Il metodo prevede la miscelazione dei reflui oleari denocciolati con additivi organici igroscopici di scarto allo scopo di ottenere un substrato finale confezionato in sacchi a rete, non percolante e non maleodorante, facilmente gestibile per usi agronomici
Il metodo prevede la miscelazione dei reflui oleari denocciolati con additivi organici igroscopici di scarto allo scopo di ottenere un substrato finale confezionato in sacchi a rete, non percolante e non maleodorante, facilmente gestibile per usi agronomici
Il metodo prevede la miscelazione dei reflui oleari denocciolati con additivi organici igroscopici di scarto allo scopo di ottenere un substrato finale confezionato in sacchi a rete, non percolante e non maleodorante, facilmente gestibile per usi agronomici
a Universita degli Studi di Perugia
¥ Dipartimento di Scienze Agroambientali ¢ della Produzione Vegetale |
ew) Sezione di Chimica Agraria
Perugia, 21-24 Settembre 2004Atti XXII Convegno SICA
CARATTERIZZAZIONE CHIMICO-FISICA DI SUBSTRATI ORGANICI A
BASE DI REFLUI OLEARI PRODOTTI CON UNA TECNOLOGIA
INNOVATIVA
ALTIERIR.,. ESPOSITO A, FONTANAZZA G.
Sezione Olivicoltura dell’Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo
(ISAFoM) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR)
Via Madonna Alta, 128 — 06128 — Perugia — Italia
e-mail: raltieri@iro.pg.enr.it
Sommario
La sezione Olivicoltura dell’ ISAFoM-CNR di Perugia ha recentemente brevettato un
sistema innovativo di riciclaggio a fini agronomici dei reflui dei frantoi oleari
(MAT.Re.F.O., deposito n. RM2004A000084) capace di trasformare gli stessi da
rifiuto a risorsa caratterizzata da valore economico, superando gli inconvenienti legati ai
metodi di impiego e/o smaltimento oggi in uso. Il metodo prevede la miscelazione dei
reflui oleari denocciolati con additivi organici igroscopici di scarto allo scopo di
ottenere un substrato finale confezionato in sacchi a rete, non percolante ¢ non
maleodorante, facilmente gestibile per usi agronomici. Nel presente lavoro viene
descritta la tecnologia innovativa MATReFO e vengono prese in esame alcune
modificazioni chimico-fisiche occorse su tre miscele sperimentali dal momento del
confezionamento e durante un periodo di stoccaggio aerobico di 80 giorni.
Le miscele prodotte della tecnologia MATReFO, al termine del periodo di stoccaggio, si
configurano come degli ammendanti misti parzialmente stabilizzati; essi risultano di pit
facile gestione rispetto ai reflui oleari di origine e presentano caratteristiche compositive
idonee per un loro molteplice impiego agronomico.
Parole chiave: reflui oleari; olio di oliva; reflui agroindustriali; caratterizzazione
chimica; ammendante
Abstract
CHEMICAL AND PHYSICAL CHARACTERIZATION OF OLIVE MILL WASTES-BASED
SUBSTRATE PRODUCED BY AN INNOVATIVE TECHNOLOGY.
An innovative technology for pomace and olive mill waste water recycling for
agronomic and energetic purposes was developed and recently patented by the
Oliveculture Section of ISAFoM-CNR of Perugia, Italy (MATReFO, request patent n.
RM2004A000084). After having physically recovered stones from the olive mill
effluents, this innovation is capable to transform them into an improved economically
valuable organic mixture, overcoming the difficulties found in the methods of olive mill
wastes disposing currently used.
Fresh olive wastes without stones are mixed with appropriate hygroscopic organic
waste additives producing a non percolating and non bad-smelling substrate, packaged
into net saks, easy to be managed for agronomical purposes. This work describes the
innovative technology and aims to characterize some chemical-physical modifications
occurred in three experimental mixtures over a 80 days aerobic storage period.
279Altieri et al,
Experimental mixtures produced by MATReFO technology, eas
original olive mill wastes, are comparable to a non-composted organic
suitable for different agronomical applications.
Key words: olive mill residues; olive oil, agroindustrial effluents; chemical
characterization; soil amendment,
manageable than
fertilizer and are
Introduzione
Lievoluzione della tecnologia di estrazione dell’olio dalle olive ¢ ormai orientata
verso sistemi di lavorazione basati sul sistema centrifugo (decanter) che eseguono il
processo di separazione dell’olio in modo automatico e continuo. Liesigenza di
migliorare la qualiti dell'olio ha spinto, poi, a considerare l'opportunita di modificare il
ciclo di estrazione centrifuga, operando direttamente nel decanter la separazione
dell’olio dalla pasta di olive senza aggiunta di acqua di processo (due fasi) 0 con
aggiunta minima (tre fasi a risparmio d’acqua) (Salvador M.D. et al,, 2002). Questi
fattori tecnici, insieme ad altri legati all’evoluzione del mercato dell’olio d’oliva che
predilige sempre pit gli oli di olive di qualita (vergini ed extra-vergine), rendono
sempre meno conveniente I’estrazione dell’olio residuo dalla sansa vergine in sansificio,
soprattutto nel caso delle sanse umide prodotte dal sistema estrattivo a due fasi. Da cid &
nata l’esigenza di approfondire gli studi sull’uso alternativo dei reflui oleari, Allo stato
attuale, le principali tendenze relative all’impiego dei reflui oleari possono essere
ricondotte alle seguenti modalita: spargimento controllato sui suoli dei reflui tal quali
(Bing et al., 1994; Saviozzi et al., 1997; Bonari et al., 2001a) o previo compostaggio
(Vallini et al., 2001; Cegarra et al., 2004); produzione di biomasse di interesse
industriale (Galli et al., 1988; Sanjust et al., 1991, Zervakis et al., 1994); recupero di
prodotti ad alto valore aggiunto (Capasso et al., 1998). Tuttavia, le soluzioni oggi in uso
presentano innegabili inconvenienti di carattere gestionale, economico ed ambientale
legati alla difficolta di trasporto, spargimento e trattamento della enorme massa di reflui
prodotti peraltro in un breve periodo dell’anno. La pratica pit diffusa consiste nello
spargimento controllato in campo che tuttavia trova spesso difficolta di applicazione sia
per impedimenti di ordine normativo, in quanto la legislazione vigente (Legge n.
574/96) pud precludere talune zone alla pratica, sia per la difficoltd di acceso ai campi
che risultano nel periodo invernale spesso saturi d’acqua. Partendo dalle consideraziuni
effettuate ¢ convinti che l’impiego agronomico rappresenti comunque la soluzione
migliore per lo smaltimento/riciclaggio dei reflui oleari, la sez. olivicoltura
dell'ISAFoM-CNR di Perugia ha sviluppato la tecnologia innovativa MATReFO
(deposito n. RM2004A000084) in grado di superare gli inconvenienti sopra evidenziati.
Si tratta di un sistema che si sviluppa in genere in linea con il frantoio, altamente
flessibile, capace, ciog, di far fronte alle diverse esigenze gestionali dei frantoi, sia in
termini di capacita operative da soddisfare sia in termini di reflui diversi da trattare.
Essa si caratterizza per la produzione di ammendanti organici stabilizzati, con
caratteristiche chimico-fisiche e microbiologiche in parte indagate (Altieri et al. 2004),
facilmente gestibili ed adatti per impieghi vivaistici ed agronomici (Progetto LIFE-
TIRSAY, 2004),
Obiettivi del presente lavoro sono la descrizione della tecnologia innovativa
MATReFO ¢ lo studio delle modificazioni chimiche a carico di tre miscele sperimentali,
valutate durante un periodo di stoccaggio aerobico di 80 giomi
280Atti XXII Convegno SICA
Materiali e metodi
La tecnologia innovativa prevede V'impiego di una machina posta a valle del
frantoio che opera il trattamento dei reflui oleari vergini in tre fasi successive: la prima
prevede la separazione del nocciolino, che costituisce un sottoprodotto caratterizzato da
alto valore aggiunto utilizzabile in molteplici applicazioni industrial.
Nella seconda fase il Refluo Oleario Denocciolato (ROD) viene miscelato con
additivi organici di scarto che riducono l'umiditi e il rapporto carbonio/azoto,
permettendo una buona circolazione di aria all’interno della massa. La terza fase
prevede il confezionamento della massa in sacchi a rete del peso di circa 30 Kg, che
garantisce fermentazioni aerobiche ¢ facilita la successiva gestione delle masse.
Il presente lavoro ha utilizzato, per la realizzazione delle tre miscele oggetto di
studio, un impianto prototipo situato presso il frantoio della Cooperativa Nuovo Cilento,
in San Mauro Cilento (SA), dotato di un sistema di estrazione continuo a due fasi. I
prodotti oggetto di studio sono stati ottenuti miscelando opportunamente il ROD con
additivi igroscopici, come indicato nella Tabella I.
Tabella I. Composizione delle miscele realizzate c/o un impianto prototipo, valori
espressi in % pip
Componenti delle miscele Miscele speriment
A B c
Refluo Oleario Denocciolato (ROD) 72 72 72
Paglia 11,25 8,5 14
Segature/trucioli di legno 11,25 85 14
Cascami di lana 55 i 0
Gli additivi igroscopici aggiunti rappresentano scarti di facile reperibilité a costi
contenuti e, provenendo dalle prime fasi di lavorazione dei prodotti principali, non
contengono inguinanti (solventi, coloranti, etc) che possono pregiudicare la qualita
agronomica delle miscele finali. Lo stoccaggio delle miscele sperimentali, condotto al
riparo dagli eventi meteorici, & stato realizzato ponendo il prodotto confezionato su
bancali di legno (Figura 1), stratificando il materiale in modo tale da garantire una
naturale adeguata circolazione di aria nella massa necessaria per linstaurarsi
fermentazioni aerobiche nel sistema,
281Altieri et al.
Figura 1. Stoccaggio “aerobico” dei sacchi contenenti te miscele a base di refluioleari
Sono stati effettuati 5 campionamenti nel corso dello stoccaggio. I campioni raccolti
sono stati preparati in laboratorio e analizzati facendo riferimento a metodiche
analitiche standard (DIVAPRA, 1992; Singleton, et al., 1971). La determinazione dei
metalli @ stata effettuata con spettofotometria in assorbimento atomico mediante Ia
strumentazione Perkin-Elmer Aanalyst 200.
Risultati
Nella Tabella II sono riportati i dati di caratterizzazione chimica dei materiali di
scarto impiegati nella sperimentazione. Gli additivi servono a ridurre I’elevato
contenuto di umidita del ROD (76,5%); presentano un diverso contenuto di azoto totale;
in particolare, il cascame di lana, € quello che presenta il valore pili elevato di tale
elemento (N > 5%) ¢ un contenuto in ferro pari a 706 mg(Kg) '. Il grasso residuo
riscontrato nel ROD si attesta su valori intorno al 3,73%, corrispondente a quanto
riportato in letteratura (Saviozzi et al. 1997), mentre il contenuto di bio-fenoli totali @
pari a 2,6%. Tutti gli additivi sono risultati privi di metalli pesanti.
282Atti XXII Convegno SICA
Tabella II. Caratteristiche analitiche dei materiali organici di scarto utilizeati (ROD = Reftuo Oleario
Denocciolaio, LANA= Cascame di tana, PAG = Pagtia di graminacee, SEG/TRU = Segature e trucioli di
legno); I valort sono riferiti alla sostanza secca.
ROD LANA PAG __SEG/TRU
Umidita % 76,50 14,60 32,50 17,10
pH 4,69 7,08 nd 6,70
CEs ds(my" 1,19 1,20 nd 0,08
Salinita meq(100g)' 63,12. «17,56 nd 1,20
Ceneri % 5,55 1089 9,76 0,56
C totale % 4723 44,56 45,12 49,72
N totale % 0.76 5,24 0,34 0,15
CIN 619 85 132,5 31,0
Grassi % 3,73 nd nd nd
Bio-fenoli % 2,60 nd nd nd
K % 2,10 1,38 1,25 0,06
Ca % 0,15 0,13 0,20 0.18
Mg mg kg! 729 405 1600 427
Na if 104 515 890 13
Fe x 200 706 170 1
Mn 4 7 37 45 nd
Zn " 21 85 nd nd
cu " 24 8 3 nd
Pb, Co, Ca, Cr . miscela A >
miscela C), con una netta prevalenza dell’azoto organico sul totale (> 98%, dati non
riportati), Le miscele realizzate con aggiunta di cascami di lana (Miscele A e B)
presentano un rapporto C/N sempre inferiore a 30 (Figura 2) e, pertanto, sono ritenute le
pit idonee per un impiego agronomico
Tra gli altri elementi nuttitivi particolarmente presenti nelle miscele emerge il
potassio, con valori che si attestano introno al 2-3%, il magnesio con valori tra lo 0,14-
0,18% e il ferro (1200-2400 ppm), la cui presenza deriva essenzialmente dai cascami di
lana aggiunti alla massa. Emerge, infine, in tutte le miscele sperimentali l'assenza di
metalli pesanti (Tabella III)
‘Valori anomali sono stati invece riscontrati per il contenuto di sodio nelle tre miscele
prodotte (Tabella III), che risulta estremamente elevato soprattutto se confrontato con i
valori presenti negli additivi di partenza (Tabella 11). Questa anomalia & imputabile
all’uso di soluzioni a base di idrossido di sodio utilizzate nelle fasi di pulizia del
frantoio tra un ciclo ¢ altro di lavorazione. Tale conclusione é stata confermata da suc
cessive analisi effettuate su miscele sperimentali realizzate con reflui provenienti da un
altro frantoio, nelle quali i contenuti di sodio oscillavano tra i 400 ¢ i 600 mg/Kg
(Fontanazza e Altieri, 2004), valori in linea con quelli degli materiali organici di scarto
di origine. Particolare attenzione va quindi dedicata in fase di realizzazione delle
miscele facendo in modo di evitare che le acque di lavaggio del frantoio, potenzialmente
inquinanti, influenzino negativamente la composizione finale delle miscele a base di
reflui oleari, Cid per garantire un impiego agronomico efficace delle miscele che non
determini danni alle proprieta chimico-fisiche del suolo.
Conelusi
Le indagini chimico-fisiche effettuate a carico delle miscele sperimentali provenienti
dalla tecnologia MATReFO consentono di affermare che i tre substrati mostrano, al
termine dello stoccaggio, per i parametri analitici presi in esame, valori che rientrano
nei limiti di riferimento stabiliti dalla normativa italiana per gli ammendanti vegetali
semplici non compostati o per gli ammendanti compostati misti (Legge 748/84), con
caratteristiche che li rendono idonei anche per I’Agricoltura Biologica (Reg 2092/91 €
Circolare MiPAF n. 8 del 13 settembre 1999).
Tutte le miscele prodotte con limpianto prototipo hanno confermato di essere né
maleodoranti, né percolanti, risultando di facile gestione per il trasporto, lo stoccaggio €
il successivo impiego agronomico; pertanto, il sistema MATReFO, consentendo di
differire senza inconvenient il momento dell’impiego agronomico rispetto a quello di
produzione dei reflui oleari, si configura come una soluzione estremamente vantaggiosa
per il riciclaggio a fini agronomici dei reflui oleari, determinando, peraltro, da un lato
un miglioramento delle proprieta ammendanti del prodotto finale, rispetto ai materiali di
286Atti XXII Convegno SICA
partenza, dall’altro il recupero, a monte del processo, del nocciolino, prodotto
utilizzabile per molteplici proficui impieghi energetico-industriali,
I presente lavoro & stato svolto nell’ambito del progetto curopeo Life-Ambiente 00
ENV/IT 000223 TIRSAV (Tecnologie Innovative per il Riciclaggio delle Sanse e delle
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