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12 STUDI E RICERCHE
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L'AVERROISMO BOLOGNESE NEL SEC. XIII E TADDEO ALDEROTTO ]3
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14 STUDI E RICERCHE
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L'AVERROISMO BOLOONESE NEL SEC. XIII E TADDEO ALDEROTTO I5
nella Pantegni e Avicenna nel Canon. Nel secolo XII era gi tradotto in
latino e lo troviamo pi volte ricordato nella scuola di Chartres.
Il commento assai diffuso che Taddeo compose ein subtilissimum
Isagogarum libellum , ha particolare importanza, come dicevamo, poich
in esso, meglio che negli altri suoi scritti, s' incontrano discussioni abba-
stanza estese o importanti accenni riguardanti le basi comuni alla medi,-
cina e alla filosofia del tempo. Anzi, sembra che costante proposito del-
l'espositore sia quello di appianare, per mezzo di accorte distinzioni, le
divergenze tra medici e filosofi. Nel che egli seguiva l' indirizzo di Avi-
cenna e precorreva il Conciliator differ cntiamm philosophorum et prae -
cipue medicorurn, cui un ventennio pi tardi attender il suo celebre col-
lega padovano, Pietro d'Abano. Particolare importanza, per intendere la
posizione filosofica del maestro bolognese, ha la lunga digressione sul
capitolo decimo dell'operetta di Ioannitius, che concerne le virt dell'ani-
ma, e i dubia che ivi Taddeo discute. Si tratta un vero e proprio trat-
tatalo di psicologia medievale ad uso dei medici, desunta da Avicenna
e dagli altri trattatisti pi in voga. Degne di qualche attenzione sono te
cose che egli osserva intorno alla sensazione in generale e alla vista in
particolare. Se non che i problemi sui quali s' intrattiene e la soluzione
che ne prospetta, sono ben lungi da costituire una novit ; che intorno ad
essi v'era ormai una copiosa letteratura, sia tra i medici che tra i filosofi.
Come gli altri maestri suoi contemporanei, anche Taddeo non po-
teva sottrarsi a dir la sua su questioni scottanti quali erano quelle solle-
vate ovunque fosse penetrato il commento averroistico ad Aristotele. Ed
aneli 'egli, dopo aver parlato della virt animale in generale, e quindi
della sensibilit interna, condotto a trattare del intelletto. Ora qui
appunto che accade di trovare un importantissimo documento della dif-
fusione dell'averroismo a Bologna, e un riflesso delle violente controversie,
ch'esso aveva suscitato a Parigi.
Dopo avere dichiarato che cosa s' intenda per intelletto agente ,
intelletto materiale e intelletto acquisito o speculativo , il me-
dico bolognese pone il quesito an intellectus agens et materialis sint
idem vel non . Si noti subito che questa espressione di intellectus ma-
terialis, che S. Tommaso (De imitate intellectus , proemio) ritiene cin-
conveniens , tipicamente averroistica. Fra gli argomenti a favore della
tesi che dei due intelletti fa due sostanze, il primo questo (In Isag . Ioann.,
f. 360):
Dicit Avicenna, in Metkaphysca sua, quod doctrina intellectus agentis et ma-
terialis sunt diverse. Ergo et isti intellectus.
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16 STUDI E RICERCHE
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L'AVERROISMO BOLOGNESE NEL SEC. XIII E TADDEO ALDEROTTO 17
[4] Preterea : homo intelligit Deum esse, et tamen hoc non habet phantasma.
Ergo similiter intelligit rusticus Deum et philosophus.
[5] Preterea : homo intelligit se esse iustum ; et hoc non habet phantasma. Ergo
si homo iustus intelligit se esse iustum, quilibet intelliget se esse iustum : quod fal-
sum est.
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18 STUDI E RICERCHE
Questo testo che per comodit del lettore ho riferito per intero, av-
vertendo che ho dovuto ritoccarlo qua e l col sussidio del codice vaticano
latino 2366, fol. 62va-6.3ra, ove il senso lo richiedeva (sebbene anche* il
codice sia non meno imperfetto dell'edizione del 1527) merita alcune
osservazioni.
Ed anzitutto, i dieci argomenti allegati a favore della tesi aver mi-
stica e i nove a favore della tesi opposta stanno a dimostrare che l'aver-
roismo doveva avere anche a Bologna, negli anni in cui Taddeo scriveva
il suo commento all'Isagoge di Ioannitius, seguaci e oppositori, come a
Parigi e ormai, pi o meno, dovunque. La controversia aver roi stica nello
studio bolognese era un riflesso di quella scoppiata circa un decennio
prima nella capitale francese, oppure era un prodotto spontaneo della
familiarit col gran commento del filosofo di Cordova agli scritti di
Aristotele? Certo, gli scambi intellettuali fra Parigi e Bologna, come fra
Parigi e Padova, erano frequenti. Cos a Parigi era stato, allievo di Gio-
vanni Vath, maestro Gentile da Cingoli che insegn filosofia a Bologna
sul finire del secolo XIII e a principio del XIV, e v'ebbe per alunno An-
gelo d'Arezzo, anch'esso professore di filosofia a Bologna e averroista
(cfr. Grabmann, Gentile da Cingoli , nei Sitzungsber. d. bayer. Akade-
mie d. Wissenschaften. Philos, histor. Abtl., 1940, Heft 9; e lo studio
Der Bologneser Angelo d'Arezzo dello stesso autore, nel II voi. di Mit -
telalt. Geistesleben , Mnchen, 1936, pp. 261-71). Cos a Bologna trove-
remo maestro Taddeo da Parma, autore d'un commento al De anima,
ricalcato su quello dell'averroista parigino Giovanni di Jandun. Cos a
Parigi, come a suo tempo vedremo, erano stati i padovani Pietro d'Abano
e Marsilio da Padova.
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L'AVERROISMO BOLOGNESE NEL SEC. XIII E TADDEO ALDEROTTO 19
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20 STUDI E RICERCHE
L'altro problema, nella soluzione del quale torna a far capolino l'aver-
roismo di Taddeo, concerne la memoria. Aristotele aveva detto che la
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L'AVERROISMO BOLOGNESE NEL SEC. XIII E TADDEO ALDEROTTO 21
Non retniniscimur autem, quia hoc quidem [cio T intelletto che separato,
immortale ed eterno] impassibile est ; passivus vero intellectus corruptibilis est, et
sine hoc nihil intelligit.
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22 STUDI E RICERCHE
[2] Preterea, patet per rationem. Nam memorialis virtus est de virtutibus
anime sensibilis, sicut dictum est, capitulo de memoria. Sed omnis anima sensibilis
operatur cum corpore. Ergo ipsa non retinet post mortem.
Ad istam questionem dico quod, quantum est per viam nature, anima non remi-
niscitur post mortem; et concedo rationes ad hoc factas. Sed per viam gratie est
possibile; nam contemplando divinam essentiam, pos sunt omnia scire, quia deus est
pura scientia et potest facere scire omnia per modum qui est supra naturam. Et
hoc est.
Bruno Nardi
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