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Il problema che assillava i matematici dell’antica Grecia, ancora prima che la quadratura del cerchio, era
quello che poi sarebbe divenuto il cosiddetto “problema della globalità”, ossia la ricerca di una relazione
sussistente tra i vari aspetti della sua persona e della sua personalità. Già i pitagorici avevano tentato di
trovare una legge empirica, non riuscendovi. Il problema fu riaffrontato seriamente solo con Blaise Pascal
(1623-1662), che fornì la prima legge empirica, nota ancora oggi come “Teorema della globalità ristretta”.
Il suddetto teorema costituisce un caposaldo della fisica pratica, tuttavia la sua pretta empiricità l’ha reso
inviso ai matematici. Ed è per questo che numerose menti geniali hanno provato nel corso dei secoli, con
insuccesso, a darne una dimostrazione matematica: è il caso di Rolle, Lagrange, Weckelmeister, che
formulò l’omonima legge. Tuttavia la dimostrazione di Weckelmeister aveva la pecca di non prevedere un
coerente sistema assiomatico alla base. All’inizio del XX secolo, un gruppo di fisici e fisici-matematici
capeggiati da Albert Einstein, sull’onda delle nuove idee sulla relatività, provò a confutare il teorema
pascaliano, partendo dal presupposto empirico che la velocità della donna è assolutamente trascurabile
rispetto alla velocità della luce, e giungendo a formulare il seguente teorema.
Qualche anno dopo fu la volta di Kurt Godel (1906-1978), che si occupò della questione da un punto di vista
logico, prescindendo dalle scoperte relativistiche einsteiniane. Egli propose la famosa antinomia del
“mentitore”, riproposta in chiave femminile, ovvero il paradosso della donna che afferma di non essere
donna. Egli giunge a teorizzare il seguente teorema:
Altri matematici contemporanei provarono a negare il teorema empirico di Pascal, giungendo alla creazione
delle cosiddette matematiche androgine; in particolare si hanno:
• Geometria androgina, basata sul postulato che non è il prodotto di intelligenza e bellezza a essere
costante, bensì la loro somma. In altre parole, non è la media geometrica a non variare, ma la media
aritmetica.
• Androginia quantica, basata sull’ipotesi secondo cui esistono pacchetti di intelligenza segregati
chissà dove negli individui di sesso femminile.
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• Androginia frattale, che si basa sull’androginia quantica, ma che inoltre afferma che la disposizione
dei quanti di intelligenza rispecchia vagamente il modello geometrico a dimensione frazionaria
(Teorema di Mandelbrot).
• Androginia entropica, fondata sull’assioma d’entropia femminile, in base al quale in ogni donna il
prodotto di intelligenza e bellezza inesorabilmente decade, e la funzione prodotto P(t), dove il tempo
t è la variabile indipendente ha necessariamente derivata minore di zero in ogni punto in cui è
derivabile.
• Androginia complessa (detta anche “dottrina dell’intelligenza immaginaria”), fondata sull’idea che,
bene o male, tutta l’intelligenza delle donne tenda complessivamente a − 5 .
• Stocastica femminile, basata sui seguenti postulati:
a) non è vero che il prodotto di bellezza e intelligenza è costante in ogni donna;
b) la distribuzione di donne per cui il suddetto prodotto è maggiore della media geometrica è
aleatoria, e, per nà∞, rispecchia la distribuzione dei numeri primi nell’insieme N.
Nel 1985 un gruppo di matematici hanno dimostrato l’impossibilità che, considerando contemporaneamente
due o più matematiche androgine, si cade necessariamente in contraddizione. Qualche anno dopo, il fisico
Wolfram ha fatto un passo avanti, dimostrando addirittura l’impossibilità che anche solo una matematica
androgina possa avere riscontro pratici nella realtà quotidiana. È stata una rivoluzione. Tutti i matematici si
sono nuovamente buttati a capofitto nel teorema di Pascal, tentando in ogni modo di dimostrarne la validità
matematica.
Ma è solo con il XXI secolo, sulla scia di queste nuove scoperte, che si ebbero i primi risultati consistenti.
Dapprima il fisico David Ruelle considerò il teorema di Pascal dal punto di vista della fisica-matematica,
introducendo un sistema di assiomi che risultava essere ancora troppo vasto. Quindi, con Rota e Ghisi, il
teorema di Pascal trovò un necessario ampliamento ed una soddisfacente dimostrazione formale. È palese,
nella correzione empirica, il riferimento alle basi della androginia entropica novecentesca.
Sistema assiomatico:
A1) La componente di bravura di una donna è data dalla somma della sua intelligenza e della sua
potenza.
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A2) Una donna non è materialmente in grado di stare immobile nemmeno per intervalli di tempo
piccolissimi.
A3) Il Teorema di Gauss relativo al flusso del campo elettrico, può essere esteso al vettore
antipatia delle donne.
A4) Ciò che emana antipatia è il prodotto di bellezza per il quadrato dell’intelligenza.
Ovvero: i²bs = k [Formula 1], o anche, il che è la stessa cosa, i²s/o = k, definendo o := Orrore (D), da cui,
per definizione o=1/b.
Quindi bsi²=k. Detto A, il vettore antipatia (di modulo a) relativo alla donna D, ossia che la donna D
emana, consideriamo, quale superficie gaussiana, una sfera di raggio r centrata nella donna. Calcoliamo
il flusso del vettore antipatia con la definizione e con il teorema di Gauss allargato (la validità è garantita
dall’assioma 3).
Per definizione: Φ(A)=A x S, dove S=Superficie·n, detto n il versore normale alla superficie. Essendo la
superficie scelta sferica, in ogni punto A // S. Da cui Φ(A)=a·S=4πr²·a.
Ma per il teorema di Gauss allargato, tenendo conto dell’assioma 4: Φ(A)=bi²/ε.
Eguagliando le due espressioni, si ottiene:
4πr²·a=bi²/ε, ovvero:
bi²/a=4πr²/ε, o ancora, ricordandoci che, per definizione, a=1/s.
sbi²=4πr²/ε.
Si noti che, fissato il raggio della sfera, il prodotto al primo membro è costante. Notando che
l’espressione al primo membro è proprio eguale a i²bs [Formula 1], e notando che al secondo membro
quindi si ha una costante, si può affermare che:
i²bs=k, e quindi, per quando dedotto precedentemente, il teorema è dimostrato.
Infine, il fisico Massimo Nocente, puntando l’attenzione su tre delle componenti del teorema della globalità
generale (bellezza, intelligenza e simpatia), giunge a radicalizzare la conclusione del suddetto teorema,
traendo le mosse da presupposti prettamente filosofici, che si rifanno ad una concezione logico-filosofica
della fisica-matematica.
∀c > 0 : lim kx ≠ ∞ , poiché se una donna è simpatica, lo è per qualcosa o in una circostanza. Dato che di
x →c
ogni cosa esiste il suo contrario, una donna non può essere simpatica per il contrario di quel qualcosa.
Da qui la necessità di trovare una ymax. Ritorna allora l’interazione sinergica del “dare” e del
“ricevere”. Chi è molto simpatica dà molto, perché riceve poco. Ma se riceve poco, ha poco, ovvero,
almeno una delle altre due variabili (intelligenza o bellezza) tende a zero. Ritorna così ancora una volta
la Situazione 2.
IN GENERALE] Analizzando la dimostrazione “in toto” si può così schematizzare:
ECCEZIONALE ⇒ SCARSA
Intelligenza ⇒ Bellezza
Bellezza ⇒ Simpatia
Simpatia ⇒ Intelligenza
e/o bellezza
Dalla tabella segue che, supponendo anche una sola costante tra le tre variabili, risulta necessariamente
che almeno una delle altre due effettive variabili implica che quella costante tenda a zero.
CASO LIMITE] Se tutte e tre le variabili sono effettivamente libere di variare, bisogna allora ammettere
l’esistenza di una donna assolutamente bella, simpatica e intelligente, cosa che, in linea teorica, come
dimostrato nei casi A], B] e C], non è possibile.
Bibliografia essenziale:
Blaise Pascal, “Sulla donna e sull’intelligenza”, 1655
Albert Einstein, “Donne in moto, uomini in macchina”, 1916
Kurt Godel, “Essere o non essere donna?”, 1955
Massimo Nocente, “Chi dice donna dice danno, e altre centocinquanta dimostrazioni”, ed. Riuniti, 2001
Andrea Rota, “Essere Giogi al giorno d’oggi”, Palumbo ed., 2002
Andrea Rota, Daniele Ghisi, “Sull’impossibile compresenza di intelligenza e bellezza”, 2002
Massimo Nocente, Daniele Ghisi, “Sulle interferenze provocate dal campo magnetico femminile nell’etere”, 2003
Andrea Rota, Daniele Ghisi, “Sui deleteri effetti del flusso del campo elettrico attraverso una superficie femminile”, 2003
Daniele Ghisi, “Goghe e esponenziali decrescenti: grafici, algoritmi, integrali”, 2003
Andrea Rota, Daniele Ghisi, “Applicazioni del teorema di generalità, come calcolare l’intelligenza a partire da bellezza,
simpatia e bravura”, 2003
Massimo Nocente, “Quali approssimazioni?”, 2003
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