di cocco, lo
abbiamo accertato, ha ottime propriet antiodoranti, specie se addizionato con olio essenziale di tea tree
(antibatterico) e bicarbonato di sodio (anchesso antiodorante).

4 cucchiaini di amido di mais


2 cucchiaini di bicarbonato di sodio
5 cucchiaini di olio di cocco
la punta di un cucchiaino di tocoferolo
3 gtt. di olio essenziale di tea tree
15 gocce di monoi

Procedimento:
In un piccolo contenitore mischia bicarbonato e amido (tipo maizena, ma vanno bene anche amido di riso,
farina di riso o fecola di patata), aggiungi lolio di cocco e mischia fino ad avere una consistenza cremosa.
Trasferisci in un recipiente in plastica o vetro e metti in frigo per qualche ora, fino a quando il preparato non
indurisce. A questo punto puoi tenere il preparato fuori dal frigo e utilizzarlo come crema deodorante per le
ascelle.
N.B. La ricetta pu essere modificata bilanciando olio e polveri a seconda che ci si trovi in estate o in
inverno e lolio di cocco sia liquido o burroso, a fine di ottenere una consistenza cremina che rimanga
prelevabile, ma senza olio galleggiante in superficie.

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8.12 Gli unguenti di Claudia (http://lemedichessediclo.blogspot.it/)

Sciogliere cere ed oli termoresistenti a bagno maria molto caldo, mentre intiepidire e mantenere tali gli gli
oleoliti; poi, quando il composto di partenza non pi bollente ma ancora caldo incorporare gli oleoliti e
mescolare subito velocemente, con un movimento a raccogliere le parti di unguento che si addosseranno
alle pareti del contenitore e riportandole sempre al centro perch sono le prime a raffreddarsi ed indurirsi,
cosa che NON deve assolutamente accadere. Per ultimi vanno inseriti gli oli essenziali.
Il contenitore deve restare aperto fino a completo raffreddamento.

Unguento balsamico (per adulti) - Per il trattamento delle affezioni delle prime vie respiratorie,
raffreddori, costipazioni

cera d'api 14
olio di girasole 10
olio di riso 15
burro di karit 15
olio di soia 10
olio oliva 15

(TIEPIDO)
tocoferolo 1
oleolito di rosmarino 10
oleolito lavanda 20
oleolito di menta 5
oe eucalipto 10gtt
oe teatree 3gtt
oe menta 7gtt
(oe anche solo 1o2 eucalipto/menta)

Unguento balsamico (per bambini)

olio di riso 40
olio di girasole 12
cera api 15
burro karit 2
burro di albicocca 1

TIEPIDO:

61
olio lavanda e camomilla 30
oe eucalipto radiata 10gtt
oe niaouli 8 gtt

Unguento all'iperico - lenitivo, emolliente, cicatrizzante.


Si raccomanda di non esporre la pelle al sole dopo aver applicato questo unguento perch lIperico
fotosensibilizzante, (ottimo invece come doposole se mescolato con del gel di aloe nella proporzione di
una parte di unguento e tre parti di gel -NdC)

cera d'api 15
olio di cocco 10
burro di karit 5

oleolito iperico 40
oleolito calendula 10
oleolito di elicriso 5
oleolito lavanda-camomilla 14
oe di rosmarino 3gtt
oe di teatree 3gtt

Unguento alla camomilla - Ideale come cicatrizzante, herpes, geloni, eritemi

cera d' api Bio 14


burro di karit 4
olio di riso 10
olio girasole 10

TIEPIDO:
oleolito camomilla 30
oleolito elicriso 6
oleolito calendula 20
oleolito di rosmarino 10
Vit. E Tocoferolo 1?
oe rosmarino 15 gtt
oe tea tree 10gtt
oe limone 10gtt
con capolini di camomilla secchi. (facoltativo)

-Di estratti abbiamo gi parlato, ripropongo ancora questo di Claudia perch non si trova facilmente la
procedura per farlo ed un toccasana contro innumerevoli magagne:

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TM di propoli al 30% :

"La propoli viene prodotta dalle api tra agosto e settembre in vista dell'inverno per proteggere e difendere
gli alveari".
Estratto idroalcolico di propoli a 70 (59 alcol - 26 di acqua) (alcool Alimentare a 96) si tiene un macerare
da 30 a 40 giorni in barattolo di vetro chiuso e agitando pi volte al giorno, quindi filtrare bene,. La propoli
una resina e si presenta in pani scuri che vanno congelati prima di essere triturati. Si spaccano e si
polverizzano in un macinino.

Quando una resina si macina bisogna tenere conto di alcuni inconvenienti; avviare il macinino pi volte con
soste di qualche secondo per evitare il surriscaldamento, raschiare durante la macinazione.

8.13 Crema mani/Corpo alla lecitina (Gattamartina)

Fase A
acqua a basso residuo fisso a 100
ceratonia siliqua gum = 0.8
Glicerina 5
lecitina di soia 4

Fase B
olio di cocco 4

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olio di argan 2
Olio di riso 4
Olio di oliva 3
Tocoferolo 1
burro di karit (inserirlo fuori fuoco perch scaldandosi troppo tende a riaggregarsi in pallini) 3
Burro di cacao 1.5
cera d'api bianca 2

fase C
Oleolito di calendula in riso 2
Oleolito di camomilla in riso 2
Olio di germe di grano 1
Gel di Aloe 5
Miele biologico dacacia 3
aroma alimentare vaniglia 1/2 fiala
OE arancia dolce 4gtt
colorante alimentare rosso 3gtt
Alcol alimentare 7

Sokkar- ceretta araba (Gattamartina)

la ceretta Sokkar economica, efficace, non irrita la pelle e non crea problemi di incarnimento dei peli.
Si pu usare anche sulle parti pi delicate del corpo, logicamente dopo averci preso un po' la mano..

Mettete in una antiaderente gli ingredienti, fateli sciogliere e poi sobbollire a lento, ad un certo punto
comincer a formarsi una schiuma in superficie: il momento di tenerla d'occhio perch non deve
assolutamente scurirsi, mentre schiuma prelevatene un po'con il cucchiaino e versatelo su un piatto bianco,
appena il colore diventa ambrato spegnete il fuoco che la cera pronta.
Sostanzialmente questa la difficolt maggiore nella preparazione di questo prodotto, bisogna far bene
l'occhio al colore: se troppo chiaro non incoller per nulla, se troppo scuro sar duro ed inutilizzabile.

Fatto questo, c' chi la stende su un ripiano, la fa raffreddare e poi la raccoglie, lavora e mette via gi
pronta,io preferisco versarla in un barattolo di vetro e lasciar raffreddare, quando mi serve la scaldo al
microonde o a bagnomaria.
Deve diventare molle non liquida, della consistenza del pongo.
A questo punto se ne preleva una piccola quantit (cominciate con una pallina grande come una nocciola
per impratichirvi) con le mani appena appena umide e si comincia a tirare appallottolare e tirare ancora fino
a che non inizia ad opacizzarsi e ad assumere un color oro chiaro.

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Adesso pronta da stendere: CONTROPELO e si strappa NEL SENSO del pelo, soprattutto su inguine ed
ascelle.
E' possibile usarla anche in senso inverso, come la classica ceretta nel senso del pelo o addirittura farla
rotolare sulla pelle per strappare i peluzzi pi sottili, si riutilizza per pi di uno strappo: quando diventa
completamente opaca e biancastra gettatela che diventa terribilmente appiccicosa e si incolla dappertutto.
Scaldandola un po' di pi si pu stendere con il dorso di una spatola od un coltello ed applicarci sopra una
striscia di quelle che si usano per le cerette a freddo, funziona benissimo anche cos.
I residui si lavano facilmente con acqua.

Fatta e provata per voi la sokkar che ho trovato qui:


http://latterhumemiele.com/depilazione-fai-da-te-3-sokkar/
Ho ridotto le dosi e pesato il succo di limone, il procedimento pi o meno lo stesso che nel link, solamente
non assolutamente necessario attendere ventiquattro ore se ne fate di meno, oppure, se vi volete lanciare
in una produzione da mezzo chilo e vi serve subito la potete versare su una tavolo di marmo e poi raccogliere
facilmente prima che raffreddi completamente.
FACILISSIMA e stavolta non potete sbagliare nemmeno se vi mettete d'impegno.
Inoltre funziona ottimamente e rimane molto plastica.

Ingredienti
125 zucchero
27 succo di limone
Due cucchiaini di miele.

Stemperare a fuoco bassissimo zucchero e limone, un volta ben sciolto aggiungere il miele, continuare a
mescolare bene a fiamma bassissima per pochi minuti Senza mai superare la temperatura di venticinque
gradi n scendere sotto i venti (usare un misuratore di temperature), poi, sempre a questa temperatura
continuare a cuocere per dieci minuti.
Se non avete il termometro potete usare il forno : centoventicinque (appena un po' meno) per lo statico,
centoventi per il ventilato.

Questo il colore che verr ( ancora BOLLENTE):

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Una volta freddata prelevate una pallina (con le mani umide di solito ma io con questa non l'ho fatto) e
cominciate a tirarla in varie direzioni, riappallotolate e tirate di nuovo, finch non comincia ad avere riflessi
iridescenti e la consistenza di una gomma americana.

la ceretta araba si stende contropelo e si strappa verso pelo, per questo motivo e per leffetto emolliente
degli ingredienti non si verificano irritazioni ed i peli non si incarniscono.
Bisogna prendere un po la mano ad usarla ma poi diventa insostituibile.
http://laboratoriofrau.forumcommunity.net/?t=58764228#entry415621234

8.15 Deodorante semplicissimo con soluzione satura di bicarbonato (Khadi)

Ingredienti:

acqua minerale (residuo fisso < 0,50) o distillata 90 ml

bicarbonato di sodio 2 cucchiaini circa

oe a piacere dalle 16 alle 20 gtt.

Si consigliano in particolare O.E. antibatterici come lavanda, tea tree etc.

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Procedimento:

Mettere lacqua in un bicchiere trasparente e tentare di scioglierci i due cucchiaini di bicarbonato.


S, tentare di sciogliere perch il bicarbonato non si scioglier completamente nellacqua. La finalit
invece quella di realizzare una soluzione satura e cio un intruglio in cui nellacqua presente la massima
quantit di bicarbonato che possibile disciogliere in essa. Per far questo dobbiamo tenere il bicarbonato
nellacqua per qualche ora e girare di tanto in tanto. Una parte di bicarbonato rester comunque sul fondo.
La soluzione satura va versata in un contenitore a spruzzo, possibilmente riciclato : ). Aggiungere gli olii
essenziali a piacere facendo attenzione ad abbinarli bene tra loro.

Gli olii essenziali non si sciolgono nellacqua, ricordi?

Quindi occorrer agitare il flaconcino prima di ogni spruzzata.


http://www.sonobio.com/2011/07/deodorante-al-bicarbonato-la-ricetta.html

8.16 Deo Roll-on allacido citrico (Khadi)

Ingredienti:
acqua a 100
amido di mais 2
acido citrico 6
o.e. o fragranza a piacere (qui ho messo 3 gtt. di talco e 4 gtt di tea tree)
Procedimento.
Metti lacqua in un pentolino e aggiungi lamido di mais nellacqua a freddo, mescolando molto bene.
Quando lamido completamente sciolto, porta sul fuoco mescolando continuamente, fino a quando il
preparato non gelifica. Quando ti sembra che la consistenza sia ormai quella giusta, spegni.
Aspetta un po e aggiungi lacido citrico.
Quando la soluzione completamente raffreddata puoi inserire gli oli essenziali e/o le fragranze prescelte.
Come gelificante possibile sostituire xantana, sodio alginato o altro amido, nelle dosi specifiche per ogni
addensante.
http://www.sonobio.com/2014/10/deodorante-roll-on-fai-da-te-allacido.html

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8.17 Crema viso per i non addetti ai lavori o per chi non ha tempo (Gattamartina)

Crema per pelli mature e secche:


Ricetta: (tutte le cose con asterisco si possono omettere, logicamente danno un valore aggiunto), gli oli
possono essere scelti anche in base ai gusti personali, bene per cercare di fare una buona proporzione
fra oleici e linoleici privilegiando questi ultimi quando la pelle bizzosa e soggetta a dermatiti & Co.
Qui c' una quota di grassi per pelli mediamente secche, si pu aumentare fino a quindici/diciassette per la
notte, ma la cosa va giocata secondo il gusto personale.
Ricordate per che molto pi importante l'idratazione che non l'eccessiva emollienza.
La consistenza fluida/corposa, senza emulsionanti cerosi non si pu ottenere di pi, una soluzione pu
essere quella di aumentare la percentuale di burri e volendo aggiungere anche uno 0,5 /1 di cera dapi ma li
vedo pi adatti in una crema corpo.
E possibile sostituire il gel di aloe (riducendolo al 5/10%) in parte con una fase acquosa gelificata con farina
di carrube per esempio, per avere maggiore consistenza ma in tal caso dovrete usare lalcol come
conservante (o un conservante specifico).
La LECITINA, fa da emulsionante ma tenete presente che un attivo estremamente funzionale. Si pu
aggiungere in formula anche del Ghee (burro chiarificato: super, negozi di alimentazione naturale- Non
adatto ai vegani) nella percentuale dell'uno, due percento.

Emulsione a freddo
A)
Gel di aloe (acquistato) a 100
Glicerina vegetale 5
Stevia (o mannitolo in farmacia) da 3 a 4* (igroscopica,idratante, funzionale)
Lecitina granulare in polvere 3
Gel di sodio ialuronato (nome commerciale acido ialuronico) 6*
B)
Olio di jojoba 2
Burro di karite' 2
Olio di girasole (o Pistacchio) 2
Olio di riso 2
Olio di enotera 2
Olio di Borragine 2
Tocoferolo 1
Olio di germe di grano 1
Olio essenziale (non pi di sette/otto gocce per 100 grammi e non pi di tre tipi diversi assieme) di
geranio, o rosa, o neroli, o legno di rosa, o lavanda, o incenso (poco!!). *

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Il conservante del gel di aloe sufficiente a conservare tutta la preparazione per almeno tre settimane
sicuramente, preparatele cinquanta grammi alla volta oppure consumatene in quantit. In mancanza di oli
essenziali (che hanno anche la funzione di attivi oltre che dare profumazione) possibile usare qualche
goccia di aroma alimentare. Tutti quello che si Aggiunge o toglie dalla formula va conteggiato sul quantitativo
del gel di aloe.

PROCEDIMENTO:
DISINFETTARE tutta l'attrezzatura lavata e perfettamente asciutta con alcol alimentare.
Scaldare a b. Maria l'olio di riso, di jojoba, girasole e tocoferolo con la lecitina che avrete polverizzato in un
macinaspezie, frullare con minipimer fino a completo scioglimento della lecitina, quando l'olio ancora
caldino aggiungere il karite e a raffreddamento inserire gli altri oli. Miscelare tutto con il minipimer. Ora A
freddo versate un po' alla volta sempre frullando il gel di aloe nel quale avrete fatto sciogliere bene la stevia,
poi la glicerina infine il gel di ialuronato. Fatto. pi lungo a raccontarlo che a farlo.
http://laboratoriofrau.forumcommunity.net/?t=58195856

8.18 POLVERE ASPERSORIA NON DISSECCANTE (Gattamartina)


250 grammi di amido di frumento/frumina (assorbe solo acqua)
Sette cucchiai colmi di talco (assorbenza prevalentemente lipidica)
Un cucchiaio di caolino
Tre cucchiai colmi di bicarbonato passato al macinaspezie pi e pi volte
Cinque grammi di burro di Karit
Un cucchiaio di olio di riso (o quel che volente purch resistente all'irrancidimento)
Un cucchiaio di glicerina
Due fialette di aroma alimentare all'arancia in olio (sostituibile con pari quantit di olio)
Due fialette di aroma alimentare fiori d'arancio in glicole (sostituibile con mezza quantit di glicerina)
Due fialette di aroma alimentare di vaniglia in glicole (idem)
Un terzo di fialetta di aroma alimentare mandorla in olio
Sessanta gocce di fragranza
Cinque chiodo di garofano
Ammorbidisce e lenisce la pelle, la asciuga, ma non la secca.

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La polvere cos fatta non respirabile perch pesante e tende ad impaccarsi, quindi si pu mettere
tranquillamente in un contenitore della bocca larga e prelevare con ovatta o piumino, adatta anche per i pi
piccoli, omettendo le fragranze ed usando solo aromi alimentari.
Si pu impreziosire usando oli essenziali o solo fragranze, o, al contrario, usare solo aromi alimentari in olio,
sostituendo le quantit di aromi in glicole con mezza quantit scarsa di glicerina per i pi piccoli.
Questa polvere non proprio possibile inalarla.
A parte, frullare e rifrullare il bicarbonato in un macinaspezie elettrico fino ad ottenere una polvere
impalpabile, poi incorporarlo in tutti gli altri ingredienti e travasare nel contenitore frullatore del minipimer,
passare e ripassare tutto varie volte fino a che la consistenza risulter sottilissima e vellutata.
Mettere tutto in una ciotola capiente e lasciare un giorno a prendere aria, quindi sigillare nei contenitori per
evitare che perda di fragranza.
Il risultato una polvere pesante che si impacca facilmente, come ho detto non possibile che svolazzi quindi
non c' pericolo di inalazione per per lo stesso motivo non possibile metterla in quei contenitori appositi
con i buchini, ce ne vuole uno ad imboccatura larga ed un'ovatta o un piumino.

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8.19 BURROCACAO AL GHEE (Gattamartina)

Questo burro di cacao non adatto ai vegani, si sostituisca il Ghee (Burro chiarificato) con un altro burro
vegetale.
Per saperne di pi sul burro chiarificato e le sue propriet, vedi
http://laboratoriofrau.forumcommunity.net/?t=58201335

Olio ricino 1
Cera api 1,8
Tocoferolo 0,15
Macerato profumato di cacao e vaniglia in ghee 4 (*)
Procedimento:
sciogliere a bagnomaria e versare nel contenitore
(*): fare un bagnomaria leggero per 3 ore 1 cucchiaio colmo di cacao, 4 cucchiai di ghee, una bacca di vaniglia,
un pizzico di cannella e qualche scorza secca di agrume.
Lasciare raffreddare e lasciare che tutto si depositi sul fondo mentre raffredda e solidifica, poi riponete in
frigorifero ed al buio, in questo modo il sedimento continuer a cedere profumo nel tempo e voi potrete
comunque pescare il burro da sopra.
http://laboratoriofrau.forumcommunity.net/?t=58231253

71
8.20 Burro montato al magnesio da massaggio (Sarilla)
Il burro montato si ottiene ammorbidendo i burri (non fondendoli ) a bagnomaria , montandoli a spuma con
le fruste elettriche, inserendo a quel punto una piccila fase acquosa gelificata (qui Sarilla ha fatto una magia),
volendo anche dellamido ed inserendolo in frezzer per il tempo che si freddi bene (non ghiacciato per), a
questo punto si leva dal freezer e si rimonta, questa procedura pu essre ripetuta ancora due o tre volte per
far gonfiare bene il burro, riporre in frigo fino a raffreddamento poi passarlo a temperatura ambiente.
Risulter pi soffice e meno unto di un burro normale.
E un prodotto multiuso che pu essere usato per corpo e capelli.

olio di riso 20
baby olio provenzali 10 (o un altro olio a piacere)
Burro di karit 10
Burro di mango 15 (o karit o altro burro)
Burro di cacao 20
soluzione al 30% di Cloruro di magnesio 25*
salvacosm 0,6

In questa formula c il conservante, essedo per la fase idrofila una soluzione di sale si avr comunque una
buona conservazione del prodotto anche senza.
* si acquista in farmacia.
Sulle propriet del cloruro di magnesio : http://www.egonatural.com/wellness/item/115-magnesio-transdermico-lo-beve-la-mia-
pelle.html

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8.21 Olio da emulsionare sotto la doccia (Gattamartina e Sere Na)

Sere Na cercava un prodotto facile da fare e con poco materiale a disposizione, una cosa veloce per la figlia
pigrona che non ama mettersi la crema sul corpo.
parlandone un po ho pensato a questo olio "gelificato" con lecitina che si pu mettere dopo la doccia sulla
pelle bagnata e che, a contatto con l'acqua, si emulsiona.
In questo modo, dopo essersi lavati, si pu, ancora prima di uscire dalbox doccia nutrire velocemente la
pelle senza perdere tempo a massaggiare.
per essere una cosa cos basic mi ha davvero stupito, lascia la pelle morbidissima e nutrita a lungo senza
essere unta o appiccicosa.

Riporto i commenti di Sere Na che l'ha fatto seriamente (io avevo fatto solo un campione al volo):
ho rifatto l'olio sotto la doccia con la leciciucca** di Gattamartina ed riuscito benissimo...devo dire che
lascia la pelle morbidissima,idratata e lissssia lissssia (e per una con pelle secca un ottimo traguardo),
perfino l'estetista di mia figlia se ne accorta ...all'inizio sembra che la lecitina rimanga separata ma
lasciata decantare (come il buon vino ) qualche ora viene amalgamata (non so spiegarmi molto bene)
benissimo.
Grazie ancora per il vostro prezioso aiuto.

**Leciciucca: 2/3 di leci e poi 1/6 di olio + 1/6 di alcool.

30 di leciciucca**
0.75 xanthana
5 karite
2.7 ghee (mai usato ho voluto provarlo)
61.55 oli vari (io ho usato quelli pi indicati per mia figlia)
fragranza a piacere.

(Gattamartina: ovviamente possibile anche farla con soli oli, oli e burri, in cascata, con oleoliti, come si
preferisce, insomma)

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8.22 Medium per trasformare gli ombretti in eye liner (Gattamartina)

Ti avevo promesso un medium veloce per farti gli eye liner, ecco qua.
Puoi usarlo intingerci il pennello e passandolo su di un ombretto, metterci direttamente l'ombretto dentro
(la dose la moduli tu), oppure semplicemente passarlo sulle palpebre e poi stenderci l'ombretto, sar pi
adesivo, pi intenso il colore e liftante, non migra.
Il carbopol si pu omettere, verr liquido/sostenuto, io l'ho messo perch mi fa comodo per disperderci
direttamente dentro le miche.
Abbassando la glicerina ed i due gelificanti naturali (nei negozi di alimentari), avrai un prodotto via via pi
leggero e meno adesivo.
In questa versione (la pi carica, anche troppo) bisogna attendere che asciughi bene, si potrebbe risolvere
mettendo dell'alcol ma non tutti lo tollerano sugli occhi (io lo metter)

Glicerina 25
Ceratonia siliqua gum 0.6
Gomma di acacia (arabica) 0.2
Agar Agar 0.1 (facoltativa)
Scaldare e far raffreddare, poi :
Acqua di rose (o comunque acqua e conservante) a 100

Come alternativa non avendo conservanti adatti levare la gomma di ceratonia e sostituire lacqua con gel di
aloe
Conviene prepararne non pi di venti grammi perch non finisce mai.

74
8.23 CremaBimbi (e non solo) al Ghee (Gattamartina)

per bimbi di et SUPERIORE ai tre anni.


Il ghee (burro chiarificato -http://laboratoriofrau.forumcommunity.net/?t=58201335) abbastanza corposo
da garantire una buona consistenza comunque.
Sotto il profilo sensoriale questo ingrediente estremamente emolliente, assorbe subito e non lascia
sensazione di unto.
Versione semplificata.
A)
Acqua a 100
glicerina 4
farina di semi di carrube 0.8
Lecitina in polvere 4.5
B)
jojoba 2
Olio di cocco 3
macerato di camomilla e vaniglia in Ghee 15
Burro di cacao 2.5
tocoferolo 1
Burro di karit 2
Caolino 0,5
C)
oleolito di calendula in riso 3
olio di germe di grano 1
gel di aloe 5
Tintura classica di calendula (a 50 gradi) 8
Tintura calssica di camomilla (a 50 gradi) 7
olio essenziale di mandarino giallo 2ggt
pH 5.5
nessun conservante, le tinture sono sufficienti.

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Il macerato:

http://laboratoriofrau.forumcommunity.net/?t=58201282

Ciao e Buon lavoro!!


Gattamartina.

Ebook scaricabili di Claudia:


http://lemedichessediclo.blogspot.it/p/leggi-leggi-n.html

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