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Sulle relazioni e sulle interazioni matematiche

tra intelligenza e bellezza femminile


a cura di Daniele Ghisi, Andrea Rota e Massimo Nocente

Il problema che assillava i matematici dell’antica Grecia, ancora prima che la quadratura del cerchio, era
quello che poi sarebbe divenuto il cosiddetto “problema della globalità”, ossia la ricerca di una relazione
sussistente tra i vari aspetti della sua persona e della sua personalità. Già i pitagorici avevano tentato di
trovare una legge empirica, non riuscendovi. Il problema fu riaffrontato seriamente solo con Blaise Pascal
(1623-1662), che fornì la prima legge empirica, nota ancora oggi come “Teorema della globalità ristretta”.

Teorema della globalità ristretta, o teorema di Pascal:


Dato un individuo di sesso femminile, il prodotto della sua intelligenza per la sua bellezza non dipende
dall’individuo preso in esame.

Il suddetto teorema costituisce un caposaldo della fisica pratica, tuttavia la sua pretta empiricità l’ha reso
inviso ai matematici. Ed è per questo che numerose menti geniali hanno provato nel corso dei secoli, con
insuccesso, a darne una dimostrazione matematica: è il caso di Rolle, Lagrange, Weckelmeister, che
formulò l’omonima legge. Tuttavia la dimostrazione di Weckelmeister aveva la pecca di non prevedere un
coerente sistema assiomatico alla base. All’inizio del XX secolo, un gruppo di fisici e fisici-matematici
capeggiati da Albert Einstein, sull’onda delle nuove idee sulla relatività, provò a confutare il teorema
pascaliano, partendo dal presupposto empirico che la velocità della donna è assolutamente trascurabile
rispetto alla velocità della luce, e giungendo a formulare il seguente teorema.

Teorema della globalità relativa:


Dati due individui in moto inerziale l’uno rispetto all’altro, l’intelligenza dell’uno agli occhi dell’altro non
sarà costante, ma dipenderà dalla velocità del sistema.
Corollario di Berchet:
In particolare, se un uomo e una donna sono in moto inerziale l’uno rispetto all’altra, l’intelligenza della
donna subirà agli occhi dell’uomo una contrazione di fattore k<1, dipendente dalla velocità del sistema
inerziale.
Eccezione di Delonay:
Ciò non accade se la donna in questione viaggia su un comodo sedile di una Porche scura che viaggia ad
una velocità uguale o superiore a 15 m/s.

Qualche anno dopo fu la volta di Kurt Godel (1906-1978), che si occupò della questione da un punto di vista
logico, prescindendo dalle scoperte relativistiche einsteiniane. Egli propose la famosa antinomia del
“mentitore”, riproposta in chiave femminile, ovvero il paradosso della donna che afferma di non essere
donna. Egli giunge a teorizzare il seguente teorema:

Teorema di incompletezza femminile, o teorema di Godel applicato:


Se una donna afferma di non essere una donna, ne consegue necessariamente che o non è una donna, o che
la costante del Teorema di Pascal si avvicina asintoticamente allo zero.

Altri matematici contemporanei provarono a negare il teorema empirico di Pascal, giungendo alla creazione
delle cosiddette matematiche androgine; in particolare si hanno:
• Geometria androgina, basata sul postulato che non è il prodotto di intelligenza e bellezza a essere
costante, bensì la loro somma. In altre parole, non è la media geometrica a non variare, ma la media
aritmetica.
• Androginia quantica, basata sull’ipotesi secondo cui esistono pacchetti di intelligenza segregati
chissà dove negli individui di sesso femminile.

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• Androginia frattale, che si basa sull’androginia quantica, ma che inoltre afferma che la disposizione
dei quanti di intelligenza rispecchia vagamente il modello geometrico a dimensione frazionaria
(Teorema di Mandelbrot).
• Androginia entropica, fondata sull’assioma d’entropia femminile, in base al quale in ogni donna il
prodotto di intelligenza e bellezza inesorabilmente decade, e la funzione prodotto P(t), dove il tempo
t è la variabile indipendente ha necessariamente derivata minore di zero in ogni punto in cui è
derivabile.
• Androginia complessa (detta anche “dottrina dell’intelligenza immaginaria”), fondata sull’idea che,
bene o male, tutta l’intelligenza delle donne tenda complessivamente a − 5 .
• Stocastica femminile, basata sui seguenti postulati:
a) non è vero che il prodotto di bellezza e intelligenza è costante in ogni donna;
b) la distribuzione di donne per cui il suddetto prodotto è maggiore della media geometrica è
aleatoria, e, per nà∞, rispecchia la distribuzione dei numeri primi nell’insieme N.

Nel 1985 un gruppo di matematici hanno dimostrato l’impossibilità che, considerando contemporaneamente
due o più matematiche androgine, si cade necessariamente in contraddizione. Qualche anno dopo, il fisico
Wolfram ha fatto un passo avanti, dimostrando addirittura l’impossibilità che anche solo una matematica
androgina possa avere riscontro pratici nella realtà quotidiana. È stata una rivoluzione. Tutti i matematici si
sono nuovamente buttati a capofitto nel teorema di Pascal, tentando in ogni modo di dimostrarne la validità
matematica.

Ma è solo con il XXI secolo, sulla scia di queste nuove scoperte, che si ebbero i primi risultati consistenti.
Dapprima il fisico David Ruelle considerò il teorema di Pascal dal punto di vista della fisica-matematica,
introducendo un sistema di assiomi che risultava essere ancora troppo vasto. Quindi, con Rota e Ghisi, il
teorema di Pascal trovò un necessario ampliamento ed una soddisfacente dimostrazione formale. È palese,
nella correzione empirica, il riferimento alle basi della androginia entropica novecentesca.

Teorema di Rota-Ghisi, altrimenti detto della globalità generale:


Dato un individuo di sesso femminile, il prodotto di intelligenza, bellezza, bravura e simpatia non varia da
individuo a individuo, pertanto è costante.
Correzione empirica di Ghisi:
Tale costante, tuttavia, subisce sensibili variazioni del tempo. La costante, detta k, risulta essere pertanto
una funzione del tempo, ed in particolare: k(t)=k0·e-t/τ, dove τ è detta “costante di decadimento del
prodotto” e dipende dall’individuo preso in esame.

Dimostrazione matematica di Rota-Ghisi


Sistema di definizioni:
- Si definisce intelligenza l’acuità di una persona a cavarsela nella vita e a trovare soluzioni.
Essa è descritta da un numero reale maggiore o uguale a zero.
- Si definisce bravura l’abilità a vivere, in ogni vario aspetto della vita stessa. Essa è descritta
da un numero reale maggiore o uguale a zero.
- Si definisce bellezza la piacevolezza dell’aspetto fisico. Essa è descritta da un numero reale
maggiore o uguale a zero.
- Si definisce simpatia l’affabilità nelle diverse situazioni della vita e la versatilità. Essa è
descritta da un numero reale maggiore o uguale a zero.
- Si definisce orrore il reciproco della bellezza.
- Si definisce antipatia il reciproco della simpatia.
- Data una donna D, si definisce il vettore antipatia, come vettore avente modulo pari
all’antipatia di D, direzione e verso centrifughi rispetto alla donna D.

Sistema assiomatico:
A1) La componente di bravura di una donna è data dalla somma della sua intelligenza e della sua
potenza.

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A2) Una donna non è materialmente in grado di stare immobile nemmeno per intervalli di tempo
piccolissimi.
A3) Il Teorema di Gauss relativo al flusso del campo elettrico, può essere esteso al vettore
antipatia delle donne.
A4) Ciò che emana antipatia è il prodotto di bellezza per il quadrato dell’intelligenza.

Ipotesi: sia D una donna.


Tesi: Intelligenza · Bellezza · Bravura · Simpatia = k.

Per comodità definisco:


i := Intelligenza (D);
b := Bellezza (D);
r := Bravura (D);
s := Simpatia (D);
Sia inoltre P(D) la funzione prodotto tale che P(D) = ibrs.
Il teorema diviene quindi:
P(D) = ibrs = k.
Ma per l’assioma 1, b=i+p, dove p:=Potenza (D). Quindi:
P(D) = ib(i+p)s = (i²+ip)bs
Ma la potenza è il rapporto tra lavoro e tempo, da cui:
P(D) = (i² + i·L/t)bs
Ma il lavoro è la forza per lo spostamento x (L=F·x):
P(D) = (i² + iFx/t)bs = i²bs + iFxbs/t = k
Passando al limite per t à 0, notiamo che iFxbs è senza dubbio >0, poiché per l’assioma 2 è
assolutamente impossibile che una donna stia completamente ferma (da cui x>0) e pertanto produce
quantomeno la forza muscolare. Si noti altresì che i, b, s sono strettamente maggiori di zero per
definizione. Al limite quindi:
iFxbs
lim i 2 bs + = lim k
t →0 t t →0

Ovvero: i²bs = k [Formula 1], o anche, il che è la stessa cosa, i²s/o = k, definendo o := Orrore (D), da cui,
per definizione o=1/b.
Quindi bsi²=k. Detto A, il vettore antipatia (di modulo a) relativo alla donna D, ossia che la donna D
emana, consideriamo, quale superficie gaussiana, una sfera di raggio r centrata nella donna. Calcoliamo
il flusso del vettore antipatia con la definizione e con il teorema di Gauss allargato (la validità è garantita
dall’assioma 3).
Per definizione: Φ(A)=A x S, dove S=Superficie·n, detto n il versore normale alla superficie. Essendo la
superficie scelta sferica, in ogni punto A // S. Da cui Φ(A)=a·S=4πr²·a.
Ma per il teorema di Gauss allargato, tenendo conto dell’assioma 4: Φ(A)=bi²/ε.
Eguagliando le due espressioni, si ottiene:
4πr²·a=bi²/ε, ovvero:
bi²/a=4πr²/ε, o ancora, ricordandoci che, per definizione, a=1/s.
sbi²=4πr²/ε.
Si noti che, fissato il raggio della sfera, il prodotto al primo membro è costante. Notando che
l’espressione al primo membro è proprio eguale a i²bs [Formula 1], e notando che al secondo membro
quindi si ha una costante, si può affermare che:
i²bs=k, e quindi, per quando dedotto precedentemente, il teorema è dimostrato.

Giustificazione parziale della correzione di Ghisi


Introduciamo alcune supposizioni e limitazioni. Innanzitutto notiamo che la correzione di Ghisi aiuta ad
avere una descrizione delle varie caratteristiche femminili nel tempo. Pertanto introduciamo la variabile
indipendente tempo nella [Formula 1] della dimostrazione di Rota-Ghisi del teorema della globalità
generale:
b(t)·s(t)·[i(t)]²=k(t).
Supponiamo in prima approssimazione che l’intelligenza non dipenda dal tempo, da cui:
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b(t)·s(t)·i²=k(t).
Supponiamo inoltre che, come è noto empiricamente:
b(t)=b0·e-αt, e che: s(t)=s0t. (Si noterà la forte approssimazione, nella formula della simpatia)
Quindi, passando alle derivate:
i²[b’(t)·s(t)+b(t)·s’(t)]=k’(t)
i²[–αb0e-αt·s0t + b0·e-αt·s0]=k’(t)
i²b0s0e-αt(–α+1)=k’(t)
Tenendo conto che i²b0s0=k0:
k’(t)=k0·e-αtτ·(1–α).
Integrando:
−αt 1 −αt
k (t ) = ∫ k 0 ⋅ e −αt ⋅ (1 − α )dt =k 0 ⋅ (1 − α ) ⋅ ∫ e dt = k 0 ⋅ (1 − α ) ⋅ (− ) ⋅ ∫ (−α )e dt =
α
1 −αt 1 1
= k 0 ⋅ (1 − α ) ⋅ (− ) ⋅ ∫ e d (−αt ) = k 0 ⋅ (1 − α ) ⋅ (− ) ⋅ e −αt + c = k 0 ⋅ e −αt (1 − ) + c
α α α
Osservando il risultato ottenuto, e definendo τ := 1/α
t

k (t ) = k 0 ⋅ e τ (1 − τ ) + c ,
considerando che solitamente i valori di τ sono molto prossimi allo zero, con qualche approssimazione si
può considerare:
t

k (t ) ≈ k 0 ⋅ e τ + c ;
inoltre essendo k(0)=k0, deve risultare c=0, ovvero:
t

k (t ) ≈ k 0 ⋅ e τ , il che è una validissima giustificazione della correzione di Ghisi.

Infine, il fisico Massimo Nocente, puntando l’attenzione su tre delle componenti del teorema della globalità
generale (bellezza, intelligenza e simpatia), giunge a radicalizzare la conclusione del suddetto teorema,
traendo le mosse da presupposti prettamente filosofici, che si rifanno ad una concezione logico-filosofica
della fisica-matematica.

Specificità di Nocente al teorema di Rota-Ghisi


Considerate le tre variabili della piacevolezza femminile, bellezza, intelligenza, simpatia, si dimostra che il
loro prodotto è, nell’età contemporanea, prossimo a zero, poiché almeno una di esse tende a zero.

Dimostrazione della specificità di Nocente


Dividiamo il teorema in vari casi:
CASO A] Supponiamo che la bellezza e la simpatia siano costanti e y
l’intelligenza sia variabile. Il prodotto si riduce a y=kx (k>0, con
k=bellezza·simpatia), ed il grafico che ne consegue è mostrato a
lato. Come si vede la funzione è crescente e lim kx = +∞ , cioè
x → +∞ x
dovrebbe esistere un essere femminile intelligentissimo, il che è
impossibile, poiché, come è noto, Dio non è femmina.
Supponiamo allora come massimo per l’intelligenza una ymax che si
conviene simile a quella einsteiniana, cioè si ha la Situazione 1, y
illustrata nella figura a lato. Ciò significherebbe che Einstein

∃ donna: k·intelligenza = Einstein


Tale donna, ad esempio, potrebbe essere identicitata con Rita Levi
Montalcini o con Margherita Hack. Ma, in questi casi, però,
bellezzaà0, da cui anche kà0. Perciò la funzione y=kx, per kà0, x
Situazione 1
tende a y=0 (e ciò avviene per il suo massimo!), cioè, di fatto, il
prodotto è costante e tende a zero [Situazione 2].
CASO B] Supponiamo allora che intelligenza e simpatia siano costanti, e la bellezza sia variabile. Ecco di
nuovo la funzione y=kx (k>0). Ora, nel caso di bellezza variabile va escluso a priori, già in linea teorica,
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che lim kx = +∞ , perché la bellezza all’infinito è il Bello ideale, il che, ammettendo utopicamente che
x → +∞
esista, si può trovare solamente nell’arte. Infatti: se una cosa è assolutamente bella, allora è
incorruttibile;ma visto che la donna è corruttibile, ne consegue che non è assolutamente bella. Si tratta,
allora, anche in questo caso, di stabilire un massimo alla funzione crescente. Tale impresa è molto più
difficile rispetto al caso precedente, poiché, mentre l’intelligenza è, nel genere femminile, una rarità, al
contrario non lo è la bellezza. Pertanto, non si vuole qui ripetere la dimostrazione precedente, ma si
partirà invece da una riflessione di carattere filosofico. Ogni essere vivente ricerca la completezza, che
trova nell’unione con un altro essere vivente. Tale ricerca, se vuole essere fruttuosa, deve prevedere
l’interazione sinergica tra il “dare” e il “ricevere”. Ora, se una donna è molto bella (dal momento che
non può essere assolutamente bella), per raggiungere il fine dell’unione non ha bisogno di “dare”, dal
momento che, nella posizione privilegiata in cui si trova, non solo può esclusivamente ricevere, ma ha
anche il beneficio di scegliere. Proprio per questo non è portata a sviluppare la componente esteriore del
“dare”, cioè l’essere simpatica, che tende così allo zero. Ritorna perciò la Situazione 2.
CASO C] Supponiamo invece costanti intelligenza e bellezza; di nuovo, per la simpatia, la funzione
risultante è y=kx (k>0). Anche in questo caso la funzione è limitata, cioè lim kx ≠ ∞ e inoltre
x → +∞

∀c > 0 : lim kx ≠ ∞ , poiché se una donna è simpatica, lo è per qualcosa o in una circostanza. Dato che di
x →c
ogni cosa esiste il suo contrario, una donna non può essere simpatica per il contrario di quel qualcosa.
Da qui la necessità di trovare una ymax. Ritorna allora l’interazione sinergica del “dare” e del
“ricevere”. Chi è molto simpatica dà molto, perché riceve poco. Ma se riceve poco, ha poco, ovvero,
almeno una delle altre due variabili (intelligenza o bellezza) tende a zero. Ritorna così ancora una volta
la Situazione 2.
IN GENERALE] Analizzando la dimostrazione “in toto” si può così schematizzare:
ECCEZIONALE ⇒ SCARSA
Intelligenza ⇒ Bellezza
Bellezza ⇒ Simpatia
Simpatia ⇒ Intelligenza
e/o bellezza
Dalla tabella segue che, supponendo anche una sola costante tra le tre variabili, risulta necessariamente
che almeno una delle altre due effettive variabili implica che quella costante tenda a zero.
CASO LIMITE] Se tutte e tre le variabili sono effettivamente libere di variare, bisogna allora ammettere
l’esistenza di una donna assolutamente bella, simpatica e intelligente, cosa che, in linea teorica, come
dimostrato nei casi A], B] e C], non è possibile.

Considerazione di Ghisi alla specificità di Nocente


E se esiste, fatemela conoscere!

Bibliografia essenziale:
Blaise Pascal, “Sulla donna e sull’intelligenza”, 1655
Albert Einstein, “Donne in moto, uomini in macchina”, 1916
Kurt Godel, “Essere o non essere donna?”, 1955
Massimo Nocente, “Chi dice donna dice danno, e altre centocinquanta dimostrazioni”, ed. Riuniti, 2001
Andrea Rota, “Essere Giogi al giorno d’oggi”, Palumbo ed., 2002
Andrea Rota, Daniele Ghisi, “Sull’impossibile compresenza di intelligenza e bellezza”, 2002
Massimo Nocente, Daniele Ghisi, “Sulle interferenze provocate dal campo magnetico femminile nell’etere”, 2003
Andrea Rota, Daniele Ghisi, “Sui deleteri effetti del flusso del campo elettrico attraverso una superficie femminile”, 2003
Daniele Ghisi, “Goghe e esponenziali decrescenti: grafici, algoritmi, integrali”, 2003
Andrea Rota, Daniele Ghisi, “Applicazioni del teorema di generalità, come calcolare l’intelligenza a partire da bellezza,
simpatia e bravura”, 2003
Massimo Nocente, “Quali approssimazioni?”, 2003

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