You are on page 1of 8

<3cxo , axOo : ACEDIA, ANXIETAS

IN NEMESIO BURGUNDIO E NELL'INTERPRETAZIONE SCOLASTICA

Nella questione 1-11,35 della Summa, S. Tommaso, venendo a considerare le quat


tro specie della tristitia, cita debitamente Giovanni Damasceno e Gregorio Nis
seno , cio Nemesio 1. Anche un veloce raffronto tra il brevissimo cap. XIV del se
condo libro del De fide orthodoxa e il pi esteso cap. XIX del De natura hominis ci
mostra subito che Giovanni Damasceno ripete Nemesio verbatim et literatim.
Gli scolastici conoscevano Topera di Nemesio tramite due traduzioni latine: una
di Alfano Salernitano e Taltra di Giovanni Burgundio di Pisa, il quale aveva anche
tradotto il De fide orthodoxa di Damasceno 2. Un raffronto schematico del capitolo
sulla tristitia ci si presenta cosi:

Nemesio Alfano Burgundio Burgundio


(e Damasceno) (tr. Nemesio) (tr. G. Nisseno ) (tr. Damasceno)

Cap. su: X 70] afflictio tristitia tristitia

4 Specie

1) axo : achos: achos, achthos accidia :


id est acedia:

GTI Ss a^o , est autem achos acedia vero est accidia igitur
X 7ry) a9<ov av afflictio efliciens tristitia vocem est tristitia
(jL7i0L0UGra hominem sine amputans. gravans.
voce.

1 La questione sulla tristitia e nella fattispecie si tratta dell'art. 8. Per il De fide orthodo
Damasceno, cfr. PG 49, 932; per il De natura hominis, di Nemesio, cfr. PG 40, 688.
2 Cfr. Enciclopedia cattolica, alla voce Nemesio . Gli scolastici conoscevano il De f
anche da una traduzione di R. Grossatesta, arcivescovo di Lincoln (1235-1253). B
consideri questa traduzione del Grossatesta come il probabile testo da eui derivano le cit
maso (vedi Ted. Blackfriers della Summa theologiae, vol. XXXV, a eura di TH. R. HEAT
Hill & Eyre-Spottiswoode, New York - London 1968, p. 191), essa non che un rimane
versione di Burgundio (cfr. Enciclopedia cattolica, alla voce Giovanni Damasceno ,
Dalia Summa theol., Ia IIae, 35,8, confrontata proprio con il cap. XIV del De natura h
del resto chiaro che S. Tommaso segua il testo nemesiano tradotto da Burgundio. Infat
Tespressione vocem amputare piuttosto che vocem auferens che riscontrabile n
Damasceno da parte di Burgundio, come pure nel rimaneggiamento del Grossatesta (cfr.
f. 91 v, nel Museo Britannico; cit. in S. WENZEL, The sin of sloth: Acedia, in Medieval though
University of North Carolina Press, Chapel Hill (N. C.) 1967, p. 220, nota 31).

This content downloaded from 104.236.131.78 on Thu, 16 Nov 2017 18:00:25 UTC
All use subject to http://about.jstor.org/terms
ACEDIA, ANXIETAS 507

2) X8o : achthos : anxietas : achos :

ax o Ss, achthos autem anxietas vero est achos vero est


X 7T7) est afflictio tristitia tristitia
apuvouaa aggravans. aggravans. vocem auferens.

3) invidia : invidia : invidia :

96 VO Ss, X 70) invidia est


S7C? XXOTpiOL tristitia in
ya o . alienis bonis.

4) s'Xso : misericordia :misericordia : misericordia :

sXso Ss, X 7ry) misericordia est


S7c' XXoTptoi tristitia in
xaxoi . alienis malis.

Ora, dopo aver introdotto i termini che appartengono aile quattro specie della
tristitia, Nemesio, come si pu vedere dallo schema, li ripete qualificandoli individual
mente. Egli aggiunge cio una qualifica che ha tutto l'aspetto di una caratteristica
speciale di ognuno di essi. A noi interessano qui direttamente solo le prime due specie
della tristitia. Bisogna prima di tutto notare che mentre Alfano nella sua versione di
Nemesio ritiene i relativi termini greci, Burgundio traducendo l'op ra di Damasceno
usa la parola accidia per uno dei due termini e per di pi sembra invertirli venendo
quindi ad identificare achthos con accidia, tanto pi che ne conserva la corretta specifi
cazione, cio tristitia gravans. E stato rilevato come questa formula, accidia est tri
stitia aggravans , fosse la base delle disquisizioni scolastiche sui vizio della accidia 3.
Quando Burgundio poi si trovo di fronte al testo di Nemesio decise non solo di ritenere
l'identificazione di acedia con achthos, ma addirittura di abbinare questi con achos,
trovandosi quindi costretto a lasciare la corretta specificazione del secondo termine
nemesiano, achthos che poi tradusse con anxietas, a favore della propria specificazione
di achos, tristitia voeem amputans . Cosi S. Tommaso accetter acedia come primo
termine della tristitia ritenendo l'originale achthos come secondo, ammettendo tuttavia
la possibilit di identificare quest'ultimo con anxietas ( anxietas secundum Gregorium
Nyssenum ), o angustia, poich in esso non appare aliquod refugium . L'Aquinate,
tuttavia, non accetta i quattro termini nemesiani come specie di un genere, ma come
qualcosa di estraneo che viene applicato alla ratio della tristitia, come, ad esempio,
il carbone e la namma si dicono specie del fuoco:

Et talis additio non facit veras species generis, secundum quod communiter
loquimur de genere et specibus. Interdum tarnen dicitur aliquid esse species ali
cuius generis propter hoc quod habet aliquid extraneum ad quod applicatur ge
neris ratio: sicut carbo et namma dicitur esse species ignis, propter applicationem
naturae ignis ad materiam alienam. [.. .] Et hoc modo loquendi assignatur hie
species tristitiae, per applicationem rationis tristitiae ad aliquid extraneum4.

3 S. WENZEL, The sin of sloth..., cit., p. 53.


4 Summa theol, Ia IIae, 35,8.

This content downloaded from 104.236.131.78 on Thu, 16 Nov 2017 18:00:25 UTC
All use subject to http://about.jstor.org/terms
508 G. CAS AGRANDE

Ma alio stesso tempo l'estraneo si pu considerare dal punto di vista della causa
e dal punto di vista dell'effetto e quindi schematicamente si avr :

1) Ex parte causae:

-proprium objectum = proprium malum

tristitiae
-malum alienum = Misericordia

-extraneum objectumquia aestimatur proprium malum


'-bonum alienum = Invidia

-Tristari da alieno malo et de bono alieno

et simul hoc
Contigit aliquem
I-Interius aggravari et Exterius vocem amittere

2) Ex parte effectus:

-proprius effectus = fuga appetitus

tristitiae

= Anxietas
aggravatio animi
(tollitur fuga)

-extraneus effectus
immobilitat exteriora
Acedia
membra ab opere
(extraneus a fuga
et appetito)

This content downloaded from 104.236.131.78 on Thu, 16 Nov 2017 18:00:25 UTC
All use subject to http://about.jstor.org/terms
ACEDIA, ANXIETAS 509

La suddivisione di Nemesio viene quindi puntualmente chiarificata da S. Tommaso


il quale, come abbiamo detto, analizza il tutto non secundum oppositiones specie
rum (il che sarebbe comunque impossibile), ma secundum diversitatem extraneo
rum ad quae trahitur ratio tristitiae 5. Questa sottile puntualizzazione di S. Tom
maso chiaramente volta a proporre un'accezione del termine burgundiano accidia
totalmente diversa da quella che si era venuta a delineare tramite l'analisi scolastica
che appunto andava elaborando il concetto di accidia inteso come allontanamento e
rinuncia del bene spirituale, quel preciso torpore morale che S. Tommaso definir altro
ve come tristitia de bono spirituali divino 6. Qui, invece, il termine burgundiano
non ha il valore privilegiato del termine t cnico di eui sopra. Qui l'analisi tomistica
si punta sugli effetti somatici della tristitia e precisamente sugli effetti che si manife
stano esteriormente. La riflessione dell'Aquinate si dirige quindi verso l'immobiliz
zazione delle membra esteriori e si sofierma sulla condizione di afonia prodotta dal
l'accidia: ideo autem specialiter acedia dicitur vocem amputare, quia vox inter omnes
exteriores motus magis exprimit interiores conceptum et affectum 7. Intesa cosi la
voce accidia viene a identificarsi in una acinesi di tutti i mo ti esteriori, causata da una
aggravatio tale che rimane interna e che procura appunto, tra l'altro, la perdita della
parola integra. Cercheremo di identificare altrove la causa di questa aggravatio, o con
altro termine connesso, perturbatio 8. Intanto va qui ricordato che anche Alberto Magno
parlando precisamente delle specie della tristitia, interpretava l'a^ o di Nemesio e
di Giovanni Damasceno come anxietas. E spiegando nel De bono questo termine ne da
una definizione che va forse considerata nel suo aspetto, per cosi dire, t cnico, ma che
rivela appunto l'effetto della anxietas in quanto essa viene proprio a chiudere le vie
d'uscita dei sentimenti del cuore e della ragione, quindi angustia ed ansia nella
precisa accezione di strettezza , nel senso cio di una grande difficolt di manife
stare esteriormente i sentimenti interni:

anxietas [i. e. a^ o^] autem vocatur tristitia


aggravans et praecludens cordi et rationi vias
evasionis, et ideo dicitur angustum et anxium 9.

A questo punto non sar fuori proposito ricordare che ansiet nell'accezione di
chiudere la via d'uscita al respiro e quindi renderlo difficile e aflannoso si ritro
ver anche nel Passavanti: Patisce angoscia e ansiet , come s'egli affogasse . Ma

5 Ibid.
6 Ibid., 2-2, 35, 2; De malo, q. ll, a. 1.
7 Summa theol., Ia Iae, 35, 8. Agli albori del Seicento Alardo Gazeo, commentando il De coenobiorum
institutis di Cassiano e riferendosi appunto alFart. 8 della questione 35 della Summa, rilevava il diverso
significato di acedia: Quod autem ad rem attinit notandum primo acediam [...] dupliciter sumi, primo
ut sit passio quaedam in appetitu sensitivo, adeo animum opprimens ut afferat torporem etiam membris
et negligentiam seu fastidium operis: sive ea tristitia sit de malo vero, sive apparente. Et hoc modo Dama
scenus primam tristitiae speciem ponit acediam, eamque dicit tristitiam quae taciturnitatem defectio
nemque vocis inducit [...]. Quibus verbis significare videtur ex acedia sequi taciturnitatem, defectionem
que vocis, quod adeo absorbeatur animus, et occupetur l nguida defectione, ut vocem depromere nequeat;
sed sui ipsius confusione et obnubilatione quadam impediatur, detineaturque constrictus, ne sermonem
edat. [Segue citazione di S. Tommaso di eui sopra]. Itaque sub voce, ex consequenti, intelligitur omnes
motus exteriores ad quos itidem acedia hominem pigrum tardumque reddit. Alia vero intelligitur acedia,
ut est tristitia, fastidium, seu aversio voluntatis, sive appetitus rationalis, et quae fere conjuncta est cum
tristitia appetitus sensitivi. Et hoc modo accipitur cum de peccatis capitalibus agitur (PL 49, 361).
8 Summa Ia IIae, 48, 4.
9 ALBERTO MAGNO, Summa de bono, 375 (Opera omnia, vol. XXVIII, a eura di K. K HLE - C. FE
CKES - B. GEYER - W. K BEL), Westfalia 1951, pp. 205, 27-29.

This content downloaded from 104.236.131.78 on Thu, 16 Nov 2017 18:00:25 UTC
All use subject to http://about.jstor.org/terms
rt

* rt
1 O rt p M
e OD
rt
o
11
S .a
rt
b +j fl
& <&

co

fl a> O fl "
fl -H rt fl o .2
ns a?
.9 afl so
- ^ -< 0? fl
o

o fl J rt rt
M -l-l
o .fl fl fl
>C
.M^ DDSn fl *- S
^o fl
.flfe
O rt

O
fl fl
.73 rt rt rt
fl .l-H 4-> >
rt
a SS .s g. &
co 32 .S rta OD
rt

o
.22 rfl
o .fl fl
rt

I aa p>
fl
O ' fl
fH i-i
fl Cfl CO

O 0)
8
o rt
a +3 .S .fl .2 g
ii
fl
.rt rt
o
?s 5 Ifl CD
<fl a
fi rt rt pfl rt rt

This content downloaded from 104.236.131.78 on Thu, 16 Nov 2017 18:00:25 UTC
All use subject to http://about.jstor.org/terms
ACEDIA, ANXIETAS 511

sara appunto il Boccaccio che rilever tutto l'effetto delVanxietas sulla parola proprio
nel momento in eui questa vuol farsi suono e quindi comunicazione verbale: E po
stasi a sedere, battendole forte il petto, [...] pi volte cominci a parlare; ma la an
siet del polmone precedente ogni volta nel mezzo le rompea la parola 10. Si tratta
di quell' oppilare i meati della chiarezza del suono da parte delle meditazioni
malinconiche dell'accidioso di eui Boccaccio ci parlera anche nella sua esposizione
al settimo canto dell'Infernou.
Ritornando ora ad Alberto Magno ed alla sua Summa theologica, che risulta essere
di un trentennio posteriore al De bono 12, possiamo notare come egli rilevi che Giovanni
Damasceno afferma che [acedia] est tristitia aggravans; quia ex difticultate boni
aggravatur et infirmatur ad bonum. In omnibus autem infirmitas aggravans acuit
vocem, sicut patet in omnibus aegris; et ex tali aggravationi derivatur Latine nomen
acediae: quia oc/OQ in Graeco idem est quod vocem aggravans 13.
Wenzel accusa Burgundio d'inconsistenza nella sistemazione di a^o e a^6o
nelle sue versioni di Damasceno e Nemesio a eui abbiamo prima accennato, e allo
stesso tempo rivela il tentativo di Alberto Magno di collegare acedia ad ciyoc,14. Ma
il fatto che Alberto Magno operi questa connessione non , come abbiamo visto, nuovo,
ne tanto importante quanto l'aver egli indicato che acedia tristitia gravans, il che
appartiene a a^ o e non a a^o nella versione di Alfano e nella prima versione di
Burgundio. In altre parole l'importanza di questa asserzione di Alberto Magno quella
di confermare la seconda versione di Burgundio in eui achos e achthos si identificano en
trambi in acedia. I risultati possono essere presentati sotto forma di schema (cfr. p. 510).
Questa presentazione chiarir il nostro pensiero e permetter forse di cogliere me
glio il complicato problema.
Come si pu notare dallo schema, la presunta inconsistenza non implica soltanto
le prime due specie della tristitia, ma anche le loro apposite definizioni. Per quanto
riguarda il termine anxietas, bisogner subito dire che nemmeno esso rimane, come
sembrerebbe a prima vista, alienato dallo schema. Infatti, baster ricordare la citazione
di Alberto Magno di eui sopra ( anxietas autem vocatur tristitia aggravans et prae
cludens cordi et rationi vias evasioni ), per metterlo in relazione non solo con acedia
e la propria apposizione, ma anche con l'espressione vocem aggravans . Non
quindi tanto la similarit di suono e di compitazione tra oc^o e OLy&o , come afferma
il Wenzel, che responsabile della traduzione di entrambi in acedia 15, quanto ap

10 Cfr. GDLI, lemma ansiet , da eui citiamo.


11 Esposizioni sopra la Comedia di Dante, a eura di G. PADOAN, Mondadori, Milano 1965, p. 445.
12 I termini del De bono si pongono nel quinquennio 1243-1248, mentre quelli della Summa rientrano
nel decennio 1270-1280.
13 Summa theol., XVIII, 118, 1, 1, ad 4 (Opera omnia, ed. BORGNET, Parigi 1895, vol. XXXIII,
p. 370).
14 S. WENZEL, The sin of sloth..., cit., p. 54.
15 One suspects that both ana were translated as acedia partly because of the simila
rity in sound and spelling (S. WENZEL, The sin of sloth..., cit., p. 54). Come si sa il Medioevo faceva
derivare accidia da acidus e quindi la forma panromanza ac(c)id- (da una forma basso latina accidia,
reperibile accanto alla forma normale, e spesso ambedue riscontrabili nello stesso autore, come infatti
anche il caso in Burgundio). Gi CESARIO DI HEISTERBACH, tra altri, nel suo Libri miraculorum (I, 4, 27)
aveva scritto: dicitur autem accidia quasi acidia eo quod opera spiritualia nobis acida reddat . Ma
resta famoso Faccostamento che ne fa S. Tommaso, anche perch qui accidia rimane connessa con l'idea
di depressione: Dicendum quod acedia [...] est quaedam tristitia aggravans, quae scilicet deprimit ani
mum hominis ut nihil ei agere libeat; sicuti ea quae sunt acida etiam fr gida sunt (Summa theol., IIA
IIAE, 35, 1).
Ci sia permesso di aggiungere qui che Alardo Gazeo, proprio nel suo commento al X libro delle Costi
tuzioni di Cassiano, confuter filol gicamente non solo la forma geminata accidia, ma anche la sua pre

This content downloaded from 104.236.131.78 on Thu, 16 Nov 2017 18:00:25 UTC
All use subject to http://about.jstor.org/terms
512 G. CASAGRANDE

punto quel chiarificarsi all'analisi scolastica, e gi alio stesso Burgundio, che le prime
due presunte specie della tristitia non sono tanto specie , quanto due momenti che
derivano da un unico effetto che gi implicito nel tristari e nelYanxietas di Alberto
Magno non solo, ma che sara poi messo a punto con maggiore e particolare evidenza,
come abbiamo visto, da S. Tommaso. Del resto non bisogna tralasciare di rilevare
che tanto Alberto Magno quanto Tommaso d'Aquino trovavano la piena giustifica
zione di combinare acedia con anxietas, cio con achthos, in una quanto mai importante
tradizione patr stica. Bastera ricordare tre momenti di questa tradizione, incomin
ciando dal Pastore di Erma in una delle eui visioni si fa appunto uso del termine
xv]S a. Ci che qui c'interessa sono le versioni latine, poich se la Vulgata (sec. II)
rende il termine greco con acedia ( tradidistis vos in acedias ), la Palatina (sec. V)
lo traduce con anxietas ( tradidistis vos in anxietatibus )16. Poi, e pi importante
ancora, abbiamo la precisa e ripetuta testimonianza di Cassiano che viene a stabilire
chiaramente l'equivalenza tra x7]Sta e anxietas : Sextum [vitium] acediae, quod
est anxietas ; e: Sextum nobis certamen est, quod Graeci xYjStav vocant, quam
nos taedium sive anxietatem cordis possumus noncupare 17. E finalmente Alcuino,
o chi per lui, nel De divinis officiis, d una definizione dell'accidioso che viene proprio
a identificarsi con colui che soffre di ansiet : acediosus ab acedia dicitur, qui anxie
tatem sive taedium cordis patitur 18.
Forse quella presunta inconsistenza del Burgundio maturo, cio la sua decisione
di identificare in qualche modo i termini nemesiani achos e achthos in acedia veniva a
trovare le sue auctoritates proprio in quei passi di Erma, Cassiano e Alcuino, o in passi
consimili19, in eui acedia, identificandosi con anxietas, non solo spostava per Burgun
dio achthos verso achos, ma spostava anche il sintagma tristitia aggravans che nella
sua versione di Damasceno faceva da apposizione ad accidia e che ritroveremo tale e
quale nella Summa di Alberto Magno, verso il termine che egli sceglier per tiy oc,
nella sua traduzione di Nemesio, cio anxietas. In altre parole, si viene cosi a stabilire
un complesso di interrelazioni semantiche per eui gli iposemi achos, achthos, acedia e
anxietas vengono quasi ad essere isotopi di un discorso che si aggira, anche per Alberto
Magno, sui termini gravans e gravari . Abbiamo gi detto, infatti, che le prime
due supposte specie nemesiane e damasceniane della tristitia venivano unite dal
Dottore Angelico sotto un'unica categor a che appartiene non aile cause della tristitia,
ma ai suoi effetti esterni secondo un asse graduatorio che va sotto il nome di aggra
vatio .

sunta derivazione da acidus: Acedia unici c scribi d bet, non gemino; ut a multis imperite scribitur e
profertur. Est enim cxr\Sioc vocabulum Graecum, quod Latine sonat incuriam aut negligentiam quamt
dam; nam XTJSO Graece curam vel laborem significat. Unde acedia Latine dicitur, r Graeco (ut sole
apud Latinos) in e longum mutato. [...] Quia tarnen 7) Graecum absque mutatione in aliam vocalem sut
binde transit in i Latinum longum, recte etiam nonnulli per i Latinum in secunda syllaba prof rant, et
scribunt acidiam; [...] Unde rudis et improbabilis efficitur eorum opinio quia acidiam putant vocabulum
esse Latinum derivatum ab acidus, a, um, quia scilicet ita deprimit animum hominis, ut nihil ei egere
libeat; sicut ea quae sunt acida, fr gida sunt, et sicut fr gida non facile moventur, ita acediousus ex nimia
tristitia torpescit. Quamvis enim ita res habeat, non tarnen sequitur acidiam ab acido derivari, cum et
Graecae derivationis auctoritas et syllabae productio manifeste r pugnent (PL 49, 359-60).
16 Visio III, cap. XI; cfr. Thesaurus linguae latinae (in PG 2, 909, si usa socordiam con la variante
aced as).
17 De coenobiorum institutis, V, 1; X, 1 (PL 49, 203, 359-363).
18 PL 101, 1195.
19 Tra eui doveroso segnalare, anzi mettere in particolare evidenza, alcuni passi biblici come Ba
ruch 3,1-3, Ecclesiasticus 29,1-9 e i Salmi 60,2 e 101,1-3 in eui l'etimo greco in questione e il suo verbo ven
gono resi nella Volgata con anxius e anxiari.

This content downloaded from 104.236.131.78 on Thu, 16 Nov 2017 18:00:25 UTC
All use subject to http://about.jstor.org/terms
ACEDIA, ANXIETAS 513

Infatti si notera che nella questione tomistica i termini nemesiani vengono in


vertiti, il posto finale essendo riservato ad acedia 20. Sembra quindi che per il Dottor
Angelico Vaggravatio animi, cio Yanxietas, sia il primo stadio angustioso come risultato
della tristitia. Ma quando poi questa aggravatio, procedendo, se cosi piace, nella scala
graduatoria, arriva fino al punto di creare una immobilitas delle membra esterne, si
ha appunto una condizione di accidia: anxietas sic aggrav t animum, ut non apparet
aliquod refugium: unde alio nomine dicitur angustia. Si vero intantum procedat talis
aggravatio, ut etiam exteriora membra immobilitet ab opere, quod pertinet ad ace
diam 21.
Il punto di vista del Dottor Universale invece si sviluppa, come abbiamo sopra
accennato, in due periodi. Bench nel De bono vengano solo adibiti i termini achos e
anxietas, non c' dubbio che Alberto Magno non ponga l'accidia (se vero poi che nelia
Summa ot^o sar per lui equivalente ad acedia), come effetto minore dei due. Il punto
di vista albertiano che si dipana tramite una discussione medico-tecnica coinvolgente
la sistole cardiaca per la eui costrizione l'aria rimane nel polmone che si debilita, e
quindi nemmeno gli organi vocali possono muoversi creandosi di conseguenza una con
dizione di afonia, sembra essere preciso a questo proposito. Degli effetti della tristitia
in subiecto , questo va sotto il nome di achos, et achos est effectus eius minor 22.
Nella riflessione di Alberto Magno, tuttavia, effectus minor significa non minore
d'importanza; owero si, per solo ed esclusivamente in quanto esso avviene per pri
mo in relazione a secondo nella catena temporale. Da questa angolazione il
pensiero albertiano in perfetta opposizione con quello tomistico. Vale a dire che men
tre nel De bono S. Alberto assorbe, per cosi dire, Vacedia nell* anxietas, S. Tommaso,
passando dalia anxietas aWacedia, viene a stabilire la preminenza, come maggiore gra
vit ben inteso, di questa su quella.
Tuttavia nella Summa Alberto Magno, discutendo il concetto di accidia secondo
Damasceno, abbandoner , per cosi dire, il termine nemesio-burgundiano anxietas che
aveva usato nel De bono ed unir , come anche evidente dallo schema, le caratteri
stiche di quei due momenti della tristitia sotto Tunica classificazione di acedia'. ace
dia est tristitia aggravans, et vocem auferens 23.
Cosi il punto di vista dei due Dottori viene qui a coincidere. Il termine acedia,
acquistato quindi un posto di fondamentale importanza vis- -vis anxietas [ ^ xY)o* a]
che per cosi dire riassorbe in s , viene a strutturarsi neila riflessione scolastica in pre
cisa relazione iponimica con aggravatio ea chiarirsi nella sua particolare accezione
che abbiamo sopra notata.

GINO CASAGRANDE

20 Cfr. Summa theol, Ia IIae, 35, 8 resp.


21 Ibid., cfr. anche lo schema a p. 508.
22 Cfr. De bono, 375, art. 2, 30 (Opera omnia, a eura di K. K HLE - C. FECKES - B. GEYER - W. K BEL,
cit., XXVIII, p. 205). Da quanto si sopra detto e da cio che segue chiaro che anche S. Alberto, al pari
di S. Tommaso, segue le due traduzioni di Burgundio, bench , forse, in tempi diversi. S. Tommaso invece
ha le due traduzioni sotto mano contempor neamente.
23 Summa theol, 118, 1,1,2; 1,2, sol. ad 1.

This content downloaded from 104.236.131.78 on Thu, 16 Nov 2017 18:00:25 UTC
All use subject to http://about.jstor.org/terms

You might also like