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Associazione nazionale italiana di ingegneria sismica

Atti del XVII convegno ANIDIS “L’ingegneria sismica in Italia” : Pistoia, 17-21 settembre 2017 / a cura
di Franco Braga, Walter Salvatore, Andrea Vignoli ; con la collaborazione di Andrea Borghini … [et al.].
- Pisa : Pisa university press, 2017

624.1762 (22)
I. Braga, Franco II. Salvatore, Walter III. Vignoli, Andrea IV. Borghini, Andrea 1. Costruzioni antisismi-
che - Congressi
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ISBN 978-886741-8541
ISSN 2532-120X

impaginazione: Ellissi

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Atti del
XVII CONVEGNO ANIDIS “L’Ingegneria Sismica in Italia”

A cura di
Franco Braga, Walter Salvatore, Andrea Vignoli
Con la collaborazione di
Andrea Borghini, Sonia Boschi, Silvia Caprili, Francesco Morelli

Un evento organizzato in collaborazione da

Pistoia, 17-21 Settembre 2017


COMITATO D’ONORE
• Dott. Ing. M. Sessa, Presidente del Consiglio Superiore dei LL.PP.
• Dott. A. Borrelli, Capo del Dipartimento di Protezione Civile
• Dott. E. Rossi, Presidente della Regione Toscana
• Prof. Ing. G. Manfredi, Presidente Conferenza dei Rettori delle Università Italiane
• Prof. L. Dei, Rettore dell’Università di Firenze
• Prof. P.M. Mancarella, Rettore dell’Università di Pisa
• Dott. Arch. M.L. Conti, Provveditore alle OO.PP. Toscana, Marche e Umbria
• Dott.ssa F. Fratoni, Assessore Ambiente e Difesa del Suolo, Regione Toscana
• Dott. A. Tomasi, Sindaco della Città di Pistoia
• Dott. R. Vanni, Presidente della Provincia di Pistoia
• Dott. Ing. A. Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri
• Dott. Arch. G. Capocchin, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti
• Dott. F. Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi

COMITATO SCIENTIFICO
• Franco Braga, Sapienza Università di Roma, Presidente
• Stefano Bennati, Università di Pisa
• Luigi Biolzi, Politecnico di Milano
• Antonio Borri, Università degli Studi di Perugia
• Alberto Burghignoli, Sapienza Università di Roma
• Luigi Callisto, Sapienza Università di Roma
• Michele Calvi, IUSS-Pavia
• Giovanni Cardinale, Consigliere CNI
• Carlo Andrea Castiglioni, Politecnico di Milano
• Ario Ceccotti, IUAV Venezia
• Edoardo Cosenza, Università degli Studi di Napoli Federico II
• Andrea Dall'Asta, Università di Camerino
• Antonello De Luca, Università degli Studi di Napoli Federico II
• Guido De Roeck, University of Leuven
• Mauro Dolce, Dipartimento di Protezione Civile
• Ahmed Elghazouli, Imperial College London
• Maurizio Ferrini, Direttivo ANIDIS
• Giuseppe Andrea Ferro, Politecnico di Torino
• Andrè Filiatrault, University at Buffalo
• Massimo Fragiacomo, Università degli Studi dell'Aquila
• Franco Gallori, Regione Toscana
• Rosario Gigliotti, Sapienza Università di Roma
• Iunio Iervolino, Università degli Studi di Napoli Federico II
• Sergio Lagomarsino, Università degli Studi di Genova
• Raffaele Landolfo, Università degli Studi di Napoli Federico II
• Domenico Liberatore, Sapienza Università di Roma
• Massimo Losa, Università di Pisa
• Massimiliano Lucchesi, Università degli Studi di Firenze
• Guido Magenes, Università di Pavia
• Angelo Masi, Università degli Studi della Basilicata
• Mauro Mezzina, Politecnico di Bari
• Claudio Modena, Università degli Studi di Padova
• Giorgio Monti, Sapienza Università di Roma
• Camillo Nuti, Università degli Studi Roma III
• Antonio Occhiuzzi, Direttore ITC, CNR
• Stefano Pampanin, Sapienza Università di Roma
• Maurizio Papia, Università di Palermo
• Maria Rosaria Pecce, Università degli Studi del Sannio
• Maurizio Piazza, Università degli studi di Trento
• Vincenzo Piluso, Università degli Studi di Salerno
• Kyriazis Pitilakis, Aristotle University of Thessaloniki
• Andrea Prota, Università degli Studi di Napoli Federico II
• Emanuele Renzi, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
• Walter Salvatore, Università di Pisa
• Marco Savoia, Università di Bologna
• Giuseppe Scarpelli, Università Politecnica delle Marche
• Luigi Sorrentino, Sapienza Università di Roma,
• Enrico Spacone, Università degli Studi G. D'Annunzio Chieti-Pescara
• Paolo Spinelli, Università degli Studi di Firenze
• Antonio Tralli, Università degli Studi di Ferrara
• Dimitrios Vamvatsikos, National Technical University of Athens
• Ivo Vanzi, Università degli Studi G. D'Annunzio, Chieti-Pescara
• Andrea Vignoli, Università degli Studi di Firenze
• Riccardo Zandonini, Università degli Studi di Trento

COMITATO ORGANIZZATORE
• Walter Salvatore, Università di Pisa (Presidente)
• Andrea Vignoli, Università degli Studi di Firenze (Presidente)
• Mirko Bianconi, Presidente Ordine degli Ingegneri di Pistoia
• Alessandro Baldi, Ordine degli Ingegneri di Pistoia
• Micheli Betti, Università degli Studi di Firenze
• Andrea Borghini, Università degli Studi di Firenze
• Sonia Boschi, Università degli Studi di Firenze
• Silvia Caprili, Università di Pisa
• Anna De Falco, Università di Pisa
• Gloria Terenzi, Università degli Studi di Firenze
• Johann Antonio Facciorusso, Università degli Studi di Firenze
• Francesco Morelli, Università di Pisa
• Nicola Mussini, Università di Pisa
• Nunziante Squeglia, Università di Pisa
• Marco Faggella, Sapienza Università di Roma
• Andrea Melani, Ordine degli Ingegneri di Pistoia
• Massimiliano Begliomini, Ordine degli Ingegneri di Pistoia
COMITATO ORGANIZZATORE DEI SEMINARI DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
• Alessandro Baldi, Ordine Ingegneri di Pistoia
• Mirko Bianconi, Presidente Ordine degli Ingegneri di Pistoia
• Marco Bartoloni, Presidente Federazione Ordine Ingegneri della Toscana
• Walter Salvatore, Università di Pisa
• Francesco Morelli, Università di Pisa
• Silvia Caprili, Università di Pisa
• Francesco Venturi, Ordine degli Ingegneri di Pistoia
• Andrea Melani, Ordine degli Ingegneri di Pistoia
SPONSOR:

CISI
Costruttori Italiani Scaffalature Industriali

AISEM
Associazione Italiana Sistemi di Sollevamento,
Elevazione e Movimentazione

AMIMA
Federazione delle Associazioni Nazionali
dell’Industria Meccanica Varia ed Affine

ANCE Toscana

CEMES S.p.A

CMSA
Società Cooperativa Muratori Sterratori
ed Affini

Edil CAM Sistemi S.r.l.

Fibre Net S.r.l.

Gruppo PITTINI

INGENIO

PAVER Costruzioni S.p.A.

Rothoblaas S.r.l.
SISMIC
Associazione tecnica per la promozione
degli acciai sismici per cemento armato

Stahlbau Pichler

TECNISOFT
CON IL PATROCINIO DI:

Comune di Pistoia

Consiglio Nazionale degli Ingegneri

Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici

EMERGENS – associazione di volontariato


di protezione civile

Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia


e Pescia

Fondazione Promozione Acciaio

Pistoia Capitale della Cultura 2017

Regione Toscana
PRESENTAZIONE DEL CONVEGNO
I recenti eventi sismici del Centro Italia, Agosto-Ottobre 2016, hanno messo ancora una volta in evidenza
l’estrema fragilità del patrimonio immobiliare italiano, ed in particolare dei centri storici che racchiudono spesso
un’eredità culturale di valore inestimabile. La drammaticità degli eventi che si sono succeduti negli ultimi mesi
e, ancor prima, negli ultimi decenni, ha dato ulteriore impulso ai già notevoli sforzi del mondo scientifico italiano
nel portare avanti numerose iniziative a livello scientifico, tecnico e normativo. In particolare, sono ormai
completate la stesura delle nuove Norme tecniche per le Costruzioni, della relativa Circolare Esplicativa e del
Documento di Applicazione Nazionale degli Eurocodici, nonché delle Linee guida per la Classificazione del
Rischio Sismico delle Costruzioni

Il XVII Convegno ANIDIS “L’Ingegneria Sismica in Italia” si propone come momento di confronto critico tra
ricercatori, tecnici e operatori del settore delle costruzioni al fine di favorire ulteriormente la crescita scientifica
del Paese nel campo della progettazione antisismica delle costruzioni e della riduzione del rischio sismico.
Proprio al fine di costituire un utile momento di confronto tecnico e culturale tra mondo scientifico e professionale,
al Convegno sono stati affiancati tre corsi di aggiornamento per professionisti, organizzati di concerto con gli
Ordini degli Ingegneri della Toscana, su temi di grande attualità e tenuti dai maggiori esperti nazionali del
settore.

Franco Braga
Walter Salvatore
Andrea Vignoli
INDICE

KEYNOTE LECTURES
Capacity design in geotechnical engineering
Luigi Callisto���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������KL-2

Performance-Based Seismic Design In Real Life: The Good, The Bad And The Ugly
Dimitrios Vamvatsikos����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������KL-17

Seismic Performance of Structural Members Incorporating Recycled Rubber Materials


Ahmed Elghazouli�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������KL-25

SESSIONI GENERALI

DINAMICA DEI TERRENI E GEOTECNICA SISMICA

Effects of site-induced non-synchronism and soil non linearity in the seismic response of bridg-
es founded on piles
Maria Chiara Capatti, Giuseppe Tropeano, Michele Morici, Sandro Carbonari, Francesca Dezi,
Graziano Leoni, Francesco Silvestri������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG02-2

The role of seismic input properties on the performance of bridge piers on cylindrical caisson
foundations
Domenico Gaudio, Sebastiano Rampello��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG02-13

Geotechnical design of retaining micropile walls for an underground parking on a sloping area
Stefano Renzi, Letizia Scirè, Johann Facciorusso, Claudia Madiai����������������������������������������������������������������������������������������������������SG02-24

On the influence of pile discretization in single pile kinematic analysis using a boundary ele-
ment method (BEM) based approach
Stefano Stacul, Nunziante Squeglia�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG02-34

Analysis of r.c. single pile lateral response considering the influence of tension stiffening
Stefano Stacul, Nunziante Squeglia�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG02-45

Local Seismic Response of Castelnuovo hill (AQ-Italy) with 2D models


Vidan Ilic, Emanuele Del Monte, Alessandro Ghinelli, Sonia Boschi, Federica Durante, Giorgio Pipponzi,
Marco Nocentini, Marco Tallini����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG02-56

Validation of a 3D model for dynamic soil-structure-interaction of pile foundations by means


of in situ tests
Maria Chiara Capatti, Sandro Carbonari, Francesca Dezi, Fabrizio Gara, Graziano Leoni, Michele Morici������������������������������������SG02-68
An Analytical Formulation for the Kinematic Interaction Analysis of Inclined Single Piles
Sandro Carbonari, Michele Morici, Francesca Dezi, Graziano Leoni������������������������������������������������������������������������������������������������SG02-78

An experimental and numerical model for wave propagation studies in sandy soil
Lorella Montrasio, Michele Placido, Antonio Gatto, Martina Bertorelli��������������������������������������������������������������������������������������������SG02-87

3 level seismic microzoning studies to urban planning and construction design


Vittorio D’Intinosante, Massimo Baglione, Pierangelo Fabbroni, Giuseppe Naso�����������������������������������������������������������������������������SG02-95

Soil Damping Ratio Estimation by Logarithmic Decrement Method in Resonant Column Tests
Johann Facciorusso, Claudia Madiai�������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG02-105

Soil-Structure Interaction Effects on the Seismic Behavior of Reinforced Concrete Moment


Resisting Frames
Romeo Tomeo, Antonio Bilotta, Dimitris Pitilakis, Emidio Nigro��������������������������������������������������������������������������������������������������� SG02-114

Urban-scale soil-structure interaction effects for risk assessment: the case of Thessaloniki city,
Greece
Anna Karatzetzou, Evi Riga, Kyriazis Pitilakis��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG02-125

VULNERABILITÀ E RISCHIO SISMICO


The method I.OPà.CLE for the formulation and calculation of structural operational efficiency
indices for the assessment of emergency limit conditions
Mauro Dolce, Elena Speranza, Flavio Bocchi, Chiara Conte���������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-2

Structural operational efficiency indices for the assessment of Emergency Limit Condition
(I.OPà.CLE): experimental results
Mauro Dolce, Elena Speranza, Flavio Bocchi, Chiara Conte�������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-14

Expeditious assessment of seismic vulnerability of existing buildings from a statistic sample of


school buildings, property of the Comune di Firenze
Pietro Croce, Maria Luisa Beconcini, Paolo Formichi, Paolo Cioni, Filippo Landi, Caterina Mochi, Roberto Castelluccio������������SG03-25

Evaluation of the seismic hazard of common typologies of buildings in the municipality of Patti
(Messina)
Piero Colajanni, Antonino Recupero, Nino Spinella���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-36

Building Features of Accumoli and Amatrice in a Pre-Earthquake Survey


Fabio Fumagalli, Domenico Liberatore, Giorgio Monti, Luigi Sorrentino�����������������������������������������������������������������������������������������SG03-44

Seismic vulnerability assessment of the village of Alzano, in the Salto Valley, as a first and
unavoidable step for its revitalization by using local natural resources and advanced tech-
nologies
Sabrina Taffarel, Francesca da Porto, Cesare Silvi, Claudio Modena�������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-55

On the effects of seismic sequences on masonry structures


Giovanni Rinaldin, Claudio Amadio, Salvatore No�������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-66

Analysis of the damage of ordinary buildings in the historic centre of Norcia struck by the 2016
Italian earthquake
Antonio Borri, Romina Sisti, Andrea Prota, Marco Di Ludovico, Sandro Costantini, Marco Barluzzi, Alessandro De Maria,
Elisabetta Aisa, Alessio Bragetti, Francesco Savi, Gianluca Fagotti, Luciano Baldi��������������������������������������������������������������������������SG03-77

Historical quakeproof building systems in Italy: constructional skill and normative experimen-
tation. Notes for a critical comparison
Caterina Mele, Paolo Piantanida���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-88
Performance Decay of Masonry Walls Subjected to In-plane Loads
Ileana Corbi, Ottavia Corbi, Francesca Tropeano�������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-95

Evaluation of In-Plane Rocking-Sliding Failure Modes of Multi-Storey Masonry Walls for


Quick Analysis at Urban Scale
Luca Umberto Argiento, Claudia Casapulla, Elena Speranza�����������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-102

Simulating shear-compression mechanical behavior of historical masonry panels: sensitivity of


3D numerical models to input parameters
Amedeo Gregori, Michele Angiolilli������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� SG03-111

Limit analysis of polygonal-shaped masonry elements: the case study of bay windows in Bos-
ton’s Back Bay.
Riccardo Barsotti, Stefano Bennati, Claudio Tirabasso��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-122

Seismic vulnerability of unreinforced masonry walls: Linear and nonlinear, static and dynamic
procedures compared
Samuele Fontani, Luca Salvatori, Maurizio Orlando, Paolo Spinelli�����������������������������������������������������������������������������������������������SG03-130

Unreinforced Masonry Churches in New Zealand: towards an holistic framework for the iden-
tification of optimal seismic retrofit intervention
Francisco Galvez, Stacy Vallis, Sonia Giovinazzi, Shannon Abeling, Jason Ingham�����������������������������������������������������������������������SG03-141

Modelling, analysis and safety verifications of existing masonry buildings: seismic assessment
and design of strengthening interventions
Sergio Lagomarsino���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-152

Nonlinear static procedure for the seismic assessment of unreinforced masonry buildings: defi-
nition of the limit states criteria
Salvatore Marino, Serena Cattari, Sergio Lagomarsino��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-166

Proposal of floor spectra for the verification of non-structural elements and local mechanisms
in URM buildings
Stefania Degli Abbati, Serena Cattari, Sergio Lagomarsino�������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-177

Interpretative guidance on the design of timber buildings according to the Italian Building Code
Maurizio Follesa, Marco Pio Lauriola, Luca Gori, Dario Pierucci, Chiara Ricci, Teresa Rotiroti, Francesca Scarselli�������������������SG03-188

Simplified Approaches for the Seismic Risk Rating of Reinforced Concrete Buildings and the
Selection of Retrofit Strategies
Sonia Giovinazzi, Stefano Pampanin������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-198

Seismic damage assessment of r.c. strategic buildings: a case study


Claudio Valente, Luigia Zuccarino, Alice Di Primio, Antonella Arquilla, Daniele Spina����������������������������������������������������������������SG03-210

Affidabilistic assessment of the seismic vulnerability of an existing RC building


Amedeo Gregori, Michele Angiolilli�������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-221

The effect of stiffness variation in elevation on maximum IDR for existing RC buildings
Maria Polese, Marco Gaetani d’Aragona, Edoardo Cosenza, Andrea Prota�������������������������������������������������������������������������������������SG03-232

Seismic vulnerability analysis for reinforced concrete structures through simplified and detailed
approaches
Sonia Boschi, Andrea Borghini, Alberto Ciavattone, Giovanni Schiatti, Andrea Vignoli����������������������������������������������������������������SG03-243

Seismic performance of masonry infilled RC frames designed for gravity loads


Gianni Blasi, Daniele Perrone, Maria Antonietta Aiello�������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-252
Rigid floor assumption in nonlinear static analysis of reinforced concrete existing buildings
Sergio Ruggieri, Francesco Porco, Domenico Raffaele, Giuseppina Uva����������������������������������������������������������������������������������������SG03-262

Mechanical characterization of a polyurethane-cement hybrid foam to be used for seismic pro-


tection of nonstructural components
Orsola Coppola, Ernesto Di Maio, Gennaro Magliulo����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-273

Seismic Vulnerability Assessment of Three Nave Churches in Alife-Caiazzo Diocese


M. Guadagnuolo, A.Tafuro, V.Corlito, G. De Matteis�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-282

Assessment of Seismic Vulnerability at Territorial Scale: The Case Study of Caltabellotta (AG)
Piero Colajanni, Matteo Accardi, Calogero Cucchiara, Giuseppe Di Gesaro, Giovanni Minaf���������������������������������������������������SG03-292

Advancements in Seismic Vulnerability Assessment Methodologies for RC Buildings at Terri-


torial Scale
Fabio Romano, Maria Zucconi, Stefania Imperatore, Barbara Ferracuti������������������������������������������������������������������������������������������SG03-303

Correlation between ground motion parameters and structural response of code conforming and
existing RC buildings
Andrea Digrisolo, Vincenzo Manfredi, Angelo Masi������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-314

Emilian fortified buildings: the relationships between the morphological and structural charac-
teristics and the mechanisms of damage.
Giulia Grassi Leonardi�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-325

Estimation of the seismic structural capacity of masonry buildings through simplified proce-
dures
Sonia Boschi, Alberto Ciavattone, Andrea Vignoli���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-335

Da.D.O – A web-based tool for analyzing and comparing post-earthquake damage database
relevant to national seismic events since 1976.
Mauro Dolce, Elena Speranza, Francesco Giordano, Barbara Borzi, Flavio Bocchi, Chiara Conte, Antonella Di Meo,
Marta Faravelli, Venanzio Pascale�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-347

Implications of Different Damage Definitions on the Empirical Seismic Vulnerability of Ma-


sonry Buildings
Annalisa Rosti, Maria Rota, Andrea Penna���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-358

Seismic Vulnerability Assessment of complex buildings/aggregated buildings in historical cen-


ters: first level methods
Luisa Berto, Paolo Faccio, Anna Saetta, Diego Talledo, Isabella Zamboni��������������������������������������������������������������������������������������SG03-369

A class-oriented large scale comparison with postearthquake damage for Abruzzi region
Carlo Del Gaudio, Paolo Ricci, Gerardo Mario Verderame��������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-380

Fast procedure for seismic risk assessment of r.c. buildings


Alessandro Fulco, Marco Mezzi, Fabrizio Comodini�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-392

Sensitivity analysis of seismic behaviour of masonry aggregates


Chiara Bernardini, Sonia Boschi, Martin Empelmann, Andrea Vignoli��������������������������������������������������������������������������������������������SG03-403

Seismic vulnerability of RC frame building classes: sensitivity of the probability of exceeding


the Life Safety limit state to structural detailing and mechanical properties of the materials
Roberto Gentile, Leonardo Fondi, Stefano Pampanin�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-415

Seismic risk of the non-structural architectural elements of a new hospital. Application of a


seismic performance analysis and verification methodology.
Carlo Beltrami, Rossella Pignatelli, Roberto Ceccarelli�������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-427
Influence of stiffness loss of masonry infilled r.c. frames in the calculation of the structural op-
erational index (IOPS)
Claudio Valente, Luigia Zuccarino, Francesca Di Piero, Daniele Spina, Federico Mori������������������������������������������������������������������SG03-438

Fragility assessment of non-structural components undergoing earthquake induced rocking mo-


tion
Andrea Chiozzi, Marco Nale, Antonio Tralli������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-449

Cyclic behaviour evaluation of T-Joints for the seismic assessment of piping systems
Gianni Blasi, Giuseppe Maddaloni, Maria Antonietta Aiello, Maria Rosaria Pecce�������������������������������������������������������������������������SG03-459

The museum complex in a high seismic area: structural analysis and vulnerability assessment
of artistic assets. The case study of “S. Maria delle Monache (Isernia)”
Luisa Berto, Claudio Mazzotti,Valentina Rinaldini, Irene Rocca, Anna Saetta,Marco Savoia���������������������������������������������������������SG03-469

Seismic demand and capacity assessment of suspended ceiling systems


Sara Brandolese, Laura Fiorin, Roberto Scotta���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-480

Reliability of the SMAV procedure applied to unreinforced masonry buildings: the case study
of Sanremo city hall
Serena Cattari, Daniele Sivori, Daria Ottonelli, Stefania Degli Abbati, Daniele Spina, Gianluca Acunzo, Noemi Fiorini,
Gabriele Ferretti, Roberto De Ferrari������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-492

A numerical study on the seismic behavior of unreinforced masonry buildings with flexible
diaphragms
Michele Betti, Luciano Galano, Sonia Boschi, Andrea Vignoli��������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-503

Assessment of the loading capacity of masonry buildings under horizontal loads: the case study
of the Mercato delle Vettovaglie in Livorno
Riccardo Barsotti, Stefano Bennati���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-519

Influence of the modelling approach in the dynamic analysis of masonry towers


Massimiliano Lucchesi, Barbara Pintucchi, Nicola Zani������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-530

Effects of damage on the dynamic modal properties of masonry towers


Gianni Bartoli, Michele Betti, Barbara Pintucchi������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-540

Numerical and experimental analysis of a masonry chimney


Francesco Nicchi, Emanuele del Monte, Andrea Borghini, Sonia Boschi, Alessandro Brunetti, Paolo Mazzanti���������������������������SG03-549

A critical investigation on typological and structural characteristics of residential buildings in


Umbria for their quick seismic risk classification
Antonella D’Alessandro, Filippo Ubertini, Gabriele Comanducci, Andrea Meoni, Alessandro Almadori,
Annibale Luigi Materazzi������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-561

The MaChro Form: a new automatic tool for the survey and seismic vulnerability assessment
of churches
G. De Matteis, G. Brando, G. Cianchino, V. Corlito, E. Criber��������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-568

Rapid Seismic Vulnerability Assessment of Churches of Citeriore Abruzzi by means of MaChro


Form
G. Brando, G. Cianchino, V. Corlito, E. Criber, G. De Matteis���������������������������������������������������������������������������������������������������������SG03-580

CRITERI E METODI DI PROGETTO ED ANALISI STRUTTURALE

Why a probability of exceedance of 10% in 50 years? A New approach to seismic design


Marco Fasan, Claudio Amadio, Fabio Romanelli, Salvatore Noè, Cristina Rossi��������������������������������������������������������������������������������SG04-2
Comparative analysis of benchmark case studies for assessing the reliability of software pack-
ages targeted to the seismic assessment of URM buildings
Serena Cattari, Daniela Camilletti, Guido Magenes, Carlo Filippo Manzini, Paolo Morandi, Enrico Spacone,
Guido Camata, Corrado Marano, Ivo Caliò, Bartolomeo Pantò, Francesco Cannizzaro, Giuseppe Occhipinti,
Bruno Calderoni, Antonio De Luca, Emilia Angela Cordasco, Giuseppe Brandonisio, Antonio Sandoli,
Claudia Casapulla, Francesco Portioli, Gianmarco De Felice, Marialaura Malena, Guendalina Lasciarrea��������������������������������������SG04-14

Comparison between seismic performance of different design philosophies by means of loss


assessment analysis
Marco Bovo, Gian Marco Bucci, Marco Savoia���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG04-27

Seismic Design of Non-Structural Elements using Building Information Modelling


Daniele Perrone, Andre Filiatrault ��������������������������....��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG04-37

Building Information Modeling as support for seismic design


Rosanna Napolitano, Antonio Salzano, Domenico Asprone, Edoardo Cosenza���������������������������������������������������������������������������������SG04-46

Damping reduction factor in seismic engineering using a stochastic approach


Rita Greco, Alessandra Fiore, Bruno Briseghella��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG04-56

An equivalent shear-shear torsional beam model for seismic analysis of multistore tower build-
ings
Martina Sciomenta, Angelo Luongo����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG04-65

Strongback system to enhance the building seismic response of framed Structures


Vittoria Laghi, Michele Palermo, Giada Gasparini, Stefano Silvestri, Tomaso Trombetti�����������������������������������������������������������������SG04-72

A new discrete macro-node (DMN) for the nonlinear modelling of the reinforced concrete
beam/column joints
Bartolomeo Pantò, Salvatore Caddemi, Ivo Caliò, Enrico Spacone ����������������������������������������������������������������������������������������������������SG04-82

Simulation of concrete crack development in seismic assessment of existing gravity dams


Anna De Falco, Matteo Mori, Giacomo Sevieri, Nicola Zani�������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG04-92

COSTRUZIONI IN CEMENTO ARMATO

Experimental and numerical study of the cyclic behavior of exterior RC beamcolumn joints
made with recycled concrete
Flora Faleschini, Paolo Bragolusi, Lorenzo Hofer��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG05-2

R/C flat slab-column connections under lateral loading


Massimo Lapi, Brisid Isufi, Maurizio Orlando, Antonio Ramos��������������������������������������������������������������������������������������������������������� SG05-11

The influence of floor joists on the lateral stiffness of R.C. buildings


Rosario Montuori, Elide Nastri, Vincenzo Piluso�������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG05-20

Modelling Uncertainties in NLFEM Simulation of Cyclically Loaded R.C. Shear Walls


Giuseppe Mancini, Gabriele Bertagnoli, Dario La Mazza, Diego Gino���������������������������������������������������������������������������������������������SG05-31

Critical analysis of the empirical relations for the evaluation of the ultimate plastic rotation of
R.C. columns under cyclic loadings
Rosa Fusco, Rosario Montuori, Elide Nastri, Vincenzo Piluso�����������������������������������������������������������������������������������������������������������SG05-41

Boundary elements of thin reinforced concrete wall vulnerable to out-of-plane instability: ex-
perimental results and numerical modelling
Angelica Rosso, Lisandro A. Jiménez-Roa, João Pacheco de Almeida, Katrin Beyer�����������������������������������������������������������������������SG05-51
Dual-phase steel reinforcing bars for RC buildings in seismic prone areas: selection and pro-
duction
Silvia Caprili, Walter Salvatore, Renzo Valentini, Cristiano Ascanio�������������������������������������������������������������������������������������������������SG05-62

Reinforced Concrete structures with Dual-Phase steel reinforcing bars


Silvia Caprili, Nicola Mussini,Walter Salvatore, Renzo Valentini, Cristiano Ascanio�����������������������������������������������������������������������SG05-73

Buckling implementation in PARC_CL2.1 for the response prediction of steel bars subjected
to cyclic loading
Beatrice Belletti, Francesca Vecchi, Andrea Donninotti���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG05-81

Analytical and Numerical Methods for the Evaluation of Critical Conditions in Longitudinal
Bars of RC Columns
Giovanni Minafò, Giuseppe Campione�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG05-92

Cyclic bar model with bond-slip for non linear analysis of existing RC structures
Francesca Mattei, Rosario Gigliotti, Silvia Caprili, Walter Salvatore�����������������������������������������������������������������������������������������������SG05-103

Pitting corrosion effects on the seismic behaviour of existing R.C. buildings


Stefania Imperatore, Maria Zucconi, Barbara Ferracuti�������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� SG05-114

Design and realization of a reinforced concrete building at Accra (Ghana), called One Airport
Square, with complex geometric façades and spatial truss system, placed on seismic isolator
devices
Fabio Camorani, Luciano Gasparini, Antonello Gasperi������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG05-125

COSTRUZIONI IN MURATURA E MURATURA ARMATA

Influence of normal stress on the seismic response of masonry structures


Giovanni Rinaldin, Marco Fasan, Claudio Amadio������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG06-2

Fiber-based modeling of masonry cross sections subjected to axial loading and biaxial bending
Fulvio Parisi, Elia Acconcia����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG06-12
Implementing and Applying a Continuum Bed Joint Shearing Model for Masonry Structures
Beatrice Belletti, Michele Longo, Max A.N. Hendriksb, Jan G. Rots������������������������������������������������������������������������������������������������SG06-20

Reliability of Equivalent-Frame Models for Masonry Walls with Irregular Openings


Rossella Siano, Guido Camata, Vincenzo Sepe, Enrico Spacone�������������������������������������������������������������������������������������������������������SG06-31

The effectiveness of strut model of the spandrel panels in masonry buildings under seismic
forces
Bruno Calderonia, Emilia Angela Cordasco, Gaetana Pacella, Christian Musella, Antonio Sandoli�������������������������������������������������SG06-39

Modelling of masonry walls with geometric irregularities: open problems


Bruno Calderoni, Emilia Angela Cordasco, Christian Musella, Antonio Sandoli�������������������������������������������������������������������������������SG06-52

Model uncertainties in seismic analysis of existing masonry buildings: the Equivalent-Frame


Model within the Structural Element Models approach
Anna De Falco, Giulia Guidetti, Matteo Mori, Giacomo Sevieri��������������������������������������������������������������������������������������������������������SG06-63

Rocking response of masonry columns: experimental study and numerical simulation


Sara Loda, Valentino Bolis, Marco Preti���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG06-74

Dynamic collapse testing of a full-scale URM cavity-wall structure


Umberto Tomassetti, António A. Correic, Ana Marques, Francesco Graziotti, Andrea Penna, Guido Magenes��������������������������������SG06-83

Shaking table tests of URM walls subjected to two-way bending out-of-plane seismic excitation
Umberto Tomassetti, Francesco Graziotti, Luca Grottoli, Stefano Dainotti, Andrea Penna, Guido Magenes������������������������������������SG06-94
Material characterization for the shaking-table test of the scaled prototype of a stone masonry
building aggregate
Gabriele Guerrini, Ilaria Senaldi, Simone Scherini, Simone Morganti, Guido Magenes, Katrin Beyer, Andrea Penna������������������SG06-105

Shaking-table test of a half-scaled natural stone masonry building aggregate with flexible dia-
phragms
Ilaria Senaldi, Gabriele Guerrini, Francesco Graziotti, Martina Caruso, Francesca Di Santo, Paolo Comini,
Guido Magenes, Katrin Beyer, Andrea Penna����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� SG06-116

A Cyclic Macroelement for Dynamic Analysis of Unreinforced Masonry Structures


Giovanni Rinaldin, Claudio Amadio�������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG06-127

COSTRUZIONI IN ACCIAIO E MISTE ACCIAIO-CALCESTRUZZO

Seismic performance of structural systems equipped with buckling-restrained Braces


Enrico Tubaldi, Fabio Freddi, Alessandro Zona, Andrea Dall’Asta������������������������������������������������������������������������������������������������������SG07-2

Nonlinear dynamic analysis of Italian code-conforming one-storey steel buildings for seismic
risk assessment
Fabrizio Scozzese, Giusy Terracciano, Alessandro Zona, Gaetano Della Corte, Andrea Dall’Asta, Raffaele Landolfo��������������������SG07-10

Cyclic inelastic tests on built-up steel columns including base-plate Connections


Gaetano Della Corte, Raffaele Landolfo���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG07-18

Numerical modelling of the monotonic behaviour of hybrid steel-concrete shear walls


Francesco Morelli, Nicola Mussini, Walter Salvatore�������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG07-27

Precast slab and double-slab R.C. wall in steel structures


Roberta Mallardo, Pietro Filipuzzi������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG07-36

A semi-analytical model for the cyclic behavior of shear link in eccentrically braced frames
structures
Silvia Caprili, Nicola Mussini, Walter Salvatore���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG07-44

Effectiveness of the capacity design regulations for eccentrically braced frames structures
Silvia Caprili, Nicola Mussini,Walter Salvatore����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG07-52

Seismic Design of Automated Rack Supported Warehouses


Silvia Caprili, Francesco Morelli, Walter Salvatore, Agnese Natali, Francesco V. Lippi, Valentina Falleni��������������������������������������SG07-62

Down-Aisle Seismic Behavior of Pallet-Rack Systems: Experimental Tests and Numerical


Analyses
Daniele Comparini, Lorenzo Bertocci, Luca Salvatori, Maurizio Orlando, Giovanni Lavacchini, Paolo Spinelli����������������������������SG07-71

Effects of pinching in the hysteresis loop of rack connections


Federico Gusella, Maurizio Orlando, Andrea Vignoli�������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG07-82

Performance based assessment of an industrial steel structure with scaled and unscaled ground
motions
Raffaele Laguardia, Francesco Morelli, Marco Faggella, Andrea Piscini, Rosario Gigliotti, Walter Salvatore, Franco Braga���������SG07-92

The New Guidelines of Italian High Council of Public Works for industrial steel racks in seis-
mic areas: the state of work
F. Braga, C. A. Castiglioni, G. Fabbri, F. V. Lippi, E. Renzi, W. Salvatore��������������������������������������������������������������������������������������SG07-100

High bay warehouses in seismic areas: general design problems and applications
Francesco Vittorio Lippi, Walter Salvatore��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� SG07-111
COSTRUZIONI IN LEGNO

Mechanical behaviour of inclined screws in timber-concrete composite system


Franco Moar, Flavio Nebiolo, Simone Vanzo, Amedeo Gregori, Beatrice Berardinucci����������������������������������������������������������������������SG08-2

Numerical analysis of timber log-haus walls with steel dovetail reinforcements under in-plane
seismic loads
Chiara Bedon, Massimo Fragiacomo����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG08-9

Assessment of the seismic safety of post-and-beam timber buildings braced with nailed shear
walls: pushover anaysis based on equivalent diagonal springs
Natalino Gattesco, Ingrid Boem����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG08-20

The role of the diaphragm stiffness on the distribution of the seismic action among the shear
walls in crosslam massive wooden buildings
Giovanni Metelli, Francesca Feroldi, Federica Germano, Ezio Giuriani��������������������������������������������������������������������������������������������SG08-31

On seismic design of structures with CLT walls


Gabriele Tamagnone, Massimo Fragiacomo���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG08-42

Design of a “mass-timber” building with different seismic bracing technologies


Giulio Fini, Luca Pozza, Cristiano Loss, Thomas Tannert������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG08-52

TRE3 project: a hybrid timber-frame wall system for emergency housing facilities
Lorenzo Franzoni, Matteo Izzi, Albino Angeli, Ester Sinito, Daniele Casagrande, Gaia Pasetto, Andrea Polastri����������������������������SG08-63

COSTRUZIONI PREFABBRICATE

Estimation of seismic fragility curves for precast RC industrial buildings from damage obser-
vational data from the 2012 Emilia earthquake
Nicola Buratti, Fabio Minghini, Elena Ongaretto, Marco Savoia, Nerio Tullini����������������������������������������������������������������������������������SG09-2

Design and experimental verification of wet-joints between precast beams and columns for the
construction of seismically resistant pipe rack structures
Marco Breccolotti, Bruno Pasqualini, Massimo Federico Bonfiglia, Valerio Colone, Annibale Luigi Mate,
Mauro Tommasini��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG09-13

Seismic retrofit strategies for friction beam-to-column connections of industrial RC precast


structures
Maddalena Cimmino, Gennaro Magliulo, Maria Gabriella Castellano, Antonio Occhiuzzi��������������������������������������������������������������SG09-23

Analysis of a tile-beam connection for precasted industrial buildings and its influence on the
global seismic response of the structure
Giovanni Menichini, Emanuele Del Monte, Cesare Falsini, Gianni Bartoli, Sonia Boschi, Andrea Vignoli�������������������������������������SG09-35

PONTI, INFRASTRUTTURE, RETI TECNICHE ED IMPIANTI

Development of equivalent structural models for the coupled analysis of the dynamic soil-struc-
ture interaction
Davide Noè Gorini, Luigi Callisto�������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� SG11-2

Nonlinear Response of Bridge Piers Founded on Inclined Pile Groups


Michele Morici, Sandro Carbonari, Fabrizio Gara, Francesca Dezi, Graziano Leoni������������������������������������������������������������������������ SG11-12
Simplified polynomial formulation for the calculation of the Moment-Curvature diagram of RC
rectangular sections
Roberto Gentile, Domenico Raffaele, Giuseppina Uva����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� SG11-19

Effects of spread and local geometrical irregularities on the horizontal carrying capacity of
masonry arches
Laura Severini, Nicola Cavalagli, Paolo Zampieri, Nicolò Simoncello, Vittorio Gusella, Carlo Pellegrino�������������������������������������� SG11-27

Influence of soil thrust on seismic capacity of masonry arch bridges


Paolo Zampieri, Lorenzo Hofer, Nicolò Simoncello, Carlo Pellegrino���������������������������������������������������������������������������������������������� SG11-34

Seismic behaviour of stone arch bridges in Sicily


Nunzio Scibilia, Angelo Savio Calabrese�������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� SG11-42

Influence of the arch thickness discontinuities on the seismic capacity of masonry bridges
Nicolò Simoncello, Carlo Pellegrino��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� SG11-53

Protection of Critical Infrastructure in the event of Earthquakes: CIPCast-ES


Sonia Giovinazzi, Antonio Di Pietro, Matteo Mei, Maurizio Pollino, Vittorio Rosato����������������������������������������������������������������������� SG11-61

Response prediction of multistory RC walls using static and dynamic nonlinear analysis and
PARC_CL2.0 crack model
Beatrice Belletti, Francesca Vecchi����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� SG11-71

PRIAMUS: A new tool for the probabilistic risk assessment with Monte Carlo simulations of
Process Plants under Seismic Loading
Daniele Corritore, Silvia Alessandri, Renato Giannini, Fabrizio Paolacci������������������������������������������������������������������������������������������ SG11-83

Assessment and retrofitting of a metal silo for granular solids to be installed in seismic zone
Filippo Lodi, Fabio Minghini, Nerio Tullini��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� SG11-94

Static and dynamic studies of a three span arch ancient masonry bridge of railway line Canicat-
tì-Gela-Comiso
Elio Lo Giudice, Gian Luigi Di Marco, Roberta Mantione, Valentina Carlisi���������������������������������������������������������������������������������� SG11-105

A Profitability analysis for assessing the optimal seismic retrofit strategy for production pro-
cesses susceptible to business interruption
Lorenzo Hofer, Mariano Angelo Zanini, Flora Faleschini, Carlo Pellegrino������������������������������������������������������������������������������������ SG11-114

SPERIMENTAZIONE, DIAGNOSTICA E MONITORAGGIO


DI STRUTTURE ED INFRASTRUTTURE

Model identification of damping in railway beam bridges


Michele Colandrea, Vincenzo Gattulli, Egidio Lofrano, Achille Paolone, Francesco Potenza�������������������������������������������������������������SG12-2

Ambient vibration testing of an historic masonry structure


Mariella Diaferio, Dora Foti, Nicola Ivan Giannoccaro, Salvador Ivorra�������������������������������������������������������������������������������������������SG12-10

Equivalent modal parameters in monitored buildings during the recent Italian seismic events
Rosario Ceravolo, Giulia De Lucia, Emiliano Matta, Antonino Quattrone, Luca Zanotti Fragonara�������������������������������������������������SG12-21

Experimental setup for the execution of quasi-static cyclic tests on ceilings


Laura Fiorin, Sara Brandolese, Roberto Scotta�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG12-31

Study of the Dynamic Behavior of Isolated Seismic Mass for the Creation of a 6 Degree of
Freestanding Table
Lorenzo Fanale, Giovanni Rinaldin, Massimo Fragiacomo, Rocco Alaggio, Elena Antonacci����������������������������������������������������������SG12-42
Identification of Infill Panels’ stiffness in Frame Structures through Inverse Analysis
Michele Tondi, Marco Bovo, Elisa Bassoli, Loris Vincenzi, Marco Savoia���������������������������������������������������������������������������������������SG12-50

Experimental comparison of in-plane mechanical response of glazed curtain walls


Carolina Aiello, Nicola Caterino, Giuseppe Maddaloni, Antonio Bonati, Antonio Occhiuzzi�����������������������������������������������������������SG12-59

Assessment of concrete strength in existing structures according to the EC8-3 procedure


Massimo Federico Bonfigli, Annibale Luigi Materazzi, Marco Breccolotti���������������������������������������������������������������������������������������SG12-69

Abacus of the masonry types of the Toscana Region


Sonia Boschi, Saverio Giordano, Nicola Signorini, Andrea Vignoli���������������������������������������������������������������������������������������������������SG12-79

Critical Analysis About National And International Experimental Campaigns On Spandrels Ex-
ecuted During Last Years
Bruno Caderoni, Emilia Angela Cordasco, Gaetana Pacella, Paolo Simoniello���������������������������������������������������������������������������������SG12-90

Laboratory Calibration and In Situ Application of Test Methods to Assess Masonry Shear Char-
acteristics thought Flat Jack (FJ-SCT Method)
Dario Foppoli, Alessandro Armanasco����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG12-104

Experimental assessment of the seismic performance of full-scale curtain wall systems


Antonio Bonati, Giovanni Cavanna, Annalisa Franco, Giuseppe Maddaloni, Antonio Occhiuzzi��������������������������������������������������� SG12-115

Numerical Interpretation of Experimental Tests on Masonry Spandrels


Raffaele Amorosi, Luca Salvatori, Sonia Boschi, Paolo Spinelli, Andrea Vignoli���������������������������������������������������������������������������SG12-124

Smart technologies for integrated seismic risk management in industrial plants


Mariano Ciucci, Alessandra Marino��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG12-138

The role of dynamic monitoring for seismic assessment of monumental heritage buildings: an
application to Palazzo dei Consoli in Gubbio
Nicola Cavalagli, Alban Kita, Filippo Ubertini���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG12-144

The role of environmental effects in the structural health monitoring: the case study of the Fic-
arolo Tower in Rovigo, Italy
Elisa Bassoli, Marianna Forghieri, Marco Bovo, Claudio Mazzotti, Loris Vincenzi������������������������������������������������������������������������SG12-154

Traffic effects on historical artefacts


Claudio Alessandri, Andrea Fabbri, Vincenzo Mallardo�������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG12-163

Far-field earthquake-induced damage detection in a monumental bell-tower after Central Italy


seismic sequence (2016) through vibration-based SHM
Filippo Ubertini, Nicola Cavalagli, Alban Kita���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG12-174

Numerical and experimental analyses to evaluate the effect of soil and nonstructural elements
on the modal parameters of reinforced concrete structures
Felice C. Ponzo, Gianluca Auletta, Rocco Ditommaso, Chiara Iacovino, Antonella Nigro, Carmela D’Anzi,
Maria Vincenza Costanzo������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG12-185

MIGLIORAMENTO, ADEGUAMENTO SISMICO DELLE COSTRUZIONI

Seismic Improvement Of Monumental Historic Buildings Using Horizontal Steel Bracing Sys-
tems; Case Studies, Comparative Evaluations With Alternative Systems
Fabio Camorani, Fabrizio Rossi, Rocco Gabellieri�������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG13-2

Forming New Steel-Framed Openings in Load-Bearing Masonry Walls: Design Methods and
Nonlinear Finite Element Simulations
Lorenzo Billi, Francesco Laudicina, Luca Salvatori, Maurizio Orlando, Paolo Spinelli�������������������������������������������������������������������� SG13-11
Cyclic response in shear and design criterion of brick-cement mortar masonry shear-walls ret-
rofitted with steel grids
Mattia Zizi, Francesco Campitiello, Gianfranco De Matteis���������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG13-22

Working on existing buildings: seismic retrofit with application of CAM® System


Marianna Leonori, Alessandro Vari�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG13-33

Influence of beam-column joints behaviour on seismic response of R.C. existing buildings


Federico Gusella, Andrea Borghini, Sonia Boschi, Andrea Vignoli����������������������������������������������������������������������������������������������������SG13-45

Experimental behavior of damaged RC beam-column joints retrofitted with FRP composites


Flora Faleschini, Jaime Gonzalez-Libreros, Mariano Angelo Zanini, Paolo Zampieri, Carlo Pellegrino������������������������������������������SG13-55

Cyclic Response of R/C Beam-Column Joints Strengthened with Steel FRP/FRCM Composite
Materials
Alessandro De Vita, Ciro Faella, Annalisa Napoli, Roberto Realfonzo����������������������������������������������������������������������������������������������SG13-63

Axial compressive behavior of FRP/Steel-confined concrete with preload


Francesco Cannella, Liborio Cavaleri, Calogero Cucchiara, Marco Filippo Ferrotto, Maurizio Papia����������������������������������������������SG13-74

Evaluation of the mechanical properties of the concrete columns confined with FRP and FRCM
systems in compression
Marinella Fossetti, Gioacchino Alotta, Francesco Basone, Giuseppe D’Arenzo, Giuseppe Macalusa,
Alfio Francesco Siciliano���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG13-85

Shear strength model with variable inclination of concrete stress field for r.c. beams strength-
ened by composite textile
Piero Colajanni, Lidia La Mendola, Salvatore Pagnotta, Antonino Recupero, Nino Spinella������������������������������������������������������������SG13-96

Bond behaviour of steel FRP/FRCM systems on concrete substrates: an experimental investi-


gation
Francesco Ascione, Marco Lamberti, Annalisa Napoli, Roberto Realfonzo�������������������������������������������������������������������������������������SG13-106

Experimental Characterization of FRCM Systems for Conservative and Strengthening Inter-


vention on Monumental Real Estate Heritage
Amedeo Gregori, Gabriele Marchini, Daniele Martini, Michele Angiolilli�������������������������������������������������������������������������������������� SG13-116

Experimental and numerical study on the behaviour of masonry vaults subjected to horizontal
loads: evaluation of the effectiveness of fiber reinforced mortar
Natalino Gattesco, Ingrid Boem��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG13-127

Full Scale Tests on Hollow Brick Masonry Walls Repaired with Steel Fiber Reinforced Mortar
Coating
Sara S. Lucchini, Luca Facconi, Fausto Minelli, Giovanni A. Plizzaria�������������������������������������������������������������������������������������������SG13-138

Numerical Study of a Full Scale Hollow Brick Masonry Building Strengthened with Steel Fiber
Reinforced Mortar Coating
Sara S. Lucchini, Luca Facconi, Fausto Minelli, Giovanni A. Plizzari���������������������������������������������������������������������������������������������SG13-145

Seismic Strengthening with Damping Devices and Performance Evaluation


Marco Cossu, Alessandro Vittorini Orgeas, Devis Sonda�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG13-154

Non-linear time history analyses of unreinforced masonry building with in-plane stiffened tim-
ber floors
Roberto Scotta, Davide Trutalli, Luca Marchi, Luca Pozza, Michele Mirra�������������������������������������������������������������������������������������SG13-163

Strategies and modeling methods for the reduction of the seismic vulnerability of historical
industrial buildings with wide timber roofs
Natalino Gattesco, Ingrid Boem��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG13-174
In-plane strengthening of traditional timber floors by means of CLT panels: experimental tests
and numerical analysis
Alessandra Gubana, Massimo Melotto����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG13-185

Seismic protection of existing r.c. buildings with post-tensioned timber walls


Antonio Sandoli, Mirko Pinto, Stefano Pampanin, Bruno Calderoni�����������������������������������������������������������������������������������������������SG13-196

CLT used as seismic strengthener for existing masonry walls


Luca Pozza, Francesca Evangelista, Roberto Scotta�������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG13-210

Interventions aimed at reducing the excessive deformability of timber floors: strengthening and
stiffening techniques according to the new Italian code (NTC)
Gianni Schiro, Ermes Rizzi, Maurizio Piazza�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG13-221

Restoration and seismic improvement of some construction aggregates in the historic center of
L’Aquila
Giandomenico Cifani, Cinzia Cicolani, Alberto Lemme������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG13-232

Restoration, strengthening and seismic improvement design of the Duomo of Pienza


Stefano Podestàab, Anna Brignola, Chiara Luchini, Francesca Porta, Fiorenza Romei�������������������������������������������������������������������SG13-243

Effectiveness of the techniques used to strengthen the masonry buildings in the historic centre
of Norcia (Italy)
Antonio Borri, Romina Sisti, Andrea Prota, Marco Di Ludovico, Sandro Costantini, Marco Barluzzi,
Alessandro De Maria, Elisabetta Aisa, Alessio Bragetti, Francesco Savi, Gianluca Fagotti, Luciano Baldi������������������������������������SG13-253

Status of the ongoing reconstruction process in L’Aquila eight years after the quake: a general
overview
Antonio Mannella, Marco di Ludovico, Antonio Sabino, Andrea Prota, Mauro Dolce, Gaetano Manfredi�������������������������������������SG13-267

Historical artistic renovation and seismic improvement: securing and implementation of a new
system supporting the pulpit of Donatello’s bronze Passion of the Basilica of San Lorenzo
in Florence
Alberto Lemme, AntonioMignemi, Carmenzo Miozzi, Mattia Mercante, Maria Donata Mazzoni��������������������������������������������������SG13-280

Seismic and vibration protection of the statue “Pietà Rondanini” by Michelangelo


Devis Sonda, Alfredo Cigada, Giuseppe Ciccaldo, Alessandro Goppion, Andrea Vittorio Pollini, Diego Aisa�������������������������������SG13-287

PROTEZIONE PASSIVA, SEMI-ATTIVA E ATTIVA DI STRUTTURE ED IMPIANTI

Seismic Performance of Structures Isolated with FPS for Different Soil Conditions considering
Intermediate Isolation Degrees
Paolo Castaldo, Marianela Ripani, Paula Folino�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG14-2

Seismic Reliability of Yielding Base-Isolated Structures


Paolo Castaldo, Bruno Palazzo, Gaetano Alfano, Mario Francesco Palumbo������������������������������������������������������������������������������������SG14-13

Assessment of the seismic response of Multi-Stage Concave Surface Slider devices


Marco Furinghetti, Alberto Pavese, Claudio Marchi���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG14-24

The local ground-motion amplification and the behaviour of the seismic isolated buildings at
L’Aquila downtown
Antonio Mannella, Luca Macerola, Antonio Martinelli, Antonio Sabino, Marco Tallini�������������������������������������������������������������������SG14-34

Improved response-spectrum analysis of base isolated buildings: Elastic versus inelastic re-
sponse spectra
Dario De Domenico, Giuseppe Ricciardi��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG14-45
Anti-Seismic Devices: Dynamic Testing Protocols and Testing Facilities Development
Samuele Infanti, Silvio De Toni, Aikaterini E. Pigouni����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG14-55

A simplified method to predict torsional effects on seismic isolated buildings


Raffaele Laguardia, Carmen Morrone, Marco Faggella, Rosario Gigliotti�����������������������������������������������������������������������������������������SG14-63

Experimental and Numerical Study of Two-Story Post-Tensioned Seismic Resisting CLT Wall
with External Hysteretic Energy Dissipaters
Milena Massari, Marco Savoia, Andre R. Barbosa�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG14-72

Metallic yielding devices for seismic vibration control: the role of the analytical models
Iolanda Nuzzo, Nicola Caterino, Giorgio Serino���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG14-83

Passive vibration control systems combining base isolation with tuned inerter damper: optimal
design for different soil conditions
Dario De Domenico, Giuseppe Ricciardi, Nicola Impollonia�������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG14-91

Design of dissipative connections between roof elements for seismic improvement of precast
buildings
Lorenzo De Stefani, Carolina Baruffi, Roberto Scotta, Renato Vitaliani��������������������������������������������������������������������������������������������SG14-99

Optimal design of dissipative braces for seismic retrofitting through a multiperformance pro-
cedure
Franco Braga, Rosario Gigliotti, Raffaele Laguardia������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SG14-108

On the dynamic response of rolling-ball rubber-layer isolation systems


Alessandra Fiore, Giuseppe Carlo Marano, Maria Gabriella Natale������������������������������������������������������������������������������������������������� SG14-117

SESSIONI SPECIALI

LINEE GUIDA PER LA CERTIFICAZIONE SISMICA DEGLI EDIFICI

Cost analysis and damage-vulnerability of interventions post earthquake. Proposal for a general
methodology of intervention following a seismic event
Maurizio Ferrini, Alberto Lemme, Carmenzo Miozzi����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS01-2

Development of a macroseismic model for the seismic risk classification ofexisting buildings
Franco Braga, Francesco Morelli, Cinzia Picchi, Walter Salvatore ������������.����������������������������������������������������������������������������������������SS01-13

Procedure for the evaluation of the expected annual loss of existing unreinforced masonry
buildings
Daria Ottonelli, Serena Cattari, Sergio Lagomarsino���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS01-23

Seismic risk of masonry buildings: comparison of methods


Mariateresa Guadagnuolo, Marianna Aurilio, Giuseppe Faella�����������������������������������������������������������������������������������������������������������SS01-34

Evaluation of seismic retrofit techniques via a multicriteria approach accounting for Italian tax
incentives
Nicola Caterino, Edoardo Cosenza�������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS01-44

Guidelines for Seismic Risk Classification of Constructions: procedures and example applica-
tions
Francesco Morelli, Agnese Natali, Emanuele Renzi, Walter Salvatore������������������������������������������������������������������������������������������������SS01-54
A probabilistic framework for the estimation of direct and business interruption losses for the
seismic risk classification of industrial productive processes
Mariano Angelo Zanini, Lorenzo Hofer�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS01-65

SISMA CENTRO ITALIA 2016: DANNI A EDIFICI SCOLASTICI

Schools, public and strategic buildings: from prevention to seismic Improvement


Alberto Lemme, Carmenzo Miozzi��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS02-2

Central Italy earthquakes 2016: reconnaissance of modern clay masonry buildings and consid-
erations about the seismic classification of buildings
Flavio Mosele���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS02-13

Seismic risk reduction strategies applied to school buildings: a case study


Angelo Masi, Giuseppe Santarsiero, Giuseppe Ventura�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS02-22

Performance of a school hosted within a historical complex affected by the 2016 seismic se-
quence
Luigi Sorrentino, Marco Pepe, Domenico Liberatore, Patrizia Trovalusci������������������������������������������������������������������������������������������SS02-32

Vulnerability and seismic response of school buildings: lessons from the 2016 Central Italy
event
Chiara Calderini, Serena Cattari, Sergio Lagomarsino, Stefano Podestà, Lorenzo Scandolo, Daniele Sivori������������������������������������SS02-43

The contribution of ReLUIS to the activities supporting the 2016 central Italy seismic emer-
gency
M. Di Ludovico, C. Moroni, D. Abruzzese, A. Borri, B. Calderoni, S. Caprili, A. Dall’Asta, F. da Porto, G. De Martino,
G. de Matteis, B. Ferracuti, S. Lagomarsino, G. Magenes, A. Mannella, A. Marini, A. Masi, C. Mazzotti, C. Nuti,
A. Santoro, L. Sorrentino, E. Spacone, G.M. Verderame, A. Prota, M. Dolce, G. Manfredi���������������������������������������������������������������SS02-56

Post-earthquake survey, analysis and retrofitting scenario of school buildings


Elvis Cescatti, Filippo Lorenzoni, Elisa Saler, Enrico Faccin, Marco Volpe, Fabio P. Marchesini,
Francesca da Porto, Claudio Modena���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS02-69

School buildings damaged by the 2016 Central Italy Earthquake: Institutes Manzoni-Colbucca-
ro in Corridonia (MC) and “Sacro Cuore” in Montelupone (MC)
G. De Matteis, P. Bencivenga, A. Petrone��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS02-80

School buildings damaged by the 2016 Central Italy Earthquake: Institutes Oblate Sacra Fami-
glia in Cerreto di Spoleto (PG) and Tucci in Acquasanta Terme (AP)
G. De Matteis, P. Bencivenga, A. Petrone��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS02-91

SISMA CENTRO ITALIA 2016: DANNI A EDIFICI DI CULTO E MONUMENTALI

Campi Alto di Norcia and its churches: first draft of the damages observation due to the earth-
quake of 2016
Giuliana Cardani�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS03-02

First Analyses and Observations on the Assessed Damage to the Cultural Heritage of the Marche
Region after the Central Italy Earthquake
Sandro Carbonari, Alessandro Catanzaro, Valerio D’Agostino, Andrea Dall’Asta, Luigino Dezi,
Fabrizio Gara, Graziano Leoni, Michele Morici, Andrea Prota, Alessandro Zona������������������������������������������������������������������������������SS03-13
The absence of emergency intervention: evolution of damage in churches after Center Italy
earthquakes
Stefano Podestà, Lorenzo Scandolo�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS03-23

Statistical Analysis of the Structural Damage to Churches affected by the 2016-17 Central Italy
Earthquake Sequence
Claudia Casapulla, Piera Salzano, Antonio Sandoli, Luca Umberto Argiento, Francesca Ceroni, Bruno Calderoni, Andrea Prota���SS03-34

Macroscale damage assessment of URM churches after the 2016 earthquake sequence in Centre
of Italy
Elvis Cescatti, Sabrina Taffarel, Angelo Leggio, Francesca da Porto, Claudio Modena���������������������������������������������������������������������SS03-46

Preliminary analysis of the effects of Centro-Italia earthquake on one nave Churches


Gianfranco De Matteis, Mattia Zizi, Valentina Corlito������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS03-56

Application of an Innovative Global Damage Index to Unreinforced Masonry Churches Dam-


aged by the 2016-2017 Central Italy Seismic Sequence
Alessandra Marotta, Domenico Liberatore, Luigi Sorrentino��������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS03-67

Considerations on procedures implemented after the 1997 earthquake in the Marche Region:
new contributions to the masonry consolidation
Enrica Petrucci��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS03-76

Analysis of the Collapse mechanisms of three churches in Valnerina struck by the 2016 Italian
Earthquake
Antonio Borri, Romina Sisti, Giulio Castori, Marco Corradi, Alessandro De Maria��������������������������������������������������������������������������SS03-87

Integrated Digital Survey for the Knowledge of the Seismic Damage and to Secure a Building.
The Church of Santa Maria in Via in Camerino (MC)
Alessandra Meschini, Ramona Feriozzi�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS03-98

Post-earthquake dynamic monitoring of Basilica of St. Nicholas of Tolentino


Donato Sabia, Takayoshi Aoki, Daniele Costanzo, Renato Lancellotta, Antonino Quattrone�����������������������������������������������������������SS03-109

Temporary interventions for the safety of cultural heritage buildings after the October 30th
2016 seismic event: the Norcia case
Stefano Podestà, Anna Brignola, Lorenzo Scandolo, Chiara Luchini, Francesca Porta, Fiorenza Romei�����������������������������������������SS03-116

VALORIZATION OF INNOVATIVE ANTI-SEISMIC DEVICES

Seismic Behavior of an Industrial Steel Structure Retrofitted with Steel Self-Centering Devices
(SSCD)
Francesco Morelli, Andrea Piscini, Walter Salvatore, Agnese Natali����������������������������������������������������������������������������������������������������SS04-2

Seismic retrofit of industrial structures with inverted V bracings: influence of the seismic ver-
tical component
Francesco Morelli, Nicola Mussini, Agnese Natali, Walter Salvatore,������������������������������������������������������������������������������������������������SS04-12

Innovative Dissipative Connection For Steel Braced Frames: U-Connection


José Henriques, Luís Calado, Carlo A. Castiglioni, Hervé Degée�������������������������������������������������������������������������������������������������������SS04-22

Numerical parametric investigation of replaceable shear links


Mariana Zimbru, Mario D’Aniello, Aurel Stratan, Raffaele Landolfo, Dan Dubină���������������������������������������������������������������������������SS04-31

Behaviour factor estimation procedure for Steel MRF Systems


Carlo Andrea Castiglioni, Amin Alavi, Giovanni Brambilla Alper Kanyilmaz�����������������������������������������������������������������������������������SS04-45
Seismic Design with FUSEIS Beam Links
Marius Pinkawa, Helen Bartsch, Benno Hoffmeister, Simon Schaffrath, Markus Feldmann��������������������������������������������������������������SS04-52

Design and response of free from damage MRFs


Mariana Zimbru, Mario D’Aniello, Raffaele Landolfo �����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS04-60

NUMERICAL APPROACHES FOR THE SEISMIC RISK ASSESSMENT


OF HERITAGE STRUCTURES

Numerical analysis of the medieval Civic Tower of L’Aquila to prevent seismic pounding ef-
fects
Marco Dessalvi, Maria Cristina Porcu, and Manuel Saba��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS05-02

Robust seismic fragility curves for masonry towers and their Bayesian updating using experi-
mental data
Gianni Bartoli, Michele Betti, Antonino Maria Marra, Silvia Monchetti��������������������������������������������������������������������������������������������SS05-13

An approach to discriminate between local and global modes in the framework of seismic risk
assessment of historical structures
D. Brigante, C. Rainieri, G.Fabbrocino������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS05-21

Dynamic behavior assessment of ancient columns through experimental Analyses


Luigi Petti, Francesco Sicignano, Domenico Greco�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS05-32

Controversies in Seismic Assessment of Global Performance of Historical Buildings


Luigi Sorrentino, Daniele Busoli, Domenico Liberatore���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS05-40

Diagnostic analysis and assessment of the structural deficiencies of monumental buildings sub-
ject to seismic actions
Natalino Gattesco, Ingrid Boem, Laura Gratton�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS05-51

Simplified Seismic Vulnerability of Several Basilica-Type Churches


Michele Betti, Sonia Boschi, Andrea Vignoli, Tommaso Bettarini������������������������������������������������������������������������������������������������������SS05-63

The Vasari’s Cupola of the Basilica dell’Umiltà in Pistoia. Studies, surveys, and one year struc-
tural monitoring results
Gianni Bartoli, Michele Betti, Filippo Casarin, Valerio Tesi����������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS05-75

Seismic vulnerability of historic masonry buildings: the case of Villa La Magia in Quarrata (PT)
Martina Cianchini, Martina Palloni, Michele Betti, Maurizio Orlando�����������������������������������������������������������������������������������������������SS05-83

Seismic safety evaluation of museum – ARCUS project: the St. James Charterhouse in Capri
Stefano Podestà, Lorenzo Scandolo�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS05-91

Seismic evaluation of pombalino buildings


Pier Francesco Giordano, António Sousa Gago, João José Azevedo, Marco Savoia�������������������������������������������������������������������������SS05-102

TECNOLOGIE AVANZATE DI PROTEZIONE SISMICA


METODI DI PROGETTO ED ASPETTI NORMATIVI

Methods for a preliminary seismic design of a visco-elastic connection between two simple
oscillators
Vincenzo Gattullia, Francesco Potenza �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS06-2
Dynamic Behaviour in Compression and Shear of Low Shape Factor Rubber Blocks
Cilento F., Vitale R., Spizzuoco M., Serino G., Muhr A.H.�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS06-10

Analysis of the Experimental Behaviour of Low Shape Factor Isolation Rubber Bearings by
Shaking Table Investigation
Cilento F., Vitale R., Spizzuoco M., Serino G., Muhr A.H.�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS06-21

Deformation-induced anisotropy due to the Mullins effect in the biaxial response of HDNR
bearings
Laura Ragni, Enrico Tubaldi, Andrea Dall’Asta, Hamid Ahmadi, Alan Muhr������������������������������������������������������������������������������������SS06-31

Response of Curved Surface Sliders under bidirectional displacement orbits


Virginio Quaglini, Emanuele Gandelli, Paolo Dubini��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS06-41

Total displacement of Curved Surface Sliders during an earthquake: effect of coexisting


non-seismic actions
Virginio Quaglini, Paolo Dubini, Emanuele Gandelli��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS06-52

Reliability of Base-Isolation Systems for In-Plan Irregular R.C. Framed Structures Subjected to
Pulse-Type and Non-Pulse-Type Near-Fault Earthquakes
Fabio Mazza, Luca Verta����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS06-62

Seismic reliability assessment of equivalent perfectly elastoplastic baseisolated structures


Paolo Castaldo, Bruno Palazzo, Tatiana Ferrentino�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS06-74

Standard requirements for the recentring capability of curved surface sliders


Felice Carlo Ponzo, Antonio Di Cesare, Gianmarco Leccese, Domenico Nigro���������������������������������������������������������������������������������SS06-85

Seismic Retrofit of Elevated Water Tanks: Comparative Analysis of Different Strategies


Gloria Terenzi, Stefano Sorace, Paolo Spinelli, Elena Rossi���������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS06-93

Seismic Performance Evaluation and Improvement of a R/C Industrial Building


Stefano Sorace, Gloria Terenzi, Anna Frangipane������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS06-104

Seismic Vulnerability Analysis and Energy Dissipation-Based Retrofit Interventions on a


School Building
Lorenzo Vergari, Iacopo Costoli, Gloria Terenzi, Paolo Spinelli�������������������������������������������������������������������������������������������������������SS06-114

Exploiting Rocking of Columns to Enhance Seismic Dissipation of RC Industrial Structures


Nicola Caterino, Mariacristina Spizzuoco������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS06-126

Applicative solutions for the seismic improvement of a hospital building with the use of viscous
dampers
Stefano Silvestri, Claudia Giunchi, Vittoria Laghi, Samuele Mazza, Michele Palermo��������������������������������������������������������������������SS06-133

Effects of Beam-Column Joint Shear Modelling on the Nonlinear Static Analysis of R.C.
Framed Structures Retrofitted with Damped Braces
Fabio Mazza���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS06-144

Reliability of systems equipped with viscous dampers accounting for the damper property vari-
ability
Andrea Dall’Astaa, Fabrizio Scozzesea, Laura Ragnib, Enrico Tubaldic������������������������������������������������������������������������������������������SS06-155

A Direct Procedure for The Seismic Design of Frame Structures with Added Viscous Dampers
Stefano Silvestri, Claudia Giunchi, Michele Palermo,Tomaso Trombetti�����������������������������������������������������������������������������������������SS06-166

Experimental testing on U-shaped steel devices for the application of dissipative bracing sys-
tems for post-tensioned timber framed buildings
Antonio Di Cesare, Felice Carlo Ponzo, Nicla Lamarucciola, Domenico Nigro�������������������������������������������������������������������������������SS06-178
Setup of a Time-Convolution Control Algorithm Designed for Reducing Magnification Effects
in Structures Under Earthquakes
Ileana Corbi, Ottavia Corbi, Francesca Tropeano������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS06-189

Influence of Irregular Masonry Infills on the Nonlinear Dynamic Response of Base-Isolated


R.C. Framed Structures Subjected to Near-Fault Earthquakes
Fabio Mazza, Mirko Mazza, Alfonso Vulcano�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS06-196

LIFE CYCLE THINKING: INGEGNERIA SISMICA E SOSTENIBILITÀ

Seismic and thermal rehabilitation of existing RC buildings through an integrated approach: an


application case study
Angelo Masi, Vincenzo Manfredi, Antonio D’Angola, Alessandro Laguardia��������������������������������������������������������������������������������������SS07-2

Development and characterization of a system for the seismic and energy retrofit of existing
buildings
Valentina Pertile, Lorenzo De Stefani, Roberto Scotta ��������������������������������������������������������������.��..������������������������������������������������������SS07-12

Seismic retrofit of existing masonry building combined with energy saving Interventions
Antonio Mannella, Mariangela De Vita, Antonio Sabino���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS07-21

Sustainability of seismic-resisting structures made with UHP-FRCC


Alessandro P. Fantilli, Tomoya Nishiwaki, Bernardino Chiaia������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS07-30

“Life Cycle Thinking” applied to the repair actions of a school damaged in the 2016 Central
Italy earthquake
Simone Labò, Andrea Belleri, Chiara Passoni, Alessandra Marini, Sonia Longo, Maurizio Cellura��������������������������������������������������SS07-37

Life Cycle Thinking and Performance Based Design for the renovation of the existing building
stock
Chiara Passoni, Simone Labò, Alessandra Marini, Andrea Belleri, Paolo Riva����������������������������������������������������������������������������������SS07-45

Probabilistic approach to Life Cycle Analysis of structures including earthquake effects: first
discussion on a case study
Chiara Piccardo, Chiara Calderini, Simone Caffè, Alessio Argentoni�������������������������������������������������������������������������������������������������SS07-55

Design of a reversible steel joint for resilient and sustainable structures


Margherita Pongiglione, Chiara Calderini, Mario D’Aniello, Raffaele Landolfo�������������������������������������������������������������������������������SS07-63

An integrated approach to assess the influence of seismic risk into energy retrofit optimization
procedures
Umberto Vitiello, Costantino Menna, Gerardo Maria Mauro, Domenico Asprone, Fabrizio Ascione, Nicola Bianco,
Andrea Prota, Giuseppe Peter Vanoli���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS07-71

MODELLI COMPUTAZIONALI E STRATEGIE DI VALUTAZIONE


DELLA PERFORMANCE SISMICA NEL PIANO E FUORI PIANO DEI PANNELLI

A semi-empirical stress-strain model for equivalent strut fiber-section modeling of infilled


frames
Fabio Di Trapani, Liborio Cavaleri, Gabriele Bertagnoli, Diego Gino��������������������������������������������������������������������������������������������������SS08-2

Simplified numerical modelling for hollow clay-masonry infills in RC frames under in-plane
seismic loads
Maria Teresa De Risi, Carlo Del Gaudio, Paolo Ricci, Gerardo Mario Verderame�����������������������������������������������������������������������������SS08-13
Evaluation of the Seismic Vulnerability of Infill Frame Structures
Bartolomeo Pantò, Ivo Caliò, Paulo B. Lourenço��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS08-24

Evaluation of seismic response of R.C. building and considerations on in plan and out of plan
capacity of infill in brick
Marco Bosio, Michele Bressanelli, Andrea Belleri, Alessandra Marini, Flavio Mosele����������������������������������������������������������������������SS08-33

Combined In-Plane and Out-Of-Plane seismic effects on masonry infills in RC Frames


Marco Donà, Massimiliano Minotto, Elisa Saler Giovanni Tecchio and Francesca da Porto,�������������������������������������������������������������SS08-42

Out-of-plane seismic assessment of URM infills accounting for in-plane/out of-plane interac-
tion in a non-linear static framework
Paolo Ricci, Mariano Di Domenico, Gerardo M. Verderame���������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS08-53

Experimental assessment of the out-of-plane seismic response of URM infill Walls


Paolo Ricci, Mariano Di Domenico, Gerardo M. Verderame���������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS08-64

Out-of-plane seismic behaviour of an innovative infill with sliding joints through dynamic tests
on shaking table
Riccardo R. Milanesi, Paolo Morandi, Carlo F. Manzini, Guido Magenes������������������������������������������������������������������������������������������SS08-74

The seismic performance assessment of internal partitions


Antonio Bonati, Orsola Coppola, Antonio Occhiuzzi��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS08-85

Comparative Application of Nonlinear Static Analysis Methods for Seismic Assessment of Ma-
sonry Infilled RC Frames
Carmine Lima, Enzo Martinelli, Ciro Faella����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS08-94

Irregular Opening Layouts in Unreinforced Masonry Walls: Equivalent Frame and Finite Ele-
ment Simulations
Claudio Pagani, Luca Salvatori, Maurizio Orlando, Paolo Spinelli���������������������������������������������������������������������������������������������������SS08-105

A IDA based Framework for the Assessment of Seismic Fragility of Infilled Frames with and
without prior Seismic Damage
Fabio Di Trapani, Marzia Malavisi, Gabriele Bertagnoli, Vincenzo Ilario Carbone��������������������������������������������������������������������������SS08-115

Drift-based fragility functions for hollow clay masonry infills in RC buildings under in-plane
seismic actions
Carlo Del Gaudio, Maria Teresa De Risi, Paolo Ricci, Gerardo Mario Verderame���������������������������������������������������������������������������SS08-126

Seismic analysis of a multi-story RC frame with infills partitioned by sliding Joints


Marco Preti, Valentino Bolis���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS08-138

In-Plane Seismic Performance of RC Structures with Masonry Infills Irregularly Distributed in


Elevation
Andrea Rossi, Paolo Morandi, Luca Albanesi, Guido Magenes��������������������������������������������������������������������������������������������������������SS08-147

Appraisal of the contribution of infill panels in regional vulnerability analyses of existing RC


buildings in Puglia
Maria Antonietta Aiello, Pier Luigi Ciampoli, Andrea Fiore, Daniele Perrone, Giuseppina Uva�����������������������������������������������������SS08-158

In-Plane Seismic Response of Masonry Walls through a Hybrid Continuum-Discrete Multiscale


Model
Luca Salvatori, Paolo Spinelli������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS08-169
COMPORTAMENTO, DANNEGGIAMENTO E INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO
DI EDIFICI MONUMENTALI ECCLESIASTICI COLPITI DA SISMA

Incremental Static and Dynamic Analyses of the Out-of-Plane Response of a Masonry Church
damaged by 2016-2017 Central Italy Earthquakes
Claudia Casapulla, Linda Giresini, Luca Umberto Argiento, Sergio Lagomarsino�������������������������������������������������������������������������������SS09-2

Assessment of seismic capacity of masonry churches according to Code indications: some re-
marks on a real case
Antonio Sandoli, Giuseppe Brandonisio, Luciano Mazzocca Bruno Calderoni����������������������������������������������������������������������������������SS09-13

Convergences and Divergences between seismic analysis with damage and FEM: the case study
of Novi bell tower
Claudio Gallia, Nicola Lolli, Fabio Lugli���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS09-24

Seismic capacity of triumphal arches in masonry churches


Giuseppe Brandonisio, Elena Mele, Antonello De Luca����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS09-35

PROGETTAZIONE, REALIZZAZIONI E COMPORTAMENTO DI STRUTTURE ISOLATE


SISMICAMENTE A 40 ANNI DALLE PRIME APPLICAZIONI

Additional upper storey as a way for retrofit: intermediate seismic isolation for existing mason-
ry buildings
Diana Faiella, Francesco Verrone, Bruno Calderoni e Elena Mele��������������������������������������������������������������������������������������������������������SS10-2

Experimental tests of elastomeric isolators: infuence of vertical load V and of secondary shape
factor
Giuseppe Brandonisio, Felice Ponzo, Elena Mele, Antonello De Luca S2������������������������������������������������������������������������������������������SS10-13

Evolution in Italy in the last decades of the design of buildings with base isolation system
Giuseppe Brandonisio, Francesca Esposito, Antonello De Luca���������������������������������������������������������������������������������������������������������SS10-22

The isolation at the top for the seismic upgrading of existing housing: the buildings of Moretti’s
Olympic Village
Giuseppe Brandonisio, Francesca Esposito, Luca Lanini, Antonello De Luca������������������������������������������������������������������������������������SS10-33

NATURAL RISK MITIGATION AND PROTECTION OF THE CULTURAL


HERITAGE-ELARCH EURO-LATIN AMERICA PARTNERSHIP RESEARCHES

Seismic assessment of masonry churches in Matera landscape


Michelangelo Laterza, Michele D’Amato, Daniela Díaz�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS11-2

A study of local collapse mechanisms of an ancient church in Matera


Michelangelo Laterza, Michele D’Amato, Vito Michele Casamassima, Michele Signorelli��������������������������������������������������������������SS11-12

Seismic vulnerability of old Italian fortifications


Michelangelo Laterza, Michele D’Amato, Edgar Laguna�������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS11-23

Considerations on Bridge-pier design: Past versus Future practices


Alonso Pizarro, Caterina Samela, Silvano Fortunato Dal Sasso, Mauro Fiorentino, Oscar Link, and Salvatore Manfreda���������������SS11-32

Fatigue behavior of ancient masonry arch bridges: residual service life evaluation using stress-
life curves method
Michelangelo Laterza, Michele D’Amato, Vito Michele Casamassima�����������������������������������������������������������������������������������������������SS11-36
Types of Dwellings and Spatial Distribution of the Indigenous Communities of Wayuu of the
Guajira
Willington Gonzalez, Ruggero Ermini, Salvatore Manfreda���������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS11-47

Losses, safety, and functionality of the hospitals in Lima in case of an Earthquake


Nicola Liguori, Nicola Tarque, Sandra Santa-Cruz, Enrico Spacone���������������������������������������������������������������������������������������������������SS11-55

Seismic vulnerability of an existing RC building: comparison between Italian and Mexican


design codes
Michelangelo Laterza, Michele D´Amato, Guillermo Martínez, Octavio Méndez, Vito Michele Casamassima,
Michele Signorelli, Edgar Laguna��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS11-65

Seismic analysis methods of ancient masonry churches in Matera


Michelangelo Laterza, Michele D’Amato, Daniela Díaz, Marcella Chietera��������������������������������������������������������������������������������������SS11-76

Qualitative structural analysis in the evolution of various conservation interventions of a his-


torical construction
Alfredo Calì, Ângela do Valle, Poliana Dias de Moraes����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS11-86

A comparative study between the Italian and Mexican Design Code for seismic assessment of
old RC buildings
Michelangelo Laterza, Michele D’ Amato, Guillermo Martinez, Nancy Ortega Vito Michele Casamassima,
Michele Signorelli��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS11-97

Parametric seismic analysis on masonry bell towers


Antonio Formisano, Roberto Vituat, Gabriele Milani and Vasilis Sarhosis���������������������������������������������������������������������������������������SS11-108

Cultural heritage constructions in the Neapolitan area: seismic vulnerability and risk maps of a
set of masonry churches
Antonio Formisano�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS11-117

Ethics, patrimony and research. Questions about European concepts to Brazilian objects
Thays Tonin, Angela P. Colonna���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������SS11-128

Seismic risk of hospital buildings in Italy: remarks on recent activities and risk reduction pol-
icies
Giuseppe Santarsiero, Angelo Masi, Luigi Di Sarno, Sonia Giovinazzi, Giuseppe Ventura�������������������������������������������������������������SS11-137
KEYNOTE LECTURES
ANIDIS 2017
PISTOIA

Capacity design in geotechnical engineering


Luigi Callisto
Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica, Sapienza Università di Roma

Keywords: earthquake geotechnical engineering, capacity design, ductility, soil strength

ABSTRACT
In the design of a structural system based on capacity, selected ductile members are permitted to yield during
strong motion, to form an energy-dissipating plastic mechanism that protects the remaining elements from yielding.
This paper shows that this design approach can be extended to consider the soil that interacts with the structure as a
ductile element in the strength hierarchy chain. In the paper, this concept is applied initially to flexible earth
retaining structures, showing that this strategy can be readily implemented in the design with the objective of
protecting the structural elements of the system. The second part of the paper deals with the foundation of
structures, exploring the possibility that during a strong earthquake their bearing capacity is mobilised. The
potential consequences of this approach are discussed with the aid of either idealized or actual structures, including
the cases of a reinforced concrete frame and of a suspension bridge.

KL-2
ANIDIS 2017
PISTOIA

Capacity design in geotechnical engineering


Luigi Callisto
Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica, Sapienza Università di Roma

Keywords: earthquake geotechnical engineering, capacity design, ductility, soil strength

ABSTRACT
In the design of a structural system based on capacity, selected ductile members are permitted to yield during
strong motion, to form an energy-dissipating plastic mechanism that protects the remaining elements from yielding.
This paper shows that this design approach can be extended to consider the soil that interacts with the structure as a
ductile element in the strength hierarchy chain. In the paper, this concept is applied initially to flexible earth
retaining structures, showing that this strategy can be readily implemented in the design with the objective of
protecting the structural elements of the system. The second part of the paper deals with the foundation of
structures, exploring the possibility that during a strong earthquake their bearing capacity is mobilised. The
potential consequences of this approach are discussed with the aid of either idealized or actual structures, including
the cases of a reinforced concrete frame and of a suspension bridge.

1 INTRODUCTION
It is conceptually evident that the mechanical behaviour of the soil interacting with a structure should
influence its seismic response, because it is the soil that transfers the seismic motion to the structure, and
because the soil properties have an obvious effect on the actual deformability of the soil-structure system.
In principle, one could take these phenomena into account by devising a complete numerical model that
include a description of both the structural members and the soil, with their respective geometrical and
mechanical properties. However the complexities of the mechanical behaviour of the soil and the
differences with the behaviour of the structural materials make this direct approach unviable for practical
purposes. The design is then commonly based on a decoupled approach, treating independently the
propagation of the seismic waves and the dynamic response of the soil-structure system, breaking down a
complex problem into a series of simpler problems. On the other hand, coupled dynamic analyses of the
soil-structure interaction are a valuable tool to evaluate the fundamental aspects of the phenomenon at
hand, providing guidance on the development of sound decoupled approaches.
In fact, the prediction of the actual behaviour of a structure is made difficult by additional factors,
including the uncertainties about the seismic actions. But for design purposes it could be unnecessary to
evaluate the detailed dynamic behaviour of the system: it may be sufficient to endow the structure with
features that will ensure a desirable behaviour under a severe seismic event. This objective can be
achieved implementing a capacity design approach: energy-dissipating elements of a plastic mechanism
are chosen, that attain their full capacity during the seismic event; the remaining resisting elements are
provided with sufficient strength capacity to ensure that the chosen plastic mechanism is maintained at
near its full strength throughout the deformations that may occur. Following this approach, the design of
the resisting elements is based on the capacity of the ductile elements, that is, on the maximum forces that
the ductile elements can transfer to the resisting elements. Conversely, the design of the ductile elements
is based of the maximum plastic displacement attained during the seismic event, that should not produce a
significant strength degradation and should result in acceptable seismic displacements for the structure.
For structures interacting with the soil, it would be quite obvious to choose the soil as the main energy-
dissipating element, because the soil is often the weakest element in the resistance chain of the structure,
and also for the reason that for most structures the soil resistance is already attained at some location in

KL-3
the static conditions that precede the earthquake. Moreover, methods to evaluate the global soil resistance
are readily available, because geotechnical design is routinary based on capacity.
With reference to different structures interacting with the soil, this paper illustrates possible methods to
incorporate the resistance of the soil in the capacity design framework, evidencing the practical
consequences of this approach in the design process. The first part of the paper deals with flexible
embedded retaining structures, for which the implementation of this design approach is more immediate
thanks to the simplicity of the structural forms. The second part of the paper presents an extension of the
same concepts to the seismic design of the foundations, regarded as part of the soil-foundation-
superstructure complex system.

2 EMBEDDED RETAINING WALLS

2.1 Cantilevered walls


Consider a cantilevered retaining wall embedded in a coarse-grained soil deposit, with a retained
height H = 4 m and an equal embedded depth d. Figure 1.a shows the distribution of the normal stresses
σ h exerted by the soil onto the wall, both under static conditions and in critical conditions, that is, in the
presence of a plastic mechanism activated by the seismic forces. In static conditions, most of the soil
located behind the wall is in an active limit state, while a portion of the soil located below the bottom of
the excavation is in a passive limit state. The distribution of σ h obtained with a non-linear finite-
difference analysis (FLAC program) is nearly coincident with that computed with a simplified method, as
described for instance by Callisto (2010). Starting from this static condition, if additional inertial forces
are progressively applied to the system, multiplying the soil weight by increasing values of the horizontal
seismic coefficient k h , then the contact stresses σ h increase until the soil strength is full mobilised. This
critical condition occurs for a critical value k c of the seismic coefficient, and is associated to a plastic
mechanism consisting in a quasi-rigid rotation of the wall about a point close to its toe.
When k h is incremented, the contact stresses increase as shown by the continuous line of Fig. 1.a,
indicating that their largest increment occurs in the soil located in front of the wall, that compresses
gradually until the critical conditions are met. The macroscopic effect of this increase in the contact
stresses is shown in Fig. 1.b as a relationship between the seismic coefficient k h and the horizontal
displacement u r of selected points along the retaining wall, normalised by the excavation height H. These
curves were obtained carrying out an incremental pseudo-static analysis of a finite-difference numerical
model (Code FLAC v.5.0) of the soil-wall interaction (Callisto 2014, Lorusso 2016). They can be
regarded as non-dimensional push-over curves of the soil-wall system, showing that the critical value
k c ≈ 0.365 is reached when the top of the wall has displaced by about 0.04 H and the centre of the wall by
about 0.02 H.

σh (kPa) 0.4 D(ur/H)


kc = 0.365 1
-300 -200 -100 0 100
0
(a) wall top
static, FLAC wall centre
0.3
static, simplified
seismic, critical
2 H
kh

0.2
0.5
G = KG (p'/pref)
z (m)

4
ϕ' = 35°
KG = 1000 0.1 unloading-reloading

6 first loading
d (b)
0
0 0.01 0.02 0.03 0.04
8 ur/H

Figure 1. (a) distribution of contact stresses under initial (static) and critical (seismic) conditions (adapted from Callisto 2014);
(b) normalised push-over curves for the retaining wall.

KL-4
The distribution of the contact stresses occurring under critical conditions can be used to evaluate the
internal forces in the retaining wall. If the design assumes that a plastic mechanism is activated by the full
mobilisation of the soil strength, then the retaining wall should not yield under these internal forces. In
other terms, in this simple soil-structure system it may be assumed that the soil acts as a dissipative
element and the wall as a resisting element. Therefore, the wall should be designed on the basis of the
strength of the soil, that is, using the internal forces evaluated under critical conditions.
To study the above plastic mechanism, in fact it may not be necessary to use a numerical analysis.
Figures 2.a-b show that the contact stresses evaluated in a pseudo-static FLAC analysis in critical
conditions can be easily reproduced with a limit equilibrium calculation and that the corresponding
distributions of the bending moment M in the wall obtained with the two methods are nearly coincident
(Callisto, 2014).
It is then interesting to investigate the dynamic response of the soil-wall system, to see if the critical
plastic mechanism found with the pseudo-static approach matches in some way the behaviour of the
structure during an earthquake. To this purpose, Figures 2.c-d compare the pseudo-static solution with the
results obtained in a time-domain non-linear dynamic analyses of the soil-structure interaction. These
analyses were carried out with the code FLAC using the same finite-difference grid of the pseudo-static
calculations, and adopting an input seismic record strong enough to mobilise the rotational plastic
mechanism discussed above. The figures depict the distributions of σ h and M obtained from the dynamic
analyses in the time instant corresponding to the maximum bending moment in the wall, together with the
instantaneous deformed shape of the wall, demonstrating that the instantaneous deformation of the wall
coincides with the critical plastic mechanism; the distribution of the contact stresses resulting from the
dynamic analysis is very close to that evaluated from the pseudo-static analysis of this plastic mechanism,
and the resulting bending moments are only slightly larger, showing a modest dependence on the bending
stiffness EI of the wall. It is then possible to assume the internal forces evaluated from the limit analysis
of the plastic mechanism, perhaps multiplied by an over-strength factor of the order of 1.2, as a basis for a
design in which the retaining wall acts as a resisting element in a capacity design approach.
The overall seismic performance of the retaining structure needs to be evaluated in terms of the
seismic displacements undergone by the wall. Figure 3.a shows the permanent seismic displacements
evaluated in a series of dynamic analyses of the cantilevered retaining wall mentioned in the above
paragraphs, and in analogous dynamic analyses of a propped retaining wall (Callisto, 2014). These
displacements show an obvious reduction as the critical seismic coefficient increases, while they indicate
only a modest dependence on the soil stiffness coefficient K G . Callisto and Soccodato (2010) showed an

σh (kPa) M (kNm/m) σh (kPa) M (kNm/m)


-300 -200 -100 0 100 200 0 200 400 -300 -200 -100 0 100 200 0 200 400
0
(a) (b) (c) (d)

displacement u
(FLAC - dyn.- t = 5.54 s)
z (m)

8
limit equilibrium - kc = 0.358 - 0.379
FLAC - pseudo-static - kc = 0.361
FLAC - EIrif - t = 5.54 s 0.15 0.1 0.05 0 -0.05 -0.1
FLAC - 20 EIrif - t = 5.66 s u (m)

Figure 2. Distribution of horizontal contact stresses, bending moments, and wall displacements for the reference cantilevered
wall: (a, b) pseudo-static analysis; (c, d) dynamic analysis: Tolmezzo record (adapted from Callisto, 2014).

KL-5
0.3 0.3
(b) (c)
0.4
(a)
0.2

horizontal displacement (m)

seismic coefficient kh
0.3 0.2

0.1
uave (m)

propped walls
0.2 (fixed top)

0.1 0
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25
0.1

non-linear SDOF
-0.1
cantilevered walls FLAC
0
0
0.2 0.3 0.4 0.5 0.6
kc 0 4 8 12 16
horizontal displacement (m)
time (s)
cantilevered - T & A records propped - T record

d=3m d=1m
d = 4 m - reference d = 1.5 m - reference
d = 4 m - ϕ' = 30° d = 1.5 m - ϕ' = 30°
d = 4 m - KG = 500-2000 d=2m
d=5m

Figure 3. (a) permanent displacements evaluated in dynamic analyses for several cases (adapted from Callisto, 2014); (b)
comparison of the wall displacement time-histories evaluated in a dynamic analysis with FLAC and with the simplified SDOF
model of equation (1); (c) variation of the seismic coefficient kh as a function of the SDOF displacement (Lorusso 2017).

equally low dependence of the seismic displacements on the bending stiffness of the wall. It is then clear
that most of the wall displacements are due to the global mobilisation of the soil strength, that attenuates
any amplification produced by the specific soil-wall relative stiffness.
On the other hand, attempts to evaluate the permanent displacements of Fig. 3.a through the Newmark
(1965) analysis of a rigid-perfectly plastic mechanism, as proposed by Richards and Elms (1979) for
gravity retaining walls, proved unsuccessful. In fact, a prediction of the progressive accretion of the wall
displacements cannot neglect the results of Fig.1, showing that the global resistance of the soil-wall
system is attained only after the development of a non-negligible wall displacement.
The non-dimensional push-over curves of Figure 1.b can then be used to modify the original Newmark
(1965) model to account for the non-linear response of the wall to the increase of the seismic forces. To
this purpose, the equation of motion for the retaining wall can be written as:

ur (t ) + D(u r H ) × u r (t ) = −ab (t )


g
(1)
H
where g is the gravity acceleration, u r (t ) is the wall displacement relative to the stable soil portion, ur (t )
is the corresponding relative acceleration, and a b (t) is the input acceleration time-history. The quantity
D(u r /H) in equation (1) is the local tangent to the pushover curve of Figure 1, in first loading or in the
unloading-reloading branch, and is a function of the normalised relative displacement u r H . This non-
linear differential equation was integrated using an unconditionally stable time-marching algorithm,
adopting an input acceleration time-history a b (t) evaluated as an equivalent accelerogram through the
procedure proposed by Seed and Martin (1966):
τ L (t )
ab (t ) = g (2)
σ vL
where τ L (t) is the time-history of the shear stress at the depth of the wall toe, computed from a one-
dimensional site response analysis, while σ vL is the corresponding constant value of the geostatic vertical
total stress.
Figure 3.b, relative to the effect of the Tolmezzo seismic record on a wall immersed in a coarse-
grained soil with ϕ' = 30°, shows that this simplified model can indeed be successful to capture the
accumulation of the wall displacements occurring during the seismic event. Figure 3.c shows the cyclic
response of the simplified model computed during the earthquake, evidencing the non-linear response
exhibited on first loading and the stiffer, linear response during unloading-reloading cycles.
In some cases however the results of the simplified model are less satisfactory than those shown in
Figure 3, essentially as a result of bi-dimensional amplification effects that cannot be captured by the
present approach. Since these bi-dimensional effects depend on multiple factors, including the frequency
content of the input seismic record, the stiffness of the retaining wall, and the specific arrangement of the

KL-6
Tlim

(a) (b) (c)

Figure 4. Possible plastic mechanisms for a retaining wall with a single anchor level.

retaining structures for the excavation at hand (for instance, the presence of twin walls in a narrow
excavation), their effect cannot be evaluated in a decoupled approach that makes use of simple one-
dimensional site response analyses. Yet, this simplified approach was found to yield a correct order of
magnitude of the displacements in most cases, with error ratios ranging from 0.5 to 2.0.

2.2 Anchored walls


The approach described in the above paragraphs for a simple cantilevered retaining wall can be
generalised to different wall types. Consider for instance a retaining wall restrained by a single level of
grouted anchors, as shown in Figure 4. A first step in capacity design consists in the choice of a preferred
plastic mechanism. Excluding those deriving from the attainment of the structural capacity, one can
devise the three different mechanisms depicted in Figure 4, all arising from the sole attainment of the soil
strength: (a) is essentially a cantilever-like mechanism, entailing the anchor pull-out and the rotation of
the wall around a point close to its toe; (b) is a rotation of the wall around the anchor point, assuming that
the capacity of the anchor is not attained; (c) is a global instability of an entire soil volume encompassing
the wall and the anchorage.
Callisto and Del Brocco (2015) and Del Brocco and Callisto (2017) carried out a series of pseudo-
static numerical analyses up to failure, to study the transition from mechanism (a) to (b) and (c) that
occurs when the pull-out resistance T lim of the anchor level is progressively increased. Their finding is
summarised in Figure 5, representing the degree of mobilisation of the soil strength for different
resistances and arrangements of the anchor level, together with a schematic depiction of the
corresponding plastic mechanisms.
Model A of Fig. 5 is the case of a weak anchor: the collapse mechanism coincides with that of Fig. 4.a.
This plastic mechanism can be analysed with a limit equilibrium calculation, because it is essentially the
case of a cantilevered wall, except that the additional force T lim needs to be considered in the equilibrium
equations. Figure 5.b shows that the value k c of the critical seismic coefficient associated with this
mechanism is very close to that obtained in the numerical analysis (Fig. 5.a). Figure 6.a shows the
excellent potential of a limit equilibrium analysis to evaluate the contact stresses σ h and the bending
moments M for this case. This is important because it shows that the internal forces for a local mechanism
do not depend on the stiffness of the soil-structure system, as it should be since the internal forces in the
wall are produced by the activation of the strength in the dissipative elements of the system, that include
the soil and the soil-anchor contact.
It should be noted that multiple anchor levels can easily be incorporated in the limit equilibrium
analysis of a local mechanism in the form of a known distribution of forces equal to the pull-out
resistances of each anchor level.
For a given soil-wall system, the position of the pivot point moves downward as T lim increases, and
coincides with the wall toe for a reference value of T lim , that in the example case of Figure 5 is T ref ≈ 90
kN/m, with a critical seismic coefficient k c,ref ≈ 0.33. If T lim is larger than T ref , the plastic mechanism (a)
of Figure 4 is no longer possible, because the soil resistance is not sufficient to mobilise the anchor
strength. In practice however, the mechanism (b) of Figure 4 cannot be mobilised, because increasing the
seismic coefficient the lateral extension of the plastic zone in the soil located behind the retaining wall
inevitably reaches the grouted portion of the anchor, triggering a global plastic mechanism conceptually
similar to that illustrated in Figure 4.c. Two examples of such a mechanism are models B and C of Figure
5, in which T lim is much larger than T ref . In model B, the grouted portion of the anchor is relatively short,
and the corresponding global mechanism is associated to a critical seismic coefficient k c that is only

KL-7
Model A Model B Model C
degree of
3m anchor strength 3m
mobilisation 10m

a)
Tlim= 70kN/m / lim (-) Tlim= 500kN/m Tlim= 500kN/m
Tlim/L= 23.3kPa 0.99 Tlim/L= 166.7kPa Tlim/L= 50kPa
kc= 0.25 1.00 kc= 0.28 kc= 0.41

b)

kc= 0.27 kc= 0.29 kc= 0.42

Figure 5. Anchored walls of different anchor resistance: (a) contours of mobilised strength and (b) limit-equilibrium
interpretation of the plastic mechanisms obtained with the numerical pseudo-static analyses (adapted from Callisto and Del
Brocco, 2015).

slightly larger than that of the weak anchor. In model C, the grouted portion of the anchor is much longer
than in the preceding case, and part of the global mechanism entails the mobilisation of the soil-anchor
strength at the lower contact of the anchor bulb with the soil.
The global mechanisms of Figure 5-models B and C can still be analysed with a calculation that
considers the limit equilibrium of a global soil volume including the wall and the anchor level, as shown
in Figure 5.b. In this case, the analysis does provide the critical seismic coefficient, but because its global
character it gives no information about the distribution of the soil-wall contact stresses and thence on the
internal forces in the wall. Therefore, for a global mechanism the internal forces in the wall can derive
only from a numerical description of the entire soil domain.
An effective representation of the relationship between the wall internal forces and the system capacity
can be illustrated by normalising the critical seismic coefficient and the maximum bending moment by

pseudo-static analyses

stiffness
anchor
local mechanism
1 anchor
1.5 2 anchors
global mechanism
1 anchor
2 anchors
Mmax/Mmax,ref

0.5 dynamic analyses

local mechanism
1 anchor
2 anchors
global mechanism
1 anchor (b)
2 anchors
0
0 0.5 1 1.5
kc/kc,ref

Figure 6. (a) comparison between limit equilibrium and FLAC pseudo-static analysis for an anchored wall; (b) normalised
relationship between maximum bending moments and critical seismic coefficient (adapted from Del Brocco and Callisto,
2017).

KL-8
their reference values, corresponding to the transition from a local to a global mechanism. Figure 6.b
plots, for a number of different cases of retaining walls with either one or two anchor levels, the ratio of
the maximum bending moment M max to that evaluated for the corresponding reference case, M max,ref , as a
function of the ratio k c /k c,ref . In Figure 6.b, points resulting from the pseudo-static analyses with
k c /k c,ref ≤ 1 and M max /M max,ref ≤ 1 correspond to local mechanisms with a weak anchorage, that can be
well reproduced with a calculation based on limit equilibrium. For this local mechanism, the relationship
between the normalised internal forces and the normalised seismic coefficient is well defined and
corresponds to relatively low internal forces. Conversely, the global mechanisms are characterised, for
values of k c /k c,ref only slightly in excess of 1, by disproportionately larger internal forces, that show a
significant dependence on the stiffness of the soil and of the structural members, and that cannot be
predicted reliably by simple limit equilibrium calculations. It is for this reason that Del Brocco and
Callisto (2017) proposed a design approach for anchored wall that assumes as a design basis the
development of a local mechanism, evidencing that an unduly large resistance of the anchoring system
may not beneficial to the seismic behaviour of the structure.

3 FOUNDATIONS

3.1 Shallow foundations of r.c. frames


If compared with the case of retaining structures, the extension of capacity design concepts to soil-
foundation systems is made more complicated by the foundations being only a part of a structure that,
through it dynamic response, controls to a large extent the seismic actions transmitted to the soil.
For low-probability earthquakes, current design procedures allow the transient attainment of the
strength of structural members, up to the activation of instantaneous plastic mechanisms. For reinforced
concrete frames, a common approach assumes that the flexural capacity of the beams can be attained,
while the columns act as resisting elements, that are therefore subjected to the beam flexural over-
strength. The rationale behind this choice is that a column sideway mechanism, shown schematically in
Figure 7.a is dangerous because it can concentrate the plastic deformation in the columns of one storey
only, and because the presence of a normal force reduces the ductility capacity of a column section.
Figure 7.b shows a beam sideway plastic mechanism. It should be noted that this mechanism implies
the activation of plastic hinges at the base of the columns, that is, at the top of the foundation elements. In
fact, most building codes state that during a seismic event the foundations must remain in the elastic
range. For instance, this is the case with the Italian Building code (Ministero delle Infrastrutture 2008) at
section 7.2.5. It would seem that this requirement also applies to the bearing capacity of the foundations:
for example, Eurocode 8 part 5 (EN 1998-5) at section 5.1 clause (1)P requires that “The relevant forces
from the superstructure shall be transferred to the ground without substantial permanent deformations
(…)”. It would appear that these recommendations rule out the possibility that the capacity of the
foundation be attained during the earthquake (with a possible exception for deep piled foundations, that
however are not discussed further in this paper for sake of conciseness).
In spite of this, it is interesting to explore the possibility that the foundations of a reinforced concrete
framed structure be designed in such a way that their bearing capacity is mobilised during a low-

(a) (b)

Figure 7. Column (a) and beam (b) sideway plastic mechanisms (from Park and Paulay 1975).

KL-9
1600
(b)
800

M (kNm)
0

-800
strip footing rigid base
-1600
1

0.8 (c)

d/dmax
0.6

0.4

0.2

0 2 4 6 8 10
(a) t (s)

Figure 8. (a) finite-difference model of a reinforced concrete frame subjected to an acceleration time-history (Maccaroni,
2016); (b) time history of the bending moment in a column, for the complete soil-structure interaction model and for a model
with a fixed base, subjected to a TR = 475 years event; (c) corresponding time-variation of the normalised distance of the
foundation from bearing capacity (Maccaroni 2016).

probability seismic event. Consider for instance the seven-storeys frame depicted in Figure 8, with
shallow foundations resting on a medium-stiff fine-grained soil. The seismic behaviour of this frame was
studied through a coupled soil-structure interaction analysis, carried out in plane strain conditions using
the finite-difference code FLAC3D (Maccaroni, 2016). In the numerical model, the reinforced concrete
frame was modelled through beam elements with a linearly elastic behaviour. The structure was endowed
with a viscous damping ratio equal to 5 %, with no further allowance for ductility. The strip footings
visible in Figure 8.a, connected horizontally by tie-beams, were designed to meet the current safety
requirements under static loading only, expecting that in the course of a severe seismic event they
mobilise their bearing capacity. The soil behaviour was described in terms of effective stresses through a
non-linear hysteretic soil model coupled with the Mohr-Coulomb failure criterion.
The numerical analysis was carried out simulating the construction of the building through a sequence
of drained construction steps, and then introducing the seismic loading in the form of acceleration time-
histories applied to the bottom boundary of the finite difference grid. A number of acceleration time
histories were selected to simulate seismic events with return periods T R or either 475 or 975 years, to
perform the analysis of two different limit states for the structure.
Figures 8.b,c show some results obtained for a T R = 475 years event. Fig. 8.b compares the time
history of the bending moment computed at the base of a column in the soil-structure interaction analysis
with that obtained in a time-history analysis with a rigid base. This plot shows that the presence of the
foundation soil results in a cut-off of the maximum bending moment to a value of about 800 kNm. An
interpretation of this phenomenon is provided by Figure 8.c, that shows the corresponding temporal
variation of the ratio d/d max : this is a normalised indicator of the current distance from a limit condition
for the foundation, increasing when the loads on the foundation approach its bearing capacity and
attaining a unit value when the bearing capacity of the foundation is reached. Therefore, the curve shown
in Fig. 8.c for the complete model is limited by the condition d/d max = 1, whereas the curve for the model
with a rigid base can freely attain values of d/d max larger than one. Comparing Fig 8.c with Fig. 8.b it
becomes evident that the maximum bending moment in the column is limited by the transient attainment
of the bearing capacity of the foundation. This demonstrates that the soil-foundation system behaves as
the ductile element in the resistance hierarchy chain: the internal forces transmitted to the structure are a
function of the bearing resistance of the foundation.
If the same structure is founded on a continuous reinforced concrete slab characterised by a very large
bearing capacity, then the dissipative potential of the soil-foundation system is inhibited, and the
earthquake can transmit larger forces into the structure. This is shown in Figure 9.a, that compares the
instantaneous distributions of the bending moment in the entire frame obtained either with the original
dissipative foundations (strip foundations) or with a continuous slab (raft foundation). The internal forces
in the frame founded on the slab are significantly larger than those computed with the dissipative

KL-10
(a) (b)

Figure 9. (a) comparison of maximum bending moments computed with the smaller dissipative foundations and with a slab
foundation, for a TR = 475 years earthquake; (b) dissipative foundations: comparison between the maximum bending moments
produced by events with TR = 475 and 975 years (Maccaroni, 2016).

foundations, the difference being maximum at the base of the columns, where the maximum bending
moments for the slab foundation are more than twice those obtained for the original strip footings. Checks
on the r.c. sections of the columns showed that the maximum internal forces computed with a foundation
slab are not compatible with the column capacity, while those computed with the smaller dissipative
foundations protect the columns form yielding.
In principle, the beneficial effect of the smaller foundation elements could be ascribed by their larger
deformability, that has an influence on the dynamic response of the structure. That this favourable effect
is due to the foundations lower bearing capacity, instead, can be demonstrated by subjecting the same
soil-structure model to an acceleration time history characterised by a larger amplitude, representing a
T R = 975 years earthquake, obtained multiplying the accelerations of the original time-history by a
scaling factor of 1.5. The bending moment diagrams of Fig. 9.b show quite clearly that, for the case of
dissipative foundations, a 50 % increment of the acceleration amplitudes produces only marginal changes
in the bending moments of the non-dissipative r.c. frame. In fact, the bending moments in the lower part
of the structure for the T R = 975 years earthquake are even smaller than those computed for the T R = 475
years event, probably as an effect of the larger reduction of the bearing capacity induced by the inertial
forces in the soil volume that interacts with the foundations (Paolucci and Pecker 1997).
It is clear that a protection of the non-dissipative columns is obtained at the expense of plastic
deformations in the dissipative elements, whose design needs to be based on performance. For the present
case, the seismic performance of the foundation elements is represented by their final displacements, that
are plotted in Figure 10 together with the vertical settlements computed in the initial construction stage. A
comparison of the final displacements obtained for the dissipative foundation (strip footings) and the non-
dissipative one (raft foundation) shows that indeed for a given seismic action the settlements of the
dissipative foundation are larger, and are less uniform. However, on the one hand the differences are not

KL-11
displacement (m)
0.00
0.01
0.02
0.03
(a) strip footing end of construction (b) raft foundation
TR = 475 years
TR = 975 years

Figure10. Initial and post-seismic settlements of the strip footing and the raft foundation (Maccaroni, 2016).

very large, and on the other hand the results of Figure 9.b, together with the internal forces evaluated at
the end of the earthquake, demonstrated that the differential settlements of the dissipative foundations are
by all means compatible with the capacity of the structural elements and therefore can be deemed
acceptable for the analysis of an ultimate limit state of the structure.

3.2 The special case of a suspension bridge


The foundations of the Izmit Bay suspension bridge in Turkey were deliberately built to dissipate
energy during the earthquake according to a well-defined plastic mechanism. The bridge, partially
depicted in Figure 11.a, has a central span of 1500 m. The bridge towers have a height of 252 m from the
sea level and rest on submerged foundations consisting of sinking caissons placed on a group of driven
steel piles. At each tower, a 3 m-thick layer of gravel was interposed between the top of the foundation
piles and the caisson, as shown schematically in Figure 12.b, to provide a frictional dissipative contact. It
is expected that a strong earthquake should activate the frictional strength of this dissipative interface,
providing an intrinsic limitation to the maximum forces that can be transmitted to the tower legs.
Figure 11.b shows that at the location of the North Tower the subsoil encountered below the seabed
consists of a sequence of silty sands and silty clays (N1 to N3), down to the depth of 28 m from the
seabed. At a larger depth, a thick and relatively uniform layer of medium-to-stiff clay (N4) is found. This
layer extends down to 145 m from the seabed, where a claystone deposit is encountered, which can be
regarded as a bedrock of limited stiffness.
Two earthquake scenarios were defined for the bridge: a Safety Evaluation Earthquake (SEE) with a
return period T R = 1000 years, and a No-Collapse Earthquake (NCE) with T R = 2475 years. In particular,
it was found that the NCE design actions were well described by the Tabas seismic record, scaled down
using a factor of 0.76 (Callisto and Gorini 2017).
The seismic response of the foundations were studied by Callisto and Gorini (2017) with a three-
dimensional numerical analysis (code FLAC 3D) that examined the soil-structure interaction for the
bridge tower. Since the towers and the anchorages of the bridge are connected to each other only through
the suspension system and the deck, and because the suspension system and the deck vibrate with very
large periods, it can be assumed that the dynamic response at the four foundations of the bridge (the two
towers and the two anchorages) is decoupled. Taking advantage of this observation, Callisto and Gorini
(2017) analysed each foundation element separately, including in the numerical model a simplified
representation of the bridge structure, as shown in Figure 11.c. At each tower location, this simplified
model included a complete representation of the tower, while the suspension system and the deck were
modelled as masses connected to fixed points through a series of springs. This model was calibrated using
an identification procedure aimed to reproduce the first tower modes obtained in a modal analysis of the
entire structure.
Figure 12 shows some results of the three-dimensional dynamic analysis. Figure 12.a depicts the
temporal evolution of the relative displacements u rel occurring along the gravel layer, at the contact
between the piles and the caisson. The maximum relative displacements are smaller than 20 mm, with a
permanent post-seismic value of the order of 10 mm. Figure 12.b shows the 5 %-damped elastic response
spectra of the Tabas longitudinal input record and of the acceleration time-history in the caisson. It is
evident that the seismic response of this foundation results in a substantial reduction of the spectral
accelerations. However, this beneficial effect is confined to periods smaller than about 0.6 s, whereas the
period of the first longitudinal mode for the tower is much larger, as shown in the figure: at this period the
input motion is somewhat amplified by the soil-structure interaction. The period of the first transverse
mode is much longer, equal to about 5.5 s, and is hardly affected by the seismic response of the
foundation.

KL-12
566 1550
252

North Anchor Block


North Tower
0 500m

(a)
sea level
0
shaft NORTH
caisson Vs (m/s)
gravel layer 400 800
sea bed
N0
-50 N1
soil pile group N2
N3

-100

N4

-150

North

-200

-250

(b) (c)

Figure 11. (a) longitudinal profile of Izmit Bay Bridge; (b) layout of the North Tower foundation and local soil profile, with an
indication of the shear wave velocity Vs; (c) FLAC 3D soil-structure interaction model (adapted from Callisto & Gorini, 2017).

It is interesting to look at the contours of equal horizontal displacement u evaluated in the foundation
soil after the earthquake, as depicted in Figure 13.a. While the final displacements occurring along the
dissipative interface are of about 10 mm (Fig. 12.a), the final displacements of the soil elements are of an
order of magnitude larger (Fig. 13.a). The maximum displacement gradient, that is, the maximum shear
strain, is found in the soil located below the foundation piles. Therefore, it would seem that the actual
strength hierarchy chain is somewhat different from that anticipated by the designer, in that the weaker
element is the foundation soil, rather than the gravel layer.
Figure 13.b shows the results of further dynamic analyses aimed to study the influence of the strength
of the dissipative interface on the seismic behaviour of the structure. The frictional coefficient adopted in
the design is µ = 0.7, corresponding to a constant-volume angle of frictional resistance in the gravel layer
ϕ' cv = 35°. When the frictional coefficient is reduced to µ = 0.47 (ϕ' cv = 25°), the relative displacement
along the interface shows only a marginal increase, and the corresponding reduction of the shear force T
and the bending moment M at the base of the tower is smaller than 15 %. This happens because for this
value of µ the resistance of the foundation soil is still controlling the amplitude of the seismic motion
transmitted to the structure. For the case at hand, it takes a much smaller frictional coefficient to invert
this behaviour: for instance, for µ = 0.27 (ϕ' cv = 15°) the foundation displacements occur mostly along
the dissipative interface and the corresponding reduction of the internal forces is more significant, equal
to about 40 %. It should be noted that the reduction of the internal forces is less than proportional to the
decrement of the frictional resistance because the beneficial effect of the dissipative foundation is limited
to periods smaller that the first tower period.
The issue regarding the effectiveness of the dissipative interface inserted in the foundations of the
Izmit Bay bridge prompted a parametric study, aimed to investigate the usefulness of this solution and to
provide practical design indications. This study was performed by Gorini and Callisto (2016), looking at a
simplified soil-structure interaction problem: it consisted of a rigid block, corresponding to the foundation
caisson, resting on a frictional interface and connected to a simple dynamic model, representing the
superstructure, endowed with two horizontal and one vertical degrees of freedom. This simplified model
was subjected to an idealised, three-component base motion in the form of Ricker wavelets of different
amplitude and frequencies. The model was integrated with an explicit time-marching algorithm and the

KL-13
4
input signal

1st longitudinal
3 caisson response

tower mode
0.02

Sa (g)
(a) (b)
2
urel (m)

0
1
-0.02
0
0 10 20 30 0 1 2 3
t (s) T (s)
Figure 12. (a) temporal evolution of the relative displacements at the caisson-pile dissipative contact; (b) effect of the
dissipative interface of the spectral accelerations transmitted to the superstructure (modified from Callisto & Gorini. 2017).

1.6 0.12
(a)

M (GNm), T x 10 (GN)
0.1
1.2
0.08

urel (m)
T
0.8 M 0.06
u
0.04
0.4
0.02

0 0
0.2 0.4 0.6 0.8
-50 0 50 µ = tan ϕ' (b)

Figure 13. (a) lines of equal horizontal displacements in the foundation soils (in m); (b) effect of the strength of the dissipative
interface on the relative displacements and on the internal forces at the base of the bridge tower (adapted from Callisto &
Gorini, 2017).

results were expressed in a rigorous non-dimensional form. For this simplified model, that does not
include the strength of the foundation soils, it was found that the maximum relative displacement
occurring along the frictional interface is a good proxy for the reduction of the spectral acceleration
transmitted to the superstructure.
An example of the results obtained by Gorini and Callisto (2016) is depicted in Figure 14. Specifically,
Fig. 14.a shows the non-dimensional time-variation of the relative displacements U rel developing along
the frictional interface, for different values of the ratio XIR of the natural period of the superstructure to
the dominant period of the input wave. As shown in Fig. 14.b, the maximum non-dimensional
displacements U rel,max are computed for values of XIR smaller than 1.0, that can be shown to become
equal to 1.0 when the caisson mass becomes negligible if compared to the mass of the tower. This
indicates that a frictional dissipative foundation of the type used for the Izmit Bay bridge provides its
maximum efficiency when the superstructure’s most significant natural periods are similar, or somewhat
smaller, than those associated to the seismic input. The beneficial effect is maximum when the excited
mass ratio XEM tends to unity, that is when the mass participation factor for the structural mode under
consideration is large.

4 CONCLUSIONS
In the procedures most commonly adopted for the analysis of structural systems under earthquake
loading, the base motion is transformed into equivalent forces that are subsequently applied to the
structure. In certain instances however, it is productive to recall that the seismic motion is transmitted to

KL-14
(a) 2.8 XEM=1.0 (b)
2.4
0.8
2

Urel,max (x102)
0.6
1.6
XEM=0.25
0.4
XIR=0-5 1.2
1.2
1 Ai,x (g) XIR=0-5
0.25
x1022)

0.8
0.8
rel (x10

0.2
0.5
0.5 0.0
0.0
0.4
0.4
Urel

0
0 0
0
0.1
0.1 0.2
0.2 0.3
0.3 0.4
0.4 0.5
0.5 0.6
0.6 0
0 1
1 2
2 3
3 4
4 5
5
t/tmax
max
XIR
XIR
Figure 14. Typical results of the simplified model developed by Gorini & Callisto (2016) for a frictional dissipative
foundation: (a) non-dimensional time-variation of the relative displacements developing along the frictional interface for
different values of the structure-input wave period ratio XIR; (b) maximum non-dimensional displacements plotted as a
function of XIR for different values of the mass participation factor XEM.

the structure by waves propagating through the subsoil, because the response of the soil during strong
motion may alter the seismic forces that the soil can convey to the superstructure.
That the mechanical and geometrical properties of a soil deposit can result in modifications of the
structural response and in additional damping is well established, but it is only through studies of the soil-
structure interaction, in which both the soil and the structural members are modelled with adequate
complexity that an insight can be gained of the actual contribution that the soil mass can provide to the
design of earthquake-resistant structures. In this sense, advanced numerical analyses of the soil-structure
interaction should not be perceived as an abstruse design tool, but rather as a means to understand
fundamental aspects of the soil-structure interaction, that could then be conveyed into manageable design
tools.
With this perspective in mind this paper examined, with aid of results of static and dynamic numerical
analyses, the possibility of taking advantage of the limited resistance of the soil that interacts with a
structure, by introducing the soil capacity into the strength hierarchy chain of the structural system. This
approach was presented initially for earth retaining structures, showing that in this case it is possible to
develop a consistent approach to the seismic design based on capacity, that is aimed to protect the
structural members from yielding and to evaluate the system performance on the basis of the post-seismic
deformations.
An attempt to extend this approach to shallow foundations was presented in the last section of the
paper, supported by idealised and real example cases. From a qualitative point of view, it is undoubtful
that the attainment of the bearing capacity of a foundation during strong motion can be advantageous: it
was shown that it offers an intrinsic limitation of the seismic forces transmitted from the soil into the
structure. Yet, since the foundations are only a part of more general structural systems, and because there
is a huge diversity of structural types, it is difficult to develop a general capacity design approach that
incorporate the foundation resistance. A design based on yielding foundations should explicitly consider
the specific plastic mechanism deriving from the mobilisation of the bearing capacity, and should include
an explicit prediction of the seismic displacements associated to that mechanism, with an assessment of
the consequences of the displacements on the superstructure. On the other hand, building code
prescriptions need to be relaxed to permit the introduction in aseismic design of the beneficial effect of
the controlled yielding of the foundations, at least for low-probability earthquakes.

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Division, ASCE, 92 (3),25–58.

KL-16
ANIDIS 2017
PISTOIA

Performance-Based Seismic Design In Real Life: The Good, The Bad And The
Ugly
Dimitrios Vamvatsikosa
a
School of Civil Engineering, National Technical University, Athens, Greece

Keywords: Performance, seismic design, hazard, risk, behavior factor

TRAILER
Designing a structure to deliver the desired performance under the uncertainties of hazard, materials and
questionable models, is largely the Holy Grail of earthquake engineering. A number of methods have appeared in
the literature claiming to offer this coveted prize, yet, in my very own opinion, they may require heavy
computations or strict assumptions, sometimes offering a useful but partial solution, perhaps delivering something
other than what the user expected, or even failing to deliver altogether. This does not necessarily detract from the
usefulness of each method, but it does certainly mean that some differentiation among approaches should be
maintained, despite all of them being bundled underneath the moniker of “performance-based”. Therefore, due to
my heavy exposure to spaggeti westerns from a very young and tender age, my eternal fascination with the work of
Sergio Leone and Ennio Morricone, and my desire to pay tribute to the shining geniuses that defined my childhood
cosplay days, let me introduce to you what I consider to be il buono, il brutto e il cattivo of performance-based
seismic design approaches. And like any good film, I am afraid you will have to read this paper to its conclusion to
figure out which is which. I hope you enjoy it.

KL-17
ANIDIS 2017
PISTOIA

Performance-Based Seismic Design In Real Life: The Good, The Bad And The
Ugly
Dimitrios Vamvatsikosa
a
School of Civil Engineering, National Technical University, Athens, Greece

Keywords: Performance, seismic design, hazard, risk, behavior factor

TRAILER
Designing a structure to deliver the desired performance under the uncertainties of hazard, materials and
questionable models, is largely the Holy Grail of earthquake engineering. A number of methods have appeared in
the literature claiming to offer this coveted prize, yet, in my very own opinion, they may require heavy
computations or strict assumptions, sometimes offering a useful but partial solution, perhaps delivering something
other than what the user expected, or even failing to deliver altogether. This does not necessarily detract from the
usefulness of each method, but it does certainly mean that some differentiation among approaches should be
maintained, despite all of them being bundled underneath the moniker of “performance-based”. Therefore, due to
my heavy exposure to spaggeti westerns from a very young and tender age, my eternal fascination with the work of
Sergio Leone and Ennio Morricone, and my desire to pay tribute to the shining geniuses that defined my childhood
cosplay days, let me introduce to you what I consider to be il buono, il brutto e il cattivo of performance-based
seismic design approaches. And like any good film, I am afraid you will have to read this paper to its conclusion to
figure out which is which. I hope you enjoy it.

1 OPENING SCENE: REMINISCING UPON DEFINITIONS


There are many ways to define the performance of a structure, but very few that are unambiguous in
terms of risk, and, in my way of thinking, ambiguity does not rhyme with performance. So, at least for the
purposes of our discussion, we shall adopt a definition of a performance objective (or target) that respects
risk. It is essentially a triplet of values: (a) a threshold or capacity value of response, damage or loss, C,
(b) a maximum allowable mean annual frequency (MAF) of exceeding this threshold, λ O , and (c) a
desired confidence level of meeting this objective vis-à-vis epistemic uncertainty, x in [0.5,1). Thus,
meeting an objective means that the x% percentile estimate (due to epistemic uncertainty) of the MAF of
the demand, D, exceeding the capacity, C, should be lower than λ O , or
λx % ( D > C ) < λO (1)
Optionally, one may choose to treat epistemic uncertainties by adopting a mean estimate of λ(D>C),
which is equivalent to prescribing a value of the confidence level x greater than 50% that depends on the
dispersion of epistemic uncertainty, given a typical lognormal distribution assumption. Then, the triplet
may be collapsed to a pair of MAF and threshold values.
λ ( D > C ) < λO (2)
where the bar signifies the mean.
The above definition is directly meant to close the loop between assessment and design by offering a
performance target that is compatible with the state-of-the-art in how a structure is assessed within a
performance-based probabilistic framework. In particular, it stems directly from the Cornell-Krawinkler

KL-18
framing equation adopted by the Pacific Earthquake Engineering Research (PEER) Center, (Cornell and
Krawinkler 2000) for assessing structural performance:
λ( DV ) = ∫∫∫ G ( DV | DM ) dG ( DM | EDP ) dG ( EDP | IM ) dλ( IM ) (3)

DV is one or more decision variables, such as cost, time-to-repair or human casualties that are meant to
enable decision-making by the stakeholders; DM represents the damage measures, typically discretized in
a number of progressive damage states (DS) for structural or non-structural components and building
contents; EDP contains the engineering demand parameters such as peak interstory drift, residual
interstory drift and peak floor acceleration that can be derived from structural analysis; and, IM is the
seismic intensity measure, for example represented by the 5%-damped first-mode spectral acceleration
S a (T 1 ).
Equation 3 essentially provides a conceptual method for estimating the first term of Equation 1 and
verifying whether a design complies with a stated objective. It can be employed to determine the MAF of
exceeding a DV value or collapsed by reducing the order of integration to estimate the MAF of violating
a DS level, or exceeding a value of the EDP. Similarly, a performance objective can be expressed in terms
of a DV, a DS or an EDP, depending on how ambitious or demanding an owner may be. Thus, one may
stipulate any of the following performance objectives:
− direct monetary losses exceeding C = 500,000€ with a maximum MAF of λ Ο = 0.0021, or 10% in
50yrs, at a confidence of x = 75%;
− downtime exceeding C = 1 week with a maximum MAF of λ Ο = 10% in 10yrs, at a confidence of
x = 60%;
− no more than C = 20% of the columns enter, e.g., Damage State 3 with a maximum MAF of
λ Ο = 5% in 50yrs, at a confidence of x = 90%;
− maximum interstory drift less than 2% with a maximum MAF of λ Ο = 10% in 50yrs, with a
confidence of x = 75%.
Designing for performance means setting any number of such objectives according to the owner’s
requirements and offering a method that can produce a structural solution to satisfy them within the
associated constraints imposed by architectural and operational considerations. The operative word in this
statement is “to satisfy” the objectives, naturally via evaluating Equations 1 or 2. This is something that
comes at a considerable cost, especially for objectives that may involve cost, casualties or downtime. It
practically implies that one has to employ a model and analysis approach that can quantify and propagate
uncertainty, incorporate the site hazard λ(IM), and provide accurate enough estimates of EDP and, if
needed, DM and DV to allow determining the MAF of violating relevant targets. Note also that meeting a
number of performance objectives means being reasonably close to them, or, more accurately, being close
to the most critical one that governs a given design. Massively overdesigning and claiming to achieve the
performance target is not really the way to go. We want to be conservative vis-à-vis uncertainty, but only
as much as the confidence level stipulates. Finally, the necessity of meeting different and non-standard
objectives also implies that the engineer will probably not have the intuition to be able to size the
structure according to these exacting requirements, thus preferably needing some method to guide the
design process that is a bit more sophisticated than searching in the dark via trial and error.

2 THE BAD: NO PROBABILITY MEANS NO PERFORMANCE


A classic problem with the Bad guy is that he tends to masquerade as the Good one, at least in the start
of the movie. Unfortunately, for Performance-Based Earthquake Engineering (PBEE) this confusion has
persisted for a while in the profession, mainly due to the very influential ideas on performance stemming
from the Vision 2000 (SEAOC 1995) document. This is an early PBEE approach (termed PBEE-1 by
Gunay and Mosalam 2013) that helped drive the profession in the right direction but not to the end, as it
does not include probability in a consistent manner, performing intensity-based (rather than risk-based)
assessment. In terms of the classification of seismic design approaches by Vamvatsikos et al. (2016), this
is a method that incorporates no uncertainty propagation, instead injecting any probability or safety at the
input intensity and expecting it to “automatically” propagate to the output response, as determined in
EDP, DM or DV terms. This description encompasses all current code-based design approaches,
including guidelines utilizing “confidence/knowledge” factors applied at the loads and material properties
to account for uncertainty. I am looking at you EN1998-3 (CEN 2005). As discussed in detail by Franchin

KL-19
et al. (2010), such factors applied at the input level of intensity and model parameters typically fail to
convey the needed safety at the output level, in many cases becoming unconservative.
Displacement-based approaches (Moehle 1992) also fall in this category, having also had their share in
increasing the apparent confusion. There are several flavors of displacement-based design (Sullivan et al.
2003), offering advantages in guiding the design process in an arguably more rational way that force-
based approaches, at least for some types of structures; yet, they are not risk consistent. They may have
appeared in the literature as performance-based (e.g., see the title employed by Priestley 2000) but by our
current understanding of PBEE, they are not. There is no hazard curve and no uncertainty propagation,
thus no proper probability implementation. It is important to state that this does not necessarily mean that
they are bad design methods in general and that the research invested in them has gone to waste. They are
simply not risk-consistent and they cannot guarantee meeting a performance objective. They are bad for
performance.
Another, perhaps surprising candidate for the role of the Bad is the concept of risk-targeted spectra
(Luco et al. 2007), used on their own as the means to deliver a guaranteed collapse performance. This is
generally due to a misunderstanding of their role, as risk-targeted spectra were never meant to guarantee
performance of any specific structure but only to strive for harmonized (i.e., uniform) collapse risk across
different sites. This is not to say that uniform risk is not a worthwhile goal, but in reality you do not really
know what that risk is. There is indeed a target risk used to calculate the spectra, but the assumption of a
single collapse fragility function to characterize all types of structures (from unreinforced masonry huts
and timber stables to steel skyscrapers) to be designed in a given site, is a bit too broad an assumption to
impart any kind of reliability on the output performance.
Finally, let us turn our guns to the latest generation of risk-based class-level behavior or strength-
reduction factors. This, for example encompasses the FEMA P695 (2009) guidelines and the recent
INNOSEIS proposal for an EN1998-compatible approach developed by a consortium of European
Universities (Vamvatsikos et al. 2017). Yes, apparently I am one of the perpetrators myself (but give me
credit for an ugly comeback later on). Again, such behavior factors may be perfectly suited to
harmonizing risk among different types of lateral-load-resisting systems for specific hardwired limit-
states, yet they cannot accurately deliver the required performance. They can only increase our chances
that a minimum safety is respected.

Figure 1. Flowchart of a possible realization of a performance-based design approach as proposed by


Sinkovic et al. (2016) (adapted from http://www.smartengineering.si).

KL-20
3 THE UGLY: WIN SOMETHING – LOSE SOMETHING
Our Ugly character has good intentions at heart, but either delivers at too high a price, or fails to
deliver in full. The first case concerns methodologies that are based on design and analysis iterations
using nonlinear analysis (static or preferably dynamic) to assess performance according to Equation 3.
Several such risk-consistent approaches have appeared in the literature (e.g., Wen 2001, Krawinkler et al.
2006, Zareian and Krawinkler 2012). Their problem usually lies in not offering any a strategy to converge
to a solution without unguided trial-and-error iterations. Essentially, such approaches are a PBEE
assessment method within an loop of user-selected structural adjustments, whereby the assessment is
performed by a static pushover approach or a nonlinear dynamic approach, or both (Figure 1). That is not
to say that such a method does not work, but the pain of design-analysis cycles when doing PBEE
assessment is such that one had better minimize their number lest the process becomes a computational
beast of terror. In general, such frameworks work well conceptually, but they need considerable
experience and intuition for practical application. Unfortunately, designing for performance is when most
engineers become beginners again, as non-standard performance objectives often mean non-standard
solutions, typically throwing past experience out of the window. Recognizing this issue, for example,
Sinkovic et al. (2016) have offered conceptual rules for helping engineers in improving reinforced
concrete frames to achieve a higher performance. Still, such rules only offer qualitative not quantitative
guidance, thus not mitigating the issue.
One method to relieve the human user from the burden of choosing the next design in a trial-and-error
scheme is to replace him or her by a computer. This means leaving the selection of candidate designs to
(some fancily-named bio-inspired flavour of) a genetic algorithm optimization scheme that can reach at
least a local optimal design according to one or more performance objectives. Several such examples
exist in the literature: Vamvatsikos and Papadimitriou 2005, Foley et al. 2007, Mackie and Stojadinovic
2007, Fragiadakis and Papadrakakis 2008, Fragiadakis and Lagaros 2011, Rojas et al. 2011. Here, the
price to pay is in the need to create the appropriate software implementation, and in the requirement for
large-scale computations, as genetic algorithms are like having a myopic shooter trying to hit an elusive
target with a shotgun. The result is a lot of attempts (i.e., design candidates) and a heavy computational
expense, unless one decides to compromise on the accuracy by limiting the number of records/analyses or
foregoing dynamic analysis for pushover. Such an approach may still succeed, but at present it is only
applicable at the academic level. One can foresee engineering software that can implement it in practice
but only if tied to some fairly powerful computer system to crunch the numbers, the likes of which is not
yet available to engineering offices. The rise of cloud computing and outsourcing of computational power
to the servers of Google, Microsoft and Amazon might yet save the day.
Finally, it seems that two Bad guys put together may actually make for a reasonable Ugly one. Risk
targeted spectra combined with risk-consistent class-level behaviour q-factors are such a possibility. The
double harmonization achieved by the two complementary approaches can function reasonably well, but
only for specific sets of performance objectives hardwired into the selection of the behavior q-factors, and
partly in the generation of the risk-targeted spectra. Still, the conservatism implied in this approach
simply means that we fail in achieving reasonable accuracy, as mandated earlier. It is probably fine for
the masses, but bad for the individual building, as the conservatism may be too high, or, in some cases,
not enough. The generous uncertainties employed everywhere in such methods tend to increase the
conservatism quite a bit, but this may not be enough for buildings that deviate significantly from the
norm, i.e., from the archetypes used to derive the q-factors. Still, this ugly and messy approach is fully
compatible with current codes and becomes an easy-to-apply step in the right direction.
This is the case of the risk-targeted spectra combined with strength reduction factors derived via
FEMA P695 (FEMA 2009). The latter may not be perfect, as it is not really using a MAF basis and
multiple sites to verify the reduction factor. Instead, FEMA P695 employs intensity-based verification to
assure a mandated maximum probability of collapse, regardless of site and hazard. Still, given that the
risk-targeted spectra used in tandem are based on assuming a compatible collapse fragility function, at
least there is enough consistency to claim that the collapse MAF is, with some non-trivial (but unknown)
confidence, lower than the maximum allowable hardwired into the spectra assessment approach. Further
improvements are obviously possible, e.g., by incorporating more performance objectives in the q-factor
verification and even adopting a better MAF basis for verifying q-factors at multiple sites (Vamvatsikos
et al. 2017). Still, even then, the objectives, the confidence etc. are hardwired into the code and the
conservatism will tend to remain a bit too high. Still, there is no denying the ease of use of such methods.
In some way, it is PBEE for the masses without any cost to the professional engineer whatsoever.

KL-21
4 THE GOOD: ALWAYS DELIVERS
Our Good options are essentially Ugly ones with a small functional change to make them work better,
perhaps giving credence to the notion that with a bit of makeup anybody can look good in a movie. The
improvement is essentially the introduction of a scheme to quantitatively guide the selection of the next
design. This is the polar opposite to the shotgun approach of genetic algorithms and the plan is to reduce
excessive computations rather than relish in them. For this to work, obviously some approximations need
to be made to reduce the computational load of running nonlinear analyses on an MDOF structures. We
can distinguish two main ideas here: One is using an equivalent linear MDOF and the other is using an
equivalent nonlinear SDOF as a proxy.
The first option is best exemplified by the work of Franchin and Pinto (2012), and more recently
Franchin et al. (2018). It is based on employing an equivalent linear MDOF system for analysis in each
iteration and using a steepest descent optimization approach to guide the redesign process at each step.
Actually in its latest version this is a 16 step complex process that is meant for software application, yet it
arguably remains a more tractable (and probably faster) approach than genetic-style algorithms. Still, as
only simple regular structures have been tried so far, it makes sense that the engineer would have to hand-
tune parts of the design to achieve better performance. This is certainly not a deal breaker as it is a
process that engineers are used to, leading us to pronounce such an approach as one of the Good guys.
On the other side of the spectrum, the use of a nonlinear SDOF proxy has been proposed, together with
an assumption on the invariance of period or yield displacement to better guide the design process. The
invariance of period basically underlines most of the recent proposals on deriving building-specific
probabilistic or risk-targeted behavior factors. These essentially offer a building-specific approach to
assessing performance and guiding the next iteration via an equivalent elastic design behavior factor
based on site hazard and the desired performance objectives. Although not originally cast in this form, but
more as a way to improve upon standard behavior factors by including the seismic hazard curve and
propagating uncertainty to the output, such works include Chryssanthopoulos et al. (2000), Costa et al.
(2010) and Zizmond and Dolsek (2017). They were not necessarily meant for iterations, but perhaps a
single step only application. Still, it is not such a grand leap of imagination to include them within an
iterative approach that can surely let them get closer to a PBEE design ideal, better being able to match
the required performance objectives after a few cycles.

Figure 2. Yield Frequency Spectra showing contours for base shear ratios of 0.1 – 0.8 determined for an elastoplastic system
at a high-seismicity site. “X” symbols represent discrete performance objectives at ductilities of 1, 2, and 4 at 50%, 10% and
2% in 50yrs exceedance rates, respectively. The largest of the base shear ratios required by each performance objective
governs the design; here this is 0.53 with a required period of 0.68s for this rather aggressive California site. [adapted from
Vamvatsikos and Aschheim 2016].

KL-22
Arguably, and in no small part since I am a co-author of several relevant papers, an even better
approach for many structures is the assumption of a constant yield displacement, rather than period, to
guide design (Aschheim 2002). This concept has been incorporated in the yield frequency spectra
approach of Vamvatsikos and Aschheim (2016). Herein, one needs to select a yield displacement,
something that tends to be far easier for many (if not most) structures as it depends on configuration and
not strength. Then, suggest a capacity curve shape (e.g., elastoplastic) and convert all EDP/DM/DV
thresholds associated with performance objectives into global ductility values. The intersection of yield
frequency spectra and ductility-MAF points (Figure 2) provides the required strength and stiffness to
achieve the performance objectives. Obviously, as in all cases involving equivalent SDOF systems, the
more complex, higher mode influenced and asymmetric the structure is, the more you will need to iterate.
For simpler, regular buildings, though, convergence is typically achieved within a single step (Katsanos
and Vamvatsikos 2017).

5 THE FINAL DUEL: THE GOOD DOES NOT ALWAYS WIN IN REAL LIFE
Bad methods are currently dominating design. In their defence, they were never meant to be
performance-based, but this is an excuse that is getting too old. Unfortunately, probability often seems to
be a touchy issue with the seismic code. It is tough to include it properly, without overcomplicating the
code, while also convincing engineers that it is not the devil incarnate. Practicing engineers seem to be
addicted to simple expressions and deterministic concepts, perhaps unsurprisingly so, since their job is
quite complicated already. In other words, the Bad of our movie may very well keep wining for a decade
or two.
Ugly methods based on genetic optimization may offer some simplicity in application, assuming of
course the right software comes along, at the obvious expense of computations. It may not be too hard to
imagine a highly efficient optimization guided by some version of artificial intelligence software as
computers and software gets faster and better. After all, neural networks have already been proposed as a
generic approach to provide fast estimation of nonlinear response (e.g., Papadrakakis and Lagaros, 2002).
On the other hand, risk-targeted spectra and risk-consistent q-factors will probably provide the bulk of the
improvement for the profession, catering to the vast percentage of the newly-designed structures for
which accurate performance assessment simply does not make sense in terms of economics and time
spent.
The Good methods presented may actually come to be useful for the select buildings that truly need
them, at least in the meantime until even better approaches come along, or faster computers make the
computational burden of genetic-style shotgun search go away.
So, who wins the final duel? If you ask me, like any good cinephil, I will always root for the Good
guy. In this era of political correctness I will not even mind if the Ugly guy stays around and dominates
the scene for a while. But I will certainly not tolerate the Bad being the last guy standing. Not in the name
of performance.

6 ACKNOWLEDGEMENTS
I wish to heartfully acknowledge the eternal genius of Professor Ulysses R. Garbaggio, his split
infinitives, ever-present persona and running commentary on discussions held with Professors Alex
Taflanidis, Ioannis Kougioumtzoglou, Anastasios Sextos, Paolo Franchin, Terje Haukaas and Ting Lin
that provided the inspiration for this paper. No less illustriously, I would like celebrate the contributions
of Professors Mark Aschheim, Paolo Bazzurro, Michalis Fragiadakis, Doctors Athanasia Kazantzi,
Mohsen Kohrangi, and soon-to-be-Doctors K. Bakalis and Andrea Spillatura, as our joint work has
largely shaped the conclusions that have been reached.

END CREDITS
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KL-24
ANIDIS 2017
PISTOIA

Seismic Performance of Structural Members Incorporating Recycled Rubber


Materials
Ahmed Elghazoulia
a
Department of Civil and Environemntal Engineering, Imperial College London

Keywords: Rubberised concrete; Material propoerties; Structural members; Inelastic behaviour; Cyclic Response.

ABSTRACT
This paper deals with the behaviour of structural members incorporating concrete materials in which mineral
aggregates are partly replaced by recycled rubber particles. Based on extensive tests, the main characteristics of
rubberized concrete materials are firstly described and representative relationships for determining the
compressive, splitting, bond and shear strength, as well as the elastic modulus, are outlined. Subsequently, an
experimental study on large scale circular reinforced concrete members, subjected to lateral cyclic displacements
and co-exiting axial loads, is described. The tests enable direct assessment of the strength and ductility
characteristics, including an evaluation of the comparative performance of specimens with and without rubber
replacement, as well as the influence of external confinement. In comparison with conventional reinforced concrete
members, it is shown that structural elements incorporating a significant proportion of aggregate replacement can
offer a good balance between bending capacity and ductility, particularly for modest levels of co-existing axial
loads. For column members required to sustain substantial gravity loads, favourable performance can be achieved
in rubberised concrete members by means of strength enhancement through external confinement. Based on the
experimental findings, the main response parameters are discussed and their influence on the overall structural
behaviour are highlighted.

KL-25
ANIDIS 2017
PISTOIA

Seismic Performance of Structural Members Incorporating Recycled Rubber


Materials
Ahmed Elghazoulia
a
Department of Civil and Environemntal Engineering, Imperial College London

Keywords: Rubberised concrete; Material propoerties; Structural members; Inelastic behaviour; Cyclic Response.

ABSTRACT
This paper deals with the behaviour of structural members incorporating concrete materials in which mineral
aggregates are partly replaced by recycled rubber particles. Based on extensive tests, the main characteristics of
rubberized concrete materials are firstly described and representative relationships for determining the
compressive, splitting, bond and shear strength, as well as the elastic modulus, are outlined. Subsequently, an
experimental study on large scale circular reinforced concrete members, subjected to lateral cyclic displacements
and co-exiting axial loads, is described. The tests enable direct assessment of the strength and ductility
characteristics, including an evaluation of the comparative performance of specimens with and without rubber
replacement, as well as the influence of external confinement. In comparison with conventional reinforced concrete
members, it is shown that structural elements incorporating a significant proportion of aggregate replacement can
offer a good balance between bending capacity and ductility, particularly for modest levels of co-existing axial
loads. For column members required to sustain substantial gravity loads, favourable performance can be achieved
in rubberised concrete members by means of strength enhancement through external confinement. Based on the
experimental findings, the main response parameters are discussed and their influence on the overall structural
behaviour are highlighted.

from tyre recycling in structural and non-


structural members (Anagennisi 2017; Raffoul et
1 INTRODUCTION al. 2016; Bompa et al. 2017).
In addition to its sustainability-related merits, The first part of the paper outlines
the use of recycled rubber in concrete has relationships relating the key characteristics for
potential structural performance benefits, concrete materials as a function of rubber content,
particularly in terms of enhanced energy represented as a replacement proportion of
dissipation under dynamic loads. The mechanical mineral aggregates, in addition to other
properties of rubberised concrete have therefore influencing parameters. These include the
been investigated in many previous studies, with compressive, shear, tensile, and bond strength as
particular focus on the compressive strength well as the elastic modulus.
properties, as reported in recent review studies The second part of the paper provides a brief
(e.g. Bompa et al. 2017). description of an experimental study on
Available studies have however been limited reinforced concrete members subjected to lateral
to specific material and member configurations in cyclic as well as co-existing axial loading. The
which relatively small amounts of rubber were investigation focuses on assessing the inelastic
used as replacement for mineral aggregates (e.g. performance of members incorporating a
Son et al. 2011; Youssf et al. 2016). This paper significant proportion of rubber particles as
provides a summary of recent research replacement for mineral aggregates. The
investigations carried out at Imperial College behaviour is also compared with conventional
London, as part of a wider European reinforced concrete members. The tests offer a
collaborative project which aims at providing comparative assessment of the performance of
viable applications for all components resulting structural members with and without rubberised
concrete materials.

KL-26
2 MATERIAL PROPERTIES

2.1 Characterisation tests


In a recent study carried out at Imperial
College London (Bompa et al. 2017), a large set
of over 200 material tests was carried out using
concrete mixes consisting of high strength
cement, microsilica, fly-ash, mineral aggregates,
a blend of rubber particles, admixtures and water,
as indicated in Figure 1. Additionally, a detailed Figure 2. Compressive strength as a function of the
volumetric rubber ratio ρvr
analysis of a collated database on average test
results from over 300 rubberised concrete mixes The compressive strength degradation (CSD)
and their reference concrete mixes was carried can be represented for practical application by
out. Equation (1). The volumetric rubber ratio ρrv and
the type of replaced aggregate are incorporated in
the formulation. The latter is represented by a
factor λ which accounts for the size range of the
mineral aggregate replaced; i.e. fine (FA), coarse
(CA) or coarse and fine (CA+FA). Equation (2)
may be used for assessments of fcr. As shown in
(Equation 3), λ = 2.43 for fine mineral aggregate
(FA) replacement, λ = 2.90 for both fine and
coarse aggregates (CA+FA) replacement, and λ =
2.08 if rubber replaces coarse aggregates (CA).
Figure 1. Material constituents (rubber, aggregate, binders) f
CSD  cr 
1 (1)
3/2
fc0  3 vr 
The main parameter investigated in the tests 1 2 
was the rubber replacement ratio by replacing  2 
both fine and coarse mineral aggregates in equal 1 (2)
f cr  f
3/2 c 0
volumes by rubber particles with various sizes.  3 vr 
1 2 
As a result of this study, expressions for the  2 
estimation of the mechanical properties of where λ is function of the replaced mineral
rubberised concrete were proposed as aggregate size
summarised below, together with a novel uniaxial 2.43  d g ,repl  (0,5)
constitutive analytical model for assessing the (3)
  2.90  d g ,repl  (0, d g ,max )
complete axial and lateral stress-strain response
for rubberized concrete. 2.08  d g ,repl  (5, d g ,max )

2.2 Compressive strength 2.3 Elastic modulus


Figure 2 illustrates the relationship between Using available data (Bompa et al. 2017),
the compressive strength degradation as a Equation (4) below is also suggested for
function of the rubber replacement ratio ρvr. The predicting the elastic modulus of rubberised
volumetric replacement ratio ρvr is defined as the concrete as a function of the rubberised concrete
ratio between the replaced volume of mineral compressive strength assessed by means of
aggregates in the rubberised concrete and the total Equation (2).
volume of mineral aggregates in the reference 2/3
 f cr 
normal concrete mix. On the ordinate axis, the Ecr  12   (4)
rubberised concrete strength fcr is normalised  10 
against the reference strength of the conventional Figure 3 illustrates the relative reduction in
concrete fc0, whereas on the abscissa the rubber elastic modulus as a function of ρvr.
content is reported as volumetric ratio ρvr. The
plot includes the results from available data and
the exponential trend lines for the results (Bompa
et al. 2017).

KL-27
materials and ρrv can be expressed indirectly
through the rubberised concrete compressive
strength fcr using Equation (2) above.
In order to account for the influence of lateral
confinement σl,cc, Equation (6) (Bompa and
Elghazouli 2017) may be used to determine the
contribution of confinement on τb,max.as follows:

 b,max      2   (6)
 0.4  4  rv 1  l ,cc   1  l ,cc   for  l ,cc / f c  0.20
fc   2 fc   fc 

Figure 3. Degradation in elastic modulus as a function of Figure 5 illustrates the influence of the rubber
volumetric rubber ratio ρvr content ρrv for different levels of confinement
(none, low, medium). Equation (6) captures the
2.4 Tensile strength effect of confinement which plays a more
significant role for high ρrv rubberised concrete
As above, the proposed relationship between than for normal concrete. A change in the slope
the splitting tensile strength fctr,sp and rubberised of Equation (6) is considered at σl,cc/fc>0.2 to
concrete strength fcr as obtained from tests is reflect a lower bound influence of σl,cc/fc on τb,max.
given in Equation (5). Also, Figure 4 depicts the
splitting strength fctr,sp degradation as a function
of ρvr.
f ctr , sp  0.24 f cr 2 / 3 (5)

Figure 5. Degradation of bond strength as a function of the


volumetric rubber ratio ρvr

2.6 Shear strength


Based on shear tests and associated numerical
Figure 4. Degradation of fctr,sp as a function of the
volumetric rubber ratio ρvr
studies, Figure 6 illustrates the relationship
between the ultimate shear stress τu against the
rubber replacement ratio ρvr. These enabled the
2.5 Bond strength definition of τu-ρvr expressions with material
The bond strength τb,max is typically related to configurations covering wider ranges as given
the widely accepted square root of the below.
compressive concrete strength fc relationship
(  b,max   b fc ). It is also defined as the uniform
shear stress over the nominal area of the rebar
(  b  Fb ). As for normal concrete, in the case of
 dlb
rubberised concrete the bond coefficient γb; i.e.
ratio between maximum τb,max and square root of
fc1/2 as depicted above, may be strongly
influenced by the reinforcement relative rib area
fR as well as the rubber content ρrv. The Figure 6. Relationship between shear strength and ρvr
relationship between τb,max for rubberised concrete

KL-28
1
u  fc (7)
2 For all three selected members, the axial load
fc0
(8) applied represented an estimated 6% of the
f rc 
1  2 1.5 vr  nominal axial capacity of the concrete cross-
3/2

section of the specimen under consideration. All


1 fc0 (9)
u  specimens had a circular cross-section with a
2 1  2 1.5vr 3/2 diameter 250 mm, and an effective cantilever
Equation (7) may be used for assessing τu both height of 1000 mm. A view of the three selected
for normal and rubberised concrete materials. The specimens is shown in Figure 8. The first
relationship between τu for rubberised concrete specimen (D250-R00-F0) involved normal
materials and ρvr can be expressed indirectly reinforced concrete (RC), while the other two
through the rubberised concrete compressive specimens (D250-R60-F0 and D250-R60-F3),
strength frc using Equations (8) and (9). were provided with rubberised reinforced
concrete (RRC) and externally confined
rubberised concrete (CRRC), respectively. In
3 MEMBER BEHAVIOUR D250-R60-F0 and D250-R60-F3, the rubberised
concrete was only provided in the bottom 450
3.1 Experimental arrangement mm of the column specimen, whereas the rest of
the members, including the base employed
The test set-up employed for beam-column
conventional concrete. For D250-R60-F3, the
members is depicted schematically in Figure 7.
length of the three-layer external FRP
The specimens were tested in an upright position,
confinement was 500 from the base.
with the horizontal and vertical actuators
allowing lateral cyclic deformations and co-
existing gravity loading, respectively, to be
applied. The lateral cyclic deformations were
applied on the basis of 3 cycles at each level of
even multiples of the estimated yield deformation
up to failure. Testing continued until fracture of
at least one flexural reinforcement bar occurred.
A large number of members were tested, but
focus is given herein to the performance of three
selected members which enable a direct Figure 8. View of the three selected specimens: (s) Normal
comparison between members with normal and RC (D250-R00-F0), (b) Rubberised concrete (D250-R60-
F0, and (c) Confined rubberised (D250-R60-F3)
rubberised concrete, with and without external
confinement (Elghazouli et al. 2016. All three specimens had identical
reinforcement detailing. Eight longitudinal
reinforcing bars with diameter 12 mm were used.
The transverse reinforcement consisted of 10 mm
diameter stirrups with a spacing of 100 mm. The
average reinforcement strengths, determined from
a minimum of three samples for each type,
provided a yield and ultimate strength of 526 and
619 MPa, respectively, for the longitudinal
reinforcement, and 496 and 603 MPa,
respectively, for the transverse reinforcement. For
the externally confined member (D250-R60-F3),
three layers of Aramid fibre reinforced polymer
(AFRP) sheets were used. The aramid sheets
were of Grade A120/290 with a thickness of 0.2
mm, mean sheet elastic modulus of 116 kN/mm2,
mean tensile strength of 2400 N/mm2 and
Figure 7. Testing arrangements for beam-column members minimum strain capacity of 2%. Two-component
epoxy resin bonding adhesive was applied to the

KL-29
fibre sheets. The conventional concrete mix was tests on the normal, rubberised, and externally-
of Grade C60/70. For the rubberised concrete confined rubberised concrete materials employed.
mixes, 60% of both the fine and coarse mineral
aggregates were replaced by volume with rubber 3.2 Hysteretic response
particles. Rubber aggregates with sizes up to 10 The experimental lateral load versus
mm, produced from car tyre recycling, were displacement (V-δ) responses obtained in the
supplied in the following size ranges: 0-0.5 mm, three tests are presented in Figure 10 together
0.5-0.8 mm, 1.0-2.5 mm, 2-4 mm and 4-10 mm, with a comparison of the backbone curves. In
and were used in the concrete mix respectively Figure 10d, the lateral load is normalised with
as: 5%, 5%, 15%, 20% and 10% ratio of the total respect to the plastic capacity of the cross-section.
added rubber content. The remaining 45% For the conventional RC member (D250-R00-
comprised of particles with sizes in the range 10- F0), a vertical load of 200 kN was firstly applied
20 mm, produced from truck tyre recycling. This followed by the lateral cyclic deformations. As
portion was identified following a study of the depicted by the V-δ response in Figure 10a, the
workability of rubberised concrete within the maximum lateral force reached was Vmax = 68 kN
wider collaborative research project (Raffoul et after which significant cyclic degradation was
al. 2016). observed. With increasing cycles, the first rebar
fracture occurred at a lateral displacement δ of
about 75 mm, corresponding to a drift Δ of 7.5%.
R00-F0 Figure 11a shows a view of the plastic hinge
R60-F3
region of the member at the end of the test,
illustrating the fracture of longitudinal
reinforcement.
For the rubberised reinforced concrete (RRC)
specimen (D250-R60-F0), the initial vertical load
R60-F0 applied was 20 kN. In this specimen, yielding of
the main reinforcement was followed by a
comparatively more gradual compressive
Figure 9. Compressive stress-strain response of normal, crushing behaviour of the concrete. The
rubberised, and externally confined rubberised concrete maximum lateral force Vmax approximately 40 kN.
Longitudinal reinforcement fracture occurred at a
Compressive and tensile splitting tests were
drift approaching 9%. Figure 11b shows a view
carried out on the day of testing for the concrete
of the plastic hinge region of the member at the
materials. For D250-R00-F0, utilising normal
end of the test.
concrete, the compressive cylinder strength (fc0)
For the externally confined rubberised
and the tensile splitting strength (fct0,sp) were 70.2
concrete (CRRC) member (D250-R60-F3), a
and 4.9 MPa, respectively. For D250-R60-F0, the
vertical load of 200 kN was applied. The
top part utilising normal concrete had fc0 of 73.0
maximum lateral force Vmax reached was about 52
MPa and fct0,sp of 4.3 MPa, whilst the bottom 450
kN. The external confinement maintained the
mm employed rubberised concrete which had a
integrity of concrete at significant inelastic
compressive strength (fcr) of 7.5 MPa and tensile
deformation levels as illustrated in Figure 11c.
splitting strength (fctr,sp) of 1.1 MPa. For the
The soft crushing behaviour due to the presence
externally confined specimen, D2750-R60-F3,
of rubber particles, combined with the external
the values obtained for fc0, fct0,sp, fcr and fctr,sp were
FRP confinement, resulted in highly stable cyclic
73.8, 4.8, 9.2 and 1.1 MPa, respectively. In order
response and significant enhancement in energy
to assess the enhancement obtained from the
dissipation, as demonstrated by the shape of the
external confinement, cylinders confined with the
hysteretic loops in Figure 10c. The AFRP sheets
same three-layer AFRP arrangement were tested
remained in the elastic regime, although some
and provided an average compressive strength
stretched regions were observed as shown in
(fccr) of 55.6 MPa, which is more than 6 times the
Figure 11c. Rebar fracture occurred at a lateral
unconfined rubberised concrete strength (fcr) but
drift marginally below 9%.
marginally below 80% of the normal concrete
strength (fc0). Figure 9 illustrates the typical
stress-strain response obtained from the cylinder

KL-30
Figure 11. Failure modes: a) conventional reinforced
concrete D250-R00-F0, b) rubberised member D250-R60-
F0 c) Confined rubberised member D250-R60-F3

3.3 Strength predictions


As observed from Figure 10, the conventional
concrete member (RC) developed the highest
strength, but displayed more pronounced cyclic
degradation compared to other specimens. In
contrast, the AFRP confined member (CRRC)
exhibited the highest level of energy dissipation
and lowest cyclic degradation, with the
confinement also leading to significant
enhancement of capacity in comparison with the
rubberised specimen (RRC). Both the RRC and
CRRC specimens showed more gradual
compressive crushing of concrete due to the
presence of flexible rubber particles, and
sustained higher levels of lateral deformation
before fracture of the longitudinal reinforcement.

Figure 10. Force-displacement V-δ relationships: a) D250-


R00-F0 (RC), b) D250-R60-F0 (RRC), c) D250-R60-F3
(CRRC); d) normalised V-δ envelopes

KL-31
The compressive strength of concrete clearly
reduces with the increase in the proportion of
aggregate replacement by rubber particles. As
illustrated earlier in Figure 1. Despite the evident
reduction in compressive strength with the
increase in rubber content, close observation of
the experimental results in Figure 10, together
with the strength interactions in Figure 12,
indicate that the use of significant proportion of
aggregate replacement can provide an
enhancement in ductility whilst retaining most of
the bending capacity. However, when high levels
of gravity loads are present, the reduction in axial
compressive capacity becomes significant, and
maintaining a comparable cross-section size to
that in similar RC members would typically
necessitate the adoption of external confinement
measures.

4 CONCLUDING REMARKS
This brief paper firstly outlined expressions
proposed for relating the main mechanical
properties of concrete materials as a function of
rubber content, represented as a replacement
proportion of mineral aggregates. Although the
increase in rubber content leads to a reduction in
Figure 12. Moment-axial force (M-N) interaction curves
stiffness and strength characteristics, appropriate
for: a) normal concrete member, b) rubberised concrete quantification of these properties enables
members appropriate design to be carried out in order to
Concrete design provisions typically evaluate utilise the benefits of rubberised concrete. An
the moment capacity of a member from experimental study on structural members
assessments of cross-sectional capacity by incorporating significant proportion of rubber
imposing a strain limit in concrete. Confinement particles as replacement for mineral aggregates,
was also presented. Three beam-column
effects can be accounted for through an increase
specimens, selected from a larger set tested at
in compressive strength and critical strain. Figure
Imperial College London, were described. These
12 illustrates the uniaxial moment-axial force (M- included specimens incorporating conventional
N) interaction curves for the cross-sections of the reinforced concrete (RC), rubberised reinforced
specimens considered. In the figure, the solid concrete (RRC), and externally confined
lines represent the unconfined strengths, whereas rubberised reinforced concrete (CRRC). The
with dashed lines account for enhanced effects members were tested under gradually increasing
from confinement due to hoop reinforcement and lateral cyclic deformations as well as a low level
external sheets as applicable. The interaction of co-existing gravity loading. The RC member
diagram for the hoop confined specimens (D250- developed the highest lateral strength, but
R00-F0 and D250-R60-F0) was determined displayed more pronounced cyclic degradation
employing the widely-used constitutive model compared to the RRC and CRRC specimens. The
proposed by Mander et al. (1988). The externally confined member exhibited the highest
application of the confined concrete properties for level of energy dissipation and lowest cyclic
assessing the M-N curve for the RC and RCC degradation, with the confinement also leading to
members results in good agreement with the test significant enhancement of capacity in
results. For the externally-confined specimen, the comparison with the rubberised specimen. Both
the RRC and CRRC specimens showed more
enhancement in strength can be obtained by an
gradual compressive crushing of concrete due to
adaptation of the model proposed by Spoelstra the presence of flexible rubber particles, and
and Monti (1999).

KL-32
sustained higher levels of lateral deformation
before fracture of the longitudinal reinforcement.
The results show that, notwithstanding the
gradual reduction in strength with the increase of
aggregate replacement, the presence of a high
rubber content can offer a good balance between
bending capacity and ductility. Where necessary,
axial capacities comparable to those of similar
RC members can be recovered through external
confinement measures.

ACKNOWLEDGMENTS
The financial support of the European Union
Seventh Framework Programme FP7/2007- 2013
under grant agreement No 603722 within the
project ‘Anagennisi: Innovative Use of all Tyre
Components in Concrete’ is gratefully
acknowledged. The discussions with project
collaborators, particularly from the University of
Sheffield, as well as the support of the technical
laboratory staff at Imperial College London,
particularly Mr. T. Stickland and Mr. R.
Millward, are also acknowledged. Materials for
testing were kindly provided by Adria-Abruzzo,
Hope Construction Materials, Elkem and Sika.

REFERENCES
Anagennisi Project, 2017. Innovative Use of all Tyre
Components in Concrete: http://www.anagennisi.org/.
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Bompa, D.V., Elghazouli, A.Y., Xu, B., Stafford P.J. and
Ruiz-Teran, A.M., 2017. Experimental Assessment and
Constitutive Modelling of Rubberised Concrete
Materials, Construction and Building Materials, 137,
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Elghazouli, A.Y., Bompa, D.V., Xu, B., Stafford P.J. and
Ruiz-Teran, A.M., 2017. Inelastic Behaviour of RC
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behaviour of FRP-confined crumb rubber concrete
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KL-33
SESSIONI GENERALI
DINAMICA DEI TERRENI E GEOTECNICA SISMICA
ANIDIS 2017
PISTOIA

Effects of site-induced non-synchronism and soil non linearity in the seismic


response of bridges founded on piles
Maria Chiara Capattia, Giuseppe Tropeanob, Michele Moricic, Sandro Carbonaria, Francesca Dezid, Graziano
Leonic, Francesco Silvestrie
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, Edile ed Architettura, Università Politecnica delle Marche, Via Brecce
Bianche, 60131 Ancona.
b
Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale ed Architettura, Università degli studi di Cagliari, Via Marengo 2, 09123
Cagliari.
c
Scuola di Ateneo Architettura e Design, Università di Camerino, Viale della Rimembranza, 63100 Ascoli Piceno
b
Dipartimento di Economia, Scienze e Diritto, Università degli studi della Repubblica di San Marino, Via Salita alla Rocca
44, 47890 San Marino, Repubblica di San Marino.
e
Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale, Università di Napoli Federico II, Via Claudio 21, 80125 Napoli.

Keywords: long multi-span bridge, piles foundation, spatial variability of ground motion, seismic site effects,
nonlinear soil behaviour, soil-structure interaction

ABSTRACT
This paper focuses on the effects of the non-synchronism of ground motion induced by local site conditions and
soil non linearity on the seismic response of long multi-span bridges with pile foundations. A case study is
investigated, represented by a pile-supported viaduct founded in a soft clay deposit overlaying a stiff bedrock.
Different morphologies of the bedrock are considered to account for different scenarios of non-synchronous ground
motions. The reference input motion at the outcropping bedrock consists of a set of real accelerograms and a 2D
non-linear seismic response model is used to compute site amplification effects, for all the deposit configuration
investigated. Soil-structure interaction is also considered in the analyses, by exploiting the domain decomposition
technique: in particular, the kinematic interaction problem is formulated in the frequency domain and lumped
parameter models are adopted to reproduce the frequency-dependent behaviour of the soil-foundation system in the
non-linear inertial interaction analysis of the superstructure. The results of synchronous and non-synchronous
ground motion, compared in terms of structural demand parameters and stresses on the deck, shed light on the
significance of deposit configuration, soil behaviour and SSI on the structural response of long multi-span bridges.

SG02-2
ANIDIS 2017
PISTOIA

Effetti del non sincronismo del moto sismico indotto da effetti di sito e dalla
non linearità del terreno sulla risposta sismica di ponti fondati su pali
Maria Chiara Capattia, Giuseppe Tropeanob, Michele Moricic, Sandro Carbonaria, Francesca Dezid, Graziano
Leonic, Francesco Silvestrie
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, Edile ed Architettura, Università Politecnica delle Marche, Via Brecce
Bianche, 60131 Ancona.
b
Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale ed Architettura, Università degli studi di Cagliari, Via Marengo 2, 09123
Cagliari.
c
Scuola di Ateneo Architettura e Design, Università di Camerino, Viale della Rimembranza, 63100 Ascoli Piceno
b
Dipartimento di Economia, Scienze e Diritto, Università degli studi della Repubblica di San Marino, Via Salita alla Rocca
44, 47890 San Marino, Repubblica di San Marino.
e
Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale, Università di Napoli Federico II, Via Claudio 21, 80125 Napoli.

Parole chiave: viadotti multicampata, fondazioni su pali, moto asincrono, risposta sismica locale, comportamento
non lineare del terreno, interazione terreno-struttura

ABSTRACT
Questo lavoro intende investigare gli effetti dell’asincronismo del moto sismico indotto da effetti di sito e dal
comportamento non lineare del terreno sulla risposta sismica di lunghi viadotti multicampata con fondazioni su
pali. In particolare, è stato esaminato un caso studio rappresentato da un viadotto fondato in un deposito di argilla
tenera su substrato roccioso rigido, caratterizzato da una morfologia a cuneo. Il moto di riferimento su bedrock
affiorante è costituito da un set di accelerogrammi reali e l’analisi di risposta sismica è stata effettuata con diversi
metodi di analisi. Nelle analisi si è inoltre tenuto conto dell’interazione terreno-fondazione-struttura, utilizzando il
metodo delle sottostrutture: in particolare l’analisi di interazione cinematica è stata formulata nel dominio delle
frequenze, e sono poi stati utilizzati appropriati modelli a parametri concentrati per riprodurre il comportamento
dipendente dalla frequenza del sistema terreno-fondazione nelle analisi non lineari di interazione inerziale della
sovrastruttura. I risultati delle analisi, eseguite considerando sia moto sincrono che asincrono, hanno messo in luce
la rilevanza della configurazione del deposito, del comportamento non lineare del terreno e dell’interazione terreno-
fondazione-struttura sulla risposta sismica di viadotti fondati su pali.

coerenza”, che tengono conto dei tre fattori già


menzionati e per le quali sono state proposte
1 INTRODUZIONE diverse formulazioni (i.e. Harichandran e
La progettazione sismica di ponti viene di Vanmarke, 1986; Luco e Wong, 1986; Der
solito condotta assumendo che la base di ogni pila Kiureghian, 1996). Molti di questi studi
sia soggetta allo stesso input sismico. Numerosi trascurano il ruolo degli effetti di sito, del
studi di letteratura hanno dimostrato che la comportamento non lineare del terreno e
variabilità spaziale del moto sismico può causare dell’interazione terreno-fondazione-struttura, la
forze e deformazioni aggiuntive negli elementi quale può modificare la risposta degli elementi
strutturali (Sextos et al., 2003; Lupoi et al., 2005). strutturali in un modo che difficilmente può
Quest’ultima viene generalmente attribuita a tre essere preventivato senza eseguire specifiche
principali fattori: lo sfasamento nei tempi di analisi di interazione (Carbonari et al., 2011).
arrivo delle onde sismiche a ciascun supporto, a Questo lavoro propone una metodologia per
causa della velocità di propagazione finita delle tenere conto dell’asincronismo del moto sismico
onde nel mezzo; la perdita di coerenza indotta da indotto da effetti di sito (ovvero da una diversa
riflessioni, rifrazioni e interferenze delle onde amplificazione del segnale sismico in
sismiche lungo il loro percorso; le diverse corrispondenza dei supporti del ponte) e
condizioni locali del terreno di fondazione di dell’interazione terreno-fondazione sulla risposta
ciascuna pila. Nella letteratura il moto sismico sismica non lineare del ponte. La variazione
che arriva alla base di ciascuna pila viene spesso spaziale del moto sismico è stata valutata
derivato attraverso le cosiddette “funzioni di adottando diversi modelli numerici per l’analisi di
risposta sismica locale, mentre l’interazione

SG02-3
(a)
terreno-fondazione viene considerata attraverso i i+1 N-1 N
l’approccio per sottostrutture, introducendo
specifici modelli a parametri concentrati, noti in
letteratura come Lumped Parameter Models o
LPMs (Wolf, 1994), per riprodurre il
comportamento frequenza-dipendente del sistema
terreno-fondazione nelle analisi di interazione
inerziale, non lineari, della sovrastruttura. dff,i dff,i+1 dff,N-1 dff,N
(b)
In questo lavoro, la metodologia è stata poi
applicata per l’analisi di un viadotto fondato in un
deposito di argilla soffice su substrato roccioso
dff,i dff,i+1 dff,N-1 dff,N
rigido, caratterizzato da una morfologia a cuneo. I
risultati della analisi strutturali sono stati
rappresentati in termini di parametri sintetici di
domanda sismica al fine di quantificare gli effetti
dei diversi aspetti considerati. (c)
C
La metodologia presentata ha validità generale
e i risultati descritti, anche se relativi ad un caso
studio, possono comunque essere di utilità per E

valutazioni più accurate sugli effetti


dell’amplificazione locale e della interazione
terreno-fondazione-struttura sulla risposta sismica dff,i dff,i+1 dff,N-1 dff,N

di lunghi viadotti fondati su pali. (d) S

2 METODOLOGIA ℑi fF,i+1
ℑi +1 fF,N-1
ℑ N −1 fF,N

fF,i
La metodologia di analisi descritta in questo Figura 1. (a) Sistema completo; (b) risposta del deposito;
paragrafo fa riferimento ad un generico ponte (c) sistema terreno-fondazione; (d) sovrastruttura
multicampata con N pile fondate su altrettanti
gruppi di pali (Figura 1a). Sotto l’ipotesi che il
problema dell’interazione locale palo-terreno 2.2 Analisi del sistema terreno fondazione
possa essere affrontato mediante un approccio
lineare equivalente, il sistema terreno-fondazione Il sistema terreno-fondazione sotto ciascuna
e la sovrastruttura possono essere studiati pila è modellato secondo la formulazione agli
separatamente, nell’ottica di un approccio per elementi finiti proposta da Dezi et al. (2009,
sottostrutture. 2016) per l’analisi cinematica di gruppi di pali.
Per la fondazione i-esima (Figura 1c) è possibile
2.1 Analisi di risposta sismica locale scrivere il seguente sistema di equazioni
complesse, che governano la dinamica del
L’approccio per le analisi dinamiche del problema:
sistema terreno-fondazione richiede la definizione
del moto sismico all’interno del deposito lungo il Z CC Z CE  d C  fC 
Z =
Z EE  i d E  i f E  i
fusto dei pali, in corrispondenza di ciascuna (1)
fondazione (Figura 1b). Questo può essere  EC
ottenuto eseguendo analisi di risposta sismica dove Z i è la matrice di rigidezza dinamica del
locale del deposito, con complessità crescente in sistema terreno-fondazione, mentre f i e d i sono i
funzione delle caratteristiche geologiche e vettori delle forze nodali e degli spostamenti
geomorfologiche del sito esaminato. Inoltre le nodali per l’i-esima zattera su pali. Le matrici ed i
analisi di risposta sismica locale possono tra loro vettori sono stati partizionati per separare le
differire a seconda degli approcci seguiti per componenti relative ai pali (E) e alla zattera
discretizzare il terreno, per modellarne il rigida (C) che connette in testa i pali. Nel
comportamento ciclico, per la capacità di tenere dettaglio, la matrice di rigidezza dinamica Z i che
conto dello sviluppo di sovrappressioni tiene conto dell’interazione fra palo e terreno, ed
interstiziali (Chiaradonna et al., 2016) e di il vettore f i che contiene le forze di interazione
possibili meccanismi di rottura per taglio (Ausilio palo-terreno che sorgono come conseguenza del
et al., 2008; Tropeano et al., 2016). moto sismico, sono definite come:

SG02-4
Z CC Z CE  agiscono in corrispondenza della zattera; per il
Z  ( )
= ATi K P ,i − ω2M P ,i + Z S ,i A i (2a) gruppo i-esimo; queste forze vengono trasformate
 EC Z EE  i nel dominio del tempo attraverso la seguente
espressione:
fC 
f  = A i Z S ,i d ff ,i
1 ∞ ~
f F ,i (t ) =
T

 E i
(2b)
2π ∫− ∞
ℑi d C ,i e jωt dω (5)

dove K P,i e M P,i sono le matrici di rigidezza e Il problema dell’interazione inerziale del
massa dei pali ,indipendenti dalla frequenza, Z S,i sistema strutturale (Figura 1d) può essere
è la matrice di impedenza complessa, dipendente formulato come:
dalla frequenza, del terreno non confinato (che
M ss 0  uS  0 0  u S 
tiene conto dell’interazione terreno-palificata,  0    + +
così come dello smorzamento per radiazione). d ff,i  M FF + M LPM  u F  0 C LPM  u F 
è il vettore degli spostamenti di free-field, (6)
0 0  u S  f NL, S   0 
determinati attraverso le analisi di risposta 0 K   +  = 
sismica locale in corrispondenza dei nodi in cui è  LPM  u F  f NL, F  f F 
discretizzato il palo. Infine A i è la matrice dove M è la matrice delle masse del sistema,
geometrica che rappresenta il vincolo cinematico ottenuta assemblando le matrici delle masse degli
sulla testa dell’i-esimo gruppo di pali. elementi strutturali (M SS e M FF relative
Manipolando opportunamente l’eq. (1), si all’impalcato, alle pile e alle zattere di
ottengono la matrice di impedenza del sistema fondazione) e quelle dei vari LPM (M LPM ). Il
terreno-fondazione ℑi ed il moto di input al contributo strutturale allo smorzamento, di cui si
livello della fondazione, d c , necessari per tiene in conto dentro f NL , é considerato
eseguire le analisi di interazione inerziale della proporzionale alla matrice di rigidezza tangente,
sovrastruttura: così da ridurre il contributo dello smorzamento
ℑi = Z CC ,i − Z CE ,i Z −EE1 ,i Z EC ,i (3a) lineare quando la struttura si trova nel range
plastico (Priestley et al., 2007). Infine, f F è il
( )
vettore che assembla le forze valutate con
d C ,i = ℑi−1 fC ,i − Z CE ,i Z −EE1 ,i f E ,i (3b) l’equazione (5), considerando per ciascuna pila il
corrispondente FIM.
La matrice di impedenza del sistema terreno-
fondazione definisce i vincoli cedevoli (in
funzione della frequenza) di ciascuna pila mentre 3 CASO STUDIO
il moto in input al livello della fondazione (noto
come Foundation Input Motion, FIM) costituisce
l’effettivo moto trasmesso alla sovrastruttura, 3.1 Caratteristiche geotecniche e strutturali
tenuto conto delle modifiche indotte dalle La metodologia sopra descritta è stata adottata per
fondazioni delle pile. investigare il comportamento di un viadotto a più
campate fondato su pali in un deposito di argilla
2.3 Analisi della sovrastruttura molle poggiante su un substrato roccioso (Figura
Le analisi di interazione inerziale sono 2a). Sono state considerate due diverse
condotte nel dominio del tempo, così da tener morfologie per il tetto del substrato (bedrock): la
conto del comportamento non lineare del ponte. Il prima configurazione (HB) prevede un
comportamento dipendente dalla frequenza- del andamento orizzontale ad una profondità di
sistema terreno fondazione è simulato 114 m dal piano campagna; la seconda (WB) ha
introducendo alla base di ciascuna pila gli LPMs una geometria a cuneo, con una pendenza
proposti in Carbonari et al. (2014) e Dezi et al. simmetrica di 15°, ed una profondità sotto la pila
(2012). La matrice di rigidezza dinamica del centrale di 114 m. L’interfaccia tra bedrock e
sistema terreno-fondazione può essere riformulata terreno è inclinata lungo la direzione di
come: estensione longitudinale del ponte (piano xz),
~ mentre la sua profondità non cambia lungo la
ℑi = K LPM ,i − ω2M LPM ,i + iωC LPM ,i (4) direzione trasversale y (problema piano). Per la
configurazione HB il moto di free-field è lo stesso
dove K LPM,i , M LPM,i e C LPM,i sono matrici definite sotto ciascuna pila, mentre per WB la variabilità
positive con componenti indipendenti dalla spaziale del moto sismico è fisicamente indotta
frequenza. Il FIM è applicato alla base del dall’inclinazione dell’interfaccia tra il deposito di
viadotto grazie ad un sistema di forze che

SG02-5
75
terreno ed il bedrock sismico. Il deposito (a)
P1 P2 P3 P4 P5 P6 P7 P8 P9
alluvionale è costituito da un’argilla normalmente
32 m
consolidata, le cui principali caratteristiche (b)
y 114 m
geotecniche sono elencate in Figura 2b. Al di x
15°
sotto di una crosta superficiale più rigida (spessa (a)
(a) Bedrock orizzontale (HB)
2 m), la coesione non drenata c u varia (b) Bedrock a cuneo (WB)
linearmente con la tensione litostatica efficace
σ′ v0 , secondo la seguente relazione: (b) (c)
Vs [m/s]
Densità, ρs 1.83 [t/m3] 0 250
cu 0.35 ⋅ σ 'v 0
= (7) Indice di plasticità, IP 20 [%] 2
Angolo d’attrito, ϕ 28 [°]
mentre il modulo di rigidezza a taglio a piccole Resistenza non drenata cu 0.35 σ’v0 (z) [kPa] 10
deformazioni, G 0 , è variabile con la profondità
1.0 30
attraverso la relazione:

z [m]
(d)
n
 p'  Vucetic &

ξ [%]
G0
= S  , (8)

G/G0
Dobry (1991)
IP = 20% 30
pr  pr 
dove p r è la pressione di riferimento (tipicamente 0 0
quella atmosferica), e p’ è la tensione litostatica 10-4 10-2 γ [%] 10 40

media valutata alla profondità z. I parametri S e n (e) 12 m


(f)
possono essere espressi come una funzione 2.9 m
dell’indice di plasticità, IP, attraverso alcune 6m 1.8 m 13.2 m
relazioni empiriche proposte da d’Onofrio e CS

Silvestri (2001). 7.4 m


3.6
Dall’andamento di G 0 è stato derivato il 10 m x
profilo della velocità delle onde di taglio con la CS
profondità illustrato in Figura 2c: esso conduce 2.4
g.l.
ad un valore di V s,30 = 149 m/s (corrispondente ad 2m
y

un terreno di categoria D secondo la


classificazione di CEN 2004). Per il
comportamento non lineare del terreno sono state
Figura 2. (a) Schema laterale del viadotto e delle due
considerate le curve di decadimento del modulo diverse configurazioni; (b) proprietà geotecniche del
di rigidezza a taglio con la deformazione di terreno; (c) andamento della velocità delle onde di taglio
taglio, γ, suggerite da Vucetic e Dobry (1991) per con la profondità; (d) curve di decadimento del modulo di
argille a media plasticità (Figura 2d). Il bedrock rigidezza e dello smorzamento del terreno (e) vista frontale
sismico è caratterizzato da V s,b = 1000 m/s e di una pila e relativa sezione trasversale; (f) vista in pianta
densità ρ b = 2.0 t/m3. della fondazione.
Il viadotto oggetto del presente studio è Le pile così progettate, alte 15 m, hanno
composto da 10 campate lunghe 75 m (ad sezione circolare con diametro di 2.4 m ed un
eccezione di quelle laterali che hanno una fattore di duttilità attesa µ pari a 2. Il periodo
lunghezza di 60 m) con pile alte 15 m (Figura fondamentale del ponte risulta pari a 1.64 s. Le
2e). L’impalcato è di tipo bitrave continuo a fondazioni sono costituite da gruppi di 16 pali di
sezione mista ed è costituito da una soletta di diametro 1200 mm, lunghi 30 m. Ulteriori
calcestruzzo spessa 30 cm di larghezza dettagli relativi alla progettazione del ponte e alle
complessiva 12 m, sostenuta da due travi caratteristiche di sezioni e materiali sono riportati
d’acciaio di interasse 6 m l’una. Nei confronti in Capatti et al. (2017).
delle azioni sismiche l’impalcato è vincolato in L’input sismico nella direzione longitudinale e
direzione longitudinale e trasversale in trasversale del ponte è costituito dalle due
corrispondenza di tutte le pile; alle spalle sono componenti orizzontali di un set di 7
disposti appoggi multidirezionali che permettono accelerogrammi reali spettrocompatibili in media
gli spostamenti orizzontali e le rotazioni ma con lo spettro di normativa per il terreno di
impediscono gli spostamenti verticali. Tale scelta categoria A. Le registrazioni (Tabella 1) sono
è stata fatta per evitare che il sistema presenti un state selezionate con il codice REXEL (Iervolino
percorso di carico duale. La progettazione sismica et al., 2010). I segnali sono stati opportunamente
del ponte è stata fatta secondo l’approccio agli scalati per ottenere una accelerazione di picco
spostamenti (Priestley et al., 2007), considerando (PGA) di progetto pari a 0.35 g.
una pila singola incastrata alla base.

SG02-6
3.2 Analisi di risposta sismica locale Tabella 2 Schema riassuntivo delle analisi eseguite

Le analisi di risposta sismica locale sono state Analisi di risposta sismica locale Analisi strutturali
condotte separatamente nelle direzioni x ed y. HB FB/CB
Lungo la direzione x sono state eseguite analisi 1D L-EQ (x) –1D L-EQ (y)
WB FB/CB
1D in corrispondenza di ciascuna pila utilizzando, HB FB/CB
per descrivere il comportamento del terreno, sia 1D NL (x) –1D NL (y)
WB FB/CB
un modello lineare equivalente (L-EQ) attraverso
il codice di calcolo EERA (Bardet et al., 2000), 2D NL (x) –1D NL (y) WB FB/CB
sia un modello Non Lineare (NL) attraverso il
programma alle differenze finite FLAC (Itasca,
2011) che opera nel dominio del tempo con un 3.3 Analisi di interazione terreno-fondazione
approccio in tensioni totali. In quest’ultimo caso, Le analisi dinamiche di ciascuna palificata
è stata calibrata una legge costituiva isteretica sono state condotte attraverso la procedura
visco-elastica perfettamente plastica per indicata in precedenza, implementata nel
descrivere il comportamento ciclico del terreno. programma MATHWORKS-MATLAB®.
Lungo la direzione x sono state inoltre eseguite I pali sono stati modellati con elementi finiti a
analisi 2D Non Lineari (2D NL) dell’intero trave di Bernoulli di lunghezza 1 m, densità
deposito. Nella direzione y sono state condotte ρ p = 2.5 t/m3, e modulo di Young E p ≈ 23.5 GPa
analisi indipendenti 1D in corrispondenza di per tenere conto della fessurazione del
ciascuna pila (L-EQ o NL, coerentemente con calcestruzzo. Per valutare le impedenze palo-
quanto fatto per la direzione ortogonale x). terreno è stato adottato il modulo di taglio a
Le dimensioni della griglia di calcolo (nel piccole deformazioni dell’argilla, G 0 , in modo
modello 2D NL e, verticalmente, in quello 1D che la rigidezza dinamica del sistema terreno-
NL) sono state definite in accordo con le fondazione fosse la stessa per ciascun supporto
indicazioni di Lysmer e Kuhlemeyer (1973), così del ponte.
da permettere la corretta propagazione delle
armoniche fino a 15 Hz. Ai bordi del dominio 3.4 Analisi strutturali
sono state utilizzate le condizioni al contorno di
tipo free-field presenti nella libreria del codice. Le analisi di interazione inerziale non lineari
L’input sismico è stato applicato in termini di del ponte sono state condotte con il codice
accelerazioni orizzontali a tutti i nodi sul SEISMOSTRUCT (Seismosoft, 2014). Per
contorno inferiore della griglia di calcolo, così da modellare l’impalcato sono stati utilizzati
assicurare che il moto imposto alla base del elementi beam lineari elastici mentre per le pile
modello sia quello selezionato. sono stati impiegati elementi a fibre per cogliere
Le analisi sono state condotte per le diverse il comportamento non lineare sotto azioni
morfologie di bedrock considerate, HB e WB. I bidirezionali.
risultati sono stati poi utilizzati come input per le Le proprietà delle sezioni degli elementi
analisi della sovrastruttura, considerata sia a base strutturali sono basate sulle indicazioni di Mander
fissa (FB) che cedevole (CB). Una sintesi dei casi et al. (1988) per il calcestruzzo confinato e non
considerati è riportata in Tabella 2. confinato, e quelle di Menegotto e Pinto (1973)
per l’acciaio delle armature. Si è tenuto conto di
Tabella 1 Dati rilevanti per gli accelerogrammi selezionati uno smorzamento strutturale del 5 %,
Evento (data) Stazione PGA(x;y) [g] proporzionale alla rigidezza tangente.
Campano Lucano Nei modelli strutturali a base cedevole (CB),
Auletta 0.06 ; 0.06 sono stati usati LPMs calibrati per riprodurre le
(23/11/80)
Lazio Abruzzo funzioni di impedenza nell’intervallo di frequenze
Ponte Corvo 0.06 ; 0.07
(07/05/84) 0÷10 Hz. Il FIM calcolato per ogni sistema
Umbria Marche, terreno-fondazione tiene conto dell’asincronismo
Cascia 0.05 ; 0.06
aft.sh. (14/10/97) del moto sismico indotto dalla morfologia
South Iceland, sommersa del sito e dal comportamento non
Flagbjarnarholt 0.05 ; 0.04
aft.sh. (21/06/00)
South Iceland,
lineare del terreno, ed è stato applicato alla base
Selfoss-CH 0.13 ; 0.12 di ciascuna pila.
aft.sh.. (21/06/00)
South Iceland Per i modelli a base fissa (FB), alla base di
Flagbjarnarholt 0.32 ; 0.34
(17/06/00) ciascuna pila è stata applicata l’azione sismica
Montenegro
Ulcinnj 0.18 ; 0.22 non sincrona, ottenuta trascurando gli effetti
(15/04/79) dell’interazione terreno-struttura.

SG02-7
4 RISULTATI accelerogrammi selezionati, ottenuti attraverso le
analisi 1D NL e 2D NL. Considerando i tempi di
Nel seguito sono illustrati i principali risultati primo arrivo dell’onda sismica (evidenziati in
relativi alle analisi di risposta sismica locale, alle figura con dei circoletti neri) è possibile ricavare
analisi di interazione cinematica terreno- la velocità apparente, v app (Nuti e Vanzi, 2005),
fondazione e alle analisi strutturali. ovvero la velocità con cui il campo di moto, a
causa dello sfasamento temporale dei segnali al
4.1 Analisi di risposta sismica locale piano campagna, sembra propagarsi lungo la
In Figura 3 sono mostrate le funzioni di superficie del deposito. Se calcolata sui primi
amplificazione delle accelerazioni, calcolate tra la arrivi, questa risulta pari a circa 1050 m/s per tutti
superficie ed il bedrock con il modello 1D (fila a) i casi di analisi, dunque non dipende dal
e 2D (fila b), considerando per il terreno sia un comportamento non lineare del terreno o da
effetti 2D, ma solo dalla geomorfologia sepolta
comportamento lineare (colonna destra) che non
del bedrock. Dopo la parte più intensa del moto
lineare (colonna sinistra). In quest’ultimo caso,
(circa 4÷6 s) la storia temporale degli spostamenti
sono mostrati i valori medi delle funzioni di si differenzia notevolmente, e nel caso 2D si può
amplificazione calcolati per i diversi segnali osservare un maggiore accumulo di deformazioni
accelerometrici considerati. dovuto al raggiungimento delle condizioni di
Le analisi visco-elastiche 1D mostrano che le plasticità negli strati più superficiali di terreno,
caratteristiche dell’amplificazione del moto caratterizzati da bassi valori di resistenza.
sismico nel caso di deposito a cuneo dipendono Analisi Lineari Analisi Non Lineari
fortemente dall’altezza locale del deposito: in 1° 2° 3° 1° 2° 3°
particolare la frequenza fondamentale e
l’ampiezza della funzione di amplificazione si
riducono dagli estremi del deposito verso il
centro. Rispetto ai modelli 1D, quelli 2D
(a

permettono di cogliere la formazione di onde di


superficie. In questo caso, le analisi 1° 2° 3° 1° 2° 3°

viscoelastiche 2D mettono in luce che le


frequenze fondamentali del sistema sono
pressapoco le stesse per tutte le posizioni
indagate, mentre varia l’ampiezza
(b

dell’amplificazione (generalmente maggiore di


quella calcolata attraverso i modelli 1D nel range
0-15 Hz). In particolare, le prime due frequenze
fondamentali del deposito sono 0.7 Hz (simile a
Figura 3. Funzioni di amplificazione numeriche ottenute
quella in corrispondenza delle pile 1 e 9 per WB) con analisi lineari (I colonna) e non lineari (II colonna)
e 2.1 Hz.
Nel caso di analisi non lineari, le funzioni di P1 Scala
amplificazione medie sui sette input considerati spostamento
mostrano che i valori più alti di amplificazione si P2
0.2m
concentrano agli estremi del deposito nel caso P3
1D, mentre si trovano al centro del deposito nel Vapp 1D NL
P4 2D NL
caso 2D, evidenziando la presenza di un
prevedibile effetto di valle 2D per frequenze P5
intorno a 0.6 Hz. P6
Le analisi di risposta sismica locale 1D NL e
2D NL mostrano una significativa variabilità P7
spaziale del moto sismico legata ai differenti P8
tempi di arrivo del fronte d’onda tra un punto e
P9
l’altro della superficie del deposito; in particolare,
il tempo di arrivo cresce all’aumentare della
0 40
1 2 10 20 t [s] 40
profondità del bedrock. Figura 4. Spostamenti di campo libero in superficie
In Figura 4 sono mostrate le storie temporali ottenuti, per l’accelerogramma #004674, attraverso analisi
degli spostamenti di campo libero per uno degli di risposta sismica locale non lineari 1D e 2D

SG02-8
Per quantificare nel dominio delle frequenze la Analisi Lineari Analisi Non Lineari
1° 2° 3° 1° 2° 3°
variabilità spaziale del moto sismico in
superficie, in Figura 5 sono stati riportati i valori
della funzione di coerenza calcolati tra la
componente x dell’accelerazione ottenuta alla

(a
posizione della pila 9 e quelle in corrispondenza
delle altre posizioni, come: 1° 2° 3° 1° 2° 3°
2
Aij ( f )
Cij ( f ) = , (9)
Aii ( f ) Ajj ( f )

(b
essendo A ij la densità spettrale di potenza
incrociata dei due segnali a i e a j , mentre A ii e A jj fponte fponte
le rispettive densità di potenza spettrale dei due
segnali . Questa funzione misura il grado di
dipendenza lineare dei due segnali, a seconda che Figura 5. Funzioni di coerenza ottenute attraverso le analisi
lineari (I colonna) e valori medi ottenuti attraverso le
contengano o meno simili componenti di analisi non lineari (II colonna)
frequenza. Il grado di coerenza fra i segnali alla
base di due pile contigue può essere assunto come Modello di terreno 1D L-EQ – direzione x
5 1
una misura della rilevanza dell’asincronismo del Max.
HB:
Max.
Media
Tponte = 1.64 s
WB: Media
moto sismico per una certa frequenza, Min.

CSD [m]
Min.
IH [m]

identificando, eventualmente, una relazione con


la frequenza fondamentale del ponte.
La coerenza dei segnali ottenuti in superficie con 0
(a)
0
(b)

le analisi lineari appare molto bassa intorno alle P1 P2 P3 P4 P5 P6 P7 P8 P9 P1 P2 P3 P4 P5 P6 P7 P8 P9

prime tre frequenze fondamentali del sistema. Modello di terreno 1D NL – direzione x


Nelle analisi 1D non lineari questo fenomeno si 5 1
Tponte = 1.64 s
attenua a causa del maggior smorzamento

CSD [m]
isteretico, in particolare per quanto riguarda il
IH [m]

primo modo del sistema.


Nelle analisi 2D non lineari i segnali relativi (c) (d)
0 0
alle pile centrali sono scarsamente correlati in P1 P2 P3 P4 P5 P6 P7 P8 P9 P1 P2 P3 P4 P5 P6 P7 P8 P9

corrispondenza della frequenza fondamentale 2D. Modello di terreno 2D NL – direzione x


In Figura 6, i risultati delle analisi di risposta 5 1

sismica locale lungo la direzione x sono mostrati


CSD [m]

in termini di due parametri sintetici del moto


IH [m]

sismico: l’intensità di Housner, I H (ovvero


l’integrale della velocità spettrale calcolato tra 0.5 (e) (f) Tponte = 1.64 s
0 0
e 2.5 s), e lo spostamento spettrale calcolato in P1 P2 P3 P4 P5 P6 P7 P8 P9 P1 P2 P3 P4 P5 P6 P7 P8 P9

corrispondenza del periodo elastico fondamentale Figura 6. Intensità di Housner (I H ) e spostamento spettrale
del ponte (T ponte = 1.64 s), denominato da qui in caratteristico (CSD) nella direzione x per i modelli di
avanti CSD (Characteristic Spectral terreno 1D L-EQ (a, b), 1D NL (c, d) e per 2D NL (e, f)
Displacement).
Questi due parametri rappresentano un legame 4.2 Analisi di interazione terreno-fondazione
razionale fra il moto sismico in condizioni di In Figura 7 sono riportate le componenti
campo libero e la risposta strutturale. traslazionali, rotazionali e rototraslazionali della
Si osserva che sia I H che CSD hanno valori più matrice di impedenza terreno-fondazione. Sono
alti dove il bedrock è superficiale. L’unica inoltre riportati nella medesima figura le
eccezione è riscontrabile per la configurazione rigidezze dinamiche degli LPMs che
WB nel caso 2D NL, nella quale entrambi i approssimano ogni componente nel campo di
parametri sono in generale più alti rispetto alle frequenza 0-10 Hz e che sono stati utilizzati nella
altre configurazioni indagate, e particolarmente analisi della sovrastruttura a base cedevole per
acuti al centro del deposito come conseguenza del rappresentare il comportamento del sistema
già discusso effetto di valle. terreno-fondazione, dipendente dalla frequenza.

SG02-9
In Figura 8 sono invece riportati i valori 4.3 Analisi della sovrastruttura
massimi, minimi e medi dei picchi della
componente traslazionale U x del moto di free Le analisi strutturali, eseguite per ogni caso di
field (noto come Free Field Motion, FFM) e di risposta sismica locale indagato (riportate
quelle traslazionali e roto-traslazionali U x e R y sinteticamente in Tabella 2), sono state ripetute
del FIM per la configurazione WB, con il considerando tutti gli accelerogrammi selezionati.
modello di terreno 2D NL. Si può notare che Di seguito si discutono gli effetti sulla risposta
lungo la direzione longitudinale, le componenti sismica del viadotto, della morfologia sommersa
orizzontali del FFM e del FIM sono simili, ma il del bedrock, della non linearità del terreno e della
FIM presenta un significativo decremento dei configurazione del deposito espressi in termini di
valori massimi dei picchi nella configurazione domanda di duttilità in spostamento ed in
WB, mentre i valori medi sono in generale più rotazione delle pile.
omogenei lungo il ponte. D’altro canto la In Figura 9 è riportato un confronto tra i
componente rotazionale che insorge per effetto risultati delle analisi strutturali a base cedevole
dell’interazione cinematica risulta avere valori nelle configurazioni WB e HB utilizzando il
medi e massimi molto diversi tra le diverse pile. modello 1D NL. Si osserva che l’asincronismo
·106 [kN/m] ·107 [kNm/rad] del moto sismico indotto dall’inclinazione del
30
ℑx ℑy 100
ℑry ℑrx bedrock produce per la configurazione WB un
Foundation 75
20 impedance generale incremento dei parametri di domanda
10
LPM 50 sismica, con valori particolarmente severi per le
Re
Im 25 pile laterali (P1, P2, P8, P9) rispetto alla
0
Re 0
Im configurazione con bedrock orizzontale (che
-25
presenta andamenti simmetrici dei parametri di
-10
0 5 10 f [Hz] 20 0 5 10 f [Hz] 20 domanda sismica); tra l’altro, i massimi possono
·106 [kN/m] ·107 [kNm/rad] eccedere la duttilità ultima delle pile. Un altro
80
ℑz 100
ℑrz interessante aspetto è che gli andamenti
75
60 riscontrati per i parametri di domanda strutturale
50 sono molto simili a quelli osservati per i
40
Im
Im 25 Re parametri sintetici del moto sismico, l’intensità di
20
0 Housner (I H ) e lo spostamento spettrale
Re
0 -25
caratteristico del terreno (CSD).
0 5 10 f [Hz] 20 0 5 10 f [Hz] 20 In Figura 10 è riportato un confronto tra i
·105 [kN/rad]
risultati delle analisi inerziali a base cedevole
25
-ℑx-ry ℑy-rx nella configurazione WB utilizzando il modello
20 x
di terreno 1D NL e quello 1D L-EQ, in termini di
15
domanda di duttilità in rotazione e in
10 y spostamento, con lo scopo di mettere in evidenza
Im x
5 il ruolo della non linearità del comportamento del
0 Re terreno sulla risposta sismica del viadotto.
z
0 5 10 f [Hz] 20 Il modello 1D L-EQ conduce ad una notevole
Figura 7. Componenti traslazionali ( ℑ x , ℑ y , ℑ z ), sottostima dei parametri di domanda delle prime
rotazionali ( ℑrx , ℑry , ℑrz ) e rototraslazionali ( ℑ y −rx , ℑ x−ry )
della matrice di impedenza terreno-fondazione e ed ultime tre pile rispetto al modello 1D NL.
corrispondenti Modelli a Parametri Concentrati (LPM) Questo è dovuto alla mobilitazione di significativi
meccanismi di risposta non lineare del terreno in
1.23
0.0009 corrispondenza di ridotte profondità del bedrock,
FIM - Terreno 2D NL
con conseguente amplificazione del FFM e del
1 5∙10-4
(a)
Max.
(b)
FIM per le pile sovrastanti. Questi effetti non
FIM – Ry [rad]

FFM
[ ]

Mean
FIM
Min. possono essere colti dal modello L-EQ, che
invece fornisce una buona stima del moto sismico
0 0
in corrispondenza delle altre pile. Anche in
P1 P2 P3 P4 P5 P6 P7 P8 P9 P1 P2 P3 P4 P5 P6 P7 P8 P9
questo caso la risposta strutturale appare coerente
Figura 8. Valori massimi, minimi e medi dei picchi della con gli andamenti di I H e CSD.
componente traslazionale U x del FFM e del FIM (a) e di Infine in Figura 11 è riportato il confronto tra i
quelle roto-traslazionali R y del FIM (b) con il modello di
terreno 2D NL risultati delle analisi inerziali a base cedevole

SG02-10
utilizzando il modello di terreno 1D NL e quello Comunque, per la configurazione WB, i valori
2D NL, in termini di domanda di duttilità in massimi dei parametri di domanda ottenuti con il
rotazione e in spostamento, con lo scopo di modello 2D NL eccedono la rotazione e la
mettere in evidenza il ruolo della morfologia del duttilità in spostamento ultima non solo per le
deposito. In questo caso non si riscontrano grosse pile laterali (come per il modello 1D NL) ma
differenze tra i due modelli e, allo stesso tempo, anche per la pila P5, dove la focalizzazione 2D
la capacità previsionale dei parametri sintetici del delle onde sismiche risulta più gravosa.
moto sismico I H e CSD si riduce per le pile
centrali nella configurazione WB: se questi
mostrano un evidente incremento al centro del 5 CONCLUSIONI
deposito come conseguenza dell’effetto di valle In questo lavoro è proposta una metodologia
2D, la domanda in duttilità per la configurazione per valutare l’effetto dell’asincronismo indotto da
WB mostra un generale lieve incremento per tutte effetti di sito sulla risposta sismica di viadotti
le pile rispetto al caso 1D NL, senza però multicampata fondati su pali, tenendo conto
particolari differenze per le pile centrali. Ciò può dell’interazione terreno-fondazione. Questa
essere dovuto a diversi fattori: alla combinazione metodologia è stata applicata ad un caso studio
delle componenti orizzontali del moto sismico che permette di trarre alcune considerazioni
(l’effetto di valle infatti caratterizza solo la conclusive, di seguito riassunte.
componente longitudinale), alla mitigazione delle - La morfologia inclinata del bedrock induce un
componenti traslazionali del moto per effetto ritardo nei tempi di arrivo delle onde sismiche ai
dell’interazione terreno fondazione, ed infine diversi supporti strutturali, nonché una maggiore
anche all’effetto di accoppiamento esercitato amplificazione del segnale dove il bedrock è più
dall’impalcato che connette tutte le pile. superficiale e laddove si manifestano effetti di
Di fatto, per lo specifico caso studio indagato, focalizzazione delle onde (per esempio al centro
la risposta delle pile sembra essere più sensibile di una valle alluvionale). Tali fenomeni vanno
ad effetti di sito localizzati agli estremi del ponte. dunque accuratamente valutati con appositi
0.08 (a) Rotazione ultima Max. 5 (b) Duttilità ultima strumenti di analisi della risposta sismica locale.
Rotazione elastica Duttilità di progetto
1D NL-HB
Mean. - I parametri di domanda strutturale delle pile
θ [rad]

1D NL-WB Min. sono fortemente influenzati dal non sincronismo


µ [−]

dell’azione sismica generato dalla morfologia del


bedrock. Tali effetti sono più evidenti agli estremi
0 0
P1 P2 P3 P4 P5 P6 P7 P8 P9 P1 P2 P3 P4 P5 P6 P7 P8 P9 del ponte, dove la severa amplificazione del moto
Figura 9. Confronto tra i risultati delle analisi strutturali CB sismico non è mitigata dall’azione di
nelle configurazioni di bedrock WB e HB con il modello di
terreno 1D NL: (a) domanda di duttilità in rotazione, θ, e accoppiamento esercitata dall’impalcato, a
(b) in spostamento, µ differenza di quanto si osserva nelle regioni
centrali dove l’effetto di valle è attenuato dalla
0.08 5
(a) Rotazione ultima
Rotazione elastica
Max. (b) Duttilità ultima
Duttilità di progetto
presenza dell’impalcato rigido. Per queste pile
Media
1D L-EQ-WB l’utilizzo di un modello 1D lineare equivalente
θ [rad]

Min.
µ [−]

1D NL-WB
per la risposta sismica locale conduce ad una
marcata sottostima della risposta strutturale.
0
P1 P2 P3 P4 P5 P6 P7 P8 P9
0
P1 P2 P3 P4 P5 P6 P7 P8 P9 - Per i casi indagati, il comportamento strutturale
Figura 10. Confronto tra i risultati delle analisi strutturali delle pile può essere messo in stretta relazione
CB con i modelli di terreno 1D NL e 1D L-EQ: (a) con la risposta di campo libero ed i parametri
domanda di duttilità in rotazione, θ, e (b) in spostamento, µ sintetici del moto sismico utilizzati in questo
studio, l’intensità di Housner e lo Spostamento
0.08 5
(a) Rotazione ultima
Rotazione elastica
Max.
Media
(b)
Spettrale Caratteristico, possono considerarsi
1D NL-WB
significativi per identificare le pile con maggiore
θ [rad]

2D NL-WB Min.
µ [−]

domanda di duttilità.
Duttilità ultima
Duttilità di progetto
Sebbene le applicazioni siano riferite ad uno
0 0
P1 P2 P3 P4 P5 P6 P7 P8 P9 P1 P2 P3 P4 P5 P6 P7 P8 P9 specifico modello di sottosuolo e ad una
Figura 11. Confronto tra i risultati delle analisi strutturali particolare struttura, i risultati mostrano che i
CB con i modelli di terreno 1D NL e 2D NL : (a) domanda parametri di domanda strutturale possono essere
di duttilità in rotazione, θ, e (b) in spostamento, µ
fortemente sottostimati se si trascurano gli effetti

SG02-11
della non linearità del terreno e della morfologia Earthquake Engineering & Structural Dynamics, 45(1),
45–68.
del deposito nella definizione dell’azione sismica
d’Onofrio A., Silvestri F., 2001. Influence of micro-
di strutture con elevata estensione longitudinale. structure on small-strain stiffness and damping of fine
grained soils and effects on local site response. Proc. IV
International Conference on 'Recent Advances in
RINGRAZIAMENTI Geotechnical Earthquake Engineering and Soil
Dynamics'. S. Diego, CA. Paper 1.19.
Questo contributo deriva dal lavoro condotto Harichandran R. S., Vanmarcke E., 1986. Stochastic
dagli Autori nel contesto del Progetto di Ricerca variation of earthquake ground motion in space and
time, Journal of Engineering Mechanics, 112(2), 154-
“Effetti del non-sincronismo sulla risposta
174.
sismica di ponti, inclusa la risposta sismica Iervolino I., Galasso C., Cosenza E., 2010. REXEL:
locale”, finanziato dal Ministero Nazionale per computer aided record selection for code-based seismic
l’Università e la Ricerca e coordinato dal prof. C. structural analysis. Bulletin of Earthquake Engineering
8:339–36
Nuti, che si desidera ringraziare per il supporto. Itasca Consulting Group Inc, 2011. Fast Lagrangian
Analysis of Continua. User’s Guide. 5th Edition (FLAC
Version 7.0).
Luco J. E., Wong H. L., 1986. Response of a rigid
BIBLIOGRAFIA foundation to a spatially random ground motion.
Ausilio, E., Costanzo, A., Silvestri, F., Tropeano, G., 2008. Earthquake Engineering & Structural Dynamics, 14(6),
Prediction of seismic slope displacements by dynamic 891–908.
stick-slip analyses. AIP Conference Proceedings, 1020 Lupoi A., Franchin P., Monti G., Pinto P.E., 2005. Seismic
(1), 475-484. design of bridges accounting for spatial variability of
Bardet J.P., Ichii K., Lin C.H., 2000. EERA - A computer ground motion. Earthquake Engineering & Structural
program for Equivalent-linear Earthquake site Response Dynamics, 34(4-5), 327-348.
Analyses of layered soil deposits. Department of Civil Lysmer J., Kuhlemeyer R.L., 1973. Finite Element Method
Engineering, University of Southern California, USA. accuracy for wave propagation problems. Journal of the
Capatti MC, Tropeano G, Morici M, Carbonari S, Dezi F, Soil Mechanics and Foundations Division, 99(5), 421-
Leoni G, Silvestri F., 2017. Implications of non- 427.
synchronous excitation induced by nonlinear site Mander J.B., Priestley M.J.N., Park R., 1988. Theoretical
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seismic response of multi-span bridges founded on Structural Engineering, 114(8), 1804-826.
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[http://link.springer.com/10.1007/s10518-017-0165-z]. cyclically loaded R.C. plane frames including changes
Carbonari S., Dezi F., Leoni G., 2011. Seismic soil- in geometry and non-elastic behaviour of elements
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model for the dynamic analysis of inclined pile groups. Cliffs, N.J.

SG02-12
ANIDIS 2017
PISTOIA

The role of seismic input properties on the performance of bridge piers on


cylindrical caisson foundations
Domenico Gaudioa, Sebastiano Rampelloa
a
Dipartimento of Structural and Geotechnical Engineering, Sapienza University of Rome, Via Eudossiana 18, 00184 Roma

Keywords: frequency content, significant duration, caisson foundations, bridge piers, 3D coupled dynamic
analyses

ABSTRACT
In this paper, the influence of high-intensity ground motion properties on the performance of bridge piers founded
on cylindrical caissons is investigated. The role of the frequency content and of the significant duration of seismic
input is assessed to this purpose through a parametric study in which finite element coupled dynamic analyses are
carried out in the time domain and in three-dimensional conditions. Real seismic records, of different frequency
contents and significant durations, are scaled to similar values of the Arias intensity and are applied at the bedrock
depth in terms of horizontal acceleration time histories. Mechanical soil behaviour is described by an elasto-plastic
constitutive model with isotropic hardening. Coupled dynamic analyses are performed in terms of effective stresses
assuming undrained conditions. Performance of the soil-caisson-pier system is evaluated through the maximum and
permanent values of the horizontal displacements of the deck. The studied caisson foundations are characterized by
different slenderness ratios but by the same value of the static safety factor against bearing capacity, in order to
evaluate the seismic performance of systems given the same initial conditions. The effects of caisson construction
stages are also simulated in the analyses.

SG02-13
ANIDIS 2017
PISTOIA

The role of seismic input on the performance of bridge piers on cylindrical


caisson foundations
Domenico Gaudioa, Sebastiano Rampelloa
a
Department of Structural and Geotechnical Engineering, Sapienza Università di Roma, Via Eudossiana 18, 00184 Rome.

Keywords: caisson foundations, bridge piers, 3D coupled dynamic analyses, frequency content, significant
duration

ABSTRACT
In this paper, the influence of high-intensity ground motion properties on the performance of bridge piers founded
on cylindrical caissons is investigated. The role of the frequency content and of the significant duration of seismic
input is assessed to this purpose through a parametric study in which finite element coupled dynamic analyses are
carried out in the time domain and in three-dimensional conditions. Real seismic records, of different frequency
contents and significant durations, are scaled to similar values of the Arias intensity and are applied at the bedrock
depth in terms of horizontal acceleration time histories. Mechanical soil behaviour is described by an elasto-plastic
constitutive model with isotropic hardening. Coupled dynamic analyses are performed in terms of effective stresses
assuming undrained conditions. Performance of the soil-caisson-pier system is evaluated through the maximum and
permanent values of the horizontal displacements of the deck. The studied caisson foundations are characterized by
different slenderness ratios but by the same value of the static safety factor against bearing capacity, in order to
evaluate the seismic performance of systems given the same initial conditions. The effects of caisson construction
stages are also simulated in the analyses.

conditions, together with the kinematic and


inertial effects. The analyses are performed in the
1 INTRODUCTION frequency domain, the approach relying on the
Seismic performance of bridge piers founded hypothesis of linear behaviour for the foundation
on cylindrical caissons can be expressed using soils and the structure. This clearly limits the
some performance indexes, as the maximum and capability of the approach that cannot consider
permanent values of the horizontal displacements elasto-plastic soil behaviour. Conversely, in the
of the deck, the deck drifts and the caisson direct approach the analysis are typically
rotations, attained during and at the end of the performed referring to numerical methods and
seismic action. These quantities strongly depend evaluating the response of the whole system in
on the geometrical and mechanical properties of the time domain and using a unique model
the superstructure, the caisson and the soil (Zafeirakos and Gerolymos, 2013). With this
volume interacting with it, as well as on the initial approach it is possible to consider all the
stress conditions of the soil and the properties of components contributing to the performance of
the seismic input. the system, as well as to use advanced
In the scientific literature, the performance of constitutive models for both the foundation soil
deck-pier-caisson-soil systems is usually and the structures.
evaluated by performing simplified analyses, In this paper, it is studied the influence of
referring to the substructure approach (Kausel some properties of the seismic input on the
and Roesset, 1974), in which the dynamic soil- performance of bridge piers founded on
structure interaction problem is solved in three cylindrical caissons. The results of a parametric
steps, by studying the propagation of the seismic study are shown, in which 8 systems,
motion into the soil column assuming free-field characterized by different values of the

SG02-14
ms = mdeck + 0.5mpier L
B

H1 = zw = 5 m
s
hs z (0.5pier) OCR G0 (MPa)
x 1 2 3 4 5 0 60 120 180
0
Gravelly sand
H z
10
z = 60 m

H2 = 55 m
20
D = 12 m
Silty clay 30

40

50

60

(a) (b) (c)


Figure 1. Problem definition: (a) schematic layout; (b) overconsolidation ratio and small-strain shear modulus profiles;
(c) three-dimensional numerical model.
slenderness ratio of the caisson foundation and of height H supports a linear visco-elastic bridge
the height of the pier, are subjected to 3 real pier with height hs. The pier is modelled as a
horizontal acceleration time histories linear visco-elastic single-degree-of-freedom
characterised by different mean periods Tm system (S.D.O.F.), characterized by a flexural
(Rathje et al., 1998) and significant durations TD stiffness ks and a damping ratio s = 5%. The
(Trifunac and Brady, 1975). The seismic input lumped mass ms = mdeck + 0.5∙mpier represents the
motions were scaled in order to reach similar mass of the deck, mdeck, and half of the mass of
values of the Arias intensity IA. The systems were the pier mpier; the remaining mass of the pier is
designed to give the same value of the static and applied at the top of the caisson via a uniform
pseudo-static factors of safety against bearing vertical pressure z(0.5pier). Foundation soil is
capacity. The coupled dynamic analyses were representative of typical alluvial deposits. It
performed in the time domain and in three- consists of a 5 meter-thick layer of gravelly sand
dimensional conditions using the finite element (H1 = 5 m) and a 55 meter-thick layer of silty clay
(FE) method. Soil behaviour is described in terms (H2 = 55 m). The water table is located at the
of effective stresses through an elasto-plastic bottom of the gravelly sand (zw = H1 = 5 m); a
constitutive model with isotropic hardening hydrostatic pore water pressure regime is
(Hardening Soil with Small-Strain Stiffness; Benz assumed. The profiles of the overconsolidation
et al., 2009), available in the library of the code ratio OCR and the small-strain shear modulus G0
PLAXIS 3D (Brinkgreve et al., 2013). The are plotted in Figure 1(b). The silty clay was
construction stages of the caissons are accounted assumed to be slightly overconsolidated with
for in the analyses in a simplified way. Seismic OCR decreasing from about 4.4 at the top of the
performance of the systems is expressed in terms layer to about 1.5 at the bottom. The small-strain
of maximum and permanent values of the shear modulus G0 increases with depth according
horizontal deck displacement attained during and to the empirical relationship proposed by Hardin
at the end of the seismic shaking. and Richart (1963) for the gravelly sand and by
Rampello et al. (1995) for the silty clay. Values
assumed for the index and mechanical properties
2 PROBLEM LAYOUT of the foundation soils are reported in Table 1,
Figure 1(a) shows the transversal section of an where IP is the plasticity index,  is the unit
idealized bridge or viaduct. The adopted scheme weight, c′ and ′ are the effective cohesion and
is representative of equally-spaced piers, referring the angle of shearing resistance and k0 is the
to long-span bridges or viaducts, for which the coefficient of earth pressure at rest, evaluated
hypothesis of no interaction between two adjacent using the relationship proposed by Mayne and
piers is valid. The torsional stiffness of the deck Kulhawy (1982). The values adopted for the input
is neglected, as usually assumed in the literature parameters to HS small model are also given in
(Mylonakis et al., 1997). A linear visco-elastic the table. In HS small model the small-strain
cylindrical caisson with diameter D = 12 m and shear modulus G0 is expressed as a function of
the effective stress state and of the soil strength
Table 1. Index and mechanical properties of foundation soils and parameters of the HS small model.
Ip  c′ ′ OCR k0 G0ref m 0.7 Eurref ur E50ref Eoedref
Soil
(%) kN/m3) (kPa) (°) (-) (-) (MPa) (-)  (MPa) (-) (MPa) (MPa)
Gravelly sand - 20 0 30 1.0 0.5 145.7 0.61 0.024 174.9 0.2 58.3 58.3
Silty clay 25 20 20 23 4.4÷1.5 1.1÷0.7 65.7 0.75 0.045 58.2 0.2 19.4 19.4
SG02-15
(a) (c)

(b) II IV (d)

Figure 2. (a) Horizontal acceleration and (b) Arias intensity time histories, (c) Fourier amplitude spectra of the seismic input
motions; (d) amplification functions of the soil column obtained through ground response analyses carried out in free-field
conditions with the linear equivalent method.
parameters: Ambraseys et al., 2004), Assisi (A-AAL098,
m 26/09/1997, from the PEER NGA-West2 Database,
 c cot g  3  Ancheta et al., 2014; Bozorgnia et al., 2014) and
G0  G ref
 (1)
 c cot g  pref 
0 Adana (TK-1998-0063, 27/06/1998, from the
Engineering Strong Motion Database, Luzi et al.,
where ′3 is the minimum principal effective 2016). The records of Assisi and Adana were
stress and pref = 100 kPa is a reference pressure; scaled in order to obtain approximately the same
G0ref and m were calibrated against the profile of Arias intensity of the record of Tolmezzo
the shear modulus shown in Figure 1(b). The (IA = 1.17 m/s): the acceleration time history of
values of the shear strain 0.7 and of the Assisi was amplified by a factor of 2, while the
unloading-reloading modulus Eurref were selected one of Adana was amplified by a factor of 1.05.
to best approximate both the decay of the secant Figure 2 shows the time histories of the
shear modulus G and the increase of the horizontal acceleration and the Arias intensity of
hysteretic damping ratio  with the shear strain  the scaled records, as well as the Fourier
as proposed by Seed and Idriss (1970) (higher amplitude spectra. The Assisi record is
bound for the secant shear modulus and lower characterized by a mean period Tm equal to half
bound for the damping ratio) for the gravelly sand of that of Tolmezzo, being rich in high
and by Vucetic and Dobry (1991) for the silty frequencies, while the Adana record presents a
clay. The remaining parameters were assumed as significant duration TD approximately 2.5 times
follows: the elasto-plastic moduli E50ref = Eoedref greater than the one of Tolmezzo. All the
= Eurref/3 and the Poisson coefficient ur = 0.2. At acceleration time histories were corrected to
the soil-caisson interface a purely attritive return zero velocities and displacements at the
strength criterion with an angle of shearing end of the recording (baseline correction). The
resistance  = arctg[2/3∙tan′] was assumed. main properties of the scaled seismic input are
Seismic input motions were applied in terms given in Table 2, in which amax, inp and IA are the
of horizontal acceleration time histories at the peak horizontal acceleration and the Arias
bedrock depth (Z = 60 m) along the x direction, intensity, respectively.
transversal to the bridge/viaduct. Only half of the
domain was modelled in the three-dimensional Table 2. Properties of scaled seismic input motions
analyses, thanks to the symmetry of the problem amax, inp IA Tm TD
Recording
(Figure 1(c)). (g) (m/s) (s) (s)
Tolmezzo E-W 0.316 1.17 0.50 5.220
2.1 Selected seismic input motions Assisi E-W 0.332 1.12 0.24 4.295
Adana E-W 0.292 1.17 0.62 12.990
Three different seismic input were selected for
the analyses: the East-West components of the
recordings of Tolmezzo (TLM1 E-W, 06/05/1976,
from the European Strong motion Database,

SG02-16
Figure 3. Profiles of maximum dimensionless horizontal accelerations, maximum and permanent shear strains and permanent
horizontal displacements, computed through ground response analyses performed in free-field conditions with HS small.
check the calibration of the FE numerical model.
3 INFLUENCE OF SEISMIC INPUT IN
Soils were assigned the values of the secant shear
FREE-FIELD CONDITIONS modulus G and damping ratio  resulting from
Ground response analyses were preliminary ground response analyses carried out with the
performed in 1D free-field conditions with a code MARTA (Callisto, 2015), in which the
twofold aim: to calibrate the numerical FE model linear equivalent method is implemented: the
for the following 3D coupled dynamic analyses, results were in a fair agreement, showing the
in terms of mesh coarseness, dynamic boundary satisfying calibration of the numerical model
conditions and viscous damping ratio to be (Gaudio e Rampello, 2016; Gaudio, 2017).
adopted for foundation soils; and to evaluate the Same FE ground response analyses were then
influence of the mean period Tm and the performed describing mechanical soil behaviour
significant duration TD on the seismic response of with the HS small model: the relevant parameters
foundation soils. are given in Table 1. A viscous damping ratio
Following Amorosi et al. (2016), in the 1D  = 1 % was added through the Rayleigh
ground response analyses a FE square column, formulation to stabilize the dynamic calculations
characterized by a side l = 10 m and a height at small-strain levels.
h = Z = 60 m, was considered; tied-nodes The main results of these analyses are depicted
boundary conditions were imposed in the in Fig. 3, for the three considered seismic input
direction of application of the input motion, while motions, in terms of envelopes of the maximum
both horizontal and vertical node displacements dimensionless horizontal accelerations
at the lower boundary, as well as vertical node amax/amax, inp and shear deformations max, and in
displacements along the vertical boundaries of the terms of isochrones, obtained at the end of the
column, were fixed. The Newmark’s time dynamic calculation phase, of the permanent
integration scheme was adopted with the medium shear deformations perm and horizontal
acceleration method (parameters  = 0.25, displacements uperm. The profile of the
 = 0.50): the algorithm is then unconditionally dimensionless maximum acceleration amax/amax, inp
stable, while not providing any numerical obtained for the input of Tolmezzo shows values
damping (Newmark, 1959). The scaled seismic lower than 1 along the whole height of the
input motions were low-pass filtered to column, consistently with maximum values of the
fmax = 12 Hz to avoid numerical distortion of shear deformation, max, ranging between 0.20
incoming waves into the model, as suggested by and 0.33%. Indeed, the high deformations result
Kuhlemeyer and Lysmer (1973), fulfilling the from soil yielding, thus limiting the accelerations
constraint on the ratio between the maximum transmitted to the ground surface. The permanent
vertical distance between two adjacent nodes shear strains and horizontal displacements show
zmax and the minimum wavelength min maximum values equal to 0.2% at the depth
(zmax ≤ min/7). Preliminary visco-elastic ground z = 15 m and 1.5 cm at the ground surface,
response analyses were initially performed to respectively. Similar profiles of shear strains and

SG02-17
displacements were obtained for the input of Table 3. Geometrical and mechanical properties of the
Assisi but with maximum and permanent values systems considered in the parametric study (D = 12 m)
always lower than those calculated with the input H/D hs ks mpier mdeck Teq
of Tolmezzo: the highest value for the maximum (-) (m) (MN/m) (Mg) (Mg) (s)
and permanent shear deformation max ≈ 0.15% 15 106.4 113.2 3445.1 1.76
and perm ≈ 0.07% were close to half of those 0.5 30 37.7 384.8 3173.5 2.76
60 19.8 1399.3 2159.0 3.62
obtained with the input of Tolmezzo, with a much
15 169.3 134.6 4160.5 1.43
lower value of the permanent horizontal 1 30 78.7 489.2 3806.0 2.06
displacement uperm = 0.3 cm. This can be 60 29.9 1454.0 2841.1 3.05
attributed to the different frequency content of the 30 411.2 904.2 4986.9 1.26
records of Tolmezzo and Assisi. Indeed, while the 2
60 192.3 3156.8 2374.3 1.61
former mainly excites the soil column close to the
second vibration mode (II in Figure 2d), where hs = 15 m was not considered in the analyses, in
the amplification function attains a value A ≈ 2.5, that it was assumed to be hardly realistic.
the latter mainly activate the fourth vibration The masses mdeck and mpier and the stiffness ks
mode (IV in Figure 2d), where A assumes values were obtained by imposing given values of the
around unity. This results in a greater static and pseudo-static safety factors against
accumulation of permanent deformations and bearing capacity: FSv = Nlim/Ntot = 5.5 and
displacements with the input of Tolmezzo. FSe = Nlim,e/Ntot = 0.7, respectively, where Nlim
Much larger values of the maximum and and Nlim,e are the bearing capacities of the caisson
permanent shear strains were calculated for the under static and pseudo-static conditions and
input of Adana. The highest permanent shear Ntot = (mdeck + mpier + mcaisson)∙g is the vertical load
strain obtained with this record, perm = 0.39%, is acting at the base of the caisson. Such values of
about twice the one calculated with the input of the static and pseudo-static safety factors were
Tolmezzo, this resulting in permanent horizontal selected to represent conditions typically
displacements higher than about one order of encountered in common practice (FSv) and to
magnitude. For instance, at ground surface study systems for which plastic mechanisms are
uperm ≈ 15 cm was computed with the input of activated during earthquake loading (FSe < 1;
Adana, against a value uperm ≈ 1.5 cm obtained Zafeirakos and Gerolymos, 2013). The bearing
using the record of Tolmezzo. This time the capacities Nlim and Nlim,e were calculated using
different results can be ascribed to the longer the relationship proposed by Brinch Hansen
significant duration TD of the Adana acceleration (1970); the reduction of loading eccentricity
time history, that is to the larger number of cycle provided by the stabilizing contribution of the
to which the soil is subjected: this is clearly true lateral surface of the caisson was considered
provided that plastic mechanisms are through the relationships proposed by Froelich
instantaneously and subsequently activated (1936), in which a parabolic profile of the normal
during the strong-motion phase, as for the case at stresses acting along the surface is assumed.
hand. Pseudo-static loadings were evaluated using the
elastic acceleration spectrum prescribed by the
Italian Building Code (Ministero delle
4 INFLUENCE OF SEISMIC INPUT ON Infrastrutture, 2008) assuming the site of
THE PERFORMANCE OF THE SYSTEM Tolmezzo, a service life VN = 100 years, a class
of importance III (Cu = 1.5), a subsoil class C
The parametric study consists of 24 FE
coupled dynamic analyses, in which 8 deck-pier- (VS,30 = 204 m/s), a topographical category T1
and a damping ratio  = s = 5%, thus obtaining a
caisson-soil systems, characterized by 3 different
return period TR = 1424 years. Spectral
values of the caisson slenderness ratio H/D (0.5, 1
and 2) and of the height of the pier hs (15, 30 and accelerations Sa were obtained, for each
considered system, at the equivalent period Teq
60 m), are subjected to the above-mentioned 3
calculated with the relationship proposed by
acceleration time histories.
The assumed values for the masses mdeck and Tsigginos et al. (2008), accounting for the
increase of the period due to soil compliance
mpier and the flexural stiffness of the pier ks are
(Table 3). Karatzetzou and Pitilakis (2017) have
given in Table 3. They are representative of
simple-spanned and continuous-spanned highway confirmed the equivalent period Teq be a suitable
parameter for describing the dynamic response of
and railway bridge decks, with span length
systems similar to those considered in this study,
ranging from 60 to 110 m. The case of a caisson
with H/D = 2 (H = 24 m) and a pier of height while accounting for the dynamic soil-structure
interaction effects.

SG02-18
rel
0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0

(a) (b) (c)


Figure 4. Contours of the relative shear stresses rel after applicating the vertical load Nes representing the superstructure, for
the three values of slenderness ratio of the caisson considered in the parametric study: (a) H/D = 0.5; (b) H/D = 1; (c) H/D = 2.

4.1 Initial conditions 4.2 3D coupled dynamic analyses


Systems considered in the parametric study are Coupled dynamic analyses were performed in
characterized by the same safety factor against three-dimensional conditions with the numerical
bearing capacity under static conditions, model depicted in Figure 1(c). The distance of the
FSv = 5.5. The mobilization degree of soil shear boundaries were preliminary calibrated by
strength MF = rel= /max corresponding to performing pseudo-static analyses and checking
FSv = 5.5 was obtained by progressively reducing that the contours of soil displacements and
the strength parameters until reaching the limit relative shear stress were not affected by the
condition FSv = 1.0. The values obtained for MF presence of the boundaries. The adopted
range between 32% and 37%, with a mean value boundary conditions, the mesh coarseness and the
of 34% and a low coefficient of variation, viscous damping ratio  of the foundation soils
cov ≈ 8%: relevant values of the partial safety were the same as those used in the ground
factors M (=1/MF) are in the range of 2.68 to response analyses performed in free-field
3.16. Initial conditions are then fixed and equal conditions (§ 3). After the initialization of the
for all the systems. Similar values of the shear effective stress state, a volumetric contraction v
strength mobilization factor MF were also was applied to the volume of soil that would be
obtained from the static 3D FE analyses, where occupied by the caisson foundation; this to
the vertical static loads Nes = (mdeck + mpier)∙g simulate the effects of soil excavation during
were first applied at the top of the caissons and a caisson construction and the related horizontal
c- reduction calculation was then carried out
until reaching the collapse of the soil-caisson
system. Slightly lower values of MF, of 22% to
32%, with a higher coefficient of variation,
cov ≈ 18%, were calculated in the numerical
analyses in which account is taken for the
presence of the shear stresses acting along the
lateral surface and at the base of the caissons.
Figure 4 shows the contours of the relative
shear stress rel = /max, for the three considered
slenderness ratio of the caisson, after the
application of the vertical load Nes at the top.
These contours are quite similar each other, with
maximum values of rel close to 70% at the edges
of the caisson bases, as expected for rigid
foundations.
Figure 5. Horizontal effective stress profile at the soil-
caisson interface after applicating the volumetric
contraction v, for the caisson with H/D = 2.

SG02-19
stress relief that may bring the soil behind the the analysed systems was always obtained using
excavation close to conditions of active limit the input of Adana, i.e. the input characterized by
equilibrium. The resulting profile of the the longest significant duration TD. Compared to
horizontal effective stresses is plotted in Figure 5 the value of udeck, max/hs obtained with the input of
for the caisson characterized by a slenderness Tolmezzo, a maximum decrease of about 51%
ratio H/D = 2 (H = 24 m). Horizontal effective was computed with the input of Assisi, for the
stresses are very close to a condition of active caisson characterized by a slenderness ratio
limit equilibrium, as provided by the solution H/D = 2 supporting the pier with height hs = 30,
proposed by Lancellotta (2002), at the higher for which the period ratio Teq/T0 is equal to 0.76
depth (z ≥ 12 m), while they tend to the at-rest with the input of Tolmezzo and to 0.84 with the
conditions at the ground surface. After the input of Assisi. Similarly, a maximum increase of
application of the volumetric contraction v, the about 6.5 times (544%) was calculated with the
caissons and the piers were activated separately, record of Adana for the caisson characterized by
under drained conditions; then, the dynamic a slenderness ratio H/D = 0.5 supporting the pier
calculation phase was performed under undrained with height hs = 30, for which the period ratio
conditions but in terms of effective stresses. A Teq/T0 is equal to 1.97 with the input of Tolmezzo
consolidation analysis was finally carried out to and to 2.14 with the input of Adana. These results
dissipate the excess pore water pressures u are consistent with the ones already discussed for
accumulated during the dynamic calculation free-field ground response analyses.
phase. Similar results were obtained when comparing
The pier and its lumped mass were both the permanent dimensionless deck-
modelled with one-dimensional beam elements, displacements, udeck, perm/hs. Indeed, values
while an interface element was introduced at the ranging between 0 and 1.8‰ were calculated for
soil-caisson contact to simulate its purely attritive the record of Tolmezzo at period ratio
shear resistance.
Figure 6 shows the maximum and the
permanent values attained during and at the end
of the dynamic calculation phase by the
dimensionless horizontal deck-displacement
udeck/hs, for the three considered input ground
motions. The displacement udeck/hs can be
considered as a performance index for deck-pier-
caisson-soil systems: this is plotted as a function
of the period ratio Teq/T0, where Teq is the
equivalent period of the pier accounting for soil-
foundation compliance (i.e. flexible-base period)
and T0 is the fundamental period of the soil
column, both computed from the 3D FE analyses.
The maximum and permanent dimensionless
deck-displacements decrease with the period
ratio, showing the highest values for Teq/T0 ≈ 1,
that is close to resonance between the structure
and the soil deposit (Mylonakis et al., 2006). In
these conditions the acceleration transmitted from
the soil to the superstructure are strongly
amplified, this providing higher degree of
mobilization of the soil shear strength (Gaudio e
Rampello, 2016). Maximum values of the deck-
displacement ratio udeck,max/hs are in the range of
1.0 to 6.3‰ for the input of Tolmezzo, with the
minimum and maximum values calculated for
period ratios Teq/T0 = 3.37 and 0.95, respectively;
between 0.5 to 3.8‰ for the one of Assisi at
period ratios Teq/T0 = 3.10 and 1.15, respectively;
and in the range of 4.1 to 22.3‰ for the input of
Adana at period ratios Teq/T0 = 2.24 and 1.05, Figure 6. Maximum and permanent values of the
dimensionless horizontal displacement of the deck as a
respectively. The worst seismic performance of function of the period ratio, for the three considered seismic
input motions.
SG02-20
s (%)
0.0 0.4 0.8 1.2 1.6 2.0

(a) (b) (c)


Figure 7. Contours of the deviatoric strain attained at the end of the dynamic calculation phase, for the caisson with slenderness
ratio H/D = 1 supporting the pier with hs = 30 m and the recording of: (a) Tolmezzo; (b) Assisi; (c) Adana.
Teq/T0 = 3.37 and 0.76, respectively; between 0 performance calculated using this acceleration
and 0.4‰ for the input of Assisi at Teq/T0 = 3.10 time history.
and 1.15, respectively; and between 2.0 and
10.7‰ for the input of Adana at Teq/T0 = 1.50 and
1.05, respectively; 5 FINAL REMARKS
The discussed results were best-fitted In this paper it is evaluated the influence of the
assuming an exponential relationship between the
seismic input on the performance of bridge piers
dimensionless horizontal deck-displacement
founded on circular caissons. A parametric study
udeck/hs, corresponding to the 84th upper-bound
percentile, and the period ratio Teq/T0 (Figure 6). was performed, in which 8 deck-pier-caisson-soil
The dimensionless horizontal deck-displacements systems, characterized by 3 different values of the
udeck/hs obtained with the input ground motions of slenderness ratio of the caisson (H/D = 0.5, 1 and
Tolmezzo and Assisi were fitted together, 2) and of the height of the pier (hs = 15, 30 and
separately from those calculated with the input of 60 m), were subjected to 3 different acceleration
Adana, characterized by a longer significant time histories characterised by different
duration TD. frequency contents (mean periods Tm) and
The different seismic performance evaluated durations of the strong-motion phase (significant
for the analysed systems is related to the durations TD). Two out of three accelerograms
irreversible and non-linear soil behaviour during were scaled to achieve similar values of the signal
seismic shaking. Figure 7 shows the contours of energy content, i.e. similar values of the Arias
permanent deviatoric strain s, attained at the end intensity IA. All systems were designed to achieve
of the dynamic calculation phase, for the caisson a given value of the safety factor against bearing
characterized by a slenderness ratio H/D = 1, capacity under drained conditions, FSv = 5.5:
supporting a pier with height hs = 30 m and for initial conditions were then equal and fixed for all
the three considered seismic input. Different
of them. The parametric study was performed by
maximum values of s were computed, equal to
1.6, 0.5 and 2.1% for the input of Tolmezzo, carrying out 3D FE coupled dynamic analyses in
Assisi and Adana, respectively. The maximum the time domain and in terms of effective
deviatoric strain s, max obtained with the input of stresses, accounting for the elasto-plastic
Assisi is about 30% the one computed with the behaviour of the foundation soils.
record of Tolmezzo; similarly, the maximum In the framework of the performance-based
deviatoric strain s, max obtained with the input of design, the performance of the systems was
Adana is 30% larger than the one obtained with evaluated in terms of maximum and permanent
the record of Tolmezzo. Furthermore, the area values of the dimensionless horizontal deck-
where the deviatoric strains are not negligible displacement udeck/hs attained during and at the
(s ≥ 0.2%) is broader with the input of Adana, end of the seismic event.
this result being consistent with the poorer

SG02-21
The discussion of results showed that, for all accelerogram characterized by the longest
the seismic input signals considered in the study, significant duration TD.
the maximum and permanent values of the The different seismic performance of the
dimensionless deck-displacement ratio udeck/hs systems has been shown to be related to the
decrease with the period ratio Teq/T0, where Teq is irreversible and non-linear soil behaviour, mostly
the flexible-base period of the whole system and when subjected to high-intensity seismic input
T0 is the fundamental period of the soil column. motions, capable of activating plastic
The worst system performance, that is the highest mechanisms. This is particularly true when he
values of udeck,max/hs and udeck,perm/hs, was seismic event is characterized by a mean period
computed close to resonance between the close to the first vibration modes of the soil
structure and the soil deposit (Teq/T0 ≈ 1) in that, column and by a long significant duration TD.
in these conditions, higher relative shear stresses Hence, the study have illustrated that the
are mobilized. This result provides an useful performance of the systems needs to be assessed
piece of information, as Teq and T0 can be readily through constitutive models capable to simulate
calculated by using simple relationships available the accumulation of the permanent deformations
in the literature, thus obtaining a fair estimate of into the foundation soils during the strong motion
the expected performance. However, the seismic phase of the seismic signal.
input database needs to be extended in order to
provide a more reliable tool for the estimation of
the seismic performance. REFERENCES
The poorest performance of the system was Ambraseys, N. N., Smit, P., Douglas, J., Margaris, B.,
always obtained by applying the input of Adana, Sigbjornsson, R., Olafsson, S., et al., 2004. Internet site
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that is the one characterized by the longest Teorica Applicata, 45(3), 113-29.
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results computed with the signal of Tolmezzo, an ground response at Lotung: Hysteretic elasto-plastic
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Engineering, 85, 44-61.
udeck, max/hs was obtained, up to the 544%, against Ancheta, T. D., Darragh, R. B., Stewart, J. P., Seyhan, E.,
an increase of the significant duration TD ≈ 149%. Silva, W. J., Chiou, B. S.-J., et al., 2014. NGA-West2
Similarly, by comparing the performance Database. Earthquake Spectra, 30(3), 989-1005.
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systems subjected to the input ground motions of .365#.WQb1QPnyiUk
Tolmezzo and Assisi can be deemed to be Gaudio, D., Rampello, S., 2016. Dynamic soil-structure
satisfactory, both in terms of maximum and interaction of bridge-pier caisson foundations.
permanent values, while some systems do not Geotechnical engineering in multidisciplinary research:
from microscale to regional scale CNRIG 2016,
meet the above-mentioned requirements when Bologna. Procedia Engineering, 158, 146-51, Elsevier.
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SG02-22
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SG02-23
ANIDIS 2017
PISTOIA

Geotechnical design of retaining micropile walls for an underground parking


on a sloping area
Stefano Renzia, Letizia Scirèa, Johann Facciorussoa Claudia Madiaia
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze
b
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze

Keywords: micropile; retaining walls; FLAC

ABSTRACT
In the present study, a case study of geotechnical design of a retainage micropile wall for an underground parking
on a sloping area is described and discussed. Vertical micropiles of a length of about 6-9m, coupled with a series of
inclined micropiles having passive anchors function and an adequate drainage system, consisting of a trench drain,
are considered. Geological and geotechnical surveys have been carried out to determine a lithostratigraphical
profile and the physical and mechanical properties of subsoil layers to assess the design parameters to be used for
numerical analyses. The computer program FLAC is adopted to perform the geotechnical design of the retaining
micropile walls and the stability analyses of the slope. The results from the study performed by using FLAC
program are compared with those obtained by means of some different software and with those obtained from
manual calculation.

SG02-24
ANIDIS 2017
PISTOIA

Progettazione di paratie di micropali con metodi avanzati per strutture interrate


su pendio
Stefano Renzia, Letizia Scirèa, Johann Facciorussoa Claudia Madiaia
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze

Keywords: paratie; micropali; FLAC

ABSTRACT
Nella presente memoria sono descritti alcuni aspetti geotecnici della progettazione di una paratia di micropali a
sostegno di una struttura interrata. In particolare, è presentato un caso di studio relativo alla realizzazione di un
parcheggio interrato in una zona di pendio largamente urbanizzata. Sono illustrate le principali caratteristiche
meccaniche ed idrogeologiche dei terreni interessati dall’opera ed i relativi parametri fisici e meccanici desunti
dalle indagini condotte in sito e in laboratorio. Per la realizzazione della paratia è previsto l’uso di micropali
verticali di lunghezza 9m, contrastati in fase esecutiva da puntoni provvisori e in fase definitiva da una soletta in
calcestruzzo armato. Sono quindi presentati i risultati relativi alla stima dello stato tensionale e deformativo
dell’opera ottenuti mediante due differenti programmi di calcolo numerico, ParatiePlus 2016 e FLAC 8.0,
ampiamente diffusi e utilizzati sia in ambito scientifico, sia in ambito professionale. Con il programma FLAC 8.0
sono stati inoltre determinati i cedimenti nel terreno a tergo dell’opera di sostegno, al fine di valutare i possibili
effetti sugli edifici adiacenti in muratura adiacenti lo scavo. I risultati ottenuti dal modello numerico sono stati poi
messi a confronto con i cedimenti ottenuti mediante metodi empirici e semi-empirici.

1 INTRODUZIONE situazioni anche molto complesse dal punto di


vista geometrico e geotecnico e di ottenere
La realizzazione di scavi in aree limitrofe ad
risultati completi in termini di tensioni e
edifici esistenti e/o infrastrutture di servizio è un
deformazioni, sia nell’opera di sostegno, sia nel
problema che si riscontra correntemente nella
volume di terreno a tergo di essa.
pratica professionale e che viene generalmente
Nella presente memoria sono descritti i
risolto mediante l’uso di opere di sostegno
risultati relativi alla progettazione di un’opera di
flessibili (paratie o palancole) eventualmente
sostegno flessibile per la realizzazione di un
dotate di ancoraggi o puntoni. Come evidenziato
parcheggio interrato la cui planimetria generale è
da Tamagnini et al. (2002), nella progettazione di
riportata in Figura 1. Il caso di studio descritto
tali strutture è necessario valutare: i) le condizioni
risulta particolarmente interessante dal punto di
di sicurezza nei confronti dei possibili
vista geotecnico in quanto è localizzato in un’area
meccanismi di collasso; ii) gli stati di
intensamente urbanizzata, morfologicamente
sollecitazione e gli spostamenti dell’opera in
caratterizzata da una superficie topografica in
condizioni di esercizio; iii) i cedimenti indotti nel
pendio. Per il sostegno degli scavi è prevista la
volume di terreno a tergo dello scavo. Lo
realizzazione di una berlinese di micropali
sviluppo di codici affidabili e di strumenti
contrastata in fase esecutiva da puntoni metallici
hardware ad elevate prestazioni che consentono
provvisionali e successivamente, in fase
di trattare moli notevoli di dati con tempi di
definitiva, dalla soletta in calcestruzzo armato
calcolo ragionevoli, ha portato, anche in ambito
facente parte della struttura del parcheggio.
professionale, ad una notevole diffusione dei
Dopo una sintetica descrizione delle
metodi numerici i quali consentono di analizzare
caratteristiche geologiche e geotecniche del sito

SG02-25
in esame, ottenute mediante un’accurata 2 CARATTERIZZAZIONE
campagna di indagini in sito e di laboratorio, sono GEOTECNICA DELL’AREA
illustrati e messi a confronto i risultati ottenuti
mediante il codice di calcolo ad Elementi Finiti Il sito oggetto dell'intervento rientra nella
ParatiePlus 2016 (Ce.A.S., 2016) ed il codice alle fascia della media collina bolognese. Le pendenze
Differenze Finite FLAC 8.0 (Coetzee et al., dei rilievi sono strettamente legate alla natura
2016). L'analisi d'interazione completa opera- litologica del terreno e all'assetto della
terreno, eseguita con i due programmi di calcolo, stratificazione delle formazioni interessate. Nel
ha condotto alla determinazione dello stato di caso in esame, le coperture presenti derivano
deformazione della paratia e del terreno e delle dall'alterazione dei materiali appartenenti alla
sollecitazioni ad esso associate. Utilizzando il Formazione del Pliocene mediosuperiore (Argille
codice FLAC 8.0 sono stati inoltre stimati i plioceniche) che affiora estesamente nell'area in
cedimenti del terreno a tergo dell’opera; i risultati esame.
ottenuti dall’analisi numerica sono stati messi a In questa zona, i terreni sono caratterizzati da
confronto con quelli ottenuti mediante metodi una facies prevalentemente argilloso-limosa,
empirici e semi-empirici. costituita da limi argillosi sovraconsolidati,
contenente un’elevata frazione di limi, con un
aumento della frazione sabbiosa e/o limosa man
mano che si procede verso la superficie del piano
campagna.
Per la definizione delle caratteristiche
geotecniche del sito è stata condotta un’accurata
campagna di indagini in sito e di laboratorio. In
particolare, è stato eseguito un sondaggio a
carotaggio continuo fino alla profondità di 12m

Figura 1. Planimetria generale dell’intervento.

SG02-26
dal p.c., dal quale sono stati prelevati 4 campioni 3 MODELLAZIONE NUMERICA
rimaneggiati e 2 campioni indisturbati sui quali
sono state effettuate una serie di prove di Le modellazioni numeriche sono state eseguite
laboratorio: determinazione delle proprietà indice, utilizzando due codici di calcolo: ParatiePlus
limiti di Atterberg, prova di taglio diretto, prova 2016 (Ce.A.S., 2016) e FLAC 8.0 (Coetzee et al.,
edometrica, prova triassiale consolidata-drenata, 2016).
prova di espansione laterale libera. Entrambi i programmi utilizzati per lo
Inoltre sono state realizzate 2 prove svolgimento delle analisi numeriche sono molto
penetrometriche statiche a punta elettrica e diffusi e le loro applicazioni sia in campo
piezocono CPTU (lunghezza 12m), 2 prove con scientifico che professionale sono molteplici;
dilatometro Marchetti, DMT (lunghezza 9m), una pertanto nel seguito non si entrerà nei dettagli
prova geofisica tipo MASW abbinata a 2 letture a relativi al funzionamento del programma, ma ci si
stazione singola HVSR. limiterà a riportare solo alcuni aspetti di interesse
A seguito di una analisi statistica delle misure relativi alla modellazione effettuata.
penetrometriche e dilatometriche sono stati Le analisi sono state eseguite in
identificati 3 diversi litotipi, oltre al materiale di corrispondenza di 6 sezioni, due per ciascuno dei
riporto superficiale. Nella tabella 1 si riportano le lati della paratia (Nord, Ovest e Sud) (Figura 1)
principali caratteristiche meccaniche dei diversi
considerando le situazioni più gravose, ovvero:
litotipi (B, C e D) e del terreno di riporto,
− condizioni di massimo scavo e di massima
determinate da prove di laboratorio e/o mediante
lunghezza del puntone, in termini di
correlazioni empiriche di letteratura a partire dai
sollecitazioni sulla paratia e nei puntoni.
risultati delle prove CPTu e DMT.
− condizioni di massimo scavo e di minima
Dall’andamento del profilo di Vs determinato
lunghezza del puntone per le sollecitazioni
mediante la prova MASW è stato calcolato un
di sforzo normale nei puntoni stessi.
valore di V S,30 pari a 290m/s (categoria
sottosuolo C secondo la definizione delle NTC
I lati nord e ovest della paratia sono realizzati
2008).
mediante micropali con armatura tubolare di
Tabella 1. Principali caratteristiche dei materiali. diametro φ114,3mm e spessore 10mm, disposti
Riporto Litotipo B Litotipo C Litotipo D ad interasse di 0,8m; per il lato sud sono invece
γ previsti micropali armati con tubolari di diametro
18,0 18,3 19,9 20,6
[kN/m3] φ139,7mm e spessore 12,5mm, disposti ad
c' interasse di 0,5m (Figura 1).
0,0 0,0 10,0 10,0
[kPa] In particolare, le sezioni considerate sono:
φ’
30,0 30,0 30,6 31,5 − Sezione N-1:
[°]
ES H scavo = 3,40m; Lpuntone = 6,70 m.
[MPa]
9,3 7,3 68,5 180,4 − Sezione N-2:
M H scavo = 3,40m; Lpuntone = 2,30 m
- 11,3 88,0 211,0
[MPa] − Sezione O-1:
G0 H scavo = 3,40m; Lpuntone = 9,15 m.
- 8,0 56,8 110,0
[MPa] − Sezione O-2:
k H scavo = 3,40m; Lpuntone = 2,20 m
1e-06 3e-07 5,5e-07 1,6e-06
[m/s]
OCR
− Sezione S-1:
- 2,0 5,6 7,2 H scavo = 3,40m; Lpuntone = 9,15 m.
[-]
dove: − Sezione S-2:
γ: peso di volume H scavo = 3,40m; Lpuntone = 2,20 m
c’: coesione drenata Per quanto riguarda le sezioni lato Sud, a
E S : modulo di Young operativo monte dell'opera di sostegno è stato considerato
φ': angolo di resistenza al taglio agente un sovraccarico di 74 kN/m2 distribuito su
M: modulo edometrico un'impronta di 7,30 m e dovuto alla presenza di
G 0 : modulo di taglio iniziale un terrapieno di altezza pari a 4m (Figura 2).
k: coefficiente di permeabilità Su tali sezioni è stata considerata inoltre
OCR: grado di sovraconsolidazione l'azione dei carichi trasmessi dalle fondazioni dei
fabbricati adiacenti alla paratia, pari a 93 kN/m.
Nel modello di calcolo tale azione è stata
schematizzata come un carico nastriforme di
intensità pari a 186 kN/m2 su un'impronta di

SG02-27
carico di larghezza pari a 0,5m. La distanza del In fase definitiva la paratia è stata vincolata,
fabbricato dalla paratia di calcolo è pari a 7,30m alla sommità e al piede, attraverso vincoli fissi
(Figura 1). che simulano la presenza di una soletta di base e
Come evidenziato dalle letture piezometriche, di una soletta di copertura.
i livelli di falda risultano bassi e tali da non Nelle figure 3, 4, 5 e 6 sono riportati il
interferire con l'opera in progetto. Pertanto le modello ad elementi finiti utilizzato in
analisi sono state eseguite in condizioni drenate. ParatiePlus 2016 per la sezione S-1 (Fig. 3) e i
Nei paragrafi seguenti sono descritti i risultati risultati dell'analisi in termini di deformazione
relativi alla paratia lato Sud, in condizioni di della paratia (Fig. 4), momenti flettenti (Fig. 5) e
massimo scavo e massima lunghezza del puntone. azioni taglianti (Fig. 6) sull'opera di sostegno, per
Tale condizione, oltre ad essere rappresentativa la condizione di fine scavo a lungo termine.
delle condizioni di massima sollecitazione, è
l’unica interagente con le strutture in muratura
adiacenti.

Figura 3. Modello ad elementi finiti utilizzato in ParatiePlus


2016

Figura 2. Sezioni lato Sud: schema statico a fine scavo


(lungo termine)

3.1 Codice ParatiePlus 2016


ParatiePlus 2016 è un codice di calcolo non
lineare ad elementi finiti per l'analisi di strutture
di sostegno flessibili. Il programma analizza il
comportamento terreno-struttura durante le fasi
realizzative dell'opera e in eventuali fasi finali
attraverso un'analisi elastoplastica statica
incrementale. Il software permette di descrivere
l'interazione terreno-struttura mediante metodi
semplificati, quale trave su letto di molle alla
Winkler. Figura 4. Sezione S-1: deformata della paratia ottenuta
dall’analisi con ParatiePlus 2016
Ai fini del calcolo è stata considerata l'opera
vincolata in fase provvisionale in testa attraverso
un vincolo traslazionale elastico (molla) di
rigidezza confrontabile con quella del puntone
utilizzato. I puntoni sono stati collegati ad una
trave di ripartizione, posta in testa ai micropali, di
dimensioni 45x50cm.

SG02-28
l'interfaccia palo-terreno, perciò si è reso
necessario l'inserimento di elementi di tipo
"Interface" per simulare il trasferimento di forze
tra il terreno e l'elemento Beam tenendo conto dei
possibili spostamenti relativi. La modellazione
corretta di tale interfaccia è di fondamentale
importanza in quanto essa costituisce l'elemento
meccanico che controlla in modo determinante il
comportamento di tutta la paratia. Pertanto è stata
effettuata un' analisi di sensibilità dei parametri,
per comprendere il loro effetto e rappresentare in
modo adeguato il comportamento del sistema.
Nelle analisi eseguite con FLAC 8.0 anche i
puntoni provvisionali sono stati modellati tramite
elementi Beam.
Figura 5. Sezione S-1: momento flettente sulla paratia Nelle figure 7, 8, 9 e 10 sono riportati i
ottenuto dall’analisi con ParatiePlus 2016
risultati dell'analisi eseguita con FLAC 8.0 sulla
sezione S-1, in termini di deformazione delle
parete (Fig. 7), momenti flettenti (Fig. 8) e azioni
taglianti (Fig. 9) sull'opera di sostegno per la
condizione di fine scavo a lungo termine.

Figura 6. Sezione S-1: azioni taglianti sulla paratia ottenute


dall’analisi con ParatiePlus 2016 Figura 7. Sezione S-1: deformata della paratia della paratia
ottenuta dall’analisi con FLAC 8.0

3.2 Codice FLAC 8.0


FLAC 8.0 è un codice di calcolo che utilizza
una formulazione alle differenze finite esplicita.
Le analisi tenso-deformative condotte con FLAC
8.0 consentono di determinare, oltre allo stato di
deformazione della paratia e alle sollecitazioni ad
esso associate, anche le deformazioni e lo stato di
sforzo del terreno nell'intorno dell'opera di
sostegno.
Per quanto riguarda il modello costitutivo del
terreno è stato adottato un modello elastico-
perfettamente plastico, con criterio di resistenza
alla Mohr-Coulomb. Figura 8. Sezione S-1: momento flettente sulla paratia
I micropali sono stati modellati tramite ottenuto dall’analisi con FLAC 8.0
elementi Beam accoppiati ad un'interfaccia. Il
programma non modella in modo automatico

SG02-29
Figura 9. Sezione S-1: azioni taglianti sulla paratia ottenute
dall’analisi con FLAC 8.0

Figura 11. Sezione S-1: confronto tra le deformate della


Nella figura 10 è rappresentato il profilo dei paratia ottenute con i due codici di calcolo utilizzati
cedimenti indotto dallo scavo a tergo della
paratia.
JOB TITLE : Paratia lato SUD _ Comb.SLE

FLAC (Version 8.00)


-03
(10 )
LEGEND

29-Dec-16 18:59 -0.500


step 107321
-2.222E+00 <x< 4.222E+01 -1.000
-7.222E+00 <y< 3.722E+01

-1.500
Linear Profile
Y-axis : -2.000
Y-disp
X-axis :
Distance -2.500
From ( 1.50E+01, 3.00E+01)
To ( 4.00E+01, 3.00E+01) -3.000

-3.500

-4.000

4 8 12 16 20 24

Figura 10. Profilo dei cedimenti a tergo della paratia paratia


ottenuto dall’analisi con FLAC 8.0

Figura 12. Sezione S-1: confronto tra le sollecitazioni a


flessione ottenute con i due codici di calcolo utilizzati
3.3 Confronto tra i risultati dei due modelli
numerici
I grafici riportati nelle figure 11, 12 e 13
mostrano il confronto tra i risultati ottenuti con i
due codici di calcolo, con riferimento alla
condizione più gravosa rispettivamente in termini
di deformazioni dell’opera di sostegno, momento
flettente e taglio, in corrispondenza della sezione
S-1.
Come si può osservare, i risultati ottenuti dai
due modelli numerici sono in ottimo accordo tra
loro per quanto riguarda la deformata della
paratia. Un buon accordo si osserva anche in
termini di sollecitazioni a flessione e a taglio. In
particolare, i massimi ottenuti con FLAC 8.0
sono sempre di poco superiori o uguali a quelli
forniti da ParatiePlus 2016 e localizzati a
profondità leggermente minori.
Figura 13. Sezione S-1: confronto tra le sollecitazioni a
taglio ottenute con i due codici di calcolo utilizzati

SG02-30
4 STIMA DEI CEDIMENTI A TERGO
DELLA PARATIA
In un contesto edificato come quello in esame,
è di fondamentale importanza il controllo degli
spostamenti prodotti dalle operazioni di scavo;
infatti, deformazioni e spostamenti eccessivi delle
opere di sostegno, e conseguentemente cedimenti
elevati del terreno a tergo, possono avere
ripercussioni indesiderate sulle strutture
preesistenti, compromettendone la funzionalità o
addirittura la stabilità.
Nel seguito vengono riportati i risultati ottenuti
applicando alcuni metodi empirici di previsione
dei cedimenti indotti da scavi a cielo aperto a
tergo di una paratia ed il confronto con i risultati
ottenuti tramite l'analisi numerica condotta con
FLAC 8.0.

4.1 Stima dei cedimenti con metodi empirici e


semi-empirici
I movimenti del terreno a tergo di una paratia
vengono generalmente interpretati mediante i
seguenti due cinematismi elementari:
− cinematismo "a sbalzo". In questo schema Figura 14. Deformata della paratia in condizioni di
si ha il tipico profilo dei cedimenti a esercizio nelle tre diverse fasi di scavo riprodotte per
mensola; ciò si verifica nel caso di opere l'analisi numerica con FLAC 8.0
di sostegno non contrastate, ovvero nella
fase iniziale degli scavi prima Il profilo dei cedimenti finale, tuttavia, sarà la
dell'installazione del primo livello di combinazione e la somma dei movimenti che si
contrasti. sono verificati nelle diverse fasi costruttive. Per
− cinematismo "profondo". In questo tale motivo, come termine di confronto, sono stati
schema il profilo dei cedimenti ha un valutati anche i cedimenti a monte della paratia
andamento concavo; ciò si verifica nel con il metodo di Bowles (1988), applicabile nel
caso in cui il movimento della parte caso di profili di cedimento a mensola.
superiore della struttura è impedito dalla Dai grafici di figura 15 si riscontra che i profili
presenza di uno o più livelli di supporti. valutati con i metodi empirici mostrano valori
In Figura 14 sono riportate le deformate della confrontabili del cedimento massimo, nonostante
paratia lato Sud in condizioni di esercizio nelle
la forma del profilo stimato con il metodo di
tre diverse fasi di scavo riprodotte per l'analisi
Bowles, valido appunto per un profilo di tipo "a
numerica con FLAC 8.0.
Come si può osservare, nello schema a fine mensola", sia in disaccordo rispetto ai profili
scavo il cinematismo è di tipo profondo (profilo ottenuti applicando i metodi suggeriti da
concavo), con uno spostamento massimo S max Tamagnini et al. (2002) e Hisieh e Ou (1998) per
uguale a 9.41 mm in corrispondenza di una meccanismi di tipo profondo.
profondità pari a circa -1,25 m dal piano
campagna. Al contrario, nelle fasi precedenti, la 4.2 Metodi numerici
deformata è marcatamente del tipo a mensola. L'analisi con FLAC 8.0 per gli Stati Limite di
Da ciò è possibile dedurre che la maggior parte Esercizio è stata effettuata adottando per le
delle deformazioni si verificano dopo la messa in strutture e per i terreni parametri caratteristici.
opera delle strutture di contrasto. Con riferimento Il cedimento massimo del terreno a tergo della
alla deformata finale dell'opera si è pertanto paratia stimato con FLAC 8.0 è risultato pari a
assunto un cinematismo di tipo "profondo". 6,12mm.

SG02-31
I risultati mostrati in figura 16 evidenziano che
i profili ottenuti con FLAC 8.0 sono in buon
accordo con le osservazioni teoriche
esperimentali precedentemente sintetizzate,
riguardo ai tipi di cinematismi/ movimenti del
terreno in seguito alla realizzazione di uno scavo.
Si osserva, infatti, che:
− nelle prime due fasi di scavo ad un
cinematismo della paratia di tipo "a
sbalzo" corrisponde un profilo dei
cedimenti del terreno di tipo "a Figura 17. Confronto tra il profilo ottenuto con FLAC 8.0
mensola". ed i profili stimati con i metodi approssimati
− nella configurazione finale ad un
cinematismo di tipo "profondo" È da osservare che i profili suggeriti dai
corrisponde un profilo dei cedimenti metodi empirici sono l'inviluppo di profili reali e
del terreno di tipo "concavo". pertanto sono da considerarsi cautelativi. Questa
assunzione è confermata dal fatto che il volume
di terreno corrispondente ai cedimenti verticali a
monte dell'opera stimato con tali metodi è
risultato leggermente maggiore del volume
corrispondente allo spostamento orizzontale della
paratia.

5 CONCLUSIONI
Analizzando i risultati relativi al presente caso
di studio si possono trarre le seguenti
osservazioni:
Figura 15. Profilo dei cedimenti ottenuto con diversi metodi − le simulazioni effettuate con i due codici
empirici di calcolo sono in ottimo accordo ed i
risultati ottenuti sono da ritenersi
ragionevoli sia in termini di deformazioni
Si osserva anche che il profilo dei cedimenti a che di sollecitazioni agenti sui micropali;
tergo della paratia, stimato con FLAC 8.0, risulta − le deformate dei micropali ottenuti
visibilmente influenzato dalla presenza dei carichi dall'analisi con ParatiePlus 2016
applicati sul piano campagna a monte dell'opera. presentano una curvatura lievemente più
Si riportano infine in figura 17, nello stesso accentuata rispetto alle deformate ottenute
grafico, i profili precedentemente stimati con i da FLAC 8.0. Come diretta conseguenza
metodi empirici ed il profilo finale stimato con della diversa deformabilità degli elementi
FLAC 8.0. strutturali della paratia, il modello in
ParatiePlus 2016 ha fornito valori della
pressione passiva effettiva mobilitata a
tergo dell'opera inferiori rispetto a quelli
desunti da FLAC 8.0;
− dalle molte analisi di tentativo effettuate
durante la definizione del modello in
FLAC 8.0, è emerso che le proprietà di
rigidezza da assegnare all'interfaccia
micropalo-terreno influenzano
notevolmente il risultato numerico in
termini di deformata del micropalo, la
quale può comportare una sensibile
Figura 16. Profili del cedimento ottenuti con FLAC 8.0 per variazione delle sollecitazioni flettenti
le tre configurazioni di scavo assunte agenti su di esso;
− le analisi di sensibilità hanno evidenziato,
inoltre, che è preferibile utilizzare un

SG02-32
unico tipo di interfaccia per l'intero
micropalo, con proprietà di rigidezza
intermedie tra quelle stimate in
corrispondenza dei diversi litotipi che il
micropalo attraversa. Questa soluzione,
infatti, fornisce un risultato forse meno
aderente in termini di deformata del palo,
ma certamente corretto nel calcolo delle
pressioni di interazione palo-terreno, le
quali possono risentire fortemente di
eventuali discontinuità nella rigidezza
dell'interfaccia;
− le analisi condotte con FLAC 8.0
consentono di investigare alcuni aspetti
del fenomeno di interazione paratia-
terreno che non sono riproducibili in
ParatiePlus 2016, come l'effetto prodotto
dallo scavo sull'ambiente circostante
mediante una quantificazione degli effetti
in termini di cedimenti del terreno a tergo
della paratia.
In sostanza, appare ragionevole ritenere che le
modeste differenze riscontrate nei risultati delle
due simulazioni effettuate possano essere
attribuite alle differenti metodologie di
modellazione utilizzate dai due software.

BIBLIOGRAFIA
Bellavita, D., Vecchietti A., Pane V., Cecconi M., 2015. Un
semplice espediente numerico per la previsione della
subsidenza indotta da scavi, Incontro Annuale dei
Ricercatori di Geotecnica. 24-26 giugno 2015, Cagliari,
Kramer, S. L., 1996. Geotechnical Earthquake
Engineering, Prentice Hall.
Bowles, J. E., 1991. Fondazioni, Progetto e analisi.
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Bruschi, A., 2005. Calcolo di Paratie. Verifica di paratie a
sbalzo o multitirantate. Dario Flaccovio Editore.
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Rivista Italiana di Geotecnica.

SG02-33
ANIDIS 2017
PISTOIA

On the influence of pile discretization in single pile kinematic analysis using a


boundary element method (BEM) based approach
Stefano Stacula, Nunziante Squegliaa
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, Largo Lucio Lazzarino, 56122 Pisa.

Keywords: kinematic analysis, bending moment, discretization, boundary element method, pile-soil interaction

ABSTRACT
In high seismicity areas it’s important to consider kinematic effects to properly design pile foundations. Kinematic
effects are due to the interaction between pile and soil deformations induced by seismic waves. One of the effect is
the arise of significant strains in weak soils that induce bending moments on piles. These moments can be
significant in case of presence of high stiffness contrast in a soil deposit. The single pile kinematic interaction
problem is generally solved with beam on dynamic Winkler foundation approaches (BDWF) or using continuous
models (BEM, FEM). In this work it is presented a new BEM-based computer code (KIN SP) where the kinematic
analysis is preceded by a free-field response analysis. The analysis results of this method, in terms of bending
moments at the pile-head and at the interface of a two-layered soil, are influenced by many factors including the
soil-pile interface discretization. Finally, it is shown a parametric study having the aim to suggest the minimum
number of boundary elements to guarantee the accuracy of a BEM solution, for typical pile-soil relative stiffness
values as a function of the pile diameter, the location of the interface of a two-layered soil and of the stiffness
contrast.

SG02-34
ANIDIS 2017
PISTOIA

On the influence of pile discretization in single pile kinematic analysis using a


boundary element method (BEM) based approach
Stefano Stacula, Nunziante Squegliaa
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, Largo Lucio Lazzarino, 56122 Pisa.

Keywords: kinematic analysis, bending moment, discretization, boundary element method, pile-soil interaction

ABSTRACT
In high seismicity areas it’s important to consider kinematic effects to properly design pile foundations. Kinematic
effects are due to the interaction between pile and soil deformations induced by seismic waves. One of the effect is
the arise of significant strains in weak soils that induce bending moments on piles. These moments can be
significant in case of presence of high stiffness contrast in a soil deposit. The single pile kinematic interaction
problem is generally solved with beam on dynamic Winkler foundation approaches (BDWF) or using continuous
models (BEM, FEM). In this work it is presented a new BEM-based computer code (KIN SP) where the kinematic
analysis is preceded by a free-field response analysis. The analysis results of this method, in terms of bending
moments at the pile-head and at the interface of a two-layered soil, are influenced by many factors including the
soil-pile interface discretization. Finally, it is shown a parametric study having the aim to suggest the minimum
number of boundary elements to guarantee the accuracy of a BEM solution, for typical pile-soil relative stiffness
values as a function of the pile diameter, the location of the interface of a two-layered soil and of the stiffness
contrast.

head, fixed-head), the thickness and the


mechanical properties of the subsoil layers and by
1 INTRODUCTION the seismic event used as input.

1.1 Description
In seismic areas, piles are commonly designed
to resist to inertial forces due to the
superstructure. Neverthless, it’s important to
consider the kinematic effects to properly
complete the design process of pile foundation.
The arise of kinematic interaction phenomena
are due to the seismically induced deformations
of the soil that interacts with the pile. One of the
main important effect of these deformations is the
arise of significant strains in soft soil that induce
bending moments (kinematic bending moments)
on piles. The research works realized about this
topic have demonstrated that kinematic bending
moments can be responsible for pile damage
especially in case of presence of high stiffness
contrast in a soil deposit profile (Fig. 1). Figure 1. Pile-soil system scheme: two soil layers having a
high stiffness discontinuity.
The internal forces generated as a consequence
of the seismic waves propagation in a pile are
affected by: the pile-soil relative stiffness (Ep⁄Es), In this work a computer code (in the following
the pile slenderness ratio (L/D = length/ called KIN SP) for the single pile kinematic
diameter), the pile-head restraint condition (free- analysis, based on the BEM method, will be

SG02-35
presented and validated. Then some results of a hybrid BEM-BDWF approaches (Kampitsis et
parametric study will be discussed, with the aim al., 2013).
to suggest the minimum number of boundary Here below are reported two of the most used
elements to guarantee the accuracy of a BEM simplified formulations to evaluate the pile
solution, for typical pile-soil relative stiffness bending moment induced by the kinematic
values as a function of the pile diameter, the interaction.
location of the interface of a two-layered soil The Dobry and O’Rourke (1983) method assumes
profile and of the stiffness contrast. a linear elastic behaviour for the pile and the soil
deposit and the expressions (1a-1d) are useful to
estimate the maximum bending moment at the
1.2 Literature overview interface between two layers having different
stiffness.
Considering the available technical literature
about the pile kinematic interaction, it can be M  1.86( E p I p ) 3 / 4 (G1 )1 / 4  1 F (1a)
outlined that:
(1  c 4 )(1  c 3 )
- for pile embedded in a layered soil deposit F (1b)
(1  c)(c 1  1  c  c 2 )
the bending moment values along the pile-
shaft increase at the interface between two
G2 1 / 4
adjacent soil-layers having different shear c( ) (1c)
moduli (G); G1
- the bending moment increment is higher
as the mechanical impedance increases; 1 h1
1  a max, s (1d)
- it’s widely accepted by the scientific G1
community that group-effects can be
neglected. Where G1 and G2 are the shear moduli of the
upper and lower soil layers (that can be estimated
Several studies proposed simplified using: G=Vs2); 1 is the shear strain at the upper
formulations and methods to estimate the layer base; 1 is the soil density of the upper
maximum kinematic bending moment at the layer; h1 the upper layer thickness; amax,s is the
interface of a two-layered soil and/or at the pile- maximum acceleration at the ground surface in
head (Castelli and Maugeri, 2009; Dezi et al., free-field conditions.
2010; Dobry and O’Rourke, 1983; Kavvadas and The Nikolaou et al. (2001) method suggests
Gazetas, 1993; Maiorano et al., 2009; Mylonakis, the expressions (2a-2b) to evaluate the bending
2001; Nikolaou et al., 2001; Sica et al., 2011) moment at the interface between two soil layers
using beam on dynamic Winkler foundation having different stiffness in steady-state condition
(BDWF) approaches. with a frequency approximately equal to the
For example in one of the first studies (i.e. natural frequency of the soil deposit.
Kavvedas and Gazetas, 1983), the proposed 0.3 0.65 0.5
L  Ep   Vs 2 
Winkler method was able to reproduce the M  0.042 c D   3
    (2a)
response observed in more rigorous finite element  D  E1   Vs1 
(FEM) analyses, and some analytical expressions
were developed for estimating the stiffness of the  c  a max, s 1h1 (2b)
Winkler springs as a function of the soil elastic
modulus and of some pile-soil dimensionless Where Vs1 and Vs2 are the shear wave velocity
parameters. of the upper and lower soil layer, respectively; E1
On the other hand, some authors proposed is the Young Modulus of the upper layer. The
methods able to study the single pile kinematic expression (2a) is valid when the interface
problem using continuous-based approaches, like between the two soil layers is located at a depth
the boundary element method (BEM) (Liang et greater than the pile active length (La). La can be
al., 2013; Tabesh and Poulos, 2001) and the finite evaluated according to the expression (3)
element method (Bentley and El Naggar, 2000; proposed by Randolph (1981) (that assumes a
De Sanctis et al., 2010; Di Laora et al., 2013; Di linear elastic behaviour for the soil and the pile).
Laora and Rovithis, 2014; Maiorano et al., 2007;
Wu and Finn, 1997a; Wu and Finn, 1997b) or

SG02-36
 Ep 
1/ 4
2 BEM-BASED METHOD FOR THE
La  1.5  D (3) KINEMATIC ANALYSIS OF A SINGLE
 Es  PILE (KIN SP)
The maximum bending moment induced by
the seismic action, is then evaluated with the 2.1 Model assumptions
expression (4).
The method (computer code: KIN SP, Stacul
M max  M (4) et al., 2017) for the single pile kinematic analysis
described here is based on the approach proposed
Where M is given by the expression (2a) and  by Tabesh and Poulos (2001) and the problem is
is a reduction factor expressed as a function of the solved using the boundary element method
effective number of cycles (Nc) of the (BEM). The kinematic analysis is preceded by a
accelerogram. seismic ground response analysis performed in
Usually the Dobry and O’Rourke (1983) the time domain with the computer code ONDA
method is more conservative while the Nikolau et (Lo Presti et al., 2006), which provides the soil
al. (2001) formulation provides bending moment relative displacements and relative velocities at
values closer to the solutions obtained with more the center of each pile block at each time step.
rigorous approaches. The model assumptions are:

1. the soil deposit has a linear elastic


1.3 Pile discretization influence on kinematic behaviour (the soil non-linear behaviour is
analysis results taken into account in the seismic ground
In all the available continuous-based methods response analysis performed with
(BEM and FEM) the results are sensitive to the ONDA);
element size. Di Laora et al. (2013) observed that 2. the soil elastic moduli are equivalent
the computed bending moments tend to increase moduli corresponding to the secant
with decreasing element size and increasing moduli at shear strains equal to the 65%
accuracy. In particular, they found that an of the maximum shear strains obtained in
element size equal to 0.1D was able to provide a the free-field response analysis;
satisfactory accuracy. 3. the stresses developed between the pile
Neverthless, in the most of the works and the soil act normal to the pile axis;
mentioned here and in the previous section, even 4. each pile-block is subject to a uniform
if it was recognized the element size influence horizontal stress;
and a proper sensitivity analysis was performed 5. the pile is modelled as a thin strip using
to select the pile element height able to guarantee the Euler-Bernoulli beam theory and is
the solution accuracy, no general suggestions discretized in n blocks. The number n is a
have been provided. user-defined value;
For example, in the BEM method proposed by 6. the soil displacement induced by a
Tabesh and Poulos (2001) the analyses refer to a uniform pressure acting over a pile-block
pile with a slenderness ratio (L/D) equal to 20
is computed integrating the Mindlin
with a diameter D ranging between 0.3 and 1.5 m,
and the element size was kept constant to 0.75 m equation (Mindlin, 1936).
in order to compare their results with those 7. the global equilibrium and the pile-soil
obtained by Kavvedas and Gazetas (1993). displacements compatibility are imposed.
In the work of Liang et al. (2013) the pile
slenderness ratio was again equal to 20 and it was
considered adequate to use 21 pile segments to 2.2 The program KIN SP
attain a good accuracy, however it wasn’t It is assumed a linear elastic behaviour for the
properly demonstrated the goodness of this pile. This assumption results in neglecting the
choice, while Kampitsis et al. (2013) performed actual behaviour of reinforced concrete pile
the analyses with their hybrid BDWF-BEM section as the development of cracks, the tension
model discretizing the column pile with beam stiffening effect and the post-yielding or
elements of 1 m length. “inelastic” phase. As observed in Morelli et al.
(2017) the influence of tension stiffening
becomes higher for r.c. piles with diameters lower
than 60 cm and reinforcement ratio lower than

SG02-37
1%. In order to introduce a more advanced {s}  B{Ps }  {x} (8)
constitutive model for r.c. piles with cyclic
degradation for dynamic analyses the model
proposed by Andreotti and Lai (2017) may be
introduced.
The pile flexibility matrix (H) is obtained
using the elastic beam theory, and each
coefficient of this matrix can be computed using
the expressions (5a-5b) (see Fig.2).
z i3 zi2 ( z j  z i )
hij   if zi  zj (5a)
3E p I p 2E p I p

z 3j z 2j ( z i  z j )
hij   if zi > zj (5b)
3E p I p 2E p I p
Figure 3. Mindlin solution scheme.

Where {Ps} is a column vector, containing


the incremental loads acting at each pile-soil
interface, and equal to {ps}(tD), where {ps} is
the column vector of the incremental uniform
pressures acting over each pile-soil interface, t is
the height of each pile-block and D is the pile
diameter or the pile width; {x} is the column
vector of the incremental soil displacements
Figure 2. Pile flexibility matrix using the auxiliary restraint
obtained in the ground response analysis using
method. ONDA.
The relationship between {Pp} and {Ps} is
expressed by the equation (9).
In this way, the incremental horizontal
displacements {y} of the pile-blocks can be {Pp }  {Ps }  M k {y}  C k [{y}  {x}] (9)
obtained with the expression (6).
Where Mk is the diagonal mass matrix of the
{y}   H {Pp }  y 0   0 {z} (6) pile; Ck is the diagonal damping matrix; {y} and
{y} are the column vector of the incremental
Where {Pp} is a column vector, containing accelerations and of the incremental velocities at
the incremental loads acting at each pile-block, the pile interface, respectively; {x} is the
and equal to {p}(tD) , where {p} is the column column vector of the incremental soil velocities
vector of the incremental uniform pressures obtained in the free-field analysis with ONDA.
acting over each pile-block, t is the height of each The elements of the damping matrix are
pile-block and D is the pile diameter or the pile computed using the expression 5sVsDt as
width; y0 and 0 are the unknown incremental proposed by Kaynia (1988) for radiation damping
displacement and rotation at the pile-head; {z} is in his Winkler method, in which s is the soil
the column vector containing the depth of the mass density, Vs is the soil shear-wave velocity,
center of each pile-block. and D is the pile diameter. The adoption of these
The soil flexibility matrix (B) is obtained using coefficients is justified by the fact that they are
the Mindlin solution and each coefficient of this rather conservative and are also frequency
matrix can be calculated using the expression (7) independent (Tabesh and Poulos, 2001).
(see Fig. 3). Combining equation (9) with equation (6) and
(1   )  3  4 1 2cz 4(1   )(1  2 )  (7) imposing the compatibility between pile and soil
bij  
8E s (1   )  R1ij
 
R2ij R23ij

R2ij  z  c 
 incremental displacements ({y}={s}) the
expression (10) is obtained:
The incremental horizontal displacements {s}
 H [{Ps }  M {y}  C ({y}  {x})]  y 0 
of the soil can be obtained with the expression
(8).

SG02-38
 0 {z}  B{Ps }  {x} (10) accelerometric archive. The results obtained with
KIN SP were realized considering a number of
This system is solved using the Newmark- boundary elements equal to 100, on the basis of
method. In this way, the incremental acceleration the parametric study presented in the section 4.
and the incremental velocity are defined by the
expressions (11) and (12). 3.2 Reference soil deposit and pile properties
4 4 The validation of the computer code KIN SP
{y}  {y}  { y}  2{ y} (11)
t 2
t has been realized on a simplified two-layered soil
profile, having a total thickness of 30 m and
2 overlying a bedrock with a shear wave velocity
{y}  {y}  2{ y} (12) equal to 1200 m/s and a unit weight of 22 kN/m3.
t
The shear wave velocities of the upper and lower
Where {y} and {y} are the column vector of soil layers were kept equal to 100 m/s and 400
the velocity and of the acceleration at the end of m/s, respectively, while the soil unit weight, the
the previous time step, respectively, and t is the
Poisson’s ratio and the thickness for both the
time step. It’s then possible to substitute {y}
and {y} in the equation (10) with the layers were considered equal to 19 kN/m3, =0.4
expressions (11) and (12), and as final and h = 15 m (corresponding to a subsoil type D
substitution: {y}={s}=B{Ps}+{x}. The according to EN-1998-1 (2005)).
compatibility equations are finally written in this The pile had the following properties: diameter
form: D = 0.60m, length L = 20 m, elastic modulus Ep =
30 GPa. The pile head has been considered fixed
 4 2 
 B  H  t 2 HMB  t HCB  y 0   0 {z}{Ps } against the rotation. In Fig. 4 is summarized the
  reference model adopted.
 4 2 
   2 HM  HC  1{x}  HC{x} 
  t  t 

4  (13)
 t HM  2 HC { y}  2 HM { y}

The system (13) is expressed as function of


n+2 unknowns: the n incremental loads acting at
each pile-soil interface and the unknown
incremental displacement and rotation at the pile-
head y0 and 0. The system (13) is defined by
n equations, the other 2 equations required are the
global translational and rotational equilibrium
equations. The system is solved at each time step
and the results are plotted in terms of the
envelope of the maximum bending moments
along the pile shaft.
Figure 4. Reference model used for the KIN SP validation.
3 VALIDATION OF KIN SP
3.3 Analysis results
3.1 Introduction
A preliminary ground response analysis was
The validation has been realized comparing
performed using the computer code ONDA.
the kinematic analysis results, in terms of bending
The acceleration time histories used in this
moments envelope, obtained using KIN SP with
work (identified by the codes: A-TMZ000, A-
those computed by Aversa et al. (2009) using the
STU270, E-NCB090) have been selected from
finite element code VERSAT-P3D (Wu, 2006).
the database ITACA (Luzi et al., 2016), the
Both the simulations were performed considering
motions have been scaled to values of ar equal to
a simplified soil deposit described in the
0.35g (Fig.5, Fig.6 and Fig. 7) and have been
following section, using the same acceleration
applied to the base of the soil deposit model.
time histories selected on the italian

SG02-39
Figure 5. Acceleration time history – A-TMZ000 (scaled at Figure 8. Comparison between KIN SP and VERSAT-P3D
0.35 g) results (input motion: A-TMZ000)

Figure 6. Acceleration time history – A-STU270 (scaled at Figure 9. Comparison between KIN SP and VERSAT-P3D
0.35 g) results (input motion: A-STU270)

Figure 10. Comparison between KIN SP and VERSAT-


Figure 7. Acceleration time history – E-NCB090 (scaled at P3D results (input motion: E-NCB090)
0.35 g)
The free-field response was computed in time The analysis results have been compared, in
domain considering linear elastic conditions and a terms of bending envelope, with those obtained
soil damping s equal to 10%. by Aversa et al. (2009) using the quasi-3D finite
The analysis with KIN SP was performed element computer program VERSAT-P3D. It can
using as input data the free-field relative be observed (Fig. 8, Fig. 9 and Fig. 10) a good
displacements and velocities computed with agreement between the results computed using
ONDA. these two different methods.

SG02-40
4 INFLUENCE OF THE PILE In Fig. 11, as example, are reported the results
DISCRETIZATION IN BEM-BASED obtained with KIN SP in terms of maximum
KINEMATIC ANALYSIS bending moments at the pile-head and at the
interface between the two-layered soil for a pile
diameter equal to 0.60 m and a stiffness contrast
As introduced in section 1.3 the analysis Vs1/Vs2 equal to 1/4 using the input motion A-
results of BEM based approaches (like KIN SP), TMZ000.
in terms of bending moments at the pile-head and
at the interface of a two-layered soil, are
influenced by many factors including the
discretization of the problem domain. Here are
presented some results of a parametric study
having the aim to suggest the minimum number
of boundary elements to guarantee the accuracy
of a BEM solution, for typical pile-soil relative
stiffness values as a function of the pile diameter,
the location of the interface of a two-layered soil
profile and of the stiffness contrast.
The parametric study has been realized on a
simplified two-layered soil profile, having a total
thickness of 30 m and overlying a bedrock with a
shear wave velocity equal to 1200 m/s and a unit
weight of 22 kN/m3. The soil unit weight and the
Poisson’s ratio for both the layers were
considered equal to 19 kN/m3 and =0.4,
respectively, while the shear wave velocities and
the layers thickness are summarized in Table 1.
The pile had the following properties: length L Figure 11. Computed maximum kinematic bending
= 20 m, elastic modulus Ep = 25 GPa. The pile moments as a function of the boundary elements number.
head was fixed, and two pile diameter values
were used (D1 = 0.6 m and D2 = 1.0 m). It has been noted that these plots are fitted by
hyperbolic curves. This statement can be
Table 1. Subsoil conditions adopted in the parametric study. confirmed looking at Fig. 12, where the same
Vs1 Vs2 h1 h2 data are plotted using along the x-axis the number
[m/s] [m/s] [m] [m] of boundary elements (n) and along the y-axis the
100 200 5 25 ratio between n and the computed moment (M).
100 200 10 20 This fact permits to evaluate, for each analysis
100 200 15 15
case, the coefficients a and b of the hyperbolic
100 400 5 25
100 400 10 20 law rewritten in the following terms (14).
100 400 15 15 n
 a  bn (14)
M
All the kinematic analyses were preceded by a
ground response analysis using the computer The value assumed by 1/b represents a limit
code ONDA. value of the maximum bending moment (Mlim)
The acceleration time histories in Fig. 5, Fig.6 related with a specific analysis case (see Fig. 11)
and Fig.7 have been applied to the base of the soil for a number of boundary elements that tends to
deposit model. The free-field response was infinity.
computed in time domain considering linear
elastic conditions and a soil damping s equal to
10%.
Each analysis has been repeated, using KIN
SP, considering the following number of
boundary elements: 12, 20, 40, 60, 100, 200.

SG02-41
Figure 13. Error vs n° of elements, D=0.6m, Vs1/Vs2 = 1/2
Figure 12. Relationship between n/M and n for the data
presented in Fig.11.

The Mlim hasn’t been considered as an exact


solution but rather as a limit value for the
maximum bending moment.
Finally, the expression (15) was adopted in
order to provide an estimate of the analysis result
errors due to the discretization.
M lim  M computed
Err (%)  100 (15)
M lim
In Fig.13, Fig. 14, Fig. 15 and Fig. 16 are Figure 14. Error vs n° of elements, D=0.6m, Vs1/Vs2 = 1/4
plotted some results of the parametric study,
representing the error (defined in the expression
15) in the estimation of the bending moments at
the pile-head and at the interface of the two-
layered soil using the input motion A-TMZ000.
Observing the parametric analysis results the
following remarks can be drawn:

1. for a given number of boundary elements


the analysis error decrease increasing the
pile diameter;
2. the error is bigger for higher stiffness
contrast;
Figure 15. Error vs n° of elements, D=1.0m, Vs1/Vs2 = 1/2
3. the error in the evaluation of the
maximum bending moments is lower
when the interface between the two layers
is located at higher depth;
4. in general for typical pile diameters and
pile-soil relative stiffness a boundary
element size lower than 0.33D m can
guarantee an error less than 5-10% in the
evaluation of the maximum bending
moments at the pile-head and at the
interface of a two-layered soil.

Figure 16. Error vs n° of elements, D=1.0m, Vs1/Vs2 = 1/4

SG02-42
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code. Berrones and Robert V. Whitman (April, 1982). Journal
The attention was then focused on the of Geotechnical Engineering, 109(5), 778-781.
influence of discretization on BEM analysis EN-1998-1, 2005. Eurocode 8: Design of structures for
earthquake resistance-Part 1: General rules, seismic
results, in terms of bending moments at the pile- actions and rules for buildings.
head and at the interface of a two-layered soil. Kampitsis, A. E., Sapountzakis, E. J., Giannakos, S. K., and
A parametric study was carried out, using the Gerolymos, N. A., 2013. Seismic soil–pile–structure
developed code, KIN SP, with the aim to suggest kinematic and inertial interaction—A new beam
the minimum number of boundary elements to approach. Soil Dynamics and Earthquake Engineering,
55, 211-224.
guarantee the accuracy of a kinematic analysis Kavvadas, M., Gazetas, G., 1993. Kinematic seismic
using BEM methods. response and bending of free-head piles in layered soil.
The parametric analyses suggest that for Geotechnique, 43(2), 207-222.
typical pile diameters and pile-soil relative Kaynia, A. M., 1988. Dynamic interaction of single piles
stiffness a boundary element size lower than under lateral and seismic loads. Esteghlal J. Engrg., 6,
0.33D can guarantee a reasonable error in the 5–26 (in Persian).
Liang, F., Chen, H., and Guo, W. D., 2013. Simplified
evaluation of the maximum bending moments. boundary element method for kinematic response of
On the basis of the parametric study shown here, single piles in two-layer soil. Journal of Applied
it can be outlined that the results obtained using Mathematics, 2013. Article ID 241482, 12 pages.
BEM methods and presented on previously Lo Presti D.C.F., Lai C. and Puci I., 2006. ONDA:
developed works can be affected by an Computer Code for Nonlinear Seismic Response
Analyses of Soil Deposits, Journal of Geotechnical and
underestimation of the maximum bending Geoenvironmental Engineering, Vol. 132(2), 223-236.
moments at the pile-head and at the interface of a Luzi L, Pacor F, Puglia R (2016). Italian Accelerometric
two-layered soil ranging between the 20 and 50% Archive v 2.1. Istituto Nazionale di Geofisica e
if the typical discretization with 21 elements was Vulcanologia, Dipartimento della Protezione Civile
considered. Nazionale. doi: 10.13127/ITACA/2.1.
Maiorano, R. M. S., Aversa, S., and Wu, G., 2007. Effects
of soil non-linearity on bending moments in piles due to
seismic kinematic interaction. In Proceedings of the 4th
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SG02-43
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SG02-44
ANIDIS 2017
PISTOIA

Analysis of r.c. single pile lateral response considering the influence of tension
stiffening
Stefano Stacula, Nunziante Squegliaa
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, Largo Lucio Lazzarino, 56122 Pisa.

Keywords: Laterally loaded piles; single pile; Boundary Element Method; p-y curves; tension stiffening

ABSTRACT
A Hybrid Boundary Element Method (BEM) - p-y curves approach was developed for the analysis of laterally
loaded single piles having free or fixed head restraint conditions. The proposed method includes the non-linear
behaviour of the soil by means of p-y curves, able to describe the near field soil response, located in series to a
multi-layerd elastic half-space, that represents the far-field soil response. The non-linear response of reinforced
concrete (r.c.) pile sections was considered taking also into account the influence of tension stiffening. The hybrid
BEM-p-y curves method results in saving computational effort compared to more sophisticated codes like
VERSAT-P3D, PLAXIS 3D and FLAC-3D, and can provide reliable results using as input data from a standard
site investigation. It is presented in detail the comparison between measured and computed data on a r.c. bored
single pile tested in Taiwan. It is shown that the proposed method results are in good agreement with those obtained
in situ.

SG02-45
ANIDIS 2017
PISTOIA

Analysis of r.c. single pile lateral response considering the influence of tension
stiffening
Stefano Stacula, Nunziante Squegliaa
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, Largo Lucio Lazzarino, 56122 Pisa.

Keywords: Laterally loaded piles; single pile; Boundary Element Method; p-y curves; tension stiffening

ABSTRACT
A Hybrid Boundary Element Method (BEM) - p-y curves approach was developed for the analysis of laterally
loaded single piles having free or fixed head restraint conditions. The proposed method includes the non-linear
behaviour of the soil by means of p-y curves, able to describe the near field soil response, located in series to a
multi-layered elastic half-space, that represents the far-field soil response. The non-linear response of reinforced
concrete (r.c.) pile sections was considered taking also into account the influence of tension stiffening. The hybrid
BEM-p-y curves method results in saving computational effort compared to more sophisticated codes like
VERSAT-P3D, PLAXIS 3D and FLAC-3D, and can provide reliable results using as input data from a standard
site investigation. It is presented in detail the comparison between measured and computed data on a r.c. bored
single pile tested in Taiwan. It is shown that the proposed method results are in good agreement with those obtained
in situ.

Among the most used p-y curves (and


implemented in software such as LPILE (Reese et
1 INTRODUCTION al., 2004) GROUP (Reese et al., 2000), FLPIER
The response to horizontal loading of pile (Hoit et al., 1996)) there are those recommended
foundations, starting from the single pile, passing by the American Petroleum Institute and obtained
through the pile-groups and finally to the from experimental tests on steel-pipe piles with
combined piled-raft was the subject of many an outer diameter of about 30 cm, not affected by
studies, although, as evidenced by many authors the non-linearities of the pile material.
including Mokwa and Duncan (2001) and Continuum-based approaches are usually
Katzenbach and Turek (2005), additional tests in solved with the Boundary Element Method
order to better understand the phenomena of (BEM) and the Finite Element Method (FEM).
interactions between soil, piles and FEM methods, despite the big-potential, in
superstructures are needed. The key-factors that geotechnical engineering applications have strong
influence the single pile response are mainly: the disadvantages due to the complexity of the
restraint condition at the pile-head and the pile- domain discretization, the definition of the input
soil relative-stiffness while the execution parameters, and the high computational effort
technique seems to be less important, because of required.
the large soil volume involved in the response Therefore, they are used as a benchmark to
mechanism. validate other simplified approaches or as a tool
Even today, the most used analysis methods to determine p-y curves to compare with those
are continuum-based or Winkler-based obtained experimentally in situ (Yang and
approaches (non-linear transfer curves or p-y Jeremic, 2002; Yang and Jeremic, 2003).
curves). Methods based on p-y curves have as a BEM approaches describe the soil as a
limit the use of a subgrade soil reaction modulus homogeneous elastic half-space, characterized by
that doesn't represent an actual property of the a Young's modulus and a Poisson’s ratio, and
soil and schematize the soil with a series of permit the direct evaluation of the pile-soil-pile
independent springs. interactions, through which it's possible to
consider group effects.

SG02-46
Among the computer codes that make use of elements (or blocks) having a variable height
this approach we can cite for example DEFPIG with depth. With this kind of discretization is
(Poulos, 1990), PIGLET (Randolph, 1987), possible to minimize the calculation effort.
PGROUPN (Basile, 2013). In PGROUPN the The definition of the discretization criterion
non-linear soil behaviour is modelled in an has been suggested by Landi (2006) on the basis
approximate way with a hyperbolic stress-strain of the results obtained with a parametric study on
law. a free-to-rotate single pile embedded in a
These methods can provide a complete
homogeneous elastic half-space. Adopting a
solution at the interfaces of the problem domain,
homogeneous discretization with depth when the
but require the introduction of numerical
approximations when the analysis is performed in number of blocks gradually increase, the solution
heterogeneous soil conditions. To evaluate the becomes more and more accurate up to the
displacement induced in a point of the subsoil by achievement of an n* value beyond which the
a load acting in another point is generally used solution remains unchanged. The parametric
the elastic Mindlin solution (Mindlin, 1936). study (Landi, 2006) showed that decreasing the
The most important works and parametric relative stiffness K = Ep/Es the response
studies conducted using BEM approaches have dependency with the number of blocks starts to
been carried out by Spillers and Stoll (1964), increase. Using an n* value equal to 60 leads to
Poulos and Davis (1980), Davies and Banerjee an error that varies as a function of the relative
(1978), Sharnouby and Novak (1986); Budhu and stiffness K = Ep/Es: for K = 101, 102, 103, 104 the
Davies (1987). error is 20%, 10%, 5%, 2% respectively, in the
To account for the soil non-linear behaviour, evaluation of the pile-head deflection and of the
Poulos and Davis (1980), proposed an elastic- maximum bending moment. Since the
perfectly plastic model, in which pile-soil relative displacements are mainly localized at depth
displacements are allowed once a limit pressure at corresponding to 10-15 pile diameters, it may be
the interfaces is reached. The same authors,
convenient to adopt a discretization in which the
however, explained that such a procedure tends to
become less and less accurate as becomes bigger element height is sufficiently small for depths
the number of elements (i.e. the elements in close to the ground surface. On the basis of these
which the pile-soil interface is discretized) where observations, Landi (2006) introduced the
the limit pressures occur. discretization shown in Figure 1.
Another interesting method is the Strain
Wedge Model proposed by Ashour et al. (1998)
for the analysis of single piles. This method
permits to link the response of the one-
dimensional beam on an elastic foundation with a
three-dimensional representation of the pile-soil
interaction phenomenon with the development
and progressive mobilization of a passive wedge
of soil in front of the pile.

2 PROPOSED “HYBRID BEM – P-Y


CURVES” METHOD

2.1 Pile modelling


Figure 1. Pile – Discretization (Landi, 2006)

The proposed method, developed to capture


the response of a single pile subjected to bendings In this case for K = 101, 102, 103, 104 the error
and horizontal loads, consists of a Hybrid BEM – was 8%, 7%, 4%, 2% respectively, in the
p-y curves approach. The analysis is performed prediction of pile-head deflection. For the
using a non-linear incremental tangent method. maximum moment along the pile shaft, the error
The pile is modelled as a vertical strip, was 8%, 5%, 2.5%, 1%, respectively.
geometrically defined by the outer diameter D The discretization that results is as follows
and length L of the actual pile, discretized in 60 (Figure 1):

SG02-47
• 20 blocks with a thickness  = D/8, n+1, for fixed condition) unknowns, n pile-soil
starting from the ground level up to a interface pressures, y0 and 0.
depth of 2.5D; The proposed method allows to analyse both
• 10 blocks with a thickness  = D/4, steel-pipe and reinforced concrete piles. For the
starting from a depth of 2.5 D up to a analysis of steel-piles the flexural rigidity EpIp is
depth of 5D; assumed to be constant (which means
• 10 blocks with a thickness  = D/2, hypothesize a linear-elastic behaviour of the
starting from a depth of 5D up to a depth section until the ultimate bending moment
of 10D; occurs). For reinforced concrete sections, the
• 10 blocks with a thickness  = D, starting development of cracks, even at low values of the
from a depth of 10D up to a depth of 20D; bending moment, requires a different modelling
• 10 blocks with a thickness  = (L- for the pile response. For this material, the
20D)/10, starting from a depth of 20D up knowledge of the mechanical properties of both
to the pile base depth. the concrete and steel, the number of longitudinal
bars and the spacing of the transverse
The pile flexibility matrix (in case of linear reinforcement provides the basis for defining the
elastic behaviour) is obtained using the elastic moment-curvature relationship (for each axial
beam theory, and each coefficient of this matrix load value) for the reinforced concrete cross-
can be expressed using the equations (1a)-(1b) section. The “moment – curvature – axial load”
(Figure 2). relationship is obtained by imposing the
equilibrium equations to the translation and
z i3 z i2 ( z j  z i ) rotation at the geometric center of gravity of the
a ij   if zi  zj (1a)
3E p I p 2E p I p section varying the curvature and the deformation
at the more compressed fiber in the section. The
proposed method has as an additional feature the
z 3j z 2j ( z i  z j ) possibility to take also into account of the
a ij   if zi > zj (1b)
3E p I p 2E p I p influence of tension stiffening (Morelli et al.,
2017).
The main hypotheses of the tension stiffening
model are:

• the conservation of planar sections;


• concrete tension strength equal to zero for
cracked section;
• perfect bonding between steel bars and
surrounding concrete;
• the constitutive model proposed by
Mander et al. (1988) for confined concrete
Figure 2. Pile flexibility matrix using the auxiliary restraint in compression;
method. • the constitutive model proposed by
Popovics (1973) for unconfined concrete
The horizontal displacement of each pile-block in compression;
can be computed with equation (2). • the constitutive model proposed by CEB-
n FIP (1993) for concrete in tension;
yi   aij Pj  y 0   0 z i (2) • a simple strain-hardening model or a
j 1
bilinear model for steel reinforcement;
• a bond-slip law as suggested by Sigrist
In which Pj represents the load applied at the (1995);
generic pile-block j (located at the depth zj) and y0 • the tension stiffening is considered using a
and 0 are the unknown displacement and rotation variable elastic modulus for the concrete
at the pile-head. Obviously if the pile-head is in tension along a pile-block between two
fixed the rotation becomes a known term. Each successive cracks;
pile-point displacement is function of n+2 (or

SG02-48
• the crack spacing can be estimated using 2.2 Soil modelling
the expression suggested by the CEB-FIP;
• between two consecutive cracks no other The “far-field” soil (far from the pile shaft) is
secondary cracks develop. modelled as a multi-layered elastic half-space.
BEM analysis requires the integration of an
Using these assumptions, the “average appropriate elementary singular solution on the
moment-curvature” relationship for a surface of the problem domain. In case of piles
representative pile-section can be estimated as the subjected to horizontal loading is generally used
weighted average of the moment-curvature the elastic Mindlin solution (Mindlin, 1936).
relationships computed at the middle, at a quarter,
at three quarter and at the cracked section of a
block between two cracks. Details about this
model are presented in Morelli et al. (2017),
however this represents an extension to circular
section of another model that can consider
tension stiffening influence for rectangular
reinforced concrete sections (Salvatore et al.,
2007). Once obtained the “average moment-
curvature” relationship it is possible to define the
coefficients of the flexibility matrix according to
the equation (3) for the reinforced concrete pile,
modelled in this case as a step-tapered beam with
a variable flexural rigidity, EpIp, along the pile
shaft. In the equation (3), the variation of both Ep
and Ip along the shaft, is fully considered by Figure 3. Mindlin solution scheme (Mindlin, 1936)
changing Ip of the section while Ep is kept
constant. Consequently, in an incremental
analysis, the pile flexibility matrix needs to be This solution, which allows to evaluate the
updated at each load increment. pile-soil interactions, is valid and rigorous only in
case of a homogeneous elastic half-space, but can
 l  l 3 z j  lk  lk  lk 1 2 
be considered still valid even in case of a multi-
i 1
aij   k  k k 1   layered elastic half-space (Poulos and Davis,

 3 E I 2 E I  1980). The horizontal displacement sij at a point i
1 p k p k 
belonging to the half space by a horizontal load Pj
 l k  l k 1 2 z j  l k  l k  l k 1   
     z i  l k   applied at point j can be expressed as in the
 2E I EpIk   equation (4) (Figure 3). Where the term bij
 p k 
represents the general expression for every “far-
 z i  l i 1 3 z j  z i  z i  l i 1 2  field soil” flexibility matrix coefficient.
   (3)
 3E p I i 2 E I 
 p i  Pj 1     3  4  1 x2
s ij     
In equation (3) zi and zj represent respectively 8E s (1   )  R1 R2 R13
the distance between the fixed node in Figure 2 3  4 2 2cz  3 x 2  41     1  2 
and the point along the beam in which the x  3 1  2   
R23 R2  R2  R2  z  c
displacement is considered and the distance
between the same fixed node and the point where  x2 
1    bij Pj (4)
the load is applied, lk, instead, represents the
 R2 R2  z  c  
distance between the fixed-node and the lower
part of the block k and EIk is the flexural rigidity
of the block k. The “near-field” soil and its non-linear
response is introduced by placing non-linear
springs in series to each pile-half-space node
(Fig. 4), having a shape dependent on the soil-
type.

SG02-49
flexibility matrix [FSNF] (composed by the cii
coefficients, representing the flexibility of each
non-linear spring). The final two (or one in fixed-
head condition) rows and columns of the matrix
[F] are necessary to impose the equilibrium and
to complete the compatibility equations at each
pile-spring-soil interface node, respectively.

a11  b11  c11 a1 j  b1 j a1k  b1k  1  zi   p11 D   0 


 a b a  bii  cii aik  bik  1  zi   pi  i D   0 
 i1 i1 ii
   
 ak1  bk1 akj  bkj akk  bkk  ckk  1  z k   pk  k D    0 
    
 1 1 1 0 0   y0   H 
 z1 zj zk 0  
0    0   M 

Figure 4. Hybrid BEM – p-y curves method


(5)

In the equation (5), H is the applied horizontal


In the present study, the p-y curves proposed load and M is the applied bending moment.
by Matlock (1970), Reese et al. (1974), Welch The, [FSNF] is a diagonal matrix, and each
and Reese (1972) are used. The input data coefficient represents the ‘p-y’ tangent flexibility
required for the soil are: the elastic modulus Emax evaluated at each spring displacement ‘y’ value
at small strain level (value that can be estimated reached at each pile-spring node at the previous
starting from the maximum shear modulus Gmax), load increment (or sub-increment) step. Elements
the Poisson's ratio, and the angle of internal of the soil “far-field” matrix [FSFF] remain always
friction (and the relative density DR) or the constant and are used to consider the interaction
undrained shear resistance if the soil is between the non-linear springs. The pile
cohesionless or cohesive, respectively. flexibility matrix, [FP], only in case of a non-
Currently, it’s possible to analyse only free-to- linear “moment-curvature” relationship for the
rotate or fixed-head single-piles, but it is possible pile section, is updated at each step of the
to add a different restraint. The computation procedure, using the tangent flexural rigidities of
process ends with the calculation of the the section, according to the bending-moments
unknowns, which in this case are: the soil reached at each pile-node in the previous load
pressures acting at the pile-soil interfaces, the increment. Moreover, at each load step is checked
rotation and the horizontal displacement at the if the ultimate soil resistance at the pile-soil
pile-head section. The analyses are performed in interface has been reached.
an incremental manner, using an adaptive step- Once calculated the initial flexibility matrix
size control. the total horizontal load is applied at the first step
of the solution procedure. At each generic load
increment hk an iterative process is performed
2.3 Non-linear solution procedure where two solutions are obtained, the first using
as load increment hk, the second using two load
The solution system is defined as: [F][X] = [P] steps equal to hk/2. The iterative scheme is
(eq. 5). [X] is the unknowns vector composed by described in the flow-chart in Figure 5, where for
k+2 or k+1 terms for free or fixed head sake of simplicity the explicit Euler method with
conditions, respectively, where k is the number of step-doubling and adaptive step-size control is
pile-blocks, p are the k unknown pressures acting shown. However, even a fourth order Runge-
at the pile-soil interfaces, y0 is the single pile Kutta method can be used to obtain some
displacement at the pile-head, 0 is the pile-head improvement in the solution accuracy. Once
rotation. [P] is the known-terms vector, which has computed these two solutions, the incremental
the same dimension of the vector [X]. [F] is a ratio, , is computed according to the equation
(k+2) x (k+2) or (k+1) x (k+1) matrix, obtained (6).
adding the k x k pile flexibility matrix [FP]
(containing the aij coefficients), the k x k soil (“far u 2  u1
 (6)
field”) flexibility matrix [FSFF] (composed by the u1
bij coefficients), and the k x k soil “near field”

SG02-50
and that can be estimated using the expression
Where u1 and u2 are the incremental (7).
displacement at the pile-head evaluated using one
and two steps, respectively. The  value is 1
 tol  p 1
compared with a predefined tolerance (tol) taken hknew  SF  hk    (7)
equal to 0.001 (Figure 6). When this convergence   
criterion is not passed the iterative process starts
again with an updated load increment hknew that
should be able to achieve the desired accuracy

Figure 5. Flow-Chart of the Proposed Non-Linear Adaptive-Step-Size Method

SG02-51
Where p is the order of the method used (in soil strength and stiffness parameters according to
Euler method p=1, in Runge-Kutta method p=4) the interpretation of the in-situ and laboratory
and SF is a “safety factor” (taken equal to 0.90) to tests data.
guarantee the success in the next attempt. When Moreover, the elastic modulus used as an input
this convergence criterion is passed the is a Young Modulus at small strain level Emax,
expression (7) is used again to have an estimate that can be obtained starting from the Gmax (Shear
of the next step-size. The procedure stops when Modulus at small strain level) value, using the
the final lateral load H is reached. Finally, the elastic relationship: E=2G(1+).
entire load-deflection curve and the deflection, The results obtained have shown the
shear, bending moment and pile-soil interface possibility of providing a good forecasting of the
pressure profiles along the pile-shaft at each load- most representative aspects (pile-head
step can be evaluated. displacement and rotation and maximum bending
moment) of the single pile response.

3.2 Details of the analysis results from a


specific case history studied

The full-scale test program (Huang et al.,


2001), realized in the island of Taiwan, aims to
evaluate the effects induced by the installation
technology on the response of pile-groups. Two
pile-groups, one consisting in bored piles and the
other in driven piles, were subjected to horizontal
loading test. The tests were also conducted on
single piles installed using these two techniques.
The response of the groups hasn’t been
considered in this work.

Figure 6. Adaptive Step-Size Control


3.2.1 Soil conditions and pile properties

In order to evaluate the effects induced by the


3 VALIDATION OF THE PROPOSED installation technology on soil properties, the in-
METHOD situ tests were conducted before and after the
realization of the pile-groups. Before installation,
were performed 8 boreholes and 8 standard
3.1 Introduction penetration tests (SPT), up to a depth of 80 m
below the ground level (G.L.). Moreover, 3 static
This section shows the prediction results of the penetration tests (CPT) and two dilatometer tests
single pile analysis using the proposed “Hybrid- (DMT) were added. Two CPT tests include the
BEM-py curves” method. The solutions obtained measurement of the shear waves velocity. After
with the analysis are compared with the the piles installation, but before load tests, three
experimental results observed in a well- DMT tests and three CPT tests were carried out.
documented lateral load test (Huang et al., 2001) The comparison between the results obtained has
on a r.c. bored single pile. highlighted as the most evident effects of the
The aim is to validate the developed method installation on soil properties occurring within the
performing the analysis not as a back-analysis but first 15 m of depth.
as a class A prediction using the actual pile
mechanical and geometrical properties and the

SG02-52
Figure 7. Cone Penetration Test (CPT), Standard Penetration Test (SPT) and Seismic CPT Data – (Huang et al., 2001)

3.2.2 Single bored pile B7: analysis results


The soil in the site, on the basis of samples and
laboratory tests, was generally classified as silty In the original article are not reported the
sand (SM in the USCS classification) or silt values of the soil unit weight in the site.
(ML), with occasional layers of silty clay (CL). Considering, for silty sands, a unit weight 
The water table is located at approximately 1 m varying between 16 to 21 kN/m3, it was assumed
below the ground level, and did not vary an intermediate value of  = 18.5 kN/m3. Along
significantly during the tests. In Figure 7 are the depth of interest, approximately equal to the
shown the CPT, SPT and Gmax profile. first 15 meters, corresponding to 10 pile
The single bored pile had a diameter D equal diameters, the mean tip resistance was about 5
to 1500 mm, a length, L, of 34.9 m and an intact MPa. The pile mechanical properties used in the
flexural rigidity, EI, equal to 6.86 GNm2. The analysis are the same indicated by the authors in
strain gauges and inclinometers were connected Table 1. The “average moment-curvature”
to the longitudinal reinforcement bars. Pile relationship used in the analysis and computed
properties are summarized in Table 1. using the model that can consider the tension
stiffening is presented in Figure 8.
On the basis of the data provided by CPT tests,
Table 1. Structural properties of bored pile (Huang et al.,
2001) it was decided to use a friction angle ’ of 34°,
obtained using the correlation proposed by
Pile diameter D [mm] 1500
Mayne (2006).
Pile length [m] 34.9
Cross sectional area [cm2] 17672  qt   v0 
 '  17.6  11  log 10   (8)
Concrete compressive strength f’c [MPa] 27.5  ' p 
 v0 a 
Reinforcement yield stress fy [MPa] 471
Steel ratio  [%] 2.5 The profile of shear modulus at small strain
2
Intact flexural rigidity EI [GNm ] 6.86 level of the soil was that provided by the authors
in SCPT data (Figure 8), but was simplified in the
analysis, as a consequence a Gmax profile linearly
increasing from 15 to 150 MPa was adopted. The

SG02-53
Poisson’s ratio was taken equal to 0.35, so Emax
was linearly increasing from 40 to 400 MPa.

Figure 10. Computed bending moments of B7 single pile at


various load levels

Figure 8. Computed “average moment-curvature” For this reason, Huang et al. (2001) and more
relationship for B7 pile section recently Wu et al. (2015) assigned a reduced
flexural rigidity to the relevant section of these
piles in order to simulate section cracking. The
The non-linear ‘p-y’ curve adopted, to model
reduced values of EpIp were necessary in both
the “near-field” soil response, was that proposed
cases to obtain a suitable match between the
by Reese et al. (1974).
analyses and test measured data. The analyses
In Figure 9 the comparison between measured
performed by Huang et al. (2001) and Wu et al.
and computed “load-deflection” curves is
(2015) were therefore back-analyses and not
presented.
direct predictions.
The software used in these two studies were
LPILE version 4.0 (p-y curves code, Reese and
Wang, 1993) and VERSAT-P3D (a quasi-3D-
FEM code, Wu, 2006), respectively. The
proposed “Hybrid BEM-py curve” method,
instead, automatically updates, during the
analysis steps, the flexural rigidity along the pile
shaft according to the “average bending moment
– curvature” relationship computed on the basis
of actual the geometrical and mechanical
properties of the pile section.

4 CONCLUSIONS
Figure 9. Comparison of measured (Huang et al. (2001) and
proposed method) and computed Lateral Load versus Head
A hybrid “BEM - py curves” method to study
Deflection curve
single piles under horizontal loading was
presented herein. With this approach, it’s possible
Moreover, computed bending moments profile to analyse single piles having free or fixed head
versus depth for different load values are shown restraint conditions. The proposed method has as
in Figure 10. Note that the authors identify the innovative features the possibility to consider the
load of 1462 kN as the value at which high non-linear response of circular reinforced
corresponds the beginning of cracking in the concrete pile sections, taking also into account of
concrete, and therefore the progressive decrease the influence of tension stiffening.
in the flexural rigidity EpIp. The proposed method has two main
advantages compare to more sophisticated codes
that are the saving of time for computation and

SG02-54
the simplicity in input data determination, since Morelli, F., Amico, C., Salvatore, W., Squeglia, N. and
Stacul, S., 2017. Influence of Tension Stiffening on the
these can be obtained by means of a standard site
Flexural Stiffness of Reinforced Concrete Circular
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was tested comparing measured and computed Popovics, S., 1973. A numerical approach to the complete
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SG02-55
ANIDIS 2017
PISTOIA

Local Seismic Response of Castelnuovo hill (AQ-Italy) with 2D models


Vidan Ilica, Emanuele Del Monteb, Alessandro Ghinellib, Sonia Boschib, Federica Durantec, Giorgio Pipponzid,
Marco Nocentinic, Marco Tallinic
a
S2R - Spin off dell’Università degli Studi di Firenze
b
Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università degli Studi di Firenze
c
Dipartimento di Ingegneria Civile e Territorio dell’Università di L’Aquila
d
USRC - Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del Cratere, L’Aquila

Keywords: local seismic response, seismic bedrock, fault, non linear dynamic analysis

ABSTRACT
The paper reports the results of a comparison between numerical simulations of local seismic response in
Castelnuovo (AQ) referring to three points of a two-dimensional model. The 2-D model develops along the cross
section of the hill and is orthogonal to the main fault of San Pio delle Camere. The model takes into account in
detail the heterogeneity of the subsoil and the irregular trend of the seismic bedrock, based on the results of an
extensive campaign of geophysical and geotechnical surveys. The nonlinear analysis of the local seismic response
is carried out following the modeling of the initial tension of the hill and of the elastic analysis accompanied by a
calibration of the model, which is based, in addition to measurements of ambient vibrations, also on the recording
of the temporary seismic stations. The results of the numerical analyzes are illustrated in terms of amplification
functions and ground motion parameters (peak acceleration, velocity and displacement), and in terms of power and
response spectra calculated at various points in the Castelnuovo relief, in order to facilitate reconstruction plan by
providing a useful tool for seismic design of civil structures.

SG02-56
ANIDIS 2017
PISTOIA

Analisi della risposta sismica locale del colle di Castelnuovo (AQ) con modelli 2D
Vidan Ilica, Emanuele Del Monteb, Alessandro Ghinellib, Sonia Boschib, Federica Durantec, Giorgio Pipponzid,
Marco Nocentinic, Marco Tallinic
a
S2R - Spin off dell’Università degli Studi di Firenze
b
Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università degli Studi di Firenze
c
Dipartimento di Ingegneria Civile e Territorio dell’Università di L’Aquila
d
USRC - Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del Cratere, L’Aquila

Keywords: risposta sismica locale, bedrock sismico, faglia, analisi dinamica non lineare

SOMMARIO
L’articolo presenta i risultati di un confronto tra simulazioni numeriche di risposta sismica locale a Castelnuovo
(AQ) riferite a tre punti di un modello bidimensionale. Il modello 2D si sviluppa lungo la sezione trasversale del
colle ed è ortogonale alla faglia principale di San Pio delle Camere. Il modello tiene conto in dettaglio
dell’eterogeneità del sottosuolo e dell’andamento irregolare del bedrock sismico evidenziati da un’estesa campagna
di indagini geofisiche e geotecniche. L’analisi non lineare della risposta sismica locale viene condotta in seguito
alla modellazione dello stato tensionale iniziale del colle e dall’analisi elastica corredata da una calibrazione del
modello che si basa, oltre alle misure di rumore ambientale, anche sulle registrazioni delle stazioni sismiche
temporanee. I risultati delle analisi numeriche sono illustrati in termini di funzioni di trasferimento e distribuzione
dell’accelerazione di picco, e in termini di spettri di risposta calcolati in vari punti del rilievo di Castelnuovo al fine
di agevolarne la ricostruzione fornendo uno strumento utile per la progettazione sismica delle strutture.

1 INTRODUZIONE sugli effetti locali del deposito e lo studio fornisce


una delle informazioni di maggior interesse ai fini
Castelnuovo è una frazione del comune di San
progettuali, cioè lo spettro di risposta elastico in
Pio delle Camere in provincia de l’Aquila e sorge
accelerazione del moto del terreno in superficie.
su un lembo residuo di terrazzo fluviale, elevato
Lo spettro viene calcolato in riferimento agli Stati
circa 60 m rispetto all’altopiano circostante di
limite SLD e SLV sia per la componente
Navelli. Fu gravemente colpita dal terremoto
orizzontale del moto sismico che per quella
Aquila mainshock del 06/04/2009 che causò la
verticale, per le verifiche e progettazioni di opere
morte di 5 persone ed il grave danneggiamento
con vita nominale Vn = 50 anni e classe d’uso II.
della maggior parte degli edifici; vi fu stimata
un’Intensità Macrosismica, secondo la Scala
Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS), pari a 9.5, 2 MODELLO GEOLOGICO
contro 8.5 de L’Aquila Centro e 5.5 di San Pio
delle Camere. La quasi completa distruzione 2.1 Vibrazioni ambientali
dell’abitato fu principalmente ascritta, oltre alle
condizioni stratigrafiche e topografiche locali, Le vibrazioni ambientali (o rumore sismico
anche alla presenza delle cavità ipogee che sotto ambientale o microtremori) sono movimenti del
l’azione sismica subirono diversi crolli, terreno caratterizzati da ampiezze non percepibili
destabilizzando i soprastanti edifici. Il presente dall'uomo (10-4 – 10-2 mm), osservabili in ogni
studio trascura la presenza di tali cavità perché parte della superficie della Terra (Nakamura
verranno consolidate mediante riempimento con 1989). Queste vibrazioni sono l'effetto di una
un materiale avente caratteristiche simili a quelle molteplicità di sorgenti agenti a diverse
del terreno vergine, tali da non alterare in maniera frequenze: onde marine e perturbazioni
sostanziale la risposta sismica (GdL “Linee guida atmosferiche, ad esempio, contribuiscono al
per la messa in sicurezza della cavità di campo d'onda a frequenze inferiori a 0.5 Hz;
Castelnuovo” 2013). Il tema è quindi incentrato vento, traffico veicolare e attività industriali

SG02-57
contribuiscono prevalentemente a frequenze Micromed (http://www.tromino.eu), SR04 by
superiori a 0.5 Hz. S.A.R.A. Electronic Instruments equipped with
La tecnica sismica passiva a stazione singola si an internal 2 Hz sensor (http://www.sara.pg.it),
è imposta negli anni recenti come il metodo più and Reftek130 datalogger (http://
semplice per verificare se in un sito esista la www.trimble.com) coupled with a Lennartz3D5s
possibilità di amplificazione per motivi velocimeter (http://www.lennartz-electronic.de/).
stratigrafici e a quali frequenze. La tecnica La frequenza di campionamento è impostata a
assume che i microtremori siano principalmente 250 Hz e il tempo di acquisizione da 20 a 90
composti da onde di Rayleigh che si propagano in minuti a seconda della misura. I dati microtremori
un singolo strato soffice su un mezzo rigido e che acquisiti sono stati analizzati con il software
la presenza di quello strato sia la causa Geopsy (http://www.geopsy.org) e Grilla per il
dell'amplificazione al sito. dispositivo Tromino. Le curve H/V sono state
Questa tecnica ha lo scopo principale di ottenute mediando i rapporti spettrali calcolati da
evidenziare la presenza di fenomeni di risonanza finestre non sovrapposte di 30 s. Ogni finestra è
sismica e consentire una stima delle frequenze stata lisciata con la funzione di Konno e Ohmachi
alle quali il moto del terreno può risultare (1998) con un coefficiente di banda di b ¼ 40. I
amplificato a causa di questi fenomeni risultati della qualità HVSR sono stati controllati
(Mucciarelli 1998). Il risultato è una curva utilizzando i criteri SESAME (2004) per
sperimentale che rappresenta il valore del convalidare la significatività statistica dei picchi
rapporto H/V in funzione della frequenza di del rapporto spettrale. La densità dei punti di
vibrazione. Le frequenze alla quali la curva H/V misura consentiti per definire la distribuzione
mostra dei massimi sono legate alle frequenze di della frequenza di risonanza (f0), come riportato
risonanza del terreno al di sotto del punto di in Figura 1.
misura. In casi semplici (coperture soffici al di
sopra di un basamento sismico rigido), è possibile
stabilire una relazione fra lo spessore h dello
strato soffice, la velocità media delle onde S
all'interno di quest'ultimo (VS) e la frequenza di
risonanza f dello strato, nella forma:
Vs
f  (1)
4h
Dall'equazione emerge come la tecnica H/V
possa fornire anche indicazioni di carattere
stratigrafico: a partire da una misura di vibrazioni
ambientali che vincola il valore di f, nota la VS
delle coperture, si può infatti stimare la
profondità dei riflettori sismici principali o Figura 1. Mappa frequenze di risonanza
viceversa. L’area del centro storico di Castelnuovo ed a
Molti studi hanno mostrato come la procedura N-W abbiamo in modo omogeneo una frequenza
di Nakamura è importante per identificare la di risonanza di circa 0.9 Hz. Per quanto riguarda
frequenza di risonanza tra coperture soffici su la piana di Castelnuovo la distribuzione delle
bedrock (Lermo and Chavez-Garcia 1994, frequenze mostra un andamento disomogeneo,
Gruppo di Lavoro MSeAQ 2010). infatti a S-SE le frequenze di risonanza hanno un
Le misure di microtremore a stazione singola range tra 1.1-2.0 Hz, ad E della piana le
si effettuano per mezzo di sismometri frequenze di risonanza hanno un f0 compreso tra
tricomponenti sufficientemente sensibili 2.1 e 4.0 Hz, questo evidenzia una diminuzione
nell'intervallo di frequenze di interesse della profondità del bedrock ed una diminuzione
ingegneristico (0.1-20 Hz, corrispondenti alle quindi dello spessore della copertura. In
frequenze dei modi di vibrare della maggior parte particolare nella parte inferiore del crinale di
delle strutture). Castelnuovo è stata registrata una f0 di 2.7 Hz e
La campagna di acquisizione di microtremori è nei pressi di tale misura è stato eseguito un pozzo
stata eseguita a Aprile-Maggio 2016, acquisendo profondo che ha raggiunto il bedrock alla
circa 40 dati di microtremori tra il centro storico profondità di 49 metri di altezza (Durante et al.
di Castelnuovo e la piana circostante. Per la 2016 e Pizzi et al. 2016).
campagna sono stati utilizzati tre tipi di
acquisitori a tre componenti: Tromino® by

SG02-58
Utilizzando la correlazione empirica di rappresentati da unità stratigrafiche
profondità f0 ottenuta per il bacino occidentale, la (allostratigrafiche) e da superfici relitte.
superficie sismica sotto la zona di Castelnuovo è Il centro storico di Castelnuovo sorge su un
stata quindi ricostruita (Fig.2 e Fig.3). lembo residuo di terrazzo, elevato circa 60 m
rispetto alla pianura circostante, con asse
2.2 Geologia e litologia maggiore orientato circa WNW-ESE. Il centro
Il territorio del Comune di san Pio delle storico di Castelnuovo sorge su un lembo residuo
Camere e quindi il paese di Castelnuovo è situato di terrazzo, elevato circa 60 m rispetto alla
nel settore nord occidentale della Regione pianura circostante, con asse maggiore orientato
Abruzzo e ricade, dal punto di vista geologico, circa WNW-ESE (Figure 2 e 3). Sia il rilievo che
nella conca di Fossa-San Demetrio dei Vestini. Si la pianura sottostante sono prevalentemente
tratta di una depressione tettonica sviluppatasi in costituiti dai limi calcarei bianchi di San
corrispondenza del bordo Nord - Occidentale Nicandro di origine fluvio-lacustre (SNF Fig.3),
della Piattaforma Laziale Abruzzese. Il substrato poggianti su un substrato calcareo e con spessore
di questa conca è costituito dalla classica serie che raggiunge circa 130 m in corrispondenza
marina meso-cenoica in facies di piattaforma e di della cima del colle ed nella zona a SW della
soglia: la successione continentale è costituita dai piana di Castelnuovo, mettendo in evidenzia un
depositi di numerosi cicli di sedimentazione che, dislocazione del substrato sottostante. Al tetto
combinandosi con intense fasi erosive nell'ambito della formazione di San Nicandro abbiamo terreni
di un generale sollevamento, hanno dato origine con una granulometria ghiaiosa con giacitura sub
ad una serie di terrazzi variamente conservati. Gli orizzontale (come evidenziato dai sondaggi
elementi principali di questa serie di terrazzi sono effettuati nell'area denominata Castello),
ascrivibili alla formazione di Vall' Orsa (VOF
Fig.2).

Figura 2. Stralcio Carta Geologica (Plio-Quaternary geology of the Paganica-San Demetrio-Castelnuovo Basin Central Italy,
Nocentini et al.)

Figura 3. Sezione 2-2' Carta Geologica (Plio-Quaternary geology of the Paganica-San Demetrio-Castelnuovo Basin Central
Italy, Nocentini et al.)

SG02-59
3 CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICA I nove campioni prelevati durante la campagna
geognostica in sito sono stati sottoposti alle
Nell’ambito delle indagini mostrate in figura
seguenti prove di laboratorio:
4, finalizzate allo studio della risposta sismica del
colle di Castelnuovo, sono state effettuate le  determinazione del peso di volume allo
seguenti prove nel corso dell’anno 2015: stato naturale (n° prove 9);
- 9 sondaggi a rotazione a carotaggio  determinazione del peso di volume dei
continuo e 1 a distruzione di nucleo per granuli (n° prove 9);
individuazione del bedrock sismico (circa 250 m  determinazione del contenuto d’acqua (n°
di sondaggi); prove 9);
- prelevamento di 9 campioni indisturbati;  determinazione del limite liquido di
- 6 prove penetrometriche dinamiche SPT Atterberg (n° prove 6);
durante l’esecuzione dei sondaggi;  determinazione del limite plastico di
- 7 prove penetrometriche statiche a punta Atterberg (n° prove 6);
elettrica CPTE (circa 200 m);
 analisi granulometrica per setacciatura e
- 3 prove sismiche Down-hole (ciascuna da
35 m); sedimentazione (n° prove 9);
- installazione di 3 piezometri;  prova di espansione laterale libera (n°
- installazione di 3 inclinometri; provini 6);
In seguito ad un’analisi accurata dei sondaggi  prova triassiale consolidata non drenata
si è potuto constatare che il materiale costituente (n° prove 3);
il colle di Castelnuovo risulta pressoché  prova di taglio diretto (n° prove 6);
omogeneo. Si tratta di un limo calcareo di colore  prova di compressione edometrica (n°
biancastro, con livelli centimetrici, talvolta prove 6);
decimetrici, di sabbia color ruggine. I livelli  prova di colonna risonante (n° prove 6).
sabbiosi-limosi risultano generalmente da umidi a
molto umidi (Figura 5).
Il peso dell’unità di volume del limo calcareo
argilloso è mediamente pari a 16.85 kN/m3; il
contenuto d’acqua medio è pari a w = 44.9%. Il
limite di liquidità e l’indice di plasticità indicano
una bassa plasticità, assumendo rispettivamente i
valori medi pari a wL = 48.4 % e wP = 38.4% e si
ottiene un IP medio pari a 10. L’indice di
consistenza medio è risultato pari a Ic = 0.26. Il
grado di saturazione medio è pari al 96%.
L’indice dei vuoti mediato su 9 campioni vale
1.240 e di conseguenza la porosità media risulta
pari al 55%. L’indice di attività medio dei
campioni provati è pari a 0.37 e pertanto si tratta
di materiali inattivi.

Figura 4. Ubicazione delle indagini in sito

Figura 5. Sondaggio S2dH Figura 6. Curve granulometriche

SG02-60
Le prove di taglio diretto e le prove triassiali G0  10  7.22   p '
0.64
(2)
sono state interpretate adottando come criterio di
rottura quello di Mohr-Coulomb e tracciando
dove p’ viene espressa in [kPa] e G0 in [MPa].
l’inviluppo di rottura proprio nel piano di Mohr.
Le prove di taglio diretto hanno fornito i seguenti
valori medi di picco dei parametri geotecnici:
 coesione efficace di picco cp’ = 4.73 kPa;
 angolo d’attrito efficace di picco φp’ =
30.52°.
Le prove triassiali hanno fornito i seguenti
valori medi di picco dei parametri geotecnici:
 coesione efficace di picco cp’ = 6.75 kPa;
 angolo d’attrito efficace di picco φp’ =
36.3°.
Il range dei valori del modulo edometrico
relativo alle tensioni efficaci verticali nel colle di
Castelnuovo, comprese fra 400 e 800 kPa, è
stimato mediando i risultati delle cinque prove
edometriche: Eed=17.4÷22.4 MPa. Figura 8. Legge di variazione del modulo di taglio G0 in
Sono state eseguite sei prove di colonna funzione della pressione efficace media p’ desunta dalle
risonante capaci di indagare il comportamento del prove down-hole
materiale del rilievo di Castelnuovo soggetto ad Per definire la curva di decadimento del
azioni dinamiche da bassi fino a medio - alti modulo di taglio in base ai dati sperimentali delle
livelli deformativi (γ < 1%) (Figura 7). E’ stato prove di laboratorio è stata adottata una legge di
effettuato un confronto tra i valori del modulo di tipo sigmoidale 3. La curva che descrive
taglio iniziale G0 delle prove di laboratorio e l’incremento del rapporto di smorzamento
quelli medi desunti dalle tre prove down-hole con (isteretico) in funzione della deformazione
la pressione efficace media p’. Al fine di definire tangenziale ciclica - D(γ) [%] è approssimata con
una relazione analitica che esprime il legame tra lo stesso modello sigmoidale 3 a cui vengono
rigidezza e stato tensionale efficace è stata applicati i criteri di Masing.
validata una regressione diretta delle misure in Infine, sulla base dei risultati delle indagini
sito (preferite a quelle di laboratorio) con una sono stati definiti i valori dei parametri fisici e
funzione di tipo potenza, che è data dall’eq. 2: meccanici dei materiali costituenti il modello
stratigrafico riportato in figura 3.
Tabella 1.Modello geotecnico

Proprietà fisiche e Limo bianco Roccia


meccaniche calcareo (SNF) d’imposta (S)
γ [kN/m3] 16.75 22.00
γsat [kN /m3] 16.75 22.00
γs [kN /m3] 25.96 27.00
n [-] 0.55 0.30
c’ [Pa] 5.7e3 2.5e6
ɸ’ [°] 33.4 25.1
σt’ [Pa] - 3.0e5
E’ [Pa] 16.6e6 5.966e9
ν' [-] 0.25 0.33
G0 [Pa] 10+7.22(p’)0.64 2.243e9
ν0' [-] 0.40 0.33
sigmoidal3:
a =1.014
G0/G [-] b = -0.461 1
x0= -1.093
D [%] Criteri di Masing 0.6
Figura 7.Curve sperimentali ottenute dalle prove dinamiche
di laboratorio

SG02-61
4 DETERMINAZIONE DELLE AZIONI  𝑆𝑎𝑡𝑎𝑟𝑔𝑒𝑡 (𝑇𝑖 ), valore
dell’ordinata spettrale
SISMICHE letta sullo spettro elastico target di
riferimento, in corrispondenza dello
Nello studio del comportamento sismico del stesso periodo;
rilievo di Castelnuovo si sono adoperate azioni  𝑃𝐺𝐴0 , accelerazione di picco
costituite da registrazioni accelerometriche di dell’accelerogramma (𝑃𝐺𝐴0 = 𝑎𝑚𝑎𝑥,𝑟 );
eventi reali. Gli accelerogrammi naturali sono  𝑃𝐺𝐴𝑡𝑎𝑟𝑔𝑒𝑡 , punto di ancoraggio dello
stati individuati nelle banche dati on-line spettro di progetto, target (𝑃𝐺𝐴𝑆 =
adottando criteri di selezione basati sulle 𝑎𝑚𝑎𝑥,𝑛 ).
informazioni tratte sia dalla sismicità storica sia
dall’inquadramento sismotettonico, utilizzando il 3. individuazione di un sottoinsieme di
Database of Individual Seismogenic Sources segnali accelerometrici sulla base di
dell’INGV (Basili et al. 2008, GdL DISS 2010). determinati valori di soglia di Drms e FS
Il metodo adottato per la selezione degli scelti in modo da garantire una
accelerogrammi, per ciascuno stato limite, è adeguata numerosità del campione
riassunto come segue (Bommer e Acevedo 2004, (Drms<10% e F<3 per lo SLD e
Pagliaroli e Lanzo 2008): Drms<15% e F<2.5 per lo SLV);
1. pre-selezione delle registrazioni 4. scelta di 7 segnali accelerometrici a
accelerometriche dalle banche dati partire dal sottoinsieme di cui al punto
sulla base delle coppie magnitudo- precedente sulla base di ulteriori criteri
distanza; di selezione (ad esempio, non includere
2. calcolo per ciascuna registrazione del lo stesso evento registrato in due
parametro Drms nel campo di periodi di diverse stazioni);
interesse (0.1 – 2 s) e del fattore di 5. calcolo dello spettro medio dei 7
scala FS per scalare il segnale al valore segnali selezionati al punto precedente
di accelerazione di picco di target; e verifica di compatibilità con lo
𝑎𝑚𝑎𝑥,𝑛 spettro obiettivo (target) di normativa:
𝐹𝑠 = (3) se lo spettro medio presenta uno scarto
𝑎𝑚𝑎𝑥,𝑟
inferiore al 10 % rispetto a quello
dove, target in tutto il campo di valori del
amax,n – accelerazione massima prevista periodo di interesse la procedura
secondo le NTC per lo stato limite termina altrimenti si procede ad
analizzato; incrementare FS (in ugual misura per
amax,r – accelerazione di picco tutti i segnali) fino a rispettare il
dell’accelerogramma registrato. vincolo di spettro-compatibilità.
In particolare, per l’individuazione degli
1 𝑆𝑎0 (𝑇𝑖 ) 𝑆𝑎𝑡𝑎𝑟𝑔𝑒𝑡 (𝑇𝑖 ) accelerogrammi per lo stato limite SLD si è fatto
𝐷𝑟𝑚𝑠 = √∑𝑁
𝑖=1 ( − ) (4) riferimento alla banca dati ITACA (Italian
𝑁 𝑃𝐺𝐴0 𝑃𝐺𝐴𝑡𝑎𝑟𝑔𝑒𝑡
Accelerometric Archive) ricca di eventi di medio
dove, bassa intensità. Per lo stato limite SLV invece, si
 𝑁, numero di punti osservati all’interno è fatto ricorso alla banca dati ESD (European
dell’intervallo di periodi specificato; Strong-motion Database).Tutti i segnali sono stati
 𝑆𝑎0 (𝑇𝑖 ), ordinata dello spettro di pseudo- opportunamente corretti e filtrati a 15 Hz prima di
accelerazione dell’accelerogramma in essere applicati al modello 2D sviluppato con il
corrispondenza del periodo 𝑇𝑖 ; codice alle differenze finite FLAC (Itasca 2006).
Tabella 2. Principali caratteristiche degli accelerogrammi selezionati per lo Stato Limite SLV
Fault Epicentral PGA_X PGA_Y EC8 Fs
Stat. ID Earthquake Name Date Mw Fs
Mechanism Distance [km] [m/s^2] [m/s^2] Site class corretto
1 ST2486 South Iceland 17/06/2000 6.5 strike slip 5.0 3.12 3.31 A 0.84 0.92

2 ST1320 Kozani 13/05/1995 6.5 normal 17.0 2.04 1.40 A 1.25 1.38

3 SRC0 Friuli earthquake 4th shock 15/09/1976 5.9 Thrust 16.4 1.29 2.45 A 1.98 2.18

4 ST561 Izmit 17/08/1999 7.6 strike slip 47.0 2.33 1.33 A 1.09 1.20

5 ST539 Bingol 01/05/2003 6.3 strike slip 14.0 5.05 2.92 A 0.87 0.96

6 AQG L'Aquila Mainshock 06/04/2009 6.3 n/a 4.4 4.79 4.37 B* 0.58 0.64

7 ST1321 Kalamata 13/10/1997 6.4 thrust 48.0 1.18 1.15 A 2.14 2.35
*Vs>600 m/s

SG02-62
5 PROCEDURA DI ANALISI La stima della frequenza fondamentale del
colle si rende necessaria per poter associare,
5.1 Stato tensionale iniziale del colle successivamente nelle analisi non lineari, ad essa
una piccola aliquota di damping “alla Rayleigh”,
L'evoluzione orogenetica è stata simulata
modellando così uno smorzamento finito alle
mediante l’attivazione istantanea dell’intero
bassissime deformazioni ove il modello isteretico
rilevato. La superficie della falda è stata imposta
restituisce un damping nullo. Il damping di
nella roccia e l’analisi è stata effettuata in
JOB TITLE : Seismic response analysis (*10^3) Rayleigh è implementato in FLAC attraverso la
condizioni drenate.
FLAC (Version 7.00)

1.200
formulazione completa ad una frequenza di
LEGEND

20-Jun-16 15:54
controllo. Quest’ultima va scelta nel campo di
step 3512
-6.183E+01 <x< 1.175E+03
1.153E+02 <y< 1.352E+03
1.000 valori definito dalla frequenza fondamentale del
Effec. SYY-Stress Contours
-4.50E+06
deposito e da quella media o predominante della
-4.00E+06
-3.50E+06
-3.00E+06
0.800
sollecitazione di input, in modo da limitare la
-2.50E+06
-2.00E+06
-1.50E+06
0.600
variazione dello smorzamento nel campo di
-1.00E+06
-5.00E+05
0.00E+00
frequenze di interesse (Lanzo et al. 2004). A tal
Contour interval= 5.00E+05
Extrap. by averaging
0.400
fine, è stata calcolata la funzione di trasferimento
Boundary plot

0 2E 2
in termini di velocità tra il basamento e la cresta
S2R
0.200
del colle, rispettivamente punti 1 e 2 in Figura 11,
Castelnuovo
0.100 0.300 0.500
(*10^3)
0.700 0.900 1.100
stimando la frequenza fondamentale - f0 di
Figura 9. Distribuzione delle tensioni verticali efficaci nel vibrazione del deposito (Figura 13). Applicando
modello al modello uno dei segnali naturali (n.d.r. Izmit),
le analisi dinamiche hanno fornito f0 = 1 Hz, in
5.2 Analisi elastica e calibrazione del modello accordo con le misurazioni sperimentali di
Lo stato tensionale efficace ottenuto in seguito rumore ambientale. A tale valore di f0 è stata
alla simulazione dell'evoluzione temporale del successivamente applicata una piccola aliquota di
colle rappresenta la condizione tensionale iniziale smorzamento alla Rayleigh pari allo 0.6 %,
per le analisi dinamiche. Prima dell’applicazione desunta dalle prove dinamiche di laboratorio.
delle azioni sismiche, sono stati aggiornati i
moduli di rigidezza dei materiali, poiché i valori
adottati nelle simulazioni in campo statico
possono essere considerati come moduli
“operativi” riferiti a livelli medio-alti di
deformazione, certamente più elevati di quelli [m/s]
indotti dalle azioni sismiche. Al deposito è stato
assegnato un modulo di taglio G0 variabile con la
pressione efficace media secondo l’equazione 2.
Prima di eseguire l’analisi dinamica non lineare
con reali proprietà di smorzamento, viene valutata
la risposta elastica del modello controllandone gli
effetti di bordo, e stimandone la massima [s] [Hz]

deformazione ciclica e frequenza fondamentale; Figura 11. Storia temporale (1a) e spettro di Fourier (1b)
cioè, viene eseguita la calibrazione del modello
JOB TITLE : . (*10^3)
del segnale Izmit, adottato per le analisi di calibrazione del
dinamico.
FLAC (Version 7.00)
1.150
modello dinamico
LEGEND
1.050
26-Aug-16 16:42
step 5650
-5.000E+01 <x< 9.499E+02 0.950
2.345E+02 <y< 1.234E+03

shear_mod 0.850
0.00E+00
3.00E+08
6.00E+08
0.750
9.00E+08
1.20E+09
1.50E+09
0.650
1.80E+09
2.10E+09

Contour interval= 1.00E+08 0.550

Extrap. by averaging

0.450

0.350

[10-1 Hz]
0.250

0.500 1.500 2.500 3.500 4.500


(*10^2)
5.500 6.500 7.500 8.500
Figura 12. Rapporto in campo lineare tra la cresta del colle
Figura 10. Distribuzione del modulo di taglio all’interno del (2) ed il basamento (1) per il segnale Izmit
colle di Castelnuovo
a) in termini di velocità b) in termini di spettri di Fourier

SG02-63
riportato l’output tipo dell’analisi non lineare:
andamento di accelerazione massima in direzione
orizzontale calcolato in cima al colle insieme
all’evoluzione degli spostamenti nel tempo
sismico, sia orizzontali che verticali, calcolati nel
medesimo punto.

Tabella 3. Valori di accelerazione in direzione orizzontale


agli SLV

accelerazione orizz. [g]


cresta base
input 1 South Iceland 0.56 0.16
input 2 Kozani 0.36 0.14
input 3 Friuli 0.41 0.15
Figura 13. Funzione di trasferimento in campo lineare tra la input 4 Izmit 0.49 0.12
cresta del colle (2) ed il basamento (1) finalizzata input 5 Bingol 0.36 0.16
all’individuazione della frequenza fondamentale (f0) del input 6 Aquila mainshock 0.33 0.12
colle
input 7 Kalamata 0.37 0.13
5.3 Analisi non lineare della risposta dinamica Media 0.41 0.14
del colle di Castelnuovo
Le analisi non lineari sono state eseguite
applicando simultaneamente i due insiemi di
storie temporali dell’accelerazione
spettrocompatibili (7 orizzontali + 7 verticali),
rispettivamente per gli stati limite SLV e SLD.
Tali analisi prevedono la valutazione della
risposta simica del colle considerando reali Figura 14. Modello del colle e punti di misura
proprietà dissipative dei materiali che lo
costituiscono. A tal proposito è stata adottata una
legge di tipo sigmoidale 3 per definire la curva di
decadimento del modulo di taglio in base ai dati
sperimentali delle prove di laboratorio. Allo
smorzamento isteretico viene aggiunto lo
smorzamento di Rayleigh dello 0.6 % associato
alla frequenza fondamentale del deposito. La sua
funzione è di smorzare oscillazioni con frequenze
prossime a quella naturale del sistema ed evitare
problemi di instabilità numerica dei risolutori,
dovuti alla risonanza. Nella tabella 3 vengono
riassunti i massimi valori delle accelerazioni in
direzione orizzontale calcolate in sommità e alla
base del modello. L’accelerazione alla base vale
mediamente 0.14 g e cresce gradualmente con la
quota fino ad un valore medio di 0.41 g in cresta.
Tenendo conto che i segnali accelerometrici di
input sono scalati ad un’accelerazione di picco
PGA=0.259 g 1 all’affioramento del bedrock, in
cresta si ha quindi un valore medio del fattore di
amplificazione pari a 1.59. In fig. 15 viene Figura 15. Input Aquila mainshock a) accelerazione
orizzontale in cresta (m/s2) b) spostamenti residui in cresta
1 Tale valore corrisponde al moto su roccia affiorante; il valore orizzontali - in rosso vs verticali – in azzurro (m)
proveniente dal semispazio infinito e incidente alla base del modello prima
dell’analisi dinamica ha, per incidenza verticale delle onde S, una
ampiezza pari alla metà del valore in affioramento.

SG02-64
6 RISULTATI DELLE ANALISI In figura 19 sono messi a confronto gli spettri
elastici medi in accelerazione orizzontale ottenuti
Uno dei risultati forniti dall'analisi di risposta
dai sette segnali amplificati al piano di campagna
sismica locale che ai fini progettuali suscita
nella parte sommitale – top, mediana – middle e
maggiore interesse è dato sicuramente dagli
bassa – bottom del rilievo di Castelnuovo. E’
accelerogrammi di output (al piano di campagna)
possibile osservare che la massima accelerazione
e i relativi spettri elastici di risposta in
spettrale in termini assoluti si ottiene nel caso
accelerazione. Nelle prossime figure vengono
dello spettro medio_bottom (circa 14.4 m/s2)
pertanto riportati gli spettri di risposta ottenuti dai
mentre la massima amplificazione, rispetto allo
segnali amplificati calcolati in tre punti di
spettro input, pari a 2.9 si ha per lo spettro
riferimento, laddove gli effetti amplificativi
medio_top per periodi intorno a 0.9 s, ovvero per
risultano maggiori, visibili in figura 14:
i periodi prossimi al periodo proprio del primo
1. parte bassa al piede del colle (bottom);
modo di vibrare del colle. Il fattore di
2. parte mediana sopra faglia (middle);
amplificazione di PGA – accelerazione di
3. parte sommitale del colle (top).
ancoraggio è praticamente uguale in tutti e tre i
casi, e vale 1.6.
Da un confronto in termini di accelerazione
vertical si deduce che il picco spettrale di 8.3 m/s2
viene raggiunto nel caso dello spettro medio
middle, cioè quello ricavato in superficie al di
sopra della faglia locale. Il massimo fattore di
amplificazione di PGA, pari a 1.63, si sperimenta
nel caso del medesimo spettro. Emerge quindi
che la faglia locale influenza maggiormente la
componente verticale del moto sismico rispetto a
quella orizzontale. Inoltre, è interessante notare
che per i periodi superiori a 1.5 s non vi è alcuna
amplificazione dell’accelerazione spettrale
Fig 16. Spettri di risposta elastici orizzontali SLV – bottom verticale.

Fig 1. Spettri di risposta elastici orizzontali SLV – middle Fig. 3: Confronto fra spettri medi SLV in acc. orizzontale

Fig 2. Spettri di risposta elastici orizzontali SLV – top Fig. 4: Confronto fra spettri medi SLV in acc. verticale

SG02-65
Nella prossima figura, viene confrontato sostanzialmente nel dominio isteretico stabile
l’andamento dell’accelerazione orizzontale dissipando meno energia e provocando maggiori
spettrale media in tre zone di riferimento amplificazioni sismiche. Questo fenomeno può
derivanti dall’analisi di risposta sismica locale essere colto osservando gli spettri di risposta
con lo spettro NTC-08 per la classe stratigrafica elastici (determinati tenendo conto di uno
di sottosuolo B e classe topografica T2 (sito di smorzamento strutturale ξ = 5%) calcolati al
Castelnuovo, n.d.r.) agli stati limite SLV. In tutti piano di campagna in tre punti diversi, cioè alla
e tre i casi il picco spettrale supera il platò dello base - bottom, nella parte mediana - middle e
spettro NTC-08 mentre per i periodi alti lo nella parte sommitale - top del colle, che
spettro NTC-08 risulta più cautelativo rispetto costituiscono l’azione sismica di progetto per gli
agli spettri medi RSL nella parte bassa e mediana interventi strutturali sugli edifici.
del colle. Nella parte alta, invece, lo spettro
medio calcolato è superiore rispetto allo spettro
da normativa per tutti i periodi analizzati. Inoltre, RINGRAZIAMENTI
si nota che per il periodo di 0.9 s (periodo
fondamentale del colle, n.d.r.) vi è Ringraziamo il Gruppo INGV L'Aquila per
un’amplificazione dovuta alle condizioni locali, aver contribuito nella campagna di acquisizione
nonostante dissipazioni di energia dovute alle delle misure H/V, mettendo a disposizione le loro
deformazioni irreversibili concentrate nelle zone stazioni Lennartz3D5s velocimeter, e
alte del colle. Lo spettro medio RSL della parte l’Amministrazione Comunale di San Pio delle
bassa è frutto di maggiori amplificazioni non Camere per l’ospitalità durante la campagna
essendoci in tale zona una rilevante dissipazione d’indagini.
di energia meccanica.

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Cosentino, D., Di Domenica, A., Di Giulio, G., Di
Naccio, D., Macerola, L., Milana, G., Nocentini, M.,
7 CONCLUSIONI Pizzi, A., Tallini, M., Vassallo, M., 2016, Seismic
microzonation of Castelnuovo (L’Aquila):
La risposta sismica del colle di Castelnuovo è investigations to refine the subsoil model for the
stata studiata preliminarmente mediante una amplification effect evaluation, Rend. Online Soc. Geol.
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del sito in esame hanno evidenziato che le zone a © INGV 2010 - Istituto Nazionale di Geofisica e
comportamento plastico sono concentrate nella Vulcanologia.
porzione sommitale del colle. Ciò avviene GdL “Linee guida per la messa in sicurezza della cavità di
Castelnuovo” a cura di Pipponzi G., Del Monte E.,
soprattutto per i segnali Bingol e Aquila Genitti C., Leonardis F., con contributo di Vignoli A.,
mainshock, che hanno un elevato contenuto di Amico A., Neri S., Ghinelli A., Breschi A., 2013, Linee
energia nel campo di periodi prossimi a quello di guida per la messa in sicurezza della cavità sotterranee
vibrazione fondamentale del colle in campo non di Castelnuovo, USRC - Ufficio Speciale per la
lineare. Le rimanenti zone del modello rimangono Ricostruzione del Cratere, Fossa (AQ) 6 Novembre
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SG02-66
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SG02-67
ANIDIS 2017
PISTOIA

Validation of a 3D model for dynamic soil-structure-interaction of pile


foundations by means of in situ tests
Maria Chiara Capattia, Sandro Carbonaria, Francesca Dezib, Fabrizio Garaa, Graziano Leonic, Michele Moricic
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, Edile ed Architettura, Università Politecnica delle Marche, Via Brecce
Bianche, 60131 Ancona.
b
Dipartimento di Economia, Scienze e Diritto, Università degli studi della Repubblica di San Marino, Via Salita alla Rocca
44, 47890 San Marino, Repubblica di San Marino.
c
Scuola di Ateneo Architettura e Design, Università di Camerino, Viale della Rimembranza, 63100 Ascoli Piceno

Keywords: Experimental validation, Dynamic Soil-Pile-Structure Interaction, In Situ tests, Dynamic Identification
Techniques.

ABSTRACT
In the present paper, a twofold validation of a numerical model developed by the authors for the kinematic and
inertial soil-pile-structure interaction analyses, based on results of full scale in-situ experimental tests is presented
and discussed. The model, originally developed for groups of vertical piles in layered soils and recently updated to
consider pile inclination, accounts for pile–soil–pile interaction and radiation problem by means of elastodynamic
Green’s functions. The validation is based on in situ data deriving from two different experimental campaigns. The
first campaign concerns three steel pipe piles in a near shore environment, tested by means of impact and snap back
tests; strains along the shaft of the source pile and acceleration on the top of source and receiver piles were
acquired. The second set of experimental data have been obtained during an experimental campaign on both two
single vertical micropiles and on a group of inclined micropiles in an alluvial soil deposit, where ambient vibration
tests, impact load tests, snap back tests and forced vibration tests were performed. Finally, the comparison between
numerical and experimental data in terms of dynamic impedance of the system is discussed, and the ability of the
proposed model to simulate soil-pile-interaction phenomena is evaluated for different typologies of deep
foundations.
.

SG02-68
ANIDIS 2017
PISTOIA

Validazione di un modello 3D per l’interazione dinamica terreno-struttura


mediante prove in sito su fondazioni profonde
Maria Chiara Capattia, Sandro Carbonaria, Francesca Dezib, Fabrizio Garaa, Graziano Leonic, Michele Moricic
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, Edile ed Architettura, Via Brecce Bianche, 60131 Ancona.
b
Dipartimento di Economia, Scienze e Diritto, Via Salita alla Rocca 44, 47890 San Marino, Repubblica di San Marino.
c
Scuola di Ateneo Architettura e Design, Viale della Rimembranza, 63100 Ascoli Piceno.

Keywords: Validazione Sperimentale, Interazione Dinamica Terreno-Palo-Struttura, Prove In-Situ, Tecniche di


Identificazione Dinamica.

ABSTRACT
In questo articolo viene presentata e discussa la duplice validazione di un modello numerico per l’interazione
dinamica terreno-fondazione-struttura nel caso di fondazioni profonde. Il modello, originariamente sviluppato per
gruppi di pali verticali in terreni stratificati, e recentemente aggiornato per tener conto dell’inclinazione dei pali,
considera l’interazione terreno-palificata e lo smorzamento per radiazione attraverso funzioni elastodinamiche di
Green. La validazione è basata su dati sperimentali ottenuti attraverso due distinte campagne sperimentali. La
prima campagna prove riguarda tre pali in acciaio vibro-infissi in ambiente marino, sui quali sono state eseguite
prove di impatto e prove di snap-back, misurando le deformazioni lungo il palo sorgente e le accelerazioni in testa
al palo sorgente e a quelli riceventi. Il secondo gruppo di dati sperimentali è stato ottenuto durante una recente
campagna prove su due micropali singoli verticali e su un gruppo di tre micropali inclinati in terreno limoso
alluvionale, durante la quale sono state eseguite prove di vibrazioni ambientali e di impatto, prove di snap-back e
prove in condizioni di vibrazioni forzate. Attraverso il confronto tra dati numerici e sperimentali in termini di
impedenza del sistema, si discute la capacità previsionale del modello nel simulare il fenomeno dell’interazione
palo terreno al variare della tipologia di fondazione profonda.

parametrici in condizioni di terreno e di carico


note e controllabili, mentre test in scala reale
1 INTRODUZIONE realizzati in-situ forniscono le reali condizioni del
Negli ultimi decenni sono stati sviluppati terreno e del palo. Ad oggi, la maggior parte dei
diversi modelli numerici ed analitici per lavori sperimentali si è concentrata su test in
riprodurre il fenomeno complesso piccola scala, mentre pochi lavori riguardano
dell’interazione terreno-palo-struttura sotto prove in-situ in vera grandezza (Jennings et al.,
carichi dinamici orizzontali. In questo contesto, 1986; Pender et al., 2011; Dezi et al., 2012b,
sia i metodi diretti, in cui si modella agli elementi 2013, 2016). I dati sperimentali peró, oltre a
finiti o alle differenze finite l’intero sistema permettere una migliore comprensione dei
terreno-fondazione (Yegian e Wright, 1973; fenomeni, potrebbero anche essere usati per la
Trochanis et al., 1991), sia procedure teoriche validazione di metodi teorici o di modelli
nell’ambito dei metodi per sottostrutture (Wolf, numerici.
1987; Fan et al., 1991; Gazetas e Mylonakis, In questo lavoro, il modello teorico di Dezi at
1998), sono estremamente sensibili ai parametri al. (2009, 2016) per l’interazione dinamica
geometrici e meccanici che definiscono le cinematica ed inerziale di gruppi di pali, applicato
caratteristiche dinamiche del sistema terreno- in passato per cogliere la risposta sismica di ponti
palo. Per questo motivo, i risultati sperimentali e strutture con fondazioni profonde (Carbonari
ottenuti attraverso prove in scala reale o in 2011a, 2011b, 2012; Dezi et al., 2012a) è stato
piccola scala sono preziosi per una loro accurata validato attraverso due set di dati sperimentali
valutazione e calibrazione. Essendo tra loro ottenuti da altrettante campagne prove.
complementari, le prove in sito ed in laboratorio La prima campagna prove riguarda tre pali in
garantiscono insieme una adeguata conoscenza acciaio vibroinfissi in ambiente near-shore, sui
dei fenomeni geotecnici (Jamiolkowski et al., quali sono state eseguite prove di impatto e di
1995). Infatti, i test in piccola scala fatti in snap-back, misurando le deformazioni lungo il
laboratorio offrono l’opportunità di eseguire studi palo sorgente e le accelerazioni in testa al palo

SG02-69
sorgente e a quelli riceventi. Il secondo gruppo di up2 e up3 lungo le direzioni x1, x2 e z,
dati sperimentali è stato ottenuto durante una rispettivamente. In accordo con il modello di
recente campagna prove su due micropali singoli Eulero-Benoulli, le deformazioni sono descritte
verticali e su un gruppo di tre micropali inclinati dalle curvature dei pali su piani ortogonali a ξi e
in terreno limoso alluvionale, durante la quale da una deformazione normale media; queste sono
sono state eseguite vibrazioni ambientali, prove raggruppate nel vettore

[ ]
di impatto, snap back e vibrazioni forzate.
DRu T (ω ; z ) = DR1u1T L DR p u p T L DR n u n T
~ ~ ~
La capacità previonale del modello è mostrata (4)
in termini di rigidezza dinamica dei sistemi
investigati. ottenuto applicando l’operatore differenziale
 ∂2
− R p u p ⋅ a 2, p ( )
 ∂ζ
2
2 MODELLO TEORICO 
 ∂2 
La formulazione agli elementi finiti DR p u p T (ω ; z ) = 
~
(
R pu p ⋅ a1, p )  (5)
 ∂ζ
2

originariamente proposta in Dezi et al. (2009) per
l’analisi cinematica di gruppi di pali risolve il
 ∂
(
 ∂ζ R p u p ⋅ aζ , p ) 

 
problema nel dominio delle frequenze, nell’ottica
di un approccio per sottostrutture. La Nell’equazione (4),
formulazione è stata recentemente aggiornata
Dezi et al. (2016) per tenere in conto R 1 L 0 L 0 
 
dell’inclinazione dei pali, ed è in seguito  M M M 
brevemente riportata. R =  0 L Rp L 0  (6)
Si considera un gruppo di n pali circolari con  
 M M M 
lo stesso diametro ma con differenti angoli di 0 L 0 L R 
 n
inclinazione. Il sistema di riferimento
{0; x1, x2; z} è definito in Figura 1. è la matrice di rotazione che permette di
L’orientamento del palo p-esimo, per il quale si esprimere gli spostamenti locali di ciascun palo a
assume un comportamento a trave di Eulero- partire dai corrispondenti spostamenti globali; ciò
Bernoulli, è definito dal versore aζ,p dell’asse si ottiene assemblando le matrici
longitudinale del palo ζp. Per semplicità, la
proiezione della lunghezza del palo sull’asse  e1 ⋅ a1, p e1 ⋅ a 2, p e1 ⋅ aζ , p 
 
verticale z è uguale a L per tutti i pali, dunque la R p = e 2 ⋅ a1, p e 2 ⋅ a 2, p e 2 ⋅ aζ , p  (7)
lunghezza effettiva del palo p-esimo può essere e z ⋅ a1, p e z ⋅ a 2, p e z ⋅ aζ , p 

ottenuta come:
ottenute considerando tutti i pali del gruppo. I
ζ p = (aζ , p ⋅ e z )−1 z = β p z (1) pali sono soggetti a forze di interazione laterale le
considerando z = L. In (1), ez è il versore dell’asse cui risultanti sono raggruppate nel vettore
verticale nel sistema di riferimento globale. Il
sistema di riferimento locale {0’; ξ1, ξ2; ζ}p del
r T (ω ; z ) = r1T[ L rp T L rn T ] (8)
palo p-esimo è identificato dalla base ortonormale costituito dai sottovettori rp, ciascuno contenete
aζ , p a 2, p = e z × a ζ , p a1, p = a 2, p × a ζ , p (2a,b,c) le componenti rp1, rp2 e rp3 lungo le direzioni x1,
x2 e z, rispettivamente. In condizioni dinamiche ,
dove a1,p e a2,p sono i versori degli assi locali ξ1 e nascono delle forze di inerzia ω2Mu(ω;z), dove
ξ2, rispettivamente.
 I L 0 L 0
Se ω è la frequenza angolare, gli spostamenti M
dei pali ad una certa profondità z, con riferimento  M M 
al sistema di riferimento globale, sono descritti M = ρ p A 0 L I L 0  (9)
 
nel dominio delle frequenze dal vettore a valori M M M
complessi 0 L 0 L I 
 

[
u T (ω; z ) = u1T L u p T L u n T ] (3) è la matrice delle masse del gruppo. Nella (9) ρp e
A sono rispettivamente la densità del materiale e
che raggruppa gli spostamenti misurati lungo l’area della sezione trasversale del palo, mentre I
l’asse degli n pali che costituiscono il gruppo. è la matrice identità (di ordine 3).
Ogni sottovettore up(ω; z), riferito al p-esimo Assumendo un comportamento lineare per il
palo, contiene le componenti di spostamento up1, palo, le risultanti delle tensioni sono definite da:

SG02-70
s(ω; z ) = KDRu(ω ; z ) (10) e2
e1 x1

x2 ez aζ,p
dove
K 1 L 0 L 0  L z

 M M M 
K =  0 LKp L 0  (11) ζp
 
 M M M 
 0 L 0 L K n 

è la matrice di rigidezza dei pali del gruppo, Figura 1. Gruppo con pali inclinati
ottenuta assemblando le sottomatrici
I 0 0 
 D11 L D1q L D1n 
K p = E 0 I 0  (12)  M
 M M 
0 0 A 
D(ω ; κ , z ) =  D p1 L D pq L D pn  (17)
 
in cui E è il modulo di Young del materiale e I  M M M 
è il momento d’inerzia della sezione del palo. D n1 L D nq L D nn 
 
La condizione d’equilibrio in forma debole del
gruppo di pali si può esprimere attraverso il è una matrice a valori complessi ottenuta
principio di Lagrange-D’Alambert, ottenendo: assemblando le sottomatrici Dpq(ω;κ, z), che
L L contengono le funzioni elastodinamiche di Green;
∫ BK D Ru (ω ; z ) ⋅ D R uˆ (z )dz − r (ω ; z ) ⋅ uˆ (z )dz
∫ queste esprimono gli spostamenti del terreno in
0 0 (13) corrispondenza del palo p-esimo alla profondità z,
L indotti da una forza armonica puntuale applicata
− ω 2 BMu (ω ; z ) ⋅ uˆ (z )dz = 0 ∀ uˆ ≠ 0
∫ in corrispondenza del palo q-esimo alla
0
profondità κ. La (15) permette di modellare i
in cui fenomeni dell’interazione terreno-palificata una
volta che siano note le funzioni di Green. Dal
β1 L 0 L 0 
M M M
momento che il problema è completamente
B =  0 L βp L 0  (14) accoppiato, tutte le componenti delle matrici Dpq
  sono non nulle. Il problema si può semplificare
M M M
 0 L 0 L β n  introducendo le ipotesi di Baranov (basate sulle
approssimazioni di Winkler), assumendo che il
è la matrice che contiene i Jacobiani delle terreno sia costituito da layer orizzontali
trasformazioni di coordinate. La condizione di infinitamente estesi. Sotto questa ipotesi, le
compatibilità tra gli spostamenti del palo e del reazioni del terreno lungo la superficie laterale
terreno è espressa, assumendo che non si verifichi dei pali siano prodotte da layer elastici
un distacco all’interfaccia tra palo e terreno mutualmente indipendenti l’uno dall’altro. Il
durante il moto, dalla relazione integrale: kernel della (15) dunque si semplifica
D(ω; κ , z ) = D(ω; z )δ (z − κ )
L ~
(18)
u(ω ; z ) = u ff (ω ; z ) − D(ω ; κ , z )r (ω; κ )dκ
∫ (15)
dove δ(z-κ) è la funzione delta di Dirac e D(ω; z )
~
0

che esprime l’uguaglianza tra gli spostamenti del contiene le funzioni elastodinamiche di Green che
palo e quelli del terreno, valutati in descrivono la dinamica dei layer infiniti alla
corrispondenza dell’asse del palo e ottenuti dalla profondità z. La (15) diventa così
sovrapposizione del moto uff di free field e degli
u(ω ; z ) = u ff (ω ; z ) − D(ω ; z )r (ω; z )
~
spostamenti indotti dai fenomeni di interazione (19)
terreno-palificata. dalla quale si possono ricavare le forze di
Come per gli spostamenti del palo il moto di free interazione terreno-palificata
field è espresso dal vettore
r(ω; z ) = −D−1 (ω; z )[u(ω; z ) − u ff (ω; z )]
~
[ ]
(20)
u ff (ω; z ) = u1ff
T T
L u p ff T
L u n ff T
(16)
Tenuto conto della (20) la condizione di
In (15), equilibrio globale (13) può essere riscritta come

SG02-71
L L

∫ BKDRu(ω ; z ) ⋅ DRuˆ ( z )dz + ∫ D u(ω; z ) ⋅ uˆ (z )dz


~ −1 Assemblando gli spostamenti nodali in un
0 0
(21) vettore unico di spostamento d(ω), è possibile
L L
− ω ∫ BMu(ω; z ) ⋅ uˆ (z )dz = ∫ D −1u ff (ω; z ) ⋅ uˆ (z )dz ∀uˆ ≠ 0
2 ~ ottenere il seguente sistema complesso di
0 0 equazioni lineari:
La soluzione del problema può essere ottenuta (K P − ω2 M + K S d = f ) (27)
numericamente con il metodo degli elementi
dove
finiti, dividendo i pali in E elementi finiti di
E L
lunghezza Le ed esprimendo gli spostamenti locali K p = ∑ ∫ (DΝL ) BK (DΝL )d e dz
T
(28)
all’interno degli elementi attraverso e =1 0

l’interpolazione di quelli agli estremi:


( ) ( )
E Le
R pu p (z; ω ) ≅ N p (z )L pd ep (ω ) Μ = −ω 2 ∑ ∫ R T ΝL BM R T ΝL dz
T
(22) (29)
e =1 0

dove d ep (ω) è il vettore degli spostamenti nodali


( ) ( )
E Le
T ~
del palo p-esimo. costituito da 6 gradi di libertà K s = ∑ ∫ RT ΝL D−1 RT ΝL dz (30)
e =1 0
per nodo; inoltre Np è la matrice dei polinomi
interpolanti, assemblata considerando polinomi
( )
E Le
T ~
del terzo ordine per gli spostamenti trasversali e f = ∑ ∫ R T ΝL D −1u ff dz (31)
i =1 0
del primo per quelli longitudinali, mentre
R p 0 0 0  sono rispettivamente la matrice globale di
 0 Rp 0 0  rigidezza dei pali, la matrice globale delle masse
Lp =  (23) dei pali, la matrice globale di impedenza del
 0 0 Rp 0 
  terreno, ed il vettore dei carichi esterni dovuti al
 0 0 0 R p 
moto di free field.
è la matrice di rotazione che permette di L’eventuale connessione rigida in testa ai pali
esprimere gli spostamenti locali dei nodi di viene imposta introducendo un vincolo rigido e
estremità dell’elemento a partire da quelli globali. definendo un nodo Master con sei componenti
Il vettore (3) può dunque essere approssimato generalizzate di spostamento, raggruppate nel
nella forma vettore
u(z; ω ) ≅ R T N(z )Ld e (ω ) (24) d TF (ω) = [U 1 U 2 U z Φ1 Φ 2 Φ z ] (32)
dove d e (ω) è il vettore che raggruppa gli Il vincolo è imposto analiticamente per mezzo
spostamenti nodali di tutti i pali, mentre N ed L di una matrice geometrica A, che permette di
sono matrici generali ottenute assemblando i scrivere:
contributi di tutti i pali: d 
d(ω) = A  F  (33)
d E 
N1 L 0 L 0  L 1 L 0 L 0 
M M M  M M M  dove dF e dE raggruppano gli spostamenti della
N( z ) =  0 L N L 0  , L(z ) = 
 0 L L L 0  (25) zattera e dei pali. La (27) cosi diventa:
 p
 p

M M M  M M M 
Z FF Z FE  d F  f F 
 0 L 0 L N n   0 L 0 L L n  Z EF Z EE  d E  = f E  (34)
la condizione globale di equilibrio diventa così:
dove
E Le

∑ ∫ BK DΝLd e
⋅ D ΝL dˆ e dz + Z FF Z FE 
Z EF Z EE  = A K P − ω M + K S A
T 2
( ) (35)
e =1 0

E Le

∑ ∫D
~ −1 T
R ΝLd e ⋅ R T ΝL dˆ e dz f F 
f E  = A f
T
(36)
e =1 0
(26)
E Le
Manipolando opportunamente la (24) si
−ω 2
∑ ∫ BMR
e =1 0
T
ΝLd e ⋅ R T ΝL dˆ e dz
ottengono la matrice di impedenza terreno-
fondazione, ℑi (ω), ed il moto di input al livello
E Le

∑ ∫D della fondazione, dF (ω), necessari per eseguire


~ −1
= u ff ⋅ R T ΝL dˆ e dz ∀ dˆ e ≠ 0
i =1 0

SG02-72
analisi di interazione inerziale della distanza dalla sorgente. Le tipologie di strumenti
sovrastruttura: utilizzate per il monitoraggio dei pali sono
(
ℑ(ω) = Z FF − Z FE Z EE Z EF
−1
) (37) estensimetri (SG) ed accelerometri (A); per la
misura delle pressioni interstiziali nel terreno
d F (ω) = Z F
−1
[f F
−1
− Z FE Z EE f E ] (38)
vicino al palo si sono usati trasduttori di pressione
(PT) (Figura 2d). Su questi pali sono state
Nell’ottica del metodo per sottostrutture, la eseguite prove a forzante orizzontale impulsiva
matrice di impedenza terreno-fondazione con un martello di 5.5 kg in grado di produrre una
espressa con la (37) definisce le relazioni forza- forza impulsiva massima di circa 5 kN ed uno
spostamento che permettono di considerare la spettro costante nel range di frequenze 0-200 Hz.
struttura su base cedevole nelle analisi strutturali, qc [MPa]
mentre la (38) fornisce il cosiddetto FIM (il moto
in input al livello della fondazione), che descrive
gli spostamenti del nodo Master come
conseguenza del moto di free field filtrato dal
gruppo di pali, e che deve essere applicato alla
base della struttura nelle analisi strutturali per
tener conto delle modifiche del segnale indotte
dal terreno e dalla fondazione.

3 CAMPAGNE SPERIMENTALI
In questo paragrafo le principali caratteristiche
delle campagne sperimentali utilizzate per
validare il modello analitico di Dezi et al. (2009, (a)
2016) sono brevemente richiamate. (O) NSPT [blows/foot]

(b) y
3.1 Pali in acciaio vibroinfissi in argille marine (c)
(La Spezia) P3
I dati sperimentali presi in esame derivano da

4.5 m
un’ampia campagna prove eseguita su tre pali
tubolari in acciaio vibro infissi presso il porto P3
P2
turistico di La Spezia (Dezi et al. 2012). La P1 P2 P1
x 2.8 m
stratigrafia dei terreni nell’area in oggetto è stata
dedotta da diverse campagne di indagini Generatrice principale Generatrici sx e dx
0
geognostiche ed è caratterizzata dalla presenza di A1
m.s.l.
1
materiali di ambiente marino, in genere limi,
2
sabbie fini e argille, nei primi metri, e da depositi SG1
3
a maggior componente terrigena, costituiti da SG2 SG2sx SG2dx
4 mud SG3
argille consolidate, limi e sabbie, più in SG4 SG4sx SG4dx
5 SG5
profondità (Figura 2a). SG6 SG6sx SG6dx
6
I pali sono infissi per 9.5 m nello strato di SG7 SG7sx SG7dx
7 PT
argilla soffice mentre la testa del palo è 1,25 m SG8
8
sopra il livello del mare. I pali non sono vincolati SG9
9
in testa e sono disposti in pianta ad “L” (Figura SG1 estensimetro SG
10 accelerometro A
2b e c). Questa configurazione ha permesso di SG1
trasduttore di
11
rilevare contemporaneamente la risposta di un pressione PT
12
palo sollecitato in testa, palo sorgente, indicato in
Profondità (m)

13
Figure 2c come P1,e di due pali riceventi, uno
14
disposto lungo la direzione di applicazione della
15
forzante e l’altro ad essa perpendicolare. Il 15.5 (d)
differente interasse tra i pali, invece, ha Figura 2. (a) Modello stratigrafico e profilo di qc; (b, c)
consentito di valutare il complesso fenomeno disposizione dei pali di prova; (d) strumentazione del palo
della propagazione ondosa al variare della sorgente

SG02-73
Durante ogni prova sono state registrate le Lo studio sperimentale ha interessato 2
storie temporali della forzante orizzontale, micropali singoli verticali e 4 micropali inclinati
dell’accelerazione in testa a ciascun palo, delle connessi in testa da una zattera di cemento armato
deformazioni e della pressione interstiziale lungo (Figura 4). Uno dei micropali verticali è un
il palo caricato. semplice palo trivellato con armatura tubolare,
Questo lavoro si concentra sui risultati mentre gli altri sono micropali di tipo IRS. I
accelerometrici delle prove di impatto, eseguite quattro micropali IRS che costituiscono il gruppo
secondo le configurazioni riportate in Figura 3. sono inclinati di 15° lungo la direzione y e sono
distanziati l m l’uno dall’altro. L’armatura di tutti
i micropali è costituita da una barra tubolare
d’acciaio lunga 8 m, ottenuta tramite
l’assemblaggio di 4 conci lunghi 2 m. Il diametro
esterno del tubo (spesso 6 mm) è di 76,1 mm.
2
0 20 40 q c [kg/cm ] Proprietà dello strato a lluvionale
0

Peso unità di volume γ’ =17-19 kN/m3


2 Angolo d’attrito ϕ’ = 24-26°
Coesione efficace c’ = 0 kPa
4 Coesione non drenata cu = 20-40 kPa
Martello Accelerometro
Limite liquido ωL = 20-40 %
Profondità [m]

Figura 3. Prove di impatto: configurazioni di prova


Indice di plasticità IP = 5-15 %

3.2 Micropali singoli ed in gruppo in terreni Modulo edometrico Eoed = 2-3000 kPa
limosi alluvionali (Osimo - Ancona)
(a) (b)
Questa recente campagna sperimentale è stata
Figura 4. Profilo di qc e (b) parametri geotecnici nello
intrapresa con l’obiettivo di investigare il strato interessato dalla presenza dei micropali
comportamento dinamico di micropali singoli ed
in gruppo sotto carichi dinamici orizzontali. I 1,4 m
y (a) 1,0 m
micropali sono stati realizzati nella zona
industriale di Osimo (in provincia di Ancona). x
L’area, caratterizzata da depositi alluvionali 1,5 m
1,0 m 1,4 m
1,5 m
costituiti prevalentemente da materiali limo
argillosi, è stata investigata per mezzo di una
(b) (c)
specifica indagine geognostica comprensiva di 2 1m

sondaggi verticali continui fino a 15 m, 2 prove 0,5 m


Sezione 1 Sezione 1 0,75 m Sezione 1
penetrometriche statiche (dalle quali è stato P1 P2
ottenuto il profilo di resistenza alla punta qc
Sezione 2 Sezione 2 Sezione 2
riportato in Figura 4a), e diverse prove di
laboratorio su campioni indisturbati. Il fusto dei Tavola
15°
8m d’acqua
micropali risulta immerso in un terreno limo-
argilloso di natura alluvionale avente scarse Sezione 3
proprietà meccaniche; le principali caratteristiche 4 m Sezione 3
geotecniche nella porzione di terreno interessata
dalla presenza dei micropali sono sintetizzate in
Figura 4b. Inoltre, il profilo della velocità delle
onde di taglio Vs con la profondità è stata valutata
Sezione 1 Sezione 2 Sezione 3
grazie all’esecuzione di prove geofisiche attive e (d)
passive (MASW, ESAC, HVSR). Lungo il fusto 7,6 cm 34 cm
17 cm
dei micropali la Vs è c\ratterizzata da un valore
medio di 180 m/s. Figura 5. (a) Vista in pianta del campo prove e sistema di
La falda è a circa 3,5 m da piano campagna. Il riferimento globale adottato; (b) vista laterale dei pali
bedrock sismico si trova a circa 75 m. verticali; (c) vista laterale del gruppo di micropali inclinati;
(d) sezioni trasversali dei micropali

SG02-74
Partendo dal basso, gli ultimi due conci del Di seguito è riportato un confronto in termini
tubolare metallico sono equipaggiato di valvole di di funzioni di impedenza, ovvero di rigidezza
non ritorno (distanziate 50 cm l’una dall’altra) per complessa del sistema sotto carichi dinamici.
le iniezioni ad alta pressione. L’ultimo concio In questo lavoro, l’impedenza sperimentale
dispone anche di un tappo di fondo attraverso cui orizzontale è identificata come il rapporto, nel
viene eseguita l’iniezione ad alta pressione in dominio delle frequenze, tra la forza (l’impatto)
corrispondenza della punta del palo. Le valvole, 4 applicata sulla testa del palo e lo spostamento
per ciascun concio, sono ottenute attraverso 2 della testa del palo lungo la medesima direzione.
piccoli fori, diametralmente opposti, coperti da Gli spostamenti sono derivati dal segnale
una banda di gomma assicurata da due anelli accelerometrico registrato per mezzo di una
d’acciaio saldati al tubo in corrispondenza degli doppia integrazione discreta nel dominio del
estremi della valvola. I conci sono stati infatti tempo, implementando il metodo dei trapezi e
giuntati preliminarmente in laboratorio per procedure di filtraggio (filtri passa-basso) per
consentire una corretta installazione di evitare trend spuri ad ogni step.
estensimetri lungo la barra. Una volta terminata
l’installazione e la meticolosa protezione dei 4.1 Pali in acciaio vibroinfissi in argille marine
sensori, le barre sono state trasportate in sito per (La Spezia)
l’installazione. Sono quindi stati eseguiti fori di Il modello sopra riportato è stato adottato per
scavo profondi 7,50 m con diametro 17 cm. Dopo simulare le prove di impatto sul palo sorgente P1
una prima iniezione di malta all’interno dei fori di e, dal momento che l’energia della prova è molto
scavo, le barre strumentate sono state bassa, si sono ritenute accettabili le ipotesi di
attentamente inserite all’interno dei fori iniettati. trascurare la formazione di gap tra palo e terreno
Tutti i micropali hanno un tratto svettante di e di comportamento del sistema elastico lineare. I
armatura (lungo 50 cm) attraverso cui vengono parametri richiesti dal modello analitico sono stati
impartite le forze al palo durante le prove. Dopo calibrati sulla base della caratterizzazione
circa 48 ore dalla prima iniezione, altra malta geotecnica a disposizione. La densità ρp del palo,
cementizia è stata iniettata attraverso le valvole di relativamente alla parte sommersa, è calcolata in
non ritorno con l’ausilio di un packer con pistone modo da tenere in conto la massa dell’acqua
a doppio effetto: il packer è stato calato all’interno e all’esterno del palo come massa
all’interno della barra cava di armatura e una aggiunta. Le caratteristiche meccaniche del
volta raggiunta la profondità di ciascuna barra è
terreno (densità ρs, velocità media delle onde di
stata iniettata la miscela cementizia ad una
taglio Vs e modulo di Poisson νs) e del palo P1
pressione di 6÷8 MPa. La miscela cementizia
utilizzata per le iniezioni ha un rapporto acqua- (densità ρp, modulo elastico Ep, e modulo di
cemento pari a 0,5 ed è priva di inerti. Nel Poisson νp,) sono riportate in Tabella 1. Per
seguito, il palo verticale IRS sarà chiamato P1, discretizzare palo e terreno in modo da cogliere
quello privo di iniezioni ad alta pressione P2. correttamente il contenuto in frequenza del
Oltre alla strumentazione permanente installata sistema si è adottata la regola di Kuhlemeyer e
preliminarmente sulla barra d’armatura del Lysmer (1973).
micropalo, durante le prove sono stati utilizzati I risultati del confronto sono mostrati in
diversi altri sensori in posizioni specifiche. In termini di funzioni di impedenza (parte reale e
particolare per le prove di impatto sono stati immaginaria) in Figura 6.
utilizzati accelerometri in testa ai pali. E’ stato E’ possibile osservare, sia per la parte reale
inoltre utilizzato un martello strumentato (lo che per quella immaginaria, un buon accordo tra i
stesso usato per le prove al porto di La Spezia). risultati sperimentali e la predizione teorica,
all’interno di un range di frequenze che
tipicamente copre quello di interesse nel campo
4 VALIDAZIONE DEL MODELLO della geotecnica sismica (0-15 Hz). La differenza
riscontrata a frequenze più alte è imputabile,
Il modello per l’interazione dinamica di Dezi
almeno parzialmente, al fatto che il modello
et al. (2016) è stato utilizzato per simulare alcune
numerico non coglie le deformazioni sezionali del
prove di impatto eseguite durante le due
tubolare.
campagne sperimentali descritte in precedenza.

SG02-75
Tabella 1. Principali parametri adottati nel modello La discretizzazione adottata per il palo e per il
utilizzato per simulare le prove di impatto sui pali del terreno è stata scelta in modo tale da cogliere le
campo prove di La Spezia frequenze fondamentali del sistema (in particolare
Elemento\Proprietà ρs [t/m3] VS [m/s] νs i micropali singoli verticali, privi di massa in
testa, hanno frequenze fondamentali molto alte).
Terreno 1.68 ~ 55 0.49
I risultati del confronto sono mostrati in
Elemento\Proprietà ρp [t/m3] Ep [kPa] νp
termini di funzioni di impedenza (parte reale e
Palo (parte emersa) 7.8 200 x 106 0.3 immaginaria), in Figura 7 per uno dei micropali
Palo (parte sommersa) 38.6 200 x 106 0.3
Palo (parte nel terreno) 35.5 200 x 106 0.3
singoli, e in Figura 8 per il gruppo di micropali
inclinati, nelle due direzioni.
3
3 P1

Impedenza x 104 [kN/m]


Impedenze × 10-4 [kN/m]

Test Imm
Modello Imm

Test
Modello Re
Re
6.6
-3 133
0 12.5 25 37.5 f [Hz] -5
0 50 100 150 200 f [Hz]
Figura 6. Confronto tra rigidezze dinamiche orizzontali,
sperimentali ed analitiche, per il palo oggetto della Figura 7. Confronto tra rigidezze dinamiche orizzontali,
sperimentazione al porto turistico di La Spezia sperimentali ed analitiche, per uno dei micropali singoli
oggetto della sperimentazione eseguita presso Ancona
4.2 Micropali singoli ed in gruppo in terreni 8
limosi alluvionali (Osimo - Ancona) x
Impedenza x 105 [kN/m]

Il modello sopra riportato è stato adottato per Imm


simulare le prove di impatto sui micropali singoli
e sul gruppo di micropali. I parametri richiesti dal
modello analitico sono stati calibrati sulla base Test
Modello
della caratterizzazione geotecnica e meccanica a
disposizione (Tabella 2). Per le proprietà Re
sezionali dei micropali si è fatto riferimento ad
38.5
una sezione omogeneizzata, e le iniezioni sono -10
state tenute in conto attraverso un diametro 0 25 50 75 100 f [Hz]
equivalente (calcolato in funzione del volume di (a)
8
miscela iniettato). La velocità delle onde di taglio
y
del terreno varia linearmente con la profondità,
Impedenza x 105 [kN/m]

con un valore medio pari a 180 m/s nei metri di Imm


terreno interessati dalla presenza dei micropali.

Tabella 2. Principali parametri adottati nei modelli utilizzati


per simulare le prove di impatto micropali del campo prove
in provincia di Ancona Re
Elemento\Proprietà ρs [t/m3] VS [m/s] νs
45.5
Terreno 1.95 180 0.45 -10
0 25 50 75 100 f [Hz]
Elemento\Proprietà ρp [t/m3] Ep [kPa] νp (b)
Micropalo (Sezione 1) 1.02 22 x 106 0.24 Figura 8. Confronto tra rigidezze dinamiche orizzontali,
Micropalo (Sezione 2) 1.43 22 x 106 0.24 sperimentali ed analitiche, per il gruppo di micropali
Micropalo (Sezione 3) 1.68 22 x 106 0.24 oggetto della sperimentazione eseguita presso Ancona in
direzione (a) x e (b) y (lungo cui i micropali sono inclinati)

SG02-76
L’accordo tra modello teorico e risultati Dezi, F., Carbonari, S., Morici, M., 2016. A numerical
numerici è soddisfacente sia per il micropalo model for the dynamic analysis of inclined pile groups,
singolo che per il gruppo di micropali. In Earthquake Engineering & Structural Dynamics, 45(1),
particolare il modello è in grado di cogliere 45–68.
l’incremento di frequenza fondamentale lungo la Dezi, F., Carbonari, S., Tombari, A., Leoni, G., 2012a.
direzione y indotto dall’inclinazione dei Soil-structure interaction in the seismic response of an
isolated three span motorway overcrossing founded on
micropali.
piles, Soil Dynamics & Earthquake Engineering, 41,
151-163.
Dezi, F, Gara, F, Roia, D., 2012b. Dynamic response of a
5 CONCLUSIONI
near-shore pile to lateral impact load, Soil Dynamics &
In questo lavoro è stata discussa la validazione di Earthquake Engineering, 40: 34–47.
un modello di letteratura per l’interazione Dezi, F, Gara, F, Roia, D., 2013. Experimental study of
near-shore pile-to-pile interaction, Soil Dynamics &
dinamica terreno-fondazione-struttura nel caso di Earthquake Engineering, 48, 282–93.
fondazioni profonde, attraverso dati sperimentali Dezi, F, Gara, F, Roia, D., 2016. Linear and Nonlinear
ottenuti da prove di impatto eseguite in due Dynamic Response of Piles in Soft Marine Clay,
distinte campagne prove, la prima su pali in Journal of Geotechnical and Geoenvironmental
acciaio vibroinfissi in ambiente marino e la Engineering, 143(1): 04016085.
Fan, K, Gazetas, G, Kaynia, A, Kausel, E, Ahmad, S.,
seconda su due micropali singoli e su un gruppo 1991. Kinematic seismic response of single piles and
di micropali inclinati in terreno alluvionale. pile groups, Journal of Geotechnical Engineering,
Attraverso il confronto tra dati numerici e 117(12), 1860–1879.
sperimentali in termini di impedenza del sistema, Gazetas, G., Mylonakis, G., 1998. Seismic Soil-Structure
è stata verificata la capacità previsionale del Interaction: New Evidence and Emerging Issues, in
modello nel simulare il fenomeno dell’interazione Geotechnical Special Publication, 2(75): 1119-1174.
palo terreno al variare della tipologia di Kuhlemeyer, R.L., Lysmer, J., 1973. Finite Element
fondazione profonda. Method Accuracy for Wave Propagation Problems,
Journal of the Soil Dynamics Division, 99(5), 421-427.
Jamiolkowski, M., Lo Presti, D. C. F., Pallara, O., 1995.
Role of in-situ testing in geotechnical earthquake
engineering, Proceedings of the 3rd International
Conference on Recent Advances in Geotechnical
Earthquake Engineering and Soil Dynamic, 3, 1523-
1546.
BIBLIOGRAFIA Jennings, D. N, Thurston, S.J., Edmonds, F.D., 1986. Static
Carbonari, S., Dezi, F., Leoni, G., 2011a. Linear soil- and dynamic lateral loading of two piles, N Z National
structure interaction of coupled wall-frame structures on Roads Board Road Research Unit, Auckland, RRU
pile foundations, Soil Dynamics & Earthquake Bulletin, 29–38.
Engineering, 31(9), 1296-1309. Pender, M.J., Algie, T., M.Sa’Don, N., Orense, R.P., 2011.
Carbonari, S., Dezi, F., Leoni, G., 2011b. Seismic soil- Snap-back testing and estimation of parameters for
nonlinear response of shallow and pile foundations at
structure interaction in multi-span bridges: Application
cohesive soil sites, 5th International Conference on
to a railway bridge, Earthquake Engineering & Earthquake Geotechnical Engineering, Santiago.
Structural Dynamics, 40(11), 1219-1239. Trochanis, A, Bielak, J, Christiano, P, 1991. Three
Carbonari, S., Dezi, F., Leoni, G., 2012. Nonlinear seismic dimensional nonlinear study of piles, Journal of
behaviour of wall-frame dual systems accounting for Geotechnical Engineering, 117(3), 429–447.
soil-structure interaction, Earthquake Engineering & Wolf, J.P., 1987. Dynamic Soil–structure Interaction,
Structural Dynamics, 41(12), 1651-1672. Prentice-Hall, Englewood Cliffs, NJ.
Dezi, F., Carbonari, S., Leoni, G., 2009. A model for the Yegian, M, Wright, S., 1973. Lateral soil resistance–
3D kinematic interaction analysis of pile groups in displacement relationships for pile foundations in soft
layered soils, Earthquake Engineering & Structural clays, 5th Offshore Technology Conference, OTC 1893,
Dynamics, 38(11): 1281–305. Houston, 2, 663–676.

SG02-77
ANIDIS 2017
PISTOIA

An Analytical Formulation for the Kinematic Interaction Analysis of Inclined


Single Piles
Sandro Carbonaria, Michele Moricib, Francesca Dezic, Graziano Leonib
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Architettura, Via Brecce Bianche, 60131 Ancona.
b
Scuola di Ateneo di Architettura e Design, Viale della Rimembranza, 63100 Ascoli Piceno.
c
Dipartimento di Economia, Scienze e Diritto, Via Salita alla Rocca 44, 47890 San Marino, Repubblica di San Marino.

Analytical model, inclined piles, pile kinematic stress resultants, soil-pile interaction, seismic response.

ABSTRACT
This paper presents an analytical model, based on the beam-on-dynamic Winkler foundation approach, for the
evaluation of the kinematic stress resultants in single inclined piles subjected to the propagation of seismic waves.
The Euler-Bernoulli beam model is adopted for the pile whereas analytical solutions available in literature for
viscoelastic layers undergoing harmonic vibrations of a rigid disk are used for the soil. The coupled flexural and
axial behaviour of the pile is governed by a system of differential equations, with the relevant boundary conditions,
that is solved analytically in terms of exponential matrices. The solution for piles embedded in a homogeneous soil
deposit is presented. Some applications, including comparisons of results with those obtained from rigorous
boundary element formulations, demonstrate that the model, characterised by a very low computational effort, is
able to accurately predict stress resultants in inclined piles subjected to seismic loading.

SG02-78
ANIDIS 2017
PISTOIA

Un modello analitico per l’interazione cinematica di pali singoli inclinati


Sandro Carbonaria, Michele Moricib, Francesca Dezic, Graziano Leonib
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Architettura, Via Brecce Bianche, 60131 Ancona.
b
Scuola di Ateneo di Architettura e Design, Viale della Rimembranza, 63100 Ascoli Piceno.
c
Dipartimento di Economia, Scienze e Diritto, Via Salita alla Rocca 44, 47890 San Marino, Repubblica di San Marino.

Keywords: Modello analitico, pali inclinati, sollecitazioni cineamtiche, interazione palo-terreno, risposta sismica.

ABSTRACT
Questo lavoro presenta un modello analitico, basato sull’approccio di trave su suolo alla Winkler di tipo dinamico,
per la valutazione delle sollecitazioni cinematiche in pali singoli inclinati dovute alla propagazione di onde sismiche
nel terreno. I pali sono modellati con elementi trave di Eulero-Bernoulli e l’interazione con il terreno è colta sfruttando
soluzioni analitiche disponibili in letteratura relative a strati di materiale viscoelastico soggetti a vibrazioni armoniche
di dischi rigidi. Il comportamento accoppiato assiale e flessionale del palo è governato da un sistema di equazioni
differenziali alle derivate totali, con le relative condizioni al contorno, che è risolto, con riferimento al caso del palo
infisso in un deposito di terreno omogeneo, sfruttando le matrici esponenziali. Alcune applicazioni dimostrano, dal
confronto dei risultati con quelli ottenuti da formulazioni rigorose agli elementi di contorno, che il modello proposto,
caratterizzato da un basso onere computazionale, è capace di predire in modo accurato le sollecitazioni che si
sviluppano in pali inclinati soggetti ad azioni sismiche.

fondazione (Mylonakis et al. 1997).


L’approccio lineare di trave su suolo alla
1 INTRODUZIONE Winkler è stato largamente usato per studiare la
L’approccio di trave su suolo elastico alla risposta di pali verticali soggetti ad azioni
Winkler in ambito dinamico è stato largamente dinamiche. Per i pali verticali esistono soluzioni in
usato in letteratura per studiare il problema di un forma chiusa ed espressioni semplificate per la
palo singolo soggetto ad azioni sismiche. Secondo stima delle rigidezze dinamiche, la risposta
questo approccio, l’interazione palo-terreno è colta cinematica ed i massimi momenti flettenti. Al
attraverso la definizione di coefficienti di Winkler contrario, l’applicazione del modello alla Winkler
(costanti elastiche e coefficienti di smorzamento) ai pali inclinati non è così diffusa in letteratura
che possono essere caratterizzati da un mentre sono più presenti soluzioni che adottano
comportamento lineare o non lineare. Nonostante formulazioni agli elementi finiti o agli elementi di
l’approccio non lineare sia più adatto per contorno (Gerolymos et al. 2008, Giannakou et al.
modellare i fenomeni di interazione palo-terreno 2010, Padrón et al. 2010, Padrón et al. 2015,
nel caso di eventi sismici di elevata intensità, gli Medina et al. 2014, Dezi et al. 2016).
approcci lineari sono spesso preferiti per diverse Questo lavoro presenta un modello analitico per
ragioni, la più importante delle quali è la l’analisi delle sollecitazioni cinematiche che si
possibilità di risolvere il problema nel dominio sviluppano in pali inclinati soggetti alla
delle frequenze, dove la dipendenza dei fenomeni propagazione di onde sismiche nel terreno. Il
di interazione dalla frequenza può essere modello è basato su un approccio di trave su suolo
direttamente inclusa e dove i problemi di elastico alla Winkler e la soluzione analitica del
convergenza possono essere evitati. In questo problema è derivata assumendo un
contesto, la definizione di coefficienti di Winkler comportamento lineare per i pali e per il terreno.
capaci di cogliere la rigidezza dinamica del Per il palo, avente un’inclinazione generica nello
sistema palo-terreno e lo smorzamento spazio, si utilizza il modello di trave di Eulero-
geometrico, dipendente dalla frequenza, Bernoulli e l’interazione palo-terreno è colta
costituisce un importante aspetto, dato che questi definendo impedenze del terreno attraverso
influenzano significativamente sia la risposta espressioni disponibili in letteratura e relative alla
cinematica che inerziale del sistema terreno- dinamica di strati di materiale viscoelastico

SG02-79
soggetti alla vibrazione di dischi rigidi, in dove R è la matrice di rotazione che permette di
condizioni piane di deformazione. Il esprimere gli spostamenti del palo nel sistema di
comportamento accoppiato assiale e flessionale riferimento locale a partire dagli spostamenti
del palo è descritto da un sistema di equazioni espressi nel sistema globale.
differenziali alle derivate totali, con le relative In accordo al modello di trave di Eulero-
condizioni al contorno, che è risolto Bernoulli, il campo di spostamenti del generico
analiticamente sfruttando le matrici esponenziali. punto della sezione trasversale del palo può essere
Alcune applicazioni dimostrano, dal confronto con ottenuto dalla
risultati di letteratura ottenuti da formulazioni
 ut ;   
rigorose agli elementi di contorno, l’efficienza del sl ; , ,     
u ;    ut ;    a,  31
(4)
modello proposto.

dove l’apice denota le derivate rispetto a e a(,)


2 MODELLO ANALITICO è il vettore delle coordinate locali  e  del
Questa sezione presenta la formulazione generico punto della sezione trasversale. Il palo
analitica del problema di un singolo palo di subisce solamente le deformazioni normali
inclinazione generica infisso in un terreno   ; , ,    u  ;    ut;    a,  (5)
omogeneo e soggetto agli spostamenti di terreno
libero derivanti dalla propagazione di onde
sismiche nel deposito. 2.2 Il problema visco-elastico lineare
2.1 Cinematica Il palo è costituito da un materiale visco-
elastico caratterizzato da un modulo di Young Ep e
Si considera un palo singolo di diametro  e fattore di smorzamento p. Durante il moto il palo
lunghezza L infisso con una generica inclinazione interagisce con il terreno circostante e le risultanti
in un deposito di terreno omogeneo e si definisce delle reazioni del terreno sono rappresentate da
un sistema di riferimento globale ortonormale forze distribuite lungo il palo. Raggruppando le
{0, x, y, z} avente l’origine in superficie del componenti orizzontali delle risultanti delle
deposito e l’asse z orientato verso il basso (Figura reazioni del terreno nel sotto-vettore rh, e
1). Si introduce quindi un sistema di riferimento definendo con rz la componente verticale, il vettore
locale {0, , , } per il palo avente l’asse delle forze di interazione terreno-palo risulta
passante per i baricentri delle sezioni trasversali (Figura 1b)
del palo.
r ; z 
r ; z    h
Con riferimento ai punti che giacciono sull’asse
 (6)
 rz ; z  31
del palo, definita con la frequenza circolare, gli
spostamenti a profondità z sono descritti dal
vettore a valori complessi Ipotizzando il terreno costituito da piani (strati
u ; z 
orizzontali indefiniti di spessore infinitesimo)
u g ; z    h  (1) aventi un comportamento visco-elastico, le forze
 u z ; z  31 di interazione sono date dalla (Figura 1c)
dove il sotto-vettore uh raccoglie le componenti 
r; z    u ff ; z   u g ; z   (7)
orizzontali nelle direzioni x e y. In maniera simile,
il vettore che descrive il moto di terreno libero uff, dove  è la matrice di impedenza 3x3 del generico
valutato in corrispondenza dell’asse del palo, è piano di terreno. La matrice  può essere popolata
partizionato nel sotto-vettore uff,h
considerando le formule proposte da Dobry et al.
u ff ,h ; z  (1982), Gazetas e Dobry (1984) e Makris e
u ff ; z     (2)
 u ff , z ; z  31
Gazetas (1993). Le componenti della matrice 
sono le forze necessarie ad indurre una vibrazione
Sotto l’ipotesi che non si sviluppino gap tra il armonica unitaria ad un disco rigido posto a
palo ed il terreno durante il moto, gli spostamenti profondità z. La condizione di equilibrio del palo,
del palo sono convenientemente espressi con la espressa dal principio di Lagrange-D’Alembert
relazione che e opportunamente integrata per parti, fornisce
u l ;    Ru g ; z  (3)

SG02-80
ey ex x x x
y ez e y y

z z r z r

p

Free-field
(a) (b) (c)

Figura 1. (a) Palo infisso nello strato omogeneo; (b) palo soggetto alle forze di interazione palo-terreno e (c) terreno soggetto
alla propagazione delle onde sismiche nel terreno e alle forze di interazione palo-terreno.

e le relative condizioni al contorno


 L L

E  J  ut uˆ t d  A uuˆ d  E Au  F uˆ  0 uˆ
*
p *
   
 0 0  p
0

 L L L
 E Au  F uˆ  0 uˆ
*
   
   p  A u t  uˆ t d  A u uˆ d  J  ut  uˆ t d 
p

E Ju   Ju  F  uˆ  0
2 L

 0 0 0 
*
p t
2
p t t t uˆ t
0
(10)
L
 
L

  RR T u l  uˆ l c z d   Ru ff  uˆ l c z d  (8) E Ju   Ju  F  uˆ  0
*
p t
2
p t t t uˆ t
E Ju  M  uˆ   0 uˆ 
L
*
0 0 p t t t t

 
0

E Ju  M  uˆ   0 uˆ 
L
 E Au uˆ  Jut  uˆ t  Jut uˆ t
*
p
*
0 p t t t t

 
L

   p Jut  uˆ t  0  Ft  uˆ t  F uˆ  M t  uˆ t
2 L
l ,m
0


 Ft  uˆ t  F uˆ  M t  uˆ t  L
0 uˆ l  0
Nelle Equazioni (9), S A indica segmenti della
i, j

generica matrice A costituiti dal sottoinsieme di


dove J ed A sono rispettivamente la matrice di righe comprese tra i e j ed il sottoinsieme di
inerzia e l’area della sezione trasversale del palo, colonne comprese tra l ed m. Le Equazioni (9)
mentre Ep*=Ep(1+2ip) è il modulo elastico rappresentano un sistema di equazioni
complesso del materiale del palo in accordo al differenziali ordinarie a coefficienti costanti le cui
principio di corrispondenza (Makris 1997). Tenuto incognite sono funzioni complesse ul() che
conto del teorema fondamentale del calcolo soddisfano le condizioni al contorno (10) di natura
variazionale, dall’Equazione (8) sono derivate le statica e cinematica. Al fine di fornire una
equazioni di bilancio locale soluzione analitica del sistema (9) si definisce il
E *p Jut 2 p Jut  2 p Au t seguente vettore delle funzioni incognite, che
include anche le derivate di ordine superiore:
   
1, 2 3
 cz S RR T u t  cz S RR T u  (9a) u t 
1, 2 1, 2
u 
 
 cz S Ru ff , h  cz S Ru ff , z
1, 2 3

 u 
1, 2 1, 2 x;     t  (11)
u 
ut
 
1, 2
 E *p Au  2 p Au  cz S RR T u t  
3 ut101
 
3
 cz S RR T u  (9b) Il sistema (9), con le relative condizioni al
3
contorno (10), possono quindi riscriversi nella
 cz S Ru ff , h  cz S Ru ff , z
1, 2 3
forma canonica
3 3

SG02-81
x  Bx  c;   (12) e di pressione nella direzione verticale. Gli
spostamenti di terreno libero sono definiti dalle
Dx  P S xˆ
1
espressioni
0 xˆ
1, 5 0 (13) u ff ,h ; z   q h e ikh z  t h e  ikh z (18)
Dx  P S xˆ
1
0 xˆ
1, 5 L u ff , z ; z   q z e ikz z  t z e  ikz z (19)
dove B e D (Appendice I) sono matrici complesse dove
che dipendono dalle proprietà meccaniche ed
inerziali della sezione del palo e dall’impedenza 2 2
kh  kz  (20a,b)
degli strati di terreno, mentre Vs2 1  2i s  VLa2 1  2i s 
 0  sono i numeri d’onda complessi associati
 0 
  rispettivamente alla propagazione di onde di taglio
 0  e di pressione, e qh, th, qz e tz sono costanti di
 1  1, 2 3
 (14)
c   *  c z S Ru ff ,h  c z S Ru ff , z  integrazione che dipendono dalle condizioni al
 Ep A  3 3  contorno (Kramer 1996). Tenendo conto
 0  dell’Equazione (16)
 1 1  1, 2 3

 * J  c z S Ru ff ,h  c z S Ru ff , z   c  Q h e
ikh c z 
 Th e
 ikh c z 

 E p  1, 2 1, 2   (21)
 Q z e  Tz e
ik z c z   ik z c z 

 Ft  dove
P   F  (15)  0 
M t   0 
 
sono vettori che dipendono rispettivamente dalle  0 
 c z 1, 2 
forze distribuite di interazione terreno-palo e dai Q h     * S Rq h  (22a)
carichi concentrati alle estremità del palo.  Ep A 3 
L’Equazione (12) costituisce un sistema lineare  0 
 c z 1 1, 2 
 * J S Rq h 
di equazioni differenziali ordinarie a coefficienti
costanti la cui soluzione è ottenuta sommando la  Ep 1, 2 
soluzione del sistema omogeneo associato ed una
soluzione particolare che dipende dai carichi  0 
esterni. Si può dimostrare che tale soluzione può  0 
essere scritta nella forma  
 0 
x  E;  g  E;   E 1 ;  cd (16)  c z 1, 2 
Th     * S Rt h  (22b)
 Ep A 3 
dove E è la matrice esponenziale definita  0 
attraverso lo sviluppo in serie  c z 1 1, 2 
  * J S Rt h 
E;    
1 k
B  k (17)  Ep 1, 2 
k  0 k!

 0 
e g è il vettore delle costanti di integrazione che  
deve essere calcolato a partire dalle condizioni al  0 
contorno (13). L’Equazione (16) è di validità  0 
 c z 3 
Q z     * S Rq z 
generale e la valutazione della soluzione (23a)
particolare richiede che sia nota l’espressione del
 Ep A 3 
moto del terreno in condizioni di campo libero; in  0 
questo lavoro gli spostamenti di campo libero sono  c z 1 3 
calcolati considerando il problema della  * J S Rq z 
propagazione monodimensionale di onde di taglio  Ep 1, 2 

SG02-82
 0  con K riportata nell’Appendice I.
 0 
 
 0  3 APPLICATIONS
 c z 3 
Tz     * S Rt z  (23b) In questa sezione si presentano alcune
 Ep A 3  applicazioni al fine di mostrare le potenzialità del
 0  modello proposto nel cogliere le sollecitazioni
 c z 1 3 
 * J S Rt z 
prodotte in pali inclinati dalla propagazione di
 Ep 1, 2  onde sismiche nel terreno. Per questo scopo, si
considerano come benchmark alcuni dei risultati
Sostituendo l’Equazione (21) nella (16) si disponibili in Padron et al. (2015), ottenuti con un
ottiene modello agli elementi di contorno. I parametri


x  Eg f  E  E 1 Q h e
ik h c z 
 Th e
 ik h c z 
meccanici e geometrici considerati (in forma
adimensionale) sono riportati nella Figura 2a; le
d
(24) applicazioni sono eseguite considerando pali di
ik z c z   ik z c z 
 Qze  Tz e lunghezza 12 m aventi differenti inclinazioni ( =
0°, 10°, 20°, 30°), infissi in depositi omogenei di
che, per le proprietà delle matrici esponenziali,
terreno caratterizzati da due differenti velocità
può essere riscritta nella forma
delle onde di taglio (Vs = 250 e 110 m/s). Il modulo
x  Eg f  ~
xh  ~
xz (25) di Young e la densità del materiale del palo sono
rispettivamente Ep = 30000 MPa e p = 2.5 t/m3 (si
dove considerano pali in calcestruzzo).


L’azione sismica in superficie del deposito è
~
x h  E ik h c z I  B 
1
E 1Q h e
ik h c z 
costituita da un accelerogramma artificiale con


accelerazione di picco al suolo ag = 0.375g,
 1  ik h c z 
(26)
 ik h c z I  B E 1Th e compatibile con lo spettro di risposta elastico per
un terreno di tipo C e fattore di smorzamento 5%


(Figura 2b). L’azione sismica è applicata nella
~
x z  E ik z c z I  B 
1
E 1Q z e
ik z c z 
direzione x (Figura 2a). Per queste applicazioni il
 1
 ik z c z I  B E 1Tz e
 ik z c z 
 (27) palo non è stato discretizzato ed è stata assunta per
le onde di pressione sull’intero deposito la velocità
analoga di Lysmer.
sono le soluzioni particolari associate La Figura 3 mostra gli inviluppi dei valori
rispettivamente alla propagazione assoluti delle forze di taglio e dei momenti flettenti
monodimensionale di onde di taglio e di pressione che si sviluppano lungo il palo come conseguenza
nella direzione verticale. dell’interazione cinematica.
Differentemente dai metodi numerici classici,
come il metodo agli elementi finiti e delle y x
differenze finite, questo approccio permette di y
 s  p  0 .7
esprimere la soluzione del problema in forma Lp
 L p   20
analitica; nel caso di un deposito di terreno
z
omogeneo la discretizzazione dell’asse del palo  s  0.4
non è necessaria per ottenere una accurata d = 0.6 m  s  5%
soluzione numerica.
E p E s  100; 500
Una volta determinata la soluzione, le
(a)
sollecitazioni nel palo possono essere ottenute 0.4
dall’espressione
0.2
 N ;    a [g]
 
 M  ;  
 M  ;    K  S x;  
1 -0.2
(28)
 
 V ;   
-0.4
4 ,10
0 5 10 15 t [s] 20
 V ;    (b)
  Figura 2. (a) Geometria del palo e (b) input sismico.

SG02-83
I risultati ottenuti considerando diverse Le incoerenze locali in prossimità della testa del
inclinazioni del palo sono riportati con curve di palo sono probabilmente imputabili alle
colore diverso per entrambi i depositi investigati, impedenze locali utilizzate per simulare
caratterizzati da rapporti tra i moduli di Young del l’interazione terreno-palo, basate sull’ipotesi di
palo e del terreno Ep/Es = 100 (Vs = 250 m/s) e deformazione piana dello strato infinitesimo di
Ep/Es = 500 (Vs = 110 m/s). Tenuto conto dello terreno, che non risultano capaci di cogliere la
scopo delle applicazioni, ovvero la validazione del dinamica degli strati superficiali di terreno,
modello proposto, l’azione sismica definita per il caratterizzati da un ridotto grado di confinamento
terreno di categoria C è stata adottata per entrambe e dalla propagazione di onde di superficie. Queste
le tipologie di deposito. considerazioni sono confermate dai risultati
Inoltre, i risultati di riferimento (benchmark) ottenuti nel caso di Ep/Es = 500, ovvero nel caso di
sono riportati con simboli mentre, un deposito di terreno più deformabile, nel qual
consistentemente con l’approccio adottato, i caso le forze di taglio che si sviluppano in
risultati ottenuti con il modello proposto sono prossimità della testa del palo sono più simili a
riportati con linee continue. Per entrambi i terreni, quelle ottenute con il modello agli elementi di
le forze di taglio di riferimento sono ben contorno.
riprodotte, indipendentemente dall’angolo di Relativamente ai momenti flettenti, i risultati di
inclinazione del palo. Tuttavia, con riferimento al riferimento (benchmark) sono ben riprodotti per
rapporto tra i moduli di Young del palo e del entrambe le condizioni di suolo (Ep/Es = 100, 500),
terreno Ep/Es = 100, si osservano significative ad eccezione di piccole differenze locali in
differenze in prossimità della testa e alla punta del prossimità della testa del palo dove i momenti
palo; in particolare, le forze di taglio di riferimento flettenti ottenuti dal modello agli elementi di
(benchmark) sono maggiori di quelle valutate con contorno tendono a diminuire, probabilmente in
l’approccio proposto in corrispondenza della testa conseguenza del minor confinamento esercitato
del palo e leggermente minori in prossimità della dagli strati superficiali di terreno. Come già detto,
punta. questi effetti non sono colti dal modello proposto
0 1 2 V [kN] 4 5 6 0 3 6 V [kN] 12 15 18
a meno che non si implementino differenti
impedenze locali per simulare l’interazione
terreno-palo, opportunamente calibrate per
= 0° cogliere questi fenomeni.
= 10° Come atteso, le differenze tra i dati di
= 20°
= 30° riferimento (benchmark) ed i risultati ottenuti con
Padron et al.
Proposed model

il modello proposto si riducono per terreni più


soffici (Ep/Es = 500). Gli andamenti dei momenti
flettenti in testa sono consistenti con quelli delle
forze di taglio.
La Figura 4 mostra gli inviluppi delle massime
e minime forze assiali lungo i pali, ottenuti dalle
Ep/Es = 100 Ep/Es = diverse applicazioni.
500
(a)
-400 -200 N [kN] 200 400 -400 -200 N [kN] 200 400
0 2 4 M [kNm] 8 10 12 0 10 M [kNm] 40 50
= 0°
= 10°
= 20°
= 30°
Padron et al.
model
Proposed

Ep/Es = 100 Ep/Es = 500 Ep/Es = 100 Ep/Es = 500


(b)
Figura 3. Inviluppo dei massimi assoluti delle (a) forze di Figura 4. Inviluppo delle massime e minime forze assiali
taglio e (b) dei momenti flettenti lungo il palo. lungo il palo.

SG02-84
Le maggiori differenze tra i valori di proposto e quelli di riferimento sono state
riferimento e quelli ottenuti con il modello osservate alla testa del palo: queste possono essere
proposto sono principalmente osservate, per imputate alle funzioni elastodinamiche adottate
entrambe le tipologie di terreno (Ep/Es = 100, 500), per definire l’impedenza terreno-palo (i.e.
nella metà inferiore del palo. l’interazione del palo con il terreno). Per quanto
Da un punto di vista generale, le forze di taglio riguarda le forze assiali, sono state osservate, per
ed i momenti flettenti dovuti alla propagazione tutte le condizioni di terreno indagate, maggiori
delle onde sismiche nel terreno si riducono al differenza tra i risultati del modello proposto e
crescere dell’angolo di inclinazione del palo, quelli di riferimento (comprese nel range del
indipendentemente dalla rigidezza del terreno, 25÷30%); queste sono principalmente concentrate
mentre, come atteso, le forze assiali crescono. nella metà inferiore del palo.

4 CONCLUSIONI REFERENCES
In questo lavoro è stato presentato un modello Dezi, F., Carbonari, S., Morici, M., 2016. A Numerical
analitico basato su un approccio alla Winkler in Model for the Dynamic Analysis of Inclined Pile Groups.
Earthquake Engng Struct. Dynamics, 45(1), 45–68.
campo dinamico per la valutazione delle Dobry, R., Vicente, E., O’Rourke, M.J., Roesset, J.M., 1982.
sollecitazioni cinematiche in pali inclinati soggetti Horizontal Stiffness and Damping of Single Piles.
Journal of Geotechnical Engineering Division, ASCE,
alla propagazione delle onde sismiche nel terreno. 108(GT3), 439–459.
Gazetas, G., Dobry, R., 1984. Single radiation damping
Il palo è modellato con una trave di Eulero- model for piles and footings. J. Engng. Mech., ASCE,
Bernoulli avente una generica inclinazione nello 110(6), 937–956.
spazio e l’interazione terreno-palo è colta Gerolymos, N., Giannakou, A., Anastasopoulos, I., Gazetas,
sfruttando soluzioni elastodinamiche disponibili in G., 2008. Evidence of beneficial role of inclined piles:
letteratura relative alla vibrazione di dischi rigidi observations and summary of numerical analyses.
Bulletin of Earthquake Engineering, 6(4), 705–722.
in piani viscoelastici. Il problema accoppiato Giannakou, A., Gerolymos, N., Gazetas, G., Tazoh, T.,
assiale e flessionale del palo soggetto agli Anastasopoulos, I., 2010. Seismic Behavior of Batter
spostamenti del terreno durante eventi sismici è Piles: Elastic Response. Journal of Geotechnical and
stato risolto analiticamente sfruttando le matrici Geoenvironmental Engineering, 136, 1187–1199.
esponenziali; questo ha permesso di fornire le Kramer, S.L., 1996. Geotechnical Earthquake Engineering.
espressioni analitiche delle sollecitazioni agenti Prentice Hall, Upper Saddle River, RJ.
Makris, N., Gazetas, G., 1993. Displacement phase
lungo il palo. Il modello è caratterizzato da un differences in a harmonically oscillating pile.
onere computazionale molto minore rispetto a Geotechnique, 43(1), 135–150.
quello tipico di approcci agli elementi finiti o agli Makris, N.,1997. Causal hysteretic element. Journal of
elementi di contorno. Engineering Mechanics, ASCE, 123(11): 1209–1214.
Sono state eseguite alcune applicazioni Medina C., Padrón, L.A., Aznárez, J.J., Santana, A., Maeso,
O., 2014. Kinematic interaction factors of deep
confrontando i risultati ottenuti con il modello foundations with inclined piles. Earthquake Engng.
proposto con quelli disponibili in letteratura, Struct. Dynamics, 43(13), 2035–2050.
derivanti da formulazioni rigorose agli elementi di Mylonakis, G., Nikolaou, A., Gazetas, G., 1997. Soil–pile–
contorno. I risultati dimostrano che il modello bridge interaction: kinematic and inertial effects. Part I:
proposto è capace, quale che sia l’inclinazione del soft soil. Earthquake Engng Struct. Dynamics, 26(3),
palo, di cogliere le forze di taglio ed i momenti 337–359.
Padrón, L.A., Aznárez, J.J., Maeso, O., Santana, A., 2010.
flettenti che si sviluppano a seguito Dynamic stiffness of deep foundations with inclined
dell’interazione cinematica con il terreno durante piles. Earthquake Engng Struct. Dynamics, 39(12),
un evento sismico (si osservano errori medi di 1343–1367.
circa il 10% rispetto ai risultati di modellazioni Padrón, L.A., Suárez, A., Aznárez, J.J., Maeso, O., 2015.
agli elementi di contorno). Tuttavia, alcune Kinematic internal forces in deep foundations with
inclined piles. Earthquake Engng. Struct. Dynamics,
inconsistenze locali tra i risultati del modello 44(12), 2129–2135.

SG02-85
APPENDIX I

 16 
 0 0
2
0 0 00
 
 0 0 0 1 0 0 0
4 
 0 0 0 0 1 0 0
K  E *p  2 p  (A1)
64   0 0 0 0 1 0 
 E *p 
 p 
 0  2 0 0 0 0  1
 E *p 

 0 0 I2 0 0 0
 
 0 0 0 1 0 0
 0 0 0 0 I2 0
  
   
2
cz 1, 2 c z 3
B RR T RR T  * p 0 (A2)
E *p A S S 0 0 0
 3
*
Ep A 3 Ep 
 0 0 0 0 0 I2 
 2 
  2 p
 c
  cz 1 3
  0 
1, 2
1 z 1
 E *
p
AJ  *
J S RR T  * J S RR T 0 0  I2
 p Ep 1, 2 Ep 1, 2 E *p 

0 0  2 p J 0  E *p J 
0
 
D  0 0 0 E *p A 0 0  (A3)
0 0 0 0 E *p J 0 

SG02-86
ANIDIS 2017
PISTOIA

An experimental and numerical model for wave propagation studies in sandy


soil
Lorella Montrasioa, Michele Placido Antonio Gattoa, Martina Bertorellia
a
Dipartimento di Ingegneria e Architettura, Parco Area delle Scienze, 181/A, 43100 Parma.

Keywords: Wave propagation, Impact hammer tests, Numerical modeling

ABSTRACT

Existing seismic risk reduction techniques are mainly structural and invasive. Since earthquakes generate from soil
and seismic waves propagate through it, alternative solutions for seismic retrofitting have been thought, concerning
the insertion of innovative materials in the soil. Polyurethane materials (such as Styrodur or ElastoPor) have
already been widely investigated by laboratory testing. In order to evaluate the benefit of their insertion in the soil
in terms of PGA decrease and frequency content modification, a little-scale system for wave propagation study is
now introduced. Impact hammer tests adapted to geotechnical uses are performed in a small test Plexiglass caisson
filled with sand. A FEM model is therefore presented and calibrated on the basis of the comparison with the
experimental results. A good agreement between experimental and numerical results allows to anticipate future
numerical application of the model to larger studies finalised to the evaluation of seismic amelioration due to
polyurethane insertion.

SG02-87
ANIDIS 2017
PISTOIA

An experimental and numerical model for wave propagation studies in sandy


soils
Lorella Montrasioa, Michele Placido Antonio Gattoa , Martina Bertorellia
a
Dipartimento di Ingegneria e Architettura, Parco Area delle Scienze 181/A, 43100 Parma.

Keywords: wave propagation, numerical model, impact hammer test

ABSTRACT
Existing seismic risk reduction techniques are mainly structural and invasive. Since earthquakes generate from soil
and seismic waves propagate through it, alternative solutions for seismic retrofitting have been thought, concerning
the insertion of innovative materials in the soil. Polyurethane materials (such as Styrodur or ElastoPor) have already
been widely investigated by laboratory testing. In order to evaluate the benefit of their insertion in the soil in terms
of PGA decrease and frequency content modification, a little-scale system for wave propagation study is now
introduced. Impact hammer tests adapted to geotechnical uses are performed in a small test Plexiglass caisson filled
with sand. A FEM model is therefore presented and calibrated on the basis of the comparison with the experimental
results. A good agreement between experimental and numerical results allows to anticipate future numerical
application of the model to larger studies finalised to the evaluation of seismic amelioration due to polyurethane
insertion.

1 INTRODUCTION An experimental system able to study in little


scale the wave propagation phenomenon is here
Recent seismic events have determined great
presented. A small Plexiglas box filled with sandy
damages on existing structures. Common solutions
soil has been employed for preliminary studies.
of seismic risk reduction are generally finalised to
Impact hammer tests have been performed for the
the reinforcement by structural interventions.
introduction of controlled waves inside the system.
Trenches and barriers represent the most
A better comprehension of the experimental
common isolation systems employed to obstacle
results is given by numerically modeling little-
vibrations of different nature (Beskos 1986;
scale laboratory tests. The definition of a good
Woods and Richart 1967). It deals with
numerical model could prevent efforts related to
discontinuities placed between the vibration
the manual performance of laboratory tests.
source and the system to be protected. According
The experimental and numerical system will be
to their stiffness, barriers can be hard or soft .
extended to larger tests finalised to the real
Wave propagation mechanics well explains
evaluation of seismic amelioration in terms of risk
how a vibration isolation system works at the
reduction.
interface soil – screen. When an incident wave
field encounters a discontinuity surface, a partition
of the transported energy takes place, which 2 GEOTECHNICAL LAB
mainly depends on the geometric characteristics of CHARACTERISATION OF
the barrier, as well as its physical properties.
POLIURETHANE FOAM
University of Parma has recently begun an
experimental campaign finalised to the realisation Before thinking about eventual seismic
of solid barriers by means of innovative materials applications of polyurethane materials, a
injected in the soil. By the moment, polyurethane geotechnical characterisation campaign has been
foams have been taken into account, considering conducted to preliminary investigate their
their eventual injection in soil. Polyurethane geotechnical behaviour. In particular, oedometric
samples realised from slabs or ad-hoc prepared and triaxial tests have been carried out on samples
mixing isocyanate and polyol have been obtained from the ready-to-be-used (RTBU) slabs
preliminary subjected to geotechnical common of both rigid polyurethane foam (ELASTOPOR)
laboratory tests (Montrasio and Gatto 2016,
and extruded polystyrene foam (STYRODUR),
Montrasio and Gatto 2017)

SG02-88
each of them at different densities. Ad-hoc- A similar behaviour is evident in triaxial tests
prepared (AHP) samples, realised mixing the two results of AHP of R115 and R12 samples (Figure
main chemical components which constitutes the 3). In this case, the yielding stress changes
polyurethane foams (isocyanate and polyol) have according to the isocyanate quantity in the
been also investigated, but only in the mixture, which is responsible for density changes.
ELASTOPOR form (STYRODUR is not
injectable) in two different component ratio (1:1,5
the R115 and 1:2 the R12).
Figure 1 shows the oedometric tests results.
Although none of the specimens had been
subjected to a previous stress history, all the results
show an "apparent pressure of pre-consolidation"
that increases with the material density; this
pressure is approximately 60 kPa for lower density
materials, i.e. XPS B and PUR 35 and about 100
kPa for XPS A and PUR 40.

Figure 3. Failure envelop for AHP samples.

3 EXPERIMENTAL IMPACT HAMMER


TESTS
A system dynamic response is commonly
evaluated by applying a well-known measured
Figure 1. Oedometric test results on RTBU samples. force and recording the response in some points by
means of accelerometers, suitably chosen. In most
cases, the force is applied by an impulse hammer
The main evidence from triaxial tests results or a shaker (Ramsey 1975).
(Figure 2) is that the material shows a rigid
Hammer impacts produce a broad-banded
behaviour till the yielding stress, which depends
on the density, as shown from oedometric tests excitation signal ideal for modal testing with a
results, after which it collapses. minimal amount of equipment and set-up. This is
the reason why this kind of forcing source has been
selected. In particular, a single input – single
output (SISO) system has been realised. By
analysing the acceleration results, it is possible to
deduce some unknown characteristics of the
system, e.g. its damping or natural frequencies.

3.1 The experimental system


Impact hammer tests have been performed on a
experimental system consisting of a Plexiglas box
of cm 30x30x40 (Figure 4) realised by assembling
0.8 cm thick plates. The box has been filled with
Po sand, whose homogeneous density inside the
box has been granted by pluvial deposition from at
least 70 cm height (Montrasio, 1986). Punctual
check has confirmed a relative density of 53%.

Figure 2. Failure envelop for RTBU samples.

SG02-89
The small strain properties of the sand have been simultaneous recording of the force input and the
related to the relative density, through (1) ( Hardin acceleration output. LabView software has been
and Black 1968). used to visualise live results and save them.
Finally, a Matlab file has been written to
G0 = A ∙ 𝐹𝐹(𝑒𝑒) ∙ �𝜎𝜎0′ (1)
process and analyse such recorded data.
where
𝑒𝑒 is the void ratio
(2.97−𝑒𝑒)2
𝐹𝐹(𝑒𝑒) = (2)
1+𝑒𝑒
𝜎𝜎0′ is the confining pressure, related to the vertical
depth.
Because of the little dimensions of the
experimental system, homogeneous properties
have been assumed for the whole system and 𝜎𝜎0′
has been evaluated at a mean depth.
As regards A, it is a factor which takes into account
the type of sand. The final choice of A parameter Figure 5. Hammer PCB 086C01, Accelerometer PCB
has been done by back-analysis, ensuring good 333B30, Acquisition module NI9234
correspondence between the experimental and the
numerical results, shown in the following.

Figure 4. Experimental system Figure 6. Tip excited frequencies

3.2 Instrumentation 3.3 Data collection and signal processing


Single Input – single output (SISO) tests have Impact hammer test output is represented by
been performed. Figure 5 shows the elements of a collection of accelerations and forces in the time
the instrumental system. Controlled input have domain. As a first step, the entire recording has
been generated by means of a PCB 086C01 impact been divided into single hits – free vibration
hammer, whose tip is constituted of a quartz sensor acceleration response, rejecting ,first, double hits
that converts the applied impulse into an electrical which commonly alter the system response; then,
signal, recorded by an acquisition module. In order a trigger interval has been selected, going 0.10 and
to excite different frequencies, three tips can be 0.35 seconds, respectively backward and forward
mounted on the hammer; this paper shows the the considered peak. This interval has been
black tip IHT results, whose excited frequencies assumed congruently to catch the whole free
are reported in Figure 6. The output response have vibration response of the damped system. Such a
been recorded by PCB 333B30 uniaxial nonlinear system response could be hard affected
accelerometer, with sampling frequency in the by the input magnitude. Although it hasn’t been
measure range 0.5-3000 Hz. For the experimental possible to obtain a reproducible input, its
tests the sampling frequency has been set to 2048, amplitude is known thanks to the hammer force
assuming it compatible with the frequency range cell. In such a way, the experimental data have
to be investigated. Both the impact hammer and been collected in groups, whose force peak has a
the accelerometer have been connected to the certain tolerance from an established peak value.
NI9234 acquisition module which allows a

SG02-90
to maintain the verticality simply placing it on the
sand. In the following, material accelerometer
support on the experimental response has been
focused, in order to analyse its influence on the
results.

3.4.1 Vertical P-waves

Figure 7 shows the experimental results,


already selected for double hits absence (see force
time domain response). As obvious, the force time
duration is the same independently on its
magnitude, since it exclusively depends on the
hammer – system materials on contact (Black tip
and Plexiglas, in the present case). The input
frequency content is determinable from the input
duration by (3)
1
𝑓𝑓𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖𝑖 = 2∆𝑡𝑡 (3)
As regards the acceleration response, its shape
is a typical free vibration decay of a damped SDOF
system. The damping ratio is inferable from the
exponential decay and it is about 3 per-cent, a
typical literature value for small strain dynamic
behavior of sandy soils (Seed et al. 1969).
Fast Fourier Transforms on top acceleration
response show a completely independence of the
frequency response on the input magnitude, since
the system vibrational frequencies are quite similar
in all cases. In particular, the fundamental
frequency of the system in vertical direction is
equal to 112 Hz. This is important to calibrate the
numerical model in the following.

3.4.2 Horizontal P-waves

Figure 8 shows a general smaller system response


Figure 7. Vertical P-wave experimental propagation tests
in horizontal direction, due to a different stiffness
3.4 Experimental test of the mass involved in horizontal direction. The
fundamental frequency in this direction is equal to
The system response has been investigated in 50 Hz; it will be compared to the first numerical
different directions by realising an experimental frequency which excites most of the mass in this
campaign consisting of two main test classes: direction.
- P waves generated in vertical direction;
- P waves generated in horizontal direction.
3.4.3 Material accelerometer support influence
In the first case, input is applied at the base of on dynamic system response
the experimental box, trying to keep a vertical The influence of the material accelerometer
input direction; in the second case, hits at half box support disk on the experimental response is
height have been generated. In both cases, the investigated by performing two impact hammer
uniaxial accelerometer has been placed on a rigid tests with steel and Plexiglas disk (Figure 9).
support at the sandy stratum top, since it is difficult

SG02-91
Figure 9. Influence of the accelerometer support material on
the top system response

A 3D numerical model ,consisting of 27-nodes


3D solid elements for soil modelling and 3-nodes
Plate elements for Plexiglas plate modelling, has
been built (Figure 10). Since small strains have
been assumed to be reasonably involved in the
impact hammer process, linear visco-elastic
constitutive model has been employed for the
whole system.
Preliminary experimental tests (Montrasio and
Gatto 2017) have already shown that the lateral
response of such a system has the same top
Figure 8. Horizontal P-wave experimental propagation tests response magnitude order. That’s why nodal
coincidence between soil and plate nodes has been
Although the first two natural frequencies are taken into account.
the same in both cases, it is evident that the first
accelerometer support, providing a more rigid
support, it disturbs less the response in the
frequency domain.
For this reason, steel support case will be
considered even in the numerical model.

4 FINITE ELEMENT NUMERICAL


MODELING
Impact hammer tests have been numerically
Figure 10. Numerical model
modeled by means of a FE software (K.J. Bathe
1996).

SG02-92
Both vertical and horizontal impact hammer Table 1. Natural frequencies of the numerical system
tests have been numerically simulated. Each Mode f
Direction
analysis consists of two phases: first, the system (Hz)
self-weight, not negligible for the sand, has been 1 86.15 Trans. y
considered in static analyses. Implicit dynamic 2 86.17 Trans. x
analyses have been then performed by applying 3 135.4 Trans.z
the experimental force recording to the numerical 4 159.6 Tors. xy
system.
Numerical time step has been chosen equal to the
experimental one (0.005 s), since it is suitable to Table 2 resumes the final properties employed
the system natural frequencies to be caught. in the model. 𝛼𝛼 and 𝛽𝛽 are therefore computed
System viscosity has been introduced through considering the first two natural frequencies which
Rayleigh’s damping formulation, i.e. the damping excite the system in x and z direction.
matrix is given by a linear combination of the mass
and the stiffness matrix by means of 𝛼𝛼 and 𝛽𝛽
Table 2. Numerical model properties
coefficients evaluated as:
E 𝛾𝛾
𝐷𝐷 Mat. D 𝛼𝛼 𝛽𝛽
𝛼𝛼 = 2 ∙ 𝜔𝜔 ∙ 𝜔𝜔1 𝜔𝜔2 (4) (MPa) (kN/m3)
1 +𝜔𝜔2
Plex. 3200 11.7 3 31.62 2.7 e-4
𝐷𝐷
𝛽𝛽 = 2 ∙ 𝜔𝜔 (5) Sand 23 17 3 31.62 2.7 e-4
1 +𝜔𝜔2
Steel 210000 72.6 2 31.62 2.7 e-4
being
𝐷𝐷 damping ratio evaluated from the theoretical
interpretation of the experimental results 4.2 Numerical vs Experimental top results
𝜔𝜔1 and 𝜔𝜔2 determined from numerical modal
After introducing the system self-weight by
analyses, shown in the following.
performing a static analysis, implicit dynamic
analyses have been performed, applying in both
4.1 Numerical model validation
base and lateral specified nodes the time history of
The numerical model has been preliminary the recorded force. Figure 12 and Figure 13 show
validated by performing numerical modal analyses the final experimental – numerical comparison of
and ensuring a good match between the numerical one vertical and one horizontal wave propagation
and the experimental natural frequencies. Figure test. A great agreement is finally reached in
11 shows the system modal shapes; in Table 1 vertical direction, for both time and frequency
corresponding values of natural frequencies are domain, while a bit worse comparison is shown in
reported. Generally, the numerical model should horizontal direction, generally good results.
provide a good interpretation of the experimental
tests in the frequency domain.
5 CONCLUSIONS
Impact hammer tests represent a fast and cheap
instrument of a system frequency response and
free vibration investigation. Numerical analyses
present nowadays rapid computational time and
low costs. A numerical model which interpreted in
a good manner the experimental results was
required to be realised.
Both vertical and horizontal wave propagation
have been investigated, determining eventual
unknowns of the problem by back analysis
procedures. The numerical model has given good
interpretation of the experimental results.
Next steps will regard the experimental
investigation and related numerical interpretation
on the presented experimental system, modified by
introducing innovative materials in the soil and
evaluating seismic amelioration and risk reduction
Figure 11. Numerical system modal shapes at eventual structure.

SG02-93
Figure 12. Experimental vs Numerical results of vertical
wave propagation tests Figure 13. Experimental vs Numerical results of horizontal
wave propagation tests

REFERENCES

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Englewood Cliffs comportamento di una Fondazione nastriforme su sabbia,
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applications. Proceedings of the 19th International
Conference on Soil Mechanics and Geotechnical
Engineering, Seoul 2017
Montrasio L. and Gatto M.P.A.,2017. A numerical study of
wave progagation in soil. Incontro Annuale dei
Ricercatori di Geotecnica. Matera, Italy.

SG02-94
ANIDIS 2017
PISTOIA

3 level seismic microzoning studies to urban planning and construction design


Vittorio D’Intinosantea, Massimo Baglionea, Pierangelo Fabbronia, Giuseppe Nasob
a
Settore Sismica, Regione Toscana, via San Gallo 34a, 50129 Firenze
b
Dipartimento della Protezione Civile - Ufficio Sismico e Vulcanico, Via Vitorchiano 2, 00189 Roma

Keywords: Pericolosità sismica, Microzonazione, spettri di risposta caratteristici, azione sismica di progetto

ABSTRACT
A seismic microzoning study can be carried out at three different levels (from less detailed to more in-depth), to be
chosen depending on the specific task (urban planning or emergency planning or construction design), on the
characteristics of the site (geological features but also importance of the work to be realized) and on the seismic
hazard. The third level requires, especially compared with the first level, a deeper knowledge of the area and a more
complex computational processing, but it allows to better quantify and draw the boundaries of the areas subject to
the same seismic hazard. Although in urban planning the assessment of the local seismic hazard can be based on a
seismic microzoning study of any level (in Tuscany the Regulation no. 53/R/2011 is applicable), only the third level
allows to obtain all the output parameters. The present paper aims to give some indications about the applications to
construction design of the results of a third-level seismic microzoning study, highlighting the remarkable advantages
of this activity and describing its correct implementation.

SG02-95
ANIDIS 2017
PISTOIA

La Microzonazione Sismica di terzo livello per la pianificazione e la


progettazione edilizia
Vittorio D’Intinosantea, Massimo Baglionea, Pierangelo Fabbronia, Giuseppe Nasob
a
Settore Sismica, Regione Toscana, via San Gallo 34a, 50129 Firenze
b
Dipartimento della Protezione Civile - Ufficio Sismico e Vulcanico, Via Vitorchiano 2, 00189 Roma

Keywords: Pericolosità sismica, Microzonazione, spettri di risposta caratteristici, azione sismica di progetto

ABSTRACT
Gli studi di microzonazione sismica trovano la loro diretta applicazione nel campo della pianificazione urbanistica,
fornendo gli elementi necessari alla determinazione della pericolosità del territorio sotto il profilo sismico.
In generale, la realizzazione di una studio di microzonazione sismica può essere affrontata tramite diversi livelli di
approfondimento, che vengono dettati dalle finalità (pianificazione territoriale, pianificazione per l’emergenza,
progettazione delle opere), dalle caratteristiche intrinseche del sito (peculiarità geologiche s.l., importanza delle
opere da realizzare) e dai livelli di pericolosità. Dei tre livelli di approfondimento, il terzo livello richiede, rispetto
ad uno studio di primo livello, un’approfondita conoscenza dell’area ed un impegno computazionale più elevato,
ma permette di quantificare e meglio perimetrare le aree ad omogenea pericolosità sismica locale. Sebbene a livello
urbanistico (in Toscana è vigente il Regolamento n.53R/11) la quantificazione della pericolosità sismica locale può
essere effettuata con ognuno dei livelli di microzonazione, solo il terzo livello consente di ottenere in maniera
completa tutti i parametri di output. Il presente lavoro intende fornire indicazioni sulle modalità di utilizzo dei
risultati di uno studio di microzonazione sismica di terzo livello a fini progettuali, tentando di porre l’attenzione sia
sui non trascurabili benefici derivanti da tale attività, sia sulla corretta maniera di utilizzo.

la gestione del territorio in aree interessate da


instabilità cosismiche (fagliazione superficiale,
1 INTRODUZIONE fenomeni di liquefazione, instabilità di versante)
Gli studi di microzonazione sismica vengono condivise e approvate dalla Conferenza delle
realizzati sulla base delle indicazioni fornite Regioni e Province autonome.
dagli Indirizzi e Criteri di Microzonazione Infine, sono state sviluppate applicazioni della
Sismica (di seguito ICMS), approvati dalla MS per la riduzione del rischio per finalità di
Conferenza delle Regioni in data 13 novembre protezione civile, come l’analisi della Condizione
2008. Gli ICMS hanno il merito di aver Limite per l’Emergenza (CLE) e la
omogeneizzato le metodologie di studio e le microzonazione sismica compare tra gli elementi
procedure (sia sotto il profilo formale sia considerati fondamentali, a livello nazionale, nei
sostanziale), creando un modus operandi programmi standard di riduzione del rischio
condiviso nel panorama nazionale di settore. sismico.
Tale documentazione nazionale rappresenta un
utile documento per gli studi e le analisi relative
2 LA MICROZONAZIONE SISMICA (MS)
alla microzonazione sismica (MS), applicabile ai
settori della programmazione territoriale, della La Microzonazione Sismica permette di
pianificazione urbanistica, della pianificazione valutare in forma qualitativa e/o quantitativa le
dell’emergenza e della normativa tecnica per la modificazioni apportate allo scuotimento del
progettazione. suolo dalle condizioni geologico-tecniche locali e
La MS è recepita a livello normativo da tutte dalle condizioni topografiche locali. Tale attività
le Regioni, che vincolano l’approvazione dei rientra in un quadro più generale nei programmi
piani alla preventiva realizzazione e valutazione di prevenzione e di mitigazione degli effetti di un
degli studi di MS; sono state predisposte o si terremoto, in cui è necessario individuare in via
stanno predisponendo linee guida specifiche per preliminare con criteri speditivi le zone a più

SG02-96
elevato rischio sismico da sottoporre a studi insediamenti, definire gli interventi ammissibili in
particolareggiati. una determinata area, programmare le indagini e i
A tale riguardo, la normativa di riferimento livelli di approfondimento, stabilire orientamenti,
consente di valutare gli effetti locali di modalità e priorità di intervento nelle aree
amplificazione del moto sismico sia in modo urbanizzate.
semplificato, sia con modalità analitiche più In generale la realizzazione di una studio di
rigorose (RSL). Uno degli aspetti più importanti MS può essere affrontata con diversi livelli di
di queste normative è quello di definire e di approfondimento che vengono dettati dalle
valutare l’amplificazione sismica dei terreni sulla finalità (pianificazione territoriale, pianificazione
base della definizione del parametro Vs, cioè per l’emergenza, progettazione delle opere), dalle
della velocità delle onde di taglio. necessità intrinseche del sito (caratteristiche
In questa direzione già da diversi anni (Ferrini geomorfologiche, importanza delle opere da
et al., 2007) si è mossa la Regione Toscana realizzare) e dei livelli di pericolosità.
attraverso il Programma di Valutazione degli In relazione ai diversi contesti geologico-
Effetti Locali (VEL), nell’ambito del quale sono tecnici, alla pericolosità sismica di base ed in
state migliorate e/o sviluppate metodologie di funzione dei diversi obiettivi degli studi di MS,
valutazione degli effetti locali basate su misure possono essere effettuati n. 3 livelli di
sistematiche delle velocità delle onde sismiche approfondimento, con complessità e impegno
trasversali effettuate con varie tecniche (sismica a economico crescente.
rifrazione e riflessione con onde di taglio, prove In particolare possono essere predisposti i
down-hole, etc...). seguenti livelli:
Nei citati ICMS vengono definite le procedure,  il livello 1 è un livello propedeutico ai
le metodologie di analisi al fine di individuare e successivi studi di MS, che consiste
caratterizzare le zone stabili, le zone stabili esclusivamente in una raccolta organica e
suscettibili di amplificazione locale del moto ragionata di dati di natura geologica, geofisica
sismico e le zone suscettibili di instabilità. e geotecnica e delle informazioni preesistenti
Nello specifico la MS individua e caratterizza: e/o acquisite appositamente al fine di
 le “Zone Stabili”: aree nelle quali non si suddividere il territorio in microzone
ipotizzano effetti locali di alcuna natura qualitativamente omogenee dal punto di vista
(litotipi assimilabili al substrato sismico in del comportamento sismico. Tale
affioramento con morfologia pianeggiante o approfondimento è finalizzato alla
poco inclinata) e, pertanto, gli scuotimenti realizzazione della carta delle “Microzone
attesi sono equivalenti a quelli forniti dagli Omogenee in prospettiva sismica (MOPS)”;
studi di pericolosità di base;
 il livello 2 è un livello successivo in cui si
 le “Zone stabili suscettibili di amplificazione introduce l’elemento quantitativo associato
sismica”, in cui il moto sismico viene alle zone omogenee mediante metodologie di
modificato a causa delle caratteristiche analisi numerica di tipo semplificato (abachi
litostratigrafiche e/o geomorfologiche del regionalizzati, modellazione 1D, leggi
territorio; empiriche) e l’esecuzione di ulteriori e più
mirate indagini. Tale approfondimento è
 le “Zone suscettibili di instabilità”, ovvero
finalizzato alla realizzazione della “Carta di
zone suscettibili di attivazione dei fenomeni
Microzonazione Sismica”;
di deformazione permanente del territorio
indotti o innescati dal sisma (instabilità di  il livello 3 rappresenta il livello più
versante, liquefazioni, fagliazioni approfondito che permette di giungere ad una
superficiali). microzonazione approfondita del territorio
basata su metodologie analitiche di analisi di
Gli studi di MS rivestono una notevole
tipo quantitativo. Tale approfondimento è
importanza nella pianificazione territoriale,
finalizzato alla realizzazione della “Carta di
fornendo una base conoscitiva della pericolosità
Microzonazione Sismica con
sismica locale, al fine di stabilire gerarchie di
approfondimenti”.
pericolosità utili per la programmazione di
interventi di riduzione del rischio sismico a varie Ad oggi, mediante i finanziamenti nazionali di
scale, orientare la scelta di aree per nuovi cui alla Legge n.77/2009 art. 11 (e stanziati con

SG02-97
successive ordinanze a partire dal 2010 e fino al del parametro FHa0105, utilizzato per la stima
2017), la diffusione degli studi di MS è in dell’amplificazione locale e descritto
costante ascesa su tutto il panorama nazionale. nell’equazione 1:
2.1 La MS in Toscana
La Regione Toscana ha potuto beneficiare, (1)
come le altre regioni e province autonome, dei
finanziamenti di provenienza statale (previsti
dall’art.11 della legge 77 del 24 giugno 2009 e
dove il parametro viene stimato mediante il
suddivisi in 7 annualità) che disciplinano i
rapporto tra l’integrale tra i periodi di 0.1sec e
contributi per gli interventi di prevenzione del
0.5sec dello spettro in pseudoaccelerazione in
rischio sismico, tra cui un canale specifico
output (PSAout) e l’analogo integrale per lo
finalizzato agli studi di microzonazione sismica a
spettro in input (PSAin).
livello comunale.
La figura 2 illustra, invece, lo stralcio di carta
Tali finanziamenti nazionali, unitamente agli
di MS3 realizzata per la medesima area.
studi di MS che i Comuni hanno realizzato
Preme sottolineare come la realizzazione di
autonomamente ai sensi del Regolamento
studi MS3 per i suindicati comuni sia stata
Regionale 53R/2009, hanno permesso alla
possibile grazie alla non trascurabile quantità di
Regione Toscana di poter disporre ad oggi di
indagini geologiche s.l. (cartografie geologiche,
numerosi studi di microzonazione sismica,
indagini geognostiche, geotecniche e geofisiche)
prevalentemente di Livello 1, già realizzati su
realizzate nel corso degli ultimi vent’anni nelle
oltre il 65% dei comuni toscani, come è possibile
aree a maggior pericolosità sismica del territorio
evincere in tabella.1.
regionale (area appenninica ed Amiata)
nell’ambito del Programma Regionale VEL.
Tabella 1. Stato di realizzazione degli studi di MS in Tale livello di indagine è disponibile per molti
Toscana; Nella colonna del Tot. Comuni i numeri tra altri comuni, già dotatisi di studio di
parentesi indicano i comuni classificati in zona sismica 2.
microzonazione sismica di livello 1, per i quali
Tot. Comuni Comuni con Comuni con nelle prossime annualità sarà possibile
Prov.
(*) MS approvata MS in corso
AR 37 (24) 26 9
l’implementazione a livelli superiori di
FI 42 (13) 27 5 microzonazione sismica, sulla base di quanto
PO 7 (4) 7 - previsto dagli ICMS.
PT 20 (6) 12 4 La banca dati VEL (consultabile sul portale
LU 33 (22) 13 15 http://www.regione.toscana.it/speciali/rischio-
MS 17 (14) 9 8
LI 20 (0) - -
sismico mediante una pagina web-gis dedicata,
PI 37 (0) 15 - realizzata mediante collaborazione scientifica con
SI 35 (4) 12 13 il Dipartimento di Scienze della Terra
GR 28 (2) 8 - dell’Università di Firenze) comprende:
Totale 276 (89) 129 (47%) 54 (20%)  1355 linee di sismica a rifrazione con onde P
e SH;
Si tratta, per la maggior parte di essi, di  39 linee sismiche a riflessione HR (High
comuni ubicati nelle zone a maggior pericolosità Resolution);
del territorio regionale. Inoltre, per 12 di questi  circa 567 sondaggi geotecnici (con più di
comuni è già stato realizzato anche lo studio di 1400 prove SPT) con prove down-hole;
microzonazione sismica di terzo livello (MS3)
per il capoluogo ed eventualmente le principali  più di 500 campioni indisturbati su cui sono
frazioni (Baglione et al., 2015). state eseguite prove di laboratorio (statiche e
La figura 1 riporta una sezione geologico- dinamiche).
tecnica relativa all’area di Case Caldeta nel I dati possono essere ricercati, selezionati e
comune di Vicchio (FI); tale sezione è stata una visualizzati mediante criteri di ricerca geografici
delle sezioni sottoposte ad analisi di risposta per provincia, area geografica, comune, località.
sismica 2D a cura del DICEA dell’Università di In alternativa i dati possono essere ricercati
Firenze; nel grafico in alto è visibile l’andamento interattivamente dall’utente.

SG02-98
Figura 1. Evoluzione spaziale del fattore di amplificazione (FHa0105) in riferimento alla sezione geologico-tecnica n.1
nell’area di Case Caldeta nel comune di Vicchio (FI).

Figura 2. Stralcio della carta di MS3 per l’area di Case Caldeta nel comune di Vicchio (FI).

SG02-99
Inoltre, per ogni sondaggio selezionato si prevista la possibilità di utilizzo diretto dei
possono consultare ed estrarre i dati diretti risultati della microzonazione sismica di terzo
(stratigrafie) e quelli indiretti relativi (prove livello per la progettazione di opere ordinarie.
geofisiche in foro, prove SPT e/o report delle L’esecuzione di studi di MS3 prevede, infatti,
analisi di laboratorio sui campioni eventualmente per la stima delle amplificazioni locali, la
prelevati). realizzazione di adeguate analisi di risposta
sismica locale. Il prodotto di output per tali
Infine, per i campioni indisturbati, per i quali analisi è solitamente costituito oltre che da fattori
sono state effettuate analisi geotecniche di di amplificazione, utilizzati per la
laboratorio in campo dinamico, è possibile quantificazione della minore o maggiore
estrarre le curve di decadimento del modulo di predisposizione dei terreni indagati
taglio normalizzato (G/G0) e di incremento del all’amplificazione locale, anche da spettri di
rapporto di smorzamento (D) sia relative alla risposta elastici (caratterizzati tipicamente da
singola prova sia in termini di curve medie uno smorzamento del 5%).
selezionabili in funzione delle litologia, Sulla base dell’esperienza finora maturata in
formazione geologica e/o area di provenienza regione Toscana è possibile affermare come un
selezionata (Baglione et al., 2015). completo e dettagliato studio di MS3 possa
restituire microzone stabili con amplificazione
(solitamente di limitata estensione areale) in cui
3 UTILIZZO DEGLI STUDI DI è possibile (in aggiunta a quanto previsto dagli
MICROZONAZIONE SISMICA ICMS) fornire strumenti utili a rappresentare in
quel determinato ambito areale l’azione sismica
Il principale utilizzo di uno studio di di progetto.
microzonazione sismica è da ricercare, nella fase In figura 3 sono illustrati per l’area di Case
di pianificazione urbanistica, come definizione di Caldeta gli spettri di risposta medi per ognuna
livelli o classi di pericolosità sismica, da delle microzone stabili suscettibili di
realizzare sulla base delle normative vigenti nella amplificazione, individuate sulla base del valore
regione di interesse (in Toscana è vigente il del parametro FHa0105, da allegare allo studio
Regolamento 53R/2011) e derivanti di MS3 come previsto dagli ICMS. La proposta
dall’acquisizione del quadro conoscitivo ottenuto verte, quindi, sulla definizione di una procedura
dagli studi di microzonazione sismica. finalizzata alla definizione di spettri di risposta
Le classi di pericolosità sismica sono quattro: elastici, direttamente derivanti dagli studi di
dalla pericolosità sismica S1 (attribuibile alle microzonazione sismica, da utilizzare nelle fasi
zone stabili) alla S4, che riguarda le aree per le progettuali successive a quella pianificatoria.
quali sono stati previsti fenomeni di instabilità
(fenomeni di liquefazione dinamica, fenomeni
gravitativi attivi o faglie attive e capaci). Ad ogni
classe di pericolosità corrispondono poi,
nell’ambito del Regolamento Urbanistico,
specifiche prescrizioni in termini di
approfondimenti di studio da attuare in fase di
Piano Attuativo o nella successiva fase
progettuale.

3.1 Proposta di utilizzo degli spettri


caratteristici
E’ in corso, in ambito regionale toscano, una
revisione delle norme relative agli strumenti Figura 3. Spettri medi per le microzone stabili
geologici a supporto della pianificazione suscettibili di amplificazione nell’area di Case Caldeta nel
urbanistica. Tale revisione discende dalle novità comune di Vicchio (FI).
introdotte nella recente L.R. 65/2014 che
introduce all’art.104 alcuni elementi di novità Effettuate le analisi di risposta sismica locale
nell’ambito della prevenzione e mitigazione dei (tipicamente per un Tr=475 anni) è possibile,
rischio, tra cui quello sismico. realizzata la carta di microzonazione sismica di
In riferimento a quest’ultimo aspetto,
all’interno della revisione della norma, sarà

SG02-100
Figura 4. Confronto tra spettro caratteristico e spettri di risposta elastici semplificati (NTC08) per la microzona E nell’area di
Case Caldeta nel comune di Vicchio (FI).

Figura 5. Rappresentazione di tutti gli spettri caratteristici (Tr=475 anni) nell’area di Case Caldeta nel comune di Vicchio (FI).

SG02-101
terzo livello, pervenire alla definizione di normativa (relativi alle categorie di sottosuolo B
spettri “caratteristici”, prevedendo i seguenti ed E) più attinenti alle condizioni
passi: sismostratigrafiche della microzona individuata
nell’esempio.
 raggruppare per ogni microzona individuata Questo spettro si riferisce ad un periodo di
(caratterizzata da un valore omogeneo del ritorno di 475 anni e, pertanto, può essere
fattore di amplificazione) tutti gli spettri di paragonato allo spettro semplificato di normativa
risposta elastici di output ricadenti in essa, relativo all’azione sismica per lo Stato Limite di
ricavandone lo spettro medio (fig. 3); Salvaguardia della Vita (SLV) per un edificio
“ordinario” (Vita nominale VN = 50 anni e
 operare la regolarizzazione dello spettro Classe d’uso CU = II).
medio. Questa operazione permette di Oltre all’analisi “ufficiale” della MS3,
definire sia uno spettro di forma similare a caratterizzata da un periodo di ritorno
quelli semplificati di normativa sia, di tipicamente di 475 anni, mediante una modesta
conseguenza, i suoi parametri dipendenti (S, implementazione d’indagine, si potrà prevedere
Tb e Tc), mentre i parametri indipendenti la realizzazione di analoghe analisi imponendo
sono fissati, come noto, dalla localizzazione come input sismico accelerogrammi spettro-
del sito e dalle scelte progettuali alla base compatibili e sismo-compatibili per periodi di
funzione della progettazione. La ritorno propri dello Stato Limite di Esercizio (di
regolarizzazione dello spettro viene effettuata solito Stato limite di Danno, SLD), che nel caso
secondo le procedure illustrate negli ICMS specifico corrispondono ad un Tr=50 anni,
2008 e meglio specificate da Pergalani e operando con la medesima procedura
Compagnoni (2013) e da D’Intinosante et al. precedentemente illustrata.
(2015b). In sintesi, secondo tale metodo, In figura 5, invece, sono rappresentati tutti gli
dallo spettro medio si ricavano i valori di spettri caratteristici (Tr=475 anni) computati per
le microzone stabili desunte dallo studio di MS3
TA (periodo per il quale è massimo il valore
dell’area di Case Caldeta, utilizzata come
in accelerazione), SA (valore medio dello esempio nel presente articolo.
spettro in accelerazione per periodi compresi L’utilizzo degli spettri caratteristici di MS3
tra 0.5TA ed 1.5TA), TV (periodo per il per la progettazione deve essere doverosamente
quale è massimo il valore in pseudovelocità), vincolato ad una verifica da parte del tecnico
SV (valore medio dello spettro in incaricato dell’affidabilità (grado di fiducia
pseudovelocità per periodi compresi tra riposto nelle indagini ed elaborazioni eseguite),
0.8TV ed 1.2TV); della significatività (valore che le indagini e le
elaborazioni eseguite hanno per gli studi in
 ricavati tali valori si determinerà l’estensione
essere) e della rappresentatività (capacità delle
del plateau (tratto dello spettro con indagini e delle elaborazioni eseguite e
accelerazione costante) tenendo conto che Tc conseguenti risultati acquisiti di rappresentare al
= 2*(SV/SA) e Tb = 1/3Tc. Noti i parametri meglio le problematiche alla base
indipendenti dalle condizioni di sito (ag e dell’amplificazione locale nel sito di progetto).
Td) è possibile, infine, ricavare il parametro Tale valutazione sarà effettuata, da parte del
S come amax/ag dove amax è calcolata da tecnico incaricato, sulla base della tipologia degli
analisi di risposta locale. Il parametro F0, studi effettuati e dalla distanza dal sito di
indipendente dalle condizioni progetto, nonché dei limiti di affidabilità delle
sismostratigrafiche del sito secondo analisi eseguite ed eventualmente di dati
l’approccio semplificato delle NTC2008, nel pregressi sul sito di progetto, non riportati nello
presente metodo viene reso, invece, studio di MS3.
dipendente dalle condizioni geologiche locali Solo se la predetta verifica dovesse dare esito
con valore pari al rapporto tra SA ed amax positivo, si potranno utilizzare gli spettri
(accelerazione di ancoraggio dello spettro caratteristici della MS3, effettuando un confronto
tra lo spettro di MS e quello semplificato delle
caratteristico).
NTC2008 nel range di periodi propri della
Lo spettro così regolarizzato è visibile in blu struttura oggetto della progettazione, al fine di
nell’esempio di figura 4, dove è messo a scegliere (in un’ottica doverosamente
confronto con gli spettri semplificati di

SG02-102
conservativa) lo spettro in grado di rappresentare professionista incaricato della stima
al meglio l’azione sismica di progetto. dell’azione sismica di progetto, della
I dati di base ed i risultati degli studi di MS, conformità del modello di sottosuolo (in
anche se non ritenuti adeguati, dovranno termini di affidabilità, significatività e
comunque orientare il progettista nella rappresentatività delle analisi effettuate) in
pianificazione di nuove indagini e nella corrispondenza del sito di progetto con
valutazione dei risultati delle nuove elaborazioni. quello tipico della microzona, anche in
In particolare gli studi di MS dovranno essere
riferimento alla quota di riferimento
utilizzati per la definizione del modello del
dell’opera in progetto (quota di imposta delle
sottosuolo e del quadro geologico, geotecnico e
geofisico areale. fondazioni);
 l'uso degli spettri caratteristici dovrebbe
essere, inoltre, subordinato al rispetto di un
4 CONCLUSIONI indice di qualità, opportunamente definito,
La corretta e completa realizzazione di uno che valuti la qualità degli studi di livello 3 in
studio di microzonazione sismica di terzo livello particolare in ragione della densità e qualità
permette di acquisire un quadro dettagliato e delle indagini geotecniche e geofisiche
quantificato dell’amplificazione locale del sito utilizzate per la definizione del modello di
d’indagine. sottosuolo.
Al contrario dei livelli 1 e 2 di MS, l’output
delle analisi non consiste solo in un parametro L’utilizzo degli spettri caratteristici della MS3
stimatore dell’amplificazione (tipicamente un a fini progettuali, fermo restando tutti i vincoli e
fattore di amplificazione) ma è dato da le verifiche da effettuare preliminarmente, può
accelerogrammi, spettri di fourier, spettri di determinare sicuramente un valore aggiunto alla
risposta elastici, funzioni di amplificazione definizione dell’azione sismica di progetto per
spettrale, etc.. opere ordinarie, poiché vengono esaminati
Pertanto, relegare l’utilizzo di tali studi alla aspetti geologici s.l. (soprattutto in riferimento
sola fase pianificatoria sembrerebbe riduttivo, alla topografia e alle geometrie sepolte) in grado
mentre al contempo sarebbe auspicabile un di contribuire, talora pesantemente, all’azione
utilizzo diretto, impostato comunque su severi sismica di progetto.
criteri di verifica, anche nella successiva fase Tali aspetti non sono valutati nella normale
progettuale. pratica professionale (poiché richiederebbero una
Il livello di approfondimento previsto in fase dettagliata parametrizzazione dei terreni oggetto
di MS3 per quanto attiene alla stima di studio e l’utilizzo di metodologie di analisi
dell’amplificazione locale (che di norma viene approfondite) la quale si basa generalmente sulla
determinata mediante analisi di risposta sismica stima semplificata dell’azione sismica mediante
in assetto 2D) porta ad una definizione rigorosa e la definizione delle categorie di sottosuolo.
sicuramente più attinente al contesto Tale stima semplificata, come succede
sismotettonico dell’area rispetto all’approccio frequentemente dal confronto con le analisi ad
semplificato previsto dalle NTC08. hoc, non sempre corrisponde all’approccio più
Tuttavia è necessario sottolineare alcune conservativo (Cherubini et al., 2006; Baglione et.
regole base per un corretto utilizzo degli spettri al, 2014; Baglione et. al, 2015; D’Intinosante et
caratteristici: al., 2015a, 2015b).
 si ritiene opportuno che tale approccio sia Di contro, non utilizzare le informazioni
derivanti da uno studio di MS3 a fini progettuali
consentito per progetti caratterizzati al
comporterebbe stime di amplificazione sismica
massimo da classe d’uso II (opere ordinarie). basate su un modello geologico-tecnico
Per opere caratterizzate da classe d’uso generalmente incompleto con conseguente bassa
superiore (opere strategiche e rilevanti) e attendibilità in termini di stima dell’azione
ricadenti in aree definite a elevata sismica.
pericolosità sismica sarà necessario rendere
obbligatoria la stima dell’azione sismica di
progetto mediante adeguate analisi di BIBLIOGRAFIA
risposta sismica locale; Baglione M., Fabbroni P., D’Intinosante V., Vannucchi G.,
Madiai C., Facciorusso J & Gargini E., 2014. Dalla
 l’utilizzo degli spettri caratteristici dovrà microzonazione sismica di livello 1 alle analisi di
essere vincolato alla verifica, a cura del modellazione di livello 3: il comune di Barberino di

SG02-103
Mugello (FI). Atti del XXXIII Convegno Nazionale
GNGTS, Bologna.
Baglione M., D’Intinosante V., Fabbroni P., 2015. La
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approvata dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
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risposta sismica locale del centro abitato di Fivizzano
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microzonazione sismica nel centro abitato di Fivizzano
(MS). Atti del XXXIV Convegno Nazionale GNGTS,
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la pianificazione e la progettazione: l’esempio di
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Convegno Nazionale GNGTS, Trieste.

SG02-104
ANIDIS 2017
PISTOIA

Soil Damping Ratio Estimation by Logarithmic Decrement Method in


Resonant Column Tests
Johann Facciorussoa, Claudia Madiaib
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze
b
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze

Keywords: damping ratio; free-vibration decay; resonant column; cohesive soils

ABSTRACT
Measurement of soil dynamic properties is a critical task in the solution of most geotechnical earthquake
engineering problems. Dynamic properties of soils are commonly expressed in terms of shear modulus, G, and
damping ratio, D, that are generally obtained from laboratory tests. Among them, the resonant column test is the
most commonly used, especially at low- and medium-strain levels. One of the approaches followed in estimating
damping ratio from the resonant column test is the ‘free vibration’ method (also called ‘logarithmic decrement’
method). It consists of analyzing the time history of the damped free vibrations of the specimen once harmonic
loading is cut off after reaching the resonant conditions. The soil damping ratio is determined from the logarithmic
ratio of the amplitude of any two successive peaks of the specimen damped motion (logarithmic decrement). In the
present paper, the influence on the damping ratio of the shear strain level, the plasticity index, the confining
pressure and the time distance between the peaks selected in calculating the logarithmic decrement is evaluated
from the resonant column tests performed on 51 undisturbed isotropically consolidated fine-grained soil specimens.

SG02-105
ANIDIS 2017
PISTOIA

Stima del Rapporto di Smorzamento da Prove di Colonna Risonante mediante


il Metodo del Decremento Logaritmico
Johann Facciorussoa, Claudia Madiaia
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze

Keywords: rapporto di smorzamento; oscillazioni libere; colonna risonante; terreni coesivi

ABSTRACT
La definizione del comportamento meccanico dei terreni in condizioni dinamiche rappresenta un tema centrale
nella soluzione di molti problemi dell’Ingegneria Geotecnica Sismica. I principali parametri utilizzati per
caratterizzare il comportamento dinamico dei terreni sono il modulo di taglio G, e il rapporto di smorzamento, D,
che vengono di norma ottenuti da prove di laboratorio. Tra queste, la prova di colonna risonante è quella più
comunemente utilizzata, specialmente a bassi e medi livelli di deformazione. Uno degli approcci più comunemente
seguiti nella stima del rapporto di smorzamento da prove di colonna risonante è il metodo del decremento
logaritmico che consiste nell’analizzare la storia temporale delle vibrazioni libere smorzate del provino a partire
dall’istante in cui, raggiunta la condizione di risonanza, viene interrotta l’eccitazione armonica. Il rapporto di
smorzamento viene calcolato a partire dal rapporto logaritmico delle ampiezze di due picchi successivi (decremento
logaritmico). Nella presente memoria, sulla base delle misure di colonna risonante effettuate su 51 provini
indisturbati prelevati da depositi di terreni coesivi in differenti siti italiani, viene valutata e discussa l’influenza sul
rapporto di smorzamento misurato del livello di deformazione indotta, della pressione di confinamento applicata,
della plasticità, e, infine, della distanza temporale tra i due picchi successivi selezionati per il calcolo del
decremento logaritmico.

alla superficie del deposito, con conseguente


attenuazione del moto sismico.
1 INTRODUZIONE Nell’ambito della teoria della propagazione
La misura delle proprietà meccaniche dei delle onde, i terreni vengono modellati come
terreni in campo dinamico costituisce un solidi “alla Kelvin-Voigt” dove la dissipazione
elemento centrale nella comprensione e nella dell’energia elastica del mezzo viene
soluzione di molti problemi di Ingegneria rappresentata in modo conveniente, da un punto
Geotecnica Sismica. La proprietà dinamiche più di vista matematico, attraverso smorzatori
influenti sulle modalità di propagazione delle viscosi. Esistono tuttavia alcune differenze tra il
onde sismiche nei terreni sono la rigidezza e lo modello adottato e il comportamento reale dei
smorzamento, che sono in genere espresse, terreni. Una di queste riguarda la frequenza
rispettivamente, in termini di modulo di taglio dell’eccitazione sismica. Si può dimostrare,
secante, G, e rapporto di smorzamento, D. In infatti, che in un sistema alla Kelvin-Voigt
particolare, il rapporto di smorzamento può soggetto ad una eccitazione armonica, il rapporto
assumere un ruolo determinate nella valutazione di smorzamento è proporzionale alla frequenza
della risposta sismica locale di depositi di terreno dell’eccitazione, mentre nei terreni reali, che
(Facciorusso et al., 2012, 2016; Madiai et al. dissipano energia principalmente attraverso lo
2015), ovvero nella definizione delle azioni scorrimento relativo dei grani, le corrispondenti
sismiche da assumere per analisi di tipo caratteristiche dissipative, e quindi il rapporto di
strutturale e/o geotecnico, in quanto viene smorzamento, non dovrebbero risultare
utilizzato per quantificare la dissipazione di significativamente influenzati dalla frequenza.
energia elastica delle onde sismiche nel loro Tale aspetto diventa ancora più evidente nei
cammino di propagazione dal basamento roccioso terreni incoerenti, dove la dissipazione per attrito

SG02-106
è prevalente e lo smorzamento non è di tipo rispettivamente in Isenhower (1979) and ASTM
viscoso. D 4015-07 (2007).
Il rapporto di smorzamento è invece La misura di D, corrispondente alla frequenza
sicuramente dipendente dall’ampiezza della di risonanza (ed all’ampiezza di sollecitazione
sollecitazione applicata (ovvero della tensione, , applicata), è stata effettuata utilizzando il metodo
e della deformazione, , di taglio cicliche indotte) del decremento logaritmico, che consiste
e, superato un determinato valore di soglia delle nell’interrompere l’eccitazione armonica e nel
deformazioni (soglia volumetrica), caratteristico misurare il decremento dell’ampiezza delle
del materiale, anche dal numero di cicli di carico, oscillazioni libere smorzate nel tempo, tra due
N, e dall’incremento di pressione interstiziale u, picchi successivi (espresso in termini di
che insorge in condizioni non drenate. decremento logaritmico, ). Utilizzando la teoria
Il rapporto di smorzamento può essere delle oscillazioni libere applicata ad un sistema
determinato, in maniera affidabile, solo da prove alla Kelvin-Voigt ad un solo grado di libertà
di laboratorio. La prova di colonna risonante (SDOF), è possibile stimare il valore del rapporto
(RC) e di taglio torsionale ciclico (CTS) di smorzamento D in funzione di .
consentono di sollecitare il provino a bassi e medi La misura di D viene poi ripetuta
livelli di deformazione applicando cicli di carico incrementando l’ampiezza del momento
rispettivamente ad alta (30-40 Hz) e bassa torsionale applicato (e quindi l’ampiezza della
frequenza (0.1-1 Hz). Le prove triassiali cicliche deformazione di taglio ciclica indotta).
(CTx) e di taglio semplice ciclico (CSS) possono Nella presente memoria, vengono illustrati e
invece indurre elevati livelli di deformazione discussi i risultati sperimentali ottenuti su 51
(superiori alla soglia volumetrica del materiale), provini indisturbati di terreni a grana fine
fino a rottura, e consentono quindi di misurare la prelevati in differenti siti dell’Italia Settentrionale
dipendenza di D dal numero di cicli applicato, N, e Centrale allo scopo di valutare l’influenza, sul
e dall’incremento di pressione interstiziale, u. A rapporto di smorzamento misurato, del livello di
causa delle maggiori frequenze di eccitazione, le deformazione indotta, della pressione di
prove RC condotte su provini di terreni coesivi confinamento applicata, della plasticità del
tendono a fornire valori di D lievemente superiori terreno, e, infine, della distanza temporale tra i
a quelli ottenuti da prove CTS (Crespellani et al. due picchi successivi selezionati per il calcolo del
2000; Shibuya et al. 1995). decremento logaritmico .
Per determinare il rapporto di smorzamento D
mediante prove RC possono essere seguiti due
differenti approcci, entrambi standardizzati e 2 RIFERIMENTI TEORICI
descritti nelle norme ASTM (ASTM D 4015-07): Nella teoria di propagazione delle onde
il metodo dello stato stazionario (“steady-state sismiche i terreni sono in genere modellati come
vibration method”) e il metodo del decremento solidi alla Kelvin-Voigt (K-V) con
logaritimico (“free decay vibration method” comportamento visco-elastico, per i quali il
oppure “logarithmic decrement method”). In legame tensione-deformazione (-) è dato dalla
entrambi i metodi, D viene determinato in relazione:
corrispondenza della frequenza di risonanza del
provino (corrispondente al primo modo di
vibrare). Molti Autori (ad esempio, Stokoe 1999; (1)
Senetakis, Anastasiadis and Pitilakis 2015) hanno
confrontato i due approcci senza rilevare, dove G è il modulo di taglio e è il coefficiente
limitatamente agli intervalli di deformazione di viscosità.
applicati, significative differenze nella stima di D.
In questo articolo sono presentati i risultati di Estendendo i fondamenti teorici del
uno studio ottenuti da prove RC eseguite con comportamento di un sistema ad un solo grado di
apparecchio di Stokoe del tipo “fixed-free” libertà (SDOF) ad un solido K-V soggetto ad un
(ovvero dove il provino ha una estremità fissata e carico armonico di frequenza circolare , il
l’altra libera), nella sua configurazione standard. rapporto di smorzamento D è così definito:
All’estremità libera del provino viene applicato (2)
un momento torsionale di tipo armonico di
ampiezza prefissata e frequenza variabile, fino a Si può dimostrare che il rapporto di
raggiungere la condizione di risonanza. Maggiori smorzamento D, riferito ad un singolo ciclo di
dettagli sull’apparecchiatura utilizzata e sulla
procedura sperimentale seguita si possono trovare

SG02-107
carico (Fig. 1), può essere espresso mediante la T f=1/T= resonance frequency

Torsional moment, M
relazione:

(3)

cut off
time, t
dove W è l’energia elastica immagazzinata
durante il ciclo (area tratteggiata di Figura 1) e
W l’energia dissipata (area interna al ciclo di
Figura 1). mn = [1/(n-m)] ln(u m/u n)

um
Response amplitude, u
La soluzione dell’equazione del moto per un

un
sistema K-V in condizioni di oscillazioni libere
(con D < 100%, come in genere accade per i
terreni in condizioni sismiche) mostra un
decadimento esponenziale dell’ampiezza dello
spostamento con il tempo (Fig.2). time, t
Si può dimostrare che il rapporto di
smorzamento D è legato alle ampiezze dello
spostamento del sistema, um e un, corrispondenti
rispettivamente al picco m-esimo e n-esimo, e Figura 2. Decremento logaritmico calcolato per oscillazioni
può essere calcolato in funzione del decremento libere smorzate.
logaritmico corrispondente, definito come: Con riferimento a picchi successivi, vengono
poi calcolati il decremento logaritmico mn e il
(4) rapporto di smorzamento D corrispondenti,
utilizzando, rispettivamente, le equazioni 4 e 5.
utilizzando la seguente equazione: Come suggerito da Hall and Richart (1963),
per tenere adeguatamente in conto l’influenza del
motore torsionale applicato alla testa del provino
(5) sulle misure effettuate, è opportuno applicare al
decremento logaritmico misurato mn un
opportuno fattore correttivo:
La teoria delle oscillazioni libere smorzate viene
applicata per determinare il rapporto di
smorzamento in prova di colonna risonante con il (6)
metodo del decremento logaritmico.
dove IS e IT sono i momenti polari di inerzia
rispettivamente del provino e del motore
torsionale.
Il rapporto di smorzamento, ottenuto
modellando i terreni come solidi alla Kelvin-
Voigt, dipende dalla frequenza di eccitazione,
come si può dedurre anche dall’equazione 2,
mentre, in realtà, nei terreni reali la dissipazione
dell’energia elastica è dovuta principalmente (se
non esclusivamente, come nei terreni a grana
grossa) allo scorrimento attritivo tra i grani e
quindi è indipendente dalla frequenza.
Comunque, il valore di D misurato in
Figura 1. Quantità che definiscono il rapporto di corrispondenza della frequenza di risonanza
smorzamento. (relativa al primo modo di vibrare del provino) è
Durante la prova, dopo che il provino, eccitato da comunemente accettato come rappresentativo del
un momento torsionale armonico di ampiezza terreno per le applicazioni pratiche, anche se
prefissata, ha raggiunto la condizione di misure effettuate in corrispondenza di frequenze
risonanza, variando opportunamente la frequenza (e modi di vibrazione) superiori sarebbero
consigliate (Cascante and Santamarina 1997).
di eccitazione, viene interrotta l’eccitazione e
vengono misurate le ampiezze delle oscillazioni
libere smorzate del provino, nel tempo.

SG02-108
3 ANALISI DEI RISULTATI mentre i valori di deformazione massimi e
minimi raggiunti con la prova RC sono risultati
Ai fini di questo studio, 51 campioni di terreno
rispettivamente: 2.0x10-5 % and 6.0x 10-1%.
a grana fine, provenienti prevalentemente da siti
Infine, per meglio valutare l’influenza dell’
dell’Italia centrale, sono stati analizzati con
indice di plasticità, PI, e della pressione di
l’apparecchiatura di colonna risonante. I provini
confinamento applicata, ’0, le misure
esaminati sono stati prelevati a profondità
sperimentali del rapporto di smorzamento D,
variabili tra 1 e 50 m dal piano di campagna; sono
sono state raggruppate secondo differenti
costituiti principalmente da argille normal-
intervalli di PI. Con riferimento all’intervallo
consolidate o sovraconsolidate (1<OCR<9), di
intermedio (15% < PI ≤ 25%), che caratterizza la
plasticità da media ad alta (10<PI<60), con
maggior parte dei terreni esaminati, le misure di
consistenza da molto bassa ad alta (-
D sono state ulteriormente classificate in
0.27<Ic<1.17). Prima dell’applicazione delle
relazione alla pressione di confinamento ’0
sollecitazioni dinamiche, sono stati saturati e
applicata durante la prova. Le differenze
consolidati isotropicamente a pressioni di
percentuali D1n, calcolate per ciascuno degli
confinamento ’0 comprese tra 40 kPa e 525 kPa.
intervalli di PI e ’0 considerati, sono riportate, al
Per ciascun provino è stato calcolato il
crescere di n e , rispettivamente nelle Figure 3 e
decremento logaritmico, mn, (Eq. 4), sempre con
4. I corrispondenti valori medi, , e le deviazioni
riferimento al primo picco di oscillazioni libere
standard, sd, sono elencati rispettivamente nelle
smorzate (m=1) e per differenti distanze
Tabelle 1 e 2.
temporali tra il primo e il secondo picco (n=2, 3,
In merito ai valori di D1n (Figg. 3 e 4) è
4, 5). A partire da ciascun valore di 1n è stato
possibile fare alcune considerazioni: (1) essi
quindi calcolato il corrispondente valore del
mostrano, per deformazioni di taglio inferiori alla
rapporto di smorzamento D1n (Eq. 5).
soglia elastica, una grande dispersione che non
Per evidenziare l’influenza della distanza
sembra influenzata dalla distanza temporale tra i
temporale tra i picchi considerati nel calcolo del
picchi considerati, dalla plasticità o dalla
rapporto di smorzamento, è stata considerata la
pressione di confinamento: le medie e le
differenza percentuale: D1n = (D12-D1n)/D12
deviazioni standard variano rispettivamente entro
x100 (con n= 3,4,5).
gli intervalli -12÷-1 [%] e 18÷37 [%], come si
Per rappresentare meglio il comportamento del
può dedurre dai valori riportati nelle Tabelle 1 e
terreno in condizioni dinamiche e cicliche al
2; (2) i valori di D1n sono molto meno dispersi
variare del livello deformativo, sono stati
quando la deformazione di taglio indotta supera
considerati tre intervalli di deformazione
la soglia elastica, con valori medi positivi che
delimitati dalle due soglie caratteristiche dei
crescono con la deformazione di taglio e/o con la
materiali esaminati: la soglia elastica, l,
distanza temporale tra i picchi e/o con la plasticità
corrispondente a G/G0=0.98 (con G0 modulo di
e/o con la pressione di confinamento, mentre la
taglio iniziale), e la soglia volumetrica, v,
deviazione standard cresce con la deformazione
corrispondente a u/’0 = 1%. I valori di soglia l
di taglio indotta: le medie e le deviazioni standard
e v misurati per i campioni esaminati sono
variano rispettivamente entro gli intervalli -1÷18
risultati compresi rispettivamente negli intervalli:
[%] and 3÷15 [%] (Tab.1 e 2).
7.3x10-4÷1.4x10-2 [%] e 1.5x10-2÷2.5x10-1 [%],
Tabella 1. Media, , e deviazione standard, sd, della differenza percentuale D1n al crescere di n,  e PI.
D1n ( ± sd) n=3 n=4 n=5
PI ≤ 15%  ≤ l -6±31 -3±29 -3±29
l <  ≤ v 0±5 1±5 2±7
 > v 4±9 8±13 11±15
15% < PI ≤ 25%  ≤ l -6±27 -5±27 -5±28
l <  ≤ v 0±4 1±4 2±5
 > v 4±8 9±11 14±13
25% < PI ≤ 35%  ≤ l -2±18 -3±22 -2±23
l <  ≤ v 1±3 2±4 3±4
 > v 5±5 11±9 18±11
PI ≥ 35%  ≤ l -7±22 -7±26 -5±23
l <  ≤ v 0±3 1±3 3±4
 > v 2±6 9±9 16±10

SG02-109
Tabella 2. Media, , e deviazione standard, sd, della differenza percentuale D1n al crescere di n,  e ’0 (con 15%<PI<25%).
D1n ( ± sd) n=3 n=4 n=5
’0 ≤ 100 kPa  ≤ l -4±31 -5±37 -5±37
l <  ≤ v 1±4 1±4 1±5
 > v 3±5 7±8 14±10
100 kPa ≤’0 ≤ 200 kPa  ≤ l -3±26 -2±25 -2±26
l <  ≤ v 0±4 1±4 2±5
 > v 3±6 7±10 12±11
200 kPa ≤’0 ≤ 300 kPa  ≤ l -1±18 -2±20 -2±20
l <  ≤ v -1±4 -1±5 -1±5
 > v 5±10 12±14 17±15
’0 ≥ 300 kPa  ≤ l -12±32 -11±24 -10±27
l <  ≤ v 1±3 3±4 4±4
 > v 7±9 11±13 16±14
G
 
Per concludere, è stato adattato alle misure D
e G 0
(8)
sperimentali di D il modello empirico suggerito Dmax
da Yokota et al. (1981), dato dalle seguenti
tarando opportunamente i parametri del modello
equazioni:
, Dmax.
G 1
  (7)
G0 1    

Figure 3. Differenza percentuale D1n al crescere di n,  e PI

SG02-110
Figure 4. Differenza percentuale D1n al crescere di n,  e ’0 (15%<PI<25%)

Le curve empiriche D() così ottenute sono Ishihara 1996; Crespellani e Facciorusso 2010,
riportate in Figura 5, al variare di n, limitatamente tra gli altri);
all’intervallo intermedio di plasticità (15 %< PI <
25 %), e confrontate con i corrispondenti valori
della soglia elastica e volumetrica misurate.
Analoghe curve sono riportate in Figura 6 al
variare dei valori di PI e ’0 considerati.

Figura 5. Rapporto di smorzamento D1n in funzione della


deformazione di taglio ciclica , per 15%<PI <25% e
n=2,3,4,5, ottenuto adattando ai dati sperimentali il modello
di Yokota et al. (1981).
Analizzando le Figure 5 e 6, è possibile
evidenziare alcuni punti: Figura 6. Rapporto di smorzamento D1n in funzione della
(1) la soglia elastica e volumetrica crescono al deformazione di taglio ciclica , per valori crescenti di n, PI
crescere di PI e ed al decrescere di ’0, come già e ’0, ottenuto adattando ai dati sperimentali il modello di
Yokota et al. (1981).
sottolineato da altri Autori (Vucetic 1994;

SG02-111
(2) a livelli di deformazione molto piccoli, la velocità di deformazione e dal numero di cicli
distanza temporale tra il primo e gli altri picchi applicato.
considerati non sembra avere influenza In particolare, come già confermato da altri
significativa sul calcolo di D effettuato con il Autori, i terreni ad alta plasticità, specialmente ad
metodo del decremento logaritmico; al crescere elevate pressioni di confinamento (e quindi ad
della deformazione indotta, si può invece elevate profondità) mostrano valori dello
osservare una riduzione significativa di D al smorzamento significativamente più bassi (a
parità di altre condizioni) rispetto ad altri terreni.
crescere della distanza temporale tra i due picchi
Ciò significa che tali terreni dissipano meno
considerati nel calcolo: le maggiori riduzioni si energia e ciò si traduce in una minore
osservano per terreni a bassa plasticità ed elevate attenuazione delle onde sismiche e, quindi, in una
pressioni di confinamento (D1n  49%); maggiore azione sismica in superficie.
(3) oltre la soglia volumetrica, se si considera Inoltre, ulteriori e più significative riduzioni
la stessa coppia di picchi successivi per il calcolo del rapporto di smorzamento sono state osservate
di D e lo stesso livello di deformazione, D incrementando la distanza temporale tra la coppia
decresce significativamente al crescere di PI e/o di picchi successivi selezionati nelle oscillazioni
di ’0, come già evidenziato anche da altri Autori libere smorzate per il calcolo del decremento
(Vucetic e Dobry 1991; Facciorusso et al., 2016, logaritmico, specialmente per terreni ad elevata
tra gli atri). plasticità.
Ciò è da attribuire al fatto che, al crescere della
deformazione indotta e quindi della non linearità
4 CONCLUSIONI di comportamento esibito dal materiale, il
decadimento dell’ampiezza delle oscillazioni
Nella presente memoria sono stati utilizzati i libere smorzate diventa più rapido così come
risultati di prove di laboratorio eseguite su 51 anche il recupero di rigidezza. I terreni modellati
campioni di terreni a grana fine normalconsolidati come solidi alla Kelvin-Voigt, infatti, a questi
e sovraconsolidati, prelevati a profondità da livelli di deformazione, sono caratterizzati da una
piccole ad elevate, in differenti siti dell’Italia sostanziale riduzione del contributo dissipativo
Centrale e Settentrionale. della componente viscosa del materiale e da un
I provini selezionati sono stati testati con incremento di rigidezza della componente
un’apparecchiatura di colonna risonante del tipo elastica.
fixed-free. La misura del rapporto di Come conseguenza, il valore del rapporto di
smorzamento è stata effettuata con il metodo del smorzamento del terreno ottenuto in prova di
decremento logaritmico, valutando la dipendenza colonna risonante con il metodo del decremento
di tale parametro dall’indice di plasticità del logaritmico, selezionando il primo e il secondo
materiale, dalla pressione di confinamento picco immediatamente successivi l’interruzione
applicata durante la prova, dalla distanza dell’eccitazione, può risultare marcatamente non
temporale tra la coppia di picchi successivi conservativo per la valutazione della risposta
considerati per il calcolo del decremento sismica locale, ovvero per la determinazione delle
logaritmico. azioni sismiche da assumere per analisi di tipo
Per valori della deformazione di taglio ciclica strutturale e/o geotecnico. Il valore del rapporto
molto bassi (e comunque inferiori alla soglia di smorzamento così ottenuto può risultare infatti
elastica), i provini analizzati mostrano un significativamente superiore a quello ottenibile ad
comportamento molto simile che non risulta esempio mediante una prova di taglio torsionale
significativamente influenzato dall’indice di ciclico con la quale è possibile simulare in
plasticità e dalla pressione di confinamento. maniera più realistica le condizioni di
Inoltre, la distanza temporale tra i picchi sollecitazione nel terreno che si verificano
selezionati per il calcolo del rapporto di durante un terremoto.
smorzamento non sembra avere un’influenza
significativa.
Superata la soglia elastica ed avvicinandosi RINGRAZIAMENTI
alla soglia volumetrica, i provini mostrano un
andamento molto differente a causa del loro Gli autori ringraziano Giacomo Simoni e
comportamento marcatamente non lineare, che, a Roberto Bardotti che hanno realizzato gran parte
grandi deformazioni, è fortemente influenzato dal delle prove di laboratorio utilizzate in questo
percorso sforzi-deformazioni seguito, dalla studio.

SG02-112
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SG02-113
ANIDIS 2017
PISTOIA

Soil-Structure Interaction Effects on the Seismic Behavior of Reinforced


Concrete Moment Resisting Frames
Romeo Tomeoa, Antonio Bilottaa, Dimitris Pitilakisb, Emidio Nigroa
a
Department of Structures for Engineering and Architecture, University of Naples Federico II, 21, Via Claudio, 80125,
Naples, Italy
b
Department of Civil Engineering, Aristotle University of Thessaloniki, 54124, Thessaloniki, Greece

Keywords: Soil-Structure Interaction, Non-linear Dynamic Analyses, RC Moment Resisting Frames

ABSTRACT
The paper shows the results of a parametric study performed, through non-linear dynamic analyses, in order to
investigate the influence of Soil-Structure-Interaction (SSI) effects on the seismic performances of 2D reinforced
concrete moment resisting frames. In the study were varied: (1) the soil properties, (2) the modelling approach of
SSI effects, (3) the seismic design level of the structures.
The soil classes suggested by Eurocode 8 were taken as reference to define the mechanical properties of soil, while,
concerning the SSI modelling, both a “sub-structures” approach, in which the evaluation of the foundation input
motion is decoupled from the evaluation of the dynamic response of the superstructure, and a “direct” approach, in
which the soil, the foundation and the superstructure are included in a single model and analyzed in a single step,
were considered.
Structures of 4 and 8 floors, designed for vertical loads only or according to the Italian regulations for constructions
(NTC 08), were considered for the numerical analyses.
The study shows that SSI can affect, with different significance depending on the modelling approach, the estimate
of the seismic response of the structure with respect to a fixed base model, especially in terms of maximum inter-
story drift.

SG02-114
ANIDIS 2017
PISTOIA

Effetti dell’interazione terreno-struttura sul comportamento sismico di strutture


a telaio in c.a.
Romeo Tomeoa, Antonio Bilottaa, Dimitris Pitilakisb, Emidio Nigroa
a
Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura, Università degli studi di Napoli Federico II, Via Claudio 21,
80125, Napoli (Italia)
b
Dipartimento di Ingegneria Civile, Aristotle University of Thessaloniki, 54124, Salonicco (Grecia)

Keywords: Interazione terreno-struttura, analisi dinamiche non lineari, telai in c.a.

ABSTRACT

La memoria mostra i risultati di uno studio parametrico per valutare l’influenza dell’interazione terreno-struttura
(SSI) sulla valutazione del comportamento sismico di telai 2D in calcestruzzo armato mediante analisi dinamiche
non-lineari al variare di (1) proprietà meccaniche dei terreni, (2) tecniche di modellazione numerica degli effetti di
SSI, e (3) livello di progettazione sismica delle strutture.
Per le proprietà meccaniche dei terreni si è fatto riferimento alle classi di terreno suggerite dall’Eurocodice 8,
mentre per quanto riguarda la modellazione della SSI, si è fatto riferimento sia ad un approccio “diretto”, in cui la
fondazione e la sovrastruttura sono inclusi in un unico modello e analizzati in un unico step, che ad un approccio
per “sotto-strutture”, in cui la valutazione del moto a livello della fondazione è invece disaccoppiato dalla
valutazione della risposta dinamica della struttura.
Per le analisi sono state prese a riferimento strutture progettate solo per carichi verticali o con un livello di
progettazione sismica elevato (in accordo alle NTC 08).
Lo studio mostra che la modellazione della SSI può influenzare la stima della risposta sismica rispetto ad un
comune modello su base fissa, con differenze dipendenti dalla tecnica di modellazione adottata, soprattutto in
termini di massimo drift di inter-piano.
stessa rispetto a quello di “free-field” (Stewart et
al.,1998).
1 INTRODUZIONE Generalmente, gli effetti di interazione
Gli spostamenti e le deformazioni di una cinematica sono possono essere considerati
struttura durante un terremoto sono sempre trascurabili, mentre gli effetti di interazione
influenzate dall’interazione tra: a) la struttura in inerziale possono essere significativi (Stewart et
elevazione, b) la fondazione e c) il terreno. al.,1999).
Una analisi dinamica di interazione terreno- I metodi generalmente adoperati per modellare
struttura (SSI) mira a valutare la risposta la SSI possono essere classificati in approcci
complessiva di questi tre sistemi ad un certo “diretti” e in approcci per “sotto-strutture”.
evento sismico. In un approccio “diretto” il terreno, la
Due particolari fenomeni fisici descrivono la fondazione e la struttura in elevazione, modellati
SSI. Il primo, noto come “interazione inerziale”, attraverso elementi finiti, sono inclusi nello stesso
si sviluppa nella struttura in elevazione che, a modello e analizzati in un singolo step. Le analisi
causa delle sue stesse vibrazioni, genera tagli e numeriche condotte su tali modelli risultano
momenti alla base che provocano spostamenti tuttavia molto onerose da un punto di vista
relativi tra la fondazione e il “free-field”. Il computazionale e pertanto sono spesso eseguite
secondo è noto come “interazione cinematica” ed ricorrendo a metodi lineari equivalenti per
è dovuto alla presenza di elementi di fondazione approssimare il comportamento non lineare del
rigidi, immersi nel terreno, che provocano una terreno (Pitilakis & Cloteau, 2010, Pitilakis et al.,
deviazione del moto alla base della fondazione 2013).
Negli approcci per “sotto-strutture” il
problema della SSI è disaccoppiato nella

SG02-115
valutazione del moto della fondazione (effetti di elastico per il quale la SSI era stata modellata
interazione cinematica) e nella valutazione della attraverso una serie di molle elastiche e
risposta dinamica della struttura (effetti di smorzatori viscosi.
interazione inerziale) supportata da una serie di Oggigiorno, nonostante la possibilità di
molle e smorzatori (impedenze della fondazione) effettuare analisi più rigorose, sono pochi gli
che simulano il complesso fondazione-terreno. studi disponibili in letteratura riguardanti lo
Il limite principale di tali approcci è che la studio degli effetti della SSI su modelli strutturali
sovrapposizione degli effetti di interazione realistici (Negulescu et al., 2009, Mengke Li et
cinematica e inerziale richiederebbe a rigore al., 2014), e ancora meno sono quelli in cui la SSI
l’ipotesi di comportamento lineare del terreno e è modellata attraverso approcci diretti con un più
della struttura. rigoroso modello non lineare di terreno (Saez et
In merito agli approcci per “sotto-strutture” al., 2008, Pitilakis et al., 2014).
diverse ricerche, eseguite su semplici oscillatori In questa memoria vengono mostrati i risultati
elastici, mostrano che l’interazione inerziale di uno studio parametrico condotto con
induce due effetti principali rispetto ad una l’obiettivo di investigare gli effetti
configurazione su base fissa: (1) un allungamento dell’interazione terreno struttura sulle
del periodo di vibrazione, a causa della performance sismiche di strutture a telaio in
deformabilità del terreno di fondazione (Veletsos calcestruzzo armato. In particolare sono state
& Meek, 1974); (2) un incremento dello condotte analisi dinamiche non lineari variando
smorzamento complessivo del sistema, dovuto al (1) le proprietà meccaniche dei terreni, (2) la
fatto che la struttura dissipa una grande quantità tecnica di modellazione degli effetti di
di energia nel terreno durante le sue vibrazioni interazione e (3) il livello di progettazione
(Veletsos & Nair, 1975). sismica degli edifici.
Questi due effetti, se accoppiati con uno Con riferimento al terreno, sono state prese
spettro di progetto comunemente adottato nei come riferimento le differenti classi suggerite
moderni codici anti-sismici, conducono spesso a dall’Eurocodice 8 (EN 1998-1, 2004) mentre per
forze più basse nella struttura. quanto riguarda la tecnica di modellazione degli
Per questa ragione, i professionisti spesso effetti di interazione si è fatto riferimento sia ad
trascurano gli effetti della SSI in quanto si un approccio “diretto” che ad un approccio per
presuppone che questa possa avere solamente un “sotto-strutture”.
effetto benefico sulla risposta strutturale e che Infine, con riferimento alle strutture analizzate,
quindi sia a vantaggio di sicurezza trascurarla. sono stati presi in considerazione edifici di 4 e 8
Tuttavia, da un lato, alcune ricerche piani, tipici del patrimonio edilizio residenziale
(Mylonakis & Gazetas, 2000) mostrano che un italiano, progettati per soli carichi verticali e in
incremento del periodo di vibrazione accordo alle vigenti Norme Tecniche per le
fondamentale dovuto alla SSI potrebbe avere, Costruzioni (DM 14/01/2008).
anche per strutture moderatamente flessibili e in Prima di illustrare i risultati delle analisi,
alcune particolari condizioni di sito, degli effetti vengono di seguito illustrate le strutture di
sfavorevoli sulla domanda sismica (in termini di riferimento, i segnali accelerometrici e le
pseudo-accelerazione spettrale). proprietà meccaniche dei terreni selezionati per le
Dall’altro lato, considerare gli effetti della SSI analisi numeriche. Inoltre sono fornite alcune
potrebbe avere una giustificazione economica dettagli relativi all’implementazione dei modelli
(Saez et al., 2008), in quanto una riduzione delle nel software OpenSees (Mazzoni et al., 2009).
forze sismiche si può tradurre in una riduzione
del quantitativo di “rinforzo” necessario, sia nel
caso della progettazione di un edificio nuovo, sia 2 ANALISI
nel caso del consolidamento di un edificio Le analisi numeriche sono state condotte per 4
esistente. tipologie di telaio (2D) in calcestruzzo armato,
Per i motivi sopra menzionati, una valutazione che possono essere considerati rappresentativi di
del potenziale impatto degli effetti della SSI sulla telai interni di edifici regolari (3D).
risposta sismica di una struttura dovrebbe sempre I telai sono stati progettati con o senza criteri
essere effettuata. anti-sismici al fine di simulare differenti periodi
Nel loro lavoro, risalente al 1974, Veletsos e di costruzione degli stessi. In particolare, 2 di
Meek conclusero che gli effetti della SSI sono questi sono stati progettati per soli carichi
maggiori nel caso di strutture rigide su sottosuoli verticali in accordo al D.M.30/05/1972 (vedi
deformabili. Tuttavia, le loro conclusioni erano Figura 1), mentre gli altri due sono stati progettati
basate sullo studio di un semplice oscillatore

SG02-116
con livello di progettazione sismica elevato (vedi Le proprietà meccaniche assunte per i terreni
Figura 2) in accordo alle vigenti NTC 2008 (DM sono riportate in Tabella 2.
14/01/2008).
5,5 4,5 5 4 Tabella 2. Proprietà meccaniche dei terreni
Classe C Classe D

3,2
Altezza del deposito 30 m 30 m

3,2
Tipo di terreno Argilla Argilla

3,2
Indice di plasticità 15% 100%
5,5 4,5
3,2
5 4
Velocità onde di taglio (Vs0) 250 m/s 160 m/s
2.0 t/m3 1.6 t/m3
3,2

3,2

Densità (ρ)
65 kPa 49 kPa
3,2

3,2

Coesione (c)
3,2

3,2

Per le analisi dinamiche sono stati selezionati


4

21 accelerogrammi naturali. In particolare,


1,75
3,2 3,2 3,2
1,75 2,5 4 4 4
2,5 attraverso il software Rexel (Iervolino et al.,
Figura 1. Edificio progettati in accordo al D.M.72 2009) sono stati scelti 3 diversi set di 7
accelerogrammi spettro-compatibili, in media,
5,5 4,5 5 4 con gli spettri di Tipo 1 e di Tipo 2 suggeriti
dall’EC8 (denominati rispettivamente Gruppo 1 e
3,5

Gruppo 2) e con quello suggerito dalle NTC 08


3,2

(Gruppo 3). Tutti i segnali si riferiscono a


3,2

condizioni di affioramento rigido (terreno di tipo


5,5 4,5 5 4
3,2

A secondo l’EC8) e sono caratterizzati da una


magnitudo momento (Mw) e da una distanza
3,2

3,2

epicentrale (R) variabili rispettivamente negli


3,2

3,2

intervalli 5 < Mw < 7 e 0 < R < 30 km. La


3,2

3,2

compatibilità con gli spettri di riferimento è stata


4

controllata nell’intervallo dei periodi compresi fra


22 22 0.15s e 2.0s (vedi Figura 3).
Figura 2. Edifici progettati in accordo alle NTC08

3 MODELLAZIONE NUMERICA
In Tabella 1 sono riassunte le caratteristiche
fondamentali delle strutture analizzate ed in I modelli numerici sono stati implementati
particolare: la massa totale, le proprietà attraverso il software OpenSees (Mazzoni et al.,
meccaniche dei materiali (calcestruzzo e acciaio) 2009).
assunte nei modelli numerici e il periodo Per quanto riguarda la modellazione
fondamentale di vibrazione delle strutture su base strutturale, sono stati adottati modelli a masse
fissa. Ulteriori dettagli in merito alle strutture concentrate nei nodi. Travi e colonne sono state
possono essere ritrovati in Tomeo, 2017. modellate come elementi ‘beamWithHinges’, che
considerano la plasticità concentrata all’interno di
Tabella 1. Strutture di riferimento: caratteristiche principali
opportune lunghezze di cerniera plastica alle
estremità degli elementi. Per tener conto
Massa totale fc fy T1,fix
Edificio dell’influenza dello sforzo assiale sul
(t) (MPa) (MPa) (s)
comportamento flessionale delle colonne, le
D.M. 72 - 4 Piani 290.6 17 380 0.97 cerniere plastiche sono state definite come
D.M. 72 - 8 Piani 647.2 17 380 1.14 cerniere a fibre.
NTC 08 - 4 Piani 292.9 25 450 0.65 Per quanto riguarda i legami costituitivi dei
NTC 08 - 8 Piani 692.8 25 450 0.92 materiali, per il calcestruzzo è stato utilizzato il
legame ‘Concrete01’ (Karsan & Jirsa, 1969)
Per quanto riguarda i terreni, sono state mentre per l’acciaio d’armatura il legame
considerate due argille, di media e bassa ‘Steel01’. La lunghezza delle cerniere plastiche è
consistenza (classificabili rispettivamente come stata definita sulla base delle indicazioni riportate
terreni di classe C e D secondo l’Eurocodice 8) al nell’ Eurocodice 8 - parte 3 (EN1998-3).
fine di ottenere effetti di interazione terreno-
struttura significativi (Veletsos & Meek, 1974).

SG02-117
GAg
Kv  (1)
H
in cui G è il modulo tangenziale del calcestruzzo,
Ag è l’area lorda della sezione trasversale e H è la
lunghezza dell’elemento.
Il comportamento della molla è descritto in
termini di legame taglio-spostamento relativo di
piano (drift) attraverso il materiale ‘LimitState’,
che permette di definire una soglia oltre la quale
il legame assume un andamento degradante fino a
giungere ad un valore di capacità residua. Al fine
di simulare una completa ed improvvisa perdita
di capacità tagliante dell’elemento strutturale, alle
a) Gruppo 1 – Spettro Tipo 1 EC8 molle è stata assegnata una pendenza infinita del
ramo degradante e una capacità residua nulla.

b) Gruppo 2 – Spettro Tipo 2 EC8

Figura 4. Modellazione meccanismi fragili

c) Gruppo 3 – Spettro NTC 08 Mentre nel modello suggerito da Elwood


Figura 3. Spettro-compatibilità dei segnali (2004) l’attivazione del meccanismo fragile
avviene quando l’elemento strutturale raggiunge
La possibilità di avere crisi fragili dovute al uno specifico valore di soglia di drift, nel
taglio è stata tenuta in conto attraverso presente lavoro, la soglia di attivazione della crisi
l’introduzione nel modello strutturale di fragile è invece definita dalla resistenza a taglio
opportune molle che lavorano in serie (vedi dell’elemento, valutata con riferimento a quanto
Figura 4) con gli elementi beam (Elwood, 2004). suggerito in Sezen & Moehle (2004).
Le molle sono state definite in OpenSees Per tener conto dello smorzamento viscoso
attraverso elementi ‘zero-length’ caratterizzati da mobilitato durante la risposta dinamica della
una rigidezza iniziale definita come: struttura, è stato assegnato uno smorzamento del

SG02-118
5% nella formulazione proporzionale alla matrice trascurabile sulla risposta strutturale complessiva
di rigidezza tangente (Priestley & Grant, 2005). nel caso di fondazioni superficiali con modeste
Per quanto riguarda la modellazione profondità del piano di posa.
geotecnica, nella logica di un approccio per sotto- Al fine di confrontare i risultati ottenibili
strutture, gli effetti di interazione inerziale attraverso una modellazione degli effetti di SSI
possono essere modellati attraverso il modello di mediante un approccio per sotto-strutture con
Winkler non lineare (Beam on Non-linear quelli ottenibili mediante un approccio diretto, è
Winkler Foundation model) implementato in stato implementato in OpenSees un modello agli
OpenSees da Raychowdhury and Hutchinson elementi finiti completo, che comprende pertanto
(NIST GCR 12-917-21, 2012). sovrastruttura, elementi di fondazione e terreno.
Il modello è costituito da (i) un elemento trave In particolare è stato modellato (modellazione
a comportamento elastico che riproduce il 2D) un banco di terreno con proprietà meccaniche
comportamento dell’elemento strutturale di omogenee e con un bedrock situato alla
fondazione, (ii) una serie di elementi ‘zero- profondità di 30 m sotto il piano campagna. Il
length’ verticali indipendenti che riproducono il terreno è stato modellato attraverso gli elementi
comportamento del terreno al di sotto della ‘quad’ implementati in OpenSees (formulazione
fondazione e (iii) due macro-molle orizzontali in condizioni di stato piano di deformazione).
che riproducono rispettivamente la spinta passiva Per tener conto della rigidezza finita del
esercitata dal terreno di rinterro sulla superficie bedrock (Vs,bedrock = 1000 m/s), è stato inserito alla
laterale dell’elemento di fondazione e la risposta, base del banco di terreno uno smorzatore di
di tipo attritiva, all’interfaccia tra il terreno e Lysmer (Lysmer & Kuhlemeyer,1969). Lo
l’elemento di fondazione (vedi Figura 5). smorzatore è stato definito attraverso un elemento
‘zero-length’ il cui comportamento è definito
attraverso il materiale ‘Viscous’ implementato in
OpenSees. Questo materiale richiede come input
un unico coefficiente, che per lo smorzatore di
Lysmer è definito dal prodotto fra la densità di
massa del bedrock, la sua velocità di
propagazione delle onde di taglio e l’area di base
del deposito di terreno.
Figura 5. Modello di Winkler non lineare
Lo spessore fuori dal piano degli elementi di
terreno è stato assunto pari a 3B, con B pari alla
Il comportamento della fondazione in termini larghezza dell’elemento strutturale di fondazione,
di legame momento globale ribaltante e rotazione al fine di riprodurre con il modello FEM
alla base dell’edificio è riprodotto attraverso le completo lo stesso periodo di vibrazione
molle agenti in direzione verticale distribuite fondamentale (iniziale) del modello di Winkler.
lungo la base della fondazione. I nodi situati alla stessa profondità sulle due
Una limitazione dell’approccio è senza dubbio superfici laterali opposte del deposito di terreno
correlata alla natura mono-direzionale delle sono stati invece vincolati a spostarsi della stessa
molle. La molla reagisce, infatti, solo a carichi quantità in direzione orizzontale (Zienkiewicz et
agenti in direzione parallela all’asse della molla al., 1988), al fine di assicurare un percorso
stessa e pertanto carichi agenti in direzione deformativo del banco di terreno di tipo
perpendicolare alla molla non hanno effetto sulla puramente tagliante (approccio “tied nodes”).
risposta della stessa. Nel modello sono impediti gli scorrimenti
Una ulteriore limitazione è inoltre correlata relativi all’interfaccia tra l’elemento di
alla semplificazione tipicamente introdotta da un fondazione e la superficie libera del terreno;
modello alla Winkler, in cui si assume che il inoltre, per semplicità, l’elemento strutturale di
comportamento delle singole molle verticali non fondazione è stato modellato come un elemento
sia influenzato da quello delle molle adiacenti. elastico di rigidezza infinita.
In questo studio, le rigidezze delle molle e i Il deposito di terreno è eccitato alla base da
corrispondenti coefficienti di smorzamento una forza orizzontale variabile nel tempo e data
(smorzamento radiativo) sono stati calibrati sulla dal prodotto tra il coefficiente di smorzamento di
base delle formulazioni suggerite da Pais & Lysmer e il segnale sismico, espresso in termini
Kausel (1978) considerando il modulo di di velocità (Joyner & Chen, 1975, Lysmer,
rigidezza iniziale del terreno. 1978).
La spinta passiva del terreno di rinterro è stata L’estensione in orizzontale del banco di
trascurata poiché questa ha un effetto del tutto terreno, 120m e 220m per telai di 4 e 8 piani

SG02-119
rispettivamente, è stata scelta al fine di garantire Rayleigh è stato assegnato agli elementi di
ai bordi del banco condizioni di free-field ed terreno sulla base di due frequenze di controllo, f1
evitare riflessioni spurie del segnale nello stesso. e f2=5f1, coincidenti con la prima e la terza
Le dimensioni degli elementi ‘quad’ sono state frequenza di risonanza del banco di terreno
assunte pari a 1.0m x 1.0 m, nel rispetto della (Kwok et al., 2007). Tale intervallo di frequenza
condizione secondo cui, fissata la massima comprende infatti le frequenze fondamentali del
frequenza di interesse (pari a 10 Hz in questo modello e le frequenze predominanti dei segnali
studio), la dimensione degli elementi deve essere considerati.
inferiore ad un ottavo della minima lunghezza Tabella 3. Riduzione del modulo di taglio e della velocità
delle onde di taglio (Pitilakis et al., 2014). delle onde di taglio del terreno in funzione della PGA attesa
Il comportamento non lineare del terreno è (FEMA 440, 2005)
stato modellato in maniera semplificata PGA [g]
assegnando agli elementi ‘quad’ un materiale a ≤ 0,10 0.15 0.20 ≥ 0.30
comportamento elastico ed isotropo, Value of G/G0 0.81 0.64 0.49 0.42
caratterizzato tuttavia da un modulo di taglio
Value of Vs/Vs0 0.90 0.30 0.70 0.65
opportunamente ridotto per tener conto del livello
di deformazione tagliante raggiunto nel terreno
(come suggerito nelle FEMA 440, 2005), e 1
assegnando agli stessi elementi una certa aliquota 0.9
di smorzamento viscoso attraverso la 0.8
formulazione (dipendente dalla frequenza) di
0.7
Rayleigh (Rayleigh & Lindsay, 1945).
0.6
Questo tipo di modellazione è in genere
G/G0

0.5
preferita per analisi di tipo dinamico in quanto
0.4 Darendeli - PI=0%
riduce sensibilmente i tempi computazionali, Darendeli - PI=15%
sebbene lo smorzamento del terreno sia di tipo 0.3
Darendeli - PI=30%
isteretico e indipendente dalla frequenza. 0.2 Darendeli - PI=50%
Darendeli - PI=100%
In questo caso la matrice di smorzamento è 0.1
costruita come una combinazione lineare delle 0
0.0000 0.0001 0.0010 0.0100 0.1000 1.0000
matrici di massa e di rigidezza secondo la
relazione: Shear Strain [%]

C     M     K  (2) 25
Darendeli - PI=0%
Darendeli - PI=15%
in cui α è la costante di smorzamento 20 Darendeli - PI=30%
proporzionale alla massa e β è la costante di Darendeli - PI=50%
Darendeli - PI=100%
smorzamento proporzionale alla rigidezza. 15
D [%]

Total
10
Mass Proportional
Stiffness Proportional
Damping Ratio [%]

5
ξ
0
ξ 0.0000 0.0001 0.0010 0.0100 0.1000 1.0000
Shear Strain [%]
Figura 7. Determinazione del fattore di smorzamento per il
terreno

ω1 ω2
ω [rad/s] Il fattore di smorzamento, ξ, è stato
Figura 6. Smorzamento alla Rayleigh con doppia frequenza determinato, data un appropriata curva di
di controllo
decadimento del modulo di taglio del terreno (e la
corrispondente curva di variazione dello
Al fine di simulare uno smorzamento smorzamento) con il livello di deformazione
pressoché costante nel campo di frequenze di tangenziale (nel presente lavoro sono state
interesse (si noti la porzione più marcata della utilizzate le curve suggerite in Darendeli, 2001
curva rossa in Figura 6) lo smorzamento alla per una pressione di confinamento di 1 atm) e il

SG02-120
valore di PGA atteso al sito, sulla base del livello F ree F ield Motion
di deformazione di taglio corrispondente al a

fattore di riduzione del modulo di taglio fornito t

F ixed Base Model BNWF Model


dalle FEMA 440 (vedi Tabella 3 e Figura 7).
Assumendo uno smorzamento costante ξ per

S oil Column
entrambe le frequenze di controllo, i coefficienti
α e β sono dati dalle seguenti relazioni:
 12   1 
  2   ;  =2 
a a a

 (3)
 1  2   1  2  t
t t

Bedrock Motion
F ree F ield Motion F ree F ield Motion
in cui ω1 e ω2 sono le pulsazioni angolari
corrispondenti alle frequenze considerate f1 e f2. Figura 9. Effetti di sito per modello a base fissa e modello
di Winkler non lineare
Figura 8 illustra il modello FEM completo
implementato in OpenSees.
In tutte le analisi, al fine di investigare il
R igid beam comportamento strutturale dal campo lineare fino
al collasso, i segnali accelerometrici sono stati
Quad E lements
scalati a otto differenti valori di accelerazione di
picco al bedrock: 0.05g, 0.075g, 0.10g, 0.125g,
Tied Nodes

Tied Nodes

0.15g, 0.20g, 0.25g, 0.30g.


Il massimo taglio alla base, Vmax, e il massimo
inter-story drift ratio, IDRmax, sono stati scelti
Lysmer - Kuhlemeyer Dashpot

Bedrock Motion
come parametri di domanda (Engineering
Base Nodes Demand Parameters).
Figura 10 e Figura 11 mostrano il rapporto tra
Figura 8. Modello FEM completo implementato in la domanda sismica ottenuta per il modello a base
OpenSees deformabile (modello FEM completo o di
Winkler non lineare) e per il modello a base fissa,
rispettivamente per un terreno di classe C e di
4 RISULTATI classe D. Dato il livello di PGA, i punti sul
Il modello FEM completo è intrinsecamente grafico sono stati determinati come la media dei
capace di tener conto degli effetti di sito e quelli valori ottenuti per tutti i 21 segnali
di interazione cinematica. Quindi, al fine di accelerometrici selezionati. Tuttavia, nel calcolo
ottenere un confronto significativo con i risultati delle medie, sono stati considerati solamente i
ottenuti attraverso i modelli su base fissa o risultati ottenuti per livelli di PGA tali da non
Winkler non lineare: provocare il collasso strutturale. Pertanto, in
- gli effetti di sito sono stati tenuti in conto alcuni casi, i punti sul grafico rappresentano delle
applicando alla base dei modelli stessi il segnale medie ottenute su meno di 21 valori.
di free-field ottenuto attraverso una preliminare Come si può notare dalla figura, la tecnica di
analisi di propagazione delle onde in una modellazione degli effetti di interazione terreno-
colonna di terreno caratterizzato dalle medesime struttura può significativamente influenzare la
proprietà meccaniche assunte per il terreno nel stima della domanda sismica. L’adozione di un
modello FEM completo (vedi Figura 9) modello FEM completo può portare a riduzioni
- sono stati trascurati gli effetti di interazione nella stima della domanda sismica, rispetto ad un
cinematica come comunemente accettato nel comune modello a base fissa, fino al 50% in
caso di fondazioni superficiali poggianti sulla termini di IDRmax e fino al 25% in termini di Vmax.
superficie libera di un deposito (Stewart et al,
1999).

SG02-121
Terreno Classe C Terreno Classe D
1.2 1.2

1.0 1.0

VmaxSSI / VmaxFB
VmaxSSI / VmaxFB

0.8 0.8

0.6 0.6

0.4 0.4
4 Piani_DM72_FEM 4 Piani_NTC08_FEM 4 Piani_DM72_FEM 4 Piani_NTC08_FEM
8 Piani_DM72_FEM 8 Piani_NTC08_FEM 8 Piani_DM72_FEM 8 Piani_NTC08_ FEM
0.2 0.2
4 Piani_DM72_BNWF 4 Piani_NTC08_BNWF 4 Piani_DM72_BNWF 4 Piani_NTC08_BNWF
8 Piani_DM72_BNWF 8 Piani_NTC08_BNWF 8 Piani_DM72_BNWF 8 Piani_NTC08_BNWF
0.0 0.0
0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30 0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30

PGA [g] PGA [g]

Terreno Classe C Terreno Classe D


1.2 1.2

1.0 1.0
IDRmaxSSI / IDRmaxFB
IDRmaxSSI / IDRmaxFB

0.8 0.8

0.6 0.6

0.4 0.4
4 Piani_DM72_FEM 4 Piani_NTC08_FEM 4 Piani_DM72_FEM 4 Piani_NTC08_FEM
8 Piani_DM72_FEM 8 Piani_NTC08_FEM 8 Piani_DM72_ FEM 8 Piani_NTC08_FEM
0.2 0.2
4 Piani_DM72_BNWF 4 Piani_NTC08_BNWF 4 Piani_DM72_BNWF 4 Piani_NTC08_BNWF
8 Piani_DM72_BNWF 8 Piani_NTC08_BNWF 8 Piani_DM72_BNWF 8 Piani_NTC08_BNWF
0.0 0.0
0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30 0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30

PGA [g] PGA [g]


Figura 10. Risultati analisi dinamiche per terreno di classe Figura 11. Risultati analisi dinamiche per terreno di classe
C D

Al contrario, una modellazione semplificata Risulta evidente come il modello FEM


degli effetti di interazione come quella del completo fornisca uno smorzamento maggiore su
modello di Winkler non lineare porta a riduzioni tutto il campo di frequenze del segnale sismico.
minori nella domanda sismica stimata (massima Il modello di Winkler non lineare, a causa
riduzione di circa il 20% in termini sia di Vmax che dell’assenza di accoppiamento fra i modi verticali
di IDRmax). e laterali della risposta della fondazione e a causa
La differenza tra i due approcci di della sua incapacità di tener conto della variabilità
modellazione è legata alla differente con la frequenza delle impedenze della
caratterizzazione dello smorzamento complessivo fondazione, sembra infatti sotto-stimare la
del sistema. dissipazione di energia dovuta alla SSI.
In Figura 12 viene mostrata, per uno specifico Per quanto concerne le strutture, la SSI sembra
caso di analisi, l’accelerazione registrata in influenzare maggiormente la stima della domanda
corrispondenza di un punto sommitale della sismica in termini di IDRmax per edifici progettati
struttura, nonché il corrispondente spettro in in assenza di criteri antisismici, mentre la
ampiezza di Fourier.

SG02-122
riduzione è più alta in termini di riduzione di Vmax Infatti, la massime riduzioni (rispetto al caso di
nel caso di edifici progettati sismicamente base fissa) di Vmax e IDRmax variano dal 20% al
4 Piani - NTC08 - Terreno D - Gruppo 1_Segnale 1 - 0.20g
25% (+5%) e dal 40% al 50% (+10%), passando
da un terreno di tipo C ad uno di tipo D,
6 Base Fissa BNWF FEM rispettivamente.
Accelerazione [m/s2]

4
Al contrario, facendo riferimento ai risultati
ottenuti per il modello di Winkler non lineare, gli
2 effetti della SSI sembrano essere maggiormente
0 influenzati delle proprietà meccaniche assunte per
il terreno. In particolare, le massime riduzioni di
-2
Vmax e IDRmax (rispetto al caso su base fissa)
-4 variano da un 5% per un terreno di classe C ad un
-6 20% per un terreno di classe D (+15%).
0 5 10 15
Tempo [s]
a) 5 CONCLUSIONI
4 Piani - NTC08 - Terreno D - Gruppo 1_Segnale 1 - 0.20g In questo studio sono stati investigati gli effetti
dell’interazione terreno-struttura sul
16 Base Fissa BNWF FEM
comportamento sismico di edifici a telaio in
14 calcestruzzo armato, mediante analisi dinamiche
Ampiezza di Fourier

12 non lineari, al variare di (i) proprietà meccaniche


10 dei terreni, (ii) tecnica di modellazione numerica
8 della SSI e (iii) livello di progettazione sismica
6 degli edifici.
4 Lo studio mostra che, sulla base dell’approccio
2 di modellazione utilizzato, la SSI può influenzare
0 più o meno la stima della domanda sismica
0 1 2 3 4 5
rispetto ad un comune modello su base fissa.
Frequenza [Hz] L’adozione di un modello FEM completo
b) (approccio diretto) può portare a riduzioni della
Figura 12. a) Accelerazione in sommità e b) corrispondente
spettro di Fourier per un caso di analisi
valutazione della domanda sismica fino al 50% in
termini di massimo inter-story drift ratio e fino al
20% in termini di massimo taglio alla base.
Inoltre, il periodo fondamentale della struttura Una modellazione semplificata della SSI
sembra giocare un ruolo importante laddove la attraverso un modello di Winkler non lineare
SSI è modellata attraverso il modello di Winkler (approccio per sottostrutture) può influenzare la
non lineare: solo nel caso di edifici di alto valutazione della domanda sismica solo nel caso
periodo (edifici di 8 piani), laddove gli effetti di di edificio alto fondato su terreni molto
rocking sono più importanti, il modello può deformabili, laddove la risposta di rocking della
portare a significative differenze rispetto ad un fondazione tende a prevalere su quella
modello su base fissa. Nel caso di edifici con un orizzontale.
periodo fondamentale minore (edifici 4 piani) il In ogni caso, le riduzioni della domanda
modello di Winkler non lineare sembra non in previste dal modello rispetto ad un modello su
grado di cogliere adeguatamente gli effetti di base fissa (fino al 20% in termini sia di massimo
interazione. Questo è probabilmente conseguenza interstory-drift che in termini di taglio alla base)
dell’incapacità del modello di Winkler non lineare sono più basse di quelle predette da un modello
di cogliere adeguatamente la risposta orizzontale FEM completo.
della fondazione (Raychowdhury, 2008). La differenza tra i due approcci è
Con riferimento ai risultati ottenuti per il principalmente attribuibile alla diversa
modello FEM completo, le proprietà meccaniche quantificazione dello smorzamento del sistema. Il
del terreno di fondazione sembrano influenzare modello di Winkler non lineare, infatti, a causa
solo lievemente gli effetti della SSI. dell’assenza di accoppiamento fra i modi verticali
e laterali della risposta della fondazione e a causa

SG02-123
della sua incapacità di tener conto della variabilità NIST GCR 12-917-21 (2012) - Soil Structure Interaction for
Building Structures. NEHRP Consultants Joint Venture. A
con la frequenza delle impedenze della
partnership of the Applied Technology Council and the
fondazione, tende a sottostimare, rispetto ad un Consortium of Universities for Research in Earthquake
modello FEM completo, la dissipazione di Engineering
energia dovuta alla SSI. Pais, A., and Kausel, E. (1988) - Approximate formulas for
dynamic stiffnesses of rigid foundations - Soil Dynamics and
Earthquake Engineering, Vol. 7, No. 4, pp. 213-227.
Pitilakis D., Clouteau D. (2010) - Equivalent linear substructure
REFERENCES approximation of soil–foundation–structure interaction: model
Chopra, A. K. (1995) - Dynamics of Structures Theory and presentation and validation - Bull Earthquake Eng (2010)
Applications to Earthquake Engineering - Prentice-Hall, Inc., 8:257–282
Englewood Cliffs, New Jersey. Pitilakis D., Moderessi-Farahmand-Razavi A., Clouteau D. (2013)
Darendeli M. (2001) - Development of a new family of - Equivalent-Linear Dynamic Impedance Functions of Surface
normalized modulus reduction and material damping curves - Foundations - Journal of Geotechnical and Geoenvironmental
PhD Thesis, University of Texas. Engineering, vol. 139, no. 7, pp. 1130-1139. doi:
Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 14 10.1061/(ASCE)GT.1943-5606.0000829.
Gennaio 2008 - Norme Tecniche per le Costruzioni - Pitilakis K.D., Karapetrou S.T., Fotopoulou S.D. (2014) -
Supplemento Ordinario n. 29 della Gazzetta Ufficiale della Consideration of aging and SSI effects on seismic
Repubblica Italiana del 4 Febbraio 2008. vulnerability assessment of RC buildings - Bulletin of
Decreto Ministeriale 30 Maggio 1972 – Norme Tecniche alle quali Earthquake Engineering, vol.12, no. 4, pp. 1755-1776
devono uniformarsi le costruzioni in conglomerato cementizio, Priestley M.J.N., Grant D.N. (2005) - Viscous damping in seismic
normale e precompresso e ad struttura metallica design and analysis - Journal of Earthquake Engineering, vol.
Elwood K.J. (2004) - Modelling failures in existing reinforced 9, Special Issue, pp. 229-255
concrete columns - Can. J. Civ. Eng. 31: 846–859 (2004) Raychowdhury P. (2008) – Nonlinear Winkler-based Shallow
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earthquake resistance – Part 1: General rules, seismic actions Loaded Structures – PhD Thesis, University of California, San
and rules for buildings Diego
EN 1998-3 (2005) - Eurocode 8: Design of structures for Rayleigh J.W.S., Lindsay R.B. (1945) - The theory of sound -
earthquake resistance – Part 3: Assessment and retrofitting of Dover Publications, New York.
buildings Saez E., Lopez-Caballero F., Modaressi-Farahmand-Razavi A.
FEMA 440 (2005) - Improvement of Nonlinear Static Seismic (2008) - Effects of non-linear soil behaviour on the seismic
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Iervolino I., Galasso C., Cosenza E. (2009) - REXEL: computer Geotecnica 2/2008
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analysis - Bulletin of Earthquake Engineering, vol.8, no. 2, pp. Lightly Reinforced Concrete Columns - Journal of Structural
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ground response in earthquakes - Bulletin of the Seismological Evaluation of Inertial Soil-Structure Interaction Effects -
Society of America, vol. 65, no. 5, pp. 1315-1336. Pacific Earthquake Engineering Research Center, PEER
Karsan I., Jirsa J. (1969) - Behavior of concrete under Report 1998/07.
compressive loadings - ASCE J Struct. Div. 95:2543–2563 Stewart, J. P., Seed, R. B., and Fenves, G. L. (1999) - Seismic
Kwok A.O.L., Stewart J.P., Hashash Y.M., Matasovic N., Pyke soil-structure interaction in buildings. II: Empirical findings -
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seismic ground response analysis procedures - Journal of Tomeo R. (2017) – Soil-structure interaction effects on the seismic
Geotechnical Engineering, vol. 133, no. 11, pp. 1385-1398. behaviour of reinforced concrete structures – PhD Thesis,
Lysmer J., Kuhlemeyer R.L. (1969) - Finite dynamic model for University of Naples Federico II
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University of California at Berkeley, Earthquake Engineering Structural Dynamics, Vol.3, 121-138
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1978, CA. structures on hysteretic foundations - J. Struct. Engrg., ASCE
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super-tall buildings - Journal of Rock Mechanics and
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Mylonakis G., Gazetas G. (2000) – Seismic Soil-Structure
Interaction: Beneficial or Detrimental? - Journal of Earthquake
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Negulescu C., Roullé A., Foerster E., Ulrich T., Yoshimi M.
(2010) - Effect of Soil Structure Interaction on the dynamic
response of buildings - 14th ECEE, Ohrid, Macedonia

SG02-124
ANIDIS 2017
PISTOIA

Urban-scale soil-structure interaction effects for risk assessment: the case of


Thessaloniki city, Greece
Anna Karatzetzoua, Evi Rigaa, Kyriazis Pitilakisa
a
Department of Civil Engineering, Aristotle University of Thessaloniki, Thessaloniki 54124, Greece

Keywords: soil – foundation – structure interaction, seismic demand, FEMA 440

ABSTRACT
Among the sources of uncertainties in seismic risk assessment at urban scale which has not be studied so far
concerns the consideration of soil structure interaction (SSI). In the present study we assess soil-structure
interaction effects at urban scale combining structural characteristics of the Thessaloniki building stock, material
and typology data of structures and foundations, seismic hazard and site effects. Based on the available data the
fundamental period of buildings are computed and the seismic demand (accelerations and displacements) is
evaluated for both fixed- and compliant foundation conditions. Spatially distributed ratios of structural fundamental
periods, spectral accelerations and displacements, corresponding to compliant over fixed-base foundation
conditions, are mapped in GIS as an index of SSI effects at large-scale at city level. The methodology is
implemented in the urban area of Thessaloniki, Greece, for which detailed building inventory and very good
knowledge of soil conditions are available. The results indicate that consideration of SSI at urban-scale may lead to
higher seismic forces compared to the currently employed fixed-base approach, depending on the dynamic
characteristics of the structures, soil conditions and hazard, and thus shouldn’t be ignored in the risk assessment at
city level.

SG02-125
ANIDIS 2017
PISTOIA

Urban-scale soil-structure interaction effects for risk assessment: the case of


Thessaloniki city, Greece
Anna Karatzetzoua, Evi Rigaa, Kyriazis Pitilakisa
a
Department of Civil Engineering, Aristotle University of Thessaloniki, Thessaloniki 54124, Greece

Keywords: soil – foundation – structure interaction, seismic demand, FEMA 440

ABSTRACT
Among the sources of uncertainties in seismic risk assessment at urban scale which has not be studied so far
concerns the consideration of soil structure interaction (SSI). In the present study we assess soil-structure
interaction effects at urban scale combining structural characteristics of the Thessaloniki building stock, material
and typology data of structures and foundations, seismic hazard and site effects. Based on the available data the
fundamental period of buildings are computed and the seismic demand (accelerations and displacements) is
evaluated for both fixed- and compliant foundation conditions. Spatially distributed ratios of structural fundamental
periods, spectral accelerations and displacements, corresponding to compliant over fixed-base foundation
conditions, are mapped in GIS as an index of SSI effects at large-scale at city level. The methodology is
implemented in the urban area of Thessaloniki, Greece, for which detailed building inventory and very good
knowledge of soil conditions are available. The results indicate that consideration of SSI at urban-scale may lead to
higher seismic forces compared to the currently employed fixed-base approach, depending on the dynamic
characteristics of the structures, soil conditions and hazard, and thus shouldn’t be ignored in the risk assessment at
city level.

subjected to vertically propagating coherent SH


waves, embedded foundations experience a
1 INTRODUCTION reduction in base-slab translational motions
Despite the well-known effect of soil-structure relative to the free-field, and rotations in the
interaction (SSI) on the dynamic characteristics vertical plane are introduced. This embedment
of the structures and the effective seismic motion effect on foundation level motion and thus on the
imposed at the foundation (Veletsos and Meek response of the structure is also usually ignored in
1974, Gazetas 1983, Stewart et al. 1999, large scale studies. An effort to study the effects
Mylonakis and Gazetas 2000, Mylonakis et al. of SSI at urban scale is recently made in Rovithis
2006, Rovithis et al. 2009), earthquake damage et al. 2017 who investigated SSI effects on
scenarios for urban areas are commonly spectral accelerations neglecting embedment
addressed by assuming fixed-base structures effect.
(without taking into account the compliance of Recent research efforts dealing with seismic
the foundation soil) subjected to free field vulnerability of structures (Rajeev and
motions, neglecting, thus, kinematic interaction Tesfamariam 2012, Pitilakis et al. 2014,
effects. Karapetrou et al. 2015) examine the issue of SSI
However, a compliant foundation may for single structures or a class of structures
increase the fundamental period of the structure founded on compliant soil. The above studies
compared to the fixed-base case. Moreover part demonstrated the importance of SSI effects that
of the energy of the vibrating SSI system is modify the seismic demand, depending on the
dissipated into the soil through wave radiation type of structure, the input motion characteristics
and hysteretic action, leading to an effective and the foundation soil.
damping ratio which is usually larger than the The scope of the present study is to investigate
damping of the corresponding fixed-base and demonstrate the effects of SSI on the
structure (Mylonakis et al. 2006). Finally, when dynamic characteristics and seismic demand

SG02-126
(accelerations and displacements) of an aggregate are elucidated in this paper for an aggregate of
of structures at urban scale and to highlight buildings. The investigation in the urban area of
potential discrepancies when considering the Thessaloniki will help to gain a better global
foundation embedment. The effects of SSI on insight on the effects of SSI at urban scale for
spectral displacements are also elucidated, as they seismic risk assessment purposed.
are very significant especially when using
displacement based design methodologies to
assess the building’s performance. 3 THE URBAN AREA OF THESSALONIKI
CITY, GREECE
2 SEISMIC RESPONSE OF THE The city of Thessaloniki is the second largest
STRUCTURE city in Greece and the financial center of northern
Greece. The study area considered in the present
The seismic response of a structure is usually
application covers the central municipality of
evaluated by the coordinates of the intersection of
Thessaloniki and is divided in 20 Sub-City
the demand curve (ADSR- Acceleration
Districts (SCD) as they are defined by Eurostat
Displacement Spectrum format) with the capacity
through the European Urban Audit (EUA)
curve (for nonlinear response of the structure) or
approach (Figure 1). The number of buildings of
with the line radiating from the origin and
each SCD is also depicted in Figure 1.The total
representing the fundamental period of the
population in this area is about 380,000
structure (for linear elastic response of the
inhabitants, which is about the one third of the
structure). In this paper, the following
population of the whole agglomeration of
comparative approaches are used for the
Thessaloniki.
estimation of seismic response of structures.
Approach 1: Fixed-base on free-field
In most cases in engineering practice, seismic
demand to dynamic excitation is calculated
directly from the free-field motion (FFM). Free-
field response may be affected by various local
site effects but is not influenced by the presence
of structures. Key aspect in this approach is that
the seismic demand for all systems is the same,
since foundation response is fully compatible to
free-field motion, and thus does not depend on
dynamic characteristics of the soil-foundation-
structure system. Such an approximation is
adequate for structures with surface foundations
founded on very stiff soil or outcropping rock.
Approach 2: Flexible-base and FEMA440
To account for the SSI effects the simplified
approach proposed in FEMA440 (2005) is
employed herein. FEMA440 methodology
considers both inertial and kinematic interaction
effects. Spectral ordinates are calculated applying
an analytical procedure from the ―initial‖ elastic Figure 1. Study area. Red lines illustrate the Sub-City
Districts (SCD) boundaries according to the European
response spectrum of the free-field motion, which Urban Audit. The number of buildings of each SCD is also
is properly modified to account for kinematic depicted.
effects and system damping. Inertial interaction
effects are considered by modifying the dynamic To evaluate the seismic elastic performance of
characteristics of the structures. structures two main steps are needed: (a)
As one would expect, differences in structural definition of the seismic hazard considering also
performance might exist, depending on the site effects and (b) availability of all required data
approach that is used. Performance ordinates of of the buildings characteristics including the
compliant systems may be quite different from foundation systems. All data concerning these
the fixed-base case, due to SSI. Such differences

SG02-127
two steps are provided in the following based on EC8, for the purpose of this study we
paragraphs. considered soil class S2 equivalent to soil class C,
as sites classified as S2 in Thessaloniki exhibiting
Vs30 values within the range of soil class C.
4 HAZARD DEFINITION
The first step is the selection of the appropriate
seismic hazard for rock-site conditions and a 6 FOUNDATION- BUILDING SYSTEMS
specific return period. Seismic hazard described
in terms of elastic response spectrum, can be 6.1 Foundation type, size and stiffness
derived using current seismic codes or specific
site-dependent seismic hazard analysis. In the The dominant foundation type in the
present study, the elastic response spectra residential area of Thessaloniki refers to
proposed in EC8 (CEN 2004) were used with a embedded foundations. However, in this study
uniform peak ground acceleration for rock-site both surface and embedded foundations (on
conditions ag=0.24g, which roughly corresponds average with 4.0m embedment depth) are
to the peak ground acceleration for a mean return examined. The translational (kh) and rocking (kr)
period Tm=475 years (Papaioannou et al. 2004). stiffness of the foundations were computed from
Soil conditions are very well known the expressions proposed in NIST 2012. The size
(Anastasiadis et al. 2001). Figure 2 illustrates a of foundation is considered equal to the plan area
simplified large scale classification of the study of the building, which is already known from the
area based on the soil classification scheme of inventory compiled during previous studies
Eurocode 8 (EC8, CEN 2004). For these soil (Kappos et al. 2008).
conditions, the current EC8 soil amplification
factors were applied to account for site effects. 6.2 Classification of buildings
The building inventory of Thessaloniki is
based on the inventory compiled by Kappos et al.
(2008), with the improvements and additions that
took place within SYNER-G FP7 European
Collaborative Research Project
(http://www.vce.at/SYNER-G, Tenerreli et al.
2012). The reference unit of the inventory is the
building block. The building inventory comprises
2,893 building blocks with 27,738 buildings, the
majority of which (90% or 25,639 buildings) are
reinforced concrete (RC) buildings. The present
study is thus limited to the RC buildings of the
building stock of the city.
The detailed building inventory for the city of
Figure 2. Soil classification of the study area based on the Thessaloniki, which includes information about
EC8 classification scheme (Riga et al., 2017). material, design code level, number of storeys,
structural type and volume for each building and
ductility, allows a rigorous classification of the
buildings in different typologies based on a
5 DYNAMIC PROPERTIES OF SOIL
Building Typologies Matrix (BTM) representing
PROFILES practically all common RC building types in
The soil profile is simplified to a Greece (Table 1, Kappos et al. 2006). The
homogeneous halfspace, with mass density buildings are classified based on their structural
ρ=1.9t/m3 and Poisson’s ratio ν=1/3. The shear system, height and level of seismic design.
wave velocity Vs of the homogeneous soil profile Regarding the structural system, both frames and
was assumed equal to 800m/s, 360m/s, 180m/s frame-with-shear walls (dual systems) are
and 180m/s, for the soil classes A, B, C and S2 included, with a further distinction based on the
respectively according to the simplified configuration of the infill walls. Regarding the
height, three subclasses are considered (low-,
geotechnical map of Figure 2. Although soil class
medium- and high-rise). For low-rise we
S2 is a special soil class for which a special study considered 2 stories, for mid-rise 5 stories and for
is required for the definition of the seismic action

SG02-128
high rise 8 stories. Finally, as far as the level of ms
seismic design is concerned, four different levels m (1)
 r2 h
are considered (No code, Low code, Moderate
Code and High code). For a detailed description where, ms: structure’s mass, ρ: soil density, r:
of the building typologies the reader is referred to foundation radius, h: structure’s height.
Kappos et al. (2006). The majority of the RC
buildings in the study area are either regularly or 6.4 Estimation of the flexible-base (Tssi)
irregularly infilled dual systems (building types fundamental periods of structures
RC4.2 and RC4.3 according to Kappos et al.
2006) and have been designed with low seismic The elongated period of structures when the
code level. compliance of the foundation soil is taken into
account (Tssi), is evaluated through an equivalent
oscillator with allowable translational and
Table 1. RC Building Typology Matrix (BTM) for
Thessaloniki city (Kappos et al. 2006) rocking base motion for each structure (Veletsos
Type Structural system Height Code level
and Meek 1974). Analytical expressions of the
(N)o/pre code foundation stiffness that have been reported in the
(L) Low-rise (1-3) literature for different modes of vibration are
Concrete (L)ow code
RC1 (M) Mid-rise (4-7)
moment frames
(H) High-rise (8+)
(M)edium code adopted (NIST 2012), by implementing the plan
(H)igh code dimensions of the foundation area for each
RC3 Concrete frames with unreinforced masonry infill walls
building. Spatially distributed ratios of
(N)o/pre code
(L) Low-rise (1-3) Tssi/Tfixed are then employed as an index of the
Regularly (L)ow code
3.1 (M) Mid-rise (4-7) period elongation effect due to SSI at urban scale.
infilled frames (M)edium code
(H) High-rise (8+)
(H)igh code Accordingly, the effective period (Tssi) of a
(N)o/pre code soil-structure system was computed from the
(L) Low-rise (1-3)
Irregularly (L)ow code following formula (Veletsos and Meek 1974,
(M) Mid-rise (4-7)
3.2 infilled frames (M)edium code
(pilotis)
(H) High-rise (8+)
(H)igh code BSSC, 2009):
RC4 RC Dual systems (RC frames and walls)
k str k str  h 2
(L) Low-rise (1-3)
(N)o/pre code Tssi  Tfixed 1   (2)
Bare Systems (L)ow code kh kr
4.1 (M) Mid-rise (4-7)
(no infill walls) (M)edium code
(H) High-rise (8+)
(H)igh code where Tfixed and kstr refer to the fundamental
(N)o/pre code period and the horizontal stiffness of the fixed-
Regularly (L) Low-rise (1-3)
4.2 infilled dual (M) Mid-rise (4-7)
(L)ow code base structure, h is the effective height of the
(M)edium code structure, while kh and kr stand for the
systems (H) High-rise (8+)
(H)igh code
translational and rocking stiffness of the
(N)o/pre code foundation, respectively.
Irregularly (L) Low-rise (1-3)
4.3 (L)ow code The above formula that refers to a single
infilled dual (M) Mid-rise (4-7)
(M)edium code
systems (pilotis) (H) High-rise (8+)
(H)igh code
isolated structure founded on compliant soil is
extended herein to a structure belonging to an
urban unit. Obviously, multiple interactions
6.3 Estimation of the fixed-base (Tfixed) between structures of a building cluster may
fundamental periods of structures further affect the resulting seismic response due
to combined soil-structure and structure-soil
The period of each building for fixed- base structure (SSSI) interaction phenomena (Gueguen
conditions is already known form our database. et al. 2002; Knappett et al. 2015). However, with
To define a realistic value for structures’ mass ms, reference to the effective period of flexible-base
the relative mass index m (Equation 1) is structures, Isbiliroglu et al. (2015) concluded that
considered equal to 0.6 (Stewart et al., 1999). The the reduction of the natural frequency of
stiffness of the fixed- base structure kstr is structures due to combined SSI and SSSI effects
evaluated from Tfixed and ms assuming that each is mainly controlled by the reduction due to SSI
structure is a SDOF system. The modulus of alone. Accordingly, it is assumed that the
elasticity is considered equal to E=32GPa for all additional effect of SSSI on the structural period
buildings, corresponding to concrete type C30/37. is negligible compared to the effect of SSI alone
and is thus not taken into account.

SG02-129
7 FEMA 440 METHODOLOGY Table 2. Input data

FEMA440, 2005 proposes a simplified STRUCTURE_TYPE RC4.2LL


approach for including soil-foundation-structure h (m) 6
interaction effects in seismic design. Kinematic ms (t) 570
interaction and foundation damping effects are
taken into consideration estimating the 2B (m) 16
foundation input motion (FIM). Spectral hf (m) 1.5
ordinates of FIM are calculated by an analytical
procedure from the ―initial‖ elastic response
spectrum of the free-field motion. Vs (m/s) 180
PGA (g) 0.24
p (t/m3) 1.90
8 CONCEPTUAL EXAMPLE ν 0.33
To illustrate the methodology applied herein
we consider two soil- foundation- building Tfixed (s) 0.21
systems with height equal to h=6m, mass ms
equal to 570t, foundation width equal to 2B=16m,
foundation height equal to 1.5m and fixed- base
period Tfixed equal to 0.21s. Both lay on a soil
profile with shear wave velocity Vs=180m/s. The
first building lays on a surface mat foundation
and its fundamental flexible-base period is equal
to 0.24s. The second building is embedded 4m
below ground surface. All properties are given in
Table 2. To assess the potential effects of SSI at
urban scale we apply the two approaches
(a)
described previously. The first neglects the SSI
effects and the second considers both kinematic
and inertial interaction effects. Figure 3 shows the
performance points for the case of surface (Figure
3a) and embedded (Figure 3b) foundation
applying the two approaches. Point 1 refers to
approach 1 and Point 2 refers to approach 2. It is
obvious that for surface foundations the results in
terms of spectral accelerations (Sa) and
displacements (SD) are more or less the same, as
the two points almost coincide. On the other (b)
hand, when the foundation embedment is Figure 3. Performance points when applying approaches 1
considered, the spectral acceleration is about 25% (FFM subjected to a fixed base structure) and 2 (FEMA
demand spectrum, which is modified due to SSI combined
reduced compared to the traditional approach to a flexible base structure) for a) surface and b) embedded
(approach 1) that neglects SSI effects. foundations.
In order to catch the effects of SSI and
foundation embedment at urban scale we
generated a toolbox in Matlab, 2009 applying the 9 SPATIAL DISTRIBUTION OF THE
above mentioned procedures in a single step. This FUNDAMENTAL PERIODS TFIXED
toolbox is appropriate for large scale AND TSSI
investigation as the computational cost is very
low. More than 15000 analyses were performed Figure 4 and Figure 5 show the spatial
with almost no computational cost (1 hour). The distribution of the computed Tssi to Tfixed ratios
cumulative results are presented in the following for surface and embedded foundations
paragraphs. respectively. The selected ranges for the
Tssi/Tfixed ratios refer to negligible (Tssi/Tfixed <
1.15), moderate (1.15 < Tssi/Tfixed < 1.30) and

SG02-130
strong (Tssi/Tfixed > 1.30) SSI effects on the (Mylonakis and Gazetas 2000). However, SSI
actual fundamental period of the buildings. Each usually increases displacements due to the
pie in the graphs refers to the total amount of the increased flexibility of the SSI system a fact
building stock in a specific city district (SCD). which might be critical for the risk assessment of
Negligible SSI effects, with Tssi/Tfixed ratios structures applying the concept of the PBD.
lower than 1.15, are observed mainly for the areas
with stiffer soils. However, a significant
percentage of buildings (about 50%) in the urban
area of Thessaloniki is characterized by moderate
to strong SSI effects, for both surface and
embedded foundations, denoted by Tssi/Tfixed
ratios higher than 1.15. It is important to note that
SSI effects are more pronounced for surface
foundations.

Figure 5. Spatial distribution of Tssi/Tfixed ratios


computed in the urban area of Thessaloniki for the seismic
scenario PGA = 0.24 g, Tm = 475 years, for embedded
foundations.
In order to identify the beneficial or
detrimental effect of SSI on the seismic loading
of an aggregate of buildings at urban scale, the
following spectral ordinates for each building
were computed, for both surface and embedded
foundations:
a) Sa(FF, FIXED): Spectral acceleration for a
fixed- base structure subjected to FF (free
Figure 4. Spatial distribution of Tssi/Tfixed ratios field) motion.
computed in the urban area of Thessaloniki for the seismic b) Sa(FEMA, TSSI): Spectral acceleration for
scenario PGA = 0.24 g, Tm = 475 years, for surface
foundations. a flexible- base structure subjected to
FEMA motion, which considered SSI
effects.
10 URBAN-SCALE EFFECT OF SSI ON c) SD(FF, FIXED): Spectral displacements
SEISMIC LOADING OF STRUCTURES for a fixed- base structure subjected to FF
(free field) motion.
The period elongation of structures due to SSI d) SD(FEMA, TSSI): Spectral displacement
is usually considered to be beneficial in terms of for a flexible- base structure subjected to
the acceleration seismic loading imposed on a FEMA motion, which considered SSI
flexible-base structure with respect to the fixed effects.
base case. In this regard, the fixed-base
assumption has been adopted in seismic codes as 10.1 Spectral acceleration ratios
a conservative design approach. However, SSI
Three average ranges of the spectral
may also be detrimental under certain seismic and
accelerations ratios Sa(FEMA, Tssi)/Sa(FFM,
soil conditions, depending primarily on the elastic
Tfixed) were defined i.e. (a) Sa(FEMA,
response spectrum at the ground surface and the
Tssi)/Sa(FFM, Tfixed<0.85, (b) 0.85< Sa(FEMA,
dynamic characteristics of the structure
Tssi)/Sa(FFM, Tfixed)<1.15, (c) Sa(FEMA,

SG02-131
Tssi)/Sa(FFM, Tfixed)>1.15 as an index of
beneficial, negligible and detrimental SSI effects
on the inertial seismic loading of structures in
terms of spectral accelerations. Results, over the
urban area of Thessaloniki, are presented in
Figures 6 and 7 for surface and embedded
foundations respectively. Each pie in the graphs
refers to the total number of the building stock in
a specific SCD, in the same spirit as the plots of
Tssi/ Tfixed ratios.
The dependence of SSI effects on the soil
characteristics is evident for both surface and
embedded foundations; for the areas dominated
by softer soil there is a percentage of about 25%
of buildings where the spectral accelerations are
lower when considering SSI effects. Therefore,
the consideration of SSI effects has a beneficial
effect on the structural performance, reducing the
Figure 7. Spatial distribution of Sa(FEMA, Tssi)/Sa(FF,
seismic acceleration loads the structure has to Tfixed) ratios computed in the urban area of Thessaloniki
withstand. The embedment seems to have for the seismic scenario PGA = 0.24 g, Tm = 475 years, for
negligible effect on spectral acceleration ratios, embedded foundations.
independently the foundation type. Consequently
it is clear that if we follow a forced based design 10.2 Spectral displacement ratios
methodology, for the examined seismic scenario,
we could neglect the SSI effects, as for all Three cases of the spectral displacement ratios
districts SSI has a beneficial or negligible effect SD(FEMA, Tssi)/SD(FFM, Tfixed) were defined
on the seismic loads. i.e. (a) SD(FEMA, Tssi)/SD(FFM, Tfixed)<0.85,
(b) 0.85< SD(FEMA, Tssi)/SD(FFM,
Tfixed)<1.15, and (c) SD(FEMA, Tssi)/SD(FFM,
Tfixed)>1.15 as an index of beneficial, negligible
and detrimental SSI effects on the displacement
seismic loading of structures. Results, over the
urban area of Thessaloniki, are presented in
Figures 8 and 9 for surface and embedded
foundations respectively. Each pie in the graphs
refers to the total amount of the building stock in
a specific city district (SCD), in the same spirit as
the plots of spectral acceleration ratios. The main
conclusions referring to the effect of SSI on
spectral displacements are the following:
The influence of the soil characteristics on the
SSI effects is evident for both surface and
embedded foundations; for the softer soil areas
the displacements when considering SSI effects
are greater. The embedment has generally a
Figure 6. Spatial distribution of Sa(FEMA, Tssi)/Sa(FF, beneficial effect on the structural performance,
Tfixed) ratios computed in the urban area of Thessaloniki reducing the spectral displacements.
for the seismic scenario PGA = 0.24 g, Tm = 475 years, for
surface foundations.
It is thus clear that if we apply the
displacement based design approach, we should
have considered in the analysis SSI effects,
especially for the softer soil profiles, as for these
city districts over 50% of buildings present
increased spectral displacements compared to the
fixed base on free- field approach case. The

SG02-132
consideration of embedment effect reduces the the building stock of Thessaloniki SSI effects are
importance of SSI effects. characterized as moderate to strong for both
surface and embedded foundations (Tssi/Tfixed >
1.15); SSI effects are more pronounced for
surface foundations.
SSI effects on spectral accelerations depend on
the soil characteristics for both surface and
embedded foundations. In general, the
consideration of SSI effects is beneficial on the
structure performance in terms of accelerations
and thus if we followed a forced based design
methodology, we could neglect them. The
embedment has a negligible effect on spectral
accelerations.
As far as spectral displacements is concerned,
the comparison shows that in case of
displacement based design the consideration of
SSI effects is very important, especially in areas
with for soft soils. The consideration of
embedment effect reduces again the importance
Figure 8. Spatial distribution of SD(FEMA, Tssi)/SD(FF,
Tfixed) ratios computed in the urban area of Thessaloniki
of SSI effects.
for the seismic scenario PGA = 0.24 g, Tm = 475 years, for
surface foundations.
ACKNOWLEDGEMENTS
The first author would like to thank the state
scholarships foundation of Greece (IKY) for
providing financial support for this research.

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SG02-134
VULNERABILITÀ E RISCHIO SISMICO
ANIDIS 2017
PISTOIA

The method I.OPà.CLE for the formulation and calculation of structural


operational efficiency indices for the assessment of emergency limit conditions
Mauro Dolce1, Elena Speranza1, Flavio Bocchi2, Chiara Conte2
1
Dipartimento della Protezione Civile, Via Vitorchiano 2, 00189 Roma.
2
ReLUIS, Rete dei Laboratori per L’Ingegneria Sismica, Via Claudio 21, 80125 Napoli.

Keywords: Emergency plan, emergency road network, probabilistic analysis.

SOMMARIO
In the aftermath of a severe earthquake, one early priority in civil protection terms, is to guarantee the management
of the emergency phase, which might be seriously inhibited when the physical components of the contingency plan
(critical buildings, emergency areas and lifelines) are either damaged or unusable.
Since 2013 the Italian Civil Protection Department has developed and further upgraded the method I.OPà.CLE
(Operational efficiency indices for Emergency Limit Condition - ELC), for the assessment of the operational
efficiency of an emergency plan described through ELC tools. The method relies on the formulation of synthetic
probabilistic indices expressing the probability of assuring, for each physical component of the emergency system,
as well as for its subsystems and for the system in its whole, the operational capability in the aftermath of the
seismic event. The indices are formulated for two seismic events with different return periods (T=98 years and
T=475 years) as well as in absence of any earthquake occurrence (conventionally associated to return period T=0).
Coherently with the ELC analysis, the method is specifically conceived for assessments at municipal scales,
nevertheless it can be conceptually applied to wider territorial contexts, for corresponding contingency plans. Final
purpose of I.OPà.CLE is to outline, limitedly to the level of accuracy of input data provided by the ELC analysis,
the potential criticalities which might inhibit the management of a real seismic emergency so as to enable the
decision maker to undertake specific measures for fixing the critical elements and hence upgrade the plan.
The paper illustrates the basic concepts of the method, describing in more detail the last upgrades. Finally, two
applications to two different case studies give the opportunity to discuss potentialities of I.OPà.CLE as well as its
further recommended upgrades.

SG03-2
ANIDIS 2017
PISTOIA

Il metodo I.OPà.CLE per la formulazione ed il calcolo di Indici di Operatività


per la valutazione della Condizione Limite per l’Emergenza.
Mauro Dolce1, Elena Speranza1, Flavio Bocchi2, Chiara Conte2
1
Dipartimento della Protezione Civile, Via Vitorchiano 2, 00189 Roma.
2
ReLUIS, Rete dei Laboratori per L’Ingegneria Sismica, Via Claudio 21, 80125 Napoli.

Parole-chiave:Piano di emergenza, rete infrastrutturale, approccio probabilistico

SOMMARIO
A seguito di un terremoto di significativa intensità, un’esigenza di prioritaria importanza è rappresentata dalla
possibilità di assicurare la gestione emergenziale, che può essere seriamente compromessa qualora gli elementi
fisici del piano di emergenza (edifici strategici, aree di emergenza, infrastrutture) siano danneggiati o inutilizzabili.
Sin dal 2013 il Dipartimento della Protezione Civile ha sviluppato il metodo I.Opà.CLE (Indici di Operatività della
CLE), finalizzato alla valutazione della Condizione Limite per l’Emergenza (CLE). Il metodo è basato sulla
formulazione di indici probabilistici sintetici che rappresentano la probabilità di mantenimento dell’operatività dei
singoli elementi fisici, nonché del sistema emergenziale e di suoi sottosistemi, per eventi di riferimento. I.Opà.CLE
è configurato per analisi a scala comunale, ma è concettualmente valido ed esportabile anche su contesti territoriali
più ampi, in relazione al livello di pianificazione. Il metodo è basato su dati di partenza di natura speditiva che
consentono, con sufficiente approssimazione, di evidenziare le macro criticità del sistema fisico di emergenza, al
fine di formulare possibili strategie per la loro eliminazione o riduzione.
L’articolo richiama l’impostazione metodologica di I.OPà.CLE, soffermandosi sui più recenti sviluppi della
procedura, per poi illustrare due casi studio e poter infine trarre delle conclusioni sui possibili futuri sviluppi del
metodo.

1 PREMESSA (Dolce et al. 2013b), ulteriormente sviluppata


negli anni successivi (Dolce et al. 2017), più
Il presente lavoro illustra i recenti sviluppi di
specificamente riferita all’analisi della
I.OPà.CLE, modello valutativo finalizzato al
Condizione Limite per l’Emergenza (CLE).
l’analisi della Condizione Limite per l’Emergenza
Quest’ultima viene definita come specifica
dell’insediamento urbano (CLE), introdotta
condizione al cui raggiungimento a seguito di un
dall’articolo 18 dell’OPCM 4007/2012,
evento sismico, pur con il verificarsi di danni
nell’ambito degli interventi previsti dall’articolo
fisici e funzionali alla struttura urbana e alla
11 della legge 77/2009, di conversione del
maggior parte delle sue funzioni, compresa la
decreto legge Abruzzo (Dolce, 2012b).
residenza, si preserva comunque l’operatività
La formulazione del modello si inquadra in un
della maggior parte delle funzioni strategiche per
settore di ricerca scientifica sull'analisi di sistemi
la gestione dell’emergenza, la reciproca
complessi a scala urbana o superiore,
connessione e la loro accessibilità con il contesto
caratterizzati da interdipendenze tra le diverse
territoriale. L’analisi prevede l’individuazione, a
componenti, che possono influire in modo
partire dal piano di protezione civile comunale, di
significativo sulla capacità di risposta di un
quegli elementi strettamente necessari alla
sistema urbano in caso di emergenza (Menonia et
gestione del sistema fisico di emergenza (Edifici
al. 2002; Franchin et al. 2006; Giovinazzi et al.
Strategici, Aree di Emergenza, Infrastrutture di
2011; Pitilakis et al. 2014a; Franchin 2014).
Accessibilità e Connessione) e di ulteriori
Il Dipartimento della Protezione Civile, sin dal
manufatti edilizi (Unità Strutturali ed Aggregati
2004, ha fornito alcuni primi contributi in tale
Strutturali) che per effetto del loro
ambito (Goretti 2004; Ferlito et al 2011), a cui nel
danneggiamento, in caso di sisma, possono
2013 è seguita la formulazione di I.OPà.CLE

SG03-3
interferire ed inibire l’operatività del sistema così La metodologia è riferita ad un sistema
definito. generico assimilabile ad una rete di nodi e rami e
consente ampia flessibilità nella definizione del
sistema stesso. Ad esempio, può essere utilizzata
2 FINALITÀ DI I.OPà.CLE per effettuare valutazioni limitate ad alcuni
Obiettivo del modello I.OPà.CLE è quello di elementi del sistema ritenuti prioritari o più
fornire uno strumento operativo e speditivo volto appropriati.
ad evidenziare le macro criticità delle componenti Il modello, tradotto in un applicativo che
fisiche del sistema di emergenza, così da fornire permette il calcolo automatico degli Indici, è allo
al decision maker una prima formulazione delle stato attuale formulato in modo da poter tener
possibili strategie di intervento per la loro conto nell’analisi anche di possibili ridondanze
eliminazione o riduzione, e poter così, da ultimo, del sistema infrastrutturale stradale.
migliorare la risposta emergenziale. L’assunto di base della formulazione, aderente
La valutazione, di tipo quantitativo, esprime la al concetto di condizione limite, è che gli
probabilità di mantenimento dell’operatività del elementi inseriti nell’analisi (funzioni strategiche
sistema di gestione dell’emergenza a seguito dei ed aree), siano tutti contemporaneamente
possibili danni fisici che un evento sismico di indispensabili alla sopravvivenza del sistema in
predefinita intensità può determinare negli termini operativi. Eventuali ridondanze in termini
elementi essenziali del sistema stesso. funzionali, nel caso in cui la stessa funzione possa
L’analisi è eseguita a più livelli di dettaglio, essere duplicata in sedi diverse, non sono perciò
partendo dalla valutazione del singolo elemento al momento contemplate da I.OPà.CLE.
(Edificio Strategico, Area di Emergenza, elementi I.Opà.CLE consente tuttavia una certa
infrastrutturali) fino alla valutazione del sistema flessibilità di analisi, in quanto può essere
di emergenza nella sua interezza e nei utilizzato, oltre che per valutazioni del sistema di
sottosistemi in cui lo stesso è articolato, emergenza di tutti gli elementi presenti
attraverso la formulazione di indici sintetici che nell’analisi della CLE, anche per valutazioni
esprimono la probabilità di mantenimento ridotte, ovvero limitate ad alcuni elementi ritenuti
dell’operatività per due eventi sismici di prioritari e/o essenziali del sistema. In tal caso
riferimento. In particolare, vengono presi in l’operatore può liberamente effettuare la scelta
considerazione gli eventi caratterizzati dai degli elementi dell’analisi da sottoporre a
seguenti periodi medi di ritorno: T=98 anni e valutazione, a partire da quelli della CLE
T=475 anni, corrispondenti a probabilità del 40% comunale.
e del 10% in 50 anni rispettivamente. Il modello consente inoltre di implementare
L’evento con T=98 anni rappresenta un evento nell’analisi eventuali valutazioni della operatività
ragionevolmente gestibile a livello comunale, di singoli elementi (ad esempio per gli edifici
mentre l’evento con T=475 anni, per la più strategici), scaturite da analisi più accurate (qui
elevata intensità cui lo stesso è associato, definite di secondo livello) ed associate a livelli
plausibilmente implicherà il coinvolgimento di di approfondimento maggiori rispetto a quanto
ambiti territoriali più ampi e dunque l’attivazione previsto per la CLE.
di livelli di coordinamento dell’emergenza di I dati di input di I.OPà.CLE sono quelli
ordine superiore. Oltre ai due menzionati eventi direttamente scaturiti dall’analisi della CLE,
I.OPà.CLE considera anche la condizione di ovvero costituiti dai dataset, in formato mdb e
partenza in assenza di sisma (cui si fa shapefile. L’input di pericolosità utilizzato nel
corrispondere convenzionalmente un periodo di modello è, al momento, l’Intensità macrosismica
ritorno nullo: T=0). MCS. La pericolosità di base utilizzata per i due
L’operatività è intesa in senso strettamente periodi di ritorno è in particolare quella formulata
fisico ed è pertanto limitata alla verifica dei soli da Albarello per ogni comune del territorio
requisiti fisici (in particolare l’integrità, o livello italiano con l’approccio di sito (Albarello et al.,
di danneggiamento compatibile, e l’accessibilità) 2002; D’Amico et al., 2008).
necessari allo svolgimento di una data funzione
emergenziale nel luogo fisico deputato, in caso di
evento sismico. Rimangono fuori dalla
valutazione, pertanto, i requisiti di tipo gestionale
e funzionale.

SG03-4
3 GLI ELEMENTI FISICI DEL SISTEMA DI
GESTIONE DELL’EMERGENZA
Gli elementi fisici del sistema di emergenza
rispetto ai quali viene formulata la valutazione
della CLE sono gli Edifici Strategici, le Aree di
Emergenza e le Infrastrutture di Accessibilità e
Connessione, i cui dati derivano dalle rispettive
schede ES, AE ed AC, previste nell’analisi della
CLE. Le Unità Strutturali e gli Aggregati
Strutturali, per i quali sono previste analoghe
schede (US ed AS), costituiscono, invece, gli
elementi necessari alla valutazione
dell’operatività delle Aree di Emergenza e delle
infrastrutture di Accessibilità e Connessione
(AC). In particolare gli elementi fisici del sistema
di emergenza a cui è associata una posizione
geografica ed una caratterizzazione in termini
geometrico-strutturali sono: Figura 1. Esempio di Carta degli elementi per l’analisi della
 Edifici Strategici (ES): edifici che CLE.
ospitano funzioni strategiche (FS)
essenziali per la gestione dell’emergenza
(ad esempio il coordinamento 4 VULNERABILITÀ E
dell’emergenza, il soccorso sanitario, DANNEGGIAMENTO DEGLI ELEMENTI
l’intervento operativo, il ricovero FISICI
coperto); La formulazione dell’operatività del sistema di
 Aree di Emergenza (AE): aree con diverse emergenza così definito richiede, per gli elementi
funzioni, quali il ricovero della fisici che intervengono nell’analisi, la
popolazione e l’ammassamento dei quantificazione della probabilità di subire un dato
soccorritori e delle risorse necessarie alla livello di danno, in relazione ai due eventi di
gestione dell’emergenza; riferimento considerati.
 Rete di infrastrutture (AC): rete stradale, Per gli Edifici Strategici e le Unità Strutturali
descritta attraverso singoli rami (RA), che ordinarie, il danno viene considerato sia per i suoi
garantisce la connessione tra gli elementi effetti diretti, quando ad essere compromessa è
strategici del piano e l’accessibilità l’operatività stessa degli Edifici Strategici, sia per
dall’esterno; i suoi effetti indiretti, quando il possibile collasso
 Unità Strutturali (US): edifici ordinari delle Unità o degli Aggregati Strutturali possa
interferenti con la rete di infrastrutture o compromettere o inibire la funzionalità di altri
con le Aree di Emergenza, il cui crollo elementi strategici (Aree di Emergenza,
può inibire la loro fruibilità; infrastrutture di Accessibilità e Connessione).
 Aggregati Strutturali (AS): insieme di La vulnerabilità dell’unità strutturale (ES o
Unità Strutturali contigue, la cui US) viene elaborata attraverso classi di
vulnerabilità e il danno atteso possono vulnerabilità, analogamente alle classificazioni
essere amplificati da interazioni strutturali adottate nelle scale macrosismiche MSK77 e
tra le unità stesse. EMS98: le informazioni relative alle
Un esempio di carta degli elementi per l’analisi caratteristiche strutturali, geometriche e
della CLE è raffigurata in Figura 1. costruttive sono associate a diverse classi di
Per un approfondimento sul tema dell’analisi vulnerabilità che vanno dalla classe A (la più
della CLE si rimanda alla bibliografia specifica vulnerabile) a D1 o D2 (meno vulnerabili,
(Dolce et al. 2012b; Commissione per la associate a muratura o calcestruzzo armato,
microzonazione sismica 2014, INU 2013). adeguati sismicamente) (Dolce et al. 2000; 2007;
2012a). Si suppone inoltre che, qualora l’unità
strutturale faccia parte di un Aggregato
Strutturale, la classe di vulnerabilità a cui si
perviene può subire un peggioramento (passaggio
alla classe inferiore), laddove le irregolarità

SG03-5
strutturali dell’aggregato siano significative dell’analisi per ogni tipo di elemento, può anche
(Dolce et al. 2013a). essere interpretato come la probabilità che
Inoltre, le informazioni raccolte nell’ambito l'elemento fisico sia in grado di svolgere la sua
del sistema infrastrutturale non comprendono dati funzione strategica, indipendentemente da un
sufficienti per poter caratterizzare gli ulteriori terremoto. A questa condizione è
elementi fisici quali tunnel, ponti e viadotti o convenzionalmente associato T=0.
muri (definiti elementi critici). In assenza di tali Per ogni generico elemento, dunque, è stato
informazioni, I.OPà.CLE assume per questi formulato un criterio di assegnazione su base
elementi una classe indistinta di vulnerabilità, esperta del peso che ogni parametro (rilevato sul
campo) possa avere in termini di impatto
ossia quella associata a strutture in cemento
sull’operatività dell’elemento stesso. Ad esempio,
armato non adeguate sismicamente (C1). un restringimento lungo il ramo in esame ne
Nell’attuale implementazione di I.Opà.CLE la determina la limitazione delle capacità operative
probabilità di danneggiamento è espressa modulabile tra il 5% e il 30% (Tabella 1).
attraverso matrici di probabilità di danno (Braga
et al. 1982), che forniscono, per ciascun livello di Tabella 1. Coefficienti di qualità q relativi alle AC.
intensità macrosismica tra il V e il XII grado, la Coefficienti Peso Coeff
probabilità di occorrenza di ciascun livello di Pavimentazione e percorribilità 0,3
danno per la classe di vulnerabilità dell’edificio in Asfaltata in buone condizioni 1,00
esame. Le matrici di probabilità di danno adottate Asfaltata in cattive condizioni 0,90
in I.Opà.CLE sono quelle riferite all’intensità Strada bianca o accidentata 0,85
Percorribilità ridotta 0,80
macrosismica IMCS (V-XII) (Di Pasquale et al. Ostacoli e discontinuità 0,5
1997, 2000), basate sull’analisi dei dati di Discontinuità assenti o lievi 1,00
danneggiamento di alcuni terremoti distruttivi Discontinuità moderate 0,90
italiani. Discontinuità elevate 0,50
Con riferimento ai 5 livelli di danno previsti, che Interruzione 0,40
vanno da D1 a D5, gli stati limite considerati Geologia/Idrogeologia 0,2
nell'analisi sono: Area alluvionabile 0,75
Rischio Pai (R3-R4) 0,75
 per gli Edifici Strategici: Stato Limite di
Operatività (SLO), cui si associa la
probabilità di non superamento del livello La probabilità di mantenimento dell'efficienza
di danno D2; (Pe) dipende dalla probabilità di subire un danno
 per le Unità Strutturali: Stato Limite di diretto o indiretto e, pertanto, dipende
Collasso (SLC), cui si associa la direttamente dalla vulnerabilità sismica
probabilità di non superamento del livello dell’elemento, nel caso degli Edifici Strategici, o
di danno D4-D5. da quella di altri manufatti (Unità ed Aggregati
Strutturali), nel caso di Aree di Emergenza e
Rami della rete (si pensi ad esempio ad
5 OPERATIVITÀ DEGLI ELEMENTI FISICI un’infrastruttura stradale che si interrompe a
DEL SISTEMA causa del crollo degli edifici interferenti).
Per un Edificio Strategico (EScl), dunque, in
L'Indice di Operatività (IOp) di un generico linea con il paragrafo precedente, la probabilità di
elemento (Eli) del sistema (ES, US, AE, nonché mantenimento dell'efficienza è data dalla
rami RA della rete di infrastrutture AC), già probabilità di non superamento del livello dello
formulato nel 2013 (Dolce et al.), è definito come Stato Limite di Operatività (corrispondete al
il prodotto tra due quantità, che assumono livello di danno D2), per l'evento preso in esame,
entrambe un valore compreso tra 0 e 1: il e dipende dalla classe di vulnerabilità cl cui
coefficiente di qualità (q), ovvero la capacità l’elemento è riconducibile, a partire dai dati di
dell'elemento di assolvere la sua funzione in rilevamento contenuti nella scheda ES.
assenza di terremoto in relazione alle sue Per le Aree di Emergenza (AEj) e i Rami della
caratteristiche fisiche, e la probabilità di rete (RAz), è necessario valutare la probabilità di
mantenimento dell'efficienza a seguito del sisma operatività, in relazione alle conseguenze di danni
(Pe), per i due periodi di ritorno T considerati (98 molto gravi o collassi di tutte le Unità Strutturali
e 475 anni): interferenti (Uj,) con diverse classi di
𝐼𝑂𝑝 [𝐸𝑙𝑖 ]𝑇 = 𝑞[𝐸𝑙𝑖 ] ∙ 𝑃𝑒[𝐸𝑙𝑖 ] 𝑇 (1) vulnerabilità cl. L’operatività determinata da una
Unità Strutturale ordinaria (US) tiene dunque
Il coefficiente di qualità (q), calibrato a partire conto della probabilità di non superamento dello
dalle informazioni raccolte nelle schede di rilievo

SG03-6
Stato Limite di Collasso (corrispondente al livello Emergenza (AE), di numero pari a J, ubicati
di danno D4-D5), per un evento con periodo di rispettivamente in corrispondenza dell’accesso
ritorno T, per ogni classe di vulnerabilità cl, agli edifici e alle aree stesse, definiscono
assumendo che l’efficienza di un’area o di un l’insieme dei Nodi Strategici in numero pari ad
ramo è considerata compromessa nel 40% dei M.
casi da edifici interferenti con livello di danno D4 Una successione non orientata e univoca di
e nel 100% dei casi con danno D5. La suddetta uno o più rami è definita percorso (Figura 3) e
probabilità di operatività è perciò ottenuta come identifica il mutuo collegamento tra due nodi.
produttoria delle probabilità di raggiungimento
dello Stato limite di Collasso delle US
interferenti.

6 DEFINIZIONE DELLA RETE


Figura 3. Schematizzazione di un percorso tra due nodi.
Il sistema di gestione dell’emergenza viene
schematizzato in I.Opà.CLE attraverso una rete Il collegamento tra due nodi può realizzarsi
costituita da un insieme di nodi collegati anche attraverso più percorsi alternativi, che
mutuamente fra loro da rami (RAz), unità minime costituiscono una ridondanza infrastrutturale.
di rilevamento del sistema infrastrutturale (Figura L’insieme di tutti i possibili collegamenti tra i
2). Tali rami connettono tra di loro Funzioni nodi strategici del sistema (M), presi a due a due,
Strategiche ed Aree di Emergenza e permettono è dato da un totale di W collegamenti. A questi si
l’accesso dall’esterno al sistema di gestione aggiungono i collegamenti, pari a Y, tra i nodi
dell’emergenza. È importante sottolineare che strategici e l’esterno del sistema.
I.Opà.CLE prevede che i singoli Edifici Strategici Il numero di nodi strategici e dei relativi rami
siano ricondotti alla Funzione Strategica (FS) che e percorsi varia al variare delle dimensioni
essi espletano: ogni FS può, infatti, riferirsi a un dell’insediamento urbano e, in particolare,
numero variabile di Edifici Strategici (ES). aumenta in modo esponenziale all’aumentare dei
I nodi posti in corrispondenza di Funzioni nodi strategici. Ne consegue che le scelte
Strategiche (FS) e Aree di Emergenza (AE) sono effettuate in fase di pianificazione del sistema di
definiti nodi strategici, mentre quelli posti alle gestione dell’emergenza producono un impatto
estremità libere dei rami di accesso (PA) sono immediato anche sulla complessità e sulla
definiti di accesso al sistema (Figura 2). I nodi operatività di quest’ultimo.
corrispondenti a semplici intersezioni stradali
sono nodi ordinari e non concorrono alla
7 OPERATIVITÀ DEI SOTTOSISTEMI E
definizione del sistema di I.Opà.CLE.
DEL SISTEMA DELLA CLE
Nel sistema descritto dall’analisi della CLE,
ricondotto ad una rete di nodi e rami, vengono
definiti tre Sottosistemi, per ognuno dei quali
viene formulato uno specifico Indice di
Operatività:
 Sottosistema delle Funzioni Strategiche
(FS): è costituito dalle Ns funzioni
strategiche individuate nel sistema di
emergenza, che svolgono funzioni a
supporto dell’emergenza, ad eccezione
della funzione ricovero;
 Sottosistema delle Aree di Emergenza e
Funzioni di Ricovero (ARE): è costituito
da tutte le J Aree di Emergenza (di
ammassamento e ricovero) indispensabili
per la gestione dell’emergenza, e le NR
funzioni strategiche con funzioni di
Figura 2. Rete di nodi e rami. ricovero (coperto);
 Sottosistema dei Collegamenti (CO): è
I nodi relativi alle Funzioni Strategiche (FS), costituito da tutti i possibili collegamenti
di numero pari a N, e i nodi relativi alle Aree di

SG03-7
(W) tra tutti gli M nodi strategici del minimizzazione dei costi di percorso tra due nodi,
sistema di emergenza, presi due alla volta dove il percorso minimo è la somma dei costi
e tra questi e l’esterno del sistema. unitari dei singoli rami. In particolare, il costo
L’Indice di Operatività riferito a ciascun unitario di un generico ramo tiene conto sia della
Sottosistema esprime la probabilità che tutti gli lunghezza del ramo che della sua operatività.
elementi in esso ricompresi mantengano L’insieme così composto dai (fino a) 5
simultaneamente l’operatività ed è formulato percorsi migliori di collegamento tra due nodi, a
sulla base degli Indici di Operatività dei singoli loro volta costituiti da rami, costituisce un grafo.
elementi che lo compongono. I.Opà.CLE utilizza una procedura iterativa che
In particolare, l’Indice di Operatività del semplifica un grafo in un numero di rami ad
Sottosistema FS è dato dalla produttoria degli operatività equivalente via via più piccolo.
Indici di Operatività relativi alle NS Funzioni Il processo di semplificazione avviene, nel
Strategiche presenti: caso di rami in serie, in base al prodotto delle
𝑆 𝑁 rispettive operatività, mentre, nel caso di rami in
𝐼𝑂𝑝 [𝐹𝑆] 𝑇 = ∏𝑛=1 𝐼𝑂𝑝 [𝐹𝑆𝑛 ] 𝑇 (2) parallelo, mediante il calcolo della probabilità
totale. La semplificazione in rami equivalenti
Ad ogni Funzione Strategica corrisponde un
continua iterativamente passando da serie a
unico Indice di Operatività, espresso a sua volta
parallelo, seguendo lo schema della rete, finché le
dalla produttoria degli Indici relativi agli Edifici
iterazioni si interrompono quando il collegamento
Strategici a servizio della Funzione Strategica,
tra i due nodi strategici è garantito da un solo
come formulato nell’equazione (1).
ramo equivalente di probabilità pari alla
L’Indice di Operatività del Sottosistema ARE
probabilità risultante. La probabilità risultante
esprime la probabilità che tutte le J Aree di
esprime quindi l’Indice di Operatività del
Emergenza e le NR funzioni strategiche adibite a
collegamento IOp[COx]T.
Ricovero in Emergenza mantengano
Infine, l’Indice di Operatività Globale del
contemporaneamente l’operatività in seguito ad
sistema analizzato, per i tre periodi di ritorno T, è
un evento sismico. L’Indice è dato da:
dato dal prodotto dei tre Indici di Operatività dei
𝐽 Sottosistemi, per i diversi periodi di ritorno:
𝐼𝑂𝑝 [𝐴𝑅𝐸] 𝑇 = (∏𝑗=1 𝐼𝑂𝑝 [𝐴𝐸𝑗 ]) ∙
𝑁
𝑅
(∏𝑛=1 𝐼𝑂𝑝 [𝐹𝑆𝑛 ] 𝑇 ) (3) 𝐼𝑂𝑝 [𝐶𝐿𝐸] 𝑇 = 𝐼𝑂𝑝 [𝐹𝑆] 𝑇 ∙ 𝐼𝑂𝑝 [𝐴𝑅𝐸]𝑇 ∙
𝐼𝑂𝑝 [𝐶𝑂] 𝑇 (5)
dove in particolare l’Indice di Operatività di
un’Area di Emergenza AE esprime la probabilità Gli Indici di Operatività così formulati
che l’area j-esima non venga compromessa dal esprimono la probabilità di mantenimento
collasso delle unità strutturali ordinarie su questa dell’operatività del sistema e dei singoli
interferenti per il dato evento preso in esame. La Sottosistemi, in relazione ai periodi di ritorno
formulazione relativa all’operatività delle considerati. Essendo una probabilità, il valore di
funzioni strategiche NR è analoga alla (2) riferita tali Indici è sempre compreso tra 0 ed 1 ed è
alle altre funzioni strategiche del sistema. legato al numero degli elementi del sistema. Ne
Infine, l’Indice di Operatività del Sottosistema deriva che, all’aumentare del numero di elementi
dei Collegamenti esprime la probabilità che tutti i del sistema, ossia della sua complessità,
nodi strategici della rete siano mutuamente diminuisce il valore dell’Indice di Operatività.
interconnessi e accessibili ed è dato dalla
produttoria degli Indici relativi agli X
collegamenti possibili esistenti nel sistema: 8 CLASSI DI OPERATIVITÀ
𝐼𝑂𝑝 [𝐶𝑂] 𝑇 = ∏𝑋𝑥=1 𝐼𝑂𝑝 [𝐶𝑂𝑥 ] 𝑇 (4) In aggiunta ai valori probabilistici degli Indici
di Operatività, I.OPà.CLE fornisce anche i valori
L’Indice di Operatività di un generico medi (µ) e la deviazione standard (σ) degli Indici
collegamento (COx) tra due nodi strategici degli elementi: tali valori, affiancati all’Indice di
dipende dal numero di percorsi alternativi che Operatività, consentono una più esaustiva lettura
costituiscono il collegamento. Nel modello dei risultati. Infatti un valore molto basso
I.Opà.CLE si è assunto che la valutazione di 5 dell’Indice di Operatività potrebbe essere
percorsi alternativi per ogni coppia di nodi sia ascrivibile sia ad un sistema in cui pochi elementi
sufficiente ai fini dell’accuratezza dei risultati in hanno probabilità di operatività basse, sia ad un
termini probabilistici. L’individuazione dei 5 sistema con molti elementi caratterizzati da
percorsi avviene utilizzando l’algoritmo di probabilità di operatività medio-alte. Da un punto
Dijkstra (1959), basato sul principio di di vista probabilistico i due sistemi sono

SG03-8
equivalenti, ma non lo sono sotto il profilo delle Dalla combinazione degli intervalli di cui
potenziali criticità. sopra, viene definita una matrice 5x3x3, che
Esaminando contemporaneamente i valori individua 45 Classi di Operatività, che
degli Indici, delle medie e delle deviazioni permettono di descrivere le potenziali criticità dei
standard, si riesce ad evincere a quale delle due sistemi di gestione dell’emergenza (Figura 4).
configurazioni un dato valore probabilistico sia La denominazione di ciascuna classe è a sua
riconducibile. La deviazione standard, infatti, volta composta dal riferimento delle tre
fornisce una indicazione sul livello di dispersione sottoclassi e consente quindi una rapida diagnosi
dei singoli Indici di Operatività rispetto al valor circa la natura dell’eventuale criticità, dando
medio μ. Pertanto, è opportuno che priorità di lettura al valore della probabilità
l’interpretazione dei risultati avvenga sempre (Indice di Operatività).
considerando tutti e tre i valori forniti: l’Indice di
Operatività IOp, la media µ e la deviazione A1a B1a C1a D1a E1a
standard σ . A1b B1b C1b D1b E1b
A tal scopo vengono definite le classi di A2a B2a C2a E2a
D2a
operatività del Sistema e dei Sottosistemi, che A1c B1c C1c E1c
tengono conto di tutti e tre i parametri sopra D1c
A2b B2b C2b E2b
definiti (Probabilità (IOp), Media (µ), Deviazione D2b
Standard (σ)). A3a B3a C3a D3a E3a
In particolare, il valore della probabilità è A2c B2c C2c D2c E2c
articolato in 5 intervalli, associati a sottoclassi A3b B3b C3b D3b E3b
gerarchicamente ordinate dalla migliore B3c C3c E3c
A3c D3c
(sottoclasse “A” - corrispondente a una
probabilità molto elevata) alla peggiore Figura 4. Matrice delle Classi di Operatività.
(sottoclasse “E” - corrispondente a una
probabilità molto bassa), secondo la Tabella 2:
9 CASI STUDIO
Tabella 2. Intervalli di riferimento associati al valore
probabilistico. Di seguito vengono presentate e confrontate
Interpretazione qualitativa
due applicazioni di I.OPà.CLE, rese in forma
IOp[S;SS]T Sottoclasse (Probabilità di Operatività anonima, con l’obiettivo di illustrare funzionalità
Globale) e possibili sviluppi futuri del metodo.
100% - 76% A MOLTO ELEVATA I sistemi di gestione dell’emergenza analizzati
75% - 51% B ELEVATA sono quelli relativi a due Comuni di dimensioni
50% - 26% C DISCRETA diverse, con circa 8.000 e 90.000 abitanti,
25% - 1% D SCARSA denominati caso A (Fig. 5) e caso B (Fig. 6).
<1% E MOLTO SCARSA

Il valor medio µ e la deviazione standard 


sono articolati in 3 sottoclassi, gerarchicamente
ordinate dalla migliore (“1” o “a”) alla peggiore
(“3” o “c”), come espresso nelle Tabelle 3 e 4:
Tabella 3. Intervalli di riferimento associati al valor medio.
Interpretazione qualitativa
µ Sottoclasse (Probabilità di Operatività
dei singoli elementi)
1.00 - 0.95 1 ELEVATA
0.95 - 0.85 2 DISCRETA
< 0.85 3 SCARSA
Tabella 4. Intervalli di riferimento associati alla deviazione
standard. Figura 5. Carta degli elementi per l’analisi della CLE –
Interpretazione qualitativa Caso A.
σ Sottoclasse (Probabilità di Operatività La pericolosità sismica di base dei due
dei singoli elementi) Comuni è analoga, essendo l’intensità associata ai
0.00 - 0.05 a ELEVATA
due periodi di ritorno, T = 98 e T = 475 anni, pari
0.05 - 0.15 b DISCRETA
> 0.15 c SCARSA al VI e VII MCS grado rispettivamente. Questa

SG03-9
similitudine consente confronti e considerazioni
più efficaci sulla funzionalità del modello.

Figura 6. Carta degli elementi per l’analisi della CLE –


Caso B.
I sistemi di emergenza, e di conseguenza le
relative analisi della CLE, sono notevolmente
differenti in termini di impianto urbano, di
numero di elementi strategici e, di conseguenza,
in termini di complessità.
Il caso A (Figura 5) è costituito da 8 nodi
strategici, di cui 3 associati a Funzioni
Strategiche (FS001 - Municipio/COC, FS003 -
Carabinieri, FS004 - Sede di associazione di
volontariato) e 5 ad Aree di emergenza. La rete
stradale, formata da due assi principali che
attraversano da nord a sud e da est a ovest
l’insediamento urbano, è molto semplice e
realizzata da 2 nodi di accesso con 28
collegamenti possibili. Complessivamente, Figura 7. Risultati finali – Caso A.
sebbene il numero di elementi strategici non sia
minimale, il sistema non può esser considerato Da una lettura comparata dei risultati, si può
ridondante. I risultati ottenuti per l'intero sistema notare che entrambi i casi sono caratterizzati da
(IOPCLE) e i relativi sottosistemi (IOPFS, IOPARE, un’operatività complessiva piuttosto bassa: nel
IOPCO) sono illustrati in Figura 7. caso A la probabilità passa da 0,2366 (classe
Il caso B (Figura 6) è costituito da un numero D1b) per T=0, a 0,0514 (classe D2b) per T=475
di nodi strategici considerevolmente più alto: 22 anni, mentre nel caso B l’operatività in assenza di
nodi, di cui 6 associati a Funzioni Strategiche (FS sisma è già prossima allo zero. I risultati parziali
005 - Sede di Protezione Civile Provinciale, FS aiutano a comprendere meglio la natura delle
001 e 006 - Sede comunale decentrata, FS002 - criticità ascrivibili ai due sistemi.
Vigili del Fuoco, FS003 - Carabinieri, FS004 - In entrambi i casi, i risultati mostrano che i
Strutture sanitarie) e i restanti 16 ad Aree di Sottosistemi delle Funzioni Strategiche (FS),
Emergenza. L’accesso al sistema avviene da un sebbene diversi per numero di elementi, hanno
solo nodo e la rete stradale che connette i diversi probabilità di operatività molto elevata per i tre
elementi, sebbene non ridonante, mostra eventi di riferimento.
un’elevata complessità, con aree di emergenza Per quanto riguarda le Aree di Emergenza e le
periferiche collocate nelle frazioni del Comune ed Funzioni di Ricovero (Sottosistema ARE), nel
accessibili da strade impervie. I risultati ottenuti caso A il Sottosistema composto da 5 elementi
sono mostrati in Figura 8. presenta una buona operatività per i tre eventi

SG03-10
(classe B2a), data dal ridotto numero di elementi criticità intrinseche, contribuiscono a far
e dall’assenza di particolari criticità negli stessi. diminuire l’operatività complessiva.

Figura 9. Indici di Operatività Rami – Caso A.


Nel caso B, invece, i Collegamenti hanno
Indici di Operatività già molto bassi in assenza di
sisma. Tuttavia, da una lettura comparata degli
altri due parametri statistici, il valore molto
elevato della media µ (0,9756) e la bassa
deviazione standard (0.0287) indicano che la
scarsa operatività del sottosistema sia in questo
caso ascrivibile alla sua complessità, in termini di
numero di collegamenti possibili tra i 22 nodi
strategici, più che a criticità specifiche localizzate
in alcuni elementi.

10 CONCLUSIONI
I.OPà.CLE costituisce un metodo speditivo per
calcolare la probabilità di mantenimento
dell’operatività del sistema fisico di emergenza
descritto attraverso l’analisi della CLE.
Sebbene sviluppato per essere applicato a scala
comunale, il metodo può essere esteso
concettualmente a contesti territoriali più ampi
(intercomunali, provinciali, regionali), coerenti
con livelli di pianificazione superiori.
Figura 8. Risultati finali – Caso B.
Le applicazioni sui due casi studio dimostrano
Nel caso B, invece, il medesimo Sottosistema come I.OPà.CLE sia facilmente utilizzabile per
presenta un’operatività piuttosto bassa (classe diversi tipi di insediamento urbano. Inoltre, grazie
D3b) per i tre eventi: ciò è dovuto da una parte ai diversi risultati che il metodo fornisce, è
alla molteplicità di elementi presenti nel possibile leggere l’analisi effettuata a vari livelli,
Sottosistema, e, dall’altra, alla presenza di alcune passando dal Sistema Globale, ai Sottosistemi,
criticità diffuse che inibiscono l’operatività anche fino ad arrivare agli Indici dei singoli elementi:
in assenza di sisma. questo processo progressivo consente una facile
Il Sottosistema dei Collegamenti (CO), nel identificazione delle eventuali criticità del sistema
caso A, si attesta su una probabilità di operatività di gestione dell’emergenza, permettendo di
globale discreta in assenza di terremoto (classe focalizzare le priorità degli interventi di riduzione
C1b), che tende naturalmente a diminuire per i della vulnerabilità o le eventuali modifiche al
due eventi di riferimento associati ad intensità piano di emergenza più opportune.
crescenti. Analizzando gli Indici di Operatività Infine è utile fare alcune considerazioni sulle
dei singoli Rami (Figura 9), è possibile attuali limitazioni del metodo e i possibili
identificare alcuni rami in particolare che, per sviluppi futuri. La definizione di Condizione
Limite per l’Emergenza, non ammette a livello

SG03-11
concettuale, una ridondanza funzionale (cioè international conference on seismic zonation. Palm
elementi strategici con la stessa funzione, che Springs, CA.
Dolce, M., Marino, M., Masi, A., Vona, M., 2000. Seismic
operano in parallelo e non in serie). Tuttavia, le Vulnerability Analysis and Damage Scenarios of
analisi statistiche condotte ad oggi dalla Potenza Town. Proceedings of International Workshop
Commissione Tecnica per la Microzonazione on Seismic Risk and Earthquake Damage Scenarios of
sismica (2016), stanno evidenziando in molti casi Potenza. November 13, Potenza, Italy.
la definizione di sistemi di emergenza Dolce, M., Speranza, E., 2007. Vulnerabilità sismica del
caratterizzati da elementi strategici ridondanti, costruito. Regione Marche – INGV (ed) Scenari di
pericolosità sismica della fascia costiera marchigiana:
per cui si ritiene che la ridondanza funzionale sia la microzonazione sismica di Senigallia.
un aspetto meritevole di sviluppo nell’ambito di Dolce, M., Di Pasquale, G., Speranza, E., Fumagalli, F.,
I.OPà.CLE. 2012a. A multipurpose method for seismic vulnerability
Ulteriori direzioni di sviluppo prevedono assessment of urban areas. Proceedings of 15th World
l’utilizzo di input sismici più raffinati rispetto Conference on Earthquake Engineering. September 24-
28, Lisbon.
all’intensità MCS, come la PGA, l'accelerazione Dolce, M., 2012b. The Italian National Seismic Prevention
spettrale e lo spostamento. Corrispondentemente, Program. Proceedings of 15th World Conference on
sul fronte dei modelli di danneggiamento, si Earthquake Engineering. September 24-28, Lisbon.
prevede altresì l’utilizzo di modelli diversi dalle Dolce, M., Speranza, E., Dalla Negra, R., Zuppiroli, M.,
matrici di probabilità di danno, come le curve di Bocchi, F., 2013a. Constructive features and seismic
fragilità, in linea con i recenti sviluppi della vulnerability of historic centres through the rapid
assessment of historic building stocks. The experience
ricerca (Pitilakis et al., 2014b). Infine nell’ambito of Ferrara. International Conference Built Heritage
del Progetto di ricerca DPC-ReLUIS 2017, è stata 2013, Monitoring Conservation Management.
attivata una specifica linea di ricerca volta ad November 18-20, Polytechnic University of Milan.
identificare le interazioni tra il sistema di Dolce, M., Speranza, E., Di Pasquale, G., Giordano, F.,
emergenza così come definito dalla CLE ed Bocchi, F., 2013b. Indici di operatività per la
valutazione della condizione limite di emergenza
analizzato da I.OPà.CLE con le reti tecnologiche, (CLE). Proceedings of XXXII GNGTS National
la cui compromissione in caso di sisma può Congress. Trieste, 382-389.
determinare un ulteriore impatto significativo Dolce, M., Speranza, E., Bocchi, F., Conte, C., 2017.
sulla gestione emergenziale. Probabilistic assessment of structural operational
efficiency in emergency limit conditions – the
I.OPà.CLE method. Manuscript submitted to Bulletin of
RIFERIMENTI Earthquake Engineering, Springer.
Ferlito, R., Pizza, A., 2011. Modello di vulnerabilità del
Albarello, D., Mucciarelli, M., 2002. Seismic hazard centro urbano. Metodologia per la valutazione speditiva
estimates using ill-defined macroseismic data at site. della vulnerabilità della viabilità di emergenza.
Pure and Applied Geophysics, 159, 1289-1304. Ingegneria Sismica, XXVIII (4), 31-49.
Braga, F., Dolce, M., Liberatore, D., 1982. Southern Italy Franchin, P., Lupoi, A., Pinto, P. E., 2006. On the role of
November 23, 1980 Earthquake: A Statistical Study on road networks in reducing human losses after
Damaged Buildings and an Ensuing Review of the earthquakes. Journal of Earthquake Engineering, 10(2),
M.S.K.-76 Scale. Proceedings of 7th European 195-206.
conference on earthquake engineering, CNR-PFG, 503. Franchin, P., 2014. A computational Framework for
Commissione tecnica per la Microzonazione sismica, 2014. Systemic Seismic Risk Analysis of Civil Infrastructural
Manuale per l'analisi della Condizione Limite per Systems. In Pitilakis K, Franchin P, Khazai B, Wenzel
l’Emergenza (CLE) dell'insediamento urbano. draft 1.0. H (ed) Syner-G, Methodology and Applications,
Betmultimedia, Rome, pp154-175. Geotechnical, Geological and Earthquake Engineering,
Commissione tecnica per la Microzonazione sismica, 2016. Springer Science+Business Media Dordrecht, 31, 23-
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http://www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/docu Giovinazzi, S., Wilson, T., Davis, C., Bristow, D.,
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ments/Allegato_5_Stat_CLE_2016_def.pdf
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D’Amico, V., Albarello, D., 2008. SASHA: A computer February 2011 Christchurch earthquake, New Zeland:
program to assess seismic hazard from intensity data. Highlights of resilience. Bullettin of the New Zeland
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valutazione di scenari di danno conseguenti ad un Italia organized by ANIDIS, January 25-29, Genoa,
evento sismico a partire dai dati Istat. Proceedings of 8th Italy.
L’ingegneria Sismica in Italia organized by ANIDIS. INU, 2013. Strategie di mitigazione del rischio sismico e
September 21-24, Taormina, Italy. pianificazione - CLE: Condizione Limite per
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2014a. SYNER-G: Systemic Seismic Vulnerability and
Risk Assessment of Complex Urban, Utility, Lifeline
System and Critical Facilities. Geotechnical, Geological
and Earthquake Engineering, 31, Springer
Science+Business Media Dordrecht.
Pitilakis, K., Crowley, H., Kaynia, A. M. (eds), 2014b.
SYNER-G: Typology Definition and Fragility
Functions for Physical Elements at Seismic Risk.
Buildings, Transportation Network and Critical
Facilities. Geotechnical, Geological and Earthquake
Engineering, 27, Springer Science+Business Media
Dordrecht.

SG03-13
ANIDIS 2017
PISTOIA

Structural operational efficiency indices for the assessment of Emergency


Limit Condition (I.OPà.CLE): experimental results
Mauro Dolce1, Elena Speranza1, Flavio Bocchi2, Chiara Conte2
1
Dipartimento della Protezione Civile, Via Vitorchiano 2, 00189 Roma.
2
ReLUIS, Rete dei Laboratori per L’Ingegneria Sismica, Via Claudio 21, 80125 Napoli.

Keywords: Emergency plan, emergency roadnetwork, redoundancy, statistical analysis.

ABSTRACT
The I.OPà.CLE method (Operational efficiency indices for Emergency Limit Condition - ELC), whose analytical
formulation can be found in a distinct paper of these same proceedings, is aimed at assessing the operational
efficiency of a seismic emergency plan. The method relies on the formulation of synthetic probabilistic indices
expressing the probability of assuring, for each physical component of the emergency system, as well as for its
subsystems and for the system in its whole, the operational capability in the aftermath of the seismic event. The
indices are formulated for two seismic events with different return periods (T=98 years and T=475 years) as well as
in absence of any earthquake occurrence (conventionally associated to return period T=0).
The paper describes the result of an experimental application of I.OPà.CLE on a sample of 30 analyses of ELC at
municipal scale, with different size (number of inhabitants) and features. The paper, once analyzed and each other
compared the main features of emergency systems included in the sample, moves forward to the presentation and
discussion of results. Calculations have been run by processing each ELC analysis of the sample as it was
originally formulated, as well as after a reduction of the number of its essential strategic elements, so as to turn the
emergency systems into minimal ones, and closer to the concept of Limit Condition.

SG03-14
ANIDIS 2017
PISTOIA

Indici di Operatività per la valutazione della condizione Limite di Emergenza


(I.OPà.CLE): risultati della sperimentazione.
Mauro Dolce1, Elena Speranza1, Flavio Bocchi2, Chiara Conte2
1
Dipartimento della Protezione Civile, Via Vitorchiano 2, 00189 Roma.
2
ReLUIS, Rete dei Laboratori per L’Ingegneria Sismica, Via Claudio 21, 80125 Napoli.

Parole-chiave: Piano di emergenza, edifici strategici, vulnerabilità sismica, rete infrastrutturale, approccio
probabilistico

SOMMARIO
Il presente lavoro illustra i risultati della sperimentazione del modello I.Opà.CLE (Indici di Operatività per la
valutazione della Condizione Limite di Emergenza) finalizzato alla valutazione dell’analisi della Condizione Limite
di Emergenza (CLE), strumento introdotto con l’OPCM 4007 del 29/02/2012, nell’ambito del piano nazionale per
la prevenzione del rischio sismico (ex legge 77/2009).
Il modello I.Opà.CLE, a cui è dedicato un separato articolo nel presente Convegno, seguendo un approccio
probabilistico, si basa sulla formulazione di indici sintetici che rappresentano la probabilità di mantenimento
dell’operatività dei vari elementi fisici e del sistema di gestione dell’emergenza nel suo complesso, per eventi
sismici di riferimento caratterizzati da diversi periodi di ritorno. L’articolo illustra i risultati della sperimentazione
effettuata su un campione di 30 analisi della CLE, relative a comuni opportunamente diversificati. Dopo aver
analizzato le caratteristiche del campione, e comparato in termini statistici i relativi sistemi di gestione di
emergenza, l’articolo passa all’illustrazione e discussione dei risultati ottenuti derivanti dall’applicazione del
modello. Le analisi mediante I.OPà.CLE sono state condotte analizzando le diverse CLE sia nel loro impianto
originario, sia attraverso una riduzione del numero dei suoi elementi strategici, in modo da ricondurre i relativi
sistemi di partenza, spesso ridondanti, a sistemi effettivamente minimali, in linea con il concetto di Condizione
Limite di Emergenza.

1 PREMESSA la formulazione di Indici di Operatività


Nell’ambito degli interventi previsti probabilistici, per due eventi di riferimento
dall’articolo 11 del DL 39/2009 convertito dalla caratterizzati da diversi periodo di ritorno (T=98
legge 77/2009, con l’OPCM 4007/12 viene e T=475), nonché in assenza di sisma (T=0). Per
introdotta l’analisi della Condizione Limite per ogni sistema analizzato vengono calcolati Indici
l’Emergenza (CLE), che ha lo scopo di verificare sintetici: per il Sistema Globale, per i singoli
i principali elementi fisici del sistema di gestione Sottosistemi che lo compongono ed, infine, per
dell’emergenza definiti nel piano di protezione ogni elemento fisico del sistema di emergenza
civile, al fine di valutare l’operatività del sistema definito dalla CLE (Edifici Strategici ed Aree di
stesso dopo un evento sismico (Dolce M. 2012, Emergenza).
INU 2013, Commissione per la microzonazione La sperimentazione è stata condotta su un
sismica 2014). Nel corso di tale attività campione di analisi della CLE sufficientemente
istituzionale, è stato sviluppato il modello robusto e diversificato, tale da consentire alcune
I.OPà.CLE (Indici di Operatività per la prime elaborazioni comparative tra diversi sistemi
valutazione della Condizione Limite e poter trarre alcune conclusioni di carattere
dell’Emergenza), (Dolce et al. 2013, 2017a, generale. I comuni sono stati resi anonimi in
2017b), oggetto di uno specifico articolo nel
modo da evitare riferimenti a problematiche
presente Convegno.
specifiche, concentrandosi invece sui parametri
Il modello ha lo scopo di valutare l’operatività
che influenzano in modo particolare l’operatività,
del sistema fisico di gestione dell’emergenza,
come la presenza di criticità intrinseche, la
descritto attraverso l’analisi della CLE, mediante
ridondanza funzionale e infrastrutturale.

SG03-15
2 INDIVIDUAZIONE E
CARATTERISTICHE DEL CAMPIONE
Il modello I.OPà.CLE è stato applicato ad un
campione di 30 analisi della CLE relative ad
altrettanti comuni distribuiti piuttosto
omogeneamente sul territorio italiano (Figura 1),
con caratteristiche diversificate sia in termini di
abitanti, che di abitazioni, nonché di intensità
macrosismiche (I_MCS) associate ai due eventi
considerati, secondo il modello di pericolosità di
base definito da Albarello (Albarello and
Mucciarelli 2002; D’Amico and Albarello 2008).
Al fine di garantire un adeguato assortimento del
campione, i comuni sono stati scelti anche in
relazione alla loro dimensione (in termini di
numero di abitanti ed abitazioni), secondo 3
differenti classi dimensionali, come segue:
 15 comuni con popolazione inferiore a
10.000 abitanti;
 10 comuni con popolazione compresa tra
10.000 e 50.000 abitanti;
 5 comuni con popolazione superiore a
50.000 abitanti.
Si è infatti ritenuto che la dimensione del
comune fosse un parametro sufficientemente
correlato alla complessità del sistema di
emergenza. I grandi comuni, meno rappresentati
in termini statistici a causa di un più limitato
numero di analisi della CLE, sono associati a
capoluoghi di provincia, ubicati prevalentemente
del Nord Italia.

Figura 1. Campione dei comuni della sperimentazione.

Figura 2. Abitanti e abitazioni del campione per intensità


(T=98 e T=475).

SG03-16
I grafici di Figura 2 mostrano in dettaglio la ammonta a circa 17. Poiché il numero delle aree
distribuzione di abitanti e abitazioni dei comuni di emergenza è molto variabile in relazione alla
del campione rispetto alla pericolosità per i due conformazione del comune, è ancor più efficace
eventi di riferimento. Tali dati sono utili ad un riferire tale numero alle sole Funzioni
primo confronto tra esposizione e pericolosità nel Strategiche: la media complessiva in questo caso
campione analizzato: si evince come per T=98 è di 6 Funzioni per comune, distinta
anni il 37% dei comuni sia associato ad un VI rispettivamente in circa 5 e 7 nei comuni di prima
grado di intensità MCS, e la percentuale e seconda classe dimensionale e 8 nei comuni di
complementare (63%) ad un VII. Per T=475 anni, terza fascia. Il grafico di Figura 3 mette in luce
invece, i comuni risultano essenzialmente come a comuni più piccoli o medi tenda a
distribuiti tra un VII ed un VIII grado (47% e corrispondere un numero di elementi strategici in
40% rispettivamente), con percentuali meno proporzione molto più grande rispetto ai comuni
significative per intensità superiori o inferiori. più grandi, ovvero di terza classe. Lo stesso
Dalla medesima Figura, si può anche notare che, grafico mette in luce una notevole dispersione del
per T=98 anni, i comuni più popolosi siano numero di elementi rispetto alle dimensioni dei
associati ad intensità VI piuttosto che alla VII. comuni.
Parimenti, per T=475 anni i comuni mediamente
più grandi risultano essere riconducibili perlopiù
ad intensità VII.

3 RIDONDANZA FUNZIONALE E
INFRASTRUTTURALE NEI COMUNI
DEL CAMPIONE
Vale la pena ricordare che I.OPà.CLE, in
coerenza con la definizione di Condizione limite
di Emergenza, è riferito a sistemi minimali i cui
elementi fisici sono tutti contemporaneamente Figura 3. Numero di elementi strategici per numero
indispensabili al funzionamento del sistema. Per diabitanti.
questo motivo è parso utile esaminare, in sede di
sperimentazione, i sistemi di emergenza della Se ne può concludere che i sistemi di
sperimentazione, sotto il profilo della loro emergenza della sperimentazione, definiti con
ridondanza, in modo da verificare se ed in che l’analisi della CLE, risultano essere mediamente
misura questi siano vicini o riconducibili a lontani dal sistema minimale (limite) e, quindi,
sistemi minimali. dalla stessa definizione di Condizione Limite di
Per quanto riguarda la ridondanza funzionale, Emergenza.
sebbene ad oggi questa non sia stata oggetto di La ridondanza infrastrutturale, che interviene
specifico approfondimento nell’analisi della CLE in modo specifico nella valutazione di
poiché concettualmente non contemplata da I.OPà.CLE, è invece legata al numero di percorsi
quest’ultima al di là dell’individuazione delle possibili totali del sistema di emergenza, avendo
funzioni strategiche strettamente indispensabili assunto un numero massimo di percorsi
per la gestione dell’emergenza (coordinamento alternativi pari a 5, per ogni collegamento tra due
degli interventi, soccorso sanitario e intervento nodi strategici, ed avendo definito percorso una
operativo), un primo indicatore significativo può successione non orientata e univoca di uno o più
essere rappresentato dal rapporto tra il numero di rami in grado di consentire il mutuo collegamento
elementi strategici (Aree di Emergenza – AE o tra due nodi della rete. Di conseguenza un sistema
Funzioni Strategiche - FS) e le dimensioni del per nulla ridondante a livello infrastrutturale è
comune in termini di numero di abitanti. costituito da un numero di percorsi uguale al
Si osserva, a prescindere dalla classe numero di collegamenti.
dimensionale del comune, una media di circa 13 La Figura 4 illustra la distribuzione del
elementi strategici per comune. Tuttavia, rapporto tra il numero di percorsi ed il numero di
riferendo il valor medio a ciascuna classe collegamenti complessivi per comune, per le tre
dimensionale, si osserva che nei comuni di prima classi dimensionali. Si può notare che, in linea
e seconda classe sono presenti mediamente 10 e con quanto ci si potrebbe aspettare, la ridondanza
15 elementi strategici rispettivamente, mentre nei infrastrutturale sia più accentuata nei comuni più
comuni più grandi, il loro numero medio grandi e lo sia meno in quelli piccoli. Infatti

SG03-17
all’aumentare delle dimensioni del comune 93, mentre per i comuni di prima e seconda classe
aumenta generalmente anche la rete stradale e, di dimensionale il numero di collegamenti passa a
conseguenza, i percorsi alternativi. I valori medi 51 e 123 rispettivamente, e per i comuni di terza
del rapporto percorsi/collegamenti ne danno classe il numero medio di collegamenti diviene
conferma: infatti mentre nei comuni piccoli tale pari a 158.
rapporto è pari a 1,5, nei comuni medi e grandi
esso è pari a 3,5 e 2,8.

Figura 5. Rapporto tra collegamenti e nodi strategici per


classe di popolazione.
La Figura 5 mette in luce il diverso rapporto
esistente tra il numero di collegamenti e la classe
dimensionale dei comuni, evidenziando
l’andamento esponenziale che lega le due
variabili esaminate.

4 SISTEMI COMPLETI E RIDOTTI


La notevole variabilità esistente in termini di
numero di elementi strategici e relative
connessioni infrastrutturali fa sì che tali sistemi,
anche a parità di classe dimensionale, non siano
direttamente e mutuamente comparabili.
Al fine di agevolarne la mutua comparazione,
per ogni sistema ricompreso nel campione a
partire dalle analisi della CLE iniziali, sono state
elaborate delle CLE fittizie ridotte, ottenute
attraverso una selezione e una riduzione del
numero di Funzioni Strategiche. La selezione è
stata effettuata in linea con la definizione di CLE,
mantenendo solamente le tre Funzioni Strategiche
fondamentali richiamate nel testo (coordinamento
degli interventi, soccorso sanitario e intervento
operativo), lasciando invece inalterato il
Sottosistema delle Aree di Emergenza e Ricoveri.
In Figura 6 si riporta, a titolo esemplificativo,
Figura 4. Rapporto tra numero di percorsi e numero di
collegamenti per comune, per ogni classe dimensionale la Carta degli elementi per l’analisi della CLE di
uno dei comuni della sperimentazione (comune
Vale la pena ricordare anche che la ridondanza 26): l’analisi nella sua originaria formulazione
funzionale, ponendosi in un rapporto diretto con i prevedeva 9 Funzioni Strategiche ed 1 Area di
nodi della rete (ad ogni elemento strategico Emergenza, per un totale di 10 nodi strategici e
corrisponde un nodo) determina automaticamente 55 collegamenti. Il passaggio ad un sistema più
l’aumento esponenziale del numero di coerente con la definizione di Condizione Limite
collegamenti infrastrutturali, con conseguente di Emergenza comporta l’eliminazione di alcune
incremento della complessità del sistema e Funzioni, mantenendo le sole Funzioni
potenziale riduzione dell’operatività finale dello Strategiche fondamentali per la gestione
stesso. Su tutto il campione analizzato, il numero dell’emergenza, ovvero gli edifici per il
di collegamenti medio per comune è pari a circa coordinamento degli interventi (municipio e sede

SG03-18
comunale decentrata, rispettivamente FS001 e Tabella 1. Elementi strategici nella CLE e nella CLE ridotta
FS004), l’ospedale (FS002) e la sede dei Vigili nei comuni del campione
del Fuoco (FS003) connessa all’intervento n. FS n. ARE n. CO
operativo, per un totale di 4 Funzioni Strategiche. Cle Cle Cle Cle Cle
Il numero delle Aree di Emergenza rimane, ridotta ridotta
invece, invariato. Il sistema così configurato c. 1 1 1 2 6 6
conta dunque 5 nodi strategici, ovvero la metà c. 2 2 2 1 3 3
rispetto a quelli originariamente previsti, per un c. 3 1 1 5 15 15
totale di 15 collegamenti, pari ad una c. 4 2 2 3 10 10
diminuzione del 27% rispetto all’assetto iniziale. c. 5 2 2 5 15 15
c. 6 3 2 2 15 10
c. 7 3 3 8 55 55
c. 8 1 1 4 15 15
c. 9 3 2 5 36 28
c. 10 11 4 10 136 66
c. 11 8 3 10 136 66
c. 12 3 3 10 91 78
c. 13 3 2 5 28 21
c. 14 13 3 4 120 28
c. 15 13 3 10 91 36
c. 16 9 5 11 136 91
c. 17 4 4 16 171 153
c. 18 3 3 6 45 45
c. 19 10 3 12 171 91
c. 20 3 3 5 36 36
c. 21 5 3 5 45 28
c. 22 9 4 10 190 105
c. 23 11 5 10 190 91
c. 24 3 3 7 55 55
c. 25 11 3 8 190 66
Figura 6. Carta degli elementi per l’analisi della CLE
(stralcio) con le Funzioni Strategiche fondamentali. c. 26 9 4 1 55 15
c. 27 5 5 8 78 78
Lo stesso procedimento è stato realizzato per
c. 28 6 3 16 253 190
tutti i comuni della sperimentazione. Come
illustrato in Tabella 1, la riduzione del numero di c. 29 5 4 6 55 45
nodi strategici comporta, in coerenza con la c. 30 17 10 13 351 210
formulazione di I.OPà.CLE, una riduzione
considerevole del numero di Collegamenti e una Tali percentuali sono coerenti con le
semplificazione sensibile del sistema di considerazioni fatte sulla ridondanza funzionale.
emergenza: la diminuzione del numero delle Infatti i sistemi originariamente più ridondanti
Funzioni Strategiche, in 10 comuni, supera il sono anche quelli su cui la riduzione del numero
50% (in due casi si passa da 13 a 3 FS) e, per di funzioni risulta essere più importante.
quanto riguarda i Collegamenti, la diminuzione
arriva anche al 75%.
La Figura 7 illustra la differenza, in termini di
numero di nodi strategici per comune, tra le
analisi della CLE di partenza e le analisi della
CLE. Si evidenzia come nel passaggio tra i due
sistemi, i nodi strategici diminuiscano
mediamente del 23% per comuni della prima
classe di popolazione, del 20% per i comuni in
seconda fascia, mentre nei grandi comuni la
riduzione sia più contenuta (mediamente il 19%).

SG03-19
Figura 7. Numero di nodi strategici per CLE e CLE ridotte. Figura 8. Numero di collegamenti per comune, nella CLE e
nella CLE ridotta.
Il grafico di Figura 8 illustra, in modo
analogo, il numero di collegamenti presenti nelle
CLE di partenza e in quelle ridotte. Si evince 5 INDICI DI OPERATIVITÀ
come la riduzione delle Funzioni Strategiche e di
I risultati prodotti da I.OPà.CLE forniscono le
conseguenza dei nodi strategici, nel passaggio a probabilità di mantenimento dell’operatività in
sistemi ridotti, comporti come conseguenza una emergenza dei sistemi, relativi sottosistemi ed
sensibile riduzione dei collegamenti, essendo il elementi in questi ricompresi, per i tre periodi di
rapporto tra i due parametri (nodi e connessioni) ritorno considerati.
non lineare, ma esponenziale. La Figura 9 mette in evidenza il rapporto tra
Indici di Sottosistema ed indici Globali, per i tre
periodi di ritorno e per ogni comune analizzato,
nella sua configurazione originaria. La presenza
di molti punti nella parte bassa del diagramma
evidenzia come in molti casi l’indice di
operatività globale sia vicino allo zero, anche per
valori non bassi degli indici relativi alle Funzioni

SG03-20
Strategiche e alle Aree di Emergenza. La relativo coefficiente di correlazione risulta essere
presenza delle rette di regressione consente di dello stesso ordine di grandezza di quest’ultima
valutare l’influenza di ciascun Sottosistema sulle (0,36 e 0,27 rispettivamente). Si nota altresì che
performance globale del sistema. Quanto più la la più bassa correlazione associata alla retta a
curva di regressione relativa a ciascun T=475 (0,098) denota una più ampia dispersione
Sottosistema si avvicina alla diagonale dell’area dei punti dovuta al fatto che, per tale periodo di
del grafico, tanto più quel Sottosistema è ritorno, le intensità macrosismiche di base
influente, in maniera sfavorevole, ai fini possono essere anche estremamente diverse,
dell’operatività globale. Ne risulta, molto come già evidenziato in Figura 2.
chiaramente, che il Sottosistema che Osservando la medesima distribuzione riferita
maggiormente influenza l’operatività globale sia ai sistemi ridotti (Figura 11), le curve di
quello dei collegamenti, che spesso determina regressione evidenziano sostanziali incrementi
anche l’ordine di grandezza dell’indice. Ciò è dell’operatività rispetto ai sistemi originari.
ascrivibile all’elevato numero di collegamenti
presenti in un sistema generico. Pertanto, anche
l’operatività del relativo sottosistema risulta
generalmente molto inferiore a quella degli altri
due sottosistemi considerati (Funzioni Strategiche
e Aree di Emergenza).

Figura 10. Indici di Operatività Globali in funzione dei nodi


strategici (CLE).

Figura 9. Relazione tra Indici di Operatività dei


Sottosistemi e Indice Globale.
Tale aspetto è ulteriormente indagato nel
grafico di Figura , in scala logaritmica per
apprezzare le differenze tra ordini di grandezza,
che evidenzia come gli Indici di Operatività
Globali del campione analizzato (configurazione
originaria) diminuiscano da una parte
all’aumentare dei nodi strategici, coerentemente
con la formulazione del modello, dall’altra
all’aumentare della severità dell’evento, ovvero
variando i rispettivi periodi di ritorno (T=0,
T=98, T=475).
Questo andamento si può evincere
rapidamente dalle rette di regressione, le quali
evidenziano anche come per T=0, ovvero in
assenza di sisma, l’operatività sia già Figura 11. Indici di Operatività Globali in funzione dei nodi
strategici (CLE ridotta).
sensibilmente ridotta in partenza, a causa di
criticità intrinseche ai sistemi. L’andamento della L’istogramma di Figura 12 illustra, per ogni
retta di regressione in assenza di sisma è infatti comune analizzato, il rapporto tra l’Indice di
non lontana da quella relativa a T=98 anni ed il Operatività Globale delle CLE e il medesimo

SG03-21
indice per il sistema ridotto. Tale rapporto valori medi (µ) e la deviazione standard (σ) degli
fornisce una misura di quanto le analisi della CLE Indici stessi, valori che, articolati in sottoclassi
di partenza forniscano indici di operatività più ordinate dalla migliore alla peggiore, sono utili a
bassi rispetto a quelle ridotte. Osservando il definire la Classe di Operatività del Sistema e dei
grafico, si evince che solamente una parte dei Sottosistemi. Le singole sottoclassi consentono di
comuni analizzati (circa il 36%, ovvero 11 descrivere in maniera sintetica, ma allo stesso
comuni su 30) presenta operatività globali uguali tempo puntuale, le problematiche dei vari sistemi
a quelle dei sistemi ridotti: il rapporto tra gli presi in esame. Ogni Classe di Operatività è così
Indici di Operatività è, infatti, pari ad 1. Inoltre identificata attraverso la combinazione delle tre
circa il 30% dei comuni presenta valori di sottoclassi, relative rispettivamente a Indice
operatività della CLE di partenza del 90% probabilistico (sottoclassi da A ad E), valori medi
inferiori a quelli del corrispondente sistema CLE µ (sottoclassi da 1 a 3) e deviazione standard σ
ridotto. (sottoclassi da a a c) (Dolce et al., 2017a, 2017b).
I grafici di Figura 13 illustrano la distribuzione
delle tre sottoclassi, riferite a sistemi originari e
ridotti per i tre eventi di riferimento. Già in
assenza di sisma (T=0), il 50% delle analisi della
CLE si trova nell’ultima sottoclasse relativa agli
Indici probabilistici (sottoclasse E, Probabilità di
Operatività <1%), sottolineando perciò la
presenza di notevoli criticità intrinseche al
sistema (complessità, scarsa ridondanza delle
infrastrutture e carenze legate agli indici di
qualità degli elementi), indipendenti dal sisma. La
semplificazione effettuata con la CLE ridotta
migliora questa percentuale portandola al 40%
(12 comuni su 30 in classe E). Inoltre esaminando
anche i parametri associati (media e deviazione
standard), il valor medio della probabilità molto
basso (sottoclasse 3), associato ad una deviazione
standard alta (sottoclasse c), è indicatore di
sistemi le cui basse Probabilità di Operatività a
T=0 sono ascrivibili a criticità puntuali piuttosto
che diffuse tra i sistemi analizzati. All’aumentare
della severità del sisma (T=475), la distribuzione
del campione tende ad un progressivo
peggioramento, portando il 77% dei comuni
nell’ultima sottoclasse di Operatività (70% per le
CLE ridotte).
Lo stesso confronto può essere effettuato per
singoli Sottosistemi della CLE: esaminando la
distribuzione delle sottoclassi di Operatività, si
nota come le Funzioni Strategiche (Figura 14),
per effetto del danno diretto alle strutture,
subiscano un netto peggioramento all’aumentare
della severità del sisma. D’altra parte si osserva
che, sebbene una buona parte delle strutture sia
associata a probabilità di operatività molto alta e
alta (22 CLE e 4 CLE su 30 sono rispettivamente
Figura 12. Rapporto Indici di Operatività Globale della in A e in B), la residua percentuale, pari a circa il
CLE e della CLE ridotta. 9%, presenti operatività di partenza al di sotto del
50%, evidenziando che la selezione degli
elementi strategici nei piani di emergenza non
6 CLASSI DI OPERATIVITÀ avviene in modo sempre appropriato. Operando la
Il modello I.OPà.CLE fornisce, oltre ai valori semplificazione del Sottosistema nel passaggio a
probabilistici degli Indici di Operatività, anche i sistemi ridotti, la distribuzione del campione
ovviamente migliora (25 CLE in A).

SG03-22
Figura 13. Sottoclassi di Operatività del Sistema Figura 15. Sottoclassi del Sottosistema delle Aree di
Emergenza e Ricoveri

Figura 14. Sottoclassi del Sottosistema delle Funzioni


Strategiche Figura 16. Sottoclassi del Sottosistema dei Collegamenti

SG03-23
Il Sottosistema delle Aree di Emergenza e dei necessità di far intervenire nell’analisi e nella
Ricoveri (Figura 15), risente anch’esso, ed in relativa formulazione del modello I.OPà.CLE il
misura ancor più importante, degli elementi di concetto della ridondanza funzionale. Un
criticità intrinseci, come ad esempio l’assenza di ulteriore e non trascurabile aspetto riguarda anche
infrastrutture di servizio o la presenza di eventuali la presenza di significative criticità intrinseche
rischi legati alla geologia e all’idrogeologia del alle singole componenti e quindi ai sistemi, che
luogo, mentre risente in minor misura dei danni riducono fortemente l’operatività anche in
indiretti derivanti da possibili unità strutturali assenza del sisma, potendo da ciò concludere che
interferenti. la individuazione degli elementi strategici nei
La distribuzione del campione, infatti, rimane piani di emergenza avvenga spesso su elementi
praticamente invariata per i tre eventi di non sempre perfettamente idonei allo scopo.
riferimento, con un lieve peggioramento medio In questo senso, I.Opà.CLE costituisce un
per eventi con periodo di ritorno uguale a 475 valido strumento per sintetizzare l’operatività del
anni. Come già detto, il Sottosistema delle Aree sistema di emergenza nel suo complesso, dei
di Emergenza e dei Ricoveri non subisce nessuna singoli sottosistemi e dei suoi elementi. La
riduzione nel passaggio a sistemi ridotti e, flessibilità di analisi e la modularità dei risultati
dunque, anche le Classi di Operatività, rimangono (Indici Globali – Sottosistema – Elemento)
invariate. consente di disporre di informazioni via via di
La distribuzione delle sottoclassi relative al maggior dettaglio, così da poter individuare
Sottosistema dei Collegamenti, illustrata nei agevolmente specifiche criticità che necessitino di
grafici di (Figura 16), segue la distribuzione delle interventi prioritari, supportando così il processo
Classi degli Indici Globali, coerentemente con di decision making.
quanto già illustrato. Il Sottosistema, anche in
assenza di sisma (T = 0), risente della complessità
della rete: il 50% del campione, infatti, si colloca RIFERIMENTI
in classe E. Tale percentuale aumenta fortemente Albarello, D., Mucciarelli, M., 2002. Seismic hazard
(70%) per eventi con periodo di ritorno pari a 475 estimates using ill-defined macroseismic data at site.
anni, a causa degli elementi interferenti e della Pure and Applied Geophysics, 159, 1289-1304.
loro vulnerabilità. Commissione tecnica per la Microzonazione sismica, 2014.
Manuale per l'analisi della Condizione Limite per
l’Emergenza (CLE) dell'insediamento urbano. draft 1.0.
Betmultimedia, Rome.
7 CONCLUSIONI D’Amico, V., Albarello, D., 2008. SASHA: A computer
L’applicazione del modello valutativo program to assess seismic hazard from intensity data.
Seismological Research Letters, 79, 663-671.
I.OPà.CLE su trenta analisi reali della CLE a Dolce, M., 2012. The Italian National Seismic Prevention
scala comunale, ha permesso di collezionare una Program. Proceedings of 15th World Conference on
prima base statistica su cui poter svolgere alcune Earthquake Engineering. September 24-28, Lisbon.
considerazioni e mettere a fuoco i possibili futuri Dolce, M., Speranza, E., Di Pasquale, G., Giordano, F.,
sviluppi del modello valutativo. Bocchi, F., 2013. Indici di operatività per la valutazione
della condizione limite di emergenza (CLE). Atti del
La comparazione dei risultati delle analisi XXXII Convegno Nazionale GNGTS. Trieste, 382-389.
della CLE, relative a comuni con diverse Dolce, M., Speranza, E., Bocchi, F., Conte, C., 2017a. Il
caratteristiche, fa emergere la disomogenea metodo I.OPà.CLE per la formulazione ed il calcolo di
interpretazione del concetto di sistema minimale Indici di Operatività per la valutazione della Condizione
di gestione dell’emergenza: dalle elaborazioni Limite di Emergenza. XVII Convegno ANIDIS
svolte emerge, infatti, come i bassi valori degli "L'ingegneria Sismica in Italia", Pistoia.
Dolce, M., Speranza, E., Bocchi, F., Conte, C., 2017b.
Indici di Operatività Globali siano anche Probabilistic assessment of structural operational
riconducibili al sovradimensionato numero di efficiency in emergency limit conditions – the
nodi strategici, squilibrato rispetto alle I.OPà.CLE method. Manuscript submitted to Bulletin of
dimensioni del comune e del relativo sistema Earthquake Engineering, Springer.
emergenziale. In particolare i comuni di media INU, 2013. Strategie di mitigazione del rischio sismico e
dimensione, appartenenti alla seconda classe, pianificazione - CLE: Condizione Limite per
l'Emergenza. Urbanistica Dossier.
risultano essere maggiormente ridondanti sia in
termini funzionali che infrastrutturali.
La sperimentazione effettuata parallelamente
sulle analisi della CLE nella loro formulazione
ridotta, evidenzia la non corretta interpretazione
di sistema minimale, sottolineando altresì la

SG03-24
ANIDIS 2017
PISTOIA

Expeditious assessment of seismic vulnerability of existing buildings from a


statistic sample of school buildings, property of the Comune di Firenze.

Pietro Croce, Maria Luisa Beconcini, Paolo Formichi, Paolo Cioni, Filippo Landi, Caterina Mochi, Roberto
Castelluccio
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Largo Lucio Lazzarino, 56122 Pisa.

Keywords: seismic vulnerability, seismic risk, existing buildings, school buildings, masonry

ABSTRACT
Due to an agreement among the Comune di Firenze and the Department of Civil and Industrial Engineeringof the
University of Pisa, it has been started a research project to assess the seismic vulnerability of the school masonry
buildings belonging to the Comune di Firenze, in order to evaluate the priorities in retrofitting and achieve
performance characteristics in line with the most updated structural Codes.
Hence, it has been developed a procedure to be followed, focused on achieving information for a deep
understanding of the building, starting from the historical inquiry to in-situ tests: single and double flat jacks tests,
pull-out tests, properly adapted to masonry, and tests for evaluating the quality of samples of mortar extracted on
site. In this paper, detailed information about the procedure will be given and the preliminary results of tests will be
presented.

SG03-25
ANIDIS 2017
PISTOIA

Valutazione speditiva della vulnerabilità sismica di edifici esistenti su un cam-


pione statistico costituito dagli edifici scolastici del Comune di Firenze.
Pietro Croce, Maria Luisa Beconcini, Paolo Formichi, Paolo Cioni, Filippo Landi, Caterina Mochi, Roberto Castel-
luccio
Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, Largo Lucio Lazzarino, 56122 Pisa.

Keywords: vulnerabilità sismica, rischio sismico, edifici esistenti, edilizia scolastica, edifici in muratura

ABSTRACT
In forza di una convenzione stipulata fra il Comune di Firenze ed il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale
dell’Università di Pisa, è stata avviata un’attività di ricerca per mettere a punto una metodologia speditiva per la
valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici con struttura in muratura o mista muratura-cemento armato. La
metodologia è sperimentata su un campione molto numeroso, costituito dal patrimonio comunale di edilizia scola-
stica, per il quale è necessario individuare le priorità d’intervento e conseguire livelli di prestazione conformi alla
Norma Tecnica di riferimento. A tal fine, è stata preliminarmente individuata una procedura da seguire, che riserva
grande rilevanza alla fase di conoscenza dell’edificio, dalla sua anamnesi storica alle prove in situ: con martinetti
piatti (singoli e doppi), prove di estrazione, opportunamente riadattate per l’utilizzo sulla muratura, e prove di qua-
lificazione di campioni di malta prelevati in loco. Nella memoria sono riportate informazioni dettagliate sulla pro-
cedura e i risultati delle prove finora effettuate.

livello di adeguatezza di tali costruzioni rispetto


agli standard definiti dalle norme tecniche e dalla
1 INTRODUZIONE classificazione sismica, e di definire una pro-
La vulnerabilità sismica è la predisposizione di grammazione degli interventi di adeguamento.
una costruzione a subire danneggiamenti e crolli Le procedure per la valutazione della vulnera-
in conseguenza di terremoti di data intensità: bilità sismica possono essere condotte con diversi
quanto più un edificio è vulnerabile (per tipolo- gradi di approfondimento e complessità di calco-
gia, progettazione inadeguata, scadente qualità di lo; nel caso dell'edilizia pubblica, gli enti interes-
materiali, modalità di costruzione e scarsa manu- sati di solito hanno un numero molto elevato di
tenzione), tanto maggiori saranno le conseguenze edifici che richiedono la valutazione di vulnerabi-
del terremoto sulla struttura. In termini tecnici, è lità, tale da rendere necessaria l'applicazione di
un indicatore che mette in relazione la capacità di procedure speditive.
resistenza della struttura e la domanda, in termini E' questo il caso del Comune di Firenze, che,
di resistenza e/o spostamento, del sisma. trovandosi nella necessità di valutare la vulnera-
Il nostro paese è caratterizzato da una pericolosità bilità sismica degli edifici scolastici, ha deciso di
sismica medio-alta, ma da una vulnerabilità del co- affidare alle Università di Pisa e di Firenze uno
struito molto elevata: il nostro patrimonio edilizio è, studio teso ad individuare una metodologia tanto
infatti, caratterizzato da una notevole debolezza, do- speditiva quanto affidabile e sperimentarne l'ap-
vuta soprattutto all’età e alle caratteristiche tipologi- plicabilità sul campione di edifici scolastici;
che e strutturali delle costruzioni; di qui, la necessità l’Università di Pisa si occupa essenzialmente de-
di valutarne la vulnerabilità e conseguentemente in- gli edifici in muratura (un campione di circa 80
dividuare un programma di interventi volti a ridurre edifici), mentre l’Università di Firenze di quelli in
tale vulnerabilità. cemento armato.
A tal fine, l’ordinanza PCM 3274 del La ricerca, come previsto nella convenzione, è
20/03/2003 introduceva l'obbligo della valutazio- imperniata su tre punti:
ne della sicurezza degli edifici esistenti cosiddetti – messa a punto di una metodologia com-
strategici o rilevanti, con l’obiettivo di stabilire il prendente l’individuazione delle fasi at-

SG03-26
tuative necessarie alle verifiche tecniche e Particolare attenzione viene dedicata al rilievo
di sicurezza sismica; strutturale e alla caratterizzazione meccanica del-
– esecuzione, con le metodologie individua- le murature: raggiunta un’adeguata conoscenza
te, delle verifiche tecniche di efficienza si- dell'edificio, corrispondente al livello di cono-
smica di ciascuno degli edifici del cam- scenza accurata LC3 (C.S.LL.PP., 2009), si effet-
pione; tua l’analisi strutturale dell’edificio confrontando
– individuazione delle priorità tecniche di diverse ipotesi di modellazione della struttura e
arrivando a determinare il grado di resistenza del-
intervento.
la struttura alle azioni orizzontali.
In questa memoria è illustrata la metodologia La procedura messa a punto in questa ricerca
di valutazione della vulnerabilità degli edifici in per la valutazione della vulnerabilità di ogni sin-
muratura messa a punto dall'Unità di Ricerca golo edificio si articola nelle seguenti fasi, ordi-
dell'Università di Pisa e sono presentati gli studi nate secondo una successione temporale:
compiuti sulle prime tre esperienze pilota: l’asilo – Analisi della documentazione fornita dall'En-
nido “Lorenzo il Magnifico, la scuola elementare te: rilievi più o meno accurati, foto, ecc;
“Galliano Rossini” e la scuola dell’infanzia “Gal- – Ricerca della documentazione storica trami-
liano Rossini”. te:
• documenti di progetto, originario e di in-
2 PROCEDURA DI VALUTAZIONE terventi successivi (Archivio di Stato, Ar-
chivio del Comune, archivi di enti prece-
La prima fase degli studi connessi con lo svol- denti proprietari, progetto depositato al
gimento della ricerca è consistita nella messa a Genio Civile, contabilità, collaudo, certi-
punto della metodologia da seguire nella valuta- ficati di prove sui materiali, ecc);
zione dell'efficienza sismica degli edifici esisten-
• riferimenti in pubblicazioni storiche;
ti; allo scopo è stata predisposta una procedura
consistente in una sequenza di operazioni, ordina- • eventi rilevanti nella storia dell’edificio;
te in modo da ottimizzare i tempi e garantire che • documentazione di indagini eseguite, in
ogni gruppo operante sui diversi edifici seguisse particolare indagini sui terreni;
una metodologia condivisa ed operasse con le • classificazione sismica dei terreni;
stesse modalità e con lo stesso livello di appro- – Confronto dei dati desunti dalla documenta-
fondimento. zione collezionata, sintesi, elaborazione dei
Tale procedura, riportata a seguire, prevede dati raccolti, redazione di disegni e prima
che le operazioni partano da una prima analisi bozza di modello strutturale;
della documentazione messa a disposizione – Elenco dei dati mancanti, annotazione dei da-
dall’Ufficio Tecnico Comunale, seguita da una ti mancanti o dubbi, annotazione dei rilievi
fase di ricerca storica sulla costruzione ed evolu- da fare;
zione del singolo edificio, al fine di definire nel – Primo sopralluogo: convalida dei disegni,
dettaglio lo schema strutturale originario e le
documentazione fotografica, completamento
eventuali modifiche avvenute nel corso degli an-
dei rilievi, decisioni sui saggi da fare, pro-
ni.
Avendo a che fare con edifici costruiti in epo- grammazione dei rilievi più invasivi (murato-
che differenti, che spesso nascevano con destina- re) e delle prove di qualificazione dei mate-
zioni d’uso diverse da quella scolastica e che al- riali (laboratorio prove). Attrezzatura neces-
trettanto spesso subivano modifiche quando anco- saria: metro, distanziometro, macchina foto-
ra non vi era l’obbligo di deposito dei progetti grafica, termografia, pacometro, fessurime-
presso gli uffici del Genio Civile, appare chiaro tro, biglia di vetro, filo a piombo. Il sopral-
come la fase cruciale dell’accertamento sia quella luogo è finalizzato a:
conoscitiva, dall’anamnesi storica alle prove in • verificare la rispondenza dei disegni con
situ. la situazione effettiva;
Successivamente, i dati reperiti vengono con- • riportare i punti di ripresa della documen-
frontati ed elaborati per la redazione di disegni tazione fotografica sui disegni;
tecnici e l’individuazione, dove possibile, di una • completare il rilievo strutturale, verifican-
prima bozza di schema strutturale. La raccolta dei
do la presenza e rilevando le dimensioni
dati viene supportata da rilievi e sopralluoghi al
fine di validare le informazioni reperite, comple- di giunti strutturali, individuando gli ele-
tarle ove carenti e prendere decisioni sui saggi da menti di collegamento relativamente “de-
fare e sulle eventuali prove di qualificazione dei boli” fra parti dell’edificio, controllare o
materiali. rilevare dimensioni, in particolare di:

SG03-27
spessore dei muri (spessore intonaci), ar- • modello strutturale;
chitravi (dimensioni, lunghezza appoggi, • analisi:
presenza di lesioni), cordoli di piano, pre- - analisi per i carichi verticali (solai,
senza di catene, efficienza dell’ammorsa- murature, terreno);
mento delle pareti nelle intersezioni; - analisi statica lineare equivalente
• tramite la termografia, rilevare l’orditura (modello 3D e/o modelli piani);
dei solai, la presenza di cavità, ecc.; - analisi dinamica modale (modello 3D
• rilevare la presenza di armature metalliche e/o modelli piani);
con il pacometro; - analisi statica non lineare (modello
• valutare la presenza di elementi non strut- 3D e/o modelli piani);
turali che potrebbero causare danni in fase - analisi dei meccanismi;
sismica (gronde, comignoli, cornici, tet- – Confronto e sintesi dei risultati;
toie, parapetti, balconi) e la presenza di – Previsione di massima degli interventi di
elementi notevolmente pesanti (serbatoi, adeguamento/miglioramento;
archivi, caldaie…); – Redazione della scheda di sintesi della verifi-
• annotare la presenza di elementi esterni al- ca sismica;
la costruzione che possano interferire – Redazione della relazione finale.
(muri di sostegno, edifici adiacenti, …); I contenuti della relazione finale dovranno es-
• rilevare il quadro fessurativo: presenza di sere:
lesioni, ampiezza, se trattasi di lesione – Introduzione (vulnerabilità sismica, edifici
passante, e la direzione del movimento re- pubblici rilevanti, convenzione DICI UNIPI-
lativo; Comune di Firenze);
• rilevare fenomeni di dissesto: avvallamen- – Normativa di riferimento;
ti dei solai, fuori piombo muri. – Documentazione disponibile;
– Sopralluogo per rilievo con operazioni inva- – Indagine storica dell’edificio;
sive (con ausilio di muratore): – Descrizione della costruzione;
• orditura solai, rilievo spessore e stratigra- – Rilievi e prove;
fia; – Analisi di vulnerabilità:
• tipologia e orditura copertura; • Analisi dei carichi
• tipologia murature; • Modellazione
• architravi; • Analisi strutturale
– Previsione di massima degli interventi di mi-
• cordoli, presenza di armatura nei cordoli;
glioramento/adeguamento;
• cerchiature;
– Scheda di sintesi della verifica sismica;
• travi e pilastri in c.a. o acciaio, pareti in – Conclusioni.
c.a., collegamenti con le murature; – Allegati alla relazione:
• fondazioni; • elenco documentazione reperita;
– Sopralluogo con tecnici del laboratorio:
• tavole di rilievo;
•assistenza all’esecuzione delle prove; • certificazioni prove sui materiali;
•fori con trapano e endoscopia; • documentazione geotecnica;
•carotaggi; • documentazione fotografica;
•caratterizzazione malta in situ; • fascicolo dei calcoli;
•prelievo campioni di blocchi;prelievo • schede di sintesi.
campioni di malta;
• prove con martinetti piatti; Poiché alcuni edifici del campione hanno strut-
• prove di estrazione (riadattata per la mura- tura mista muratura-cemento armato, la procedura
tura); di cui sopra è opportunamente adattata, tenendo
conto delle peculiarità della tipologia strutturale.
• prove soniche sulle murature;
– Eventuali prove geognostiche;
– Analisi strutturale: 3 INDAGINI SPERIMENTALI
• analisi dei carichi; La conoscenza della costruzione in muratura
• azioni sismiche; oggetto della verifica è di fondamentale impor-
• caratteristiche meccaniche dei materiali; tanza ai fini di un’adeguata analisi, e può essere

SG03-28
conseguita con diversi livelli di approfondimento, Ove ricorrano le situazioni descritte nella Ta-
in funzione dell’accuratezza delle operazioni di bella C8A.2.2, ai valori determinati come sopra
rilievo, dell’analisi storica e delle indagini speri- descritto si applicano i coefficienti ivi indicati.
mentali. Nella presente ricerca, per le valutazioni
della vulnerabilità sono stati effettuati il rilievo 3.1 Prove con martinetti piatti
geometrico ed indagini in situ estese ed esaustive Le prove eseguite con martinetti piatti (Vinci
sui dettagli costruttivi e sulle proprietà dei mate- 2012) sono state svolte al fine di rilevare lo stato
riali, tali da garantire il raggiungimento di un li- tensionale della muratura (prova con martinetto
vello di conoscenza LC3; il corrispondente fattore singolo) e determinarne le proprietà meccaniche
di confidenza è FC=1. (prova con martinetto doppio).
La normativa tecnica fornisce indicazioni su Per la loro esecuzione sono stati realizzati dei
come definire, per ogni tipologia muraria, i valori tagli all'interno della muratura con una moto-
dei parametri meccanici (resistenze e moduli ela- troncatrice idraulica con dischi diamantati. Tali
stici), in base al numero dei valori sperimentali tagli, all'interno dei quali sono stati poi alloggiati
ricavati dalle indagini. i martinetti, grazie alla particolare caratteristica
Per ogni edificio in esame si effettuano saggi, della sega che utilizza una trasmissione eccentri-
quali la rimozione dell’intonaco, che danno in- ca, risultano delle dimensioni dei martinetti, pre-
formazioni visive immediate sulla tipologia mu- cisamente una profondità di 26 cm e uno spessore
raria e sull’ammorsamento delle pareti; sulla base di 4 mm.
delle osservazioni si determina la tipologia di mu-
ratura di riferimento, fra quelle elencate nella Ta-
bella C8A.2.1 della Circ. 617/09 (C.S.LL.PP.,
2009) (DM 2008), ed il ricorrere delle caratteri-
stiche costruttive elencate nella Tabella C8A.2.2,
che permettono di applicare gli eventuali coeffi-
cienti correttivi.
Al fine di raggiungere un livello di conoscenza
accurata LC3, sono state poi condotte le seguenti
prove: Figura 1: Martinetto piatto utilizzato.
1. una prova con martinetti piatti, singolo e
doppio; 3.2 Prove di estrazione
2. tre prove di estrazione;
La prova di estrazione (o pull-out) è general-
3. prove a compressione su campioni di mal-
mente eseguita su strutture in cemento armato al
ta. fine di determinare le proprietà meccaniche del
Queste due ultime tipologie di prove sono state calcestruzzo in opera. Nella presente ricerca si è
condotte in maggiore quantità dato che richiedo- pensato di applicare alla muratura una metodolo-
no un impegno economico e operativo nettamente gia operativamente analoga, con l'obiettivo di ot-
inferiore a quello richiesto dalla prima. tenere informazioni sulla costituzione interna del-
Una volta determinata la tipologia muraria di la muratura e sulla resistenza all'estrazione degli
appartenenza (Tab. C8A.2.1) ed eseguite le pro- elementi costituenti la compagine muraria.
ve, i parametri meccanici della muratura vengono La prova, che è stata appositamente progettata
determinati secondo quanto indicato al par. e messa a punto, prevede l’inghisaggio con resina
C8A.1.A.4 per il livello di conoscenza LC3 - ca- epossidica di una barra metallica filettata del
so c), relativo al caso in cui sia disponibile un va- diametro di 22 mm, per una profondità di 20 cm,
lore sperimentale di resistenza: nel centro di un blocco lapideo opportunamente
– resistenza media: se il valore sperimentale scelto: il blocco deve presentare la faccia in vista
è compreso nell'intervallo riportato nella abbastanza estesa, in modo che con buona proba-
Tabella C8A.2.1 per la tipologia muraria bilità vada a restringere verso l'interno e sia quin-
in considerazione, oppure superiore, si as- di possibile estrarlo.
sume il valore medio dell'intervallo, men- L'attrezzatura di prova è composta da un ele-
tre se il valore sperimentale è inferiore al mento di contrasto, costituito da una scatola me-
minimo dell'intervallo, si pone la resisten- tallica forata, di dimensioni 50x50 cm, e un mar-
za pari al valore sperimentale. tinetto cavo con relativa pompa e manometro di
– moduli elastici: media delle prove o valori precisione.
medi degli intervalli riportati nella Tabella
C8A.2.1 per la tipologia muraria in consi-
derazione.
SG03-29
Figura 3: Prova con PNT-G.
Figura 2: Prova di estrazione. La prova penetrometrica PNT-G si esegue ef-
Nello specifico, si utilizza un martinetto forato fettuando, per ogni campione, 15 rilevamenti in
modello Enerpac RCH-302 con le seguenti speci- altrettanti punti distribuiti su tutta la superficie
fiche tecniche: del provino e sufficientemente distanti l’uno
– area effettiva del cilindro, 46,6 cm2; dall’altro; se almeno 5 dei valori acquisiti differi-
– corsa disponibile, 8÷155 mm; scono per meno del 25% dal valor medio dei 15
valori, la misura è considerata attendibile ed il
– pressione massima di esercizio, 700 bar.
valore dell'indice PNT-G relativo al campione si
Durante la fase di estrazione si eseguono in-
ottiene come media dei 6 valori centrali (Pg).
crementi di pressione, graduali e a velocità co-
Per malte che impiegano sabbie con grani mol-
stante, fino a raggiungere la rottura o l’estrazione
to resistenti (silicee o calcaree), lo strumento pre-
del blocco. Attraverso la lettura del manometro,
senta una risposta indipendente dal fuso granulo-
si rileva la pressione massima esercitata dal mar-
metrico fino a una soglia di circa 4 N/mm2; in tali
tinetto e, conoscendo la sezione di spinta, si de-
casi la resistenza del campione di malta, può ot-
termina la forza massima raggiunta durante la
tenersi dalla relazione:
prova.
La prova permette di ispezionare la muratura (Pg  22)
f m,P  N / mm 2 (1)
all'interno, ovvero ottenere informazioni molto 134
importanti per la qualificazione locale della mura-
tura stessa: compattezza, presenza di vuoti, quali- La validazione sperimentale del metodo di
tà degli elementi costituenti, quantità e qualità prova ha confermato l'attitudine a ben funzionare
della malta. È inoltre possibile prelevare campio- in presenza di malte di debole resistenza.
ni di malta di dimensioni sufficienti per eseguire
prove di laboratorio. 3.3.2 Prova di punzonamento Darmstadt
Le informazioni che si ottengono dalla prova La prova di punzonamento (o punching test) è
sono indicative di una maggiore o minore resi- una prova su piccoli campioni di malta prelevati
stenza della muratura alle forze taglianti e posso- dalla demolizione di limitate porzioni di muratura
no quindi indirizzare verso la classificazione più e viene utilizzata per determinarne per via indiret-
corretta nell'ambito della Tabella C8A.2.1. ta la resistenza caratteristica a compressione
La prova fornisce infine un'utile indicazione (Henzel and Karl 1987).
sulla resistenza che la muratura in esame può op- La prova consiste nell'applicare una forza di
porre all'estrazione di eventuali catene metalliche compressione ad un provino di dimensioni 40 x
poste a presidio delle pareti contro il ribaltamento 40 mm circa, spesso da 10 a 25 mm attraverso
fuori piano. due punzoni di acciaio cilindrici aventi diametro
di 20-30 mm e altezza 45 mm (Sassoni et al.
3.3 Prove su campioni di malta 2013). Il campione deve essere sufficientemente
compatto e regolare, nonché rifilato e rettificato
3.3.1 Prove penetrometriche PNT-G sulle superfici per ridurne al minimo le irregolari-
Questo tipo di indagine (De Falco et al. 2006) tà. Le sue dimensioni sono stabilite in maniera
viene condotta per mezzo di un penetrometro tale che lo spessore t rispetti la seguente limita-
PNT-G, il cui funzionamento è quello di un tra- zione:
pano con limitatore di profondità e misuratore di
potenza assorbita; lo strumento utilizza normali t   a (2)
punte da trapano con testa in widia del diametro dove f è il diametro del punzone e a il valore
di 4 mm, con una profondità di penetrazione di della dimensione laterale del provino.
5 mm. La misura fornita dallo strumento è indica-
tiva della resistenza della malta.

SG03-30
realizzate a seguito di un progetto di ampliamento
negli anni '60.
Nel seguito si riportano i risultati ottenuti per
la qualificazione dei materiali nei tre edifici fino-
ra indagati.
Asilo nido “Lorenzo il Magnifico"
L’edificio presenta una muratura perimetrale
dello spessore di 60 cm in pietrame di medie di-
mensioni, con malta di calce forte, intervallato da
fasce di mattoni comuni ogni metro e mezzo di
Figura 4: Prescrizioni sulle dimensioni del provino. altezza, nonché allo spiccato delle fondazioni ed
in sommità (Figura 6).

Figura 5: Prova di punzonamento Darmstadt.


La prova termina quando si è raggiunta la rot-
tura del campione; il corrispondente valore della Figura 6: Muratura dell’asilo nido “Lorenzo il Magnifico”.
forza, Fult, permette di determinare la resistenza a Anche le tramezzature realizzate all’interno
compressione della malta attraverso la correlazio- del locale, in seguito al riadattamento del fabbri-
ne: cato a scuola, sono composte da analoga muratura
Fult in pietrame, con un maggiore impiego di lateri-
f m,D  1,96 (3) zio. Di queste murature è possibile constatare un
 2
buon ammorsamento con le preesistenti strutture
verticali, individuabile nelle listature in mattoni e
nella presenza di pietre particolarmente grandi
4 PRIMI RISULTATI che attraversano lo spessore murario, anche se
Le prime esperienze di applicazione della me- nelle intersezioni sono talvolta presenti lesioni da
todologia suesposta sono state effettuate su tre distacco.
edifici del campione. Questa tipologia muraria è riconducibile a
L’asilo nido “Lorenzo il Magnifico” occupa la quella che nella Tabella C8A.2.1 viene indicata
maggior parte di un edificio in muratura portante come “muratura in pietrame disordinata”, che ri-
risalente ai primi anni del secolo scorso e succes- porta, come intervallo di valori della resistenza
sivamente modificato a più riprese; la fabbrica, media a compressione, di 1,00-1,80 N/mm2. Tut-
che consta di due piani fuori terra, presenta uno tavia, la presenza di ricorsi in laterizio e la buona
sviluppo prevalentemente longitudinale e, nella connessione trasversale permette la correzione del
parte destra, ospita anche un’abitazione privata. valore della resistenza con i coefficienti correttivi
La scuola elementare e la scuola dell’infanzia indicati nella successiva tabella C8A.2.2: nello
“Galliano Rossini” appartengono invece ad un specifico, considerando la presenza di ricorsi in
unico complesso, prevalentemente in muratura laterizio il coefficiente è 1,3 e per la connessione
portante, con due parti realizzate e unite in perio- trasversale è 1,5.
di diversi del secolo scorso. Mentre la scuola Nell'edificio sono state condotte: una prova
dell’infanzia è un edificio a due piani con pianta a con martinetti piatti e tre prove di estrazione, che
L e annessa porzione di un ex convento, total- hanno fornito i seguenti risultati.
mente in muratura portante, la parte relativa alla Dalla prova con martinetto doppio, eseguita in
scuola elementare, con tre livelli fuori terra, in- uno dei maschi murari di facciata, il valore della
clude anche delle strutture in cemento armato, tensione di rottura è risultato essere di
SG03-31
1,95 N/mm2, di poco superiore ai valori di resi- muraria. Inoltre, una volta estratta la pietra nelle
stenza di riferimento della tabella C8A.2.1; in prove T2 e T3, si è potuto notare come la tipolo-
base a quanto detto al par. 3, per la valutazione gia di muratura sia piuttosto disordinata e compo-
della resistenza a compressione si può considera- sta da pietre irregolari per forme e dimensioni,
re il valore medio dei valori contenuti in tabella. con ricorsi di malta di formato considerevole, di
Il valore risultante può poi essere corretto con i scarsa qualità e che si sfaldano piuttosto facil-
coefficienti della tabella C8A.2.2: 1,3 per la pre- mente. Oltre alle pietre sono presenti anche mat-
senza di ricorsi in laterizio e 1,5 per la presenza di toni in laterizio usati sia per le listature ma anche
connessione trasversale. come riempimento all'interno della muratura; si
La valutazione del modulo elastico è stata de- nota infine una cospicua presenza di vuoti.
sunta dalla media di tre valori valutati nel grafico Dai risultati ottenuti si osserva che la muratura
sforzo-deformazione ricavato dalla prova: perimetrale è più resistente rispetto a quella delle
- il valore del modulo secante (compreso tra il pareti interne; la tensione di estrazione, infatti,
10% e il 40% della resistenza), pari a 1648 risulta maggiore nel primo caso.
N/mm2, Le osservazioni consentite dalla prova di estra-
- il valore corrispondente al primo tratto di zione evidenziano la presenza di malta di scarsa
scarico/ricarico, 2763 N/mm2, qualità e permettono di classificare la compagine
- e quello corrispondente al secondo tratto di muraria come "Nucleo scadente" secondo la ta-
scarico/ricarico, 1840 N/mm2. bella C8A.2.2.
La media dei tre valori è 1966 N/mm2, appros- In definitiva, dalla classificazione tipologica
simato a 1950 N/mm2, per tener conto degli errori superficiale della muratura, dai risultati della pro-
sperimentali e degli effetti di alterazione locale. va di compressione e dall'osservazione delle ca-
Le prove di estrazione sono state svolte su tre ratteristiche del nucleo interno, è possibile valuta-
maschi murari, due perimetrali (T1, T2) e uno re la resistenza media della muratura:
interno (T3).
1, 00  1,80
fm  1,3 1,5  0,9  2, 46 N/mm 2 (4)
Tabella 1: Risultati delle prove di estrazione. 2
Tensione
Pressione Forza Il modulo elastico, valutato in base alla Tabel-
di
Prova Posizione Massima Massima Esito
[bar] [kN]
Estrazione la C8A.2.1 e modificato con i coefficienti corret-
[N/mm2]
T1 Perimetrale 70 32,62 - Rottura tivi, risulta invece:
T2 Perimetrale 50 23,30 0,24 Estrazione
38 17,70 0,16 690  1050
T3 Interna Estrazione Em  1,3 1,5  0,9  1526 N/mm 2 (5)
2
Nella prova T1 si è verificata la rottura del
blocco lapideo prima che esso venisse estratto sensibilmente inferiore a quello ricavato dalle
dalla muratura, dunque da questa prova non si è prove di compressione.
ricavata nessuna indicazione relativa alla muratu-
ra, ma piuttosto un’indicazione della resistenza Scuola elementare “Galliano Rossini”
della pietra. Il valore di pressione massima rag- Dalla rimozione dell’intonaco esterno in più
giunta, molto più elevato, non è quindi confron- parti della struttura, si è potuto constatare la tipo-
tabile con gli altri. logia di muratura sia nella parte originaria che in
quella relativa agli ampliamenti operati a più ri-
prese nel secolo scorso: il paramento esterno della
parte originale presenta una muratura mista in
pietra non squadrata e mattoni, mentre negli am-
pliamenti troviamo una muratura mista in pietra e
mattoni. La parte di maschio murario rappresenta-
ta in Figura 8 (dove è stata operata una delle pro-
ve con i martinetti piatti) mostra anch’essa una
muratura mista in pietra con tessitura muraria ir-
regolare, senza ricorsi in mattoni e con conci per
lo più non squadrati. Le tipologie murarie indivi-
Figura 7: Vista dell’interno della muratura a seguito della duate sono tutte riconducibili a quella che nella
prova di estrazione T3. Tabella C8A.2.1 viene indicata come “muratura
in pietrame disordinata”. E' stata osservata una
Nelle prove T2 e T3 il blocco è stato invece buona connessione trasversale delle murature.
estratto e dai risultati è stato possibile ottenere la
tensione di estrazione, calcolata come τ = F/A,
dove A è il valore approssimato della superficie
di distacco della pietra estratta dalla compagine
SG03-32
della prova. Pertanto i risultati delle due prove in
termini di resistenza all'estrazione sono poco at-
tendibili.

Figura 9: vista dell’interno della muratura a seguito della


prova di estrazione T2.
Figura 8: Due porzioni di muratura della scuola elementare Tuttavia, dall'esame visivo del vano lasciato dal
"Galliano Rossini".
blocco estratto si possono avere utili informazioni
Nell'edificio sono state condotte: una prova sull’interno della muratura, che confermano la
con martinetti piatti e due prove di estrazione, che tipologia di muratura individuata con la rimozio-
hanno fornito i seguenti risultati. ne dell’intonaco: una muratura disordinata e mi-
Il valore della tensione di rottura ricavato dalla sta di pietrame e mattoni pieni e con giunti di
prova con martinetti piatti su uno dei maschi cen- malta che vanno a colmare piuttosto uniforme-
trali della facciata del cortile interno, è risultato mente gli spazi tra i vari elementi. Non si nota la
essere di 1,80 N/mm2, valore al limite superiore presenza di vuoti.
dell’intervallo di riferimento della Tabella
C8A.2.1; pertanto per la resistenza a compressio- Scuola dell’infanzia “Galliano Rossini”
ne si assume il valore medio del suddetto inter- L’edificio presenta una muratura disordinata
vallo, corretto con il coefficiente 1,5 per la pre- realizzata con pietre erratiche e ciottoli di forme
senza di una buona connessione trasversale: irregolari e dimensioni medio-grandi; sono pre-
senti anche laterizi che fanno da ricorso orizzon-
1, 00  1,80
fm  1,5  2,10 N/mm 2 (6) tale, a intervalli tutt’altro che regolari, essendo
2
interrotti o presentando evidenti sfalsamenti
Anche in questo caso il valore del modulo ela- sull’intera facciata muraria (Figura 10). Anche in
stico sperimentale, è stato assunto pari alla media questo caso, la tipologia muraria è riconducibile a
di tre valori: quello teorico secante, 1374 N/mm2, quella che nella Tabella C8A.2.1 viene indicata
quello corrispondente al primo tratto di scari- come “muratura in pietrame disordinata”, (valori
co/ricarico, 1640 N/mm2, e quello corrispondente della resistenza media a compressione di 1,00-
al secondo tratto di scarico/ricarico 1786 N/mm2, 1,80 N/mm2).
con un risultato di 1600 N/mm2. Il valore che in-
vece si desume dalla Tabella C8A.2.1, moltiplica-
to per il coefficiente correttivo 1,5, risulta:
690  1050
Em  1,5  1305 N/mm 2 (7)
2
Le prove di estrazione sono state eseguite su
due maschi murari perimetrali.
Tabella 2: Risultati delle prove di estrazione.
Tensione
Pressione Forza
di
Prova Posizione Massima Massima Esito
Estrazione
[bar] [kN]
[N/mm2] Figura 10: Muratura della scuola dell’infanzia “Galliano
T1 Perimetrale 88 41,01 0,37 Estrazione Rossini”.
T2 Perimetrale 50 23,30 0,25 Estrazione
Nell'edificio sono state eseguite: una prova
Nella prova T1 la barra inghisata aveva oltre-
con martinetti piatti, tre prove di estrazione, e
passato il blocco di pietra superficiale, inserendo- prove su campioni di malta, che hanno fornito i
si alla muratura retrostante. Nella prova T2 la bar-
seguenti risultati.
ra inghisata si è spezzata durante l’esecuzione
SG03-33
La prova con i martinetti piatti è stata effettuata zione, si nota la presenza di grossi vuoti tra gli
sulla facciata dell’edificio che guarda il cortile elementi componenti la muratura.
interno, nella parte longitudinale; la tensione di Sui campioni di malta prelevati dalle cavità ri-
rottura è risultata pari a 1,35 N/mm2, valore com- sultanti dalle prove di estrazione sono state ese-
preso nell’intervallo di riferimento della tabella guite prove di caratterizzazione: prove penetro-
C8A.2.1; pertanto per la resistenza a compressio- metriche con PNT-G e prove di punzonamento.
ne si considera il valore medio, corretto con il Le prove penetrometriche sono state condotte
su tre provini: i provini SB1 e SB2, prelevati do-
coefficiente 1,5 della tabella C8A.2.2, relativo
ve sono state condotte rispettivamente le prove di
alla presenza di una buona connessione trasversa- estrazione T1 e T2, nelle murature della struttura
le: principale; il provino SB3 proveniente da un ma-
schio di un annesso costruito successivamente,
1, 00  1,80
fm  1,5  2,10 N/mm 2 (8) dove è stata eseguita la prova di estrazione T3.
2 Nella Tabella 4, per ogni provino, sono indica-
La valutazione del modulo elastico, non es- ti: il valore medio μ e la deviazione standard σ dei
sendo stato possibile rilevare il primo tratto del quindici valori misurati dell’indice PNT-G, la
grafico, è stata desunta dalla media di due valori: media aritmetica dei sei valori centrali Pg ed il
quello corrispondente al primo tratto di scari- corrispondente valore di resistenza a compressio-
co/ricarico, 1448 N/mm2, e quello corrispondente ne fm,P, ricavati tramite la (1). Per il campione
al secondo tratto di scarico/ricarico, pari a 1251 SB1 è indicato anche il valore di resistenza a
N/mm2. Ne è risultato un valore di 1350 N/mm2. compressione ricavato dalla prova di punzona-
Le prove di estrazione sono state eseguite su mento Darmstadt fm,D.
tre maschi murari perimetrali: T1 e T2 nella strut- Tabella 4. Prove con penetrometro PNT-G e di punzona-
tura principale, T3 nell'ex convento. mento Darmstadt: valori degli indici e stima della resistenza
Tabella 3: Risultati delle prove di estrazione. a compressione della malta.
Tensione fm.P fm.D
Pressione Forza Prova μ σ Pg
di [N/mm2] [N/mm2]
Prova Posizione Massima Massima Esito
[bar] [kN]
Estrazione SB1 110 71 96 0,88 1,51
[N/mm2] SB2 90 50 81 0,77 -
T1 Principale 90 41,94 0,11 Estrazione SB3 410 414 297 2,38 -
T2 Principale 100 46,60 0,16 Estrazione
T3 Ex-convento 40 18,64 0,06 Estrazione Il provino sottoposto a prova di punzonamento
In tutte le prove è stato estratto il blocco, co- Darmstadt è stato ricavato dalla prova di estrazio-
sicché è stato possibile ricavare la tensione di ne T1 e sottoposto a levigatura delle superfici per
estrazione, che risulta di valore paragonabile nelle la corretta applicazione dei punzoni; presentava
due prove eseguite sulle murature della struttura forma irregolare, non conforme alle specifiche di
principale, molto più bassa per quella dell'ex- prova. Il carico massimo misurato durante la pro-
convento. va è stato di 0,97 kN; perciò applicando
L'osservazione dell'interno delle cavità risul- l’equazione (2), la resistenza a compressione del-
tanti dalle prove riconferma quanto valutato a la malta risulta essere di 1,51 N/mm2.
fronte dalla rimozione dell’intonaco, ossia la pre- I risultati delle prove di caratterizzazione delle
senza di una muratura mista, in pietrame, ciottoli malte sono in numero esiguo, tale da non permet-
e mattoni pieni. tere di evidenziare delle correlazioni. Risulta co-
munque che tutte le prove effettuate hanno fornito
valori di resistenza delle malte piuttosto bassi,
inferiori al valore minimo indicato dalla normati-
va per malte nuove; quindi i risultati sono con-
gruenti tra loro e tali da permettere di giudicare la
malta di scarsa qualità. Non è consentita dunque
l'applicazione del coefficiente correttivo per mal-
ta di buona qualità alla resistenza e al modulo
elastico della muratura in esame.

Figura 11: vista dell’interno della muratura a seguito della 5 CONCLUSIONI


prova di estrazione T2.
L'accordo fra il Comune di Firenze ed il Di-
In questo caso però i giunti di malta risultano partimento di Ingegneria Civile e Industriale
piuttosto irregolari e, nella prima prova di estra- dell'Università di Pisa costituisce una notevole

SG03-34
opportunità per eseguire lo studio sistematico di qualità delle murature, contribuendo notevolmen-
un numeroso campione di edifici con struttura te ad accrescere la conoscenza della struttura in
prevalente in muratura, costruiti in epoche molto esame, e giustificando l'adozione di un livello di
diverse e di tipologia molto varia. conoscenza LC3 ai sensi della normativa vigente
La fase fondamentale dello studio è costituita sulle costruzioni esistenti.
dalla messa a punto di una procedura standardiz-
zata di valutazione della vulnerabilità sismica di
ciascun edificio, che parte da una conoscenza ap- RINGRAZIAMENTI
profondita dell'evoluzione costruttiva, delle carat- La presente ricerca è svolta nell’ambito della
teristiche architettoniche e strutturali, nonché dei Convenzione per lo svolgimento in comune di
materiali strutturali impiegati. attività di pubblico interesse mediante accordo di
Sui primi edifici testati sono state eseguite ricerca fra il Comune di Firenze (responsabile
prove di caratterizzazione dei materiali, alcune di ing. Michele Mazzoni) e il Dipartimento di Inge-
uso corrente, altre che risultano dalla messa a gneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa
punto di tecniche meno frequentate. (responsabile prof. ing. Pietro Croce), attivata in
Da tali prime applicazioni è emerso che un data 12/10/2016.
giudizio affidabile sulla qualità dei materiali deve Si ringraziano i tecnici del Comune di Firenze
essere espresso utilizzando più criteri e più meto-
per la collaborazione offerta. Si ringraziano altre-
dologie di indagine e di osservazione, in modo
sì i tecnici Giuseppe Chellini e Mirko Donati del
che, seppure ciascuna indagine fornisca risultati
di attendibilità limitata, l'insieme delle osserva- Laboratorio ufficiale per le prove sui materiali da
zioni possa chiarire il quadro della situazione. costruzione dell’Università di Pisa.
In ogni caso, per le murature si è partiti dall'i-
dentificazione della tipologia costruttiva e quindi
dall'inquadramento nell'ambito delle tipologie di REFERENCES
riferimento contenute nella tabella C8A.2.1 della C.S.LL.PP., 2009. Circolare 2 febbraio 2009 n°617. Istru-
Circ. 617/2009. Attraverso l'esecuzione di prove zioni per l’applicazione delle “Nuove norme tecniche
per le costruzioni” di cui al D.M. 14 gennaio 2008
di compressione con martinetti piatti, si sono ri- Ministero delle Infrastrutture, 2008. D.M. 14 gennaio 2008.
cavati valori sperimentali di resistenza a com- Nuove norme tecniche per le costruzioni.
pressione e di modulo elastico, attraverso i quali De Falco A., Gucci N., Sassu M., 2006. Penetrometro PNT-
si sono ricavati i valori dei parametri meccanici G: concezione d’impiego e modalità d’uso. Rapporto fi-
secondo i criteri stabiliti al par. C8A.1.A.4 della nale di ricerca RELUIS 01.
Circ. 617/2009 per il livello di conoscenza LC3 - Henzel, J., Karl, S., 1987. Determination of strength of
mortar in the joints of masonry by compression tests on
caso c). small specimens. Darmstadt Concrete: Annual Journal
Si è quindi cercato di capire se sussistevano le on Concrete and Concrete Structures, 2, 123–136.
condizioni per l'applicazione dei coefficienti cor- Sassoni E., Mazzotti C., 2013, Assessment of masonry mor-
rettivi dei parametri meccanici (tabella C8A.2.1 tar compressive strength by double punch test: the influ-
della Circ. 617/2009). A tale scopo sono state ence of mortar porosity. Proceedings of Built Heritage
2013 – Monitoring Conservation Management, 18-20
eseguite prove di estrazione e prove di qualifica- November, Milano, IT.
zione delle malte. Vinci, M., 2012. Metodi di calcolo e tecniche di consolida-
Le prove di estrazione sono state ideate allo mento per edifici in muratura, Collana restauro Dario
scopo di saggiare la resistenza della muratura allo Flaccovio, Palermo.
scorrimento; è stata applicata una metodologia
originale per le murature e le prove fin qui effet-
tuate sono servite essenzialmente per mettere a
punto i parametri di prova. Per quanto da tali pro-
ve difficilmente si potrà ricavare una correlazione
fra la forza di estrazione e la resistenza a taglio
della muratura, ciò nonostante si possono effet-
tuare osservazioni molto importanti sulla compo-
sizione interna della muratura, sulla presenza di
vuoti e cavità, sulla quantità di malta presente,
sulla tipologia di blocchi resistenti, sui collega-
menti fra gli eventuali strati, ed infine si possono
estrarre campioni di malta su cui effettuare prove
di caratterizzazione.
In definitiva, l'esecuzione di molte osservazio-
ni e prove fornisce indicazioni attendibili sulla

SG03-35
ANIDIS 2017
PISTOIA

Evaluation of the seismic hazard of common typologies of buildings in the


municipality of Patti (Messina)
Piero Colajannia, Antonino Recuperob, Nino Spinellab
a
Department of Civil, Environmental, Aerospace and Material Engineering, University of Palermo, Palermo (Italy)
b
Department of Engineering, University of Messina, Messina, (Italy)

Keywords: seismic vulnerability, push-over, shear, structural modeling, retrofitting of structures

ABSTRACT

This paper shows the results of a contract between the Istituto Autonomo Case Popolari and the Department of
Engineering of the University of Messina. In particular, the seismic vulnerability of three reinforced concrete
buildings located in the municipality of Patti (Messina) was evaluated. They were built at the end of the 1970s and
destined for housing. The buildings have common characteristics for the era of construction and the building
heritage of the Istituto Autonomo Case Popolari. The analyzed buildings show: lack of regularity both in plan and
height, poor mechanical quality of the used materials, insufficient steel reinforcement of joints. In addition, vertical
connections have been made by a knee-beam staircase, and the roof of the building is characterized by a high mass.
The evaluation of the seismic vulnerability was carried out by nonlinear analysis as indicated by DM 14.1.2008.
The results were allowed to evaluate and provide accurate information on the level of seismic hazard of buildings
to provide basic guidance on the best strategies for the structural retrofitting.

SG03-36
ANIDIS 2017
PISTOIA

Valutazione della pericolosità sismica di tipologie edilizie popolari in uso nel


territorio comunale di Patti (Messina)
Piero Colajannia, Antonino Recuperob, Nino Spinellab
a
Department of Civil, Environmental, Aerospace and Material Engineering, University of Palermo, Palermo (Italy)
b
Department of Engineering, University of Messina, Messina, (Italy)

Keywords: Vulnerabilità simica, push-over, taglio, modellazione strutturale, rinforzo strutturale

ABSTRACT
Il presente lavoro illustra i risultati di una convenzione tra l’Istituto Autonomo Case Popolari ed il Dipartimento di
Ingegneria dell’Università di Messina. In particolare, si è valutata la vulnerabilità sismica di tre immobili siti nel
Comune di Patti (Messina), i quali sono stati realizzati in cemento armato alla fine degli anni ’70 e destinati ad
alloggio popolare. Gli edifici presentano delle caratteristiche tipologiche comuni sia per l’epoca di costruzione che
del patrimonio edilizio dell’Istituto Autonomo Case Popolari. Gli edifici analizzati mostrano: assenza di regolarità
sia in pianta che in altezza, scarse qualità meccaniche dei materiali impiegati, insufficiente staffatura in prossimità
dei nodi. Inoltre, i collegamenti verticali sono stati realizzati per mezzo di scale con trave a ginocchio e la parte di
copertura dell’edificio è caratterizzata da una massa elevata. La valutazione della vulnerabilità sismica è stata
eseguita mediante analisi non lineari così come indicato dal DM 14.1.2008. I risultati hanno sia permesso di
valutare e fornire precise indicazioni sul livello di pericolosità sismica degli edifici che di fornire indicazioni di
base riguardo le strategie ottimali per il rinforzo strutturale.

1 INTRODUZIONE Inoltre, a livello internazionale esistono


normative e/o linee guida dedicate alla
Il patrimonio edilizio italiano è costituito in
valutazione del comportamento degli edifici
buona parte da strutture in cemento armato (c.a.),
esistenti (FEMA 178, 1994) ed al loro rinforzo
le quali risultano state progettate prima degli anni
(FEMA 273, 1997).
‘80 e quindi generalmente realizzate in assenza di
La valutazione delle prestazioni di edifici
specifiche normative antisismiche.
esistenti soggetti ad azione sismica può essere
Una larga fetta di tali strutture è rappresentata
condotta con metodologie di analisi diverse,
dal patrimonio immobiliare dell’Istituto
caratterizzate da differenti livelli di complessità e
Autonomo Case Popolari (IACP). Lo IACP
da conseguente precisione dei risultati. E’ pur
venne istituito nei primi decenni del secolo scorso
vero che la complessità che è propria delle
con l’obiettivo di soddisfare il fabbisogno
strutture esistenti determina la necessità di
abitativo italiano attraverso la costruzione di
definire, ad un livello più approfondito possibile,
tipologie edilizie standardizzate, le quali risultano
le caratteristiche geometrico-meccaniche della
ripetitive nella loro concezione architettonica e
struttura. Una superficiale conoscenza delle
strutturale.
proprietà dell’edificio potrebbe inficiare
In tale contesto lo studio del comportamento
l’impegno computazionale richiesto dalle
sismico, la valutazione della vulnerabilità che se
complesse analisi numeriche. Pertanto, rivestono
ne desume ed il progetto di opportuni interventi
un ruolo significativo le campagne di indagine
strutturali, rappresentano un tema di ricerca di
sperimentale, per mezzo delle quali ed in
primo piano nell’ingegneria civile.
funzione del loro livello di approfondimento è
Ne segue che interi capitoli delle normative
possibile valutare le caratteristiche meccaniche
sismiche vigenti in campo nazionale (NTC08,
dei materiali e di conoscere la geometria e le
2008) ed europeo (Eurocodice 8) si occupano
armature degli elementi portanti.
della valutazione delle prestazioni delle strutture
Nel presente lavoro vengono illustrati ed
esistenti soggette ad azioni sismiche.
analizzati i primi risultati di uno studio finalizzato
alla determinazione della vulnerabilità sismica di

SG03-37
tre edifici esistenti in c.a. a struttura intelaiata posizione centrale rispetto alla pianta di ciascun
costruiti nel Comune di Patti (ME) dopo il 1970 e edificio. Le scale con trave a ginocchio, assieme
di proprietà dello stesso IACP. alla presenza del lanternino in c.a., rappresentano
Nella prima parte sono descritte le dei punti critici nei confronti di eventuali azioni
caratteristiche delle strutture ed i risultati delle sismiche e pertanto sono stati opportunamente
indagini sperimentali eseguite. tenuti in conto nel modello di calcolo.
Nella seconda parte sono, invece, illustrati i
modelli di calcolo impiegati ed i risultati ottenuti 2.1 Disposizione delle armature
dalle analisi numeriche realizzate mediante Sulla base degli esecutivi progettuali è stato
l’ausilio di un software commerciale ad elementi possibile desumere il progetto delle armature per
finiti. travi e pilastri.
Le travi risultano armate con ferri longitudinali
2 DESCRIZIONE GENERALE filanti come reggistaffe, spezzoni aggiuntivi nelle
zone nodali e ferri sagomati. Questi ultimi sono
disposti nella parte inferiore della trave in
mezzeria ed in quella superiore in prossimità dei
nodi, in modo da lavorare sempre nella parti in
trazione dell’elemento almeno nella condizione di
soli carichi verticali. Le staffe, dai disegni di
progetto, hanno diametro pari a 6mm e sono
disposte con spaziatura pari a 20cm. Tale
disposizione non è stata riscontrata nei risultati
delle prove pacometriche, dalle quali invece
risulta che l’armatura trasversale sia disposta con
passo variabile compreso tra 25cm e 30cm.
Pertanto, in fase di calcolo si è scelto di adottare
6/25cm.
I pilastri sono armati con ferri dritti lungo gli
Figure 1. Individuazione dei corpi A, B, e C spigoli ed i lati della sezione. Sono presenti, ove
Gli edifici oggetto di studio risultano situati il progettista lo ritenne necessario, spezzoni nelle
nel Comune di Patti (ME). sezioni di testa e/o piede. Le staffe, dai disegni di
Si tratta di tre strutture in c.a. realizzate alla progetto, sono 8 a passo variabile tra 14cm e
fine degli anni ’70 e destinate ad alloggio 15cm al piano interrato, mentre sono 6 a passo
popolare. Come si evidenzia in Figura 1, i corpi A variabile tra 14cm e 15cm nei piani superiori.
e B sono caratterizzati da una configurazione Tale disposizione non risulta sempre verificata
rettangolare in pianta, mentre il corpo C ha una dalle prove pacometriche.
pianta a “T”. Tutti gli edifici hanno una copertura E’ evidente come le strutture in esame siano
a tetto a “padiglione”. caratterizzate da una scarsa presenza di armatura
Inoltre le palazzine A e C risultano edificate trasversale, la quale determina una debolezza nei
con un lato corto in adiacenza. confronti delle azioni taglianti e determina,
Le strutture portanti sono state realizzate con altresì, un basso livello di confinamento del
telai in c.a. e si compongono di un piano calcestruzzo nelle zone nodali.
seminterrato e di cinque elevazioni fuori terra
oltre il piano lanternino (torrino scala). Le
3 CARATTERIZZAZIONE MECCANICA
fondazioni hanno sezione 40/70x150cm e
poggiano su un cordolo armato avente larghezza DEI MATERIALI
pari a 160cm e spessore di 45cm. Le travi hanno Al fine di conseguire un Livello di
sezioni comprese tra 40x20cm (a spessore di Conoscenza adeguato (LC2) delle caratteristiche
solaio) e 30x110cm, mentre i pilastri hanno dei materiali e del loro eventuale degrado, ci si è
sezioni comprese tra 30x30cm e 30x180cm. basati sulla documentazione resa disponibile
Le palazzine B e C sono caratterizzate da dall’ente proprietario e sui risultati di indagini in
alcune finestrature del tipo bow window, le quali situ di tipo distruttivo e non distruttivo.
sono state realizzate su travi a sbalzo e con Sono state realizzate due campagne di indagini
chiusure rivestite da mattoni a faccia vista. I in situ prevedendo sia prove distruttive (prelievi
collegamenti verticali sono garantiti da scale con di carote e barre d’armatura dagli elementi
travi a ginocchio inserite in vani collocati in strutturali), al fine di caratterizzare le proprietà

SG03-38
meccaniche dei materiali, che non distruttive ritenuti accettabili valori medi di resistenza fino
(pacometriche), al fine di verificare a campione all’85% della resistenza definita in fase di
che le dimensioni e le posizioni delle armature progetto. Per quanto riguarda la correzione
riportate nelle tavole del progetto originario dovuta alla snellezza del provino ( = H/D), il
corrispondessero con l’effettiva disposizione passaggio da resistenza cubica ( = 1) a cilindrica
delle stesse. ( = 2) è effettuato moltiplicando per 0.83, da cui
si può ricavare un’espressione linearmente
3.1 Risultati delle indagini e caratteristiche dei variabile per la snellezza compresa tra 1 e 2.
materiali Una volta stimata la resistenza cilindrica
media a compressione del calcestruzzo per
Sono stati realizzati, rispettivamente, 22
ciascun provino in funzione del corrispondente
carotaggi sul corpo A, 21 carotaggi sul corpo B, e
prelievo effettuato, si sono ricavati i valori medi
28 carotaggi sul corpo C.
di fcm forniti da ciascuna delle relazioni
Con riferimento alle armature, sono state
impiegate, ottenendo 11,8 MPa (corpo A), 10,7
indagate le armature, prelevando 14 spezzoni di
MPa (corpo B), e 9,9 MPa (corpo C).
barre dal corpo A, 14 spezzoni di barre dal corpo
Inoltre, le contestuali indagini sulla profondità
B, e 28 spezzoni di barre dal corpo C.
di carbonatazione hanno evidenziato come, per
Contestualmente è stata investigata la
oltre il 50% degli elementi indagati, il fronte della
disposizione delle armature, mediante indagini
carbonatazione abbia superato lo spessore del
pacometriche, così da verificare quanto riportato
ricoprimento, investendo le barre d’armatura, che
negli elaborati originari.
non si trovano più in condizioni di passivazione e
Le indagini eseguite hanno permesso di
quindi sono suscettibili ad ossidarsi.
raggiungere il Livello di Conoscenza LC2.
Conformemente alla tabella C8A.1.2 delle 3.1.2 Acciaio
NTC08 il fattore di confidenza risulta FC = 1.20. La valutazione dei test di trazione eseguiti
3.1.1 Calcestruzzo sugli spezzoni di barre d’armatura, ha consentito
di definire le caratteristiche meccaniche
Sulla base dei principali valori desunti dai
dell’acciaio da costruzione impiegato nella
certificati di prova forniti dalle ditte esecutrici dei
realizzazione dei tre corpi di fabbrica. Tali
test, al fine di valutare la resistenza media a
caratteristiche sono definite in Tabella 2, in
compressione del calcestruzzo, sono state
termini di valori medi di tensione di snervamento
impiegate alcune relazioni note in letteratura e di
(fym), tensione di rottura (ft), ed allungamento a
comprovata validità, i cui risultati numerici sono
rottura (At).
riassunti in Tabella 1.
In dettaglio, le relazioni impiegate sono quelle Table 2. Valori delle caratteristiche meccaniche dell’acciaio
proposte rispettivamente da: d’armatura (MPa) ottenuti dall’elaborazione dei test
1. ACI 214.4-R03 A B C
2. British Standard (1974) fym 383,5 417,6 414,9
ft 528,4 590,9 536,8
3. Concrete Society (1987)
At (%) 22,71 21,93 22,71
4. Cestelli-Guidi (1981)
5. Masi (2005)
6. NTC08 4 MODELLAZIONE ED ANALISI
Table 1. Valori di fcm (MPa) ottenuti dall’elaborazione dei STRUTTURALE
test
L'analisi strutturale è stata condotta mediante
A B C un codice di calcolo commerciale agli elementi
ACI 10,9 9,5 8,8 finiti, tramite il quale è stato analizzato il modello
BS 10,8 8,9 8,2
CS 12,2 11,5 10,6
tridimensionale delle strutture in elevazione nella
CG 14,1 13,3 12,2 sua completezza, che tiene conto fra l’altro
M05 11,2 10,6 9,8 dell’interazione suolo fondazione.
NTC08 11,5 10,4 9,6 Il codice di calcolo impiegato, consente di
Media 11,8 10,7 9,9 definire le armature di travi e pilastri
rispettivamente in tre (nodo-mezzeria-nodo) e due
Sebbene le NTC08 non propongano una vera e (testa-piede) sezioni, per cui ciascun elemento
propria espressione per la correzione dei dati strutturale è stato caratterizzato con buona
sperimentali, esse comunque trattano il controllo precisione.
della resistenza del calcestruzzo in opera e sono

SG03-39
Le azioni gravitazionali sono state desunte da
una analisi dei carichi, la quale ha fornito i valori
caratteristici del peso proprio e del peso
permanente portato per il solaio del piano tipo:
G1k = 2,84kN/mq, G2k = 3,43kN/mq. Trattandosi
di edifici ad uso residenziale, il carico variabile
Q1k è stato assunto pari a 2kN/mq.
Si è proceduto eseguendo, dapprima,
un’analisi per soli carichi gravitazionali,
adottando un modello elastico lineare e,
successivamente, un’analisi statica non lineare
(push-over). In questo secondo caso si è
impiegato un modello a plasticità concentrata nei
nodi.
Il comportamento della struttura viene
rappresentato da una curva forza-spostamento
detta curva di capacità, in cui lo spostamento
atteso viene determinato individuando sulla curva
di capacità lo spostamento compatibile con la
richiesta sismica crescente.
Figure 3. Modello analitico per il corpo B.

Figure 2. Modello analitico per il corpo A. Figure 4. Modello analitico per il corpo C.

4.1 Analisi per soli carichi gravitazionali


In questa sezione si analizza il comportamento
delle singole strutture soggette alle sole azioni
verticali da carico gravitazionale combinate
secondo la combinazione fondamentale prevista
dalla NTC08.
Le verifiche strutturali effettuate su tutti e tre
gli edifici hanno evidenziato come gli elementi
portanti siano in grado di sopportare le azioni di
flessione (travi) e presso-flessione (pilastri).
Viceversa, non risultano soddisfatte le
verifiche relative alle azioni taglianti agenti sulle
travi. Tale risultato è dovuto a due concause:

SG03-40
1. la scarsa quantità di staffe (6/25cm) Spettro ADSR Sa/g - mm
presenti nelle travi, peraltro ammessa dalle 0.12
Fx(+) Prop. Modo + Ecc 5%
Fx(-) Prop. Modo + Ecc 5%
norme dell’epoca; 0.11
0.1
Fy(+) Prop. Modo + Ecc 5%
Fy(-) Prop. Modo + Ecc 5%
2. il codice di calcolo implementa la verifica 0.09
0.08
Fx(+) Prop. Massa + Ecc 5%
Fx(-) Prop. Massa + Ecc 5%
a taglio secondo le norme vigenti 0.07
Fy(+) Prop. Massa + Ecc 5%

Sa/g
Fy(-) Prop. Massa + Ecc 5%
0.06
(NTC08), le quali non contemplano più in 0.05
Fx(+) Prop. Modo - Ecc 5%
Fx(-) Prop. Modo - Ecc 5%
modo chiaro, come nelle versioni 0.04
0.03
Fy(+) Prop. Modo - Ecc 5%
Fy(-) Prop. Modo - Ecc 5%
precedenti, l’impiego di ferri piegati 0.02
0.01
Fx(+) Prop. Massa - Ecc 5%
Fx(-) Prop. Massa - Ecc 5%
(sagomati) quale armatura specifica al 0
Fy(+) Prop. Massa - Ecc 5%
Fy(-) Prop. Massa - Ecc 5%
0 5 10 15 20 25
taglio. mm.

Nel seguito, si è scelto di tenere conto della Figure 5. Curve di push-over per il corpo A.
corposa presenza dei ferri piegati nelle travi,
inserendo nella relazione additiva per il calcolo Spettro ADSR Sa/g - mm
Fx(+) Prop. Modo + Ecc 5%
della resistenza al taglio, prevista dalla CNTC08, 0.14 Fx(-) Prop. Modo + Ecc 5%
Fy(+) Prop. Modo + Ecc 5%
un ulteriore termine aggiuntivo VRd,p: 0.12 Fy(-) Prop. Modo + Ecc 5%
Fx(+) Prop. Massa + Ecc 5%
0.1 Fx(-) Prop. Massa + Ecc 5%
Fy(+) Prop. Massa + Ecc 5%
VRd = VRd,ct + VRd,s + VRd,p (1) 0.08

Sa/g
Fy(-) Prop. Massa + Ecc 5%
Fx(+) Prop. Modo - Ecc 5%
0.06
Fx(-) Prop. Modo - Ecc 5%
Fy(+) Prop. Modo - Ecc 5%
Essendo VRd,ct il contributo al taglio resistente 0.04
Fy(-) Prop. Modo - Ecc 5%
Fx(+) Prop. Massa - Ecc 5%
del solo calcestruzzo; VRd,s il contributo al taglio 0.02
Fx(-) Prop. Massa - Ecc 5%

resistente delle sole staffe; VRd,p = Asp fyd sin il 0


0 5 10 15 20 25 30
Fy(+) Prop. Massa - Ecc 5%
Fy(-) Prop. Massa - Ecc 5%

contributo al taglio resistente dei soli ferri piegati mm.

con  = 45° e comunque considerato non Figure 6. Curve di push-over per il corpo B.
maggiore della somma dei primi due contributi
(VRd,p ≤ VRd,ct + VRd,s). 0.16
Spettro ADSR Sa/g - mm
Fx(+) Prop. Modo + Ecc 5%
Effettuando le verifiche secondo l’equazione 0.14
Fx(-) Prop. Modo + Ecc 5%
Fy(+) Prop. Modo + Ecc 5%
(1), si è potuto evidenziare come il contributo alla 0.12
Fy(-) Prop. Modo + Ecc 5%
Fx(+) Prop. Massa + Ecc 5%
resistenza al taglio dei ferri piegati risulti 0.1
Fx(-) Prop. Massa + Ecc 5%
Fy(+) Prop. Massa + Ecc 5%
certamente significativo. Gli unici elementi che
Sa/g

0.08 Fy(-) Prop. Massa + Ecc 5%


Fx(+) Prop. Modo - Ecc 5%
non soddisfano la verifica al taglio sono alcune 0.06 Fx(-) Prop. Modo - Ecc 5%
Fy(+) Prop. Modo - Ecc 5%
travi corte (quindi fortemente sollecitate da azioni 0.04 Fy(-) Prop. Modo - Ecc 5%
Fx(+) Prop. Massa - Ecc 5%
taglianti) e prive di ferri piegati. Per queste 0.02 Fx(-) Prop. Massa - Ecc 5%
Fy(+) Prop. Massa - Ecc 5%
0
occorre pensare già per carichi statici ad un 0 2 4 6 8 10
Fy(-) Prop. Massa - Ecc 5%

intervento di adeguamento. mm.

Figure 7. Curve di push-over per il corpo C.


4.2 Analisi statica non lineare
La risposta sismica di ciascun edificio è stata 5 CRITICITÀ E INDICAZIONI SUGLI
valutata per mezzo di anali statica non lineare INTERVENTI
(push-over), così come previsto dalla norma
vigente (NTC08). Nelle sezioni precedenti sono state illustrate le
Nel seguito sono riportate le curve di push- risultanze di verifica dei tre corpi di fabbrica,
over per ciascuna combinazione considerata ed ottenute sia sotto carichi gravitazionali, che sotto
ogni edificio investigato. azioni sismiche.
In nessun caso la capacità di spostamento Dall’esame dei risultati si evince come i tre
calcolata per mezzo delle analisi è tale da riuscire edifici si presentino in condizioni critiche in
a raggiungere la domanda di spostamento entrambi gli scenari, sia pure con gradi di
richiesta dalle norme. vulnerabilità differenti. Di fatto, non risultano
soddisfatte le prescrizioni normative
convenzionali. Tale circostanza non significa che
i manufatti siano in imminente pericolo di crollo,
ma che la loro probabilità di collasso, nei due
scenari analizzati, è più alta del target fissato
dalle NTC08.
In realtà, la non conformità nello scenario di
soli carichi gravitazionali risulta assai limitata, in
particolare la criticità insiste solo a taglio su

SG03-41
alcune travi, ed in particolare su quelle che non dello IACP, sono caratterizzati strutturalmente da
hanno ferri sagomati. semplici schemi a telaio.
Un adeguamento alle attuali norme sismiche Le strutture sono caratterizzate da una scarsa
nello scenario di carichi gravitazionali non appare presenza di armatura trasversale, con una
eccessivamente complesso, soprattutto nel corpo conseguente sofferenza nei confronti delle azioni
A e nel corpo B, più numerosi risultano invece gli taglianti, specie nelle zone nodali.
elementi che non soddisfano i requisiti normativi Le indagini strutturali hanno consentito di
nel corpo C. determinare le caratteristiche meccaniche dei
Tecnologicamente l’intervento di materiali, le quali sono risultante abbastanza
adeguamento potrebbe essere perseguito scarse, come del resto tipico delle costruzioni
attraverso metodi poco invasivi come le cuciture dell’epoca, nonché di raggiungere il Livello di
metalliche attive (CAM) con nastri d’acciaio ad Conoscenza LC2 e stimare il relativo fattore di
alta resistenza pretesi che si nascondono bene confidenza.
sotto l’intonaco una volta messi in opera, o con I risultati delle analisi strutturali hanno fornito
interventi che ricorrono al placcaggio con fibre indicazioni circa le condizioni sia per soli carichi
sintetiche (FRP o FRCM) incollate sull’elemento gravitazionali che per effetto delle azioni
strutturale e che richiedono ingombri di spessori sismiche. Nel primo caso si è potuto confermare
millimetrici. Tale intervento, perseguito con come le strutture riescano a soddisfare le
ambedue i metodi, permetterebbe di ricondurre al verifiche normative inerenti le tensioni normali,
di sotto del limite previsto dalle Norme le mentre diversi elementi non sono in grado di
probabilità di un rischio crollo per carichi riprendere le azioni taglianti.
gravitazionali. Al fine di valutare il grado di vulnerabilità
Un discorso diverso deve essere riservato sismica degli edifici in questione, si è proceduto
invece allo scenario di azione sismica. La criticità mediante la tecnica dell’analisi statica non-
risulta elevata e richiede un intervento più lineare, stimando la capacità di spostamento delle
importante per la messa in sicurezza dei singole strutture e confrontandola con la relativa
fabbricati. In questo caso un intervento classico richiesta definita dalle norme. Tutti e tre gli
con integrazione delle sezioni in c.a. o con edifici mostrano notevoli criticità nei confronti
placcaggio passivo (in acciaio o fibre) risulta delle azioni sismiche e sono caratterizzati da un
oltremodo invasivo e costoso. Infatti è noto come elevato grado di vulnerabilità sismica.
anche nell’ipotesi di ottenere un miglioramento Nella parte finale del lavoro sono state fornite
sismico al 70% comporterebbe lo smantellamento delle indicazioni per un eventuale progetto di
di tutte le finiture (intonaci, pavimenti, infissi, adeguamento sismico. Si sono messe a confronto
muri e tramezzi, ecc…). Non è infatti pensabile le possibili strategie di intervento,
l’intervento su travi e pilastri senza prima evidenziandone vantaggi e svantaggi sia in
prevedere lo scortico degli intonaci e la termini economici che puramente realizzativi.
demolizione delle murature circostanti e, nel caso
delle travi, anche dei pavimenti. Quindi, ai costi
di intervento puramente strutturale, occorre REFERENCES
aggiungere anche quelli del ripristino della ACI 214.4R-03, 2003. "Guide for Obtaining Cores and
finitura. Interpreting Compressive Strength Results". ACI
Pertanto, si potrebbe valutare di isolare 440.4R-03. Farmington Hills, MI
sismicamente gli edifici, tenendo conto che la BS, 1974. British Standard 4408: Part 5, Non-destructive
presenza di un piano cantinato determina una Methods of Test for Concrete Measurement of the
Velocity of Ultrasonic Pulses in Concrete, London.
condizione favorevole in tal senso. In tal modo si Cestelli Guidi M, Morelli G., 1981. “Valutazione della
ridurrebbero al minimo gli interventi sulla parte resistenza dei calcestruzzi sulle strutture finite”,
in elevazione con una riduzione drastica dei costi L’industria Italiana del Cemento, n. 3, 1981.
di ripristino delle finiture. Concrete Society 1987. "Concrete core Testing for
Strength”, Technical Report No. 11, The Concrete
Society, London, pp. 44, 1987.
Eurocode 8 (2003b): Design of Structures for Earthquake
6 CONCLUSIONI Resistance, - Part 3: Strengthening and repair of
Nel presente lavoro sono stati illustrati i primi buildings, Draft no. 3 (Final Project Team – Stage 34),
January 2003.
risultati delle analisi numeriche realizzate su tre Federal Emergency Management Agency (FEMA), 1994.
edifici in c.a., al fine di valutarne il grado di NEHRP handbook for the seismic evaluation of existing
vulnerabilità sismica. Tali edifici, di proprietà buildings for use in the evaluation of school buildings,
FEMA 178, July 1994, Washington D.C.

SG03-42
Federal Emergency Management Agency (FEMA), 1997.
NEHRP Commentary on the Guidelines for the Seismic
Rehabilitation of Buildings , FEMA 273, October 1997,
Washington D.C.
Masi A., 2005. La stima della resistenza del calcestruzzo in
situ mediante prove distruttive e non distruttive. Il
Giornale delle Prove non Distruttive Monitoraggio
Diagnostica 1/2005
NTC08, 2008. Istruzioni per l’applicazione delle Norme
tecniche per le costruzioni di cui al D.M. 14 gennaio
2008, Roma: Ministero delle Infrastrutture, S.O. No. 27
alla G.U. del 26.02.2009, No. 47.

SG03-43
ANIDIS 2017
PISTOIA

Building Features of Accumoli and Amatrice in a Pre-Earthquake Survey


Fabio Fumagallia, Domenico Liberatorea, Giorgio Montia, Luigi Sorrentinoa
a
Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica, Via Antonio Gramsci 53, 00197 Roma.

Keywords: Structural Type, Vulnerability Class, Urban Compartment, 2016-2017 Central Italy seismic sequence

ABSTRACT
In 2015 the municipalities of Accumoli and Amatrice, in Latium region in Italy, have been surveyed within the
CarTiS (Caratterizzazione Tipologico-Strutturale = Structural Types Characterisation) research project led by
ReLUIS (Rete Laboratori Universitari Ingegneria Sismica = Earthquake Engineering University Laboratories
Network) for DPC (Dipartimento di Protezione Civile = Civil Protection Department). Later, these two
municipalities have been among the most damaged by the 2016-2017 central Italy seismic sequence, with several
of their settlements suffering EMS (European Macroseismic Scale) Intensities equal or larger than X. Therefore, it
is of some interest to present their building features, having 17 settlements in Accumoli and 52 in Amatrice. In fact,
despite the research project aimed at identifying structural types and homogeneous urban compartments, the survey
was carried out at a much finer detail, delivering georeferenced building units, with associated properties such as
footprint area, number of storeys, age of construction, structural material, architectural type, isolated or clustered
location. After this first analysis, structural types have been recognised, linking to them additional information
about vertical and horizontal structures, as well as structural details. Based on structural types, homogenous urban
compartments have been identified: 40 in Accumoli and 146 in Amatrice. Moreover, EMS vulnerability classes
have been associated to structural types. By adding information about seismic microzonation and census population
exposure, compartments can be redefined with the aim of fulfilling a homogenous risk criterion.

SG03-44
ANIDIS 2017
PISTOIA

Building Features of Accumoli and Amatrice in a Pre-Earthquake Survey


Fabio Fumagallia, Domenico Liberatorea, Giorgio Montia, Luigi Sorrentinoa
a
Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica, Via Antonio Gramsci 53, 00197 Roma.

Keywords: Structural Type, Vulnerability Class, Urban Compartment, 2016-2017 Central Italy seismic sequence

ABSTRACT
In 2015 the municipalities of Accumoli and Amatrice, in Latium region in Italy, have been surveyed within the
CarTiS (Structural Types Characterisation) research project led by ReLUIS (Earthquake Engineering University
Laboratories Network) for DPC (Civil Protection Department). Later, these two municipalities have been among
the most damaged by the 2016-2017 central Italy seismic sequence, with several of their settlements suffering EMS
(European Macroseismic Scale) Intensities equal or larger than X. Therefore, it is of some interest to present their
building features, having 17 settlements in Accumoli and 52 in Amatrice. In fact, despite the research project aimed
at identifying structural types and homogeneous urban compartments, the survey was carried out at a much finer
detail, delivering georeferenced building units, with associated properties. After this first analysis, structural types
have been recognised, linking to them additional information about vertical and horizontal structures, as well as
structural details. Based on structural types, homogenous urban compartments have been identified: 40 in Accumoli
and 146 in Amatrice. Moreover, EMS vulnerability classes have been associated to structural types. By adding
information about seismic microzonation and census population exposure, compartments can be redefined with the
aim of fulfilling a homogenous risk criterion.

methodology used in the surveys, the


interpretation of the data aimed at risk assessment
1 INTRODUCTION as well as the main features of the buildings in the
The August 24th, 2016 MW 6.0 earthquake two municipalities, and their homogenous urban
occurred in central Italy affected severely the compartments are presented.
municipalities of Accumoli and Amatrice, which
experienced European Macroseismic Intensities,
2 METHODOLOGY
IEMS, as high as IX-X in some of their settlements
(Illica, municipality of Accumoli) and X (Saletta The CarTiS procedure, aimed at investigating
and Casale, municipality of Amatrice). The two ordinary buildings, is based on the identification
main settlements of the two municipalities were of urban compartments that are homogeneous in
affected by IEMS = VIII and IEMS = X, respectively terms of structural types. Special buildings need
(Azzaro et al. 2016). The aftershocks caused a to be investigated with other approaches (e.g.,
worsening of damage, with cumulated maximum Gizzi et al. 2014; Sorrentino et al. 2014, and
intensities equal to X and XI, respectively, after references therein). A urban compartment shall
the end of October events (Tertulliani and Azzaro have no more than four unreinforced masonry
2016). (URM) and/or reinforced concrete (RC) types,
These two municipalities have been but frequently there are less, especially RC ones.
investigated before the seismic sequence started, Types shall be identified based on their seismic
within the CarTiS (Caratterizzazione Tipologico- response, which is assumed to depend on age,
Strutturale = Structural Types Characterisation) number of storeys, type of vertical and horizontal
research project led by ReLUIS (Rete Laboratori structures, details, and possible strengthening
Universitari Ingegneria Sismica = Earthquake interventions.
Engineering University Laboratories Network) In the surveys presented hereinafter, a partially
for DPC (Dipartimento di Protezione Civile = different approach has been pursued. A more
Civil Protection Department). In this paper the systematic, although fast, survey of individual

SG03-45
building units has been carried out. Additional have been carried out, identifying building units
information, such as footprint area, architectural and recording some of their main features, visible
type, isolated or clustered position, have been from a street view, namely: number of storeys,
linked to the building units. Later, building units structural material, roof type, details,
have been attributed to a reduced number of strengthening interventions, architectural type,
structural types, and urban compartments have isolated or clustered location. Based on these
been recognised accordingly. Of course, the surveys, a preliminary definition of CarTiS
whole process is not linear, but rather recursive, structural types was performed and each building
with continuous verification of structural type unit was classified according to them. Then, a
definitions and urban compartment boundaries, in loop was started in order to check if the type
order to get more homogenous results. definition could be improved, and the building
unit – structural type association was revised.
2.1 Sources An additional element influencing the
The research started from literature and web identification of the structural type was the
information. Cadastral maps, both up-to-date and interview of one or more practitioners, familiar
historical (Figure 1), were analysed in order to with the municipality. In both Accumoli and
recognise early settlements, reconstructions, Amatrice they were public officials, who were
expansion areas. able to deliver insights about building features
not visible from the outside.
Finally, structural types were evaluated with
respect to their locations in order to identify
continuous and homogeneous urban
compartments, i.e. having few types, with one of
them largely prevailing. This step of the process
could have involved the need to revise the
definition of the type, or to modify the boundaries
of the compartments.
The CarTiS procedure did not involve a direct
association between identified structural types
and fragility curves. A step forward was taken by
associating to the identified CarTiS types EMS
Figure 1. Cadastral map of Amatrice. Municipality area in vulnerability classes (Grünthal 1998).
1930 Association has been based on structural
characteristics, e.g. vertical and horizontal
Series of aerial photos, starting from 1988,
structures as well as construction and/or
have been studied as well. A preliminary
strengthening date. In fact, Grünthal (1998)
approach to the territory has been performed
differentiates the vulnerability also based on
considering on-line resources such as Google
earthquake resistant design, hence a less
Street View and other aerial maps. Very relevant
vulnerable class has been assumed for types built
information have been derived from seismic
or strengthened after important code updates.
microzonation maps, available for both Accumoli
The association to EMS classes allows to
and Amatrice. Finally, census data provided the
estimate a damage level given an expected
boundary of census zones, to which population
macroseismic intensity. Of course, more refined
and building statistics are linked (ISTAT 2001,
procedures could be employed (e.g., Benedetti
2011).
and Petrini 1984; D’Ayala 2013; Rota et al. 2008;
Such information are very relevant if then
Zuccaro and Cacace 2015; Zucconi et al. 2017),
compared with the seismic classification of the
provided that sufficient information are available.
municipality, which occurred in 1915 for
Amatrice and in 1927 for Accumoli (Sorrentino 2.3 Data management
et al. 2017), or after the enforcing of specific
rules for seismic construction, the latest occurring Building units, boundary of urban
about ten years ago (DMI 2008). compartments and perimeters of seismic
microzones have been implemented in a GIS
2.2 Definition of structural types and urban (Geographic Information System) database. The
compartments geometric nature of these boundaries allows the
automatic computation of footprint areas. All
Once a preliminary knowledge of the collected information (number of stories,
municipalities was acquired, fast field surveys

SG03-46
architectural type, and so on) have been has been smeared on each building unit belonging
associated to building units, including the to a single zone based on its total surface.
ultimate CarTiS structural type and EMS At this stage, based on refined hazard
vulnerability class categorisations. From the definition, vulnerability classes and population
product of footprint area by number of stories the exposure a different identification of urban
total built surface is computed. compartments has been carried out, aiming at
Census zone boundaries have been defining homogeneous compartments in terms of
implemented as well. Then, population exposure risk (Dolce et al. 2012).

Figure 2. Accumoli. Municipality area and colour identification of compartments

Figure 3. Accumoli. Percentage distribution of population and total built surface among the settlements. Compartment IDs in
Figure 2

SG03-47
Figure 4. Accumoli. Main settlement, urban compartments, and colour identification of structural types

both parameters should be accounted for in


programming risk mitigation policies.
3 ACCUMOLI The main settlement of Accumoli is presented
with some details in Figure 4. Compartment 1
3.1 Urban compartments and structural types identifies the historical centre, with a prevalence
(71% in terms of total built surface) of structural
The municipality of Accumoli covers an area type URM1 and a residual presence of URM2.
of approximately 87.2 km2, with 17 settlements. URM1 structural type (Figure 5 and Figure 6)
A total of 40 compartments have been identified is characterised by a natural stone masonry, with
(Figure 2). This high figure is related to the units only approximately dressed, without brick
number of settlements and to the need of having courses and transversal connections.
dense compartments, i.e. reducing the surface of Wall thickness is about 0.85 m at ground floor
enclosed unbuilt territory. and wall spacing about 4 m. Intermediate
Permanent population is concentrated mostly horizontal structures are timber floors only in
in Accumoli (main settlement), Tino and about 30% of the cases, whereas steel I-beams
Macchia, including about two thirds of the total and hollow-clay blocks floors are used in 20% of
population (Figure 3, blue bars). The total built instances, and reinforced concrete beams and
surface (product of footprint area by number of hollow-clay blocks in all others. The roof is
stories, red bars in Figure 3) is more scattered, sloping and, in most cases, is characterized by
with larger values in Accumoli (main settlement), reinforced concrete structures without proper
Grisciano, Fonte del Campo and Illica, connections to the underlying masonry. These
accounting for slightly less than half the total. replaced horizontal structures are also a result of
The barplot in Figure 3 highlights how exposure recent building activity (Sorrentino and Tocci
in terms of human lives can be rather different 2008), somewhat related to 1950 and 1979
from that in terms of built environments, as an earthquakes. However, tie rods are present in just
effect of urbanisation and migrations. Hence, about 20% of cases. Constructions have usually

SG03-48
three storeys and they have been built before is about 5 m. Floors are made of reinforced
1919. URM2 structural type is rather similar to concrete beams and deck, as well as hollow clay
URM1, but has up to five storeys and a slightly blocks. Number of storeys is about three and
larger floor surface area. construction dates since the mid 1970s. RC1
structural type belongs to the same timespan,
shows regular moment-resisting frames in both
principal horizontal directions with average side
of the column cross-section in the 250-450 mm
range, and shallow beams. Infill walls usually
show a regular distribution (Figure 7).

Figure 7. Accumoli. RC1 structural type example (after the


August 24th, 2016 event)
These five structural types can be recognised
Figure 5. Accumoli, main settlement. Examples of URM1 in the whole municipality, with a large
structural type in 2015 (compare with Figure 6) predominance in terms of total built surface of
URM1 structural type (Figure 8a). Of course, the
municipality distribution is the result of 17
settlements distributions, which do not coincide
among themselves. Whereas the main settlement
of Accumoli has a distribution close to that of the
whole municipality, there are some settlements
with marked deviations. This is the case of
Terracino (Figure 8b), having a more recent date
of construction. It is interesting to observe that
the main settlement has suffered a IEMS = VIII
(August 24 event), whereas Terracino suffered
IEMS = V-VI (Azzaro et al. 2016).

Figure 6. Accumoli, main settlement. Examples of URM1


structural type after January 18th, 2017 (compare with
Figure 5)
Compartment 2 is an early expansion area,
where URM3 buildings are present. URM3
structural type is very similar to URM1 but built a) b)
at a later stage, between 1919 and 1971 as shown Figure 8. Accumoli. Percentage distribution (according to
by cadastral maps. total built surface) of structural types in the whole
municipality, a), and in the settlement of Terracino, b)
Compartment 3 has the most recent types,
made either of masonry (URM4) or reinforced
concrete (RC1). URM4 structural type is made of
a single-leaf hollow clay blockwork, with vertical
holes, about 0.45 m thick. Spacing between walls

SG03-49
4 AMATRICE type (Figure 12 and Figure 13) represents
building belonging to structural aggregates,
usually two-three storeys tall, with single floor
4.1 Urban compartments and structural types
height between 2.5 and 3.5 m. Walls at ground
The municipality of Amatrice covers an area floor are about 0.70 m thick on average. Masonry
of approximately 174 km2, with 52 settlements. A cross-section presents three separated layers and
total of 146 compartments have been identified undressed units. During the survey, before the
(Figure 9). Again, this high figure is related to the earthquake, mortar quality was estimated as
number of settlements and to the need of having average, whereas the seismic sequence has shown
dense compartments. a very low strength, highlighting the need for
About 40% of permanent population is quantitative investigations (Liberatore et al.
concentrated in Amatrice (main settlement). The 2016). Floors are usually timber structures and, in
remaining population is very scattered in other about 10% of instances, jack-arch structures.
settlements, with percentages ranging between Vaults are present at ground floor in about one
0.2 and 4.0 maximum (Figure 10, blue bars). The third of the building stock. Ties and/or ring
total built surface (red bars in Figure 10) is very beams are visible in about 20% of the stock. The
dispersed too, with 21.9% of the municipality roof has a timber structure in most cases, but in
totality in Amatrice (main settlement), and the about 10% of instances a reinforced concrete
remaining surface distributed in other 51 structure is currently present. In such cases
settlements with percentages ranging between 0.5 internal floors were also replaced. URM2
and 4.6. structural type is geometrically similar to URM1,
The main settlement of Amatrice is presented but is a reconstruction resorting to more recent
with some details in Figure 11. Compartment 1 brick or blockwork, with stiff horizontal
identifies the historical centre, with a prevalence structures.
of structural type URM1 and a residual presence
of the other structural types. URM1 structural

Figure 9. Amatrice. Municipality area and colour identification of compartments

SG03-50
Figure 10. Amatrice. Percentage distribution of population and total built surface among the settlements. Compartment IDs in
Figure 9

Figure 11. Amatrice. Main settlement, urban compartments, and colour identification of structural types

SG03-51
deck, as well as hollow clay blocks. The number
of storeys is about three and construction dates
since the mid 1970s. RC1 structural type belongs
to the same timespan and shows regular moment-
resisting frames in both principal horizontal
directions with average side of the column cross-
section in the 250-450 mm range, high beams on
the perimeter and thick beams inside (Figure 14).

Figure 12. Amatrice, main settlement. Examples of URM1


structural type in 2015 (compare with Figure 13) (Google
street view)

Figure 14. Amatrice. RC1 structural type example (after the


January 18th, 2017 event)
The distribution of these structural types in
Amatrice municipality is shown in Figure 15a. In
comparison to Accumoli (Figure 8a), it is
possible to observe a larger presence of more
recent buildings, possibly as a result of the
touristic pull of this centre.
The municipality distribution is the result of
more than 50 settlements so that the distribution
of individual settlements can be extremely
different. Whereas the main settlement of
Amatrice has a distribution close to that of the
whole municipality, there are some settlements
with marked deviations. This is the case of Colle
Figure 13. Amatrice, main settlement. Examples of URM1 Magrone (Figure 15b), having a more recent date
structural type after August 24th, 2016 (compare with
Figure 12) of construction.
Compartments 3 and 4 are expansions areas
dating back to the second half of 20th century,
where URM3 structural types are present. URM3
structural type has a vertical structure made of
brickwork but with I-beams and hollow clay
blocks floors or precast reinforced masonry a) b)
floors. It dates between 1919 and 1975. Figure 15. Amatrice. Percentage distribution (according to
Compartments 5 and 6 have the most recent total built surface) of structural types in the whole
types, made either of masonry (URM4) or municipality, a), and in the settlement of Colle Magrone, b)
reinforced concrete (RC1). URM4 structural type
is very similar to the same URM4 of Accumoli 4.2 Homogeneous risk compartments
but somewhat smaller geometry. This structural
type is made of a single-leaf hollow clay As mentioned in § 2.2, CarTiS types have been
blockwork, with vertical holes, about 0.40 m associated to EMS vulnerability classes (Grünthal
thick. Spacing between walls is about 4.5 m. 1998). First of all, the assignment process
Floors are made of reinforced concrete beams and proposed by Dolce et al. (2012) for the Italian

SG03-52
URM building population shown in Figure 16 has Figure 17 percentages are computed with
been carried out. reference to number of buildings, rather than total
built surface, because macroseismic intensities
are related to that parameter.
After the association of one of the eight EMS
vulnerability classes to each CarTiS structural
type, possibly with multiple structural types
falling within a single vulnerability class, the
boundaries of the homogeneous compartment
have been revised. Similarly, boundaries have
been updated also based on exposure in terms of
population and on seismic microzones (Figure
18).

Figure 16. Correspondence between structural features and


EMS vulnerability classes according to Dolce et al. (2012)

Table 1. EMS class variation for URM buildings with


respect to Dolce et al. (2012, refer to Figure 16) and class
variation or attribution for RC buildings
EMS class a) b)
Intervention/Construction date
variation
A → C1
Seismic retrofitting
B, C → D2
URM A→B
Seismic improvement B → C1
C1 → D1 c) d)
Seismic retrofitting → D2 Figure 17. Amatrice. Percentage distribution (according to
number of buildings in the single settlement) of EMS
RC Structures built after the release of vulnerability classes in Sant’Angelo, a), Colle Pagliuca, b),
modern codes for seismic-resistant D2 Casale, c), San Giorgio, d)
constructions

Then URM classes have been updated based


on the parameters presented in Table 1, based on
interventions or date of construction.
Interventions are categorized as seismic
improvement, with respect to the previous
condition, or seismic retrofitting, if the same
safety level of new structures is attained. In the
same Table criteria used for RC classes are a)
presented as well.
Sample distributions of EMS vulnerability
classes are shown in Figure 17, considering two
different comparisons. The first (Figure 17a-b) is
related to microzone 2004 – River-lake alluvium,
where Sant’Angelo (IEMS = IX-X) has about 63%
(13%) of A (D1) buildings, whereas Colle
Pagliuca (IEMS = VII-VIII) has 50% (35%) of A
(D1). Similarly, the second comparison (Figure b)
17c-d) is related to microzone 2099 – Fractured Figure 18. Roccapassa settlement. CarTiS compartments
rock, where Casale (IEMS = IX-X) has about 57% (Ci), a), updated Homogeneous Risk Compartments (HRCi)
(26%) of A (D1) buildings, whereas San Giorgio based on seismic microzonation, b)
(IEMS = V-VI) has 29% (53%) of A (D1). In

SG03-53
5 CONCLUSIONS Dolce, M., Di Pasquale, G., Speranza, E., and Fumagalli, F.
(2012). “A multipurpose method for seismic
This work presented some results of the vulnerability assessment of urban areas.” 15th World
surveys performed in Accumoli and Amatrice Conference on Earthquake Engineering, Lisbon,
before the 2016-2017 seismic sequence. The 24th-28th September 2012, Paper 3635.
survey stemmed from the CarTiS project, whose Gizzi, F. T., Masini, N., Sileo, M., Zotta, C., Scavone, M.,
aim is the identification of percentages of Potenza, M. R., Liberatore, D., Sorrentino, L., and
structural types within urban compartments, but Bruno, M. (2014). “Building features and safeguard
was referred to each building unit and additional of church towers in Basilicata (Southern Italy).” 2nd
information were recorded. CarTiS structural International Congress on Science and Technology
types have been associated to EMS vulnerability for the Conservation of Cultural Heritage, 369–374.
Grünthal, G. (1998). Cahiers du Centre Européen de
classes. After implementation in a GIS database,
Géodynamique et de Séismologie: Volume 15 –
CarTiS compartments have been revised based on European Macroseismic Scale 1998. European
vulnerability classes, seismic microzonation, and Center for Geodynamics and Seismology,
census exposure, allowing the identification of Luxembourg.
homogenous risk compartments. ISTAT. (2001). “Istituto Nazionale di Statistica. 14°
Censimento generale della popolazione e delle
abitazioni.” <http://gisportal.istat.it/bt.viewer/>.
ACKNOWLEDGEMENTS ISTAT. (2011). “Istituto Nazionale di Statistica. 15°
Censimento generale della popolazione e delle
This work has been partially carried out under the abitazioni.” <http://dati-
program “Dipartimento della Protezione Civile – censimentopopolazione.istat.it/>.
Consorzio RELUIS”, signed on February 24th Liberatore, D., Masini, N., Sorrentino, L., Racina, V., Sileo,
2017, Masonry Structures. The opinions M., AlShawa, O., and Frezza, L. (2016). “Static
expressed in this publication are those of the penetration test for historical masonry mortar.”
authors and are not necessarily endorsed by the Construction and Building Materials, (122), 810–
822.
Dipartimento della Protezione Civile. The authors
Rota, M., Penna, A., and Strobbia, C. L. (2008).
wish to thank building surveyor S. Petrucci and “Processing Italian damage data to derive typological
architect L. Guidotto, municipality of Accumoli, fragility curves.” Soil Dynamics and Earthquake
and engineer R. Amici, municipality of Amatrice, Engineering, 28(10–11), 933–947.
for their kind assistance. Sorrentino, L., Alshawa, O., and Liberatore, D. (2014).
“Observations of out-of-plane rocking in the oratory
of san Giuseppe dei Minimi during the 2009 L’Aquila
REFERENCES earthquake.” Applied Mechanics and Materials, Trans
Tech Publications Ltd, 621, 101–106.
Azzaro, R., Tertulliani, A., Bernardini, F., Camassi, R., Del Sorrentino, L., da Porto, F., Magenes, G., and Penna, A.
Mese, S., Ercolani, E., Graziani, L., Locati, M., (2017). “Seismic Behavior of Ordinary Masonry
Maramai, A., Pessina, V., Rossi, A., Rovida, A., Buildings During the 2016 Central Italy
Albini, P., Arcoraci, L., Berardi, M., Bignami, C., Earthquakes.” Bulletin of Earthquake Engineering,
Brizuela, B., Castellano, C., Castelli, V., D’Amico, Submitted.
S., D’Amico, V., Fodarella, A., Leschiutta, I., Piscini, Sorrentino, L., and Tocci, C. (2008). “The structural
A., and Sbarra, M. (2016). “The 24 august 2016 strengthening of early and mid 20th century
Amatrice earthquake: Macroseismic survey in the reinforced concrete diaphragms.” Sixth International
damage area and EMS intensity assessment.” Annals Conference on Structural Analysis of Historic
of Geophysics, 59(FastTrack5), 1–10. Construction, 2-4 July, Bath, 1431–1439.
Benedetti, D., and Petrini, V. (1984). “Sulla vulnerabilita Tertulliani, A., and Azzaro, R. (2016). QUEST - Rilievo
sismica di edifici in muratura: un metodo di macrosismico per i terremoti nell’Italia centrale.
valutazione. A method for evaluating the seismic Aggiornamento dopo le scosse del 26 e 30 ottobre
vulnerability of masonry buildings.” L’industria delle 2016. Roma.
costruzioni, 19(149), 66–74. Zuccaro, G., and Cacace, F. (2015). “Seismic vulnerability
D’Ayala, D. (2013). “Assessing the seismic vulnerability of assessment based on typological characteristics. The
masonry buildings.” Handbook of seismic risk first level procedure ‘SAVE.’” Soil Dynamics and
analysis and management of civil infrastructure Earthquake Engineering, Elsevier Ltd, 69, 262–269.
systems, 334–365. Zucconi, M., Sorrentino, L., and Ferlito, R. (2017).
DMI. (2008). Decreto del Ministro delle Infrastrutture 14 “Principal component analysis for a seismic usability
gennaio 2008. Approvazione delle nuove norme model of unreinforced masonry buildings.” Soil
tecniche per le costruzioni. Gazzetta Ufficiale della Dynamics and Earthquake Engineering, 96, 64–75.
Repubblica Italiana, n. 29 del 4 febbraio 2008,
Supplemento Ordinario n. 30.

SG03-54
ANIDIS 2017
PISTOIA

Seismic vulnerability assessment of the village of Alzano, in the Salto Valley,


as a first and unavoidable step for its revitalization by using local natural
resources and advanced technologies
Sabrina Taffarela, Francesca da Portoa, Cesare Silvib, Claudio Modenaa
a
Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale(DICEA), via F. Marzolo 9, 35131 Padova
b
valledelsalto.it and Italian Group for the History of Solar Energy(GSES), via Nemorense 18, 00199 Roma

Keywords: historical centre, vulnerability assessment, depopulation, solar energy history, Apennine

ABSTRACT
Thousands of small villages in Italy seem to be destined to total abandonment. A phenomenon that
began with the industrial revolution powered by fossil fuels (coal, oil, gas) and was accentuated in the
seismic areas of the Apennine mountains. The village of Alzano, in the Salto Valley (Rieti), with a
centuries-old history, is a typical example. Its residents have gone from 90 in 1950 to 7 today, with a few
dozen who inhabit second homes. In less than two decades, Alzano could become deserted. The same fate
is expected for hundreds of Apennine villages. Government attempts to halt their depopulation will be
ineffective unless major seismic safety programs and, in parallel, development projects using local natural
resources and advanced technologies are implemented. For Alzano, DICEA, valledelsalto.it, and GSES
completed a preliminary pilot study on seismic vulnerability of the village. Its results are presented in this
paper and its approach is being proposed to be applied to other villages that are extraordinary testaments
of life powered exclusively by solar energy until 150 years ago. These villages could be revitalized by
turning again to the use of solar energy, in its modern forms.

SG03-55
ANIDIS 2017
PISTOIA

Seismic vulnerability assessment of the village of Alzano, in the Salto Valley, as


a first and unavoidable step for its revitalization by using local natural resources
and advanced technologies
Sabrina Taffarela, Francesca da Portoa, Cesare Silvib, Claudio Modenaa
a
Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale(DICEA), via F. Marzolo 9, 35131 Padova
b
valledelsalto.it and Italian Group for the History of Solar Energy(GSES), via Nemorense 18, 00199 Roma

Keywords: historical centre, vulnerability assessment, depopulation, solar energy history, Apennine

ABSTRACT
Thousands of small villages in Italy seem to be destined to total abandonment. A phenomenon that began
with the industrial revolution powered by fossil fuels (coal, oil, gas) and was accentuated in the seismic
areas of the Apennine mountains. The village of Alzano, in the Salto Valley (Rieti), with a centuries-old
history, is a typical example. Its residents have gone from 90 in 1950 to 7 today, with a few dozen who
inhabit second homes. In less than two decades, Alzano could become deserted. The same fate is expected
for hundreds of Apennine villages. Government attempts to halt their depopulation will be ineffective
unless major seismic safety programs and, in parallel, development projects using local natural resources
and advanced technologies are implemented. For Alzano, DICEA, valledelsalto.it, and GSES completed a
preliminary pilot study on seismic vulnerability of the village. Its results are presented in this paper and its
approach is being proposed to be applied to other villages that are extraordinary testaments of life powered
exclusively by solar energy until 150 years ago. These villages could be revitalized by turning again to the
use of solar energy, in its modern forms.

a solid network of relations, and larger towns and


cities, which attract people because of their wealth
1. INTRODUCTION of public services. Access to services such as
This paper is devoted to small villages1 in the education, mobility and healthcare is crucial. The
central Apennine that are likely to become more remote rural areas, historically deprived of
completely uninhabited. many of these services, have gone through a
It was inspired while the authors, through lengthy and steady period of abandonment in
different professional experiences, were involved favour of urban areas, which has taken a heavy toll
for more than three years in a preliminary pilot in terms of hydro-geological instability, decay and
study on seismic vulnerability of the entire village soil consumption. The fall in population has been
of Alzano, in the Salto Valley (Figure 1). Alzano matched by a decline in personal services. These
is a village of the municipality of Pescorocchiano areas, however, contain much untapped regional,
in the province of Rieti, less than 100 km from natural and human capital, seen as strategic for
Rome.
the recovery and growth of Italy’s entire system.
Since 2015 the municipality of Pescorocchiano
Intervention targeted at safeguarding,
has been included in the Strategia Nazionale Aree
Interne (Strategy for Inner Areas in Italy) ) whose rehabilitating and revitalising inner territorial
content is summarized in the abstract copied areas has been deemed necessary, in order to
below: overcome the urban/rural dichotomy and put a
“The Italian territory is characterised by a new perspective on the concept of service
polycentric and interdependent system, with acceptability. These ‘Inner Areas’ are defined as
towns, rural areas and smaller clusters linked by areas being at some considerable distance from

1
In the mountains there is the coexistence of various
settlements, like a villaggio (an open settlement), and a
borgo (a fortified settlement) (Leggio 2014)

SG03-56
centres offering such services, and where there has Asia to Africa, and is attributed to various causes,
been a fall in population and a rise in degradation. including, of course, earthquakes.
Demographic trends, access to healthcare and In Europe, Italy holds the undisputed primacy
adequate education provision are just some of the with more than 6,000 abandoned villages
essential criteria for defining and classifying according to The National Institute for Statistics
Inner Areas. These areas currently make up (Istat). About 2,800 are likely to disappear in the
approximately 60% of the Italian territory and are short term, a problem that affects the entire Italian
home to round 13.540 million people.” territory with particular concentration in Central
(45%) and Southern (35%) Italy (Pirlone 2016).
The pilot study on seismic vulnerability
assessment of Alzano was inspired in the
aftermath of L’Aquila earthquake (2009) and it
was started in January 2015, on the occasion of the
100th anniversary of the 1915 Marsica’s
earthquake. It took almost ten years to start talking
about Alzano’s seismic safety prevention program
as we are doing in this paper.
The impact of earthquakes on the abandonment
and the very existence of small rural villages in the
Salto Valley, such as Alzano, can be traced for
hundreds of years, based on literary sources and
archaeological remains from Roman colonization
and previous and successive civilizations. Despite
being affected by major earthquakes (484, 1315,
Figure 1. An aerial view of Alzano, a typical Italian
Apennine village, whose urban layout and its surroundings 1349, 1639, 1703, 1915), with epicentres in the
remind its past based on the empirical use of solar energy and Salto Valley and in the surroundings, Alzano and
other natural resources. the area continued to be inhabited throughout the
The Italian national strategy for Inner Areas centuries.
aims at “reversing the depopulation and It was only with the second Italian industrial
marginalisation of these areas, hinging on two key revolution powered by fossil fuels, whose use was
economic policy assets: improving personal intensified immediately after World War II, that
services and triggering local development large scale depopulation occurred.
projects” (Barca et al. 2014) (Figure 2). Alzano’s permanent residents have gone from
90 in 1950 to just 7 today, all elderly, and a few
dozen who inhabit second homes.. In less than two
decades, Alzano could become totally deserted.
This inevitable fate of Alzano is likely to be the
same for other villages. In fact, securing seismic
safety of entire villages might not avoid
abandonment.
In Italian seismic areas, there are villages that
continue to be depopulated even after seismic
safety measures were implemented at the highest
levels.
“Reversing the depopulation and
marginalisation” of villages, like Alzano, is an aim
of The Italian national strategy for Inner Areas
(Sviluppo Lazio 2017), that should be pursued
Figure 2. In green the inner area of the Reatini Mountains,
where 26.664 inhabitants live as of 2011, the majority elderly
with these considerations in mind:
(SviluppoLazio 2017).  Seismic safety prevention programs
require long implementation times, in the
Alzano’s pilot study on seismic vulnerability order of 10-50 years;
assessment has been carried out also within the  Seismic prevention measures involve
context illustrated in the above paragraph. interventions on urban layout, architectural
Inner area depopulation is part of a well-known structures and building envelopes;
phenomenon that does not have geographic
boundaries, from Europe to the Americas, from

SG03-57
 Sunlight radiation falls on building 2.2. Typological and urban context
surfaces and urban spaces on which solar
The Cicolano population lives in small villages
collectors can be installed;
and rarely in isolated homes in the countryside
 “Solar electricity generation is one of very
(Riccardi 1955). This centralized settlement was
few low-carbon energy technologies with
dictated by the defensive needs of the medieval
the potential to grow to very large scale. As
age, the lack of security in the region due to the
a consequence, massive expansion of
flourishing banditry in the 1800s; the mountainous
global solar generating capacity to multi-
territory and the presence of woods; the
terawatt scale is very likely an essential
fragmentation of agricultural property; the great
component of a workable strategy to
importance of sheep herding, an activity that is
mitigate climate change risk;”
based on forms of collective property and
(Schmalensee et al. 2015);
collaboration for goods production. For all these
 Mitigate climate change risk, while
reasons, the majority of the Cicolano villages are
implementing seismic safety prevention
located between 600 m and 1000 m asl.
programs, could offer additional
The villages that were not involved in the 1915
motivations for modernizing and
post-earthquake reconstruction are generally
revitalizing Apennine economies. The two
composed by one or two story terraced houses
actions must go hand in hand;
divided by narrow streets which are usually
 The introduction of advanced
characterized by steps on steep slopes. Frequently,
technologies, such as electric solar
the streets flow into open spaces (small squares)
technologies, can contribute to rebuild the
with a rural church. For these reasons, the villages
link between the use of solar energy and
layout is usually very irregular.
local economies, interrupted when fossil
In the two-story historic houses, the lower floor
fuels came on stage, as it is further
has a rural vocation (barns or tool storage) and the
analysed in the following section 3 on past,
upper one is residential. Generally, two-story
present and future of solar energy.
buildings built on a slope are characterized by
different heights. As a result, the same floor could
2. GEOGRAPHIC, ECONOMIC AND be at ground level on one side and the first floor on
SEISMIC SAFETY PREVENTION the other. In both in stables and dwellings, rooms
are poorly lit and ventilated through very small
CONTEXTS
windows. Sandstone blocks and lime mortar are
the most commonly used materials for house
2.1. Geographic context construction.
Alzano belongs to the inner area of Reatini Over the centuries, in Alzano (Figure 3 and
Mountains in the Rieti province, made up of 29 Figure 4) various materials were used for building
municipalities, including Pescorocchiano, one of construction such as rough stones; concrete blocks
the seven making up the Valle del Salto (or with light concrete aggregate; wood; iron (for
Cicolano, the historical name of this territory). beams or tie rods); bricks; concrete and reinforced
The valley covers an area of 50,137 hectares concrete. Rough stone was mainly used for historic
with a population of 10,111. The depopulation rate external bearing walls; concrete blocks and light
from 2001 to 2011 was 13.12%. Population aggregates for new walls. Wood was used for
density per km2 is equal to 20.16 (Piano di floors, lintels and roofs. Iron was used sporadically
sviluppo Locale, il Cicolano un territorio da for tie rods or chains and often for construction
scoprire del Gruppo di Azione Locale, floors. Brick, concrete and reinforced concrete
2014/2020). were used for inner floors and roofs.
The Salto Valley is well connected to nearby
cities such as Rome, L'Aquila and Avezzano via
the A24 and A25 motorways (Pagano et al. 2014).
It has environmental and cultural tourism
potential. For example, trekking and local
associations are developing the construction of a
long distance walking trail, the European Path E1
(Silvi et al. 2014).
In the valley there are about 88 villages, of
different sizes, smaller and larger than Alzano,
many of them close to complete depopulation.

SG03-58
information which underlines that seismic events
are mostly concentrated along the Apennine chain.
The Cicolano was often hit by earthquakes with
their epicentres in the surrounding areas,
characterized by intense seismicity, such as the
neighboring basins of L'Aquila and Fucino. Some
examples of recent earthquakes in the area include
(at link: https://emidius.mi.ingv.it): January 21,
1892 (epicentre in Pescorocchiano, also felt in
L’Aquila, Avezzano and Subiaco, causing severe
damage to villages; Mw=4.51±0.34); August 2,
1893 (epicentre in Gargano, causing minor
damage, Mw=5.36±0.22); June 27, 1898 (epicentre
Figure 3. Typical historic building in Alzano made by
sandstone blocks. This building was affected by the
in Rieti, Mw=5.49±0.12); July 23, 1930 (epicentre
earthquakes of 1703 and 1915, whose effects are still in Irpinia, Mw=6.62±0.09).
apparent today. The earthquake that had the greatest impact on
the Cicolano in modern times was the one in the
Marsica area, on January 13, 1915, which hit the
whole of Italy and caused 30,519 victims. This
earthquake hit Cicolano with an intensity of VII-
VIII on the Mercalli scale. It caused the collapse
of churches, historic palaces and ordinary
buildings. More than 100 victims were recorded in
the Salto Valley.
In Figure 6 is a 1908 photo of a historic palace
in Torre di Taglio, a village less than one kilometer
from Alzano, that was severely damaged by the
1915 Marsica earthquake. The remains of the
palace were removed only after World War II to
make room for a new construction.
Figure 4. Typical terraced houses built in Alzano after the
earthquake of 1915.

2.3. Seismic and safety prevention context


The Lazio region, like most of the Italian
peninsula, is characterized by significant
seismicity predominantly located on the
Apennines, while the rest of the territory has a
moderate seismicity, albeit quite recurring in the
Albani hills area (Figure 5).

Figure 6. Vulpiani’s palace in Torre di Taglio in 1908


(Picture from the Zuccari archive).
The Marsica earthquake was preceded in 1908
by the earthquake of Messina, Sicily, which
caused between 90,000 and 120,000 victims. It
Figure 5. Distribution of the effects of serious damage from was the largest national catastrophe ever
major Apennine earthquakes that affected Lazio. At link: experienced in Italy.
http://www.arcgis.com/apps/StorytellingTextLegend/index. In the aftermath of the Messina and Marsica
html?appid=d0f0abbeeff64c0d98eef2683c592180 catastrophic events, Venceslao Amici, an engineer
The geographic distribution of Lazio and parliamentary representative of Cittaducale, to
earthquakes from 2006 to 2013 confirms historic which Pescorocchiano belonged at the time, raised

SG03-59
the issue of seismic safety prevention in
Parliament. In March 1915 Amici presented a plan
regarding safety prevention measures to the Italian
Parliament. His work was soon after completely
overlooked and resurfaced only recently during the
100th anniversary of the Marsica earthquake of
1915, held in Avezzano in 2015 (Pizzaroni 2017).
While the 2009 L'Aquila earthquake caused
309 victims and widespread damage to the
immediate area, there were no victims in the Salto
Valley and more limited damage. Twelve
churches, some schools and dozens of private
homes were declared unfit for use. Cracks, some
more evident than others, were caused on dozens
of buildings, in particular older ones, including
repaired cracks produced by previous earthquakes.
The most serious consequence was the creation of
a widespread unease among the population, with
fear of earthquakes leading many families to sleep
outside their homes for several months. It took
more than four years after 2009 to recover a sense
of security, which, however, precipitated again, to
the lowest levels, after the Amatrice earthquake of
August 24, 2016 and the following seismic crisis. Figure 7. Order of magnitude of energy sources on Earth
The abandonment of the villages of Salto (Lomborg 2001)
Valley is now more evident than ever. Images on
television of villages, similar to their own, reduced The direct and renewable solar energy is the
to piles of rubble, made people aware as never largest source of energy on earth.
before of local seismic risks. Fossil fuels gave
them a possibility that did not exist in the past, to 3.2. History of solar energy
abandon the area and move elsewhere. It often happens that we think of solar energy as
belonging to our modern world. However, it
3. USE OF SOLAR ENERGY: PAST, powered everything on Earth until 150-200 years
PRESENT, FUTURE ago.
In order to distinguish the use of solar energy in
the past, its present day use and its future
3.1. Solar energy prospects, we propose to distinguish two solar
By solar energy, we mean the energy contained ages:
in the direct and diffuse light radiated every day - Primitive or ancient solar age, from
from the Sun to Earth as well as its indirect energy antiquity until 200 years ago, essentially
forms of air and water currents, powered by Sun’s based on empirical solutions;
heat, and of forests and other forms of biomass - Present and future solar age, which has just
resulting from photosynthesis. begun, based on the knowledge and
We propose to distinguish the sources of energy methods acquired from the scientific and
on Earth in two groups: technological revolutions of the last 500
- Energy from sun’s light; years, primarily on the understanding of the
- Energy stored underground (coal, oil, composition of light and how Sun’s light
natural gas, nuclear fuels, and the internal can be manipulated to produce modern
heat of the Earth). forms of energy: steam, electricity, and
Figure 7 provides a comparison regarding the fuels.
types and quantities of energy sources on Earth. A lesson from the study of the history of using
solar energy in the past is that man has built, upon
the experience of centuries, systems able to offer
living conditions based entirely on the use of solar
energy in its direct and indirect forms. These

SG03-60
systems, still existing up to 100-150 years ago, are
testaments of the primitive or ancient solar age,
including the many villages of the Apennine such
as Alzano (Figure 1).
The introduction and diffusion of fossil and
nuclear fuels derailed the solar energy civilizations
developed over millennia, which were built on the
basis of centuries old inventions that are still
valuable in our lives today.We can learn about the
use of renewable solar energy in the primitive or
ancient age from history and archaeology. For
example, the remains of a Roman hypocaust used
to heat villas can be seen at the ancient Roman city
of Alba Fucens, just a few kilometres away from Figure 9. Building roof orientation to the south offers the
the southern boundary of the Salto Valley (Figure possibility to use it for the installation of photovoltaic panels.
8).
Similar systems of underfloor heating used in
houses today were inspired by hypocausts of the 4. SEISMIC VULNERABILITY ANALYSIS
past. This is just one of many examples of the use OF ALZANO ORDINARY BUILDINGS
of solar energy in the past that inspired modern day
systems. The redevelopment and revitalization of Alzano
village cannot be carried out if buildings making
up the area are not safe in the case of natural
disasters, from earthquakes to landslides.
As mentioned in 2.3, the Salto Valley was
affected by numerous seismic events over the last
centuries; the seismic events of 2009 (L’Aquila)
and 2016 (Amatrice and adjacent areas) affected
the entire territory, causing damage to buildings in
Alzano as described in 2.3.
The study herein proposed focuses on the
seismic vulnerability assessment of ordinary
Figure 8. Hikers visiting the archaeological site of the
ancient Alba Fucens on Nov. 2016, while walking on the buildings composing the village of Alzano. The
Roman remains of an hypocaust heated by firewood. Alba study was launched in 2015. Onsite surveys were
Fucens was destroyed by an earthquake dating from 484 to carried out before the 2016 Amatrice seismic
508 BC, which affected also the Salto Valley and Rome. sequence.
The biggest challenge for Alzano today is to The village has 61 structural units (SU)
return to using a solar energy system, but in a composing 11 aggregate buildings.
modern way. With renewable energy and seismic 58% of SU are intended for residential use,
safety measures, villages and small towns on the which highlights the vocation of the village. The
Apennine can be revitalized and at the same time onsite surveys have been essential in obtaining a
offer an alternative to overcrowded cities, comprehensive understanding of typological and
providing a more sustainable way of life (Figure constructive aspects of the village, which are
9). fundamental in order to define the building
dynamic behaviour. Building surveys, mainly
from the outside, aim at collecting data through
rapid survey forms, including information about
geometric and typological features, vulnerability
and the level of damages.

SG03-61
4.1 Recurring construction typologies in the 4.2 The analysis of local mechanisms of collapse
historical centre to assess the seismic vulnerability of the
village
Collected data have been statistically analysed
in order to define the most common construction The seismic behaviour of existing masonry
features. Starting from these results, the main aggregate buildings is clearly understandable only
representative structural elements are taken into in a few cases, because of their complexity and
consideration for the typologies definition. In heterogeneous dynamics. Italian codes (NTC
particular, vertical elements, horizontal elements 2008) and (Circolare 617/2009) explain that the
and roofs are considered, as they significantly seismic vulnerability assessment of existing
influence building structural behaviour and, at the aggregate buildings should be analysed through
same time, are the most surveyed data. both an analysis of the most representative local
Typologies are then identified considering the mechanisms of collapse (C8.7.1.1) and a
possible combination between floors, walls and simplified global analysis (C8A.3). This paper
roof types. Figure 10 shows the map representing describes the vulnerability results obtained by
the 11 typologies, through a colour scale, included implementing the kinematic analysis of the most
in the analysed area. They are characterized by representative out of plane local mechanisms of
stone, brick or concrete masonry, each one collapse for each typology in Alzano.
presented alone or in combination with the others Considering the scale of analysis, the study
in the same typology. Roofs and floors are aims at defining a typological vulnerability
classified considering their weight (light – till 2.0 classification. The main purpose of a study at a
kN/m2, medium – 2.0/4.0 kN/m2- or heavy – territorial scale is the definition of a preliminary
4.0/6.0 kN/m2) and their stiffness (rigid or vulnerability assessment for the analysed
deformable), and matched with the corresponding structures; more detailed analyses can then be
vertical elements. conducted, reaching appropriate levels of
knowledge, on structures that will be more
vulnerable at the forefront (DPCM 2011).
However, the main goal is the protection of
human life; in this context, the first mode
mechanisms are the most dangerous, as their
activation should cause the partial or total
destruction of buildings, where falling
construction material could injure people.
Moreover, rubble can prevent the transit of people
and rescue vehicles during the post-emergency
phases: the knowledge of the most dangerous areas
can help local municipality offices define
emergency plans and escape routes.

Fragility curves are suited for the graphic


representation of these results, providing estimates
of the exceedance probability of predefined levels
of damage related to the Peak Ground
Acceleration (PGA) levels. Obviously, the
ultimate goal of the analysis is to provide intuitive,
rapid and functional tools allowing technicians,
professionals, municipalities and public
authorities to define vulnerability
assessments/priority lists for buildings typologies,
Figure 10. Typological identification of Alzano SU starting from the knowledge of a few known
data/parameters.
The definition of typological classifications is
fundamental. It allows a preliminary analysis of
each building starting from its classification in a

SG03-62
predefined typology. Including non-surveyed
buildings within the identified typologies allows
for extending the vulnerability assessment to other
areas not directly involved in the survey
procedures.
Obviously, the seismic vulnerability
assessment must be accompanied by observations
of a professional technician on the possible
activation of the analysed local mechanisms of
collapse for each SU. The level of analysis adopted
for this study requires that building propensity to b)
local out of plane damage could be defined for
each typology: it will then be necessary to assess
the real possibility of the mechanism activation,
based both on boundary conditions and more
detailed information about structures (eg
connection effectiveness), case by case.

4.3 Main results: fragility curves and


vulnerability maps
Fragility curves (Shinozuka et al. 2000) for c)
each typology are defined, taking into Figure 11. Fragility curves of the most representative
building typology in Alzano: simple overturning of the
consideration the most activatable local whole façade (a); overturning of walls of the upper floor (b);
mechanisms of collapse. vertical bending of walls of the upper floor (c)
Figure 11 shows the fragility curves related to
Considering the PGA level (PGA=0.233g) and
the local mechanisms of collapse of both whole
the soil conditions (soil category B and
façades and upper floor, and the vertical bending
topographic category T3) defined by the National
of the upper floor for the most
code (NTC 2008), in the case of simple
representative/recurring typology.
overturning mechanism, the exceedance
The abovementioned typology is characterized
probability for minor to severe damage (from DL1
by the following main features:
to DL3) is very high (80-100%), while for very
- two-story buildings;
severe damage (DL4) the percentage decreases in
- rough stones bearing walls;
a range between 60 and 80%. For upper floor
- flexible wooden floors (2,0 kN/m2);
overturning, the same percentages results for
light and flexible wooden roofs.
minor to severe damage, while the very severe
damage is medium (40-60%). As expected, the
vertical bending is confirmed as the less
vulnerable mechanism, with very high damage
percentages for minor to moderate damage, low
(20-40%) for severe damage and very low (0-20%)
for very severe damage. Obtained assessments are
then adopted to create vulnerability maps, in which
each range of exceedance probability is
represented by using a colour scale. Specifically,
a) the map represented in Figure 12 shows the severe
damage (DL3) exceedance probability related to
the whole façade overturning mechanism for a
PGA=0.233g.

SG03-63
study is the first step in setting up a requalification
plan for Alzano, which, just as other small villages
in central Italy, has been affected historically by
Earthquakes.
The participation in the study of professionals
from different backgrounds has stimulated
reflections regarding various topics indirectly
connected to seismicity, from villages’
depopulation to their revitalization.
Regarding depopulation this paper’s conclusion
is that the cause was primarily the industrial
revolution powered by fossil fuels , which
interrupted the millennial link between the sole use
of renewable solar energy and local rural
economies.
Revitalizing Apennine villages today means
that we should reconstruct that link in a modern
way.
And this reconstruction must go hand in hand
with seismic safety prevention initiatives.
From the seismic safety point of view, the study
Figure 12. Vulnerability map of whole facade overturning in aims at the analysis of the most representative
Alzano (DL3=Damage Level 3, PGA=0,233g). The local mechanisms of collapse by adopting a
exceedance probability is typological, as it refers to the most
representing building typologies of the village. There is no
deterministic approach on a typological basis. The
information about vulnerability for grey coloured buildings seismic vulnerability assessment is carried on at a
territorial scale, giving preliminary results about
These maps becomes an intuitive tool for the vulnerability of the main typologies composing
technicians of both central and local offices who the village. All typologies show the activation of
can use them to immediately define the the analysed out of plane local mechanisms for the
vulnerability priority list. Results can then be used PGA value defined by the National Code.
as an instrument to identify areas or buildings Considering the acceleration levels registered for
typologies in Alzano that are more inclined to historic earthquakes the vulnerability levels
suffer severe damage following a seismic event of decreases. However, the vulnerability of the
a given intensity. At the same time, the definition analysed historical typologies is evident,
of more damageable buildings stocks helps in highlighting the need for more detailed studies on
identifying escape routes and safe areas which individual structures with the aim of defining the
could be used during the emergency phases. More specific vulnerability level of each single building.
importantly, the vulnerability assessment makes
the plans of development and reconstruction
effective by putting the emphasis on the concept of REFERENCES
structures and people safety. Barca, F., Casavola P., 2014. A strategy for Inner Areas in
Italy: definition, objectives, instruments and governance,
Collana Materiali Uval, Numero 31 - Anno 2014. Internet
5. CONCLUSION on July 10, 2017, link [In Italian].
Comitato Tecnico Aree Interne Rapporto di Istruttoria per la
Prevention and mitigation of seismic risk, as Selezione delle Aree Interne Regione Lazio. Internet on
proposed and hoped for by Venceslao Amici in his July 10,2017, link [In Italian].
speech at the Italian Parliament of 1915, did not Direttiva del presidente del consiglio dei ministri DPCM
12/10/2007 (updated by DPCM 09/02/2011). Guidelines
gain adequate consideration in 100 years after. for evaluation and mitigation of seismic risk to cultural
This paper has been devoted to seismic safety heritage with reference to technical standard for
prevention programs of villages of central constructions.
Apennine by illustrating the preliminary results of Pizzaroni, F., (2017). Il dibattito parlamentare all’indomani
del terremoto della Marsica del 1915, Convegno Storia e
the pilot study "Seismic vulnerability assessment attualità del rischio sismico nell’Appennino centrale,
of the small village of Alzano," by DICEA, Cittaducale, 12 maggio 2017 [In Italian].
valledelsalto.it and GSES, started in 2015. The

SG03-64
Piano di sviluppo Locale, il Cicolano un territorio da scoprire
(2014/2020) del Gruppo di Azione Locale SALTO
CICOLANO [In Italian]
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (2009)
Circolare esplicativa 02/02/2009 n. 617. Istruzioni per
l’applicazione delle «Nuove norme tecniche per le
costruzioni». D.M. 14/02/2008 [In Italian].
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (2008)
NTC2008 – Norme tecniche per le costruzioni. D.M.
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Pirlone, F. (2016). I borghi antichi abbandonati –
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SG03-65
ANIDIS 2017
PISTOIA

On the effects of seismic sequences on masonry structures


Giovanni Rinaldina, Claudio Amadiob, Salvatore Noéb
a
DADU – Department of Architecture, Design and Urban Planning, University of Sassari, Piazza Duomo 6, 07401 Alghero
b
DIA – Department of Engineering and Architecture, University of Trieste, Piazzale Europa 1, 34127 Trieste

Keywords: masonry, seismic sequence, non-linear dynamic analysis, cyclic behaviour.

ABSTRACT
In this work, the seismic behaviour of masonry structures under seismic sequences is investigated. The analysis has
been carried-out with a purposely developed non-linear code that is able to reproduce the shear hysteretic behaviour
of a masonry panel. At first, results from dynamic analyses conducted on a Single Degree of Freedom (SDOF)
system, which represents the cyclic response of an unreinforced masonry structure, are presented. The used seismic
sequences are taken from national and international databases and have been selected in a way such the aftershocks
taken into account have an equal or very similar Peak Ground Acceleration (PGA) of the mainshock, as to
influence significantly the ductility demand of the analysed system and, consequently, the damage index employed
to quantify the structural degradation. The collected results are presented in terms of inelastic response for systems
with constant ductility or constant strength. On the base of these results, corrections on behaviour factors
commonly used in designing masonry structures under a single seismic record have been proposed. At last, a SDOF
model representing a typical masonry building which has undergone the seismic sequence of Central Italy in 2016
has been analysed with the aim to highlight its damage evolution.

SG03-66
ANIDIS 2017
PISTOIA

Effetti delle sequenze sismiche sulle strutture in muratura


Giovanni Rinaldina, Claudio Amadiob, Salvatore Noèb
a
DADU – Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica, Università di Sassari, Piazza Duomo 6, 07401 Alghero
b
DIA – Dipartimento di Ingegneria e Architettura, Università di Trieste, Piazzale Europa 1, 34127 Trieste

Keywords: muratura, sequenza sismica, analisi dinamica non lineare, comportamento ciclico

SOMMARIO
In questo lavoro si indaga il comportamento sismico delle strutture in muratura soggette a sequenze sismiche.
L’analisi è svolta mediante un apposito codice non lineare che descrive il comportamento isteretico a taglio di un
pannello murario tramite un appropriato legame fenomenologico. Dapprima si presentano i risultati di una serie di
analisi dinamiche non lineari su un sistema ad un grado di libertà (SDOF), rappresentativo della risposta ciclica
tipica di una struttura in muratura non armata. Le sequenze sismiche adottate per l’analisi sono tratte da database
nazionali e internazionali e selezionate sulla base dell’accelerazione massima al suolo (PGA) degli eventi
consecutivi a quello principale. Gli aftershock considerati sono caratterizzati dall’avere PGA pari o molto simile
all’evento principale, in modo da influire significativamente sulla richiesta di duttilità del sistema analizzato e,
conseguentemente, sull’indice di danno impiegato per quantificare il degrado della struttura.
I risultati ottenuti sono presentati in termini di risposta inelastica per sistemi a duttilità o resistenza costante. Sulla
base dei risultati conseguiti, sono proposte delle variazioni ai fattori di struttura comunemente utilizzati nella
progettazione sotto un solo sisma. Viene infine analizzato uno SDOF rappresentativo di un tipico edificio in
muratura sotto la sequenza sismica del Centro Italia del 2016, al fine di evidenziare l’evoluzione del danno.

struttura e mediante l’uso di sistemi


possibilmente ricentranti.
1 INTRODUZIONE Nell’ambito della resilienza strutturale, tali
I recenti eventi sismici del Centro Italia eventi ripetuti a breve distanza temporale non
(ReLUIS-INGV, 2016) hanno evidenziato la permettono in genere di ripristinare né la
fragilità del patrimonio edilizio dei centri storici funzionalità né di prevenire il collasso della
italiani, in particolar modo sotto gli effetti di uno struttura. Un primo passo verso una progettazione
sciame sismico che presenta aftershock con resiliente consiste nel progettare le strutture
accelerazioni di picco (PGA – Peak Ground sismo-resistenti tenendo in debita considerazione
Acceleration) simili o pari a quelle dell’evento i degradi delle stesse in condizione di eventi
principale (mainshock). Il centro storico di sismici ripetuti. Nel Centro Italia tale indicazione
Amatrice in provincia di Rieti, ad esempio, ha progettuale deve essere presa in considerazione
subito un crollo progressivo delle strutture a per la ricostruzione, allo scopo di evitare le
seguito degli eventi principali del 24 agosto 2016 situazioni già verificatesi durante lo sciame del
e del 30 ottobre (Rinaldin, 2016). 2016.
In generale, le strutture dovrebbero essere Una utile indicazione sul tema sopra proposto
progettate sulla base del concetto di resilienza passa attraverso la correzione dei fattori di
(Bruneau e Reinhorn, 2006), che è la capacità di struttura abitualmente impiegati per le strutture in
un sistema di ripristinare la piena operatività muratura. In questo lavoro verranno analizzati
dopo un evento che ne interrompe degli oscillatori ad un grado di libertà con
temporaneamente l’uso. In ambito strutturale, tale comportamento non lineare tarato su quello tipico
richiesta si soddisfa attraverso semplici delle strutture in muratura non armata, al fine di
prescrizioni come la ridondanza strutturale, che ricavare le risposte inelastiche a duttilità o
prevede di aumentare il numero di componenti resistenza costante sotto eventi ripetuti. Si
critiche dell’edificio (ad es. strutture portanti valuterà l’aumento di duttilità richiesta nei
verticali) in modo da prevenire danni estesi alla confronti delle sequenze sismiche considerate e

SG03-67
saranno proposte delle variazioni ai fattori di 23/10/2004 18:34 6.3 -5.26 299
struttura comunemente utilizzati, che attualmente 25/10/2004 06:05 5.7 -4.27 299
sono tarati su un solo evento rappresentato dallo 27/10/2004 10:40 6.0 -5.23 299
spettro di progetto e non rispecchiano il degrado
05/04/1997 23:46 5.9 -2.29 45
strutturale ereditato da eventi precedenti.
Nell’ultima parte del lavoro, al fine di NW China 11/04/1997 05:34 6.1 2.68 60
evidenziare l’evoluzione del danno dovuto ad una 15/04/1997 18:19 5.8 2.34 60
sequenza sismica, viene analizzato uno SDOF 11/03/2011 14:46 9.0 4.12 300
soggetto alla sequenza sismica recentemente Tohoku
07/04/2011 23:32 7.1 3.89 184
registrata in Centro Italia. 29/11/2004 03:32 7.0 2.72 159
Hokkaido
06/12/2004 23:15 6.7 2.93 121
2 ANALISI DELLE SEQUENZE SISMICHE 19/02/1990 05:34 6.2 1.44 51
Weber
13/05/1990 04:23 6.4 1.64 54
2.1 Selezione delle sequenze sismiche
A queste 10 è stata aggiunta la sequenza che
Per svolgere lo studio si è deciso di riferirsi ha recentemente interessato il Centro Italia. Le
unicamente a sequenze sismiche naturali registrazioni, selezionate dal database ESM (Luzi
realmente registrate, evitando di considerare et al. 2016), spaziano dalla data del mainshock
sequenze artificiali (Amadio et al., 2003). Tale (24 agosto 2016) fino al 3 novembre per la
scelta si basa essenzialmente sulle osservazioni stazione di Norcia. La Tabella 2 riporta le
fatte per le sequenze sismiche reali, composte registrazioni prese in considerazione.
generalmente da sismi con caratteristiche molto
differenti in termini di PGA, durata e contenuto Tabella 2. Elenco dei sismi per la sequenza del Centro
spettrale. Italia.
Per questo studio si sono utilizzati i database
Distanza
di terremoti nazionale ITACA (Luzi et al., 2008), Data Ora PGA epicen-
Profon-
Durata
dità
giapponese NIED (Fujiwara et al., 2004) e quello evento evento
Mw trale
internazionale COSMOS (Archuleta et al., 2006).
La ricerca ha portato alla scelta e all’utilizzo di 10 [cm/s2] [km] [km] [s]
sequenze sismiche naturali (composte da 2, 3 e 4 24/08/2016 01:36 6.0 352.57 15.3 8.1 40.0
sismi) già utilizzate in Rinaldin et al. (2017), 24/08/2016 02:33 5.4 167.01 4.7 8.7 47.1
elencate in Tabella 1. 24/08/2016 02:59 4.1 51.50 3.8 9.0 44.0
24/08/2016 04:06 4.3 64.06 3.5 7.6 38.3
24/08/2016 17:46 4.4 12.00 17.7 10.0 42.6
Tabella 1. Elenco delle sequenze sismiche internazionali
25/08/2016 12:36 4.3 3.85 27.0 10.0 55.4
utilizzate.
26/08/2016 04:28 4.8 6.67 26.6 10.9 71.7
27/08/2016 02:50 4.0 4.68 13.5 8.2 53.5
Durata
PGA
evento 28/08/2016 15:55 4.4 12.83 12.0 8.7 72.7
Sequenza Data Mw
31/08/2016 18:12 4.1 5.88 14.0 9.0 50.6
[m/s2] [s] 03/09/2016 01:34 4.3 123.42 3.3 10.6 69.2
03/09/2016 10:18 4.5 16.31 12.7 9.0 69.6
03/09/2010 16:35 7.1 -1.51 110
Christchurch 15/09/2016 14:40 4.3 10.64 8.2 10.0 9.7
21/02/2011 23:51 6.1 5.56 110 19/09/2016 23:34 4.1 2.56 20.2 9.7 53.6
10/06/1997 23:24 5.4 -4.81 37 16/10/2016 09:32 4.1 16.79 8.3 9.0 45.1
Nocera Umbra 26/09/1997 00:33 5.7 4.85 29 26/10/2016 17:10 5.4 294.74 10.1 8.7 52.9
26/09/1997 09:40 6 -4.92 14 26/10/2016 19:18 5.9 248.28 13.2 7.5 57.7
26/10/2016 21:42 4.6 59.33 8.1 9.5 73.6
11/03/1978 05:40 3.7 4.59 13
27/10/2016 03:19 4.1 24.46 7.2 9.0 57.6
Mexicali Valley 11/03/1978 23:57 4.8 4.57 10 27/10/2016 03:50 4.4 7.12 21.7 8.9 58.3
12/03/1978 00:30 4.5 -4.51 12 27/10/2016 08:21 4.4 27.13 9.0 9.3 43.8
25/04/1992 11:06 7 -5.78 60 30/10/2016 06:40 6.1 476.43 5.4 9.4 50.0
Mendocino Cape 31/10/2016 03:27 4.3 58.72 2.6 11.0 44.0
26/04/1992 00:41 6.6 5.87 40
31/10/2016 07:05 4.4 82.16 7.3 20.0 43.1
20/09/1999 17:47 7.6 -9.83 160
Chi Chi, Taiwan 01/11/2016 07:56 4.7 18.14 23.5 9.9 73.5
20/09/1999 18:03 6.2 -9.33 104 02/11/2016 19:37 4.0 4.47 10.9 10.0 56.5
Niigata 23/10/2004 17:56 6.6 -5.21 299 03/11/2016 00:35 4.7 36.45 26.7 8.0 35.3

SG03-68
La costruzione delle sequenze sismiche di input è
stata realizzata interponendo tra una scossa e
l’altra un intervallo di 30 secondi, sufficiente
affinché il sistema ritorni in una condizione di
quiete anche per i ridotti coefficienti di
smorzamento adottati (ξ=0.05).

2.2 Sistema SDOF utilizzato


Il legame costitutivo adottato per eseguire
l’analisi sui sistemi SDOF è stato ottenuto
semplificando il legame ciclico a taglio proposto
da Tomazevic e Lutman (1996), già utilizzato
efficacemente per rappresentare le strutture in Figura 1. Legame ciclico utilizzato per l’analisi degli
oscillatori semplici.
muratura non armata in campo non lineare
(Rinaldin et al., 2016). In particolare, viene Sono stati indagati i livelli di duttilità  pari a 2, 3
utilizzato il legame di Figura 1, che presenta una e 4, ottenendo per ciascun evento delle sequenze
curva scheletro bi-lineare composta da ramo analizzate gli spettri inelastici a duttilità costante.
elastico e plastico. La pendenza Kpl di Un esempio degli spettri inelastici ottenuti è
quest’ultimo è stata variata in modo da ottenere 3 riportato in Figura 2. L’analisi è condotta per
configurazioni diverse: ogni periodo strutturale compreso tra 0.1s e 4.0s,
1. Kpl=0, elasto-perfettamente plastico; con passo 0.01s.
2. Kpl=-0.05Kel, softening del 5%;
3. Kpl=-0.10 Kel, softening del 10%.
La risposta è presentata in termini di spettro di
risposta anelastico e di duttilità richiesta a
resistenza prefissata. Tali risposte sono ottenute
tramite un codice di calcolo in linguaggio Fortran
che esegue un’analisi dinamica dell’oscillatore
semplice attraverso integrazione numerica
dell’equazione del moto, già utilizzato in
Rinaldin et al., 2017 e Amadio et al., 2016 con
altri tipi di leggi elasto-plastiche.
Con riferimento alla Figura 1, che riporta
schematicamente i principali parametri per la Figura 2. Spettri della sequenza di Capo Mendocino a
definizione della legge elasto-plastica, i percorsi duttilità costante
di scarico mostrati in giallo sono composti da 2
rami consecutivi. Il primo ramo scarica una Questa prima serie di analisi ha permesso di
percentuale di forza pari a  rispetto alla indentificare i rapporti fra i fattori di struttura q
resistenza in curva scheletro, mentre il secondo dipendenti dalla sola duttilità mediante l’Eq. 1.
riporta il percorso sulla parte negativa della
backbone. qseq
Rq (T )  (1)
Il legame implementa degrado di rigidezza e qenv
resistenza. I parametri per la definizione del ciclo
sono elencati di seguito: in cui qseq è il fattore di struttura calcolato periodo
1. Kel rigidezza del ramo elastico; per periodo sullo spettro dell’intera sequenza,
2. Kpl rigidezza del ramo plastico; mentre qenv è calcolato sull’inviluppo degli spettri
3. Fcr forza al limite elastico (cracking); di ogni singolo evento che la compone.
4.  percentuale di forza utilizzata nel primo Il fattore di struttura viene calcolato come in Eq.
ramo di scarico; 2.
5. parametro di degrado di rigidezza;
6.  parametro di degrado di resistenza; S a ,el (T)
7. du spostamento ultimo. q (2)
S a ,inel (T)

SG03-69
in cui S a ,el (T) è l’accelerazione spettrale elastica e 2.3 Valutazione del danno strutturale
S a ,inel (T) è l’accelerazione spettrale inelastica. Per stimare il danno strutturale accumulato nel
L’analisi con il medesimo input sismico è stata corso dell’analisi e dopo ogni singolo evento
condotta anche a resistenza costante, prefissata a sismico all’interno delle sequenze utilizzate, si è
3 livelli distinti pari all’inverso delle duttilità fatto riferimento anche all’indice di Park & Ang
investigate. La resistenza richiesta dallo spettro (1985a, 1985b) come già utilizzato in passato da
elastico è stata ridotta attraverso un coefficiente k Amadio et al. (2003). L’indice di danno DI viene
come in Eq. 3. calcolato secondo l’Eq. 6:

d max  d cr E
Fcr  k  Fe  k  Sa ,el (Ti ) (3) DI   0.15 H (6)
du  d cr Fcr du
in cui Fe è la forza richiesta al sistema elastico e
Sa ,el (Ti ) è l’accelerazione dello spettro elastico al in cui dmax è lo spostamento massimo
periodo Ti. I valori di k utilizzati in questo lavoro raggiunto, dcr è lo spostamento al limite elastico,
sono: du è lo spostamento ultimo, EH è l’energia
dissipata per isteresi e Fcr è la forza al limite
- 0.25 per strutture poco resistenti;
elastico.
- 0.33 per strutture mediamente Questo indice di danno identifica usualmente i
resistenti; seguenti stati della struttura in base al suo valore:
- 0.50 per strutture con buona capacità se è maggiore di 0.77 la struttura è prossima al
resistente. collasso, se è maggiore di 0.4 la struttura ha
Mediante questa ultime serie di analisi è possibile subito danni gravi e irreparabili, infine al di sotto
valutare il rapporto fra le duttilità richieste dalla di tale soglia la struttura ha subito danni
sequenza e dall’inviluppo di ogni singolo evento reversibili e limitati.
componente, come in Eq. 4. La relazione proposta in Eq. 6 ha un primo
termine dipendente dalla duttilità e un secondo
 r , seq definito in funzione dell’energia dissipata: in
R (T)  (4) questo modo vengono presi in considerazione
 r ,env entrambi i fenomeni (duttilità e dissipazione
dell’energia in input) che regolano il
dove  r , seq è la duttilità richiesta dalla comportamento di una struttura soggetta al sisma.
sequenza e  r ,env è la duttilità richiesta La valutazione dell’indice di danno DI viene
dall’inviluppo dei singoli eventi, per ogni periodo effettuata alla fine di ogni evento che compone
analizzato e a parità di fattore di riduzione k. una sequenza. In Figura 3 viene presentata
Sostituendo l’Eq. 2 nell’Eq. 1 si ottiene l’Eq. 5, in l’evoluzione del comportamento ciclico dello
cui viene esplicitata la relazione fra il rapporto fra SDOF analizzato quando sottoposto alla sequenza
i fattori di struttura e l’inverso del rapporto delle di Capo Mendocino.
duttilità richieste.
(a)
Fe, seq Fe , seq
Fy , seq Fy , seq
Rq (T )   
Fe,env max( Fe ,env )
max
Fy ,env max( Fy ,env )
(5)
max( Fy ,env ) 1
 
Fy , seq R (T )

Per tale ragione sono stati scelti dei fattori di


riduzione della resistenza k pari all’inverso delle
duttilità investigate.

SG03-70
(b)

(a)

Figura 3. Cicli forza spostamento dello SDOF per T=1s


dopo il primo evento (a) e alla fine della sequenza (b) di
Capo Mendocino.

3 ANALISI DEI RISULTATI


Per brevità sono presentati di seguito i risultati
per le sequenze sismiche di Christchurch (2011) e (b)
di Hokkaido (2004). Queste due sequenze sono
rappresentative dei diversi comportamenti rilevati
durante una sequenza sismica. Nelle figure
successive, si fa riferimento al ciclo alla
Tomazevic elasto-perfettamente plastico con la
sigla TOM EPP, mentre il legame isteretico
adottato viene rappresentato dalla sigla TOM
seguita dalla percentuale di softening utilizzata.

3.1 Christchurch (c)


La richiesta di duttilità per la sequenza sismica
coincide quasi completamente con quella del
sisma di maggiore intensità all’interno della
sequenza stessa. Questo si osserva anche al
variare delle caratteristiche del modello ciclico
adottato.
Con riferimento alla Figura 4, si nota come, per
sistemi a bassa duttilità, la richiesta di resistenza
per la sequenza sismica coincida quasi (d)
completamente con quella del sisma di maggiore Figura 4. Spettri inelastici per la sequenza di Christchurch
intensità. Per valori di duttilità maggiori invece, a per =2 con legame TOM elastico perfettamente plastico
partire da un periodo T=0.60s, le richieste (a) e con softening al 10% (b) e con =4 (c),(d).
ottenute per la sequenza e per il sisma di
maggiore intensità risultano diverse, presentando All’aumentare del softening la distanza dallo
numerose intersezioni tra le due curve. spettro elastico aumenta, come mostrato in Figura
4c.
Per questa sequenza, le relative richieste di
duttilità sono riportate in Figura 5.

SG03-71
(a)

(b)

(b)

(c)

Figura 5. Richieste di duttilità con k=0.5 (a) e k=0.25 (b)


per la sequenza di Christchurch.

Con il diminuire della resistenza (Figura 5b), (d)


le richieste di duttilità aumentano fino a valori Figura 6. Spettri inelastici per la sequenza di Nocera Umbra
non raggiungibili dalla struttura, in particolare per per =2 con legame TOM EPP (a), con softening al 10%
i periodi corti. (b) e con =4 (c),(d).

3.2 Hokkaido
La sequenza di Hokkaido (2004), composta da
due sismi di intensità paragonabile, presenta una
richiesta di duttilità diversa da quella di inviluppo
di ogni singolo sisma, per range di periodi molto
estesi. Questo effetto è più visibile all’aumentare
della duttilità, come mostrano gli spettri inelastici
di Figura 6. Tale comportamento viene
confermato dalle richieste di duttilità visibili in
Figura 7.
Figura 7. Richieste di duttilità per la sequenza di Hokkaido
con k=0.25.

4 ANALISI DEI RISULTATI

4.1 Rapporti di duttilità


I rapporti di duttilità, misurati utilizzando l’Eq.
4, sono riportati nel seguito per tutte le sequenze
(a) analizzate e per i 3 livelli di resistenza assunti.

SG03-72
Per il fattore k=0.25, il softening al 10% non
viene analizzato perché considerato troppo
penalizzante.
Un rapporto inferiore all’unità indica che la
richiesta di duttilità dovuta alla sequenza è
inferiore a quella relativa all’inviluppo dei singoli
eventi componenti.
Per ogni caso analizzato viene riportato il 95°
percentile fra tutte le sequenze, al fine di (b)
rappresentare il valore caratteristico che ha il 5%
di probabilità di superamento.
I risultati riportati in Figura 8, relativi alle
strutture meno resistenti, mostrano come la
dipendenza dalla forma del ciclo d’isteresi non sia
molto marcata in termini di richiesta di duttilità,
come già evidenziato in Amadio et al. (2016).
La Figura 9 mostra invece i rapporti di duttilità
per strutture mediamente resistenti; la Figura 10 (c)
per quelle di buona resistenza. Figura 9. Rapporti fra richieste di duttilità per tutte le
analisi con k=0.33 per legame TOM EPP (a), TOM al 5%
(b) e TOM al 10% (c).

(a)
(a)

(b) (b)
Figura 8. Rapporti fra richieste di duttilità per tutte le
analisi con k=0.25 per legame TOM EPP (a) e TOM al 5%
(b).

(c)
Figura 10. Rapporti fra richieste di duttilità per tutte le
analisi con k=0.5 per legame TOM EPP (a), TOM al 5% (b)
e TOM al 10% (c).
(a)
I valori del 95° percentile sono elencati in
Tabella 3. Da essi si possono desumere gli
aumenti di duttilità richiesta dovuti alle sequenze,
riportati in Tabella 4.

SG03-73
Tabella 3. Valori dei rapporti di duttilità – 95° percentile. (c)
Modello 95° percentile
isteretico k=0.25 k=0.33 k=0.50
TOM EPP 1.184 1.062 1.031
TOM 5% 1.242 1.143 1.046
TOM 10% / 1.153 1.110
Tabella 4. Aumento percentuale della duttilità richiesta
dovuto alla sequenze sismiche internazionali.
Modello Aumento richiesta dutt.
isteretico Figura 11. Rapporti fra fattori di struttura per tutte le analisi
k=0.25 k=0.33 k=0.50
con duttilità 2 per legame EPP (a), TOM al 5% (b) e TOM
TOM EPP 18% 6% 3% al 10% (c).
TOM 5% 24% 14% 5%
(a)
TOM 10% / 15% 11%

4.2 Rapporti dei fattori di struttura


L’analisi dei risultati ottenuti in termini di
spettri inelastici ha permesso di evidenziare anche
i rapporti del fattore di struttura come da Eq. 1.
Per tali valori, viene riportato il 5° percentile per
ogni caso analizzato.
In Figura 11 sono riportati i risultati i rapporti
raccolti per tutte le sequenze per duttilità 2,
(b)
mentre in Figura 12 quelli per il livello di duttilità
4.

(a)

(c)

(b)

Figura 12. Rapporti fra fattori di struttura per tutte le analisi


con duttilità 4 per legame EPP (a), TOM al 5% (b) e TOM
al 10% (c).

In Tabella 5 sono riportati i valori dei rapporti


fra i fattori di struttura al 5° percentile. Si può
notare come la riduzione del fattore di struttura
dovuta alla sequenza sismica sia molto prossima
all’inverso dell’aumento di duttilità di Tabella 3 e
pertanto possano essere proposti gli stessi valori
anche per la riduzione del fattore di struttura.

SG03-74
Tabella 5. Valori dei rapporti fra fattori di struttura – 5°
percentile.
Modello 5° percentile
isteretico Dutt. 2 Dutt. 3 Dutt. 4
TOM EPP 0.880 0.881 0.911
TOM 5% 0.879 0.882 0.889
TOM 10% 0.876 0.897 0.927

5 INDICI DI DANNO
L’indice di danno di Park & Ang (Eq. 6,
1985a, 1985b) è stato utilizzato nello studio della
sequenza del Centro Italia allo scopo di far (b)
Figura 13. Indici di danno per la sequenza del Centro Italia
emergere l’evoluzione del danneggiamento con =2 e legame TOM al 5% per T=0.3s (a) e T=0.5s (b).
strutturale. Tale sequenza non è stata utilizzata
nei risultati precedentemente presentati. Al fine di
rispecchiare le caratteristiche delle murature dei
centri storici danneggiati dalla sequenza, sono
state indagate, mediante un modello SDOF, le
duttilità 2 e 3 con il solo modello isteretico TOM
al 5% di softening. I risultati con duttilità 2 sono
presentati in Figura 13 per i periodi strutturali
scelti di 0.3 e 0.5s.
La Figura 14 mostra un comportamento
analogo al caso precedente, sebbene la duttilità in
quest’ultimo caso sia stata incrementata a 3:
solamente le struttura in muratura con buona
resistenza (k da 0.5 a 0.75) non hanno subito
danni con il mainshock del 24 agosto e sono
sopravvissute all’intera sequenza evitando il
collasso. Gli altri tipi di strutture meno resistenti (a)
hanno subito invece un danno consistente con il
mainshock per poi arrivare al collasso (DI=1) con
l’evento del 30 ottobre, o in alcuni casi anche
prima come per k=0.25.

(b)
Figura 14. Indici di danno per la sequenza del Centro Italia
con =3 e legame TOM al 5% per T=0.3s (a) e T=0.5s (b).

I risultati presentati non sono


necessariamente coerenti con i percentili
(a) presentati in precedenza relativi alle sequenze
internazionali, poiché sono riferiti ai soli periodi
0.3s e 0.5s.

SG03-75
6 CONCLUSIONI Tomazevic M., Lutman M., 1996. Seismic behavior of
masonry walls - Modeling of hysteretic rules, Journal of
In questo lavoro viene analizzato il Structural Engineering, 1048-1054.
comportamento delle strutture in muratura Rinaldin G., Amadio C., Macorini L. A macro-model with
soggette ad una sequenza sismica. Sono state nonlinear springs for seismic analysis of URM
buildings. Earthquake Engng Struct. Dyn. (2016) 45
utilizzate 10 sequenze sismiche internazionali, no.14: 2261-2281. DOI: 10.1002/eqe.2759.
mediante analisi dinamica di uno SDOF non Amadio C, Rinaldin G, Fragiacomo G. Investigation on the
lineare con un opportuno comportamento accuracy of the N2 method and the equivalent
isteretico, per le quali sono stati raccolti gli spettri linearization procedure for different hysteretic models,
inelastici e le richieste di duttilità della sequenza Soil Dynamics and Earthquake Engineering (2016),
alla struttura. Tali dati sono stati processati per 83:69-80, DOI: 10.1016/j.soildyn.2016.01.005
Rinaldin G, Amadio C, Fragiacomo M. Effects of seismic
ottenere la correzione da apportare al fattore di sequences on structures with hysteretic or damped
struttura da utilizzare nella progettazione. Le dissipative behaviour, Soil Dynamics and Earthquake
attuali normative tecniche non tengono conto Engineering, 97 (2017) 205–215, DOI:
della riduzione del fattore di struttura dovuta agli 10.1016/j.soildyn.2017.03.023
sciami sismici che, di fatto, seguono sempre Park YJ, Ang AHS. Mechanistic seismic damage model for
reinforced concrete. Journal of Structural Engineering
l’evento principale. Nell’ottica di una (ASCE) 1985a; 111(4):722–739.
progettazione delle strutture condotta secondo un Park YJ, Ang AHS, Wen YK. Seismic damage analysis of
principio di resilienza, è opportuno considerare reinforced concrete buildings. Journal of Structural
dei fattori di struttura ridotti sulla base delle Engineering 1985b; 111(4):740-757.
quantità evidenziate, facendo riferimento nella
progettazione al raggiungimento della
sopravvivenza della struttura ad un’intera serie di
eventi sismici, e non ad un unico evento come
viene fatto attualmente. Nel lavoro sono riportate
alcune prime indicazioni in tale senso anche se
ulteriori approfondimenti su strutture reali sono
necessari.

BIBLIOGRAFIA
ReLUIS-INGV Workgroup, 2016. Preliminary study of
Rieti earthquake ground motion records V4, available at
http://www.reluis.it.
Rinaldin G, 2016. Il sisma di Rieti,
http://giovanni.rinaldin.org/giovanni/cms/sisma-rieti-2.
Bruneau M, Reinhorn A, 2006. Overview of the Resilience
Concept. Proceedings of the 8th U.S. National
Conference on Earthquake Engineering, 2040, April 18-
22, 2006, San Francisco, California, USA.
Amadio C, Fragiacomo M, Rajgelj S, 2003. The effects of
repeated earthquake ground motions on the non-linear
response of SDOF systems. Earthquake engineering &
structural dynamics, 32 (2), 291-308.
Luzi L, Hailemikael S, Bindi D, Pacor F, Mele, F, Sabetta
F, 2008. ITACA (ITalian ACcelerometric Archive): A
Web Portal for the Dissemination of Italian Strong-
motion Data, Seismological Research Letters, 79 (5),
716–722. Doi: 10.1785/gssrl.79.5.716.
Fujiwara, H., Aoi, S., Kunugi, T., & Adachi, S. et al.
Strong-motion Observation Networks of NIED: K-NET
and KiK-net. Cosmos Report (2004).
Archuleta, R.J., Jamison S., Melinda S. The COSMOS
Virtual Data Center: A web portal for strong motion
data dissemination. Seismological Research Letters 77.6
(2006): 651-658.
Luzi L, Puglia R, Russo E & ORFEUS WG5 (2016).
Engineering Strong Motion Database, version 1.0.
Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia,
Observatories & Research Facilities for European
Seismology. doi: 10.13127/ESM.

SG03-76
ANIDIS 2017
PISTOIA

Analysis of the damage of ordinary buildings in the historic centre of Norcia


struck by the 2016 Italian earthquake
Antonio Borria, Romina Sistia, Andrea Protab, Marco Di Ludovicob, Sandro Costantinic, Marco Barluzzic,
Alessandro De Mariac, Elisabetta Aisac, Alessio Bragettic, Francesco Savic, Gianluca Fagottic, Luciano Baldic.
a
Dipartimento di Ingegneria, Università degli Studi di Perugia, Via G. Duranti 95 06125 Perugia
b
Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura, Università degli Studi di Napoli – Federico II, Via Claudio, 21,
80125 Napoli
c
Regione Umbria - Servizio Rischio Sismico e Programmazione interventi sul rischio idrogeologico, Via Palermo 86/a 06125
Perugia

Keywords: seismic performance, 2016 Central Italy earthquake, masonry buildings.

ABSTRACT
The behaviour of masonry buildings in 2016 earthquakes in Central Italy varied significantly in different areas. In
some small towns of Lazio and Marche regions widespread collapses were reported and serious damages occurred.
Instead, the ordinary buildings in the historic centre of Norcia showed a satisfactory response, considering the
number of seismic shocks that occurred in a short period of time and their relevant magnitude.
This paper shows the statistical ratings obtained by analysing the data collected through the first level survey form
for post-earthquake damage and usability assessment (AeDES). The form for the buildings in the historic centre of
Norcia were filled by the technicians of Seismic Risk Office of Umbria.
It was possible to correlate the levels of damage of the buildings with some structural parameters such as the
number of floors, the buildings age, the typological data, and others.

SG03-77
ANIDIS 2017
PISTOIA

Analisi del danno degli edifici ordinari nel centro storico di Norcia a seguito
dei sismi del 2016
Antonio Borria, Romina Sistia, Andrea Protab, Marco Di Ludovicob, Sandro Costantinic, Marco Barluzzic,
Alessandro De Mariac, Elisabetta Aisac, Alessio Bragettic, Francesco Savic, Gianluca Fagottic, Luciano Baldic.
a
Dipartimento di Ingegneria, Università degli Studi di Perugia, Via G. Duranti 95 06125 Perugia
b
Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura, Università degli Studi di Napoli – Federico II, Via Claudio, 21,
80125 Napoli
c
Regione Umbria - Servizio Rischio Sismico e Programmazione interventi sul rischio idrogeologico, Via Palermo 86/a 06125
Perugia

Keywords: sisma 2016, edifici in muratura, analisi del danno.

ABSTRACT
Gli eventi sismici del 2016 nel Centro Italia hanno messo in luce differenze notevoli nella risposta sismica delle
costruzioni in muratura delle diverse zone. In particolare, gli edifici del centro storico di Norcia, a differenza di
quanto accaduto in altri centri abitati nel Lazio e nelle Marche, hanno manifestato un comportamento strutturale più
che soddisfacente, tenuto conto dell'entità del sisma che li ha colpiti e della ripetizione di più scosse sismiche in un
breve periodo di tempo.
Nel presente articolo vengono mostrate alcune valutazioni statistiche ottenute a partire dai dati delle schede AeDES
che sono state compilate nei sopralluoghi di agibilità eseguiti dai tecnici del Servizio Sismico della Regione
Umbria negli edifici del centro storico di Norcia.
Dall’esame di queste informazioni è stato possibile correlare il livello di danno degli edifici con alcuni macro
parametri strutturali quali, ad esempio: la categoria di intervento effettuato, il numero di piani, l'epoca di
costruzione, la posizione della cellula edilizia nel tessuto urbano, ed altri.

storici italiani. Inoltre, gran parte delle


costruzioni nel centro storico di Norcia sono state
1 INTRODUZIONE consolidate o ricostruite ex novo in seguito ai
Il sisma del 24 agosto 2016 e le successive terremoti del 1971, 1979 e 1997; si ha quindi la
repliche del 26 e del 30 ottobre 2016 e del 18 possibilità di valutare l’efficacia degli interventi
gennaio 2017 hanno portato lutti e gravi danni al realizzati, distinguendoli per categorie, su un
patrimonio edilizio e culturale dell’Italia centrale. campione sufficientemente numeroso di edifici
La Protezione Civile, fra le molteplici attività che sono stati “testati” dai ripetuti sismi del 2016.
svolte, ha coordinato il rilievo dei danni che è Infine, bisogna sottolineare che dopo la scossa
stato effettuato tramite gli strumenti schedografici sismica del 30 ottobre 2016 tutti i sopralluoghi di
(schede AeDES) previsti dalle norme per gestire agibilità e rilievo dei danni nel centro storico di
la funzione censimento danni in contesti Norcia sono stati effettuati esclusivamente da
emergenziali (DPCM 5/5/2011, 2011). personale del Servizio Rischio Sismico della
In questo articolo i dati contenuti nelle schede Regione Umbria (molti dei quali sono tra gli
AeDES relative agli edifici ordinari del centro autori del presente lavoro) per conto del
storico di Norcia sono stati utilizzati per ricercare Dipartimento di Protezione Civile. Ogni singolo
le possibili correlazioni fra i livelli di danno edificio è stato visionato sia dall’esterno che
riscontrati e le configurazioni strutturali. dall’interno, quando le condizioni ne
L’analisi è stata limitata al centro storico di permettevano l’accesso in sicurezza; ciò ha
Norcia perché esso è costituito quasi permesso la conoscenza di informazioni
esclusivamente da edifici in muratura, che aggiuntive, rispetto a quelle desumibili dalla mera
formano quindi un campione di studio omogeneo lettura della scheda AeDES, che arricchisce
e rappresentativo della situazione di molti centri ulteriormente la base di dati a disposizione.

SG03-78
I dati riportati nella scheda AeDES derivano Al fine di valutare l’incidenza degli effetti di
dall’ispezione diretta dell’edificio eseguita dai sito sui danneggiamenti subiti dagli edifici del
tecnici compilatori, nonché dall’intervista al centro storico di Norcia è necessario riportare, in
proprietario/fruitore dell’edificio. Non va modo sintetico, alcune considerazioni geologiche
dimenticato che, per sua natura, la scheda AeDES sul sito in esame. In particolare, risulta una
è uno strumento speditivo da utilizzare in sostanziale uniformità di risposta sismica del
situazione di emergenza e dunque la sua centro storico di Norcia, classificato negli studi di
compilazione non sempre risulta agevole; a volte livello 1 come “Area di fondovalle con depositi
i tecnici agibilitatori si sono trovati a gestire alluvionali – 6: Zona stabile suscettibile di
situazioni complesse con la popolazione amplificazione sismica locale”. Gli studi di
terremotata e più di una volta è capitato di subire livello 2 mettono in evidenza un rilevante valore
scosse sismiche di rilievo durante lo svolgimento dei fattori Fa e Fv rispettivamente di 1.5-1.6 per
dei sopralluoghi. Ulteriori difficoltà sono derivate quasi tutto l’intero centro storico. Per quanto
dalla ripetizione dei sopralluoghi a seguito delle riguarda i fenomeni di fratturazione superficiale
più forti scosse di assestamento che hanno cosismici, le risultanze emerse dalla campagna di
prodotto, in alcuni casi, rilevanti peggioramenti sopralluoghi sono riassunte in Figura 2
del quadro fessurativo presente sull’edificio.

Figura 1. a) Esiti di agibilità a Norcia al 30 marzo 2017. b) Crolli e crolli parziali a Norcia al 30 marzo 2017. Nota: nonostante
la massima attenzione posta nel trasporre sulla mappa gli esiti espressi tramite le schede AeDES, potrebbero essere presenti
alcune inesattezze, dovute anche al fatto che la base cartografica utilizzata non presentava le più recenti modifiche catastali.

Figura 2. Evidenze di fratturazioni superficiali rilevate che hanno interessato edifici. In rosso: sistema di faglie attive
individuate da una campagna del 2005 (DPCN-USSN, 2006). In blu: fratture rilevate (la freccia indica la parte ribassata). La
direzione delle fratture rilevate, seppure per una estensione limitata, risulta congruente con quella del sistema tettonico attivo
presente nella zona NNW-SSE ed in particolare quella rilevata nel punto 4 potrebbe essere la prosecuzione della lineazione già
individuata con gli studi del 2006.

SG03-79
2 ANALISI DEI DATI CONTENUTI NELLE
SCHEDE AEDES
Sono stati analizzati i dati di 686 schede
AeDES, tutte riferite ad unità strutturali (US)
all’interno delle mura urbiche di Norcia.
Le schede analizzate sono state compilate per
edifici ordinari sia privati che pubblici,
indipendentemente dal fatto che l’edificio fosse o
meno sottoposto a vincolo.
Il campione analizzato è costituito per il 94%
da US con strutture in muratura e per il 6% da US
con altre strutture. Tutte le successive
elaborazioni fanno riferimento al campione
costituito dalle 644 unità strutturali in muratura
(US_M).
In Figura 3 è riportata la distribuzione del
campione in funzione della tipologia muraria. Si
nota come, a prescindere dalla presenza di catene
o cordoli, il 38% delle US_M sia costituito da Figura 3. Suddivisione delle US_M in funzione della
muratura irregolare e di cattiva qualità (tipologie tipologia muraria e della presenza di cordoli o catene.
B, C, B+C); il 28% da murature a tessitura
regolare e di buona qualità (tipologie D, E, D+E),
ed infine il 33% delle US_M presentano una
situazione mista, ovvero sia murature di buona
che di cattiva qualità (tipologie B+D, B+E, C+E).
Analizzando la distribuzione del campione in
funzione delle tipologie orizzontali (Figura 4), si
osserva poi come il 43% delle US_M abbia degli
orizzontamenti costituiti esclusivamente da travi
(o travetti) con soletta rigida. Ciò è dovuto al
fatto che dopo il terremoto che colpì Norcia nel
1979, uno degli interventi più diffusi è stato
quello della sostituzione degli orizzontamenti
esistenti con solai in latero-cemento. Le unità
strutturali in cui sono state conservate alcune
delle volte originariamente presenti costituiscono
complessivamente il 34% del campione (tipologie
“2+5”; “3+5”; “2+6”; “3+6”). Sono appena il 4%
le US_M in cui è stata osservata la presenza di
solai con travi (in legno o acciaio) con soletta
deformabile (tipologia “4”).
Complessivamente, il 27% delle US_M è Figura 4. Suddivisione delle US_M in funzione della
risultato immediatamente agibile, il 39% tipologia di strutture orizzontali.
temporaneamente inagibile, il 3% parzialmente
inagibile e il 31% inagibile con danni più o meno
gravi (Figura 5).
Essendo l’analisi limitata al centro storico di
Norcia, solo per il 5% delle US_M si ha a che
fare con un edificio isolato, di cui il 47% agibile,
rispetto ad una media del 26% di agibilità per le
unità strutturali in aggregato (Figura 6).
Figura 5. Esito di agibilità per le unità strutturali in
muratura nel centro storico di Norcia.

SG03-80
Come si può notare da tale figura, nel caso quando i restauri siano per quello di non grande
delle US facenti parte di un aggregato si ha un entità”).
aumento considerevole degli esiti legati a danni Dalla Figura 7 si nota comunque come il
non gravi, evidentemente dovuti agli effetti di numero di piani fuori terra, se non superiore a tre,
interazione fra le US dell’agglomerato. sia un parametro che poco influenza la
La maggior parte delle US_M sono distribuzione degli esiti di agibilità. Solo nel caso
caratterizzate dall’avere un numero di piani fuori degli edifici con quattro piani fuori terra si ha un
terra compreso fra due (49% delle US_M) e tre netto incremento di edifici inagibili (58%).
(35% delle US_M). Questo è dovuto, in gran Nel campione analizzato, l’81% delle US_M
parte, al Regolamento Edilizio di Norcia emanato presentano coperture pesanti non spingenti; il
dopo il sisma del 1859 che, sebbene non sempre 26% di tali US è risultato inagibile e il 29%
rispettato, impose tali altezze per la maggior parte agibile. Fra il 3% delle US_M che sono invece
degli edifici (Art. 16: “Le fabbriche nuove non si caratterizzate da coperture spingenti pesanti ben il
facciano che di due piani, cioè del pian terreno e 73% è risultato inagibile (Figura 8), confermando
del piano superiore”; Art. 17: “Nelle case da quanto peraltro è noto da tempo, ovvero che tale
restaurarsi non si conservi il terzo piano se non
tipologia di copertura costituisce un forte
elemento di vulnerabilità.

Figura 6. Esiti di agibilità in funzione della posizione dell’edificio.

Figura 7. Esiti di agibilità in funzione del numero di piani fuori terra (nell’1% dei casi non è stato specificato il numero di piani
nella scheda AeDES).

Figura 8. Esiti di agibilità in funzione del tipo di copertura. Sono esclusi dalla statistica: l’1% di edifici con copertura spingente
leggera ed il 6% di edifici per i quali la copertura non era osservabile.

SG03-81
Analizzando gli esiti di agibilità (Figura 9) e i US_M inagibili sono solo il 12%, mentre ben il
livelli di danno delle strutture verticali (Figura 48% sono agibili e i danni gravissimi sono
10) in funzione della tipologia di muratura, si presenti solamente nel 3% dei casi. Una
nota una netta differenza di comportamento fra le situazione intermedia si presenta quando le
US_M con murature di buona qualità e quelle con tipologie murarie sono miste (B+E, C+E), pur
murature di cattiva qualità, a conferma, se mai ce con una netta prevalenza dei casi positivi.
ne fosse ancora bisogno, della forte influenza Considerata l’influenza che l’evento sismico
della qualità muraria sulla risposta sismica delle del 1979 e la seguente normativa regionale del
costruzioni. Infatti, ben il 74% delle US_M con 1981 (Regione Umbria, 1981) hanno avuto
muratura di tipologia B (muratura irregolare e di sull’edificato del centro storico di Norcia, il
cattiva qualità, senza catene o cordoli) è risultato campione di dati è stato valutato in funzione
inagibile. Questi edifici hanno avuto danni dell’epoca di costruzione e di quella
gravissimi (D4-D5) nel 39% dei casi e medio dell’eventuale ristrutturazione (Figura 11).
gravi (D2-D3) nel 44%. Nel caso in cui la
In primo luogo occorre notare che
muratura è di cattiva qualità ma sono presenti
catene o cordoli (tipologia C), la percentuale di considerando tutti gli edifici nel centro storico di
US_M inagibili si abbassa al 43%; in questo Norcia rilevati, solo il 9% è stato costruito prima
gruppo di edifici si sono avuti danni gravissimi del 1982 e non è stato mai consolidato, mentre
nel 17% dei casi e medio gravi nel 45%, l’11% è stato costruito prima del 1982 ed è stato
dimostrando ancora una volta come la presenza di consolidato prima del 1982. Per questi casi, che
elementi che garantiscano i collegamenti tra rappresentano un quinto del totale, si può dire che
pareti ortogonali e tra pareti ed orizzontamenti gli edifici non avevano strutture progettate in
migliori il comportamento di una struttura in chiave antisismica moderna.
muratura. Nel caso di murature di buona qualità
con cordoli e catene (tipologia E) la situazione è
completamente ribaltata in senso positivo: le

Figura 9. Esiti di agibilità in funzione della tipologia di muratura. L’analisi è stata limitata alle tipologie murarie presenti in
percentuali significative sull’intero campione US_M (si veda Figura 3).

Figura 10. Livelli di danno delle strutture verticali in funzione della tipologia di muratura. L’analisi è stata limitata alle
tipologie murarie presenti in percentuali significative sull’intero campione US_M (si veda Figura 3). D1<1/3= danno lieve
esteso a meno di un terzo delle strutture verticali; D1>1/3= danno lieve esteso a più di un terzo delle strutture verticali; D2-
D3=presenza di danno medio-grave, indipendentemente dall’estensione; D4-D5=presenza di danno gravissimo,
indipendentemente dall’estensione.

SG03-82
I rimanenti edifici si possono suddividere in un più moderne, solo il 13% è risultato inagibile,
60% costruito prima del 1982 ma consolidato mentre il 52% è agibile.
dopo tale anno, dunque con criteri antisismici, e Per valutare l’efficacia degli interventi
in un 12% di edifici costruiti dopo il 1982 e realizzati a seguito del terremoto del 1979, è stato
quindi in accordo ai moderni accorgimenti poi studiato un sottoinsieme costituito dalle 387
antisismici. Dunque, in totale, il 72% degli edifici schede AeDES relative a US_M costruite prima
possedevano caratteristiche antisismiche. Per la del 1982 e rinforzate dopo il 1982.
parte rimanente di edifici, pari all’ 8% del totale, Osservando la distribuzione degli esiti di
non è stato possibile conoscere con esattezza agibilità (Figura 12) non si apprezzano differenze
l’anno di costruzione. sostanziali fra le tipologie di intervento.
Si può quindi affermare che dell’80% delle Analizzando però il livello di danno delle
US_M che risulta essere costruito strutture verticali (Figura 13) la minore
antecedentemente al 1982, quel 9% che non ha percentuale di danni gravissimi (D4-D5) si
subito alcun tipo di intervento di ristrutturazione manifesta nel caso di intervento H2 (murature con
è risultato per il 69% inagibile e solo per l’11% intonaco armato), mentre lo stesso tipo di danno è
agibile. Nei casi in cui siano state realizzate delle più frequente in quelle US_M per le quali è stata
ristrutturazioni le percentuali di inagibilità si indicata un’epoca di ristrutturazione ma non sono
abbassano al 43% e al 27% a seconda che gli stati realizzati interventi sulle murature (questa
interventi siano antecedenti o successivi al 1982. situazione corrisponde al caso in cui sulla scheda
Delle US_M costruite dopo il 1982, e quindi AeDES viene indicata una ristrutturazione nella
progettate e realizzate con prescrizioni normative sezione 2, mentre non è barrata alcuna opzione
sulla colonna “rinforzata” della sezione 3).

Figura 11.Esiti di agibilità in funzione dell’epoca di costruzione e dell’eventuale ristrutturazione (nell’8% dei casi non è stato
possibile conoscere con esattezza l’anno di costruzione).

Figura 12. Esiti di agibilità per le US_M realizzate prima del 1982 e ristrutturate dopo il 1982 in funzione del tipo di
intervento. Sono rappresentati i risultati ottenuti per le tipologie di intervento presenti in percentuali significative sul campione.
H1 (murature con iniezioni o intonaci non armati), H2 (murature con intonaci armati); H3 (murature con altri o non identificati
interventi); interventi altre strutture (US_M per le quali nella sezione 2 della scheda AeDES è stata indicata un’epoca di
ristrutturazione ma nella sezione 3 non sono stati indicati interventi sulle murature).

SG03-83
Figura 13. Livello di danno delle strutture verticali per le US_M realizzate prima del 1982 e ristrutturate dopo il 1982 in
funzione del tipo di intervento. Sono rappresentati i risultati ottenuti per le tipologie di intervento presenti in percentuali
significative sul campione. H1 (murature con iniezioni o intonaci non armati), H2 (murature con intonaci armati); H3
(murature con altri o non identificati interventi); interventi altre strutture (US_M per le quali nella sezione 2 della scheda
AeDES è stata indicata un’epoca di ristrutturazione ma nella sezione 3 non sono stati indicati interventi sulle murature)
(D1<1/3= danno lieve esteso a meno di un terzo delle strutture verticali; D1>1/3= danno lieve esteso a più di un terzo delle
strutture verticali; D2-D3=presenza di danno medio-grave, indipendentemente dall’estensione; D4-D5=presenza di danno
gravissimo, indipendentemente dall’estensione).

I sopralluoghi eseguiti per il censimento dei regolare, assenza di volte, solai e


danni hanno consentito di individuare le copertura rigidi o semirigidi.
principali tipologie edilizie prevalenti nel centro Le tipologie “I”, “II”, “III” ed “V” possono
storico di Norcia. Su tali tipologie sono stati avere le murature irregolari e di cattiva qualità
valutati gli esiti di agibilità (Figura 15) e i livelli consolidate. In tal caso ad esse si aggiunge il
di danno delle strutture verticali (Figura 16). pedice “R”.
Le tipologie edilizie individuate sono le I risultati ottenuti sono in linea con le
seguenti: aspettative. Infatti, la tipologia “I”, in cui
- Tipologia edilizia “I”. Murature rientrano gli edifici con presenza di volte e
prevalentemente a tessitura irregolare e di murature di cattiva qualità, ha avuto un’elevata
cattiva qualità, volte al piano più basso, percentuale di inagibilità (74%) e di danni
solai ai livelli superiori e copertura rigidi gravissimi (38%), mentre la tipologia “IV”, in cui
o semirigidi. ricadono gli edifici con solai rigidi o semirigidi e
- Tipologia edilizia “II”. Murature sia a murature di buona qualità ha avuto il 10% di
tessitura irregolare che a tessitura inagibilità e danni gravissimi solo nel 6% dei
regolare, volte al piano più basso, solai ai casi. Valori intermedi, fra gli estremi appena
livelli superiori e copertura rigidi o illustrati, sono stati ottenuti per le altre tipologie.
semirigidi. In tutte le tipologie, nel caso di interventi sulle
- Tipologia edilizia “III”. Murature di strutture murarie si osserva una riduzione
cattiva qualità, solai e copertura rigidi o sensibile della percentuale di US_M inagibili.
semirigidi ed assenza di volte. (dal 74% al 52% per la tipologia “I”, dal 26% al
- Tipologia edilizia “IV”. Murature di 10% nel caso della tipologia “II”; dal 61% al 27%
buona qualità a tessitura regolare, solai e per la tipologia “III” e dal 35% al 14% nel caso
copertura rigidi o semirigidi, assenza di della tipologia “V”).
volte.
- Tipologia edilizia “V”. Murature sia a
tessitura irregolare che a tessitura

SG03-84
I II III IV V
muratura a tessitura regolare solai rigidi o semirigidi
muratura a tessitura irregolare e di cattiva qualità volte
Figura 14. Rappresentazione schematica delle tipologie edilizie prevalenti nel centro storico di Norcia.

Figura 15. Esiti di agibilità in funzione delle tipologie edilizie caratteristiche del centro storico di Norcia.

Figura 16. Livello di danno delle strutture verticali in funzione delle tipologie strutturali individuate.

SG03-85
Figura 17. Livello di danno delle strutture verticali in funzione dell’epoca di costruzione e dell’eventuale ristrutturazione: da
notare come le percentuali di danni gravissimi diminuiscano per le costruzioni consolidate in epoca più recente e, soprattutto,
per le costruzioni realizzate negli ultimi anni. In modo del tutto analogo aumentano le percentuali di edifici agibili. Nota:
nell’8% dei casi non è stato possibile conoscere con esattezza l’anno di costruzione. (D1<1/3= danno lieve esteso a meno di un
terzo delle strutture verticali; D1>1/3= danno lieve esteso a più di un terzo delle strutture verticali; D2-D3=presenza di danno
medio-grave, indipendentemente dall’estensione; D4-D5=presenza di danno gravissimo, indipendentemente dall’estensione).

sette eventi rilevanti, a distanza di pochi giorni


l’uno dall’altro, e quindi con effetti di accumulo
3 CONCLUSIONI del danneggiamento sulle strutture, i crolli degli
Nel presente articolo sono stati analizzati i dati edifici ordinari sono stati limitatissimi. Solo il
contenuti nelle schede di rilevamento dei danni, 14% di tutti gli edifici esaminati ha avuto un
pronto intervento e agibilità (schede AeDES) livello di danno gravissimo. Tale percentuale
compilate per edifici ordinari del centro storico di diminuisce in misura rilevante per le costruzioni
Norcia dopo il terremoto del 30 ottobre 2016. consolidate in epoca più recente e, soprattutto, per
Le elaborazioni dei dati fanno riferimento al le costruzioni realizzate negli ultimi anni (solo il
campione costituito dalle 644 unità strutturali con 4%).
struttura in muratura, che costituiscono il 94% Discorso del tutto diverso, purtroppo, per
delle schede compilate. quanto riguarda gli edifici tutelati (le chiese, in
Gli esiti di agibilità e il danno riportato dalle particolare, sono crollate quasi tutte) dove gli
strutture verticali sono stati correlati con le interventi effettuati nel passato sono stati
caratteristiche strutturali deducibili dalla scheda condizionati e limitati da intendimenti
AeDES. Dall’analisi di tali correlazioni emergono conservativi che, evidentemente, si sono
importanti conferme a quanto ben noto ormai da dimostrati assolutamente inopportuni.
tempo, almeno per i tecnici esperti di costruzioni Gli effetti amplificativi stratigrafici, come si è
murarie, ovvero che la buona qualità costruttiva, visto, sono stati significativi (fattore di
intesa come qualità muraria ed efficacia dei amplificazione Fa = 1.6) ma comunque omogenei
collegamenti, è il requisito fondamentale per una su quasi tutta l’area del centro storico di Norcia.
buona risposta agli eventi sismici. Le fagliazioni superficiali hanno prodotto danni
Bisogna ricordare che questa è la prima volta gravi ma su un limitato numero di edifici
che un centro storico di significative dimensioni, all’interno del centro storico.
colpito da un violento sciame sismico, dimostra L’analisi dei dati raccolti per gli edifici
risposte sostanzialmente positive ad eventi di ordinari aiuta a capire quali accorgimenti
forte intensità, ripetuti più volte in breve tempo e costruttivi hanno prodotto un risultato
con epicentri a pochi km di distanza. È vero che sostanzialmente positivo e può costituire un utile
molti edifici sono stati danneggiati, alcuni anche riferimento per la ricostruzione delle zone colpite
gravemente, e sicuramente ci vorranno anni prima dagli eventi del 2016.
di tornare alla normalità, tuttavia è evidente che il A Norcia circa il 72% degli edifici in muratura
panorama post sismico del centro storico di erano stati progettati o consolidati con criteri
Norcia è molto diverso da quello del centro antisismici (Figura 11): tali edifici hanno avuto
storico di Accumoli o di Amatrice o di Arquata percentuali di inagibilità e di danno grave
sul Tronto o anche di L’Aquila o di Onna o di sensibilmente più basse di quelli non consolidati
Paganica dopo il sisma del 2009. A Norcia, dopo o consolidati senza criteri antisismici. La prima

SG03-86
considerazione che si può fare riguarda quindi ricostruzione, in modo tale che al prossimo
l’importanza degli interventi preventivi, che se (purtroppo inevitabile) sisma si possano ottenere
vengono fatti privilegiando gli aspetti statici, danneggiamenti delle costruzioni ancora più
strutturali ed antisismici, consentono di limitati.
migliorare sensibilmente la risposta al sisma
dell’edificio. Quanto appena affermato adesso
non è più solo una previsione suffragata da 4 RINGRAZIAMENTI
modellazioni numeriche o da pochi casi sporadici Si ringraziano tutti coloro che, insieme agli
esaminati in occasione di passati terremoti, come
autori del presente articolo, hanno partecipato ai
era prima di questo sisma, ma si basa su quanto
osservato su varie centinaia di edifici che sono sopralluoghi di agibilità: Federico Bernardini,
stati sottoposti ripetutamente ad eventi sismici Fabio Bontempo, Roberta Ciarapica, Marco
rilevanti. Cittadini, Luigi Daniele, Massimo Fiani, Cinzia
Un altro elemento interessante riguarda il buon Gioacchini, Federica Modesti, Riccardo Norgini,
comportamento delle strutture nuove in muratura; Francesca Pieretti, Lucia Sepicacchi, Claudio
dalle Figura 15, Figura 16 e 18 si vede come gli Serafini, Catia Sereni, Marco Tanci.
edifici in blocchi (quasi tutti laterizi semipieni) Si ringrazia il Comune di Norcia ed in
costruiti dopo il 1982 abbiano avuto un particolare Maurizio Rotondi, Livio Angeletti,
comportamento eccellente. Un secondo Santina Funari, Maria Testa, Romolo Trincia,
insegnamento potrebbe essere quindi il seguente: Orlando Granci, Giuseppe Recchi, Elisabetta
laddove si vuole ricostruire ex novo, il sistema Cosetti.
strutturale in muratura di blocchi è una valida Si ringrazia il COAR di Norcia ed in
soluzione. particolare Fausto Dominici e Fernando Scabissi.
Per quanto riguarda le diverse tipologie di Si ringrazia infine Francesco Botondi per
intervento, pur nei limiti di un’analisi statistica l’attività svolta sugli argomenti qui esposti
che andrebbe approfondita tenendo conto delle nell’ambito del lavoro di tesi.
modalità esecutive dei vari interventi, il grafico di
Lo studio di cui alla presente nota è stato
Figura 13 fornisce queste indicazioni: 1) per gli
edifici dove sono stati consolidati solamente gli svolto nell’ambito del Progetto Esecutivo
orizzontamenti non si ha un sensibile ReLUIS 2017 – Linea murature e della
miglioramento degli esiti di agibilità e del livello convenzione ReLUIS Sisma 2016.
di danno rispetto a quelli dove non si è
intervenuti; 2) per gli edifici dove sono state
consolidate le murature verticali, i danni e le REFERENCES
inagibilità sono state sensibilmente inferiori DPCM 5/5/2011, 2011. Approvazione del modello per il
rispetto ai casi di edifici non consolidati; 3) dal rilevamento dei danni, pronto intervento e agibilità per
punto di vista delle tipologie di intervento si può edifici ordinari nell’emergenza post-sismica e del
relativo manuale di compilazione
affermare che le iniezioni hanno prodotto un buon DPCN-USSN, 2006. Microzonazione sismica del centro
risultato ed un risultato ancor migliore è stato abitato di Norcia. Prima campagna di analisi
conseguito dagli edifici rinforzati con l’intonaco paleosismologiche, agosto-settembre 2005. P. Galli et
armato (ricordiamo che a Norcia l’intonaco al.. rev. 1.1 Maggio 2006.
armato è quasi sempre bilaterale, a differenza di Regione Umbria, 1981. Direttive tecniche ed
esemplificazione delle metodologie di interventi per la
quanto osservato nelle frazioni vicine). riparazione ed il consolidamento degli edifici
Dalla Figura 10 emerge, insieme al ruolo della danneggiati da eventi sismici (art. 38 L.R. 1/7/81 n. 34)
buona qualità muraria, anche il ruolo positivo di
cordoli e catene, confermando l’utilità di
prevedere, in fase di ricostruzione, una
sistematica realizzazione dei dispositivi di
collegamento fra i solai e le pareti e fra le pareti
ortogonali.
Utile anche ridurre o eliminare le spinte in
copertura e privilegiare le coperture leggere,
come evidenziato dalla Figura 8.
In conclusione, è auspicabile che l’analisi dei
danni prodotti dai terremoti del 2016 sul centro
storico di Norcia possa contribuire a definire le
buone pratiche da applicare per la futura

SG03-87
ANIDIS 2017
PISTOIA

Historical quakeproof building systems in Italy: constructional skill and


normative experimentation. Notes for a critical comparison
Caterina Melea, Paolo Piantanidaa
a
Dipartimento di Ingegneria Strutturale Edile e Geotecnica, corso Duca degli Abruzzi 24, 10129, Torino

Keywords: quakeproof building systems, historical buildings, casa baraccata, historical aseismic standards

ABSTRACT
The most part of the Italian Building heritage shows a vulnerability come of striking interest after the last
earthquake disasters, with the whole destruction of peculiar settlement compasses.
To every historical observation of building heritage seismic vulnerability it mostly corresponds an intense search of
more effective quakeproof systems and criteria, and of new urbanistic standards to attenuate the risk and to prevent
the most remarkable damages. Much less energy is historically devoted to investigating whether the causes of
collapses are to be attributed to regulatory noncompliance and faulty construction or whether the real full
requirement compliance positively validated the constructive and regulatory criteria at that time in force. Very
often the introduction of normative and typological discontinuities was preferred instead of continuously verifying
and in case upgrading the historical constructive skills. The study of “vernacular” wood frame-based systems is of
great interest: in Italy they appear in different contexts and the first examples date back to Roman times or even
earlier. Particularly important are the so-called beneventan “case baraccate”, adopted in Campania after the
earthquake of 1627, or the “case baraccate” of the Bourbon period: the latter have been systematized in a very
precise type after the Calabria earthquake of 1783 and proved to have a really favorable behavior to seismic
stresses, as observed in the quake of 1908. Just after, the drive to use reinforced concrete coupled with economic
impulses leaded to the substitution of “casa baraccata” with reinforced concrete housings, despite the collapse of
some buildings of such kind. Political and regulatory wills, driven by economic lobbies appearing to overcome
constructive factors, tend to favor the use of techniques that can easily be traced back to a theoretical model, rather
than retaining local skills that proved to translate in effective, sustainable techniques linked to the historical local
memory.

SG03-88
ANIDIS 2017
PISTOIA

Sistemi costruttivi antisismici storici in Italia: magistero costruttivo e speri-


mentazione normativa. Alcune note di confronto critico

Caterina Melea, Paolo Piantanidaa


a
Dipartimento di Ingegneria Strutturale Edile e Geotecnica, corso Duca degli Abruzzi 24, 10129, Torino

Keywords: quakeproof building systems, historical buildings, casa baraccata, historical aseismic standards

ABSTRACT
Ad ogni storica constatazione di vulnerabilità sismica del nostro patrimonio edilizio corrisponde una intensa ricerca
di sistemi e criteri antisismici maggiormente efficaci, e di norme urbanistico-edilizie per attenuare il rischio o pre-
venire i danni più rilevanti. Molte meno energie vengono storicamente dedicate ad investigare se le cause dei crolli
siano da ascrivere a non conformità normativa e costruttiva e se il pieno rispetto delle prescrizioni abbia invece po-
sitivamente collaudato i criteri costruttivi e normativi, preferendo l’introduzione di novità normative e tipologiche
in luogo della continuità nella verifica dei magisteri costruttivi. Grande interesse ha lo studio dei sistemi costruttivi
con ossatura lignea, i cui primi esempi precedenti all’epoca romana. Le case baraccate “alla beneventana”, (terre-
moto del 1627) o le case baraccate di epoca borbonica (terremoto delle Calabrie, 1783), confermarono un compor-
tamento sismico favorevole nella catastrofe di Messina del 1908. Però la spinta generalizzata verso il calcestruzzo
armato unita a pulsioni economiche favorirono la ricostruzione con ossatura in calcestruzzo. Volontà politiche e
normative, indotte da fattori economici prevalenti sui fattori costruttivi, privilegiarono sistemi facilmente ricondu-
cibili a modelli teorici, piuttosto che mantenere vive competenze locali che la realtà ha dimostrato tradursi in tecni-
che efficaci, sostenibili e legate alla memoria storica dei luoghi.

da un’intelaiatura lignea è stata sottoposta ad una


serie di prove meccaniche nel laboratorio
1 INTRODUZIONE dell’Istituto per la valorizzazione del legno e delle
La notizia di alcune recenti sperimentazioni specie arboree del Consiglio Nazionale delle Ri-
aventi per oggetto le murature realizzate secondo
il sistema intelaiato in legno di età borbonica (no-
tiziario on line cnr-ivalsa, 18 marzo 2017,
http://www.ivalsa,cnr.it), ripropone il tema della
necessità di studiare approfonditamente il com-
portamento delle strutture che si sono rivelate nel
tempo e alla prova dei fatti capaci di resistere alle
sollecitazioni sismiche. In particolare una delle
sperimentazioni ha riguardato la ricostruzione in
scala 1:1 (Figura 2) di una parete della casa del
Vescovo di Mileto di Vibo Valentia, edificio (Fi-
gura 1) ricostruito dopo il 1783 secondo le rac-
comandazioni tecniche del regolamento edilizio
messo a punto dal governo di Ferdinando IV di
Borbone per la ricostruzione delle Calabrie e del
messinese, dopo il sisma del 1783. L’edificio,
seppure in stato di abbandono, è ancora esistente
e ha resistito, egregiamente, con pochi danni, al Figura 1. Parete del Palazzo del Vescovo di Mileto rico-
sisma del 1908. La parete in muratura rinforzata struita per le prove presso il CNR-Ivalsa [Ansa]

SG03-89
cerche (CNR-Ivalsa) di San Michele all’Adige
(TN). Alle diverse sollecitazioni la parete ha di-
mostrato un comportamento antisismico eccellen-
te e ha dimostrato a conclusione del test, che un
sistema costruttivo ideato a fine Settecento come
quello borbonico è in grado di resistere a eventi
sismici di una certa rilevanza e che questa tecno-
logia, una volta compiuti i dovuti approfondimen-
ti e adottando sistemi di connessioni innovativi,
potrebbe essere favorevolmente applicata a edifici
moderni garantendone stabilità e sicurezza.

2 LE STRUTTURE INTELAIATE IN LE- Figura 2. Palazzo del Vescovo di Mileto a Vibo Valentia,
GNO stato attuale [Ansa, Università della Calabria]

2.1 L’uso storico del legno nelle zone ad alta


sismicità grafiche e geomorfologiche del sito. Soprattutto
In Italia tra le zone ad alto rischio sismico una di quello di Messina. La città risulta infatti inin-
tra le più documentate fin dall’antichità è l’area terrottamente abitata dal tempo della sua fonda-
che si colloca intorno allo Stretto di Messina, le zione coloniale di origine calcidica nell’VIII se-
sponde calabra e siciliana. La lunga sequenza di colo a. C.. L’abitato si colloca nella fertile pianu-
eventi sismici a volte accompagnati da maremoti, ra alluvionale, ricca di acque, compresa tra il
che ha connotato il territorio dello Stretto è infatti lembo di terra a forma di falce (la penisola di San
oggetto di documentazione storica fin dal I secolo Ranieri) che forma l’insenatura del porto e i re-
a. C., grazie alle testimonianze del geografo e trostanti Monti Peloritani. Questo porto naturale,
storico greco Strabone, e successivamente dello ampio e di notevole rilevanza commerciale e stra-
scrittore latino Giulio Ossequente i . Le fonti tegica, di oltre 80 ettari di superficie, è probabil-
storiche insieme alle evidenze archeologiche mente la ragione principale della frequentazione
delineano per l’area un quadro in cui si continua nel tempo dell’area.
susseguono e si alternano a frequenti eventi Il secondo quesito riguarda il problema dei
sismici di bassa intensità eventi catastrofici crolli e delle ricostruzioni dell’abitato a seguito
ciclici, talora accompagnati da maremoti. Se nel dei ricorrenti eventi sismici. Certamente vista la
medioevo fino al XV secolo le fonti natura del sito le popolazioni residenti debbono
documentarie sono per lo più frammentarie ed aver trovato il modo di convivere con il rischio
eterogenee, spesso semplici notule a margine di sismico. È ipotizzabile che, almeno in parte, il
testi religiosi o cronachistici, a partire dal XVI legno fosse impiegato nell’area come materiale
secolo divengono più attendibili. Di “molti e da costruzione preferenziale, certamente veniva
grandi terremoti” riferisce ad esempio l’abate be- utilizzato anche per i ricoveri di emergenza. A
nedettino e matematico Francesco Maurolico, questo proposito un riferimento si trova
nella sua opera Sicanicarum rerum compendium nell’Iconologia (1664) del padre gesuita Placido
(1562), a proposito di scosse che interessano la Samperi, in relazione al terremoto dell’agosto del
città di Messina nel maggio e nel settembre 1494. 1599, episodio di una lunga sequenza sismica che
Nella sua cronaca è citato anche un secondo si- interessò sia Messina che Reggio Calabria, dove
sma che, nel febbraio del 1509, costrinse la popo- si riferisce di danni così rilevanti alle abitazioni
lazione a rifugiarsi nei campi fuori dalle mura da costringere le popolazioni ad abbandonarle per
della cittàii. Per chi studia la storia del costruito, rifugiarsi in baracche di legno iii. D’altro canto,
a fronte di questo quadro di catastrofi ricorrenti soprattutto nella Calabria settentrionale, il rile-
che accompagna tutta la storia conosciuta del sito, vante patrimonio boschivo ha certo favorito l’uso
emergono due principali quesiti. Per quanto ri- del legno per le costruzioni, come è documentato
guarda il primo è inevitabile domandarsi per qua- chiaramente dalle evidenze archeologicheiv. Du-
le ragione nel corso del tempo le popolazioni di rante il periodo romano erano sicuramente in uso
Messina ma anche di Reggio Calabria non si sia- nella zona strutture intelaiate in legnov e nel me-
no trasferite altrove. La risposta pare risiedere, dioevo durante la dominazione normanna
almeno in parte, nelle favorevoli condizioni geo- l’intensa attività costruttiva seguita alle conquiste

SG03-90
militari era basata in prevalenza sull’impiego del l’altezza dello zoccolo di fondazione (circa 130
legno vi. La probabile evidenza empirica (docu- cm) e si codificava lo spessore delle murature
mentata con certezza solamente dopo il sisma del (circa 65 cm), veniva inoltre imposto l’uso di
1783, grazie alle osservazioni scientifiche im- mattoni o di pietre di piccole dimensioni “ab-
prontate allo spirito illuminista della Missione bracciabili dalla mano”. La struttura di copertura
inviata dal governo borbonico sui luoghi del disa- avrebbe dovuto poggiare su cordoli alla sommità
stro) di una maggiore resistenza delle costruzioni della muratura, collegati in modo da formare
intelaiate in legno alle scosse telluriche favorì “quasi un telaro”xii. La struttura da adottarsi ne-
certamente l’uso spontaneo di questo tipo costrut- gli edifici inoltre doveva essere composta da
tivo nelle zone dello Strettovii. un’ossatura di grosse travi, preferibilmente di ca-
stagno o quercia. La tipologia della casa baracca-
2.2 Le case baraccate in legno e i sismi del ta traeva origine, come si è visto, oltre che
1783 e del 1908. dall’uso dell’intelaiatura in legno storicamente
accertata fin da epoche storiche nell’intero ambito
Nel 1783 tutta la Calabria meridionale e il
mediterraneo, anche dal “sistema baraccato alla
messinese furono colpite da una sequenza sismica
beneventana”, basato su di una struttura a telaio
che causò distruzioni e rovine con danni di una
ligneo, con ritti infissi su di un basamento di mu-
gravità straordinaria. Più scosse di fortissima
ratura e con le specchiature dei telai tamponate
intensità, seguite da un maremoto, dal 6 febbraio
con materiali leggeri (canne o legname) cementa-
al mese di marzo, distrussero oltre 180 centri
te con malta ed intonacate, adottato dopo il gra-
abitati causando immani sconvolgimenti del
vissimo sisma che colpì la Campania nel 1627.
suolo e del sistema idrogeologico e almeno
All’ingegnere di origine spagnola Francesco La
30 000 morti. Ferdinando IV di Borbone inviò
Vega viene attribuita l’invenzione del sistema
immediatamente una missione scientifica per
baraccato borbonico (Figura 3): La Vega aveva
indagare sul disastro, valutare i danni e le
avuto la direzione degli scavi di Pompei ed Erco-
condizioni delle popolazioni. A Michele Sarconi
lano dal 1780 e ciò gli aveva permesso di cono-
si deve la monografia (1784) con la relazione
scere il sistema strutturale romano dell’Opus Cra-
finale della missione viii . Le proporzioni della
ticiumxiii, basato su pareti in muratura o pietra in-
catastrofe spinsero il governo della casa Reale di
telaiate in legno, a cui il sistema borbonico pare
Borbone ad attuare subito una serie di
concettualmente somigliante. Le Istruzzioni Rea-
disposizioni per ristabilire il sistema economico e
li del Regno Borbonico tuttavia possono essere
per riedificare gli abitati distrutti. Decine di
assimilate a norme o linee guida per la ricostru-
località vennero abbandonate e ricostruite in altri
zione, piuttosto che a modelli tipizzati secondo
siti. Venne istituita una Giunta per la
requisiti dimensionali o prestazionali. Ciò ha da-
Riedificazione, dividendo l’area colpita in 5
to luogo di fatto a molteplici varianti strutturali, e
distretti per organizzare meglio le operazioni di
conseguentemente a differenti casi di soluzioni
classificazione delle condizioni degli edifici
“antisismiche” adottate per le costruzioni. Anche
(suddivisi in completamente demoliti,
la difficoltà di approvvigionamento dei legni in-
parzialmente offesi e facilmente riparabili)ix e poi
fluì nella scelta dei materiali e quindi sul compor-
della ricostruzionex. Le Istruzzioni Reali del 20
tamento in opera delle membrature lignee. Inol-
marzo 1784 possono essere considerate delle vere
tre l’uso documentato, per ragioni di economici-
e proprie norme antisismiche di carattere
tàxiv, di prelevare dai fabbricati in demolizione il
urbanistico e costruttivo: sulla forma delle città,
pietrame per il riempimento dei telai, ebbe effetti
sulla dislocazione degli edifici, sulla larghezza
sulla qualità costruttiva, come venne poi empiri-
delle stradexi (10-13 metri per quelle principali, 6-
camente dimostrato dai diversi danni subiti dagli
8 metri per quelle secondarie). Numero e
edifici dal terremoto del 1908. Le diverse conce-
dimensioni delle piazze dovevano calcolarsi in
zioni applicative si evidenziarono anche
relazione al numero degli abitanti per poter
dall’adozione in alcuni casi di sistemi di contro-
fungere anche da rifugio in caso di emergenza.
ventatura all’interno della muratura allo scopo di
Per quanto riguarda i regolamenti edilizi, le case
irrigidire maggiormente i telai. Nel rapporto di
avrebbero dovuto essere realizzate al massimo di
Giovanni Vivenzio sul sisma xv sono contenute
due piani di altezza, pena la demolizione dei piani
delle tavole illustrative di alcune soluzioni adotta-
in eccesso: veniva inoltre disposta la rimozione
te per rinforzare l’apparecchio murario, utilizzan-
dei balconi e degli altri elementi sporgenti,
do due orditure di telai, uno esterno e uno interno,
l’incatenamento delle travi e dei solai alle mura e
tra loro solidarizzati da elementi passanti, per la
l’eliminazione dei tetti spingenti. Attraverso una
ricostruzione degli edifici pubblici. Sono descrit-
ulteriore circolare illustrativa veniva definito
te inoltre diverse strutture di fondazione. Il rego-

SG03-91
metalliche orizzontali e verticali ad ottere un
effetto di inscatolamento delle membrature), dal
minor uso del legno nella struttura, legno spesso
di reimpiego proveniente da edifici
danneggiati xvii , per ovviare alla difficoltà di
approvvigionamento del legno nelle aree più
disastrate.
L’ottima prestazione antisismica delle case
baraccate ordinarie insieme a molte delle
prescrizioni dei regolamenti per la ricostruzione
messi a punto dal governo del Regno delle Due
Sicilie dopo il sisma del 1783, venne recepita
dalla prima normativa antisismica italiana
emanata dopo il terremoto del 1908. Nel Regio
Decreto del 18 aprile 1909 n.193xviii si prescrive-
Figura 3. Esempio di casa baraccata [Vivenzio, 1783] va infatti : l’esclusione delle strutture spingenti; il
collegamento fra le strutture; la limitazione di 5
metri tra le strutture portanti; la realizzazione del-
lamento borbonico prevedeva l’esecuzione di le costruzioni con “una ossatura in legno, di ferro,
fondazioni di tipo continuo su cui realizzare uno di cemento armato o di muratura armata”, limi-
zoccolo in muratura di altezza massima fuori terra tando la muratura, in mattoni o in blocchi di pie-
di circa tre piedi (intorno ai 90-100 cm). tra squadrata o listata, alle costruzioni di un solo
La validità del sistema costruttivo baraccato piano; si escludeva l’edificabilità su siti inadatti
nel resistere alle sollecitazioni di sismi anche di (paludosi, franosi, ecc.). L’avvento tra Ottocento
fortissima intensità venne comprovata diretta- e Novecento delle sperimentazioni di costruzioni
mente ed empiricamente dalla catastrofe sismica in cemento armato basato su brevetti come quello
(XI grado della Scala Mercalli) che colpì l’area e del Sistema Hennebique importato in Italia dalla
in particolare la città di Messina nel 1908. Anche Società Porcheddu di Torino, insieme alle spinte
in questo caso, come era stato nel 1783, non si dovute a fattori di natura economica e politica
trattò di un unico episodio ma di una sequenza piuttosto che costruttiva, favorì nella riedificazio-
sismica iniziata nel 1894, contrassegnata da ne la sostituzione della casa baraccata o intelaiata
eventi più rilevanti nel 1905 e nel 1907 che poi in legno con quella basata su strutture in cemento
culminò nella scossa delle 5 del mattino del 28 armato, anche per la possibilità di “dimostrarne”
dicembre 1908. La maggior parte del patrimonio l’efficacia antisismica mediante procedimenti di
abitativo e monumentale fu danneggiato in calcolo che via via si stavano stabilizzando, ero-
maniera gravissima o distrutto e le vittime furono dendo la segretezza della copertura brevettuale.
innumerevoli. Tra le costruzioni che avevano
resistito alla violenza del sisma, la Commissione
Ministeriale inviata per valutare i danni e porre le
basi per la ricostruzione nella sua relazione xvi 3 CONCLUSIONI
mise in evidenza la miglior prestazione delle case La ricognizione storica delle vicende
baraccate borboniche, i cui danni erano stati prescrittive legate alla sicurezza antisismica degli
limitati in genere a collassi parziali di muratura. edifici dimostra come è antichissima la
Comportamento esemplare alle sollecitazioni del preoccupazione di adeguare la risposta
sisma ebbe la struttura del palazzo del Vescovo di prestazionale sismica delle costruzioni alle
Mileto (Vv), di cui si è detto in precedenza, condizioni locali. Sistemi costruttivi a telaio
ricostruito dopo il 1783, utilizzando i criteri ligneo sono già testimoniati in epoca romana e si
antisismici contenuti nel regolamento borbonico, stratificano nel tempo sino a divenire parte della
o il villino Cammareri a Messina. Tra le case cultura locale del costruire: è il caso della “casa
baraccate quelle che subitono i danni maggiori baraccata” nelle sue diverse declinazioni che si è
furono quelle realizzate secondo la variante ideata dimostrata essere un valido sistema costruttivo,
dell’Ingegner Mori (uno dei Direttori a capo della anche alla luce delle odierne possibilità di
ricostruzione del Dipartimento di Reggio): tale verifica.
variante era caratterizzata (oltre che dalla minore
altezza dei fabbricati, dall’uso di catene

SG03-92
Figura 4. Esempio di edificio in “ferbeton”, stato attuale (Messina, piazza Juvarra, case per impiegati dello Stato) [Google].
Si noti un risultato visivo sorprendentemente comparabile con i prospetti delle Figure 2 e 3, prescindendo dai detta-
gli decorativi adeguati al gusto di inizio Novecento e nonostante il sistema costruttivo sia profondamente diverso.

Accanto alla continuità del magistero positivo, promanando regole “magnifiche e


costruttivo antisismico deve essere approfondita progressive”), dall’altro soddisfa alcune esigenze
la discontinuità nelle tecniche costruttive di profitto commerciale legato alla diffusione di
rappresentata dall’introduzione di materiali nuovi prodotti e sistemi. Ma la diffusione di sistemi
e brevettati: nel 1908 si diffuse, dapprima, il antisismici brevettati eterogestiti, seppur più
sistema costruttivo in acciaio rivestito (c. d. rapidi e meglio in grado di fare fronte all’urgenza
“ferbeton”, Figura 4) e poi si affermò in modo della ricostruzione, appare progressivamente
generale il calcestruzzo armato. Questi sistemi relegare fuori mercato le competenze locali: non è
sono caratterizzati dalla possibilità di un caso che la ricostruzione dopo il sisma del
“dimostrare” per via buricratica la loro validità, 1908 sia gestita direttamente dal Ministero a
mediante relazione di calcolo univocamente Roma e sia appaltata ad imprese in prevalenza
definita. In buona sostanza si subisce la provenienti dall’Italia settentrionale e dall’area
fascinazione dell’affiancamento all’apparato romana. Il rischio di operazioni siffatte è che al
normativo prescrittivo di un corrispondente ripristino della continuità del sistema urbano
apparato di modellazione predittiva che appare danneggiata dal terremoto corrisponda una
superare per impostanza il comportamento reale: effettiva menomazione, appoggiata al terremoto,
alcuni edifici in calcestruzzo aramto sono crollati, nell’evoluzione locale del magistero costruttivo.
altri no; alcune case baraccate sono collassate,
molte altre no, eppure il primo sistema prevarrà
sul secondo non solo per la sua maggiore rapidità
di esecuzione, ma anche perchè è possibile REFERENCES
“dimostrarne” la correttezza sulla carta, a scarico
di futura responsabilità. Baratta, M., 1910, La catastrofe sismica calabro messinese
Introdurre una discontinuità nel procedimento 28 dicembre 1908, Società Geografica Italiana, Roma.
costruttivo locale, che pure aveva dimostrato la Vivenzio, G., 1783. Istoria e teoria de' tremuoti in genera-
sua validità attraverso il concreto valido le ed in particolare di quelli della Calabria, e di Messi-
na del MDCCLXXXIII, Stamperia Regale, Napoli.
comportamento delle case baraccate, da un lato Sarconi, M., 1784. Istoria dè fenomeni del tremoto avvenu-
obbedisce alla necessità politica del “segno forte” to nelle Calabrie, e nel Vademone nell’anno 1783, Giu-
di attenzione verso le popolazioni colpite (se una seppe Campo, Napoli.
catastrofe quale il terremoto è una discontinuità Maretto, P., 1975, Edificazioni tardo settecentesche in Ca-
in negativo, allora il sistema politico prova labria, Studi e documenti di architettura 5, Teorema
edizioni, Firenze.
rispondere con una analoga discontinuità in

SG03-93
Currò G., a cura di, 1991. La trama della ricostruzione:
Messina, dalla città dell’Ottocento alla ricostruzione xiii
Fu Giovan Battista Mori, ufficiale del Genio Militare
dopo il sisma del 1908, Gangemi Editore, Roma. incaricato della Ricostruzione di Reggio Calabria e
Fiandaca O., Lione R.,2009. Il Sisma, ricordare prevenire professore della Regia Accademia Militare a indicare La
progettare, Alinea, Firenze Vega come autore del sistema baraccato in una relazione
Comastri A., Mariotti D., 2008. I terremoti e i maremoti
del 1789. Cfr. Ruggieri N., 2013, op. cit. pag. 5.
nello Stretto di Messina dal mondo antico alla fine del xiv
Vivenzio, G., 1783 Istoria e teoria de' tremuoti in gene-
XX secolo, in Bertolaso G., Boschi E., Guidoboni E.,
Valenise G., DPC –INGV. Roma Bologna, 216-220. rale ed in particolare di quelli della Calabria, e di Messina
Ruggieri N., 2013.Il sistema antisimico borbonico muratura del MDCCLXXXIII, Stamperia Regale, Napoli, pag. 55.
xv
con intelaiatura lignea genesi e sviluppo in Calabria alla Vivenzio, G., 1783, op. cit.. Il rapporto di Vivenzio,
fine del Settecento, Bollettino degli Ingegneri 10, medico personale del Re Ferdinando IV di Borbone, fu
Firenze, 3-14. redatto sulla base di testimonianze dirette e sulla relazione
ufficiale di Francesco Pignatelli, vicario generale della
Calabria.
xvi
Relazione della commissione incaricata a studiare e
proporre norme edilizie obbligatorie per i comuni colpiti
i
Strabone scrive di terremoti che “distrussero molta parte dal terremoto del 28 dicembre 1908 ed altre anteriori, si
dell’abitato” della città di Reggio Calabria avvenuti in con- veda anche MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI - Di-
comitanza della guerra Marsica. Giulio Ossequente scrittore rez. Gen.le dei Servizi Speciali, 1912. L’opera del Ministe-
latino del IV secolo riporta nella sua opera Prodigiorum ro dei Lavori Pubblici nei comuni colpiti dal terremoto del
liber notizie del medesimo terremoto. Citato in Comastri 28 dicembre 1908.
xvii
A., Mariotti D., I terremoti e i maremoti nello Stretto di Osservazioni riportate da Mario Baratta, il maggior stu-
Messina dal mondo antico alla fine del XX secolo in Berto- dioso contemporaneo del sisma del 1908, insieme all’abate
laso G., Boschi E., Guidoboni E., Valenise G., DPC-INGV, Mercalli . Cfr. Baratta, M., 1910, La catastrofe sismica
Roma Bologna 2008, pagg. 216-220. calabro messinese 28 dicembre 1908, Roma, Società Geo-
ii
Cfr. Comastri, A., Mariotti D., op.cit. pagg. 218-219 e grafica Italiana.
xviii
224-225. Regio Decreto del 18 aprile 1909 n. 193 Portante norme
iii
Cfr. Comastri, A., Mariotti D., op. cit. pag. 226. tecniche ed igieniche obbligatorie per le riparazioni rico-
iv
Fin dall’VIII secolo a. C. sono stati rinvenuti nel territorio struzioni e nuove costruzioni degli edifici pubblici e privati
della Calabria settentriolane resti di templi lignei insieme a nei luoghi colpiti dal terremoto del 28 dicembre 1908 e da
resti di utensili per la lavorazione del legno. Inoltre sono altri precedenti elencati nel R. D. 15 aprile 1909 e ne desi-
stati ritrovati nella piana di Sibari resti di telai di legno gna i Comuni.
controventato, utilizzati per l’ossatura di case, Cfr. Ruggieri
N., Il sistema antisimico borbonico muratura con
intelaiatura lignea genesi e sviluppo in Calabria alla fine
del Settecento, in Bollettino degli Ingegneri n. 10, Firenze,
2013, pag. 4.
v
Cfr. Ruggieri, N., 2013, op. cit. pag. 4.
vi
Cfr. Ruggieri, N., 2013, ibidem.
vii
In molte parti del bacino del Mediterraneo, nelle aree a
maggior rischio sismico, sono presenti costruzioni
vernacolari del tipo ad intelaiatura lignea da cui sono state
poi tratte delle tipologie ad alta resistenza sismica, come la
Gaiola Pombalina adottata a Lisbona dopo il terremoto del
1755, o le Himis turche, rimaste in piedi dopo il terremoto
di forte intensità che ha colpito alcune zone della Turchia.
viii
Sarconi, M., 1784, Istoria dè fenomeni del tremoto avve-
nuto nelle Calabrie, e nel Vademone nell’anno 1783, Giu-
seppe Campo, Napoli.
ix
Cfr. Ruggieri N., 2013, op. cit. pag. 7.
x
L’area colpita fu divisa in 5 Ripamenti, Reggio,
Catanzaro, Gerace, Palmi e Monteleone secondo quanto
riportato da Grimaldi A., 1863, La cassa sacra ovvero la
soppressione delle manimorte in Calabria nel secolo XVIII,
Napoli, Stamperia dell’Iride, pag. 62.
xi
Queste norme avevano un precedente nelle disposizioni di
carattere edilizio del Governo Pontificio, a seguito di un
sisma che nel 1857 aveva colpito aree della Campania e poi
nel 1859 dell’Umbria. Il regolamento edilizio dello Stato
Pontificio del 1859 aveva fissato a 8,5 m il limite di altezza
degli edifici, a 0,60 cm lo spessore minimo delle murature,
e prescriveva il collegamento tra muri interni ed esterni per
fare “una massa unica”.
xii
Cfr. Ruggieri N., 2013, op. cit. pag. 8.

SG03-94
ANIDIS 2017
PISTOIA

Performance Decay of Masonry Walls Subjected to In-plane Loads


Ileana Corbia, Ottavia Corbia , Francesca Tropeanoa
a
Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura, Università di Napoli Federico II, via Claudio 21, Napoli.

Keywords: 2D Elements, Structural frames, Numerical implementation

ABSTRACT
The seismic performance assessment of existing buildings and constructions is often required to be conceived and
tailored on the structure characteristics and behavior, which are exhibited in the static and dynamic environments.
Quasi-brittle existing constructions or structural and non-structural components present in existing structures,
which exhibit an heterogeneous resistance, are usually requiring and pushing towards the formulation and adoption
of suitable mechanical models able to capture the non-linear nature of their behaviour.
Current modelling issues for masonry constructions and components are usually relying on mechanical models of
the basic materials, where the tensile resistance is almost completely , or completely, neglected.
In the paper the problem of the interactions and coupling of elements exhibiting a non-linear behaviour and non-
heterogeneous resistance with linear elastic structural components is investigated also with reference to the
evaluation of the overall lateral resistance of mixed elements, with the task of deepening the incidence of this
feature on the structural resistance to horizontal loads.

SG03-95
ANIDIS 2017
PISTOIA

Performance Decay of Masonry Walls Subjected to In-plane Loads

Ileana Corbia, Ottavia Corbia , Francesca Tropeanoa

a
Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura, Università di Napoli Federico II, via Claudio 21, 80125 Napoli.

Keywords: 2D Elements, Structural frames, Numerical implementation

ABSTRACT
The seismic performance assessment of existing buildings and constructions is often required to be conceived and
tailored on the structure characteristics and behavior, which are exhibited in the static and dynamic environments.
Quasi-brittle existing constructions or structural and non-structural components present in existing structures,
which exhibit an heterogeneous resistance, are usually requiring and pushing towards the formulation and adoption
of suitable mechanical models able to capture the non-linear nature of their behaviour.
Current modelling issues for masonry constructions and components are usually relying on mechanical models of
basic materials, where the tensile resistance is almost completely , or completely, neglected.
In the paper the problem of interactions and coupling of elements exhibiting a non-linear behaviour and non-
heterogeneous resistance with linear elastic structural components is investigated also with reference to the
evaluation of the overall lateral resistance of mixed elements, with the task of deepening the incidence of this
feature on the structural resistance to horizontal loads and on the decay of the seismic performance of the structure.

A number of studies in literature have been


mainly devoted to the the execution of
1 INTRODUCTION experimental tests even on shaking table
The paper focuses on the problem of decay of facilities, also in case of different types of
seismic performance of structures caused by retrofitting (see e.g. Mander et al. 1993; Altin et
damage occurring in internal masonry walls, and al. 2008; Stavridis et al. 2012; Koutromanos et al.
of evaluation of contribution of the masonry infill 2013), showing different cracking patterns
embedded into structural elastic rc or steel frames depending on the test layout as in Figure 1 for
to the overall lateral resistance of the structure to tests in Koutromanos et al. 2013.
lateral loads. Actually the infill may contribute to the
Infill panels made by brick masonry and resistance of the primary structure even
representing the interior partitions and exterior significantly (Bertero and Brokken 1983; Mander
walls in RC and steel frame buildings, that can be et al. 1993; El-Dakhakhni 2004), and the
commonly found in many countries of the word evaluation of its static operation requires to
as Italy, Greece, Turkey, Cina, Usa, Mexico, etc., abandon purely elastic models, which, although
showed in past earthquakes an observed they result easier to be handled and implemented
performance ranging from satisfactory to poor, into commercial software, might give results very
mainly depending on the level of anchoring, far from the real situation.
sometimes having a beneficial additional effect
and a detrimental one in other cases where loss of
anchoring or not proper anchoring was
encountered (e.g., Rosenblueth et al. 1986).

SG03-96
To this aim in the paper, one first synthetically
introduces the procedure required by the proper
implementation of the problem for infill made of
masonry and thus modelled through a non-linear
mechanical hypothesis about the constituent
material.
In order to get a proper modelling of the
masonry infill embedded in the contouring
structural frame, and then a suitable analysis of
the coupled frame/infill system, one considers to
model the infill under the NT assumption
(Heyman and Pippard. 1980; Khludnev and
Kovtunenko 2000; Kooharian 1952; Del Piero
1989; Baratta et al. 2015; Corbi et al. 2016,
2017), instead of the linear elastic hypothesis
usually adopted in current structural analyses.
Since the proposed approach requires an ad-
hoc numerical implementation in calculus codes
which is able to provide more reliable results with
respect to available commercial software, one
develops and compiles some specific codes able
to reproduce the behaviour of the infill and of the
complete frame/infill system. The developed
calculus codes are more complete, and they also
allow to forecast the stress distribution within the
infill and the fractures developed in the masonry
infill panel.
Some results from the numerical investigation
Figure 1. Cracking patterns for the 3D-prototype tested on are then synthetized under varying horizontal
the outdoor shake table at the University of California at
San Diego (by Koutromanos et al., 2013).
loads.
The structural performance decay is evaluated
Most times, quasi-brittle existing constructions through focus on effects of detachment of the
or structural and non-structural components infill from the structural frame and the
present in existing structures, which exhibit an consequent loss of overall lateral resistance of the
heterogeneous resistance in tension and structure.
compression, are usually requiring and pushing One also considers the case of very weak
towards the formulation and adoption of suitable anchoring between the infill and the structural
mechanical models able to capture the non-linear frame, which is closer to the case when the
nature of their behaviour (Page 1982; Abrams presence of the infill is completely ignored in
1992; Furtmüller and Adam 2011; Gilbert 2007.; calculations. In such a situation it is essentially
Bazant 1996; Baratta et al. 2013-2014; Johnson, showed a reduction in the performance of the
and Thompson 1969; Pietruszczak and structure against horizontal loads.
Ushaksaraei 2003).
Even provisions and protection techniques
should take into account the characteristic 2 THE OVERALL SETUP
behaviour of masonry (Baratta et al.2014, 2015; In order to get a proper modelling of the
Corbi et al.2013, 2016). masonry infill embedded in the contouring
The approach proposed in the paper involves structural frame, and then a suitable analysis of
the proper modeling of the infill, which is usually the coupled frame/infill system, let consider to
made of masonry or brick elements, and it thus model the infill itself according to the above
requires an ad hoc set up for getting reliable referred NT assumption, instead of the linear
forecasts on its influence on the main structure’s elastic hypothesis usually adopted in current
behavior. structural analyses. This modelling, as mentioned,

SG03-97
requires an ad-hoc implementation of the problem 
L u,  f   1    f T C   f dV
2
in calculus codes, since commercial software are
not available to this purpose; as a counterpart, the 
 
approach is able to give more reliable results

 H u,  f     EI u B B u  EAu D Du ds (2)
about the real behaviour of the infill and , 1 T T T T

therefore, of the complete frame/infill system, by  2


properly reproducing the behaviour of the infill 
P u,     1 F T u dV  1 p T u ds
masonry. Moreover results are more complete,
also allowing to forecast the development of  f
2
 2
 
fractures in the masonry within the infill plane.
where C denotes the compliance NT tensor for
The treatment of the problem requires to be set
the infill, Bu denotes the curvature and Du the
up in terms of Total Potential Energy (TPE)
elongation relevant to the linear beam/pile
approach; this should be fitted to the
elements of the frame with B, D suitable
characteristics and properties of the NT material
matrixes, EI the flexural stiffness and EA the
and continuum as regards to the infill elements of
extensional stiffness of the frame linear elements;
the mesh, which is constrained in the sign of
developed stresses and fractures strains, and also  denotes the infill body whose contour  is
at this time the flexural/extensional properties of superposed to the linear beam/pile elements of
the contouring frame beams and piles should be the frame.
taken into account. The kinematic approach is Thereafter one sets up the constrained
thus referred to, by selecting primary kinematic optimization problem as follows
variables. Find min E u,  f  
u,  f
Besides the nodal displacement u vectors in (3)
the infill elements of the FE-model, one should  min L u,  f   H u,  f   P u,  f 
also consider the fracture strain possibly arising f u,  f
in the NT elements, which results in the
introduction of some constraints related to the J 1f  f   0
fracture strain tensor, that is required to be 
Sub  in  (4)
positive semi-definite. The energetic functional J    0
should in this case embed the two contributions to  2f f
the total potential energy deriving from the where J1f(f) and J2f(f) represent the first and the
flexural/extensional structural components of the second fracture strain invariants respectively to
frame on one side, and from the inner plane infill be not negative in the infill volume.
on the other side. The search of the minimum of
the energetic functional finally allows to identify
the solution, together with the current stress and 3 NUMERICAL INVESTIGATION
fracture distribution at any point of the frame and The numerical investigation is developed on a
of the infill. structural frame embedding a secondary brick
The problem is then set, for the coupled panel, with dimensions 5.03.0 m.
system, by introducing the jointed functional in The structural frame is characterized by
the form
extensional stiffness of the piles EA = 0.3105 kN
E u,  f   L u,  f   H u,  f   P u,  f  (1) and of the beams EA = 0.45105 kN, and flexural
stiffness of the piles EI = 0.4105 kN·m2, and of
the beams EI = 0.135106 kN·m2.
with the single contributing functionals The infill is characterized by compressive
Young’s modulus ENT = 0.5107 kN·m-2 and
Poisson’s coefficient NT= 0.1.
Acting forces are due to the self-weight and to
a varying pushing horizontal load applied at the
left top side of the frame.
One first considers results under an horizontal
load of 30 kN, when the anchoring of the infill
panel is complete, which means that the infill is

SG03-98
attached to the structural frame at any point of its
perimeter. In Figures 2-3 the results are reported
concerning the case when the wall is then
considered to be perfectly connected to the
structural frame at any point on the contact lateral
surfaces along its thickness. Thereafter the
detached case when only some joints around the
corners of the infill panel are kept connected with
the structural frame, and some loss in the
anchoring has occurred, is considered. In this case
the results are reported in Figure 4.
In Figure 2 one depicts the model referred to
for the mesh adopted in the numerical Figure 4. The deformed infill under applied loads in the
damaged system.
investigation with the layout of active loads.
The deformed configuration of the combined
structural component for the first case of The results concerning the loss of anchoring,
undamaged anchoring is reported in Figure 3, which remains limited to the joints around the
where an amplification factor of 500 is adopted in frame corners, are illustrated in Figure 4, where
order to emphasize the induced displacements. the deformed configuration is reported.
As regards the deformed patterns, the
observation of Figures 3 and 4 allows to notice
that a quite more significant deformation of the
frame occurs in case of the damaged anchoring.
Data from the numerical investigation show
that attained compressive stresses are much larger
in the average in the detached infill, but, also as
concerns maximum achieved intensities, these are
higher in the case of loss of anchoring, whilst of
course tensile stresses remain practically null at
any point of the infill for both cases.
Figure 2. The elastic frame with masonry infill, with the Comparison with the elastic model from the
applied load pattern. numerical campaign shows that for the two
considered cases of undamaged system and
almost completely detached infill the evaluation
of the decrease of lateral resistance is kept almost
the same, that is to say approximately of 50%
after the infill detachment, whilst forecasts about
the attained drifts are quite far from those
obtained by referring to more accurate modelling.

4 CONCLUSIONS
In order to properly evaluate effects of damage
Figure 3. The deformed infill under applied loads in the caused by horizontal actions on civil structures on
undamaged system. should also consider damages produced on the
connections with internal non-structural walls.
In such a case, modeling issues about masonry
analysis are shown to be of fundamental
importance in order to provide adequate
forecasting, and to develop proper evaluations
about the decay in seismic performance of
buildings due to this particular situation.

SG03-99
In the paper one focuses on the problem of Altin, S., Anil, O., Kara, M. E., and Kaya, M. 2008. An
experimental study on strengthening of masonry infilled
proper modelling and quasi-static analysis of a
RC frames using diagonal CFRP strips. Compos., Part
coupled system consisting of a 2D panel with B Eng., 39(4), 680–693.
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Actually this system finds application in a Shake-table tests of a three-story reinforced concrete
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Koutromanos, I., Kyriakides, M., Stavridis, A., Billington,
organisms are usually faster, require a lower S., and Shing, P.B., 2013. Shake-Table Tests of a 3-
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Page, A. W. 1982. An Experimental Investigation of the
very useful, especially as regards to horizontal Biaxial Strength of Brick Masonry. Proc. the Sixth
loads, in order to provide some more realistic International Brick Masonry Conference, Rome, Italy,
forecasts about the behaviour of the entire 3-15.
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SG03-100
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SG03-101
ANIDIS 2017
PISTOIA

Evaluation of In-Plane Rocking-Sliding Failure Modes of Multi-Storey


Masonry Walls for Quick Analysis at Urban Scale
Luca Umberto Argientoa, Claudia Casapullaa, Elena Speranzab
a
Department of Structures for Engineering and Architecture, University of Naples Federico II, Italy.
b
Italian Civil Protection Department, Rome, Italy.

Keywords: Limit analysis; macro-block model; in-plane combined failure mechanisms; frictional resistances

ABSTRACT
The lateral strength of multi-storey masonry walls under in-plane loading can be assessed by means of a recently
proposed macro-block modelling approach, which is presented in this paper with new findings. These are: a)
revisiting of the in-plane frictional resistances activated at the onset of the rocking-sliding mechanisms, with
reference to two different contributions (the self weight of the wall and the additional loads) and their application
points; b) more accurate assessment of the ultimate load factor based on a weighted value of the frictional
resistance in function of the inclination of the average crack line. The analytical results of the proposed solution
procedure are validated against results from other existing macro and micro-block modelling approaches, through
parametric analyses in terms of load factor. These comparisons show the great simplicity and reliability of the
proposed analytical formulations, which can contribute to raise the accuracy and reliability of the same mechanisms
processed by FaMIVE (Failure Mechanism Identification and Vulnerability Evaluation), specifically aimed at
analysing historic masonry buildings on an urban scale. The implementation of the proposed formulations in
FaMIVE would potentially enable an upgrade of the method, without renouncing to its extensive purposes of
analysis, particularly relevant for civil protection applications.

SG03-102
ANIDIS 2017
PISTOIA

Meccanismi di Danno per Rotazione-Scorrimento nel Piano delle Pareti


Murarie Multipiano a Supporto di Analisi Speditive
Luca Umberto Argientoa, Claudia Casapullaa, Elena Speranzab
a
Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura, Università di Napoli Federico II, Napoli.
b
Dipartimento della Protezione Civile, Roma.

Parole-chiave: Analisi limite; modello a macro-blocchi rigidi; meccanismo misto del piano delle pareti murarie;
analisi speditive

SOMMARIO
La resistenza alle azioni orizzontali nel piano delle pareti murarie multipiano può essere valutata attraverso un
approccio cinematico in analisi limite relativo ad un modello esistente a macro-blocchi rigidi che in questo lavoro
viene presentato nella sua versione più aggiornata. Gli sviluppi innovativi riguardano: a) una riformulazione delle
resistenze attritive che possono attivarsi all’innesco del meccanismo misto di rotazione-scorrimento nel piano delle
pareti, in relazione ai contributi distinti dei pesi propri e dei sovraccarichi con i relativi punti di applicazione; b) una
più accurata definizione del moltiplicatore del carico limite basata sulla ponderazione della resistenza attritiva
stessa in funzione dell’inclinazione della lesione. I risultati della procedura di analisi rivisitata sono confrontati con
quelli ottenuti da altri modelli a macro e micro-blocchi rigidi esistenti in letteratura, attraverso analisi parametriche
svolte in termini di moltiplicatore di carico. Tali confronti evidenziano l’affidabilità e la semplicità delle
formulazioni analitiche proposte che si prestano ad essere riversate su procedure automatiche di calcolo a macro-
blocchi rigidi, come la procedura FaMIVE, finalizzata al calcolo dei moltiplicatori di danno sismico secondo un
approccio speditivo. L’obiettivo è quello di pervenire a soluzioni via via più accurate senza rinunciare alle finalità
speditive di analisi, requisito imprescindibile ad esempio per analisi con finalità di protezione civile.

rocking di corpi rigidi (tra altri Casapulla 2015,


Lagomarsino 2015, Giresini e Sassu 2016,
1 INTRODUZIONE Giresini et al. 2016, Casapulla e Maione 2017), o
Alla luce degli eventi sismici distruttivi che approcci numerici per affrontare il tema della
negli ultimi decenni hanno colpito il territorio dissipazione energetica (tra altri Sassu 2006,
italiano, inclusi i più recenti del Centro-Italia Sorrentino et al. 2011, Andreini e Sassu 2011,
2016-2017, si manifesta sempre più crescente Giresini 2015), ma anche con approcci in analisi
l’interesse per gli studi di vulnerabilità urbana, e limite dell’equilibrio, soprattutto secondo la
in particolare di vulnerabilità sismica, del metodologia cinematica. In quest’ultimo caso,
patrimonio edilizio storico. particolarmente interessanti sono le analisi dei
L’attenzione è rivolta soprattutto a quelle possibili meccanismi di danno nel piano e fuori
tipologie di danni ricorrenti in edifici in muratura dal piano delle pareti murarie a blocchi,
osservabili in scenari post-sismici e dovuti a finalizzate a valutare le azioni sismiche che
collassi parziali per perdita di equilibrio di pareti attivano tali meccanismi in funzione della
o porzioni di pareti. Tali collassi sono in genere geometria delle pareti, dei rapporti dimensionali
riferiti sia a pareti investite ortogonalmente al dei blocchi e del coefficiente d’attrito (Livesley
proprio piano medio (out-of-plane) che ad effetti 1978, Giuffrè 1993, Begg e Fishwick 1995,
di azioni sismiche agenti nel piano delle pareti Casapulla 1999-2001, Azevedo et al. 2000,
stesse (in-plane). D’Ayala e Speranza 2003, Orduña 2003, Orduña
Esiste una vasta letteratura (Casapulla et al. e Lourenço 2003, Lagomarsino et al. 2004,
2017) che studia il comportamento di questi Casapulla e D’Ayala 2006, Casapulla et al. 2013,
sistemi murari con approcci dinamici basati sul Milani 2015, Casapulla e Argiento 2016,

SG03-103
Casapulla e Maione 2016). Tra queste, la 2 RESISTENZE ATTRITIVE NEL PIANO
modellazione a macro-blocchi rigidi di pareti che PER PARETE MULTIPIANO
garantiscono una certa monoliticità manifesta la La riformulazione delle resistenze attritive nel
sua grande utilità sia in caso di problemi piano si basa su di una modellazione della parete
complessi, in quanto capace di ridurre come un assemblaggio di micro-blocchi rigidi a
notevolmente gli oneri computazionali, sia ai fini secco con giunti sfalsati regolarmente (Fig. 1a).
di analisi di vulnerabilità e rischio sismico a scala Come introdotto, il modello a macro-blocchi
territoriale. rigidi sviluppato in precedenti lavori (Casapulla
In tal senso, un interessante strumento di 2001, Speranza e D’Ayala 2003) si basa
calcolo basato sulla modellazione a macro- sull’ipotesi che i possibili meccanismi di danno
blocchi rigidi con giunti attritivi è rappresentato per rotazione-scorrimento nel piano siano
dalla procedura FaMIVE (Failure Mechanism caratterizzati dall’attivazione di una singola
Identification and Vulnerability Evaluation) lesione che separa la parete in due distinti macro-
(Speranza 2003, D’Ayala e Speranza 2003), blocchi rigidi, uno fisso e l’altro soggetto a
sviluppata come approccio speditivo per rotazione. La lesione rappresenta il luogo in cui si
identificare i più probabili meccanismi di danno concentrano i possibili moti rototraslatori relativi
nel piano e fuori dal piano in edifici murari isolati tra i micro-blocchi.
ed in aggregato. Le relative valutazioni delle
resistenze attritive nel piano e procedura di
calcolo dei moltiplicatori di carico ultimi sono
molto simili a quelle presentate da Casapulla
(1999) e Casapulla e D’Ayala (2006) con diversi
gradi di accuratezza dei risultati.
Secondo tale strategia di modellazione, la
parete caricata nel piano è rappresentata come un
assemblaggio di micro-blocchi rigidi a secco con
giunti sfalsati regolarmente e i possibili
a) b)
meccanismi di danno per rotazione-scorrimento Figura 1. a) Parete muraria a blocchi con giunti sfalsati
sono caratterizzati dall’attivazione di una singola regolarmente; b) dimensioni dei micro-bloccchi rigidi.
lesione in cui sono assunte concentrate le
resistenze attritive e dove sono possibili i moti
relativi tra i blocchi (rotazioni e scorrimenti). E’ noto che in caso di scorrimento puro lungo
Questo lavoro, con applicazioni alla parete la lesione, la resistenza attritiva attivabile è quella
multipiano, presenta un aggiornamento del massima, mentre in caso di rotazione pura attorno
modello introdotto in termini di: a) alla cerniera di base del macro-blocco la
riformulazione delle resistenze attritive che resistenza è nulla e di conseguenza in caso di
possono attivarsi all’innesco del meccanismo meccanismo misto rotazione-scorrimento la
misto di rotazione-scorrimento nel piano della resistenza è compresa in questo intervallo
parete, per tener conto dei contributi distinti dei (Casapulla e D’Ayala 2006).
pesi propri e dei sovraccarichi; b) una più In caso di scorrimento puro, il comportamento
accurata definizione del moltiplicatore del carico attritivo dei giunti lungo la lesione è governato
limite basata sulla ponderazione della resistenza dalla legge di Coulomb in assenza di coesione.
attritiva stessa in funzione dell’inclinazione della Sebbene tale legge permetta di definire la
lesione. resistenza attritiva sul singolo giunto orizzontale
L’obiettivo finale è quello di implementare le come il peso della corrispondente colonna
formulazioni aggiornate nella procedura FaMIVE sovrastante di muratura per il coefficiente
senza rinunciare alle finalità speditive di analisi d’attrito, la resistenza totale su tutte le giaciture
di quest’ultima. Tali implementazioni che in attraversate dalla lesione non corrisponde
questo lavoro si riferiscono soltanto alle pareti semplicemente al peso della porzione di parete
caricate nel piano, saranno poi estese anche ai interessata dal cinematismo per il coefficiente di
meccanismi di danno fuori dal piano. attrito. Infatti, tale resistenza è solo funzione del
numero dei filari interessati dalla lesione
(Casapulla 2001), come descritto di seguito anche
per la parete oggetto di studio.

SG03-104
Un primo aggiornamento del modello a macro- ni filari per il coefficiente di attrito f, in accordo
blocchi rigidi presentato in questo lavoro rispetto con la legge di Coulomb in assenza di coesione:
alle sue versioni originali si riferisce proprio alla
riformulazione della massima resistenza attritiva Sik  kf Wbi k= 1, 2, 3, …, ni (1)
come somma di due contributi, quello dovuto al dove Wbi = vhbi è il peso di metà blocco e  è
peso proprio della parete e quello relativo al il peso specifico del materiale. L’Eq. (1) mostra
sovraccarico. L’applicazione di tale come tale resistenza associata ad ogni singolo
aggiornamento alla parete multipiano fornisce giunto dipenda dalla lunghezza di
formulazioni si prestano ad essere agevolmente sovrapposizione dei blocchi.
implementate nella procedura FaMIVE per una Le due componenti saranno:
migliore accuratezza dei risultati.
ni ni  1
Si consideri pertanto la parete multipiano di ni
lunghezza L ed altezza H rappresentata in Fig. 2 Fgi   Sik  Wbi 2
f (2)
con l’obiettivo di definire le resistenze attritive k 1
per ciascun piano interessato dalla lesione. Il
parametro tanp = L/H definisce il rapporto  i i 1 
Fqi    q j   n j b j h ni vf (3)
dimensionale della parete, mentre il fattore di  
forma del singolo blocco è dato da tanb = v/h,  j 1 j 1 
dove v e h sono rispettivamente la semilunghezza ed essendo Sik crescente dall’alto verso il basso
e l’altezza del blocco (Fig. 1b). Le resistenze della parete, Fgi risulta applicata a 2/3 dalla
attritive saranno valutate per la generica lesione sommità del piano i-esimo, mentre Fqi sarà
con inclinazione c ≤ b, con c angolo della applicata a metà altezza del piano, come illustrato
lesione corrispondente al collasso. Di fatto si in Fig. 2.
esclude la possibilità di un’inclinazione della
lesione maggiore di b in quanto poco realistica
per un assemblaggio di blocchi a secco. Inoltre,
nel presente lavoro sarà valutata solo la
condizione c ≤ min(b,p), mentre altri casi
saranno analizzati in un lavoro successivo più
esteso.
Con la limitazione c ≤ min(b,p), le singole
forze taglianti di piano sono indipendenti
dall’angolo della lesione in quanto il numero dei
filari interessati dalla stessa lesione è quello
relativo all’altezza totale della parete. Non conta
nemmeno se b sia maggiore o minore di p.
La generica risultante Fi riferita al piano i-
esimo è data dalla somma di due componenti: Fgi,
relativa al peso della i-esima parete agente su tutti
i giunti interessati dalla lesione e Fqi riferita al
carico distribuito qi per unità di lunghezza della
stessa i-esima parete. Nello specifico, il
contributo di Fqi, oltre al sovraccarico, prende in
considerazione anche il peso proprio di eventuali
piani sovrastanti il piano i-esimo (crescente dai
piani alti verso quelli bassi). Ne risultano
distribuzioni delle forze Fgi e Fqi rispettivamente Figura 2. Resistenze attritive per la parete multipiano.
di tipo lineare ed uniforme (Fig. 2).
In particolare, essendo ni il numero di filari
riferito al piano i-esimo, la resistenza attritiva Sik La resistenza attritiva totale per l’intera parete
sulla superficie di contatto al generico filare k, in multipiano è, pertanto, data dalla somma delle
assenza di sovraccarico, è data dal peso della Eq. (2) e (3) relative a tutti i piani:
corrispondente colonna sovrastante di muratura di

SG03-105
N N WBi, WCi), secondo cui il cuneo interessato dalla
F   Fgi   Fqi (4) lesione è suddiviso ai vari livelli, ed alle
i 1 i 1 resistenze attritive (Fgi, Fqi) determinate secondo
la quale, ovviamente, è indipendente le formule espresse nel paragrafo precedente, il
dall’angolo della lesione. macro-blocco è soggetto ai sovraccarichi Qi ed a
tutte le azioni orizzontali che simulano le azioni
D’altro canto, in caso di meccanismo misto
sismiche in quanto proporzionali ai carichi
rotazione-scorrimento, la resistenza attritiva sarà verticali secondo il moltiplicatore , e cioè WAi,
minore di quella massima ma non facilmente WBi, WCi e Qi.
identificabile (Casapulla e D’Ayala 2006). Un
ulteriore aspetto innovativo della modellazione a
macro-blocchi che viene presentato in questo
lavoro riguarda appunto la possibilità di definire
tale resistenza come valore ponderato in funzione
dell’inclinazione della lesione, ovvero:
  
FW  F 1  c  (5)
 b 
L’Eq. (5) è basata sull’osservazione dei
risultati presentati da Casapulla et al. (2013),
secondo i quali il ruolo della resistenza attritiva è
rilevante qualora il meccanismo di scorrimento
sia prevalente su quello di rotazione (c → ),
decresce per meccanismi combinati roto-
traslatori, fino a divenire nullo in caso di
rotazione pura (c = b).
Tale formulazione permette di ricercare il
moltiplicatore “esatto” dei carichi verticali che
rappresenta l’azione sismica orizzontale, invece
dell’intervallo di valori precedentemente proposto
(Casapulla e D’Ayala 2006, Casapulla et al.
2013), come descritto nel paragrafo seguente.

3 VALUTAZIONE DEL MOLTIPLICATORE


E DEL CINEMATISMO DI CRISI
Al fine di identificare il più probabile Figura 3. Macro-blocco per parete multi-piano identificato
dall’angolo di lesione c ≤ min(b, p).
meccanismo di danno della parete multipiano in
oggetto, si assume, come descritto sopra, che la
lesione avvenga con la formazione di due distinti La Tabella 1 riporta tali azioni in forma
corpi rigidi e che la forza di massa orizzontale sia esplicita con le coordinate dei relativi punti di
applicata solo al corpo rigido interessato dal applicazione, in cui la tangente dell’angolo c* è
legata ad c attraverso la seguente espressione
cinematismo di rotazione, mentre i possibili moti
(Figs. 2 e 3):
relativi rototraslatori tra i blocchi siano
concentrati lungo la lesione stessa. v
tan *c  tan c  (6)
La procedura di analisi è basata su un nh
approccio cinematico in analisi limite e mira
all’identificazione della geometria del Pertanto, applicando il principio dei lavori
meccanismo di danno minimizzando il virtuali per il meccanismo di rotazione-
moltiplicatore del carico ultimo. scorrimento del macro-blocco intorno al punto O
Con riferimento ad una generica parete in Fig. 3 e semplificando il parametro virtuale di
multipiano, la Fig. 3 mostra il macro-blocco rotazione , si ottiene il moltiplicatore di danno:
identificato dalla lesione c ≤ min(b,p) e le
relative forze in campo. Oltre ai pesi propri (WAi,

SG03-106
N N N
conseguenza anche la condizione alla quale
W Ai xWAi  WBi xWBi  WCi xWCi corrisponde il moltiplicatore di danno minore.
i 1 i 1 i 1
r  
N N N N D’altra parte, mentre con l’Eq. (7) si ottiene il
 W Ai yWAi   W Bi yWBi   WCi yWCi   Qi y Qi
moltiplicatore del carico ultimo per il
i 1 i 1 i 1 i 1
(7)
N N N meccanismo misto rotazione-traslazione, il
 Qi x Qi   Fgi y Fgi   Fqi y Fqi
moltiplicatore di scorrimento puro della stessa
i 1 i 1 i 1
 N N N N
porzione di parete è espresso dalla relazione di
W Ai yWAi  WBi yWBi  WCi yWCi   Qi yQi equilibrio alla traslazione orizzontale:
i 1 i 1 i 1 i 1

N N

L’Eq. (7) può essere minimizzata, usando ad  Fgi   Fqi


i 1 i 1
esempio lo strumento Risolutore di Microsoft s  N N N N (8)
EXCEL, rispetto alla variabile tanc con il WAi  WBi  WCi   Qi
seguente vincolo: i 1 i 1 i 1 i 1

v che, come è facile dimostrare, risulta essere


 tan  c  tan  b (8) sempre più grande di f mentre coincide proprio
nh
con quest’ultimo per tanc = tanb. Ciò significa
che il meccanismo di scorrimento puro è
Tabella 1. Azioni interne ed esterne e relativi punti di generalmente di difficile attivazione, tranne che
applicazione – Parete multi-piano. per i casi di pareti con blocchi molto snelli in
Azioni esterne Braccio Braccio assenza di sovraccarichi oppure di pareti con
orizzontale (xj) verticale (yj) numero di filari e coefficiente di attrito bassi
W Ai  ni bi hv v  ni N  (D’Ayala e Speranza 2003, Speranza 2003,
2
  n h
 2 j i 1 j   Casapulla et al. 2013). In questi casi, infatti,
 
l’intera parete è interessata dal meccanismo e il
WBi  tan  *c nci h 2   tan  *c N   ni N 
N
h
 2
n j


 
2 n j
h

moltiplicatore del carico tende a essere uguale al
 bi   n j  j i 1   j i 1  coefficiente di attrito.
j i 1 v In tal senso, il coefficiente di attrito
rappresenta un limite superiore del moltiplicatore
tan  *c ni h  tan  *c nci h  2nci 
2
del carico e la condizione  = f rappresenta il
N
WCi 
2

3
 
 3
 n j
h
 passaggio dal meccanismo roto-traslatorio a
 j i 1 
 bi  N
 h tan  *
c n
j i 1
j v quello di scorrimento puro.

N n n j h tan  c N 4 ANALISI DEI RISULTATI E


Qi   j i
n j h tan  c q  j i 2
n h
j i
j CONFRONTO CON DATI DI
LETTERATURA
Internal loadings In questo paragrafo, la procedura solutiva
Fgi = Eq. (2) -  nci N  proposta con il modello a macro-blocchi

 3
 n j
h
 aggiornato è validata attraverso il confronto dei
 j i 1 
risultati con quelli ottenuti da alcuni modelli
Fqi = Eq. (3) -  nci N  presenti in letteratura, come quello a micro-

 2
 n j
h
 blocchi sviluppato da Orduña (2003) e quelli a
 j i 1  macro-blocchi proposti da De Buhan e De Felice
(1997), Orduña (2003) e FaMIVE (2003). Poiché
il modello scelto a micro-blocchi fornisce in
In generale, nel caso di edifici a più piani si generale i risultati più affidabili, come
possono attivare tanti cinematismi di rotazione recentemente verificato attraverso analisi
quanti sono i livelli, ipotizzando la formazione
comparative (Casapulla et al. 2013), questo viene
della cerniera alla base di ciascun livello. E’
importante osservare che con la formulazione qui considerato come il modello di riferimento
così proposta è possibile calcolare facilmente il rispetto al quale sono stati valutati gli altri
moltiplicatore ultimo ed inclinazione della risultati.
lesione per diverse posizioni della cerniera e di

SG03-107
Avendo, in questo lavoro, limitato l’analisi al Le Tabelle 4 e 5 mostrano i valori dei
caso c ≤ min(b,p), i parametri geometrici moltiplicatori del carico ultimo ottenuti con i
delle pareti sono scelti in modo da rientrare in diversi modelli a macro-blocchi e le relative
tale restrizione. Altri casi possibili per le sole variazioni percentuali riferite al modello a micro-
pareti monopiano sono stati analizzati da blocchi proposto da Orduña (2003).
Casapulla e Argiento (under review), mentre altri Per il Set 1 e 2, è utile osservare che il
relativi alle pareti multipiano saranno sviluppati moltiplicatore del modello a micro-blocchi risulta
in lavori successivi. essenzialmente non influenzato dal parametro t
Le variabili usate nell’analisi comparativa, (rapporto dimensionale della parete). Tale
riepilogate in Tabella 2, sono i rapporti risultato è riscontrabile anche per il modello
dimensionali della parete e del blocco, numero proposto e quello di FaMIVE, con valori del
dei filari e sovraccarico in rapporto al peso della moltiplicatore molto prossimi a quello del
parete. In Tabella 3 sono riportati i Set modello a micro-blocchi (leggermente inferiori e
dell’analisi comparativa con dati parametrici pertanto conservativi). Invece, i modelli a macro-
assegnati. blocchi proposti da Orduña (2003) e De Buhan e
de Felice (1997) evidenziano maggiori variazioni
del moltiplicatore fino ad una sottostima del 23%
Tabella 2. Determinazione dei parametri dimensionali
per quest’ultimo.
Nome parametro Variabile Definizione
Rapporto dimensionale t H/L
parete Tabella 4. Confronto dei risultati del modello proposto con
Raporto dimensionale m h/l il modello a micro-blocchi per i Set 1, 2, 3 e 4.
blocco Modello a micro-blocchi Modello a macro-blocchi
Numero dei filari o H/h
 (Orduña 
Sovraccarico p q/(Hb) Set % Var.
2003) (proposto)
1 0.69 0.65 -5.8
2 0.68 0.65 -4.4
Tabella 3. Riepilogo dei Set con determinazione dei 3 0.49 0.49 ±0.0
parametri. 4 0.26 0.26 ±0.0
Set Parete t m o p
1 Mono- 0.5 1/3 12 -
piano Tabella 5. Confronto dei risultati di altri modelli a macro-
2 Mono- 1.0 1/3 12 - blocchi per i Set 1, 2, 3 e 4.
piano
3 Mono- 1.0 1/2 12 - Altri modelli a macro-blocchi
piano   
4 Mono- 1.0 1 12 - (Orduña (De (FaMIVE
piano 2003) % Buhan % 2003) %
Set
5 Multi- 1.0 1/3 150 - Var. e de Var. Var.
piano Felice
6 Multi- 1.0 1/3 150 1 1997)
piano 1 0.75 +8.7 0.53 -23.2 0.67 -2.8
7 Multi- 1.0 1/3 150 8 2 0.65 -4.4 0.53 -22.1 0.67 -1.5
piano
3 0.50 +2.0 0.43 -12.2 0.52 +6.1
4 0.25 -3.8 0.31 +19.2 0.27 +3.8

Si noti che i Set 1, 2, 3 e 4 sono riferiti a pareti


monopiano i cui risultati sono ottenuti dalla Con il Set 3 e 4, aventi per variabile il rapporto
maggior parte dei modelli scelti, mentre i Set 5, 6 dimensionale del blocco (parametro m), si ottiene
e 7 considerano pareti di cinque piani (ciascuno per il modello proposto un valore del
con altezza pari a 3.00 metri) i cui risultati sono moltiplicatore di danno che coincide
ottenuti solo dal modello a macro-blocchi perfettamente con quello del modello di
proposto e quello di FaMIVE (per mancanza di riferimento. Per i modelli proposti da Orduña e
altri dati in letteratura). FaMIVE si registrano contenute variazioni le
quali, invece, diventano consistenti per il modello

SG03-108
di De Buhan e de Felice. Ovviamente, tutti i a soluzioni più accurate anche per pareti
modelli conducono ad un moltiplicatore del multipiano, senza rinunciare all’approccio
carico ultimo per il Set 4 inferiore rispetto al Set speditivo della procedura di analisi.
3; come già spiegato da Casapulla (2001) e
Orduña (2003) la motivazione è da ricercare nella
minore sovrapposizione dei blocchi con 5 CONCLUSIONI
conseguente diminuzione della resistenza In questo lavoro è stata presentata una
attritiva. rivisitazione di un modello esistente a macro-
In definitiva, per pareti monopiano, andando a blocchi rigidi con giunti attritivi per l’analisi
mediare le differenze percentuali si evince come limite di pareti murarie multipiano soggette ad
il modello proposto e quello di FaMIVE azioni sismiche parallele al piano.
(rispettivamente con variazione media del 2.6% e Il modello adottato si basa sull’ipotesi di un
3.6%) risultino più affidabili degli analoghi sistema articolato in distinti corpi rigidi o macro-
modelli a macro-blocchi proposti da Orduña e De blocchi separati da un’unica lesione in cui sono
Buhan e de Felice (con media delle variazioni assunte concentrate le resistenze attritive e dove
percentuali rispettivamente del 3.6% e del sono possibili i moti relativi tra i blocchi
19.2%). (rotazioni e scorrimenti).
I Set 5, 6 e 7, come già anticipato, prevedono Gli aspetti innovativi dell’analisi sono riferiti
solo il confronto su pareti multipiano tra il ad una valutazione più accurata sia delle
modello proposto e quello di FaMIVE al variare resistenze attritive che del moltiplicatore del
del valore del sovraccarico (parametro p), come carico ultimo. Per quanto riguarda le resistenze
riportato in Tabella 6. Con sovraccarico nullo in attritive sono stati presi in considerazione i due
FaMIVE si registra una sovrastima del distinti contributi del peso proprio della parete e
moltiplicatore del carico di collasso; tale quello del sovraccarico, mentre la valutazione del
differenza è da ricercare nel valore della moltiplicatore del carico ultimo è stata basata sui
resistenza attritiva di FaMIVE che non viene valori delle resistenze attritive ponderate
ponderata in funzione della lesione, come invece sull’inclinazione della lesione, più coerenti con il
accade per il modello proposto con l’Eq. (5). meccanismo misto rotazione-scorrimento.
Tali aspetti innovativi hanno permesso di
ottenere formulazioni analitiche non solo più
Tabella 6. Confronto dei risultati del modello proposto con accurate, ma anche facilmente implementabili
quello di FaMIVE per i Set 5, 6 e 7. nella procedura speditiva del programma
  % FaMIVE, specificatamente dedicato alla
Set
(proposto) (FaMIVE 2003) Var. valutazione della vulnerabilità di edifici murari in
5 0.47 0.52 +11.1 zona sismica in relazione ai meccanismi locali di
6 0.47 0.48 +2.8 danno.
7 0.47 0.37 -20.6 Il confronto tra i risultati ottenuti anche da altri
modelli a macro e micro-blocchi rigidi esistenti in
letteratura ha fornito chiare indicazioni
Inoltre, la sovrastima del moltiplicatore sull’affidabilità e robustezza delle formulazioni
diminuisce con l’aggiunta del sovraccarico (Set proposte. Infatti, il soddisfacente confronto ha
6) fino a diventare invece una sottostima per confermato la capacità del modello sviluppato di
ulteriori incrementi del sovraccarico (Set 7). Tale ottenere risultati molto prossimi ad un modello a
trend si giustifica per il fatto che il modello micro-blocchi assunto come riferimento “esatto”,
FaMIVE trascura la componente della resistenza senza gli oneri computazionali della micro-
attritiva Fq descritta nell’Eq. (3). modellazione e più degli altri modelli a macro-
In conclusione, si nota come il modello blocchi presenti in letteratura.
FaMIVE, nonostante sia riferito ad una analisi dei La discussione dei risultati ottenuti è
danni su scala territoriale, risulti già affidabile per concentrata soprattutto sull’interpretazione dei
pareti monopiano; con l’implementazione delle parametri significativi e delle relazioni tra di loro.
formulazioni proposte che forniscono risultati Le valutazioni emerse costituiscono una base di
prossimi ai valori “esatti” del modello di partenza esaustiva per una successiva estensione
riferimento a micro-blocchi, si potrebbe pervenire delle formulazioni ad altre classi di meccanismi

SG03-109
finalizzata ad un aggiornamento complessivo masonry walls: state of the art and recent developments.
Buildings, 7.
della procedura FaMIVE.
Casapulla, C., Argiento, L.U., In-plane frictional resistances
in dry block masonry walls and rocking-sliding failure
modes revisited and experimentally validated,
RINGRAZIAMENTI Composites Part B: Engineering, under review.
D’Ayala., D., Speranza, E., 2003. Definition of collapse
Gli autori della presente memoria affiliati al mechanisms and seismic vulnerability of masonry
Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e structures. Earthquake Spectra, 19(3), 479-509.
l’Architettura dell’Università di Napoli Federico De Buhan, P., De Felice, G., 1997. A homogenisation
approach to the ultimate strength of brick masonry.
II ringraziano il Dipartimento della Protezione Journal of the Mechanics and Physics of Solids, 45(7),
Civile per il supporto offerto alla presente ricerca 1085-104.
nell’ambito del Progetto ReLUIS – Linea Giresini, L., 2015. Energy-based method for identifying
Murature (2017). vulnerable macro-elements in historic masonry
churches, Bulletin of Earthquake Engineering, 44(13),
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Giresini, L., Fragiacomo, M., Sassu, M., 2016. Rocking
REFERENCES (STYLE REFERENCE TITLE) analysis of masonry walls interacting with roofs.
Andreini, M., Sassu, M., 2011. Mechanical behaviour of Engineering Structures, 116, 107–20.
full unit masonry panels under fire action. Fire Safety Giresini, L., Sassu, M., 2016. Horizontally restrained
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Begg, D.W., Fishwick, R.J., 1995. Numerical analysis of centres: the Ortigia case (in Italian), Chapter 8 Guide to
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9° Convegno nazionale su “L’Ingegneria sismica in vulnerability assessment of churches. 4th International
Italia”. Settembre 20-23, Torino. Seminar on Structural Analysis of Historical
Casapulla, C., 2001. Dry rigid block masonry: safe Constructions (SAHC04). November 10-13, Padova,
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Architecture Series, 7, 251-61. Lagomarsino, S., 2015. Seismic assessment of rocking
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behaviour of masonry walls with frictional resistances 13(1), 97-128.
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strength of dry-stacked stone blocks by comparing Sorrentino, L., AlShawa, O., Decanini, L.D., 2011. The
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Dynamics, 17(6), 1-19. buildings, Ph.D. Thesis, University of Bath, UK.
Casapulla, C., Maione, A., 2017. Critical response of free-
standing rocking blocks to the intense phase of an
earthquake. International Review of Civil Engineering,
8(1), 1-10.
Casapulla, C., Giresini, L., Lourenço, P.B., 2017. Rocking
and kinematic approaches for rigid block analysis of

SG03-110
ANIDIS 2017
PISTOIA

Simulating shear-compression mechanical behavior of historical masonry


panels: sensitivity of 3D numerical models to input parameters
Amedeo Gregoria, Michele Angiolillia
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, Via Giovanni Gronchi 18, 67100 L’Aquila

Keywords: Historical masory, 3D modelling, numerical simulations, sensityvity analyses

ABSTRACT
Recent seismic events highlighted the extreme vulnerability of historic wall types, generally characterized by a
chaotic texture of irregular stones and joints and whose mechanical behavior is difficult to predict. On the other,
although advanced numerical modeling tools are available, they presupposes an adequate knowledge of a large
number of parameters (related to materials properties and surface interactions) that are still difficult to be evaluate.
The great uncertainty affecting these parameters forces to first determine the weight of this indeterminacy on
structural response of historical walls predicted by numerical simulations. In the present study, a sensitivity
analysis to the input parameters was carried out on 3D FE models with reference to experimental data recorded
from masonry panels reproducing the original masonry texture of several monumental buildings in L’Aquila and
tested in shear-compression configuration at the Laboratory of Material and Structural Testing at the University of
L’Aquila. The study highlighted that the selection of high values for the normal and transversal stiffness at the
interface surfaces, make the response of 3D models insensitive to several other parameters individually found to be
effective, instead. In this case, response predicted by models with and without interfaces tends to correspond each
other.

SG03-111
ANIDIS 2017
PISTOIA

Sensitività ai parametri di modelli numerici 3D per la simulazione della


risposta di pannelli di muratura storica provati a taglio-compressione
Amedeo Gregoria, Michele Angiolillia
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, Via Giovanni Gronchi 18, 67100 L’Aquila

Keywords: murature storiche, modelli 3D, simulazioni numeriche, analisi di sensitività

ABSTRACT
I recenti eventi sismici hanno messo in evidenza l’estrema vulnerabilità delle tipologie murarie storiche.
Particolare interesse si è sviluppato per murature in pietrame a tessitura caotica, il cui comportamento meccanico
risulta di difficile previsione per la geometria irregolare di elementi e giunti. D’altra parte, gli avanzati strumenti di
modellazione numerica attualmente disponibili presuppongono la conoscenza di molteplici parametri (relativi ai
materiali ed ai reciproci legami di aderenza) ancora oggi di difficile valutazione sperimentale e numerica. Per
questo, l’incertezza che caratterizza la scelta di alcuni valori di input per le simulazioni, costringe a valutare il peso
di questa indeterminazione rispetto al comportamento atteso dalle murature. Nel presente studio, i risultati di prove
sperimentali di taglio-compressione eseguite su pannelli di muratura realizzati secondo la tecnica costruttiva storica
riscontrata in diversi palazzi di L’Aquila, sono serviti per calibrare i parametri di input in simulazioni numeriche
3D. I risultati hanno evidenziato che la risposta numerica è particolarmente influenzata dai valori assunti per l’
energia di frattura dei materiali, per le rigidezze normali e tangenziali in corrispondenza delle superfici di
interfaccia, per la coesione e per gli angoli di attrito sulle stesse, nonché dalla raffinatezza della discretizzazione
operata per la muratura, assimilata a blocchi di materiale omogeneo continuo.

Nell’ultimo decennio, tuttavia, si è riscontrato


un significativo aumento del livello di
1 INTRODUZIONE sofisticazione dei modelli analitici a disposizione
Una delle tipologie murarie più diffuse, degli studiosi per la modellazione di complessi
soprattutto con riferimento ai beni monumentali e aspetti meccanici relativi alle superfici di contatto
storici (chiese e palazzi) è quella di tipo a sacco, tra gli elementi. D’altra parte, l’utilizzo di questi
costituita da paramenti esterni realizzati con avanzati strumenti di modellazione numerica
elementi lapidei irregolari, distribuiti in modo presuppongono la conoscenza di molteplici
caotico e con malta di scarsa resistenza, parametri che caratterizzano i materiali ed i
combinati ad un nucleo interno spesso costituito legami di aderenza tra di essi e che, ancora oggi,
da residui incoerenti derivanti da precedenti crolli restano di difficile valutazione da parte degli
o demolizioni, a volte misti a terra ed usati come studiosi, tanto per via sperimentale che numerica.
semplice materiale di riempimento. I recenti La grande incertezza che quindi caratterizza la
eventi sismici, tra cui quello che nel 2009 ha scelta dei valori da assegnare a questi parametri
colpito la Provincia di L’Aquila, hanno messo in costringe a valutare, anzitutto, il peso di questa
evidenza l’estrema vulnerabilità di queste indeterminazione rispetto alla previsione del
tipologie murarie e un particolare interesse si è comportamento atteso dalle murature in
sviluppato per lo studio del loro comportamento questione.
meccanico prima e dopo interventi di rinforzo. La Nel presente studio, un’analisi di sensitività ai
natura composita e la forte irregolarità geometrica parametri di input delle simulazioni numeriche
degli elementi e dei giunti, rende infatti piuttosto agli elementi finiti è stata condotta avendo come
complessa la previsione della risposta ai carichi riferimento i risultati di alcune prove sperimentali
di murature caotiche in pietrame, sia dal punto di di taglio-compressione condotte su pannelli di
vista sperimentale che numerico. muratura testati presso il Laboratorio Prove

SG03-112
Materiali e Strutture del DICEAA dell’Università di esecuzione del test di taglio-compressione sono
degli Studi dell’Aquila. In particolare, i pannelli indicati in dettaglio in (Di Fabio, 2016).
di muratura testati sono stati realizzati
riproducendo la tipologia muraria in pietrame
irregolare riscontrata in numerosi palazzi storici
della città di L’Aquila danneggiati dal sisma
2009.
Le curve forza-scorrimento ottenute dalle
sperimentazioni sui pannelli sono quindi servite
alla calibrazione dei valori di input richiesti nelle
simulazioni numeriche 3D in cui, per la muratura,
sono stati adottati modelli di continuo equivalente
monoblocco o di continui separati da interfacce
tra più blocchi. I parametri calibrati hanno
riguardato la definizione delle energie di frattura
dei materiali, le rigidezze normali e tangenziali in
corrispondenza delle eventuali superfici di Figura 1. Foto dell'apparecchiatura utilizzata per il test di
interfaccia ed i valori della coesione e degli taglio compressione su muratura in pietrame caotica di
angoli di attrito sulle stesse. Successivamente alla 500x500x300mm
calibrazione dei parametri ed all’ottenimento di Essenzialmente, l’apparecchiatura di prova
una risposta calcolata quanto più possibile consiste in una coppia di piatti rigidi in acciaio
aderente a quella registrata sperimentalmente per (di spessore 30 mm) montati attorno al campione
i pannelli, a ciascuno dei parametri così calibrati di muratura in modo da riprodurre una scatola di
sono state attribuite variazioni percentuali al fine taglio. Un primo attuatore è stato usato per
di determinare la loro influenza sulla qualità della imporre dall’alto il carico verticale N equivalente
risposta finale prevista. In particolare, la ad una tensione di compressione media sul
sensibilità della risposta rispetto alla variazione provino di 0.18Mpa (pari a circa 1/3 della
dei parametri è stata valutata sia in termini di tensione di rottura ricavata sperimentalmente
massima resistenza allo scorrimento orizzontale dalla compressione di un campione). Un secondo
che rispetto al comportamento meccanico dei attuatore è stato utilizzato per introdurre una forza
pannelli oltre tale limite. orizzontale di taglio T a livello della mezza
altezza del campione da testare. La parte centrale
2 CAMPAGNA SPERIMENTALE E del campione è stata così forzata a scorrere
rispetto alla porzione superiore ed inferiore del
MODALITÀ DI PROVA
campione, a loro volta trattenute da appositi
risvolti verticali affioranti dalle piastre.
Alcuni campioni sperimentali di muratura con In assenza di standard specifici, la
dimensioni di 500mm (altezza) x 500mm configurazione di prova appena descritta mira a
(lunghezza) x 300mm (spessore), sono stati riprodurre, nel caso di murature in pietrame
preparati secondo la tecnica costruttiva storica irregolari, le modalità di prova su triplette di
riscontrata nei numerosi palazzi monumentali mattoni prevista in (UNI-EN1052-3, 2007)
della città di L’Aquila. In particolare, sono stati (Borri, 2001) (Borri, 2004).
utilizzati elementi lapidei costituiti da pietre
irregolari recuperate dai crolli parziali
dell’edificio e aventi un diametro medio nel range 3 DESCRIZIONE DEI MACRO-MODELLI
di 120÷150 mm. La malta storica è stata NUMERICI
riprodotta in modo che fosse friabile e Allo scopo di simulare le prove sperimentali di
caratterizzata da una resistenza a compressione cui sopra e per poter calibrare alcuni parametri
inferiore a 1MPa. Per non pregiudicare l’integrità meccanici della muratura, sono stati elaborati dei
dei campioni di muratura durante la loro macro-modelli agli elementi finiti conducendo
movimentazione, a causa della grande friabilità e analisi numeriche con il MIDAS FEA. Il software
poca resistenza della malta, essi sono stati consente una modellazione dei materiali fragili,
consolidati con iniezioni di malta speciale. La tra cui le murature, mediante l’utilizzo del Total
procedura per la realizzazione dei provini murari, Strain Crack Model - TSCM (Manual of MIDAS
l’apparecchiatura di prova utilizzata e la modalità FEA: Analysis and Algorithm) per mezzo del
quale è stato possibile individuare uno stato

SG03-113
fessurativo diffuso all’interno del pannello 3.3 Carichi
sottoposto a sollecitazioni combinate di taglio e
Come operato in fase sperimentale, anche
compressione. Il sistema di equazioni non lineari
nella simulazione numerica della prova di
è risolto attraverso il metodo incrementale Initial
compressione-taglio, sono state previste due fasi
Stiffness. Di seguito, si descrivono i modelli 3D
distinte di carico per le pareti. Nella prima fase,
agli elementi finiti adottati per le analisi
una tensione verticale uniforme di compressione
numeriche sotto l’ipotesi di materiale composito
pari a 0.18 MPa è stata applicata al campione.
isotropo. La piastra per il trasferimento della
Nella seconda fase, a carico verticale costante, è
forza orizzontale alla parte centrale del campione
stato imposto uno spostamento progressivo
è stata modellata come corpo elastico omogeneo
crescente da 0 a 39mm alla piastra di
in acciaio di geometria corrispondente alle reali
trasferimento dei carichi orizzontali al campione.
dimensioni sperimentali. Le piastre di
Lo spostamento orizzontale massimo di 39 mm
trasferimento dei carichi verticali sono state
per la piastra è stato suddiviso in 195 Step, ad
modellate, invece, come particolari condizioni di
incrementi di 0.2mm per volta.
vincolo (v. 3.4).
3.4 Vincoli
3.1 Macromodello 1
La piastra di sostegno inferiore del pannello,
Il primo macro-modello 3D preso in esame,
che nella realtà rappresenta la base di appoggio
denominato M1 (Macro-modello-1) è illustrato in
del campione, è stata modellata come un vincolo
Figura 2a e prevede la modellazione del pannello
alla traslazione verticale dei punti. Nei modelli, la
murario come un unico blocco di materiale
piastra superiore utilizzata per ripartire
omogeneo nelle ipotesi del TSCM.
uniformemente i carichi verticali sul campione, è
3.2 Macromodello 2 stata sostituita imponendo una pressione costante
sulla superficie del campione lasciando questa
Poiché la prova sperimentale prevede il chiaro libera di traslare in direzione verticale. In
scorrimento della parte centrale del campione corrispondenza della parte inferiore e superiore
rispetto a quelle superiori e inferiori del campione, sono stati applicati vincoli alla
rispettivamente, si è deciso di adottare un traslazione orizzontale. Questo consente di avere
macromodello rappresentativo di questa scorrimenti relativi della parte centrale rispetto
condizione. In particolare, per caratterizzare al alle porzioni superiori e inferiori del campione.
meglio l’influenza dei parametri meccanici di
scorrimento, si è adottato un modello numerico
del campione suddividendo il pannello murario in 4 ANALISI DI SENSITIVITÀ
tre corpi di materiale omogeneo (continuo TSCM) Analisi di sensitività sono state condotte
separati da due superfici di scorrimento inserendo nel modello numerico dei valori di
orizzontali. Il contatto tra i corpi è stato input ottenuti, direttamente o indirettamente, da
schematizzato con elementi di interfaccia piani a prove di laboratorio oppure stimati attraverso
cui sono stati attribuiti dei legami non-lineari e l’utilizzo di formulazioni empiriche. Da prove di
leggi di attrito in accordo alla teoria di Coulomb. compressione effettuata su un campione non
Tale modello, denominato M2 (Macro-modello- consolidato attraverso iniezioni si è ricavata una
2), è illustrato in Figura 2b. resistenza pari a 0.6 MPa. Poiché i test di taglio-
compressione sono stati invece eseguiti su
pannelli consolidati con iniezioni di malta, per le
simulazioni è stato necessario ipotizzare un
valore maggiorato per la resistenza. In accordo
alla NTC08, e relativa Circolare, un coefficiente
amplificativo pari a 2 può essere utilizzato per
l’incremento dei valori di resistenza e modulo
elastico in caso di consolidamento per iniezioni.
Poiché le iniezioni sono nella pratica destinate al
Figura 2. Vista dei modelli numerici 3D: modello continuo consolidamento della parte interna delle murature
omogeneo M1 (a sinistra); modello omogeneo con a sacco più che dei paramenti, nel nostro caso, si
interfacce M2 (a destra). è adottato un coefficiente maggiorativo dei
parametri meccanici ridotto da 2 a 1.5.

SG03-114
In definitiva, i valori delle caratteristiche quasi costante. L’ipotesi di non confinamento
meccaniche della muratura presi come conduce invece a risposte meno fragili e più
riferimento per i confronti nelle successive analisi simili alla qualità dei risultati ottenuti
di sensitività ai parametri di input delle sperimentalmente. Per tale motivo, le successive
simulazioni, sono stati i seguenti: resistenza di analisi di sensitività sono state condotte
compressione fc0 di 0.9 MPa; moduli di elasticità rispettando questa seconda assunzione.
normale E0 di 900Mpa e tangenziale G0 di 360 4.1.2 Dimensione della mesh “d”
MPa (D.M. 14/01/08), resistenza di trazione ft0
pari a 0.09 MPa (assunta pari ad 1/10 rispetto alla Per l’analisi di sensitività del modello
resistenza di compressione), un comportamento numerico rispetto alla dimensione della mesh,
di trazione tipo fragile, energia di frattura Gfc0 sono state considerate le tre differenti
pari a 15.4 N∙mm in accordo a (Model Code 90, discretizzazioni indicate in Figura 4 (dimensioni
CEB-FIP, 1993) e altezza critica di fessurazione mesh d= 25, 50 e 100mm).
H0 pari a 50mm (v.4.1.4)
Benché il numero di iterazioni e il numero di
steps nelle analisi numeriche rappresentino fattori
notevolmente influenti sulla qualità della risposta
calcolata, il loro effetto non viene, tuttavia,
discusso in questo lavoro.

4.1 Sensitività del Macromodello M1


Figura 4. Differenti discretizzazioni del modello M1, con
4.1.1 Confinamento dimensioni della mesh d=25, 50 e 100mm.

Uno dei fattori da considerare nelle analisi di


sensitività riguarda l’effetto del confinamento che
può aversi o meno tra due superfici di interfaccia.
Nel modello numerico, tale effetto è considerato
attraverso la funzione Confinement Effect, basata
sulla legge di Selby-Vecchio (Selby, 1993) che
viene definita tra le proprietà del materiale
(considerato omogeneo) scelte per rappresentare
la muratura presa in esame.
Figura 5. Confronto tra le curve numeriche ottenute con
differenti tipi di mesh (25,50 e 100 mm) sul Modello M1

Dalle curve di risposta calcolate e riportate in


Figura 5 si osserva che all’aumentare della
dimensione della mesh corrispondono lievi
incrementi di rigidezza ed aumenti di resistenza,
mentre in fase anelastica si osserva una diversa
pendenza delle curve.
Questa differenza nella diffusione del
danneggiamento nel modello varia da mesh a
Figura 3. Analisi di sensitività per l’effetto di confinamento mesh. Trattandosi, infatti, di un modello
sul modello numerico M1 con mesh di dimensione 50mm omogeneo, nel caso di mesh ad elementi più
Dalle curve di Figura 3 si osserva come piccoli si inseriscono nel modello un numero
l’effetto del confinamento determini una maggiore di possibili sezioni di danno e questo
variazione della risposta calcolata, sia in termini determina una localizzazione del danno maggiore
di massima resistenza che in termini di rispetto al caso di mesh più grandi con
comportamento post-picco. In particolare, conseguente riduzione della rigidezza calcolata
l’ipotesi di confinamento comporta un per il sistema globale (Calderini, 2004).
incremento della resistenza ed un fragile La stessa motivazione giustifica anche
decadimento appena dopo il picco fino ad un l’incremento di resistenza calcolato per mesh più
valore residuo della resistenza mantenuto, poi, grandi per le quali si può immaginare che la crisi

SG03-115
avvenga ad un certo istante per un determinato dell’elemento, la sua geometria, il materiale e
significativo volume di continuo. Lo stesso l’orientamento della fessura (Hube, 2010). In
volume, nel caso di mesh più fitte, è invece generale, H può essere assunta pari alla radice
costituito da tanti più elementi che arrivano al quadrata della superficie dell’elemento (per
collasso non tutti allo stesso istante e quindi senza elementi 2D) o alla radice cubica dell’intero
fornire una risposta contemporanea massima tra volume del campione (per elementi 3D).
tutti. D’altra parte è ragionevole ritenere che una Mantenendo costante il valore di Gfc0, si è
discretizzazione troppo fitta della muratura, proceduto ad un analisi di sensitività rispetto al
considerata come continuo omogeneo, possa parametro H a cui sono stati attribuiti i valori di
condurre a risultati poco corretti qualora al 50, 150 e 420mm, rispettivamente uguali
parametro d sia assegnato un valore inferiore al all’altezza minima del giunto di malta misurato
diametro medio dell’unità di pietrame. nel pannello murario, alla dimensione media
dell’unità di pietrame e alla radice cubica del
prodotto delle dimensioni del pannello stesso.
4.1.3 Modulo di elasticità normale “E”
Sono state eseguite analisi di sensitività per il
modello M1 rispetto ai valori del modulo di
elasticità normale E (Figura 6), a cui è legato il
modulo di elasticità tangenziale G attraverso il
coefficiente di Poisson υ (in questo studio
mantenuto costante al valore υ =0.25).

Figura 7. Analisi di sensitività per l’altezza critica H


(relativo all’energia di frattura) sul modello numerico con
mesh d=25mm.

Dall’osservazione delle curve riportate in


Figura 7 evidenzia che al crescere di H
diminuisce la capacità post-picco calcolata per il
Figura 6. Confronto tra le curve numeriche ottenute, per il campione. La stessa tendenza è stata confermata
modello M1, con mesh d=50mm, assumendo differenti
moduli elastici rispetto ad E0=900MPa)
anche adottando mesh caratterizzate da diversi
valori della dimensione d (per brevità non
riportate in questo lavoro).
Le curve calcolate e riportate in Figura 6
evidenziano come la variazione dei valori di E
determinino, oltre che una diversa rigidezza del 4.1.5 Comportamento a trazione
sistema globale, una variazione del È stata eseguita l’analisi di sensitività del
comportamento anelastico. In particolare, al modello M1 rispetto ai valori della resistenza a
crescere dei valori ipotizzati per E è risultata una trazione ft nel caso di comportamento fragile a
maggiore capacità di mantenimento del carico. trazione.

4.1.4 Energia di frattura


Per la modellazione del comportamento
meccanico anelastico è necessario quantificare
l’area sottesa al diagramma tensione-
deformazione (σ-ε) attraverso la definizione del
rapporto Gfc/H, in cui Gfc rappresenta l’energia
di frattura in compressione ed H l’altezza critica
di fessurazione (crack bandwidth). In merito alla
definizione di H, va osservato che non esiste Figura 8. Analisi di sensitività, sul modello M1 con mesh
pieno accordo tra gli autori che per essa d=50mm, per la resistenza di trazione ft. La curva
propongono diverse formulazioni in funzione di tratteggiata in rosso rappresenta quella di riferimento con
numerosi fattori tra cui: la grandezza valore centrale ft=ft0= 0.09MPa.

SG03-116
empirica proposta da Lourenço in (Lourenço,
2004) come versione modificata della
formulazione relativa al calcestruzzo di cui a
(Model Code 90, CEB-FIP, 1993).

Figura 10. Analisi di sensitività, sul modello M1 con mesh


d=50mm, per l’energia di frattura GfI.
Dalla Figura 10 si osserva come per legami di
trazione con associati diversi valori dell’energia
di frattura di primo modo GfI, non risultino
variazioni nei valori della resistenza massima e
Figura 9. Dispersione dei risultati dell’analisi di sensitività
al parametro ft ed in termini di forza massima esplicata della rigidezza calcolata per il campione. D’altra
sulla piastra (sopra) e forza corrispondente ad uno parte, le simulazioni evidenziano il paradosso di
spostamento imposto di 30mm (sotto). comportamenti post-picco relativamente meno
I risultati illustrati in Figura 9 evidenziano favorevoli al crescere dell’energia di frattura di
come non esista una chiara dipendenza della primo modo, con la miglior prestazione del
risposta calcolata per il campione in campione calcolata proprio in corrispondenza
corrispondenza di grandi spostamenti (30mm) dai dell’ipotesi estrema di comportamento
valori assunti per la resistenza a trazione ft. perfettamente fragile in trazione (brittle). Come
Diversamente, i valori della massima resistenza nel caso precedente, anche questa tendenza
calcolata per il campione hanno manifestato una meriterebbe riflessioni ed approfondimenti che
correlazione con quelli assunti per ft , sebbene di per brevità non riportiamo in questo studio.
tipo inverso, ovvero la maggiore resistenza del
campione si è avuta in corrispondenza del 4.1.6 Resistenza a compressione fc
minimo valore assegnato ad ft. Questa tendenza, Le precedenti analisi di sensitività sono state
apparentemente contraddittoria e di difficile svolte variando ciascun parametro di interesse in
spiegazione, richiederebbe ulteriori maniera indipendente dagli altri. In questa
approfondimenti e riflessioni non condotti in sezione vengono presentati i risultati di analisi di
questa sede. Tuttavia, per variazioni di ft sensitività del modello M1 rispetto al valore
nell’intervallo ±10% rispetto al valore centrale assunto per la resistenza a compressione fc della
ft0=0.09MPa (che corrisponde ad un decimo della muratura, adottando per gli altri parametri di
resistenza a compressione fc0=0.9MPa) le curve input dell’analisi (E, Gfc, ft) i valori ricavati da fc
di risposta calcolate sostanzialmente coincidono. secondo i riferimenti e le formulazioni già
In termini generali, l’analisi di sensitività indica indicate in par. 4. In particolare, i valori adottati
dunque che il parametro ft non influenza
per fc sono stati pari a ±30% rispetto al valore
significativamente il comportamento meccanico
del pannello, confermando le indicazioni di centrale fc0=0.9MPa.
(Lourenço, 1998). Le curve calcolate e riportate in Figura 11
Diversamente dai casi precedenti, un’ulteriore evidenziano come, in assenza di prove
analisi di sensitività è stata condotta ipotizzando sperimentali esaustive, sia fondamentale tenere in
anche un comportamento duttile in trazione, in considerazione l’incertezza sulla resistenza a
cui al valore di ft=ft0=0.09MPa è stato associato compressione fc della muratura, in quanto essa
un primo valore (di riferimento) dell’ energia di determina una variazione significativa del
frattura di primo modo GfI0=0.0075N∙mm. comportamento meccanico calcolato in termini di
Questo valore è stimato in accordo alla relazione resistenza, rigidezza e duttilità.

SG03-117
rigidezze iniziali molto diverse per i due
campioni, come spesso accade nella pratica. Con
riferimento ai valori ottimali per gli altri valori
dei parametri di input per le analisi, essi sono
risultati vicini ai valori centrali ipotizzati sulla
base delle formulazioni empiriche di cui alla
premessa del par.4.
In Figura 13, 14 e 15 sono illustrati i risultati
ottenuti in termini di spostamenti, tensioni e
distribuzione del danno per il macromodello M1
con i parametri di input ottimizzati.
Figura 11. Analisi di sensitività, sul modello numerico M1
con mesh d=50mm, per la resistenza di compressione fc
Le curve mostrano una proporzionalità tra le
variazioni assunte per fc e quelle relative alla
resistenza calcolata per il pannello, che poi viene
mantenuta anche per grandi spostamenti. Le
variazioni che si determinano in termini di
rigidezza sono invece percettibili solo nel caso in
cui gli spostamenti elastici costituiscano una Figura 13. Stato deformativo del modello M1 riferito ad
porzione significativa dell’intera storia di uno step della fase elastica (sinistra) e nella condizione di
spostamento massimo imposto di 39mm (destra).
spostamento considerata, mentre risultano di non
interesse nel caso di grandi spostamenti come
quelli considerati in Figura 11.
4.1.7 Confronto tra curve sperimentali e
numeriche
Sulla base delle precedenti analisi di sensitività
è stato possibile ottimizzare i valori da assegnare
ai parametri di input per ottenere dal modello M1
curve di risposta calcolate il più possibile vicino a
Figura 14. Stato tensionale di Von Mises nelle stesse
quelle ottenute per via sperimentale. condizioni di Figura 13.

Figura 12. Confronto tra le curve sperimentali ed il fuso


delle curve numeriche ottenute con Gfc/H=0.59MPa≠10%,
E=105MPa≠10%, fc=0.92MPa≠10%, ft=0.09≠10%.
I risultati ottenuti e illustrati in Figura12
evidenziano che il valore del modulo di elasticità
E per cui la risposta strutturale calcolata
approssima meglio quella sperimentale risulta
inferiore sia a quello proposto nelle (NTC08) per
il caso di muratura consolidata attraverso
iniezioni (E=E0= 900MPa), che a quello
ipotizzabile per il pannello non consolidato
(E=600MPa≈0.7٠E0). D’altro canto, le curve Figura 15a,b,c,d. Apertura delle lesioni del modello M1 per
step di carico crescenti durante la storia di spostamento
sperimentali stesse sono caratterizzate da imposta.

SG03-118
4.2 Sensitività del Macromodello M2
L’interfaccia tra unità di pietrame e giunti di
malta costituisce il punto debole della struttura
muraria, dominando, in genere, il comportamento
meccanico globale attraverso sollecitazioni
combinate di compressione e taglio.
Le analisi di sensitività condotte sul
macromodello M2 hanno permesso di valutare
l’influenza dei parametri relativi alle leggi di
scorrimento tra le due superfici d’interfaccia (tra i
blocchi che costituiscono il modello) sulla qualità Figura 16. Analisi di sensitività per il modello numerico
della risposta calcolata. Alle due superfici di M2 con mesh d=50mm, al variare della rigidezza kn,t (intesa
interfaccia (Figura 2b) è stato attribuito un di tipo normale kn o tangenziale kt, perché tra loro
legame non lineare di interfaccia del tipo univocamente legate dalla relazione di (Lourenço, 1996)).
combinated cracking-shearing-crushing, che Diversamente dalle simulazioni relative al
tuttavia presenta qualche limitazione e richiede modello M1, protratte fino ad uno spostamento
particolari attenzioni quando applicato, come nel massimo di 39mm, per quelle relative al modello
nostro caso, a superfici di contatto in modelli M2 si è riscontrato un limite di convergenza per
numerici 3D. In questo caso infatti, la risposta le analisi in corrispondenza di spostamenti
numerica perde sensibilità ai parametri del cap- dell’ordine di 10 mm, entro i quali si è comunque
mode (energia di frattura Gfc, resistenza fc, picco potuta cogliere la qualità della risposta post-picco
di spostamento relativi della curva plastica kp, il del campione come in Figura16. Le analisi hanno
fattore di contributo per la tensione di taglio Cs) mostrato che i parametri kn e kt influenzano la
la cui influenza sulla risposta può essere solo capacità di mantenimento del carico e
stimata sulla base di modelli numerici 2D. determinando solo minime variazioni nei valori
Le analisi di sensitività sul modello M2 sono della rigidezza calcolata per il campione, che
state condotte rispetto a parametri di input diversi resta non apprezzabili nella scala degli
da d, E, Gfc/H, ft, ed fc, a cui, in questa sede, spostamenti di Figura10. Per valori molto elevati
sono stati assegnati i valori fissi di cui alla di kn e kt (pari a 10 volte i valori di riferimento
premessa al par.4 ed il cui effetto sulla qualità k0) si ha un comportamento che riconduce a
della risposta numerica è stato già identificato quello del modello di continuo M1.
sulla base delle analisi condotte sul modello M1.
I nuovi parametri considerati per le analisi di 4.2.2 Coesione C
sensitività relative al modello M2 ed i relativi Sono state eseguite analisi di sensitività per il
valori centrali ad essi assegnati sono i seguenti: modello M2 rispetto ai valori di coesione C , i cui
rigidezza normale kn=10 N/mm3; la rigidezza risultati sono graficamente illustrati in Figura 17.
tangenziale kt=4 N/mm3; coesione C=0.1 MPa; Le simulazioni hanno indicato che, a valori
angoli di attrito interno ɸ0 =40°, angolo di attrito maggiori della coesione C corrispondono
residuo ɸr0 =37°, angolo di dilatanza ψ nullo,
maggiori capacità di mantenimento del carico,
energia di frattura di taglio GfII0=0.010N∙mm.
senza modifiche sostanziali della rigidezza e della
4.2.1 Rigidezze normali e tangenziali kn e kt resistenza calcolate per il campione.
Per l’analisi di sensitività del modello
numerico rispetto ai parametri di rigidezza
normale kn e tangenziale kt (Figura 16), sono stati
considerati i valori centrali kn0=10 N/mm3 e kt0=4
N/mm3, determinati in accordo alle formulazioni
di (Lourenço, 1996) ed (Senthivel, 2006) in
funzione del valore dello spessore medio del
giunto (50mm) e dei valori dei moduli elastici
normali e tangenziali ipotizzati per le unità di
pietra e per la malta (15000 e 500 MPa
rispettivamente).
Figura 17. Analisi di sensitività, sul modello numerico M2
con mesh d=50mm, per il parametro di coesione C

SG03-119
4.2.3 Angolo di attrito interno ɸ variazioni solo in termini di capacità di
I valori della tangente dell’angolo di attrito mantenimento del carico massimo e dei valori
interno ɸ suggeriti in (Lourenço, 1996) residui di resistenza per grandi spostamenti.
(Mosalam, 2009) sono compresi nell’intervallo 4.2.5 Angolo di dilatanza ψ
0.7÷1.2. In questo studio, le analisi di sensitività
Dalla letteratura risulta che, durante la
del modello numerico M2 rispetto a ɸ sono state
deformazione a taglio nella fase anelastica, sono
eseguite considerando i seguenti valori di ɸ
stati osservati aumenti di volume anche per
(ɸ=35°,40° ,45° ,48° e 50°) compatibili con
materiali quasi fragili, in dipendenza della
l’intervallo suddetto. I risultati di questa analisi
pressione di confinamento e dall’angolo di
sono riportati in Figura 18 ed evidenziano che
dilatanza ψ. In (Plujim et al., 1993), ad alte
all’aumentare di ɸ si manifesta un moderato
pressioni di confinamento è associato un valore di
incremento della capacità resistente (sino ad un
ψ nullo, mentre per basse pressioni esso assume
limite che poi resta costante) e poi un graduale
un valore compreso fra 11° e 35° (0.2≤tanψ≤0.7).
miglioramento della capacità di mantenimento
I risultati ottenuti assegnando a ψ i valori 0°, 11°
del carico. Il grafico, inoltre, evidenzia un valore
e 35° rispettivamente, sono graficati in Figura 20.
residuo della capacità identico per tutte le curve.
Le curve indicano che al crescere dei valori di ψ
aumenta la capacità di mantenimento del carico
stimata per il campione, senza tuttavia differenze
sull’entità della massima resistenza e della
rigidezza previsti attraverso le simulazioni.

Figura 18. Analisi di sensitività, sul modello numerico M2


con mesh d=50mm, per l’angolo d’attrito interno ɸ

4.2.4 Angolo di attrito interno residuo ɸr


In Figura 19 sono riportate le curve ricavate da
analisi di sensitività del modello numerico M2 Figura 20. Analisi di sensitività, sul modello numerico M2
rispetto all’angolo di attrito interno ɸr, fatto con mesh d=50mm, per l’angolo di dilatanza ψ
variare nel range ±20% intorno al valore centrale
4.2.6 Energia di frattura di taglio Gf II
ɸr0 =37° assunto in accordo a (Lourenço, 1996)
(Mosalam, 2009).
Alcuni studi hanno evidenziato che il gradiente
di energia di frattura di taglio aumenta
linearmente con l'aumento della tensione di
confinamento (Lourenço, 1996). Da analisi
sperimentali non è stato comunque possibile
trovare un legame tra la resistenze a taglio e
quella a trazione (CUR, 1994). In questo studio,
come valore di riferimento GfII0 si è scelto quello
corrispondente ad un decimo del valore di C in
accordo a (Lourenço, 1996). I risultati delle
analisi di sensitività condotte facendo variare GfII
Figura 19. Analisi di sensitività, sul modello numerico M2 sono sinteticamente illustrati in Figura 21. Le
con mesh d=50mm, per l’angolo d’attrito interno residuo ɸr curve di risposta indicano che al diminuire di GfII
Le curve mostrano che diverse ipotesi fatte in si riduce la capacità di mantenimento del carico
merito ai valori di ɸr conducono a risposte sino al manifestarsi di comportamenti fragili e di
calcolate praticamente simili in termini di problemi di instabilità delle soluzioni numeriche
rigidezza e resistenza del campione, con chiare calcolate. Nessuna influenza di GfII è stata invece

SG03-120
osservata in termini di rigidezza e resistenza parametri di input che maggiormente influenzano
risultate dalle simulazioni. la risposta del modello M1 sono nell’ordine: con
riferimento alla resistenza, i valori dei parametri
fc e d; con riferimento alla rigidezza, i valori del
parametro E; con riferimento al comportamento
post-picco, i valori dei parametri Gfc e d. Per il
modello M2, la resistenza calcolata per il
pannello non è stata influenzata da nessuno dei
parametri relativo alle superfici che invece
modificano la capacità di mantenimento del
carico ed i valori di resistenza residui a grandi
spostamenti. In questo caso, la scelta di valori
particolarmente alti di kn e kt riconducono le
Figura 21. Analisi di sensitività, sul modello numerico M2 previsioni per M2 a quelle calcolate per M1.
con mesh d=50mm, per l’energia di frattura di taglio GfII

4.2.7 Ulteriori considerazioni sulla sensitività REFERENCES


del modello M2 ai parametri
Borri, A., Corradi, M., Galano, L., Vignoli, A., 2004.
Analisi numeriche per la valutazione della
Condizioni di sensitività incrociata del resistenza a taglio delle murature. Ing. Sismica.
modello M2 ai parametri di input possono Borri, A., Corradi, M., 2001. Il Problema della Valutazione
riguardare i valori di kn e kt rispetto ad altri della Resistenza a Taglio della Muratura mediante
Prove Sperimentali. ANIDIS, Potenza-Matera.
parametri. Le curve in Figura 22 mostrano infatti Calderini, C., 2004. Un modello costitutivo per la muratura:
come l’assunzione di valori particolarmente alti formulazione ed implementazione per l’analisi di
per kn(e quindi per kt) rendano il modello strutture complesse. PhD thesis, Univ di. Genova.
insensibile ai valori assunti per C, prima trovati Di Fabio, F., Gregori, A., 2016. Experimental Numerical
influenti sulla qualità della risposta post-picco del Investigations On Historical Masonry Wall
Specimens Tested In Shear-Compression
campione. Tali conclusioni, confermate anche per Configuration. Engineering Structures.
altri parametri, suggeriscono che particolare Hube, M., Mosalam, K., 2010. Experimental and
attenzione sia quindi riservata, nelle simulazioni, Computational Evaluation of Current and
soprattutto alla scelta dei valori di kn e kt. Innovative In-Span Hinge Details in Reinforced
Concrete Box-Girder Bridges. J. of Struct. Eng.
Lourenço, P., 1996. A user/programmer guide for the
micro-modeling of masonry structures. TU-
DELFT.
Lourenço, P., 1998. Sensitivity analysis of masonry
structures. 8th Can. Mason. Symp. Jasp., Canada.
Lourenço, P., Barros, J., Oliveira. J., 2004. Shear testing of
stack bonded masonry. Constr. and Build. Mat.
Lourenço, P., 2008. Structural Masonry Analysis: Recent
Developments And Prospects. Univ. of Newcastle,
Australia.
Manual of MIDAS FEA: Analysis and Algorithm. (s.d.).
Figura 22. Analisi di sensitività, sul modello numerico M2 Model Code 90, CEB-FIP. ,1993.
con mesh d=50mm, per il parametro di coesione C con Mosalam, K., Glascoe, L., Bernier, J., 2009. Mechanical
valori costanti di kn=10٠kn0 e kt=10٠kt0 Properties of Unreinforced Brick Masonry. Law.
Livermore Nat. Laboratory, Livermore, California
NTC 2008. Norme tecniche per le costruzioni.
Plujim, J., et al., 1993. shear behavior of bed joint. North
5 CONCLUSIONI American Masonry Conf. USA.
Selby, R., Vecchio, F., 1993. Three-dimensional
Nel presente studio sono state svolte numerose Constitutive Relations for Reinforced Concrete.
simulazioni per indagare la sensitività ai University of Toronto, Dept. of Civil Engineering.
parametri di input di modelli 3D continui Senthivel, R., Lourenço, P., Vasconcelos, G., 2006.
monoblocco (M1) e con interfacce (M2) pensati Numerical Modelling of Deformation Behaviour
of Dry-Stack Stone Masonry. Int. Masonry Conf.,
per rappresentare il comportamento di pannelli in
London, UK.
muratura storica sperimentati con test di taglio- UNI-EN1052-3, 2007
compressione . Le analisi hanno evidenziato che i

SG03-121
ANIDIS 2017
PISTOIA

Limit analysis of polygonal-shaped masonry elements: the case study of bay


windows in Boston’s Back Bay.
Riccardo Barsottia, Stefano Bennatia, Claudio Tirabassoa
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, Largo Lucio Lazzarino, 56122 Pisa.

Keywords: Masonry, Bay Windows, Limit Analysis

ABSTRACT
This study presents some first results obtained during the investigations on the collapse behaviour of bay windows,
a typical late 19th-century architectural masonry element of the Victorian façade.
The problem of assessing the collapse behaviour of bay windows is complicated by the polygonal shape of their
cross section, the presence of openings along their height, and the uncertainties regarding the actual degree of
connection between the bay window, the floors and the rest of the façade. During an on-going research between
University of Pisa and MIT in Boston, we focused on the bay windows that mark the architectural heritage of Back
Bay, an historical neighbourhood in Boston, USA (Iuorio et al. 2015) .
Following a simplified approach first proposed by Giuffré (1993), a series of static tilting tests has been conducted
on five bay window scale-models, each of different height. The recordings of two digital video cameras have
allowed the identification of the collapse mechanisms (Barsotti et al. 2017).
The experimental results have been interpreted by means of simple mechanical models developed within the
framework of classical limit analysis (Heyman 1997; Barsotti et al. 2012). In particular, masonry has been
modelled as an homogeneous rigid-plastic material characterized by an anisotropic failure criterion. Experimentally
observed collapse modes have helped to identify a class of kinematically admissible mechanisms, thus enabling the
assessment of upper-bound estimates of the collapse load. Furthermore, statically admissible tension fields have
been built to obtain lower-bound estimates of the load multiplier factor. The mechanical model, despite its
simplicity, is able to provide analytical results in good agreement with the experimental ones.

REFERENCES
Barsotti, R., Bennati, S., 2012. Mechanical behaviour of masonry panels under in-plane loads. 8th International Conference on
Structural Analysis of Historical Construction. Wroclaw, Poland.
Barsotti, R., Bennati, S., Ochsendorf, J., Tirabasso, C., 2017. Scale models for the experimental analysis of the collapse
mechanisms of masonry bay windows under horizontal actions. COMPDYN 2017. June 15-17. Rhodes Island, Greece.
Giuffrè, A., 1993, Sicurezza e conservazione dei centri storici: il caso Ortigia, Editore Laterza.
Heyman, J., 1997, The stone skeleton: structural engineering of masonry architecture. Cambridge University Press.
Iuorio, O., Spencer, E., Ochsendorf, J., 2015. Seismic vulnerability assessment of the historical Back Bay neighborhood in
Boston. 2015 EERI Annual Meeting. Old cities, new earthquakes.

SG03-122
ANIDIS 2017
PISTOIA

Analisi limite di elementi in muratura a pianta poligonale: il caso dei Bay


Window di Back Bay in Boston
Riccardo Barsottia, Stefano Bennatia, Claudio Tirabassoa
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, Largo Lucio Lazzarino, 56122 Pisa.

Keywords: Muratura, Bay Windows, Analisi Limite.

ABSTRACT
Il presente contributo intende illustrare alcuni primi risultati relativi allo studio del collasso di un elemento
costruttivo in muratura, tipico delle facciate Vittoriane del XIX secolo, denominato “bay window”.
L’attenzione si è concentrata sulla tipologia di bay window osservabile negli edifici storici del quartiere Back Bay
di Boston (Stati Uniti), oggetto di una ricerca congiunta fra l’Università di Pisa e il MIT di Boston tutt’ora in corso.
Seguendo un approccio semplificato proposto anni fa da Giuffré, si è condotta una serie di test sperimentali su
tilting table utilizzando cinque modelli in scala di altezza variabile.
I risultati sperimentali sono stati interpretati adottando semplici schemi meccanici basati sui teoremi classici
dell’analisi limite. In particolare, la muratura è stata modellata come un materiale omogeneo rigido-plastico, la cui
crisi è descritta da un criterio di tipo anisotropo. I modi di collasso osservati sperimentalmente sono stati utilizzati
per identificare una classe di meccanismi cinematicamente ammissibili, ottenendo così stime dall’alto del carico di
collasso. Successivamente, sono stati costruiti campi di sforzo staticamente ammissibili, in modo da ottenere stime
dal basso del carico di collasso. Il semplice modello meccanico adottato ha così consentito di ricavare risultati
analitici in buon accordo con quelli sperimentali.

1 INTRODUZIONE nell’odierna area residenziale (Bainbridge 1967).


I rischi potenziali sono inoltre acuiti dalla
Nel presente contributo si illustrano alcuni
presenza di una grande percentuale di edifici
primi risultati ottenuti dallo studio delle modalità
progettati e costruiti senza tener conto di
di collasso dei bay window, un elemento
eventuali azioni orizzontali (la progettazione
costruttivo in muratura tipico dello stile
sismica a Boston è diventata obbligatoria solo nel
Vittoriano del XIX secolo, comunemente adottato
1975).
nell’edilizia di Boston (Stati Uniti) e, in particolar
La determinazione della risposta meccanica
modo, in un quartiere denominato Back Bay,
dei bay window sotto carichi orizzontali è un
individuato come caso studio nell’ambito di un
problema reso complicato dalla loro sezione
progetto di ricerca congiunto fra l’Università di
trasversale, tipicamente poligonale, e dalle non-
Pisa e il MIT di Boston, tuttora in corso di
linearità tipiche della muratura. Di conseguenza,
sviluppo (MIT-UNIPI Project “Mechanical
il ruolo strutturale giocato da questi elementi è
models for masonry walls under seismic
ancora incerto.
actions”). Il rischio sismico in questa zona non è
Il rilievo eseguito recentemente a cura del
particolarmente elevato, ma due motivi principali
dipartimento d’architettura del MIT (Iuorio et al.
destano comunque preoccupazione: da una parte
2015) ha messo in evidenza che l’orditura dei
non si può escludere la possibilità che la regione
solai in legno si sviluppa parallelamente alla
sia investita da terremoti di una certa intensità, di
facciata dell’edificio. Avendo come obiettivo
cui il terremoto di Cape Ann del 1755, VII grado
quello di mettere a punto uno schema strutturale
nella scala Mercalli, è un esempio; dall’altra, il
che fosse per quanto possibile semplice, questa
terreno di riporto su cui poggiano gli edifici del
situazione ha suggerito la possibilità di trascurare,
quartiere presenta un elevato rischio di
in via semplificativa, la connessione tra il bay
liquefazione, poiché nella seconda metà
window e il resto dell’edificio. Inoltre, le forze
dell’ottocento si realizzò un importante progetto
sismiche sono schematizzate come un carico
di sottrazione di terra al mare che permise di
uniformemente distribuito agente su tutto
convertire il precedente bacino per mulini
l’elemento. In questo modo, il problema della

SG03-123
determinazione del suo stato limite si riduce a
quello della valutazione del rapporto tra forze
ribaltanti e stabilizzanti, ovvero del moltiplicatore
dei carichi orizzontali.
Nella situazione di collasso incipiente, il
moltiplicatore dei carichi può essere ricavato in
maniera semplificata attraverso un approccio Figura 1. Definizione dei modelli di differente altezza,
introdotto da Giuffré (Giuffré 1991, 1993). Una dimensioni in cm.
serie di esperimenti sono stati condotti su modelli
in scala del bay window usando un tilting table
per valutare il moltiplicatore di collasso dei
carichi orizzontali per modelli di differente
snellezza.
I risultati sperimentali sono stati interpretati Figura 2. Dimensioni in pianta dei bay window, dimensioni
teoricamente usando i metodi e gli strumenti in cm.
tipici dell’analisi limite, seguendo un metodo già I modelli in scala sono stati sottoposti a prova
descritto, in parte, dagli autori (Barsotti et al. utilizzando un tilting table, mostrato
2012, Barsotti et al. 2017). La muratura è stata schematicamente in Figura 3. Il piano è stato
modellata come un materiale rigido-plastico progressivamente inclinato rispetto all’orizzontale
dotato di giaciture di debolezza attraverso le quali
di un angolo θ.
non è possibile trasmettere alcuna tensione di
trazione. In questo modo è stato possibile
determinare analiticamente dei valori
cinematicamente ammissibili del moltiplicatore
dei carichi. I valori teorici così ottenuti sono
risultati in buon accordo con quelli sperimentali.
Infine, si presentano alcuni primi risultati
riguardanti la determinazione di valori
staticamente ammissibili del moltiplicatore dei
carichi, relativi al caso particolare di bay window
scatolari. Viene quindi illustrato un confronto tra
i valori teorici cinematicamente e staticamente
ammissibili.
Figura 3. Setup del tilting table.

2 CAMPAGNA SPERIMENTALE
Rispetto al sistema di riferimento (y, z),
Le attività sperimentali, condotte nell’ambito solidale al piano inclinato, le forze di volume cui
del progetto di ricerca MIT-UNIPI, sono state è soggetto il corpo possono essere scritte come
eseguite realizzando cinque modelli in scala del
bay window di differente altezza, H, e 𝑏𝑏𝑦𝑦 = −𝛾𝛾 sin 𝜃𝜃 , 𝑏𝑏𝑧𝑧 = −𝛾𝛾 cos 𝜃𝜃 , (1)
precisamente H=31.1, 34.2, 43.5, 53.1 e 81.3 cm dove γ rappresenta il peso specifico della
(Figura 1), per semplicità privi di aperture. Tutti i muratura. Il moltiplicatore dei carichi orizzontali
modelli avevano la stessa pianta che, in scala può quindi essere definito come
1:16, può essere considerata rappresentativa di
quella di un bay window tipico dello stile del 𝜆𝜆 = 𝑏𝑏𝑦𝑦 /𝑏𝑏𝑧𝑧 = tan 𝜃𝜃. (2)
quartiere Back Bay (Figura 2). Ogni modello era L’angolo d’inclinazione è stato misurato
quindi caratterizzato da un differente parametro mediante un inclinometro digitale, mentre due
adimensionale, ρ a =a/H, definito come il rapporto videocamere digitali registravano l’esperimento.
tra la larghezza del pannello frontale, a, e Su ciascuno dei cinque modelli sono state
l’altezza, H. eseguite tre prove.

SG03-124
2.1 Meccanismi di collasso registrati
L’osservazione delle prove ha evidenziato che
tutti i modelli hanno subito un collasso parziale
caratterizzato dal distacco per rotazione di una
parte superiore dell’elemento. A seconda della
snellezza si sono potuti comunque distinguere
due tipi di meccanismo differenti che vengono
qui indicati come globale e locale. Il meccanismo
di collasso globale era caratterizzato dalla Figura 5. Incipiente collasso (locale) di un test condotto sul
rotazione dell’intera parte superiore del bay modello II.
window attorno a un asse parallelo al tilting table
e giacente all’estradosso della parte frontale
dell’elemento. È stato possibile osservare Infine, il modello III, caratterizzato da una
chiaramente un piano di separazione tra la parte snellezza intermedia, ha mostrato un modo di
superiore e quella inferiore del modello (Figura collasso intermedio tra quello locale e quello
4). Il tipo di collasso è stato definito “globale” globale. Tale osservazione suggerisce l’esistenza
perché ha coinvolto più del 50% della struttura. di un’altezza critica che separa i due modi di
collasso sopracitati.

2.2 Risultati sperimentali


Utilizzando i dati ottenuti mediante
l’inclinometro digitale e osservando le
registrazioni video delle prove è stato possibile
determinare, per ciascun modello, il valore
dell’inclinazione corrispondente all’attivazione
del meccanismo di collasso. La media dei tre
valori relativi ad uno stesso modello, θ EXP , è
riportata in Tabella 1 in funzione della snellezza,
ρ a , insieme al moltiplicatore dei carichi
orizzontali associato, λ EXP = tanθ EXP , e al tipo di
meccanismo di collasso osservato. I risultati
Figura 4. Incipiente collasso (globale) di un test condotto
ottenuti sono rappresentati graficamente in Figura
sul modello V. 6 insieme alle regressioni lineari calcolate
rispettivamente per i modi di collasso globali (III-
IV-V) e locali (I-II-III).
Il meccanismo di collasso locale è stato
riscontrato nei modelli più tozzi ed era
caratterizzato dalla separazione, con scorrimento, Tabella 1. Angoli di collasso medi, θ EXP , moltiplicatori,
di un numero relativamente piccolo di blocchi λ EXP , e tipi di meccanismi di collasso registrati.
Meccanismo di
della parte superiore del bay window. Tale Modello ρa θ EXP λ EXP collasso
meccanismo è stato definito “locale” perché ha
I 0.466 8.43° 0.148 Locale
coinvolto meno del 50% dell’elemento. Come II 0.424 7.40° 0.130 Locale
esempio, nella Figura 5 è riportato un collasso III 0.332 6.30° 0.110 Misto
rappresentativo del modello II. IV 0.273 5.70° 0.100 Globale
V 0.178 2.37° 0.041 Globale

SG03-125
Sotto le ipotesi appena enunciate è possibile
determinare dei valori per il moltiplicatore dei
carichi orizzontali in accordo col teorema del
limite superiore. A questo proposito, si consideri
una classe di meccanismi cinematicamente
ammissibili caratterizzata dalla rotazione di una
parte superiore del solido limitata inferiormente
da un piano di inclinazione rispetto
all’orizzontale minore di α m (Figura 8).

Figura 6. Sintesi dei risultati sperimentali.

3 LIMITAZIONI SUPERIORI DEL CARICO


DI COLLASSO
L’utilizzo degli strumenti tipici dell’analisi
limite ha permesso di stimare delle limitazioni
superiori del moltiplicatore dei carichi
orizzontali, in accordo con il teorema del limite
superiore o cinematico. Per fare questo, la
muratura è stata schematizzata come un materiale
omogeneo la cui resistenza a compressione è
assunta infinita e in cui non sono ammessi Figura 8. Meccanismo di collasso considerato per l’analisi
collassi per scorrimento. Inoltre, si assume limite; schema geometrico e notazioni.
l’esistenza di un insieme di giaciture, dette
giaciture di debolezza, lungo le quali non sia Nel caso in esame, per ipotesi nessuna
possibile trasmettere alcuna tensione di trazione. tensione è trasmessa lungo la superficie di
In particolare, si assume che la tensione normale separazione delle due parti, e si può dimostrare
sia negativa o nulla sulle giaciture di inclinazione che il flusso plastico risulta essere associato.
|α|≤α m , dove la massima inclinazione α m è L’imposizione dell’equilibrio della parte
definita dalla tessitura della muratura, come superiore, in condizione di incipiente rotazione,
mostrato in Figura 7. porta al seguente risultato:
𝑦𝑦𝐺𝐺 /𝑧𝑧𝐺𝐺 = tan 𝜃𝜃 = 𝜆𝜆, (3)
Dove y G e z G rappresentano le coordinate del
baricentro della parte superiore del solido
misurate rispetto all’asse di rotazione situato
all’estradosso della parete frontale del bay
window e λ rappresenta un valore
cinematicamente ammissibile del moltiplicatore
dei carichi orizzontali.
Semplici ma laboriosi calcoli, qui omessi per
Figura 7. Definizione di 𝛼𝛼𝑚𝑚 .
brevità, permettono di determinare l’espressione
analitica del minimo, λ CA , tra i moltiplicatori
Si osserva come il criterio di crisi necessiti, in cinematicamente ammissibili ottenibili dalla (3)
generale, di essere integrato da ulteriori al variare dell’inclinazione e della quota della
condizioni che limitino anche l’intensità delle superficie di separazione. Il lettore interessato
compressioni e delle tensioni tangenziali nella può trovare maggiori dettagli su questo aspetto in
muratura. In questo lavoro si limiterà comunque (Barsotti et al. 2017).
l’attenzione al semplice criterio proposto sopra. Inserendo nell’espressione di λ CA le
dimensioni effettive dei modelli, descritti nel

SG03-126
paragrafo precedente, è possibile confrontare i
risultati teorici con quelli ottenuti per via
sperimentale. Come mostrato in Figura 9, i
risultati sono piuttosto vicini tra loro,
specialmente per bassi valori di ρ a . Ulteriori
analisi saranno necessarie per ottenere valori
cinematicamente ammissibili del moltiplicatore di
carico che approssimo più da vicino il valore
effettivo di collasso.

Figura 10. Suddivisione ideale del bay window.

Qui si presentano i primi risultati relativi al


caso, più semplice, in cui la parete frontale è
ortogonale a quelle laterali. L’estensione dei
risultati al caso più generale in cui l’angolo, β,
descritto tra la parete frontale e quelle laterali
Figura 9. Confronto tra risultati sperimentali e teorici (𝛽𝛽 = possa assumere qualsiasi valore è ancora oggetto
𝜋𝜋/4). di studio.
Per β = π/2, con riferimento al pannello
centrale, si può dimostrare che una prima
condizione necessaria affinché un campo di
4 LIMITAZIONI INFERIORI DEL CARICO sforzo sia staticamente ammissibile è che il valore
DI COLLASSO della forza d’interazione tra i pannelli sia
Come è ben noto (Martin, 1975), è possibile compresa all’interno dell’intervallo:
determinare valori staticamente ammissibili del 𝜆𝜆 𝑡𝑡 𝑎𝑎𝑎𝑎 𝑞𝑞 𝜆𝜆 𝑡𝑡 𝑎𝑎𝑎𝑎
� − � ≤ ≤� + � , (4)
moltiplicatore dei carichi orizzontali utilizzando 2 6𝐻𝐻 𝐴𝐴 𝛾𝛾𝛾𝛾 2 6𝐻𝐻 𝐴𝐴
opportuni campi di tensione in equilibrio con le dove A rappresenta l’area della sezione
forze applicate sul corpo e rispettosi del criterio trasversale di tutto il bay window.
di crisi scelto. Una seconda limitazione si ottiene prendendo
Per i nostri scopi, il bay window è idealmente in esame i pannelli laterali, per i quali è possibile
suddiviso in tre pannelli, come mostrato in Figura dimostrare che sommando opportuni campi di
10. Le azioni interne scambiate tra questi sforzo auto-equilibrati a una distribuzione di
elementi sono ridotte, per semplicità, a una forza sforzi alla “Navier”, si ottengono sollecitazioni
uniformemente distribuita lungo l’altezza, di compatibili con il criterio di crisi adottato. Per
intensità per unità di superficie pari a q. In questo brevità, le espressioni esplicite delle componenti
schema, q può assumere solo valori positivi in di sforzo così ottenute non sono riportate.
quanto si assume per ipotesi che i pannelli laterali La Figura 11 mostra graficamente la ricerca
abbiano il ruolo di vincolare quello frontale del massimo valore del moltiplicatore
ostacolandone il ribaltamento. staticamente ammissibile, λ SA . Nel piano
Sotto queste ipotesi, è possibile definire una ausiliario (λ, q/γA) la diseguaglianza (4), insieme
classe di campi di tensione staticamente a quella relativa ai pannelli laterali, delimitano un
ammissibile sia per il pannello frontale (colorato dominio ammissibile (l’area ombreggiata nel
in blu nella Figura 10) che per quelli laterali diagramma di Figura 11).
(colorati in rosso nella Figura 10).

SG03-127
5 CONCLUSIONI
Il collasso dei bay window in muratura è stato
studiato sperimentalmente e teoricamente. Gli
esperimenti condotti mediante tilting table su
modelli in scala hanno fornito una prima serie di
valori del moltiplicatore di collasso dei carichi
orizzontali e dei modi secondo cui tale collasso
può avvenire. In particolare, sono stati identificati
due modi principali, indicati rispettivamente
come globale e locale.
Utilizzando il teorema cinematico dell’analisi
limite e prendendo in considerazione opportuni
meccanismi di collasso è stato possibile ottenere
l’espressione analitica di moltiplicatori
Figura 11. Diagramma delle coppie di valori (λ, q/γA)
staticamente ammissibili per ρ a =0.5. cinematicamente ammissibili dei carichi
orizzontali. I valori teorici di tali moltiplicatori
sono risultati essere in buon accordo con quelli
Il valore massimo dei moltiplicatori statici, sperimentali.
λ SA , si trova in corrispondenza di uno dei vertici Attraverso il teorema statico, e prendendo in
di questo dominio. I valori numerici del considerazione opportuni campi di tensione, è
moltiplicatore così ottenuto sono riportati in stato possibile determinare una prima famiglia di
Figura 12 per diversi valori del parametro ρ a . moltiplicatori staticamente ammissibili.
Nella stessa figura viene proposto un confronto Come primo esempio applicativo, è stato
tra λ SA e i valori cinematicamente ammissibili, affrontato il caso, più semplice, in cui le pareti
λ CA , ottenuti nel particolare caso di β = π/2. laterali sono ortogonali rispetto a quella frontale.
Come atteso, i valori di λ SA risultano essere I moltiplicatori statici così ottenuti sono risultati
inferiori a quelli cinematicamente ammissibili, inferiori dei corrispondenti valori cinematici. Il
λ CA , e quindi in accordo con i teoremi dell’analisi rapporto tra moltiplicatori cinematicamente e
limite. Il rapporto tra i valori cinematici e quelli staticamente ammissibili è risultato praticamente
statici è all’incirca costante e pari a 1.75 in tutto costante e pari a 1.75 in tutto l’intervallo di valori
l’intervallo di valori di ρ a esaminato. Ulteriori considerato per la snellezza ρ a .
ricerche sperimentali sono al momento in corso di Sviluppi futuri del presente lavoro
esecuzione allo scopo di validare i risultati teorici riguarderanno, in particolare, l’esecuzione di
qui ottenuti. ulteriori indagini sperimentali su modelli in scala
e la definizione di campi di tensioni staticamente
ammissibili che tengano conto dell’effettiva
inclinazione delle pareti laterali del bay window.

RIFERIMENTI
Bainbridge, B., 1967, Houses of Boston’s Back Bay: an
architectural history, 1840-1917, Harvard University
Press.
Barsotti, R., Bennati, S., 2012. Mechanical behaviour of
masonry panels under in-plane loads. 8th International
Conference on Structural Analysis of Historical
Construction. Wroclaw, Poland.
Barsotti, R., Bennati, S., Ochsendorf, J., Tirabasso, C.,
2017. Scale models for the experimental analysis of the
Figura 12. Confronto tra moltiplicatori cinematicamente, collapse mechanisms of masonry bay windows under
λ CA , e staticamente, λ SA , ammissibili. horizontal actions. COMPDYN 2017. June 15-17.
Rhodes Island, Greece.
Giuffrè ,A., 1991, Lettura sulla meccanica delle murature
storiche, Edizioni Kappa.
Giuffrè, A., 1993, Sicurezza e conservazione dei centri
storici: il caso Ortigia, Editore Laterza.

SG03-128
Heyman, J., 1997, The stone skeleton: structural
engineering of masonry architecture. Cambridge
University Press.
Iuorio, O., Spencer, E., Ochsendorf, J., 2015. Seismic
vulnerability assessment of the historical Back Bay
neighborhood in Boston. 2015 EERI Annual Meeting.
Old cities, new earthquakes.
Martin, J.B., 1975, Plasticity: fundamentals and general
results. The MIT Press, Cambridge, Massachusetts.

SG03-129
ANIDIS 2017
PISTOIA

Seismic vulnerability of unreinforced masonry walls:


Linear and nonlinear, static and dynamic procedures compared
Samuele Fontani1, Luca Salvatori2, Maurizio Orlando2, Paolo Spinelli2
1
School of Engineering, University of Florence, via di Santa Marta 3, 50139 Firenze, Italy
2
DICEA, University of Florence, via di Santa Marta 3, 50139 Firenze, Italy

Keywords: force reduction factor, monotonic and cyclic behavior, incremental dynamic analysis, nonlinear finite
element simulations

ABSTRACT
The seismic behavior of masonry panels and masonry walls loaded in their plane is studied by finite element
models using different seismic procedures. Linear static and dynamic analyses are considered according to the
Italian building code. Monotonic and cyclic nonlinear static analyses as well as nonlinear dynamic analysis in the
time-domain are performed on finite element models. The applicability of the various seismic analysis procedures
and the approximations in the reduction of a problem – to its nature – dynamic and non-linear to a static or linear
one are widely discussed in the literature in the case of steel-framed or reinforced concrete (r.c.) structures;
however, no systematic study is present for masonry. In particular, the inelastic displacement demand for masonry
walls could be different from that of a steel or r.c. frame, even if they have similar nonlinear static responses. In
fact, masonry cyclic behavior can be quite different from the hysteretic one characterizing steel and r.c. elements.
In addition, the force reduction factors for masonry proposed by the building codes do not appear to have been
subject to an as thorough evaluation as those for other building technologies. Both problems are addressed in the
paper.

SG03-130
ANIDIS 2017
PISTOIA

Seismic vulnerability of unreinforced masonry walls:


Linear and nonlinear, static and dynamic procedures compared
Samuele Fontani1, Luca Salvatori2, Maurizio Orlando2, Paolo Spinelli2
1
School of Engineering, University of Florence, via di Santa Marta 3, 50139 Firenze, Italy
2
DICEA, University of Florence, via di Santa Marta 3, 50139 Firenze, Italy

Keywords: force reduction factor, monotonic and cyclic behavior, incremental dynamic analysis, nonlinear finite
element simulations

ABSTRACT
The seismic behavior of masonry panels and masonry walls loaded in their plane is studied by finite element
models using different seismic procedures. Linear static and dynamic analyses are considered according to the
Italian building code. Monotonic and cyclic nonlinear static analyses as well as nonlinear dynamic analysis in the
time-domain are performed on finite element models. The applicability of the various seismic analysis procedures
and the approximations in the reduction of a problem – to its nature – dynamic and non-linear to a static or linear
one are widely discussed in the literature in the case of steel-framed or reinforced concrete (r.c.) structures;
however, no systematic study is present for masonry. In particular, the inelastic displacement demand for masonry
walls could be different from that of a steel or r.c. frame, even if they have similar nonlinear static responses. In
fact, masonry cyclic behavior can be quite different from the hysteretic one characterizing steel and r.c. elements.
In addition, the force reduction factors for masonry proposed by the building codes do not appear to have been
subject to an as thorough evaluation as those for other building technologies. Both problems are addressed in the
paper.
The nonlinear static analysis explicitly
considers the inelastic behavior of the structure
1 INTRODUCTION but still a single mode is accounted for (although
Modern building codes allow four different the use of different load distributions or the
types of seismic analysis, resulting by the adaptive nonlinear static procedures proposed in
combination of static or dynamic approaches and the literature attempts to overcome such issue).
of linear or nonlinear simulations. The application of nonlinear dynamic analysis
The linear static analysis represents seismic requires a large quantity of information. Seismic
action by means of horizontal forces applied to action is represented by a time history of the
the structure, which is imagined to respond with a ground acceleration, and the structural response
single mode. The inelastic behavior is considered computed by direct time-integration of the
by force reduction factor. This type of analysis is nonlineare equations of motion of the structural
the simplest and less appropriate for representing model.
seismic behavior as it does not consider the For the transient nature of the seismic
presence of more degrees of freedom and non- excitation and for the unavoidable exceedance of
linearity is represented indirectly by the force elastic limits (in ordinary structures) for the
reduction factor. design earthquakes, the nonlinear dynamic
In order of increasing complexity, the linear analysis is of course the most realistic. However,
dynamic analysis accounts for several modes by it may be unpractical for design and retrofitting;
superimposing the relevant responses. The this is why the other procedures have been
nonlinearities are still accounted for by force developed. From an historical point of view, the
reduction factor; however, the use of subjects of the studies leading to the simplified
superposition in the nonlinear case can only be linear or static procedures are steel and reinforced
regarded to as an approximation. concrete (r.c.) structures.
If we consider on a single degree-of-freedom
structure, linear static and dynamic analyses

SG03-131
coincide. The steps that lead from nonlinear displacement demand from the basic response of
dynamic, through nonlinear static, to linear static the structure, already used in the nonlinear static
analyses are summarized below. simplification.
In the nonlinear dynamic analysis, the The studies that lead to the consolidated
nonlinear structure is excited by the design procedure for nonlinear static analysis and for the
earthquakes and its failure criteria are checked estimate of the ductility factors are done for steel
along the time histories (or, according to some and r.c. structures, which are characterized by a
building codes, the averages on a certain number behavior that can be reasonably schematized as
of earthquakes of the along-time maximum elastic-plastic. For masonry structures, the
effects are used for the checks). For steel or r.c. scientific literature is definitively not as rich.
structures, the capacity checks are referred to the In the professional practice, the most used
single elements (e.g. the capacity rotation of a seismic procedure to date is the nonlinear static
plastic hinge is compared to the demand obtained one and a number of computer programs based on
during the simulations); therefore, the nonlinear simplified structural modeling, e.g. equivalent
dynamic simulations are sufficient. For masonry frame or other macro element techniques, has
structures, however, the approach to be followed been developed. The true reason of this praxis is
is less clear. According to some authors and to often that the force reduction factors
the Italian guidelines for the reduction of the recommended by building codes are too
seismic risk in the cultural heritage (DPCM, conservative if compared with nonlinear static
2011) the check is to be performed globally by results, which, in turn, are affected by the
comparing the top-story centroidal displacement prescriptions on the displacement capacity for the
demand, obtained by nonlinear dynamic masonry piers. The failure criterion for the
simulations, with the corresponding displacement masonry piers recommended by building codes is
capacity, obtained by nonlinear static simulations. sometimes too rough as it does not explicitly
Therefore, for masonry structures, it seems that takes into account the pier aspect-ratio, static
nonlinear dynamic analyses do not suffice for the scheme, material, and axial compression as
checks and they should be accompanied by discussed by Orlando et al. (2016) and also
nonlinear static ones (whose should have been observed later in the present paper; therefore, the
derived by the dynamic ones!). displacement capacity of a structure may be not
In the nonlinear static analysis, the capacity well estimated. In any case, even for one-story
curve of the structure is constructed and, from it, very simple and regular structures, there is not the
the displacement capacity is derived. Then the expected agreement between linear and nonlinear
capacity curve is simplified into an equivalent static results.
piecewise linear one, with an equivalent initial In this work, the issues of inelastic
stiffness and an equivalent “yielding” base-shear. displacement demand and ductility capacity are
From these parameters, the equivalent period and discussed by finite element simulations and
ductility factor of the structure are computed and single-degree-of-freedom (SDoF) simulations on
used to calculate the displacement demand by simplified nonlinear systems. The force reduction
means of simplified procedures. These factor, results as a combination of the actual
procedures are of course crucial for the validity of inelastic displacement demand and ductility
the nonlinear static analysis. A further capacity.
assumption that will not be discussed in detail The paper is organized as follows. In
here but will be implicitly accepted is that the Section 2, the adopted nonlinear finite element
displacement capacity in static and dynamic modelling approach is described. In Section 3,
condition be the same (we have already seen that monotonic and cyclic nonlinear static analyses on
to date the opposite is proposed for masonry masonry piers undergoing three different kind of
structures). failure, namely (i) overturning (rocking), (ii)
In the linear static analysis a further diagonal cracking, and (iii) toe-crushing, are
simplification is done, as the ductility of the presented. In Section 4, the cyclic responses are
structure is estimated from the typology of the idealized by simplified constitutive models for a
building from tables provided by building codes SDoF system and force reduction factors as a
(if no accompanying nonlinear analysis is to be function of the period and ductility capacity are
performed). Well-known analytical steps allow derived. In Section 5, static and dynamic, linear
rendering the demand-capacity check in terms of and nonlinear procedures, with several minor
strength by the use of the force reduction factor, variants, are applied to the well-known “Pavia
which contains both the assumed ductility of the Door Wall”, used as sample structure, and the
structure and the procedure for obtaining the results in terms of predicted vulnerability are

SG03-132
compared. Finally, in Section 6, the main results strength, ftd the design tensile strength, Pu = fdtl
are summarized. the axial strength, and b a factor depending on the
h/l (see NTC 2008).

2 FINITE ELEMENT MODELLING


The in-plane seismic behavior of masonry
panels and masonry walls is studied by two-
dimensional homogenized finite element models.
Plane-stress eight-node (serendipity) quadrilateral
elements are used, with 2 × 2 Gauss integration
scheme. A smeared crack constitutive model is
used, namely the total strain-rotating-crack model
implemented in the software DIANA (TNO-
DIANA 2007, Berti et al. 2017). Linear softening
in tension and parabolic hardening/softening in
compression are used. Figure 1. Strength and displacement capacity of a masonry
pier as a function of the normalized axial force, according
The parameters of the constitutive model are to IBC.
the Young modulus E, Poisson ratio ν,
compression strength fc, tensile strength ft,
compressive fracture energy volume-density 3.2 Numerical simulations
Gc/h, being h the crack bandwidth size, and We consider three different masonry panels to
tensile fracture energy area-density Gt. illustrate the three types of crisis described in the
previous section.
The panel dimensions are 1.0 m × 1.0 m, with
3 NONLINEAR BEHAVIOR OF A SHEAR 0.25 m thickness. A cantilever static scheme is
WALL considered, with restrained base and upper end
As first step, we consider the nonlinear free to rotate. A horizontal multi-degree-of-
response of a single shear wall. freedom constraint is used at the top to simulate a
rigid floor. A distributed downward vertical load
3.1 Building codes is applied at the top, where also the horizontal
force is applied (or monitored as a function of the
Building codes define two different types of controlled horizontal displacement, depending on
crisis: (i) for shear and (ii) for compression and the type of analysis). The panel self-weight is not
bending. considered.
In terms of maximum bending moment, The different types of crisis are obtained by
EuroCode (EC) and the Italian Building Code choosing different values of the vertical load
(IBC, NTC 2008) do not distinguish between the applied at the top of the panel:
crisis for overturning (rocking, occurring at low  Panel #1 is loaded by 20 kN/m and
compression levels) and the one for masonry undergoes a crisis for overturning.
crushing (toe-crushing, occurring at high  Panel #2 is loaded by 100 kN/m and
compression levels), as other building codes such undergoes a crisis for shear.
as ASCE 41-13 (ASCE/SEI 2014) do.  Panels #3 is loaded by 180 kN/m and
According to EC and IBC, the ultimate undergoes a crisis for toe crushing.
displacement capacity is a function of the panel A material corresponding to a masonry with
height and kind of crisis only; hence, the same poor/average quality is considered. The
maximum displacement is obtained in case of parameters of constitutive model are
overturning and toe crushing. E = 1050 MPa, ν = 0, fc = 0.8 MPa,
On the other hand, for the crisis for shear, ft = 0.015 MPa, Gc/h = 15 kJ/m3, Gf = 20 J/m2.
which may occur at intermediate compression The values of the strength are selected in such a
levels, a lower value of the ultimate displacement way that the equivalent shear forces obtained by
is prescribed. the numerical analyses equal those predicted by
Fig. 1 sketches the differences provided by EC the building code expressions reported in Fig. 2.
and IBC in terms of shear strength Vu and The same kind of calibration cannot be done for
displacement capacity δ, being l, t, and h, the the ultimate displacement, because of the non-
panel length, thickness, and height, respectively, physical nature of the building code expressions
P the axial force, fd the design compressive reported in Fig. 1, see Orlando et al. (2016) for a

SG03-133
thorough discussion. Therefore, the fracture evaluated at a 60% of the peak shear force in the
energies are set so that only the displacement increasing branch of the original capacity curve,
capacity for the intermediate load level (shear an ultimate displacement corresponding to 80%
crisis) correspond to the one prescribed by the of the peak shear force in the softening branch of
building codes. the original capacity curve, and an equivalent
For the dynamic analyses, a mass “yielding” force evaluated by energy equivalence
corresponding to the applied vertical load is between the original and the equivalent capacity
considered as concentrated at the top level. curves.
The obtained results in terms of displacement
3.3 Monotonic nonlinear static analysis capacity are reported in Fig. 5, where they are
We first consider standard pushover analyses, compared with the corresponding values
i.e. the nonlinear static application of the vertical suggested by the EC and IBC. Firstly, it is
load followed by a nonlinear static analysis with observed, that, the maximum displacement
the horizontal force applied, in indirect control of obtained by the simulations is very different in
the horizontal displacement at the top of the case of crisis for overturning and in case of crisis
panel. for toe crushing. This difference is completely
The results in terms of capacity curves are neglected by EC and IBC, which prescribe the
reported in Figs 2-4. A quite different level of same capacity in the two cases. While in case of
ductility between the three cases is highlighted. In rocking the prescription is safety preserving and
case of low compression (crisis for overturning) a may be justified by damages in secondary
large ultimate displacement is obtained; elements (Magenes and Calvi 1997) in case of
conversely, in case of high compression (crisis high compression the code prescription is on the
for toe crushing), a small ultimate displacement is unsafe-side. These results confirms those by
obtained. The intermediate compression level Orlando et al. (2016).
(crisis for shear) is characterized by an also
intermediate displacement capacity.

Figure 2. Capacity curve of the pier with low compression


(rocking failure).

Figure 5. Ultimate displacement as a function of the axial


compression level.

3.4 Cyclic nonlinear static analysis


As a preliminary step to dynamic analyses,
Figure 3. Capacity curve of the pier with intermediate
cyclic static simulations are performed by
compression (shear failure) imposing cyclic displacements with progressively
increasing amplitude at each cycle.
The results for the three panels are reported in
Figs 6-8. Different values of the vertical load
induce different behaviors of the panel under
static cyclic loading (Magenes et al. 2013). The
panel with lower vertical load exhibits a very
ductile behavior (similarly to the case of
Figure 4. Capacity curve of the pier with high compression monotonic loading) and absence of dissipation
(toe-crushing failure). (Fig. 6). The panel with intermediate compressive
load exhibits a significant energy dissipation with
The same Figs 2-4 also report the piecewise-
linearizations of the capacity curves. These are deterioration of strength and stiffness (Fig. 7).
conventionally obtained by considering a first The panel with large vertical compression
linear branch from the origin with secant stiffness

SG03-134
exhibits a low number of cycles before failure computing the inelastic displacement demand at
and virtually absent ductility (Fig. 8). that given ductility. This, in turn, depends on the
In Figs 6-8, some literature experimental kind of cyclic response of the system. The central
results (Vasconcelos and Lourenço 2009, point of this simplification is then the procedure
Magenes et al. 2000) are also reported to the right for determining the displacement demand.
of the numerical ones. It is remarked that those The second level of simplification allow
experimental tests do not correspond to the performing linear static analyses and it is based
numerical analyses presented aside and on the estimate of the force reduction factor,
corresponds to different types of masonry and
which depends on the ductility factor and on the
experimental setups. They are reported as a
qualitative comparison of behavior of real ratio between inelastic and elastic displacement
masonry panels since they are characterized by demands. Hence, this further step require an
the same failure mechanisms obtained in the assumption for the ductility ratio.
corresponding present numerical simulations. The current trend in the professional practice,
encouraged by building codes such as EC and
IBC, is to apply nonlinear static analyses for the
vulnerability assessment of masonry structure.
The displacement capacity and the ductility factor
are estimated by standard pushover analyses,
Figure 6. Cyclic static response of the pier with low while the displacement demand is obtained from
compression: numerical simulations (left) and qualitative the elastic response spectrum, by applying
comparison with experimental tests (right, Magenes et al. conventional rules (well established in the
2000).
scientific literature and) used for steel and r.c.
structures.
In the following sections, we define ideal
constitutive models for masonry panels, derived
by the results described in Section 3.4, and
evaluate the inelastic-to-elastic displacement
response ratios and the relevant force reduction
Figure 7. Cyclic static response of the pier with factors for different ductility factors.
intermediate compression: numerical simulations (left) and
qualitative comparison with experimental tests (right,
Magenes et al. 2000). 4.1 Simplified constitutive models
We consider four nonlinear constitutive
models that produce an identical monotonic static
response (and are therefore indistinguishable by a
standard nonlinear static analysis) but have quite
different cyclic behaviors:
i. Elastic-plastic. This is the standard
Figure 8. Cyclic static response of the pier with high
dissipative behavior assumed for steel and
compression: numerical simulations (left) and qualitative r.c. structures and is used here as a
comparison with experimental tests (right, Vasconcelos and reference since building codes are based
Lourenço 2009). on it. The constitutive model reads
F  K  d  d p  ,


4 INELASTIC RESPONSE OF MASONRY  f  F   F  Fy  0,   0, f   0, (1)

d p   sgn F ,
By restricting the analysis to single degree of 
freedom systems, two key simplifications deserve
where F is the force, K the stiffness, d the
attention.
displacement, dp the plastic displacement
The first one allows replacing nonlinear
(internal variable), f the yield function, Fy
dynamic analyses by nonlinear static analyses.
the yielding force, and γ the plastic flow
The nonlinear static analysis determines the
multiplier.
displacement capacity of a system and its
ii. Nonlinear elastic. The force depends on
ductility ratio; however, to perform the seismic
the only displacement as
assessment, it is necessary to have a procedure for

SG03-135
 Fy , if Fy K  d , distinct diagonal cracks in a masonry
 shear wall undergoing shear crisis.
F   Kd , if  Fy K  d  Fy K , (2) The response to a standard quasi-static cyclic
 F , if d   F K .
 y y loading (Fig. 9) is reported in Fig. 10.
Loading, unloading, and reloading follow
the same path. This behavior is quite
similar to the one of masonry piers with
low compression level undergoing a
rocking behavior (Fig. 6).
iii. Elastic with isotropic damage. The force
depends on the displacement and the
accumulated damage as
 F  1  D  Kd ,

 0, if   Fy K ,
 
 D  D     Fy (3)
 1  , otherwise,
  K Figure 9. Imposed displacement time-history.
  t   max d   ,
  t
where 0 ≤ D ≤ 1 is the damage parameter,
D the damage function, and κ the
maximum displacement reached during
the time-history (internal variable).
Unloading occurs along linear paths to the
origin (secant, damaged stiffness);
reloading follows the same path until the
maximum displacement is reached again.
This constitutive mode reproduces a
progressive stiffness degradation and may
be considered as a simplified version of
the behavior of a masonry shear wall in
presence of intermediate compressive
Figure 10. Quasi-static response of the four simplified
forces, when shear crisis occurs (Fig. 7). constitutive models.
iv. Elastic with directional damage. The
force depends on the displacement and the
accumulated damage, with two different 4.2 Numerical procedure
damages for the two signs of the loading, We follow a standard numerical procedure for
namely determining the inelastic response spectra at
F  1  Dsgn d  Kd ,
constant ductility. It is developed according to the
following steps:
0, if    Fy K , 1. A fixed linear damping ratio is selected,
 namely ζ = 5% of the critical damping;
D   Fy (4) 2. For each of 30 earthquakes with
1 
 K  , otherwise, prescribed peak ground acceleration
 
(PGA), an acceleration time-histories
   t   max  d   , u g  t  is selected;
 t
3. For each natural period of the structure in
where 0 ≤ D± ≤ 1 are the damage a discretized interval, a value T1 is
parameters for positive and negative selected;
displacement, κ± the maximum and 4. The liner response is computed by direct
minimum deformations (in absolute value) time integration of the equation of motion
reached during the time-history (internal
variables), and   max  0,  is the u  21u  12u  ug , (5)
positive-part operator. The damage is where ω1 = 2π / T1 is the circular
different in the two direction, frequency, and the peak response in terms
corresponding to the formation of two

SG03-136
of displacement u0 = max |u(t)| is
evaluated;
5. For each force reduction factor in a
discretized interval, a value q* is selected
and the corresponding yielding force
Fy = K u0 / q* is evaluated;
6. Nonlinear responses are computed by
direct time integration of
u  21u  12 F K  ug , (6)
where F is obtained by one of the
nonlinear constitutive models described in
Section 3.5.1 and depends on the
displacement u ≡ d, K, Fy, and the possible Figure 11. Pseudo-acceleration elastic response spectrum of
internal variables, by using the four the 30 natural earthquakes recordings (thin grey lines) and
nonlinear constitutive models; the relevant their constant-period average (thick black line).
maximum displacements ua = max |u(t)|
Fig. 12 reports the diagram of the force-
are evaluated, where a = 1,2,3,4 denotes
the nonlinear constitutive model used; the reduction factor as a function of the period of the
corresponding ductility factor are structure for the four kind of cyclic behaviors and
computed as μ*a = ua q* / u0; capacity ductility factors 2, 4, and 8. They are
7. The flow jumps to Step 5, if needed; compared with the suggestion of EC and IBC,
8. For each target ductility factor μ, a namely
corresponding value of the force reduction
1     1 T1 TC , if T1  TC ,
factor qa is evaluated by interpolating the q (7)
couples (q*, μ*a) obtained in Step 6. If  , otherwise.
necessary, the process is iterated until a
prescribed precision is obtained in the It is observed that the force reduction factor
target ductility; computed numerically for the elasto-plastic
9. The flow jumps to Step 8, if needed; oscillator matches quite well, especially for
10. The flow jumps to Step 3, if needed; intermediate ductility levels, the one
11. The flow jumps to Step 2, if needed. recommended by the building codes.
Conversely, the other constitutive models
4.3 Results result in closer values among them, despite of the
The result can be synthetized by the value of q differences in the cyclic behavior, with force
obtained for each earthquake, for each natural reduction factors smaller by about 25% than the
period, for each ductility factor, and for each ones obtained by the classical elasto-plastic
constitutive model. oscillator.
The record-to-record variability of the There are two consequences of result:
earthquakes is here of secondary importance, so  The force reduction factors for masonry at
only results obtained by averaging the response in given ductility capacity are (about 25%)
terms of maximum displacements over the smaller than the corresponding ones for
considered earthquakes are reported. Thirty reinforced concrete or steel structures
natural earthquake records are chosen by REXEL which exhibit a more dissipative elastic-
(Iervolino et al. 2010), with the target elastic plastic response;
 In nonlinear static procedures, the
spectrum defined by IBC with PGA ag = 0.167 g,
estimate of the inelastic displacement
amplification factor Fo = 2.351, and the periods demand cannot be obtained by the same
TB = 0.111 s and TC = 0.332 s defining the range procedure as for the elastic-plastic
of periods of the constant pseudo-acceleration response. (We remind that the considered
range and TD = 2.280 s at which the constant pushover curves are indistinguishable, by
displacement range starts. A 10% lower and 30% construction, from a proper elastic-plastic
upper tolerance for the average spectral matching one).
in the period range from 0.15 s to 2.36 s are used.
The corresponding pseudo-acceleration elastic
spectra and their average are reported in Fig. 11,
where A is the pseudo-acceleration.

SG03-137
cyclic displacements by hydraulic jacks at floor
levels. The load is proportional to the masses of
the two decks.

5.1 Numerical analyses


Numerical analyses were carried out following
linear static, linear dynamic, monotonic nonlinear
static, cyclic nonlinear static, and nonlinear
dynamic analyses.
5.1.1 Linear static analysis
Linear static analysis was carried out by an
equivalent frame software, according to the
procedure of the IBC.
5.1.2 Linear dynamic analysis
Linear dynamic analysis is performed
similarly to the linear static one, but with the
inclusion of the second mode (the first two modes
together activate over 90% of the total mass).
5.1.3 Monotonic nonlinear static analysis
Nonlinear static analyses, monotonic and
cyclic, were carried out by finite element analysis
through the modelling approach described in
Section 2. The mechanical parameters (Salvatori
et al. 2017) were calibrated with the aim of
obtaining the same equivalent piecewise-
linearization of the capacity curve between the
envelop of the cyclic experimental test and the
monotonic numerical analysis (Fig. 13).
5.1.4 Cyclic nonlinear static analysis
With the calibrated parameters, cyclic
nonlinear static analyses were also performed.
The numerical results are in good agreement with
the experimental ones (Fig. 14).

Figure 12. Force reduction factor as a function of the period


of the structure for three ductility capacities (µ = 2, 4, 8).

5 SAMPLE STRUCTURE
Figure 13. Experimental (left) and numerical (right)
The well-known “Pavia Door Wall” is a clay capacity curves.
brick masonry wall with a thickness of 25 cm part
of a complete masonry building tested at the
University of Pavia (Magenes et al. 1995). Since
the wall is not connected at the corner with the
rest of the three-dimensional structure, it is often
used as example for in-plane modelling of
masonry wall. Cyclic experimental tests were Figure 14. Experimental (left) and numerical (right) cyclic
carried out on this wall, by imposing horizontal responses.

SG03-138
5.1.5 Incremental Dynamic nonlinear Analysis by considering uniform and triangular load
Nonlinear dynamic analysis were carried out, distributions. We observe that, for low values of
by considering three artificial ground acceleration ag, the displacement demand provided by the
time-histories obtained by SIMQKE (Gasparini nonlinear static procedure of the IBC is
conservative with respect to IDA results.
and Vanmarcke 1976), with duration of 30 s each.
Conversely, for values of ag closer to collapse,
A target response spectrum obtained by the IBC two over three earthquakes give displacement
was considered, with ag = 0.35 g, Fo = 2.5, larger than those suggested by IBC.
TB = 0.15 s, TC = 0.4 s, TD = 2.0 s. For evaluating For determining the capacity PGA the
response and vulnerability, the time-histories of displacement demand are compared with the
ground acceleration were progressively scaled relevant capacities. These corresponds either to
until structural failure (Incremental Dynamic IBC prescriptions or, for the nonlinear dynamic
Analysis, e.g. Salvatori et al. , 2015, Marra et al., analyses, to the maximum displacement of the
2017). amplified acceleration time history immediately
preceding failure.
5.2 Comparison of predicted vulnerabilities
The static and dynamic, linear and nonlinear
seismic analysis procedures recommended by
building codes have been systematically applied
to the case of the Pavia Door Wall. The results in
terms of capacity PGA are compared in Fig. 15.
Several variants for the four analysis procedures
were considered, for 37 vulnerability predictions
in terms of capacity PGA.
Because of the lack of space, we do not
present details here, but we just highlight on a
Figure 16. Displacement demand by IDA and IBC.
few comparisons in the following sections.
5.2.3 Cases of practical interest
Most of the 37 cases in Fig. 15 have mainly
academic interest.

Figure 15. Capacity PGA for different analysis procedure.

5.2.1 Linear static vs. linear dynamic analyses


Two group of results are present for the static
linear analysis, due to two different natural period
considered (simplified formula of IBC or
eigenvalue analysis).
Figure 17. Capacity PGAs predicted by procedures that
With reference to the first groups of may be applied in the professional practice.
histograms in Fig. 15, it is possible to observe
that values obtained by linear static analysis are Among them we select 6 types of analyses that
about 10% higher than values obtained by linear may be realistically performed in the professional
dynamic analysis; this means that, as expected, practice (Fig. 17), namely, in order of increasing
the linear static analysis results are conservative complexity: (i) a linear static analysis through a
simplified model (that could.be performed by
with respect to the linear dynamic analysis.
hand by building code recommendations), (ii) a
5.2.2 Displacement demand and capacity linear dynamic analysis which require a linear
Fig. 16 reports the displacement demand as a software for performing the modal analysis, (iii) a
function of ag. The results obtained by IDA with nonlinear static analysis performed by an
the three ground acceleration time-histories are equivalent frame program implementing IBC
compared with the recommendations of the IBC prescriptions, (iv) a nonlinear static analysis

SG03-139
performed by a more sophisticated nonlinear Magenes, G., Bolognini, D., Braggio, C., 2000. Metodi
finite element software, (v) a nonlinear dynamic semplificati per l’analisi sismica non lineare di edifici
in muratura, CNR-Gruppo nazionale per la difesa dai
analysis performed by finite elements used only terremoti (in Italian).
to compute the displacement demand (to be Magenes, G., Calvi, G.M., 1997. In-plane seismic response
compared with the displacement capacity of brick masonry walls. Earthquake engineering &
obtained by nonlinear static analyses as suggested structural dynamics, 26(11):1091-1112.
by DPCM, 2011), and (vi) a nonlinear dynamic Magenes, G., Kingsley, G.R., Calvi, G.M., 1995. Static
analysis lead to the physical collapse of the model testing of a full scale, two-story masonry building: test
procedure and measured experimental response, in
(inability to carry vertical loads).
experimental and numerical investigation on a brick
masonry building prototype. Report 30 CNR-
GNDT:1.1-1.41 (in Italin).
6 CONCLUDING REMARKS Magenes, G., Morandi, P., Albanesi, A., 2013. Prove
sperimentali per la valutazione della risposta sismica
The main general results can be summarized nel piano di pareti murarie in blocchi di laterizio a setti
as follows: (a) code prescriptions for sottili. EUCENTRE, European centre for Training and
displacement capacity of masonry piers are too Research in Earthquake Engineering, Pavia (in Italian).
rough as they cannot distinguish rocking and toe- Marra, A.M., Salvatori L, Spinelli P., Bartoli G., 2017.
crushing failures; (b) masonry is characterized by Incremental dynamic and nonlinear static analyses for
peculiar cyclic response that cannot be considered seismic assessment of medieval masonry towers. ASCE
Journal of Performance of Constructed Facilities,
elastic-plastic as for steel or r.c. structures; (c) 31(4):1-10.
inelastic displacement demand (and consequently NTC 2008. D.M. del Ministero delle Infrastrutture e dei
the relationship between ductility and force Trasporti del 14/01/2008. Nuove Norme Tecniche per le
reduction factor) can be quite different than the Costruzioni. G.U. n. 29 del 04.02.2008, S.O. n. 30 (in
ones prescribed by building codes. Italian).
Orlando, M., Salvatori, L., Spinelli, P., De Stefano, M.,
Some particular results on the comparisons for 2016. Displacement capacity of masonry piers:
Pavia Door Wall were: (d) Linear statics is about parametric numerical analyses versus international
10% on the safe side with respect to linear building codes. Bulletin of Earthquake Engineering,
dynamics; (e) displacement demand close to 14:2259-2271.
failure as predicted by IBC are not on the safe Salvatori, L., Marra, A.M., Bartoli, G., Spinelli, P., 2015.
side; (f) displacement capacity at dynamic failure Probabilistic seismic performance of masonry towers:
General procedure and a simplified implementation.
is significantly higher than the one obtained by Engineering Structures, 94:82-95.
standard pushover analysis; (g) equivalent frame Salvatori, L., Marra, A.M., Bartoli, G., Spinelli, P., 2017.
modelling implementing IBC prescriptions may Role of correlation between mechanical parameters in
not be on the safe side with respect to more the probabilistic seismic vulnerability of historical
refined nonlinear analyses. masonry towers. International Journal of Masonry
Research and Innovation, 2(2-3):134-149.
A further note on the IBC is reported in the TNO DIANA BV., 2007. DIANA User's Manual, Release
Appendix. 9.4. Delft.
Vasconcelos, G., Lourenço, P.B., 2009. In plane
experimental behavior of stone masonry walls under
REFERENCES cyclic loading, Journal of structural engineering,
135(10):1269-1277.
ASCE/SEI 41-13, 2014. Seismic Evaluation and Retrofit of
Existing Buildings. American Society of Civil
Engineers. Reston, VA.
Berti, M, Salvatori, L., Orlando, M., Spinelli, P., 2017. APPENDIX: Displacement demand for T < TB in
Unreinforced masonry walls with irregular opening the IBC
layouts: reliability of equivalent-frame modelling for
seismic vulnerability assessment. Bulletin of Earthquake It was noted that the nonlinear static procedure
Engineering, 15:1213-1239. present in the current IBC (NTC 2008), does not
DPCM, 2011. Direttiva del Presidente del Consiglio dei correctly calculate the displacement demand for
Ministri per la valutazione e riduzione del rischio
sismico del patrimonio culturale con riferimento alle
structures with T1 < TB. The procedure, in fact,
NTC 2008. G. U. n. 47 del 26.02.2011 (in Italian). assumes that the elastic response spectrum be
Gasparini, D.A., Vanmarcke, E.H., 1976. Evaluation of divided by the force reduction factor, whatever
Seismic Safety of Buildings – Simulated Earthquake the period is. However, according to the same
Motions Compatible with Prescribed Response Spectra,
MIT Report n.2, Cambridge, MA, USA.
IBC, the inelastic spectrum is not the elastic one
Iervolino, Iunio, Carmine Galasso, and Edoardo Cosenza divided by q for natural periods smaller than TB.
2010. REXEL: computer aided record selection for Hence the incorrect behavior of the procedure. (It
code-based seismic structural analysis. Bulletin of is noted that only few structure will have relevant
Earthquake Engineering, 8(2): 339-362.
vibration periods smaller than TB.)

SG03-140
ANIDIS 2017
PISTOIA

Unreinforced Masonry Churches in New Zealand: towards an holistic


framework for the identification of optimal seismic retrofit intervention
Francisco Galveza, Stacy Vallisb, Sonia Giovinazzic, Shannon Abelinga, Jason Inghama
a
Department of Civil and Environmental Engineering, University of Auckland, 1023 Auckland.
b
School of Architecture and Planning, University of Auckland, 1010 Auckland
c
Department of Civil and Natural Resources Engineering, University of Canterbury, 4800 Christchurch

Keywords: seismic assessment; retrofit intervention; unreinforced masonry; church architecture; ICOMOS

Unreinforced masonry (URM) churches in New Zealand have proven to be highly vulnerable to
earthquakes, as displayed during the 2010-2011 Canterbury earthquake sequence. Recognising that
churches function as important social hubs, it is critical for New Zealand to advance the data collection
and understanding pertaining to the seismic performance of URM church buildings, with the aim of
promoting heritage conservation and assuring public safety and post-disaster community wellbeing.
With specific reference to the Anglican Diocese of Waikato and Taranaki, a study was undertaken to
define an holistic approach for assessing the seismic vulnerability of URM churches. This study
endeavoured to identify retrofitting interventions which are effective from a seismic engineering
perspective and were conceived with respect to the conservation philosophy set by the ICOMOS New
Zealand Charter. The proposed framework embodies both quantitative and qualitative input throughout
the various stages of research such as data-collection, analysis, and vulnerability assessment. Selection of
specific retrofitting solutions was achieved via an iterative design process where structural and heritage
conservation requirements were considered in tandem, in order to privilege the historic architectural
fabric.

SG03-141
ANIDIS 2017
PISTOIA

Unreinforced Masonry Churches in New Zealand: towards an holistic


framework for the identification of optimal seismic retrofit intervention
Francisco Galveza, Stacy Vallisb, Sonia Giovinazzic, Shannon Abelinga, Jason Inghama
a
Department of Civil and Environmental Engineering, University of Auckland, 1023 Auckland.
b
School of Architecture and Planning, University of Auckland, 1010 Auckland
c
Department of Civil and Natural Resources Engineering, University of Canterbury, 4800 Christchurch

Keywords: seismic assessment; retrofit intervention; unreinforced masonry; church architecture; ICOMOS

ABSTRACT
Unreinforced masonry (URM) churches in New Zealand have proven to be highly vulnerable to earthquakes, as
displayed during the 2010-2011 Canterbury earthquake sequence. Recognising that churches function as important
social hubs, it is critical for New Zealand to advance the data collection and understanding pertaining to the seismic
performance of URM church buildings, with the aim of promoting heritage conservation and assuring public safety
and post-disaster community wellbeing.
With specific reference to the Anglican Diocese of Waikato and Taranaki, a study was undertaken to define an holistic
approach for assessing the seismic vulnerability of URM churches. This study endeavoured to identify retrofitting
interventions which are effective from a seismic engineering perspective and were conceived with respect to the
conservation philosophy set by the ICOMOS New Zealand Charter. The proposed framework embodies both
quantitative and qualitative input throughout the various stages of research such as data-collection, analysis, and
vulnerability assessment. Selection of specific retrofitting solutions was achieved via an iterative design process
where structural and heritage conservation requirements were considered in tandem, in order to privilege the historic
architectural fabric.

1 GENERAL INFORMATION materials were considered within the project, the


focus of the reported study was on URM churches.
The 2010-2011 Canterbury earthquakes,
The Waikato Region is located on the North
including the Mw 7.1 Darfield earthquake and the
Island of New Zealand and includes areas of low
Mw 6.3 Christchurch earthquake, resulted in the
loss of invaluable local architectural heritage. to moderate seismicity, with active faults in
eastern and southern parts of the region. The most
These earthquakes demonstrated that, within the
notable fault is the Kerepehi Fault, which has
national church building stock, unreinforced
potential to produce magnitude 6.3 to 7.0
masonry (URM) construction is distinctly the
construction material that is most vulnerable to earthquakes (GNS Science, 2015). Previous
earthquakes in the Waikato region include the
seismic activity (Leite et al., 2013). Hence
following the earthquakes a number of church ML 4.6 Morrinsville earthquake in 1926, the
ML 5.1 Te Aroha earthquake in 1972, and the
buildings were subsequently demolished instead
of undergoing repair. In an attempt to prevent ML 5.1 Korakonui earthquake in 1976. All three
further destruction of church architecture in New earthquakes caused damage to houses and
chimneys in areas near the epicentres and the
Zealand due to earthquakes, a pilot study was
Te Aroha earthquake caused minor damage to an
undertaken to identify the seismic vulnerability of
URM church that required repairs (Adams et al.,
Anglican churches in the Waikato Region of New
1972; G.A. Eiby, 1968; G.A Eiby, 1977).
Zealand and to develop effective seismic retrofit
Building on international experiences and with
solutions. Whilst churches of all construction
specific reference to the pilot study of Anglican
churches in the Waikato region, an holistic

SG03-142
approach for assessing the seismic vulnerability data was categorised using the following themes:
and identifying heritage-sensitive retrofitting ‘General Architectural Information and
interventions for churches is proposed herein. Significance of Property’, ‘Existing Architectural
Form and Characteristics’, and ‘Scope of
Structural Upgrades/Interventions’, such as the
2 PROPOSED FRAMEWORK FOR nature of any existing post-construction
COMPARING RETROFIT strengthening or emergency measures.
INTERVENTIONS AND FOR Significance criteria was comprised of
IDENTIFYING PRIORITIES ‘Physical Values’ (architectural qualities and/or
The proposed framework identifies and any unique or characteristic methods of
compares various seismic retrofitting interventions construction classed as technological
for church buildings. The framework was significance), whilst the development of cultural
informed by multidisciplinary input from the and social significance assessment criteria took as
engineering and architectural disciplines in order a starting point, Heritage New Zealand’s ‘Historic’
to qualitatively and quantitatively address public and ‘Cultural Values’ (Heritage New Zealand,
safety and heritage conservation requirements. 2007a). The latter values offer additional
The framework is comprised of four incentives for prompting private and public
complementary research phases, in order to investment in seismic retrofitting intervention for
facilitate holistic analysis from the seismic local church buildings. These themes demanded
engineering and heritage conservation consideration of a church’s role in local, regional
perspectives: or national socio-historic development patterns, or
1. Knowledge (Data Collection and potentially as an area of focus for community
Processing) identity (Heritage New Zealand, 2007a). Further
2. Vulnerability Assessment contributing to a church’s architectural
3. Design of the Retrofitting Intervention/s significance, was the Heritage New Zealand-
4. Heritage Analysis defined criterion of ‘integrity’ (Heritage New
A case study church was used to demonstrate Zealand, 2007a).
the implementation of the proposed framework When available, analysis of archival documents
and to explore use of the framework for wider such as existing architectural plan drawings was
application. undertaken in the data collection phase. Existing
plans can be of great advantage to gauge the
2.1 Knowledge (Data Collection and proportions and overall layout of a building.
Processing) However, the built structure may differ from what
was originally specified, and verifying dimensions
Local and international conservation policy
and construction details was a critical step in the
promotes the establishment of architectural and
knowledge phase to accurately analyse a given
contextual significance of a building, prior to the
building.
analysis of potential retrofitting solutions or
structural upgrades, in order to identify the most 2.2 Vulnerability Assessment
significant architectural heritage qualities. These
qualities should be privileged during the The overall vulnerability of a building is
undertaking of any such work. Enabling the equivalent to the capacity of the weakest element
compilation and analysis of data, a template was of the building. An understanding of the likely
developed to tabulate the collected information for behaviour of building elements subjected to
a chosen building, during and/or following the earthquake actions needed to be achieved in order
initial archival and site-inspection research. The to assess the seismic capacity of the case study
template format was derived from the architectural building. Therefore, the macroelement method
documentation and investigation policies was used for assessment of the selected church.
advocated by the ISCARSAH Recommendations The macroelement method requires the
for the Analysis and Restoration of Architectural building to be divided into single elements or a
Heritage (UNESCO-ICOMOS, 2003) and the combination of structural elements, known as
ICOMOS New Zealand Charter for the macroelements, which have been identified in
Conservation of Places of Cultural Heritage Value post-earthquake inspections (Lagomarsino, 1998).
(ICOMOS New Zealand, 2010). Therefore, the The macroelements found in New Zealand were

SG03-143
statistically reported by Leite et al. (2013) and a territorial authority District Plan documents, and
methodology to perform the division was proposed ICOMOS conservation policy. Established
in Goded et al. (2016). Seismic responses were methodologies for this discussion generally
divided into in-plane (IP) mechanisms and out-of- include a statement of significance and an outline
plane (OOP) mechanisms. The seismic action was of proposed works, followed by acknowledgement
considered in the transversal (T) and longitudinal of the guiding conservation principles and
(L) direction with respect to the nave of the church. culminating with a detailed assessment in
The vulnerability of the potential collapse accordance with these principles (Heritage New
mechanisms is represented by the activation Zealand, 2007b).
threshold (α=a/g), which is a horizontal multiplier
of the loads that activate the local damage
mechanism. The calculations of α were conducted 3 CASE STUDY IMPLEMENTATION
using kinematic models according to Milano et al. The selected case study building is St. Paul’s
(2009), Bernardini et al. (1988), Avorio et al. Church in Huntly, Waikato (Figure 1). This church
(2002) and De Felice et al. (1999). was chosen as a representative example of the
URM church building stock within New Zealand,
2.3 Design of the Retrofit Intervention/s characterised by specific historic architectural and
construction qualities.
The retrofit design phase is an iterative process
based on both engineering and architectural input
that generates heritage-sensitive and effective
structural solutions. Collapse mechanisms that
need to be deactivated were identified based on the
outcome of the vulnerability assessment of the
macroelements. Initial structural interventions
were then proposed and considered against a series
of primary heritage conservation criteria. These
criteria are based on the principles presented by the
ICOMOS New Zealand Charter for the
Conservation of Places of Cultural Heritage
Value. The retrofit design was subsequently
further refined to produce a more holistic solution. (a) Site Plan

2.4 Heritage Analysis


In conjunction with ‘Phase 3: Design of the
Retrofit Intervention/s’, the heritage analysis was
undertaken to determine the impact of the
proposed solutions while identifying aspects
requiring further detailed design. Minimum
intervention, compatibility, and integrity via
retention of the historic fabric and finishes are
necessary heritage concerns for the retrofit of
church architecture (Bowron, 2000).
Robinson and Bowman (2000) promote an
approach based on augmenting a building’s (b) View of church from Glasgow Street.
intrinsic resistance through careful consideration Figure 1. St. Paul’s Huntly
of the location and installation of strengthening
systems. Examination of the heritage significance 3.1 Knowledge Phase
led to the identification of primary and secondary
spaces which may be appropriate for housing the The knowledge phase was divided into a data
new strengthening structure/s (Robinson, 2000). collection phase and a data processing phase, with
The following heritage analysis was based on the data collection undertaken through archival
best-practice approaches suggested by Heritage research and field work. The data processing phase
New Zealand (Heritage New Zealand, 2007b),

SG03-144
included modelling the building based on the Heritage New Zealand practice guidance,
information gathered. St. Paul’s internal spatial form and arrangement
warrants discussion (Heritage New Zealand,
3.1.1 Data Collection
2007a). Consisting of a single nave space, the
Located at 55 William Street, Huntly, Waikato, interior is distinguished by three timber trusses
St. Paul’s Church was built in 1934 and was supporting an open rimu timber roof. A triumphal
designed by N. Greenwell. The building offers a arch and apse houses the altar. The spatial layout
significant urban presence through open lawns and is representative of one of six church building
unrestricted approach, only separated from the typologies defined by Goded et. al (2016) whereby
streetscape by a low wall which is expressed in the the New Zealand church building stock undergoes
same manner and material as the Church. typological classification assisting further
The Church’s architectural, socio-historical and structural or architectural analysis. Therefore,
cultural significance was explored using the St. Paul’s is categorised as ‘Typology A’
Heritage New Zealand best practice criteria (featuring a single nave).
(Heritage New Zealand, 2007a). Concepts of
architectural style and era, ornamentation, exterior
form and craftsmanship collectively generate the
criteria for architectural significance (Heritage
New Zealand, 2007a). Hence, N. Greenwell’s
local adaptation of Early English Gothic style is a
key feature, evident in the exterior buttresses,
crenellated parapet, steeply pitched roof, pointed
lancets (arch forms) and square tower (Figure 2).
Dominating the exterior material fabric and form
is the use of ‘constructional polychromy’,
displayed by six different coloured brick types
(Figure 3) (Heritage New Zealand, 1990).
Showcasing the range of locally-manufactured
Huntly bricks, and the calibre of local
craftsmanship, the Church is infused with rich
textures of material detailing. The quality of
detailing remains consistent within the interior, as
exposed Huntly brick is used within the porch, Figure 3. ‘Constructional Polychromy’ Brickwork
narthex, nave and apse.
Another criterion indicating historic value is
based on unique or characteristic methods of
construction, classed as ‘technological’
significance (Heritage New Zealand 2007a).
St. Paul’s is an example of hybrid unreinforced
masonry (HURM) and features use of reinforced
concrete (RC) bounding elements combined with
URM. The use of bounding elements in otherwise
URM construction reflects a nationwide trend in
utilizing reinforcing elements after the destructive
MS 7.8 1931 Hawkes Bay Earthquake (Walsh et
al., 2014). Several examples of HURM buildings
can be found across the New Zealand
context.(Russell & Ingham, 2010) No exterior
concrete elements were observed in the reported
example due to the practice of covering the beams
Figure 2. Local Gothic Revival Adaptation and buttresses with a brick veneer as shown in
Figure 4. Consequently, the concrete elements
specified in the plans could not be confirmed with
Pertinent to the values of ‘rarity’ and
the visual on-site inspection.
‘representativeness’ as highlighted within the

SG03-145
of international conservation policy guidance will
further define social significance, classed as
‘intangible value’(ICOMOS New Zealand, 2010).
Further contributing to the architectural
significance is the Heritage New Zealand-defined
criterion of ‘integrity’ (Heritage New Zealand,
2007a). St. Paul’s displays a high degree of
integrity, as there have been no major spatial or
material modifications, additions or alterations
(Heritage New Zealand, 1990). Additionally, both
on-site investigation and the sourced literature
reveal no post-construction strengthening.
The Church’s overall significance was reflected
Figure 4. Internal concrete structural elements. by the current statutory protection which includes
The Church features double leaf cavity wall national Heritage New Zealand Category 1 listing
construction, where each leaf is 110 mm thick clay (List Number 4165) (Heritage New Zealand,
brick with lime mortar. Cavity walls were 1990), as well as inclusion as a Category A item in
commonly built with metal ties to interconnect the the regional Waikato District Plan (Waikato
individual wall leaves (Dizhur et al., 2015). The District Council, 2017). Statutory recognition
existence of ties could not be confirmed during the carries legislative requirements pertaining to the
building inspection because no invasive nature of structural or conservation work
investigation was undertaken, as advocated by undertaken. However, the following solutions
‘Article 7; Physical Investigation’ (ICOMOS New were explored within a conceptual capacity to
Zealand, 2010). Ties were assumed to be present address the present challenges.
but to have corroded, based on observations 3.1.2 Data Processing
presented in Dizhur et al. (2015). Historical plans were available for
The construction of the current unreinforced St. Paul’s Church in addition to the data collected
masonry church as a replacement of the original during the on-site survey. Measurements from the
nineteenth century timber structure (built 1893) plans were verified on-site, and a 3D model was
that was destroyed by fire was evidence of created to visually and spatially represent the
community value or public esteem placed on the structure (Figure 5). Working in 3D provided
building (Heritage New Zealand, 1990). Serving insight and tools to more efficiently assess the
as the backdrop to changing stages of community building and develop retrofit solutions.
development, St. Paul’s ongoing social role
stretches to the Church’s late nineteenth/ early
twentieth century function as the spiritual hub of a
large parochial district. Furthermore, the
celebration of St Paul’s Golden Jubilee in 1985
highlights a century of the Anglican Church’s
association with the building’s site (Heritage New
Zealand, 1990). Therefore, it is valuable to
highlight these factors to better inform and prompt
potential community investors, to ensure the
continuity of local histories and traditions.
Although a more embodied analysis of social
significance criteria lies outside the scope of this
case study, such values are important to
acknowledge during the decision-making process.
The next stage of cultural significance assessment
may entail discussion of the building’s role in local Figure 5. Match of the original plans with 3D model.
history and a thematic comparison to other
churches within the diocese to highlight any
shared historic or cultural values. The exploration

SG03-146
3.2 Vulnerability Assessment that unique failure mechanisms formed in the
St. Paul’s Church was analysed using the URM case that were avoided in the HURM case.
However, a secondary mechanism was found as a
macroelement method. In an effort to perform a
more comprehensive analysis that is applicable to consequence of the concrete elements acting as a
restraint, as seen in Figure 7.
New Zealand masonry churches, the Church was
The code to reference each collapse mechanism
analysed both as a HURM structure (analysis
included the concrete elements) and as an URM was formatted in a XX-YY-ZZ configuration,
where XX refers to the macroelement notation,
structure (analysis excluded the concrete
YY is the direction where the collapse mechanism
elements). The inherent macroelements into which
is developed and ZZ the direction of the
the structure can be divided were the same for both
earthquake.
cases and are shown in Figure 6.
The HURM and the URM cases also shared
most failure mechanisms. The main difference was

Figure 6. Division of the building into macroelements.

Figure 7. Activation threshold of the possible collapse mechanisms of three macroelements calculated for the URM and
HURM cases compared with the hazard factor of Huntly.

SG03-147
Each macroelement has the potential to fail
3.4.1 Apse
by multiple observed failure mechanisms. Figure 7
shows the mechanisms formed in three Recommended Solution: Proposal (a): Bonded
macroelements when the building is considered to Steel Bar Reinforcement.
be constructed of either HURM or URM. The Assessment: Compared with Proposals (b)
activation threshold of each mechanism is and (c), the use of bonded steel bars involves
compared with the hazard factor (Z) in Huntly to minimum intervention with the historic fabric, as
provide a general understanding of the the intervention is confined to the upper portion of
vulnerability of the building. In the case where the apse and is situated along existing mortar
two-way bending failure of the masonry infill joints.(ICOMOS New Zealand, 2010). Overall
walls in concrete frames was considered (A-OOP- compatibility and minimal visual impact is
L), Section 7 of the NZSEE-Guidelines (2017) achieved, in vast contrast to Proposal (b):
was used, and when the boundary was returning Jacketing, whereby the entire interior brick surface
URM walls (F-OOP-L3) the formulae developed in of the apse would be lost following the installation
Vaculik and Griffith (2017) were implemented. of the jacketing system. A jacketed wall would
entail the loss of an essential architectural feature,
3.3 Design of the Retrofitting Intervention/s along with surviving evidence/knowledge of the
historic construction technology (ICOMOS New
The four failure mechanisms that formed under Zealand, 2010). The steel reinforcement also
the design-level seismic demand were A-OOP-L1, represents a more subtle integration within the
F-OOP-L1, F-OOP-L2, and BT-IP-OOP. The existing brick structural matrix, versus a
behaviour of the identified collapse mechanism superimposed concrete element. The finish offered
can be modified through the application of by the recommended solution is specified as a joint
strengthening techniques. Three strengthening filled with new mortar, however the aesthetic
solutions were proposed that prevent activation of nature of the finish may be of concern. Provided
the critical collapse mechanism(s) for each the colour of the new mortar is compatible with the
macroelement (Table 1). The building was then original and the surrounding brick, Proposal (a)
assessed with the implemented retrofit solutions to will serve as an acceptable solution.
ensure that secondary failure mechanisms were not
activated. Analysis of secondary failure 3.4.2 Façade/Wall
mechanisms was an iterative process which ceased Recommended Solution: Proposal (d): Steel
when no mechanism activation thresholds Profile Connection.
exceeded the hazard factor. Assessment: An advantage of the proposed
wall-roof connection is the least degree of evident
3.4 Heritage Analysis visual impact, as compared with Proposal (f):
Specific conservation tenets from the ICOMOS Strongback. The historic architectural composition
New Zealand Charter informing the heritage of the facade, expressed through polychromatic
analysis discussion included minimum brickwork and ornamental articulation of openings
intervention, retention of use and heritage such as doors and windows, should not be altered
fixtures/fittings or contents, along with or obscured, because the facade is a primary
consideration of surviving evidence and overall historic architectural feature. Similarly, the
compatibility with the historic building fabric installation of Proposal (e): Light-weight Timber
(ICOMOS New Zealand, 2010). Frame involves excessive removal of existing
Proposed modifications necessitated the historic fabric than is required, to achieve the same
introduction of structural retrofitting elements, degree of structural stability as Proposal (d)
whilst implementation of the retrofit may involve (ICOMOS New Zealand, 2010).
some degree of repair to the existing structure and
architectural detailing. The positive and adverse
effects of the proposed strengthening solutions are
assessed in the following sections.

SG03-148
Table 1. Strengthening proposals.

º
(a) Bonded steel bar reinforcement, walls restrained to avoid overturning, prevented (b) Jacketing, walls stabilized
differential movement of wall leaves through tensile reinforcement

(c) Bonded post-tensioned steel (d) Steel profile connection, superior wall-roof linkage, modified dynamic behaviour
bars, increased stabilizing of the wall
moment, no added mass

(e) Light-weight timber frame, (f) Strongback, increased (g) External boundary wire, walls constrained
existing masonry gable replaced, stiffness to prevent OOP failure to prevent overturning
decreased overturning moment

(h) Internal steel structure, increased (i) Internal bracing, reduced OOP movement of the walls, overturning
stiffness to resist bending actions mechanism prevented

SG03-149
Instead of subtly complementing the historic experience. Therefore, the installation procedure
structural matrix of the building, removal and for the selected structural measures and the final
replacement with a new building material visual impact requires further attention. There will
diminishes both structural and aesthetic be no excavation, demolition or destruction of
authenticity (ICOMOS New Zealand, 2010). The fabric or changes to circulation or the landscape.
recommended solution does require the removal of
one course of the original Marseilles roof tiles for
retrofit installation and final use. The following 4 CONCLUSION
stage of design may also include detailed Combining both qualitative and quantitative
consideration of the post-stressed cables anchored analysis informed the development of a holistic
to the existing voussoirs in order to highlight the approach to identifying specific seismic
required connections to the historic fabric and any retrofitting interventions. The proposed
resulting disturbance. Whether there is any further framework included a knowledge (data collection
visual impact as a result of the installation and final and processing) phase, a vulnerability assessment
performance of the chosen anchoring system may phase, a design of retrofit interventions phase and
also be determined. a heritage analysis phase. Overall, the
3.4.3 Bell Tower implementation of the case study was useful in
exploring the existing parameters of the proposed
Recommended Solution: Proposal (i): Internal
framework. In the knowledge phase, key heritage
Bracing.
features of the Church were identified and an
Assessment: The installation of Proposal (i):
accurate 3D model was developed. The 3D model
Internal Bracing instead of Proposals (h) and (g) is
was found to be particularly useful and was used
recommended because Proposal (i) entails the
in subsequent phases.
least degree of intervention with the historic fabric
In the vulnerability assessment phase, post-
and least external visual impact (ICOMOS New
earthquake damage analyses were essential to
Zealand, 2010). The primary form of physical
successfully implement the macroelement method
impact is restricted to the four internal corner
and identify the most vulnerable elements in
connections to the tower butresses. The internal
St. Paul’s Church, the apse, the façade/wall, and
visual impact is deemed acceptable because the
the bell tower. HURM buildings were defined as
proposed area of installation of the internal bracing
having a different construction type from URM
structure is not publicly-accessible.
buildings. The assessment showed that the
The method of installation is dependent on
concrete elements reduced the vulnerability of
whether the tower currently houses any operating
some macroelements but caused different failure
church bells and the extent of the associated
mechanisms for other macroelements. Three
equipment. Preservation of historic fixtures or
retrofit interventions were proposed for each
fittings, and their on-going use, is an integral
macroelement that would prevent activation of a
requirement of heritage conservation (ICOMOS
failure mechanism. The proposed solutions offered
New Zealand, 2010). The specification of the type
different degrees of intervention that were
of anchoring mechanism for the four tower corners
analysed in the heritage analysis phase.
is important to ensure minimum disturbance of the
From the heritage conservation perspective,
historic fabric, whilst achieving the required risk
further investigation of local and international
mitigation. Two identified options include
policy on producing impact assessments will be
epoxy/adhesive anchors and through bolts with
important to address social and cultural heritage
anchor plates. Ease of installation and possible
values, whilst developing the design of the chosen
peeling from the masonry structure during seismic
retrofits. The main objective of recommended
activity serve as further considerations for
retrofit solutions was to involve the least degree of
selection.
intervention with the historic fabric of the Church
Overall, the recommended solutions advocate a
and the least degree of visual impact.
‘concealed’ approach to seismic retrofitting, along
with a high degree of integration with the historic
fabric. Of primary importance is the distinctive
clay brick material detailing which gives rise to the
Gothic Revival form and internal spatial

SG03-150
5 ACKNOWLEDGEMENTS Guidance Retrieved 22/06/2017, 2017, from
http://www.heritage.org.nz/resources/sustainable-
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a New Zealand Tertiary Education Commission- ICOMOS New Zealand. (2010). ICOMOS New Zealand
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Sustainable Management of Historic Heritage

SG03-151
ANIDIS 2017
PISTOIA

Modelling, analysis and safety verifications of existing masonry buildings:


seismic assessment and design of strengthening interventions
Sergio Lagomarsino
Department of Civil, Chemical and Environmental Engineering, University of Genova, Via Montallegro 1, Genova 16145, Italy

Keywords: masonry buildings; nonlinear static analysis; failure criteria of masonry panels; local mechanisms; floor
spectra; knowledge levels.

ABSTRACT
The seismic assessment of existing masonry buildings is a difficult task due to the complexity of reliable
models, particularly in the case of older non-engineered ones. The qualitative approach is an essential
element of knowledge for the interpretation of the seismic behaviour but cannot replace a quantitative
security check. As-built information, based on historical notes on transformation and the survey of
constructive details, together with the results of investigation on material properties, are the basis for the
choice and calibration of the structural models with which to carry out the verifications. Modelling and
analysis procedures should be as accurate as possible in catching the actual seismic response, but at the
same time robust and practice-oriented. This paper offers a general framework for the assessment of
existing masonry buildings (in unreinforced, reinforced and confined masonry) and is focused on distinctive
features and open issues in this field. The assessment is based on the evaluation of the global seismic
response, relying on the in-plane resistance of masonry walls, and the verification of possible local
mechanisms, related to out-of-plane behaviour of walls substructures. For the global analysis, it is
suggested: a) a modelling approach that takes into account the diaphragms stiffness; b) different failure
criteria for masonry piers for regular and irregular masonry; c) specific failure criteria for the spandrels; d)
a combination of global and local checks for the definition of limit states. For local mechanisms, the
following are proposed: a) the use of equilibrium limit analysis, considering the evolution of rigid block
mechanisms, for the evaluation of the horizontal seismic strength and the ultimate displacement capacity;
b) a new formulation for the floor spectra, with an accurate estimate of the displacement demand on these
mechanisms at different levels of the building.

SG03-152
ANIDIS 2017
PISTOIA

Modellazione, analisi e verifiche di sicurezza di edifici esistenti in muratura:


uno strumento di conoscenza per il progetto di consolidamento sismico
Sergio Lagomarsino
Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale, Via Montallegro 1, 16145 Genova.

Keywords: edifici in muratura; analisi statica non lineare; criteri di resistenza di pannelli murari; meccanismi locali;
spettri di piano; livelli di conoscenza

ABSTRACT
La valutazione della sicurezza sismica di un edificio esistente in muratura è un problema da sempre dibattuto, per la
difficoltà di adottare modelli quantitativi in costruzioni non ingegnerizzate. L’approccio qualitativo è elemento
essenziale di conoscenza per l’interpretazione del comportamento sismico ma non può sostituire una verifica
quantitativa della sicurezza. La conoscenza storica e costruttiva, unitamente ai risultati di indagini per valutare le
proprietà dei materiali, costituiscono la base per la scelta e calibrazione dei modelli con i quali eseguire la verifica,
che devono essere il più possibile accurati e in grado di cogliere la reale risposta sismica, ma al tempo stesso robusti
ed applicabili in ambito professionale. In questo contesto sono stati forniti contributi all’elaborazione della Circolare
delle nuove NTC, consistenti in nuovi modelli e procedure per la modellazione, analisi e verifica degli edifici esistenti
in muratura. L’impianto di verifica è rimasto lo stesso (analisi globale e controllo dei possibili meccanismi locali),
ma si è arricchito di nuovi criteri per la modellazione (considerazione esplicita della rigidezza dei solai), il calcolo
della resistenza dei pannelli murari e la definizione degli stati limite. Nell’articolo sarà evidenziato come queste
proposte consentano di ottenere una valutazione più accurata della vulnerabilità sismica dell’edificio, elemento
essenziale per l’individuazione delle criticità e dei necessari interventi di consolidamento.

1 INTRODUZIONE muratura un materiale composito, disomogeneo


nell’ambito di una stessa costruzione e soggetto a
Il patrimonio edilizio italiano è numericamente
degrado.
consistente, in rapporto alla realizzazione di nuove
La necessità di utilizzare modelli, metodi di
costruzioni, e particolarmente vulnerabile, come
analisi sismica e criteri di verifica accurati, nel
ha messo in evidenza anche l’ultima crisi sismica
senso di essere in grado di evidenziare le
in Centro Italia.
specifiche vulnerabilità e valutare l’efficacia delle
La valutazione della sicurezza sismica degli
diverse possibile tecniche di consolidamento
edifici esistenti in muratura è quindi un tema di
sismico, nasce proprio dal non poter assumere a
grande impatto sociale e culturale. La rilevanza di
priori un comportamento a collasso per la
questi manufatti è associata non solo all’elevato
costruzione, approccio che invece viene seguito
numero di manufatti di pregio ma anche alla
nella progettazione di una nuova struttura. Ad
valenza paesaggistica e storica dei centri abitati nel
esempio per gli edifici nuovi in calcestruzzo
loro complesso, che merita di essere tutelata.
armato (c.a.) si adottano i principi della gerarchia
Peraltro non è possibile derogare dalla necessità di
delle resistenze, indirizzando la plasticizzazione
garantire la sicurezza delle persone.
nelle estremità delle travi: grazie a ciò è sufficiente
Sotto il profilo prettamente tecnico il problema
utilizzare i risultati di un’analisi elastica lineare,
è complesso in quanto gli edifici in muratura,
assumendo un opportuno fattore di struttura, in
specie quelli tradizionali, sono stati realizzati
funzione dei dettagli costruttivi progettati.
attraverso un approccio empirico e si sono nella
Nella valutazione delle costruzioni esistenti è
maggior parte dei casi trasformati nel tempo. Non
invece opportuno ricorrere all’analisi nonlineare,
è quindi semplice identificare un modello
in grado di stimare con una certa affidabilità
strutturale attendibile per queste costruzioni,
l’evoluzione del previsto meccanismo di collasso.
congiuntamente alla difficoltà di determinare le
L’uso dell’analisi lineare, infatti, costringe ad
proprietà meccaniche dei materiali, essendo la

SG03-153
assumere un basso fattore di struttura (per essere suggerisce di analizzare il comportamento a
cautelativi) e al tempo stesso a dover introdurre collasso attraverso l’analisi di macroelementi. Un
arbitrarietà (ad esempio nella scelta del fattore di modello globale (anche lineare) può consentire di
sovraresistenza). individuare l’interazione tra di essi, e la
Per le costruzioni in muratura, l’analisi statica ridistribuzione delle azioni sismiche inerziali di
nonlineare è impiegata in ambito normativo fin dal competenza degli orizzontamenti, prima della
1981 (Circolare 30 luglio 1981) attraverso il formazione di lesioni che portano verso questo
metodo POR, che ipotizzava fasce di piano comportamento per macroelementi autonomi.
infinitamente rigide e resistenti e prevedeva una Un comportamento per macroelementi può
verifica in resistenza. Le attuali Norme Tecniche essere riconosciuto anche in altre strutture storiche
per le Costruzioni (DM 14 gennaio 2008), in muratura nelle quali la maglia muraria è diradata
confermando quanto introdotto nella OPCM 3274 e con pochi orizzontamenti deformabili (teatri,
(Ordinanza n. 3274, 20 marzo 2003), adottano uno mercati coperti, alcune parti e/o tipologie di
schema a telaio equivalente e propongono una palazzi nobiliari, ecc.).
verifica in termini di spostamento. Tuttavia la Nel caso del tradizionale edificio in muratura,
procedura di modellazione, analisi e verifica con una fitta maglia di pareti interne (di spina) e di
indicata nella Circolare di Istruzioni delle NTC orizzontamenti intermedi (solai), in genere ci si
2008 (Circolare 2 febbraio 2009) contiene ancora riferisce al cosiddetto “comportamento scatolare”.
numerose semplificazioni che rendono l’esito non Ciò presuppone che le azioni sismiche inerziali
sufficientemente accurato. siano affidate alla risposta nel piano delle pareti,
I risultati della ricerca scientifica svolta negli ovvero che nel caso di un sistema di pareti disposte
ultimi anni nell’ambito della Linea Muratura del secondo due direzioni ortogonali, le azioni
Progetto ReLUIS-DPC (Lagomarsino et al. 2015), inerziali che competono a quelle caricate dal sisma
e più in generale a livello internazionale, fuori dal loro piano siano riportate alle vicine
approfondiscono diverse tematiche e consentono pareti disposte nella direzione di verifica; tale
di delineare oggi un insieme di procedure accurate trasferimento può avvenire attraverso gli
ma al tempo stesso implementabili in ambito ammorsamenti e le catene o grazie alla rigidezza
normativo (e quindi fruibili per il mondo degli orizzontamenti.
professionale), applicabili ad una grande varietà di Per considerare affidabile tale idealizzazione
edifici esistenti muratura. del comportamento è necessario verificare che non
In questo lavoro sono discussi alcuni aspetti si possano attivare i cosiddetti meccanismi locali,
rilevanti, non adeguatamente considerati nelle ovvero che il collasso fuori dal piano di ciascuna
NTC 2008, e sono illustrati i modelli proposti alla porzione di parete sia impedito dai sopracitati
Commissione incaricata della stesura della collegamenti alle pareti caricate nel piano. Nel
Circolare delle nuove NTC. L’impianto generale caso di edifici in muratura di moderna concezione,
di modellazione, analisi e verifica degli edifici nei quali sono presenti cordoli in c.a. in
esistenti in muratura risulta organico e coerente, corrispondenza di ciascun solaio, questi
oltre che implementabile in ambito professionale. meccanismi sono limitati a porzioni murarie di
interpiano (meccanismi flessionali verticali e/o
orizzontali) e sono quindi possibili solo nel caso di
2 CONSIDERAZIONI GENERALI SULLA pareti sottili e ai piani alti (dove si ha una
RISPOSTA SISMICA DEGLI EDIFICI IN accelerazione amplificata per l’effetto filtro della
MURATURA costruzione). Nel caso di edifici pre-moderni, la
carenza dei collegamenti rende possibili
Nell’esame della risposta sismica di una
meccanismi di ribaltamento semplice (rotazione di
struttura in muratura è in primo luogo necessario
un blocco murario intorno ad una cerniera alla
valutare se sia possibile o meno fare riferimento ad
base), che possono interessare anche più livelli
un comportamento globale. A tale riguardo è
insieme.
importante considerare la densità delle pareti
Tuttavia questo approccio presenta dei limiti, di
murarie, la loro connessione (in corrispondenza
cui è opportuno essere consapevoli:
degli ammorsamenti) e la densità e rigidezza nel
piano dei diaframmi orizzontali. • quando i muri di spina sono diradati ed i solai
Nel caso delle chiese, che presentano pareti solo non sono infinitamente rigidi, una parete
lungo il perimetro (o al limite sistemi di archi e caricata fuori dal piano potrebbe essere in grado
piedritti a separare le navate) e un solo di sopportare tali azioni senza necessariamente
orizzontamento di copertura (oltre, in alcuni casi, fare affidamento alle vicine pareti ortogonali: in
ad un sistema voltato), l’osservazione dei danni altre parole nessuna significativa azione

SG03-154
sarebbe trasferita a queste ultime. Ciò significa modello al continuo. Ad esempio il criterio di
che la verifica attuata facendo riferimento alla pressoflessione o di scorrimento su sezione
sola resistenza nel piano delle pareti potrebbe parzializzata fa riferimento a condizioni limite di
risultare largamente cautelativa; in modo rottura nelle sezioni di estremità del pannello,
complementare, ciò spiega i maggiori danni che mentre la rottura a taglio lungo la diagonale si
si osservano nel piano quando i solai sono resi origina da una condizione limite nella sezione
rigidi, in quanto in questo modo non si centrale del pannello.
Più complesso è l’uso di modelli FEM
beneficia della quota parte di azioni sismica
nonlineari. In primo luogo è infatti necessario
sopportata dalle pareti caricate fuori dal piano; calibrare i parametri liberi del legame costitutivo
• a causa della contemporanea presenza delle due della muratura in modo tale da riprodurre, per
componenti ortogonali del moto sismico, la quanto possibile, le condizioni di rottura alla scala
presenza di un danneggiamento dei pannelli di pannello murario, cui poi i modelli interpretativi
murari per le azioni fuori dal piano rende gli impiegati nelle verifiche si riferiscono. Tale
stessi più vulnerabili alle azioni nel piano e operazione può essere eseguita adottando alcuni
viceversa. Su questa potenziale interazione modelli di singoli pannelli murari simili a quelli
sarebbe necessario una ampia sperimentazione, presenti nelle pareti oggetto di analisi; la
in quanto i criteri di resistenza dei pannelli similitudine è istituita per dimensione, livello di
murari attualmente proposti nelle normative compressione e condizioni di vincolo alle
non ne tengono conto. estremità. Quindi, nel corso della analisi
Tornando alla risposta nel piano di una parete nonlineare è necessario identificare quando i livelli
in muratura, come già introdotto in §1, le norme deformativi (drift) nei pannelli murari identificati
fanno in genere riferimento al modello a telaio ex-post hanno raggiunto i valori limite prescritti
equivalente, che richiede l’identificazione a priori dalla norma: condizione che sancisce quella ultima
dei maschi murari verticali (pilastri) e delle fasce del pannello. Nel caso in cui il legame costitutivo
di piano orizzontali (travi), sulla base delle non preveda il degrado della resistenza, si dovrà
caratteristiche delle aperture (dimensione e considerare come stato limite ultimo quello
allineamento). La simulazione della risposta corrispondente al raggiungimento della condizione
osservata, su modelli di parete o piccoli edifici ultima nel primo pannello.
sperimentati in laboratorio (Magenes et al. 1995, Quindi, le norme non devono essere considerate
Yi et al. 2006, Magenes et al. 2014, Penna et al. prescrittive nei riguardi del metodo di
2016, Cattari et al. 2014) o su edifici reali modellazione da utilizzare, ma è evidente che l’uso
danneggiati dal sisma (tra gli altri, Cattari e di modelli FEM al continuo, se non giustificato
Lagomarsino 2013, Marino et al. 2016), ha della irregolarità delle pareti murarie, risulta
dimostrato l’attendibilità di tale approccio in problematico: 1) per la necessità di calibrazioni dei
presenza di configurazioni regolari, ma mancano parametri meccanici; 2) per l’arbitrarietà nella
criteri condivisi per la definizione del telaio scelta ex-post dei pannelli murari e delle sezioni di
equivalente nel caso di situazioni irregolari o verifica; 3) per l’onere computazionale e le
quando le aperture sono poche e/o di piccole criticità relative alla convergenza della soluzione
dimensioni (fatto che porta alla creazione di nodi numerica. Al contrario, i modelli a telaio
rigidi di dimensione non trascurabile), oltre che la equivalente consentono di modellare anche edifici
corrispondente validazione. molto complessi con un numero limitato di nodi ed
Ovviamente nel caso di pareti irregolari è elementi, limitando gli oneri computazionali e
possibile fare riferimento a modelli ad elementi rendendo più stabile il risultato rispetto alle
finiti (FEM), con elementi bi- o tri-dimensionali e diverse scelte di modellazione operate dal
legami costitutivi lineari o nonlineari. È però professionista o, in alcuni casi, dallo stesso
necessario chiarire che le formule di verifica software di calcolo (Cattari et al. 2017).
proposte dalle normative si riferiscono a criteri di Un ultimo aspetto è relativo alla deformabilità
resistenza di pannelli murari, non a condizioni dei diaframmi orizzontali. Le NTC 2008 non
limite di tipo locale sul materiale muratura. forniscono indicazioni in merito, diversamente da
Nel caso in cui si utilizzi un’analisi FEM lineare altre normative internazionali (ASCE-SEI-41
le verifiche devono essere eseguite in termini di 2013, NZSEE 2017) che in particolare forniscono
resistenza, su caratteristiche di sollecitazione (N, valori di riferimento per la rigidezza nel piano
V e M) ottenute dall’integrazione su sezioni delle più diffuse tipologie di impalcato ligneo,
identificate ex-post a partire dall’interpretazione prima e dopo il consolidamento. La risposta reale
degli stati tensionali/deformativi ottenuti nel è sempre intermedia tra due condizioni limite:

SG03-155
• solai infinitamente rigidi, in grado di caso costituiti dalle singole pareti e dalle porzioni
ridistribuire le azioni tra le pareti in ragione murarie di competenza, non resistenti in quella
della loro rigidezza e posizione in pianta; direzione.
• solai con rigidezza trascurabile, inadeguati a
ridistribuire azioni orizzontali tra le pareti.
La prima condizione è quella generalmente 3 ANALISI NONLINEARE STATICA O
adottata dai software di calcolo professionale, in DINAMICA
quanto consente la condensazione dei gradi di L’analisi dinamica nonlineare è potenzialmente
libertà dei nodi di uno stesso livello a soli tre: due il metodo più accurato per simulare la risposta
traslazioni e la rotazione intorno all’asse verticale. sismica di un edificio. Tuttavia il suo impiego in
Tale ipotesi è però giustificata solo in presenza di ambito professionale presenta una serie di criticità:
solai latero-cementizi o in putrelle e tavelloni, nel • è necessario disporre di legami ciclici in grado
caso di soletta collaborante solidale ai profili di rappresentare le caratteristiche dissipative
metallici. Negli altri casi (solai lignei, anche isteretiche dei pannelli murari, differenziati in
consolidati, volte in muratura, ecc.) il solaio funzione del meccanismo di rottura e,
dovrebbe essere considerato nel modello come un possibilmente, anche delle tipologie di
impalcato con rigidezza finita, in grado di
elemento (maschi o fasce);
vincolare le pareti e di creare una qualche
ripartizione delle sollecitazioni sismiche. Dal • mancano indicazioni su come definire gli stati
punto di vista computazionale l’inserimento di limite, esclusivamente sulla base dei risultati di
questi elementi non presenta criticità, ma ha un’analisi dinamica nonlineare; ad esempio lo
importanti ripercussioni sulla procedura di analisi Stato Limite di Collasso (SLC) non può essere
statica nonlineare (pushover), sulla conversione a associato al vero e proprio collasso, che sarebbe
sistema bilineare equivalente, sull’individuazione individuabile dinamicamente a livello globale,
della capacità di spostamento allo stato limite ma è riferito ad una condizione “prossima” al
ultimo (questi aspetti saranno approfonditi nel collasso, da verificarsi con un certo margine di
seguito). sicurezza;
Un aspetto che non è considerato nelle attuali • la selezione degli accelerogrammi influenza in
normative è quello relativo alla resistenza dei solai modo significativo l’esito della valutazione
nel loro piano. Infatti, sia che si adotti un vincolo (record-to-record variability) e rende quindi la
cinematico di rigidità tra i nodi sia che si metta in verifica meno robusta (diversi professionisti
conto l’effettiva rigidezza del solaio, nessuna potrebbero giungere a conclusioni differenti).
verifica è richiesta sulla massima forza che un Per questa ragione trova ormai largo impiego in
campo di solaio è in grado di trasferire o sulla tutti i documenti normativi l’analisi statica
resistenza delle connessioni tra il diaframma nonlineare (analisi pushover o di spinta). Gli
orizzontale e la parete (cordolo continuo, travi aspetti concettuali alla base del metodo sono, a
principali e secondarie, angolari con spinotti, ecc.). prima vista, chiari ed intuitivi, anche al di fuori del
Si osserva che nel caso di impalcato rigido tali mondo della ricerca. L’edificio è soggetto ad un
forze possono essere anche molto elevate, ma sistema di forze orizzontali, con un profilo
queste si riducono in misura significativa quando rappresentativo di forze statiche equivalenti, e
nel modello viene considerata la reale rigidezza queste vengono gradualmente aumentate fino ad
del solaio. identificare la massima resistenza dell’edificio;
Nel caso invece di solai con rigidezza successivamente lo spostamento di un punto
trascurabile, ad esempio in presenza di un solaio significativo dell’edificio (nodo di controllo) viene
ligneo con tavolato semplice, l’analisi globale ha incrementato fino ad una prefissata perdita di
poco senso in quanto la crisi dell’edificio coincide resistenza, mantenendo tipicamente inalterato il
con quella della prima parete che raggiunge lo profilo delle forze orizzontali. L’analisi viene
stato limite ultimo. Quindi, per ciascuna delle due quindi condotta grazie ad un controllo misto forze-
direzioni ortogonali, sarebbe necessario analizzare spostamento.
e verificare distintamente ciascuna parete in quella A partire dal risultato dell’analisi pushover,
direzione, considerando per area di influenza rappresentativo della risposta del sistema a N gdl,
anche le masse delle pareti ortogonali che fanno è necessario poi applicare opportune procedure per
affidamento su di essa. Sostanzialmente, la valutare la domanda sismica attraverso il
presenza di solai con rigidezza trascurabile fa confronto con l’input descritto in termini di spettro
venir meno il comportamento scatolare e conduce di risposta ridotto.
ad una verifica “per macroelementi”, in questo

SG03-156
Questo metodo è stato ampiamente validato nel governata da un solo modo di vibrazione. Questo
caso di strutture regolari, in pianta ed in elevato, avviene sostanzialmente in due casi: i) quando
dotate di impalcati orizzontali rigidi. Tuttavia l’edificio è irregolare in pianta o ii) in presenza di
l’applicazione ad edifici esistenti in muratura, in solai deformabili. In edifici sensibili alla torsione,
particolare quando irregolari e con solai di le pareti perimetrali possono raggiungere prima
rigidezza finita, comporta una serie di assunzioni e delle altre pareti livelli deformativi e di danno
scelte, tutt’altro che banali: elevati, senza che per questo si abbia un effetto
1. come scegliere il profilo delle forze? tangibile sulla curva pushover; inoltre l’edificio
2. come definire l’oscillatore equivalente? ovvero potrebbe essere sensibile alla concomitanza delle
è possibile individuare uno spostamento che sia due componenti del moto sismico, per cui è
in grado di rappresentare la risposta globale necessario considerare questo aspetto anche nel
attraverso un unico sistema ad un grado di caso di una analisi statica nonlineare (aspetto oggi
libertà? non previsto dalle NTC 2008). Nel caso di solai
3. come calcolare la domanda di spostamento, deformabili è difficile identificare lo spostamento
definito l’input sismico attraverso lo spettro di rappresentativo, in quanto il baricentro delle masse
risposta (coerentemente a quanto viene fatto per all’ultimo piano (usato di norma nel caso di solai
i metodi di analisi lineare, statica o dinamica rigidi) non corrisponde ad un punto del modello.
modale)? Una possibilità è considerare lo spostamento
Riguardo al primo punto, per la valutazione di medio delle diverse pareti, pesato con le masse di
un edificio esistente in muratura l’analisi statica loro competenza, che risulta teoricamente
nonlineare è comunque preferibile ai metodi consistente in quanto coincide con lo spostamento
lineari, per cui dovrebbe essere consentita anche del baricentro delle masse nel caso di solai rigidi.
quando la massa partecipante associata al primo Per quanto riguarda il calcolo della domanda di
modo è inferiore al 75%. Questo si verifica in spostamento nell’oscillatore nonlineare ad 1 g.d.l.,
particolare in presenza di solai deformabili, in le NTC 2008 e l’EC8 utilizzano il metodo
quanto le pareti tendono a comportarsi in modo originariamente denominato N2 (Fajfar 2000), che
autonomo, attivando così più modi di vibrazione prevede la definizione di un oscillatore bilineare
senza inversione del segno, ciascuno associato alla equivalente e richiede duttilità gradualmente
prevalente attivazione di singole pareti e con maggiori al diminuire del periodo dell’oscillatore
limitata massa partecipante. In questi casi l’uso di (rispetto al periodo caratteristico TC dello spettro
un profilo proporzionale alle forze associate al di risposta) e all’aumentare del rapporto tra la
primo modo di vibrazione nella direzione di domanda elastica e la resistenza dell’oscillatore.
verifica è non adeguato, in quanto spingerebbe Questo metodo è stato originariamente calibrato su
solo alcune pareti, attivando in modo parziale le strutture elasto-plastiche ma si è dimostrato non
masse sismiche. Si suggerisce quindi di definire il cautelativo nel caso di edifici rigidi e caratterizzati
profilo di spinta combinando, ad esempio da progressivo degrado di resistenza e limitata
attraverso la nota regola SRSS, le forze modali capacità dissipativa (molti edifici in muratura
fino a raggiungere una elevata massa partecipante hanno queste caratteristiche). Per questo tipo di
(almeno pari al 60%), considerando come minimo strutture esistono in letteratura proposte correttive
tutte le forme modali senza inversione del segno al metodo N2 (Guerrini et al. 2017, Marino 2018),
lungo l’altezza e con significativa massa in grado di descrivere in modo più affidabile la
partecipante nella direzione di verifica (Cattari et relazione nonlineare tra input sismico e domanda
al. 2015). Per edifici molto irregolari in altezza, in di spostamento. Altri metodi sono proposti in
particolare quando si teme l’attivazione di un letteratura (Capacity Spectrum Method, Freeman
collasso ai piani più alti (forti rastremazioni o 1998) o dalle norme statunitensi (Coefficient
sopraelevazioni), è opportuno aggiungere a questa Method, ASCE-SEI 41-13 2014). Un vantaggio
distribuzione SRSS il contributo dei “secondi del primo è che non richiede la conversione a
modi”, ovvero dei modi con inversione del segno bilineare equivalente.
(Marino et al. 2017, Marino 2018); si suggerisce di
considerare questo contributo con una regola
SUM, per non perdere i segni. In presenza invece 4 DEFINIZIONE E IDENTIFICAZIONE
di strutture regolari in altezza una valida DEGLI STATI LIMITE
alternativa è fornita dalla cosiddetta distribuzione Una caratteristica peculiare dell’analisi statica
“triangolare”, ovvero derivata da un profilo nonlineare è la possibilità di individuare sulla
deformato triangolare inverso. curva pushover gli spostamenti corrispondenti al
La definizione dell’oscillatore equivalente ad 1 raggiungimento dei diversi stati limite. Per stato
g.d.l. risulta critica quando la risposta non è

SG03-157
limite si intende la condizione nella quale viene resistenza: in questo caso, infatti, non è possibile
meno una data prestazione dell’edificio, che può fare affidamento sulla curva globale ottenuta
essere associata: i) alla sua risposta strutturale (dal dall’analisi pushover per valori di spostamento
danneggiamento fino al collasso); ii) alla sicurezza oltre a quello per il quale il primo elemento va in
(salvaguardia della vita); iii) alle condizioni crisi.
economico-funzionali (riparabilità, agibilità). È In un edificio regolare con solai rigidi,
evidente che questi aspetti debbano essere valutati progettato sismicamente (ad esempio con la
considerando la risposta dell’edificio nel suo
gerarchia delle resistenze) i risultati forniti dai due
complesso ma siano anche condizionati da
approcci sono simili, in quanto gli elementi sono
fenomeni locali. Per queste ragioni, i più noti
documenti normativi fanno riferimento a due dimensionati pensando ad un prefissato
possibili approcci: 1) globale; 2) locale. comportamento e meccanismo di collasso. Al
Nel primo caso i diversi stati limite sono contrario, in un edificio esistente in muratura
identificati direttamente sulla curva pushover, l’approccio locale si rivela in molti casi
individuando, ad esempio: eccessivamente conservativo. Un possibile modo
• SLD (Stato Limite di Danno), condizione nella per limitare questa differenza tra i due metodi è
quale diversi elementi hanno già superato la distinguere tra elementi primari e secondari, ad
resistenza limite, ma l’edificio non ha ancora esempio accettando nelle fasce, che sono elementi
raggiunto la sua massima resistenza. Questo secondari in quanto non portano i carichi
stato limite, a livello globale, è in genere gravitazionali, che si verifichi lo snervamento o si
associato al punto di snervamento della raggiungano le condizioni ultime, per la verifica a
bilineare equivalente; SLD o SLC, rispettivamente.
• SLC (Stato Limite di Collasso), condizione L’approccio globale è quindi quello da diversi
prossima al collasso, ovvero per la quale diversi anni adottato nella verifica degli edifici esistenti in
elementi hanno già superato la capacità ultima muratura, sia dalle NTC 2008 sia dall’EC8 Parte 3
di deformazione, ma l’edificio nel suo (CEN 2005). Tuttavia, nel caso di edifici
complesso mantiene ancora una resistenza complessi, costituiti da molte pareti in entrambe le
residua significativa. Questo stato limite, a direzioni ortogonali di verifica, il raggiungimento
livello globale, è in genere associato al punto in di uno stato limite in una sola parete può non
cui la resistenza è scesa di non più del 20% risultare visibile sulla curva pushover, nel senso
rispetto a quella massima; che questa non ha manifestato ancora un
• SLV (Stato Limite di salvaguardia della Vita), significativo degrado di rigidezza (SLD) o perdita
condizione intermedia nella quale si assume che di resistenza (SLC); inoltre anche la torsione in
non si siano ancora verificate situazioni di pianta o la deformabilità dei solai (che non sono in
collasso, anche solo locale, tali da mettere a grado di trattenere l’evoluzione del danno in
repentaglio la sicurezza degli occupanti. queste pareti) rendono tali situazioni non
L’approccio globale presuppone a livello di intercettabili dai controlli operati alla scala globale
pannello murario (maschio o fascia) l’adozione di per la definizione degli stati limite.
legami costitutivi con degrado di resistenza, che Volendo usare l’analisi statica nonlineare anche
nella loro forma più semplice sono di tipo nel caso di edifici irregolari in pianta e/o con solai
bilineare, cioè definiti da tre parametri: rigidezza, deformabili, si può fare quindi affidamento su un
resistenza e deformazione ultima. approccio misto, che controlli anche condizioni
L’approccio locale individua gli stati limite limite di deformazione (interstorey drift) a livello
quando anche in un solo elemento dell’edificio si di singola parete/livello (Lagomarsino e Cattari
raggiunge una prefissata condizione: in genere per 2015, CNR-DT 212 2013). In particolare, recenti
lo SLD è lo snervamento e per lo SLC la studi hanno messo in evidenza che, in modo ancora
deformazione ultima. più efficiente (in quanto si evita la necessità di
Da ciò si deduce che l’approccio locale risulta definire arbitrarie soglie di deformazione) il
più conservativo di quello globale, ovvero il controllo previsto alla scala globale dovrebbe
corrispondente punto sulla curva pushover è essere integrato da quello che in nessuna parete sia
sempre prima di quello definito attraverso stato superato lo stato limite di interesse in tutti gli
l’approccio globale. È evidente che l’approccio elementi verticali (maschi) di uno stesso livello
locale è l’unico utilizzabile quando si usano per i (Marino et al. 2017).
pannelli murari legami costitutivi senza degrado di

SG03-158
5 CRITERI DI RESISTENZA E LIMITI sezione parzializzata andrebbe eseguita anche
DEFORMATIVI DEI PANNELLI MURARI negli edifici esistenti, in presenza di murature a
tessitura regolare e con malta poco resistente.
Come già detto, le normative prevedono per gli
Ancora più critico è l’uso per le fasce degli
edifici in muratura verifiche alla scala del pannello
stessi criteri validi per i maschi murari, in quanto
murario (maschio o fascia) e non del materiale
le fasce hanno resistenza e capacità deformativa
muratura, ovvero le condizioni ultime di resistenza
molto diverse, sia per la diversa direzione della
e deformazione sono espresse da grandezze
tessitura muraria rispetto all’asse dell’elemento sia
generalizzate: i) caratteristiche di sollecitazione su
per la presenza degli architravi (di diversa
sezioni significative; ii) deformazioni angolari di
tipologia) e di elementi accoppiati resistenti a
pannelli murari (drift).
trazione (catene o cordoli).
La letteratura individua per un pannello murario
Nel seguito sono fornite indicazioni su un
tre diversi condizioni limite di resistenza atte ad
possibile inquadramento dei legami costitutivi di
interpretare le modalità di danno ricorrenti: 1) la
maschi e fasce negli edifici esistenti in muratura.
pressoflessione all’estremità del pannello; 2) la
rottura a taglio su una fessura pseudo-diagonale, 5.1 Maschi
che si origina tipicamente nel centro del pannello;
3) lo scorrimento su un giunto orizzontale, Il primo fattore discriminante nella scelta dei
generalmente in una delle due sezioni di estremità criteri di resistenza da adottare è la classificazione
dove la sezione reagente può risultare ridotta a della tipologia muraria. Le murature tradizionali
seguito della parzializzazione dovuta al momento possono essere distinte in relazione alla tessitura
flettente. regolare o irregolare (Calderini et al. 2009).
Le normative statunitensi (ASCE 41/13 2014) e Appartengono alla prima tipologia quelle
neozelandesi (NZSEE 2017) considerano questi costituite da elementi, lapidei o artificiali, di forma
possibili meccanismi di rottura, distinguendo regolare o comunque lavorata, disposti secondo
ulteriormente nel primo caso se la crisi per corsi orizzontali avendo cura di sfalsare i giunti
pressoflessione si verifica nella condizione di verticali; ovviamente i paramenti non devono
“rocking” (pannello poco caricato, con forte essere solo una fodera esterna di spessore
parzializzazione e meccanismo duttile) o di trascurabile rispetto allo spessore della parete ma
“crushing” (pannello molto caricato, con zona rappresentarne la parte prevalente. Le altre
compressa parzializzata più estesa a tipologie, costituite da ciottoli o elementi lapidei di
comportamento fragile). forma irregolare, a spacco o erratici, si
Invece, nelle normative italiane (NTC 2008) ed differenziano dai precedenti in quanto non
europee (CEN 2004, CEN 2005) l’interpretazione presentano giunti continui.
della risposta è stata semplificata, adottando un Solo per le murature regolari è opportuno
criterio per la pressoflessione (senza distinguere verificare la rottura a taglio per scorrimento su
tra rocking e crushing) e un solo criterio per la sezione parzializzata, descritta dal parametro fv0,
rottura a taglio. Questa semplificazione trova resistenza a taglio in assenza di compressione.
ragione nel fatto che, con opportuni valori dei La rottura a taglio nella zona centrale del
parametri, la resistenza così ottenuta non è molto pannello assume localmente il tipico andamento a
diversa da quella che si otterrebbe prendendo il scaletta, nel caso della muratura regolare, o un
minimo tra quelle fornite da tutti i possibili andamento pseudo-lineare in direzione diagonale,
meccanismi alternativi. Questo approccio però nella muratura irregolare.
rende non corretto il funzionamento al variare Le condizioni di rottura sono descritte, nel
dello sforzo normale e poco chiaro il significato primo caso, da un criterio alla Coulomb, dove
dei parametri meccanici, rendendone non sempre coesione e attrito non sono valori locali del giunto
immediata la correlazione con quelli determinabili ma dipendono anche del grado di ammorsamento
per via sperimentale. tra gli elementi (Mann and Muller 1981). La
Nelle NTC 2008, ad esempio, la verifica a coesione equivalente si può ottenere dalla
taglio è fatta con il criterio dello scorrimento su resistenza a taglio fv0 usata per la verifica a
sezione parzializzata, nella progettazione di nuovi scorrimento, ridotta tramite il coefficiente di
edifici in muratura, e con un criterio a taglio per ammorsamento, funzione dell’angolo medio del
trazione diagonale, nella verifica degli edifici possibile percorso della lesione “a scaletta”
esistenti. In realtà, la verifica a scorrimento su (determinabile in sito anche sulle murature con

SG03-159
tessitura dei giunti non perfettamente regolare). la loro rigidezza assiale; inoltre, la presenza di
Ad esempio, tale criterio consente di distinguere, catene o cordoli rende ancora meno affidabile
automaticamente, la diversa risposta di una una valutazione dello sforzo assiale nella fascia.
muratura in mattoni pieni e malta di calce Per quanto riguarda il primo punto, sia il
realizzata con gli stessi materiali costituenti ma criterio di resistenza a pressoflessione sia quello
disponendo i mattoni di fascia o di punta: nel per taglio richiedono correttivi.
secondo caso il grado di ammorsamento è minore Nel primo caso è opportuno considerare una pur
e la resistenza a taglio si riduce notevolmente, limitata resistenza a trazione nella sezione di
come è stato osservato in occasione del terremoto estremità, dovuta all’ingranamento tra i blocchi
che ha colpito l’Emilia nel 2012 (Cattari et al. (lapidei o laterizi) che costituiscono la muratura
2012, Penna et al. 2014). Questo criterio (tale sezione infatti non presenta un giunto
sovrastima la reale resistenza in presenza di giunti continuo). Tale resistenza può essere stimata a
di malta molto resistenti e/o blocchi poco resistenti partire dallo sforzo di compressione verticale nei
(tufo, mattoni poco cotti o in terra cruda), oppure maschi adiacenti alla fascia, che garantisce una
quando la compressione verticale è significativa. È resistenza a trazione equivalente grazie all’attrito
quindi necessario introdurre una limitazione alla nei giunti di sovrapposizione tra gli elementi.
resistenza a taglio, legata alla rottura dei blocchi L’effetto sulla resistenza a pressoflessione della
per trazione diagonale. fascia non è trascurabile in quanto, altrimenti,
Nel caso di muratura irregolare, invece, il questa sarebbe pressoché nulla per l’assenza di un
comportamento è pressoché isotropo e la significativo sforzo di compressione nelle fasce.
resistenza a taglio è descritta bene attraverso la L’effettiva presenza di una resistenza a trazione
resistenza a trazione diagonale della muratura ft, orizzontale è dimostrata dall’osservazione dei
che viene confrontata con la tensione principale di danni post terremoto, che mostrano la prevalenza
trazione nel centro del pannello (Turnšek and di rotture a taglio nelle fasce, specie ai piani bassi
Čačovič 1971); nel calcolo di quest’ultima è dove lo sforzo di compressione nei maschi è più
opportuno tenere conto della snellezza del elevato (e quindi la resistenza a trazione
pannello attraverso il coefficiente b (Turnšek and orizzontale). A seconda inoltre che la rottura a
Sheppard 1980), che assume nella sezione centrale trazione all’estremità della fascia sia dovuta a
la distribuzione parabolica nel caso di pannelli scorrimenti nell’ingranamento o alla rottura dei
snelli (1.5) e quella uniforme per pannelli tozzi blocchi, è possibile considerare o meno una certa
(1). Recenti studi sul coefficiente b hanno duttilità in trazione.
messo in evidenza come i criteri attualmente Anche la stima della rottura a taglio è affetta da
proposti possano risultare non sempre conservativi notevoli incertezze. All’eventuale sforzo di
(Betti et al. 2015) o come altre dipendenze compressione assiale si aggiunge infatti quello
funzionali dovrebbero essere tenute in conto, ad verticale, dovuto sia alla diffusione nella fascia
esempio quella dal grado di vincolo (Cattari et al. delle tensioni di compressione nei maschi sia ai
2015, Magenes e Calvi 1997). carichi eventualmente trasmessi dai solai (sulla
Questa impostazione comporta che a seconda parte inferiore della fascia). Questi effetti possono
della tipologia muraria la resistenza a taglio sia essere trascurati, a favore della sicurezza.
definita sulla base di fv0 o ft. Riguardo all’architrave, il suo contributo alla
resistenza è spesso trascurato, ma è opportuno
5.2 Fasce considerare la diversa efficacia nei riguardi delle
capacità deformative (Beyer 2012, Beyer and
La modellazione delle fasce è particolarmente
Mangalathu 2013, Beyer and Mangalathu 2014).
critica per due distinte ragioni:
Nel caso di un arco in muratura la fascia presenta
• la difficoltà di adattare i criteri di resistenza per
un comportamento fragile e con limitata capacità
i maschi murari alle caratteristiche peculiari
deformativa. In presenza invece di un architrave
delle fasce, per il diverso orientamento dei
resistente flessionalmente e ben appoggiato, la
giunti principali e la presenza dell’architrave;
fascia è in grado di garantire una elevata capacità
• la difficoltà di valutare in modo affidabile lo
deformativa prima della rottura, con una risposta
sforzo di compressione assiale. Nel caso di solai
elasto-plastica nel caso di pressoflessione o con
infinitamente rigidi, infatti, la fascia non si
una prima caduta di resistenza, nel caso di rottura
deforma assialmente, mentre se i solai sono
a taglio.
modellati come deformabili non è facile stimare

SG03-160
Il secondo punto critico riguarda la capacità di Una peculiarità della muratura è l’uso della
valutare in modo affidabile lo sforzo normale dal tabella di parametri di riferimento per resistenza e
modello di calcolo. Detto dell’impossibilità di deformabilità delle diverse tipologie murarie. Nel
modellare, specie attraverso uno schema a telaio c.a., infatti, in assenza di prove di certificazione
equivalente, l’interazione tra i diversi elementi dei materiali eseguite al tempo della costruzione, i
orizzontali accoppiati alla fascia, è opportuno valori usati per le verifiche sono ricavati da
nell’analisi limitare lo sforzo normale nella fascia indagini dirette sul manufatto, svolte in numero
tra valori limite ricavabili dalle resistenze a significativo. Ciò risulta problematico per la
compressione e trazione della muratura in muratura, sia per l’invasività che per la relativa
direzione orizzontale. In ogni caso, per la attendibilità dei metodi di prova debolmente
valutazione della resistenza a taglio e a distruttivi (martinetti piatti, prova di taglio o di
pressoflessione si suggerisce di trascurare il valore compressione diagonale).
della forza normale, assumendo sempre come La Circolare di istruzioni delle NTC 2008
resistenza quella in assenza della stessa. (Circolare 2 febbraio 2009) prevede per l’LC2
l’obbligo di prove dirette per la determinazione
della resistenza a compressione (martinetti piatti)
6 INCERTEZZE LEGATE ALLA mentre quelle per la resistenza a taglio sono
CONOSCENZA indispensabili solo a LC3, e questo a prescindere
La conoscenza è elemento fondamentale per la dalla sensibilità della risposta ai due parametri.
costruzione di un modello attendibile, con il quale Un approccio più chiaro potrebbe prevedere,
eseguire l’analisi e la verifica sismica. Tuttavia nel caso di indagini sui materiali, la seguente
questa richiede rilievi e indagini che sono onerose articolazione tra i diversi LC, riferita più al tipo di
e, nel caso di manufatti tutelati, spesso invasive. indagini che al loro numero:
Le due fasi della conoscenza e dell’analisi non • LC1 – solo indagini visive e saggi limitati per
devono però essere intese come strettamente identificare la tipologia muraria;
sequenziali ma è opportuno che interagiscano. • LC2 – in aggiunta a quanto sopra, esecuzione di
Sulla base di un livello minimo di conoscenza prove non distruttivo di tipo indiretto (soniche,
(geometria, lettura degli elementi resistenti, sclerometri, penetrometri), al fine di
tipologia muraria) è possibile mettere a punto un confermare l’attribuzione della tipologia;
modello preliminare con il quale eseguire • LC3 – in aggiunta a quanto sopra, prove di
un’analisi sismica al fine di identificare le zone misura diretta dei parametri di resistenza e
critiche, ovvero i livelli e le pareti dell’edificio deformabilità.
dove si verificano le rotture più significative, la L’uso della tabella per definire i parametri
tipologia di elementi più deboli (maschi o fasce) meccanici con i quali eseguire la verifica nei casi
ed i relativi meccanismi di rottura (taglio o LC1 e LC2 è assolutamente condivisibile. Nel caso
pressoflessione). Il piano delle indagini potrà LC2 si è quasi certi di aver identificato
quindi essere indirizzato in tali zone, ottimizzando correttamente la tipologia e applicare FC=1.2 al
la tipologia delle prove (in relazione ai parametri valore medio dell’intervallo porta, in quasi tutti i
meccanici di interesse) e la loro localizzazione. Il casi, al valore minimo. Nel caso LC1, invece,
livello di conoscenza dovrà essere definito sulla l’applicazione di FC=1.35 al valore minimo
base dell’approfondimento delle indagini dell’intervallo può apparire molto cautelativo, ma
(limitate, estese o esaustive) che è stato raggiunto è superfluo osservare che in questo caso le
nelle sole zone critiche. incertezze residue sono molto alte (incompleta
Un ulteriore strumento per ottimizzare il piano conoscenza). Arbitrario e farraginoso appare
delle indagini è eseguire analisi di sensibilità invece il metodo oggi proposto nel caso LC3, che
(CNR-DT212 2013, Haddad et al. 2017), nelle utilizza i valori della tabella in modo differente a
quali tutti i parametri sono mantenute al loro seconda che le prove eseguite siano una sola, due
valore medio e solo una variata agli estremi di un o più. Analisi parametriche numeriche hanno
intervallo di valori plausibili (ad esempio quelli messo in evidenza i limiti dell’attuale approccio
associati a frattili del 16 e 84%). In questo modo è normativo (Rota et al. 2014).
possibile identificare i parametri rispetto ai quali la Considerato che anche in LC3 non sarà mai
risposta risulta meno sensibile ed evitare su questi possibile eseguire un numero di prove
indagini onerose e invasive (Haddad et al. 2017). statisticamente significativo, e che i valori della

SG03-161
tabella, per quanto riferiti ad un’intera tipologia spostamento allo stato limite ultimo, si è
sono stati validati (Augenti et al. 2012, Corradi et rivelato in molti casi non cautelativo (Degli
al. 2003, Borri et al. 2015, Kržan et al. 2015, Abbati 2016, Degli Abbati and Lagomarsino
Brignola et al. ), un approccio più robusto sarebbe 2017); si propone quindi di utilizzare per il
utilizzare i risultati delle prove per aggiornare le calcolo della domanda di spostamento un
distribuzioni a priori fornite dalla tabella attraverso periodo più vicino a quello secante allo stato
un metodo Bayesiano (Ang and Tang 2006, limite ultimo (SLV o SLC), intorno all’80% di
Bracchi et al. 2016). questo, e di ridurre lo spettro considerando
Tale formula dipende, oltre che dalla varianza eventualmente uno smorzamento maggiore del
del parametro nella tipologia (ricavato dalla tabella 5% (in ragione delle capacità dissipative
dei valori di riferimento), dall’errore di misura stimate per quel particolare meccanismo);
(diverso a seconda del tipo di prova), dal numero • la formulazione che fornisce lo spettro di piano
di prove eseguite, ma anche dalla dispersione dei necessita di alcune modifiche, al fine di
parametri meccanici nell’ambito dell’edificio. considerare la risposta nonlineare dell’edificio,
per quel particolare livello di input sismico,
tramite uno smorzamento viscoso equivalente
7 LA VERIFICA DEI MECCANISMI ed un incremento del periodo equivalente
LOCALI ATTRAVERSO SPETTRI DI fessurato dell’edificio (questo produce un
PIANO abbassamento del picco di amplificazione e un
La verifica dei meccanismi locali, usualmente aumento del periodo corrispondente); inoltre, le
associati alla risposta fuori dal piano di porzioni incertezze insite nella stima del periodo
non efficacemente collegate alle murature fondamentale dell’edificio suggeriscono di
ortogonali ed ai solai, è condotta secondo le NTC adottare una formulazione practice-oriented,
2008 tramite l’analisi limite dell’equilibrio, in che presenta un plateaux di amplificazione
particolare con un approccio cinematico in grandi invece di un singolo picco (Degli Abbati et al.
spostamenti che consente di valutare la capacità 2017).
ultima in termini di spostamento. Questo metodo,
denominato analisi cinematica nonlineare, stima la
risposta anche dopo che il meccanismo si è 8 CONCLUSIONI
attivato, dando ragione dell’effetto scala, ovvero
che dati due blocchi rigidi di uguale snellezza, La valutazione della sicurezza sismica di un
l’oscillazione si attiva per lo stesso livello edificio esistente in muratura è un problema
dell’azione sismica ma il blocco più grande ha complesso e da sempre dibattuto, per la difficoltà
maggiori riserve nei riguardi del ribaltamento, per di adottare modelli quantitativi in costruzioni non
le maggiori capacità di spostamento. ingegnerizzate. L’interpretazione qualitativa del
Anche su questo aspetto i risultati della ricerca comportamento sismico è la base di partenza
negli ultimi 8 anni hanno consentito di proporre essenziale ma non può sostituire una verifica di
alcuni affinamenti per la nuova Circolare: sicurezza. Per la conservazione e certificazione
• la curva di capacità del meccanismo deve sismica del costruito esistente in muratura sono
considerare un primo ramo elastico, che va ad quindi necessari modelli il più possibile accurati e
integrare quella ottenuta dall’analisi nonlineare in grado di cogliere la reale risposta sismica, ma al
su un cinematismo di blocchi rigidi (questo non tempo stesso robusti ed applicabili in ambito
si applica ai meccanismi monolateri di professionale.
ribaltamento delle facciate, all’inizio solidali In questo lavoro sono stati descritti i principali
all’edificio); in questo modo l’attivazione del contributi forniti per la stesura della Circolare
meccanismo (SLD) non si controlla con la PGA delle nuove NTC, consistenti in nuovi modelli e
ma con il valore spettrale valutato in procedure per la modellazione, analisi e verifica
corrispondenza di questo periodo elastico degli edifici esistenti in muratura. In particolare,
(Lagomarsino 2015); per l’analisi globale degli edifici singoli sono
• il metodo previsto dalle NTC 2008, che valuta suggeriti: a) un approccio di modellazione che
la domanda di spostamento attraverso lo spettro tenga conto della rigidezza dei solai; b) differenti
elastico, al 5% di smorzamento, in criteri di resistenza in relazione alla tipologia
corrispondenza di un periodo secante molto muraria (e relativa distinzione del parametro di
ridotto rispetto a quello corrispondente allo resistenza a taglio nel caso di murature regolari o

SG03-162
irregolari); c) criteri di resistenza specifici per le ACKNOWLEDGEMENTS
fasce murarie; d) l’introduzione di un controllo Molte delle considerazioni sulla risposta
locale (alla scala della parete) per la definizione sismica degli edifici esistenti in muratura, illustrati
degli stati limite in edifici con solai deformabili. in questo articolo, sono il risultato del lavoro di
Per la verifica dei meccanismi locali sono state ricerca finanziato dai Progetti DPC-ReLUIS
proposte: a) la ridefinizione del periodo secante I/II/III, nell'ambito della Linea di Ricerca Strutture
con il quale calcolare la domanda di spostamento in Muratura (Coord. S. Lagomarsino, G. Magenes
del meccanismo; b) una nuova formulazione per e C. Modena).
gli spettri di piano, che definiscono la domanda
sismica in spostamento su questi meccanismi, ai
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SG03-165
ANIDIS 2017
PISTOIA

Nonlinear static procedure for the seismic assessment of unreinforced masonry


buildings: definition of the limit states criteria
Salvatore Marinoa, Serena Cattaria , Sergio Lagomarsinoa
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale, Via Montallegro 1, 16145 Genova

Keywords: unreinforced masonry buildings, nonlinear static procedures, limit states, seismic assessment

ABSTRACT
The use of nonlinear static procedures is now widespread for the performance based seismic assessment of
unreinforced masonry buildings at both scientific research and professional practice. It requires the definition of
different performance levels with associated limit states. Several methodologies are proposed, in both literature and
codes, for the definition of the limit states based on checks to: (i) the damage of structural elements (piers and/or
spandrels); (ii) interstorey drift thresholds reached in walls ; (iii) thresholds of the overall base shear on the
pushover curve representative of the global building behavior; (iv) mixed checks at different scales (from the
structural elements to walls and diaphragms and the whole building).
In this context, the aim of the research is a critical review and application of the methodologies for defining the
limit states proposed in both codes and literature together with some specific proposal developed by Authors for
unreinforced masonry buildings. The research activity involved the comparison of the results and of their
consequences in the evaluation of the seismic assessment through the nonlinear static procedure. In particular,
starting from a prototype building, the results refer to parametric analyses undertaken introducing plan and/or
elevation irregularities, changing diaphragms stiffness and detailing (presence of tie rods or ring beams). On such
models, both nonlinear static and dynamic analyses have been performed, assuming the latter as reference solution.

SG03-166
ANIDIS 2017
PISTOIA

Verifica di edifici in muratura tramite l’analisi statica non lineare: criteri di


definizione degli stati limite
Salvatore Marinoa, Serena Cattaria , Sergio Lagomarsinoa
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale, Via Montallegro 1, 16145 Genova

Keywords: edifici in muratura, analisi statiche non lineari, stati limite, verifica sismica

ABSTRACT
E’ ormai consolidato, sia nella ricerca che nella pratica professionale, l’uso dell’analisi statica non lineare per la
valutazione della sicurezza sismica degli edifici esistenti in muratura secondo un approccio prestazionale agli stati
limite. Diverse metodologie sono proposte in letteratura e nelle normative per la definizione degli stati limite:
alcune sono basate su criteri di controllo del danno nei singoli elementi strutturali (maschi e fasce); altre
monitorano il raggiungimento di prefissate percentuali del taglio sulla curva pushover rappresentativa della risposta
globale; altre ancora operano controlli a livello di parete rispetto al raggiungimento di prefissate soglie del drift
d’interpiano; infine recenti proposte propongono approcci misti con controlli a diverse scale.
Obiettivo della presente memoria è applicare criticamente alcune procedure per la definizione degli stati limite
proposte in letteratura e nelle normative, unitamente ad altre sviluppate appositamente per gli edifici in muratura
dagli Autori, confrontarne i risultati e valutarne le potenziali ripercussioni nei riguardi della valutazione della
sicurezza sismica. I risultati sono presentati con riferimento all’analisi della risposta di un edificio prototipo
analizzato con approccio statico non lineare parametricamente al variare di diverse configurazioni regolari o
irregolari, con solai rigidi o flessibili, e di diversi dettagli costruttivi (con catene o cordoli di piano).

analizzando il raggiungimento di prefissate


percentuali del taglio di base; su controlli a livello
1 INTRODUZIONE di parete rispetto al raggiungimento di prefissate
La valutazione sismica di edifici esistenti in soglie del drift d’interpiano; o sul monitoraggio
muratura è un tema complesso e per molti aspetti dell’avanzamento del danno nei singoli elementi
ancora dibattuto. L’orientamento più diffuso a strutturali. A queste si aggiungono proposte
livello scientifico, e anche professionale, è verso presenti in letteratura che combinano più
l’uso dell’analisi statica non lineare, secondo un controlli, come l’approccio multiscala
approccio prestazionale agli stati limite come recentemente proposto in Lagomarsino e Cattari
previsto dall’impianto generale delle attuali (2015a) oppure quello illustrato in Mouyiannou
normative sia a livello nazionale che (2014), rivolto però solo all’ambito dinamico
internazionale. A tal fine risulta necessario nonlineare.
disporre di criteri per la definizione della L’obiettivo della ricerca illustrata nella
posizione degli stati limite sulla curva pushover presente memoria è quindi quello di confrontare
(risultato dell’analisi statica nonlineare atta a dapprima i risultati ottenuti applicando le diverse
descrivere la risposta strutturale dell’edificio in procedure in termini di posizione degli stati limite
esame in termini di curva taglio di base- nelle curve pushover, analizzare eventuali
spostamento) che siano in grado di tenere in criticità e proporre l’adozione di ulteriori criteri,
considerazione le specificità degli edifici in nel caso in cui quelli attuali non appaiono
muratura, ed in particolare di quelli esistenti. adeguati.
In tale ambito, nell’articolo sono analizzati i Le normative analizzate definiscono diversi
criteri proposti in alcune normative nazionali stati limite (da tre a quattro), ma la ricerca si
(Norme Tecniche delle Costruzioni 2008, nel focalizza sull’analisi dei due maggiormente usati
seguito NTC 2008) ed internazionali (EN 1998-1 per la valutazione sismica degli edifici e cioè
2004, ASCE/SEI 41-13 2014 di riferimento quelli equivalenti allo stato limite di danno (SLD)
rispettivamente in Europa e negli Stati Uniti). e allo stato limite di salvaguardia della vita (SLV)
Tali approcci possono essere classificati secondo come introdotti nelle NTC 2008.
tre principali famiglie basate: su controlli globali

SG03-167
La ricerca si basa sui risultati ottenuti da
analisi statiche non lineari eseguite su tredici
modelli numerici rappresentativi di edifici in
muratura italiani, modellati tramite l’approccio a
telaio equivalente (Lagomarsino et al. 2013) e
descritti al §2. Al §3 sono descritti i metodi
analizzati per valutare la posizione degli stati
limite ed infine al §4 sono riportati i principali
risultati della ricerca. Per avere dei valori di
riferimento al §4 sono anche riportati i valori
derivanti dall’analisi dinamica non lineare,
ritenuta attualmente come la procedura più
affidabile. Per ogni modello sono state svolte
dieci analisi dinamiche incrementali, riscalando le Figura 1. Vista 3DRIGID%
delNODE%
modello baseSPANDREL%
PIER% con evidenziati
a) i
maschi (in rosso), le fasce (in verde) e i nodi rigidi (in
accelerazioni fino ad ottenere il raggiungimento grigio)
degli stati limite desiderati. Per maggiori
informazioni sulle storie temporali adottate si A questi modelli sono state aggiunte altre tre
rimanda a Cattari et al. (2015). configurazioni che presentano irregolarità in
altezza (Figura 2) ottenuta tramite l’inserimento
di una parziale sopraelevazione. Quest’ultima
2 CASI STUDIO ANALIZZATI E RELATIVI spesso infatti caratterizza gli edifici esistenti: si
MODELLI NUMERICI pensi ad esempio agli edifici in muratura dei
centri storici cittadini, dove frequentemente si
I casi studio analizzati ambiscono ad essere osserva la realizzazione di uno o più piani al di
rappresentativi di tipici edifici esistenti in sopra di costruzioni risalenti ad epoche
muratura. La configurazione prototipo dalla quale precedenti. Sono state quindi definite in totale
si è partiti è stata elaborata facendo riferimento a tredici configurazioni, le cui caratteristiche
quella già analizzata in Cattari e Lagomarsino peculiari sono riassunte in Tabella 1 insieme alle
(2013a). Si tratta di un edificio in muratura di tre sigle identificative adottate nell’illustrazione dei
piani con mattoni pieni e giunti in malta di calce. risultati.
Partendo dalla configurazione base dell’edificio
prototipo (Figura 1), che presenta una struttura
regolare sia in pianta che in elevazione, una
distribuzione regolare delle aperture ed è
caratterizzata da solai rigidi (solette in c.a.), sono
state definite diverse varianti al fine di esaminare:
(i) gli effetti legati a cambiamenti nella rigidezza
dei solai e all’introduzione dell’irregolarità in (ii)
pianta ed in (iii) elevato. Ulteriori configurazioni
sono state poi definite al variare dei dettagli
costruttivi (in relazione agli elementi resistenti a Figura 2. Viste 3D dei modelli con sopraelevazione
trazione accoppiati alle fasce, quali catene e
cordoli). Tabella 1. Principali caratteristiche modelli analizzati.
Riguardo alle configurazioni regolari in Sigla Regolarità Regolarità Rigidezza Dettagli
elevazione, sono state definite dieci modello in pianta in altezza solai costruttivi
configurazioni, di cui la metà regolari in pianta, Ar_rig si si alta catene
Br_rig si si alta cordoli
sei di esse con catene ad ogni livello e quattro con Airr_rig no si alta catene
cordoli. Quella irregolare in pianta è stata Birr_rig no si alta cordoli
ottenuta a partire da quella base variando la Cirr_rig no no alta catene
distribuzione delle aperture nelle pareti esterne. Ar_int si si media catene
Maggiori informazioni sulla geometria dei Br_int si si media cordoli
modelli e sull’irregolarità in pianta introdotta si Airr_int no si media catene
trovano in Cattari et al. (2015). Birr_int no si media cordoli
Cirr_int no no media catene
Ar_flex si si bassa catene
Airr_flex no si bassa catene
Cirr_flex no no bassa catene

SG03-168
Nella modellazione numerica adottata per le combinati per dare luogo anche a modalità miste.
analisi, i solai sono descritti tramite delle Per ulteriori approfondimenti circa la
membrane ortotrope equivalenti. La rigidezza determinazione dei parametri per la definizione
“alta” si riferisce a valori del modulo a taglio delle risposte isteretiche dei pannelli, si rimanda a
equivalente di lati membrane rappresentativi di Cattari e Lagomarsino (2013b).
solai in calcestruzzo armato (c.a.). La condizione Riguardo i moduli a taglio adottati per i solai
“media” vuole essere rappresentativa di: solai in in Tabella 3 sono riassunti i valori adottati per le
legno con doppio tavolato e con buona tre classi di rigidezza di cui sopra. Per ogni classe
connessione fornita dai travetti; oppure di volte a il valore in kN è stato ottenuto moltiplicando il
padiglione e di volte a botte e a crociera con un valore in MPa usato per caratterizzare la rigidezza
basso rapporto freccia-luce. Infine la condizione delle membrane equivalenti per il loro spessore
“bassa” vuole rappresentare solai in legno con (per tutti i modelli posto uguale a 40 mm).
singolo tavolato e volte a crociera e a botte con DL0 DL1 DL2 DL3 DL4 DL5
un alto rapporto freccia-luce. Di seguito le tre

Vp/Vu,p
categorie così individuate saranno indicati come 1
solai “rigidi”, “intermedi” e “flessibili”, bE3
0.8
bE4
rispettivamente.
0.6
Definita la geometria e i dettagli costruttivi, i
modelli numerici sono stati sviluppati adottando 0.4

la modellazione a telaio equivalente delle pareti 0.2


in muratura e impiegando nello specifico il
software Tremuri (Lagomarsino et al. 2013). La d1 d2 d3 d4 d5 d
a)
risposta dei pannelli murari è simulata adottando
un modello a travi non lineare con
comportamento lineare a tratti implementato in
anni recenti nel software (Cattari e Lagomarsino
2013b). Un’appropriata legge costitutiva consente
di descrivere la risposta non lineare fino a livelli
di danno (DL) avanzati (dall’1 al 5, adottando una
scala analoga a quanto proposto in Gruntal 1998)
attraverso un progressivo decadimento di b)
resistenza in corrispondenza di prefissati valori di
drift (Figura 3) riassunti in Tabella 2. La
resistenza a taglio del pannello (Vup), al variare
delle diverse modalità di rottura descritte, è
computata sulla base di criteri coerenti con quelli
più comuni proposti in letteratura. In particolare,
per descrivere la risposta a taglio per fessurazione
diagonale, si è adottato il criterio proposto da
Mann e Muller (1980); per quella a c)
Figura 3. Legami multilineari adottato per i pannelli
pressoflessione invece, nel caso dei maschi, il associato a crescenti livelli di danno (a); esempi di risposte
criterio proposto nelle NTC (2008), e, nel caso isteretiche adottate nel caso di meccanismo di taglio (b) e
delle fasce, quello proposto in Cattari e presso-flessione (c)
Lagomarsino (2008). Maggiori informazioni sui
valori assunti per i parametri meccanici usati si Tabella 2. Soglie adottate per i legami multilineari.
rimanda a Cattari et al. (2015). [%] δ3 δ4 δ5 βE3 βE4
Per lo svolgimento di analisi dinamiche non Maschi* 0.6 - 0.3 1.0 - 0.5 1.5 - 0.7 0 - 30 15 - 60
lineari è necessario descrivere la risposta Fasce 0.2 0.6 2 40 40
isteretica delle travi non lineari. I legami * Il primo valore è associato ad un comportamento
costitutivi adottati consentono, attraverso prevalentemente flessionale, il secondo al meccanismo di
taglio diagonale.
l’assegnazione di opportuni parametri in input, di
riprodurre diversi andamenti tipici di una risposta Tabella 3. Moduli di taglio adottati per i solai.
prevalente a taglio (Figura 3b) o per
Geq MPa kN/mm
pressoflessione (Figura 3c). In opportune regioni
Rigidi 12500 500
del dominio di resistenza dei pannelli, al variare Intermedi 100 4
di prefissati intervalli dello sforzo normale Flessibili 10 0.4
agente, i parametri che regolano l’isteresi sono

SG03-169
3 METODOLOGIE PROPOSTE NELLE diverse soluzioni. La norma italiana e
NORMATIVE E IN LETTERATURA PER l’eurocodice suggeriscono l’adozione di un
DEFINIRE LA POSIZIONE DEGLI STATI legame a trave nonlineare con comportamento
LIMITE elasto-plastico, le ASCE/SEI 41-13 (2014) invece
propongono dei legami più articolati come
Le normative attualmente in vigore tendono a descritto in Figura 4. Poichè l’obiettivo della
seguire tre filosofie distinte per definire la ricerca è valutare se un criterio per la definizione
posizione degli stati limite. Le norme italiane degli stati limite è robusto o meno
(NTC 2008) ed europee (EN 1998-1 2004) si indipendentemente dal legame costitutivo
attestano sostanzialmente sull’uso di controlli alla adottato, per l’esecuzione delle analisi sono
scala globale (§3.1) e di parete (§3.2); le norme adottati gli stessi legami descritti al §2
statunitensi invece (ASCE/SEI 41-13 2014) indipendentemente dalle specifiche
propongono metodi di verifica basati sul controllo raccomandazioni delle normative. Per questo
del danno alla scala del singolo elemento motivo, ove necessario, ossia quando i criteri per
strutturale (§3.3). Esistono però anche approcci la definizione degli SL fossero dipendenti dalle
misti, basati su controlli a diverse scale, come il specifiche formulazioni delle risposte dei singoli
metodo multiscala (§3.4) proposto in letteratura elementi, sono state istituite delle opportune
da Lagomarsino e Cattari (2015a, 2015b) e analogie (come descritto al §3.3 nel caso delle
recepito dalle recenti linee guida del CNR DT ASCE/SEI 41-13 2014).
212 (2013).
Nell’ottica di un approccio prestazionale agli
stati limite, si definiscono diverse soglie per
valutare la risposta sismica nei confronti di eventi
di diversa entità, anche fino alle condizioni vicine
al collasso. La normativa italiana ad esempio
definisce quattro diversi stati limite (SL) quali di:
(i) operatività, (ii) danno (SLD) , (iii)
salvaguardia della vita (SLV) e (iv) collasso. In
particolare, la ricerca si è concentrata sui due SL
maggiormente usati nell’ambito della valutazione
della sicurezza sismica, cioè lo SLD e SLV. Di
seguito sono descritte le diverse procedure
proposte per quantificare il raggiungimento dei
due stati limite considerati sulla curva pushover.
Come già introdotto, la curva pushover esprime la
risposta strutturale in termini di taglio totale di
base-spostamento. Sebbene l’esecuzione
dell’analisi statica nonlineare tipicamente Figura 4. Legami costitutivi proposti in ASCE/SEI 41-13
(2014) per elementi in muratura con meccanismo duttile
richieda la scelta di un nodo di controllo, (sopra) e fragile (sotto); dalla Figura 11-1 del documento.
collocato usualmente in sommità dell’edificio, lo
spostamento rappresentato nella curva pushover
non deve essere necessariamente quello di 3.1 Approcci globali
controllo, ma piuttosto rappresentativo della Secondo l’approccio denominato globale, gli
risposta globale della struttura. Specialmente in stati limite sono definiti sulla base di controlli
presenza di solai flessibili infatti, lo spostamento associati al raggiungimento di prefissate
di un singolo nodo collocato in sommità ad una percentuali del taglio di base.
parete potrebbe essere convenzionale, con pareti Sia la normativa italiana che quella europea
soggette a significativi spostamenti ed altre che (NTC 2008, EN 1998-1 2004) prevedono il
rimangono praticamente indeformate. Per questo raggiungimento dello SLV quando si ha una
motivo in questa ricerca come spostamento di riduzione del 20% del taglio della curva di
riferimento si è assunto lo spostamento medio di pushover.
tutti i nodi dell’ultimo livello pesato per le masse Per lo SLD, sono prescritti controlli alla scala
incidenti (Lagomarsino et al. 2013). globale nella parte 3 dell’Eurocodice 8 (EN 1998-
Il risultato dell’analisi statica nonlineare è 3 2005), in particolare lo si ritiene raggiunto in
frutto evidentemente anche dei legami costitutivi corrispondenza del punto di snervamento della
adottati per interpretare la risposta dei pannelli bilineare rappresentativa del sistema ad un grado
murari: al riguardo le normative raccomandano di libertà equivalente al modello analizzato. Ai

SG03-170
fini di questa ricerca, però questa trasformazione componente rotazionale tramite la seguente
non è stata effettuata poiché essa è legata alla relazione:
verifica della struttura tramite il confronto con la
domanda di spostamento spettrale. Si è deciso u w ,l - u w ,l-1 j w ,l + j w ,l-1
qw ,l = + (1)
quindi di ritenere lo SLD raggiunto con il punto hl 2
di picco della curva di pushover. Dal momento
che le curve pushover possono avere anche una dove: hl è l’altezza interpiano al piano l,
forma irregolare e/o possono presentare un lungo mentre ūw,l e φw,l sono rispettivamente lo
tratto con pendenza quasi orizzontale prima di spostamento orizzontale medio e la rotazione dei
raggiungere il punto di picco, nei risultati nodi posizionati al livello l (o l-1) nella parete w
illustrati al §4 si è considerato lo SLD raggiunto (positiva se in senso antiorario). Se infatti nel
in corrispondenza di uno spostamento pari al 98% caso di diaframmi rigidi e costruzioni nuove in
del massimo taglio alla base della struttura. muratura in cui sono presenti cordoli di piano in
c.a., il contributo rotazionale è marginale, così
3.2 Scala di macroelemento può non essere in presenza di solai flessibili o
configurazioni di fasce “deboli” (ossia in assenza
Il criterio alla base di questo approccio è che di elementi resistenti accoppiati a trazione oppure
lo SL è raggiunto quando ad un piano (l) di una con limitata rigidezza flessionale).
parete (w) si supera un prefissato valore di soglia Sebbene nel paragrafo si sia fatto esplicito
del drift di interpiano θw,l. riferimento ai soli controlli operati sulle pareti, si
Questo è il metodo proposto nella normativa segnala che più in generale la scala del
italiana (NTC 2008) per il controllo dello SLD, macrolemento sarebbe opportuno includesse
fissando per il drift di interpiano la soglia dello anche quella dei diaframmi di piano e quindi ad
0.3%; nessuna soglia è invece suggerita per lo esempio controlli nei riguardi del raggiungimento
stato limite di salvaguardia della vita, per il quale, di soglie di deformazioni angolari dei campi di
si usa solo l’approccio globale. Nell’ambito di solaio. Allo stato attuale la normativa italiana e
questa ricerca, per lo SLV, si è scelto di usare quella europea non forniscono tuttavia soglie di
una soglia di drift di interpiano limite pari allo riferimento, giustificate anche dal fatto che le
0.5% (Lagomarsino e Cattari 2015a, Calvi 1999). sperimentazioni di riferimento che possano
Questo è un approccio relativamente semplice fornire una base statistica idonea sono molto
da adottare in ambito professionale, ma trova un limitate; alcune indicazioni sono presenti invece
suo limite proprio nell’arbitrarietà delle soglie. E’ nelle ASCE/SEI 41-13 (2014) ma senza la finalità
infatti difficile definire delle soglie che possano specifica di definire gli SL.
essere valide per tutte le possibili configurazioni
di pareti in muratura, che, com’è noto, possono 3.3 Scala del singolo elemento strutturale
presentare delle distribuzioni di aperture
fortemente irregolari. Inoltre, nel caso dei Questo è l’approccio adottato dalle norme
pannelli murari il collasso dell’elemento è sancito statunitensi (ASCE/SEI 41-13 2014), secondo cui
in termini di soglie di drift che variano con la si ritiene raggiunto un determinato SL quando un
modalità di danno prevalente, se a taglio (pari a maschio murario raggiunge un determinato
0.4%) o pressoflessione (pari a 0.8%, nel caso di livello di danno (DL). Non si conducono
edifici nuovi, o 0.6%, per quelli esistenti). La verifiche di sicurezza sulle fasce poiché gli
modalità di danno a sua volta dipende da diversi elementi strutturali sono classificati come primari
fattori quali geometria, snellezza, vincolo, grado e secondari e le fasce appartengono a questa
di compressione e parametri meccanici della seconda categoria per la quale è consentito
muratura: grandezze che all’interno di una parete omettere i controlli.
possono essere diversificate in relazione alla In ASCE/SEI 41-13 (2014), a differenza delle
configurazione delle aperture o delle normative italiana ed europea, è operata una
trasformazioni e consolidamenti subiti dal distinzione fra modalità di danno fragili e duttili.
manufatto. Nelle prime sono classificate il taglio diagonale e
Un’ultima considerazione merita anche il la crisi per pressoflessione con schiacciamento
calcolo del drift d’interpiano nel caso di edifici in della parte compressa (toe crushing in inglese),
muratura esistenti. Si ritiene infatti (Lagomarsino alle seconde sono ricondotte il taglio scorrimento
e Cattari 2015a) rilevante in questi casi e il rocking. Per i primi non è prevista alcuna
computarlo tenendo conto sia del contributo dello duttilità (Figura 4), quindi si raggiunge lo stato
spostamento orizzontale relativo che della limite quando la domanda supera la capacità,
mentre per i secondi sono definite delle soglie di
drift nella Tabella 11-4 del documento.

SG03-171
Tenendo conto delle differenze tra i legami Tabella 4. Limiti di drift di elemento adottati per una
costitutivi proposti nelle ASCE/SEI 41-13 (2014) definizione del DL3 coerente con quanto riportato in
ASCE/SEI 41-13 (2014).
e quelli adottati nelle analisi numeriche svolte, si
è optato per applicare la procedura proposta nelle Livello di danno Taglio Flessionale Misto
(diagonale)
ASCE/SEI 41-13 (2014) solamente al fine di Loc. min (maschi δ2 δ3 δ3
quantificare il raggiungimento dello SLV con toe crushing)
istituendo degli opportuni criteri di analogia. Loc. min (maschi δ2 δ4 * δ3
Innanzittutto poiché la differenziazione in con rocking)
ASCE/SEI 41-13 (2014) tra meccanismo per Loc. max δ3 δ4 * δ3
rocking e quello per toe crushing comporta il * In caso di meccanismo di rocking non si ha una caduta di
passaggio da un meccanismo duttile a fragile, resistenza quando si raggiunge il DL3, ma solo in
questa condizione è stata monitorata nelle analisi corrispodenza del DL4 (si ha quindi un plateau continuo
dal DL2 al DL4)
numeriche in ragione del livello di compressione
agente nei maschi murari dopo l’applicazione dei
carichi veriticali: in particolare è stato assegnato 3.4 Metodi misti
un comportamento fragile quando tale sforzo è Ai fini della valutazione sismica di complessi
risultato superiore al 7% della loro massima edifici in muratura, specialmente quando si è in
resistenza a compressione. Tale limite è stato presenza di solai flessibili, l’adozione di uno solo
stabilito sulla base delle espressioni analitiche dei criteri sopra descritti può portare a risultati
proposte in ASCE/SEI 41-13 (2014) per queste non conservativi. Inoltre in presenza di edifici
due modalità di rottura, che di fatto si particolarmente estesi, uno o più elementi della
differenziano per un diverso valore dello stress struttura principale possono raggiungere le
block ammesso. condizioni ultime senza che si ravvisi un
Nel caso delle analisi numeriche, il taglio significativo decadimento della curva taglio-
resistente nei pannelli è inoltre calcolato come il spostamento. D’altro canto, l’uso di metodi basati
minimo tra due criteri: uno rappresentativo della solo su controlli locali, e che quindi prevedono il
risposta a pressoflessione, l’altro a taglio raggiungimento di uno stato limite solamente con
diagonale. Questo riflette l’approccio adottato il danno di un singolo elemento possono portare a
nelle NTC 2008. Viceversa, rispetto a quanto verifiche eccessivamente restrittive. Per questo
previsto nelle ASCE/SEI 41-13 che considerano motivo in letteratura sono stati proposti dei
il taglio resistente come minimo tra quattro metodi misti che valutano il raggiungimento di un
modalità (toe crushing, rocking, taglio determinato stato limite attraverso più controlli
scorrimento e taglio diagonale) è stata operata la alle diverse scale, come ad esempio il metodo
semplificazione di trascurare la rottura per multiscala (Lagomarsino e Cattari 2015a),
scorrimento. recepito in forme analoghe dalle recenti linee
Dal momento che il legame multilineare guida CNR DT 212 (2013). È necessario
adottato per i maschi e le fasce prevede una certa precisare che il metodo originariamente proposto
duttilità e quindi un plateau con estensione in Lagomarsino e Cattari (2015a) propone criteri
significativa (Figura 3) nasce la problematica se per la definizione di livelli di danno alla scala
definire il raggiungimento dello stato limite in globale, che poi possono essere correlati ai
corrispondenza dello spostamento all’inizio o alla corrispondenti stati limite. Questa precisazione
fine del plateau. La soluzione adottata è stata attiene alla considerazione che le variabili
quella di studiare entrambe le possibilità che sono tipicamente monitorate si riferiscono alle
state indicate nei grafici al §4 come “Loc. min" prestazioni strutturali dell’edificio (in termini di
(lo spostamento corrispondente all’inizio del gravità e diffusione del danno raggiunto) mentre
plateau) e “Loc. max” (quello corrispondente alla la definizione degli SL consegue anche a
fine). I limiti adottati per avere una definizione considerazioni di carattere economico o di
del DL3 coerente con quanto proposto in salvaguardia della vita. Nel seguito per semplicità
ASCE/SEI 41-13 (2014) sono sintetizzati in si pone riferimento agli SL, assumendo in via
Tabella 4. semplificata che essi coincidano come posizione
ai corrispondenti livelli di danno (in particolare lo
SLV corrisponde al DL3, mentre lo SLD al DL2).
L’obiettivo di questo metodo è quello di
combinare controlli alla scala del singolo
elemento strutturale, di parete e dell’intero
edificio. In questo metodo tuttavia, a differenza di

SG03-172
quanto suggerito in ASCE/SEI 41-13 (2014), il quando tutti i maschi presenti in un livello di una
controllo locale non è operato in corrispondenza parete raggiungono un livello di danno maggiore
del primo elemento che raggiunge una prefissata o uguale di quello assegnato (Figura 5). Il
condizione ma quando una certa percentuale di criterio, analogamente al caso del controllo sul
elementi strutturali (maschi e fasce) la drift d’interpiano, vuole evidenziare l’occorrenza
raggiungono, introducendo delle variabili di di meccanismi di piano debole. Tuttavia, facendo
cumulate del danno (nel caso dei maschi pesata riferimento al raggiungimento di prefissati livelli
sull’area resistente). Inoltre per definire un certo
di danno sugli elementi supera l’arbitrarietà di
stato limite alla scala della struttura è monitorato
definire un’unica soglia di riferimento di piano
un diverso livello di danno alla scala
dell’elemento strutturale (maggiorato di 1 o 2 nel potendo quindi considerare le specificità delle
caso dei maschi e delle fasce rispettivamente). loro risposte (in termini di rigidezza, resistenza e
Quest’ultimo criterio consegue all’ipotesi di duttilità). Queste ultime evidentemente
potere accettare danni anche gravi purchè dipendono ancora dalle soglie di drift definite alla
concentrati in porzioni molto limitate nella scala di elemento strutturale (Figura 3, Tabella 2)
struttura. La soglia per le cumulate del danno dei per le quali però è possibile, con meno
maschi e delle fasce è così definita: convenzionalità, fare riferimento a dati
sperimentali di letteratura o alle soglie proposte
1
 P ( DLk )  N    P ( DLk ), PP (2) nelle normative. In particolare, in questa ricerca
NP quando tutti i maschi in una parete ad un livello
hanno raggiunto il DL2 allora è stato considerato
1 raggiunto lo SLD; quando tutti i maschi hanno
 S ( DLk )  N    S ( DLk ), PP (3)
NS raggiunto il DL3 lo SLV.
dove NP ed NS indicano rispettivamente il
numero di maschi ed il numero di fasce presenti
nel modello; ΛP(DLk),PP e ΛS(DLk),PP indicano la
cumulata (in %) degli elementi strutturali che
presentano un danno maggiore o uguale al DLk
considerato che si ha nel modello (maggiori
informazioni in Lagomarsino e Cattari 2015a). A
questa quantità va però sottratta quella derivante
dall’applicazione del peso proprio. N è una soglia
arbitraria (sempre in %) che è utile specialmente
in presenza di edifici molto estesi, in tal caso
infatti il numero di maschi e fasce può essere Figura 5. Criterio DLmin, a sinistra il DL3 non è stato
molto elevato e ciò abbatte il valore di Ω. raggiunto perché un maschio dell’ultimo livello è ancora
L’arbitrarietà di questa soglia è sicuramente uno nella fase corrispondente al DL2; a destra all’ultimo livello
svantaggio del metodo e richiede un’attenta tutti i maschi hanno un livello di danno maggiore o uguale
al DL3, di conseguenza il DL3 è stato raggiunto.
calibrazione; in questa ricerca è stato adottato un
valore di N pari al 2%. Nei grafici nella sezione 4 Infine il metodo multiscala prevede anche dei
questo controllo è indicato con la sigla “Loc. controlli alla scala globale, per i quali sono usati
mult.”. gli stessi criteri descritti al §3.1.
Per il controllo alla scala di parete la versione Lo spostamento corrispondente al
raggiungimento di un dato SL sarà quindi il
originale del metodo multiscala prevedeva il
minimo delle tra scale monitorate (Eq. 4):
controllo del drift di parete in maniera analoga a
quanto descritto al §3.2. Come già discusso d DLk  min(d LOC .Mult ; d DL min ; dGlob ) (4)
questo approccio benché semplice da applicare,
ha una convenzionalità intrinseca legata
all’arbitrarietà della soglia assunta a riferimento. 4 DISCUSSIONE DEI RISULTATI
Per superare questo limite, per monitorare il
danno a livello di parete è stato proposto il In questa sezione sono riassunti i risultati
controllo di una variabile alternativa, nel seguito principali delle analisi effettuate sui casi studio
denominata come DLmin. Questo controllo descritti al §2. Per ogni modello, le analisi
prevede il raggiungimento di un dato stato limite statiche nonlineari sono state svolte applicando

SG03-173
due diverse distribuzioni di forze: una fornisce sempre i valori maggiori se paragonato
proporzionale alle masse (distribuzione uniforme) agli altri approcci, nei casi con solai flessibili
ed una al prodotto delle masse per le altezze invece il controllo globale eguaglia o supera il
(distribuzione triangolare invertita). Per ogni controllo del drift d’interpiano; i due metodi
analisi è stata successivamente calcolata la comunque hanno un andamento abbastanza
posizione corrispondente al raggiungimento degli simile. Il controllo locale tende ad anticipare il
stati limite con i diversi criteri illustrati al §3. In raggiungimento dello stato limite al decrescere
Figura 6 è riportato un esempio di curva della rigidezza dei solai, se si escludono i casi con
pushover con evidenziata la posizione dello SLV sopraelevazione. In questi casi infatti questo
calcolato applicando le diverse procedure. controllo fornisce sempre il risultato maggiore.
Infine il controllo DLmin è sempre quello più
conservativo, anche di molto, soprattutto se
confrontato con il drift d’interpiano nei modelli
con i solai più rigidi. Per approfondire questo
aspetto in Tabella 5 sono riportate le medie dei
massimi valori di drift d’interpiano presenti (ad
un livello di una parete) nei modelli al
raggiungimento dei due SL considerati. Si evince
che se per lo SLV adottare una soglia dello 0.5%
fornisce risultati molto simili a quelli ottenuti dal
controllo del DLmin, così non è per lo SLD. Per
tale stato limite infatti, come riportato al §3.2, la
normativa italiana (NTC 2008) propone di usare
la soglia dello 0.3% di drift d’interpiano, ma tale
valore è molto più alto di quello corrispondente al
Figura 6. Esempio curva di pushover con evidenziata la raggiungimento ad un livello di una parete del
posizione degli stati limite applicando i metodi descritti DL2 (in questa ricerca considerato equivalente
nella sezione 3. allo SLD) con il criterio del DLmin. Questo
risultato dipende dal fatto che la soglia del 3%
Nelle Figure 7 e 8 sono riassunti i risultati
può risultare del tutto convenzionale in presenza
principali. Sulle ascisse sono riportati i modelli di livelli in cui i pannelli murari siano dotati di
analizzati con le sigle indicate al §2 in Tabella 1, rigidezze molto diverse.
mentre nelle ordinate sono riportati i valori di Per quanto riguarda lo SLV, si può osservare
drift di edificio cioè gli spostamenti che il criterio proposto in ASCE/SEI 41-13
corrispondenti al raggiungimento dello SLD ed (2014) basato solamente sul controllo locale,
SLV, applicando i diversi metodi analizzati al §3, risulta sempre il più conservativo, anche di molto,
normalizzati all’altezza totale dei modelli. Tutti i rispetto agli altri metodi; in particolare se si
modelli hanno altezza pari 10.8 m, ad eccezione considera il limite minimo, si hanno valori
di quelli con sopraelevazione per i quali è pari a paragonabili a quelli calcolati con le altre
14.3 m. Nei grafici, oltre ai vari metodi descritti procedure per lo SLD. Queste differenze però si
al §3, è riportato anche il risultato ottenuto riducono nel caso di solai flessibili e nei modelli
applicando il metodo multiscala come il minimo con irregolarità in altezza. In questo caso adottare
fra le tre scale (globale, DLmin, locale). Per il criterio del drift d’interpiano o del DLmin non
confronto, in alto, per ogni modello è riportato il comporta grandi differenze nei risultati. Si
risultato derivante dalle analisi dinamiche non osserva inoltre che fra due modelli identici, ma
uno con catene ad ogni livello e l’altro con
lineari, ottenuto applicando il metodo multiscala,
cordoli, quest’ultimo raggiunge lo stato limite per
ritenuto il più affidabile come descritto nel un valore di spostamento minore.
seguito, opportunamente adattato passando
dall’approccio statico a quello dinamico (come Tabella 5. Medie dei massimi valori di drift d’interpiano
registrati al raggiungimento dei due DL considerati.
descritto in Lagomarsino e Cattari 2015b).
In generale si osserva che, la riduzione della DL2 DL3
rigidezza dei solai comporta un’anticipazione Modelli considerati
Tutti 0.075 0.537
della posizione degli stati limite. Tutti tranne i C 0.081 0.494
Per quanto riguarda lo SLD si può osservare Distribuzioni di forze
che nei modelli con solai rigidi ed intermedi il Solo uniformi 0.084 0.544
metodo basato sul controllo del drift d’interpiano Solo triangolari 0.066 0.530

SG03-174
(a) modelli regolari in pianta (a) modelli regolari in pianta

(b) modelli irregolari in pianta (b) modelli irregolari in pianta

(c) modelli con sopraelevazione (c) modelli con sopraelevazione

Figura 7. Valori di drift di edificio in corrispondenza del


raggiungimento dello SLD al variare del criterio per il Figura 8. Valori di drift di edificio in corrispondenza del
calcolo della sua posizione. raggiungimento dello SLV al variare del criterio usato per il
calcolo della sua posizione.

SG03-175
Un’ultima osservazione riguarda il metodo REFERENCES
multiscala. Sia per lo SLD che per lo SLV
monitorare anche il controllo alla scala di ASCE/SEI 41-13, 2014. Seismic Evaluation and retrofit of
elemento non porta significative differenze Existing Buildings, American Society of Civil
rispetto all’adottare il valore minimo fra il Engineers, Reston, Virginia, USA.
controllo globale e quello basato sul DLmin. CNR DT 212, 2013. Istruzioni per la Valutazione
Perlomeno per queste tipologie analizzate si può Affidabilistica della Sicurezza Sismica di Edifici
Esistenti, Consiglio nazionale delle ricerche, Roma.
applicare con efficacia il metodo multiscala con Calvi, G.M., 1999. A displacement-based approach for
solo questi ultimi due controlli, e ciò lo rende vulnerability evaluation of classes of buildings. Journal
molto più agevole da usare nella pratica of Earthquake Engineering, 3(3), 411–438.
professionale. Cattari, S., Camilletti, D., Marino, S., Lagomarsino, S.,
2015. Valutazione della risposta sismica di edifici in
muratura irregolari in pianta e con solai flessibili. XVI
Convegno ANIDIS. 13-17 Settembre, L’Aquila.
5 CONCLUSIONI Cattari, S., Lagomarsino, S., 2008. A strength criterion for
Per riassumere, dal confronto fra i diversi the flexural behaviour of spandrel in unreinforced
masonry walls. 14th World Conference on Earthqauke
metodi proposti per il calcolo della posizione Engineering. Pechino, Cina.
degli stati limite si osserva quanto segue. Cattari, S., Lagomarsino, S., 2013a. Seismic Assessment of
In generale, risulta più affidabile adottare un mixed masonry-reinforced concrete buildings by non-
metodo che prevede controlli combinati come linear static analyses, Earthquakes and Structures, 4(3),
quello multiscala; in particolare si suggerisce 241-264.
l’uso di controlli di tipo globale combinati a Cattari, S, Lagomarsino, S., 2013b. Masonry structures,
151-200, in: Developments in the field of displacement
quello ivi denominato DLmin. Quest’ultimo, based seismic assessment, Sullivan, T., e Calvi, G.M.,
proposto nell’articolo in sostituzione al controllo Editori, EUCENTRE, IUSS Press, Pavia.
nei riguardi del raggiungimento di prefissate EN 1998-1, 2004. Eurocode 8: Design of structures for
soglie del drift d’interpiano, si è rivelato più earthquake resistance – Part 1: General Rules, seismic
efficiente superando la convenzionalità di actions and rules for buildings. CEN (European
Committee for Standardization), Bruxelles, Belgio.
stabilire soglie a priori (che difficilmente possono EN 1998-3, 2005. Eurocode 8: Design of structures for
essere adeguate al variare delle molteplici earthquake resistance – Part 3: Assessment and
configurazioni possibili) ma consentendo al retrofitting of buildings. CEN (European Committee for
tempo stesso di intercettare l’occorrenza di Standardization), Bruxelles, Belgio.
meccanismi di piano. Grunthal, G., 1998. European Macroseismic Scale 1998:
Viceversa l’uso di criteri basati sul controllo EMS-98, vol 15. Chaiers du Centre Européen de
Géodynamique et de Séismologie, Lussemburgo.
del danno in singoli elementi strutturale è Lagomarsino S., Cattari S., 2015a. PERPETUATE
risultato eccessivamente conservativo. guidelines for seismic performance-based assessment of
Il confronto con i risultati dell’analisi dinamica cultural heritage masonry structures, Bulletin of
nonlineare ha evidenziato valori risultanti dello Earthquake Engineering, 13(1), 13-47.
spostamento associato alla posizione degli SL Lagomarsino, S., Cattari S., 2015b. Performance of
Historical Masonry Structures through Pushover and
piuttosto coerenti quando si adottino i criteri di Nonlinear Dynamic Analyses. In: A. Ansal (ed.)
cui sopra (quindi combinati tra globale e DLmin). Perspectives on European Earthquake Engineering and
Anche se questo risultato non può essere ritenuto Seismology, Geotechnical, Geological and Earthquake
conclusivo nei riguardi dell’affidabilità delle Engineering 39, 265-292. doi: 10.1007/978-3-319-
procedure statiche non lineari, che richiedono 16964-4_11.
ulteriori passaggi (quali la conversione della Lagomarsino, S., Penna, A., Galasco, A., Cattari, S., 2013.
TREMURI program: an equivalent frame model for the
curve pushover in oscillatore equivalente e nonlinear seismic analysis of masonry buildings,
un’opportuna modalità di calcolo della domanda Engineering Structures, 56, 1787-1799.
sismica), appare tuttavia rilevante nei riguardi di Mann, W., Müller, H., 1980. Failure of shear-stressed
stabilire criteri più affidabili per la definizione masonry – An enlarged theory, tests and application to
degli stati limite. shear-walls. 7th International Symposium on Load-
bearing Brickwork, Londra, Regno Unito.
Mouyiannou, A., Rota, M., Penna, A., Magenes, G., 2014.
RINGRAZIAMENTI Identification of suitable limit states from nonlinear
dynamic analyses of masonry structures. Journal of
Questa ricerca è stata finanziata dal Progetto Earthquake Engineering, 18(2), 231-267
esecutivo DPC-RELUIS III 2014-2016 DOI:10.1080/13632469.2013.842190.
nell'ambito della Linea di Ricerca Strutture in NTC, 2008. DM 14/1/2008: Norme tecniche per le
costruzioni. Ministero delle Infrastrutture e dei
Muratura (Coord. Proff. G. Magenes, S. Trasporti, G.U.S.O. n.30 del 4/2/2008.
Lagomarsino e C. Modena).

SG03-176
ANIDIS 2017
PISTOIA

Proposal of floor spectra for the verification of non-structural elements and


local mechanisms in URM buildings

Stefania Degli Abbatia, Serena Cattaria, Sergio Lagomarsinoa


a
Department of Civil, Chemical Environmental Engineering, University of Genova, Via Montallegro 1, Genova 16145, Italy

Keywords: floor spectra, non-structural elements, local mechanisms

ABSTRACT
For the seismic assessment of atop local mechanisms and non-structural elements in ordinary or monumental
buildings, it is necessary to evaluate the possible amplification effects due to the filtering effect of the main
structure. Traditionally, the approach prescribed by the Codes refers to the definition of the seismic action in terms
of floor spectra. Recently, the Authors proposed a new formulation for computing the seismic input at various
points and levels of a main structure in terms of floor spectra. The proposed formulation allows taking into account
the contributions of various modes, properly combined. In order to apply the expression, one needs to estimate
(through a detailed or more approximated approach): the input response spectrum at the base and the dynamic
parameters of the main structure; the viscous damping of the main structure and that one of the secondary element
to be verified. The paper presents the application of the proposed expression to two case-studies, critically
analyzing the selection of the different relevant modes for the verification of the secondary element and the
procedure to estimate the other parameters, necessary to compute the floor spectra.

SG03-177
ANIDIS 2017
PISTOIA

Proposta di spettri di piano per la verifica di elementi non strutturali e


meccanismi locali negli edifici in muratura
Stefania Degli Abbatia, Serena Cattaria, Sergio Lagomarsinoa
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale, Via Montallegro 1, 16145 Genova.

Keywords: spettri di piano, elementi non strutturali, meccanismi locali

ABSTRACT
La verifica sismica di meccanismi locali ed elementi non strutturali in edifici ordinari o monumentali posti in quota
presuppone la valutazione dei potenziali effetti di amplificazione indotti dall’effetto filtro operato dalla struttura
principale: l’approccio comunemente adottato in ambito normativo si basa sulla definizione dell’azione sismica in
termini di spettro di piano. Recentemente è stata proposta una formulazione per il calcolo dello spettro di piano
applicabile al variare di diversi punti spaziali e diverse quote della struttura principale. L’espressione permette di
tener conto dei contributi di più modi, opportunamente combinati. Per la sua applicazione è necessario stimare,
tramite via accurata o approcci semplificati: lo spettro di input alla base e alcuni parametri dinamici modali della
struttura principale; gli smorzamenti della struttura principale ed dell’elemento secondario, oggetto della verifica.
L’articolo presenta l’applicazione dell’espressione a due diversi casi studio, esaminando in maniera critica la
selezione dei diversi modi di interesse per la verifica dell’elemento non strutturale e la procedura per la stima degli
altri parametri necessari per il calcolo dello spettro di piano.

una nuova formulazione che consente di ricavare


spettri di piano in diversi punti spaziali e a
1 INTRODUZIONE diverse quote della struttura principale. La
Nell’ambito della verifica di meccanismi locali formulazione è descritta in dettaglio in Degli
in edifici in muratura (quindi di porzioni più o Abbati et al. (2017) e brevemente richiamata al
meno consistenti di pareti soggetti a fenomeni di §3.
ribaltamento fuori piano) o di elementi non In questo contesto, l’articolo si propone di
strutturali in edifici in acciaio o calcestruzzo presentarne l’applicazione a due diversi casi-
armato (quali parapetti, controsoffitti, pareti di studio emblematici (§4), esaminando in maniera
tamponamento), un aspetto cruciale riguarda critica la selezione dei diversi modi di interesse ai
l’affidabile definizione dell’input sismico. Gli fini della verifica dell’elemento non strutturale e
strumenti di verifica di comune utilizzo nella descrivendo la procedura per la stima degli altri
pratica ingegneristica prevedono di esprimere parametri necessari per il calcolo dello spettro di
l’input sismico in termini di spettri di piano, per il piano. In particolare, l’articolo propone
cui calcolo ad oggi sono disponibili numerose l’applicazione dell’espressione per il calcolo dello
espressioni in letteratura (quali ad esempio Calvi spettro di piano con cui verificare: un elemento
e Sullivan 2014; Petrone et al. 2015; non strutturale in un edificio ordinario (§4.1); il
Vukobratovic e Fajfar 2016, Lucchini et al. 2016) sistema di merlature a coronamento di una
ed in ambito normativo (Circolare Esplicativa fortificazione medievale (§4.2).
617 2009; CEN 2004; ASCE/SEI 41-13 2014).
Tuttavia, molte di esse tendono a sovrastimare
2 INTERPRETAZIONE FISICA DEL
l’input sismico che sollecita l’elemento
secondario da verificare e in molti casi trascurano FENOMENO DI AMPIFICAZIONE:
gli effetti legati alla non linearità della struttura EVIDENZE SPERIMENTALI
principale: effetti che al contrario emergono da L’input sismico che sollecita un elemento
evidenze sperimentali (§2). In tale ambito, dagli posizionato ad un certo livello di una costruzione
Autori è stata recentemente proposta e validata deriva dal segnale a terra, filtrato a sua volta dalla

SG03-178
risposta dinamica della struttura principale ed significativamente, e l’intervallo di
inoltre ulteriormente modificato dalla sua amplificazione tenda ad ampliarsi.
evoluzione in campo non lineare. Risulta pertanto
evidente la complessità del fenomeno e per questo
motivo i dati ricavati da campagne sperimentali in 3 LA FORMULAZIONE PROPOSTA
situ o in laboratorio possono rivelarsi uno La formulazione proposta permette di cogliere
strumento di fondamentale importanza ai fini della il fenomeno descritto al §2, ottenendo lo spettro
comprensione della fisica del fenomeno di di piano a partire: dallo spettro di risposta
amplificazione. dell’input sismico alla base della struttura
La Figura 1 mostra a titolo di esempio il principale e dei parametri dinamici di tutti i modi
confronto tra gli spettri di piano e quelli alla base considerati rilevanti ai fini del calcolo dello
ottenuti a partire dalle storie in accelerazione spettro di piano in qualunque punto della struttura
registrate durante una campagna sperimentale su e a qualunque quota; dagli smorzamenti della
tavola vibrante (Beyer et al. 2015) di un prototipo struttura principale e dell’elemento
di edificio in muratura a quattro piani con solai secondario/non strutturale, oggetto della verifica.
L’espressione è fondata su basi teoriche (Singh
rigidi realizzato in scala 1:2. In particolare, il
1975 e Curti 2007), ma è allo stesso tempo
confronto riportato in figura è presentato in due facilmente implementabile in ambito normativo.
casi relativi rispettivamente a: a) uno dei primi test Lo spettro è ancorato a due punti significativi,
effettuati, quando la struttura rispondeva ancora in ricavati attraverso una formulazione teoricamente
campo lineare, essendo l’accelerazione di picco consistente (Singh 1975). Per ciascun kesimo degli
dell’input applicato alla tavola vibrante (PGA-
N modi selezionati i due punti di ancoraggio dello
Peak Ground Acceleration) molto bassa (in nero); spettro sono:
b) quando la struttura, danneggiandosi, ha iniziato 1. l'accelerazione di picco di piano
a rispondere in campo non lineare (in grigio). PFAZ,k, che rappresenta l’ordinata
spettrale in T=0 (SaZ,k(0));
Lineare (test 1 – PGA nom =0.05g)
2. l’accelerazione spettrale massima in
Non lineare (test 6 - PGA nom =0.6g) corrispondenza del kesimo periodo
Input su tavola vibrante (test 1) naturale della struttura principale
Input su tavola vibrante (test 6) SaZ,k(Tk).
In particolare, i valori di queste due grandezze
sono rispettivamente dati da:

PFAZ,k = Sa (Tk ) h(xk ) g k yk (x, y, z) 1+ 4xk2 (1)

SaZ,k (Tk ) = f k h(x ) PFAZ,k (2)

dove:
 il periodo naturale della struttura Tk, il
Figura 1. Confronto tra gli spettri di piano (linee continue) e
spettri di risposta alla base (linee tratteggiate) ottenute a coefficiente di partecipazione modale k e
seguito della risposta lineare (test 1) e non lineare (test 6) la forma modale k(x,y,z) costituiscono i
del prototipo (Degli Abbati et al. 2017). parametri modali della struttura
Come è possibile osservare, fintanto che la principale;
struttura ha risposto in campo lineare, si  Sa(T) è lo spettro alla base della struttura.
osservano amplificazioni sia in termini di In particolare, il contributo del kesimo modo
accelerazione spettrale massima, sia in termini di alla PFA e al picco di amplificazione sono
accelerazione di picco al piano (PFA). Inoltre, la funzioni dello spettro di base Sa(Tk)
massima amplificazione si realizza in calcolato in corrispondenza dei periodi
corrispondenza del periodo fondamentale della naturali della struttura Tk;
struttura (pari a T=0.13 s), identificato in figura  k e  sono rispettivamente gli
con la linea verticale nera tratteggiata. Quando smorzamenti viscosi (equivalenti quando
invece la struttura ha iniziato a danneggiarsi, si la struttura entra in campo non lineare)
nota come il periodo fondamentale si allunghi della struttura principale e dell’elemento
(T=0.23 s), l’entità del picco si riduca secondario;

SG03-179
  è il fattore correttivo di smorzamento Di conseguenza, lo spettro di piano in
introdotto (sia per la struttura principale, accelerazione in campo non lineare può essere
sia per l’elemento secondario) per ridurre calcolato come:
lo spettro elastico e può essere assunto mTke

ò
1
pari a (CEN 2004): Sa (Tk ) = (7)
( )
Sa (T) dT
m -1 Tke Tke

0.1
h (x ) = ³ 0.55 (3)
In definitiva, lo spettro di piano in
0.05+ x
con un valore di riferimento pari a 1 per accelerazione SaZ(T,) della storia in
=0.05; accelerazione filtrata alla quota Z della struttura
principale, dove è posizionato l’elemento
 fk è un fattore di amplificazione della
secondario o il meccanismo locale da verificare
PFAZ,k che restituisce il valore del picco
dello spettro di risposta in accelerazione (di periodo T e smorzamento ), è calcolato come
in corrispondenza del periodo naturale Tk. una combinazione SRSS del contributo dato dagli
Dal punto di vista teorico (Singh 1975), N modi considerati rilevanti per la risposta nel
dipende principalmente dal fattore di punto della struttura principale identificato dalle
smorzamento della struttura principale coordinate (x,y,z):
(k) ed è ben fittato dalla seguente
( ³ S (T) h(x ) )
N

espressione: SaZ (T, x ) = åS 2


aZ,k (T, x ) a for T > T1 (8)
k=1

fk = x k-0.6 (4) Come indicato tra parentesi, per lunghi periodi


lo spettro di piano è sempre assunto maggiore
Questi due punti sono quindi raccordati dalla dello spettro di risposta alla base della struttura
seguente funzione analitica (Degli Abbati et al. assumendo che quest’ultima sia in grado di
2017): trasferire superiormente i contenuti a bassa
frequenza del moto sismico stesso, in quanto,
ì fk h (x ) PFAZ,k
ï T £ Tk rispetto a questi, si comporta come “rigida”.
ï æ Tö
1.6
E’ bene notare che nel caso in cui fosse
ï 1+ ë fk h (x ) -1ûç1- ÷
é ù
necessaria un’accurata stima dello spettro di
ï è Tk ø (5)
SaZ,k (T, x ) = í piano nell’intervallo a bassi periodi, si dovrà
ï fk h (x ) PFAZ,k
T > Tk considerare il contributo dei modi superiori.
ï æ ö
1.2

ï 1+ éë fk h (x ) -1ùûç T -1÷ Questo è vero in particolare per la stima della


ïî è Tk ø PFA ai bassi livelli della struttura, che possono
essere direttamente ottenute da una opportuna
Tale formulazione considera la struttura regola di combinazione modale, quale la SRSS.
principale come lineare. In ogni caso, è possibile Riguardo alla regola di combinazione più
considerarne il comportamento non lineare opportuna da considerare, nonostante nelle
attraverso un lineare equivalente, tenendo conto applicazioni di seguito proposte sia stato adottato
delle variazioni nel periodo Tk che dello l’uso di una legge di combinazione SRSS,
smorzamento k. Al fine di considerare evidentemente potrebbe essere lecita l’adozione
adeguatamente l’allungamento del periodo Tk anche di altre, ad esempio quando i diaframmi
dovuto alle non linearità, il periodo può essere orizzontali non siano rigidi e i periodi siano molto
stimato come un valore medio tra il periodo ravvicinati.
iniziale elastico Tke ed il periodo secante La formulazione proposta ha trovato riscontro
corrispondente ad uno spostamento ultimo pari a nella validazione tramite il confronto con i dati
m Tke, dove  è la domanda di duttilità del della campagna sperimentale su tavola vibrante
sistema ad un grado di libertà equivalente con cui già citata al §2 (Beyer et al. 2015). La figura
si può schematizzare la struttura principale: seguente mostra a titolo di esempio il confronto
tra gli spettri sperimentali (in blu e in rosso
1+ m perché ottenuti dai due sensori posti a ciascun
Tk = Tke (6) livello del prototipo) e quelli analitici, ottenuti
2
applicando la formulazione proposta. Questi

SG03-180
ultimi sono stati valutati rispettivamente dell’input. Una volta eseguita l’analisi modale e
ottenendo i valori di e  rispettivamente a selezionati i modi di interesse, è possibile
partire dalla PFA (curve in grigio) o da SaZ,1(T1) calcolare facilmente tutti i parametri da utilizzare
(curve in nero). Gli spettri di risposta a livello per applicare la formulazione e calcolare lo
della tavola vibrante sono invece riportati con le spettro di piano.
linee tratteggiate. Per maggiori dettagli, si Nel caso invece di edifici regolari in pianta,
con solai rigidi e senza particolari problemi
rimanda a Degli Abbati et al. 2017.
torsionali, è di solito possibile trascurare i modi
superiori e considerare solo il contributo del
primo modo nella direzione di interesse e valutare
i parametri dinamici richiesti dalla formulazione
introdotta al §3 in modo semplificato, come
descritto nel seguito.
La forma modale può essere ad esempio
calcolata come:
k
æ zö
y1 (z) = ç ÷ (9)
èHø
dove: z è il livello a cui si trova l’elemento
secondario o il meccanismo locale di cui
calcolare lo spettro di piano; H è l’altezza totale
Legenda: dell’edificio principale; k è un opportuno
coefficiente. Di solito, è possibile assumere k=1
(forma modale triangolare inversa) nel caso di
edifici a telaio, a meno che un comportamento di
piano debole sia presente alla base (k<1), mentre
Figura 2. Confronto tra spettri di piano analitici e si assume k>1, nel caso di edifici con pareti di
sperimentali ottenuti per il quarto piano del prototipo (Degli taglio snelle.
Abbati et al. 2017). Riguardo al coefficiente di partecipazione
modale, se è possibile assumere una forma
3.1 Criteri di selezione dei modi rilevanti e modale lineare e masse uguali ai diversi livelli,
calcolo dei parametri dinamici necessari esso può essere direttamente ottenuto come:
La formulazione proposta al §3 è del tutto 3N
generale e può essere applicata a qualsiasi g1 = (10)
2N +1
struttura, una volta eseguita l’analisi modale.
In particolare, quando la struttura non ha Infine, il periodo fondamentale di interesse
diaframmi orizzontali o quando i solai sono nella direzione di analisi può essere ottenuto
flessibili (ad esempio nel caso di una chiesa o di attraverso relazioni empiriche (funzione
un bene monumentale), la struttura è dell’altezza totale dell’edificio o del numero di
caratterizzata da più modi rilevanti, spesso piani), come quelle proposte nei documenti
ravvicinati l’un l’altro e caratterizzati da diversi normativi (CEN 2004) per le diverse possibili
coefficienti di partecipazione. Pertanto, lo spettro tipologie costruttive (muratura, cemento armato,
di piano in un certo punto della struttura per una acciaio, legno), come ad esempio:
data direzione deve essere calcolato considerando
quei modi che possono interessare maggiormente T1 = C1 × H 3/4 (11)
il valore della PFA in quell’area: a questo scopo, dove C1 può essere assunto rispettivamente pari a
è sufficiente controllare il prodotto g k yk (x, y, z) 0.05 o 0.075 per edifici in muratura o in cemento
e, in funzione di questo, individuare i modi
armato (CEN 2004).
superiori che possono essere significativi nei
punti specifici di interesse. Inoltre, nel caso di
3.2 Considerazioni sulla valutazione dello
strutture flessibili, i modi superiori possono
essere rilevanti dal momento che l’amplificazione smorzamento
sul primo modo potrebbe essere modesta cadendo Per il calcolo dell’espressione richiamata al §3, è
nel ramo decrescente dello spettro di risposta necessario inoltre conoscere, oltre ai parametri

SG03-181
dinamici, anche i valori di smorzamento della 4 APPLICAZIONE DELLA
struttura principale (k) e secondaria (). FORMULAZIONE A DUE CASI STUDIO
Per la stima di questi ultimi è possibile far EMBLEMATICI
riferimento a leggi di smorzamento
tradizionalmente proposte in letteratura, Obiettivo del presente capitolo è mostrare
particolarizzate a seconda della tipologia l’applicazione della formulazione proposta al §3
costruttiva analizzata. L’Eq. (12) riporta ad per il calcolo dello spettro di piano a due diversi
esempio quella proposta da Calvi 1999 e da casi-studio:
Blandon e Priestley 2005: 1. un elemento non strutturale in un
edificio ordinario (§4.1);
2. un sistema di merli in un edificio
(12) monumentale, nello specifico una
rocca (§4.2).
Essi vogliono rappresentare due casi studio
dove: particolarmente ricorrenti e mostrare la
0 rappresenta lo smorzamento iniziale in fase potenzialità della formulazione proposta anche al
elastica (usualmente assunto pari al 5%); variare di diversi dati a disposizione. Nel primo
H rappresenta lo smorzamento isteretico, che caso, si è ipotizzato di non avere a disposizione
di solito cresce in funzione della duttilità  in un modello complessivo dell’intera struttura;
campo non lineare; pertanto, i diversi parametri in gioco sono stati
 è un parametro libero che assume valori ricavati in maniera semplificata, utilizzando le
diversi in funzione del tipo di comportamento espressioni proposte al §3.1. Nel secondo caso,
non lineare ciclico (elasto-plastico, a bandiera invece, i parametri dinamici sono stati ottenuti
etc.). eseguendo l’analisi modale su un modello
La definizione dello smorzamento associato a complessivo di dettaglio dell’intera struttura,
strutture secondarie risulta essere invece più selezionando poi opportunamente i modi ritenuti
complessa e dipende dal tipo di elemento rilevanti.
secondario o meccanismo che si sta considerando.
Ad esempio, nel caso in cui si stia calcolando lo 4.1 Spettro di piano per la verifica di un
spettro di piano per la verifica fuori piano di un elemento secondario in un edificio
elemento secondario soggetto a oscillazione ordinario
(parapetto, vela campanaria, etc.), è possibile
Il presente paragrafo descrive nel dettaglio
calcolare lo smorzamento  applicando
come è stato ottenuto lo spettro di piano ai fini
l’espressione semplificata proposta da Makris e
della verifica di un elemento secondario non
Konstantinidis (2003) che permette di calcolare lo
strutturale posizionato al secondo piano di un
smorzamento viscoso equivalente in funzione del
edificio ordinario a tre piani. L’edificio è in
coefficiente di restituzione alla Housner (Hosner
muratura in mattoni pieni e malta di calce e
1963), funzione diretta a sua volta della
caratterizzato da solai rigidi. Ha tre piani (di
geometria.
interpiano pari a 3.5 m) ed è caratterizzato da una
x = -0.34lnr = -0.68lnc (13) forma regolare in pianta ed in alzato (Figura 3).
dove:

(14)

con  snellezza del blocco.


A tale valore si potrebbe poi aggiungere un a. b.
contributo viscoso (legato alla deformabilità del Figura 3. Pianta (a) e modello tridimensionale geometrico
materiale) e un modesto contributo isteretico (b) dell’edificio analizzato.
(legato alle deformazioni inelastiche locali che Per queste ragioni, è lecito trascurare i modi
possono formarsi in corrispondenza della superiori e considerare solo il contributo del
cerniera), di entità variabile in funzione del tipo primo modo nella direzione di interesse. Tutti i
di materiale di cui è composto l’elemento parametri dinamici necessari ai fini del calcolo
soggetto a oscillazione (Degli Abbati e dello spettro di piano sono stati calcolati in modo
Lagomarsino 2017). semplificato, come meglio descritto nel seguito.

SG03-182
In particolare, lo spettro di piano è stato calcolato entrambi i casi nel plateau di massima
per due diversi livelli di smorzamento della amplificazione dello spettro di risposta di base.
struttura principale: k=5% e k=10%. Lo Tabella 2. Parametri fondamentali dello spettro di piano.
smorzamento dell’appendice non strutturale da
Struttura elastica Struttura non lineare
verificare è stato invece assunto pari a =5%. Lo Sa(T1) 2.5 2.5
spettro di input alla base della struttura è stato f1 6.03 3.98
definito coerentemente con CEN 2004 e PFAZ,1 2.15 1.78
normalizzato a 1. SaZ,1(T1) 12.99 7.10
La Tabella 1 sintetizza i valori dei parametri
dinamici usati nel calcolo dello spettro di piano e La Figura 4 mostra lo spettro di piano
gli smorzamenti assunti. calcolato per la verifica dell’elemento non
Tabella 1. Parametri dinamici modali. strutturale, ottenuto durante la risposta lineare (in
Struttura elastica Struttura non lineare
nero) e non lineare (in grigio) dell’edificio
T1 0.29 s 0.35 s principale. La figura riporta inoltre lo spettro di
1 0.67 0.67 risposta alla base della struttura (curva
1 1.286 1.286 tratteggiata) e il periodo fondamentale calcolato
k 0.05 0.10 durante la risposta elastica e non lineare della
k 1 0.816 struttura principale (linee verticali tratteggiate
 0.05 0.05 rispettivamente nera e grigia).
 1 1 14

PFAZ,1 f1 xk= 0.05


In particolare: 12 xk= 0.10
 il valore del periodo fondamentale della Input
10
struttura in campo lineare è stato calcolato Da Eq. (1)
per mezzo della (11) assumendo C1=0.05 8
Da Eq. (2)
Sa [-]

e H=10.5 m, mentre il valore del periodo


fondamentale in campo non lineare è stato 6

calcolato attraverso la (6), ipotizzando una


duttilità pari a =2;
4

 la forma modale è stata calcolata


PFAZ,1
2
applicando la (9), con: z=7 m, H=10.5m e
0
k=1; 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6 1.8 2
 il coefficiente di partecipazione modale è T [s]
stato ottenuto applicando la (10), con N=3 Figura 4. Spettro di piano calcolato durante la risposta
piani; lineare (curva nero) e non lineare (curva grigia) della
 il valore del fattore correttivo di struttura principale.
smorzamento è stato invece ottenuto per Come si osserva, coerentemente con quanto
mezzo della (3).
sperimentalmente osservato (§2), con l’ingresso
L’analisi modale eseguita su un modello della
struttura con approccio a telaio equivalente della struttura principale in campo non lineare, lo
tramite il programma Tremuri (Lagomarsino et spettro di piano tende ad abbassarsi ed il periodo
al. 2013) ha confermato la liceità delle assunzioni fondamentale della struttura ad allungarsi.
semplificate sulle forme modali, testimoniando
un primo periodo pari a T1=0.296 s e 1=0.71; gli 4.2 Spettro di piano per la verifica del sistema
altri modi confermano una risposta dei primi due di merli in una rocca
modi sostanzialmente flessionale nelle due Nel seguito è discusso il calcolo dello spettro
direzioni con massa partecipante pari a 83% e di piano finalizzato alla verifica del sistema di
80% rispettivamente in direzione Y e X. merli nella Rocca di San Felice sul Panaro
La Tabella 2 riassume invece i parametri (Modena), significativamente colpita dal
fondamentali dello spettro di piano, calcolato per terremoto emiliano del 2012 (Cattari et al. 2014).
Z= 7 m e considerando solo il primo modo della Si tratta di un edificio monumentale in muratura
struttura (k=1). Si osservi che il valore di Sa(T1), risalente al XIV-XV secolo, caratterizzato da una
che rappresenta l’ordinata spettrale dello spettro pianta compatta di forma pressoché quadrata
di risposta di base calcolata in corrispondenza del formata da un cortile interno e cinque torri
periodo fondamentale della struttura principale, (Figura 5a): quattro di queste sono localizzate
assume lo stesso valore in campo elastico e non
lineare dal momento che il periodo T1 ricade in

SG03-183
agli estremi, mentre la quinta è posizionata a
Nord (Figura 5b).

1
2
a. b.
Figura 5. Schema della pianta della Rocca di San Felice sul
Panaro (a) e foto d’insieme (b).
Figura 7. Localizzazione in pianta dei merli analizzati.
A coronamento di tutte le torri, è presente un
sistema di merlature che ha esibito un Questo è coerente con il comportamento
meccanismo locale in occasione del terremoto. In flessionale esibito dal camminamento come
particolare, le modalità e la gravità del quadro di emerso dall’analisi delle forme modali sul
danneggiamento dei diversi merli sono state di modello 3D dell’intera rocca (come descritto al
vario tipo: alcuni merli hanno mostrato lesioni §4.2.1., si veda anche la Figura 9), ed è
orizzontali alla base, altri lesioni a taglio, molti probabilmente anche conseguenza della diversa
hanno esibito invece un meccanismo fuori dal efficacia puntuale del grado di collegamento
piano che ha portato addirittura al ribaltamento di fornito dalla copertura, che in alcuni casi ha
alcuni. La Figura 6 mostra alcune immagini del trattenuto i merli dall’incipiente collasso.
quadro del danno occorso. 4.2.1 Analisi modale e identificazione dei modi
significativi
La Rocca di San Felice è un edificio
monumentale complesso, composto da diversi
corpi di fabbrica di caratteristiche diverse ma
interagenti l’un l’altro e caratterizzato da solai
a. b. flessibili e volte. Per questo motivo, la struttura è
caratterizzata dalla presenza di più modi rilevanti,
che possono essere anche vicini l’un l’altro e
caratterizzati da coefficienti di partecipazione che
possono risultare modesti coinvolgendo porzioni
limitate dell’intero corpo di fabbrica; queste
caratteristiche esaltano l’importanza dei modi
superiori. In ragione di queste motivazioni, al fine
del calcolo dei parametri dinamici essenziali alla
c. definizione dello spettro di piano, è stato
Figura 6. Quadro del danno del sistema di merlature delle necessario innanzitutto eseguire un’analisi
torri.
modale dell’intera struttura. Nel caso specifico, ci
Nel seguito l’attenzione è concentrata su due si è avvalsi di un modello numerico
merli (identificati in pianta in Figura 7), tridimensionale agli elementi finiti realizzato
posizionati a coronamento di un camminamento dall’Università di Bologna, ottenuto a partire da
che connette due diverse torri. un rilievo laser-scanner e da una successiva
Questa scelta è legata al quadro di procedura non-standard di generazione della
danneggiamento occorso, che ha evidenziato un mesh chiamata CLOUD2FEM (Castellazzi et al.
livello di danno differenziato nei merli in 2015, Castellazzi et al. 2017).
funzione della loro posizione lungo l’estensione Una volta eseguita l’analisi modale (Degli
del camminamento. Infatti, mentre il merlo Abbati et al. 2017), sono stati innanzitutto
centrale (n.1 in Figura 7) è crollato, i merli in selezionati i modi ritenuti significativi, cioè quelli
prossimità degli estremi del camminamento, in particolare che attivano la risposta fuori dal
seppur quasi tranciati alla base, non sono ribaltati piano dei due merli oggetto di verifica. Tra tutti
(Figura 6c). questi, al fine di comprendere quali fossero i
modi caratterizzati da un contributo maggiore in

SG03-184
termini di PFA (e di conseguenza di picco emiliano del 2012, che ha evidenziato come la
spettrale), è stato sufficiente controllare il Rocca fosse già molto danneggiata e pertanto
prodotto g k yk (x, y, z) e, in funzione di questo, ampliamente in fase non lineare. Lo smorzamento
del sistema dei merli è stato invece assunto pari a
individuare i modi superiori che potessero essere =5%, per cui ()=1. Lo spettro di risposta di
significativi per i punti di localizzazione delle input è stato definito coerentemente a quanto
merlature in esame. indicato nelle NTC 2008, per il sito di San Felice
La Figura 8 mostra l’entità di tale prodotto, sul Panaro. Si osserva che la formulazione
calcolato per i primi trenta modi della struttura proposta avrebbe potuto essere applicata
per il merlo 1 (in nero) e per il merlo 2 (in analogamente anche allo spettro ottenuto dalla
grigio), mentre la Figura 9 invece presenta le registrazione reale dell’evento.
deformate modali in pianta di alcuni dei modi che La Tabella 3 e la Tabella 4 sintetizzano i valori
interessano il meccanismo dei merli ed a dei parametri dinamici relativi ai modi più
contributo maggiore (come desunto da Figura 8). significativi usati per il calcolo dello spettro di
piano dei due merli.
1.2
Merlo 1 Tabella 3. Parametri dinamici modali per il merlo 1.
1
Merlo 2
Modo Tk [s] k k
0.8
4 0.25 0.20 1.85
6 0.22 0.40 1.32
g k yk

0.6
8 0.20 0.40 2.93
0.4
 0.19 0.25 2.93
0.2  0.16 0.53 1.06
0  0.16 0.54 1.46
1 2 3 4 5 6 7 8 9 1011 12131415161718192021222324252627282930  0.15 0.21 4.45
Modi di vibrazione della rocca  0.13 0.16 2.16
Figura 8. Valori di kk a confronto ottenuti per i merli 1 (in
nero) e 2 (in grigio) per i primi trenta modi della struttura.
Tabella 4. Parametri dinamici modali per il merlo 2.
Modo Tk [s] k k
Modo 4 Modo 6 4 0.25 0.34 1.85
5 0.23 0.14 0.63
6 0.22 0.12 1.32
8 0.20 0.22 2.93
9 0.19 0.17 2.93
y
y"
11 0.17 0.08 1.96
12 0.16 0.32 1.06
x 13 0.16 0.28 1.46
x"
Modo 8 Modo 12 14 0.15 0.07 1.97
15 0.15 0.06 4.45
17 0.14 0.05 5.78
24 0.13 0.04 2.06

4.2.3 Calcolo degli spettri di piano


Le Tabella 5 e Tabella 6 riassumono i
Figura 9. Deformate modali in pianta di alcuni modi che parametri fondamentali dello spettro di piano, per
interessano la risposta fuori piano del sistema di merlature. i due merli e per ciascuno dei k modi considerati.
4.2.2 Definizione dei parametri modali Tabella 5. Parametri dello spettro di piano del merlo 1.
Una volta eseguita l’analisi modale e Modo Sa(Tk) [g] fk PFAZ,k [g] SaZ,k(Tk)[g]
4 0.569 0.154 0.480
selezionati i modi di interesse, è stato possibile 6 0.569 0.224 0.699
calcolare tutti i parametri modali da utilizzare per 8 0.569 0.492 1.536
applicare la formulazione proposta al §3 e  0.569 0.312 0.974
calcolare lo spettro di piano. 3.121
 0.569 0.236 0.737
Gli spettri di piano sono stati calcolati  0.569 0.332 1.036
ipotizzando uno smorzamento della struttura  0.569 0.394 1.230
principale pari a k=15%, da cui consegue  0.521 0.135 0.420
(k)=0.707. Tale valore è coerente con il quadro
del danno emerso a seguito del terremoto

SG03-185
Tabella 6. Parametri dello spettro di piano del merlo 2. 5 CONCLUSIONI
Modo Sa(Tk) [g] fk PFAZ,k [g] SaZ,k(Tk)[g]
Nel presente articolo, è stata mostrata
4 0.569 0.263 0.821
5 0.569 0.035 0.108 l’applicazione di una espressione per la
6 0.569 0.065 0.204 definizione degli spettri di piano recentemente
8 0.569 0.276 0.861 proposta dagli Autori a due diversi casi-studio
9 0.569 0.206 0.644 che ambisce a contribuire ad una definizione più
11 0.569 0.063 0.198 affidabile dell’input sismico finalizzato alla
3.121
12 0.569 0.145 0.454 verifica di elementi non strutturali, più in
13 0.569 0.172 0.536 generale, e nell’ambito della problematica dei
14 0.569 0.060 0.186
15 0.569 0.115 0.359
meccanismi locali, più specificatamente al caso
17 0.569 0.110 0.344 delle costruzioni in muratura.
24 0.521 0.031 0.096 La formulazione permette di tener conto dei
contributi di più modi, opportunamente
La Figura 10 riporta il confronto tra lo spettro combinati. Per poter essere applicata,
di piano calcolato per il merlo 1 (curva nera) e sostanzialmente richiede di conoscere alcuni
per il merlo 2 (curva grigia) ottenuto combinando parametri modali, i valori di smorzamento della
il contributo dei modi più significativi attraverso struttura principale e secondaria e lo spettro di
la regola di combinazione SRSS. input alla base della struttura.
Nell’articolo nello specifico è stata esaminata
25
Merlo 1
in maniera critica la selezione dei diversi modi di
Merlo 2 interesse e è stato descritto nel dettaglio come i
20
Input suddetti parametri dinamici possano essere
selezionati e ottenuti ai fini del calcolo dello
15
spettro di piano. I casi-studio proposti sono stati
Sa [m/s2]

scelti in quanto emblematici di due situazioni


10
diversificate e ricorrenti nella pratica
ingegneristica, in particolare attinenti alla
5 verifica: di un elemento secondario in un edificio
ordinario (come ad esempio un’antenna o un
0 parapetto); di elementi svettanti in edifici
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6 1.8 2
T [s] monumentali complessi. Nel secondo caso è stato
Figura 10. Spettro di piano ottenuto per la verifica dei merli proposto il caso di un sistema di merlature, ma
1 (nero) e 2 (grigio). analogamente si può studiare il caso di vele
campanarie, aggetti, statue, etc.
Come si può osservare, in funzione della
posizione occupata dai merli lungo il
camminamento della Rocca e della risposta RINGRAZIAMENTI
dinamica di quest’ultimo (Figura 9) si osserva
come lo spettro di piano del merlo 1 sia più L’attività di ricerca svolta è stata supportata
gravoso di quello del merlo 2. Questo è legato al grazie al finanziamento del progetto esecutivo
fatto che, mentre il merlo 1 è posizionato nella DPC-ReLUIS 2016 (Coordinatori: Proff. G.
parte centrale del camminamento (dove la Magenes, S. Lagomarsino e C. Modena) per la
deformata modale di diversi modi è massima), il parte di formulazione teorica e nell’ambito di una
merlo 2, posizionato invece all’estremità, può convenzione con il Comune di San Felice sul
beneficiare dell’azione di ritegno esercitata dai Panaro (MO, ABACUS-www.arcoabacus.it) per
muri perimetrali della torre. Questo risultato trova quanto riguarda uno degli esempi proposti.
coerenza con il danno occorso a seguito del
terremoto del 2012, in occasione del quale due
merli centrali sono crollati, mentre i merli laterali REFERENCES
(seppure significativamente danneggiati) non ASCE/SEI 41-13, 2014. Seismic Evaluation and Retrofit of
sono invece ribaltati (Figura 6b e c). Existing Buildings, American Society of Civil
Lo spettro di piano così calcolato costituisce a Engineers, Reston, VA, ISBN 978-0-7844-7791-5.
questo punto l’input sismico da impiegare per la Beyer, K., Tondelli, M., Petry, S., Peloso, S., 2015.
verifica dei merli che è stata operata in ambito Dynamic testing of a four-storey building with
cinematico non lineare. reinforced concrete and unreinforced masonry walls:
prediction, test results and data set. Bull Earthquake

SG03-186
Eng, 13(10), 3015-3060. DOI:10.1007/s10518-015- Earthquake Engineering and Structural Dynamics;
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Blandon, C.A., Priestley, M.J.N, 2005. Equivalent viscous Makris, N., Konstantinidis, D., 2003. The rocking spectrum
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SG03-187
ANIDIS 2017
PISTOIA

Interpretative guidance on the design of timber buildings according to the


Italian Building Code
Maurizio Follesaa, Marco Pio Lauriolab, Luca Goric, Dario Pieruccic, Chiara Riccic, Teresa Rotirotic, Francesca
Scarsellic
a
dedaLEGNO, Via Masaccio 252, Firenze
b
Timber Design, Via Umbria 46, Firenze
c
Regione Toscana, Settore Sismica Regione Toscana, Firenze

Keywords: timber structures, NTC, transfer walls, box-type behaviour.

ABSTRACT

The provisions for the seismic design of timber buildings currently included within the Italian (§7.7 of the Italian
Building Code, “Norme Tecniche per le Costruzioni” in italian) and European (Chapter 8 of Eurocode 8) standards
are very short and concise and in some parts even lacking and incomplete, thus resulting difficult to understand
both for the structural engineers who have to apply these rules in the design and for the building control surveyors
who have to check their correct interpretation in the submitted projects. This is not surprising considering that both
documents are rather old and therefore not updated to the recent scientific and technical developments, particularly
concerning the capacity design and detailing rules that have to be applied for the majority of the structural systems
currently widespread. To this aim, the Region of Tuscany, who already in 2009 published the “Guidelines for
timber construction in Tuscany” (“Linee guida per l’edilizia in legno” in Italian), which turned out to be a useful
tool in order to have an overview of the different structural systems and of the general design rules, produced a
further document of interpretative guidance of the provisions currently included within the standards, focusing on
some practical considerations aimed to address towards conservative and cautious criteria in the design of such
structural systems.

SG03-188
ANIDIS 2017
PISTOIA

Orientamenti interpretativi sulla progettazione di edifici in legno secondo le


NTC
Maurizio Follesaa, Marco Pio Lauriolab, Luca Goric, Dario Pieruccic, Chiara Riccic, Teresa Rotirotic, Francesca
Scarsellic
a
dedaLEGNO, Via Masaccio 252, Firenze
b
Timber Design, Via Umbria 46, Firenze
c
Regione Toscana, Settore Sismica Regione Toscana, Firenze

Keywords: strutture in legno, NTC, pareti in falso, scatolarità.

ABSTRACT
Le indicazioni sulla progettazione delle costruzioni di legno in zona sismica attualmente contenute nella normativa
vigente in Italia (Paragrafo 7.7 delle Norme Tecniche per le Costruzioni) e in Europa (Capitolo 8 dell’Eurocodice
8) sono molto sintetiche e in alcune parti carenti e incomplete, risultando così di difficile comprensione sia per i
progettisti che le devono applicare che per i tecnici degli uffici preposti al controllo che devono valutarne la
corretta interpretazione nei progetti presentati. Questo non è sorprendente considerando che entrambi i documenti
sono piuttosto datati e quindi non aggiornati ai recenti progressi scientifici e tecnologici, in particolar modo per
quel che concerne i criteri di gerarchia delle resistenze e le regole di dettaglio da applicare per la maggior parte dei
sistemi costruttivi attualmente diffusi. A questo scopo la Regione Toscana, che già nel 2009 ha emanato le “Linee
guida per l’edilizia in legno in Toscana”, rivelatosi un utile strumento per l’inquadramento generale delle diverse
tipologie costruttive e delle regole generali di progettazione, ha prodotto un ulteriore documento di orientamento
interpretativo delle indicazioni attualmente contenute nelle normative, richiamando l’attenzione su alcune
considerazioni pratiche volte ad indirizzare verso criteri di cautela e prudenza nell'utilizzo di tali tipologie
costruttive.

In particolar modo i criteri di gerarchia delle


resistenze e le regole di dettaglio da applicare per
1 INTRODUZIONE la maggior parte dei sistemi costruttivi, risultano
A fronte di un crescente sviluppo della attualmente di difficile comprensione sia per i
progettazione delle strutture in legno, soprattutto progettisti dal punto di vista dell’applicazione che
a pareti portanti, la normativa risulta per i tecnici preposti al controllo che devono
sostanzialmente carente di indicazioni e regole di valutarne la corretta interpretazione nei progetti
merito. Le regole per la progettazione delle presentati.
strutture di legno in zona sismica attualmente La Regione Toscana già nel 2009 ha emanato
contenute nel Capitolo 8 dell’Eurocodice 8 (CEN, le “Linee guida per l’edilizia in legno in Toscana”
2004) risalgono ai primi anni del 2000 e le (Berti et al., 2009), che si è rivelato un utile
indicazioni presenti nel corrispondente Paragrafo strumento per l’inquadramento generale delle
7.7 delle Norme Tecniche per le Costruzioni diverse tipologie costruttive e delle regole
(abbreviate NTC, Ministero delle Infrastrutture, generali di progettazione. Si pone tuttavia la
2008) ne sono la pressoché fedele traduzione. necessità di sviluppare ulteriormente alcuni
Questo è il motivo per il quale entrambi i aspetti costruttivi delle strutture in legno con
documenti, non aggiornati ai recenti progressi particolare riferimento a quelle a più piani, che
scientifici e tecnologici, sono in via di revisione, ultimamente stanno avendo un notevole impulso
in tempi molto brevi (qualche mese) per quel che testimoniato da diverse realizzazioni di edifici
riguarda le Norme Tecniche per le Costruzioni e fino a nove piani di altezza in diverse zone
presumibilmente entro il 2020 per quel che sismiche del territorio italiano, e che talvolta
concerne l’Eurocodice 8.
presentano soluzioni costruttive di difficile

SG03-189
interpretazione all’interno del quadro normativo la coerenza con le indicazioni generali presenti
vigente. nel quadro normativo vigente.
In particolare, facendo richiamo alle Il documento conterrà inoltre indicazioni sui
tecnologie più diffuse, ovvero il sistema Platform seguenti aspetti, non trattati nella presente
Frame e il sistema X-Lam, si osservano le memoria per motivi di brevità:
seguenti casistiche particolari, per le quali sono  criteri generali di progettazione e
necessarie ulteriori precisazioni: realizzazione delle diverse tipologie
 presenza di pareti in falso ai piani costruttive;
superiori, o su travi o direttamente sui  interpretazione delle indicazioni
solai; attualmente presenti in relazione ai valori
 scarsa “scatolarità” in quanto le pareti del fattore di struttura da utilizzare nella
risultano spesso discontinue a causa della progettazione e alle regole di duttilità;
presenza di aperture, anche ampie, fino  certificazione dei materiali.
anche alla completa assenza di una o più
delle pareti della “scatola” strutturale;
 strutture miste, sia allo stesso piano che in 2 STRUTTURE A PARETI PLURIPIANO
elevazione, dove il sistema statico e
sismoresistente è rappresentato sia dal 2.1 Premessa
legno che da strutture ad altra tecnologia
(c.a. e legno, acciaio e legno, o altre Premessa generale: le seguenti indicazioni si
combinazioni). riferiscono unicamente ai sistemi costruttivi X-
Lam e Platform-Frame
A questo scopo, viene presentato in questa Premessa terminologica: nel testo che segue
per parete si intende in generale l’elemento
memoria un lavoro di orientamento interpretativo
strutturale verticale che ha continuità dal solaio
delle indicazioni normative attualmente contenute inferiore al solaio superiore ed è privo di aperture.
nelle Norme Tecniche quale contributo a tutela Ciascuna parete può essere monolitica o costituita
della sicurezza nell’evoluzione di tali tecnologie da più pannelli tra loro collegati. Le pareti
costruttive, richiamando l’attenzione su alcune consecutive separate da aperture compongono
considerazioni. l’allineamento.

In particolar modo verranno presentati dei


chiarimenti in relazione ai seguenti aspetti:
1. criteri di regolarità strutturale per gli
edifici pluripiano e interpretazione di
casistiche particolari;
2. definizione del concetto di scatolarità
strutturale;
3. rigidezza degli orizzontamenti;
4. utilizzo di tecnologie costruttive diverse
allo stesso piano e su piani diversi;
5. modellazione strutturale; Figura 1. Elementi componenti l'allineamento.
6. durabilità e piano di manutenzione della
parte strutturale dell’opera. 2.2 Pareti sovrapposte con corrispondenza
Le indicazioni qui presentate costituiscono una Nell’ambito delle strutture a pareti pluripiano,
parte di un documento più ampio, con carattere di la soluzione base di riferimento è quella in cui la
indirizzo verso criteri di cautela e prudenza parete del piano superiore trova corrispondenza
con la parete posta al piano inferiore ed esse sono
nell'utilizzo di tali tipologie costruttive, che verrà
intervallate dal solaio, come illustrato in Figura 2.
pubblicato come orientamento interpretativo da
parte del Comitato Tecnico Scientifico della
Regione Toscana. Esso non avrà naturalmente
carattere cogente, spettando sempre al progettista
l’onere e la responsabilità di dimostrare la
correttezza delle soluzioni progettuali adottate e

SG03-190
due dimensioni dell’apertura (a e b) non supera il
minimo tra H/3 ed L/3 e l'apertura risulti
sostanzialmente centrata rispetto alla parete
(Figura 3).

Figura 2. Pareti sovrapposte in corrispondenza.


In tal caso le due pareti possono resistere sia
alle azioni verticali che a quelle orizzontali
purché esse siano adeguatamente vincolate per Figura 3. Parete con piccola apertura (finestra).
trasmettere le azioni di taglio (generalmente Qualora l’apertura sia una porta (Figura 4), si
trasferite con collegamenti diffusi tipo piastre ritiene che, in generale, l’allineamento debba
chiodate o angolari) e di sollevamento essere considerato come composto da due pareti
(generalmente trasferite da collegamenti tipo vincolate in testa da un’asta tipo biella.
hold-down o tie-down posti alle estremità). I
dispositivi di presidio al sollevamento sono da
prevedere, in misura minima, anche nel caso in
cui, data l’entità dell’azione orizzontale, dal
modello di calcolo non risulti che la parete sismo-
resistente sia sollecitata da azioni di
sollevamento.
Qualora le pareti siano costituite
dall’assemblaggio di più elementi (pannelli), resta
valido quanto sopra a condizione che i
collegamenti verticali interni siano verificati per
la trasmissione dei relativi sforzi. In generale, in
accordo a quanto riportato nell’Eurocodice 5 Figura 4. Parete con apertura (porta).
(CEN, 2009) per il sistema Platform Frame che in
Follesa et al. (2015) per le pareti X-Lam 2.3 Pareti sovrapposte senza corrispondenza
composte da più pannelli giuntati verticalmente, continua
possono essere considerate resistenti alle azioni
orizzontali le pareti con lunghezza maggiore o Un altro caso è quello in cui la parete del piano
uguale di un quarto dell’altezza di interpiano superiore non trova corrispondenza continua al
(H/4). piano inferiore.
Se nella parete è presente un’apertura di In tal caso la parete al piano superiore può
piccole dimensioni (finestra), per assumere essere considerata resistente alle azioni sia
l’intera parete resistente alle azioni orizzontali è verticali che orizzontali soltanto se rispetta i
sufficiente accertarsi che essa possa lavorare in requisiti della cosiddetta trave-parete (Figura 5).
modo monolitico, verificando che il percorso
delle azioni di trazione e di compressione, dovute
alla sollecitazione di flessione della parete, sia
chiuso (comportamento assimilabile a trave). Tale
requisito si può in generale ritenere
automaticamente soddisfatto se ciascuna delle

SG03-191
ed L/3 e l'apertura risulti sostanzialmente centrata
rispetto alla parete.
In ogni caso deve essere verificata anche la
deformabilità della trave-parete.

Figura 5. Trave-parete.
Per trave-parete si intende una parete con
comportamento monolitico in grado di resistere
anche a flessione e che non trova appoggio
Figura 6. Trave-parete con piccola apertura (finestra).
continuo per tutta la sua estensione. Essa può
essere costituita da più elementi purché se ne Se l’apertura sulla parete superiore è una porta
verifichi il comportamento monolitico (Figura 7), la parete non può lavorare a trave-
dimostrando che il percorso delle trazioni e delle parete e non può, a meno di apposite
compressioni sia chiuso e che i collegamenti tra i dimostrazioni, essere considerata resistente alle
vari elementi non siano considerati come azioni orizzontali. In tale caso, la parete superiore
dissipativi, ovvero siano dimensionati per le può essere considerata in grado di trasferire gli
azioni di taglio e di trazione-compressione, che eventuali carichi verticali statici solo se
derivano dalla flessione, utilizzando un ulteriore l’architrave A, presente al di sopra dell’apertura,
coefficiente di sicurezza pari a 1,3. è dotata di sufficiente resistenza e rigidezza.
Le zone di contatto tra la trave-parete e le
pareti del piano inferiore devono essere studiate
in considerazione delle tensioni locali che
derivano dal calcolo sia per carichi statici che A
sismici; gli elementi di presidio al sollevamento
devono essere disposti in continuità con le pareti
inferiori.
Tali collegamenti sono da prevedere anche nel
caso in cui, data l’entità dell’azione orizzontale,
dal modello di calcolo non risulti che la parete
sismo-resistente sia sollecitata da azioni di
sollevamento.
I collegamenti a taglio dovranno invece essere
uniformemente distribuiti lungo tutta la parete
sismo-resistente verificando che il solaio sia in Figura 7. Parete con apertura per porta.
grado di riportare tali azioni di taglio alle pareti
sismo-resistenti sottostanti.
Qualora nella parete superiore sia presente 2.4 Pareti in falso
un’apertura per una finestra (Figura 6) in genere Per pareti in falso si intende quanto
si ritiene che la parete non possa lavorare a trave- rappresentato in Figura 8 e Figura 9.
parete salvo casi particolari nei quali l’apertura Nel caso di Figura 8 (parete gravante
presenta dimensioni limitate. In tali casi il direttamente sul solaio) la parete non deve essere
progettista dovrà accertarsi attraverso apposite considerata resistente tanto alle azioni verticali
verifiche che il pannello possa lavorare in modo quanto a quelle orizzontali.
monolitico ossia che il percorso delle azioni di Nel caso in cui alla base della parete venga
trazione e di compressione sia chiuso. messa in opera una trave sufficientemente rigida e
Tale requisito si può generalmente ritenere resistente gravante su due sostegni rigidi (Figura
soddisfatto se ciascuna delle due dimensioni 9) si può ammettere che la parete contribuisca
dell’apertura (a e b) non supera il minimo tra H/3 alla resistenza alle azioni verticali. Per quanto

SG03-192
riguarda invece la resistenza alle azioni sufficientemente vicina (e parallela) a quella in
orizzontali tale soluzione potrà essere ammessa falso in modo tale che il trasferimento delle
solo occasionalmente; se ne sconsiglia comunque azioni orizzontali al piano sottostante risulti più
l’uso ai piani intermedi. diretto.
In tal caso la modellazione dovrà tenere
debitamente conto della rigidezza della trave
sottostante per la ripartizione delle azioni
orizzontali tra le varie pareti.

Figura 10. Pareti su pilastri o pareti ortogonali.

2.6 Pareti secondarie


In generale, le pareti che non vengono
considerate ai fini della resistenza alle azioni
orizzontali devono poter essere inquadrate ai
sensi del punto 7.2.3 delle NTC (Ministero delle
Infrastrutture, 2008) come elementi secondari.
Figura 8. Parete in falso su solaio. Esse, comunque, devono essere progettate per
resistere alle azioni verticali e assorbire le
deformazioni della struttura.
Nel caso di elementi in falso deve essere
sempre considerata la componente verticale
dell’azione sismica in accordo con quanto
riportato al paragrafo 7.2.1 delle NTC (Ministero
delle Infrastrutture, 2008).

3 SCATOLARITÀ STRUTTURALE
La scatolarità strutturale è una caratteristica
comportamentale degli edifici a pareti, per la
quale il tipo di orizzontamento e il suo
collegamento alle pareti verticali, giocano un
Figura 9. Parete in falso su trave. ruolo fondamentale.
Essa è contraddistinta dalle seguenti
2.5 Pareti su pilastri caratteristiche:

Qualora la parete superiore appoggi su pilastri 1. Capacità degli orizzontamenti (diaframmi)


o pareti disposte nella direzione ortogonale di ripartire l'azione orizzontale di piano fra i
(Figura 10), è possibile considerare la parete diversi elementi sismo-resistenti verticali.
resistente alle azioni orizzontali purché gli Questo requisito non va confuso con la infinita
appoggi siano verificati per le tensioni locali rigidezza del piano, che è solo una astrazione
derivanti dal calcolo e il solaio sia fisica, per considerare la ripartizione delle
sufficientemente resistente nel piano per trasferire azioni secondo un modello computazionale
le azioni orizzontali alle pareti di controvento semplice (Circolare n.617/2009, § C7.2.2
poste al piano sottostante e parallele alla parete “Quando gli orizzontamenti possono essere
del piano superiore, considerando un coefficiente considerati infinitamente rigidi nel loro piano,
di sovraresistenza pari a 1,3. Tale soluzione, le masse e le inerzie rotazionali di ogni piano
purché adottata solo in via occasionale, deve possono essere concentrate nel loro centro di
essere dimostrata con uno studio specifico. gravità.”)
È comunque opportuno garantire al piano
sottostante la presenza di una parete

SG03-193
La capacità degli orizzontamenti di ripartire costituire valido vincolo (cerniera cilindrica)
l'azione orizzontale può essere assolta da un orizzontale alle pareti.
diaframma che abbia la necessaria resistenza Qualora l'edificio sia formato da pareti che si
(NTC08 §7.3.6.1 “gli orizzontamenti devono intersecano fra loro e con aperture poco
essere in grado di trasmettere le forze ottenute significative (Figura 11 Caso A), le pareti
dall'analisi, aumentate del 30%”). La parallele all'azione sismica vengono “aiutate”
sovraresistenza richiesta dalle Norme Tecniche dalle pareti ortogonali ad esse trasferendo
(Ministero delle Infrastrutture, 2008), nel caso parte delle trazioni e delle compressioni; in
degli edifici in legno (ma anche per altre altri termini la sezione orizzontale dell'edificio
tipologie di edifici), va attribuita sia alle unioni lavora quasi come una sezione tubolare chiusa.
interne del solaio che alle unioni del solaio con In questo caso, se sono soddisfatti anche i due
le sottostanti pareti. precedenti requisiti di scatolarità, unitamente
Riguardo alla rigidezza, le Norme Tecniche all’applicazione dei criteri di sovraresistenza,
(Ministero delle Infrastrutture, 2008) non si può ammettere che la struttura abbia un
forniscono alcuna prescrizione, l'unico cenno è comportamento spiccatamente dissipativo con
al §7.2.6 in cui vengono indicati i casi in cui si fattore di struttura q relativo alla tipologia
può fare affidamento, ai fini della strutturale utilizzata.
modellazione, all'infinita rigidezza. Negli altri Qualora manchi il collegamento fra pareti
casi (assenza di soletta in calcestruzzo) risulta ortogonali (Figura 11 Caso B) il
opportuno modellare l'orizzontamento con la funzionamento strutturale nei confronti delle
sua effettiva rigidezza nel piano o in azioni orizzontali è comunque assicurato ma
alternativa dimostrare la superiore rigidezza con sollecitazioni alla base maggiori. In questo
dell’impalcato rispetto a quella delle pareti caso, a differenza del caso precedente, il
verticali sempre che i solai non abbiano grandi fattore di struttura va progressivamente ridotto
aperture e l’edificio sia sufficientemente in funzione degli incroci mancanti fino ad
regolare. arrivare ad un comportamento scarsamente
dissipativo (q=1,5) nel caso di pareti di totale
2. Capacità degli orizzontamenti (diaframmi) assenza di incroci.
di costituire efficace vincolo alle pareti per azioni
fuori dal piano.
Questo requisito, necessario nel caso in cui le
pareti non siano vincolate al piede con incastro
per flessione fuori dal piano e nel caso di
presenza di pilastri con funzionamento a biella
(come normalmente avviene negli edifici in
legno), è soddisfatto quando gli orizzontamenti
hanno la necessaria resistenza (vedi punto
precedente) e sufficiente rigidezza tale da
assicurare contenuti scostamenti dalla
verticalità delle pareti e dei pilastri al fine di
non provocare effetti del secondo ordine.

3. Pareti che si intersecano fra loro al fine di


conferire stabilità ai maschi murari fuori dal Figura 11. A: Edificio con pareti che si intersecano fra loro;
piano. le forze di trazione e di compressione alla base dell'edificio
Questo requisito è necessario per gli edifici di derivanti dalle azioni orizzontali sono distribuite sia sulle
muratura per scongiurare i meccanismi locali pareti disposte nella direzione dell'azione orizzontale che su
di rottura per flessione fuori dal piano, essendo quelle ortogonali. B: Edificio con pareti ortogonali non
le murature scarsamente resistenti a flessione collegate fra loro; le forze di trazione e di compressione
fuori dal piano. sono portate dalle sole pareti disposte in direzione
Nel caso delle pareti di legno X-Lam e dell'azione orizzontale.
Platform in cui gli elementi verticali non La dissipazione energetica in queste tipologie
hanno interruzione da solaio a solaio, questo di edifici avviene a livello di alcuni elementi di
requisito non è indispensabile, purché le pareti collegamento una volta superato il limite elastico
abbiano corrispondenza ai vari piani ed i solai a seguito di importanti deformazioni.
abbiano sufficiente resistenza e rigidezza da

SG03-194
Per far sì che ciò avvenga occorre che prima del 30%, in analogia a quanto previsto nel punto
della dissipazione non intervengano cedimenti 7.8.4 delle NTC (Ministero delle Infrastrutture,
per perdita di geometria locale o globale cioè la 2008).
scatola non si apra ma resti connessa.
Inoltre la scatolarità assicura la ridistribuzione
delle azioni orizzontali fra i diversi elementi 5 MODELLAZIONE STRUTTURALE
sismoresistenti a sviluppo verticale man mano Il ricorso per la modellazione strutturale a
che alcune unioni di questi si plasticizzano. software esistenti in commercio non può in
Si fa presente che gli edifici Platform-Frame e nessun caso essere ritenuto esaustivo. Le
X-Lam sono edifici a pareti e pertanto la verifiche principali dovranno essere riprodotte
lunghezza delle pareti nelle due direzioni deve anche con schemi manuali semplificati che
essere proporzionata alla grandezza in pianta, al confermino l'ordine di grandezza delle verifiche
numero di piani e alle azioni orizzontali; alla del calcolatore elettronico In ogni caso i modelli
progressiva riduzione delle pareti resistenti alle tridimensionali agli elementi finiti utilizzati per
azioni orizzontali dovrà far fronte una congrua l’analisi lineare e non lineare di edifici in legno
riduzione del fattore di struttura rispetto alle devono sempre rappresentare la deformabilità
tipologie standard, qualora si progetti la struttura delle connessioni meccaniche utilizzate nella
come dissipativa. costruzione reale, modellate con la relativa
rigidezza.
Le Norme Tecniche infatti, richiedono in molti
4 COMMISTIONE DI DIVERSE
casi, a causa del non soddisfacimento dei criteri
TECNOLOGIE COSTRUTTIVE di regolarità per la maggior parte degli edifici nei
Le costruzioni miste possono essere costituite casi di progettazione corrente, l'uso dell’analisi
sia da materiali diversi che dallo stesso materiale modale con spettro di risposta, ossia l'analisi
utilizzato con tecnologie costruttive diverse (es. dinamica lineare. Questo metodo richiede la
X-Lam e Platform-Frame contemporaneamente). stima corretta della rigidezza laterale dell’edificio
Per strutture miste costituite da materiali diversi al fine di cogliere correttamente il
allo stesso livello si procede secondo quanto comportamento dinamico dal quale dipendono le
definito dalle NTC (Ministero delle Infrastrutture, sollecitazioni sismiche di progetto, che possono
2008) al § 7.7.3 secondo capoverso. Se le essere significativamente sottovalutate o
strutture miste sono costituite da elementi di sovrastimate anche in funzione delle dimensioni
legno di diversa tecnologia (es. X-Lam e dell'edificio e della forma dello spettro di
Platform-Frame) si ritiene necessario l’uso del progetto (Sustersic e Dujic, 2012). Inoltre, è
fattore di struttura minore tra quelli che importante stimare con precisione gli spostamenti
caratterizzano i due sistemi costruttivi, facendo della struttura per la verifica allo SLE e SLU,
estrema attenzione alla corretta modellazione soprattutto nel caso di edifici contigui e separati
delle pareti (ciascuna con l’effettiva rigidezza) e da un giunto sismico. Pertanto, è di fondamentale
alla realizzazione dei collegamenti tra i pannelli importanza modellare correttamente la rigidezza
di diversa tecnologia. Una proposta di regola delle pareti e soprattutto delle connessioni
normativa per il calcolo del fattore di struttura nel meccaniche utilizzate per i diversi collegamenti,
caso di sistemi a tecnologia mista X- in quanto un modello semplicistico che
Lam/Platform Frame è contenuta in Follesa e considerasse tutte le connessioni come
Fragiacomo (2016). infinitamente rigide porterebbe ad una errata
A riguardo delle strutture costituite da valutazione del periodo proprio e degli
materiali o sistemi costruttivi diversi posti a quote spostamenti massimi della struttura (Fragiacomo
diverse si precisa che il modello deve essere et al., 2011). A questo proposito si possono
unico e che il fattore di struttura da adottare deve scegliere due possibilità alternative: (i) fare
essere il più basso tra quelli che caratterizzano le riferimento alla tabella 7.1 dell'Eurocodice 5
varie tipologie costruttive come specificato al (CEN, 2009) per il calcolo del modulo di
punto 2 del parere del Comitato Tecnico scorrimento allo stato limite di esercizio per
Scientifico della Regione Toscana 1/2015 elementi meccanici di collegamento a gambo
(Regione Toscana, 2015). cilindrico (spinotti, bulloni, viti e chiodi con e
In generale i collegamenti tra la parte in legno senza preforatura); (ii) fare riferimento a valori
soprastante e le parti sottostanti di diversa sperimentali quando disponibili. Generalmente la
tecnologia devono essere verificati in base alle soluzione (ii) è la più corretta e i valori di
forze trasmesse derivanti dall’analisi maggiorate rigidezza risultano notevolmente inferiori rispetto

SG03-195
a quelli ottenuti con le formule date a inumidimento o comunque ad aumento di
dall’Eurocodice 5. Tuttavia, in considerazione del umidità.
fatto che non sempre i valori sperimentali di Le protezioni (guaine, scossaline, ecc.)
rigidezza delle connessioni sono disponibili e che previste per proteggere dall'inumidimento
la valutazione delle proprietà di rigidezza frequente non devono mai foderare il legno ma
dell’edificio nel suo complesso dipende anche da deve essere sempre garantito il deflusso delle
altri fenomeni, come l’attrito, che non vengono acque, la ventilazione e la possibilità di rapido
solitamente considerati nella modellazione asciugamento del legno qualora venga inumidito
strutturale, la soluzione (i) è generalmente anche sporadicamente.
considerata accettabile e porta a risultati non L'attacco della parte in elevazione in legno alle
troppo dissimili dai valori reali di rigidezza, fondazioni è opportuno che sia sempre ad un
misurati anche nell’ambito di prove sperimentali livello convenientemente superiore sia al piano
(Follesa et al., 2013). finito esterno che a quello interno; devono essere
evitate le guaine a bicchiere intorno al legno.
Le parti in legno in aggetto e in generale le
6 DURABILITÀ E PIANO DI parti esposte alle intemperie devono essere
MANUTENZIONE DELLA STRUTTURA evitate; possono essere utilizzate se facilmente
Il legno è un materiale biologico che può sostituibili (sostituzione prevista nel piano di
essere soggetto a biodegradamento ad opera di manutenzione) o se efficacemente protette.
vari agenti; la possibilità e velocità di degrado Infine devono essere evitate parti in legno
dipendono dal materiale (specie legnosa, alburno poste in zone a rischio (sottotetti e cavedi poco
e durame), dalle condizioni ambientali ventilati, volumi interrati, zone soggette anche
(specialmente dalle condizioni che possono sporadicamente a condensa); in alternativa deve
determinare umidità elevata del legno), dagli essere attentamente valutato il rischio e garantita
eventuali trattamenti preservanti e dalla l'ispezionabilità e/o il monitoraggio che devono
possibilità che gli agenti del degrado possano essere pianificati e richiamati nel piano di
raggiungere la struttura. manutenzione.
Il progetto ed il relativo piano di manutenzione
devono prevedere le corrette strategie per 6.2 Attacco da insetti xilofagi
prevenire o limitare il danno e garantire che le La possibilità di degrado da insetti xilofagi
prestazioni della struttura non scendano al disotto deve essere valutata in funzione della specie
dei livelli di sicurezza minimi previsti dal legnosa e della presenza di alburno; andrà
progetto stesso per tutta la vita utile della struttura valutata la necessità di eventuale protezione
(Berti et al., 2009, §5.6). passiva e/o trattamento preservante indicandolo
nella relazione sui materiali e sul piano di
6.1 Attacco fungino manutenzione.
In condizioni umide (cioè quando il legno
raggiunge il 18-20% di umidità, in classe di
7 CONCLUSIONI
servizio 3 o nei casi di condensa e/o presenza di
trappole di umidità) le specie legnose I sistemi costruttivi a struttura di legno si
normalmente utilizzate per le strutture, anche se stanno diffondendo sempre di più nel nostro
sottoposte a trattamenti preservanti profondi, non Paese, soprattutto per la realizzazione di edifici
hanno durabilità naturale sufficiente per essere multipiano, in virtù di alcune caratteristiche,
utilizzate per strutture non temporanee. come la sostenibilità, l’efficienza energetica, la
Eventuali trattamenti preservanti devono velocità di costruzione e non ultimo, l’eccellente
essere valutati in funzione della impregnabilità comportamento al sisma, testimoniato anche dai
della specie legnosa e dell'efficacia in relazione risultati di ricerche scientifiche effettuate negli
alla vita utile della struttura ed indicati nella ultimi anni, rendendoli spesso preferibili a
relazione sui materiali. soluzioni alternative maggiormente tradizionali
È necessario progettare i particolari costruttivi come il c.a., l’acciaio o la muratura.
(protezioni passive) in modo da evitare Considerando la carenza di indicazioni
l'umidificazione frequente del legno, evitare presenti nel quadro normativo vigente, la presente
trappole di umidità e favorire la ventilazione di memoria affronta una serie di aspetti particolari
tutte le parti, in particolare di quelle zone che, relativi alla progettazione di questi edifici con
anche sporadicamente, potrebbero essere soggette sistemi a pareti portanti Platform-Frame e X-
Lam, cercando di darne un indirizzo

SG03-196
interpretativo coerente con le poche indicazioni Regione Toscana – Giunta Regionale – Direzione ambiente
attualmente presenti in normativa e con la pratica ed energia – Settore Autorizzazione Sismica (2015).
COMITATO TECNICO SCIENTIFICO in materia di
costruttiva corrente. rischio sismico (Delibera GR n. 940 del 6.10.2015).
Il documento in generale fornisce dei Norme tecniche per le costruzioni – DM 14/1/2008.
chiarimenti alla normativa; descrive e propone 1/2015- Quesiti esaminati (estratto dai lavori svolti
soluzioni strutturali cautelative per le quali è dalla Commissione nell’anno 2015).
sufficiente una normale progettazione, tuttavia Sustersic I., Dujic B., 2012. Simplified cross-laminated
non esclude soluzioni più complesse - peraltro timber wall modelling for linear elastic seismic analysis,
45th CIB W18, Vaxio, Sweden, paper 45-15-6.
non escluse neanche dalla normativa - che però
sono da affrontare con studi più approfonditi, e
quindi in generale sconsigliate.
In generale le soluzioni strutturali cautelative
proposte risultano anche di maggiore semplicità
nella posa in opera e pertanto a maggiore
garanzia di sicurezza.

BIBLIOGRAFIA
Berti S., Brunetti M., Capone P., Ciapini E., Follesa M.,
Lauriola M. P., Lavisci P., Macchioni N., Palanga G.,
Palanti S., Pizzo B., Terranova M., Vasta S., Vignoli A.,
2009. Linee guida per l’edilizia in legno in Toscana –
Coordinamento Editoriale: Maurizio Follesa e Marco
Pio Lauriola, Regione Toscana, Giunta -Regionale,
Direzione Generale della Presidenza.
Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, 2009. Circolare 2
febbraio 2009, n. 617 - Istruzioni per l’applicazione
delle “Nuove norme tecniche per le costruzioni” di cui
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delle Infrastrutture 14/01/2008 - Norme tecniche per le
costruzioni. Roma.

SG03-197
ANIDIS 2017
PISTOIA

Simplified Approaches for the Seismic Risk Rating of Reinforced Concrete


Buildings and the Selection of Retrofit Strategies
Sonia Giovinazzi, Stefano Pampanin
University of Canterbury, Christchurch, New Zealand;
Sapienza University of Rome, Italy

Keywords: Italian Guidelines on Seismic Risk Classifications and Financial Incentives, Simplified Lateral
Mechanism Analysis (SLaMA), macroseismic vulnerability and risk assessment method, reinforced concrete
buildings, alternative retrofit solutions.

ABSTRACT
This paper builds on, and attempt to merge, the benefits of recent developments on seismic risk assessment
methodologies, seismic rating systems and regulatory approaches to propose a simple, but reliable approach to
assess, at both individual building and territorial scale levels, the beneficial impacts of seismic retrofitting for
pre’70 reinforced concrete buildings. Particular focus is given to the Italian Guidelines on Seismic Risk
Classifications and Financial Incentives (ITA2017), the New Zealand Society for Earthquake Engineering
Guidelines for Assessment and Existing Buildings (NZSEE2017) and the macroseismic-mechanical cross-
calibrated vulnerability and impact assessment approach proposed by Lagormasino and Giovinazzi (2006) and
widely used in Europe for seismic risk assessment and mitigation planning. Building on, and combining, the three
aforementioned approaches, and with reference to a simple example, representing pre-1970s low-rise RC building,
the paper proposes a code-compliant approach for assessing both the Safety Index IS-V according to ITA2017 and
the %New Building Standard, %NBS, according to the NZSEE2017, as well as the Expected Annual Loss, EAL,
referred to as PAM, Perdita Annua Media by the ITA2017, for as built conditions and after alternative retrofitting
strategies.

SG03-198
ANIDIS 2017
PISTOIA

Simplified Approaches for the Seismic Risk Rating of Reinforced Concrete


Buildings and the Selection of Retrofit Strategies
Sonia Giovinazzi, Stefano Pampanin
University of Canterbury, Christchurch, New Zealand;
Sapienza University of Rome, Italy

Keywords: Italian Guidelines on Seismic Risk Classifications and Financial Incentives, Simplified Lateral
Mechanism Analysis (SLaMA), macroseismic vulnerability and risk assessment method, reinforced concrete
buildings, alternative retrofit solutions.

ABSTRACT
This paper builds on, and attempt to merge, the benefits of recent developments on seismic risk assessment
methodologies, seismic rating systems and regulatory approaches to propose a simple, but reliable approach to assess,
at both individual building and territorial scale levels, the beneficial impacts of seismic retrofitting for pre’70
reinforced concrete buildings. Particular focus is given to the Italian Guidelines on Seismic Risk Classifications and
Financial Incentives (ITA2017), the New Zealand Society for Earthquake Engineering Guidelines for Assessment
and Existing Buildings (NZSEE2017) and the macroseismic-mechanical cross-calibrated vulnerability and impact
assessment approach proposed by Lagormasino and Giovinazzi (2006) and widely used in Europe for seismic risk
assessment and mitigation planning. Building on, and combining, the three aforementioned approaches, and with
reference to a simple example, representing pre-1970s low-rise RC building, the paper proposes a code-compliant
approach for assessing both the Safety Index IS-V according to ITA2017 and the %New Building Standard, %NBS,
according to the NZSEE2017, as well as the Expected Annual Loss, EAL, referred to as PAM, Perdita Annua Media
by the ITA2017, for as built conditions and after alternative retrofitting strategies.

1 INTRODUCTION (NZSEE2017), developed by the NZ Society for


Earthquake Engineering, under the auspices and
The significant socio-economic consequences
the endorsement of the Ministry of Business
observed in the recent earthquake events, i.e.
Innovation and Employment, MBIE, were recently
L’Aquila, 2009, Emilia 2012, Central Italy 2016
introduced as a key instrument for the
earthquakes in Italy as well as Canterbury
implementation of a compulsory national seismic
earthquake sequence 2010-2011, Kaikoura 2016 in
risk mitigation plan, launched with effect on 1st
New Zealand, have highlighted the crucial need
July 2017 following the devastating earthquake
for a “proactive approach” towards risk reduction
sequence that stroke the Canterbury region, in the
strategies rather than a “passive approach”
South Island of New Zealand, in 2010-2011. The
typically relying upon post-event repair and
NZSEE2017 guidelines require the seismic
reconstruction. Both Italy and New Zealand took
assessment and rating of all existing buildings,
up, recently, the challenge of moving towards such
both public and private (with the exception of
a proactive approach, by issuing regulations to
dwellings), and the execution of the retrofit
enforce, in New Zealand, without financial
intervention needed to reach a minimum level of
incentives and at the cost of the owner, or to
safety, defined by the Building Act (2004 and
promote in Italy, with financial incentives but with
Amendment 2016) to be carried out, at the owners’
no mandatory requirement to take actions, the
expenses, within a defined time period, ranging
seismic retrofitting of non seismically designed
from 5-10-15 years for the assessment and 15-25-
buildings. Insights from both regulatory
35 years (for the retrofit), depending on the seismic
approaches can be derived to provide valuable
hazard (high-medium-low) and on whether or not
suggestions, to both the countries, for future
the building is recognized as a “priority building”,
improvements and refinements.
(Fig. 1).
In New Zealand, new ad-hoc guidelines on
The outcome of the procedure is the evaluation
“Seismic Assessment of Existing Buildings”
of a seismic rating based on the %NBS, %New

SG03-199
Building Standard, or Capacity/Demand ratio A more extensive overview of the principles
(Fig. 2), i.e. the capacity, in terms of forces and and objectives of the NZSEE2017 Guidelines, has
displacements, of the building divided by the been given in Pampanin, 2017a,b (in Italian) and
demand, in terms of spectral ordinates, examples of applications of the SLAMA approach
acceleration and displacements, of an equivalent on case study buildings can be found in Del
newly designed building on the same site. Vecchio et al., 2017, Gentile et al., 2017
(ANIDIS).

In Italy, the Italian Guidelines on Seismic Risk


Classifications and Financial Incentives (referred
to here as ITA2017), set the provisions for the
allocation of financial incentives to support the
seismic retrofitting of building, based on the
improvement of the Risk Class from the status quo
to after retrofitting interventions. ITA2017
identify seven different Risk Classes,
conventionally referred with alphabetic grades,
from A+ to F, representing increasing level of risk.
ITA2017 provide for two different approaches
towards the assessment of the Risk Classes,
namely: a “Conventional approach”, and a
“Simplified approach” also referred to as
“Macroseismic approach”.
The ITA2017 Conventional approach, for all type
of building typologies, i.e. masonry, reinforced
concrete, pre-cast, requires to perform a detailed
seismic analysis according to the Italian Code
NTC08, to assess the Risk Class at as-built
conditions and after the retrofitting interventions.
The seismic Risk Classification is based on the
combination of a Safety Index IS-V defined as the
capacity/demand ratio at Life Safety limit states
Figure 1. National risk reduction plan in New Zealand: (Eq. 1) as well as of the Expected Annual Losses,
timeframe for the identification and the remediation of
Earthquake Prone Buildings depending on the level of
EAL, (in Italian referred to as PAM, Perdita Annua
seismicity: low-medium-high seismic areas: PGA<0.15g; Media) to take into account the various
0.15g ≤ PGA < 0.3g; PGA ≥ 0.30g (MBIE 2016). performance under different intensity levels and
Those buildings falling under a threshold of limit states. The Risk Class for a building under
33%NBS are defined Earthquake Prone Buildings analysis will be identified as the minimun of the
(EPBs) and must require retrofit/remedial actions risk classes determined based on the IS-V
to be taken within the aforementioned timeframe. assessment and on the Pam assessment (Tab. 2),
i.e. Risk Class=MIN(IS-V Class; PAM Class).
The ITA2017 Simplified approach, based on
the European Macroseismic scale EMS-98
(Grunthal 1998), can be used only for local
interventions on masonry buildings. As no
calculations are needed to assess the Risk Class in
the as-built condition and after the retrofitting
interventions, the method is unable to provide an
estimate of the economic benefits associated to
alternative retrofit strategies.
Notably, the ITA2017/NTC08 lacks, for the
time being, a simplified approach for the
assessment of RC buildings before and after
Figure 2. Evaluation of the %NBS as Capacity/Demand retrofitting interventions, either based on an
ratio within an ADRS Domain (modified after NZSEE2017). analytical approach similar to the SLaMa Method,
as per the NZSEE2017, or based on a

SG03-200
macroseismic method, as instead provided and PAM values for individual buildings or a class of
clearly presented by the ITA2017 for the buildings, before and after alternative
unreinforced masonry buildings. retrofit/strengthening interventions. As such, the
Viceversa, the NZSEE2017 guidelines tend to method could potentially become a fundamental
focus on Life Safety considerations with the supporting tool for the implementation of a
evaluation of a %NBS, conceptually similar to the medium-long term strategy of seismic-risk
IS-V (ITA2017, Eq. 1), with no explicit reduction at national scale.
considerations on the EAL or PAM, nor any
explicit attempt (possibly due to lack of historical Section 4, with reference to the same case-study,
date) to derive a macroseismic vulnerability proposes a macroseismic method for reinforced
model. concrete building, for the as built and retrofitted
Also, the ITA2017 simplified approach has conditions, that allows both the estimation of the
several inherent similitudes with the empirical IS-V and of the PAM/EAL classes and therefore
“macroseismic vulnerability approach”, proposed of the final Risk Class. The proposed
by Lagomarsino and Giovinazzi (2006) as, macroseismic method is derived from, and
similarly to ITA2017, it was derived from the therefore compatible with, the SLaMA method
EMS-98 macroseismic scale. Lagomarsino and proposed in Section 3.
Giovinazzi (2006) combined and cross-calibrated
their macroseismic approach with a capacity–
curve mechanical-based model, therefore the 2 COMPARISON AND INTEGRATION OF
method was defined as a cross-calibrated APPROACHES
macroseismic-mechanical method, referred
hereafter as MMA2006. The MMA2006 has been 2.1 Conventional approaches
widely used in Italy and in Europe for the seismic
The NZSEE2017 evaluates the level of
vulnerability assessment and damage scenario
‘relative’ safety when compared to a newly built
analysis at territorial scale.
In an attempt to merge the benefits of the three structure, in terms of the % of New Building
aforementioned approaches, in this paper the Standard, % NBS index (Table 1).
authors propose a unifying method to bridge the Table 1. NZSEE 2017 Matrix - %NBS, Grade, Level of Risk,
identified gaps and to enhance the applicability Remedial Actions (as per Building Act 2017)
and wider adoption of the different approaches not %NBS Grade Life Safety Prescription
only at individual building level but also at Risk
territorial scale. The aim being to inform and >100 A+NBS Low Acceptable1
support the definition of plans for seismic risk 80-100 ANBS Low Acceptable1
reduction at aggregate-building level, and/or at 67-79 BNBS Low/Medium Acceptable1
CNBS Medium Acceptable2
municipal/regional/national level. 34-66
legally
20-34 DNBS High Unacceptable3
Section 2 of the paper critically compares the < 20 ENBS Very High
aforementioned alternative approaches, 1Improvement Desirable; 2Improvement Recommended;
3Improvement
discussing: Required under Act
- the commonalities between the NZSEE2017
%NBS and the ITA2017 IS-V Security Index; The % NBS index is a capacity-demand ratio,
- the peculiarities of the PAM (or EAL); associated to a grade or seismic risk rating/class,
- the similarities between ITA2017 and the going from A to E, with indicative ranges of life
MMA2006 (Lagomarsino and Giovinazzi 2006). safety risk when compared to a brand-new
structures (Table 2), The SLaMA allows assessing
Section 3 presents a case-study example to the %NBS with reference with a demand
demonstrate how the NZSEE 2017 SLaMA expressed in terms of ADRS, overdamped for
analytical procedure can be easily adapted and different level of shaking intensity provided for
made compatible with the Italian NTC08 different earthquake return period.
standards. A SLaMa method can be used for a The ITA2017conventional approach evaluates
relatively quick estimation of the expected seismic the capacity of the building in terms of the Peak
performance, when compared to what required by Ground Acceleration capacity, PGAC, with
detailed non-linear numerical pushover and/or reference to the soil condition of the building site,
time-history analyses. SLaMA allows to perform which induces the achievement of four limit states
the seismic rating assessment in terms of %NBS PGAC (SLi) as specified by the NTC08, namely: 1)
(or IS-V index) as well as in terms of EAL and collapse prevention SLC; 2) life safety SLV; 3)

SG03-201
damage control SLD; 4) operational SLO1. The - Seismic Grade in NZSEE2017, identified
demand is defined in terms of the Peak Ground hereafter as ANZ to ENZ
Acceleration demand, PGAD, for the building site, - Risk Class in ITA2017, identified hereafter
with reference to the same above-mentioned limit as AIT to FIT.
states SLi. %IS-V is the ratio between PGAC and
PGAD, assessed for the life safety SLV limit state The ranges of classes, as a function of the safety
as follow: index are very similar, but not identical, with more
classes in the Italian Guidelines, i.e. 7 vs. 6, with
PGAC SLV 
%IS  V  (1) the addition of FIT and, in general, a more coarse
PGAD SLV  and wider range in the NZSEE2017 guidelines for
the lower classes; e.g. CNBS varying from 33%-
67% (Table 1) while DIT and CIT covers from 30%
Table 2. ITA2017 Matrix – IS-V, Risk Class, PAM
-60% in the Italian Guidelines (Table 2), probably
IS-V IS-V ranges PAM PAM
Class Class ranges
in the attempt to reflect the inherent scarce
A+IS- IS-V >100 A+PAM PAM 0.5% precision and accuracy of an quantitative method
V when dealing with poorly designed and detailed
AIS-V 80% IS-V< APAM 0.5%< PAM structures.
100% 1.0%
BIS-V 60%I S-V< 80% BPAM 1.0%< PAM
Peculiarity and novelty of the Italian Guidelines is
1.5%
CIS-V 45% IS-V< 60% CPAM 1.5%< PAM the introduction of the Expected Annual Losses,
2.5% EAL, or PAM (Perdita Annua Media), a parameter
DIS-V 30% IS-V< 45% DPAM 2.5%< PAM widely adopted in the international literature for
3.5% the evaluation of direct losses, (Cornell and
EIS-V 15% IS-V< 30% EPAM 3.5%< PAM Krawinkler, 2000) to supplement and complement
4.5% the information provided by the IS-V Safety Index,
FIS-V IS-V < 15% FPAM 4.5%< PAM
7.5%
based primarily on Life Safety considerations,
- - GPAM 7.5% PAM particularly when evaluating and comparing the
benefits of alternative retrofit options (Beetham,
The definition of IS-V and %NBS, both in terms 2015, Ligabue et al., 2015 Pampanin, 2017).
of capacity-demand ratio, is therefore, in principle,
identical. However, in addition to the possibility of 2.2 Simplified approaches
relying upon an analytical method as the SLaMa, 2.2.1 ITA2017 macroseismic approach
key differences can be noticed both in terms of the According to the ITA2017 macroseismic approach
evaluation procedure and the assumptions made to the capacity of the building is assessed in terms of
derive IS-V and %NBS indexes, as for example: a vulnerability class Vi=1-6 identified based on the
a) reduction of the demand spectra depending typology of the vertical structures, as defined by
on ductility in ITA2017 versus damping the EMS-98. The presence of peculiar construction
Reduction Factors in NZSEE2017; details or structural weaknesses might determine a
b) details in the capacity evaluations change in the identified vulnerability class, only in
(formulas), both in terms of displacement terms of increased vulnerability. For the sake of
and forces, for flexure, shear, buckling; simplicity, the ITA2017 macroseismic approach
c) the use of 5-%ile material characteristic defines the demand in terms of the seismic
values in ITA2017 vs. probable/mean zone/hazard of the building site, as for
values with no mechanism strength OPCM.3274 (2003).
reduction factor in NZSEE2017.

In both approaches once the capacity/demand 2.2.2 The MMA2006 macroseismic approach
ratio, based on the Life Safety Index, are Giovinazzi (2005) and Lagomarsino and
calculated, Tables/Matrix are provided to allow for Giovinazzi (2006) derived a seismic vulnerability
the identifications of a: assessment approach from the definitions provided

1 It is allowed to limit the analysis to only two out of four limit

states, namely SLD and SLV

SG03-202
by the EMS-98 macroseismic scale (Grunthal
1998). The EMS-98 provides, in fact, a model to Eq. 2 allows obtaining the mean damage grade D
‘measure’ the earthquake intensity from the as a function of the macroseismic intensity, IEMS-98
observation of the damage suffered by buildings. (Fig. 1a). Damage distributions, corresponding to
In particular, EMS-98 provide linguistic Damage the assessed mean damage grade D, are then
Probability Matrixes DPMs, for six vulnerability obtained by assuming a binomial function.
classes at decreasing vulnerability, from AEMS-98 to   I  6.25V  13.1  
FEMS-98, and for different levels of macroseismic  D  2.5 1 tanh    (2)
  Q 
intensity, in term of the frequency of the expected
damaged. DPMs are defined by EMS-98 in where μD is the mean damage grades, I the
linguistic terms i.e. “few”, “many”, “most”, with macroseismic intensity, V the vulnerability index,
respect to five damage grades Dk,k=1-5: D1=Slight, Q the ductility index.
D2=Moderate, D3=Heavy, D4=Very Heavy,
Table 4 presents the values of μD for all the
D5=Destruction (Total Collapse).
EMS-98 vulnerability classes, and varying degree
of I, assessed according to Eq. 2 when assuming
the central value of the vulnerability index, V in
Tab. 3 and Q=2.3. It is worth noting, from Tab. 3,
how a shift from one to another EMS-98
vulnerability class corresponds to a shift of
V=0.16 for the V index; this in turns produces a
shift in the expected damage distribution, that is
centered in the subsequent damage level (Table 4),
in perfect coherence with the EMS-98
Figure 3. EMS-98 vulnerability table for reinforced macroseismic scale (Grunthal 1998). As an
concrete buildings example in Tab 4, for a I=IX earthquake, buildings
in class AEMS-98 or BEMS-98 are expected to sustain
Giovinazzi (2005) and Giovinazzi and D=4.0 and D=3.1, respectively.
Lagomarsino (2006) derived complete and Table 4. Mean damage grade values for EMS-98
numerical DPMs from the qualitative and vulnerability classes and different intensities (Giovinazzi
incomplete EMS-98 DPMs by: a) translating the 2005)
linguistic terms into quantitative numerical ranges, IEMS-98 V VI VII VIII IX X XI XII
suggested by the EMS-98 scale as overlapping
AEMS-98 0.5 1.1 2.0 3.1 4.0 4.5 4.8 4.9
intervals of frequencies in the range 0/100; b)
completing EMS-98 DPMs through the BEMS-98 0.2 0.5 1.1 2.0 3.1 4.0 4.5 4.8
assumption of a binomial distribution. Mean CEMS-98 0.1 0.2 0.5 1.1 2.0 3.1 4.0 4.5
damage grades, D, (0D5) resulting from the DEMS-98 0.0 0.1 0.2 0.5 1.1 2.0 3.1 4.0
derived DPMs were represented as vulnerability EEMS-98 0.0 0.0 0.1 0.2 0.5 1.1 2.0 3.1
curves and described by an analytical function, as FEMS-98 0.0 0.0 0.0 0.1 0.2 0.5 1.1 2.0
a function of a vulnerability index V and a ductility F+EMS-98 0.0 0.0 0.0 0.0 0.1 0.2 0.5 1.1
index Q (Eq. 2). Table 3 provides, for different
EMS-98 vulnerability classes, a plausible range of Making reference to the vulnerability table
the index V, where a “most likely” V and max Vmax provided by the EMS-98 scale, that shows a
and Vmin values are provided (e.g. 0.86>VAEMS-98 correspondence between vulnerability classes and
1.02). different building typologies (Figure 3),
Table 3. Values of the Vulnerability index V for EMS-98 Giovinazzi (2005) and Giovinazzi and
vulnerability classes (Giovinazzi 2005) Lagomarsino (2006) derived vulnerability indexes
V values for different building typologies. A
Vmin V Vmax
ductility-based index Q was also introduced to
AEMS-98 0.86 0.9 1.02
reflect the effect of ductility capacity. Using V and
aBEMS-98 0.7 0.74 0.86
Q parameters, vulnerability curves in terms of the
CEMS-98 0.54 0.58 0.7
mean damage vs. the Intensity (Eq. 2) can be
DEMS-98 0.38 0.42 0.54
drawn for different building typologyies (Fig. 4)
EEMS-98 0.22 0.26 0.38
FEMS-98 0.06 0.1 0.22
F+EMS-98 -0.12 -0.06 0.06

SG03-203
evaluation of the elastic period of the structure, T,
references was made to the expression proposed
by EC8 (CEN 2003). A ductility value of =2.5
was assumed, judged to be a realistic
representations of the displacement ductility
capacity of buildings non-specifically designed
with ductile detailing, as the DM96 does not
provide any specific prescription.
Table 5. Values of the Capacity Curves of RC frames
designed according to DM 96 (Giovinazzi 2005)
T[s]  ayZoneIII ayZoneII ayZoneI
RC 0.64 2.5 0.137 0.240 0.343

Lagomarsino and Giovinazzi (2006) derived an


Figure 4. Vulnerability curves (mean damage vs. Intensity)
for medium–rise pre-code R.C. moment frame (Giovinazzi,
analytical correlation between their macroseismic
2005; Giovinazzi and Lagomarsino 2006) and mechanical approach, allowing for a
quantitative comparison and for a reciprocal
calibration of the two proposed methods, using a
2.2.3 MMA2006 cross-calibrated macroseismic
closed analytic formula, i.e. Eq. 3 for T<TC and
mechanical based approach
Eq. 4 for T≥TC.
The MMA2006 mechanical method is
essentially a capacity spectrum-based method,  1   ay  
V   8.1 0.95Q  ln C2  
where simplified - bilinear elastic-perfectly  6.25   1.43Sc1  
plastic, EPP - capacity curves are used to represent  (3)
the vulnerability within an ADRS Domain and  1  TC  T 
described in terms of three parameters: the Q  1.35 ln C2    1 T  0.7T 
  C 
yielding acceleration ay (yielding Strength Fy
divided by the seismic mass), the fundamental
period T (secant to the yielding point as per EPP  1   ay T  
V   8.1 0.95Q  ln C2  
assumptions) and the structural ductility capacity
 6.25   1.43Sc1 TC  
. Constant-ductility pseudo-inelastic response  (4)
spectra are derived from a 5% damped elastic  1   
response spectrum Sae(T) by means of a ductility- Q  1.35 ln C2  0.7 

based reduction factor, R. The displacement
corresponding to the performance point Sd* can where S soil conditions and TC parameters) and c1
thus be directly evaluated, using closed form and c2 are the parameters of an assumed I−PGA
equation, without the need for any iteration correlation, expressed in the format of Eq. 5.
(Lagomarsino and Giovinazzi 2006) for the
assumed four damage limit state scale, DSk=1÷4: ag g   c1c2 ( I 5) (5)
DS1=Slight, DS2=Moderate, DS3=Extensive,
DS4=Complete, related to performance levels Sdk When assuming c1=00.3 c2=1.6 Eq. 5 is similar to
Tentative limit states have been adopted as follow:
the I-PGA equation suggested by Cauzzi and
Sd1=0.7dy; Sd2=1.5dy; Sd3=0.5(dy+du); Sd4=du.
Faccioli (2006). Values of the V, and Q parameters
A Code Based Approach was used to derive, for as well as of the parameters to define the capacity
different reinforced concrete typologies/classes, curves after the cross-calibration can be found in
simplified capacity curves in terms ay,  , and T Lagomarsino and Giovinazzi (2006).
(Table 5). The yield acceleration ay was derived as
a function of the seismic code lateral- force design
requirements, from DM96 (Ministry of Public 3 CASE STUDY
Works Decree of January 16, 1996), accounting
for other factors as system redundancy, 3.1 As Built Capacity: SLaMA method on
conservatism in design, and true (probable/mean) prototype RC pre’70 buildings
strength of materials rather than the nominal A three storey, three (unequal)-bays, case study
(characteristic or 5%-ile) strength values. For the frame building, was considered in this study,

SG03-204
representing typical pre-1970s construction Table 6. Return Periods, Peak Ground Acceleration, and
practice in Italy, but also resembling critical Spectral parameters for different Limit States (NTC08, City
of Cosenza, soil type B)
weaknesses and vulnerabilities observed in other
TR ag Fo Tc* IEMS-98
international construction practice (including NZ),
[years] [g] [-] [s]
as inadequate detailing, lack of capacity design SLO 30 0.071 2.290 0.281 6.8
principles, lack or absence of stirrups in the joint SLD 50 0.094 2.278 0.302 7.4
region, poor confinement and transverse SLV 475 0.271 2.432 0.372 9.7
reinforcement spacing, possible use of plain round SLC 975 0.363 2.464 0.410 10.3
smooth rebars instead of deformed bars, poor
material properties. The acceleration (elastic) response spectra was
More detailed information on the characteristic of derived for an ordinary construction (nominal life
this case study building and the derivation of the VR=50 years), soil class B, topographic class T2,
analytical SlaMa-based capacity curves, fragility according to NTC08. Various level of equivalent
curves and %NBS ratio for a range of varying viscous damping,  and associated damping
parameters (structural details as well as material reduction factor, , (Eq. (3) from NTC08) were
properties) can be found in a companion paper adopted, to assess the performance, depending on
Gentile et al., (2017) as part of a more the limit states: SLO (=5%, =1); SLD (=10%,
comprehensive study. =0.82) and SLV (=15%, =0.71), respectively.
The predicted mechanism is a Mixed-sway type,
with flexural plastic hinges developing in beams
and columns and shear hinges (Pampanin et al., 10 1
  0.55   (6)
2002, 2003) initiating in the joint panel zone 5 q
region. This latter mechanism represents the
governing event in the evaluation of the Life
Safety %NBS. 3.3 Implementation and comparison of
The key paramaters of the capacity curve, derived alternative retrofit strategies
by the SLaMa method (and subsequently validated
and confirmed with a numerical pushover In the past decade a number of retrofit strategies
analysis) as a function of various concrete and and solutions for RC buildings have been
material strength (Gentile et al., 2017) are shown developed and/or further refined with particular
in Table 7 in terms of ay[g], dy[m], du[m] and attention to a) inversion of hierarchy of strength,
fundamental period T[s]. e.g. FRP, Haunch, selective weakening and b) drift
control and increase/decrease in
The SLO and SLD drift-based limit states were stiffness/resistance, e.g. external post-tensioned
defined, according to NCT08, as 0.33% and 0.5% walls, selective weakening (Pampanin, 2009).
respectively. Following the analytical diagnosis phase,
different retrofit strategies and associated
3.2 Seismic Demand techniques can be conceptually designed using a
SLaMa and ADRS approach (Figure 5, Kam and
The seismic demand has been defined Pampanin, 2010) and their relative efficiency
according to the Italian Code (NTC08), with a 5% compared in terms of costs, invasiveness, long-
damped elastic spectrum at the bedrock (Soil Type term expected losses, and benefits.
B) and a PGA at the Design Level (475 years Following a multi-criteria decision making
return period) of 0.271g, assuming the approach, the most appropriate solution or
Municipality of Cosenza (Calabria Region) as the combination of solutions for an individual
construction site for this ordinary building type. building, or for classes of buildings at a territorial
The seismic intensities, return period, and scale level, can thus be selected (Giovinazzi et al.,
associated PGAs demand corresponding to the 2006; Giovinazzi and Pampanin, 2007a,b;
different target limit states, SLi namely, SLO, Beetham, 2013; Ligabue et al., 2015), defining a
Operational; SLD, Damage Control; SLV, Life practical and affordable implementation plan.
Safety; SLC, Collapse Prevention, were evaluated
with reference to the Seismic Hazard data
provided by the NTC08 for the selected site and
are shown in Table 6.

SG03-205
simplified mechanical-analytical SLaMA method
or a macroseismic method.
Three retrofit strategies are conceptually
implemented on the case study three storey
buildings: Strength Only (SO); Stiffness and
Strength (SS); Ductility Only (DO).
a) More specifically:
SOa: 150% Strength increase (1.5ay); same
stiffness (k=ay/dy), same du;
SOb: 200% Strength increase (2ay), same
stiffness (k=ay/dy), same du;
b) SS: 200% Strength increase (2ay), same dy
Figure 5. Conceptual representation of alternative retrofit (therefore 200% stiffness increase k), same du;
strategies within an ADRS domain (modified after Kam and DO Same Strength (ay), same dy, 200% ductility
Pampanin, 2010, Ligabue et al., 2015): a) ductility only; b) increase (2du).
strength and stiffness.
As part of the analytical evaluation of the force- Table 7 summarizes the characteristics of the
displacement capacity curve of the system, the capacity curves for the three-storey frame case
SLaMa method allows capturing the sequence of study building in the As-Built (AB) configuration
local and global mechanisms (Fig. 6). For the and after the aforementioned retrofitting solutions.
designer, it would thus more evident what local or
global retrofit strategy can be used to achieve what Table 7. Capacity curves parameters for the three-storey
next level of performance and thus improve the frame building (heff=6 ; Meff=267.4[Ton])
Seismic Rating/Class of the Building. dy du ay
[m] [m] [g]
AB 0.025 0.062 0.084
SOa 0.038 0.062 0.126
SOb 0.050 0.062 0.168
SS 0.025 0.062 0.168
DO 0.025 0.124 0.084

4 PROPOSED SIMPLIFIED APPROACHES


FOR RC BUILDINGS

4.1 Conventional Approach for Reinforced


Concrete Building
Figure 6. Use of SLaMA method to capture the sequence of
events/mechanisms within an analytically-derived pushover Table 8 summarizes the effects and impact of the
capacity curve (NZSEE2017). different retrofit strategies on the Safety Indexes
The analytical procedure SLaMa can prove to be a and associated Seismic Class or Grade according
very useful tool to assist the decision-maker in the to the two guidelines.
evaluation of the “cost-efficiency” of each retrofit The As-built solution AB started with a IS-V of
solution and select the most appropriate one 62.36%, which corresponds to class BIS-V in the and
(Pampanin, 2017). Further analysis can be then C in (67% being the threshold between Earthquake
carried out to integrate the preliminary results and Prone and Earthquake Risk). The various solutions
develop a detailed retrofit intervention. are all substantially improving IS-V to up to 86-
89% leading (for SOb, SS, DO) to a AIS-V. In other
In the following section an example of a
terms, same improvement in terms of Life Safety
comparative evaluation of different retrofit
Risk and Classes can be theoretically obtained by
strategies will be carried out following a unified
implementing a strength-only (e.g. adding external
approach, accounting for either the impact on the
post-tensioned rebars) or a stiffness and strength
Safety Index % and on the Expected Annual
Losses, EAL (or PAM) and following the

SG03-206
(adding external walls/braces) or a ductility only solutions Ductility Only (DO), Strength Only
(FRP, confinement etc) retrofit strategy. (SOb) and Strength and Stiffness (SS) provide
increasing levels of reduction of the direct costs,
Table 8. Safety indexes IS-V and %NBS and Seismic expressed in PAM, respectively, as they act more
Grade/Classes for the alternative as-built and retrofit directly to the increase in stiffness and thus limit
solutions the costs associated to the damage to (drift-
PGAc %IS-V IS-V %NBS sensitive) non-structural elements.
class grade
AB 0.169 62.36 BIS-V CNBS
SOa 0.206 76.01 BIS-V BNBS 5 PROPOSED ADVANCED
SOb 0.237 87.45 AIS-V ANBS
MACROSEISMIC METHOD
SS 0.24 88.56 AIS-V ANBS An advanced MMA, mechanical-macroseismic
DO 0.234 86.35 AIS-V ANBS cross-calibrated, approach, compliant with
ITA2017 is herein proposed as an easy-to -
implement procedure, articulated in the following
steps:
4.1 Assessment of PAM and final class and
considerations around that.
Step 1. Derive V and Q indexes as a function of
the key capacity curves parameters, ay, T, μ Eq.
However, using %NBS or IS-V as sole indicator of (3 and 4) developed with a SLaMa approach.
performance is clearly not sufficient. Recent Refined V and Q values based on a cross-
socio-economic consequences of the Canterbury calibration with comprehensive SLaMA analyses
Earthquake Sequence 2010-2011 had confirmed for different prototypes/classes of buildings are
once again that “targeting Life Safety is not currently under development. By comparing the V
enough” (Pampanin, 2012). The capacity curves values obtained with this first step and those
corresponding to the AB and different Retrofitted shown in Table 1, a good insights on the EMS-98
configuration have then be used to evaluate the vulnerability class can be derived.
PAM or EAL, following the procedure outlined in
ITA2017 (in line with other international Step 2. Derive an equivalent macroseismic IS-V
standards, i.e. FEMA and research-based  (SLV )
approaches). index as: IS  V  D,C (7)
 D,D (SLV )
As shown in Table 9, The PAM for the AB
solution is 1.7% of the Cost of Construction of a
new building, thus corresponding to a Class CPAM. where μD,C (SLV) and μD,D (SLV) are the mean
So itself the actual Risk Class according to the damage capacity and demand, respectively,
Italian guidelines for the AB solution would be corresponding to the life safety limit state, SLV, as
lower than originally anticipated, i.e. C*, as the shown in Eq 8 and 9.
minimum between the BIS-V and CPAM.
D,C (SLi )  f (I S Li ,VC ,QC ) (8)
Table 9. PAM values and Seismic Grade/Classes for the
alternative as-built and retrofit solutions
PAM ISV PAM Risk Class D,D (SLV )  f (I S LV ,VE EMS98
 0.1,Q  3.3) (9)
[%] Class Class ITA2017
AB 1.7 BIS-V CPAM B Step 3. Similarly, the equivalent macroseismic
SOa 1.2 BIS-V BPAM B PAM value can be derived, as a function of the
Sob 1.0 AIS-V APAM A predicted damage distribution, through the
SS 0.8 AIS-V APAM A evaluation of the occurrence probability pCR of the
Reconstruction Cost, CR, as shown in Eq. 10:
DO 1.1 AIS-V BPAM B

5
Not all the retrofit strategies can achieve the same pCR   wCR,k pDk (10)
level of PAM reduction and thus improvement of k0
the seismic class. In particular, for almost identical where:
Safety Index (86-88%) the last three retrofit

SG03-207
pDk, with k from 0 to 5, are the probability features and complementary benefits of the recently
calculated for the 5 different EMS-98 damage released Italian and New Zealand guidelines, ITA2017
damages, starting from μD, and NZSEE2017, for the seismic assessment and
and wCR are weighting factors. seismic risk rating of existing buildings, and of the
macroseismic-mechanical cross-calibrated approach
The assessment of the weighting factors wCR was (MMA) by Lagomarsino and Giovinazzi (2006) for
obtained from empirical relationships derived territorial scale analysis. With reference to a case-study
from the statistical analysis of the damage and the building, consisting of a three storey pre-1970
consequences observed after past earthquakes. reinforced concrete frame structure, the impact and
effects of alternative retrofit strategies, i.e. strength-
Table 10 and Fig. 7 reports the comparison of only, stiffness-only and ductility-only, were compared
alternative retrofit strategies according to the in terms of Safety Index IS-V or %NBS, Seismic
proposed mechanic-macroseismic method in terms Rating/Grading, PAM/EAL, and V and Q based on this
of V, Q, EMS-98 classes, mean damage values, advanced MMA approach.
EAL curves and PAM classes. The proposed method, based on the use of a simplified
The trends and impact previously obtained with analytical (SLaMA) procedure, can be developed either
the mechanical model (SLaMA based approach) within a fully mechanical-based or a mechanical-
are confirmed, highlighting the potential of the macroseismic cross-calibrated (MMA) approach, for
proposed mechanical-macroseismic cross- either individual buildings or classes of buildings.
correlated approach for a territorial scale analysis
to support a national and long-term seismic risk
reduction plan. REFERENCES
Beetham T. 2013. Simplified displacement based
performance assessment of retrofit alternatives for
decision making. Master thesis, IUSS, University of
Table 10. Comparison of alternative retrofit solutions Pavia, Italy.
according to the proposed mechanic-macroseismic method Building Act 2004. Department of Building and Housing-Te
Tari Kaupapa Whare, Ministry of Economic
Development, New Zealand Government, Wellington,
EMS-98 SLO SLD SLV SLC PAM PAM New Zealand.
V Q Class μD μD μD μD [%] Class Del Vecchio, C., Gentile, R., Pampanin, S., 2017. The
AB 0.76 2.3 BEMS-98 1.1 1.6 3.8 4.2 1.27 BPAM Simple Lateral Mechanism Analysis (SLaMA) for the
SOa 0.62 2.3 CEMS-98 0.6 0.9 3.0 3.6 0.9 APAM seismic performance assessment of a case study building
damaged in the 2011 Christchurch earthquake.
SOb 0.53 2.3 DEMS-98 0.3 0.6 2.4 3.0 0.7 APAM University of Canterbury Department of Civil and
SS 0.53 2.3 DEMS-98 0.3 0.6 2.4 3.0 0.7 APAM Natural Resources Engineering, Research Report 2016-
DO 0.69 2.7 CEMS-98 1.0 1.4 3.3 3.8 1.08 BPAM 02, New Zealand, ISSN 1172-9511
FEMA 2012. Seismic Performance Assessment of
Buildings. FEMA P-58, Prepared by Applied Technology
Council for the Federal Emergency Management
Agency.
Kircher, C. A., Whitman, R. V., and Holmes, W. T. (2006).
“HAZUS Earthquake Loss Estimation Methods.”
Natural Hazards Review, 7(2), 45–59.
Gentile, R., Fondi, L., Pampanin, S., 2017. Vulnerabilità
sismica di classi di edifici a telaio in C.A.: sensibilità
della probabilità di superamento dello SLV ai dettagli
costruttivi e ai materiali adottati, ANIDIS, Pistoia
Gentile, R., Del Vecchio, C., Uva, G., Pampanin, S., 2017.
Seismic Assessment of A RC Case Study Building Using
the Simple Lateral Mechanism Analysis, SLaMA,
Figure 7. Comparison of PAM/EAL curves, derived from the Method, Proceedings of Computational Methods in
proposed mechanic-macroseismic method, for the as-built Structural Dynamics and Earthquake Engineering,
and alternative retrofit strategies. Compdyn 2017, Rhodes Island, Greece, 15-17 June
Giovinazzi S 2005. The vulnerability assessment and the
damage scenario in seismic risk analysis. Ph.D Thesis of
6 CONCLUSIONS the doctoral course “Risk Management on the built
environment” jointly organized by University of
This paper presented a code-compliant simplified Florence (I) and TU-Braunschweig (D)
approach for the seismic rating of RC buildings and for Giovinazzi, S., Pampanin, S., and Lagomarsino S.
the selection of alternative retrofitting solutions. The Alternative Retrofit Strategies for Pre’70 R.C. Buildings:
proposed method combines and integrated the latest Vulnerability Models and Damage Scenarios. First
European Conference on Earthquake Engineering and

SG03-208
Seismology. Geneva, Switzerland, 3-8 September 2006
Paper Number: 1148
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Earthquake Engineering, Singapore
Giovinazzi, S. and Pampanin, S., 2007b, Mitigation
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Strategies at a Territorial Scale”, Proceedings NZSEE
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Grunthal G 1998. European Macroseismic Scale. Chaiers du
Centre Européen de Géodynamique et de Séismologie,
vol. 15 Luxembourg
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Issue, Bulletin of the New Zealand Society of Earthquake
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https://www.building.govt.nz/managing-
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2016, http://www.eq-assess.org.nz/
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del territorio nazionale e normative tecniche per le
costruzioni in zona sismica. G.U. n.105 del 8/05/2003
Pampanin, S. 2009. Alternative Performance-Based Retrofit
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Chapter 13, Book “Seismic Risk Assessment and
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E. Yuksel) Publisher Springer, pp. 267-295
Pampanin, S., 2017. Towards the practical implementation
of performance-based assessment and retrofit strategies
for RC buildings: challenges and solutions, Keynote
Lecture, SMAR2017, Zurich
Pampanin, S., 2012. Reality-check and Renewed challenges
in Earthquake Engineering: Implementing low-damage
structural Systems – from theory to practice, Bulletin of
the New Zealand Society for Earthquake Engineering,
45(4), pp. 137-160, December, ISSN 1174-9875,
Keynote Lecture at the 12th World Conference on
Earthquake Engineering, Lisbon 2012.

SG03-209
ANIDIS 2017
PISTOIA

Seismic damage assessment of r.c. strategic buildings: a case study


Claudio Valentea, Luigia Zuccarinoa, Alice Di Primioa, Antonella Arquillaa, Daniele Spinab
a
Department of Engineering and Geology, University “G. d’Annunzio” of Chieti-Pescara, Viale Pindaro, 42 – 65127
Pescara, Italy
b
DPC, Department of Civil Protection, Via Vitorchiano 2 – 00189 Rome, Italy

Keywords: Structural operational index; seismic damage assessment; strategic buildings.

ABSTRACT
Strategic buildings are requested to guarantee the structural operational conditions, after a seismic event, for civil
protection activities. It is, therefore, necessary to have appropriate methods capable to assess seismic induced
damage. In consideration of the large number of buildings to be assessed and the need for real-time results, these
methods should be simultaneously expeditious and reliable. In this paper, the results of the evaluation of the
seismic damage provided by two different methods are compared. The case study of a typical r.c. strategic building
is used on purpose. The two methods differ for the modeling level. The first one, simplified, was developed by the
Italian DPC for quick damage evaluation (SMAV) and adopts kinematic condensation to work with reduced order
models. The second one, sophisticated, is based on detailed FE models calibrated against experimental data. The
inter-storey drift is selected as the generalized damage parameter to assess structural operational conditions. These
latter are measured by the ratio between a limit drift, provided by technical codes, and the maximum drift caused
by an assigned earthquake. According to the case study, the assessment is repeated for two different earthquakes
having 100 and 475 years return period to take account, respectively, of light and severe damage conditions. The
good agreement between the results of both approaches proves the effectiveness of the simplified method for quick
damage estimates and constitutes a first validation of the SMAV approach.

SG03-210
ANIDIS 2017
PISTOIA

Stima del danno di edifici strategici in cemento armato: un caso studio


Claudio Valentea, Luigia Zuccarinoa, Alice Di Primioa, Antonella Arquillaa, Daniele Spinab
a
Dipartimento di Ingegneria e Geologia, Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara, Viale Pindaro, 42 – 65127 Pescara,
Italia
b
DPC, Dipartimento della Protezione Civile, Via Vitorchiano 2 – 00189 Roma, Italia

Keywords: indice di operatività strutturale; stima del danno sismico; edifici strategici

ABSTRACT
Gli edifici strategici devono garantire le condizioni di operatività post sisma per accogliere in sicurezza le attività di
protezione civile. È pertanto fondamentale disporre di metodi idonei alla valutazione del danno nelle strutture a
seguito di un evento sismico. Considerato l’elevato numero di edifici da valutare e la necessità di ottenere risultati
in tempo reale, tali metodi devono essere contemporaneamente speditivi ed affidabili. In questo articolo sono
comparati i risultati della valutazione del danno sismico di due differenti metodologie applicate a un edificio in c.a.
Le due metodologie differiscono per il livello adottato nella modellazione. La prima, semplificata, a ridotto numero
di gradi di libertà, in uso presso il DPC, per la valutazione speditiva del danno (SMAV). La seconda, sofisticata,
basata su un modello FE calibrato da dati sperimentali. Il drift di piano è scelto come parametro di danno
generalizzato per la valutazione dell’operatività strutturale. Nel caso di studio, tale valutazione è condotta per due
livelli di sisma, basso e alto, aventi periodo di ritorno rispettivamente pari a 101 e 475 anni. Il buon accordo tra i
risultati delle due metodologie mostra l’efficacia del metodo SMAV nelle stime speditive del danno sismico e
costituisce una prima validazione della metodologia semplificata.

Per quanto riguarda l’identificazione del


danno, sono correntemente applicate diverse
1 INTRODUZIONE tecniche basate sulla variazione dei parametri
Nell’ambito della gestione di una situazione di modali (frequenza e forme modali) prima e dopo
emergenza sismica, gli edifici strategici, come le un evento sismico (Ewins 2000). Tuttavia, la sola
caserme dei vigili del fuoco, gli ospedali e i identificazione dei parametri modali non è
municipi, assumono un ruolo fondamentale, in sufficiente ai fini della valutazione del danno.
quanto sono utilizzati per esplicare le operazioni Tra le diverse tecniche per l’estrazione dei
di soccorso alla popolazione, soccorso sanitario e parametri modali annoverate in letteratura si
coordinamento delle attività post sisma. Per tale ricordano quelle basate su misure di vibrazione
motivo, le Condizioni Limite per l’Emergenza ambientale, la cui semplicità di esecuzione,
(CLE) (Bramerini e Castenetto 2014), durante le condizioni di servizio di un edificio, e
stabiliscono che questi edifici devono rimanere l’indipendenza dalla eccitazione esterna,
pienamente operativi anche dopo un terremoto rappresentano solo alcuni dei numerosi vantaggi.
catastrofico e, quindi, anche in queste occasioni, Tali tecniche, basate essenzialmente su Analisi
non devono essere gravemente danneggiati. Modale Operativa (OMA) consentono, inoltre, un
Assicurare l’operatività strutturale significa, notevole risparmio di tempo e costi (Reynders
quindi, conoscere l’effettiva capacità di un dato 2012), (Cimellaro e De Stefano 2014). Di recente
edificio e pertanto la necessità di garantire una l’OMA è stata impiegata per indentificare la
protezione sismica degli edifici strategici non può frequenza fondamentale della struttura e calibrare
prescindere dalla conoscenza del comportamento la parte iniziale delle curve di fragilità (Gueguen
dinamico della struttura. A questo fine, l’uso dei 2013).
parametri modali sperimentali ha contribuito a Per quanto riguarda l’uso dell’OMA per la
risolvere diversi problemi, propri dell’ingegneria valutazione della vulnerabilità sismica, in (Michel
strutturale, quali la valutazione del danno, la et al. 2008) è studiato il comportamento sismico
stima della vulnerabilità sismica il monitoraggio di un edificio a partire da un modello
strutturale (Charles et al. 2004) e (Li et al. 2014). monodimensionale di trave a taglio con masse
SG03-211
concentrate ai piani oppure con modello a fibre soglia che individuano i diversi livelli di danno.
non lineare alla Timoshenko (Michel et al. 2010). In particolare, se si fa riferimento alle condizioni
In quest’ultimo lavoro, il modello è in grado di di operatività strutturale, il grado di superamento
cogliere una deformazione accoppiata a flessione di tali condizioni può essere valutato attraverso
e taglio, ma non tiene conto degli effetti torsionali un indice convenzionalmente riferito al rapporto
a causa del suo carattere monodimensionale. La tra capacità e domanda dell’edificio, per un dato
matrice delle rigidezze del modello è costruita terremoto.
impiegando le frequenze derivanti dalle misure di Come sarà illustrato nel paragrafo 5 il modello
vibrazione ambientale, con l’ipotesi di SMAV adotta un approccio probabilistico in cui
accoppiamento modale. Il limite di questo sia il massimo IDR che la soglia di danno sono
modello è quello di essere calibrato per edifici alti caratterizzati da una distribuzione di probabilità.
e regolari in pianta, ma non è adatto a edifici Tuttavia per rendere possibile il confronto con i
irregolari che sovente caratterizzano il patrimonio risultati di un modello FEM deterministico si è
edilizio. scelto di esprimere i risultati delle analisi
Tuttavia, le frequenze ricavate da prove di attraverso un indice convenzionale pari al
vibrazione ambientale sono generalmente diverse rapporto tra il valore limite di drift,
da quelle derivanti da vibrazioni sismiche. Nel rappresentativo della condizione di danno
caso di edifici in cemento armato, ad esempio, in strutturale, assunto in modo deterministico, e il
cui gioca un ruolo fondamentale la tamponatura, massimo drift di piano atteso, corrispondente per
si osserva una riduzione delle frequenze pari al SMAV al valore medio della distribuzione di
40%, come riportato in (Gueguen 2013) e (Snoj probabilità:
et al. 2013).
IDRSLD
Queste limitazioni sono state superate dalla Indice  (2)
metodologia SMAV (Mori et al. 2015) (Acunzo max(IDR)
et al. 2015) che permette di trattare anche edifici Secondo quanto richiesto dalla CLE, il livello
geometricamente e strutturalmente irregolari e
prestazionale di un edificio strategico è quello
tiene esplicitamente conto dalla variazione delle
dell’operatività strutturale corrispondente, in
frequenze di risonanza al crescere dell’intensità
NTC08, agli Stati Limite di Esercizio.
sismica.
Si distingue cioè in Stato Limite di
Nel presente lavoro i risultati ottenuti con la
Operatività, più restrittivo, escludendo
metodologia SMAV per la valutazione della
interruzioni di servizio significative, e Stato
vulnerabilità sismica e per la stima del danno di
Limite di Danno (SLD), per il quale “la
un edificio strategico in cemento armato,
costruzione nel suo complesso subisce danni tali
proposto come caso studio, vengono confrontati
da non mettere a rischio gli utenti e da non
con quelli ricavati attraverso un approccio più
compromettere significativamente la capacità di
sofisticato basato su una modellazione FEM.
resistenza e di rigidità nei confronti delle azioni
Lo scopo è quello di mostrare l’effettiva
verticali ed orizzontali, mantenendosi
efficacia di un approccio semplificato per la stima
immediatamente utilizzabile pur nell'interruzione
del danno e verificarne l’affidabilità.
d'uso di parte delle apparecchiature” (Dolce et
al. 2017).
2 INDICE DI DANNO La soglia di drift, utilizzata convenzionalmente
per la verifica allo SLD, è pari al 3 per mille per
Il drift di piano o Inter-story Drift Ratio (IDR) edifici in c.a., corrispondente al valore prescritto
è il parametro della risposta sismica più dalla normativa quando nel modello numerico
direttamente correlato allo stato di danno adottato sono incluse anche le tamponature.
strutturale di un edificio in cemento armato. Si ricorda che la CLE richiede che gli edifici
L’IDR è geometricamente definito come il strategici conservino lo stato di operatività anche
rapporto tra lo spostamento relativo, che si in occasione di un terremoto distruttivo per
verifica tra due punti, i e i-1, della stessa verticale l’edilizia residenziale. In conseguenza di tale
δ = δi – δi-1, e la distanza, H = Hi – Hi-1, tra i due definizione, per la verifica delle condizioni di
punti selezionati. operatività strutturale di un edificio strategico
 sono considerati due differenti scenari di
IDR  (1) riferimento con probabilità di superamento
H dell’azione sismica pari a:
Lo stato di danno può essere valutato - 10% in 50 anni, corrispondente cioè a un
confrontandolo il massimo IDR con i valori di periodo di ritorno di 475 anni. Si fa quindi

SG03-212
riferimento ad un’azione sismica tale da
indurre il raggiungimento dello stato limite
ultimo, precisamente di salvaguardia della
vita, che precluderebbe totalmente l’uso degli
edifici residenziali progettati secondo le
NTC08;
- 63% in 100 anni, corrispondente a un periodo
di ritorno di 101 anni secondo quanto
prescritto da NTC08 per la verifica degli
edifici strategici allo SLD.

3 CASO STUDIO
L’edificio strategico selezionato come caso
studio per la valutazione del danno, è la scuola Figura 2. Pianta piano tipo, Piano terzo livello.
IPSIAS “Di Marzio-Michetti", sita a Pescara. La documentazione reperita è scarsa e relativa al
La scuola, è un tipico edificio degli anni ’70, solo Corpo C, corrispondente al blocco centrale, e
in cemento armato, con struttura irregolare in pertanto l’attività sperimentale e successiva
pianta e in altezza. È composto da tre corpi di modellazione hanno riguardato solo questa
fabbrica (Corpo A, B e C), tre officine e una porzione di edificio, evidenziato in rosso in
palestra. Figura 3.
I corpi di fabbrica, ospitano aule, locali
amministrativi e spazi comuni. Si sviluppano per
sei piani (22 m circa), di cui cinque fuori terra.
Le officine e la palestra, invece, raggiungono i
10 m di altezza. Tutti i corpi sono strutturalmente
indipendenti per la presenza di giunti tecnici.
La Figura 1 riporta un planimetrico schematico
CORPO C
dell’intero complesso con indicazione dei giunti
tecnici (in tratteggio) e la pianta del terzo piano
(piano tipo), Figura 2.

Figura 3. Corpo C, vista dall’alto della scuola IPSIAS.


Essendo la documentazione tecnica reperita
incompleta, è stata eseguita una progettazione
simulata, necessaria per la definizione del
modello FEM. I carichi e le azioni di progetto
sono stati desunti dalla normativa dell’epoca,
mentre le caratteristiche meccaniche e di
resistenza dei materiali, calcestruzzo e acciaio,
sono state assunte in coerenza con i valori tipici
di resistenza dei materiali di edifici analoghi per
destinazione d’uso, età e regione.
Successivamente, è stata eseguita un’indagine
più accurata basata su rilievi geometrici
finalizzati al controllo dimensionale degli
elementi strutturali.
Figura 1. Schema planimetrico della scuola IPSIAS. Sono state effettuate anche prove non
distruttive su alcuni elementi opportunamente
selezionati, finalizzate e alla caratterizzazione dei
materiali e alla verifica di quanto assunto nel
progetto simulato.

SG03-213
4 ATTIVITÀ SPERIMENTALE
L’attività sperimentale è basata su prove di
vibrazione ambientale eseguite durante le normali
condizioni di funzionamento dell'edificio.
Preliminarmente, è stata svolta una fase di
progettazione delle misure, finalizzata al
posizionamento ottimale della strumentazione e
alla definizione delle diverse configurazioni di
prova.
È stato assunto un comportamento rigido di
piano per ciascun impalcato. Tenendo conto del
modello di cinematismo adottato, su ciascun
impalcato, sono stati posizionati due
accelerometri biassiali, per la registrazione delle
vibrazioni nelle due direzioni principali
dell’edificio. Si è adottata una leggera ridondanza Figura 4. Disposizione dei sensori nella configurazione 1.
dei punti di misura per controllo delle
registrazioni. In entrambe le configurazioni i
sensori sono stati posizionati nelle due verticali
opposte della struttura, corrispondenti alle
pilastrate 4 e 26, Errore. L'origine riferimento
non è stata trovata..
Sono stati utilizzati sensori accelerometrici
piezoelettrici, modello PCB-393B31, con fondo
scala pari a 0.5 g e dinamica uguale o superiore a
140 dB, nell’intervallo 0.5-20 Hz, a cui
corrisponde un potere di risoluzione dell’ordine
di qualche μg. Per quanto riguarda l’acquisizione,
la digitalizzazione e la memorizzazione dei
segnali, sono stati impiegati quattro acquisitori
LMS SCADAS XS dotati di un convertitore
analogico digitale A/D con dinamica a 24 bit e un
ricevitore GPS per la sincronizzazione dei segnali Figura 5. Disposizione dei sensori nella configurazione 2.
registrati dai vari dispositivi collocati nei diversi Per entrambe le configurazioni sono stati
punti di misura. ricavati i parametri modali in termini di frequenze
Sono state, inoltre, adottate due differenti e forme modali. I primi modi di vibrare della
configurazioni di prova, al fine di valutare struttura sono stati identificati applicando le
l’efficacia del giunto relativo alla palestra sul metodiche dell’analisi modale operativa.
comportamento dinamico della struttura del corpo La qualità delle identificazioni è stata valutata
C. Non essendo in questo caso ben evidente, a attraverso degli indici di controllo quali
differenza degli altri giunti tecnici, la reale l’AutoMAC (Modal Assurance Criterion) che
indipendenza tra i due corpi di fabbrica. stima la dipendenza lineare tra le forme modali e
Nella prima configurazione, gli accelerometri in questo caso mostra valori prossimi all’unità.
sono stati posizionati in tutti gli impalcati del solo Le prime tre frequenze e corrispondenti forme
corpo C, Figura 4. modali sono riportate, in Figura 6, distinte per le
Nella seconda configurazione, sono stati due configurazioni.
spostati due sensori dal piano di solaio meno È emerso che il comportamento dinamico del
sensibile alla copertura della palestra, Figura 5. Il blocco C non è influenzato dalla presenza dei
giunto viene così monitorato attraverso 2 sensori corpi attigui. Questo risultato è confermato da
paralleli e due ortogonali allo stesso. diversi aspetti: (i) le frequenze identificate si
Sono state quindi eseguite due registrazioni di mostrano invarianti rispetto alla configurazione di
rumore ambientale, una per ciascuna prova, (ii) anche le forme modali del corpo C si
configurazione. Ciascuna registrazione ha una mostrano altamente correlate per ciascun modo
durata complessiva di 3600 s con una frequenza delle due configurazioni, (iii) il moto per i due
di campionamento pari a 100 Hz. corpi di fabbrica.

SG03-214
sviluppato da (Acunzo et al. in stampa). Secondo
questo approccio la matrice di massa di un
Configurazione 1 Configurazione 2 edificio è ottenuta concentrando tutte le sue
proprietà inerziali sugli N impalcati della
struttura. Inoltre ciascun impalcato è idealmente
suddiviso in una serie di poligoni, a
comportamento rigido nel piano orizzontale, che
si muovono indipendentemente l’uno dall’altro.
L’intera massa dell’edificio è distribuita tra i vari
poligoni e concentrata nel loro baricentro, mentre
Modo 1: fR = 3.36 [Hz] le forme modali sperimentali e la risposta
dinamica sono espresse attraverso le traslazioni e
le rotazioni rigide dei poligoni.
Il frequency-shift è uno dei maggiori problemi
nell’impiego delle vibrazioni ambientali per la
modellazione del comportamento sismico di
edifici esistenti. Infatti le frequenze di risonanza
di un edificio decrescono durante il “moto forte”
Modo 2: fR = 3.56 [Hz] di un terremoto, divenendo sensibilmente
inferiori rispetto alle frequenze naturali
identificate con Analisi Modale Operativa. In
SMAV questo fenomeno è tenuto in conto
definendo per ciascuna tipologia strutturale una
Frequency Shift Curve (FSC), che mette in
relazione il massimo “drift al tetto” (MRD) con il
decremento percentuale delle frequenze di
Modo 3: fR = 3.61 [Hz] risonanza, assunto uguale per tutti i modi. Per
Figura 6. Frequenze e forme modali identificati: “drift al tetto” si intende il drift medio misurato a
configurazione 1 e 2. livello della copertura.
La FSC di ciascuna tipologia strutturale è
ottenuta attraverso un semplice modello non
5 METODOLOGIA SMAV lineare della tamponatura e assumendo che la sua
riduzione di frequenza, per un certo valore del
SMAV è un modello matematico per predire la drift, sia direttamente correlata con la riduzione
risposta sismica di un edificio esistente attraverso della sua rigidezza secante rispetto alla rigidezza
la sovrapposizione dei contributi modali tangente all’origine. È importante sottolineare
sperimentali. Quest’ultimi sono estratti dalle che, a differenza delle frequenze di risonanza, le
vibrazioni ambientali utilizzando tecniche di forme modali sono assunte invarianti con il
Analisi Modale Operativa (OMA). L’idea alla progredire della deformazione e quindi
base del modello è quindi molto semplice, ma per dell’eccitazione sismica.
poter essere effettivamente applicabile, essa Nel calcolare la risposta sismica di un edificio,
necessita la risoluzione di due problemi il suo comportamento non lineare o non
fondamentali: (i) OMA fornisce esclusivamente stazionario, a cui è dovuto il decremento di
le forme modali non scalate per cui i coefficienti frequenza, è considerato attraverso un’analisi
di partecipazione sismica non possono essere lineare equivalente. Partendo dalle frequenze
ricavati direttamente dai dati sperimentali; (ii) le naturali identificate dal rumore ambientale,
frequenze di risonanza che governano la risposta attraverso un’analisi spettrale per sovrapposizione
sismica di un edificio sono in generale inferiori modale, si calcolano gli spostamenti relativi agli
alle frequenze naturali identificate delle spigoli dei poligoni rigidi. Il valore del MRD
vibrazioni ambientali (fenomeno del frequency- risultante è inserito nella FSC dell’edificio,
shift). fornendo la percentuale di riduzione delle
Per la stima delle masse modali da misure frequenze di risonanza. Dopo aver aggiornato le
della sola risposta dinamica, sono stati proposti frequenze del modello SMAV, l’analisi spettrale
diversi metodi come in (Brincker et al. 2004) o in viene ripetuta calcolando un nuovo valore di
(Khatibi et al. 2009), ma l’unico effettivamente MRD. La procedura continua fino a quando la
applicabile per SMAV è quello basato su modello variazione percentuale di frequenza tra due passi
a poligoni rigidi (Multi Rigid Polygons - MRP) successivi è inferiore a una soglia prefissata. La

SG03-215
risposta sismica dell’edificio in termini di tenuta costante per tutti i raffinamenti successivi
accelerazioni assolute, spostamenti relativi e di del modello di partenza. L’introduzione di
IDR è quindi calcolata utilizzando l’analisi ulteriori elementi strutturali è avvenuta a parità di
spettrale dell’ultima iterazione. massa ed ha, dunque, influenza solo sulle
È utile osservare che, se i parametri geometrici rigidezze del modello.
e meccanici della tamponatura sono considerati La determinazione delle masse è stata
come variabili aleatorie, il risultato dell’analisi effettuata in conformità alla reale situazione
lineare equivalente sopra descritta non è un valore
dell’edificio, in occasione delle prove di
deterministico del massimo IDR, ma la sua
vibrazione. In particolare, i carichi variabili sono
Funzione Densità di Probabilità, assume la forma
di una distribuzione lognormale, (Mori e Spina stati calibrati sulle reali masse presenti, mentre il
2015). contributo delle tamponature ha tenuto conto
Inoltre se le condizioni di operatività delle bucature presenti. Le masse così calcolate
strutturale dell’edificio sono definite attraverso sono state affidate all’impalcato di propria
una Funzione di Probabilità Cumulata, competenza. Il contributo delle masse della
dipendente dal massimo IDR, è possibile copertura è stato attribuito al sesto e ultimo
calcolare l’Indice di Operatività Strutturale (Iops) impalcato. In Figura 7 è raffigurato il modello
dell’edificio, cioè la probabilità che esso conservi FEM iniziale.
la propria operatività strutturale per un certo input
sismico.

6 MODELLAZIONE FEM
La modellazione FEM dell’edificio è stata
utilizzata per convalidare i risultati della
metodologia speditiva SMAV. A tal fine, è stato
implementato un modello ad elevato grado di
dettaglio rispetto alle convenzionali ipotesi di
modellazione, che è stato ottimizzato tramite
procedure di aggiornamento di modelli a partire Figura 7. Modello FEM iniziale.
dai dati sperimentali, ottenuti dalle prove di
vibrazione ambientale.
Il modello è stato reso progressivamente più
complesso introducendo al passo, rispetto ad un
modello di base, quelle peculiarità strutturali che
potessero avere influenza sulla risposta dinamica
dell’edificio.
Il modello iniziale è un modello spaziale a
travi e pilastri con maglia regolare e con assi
convergenti nei nodi in assenza di eccentricità e
senza tenere conto delle dimensioni finite del
nodo. Il modello si compone di sei impalcati
corrispondenti ad altrettanti piani dell’edificio. I Figura 8. Articolazione prospetto e vista delle tamponature
collegamenti verticali (vano scala e nucleo presenti sul lato palestra.
ascensore) rilevanti ai fini della distribuzione
delle rigidezze, sono stati modellati con elementi Il modello iniziale, o modello 0, è stato
piani a quattro nodi. progressivamente modificato attraverso
Anche in considerazione dell’elevato l’inserimento e la corrispondente calibrazione dei
interramento dell’edificio, l'interazione tra parametri ritenuti significativi ai fini della
struttura e terreno non è considerata ed i vincoli riproduzione dell’effettivo comportamento
alla base delle colonne sono assunti come incastri dinamico misurato.
perfetti. I singoli contributi considerati sono appresso
Al modello iniziale è stata assegnata la massa elencati:
complessiva dell’edificio. Tale massa è stata

SG03-216
- Modello 1: inserimento della dimensione finita In questo caso rapporti unitari indicano
del nodo trave-colonna che comporta perfetta coincidenza tra il modello e la misura
eccentricità delle linee d’asse e presenza di sperimentale.
terminali rigidi; Modello Numerico vs Modello Sperimentale
- Modello 2: inserimento del diaframma di 1,4
piano tramite elementi piani a quattro nodi 1,2
r1 r2 r3
dotati di opportuna rigidezza per la 1,0
simulazione del comportamento membranale 0,8

r
0,6
nel piano e flessionale fuori piano;
0,4
- Modello 3: inserimento di elementi ad 0,2
elasticità concentrata per la simulazione 0,0 Modello 1 Modello 2 Modello 3 Modello 4 Modello 5 Modello 6
dell’interazione con i corpi attigui separati dal Sperimentale Sperimentale Sperimentale Sperimentale Sperimentale Sperimentale
blocco C mediante giunti tecnici; r1 0,71 0,75 0,76 0,92 0,84 0,90
r2 0,70 0,76 0,77 0,89 1,02 0,89
- Modello 4: inserimento di elementi del tipo r3 0,80 0,85 0,86 1,01 1,15 1,00
puntone equivalente per la modellazione delle
tamponature cieche; Figura 10. Rapporti tra le frequenze numeriche e quelle
sperimentali.
- Modello 5: modifica delle caratteristiche
geometriche del puntone equivalente, tramite Dall’analisi dei dati in Tabella ed in Figura, si
coefficienti di letteratura, per tenere conto osserva come passando dal modello 1 al modello
della presenza di bucature, Figura 8; 5, e quindi all’aumentare della sofisticazione del
- Modello 6: calibrazione delle caratteristiche di
modello, i rapporti in frequenza mostrino un
rigidezza del puntone equivalente ridotto sulla
base dei dati sperimentali da prove di progressivo incremento con r3 sistematicamente
vibrazione ambientale. superiore a r1 e r2. Questo accade in maniera
In Figura 9 è illustrato il modello FEM finale evidente soprattutto nel caso di inserimento delle
aggiornato (modello 6). tamponature. Il modello finale, modello 6,
conseguente alla ricalibrazione del modulo
elastico riallinea i rapporti, in media e in scarto,
verso i valori sperimentali. Nel seguito saranno
discussi solamente i risultati relativi al modello 6,
quello maggiormente rappresentativo.

7 RISULTATI
L’obiettivo del lavoro è la validazione della
metodologia SMAV, finalizzata alla stima
speditiva del danno sismico, attraverso il
confronto dei risultati con un modello FEM
Figura 9. Modello FEM finale aggiornato.
sofisticato e calibrato sui dati sperimentali.
In Tabella 1 sono riportate a confronto le Considerato che l’interesse è rivolto alla
frequenze dei diversi modelli, sopra elencati, con condizione di operatività, il parametro di
quelle derivate sperimentalmente. La stessa confronto utilizzato è lo spostamento relativo
informazione è riportata in Figura 10 in termini di inter-piano, nel seguito drift (di piano). Allo
rapporto numerico-sperimentale (r1, r2, r3) per le scopo sono considerati due terremoti con periodo
prime tre frequenze identificate. di ritorno pari a 101 anni (danno lieve) e 475 anni
(danno severo).
Tabella 1. Riepilogo frequenze, modelli FEM.
L’input sismico è definito in termini di spettro
f1 [Hz] f2 [Hz] f3 [Hz] di accelerazione relativo alla categoria di
Sperimentale 3,36 3,56 3,61 sottosuolo di terreni tipo “C”, con SS = 1.5 e ST=
Modello 1 2,38 2,50 2,90 1.0. Le analisi di vulnerabilità sismica sono
Modello 2 2,52 2,69 3,08 condotte attraverso un’analisi dinamica modale
Modello 3 2,56 2,73 3,09 con q = 1.5. La verifica della operatività
Modello 4 3,10 3,18 3,63 strutturale è condotta impiegando l’indice
Modello 5 2,83 3,63 4,16 definito dalla (2), che si ricorda essere il rapporto
Modello 6 3,03 3,18 3,61 tra il drift limite accettabile, qui assunto pari al

SG03-217
3‰, ed il drift massimo registrato per un dato Sisma direzione X_Tr=475 anni
sisma. Nelle Figura 11 e Figura 12 è riportato il 4
confronto tra i risultati ottenuti con le
metodologie SMAV e FEM in termini di drift di FEM_Pil 4
3
piano per i quattro livelli fuori terra del corpo C, SMAV_Pil 4
FEM_Pil 26
in corrispondenza alle due intensità sismiche SMAV_Pil 26
considerate: bassa (TR = 101 anni) e alta (TR = 2

Livello
475 anni).
I drift sono riportati per i due allineamenti
strumentati corrispondenti alle pilastrate 4 e 26 e 1
per le due direzioni principali dell’edificio ( X =
trasversale, Y = longitudinale) per tenere conto 0
Drift
degli effetti direzionali del sisma. -0,010 -0,005 0,000 0,005 0,010
Dall’analisi della Figura 11 e della Figura 12
emergono le seguenti considerazioni valide per
entrambe le metodologie: (i) il profilo dei drift Sisma direzione Y_Tr=475 anni
rimane sostanzialmente inalterato all’aumentare 4
dell’intensità sismica, (ii) i drift maggiori sono
associtati alla direzione longitudinale, (iii) il drift FEM_Pil 4
3
non è regolare in altezza, (iv) il massimo drift per SMAV_Pil 4

entrambe le direzioni è localizzato a livello del FEM_Pil 26


SMAV_Pil 26
primo piano. 2

Livello
Sisma direzione X_Tr=101 anni
4
1

3 Drift
0
FEM_Pil 4
-0,010 -0,005 0,000 0,005 0,010
SMAV_Pil 4
FEM_Pil 26 Figura 12. Confronto drift metodologia SMAV e FEM
2
Livello

SMAV_Pil 26
(Pilastrate 4 e 26; direzione X-trasversale e Y-
longitudinale), sisma TR =475 anni.
1 Dal confronto dei risultati ottenuti con le due
metodologie si può affermare che, almeno per il
Drift caso studio in esame, esiste un ottimo accordo nel
0
calcolo dei drift di piano. La differenza tra i drift
-0,005 -0,003 -0,001 0,001 0,003 0,005
FEM e SMAV è infatti inferiore al 10%.
Sisma direzione Y_Tr=101 anni In Figura 13 è mostrato un confronto tra gli
4 indici di danno, calcolati applicando le due
metodologie proposte e utilizzando l’equazione
FEM_Pil 4
(2). Per entrambi i livelli sismici considerati (TR
3 = 101 anni, TR = 475 anni) si osserva, di nuovo,
SMAV_Pil 4
FEM_Pil 26 un ottimo accordo tra le due metodologie SMAV
SMAV_Pil 26 e FEM che forniscono indicazioni coerenti
Livello

2 indipendentemente dal livello sismico.


Nel caso TR = 101 anni entrambi i valori
1
dell’indice di danno sono di poco inferiori ad 1
testimoniando un danno minimo ed una
sostanziale operatività strutturale.
Drift Nel caso TR = 475 anni i valori dell’indice
0
-0,005 -0,003 -0,001 0,001 0,003 0,005 sono ancora comparabili, ma questa volta assai
Figura 11. Confronto drift metodologia SMAV e FEM minori di 1, testimoniando danno elevato ed
(Pilastrate 4 e 26; direzione X-trasversale e Y- inagibilità strutturale.
longitudinale), sisma TR=101 anni.

SG03-218
Indici di danno Danno globale
1,0 60
0,912
0,837
0,8 SMAV Tr= 712 anni
FEM 45

% danno
Indici

0,6
30 Tr= 336 anni
0,4 0,320 Tr=147 anni
0,278
15
0,2 Tr=47 anni Tr= 82 anni
statica
0,0 0
Tr=475 Tr=100 0 20 40 60 80 100
% PGA
SLV SLD
Figura 13. Confronto tra gli indici di danno, approccio Figura 14. % di danno in funzione del livello di accelerazione
semplificato (SMAV) e approccio sofisticato (FEM). sismica.

Per disporre di un inquadramento organico dei Danno Travi-Pilastri


60
risultati, anche se al di là degli scopi del presente
lavoro, ha interesse capire a cosa corrisponde il
45
danno misurato tramite il drift di piano in termini
di crisi degli elementi strutturali (travi e pilastri). % danno
Tr= 712 anni
In Figura 14 è riportata la percentuale di danno 30
globale in funzione del livello di azione sismica Tr= 336 anni
(% PGA). Valori nulli di PGA corrispondono alla 15 Tr= 147 anni
Tr= 47 anni Tr= 82 anni
condizione statica. In Figura 15 è riportata la statica
stessa informazione, ma suddivisa per travi e 0
pilastri. 0 20 40 60 80 100
% PGA
In ascissa è riportato l’incremento di PGA a % danno pilastri % danno travi
passi discreti del 20% rispetto al massimo che Figura 15. % di danno su travi e pilastri in funzione del livello
corrisponde ad una accelerazione sismica pari a di accelerazione sismica.
0.15 ag/g per un periodo di ritorno di 712 anni.
In ordinata è invece riportata la percentuale di
danno intesa come rapporto tra il numero di
8 CONCLUSIONI
elementi danneggiati (travi + pilastri) ed il
numero totale degli elementi resistenti. Nel presente articolo è stato proposto un
Così ad esempio, nel caso attuale, a TR = 101 confronto tra due differenti metodologie per la
anni corrisponde una % PGA di circa 50 ed una previsione del danno sismico di edifici esistenti:
percentuale di danno strutturale inferiore al 10% la metodologia semplificata e speditiva SMAV e
(Figura 14) con un numero di travi danneggiate l’analisi attraverso modellazione FEM sofisticata
pari a circa il doppio dei pilastri (Figura 15). e calibrata su dati sperimentali.
Il caso invece di TR = 475 anni corrisponde ad I due approcci differiscono profondamente per
il tipo di modellazione, ma utilizzano entrambi
una % PGA di circa 90 ed una percentuale di
modelli calibrati su dati sperimentali. Il primo,
danno strutturale dell’ordine del 30% con un SMAV, sviluppato dal Dipartimento della
numero di travi danneggiate di poco superiore al Protezione Civile (DPC), è un approccio
numero di pilastri danneggiati. semplificato a ridotto numero di gradi di libertà
È interessante notare che anche l’indice di tramite condensazione cinematica. Il secondo
danno basato sulla (2) è di poco sotto l’unità per invece, fa uso di un modello sofisticato agli
TR =101 denunciando quantomeno un danno elementi finiti che incorpora elementi di dettaglio
incipiente, mentre è decisamente basso per TR = generalmente trascurati nelle modellazioni
475 anni caso in cui il danno è generalizzato a convenzionali, ma che influenzano la risposta
tutto l’edificio. strutturale.
Le metodologie sono state applicate a un caso
di studio costituito da un edificio esistente in
calcestruzzo armato. Lo scopo è stato quello di

SG03-219
validare i risultati della metodologia SMAV per health monitoring for infrastructures Structural
applicazioni della stessa in grande scala. Monitoring and Maintenance 1(1), 1-45.
Michel, C., Gueguen P., e Bard, P., Y., 2008. Dynamic
Quale parametro di confronto è stato scelto un parameters of structures extracted from ambient
indice di danno basato sul drift di piano in vibration measurements: an aid for the seismic
considerazione delle finalità legate alla vulnerability assessment of existing buildings in
valutazione della operatività strutturale a seguito moderate seismic hazard regions Soil Dynamics and
dell’evento sismico. Earthquake Engineering 28, 593-604.
Nel caso di studio, tale valutazione è condotta Michel, C., Gueguen, P., El Arem, S., Mazars, J., Kotronis,
P., 2010. Full-scale dynamic response of an RC building
per due livelli di sisma, basso e alto, per under weak seismic motions using earthquake
verificare l’efficacia della metodologia SMAV recordings, ambient vibrations and modeling,
anche in condizioni limite di applicabilità. Earthquake Engineering and Structural Dynamics,
Il confronto tra i risultati delle due 39:419–441.
metodologie mostra un ottimo accordo sia in Mori, F., and Spina, D., 2015. Vulnerability assessment of
strategic buildings based on ambient vibrations
termini distribuzione dei drift, sia come indice di measurements Structural Monitoring and Maintenance,
danno generalizzato per entrambi i livelli di 2(2) 115-132.
azione sismica considerata e mostra l’efficacia Mori F., Acunzo, G., Fiorini, N., Pagliaroli, A., Spina, D. e
del metodo SMAV nelle stime speditive del Dolce, M. 2015. La metodologia SMAV (Seismic
danno sismico. Model from Ambient Vibrations) per la valutazione
dell’operatività strutturale degli edifici esistenti, Atti del
XVI convegno ANIDIS, 13-17 settembre 2015,
L’Aquila.
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metodologia SMAV. Atti del XVI convegno ANIDIS, 19(1), 51-124.
13-17 settembre 2015, L’Aquila. Snoj, J., Sterreicher, M., Ö., e Dolšek, M., 2013. The
Acunzo, G., Fiorini, N., F. Mori, D. Spina, Modal mass importance of ambient and forced vibration
estimation from ambient vibrations measurement: A measurements for the results of seismic performance
method for civil buildings, Mechanical Systems and assessment of buildings obtained by using a simplified
Signal Processing 98C, 2018, pp 580-593 (in stampa). non-linear procedure: case study of an old masonry
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SG03-220
ANIDIS 2017
PISTOIA

Affidabilistic assessment of the seismic vulnerability of an existing RC


building
Amedeo Gregoria, Michele Angiolillia
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, Via Giovanni Gronchi 18, 67100 L’Aquila

Keywords: Sesmic vulnerability, affidabilistic method, uncertaintis, ID, fragility curves

ABSTRACT
Seismic assessment of existing structures made in accordance to Italian rules (NTC08) are performed in
deterministic way, no taking into proper account several uncertainties that characterize the assessment procedure
itself. Affidabilistic assessment methods allow, instead, to consider the effect of different types of uncertainties on
the seismic response analysis of the structures and on the calculations of the average annual frequency of exceeding
of the considered limit states. In technical document CNR 212/2013 (in Italian) a comparison between deterministic
and probabilistic approaches is discussed and different types of uncertainties are recognized. In particular,
uncertainties are divided in aleatory type and in epistemic type respectively; moreover, an affidabilistc method is
proposed for the seismic assessment of existing structures as a conceptual extension of the semi-probabilistic Limit
State method already well known as design method for new structures. In the present study, the affidabilistc
method proposed in CNR 212/2013 has been applied to the seismic assessment of a existing reinforced concrete
building, built in the 80’s in L’Aquila and classified as a strategic structure. In this study, uncertainties related to
the mechanical properties of the materials were assumed to be aleatory, while uncertainties related to the
knowledge of the structural details, expecially those related to the mechanical behavior of structural elements, have
been treated as epistemic. In particular, the effect of infills elements on the global dynamic response of the structure
under seismic conditions have been considered as an epistemic variable. The structural response have been assessed
operating a direct integration of the equations of the motion solved for the structure under both the components of
the earthquake. In particular, seven different earthquakes (natural records) have been selected to be compatible with
the design spectrum assigned by NTC 08 to the considered geographic coordinates of the site. These records have
been gradually scaled to perform complete Incremental Dynamic Analyses of the structure. Numerical simulations
have been carried out driving the structural model till the collapse conditions. Values of the acceleration obtained
from IDA and related to well defined Limit States (Damage and Collapse respectively) have been statistically
treated and median values have been calculated according to Log- Normal distributions. On the base of curves
provided in DT CNR 212/2013, median values of the accelerations calculated as above allowed to determine the
Annual Frequency of Exceedance (AFOE) of the considered Limit States for the structures. The inverse of the
obtained AFOE values correspond to the return periods for the structures at the considered Limit States. These
periods have been compared to those obtained according to traditional assessment of the structure, operated in
accordance to NTC 08 by means of non linear static analysis (pushover). The study highlighted the results obtained
in accordance to affidabilistic procedure DT CNR 2012/2013 to be more conservative than those obtained with
traditional approach. Moreover, from fragility curves built on IDA results, a probability of exceeding of the
considered limit states have been calculated, which is no possible to determine when assessment of existing
structure are carried out with deterministic procedures.

SG03-221
ANIDIS 2017
PISTOIA

Valutazione affidabilistica della vulnerabilità sismica di un edificio esistente in


calcestruzzo armato
Amedeo Gregoria, Michele Angiolillia
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, Via Giovanni Gronchi 18, 67100 L’Aquila

Keywords: Vulnerabilità sismica, Metodo affidabilistico, Valutazioni incertezze, IDA, Curve di fragilità.

ABSTRACT
La valutazione di vulnerabilità sismica di edifici esistenti in accordo con le NTC08 non tiene in considerazione
varie fonti di incertezza riscontrabili nel corso delle analisi. I metodi “affidabilistici” consentono, invece, di
determinare l’influenza delle incertezze di alcune variabili sulla risposta sismica della struttura quantificando la
probabilità di superamento di uno stato limite espressa in termini di frequenza media annua. Una procedura di
questo tipo è proposta nel Documento Tecnico del CNR n.212/2013. Nel presente lavoro, tale metodologia viene
applicata ad un edificio strategico in calcestruzzo armato degli anni ’80, assumendo come incertezze di tipo
aleatorio la variabilità delle caratteristiche meccaniche dei materiali e come incertezze di tipo epistemico i difetti di
conoscenza della struttura e del comportamento meccanico dei suoi elementi componenti (effetto delle
tamponature). Per la valutazione della risposta sismica del modello sono state eseguite analisi dinamiche non
lineare incrementali IDA, con accelerogrammi naturali spettro-compatibili scalati fino al raggiungimento del
collasso strutturale. I risultati ottenuti hanno permesso di evidenziare che, per gli stati limite considerati, le
frequenze medie annue di superamento calcolate attraverso il metodo affidabilistico risultano superiori a quelle
individuate con il metodo tradizionale attraverso analisi pushover nell’ipotesi di valori deterministici per le
resistenze meccaniche dei materiali.

- le scelte di modellazione e del metodo di


analisi;
1 INTRODUZIONE - il difetto di conoscenza circa le capacità
Le “Istruzioni per la Valutazione ultime di componenti strutturali non
affidabilistica della sicurezza sismica di edifici progettati per azioni sismiche.
esistenti” (CNR-DTn.212) presentano molte e Tali incertezze richiedono che lo strutturista
significative novità tra cui l’individuazione sopperisca, con la propria esperienza alla carenza
dell’effettivo livello di protezione della struttura, di informazioni, introducendo così una
misurato in termini di probabilità di superamento soggettività nella scelta dei valori di alcune
di ogni stato limite considerato. Per la verifica variabili con conseguente incertezza nell’esito
delle costruzioni esistenti, le attuali Normative della valutazione di sicurezza finale.
prevedono, sia in ambito nazionale (NTC, 2008) In questo lavoro, che si inserisce in una più
e internazionale (UNI EN 1998-1), come unico ampia ricerca numerico - sperimentale, si intende
elemento caratterizzato in probabilità l’azione valutare la vulnerabilità sismica di un edificio
sismica di verifica. In realtà, nel problema della strategico in calcestruzzo armato attraverso
valutazione entrano, invece, molte altre fonti di l’utilizzo del metodo affidabilistico secondo il
incertezza non sempre esplicitamente modellate. CNR-DTn.212, effettuando poi un confronto dei
In particolare, esse si legano a: risultati con quelli ottenuti secondo le
- la difficile formulazione di una metodologie usualmente adottate nella pratica
definizione univoca degli stati limite; professionale, qui definite “tradizionali”. I dati di
- l’impossibilità di conseguire una output considerati per il confronto sono espressi
conoscenza completa di un organismo in termini di valori della frequenza media annua λ
esistente; di superamento degli Stati Limite di Danno e di
Collasso (λSLD e λSLC). Nel metodo affidabilistico,

SG03-222
questi valori si ottengono combinando le curve di raggiungimento dello stato limite di
pericolosità del sito con quelle di fragilità della interesse e che costituisce il risultato di
struttura. riferimento per l’analisi di sensitività;
- assumendo una variazione delle resistenze
dei materiali pari, rispettivamente, a ±10%
2 IL METODO AFFIDABILISTICO per l’acciaio e ±20% per il calcestruzzo
In merito alla conoscenza della struttura si rispetto ai valori medi, si stabiliscono i
distinguono dati che possono ritenersi noti in valori minimi e massimi delle resistenze
senso deterministico (ovvero caratterizzati da un dei materuali da utilizzare nelle varie
margine di incertezza trascurabile) e per essi si analisi;
adotta un unico valore in tutte le analisi - si eseguono due analisi pushover
strutturali. Altri dati, invece, sono affetti da considerando, alternativamente, le
incertezza dovuta sia alla variabilità intrinseca resistenze dei materiali entrambe al valore
delle proprietà della struttura che al difetto di
massimo ed al valore minimo determinati
conoscenza della struttura stessa o del
come sopra. Dalle due analisi, si
comportamento meccanico dei suoi elementi
componenti. Nel primo caso si parla di incertezze ottengono rispettivamente le accelerazioni
aleatorie; nel secondo di incertezze epistemiche. ak,max e ak,min descrittive della capacità
Si rende quindi necessario quantificare della struttura;
l’influenza delle incertezze sulla risposta sismica - si calcola l’indice di sensitività ai
della struttura. A tal fine è opportuno eseguire parametri con la relazione:
un’analisi di sensitività che consente di scegliere a -a
il modello più idoneo e di individuare i parametri ∆k ' = k ,max k ,min (1)
a
geometrici, meccanici dai quali dipende Dall’osservazione dei risultati (Tabella 1),
maggiormente la risposta valutata per la struttura. l’indice di sensitività assume un valore
Le incertezze aleatorie sono modellabili come percentuale (42.9%) molto maggiore del massimo
variabili aleatorie x continue, caratterizzate da ritenuto accettabile (10%) (CNR-DTn.212)
una funzione densità di probabilità f(x). Nel evidenziando come la risposta valutata per la
presente lavoro, quali variabili aleatorie si struttura sia fortemente influenzabile dalla
considerano le resistenze meccaniche dei variabilità delle resistenze assunte per i materiali.
materiali calcestruzzo e acciaio, rispettivamente In tali circostanze si può decidere di approfondire
indicate come fc ed fy. Quale variabile epistemica le indagini, per ottenere valori caratterizzati da
viene invece considerato il contributo delle minore incertezza e quindi assumerli
tamponature, per questo modellato in vario modo. successivamente come deterministici, oppure, nel
Per non incrementare il già grande numero di caso in cui questo non sia possibile, si
analisi richieste in conseguenza delle possibili considerano le variabili ancora come tali,
combinazioni di tutte le variabili già considerate, associando ad esse un valore mediano e una
la resistenza dei materiali per le tamponature sono deviazione standard definibili secondo una
state assunte come deterministiche. distribuzione log-normale dei risultati delle prove
in sito, come fatto in questo studio.
2.1 Incertezze aleatorie
Usualmente, nelle analisi tradizionali, si
2500
utilizzando i valori medi delle resistenze ottenute
a seguito di indagini in sito, poi penalizzati 2000

attraverso l’uso dei fattori di confidenza. 1500


Taglio [kN]

In accordo al CNR-DTn.212, si esegue 1000


un’analisi di sensitività al fine di individuare in 500
che modo l’assunzione di valori diversi da quelli
0
medi per le resistenze fc ed fy del calcestruzzo e
0.000

0.005

0.010

0.015

0.020

0.025

0.030

0.035

0.040

dell’acciaio (naturalmente variabili) influenzino


la risposta sismica valutata per l’intera struttura. Spostamento [m]
VALORI MEDI VALORI MIN VALORI MAX
Si procede quindi come descritto in seguito:
- si esegue un’analisi pushover su modello Figura 1. Confronto tra le curve di capacità ottenute da
assumendo i valori medi per le resistenze analisi pushover operate rispetto alla direzione più critica e
dei materiali e si valuta l’accelerazione di caratterizzate da valori minimi, massimi e medi delle
resistenze meccaniche fc e fy.
picco al suolo â che determina il

SG03-223
Tabella 1. Valori dell'accelerazione individuati con analisi realizzazione dell’opera risalente agli anni ‘80)
Pushover e che portano allo SLC nell’ipotesi di valori (Figura 3).
minimi e massimi delle resistenze meccaniche stabilite per
calcestruzzo e acciaio.
Resistenze(fc e fy) agSLC (m/s2) ∆k’SLC

medie 1.844
0.429
min 1.216

max 1.844 Figura 3. Localizzazione dei danni sui pilastri a seguito


dell’incremento di taglio dovuto all’effetto delle
tamponature (sinistra); prospetto frontale dell’edificio in cui
si evidenzia la particolare tipologia di finestre con
disposizione a nastro (destra).

L’incertezza epistemica considerata è quella


relativa ai possibili modelli FEM utilizzabili per
la schematizzazione del contributo offerto dalle
tamponature. La difficoltà di realizzare una
modellazione numerica affidabile è dovuta a
numerosi fattori quali:
- il numero elevato dei parametri meccanici
che governano in misura significativa il
comportamento d'insieme;
- l'influenza delle aperture sulla rigidezza e
sulla resistenza del pannello;
- le condizioni di contatto tra il telaio ed il
muro in funzione del ritiro della malta e
qualità di esecuzione;
- l'interazione del comportamento nel piano
e fuori piano del pannello;
Figura 2. Funzioni di densità di probabilità con
distribuzione Log- Normale delle variabili fc e fy con - l'importanza dei fenomeni del secondo
indicazione dei valori mediani e di quelli riferiti al 16° e ordine per gli elementi snelli e/o fragili.
84° percentile rispettivamente.
L’effetto delle tamponature rientra negli aspetti di
2.2 Incertezze epistemiche conoscenza della costruzione che vengono
ricondotte a variabili discrete, che comportano la
Le incertezze epistemiche sono legate scelta tra modelli alternativi. Nel CNR-DT-n.212
all’imperfetta conoscenza dell’organismo si valuta l’effetto delle incertezze epistemico
strutturale e la loro scelta è significativa per la mediante la tecnica dell’albero logico, nel quale
valutazione della frequenza di superamento annua ciascuna delle variabili determina la nascita di un
λSL di uno stato limite. ramo a cui viene associata una probabilità o peso
Nel caso di studio, si individua un’incertezza p(x) . Data l’impossibilità di determinare quali tra
epistemica dovuta all’effetto delle tamponature le risposte ottenute dalle differenti modellazioni
sulla risposta della struttura. L’edificio, presenta FEM si avvicinasse maggiormente al
una tamponatura realizzata direttamente a comportamento reale della struttura, i due diversi
contatto con gli elementi strutturali (senza giunti rami sono considerati equiprobabili (peso 0.5).
di separazione) e che si sviluppa limitatamente in
altezza, con presenza di finestre “a nastro” sia al Nel presente lavoro, l’influenza dovuta
piano terra che al secondo piano. L'osservazione all’incertezza sul tipo di modellazione per le
diretta dei danni subiti dall’edificio a seguito tamponature è stata analizzata considerando i
dell’evento sismico del 6 aprile 2009 ha seguenti due modelli FEM, rispettivamente
evidenziato il problema di maggiori sollecitazioni riconducibili a comportamenti di tipo fragile e
taglianti per le colonne disposte in adiacenza alle duttile:
tamponature, con evidenza di rotture locali in - Puntone equivalente: il comportamento
disaccordo ai principi della Gerarchia delle della tamponatura si assimila a quello di
Resistenze (poco garantiti all’epoca di un elemento frame a cui si assegna una

SG03-224
rigidezza k ed una cerniera assiale a 2⋅ | a j1 − a j 2 |
“controllo di forza” (modello fragile). In ∆j =
a j1 + a j 2
questo caso, la forza di rottura della biella (3)
equivalente, oltre la quale l’elemento Dove aj1 e aj2 sono le accelerazioni al suolo
frame non esplica resistenze, è che portano allo stato limite adottando i due
determinata dalla relazione (2) prendendo modelli alternativi (j1= Puntone equivalente,
in considerazione l’effettivo spessore t j2=Molla non lineare).
della muratura, l’altezza della biella
equivalente w e della tensione di rottura
minima σu tra quelle corrispondenti ai
quattro meccanismi di rottura: trazione
diagonale, scorrimento dei giunti,
compressione negli angoli e compressione
diagonale (Bertoldi et al, 1993):
N u = t ⋅ w ⋅ min(σ u ) (2)
- Molla non lineare (NonLinearLink): si
specifica il legame forza-spostamento dei
singoli pannelli murari (Figura 4) ottenuto
dal valore della resistenza di snervamento
Nu dato dalla (1), dallo spostamento al Figura 5. Confronto tra le curve di capacità ottenute
limite elastico e dagli spostamenti ud ed uu schematizzando le tamponature, nel modello numerico
che definiscono, rispettivamente, la fine strutturale, con puntoni equivalenti e con molle non lineari.
del tratto plastico con l’inizio del degrado Dall’osservazione dei risultati (Tabella 2),
e il collasso del pannello. Questi l’indice di sensitività assume un valore
spostamenti sono stati definiti pari a 2 e 4 percentuale (9%) inferiore al massimo ritenuto
volte lo spostamento al limite elastico uy accettabile (10%) evidenziando come la risposta
= Nu/k in accordo a (CNR-D.T. n.212). valutata per la struttura sia poco influenzabile dal
tipo di modellazione adottato per le tamponature.
Pertanto, è possibile scegliere un’unica tipologia
di modellazione delle tamponature da adottare nel
proseguo delle analisi. Generalmente tale scelta
ricade sul modello più cautelativo. Nel nostro
caso tuttavia, la scelta è ricaduta sul modello a
“puntone equivalente” più adatto per lo
svolgimento delle successive analisi dinamiche
incrementali (IDA).
Figure 4. Legami Sforzo normale-Spostamento adottati per Osservando la risposta strutturale del modello
i vari pannelli murari (disposti ai diversi livelli della numerico privo di tamponature (Figura 5), è
costruzione) ricavati in funzione delle loro caratteristiche evidente una variazione sia in termini di
geometriche. resistenza che in termini di spostamenti ultimi
rispetto ai modelli numerici con tamponatura.
Gli elementi rappresentativi delle murature Pertanto, nelle successive analisi si considerano,
sono posizionati in modo eccentrico rispetto ai due rami dell’albero logico: il modello senza
nodi trave-colonna, così da cogliere gli effetti tamponatura (A) e il modello con tamponatura a
locali di incremento di taglio sulle travi e sulle puntone equivalente (B).
colonne. Inoltre, alle estremità degli elementi
colonna, nel modello della struttura, sono Tabella 2. Calcolo di ag allo SLC adottando, nel modello
considerati dei tratti rigidi di specifica lunghezza, numerico, le tamponature schematizzate alternativamente
che riducono la luce effettiva di inflessione della come puntoni equivalenti e come molle non lineari.
colonna stessa, in accordo con la metodologia Modello tamponatura ag,SLC (m/s2) ΔjSLC
proposta da (Al-Chaars 2002). Puntone equivalente 1.481
0.090
Il parametro di sensitività rispetto alle variabili Molla non lineare 1.354
epistemiche è definito dalla relazione (3):

SG03-225
2.3 SELEZIONE INPUT SISMICO quelli di riferimento delle NTC08. In Figura 7 si
osservano i 7 spettri elastici ottenuti da REXEL e
Per la definizione dell’azione sismica si
la cui media (Average Specrum) risulta spettro-
preferisce l’utilizzo di accelerogrammi naturali in
compatibile con lo spettro elastico di SLC
quanto quelli artificiali sono caratterizzati da una
secondo normativa (Target spectrum).
banda di frequenze irrealisticamente ampia che,
in un’analisi di risposta sismica, possono
produrre un’amplificazione contemporanea, e
quindi poco realistica, dei diversi modi di
vibrazione del sistema. Inoltre, durante il sisma, il
terreno modifica le proprie proprietà meccaniche
adattandole all’ampiezza delle vibrazioni che
riceve. Dato che la rigidezza e la capacità di
dissipare energia dipendono dall’ampiezza del
livello deformativo, se l’azione sismica è poco
realistica la risposta sismica risulterebbe
anch’essa falsata (Iervolino I. , 2010). Figura 6. Analisi di disaggregazione per Pvr=10%. I colori
La selezione delle registrazioni reali deve rosso, blu e verde rappresentano rispettivamente le
pericolosità maggiori del 15%,10%,5%.
cercare di tener conto delle caratteristiche di
sismicità del sito attraverso i parametri che
maggiormente ne influenzano la pericolosità,
espressa in termini di probabilità di superamento
(PVr): Magnitudo (M) e distanza epicentrale (R).

La fonte ufficiale per l’identificazione della


pericolosità di sito e dei valori di
disaggregazione, disponibili solo per la PGA, è
l’INGV, con dati reperibili all’indirizzo web
http://esse1-gis.mi.ingv.it.
La Normativa fornisce la formulazione che
lega i valori del tempo di ritorno TR, della vita di Figura 7. Spettri elastici selezionati ed adattati allo spettro
elastico di normativa per lo SLC (Target Spectrum) già
riferimento VR e della probabilità di superamento scalati coi fattori SF ottenuti attraverso REXEL. Lo spettro
nel periodo di riferimento PVr secondo la medio (Average Spectrum) è ottenuto con un SF medio
relazione (4): pari a 4.81.
VR

Pvr = 1 − e TR (4) 2.3.1 Curve di pericolosità sismica del sito
Nella (4) si impone VR pari a 50 anni in quanto Ottenuti i 7 spettri elastici ed i relativi
i dati di disaggregazione INGV non ammettono accelerogrammi, occorre individuare le curve di
valori diversi. Questo, rappresenta una pericolosità sismica del sito da cui ricavare i
limitazione soprattutto per gli edifici strategici valori di domanda della frequenza annua di
caratterizzati da VR pari a 200anni. superamento degli stati limite (λSL) con cui
Assumendo valori di TR pari a 500 e 1000 confrontare quelli relativi alla capacità
anni, come suggerito dal CNR-DTn.212, dell’edificio calcolati dalle IDA come meglio
attraverso la (4) si ottengono, rispettivamente, descritto in seguito.
valori di Pvr=5% e Pvr=10% rispettivamente. Le curve di pericolosità ottenute dagli studi
Poiché le analisi di disaggregazione associate ai INGV presentano un grado di incertezza dovuto
due differenti TR conducono a risultati simili in alla stima delle Magnitudo, alla localizzazione
termini di M e R, nel presente studio sono stati dei terremoti, alla non perfetta conoscenza della
assunti i dati di disaggregazione riferiti a sismicità storica e alla incapacità del modello o
Pvr=10% indicati in Figura 6. Da essi si osserva della metodologia adottata di rappresentare
che l’intervallo di magnitudo M e distanze pienamente la realtà. Per questo motivo, il DT-
epicentrali R rappresentativi della massima CNR n.212 propone una modifica delle curve di
pericolosità del sito sono rispettivamente di pericolosità delle INGV operata attraverso
M=4.5÷6 e R=0÷20, utilizzati nel software l’utilizzo di un termine βH con cui i valori di λs
REXEL (Cosenza) per l’individuazione di (dove λs=1/TR) vengono trasformati in λsm con le
accelerogrammi naturali spettro-compatibili con seguenti relazioni:

SG03-226
ln S a (T1 )84% − ln S a (T1 )16% Tabella 4. Parametri che descrivono la curva di pericolosità
βH = (5) modificata secondo DT CNR 212 per il modello A
2 caratterizzato da T1=0.77s.
λsm = λs e1/2 β (6)
2
H
TR λs Sa(T1)16% Sa(T1)50% Sa(T1)84% βH λsm

2475 0,0004 0,50 0,56 0,73 0,19 0,0004


in cui Sa(T1)84% e Sa(T1)16% rappresentano le 975 0,0010 0,36 0,39 0,45 0,11 0,0010
accelerazioni spettrali riferite al periodo proprio 475 0,0021 0,26 0,27 0,31 0,09 0,0021
T1 della struttura lette dagli spettri di probabilità 201 0,0050 0,17 0,18 0,21 0,11 0,0050
uniforme SPU corrispondenti al 16° e 64° 140 0,0071 0,14 0,15 0,17 0,10 0,0072
percentile, come forniti in DPC-INGV in 101 0,0099 0,11 0,12 0,14 0,12 0,0010
funzione del sito. In Figura 8, come esempio, 72 0,0139 0,09 0,10 0,12 0,14 0,0140
sono rappresentati gli SPU relativi al 50° 50 0,0200 0,08 0,08 0,10 0,11 0,0201
percentile: ogni curva rappresenta lo spettro in 30 0,0333 0,06 0,06 0,07 0,08 0,0334
accelerazione corrispondente a varie probabilità
di superamento (Pvr= 2%,5%,10%...81%) e
quindi a vari periodi di ritorno TR (quest’ultimi
indicati dagli INGV come risultato della (4)
assumendo VR=50 anni). I dati ricavati in
corrispondenza del periodo fondamentale della
struttura (T1=0.77s e 0.65s per Modello A e B
rispettivamente) sono i valori di Sa(T1)50%
riportati in Tabella 4, mentre quelli letti in
corrispondenza di T=0s sono quelli di a(g)
indicati nella colonna centrale della Tabella 3 in
funzione di TR. I valori calcolati per βH e λsm Figura 8. Individuazione degli SPU mediani (50%) per tutte
sono riportati in tabella 4 e da essi si ottengono le PVR relative ai nove periodi medi di ritorno forniti nelle
le curve di pericolosità modificate richieste per le NTC08. Da essi si determinano i valori di Sa(g)
corrispondenti al periodo fondamentale di 0.77s
verifiche di vulnerabilità dal DT-CNRn.212 in (caratteristico del modello A).
sostituzione di quella costruita sui dati INGV
riportati in Tabella 3. Queste curve sono riportate
in Figura 9 in cui i valori delle frequenza media
annua sono riportati in scala logaritmica e dai
quali si evidenzia la differenza tra i valori
modificati λsm e quelli di base λs. Da osservare
che la curva di pericolosità che esprime i valori di
λs in funzione di a(g) è indipendente dalla
struttura; la curva di pericolosità utile per le
verifiche secondo la DT-CNRn212 è invece
funzione della struttura ed indica i valori
modificati della frequenza della frequenza annua
λsm in funzione delle accelerazioni spettrali Figura 9. Confronto tra la curva di pericolosità al 50°
Sa(T1) al periodo T1. percentile indicata dall’ INGV (rossa continua) e quelle
Tabella 3. Valori di a(g) che descrivono la curva di modificate secondo DT-CNRn.212 (ciano tratteggiata per il
Modello A con T1=0.77s, viola tratteggiata per il Modello
pericolosità del sito come forniti dall’INGV per le
B con T1=0.65s).
coordinate (lat: 42,3849, lon: 13,3548).

a(g)
TR λs 2.4 Modellazione della non linearità
16° percentile 50° percentile 84° percentile
2475 0,000 0,410 0,452 0,523
Per la modellazione delle non linearità
975 0,001 0,303 0,334 0,367 meccaniche possono essere adottati legami
475 0,002 0,238 0,261 0,284 costituitivi di tipo isteretico (con o senza degrado
201 0,005 0,173 0,190 0,204 ciclico di rigidezza ma senza degrado di
140 0,007 0,151 0,164 0,175
101 0,010 0,131 0,142 0,153
resistenza), in seguito denominato senza degrado,
72 0,014 0,111 0,122 0,132 oppure legami costituitivi con degrado di
50 0,020 0,092 0,104 0,111 resistenza, in seguito denominati con degrado.
30 0,033 0,068 0,079 0,087 Gli elementi strutturali colonna sono soggetti a
sollecitazioni combinanti di pressoflessione e

SG03-227
taglio. L’interazione tra queste sollecitazioni parametri d’interesse che rientrano nell’analisi
condiziona notevolmente la risposta anelastica in IDA sono:
prossimità del collasso delle strutture in - l’accelerogramma di base a: singola storia
calcestruzzo armato, specialmente per quelle del temporale in termini di accelerazione;
passato non progettate in accordo ai criteri della - il fattore di scala k: scalare non negativo
gerarchia delle resistenze. Pertanto, si adotta una che consente di ottenere un
modellazione a fibre che tiene in considerazione accelerogramma scalato ak=k·a
l’interazione tra sforzo normale e momenti - una misura d’intensità per il sisma IM:
flettenti rispetto ad entrambi gli assi di flessione, funzione non negativa di a e crescente con
senza necessità di specificare legami Momento-
k (ad esempio PGA, PVA, Sa(T1) per ξ=
Curvatura (necessariamente diversi per ogni
5%, ecc.);
elemento strutturale), ma definendo solo
opportuni legami costitutivi per i materiali. - condizioni che definiscono il
Dato che il modelli a fibre non risultano raggiungimento degli stati limite
adeguati a cogliere i fenomeni di degrado considerati in termini, ad esempio, di
associati ad elevati livelli di deformazione soglie per la rotazione alla corda, per il
(svergolamento e sfilamento delle barre, valore del taglio, valore del drift di
espulsione del conglomerato del nucleo in interpiano o di un punto di riferimento,
assenza di adeguato confinamento) essi si ecc.
considerano come modelli senza degrado (DT- In una prima fase gli accelerogrammi sono
CNRn.212). stati applicati adottando un fattore di scala k
Poiché l’approccio a fibre può risultare molto variabile da 0.05 a 0.4 ad incrementi di 0.05 così
intenso dal punto di vista computazionale è da stimare, per ciascun terremoto, il primo valore
necessario scegliere opportunamente il numero di k che porta la struttura al collasso. In una
di fibre con cui discretizzare le sezioni trasversali seconda fase, per garantire un livello di
degli elementi strutturali per ottimizzare i livelli precisione maggiore, gli incrementi di k sono stati
di precisione rispetto all’efficienza raffinati in prossimità del valore che porta al
computazionale delle analisi (Bandini, 2005). raggiungimento degli stati limite SLD e SLC, con
Nella stessa ottica, le ipotesi di legami costitutivi step di incremento di 0.005. Le condizioni di SLC
non lineari per i materiali possono essere adottate e SLD sono definite dal raggiungimento di alcune
anche solo all’estremità degli elementi strutturali soglie stabilite dal DT-CNRn.212 per le rotazioni
per tratti di lunghezza LPl (determinata attraverso alla corda, i drift e le sollecitazioni.
la formulazione presente nella Circolare In Figura 10 sono rappresentate curve IDA,
esplicativa) e mantenendo l’ipotesi di materiale una per ciascuno dei 7 accelerogrammi tipo
elastico nei tratti centrali. In questo studio, considerati. Per esse, in ordinata sono riportati i
nell’obiettivo di cogliere meglio il fenomeno del valori di accelerazione spettrale per il periodo
degrado ciclico delle resistenze, al calcestruzzo fondamentale T1 della struttura, ottenuti dai
del copriferro (non confinato) si è assegnato un corrispondenti spettri elastici degli
legame costitutivo diverso da quello riferito al accelerogramma scalati, di volta in volta, con il
calcestruzzo del nucleo interno alle armature fattore k; in ascisse sono considerati i
(confinato). corrispondenti valori dello spostamento Dmax
calcolato per un punto controllo in sommità
2.5 Analisi dinamica incrementale IDA all’edificio quando la struttura è sottoposta
all’accelerogramma scalato stesso. Lungo queste
L’analisi dinamica incrementale IDA prevede
curve, sono marcati dei punti che rappresentano
che la risposta della struttura sia calcolata
le condizioni di raggiungimento dello stato limite
considerandola sottoposta ad accelerogrammi
di danno (in verde) e di collasso (in blu) come
gradualmente scalati in intensità fino al
superamento delle soglie definite in termini di
raggiungimento del collasso strutturale. Questo
rotazioni alla corda o di massime sollecitazioni
consente la costruzione di curve, denominate
coerentemente ai criteri del DT-CNRn.212.
curve IDA, che rappresentano la variazione del
In particolare, le curve nel grafico di Figura
danno in funzione dell’intensità del sisma
10a si riferiscono al caso di modello A (senza
considerato consentendo di dedurre importanti
tamponatura) e quelle di Figura10b al modello B
proprietà della struttura in esame (Cornell, C. et
(con tamponature). Dall’osservazione dei dati si
al., 2002). Il metodo IDA trova riferimento nelle
evidenzia come la presenza di tamponature
procedure per la progettazione sismica in ambito
anticipi le condizioni di collasso in
internazionale (FEMA-350; FEMA-351). I
corrispondenza di spostamenti Dmax e di

SG03-228
accelerazioni di entità inferiori a quelle ottenute
in assenza di tamponature. Più avanti in questo
studio, questo è confermato dai valori mediani
delle distribuzioni di Sa(T1) allo SLC. Ciò è
dovuto all’effetto negativo delle tamponature che
generano azioni taglianti sui pilastri riducendo
sensibilmente le rotazioni θ per ciascun elemento.
Normalizzando i valori sulle ascisse, si
ottengono grafici come quelli di Figura 11,
relativi al modello senza tamponatura, e di Figura
12 per il modello con tamponatura. In questi
grafici, i punti che individuano le condizioni di
raggiungimento dei vari stati limite risultano
allineati su una verticale e per i corrispondenti
valori di Sa(T1) viene individuata una
distribuzione statistica di tipo log-normale. La
stretta applicazione del DT-CNRn.212
richiederebbe distribuzioni composte da almeno
30 valori come risultato di altrettante analisi IDA,
in questo studio ridotte a 7 per difficoltà oggettive
nella selezione di accelerogrammi naturali
richiesti. I valori di media e deviazione standard,
rispettivamente μln e σln , sono stati calcolati per Figura 11. Curve IDA normalizzate relative al Modello A e
rappresentare le distribuzioni in termini di densità relative distribuzioni Log-Normali delle Sa(T1) per lo SLD
di probabilità in Figura 11 e 12 e calcolare le (sopra) e lo SLC (sotto).
corrispondenti curve di fragilità di Figura 13
come loro integrali. L’integrazione delle
distribuzioni dei valori di Sa(T1) porta ad
ottenere, per gli SLC e SLD e per entrambi i
modelli (A e B), le curve di fragilità riportate in
figura 13 che esprimono la probabilità che lo
stato limite considerato assuma valori inferiori a
quelli mediani Sa(T1).

Figura 12. Curve IDA normalizzate relative al Modello B e


relative distribuzioni Log-Normali delle Sa(T1) per lo SLD
(sopra) e lo SLC (sotto).

In Figura 13 si osserva, inoltre, che per lo SLD


le curve di fragilità del Modello A e B sono
Figura 10. Curve IDA con indicazione degli SL per
pressoché coincidenti. Contrariamente, quelle di
modello A (sopra) e modello B (sotto). SLC indicano che per il Modello B (con
tamponature), la probabilità che lo stato limite sia

SG03-229
raggiunto è, per qualsiasi Sa(T1) considerata, Tabella 5. Risultati in termini di frequenza media annua di
sempre superiore a quella determinata per il superamento λsl (e corrispondenti Tr=1/λsl) per i valori di
Sa(T1) ricavati per i modelli A e B agli SLD e SLC.
Modello A.
Modello λSLD λSLC TR,SLD TR,SLC
A 0,034 0,013 29 77
B 0,036 0,028 28 36

I periodi di ritorno TR indicati in Tabella 5 sono


quelli da confrontare con i valori di norma in fase
di verifica di vulnerabilità della struttura. La
probabilità che gli stati limite SLD e SLC siano
raggiunti dalla struttura anche per periodo di
Figura 13. Curve di fragilità calcolate per SLC (in blu) e ritorno inferiori, è determinata dalle curve di
SLD (in verde), sia per il Modello A (senza tamponatura - fragilità. Questa probabilità è pari a circa il 50%
linee piene) sia per il modello B (con tamponatura - linee per entrambi i modelli A e B, anche se in
tratteggiate). corrispondenza di valori di Sa(T1) che allo SLC,
Le verifiche di vulnerabilità vengono tuttavia sono differenti per i due modelli.
condotte confrontando il valore della frequenza
media annua di superamento dello stato limite I valori di λSL così ottenuti per i due Modelli
considerato λSL e relativa alla struttura (capacità) rappresentano i risultati dei due rami della
con quella stabilita dalle norme e pari all’inverso procedura ad albero logico introdotta in 2.2 e dei
del periodo di ritorno di domanda. Pertanto, dopo quali è quindi necessario calcolare la media
aver calcolato i valori mediani agli stati limiti pesata assumendo per ciascuno un peso pari al
considerati delle Sa(T1), sia per il modello senza 50%. Le medie pesate sono risultate pari a
tamponatura (Modello A) che per quello con λSLD.=0.035 (TR,SLD=29anni) e λSLC.=0.020
tamponatura (Modello B), si utilizzano le curve di (TR,SLC=50anni).
pericolosità modificate (v.2.3.1) per determinare i
valori della frequenza media annua di
superamento (λSL di capacità) come in Figura 14. 3 VALUTAZIONI SECONDO IL METODO
I valori ottenuti per λSL (e corrispondenti TRADIZIONALE
TR=1/λSL) per i valori mediani Sa(T1) Il metodo tradizionale si basa sull’esecuzione
precedentemente ottenuti dalle IDA, sono riportati di analisi pushover senza valutazioni sulle fonti di
in Tabella5. incertezza. Tali analisi, nel presente lavoro, si
eseguono considerando un modello a plasticità
concentrata, specificando per ogni elemento
strutturale un legame Momento-Rotazione in
funzione del quantitativo di armatura, resistenza
dei materiali, dimensioni geometriche e stato di
sollecitazione (Circolare, FEMA).
Le curve di capacità (Figura 15) della struttura
sono state ottenute con le seguenti distribuzioni di
forze:
- proporzionali alla distribuzione dei tagli
di piano calcolati in un’analisi con spettro
elastico (push_taglio);
- proporzionale alle masse con
l’applicazione di un’accelerazione
uniforme su tutti i nodi dotati di massa
(push_accel)

Figura 14. Curve di pericolosità con indicazione dei valori


delle frequenze medie annue di superamento corrispondenti
ai valori di Sa(T1) del Modello A (sopra) e del Modello B
(sotto).

SG03-230
4 CONCLUSIONI
Il metodo affidabilistico di cui al DT n. 212 è
stato applicato per l’analisi di vulnerabilità di una
struttura esistente in calcestruzzo armato non
regolare in altezza (a causa della variazione della
massa sismica di oltre il 25% tra primo e secondo
piano). I risultati sono stati confrontati con quelli
ottenuti con un’analisi statica non lineare
tradizionale (pushover). Nell’approccio
affidabilistico sono state riconosciute variabili
Figura 15. Confronto tra le curve di capacità MDOF per le aleatorie (resistenza dei materiali) ed epistemiche
due distribuzioni di forze, per le direzioni X e Y del sisma e (effetto tamponature). Lo studio ha messo in
con imposizione delle eccentricità accidentali (E+, E-). evidenza differenze tra le curve di fragilità
ottenute per i modelli con e senza tamponatura,
Applicando il metodo N2 (Fajfar, 2000) è stato soprattutto per lo stato limite di collasso, con
possibile operare le verifiche nel piano ADRS capacità inferiore determinata per il modello con
(Acceleration Displacement Response Spectrum). tamponatura. I valori calcolati di frequenza media
Nel metodo tradizionale, la frequenza media annua di superamento degli stati limite con il
annua di superamento dell’intensità sismica λSL (o metodo tradizionale sono risultati meno
il corrispondente valore del periodo di ritorno cautelativi di quelli ottenuti con la procedura
TR=1/ λSL) che esprime la capacità della struttura, affidabilistica, che permette di associare ad essi
viene determinata operando una graduale anche una stima della probabilità di superamento
riduzione dello spettro sino ad individuare quello non determinabile nel metodo tradizionale.
che soddisfa l’uguaglianza tra domanda e
capacità. Attraverso una procedura iterativa si
REFERENCES
individua, quindi, uno specifico spettro di verifica
caratterizzato da un TR. Al-Chaar, 2002. Evaluating Strength and Stiffness of
Unreinforced Masonry Infill Structures.
Bandini, 2005. Analisi dinamica incrementale e analisi
Tabella 6. Parametri sismici relativi agli spettri di verifica secondo le indicazioni F.E.M.A..
Bertoldi, Decanini,, Gavarini, 1993. Telai tamponati
SL TR ag F0 T c* s η cc TB TC TD soggetti ad azioni sismiche. Un modello semplificato.
Collasso 88 0,13 2,31 0,29 1,2 1 1,41 0,14 0,41 1,61 Confronto sperimentale e numerico.
4 CNR, D.T. 2012-2013. Istruzioni per la Valutazione
Danno 69 0,11 2,32 0,28 1,2 1 1,41 0,14 0,41 1,61 Affidabilistica della Sicurezza Sismica di Edifici
8 Esistenti.
Invertendo i TR individuati in Tabella 6, si Cornell et al., 2002. Probabilistic basis for 2000 SAC
Federal Emergency Management Agency Steel Moment
determinano le λSL pari a 0.011 e 0.014 per SLC e Frame Guidelines. Journal of Structural Engineering.
SLD rispettivamente. I valori del periodo di Cosenza, Galasso, Iervolino. Spettri accelerogrammi e le
ritorno TR e di λSL così ottenuti risultano meno nuove norme tecniche per le costruzioni.
cautelativi di quelli determinati con la procedura Cosenza, Galasso, Iervolino, REXEL: computer aided
affidabilistica (Tabella 7) ai quali, tra l’altro, si record selection for code-based seismic structural
analysis.
può associare anche una probabilità di Eurocodice 8 UNI EN 1998-1. Progettazione delle strutture
superamento per ogni stato limite considerato, che per la resistenza sismica, s.l.:s.n.
rimane invece sconosciuta nel caso del metodo Fajfar, 2000. A nonlinear analysis method for performance-
tradizionale. based seismic design. Earthquake Spectra.
FEMA-350 – Recommended Seismic Design Criteria for
New Steel Moment-Frame Buildings
Tabella 7. Confronto tra i due metodi in termini di λSL e FEMA-351 – Recommended Seismic Evaluation and
periodo di ritorno Tr per SLD e SLC. Upgrade Criteria for Existing Welded Steel Moment-
Metodo λSLD λSLC TR,SLD TR,SLC Frame Buildings.
Iervolino, 2010, Pericolosità sismica e terremoti di
Tradizionale 0,014 0,011 69 88
progetto: strategie di selezione dell’input sismico per
Affidabilistico 0,035 0,019 29 50 l’analisi non lineare delle strutture.
NTC, 2008. Norme tecniche per le costruzioni, s.l.: s.n.

SG03-231
ANIDIS 2017
PISTOIA

The effect of stiffness variation in elevation on maximum IDR for existing RC


buildings
Maria Polesea, Marco Gaetani d’Aragonaa, Edoardo Cosenzaa, Andrea Protaa
a
Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura, Via Claudio 21, 80125 Napoli.

Keywords: IDR, stiffness variation, infills, RC frames, existing buildings

ABSTRACT (STYLE ABSTRACT TITLE)


The maximum interstorey drift IDRmax experienced during an earthquake is a significant parameter for the
assessment of potential seismic damage on buildings. Considering Reinforced Concrete RC buildings, both the
structural elements and part of the nonstructural elements and building contents are drift sensitive and can be
damaged for excessive IDR. There exist a number of proposals in literature for the simplified assessment of IDRmax.
However, they generally refer to tall buildings with uniform stiffness in elevation, or with gradual variation along
the height. On the other hand, existing gravity load designed RC buildings are generally irregular in elevation due
to stiffness variation; also when the infills contribution to the stiffness is considered, the presence of irregular
openings may determine significant stiffness variation along the height. This paper studies the effect of stiffness
variation along the height on the maximum expected IDR and evaluates the effectiveness of existing simplified
methods for its prediction. Referring to a class of Gravity Load Designed buildings, it was observed that the
approach proposed by Miranda (1999) yields generally good results if the buildings are uniformly infilled,
corresponding to uniform stiffness in elevation. However, when the possible variation of stiffness in elevation is
considered, due e.g. to the variation of opening percentage in the infilled panels, the simplified approach by
Miranda tends to underestimate IDRmax. In general, depending on the storey where the variation is concentrated and
on the entity of lateral stiffness variation a major or minor error of those models is observed.

SG03-232
ANIDIS 2017
PISTOIA

L’effetto della variazione di rigidezza in elevazione sui massimi drift


d’interpiano IDRmax per edifici esistenti in CA
Maria Polesea, Marco Gaetani d’Aragonaa, Edoardo Cosenzaa, Andrea Protaa
a
Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura, Via Claudio 21, 80125 Napoli

Keywords: IDR, rigidezza, tamponature, telai in CA, edifici esistenti.

ABSTRACT
Il massimo Interstory Drift Ratio (IDRmax) è un efficace indicatore della risposta dell'edificio e del potenziale danno
strutturale e non strutturale. Esistono diverse proposte in letteratura volte alla stima semplificata di IDRmax.
Tuttavia, esse sono sviluppate per edifici con rigidezza uniforme in elevazione o con una variazione graduale della
stessa. Gli edifici esistenti progettati per soli carichi gravitazionali (GLD) sono spesso irregolari in elevazione a
causa della variazione di rigidezza dei pilastri. Considerando il contributo delle tamponature alla rigidezza laterale,
si può riscontrare una significativa variazione di rigidezza causata dalla variazione della percentuale di aperture ai
vari piani. Questo lavoro studia l’effetto della variazione di rigidezza in elevazione su IDRmax atteso e valuta
l’efficacia delle formulazioni esistenti per la sua previsione. Facendo riferimento ad edifici GLD si è osservato che
l’approccio proposto in Miranda (1999) dà in genere buoni risultati per edifici uniformemente tamponati. Tuttavia,
quando si considera la possibile variazione di rigidezza in elevazione dovuta, ad esempio, alla variazione di
percentuale di aperture, l’approccio semplificato tende a sottostimare IDRmax. In generale si osserva un maggiore o
minore errore di tale modello predittivo in funzione del piano in cui tale variazione di rigidezza è concentrata e
dell’entità della variazione stessa.

accertato che l’IDR massimo non superi la soglia


del 5‰ in presenza di elementi non strutturali
1 INTRODUZIONE fragili collegati alla struttura (es. tamponature),
Il massimo Interstory Drift Ratio (IDRmax), del 7.5‰ per edifici con elementi non strutturali
definito come il rapporto del massimo duttili e dell’1% nel caso in cui gli elementi non
spostamento relativo fra due piani consecutivi e strutturali non interferiscano con le deformazioni
dell'altezza di interpiano, è un efficace indicatore laterali. Analogamente, nelle norme italiane
della risposta dell'edificio, utile alla (NTC, 2008), è presente la limitazione del 5‰
caratterizzazione del potenziale danno strutturale nel caso di tamponamenti collegati rigidamente
e non strutturale. Di recente, il parametro IDR è alla struttura che interferiscono con la
stato anche inserito esplicitamente come fattore deformabilità, e dell’1% per tamponamenti
discriminante per la stima dei costi di progettati in modo da non subire danni a seguito
riparazione/ricostruzione (Gaetani d’Aragona et di spostamenti di interpiano. Qualora la presenza
al., 2015; Polese et al., 2017) o quale parametro della tamponatura sia considerata esplicitamente
indiretto per la valutazione dei drift residui in nel modello, il limite del 5‰ deve essere
edifici danneggiati (FEMA, 2012). opportunamente ridotto, potendosi in tal caso
Vista la notevole sensibilità delle componenti riferirsi ai limiti validi per la muratura, ovvero il
non strutturali cosiddette “drift-sensitive” al 3‰ (Circolare, 2009).
danneggiamento causato da spostamenti In letteratura sono stati proposti diversi metodi
d’interpiano eccessivi, le moderne normative per la valutazione approssimata degli spostamenti
antisismiche a carattere prestazionale impongono laterali in campo elastico. L’approccio di Miranda
una soglia massima per tale parametro finalizzata (1999), concepito per strutture piane con
a limitare il danneggiamento non strutturale per la rigidezza uniforme in elevazione, consente un
verifica allo stato limite di danno SLD. Ad calcolo semplificato caratterizzato da una elevata
esempio, in EC8 – parte 1 (CEN, 2004) va accuratezza. Tale metodo è stato corretto in

SG03-233
(Miranda e Reyes, 2002; Alonso-Rodrìguez e piani è valutata con uno dei metodi illustrati al
Miranda, 2016) per tener conto di una possibile paragrafo 2.1. Va studiata, quindi, la risposta
variazione graduale di rigidezza in elevazione. dinamica di un sistema MDOF ad n gradi di
Tuttavia, il costruito italiano si discosta libertà. Come è noto, l’equazione del moto di tale
significativamente dalle tipologie di edifici sistema soggetto ad azioni sismiche si scrive:
moderni per i quali il metodo suddetto è stato mu  cu  ku  m ug (t ) (1)
verificato. Ad esempio, facendo riferimento ad
edifici in Cemento Armato C.A. progettati per in cui u è il vettore degli spostamenti orizzontali
soli carichi gravitazionali GLD (da Gravity Load relativi, u g(t) è l’accelerazione al suolo, m è la
Design), si riscontra notevole variazione della matrice delle masse, diagonale, con mjj massa
rigidezza in elevazione dovuta alla rastremazione concentrata al livello del piano j-mo, c e k le
piano per piano dei pilastri dimensionati per matrici di smorzamento e di rigidezza laterale,
carichi verticali (Masi, 2003; Polese et al., 2008, rispettivamente, ed  il vettore identità.
2011). Inoltre, nel caso si consideri
esplicitamente l’influenza delle tamponature sulla
rigidezza laterale di piano, non è infrequente che mn
si possano riscontrare brusche variazioni di … Kn,x
rigidezza lungo l’altezza dell’edificio a causa di …
mn …
una disposizione irregolare delle tamponature o Kn,y …
per la variazione della percentuale di aperture. … …
… …
In questo lavoro si vuole analizzare l’effetto … m2
… K2,x
della variazione di rigidezza in elevazione, tipica … m1
di edifici esistenti GLD, sulla variazione di … K1,x
m2
IDRmax rispetto al caso di edifici caratterizzati da K2,y
m1 Y
rigidezza uniforme in elevazione. Lo studio è
K1,y
effettuato per classi di edifici GLD definite in X
funzione del numero di piani. Fissata l’altezza
Figura 1. Modello elastico semplificato
dell’edificio, i modelli per edifici appartenenti
alla classe sono ottenuti considerando la Assumendo che i modi di vibrazione siano
variabilità di parametri geometrico/strutturali disaccoppiati, la risposta del sistema MDOF si
quali le dimensioni in pianta ed il numero di può ottenere sovrapponendo la risposta di n
campate ed effettuando il progetto simulato. oscillatori ad un grado di libertà SDOF che
Visto il gran numero di casi da analizzare, al fine rappresentano il contributo del modo di
di semplificare lo studio si utilizza un’analisi vibrazione n-mo alla risposta complessiva del
elastica semplificata in cui il sistema reale è sistema. Richiamando la formulazione riportata in
schematizzato come una mensola equivalente (Miranda e Akkar, 2006), il contributo del modo
MDOF con masse concentrate ai vari piani n-mo al tempo t per il sistema MDOF alla quota
collegate da elementi elastici la cui rigidezza adimensionale x(=z/H) può essere valutato come:
tagliante è opportunamente valutata in funzione
della rigidezza di travi e pilastri di piano, nonché un (x, t )   nn ( x) Dn (t ) (2)
delle tamponature, ove presenti. in cui n è il fattore di partecipazione modale del
modo n-mo, n è l’ampiezza del modo n-mo
(normalizzato) alla quota x e Dn è la risposta del
2 ANALISI ELASTICA SEMPLIFICATA sistema SDOF di periodo Tn e smorzamento
Si fa riferimento ad edifici a pianta assegnato.
rettangolare e simmetrica. Trascurando gli effetti Lo spostamento complessivo del Sistema MDOF
della eccentricità accidentale, lo studio si ottiene sovrapponendo l’effetto dei modi:
dell’edificio tridimensionale può essere N
ricondotto allo studio di due sistemi piani (treni di u(t )   un (t ) (3)
telai in direzione X – longitudinale - ed Y - n 1
trasversale). Ciascun sistema piano è
con n numero di modi del sistema piano MDOF,
schematizzato come una mensola equivalente
pari al numero di piani. Il drift d’interpiano al
multipiano (Fig. 1) in cui la massa è concentrata
livello j, IDRj, si ottiene come differenza degli
al livello degli n impalcati di piano e la rigidezza
spostamenti ai livelli j-mo e (j-1)-mo, diviso
dei singoli tratti di mensola che collegano i vari
l’altezza d’interpiano:

SG03-234
1 N metodi utilizzati in letteratura, si propone di
IDR j (t )   ( j , n   j 1, n ) Dn (t )
h n 1
(4) utilizzare la seguente espressione per :
1
   h 1  
con j,n e j-1,n le ampiezze del modo di vibrare n-    
mo ai piani j e (j-1), rispettivamente, ed h altezza   2h   EI (h  2h2 )  EI c B   
 (6)
  1  3  1  1  1   1  c 2 
  
d’interpiano. Infine IDRmax si ottiene come   h   A(2hh1  h )   h  EI c   
   EI 
massimo fra i massimi degli IDRj al variare di t.   c ABh   
Evidentemente, la risoluzione per il generico
sistema piano MDOF si basa su di un’analisi con Ic momento di inerzia della colonna, h altezza
modale semplificata in cui è necessario d’interpiano, A e B coefficienti calcolati in
caratterizzare, oltre alla matrice delle masse funzione di EI delle travi adiacenti (ai piani
(concentrate ai vari piani), ed allo smorzamento inferiore e superiore rispetto al pilastro), delle
(assunto pari al 5% per i modi 1 e 3), la rigidezza loro semi-lunghezze e di EIc/h, ed infine h1 e h2
tagliante ai vari livelli. Una volta ricavata tale
rigidezza si può procedere alla costruzione della distanze dei punti di nullo del diagramma del
matrice k da utilizzare per la ricerca degli momento per i pilastri superiore ed inferiore
autovalori e rispettive frequenze di vibrazione del rispetto a quello considerato. In particolare, h1 ed
sistema elastico. Con la schematizzazione h2 sono calcolati partendo dalle tabelle proposte
semplificata di sistema a mensola si ottiene una da Muto (1965) che ha svolto un’estesissima
matrice tri-diagonale; difatti, per una generica analisi parametrica per predire i punti di nullo su
forza applicata al piano i-mo, bloccando gli altri
piani, si ha una reazione elastica ai soli livelli colonne. In Caterino et al. (2013), è mostrato che,
immediatamente adiacenti, ovvero i-mo ed (i+1)- adottando questa formulazione si riesce a cogliere
mo. la rigidezza laterale di piano anche nel caso di
edifici di moderna progettazione in cui ci si
2.1 Valutazione semplificata della rigidezza di discosta maggiormente da un comportamento di
piano tipo shear-type.
Le procedure approssimate per la stima della 2.1.1 Effetto delle tamponature
rigidezza di piano sono generalmente basate La presenza delle tamponature modifica
sull’assunzione che il telaio si comporti come una sensibilmente la risposta sismica di edifici in
equivalente struttura shear-type, o che le rotazioni C.A., irrigidendo notevolmente il sistema e
dei nodi ad un piano o per piani consecutivi siano conferendo un significativo aumento di resistenza
simili. Difatti, il modello di telaio shear-type è per spostamenti orizzontali contenuti. Tuttavia,
molto usato per analisi speditive. Partendo da una disposizione irregolare delle tamponature
questa schematizzazione, la rigidezza laterale ki al rappresenta un fattore di vulnerabilità che può
piano i-mo di un telaio può essere calcolata come portare all’attingimento prematuro di meccanismi
somma della rigidezza tagliante delle colonne di crisi da scongiurare. Ad esempio, nel caso di
appartenenti al piano, ki=jkij (Caterino et al., assenza di tamponature o in presenza di forti
2013). La rigidezza kij della generica colonna può percentuali di aperture ad un piano si possono
essere espressa come: innescare meccanismi di piano soffice.
12 EI ij Tipicamente, la modellazione dell’effetto delle
kij   (5) tamponature sulla risposta sismica di edifici in
hi3 C.A. si effettua inserendo nei campi di telaio
in cui E è il modulo di elasticità del materiale, Iij tamponato dei puntoni equivalenti inclinati agenti
è il momento di inerzia della sezione, hi è in sola compressione. Per la modellazione
l’altezza di interpiano e  è un numero reale numerica dei pannelli (anche in campo
(0.25≤≤1) che dipende dal grado di vincolo anelastico) si può utilizzare, ad esempio, il
rotazionale offerto dalle travi adiacenti alle modello di puntone equivalente proposto in
estremità della colonna.  tende a 0.25 quando il (Panagiotakos e Fardis, 1996). In tale modello, la
comportamento del telaio è prevalentemente rigidezza del tratto iniziale, non fessurato, è
flessionale, mentre tende ad 1 per telai shear-type. valutata come:
I metodi approssimati finalizzati al calcolo della Gwtwlw
rigidezza di piano hanno lo scopo di definire K1  (7)
hw
valori realistici di  per le diverse colonne ai vari
livelli dell’edificio partendo da assunzioni basate in cui Gw è il modulo elastico di taglio della
sulle condizioni al contorno. In (Caterino et al., muratura e tw, lw ed hw sono spessore, lunghezza
2013), dopo una approfondita disamina di diversi ed altezza del paramento murario (al netto degli

SG03-235
elementi in C.A.). La K1 è una rigidezza tagliante, modelli geometrici compatibili con le geometrie
già valutata nel piano orizzontale e non nella individuate, poi, sono ottenuti considerando le
direzione inclinata del pendolo. Nel caso di possibili variazioni del numero di campate nelle
presenza di aperture la rigidezza e resistenza del due direzioni X e Y; tale variazione è limitata dal
pannello tamponato diminuiscono. Nella vincolo posto sulla lunghezza delle campate ax ed
modellazione se ne può tenere conto ay che deve essere compresa fra 3.5 e 6 m. Noto il
moltiplicando la rigidezza per il fattore riduttivo modello geometrico, il modello strutturale
o, come suggerito in (Ricci et al., 2011b): prevede la presenza di tutti i telai longitudinali,
mentre in direzione trasversale, ipotizzando
 A  orditura dei solai secondo y, si sono considerati i
 o  max  0;1  1.8  o  (8)
 Ap soli telai perimetrali. Per quanto riguarda i
 
materiali, la resistenza fc del calcestruzzo
in cui Ao e Ap rappresentano l’area delle aperture influenza il valore della tensione ammissibile
e del pannello murario, rispettivamente. utilizzata nel dimensionamento degli elementi
In questo studio, al fine di considerare la presenza strutturali (assunta pari ad fc/3), nonché il modulo
delle tamponature per la valutazione della di elasticità Ec da adottare nelle analisi (pari a
rigidezza laterale di piano, si è adottato 22000(fc/10)0.3). Vista l’influenza preponderante
l’approccio proposto in (Hosseini & Imagh-e- della variabilità delle dimensioni geometriche
Naiini, 1999), in cui si sommano le rigidezze sulla risposta degli edifici, nello studio della
della tamponatura e del telaio ad ogni piano classe si è trascurata la possibile variabilità dei
considerandoli elementi in parallelo. In materiali, adottando un unico calcestruzzo con
particolare, la rigidezza del telaio è calcolata fc=20MPa. In definitiva si ottengono 52 modelli
considerando l’approccio shear-type semplificato di edificio nudo, ossia privo delle tamponature.
e dunque le espressioni (5)-(6) proposte in Per lo stesso motivo che ha spinto a
(Caterino et al. 2013), mentre per le tamponature considerare una sola tipologia di calcestruzzo,
si utilizza la (7), corretta tramite la (8) per tenere anche per le tamponature si è adottato un unico
conto delle possibili aperture. materiale e spessore, ipotizzando che esse siano
realizzate con doppia fodera in laterizio forato e
caratterizzate da Gw= 1350 MPa e tw= 200 mm.
3 STUDIO PER UNA POPOLAZIONE DI Come mostrato in (Gaetani d’Aragona et al.,
EDIFICI ESISTENTI 2017), l’influenza della percentuale di aperture
In questo lavoro si vuole indagare sull’effetto sulle deformazioni laterali è nettamente
che la variazione di rigidezza in elevazione, preponderante rispetto alla influenza di Gw e tw
principalmente imputabile ad una disposizione per i tipici campi di variazione delle proprietà
irregolare delle tamponature (o della percentuale geometriche e meccaniche delle tamponature in
di aperture) in elevazione, ha sull’IDRmax atteso laterizio forato, e per tale motivo si è tenuto conto
in campo elastico. Lo studio si riferisce a classi di esplicitamente solo della variazione del rapporto
edifici in C.A. definite in base al numero di piani. Ao/Ap. Di conseguenza, per quanto riguarda gli
In particolare, si considerano edifici GLD di edifici tamponati si è indagato solo sull’effetto
forma regolare in pianta ed in questo primo della diversa possibile percentuale di aperture
lavoro si è considerata la sola classe di edifici di 6 delle tamponature in elevazione. Questa scelta è
piani, di altezza H pari a 18 m nella ipotesi di giustificata anche dal fatto che, volendo effettuare
interpiano costante e pari a 3 m. uno studio a larga scala, questo è uno dei
parametri, oltre alle dimensioni in pianta, che può
3.1 Generazione di una classe di edifici essere valutato visivamente con rilievi speditivi.
Partendo dal modello ottenuto per ciascuna
La popolazione di edifici ed i relativi modelli configurazione di edificio nudo, si sono ricavate
sono stati ottenuti mediante un procedimento di ulteriori diverse configurazioni facendo variare la
progettazione simulata seguendo l’approccio percentuale di aperture, ovvero il rapporto Ao/Ap,
illustrato in (Verderame et al., 2010). In al primo piano (Ao/Ap)1 ed ai piani dal secondo al
particolare, con riferimento ad edifici regolari in sesto (Ao/Ap)2-6. Il rapporto Ao/Ap, la cui
pianta ed ai rapporti di forma indicati in (Ricci et variazione quindi è assunta in maniera
al., 2011a) si considerano gli edifici la cui area in indipendente al primo livello ed ai restanti 5
pianta sia pari a 200, 400 o 600 m2. Le livelli, varia dallo 0% (edificio uniformemente
dimensioni in pianta Lx ed Ly si ricavano per tamponato) al 40% con passo 10%. Ad esempio
ciascuna area imponendo 4 diversi rapporti di si può avere un edificio in cui (Ao/Ap)1=20% ed
allungamento Lx/Ly, pari ad 1, 3/2, 2 e 5/2. I (Ao/Ap)2-6=10%, oppure (Ao/Ap)1=30% ed

SG03-236
(Ao/Ap)2-6=20% o ancora (Ao/Ap)1=10% ed attendersi, il periodo in direzione Y, più
(Ao/Ap)2-6=40% ecc.. Considerando tutte le deformabile in quanto sono presenti i soli telai
possibili permutazioni di (Ao/Ap)1 ed (Ao/Ap)2-6 a perimetrali, è maggiore rispetto a quello in
partire dai 52 modelli di edificio nudo si direzione X. I periodi ottenuti sono in buon
ottengono in totale 1300 modelli di edificio accordo con quelli ottenuti in (Ricci et al., 2011a)
tamponato con percentuale di apertura ai vari considerando tamponature non fessurate quando
piani variabile dallo 0 al 40%. la percentuale di aperture nelle tamponature è
costante in elevazione.
3.2 Variazione del periodo elastico per il
campione di edifici
Per gli edifici ottenuti mediante progettazione
simulata si è innanzitutto costruito il modello
equivalente a mensola multipiano (per le due
direzioni X e Y) con l’approccio illustrato al
paragrafo 2. Successivamente si è effettuata
l’analisi modale semplificata ottenendo i periodi
fondamentali in direzione longitudinale e
trasversale, nonché i rispettivi modi di vibrazione.
Facendo riferimento ai soli edifici tamponati il
maggiore contributo alla rigidezza laterale di
piano è fornito dai pannelli di tamponatura.
Un’agevole interpretazione dei risultati ottenuti in
termini di periodo, dunque, può effettuarsi
facendo riferimento alla rigidezza delle sole Figura 2. Variazione di Tx per il campione di edifici in
tamponature. Adottando la (7) per rappresentare funzione di 1/√Ax
la rigidezza del tratto iniziale di ciascun pannello
murario, i parametri esplicitamente considerati,
oltre al Gw, espressione di una proprietà
meccanica del materiale, sono lo spessore tw
nonché luce e altezza netta lw e hw del campo di
telaio tamponato. Avendo fissato Gw, tw e
l’altezza di interpiano, e quindi indirettamente
anche hw (costante a meno di piccole variazioni
dovute alla variazione dell’altezza delle travi di
piano), l’unica variabile che influenza la
variazione di rigidezza al piano i-mo Kix (Kiy) è
lw, proporzionale alla lunghezza di campata ax
(ay). Moltiplicando ax (ay) per il numero di
campate in direzione X (Y), ottenendosi in tal
modo la lunghezza complessiva Lx (Ly), si
considera l’effetto di tutti i campi di telaio
tamponato secondo X (Y). Difatti, come Figura 3. Variazione di Ty per il campione di edifici in
osservato in (Ricci et al., 2011a), una chiara funzione di 1/√Ay
visualizzazione dell’effetto dei fattori che
influenzano la rigidezza e la massa per l’edificio, 3.3 Effetto della variazione di rigidezza in
ed in definitiva il periodo, si ha rappresentando la elevazione
variazione di T in funzione del rapporto fra l’area
delle tamponature (nella direzione considerata per La variazione di rigidezza in elevazione
il periodo) e l’area dell’edificio stesso. causata da una diversa percentuale di aperture per
Nelle Figure 2 e 3 sono riportati i periodi i pannelli di tamponatura influisce sia sul periodo
fondamentali in direzione X e Y al variare del di vibrazione sia sulla forma del modo di vibrare
rapporto 1/√Ax ed 1/√Ay rispettivamente, con nella direzione considerata. A titolo di esempio
Ax=2twLx/LxLy ed Ay=2twLy/LxLy (in cui l’area nelle Figure 4 e 5 sono rappresentate alcune
delle tamponature è valutata in maniera possibili variazioni di rigidezza in elevazione
approssimata tenendo conto anche delle secondo X e Y per un edificio di 6 piani e di
dimensioni delle colonne). Come era da dimensioni Lx=20 m, Ly=10 m (area in pianta 200

SG03-237
mq ed Lx/Ly=2) in cui le campate hanno dimensionamento per soli carichi verticali delle
dimensione 5 m sia secondo X che Y (quindi con colonne (edificio GLD), le quali presentano
4 campate in X e 2 in Y). Da notare che questa è rastremazione ad ogni piano. L’edificio diventa
solo una delle possibili configurazioni che si regolare nella configurazione completamente
possono ottenere considerando area di 200 mq ed tamponata mentre, come era da attendersi,
Lx/Ly=2. In particolare si mostrano, oltre al caso manifesta forti variazioni di rigidezza nel caso di
di edificio nudo, quello di edificio completamente percentuale di aperture non costante in
tamponato ed i casi [(Ao/Ap)1=0%; (Ao/Ap)2- elevazione. I periodi di vibrazione corrispondenti
6=40%] ovvero assenza di aperture al primo ai casi esaminati - nudo, tamponato,
livello e 40% di aperture ai livelli superiori e [(Ao/Ap)1=0%; (Ao/Ap)2-6=40%] e
[(Ao/Ap)1=40%; (Ao/Ap)2-6=0%] ovvero 40% di [(Ao/Ap)1=40%; (Ao/Ap)2-6=0%] - sono 0.85 s,
aperture al primo livello e assenza di aperture ai 0.18 s, 0.29 s e 0.24 s in direzione X e 1.5 s, 0.27
livelli superiori. In particolare nelle figure è s, 0.43 s e 0.36 s in direzione Y rispettivamente.
mostrato il rapporto della rigidezza laterale ai vari Da notare che i periodi mostrati nelle Figure 2 e 3
piani rispetto alla rigidezza del primo livello. non considerano il caso di edifici nudi.

Figura 4. Variazione di rigidezza in elevazione secondo X Figura 6. Forma del primo modo di vibrare (normalizzato)
per una configurazione di edificio di 6 piani secondo X per una configurazione di edificio di 6 piani

Figura 5. Variazione di rigidezza in elevazione secondo Y Figura 7. Forma del primo modo di vibrare (normalizzato)
per una configurazione di edificio di 6 piani secondo Y per una configurazione di edificio di 6 piani
Come si può notare già per l’edificio nudo, in Nelle Figure 6 e 7 è mostrata la forma del
assenza di tamponature, si manifestano variazioni primo modo di vibrare (normalizzato) secondo X
di rigidezza in elevazione che possono superare e Y, rispettivamente, per l’edificio e
anche il 30%, valore limite per rispettare la configurazioni precedentemente introdotti.
condizione di regolarità secondo la norma italiana Osservando la forma dei modi di vibrare del
(NTC, 2008). Ciò accade a causa del sistema si nota come, al variare della percentuale

SG03-238
di apertura delle tamponature, varia la posizione I termini β1 e β2 possono essere ricavati in
del piano dove si concentrano le maggiori funzione di un parametro adimensionale M,
deformazioni nell’edificio. È evidente, ad rappresentativo del rapporto fra rigidezza
esempio, il forte gradiente di spostamento tagliante e flessionale dell’edificio, e dipendono
orizzontale al primo livello per il caso anche dal numero di piani e dalle ipotesi fatte
[(Ao/Ap)1=40%; (Ao/Ap)2-6=0%], che si avvicina circa la distribuzione dei carichi orizzontali.
alla situazione di piano soffice, in cui ci si aspetta Il parametro M (il pedice M è stato introdotto
quindi che il massimo drift d’interpiano possa per distinguerlo da  delle eq. (5)-(6) che ha altro
verificarsi proprio al primo livello. significato) può essere ricavato minimizzando lo
scarto quadratico tra soluzione approssimata
(rappresentata da un vettore spostamenti ψ) e la
4 VALUTAZIONE DI IDRMAX
deformata corrispondente al primo modo
Utilizzando l’analisi elastica semplificata è vibrazionale (vettore φ):
min  j 1  j   j 
possibile ricavare il massimo drift d’interpiano n 2
(10)
atteso IDRmax per un generico accelerogramma M
applicato al piede del modello strutturale. Come dove n è il numero di impalcati non vincolati.
detto, in questo studio si è voluto indagare
l’effetto della variazione di rigidezza in In Miranda & Akkar (2006) si suggerisce di
elevazione su IDRmax, valutando anche lo adottare un valore di M tra 5 e 20 per telai nudi
scostamento di tale valore rispetto a ciò che si in CA, mentre nessuna indicazione viene fornita
otterrebbe con una formulazione semplificata relativamente agli edifici tamponati.
quale quella proposta in Miranda (1999) per Nella applicazione del metodo (mostrata al
edifici dotati di rigidezza uniforme in elevazione. paragrafo seguente), al fine di poter confrontare
Nel seguito, dopo un rapido richiamo alla IDRmax,M con il valore calcolato con l’approccio
formulazione di Miranda (1999) per il calcolo di illustrato al paragrafo 2, per ogni edificio si è
IDRmax,M (il pedice M sta ad indicare, appunto, la utilizzato il valore di Tx e Ty risultanti dall’analisi
valutazione effettuata con approccio di Miranda) modale semplificata e si è inoltre ricavato il
si effettua la valutazione di IDRmax con l’analisi valore di M applicando la (10) con la forma
semplificata introdotta al paragrafo 2 per gli modale corrispondente.
edifici della popolazione presentata in 3,
confrontando i risultati ottenuti con i due 4.2 Analisi della risposta sismica allo SLD
approcci.
Come ricordato in precedenza, le nuove norme
4.1 Valutazione di IDRmax,M secondo Miranda tecniche per le costruzioni (NTC, 2008)
impongono di verificare che allo SLD l’IDRmax
(1999)
non superi la soglia del 5‰ nel caso di
In Miranda (1999) l’edificio viene modellato tamponamenti collegati rigidamente alla struttura
attraverso una struttura equivalente ottenuta che interferiscono con la deformabilità, mentre
dall’accoppiamento di due mensole, che si tale limite è inferiore, pari al 3‰, nel caso in cui
deformano secondo un meccanismo di tipo la presenza della tamponatura sia considerata nel
tagliante ed uno di tipo flessionale, modello. Ipotizzando che la popolazione di
rispettivamente. Per tale sistema, l’IDRmax,M è edifici oggetto di studio sia localizzata in un’area
correlato con lo spostamento spettrale Sd a forte sismicità (e classificata sismicamente
attraverso una semplice relazione: successivamente alla costruzione degli edifici in
esame, come ad esempio avviene in alcuni
1
IDRmax, M  1 2 S d (9) comuni dell’Abruzzo) si è dunque effettuata
H l’analisi sismica scegliendo quale accelerazione
dove: di ancoraggio spettrale la ag corrispondente allo
SLD, pari a 0.125 g. In particolare, per l’analisi
• Sd(T) è lo spostamento spettrale per il
con approccio di Miranda si è utilizzato lo spettro
periodo corrispondente al primo modo T
per suolo di tipo B secondo l’Eurocodice 8 (CEN,
della struttura e smorzamento  assegnato; 2004), mentre per l’analisi elastica semplificata
• H (m) altezza totale edificio; illustrata al paragrafo 2 si sono utilizzate 7 coppie
• β1 e β2 fattori di amplificazione dello di accelerogrammi spettro-compatibili con lo
spostamento spettrale.

SG03-239
spettro suddetto, selezionati con il programma stima di IDRmax. Come si può notare, l’approccio
Rexel (Iervolino et al., 2010). di Miranda mediamente sottostima l’IDRmax. È
Nelle figure 8 e 9 si riporta il confronto di interessante osservare che i casi in cui è più
IDRmax,M calcolato con l’approccio di Miranda evidente la differenza dell’approccio di Miranda
con IDRmax derivante dall’analisi elastica con l’analisi semplificata sono proprio quelli per
semplificata. Quest’ultimo valore rappresenta il cui si ha IDRmax al primo livello, spesso
valore mediano fra l’interstorey drift massimo corrispondenti alle situazioni di forte irregolarità
derivante dall’analisi effettuata con ciascuno dei in elevazione con rigidezza al primo livello
14 accelerogrammi. inferiore rispetto a quella dei piani superiori.
Nelle figure 8 e 9 è poi riportata, a titolo di
confronto, la soglia del 3‰ per la verifica allo
SLD avendo considerato la presenza delle
tamponature nel modello. Come si vede in
direzione Y, la più deformabile, per molte delle
configurazioni (la maggior parte delle quali
corrispondente a maggiori aperture al primo
livello) la verifica allo SLD non è soddisfatta.

4.3 Confronto tra modello con e senza


tamponature
Nelle figure 10 e 11 sono riportati grafici
analoghi a quelli delle figure 8 e 9 ma ponendo a
confronto solo edifici con rapporto Lx/Ly=2
completamente tamponati (markers neri) con i
corrispettivi edifici nudi (markers rossi) per un
totale di 12 modelli di edificio nudo e 12
Figura 8. Confronto fra IDRmax,M (Miranda) ed IDRmax tamponati. A titolo di confronto, oltre alla soglia
(analisi elastica semplificata) per la popolazione di edifici del 3‰, in figura è riportata anche quella del 5‰
di 6 piani – direzione X da considerarsi per edifici nudi.
Il confronto con l’approccio di Miranda mostra
in generale una buona corrispondenza per edifici
completamente tamponati, sia in direzione X che
Y, mentre si nota una certa discrepanza per edifici
nudi, più evidente in direzione X. Nel primo caso
(edificio uniformemente tamponato) la buona
approssimazione del metodo di Miranda è da
attendersi, visto che la rigidezza in elevazione è
poco variabile. D’altro canto, considerando i
modelli senza tamponature per questa
popolazione di edifici, ciò non è più vero,
soprattutto in direzione X. Difatti, avendo a che
fare con edifici GLD in cui i solai sono orientati
secondo Y, la conseguenza è che l’asse forte dei
pilastri tende generalmente ad essere orientato
secondo X (tranne che nei telai perimetrali),
seguendo la direzione di inflessione delle travi
nei telai longitudinali. Passando da un piano
Figura 9. Confronto fra IDRmax,M (Miranda) ed IDRmax all’altro l’area dei pilastri, che sono progettati per
(analisi elastica semplificata) per la popolazione di edifici soli carichi gravitazionali, si riduce ed i pilastri
di 6 piani – direzione Y stessi sono rastremati (secondo X) con la
Nelle figure 8 e 9, gli indicatori verdi conseguente evidente riduzione di rigidezza da un
rappresentano i casi di edificio dove l’IDRmax si piano all’altro.
verifica al primo livello, quelli rossi i casi per cui Considerando gli edifici nudi si constata una
si ha al secondo livello e quelli neri i casi per cui evidente maggiore deformabilità rispetto ai
si ha al secondo o terzo livello. Le linee tratto- tamponati, avendosi IDRmax>4‰ in direzione X e
punto corrispondono ad errori del 100% nella >7‰ in direzione Y. In direzione X per alcune

SG03-240
delle configurazioni di edificio nudo non è percentuale di aperture) la verifica sarebbe
soddisfatta la veridica allo SLD, mentre in negativa in direzione Y.
direzione Y addirittura per tutte le configurazioni Tuttavia, prima di poter trarre delle conclusioni
si supera la soglia del 5‰. sulla eventuale convenienza di considerare le
tamponature nel modello di edificio ai fini delle
verifiche allo SLD, vanno ulteriormente
approfondite alcune ipotesi di modellazione. Ad
esempio, come osservato in (Ricci et al., 2016),
considerando che l’inizio della fessurazione delle
tamponature può avvenire ben prima della soglia
del 3‰ convenzionalmente stabilita in normativa,
bisognerebbe considerare una riduzione della
rigidezza iniziale delle tamponature ai fini delle
verifiche che può arrivare anche oltre l’80%
rispetto a quella delle tamponature integre.

5 CONCLUSIONI
In questo lavoro si è indagato sull’effetto della
variazione di rigidezza in elevazione sulla
variazione di IDRmax rispetto al caso di edifici
Figure 10. Confronto fra IDRmax,M (Miranda) ed IDRmax
caratterizzati da rigidezza uniforme in elevazione.
(analisi elastica semplificata) per edifici con rapporto In particolare, si sono studiati edifici esistenti
Lx/Ly=2 completamente tamponati (markers neri) e per i progettati per soli carichi verticali i quali
corrispettivi edifici nudi (markers rossi); direzione X. presentano già nella configurazione “nuda”,
ovvero in assenza di tamponature, una
significativa variazione di rigidezza in elevazione
causata dalla rastremazione dei pilastri. Inoltre, si
è considerata la presenza delle tamponature e la
possibile variazione di rigidezza dovuta alla
variazione di percentuale di aperture delle stesse.
Lo studio è stato effettuato con riferimento ad
un campione di edifici di 6 piani GLD i cui
modelli sono stati ottenuti con progetto simulato.
L’analisi della risposta sismica in campo elastico
è stata eseguita separatamente nelle due direzioni
X e Y con un approccio semplificato in cui si
sono schematizzati gli edifici, ipotizzati di forma
regolare e simmetrici, come delle mensole
equivalenti multipiano con masse concentrate agli
n piani e rigidezza di piano valutata con
l’approccio suggerito in (Caterino et al., 2013) ed
aggiungendo, inoltre, la rigidezza dei pannelli di
Figure 11. Confronto fra IDRmax,M (Miranda) ed IDRmax tamponatura, come proposto in (Hosseini et
(analisi elastica semplificata) per edifici con rapporto
Lx/Ly=2 completamente tamponati (markers neri) e per i
Imagh-e-Naiini, 1999). Quale metodo di
corrispettivi edifici nudi (markers rossi); direzione Y. riferimento per il calcolo di IDRmax si è
considerato quello adottato in (Miranda, 1999),
In questo caso, quindi, la considerazione delle valido per edifici con rigidezza uniforme in
tamponature nel modello sembrerebbe portare ad elevazione. I risultati in termini di IDRmax ottenuti
una valutazione meno conservativa del limite di con l’analisi semplificata qui proposta, quindi,
deformabilità rispetto allo SLD; infatti, pur sono stati confrontati con gli IDRmax,M calcolati
considerando la riduzione al 3‰ della soglia di secondo (Miranda, 1999) potendosi evidenziare i
IDRmax, la verifica sarebbe soddisfatta per tutti gli casi in cui tale ultimo approccio funziona e quelli
edifici della popolazione in direzione X, mentre invece in cui lo scostamento è maggiore.
solo per alcune configurazioni di edifici e per Per la classe di edifici esaminata si è notato
disposizione irregolare delle tamponature (o della che l’approccio di Miranda mostra in generale

SG03-241
una buona corrispondenza per edifici Hosseini, M., & Imagh-e-Naiini, M. R., 1999. A quick
uniformemente tamponati. Tuttavia, quando si method for estimating the lateral stiffness of building
systems. The Structural Design of Tall Buildings, 8(3),
considera la possibile variazione di rigidezza in 247-260.
elevazione dovuta, ad esempio, alla variazione di Iervolino, I., Galasso, C., & Cosenza, E., 2010. REXEL:
percentuale di aperture, con Miranda mediamente computer aided record selection for code-based seismic
si sottostima l’IDRmax. I casi in cui è più evidente structural analysis. Bulletin of Earthquake Engineering,
la differenza dell’approccio di Miranda con 8(2), 339-362.
l’analisi semplificata sono proprio quelli per cui Masi, A., 2003. Seismic vulnerability assessment of gravity
load designed R/C frames. Bulletin of Earthquake
si ha IDRmax al primo livello, spesso Engineering, 1(3), 371-395.
corrispondenti alle situazioni di forte irregolarità Miranda, E., 1999. Approximate seismic lateral
in elevazione con rigidezza al primo livello deformation demands in multistory buildings. Journal
inferiore rispetto a quella dei piani superiori. of Structural Engineering, 125(4), 417-425.
L’inclusione delle tamponature nel modello Miranda, E. and Akkar, S. D. (2006) Generalized Interstory
drift spectrum, Journal of Structural Engineering,
può in taluni casi portare ad un vantaggio rispetto ASCE, 840-852
alla verifica di deformabilità allo SLD. Tuttavia Miranda, E., & Reyes, C. J., 2002. Approximate lateral drift
tale aspetto va ulteriormente indagato in relazione demands in multistory buildings with nonuniform
alla possibile fessurazione dei pannelli di stiffness. Journal of Structural Engineering, 128(7),
tamponatura che può avvenire prima del limite di 840-849.
verifica allo SLD. Muto, K., 1965. Seismic Analysis of Reinforced Concrete
Buildings, Shokokusha Publishing Co. Inc., Tokyo,
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RINGRAZIAMENTI NTC, 2008. Decreto Ministeriale del 14/1/2008.
Questo studio è stato svolto nell’ambito del PE Approvazione delle nuove norme tecniche per le
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ECCOMAS Thematic Conference on Computational
Methods in Structural Dynamics and Earthquake
Engineering, Rhodes Island, Greece, 15–17 June 2017.

SG03-242
ANIDIS 2017
PISTOIA

Seismic vulnerability analysis for reinforced concrete structures through


simplified and detailed approaches

Sonia Boschia, Andrea Borghinia, Alberto Ciavattonea, Giovanni Schiattib, Andrea Vignolia
a
Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale, Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze
b
Ingegnere civile libero professionista

Keywords: seismic vulnerability, Vulnerability Index Method, reinforced concrete structures

ABSTRACT
The assessment of the structural vulnerability for existing buildings is a key aspect for the seismic risk reduction.
Different approaches can be used: expeditious/empirical methods, based on qualitative evaluations, or analytical
methods, based on detailed models.
In case of a large sample of buildings, the use of empirical methods is necessary in order to delineate a
vulnerability ranking, which can be used as a priority list for further detailed analyses.
In this work, the comparison among an empirical approach (Vulnerability Index Method, GNDT, 1993) and a
detailed approach (static non-linear analyses) on a sample of reinforced concrete structures has been performed:
some of them are existing buildings, others are simulated in order to reproduce the characteristics of the load
bearing design technique.
The critical analysis of the results has allowed the development a correlation among the approaches, able to
estimate the structural capacity of the buildings (in terms of PGA) using the information required by the empirical
method.

SG03-243
ANIDIS 2017
PISTOIA

Analisi di vulnerabilità sismica per edifici in calcestruzzo armato mediante


approcci dettagliati e speditivi

Sonia Boschia, Andrea Borghinia, Alberto Ciavattonea, Giovanni Schiattib, Andrea Vignolia
a
Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale, Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze
b
Ingegnere civile libero professionista

Keywords: vulnerabità sismica, schede GNDT di II livello, strutture in c.a.

ABSTRACT
La valutazione della vulnerabilità sismica per edifici esistenti è un aspetto fondamentale nell’ottica della riduzione
del rischio sismico. Differenti metodologie possono essere adottate: metodi empirici/speditivi, basati su valutazioni
qualitative, o metodi analitici, basati su simulazioni numeriche.
Per campioni di edifici consistenti, l’uso di metodi empirici risulta necessario per definire una graduatoria di
vulnerabilità, da utilizzare come lista di priorità per successive analisi dettagliate.
Nel presente lavoro viene proposto il confronto tra un metodo empirico (scheda di Vulnerabilità di II Livello,
GNDT, 1993) e uno dettagliato (analisi statiche non lineari) su un campione di strutture in cemento armato, alcune
reali ed altre simulate per riprodurre le caratteristiche costruttive della progettazione per soli carichi gravitazionali.
L’analisi critica dei risultati ha permesso di ricavare una correlazione tra i due approcci, che permette una stima
della capacità strutturale degli edifici (in termini di PGA) tramite le informazioni richieste dal metodo empirico.

larga scala del costruito, in modo da poter


ottimizzare le risorse per la realizzazione di
1 INTRODUZIONE analisi di dettaglio sulle casistiche maggiormente
Il territorio italiano è caratterizzato da una critiche, sulle quali successivamente valutare la
attività sismica significativa a causa della sua fattibilità di interventi di miglioramento o
posizione geografica. Inoltre, gran parte del adeguamento sismico.
patrimonio edilizio esistente è stato realizzato In questo lavoro l’attenzione sarà focalizzata
prima della adozione di un approccio progettuale sulla vulnerabilità sismica; in particolare
che tenesse adeguatamente conto di questo tipo di verranno analizzati un certo numero di edifici in
sollecitazioni: è quindi evidente che molti di calcestruzzo armato, alcuni dei quali generati ad
questi edifici sono esposti ad un elevato rischio hoc per simulare le caratteristiche costruttive di
sismico. determinati periodi storici, altri invece realmente
Dal punto di vista scientifico, come ben noto, esistenti sul territorio toscano, tramite metodi
il rischio sismico viene definito come una analitici e tramite procedure semplificate.
funzione di tre variabili: la vulnerabilità sismica Lo scopo del presente lavoro è quello di
del costruito, dipendente dalle caratteristiche confrontare i risultati ottenuti mediante le due
intrinseche delle strutture, la pericolosità del sito metodologie (semplificata e di dettaglio) e di
di costruzione, dipendente invece unicamente ricavare una possibile correlazione fra i risultati
dall’ubicazione della costruzione, e l’esposizione, ottenuti con i due diversi tipi di approccio, in
ovvero la misura del “bene” esposto al rischio (in modo da fornire uno strumento utile per una
termini di utilizzatori, funzioni e beni contenuti stima della capacità sismica di un edificio, e
all’interno delle strutture, etc…). quindi di un indicatore di rischio, partendo dalla
In questo contesto, nell’ottica della riduzione sola compilazione delle schede GNDT di II
del rischio, risulta quindi evidente l’importanza livello per la determinazione dell’indice di
della valutazione della vulnerabilità sismica a vulnerabilità (G.N.DT. 1993).

SG03-244
2 METODI DI VALUTAZIONE DELLA calcestruzzo armato. Tale metodo prevede la
VULNERABILITÀ SISMICA compilazione di una scheda di 11 parametri
descrittivi della struttura (Tabella 1): a ciascun
Lo studio della vulnerabilità sismica è stato
parametro viene assegnata una classe, da A a D
argomento di ricerca fin dai primi anni ’70, e può
(dove A rappresenta la condizione migliore e D la
essere affrontato secondo tre diversi approcci:
- metodi analitici, che consentono uno peggiore); la scelta della classe da assegnare è
studio dettagliato della vulnerabilità guidata dalle indicazioni fornite nei manuali
utilizzando diversi tipi di modelli (lineari applicativi del metodo. A ciascuna classe
o non) e di analisi (statica o dinamica) per corrisponde un certo punteggio numerico (Tabella
valutare il comportamento strutturale di 2); tali punteggi, a ciascuno dei quali viene
un edificio (Manfredi et al. 2007); assegnato un peso in base all’importanza del
- metodi empirici, basati su osservazioni parametro stesso (per gli edifici in c.a. i pesi sono
per lo più qualitative, particolarmente utili tutti pari all’unità), consentono di determinare
quando si debba analizzare un consistente l’indice di vulnerabilità, espresso in percentuale
numero di edifici per i quali le analisi di nell’intervallo 0%-100%, dove un alto indice
dettaglio risulterebbero molto onerose; evidenzia una struttura molto vulnerabile.
- metodi ibridi, che rappresentano una Questo metodo ha il vantaggio di essere molto
combinazione dei primi due. semplice e di rapida esecuzione, e quindi è ben
I metodi analitici producono i risultati più applicabile allo studio di un vasto campione di
attendibili e consentono di quantificare parametri edifici.
indicativi del comportamento della struttura e
quindi della sua vulnerabilità: un esempio
Tabella 1. Elenco dei parametri di valutazione per la
classico è il calcolo della PGA di capacità
determinazione dell’indice di vulnerabilità per edifici in c.a.
mediante analisi non lineari. Di contro, questi
N.° Parametro
metodi richiedono tempi di esecuzione elevati,
1 Tipo ed organizzazione del sistema resistente
risultando quindi difficile la loro applicazione ad 2 Qualità del sistema resistente
un ampio campione di edifici. 3 Resistenza convenzionale
Nell’ambito del lavoro svolto, risulta 4 Posizione dell’edificio e fondazioni
interessante concentrare l’attenzione sui metodi 5 Orizzontamenti
6 Configurazione planimetrica
empirici. I primi studi in questo campo risalgono 7 Configurazione in elevazione
agli anni ’70; uno dei primi metodi sviluppati è il 8 Collegamenti ad elementi critici
“Damage Probability Matrix Method” (Whitman 9 Elementi a bassa duttilità
et al. 1973), che si basa sull’utilizzo di matrici di 10 Elementi non strutturali
11 Stato di fatto
probabilità di danno, redatte dall’osservazione dei
danni prodotti su oltre 1600 edifici dal terremoto
Tabella 2. Punteggi assegnati, in base alla classe, ai
di San Fernando del 1971 (California, magnitudo
parametri di valutazione per gli edifici in c.a.
momento pari a 6.5). Il metodo si basa sul
concetto base che una data tipologia strutturale ha N.° A B C D
1 0.00 -1.00 -2.00 -
la stessa probabilità di danneggiamento per una 2 0.00 -0.25 -0.50 -
data intensità di terremoto. 3 0.25 0.00 -0.25 -
Un simile approccio è stato adottato per la 4 0.00 -0.25 -0.50 -
scala macrosismica maggiormente utilizzata in 5 0.00 -0.25 -0.50 -
Europa negli ultimi anni, la EMS-98, European 6 0.00 -0.25 -0.50 -
7 0.00 -0.50 -1.50 -
Macroseismic Scale (Grünthal 1998), che 8 0.00 -0.25 -0.50 -
propone una classificazione della vulnerabilità in 9 0.00 -0.25 -0.50 -
funzione del materiale di costruzione e della 10 0.00 -0.25 -0.50 -
tipologia di progettazione dell’edificio, inserendo 11 0.00 -0.50 -1.00 -2.45
in un unico sistema di riferimento di vulnerabilità
tutte le tipologie strutturali più comuni. Accanto ai metodi analitici ed empirici, in
Uno dei metodi più diffusi nel territorio tempi recenti sono state sviluppate delle
italiano a partire dagli anni ’80 è il Metodo procedure, definite ibride, che consentono di
dell’Indice di Vulnerabilità (Benedetti e Petrini ricavare parametri descrittivi del comportamento
1984, G.N.D.T. 1993), inizialmente sviluppato della struttura mediante valutazioni semplificate.
per le strutture in muratura e poi esteso a quelle in Un esempio è rappresentato dal progetto S.A.V.E.

SG03-245
(Strumenti Aggiornati per la Vulnerabilità - direzione dell’orditura dei telai principali,
sismica del patrimonio Edilizio e dei sistemi longitudinale o trasversale (Figura 1);
urbani), proposto dal gruppo I.N.G.V. - G.N.D.T. - eccentricità del baricentro di massa di
per la valutazione degli edifici pubblici nel 2005 piano, assunta pari al 10% ed al 20% per
(Dolce e Moroni 2005). Tale metodo consente la ciascuna delle due direzioni principali,
stima numerica della PGA di capacità attraverso oltre alla configurazione senza
analisi semplificate, riconducibili ad analisi eccentricità (Figura 2);
statiche lineari che tengono in conto della - numero piani: 4 e 6 impalcati (Figura 3);
La combinazione delle variabili sopra indicate ha
dimensione di tutti gli elementi resistenti della
fornito un totale di 20 modelli di edifici.
struttura e diverse modalità di collasso degli
elementi strutturali.
Queste tipologie di procedure sono definite
ibride perché consentono la quantificazione di
parametri fisici descrittivi del comportamento
della struttura mediante analisi semplificate, da
un lato evitando l’eccessivo onere di calcolo delle
valutazioni analitiche e dall’altro portando a
risultati fisicamente correlati alla struttura in
esame, abbandonando quindi l’approccio
tipologico dei metodi empirici.
Nel caso in esame si applicheranno al
campione di edifici in esame un metodo analitico
ed uno empirico. In particolare si utilizzeranno
analisi statiche non lineari (metodo analitico) e il
Metodo dell’Indice di Vulnerabilità, attraverso le
schede G.N.D.T. di II livello (metodo empirico).
Infine, partendo dal confronto dei risultati
ottenuti in termini di PGA di capacità e di indice
di vulnerabilità Iv, si intende determinare una Figura 1. Planimetrie strutturali delle tipologie a telai
correlazione fra queste grandezze, in modo da principali longitudinali (sopra) o trasversali (sotto).
proporre un metodo per la stima della PGA di
capacità delle strutture in calcestruzzo armato
attraverso la semplice compilazione delle schede
GNDT di II per l’indice di vulnerabilità.

3 CAMPIONE DI ANALISI
Il campione di edifici preso in considerazione
è costituito da due serie di edifici. Figura 2. Definizione di eccentricità del baricentro di piano.
La prima serie è composta da edifici non
realmente esistenti, è stata concepita e
dimensionata basandosi sul metodo di
progettazione e sulle normative tecniche degli
anni ’70, al fine di ricreare le caratteristiche delle
strutture tipiche di quel periodo. Questi edifici
simulati sono fra loro simili, condividendo la
stessa pianta del piano tipo ed avendo ipotizzato
per tutti la stessa ubicazione (Firenze), classe
d’uso (II) e categoria di sottosuolo (A), ma si
distinguono per alcune caratteristiche di Figura 3. Viste tridimensionali dei modelli a 4 e 6 piani.
fondamentale importanza ai fini della risposta
In questo modo è stato possibile analizzare
all’azione sismica, e quindi alla vulnerabilità. In
l’effetto di tali caratteristiche nei confronti della
particolare sono stati fatti variare:

SG03-246
risposta sismica per strutture simili a quelle prese
in considerazione.
La seconda serie di edifici è composta invece
da 14 strutture reali, tutte situate in Toscana, ed
appartenenti a diverse classi d’uso (II e III) e
categorie di sottosuolo (B e C), realizzate dagli
anni ’70 in poi (esempio in Figura 4).

Figura 4. Esempio di edificio reale analizzato nel presente


lavoro.
Il campione analizzato comprende così un
totale di 34 unità strutturali.

Figura 5. Legami costitutivi: elastoplastico con


4 ANALISI DI DETTAGLIO incrudimento per l’acciaio (sopra) e alla Mander con
confinamento costante per il calcestruzzo (sotto).
Al fine di stimare la capacità strutturale degli
edifici costituenti il campione di analisi, sono Per ciascun modello numerico realizzato, sono
state realizzate analisi statiche non lineari con state eseguite diverse analisi statiche non lineari;
modellazione a plasticità diffusa, utilizzando il in particolare, per ciascuna direzione e verso,
software Seismostruct, distribuito dalla sono stati adottati due differenti profili di spinta,
Seismosoft s.r.l.. uno proporzionale al primo modo di vibrare della
Sono stati realizzati modelli tridimensionali struttura e l’altro invece proporzionale alle masse,
delle strutture, inserendo le armature in ciascuna così come richiesto dalla vigente normativa
delle sezioni degli elementi strutturali definiti e (D.M. 2008 e C.M. 617/2009). Per ciascuna
modellando tutti i carichi sulla struttura stessa. analisi è stata ricavata la corrispondente curva di
Tutti gli edifici modellati sono caratterizzati da capacità.
piano rigido, in quanto per quelli simulati è stata Un aspetto da sottolineare è il fatto che non
supposta la presenza di una soletta in c.a. di 4 cm tutti i modelli degli edifici del campione
di spessore mentre per quelli reali ne è stata rispettavano la limitazione del 75% di massa
verificata la presenza tramite gli elaborati di attivata nella direzione considerata (seppur tale
progetto e/o indagini in situ. valore risultasse in ogni caso prossimo a tale
Per quanto riguarda la definizione dei soglia): per tali modelli, sono state realizzate
materiali, sono stati definiti legami non lineari, in anche analisi di tipo dinamico sia lineare che non
particolare un legame elasto-plastico per lineare, con l’ottica di confrontare i risultati tra le
l’acciaio, con incrudimento, e un legame non varie metodologie di analisi per tali oggetti. I
lineare sviluppato da (Mander et al. 1988), risultati hanno evidenziato che, seppur la massa
caratterizzato da confinamento costante per il partecipante non fosse pari al 75% (limite
calcestruzzo (Figura 5). minimo per l’applicabilità del metodo pushover
per gli edifici a telaio, secondo quanto previsto

SG03-247
dalla vigente normativa), i risultati ottenuti con osservazioni generali sull’influenza delle
l’analisi statica non lineare risultano in ogni caso caratteristiche assunte come variabili indagate. Si
attendibili. Nell’ottica quindi di adottare una osserva che:
unica metodologia di analisi di tipo dettagliato, si - gli edifici con un minor numero di piani
propongono nel seguito i risultati delle analisi presentano, come presumibile, una
pushover per tutti gli edifici del campione capacità leggermente superiore a quella
analizzato. degli edifici caratterizzati da un maggior
Per ciascuna curva ottenuta per ogni modello, numero di piani;
- la direzione di orditura dei telai principali
partendo dallo spostamento ultimo di capacità,
gioca un ruolo molto importante nella
valutato mediante lo spettro elastico in determinazione della capacità della
spostamento, è stata calcolata l’accelerazione struttura (Figura 1). La differente orditura
spettrale corrispondente a tale spostamento, da comporta una differente distribuzione di
cui è stata successivamente ricavata la PGA travi in spessore e travi ricalate sui piani
relativa mediante la scalatura dello spettro di tipo, e conseguentemente le rigidezze dei
riferimento per il sito considerato. Note le PGA telai nelle due direzioni principali ne
di capacità per ciascuna delle analisi svolte per risultano influenzate. In particolare, a
ogni edificio, è stato assunto come valore di seconda della direzione dei telai
riferimento, il minimo valore tra tutte le analisi principali, nella direzione ortogonale sono
svolte sullo specifico edificio. disposti cordoli o travi ricalate (disposte
Per ottenere risultati confrontabili fra di loro, sul perimetro) distribuiti in modo diverso:
anche per gli edifici con categoria di sottosuolo B dato che la PGA di capacità viene ricavata
o C la PGA è stata ricalcolata assumendo una come il minimo tra le analisi svolte in
categoria di sottosuolo A. entrambe le direzioni orizzontali
L’applicazione sistematica della procedura a principali, nei casi di telai caratterizzati
dalla direzione debole prevalentemente
tutte le unità strutturali ha permesso la
costituita da cordoli in spessore, il valore
realizzazione di una classifica di vulnerabilità della PGA risulta essere molto contenuto,
(Figura 6) ordinando le strutture dalla più in quanto è presente una notevole
vulnerabile (posizione 1: minor valore di PGAC) differenza di comportamento tra le due
a quella meno vulnerabile (posizione 24: maggior direzioni principali dell’edificio;
valore di PGAC). Si osservi che alcuni degli - l’incremento di eccentricità del baricentro
edifici simulati sono stati esclusi da tale classifica di massa di piano ha effetto unicamente
in quanto non si è potuto calcolarne i valori di nelle analisi in direzione perpendicolare
PGAC, perché corrispondenti a tempi di ritorno all’eccentricità stessa. In termini di
inferiori a 30 anni (limite inferiore imposto per capacità globale della struttura, quindi,
l’applicazione della formula di interpolazione per l’eccentricità del baricentro di massa è
il calcolo dei parametri che definiscono lo spettro rilevante solo se tale direzione risulta
sismico: ag, F0 e Tc*). essere la dimensionante (in funzione di
quanto esposto al precedente punto). Vale
Analisi di dettaglio: PGAC per ciascuna U.S. comunque la regola generale che,
0.35
all’aumentare dell’eccentricità, la struttura
0.30 mostra valori di capacità decrescenti per
0.25
la direzione considerata.
PGAC (g)

0.20

0.15
5 INDICE DI VULNERABILITÀ

0.10
La valutazione dell’Indice di Vulnerabilità (IV)
è stata eseguita compilando le apposite schede
0.05
G.N.D.T. di II livello secondo le indicazioni
0.00 fornite dal settore Rischio Sismico della Regione
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24
Marche e riportate nel manuale per edifici in
U.S.
calcestruzzo armato.
Figura 6. PGAc degli edifici analizzati.
Per gli edifici in c.a., al fine di valutare il
Il confronto fra i risultati ottenuti per i modelli parametro 3 (Resistenza Convenzionale), è stata
di edifici simulati consentono di fare delle considerata una resistenza tangenziale

SG03-248
τk=1500kN/m2, ovvero il minimo dell’intervallo distribuzione delle masse e delle rigidezze della
[150;250] t/m2 proposto dal Manuale “Istruzioni struttura analizzata.
per la compilazione della scheda G.N.D.T. di II Per questo motivo è utile confrontarne i
livello – CEMENTO ARMATO”. risultati con quelli ottenuti mediante analisi di
L’indice di vulnerabilità (IVG) si ottiene dettaglio. In questo modo è possibile validare una
semplicemente sommando i punteggi (per gli correlazione fra l’Indice di Vulnerabilità e la
edifici in c.a. i pesi di ciascun parametro sono PGA di capacità di una struttura (PGAc).
assunti pari all’unità) e può essere convertito in Dopo aver eseguito le analisi sia dettagliate,
un indice di vulnerabilità espresso in percentuale mediante analisi statiche non lineari su modelli a
e paragonabile a quello che viene calcolato per le plasticità diffusa, che speditive, mediante
strutture in muratura mediante le formule di valutazione dell’Indice di Vulnerabilità
conversione proposte dalla Regione Marche utilizzando le schede G.N.D.T. di II Livello, sono
(Equazione 1): state riportate in un grafico le corrispondenti
I V  10.07I VG  2.5175 se IVG  6.5 coppie di valori di Indice di Vulnerabilità IV e di
(1) PGAC per ciascuna unità strutturale indagata
I V  1.731I VG  56.72 se IVG  6.5
(Figura 8).
Nel caso specifico, gli indici di vulnerabilità
per gli edifici analizzati appartengono ad un Distribuzione IV - PGAC
intervallo compreso tra 18% e 55%, ritenuto 0.50

sufficientemente ampio e rappresentativo della


0.40
maggioranza del costruito in cemento armato sul
territorio italiano.
PGAC [g]
0.30
Osservando i risultati ottenuti (Figura 7) si
evidenzia che il 63% degli edifici analizzati 0.20
presenta vulnerabilità medio-alta; solo il 16%
degli edifici mostra un indice di vulnerabilità 0.10

inferiore al 20%. Il valore medio di Indice di


Vulnerabilità riscontrato risulta essere pari a 0.00
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75
IV_medio=37%. IV [%]

Distribuzione Indice di Vulnerabilità Figura 8. Coppie Iv-PGAc rappresentative della


100%
vulnerabilità stimata con metodo speditivo e analitico.

80% Come si può osservare, i risultati ottenuti dalle


Frequenza percentuale

63% due analisi svolte separatamente sono coerenti fra


60% di loro: a strutture ad elevata vulnerabilità (alto
valore di Iv) sono associati bassi valori di capacità
40% (PGAc). Si nota quindi che le due grandezze
21%
risultano essere correlate (come chiaro anche
20%
16% dalla linea di tendenza mostrata in Figura 8)
seppur valutate con metodi molto differenti tra
0% loro e con livelli di dettaglio marcatamente
<20% 20%-40% 40%-60% >60%

IV [0%-100%]
diversi.
Col fine di ricercare una correlazione
Figura 7. Distribuzione IV del campione di studio e curva
cumulata associata. matematica fra le due grandezze, è necessario
tener conto dei alcuni aspetti: come già illustrato
in precedenza, il metodo speditivo dell’Indice di
Vulnerabilità si basa sulla valutazione di 11
6 CONFRONTO TRA I METODI
parametri descrittivi della struttura. La
ANALITICO E SPEDITIVO
modellazione di dettaglio invece, utilizzata per la
La stima della vulnerabilità eseguita con le determinazione della PGAC, interpreta in maniera
schede ad 11 parametri è un modello di maggiormente fedele il comportamento
valutazione tipologico, che non tiene conto (o strutturale dell’edificio analizzato, ma non può
comunque in modo approssimato) della reale tenere in conto di certi aspetti corrispondenti ad
alcuni di tali parametri.

SG03-249
In particolare: Come si evince dalla precedente figura, la
- il parametro 4 (posizione dell’edificio e nuvola di punti mostra una tendenza che ben si
fondazioni) nelle schede G.N.D.T. di II adatta ad una curva di tipo esponenziale,
livello tiene in conto della consistenza e caratterizzata dalla seguente espressione
della pendenza percentuale del terreno, (Equazione 2):
oltre alla presenza e tipologia di PGAC [ g ]  0.4561exp(0.033IV [%]) (2)
fondazione, mentre i modelli numerici
sono tutti incastrati alla base con terreno Si precisa che sono state valutate anche altre
pianeggiante: il modello analitico quindi tipologie di curve, quali la logaritmica,
viene supposto nelle “migliori” condizioni polinomiale o lineare; la curva di tipo
geotecniche, al fine di valutare esponenziale ha mostrato i risultati migliori.
unicamente i problemi relativi alla L’equazione 2 ha un coefficiente di
sovrastruttura; determinazione R2 (misura del più o meno buono
- il parametro 10 (elementi non strutturali) adattamento della curva alla nuvola di punti) pari
considera, nel modello speditivo, la a 0.90 circa, evidenziando quindi, anche dal
possibilità di caduta di elementi non ben punto di vista analitico, la bontà del risultato
fissati alla struttura principale, quali ottenuto.
tamponature, cornicioni, tramezzi etc… Utilizzando tale correlazione per la stima della
Tale aspetto non ha un corrispettivo nel PGAC delle varie U.S. partendo dal valore di IV
metodo analitico, in quanto tali elementi come input (e modificandolo come prima
non vengono modellati; esplicitato per i parametri non computati nella
- il parametro 11 (stato di fatto): anche se lo
modellazione di dettaglio), relativamente al
stato di conservazione potrebbe essere
tenuto di conto mediante modifica campione analizzato si osserva un errore massimo
puntuale delle proprietà dei materiali nel di poco superiore al 20% in due soli casi e un
caso di particolari situazioni di degrado, errore medio del 10%.
nel presente lavoro è stata fatta l’ipotesi di Il risultato, seppur ottenuto su di un campione
materiali con caratteristiche meccaniche ridotto di strutture, evidenzia l’esistenza di una
omogenee nell’intera U.S.. relazione tra il metodo speditivo dell’Indice di
Al fine di poter eseguire un confronto diretto Vulnerabilità ed i risultati di analisi strutturali
fra i due metodi è stato dunque ricalcolato il dettagliate. Sviluppi futuri sul presente lavoro
valore di IV per ciascuna unità strutturale, (nel porteranno all’accrescimento del campione di
prosieguo IV_8par) assumendo per i 3 parametri studio, in modo da garantire maggior robustezza e
sopra citati la miglior condizione (classe A). stabilità alle valutazioni riassunte nella presente
Tali risultati sono quindi stati riportati memoria.
nuovamente in un grafico al fine di analizzare la
distribuzione dei punti rappresentanti la relazione
“metodo speditivo-metodo analitico” (Figura 9). 7 CONCLUSIONI

Distribuzione IV_8par - PGAC Nel presente lavoro è stato preso in


0.50
considerazione un campione di edifici a telaio in
c.a., di cui una parte sono strutture simulate “ad
0.40
y = 0.4561e-0.033x
R² = 0.9038
hoc” per meglio studiare l’influenza di alcune
caratteristiche sul comportamento globale della
PGAC [g]

0.30 struttura, mentre le altre rappresentano casi studio


reali.
0.20 Su questo campione di edifici sono stati
applicati sia il metodo speditivo dell’Indice di
0.10
Vulnerabilità per la determinazione dell’IV
tramite le schede G.N.D.T. di II livello, sia analisi
0.00
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 di dettaglio (modellazione in campo non lineare,
IV_8par [%] in particolare a plasticità diffusa per realizzazione
Figura 9. Correlazione tra l’Indice di Vulnerabilità di analisi pushover) per la determinazione
modificato (8 parametri) e la PGAC. dell’accelerazione di capacità PGAC allo stato
limite di salvaguardia della vita SLV, in modo da

SG03-250
poter confrontare i risultati ottenuti dai due Mander, J.B., Priestley, M.J.N., Park, R., 1988. Theoretical
metodi. stress-strain model for confined concrete. Journal of
Structural Engineering, Vol. 114, No. 8, pp. 1804‐1826.
In primo luogo è emersa una generale Manfredi, G., Masi, A., Pinho, R., Verderame, G., Vona,
coerenza tra i due metodi: ad alti indici di M., 2007. Valutazione degli edifici esistenti in cemento
vulnerabilità (ottenuti dal metodo speditivo), armato. IUSS PRESS – Istituto Universitario di Studi
corrispondono accelerazioni di capacità (ricavate Superiori di Pavia. ISBN: 978-88-6198-013-6.
Whitman, R.V., Reed, J.W., Hong, S.T., 1973. Earthquake
dal metodo dettagliato) molto contenute. Alla Damage Probability Matrices. Proceedings of the 5th
luce di tale legame, è stata approfondita WCEE, Rome, Italy, Vol. 2, pp. 2531-2540.
l’effettiva coerenza tra i due metodi, analizzando
quali, tra i parametri del metodo speditivo,
venissero direttamente considerati nei modelli
numerici. Individuati i parametri che risultavano
considerati come “nella miglior condizione”
all’interno della modellazione numerica (in
quanto non tenuti in conto nella valutazione
dell’accelerazione di collasso PGAC), è stato
ricalcolato un indice di vulnerabilità ridotto ad 8
parametri, e con questo è stata analizzata
nuovamente la correlazione tra metodo speditivo
e di dettaglio. Tale studio ha permesso di trovare
una prima espressione matematica, che permette
la stima della PGAC mediante le sole
informazioni richieste dalla scheda G.N.D.T..
Tale metodo risulta particolarmente utile nei
casi in cui sia necessario stilare in tempi contenuti
una classifica della vulnerabilità sismica di
campioni di indagini consistenti, in modo da
individuare rapidamente le situazioni
maggiormente critiche, sulle quali concentrare le
risorse per successive analisi di dettaglio.

BIBLIOGRAFIA
Benedetti, D., Petrini, V., 1984. Sulla vulnerabilità di
edifici in muratura: proposta di un metodo di
valutazione. L'industria delle Costruzioni, Vol. 149, No.
1, pp. 66-74.
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14/01/2008.
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Grünthal, G., 1998. EMS 1998. Cahiers du Centre
Européen de Géodynamique et de Séismologie,
Luxembourg.

SG03-251
ANIDIS 2017
PISTOIA

Seismic performance of masonry infilled RC frames designed for gravity loads


Gianni Blasia, Daniele Perroneb, Maria Antonietta Aielloa
a
Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione, Via per Monteroni, 73100 Lecce.
b
Scuola Universitaria Superiore IUSS Pavia, Piazza della Vittoria, 27100 Pavia, Italy

Keywords: RC frames, masonry infills, capacity design

ABSTRACT
The common practice considers the masonry infills as non-structural elements neglecting their influence in the
evaluation of the seismic performance. However, the damages observed during past earthquakes, as well as the
experimental studies carried out in the last decades, pointed out the influence of masonry infills in the loss
assessment of reinforced concrete buildings. The interaction between the infill panels and the surrounding frame
significantly affects both stiffness and strength of masonry infilled reinforced concrete frames. The aim of this
work is to investigate about the influence of masonry infills on the seismic performance of multi-storey reinforced
concrete frames designed for gravity loads both in terms of elastic and inelastic response. The macro-modelling
approach is followed assuming consolidated formulations available in the literature. The mechanical properties of
masonry infills are varied in a wide range, aiming to cover the usual materials used in Italy. The Incremental
Dynamic Analysis is carried out in order to study the fragility curves, the collapse mechanisms and the ductility of
the analysed frames.

SG03-252
ANIDIS 2017
PISTOIA

Seismic performance of masonry infilled RC frames designed for gravity loads


Gianni Blasia, Daniele Perroneb, Maria Antonietta Aielloa
a
Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione, Via per Monteroni, 73100 Lecce.
b
Scuola Universitaria Superiore IUSS Pavia, Piazza della Vittoria, 27100 Pavia, Italy

Keywords: RC frames, masonry infills, capacity design

ABSTRACT
The common practice considers the masonry infills as non-structural elements neglecting their influence in the
evaluation of the seismic performance. However, the damages observed during past earthquakes, as well as the
experimental studies carried out in the last decades, pointed out the influence of masonry infills in the loss
assessment of reinforced concrete buildings. The interaction between the infill panels and the surrounding frame
significantly affects both stiffness and strength of masonry infilled reinforced concrete frames. The aim of this
work is to investigate about the influence of masonry infills on the seismic performance of multi-storey reinforced
concrete frames designed for gravity loads both in terms of elastic and inelastic response. The macro-modelling
approach is followed assuming consolidated formulations available in the literature. The mechanical properties of
masonry infills are varied in a wide range, aiming to cover the usual materials used in Italy. The Incremental
Dynamic Analysis is carried out in order to study the fragility curves, the collapse mechanisms and the ductility of
the analysed frames.

transversal reinforcement of columns (Verderame


et al. 2016).
1 INTRODUCTION Experimental studies performed during last
The damages observed on reinforced concrete decades investigated the monotonic and cyclic
(RC) buildings during past earthquakes pointed response of infilled frames both in terms of global
out the high influence of masonry infills on the (capacity, displacement, stiffness) and local
structural performances (Ricci, De Luca et al. (interaction between masonry panels and
2011). A regular distribution of the masonry surrounding frames) behaviour. Main failure
panels could significantly increase the global modes of infilled frames were widely descripted
stiffness of the structures reducing the lateral in (Mehrabi et al. 1996), according to the results
displacements (Gallipoli et al. 2009; Perrone et of monotonic and cyclic tests on 1:2 scaled
al. 2016; Ricci, Verderame et al. 2011); single-bay single-storey infilled frames.
moreover, a relevant contribution in terms of Analysing the experimental results it was
lateral strength can be also observed with respect observed that by increasing the lateral load
to the bare frame performances (Dolšek and magnitude, stresses distribution in the panel
Fajfar 2008; Ricci et al. 2013). migrate to the diagonal region, and the monolithic
If the structure behaves elastically, the inter- initial behaviour turns into a strut mechanisms.
storey drifts are generally reduced by the masonry The tests performed by (Petrone et al. 2014;
infills, improving the performance of Pujol and Fick 2010) on full-scaled buildings
displacement-sensitive non-structural elements; pointed out the reduction of the mean inter-storey
on the other hand, it is worth to be noted that the drift due to the presence of the panels as well as
seismic demand on acceleration-sensitive non- the reduction of global ductility due to the shear
structural elements could be also significantly failure of columns. An extensive set of
modified by the presence of masonry infills experimental tests on solid and hollow clay brick
(Lucchini et al. 2014). infilled frames were also discussed in (Sassun et
The brittle failure due to the increase of shear al. 2016) in order to provide fragility function
stress at the contact zones between panel and useful in the loss estimation framework. On the
column has been often observed in case of poor basis of the experimental results, analytical

SG03-253
models to describe the post-cracking strut
behaviour of the infills were proposed.
An exhaustive literature review about the
macro- and micro- modelling approaches was
carried out by (Asteris et al. 2011). The
equivalent-diagonal strut approaches are
generally preferred in global analysis, and
different formulation are provided in literature.
On the other hand local phenomena, as shear
failure of columns, can be better predicted
adopting multi-strut formulations (Crisafulli et al.
2005).
According to Dolsek and Fajfar existing
nonlinear methods for the seismic analysis of
structures should be improved to better predict
the influence of the masonry infills on the global
behaviour. The bi-linear elasto-plastic relation
proposed in the original N2 methodology should Figure 1. Infilled and bare 2D frames analysed [m]
be replaced by a multi linear force-displacement
approach (Dolšek and Fajfar 2005). Furthermore, According to (R.D.L 2229 1939), shear
specific relationships between the strength reinforcement of beams is realized with 45°
reduction factor (R), the ductility (μ), and the diagonal steel bars and stirrups, while stirrups
period (T) for infilled frames were provided to with a diameter equal to 6 mm and a spacing of
evaluate the reduction factor of the elastic spectra 150 mm are adopted in the columns.
(Dolšek and Fajfar 2004). RC frames were modelled in OpenSees
In the present study, a parametric analysis was (McKenna et al. 2000) as linear elastic beam
performed to study the influence of masonry elements with rotational hinges at the ends. The
infills on RC frames designed for gravity loads. presence of axial load is considered for the
The parameters investigated are the height of the evaluation of flexural backbone curve
frames as well as the Young’s Modulus and the characterizing the plastic hinges. The cyclic
shear strength of the masonry infills. The behaviour of the plastic hinges was evaluated
Incremental Dynamic Analysis (Vamvatsikos and according to (Takeda et al. 1970) and was
Cornell 2001) was performed in order to evaluate implemented using the Pinching4 Uniaxial
the fragility curves and investigate the collapse material (Lowes et al. 2003) available in
mechanisms. OpenSees, Figure 2 shows a typical example of
the hysteretic curve calibrated for a column:

2 CASE STUDY AND MODELLING


As well known, most of the RC buildings in
Italy and more generally in the Mediterranean
regions have been designed after the second
world war (between 40s-80s); for this reason the
present study is focused on buildings designed for
gravity load according to R.D.L. 2229/1939
(R.D.L 2229 1939), that regulated the design of
Figure 2. Cyclic behaviour of RC columns
RC buildings in Italy up to 1970.
Three 4-span RC frames with height varying The single diagonal strut approach was
between 14 and 35m were designed (Figure 1). considered to introduce the presence of the infills
The inter-storey height and the span length are in the FE model.
equal to 3.4 and 4.5 m, respectively. Geometrical properties of the truss were
defined according to the formulation proposed by
(Mainstone 1971), the effectiveness of this
methodology was demonstrated by its
introduction in (FEMA 274 1997) and (FEMA
356 2000). The truss width, bw, is evaluated
depending on the stiffness of the infill panels at

SG03-254
the first cracking, when stresses migrate to the The hardening stiffness, K2, is calibrated
diagonal and are transferred to the surrounding referring to the width of the truss section bW, the
frames through the contact zone at the corners: Young’s Modulus, the diagonal length d and the
thickness of the panel:
bw = 0.175 -0.4
h E w bw t w
d (1) K2 
d (5)
where d is the diagonal dimension of the panel
and λh represents the relative stiffness between Maximum force, Fm, is calculated as function
frame and panel evaluated according to (Stafford of Fy, as reported in Eq. (6):
Smith and Carter 1969): F m  1.3 F y (6)
 t sin 2   Uniaxial Pinching4 material was used to
h = 4  E w 
 4 EI hw  (2)
define the nonlinear cyclic behaviour of the
panels, adopting the parameters provided in
where: (Kumar et al. 2013) for the definition of the
Ew = Young modulus of the panel; pinching and strength/stiffness degradation.
t = thickness of the panel; Figure 4 shows the hysteretic behaviour
hw = Vertical dimension of the panel; obtained for Ew = 3200 MPa and τw = 0.2 MPa.
E = Young modulus of columns; Since the truss elements works only in
I = Moment of inertia of columns section compression, the backbone curve characterizing
θ = angle between the diagonal of the panel the pinching4 material was modified by adopting
and the beam; near-zero strength values in tension. The cyclic
The force-displacement relationship of the curve reported in Figure 4 represents the envelope
equivalent truss was evaluated referring to the of the response of the couple of elements
model proposed by (Panagiotakos and Fardis representing the panel whose reaction is triggered
1996), reported in Figure 3. depending on the seismic direction.
Multilinear behaviour is characterized by a
first branch representing the linear elastic
behaviour of the panel before the first diagonal
cracking, initial stiffness is evaluated with the
expression:
G w t w Lw
K1 
Hw (3)

Figure 4. F-d Hysteretic behaviour obtained for truss


elements

3 PARAMETRIC ANALYSES SETTINGS


The parametric analyses were performed to
study the influence of frame’s height, shear
strength and Young’s modulus of the masonry
infills on the seismic performance of the RC
Figure 3. Multilinear behaviour of the truss proposed by
frames. An incremental dynamic analysis was
Panagiotakos and Fardis carried out on bare and full infilled frames.
Materials adopted for the infill panels are
where Gw is the shear modulus of the infill, generally related to the region where the
Lw, Hw and tw are the length, height and thickness structures are built. Hollow clay bricks are mostly
of the panel, respectively. First cracking strength diffused in the Mediterranean areas, while solid
Fy is evaluated by Eq. (4) as a function of the concrete and clay bricks are preferred in the
shear strength τw: northern Europe (Ganz 2003; Watt 1990).
F y   w t w Lw (4) Depending on the typology of bricks and
quality of the mortar, different guidance values of
the mechanical properties of masonry walls are

SG03-255
proposed (Hendry 1998; Paulay and Priestley
1992; UNI EN 1996-1-1 2006).

b)
Figure 5 reports the influence of τw and Ew on
the nonlinear Force-Displacement relationship of
a)
the equivalent truss. The increase of τw leads to
higher lateral strength and displacement capacity,
while increasing Ew the reduction of the ductility
is observed. The influence of the height of the
structure is also considered in the study. Table 1
summarizes all analysed structures along with the
ID associated to each frame.
Table 1. Structures analysed.
Ew [MPa] τw [MPa] 4-storey 8-storey 10-storey
bare frame bare frame B4 B8 B10
0.1 I4E1t1 I8E1t1 I10E1t1
b) 0.2 I4E1t2 I8E1t2 I10E1t2
Figure 5. Influence of Young’s Modulus a) and shear 1200
0.3 I4E1t3 I8E1t3 I10E1t3
resistance b) on F-d behaviour of truss model
0.4 I4E1t4 I8E1t4 I10E1t4
Based on the values provided in literature, the 0.1 I4E3t1 I8E3t1 I10E3t1
shear strength (τw) was varied between 0.1 and
3200 0.4 I4E3t4 I8E3t4 I10E3t4
0.4 MPa, while the Young’s modulus (Ew) was
varied between 1200 and 5200 MPa, further 0.1 I4E5t1 I8E5t1 I10E5t1
details are provided in Table 1. 5200 0.4 I4E5t4 I8E5t4 I10E5t4

3.1 Analyses Methodology


For each frame a set of 10 ground motions
was selected from the FEMA P-695 (FEMA
P695 2009) database in order to perform the
Incremental Dynamic Analysis. The selection
was carried out in terms of mean spectral
acceleration at the first period of the frames,
Sa(T1), assuming 5% damping.
Incremental Dynamic Analyses were
performed by increasing ground motion intensity
a) up to the collapse by a non-negative factor λϵ[0,+
∞). In order to define the collapse performance
level, two approaches were followed: in the first
one, only ductile (flexural) failure of columns
was taken into account, and the collapse is
attained after the first flexural failure of columns.
In the second approach the brittle failure due to
the achievement of maximum shear strength was
also considered.

SG03-256
Factor, MRF) defines the performance level of
the structures for the “desirable approach”. If
MRF is equal to one, the flexural collapse is
achieved. Despite shear failure was not
considered for the definition of the IDA curves, a
second parameter defined as Maximum Shear
Factor (MSF) was also monitored during the
analyses; it represents the ratio between the
Figure 6. ATC-63 Spectra (Black shape is referred to the
maximum value of shear recorded during the
mean spectrum) analysis and the shear resistance of the columns.
This parameter allowed to identify the possible
The first assumption is defined as “desirable achievement of the shear failure in the columns.
behaviour”; it is representative of the existing For the desirable approach, a comparison
building retrofitted in order to comply the between bare (B4, B8, B10) and infilled frames
capacity design approach. The second approach is shows a remarkable increase of Spectral
more representative of existing RC moment acceleration capacity due to the presence of the
resisting frames. The performance of the analysed infills; the maximum increase is observed for
case studies, for both considered approaches, is E1t4 frames, because of the higher resistance and
analysed and discussed in terms of collapse ductility of the panel.
mechanisms and fragility curves. By decreasing τw, a reduction of Sa(T1, 5%)
is generally observed; Sa(T1, 5%) in infilled
frames is higher with respect to the bare frame
4 RESULT DISCUSSION configurations also for the lowest value of τw (0.1
MPa).
4.1 IDA curves IDA curves provided in this section could be
considered representative of the behaviour of
The IDA curves reported in Figure 7-9 plot the existing RC frames in which the shear failure
relationship between the performance level does not occur because the transverse
parameter versus Sa(T1, 5%), obtained following reinforcements are well designed or a retrofit has
the “desirable behaviour” approach. been done in order to guarantee the shear
resistance of the structure.

a) a)

b) b)
Figure 7. IDA curves for a) B4 and b) I4E1t4
Figure 8. IDA curves for a) B8 and b) I8E1t4
The ratio between the maximum rotation Analysing the results is possible to observe the
obtained during the analysis and the ultimate influence of the ground motions on the Sa(T1,
rotation capacity of columns (Maximum Rotation

SG03-257
5%); the phenomena of structural resurrection is
often observed, in particular in infilled
configurations. This phenomenon is characterized
by non-monotonic behaviour of the curve due to
the effects of the time-history frequencies on the
dynamic response of the structure.

Figure 10. Mean values and standard deviation of Sa(T1)


referred to collapse (i.e. MRF = 1) varying τw

a)
Figure 11. Mean values and standard deviation of Sa(T1)
referred to collapse (i.e. MSF or MRF = 1) varying τw

4.2 Fragility Curves


In this section the fragility curves of the
analysed case studies are presented and discussed,
the fragility curves are plotted for both desirable
and real approach. Figure 12 shows the fragility
curves for 8-storey frames obtained considering
b) the shear failure and varying Ew (Figure 12-a) and
Figure 9. IDA curves for a) B10 and b) I10E1t4 τw (Figure 12-b). For almost all considered values
As the ground motion is scaled up, plastic of Young’s Modulus, the increase of τw, reduces
deformations may occur during the early part of the median Sa(T1) at the collapse limit state. For
the time history, increasing seismic energy I8E1t1 and I8E1t4, the Sa(T1) at the collapse
dissipated and modifying dynamic properties of limit state is equal to 0.325g and 0.174g,
the structure. This behaviour leads to the respectively; while for the bare frames it is equal
reduction of the absolute peak response for the to 0.097g. Referring to τw = 0.4 MPa, for high
subsequent, stronger cycles (Vamvatsikos and values of Young’s Modulus (i.e. Ew = 3200 MPa
Cornell 2001). and Ew = 5200 MPa) the median Sa(T1) is lower
Figure 11-11 reports the median Sa(T1, 5%) than the median Sa(T1) evaluated for the bare
along with the standard deviation for a Young’s frame (Figure 12-a). In particular, for 8-storey
Modulus equal to 1200 MPa (E1). If the desirable frame the performance of the structure
behaviour approach is followed (Figure 10), the significantly decreases for a Young’s Modulus
Spectral acceleration of infilled frames is always equal to 3200 MPa. Results suggest the
higher with respect to the bare frame importance of an accurate evaluation of the
configurations. Compared to B4, Sa(T1) mechanical properties of masonry infills, in
increases of 133% and 314% for I4E1t1 and particular for existing RC buildings, where poor
I4E1t4, respectively. transversal reinforcement of columns often leads
On the other hand, if shear failure of columns to shear failures.
is also considered, the Spectral Acceleration does For 4-storey frame, varying τw in the assumed
not increases increasing τw (Figure 11). range, Sa(T1) increases between 126-137% for
Ew = 1200 MPa

SG03-258
( the decrease of mean Sa(T1) is equal to -1.23%
and -2.66% for I10E1t3 and I10E1t4, respectively.
This result suggests that even in case of low lh , a
poor shear reinforcement of the RC frame could
lead to brittle failure for high values of τw.

a)

a)

b)
Figure 13-a), 90-182% for Ew = 3200 MPa
and 57-110% for Ew = 5200 MPa with respect to
the values obtained for bare frame. As for the
previous case, also for the 4-storey frames Sa(T1) b)
reduces scaling up τw. Figure 12. Fragility curves for 8-storey frame as a function
Referring to the 10-storey frame of a) Young’s Modulus (τw = 0.4 MPa) and b) Shear
resistance of panel (Ew = 1200 MPa)
(

a) a)

b) b)
Figure 13-b), Sa(T1) for infilled frame is lower Figure 13. Fragility curves for a) 4-storey and b) 10-storey
with respect to the value found for B10 at high (assuming E1 and varying τw)
values of τw, this behaviour was also observed for
the lowest value of EW (1200 MPa). In particular,

SG03-259
In addition it appeears that the influence of τw 5 CONCLUSIONS
varies with the heigth of the frame. For the
Building scenario of many Countries is
analyzed case studies, high buildings result more
characterized by structures realized before the
penalised by the presence of the infills, which
introduction of Seismic Codes, for this reason
reduces inter-storey drift capacity particularly at
retrofit techniques are often used to reduce
highest floors. If the lowest values of the Young
seismic vulnerability of existing structures.
Modulus (1200 MPa) and shear strength (0.1
Many studies demonstrated that the influence
MPa) are assumed, the median Sa(T1) of infilled
of masonry infills cannot be neglected in the
frames increases both for 4- and 10-storey frames,
evaluation of the seismic performances of RC
witht respect to the bare frame configuration,.
buildings, hence, also the retrofit strategy should
The influence of higher values of τw is higher for
take into account the presence of the masonry
10-storey frames than for 4-storey frames. For the
infills.
analyzed case studies, the brittle failure
The influence of the masonry infills is
mechanisms are more frequent in high buildings,
significantly related to the design approach.
this behaviour is due to the in elevation stiffness
Beside the increase of acceleration demand due to
irregularity; the reduction of cross sections
the presence of the panels, the global resistance of
increases the weakness of the columns and their
the structure could increase as well if shear
susceptibility to the stresses transferred by the
strength of the columns is adequate for avoiding
panels.
brittle failure. This could be the case of newest
A comparison between fragility curves
buildings designed according to the last Building
obtained following the two considered different
Codes or the case of buildings properly
approaches is provided in Figure 14. If the brittle
retrofitted; on the contrary, existing buildings’
failure is avoided, the presence of infills
performance could decrease because of the early
decreases the probability of collapse for all
shear failure of the columns.
analysed structures, suggesting that in some cases
The analyses carried out in this study
the presence of infills could be beneficial if shear
demonstrated that the properties of the infills
resistance of columns is adequate.
could significantly influence failure modes of the
columns. In case of low shear resistance of the
panels, flexural (desirable) failure of the columns
was observed as well as the increase of the
acceleration capacity with respect to bare frames.
Increasing the shear resistance of the panels,
the capacity of structures significantly decreases
promoting brittle collapse mechanisms. The
seismic vulnerability of existing structures with
strong infills is therefore not well predicted if the
masonry infills are not considered in the
numerical models.
a) The obtained results suggest that the infill
panels should be properly designed in order to
improve the seismic performance of RC
structures and to avoid brittle failure of columns.
The international codes prescribe to characterize
the mechanical properties of the structural
elements before performing the seismic
vulnerability assessment. The results reported in
this study demonstrated that, if the masonry
infills are connected to the surrounding frames
and contribute to the overall stiffness and
b) resistance, their mechanical properties should be
Figure 14. Fragility curves obtained for 8 storey frame a) also adequately evaluated because could
with and b) without considering shear failure of columns significantly affect the elastic and nonlinear
(τw = 0.4 MPa) response of existing RC structures.

SG03-260
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SG03-261
ANIDIS 2017
PISTOIA

Rigid floor assumption in nonlinear static analysis of reinforced concrete


existing buildings
Sergio Ruggieria , Francesco Porcoa, Domenico Raffaelea, Giuseppina Uvaa
a,
Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica, Dicatech, Politecnico di Bari, Via
Orabona 4, 70125 Bari.

Keywords: RC existing buildings, nonlinear static analysis, FE model, rigid floor

ABSTRACT
The assessment of Reinforced Concrete (RC) existing buildings is a main problem studied by scientific
community, considering the damage caused to building stock during recent seismic events. This problem
is mainly due to design made using old codes. In order to verify the suitability of RC existing buildings
towards seismic actions, engineers carry out analyses on Finite Element (FE) models, which simulate the
structural behavior of buildings study. In this phase, the accuracy of results depend by initial hypotheses
assumed on numerical model.
Generally, an usual assumption assumed is that of rigid floor, which allows to reduce Degrees Of
Freedom (DOF) of structure and consequently to reduce computational effort of analysis. Furthermore,
the rigid floor assumption is an important simplification when the building is analyzed in inelastic field
through Nonlinear Static (NLS) analysis. Neglecting the previous hypothesis leads to have not uniform
loads distribution on numerical model, with consequent inaccuracy of analysis results.
The focus of this paper is investigate the effects of the real in-plane floor deformability under horizontal
action, varying the distribution of vertical elements stiffness. In particular, this aspect is evaluated on real
cases study, considering the effect induced by infill panels on the stiffness of tridimensional (3D) frame
buildings.

SG03-262
ANIDIS 2017
PISTOIA

Rigid floor assumption in nonlinear static analysis of reinforced concrete


existing buildings
Sergio Ruggieria , Francesco Porcoa, Domenico Raffaelea, Giuseppina Uvaa
a,
Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica, Dicatech, Politecnico di Bari, Via
Orabona 4, 70125 Bari.

Keywords: RC existing buildings, nonlinear static analysis, FE model, rigid floor

ABSTRACT
The assessment of Reinforced Concrete (RC) existing buildings is a main problem studied by scientific
community, considering the damage caused to building stock during recent seismic events. This problem
is mainly due to design made using old codes. In order to verify the suitability of RC existing buildings
towards seismic actions, engineers carry out analyses on Finite Element (FE) models, which simulate the
structural behavior of buildings study. In this phase, the accuracy of results depend by initial hypotheses
assumed on numerical model.
Generally, an usual assumption assumed is that of rigid floor, which allows to reduce Degrees Of
Freedom (DOF) of structure and consequently to reduce computational effort of analysis. Furthermore,
the rigid floor assumption is an important simplification when the building is analyzed in inelastic field
through Nonlinear Static (NLS) analysis. Neglecting the previous hypothesis leads to have not uniform
loads distribution on numerical model, with consequent inaccuracy of analysis results.
The focus of this paper is investigate the effects of the real in-plane floor deformability under horizontal
action, varying the distribution of vertical elements stiffness. In particular, this aspect is evaluated on real
cases study, considering the effect induced by infill panels on the stiffness of tridimensional (3D) frame
buildings.
where, following the guidelines provided by
European Building code (Eurocode 8, 2005), it is
1 INTRODUCTION possible to perform a “performance approach”.
The problem of structural safety of RC To this scope, after a preliminary knowledge of
existing building has a large interest by scientific the building, in which several information can be
community, especially with regard to the building collected (original design drawings, information
stock of geographic areas where seismic event are about foundations, ground conditions, dimensions
frequent (Italy, Greece, Turkey). In particular, and cross-sectional properties of building
most of existing buildings built between 60’s and elements, properties of materials, constructive
80’s present an high probability of low quality of details), the structure must be characterized
structural materials, added to the rules of design through the definition of mechanical parameters
of these time, in which in the technical codes did of in-situ materials (using experimental and in-
not take into account the seismic actions. situ tests), with particular attention to several
The vulnerability studies of RC existing problems related to this phase (Uva et al. 2014,
buildings is in continuous evolution, starting from Porco et al. 2014, Porco et al. 2013). On the basis
the analyses at large scale, where the observation of this knowledge process, a “Confidence
of post-seismic damage became important to Factor” (CF) is defined, in order to penalize the
assessing the real safety level (Uva et al. 2016, strength of materials and carry out the seismic
Perrone et al. 2015) and, subsequently, in order to analysis.
monitoring and controlling the in-situ behaviour Concerning to the vulnerability analysis, the
of structures, especially when these are most important phase is the definition of the
infrastructures or strategic structures (Porco et al. structural behavior of existing building, in order
2013, Uva et al. 2014). to predict with more accuracy the safety level of
Different approach is observed for the structure. To this scope the most realistic
vulnerability assessment of the single building, approach is represented by nonlinear analyses

SG03-263
(static or dynamic) performed on detailed Finite If λ is larger than 2, the floor is deformable
Element (FE) model. while if λ is lower than 0.5, the floor is rigid. If λ
In the definition of FE model, several expect is included between 0.5 and 2, the floor is “stiff”
can be taken into account as the influence of (neither flexible nor rigid).
secondary structural elements as infill panels or
slab typology. Usually, consider or not these
parameters, assuming some hypotheses at the
base of modelling, can strongly influence the
behaviour of case study, varying the dynamic
response, in terms of period (T) and participating
mass (M[%]) and subsequently causing
irregularity factors.
The focus of this paper is analyse the structural
behaviour of two RC existing buildings study,
through Nonlinear Static (NLS) analyses, Figure 1 – In-plane displacement of floor system,
without rigid floor assumption
considering in the FE models of ones the
In scientific literature, several study on the
influence of infill panels and retrofitted infill
problem of the floor system deformability, under
panels (with reinforced plaster) on the in-plane
seismic actions, was carried out, using simple
behaviour of floor system, taking into account or
models in which the floor was simulated through
not the rigid floor assumption.
support beam with both shear and flexural
deformation (Nakashima 1982, Jain 1984, Aktan
2 STATE OF ART at al.1988). Subsequently, several authors
quantified the error of rigid floor assumption
(Saffarini at al. 1992, Ju at al. 1999, Kunnath et
2.1 Importance of floor system deformability
al. 1991, Dolce et al., 1994), using several
In the assessment of existing RC building, numerical models and varying some parameters
users must be assume several hypotheses on as number of stories, story height, slab type,
numerical FE model, in order to reproduce the building-plan aspect ratio, regularity of building
real structural behaviour. In this phase, one of the plan, openings in the slab, the sizes and spacing
most common assumption is the rigid-floor of columns and shear walls.
hypothesis, which is able to reduce both Furthermore, some authors studied aspects of
computational effort and “Degree of Freedom” in-plan irregularity effects and dynamic
(DoF). The abovementioned hypothesis, in some parameters (periods, participating mass) on some
cases, can be inadequate, as suggested by cases study (Fleishman et al. 2001, Khajehdehi et
International codes, which provide some al. 2016,) and finally, other researcher analysed
qualitative (Eurocode 8 2005, New Zeland the in-plane behaviour of floor system,
Standards 1170.5 2004, Greek Seismic Code considering the slab typology and varying the
2000) and quantitative criteria (International materials and the geometry of constituent of one
Building Code 2009, Structural Engineers (Tena-Colunga et al. 2015, Pecce et al. 2017).
Association of California 1999, American Society The main expects that govern the assumption
of Civil Engineers 2002, Iranian Code standard of rigid floor hypothesis on existing buildings
2007, Federal Emergency Management Agency (Porco et al., 2017). is the relative stiffness
2012). between the structural vertical elements and floor
Concerning the quantitative criteria, it defines system (taking into account the slab and the edge
a factor λ as ratio between the maximum (Y) to beams). Increasing the vertical stiffness, λ grows
minimum (X) lateral in-plane deflection of floor, and the rigid floor assumption is less appropriate.
caused by horizontal actions, as shown in Figure Same observation can be done when the in-plan
1 and in following relationship: shape ratio increase and the number of storeys is
lower.
Y The evaluation of factor λ and consequent
 (1)
X assumption of rigid-floor must be above all
evaluated when, after the assessment of structural
capacity of existing RC building, a retrofit

SG03-264
solution is carried out, in order to improve the - the width bW of the strut;
seismic behaviour. To this scope, it is possible to - the constitutive relationship of the panel;
add on the building edge systems as RC shear - the number of struts introduced.
walls or damper braced, able to reduce the The presence in the FE model of infill panels
horizontal displacement capacity caused by an provides an increase of vertical stiffness, which
increment of both strength and stiffness. This can induce a greater deformability of floor
latter effect can induce flexibility in the floor system, especially when infill can be defined as
system, with consequent stress redistribution on ‘strong’ (i.e. when they are characterised by high
structural elements, different from the results stiffness – strength values).
obtained by a numerical FE model with rigid Moreover, in order to avoid problems related
floor. to consequence of seismic events, in which the
For this reason, notwithstanding computational infill panels can be damage, the solution often is
effort can increase, it is better perform a provide a way for prevent out-of-plane
numerical model which take into account the overturning of the panels, reduce undesired local
possible floor system deformability, adopting effects at the end sections of columns but, at the
more refined models as equivalent struts, same time, vary the infill contribution to the
equivalent shell or equivalent solid ones. lateral strength, incrementing in-plane stiffness
A good compromise between precision of and strength, and in consequence even more
results and computational effort is surely obtained increase the vertical stiffness.
using an equivalent shell model, where besides to Concerning to this method of retrofit, as
allow the verify the floor system flexibility, it can shown in (Fiore et al. 2013, Porco et al. 2014),
provide the distribution of in-plane stresses state, one of the most commonly method is the
in order to carry out the local verifies. connection between the panel and the
surrounding structural elements, using several
2.2 Influence of infill panels on floor system solutions as reinforce insertion of strips of welded
deformability steel mesh combined with connecting tassels
In the assessment of structural response of along the top and lateral edges or application of
existing RC buildings, the infills panels play a reinforced plaster on the whole panel.
fundamental role in the evaluation of global The scope of this work is analyse the effects
seismic resistance. that both infill panels and reinforced infill panel
Generally, the presence of the infill panels in have on the floor system deformability. The
RC frames, point out an increase of stiffness and results of NLS analyses are evaluated, in terms of
strength, reducing the horizontal displacement failure mechanism of structural elements, at fixed
caused by seismic actions. On the other hand, the values of total drift.
infill panels cause the increment of seismic
demand, with consequent possibility of premature 3 CASE STUDY
collapse.
The influence of infill panels in existing The case study is constituted by 2 RC schools
buildings is strongly governed by the definition building located in the city of Lesina, Province of
mechanical and geometrical features, which Foggia, Puglia, Southern Italy. Both buildings,
depending by experimental and in situ tests, built between the 60s’ and 70s, in the absence of
adding to the real interaction with the specific seismic codes, was designed considering
surrounding structural elements. only vertical loads, neglecting constructive details
Furthermore, infill panels can be modeled able to cope the seismic action. They are
through several method, as the macro-models constituted by R.C. frame with beams and
through equivalent struts (Fiore et al. 2015, columns and they have 2 storey for a total height
Perrone et. al 2016), multiscale models (Fiore et. of 8.2 m.
al 2015) micro-models (Casolo et al. 2013, Porco The First Building (E1) has an irregular in-
et al. 2014). The calibration of the macro-models plane shape, with significant re-entrances,
is particularly affected by the extreme variability, inscribed in a rectangle of dimension 25.00 m x
where, as shown in (Uva et al. 2012), the 30.00 m, while the Second Buildings (E2) has
fundamental factors that govern the definition of manly a regular in-plan shape, inscribed in a
equivalent struts models are: rectangle of dimension 26.00 m x 9.50 m.

SG03-265
Carpentries of both building are shown in Figure
2.

Figure 2 – Carpentries of cases study (E1 and E2)

Dimensions of columns and beams, design loads In both cases, the foundation are constituted by
and mechanical parameters of materials plinths and the slab typology of storeys is a RC
(determined through destructive and non- ribbed slab, with constant joists dimensions
destructive in-situ investigation on concrete (height 20 cm, width 10 cm, spaced 50 cm) and
elements and steel rebar’s), was performed within thickness of top concrete slab of 4 cm.
an Agreement between AdB Puglia and Furthermore, the warping of elevation beams is in
Politecnico di Bari, in which vulnerability just one way. In Table 1 are summarized the
analyses on school buildings in the Province of mainly geometrical and mechanical features of
Foggia are carried out, in order to develop schools, considering that the dimensions of
“Guidelines for the vulnerability assessment of columns and beams are equal for both ground and
existing buildings”. first level.
Table 1. Dimensions of the structural elements, design loads and mechanical parameters of materials
Case study Elements B (mm) H (mm) Materials Loads
E1 Columns 400 400 2 G1 = 350 daN/m2
f’cm: 20 N/mm
G2= 250 daN/m2
Beams 400 600 f’ym: 437 N/mm2
Q = 300 daN/m2
E2 Columns 400 400
300 400 G1 = 300 daN/m2
f’cm: 24 N/mm2
400 750 G2= 200 daN/m2
f’ym: 450 N/mm2
Beams 400 600 Q = 300 daN/m2
400 900

Concerning to the definition of mechanical made with dimension 25 cm x 25 cm x 12 cm,


parameters of masonry infill panels, investigation while the mortar is constituted by Portland
tests (in situ and in laboratory) were carried out, cement 325 and quarry sand. For both cases
in order to define the constructive features, study, the mechanical parameters of masonry
materials and dimensions of hallow clay blocks infill panel are same and they are summarized in
and mortars. In particular, the masonry blocks are Table 2.

SG03-266
particular, at end section of elements are placed
plastic hinges, which are defined considering
inelastic mechanisms of simple bending for the
Table 2. Mechanical parameters of infill panels beams and a combination of axial stress-bending
Mechanical parameters Value (MPa) stress for the columns. In both cases, the plastic
Elastic modulus Ew 3080 hinges have been defined according to Figure 6-1
Diagonal Elastic modulus Ewθ 1495 of FEMA 356 rules.
Shear modulus Gw 1233 In order to consider the presence of infill
panels in the structure, the method adopted
Tensile strength ftp 0.36
consist in the employ of a single equivalent struts
Compression strength σm 2,5 able to simulate the real compressive stress under
horizontal actions, following a diagonal path. The
In both cases of analyses, the floor system at constitutive law, which characterize the struts
each storey is constituted by a RC ribbed slab, with a relationship between force and
with constant joists dimensions (height 20 cm, displacement, is assumed according to model of
width 10 cm, spaced 50 cm) and thickness of top Panagiotakos and Fardis (Panagiotakos at al.
concrete slab of 4 cm. 1996), as shown in Figure 3, which is the method
Basing on the geometrical and mechanical proposed by the EC8 for modelling the influence
parameters founded, in order to evaluate the of infill panels.
influence of infill panels on the flexibility of floor
system, the buildings are modelled in the first
phase as Bare frame (B), considering and not the
rigid floor hypothesis. Subsequently, in the same
models, the influence of Infill panels is taken into
account (I) and finally, the response of the system
frame-infill Reinforced panel (RP) is evaluated.
In this latter case, reinforcement intervention
provides the application of a welded steel mesh
within the plaster combined with connecting Figure 3 – Constitutive law proposed by Panagiotakos
tassels. and Fardis
Considering each case aforementioned, NLS For the elastic behavior of equivalent struts,
analyses are carried out on a total of 6 models and the dimension of section is defined as rectangle
on these models, the effects in nonlinear field are with one dimension equal to the thickness of infill
investigated, in order to define the difference of panel and second dimension calculated according
collapse mechanism when the rigid floor to the Stafford-Smith (Stafford Smith, 1996)
assumption is taken into account (DIAPH) or not formulation:
(FLEX). bw  0.175d (H w ) 0.4 (2)
where d is the diagonal length of panel, Hw is the
height of panel and factor λ is the relative
4 NUMERICAL MODELLING stiffness of the frame and of the panel, defined
The structural modeling of cases study are according to Mainstone (Mainstone, 1971):
performed by using the FE software SAP2000. In E t sin 2
both models, beams and columns are modeled as 4 w w (3)
4 EC I P H w
one-dimensional frame elements, assuming fixed-
end restraints at the base of the columns. Through where tw is the thickness of panel, Ec is the elastic
the quantity of data related to in-situ modulus of concrete, θ is the slope angle of the
investigation, mechanical parameters of materials panel’s diagonal and Ip is the moment of inertia
assumed in the model are considered with a of column adjacent to panel.
“Partial safety factor” equal to 1, corresponding In the models, in order to consider the
to the “knowledge level” KL3). nonlinearity of equivalent struts, like for the RC
In order to perform NLS, FE models include structural elements, a lumped approach is
the non-linearity properties of materials and considered, defining in the software plastic
section, through a lumped plasticity approach. In hinges, which take into account only the axial

SG03-267
stress, through the definition of F-D relationship,
according to Fig. 3. Slab stiffness is defined as follow:
To evaluate the constitutive law of reinforced 1
K slab  (4)
infill panels, the mechanical parameters of struts L '3
L'
must be increased in terms of force and 
12 JEC AS GC
displacement, then in terms of elastic stiffness.
For the masonry, as shown in (Calvi and
Bolognini 2001), and as provided by Italian where L’ is the slab dimension orthogonal to
building code, for the case of reinforced plaster, a seismic action, J is the inertia moment of slab
correction factor of 1.3 must be applied to the section, As is the shear area of section slab, Ec is
original mechanical parameters. the elastic modulus of slab material, Gc is the
Analogues procedure can be carried out for the shear modulus of slab material, while Kstrut is
infill panel, as shown in (Porco at al. 2014) defined as
E A
where, in order to obtain a real structural K strut  S S (5)
behavior, the elastic stiffness of each equivalent LS
strut is incremented up to the panel can be where Es is the elastic modulus of strut
considered strong and, at the same time, it is material, Ls is the length of strut and As is the
calibrated so as its crushing happen at the middle area of section strut, that is the only unconscious
of panel for compression, before that the structure term of equation. Assuming the struts section as
reached the global mechanism. The results square, dimension are calculated through square
attended, in nonlinear field are shown in Figure 4, root of areas founded. Formulations (4) and (5)
where the option 1 shows the capacity curve of are valid for square floor part, cause ach one has
system reinforced while the option 2 shows the been divided into square portion.
structural behavior of a system with infill
disconnected by the frame (retrofit solution 4.1 Dynamic properties of models
coincident with the result obtained by the analysis
For both models, the dynamic properties,
on the bare frame). For the first building, the
obtained by a modal analysis, is evaluated
elastic stiffness is incremented of a factor equal to
considering E1 and E2 with and without infill
2.2, while for the second building the incremental
panels. In particular, Table 3 shows that the
factor is equal to 1.5.
fundamental elastic period (T1) for both E1 and
Concerning the structural behavior assuming
E2 is strongly reduced when the infill panels are
or not the rigid floor hypothesis, models with and
considered, but the corresponding M[%]s are
without equivalent struts of the infill panels have
substantially equal. The dynamic properties are
been carried out, firstly considering an internal
evaluated in the pushing directions, as indicated
constraint in each floor, concentrating the mass in
in Figure 2.
the geometric center of one, secondly simulating
the floor system using an elastic “strut model”.
Table 3. Dynamic properties of cases study
In particular, the floor system is schematized Model T1 (s) M[%]
by 2 cross equivalent struts with square section
E1 - B 0,43 70
calculated equaling the slab stiffness (Kslab) and
the equivalent strut stiffness (Kstrut). E1 - I 0,03 71
E2 - B 0,59 91
E2 - I 0,04 91

Figure 4 - global structural response obtained in


correspondence of the different reinforcement options for
the infill panels (as reported in Porco at al. 2014)

SG03-268
4.2 Nonlinear static analyses
The NLS analyses were performed for each only in one verse and for this reason, the infilled
model, in the weak direction, considering three models are made through equivalent struts placed
typology of incremental lateral loads with shape in the direction of push. The results of NLS
vector as triangular inverse, constant and analyses are shown in Figures 5a, 5b, 5c for E1
unimodal. For models with rigid floor and Figures 6a, 6b, 6c for E2, where the lines
assumption, the forces are applied in the center of continuous represent the models with rigid floor
mass of each storey, while for the models with (bare frame = blue, infill frame = red, infill
floor system modeled through struts, NLS plaster frame = green), while the dotted lines
analyses are carried out applying at each node of represent the same models without rigid floor
storeys forces proportional to the nodal masses. assumption.
Considering that, NLS analyses are carried out

Figure 5a – Result of pushover analysis with load profile Figure 6a – Result of pushover analysis with load profile
triangular inverse for E1 triangular inverse for E2

Figure 5b – Result of pushover analysis with load profile Figure 6b – Result of pushover analysis with load profile
uniform for E1 uniform for E2

Figure 5c – Result of pushover analysis with load profile Figure 6c – Result of pushover analysis with load profile
unimodal for E1 unimodal for E2

SG03-269
The results of analyses show that, for each of Figure 2, some significant 2D frame are
shape vector load, the difference of global reported, at total drift of 1% (blue box) and total
structural response between models with rigid drift of 1,5% (red boxes). On each element, in
and flexible floor increases, when the stiffness of Figure 7 for E1 and in Figure 8 for E2, the state
equivalent struts is greater. This means that infill of the plastic hinges are depicted, with clear
panels provide a contribute, in terms of vertical specification of limit state reached for each one.
stiffness, which emphasizes the flexibility of The formation of plastic hinges in bare frame
floor system. Furthermore, this difference can be models is not reported, because the difference
displayed in the formation of plastic hinges at between rigid and flexible floor is negligible. The
displacement fixed. In particular, with reference rigid floor is represented with a thick line.

Figure 7 - formation of plastic hinges at fixed displacement for E1

Figure 8 - formation of plastic hinges at fixed displacement for E2

Figure 8 shows only the cases with I and RP, table 4 is shown this evidence, taking into
neglecting the case B because the curves E1 – B – account the global yielding displacement for each
DIAPH and E1 – B – FLEX are coincident (as in model (only for the curves obtained by triangular
the case of E2) and the formation of plastic inverse load profile).
hinges, at fixed displacements, happens in the
same way.
The effects of infill panels, and with a greater 5 CONCLUSION
influence the reinforced infill panel, on the floor In the present work the effects of in-plane
system deformability consist in the variation of deformability under horizontal actions, varying
global response of structure, with variation of the distribution of vertical elements stiffness is
base shear at fixed displacement (and vice versa), investigated. In particular, after a brief review
which is larger when the infill are stronger. In about scientific literature on flexibility of floor

SG03-270
system and the role that infill panels may have in Table 4. Percentage variation of base shear at global
the problem, two existing RC school buildings, in yielding displacement
the province of Foggia are analyzed. Model Displacement Base shear variation
(m) (%)
For each buildings, 6 FE nonlinear models are
E1 – B 0,015 0,45
carried out, in which 3 models are made E1 – I 0,02 4,80
considering the rigid floor assumption and the E1 – RP 0,04 6,70
other 3 ones considering a flexible floor, built E2 – B 0,017 0,55
through an equivalent struts model. E2 – I 0,02 8,15
E2 – RP 0,025 11,65
In order to take into account the influence of
infill panels, each group of 3 models is
constituted by a bare frame model, an infilled 6 ACKNOWLEDGMENT
model and an reinforced infilled model, which
respectively simulate the structural behavior The research study was partially funded by the
without infill panels, with infill panels and with a national joint project DPC-ReLUIS 2014-2018 -
seismic retrofit solution where the infill panels general theme “PR 2 - Strutture in cemento
are connected with surrounding frame, through a armato”.
plaster combined with connecting tassels.
For each model, nonlinear static analyses are
7 REFERENCES
performed using 3 shape load vectors and the
differences, in terms of global response (base Uva, G., Sanjust, C.A., Casolo, S., Mezzina, M. (2016).
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SG03-271
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SG03-272
ANIDIS 2017
PISTOIA

Mechanical characterization of a polyurethane-cement hybrid foam to be used


for seismic protection of nonstructural components
Orsola Coppolaa, Ernesto Di Maiob, Gennaro Magliulov
a
Istituto per le tecnologie della costruzione, Consiglio Nazione delle Ricerche, Via Lombardia 49, 20098 San Giuliano
Milanse, Milano.
b
Dipartimento di Ingegneria chimica, dei Materiali e della Produzione industriale, Piazzale Vincenzo Tecchio 80, 80125
Napoli.
z
Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura, via Claudio 21, 80125, Napoli .

Keywords: cement, polyurethane, mechanical properties, nonstructural components, seismic

ABSTRACT
A preliminary study on the possible use of a new hybrid material in seismic protection of partitions and infills is
presented in the paper. The mechanical properties of a polyurethane-cement hybrid foam are investigated. The
mechanical characterization, including compressive, tensile and shear tests is conducted according to ASTM
standard methods for cellular plastic materials. The compressive tests show a brittle behavior of the hybrid foam.
The material exhibits larger strength in tension than in compression. The shear resistance values are similar to those
of other building materials generally used for nonstructural components, i.e. cellular concrete and bricks. Finally,
by comparing the physical properties of the hybrid foam with those of bricks and cellular concrete it is possible to
highlight that the lightweight features of the former, associated to appreciable mechanical properties, make it
suitable for building nonstructural components, also in seismic zones.

SG03-273
ANIDIS 2017
PISTOIA

Caratterizzazione meccanica di una schiuma ibrida poliuretano-cemento da


utilizzare per la protezione sismica di componenti non strutturali
Orsola Coppolaa, Ernesto Di Maiob, Gennaro Magliulov
a
Istituto per le tecnologie della costruzione, Consiglio Nazione delle Ricerche, Via Lombardia 49, 20098 San Giuliano
Milanse, Milano.
b
Dipartimento di Ingegneria chimica, dei Materiali e della Produzione industriale, Piazzale Vincenzo Tecchio 80, 80125
Napoli.
z
Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura, via Claudio 21, 80125, Napoli .

Keywords: cemento, poliuretano, proprietà meccaniche, componenti non strutturali, sisma

ABSTRACT
Questo lavoro presenta uno studio preliminare sul possibile utilizzo di un nuovo materiale ibrido per la protezione
sismica di partizioni e tamponature. Si analizzano, dunque, le proprietà meccaniche di una schiuma ibrida
poliuretano-cemento. La caratterizzazione meccanica, che include test a compressione, trazione e taglio è stata
condotta in accordo alle metodologie proposte da standard ASTM per materiali cellulari plastici. I test a
compressione evidenziano un comportamento fragile della schiuma. Il materiale esibisce una resistenza a trazione
maggiore di quella a compressione. I valori di resistenza a taglio sono simili a quelli di altri materiali generalmente
utilizzati per componenti non strutturali, ossia calcestruzzo cellulare e mattoni forati. Confrontando le proprietà
fisiche della schiuma ibrida con quelle dei mattoni forati e del calcestruzzo cellulare è possibile evidenziare che le
caratteristiche della prima, associate ad apprezzabili proprietà meccaniche, ne rendono possibile l’utilizzo per
componenti non strutturali di edifici, anche in zona sismica.
Petrone et al., 2014); anche durante terremoti di
minore intensità, il danno di tali strutture
1 INTRODUZIONE secondarie può causare una minaccia per la vita
Le prestazioni funzionali e meccaniche di umana, la non funzionalità dell'edificio oltre a
componenti architettonici non strutturali, quali grandi perdite economiche (Taghavi and Miranda
partizioni interne, tamponature, pannelli di 2003, Miranda et al. 2012).
rivestimento e soffitti, rappresentano un elemento I terremoti di L’ Aquila, 2009, (Figura 1a),
chiave sia nel campo del risparmio energetico Emilia 2012 e il più recente terremoto del Centro
(Papadopoulos e Giama 2007, Kilar et al 2014, Italia, 2016, (Figura 1b) hanno fornito chiari
Pacheco-Torgal 2014) che in quello esempi di danneggiamenti a componenti non
dell’ingegneria sismica (Bertero e Bertero 2002, strutturali con gravi conseguenze. Il crollo dei
Filiatrault et al. 2013). pannelli di rivestimento nelle strutture
Da un lato, è necessario che componenti non prefabbricate, durante il terremoto dell’Emilia
strutturali, come partizioni e tamponature, (Figura 1c) è stato uno dei danni più diffusi e la
presentino buone proprietà in termini di principale causa di vittime (Magliulo et al.,
isolamento termico e acustico, permeabilità al 2014).
vapore acqueo e, in alcuni casi specifici, Per questi motivi negli ultimi anni la selezione
resistenza al fuoco. di idonee partizioni interne, tamponature e
D'altra parte, anche la prestazione sismica dei pannelli di rivestimento, in grado di consentire le
componenti architettonici non strutturali è un deformazioni della struttura principale durante un
aspetto cruciale: la risposta sismica degli edifici è terremoto senza la manifestazione di danni
generalmente influenzata dalla presenza di significativi, ha rappresentato un aspetto critico.
partizioni e tamponature (Tanganelli et al., 2013,

SG03-274
Attualmente sono stati sviluppati moderni 2015b). Tuttavia la deformabilità dei blocchi di
sistemi di partizione in cartongesso. Essi sono cemento cellulare, cioè la capacità di accogliere
progettati di solito per non interferire con la la deformazione nel piano della struttura
struttura ospitante, fino a valori moderati di principale durante il terremoto, non è
spostamento di interpiano. sufficientemente supportata in letteratura.
Recentemente, è stato sviluppato un materiale
ibrido basato sull'uso combinato di poliuretano e
cemento (Iannace et al. 2008) per ottenere un
nuovo materiale in grado di soddisfare i requisiti
dei componenti non strutturali architettonici in
aree sismiche, come ad esempio la bassa densità,
buona resistenza e duttilità, combinati a
caratteristiche termiche e acustiche.
Le schiume di poliuretano sono ampiamente
utilizzate nell'industria delle costruzioni per le
loro proprietà di isolamento termico e acustico,
(a) (b) anche se sono caratterizzate da bassa resistenza e
rigidezza. I metodi comuni per aumentare la
rigidezza della schiuma consistono nel riempire la
matrice polimerica con una fase rigida: fibre di
vetro, fibra di nylon, polvere di biossido di silicio
e polvere di alluminio sono esempi di materiale di
riempimento. Nonostante l'effetto di
irrigidimento, diversi studi hanno evidenziato il
problema dell'adesione tra la matrice polimerica e
il riempimento, con conseguente comportamento
(c) complessivo fragile e debole. Per questo motivo
Figura 1. Collasso tamponature (a) a seguito del terremoto
de L’Aquila 2009 e (b) del terremoto del Centro Italia nel
si utilizzano solitamente prodotti in poliuretano in
2016; (c) crollo di pannelli di tamponatura in edifici combinazione con elementi in muratura o
prefabbricati a seguito del terremoto dell’ Emilia (2012). cemento come sistemi di rinforzo (Silva et al.
2008) piuttosto che schiume poliuretaniche.
Molti studi fanno riferimento a questa
Il cemento rappresenta il materiale strutturale
tipologia di componenti non strutturali, sia in più diffuso, ma l'elevato peso specifico, le basse
termini di test sperimentali (Landolfo et al. 2006,
proprietà acustiche e termiche e la suscettibilità al
Lee et al. 2007, Restrepo and Bersofsky 2011,
danneggiamento per effetto del gelo, rendono
Magliulo et al. 2014, Petrone et al. 2015a), che di questo materiale inadatto per componenti non
modelli numerici capaci di riprodurne il
strutturali in zona sismica.
comportamento sismico (Fülöp and Dubina
La nuova schiuma ibrida in poliuretano-
2004); (Kanvinde and Deierlein 2006). Tuttavia, cemento ottimizza le proprietà di questi due
questa tipologia è ampiamente utilizzata nel
componenti e, allo stesso tempo, fornisce un
settore commerciale e industriale piuttosto che
materiale leggero. La schiuma ibrida è concepita
nelle applicazioni civili.
in modo che le fasi inorganiche e organiche siano
Nel campo delle costruzioni per civile
co-continue in tutto il materiale e intimamente
abitazione i blocchi di cemento cellulare stanno
disperse l’una nell’altra. In questo modo il
diventando frequenti sia per partizioni interne che sistema sfrutta sia i vantaggi della schiuma
per le tamponature esterne, dato il ridotto peso
poliuretanica che del legante inorganico.
specifico e le apprezzabili proprietà meccaniche.
Studi precedenti (Verdolotti et al. 2008,
La riduzione del peso specifico rappresenta in Verdolotti et al., 2010, Verdolotti et al., 2013)
effetti un aspetto chiave per la riduzione delle
riportano le proprietà termoisolanti e acustiche
forze inerziali che agiscono sul componente non
del materiale, la permeabilità al vapore acqueo e
strutturale durante un terremoto. Tale aspetto è la resistenza al fuoco. Tutte queste proprietà
legato al comportamento fuori-piano del
hanno dimostrato che il materiale è adatto per
componente, in quanto una massa ridotta implica
applicazioni di sistemi di tamponature o di
forze inerziali meno intense che agiscono in partizione. Inoltre, la schiuma ibrida presenta
direzione ortogonale al piano della
buone proprietà di compressione e di adesione al
partizione/tamponatura, e che possono causare la
cemento e alla malta, tipiche di leganti cementizi
rottura dell’ elemento stesso (Petrone et al. inorganici.

SG03-275
In questo studio viene presentata un'ampia pannello rettangolare del materiale ibrido (Figura
caratterizzazione meccanica della schiuma ibrida, 2b).
al fine di indagare sull'eventuale applicazione nel I test sono stati eseguiti in controllo di
campo dell'edilizia civile per la protezione spostamento, mediante l’utilizzo di una macchina
sismica di componenti non strutturali, estendendo elettromeccanica universale (INSTRON mod.
la precedente caratterizzazione al comportamento 43258y234, AL, USA), con una velocità di
a trazione e taglio. avanzamento della testa di carico di 2,5 mm/min.
Secondo quanto stabilito dallo standard ASTM
2 IL MATERIALE la prova può essere considerata conclusa quando
è stata raggiunta una riduzione del 13% dello
"Poliuretano" comprende una vasta gamma di spessore originale del provino, vale a dire uno
materiali che condividono il gruppo funzionale spostamento della traversa di 6,5 mm.
uretano. Tale materiale è ottenuto dalla reazione È stata valutata la resistenza massima per ogni
di due liquidi oleosi, il poliolo e l'isocianato, che campione sulla base dei risultati sperimentali così
reagendo danno vita ad un materiale solido e, come il modulo elastico in compressione (modulo
come prodotto secondario della reazione, un gas, Young).
responsabile della formazione di schiuma. Nel
nostro caso, l'ibrido di poliuretano-cemento è
formato dall'aggiunta del cemento al poliolo e
successivamente dell'isocianato. Dopo aver
mescolato tutti i componenti, la miscela è stata
versata in uno stampo chiuso di legno
(50x50x5cm3) e la schiuma è stata lasciata
espandere/curare per 20 minuti a temperatura (a) (b)
ambiente (Verdolotti et al., 2008). Infine, Figura 2. (a) Provini cubici tagliati da (b) un pannello di
l'idratazione del cemento è stata raggiunta in schiuma ibrida poliuretano-cemento.
acqua per 72 ore a 60°C. È questa fase finale di
idratazione che dà l'etichetta "ibrida" alla miscela 3.2 Prove di trazione
di poliuretano-cemento. Questa struttura peculiare
e performante si ottiene con un'attenta selezione Il metodo ASTM-D1623-03 (2003) è stato
utilizzato come metodo di riferimento per le
del poliuretano e del cemento e del loro rapporto
prove di trazione. I campioni sono stati sagomati
di quantità, fissato a 2/3, come riportato in come mostrato in Figura 3: le due parti coniche
(Verdolotti et al., 2010). esterne di ciascun provino permettono di
collegare il campione alla macchina di prova,
mentre la parte cilindrica centrale rappresenta la
3 PROGRAMMA SPERIMENTALE lunghezza da testare.
La caratterizzazione chimica, fisica e La configurazione del dispositivo di prova è
morfologica dei campioni idratati è riportata in concepita in modo che le impugnature esterne
Verdolotti et al. (2012). Il presente lavoro riporta siano fissate alla macchina di prova (Figura 4a)
i risultati di prove di compressione, trazione e mentre le parti interne vengono utilizzate per
taglio, eseguite secondo gli standard accomodare il campione (Figura 4b) e quindi
internazionale ASTM. I metodi di prova, inserite nella presa esterna per la prova (Figura
selezionati sulla base della composizione e della 4c). Per l’esecuzione dei test le prese esterne del
dispositivo sono state distanziate con una velocità
struttura chimica del materiale analizzato, sono
di 1,3 mm/sec, fino alla rottura del campione
brevemente descritti di seguito. Maggiori dettagli (Figura 4d).
sono riportati in Coppola et al (2016).

3.1 Prove di compressione


18°
55.33 mm

28.7 mm
28.7 mm

Le proprietà di compressione della schiuma


ibrida sono state valutate testando il materiale
secondo quanto stabilito dallo standard ASTM 41 mm 26 mm 41 mm
108 mm
D1621-00 (2003). Cinque provini cubici con lato
di 50 mm (Figura 2a) sono stati tagliati da un Figura 3. Configurazione del provino per le prove di
trazione.

SG03-276
(a) (b)

Figura 5. Schema della prova di taglio eseguita sui provini


di schiuma ibrida.

4 RISULTATI E CONFRONTI
(c) (d)
Figura 4. Dispositivo di collegamento del provino alla
In Figura 6 è riportata una curva tensione-
macchina per le prove di trazione: (a) agganci esterni, (b) deformazione della schiuma ibrida, risultante dai
agganci interni, (c) vista del provino durante la prova e (d) test di trazione e compressione: il ramo di
modalità di rottura del provino. compressione è rappresentato in rosso, quello di
trazione in blu. Il ramo di compressione mostra
3.3 Prove di taglio un comportamento elastico iniziale, piuttosto
lineare, fino alla resistenza massima, che presenta
Le proprietà di taglio del materiale sono state
un valore medio di 1,46 N/mm2 (con deviazione
valutate secondo quanto stabilito dal metodo
standard di ± 0,21) (Tabella 1), al di là della quale
ASTM-D5379 (2012).
si verifica una riduzione della forza di circa il
Secondo tale metodo di prova, un campione
40%, seguita da un comportamento plastico, con
rettangolare piatto, con tagli a V simmetrici
tensione quasi costante all’aumentare della
centralmente localizzati, è caricato da un apposito
deformazione. Va evidenziato che la resistenza
dispositivo, schematicamente mostrato in Figura
massima viene raggiunta per un valore della
5.
deformazione dell’ 1%: tale valore è di gran
Lo schema di carico è tale per cui nella
lunga superiore alla deformazione ultima del
sezione centrale del campione venga registrato
calcestruzzo (ossia 0,35%). Ciò dimostra che la
taglio puro. La resistenza al taglio è stata valutata
schiuma ibrida presenta un’alta deformabilità.
secondo la seguente Equazione 1:
Nella regione di trazione (linea blu della
Fmax Figura 6) della curva di tensione-deformazione, si
 max  (1)
t l evidenzia un comportamento elastico-plastico. A
trazione si osserva sia una maggiore resistenza
essendo: che una maggiore rigidezza rispetto alla
 Fmax la forza di picco di ogni curva compressione, come evidenziato in Tabella 1. La
sperimentale; presenza della fase poliuretanica fornisce alla
 t lo spessore del campione; schiuma ibrida una buona resistenza alla trazione
 l la larghezza del campione. e una duttilità apprezzabile rispetto ad un
calcestruzzo classico o cellulare.

SG03-277
edile e generalmente utilizzati nel campo dei
5 componenti non strutturali architettonici.
4 In Tabella 2 viene riportato un confronto in
3 termini di proprietà meccaniche e fisiche tra il
2 materiale ibrido e altri due materiali: i mattoni in
laterizio, utilizzati in gran parte nelle applicazioni
 [N/mm ]

1
2

0 civili per tamponature esterne e partizioni interne,


-1 e il calcestruzzo cellulare. La scelta di questi due
-2 materiali per il confronto non è fortuita, in quanto
-3
la schiuma ibrida potrebbe essere utilizzata nello
-4
Compression stesso campo, cioè per tamponature e partizioni
T ension
-5
interne di strutture in cemento armato, grazie alle
-15 -10 -5 0 5 10 15 sue buone proprietà di adesione alle malte, dovute
 [%]
all'alta concentrazione di cemento idratato,
Figura 6. Curva “tipo” tensione-deformazione della distribuito all'interno del materiale e sulla
schiuma ibrida sottoposta a test di trazione e compressione.
superficie.
In termini di comportamento a taglio, la curva Rispetto ai mattoni forati in laterizio e al
sperimentale-forza di spostamento, mostrata in calcestruzzo cellulare, inoltre, la schiuma ibrida
Figura 7, evidenzia un trend lineare fino alla forza presenta peso specifico più basso, che è un
massima (66 N), al di là del quale è riconoscibile aspetto non trascurabile in ambito sismico per la
un comportamento fragile. riduzione della masse e, di conseguenza, delle
Tabella 1. Proprietà meccaniche della schiuma ibrida forze inerziali.
elencate in termini di valore medio e deviazione standard La bassa rigidezza a compressione dimostra
Materiale Schiuma ibrida che la schiuma ibrida è un materiale molto
Densità [kg/m3] 270 deformabile che potrebbe assecondare
Resistenza a
[N/mm2] 1.46±0.21
deformazioni della struttura primaria durante un
compressione terremoto, senza subire eccessivi danneggiamenti
Modulo di Young a o influenzare negativamente il comportamento
[N/mm2] 144.23±37.73
compressione della struttura primaria.
Resistenza a trazione [N/mm2] 4.23±0.23 Rispetto al classico mattone in laterizio e al
Modulo di Young a
[N/mm ] 2
612.05±18.27 calcestruzzo cellulare, la schiuma ibrida mostra
trazione
Resistenza a taglio [N/mm2] 0.66±0.09 una resistenza a compressione inferiore. Va
comunque evidenziato che è possibile ottenere
incrementi di resistenza e rigidezza della schiuma
100
con un aumento di densità (Verdolotti et al,
2008).
80 Al contrario, è stato osservato un buon
comportamento in termini di resistenza a trazione
60 della schiuma ibrida, anche se un confronto
Force [N]

diretto con gli altri materiali non è mostrato in


40 Tabella 2, perché non esistono in letteratura dati
sulle corrispondenti resistenze dei laterizi forati e
20 del calcestruzzo cellulare.
In termini di resistenza al taglio, i valori
0 osservati per la schiuma ibrida sono molto simili
0 0.2 0.4 0.6 0.8
Displacement [mm] a quelli di mattoni e sono maggiori della
Figura 7. Curva forza-spostamento di un provino di resistenza al taglio del calcestruzzo cellulare.
schiuma ibrida sottoposto a prova di taglio. Questo aspetto è affascinante se si pensa alla
Le proprietà meccaniche in compressione, realizzazione di partizioni interne o di
tensione e taglio, ottenute dalle prove qui tamponature con applicazione della schiuma
presentate, permettono di confrontare la schiuma ibrida: la capacità nel piano della
ibrida con altri materiali, oggi diffusi nel mercato partizione/tamponatura di assecondare le
deformazioni della struttura primaria, durante un

SG03-278
evento sismico, aumenta con la resistenza a ibride ad alta densità, che aumenta la
taglio. conducibilità.
Tabella 2. Confronto delle proprietà fisiche e meccaniche di Il valore di permeabilità del vapore acqueo
blocchi in laterizio, calcestruzzo cellulare e schiuma ibrida. (6E-11 kg/mPa), indice della traspirazione del
(Verdolotti et al. 2012); (*) valori tipici materiale, è anch’esso coerente con gli altri
materiali. L'introduzione del cemento nella

Calcestruzzo
Laterizio (*)

cellulare (*)
schiuma ibrida migliora la proprietà di

Schiuma
Materiale permeabilità del materiale.: aumentando la

ibrida
quantità di cemento nel materiale ibrido,
diminuisce la resistenza alla trasmissione del
Densità [kg/m3] 660 575 270 vapore acqueo. Questa rilevante diminuzione
della resistenza alla trasmissione del vapore
Resistenza a [N/mm2] 5.00 2.81 1.44 acque è stata attribuita alla formazione della fase
compressione
co-continua di cemento all'interno della matrice
Modulo di [N/mm2] 1600 2125 144
Young a
poliuretanica, come conseguenza della reazione
compressione di idratazione.
Resistenza a [N/mm2] N/A N/A 4.23
trazione
Modulo di [N/mm2] N/A N/A 612.05 5 CONCLUSIONI
Young a Il presente lavoro esamina le proprietà
trazione
Resistenza a [N/mm2] 0.80 0.25 0.66 meccaniche di una schiuma ibrida in poliuretano-
taglio cemento. Sono state condotte prove di
Reazione al [Euroclas A1 A1 B2 compressione, di trazione e di taglio secondo i
fuoco (UNI s] metodi standard ASTM per le materie plastiche
EN 13501- cellulari, al fine di comprendere il potenziale
1:2009) utilizzo di tale materiale nel settore dell'edilizia
Isolamento [dB] 45 50 34
per la protezione sismica di componenti non
acustico (UNI
ISO 140-1 strutturali architettonici.
and 717) I risultati delle prove sperimentali mostrano
Conduttività [W/m K] 0.17 0.13 0.04 che:
termica  le proprietà di compressione del materiale
Permeabilità [kg/m s 2E-13 3.8E-08 6E-11 studiato sono coerenti con i risultati di test
al vapore Pa] precedenti, evidenziando una resistenza a
acqueo
compressione di 1,4 N/mm2 e un modulo
elastico di 144 N/mm2 per una densità di
Per quanto riguarda le caratteristiche fisiche, la
volume di 270 kg/m3;
classe di reazione a fuoco del materiale ibrido
(B2) è chiaramente minore rispetto al mattone  la schiuma ibrida di poliuretano-cemento si
classico e al calcestruzzo cellulare, classificati comporta meglio a trazione rispetto alla
come materiali non combustibili (A1), a causa compressione, con una resistenza di circa 4
della presenza della fase poliuretanica. N/mm2 e un modulo di Young in trazione di
Le proprietà di isolamento acustico sono 600 N/mm2; Inoltre, la curva di tensione-
abbastanza paragonabili tra i materiali analizzati, deformazione evidenzia un comportamento
sebbene la schiuma ibrida di presenti il valore pseudo elastico-plastico;
minore tra i tre materiali.  la resistenza massima a taglio è di 0,6
La schiuma ibrida presenta valori molto bassi N/mm2.
di conducibilità termica, inferiori rispetto ai Questi valori, se confrontati con le
valori del calcestruzzo alleggerito comunemente corrispondenti proprietà di altri due materiali
usato come isolante (0,12 W/mK). In generale, è generalmente utilizzati per componenti non
stata osservata una diminuzione delle prestazioni strutturali architettonici, cioè mattoni in laterizio
isolanti con l'aumento della densità. Questo classici ampiamente impiegati per partizioni
risultato è ragionevole in considerazione di una interne e tamponature e calcestruzzi cellulari, che
maggiore quantità della fase solida in schiume oggi sono in espansione sul mercato, dimostrano
che la schiuma ibrida è un materiale leggero

SG03-279
rispetto al mattone e al calcestruzzo cellulare. I performance analysis, Thin Walled Structures 42(2),
339–349.
valori delle proprietà meccaniche evidenziano un Iannace, S., E. Di Maio, L. Verdolotti and M. Larvogna,
materiale meno resistente e rigido in 2008. A foamed polymer-inorganic binder hybrid
compressione e una buona resistenza a trazione, material having controlled density e morphology,
anche se nell'ultimo caso non è stata effettuata method for its preparation and uses thereof, World
Intellectual Property Organization WO 2008/007187
una comparazione diretta. La resistenza a taglio A2.
della schiuma ibrida è maggiore del valore Kanvinde, A. M. and G. G. Deierlein, 2006. Analytical
corrispondente del calcestruzzo cellulare e Models for the Seismic Performance of Gypsum
paragonabile a quello dei blocchi in laterizio. Drywall Partitions, Earthquake Spectra 22(2), 391-411.
Kilar, V., D. Koren and V. Bokan-Bosiljkov, 2014.
Le proprietà fisiche della schiuma ibrida, come Evaluation of the performance of extruded polystyrene
la resistenza al fuoco, l'isolamento acustico, la boards - Implications for their application in earthquake
conducibilità termica e la permeabilità del vapore engineering, Polymer Testing,40, 234-244.
acqueo, sono infine comparati con quelli degli Landolfo, R., L. Fiorino and G. Della Corte, 2006. Seismic
behavior of sheathed cold-formed structures: physical
altri materiali concorrenti. Il basso valore di tests, J Struct Eng, 132, 570–581.
conducibilità termica, ossia 0,036 W/mK, mostra Lee, T. H., M. Kato, T. Matsumiya, K. Suita and M.
buone proprietà di isolamento termico; Il valore Nakashima, 2007. Seismic performance evaluation of
di permeabilità del vapore acqueo (6E-11 kg / m non-structural components: Drywall partitions.
Earthquake Engineering & Structural Dynamics, 36(3):
Pa) caratterizza un materiale abbastanza 367-382.
traspirante. Magliulo, G., M. Ercolino, C. Petrone, O. Coppola and G.
Queste proprietà, associate alla buona Manfredi, 2014a. Emilia Earthquake: the Seismic
resistenza al fuoco e alle caratteristiche di Performance of Precast RC Buildings, Earthquake
Spectra, 30(2), 891-912.
isolamento acustico, rendono la schiuma ibrida Magliulo, G., C. Petrone, V. Capozzi, G. Maddaloni, P.
adatta per applicazioni nel settore dell'edilizia, Lopez and G. Manfredi, 2014b. Seismic performance
con particolare riferimento a componenti non evaluation of plasterboard partitions via shake table
strutturali architettonici in zona sismica. tests, Bulletin of Earthquake Engineering, 12(4), 1657-
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SG03-280
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SG03-281
ANIDIS 2017
PISTOIA

Seismic Vulnerability Assessment of Three Nave Churches in Alife-Caiazzo


Diocese
M. Guadagnuolo, A.Tafuro, V.Corlito, G. De Matteis
Department of Architecture and Industrial Design, University of Campania "Luigi Vanvitelli"

Keywords: Cultural Heritage, Seismic Vulnerability; Masonry Churches; Simplified Preventive Procedure;
Territorial scale analysis

ABSTRACT
Recent seismic events confirmed the great fragility of historical masonry constructions, stressing how preventive
vulnerability assessment could be important for reducing seismic risk and preserving the architectural heritage.
Masonry churches constitute a huge amount of Italian heritage. They are unique and complex buildings and
important reference points for territory. This paper describes a simplified preventive procedure, referred to three-
nave churches belonging to the Alife- Caiazzo Diocese, in Caserta political district. The structural performance of
each building is represented by means of a vulnerability index, which is defined by the application of the MaChro
form, which is a particular procedure appointed by the authors with reference to Abruzzi churches, after the 2009
L’Aquila earthquake. To this aim, particular attention is made to anti-seismic devices, taking into account their
influence on structural behaviour of the analysed structures. Therefore, the main vulnerability sources are
identified. Then, the obtained results are compared with those derived by a previous study referred to one nave
churches with lateral chapels, emphasising the behavioural differences between these two types of churches.

SG03-282
ANIDIS 2017
PISTOIA

Valutazione Speditiva della Vulnerabilità Sismica delle Chiese a Tre Navate


della Diocesi di Alife-Caiazzo
M. Guadagnuoloa, A.Tafuroa, V.Corlitoa, G. De Matteisa
a
Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale, Università della Campania "Luigi Vanvitelli"

Keywords: Patrimonio Architettonico, Chiese, Vulnerabilità Sismica, Modelli Predittivi, Scala Territoriale

ABSTRACT
I recenti eventi sismici hanno ancora una volta sottolineato la considerevole fragilità del costruito storico esistente,
mettendo in luce quanto la conoscenza del livello di rischio risulti fondamentale per favorire la conservazione di tale
patrimonio nel tempo. Le chiese costituiscono una parte significativa del costruito considerato. Si tratta di edifici
unici e molto spesso complessi, importanti punti di riferimento territoriale ed elementi rappresentativi di contesti
sociali e culturali estremamente diversificati. Il presente lavoro descrive una procedura preventiva semplificata
utilizzata ad ampia scala con specifico riferimento alle chiese a tre navate ricadenti nel territorio della diocesi di
Alife-Caiazzo (Caserta). Il livello di performance raggiungibile da ogni manufatto è stato determinato attraverso
l’applicazione della scheda MaChro, messa a punto dagli autori con riferimento alle chiese abruzzesi, attraverso la
quale viene definito un indice di vulnerabilità del manufatto. A tal fine, particolare attenzione è stata rivolta allo
studio dei presidi antisismici, elementi in grado di condizionare particolarmente il comportamento sismico delle
strutture oggetto di studio. Tale analisi viene condotta anche in relazione al confronto con i risultati di un precedente
studio riferito alle chiese a una navata "complessa" ricadenti nella stessa diocesi.

inadeguatezza del patrimonio edilizio esistente,


condizione messa in luce dagli ingenti danni
1 INTRODUZIONE indotti dagli ultimi terremoti, con particolare
Il tema della salvaguardia degli edifici storici riferimento agli edifici storici. L'esposizione
dal rischio sismico rappresenta in Italia un tema di rappresenta un ulteriore fattore non trascurabile.
grande importanza, oggetto di studio da lungo Questo dato si attesta su valori altissimi, in
tempo. Il rapporto tra emergenza e prevenzione considerazione dell’alta densità abitativa e della
sismica rappresenta un nodo fondamentale posto presenza di un patrimonio storico, artistico e
dal problema della vulnerabilità dell’architettura monumentale unico al mondo. In particolare,
storica: malgrado le numerose raccomandazioni proprio gli ultimi terremoti hanno confermato
esistenti, occorre ancora stabilizzare quella quanto tali aspetti trovino forte espressione nelle
circolarità virtuosa che dovrebbe valorizzare il chiese, le quali costituiscono elemento di elevata
lavoro condotto in fase di emergenza, affinché vulnerabilità e di altissima esposizione
questo fornisca il più possibile indicazioni utili (Brandonisio et al. 2012).
allo studio critico e alla comprensione del Tali premesse sottolineano la necessità di
comportamento assunto delle strutture. Perché ciò definire modelli predittivi efficaci ed affidabili,
avvenga, non basta però solo prestare attenzione basati su approcci e metodi di analisi semplificati,
allo stato dei fabbricati dopo il terremoto, né finalizzati allo studio della vulnerabilità delle
operare dopo il terremoto con miglioramenti strutture a scala territoriale (Lourenço e Roque
strutturali adeguati, ma occorre soprattutto 2006).
garantire una costante opera di monitoraggio e di La presente memoria si sofferma in modo
riduzione della vulnerabilità nei fabbricati particolare sulla valutazione della vulnerabilità
esistenti, traendo validi insegnamenti sismica della chiese casertane localizzate nel
dall'esperienza del passato. territorio della Diocesi di Alife-Caiazzo (AL-CZ).
L’Italia è un Paese ad elevato rischio sismico, Si tratta di architetture minori e rappresentative di
ciò a causa principalmente dell'estrema fragilità ed un contesto periferico, interessate tuttavia da

SG03-283
particolari tecniche costruttive ed inserite in un preventivamente le priorità di intervento e di
territorio caratterizzato da una pericolosità sismica calibrare opportuni programmi di tutela e
non trascurabile. Il livello di performance riduzione del rischio, nei quali risulta comunque
raggiungibile da ciascun manufatto è stato necessario ricorrere a modelli più complessi e a
determinato attraverso l’applicazione della scheda metodi di analisi più sofisticati (De Matteis e
MaChro, messa a punto dagli autori con Mazzolani, 2010; Roca et al. 2010).
riferimento alle chiese abruzzesi (De Matteis et al.
2017). In particolare, la valutazione della
vulnerabilità delle chiese in esame è partita 2 IL CAMPIONE ANALIZZATO
dall'identificazione dei macroelementi. Ad ogni La regione Campania è formata da 5 province,
macroelemento sono stati associati specifici 550 comuni e 24 diocesi. Nella provincia di
meccanismi di collasso, e per ciascuno di essi, Caserta sono state identificate 7 diocesi (Aversa,
sono stati rilevati indicatori di fragilità (e.g. Capua, Caserta, Cerreto Sannita-Telese-S. Agata
elementi spingenti, ampie aperture, archi e volte) de Goti, Sessa Aurunca e Teano-Calvi) e circa 500
ed eventuali dispositivi di protezione (e.g. catene chiese parrocchiali.
longitudinali o trasversali, cerchiature, elementi di La diocesi di Alife-Caiazzo (AL-CZ) è situata
contrasto, ammorsamenti). nella zona nord-est del territorio casertano,
Il comportamento di ogni edificio è quindi nell'area a più elevata pericolosità sismica (Figura
rappresentato da un indice di vulnerabilità iv, 1) e copre 24 comuni. Nel territorio della diocesi
definito come media pesata delle varie componenti sono state identificate più di 60 chiese, quasi il
strutturali e rappresentativo del comportamento 13% dell'intera popolazione appartenente alla
assunto dall' intero edificio in caso di sisma. Le provincia di Caserta.
caratteristiche dell'intera popolazione sono invece La Figura 2 mostra la distribuzione delle chiese
descritte da un valore medio di vulnerabilità iv,m. Si rilevate nei vari comuni appartenenti alla diocesi
tratta di un dato significativo, utilizzabile per considerata. Un'ampia percentuale delle chiese
ricostruire gli scenari di danno indotti da potenziali individuate è distribuita tra i comuni di Piedimonte
terremoti futuri sulla popolazione di chiese in Matese (27%), Alvignano (20%), Caiazzo (10%) e
esame, seguendo metodologie già convalidate ed Liberi (10%).
utilizzate in precedenti studi (Lagomarsino e La Figura 3 mostra come la maggior parte degli
Podestà, 2004; Lagomarsino e Giovinazzi 2006). edifici religiosi rilevati nel territorio della diocesi
Tale approccio consente quindi di determinare (il 59% dell'intera popolazione) presenti una
planimetria composta da un'unica navata.

Figura 1. Provincia di Caserta (CE) con indicazione della Diocesi di Alife Caiazzo (AL-CZ) e della pericolosità sismica.

SG03-284
5%
Dragoni 3% 16%
Chiese totali
Alife 3%
S. Potito Sannitico 3% 1 Navata
25%
Piedim. Matese 27% 1 Navata con cappelle
Liberi 10% 2 Navate
Formicola 7%
3 Navate
Pontelatone 3%
Castel Campagnano 3% 11% Pianta Centrale
Piana di M.te Verna 3% 43%
Castel Sasso 4%
Figure 3. Chiese della diocesi AL-CZ.
Caiazzo 10%
Alvignano 20%
Ruviano 4%

Figure 2. Distribuzione delle chiese nei comuni della


Diocesi AL-CZ.

Un'ampia percentuale di chiese ad una navata (il


43% dell' intera popolazione), presenta un
impianto "complesso", definito dalla presenza di
cappelle laterali. Le chiese ad una navata
"complessa" sono state ampliamente analizzate in
precedenti studi (Corlito et al. 2017).
Le chiese a tre navate, presentate ed analizzate
in questa memoria, costituiscono invece il 25%
dell'intera popolazione.
La Figura 4 mostra la distribuzione territoriale
delle chiese ad una navata "complessa" e delle
chiese a tre navate nella diocesi di Alife-Caiazzo.
Le chiese a tre navate considerate furono
costruite principalmente tra il XII e il XV secolo
(Figura 5) ed in molti casi interessate da successivi
rimaneggiamenti. Figure 4. Diocesi AL-CZ. Distribuzione territoriale delle
chiese ad una navata "complessa" e a tre navate.
L'analisi storica condotta ha permesso quindi di
relazionare i dati cronologici con le caratteristiche
9% 18%
delle architetture analizzate. Come evidenziato in
Figura 6, un'ampia parte del campione a tre navate Periodo di Costruzione
(il 37%) presenta caratteri di derivazione barocca.
V-VIII
Si tratta nella maggior parte dei casi di
rielaborazioni di edifici esistenti operate nel corso IX-XI
del XVII-XVIII secolo. In alcuni casi l’impianto
deriva direttamente, con varianti più o meno XII-XV
significative, dal modello della controriforma. Il 46% XVIII-XX
9% del campione conserva lo stile rinascimentale, 27%
leggibile in facciata e nell’impianto. Il 18% del
campione presenta invece caratteri di derivazione Figure 5. Chiese a tre navate: periodo di costruzione.
medievale, stile chiaramente leggibile negli
interni: si tratta di strutture semplici, con impianto analizzate è caratterizzato da un impianto
basilicale e copertura lignea a vista. basilicale, costituito da una pianta rettangolare
Per quel che riguarda le caratteristiche priva di transetto. Un esempio significativo è
planimetriche (Figura 7), il 45% delle chiese rappresentato dalla chiesa dell'Annunziata (Ave
Gratia Plena) [AGP] a Piedimonte Matese (CE;
Figura 8).

SG03-285
Il 55% del campione presenta invece un
impianto a croce latina, con un transetto che
attraversa il corpo principale, sormontato nella
maggior parte dei casi da una cupola. Un esempio
rappresentativo è quello della chiesa di Santa
Cristina [SC] a Formicola (CE; Figura 9).
L'intero campione di chiese a tre navate
analizzato è mostrato in Figura 10.
SNB - S. Nicola di Bari, SMA - S. Maria Assunta
18% 18% Tipologia Architettonica Alvignano in cielo, Caiazzo
Medievale
Rinascimentale
9%
18% Barocca
Neoclassica
Ibrida

37% SC - S. Cristina, Formicola MAA - S. Maria Assunta,


Alife
Figure 6. Chiese a tre navate: tipologia architettonica.

Impianto
55%

Croce latina

Basilicale

SMC - S. Maria di SAD - Santuario


45%
Cobulteria, Alvignano Annunziata, Dragoni

Figure 7. Chiese a tre navate: impianto.

SCC - S. Croce, Castello di SMB - S. Maria Maggiore,


Piedimonte Piedimonte Matese
Figura 8. Chiesa con impianto basilicale - Chiesa
dell'Annunziata (Ave Grazie Plena) [AGP] a Piedimonte
Matese (CE).

SSM - S. SOP - S. Maria AGP - Ave Grazie


Sebastiano Occorrevole, Plena, Piedimonte
Martire, Alvignano Piedimonte M. Matese

Figura 9. Chiesa con impianto a croce latina – Chiesa Santa Figura 10. Chiese a tre navate: rappresentazione degli
Cristina [SC] a Formicola (CE). esterni.

SG03-286
3 VALUTAZIONE DELLA iv = 0,593). Questa chiesa è caratterizzata da una
VULNERABILITÀ SISMICA pianta a croce latina, con transetto e abside
addossato da un corpo di fabbrica. Il sistema di
La valutazione della vulnerabilità sismica delle
copertura è pesante e composto da volte a botte,
chiese oggetto di analisi è condotta applicando una
con una cupola finestrata nella campata di
procedura di primo livello (LV1) basata sulla
intersezione tra il transetto e la navata centrale
definizione di un indice di vulnerabilità iv, in linea
(Figura 12). L'elevata vulnerabilità è dovuta sia
con le indicazioni proposte nel DPCM 2011.
alla snellezza del colonnato sia all’assenza di
Tale procedura si basa sull'identificazione di 28
presidi che bloccano la risposta trasversale
possibili meccanismi di collasso riferiti ai
dell’aula.
macroelementi potenzialmente individuabili in
Invece il valore più basso dell’indice di
una chiesa (facciata, pareti laterali, colonne, volte,
vulnerabilità è stato ottenuto per la Chiesa di Santa
abside, transetto, cupola e campanile).
Maria di Cobulteria (SMC; iv=0,418). La
Il livello di performance strutturale di ogni
costruzione della basilica, avvenuta probabilmente
manufatto è quindi rappresentato da un indice di
sui resti di un tempio romano dedicato alla dea
vulnerabilità iv variabile tra 0 e 1, calcolato
Bona, si colloca fra l'VIII e il IX secolo, in territori
attraverso l'equazione (1) e per mezzo della scheda
soggetti al Principato di Benevento. La basilica è a
MaChro, appositamente messa a punto dagli autori
tre navate scandite da pilastri in mattoni
con riferimento alle chiese abruzzesi (De Matteis
sormontati da archi a tutto sesto. L'interno,
at al., 2017), la cui metodologia è stata già
estremamente lineare, è chiuso da un'abside cieca
precedentemente descritta in De Matteis et al.
(2014, 2016). semicircolare, mentre all'esterno la facciata a
salienti è caratterizzata da un protiro e da portali e
28

1 
monofore a sesto acuto, tutto sempre in laterizio.
 k ,i (vk ,i  vk , p )
1 L’indice di vulnerabilità particolarmente basso è
iv   k 1 28
 (1) dovuto alla semplicità dell’impianto (assenza del
  k ,i
6 2
transetto) e alla presenza di una copertura leggera
k 1
non spingente, una semplice capriata lignea
In eq. (1), per il generico meccanismo k (con k (Figura 13).
variabile tra 1 e 28), ρk è il peso del meccanismo e Nell’intero campione analizzato i
rappresenta l'influenza esercitata dal meccanismo macroelementi maggiormente sollecitati risultano
stesso nei confronti della stabilità globale della essere la Facciata, il Colonnato, gli Archi e le
struttura, vki e vkp sono valori riferiti Volte. Specificamente, i meccanismi che si
rispettivamente agli indicatori di fragilità e ai attiverebbero più facilmente in caso di sisma nei
presidi antisismici. macroelementi citati sono: il ribaltamento della
La vulnerabilità di ogni possibile meccanismo sommità della facciata, i meccanismi di taglio nel
è quindi strettamente connessa alla presenza di
Indice di Vulnerabilità iv
possibili fonti di vulnerabilità (e.g. elementi
spingenti, volte e coperture pesanti, ampie 1.0

aperture, ecc.) e di eventuali presidi antisismici 0.9

(e.g. catene longitudinali e trasversali, cantonali, 0.8

cordoli leggeri, ecc.).


0.593

0.7
0.559

0.567

0.529
0.480
0.486

In Figura 11 sono riportati i valori dell'indice di


0.469

0.484

0.485

0.6
0.456

vulnerbilità iv ottenuti per le chiese a tre navate


0.418

0.5
della diocesi di Alife- Caiazzo. 0.4
Si può notare che il valore medio dell'indice di 0.3
vulnerabilità (iv,m) per l’intero campione delle 0.2
chiese analizzato è pari a 0.502. Tale valore è
0.1
maggiore rispetto all'indice medio calcolato per le
0.0
chiese ad una navata "complessa" (Corlito et al. SSM SNB SMC SMA SAD SC SMB SCC AGP SOP MAA
2017), segnalando quindi una maggiore
vulnerabilità per le chiese a tre navate. Figura 11. Indici di vulnerabilità per il campione di chiese a
In particolare, il valore più alto è stato ottenuto tre navate analizzato.
per il Santuario dell’Annunziata a Dragoni (SAD;

SG03-287
Figura 12. Santuario dell' Annunziata [SAD] a Dragoni (CE).

Figura 13. Chiesa di Santa Maria di Cobulteria [SMC] ad Alvigano (CE).

piano della facciata stessa, i meccanismi connessi La vulnerabilità sismica dei colonnati e
alla risposta trasversale dell'aula e a quella l'elevata probabilità di attivazione di meccanismi
longitudinale del colonnato (Figura 14a e 14b). connessi alla risposta longitudinale degli stessi
I massimi valori di vulnerabilità per i risultano invece principalmente associati all'ampia
meccanismi descritti sono stati riscontrati nella presenza di volte pesanti (riscontrate nell'82 %
chiesa di Santa Maria Maggiore (SMB) a delle chiese osservate) e alla totale assenza di
Piedimonte Matese, nella chiesa di San Sebastiano catene al I ordine.
Martire (SSM) ad Alvignano, nel Santuario La diffusa presenza di volte si dimostra
dell'Annunziata (SAD) a Dragoni e nella chiesa di notevolmente influente anche nei riguardi del
Santa Cristina (SC) a Formicola (Figura 14b). possibile comportamente trasversale dell'aula. La
Le cause di tali vulnerabilità sono da riferire vulnerabilità nei confronti del meccanismo risulta
alla conformazione tipologico-strutturale dei in ogni caso accentuata dalla bassa diffusione di
macroelementi descritti e alla generale bassa catene e di elementi di contrasto al I e al II ordine
frequenza di dispositivi antisismici. (dispositivi assenti nel 75% dei casi ca.).
Il 45% del campione risulta infatti caratterizzato
da facciate con sommità a vela di dimensioni non
trascurabili, mentre l'assenza di connessioni tra il 4 CONFRONTO CON LE CHIESE AD UNA
timpano e le murature ortogonali è stata riscontrata NAVATA "COMPLESSA"
nel 64% dei casi. Tale dato si riflette in una
considerevole vulnerabilità delle facciate nei I risultati relativi al compione di chiese caiatine
confronti della potenziale attivazione di a tre navate sono stati successivamente messi in
meccanismi di ribaltamento in sommità. relazione con i dati riscontrati nel campione ad una
La notevole fragilità delle facciate nei riguardi navata "complessa".
dei possibili meccanismi di piano risulta invece Anche nelle chiese ad una navata la Facciata e
strettamente connessa alla diffusa presenza di gli Archi e le Volte sono stati identificati come
grandi aperture (riscontrate nel 55% del campione)
e alla totale assenza di catene in controfacciata.

SG03-288
a)
Vulnerabilità Meccanismi
1.00
0.90
0.80
0.70
0.60
0.50
0.40
0.30
0.20
0.10
0.00
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28
SSM 0.48 0.83 0.91 0.50 0.62 0.45 0.75 0.37 0.41 0.38 0.41 0.58 0.75 0.37 0.50 0.67 0.66 0.50 0.56 0.31 0.31 0.50 0.50 0.50 0.75 0.33 0.56 0.33
Longit. Colonnato

Tamburo / Tiburio
Trasversale Aula

Interazioni Plano-
Pareti Laterali

SNB 0.35 0.75 0.66 0.50 0.61 0.25 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.47 0.25 0.50 0.31 0.50 0.56 0.50 0.50 0.50 0.25 0.50 0.52 0.50
Volte Navata

Volte Navate
Ribaltamento

Ribaltamento

Ribaltamento

Ribaltamento
dell' Abside
Taglio nelle

Campanaria

Campanaria
Piano della

Volte delle
Copertura

Copertura
Transetto

Transetto

Transetto

Transetto
Volte del
Sommità

Trionfali

Lanterna

Copertua
Risposta

Cupola -

Altimetr.
Cappelle

Cappelle

Cappelle
Risposta
Protiro -

Centrale
Facciata

Facciata

Facciata

Nartece

Laterali

Abside

Aggetti
Abside

Abside
Taglio
Taglio
SMC

Taglio
0.31 0.37 0.75 0.50 0.50 0.41 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.25 0.50 0.50 0.62 0.25 0.50 0.31 0.50 0.56 0.50 0.50 0.50 0.25 0.50 0.50 0.50

Archi

Volte

Torre
Aula

Cella
SMA 0.44 0.75 0.79 0.50 0.76 0.45 0.64 0.52 0.50 0.19 0.25 0.52 0.52 0.66 0.60 0.35 0.25 0.54 0.56 0.56 0.56 0.71 0.37 0.50 0.25 0.50 0.00 0.25
SAD 0.48 0.50 0.50 0.50 0.91 0.66 0.75 0.58 0.50 0.63 0.66 0.50 0.68 0.50 0.50 0.42 0.50 0.58 0.56 0.56 0.56 0.50 0.50 0.50 0.50 0.58 0.62 0.50
SC 0.48 0.37 0.50 0.50 0.72 0.45 0.75 0.58 0.43 0.42 0.25 0.52 0.68 0.37 0.50 0.42 0.25 0.41 0.56 0.56 0.56 0.72 0.37 0.50 0.25 0.33 0.52 0.25
SMB 0.73 0.87 0.75 0.50 0.87 0.45 0.70 0.52 0.50 0.38 0.33 0.50 0.68 0.62 0.50 0.35 0.33 0.50 0.56 0.56 0.56 0.50 0.50 0.50 0.25 0.50 0.58 0.50
b)
SCC 0.12 0.37 0.75 0.50 0.86 0.70 0.75 0.52 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.30 0.50 0.58 0.81 0.50 0.56 0.50 0.50 0.50 0.00 0.50 0.43 0.08
AGP 0.44 0.87 0.50 0.50 0.73 0.41 0.64 0.58 0.37 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.35 0.33 0.50 0.56 0.50 0.56 0.50 0.50 0.50 0.00 0.50 0.45 0.08
SOP
SMB - Sommità SSM - Piano della
0.50 0.25 0.87 0.50 0.84 0.45 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.35 0.33 0.50 0.31 0.50 0.56 0.50 0.50 0.50 0.00 0.50 0.50 0.50
1.00
MAA 0.48 0.62 0.75 0.50 0.86 0.41 0.75 0.58 0.50 0.55 0.25 0.50 0.68 0.37 0.50 0.35 0.25
facciata
0.58 0.56 0.56 0.56 0.41 0.33
Facciata
0.50 0.50 0.33 0.45 0.25
0.90

0.80

0.70

0.60

0.50

0.40

0.30

0.20

0.10

0.00
SOMMITA'
DELLA FACCIATA
PIANO
DELLA FACCIATA
RISP. TRASVERSALE
RISP. LONG. DEL
COLONNATO
SAD - Risposta SC - Risposta
SSM 0.833 0.917 0.629 0.750 trasversale longitudinale
SNB 0.750 0.667 0.617 0.500
SMC 0.375 0.750 0.500 0.500
SMA 0.750 0.792 0.767 0.646
SAD 0.500 0.500 0.917 0.750
SC 0.375 0.500 0.729 0.750
SMB 0.875 0.750 0.875 0.708
SCC 0.375 0.750 0.863 0.750
AGP 0.875 0.500 0.738 0.646
SOP 0.250 0.875 0.842 0.500
MAA 0.625 0.750 0.867 0.750

Figura 14. Chiese a tre navate: a) Vulnerabilità meccanismi e b) meccanismi più vulnerabili.

elementi di maggiore vulnerabilità. Il campanile dell'Orazione (SMO) a Pontelatone e nel santuario


rappresenta in questo caso un ulteriore elemento di dell' Annunziata (SA) ad Alvignano.
fragilità per le strutture. Anche in questo caso le vulnerabilità descritte
I meccanismi che si attiverebbero più risultano strettamente connesse alle caratteristiche
facilmente in caso di sisma sono: il ribaltamento delle strutture in esame e alla generale bassa
della sommità della facciata, i meccanismi di frequenza di presidi.
taglio nel piano della facciata, i meccanismi La vulnerabilità sismica delle facciate nei
connessi alla risposta trasversale dell'aula e quelli riguardi dei possibili meccanismi di ribaltamento
connessi al comportamento della torre (Figura 15a delle sommità è anche in questo caso connessa
e 15b). all'ampia presenza di elementi a vela di ampie
Elevati valori di vulnerabilità sono stati dimensioni (rilevati nel 37% dei casi) e alla
riscontrati nella chiesa di Sant' Andrea Apostolo generale assenza di connessioni tra le sommità e le
(SAA) ad Alvignanello, nella chiesa di San Leone pareti trasversali.
Magno (SLM) a Ruviano, in Santa Maria

SG03-289
a)

Vulnerabilità Meccanismi
1.00
0.90
0.80
0.70
0.60
0.50
0.40
0.30
0.20
0.10
0.00
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28
SLM 0.35 0.87 1.00 0.50 0.70 0.45 0.50 0.45 0.50 0.38 0.25 0.50 0.75 0.37 0.50 0.74 0.41 0.50 0.56 0.56 0.56 0.64 0.37 0.50 0.50 0.50 0.70 0.50

Interazioni Plano-
Trasversale Aula

Pareti Laterali
Ribaltamento

Ribaltamento

Ribaltamento
Volte Navata

Volte Navate

Ribaltamento
SAA 0.35 0.87 0.75 0.50 0.70 0.37 0.50 0.45 0.50 0.50 0.50 0.50 0.54 0.50 0.50 0.74 0.41 0.50 0.56 0.50 0.56 0.37 0.33 0.50 0.50 0.50 0.87 0.50
Taglio nelle

Campanaria

Campanaria
dell' Abside
Piano della

Volte delle
Colonnato

Tamburo /

Copertura

Copertura
Transetto

Transetto

Transetto

Transetto
Volte del
Sommità

Copertua
Trionfali

Lanterna

Altimetr.
Cappelle

Cappelle

Cappelle
Risposta
Risposta

Cupola -
Protiro -

Centrale
Facciata

Facciata

Facciata

Longit.

Abside
Nartece

Laterali

Tiburio

Aggetti
Abside

Abside
Taglio

Taglio

Taglio
Archi

Volte

Torre

Cella
Aula
SA 0.35 0.50 0.75 0.50 0.70 0.83 0.50 0.45 0.50 0.73 0.91 0.50 0.75 0.37 0.50 0.82 0.66 0.58 0.81 0.81 0.56 0.30 0.50 0.50 0.50 0.50 0.83 0.58
SPP 0.37 0.58 0.66 0.50 0.37 0.37 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.25 0.50 0.50 0.59 0.41 0.50 0.31 0.50 0.56 0.26 0.33 0.50 0.16 0.50 0.50 0.16
SAC 0.17 0.58 0.91 0.50 0.54 0.45 0.50 0.45 0.50 0.50 0.50 0.37 0.58 0.62 0.50 0.42 0.33 0.50 0.56 0.56 0.56 0.64 0.37 0.50 0.50 0.50 0.60 0.00
SNF 0.35 0.75 0.91 0.50 0.70 0.70 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.80 0.75 0.50 0.81 0.50 0.81 0.26 0.33 0.50 0.25 0.50 0.75 0.33
SB 0.35 0.75 0.91 0.50 0.59 0.62 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.45 0.20 0.58 0.56 0.50 0.25 0.18 0.33 0.37 0.00 0.50 0.70 0.33
SSP 0.50 0.50 0.75 0.50 0.70 0.41 0.50 0.45 0.50 0.44 0.50 0.50 0.75 0.66 0.50 0.42 0.33 0.50 0.56 0.31 0.56 0.67 0.50 0.62 0.25 0.50 0.85 0.50
b)
SMN 0.37 0.75 0.91 0.50 0.70 0.41 0.50 0.45 0.50 0.44 0.50 0.50 0.75 0.75 0.50 0.82 0.50 0.50 0.56 0.56 0.56 0.64 0.50 0.50 0.25 0.50 0.58 0.33
SMO
1.00
0.35 0.83 0.91 0.50 0.84 0.41 0.50 0.58 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.31 0.50 SAA - Sommità
0.37 0.56 0.50 0.56 della
0.26 0.33SLM - Piano
0.50 0.33 0.50 della
0.72 0.25
SSF 0.33 0.58 0.50 0.50 0.79 0.50 0.50 0.62 0.50 0.50 0.50 0.50 0.25 0.50 0.50 0.64 0.66 facciata
0.50 0.31 0.50 0.56 0.30 0.50facciata
0.37 0.25 0.25 0.66 0.50
SAL0.90 0.37 0.58 0.66 0.50 0.45 0.62 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.42 0.58 0.50 0.56 0.50 0.81 0.39 0.33 0.50 0.25 0.50 0.77 0.50
SAAL 0.29 0.75 0.75 0.50 0.75 0.45 0.50 0.45 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.71 0.41 0.50 0.56 0.50 0.31 0.70 0.37 0.50 0.25 0.50 0.70 0.50
0.80
SBL 0.29 0.50 0.50 0.50 0.59 0.37 0.50 0.37 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.27 0.33 0.50 0.56 0.50 0.56 0.25 0.33 0.37 0.25 0.50 0.58 0.33
STA0.70 0.50 0.58 0.91 0.50 0.61 0.41 0.50 0.58 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.47 0.33 0.50 0.56 0.50 0.56 0.75 0.37 0.58 0.25 0.50 0.66 0.33
SGB 0.31 0.50 0.75 0.50 0.66 0.33 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.44 0.41 0.50 0.31 0.50 0.56 0.37 0.20 0.50 0.25 0.50 0.68 0.33
0.60
CPS 0.37 0.58 0.91 0.50 0.66 0.75 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.57 0.75 0.50 0.56 0.50 0.81 0.72 0.54 0.50 0.25 0.50 0.70 0.50
MPM0.50 0.29 0.75 0.66 0.50 0.75 0.58 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.42 0.25 0.50 0.56 0.50 0.56 0.42 0.25 0.50 0.25 0.50 0.64 0.50
SMM 0.37 0.50 0.75 0.50 0.84 0.62 0.50 0.58 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.50 0.59 0.50 0.58 0.56 0.50 0.56 0.26 0.33 0.37 0.25 0.50 0.70 0.50
0.40

0.30

0.20

0.10
SMO - Risposta SA - Torre
0.00
SOMMITA' PIANO
RISP. TRASVERSALE
TORRE trasversale Campanaria
DELLA FACCIATA DELLA FACCIATA CAMPANARIA
SLM 0.875 1.000 0.708 0.708
SAA 0.875 0.750 0.708 0.875
SA 0.500 0.750 0.708 0.833
SPP 0.583 0.667 0.375 0.500
SAC 0.583 0.917 0.542 0.604
SNF 0.750 0.917 0.708 0.750
SB 0.750 0.917 0.592 0.708
SSP 0.500 0.750 0.708 0.854
SMN 0.750 0.917 0.708 0.583
SMO 0.833 0.917 0.842 0.729
SSF 0.583 0.500 0.792 0.667
SAL 0.583 0.667 0.450 0.771
SAAL 0.750 0.750 0.758 0.708
SBL 0.500 0.500 0.592 0.583
STA 0.583 0.917 0.617 0.667
SGB 0.500 0.750 0.667 0.688
CPS 0.583 0.917 0.667 0.708
MPM 0.750 0.667 0.750 0.646
SMM 0.500 0.750 0.842 0.708

Figura 15. Chiese ad una navata "complessa": a) Vulnerabilità meccanismi e b) meccanismi più vulnerabili.

La vulnerabilità del macroelemento nei delle chiese) e alla bassa frequenza di presidi. Gli
confronti dei meccanismi di piano è invece elementi di contrasto e le catene trasversali
strettamente connessa alla diffusa assenza di risultano infatti generalmente assenti sia al I che al
catene in controfacciata (dato osservato nell'89% II ordine.
del campione) e alla frequente assenza di edifici Infine, la vulnerabilità delle torri campanarie è
addossati (non rilevati nel 47% dei casi). da ricondurre non solo alla frequente assenza di
La vulnerabilità sismica dell'aula nei confronti catene e cerchiature (non rilevate nell' 89% dei
di potenziali meccanismi connessi alla risposta casi), ma anche all' elevata possibilità di
trasversale della stessa risulta invece attivazione di meccanismi connessi alla
principalmente associata all'ampia presenza di interazione con il corpo della chiesa. Le torri sono
volte nelle navate centrali (riscontrate nel 68% infatti sempre inglobate o addossate all'edificio.

SG03-290
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Brandonisio, G., Lucibello, G., Mele, E., Luca, A., 2012.
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vulnerabilità delle chiese, utilizzando uno Corlito V., Guadagnuolo M., Tafuro A., De Matteis G.,
strumento predittivo per la creazione di scenari di 2017. Seismic risk assessment of one nave complex
danno previsti a seguito di possibili terremoti. churches: the Alife-Caiazzo diocese in Caserta province.
Sono state analizzate le chiese a tre navate 3rd International Conference on Protection of historical
constructions, July 12 – 15, Lisbon, Portugal.
appartenenti alla Diocesi di Alife-Caiazzo (AL- De Matteis, G., Mazzolani, F. M., 2010. The Fossanova
CZ) nella provincia di Caserta, approfondendo in Church: seismic vulnerability assessment by numeric and
particolare l'influenza dei singoli meccanismi sul physical testing, International Journal of Architectural
risultato finale dell'indice di vulnerabilità del Heritage, 4(3), 222-245.
De Matteis, G., Criber, E., Brando, G., 2014. Seismic
singolo manufatto. Questo aspetto è confrontato vulnerability assessment of masonry churches through
anche con le diverse problematiche di chiese ad the application of probabilistic methods. 9th International
una navata con cappelle laterali (ad una navata Conference on Structural Analysis of Historical
"complessa") appartenenti alla stessa diocesi e già Construction (SAHC 2014), 14-18, Mexico City.
De Matteis, G., Criber, E., Brando, G., 2016. Damage
analizzate in un lavoro precedente. Per effettuare Probability Matrices for Three-Nave Masonry Churches
la valutazione della vulnerabilità è stato applicato in Abruzzi After the 2009 L’Aquila Earthquake,
il modulo MaChro, messo a punto dagli autori International Journal of Architectural Heritage, 10 (2-
3), 120-145.
sulla scorta delle analisi condotte nel territorio De Matteis, G., Brando, G., Cianchino, G., Corlito, V.,
abruzzese a seguito del sisma del 2009, che Criber, E., 2017. La scheda MaChro: un nuovo strumento
consente una scelta predefinita di indicatori e automatizzato per la ricognizione delle chiese finalizzato
dispositivi di fragilità presenti nei vari alla valutazione speditiva della vulnerabilità sismica.
XVII Convegno ANIDIS l’Ingegneria Sismica in Italia,
macroelementi. Lo scopo finale dello studio è 17-21 Settembre, Pistoia.
quello di definire strategie di prevenzione DIRETTIVA P.C.M. 9 FEBBRAIO 2011. Valutazione e
appropriate da applicare a scala territoriale per riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale
attenuare il rischio sismico delle chiese. con riferimento alle Norme tecniche per le costruzioni di
cui al decreto del Ministero delle infrastrutture e dei
Sulla base dei risultati ottenuti, è stato osservato trasporti del 14 gennaio 2008, G.U. n. 54.
che il valore medio dell'indice di vulnerabilità per Lagomarsino, S., Podestà, S., 2004. Seismic Vulnerability of
le chiese a tre navate, in cui è possibile Ancient Churches: II. Statistical Analysis of Surveyed
l'attivazione di più meccanismi, è mediamente più Data and Methods for Risk Analysis, Earthquake
Spectra, 20 (2), 395–412.
alto rispetto al quello delle chiese ad una navata Lagomarsino, S., Giovinazzi, S., 2006. Macroseismic and
"complessa". Per le chiese a tre navate è emerso mechanical models for the vulnerability and damage
che i meccanismi più vulnerabili sono il assessment of current buildings, Bulletin of Earthquake
ribaltamento della sommità della facciata (legato Engineering, 4 (4), 415-443.
Lourenço P.B, Roque J.A., 2006. Simplified indexes for the
alla generale presenza di elementi a vela di seismic vulnerability of ancient masonry buildings,
dimensioni non trascurabili), l'attivazione di Construction and Building Materials, 20, 200–208.
meccanismi nel piano della facciata stessa Roca P., Cervera M., Gariup G., Pelà L., 2010. Structural
(connessa alla diffusa assenza di presidi e alla analysis of masonry historical constructions_classical
and advanced approaches, Arch. Comput. Methods Eng.
presenza di ampie aperture), ma soprattutto la 17: 299-325.
risposta longitudinale e trasverale dell'aula (in
parte dovuta alla presenza delle volte e all'assenza
di presidi).
Nelle chiese ad una navata "complessa" sono
state riscontrate fonti di vulnerabilità simili e
un'analoga bassa frequenza di presidi. La minore
fragilità di tali strutture è però riconducibile alla
differente conformazione plano-altimetrica degli
edifici e ad una generale minore frequenza di
indicatori di fragilità (ad es. volte e coperture
spingenti).

SG03-291
ANIDIS 2017
PISTOIA

Assessment of Seismic Vulnerability at Territorial Scale: The Case Study of


Caltabellotta (AG)
Piero Colajannia, Matteo Accardib, Calogero Cucchiaraa, Giuseppe Di Gesarob, Giovanni Minafòa
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, Aerospaziale, dei Materiali, Università degli Studi di Palermo, Viale delle
Scienze, 90128 Palermo
b
Libero professionista, Palermo

Keywords: vulnerability, territorial scale, CARTIS.

ABSTRACT
Recent developments in the field of the evaluation of seismic risk at full scale – urban or territorial – have shown as
rapid and reliable techniques are needing for recording data from the buildings and assessing critical features and
structural deficiencies. CARTIS forms developed by the Laboratories University Network of seismic engineering
(ReLUIS) proved to be an useful tool for recording necessary data for the seismic assessment of urban centres,
provided that typological methods are adopted for vulnerability calculations. This paper presents methodologies
and results achieved for the survey of the buildings, and vulnerability analysis carried out for the centre of
Caltabellotta (Italy), with particular reference to the historical zone and to the architectural heritage. Surveys were
based on CARTIS forms and they were integrated by the creation of a digital information system made by an open
source GIS software. The database included geometrical, urbanistic and structural data for buildings raising in the
historical centre. Recorded data were processed by the macrosismic method RISK-UE proposed in the literature by
Lagomarsino and Giovinazzi (2006), allowing to obtain vulnerabilità curves as a function of average damage.
Finally, vulnerability maps and scenarios were drawn, highlighting the most vulnerable zones and building
typologies.

SG03-292
ANIDIS 2017
PISTOIA

Valutazione della Vulnerabilità a Scala Territoriale: Il Caso Studio di


Caltabellotta (AG)
Piero Colajannia, Matteo Accardib, Calogero Cucchiaraa, Giuseppe Di Gesarob, Giovanni Minafòa
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, Aerospaziale, dei Materiali, Università degli Studi di Palermo, Viale delle
Scienze, 90128 Palermo
b
Libero professionista, Palermo

Keywords: vulnerabilità, scala territoriale, CARTIS.

ABSTRACT
I recenti studi nell’ambito della valutazione del rischio sismico a scala urbana-territoriale hanno fatto emergere la
necessità di coniugare tecniche speditive e metodologie accurate, sia per il rilievo del costruito che per
l’individuazione delle criticità e l’analisi strutturale. In quest’ambito, le schede CARTIS (schede di primo livello
per la caratterizzazione tipologico-strutturale dei comparti urbani costituiti da edifici ordinari) rappresentano uno
strumento in grado di fornire i dati necessari per la valutazione della vulnerabilità sismica con metodi tipologico-
osservazionali. Nel presente lavoro si illustrano le metodologie adottate per la caratterizzazione costruttiva, il
rilievo e l’analisi di vulnerabilità condotte sul territorio del Comune di Caltabellotta (AG). La metodologia di
rilievo mediante le schede CARTIS è stata integrata per il centro urbano da un’analisi di maggior dettaglio, i cui
risultati sono stati trasferiti digitalmente su un Sistema Informativo Territoriale, creato con un software GIS. I dati
ricavati sono stati adottati per la valutazione della vulnerabilità sismica, condotta attraverso il metodo
macrosismico RISK-UE proposto da Lagomarsino e Giovinazzi (2006). Il metodo adottato consente di ricavare le
curve di vulnerabilità in funzione del parametro danno medio. I risultati ottenuti hanno permesso di ricavare delle
mappe di vulnerabilità distinte per comparto, evidenziando le zone più vulnerabili del territorio.

1 INTRODUZIONE attribuito ad ogni edificio del campione


rappresentativo scelto un indice di vulnerabilità, in
Le metodologie ad oggi in uso per la
genere calcolato in base ad indici di vulnerabilità
valutazione della vulnerabilità sismica possono
parziali, non necessariamente finalizzati al
classificarsi in relazione al percorso eseguito
riconoscimento di una tipologia strutturale sismo-
(diretti, indiretti o convenzionali), in relazione al
resistente, ma più spesso funzionali ad una
modo in cui viene espresso il risultato della
valutazione semi qualitativa dei fattori che
valutazione (quantitativi o qualitativi), o in base ai
governano la risposta sismica. Va rilevato che
metodi di valutazione, in quest’ultimo ambito si
esistono notevoli intersezioni fra le classi i) e iii).
distinguono: i) metodi empirici tipologico
Svariati i fattori che influenzano la scelta del
osservazionali, basati su un analisi statistica dei
metodo, fra i quali si annoverano le dimensioni del
danni rilevati causati da terremoti, che valutano la
campione analizzato, la disponibilità o il livello di
vulnerabilità di aggregati urbani di edifici basandosi
difficoltà nel reperimento delle stesse.
sulla definizione di classi di vulnerabilità
Tra i metodi meccanici risulta degno di nota il
caratterizzate da indicatori tipologici o funzionali; ii)
metodo HAZUS (1999) messo a punto dal FEMA
metodi meccanici, che prevedono la valutazione
che dopo aver individuato delle classi di edifici o
della risposta di modelli meccanici di edifici
famiglie, associa a ciascuna di esse una curva di
rappresentativi (campioni rappresentativi o in
capacità media e una deviazione standard. La
numero statisticamente significativo) del
valutazione della domanda sismica viene
patrimonio edilizio, attraverso il calcolo di uno o
effettuata utilizzando il metodo dello spettro di
più parametri di risposta cinematica o meccanica,
risposta e i valori di soglia dello spostamento
ritenuti rappresentativi del comportamento
limite di interpiano sono scelti sulla base di
sismico delle costruzioni; iii) metodi basati sul
considerazioni ingegneristiche.
giudizio degli esperti, in base al quale viene

SG03-293
Per l’impiego di metodi empirico tipologici e tipologico-strutturale dell’edilizia ordinaria e
metodi basati sul giudizio di esperti è utile permette di individuare, all’interno di ogni
ricordare che storicamente riveste un ruolo di comparto, le principali tipologie edilizie presenti
preminenza la metodologia basata sulla nell’area di studio, con un massimo di otto
compilazione delle schede di I e II livello del tipologie per comparto, di cui quattro con struttura
Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti in muratura e quattro in cemento armato.
(GNDT 1994) per l’analisi della vulnerabilità La divisione in comparti del territorio
sismica basata su un approccio di tipo comunale in esame viene affrontata tenendo conto
osservazionale. I risultati ottenuti attraverso la di informazioni basate su indagini storiche per
compilazione delle schede possono poter definire le varie fasi costruttive
successivamente essere elaborati al fine di dell'edificato. Alle fonti bibliografiche e
valutarne qualitativamente la vulnerabilità documentarie, si possono aggiungere quelle
attraverso ad esempio il metodo delle DPM cartografiche e catastali, così come la
(Damage Probability Matrix, matrici di probabilità consultazione di foto aeree e satellitari.
di danno) che, a partire da dati provenienti dalle A differenza di altre schede per il rilievo del
schede di I livello GNDT, giunge ad una costruito, la scheda CARTIS non viene compilata
valutazione della vulnerabilità di tipo qualitativo. attraverso un rilievo diretto eseguito per singola
In quet’ambito, Giovanazzi e Lagomasino unità costruttiva, ma viene stilata per ogni
(2004, 2006) hanno proposto, e successivamente tipologia individuata all’interno di un comparto. I
affinato, un metodo, noto con l’acronimo del dati da inserire vengono dedotti integrando le
progetto europeo RISK-UE, basato su matrici di informazioni derivanti dall’analisi storico-critica
probabilità di danno implicitamente definite della documentazione disponibile o da
all’interno della scala macrosismica EMS-98, informazioni acquisite da tecnici locali, con dati
sulla base di approcci probabilistici e la teoria dedotti da sopralluoghi in situ.
degli insiemi Fuzzy. La procedura fa riferimento A tal fine la scheda CARTIS è suddivisa in 4
all’individuazione di 15 tipologie strutturali sezioni: Sezione 0: (identificazione del Comune e
generali (cfr. Tab.1), ad ognuna delle quali viene dei comparti individuati); Sezione 1:
associato un valore medio ed un intervallo di (identificazione delle tipologie presenti nel singolo
variazione dell’indice di vulnerabilità comparto); Sezione 2: (identificazione delle
macrosismico VI*; il valore per ciascun specifico caratteristiche generali della tipologia in esame);
edificio o specifica tipologia dell’indice di Sezione 3: (caratterizzazione degli elementi
vulnerabilità macrosismico viene individuato strutturali della tipologia in esame).
mediante valutazione dei modificatori di Infine, è importante sottolineare che la scheda
comportamento Vmk definiti in base a parametri di CARTIS non fornisce in modo esplicito una stima
dettaglio. della vulnerabilità ma rappresenta un database
In base al valore VI è possibile valutare adeguato che include, in una fase iniziale, le
mediante una semplice relazione analitica il danno informazioni richieste da vari metodi d’indagine
medio per fissata intensità macrosismica del che portano all’individuazione qualitativa delle
terremoto, e da questo risalire alla distribuzione caratteristiche costruttive locali. Tali dati
del danno attraverso la funzione distribuzione del consentono, attraverso opportune elaborazioni, di
danno, in base alla quale è possibile ricavare le fornire indicazioni per una regionalizzazione delle
curve di fragilità. funzioni di vulnerabilità sismica attualmente
Nel presente lavoro viene presentata la stima impiegate indifferentemente su tutto il territorio
della vulnerabilità sismica del comune di nazionale. Inoltre essi possono consentire anche la
Caltabellotta (AG), condotto attraverso il metodo valutazione di funzioni di vulnerabilità nei
macrosismico, e applicato sulla base di un rilievo riguardi di ulteriori fenomeni naturali, quali eventi
speditivo del costruito, basato sulle schede idrogeologici e/o eruzioni vulcaniche. E’ quindi
CARTIS (CARatterizzazione TIpologico- evidente che le schede si pongono come metodo
Strutturale dei comparti urbani costituiti da edifici per il rilievo speditivo del costruito, basato su dati
ordinari) (De Gregorio et al.,2014a,b). diretti e indiretti, ma che vanno integrate da un
Il metodo applicato si basa su una preliminare metodo di calcolo che permetta la stima della
perimetrazione su mappa di zone territoriali vulnerabilità sismica.
omogenee, denominate comparti, ciascuna
comprendente una porzione del territorio con
caratteristiche omogenee in termini di tessuto
edilizio, età di primo impianto e tecniche
costruttive. La scheda è basata su un rilievo

SG03-294
2 L’IMPLEMENTAZIONE DEL METODO Tabella 2. Modificatori dell’indice di vulnerabilità
MACROSISMICO (Giovinazzi e (Giovinazzi e Lagomarino, 2004).
Lagomasino, 2004, 2006)
Per l’implementazione del metodo
macrosismico (Giovinazzi e Lagomarino, 2004,
2006) sono stati compiuti i seguenti passi:
i) a ciascuna delle tipologie individuate
attraverso la scheda CARTIS è stata fatta
corrispondere una tipologia prevista dal metodo
macrosismico (vedi Tab.1); per ogni tipologia
strutturale sono state compiute le seguenti azioni: Sfruttando la relazione consente di calcolare la
ii) attribuzione dei modificatori di probabilità associata al grado di danno k con la
comportamento; relazione:
iii)) calcolo del danno medio mediante la
relazione: 𝑝𝑘 = 𝑃𝛽 (𝑘 + 1) − 𝑃𝛽 (𝑘) (4)
𝐼+6,25 𝑉𝐼−13,1 è possibile valutare le curve di fragilità.
𝜇𝐷 = 2,5 [1 + tanh ( )] (1)
2,3 Considerando poi il livello di pericolosità
iv) calcolo della funzione cumulata della sismica definito dalle NTC08, e impiegando la
relazione di Guagenti e Petrini (1989) per
distribuzione di probabilità del danno 
correlare l’intensità macrosismica ai valori di
 t   x  a  b  x 
r 1 t  r 1 PGA previsti, si sono poi valutati gli scenari di
p  x   danno. Infine è stato stimato il numero di edifici
  r   t  r  b  a 
t 1
crollati, inagibili e danneggiati lievemente
(2)
sfruttando le seguenti correlazioni con il livello di
con  funzione Gamma e a  x  b , dove si è danno proposte in Zuccaro (2004): si considerano
assunto a=0, b=6, t=8 e crollati gli edifici con Livello di Danno (LD) D5;
inagibili con livello di danno D4, D5 e 50% di D3;

r  t 0.007  D3  0.0525  D2  0.2875 D  (3) danneggiati lievemente (ma agibili) edifici con LD
D2 e 50% D3.
v) Calcolo delle curve di fragilità.

3 CASO STUDIO: IL COMUNE DI


Tabella 1. Tipologie e corrispondenti valori caratteristici
dell’indice macrosismico (Giovinazzi e Lagomarsino, 2004). CALTABELLOTTA
Caltabellotta è un comune siciliano in provincia
di Agrigento che conta 3.907 abitanti. Possiede
una superficie di 12.358 ettari per una densità
abitativa di 39 abitanti per chilometro quadrato e
sorge in una zona collinare interna, posta a 949
metri sopra il livello del mare. Il suo territorio
comprende anche la frazione di Sant’Anna, poco
distante dal comune, con una popolazione di 584
abitanti (Tabella 1).

3.1 Territorio e suddivisione in comparti


Ai fini del rilievo del costruito mediante le
schede CARTIS, è stato necessario individuare sul
territorio in esame alcuni comparti omogenei.
Sono stati individuati in totale cinque comparti
omogenei, di cui quattro nel centro abitato di
Caltabellotta e uno nella frazione di Sant’Anna
(Figura 1).

SG03-295
Figura 2. Suddivisione del territorio di Caltabellotta in
comparti omogenei.
3.1.1 Comparto C01: Centro storico
Il primo comparto analizzato è quello
Figura 1. Territorio di Caltabellotta. corrispondente all’odierno centro storico
La Figura 2 mostra la suddivisione del territorio rappresentato dal PRG corrente, a cui sono state
in comparti, evidenziati dalle zone colorate. La sottratte due aree (comparti C03, C04) per
perimetrazione dei comparti è stata eseguita sulla facilitare l’identificazione delle tipologie
base dell’ultima versione del PRG disponibile, costruttive presenti sul territorio comunale. Il
aggiornato all’anno 2007. Nel PRG è presente una suddetto comparto è composto esclusivamente da
divisione del nucleo abitativo in quattro zone edifici in muratura,. Gli edifici in muratura
principali che sono state in parte mantenute e in presenti nel comparto C01 sono quelli di
parte riorganizzate tenendo conto sia della costruzione meno recente rispetto gli altri
posizione che del criterio di raggruppamento comparti, potendosi inserire in un arco temporale
stabilito. che antecedente al 1860 si protrae fino a circa il
Il Comparto C01 denominato “Centro Storico” 1819, e precisamente sono identificati nelle
comprende un’area abbastanza estesa e tipologie MUR1 e MUR2. Il 18% è realizzato in
rappresenta proprio il cuore della città dove muratura confinata, individuata dal acronimo
possiamo trovare gli edifici più datati. MUR3.
Il Comparto C03 denominato “Fuori Centro”, La tipologia MUR1 (Figura 3) identifica gli
rappresenta un’estensione più recente della zona edifici in muratura irregolare di pietra grezza con
storica del paese. Avendo infatti esaminato il PRG tessitura disordinata nel parametro senza ricorsi, di
anteriore, si è potuto notare come l’area definita tipo a sacco, con spessore di circa 80 cm, in cui i
“costruito storico” fosse in precedenza più ampia due paramenti sono costituiti da elementi resistenti
di quella attuale. Ciò ha portato ad evidenziare in pietra di forma irregolare posti in opera con una
questo comparto, i cui edifici presentano alcune percentuale minima di malta e con lo strato
caratteristiche costruttive comuni con quelle del intermedio costituito da materiale di riempimento
centro storico, ma con alcune differenze nella di pezzatura minore. Le tre elevazioni non
morfologia costruttiva. vengono superate ed è presente almeno un piano
I Comparti C02 e C04, denominati interrato di altezza media pari a 2,50/3,49 m,
rispettivamente “Cappuccini” e “Cimitero”, mentre al piano terra sono presenti nella maggior
possono essere classificati come zone di parte dei casi volte a crociera e/o a botte. Riguardo
espansione non molto ampie, dove la presenza di gli orizzontamenti le solette variano da
edifici in calcestruzzo armato è molto più deformabili (solai in legno con tavolato singolo,
preponderante. Infine il comparto C05, solai con travi di ferro a voltine) a semirigide
denominato “Sant’Anna”, rappresenta l’intera (solai in ferro e tavelloni). Gli edifici descritti
frazione che nel PRG appariva divisa in due zone dalla tipologia MUR2 prevedono una muratura
distinte (centro storico e zona espansione) ma che sbozzata in pietra pseudo regolare senza ricorsi
è stata considerata come una sola zona, data la con spessore murario pari a circa 60 cm e un
distribuzione ben diffusa e amalgamata delle interasse medio tra le pareti di circa 5 m. Alcune
tipologie in tutto il territorio. caratteristiche come i solai e l’altezza degli
interpiani sono simili alla tipologia sopracitata,

SG03-296
con la presenza anche in questo caso di volte al principali con realizzazione di aperture di grandi
piano terra e scale su volte rampanti. dimensioni al piano terra per consentire la
trasformazioni dei vecchi depositi in ambienti di
ricovero delle automobili, e le diffusissime
sopraelevazioni realizzate con le tecniche più
disparate, a partire dalle murature tradizionali, a
murature con blocchi di calcarenite o di forati in
laterizio o mattoni alleggeriti, fino a esili strutture
in cemento armato.
3.1.2 Comparto C02: Cappuccini
Il comparto “Cappuccini”, che si estende per
circa 286.511 mq, è costituito per lo più da
costruzioni isolate in cemento armato e da una
parte, pur consistente, di aggregati edilizi in
muratura. E’ composto da cinque tipologie
prevalenti: una muratura regolare in conci di tufo
Figura 3. Esempio di edificio in muratura irregolare (MUR1) (MUR1 e MUR2), una muratura in conci di pietra
nel comparto “Centro storico”. locale irregolari senza ricorsi (MUR3), una
Gli edifici presentano inoltre delle vulnerabilità muratura irregolare in pietra locale sbozzata
riscontrabili in alcuni elementi, come architravi (MUR4) e due in cemento armato (CAR1 e
con ridotta rigidezza flessionale o con inadeguata CAR2).
lunghezza di appoggio, archi ribassati e/o Le tipologie MUR1 e MUR2 indicano delle
piattabande con imposte inadeguate, murature di tipo regolare a singolo paramento
sopraelevazioni postume e discontinuità costituito da elementi resistenti in tufo di forma
localizzate. Le coperture si presentano a falde regolare squadrata. Gli edifici di questa tipologia
inclinate di per la maggior parte di tipo leggero presentano da una a quattro elevazioni e per
(legno) con sistema non spingente. questo motivo si è deciso di dividere la tipologia
La tipologia MUR3 comprende una muratura in MUR1, per indicare gli edifici con una o due
regolare mista confinata, con parametro murario in elevazioni, e MUR2 dove vengono indicati gli
pietra squadrata senza ricorsi, con spessore medio edifici della tipologia con tre o quattro elevazioni.
pari a 40 cm. Il confinamento con le strutture in I solai sono in cemento armato con travetti
c.a. è postumo dovuto, ad un miglioramento prefabbricati o latero-cementizi gettati in opere,
sismico. Alcune di queste costruzioni provengono quindi di tipo rigido, con cordoli visibili nelle
da consistenti demolizioni e ricostruzioni con facciate non intonacate. Le pareti verticali hanno
largo uso di elementi in calcestruzzo accoppiati a uno spessore medio di 40 cm con un interpiano
muratura consistenti, realizzati con blocchi di che va dai 2,50 m ai 3,49 m.
calcarenite o forati in laterizio o in calcestruzzo La tipologia MUR3 è una muratura a singolo
alleggerito. Talvolta è possibile trovare all’interno paramento con blocchi di pietra locale irregolare
di alcuni edifici anche pilastri isolati. Sono legati con malta a base di calce. Le elevazioni
riscontrabili possibili sopraelevazioni per riscontrate non superano i due piani fuori terra
un’altezza complessiva che non supera le tre tranne nei casi molto frequenti in cui alla muratura
elevazioni; i solai sono in c.a. così come le originaria è stata aggiunta una sopraelevazione in
coperture che possono essere sia a falde inclinate cemento armato. Rispetto alla tipologia precedente
che con terrazzo praticabile. questa ha una datazione più antica data la tecnica
Va comunque rilevato che circa l’80% degli costruttiva e lo spessore murario che si aggira
edifici del centro storico hanno paramenti mediamente intorno ai 60 cm. Gli orizzontamenti,
completamente ricoperti dall’intonaco, condizione che nella costruzione originaria potevano essere
per la quale è difficile individuarne la tipologia. con travi di ferro, sono stati sostituiti da solai
Va infine rilevato che l’organizzazione della latero-cementizi in quelle dotate di
scheda CARTIS non consente di descrivere con sopraelevazioni postume.
adeguato grado di dettaglio la grande etereogenità Della tipologia MUR4 fanno parte degli edifici
delle caratteristiche delle costruzioni del centro costruiti secondo il piano di intervento INA-Casa,
storico che si è prodotta negli ultimi cinquant’anni ad opera dello stato nel secondo dopoguerra, per
a seguito delle trasformazioni degli apparecchi realizzare edilizia pubblica. Siti in via Agrigento
murari con giustapposizioni di tipi di murature gli edifici costruiti sono 8 con tre elevazioni
totalmente diverse fra loro, modifiche dei prospetti ciascuno, isolati, in muratura sbozzata di pietra

SG03-297
locale squadrata senza ricorsi. Sono caratterizzati 3.1.3 Comparto C03: Fuori Centro
da un basamento, alto un intero piano, in muratura In questo comparto, di circa 38.165 mq, sono
a vista mentre i piani superiori sono intonacati, la state individuate 4 tipologie, tre in muratura
copertura invece si presenta in legno a falde (MUR1, MUR2, MUR3) e una in cemento armato
inclinate. Riguardo gli orizzontamenti sono (CAR1) con una prevalenza, in questo caso, netta
caratterizzati da una soletta semirigida realizzata degli edifici in muratura.
in ferro e tavelloni. Gli edifici delle tipologie MUR1 (Figura 5) e
Le tipologie CAR1 (Figura 4) e CAR2 indicano MUR2 sono molto simili a quelle corrispondenti
edifici in cemento armato risalenti agli anni del precedente comparto. Differenziate anche
settanta dove una consistente parte è formata da queste in base al numero di piani che comunque
edifici popolari edificati da cooperative locali. non supera i quattro sono realizzati con elementi
Una piccola percentuale degli edifici si trova in resistenti in tufo con conci regolari tra loro legati
aggregato mentre una parte molto più ampia è prevalentemente con malta bastarda. Non sono
formata da edifici isolati. Sono caratterizzate presenti volte ai piani intermedi né in copertura,
prevalentemente da telai con travi alte sul ma soltanto solai in latero-cemento gettati in opera
perimetro e travi in spessore di solaio all'interno, o con travetti prefabbricati e nella maggior parte
sono sempre presenti giunti a norma. Il numero degli edifici sono presenti cordoli in cemento
massimo di piani è pari a cinque e l'altezza armato in corrispondenza dei solai e delle
d’interpiano non supera i 3,50 m. La disposizione coperture. Sono presenti casi con tetti a falde
delle tamponature al piano terra non può mentre sono più rare coperture piane o terrazzo
considerarsi regolare in quanto una parte degli praticabile. È possibile trovare edifici con piccoli
edifici ospita al piano terra attività commerciali corpi aggiunti dovuti ad ampliamenti successivi
infatti sul lato strada essi presentano ampie all'epoca della costruzione. Nella tipologia MUR3
aperture mentre sugli altri lati le tamponature sono descritti edifici con una massimo di due
occupano una superficie maggiore. Per quanto elevazioni con coperture a singola falda inclinata.
riguarda la regolarità sia in pianta sia in Molti di questi, in cattive condizioni rispetto a
elevazione, tranne qualche raro caso, si tratta di quelli di altre tipologie, sono utilizzai come
edifici mediamente regolari. La differenze tra le depositi di merce o effetti personali vari,
due tipologie consiste fondamentalmente nel tipo soprattutto quelli con una sola elevazione dove le
di tamponatura utilizzata, in CAR1 prevale l’uso aperture in facciata sono ridotte al minimo
di tamponature poco consistenti come i laterizi indispensabile. La muratura è costituita da conci
mentre in CAR2 viene utilizzata una muratura più irregolari di pietra con tessitura disordinata nel
pesante come i conci di tufo. Le tipologie sopra parametro ma senza ricorsi e uno spessore
citate si ritrovano, con caratteristiche abbastanza notevole delle pareti perimetrali.
simili, anche negli altri comparti del centro abitato La tipologia in cemento armato, CAR1, è
ma con diversa distribuzione percentuale: nel caratterizzate dalla prevalenza di telai tamponati
Comparto C02 prevale nettamente la tipologia
con murature poco consistenti e orizzontamenti
CAR1, mentre negli altri comparti prevale la
con travi in spessore di solaio all'interno e travi
tipologia MUR1; il motivo principale di questa
differente distribuzione potrebbe essere legato alle alte sul perimetro. Gli edifici sono quasi tutti in
differenti epoche di costruzione. aggregato con una disposizione irregolare delle
tamponature al piano terra, le quali comunque
sono sempre inserite nel telaio. Le coperture di
tipo pesante sono per lo più a falde inclinate, con
la presenza sporadica di terrazzo o oggetti verticali
come comignoli
3.1.4 Comparto C04: Cimitero
Questo comparto, veramente molto limitato con
i suoi 2.878 mq, è costituito da circa 12 edifici
tutti in cemento armato (CAR1).
Anche questo comparto, come il C03, nasce da
una comparazione tra il PRG attuale e quello
antecedente dove questo “blocco” di edifici non
era presente, si parla quindi di edifici postumi al
Figura 4. Esempio di edificio in c.a. con tamponamenti in 1973. In cemento armato con prevalenza di telai
laterizio (CAR1) nel comparto “Cappuccini”. con travi alte e tamponature poco consistenti, si

SG03-298
trovato tutti in aggregato disposti ai lati della Via disordinata nel paramento e ad edifici con
San Martino. muratura sbozzata di pietra squadrata senza
ricorsi. A parte questa differenza iniziale le
caratteristiche delle due tipologie sono molto
simili infatti parliamo di edifici di modeste
dimensioni con uno spessore murario di circa 50
cm e un interasse medio tra le pareti non superiore
ai 3,50 m.
I solai sono di tipo deformabile con travi di
ferro a voltine o di tipo semirigido ferro e
tavelloni, le coperture a singola falda inclinata.
Infine CAR1 e CAR2 identificano gli edifici in
cemento armato che si differenziano gli uni dagli
altri per il tipo di tamponatura utilizzata, il primo
con prevalenza di telai tamponati con murature
consistenti, il secondo con prevalenza di telai con
travi alte e tamponature poco consistenti entrambe
inserite nel telaio. La maggior parte degli edifici
risulta essere isolato con elevazioni che
Figura 5. Sezione di un edificio di tipo (MUR1) nel
comparto “Fuori centro”.
difficilmente superano i tre piani fuori terra.
Mediamente regolari in pianta, data la presenza di
Le aperture ai piani inferiori sono molte ampie, garage che comportano aperture molto ampie,
data la presenza di garage, mentre la regolarità in regolari in elevazione, sono dotati di coperture
elevazione si mantiene costante, con aperture pesanti non spingenti generalmente a falde
mediamente ampie e la presenza di balconi in inclinate e/o con presenza di terrazzo praticabile.
ognuno degli edifici. Non sono presenti bow Lo stato di conservazione d’insieme è buono dato
windows strutturali o elementi tozzi di alcun anche dal fatto che questa tipologia è molto più
genere, lo stato di conservazione generale è buono recente rispetto le altre presenti.
con piccoli interventi locali dati da nuove aperture
o elevazioni di piccoli corpi aggiunti postumi.
4 ANALISI DI VULNERABILITÀ SISMICA
3.1.5 Comparto C05: Sant’Anna
CON IL METODO RISK-UE
Come già accennato il comparto C05 identifica
l’intera frazione di Sant’Anna dove vengono Sulla base dei dati ISTAT, conteggio attraverso
individuate ben sei tipologie differenti: quattro in cartografie di dettagli, analisi di immagini
muratura e due in cemento armato. E’ facile capire satellitari e indagini speditive in loco, è stata
che la percentuale maggiore è proprio degli edifici stimato il numero di edifici per ciascuna delle
in muratura che riprendono molte delle caratteriste tipologie rilevate presenti in ogni comparto,
degli edifici dei comparti sopra citati. ottenendo i dati rappresentativi dell’esposizione
La MUR1 e la MUR2 ancora una volta del costruito riporti in Tab.3. Per il comparto
identificano edifici in muratura regolare con conci centro storico è stata fatta un analisi dettagliata,
di tufo senza ricorsi, cordoli in cemento armato rilevando le caratteristiche delle singole unità
all’altezza dei solai e delle coperture, aperture edilizie, riportandole su un database
modeste e regolari con elevazioni che non georeferenziato. Questa indagine ha consentito di
superano i quattro piani fuori terra. Tutte si
rilevare la presenza di 80 costruzioni della
trovano in aggregato dove a volte viene
evidenziata la presenza di piani sfalsati soprattutto tipologia MUR1 C1, 209 edifici della tipologia
rispetto ad edifici contigui nell’aggregato. MUR2 C1 e 62 edifici della tipologia MUR3 C1,
Nonostante le generali buone condizioni degli la cui ubicazione è rappresentata nelle Figure 6, 7
edifici in alcuni di essi, solitamente quelli non e 8 rispettivamente. Il restante 80% degli edifici è
intonacati, è possibile notare discontinuità intonacato; la valutazione delle percentuali di
localizzate come la chiusura di vecchie aperture o edifici da attribuire una delle tre classi sopra
sarciture mal realizzate. descritte è avvenuta in base alle proporzioni
Gli edifici con muratura irregolare fanno parte riscontrate per gli edifici intonacati, tenendo conto
delle tipologie MUR3 e MUR4 che si riferiscono del numero di piani e delle posizione e ampiezza
rispettivamente, ad edifici con muratura irregolare dei vani sulla facciata.
di pietra grezza senza ricorsi con tessitura

SG03-299
Successivamente, ad ognuna delle tipologie edifici analizzati, la tipologia MUR1 è stata
individuate è stata inizialmente attribuita una delle inserita nella classe tipologica del metodo
classi tipologiche previste dal metodo, descritte in macrosismico (cfr. Tab.1) M1 (pietra grezza), la
Tabella 1; in particolare per il comparto centro MUR2 nella classe M3 ( pietre sbozzate o a
storico (C01), nel quale sono presenti il 67% degli spacco), la MUR3 nella classe M7 (muratura
Tabella 3. Numero stimato di edifici per ciascuna tipologia armata o confinata).
all’interno dei comparti Successivamente, in base alle indicazioni di
MUR1 MUR2 MUR3 MUR4 CAR1 CAR2 Tot. dettaglio contenute nella scheda CARTIS, sono
stati attribuiti i modificatori di comportamento
C1 478 1491 425 0 0 0 2394 riportati in Tab.2). Va rilevato che, per potere
C2 47 114 23 8 209 75 476 attribuire il modificatore, è stato necessario, per
C3 104 141 28 0 10 0 283 ciascuna tipologia strutturale, definire le
C4 0 0 0 0 12 0 12 caratteristiche “medie” a cui corrispondono valori
nulli del modificatore. In Tab. 5 sono riportati per
C5 150 133 36 24 40 23 406
ciascuna tipologia, i valori medi VI* attribuiti, ai
valori dei modificatori Vmk , e i valori finali VI. si
rileva che le tipologie MUR1 C2 e MUR1 C5,
così come le MUR2 C2 e MUR2 C5 sono affette
dagli stesi valori dell’indice medio e del
modificatore, in quanto tipologie praticamente
coincidenti. Analogamente circostanza si verifica
per le tipologie di strutture in cemento armato
CAR1 C2, CAR2 C2, CAR1 C3 e CAR1 C4,
CAR1 C5 e CAR2 C5.
La tabella mette in evidenza l’elevata
vulnerabilità delle costruzioni del centro storico,
Figura 6. Distribuzione della tipologia MUR1 direttamente dove soltanto la tipologia MUR3 C1 presente nel
rilevata nel centro storico. comparto con una percentuale 17 %, relativa ad
edifici in muratura confinata, tipologia esito di
interventi pesanti di miglioramento sismico e
qualche volta di demolizione e ricostruzione
parziale, ha un indice di vulnerabilità modesto. Va
inoltre rilevato che le procedure adottate non
hanno consentito di descrivere in modo accurato la
grande vulnerabilità delle costruzioni modificate
attraverso la realizzazione di grandi aperture ai
piani terra, mentre probabilmente ancora
sottostimata la vulnerabilità di edifici con
Figura 7. Distribuzione della tipologia MUR2 direttamente sopraelevazioni fortemente disomogenee rispetto
rilevata nel centro storico. alla muratura sottostante pre-esistente. A riguardo
si rileva che un adeguata descrizione
richiederebbe la definizione di modificatori di
comportamento definiti ad hoc per i centri storici
della Sicilia occidentale, dove le trasformazioni
precedentemente descritte sono frequenti.
Nella successiva Figura 9 sono mostrate le
curve di vulnerabilità che esprimono i valori del
danno medio atteso d al variare dell’intensità
macrosismica per le 20 tipologie ricavate
mediante l’impiego della Eq. 1, dalla quale si
Figura 8. Distribuzione della tipologia MUR3 evince che tipologie caratterizzate da medesimo
direttamente rilevata nel centro storico indice di vulnerabilità (cfr Tab.4) esibiscono la
medesima curva di vulnerabilità.

SG03-300
Noto il valore del danno medio per ciascuna verifichi danno di livello D3 in edifici della
tipologia, è possibile calcolare mediante la tipologia MUR3
funzione p (Eq.4) le curve di fragilità relative al
Curve di vulnerabilità Caltabellotta
livello di danno k-esimo, che esprimono la μd
5
probabilità di superamento del prefissato livello di
danno come funzione dell’intensità simica
espressa dalla scala macrosismica EMS-98 4

(Bernardini et al.2007).
Tabella 4. Valori caratteristici dell’indice di vulnerabilità per 3

tipologia e corrispondente comparto. MUR1 C1 MUR2 C1

MUR3 C1 MUR1 C2

VI* Vmk VI 2 MUR2 C2 MUR3 C2

MUR4 C2 CAR1 C2

MUR1 C1 0.87 0.13 1.00 CAR2 C2 MUR1 C3

0.74 0.04 0.78


MUR2 C3 MUR3 C3
MUR2 C1 1 CAR1 C3 CAR1 C4

MUR3 C1 0.45 0.07 0.52 MUR1 C5

MUR3 C5
MUR2 C5

MUR4 C5

MUR1 C2 0.62 0.00 0.62 0


CAR1 C5 CAR2 C5

5 6 7 8 9 10 11 12
MUR2 C2 0.62 0.04 0.66 IEMS-98

MUR3 C2 0.81 0.03 0.84 Figura 9. Curve di vulnerabilità per le tipologie strutturali.
MUR4 C2 0.68 -0.02 0.66
CAR1 C2 0.48 0.21 0.69
CAR2 C2 0.48 0.21 0.69 a)
MUR1 C3 0.62 0.03 0.65
MUR2 C3 0.62 0.07 0.69
MUR3 C3 0.81 0.05 0.86
CAR1 C3 0.48 0.21 0.69
CAR1 C4 0.48 0.21 0.69
MUR1 C5 0.62 0.00 0.62
MUR2 C5 0.62 0.04 0.66
MUR3 C5 0.81 0.00 0.81 b)
MUR4 C5 0.74 0.03 0.77
CAR1 C5 0.48 0.21 0.69
CAR2 C5 0.48 0.21 0.69

A titolo esemplificativo, si riportano in Fig.10


le curve di fragilità per ciascuno dei 5 livelli di
danno, per le tipologie MUR1, MUR2, e MUR3
per il comparto centro storico. Figura 10. Curve di fragilità per le tipologie del comparto
Le curve evidenziano l‘elevata probabilità di centro storico C1”. a) Tipologia MUR1; b) Tipologia
danneggiamento per la tipologia MUR1 C1, MUR2;
caratterizzata da probabilità di raggiungere livelli Scenario di danno Caltabellotta
di danno D5 superiori al 60% per eventi di 30 anni 50 anni 475 anni 975 anni
intensità macrosismica pari a 9, probabilità simili N
per gli edifici in muratura sbozzata in pietra 2500
pseudo regolare e solai da deformabili (solai in 2000

legno con tavolato singolo, solai con travi di ferro 1500


1000
a voltine) a semirigide (solai in ferro e tavelloni)
500
(MUR2 C1) caratterizzata da probabilità di
0
raggiungere livelli di danno D4 superiori al 40% D0 D1 D2 D3 D4 D5
per eventi di intensità macrosismica pari a 9. Lo Livelli di danno
stesso livello di intensità macrosismica è in grado Figura 11. Scenari del danno atteso nel comune per diversi
di produrre soltanto una probabilità del 20% che si tempi di ritorno dell’azione sismica

SG03-301
Edifici crollati, inagibili e danneggiati 5 CONCLUSIONI
attesi per TR = 475 anni
In questo lavoro sono stati sintetizzati i risultati
N Ed. crollati Ed. inagibili Ed. danneggiati dell’analisi di vulnerabilità sismica a scala
1500 territoriale degli edifici presenti nel comune di
1000 Caltabellotta (AG). La metodologia adottata ha
500
previsto l’adozione preliminare delle schede
0
C1 C2 C3 C4 C5 CARTIS per il rilievo del costruito e la
Comparti suddivisione in comparti del territorio. La
catalogazione delle informazioni necessarie è
Figura 12. Scenari di rischio per i comparti
avvenuta anche attraverso un sistema informativo
Scenario di danno per TR = 475 anni georeferenziato, che ha incluso tutte le
MUR1 C1 MUR2 C1 MUR3 C1
informazioni presenti nelle schede. Infine, è stato
% Edifici
applicato il metodo RISK-UE per il calcolo delle
100 curve di vulnerabilità e, fissato il livello di danno
80 medio, sono state dedotte le curve di fragilità. Il
60 confronto con le intensità macrosismiche attese
40 nel sito, secondo l’attuale normativa, ha permesso
20 di evidenziare le tipologie costruttive
0 maggiormente a rischio, nonché i possibili scenari
D0 D1 D2 D3 D4 D5
Livelli di danno di danno.
Figura 13. Scenari danno per le tipologie del centro storico
Infine, in Figura 11 si mostra per l’intero REFERENCES
territorio lo scenario di danno, rappresentato dal Bernardini A., Giovinazzi S., Lagomarsino S., e Parodi
numero di costruzioni che raggiungono un S.(2007), Matrici di probabilità di danno implicite nella
prefissato livello di danno per diversi tempi di scala EMS-98; XII Congresso Nazionale ANIDIS
ritorno. Quest’ultimo è stato ottenuto impiegando “L’Ingegneria Sismica in Italia”, 10-14 Giugno, Pisa
(Italy).
la descrizione della pericolosità sismica locale De Gregorio D., Dolce M., Moroni C., Speranza E., Zuccaro
fornita dalle Norme Tecniche per le Costruzioni, G., CARTIS - Manuale per la compilazione della Scheda
avendo assunto, in assenza di dettagliati studi di di 1° Livello per la caratterizzazione tipologico-
micro-zonazione sismica, un terreno di tipo B per strutturale dei comparti urbani costituiti da edifici
ordinari, 2014 (a).
tutti i comparti. La scelta è motivata dall’essere il Giovinazzi S., Lagomarsino S., (2004). A Macroseismic
tipo di terreno più frequente tra quelli previsti nei model for the vulnerability assessment of buildings. 13th
progetti presentati all’Ufficio Tecnico Comunale. World Conference on Earthquake Engineering,
In Figura 12 è presentata un analisi di maggior Vancouver, Canada.
Giovinazzi S., Lagomarsino S., 2006. “Macroseismic and
dettaglio per azione sismica con tempo di ritorno mechanical models for the vulnerability and damage
di TR = 475 anni, differenziando i risultati per assessment of current buildings”. Bulletin of Earthquake
comparto. I dati mostrano che il solo centro Engineering, Novembre 2006.
storico è caratterizzato da un numero significativo GNDT, Scheda di esposizione e vulnerabilità e di
rilevamento danni di primo livello e di secondo livello
di edifici crollati (179, 7.4%), inagibili (956, (muratura e cemento armato), Gruppo Nazionale per la
39.9%), o danneggiati (894, 37.3%), mentre Difesa dai terremoti, Roma, 1994.
soltanto i restanti 365 edifici (15.4%) Lagomarsino, S., Giovinazzi, S., 2001. Una metodologia per
l’analisi di vulnerabilità sismica del costruito. X
risulterebbero non danneggiati. Infine in Figura 13 Congresso Nazionale ANIDIS “L’Ingegneria Sismica in
i risultati relativi al centro storico sono presentati Italia”, 9-13 settembre, Potenza-Matera (Italy).
disaggregati per tipologia edilizia, mostrando Zuccaro G. (a cura di)., 2004. “Inventario e vulnerabilità del
ancora una volta che per gli edifici della tipologia patrimonio edilizio residenziale del territorio nazionale,
mappe di rischio e perdite socio – economiche”.
MUR1 è previsto il 82.2% di edifici inagibili (con I.N.G.V./G.N.D.T. - Istituto Nazionale di geofisica e
livello di danno D4, D5 e 50% di D3), di cui il Vulcanologia / Gruppo Nazionale per la Difesa dai
30.5% crollati (livello di danno D5); per la MUR2 Terremoti, L’Aquila.
circa il 36% risulterebbero inagibili, e circa il 48%
danneggiati ma agibili, mentre la costruzioni di
tipologia MUR3 non subirebbero danni superiori
al livello D2 in numero significativo.

SG03-302
ANIDIS 2017
PISTOIA

Advancements in Seismic Vulnerability Assessment Methodologies for RC


Buildings at Territorial Scale
Fabio Romanoa, Maria Zucconia, Stefania Imperatorea, Barbara Ferracutia
a
Niccolò Cusano University, Department of Engineering, Via Don Carlo Gnocchi, 3, 00166 Rome.

Keywords: vulnerabiliy assessment, RC buildings, fragility curves, damage state, infills.

ABSTRACT
The seismic risk assessment is a central issue due to the many seismic events that caused great economic losses in
recent years. Moreover, the last earthquakes occurred in Italy have been events of medium seismic intensity,
producing many casualties and overall monetary impact, highlighting the great vulnerability of the Italian building
stock. In this context, the paper focus on the most significant contribution of the methodologies present in
literature, for the assessment of the vulnerability of RC buildings at territorial scale. The aim is to point out the
peculiarities of the principal methodologies in the definition of seismic vulnerability of structural typologies. The
methods for evaluating fragility curves at different damage states, defined according to various guidelines or
technical standards, e.g. EMS-98 macroseismic scale, are principally based on observational data, mechanical
structural models or hybrid methods for representative typological class of buildings for the large scale
vulnerability assessment. Furthermore, in the last decade particular attention is focused on the contribution of
masonry infill walls on the seismic response of RC frame structures, in order to properly estimate the interstorey
drift demand, and, consequently, the infill damage level that becomes predominant for low and medium hazard
levels.

SG03-303
ANIDIS 2017
PISTOIA

Advancements in Seismic Vulnerability Assessment Methodologies for RC


Buildings at Territorial Scale
Fabio Romanoa, Maria Zucconia, Stefania Imperatorea, Barbara Ferracutia
a
Niccolò Cusano University, Department of Engineering, Via Don Carlo Gnocchi, 3, 00166 Rome.

Keywords: vulnerabiliy assessment, RC buildings, fragility curves, damage state, infills.

ABSTRACT
The seismic risk assessment is a central issue due to the many seismic events that caused great economic losses in
recent years. Moreover, the last earthquakes occurred in Italy have been events of medium seismic intensity,
producing many casualties and overall monetary impact, highlighting the great vulnerability of the Italian building
stock. In this context, the paper focus on the most significant contribution of the methodologies present in
literature, for the assessment of the vulnerability of RC buildings at territorial scale. The aim is to point out the
peculiarities of the principal methodologies in the definition of seismic vulnerability of structural typologies. The
methods for evaluating fragility curves at different damage states, defined according to various guidelines or
technical standards, e.g. EMS-98 macroseismic scale, are principally based on observational data, mechanical
structural models or hybrid methods for representative typological class of buildings for the large scale
vulnerability assessment. Furthermore, in the last decade particular attention is focused on the contribution of
masonry infill walls on the seismic response of RC frame structures, in order to properly estimate the interstorey
drift demand, and, consequently, the infill damage level that becomes predominant for low and medium hazard
levels.

parameters, such as the spectral acceleration or


the spectral displacement at the fundamental
1 INTRODUCTION elastic period of vibration (Sa (T) or Sd (T)). In
In the last fifty years, the huge damage this way, the seismic hazard is strictly related to a
observed after seismic events increases the need synthetic representation of the probable social
of developing methodologies for the vulnerability and economic losses. Differently, fragility curves
assessment of building classes, in order to predict represent the probability of exceeding predefined
the losses from future earthquakes at regional building damage states at increasing of the IM
scale. The increasing interest is also demonstrated value, providing an information less immediate
by the recent research projects and guidelines but more detailed about the seismic damage,
dealing with predictive models, such as GEM because expressed in a probabilistic manner.
(D’Ayala et al. 2015) at world level, or developed The calibration of these representations could
by the European scientific community, such as be performed by observational data, within an
the RISK-UE (Mouroux and Le Brun 2006) and empirical model, or by simulated data, generated
SYNER-G (Pitilakis et al. 2014). National through mechanical models with various degree
projects have been also established, as SAVE of accuracy. The first strategy adopted for the
(Zuccaro and Cacace 2015) for the Italian case. vulnerability assessment at large scale was to use
In order to estimate the feasible seismic the damage data collected from post-earthquake
damage at urban scale after an earthquake, the surveys. The problem connected to these data is
vulnerability curves and fragility curves are that they are limited and they cover only a
recognized as very useful tools. A vulnerability relatively small range of IM values. Moreover,
curve describes the mean damage suffered by a the observational data can be affected by errors
building after an earthquake, as a function of the due to the inspector judgment, and the data
macroseismic intensity, I, or a strong motion collected by different earthquakes could be not
Intensity Measure (IM). The IM can be the peak comparable to each other, due to the different
ground acceleration (PGA) or spectral forms used for post-earthquake damage

SG03-304
assessment, varying over the years and from 2.1 European scales
country to country.
In order to cover the lack of information from 2.1.1 Building level
observational data, the scientific community The European Macroseismic Scale (EMS-98)
moved his attention on simulated data obtained (Grünthal 1998) is surely the reference for most
by mechanical models, accounting for many of empirical and mechanical European
random variables affecting the damage, such as methodologies. The damage scale is the updating
material and geometrical properties and a wide of the EMS-92 and it is based on the MSK
range of hazard levels. macroseismic scale. A qualitative description of
Several researcher groups over the years dealt global damage level is attained defining five
with different vulnerability assessment damage grades (excluding the No Damage level)
methodologies and an extended review is for masonry and RC buildings, considering a
reported in (Calvi et al. 2006). The present work different damage condition of structural and
focuses on the most significant methodologies nonstructural elements in each damage grade.
developed after the 2006 for the vulnerability Analogously, Rossetto and Elnashai (Rossetto
assessment of RC buildings at territorial scale, and Elnashai 2003) defined six damage states for
with particular emphasis on the empirical and four RC building types in the Homogenised
mechanical methods. The aim is to point out the Reinforced Concrete (HRC) damage scale. In
peculiarities of these methods in the definition of Table 1, the fourth and fifth damage states are
seismic vulnerability, accounting for both the merged and associated to the fourth (very heavy)
contributions of RC frames and masonry infill EMS grade. Moreover, in their work, a global
walls. Moreover, an accurate review of the quantitative description was expressed in terms of
damage scales provided by European and Damage Index (DI) ranges, reported in Table 2,
American standards and guidelines is reported, then compared with several others European and
together with proposals by different researcher American damage scales.
groups. The application of the provided damage A similar damage scale, with only four
scales in the development of post-earthquake damage states, was adopted by (Lagomarsino and
damage assessment forms is besides examined. Giovinazzi 2006) for their proposal of mechanical
vulnerability assessment method, applicable to
masonry and RC buildings. A direct
2 DAMAGE STATE SCALES correspondence of the first three damage levels
In order to perform an effective post- with the first three EMS-98 damage grades is
earthquake damage evaluation and a feasible assumed, while the fourth level is representative
vulnerability assessment, a qualitative and of both very serious damage and building
quantitative definition of building or element collapse grades EMS scale (see Table 1).
damage states is essential. In particular, the The parameter adopted to define the damage
qualitative description of overall building damage state thresholds was the spectral displacement, as
is fundamental for a rapid evaluation of the shown in Table 2, and limit values are defined as
building usability after a seismic event, while the a function of the yielding displacement dy and the
derivation of quantitative damage thresholds at ultimate displacement du of an equivalent Singe
global or element level from a qualitative damage Degree of Freedom (SDOF).
scale is always required in numerical or analytical 2.1.2 Element level
vulnerability formulations.
Nevertheless the approaches adopted in the The EC8 part dedicated to the seismic
different part of the world are similar, they have assessment (CEN 2005) defines a qualitative and
some peculiarities. In the following, the most quantitative description of RC element damage,
used damage scales provided by European and assuming three damage states (DL = Damage
American standards and guidelines are reported, Limitation, SD = Significant Damage, NC = Near
as well as the proposal of research groups. An Collapse), that are not a direct correspondence to
attempt to homogenise the different damage the EMS-98 Damage States, as shown in Table 1.
scales is proposed and reported in Table 1, The damage states thresholds for structural
adopting the EMS-98 as the reference for the elements, according to EC8-part3, are based on
comparison. In addition, Table 2 shows the the section yield rotation y and ultimate rotation
different thresholds proposed over the years and u (see Table 2). It is worth noting that, adopting
described in the following subsections. a shear-type behaviour for the RC frame, the
column rotation is equal to the Interstorey Drift
Ratio (IDR).

SG03-305
Table 1. Damage scales at building and element level proposed by standards, guidelines and researchers, homogenised to the
EMS-98 damage scale.
References Level Damage scale
Negligible
EMS-98 (1998) Building No D Moderate Heavy Very heavy Destruction
to Slight
Rossetto and Extensive -
Building No D Slight Light Moderate Collapse
Elnashai (2003) Part. collapse
Lagomarsino and
Building No D Slight Moderate Extensive Complete
Giovinazzi (2006)
EC8-part3 (2005) Struct. elem. No D DL SD NC -
Extensive -
Colangelo (2012) Infill No D Slight Moderate - -
Complete

HAZUS MH-MR5 B-RCSW No D Slight Moderate Extensive Complete


TM (2009) B-RCIF No D Slight Moderate Extensive Complete
FO (Negligible) - Collapse
VISION 2000 (1995) Building No D LS (Moderate) NC (Severe)
O (Light) (Complete)
O (1-A) - LS (3-C) CP (5-E)
Building No D -
IO (1-B) Light Moderate Severe
FEMA 356 (2000) / Structural S-4 (range) -
ASCE 41-06 (2007) No D S-1 (IO) S-2 (range) – S-3 (LS) -
element S-5 (CP)
Nonstructural N-A (O) -
No D N-C (LS) N-D (HR) - -
element N-B (IO)
Cardone and Extensive Corner Crush.
Infill No D Light cracking - -
Perrone (2015) cracking - Collapse
Legend: No D = No Damage; B-RCSW = Building-Reinforced Concrete Shear Wall; B-RCIF = Building-Reinforced Concrete
Infilled Frame.

Table 2. Damage states thresholds at building and element level, homogenised to the EMS-98 damage scale.
References Level Damage parameter value
IDR < 0.2% IDR < 1.5% IDR < 2.5% IDR > 2.5%
VISION 2000 (1995) Building IDR = 0
IDR < 0.5% (resid. <0.5%) (resid.<2.5%) (resid.> 2.5%)
Rossetto and
Building DI = 0 0 < DI < 10 10 < DI < 40 40 < DI < 70 70 < DI < 90 90 < DI < 100
Elnashai (2003)
Lagomarsino and
Building Sd = 0 0.7 dy 1.5 dy 0.5 (dy + du) du
Giovinazzi (2006)
HAZUS MH-MR5
Building * IDR = 0 0.16% 0.32% 0.8% 1.87%
TM (2009)
RC bare frame IDR = 0 1.0% 1.0% - 2.0% 2.0% - 4.0% -

FEMA 356 (2000) / RC wall IDR = 0 0.5% 0.5% - 1.0% 1.0% - 2.0% -
ASCE 41-06 (2007) Unreinf. Infill IDR = 0 0.1% 0.1% - 0.5% 0.5% - 0.6% -
Reinf. Infill IDR = 0 0.2% 0.2% - 0.6% 0.6% - 1.5% -
EC8-part3 (2005) Struct. elem. ϴ=0 ϴy 3/4 ϴu ϴu -
Colangelo (2012) Infill IDR = 0 0.03% 0.4% 0.8% - 1.6% - -
Infill IDR = 0 0.15% 0.4% 1.0% - 1.75% - -
Cardone and
Infill-Window IDR = 0 0.1% 0.3% 0.75% - 1.75% - -
Perrone (2015)
Infill-Door IDR = 0 0.08% 0.2% 0.5% - 1.75% - -
Legend: IDR = Interstorey Drift Ratio; DI = Damage Index.
* Values valid for a B-RCIF, pre-code seismic design level, medium height.

SG03-306
In recent years, particular attention was posed therefore highlighting their relevant role in
on the contribution of the infill walls in the building seismic response. More detailed
seismic response of RC frame structures, with the performance acceptance criteria are besides
aim to properly estimate the IDR demand and the provided for RC elements and masonry infill
infill damage level, predominant for low and walls, respectively in terms of plastic hinge
medium hazard levels. The influence of masonry rotation and IDR values. As one of the first
infill walls was deeply studied in a quantitative attempts in seismic performance guidelines,
manner, e.g. by (Colangelo 2012), which defines FEMA 356 introduces a qualitative damage
a damage description and the relative threshold description of several nonstructural elements and
values for four infills damage states. The Infill contents, considering four possible limit states; in
damage states adopted by Colangelo could this study, the first and second limit states (N-A
correspond to the first three damage states and N-B) are merged to match the first EMS-98
described by the EMS-98 scale, merging the damage grade.
Extensive and Complete damage into the EMS Instead, FEMA P-58 guidelines (FEMA 2012),
Heavy damage grade, here accounting for only adopting the Pacific Earthquake Engineering
the damage in the infill walls. Research (PEER) framework for the seismic loss
analysis, allows to assess the seismic
2.2 American scales performance of a single building from a complete
The HAZUS project (FEMA 2009) and the economical point of view. In this context, a great
FEMA 356 (FEMA 2000), or ASCE/SEI 41-06 effort has been made in generating a quantitative
(ASCE/SEI 2007), are the main American damage description of a great variety of structural
references for the assessment of the seismic and nonstructural elements, and for contents.
performance. The first version of HAZUS was However, FEMA P-58 is not properly usable for
released in 1997, frequently updated over the vulnerability assessment at territorial scale, then
years; FEMA 356 is the final outcome of the this methodology is not compared with the other
VISION 2000 project (SEAOC Vision 2000 damage scales reported in Table 1 and Table 2.
Committee 1995). Similarly to Colangelo 2012, (Cardone and
Perrone 2015) propose a qualitative and
2.2.1 Building level quantitative description of four damage states for
The HAZUS project proposes a qualitative masonry infill walls to be used within the FEMA
description of four damage states for different P-58 methodology, distinguishing between full
building typologies, as RC, steel or timber infill walls and infill walls with openings. Also
constructions. IDR limit states are provided for for this study, in the present paper the third and
structural damage at global level, considering the the fourth damage states are merged to match the
influence of seismic design level and the building Heavy EMS damage grade. The threshold values
height. As an example, the IDR values valid for a deduced by collecting many experimental results
medium height RC infilled frame, designed are slightly higher than that proposed by
without seismic design prescriptions, are reported Colangelo 2012.
in Table 2. The IDR values are then converted Summarizing the above described damage
into spectral displacement values of the scales, they could be related to the entire
equivalent SDOF. building, to the structural elements, or to the infill
The FEMA 356 - ASCE/SEI 41-06 standard walls. The criterion for describing the global
deals with the multi-performance matter through building damage of RC structures is usually to
the definition of four qualitative building indicate the qualitative damage of the infill walls
performance levels (O = Operational, IO = and structural elements together. A great
Immediate Occupancy, LS = Life Safety, CP = advancement was made by introducing a
Collapse Prevention), also in this case quantitative definition of limit states values for
considering both the damage level of structural some response parameters in addition to the
and nonstructural elements. damage qualitative description. The most used
parameters are the IDR, the chord rotation or the
2.2.2 Element level spectral displacement. It is worth noting that,
FEMA 356 - ASCE/SEI 41-06 moreover even if the chord rotation or the spectral
proposes three qualitative limit states for the displacement are considered the most reliable
rehabilitation of RC and masonry structural response parameter, only the IDR is independent
elements, providing damage thresholds in terms with respect to the geometrical and mechanical
of IDR. It is worth noting that masonry infill properties of the structures, so it is often chosen
walls are here treated as structural elements, as control parameter in the mechanical methods.

SG03-307
3 POST-EARTHQUAKE RAPID DAMAGE The New Zealand form (MBIE 2014) is based
ASSESSMENT FORMS on the ATC-20 form, separating the assessment
of simple residential buildings (one assessment
In order to forecast the post-earthquake level) and of complex residential or non-
damage at urban scale, several vulnerability residential buildings (two assessment levels).
works were performed in last fifty years starting Besides the three aforementioned probability
from damage observational data. The instruments ranges, the unknown and Not Available (N/A)
to collect observational data are the rapid damage conditions are included.
assessment forms, which provide the damage at The AeDES form is the Italian tool for damage
element level for structural and nonstructural and usability assessment for buildings with no
elements, together with the essential geometrical Historical/Cultural interest. Three ranges are
and mechanical features of the building. derived from the EMS-98 scale for the damage
In order to be employed in the vulnerability state assessment of vertical structural elements
assessment of different building types, these data (included the masonry infill walls), whereas the
should be sufficiently detailed and at the same damage conditions for nonstructural element are
time easily identifiable during a rapid visual only listed. Differently from the other above
inspection. Moreover, they should be reported in mentioned forms, the extent of structural damage
a standard manner, understandable and usable by is explicitly included. The presented forms and
all researchers worldwide. A recognized the relative damage scale nomenclatures are
classification of the building typologies is then reported in Table 3.
required, as well as a homogeneous description of It is worth noting that the failure of infill walls
the damage states, as described in the previous in RC buildings have been already taken into
section. In this regard, an important aspect in account in the past usability Italian forms, as well
deriving the post-earthquake damage assessment as their damage classification (Braga et al. 1982).
forms is how the qualitative damage classification The extent of possible damage states is instead an
at building level is converted in a description of important information more recently introduced.
the observed damage at the level of structural and As previously mentioned, the data from the
nonstructural elements. Much progress have been post-earthquake surveys can be used for the
made over the years trying to reduce the development of loss predictive models at regional
uncertainties in the collection of data from post- scale or as a tool for the validation of analytical
earthquake surveys and to homogenise their vulnerability methodologies. In order to use such
interpretation, such as the updating of the damage information in a more effective manner, a global
forms or creating training programs for the damage parameter should be extracted from these
inspectors. forms, obtaining in this way a synthetic
The rapid assessment form currently used in representation of the actual building damage
USA is that provided by the ATC-45 project condition. In this direction, (Goretti and Di
(ATC 2004), a revisiting of the ATC-20 form, Pasquale 2004) propose a damage index based on
which discerns two different levels of survey the results of the AeDES form, accounting for the
forms: a rapid safety assessment form and a different damage states and their extension inside
detailed safety assessment form. Three ranges are the building; a value is assigned to each EMS-98
assumed to assess the probability of attaining a damage state, as well as to each of the three
specific building or elements failure, additionally extension ranges. (Del Gaudio et al. 2016b) adopt
providing a percentage estimate of the overall a direct equivalence between the EMS-98 damage
building damage. The two survey levels grades and the severity and extension of the
differentiate essentially for the detail in the list of damage reported in the AeDES form, presented
feasible structural and nonstructural elements more in details in the following section.
failures.

Table 3. Damage scales in rapid post-earthquake damage assessment forms for USA, Italy and New Zealand.
References Country Level Damage scale
ATC-20-2 (1995) / Minor /
USA Building - Element - Moderate Severe
ATC-45 (2005) None
AeDES manual (2008) Italy Element - D1 D2 - D3 D4 - D5
B-E - Residential
Post-earthquake building New Unknown - Minor or
B-E - Complex and non- Moderate Severe
usability guide (2015) Zealand N/A None
residential
Legend: B-E = Building - Element; N/A = Not Available.
SG03-308
4 EMPIRICAL METHODS 5 MECHANICAL METHODS
The empirical methods are based on statistical Mechanical methods can adopt a numerical or
analysis of the observed damage collected after a an analytical approach. Numerical method surely
seismic events. These methods were developed provides a more accurate seismic response,
starting from the early 70’s, and the results were however requires an elevate computational effort;
represented in terms of Damage Probability then, a numerical method is more appropriate for
Matrix (DPM), which expresses in a discrete the vulnerability assessment of a single building
form the conditional probability of reaching a or at most for a single building class. On the other
damage level for a given IM value. Otherwise, hand, an analytical approach has a less degree of
more recently the results have been expressed in accuracy in terms of seismic response, employing
terms of vulnerability or fragility curves. In a simplified representation of building
general, these methods refer to typological classes mechanical features. The use of simple and basic
or vulnerability indices, that are based on several representations allows to perform a great number
structural parameters and on geometrical and of analysis with a very low computational effort.
mechanical characteristics. A review of those Therefore, a variability in damage assessment
methods is presented in (Calvi et al. 2006). results can be carried out repeating the procedures
Since the quality and the amount of collected for a large number of randomly generated
data during post-earthquake surveys significantly buildings, representative of the different
influence the model effectiveness, they are often construction typologies. The samples of buildings
supplemented by the numerical results of are obtained assuming as random variables the
mechanical methods. In fact, a limitation of the element geometrical and mechanical features.
empirical methods is the applicability to different In the mechanical approaches developed in last
regions compared to the calibration area. years, the seismic demand is generally expressed
Since the macroseismic intensity, I, or the as a spectral parameter, then considering the
PGA observed, are not continuous variables, the building dynamic response; the seismic action
definition of continuous empirical fragility curves can be moreover assumed as a random variable.
is a critical issue. In this way, an estimate of future damage
Fragility curves representing the vulnerability scenarios can be deduced in a probabilistic way,
at different scales were developed by (Rota et al. developing suitable fragility curves at different
2008) from a dataset of 90,000 buildings, damage states for several building typologies. It
subdivided in different typologies according to is worth noting that the development of
the RISK-UE building classification. Different simplified methods always requires the validation
damage states were selected in order to directly of the results with data from post-earthquake
derive the fragility curves. For each earthquake, damage assessment.
the mean value of PGA on the bedrock was The mechanical methods can be generally
defined according to the Sabetta and Pugliese distinguished in two different formulations. The
attenuation relationship. In this way, the displacement-based methods, as DBELA
frequency of occurrence of the different damage (Crowley et al. 2004; Silva et al. 2013) or SP-
states at each PGA interval was defined for each BELA (Borzi et al. 2008), deduce the building
structural typology. capacity and seismic demand in terms of
(Del Gaudio et al. 2016a) obtained fragility displacement directly from well-known analytical
curves from 7600 empirical data collected relations. Instead, the capacity curve methods are
through AeDES forms, compiled after the 2009 based on the creation of simplified capacity curve
L’Aquila earthquake. The damage distribution for the assessment of building seismic
was evaluated considering the building performance at the increasing of seismic demand,
characteristics and the PGA demand in the range as that developed by Lagomarsino and Giovinazzi
of 0.05-0.45g. Four damage grades, consistent for the RISK-UE project (Lagomarsino and
with the EMS-98 scale, are defined from the Giovinazzi 2006) or FAST (De Luca et al. 2014)
damage level described in AeDES survey form and POST (Del Gaudio et al. 2015) procedures.
(no damage, D1 = slight damage, D2–D3 = In the following, the aforementioned methods
medium or heavy damage, and D4–D5 = very will be compared, underlying similarities and
heavy or collapse) as a function of the damage differences on the basis of specific features.
extension to infills–partitions and vertical
structures (lower than ⅓, between ⅓ and ⅔, and 5.1 Mechanical model
greater than ⅔). In mechanical-analytical methods, the
earthquake resistant structure is modelled in a

SG03-309
more or less simplified way. Displacement-based seismic event. A development of DBELA
methods adopt a multi degree of freedom procedure (Silva et al. 2013) use the Sa (T) as IM,
(MDOF) modelling: DBELA assumes a priori the adopting acceleration spectra for a set of selected
collapse mechanism for RC bare frames based on ground motions to take into account the record-
seismic design level, in particular a soft-story to-record variability.
mechanism at the first floor for pre-code or low- Displacement-based methods DBELA and SP-
code buildings, or a beam-sway failure for BELA carry out a direct comparison between
seismic code compliant structures. Instead, SP- displacement demand and seismic capacity at
BELA deduce the collapse mechanism at the each damage state. For each intensity level, the
most vulnerable story based on the minimum IM value, expressed as PGA, is converted into a
collapse multiplier determinate at each story, λi. spectral displacement spectrum through modified
Each λi is expressed as the minimum between that EC8 equations. For each damage state, the
obtained from a beam flexure failure and a inelastic spectral displacement demand, Sdi, is
column shear failure. In these methodologies, the obtained evaluating the period as the product of
building capacity is expressed in terms of beams the elastic period Ty and the damage state
or columns displacement at three limit states, ductility µi. The elastic period is obtained through
directly calculated after the collapse mechanism empirical period-height relations (DBELA) or
is deduced or imposed by the design level. through the global collapse multiplier, λ (SP-
Within the capacity curve methods, also FAST BELA).
and POST methodologies adopt a MDOF Capacity curve methods report the equivalent
scheme. FAST method, which is developed for SDOF capacity in the Acceleration Displacement
uniformly infilled frames or pilotis frames Response Spectrum (ADRS) format. The demand
(Gómez-Martínez et al. 2014), always assumes a in these cases is represented by the spectral
soft-story collapse mechanism, and derives the acceleration at the fundamental period, Sa (T).
infilled frame shear capacity by using formulas The demand value is anchored to a specific
which involve the RC frames and infills spectral shape, then the corresponding PGA value
contribution. The R-µ-T relations of (Dolšek and can be obtained for that specific hazard level.
Fajfar 2004) for infilled frames are employed to In Lagomarsino and Giovinazzi, the elastic
obtain the inelastic displacement capacity, Sd (T). spectral acceleration is besides used in the
POST method use a more complex MDOF relations proposed by (Fajfar 2000) for the
scheme and assumes a simplified shear-type derivation of the displacement ductility µ, with
behaviour for RC infilled frames. Backbone the aim to obtain the spectral performance point,
curves are assigned for the RC frame and infills Sd*, for that specific hazard level. The
behaviour, working in parallel at each story. performance point is consequently compared with
Adding up the shear-drift response at all the the capacity points detected on the capacity curve
floors for incremental seismic load, the base for the selected damage state, in order to achieve
shear-roof displacement is obtained. the probability of exceedance each damage state.
Differently from the previous methods, FAST and POST methods apply the IN2
(Lagomarsino and Giovinazzi 2006) directly procedure proposed by (Dolšek and Fajfar 2004)
adopt an equivalent SDOF model for several to obtain the IN2 curve, starting from the
masonry building and RC bare frame typologies. equivalent SDOF capacity curve and the site
The capacity curve is expressed as a function of acceleration-displacement response spectra at
spectral inelastic capacity, ay, the elastic period T different hazard levels. The IN2 curve is used to
and the displacement ductility µ, including convert the inelastic spectral displacement
moreover the influence of height. The parameters capacities at the selected damage states into
are reported in tables for the considered RC and spectral acceleration values at the fundamental
masonry building types, after a validation with period. The Sa (T) are subsequently scaled to
their proposed empirical method. obtain the relative PGA capacities and compared
with the PGA demand value.
5.2 Intensity measure, demand parameters and
analysis 5.3 Damage states criteria and thresholds
All the introduced methodologies use an As previously mentioned, the mechanical
equivalent SDOF to perform the simplified methodologies always require the qualitative
evaluation of the building vulnerability. The definition of a criterion for the identification of
hazard level is in most cases represented by the element or building damage states, and a
PGA parameter, because easily accessible after a quantitative description of the damage

SG03-310
parameters. The damage states thresholds adopted 5.4 Building typological samples and
by the reviewed mechanical methods are reported vulnerability results
in Table 4, also in this case homogenised to the
EMS-98 damage scale. Since the building typologies and their
DBELA and SP-BELA methods assumed earthquake-resistant properties can vary
three limit states for the damage of column and significantly in a urban area, a realistic
beam elements. In particular, DBELA adopts the representation of the seismic damage scenario can
concrete and steel strains as damage parameter, be probabilistically performed estimating the
based on the values proposed by (Priestley 1997) seismic vulnerability at large scale. Moreover, the
and (Calvi 1999). The collapse damage state is lack of explicit information from the
not explicitly detected, since the ultimate strain observational data justify the choice of a
values are not considered. Otherwise, SP-BELA statistical representation.
follows the EC8-part3 prescriptions, based on To obtain a realistic representation of a
yield and ultimate rotations at element ends, then seismic damage scenario, a statistical sample of
explicitly including the collapse damage state. the seismic damage conditions for different
(Lagomarsino and Giovinazzi 2006) proposed building types is generated.
four damage states thresholds for RC bare frames A Monte Carlo simulation is then applied to
and masonry buildings, assumed as spectral the previously described procedures, assigning a
displacement values of the equivalent SDOF. The probabilistic distribution to a series of capacity
spectral capacities are expressed as a function of and demand parameters. Specifically, the random
the yield and ultimate displacement of the variables for the building capacity can be the
simplified capacity curve. geometrical features (element length and depth,
FAST and POST methods use the EMS-98 number of stories) or mechanical features
damage scale, adopting the IDR as damage (materials resistance and strain, capacity models),
parameter. In particular, FAST considers only the as well as the fundamental period and the damage
first three damage grades of EMS-98 scale, based state thresholds. It is worth noting that, assuming
on infill damage level, assuming IDR values from as random the damage states capacities, implicitly
(Dolšek and Fajfar 2008) and (Colangelo 2012). denotes a variability in the seismic design level,
On the other hand, POST method takes into then in the age of building construction. The
account all the five EMS-98 damage grades, seismic demand randomness is also included,
detecting IDR thresholds on infill and column modifying the demand spectral shapes or
backbone curves, based on their proposals or introducing the record-to-record variability.
other researcher recommendations (Panagiotakos Within the described methodologies, DBELA
and Fardis 2001; Berry and Eberhard 2003; and SP-BELA methods consider the variability of
Haselton et al. 2008). element dimensions and material capacities, as
well as the demand spectral shape, to obtain the
probabilistic fragility curves. In this regard,
Table 4. Damage states thresholds adopted by the reviewed mechanical methods, homogenised to EMS-98 damage scale.
Damage
Reference /
thresholds: Damage EMS-98 Damage grades /
Mechanical
reference - parameter Damage parameter values or description
method
number - element
Negligible Very
EMS-98 (1998) Moderate Heavy Destruction
to Slight heavy
Moderate Extensive
DBELA (2004) Proposed - 3 - C εc - εc = εcy 0.4%-0.5% 0.5%–2.0% Complete
εs - εs = εsy 1.0%–1.5% 1.5%–6.0%
SP-BELA (2008) EC8-part3 - 3 - C ϴ ϴy 3/4 ϴu ϴu -
Lagomarsino and
Proposed - 4 - B Sd 0.7 dy 1.5 dy 0.5 (dy + du) du
Giovinazzi (2006)
FAST (2013) EMS-98 - 3 - I IDR 0.03% 0.2% 1.2% - -
Elastic Max. Post-peak degrading
EMS-98 - 3 - I IDR - -
branch end resistance branch end
POST (2015)
Cracking Yielding Concrete spalling ; 20% loss Zero
EMS-98 - 5 - C IDR
moment moment Bar buckling strength resistance
Legend: IDR = Interstorey Drift Ratio; B = Building; C = Column; I = Infill.

SG03-311
DBELA fragility curves are expressed as a uncertainties in the interpretation of observed
function of Sd (T) parameter, similarly to the damage in post-earthquake surveys, a uniform
fragility curves proposed by HAZUS. In the classification of building types, and a universal
DBELA improvement proposed by (Silva et al. description of the feasible damage states.
2013), the fragility curves are expressed as a A brief review of the methods developed in
function of the PGA, considering a set of ground last decade is then reported, focusing in particular
motions for generating to generate the demand on the empirical and mechanical methods for
displacement spectra. A set of vulnerability vulnerability assessment of RC buildings. The
curves are besides obtained, assigning a simplified analytical methods are the most
probabilistic distribution to the parameters of the updated methods in recent years, due to the
lognormal fragility curves. possibility of performing a great amount of
(Lagomarsino and Giovinazzi 2006) derive analysis, with a variable degree of accuracy, in a
fragility curves without performing a Monte relative short time. Different aspects of these
Carlo simulation, assuming instead a lognormal methods are compared, highlighting differences
distribution, as employed by HAZUS, as a and similarities. The major evidences outlined
function of the spectral performance point Sd* are: the introduction of infill contribution in the
and the spectral damage thresholds. displacement demand and in the collapse
In the original version of FAST method, the mechanism, the representation of seismic demand
building damage condition is deterministically always in terms of spectral values, subsequently
detected by comparing the PGA or Sa (T) demand returned to PGA values because easily available
value with the capacity damage ranges. The after a seismic event. The building class
FAST improvement carried out by De Luca (De vulnerability is mainly expressed in terms of
Luca et al. 2015) allows to obtain fragility curves fragility curves, since provides a probabilistic
at different damage states, assuming as random information on the possible seismic damage.
variables the parameters of the simplified
capacity curve, the damage state thresholds and
the IN2 curve shape. 7 ACKNOWLEDGEMENTS
POST method starts from a simulated design The authors wish to acknowledge the financial
procedure based on a seismic design level and, support received by the Italian Department of
similarly to DBELA and SP-BELA method, Civil Protection (ReLUIS 2017 Grant –
generates building fragility curves considering Reinforced Concrete Structures).
the material and capacity model variability, as
well as the seismic design level through the
response reduction factor, R. (Del Gaudio et al. REFERENCES
2017), moreover, include the randomness in infill
ASCE/SEI, 2007. Seismic Rehabilitation of Existing
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for seismic assessment of infilled RC MRF buildings:
application to the 2011 Lorca earthquake. WIT
Transactions on the Built Environment, 141, 427–443.
Goretti, A., Di Pasquale, G., 2004. Building inspection and
damage data for the 2002 Molise, Italy, earthquake.
Earthquake Spectra, 20(S1), 167–190.
Grünthal, G., 1998. European Macroseismic Scale 1998,
Cahiers du Centre Européen de Géodynamique et de
Séismologie.

SG03-313
ANIDIS 2017
PISTOIA

Correlation between ground motion parameters and structural response of


code conforming and existing RC buildings
Andrea Digrisolo, Vincenzo Manfredi, Angelo Masi
School of Engineering, University of Basilicata, Potenza, Italy.

Keywords: seismic vulnerability, reinforced concrete, seismic input, non-linear dynamic analyses

ABSTRACT
In order to achieve a realistic estimation of structural performances for both non-ductile and code-conforming
buildings, seismic input plays a key role. To this purpose, selection needs to be based on intensity measures
capable of appropriately representing the damage potential of real seismic events. In this paper, a wide campaign of
non-linear dynamic analyses have been performed on both non-ductile and code-conforming buildings, also
considering different presence and position in elevation of infill walls (i.e. Bare, Infilled, and Pilotis frame
configurations). Structural response has been correlated with main seismic parameters (i.e. peak, spectral and
integral), emphasizing the differences as a function of the design level (anti-seismic or for only vertical-load) and
the configuration in elevation of infill walls. Results show that the Housner Intensity (HI) and the elastic spectral
ordinate at the fundamental period of vibration of the building Sa(T0) are more effective than the PGA parameter.

SG03-314
ANIDIS 2017
PISTOIA

Correlazione tra misure di intensità e risposta sismica di edifici nuovi ed


esistenti in c.a.
Andrea Digrisolo, Vincenzo Manfredi, Angelo Masi
Scuola di Ingegneria, Università della Basilicata, Potenza, Italia.

Keywords: vulnerabilità sismica, strutture in c.a., input sismico, analisi dinamiche non lineari

ABSTRACT
Al fine di ottenere una stima affidabile della risposta sismica non lineare di strutture sia esistenti che di nuova
progettazione, e quindi del danno atteso, la corretta selezione dell’input sismico rappresenta un passo
fondamentale. A tale scopo, è importante che la selezione degli accelerogrammi sia effettuata in funzione di
parametri sismici in grado di rappresentate al meglio il potenziale distruttivo dell’evento sismico. Nel presente
lavoro sono riportati i risultati di una analisi parametrica basata su simulazioni in campo dinamico non lineare
effettuate su strutture intelaiate in c.a. antisismiche (i.e. nuova progettazione) e non antisismiche (i.e. esistenti,
progettate per soli carichi verticali), considerando, in entrambi i casi, sia tipologie non tamponate (Bare Frame, BF)
che tamponate (Infilled Frame, IF e Pilotis Frame, PF). La risposta strutturale è stata correlata con i principali
parametri sismici (di picco, spettrali ed integrali) evidenziando le differenze in funzione del livello di progettazione
adottato (antisismico e non) e della presenza/distribuzione delle tamponature nelle diverse tipologie. I risultati
mostrano che i parametri integrali, come l’intensità di Housner (HI), e spettrali, come la Sa(T0), appaiono
generalmente meglio correlati con la risposta strutturale rispetto a parametri di picco come la PGA.

aver identificato le tipologie edilizie più diffuse


in ambito europeo, definisce una metodologia e
1 INTRODUZIONE propone scenari di danno in diverse citta europee.
Come più volte dimostrato dagli eventi sismici Sempre in ambito europeo, il progetto SYNER-G
avvenuti nel passato sul territorio italiano, gli (2011) valuta la vulnerabilità sismica sia degli
edifici esistenti risultano particolarmente edifici che delle lifelines, e stima le perdite attese
vulnerabili in quanto subiscono danni spesso per tutti gli elementi esposti.
molto gravi fino al collasso stesso dell’edificio Un ruolo fondamentale nella valutazione della
(Braga et al. 2011; Manfredi et al. 2014; Masi et risposta non lineare delle strutture è rappresentato
al. 2017). Tale problematica ha una rilevanza dall’input sismico, il quale, se selezionato in
importante in un paese sismico come l’Italia, maniera opportuna, può migliorare la stima dei
dove la maggior parte del patrimonio edilizio è danni attesi (Masi et al. 2011). Pertanto, al fine di
stato realizzato prima della classificazione ottenere stime realistiche delle prestazioni
sismica, e quindi progettato senza portare in strutturali, la selezione degli accelerogrammi
conto l’azione sismica. In tale contesto, la deve basarsi su misure di intensità capaci di
valutazione realistica della vulnerabilità degli rappresentare adeguatamente il potenziale di
edifici su larga scala riveste un ruolo importante danno di eventi sismici reali (Masi et al. 2012;
sia nella messa a punto di programmi finalizzati Masi et al. 2015).
alla mitigazione del rischio che nella In tale contesto, sulla base di una vasta
preparazione di scenari di danno e conseguenze campagna di analisi dinamiche non lineari, nel
attese a supporto della pianificazione e gestione presente lavoro sono stati messi in relazione la
dell’emergenza. risposta sismica non lineare di alcune tipologie di
Diversi sono i progetti europei finalizzati alla edifici con struttura in c.a. ed alcuni parametri
stima della vulnerabilità sismica su larga scala. Il sismici (di picco, spettrali e integrali)
progetto Risk-UE (Milutinovic et al. 2003), dopo maggiormente rappresentativi del potenziale

SG03-315
distruttivo degli eventi sismici. Le tipologie dei materiali, nella progettazione è stato assunto
considerate sono morfologicamente identiche un calcestruzzo di classe di resistenza C28/35 ed
mentre si differenziano per il livello di acciaio B450C. Per portare in conto la
progettazione. In particolare, una tipologia è fessurazione degli elementi, sono stati utilizzati
rappresentativa degli edifici esistenti progettati in dei moduli di elasticità ridotti del 25% per le
assenza di regole sismiche (i.e. progettati solo per colonne e del 50% per le travi. La presenza delle
carichi verticali), l’altra tipologia è tamponature non è stata portata in conto in fase di
rappresentativa di edifici di nuova progettazione progettazione a meno della tipologia PF, le cui
secondo le prescrizioni della norma italiana sollecitazione dei pilastri del primo livello (dove
NTC2008 (i.e. antisismica). Inoltre, variando la non sono presenti le tamponature) sono state
distribuzione in elevazione delle tamponature, incrementate di 1.4 secondo le prescrizioni della
sono state prese in considerazione tre tipologie: norma di riferimento.
regolarmente tamponata (Infilled frame, IF), con In Figura 1 è riportata la carpenteria del piano
tamponatura assente al primo piano (Pilotis tipo dell’edificio considerato.
frame, PF), e con tamponatura non collaborante
(Bare frame, BF). Le analisi dinamiche non
lineari sono state svolte con accelerogrammi reali
ad intensità crescente in modo da consentire
l’analisi a diversi livelli di severità dell’azione
sismica.
Utili indicazioni sono state ottenute per
identificare il parametro sismico più idoneo da
utilizzare nella preparazione di scenari di danno,
in particolar modo quando la parte degli edifici in
cemento armato riveste un ruolo non marginale
all’interno del contesto urbano di riferimento. Figura 1. Carpenteria tipo della struttura antisismica.

Le analisi dinamiche non lineari sono state


2 TIPOLOGIE STRUTTURALI E CRITERI svolte in ambiente Opensees (McKenna 2011),
DI MODELLAZIONE definendo un modello a plasticità concentrata. In
dettaglio, alle estremità di ciascun elemento
resistente è stato definito un legame flessionale
2.1 Edifici nuovi
(M-θ) secondo il modello di Ibarra, Medina e
Gli edifici di nuova progettazione sono i Krawinkler (2005), utilizzando le espressioni
medesimi utilizzati nell’ambito del progetto di predittive di Haselton e Derelein (2007). I
ricerca DPC-ReLuis/Eucentre “Richio Implicito parametri delle cerniere sono stati valutati
NTC” (Iervolino et al. 2017). In dettaglio, la assumendo un valore medio del calcestruzzo di
pianta ha forma rettangolare (21.40x11.80m) e 6 37MPa e 490MPa per l’acciaio. Le tamponature
livelli in elevazione. Il primo livello si eleva di sono state modellate con due bielle diagonali
3.40 m (locali commerciali) mentre gli altri hanno equivalenti, le cui dimensioni geometriche sono
altezza d’interpiano pari a 3.05 m (destinati a state valutate secondo il modello di Bertoldi et al.
residenze). La scala, che costituisce parte (1993). Similmente, i parametri del legame
integrante della struttura, è posta in posizione costitutivo assiale F-d sono stati valutati secondo
centrale ed è costituita da travi a ginocchio con le espressioni fornite da De Sortis et al. (2007) e,
gradini a sbalzo. Le tamponature sono del tipo in particolare per gli spostamenti, aggiornati
con monoblocco in laterizio di spessore 30cm. La secondo i risultati riportati in Sassun et al. (2016).
struttura resistente è costituita da un telaio In presenza di aperture, le caratteristiche
spaziale progettato secondo le prescrizioni delle resistenti delle tamponature sono state ridotte
NTC2008, definendo le azioni sismiche per il sito attraverso le espressioni di Decanini et al. (2004).
de L’Aquila (categoria di sottosuolo C). La Ulteriori dettagli sulla modellazioni sono riportati
progettazione è stata svolta con l’analisi modale e in RINTC Workgroup (2017) e Camata et al.
spettro elastico ridotto del fattore di struttura (2017).
q=3.9, assumendo classe di duttilità bassa
(CD”B”). Per quanto riguarda le caratteristiche

SG03-316
2.2 Edifici esistenti per portare in conto la prematura crisi a taglio. A
tale scopo è stato adottato il modello di Sezen
Gli edifici esistenti progettati senza regole
(2002), opportunamente integrato con le
sismiche (i.e. solo a carichi verticali) hanno la
espressioni del modello di Elwood e J.P. Moehle
medesima pianta degli edifici antisismici descritti
(2008) per portare in conto la perdita di appoggio
in precedenza. Ipotizzando di analizzare un tipico
per carico assiale.
edificio anni ’70, la progettazione della geometria
Le tamponature, composte da doppia fodera di
resistente (dimensioni degli elementi e dettagli di
laterizi forati (12+8 cm) con camera d’aria di 10
armatura) è stata svolta attraverso il progetto
cm, sono state modellate considerando il
simulato (Masi 2003) considerando il D.M.
medesimo modello di Bertoldi et al. (1993)
30/05/72 e le pratiche costruttive tipiche
utilizzato per gli edifici antisismici.
dell’epoca. A tal proposito, nella progettazione è
stato considerato un calcestruzzo Rck250 e
acciaio FEB32k aventi, rispettivamente, tensione 3 DEFINIZIONE DELL’INPUT SISMICO
ammissibile di 85kg/cm2 e 1600kg/cm2.
La struttura resistente è formata da telai piani, Gli accelerogrammi utilizzati nelle analisi
portanti i solai, disposti parallelamente alla dinamiche non lineari sono stati selezionati
dimensione minore dell’edificio e costituiti da nell’ambito del progetto “Rischio Implicito NTC”
travi a spessore per i telai interni ed emergenti per (Iervolino et al. 2017) per il sito de L’Aquila, con
quelli di testata. Travi emergenti sono altresì sottosuolo di categoria C. Complessivamente, per
presenti perimetralmente lungo la dimensione ciascuna tipologia edilizia, sono stati considerati
maggiore della struttura ed in corrispondenza 200 accelerogrammi suddivisi in 10 livelli di
della scala, la cui tipologia è analoga a quella intensità sismica relativi a periodi di ritorno
descritta per la struttura antisismica (trave a compresi tra 10 e 105 anni. Appare utile
ginocchio e gradini a sbalzo). A meno degli evidenziare che i segnali sono stati generati
elementi del primo livello, tutte le colonne hanno attraverso il metodo del Conditional Spectrum
dimensione 30x30cm. (Baker 2011) applicato a periodi di vibrazione il
In Figura 2 è riportata la carpenteria del livello cui valore è prossimo a quello fondamentale degli
tipo. edifici analizzati nel presente lavoro.
I segnali sono stati analizzati in funzione di
quattro parametri sismici: PGA, PGV, Sa(T0)
(intensità spettrale in termini di pseudo-
accelerazione valutata in corrispondenza del
periodo fondamentale T0) e intensità di Housner
(HI), valutata nel range dei periodi 0.1-2.5s.
I valori dei parametri ottenuti dai segnali
considerati per la tipologia BF sono riportati in
Figura 3.
Gli accelerogrammi presentano una notevole
variabilità, sia tra i diversi livelli di intensità sia
Figura 2. Carpenteria tipo dell’edificio esistente. all’interno degli stessi livelli. Ad esempio, i
valori di PGA variano da 0.04g (valore medio
Al fine di consentire un confronto omogeneo, all’interno del livello di intensità sismica più
la modellazione ha seguito i medesimi criteri basso, IM_1) a 1.79g per l’intensità 10. Per
descritti per le strutture antisismiche. In quest’ultima intensità, inoltre, i valori variano da
considerazione delle resistenze dei materiali 0.98g a 3.34g. Simili variazioni sono altresì
generalmente attese per l’epoca di costruzione osservabili per gli altri parametri sismici
(Verderame et al. 2011; Masi et al. 2014), è stato considerati.
assunto un valore medio di resistenza a
compressione del calcestruzzo di 20MPa e
400MPa per l’acciaio.
In presenza di elementi con comportamento
fragile (i.e. pilastri della scala), le cerniere
flessionali sono state opportunamente modificate

SG03-317
4 INTENSITÀ SISMICA vs RISPOSTA
STRUTTURALE
Nei paragrafi seguenti, separatamente per gli
edifici antisismici e non, i valori dei parametri
sismici considerati sono stati messi in relazione
con la risposta sismica delle strutture derivante
dalle analisi dinamiche non lineari. La risposta è
stata valutata in funzione del RDR, massimo
spostamento dell’ultimo livello rapportato
all’altezza totale dell’edificio, parametro
rappresentativo del livello di danno atteso.
a) Appare utile evidenziare che, in particolare nel
caso di edifici senza progettazione sismica
sottoposti alle più elevate intensità, è stato
osservato il collasso per instabilità dinamica
(Vamvatsikos and Cornell 2002). Pertanto, i
risultati di seguito riportati sono relativi alle sole
analisi completate senza attingere al collasso
strutturale.

4.1 Edifici nuovi


I risultati dell’analisi di correlazione tra i
parametri sismici prima descritti e il RDR
ottenuto dagli edifici antisismici privi di
b) tamponature collaboranti (BF) sono riportati in
Figura 4. Come è possibile osservare le
correlazioni sono abbastanza elevate per tutti i
parametri investigati. Tuttavia emerge che la
PGA risulta essere il parametro meno correlato
tra quelli considerati, pur avendo il valore del
coefficiente di correlazione (R2) pari a 0.78
(Figura 4a). I risultati migliori si ottengono con la
Sa(T0) che presenta un valore di R2 pari a 0.97
(Figura 4c), simile a quanto valutato per l’HI
(R2=0.96, Figura 4d). Per la PGV si ha R2=0.92
(Figura 4b).
Risultati simili a quanto ottenuto sui BF si
c) ottengono per gli edifici IF (Figura 5), dove si
conferma la minore correlazione per il parametro
PGA (R2=0.75). In questo caso però, il parametro
meglio correlato risulta essere HI, con un valore
di R2=0.96 (Figura 5d). Per quanto riguarda PGV
e Sa(T0) si osserva una migliore correlazione con
la prima (R2=0.93, Figura 5b) rispetto alla
seconda (R2=0.88, Figura 5c).
Per esigenze di sintesi, i risultati ottenuti sugli
edifici PF non sono stati riportati. Tuttavia, è
opportuno segnalare che i risultati sono molto
simili a quanto descritto per gli edifici IF.

d)
Figura 3. Parametri sismici per le analisi delle tipologie BF
in termini di: PGA a), PGV b), Sa(T0) c), HI d).

SG03-318
a) a)

b) b)

c) c)

d)
d) Figura 5. Analisi di regressione ottenute per gli edifici
Figura 4. Analisi di regressione ottenute per gli edifici antisismici IF.
antisismici BF.

SG03-319
a) a)

b) b)

c) c)

d) d)
Figura 6. Analisi di regressione ottenute per gli edifici Figura 7. Analisi di regressione ottenute per gli edifici
esistenti BF. esistenti IF.

SG03-320
Le analisi di correlazione svolte finora sono
4.2 Edifici esistenti state condotte considerando contemporaneamente
I risultati delle analisi di correlazione tra i tutte le intensità sismiche, ovvero tutti gli
parametri sismici e i valori di RDR ottenuti per accelerogrammi compresi dal livello 1 al livello
gli edifici progettati a soli carichi verticali per la 10. Al fine di agevolare la comprensione dei
tipologia BF sono riportate in Figura 6. risultati, i livelli di intensità sismica sono stati
Anche per questa tipologia risulta che il raggruppati in soli tre sottogruppi principali. Il
parametro meno correlato è la PGA, con un primo, rappresentativo dei livelli di “bassa
valore di R2 pari a 0.54 (Figura 6a), inferiore intensità”, comprende gli accelerogrammi dei
anche a quanto trovato per gli edifici antisismici livelli da 1 a 3; il secondo, rappresentativo dei
(R2=0.78). I risultati migliori si ottengono con la livelli di “media intensità”, comprende gli
Sa(T0) che presenta un valore di R2 pari a 0.93 accelerogrammi dei livelli da 4 a 6; infine il terzo,
(Figura 6c). Risultati simili si osservano con HI rappresentativo dei livelli di “alta intensità”,
(R2=0.90, Figura 6d), mentre risultati comprende gli accelerogrammi dei livelli da 7 a
leggermente inferiori si hanno con la PGV (R2= 10. Per esigenze di sintesi, l’analisi è stata svolta
0.85, Figura 6b). solo per i parametri che si sono mostrati meglio
Risultati analoghi si ottengono per gli edifici correlati con la risposta strutturale, ovvero l’HI e
IF, dove la PGA presenta sempre la minore la Sa(T0).
correlazione (R2=0.46, Figura 7a) tra i parametri In Figura 8 sono riportati i valori di R2 per le
analizzati. La correlazione più alta si ottiene con tipologie antisismiche e non, nelle configurazioni
HI con un valore di R2=0.94 (Figura 7d), a BF e IF.
seguire il risultato relativo a Sa(T0) (R2=0.91, I risultati così rappresentati mettono in luce
Figura 7c), quindi la PGV con un valore R2=0.78 che il valore del coefficiente di correlazione
(Figura 7b). relativo al parametro Sa(T0) è fortemente
Anche per gli edifici esistenti i risultati dipendente dal livello di intensità sismica. Infatti,
ottenuti sulla configurazione PF non sono stati per ogni tipologia di struttura considerata, risulta
riportati per motivi di sintesi. Tuttavia si che il valore di R2 è sempre decrescente passando
evidenzia che le correlazioni trovate sono molto dalla bassa all’alta intensità. Tale risultato deriva
simili a quanto trovato per gli edifici IF. essenzialmente dal riconoscimento che, per bassi
valori di intensità sismica, la struttura rimane
4.3 Analisi dei risultati essenzialmente in campo elastico. In tale regime,
il periodo fondamentale di vibrazione della
I risultati precedentemente descritti mostrano struttura è sicuramente nell’intorno di T0 e, di
che i parametri sismici meglio correlati con la conseguenza, la pseudo-accelerazione spettrale,
risposta in termini di massimo spostamento in valutata proprio in T0, riesce a cogliere al meglio
testa rapportato all’altezza (RDR) sono l’intensità la risposta della struttura, così come confermato
di Housner (HI) e la pseudo-accelerazione dai valori molto elevati di R2. In tale contesto è
spettrale relativa al periodo fondamentale Sa(T0). tuttavia utile evidenziare che gli accelerogrammi
Caso opposto è rappresentato dalla PGA che in sono stati selezionati in modo da restituire la
tutti i casi analizzati è risultata essere il parametro pericolosità relativa ai diversi periodi di ritorno
meno correlato. Una posizione intermedia, valutati in funzione della pseudo-accelerazione
sebbene caratterizzata da elevati valori del spettrale corrispondente a periodi di vibrazione
coefficiente di correlazione, è stata possibile prossimi a quelli delle strutture considerate.
attribuire alle correlazioni ottenute con la PGV. Situazione diversa avviene per gli alti livelli di
In dettaglio, le analisi effettuate hanno intensità sismica, dove la struttura, a causa del
mostrato che per gli edifici BF, sia nuovi che degrado di rigidezza, assume un periodo di
esistenti, il parametro meglio correlato con il vibrazione diverso e via via crescente con il
RDR è l’intensità spettrale Sa(T0) mentre l’HI è livello di danneggiamento. Pertanto, in questa
risultata essere migliore nei casi di edifici nuova configurazione raggiunta dalla struttura, la
tamponati IF. risposta non risulta più ben correlata al valore di
Il passaggio da edifici nuovi a edifici esistenti Sa(T0), come dimostrato dai più bassi valori di
non mostra particolari diversità, sebbene il correlazione.
parametro PGA risulti significativamente meno
correlato con la risposta sismica.

SG03-321
1.00
HI
tendenza è invece osservabile per le strutture
0.90
Sa(T0) antisismiche nella configurazione BF (Figura 8a).
0.80
0.70
Dal confronto tra i due parametri sismici
0.60 considerati (HI e Sa(T0)) emerge che per i bassi
livelli di intensità sismica la Sa(T0) presenta
R2

0.50
0.40
0.30
generalmente una correlazione, anche se di poco,
0.20 maggiore di HI. Caso opposto si ha per le alte
0.10 intensità dove il valore di R2 di HI è sempre
0.00
bassa media alta
maggiore di quello di Sa(T0), con differenze più
Intensità
marcate nel caso di edifici IF. Situazione
a) intermedia si ha per le intensità medie, dove per
1.00
HI gli edifici BF la migliore correlazione si ottiene
0.90
0.80
Sa(T0) con il parametro Sa(T0), mentre per gli edifici IF
0.70 la miglior correlazione è con HI.
0.60 In sintesi, è possibile concludere che per la
R2

0.50
0.40
stima della risposta di una struttura, e quindi del
0.30 danno atteso, sottoposta a bassi livelli di intensità
0.20 sismica sarebbe preferibile utilizzare il parametro
0.10
spettrale Sa(T0); situazione opposta si ha per gli
0.00
bassa media alta alti livelli di intensità sismica dove sarebbe
Intensità preferibile l’utilizzo del parametro integrale HI.
b)
1.00
HI
0.90
0.80
Sa(T0) 5 CONCLUSIONI
0.70
0.60
In un territorio sismico come l’Italia la
valutazione della vulnerabilità degli edifici su
R2

0.50
0.40 larga scala riveste un ruolo cruciale per tutte le
0.30
attività di protezione civile che mirano alla
0.20
0.10
mitigazione del rischio sismico. Nella messa a
0.00 punto di scenari di danno un ruolo fondamentale
bassa media alta
è rappresentato dalla scelta dei parametri
Intensità
c) rappresentativi dell’intensità sismica, i quali se
1.00 scelti in maniera opportuna possono migliorare la
HI
0.90
Sa(T0) stima dei danni attesi.
0.80
0.70
In tale contesto, nel presente lavoro sono stati
0.60 esaminati due tipologie di edifici in c.a., una
rappresentativa degli edifici esistenti progettati a
R2

0.50
0.40
soli carichi verticali e l’altra rappresentativa degli
0.30
0.20
edifici di nuova costruzione antisismici,
0.10 considerando, in entrambi i casi, diverse
0.00 distribuzioni della tamponatura lungo l’altezza.
bassa media alta
Intensità
Una vasta campagna di analisi dinamiche non
d) lineari, sviluppata adottando 200 accelerogrammi
Figura 8. Coefficienti di correlazione R2 per le tipologie BF suddivisi in 10 livelli ad intensità crescente, ha
antisismico a), BF non sismico b), IF antisismico c), IF non permesso di ottenere la risposta delle strutture in
sismico d).
termini di spostamento massimo in testa
Per quanto riguarda i risultati relativi al rapportato all’altezza dell’edificio (RDR). Tale
parametro HI, nelle analisi per le strutture non risposta è stata messa in relazione con diversi
antisismiche (sia BF che IF) risulta una riduzione parametri sismici (di picco, spettrali ed integrali).
di R2 al crescere dell’intensità sismica (Figure 8b, I risultati trovati hanno mostrato che l’intensità
8d). Di contro, nel caso di strutture antisismiche di Housner (HI) e la pseudo-accelerazione
nella configurazione IF, il valore di R2 cresce con spettrale (Sa(T0)) risultano avere la migliore
l’intensità (Figura 8c). Una non ben chiara correlazione, con valori del coefficiente di

SG03-322
correlazione generalmente superiori a 0.90. Caso accelerazione spettrale corrispondente ai periodi
opposto è rappresentato dalla PGA che, in tutti i di vibrazione fondamentali Sa(T0), è utile
casi analizzati, è risultata essere il parametro con evidenziare che tali risultati possono essere
la correlazione più bassa. condizionati dal fatto che gli accelerogrammi
Non emerge una chiara dipendenza dei risultati considerati per ciascun livello di intensità sono
rispetto al livello di progettazione (antisismico e stati selezionati proprio in funzione della Sa, per
non) adottato, sebbene sia stato possibile valutare valori dei periodi prossimi a quelli fondamentali
una riduzione di R2, per tutti i parametri delle strutture considerate. Pertanto, ulteriori
considerati, nel caso di edifici progettati per soli analisi dovranno essere svolte per valutare il
carichi verticali rispetto a quelli antisismici. ruolo del criterio di selezione sui risultati
Per quanto riguarda il ruolo delle tamponature, raggiunti. Inoltre, ulteriori analisi sono in corso al
è emerso che per gli edifici BF, sia nuovi che fine di estendere il lavoro a tipologie con diverso
esistenti, il parametro meglio correlato con il numero di livelli in elevazione, considerando la
RDR è la Sa(T0), mentre l’HI risulta avere una variabilità dei principali parametri di resistenza
migliore correlazione con gli edifici tamponati degli elementi strutturali e non strutturali.
(IF e PF).
Per analizzare la variazione della correlazione
tra i parametri sismici e la risposta strutturale in RINGRAZIAMENTI
funzione dell’intensità sismica, sono stati Il lavoro riportato nel presente articolo è stato
individuati tre diversi livelli, indicati eseguito nell’ambito del progetto DPC-ReLUIS
rispettivamente con bassa, media e alta intensità 2017, TT2 Rischio implicito.
sismica. I risultati hanno mostrato che la Sa(T0) è
fortemente correlata con il livello di intensità
sismica, infatti il grado di correlazione risulta
sempre decrescente passando dalla bassa all’alta REFERENCES
intensità. Per quanto riguarda l’HI si ha, invece, Baker, J.W,. 2011. Conditional Mean Spectrum: Tool for
che per le tipologie esistenti R2 decresce al ground motion selection, Journal of Structural
crescere dell’intensità. Al contrario, R2 è Engineering, 137(3), 322-331.
Bertoldi, S.H., Decanini, L.D., Gavarini, C., 1993. Telai
crescente con l’intensità nel caso di edificio
tamponati soggetti ad azioni sismiche, un modello
antisismico completamente tamponato (IF) semplificato, confronto sperimentale e numerico, 6°
mentre una tendenza non ben definita è stata Convegno Nazionale L’ingegneria Sismica in Italia,
valutata per la tipologia BF. Perugia, 13-15 Ottobre, 815-824.
Il confronto tra i due parametri mostra che per Braga, F., Manfredi, V., Masi, A., Salvatori, A., Vona, M.,
2011. Performance of nonstructural elements in RC
i bassi livelli di intensità sismica la Sa(T0)
buildings during the L’Aquila, 2009 earthquake,
presenta una correlazione maggiore di HI. Un Bulletin of Earthquake Engineering, 9(1), 307-324.
risultato opposto si ottiene per le alte intensità, Camata, G., Celano, F., De Risi, M. T., Franchin, P.,
dove l’HI ha una correlazione sempre maggiore Magliulo, G., Manfredi, V., Masi, A., Mollaioli, F.,
di Sa(T0). Una situazione intermedia si è Noto, F., Ricci, P., Spacone, E., Terrenzi, M.,
Verderame, G., 2017. RINTC project: Nonlinear
registrata per le intensità medie, dove per gli Dynamic Analyses of Italian code-conforming
edifici BF la migliore correlazione è relativa al Reinforced Concrete Buildings for Risk of Collapse
parametro Sa(T0) mentre, per gli edifici IF, la Assessment. In COMPDYN 2017-6th ECCOMAS
miglior correlazione si è avuta con il parametro Thematic Conference on Computational Methods in
Structural Dynamics and Earthquake Engineering, 15-
HI. 17. Rhodes Island, Greece.
In conclusione, sebbene entrambi i parametri De Sortis, A, Bazzurro, P, Mollaioli, F, Bruno, S., 2007.
Sa(T0) e HI siano ben correlati con il RDR, risulta Influenza delle tamponature sul rischio sismico degli
che per bassi livelli di intensità sismica sarebbe edifici in calcestruzzo armato, atti del XII Convegno
ANIDIS.
preferibile utilizzare come parametro la Sa(T0), Decanini, L., Mollaioli, F., Mura, A., Saragoni, R., 2004.
mentre l’HI potrebbe essere utilizzato per la Seismic performance of masonry in-filled R/C frames,
valutazione della risposta per alte intensità. Proc.13th WCEE, Paper 165, Vancouver, B.C., Canada,
I risultati ottenuti appaiono utili nella scelta August 1-6.
Decreto Ministeriale 30 maggio 1972. Norme tecniche alle
del parametro sismico da utilizzare per la quali devono uniformarsi le costruzioni in conglomerato
predisposizione di scenari di danno. Tuttavia, cementizio, normale e precompresso ed a struttura
rispetto alla correlazione ottenuta con la pseudo- metallica. Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale
n. 190 del 22 luglio 1972.

SG03-323
Decreto Ministeriale 14 Gennaio 2008. Nuove norme Infrastructures Safety Gain. Research Project, European
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SG03-324
ANIDIS 2017
PISTOIA

Emilian fortified buildings: the relationships between the morphological and


structural characteristics and the mechanisms of damage.
Giulia Grassi Leonardia
a
Dipartimento di Architettura, Via Cavalcavia 61, 47521 Cesena

Keywords: Emilian fortified buildings, earthquake of 2012, mechanisms of damage, morphological and structural
characteristics, cases of study.

The target of the study is to understand the relationships between the morphological and structural characteristics,
the earthquake swarm and the mechanisms of damage, triggered by the Emilian earthquake of 2012, in some
masonry Emilian fortresses. The first step of the research has been to study the evolution, the materials and the
architectural technologies of the Emilian fortresses. Surveys and photographic evaluations have been done in order
to understand the main morphological and structural characteristics of thirteen selected fortresses and to divide
them into groups with similar features. By this large-scale subdivision, between the thirteen fortresses, the five case
of study have been selected. For the five cases the damages checked have been studied in detail and they have been
divided into architectural elements. The outcome of the study is that each mechanism of damage was not caused
just by one reason but by several ones, variously combined. The most important reasons are: the diachronic
changes of the buildings during the time, the mutual position of architectural elements in a fortress, the building
defects, the poor quality of building materials used, the incompatibility of the restoration interventions made during
the XX century and the relationships between the cases of study and the peculiarity of the environment.

SG03-325
ANIDIS 2017
PISTOIA

Architetture fortificate in muratura e terremoto. Influenza delle tecniche


costruttive sui meccanismi di danno.
Giulia Grassi Leonardia
a
Dipartimento di Architettura, Via Cavalcavia 61, 47521 Cesena

Keywords: Emilian fortified buildings, earthquake of 2012, mechanisms of damage, morphological and structural
characteristics, cases of study.

L’obiettivo dello studio condotto è l’individuazione dei rapporti intercorrenti tra le caratteristiche morfologico-
costruttive, lo sciame sismico ed i cinematismi di danno innescati dal terremoto in Emilia, in alcune strutture
fortificate. Come primo step sono state analizzate la forma, l’evoluzione storica, i materiali e le tecniche costruttive
dei manufatti fortificati. Sono stati realizzati sopralluoghi e rilievi fotografici, al fine di constatare i caratteri
morfologico-costruttivi principali di tredici manufatti fortificati e poterli suddividere in macro gruppi con
caratteristiche simili. Questa macro-catalogazione ha permesso di individuare tra le tredici fortificazioni
precedentemente selezionate cinque rocche che costituiscono i casi di approfondimento. I meccanismi di danno
rilevati, relativamente alle cinque rocche, sono stati studiati dettagliatamente e sono stati suddivisi secondo gli
elementi architettonici interessati. Dallo studio è emerso che ogni cinematismo non è stato provocato da una sola
causa, ma da varie motivazioni, combinate fra loro in modi diversi. Le più importanti sono: le trasformazioni
diacroniche dei manufatti, la posizione reciproca degli elementi architettonici all’interno del medesimo complesso
fortificato, i vizi costruttivi intrinseci, la scarsa qualità dei materiali utilizzati, l’incompatibilità di alcuni interventi
di restauro realizzati nel XX sec. e i rapporti tra i manufatti presi in considerazione e le peculiarità dell’ambiente
limitrofo.
Dopo aver indagato i tredici manufatti
individuati, si è proceduto a selezionarne un
1 LA SCELTA DEI CASI DI STUDIO numero limitato, da studiare più
Lo studio realizzato intende comprendere le approfonditamente, omogeneo sia da un punto di
peculiarità delle architetture fortificate collocate vista morfologico-costruttivo, sia funzionale.
in ambito emiliano, segnate dal sisma del 20 e del Morfologicamente tutti gli esemplari scelti sono
29 Maggio 2012, soffermandosi in particolar costituiti da torri angolari a pianta quadrata,
modo su quali siano i rapporti che intercorrono sporgenti rispetto il perimetro murario, scarpate
tra le modalità e le tecniche costruttive rilevabili nella parte di attacco a terra. Nella parte
nei manufatti considerati ed i danneggiamenti da sommitale sono ancora oggi visibili le tracce
essi riportati. delle merlature che originariamente coronavano
Il campione preso inizialmente in esame è questi elementi costruttivi, tuttavia l’evoluzione
costituito da tredici manufatti fortificati, storica dei manufatti ha portato all’aggiunta di
selezionati partendo da un insieme più ampio di tetti a quattro falde, realizzati con orditure lignee
elementi, classificati come “strutture fortificate” e manti di copertura in coppi. Le torri angolari
tutelate ai sensi del D. Lgs. n. 42/2004, nella sono congiunte da cinte murarie o corpi di
banca dati della Direzione Regionale per i Beni fabbrica, di altezza inferiore rispetto ad esse. Tutti
Culturali e Paesaggistici per l’Emilia Romagna1. questi elementi sono provvisti di apparato a
sporgere, sorretto mediante beccatelli.
1 Dei settantacinque elementi censiti nella banca dati
regionale come “strutture fortificate”, la maggior parte è
costituita da manufatti che esulano dal presente studio in
quanto alcuni di essi risultano inesistenti o scomparsi, altri tra tutti gli edifici elencati esclusivamente le strutture
sono costituiti da strutture non fortificate, sia civili che fortificate, prendendo in considerazione le tredici sopra
ecclesiastiche, ed una porzione minore è costituita da torri menzionate.
civiche e campanarie. Si è quindi proceduto selezionando

SG03-326
Le rocche in oggetto sono state realizzate affiancati, ma scarsamente ammorsati. Tutti i
interamente in laterizio, ad eccezione di una livelli murari sono stati realizzati utilizzando
piccola percentuale di paramenti murari costituita laterizi, generalmente di buona qualità, ma non
da elementi lapidei. sempre di uso primario, legati mediante malte di
Da un punto di vista funzionale i casi studio qualità scadente, costituite prevalentemente da
hanno assolto inizialmente solo funzione fango. La tessitura degli elementi non segue
difensivo-militare e successivamente anche un’alternanza precisa tra laterizi posti per fascia e
residenziale. per coltello. La presenza di numerosi laterizi posti
Inoltre l’evoluzione storica dei manufatti per fascia lascia ipotizzare una prassi costruttiva
individuati vanta fasi molto significative tra la poco rigorosa, ma improntata ad evitare lo spreco
fine del XIV sec. e l’inizio del XV sec.: essi sono di materiale.
stati costruiti ex novo o a partire da strutture Nell’infinita varietà di tratti costruttivi rilevabili,
preesistenti proprio durante questo periodo e sono stati individuati e presi in considerazione
successivamente hanno subito, in maniera più o esclusivamente quelli ritenuti particolarmente
meno accentuata, modifiche strutturali e restauri, significativi, al fine di mostrare le specifiche
fino ad assumere l’aspetto che presentavano peculiarità delle tecniche costruttive.
all’alba degli eventi sismici del Maggio 2012. Di grande interesse risulta ad esempio lo spaccato
I cinque casi di approfondimento individuati messo in evidenza dal crollo del mastio del
attraverso questi criteri sono: Castello delle Rocche di Finale Emilia.
1. Rocca di Vignola, Vignola (MO). Analizzando ciò che resta degli apparati murari
2. Rocca Estense di San Felice sul Panaro, all’indomani degli eventi sismici, è possibile
San Felice sul Panaro (MO). individuare facilmente tre paramenti sovrapposti.
3. Castello delle Rocche, Finale Emilia Quello più esterno è costituito da
(MO). un’apparecchiatura muraria laterizia ad una sola
4. Rocca di Cento, Cento (MO). testa, composta da elementi ferrioli e quindi
5. Rocca di Reggiolo, Reggiolo (RE). molto resistenti (Cagnana 2000). La successione
irregolare dei laterizi disposti per fascia e per
coltello, lascia intuire l’assenza di un progetto
2 MATERIALI E TECNICHE strutturale basato su diatoni ed ortostati. Il livello
COSTRUTTIVE appena descritto, quindi, non risulta ammorsato a
Sono pochi e di facile reperibilità i materiali quello intermedio. Anche quest’ultimo è formato
utilizzati per costruire le rocche prese in da laterizi ben cotti, disposti in un paramento
considerazione: laterizi e pietra, come elementi da ordinato, ad una sola testa. Il nucleo più interno,
mettere in opera, sabbia e fango, come leganti, e non ammorsato alla sezione intermedia del muro,
legno per realizzare strutture di copertura, è costituito da laterizi di una colorazione più
impalcati, portoni, ponti lignei, ventiere, chiara rispetto agli altri, quindi meno cotti e meno
bertesche, hourds, hourdage (Ugolini 2009) e altri resistenti. Essi sono disposti in maniera
presidi difensivi. disordinata: non seguono alcuna alternanza
I materiali da costruzione non sono stati precisa, né in senso verticale, né in senso
selezionati soltanto per precise volontà costruttive orizzontale (Figura 1). È evidente il quantitativo
o estetiche, ma soprattutto per motivi di economia maggiore di malta impiegata nel nucleo murario
legati a cause contingenti al cantiere e per le più interno, rispetto quello utilizzato nei due
capacità tecniche delle maestranze (Kimpel paramenti più esterni. Più precisamente, le
1995). percentuali di pieni e di vuoti in sezione sono:
Lo studio condotto ha permesso di capire che pur -
utilizzando le stesse materie prime, le differenti Paramento murario esterno: 24% legante e
modalità di posa in opera dei materiali sopra 76% laterizi.
elencati hanno dato luogo alla costruzione di -
elementi architettonici totalmente eterogenei, Paramento murario intermedio: 58% legante e
anche all’interno di un medesimo complesso 42% laterizi.
fortificato (De Angelis D’Ossat 1971). -
Le murature in alzato dei casi di studio analizzati Paramento murario interno: 70% legante e
sono piene, costituite da vari paramenti tra loro 30% laterizi.

SG03-327
Tra il livello più interno ed il livello più esterno, come malte di una tonalità molto chiara, tendente
le percentuali dei due materiali utilizzati quindi si al bianco, friabili al tatto e molto sensibili
scambiano, i paramenti potrebbero essere stati all’azione dell’acqua. Le osservazioni appena
costruiti ipotizzando valori di resistenza diversi. esposte, fanno ipotizzare che essi siano poveri di
Secondo quanto descritto ai paragrafi precedenti è calce e costituiti prevalentemente da sabbia
possibile dedurre l’assenza di elementi trasversali impastata con un quantitativo minimo di argilla,
ed il non ammorsamento dei tre livelli murari elementi facilmente reperibili nella Pianura
presi in considerazione. Padana. Spesso, essendo lontane e poco collegate
Il muro in oggetto è assimilabile ad un triplo le cave di inerti ai luoghi di sedime delle
paramento murario: i livelli adiacenti non fortificazioni prese in considerazione, risultava
risultano tra loro ingranati e sono caratterizzati molto costoso reperire inerti di buona qualità,
dalla completa mancanza di elementi di quindi la malta di calce era sostituita da fango
collegamento trasversale (Figura 2). (Giordani e Campagnoli 2005).
I giunti verticali in malta sono continui sia tra il I bitumi di scarsa qualità utilizzati per legare gli
livello laterizio più esterno e quello intermedio, elementi in pietra o laterizio rappresentano un
sia tra quest’ultimo ed il paramento più interno. fattore con influenza molto negativa nella
Mentre la presenza di giunti sfalsati è sinonimo di valutazione della qualità generale delle murature.
un buon grado di ammorsamento tra paramenti
adiacenti e quindi garantisce un comportamento
resistente, il perfetto andamento verticale dei
giunti rappresenta un elemento peggiorativo per il
comportamento complessivo della muratura, in
quanto i paramenti potrebbero separarsi e
instabilizzarsi.
Anche la modalità di tessitura utilizzata nella
messa in opera dei laterizi rappresenta uno dei
fattori più incidenti nella risposta che le murature
offrono alle azioni sismiche ortogonali al piano
(Cangi 2005). I paramenti murari costituiti da
soli ortostati, come quelli del mastio finalese,
risultano più vulnerabili rispetto quelli alla gotica
e quelli formati da soli diatoni, qualora sollecitati
da azioni sismiche.
L’analisi puntuale delle murature in elevato delle
cinque fortificazioni indagate ha permesso di
constatare l’utilizzo preponderante di laterizi,
esclusivamente nella Rocca di Vignola è stato
possibile evidenziare anche l’impiego di
pietrame. Apparecchi che associano materiali
lapidei e mattoni coesistono in una incredibile
complessità di variazioni: i blocchi in pietra sono
stati infatti utilizzati sia come corsi sia come
elementi isolati inseriti in murature laterizie. Figura 1. Vista Est del mastio del Castello delle Rocche di
Le rocche prese in esame sono caratterizzate da Finale Emilia. Individuazione di tre livelli murari: zona
1_cortina più esterna (campitura verde); zona 2_cortina
un uso generalizzato delle malte esclusivamente intermedia (campitura gialla); zona 3_nucleo interno
per la connessione tra i laterizi e\o i conci lapidei. (campitura bianca).
L'osservazione dei resti architettonici
sopravvissuti non ha infatti evidenziato nuclei
murari formati solo da leganti, ma livelli interni
della muratura costituiti dall’uso simultaneo di
laterizi (o conci lapidei) e malta.
I leganti utilizzati in tutti i casi di studio, non
sembrano essere di buona qualità. Si presentano

SG03-328
vada annoverato il cattivo ammorsamento tra gli
elementi architettonici considerati.
I corpi principali delle torri, in molti casi, sono
stati interessati anche da altre tipologie di
cinematismi. Alcuni di questi sono stati provocati
dalla presenza di pesanti elementi in c.a. messi in
opera durante interventi di consolidamento
strutturale. Questi ultimi, seppur progettati
secondo le regole vigenti all'epoca dei lavori,
hanno dimostrato di essere inappropriati in
occasione dello sciame del 2012. Le solette in
c.a., messe in opera per sostituire chiusure
orizzontali più datate, come ad esempio solai
lignei o volte in muratura, si sono mostrate
incompatibili con i manufatti storici. La tipologia
di intervento analizzata, progettata per diminuire
la vulnerabilità sismica dei manufatti fortificati,
in realtà ha agito con effetto contrario, essendosi
dimostrata efficace ad aumentare le masse in
quota e di conseguenza anche l’intensità delle
azioni sismiche alle quali le fabbriche storiche
avrebbero dovuto rispondere. Le strutture
fortificate modificate strutturalmente, in maniera
inopportuna, durante recenti campagne di
restauro, sotto sisma sono state oggetto di
importanti crolli in corrispondenza delle porzioni
consolidate, come verificatosi ad esempio nel
Figura 2. Ipotesi costruttiva del paramento murario del loggiato interno del Castello delle Rocche di
mastio del Castello delle Rocche di Finale Emilia. Sono ben Finale Emilia e nella torre Nord della Rocca di
distinguibili il paramento esterno, quello mediano ed il San Felice sul Panaro.
nucleo. In corrispondenza del torrione Sud–Est della
Rocca di San Felice sul Panaro, l’interpretazione
del quadro fessurativo rilevato mette in evidenza
3 I CINEMATISMI DI DANNO RILEVATI
l’avvenuto innescarsi di un cinematismo di danno
Lo studio e il confronto dei quadri fessurativi e composto da un susseguirsi di fenomeni di
deformativi rilevati in corrispondenza dei casi di ribaltamento (Cangi 2012).
studio, hanno permesso di catalogare i principali Le lesioni più evidenti, inclinate all’incirca di
meccanismi di danno tipici delle strutture +45° e -45°, interessano esclusivamente la parte
fortificate in muratura. Inoltre l’individuazione di inferiore del macroelemento architettonico, cioè
alcuni aspetti ripetitivi nella formazione e nelle un volume avente altezza pari a circa la metà di
modalità di manifestarsi nel tempo dei quella totale della torre presa in considerazione.
cinematismi, ha consentito di identificare alcuni Alla luce del quadro fessurativo appena descritto,
legami tecniche costruttive – meccanismi di è possibile ipotizzare che la parte superiore del
danno, applicabili in molteplici casi studio. torrione si sia lesionata in maniera lieve rispetto a
Ad esempio il meccanismo di distacco quella inferiore (Figura 3), in quanto quest’ultima
innescatosi tra torrioni e mura di cinta è stato ha dissipato parzialmente energia sismica. Per
riscontrato sia nel Castello delle Rocche di Finale questo motivo il funzionamento della parte
Emilia che nei manufatti di Reggiolo e di San basamentale, durante gli eventi tellurici, è
Felice sul Panaro. Alla luce di un’attenta analisi paragonabile a quello di un isolatore sismico. I
dei corsi murari, è stato possibile ipotizzare che sopralluoghi effettuati post-sisma hanno
tra le cause più influenti nel distacco in oggetto, permesso di rilevare inoltre l’avvenuta espulsione
oltre alle differenze tra torri angolari e cinte di materiale sia sul lato Est che sul lato Ovest
murarie, sia in termini di altezza che di snellezza, della torre, come conseguenza della

SG03-329
combinazione di tutti i cinematismi L’azione delle forze taglianti sotto sisma ha
precedentemente descritti. lesionato esclusivamente le merlature non libere,
ovvero quelle che sostenevano le coperture, con
l’ausilio di tamponamenti murari costruiti in
epoche successive. Il comportamento sismico dei
merli è stato influenzato in maniera negativa dalle
modifiche avvenute in epoche successive a quella
di costruzione. Infatti le caratteristiche
geometriche iniziali, ovvero il rapporto base-
altezza-spessore, cioè la snellezza poco
accentuata, risultavano adatte a sopportare le
forze sismiche. Le trasformazioni hanno
modificato tuttavia la situazione strutturale delle
merlature, rendendole non più un elemento
architettonico indipendente, ma parte di un
sistema integrato.
A conferma delle ipotesi appena esposte, è
possibile denotare che le merlature della Rocca di
Reggiolo, non interessate dal peso di sistemi di
copertura messi in opera durante fasi storiche
successive, contrariamente a quanto riscontrato
negli altri manufatti fortificati, non sono state
danneggiate dagli eventi tellurici.
I beccatelli hanno preso parte a cinematismi di
ribaltamento fuori dal piano che si sono
sviluppati secondo modalità e importanza
differenti in ciascun manufatto analizzato. Gli
elementi più sollecitati e maggiormente
Figura 3. Rocca di San Felice sul Panaro, torre Sud – Est danneggiati sono stati quelli in posizione isolata
lesionata dal sisma.
rispetto l’intera fabbrica storica, in quanto non
avevano in adiacenza elementi architettonici in
Le merlature, in seguito agli eventi sismici del
grado di contrastarne le oscillazioni indotte dagli
2012, sono state danneggiate dall’innesco di
eventi tellurici.
cinematismi di rottura a taglio. I quadri
Per questo motivo, ad esempio, nelle torri Sud -
fessurativi manifestatisi in corrispondenza dei
Est e Sud - Ovest del Castello delle Rocche di
casi studio infatti sono costituiti da lesioni a 45°
Finale Emilia, i beccatelli più danneggiati sono
(Figura 4).
quelli laterali, prospicenti verso l’esterno, mentre
quelli non interessati da cinematismi di danno
sono quelli afferenti altri corpi di fabbrica.
Interessante è il ribaltamento fuori dal piano che
ha interessato la parte sommitale del torrione
Sud–Ovest della Rocca di Vignola.
L’interpretazione del quadro fessurativo ha
permesso di capire che l’elemento preso in esame
ha risposto alla componente dell’azione sismica
perpendicolare in maniera simmetrica rispetto la
mezzeria. Si sono manifestate un insieme di
cerniere cilindriche a forma di arco, tra loro
parallele. Tutti i punti di chiave degli archi
creatisi, delineano la fessura di mezzeria (Figura
Figura 4. Rocca di San Felice sul Panaro, merlature della 5).
torre Sud – Est, quadro fessurativo.

SG03-330
eterogeneità e discontinuità, le quali
contribuiscono ad allontanare la fabbrica
da un edificio ideale, costruito a regola
d’arte, per quanto riguarda la continuità
materiale e l’omogeneità strutturale. Ogni
trasformazione può essere letta come un
processo di scadimento, al quale si associa
un aumento della vulnerabilità. La perdita
di continuità e omogeneità va collegata ad
esempio all’oggettiva difficoltà di
Figura 5. Rocca di Vignola, torre Sud – Ovest, schema del realizzare riprese e ammorsature murarie
cinematismo di danno che si è manifestato nel lato Nord. realmente efficaci, ossia in grado di
raggiungere caratteristiche meccaniche
simili a quelle dei paramenti preesistenti.
4 I LEGAMI INTERCORRENTI TRA LE In molti casi è stato proprio il danno
TECNICHE COSTRUTTIVE E I sismico a segnalare l’esistenza di
MECCANISMI DI DANNO discontinuità da trasformazione.
Mediante un procedimento di tipo deduttivo sono Si faccia riferimento ad esempio alla
state ricercate le relazioni presenti fra i sistemi Rocca di Reggiolo: il distacco innescatosi
fessurativi rilevati e i dissesti che li hanno tra torrioni e mura di cinta, è stato rilevato
innescati. Si è rivelato quindi di fondamentale esclusivamente in corrispondenza della
importanza lo studio delle lesioni, in tutte le loro torre angolare Sud –Ovest. Nella torre
caratteristiche, per poter capire i legami tra queste Sud – Est infatti, nonostante quest’ultima
manifestazioni e i cinematismi che le hanno sia stata costruita contemporaneamente a
prodotte, definire questi ultimi e le cause che li quella Sud-Ovest, utilizzando gli stessi
hanno generati. materiali e le stesse tecniche costruttive,
Lesioni e dissesti sono legati da relazioni di non si è manifestato questo cinematismo,
stretta interdipendenza, come ogni effetto è legato probabilmente per la posizione diversa
alla sua causa, tuttavia ciascun meccanismo di che le due torri occupano all’interno del
danno non è conseguenza di una causa unica e complesso fortificato: la torre Sud-Est è
determinata, ma di un insieme di cause che addossata a corpi di fabbrica e non
intervengono nelle loro combinazioni più varie semplicemente a mura di cinta. I macro-
(Mastrodicasa 1993). elementi architettonici maggiormente
I parametri maggiormente connessi alla vulnerabili sono state le torri addossate ai
vulnerabilità sismica, cioè le cause perturbatrici corpi di fabbrica meno rigidi, cioè alle
più importanti emerse dallo studio sui rapporti cinte murarie e non agli edifici, anche a
intercorrenti tra le tecniche costruttive e i causa del cattivo ammorsamento tra corsi
meccanismi di danno sono: murari adiacenti.
1. La posizione reciproca occupata dagli Un cinematismo influenzato dalla
elementi architettonici principali e le posizione reciproca occupata dagli
modalità con cui si sono formate le elementi architettonici principali è
fabbriche, intesa come sequenza delle fasi l’insieme dei ribaltamenti fuori dal piano
di trasformazione edilizia, dall’ipotetica rilevati in corrispondenza del torrione Sud
configurazione originaria a quella giunta – Est della Rocca di San Felice sul
all’alba degli eventi sismici. La Panaro. In risposta alle oscillazioni indotte
successione realizzativa delle diverse dal sisma, il torrione Sud – Est ha infatti
porzioni ha permesso infatti di capire che reagito anche in funzione dei vincoli
spesso le zone di possibile discontinuità e laterali prodotti dagli elementi ad esso
disomogeneità materiale, coincidono con affiancati, ovvero l’edificio, e più in
aree interessate da lesioni e deformazioni. generale tutto il complesso, collocato
Talvolta alcune trasformazioni edilizie, verso Ovest, mentre verso Est la completa
avvenute durante le varie fasi costruttive, assenza di altri manufatti ha permesso alla
hanno determinato in ciascuna fabbrica torre di oscillare in libertà a tutt’altezza.

SG03-331
2. I vizi costruttivi intrinseci, vale a dire coppi laterizi. Nella condizione post sisma
l’utilizzo di materiali di basso profilo la copertura del loggiato è andata in larga
qualitativo e la messa in opera di questi parte distrutta (Figura 6), le porzioni non
ultimi mediante tecniche costruttive che si interessate da crolli sono risultate meno
sono rilevate sensibili verso il rischio del vulnerabile all’azione sismica, in quanto
collasso sismico. addossata al corpo Ovest, mentre la parte
Rappresentano un punto di debolezza danneggiata probabilmente non era
intrinseco, nei casi di studio analizzati, gli affiancata da elementi abbastanza rigidi da
apparati murari pieni, formati da più poterne preservare l’integrità.
paramenti addossati, ma non ingranati I crolli dei paramenti verticali in muratura
tra loro. Questa tipologia di muratura, manifestatisi in corrispondenza della torre
nonostante gli elevati spessori riscontrati, Nord della Rocca di San Felice sul Panaro
è caratterizzata da alta vulnerabilità hanno messo in evidenza, ad altezza del
sismica, in quanto la mancanza di primo solaio fuori terra, una struttura
connessioni tra i vari livelli permette il voltata laterizia, rinforzata da una soletta
solo lavoro per attrito fra questi ultimi e in c.a. con spessore molto importante
ne facilita lo scorrimento reciproco. Gli (Figura 7). In questo caso il solaio non è
spostamenti, se innescati crollato, ma si sono verificate sia
dall’accelerazione sismica, generano l’espulsione delle armature orizzontali sia
cinematismi di ribaltamento fuori dal la distruzione delle strutture più deboli ad
piano, che nei casi più gravi provocano esso adiacenti. Il cordolo messo in opera
crolli. per distribuire in maniera uniforme i
Quanto appena descritto è particolarmente carichi sulla muratura storica sottostante,
evidente nei paramenti murari afferenti le in realtà si è comportato come se fosse
macerie del mastio del Castello delle una trave, in quanto ha scaricato i
Rocche di Finale Emilia, dove i vari livelli paramenti sottostanti e ha trasmesso
murari risultano semplicemente azioni concentrate alle estremità. Questo
appoggiati ed è palese la mancanza di fenomeno di natura statica è conosciuto
qualsiasi laterizio utilizzato con funzione come effetto trave (Giovanetti 1992) ed è
di diatono. La scarsa qualità dei materiali dovuto all’elevata rigidezza dei cordoli e
utilizzati, vale a dire malte povere di dei solai latero-cementizi. Esso influisce
calce, le tessiture non realizzate a regola negativamente sul comportamento atteso.
d’arte, senza adeguate connessioni Le uniche conseguenze del
trasversali, rappresentano tutti fattori che consolidamento quindi sono l’incremento
contribuiscono ad aumentare la e la concentrazione di forze sismiche.
vulnerabilità sismica dei paramenti Sotto sisma il solaio tende a rimanere
analizzati (CoÏsson e Ottoni 2013). intatto, mentre le porzioni di muratura
3. La realizzazione di alcuni interventi di decompresse, tendono a ribaltarsi.
consolidamento strutturale pregressi. A differenza delle strutture tradizionali, il
Ad esempio i crolli avvenuti in cui comportamento è talmente ripetitivo
corrispondenza del loggiato del cortile da divenire in situazioni standard
interno del Castello delle Rocche di Finale prevedibile, l’estremo irrigidimento della
Emilia, hanno consentito di rilevare la copertura e\o del solaio di piano rende del
presenza di una trave in c.a., intatta, tutto incontrollabile la risposta sismica dei
all’altezza dei capitelli del secondo manufatti storici consolidati mediante
ordine, un getto di calcestruzzo che questo metodo irreversibile. Nei casi in
ricopre completamente l’estradosso delle cui si è conservata la tecnologia
volte appartenenti allo stesso ordine e una tradizionale dell'impalcato in legno,
serie di armature ossidate, concernenti un sostituendone gli elementi strutturali,
solaio sovrastante, ora polverizzato. Il qualora non più idonei, è stato rilevato che
pacchetto di copertura che chiudeva il i solai hanno mantenuto un buon grado di
terzo ordine, è costituito da orditure flessibilità.
lignee, sormontate da solaio cementizio e

SG03-332
4. Il luogo e l’ambiente in cui sono state Nei casi in cui i capichiave sono stati inseriti tra
edificate le strutture fortificate vanno ad due livelli murari adiacenti, hanno provocato
aggiungersi alle cause principali di l’espulsione di materia, quindi per aumentare
dissesto. Tra le concause va tenuta infatti l’efficacia di questi presidi, è preferibile tenerli in
in considerazione anche l’umidità che ha vista (Figura 8).
agito sulla consistenza dei laterizi oltre Lo studio dei legami che intercorrono tra i
che su quella delle malte di allettamento e cinematismi di danno e le tecniche costruttive
di sigillatura. utilizzate ha permesso di evidenziare interventi di
5. Le caratteristiche dello sciame sismico consolidamento strutturale tanto diffusi quanto
hanno influenzato le risposte fornite dalle vulnerabili, che sarebbe auspicabile rimuovere
strutture analizzate. Ad esempio è stato per evitare l’innescarsi di pericolosi meccanismi
possibile mettere in relazione la direzione di danno come conseguenza di eventuali
dei mainshock con le modalità di condizioni dinamiche future.
oscillazione dei vari elementi
architettonici. Soprattutto per quanto
riguarda le parti sommitali, è stato
possibile evidenziare un forte legame tra
le modalità di oscillazione e le
caratteristiche dei cinematismi di danno.
I legami tra cinematismi di danno e tecniche
costruttive individuati hanno inoltre permesso di
mettere a fuoco alcune istruzioni operative volte
alla conservazione ottimale di strutture fortificate
in muratura anche in caso di sisma.
Ad esempio, data l’elevata vulnerabilità sismica
riscontrata negli apparati murari, sono auspicabili
attività costanti di monitoraggio e ispezione dello
stato di conservazione dei paramenti e di Figura 6. Castello delle Rocche di Finale Emilia, particolare
dei crolli che hanno interessato il loggiato interno.
tempestiva segnalazione in presenza di
alterazione.
L’osservazione delle risposte che i casi di studio
hanno offerto allo sciame sismico del 2012 ha
permesso inoltre di rilevare la pericolosità o
viceversa l’efficacia di interventi di restauro
strutturale pregressi.
Tra i provvedimenti che si sono dimostrati
inadeguati si evidenzia la sostituzione di
coperture leggere, costituite ad esempio da solai
lignei, con elementi di chiusura orizzontale
pesanti, vale a dire strutture in c.a. Questi presidi,
in condizioni dinamiche, hanno provocato danni
molto gravi ai manufatti fortificati.
Il consolidamento strutturale realizzato mediante
l’inserimento di catene e di capichiave in acciaio
ha dimostrato invece la propria efficacia sotto
sisma: ha evitato infatti il crollo degli elementi
architettonici restaurati con questo metodo. La
distribuzione non uniforme di rigidezza, in caso
di sisma, ha provocato fessurazioni, deformazioni
ed espulsioni di materia in corrispondenza dei
paramenti murari limitrofi ai capichiave, tuttavia
ha evitato danni ben più gravi, quali ad esempio i Figura 7. Rocca di San Felice sul Panaro, crolli e lesioni
crolli. della torre Nord.

SG03-333
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SG03-334
ANIDIS 2017
PISTOIA

Estimation of the seismic structural capacity of masonry buildings through


simplified procedures

Sonia Boschia, Alberto Ciavattonea, Andrea Vignolia


a
Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale, Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze

Keywords: seismic vulnerability, Vulnerability Index Method, masonry structures, local and global behaviour

ABSTRACT
The seismic behavior of masonry structures, as well known, is divided into two main branches: local one, in case of
lack of connections among orthogonal walls and among floors and walls, and global one, due instead to the
presence of efficacious links between the structural elements. The local behavior leads to simple out-of-plane
rocking or, in general, local mechanisms of facades, while the global one is related to the in-plane reactions of the
resistant systems. The vulnerability assessment of masonry structures requires two different analyses for the
evaluation of the capacity (often expressed in terms of PGA) of the behaviors mentioned above.
In case of large samples of buildings (territorial approach), simplified preliminary methods are required for a first
estimation of the capacity, in order to find a ranking useful for the definition of detailed analyses’ priority.
In this work, the resume of a comparison study among empirical approaches and detailed analyses for masonry
structures is described: the estimation of the PGA of capacity is proposed, both for the local and global behavior,
simply using the information of the Vulnerability Index Method (GNDT, 1993).

SG03-335
ANIDIS 2017
PISTOIA

Estimation of the seismic structural capacity of masonry buildings through


simplified procedures
Sonia Boschia, Alberto Ciavattonea, Andrea Vignolia
a
Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale, Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze

Keywords: seismic vulnerability, Vulnerability Index Method, masonry structures, local and global behaviour

ABSTRACT
The seismic behavior of masonry structures, as well known, is divided into two main branches: local, in case of
lack of connections among orthogonal walls and among floors and walls, and global, due to the presence of
efficacious links between the structural elements. The local behavior leads to simple out-of-plane rocking or, in
general, local mechanisms of façades, while the global one is related to the in-plane reactions of the resistant
systems. The vulnerability assessment of masonry structures generally requires two different analyses for the
evaluation of the capacity (often expressed in terms of PGA) of the behaviors mentioned above.
In case of large samples of buildings (territorial approach), simplified preliminary methods are required for a first
estimation of the capacity, in order to find a ranking useful for the definition of detailed analyses’ priority.
In this work, the resume of a comparison study among empirical approaches and detailed analyses for masonry
structures is described: the estimation of the PGA of capacity is proposed, both for the local and global behavior,
using the information of the Vulnerability Index Method (G.N.D.T. 1993).

pushing forces caused by the presence of


roofs, vaults, etc.. (Sorrentino et al. 2016);
1 INTRODUCTION: SEISMIC BEHAVIOR  buildings which show a global behavior,
OF MASONRY STRUCTURES due to the presence of effective
The built asset of the Italian territory is mainly connections among the structural elements
characterized by the presence of masonry (walls and floors); each masonry panel
structures: the past and recent seismic events have reacts in its plane, offering a shear
highlighted the intrinsic vulnerability of this strength against the seismic action. The
material of construction, which can show several classical failure modes are generally
collapse modes due to the structural represented by the in-plane collapses for
characteristics of the buildings (Menna et al., bending (for slender panels) or shear due
2016). In particular, this complex family of to diagonal cracking (Augenti 2004).
structures can be divided into two main branches,
considering the type of masonry and the presence 2 VULNERABILITY ESTIMATION: MAIN
of effective structural connections:
LITERATURE
 buildings which are mainly affected by
local out-of-plane collapse mechanisms;
the main problem is related to the lack of 2.1 General aspects
connections among walls and among The seismic risk can be expressed as a
walls and floors; for this branch of function of three main aspects, as well known:
structures, each wall behaves in an almost the vulnerability of the structure, the natural
independent way from the others, causing hazard of the construction site and the exposure
local collapses when the seismic demand of the elements (persons, values, etc…) exposed
overcomes the capacity of the wall itself. to risk. The estimation of the vulnerability
The classical failure mode is the simple represents a fundamental aspect in order to reduce
rocking of façades, in particular for the the seismic risk of the built environment.
cases where the structural connections are
not effective and there are horizontal

SG03-336
Since the Italian territory is characterized by of each parameter in the global definition of
great samples of masonry buildings, in the aim of vulnerability), the Vulnerability Index (Iv) is
the seismic risk reduction, territorial analyses calculated as the weighted sum of the scores of
represent an important tool for the identification each parameter, normalized in the 0%-100%
of the most critical situations within a certain range, where a low index means that the structure
context (a city, a region, etc…): through is not vulnerable and therefore it has a high
simplified procedures, it is possible to obtain capacity under seismic actions.
vulnerability rankings which give information on Some of the 11 parameters are directly related
the most critical situations.
to the structural characteristics of the buildings,
2.2 Expeditious empirical approach other ones concern non-structural aspects (for
example, parameters 10 and 11). The considered
Empirical methods for the vulnerability structural aspects are related both to the global
estimation started to be developed in the ‘70s, and local behavior of the masonry structures
with the first approaches based on the observation (parameter 8, for example, is related to the
of the structural damages of past seismic events, distance among orthogonal walls, which
such as the Damage Probability Matrix Method,
considers, in an indirect way, the possibility of
developed by Whitman et al (Whitman et al.
1973). A similar approach has been adopted in activation of out-of-plane mechanisms, while the
the European Macro-seismic Scale (Grünthal et other ones are more related to the global
al. 1998), which proposes tables that identify behavior). Many other procedures have been
different vulnerability classes considering developed in the last decades, some of them
different structural typologies, from rubble stone starting directly from the Vulnerability Index
masonry up to timber structures. Method: Formisano and Mazzolani (2009) and
In the '80s, the Vulnerability Index Method Vicente et al. (2011) for example analyze the
has been developed by Benedetti and Petrini masonry structures in aggregate with a modified
(Benedetti and Petrini 1984) and the National Index of Vulnerability method, which concerns
Group for the Defence by the Earthquakes, both the local and global behavior.
G.N.D.T., (G.N.D.T. 1993). This method requires Focusing on the local behavior, starting from
the evaluation of 11 parameters, which compose the work described in (D’Ayala and Speranza
the form (Table 1): for each parameter, the 2002), Vicente has implemented a Vulnerability
surveyor assigns a judgment (four possibilities, Façade Form (Vicente 2008), describing the most
from "A" - optimal condition to "D" - unfavorable vulnerable issues of the façades toward out-of-
condition), taking into account the descriptions plane mechanisms. In analogy with the other
given in the user manual. For each judgment of explained Forms, this method consists in the
each parameter, a score is given by the method. evaluation of 10 parameters, depending on the
façade structure’s characteristics, which allows
Table 1. Weights Wi of the 11 parameters of the the estimation of the vulnerability index, in a
Vulnerability Form for masonry structures. 0%-100% scale.
N.° Parameter Wi
1 Type and organization of the resistant system 1.00 2.3 Hybrid approach
2 Quality of the resistant system 0.25
3 Conventional resistance 1.50 All the methods mentioned above are
4 Position of the building and foundation 0.75 empirical and they are mainly based on
5 Typology of floors var.*
6 Planimetric configuration 0.50 qualitative evaluations. Starting from them,
7 Elevation configuration var.** hybrid methods have been developed, based on
8 Maximum distance among the walls 0.25 simplified mechanical models, which often lead
9 Roof var.*** to the estimation of the PGA of capacity and the
10 Non structural elements 0.25
11 State of conservation 1.00 related index of safety: one of the most popular
*
variable in relation to the percentage of stiff and well methods in the Italian Scientific community is the
connected floors. S.A.V.E. Project (Strumenti Aggiornati per la
**
variable in relation to the typology of irregularity. Vulnerabilità sismica del patrimonio Edilizio e
***
variable in relation to typology and weight of the roof.
In any case, for all three parameters, 0.50≤wi≤1.00.
dei sistemi urbani) proposed by the I.N.G.V. /
G.N.D.T. Research Group in 2005 (Dolce and
Using the weight coefficients related to each Moroni 2005), based on the calculation of the
parameter (which measure the relative importance total lateral strength of the masonry piers for each

SG03-337
floor and direction; starting from this and from bond beams, masonry façades usually
the Index of Vulnerability Method, other methods characterized by well distributed openings
have been developed, such as the RE.SIS.TO and effective connections among
Project (acronym of "REsistenza SISmica orthogonal walls; see (Ciavattone et al.
TOtale" - total seismic resistance), proposed by 2016) for the complete definition of the
the University of Bologna (Chinni et al. 2013). sample;
All of these methods give the estimation of the  masonry aggregate structures of
capacity related to the global behavior. Castelnuovo in San Pio delle Camere
(Figure 1), an hamlet 20 km far away
In this work, an alternative method is
from L’Aquila, which has been hit by the
proposed, in order to consider both the local and earthquake of 06/04/2009. The DICEA-
global behavior of masonry structures, using UNIFI Research Group, during the period
simple information on the considered building. 2010-2014 has worked in that area since
the post-emergency phase, up to the
realization of the reconstruction plan for
3 A NEW PROCEDURE FOR THE the whole hamlet (Borghini et al. 2011).
VULNERABILITY ASSESSMENT

3.1 Introduction
The seismic risk assessment for a wide sample
of buildings requires at first an expeditious
approach in order to highlight the most critical
objects: for masonry structures, both local and
global behavior require to be investigated, in
order to take into account the two typologies of
failure mechanisms. The idea of the present work
is to propose an expeditious method, which gives Figure 1. Aerial view of Castelnuovo after the
as result a numerical estimation of the capacity earthquake of 06/04/2009.
(expressed in terms of PGA) through a simplified
This sample of structures is characterized
procedure: this estimation allows the evaluation
by 74 aggregates, subdivided into 289
of an absolute index of safety, ratio among the
structural units. This built asset is mainly
estimation of the capacity and the demand of each
characterized by not-rigid floors (wooden
site of construction.
or steel floors without concrete slab) and
3.2 Samples of analysis disorganized stone masonry with
ineffective connections among orthogonal
The method proposed in this work has been walls. The damage scenario after the
developed starting from the Vulnerability Index earthquake has highlighted the
Form; two main samples of buildings have been predominance of out-of-plane
employed for the development of the procedure: mechanisms (Figure 2) of this sample of
 masonry hospital structures located in the buildings (Boschi 2015).
Tuscany Region and, in particular, in the
cities of Florence, Prato and Pistoia: the
DICEA-UNIFI Research Group, during
the period 2010-2011, has investigated
this group of structures using a
standardized procedure of survey,
calculating the Iv for each structure with
the Vulnerability Index Method; 32
hospital complexes have been
investigated, which have been subdivided
into 118 independent structural units
(S.U.), considering the definition
contained in the Italian Code D.M. 2008;
the sample is mainly composed of Figure 2. Example of out-of-plane collapse in
structures with rigid floors and concrete Castelnuovo.

SG03-338
The two samples have been considered A sample of 189 façades (Figure 4) has
separately, in order to develop the global and the been analyzed, in order to get an
local behavior capacities’ estimation procedures estimation of the capacity for the simple
through simplified approaches: overturning mechanism, which was the
 the first one (hospital structures) is mainly most frequent mechanism damage type
suitable for the evaluation of the global individuated after the seismic event. The
capacity procedure. The estimation of the façades have been chosen considering the
PGA has been performed through a real damage directly observed after the
critical comparison among the results of earthquake and for each of them the
the Vulnerability Index Form and the kinematic linear approach (C.M.
detailed static non-linear analyses 617/2009) has been adopted for the
(assuming that each wall can react in its estimation of the capacity.
plane against the seismic action, due to
the presence of a box behavior ensured by 3.3 Global behavior estimation
effective connections among floors and Starting from the Vulnerability Index method
walls), performed on a subset of 20 performed on all the 118 S.U. of the Hospital
masonry structural units, as described in structures’ sample, 20 S.U. have been chosen for
the following, using the frame by macro- the realization of detailed analyses through the
element approach;
static nonlinear approach.
 the second one (Castelnuovo built
Since in situ mechanical tests were not
heritage) has been used instead for the
evaluation of the local capacity procedure, available on the masonries, the mechanical
since most of the buildings of the sample properties of the materials have been chosen
showed lack of connections among using the masonry categories of the Italian Code
orthogonal walls and among floors and (D.M. 2008 and C.M. 617/2009). For the
walls (Figure 3). geotechnical aspects, all the structures have been
considered on a common reference soil, avoiding
the introduction of another variable (the ground
amplification); in particular, the “A” soil type
(D.M. 2008 - §3.22) has been adopted.
Three dimensional models have been realized
using the software 3MURI (Galasco et al. 2002),
developed by STA.DATA, which allows the
Figure 3. Lack of connections among vertical numerical definition of the model through the
orthogonal walls and horizontal and vertical Frame by Macro Element approach, in which the
elements. structure is modelled as an equivalent frame
structure, with non-linear behavior elements; in
particular, beams and columns, which
respectively represent the spandrels and the piers
of the building. For each S.U., 24 analyses have
been realized, considering two principal
horizontal directions in both load application
ways (+X, −X, +Y, −Y), two different types of
pushing profile (proportional to the masses or to
the 1° modal shape) and the presence or absence
of eccentricity of the pushing profile from the
barycenter of the masses (5% of the maximum
dimension of the building, as requested by the
Italian Code, considered on both sides from the
barycenter of the masses). The results for the
worst 8 analyses are plotted for one of the
buildings (Figure 5) of the sample.

Figure 4. Castelnuovo map with the identification of the


analyzed façades.

SG03-339
MDOF - analyses in X and Y direction -parameter 8, related to the activation of
0.25
1
local out-of-plane mechanisms, is not
0.20
considered in the 3d models;
2
- parameters 10 and 11, related to non-
0.15 3
structural elements and state of
Fb / Wtot

4 conservation (plaster condition, humidity


0.10

0.05
5 problems etc...) are not considered in the
6 numerical models too.
0.00 7 Considering the aspects described above, it has
0.00 0.50 1.00 1.50 2.00 2.50
(d c / Htot) x 1000 8 been decided to calculate a new vulnerability
Figure 5. Example of the 8 pushover analyses for one of the index, in order to perform a more reliable
20 analyzed buildings. comparison among the methods: the new
vulnerability index is based on the original
For each building, the minimum PGA of
judgments for the parameters included in the
capacity has been calculated and it has been
detailed approach, while for the other ones (listed
compared with the corresponding Index of
above) the best judgment has been assigned.
Vulnerability, Iv. In the following graph (Figure
New values of Iv have been obtained and a
6), the couples Iv-PGA have been plotted for each
new comparison is proposed in Figure 7.
of the 20 analyzed buildings.
"I v _ 11 parameters - PGA " RELATION "I v _ 6 parameters - PGA " RELATION
0.50 0.50

0.40 0.40 y = 0.5305e-0.033x


y = 0.4675e-0.021x PGA [g]
R² = 0.9171
0.30
PGA [g]

0.30 R² = 0.847

0.20 0.20

0.10 0.10

0.00 0.00
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 0 10 20 30 40 50 60
Iv_11 parameters [0-100] Iv_6 parameters [0-100]

Figure 6. Relation among detailed (pushover analyses) and Figure 7. Relation among detailed (pushover analyses) and
empirical method (Vulnerability Index Form) . modified empirical method.

An exponential trend fits the cloud of points. The trend line fits better the cloud of points,
The interpolating curve gives qualitative correct with errors up to 21%.
information, but it cannot be used as an Starting from this result, it has been decided to
estimation equation since the errors are noticeable develop a new procedure considering only 6 on
(over 25%). the 11 parameters of the original form: parameter
Comparing the two methods, it has been 2, 3, 5, 6, 7, 9 (see Table 1).
observed that the Vulnerability Index Method Parameters 2 and 3 have been merged in a
refers to parameters (Table 1) which cannot be continuous variable, the “lateral resistance
considered as variable in the numerical analyses: indicator”, defined in this work as the product
- parameter 1, which considers the presence among the shear strength τk of the type of
and quality of the connections among masonry (referring to the values proposed in the
walls, or, in other words, the possibility of Italian Code) and the ratio a0 = A/At, with A =
a global behavior of the structure, can be minimum cross section area of the resistant
always considered as in the best condition systems of the S.U., considering the two main
in the detailed approach, since 3d models directions and each level of the structure
are realized without considering local out- separately, and At = global area of the considered
of-plane mechanisms; level. It has been observed that the PGA obtained
- parameter 4, related to the geotechnical from the detailed analyses shows a high
condition, can be considered in the best
dependence to this variable (Figure 8).
condition too, since the numerical models
are realized with fixed restraints, on a
common soil ("A" category - D.M. 2008);

SG03-340
"a0 * τk - PGAC" RELATION y  i mi  xi  b  0.3364x1  0.0168x2 
(3)
0.30
 0.0041x3  0.0053x4  0.0524
0.25
The maximum error registered on the buildings of
0.20
PGA [g]

the sample is lower than +/-15% (Figure 9).


0.15
0.10 PGAc OF THE ANALYZED S.U.
y = 0.4459x + 0.0921 0.30
0.05 R² = 0.8566
0.25
0.00

PGAC [g]
0.20
0.00 0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30 0.35
0.15
a0 * τk
0.10
Figure 8. Relation among the lateral resistance indicator
0.05
and the PGAc obtained by the detailed analyses.
0.00
The new variable (lateral resistance indicator), 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
relative ranking
called x1, will be used in this procedure,
detailed method proposed empirical method
substituting the parameters 2 and 3.
Parameters 5 and 9 (floors and roofs) have Figure 9. Comparison among the detailed and proposed
been used to create an unique variable, as empirical method.
weighted sum on the total numbers of floors of Tests on other buildings have been performed
the considered structure, in order to consider the too, in order to check the reliability of the method
relative importance of the roof; the new variable (Ciavattone 2014). Errors are, even in these cases,
x2 has the following equation (1): lower than 15%.
P5  (n. floors  1)  P9  (1)
( P5  P9)  (1)
n. floors 3.4 Local behavior estimation
Parameters 6 and 7 (plan and height regularity The local behavior of masonry structures has
of the structure) are used as in the original been investigated through the analysis of real
method, defining the variables x3 and x4. damaged buildings: in particular 189 façades
In conclusion, four parameters are considered have been identified in the hamlet of Castelnuovo
in a qualitative way, as in the original expeditious in San Pio delle Camere. Most of them are
method (parameters 5, 6, 7 and 9), while other characterized by 2-3 floors, an average top height
two (parameters 2 and 3) are included in a of 7.5 m, an average width of 6.5 m and thickness
continuous variable, the lateral resistance belonging to the 45-65 cm range. As mentioned
indicator. The proposed method is then based on above, the masonry is composed of disorganized
four new variables (x1, x2, x3, x4). stone masonry with ineffective connections
The proposed method requires the definition of among orthogonal walls and mortar with poor
new scores and new weights for each of the characteristics.
parameters above mentioned: it has been decided The idea of the present part of the work is to
to fix the scores in an arbitrary way, calculating estimate the capacity related to the local
then the weights of each parameter by means of a overturning of the wall (with a hinge
multi-regression analysis (MLR) on the available configuration at the ground floor) through the
data (Equation 2): evaluation of five parameters of the façade, that
y  imi  xi  b (2) could be calculated even with a quick survey of
where mi represent the weights (to be the building.
calculated) of each independent variable xi The first four parameters are qualitative. Four
(evaluated through the information used for the different type of judgments are available for the
Vulnerability Index Method) and b is a constant parameters classes, as well as in the previous
value (to be calculated too); y represents the vulnerability Forms, from the least vulnerable, in
estimation of the PGAc, which must be as close as class A, up to the most vulnerable, in class D.
possible to the values obtained by the detailed The last parameter is the only continuous
analyses. parameter and assuming numerical value
The evaluation of the mi and b is performed depending on the geometrical characteristics of
with the least squares technique. the façade.
The results have given the values (3): The parameters are:

SG03-341
- P1, lateral slenderness (ratio among length panel. From the data analyzed in the
of the façade L and thickness t), which panels, the variation of the tbar and the half
gives information about the restraints thickness of the panel is minimum,
offered by orthogonal walls (Figure 10); therefore is assumed that tbar=t/2. From
- P2, presence of thrusting forces of the parameter P4 is known that the hbar is
masonry arches or vaults; a function of the half height of the panel,
- P3, presence of tie-rods; depending from the numbers and position
- P4, barycenter position of the wall; it is of the holes in the façade. Since that,
defined as the ratio among the altitude of
depending on the class attributed to P4,
the barycenter of the full section façade
(as no holes were in the façade and the height of the barycenter is determined
consequently calculated as the half of the considering observational expressions. In
height of the façade) and the real altitude the analysis the P5 is multiplied for the
of the barycenter (with the real disposition acceleration of gravity in order to have
of the holes). In order to have a simpler directly a value of acceleration from the
method to individuate the classes, it is multiplier of load.
sufficient to consider the distribution of
the holes in façades, keeping in mind that
if the holes are distributed in the upper
floors, the barycenter’s height is inferior
than the h/2, while if the holes are
distributed in the lower floors, the
barycenter is higher than the one of the
full section;

Figure 12. Horizontal multiplier definition.


Considering the five parameters listed above,
some general features of the sample of façades
can be determined: the lateral slenderness mainly
belongs to the 10-15 range, while the height
slenderness (ratio among the height of the single
A2 floor wall and its thickness) belongs to the 4-6
range, with average value of 5.2. Almost a third
Figure 10. Lateral slenderness definition.
of the sample is characterized by the presence of
vaults: the 50% of these cases do not have tie-
r A1 A1 rods able to contrast the pushing forces created by
the arched systems.
h/2 For all the 189 façades, the acceleration of
Agf hbar capacity has been calculated through the
hbar linear analysis for the rocking
kinematic
Agf h/2
mechanism, considering the ground floor hinge.
According to the procedure defined for the global
Figure 11. Definition of the parameter P4. analyses, a common reference soil has been
considered, avoiding the introduction of the
- P5, horizontal collapse multiplier: it
geotechnical conditions’ dependence ("A"
represents the multiplier of the horizontal
category - D.M. 2008).
loads α0 that leads to the overturning of
The results of the numerical analyses have
the façade, considering the only self-
been compared with the real damage observed
weight of the façade. This can be
after the earthquake of 2009: only the cases in
calculated as the ratio of the half thickness
which there was correspondence among
and the half height of the panel under the
numerical results and damage scenario have been
hypothesis that the resultant of the forces
considered, in order to perform a more reliable
is fixed in the central thickness of the
correlation analysis; 130 façades compose the

SG03-342
sample to be used for the development of the new P5 horizontal multiplier of collapse
procedure for the estimation of the seismic This is the only numerical parameter which is directly
capacity of the structure. The PGA of capacity of computed inside the procedure once evaluated.
this reduced sample is shown in Figure 13: tie- CLASSES OF P1 (P8 GNDT)
100%
rods (when present) have been considered as
efficacious taking into account, once again, the 80%
real observed damage. 53%
60%
The horizontal red dashed line represents the
seismic demand of the considered site of 40%
construction: most of the façades do not reach 21%
16%
that capacity, leading to the beginning of the out- 20% 9%
of-plane mechanism. The blue one represents the
0%
average value of capacity for all the mechanisms. A B C D
PGA [g]
CLASSES OF P2-P3 (VAULTS & TIE RODS)
0.80
100%
87%
Vault
0.60 80%
67% Tie-rods

60%
0.40
PGAC

0.26 g 40%
0.20 13% 18%
20%
7%
0.17 g 2% 2% 3%
0.00 0%
0 25 50 75 100 125
A B C D
n° panel
Figure 13. Capacity acceleration for the sample (PGAc). CLASSES OF P4 (BARYCENTRE)
100%
For each qualitative parameter, four qualitative
classes (A, B, C and D) have been individuated. 80%
The criteria of division in classes are expressed in
Table 2, while the distribution of the classes’ 60%
judgments for all the sample (for 130 overturning 39% 31%
40%
mechanisms) is reported in Figure 14. 27%

Table 2. Definition of the classes of the five parameters for 20%


3%
the local mechanism empirical approach.
0%
P1 Lateral slenderness of the façade A B C D
Class A L/t<10
Class B: 10<L/t<12 CLASSES OF P5 (α0 BARYCENTRE)
Class C: 12<L/t<15 100%
Class D: L/t>15
P2 thrusting force (arches, vaults) 80%
Class A not present 51%
Class B: ceiling vaults 60%
Class C: one last floor vault or more than one
structural light vaults (in folio) 40%
25% 24%
Class D: structural heavy vaults 20%
P3 presence of tie-rods 20%
Class A more than two tie-rods or two tie rods on
the top of the façade 0%
Class B: two tie-rods <0.7 0.7÷1 1÷1.5 >1.5
Class C: one tie-rod Figure 14. Distribution of the classes among the sample of
Class D: not present study of 130 Castelnuovo façades.
P4 barycenter position of the wall
Class A hfull_facade/hbar>1.0 Once that, for each parameter, the detailed
Class B: 0.95<hfull_facade/hbar<1.0 result (PGA of capacity for the overturning
Class C: 0.90<hfull_facade/hbar<0.95 mechanism, Figure 13) and the empirical
Class D: hfull_facade/hbar<0.90 observation (the judgments for the five

SG03-343
parameters described above) have been obtained, In the following graph, the comparison among
a multi linear regression procedure has been the index of risk evaluated through the detailed
performed. approach and the empirical method is proposed
This procedure is based on five variables (x1, (Figure 16). About the 20% of the cases falls in
x2, x3, x4, x5); the method, as seen for the global different range of safety index, but only 5% of
behavior, requires the definition of new scores them overestimate - in not conservative way - the
and new weights for each of the parameters above variation range of the IS.
mentioned: even in this case, it has been decided
to fix the scores in an arbitrary way, calculating RISK INDEX REAL AND ESTIMATED - IS = ag,C /agD
1.25
then the weights of each parameter by means of a Is-Real
multi-regression analysis (MLR) on the available 1.00 IS,E5P
data (2), where mi represent the weights (to be
0.75
calculated) of each independent variable xi

IS
0.75<IS<1
(evaluated in this case by the classes of each 0.50 0.75<IS<1v

parameter) and b is a constant value (to be 0.5<IS<0.75


0.25
calculated too); y represents the estimation of the 0.25<IS<0.5
0
IS<0.25
PGAc of overturning of the considered façade, 0.00
0 25 50 75 100 125
which must be as close as possible to the values
Figure 16. Comparison among the empirical and the
obtained by the detailed analyses.
detailed method: index of risk.
The evaluation of the mi and b is performed
with the least squares technique. The procedure has been tested on other
The results have given the values (4): structures, in order to check the reliability of the
y  i mi  xi  b  0.001x1  0.024x2  method: one example is the analysis of the local
(4) mechanisms of the Vasari’s House museum
 0.135x3  0.002x4  0.111x5  0.640
(Figure 17), on which the DICEA Research group
The average error on all the estimations is has performed, in 2014, a detailed knowledge
about the 13% (Figure 15), even though the local process and a complete structural analysis (Betti
error on the singular mechanism reaches about
et al. 2017). The structure is a three floors
the 40% (in the case of presence of effective tie-
rods or trusting vaults). building and it is characterized by disorganized
stone masonry and the presence of heavy vaults at
PGAC [g]
0.80 PGAc the lower levels.
PGA,CE-
0.60 5P

0.40
PGAC

0.20

0.00
0 25 50 75 100 125
n° panel
Figure 15. Trend of real capacity (PGA,C) and estimated
one PGAg,CE-5P) for the façades of Castelnuovo. Figure 17. Vasari's House in Arezzo.
In the aim of the estimation of the index of risk GIARDINO

Rib. 3 Rib. 2
(ratio among capacity and demand in terms of
PGA), the method helps in the individuation of
the class of risk, defined in this work with the
Rib. 4
following ranges (Table 3):
Table 4. Definition of the classes of risk
+3,50

Class of risk
IS<0.25 cabina
ascensore

0.25<IS<0.50
0.50<IS<0.75
0.75<IS<1.00 Rib. 1
Figure 18. Ground floor plan of the Vasari’s House
PIANO PRIMO

IS>1.00 VIA XX SETTEMBRE

museum with the individuation of the mechanisms.

SG03-344
The results have shown a good agreement The application of the proposed procedure
among the proposed method and the analytical allows the creation of seismic vulnerability and
values, in particular for the identification of the risk rankings, giving also information on the most
class of risk (Table 4). The exposed Façade Form critical aspects to investigate (out-of-plane
method is stable if applied in a façade in which mechanisms or global behavior).
the geometry and the barycentre are well defined, This instrument becomes very useful in order
without the presence of the tie-rods or thrusting to decide which buildings analyze at first with
forces due to arches of vaults. In this case, the detailed analyses, allowing a better use of the
capacity estimation could achieve values very economic resources of the Administrations that
close to the real one, with at least error less than have to manage consistent built assets.
5%, since the most influential parameters in the
definition of the capacity are well considered in
the correlation expressed by the Forms. In the REFERENCES
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method could over-under estimated the real muratura. Utet, Torino.
Benedetti, D., Petrini, V., 1984. Sulla vulnerabilità di
capacity (even in high percentage) but in most of edifici in muratura: proposta di un metodo di
cases in a conservative way. It is worth noting valutazione. L'industria delle Costruzioni, Vol. 149, No.
that these parameters are very difficult to 1, pp. 66-74.
determinate even in the analytical procedure, Betti, M., Borghini, A., Ciavattone, A., Boschi, S., Del
Monte, E., Vignoli, A., 2017. Assessment of the seismic
since they are linked to different and significant risk of the museum of Casa Vasari in Arezzo (Italy).
factors and this issue makes even the real International Journal Masonry Research and Innovation,
capacity acceleration affected by uncertain in the Vol.2, Nos. 2/3, 2017.
definition of its value, depending on the got Borghini, A., Del Monte, E., Ortolani, B., Vignoli, A.,
2011. Studio degli effetti del sisma del 06/04/2009 sulla
hypotheses in the calculations. frazione di Castelnuovo, comune di San Pio delle
Camere (Aq). Atti del XIV Convegno ANIDIS. Bari
2011.
4 CONCLUSIONS Boschi, S., 2015. Seismic risk analysis of masonry
buildings in aggregate. PhD thesis submitted and
The vulnerability assessment for wide samples approved by the Department of Architecture, Civil
of buildings requires a preliminary screening with Engineering and Environmental Sciences - University of
a territorial approach, which allows the Braunschweig – Institute of Technology and the
Department of Civil and Environmental Engineering -
individuation of the most critical cases that need University of Florence.
more detailed analyses. C.M. 617/2009. Circolare Ministeriale n.° 617 del
Considering the masonry structures, many 02/02/2009. Istruzioni per l’applicazione delle “Nuove
procedures are available nowadays in the Norme Tecniche per le Costruzioni” di cui al D.M.
14/01/2008.
scientific literature, most of them focusing on the Ciavattone, A, 2014. Seismic vulnerability analysis for
global behavior; in the present paper, a new masonry hospital structures: expeditious and detailed
empirical approach is proposed, based on the methods. PhD thesis submitted and approved by the
Vulnerability Index Method and on other simple Department of Architecture, Civil Engineering and
Environmental Sciences - University of Braunschweig –
geometrical information. Institute of Technology and the Department of Civil and
The procedure allows the estimation of the Environmental Engineering - University of Florence.
PGA of capacity both for the local and the global Ciavattone, A., Vignoli, A., Matthies, H.G., 2016. Seismic
behavior of masonry structures. vulnerability analysis for masonry hospital structures:
expeditious and detailed methods. Brick and Block
The development of the method has been Masonry – Trends, Innovations and Challenges –
performed using real case studies: static nonlinear Modena, da Porto & Valluzzi (Eds). © 2016 Taylor &
analyses (for the global behavior part of the Francis Group, London, ISBN 978-1-138-02999-6.
method) and kinematic linear analyses (for the Chinni, C., Mazzotti, C., Savoia, M., Perri, G., 2013.
RE.SIS.TO®: una metodologia speditiva per la
local behavior instead) have been realized, valutazione di vulnerabilità sismica di edifici in
allowing multi-linear regressions among muratura e calcestruzzo armato. Atti del XV Convegno
empirical observations and numerical results. ANIDIS. Padova 2013.
The proposed method enables then the D.M. 2008. Decreto Ministeriale Infrastrutture del
14/01/2008 - “Nuove Norme Tecniche per le
estimation of an absolute index of risk, ratio Costruzioni”.
among capacity and demand (both expressed in D’Ayala, D., Speranza, E. 2002. An integrated procedure
terms of acceleration). for the assessment of seismic vulnerability of historic

SG03-345
buildings. 12th European Conference on Earthquake
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SG03-346
ANIDIS 2017
PISTOIA

Da.D.O – A web-based tool for analyzing and comparing post-earthquake


damage database relevant to national seismic events since 1976.
Mauro Dolce 1, Elena Speranza 1, Francesco Giordano 1, Barbara Borzi3, Flavio Bocchi2, Chiara Conte2, Antonella
Di Meo3, Marta Faravelli3, Venanzio Pascale3
1
DPC, Dipartimento della Protezione Civile Italiana, via Vitorchiano 2, Roma.
2
ReLUIS, Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica, Via Claudio 21, Napoli
3
Eucentre, Centro Europeo di Formazione e Ricerca in Ingegneria Sismica, Via Ferrata1, Pavia

Keywords: database, observed damage, damage surveys, seismic vulnerability

ABSTRACT
The amount of data collected on ordinary buildings during the post-earthquake surveys carried out over the last 50
years, represents a very important scientific heritage, useful for all the civil protection activities aimed at prevision
and prevention purposes of seismic risk. These datasets, obtained through different criteria and associated tools for
post-earthquake damage and usability inspections, upgraded through the years, are not homogenous and directly
comparable each other. The will to enable the scientific community to use them for statistical studies according to
usable and suitable formats, moved the Italian civil Protection Department, since 2014, to undertake a specific
project with the support of Eucentre Foundation, aimed at developing a web-based platform, named Da.D.O.
(Observed Damage Database).
The platform is an integrated tool supporting the Civil Protection Department and the Scientific Community in their
activities, though its employment might be extended also to further components of the Civil Protection National
Service. The paper describes goals, contents and capabilities of the platform, which, so far, includes database
relevant to nine seismic events (or sequences) occurred since 1976 (Friuli earthquake) until 2012 (Emilia Romagna
earthquake).

SG03-347
ANIDIS 2017
PISTOIA

Da.D.O - Uno strumento per la consultazione e la comparazione del danno


osservato relativo ai più significativi eventi sismici in Italia dal 1976.
Mauro Dolce 1, Elena Speranza 1, Francesco Giordano 1, Barbara Borzi3, Flavio Bocchi2, Chiara Conte2, Antonella
Di Meo3, Marta Faravelli3, Venanzio Pascale3
1
DPC, Dipartimento della Protezione Civile Italiana, via Vitorchiano 2, Roma.
2
ReLUIS, Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica, Via Claudio 21, Napoli
3
Eucentre, Centro Europeo di Formazione e Ricerca in Ingegneria Sismica, Via Ferrata1, Pavia

Keywords: banche dati, danno osservato, rilievo del danno, edifici danneggiati, vulnerabilità

SOMMARIO
La notevole mole di dati raccolta sugli edifici ordinari durante le campagne di sopralluogo post-sismiche condotte
negli ultimi 50 anni rappresenta un patrimonio di grandissima importanza scientifica, utile per le attività di
protezione civile finalizzate alla previsione e alla prevenzione sismica. Tali banche dati, messe a punto secondo
procedure di rilevamento del danno e dell’agibilità post-sismica affinatesi nel tempo, non sono tuttavia tra loro
omogenee e pertanto immediate da confrontare. L’esigenza di metterle a disposizione della comunità scientifica in
un formato fruibile, ha spinto il Dipartimento della Protezione Civile, sin dal 2014, ad avviare uno specifico
progetto con il supporto della Fondazione Eucentre (Centro Europeo di Formazione e Ricerca in Ingegneria
Sismica), finalizzato alla messa a punto di una piattaforma informatica accessibile anche via Web, denominata
Da.D.O. (Database Danno Osservato). La piattaforma si configura come strumento a supporto delle attività del
Dipartimento e della Comunità Scientifica, ma è in prospettiva anche utilizzabile da parte di altre componenti del
Servizio Nazionale di Protezione Civile. Nel presente articolo sono descritte le finalità, i contenuti e le funzionalità
di tale piattaforma, che include, ad oggi, i database relativi a nove eventi sismici passati, a partire da quello del
Friuli del 1976 fino a quello dell’Emilia del 2012.

1 CONTENUTI E FINALITÀ DI Da.D.O. predittivi, in termini di matrici di probabilità di


danno o curve di fragilità osservazionali,
Dal terremoto del Friuli in poi, il rilevamento
fondamentali per la formulazione di scenari di
del danno post sismico sugli edifici ordinari è
danno e per le analisi di rischio. Tali analisi,
avvenuto attraverso l’impiego di procedure e
come noto, rientrano nelle attività di previsione e
strumenti operativi (schede di rilievo) che si sono
di prevenzione e sono pertanto attività di
affinati nel corso del tempo, in relazione
protezione civile, secondo quanto sancito dalla
all’evoluzione del sistema di protezione civile, da
Legge istitutiva del Servizio Nazionale di
una parte, e allo sviluppo delle conoscenze
Protezione Civile (225/92).
tecnico scientifiche in tema di vulnerabilità e
Nonostante l’indiscussa portata delle banche
danneggiamento delle strutture esistenti,
dati relative ad eventi di rilevanza nazionale,
dall’altra, dovendo altresì adattarsi a esigenze
alcune delle quali oggetto di elaborazione
emergenziali tra loro estremamente differenti.
specifica come nel caso della banca dati Fr.E.D.
E’ fuor di dubbio, tuttavia, che la notevole
per il Friuli (Di Cecca et al. 2008), la loro
mole di dati raccolta durante le campagne di
notevole disomogeneità e difficoltà di
sopralluogo effettuate a seguito degli eventi
comparazione, già evidenziata in occasione di
sismici più significativi, dal 1976 in poi,
precedenti lavori di ricerca coordinati dal
costituisca un patrimonio di conoscenza di
Dipartimento della Protezione Civile
grandissimo interesse anche a fini scientifici.
(Commissione Tecnico Scientifica, 2002), non ha
Come noto, infatti, la distribuzione del danno
consentito negli anni addietro di mettere a fattor
associata all’intensità di riferimento ed alle
comune l’intero patrimonio conoscitivo, come
tipologie strutturali consente elaborazioni utili per
unicum di cui poter disporre per le attività
la definizione di modelli di danneggiamento

SG03-348
sopraelencate. si precisa che la procedura semi-automatica
In effetti, l’esigenza di una loro comparazione utilizzata per la georeferenziazione, sebbene
e omogeneizzazione è ascrivibile anche alla garantisca un sufficiente livello di accuratezza per
necessità di poter disporre di una banca dati elaborazioni di tipo scientifico, esclude la
estremamente più significativa in termini possibilità di un’identificazione univoca del
statistici, così da consentire alla comunità manufatto, a totale tutela della privacy, in
scientifica l’affinamento dei propri modelli conformità del D.lgs. 20 giugno 2003 n.196.
previsionali e, di conseguenza, la riduzione delle La Piattaforma consente all’utente la
incertezze per il decision maker, la cui decisione visualizzazione, anche contestuale, di più banche
si colloca al termine del processo valutativo. dati, il download delle stesse da parte dell’utente,
Tutto ciò ha spinto il Dipartimento di sia nel formato originale che nel formato
Protezione Civile, sin dal 2014, a predisporre, con decodificato, la loro tematizzazione comparata,
il supporto della Fondazione Eucentre (Centro per il momento limitata al solo livello di danno ed
Europeo di Formazione e Ricerca in Ingegneria alle classi di vulnerabilità sismica, e la selezione e
Sismica ), una piattaforma informatica accessibile consultazione dei dati relativi alle singole schede
via Web finalizzata alle attività sopraindicate. di rilievo, con le limitazioni di cui sopra. È anche
La piattaforma Da.D.O. (Database Danno possibile consultare per ogni evento di interesse
Osservato) è stata concepita con finalità lo strumento operativo di raccolta dati (scheda di
specificatamente scientifiche per raccogliere, rilevamento) all’epoca utilizzato, per una più
catalogare, comparare dati relativi alle efficace interpretazione dei contenuti di ciascuna
caratteristiche edilizie e strutturali, nonché dati banca dati.
relativi al danno sismico degli edifici ordinari Tuttavia, anche tenuto conto del fatto che lo
oggetto di ispezione durante o a seguito di crisi stato di aggiornamento delle banche dati non è
sismiche di rilevanza nazionale, dal 1976 in poi. necessariamente coincidente con quello relativo
Rispetto alla piattaforma internazionale alla conclusione delle relative gestioni
predisposta dall’Università di Cambridge emergenziali, l’uso di Da.D.O. e dei dati in esso
(Cambridge Earthquake Impact Database), volta contenuti è da considerarsi limitato ad
a fornire elaborazioni predefinite sul elaborazioni solamente di tipo statistico,
danneggiamento occorso nei più rilevanti eventi escludendo valutazioni e relative divulgazioni
sismici a scala mondiale, l’aspetto innovativo di dello stesso in forma puntuale.
Da.D.O. è rappresentato dal notevole livello di
dettaglio raggiunto grazie al collazionamento
delle intere banche dati disaggregate e 2 BANCHE DATI DEL DANNO E
georeferenziate, lasciando libertà di analisi CONSULTAZIONE COMPARATA
all’utente.
Alla Piattaforma possono accedere il 2.1 Le banche dati di danno osservato
Dipartimento della protezione civile (DPC) ed Le nove banche dati contenute nella
Enti afferenti al sistema Nazionale di Protezione piattaforma Da.D.O. sono riferite ai seguenti
Civile, tra cui Regioni e Centri di Competenza del eventi sismici di rilevanza nazionale:
DPC, secondo un preciso iter di registrazione, a  Friuli 1976
doppio livello, che prevede la registrazione  Irpinia 1980
preliminare dell’Ente di afferenza e la successiva  Abruzzo 1984
registrazione dell’utente individuale.  Umbria-Marche 19971
Con l’obiettivo di renderle agevolmente  Pollino 1998
fruibili da parte della comunità scientifica, le  Molise e Puglia 2002
banche dati sono state oggetto di ulteriori  Emilia 2003
elaborazioni rispetto alla versione originale, tra  L'Aquila 2009
cui la georeferenziazione che ne garantisce la  Emilia 2012
sovrapposizione con altre tipologie di dato, come Il lavoro svolto di catalogazione e decodifica
le caratteristiche di evento e la macrosismica. di ogni banca dati, corredato della
Dalle banche dati sono stati inoltre rimosse georeferenziazione dei singoli record, ne ha
alcune informazioni fuorvianti rispetto alle consentito la visualizzazione su mappa, anche
finalità dell’analisi, come dati relativi all’esito di simultanea (Figura 1).
agibilità post-sismica (se previsto dal tipo di
rilevamento) nonché dati relativi all’identificativo
della proprietà o denominazione del manufatto 1
Per questo evento sismico la banca dati di Da.D.O. è
edilizio, a tutela dei dati personali. A tal riguardo riferita alla sola regione Marche.

SG03-349
Seppur con notevoli differenze tra una scheda sull’evoluzione degli strumenti di rilievo associati
di rilevamento e l’altra, ciascuna banca dati alle banche dati aiuterà a meglio comprendere la
contiene informazioni relative alle caratteristiche complessità legata ad una loro comparazione.
generali, costruttive e del danneggiamento
occorso degli edifici ordinari oggetto di ispezione 2.2 Strumenti operativi utilizzati nelle diverse
a seguito dei sopra menzionati eventi. campagne di sopralluogo
Negli anni, dall’evento del Friuli ad oggi, il
criterio di raccolta dati post evento si è evoluto
sulla base della continua esperienza dei tecnici
incaricati affinando, evento dopo evento, la check
list di dati da raccogliere, funzionali da una parte
allo scopo primario di rilievo del danno (e
(successivamente dell’agibilità) e, dall’altra, all’
ulteriore scopo di trattamento statistico ed
informativo dei dati raccolti. A ciò si aggiunge
che lo stesso oggetto cui riferire i sopralluoghi e
le relative raccolte dei dati si è evoluto e precisato
nel corso del tempo, giungendo ad una compiuta
definizione del concetto di edificio, inteso quale
unità strutturale cielo terra2.
A cominciare dal terremoto del Friuli del ’76,
la Regione all’epoca si era dotata di un verbale di
Figura 1. Mappatura delle 9 banche dati contenute in accertamento molto semplificato, secondo cui il
Da.D.O. danno veniva espresso attraverso giudizi sintetici
che facevano riferimento alla riparabilità o meno
Ad oggi Da.D.O. include complessivamente dello stesso, su un totale di sei distinti livelli
oltre 300.000 record, ripartiti tra le diverse corrispondenti a specifiche casistiche, (da non
banche dati come illustrato in Tabella 1, in cui è necessita interventi-NR a distrutto-D). L’epoca di
specificato anche lo strumento di rilevamento del costruzione ed una stringata classificazione del
danno (scheda) all’epoca utilizzato. tipo di struttura completavano la descrizione del
manufatto (Giorgetti, 1976, Riuscetti et al., 1997).
Tabella 1. Banche dati, numero record e schede utilizzate La scheda utilizzata in occasione del sisma
Evento Anno Record Vers.scheda Irpino del 1980 introduceva già numerosi
Friuli ‘76 1976 41.852 Friuli ’76 elementi di differenza rispetto al precedente
Irpinia ‘80 1980 38.079 Irpinia ’80 strumento di rilevamento. In particolare, il danno
veniva dettagliato attraverso otto distinti livelli, a
Abruzzo ‘84 1984 51.817 Abruzzo ’84 partire dall’assenza di danno fino al collasso, ed
Umbria Marche era distinto per le diverse componenti strutturali
1997 48.525 AeDES 09/97
‘97 dell’edificio. Una stringata descrizione delle
Pollino ‘98 1998 17.442 AeDES 06/98 tipologie strutturali consentiva di correlare il
Molise Puglia danno osservato con le differenti tipologie
2002 24.141 AeDES 05/2000
2002 strutturali, a loro volta riconducibili a classi di
Emilia 2003 2003 1011 AeDES 05/2000 vulnerabilità secondo la scala macrosismica MSK
L’aquila 2009 2009 74.049 AeDES 06/2008 (Figura 2). E’ a partire da queste informazioni
raccolte a tappeto su circa 40 comuni della zona
Emilia 2012 2012 22.554 AeDES 06/2008
epicentrale, che furono costruite le prime matrici
Totale 319.470 di probabilità di danno per il territorio nazionale,
costituenti ancora oggi un riferimento
Se, da un lato, l’evoluzione nel tempo degli fondamentale per gli strumenti di previsione
strumenti di rilievo è stata dettata dal successivo (Braga et al. 1982).
affinamento del livello di dettaglio dei Le campagne di sopralluogo successive, tra cui
sopralluoghi in relazione alle loro finalità, quella dell’Abruzzo del 1984, venivano condotte
dall’altro tali modifiche hanno reso
progressivamente più difficile un trattamento 2
[..] individuabile per caratteristiche tipologiche e
congiunto delle relative banche dati, inibendone il quindi distinguibile dagli edifici adiacenti per tali
mutuo confronto. Un rapido excursus caratteristiche e anche per differenza di altezza e/o età di
costruzione e/o piani sfalsati (SSN-GNDT, 2002)

SG03-350
attraverso strumenti principalmente indirizzati Le banche dati decodificate presentano inoltre
all’analisi della vulnerabilità, piuttosto che al un’organizzazione del dato più funzionale alla
danno e all’agibilità del manufatto, consultazione individuale su mappa, anche
coerentemente con l’approccio formulato per la nell’ottica di una mutua comparazione tra campi
scheda di I livello, messa a punto omologhi. In particolare, le informazioni in esse
successivamente dal Gruppo Nazionale per la contenute sono state ricondotte a 4 macro sezioni
Difesa dai Terremoti (GNDT, 1986, 1993). (identificativi, caratteristiche generali, tipologia
edilizia, danno), in modo da agevolarne la
consultazione da parte dell’utente.
Si sottolinea altresì che l’articolazione di ogni
sezione presenta notevoli variazioni tra una banca
dati e l’altra, non solo in termini di formato o
intervallo dei dati associato (ad esempio range
associati alle epoche di costruzione), ma anche in
termini di esistenza stessa del dato.
La Tabella 2 sintetizza, a titolo
esemplificativo, il confronto tra i dati afferenti
alle Caratteristiche generali. Dalla stessa si
evince ad esempio come il numero dei piani sia
presente in tutte le banche dati, mentre l’altezza
Figura 2. Scheda utilizzata per il terremoto Irpino del 1980. interpiano lo sia solo per i database dal Pollino in
Sezioni relative a caratteristiche strutturali e danno poi (su formato AeDES), e così via.
A partire dagli anni 1996/97, il differente Le informazioni relative alle caratteristiche
approccio di schedatura introdotto dalla Scheda di costruttive presentano difformità ancor più
1° livello di rilevamento del danno, pronto importanti rispetto a quelle riscontrate per le
intervento e agibilità per edifici ordinari caratteristiche generali. Ciò è in parte ascrivibile
nell’emergenza post-sismica (AeDES), (Baggio et anche al differente approccio di rilevamento e
al., 2002), indirizzava in modo specifico l’attività classificazione delle tipologie strutturali, che
di sopralluogo al rilevamento del danno, alla prevede un criterio di rilievo prestazionale
definizione dei provvedimenti di pronto piuttosto che descrittivo, adottato nelle precedenti
intervento e, soprattutto, alla valutazione schedature (Baggio et al., 2002).
dell’agibilità, segnando un punto di svolta
rispetto ai criteri seguiti negli anni addietro. Tabella 2. Caratteristiche generali: confronto tra le banche
dati
2.3 Decodifica e georeferenziazione dei dati Evento Num. Altezza Superficie Età Costr/
Le molteplici differenze tra le banche dati per piani Interpiano di piano Ristrutt.
le ragioni sopra esposte hanno impedito la Friuli Si No No C
realizzazione di un’unica banca dati e, per questo, Irpinia Si No Si C
anche se confrontabili per singole sezioni, le Abruzzo Si No Si C
informazioni raccolte nelle diverse campagne di Umbria -
rilievo sono state mantenute separate per ogni Si No Si C/R
Marche
evento. Una volta espunti i dati personali e le Pollino Si Si Si C/R
informazioni non coerenti con le finalità della
Molise e
piattaforma, secondo quanto illustrato in Si Si Si C/R
Puglia
precedenza, la prima operazione ha riguardato
Emilia Si Si Si C/R
una decodifica dei campi di ciascuna banca dati
attraverso la ridenominazione delle voci comuni L’aquila Si Si Si C/R
secondo un criterio omogeneo, così da poter
Emilia Si Si Si C/R
pervenire a record immediatamente interpretabili
e, per quanto possibile, direttamente e
mutuamente comparabili tra una banca dati e Tale criterio prevede il rilevamento, in luogo
l’altra. Le banche dati relative a ciascun evento, della tipologia strutturale specifica riscontrata in
sia nel formato originale che in quello situ, della corrispondente caratteristica
decodificato, sono state riversate in formati aperti prestazionale (per le strutture verticali in
a struttura tabellare (.csv), entrambe scaricabili muratura: cattiva o buona qualità).
dalla piattaforma.

SG03-351
La Tabella 3 sistematizza il raffronto tra le corrispondenza diretta tra le strutture verticali di
caratteristiche costruttive, in termini di numero di ogni banca dati, con la conseguenza che queste
tipi strutturali, presenti nei vari database. non sono tra loro direttamente comparabili.
Si tenga presente che le banche dati relative ai La loro comparazione richiederà, nei futuri
terremoti dal 1997 in poi forniscono, oltre alla sviluppi della piattaforma, criteri idonei tesi ad
descrizione delle caratteristiche verticali e una lettura trasversale del dato, secondo
orizzontali, ulteriori informazioni relative alla tematismi significativi (ad esempio qualità
presenza di Cordoli o Catene (CC), Pilastri Isolati muraria, materiale costituente e così via). Una
(PI), Strutture Miste (Mix) e Rinforzi murari esemplificazione di lettura comparata tra dati
(Rinf), non direttamente confrontabili con le afferenti a banche dati diverse è più avanti
banche dati precedenti. illustrata relativamente al danno e alla
A titolo di esempio, per le strutture verticali, i vulnerabilità. Infatti, anche le informazioni
tipi presenti in ciascuna banca dati sono relative al danno hanno delle specificità
sintetizzati in Tabella 4. fortemente legate ai diversi database, già in parte
Tabella 3. Caratteristiche costruttive: confronto tra i DB evidenziate. Ad esempio il database del danno
dell’Irpinia è impostato su 7+1 livelli di danno
Evento Struttura Struttura Tipologia Dettagli
Verticale Orizzontale Copertura Costrutt.
(inclusivi del danno nullo), l’Abruzzo su 5+1
Friuli 5 tipi No No No
livelli di danno, coerentemente con la scala EMS
98 (Grunthal, 1998). Nei database dall’Umbria
Irpinia 5 tipi 4 tipi 4 tipi No
Marche in poi i livelli di danno D2-D3 e D4-D5,
Abruzzo 4 tipi 4 tipi No No corrispondenti al danno Medio- Grave e
Umbria CC,PI Gravissimo rispettivamente, sono tra loro
4 tipi 5 tipi No
-Marche Reg accorpati, come illustrato in Tabella 5, per un
CC,PI totale di 3+1 (macro) livelli. Si evidenzia inoltre
Pollino 7 tipi 5 tipi 4 tipi
Reg,Mix che, mentre per il Friuli il danno è cumulativo,
Molise CC,PI,Reg per gli altri eventi considerati è esplicitato per
7 tipi 5 tipi 4 tipi
e Puglia Rinf,Mix ogni componente strutturale nonché, a partire
CC,PI,Reg dall’Umbria-Marche, espresso in termini di
Emilia 7 tipi 5 tipi 4 tipi
Rinf,Mix estensione (Tabella 5).
CC,PI,Reg
L’aquila 7 tipi 5 tipi 4 tipi Tabella 5. Comparazione tra i livelli di danno relativi alle
Rinf,Mix
varie banche dati
CC,PI,Reg
Emilia 7 tipi 5 tipi 4 tipi Evento Livelli di danno del Danno alle
Rinf,Mix
DB originale Componenti
Strutturali
Tabella 4. Comparazione tra le Strutture Verticali presenti 5 Livelli + 1 (danno
Friuli No
in ciascuna banca dati nullo)
Friuli Irpinia Abruzzo Umbria e Pollino, Irpinia 7+1 3 Componenti
Marche Molise e
Abruzzo 5+1 2 Componenti
Puglia,
L’aquila, Umbria – 3 Livelli ed 3 Componenti
Emilia Marche estensione
2003/12 3 + 1 Livelli ed
Mur. Mur. Mur. Mur. Mur. Pollino 5 Componenti
estensione
(pietr) (pietr) (pietr) (c.q.) (c.q.)
Molise e 3 + 1 Livelli ed
Mur. Mur. Mur. Mur. Mur. 5 Componenti
Puglia estensione
(mattoni) (tufo) (mattoni) (b.q.) (b.q.)
3 + 1 Livelli ed
Mur.
Mista Emilia 5 Componenti
C.a. C.a. C.a. Mur-C.a. estensione
(mattoni)
(c.q.) 3 + 1 Livelli ed
L’aquila 5 Componenti
Mista estensione
Mista C.a. Mista Acciao Mur-C.a. 3 + 1 Livelli ed
(b.q.) Emilia 5 Componenti
estensione
C.a.
Mista
(Telai)
C.a.
(Pareti)
Acciaio
E’ immediato constatare che, a parte le banche
dati impostate sul modello AeDES, non vi è

SG03-352
3 PRIME ELABORAZIONI COMPARATE: vulnerabilità degli edifici in muratura è stata
VULNERABILITÀ E DANNO stabilita esclusivamente sulla base della tipologia
delle strutture verticali. A titolo esemplificativo
Con la prospettiva di una valutazione si riporta la classificazione gli edifici in muratura
comparata tra banche dati estesa ad altre per l’evento Irpinia ’80 (Tabella 6), in cui sono
informazioni di particolare interesse state considerate in classe A murature in
(caratteristiche geometriche, tipologie costruttive pietrame, tufo e mattoni associate a strutture
e così via), sono state implementate sulla spingenti (volte) o deformabili (legno); alla classe
piattaforma due esemplificazioni di B murature di mattoni associate a solai in ferro e
tematizzazione comparata riguardanti sia il danno così via. In generale, il progressivo
che la vulnerabilità. La combinazione di tali miglioramento delle caratteristiche meccaniche
variabili con i parametri di scuotimento al suolo, della muratura, associato a un incremento della
consente la messa a punto di matrici di rigidezza dei solai, ha determinato l’assunzione di
probabilità di danno e curve di fragilità. Il metodo classi via via a vulnerabilità decrescente.
di omogeneizzazione seguito per entrambe le A partire dal terremoto dell’Umbria Marche
variabili permette una tematizzazione su mappa, ’97, l’associazione in classi è stata basata, per
per più terremoti contemporaneamente selezionati quanto già premesso, sulle caratteristiche
dall’utente. prestazionali dei vari elementi costruttivi più che
Resta inteso che, a partire dai dati disaggregati sulle specifiche caratteristiche descrittive.
scaricabili dalla piattaforma, le medesime
variabili possono essere elaborate dall’utente Tabella 6. Classi di vulnerabilità database “Irpinia 1980”.
anche secondo metodologie differenti. Cl. vuln. Struttura vert.* Strut. orizz.**
In termini di vulnerabilità, l’omogeneizzazione A I 1, 2, 3, n.d.
viene condotta attraverso una catalogazione degli
edifici a partire dai dati sulla tipologia edilizia, A II 1, 2, n.d.
così da ricondurli a classi coerenti con quelle A III 1, 2, n.d.
previste dalla scala macrosismica EMS’98 B II 3, 4
(Grünthal, 1998). In termini di danno, B III 3
l’omogeneizzazione è stata effettuata per le sole
B I 4
strutture verticali, comuni a tutte le banche dati.
C1 III 4
3.1 Comparazione per classi di vulnerabilità C2 IV 1, 2, 3, 4, n.d.
Da.D.O. utilizza un criterio di classificazione *I=pietrame, II=tufo, III=mattoni, IV=mista., -; **1=volta,
coerente con quello previsto dalla scala 2= legno, 3=ferro, 4=latero-cemento, n.d=non disponibile.
macrosismica EMS’98 ed adattato alle Tabella 7. Classi di vulnerabilità database “Pollino 1998” in
caratteristiche edilizie del nostro paese a partire poi.
dai dati disponibili nelle varie banche dati. Il
criterio di associazione in classi seguito, dalla A Cl. vuln. Strut. vert.* Struttura orizz.** Catene
(più vulnerabile) alla D2 (meno vulnerabile,
associata al c.a. adeguato sismicamente), è molto A I 1, 2, 3, 4, n.d. No
speditivo e basato unicamente su informazioni
relative alle caratteristiche costruttive degli edifici A I 1, n.d. Si
e all’anno di costruzione (per i soli edifici in c.a.).
In particolare, gli edifici in c.a. realizzati A II 1, 2, 3, n.d. No
successivamente alla data di classificazione del
comune sono stati di default attribuiti alla classe B I 5 No
meno vulnerabile, ovvero la D2, mentre quelli
B I 2, 3, 4, 5 Si
realizzati prima di tale data sono stati associati
alla classe C2. Non si è tenuto conto, invece, del B II 4 No
numero dei piani, considerati dagli autori in
lavori precedenti (Dolce et al., 2000, 2007, 2012). B II 1, 2, 3, n.d. Si
Per quanto riguarda gli edifici in muratura, la
classificazione è avvenuta sulla base delle C1 II 5 No
informazioni relative sia alle strutture verticali C1 II 4, 5 Si
che orizzontali. Per l’evento Friuli ‘76, la *I=muratura cattiva qualità, II=muratura buona
tipologia di struttura orizzontale non è un dato qualità,III=mista;**1=volte senza catene, 2=volte con
disponibile: in questo caso la classe di catene, 3=soletta deformabile, 4=soletta semirigida,

SG03-353
5=soletta rigida, n.d=non disponibile. strutturale; RP=parzialmente ripristinabile; NR=non
riparabile; D=distrutto;
Per queste banche dati, l’associazione in classi Tabella 9. Tabella di conversione del danno del Database
per gli edifici in muratura ha tenuto conto anche “Irpinia 1980” in EMS-98 (Grünthal, 1998).
della presenza o assenza di presidi di rinforzo, Irpinia
con l’obiettivo di valutare la sussistenza di 1 2 3 4 5 6 7 8
1980
comportamenti quanto più vicini allo scatolare. EMS-98 D0 D1 D2 D3 D4 D5
La Figura 3 illustra una mappa esemplificativa
di tematizzazione in termini di classi di Per quanto riguarda le altre banche dati
vulnerabilità, relativa alla banca dati di Emilia dall’Umbria-Marche in poi, impostate sulla base
2012. della scheda AeDES, il criterio seguito per
l’attribuzione in livelli di danno EMS’98 è
sintetizzato in Tabella 10, così da tenere conto
anche della relativa estensione3.
La Figura 4 illustra un esempio di
tematizzazione del danno alle strutture verticali
riferito all’evento Emilia 2012.
Tabella 10. Criterio di conversione del danno strutturale in
livelli di danno EMS-98 per banche dati dall’Umbria
Marche in poi (modello AeDES).
D3-D2
D4-D5 D1 Danno Livello
Medio-
Gravissimo Leggero nullo danno
Grave
✓ 0
✓ 0
<1/3 1
1/3-2/3 1
Figura 3. Database “Emilia 2012”: tematizzazione degli >2/3 1
edifici per classi di vulnerabilità e relativa legenda. <1/3 2
<1/3 <1/3 2
3.2 Comparazione per livelli di danno <1/3 1/3-2/3 2
<1/3 >2/3 2
L’omogeneizzazione del danno è stata
1/3-2/3 <1/3 3
effettuata per le sole strutture verticali, uniche 1/3-2/3 3
componenti, ad eccezione della banca dati del >2/3 3
Friuli, comuni a tutte le banche dati. Per <1/3 3
quest’ultima si è assunto che il danno, non riferito <1/3 <1/3 3
ad alcuna componente in particolare, sia da <1/3 1/3-2/3 3
riferirsi principalmente alle strutture verticali. <1/3 <1/3 3
I criteri di associazione tra i livelli di danno <1/3 <1/3 <1/3 3
originali del Friuli e dell’Irpinia hanno previsto <1/3 1/3-2/3 4
<1/3 >2/3 4
specifiche assunzioni. 1/3-2/3 4
Nel primo caso, ai giudizi descrittivi (di 1/3-2/3 1/3-2/3 4
danno e riparabilità) sono stati associati livelli di 1/3-2/3 <1/3 4
danno EMS’98 plausibilmente corrispondenti, 1/3-2/3 1/3-2/3 5
secondo un approccio similare a quello previsto >2/3 5
da Fr.E.D. (Di Cecca et al., 2008) (Tabella 8). >2/3 <1/3 5
Nel secondo caso gli 8 livelli originari sono >2/3 <1/3 5
stati convertiti nei 5+1 livelli EMS‘98, secondo il
criterio all’epoca messo a punto da Braga et al.
(1982) (Tabella 9).
Tabella 8. Tabella di conversione del danno del Database
“Friuli 1976” in EMS-98 (Grünthal, 1998).
Friuli
NS RT-NS RT-ST RP NR D
1976
3
EMS 98 D0 D1 D2 D3 D4 D5 Tale criterio è stato messo a punto nell’ambito di un
NS=non necessita interventi; RT-NS=ripristinabile senza gruppo di lavoro tra il Dipartimento della Protezione Civile
intervento strutturale; RT-ST=ripristinabile con intervento e il CNR-ITC de l’Aquila, finalizzato all’analisi dei danni
successivi all’evento sismico del 2009.

SG03-354
sopralluoghi sullo stesso manufatto, sia
selezionato di default quello più recente.
Oltre a queste principali informazioni di natura
geofisica, Da.D.O fornisce ulteriori informazioni
circa il numero complessivo delle casualties, in
termini di vittime, feriti e senzatetto, per la
maggior parte tratte dalla sezione specifica sul
sito Istituzionale del Dipartimento della
Protezione Civile
(http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/emerg
_it_sismico.wp), integrate da ulteriori dati
disponibili su siti istituzionali.
In mappa, l’ubicazione di ciascun evento è
contraddistinta mediante una stella (Figura 5). I
dati relativi alle caratteristiche di evento, possono
Figura 4. Database “Emilia 2012”: tematizzazione degli essere esportati in formato .csv, una volta
edifici in livelli di danno e relativa legenda. selezionato l’evento di interesse.

4 SOVRAPPOSIZIONE CON ALTRE


TIPOLOGIE DI DATO
Stanti le finalità della piattaforma a supporto
di attività di previsione e prevenzione, si è
ritenuto opportuno inserire all’interno di essa una
serie ulteriore di informazioni su layer differenti
che, sovrapposti ai dati di danneggiamento,
possano fornire all’utente ulteriori elementi di
analisi.

4.1 Caratteristiche evento


Attivando il relativo layer, per ogni evento di
interesse, a cui è associata una banca dati tra
quelle richiamate in §2.1, possono essere
visualizzatele informazioni principali relative ai Figura 5. Mappatura delle caratteristiche di evento
mainshock con M≥5. In questo caso le
informazioni sono direttamente tratte dal Centro 4.2 Macrosismica
Nazionale Terremoti dell’INGV
(http://cnt.rm.ingv.it/), nonché coerenti con i Oltre alle caratteristiche di evento, per gli
cataloghi parametrici dei terremoti Italiani CPT11 eventi sismici esaminati Da.D.O fornisce anche i
e CPT15 (Rovida et al., 2011, 2016). Le dati sulle intensità macrosismiche relative ad ogni
informazioni includono data e ora dell’evento (in comune. Le intensità macrosismiche sono tratte
formato locale e u.t.c.), Magnitudo (distinta in dalla banca dati macrosismica predisposta da
ML e MW), coordinate geografiche INGV, la quale fornisce un set omogeneo di
dell’epicentro e relativa profondità dell’ipocentro. intensità relativo ai terremoti con IMCS massima
Si osserva come in molti casi ad un’unica ≥ 5 nella finestra temporale 1000-2014 (Rovida et
banca dati del danneggiamento possano essere al., 2015). Per tutti gli eventi sismici dal 1997 in
associati più mainshock, come per esempio poi è disponibile anche il valore di intensità
avviene per l’ evento Emilia 2012. Normalmente macrosismica per singola località all’interno dei
la banca dati di danneggiamento, se unica per più comuni, consultabile da un altro layer rispetto alla
eventi, è riferita all’evento principale che ha dato macrosismica comunale. La visualizzazione dei
avvio alla situazione emergenziale. Si tenga dati relativi all’intensità macrosismica avviene
presente che la presenza di più mainshock può attivando gli appositi layer “Macrosismica” e
aver comportato aggravamenti successivi del “Macrosismica località” per l’evento di interesse.
danno e la conseguente ripetizione dei La Figura 6 illustra la macrosismica relativa
sopralluoghi sullo stesso manufatto. La procedura all’evento sismico de L’Aquila nel 2009.
adottata da Da.D.O prevede che, in caso di più

SG03-355
Come per le caratteristiche di evento, la classi di vulnerabilità, differentemente elaborate a
piattaforma consente l’esportazione dei dati di partire dai dati presenti in ogni banca dati.
intensità macrosismica per comune e per località La sovrapposizione delle suddette banche dati
in formato .csv, una volta selezionato l’evento di anche con altre tipologie di informazione
interesse. associate a differenti layer (macrosismica e
caratteristiche di evento), fornisce ulteriori
elementi conoscitivi per effettuare la calibrazione
dei modelli di vulnerabilità e danneggiamento da
parte di ogni Ente di Ricerca, con l’obiettivo
ultimo di migliorarne l’accuratezza dei risultati
riducendo così il campo di incertezza per il
decisore.

RIFERIMENTI
Baggio C., Bernardini A., Colozza R., Corazza L., Della
Bella M., Di Pasquale G., Dolce M., Goretti A.,
Martinelli A., Orsini G., Papa F., Zuccaro G., 2002.
Manuale per la compilazione della scheda di 1° livello
di rilevamento del danno, pronto intervento e agibilità
per edifici ordinari nell’emergenza post-sismica
(AeDES). Edito dal Dipartimento della Protezione
Civile, Roma.
Braga, F., Dolce, M., Liberatore, D., 1982. Southern Italy
Figura 6. Mappatura della macrosismica relativa all’evento November 23, 1980 Earthquake: A Statistical Study on
sismico 2009 (L’Aquila) Damaged Buildings and an Ensuing Review of the
M.S.K.-76 Scale. CNR-PFG 503, Rome, Italy.
Cambridge Earthquake impact database
5 CONCLUSIONI (http://www.ceqid.org/CEQID/Home.aspx), University
of Cambridge.
Nel presente articolo sono state descritte le Commissione tecnico scientifica istituita dal Capo
finalità ed i contenuti della piattaforma Web Dipartimento dei Servizi Tecnici Nazionali e dal Capo
denominata Da.D.O. (Database Danno del Dipartimento della Protezione Civile, 2002. Attività
Osservato), contenente i dati raccolti durante le del programma 2002, Valutazione e riduzione della
campagne di sopralluogo sugli edifici ordinari a vulnerabilità sismica degli edifici, con particolare
seguito di eventi sismici di rilevanza nazionale riferimento a quelli strategici per la p.c. Rapporto finale.
dal 1976 (terremoto del Friuli) al 2012 (terremoto Centro Nazionale Terremoti dell’INGV
(http://cnt.rm.ingv.it/)
Emilia Romagna), per un totale di 9 banche dati. Dipartimento della Protezione Civile (2008). Manuale per
La piattaforma ospita, ad oggi, circa 300.000 la compilazione della scheda di 1° livello di rilevamento
edifici complessivamente, georiferiti e del danno, pronto intervento e agibilità per edifici
documentati in termini di caratteristiche edilizie e ordinari nell’emergenza post-sismica (AeDES).
costruttive nonché di danneggiamento occorso. Seconda Edizione.
Essa rappresenta uno strumento di notevole Da.D.O. (Database Danno Osservato -
http://egeos.eucentre.it/danno_osservato/web/danno_oss
rilevanza, messo a diposizione della comunità
ervato
scientifica per il miglioramento degli strumenti di Dolce M, Marino M, Masi A, Vona M., 2000. Seismic
previsione e prevenzione. Vulnerability Analysis and Damage Scenarios of
Le banche dati relative a ciascun evento sono Potenza Town. Proceedings of International
disponibili e scaricabili da parte dell’utente sia Workshop on Seismic Risk and Earthquake Damage
nel formato originale che decodificato, così da Scenarios of Potenza. November 13. Potenza, Italy.
poterne interpretare immediatamente i contenuti. Dolce M., Speranza E. (2007). Vulnerabilità sismica del
Stanti le notevoli differenze tra una banca dati costruito. In: Regione Marche – INGV (Eds). Scenari di
pericolosità sismica della fascia costiera marchigiana:
e l’altra, le relative informazioni non sono tra loro la microzonazione sismica di Senigallia. Luglio.
omogenee e richiedono ulteriore lavoro di Dolce M., Di Pasquale G., Speranza E., Fumagalli F.
comparazione per ogni tipologia di dato, così da (2012). A multipurpose method for seismic
poter mettere a punto, in futuro, una banca dati vulnerability assessment of urban areas. 15th World
per quanto possibile unificata. Conference on Earthquake Engineering, Lisboa.
Ad oggi il lavoro di omogeneizzazione e Di Cecca M,m Grimaz S., 2008. The new Friuli Earthquake
tematizzazione è stato condotto relativamente a Damage Database (Fr.E.D). Boll.Geof.Teor.Applic. In
due variabili: il danno alle strutture verticali e le fase di pubblicazione.

SG03-356
GNDT/Regione Emilia Romagna/Regione Toscana, 1986.
Istruzioni per la compilazione della scheda di
rilevamento esposizione e vulnerabilità sismica degli
edifici. Litografia della Giunta Regionale.
GNDT, 1993. Rischio Sismico di Edifici Pubblici, Parte I:
Aspetti Metodologici, Tipografia Moderna, Bologna.
Giorgetti F., 1976. Isoseismal map of the May 6, 1976
Friuli Earthquake. Bool.Geof.Teor.Applic., 19, pp.707-
714.
Grünthal, G. (Ed.), 1998 European Macroseismic Scale
1998 (EMS-98). European Seismological Commission,
sub commission on Engineering Seismology, Working
Group Macroseismic Scales. Conseil de l’Europe,
Cahiers du Centre Européen de Géodynamique et de
Séismologie, Vol. 15, Luxembourg.
Riuscetti M., Carniel R. e Cecotti C, 1997. Seismic
vulnerability assessment of masonry buildings in a
region of moderate seismicity. Annali di Geofisica, 40 (
pp. 1405-1413).
Rovida A., Camassi R., Gasperini P. e Stucchi M. (a cura
di), 2011. CPTI11, la versione 2011 del Catalogo
Parametrico dei Terremoti Italiani. Istituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia, Milano, Bologna.
DOI: http://doi.org/10.6092/INGV.IT-CPTI11
Rovida A., Locati M., Camassi R., Gasperini P., Lolli B.,
2016. CPTI15, The 2015 version of the Parametric
Catalogue of Italian Earthquakes. Istituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia, Milano, Bologna
http://doi.org/10.6092/INGV.IT-CPTI15

SG03-357
ANIDIS 2017
PISTOIA

Implications of Different Damage Definitions on the Empirical Seismic


Vulnerability of Masonry Buildings
Annalisa Rostia, Maria Rotab, Andrea Pennaa,b
a
University of Pavia, Department of Civil Engineering and Architecture, via Ferrata 3, 27100 Pavia, Italy.
b
EUCENTRE Foundation, Via Ferrata 1, 27100 Pavia, Italy.

Keywords: Empirical seismic vulnerability, damage levels, damage probability matrices, binomial distribution,
L’Aquila (2009) post-earthquake field survyes

ABSTRACT
The definition of global damage levels to be associated with each building inspected during post-earthquake
surveys is a key element for the derivation of empirical damage distributions, representing, for a given building
typology and a preselected ground motion intensity measure, the distribution of damage in the different states. To
this aim, a suitable relationship, associating the damage description provided by the survey form to a preselected
discrete damage scale, is required. This paper focuses on the effects of different damage classifications on
empirical damage probability matrices. Two novel hybrid approaches, both exploiting the binomial model, are
proposed, to account for a bimodal repartition of damage into the different damage levels. To show their feasibility,
the proposed methodologies are applied to a case study masonry building typology, typical of the Italian built
environment. To this aim, this study takes advantage of a complete and homogeneous damage database, compiled
in the aftermath of the L’Aquila seismic event (2009) and including more than 50’000 damage data for different
building typologies.

SG03-358
ANIDIS 2017
PISTOIA

Effetti di Diverse Classificazioni di Danno sulla Vulnerabilità Empirica degli


Edifici in Muratura
Annalisa Rostia, Maria Rotab, Andrea Pennaa,b
a
Università di Pavia, Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura, via Ferrata 3, 27100 Pavia.
b
Fondazione EUCENTRE, Via Ferrata 1, 27100 Pavia.

Parole chiave: vulnerabilità sismica empirica, livelli di danno, matrici di probabilità del danno, distribuzione
binomiale, rilievi speditivi post-terremoto (L’Aquila, 2009)

SOMMARIO
L’associazione di un livello di danno ad ogni edificio ispezionato nei rilievi post-terremoto è un elemento chiave
per la derivazione di distribuzioni di danno empiriche, che, per una data tipologia di edifici ed una data misura
dell’intensità dello scuotimento sismico, rappresentano la ripartizione del danno in diversi stati. A tal fine, occorre
stabilire una relazione appropriata tra la descrizione del danno indicata nella scheda di rilievo ed una scala di danno
discreta predefinita. Questo lavoro si concentra sull’effetto di diverse classificazioni del danno sulle distribuzioni
empiriche, con riferimento a un insieme di dati di danno completo e omogeneo, compilato in seguito al terremoto
de L’Aquila (2009). Si propongono inoltre due nuove procedure di tipo ibrido, che, utilizzando la distribuzione
binomiale, permettono di fornire una previsione accurata della suddivisione del danno nei diversi livelli, tenendo
conto della ripartizione bimodale del danno, osservata per alcune tipologie di edifici. Le metodologie proposte sono
state illustrate con riferimento ad un caso studio.

1 INTRODUZIONE misura dell’azione sismica, forniscono la


distribuzione del danno in diversi livelli (ad es.
Il danno esteso causato dai recenti eventi
Whitman et al. 1973; Braga et al. 1982). Il
sismici su diverse tipologie edilizie ha richiamato
successivo trattamento statistico delle
la necessità di strumenti affidabili per la
distribuzioni di danno permette la derivazione di
valutazione della vulnerabilità sismica del
curve di fragilità empiriche, che esprimono, in
costruito esistente. A tal fine, diversi approcci
modo continuo, la correlazione tra il danno
sono stati proposti in letteratura, tipicamente
osservato e l’intensità dello scuotimento sismico
classificati in base al tipo di dati a disposizione
(ad es. Rossetto e Elnashai 2003; Rota et al.
(Calvi et al. 2006). In questo ambito, i dati di
2008; Pomonis et al. 2014; Del Gaudio et al.
danno raccolti nei rilievi post-terremoto
2017). In aggiunta alla caratterizzazione della
rappresentano una preziosa fonte di informazione,
severità del moto del terreno e all’identificazione
in quanto derivano dall’osservazione diretta della
di tipologie di edifici rappresentative del costruito
reale prestazione sismica degli edifici.
esistente, la derivazione di distribuzioni
Nonostante gli innumerevoli vantaggi,
empiriche richiede la definizione di livelli di
l’interpretazione dei dati di danno empirici può
danno. L’associazione di un livello di danno ad
risultare difficoltosa a causa di svariate fonti di
ogni edificio ispezionato non è immediata e
incertezza, principalmente associate
infatti diversi approcci sono stati proposti in
all’acquisizione dei dati stessi, che devono essere
letteratura. Essa richiede, in primo luogo, la
opportunamente prese in considerazione. In
definizione di una opportuna legge di conversione
questo modo, è possibile ottenere una descrizione
tra la descrizione indicata dalla scheda di rilievo
accurata della vulnerabilità sismica del costruito
ed una scala di danno predefinita.
esistente.
Sulla base delle precedenti considerazioni,
Un metodo pratico per stimare la vulnerabilità
questo studio esplora l’effetto di diverse
sismica di tipologie di edifici, a partire dai dati
definizioni del danno sulla vulnerabilità empirica
osservati, consiste nella derivazione di matrici di
di tipologie edilizie rappresentative del costruito
probabilità del danno, che, per una predefinita

SG03-359
esistente italiano, avvalendosi di un insieme di predefinite e livelli di danno, permettendo una
dati completo e omogeneo, compilato a seguito interpretazione uniforme dei risultati.
del terremoto de L’Aquila (2009) (Sezione 2). La L’elaborazione dei dati ha in particolare richiesto
Sezione 3 esamina diversi approcci per la la scelta di un parametro rappresentativo della
definizione dei livelli di danno e l’effetto di severità dello scuotimento del terreno (Sezione
diverse leggi di conversione sulle distribuzioni 2.1), la suddivisione degli edifici rilevati in
empiriche risultanti. Le matrici di probabilità di diverse tipologie secondo un sistema di
danno, ottenute per diverse tipologie di edifici,
classificazione predefinito (Sezione 2.2) e la
hanno mostrato un andamento bimodale della
ripartizione del danno nei diversi livelli, definizione di livelli di danno (Sezione 2.3).
indipendentemente dalla legge di conversione
2.1 Caratterizzazione della severità dello
adottata. Al fine di interpretare i risultati ottenuti,
la Sezione 4 presenta due procedure di tipo scuotimento sismico
ibrido, entrambe basate sull’utilizzo della In maniera analoga a studi precedenti (ad es.
distribuzione binomiale. Infine, gli aspetti salienti Sabetta et al. 1998; Rossetto e Elnashai 2003; Del
di questo studio sono riassunti in Sezione 5. Gaudio et al. 2017), la severità dello scuotimento
sismico è stata descritta in termini di
accelerazione di picco al suolo (PGA). Tale
2 DESCRIZIONE DEL DATABASE
misura dell’intensità sismica è stata stimata a
Il seguente lavoro considera un insieme di dati livello municipale, su roccia equivalente,
di danno completo ed omogeneo, derivato dal mediante la legge di attenuazione di Bindi et al.
trattamento delle schede di primo livello di (2014). Coerentemente con la legge di
rilevamento danno e agibilità, scheda AeDES attenuazione scelta, le principali caratteristiche
(Baggio et al. 2000), compilate per più di 73’000 del terremoto de L’Aquila, quali localizzazione
edifici in seguito al terremoto de L’Aquila dell’evento, magnitudo e tipo di meccanismo di
(2009). faglia, sono state derivate dal database
Le ispezioni post-terremoto sono state RESORCE (Akkar et al. 2014). In Figura 2 è
effettuate a tappeto nelle località con intensità mostrata la distribuzione degli edifici in diversi
macrosismica associata superiore al grado (MCS) intervalli di PGA. Si osserva che gran parte dei
VI (Galli et al. 2009). In tutti gli altri siti, gli dati nell’intervallo 0.25-0.30g corrisponde agli
edifici sono stati rilevati solo se richiesto dal edifici situati nel capoluogo abruzzese.
proprietario (Dolce e Goretti 2015). Per evitare 30000
errori sistematici dovuti all’incompletezza dei 25000
Numero di edifici

rilievi (Rossetto et al. 2013), si è in primo luogo 20000


identificato un insieme di dati completo,
15000
comprendente solo i dati relativi a località rilevate
10000
a tappeto. Quest’ultimo include le località con
5000
intensità macrosismica superiore al grado VI e i
comuni in cui almeno il 90% degli edifici fosse 0
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3
stato ispezionato. L’insieme di dati completo PGA [g]
(circa 51’000 edifici) non comprende i comuni di Figura 1. Suddivisione degli edifici in funzione di intervalli
di PGA
Calascio e Castel del Monte, per i quali il numero
di edifici rilevati, nettamente superiore a quello 2.2 Identificazione delle tipologie edilizie
fornito dall’istituto nazionale di statistica
(ISTAT, 2001), ha suggerito la presenza di rilievi La scelta di un sistema di classificazione
doppi/multipli. tipologica mira a raggruppare gli edifici per i
La scheda AeDES è composta da diverse quali ci si aspetta una simile prestazione sismica.
sezioni, che permettono l’identificazione del In generale, un sistema di classificazione
costruito esistente, raccogliendo dati di tipo tipologica dovrebbe permettere di tener conto
metrico, tipologico ed informazioni sul danno. È della eterogeneità del costruito esistente nel
stato quindi necessario effettuare un processo territorio di studio, cogliendo eventuali dettagli
intermedio di omogeneizzazione dei dati, in modo costruttivi all’interno delle classi principali,
da poterli raggruppare in tipologie di edifici

SG03-360
comunemente identificate sulla base del solo 3 DEFINIZIONI DEL DANNO OSSERVATO
materiale di costruzione (Figura 2).
In questo lavoro, gli edifici sono stati suddivisi 3.1 Approcci per la definizione dei livelli di
in ventitré tipologie edilizie, secondo la danno
classificazione tipologica RISK-UE (2004), Negli studi sulla vulnerabilità empirica il
opportunamente modificata da Rota et al. (2008), danno è generalmente definito sulla base di scale
a cui si rimanda per la descrizione delle diverse discrete. A partire dall’informazione riportata
tipologie. nella scheda di rilievo (tipicamente severità ed
8%
22%
1% Acciaio estensione del danno), ad ogni edificio
Muratura
ispezionato occorre associare, in maniera
CA
univoca, uno stato di danno globale.
Gli approcci utilizzati in letteratura si dividono
Mista
sostanzialmente in due gruppi. Il primo si basa
sulla definizione di un livello di danno medio
dell’edificio, ottenuto dalla media pesata del
69% danno osservato su diversi componenti (ad es. Di
Figura 2. Suddivisione degli edifici sulla base del materiale Pasquale e Goretti 2001; Angeletti et al. 2002;
di costruzione Goretti e Di Pasquale 2004; Lagomarsino et al.,
2015). I pesi associati ai diversi componenti
2.3 Danno osservato strutturali sono definiti in modo da riflettere
La scheda AeDES classifica il danno osservato opportunamente il costo relativo e/o l’importanza
in termini di severità ed estensione. In particolare, di ciascun componente all’interno della
il danno è strutturato in quattro livelli (D0: danno costruzione.
nullo, D1: danno leggero, D2-D3: danno medio- Il secondo gruppo di approcci definisce i
grave e D4-D5: danno gravissimo), che livelli di danno sulla base del massimo danno
rappresentano i livelli di danno condensati della osservato, che influisce maggiormente sulla
scala macrosismica europea EMS98 (Grünthal valutazione del danno e, di conseguenza,
1998). Per ciascun livello di danno e per ciascun sull’esito di agibilità (ad es. Rota et al. 2008;
elemento danneggiato (strutture verticali, solai, Dolce e Goretti 2015; Del Gaudio et al. 2017). La
scale, copertura, tamponature-tramezzi), è Tabella 1 riporta due leggi di conversione
indicata l’estensione, con riferimento a tre livelli utilizzate per convertire la descrizione del danno
discreti (<1/3, 1/3-2/3, >2/3). Questa definizione della scheda di rilievo nei livelli discreti di una
del danno è principalmente orientata alla scala predefinita. I livelli di danno considerati
valutazione di agibilità dell’edificio. consistono in DS0 (nessun danno), DS1 (danno
La Figura 3 mostra la suddivisione dei dati di trascurabile o lieve), DS2 (danno moderato), DS3
rilievo disponibili, in funzione del danno (danno severo), DS4 (danno molto severo), DS5
osservato su diversi componenti, secondo la (collasso). Si osserva che la legge di conversione
descrizione fornita dalla scheda di rilievo. proposta da Rota et al. (2008) si differenzia da
Struttura verticale Struttura orizzontale
quella di Di Pasquale e Goretti (2001)
0.5
D1
0.5
D1
nell’assegnazione di un solo livello di danno
0.4 0.4 (ovvero DS1, invece di DS2, nel caso di D1 con
Probabilità

Probabilità

D2-D3 D2-D3
0.3 D4-D5 0.3 D4-D5
0.2 0.2
estensione superiore a 2/3).
0.1 0.1
Secondo Lagomarsino et al. (2015), la legge di
0 0 conversione di Di Pasquale e Goretti (2001)
potrebbe essere più appropriata della Rota et al.
< 1/3
1/3-2/3
>2/3
< 1/3
1/3-2/3
>2/3
< 1/3
1/3-2/3
>2/3

< 1/3
1/3-2/3
>2/3
< 1/3
1/3-2/3
>2/3
< 1/3
1/3-2/3
>2/3

(2008), in cui l’attribuzione di tre descrizioni di


Copertura Tamponature danno al livello DS1 potrebbe comportare una
0.5 0.5 ripartizione singolare dei diversi stati di danno. Si
D1 D1
0.4 0.4 è pertanto deciso, sulla base delle precedenti
Probabilità
Probabilità

D2-D3 D2-D3
0.3 D4-D5 0.3 D4-D5
0.2 0.2
considerazioni, di definire gli stati di danno
0.1 0.1 considerando il massimo danno osservato tra
0 0 struttura verticale portante, struttura orizzontale e
copertura, utilizzando entrambe le leggi di
< 1/3

>2/3
1/3-2/3

< 1/3

>2/3

>2/3
1/3-2/3

< 1/3
1/3-2/3
< 1/3
1/3-2/3
>2/3
< 1/3
1/3-2/3
>2/3
< 1/3
1/3-2/3
>2/3

conversione indicate in Tabella 1.


Figura 3. Livello ed estensione del danno osservato su
diversi componenti

SG03-361
Tabella 1. Leggi di conversione del danno utilizzate da approcci basati sul massimo danno osservato
Nullo D1 D2-D3 D4-D5

1/3<e<2/3

1/3<e<2/3

1/3<e<2/3
e<1/3

e>2/3

e<1/3

e>2/3

e<1/3

e>2/3
Di Pasquale e DS0 DS1 DS1 DS2 DS2 DS3 DS3 DS4 DS4 DS5
Goretti (2001)
Rota et al. (2008) DS0 DS1 DS1 DS1 DS2 DS3 DS3 DS4 DS4 DS5

singolare, caratterizzato da una considerevole


3.2 Confronto tra diverse leggi di conversione probabilità di occorrenza del livello di danno DS1
del danno e da una ripartizione bimodale del danno nei
diversi stati (barre nere in Figura 4). L’utilizzo
Si è studiato l’effetto delle due leggi di
della legge di conversione proposta da Di
conversione del danno sulle distribuzioni
Pasquale e Goretti (2001) non ha tuttavia
empiriche, derivate per quattro intervalli di
permesso di migliorare la distribuzione singolare
accelerazione di picco al suolo e per alcune delle
del danno nei diversi livelli (barre bianche in
tipologie considerate. Per le tipologie riportate in
Figura 4). Infatti, come si poteva dedurre dalla
Figura 4, le matrici di probabilità di danno
osservazione della Figura 3, il numero di edifici
ottenute applicando la legge di conversione di
che si sposta da DS1 a DS2 non è significativo.
Rota et al. (2008) presentano un andamento

(0-0.075)g (0.075-0.15)g (0.15-0.225)g (0.225-0.30)g


1 1 1 1
0.8 0.8 0.8 0.8
Probabilità

Probabilità

Probabilità

Probabilità
IMA1

0.6 0.6 0.6 0.6

0.4 0.4 0.4 0.4


0.2 0.2 0.2 0.2

0 0 0 0
DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5 DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5 DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5 DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5

(0-0.075)g (0.075-0.15)g (0.15-0.225)g (0.225-0.30)g


1 1 1 1
0.8 0.8 0.8 0.8
Probabilità

Probabilità

Probabilità

Probabilità
IMA2

0.6 0.6 0.6 0.6

0.4 0.4 0.4 0.4


0.2 0.2 0.2 0.2

0 0 0 0
DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5 DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5 DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5 DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5

(0-0.075)g (0.075-0.15)g (0.15-0.225)g (0.225-0.30)g


1 1 1 1
0.8 0.8 0.8 0.8
Probabilità

Probabilità

Probabilità

Probabilità
IMA8

0.6 0.6 0.6 0.6

0.4 0.4 0.4 0.4


0.2 0.2 0.2 0.2

0 0 0 0
DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5 DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5 DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5 DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5

Figura 4. Confronto delle distribuzioni di danno empiriche per diverse definizioni dei livelli di danno, definiti sulla base del
massimo danno osservato: Rota et al. (2008) in nero, Di Pasquale e Goretti (2001) in bianco. IMA1 e IMA2: edifici in
muratura a tessitura irregolare o di scarsa qualità, con solai flessibili, con 1 – 2 piani, rispettivamente con e senza catene e/o
cordoli; IMA 8: edifici in muratura a tessitura irregolare o di scarsa qualità, con solai rigidi, con almeno 3 piani, senza catene
e/o cordoli.

SG03-362
4 CONSIDERAZIONI SULLA e sarà utilizzata per tutte le applicazioni
RIPARTIZIONE DEL DANNO NEI successive.
DIVERSI LIVELLI (0-0.05)g (0.05-0.10)g

Numero di edifici

Numero di edifici
150 1000
I dati di danno empirici sono comunemente 100
500
rappresentati nella forma di istogrammi, che, per 50
una data intensità dello scuotimento del terreno, 0 0
DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5 DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5
rappresentano la probabilità di occorrenza dei (0.10-0.15)g (0.15-0.20)g

Numero di edifici
Numero di edifici
diversi livelli di danno. Al fine di ottenere una 150 100

rappresentazione continua della vulnerabilità 100


50
sismica, rendendo i dati di danno facilmente 50

utilizzabili in altre applicazioni, gli istogrammi di 0


DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5
0
DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5
frequenza vengono approssimati mediante (0.20-0.25)g (0.25-0.30)g

Numero di edifici

Numero di edifici
20 1000
distribuzioni di probabilità. In questo ambito,
diversi studi hanno in precedenza impiegato la 10 500

distribuzione binomiale per approssimare matrici


0 0
di probabilità del danno ottenute dall’analisi DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5 DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5

statistica di dati post-terremoto (ad es. Braga et Figura 5. Confronto del numero di edifici osservato (nero)
al. 1982; Sabetta et al. 1998; Roca et al. 2006). Il con la previsione binomiale (grigio), per diversi intervalli di
PGA
vantaggio della distribuzione binomiale consiste
nella sua semplicità ed immediatezza. La Si osserva che, data la differenza nel numero
distribuzione degli edifici nei diversi stati di di edifici nei diversi intervalli di PGA, la scala
danno è infatti definita da un solo parametro, μD, dell’asse verticale non è costante. L’osservazione
che rappresenta il valore del danno medio della della Figura 5 evidenzia come il modello
distribuzione discreta. Viceversa, l’utilizzo della binomiale non permetta di ottenere previsioni
distribuzione binomiale non permette di definire soddisfacenti dell’occorrenza dei diversi livelli di
la dispersione dei livelli di danno rispetto al danno, che presentano un andamento
valore medio. tendenzialmente bimodale, che, come discusso in
Assumendo che gli stati di danno siano Sezione 3.2, pare essere insensibile alla
ripartiti binomialmente, il numero di edifici, Nk, definizione dei livelli di danno. La considerevole
con livello di danno DSk è dato da: probabilità di occorrenza del danno lieve (DS1),
indipendentemente dall’intensità dello
( ) (1 - μn )
μD k n-k
n! D
N k = N tot (1) scuotimento del terreno, potrebbe essere dovuta a
k! (n - k )! n diversi motivi, tra cui la natura stessa dei dati
dove Ntot è il numero totale di edifici empirici, in cui effetti simili possono essere
nell’intervallo di intensità sismica considerato, n causati dall’inesperienza dei rilevatori e/o da
indica il numero di livelli di danno, k = 0n e μD errori sistematici nella raccolta dei dati (ad es.
rappresenta il danno medio della distribuzione Rossetto et al. 2013). Una ulteriore spiegazione
discreta: potrebbe essere la presenza di danno pre-
n esistente, ovvero la presenza di un certo livello di
μD = ∑ NN
k =0
k

tot
k (2) danno antecedente all’occorrenza dell’evento
sismico e per lo più associato allo stato di
conservazione degli edifici. La valutazione del
In modo analogo a precedenti studi, le matrici danno pre-esistente è infatti complicata,
di probabilità di danno sono state approssimate specialmente ai livelli di danno più lievi, che
assumendo che i diversi stati di danno fossero risentono maggiormente della competenza ed
ripartiti secondo una distribuzione binomiale. La esperienza dei rilevatori.
Figura 5 mostra la previsione binomiale (barre Al fine di interpretare i risultati ottenuti e tener
grigie) delle distribuzioni di danno empiriche conto della ripartizione bimodale del danno, si
(barre nere), in termini di numero di costruzioni sono proposti due approcci di tipo ibrido,
per sei intervalli di PGA predefiniti, per edifici in entrambi basati sul modello binomiale.
muratura con tessitura irregolare o di scarsa
qualità, senza catene e cordoli, con solai flessibili 4.1 Primo approccio proposto
e numero di piani superiore a 2. Questa tipologia
L’utilizzo della distribuzione binomiale per
di edifici è stata scelta come esempio applicativo
approssimare l’occorrenza di tutti i livelli di
danno ha mostrato risultati poco soddisfacenti

SG03-363
(Figura 5), per il fatto che i dati con livelli di tendenza logaritmica, la cui equazione è riportata
danno DS0 e DS1 e quelli con DS2-DS5 si in figura.
ripartiscono seguendo due andamenti distinti. y =-0.11ln(PGA)+0.09
1
Sulla base di questa considerazione, il primo
approccio proposto utilizza il modello binomiale 0.8

Probabilità
per approssimare i dati relativi ai livelli di danno 0.6
da DS2 a DS5, escludendo gli edifici con DS0 e
0.4
DS1. Di conseguenza, il numero di edifici
approssimati dalla binomiale non corrisponde al 0.2

numero totale di edifici nell’intervallo di intensità 0


0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3
considerato, ma è incognito. L’approssimazione PGA [g]
binomiale deriva quindi dalla soluzione di un Figura 7. Percentuale di edifici che non segue il modello
problema di ottimizzazione con due incognite, binomiale, in funzione della PGA
ovvero il numero di edifici che segue la
La Figura 8 mostra la ripartizione degli edifici
distribuzione binomiale ed il valore del danno
binomiali nei diversi stati di danno. In modo
medio della distribuzione stessa. I due parametri
analogo ad altri studi (ad es. Lagomarsino e
incogniti sono ottenuti dall’utilizzo congiunto
Giovinazzi 2006; Rota and Rosti 2017; Rosti and
delle equazioni Eq. (1) e (2), minimizzando la
Rota 2017), il danno medio della distribuzione
somma dei quadrati degli errori tra previsioni e
binomiale, μD, è stato scelto come parametro
osservazioni. La distribuzione di probabilità
sintetico, rappresentativo della distribuzione del
riportata in Figura 6 è stata ottenuta con la
danno. L’andamento dei valori di μD (quadrati
condizione che il numero totale di edifici atteso
bianchi) è stato successivamente approssimato da
nei livelli di danno da DS2 a DS5 sia uguale a
una linea di tendenza logaritmica, che correla, in
quello osservato. Questo vincolo permette di
modo diretto, la severità del moto del terreno al
identificare la porzione di edifici con DS0 e DS1
parametro rappresentativo della distribuzione del
che si discosta dal modello binomiale imposto. La
danno, ottenendo così una descrizione continua e
frazione degli edifici “non binomiali” viene
sintetica della vulnerabilità sismica.
trattata in modo separato dal resto degli edifici
che, invece, sono ripartiti binomialmente.  =0.24ln(PGA)+3.93
D
1 5

(0-0.05)g (0.05-0.10)g
Numero di edifici

Numero di edifici

150 600 0.8 4


Probabilità

100 400
0.6 3
50 200
D

0 0 0.4 2
DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5 DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5

(0.10-0.15)g (0.15-0.20)g 0.2 1


Numero di edifici

Numero di edifici

150 100

100
50
0 0
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3
50
PGA [g]
0 0 Figura 8. Distribuzione degli edifici binomiali nei diversi
DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5 DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5

(0.20-0.25)g (0.25-0.30)g livelli di danno


Numero di edifici

Numero di edifici

20 600

400 Combinando l’informazione sugli edifici che


10
200 sfuggono alla previsione binomiale con quella
0
DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5
0
DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5
relativa ai dati che, diversamente, si ripartiscono
Figura 6. Confronto del numero di edifici osservato (nero) binomialmente, si possono derivare distribuzioni
con la previsione binomiale (grigio), imposta sui livelli di del danno per ciascun valore dello scuotimento
danno DS2-DS5 del terreno (Figura 9). La Figura 9 mostra le
L’andamento della frazione degli edifici non probabilità di superamento dei diversi stati di
binomiali, in funzione della misura di intensità danno, in cui i livelli da DS2 a DS5 seguono il
sismica considerata, può essere descritto modello binomiale. Diversamente, gli edifici con
considerando opportune funzioni analitiche, così danno nullo (DS0) e danno lieve (DS1) non sono
da ottenere previsioni continue in funzione dello distinti, in quanto l’approccio proposto non
scuotimento del terreno (Figura 7). In questo permette di ottenere indicazioni più precise ed
esempio, l’andamento della frazione di edifici accurate sulle percentuali di edifici con DS0 e
non binomiali, in funzione dell’accelerazione di DS1.
picco al suolo, è approssimato da una linea di

SG03-364
1 interpretazione sembra essere confermata dalle
osservazioni di Galli et al. (2009).
0.8
Probabilità

0.6 4.2 Secondo approccio proposto


0.4 Il primo approccio proposto presenta
DS2
0.2 DS3 l’indiscutibile vantaggio di essere semplice e di
DS4
DS5
immediata applicazione, consentendo di ottenere
0 previsioni sufficientemente accurate ed affidabili
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3
PGA [g] per i livelli di danno da DS2 a DS5. Benché la
Figura 9. Distribuzioni del danno continue in funzione della procedura proposta identifichi una frazione di
PGA, per i diversi livelli di danno edifici che si discosta dal modello binomiale, essa
Ai livelli più bassi dello scuotimento del non permette tuttavia di ottenere informazioni più
terreno, la presenza di danno pre-esistente precise sulle effettive percentuali di edifici con
potrebbe ragionevolmente giustificare la frazione livello di danno DS0 e DS1.
di edifici con DS0 e DS1, che si discosta dal Per superare questa limitazione, si è sviluppata
modello binomiale. una seconda procedura che, analogamente alla
La ripartizione bimodale del danno potrebbe precedente, si basa sul modello binomiale. Al fine
inoltre suggerire la presenza di edifici con diversa di approssimare le matrici di probabilità di danno
vulnerabilità. Le matrici di probabilità del danno empiriche, il metodo propone l’uso congiunto di
sono derivate raggruppando costruzioni per le due distribuzioni binomiali. La prima permette di
quali ci si aspetta una risposta sismica simile ed descrivere la ripartizione dei livelli di danno DS0
omogenea. Tuttavia, i dati di danno potrebbero e DS1 ed è definita dal valore di danno medio,
riguardare edifici tra loro eterogenei, pur μD,1, e dal numero di edifici che la seguono, Ntot,1.
appartenendo alla stessa tipologia edilizia. In tal Viceversa, la seconda distribuzione permette di
caso, la ripartizione bimodale del danno potrebbe cogliere la ripartizione dei livelli di danno più
essere dovuta a dettagli costruttivi, la cui elevati ed è compiutamente definita una volta noti
presenza non è contemplata dalla scheda di il valore del danno medio associato, μD,2, ed il
rilievo o dal sistema tassonomico prescelto, ma il numero di edifici, Ntot,2. Per ciascun stato di
cui effetto sulla risposta sismica è significativo. danno, la probabilità di occorrenza attesa è data
Nel caso degli edifici in muratura, la dalla somma delle probabilità ottenute da
classificazione tipologica adottata nell’ambito di entrambi i modelli binomiali. Le due distribuzioni
questo lavoro distingue il tipo di struttura binomiali sono imposte simultaneamente sui dati
verticale portante, il tipo di orizzontamenti, il osservati, minimizzando la somma dei quadrati
numero di piani, la presenza di catene e/o cordoli. degli errori tra le previsioni totali e le
Viceversa, altri parametri di vulnerabilità, quali osservazioni. In questo modo, si ottengono i tre
ad esempio l’irregolarità in pianta ed elevazione, parametri ottimali che permettono di prevedere la
non sono considerati, ma contribuiscono distribuzione di danno empirica, dal momento che
all’eterogeneità nella vulnerabilità del campione. Ntot,1 e Ntot,2 sono in realtà dipendenti, in quanto la
Ulteriori fattori che potrebbero influenzare la loro somma è il numero totale di edifici
ripartizione del danno riguardano la definizione nell’intervallo di intensità considerato. La Figura
dello scuotimento del terreno adottata e le relative 10 confronta le matrici di probabilità di danno
incertezze associate (ad es. la bassa correlazione (barre nere) con le previsioni, differenziate in
tra l’accelerazione di picco al suolo ed il danno base al contributo fornito dalla prima (barre
osservato, una discretizzazione poco raffinata e bianche) o dalla seconda (barre grigie)
l’utilizzo di una legge di attenuazione per la stima distribuzione binomiale.
della severità dello scuotimento sismico). Opportune funzioni analitiche possono essere
Dall’altro lato, le significative probabilità di utilizzate per descrivere, in modo continuo,
occorrenza dello stato di danno DS5, osservate l’andamento della frazione di edifici che segue la
anche per livelli di scuotimento del terreno più prima (o la seconda) distribuzione binomiale, in
bassi, potrebbero essere dovute alla presenza di funzione dello scuotimento del terreno (Figura
edifici intrinsecamente vulnerabili (oppure 11). Nel caso specifico, si è considerata una linea
prossimi al collasso prima dell’occorrenza del di tendenza logaritmica. Si osserva che la
terremoto stesso), per cattive condizioni di percentuale di edifici che seguono la prima
manutenzione, configurazioni inadeguate e distribuzione binomiale (barre bianche) tende a
dettagli costruttivi non efficaci. Questa

SG03-365
diminuire con la severità dello scuotimento del 5
terreno. D,1
4 D,2
(0-0.05)g (0.05-0.10)g D,2 = 3.69
Numero di edifici

Numero di edifici
150 600
3

D
100 400

50 200
2

0 0 1
DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5 DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5 D,1 = 1.05
(0.10-0.15)g (0.15-0.20)g
Numero di edifici
Numero di edifici

150 60 0
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3
100 40 PGA [g]
50 20 Figura 12. Valori di danno medio che definiscono le due
0 0
distribuzioni binomiali in funzione della PGA
DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5 DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5

(0.20-0.25)g (0.25-0.30)g
Numero di edifici

Numero di edifici

20 600 1 1
DS0
400
10 0.8 DS1
0.8
200 DS2

Probabilità

Probabilità
0.6 DS3
0 0 0.6
DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5 DS0 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5 DS4
Figura 10. Confronto tra le osservazioni (nero) e le 0.4 DS5
0.4
previsioni, differenziate in base al contributo fornito dalla
0.2 0.2
prima (bianco) o seconda (grigio) distribuzione binomiale
0
y =-0.17ln(PGA)+0.09 0 0.05 0.1 0.15000.05
0.2
0.1
0.150.25
0.2 0.3 0.3
0.25
1 PGA [g]PGA [g]
Figura 13. Distribuzioni del danno continue in funzione
0.8
della PGA, per i diversi livelli di danno, ottenute mediante
Probabilità

0.6 il secondo approccio


0.4 A differenza del primo approccio,
0.2
l’implementazione della seconda procedura
risulta più complessa. Inoltre, essendo basato
0 sull’imposizione contemporanea di due
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3
PGA [g] distribuzioni, il secondo metodo non permette di
Figura 11. Linea di tendenza logaritmica per la frazione di approssimare le probabilità di occorrenza dei
edifici che segue la prima distribuzione binomiale livelli di danno più elevati in modo accurato
Per ogni intervallo di accelerazione di picco al quanto la prima metodologia. Ciò nonostante, il
suolo, la Figura 12 riporta i valori di danno medio secondo approccio presenta l’indiscutibile
ottenuti, relativi alla prima (quadrati bianchi) e vantaggio di fornire previsioni per tutti i livelli di
alla seconda (quadrati grigi) distribuzione danno.
binomiale. Si osserva che i valori di danno medio
relativi a ciascuna distribuzione tendono ad
oscillare rispetto ad un valore costante, 5 CONCLUSIONI
indipendentemente dall’intensità dell’azione Un elemento chiave per la derivazione di
sismica e possono essere approssimati mediante distribuzioni di danno empiriche consiste nella
una retta orizzontale (linee tratteggiate). La definizione di livelli di danno globali, a partire
differenza nelle distribuzioni del danno nei
dalla descrizione del danno indicata nella scheda
diversi intervalli di PGA è quindi governata
dall’andamento decrescente degli edifici che di rilievo.
seguono la prima distribuzione (Figura 11). In Questo lavoro si è avvalso di un insieme di
questo modo, per ciascun valore di intensità dello dati di danno completo ed omogeneo, compilato a
scuotimento del terreno, la combinazione seguito del terremoto de L’Aquila (2009), per
dell’informazione degli edifici distribuiti esplorare l’effetto di diverse definizioni del danno
binomialmente, secondo uno e l’altro modello, sulla vulnerabilità empirica del costruito
con il corrispondente valore di danno medio esistente. In primo luogo, i dati post-terremoto
permette di prevedere l’intera distribuzione di sono stati opportunamente analizzati e processati,
danno, nell’intervallo di PGA di interesse (Figura in modo da potere interpretare uniformemente i
13). risultati.
Le matrici di probabilità di danno di diverse
tipologie di edifici, ottenute definendo i livelli di

SG03-366
danno sulla base del massimo danno osservato, di diversi progetti operativi di EUCENTRE e
hanno mostrato una tendenza bimodale dei Reluis. Gli autori desiderano ringraziare il
diversi livelli, che sembra essere insensibile alla Dipartimento della Protezione Civile per aver
definizione del danno adottata. In particolare, la fornito i dati raccolti durante i rilievi speditivi
probabilità di occorrenza del danno lieve (DS1) è post-terremoto.
risultata considerevole rispetto agli altri stati di
danno. Diverse sono le interpretazioni attribuibili
a questa osservazione tra cui, ad esempio, le RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
incertezze associate all’acquisizione dei dati Akkar, S., Sandıkkaya, M.A., Senyurt, M., Sisi, A.A., Ay,
stessi ed il danno pre-esistente, che caratterizza B.Ö., Traversa, P., Douglas, J., Cotton, F., Luzi, L.,
Hernandez, B., Godey, S., 2014. Reference database for
gli edifici in muratura più antichi e vulnerabili. seismic ground motion in Europe (RESORCE). Bulletin
Le probabilità di occorrenza dei diversi livelli of Earthquake Engineering, 12(1): 311-339.
di danno sono state in primo luogo approssimate Angeletti, P., Baratta, A., Bernardini, A., Cecotti, C.,
mediante la distribuzione binomiale, che tuttavia Cherubini, A., Colozza, R., Decanini, L., Diotallevi, P.,
Di Pasquale, G., Dolce, M., Goretti, A., Lucantoni, A.,
non ha fornito previsioni soddisfacenti, dato Martinelli, A., Molin, D., Orsini, G., Papa, F., Petrini,
l’andamento singolare delle matrici di probabilità V., Riuscetti, M., Zuccaro, G., 2002. Valutazione e
di danno empiriche. Per tener conto della riduzione della vulnerabilità sismica degli edifici, con
ripartizione bimodale del danno nei diversi livelli, particolare riferimento a quelli strategici per la
protezione civile. Rapporto finale della commissione
si sono quindi proposte due metodologie di tipo tecnico-scientifica per l’aggiornamento dell’inventario e
ibrido. Il primo approccio utilizza la distribuzione della vulnerabilità degli edifici residenziali e pubblici
binomiale per approssimare i dati relativi agli per la stesura di un glossario.
stati di danno da DS2 a DS5, permettendo così di Baggio, C., Bernardini, A., Colozza, R., Corazza, L., Della
Bella, M., Di Pasquale, G., Dolce, M., Goretti, A.,
identificare la frazione di edifici con livello di Martinelli, A., Orsini, G., Papa, F., Zuccaro, G., 2000.
danno DS0 e DS1 che si discosta dal modello Manuale per la compilazione della Scheda di 1° livello
binomiale. Questo metodo ha il vantaggio di di rilevamento danno, pronto intervento e agibilità per
essere semplice ed immediato e di fornire buone edifici ordinari nell’emergenza post-sismica (AeDES).
Bindi, D., Massa, M., Luzi, L., Ameri, G., Pacor, F., Puglia,
previsioni delle probabilità di occorrenza dei R., Augliera, P., 2014. Pan-European ground-motion
livelli di danno da DS2 a DS5. Tuttavia, non prediction equations for the average horizontal
fornisce informazioni più precise sugli edifici con component of PGA, PGV, and 5%-damped PSA at
danno nullo (DS0) e lieve (DS1). Per superare spectral periods up to 3.0 s using the RESORCE dataset.
Bulletin of Earthquake Engineering, 12, 391-430.
questa limitazione, si è quindi proposta una Braga, F., Dolce, M., Liberatore, D., 1982. A statistical
seconda metodologia, a sua volta basata sull’uso study on damaged buildings and an ensuing review of
del modello binomiale. In particolare, la the MSK76 scale. Atti della 7° Conferenza Europea di
probabilità attesa di ogni livello di danno è Ingegneria Sismica, Atene, Grecia.
Calvi, G.M., Pinho, R., Magenes, G., Bommer, J.J.,
espressa dalla somma delle previsioni di due Restrepo-Vélez, L.F., Crowley, H., 2006. Development
distribuzioni binomiali, simultaneamente imposte of seismic vulnerability assessment methodologies over
sui dati. La prima distribuzione consente di the past 30 years. ISET Journal of Earthquake
descrivere l’andamento dei livelli di danno più Technology, 43(3), 75-104.
Del Gaudio, C., De Martino, G., Di Ludovico, M.
bassi, mentre la seconda distribuzione coglie la Manfredi, G., Prota, A., Ricci, P., Verderame, G.M.,
ripartizione del danno negli stati più elevati. 2017. Empirical fragility curves from damage data on
L’implementazione del secondo approccio RC buildings after the 2009 L’Aquila earthquake,
proposto risulta più complessa. Tuttavia, l’uso Bulletin of Earthquake Engineering, 15(4), 1425-1450.
Di Pasquale, G., Goretti, A., 2001. Vulnerabilità funzionale
congiunto di due distribuzioni binomiali permette ed economica degli edifici residenziali colpiti dai recent
di descrivere l’andamento bimodale della eventi sismici italiani. Atti della 10° Conferenza
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Dolce, M., Goretti, A., 2015. Building damage assessment
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Galli, P., Camassi, R., Azzaro, R., Bernardini, F.,
RINGRAZIAMENTI Castenetto, S., Molin, D., Peronace, E., Rossi, A.,
Vecchi, M., Tertulliani, A., 2009. Il terremoto aquilano
Questo lavoro, finanziato dal Dipartimento del 6 aprile 2009: rilievo macrosismico, effetti di
della Protezione Civile, è stato svolto nell’ambito superficie ed implicazioni sismotettoniche, Il
Quaternario, 22(2), 235-246.

SG03-367
Goretti, A., Di Pasquale, G., 2004. Building inspection and
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SG03-368
ANIDIS 2017
PISTOIA

Seismic Vulnerability Assessment of complex buildings/aggregated buildings


in historical centers: first level methods
Luisa Bertoa, Paolo Faccioa, Anna Saettaa, Diego Talledoa, Isabella Zambonia
a
Dipartimento di Architettura Costruzione Conservazione, Università IUAV di Venezia, Dorsoduro, 31123 Venezia

Keywords: seismic assessment, aggregated buildings, vulnerability matrices, simplified methods, qualitative-
quantitative approaches

ABSTRACT
The aim of this paper is to propose a simplified method for seismic vulnerability assessment of complex buildings
as well as of aggregated buildings in historical centers. This approach is based on the LV1 method proposed in the
code D.P.C.M.2011 combined with some suitable forms/data sheets. In detail, at historical center level (LV0), two
different forms are proposed, which do not require on-site survey. Then the first vulnerability matrix A1 is created
which allows to highlight the most critical situations in the analyzed territory and establish priorities for the further
phases of evaluation. These phases require the adoption of a further form, at level LV0*, and the creation of the
more detailed vulnerability matrix A2 A2-matrix aims to identify the most vulnerable aggregates for which are
necessary detailed analyses (at LV1 level) and the planning of future interventions. Finally the B-matrix is defined
through the compilation of some LV1-forms, concerning both the aggregated building and the masonry techniques.
The information given by the matrix B can be used to modify the evaluation of safety index performed with a
simplified mechanical model, obtained on the base of LV1-Palace method (D.P.C.M.2011) and modified due to the
effects induced by interacting adjacent buildings.

SG03-369
ANIDIS 2017
PISTOIA

Valutazione di vulnerabilità sismica di edifici complessi/in aggregato: metodi


di primo livello
Luisa Bertoa, Paolo Faccioa, Anna Saettaa, Diego Talledoa, Isabella Zambonia
a
Dipartimento di Architettura Costruzione Conservazione, Università IUAV di Venezia, Dorsoduro, 31123 Venezia

Keywords: vulnerabilità sismica, edifici in aggregato, matrici di vulnerabilità, metodo speditivo

ABSTRACT
In questo lavoro si propone un metodo speditivo per la valutazione di vulnerabilità sismica dei centri storici e degli
aggregati che li costituiscono. Tale valutazione si rifà al metodo LV1, come definito nel D.P.C.M.2011, e
all’utilizzo di opportuni strumenti schedografici. In particolare, a scala di centro storico, si sono introdotte schede
LV0 (che non richiedono sopralluoghi in-situ) mediante le quali si costruisce una matrice-A1 che consente di
redigere una prima graduatoria di vulnerabilità degli aggregati. Tale graduatoria consente di stabilire l’ordine con
cui eseguire le successive analisi in-situ, attraverso l’utilizzo di un’ulteriore scheda, di livello LV0*, e la costruzione
di una seconda matrice di vulnerabilità-A2 volta ad identificare gli aggregati maggiormente vulnerabili, per i quali
risulta prioritario eseguire approfondimenti di analisi a livello LV1. A tale livello si sono quindi definite opportune
schede, che richiedono un sopralluogo all’interno di ogni singolo edificio dell’aggregato, e che consentono di
costruire una matrice più dettagliata-B che può essere utilizzata per combinare le informazioni “qualitative” in essa
contenute con valutazioni “quantitative” derivanti dall’applicazione di metodi semplificati. In tal senso, nel
presente lavoro, si propone un metodo di livello LV1 (LV1*) per valutare l’indice di sicurezza di ciascun edificio
dell’aggregato, formulato sulla base del metodo proposto nel D.P.C.M.2011.

1 INTRODUZIONE singolo corpo di fabbrica dell’aggregato, a


considerazioni qualitative basate sull’utilizzo di
Il problema della valutazione di vulnerabilità
matrici di vulnerabilità, di diverso livello, che
sismica di edifici appartenenti ad aggregati
evidenziano i principali fattori di vulnerabilità e
(denominati anche Complessi Architettonici-CA,
di presidio e forniscono coefficienti per la
Brogiolo 1988), nonché di edifici complessi, è ad
correzione dell’indice di sicurezza. Il metodo
oggi argomento di grande interesse ed attualità
quantitativo proposto per il calcolo dell’indice di
per la comunità scientifica e nazionale, anche in
sicurezza (rapporto capacità/domanda) è basato
seguito all’effetto dei recenti eventi sismici che
sul metodo LV1 per edifici (D.P.C.M. 2011,
hanno interessato il nostro territorio.
metodo per “Palazzi, ville e altre strutture con
Tenuto conto della vasta diffusione di tale
pareti di spina e orizzontamenti intermedi” nel
tipologia nei centri storici italiani, dell’elevata
seguito denominato LV1-Palazzi),
vulnerabilità che la caratterizza e della notevole
opportunamente modificato per tenere conto della
complessità intrinseca al processo di valutazione
presenza di edifici adiacenti. L’idea di abbinare
di vulnerabilità dovuta alla presenza di diversi
un metodo quantitativo per il calcolo del rapporto
edifici/corpi di fabbrica, (definiti anche Unità
capacità/domanda ad uno qualitativo per la
Strutturali Omogenee, ReLuis 2010) e alla loro
valutazione di vulnerabilità è anche all'origine
interazione, si rende necessario mettere a punto
della procedura RE.SIS.TO (Chinni et al. 2013),
una metodologia speditiva atta a consentire una
basata sull’utilizzo delle schede GNDT di II
valutazione di vulnerabilità sismica a livello
livello (Regione Toscana 2003, GNDT 2010) ed
territoriale dei centri storici e degli aggregati che
utilizzabile per edifici singoli. La procedura di
li costituiscono.
analisi di Benedetti e Petrini (1984) da cui
In tale ambito, in questo lavoro viene
derivano le schede GNDT, è stata integrata da
presentata una procedura che abbina una
parametri rappresentativi dell’interazione fra le
valutazione quantitativa, che consente il calcolo
unità strutturali di aggregato nei lavori di
di un indice di sicurezza sismica relativo al
Formisano et al. (2009, 2011).
SG03-370
La metodologia così sviluppata, attraverso le Quale caso applicativo, in questo lavoro viene
matrici di vulnerabilità, si propone di pervenire presentato lo studio su un aggregato appartenente
ad una procedura qualitativo-quantitativa atta a al centro storico di Civita di Bagnoregio (VT). Si
valutare un indice di vulnerabilità sismica tratta del risultato di una ricerca iniziata
speditivo, e uniforme per la tipologia costruttiva nell’ambito del progetto ReLuis linea muratura
in esame. Il fine, in accordo al senso di una 2009-2013, che ha anche consentito lo sviluppo
valutazione di livello LV1, è di supportare le di una tesi di dottorato (Campanini, 2015), ed
amministrazioni o i proprietari nell’operare le attualmente in corso nell’ambito del progetto
scelte strategiche necessarie per la definizione di ReLuis 2014-2018.
una graduatoria di priorità per le fasi successive
di analisi. Tali fasi consistono nello svolgimento
di studi di vulnerabilità completi e nella 2 PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI
progettazione di eventuali interventi di VULNERABILITÀ DEGLI AGGREGATI
miglioramento-adeguamento sismico. La Per giungere ad una valutazione di
procedura richiede la collaborazione di esperti di vulnerabilità di edifici appartenenti ad aggregati
diverse discipline: ingegneri strutturisti, architetti, siti in centri storici, che sia equivalente alla
storici e archeologi delle architetture. In valutazione di livello LV1 proposta nel D.P.C.M.
particolare, la necessità di mettere a punto 2011 per edifici singoli, è necessario mettere a
strumenti di analisi transdisciplinari tra tecnici ed punto una fase preliminare di analisi che abbini
archeologi, consente di ottimizzare la fase di ad una valutazione quantitativa eseguita con
raccolta ed interpretazione dei dati per una più metodi semplificati una serie di considerazioni e
efficace comprensione del costruito storico, valutazioni qualitative. Nello specifico, la
evidenziandone le principali vulnerabilità, gli metodologia proposta in questo lavoro è
elementi di presidio e le intrinseche qualità che ne indirizzata a guidare tale processo di analisi, con
aumentano le capacità resistenti (e.g. Brogiolo particolare riferimento alla raccolta, integrazione
2010, Boato e Lagomarsino 2011, Brogiolo e e sistematizzazione delle informazioni mediante
Faccio 2011, Faccio 2015). Il risultato di tale l’introduzione di schede di raccolta dati e la
processo è pervenire alla definizione di modelli definizione di matrici di vulnerabilità. Le prime
interpretativi il più possibile verosimili che applicazioni di un approccio integrato ai problemi
consentano analisi affidabili, se pur semplificate, relativi allo studio di vulnerabilità dei centri
del comportamento dell’edificato storico in storici sono riportate in Giuffrè 1993, Giuffrè e
presenza di azioni sismiche. Carocci 1999.
La metodologia qualitativo-quantitativa Alla scala di centro storico si sono introdotte
proposta prevede livelli di speditività via via schede di livello LV0, una per l’intero centro
decrescenti, tenendo conto della necessità di storico ed una per i diversi aggregati, attraverso le
procedere in economia di risorse. Risulta quali si definisce una matrice a scala di centro
implicito che, tra gli oneri non trascurabili da storico (Matrice A1 - LV0) che consente di
affrontare per chi si occupa di prevenzione, il redigere una prima graduatoria di vulnerabilità
rilievo occupa un ruolo primario. Per tale ragione degli aggregati, utile per stabilire l’ordine con cui
esso non è previsto ai livelli di valutazione iniziare ad approfondire le analisi.
preliminari. Impensabile, infatti, imporne
Successivamente, si definisce una scheda di
l’esecuzione su larga scala a scopi preventivi. I
risultati delle valutazioni maggiormente speditive livello LV0* per gli aggregati attraverso la quale
si rivolgono alle Amministrazioni Comunali, cui si può costruire una seconda matrice di
è demandata la prevenzione, e potrebbero vulnerabilità, denominata A2, a valle della quale
affiancare o integrare le informazioni conoscitive, si identificano i CA maggiormente vulnerabili per
relative al costruito, allegate al Piano di i quali si prevede prioritariamente la necessità di
Emergenza Comunale. una verifica di livello LV1, analoga a quella
L’obiettivo è, quindi, di acquisire una riportata nel D.P.C.M. 2011. A tale scopo si
maggiore conoscenza degli aggregati presenti su utilizzano opportune schede LV1 - edificio che, a
un determinato territorio (e.g. in termini di differenza delle precedenti, necessitano di un
numero, consistenza, tecniche costruttive sopralluogo all’interno dei singoli edifici
adottate, potenziali vulnerabilità e presidi) costituenti l’aggregato. Con le informazioni
fungendo, inoltre, da supporto alla pianificazione raccolte si può quindi definire una matrice più
delle indagini di approfondimento e degli dettagliata (Matrice B) a scala di aggregato che
eventuali interventi da eseguire sui diversi corpi può essere utilizzata per combinare le
di fabbrica. informazioni “qualitative” in essa contenute con

SG03-371
valutazioni “quantitative” ottenute applicando Le schede e le relative matrici previste sono
metodi di valutazione di diverso grado di elencate nel seguito, distinte per livello di
approssimazione. Da sottolineare come, a livello valutazione della vulnerabilità sismica LV0, LV0*
LV1, sia possibile pervenire ad una valutazione di e LV1:
vulnerabilità dei singoli edifici appartenenti - Scheda Centro Storico – LV0
all’aggregato utilizzando, ad esempio, un metodo - Scheda Aggregato – LV0
di calcolo formulato a partire dal suddetto metodo - MATRICE A1 – LV0 che sintetizza i risultati
LV1-Palazzi opportunamente modificato per ottenuti dalle “Schede Aggregato – LV0”
tenere conto della presenza di edifici adiacenti compilate per l’intero centro storico;
(metodo denominato LV1*) e successivamente - Scheda Aggregato – LV0*
ulteriormente corretto mediante la matrice B di - Scheda Tecnica Muraria (TM) – LV0*
vulnerabilità, al fine di valutare un indice di - MATRICE A2 – LV0* che sintetizza i risultati
sicurezza sismica modificato per ogni edificio ik- ottenuti dalle “Schede Aggregato-LV0*” e dalle
esimo appartenente all’aggregato k-esimo e “Schede Tecniche Murarie-LV0*” compilate per
l’intero centro storico;
denominato: I s,ikmod .
Sempre a livello LV1, si può inoltre definire un - Scheda Edificio – LV1
𝑘
indice di sicurezza per l’intero aggregato (𝐼𝑠,𝑚𝑜𝑑 ) - Scheda Tecnica Muraria – LV1
- MATRICE B – LV1 che sintetizza i risultati
calcolabile o in forma semplificata considerando
ottenuti dalle “Schede Edificio – LV1” e dalle
l’aggregato come un unico “edificio complesso”, “Schede Tecniche Murarie – LV1” compilate per
e correggendo il valore dell’indice mediante la l’intero aggregato.
matrice B di vulnerabilità, ovvero come il Al fine di descrivere tale procedura nel
minimo tra tutti i valori di I s,kmod calcolati per i dettaglio, nei paragrafi successivi si fa riferimento
singoli edifici appartenenti all’aggregato. al caso studio di Civita di Bagnoregio (VT), ed in
La procedura proposta è schematicamente particolare all’aggregato CA n. 13, evidenziato in
rappresentata nel flow-chart di Figura 1. rosso in Figura 2.

Figura 1. Flow-chart della procedura proposta.

SG03-372
suggeriscono la presenza di vulnerabilità
dell’edificato (e.g. trasformazioni, rifusioni,
ripartizioni) reperibili attraverso una ricerca
storica (e.g. informazioni d’archivio, catastali,
bibliografiche e iconografiche), senza la necessità
di recarsi sul posto.
Successivamente, sulla base della matrice A1,
si redige una prima classificazione speditiva di
vulnerabilità identificando così l’ordine con cui
eseguire gli approfondimenti di analisi previsti al
livello successivo, LV0*. Tale secondo livello di
Figura 2. Civita di Bagnoregio: CA n. 13 (in rosso).
analisi è ancora a scala di centro storico ma, a
differenza del precedente, prevede un sopralluogo
3 LIVELLI DI VALUTAZIONE A SCALA da parte di personale tecnico qualificato, e non
comporta la necessità di entrare nei singoli corpi
CENTRO STORICO LV0 E LV0*
di fabbrica ed eseguire un rilievo geometrico.
Con riferimento alle valutazioni di
vulnerabilità che si possono eseguire a livello di
centro storico, nel caso di presenza di più di un
fattore di rischio, quali ad esempio: rischio
sismico, rischio meteo-idro-geologico, rischio da
degrado ambientale, etc., le analisi descritte nel
seguito dovranno essere ripetute per ogni hazard
considerato. (a)
A titolo di esempio, relativamente al caso
studio di Civita di Bagnoregio, si fa riferimento al
caso di hazard sismico e in Figura 3 è mostrato un
estratto della “Scheda aggregato-LV0” riferita al
CA n. 13, mentre in Figura 4 un estratto della
matrice A1 del centro storico relativo allo stesso
aggregato. Ogni colonna della matrice A1 riporta,
per ogni aggregato (CA), la valutazione di alcuni
parametri significativi relativi alla localizzazione
dell’aggregato rispetto ad aree soggette a diversi
livelli di pericolosità sismica, alla presenza di
trasformazioni e alla forma attuale. Per quanto
riguarda la forma, sono stati considerati parametri
correlati alla regolarità in pianta (compattezza,
forma, simmetria rispetto a una o due direzioni)
ed il giudizio di vulnerabilità conseguente risulta (b)
“BASSO” nel caso di regolarità in pianta e
“MEDIO” o “ALTO” quanto più la forma tende
ad essere irregolare. Attualmente, sono in corso di
definizione regole di attribuzione di tali giudizi,
anche in logica fuzzy, basati su valori quantitativi
che potrebbero essere facilmente calcolabili da (c)
routine automatiche con riferimento ad una Figura 3. Estratto di scheda LV0-aggregato per il caso
studio: (a) localizzazione rispetto alle aree soggette a
griglia quadrangolare di supporto. pericolosità; (b) trasformazioni; (c) forma.
A titolo di esempio, indicando con Agriglia e
Aaggregato rispettivamente l’area della griglia di
supporto (linea blu in Figura 3c) e dell’aggregato
(linea magenta in Figura 3c), si può definire
l’indice di compattezza come:
iCOMP = Aaggregato /Agriglia (1)
Questo livello di valutazione, da effettuarsi su
tutto il centro storico, si basa su dati indiretti che Figura 4. Estratto matrice A1 per il caso studio (CA n. 13).

SG03-373
Le schede che si devono compilare in tale fase A partire da queste schede si costruisce una
(Scheda aggregato – LV0*), una per ogni matrice di vulnerabilità A2 in cui, per ogni
aggregato sulla base dalla lista precedentemente aggregato, si esprime un giudizio qualitativo
redatta, riportano le principali vulnerabilità (ALTO, MEDIO, BASSO) sulla diffusione /
intrinseche per l’aggregato (quali ad esempio il efficacia di ogni singolo parametro considerato,
numero di fasi costruttive, quadri fessurativi in analogia con l’approccio riportato in D.P.C.M.
diffusi, discontinuità in altezza e sfalsamento dei 2011, modello LV1 per Chiese, luoghi di culto ed
solai tra edifici vicini, forma in pianta, presenza
altre strutture con grandi aule, senza
di fori pontai allineati, etc.), e di eventuali presidi
orizzontamenti intermedi.
efficaci. Un estratto di “Scheda Aggregato –
LV0*” è riportato in Figura 5. In Figura 6 si riporta un estratto della matrice
In tale fase è previsto che si effettui anche una A2, compilato per il CA n. 13. Al fine di
analisi macro-stratigrafica preliminare atta ad consentire una valutazione quantitativa della
individuare, oltre agli edifici componenti vulnerabilità complessiva dell’aggregato si è
l’aggregato e i loro rapporti costruttivi, le scelto di associare ad ogni giudizio di
tecniche murarie omogenee per l’aggregato, vulnerabilità un corrispondente valore numerico.
redigendo apposite schede (Scheda TM – LV0*). Si può quindi definire un indice di vulnerabilità
dell’intero aggregato, i,LV0*, secondo la seguente
proposta che tiene conto anche dell’effetto
benefico dovuto ad eventuali presidi antisismici
efficaci:

  i i  TM TM  i 1  i i
nv np
i 1
i ,LV0* = (2)
i 1 i
n

dove i rappresenta l’indice di vulnerabilità


dell’i-esimo parametro, i il corrispondente peso,
nv ed np sono rispettivamente il numero di
parametri di vulnerabilità e presidio considerati. Il
pedice TM indica il parametro relativo alla
tecnica muraria che, se non di buona qualità,
costituisce un indicatore di vulnerabilità.
Nel presente lavoro si sono identificati 20
parametri di vulnerabilità (nv) e 3 di presidi (np),
inoltre è stato assunto, in questa fase, peso uguale
e pari a 1 per tutti i parametri considerati. I valori
numerici proposti per gli indici di vulnerabilità 𝑣𝑖
sono riportati in Tabella 1. In caso di assenza di
una determinata vulnerabilità, il corrispondente
indice i è assunto pari a 0.
Sulla base della matrice A2 è quindi possibile
eseguire una nuova classificazione di
vulnerabilità, identificando l’ordine con cui
iniziare ad effettuare le verifiche a livello LV1.

Tabella 1. Indici di vulnerabilità e pesi assunti per i diversi


parametri considerati.
vi
i i
- BASSO MEDIO ALTO
1
Vulnerabilità … 1 0 0.2 0.5 1.0
nv
Qualità muraria TM 1 0.5 0.2 0
1
Presidi … 1 0 -0.2 -0.5 -1.0
Figura 5. Estratto scheda aggregato-LV0* aggregato CA 13. np

SG03-374
Figura 6: Estratto matrice di vulnerabilità A2-LV0* per l’aggregato CA n. 13.

La tipologia di esperti compilatori richiesta in Murarie omogenee e dei rapporti costruttivi) e


questa fase è costituita da: archeologi nello studio delle murature. In quest’ultimo
dell’architettura con formazione in materia di ambito vengono redatte, per ogni edificio, le
indagini qualitative di vulnerabilità; architetti con schede di Tecnica Muraria (TM) che sono alla
formazione in materia di analisi stratigrafica degli base della valutazione delle caratteristiche
elevati e indagini qualitative di vulnerabilità. meccaniche della muratura. Oltre a queste
vengono anche compilate due schede “madri”, cui
la scheda TM si riferisce, rappresentate da:
4 LIVELLI DI VALUTAZIONE A SCALA
- SCHEDA CORPO DI FABBRICA, che
DI AGGREGATO/EDIFICIO IN
identifica il corpo di fabbrica, le Unità
AGGREGATO LV1
Stratigrafiche Murarie di ciascuna parete ed i
Per quanto riguarda il livello LV1, che si campioni su cui compilare le schede TM;
inquadra a scala aggregato e a scala di edificio - SCHEDA USM, relativa ad ogni Unità
appartenente all’aggregato, si rende necessario un Stratigrafica Muraria che identifica i singoli
sopralluogo all’interno di ciascun edificio del CA, campioni per i quali si compila la scheda TM.
con la realizzazione dei rilievi di carattere
multidisciplinare necessari per l’approfondimento A titolo di esempio, in Figura 7 è riportato un
della conoscenza. Le informazioni vengono estratto della scheda “corpo di fabbrica” per
raccolte in opportune schede, “Schede Edificio – l’edificio 13.1 dell’aggregato CA n. 13, in Figura
LV1” (compilate per ogni edificio del CA) che 8 un estratto della scheda relativa all’USM 1009
sono la base per la definizione della matrice B mentre in Figura 9 la scheda TM compilata per il
dell’aggregato. Questa matrice contiene le campione n.4 dell’USM 1009.
informazioni “qualitative” da combinare ad una Quest’ultima propone una selezione di voci
valutazione “quantitativa” ottenuta con metodi di relative alle caratteristiche di una muratura
livello LV1. osservabili durante un esame visivo, quindi
sempre macroscopico. In accordo con quanto
4.1 Schede Edificio LV1 e matrice B espresso nelle normative, tali caratteristiche
risultano indispensabili non solo per decretare
La messa a punto delle schede edificio LV1, l’appartenenza della tecnica muraria ad una
attualmente ancora in fase di completamento, fa specifica tipologia, (Tabella C8A.2.1, Circolare-
riferimento alle schede edificio GNDT 2010 con 2009) e desumerne le sue caratteristiche
le successive revisioni, ed ai lavori di Formisano meccaniche in assenza di indagini strumentali di
et al. (2009, 2011), che hanno introdotto ulteriori approfondimento, ma anche per consentire la
parametri di vulnerabilità specifici dell’edificio messa a punto di abachi/almanacchi delle diverse
appartenente ad un aggregato, quali l’interazione tipologie murarie presenti, nel corso del tempo,
in altezza con gli edifici adiacenti; la posizione nell’area in esame (D.P.C.M. 2011). Essa potrà
planimetrica dell’edificio nell’aggregato; la fungere, in un secondo momento, anche da guida
presenza e il numero di solai sfalsati e la presenza per la pianificazione di eventuali prove
di eterogeneità tipologiche o strutturali fra edifici sperimentali (in situ o in laboratorio).
adiacenti, differenze di percentuale tra bucature in La scheda TM, concepita in associazione ad
facciata. un’analisi stratigrafica dell’aggregato oggetto di
Tra le analisi di carattere multidisciplinare studio, si presta alla documentazione di paramenti
previste nel percorso di conoscenza per il livello e angolate, spesso costruiti con differenti
LV1, l’attività specifica dell’archeologo si esplica apparecchiature pur facendo parte della stessa
nell’esecuzione dell’analisi stratigrafica degli fase costruttiva.
elevati (identificazione delle Unità Stratigrafiche
SG03-375
morfometriche registrabili si riferiscono,
preferibilmente, all’intera USM di riferimento.
Tutte le informazioni raccolte attraverso le
schede di Livello LV1 permettono di costruire la
Matrice B (una per ogni aggregato, le cui righe
rappresentano i singoli edifici). Tale matrice, ad
oggi ancora in fase di elaborazione, è
schematicamente rappresentata in Figura 10.

Figura 7: Estratto scheda “corpo di fabbrica” per l’edificio


13.1 del CA n. 13.

Figura 9: Estratto scheda TM-LV1 per il campione 4-USM


1009 del corpo di fabbrica 13.1 del CA n. 13.

Figura 10: Schema della matrice di vulnerabilità B-LV1 per


l’aggregato CA n. 13.

La matrice B può essere utilizzata a differenti


livelli, come già anticipato nel paragrafo 2:
- a livello di riga (singolo edificio): correggere
Figura 8: Estratto scheda USM per l’USM 1009 del corpo
di fabbrica 13.1 dell’aggregato CA n. 13. l’indice di sicurezza calcolato per ogni edificio
(attraverso metodi di livello LV1, e.g.
Nonostante la scelta di rappresentare un paragrafo 4.2) appartenente all’aggregato
campione murario 1m × 1m, le caratteristiche

SG03-376
attraverso il parametro che si ottiene dalla riga coefficiente legato alla resistenza delle fasce
corrispondente della matrice; murarie di piano (uguale a 1 nel caso di fasce
- a livello di matrice (intero aggregato): resistenti, compreso tra 0.8 e 1 nel caso di
correggere l’indice di sicurezza calcolato per fasce deboli). Per la valutazione accurata di
l’intero aggregato (ottenuto sempre mediante tali coefficienti si rimanda al D.P.C.M. 2011.
metodi di livello LV1) attraverso il coefficiente - Axi rappresenta l’area resistente a taglio dei
che si ottiene dalla composizione dei parametri muri dell’i-esimo piano, posti secondo la
correttivi di tutte le righe della matrice; direzione x
L’obiettivo è quindi quello di valutare - di è il valore di calcolo della resistenza a
coefficienti amplificativi o riduttivi che taglio per fessurazione diagonale della
correggano il valore dell’indice di sicurezza muratura nei maschi murari del piano i-esimo
ottenuto da metodi LV1 di diverso livello di valutata secondo la relazione:
accuratezza permettendo così di ottenere un
indice di sicurezza “modificato” per ogni edificio  0i
appartenente all’aggregato, ovvero per ogni  di =  0 d 1  (6)
1.5 0 d
aggregato.
in cuid è la tensione verticale media sulla
4.2 Metodo LV1 per edifici in aggregato superficie resistente dei muri all’i-esimo piano
Come noto, il modello LV1-Palazzi consiste in ed è la resistenza a taglio di calcolo della
una verifica a taglio ai diversi piani dell’edificio muratura (valutato tenendo conto del fattore di
secondo le due direzioni principali. In base a tale confidenza FC). Nella valutazione did si
metodo si procede a valutare per ogni piano e per possono utilizzare le informazioni contenute
ogni direzione la resistenza a taglio dell’edificio nelle schede di Tecnica Muraria relative alle
allo Stato limite di Salvaguardia della Vita (FSLV) murature in questione per procedere, come
e la corrispondente azione sismica espressa in
sopra accennato, ad una migliore definizione
termini di ordinata spettrale (Se,SLV ), valutata con
dei parametri meccanici di riferimento;
riferimento al periodo proprio fondamentale della
struttura T1, e di accelerazione su suolo rigido - q è il fattore di struttura, per la cui valutazione
aSLV. Le principali relazioni, esplicitate a titolo di si rimanda a NTC08,
esempio per la direzione x e il piano i-esimo, - e*M è la massa partecipante valutata con
sono riassunte nel seguito: riferimento primo modo di vibrare.
Quando si vuole procedere ad una valutazione
 xi xi xi Axi di di sicurezza con metodi semplificati per edifici
FSLV,xi = (3)
 i  xi appartenenti ad aggregati si può applicare il
metodo LV1-Palazzi secondo diversi approcci. Si
qFSLV può applicare il metodo LV1 nella sua
S e,SLV = (4)
e* M formulazione originale alla singola unità
ipotizzata come isolata (LV1 edificio singolo). In
 S e ,SLV ,xi tal caso si assume la massa M pari alla massa
 TB  T1  TC
 SF0 della singola unità Medificio-singolo, non tenendo
aSLV,xi = (5) conto in alcun modo della presenza di edifici
 S e ,SLV ,xi T1 TC  T1  TD adiacenti. Nel caso in cui lo si applichi all’intero
 SF0 TC aggregato/edificio complesso (LV1 globale), si
assume la massa M pari alla massa dell’intero
dove: complesso/aggregato. Le maggiori criticità in
- i è il rapporto tra la risultante delle forze questo caso sono: l’assunzione dell’ipotesi di
sismiche al piano i-esimo e la forza sismica piano rigido nell’intero complesso; la valutazione
totale; xi è un coefficiente di irregolarità in del taglio resistente di in funzione della tensione
pianta al piano i-esimo associato alle eventuali verticale media sulla superficie resistente dei
eccentricità presenti; xi è un coefficiente che muri, che nel caso dell’intero aggregato può
considera l’omogeneità di rigidezza e essere poco rappresentativa e non cautelativa per
le singole unità; la possibile presenza di edifici di
resistenza dei maschi murari; xi è un
altezza diversa (caratterizzati da periodi
coefficiente legato al tipo di rottura prevista in
fondamentali diversi).
prevalenza nei maschi murari dell’i-esimo Si è quindi proposto un modello LV1* da
piano (xi=1 nel caso di collasso per taglio, applicare alla singola unità strutturale, che
xi=0.8 nel caso di presso-flessione); x è un considera, seppur in modo approssimato, la
SG03-377
presenza degli edifici adiacenti coinvolti nel moto della massa risulta prevalente il contributo dovuto
sismico, mediante l’introduzione di una massa al peso proprio della muratura), A j,x  A j, y e ci
equivalente Meq. Tale massa viene determinata a
partire dalla massa dell’intera parte sia omogeneità di materiale (con densità di massa
dell’aggregato interessata al moto in funzione pari a m) tra le diverse unità strutturali, ed
delle rigidezze delle unità strutturali coinvolte, assumendo spessore costante, ci si riconduce al
nell’ottica di rispettare una distribuzione della caso classico di edificio singolo:
forza sismica in base alla rigidezza. Tale
Gk Ak ,x
assunzione è supportata dalla stessa DPCM 2011 M eq,x = M tot 
 j1 G j Aj ,x
n
che al capitolo 5.3.3 permette di procedere alla
scomposizione della struttura in singole parti (8)
(macroelementi), rispettando la ripartizione della 
 m j 1 A j ,x  A j ,y
n
 Ak ,x
 2mAk ,x  M k
forza sismica in base alle diverse rigidezze purché

n
A
j 1 j ,x
venga garantito l’equilibrio nei riguardi della
totalità delle azioni orizzontali. Un aspetto fondamentale è rappresentato
Il modello LV1* proposto si basa sul modello dall’individuazione degli edifici adiacenti
LV1-Palazzi, sopra descritto, in cui per analizzare coinvolti nel moto. Tale operazione deve essere
la singola unità strutturale (unità k-esima), invece fatta in funzione della direzione del sisma, della
di considerare soltanto la propria massa, si posizione della specifica unità strutturale
introduce una massa equivalente per ciascuna considerata, della configurazione geometrico-
direzione. Tale massa, per maschi non costruttiva dell’aggregato e della presenza o
particolarmente snelli, può essere espressa in meno di un piano rigido tra le unità coinvolte, o
forma semplificata secondo la seguente relazione, comunque della presenza di eventuali azioni di
scritta a titolo di esempio per la direzione x: spinta di un’unità nei confronti di quella
Gk Ak ,x adiacente. Ad esempio, nel caso di aggregato in
M eq,x = M tot (7) linea, le due situazioni edificio di testata ovvero
 j 1 G j Aj ,x
n
edificio posto all’interno, devono essere trattate
diversamente poiché, in funzione del grado di
Dove Mtot è la massa totale dell’unità k-esima in ammorsamento con gli edifici adiacenti e della
esame e degli edifici adiacenti coinvolti; Gk è il direzione del sisma, potrebbe essere necessario
modulo di taglio dei muri dell’unità k-esima posti considerare entrambe le situazioni isolato e
secondo la direzione x; Ak ,x = i k1 Ak ,xi / N k è il modificato, ovvero soltanto una delle due. Risulta
N

quindi fondamentale l’identificazione sia delle


valore medio dell’area di piano delle murature fasi di trasformazione che il complesso ha subito,
dell’unità k-esima nella direzione considerata; sia dei rapporti costruttivi tra le parti.
Ak,xi è l’area resistente a taglio dei muri dell’i- Il modello proposto può essere esteso per
esimo piano dell’unità k-esima posti secondo la considerare anche il contributo legato alla
direzione x; Nk è il numero di piani dell’unità k- rigidezza flessionale dei maschi murari nella
esima; n è il numero di unità adiacenti coinvolte valutazione della massa equivalente Meq: una
nel moto dell’unità k-esima. trattazione semplificata per includere questo
Secondo tale approccio la massa totale contributo è in corso di affinamento.
coinvolta nel moto si ripartisce in funzione della Analogamente è possibile definire una correzione
diversa rigidezza tagliante delle unità strutturali del coefficiente  che tenga conto di eccentricità
interessate al moto stesso. Nell’ipotesi che derivano da edifici adiacenti.
semplificativa di altezza media costante dei
maschi murari questo si traduce nel diverso
prodotto (G A) dei muri presenti nelle unità 5 CONCLUSIONI
considerate in ciascuna direzione. Dalla (7) è La procedura descritta in questo lavoro ha
evidente come, nel caso in cui si possa assumere l’obiettivo di pervenire ad una stima della
la stessa tipologia di muratura per le diverse unità vulnerabilità sismica di edifici in aggregato che
strutturali coinvolte, ovvero moduli G simili, la abbini metodi semplificati, a carattere speditivo, e
ripartizione venga effettuata con riferimento alle basati su un numero limitato di parametri
sole aree valutate in pianta. geometrici e meccanici, a valutazioni che
Si osserva inoltre come, nel caso in cui Mtot sia utilizzano dati qualitativi (interrogazione visiva,
proporzionale all’area dei muri presenti (caso lettura dei caratteri costruttivi, rilievo critico e
limite rappresentativo della situazione in cui si stratigrafico, etc.) condotte da esperti di diverse
abbiano solai leggeri, per il quale nel calcolo
SG03-378
discipline ed effettuate a diverso livello di 6 RINGRAZIAMENTI
approfondimento.
Si ringrazia il Consorzio ReLUIS per il
A tale scopo si sono introdotti strumenti
supporto economico e scientifico ricevuto
schedografici sia a livello di centro storico, che di
nell’ambito del progetto ReLuis 2014-2018.
aggregato e di corpo di fabbrica, atti a consentire
la costruzione di “matrici di vulnerabilità”. A
seconda del livello di analisi tali matrici hanno REFERENCES
l’obiettivo di indirizzare le scelte strategiche
Benedetti, D., Petrini, V., 1984. Sulla vulnerabilità
necessarie per la definizione di una graduatoria di sismica di edifici in muratura: proposte di un metodo di
priorità dei diversi aggregati del centro storico sui valutazione, L’Industria delle Costruzioni, 149, 66-74.
quali eseguire le fasi successive di analisi (matrici Boato, A., Lagomarsino, S. 2011, Stratigrafia e statica,
A1 ed A2), ovvero fornire coefficienti correttivi Archeologia dell’Architettura, XV, 47-53.
Brogiolo, G.P., 1988. Archeologia dell’edilizia storica,
da applicare agli indici di sicurezza sismica ed. New Press, Como
calcolabili con i modelli meccanici semplificati Brogiolo, G.P., 2010. Procedure di documentazione e
(matrice B). Infatti, anche in accordo a quanto processi interpretativi dell’edilizia storica alla luce delle
riportato nel D.P.C.M. 2011, la valutazione della Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio
sismico del patrimonio culturale, Archeologia
sicurezza sismica può essere condotta con dell’Architettura, XIII, 9-14.
riferimento a metodi semplificati che siano Brogiolo, G.P., Faccio, P. 2011. Stratigrafia e
tuttavia in grado di stimare l’indice di sicurezza prevenzione, Archeologia dell’Architettura, XV, 55-63.
sismica con un sufficiente grado di attendibilità. Campanini, G., 2015. Civita di Bagnoregio. Studi per la
vulnerabilità sismica degli edifici in aggregato, tesi di
In questo lavoro è stato quindi proposto un dottorato in Conservazione dei Beni Architettonici, XXVII
metodo di livello LV1 (denominato LV1*) per ciclo, Politecnico di Milano, Dip. di Arch. e Pianificazione
valutare l’indice di sicurezza di ciascun edificio Chinni, C., Mazzotti, C., Savoia, M., Perri, G., 2013,
dell’aggregato, formulato sulla base del metodo RE.SIS.TO®: una metodologia speditiva per la valutazione
di vulnerabilità sismica di edifici in muratura e calcestruzzo
LV1-Palazzi proposto nel D.P.C.M.2011 e armato, XV convegno ANIDIS, Padova 30 giugno-4 luglio
opportunamente modificato per tenere conto 2013
dell’interazione con gli altri corpi di fabbrica Circolare 2009. n. 617 del 2 febbraio 2009. Istruzioni
appartenenti allo stesso aggregato. All’indice di per l’applicazione delle “Nuove norme tecniche per le
costruzioni” di cui al D.M. 14 gennaio 2008, G.U. 26-2-
sicurezza così calcolato si applicano 2009, N. 47 - suppl.ord. N. 27.
successivamente i coefficienti correttivi desunti DPCM 09/02/2011, Valutazione e riduzione del rischio
dalle matrici di vulnerabilità sopra descritte sismico del patrimonio culturale con riferimento alle
(Matrici B) per ottenere alla fine un indice di Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al Decreto
Ministeriale 14 gennaio 2008.
sicurezza sismica modificato e corretto, I s,ikmod Faccio, P. (a cura di), 2015. II. ARCHEOLOGIA vs
per ogni edificio ik-esimo appartenente ARCHITETTURA, Atti della Summer School 2011
(Castello di Stenico, 4-8 luglio 2011), Archeologia
all’aggregato k-esimo in esame. dell’Architettura, XIX (2014), 66-108.
È anche possibile, sempre a livello LV1, Formisano, A., Florio, G., Landolfo, R., Mazzolani,
calcolare un indice di sicurezza di aggregato F.M., 2009. Vulnerabilità sismica di un aggregato in
muratura in Sessa Aurunca (CE). XIII convegno ANIDIS,
I s,kmod , o applicando direttamente il metodo LV1- Bologna 28 giugno - 2 luglio 2009.
Palazzi all’aggregato considerato come un unico Formisano, A., Florio, G., Landolfo, R., Mazzolani,
“edificio complesso”, e correggendo il valore F.M., 2011. Un metodo per la valutazione su larga scala
della vulnerabilità sismica egli aggregati storici, Stadata.
dell’indice mediante la matrice B, ovvero Giuffrè, A. (a cura di) 1993. Sicurezza e conservazione
calcolandolo come il minimo tra tutti i valori dei centri storici. Il caso Ortigia: codice di pratica per gli
degli indici I s,ikmod calcolati per i singoli edifici interventi antisismici nel centro storico, Editori Laterza,
Roma-Bari.
appartenenti all’aggregato. Tale procedura, in una Giuffrè, A., Carocci, C.F., 1999. Codice di Pratica per
sua prima applicazione, potrebbe utilizzare la la sicurezza e la conservazione del centro storico di
formulazione proposta in RE.SIS.TO (Chinni et Palermo, Editori Laterza, Roma-Bari.
Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti, 2010.
al. 2013), per la valutazione del coefficiente CRID, Schede di 1° e 2° livello di vulnerabilità e di rilevamento
tenendo conto, oltre ai parametri delle schede del danno (edifici in c.a. e muratura).
GNDT II livello (Regione Toscana 2003, GNDT Regione Toscana, 2003. Manuale per la compilazione
2010), anche quelli introdotti per gli aggregati. della scheda GNDT/CNR di II livello versione modificata
della Regione Toscana, DG delle Politiche Territoriali ad
Successivamente tale coefficiente CRID si Ambientali, Settore: Servizio Sismico Regionale.
potrebbe applicare all’indice di sicurezza ReLUIS, 2010. Linee Guida per il rilievo, l’analisi ed il
calcolato secondo la procedura proposta in 4.2. progetto di interventi di riparazione e consolidamento
sismico di edifici in muratura in aggregato. (Versione 3).
SG03-379
ANIDIS 2017
PISTOIA

A class-oriented large scale comparison with postearthquake damage


for Abruzzi region
Carlo Del Gaudioa, Paolo Riccia, Gerardo Mario Verderamea
a
Department of Structures for Engineering and Architecture, University of Naples Federico II, via Claudio 21, 80125 Naples -
Italy

Keywords: RC buildings; Mechanical; Seismic fragility; Damage States; Post-earthquake

ABSTRACT
The need to quickly and accurately estimate the number of involved people, dead and the injured, missing people
and homeless represent a topic issue in the emergency management and disaster planning. Obviously, such an
estimation is closely related to the evaluation of building damage scenario for the area of interest. To this aim, it
may be used different methodological approaches for the evaluation of seismic vulnerability at large-scale,
consisting of empirical or mechanical methodologies, more or less simplified and that require a different level of
detail in input parameters.
In present work, a simplified mechanical method – PushOver on Shear Type models (POST) – for seismic
vulnerability assessment of infilled RC building is briefly recalled [1, 2, 3]. The methodology allows the definition
of building structural characteristic through a simulated design procedure in compliance with design code
prescriptions, professional practice and seismic classification of the area of interest at the time of construction. The
evaluation of non-linear static response is performed through a simplified model, considering the contribution of
both RC columns and infill panels to lateral resistance, based on Shear Type assumption. Seismic capacity
assessment is made in the SPO2IDA framework [4] for different performance levels, defined according to the
damage classification proposed by [5]. Finally, the use of a Monte Carlo simulation approach allows the derivation
of fragility curves for different damage states (DSs).
Therefore, predicted damage scenario is derived from POST methodology for a database consisting of
7597Moment Resisting Frame (MRF) residential RC buildings located in the Abruzzi region, which after the 2009
catastrophic earthquake have been charged to post-earthquake usability assessment procedure [6]. Due to the use of
spatially extended and mas-sive amount of data, the reference unit is the class of building. The choice of key
parameters for the identification of classes is carried out evaluating their impact on the observed damage collected
through post-earthquake survey. Then, within each class, the remaining parameters are assumed as random
variables chosen in appropriate distributions evaluated from data collected during the post-earthquake survey.
Correlation values among the variable of each class are evaluated. Predicted damage scenario is then compared
with damage scenario based on post-earthquake data.

SG03-380
ANIDIS 2017
PISTOIA

A class-oriented large scale comparison with postearthquake damage


for Abruzzi region
Carlo Del Gaudioa, Paolo Riccia, Gerardo Mario Verderamea
a
Department of Structures for Engineering and Architecture, University of Naples Federico II, via Claudio 21, 80125 Naples -
Italy

Keywords: RC buildings; Mechanical; Seismic fragility; Damage States; Post-earthquake

ABSTRACT
The need to quickly and accurately estimate the number of involved people, dead and the injured, missing people
and homeless represent a topic issue in the emergency management and disaster planning. Obviously, such an
estimation is closely related to the evaluation of building damage scenario for the area of interest. To this aim, it
may be used different methodological approaches for the evaluation of seismic vulnerability at large-scale,
consisting of empirical or mechanical methodologies, more or less simplified and that require a different level of
detail in input parameters.
In present work, a simplified mechanical method – PushOver on Shear Type models (POST) – for seismic
vulnerability assessment of infilled RC building is briefly recalled [1, 2, 3]. The methodology allows the definition
of building structural characteristic through a simulated design procedure in compliance with design code
prescriptions, professional practice and seismic classification of the area of interest at the time of construction. The
evaluation of non-linear static response is performed through a simplified model, considering the contribution of
both RC columns and infill panels to lateral resistance, based on Shear Type assumption. Seismic capacity
assessment is made in the SPO2IDA framework [4] for different performance levels, defined according to the
damage classification proposed by [5]. Finally, the use of a Monte Carlo simulation approach allows the derivation
of fragility curves for different damage states (DSs).
Therefore, predicted damage scenario is derived from POST methodology for a database consisting of
7597Moment Resisting Frame (MRF) residential RC buildings located in the Abruzzi region, which after the 2009
catastrophic earthquake have been charged to post-earthquake usability assessment procedure [6]. Due to the use of
spatially extended and mas-sive amount of data, the reference unit is the class of building. The choice of key
parameters for the identification of classes is carried out evaluating their impact on the observed damage collected
through post-earthquake survey. Then, within each class, the remaining parameters are assumed as random
variables chosen in appropriate distributions evaluated from data collected during the post-earthquake survey.
Correlation values among the variable of each class are evaluated. Predicted damage scenario is then compared
with damage scenario based on post-earthquake data.
Generally speaking, a seismic fragility
assessment can be carried out by means of
1 INTRODUCTION analytical or empirical methods.
Italian earthquakes of the last three decades Analytical methods are based on the use of
have highlighted the high seismic vulnerability of numerical models providing the expected damage
the existing building stock, as demonstrated by (typically corresponding to a fixed displacement
the significant human, financial and functionality threshold) as a function of the seismic intensity.
losses due to the severe damage suffered by Several approaches have been developed in
structural and non-structural components literature, different from each other both in
observed after moderate-to-high magnitude structural (usually simplified) modelling and in
events. Therefore, there is a growing interest in seismic capacity assessment procedure. Among
seismic fragility assessment of buildings at them, methods based on simplified mechanics-
regional and urban scale. based procedures (e.g. Cosenza et al. [7]; Borzi et
al. [8]), Capacity Spectrum Methods (e.g.

SG03-381
Figure 1. Isoseismic areas corresponding to the assumed PGA bins form 0.025g to 0.50g and Municipalities classified with
MCS Intensity higher than VI

(a) (b)

(c)
Figure 2. Distribution and cumulative percentage of buildings as a function of construction age (a), number of storeys (b) and
average storey surface (c)

SG03-382
The equivalence between 5 (EMS98) DGs and given DG is detected on
3 (AeDES) Ds is performed according to the vertical structures (VS), infill-
scheme reported in Dolce et al [21] and Rota et al partitions (IP) or both (VS-IP). It is to be noted
[16] for vertical structure and to the scheme that on average, in 87% of the cases the damage
reported in Del Gaudio et al [2] for infill- to IP governs the lighter DGs of the building
partitions. (DS1, DG2, DG3), highlighting the very
Figure 3 reports the observed damage scenario significant role of the non-structural damage
for the whole building stock. It is to noted that affecting infill components; vice-versa, DG4 and
34% of the building stock has a “Negligible DG5 are related exclusively to damage to Vertical
damage” (DG0), 36% ,15% and 10% belong to Structures (VS).
“Slight damage” (DG1), “Moderate damage”
(DG2) and “Substantial to heavy damage” (DG3)
respectively, and only the 4% and 1% by “Very 3 POST DESCRIPTION
heavy damage” (DG4) and “Destruction” (DG5), In this section, the simplified mechanical
respectively. method POST (PushOver on Shear Type models)
for seismic vulnerability assessment of RC
buildings is presented and briefly described; for
further details, the reader is referred to (Del
Gaudio et al. [1,2,3]).
The methodology is based on the following
steps:
I. Definition of building model: the structural
model of the building is constructed through a
simulated design procedure in compliance
with design code prescriptions, professional
practice and the seismic classification of the
area of interest at the time of construction. For
further details, the reader is referred to
Verderame et al [22].
(a)
II. Non-linear static response: the evaluation of
the non-linear static response of the building is
performed through a simplified model based
on Shear Type assumption; the latter allows to
consider RC columns and infill elements
acting in parallel, considering a tri-linear
envelope for RC columns and a multi-linear
model for infill panels according to
Panagiotakos and Fardis [23]. The pushover
curve is obtained in closed-form through a
force-controlled procedure up to the peak and
through a displacement-controlled procedure
thereafter. Hence the storey characterized by
the maximum value of the ratio between
interstorey shear demand and interstorey shear
(b)
Figure 3. Distribution and cumulative percentage of
strength will be the only one to reach its
buildings as a function of damage grades (DGs) (a); Per- maximum resistance and to experience its
centage ratio of buildings belonging to a given DG due to softening post-peak behavior, giving to the
the maximum damage detected on VS, IP or VS-IP (b). pushover curve the corresponding degrading
Figure 3b reports the percentage ratio of trend.
buildings in which the maximum damage to a

SG03-383
III. Definition of DSs: DSs adopted in the model (such as the Interstorey Drift Ratio (IDR)
proposed method are defined according to the capacity).
damage scale proposed by EMS-98; Capacity for infill panel ( IDR IP,DS1 , IDR IP,DS2 ,
IV. Seismic capacity assessment: the SPO2IDA IDR IP,DS3 ) is set according to IDR values reported
(Vamvatsikos and Cornell [4]) framework is in Cardone and Perrone [26].
applied to evaluate the seismic capacity at the On the other hand, the IDR capacity for RC
performance levels of interest in terms of columns is evaluated in correspondence of
spectral intensity measures; physical condition related to the qualitative
V. Evaluation of fragility curves: depending on description of EMS-98 DSs, namely to the first
the level of knowledge achieved, certain attainment of:
random variables have to be introduced. Then, - DS1: the cracking moment ( IDR RC,cr );
a Monte Carlo simulation approach is used,
- DS2: the yielding moment ( IDR RC,y );
generating a population of buildings. For each
run of the procedure, an n-vector with the - DS3: the IDR value corresponding to the
realization of each random variable, where n is concrete cover spalling and the longitudinal
the total number, is extracted from the reinforcement buckling, ( IDR RC,s , IDR RC,b ) or
corresponding distribution. Hence for each run the IDR value corresponding to the Shear
the building model and the corresponding non- failure according to Aslani and Miranda [27]
linear static response is determined. DSs and model ( IDR RC,SF );
corresponding displacement values are
- DS4: the IDR value corresponding to the zero
determined on the building response and
seismic capacity assessment is performed in resistance point ( IDR RC,pc ) of the degrading
terms of spectral ordinates and PGA values. backbone curve provided by the model by
Therefore, if the PGA capacity at a given DS Haselton et al. [28] or the IDR value
is calculated for all the generated buildings, corresponding to the loss of vertical load
the corresponding cumulative frequency carrying capacity ( IDR RC,A SF ) of the first
distributions provide the corresponding
fragility curves. (previously shear-damaged) RC column
provided by Aslani and Miranda [27];
It is to worth noting that the expected failure - DS5: the IDR value corresponding to the zero
mode is determined for each column through the resistance point ( IDR RC,pc ) of the backbone
comparison between the flexural plastic shear curve provided by the model by Haselton et al.
(Vy=My/0.5 h) and the shear strength (Vn [28] for all the columns of a floor or the IDR
according to Sezen and Moehle [24]). Hence, value at which all the shear-controlled
columns with (Vy/Vn)<k are expected to fail in
flexure, while columns with (Vy/Vn)≥k are columns of a floor reach the IDR RC,A SF (if both
expected to fail in shear or flexure-shear, where flexure- and shear-controlled columns are
the coefficient k related to the maximum present in the same floor, IDR at DS5
ductility-related shear strength decrease, is corresponds to the attainment of zero
assumed to be equal to 0.7. resistance point and loss of vertical load
In addition, different configurations for infill carrying capacity in all the former and latter
panels have been considered: (i) solid-, (ii) with columns, respectively).
window opening- and (iii) with door opening- The numerical values of such an IDR capacity
panels. Openings in infill panels are considered to
are reported in Table 2.
modify the non-linear behaviour of the infill
panels according to the model presented in
Kakaletsis and Karayannis [25] by means of
control parameters depending on the window and
door opening sizes.
A fundamental issue is represented by the
definition of DSs. As a matter of fact the
qualitative description of observational DSs
reported by EMS-98 damage classification is
translated into numerical mechanical-based
displacement thresholds in the building structural

SG03-384
Table 1: Displacement thresholds at the assumed DSs, based on the mechanical interpretation of the DSs described by EMS-
98.
Infill panels RC columns
EMS-98 POST
EMS-98 POST EMS-98
Damage State thresholds
descriptions thresholds descriptions
F-Type* S-Type*
Negligible Fine cracks in
D Fine cracks in
to slight IDR IP,DS1 plaster over frame IDR RC,cr
S1 partitions and infills
damage members
Cracks in
D Moderate Cracks in
partition and infill IDR IP,DS2 IDR RC,y
S2 damage columns
walls.
Large cracks in
Spalling of min  IDR RC,s ;
Substantial partition and infill
IDR RC,b 
D concrete cover,
to heavy walls, failure of IDR IP,DS3 IDR RC,SF
S3 buckling of
damage individual infill
reinforced rods
panels
Large cracks in
structural elements First First
D Very
(...) Collapse of a attainment of attainment of
S4 heavy damage
few columns or of a IDR RC,pc IDR RC,ASF
single upper floor
Collapse of Last Last
D Destructio
ground floor or parts attainment of attainment of
S5 n
of buildings IDR RC,pc IDR RC,ASF
*: F-Type: columns failing in Flexure; S-Type: columns failing in Shear or Flexure-Shear
The resulting displacement thresholds at each (Ns): “L”, Low rise (1 ≤ Ns ≤ 3) buildings, and
DS are summarized in Table 1. Note that, due to “MH”, Medium-High rise (Ns ≥ 4) buildings.
the assumed Shear-Type behaviour, the IDR Generally speaking, some of the input
leading to the attainment of each DS is the parameters of the POST procedure can be
minimum between the values reported in Table 1 modeled as random variables to reflect their
for infill panels and RC columns. expected variability. The definition of these
The capacity in terms of spectral ordinate Sa(T) random variables also depends on the type of
is calculated through the use of an approximate analysis that is carried out. For instance, the
IDA curve, evaluated according to the SPO2IDA methodology can be applied to single buildings
framework (Vamvatsikos and Cornell, [4]) in for which the number of storeys, the plan
correspondence of IDR value for the assumed DS. dimensions and the age of construction can be
The corresponding PGA capacity is evaluated as considered as deterministically known, and other
a function of the adopted elastic pseudo- parameters are assumed as random variables, in
acceleration response spectrum. order to account for aleatoric (e.g., the record-to-
record variability, which can be taken into
account, although in a simplified way, also within
4 DERIVATION OF CLASS-SPECIFIC a spectral assessment framework as in the present
ANALYTICAL FRAGILITY CURVES study, see Section 4.1.4) or epistemic
POST methodology has been applied at single uncertainties (for parameters whose deterministic
building level in (Del Gaudio et al. [1,2,3]). knowledge would require an excessive cost or,
In the present work, POST methodology will however, could not be easily and quickly
be applied at building class level. The definition obtained, see Section 4.1.2). If, instead, the
of homogeneous classes of buildings will be methodology is applied to classes of buildings, i.e.
carried out identifying the parameters that greatly in order to derive the seismic fragility of groups
influence their seismic fragility. In Del Gaudio et of buildings characterized by common values of
al. [29], two classes of buildings have been some parameters – assumed as “distinguishing”
defined as a function of the number of storeys parameters between one class and the other due to

SG03-385
their prominent influence on seismic fragility – Plan ratio is assumed as a uniform random
such as, in the present study, the number of variable between [1-2,5] according to statistics
storeys (within a given interval), further reported in (Del Gaudio et al. [1, 29]).
parameters have to be modeled as random 4.1.2 Uncertainties in geometry, materials,
variables in order to reflect their variability capacity models, damage thresholds
between one building and the other (inter-
building) within the class (intra-class), such as, The selected variables are the compressive
for instance, the number of storeys itself (within strength of concrete (fc), steel yield strength (fy),
the given interval), the plan dimensions and the and infill material characteristics. The
age of construction, see Section 4.1.1. corresponding probability distributions are
In this study, on the whole, N=24 parameters selected from statistical analyses provided by the
are modeled as random variables (see Table 2), technical literature to be representative of the
each one characterized by a marginal distribution existing Italian building stock (Del Gaudio et al.
chosen to define its variability. N = k+s+m, with [1,2,3]).
k=1 parameter (number of storeys) chosen to ▪ Compressive strength of concrete (fc). A
define the buildings classes, s=3 parameters distribution with a mean value of 25 MPa,
(construction age, average storey surface and plan and a coefficient of variation (CoV) of 31%
ratio) defining the inter-building variability for pre-1981 buildings and of 25% thereafter,
within the class, and m=20 parameters defining reflecting the higher reliability in the
the uncertainties in geometry, materials, capacity preparation of the concrete for recent
models, damage thresholds, spectral shape and construction, have been assumed.
record-to-record variability. ▪ Steel yield strength (fy). Distributions
according to statistics reported by STIL
4.1 Uncertainties characterization software (Verderame et al., [31]) have been
considered, with the variable as a function of
Below, the random variables assumed in the the age of construction and the type of
present work will be introduced and specialized, reinforcement. The latter is assumed to
reporting the parameters of the distributions change with the age of construction: for
required for their definition (see Table 2). buildings constructed before 1971, plain bars
4.1.1 (Intra-class) Inter-building variability have been considered as reinforcement and
As seen previously, two classes of buildings deformed bars thereafter.
will be introduced as a function of the number of ▪ Infill mechanical characteristics (Ew).
storeys (Ns): L-class and MH-class of buildings. Reference has been made to the proposal of
The statistics of construction age, number of the Italian code (Circolare 617, 2009) for
storeys and average storey surface collected hollow clay brick panels. A full correlation
during the field inspections (Figure 2) will be between the dependent variables (shear
analyzed in order to determine the correlation modulus Gw, shear strength cr) and the
matrix. independent variable (Young Modulus Ew)
In the Monte Carlo simulation technique in the has been adopted. Hence, the elastic modulus
ith-run, the value of construction age, number of is assumed in the following as a random
storeys and average storey surface will be variable with a lognormal distribution, a
extracted so that at the end of the simulated mean value equal to 4500 MPa and a CoV of
procedure the correlation matrix between the 30%. Gw is evaluated as 3/10 of Ew. cr is
parameters is equal to that obtained from data assumed as linearly dependent on Gw, with
collected during the field inspections. The values of 0.3 MPa and 0.4 MPa
algorithm proposed by (Vorechovský and Novák, corresponding to Gw values of 1080 MPa and
[30]) is used, which attempt to minimize the 1620 MPa. The same material characteristics
difference between the target correlation matrix are assumed for external and internal infill
and the actual correlation matrix by means of an panels.
optimal sample ordering through the so-called Uncertainties in modelling are taken into
Simulated Annealing method. account for the non-linear behaviour of both RC
columns and infill panels. They are taken into
consideration through a twofold contribution. On
the one hand, the lateral force-displacement

SG03-386
relationship would indirectly change through 4.1.3 Spectral shape from ShakeMap
random variables related to geometrical The spectral shape can also be modelled as a
characteristics and material properties. random variable.
On the other hand, uncertainty in modelling is INGV ShakeMaps provide spectral pseudo-
explicitly considered assuming the secant acceleration values at T = {0; 0.3; 1.0; 3.0} s for
stiffness at yielding (EIy) as a random variable, the sites where each building is located. Hence, a
determined according to model of Haselton et al. Newmark-Hall elastic pseudo-acceleration
[28], for what concerning RC columns. spectrum can be determined, with a plateau
For infill panel, elastic and secant stiffness to passing through the 0.3 s acceleration, a curve
peak resistance, cracking and peak resistance are passing through the 1.0 s acceleration with a 1/T
considered as random variable. In the ith-run of decay, and another curve passing through the 3.0
Monte Carlo simulation technique, the values will s acceleration with 1/T2 decay, according to Del
be extracted so that to minimize the difference Gaudio et al. [3].
between the actual and the target correlation In such a way, 7597 elastic spectra can be
matrix, the latter evaluated from the ratio between evaluated from the ShakeMaps for each building
the model predictions and test result values used site.
by the authors to derive their response model. Hence, for each run of the Monte Carlo
Furthermore, due to lack of specific simulation procedure, a realization out of 7597
information about the amount and openings in elastic spectra is obtained through data mining
external infills, the following assumptions have procedure previously shown.
been made based on expert judgement:
▪ Thickness of external infill panels (sw). A 4.1.4 ord-to-record variability (SPO2IDA
discrete random variable in the interval {200; relationship)
220; 240} mm with a uniform probability Uncertainties related to seismic ground motion
distribution. In fact, the photographic are taken into account considering a lognormal
documentation collected after the last 30 distribution, whose median value is the spectral
years earthquake has shown a thickness of ordinate evaluated on the approximate IDA curve
infill panels equal to approximately 200-240 as function of displacement capacity. Further,
mm, typical of a double layer of hollow clay logarithmic standard deviation is evaluated
bricks, commonly employed in construction depending on 84%- and 16%-IDA curves. The
in Italy and in the Mediterranean area. latter is taken as equal to:
▪ The type of opening. The distribution of type
of opening among the bays of a generic 
1
2
 ln S84%
a a 
 ln S16% (1)
storey represents a critical issue that varies
strongly depending on architectural aspects th
where Sia % represents the ith%-fractile of
and professional practice. Hence, a discrete
random variable is assumed with a uniform spectral ordinate provided by the corresponding
probability distribution as a function of three IDA curves provided by Vamvatsikos and
typologies: (i) solid-, (ii) with window Cornell (2006).
opening- and (iii) with door opening-panel.
The opening width is assumed to be equal to
25% of the corresponding infill length, for
both window and door openings.
The distributions associated with IDR
thresholds for infill panels have been identified
according to the prediction model of Cardone and
Perrone [26].
The distribution of IDR thresholds for RC
columns (concrete cover spalling and longitudinal
reinforcement buckling, post-capping IDR
capacity, see Table 2) have been set according to
the empirical capacity models of Haselton et al.
[28] and Berry and Eberhard [32].

SG03-387
Table 2: Summary of median and CoV values for the selected random variables.
Type of R.V. Distributi
R.V. Reference Median value CoV [-]
on
Verderame et al. (2001); Masi 31% or
fc lognormal 25 MPa
and Vona (2009) 25%
Material
Calculat
properties fy STIL Verderame et al. (2012) lognormal Calculated
ed
Ew Circolare 617 (2009) lognormal 4500 MPa 30%
sw - uniform [200; 220; 240] -
Geometrical [solid; window
Type of
characteristics - uniform opening; door -
opening
opening]
Plan
uniform [1-2.5]
ratio
Number Simulated
uniform
of storeys annealing
Average Simulated
uniform
surface annealing
Construc Simulated
uniform
tion age annealing
Modelling
EIy Haselton et al. (2008) lognormal 0.95*Calculated 28%
parameters
Simulated
k1,infill uniform
annealing
Simulated
k2,infill uniform
annealing
Simulated
Fcr uniform
annealing
Simulated
Fmax uniform
annealing
IDRRC,b Berry and Eberhard (2003) lognormal Calculated 26.2%
IDRRC,s Berry and Eberhard (2003). lognormal Calculated 35.6%
IDRRC,cap
Haselton et al. (2008 lognormal 1.02*Calculated 54%
,pl
Displacemen IDRRC,SF Aslani and Miranda (2005) lognormal 1.05*Calculated 55%
t thresholds IDRRC,A-
Aslani and Miranda (2005) lognormal 1.03*Calculated 33%
SF
IDRIP,DS1 Cardone and Perrone (2015) normal 0.03% 59.9%
IDRIP,DS2 Cardone and Perrone (2015) normal 0.35% 96.5%
IDRIP,DS3 Cardone and Perrone (2015) normal 1.62% 23.7%
Spectral
Spectral From data
shape from http://shakemap.rm.ingv.it uniform
Shape collected
ShakeMap
Record-
Record-to- Vamvatsikos and Cornell,
to-record lognormal Calculated Eq.1
record variability (2006)
variability

Summing up all the corresponding


probabilities of being in each DS for a N-number
5 COMPARISON IN TERMS OF of buildings, the damage distribution of the
FRAGILITY CURVES AND DAMAGE considered dataset is evaluated.
SCENARIO The above procedure is herein applied starting
The damage scenario is evaluated based on the from fragility curves derived with POST
PGA value obtained for each building from the methodology for L-class of buildings (1 ≤ Ns ≤ 3)
ShakeMap of the event. and the MH-class of buildings (Ns ≥ 4) is shown.
The information about number of storeys Hence, the distribution and cumulative
allows to define the class of building, which the distribution of damage, reporting, respectively,
single building belongs to, and hence the the number of buildings in each DSi, i=0:5,
corresponding fragility curves. Therefore, the ( N  ds  DSi  ) and the number of buildings with
a damage at least equal to DSi, ( N  ds  DSi  ),
latter, together with the information about the
ground motion to which each building has been
subjected during the 6th April 2009 seismic event are shown in Figure 4.
(PGA value), allows to determine the
probabilities of being in each assumed DS
( Pr ds  DSi | PGA  ) for each single building.

SG03-388
Figure 5. Comparison between empirical fragility curves
for RC buildings (dashed lines) and by POST methodology
(a) (solid lines).

6 CONCLUSIONS
In present work, damage scenario is derived
according to POST (PushOver on Shear Type
models) methodology (Del Gaudio et al., [1, 2, 3])
for a database consisting of 7597 Moment
Resisting Frame (MRF) residential RC buildings
located in the Abruzzi region. Each buildings
have been charged to post-earthquake usability
assessment procedure after the 2009 catastrophic
earthquake, leading to the definition of an
observed damage scenario according to the
(b)
Figure 4. Distribution (a) and cumulative distribution (b) of EMS98 (Grünthal [5]) damage classification.
damage predicted by POST methodology Due to the use of spatially extended and
massive amount of data, the reference unit is the
A very good agreement from the comparison
class of building, which definition of has been
between POST-predicted and observed damage
carried out as a function of the parameters that
scenario can be observed. The latter derived
greatly influence seismic fragility In Del Gaudio
according to section 2 from the interpretation of
et al. [29] two classes of buildings have been
AeDES survey forms and already reported in
defined as a function of number of storeys (Ns):
figure 3a.
L-class buildings (1 ≤ Ns ≤ 3) and MH-class
Finally, figure 5 reports the comparison
buildings (Ns ≥ 4).
between the fragility curves above discussed,
Random variables for the derivation of
derived according to POST methodology for the
fragility curves are chosen in appropriate
7597 MRF residential RC buildings considered in
distributions, evaluated from data collected
the present study, with the empirical fragility
during post-earthquake survey, considering also
curves derived on the same building dataset
the correlation values among the variables within
obtained in Del Gaudio et al., [29]. A very good
each class.
agreement is observed except for DG1, where
In this study, on the whole, N=24 parameters
empirical curve shows a lower fragility respect to
have been modeled as random variables, each one
analytical POST-derived fragility curve.
characterized by a marginal distribution chosen to
define its variability. N = k+s+m, with k=1
parameter (number of storeys) chosen to define
the buildings classes, s=3 parameters
(construction age, average storey surface and plan
ratio) defining the inter-building variability
within the class, and m=20 parameters defining

SG03-389
the uncertainties in geometry, materials, capacity Del Gaudio C., De Martino G., Di Ludovico M., Manfredi
models, damage thresholds, spectral shape and G., Prota A., Ricci P., Verderame G.M., 2016.
Empirical fragility curves from damage data on RC
record-to-record variability. buildings after the 2009 L’Aquila earthquake. 14, 1–
The comparison between observed and 26.
predicted damage scenario for the 7597 MRF
Cosenza E., Manfredi G., Polese M., Verderame G.M.
residential RC buildings considered in the present (2005). A multi-level approach to the capacity
study, shows a very good agreement between the assessment of existing RC buildings. Journal of
results, also confirmed for both predefined Earthquake Engineering, 9(1), 1-22.
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empirical fragility curves derived on the same 30(3), 804-820.
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SG03-390
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SG03-391
ANIDIS 2017
PISTOIA

Fast procedure for seismic risk assessment of r.c. buildings


Alessandro Fulcoa, Marco Mezzia, Fabrizio Comodinib
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Via G.Duranti 63, 06125 Perugia.
b
Facoltà di Ingegneria, Università eCampus, Via Isimbardi 10, 22060 Novedrate, Como

Keywords: seismic risk, expected consequences, risk index, nonlinear analyses, decision support

ABSTRACT
The seismic assessments of existing buildings are often based only on conventional evaluation of vulnerability.
This can lead to an incorrect estimate of the actual risk and can be misleading in taking a decision on the actions to
be adopted for the building. The simplified procedure f-RACE (fast Risk Assessment of Consequences of
Earthquake) for the risk assessment of the consequences of a seismic attack on r/c buildings is presented. It
provides to take the seismic hazard from the probabilistic definition given by the national code and to evaluate the
structure vulnerability according to a multi-scenario view. Three damage scenarios characterized by different
extension of the collapses are considered for the risk evaluation. The expected consequences on the building and
occupants, injured and casualties, are computed for each scenario. The calculation of the consequences is based on
the evaluation of a damage indicator that takes into account the extension of collapses of structural and non-
structural elements. A risk indicator expressed in terms of annual probability of expected losses is finally
determined. Both the economic consequences and the consequences on the occupants can be computed.
Applications of the procedure to typical sample buildings are also reported and results are discussed.

SG03-392
ANIDIS 2017
PISTOIA

Procedura speditiva per la valutazione del rischio sismico di edifici in c.a.


Alessandro Fulcoa, Marco Mezzia, Fabrizio Comodinib
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Via G.Duranti 63, 06125 Perugia.
b
Facoltà di Ingegneria, Università eCampus, Via Isimbardi 10, 22060 Novedrate, Como

Keywords: rischio sismico, conseguenze attese, indice di rischio, analisi non lineari, supporto decisionale

ABSTRACT
Il rischio sismico è generalmente espresso mediante indicatori maggiormente rappresentativi della vulnerabilità della
struttura che del rischio, trascurando il concetto di conseguenza. Tale criticità può riflettersi sulle strategie di
intervento da adottare e sulla definizione di efficaci scale di priorità, generando un appiattimento dei livelli di rischio.
Questi aspetti hanno motivato lo sviluppo del presente lavoro. Il lavoro illustra una procedura speditiva per la
valutazione del rischio sismico di singoli edifici in c.a. in termini di conseguenze attese sia economiche che sugli
occupanti. Tale procedura denominata f-RACE (fast Risk Assesment of Consequences of Earthquakes) prevede di
quantificare il rischio in termini di perdite attese per più scenari di danneggiamento e su differenti orizzonti temporali.
La procedura f-RACE è di carattere ibrido, combinando analisi di tipo numerico (non lineari) ad analisi di tipo
statistico sulle conseguenze osservate in eventi sismici passati. Nel lavoro è illustrata un’applicazione su 4 edifici
reali, per i quali sono quantificati differenti scenari di conseguenze attese. Dalle analisi condotte emerge come sia
possibile definire un indice di rischio globale utilizzabile come strumento comparativo ai fini delle strategie di
intervento. I risultati ottenuti sono stati ulteriormente confrontati con quelli previsti da linee guida vigenti, ottenendo
differenze significative.

1 INTRODUZIONE ripercuote sulle valutazioni di carattere


comparativo per le scelte di natura strategica
Negli ultimi dieci anni sono stati condotti molti
relative agli interventi da mettere in atto e alla
studi per la valutazione sismica di edifici esistenti
gestione dei finanziamenti.
in particolare per quanto riguarda gli edifici
Inoltre le valutazioni di vulnerabilità
pubblici come scuole, ospedali e uffici
convenzionali possono portare a risultati molto
amministrativi. Tali studi prevedono la
livellati tra diversi edifici e penalizzanti rispetto
valutazione della vulnerabilità dell'edificio
alle loro reali capacità. In alcuni casi di edifici
espressa da un "indice di rischio" calcolato come
esistenti caratterizzati da valori di vulnerabilità
rapporto tra l'accelerazione massima al suolo per
molto ridotti è stato invece rilevato un rischio di
cui l'edificio raggiunge uno stato limite
conseguenze per gli occupanti decisamente basso
convenzionale (Capacità) e l'accelerazione di
in un orizzonte temporale utile alla
progetto al sito (Domanda). In realtà tale indice
programmazione di opere di miglioramento
non esprime il "rischio" sismico dell'edificio, ma
sismico. Infatti la prestazione che identifica lo
solo la sua "vulnerabilità" sismica, calcolata in
stato limite convenzionale per la valutazione della
modo convenzionale e per un solo livello di
vulnerabilità sismica dell'edificio è associata al
pericolosità. Infatti nessun riferimento è fatto in
raggiungimento del limite di capacità di un singolo
merito a scenari di conseguenze attesi o perdite
elemento strutturale. Questa condizione
economiche o di occupanti. La definizione
corrisponde a un danno molto localizzato e spesso
dell’indicatore di rischio può costituire una
non rilevante in termini di conseguenze per gli
criticità nelle valutazioni correnti, infatti
occupanti. D'altra parte, anche gli ultimi terremoti
l'indicatore non considera completamente la
hanno mostrato che molti edifici di c.a., anche non
definizione di rischio intesa come probabilità di
progettati tenendo conto dell'azione sismica, sono
avere un determinato scenario di conseguenze in
stati in grado di salvare gli occupanti pur subendo
un preciso intervallo temporale. Tale carenza si

SG03-393
danni agli elementi non strutturali e strutturali sismica di input richiesta al sistema in funzione del
(Decanini et. al 2010). livello di sicurezza richiesto (Crowley et al. 2004);
Per conoscere l'effettivo rischio sismico Definizione di una funzione di correlazione tra
associato all'utilizzo di un edificio è necessario il danno subito dalla struttura ed il livello di
svolgere una reale analisi di rischio. La domanda simica in input (Dolce et. al 2000);
valutazione consiste nella determinazione Definizione di funzioni di correlazione tra gli
quantitativa del rischio associato a una reale indicatori di danno dipendenti dal grado di
situazione di pericolo per la sicurezza delle vulnerabilità e le conseguenze attese in termini di
persone o l'integrità delle cose. Dunque il rischio è parametri decisionali (Bostrom et. al 2008).
espresso attraverso due grandezze componenti:
I parametri legati alla valutazione delle
l’entità della potenziale conseguenza (perdita)
prestazioni sono: la misura dell'intensità dell'input,
connessa al verificarsi del pericolo e la probabilità
che l’evento che produce la conseguenza si IM, i parametri di domanda, EDP, la misura del
verifichi. danno, DM, la entità della conseguenza, CV. Tali
Nel presente lavoro viene illustrata una parametri non sono deterministici, ma
procedura speditiva per la valutazione del rischio caratterizzati da distribuzioni statistiche dovute
sismico in termini di conseguenze attese su edifici all’incertezza per la loro natura di variabilità.
esistenti di c.a. La procedura è chiamata f-RACE Secondo questa ipotesi le linee guida attualmente
(fast Risk Assesment of Consequences of in fase di sviluppo (FEMA 445 2006) prevedono
Earthquakes) (Mezzi et. al 2017). Tale procedura un approccio probabilistico nella valutazione delle
è di tipo ibrido unendo analisi numeriche per la prestazioni strutturali e nella stima delle
valutazione della capacità sismoresistente delle conseguenze. Le conseguenze attese sono quindi
strutture ad analisi di tipo empirico per la valutate come la probabilità di superamento λ(CV)
definizione dei parametri e delle relazione rispetto ad un prefissato livello di conseguenze CV
utilizzate nel modello operativo di lavoro. Tale attraverso la seguente relazione:
 CV  
modello è stato organizzato per passi mediante la
fusione di una procedura semi-automatica con  G CV DM dG DM EDP dG EDP IM (1)
analisi numeriche non lineari. Il risultato finale per d IM
ogni singolo edificio esprime la probabilità che un
determinato scenario di conseguenze (perdite) si La modalità più immediata e maggiormente
verifichi. In generale essendo calcolato un numero utilizzata per esprimere le conseguenze attese è
n di scenari, procedendo all’integrazione del quella che riguarda l’impatto economico, in
risultato degli stessi è possibile esprimere un quanto consente una rapida quantificazione del
indicatore di rischio dell’edificio come la rischio associato ad un evento. In tale ambito, da
probabilità delle potenziali perdite attese in un molti anni sono state sviluppate procedure
numero prefissato di anni. Nel presente lavoro deterministiche (Thiel et. al 1986) per la
verranno anche riportati i risultati ottenuti su valutazione dei costi globali conseguenti al
quattro casi studio analizzati mediante la verificarsi dell'evento sismico (Parducci e Mezzi
procedura f-RACE. I risultati ottenuti 1995).
suggeriscono alcune considerazioni sulle strategie
di intervento e sulle politiche decisionali 3 PROCEDURA f-RACE
relativamente al tema del rischio sismico.
La procedura di valutazione del rischio sismico
di singoli edifici in c.a. denominata f-RACE si
2 VALUTAZIONE DEL RISCHIO sviluppa secondo una serie di passi successivi
Operativamente una valutazione analitica di (Mezzi et al 2016).
rischio sismico può essere sintetizzata in 4 step
3.1 Definizione della pericolosità
principali:
Definizione del modello di pericolosità sismica La prima fase della procedura di rischio
in termini di intensità del sisma atteso, utilizzando prevede la definizione della pericolosità sismica di
correlazioni tra PGA e il periodo di ritorno sito, in analogia con quanto previsto dalle
(Cornell 1968); NTC2008 (NTC 2008).
Definizione di una funzione di correlazione fra
la vulnerabilità della struttura e la domanda

SG03-394
3.2 Descrizione speditiva della struttura “collasso” del 50% degli elementi strutturali o
dall’insorgenza di meccanismi di labilità globale
La seconda fase della procedura comprende la
(ad es. piano debole).
descrizione speditiva dell’edificio. È presente una
prima descrizione generale: altezza totale edificio, 3.4 Valutazione del danno
numero livelli, numero travi e pilastri.
Successivamente si passa ad una descrizione Una volta conclusa la fase di vulnerabilità, i tre
dell'edificio per impalcati descrivendo gli elementi scenari sopra descritti vengono separatamente
strutturali, quelli non strutturali e i contenuti. In analizzati al fine di valutare l’entità delle
particolare viene definito un valore di area potenziali conseguenze (perdite) che poi vengono
equivalente della maglia tipo di solaio A0, tale cumulate considerando la probabilità dell’evento
parametro corrisponde al rapporto tra la responsabile della conseguenza stessa.
"superficie totale dell'impalcato" ed il "numero di La valutazione dello scenario di danno riguarda
campi". Infine per ogni impalcato vengono definiti il danno strutturale DS, il danno non strutturale
due parametri di esposizione: la superficie di DNS e il danno associato ai contenuti CD.
calpestio sottostante il generico impalcato AEXP e Tale determinazione avviene mediante
l’indice di occupazione espresso come numero di l’utilizzo di un area equivalente di solaio
persone al metro quadrato IO. mobilitata da ogni collasso e stimata in funzione
dei costi di ripristino necessari. La valutazione del
3.3 Valutazione di Vulnerabilità danneggiamento si riassume mediante la
definizione di un indice di danno globale
La capacità della struttura e le conseguenze,
denominato ID. Tale indice rappresenta l’impatto
vengono valutate per tre diversi scenari di danno
del danneggiamento sull’intero edificio, per lo
definiti in base al numero di elementi strutturali
scenario considerato.
che attingono le condizioni ultime (travi e
colonne). Per ogni livello di danno si considerano 3.4.1 Danno strutturale
anche altri parametri significativi di risposta Il danno strutturale viene valutato mediante il
necessari per la valutazione delle conseguenze: parametro "area di danno strutturale"
drift di piano DR, accelerazione di piano af,
tipologia dell’elemento danneggiato e livello di  icoll f b1  A0, j   icoll f b 2  A0, j 
Nst
 N b1 
  C ampl , j  (2)
Nb 2
plasticizzazione. Vengono di seguito descritti gli ASD 
scenari di danno considerati. j 1   icoll f c  A0, j 
 Nc 
Il primo scenario di danneggiamento L1 è
denominato “Danneggiamento Limitato”, esso dove Nb1, Nb2, Nc sono il numero di travi principali,
corrisponde alle condizioni prestazionali definite travi secondarie e pilastri rispettivamente. I fattori
dalle NTC 2008. A tale condizione corrisponde il di rilevanza fb1 = 0,5, fb2 = 0,2, fc = 0,4 tengono
“collasso” del primo elemento strutturale conto dei costi di ripristino diretti e indiretti
dell’edificio. E’ evidente che tale scenario risulta relativi al tipo di elemento. Il coefficiente icoll
essere poco rappresentativo ai fini delle rappresenta il tipo di collasso (fragile/duttile).
conseguenze sia sugli occupanti che di tipo Campl è un coefficiente di amplificazione che tiene
economico. conto della possibile propagazione del danno
Il secondo scenario di danneggiamento L2 è lungo l'altezza in funzione del parametro α
denominato “Danneggiamento Esteso”. Questo (rapporto tra il livello dell’impalcato considerato e
scenario corrisponde al raggiungimento del il numero totale di impalcati) e la percentuale di
“collasso” del 10% degli elementi strutturali elementi. Viene anche considerato un valore di
verticali dell’edificio o al 20% degli elementi di un area equivalente ASDP associata agli elementi
singolo impalcato. L’estensione del livello di parzialmente danneggiati calcolata utilizzando un
danneggiamento ammette crolli locali della fattore di riduzione in funzione dei livelli di
costruzione e dunque potenziali conseguenze plasticizzazione.
significative sugli occupanti e sul patrimonio 3.4.2 Danno non strutturale
esposto.
L'entità del danno non strutturale delle
Il terzo ed ultimo scenario di danneggiamento
tamponature è associato al parametro "scorrimento
L3 è denominato “Danneggiamento Estremo”,
relativo di interpiano" Dr. L'attivazione del danno
rappresentativo di una condizione di collasso reale
non strutturale delle tamponature ANSD è legata al
dell’edificio. Tale scenario è identificato dal

SG03-395
superamento di un valore limite, Dlim, C R    cUR  ATOTD (6)
corrispondente allo scorrimento di stato limite di
danno definito dalle NTC2008. Risulta quindi dove
ATOTD   ASD  ANSD  ACD  (7)

[k N Acladd , j  A part , j 
 
Nst
ANSD   r  1  rlim  DR , j  DR ,lim / 
lim

cUR rappresenta il costo convenzionale delle opere
di ripristino per unità di superficie; η è un
DR ,ult  DR ,lim 
j 1
 coefficiente correttivo funzione dell'estensione
(3) delle opere, dello sconto previsto (Figura 1) e
DR ,lim  DR  DR ,ult dell'incidenza dei costi indiretti. Il valore nominale
di η varia da un minimo di 1,1 per ATOTD/A0,MAX =
0 ad un massimo di 2,0 per ATOTD/A0, MAX = 1. In
ANSD  0 se DR  DR ,lim (4)
Figura 2 è riportata una tipica curva di sconto, il
dove DR,lim è il valore minimo di drift che parametro It rappresenta il rapporto tra il costo
determina danni non strutturali; DR,ult è quello convenzionale di danneggiamento ottenuto per lo
massimo (1%) per il quale tutti gli elementi sono scenario di danno i-esimo ed il costo massimo
considerati completamente danneggiati; rlim (30%) potenziale. Entrambe le curve riportate sono state
è l'incidenza dei danni corrispondente alla costruite sulla base di analisi dei prezzi degli
condizione DR,lim; kN è un fattore di conversione interventi di ricostruzione successivi al sisma
che rappresenta le differenze nel costo di dell’Aquila 2009 (Di Ludovico et. al 2016).
riparazione tra l’area equivalente A0 e gli elementi
2,20
non strutturali verticali in funzione di tipologia ed
utilizzo dell'edificio (Taghavi e Miranda 2003). 2,00

3.4.3 Danno associato ai contenuti 1,80

I contenuti possono essere suddivisi in classi 1,60


η

(Tabella 1) ognuna caratterizzata dal parametro di


attivazione (accelerazione di piano o drift) e 1,40

dall’incidenza percentuale β1 sul costo 1,20


complessivo di costruzione. Il danno associato ai
1,00
contenuti è espresso come superficie equivalente 0,00 0,20 0,40 0,60 0,80 1,00
convenzionale ATOTD / ATSM AX

ACD   1,k   2,k   ASD  ANSD 


N CD
(5) Figura 1. Coefficiente di amplificazione del costo
k 1 convenzionale: Valore nominale (linea tratteggiata), valore
scontato (linea continua)
in cui β2,k tiene cono dell’effettiva presenza della
classe (k) di contenuti. 30,00

Tabella 1 Classe dei contenuti e parametri di attivazione 25,00

20,00
1
Sconto %

Classe Parametro Valore


Armadi Acc. piano 0.25g 0.067 15,00

Computers Acc piano 0.20g 0.067 10,00


Controsoffitti drift 0.5% 0.067 5,00

0,00
3.5 Valutazione delle conseguenze 0,00 0,20 0,40 0,60 0,80 1,00
It
La valutazione delle conseguenze si sviluppa
attraverso due sotto-fasi, una riguardante le Figura 2. Curva di sconto percentuale
conseguenze economiche (A) ed una riguardante Il costo di fermo attività è valutato
le conseguenze sulle persone (B).
C D  TD ,eff  ABLDG  cUD (8)
3.5.1 Conseguenze economiche (A)
Le conseguenze economiche sono valutate dove
considerando i costi diretti/indiretti ed i costi di TD ,eff   D  TD,base (9)
fermo attività. I primi, corrispondenti al generico
scenario di danneggiamento, sono valutati come

SG03-396
è l’effettivo periodo di interruzione delle attività Una volta valutato l'indice di danno ID per uno
espresso in giorni, valutato a partire da un valore scenario di danneggiamento, corrispondentemente
base denominato TD,BASE. Quest’ultimo ad esso vengono calcolate le percentuali di feriti,
rappresenta il periodo di interruzione delle attività vittime ed incolumi. Tale definizione è possibile
parametrizzato ad un anno. L’andamento della grazie alla definizione di due leggi di conseguenza,
curva di fermo attività è definita in funzione una per i feriti e una per le vittime.
dell’estensione del danno ed è riportata in Figura Per ogni classe k di conseguenze sugli
3. Il valore ηD è un coefficiente correttivo che tiene occupanti (vittime, feriti, incolumi) il numero di
conto di una serie di parametri: tipologia persone coinvolte è calcolato come
strutturale, destinazione d’uso, rilevanza
dell’evento sismico, gestione dell’emergenza, N P ,k  g ( k ) ( ID)  N EXP (11)
grado di resilienza del territorio; ABLDG è l’area dove
commerciale (catastale) dell’edifico in esame; cUD
rappresenta il costo di inattività al metro quadrato N EXP  I P  I O  AEXP (12)
della struttura.
400
g(k) è la funzione di conseguenza per le varie
350 classi in funzione dell’indice di danno ID (Figura
300 4)
250 100
TD,BASE

200 90
80
150
Conseguneze gk %
70
100
60
50
50
0 40
0,00 0,20 0,40 0,60 0,80 1,00
30
AT OT D / A0MAX
20
Figura 3 Curva di fermo attività 10
0
In definitiva il costo totale associato ad ogni 0,00 0,10 0,20 0,30 0,40 0,50 0,60 0,70 0,80 0,90 1,00
ID
scenario di danneggiamento per effetto dei costi
diretti, indiretti e di inattività sono valutati come di Figura 4 Funzione di conseguenze. Settore grigio chiaro:
incolumi, Settore grigio: feriti, Settore grigio scuro: vittime
seguito:
Dall'esame del diagramma si rileva che per
CTOT = CR + CD (10)
valori dell'indice di danno inferiori a 0,2 (quindi in
3.5.2 Conseguenze sugli occupanti situazioni di danno limitato) l'aliquota di vittime è
Le conseguenze sugli occupanti associate ai sempre pari a zero, in queste situazioni infatti, in
danni dell’edificio sono state classificate secondo occasione di eventi reali usualmente non si
tre classi di severità rifacendosi a quanto verificano vittime. In definitiva, grazie alle
usualmente riportato in letteratura ed ai criteri di funzioni di conseguenza, possono essere calcolate
triage previsti per eventi di massa (Lupoi et. al la percentuale di occupanti feriti, la percentuale di
2002). La Tabella 2 riporta la classificazione delle vittime e quella degli incolumi.
conseguenze che è stata utilizzata per le
valutazioni successive. 3.6 Calcolo delle conseguenze attese
Tabella 2 Classificazione delle conseguenze sulle persone In ultimo la procedura f-RACE prevede il
calcolo della probabilità associata ad ogni singolo
Classe Triage Descrizione
classe codice scenario considerando il tempo di ritorno
Incolumi nessun dell’evento sismico responsabile delle condizioni
0 Bianco
trattamento medico di danneggiamento. Più in generale le
Incolume
1 Verde
Trattamento medico conseguenze attese per ogni scenario sono legate
minimo alla probabilità di non superamento nell’arco di un
Trattamento medico
2 Giallo intervallo temporale di n anni dell’evento sismico
elevato.
Ferito Stato di pericolo di vita, con tempo di ritorno Tr corrispondente allo
3 Rosso Trattamento medico scenario in esame
specializzato
Vittima 4 Blu/Nero Feriti gravissimi e decessi

SG03-397
1 n terreno, da un primo piano oltre che da un piano
P  1  (1  ) (13) seminterrato per un’altezza massima dell’edificio
TR
fuori terra di 10 m in corrispondenza del punto più
Per comprendere in maniera più diretta il valore
alto della copertura.
del rischio delle conseguenze attese come valore
L’edificio B è un organismo strutturale di
atteso, queste sono state quantificate su tre
nuova progettazione (2010). La superficie coperta
intervalli ritenuti più significativi:
complessiva è pari a circa 1.200 m2. L'edificio è
 5 anni: corrispondenti ad una pianificazione a
breve termine associabile alle strategie adibito a residenze per studenti e si sviluppa su 4
politiche di intervento. impalcati in elevazione (di cui l'ultimo è una
 30 anni: corrispondenti ad una pianificazione a copertura accessibile).
medio termine estesa ad un orizzonte di L’edificio C è un condominio residenziale degli
carattere generazionale che coinvolga anche i anni 80, che presenta una struttura in pianta
privati. irregolare di forma a T, in elevazione è costituito
 100 anni: corrispondenti ad una pianificazione da 7 livelli fuori. La struttura presenta un sistema
strategica a lungo termine e riconducibile alla sismo-resistente a telai bi-direzionali con
vita attesa per l’edificio. tamponature considerata efficaci e collaboranti.
Su ognuno dei 3 orizzonti temporali viene L’edificio D sorge all’interno di un complesso
condotta la valutazione degli scenari considerati residenziale universitario, in particolare esso è un
ottenendo un valore rappresentativo delle modulo tipologico ripetuto per sei fabbricati
conseguenze attese in n anni. Dunque il risultato identici. L’opera risale agli anni 60 ed è
finale della procedura di rischio è espresso come interamente in c.a.. L’edificio si presenta regolare
la conseguenza attesa in termini economici e sugli sia in pianta che in elevazione ed è costituito da
occupanti sui tre orizzonti temporali ritenuti cinque impalcati.
significativi. Analogamente il risultato può essere Nella Tabella 3 vengono sintetizzate le
anche espresso come la probabilità di avere un informazioni principali degli edifici: anno di
prefissato livello di conseguenze negative in costruzione, area esposta alle conseguenze AEXP,
ognuno dei 3 orizzonti temporali definiti. numero di occupanti NEXP, pericolosità sismica
espressa in accelerazione su suolo rigido ag/g.
4 CASI STUDIO Tabella 3 Edifici analizzati: informazioni principali

Vengono ora riportati i risultati Edificio Anno AEXP NEXP ag/g


dell’applicazione della procedura f-RACE a A 1971 1305 150 0,195
quattro casi studio di edifici reali in c.a. per la B 2008 888 20 0,237
valutazione del rischio sismico in termini di C 1980 2916 70 0,261
conseguenze attese. L’applicazione della D 1964 1050 11 0,214
procedura sui casi studio ha l’obiettivo non solo di Per tutti gli edifici sono state condotte analisi di
valutare le conseguenze attese ma anche di vulnerabilità rispetto agli scenari di
definire un indicatore di rischio in grado fornire danneggiamento L1 e L2 mediante analisi
uno strumento di supporto alle scelte di carattere pushover. La Tabella 4 e la Tabella 5 riportano i
strategico. Inoltre i risultati ottenuti con la risultati principali ottenuti per i due scenari. Nella
procedura f-RACE sono messi successivamente a Tabella 6 vengono riportati i valori delle
confronto con i risultati che si otterrebbero conseguenze economiche con le probabilità di
utilizzando gli indicatori di rischio previsti accadimento per i tre orizzonti temporali di 5, 30,
dall’OPCM 3274/2003 (OPCM 3274 2003). 100 anni.
I casi studio in esame sono 4 edifici in c.a. siti
Tabella 4 Edifici A-B: Parametri di danneggiamento
in località differenti e denominati
 Edificio A: Complesso scolastico EDIFICIO A EDIFICIO B
 Edificio B: Residenza scolastica ATOTD/ ATOTD/
 Edificio C: Condominio residenziale ATOTD
A0,MAX
ID ATOTD
A0,MAX
ID
 Edificio D: Collegio universitario
m2 m2
L’edificio A ospita una scuola media inferiore,
esso è stato progettato nei primi anni ‘70 e ultimato L1 35,94 0,01 0,01 217,66 0,17 0,07
nel 1975. L’edificio è costituito da un piano L2 1091,54 0,29 0,27 589,90 0,36 0,19

SG03-398
Tabella 5 Edifici C-D: Parametri di danneggiamento 700.000

EDIFICIO C EDIFICIO D 600.000

ATOTD/ ATOTD/
ATOTD ID ATOTD ID 500.000
A0,MAX A0,MAX

Costo atteso €
m2 m2 400.000

L1 780,91 0,17 0,13 130,85 0,04 0,01 300.000

L2 1593,70 0,35 0,30 1255,10 0,47 0,41 200.000

Tabella 6 Edifici caso studio: Conseguenze economiche 100.000

EDIFICIO A 0
A1 2B 3C 4D
CTOT p5 p30 p100
Figura 5 Edifici caso studio: Costi attesi in 5 anni (grigio
L1 19.767,00 € 0,31 0,89 1,00
chiaro), 30 anni (grigio), 100 anni (grigio scuro)
L2 808.477,00 € 0,02 0,11 0,32
0,5
EDIFICIO B 0,45
CTOT p5 p30 p100 0,4
L1 157.009,00 € 0,01 0,06 0,19 0,35
L2 523.200,00 € 0,01 0,03 0,10 0,3
0,25

Ifr
EDIFICIO C
0,2
CTOT p5 p30 p100
0,15
L1 554.500,00 € 0,03 0,18 0,48
0,1
L2 1.397.153,00 € 0,02 0,09 0,27 0,05
EDIFICIO D 0
A1 B2 C3 D4
CTOT p5 p30 p100
Figura 6 Edifici caso studio: Indice Ifr
L1 71.967,00 € 0,16 € 0,64 € 0,97 €
L2 1.130.276,00 € 0,01 € 0,04 € 0,13 € Si osserva come a differenza dei risultati emersi
dai costi attesi, l’indice di rischio Ifr mostra un
Integrando i risultati dei singoli scenari è impatto delle conseguenze sugli edifici in esame
possibile definire le conseguenze economiche analogo per i casi A, C e D mentre risulta ridotto
attese CEXP (Tabella 7). I costi attesi CEXP sono per il caso B. L’edificio C anche in questo
anche diagrammati in Figura 5, mentre in Figura 6 evidenzia l’indice maggiore.
è riportato il diagramma relativo all’indice Ifr. Tale E’ dunque fondamentale considerare anche le
indice esprime il rapporto tra il costo atteso in 100 conseguenze sugli occupanti che vengono
anni e il costo di ricostruzione massimo per riportate in Figura 7 espresse come la probabilità
l’edificio. Dunque Ifr è un indicatore comparativo di avere almeno una conseguenza negativa in n
rappresentativo dell’impatto delle conseguenze sul anni (5 anni: grigio chiaro, 30 anni; grigio, 100
valore economico dell’edificio. anni: grigio scuro).
0,5
Tabella 7 Edifici caso studio: Costi attesi in 5, 30 e 100 anni 0,45
probabilità di avere 1 conseguenza

0,4
CEXP
0,35
EDIFICIO 5 anni 30 anni 100 anni 0,3
negativa

A € 21.489 € 105.717 € 277.651 0,25

B € 3.401 € 20.406 € 68.020 0,2


0,15
C € 39.133 € 221.815 € 635.984
0,1
D € 19.136 € 92.605 € 217.741
0,05
0
A1 2
B 3
C 4
D
Figura 7 Edifici caso studio: Probabilità di avere 1
conseguenza negativa sugli occupanti in 5 anni (grigio
chiaro), 30 anni (grigio), 100 anni (grigio scuro)

SG03-399
Nonostante le conseguenze negative intese complemento dell’indicatore di rischio secondo
come vittime siano inaccettabili in qualsiasi l’OPCM.
misura, al fine puramente comparativo i valori E’ evidente come la scala delle priorità
sopra illustrati possono essere utilizzati determinata mediante l’ IOPCM risulta differente da
unitamente a quelli ottenuti dalle conseguenze quella prevista della procedura f-RACE. Ciò
economiche, per la valutazione di una scala di dipende sostanzialmente dal fatto che
priorità. Combinando i risultati ottenuti in termini nell’indicatore di rischio previsto dalle vigenti
di conseguenze economiche attese CEXP (in 30 norme non vi è alcun riferimento alle conseguenze
anni), di impatto sul valore economico Ifr, e di attese e alla loro quantificazione.
conseguenze negative sugli occupanti, è possibile
ottenere un unico indicatore denominato Igr 1,00

compreso tra 0 e 1 e rappresentativo del rischio 0,90

sismico globale dell’edificio. I risultati in termini 0,80


0,70
di Igr sono riportati in Figura 8.
0,60

Igr- IOP CM
1,00
0,50

0,80
0,40
0,30
0,20
0,60
0,10
Igr

0,00
0,40
1
A B2 3
C D4
Figura 9 Edifici caso studio: Confronto tra l’indicatore di
0,20
rischio f-RACE Igr (grigio scuro) e l’indicatore previsto dalle
OPCM 3274 (grigio chiaro)
0,00
1A 2B 3
C 4
D Le principali criticità emerse dal confronto sono
Figura 8 Edifici caso studio - Indice Igr così definito: Costo le seguenti:
atteso in 30 anni (grigio chiaro); Impatto sul valore  IOPCM fornisce valori molto simili per i singoli
economico dell’edificio (grigio); Conseguenze sugli edifici generando un livellamento del grado di
occupanti (grigio scuro) rischio;
L’indice Igr illustrato in Figura 8 mostra anche i  IOPCM basato sostanzialmente sul grado di
differenti contributi di livello di rischio forniti. vulnerabilità dell’edificio peraltro stimata in
Dunque dalle analisi di rischio svolte mediante corrispondenza del primo collasso fragile (L1),
la procedura f-RACE emerge come l’edificio mostra come l’edificio D risulti a alto rischio ed
maggiormente a rischio sia il Caso C con un in una scala di priorità di intervento sarebbe al
primo posto tra i 4 edifici. Per l’edificio C
indicatore Igr pari a 0,71. La procedura ha
l'indice di rischio pur elevato, risulterebbe
consentito una definizione delle priorità di comunque minore rispetto a quelli degli altri.
intervento come di seguito illustrata:  La procedura f-RACE mettendo in luce le
 C (Igr = 0,71) conseguenze attese ha fornito differenze
 A (Igr = 0,64) relative tra gli edifici maggiormente
 D (Igr = 0,32) significative, in grado di mostrare anche il
 B (Igr = 0,08) contributo dei singoli parametri di conseguenza
da mitigare.
4.1 Confronto con l’indicatore di rischio  IOPCM fornisce per l’edificio B un indicatore di
previsto dall’OPCM 3274/2003 rischio nullo. E’ evidente come ciò non risulti
Le procedure indicate dall’ordinanza 3274/2003 realistico in quanto il “rischio zero” non esiste
portano a valutare l’indicatore di rischio come ed in generale è sempre possibile procedere alla
rapporto tra i valori capacitivi e quelli di domanda stima delle conseguenze attese in un intervallo
sismica per differenti stati limite. temporale predefinito e quindi ad un livello di
Volendo procedere ad un confronto tra rischio determinato.
l’indicatore globale di rischio Igr e l’indicatore di
rischio stimato secondo l’OPCM 3274 IOPCM, si
riporta in Figura 9 la comparazione dei risultati. Ai
fini del confronto è stato considerato il

SG03-400
5 CONCLUSIONI in luce come i 3 edifici ad analogo livello di rischio
relativo alle conseguenze economiche abbiano
Il presente lavoro ha illustrato le principali fasi
sostanzialmente avuto un comportamento analogo
operati di una procedura speditiva per la
nella risposta sismo-resistente così come
valutazione del rischio sismico di edifici in c.a.
confermato dalle analisi. Il criterio di base per la
denominata f-RACE. Tale procedura ha come
scelta della priorità e le modalità di intervento è
obiettivo la quantificazione delle conseguenze e
stato dunque definito mediante una conbinazione
della probabilità che avvengano. Sono stati
del livello di rischio fornito dall’indice Ifr, del
analizzati 4 casi studio di edifici reali in c.a. al fine
costo atteso in termini assoluti, e delle
di determinarne il livello di rischio sismico e
conseguenze attese sugli occupanti. Il risultato
valutare le conseguenze attese in termini
relativo alle conseguenze sugli occupanti è
economici e sugli occupanti.
fortemente condizionato dall’esposizione in
I risultati ottenuti dall’applicazione della
termini di persone presenti negli edifici. Infatti dai
procedura hanno evidenziato un quadro
risultati emerge come l’edificio D pur essendo
significativo e di supporto ai fini delle valutazioni
molto esteso (1050 mq) ed avendo valori di
strategiche da compiere. Dei 4 edifici analizzati,
pericolosità e vulnerabilità significativi, presenta
l’edificio denominato C ha mostrato il valore di
un livello di rischio contenuto in quanto presenta
costo atteso maggiore su tutti gli orizzonti
un grado di esposizione molto basso (appena 11
temporali considerati (5, 30, 100 anni) con un
persone). Utilizzando l’indicatore di rischio
costo di danneggiamento legato allo scenario di
globale Igr che tiene conto sia delle conseguenze
danno esteso pari circa a 1.100.000 € ed un costo
atteso nei prossimi 30 anni di circa 220.000 €. Tali economiche che sugli occupanti, tale fenomeno di
ridimensionamento emerge chiaramente. Per ciò
valori sono principalmente da imputare al
che riguarda l’edificio A, trattandosi di una scuola,
danneggiamento computato per le tamponature
si evidenzia il valore maggiore associato alle
(quasi totalmente danneggiate) e in parte anche
conseguenze sugli occupanti avvicinando di molto
agli elementi strutturali parzialmente danneggiati.
il livello di rischio a quello dell’edificio C
Ciò denota come il peso economico degli elementi
maggiormente suscettibile alle conseguenze di
convenzionalmente collassati è molto limitato e
carattere economico.
non sempre rappresentativo delle reali
L’edificio C risulta la struttura con un maggiore
conseguenze attese. Le valutazioni condotte
livello di rischio sismico, e quindi in una
sull’edificio C hanno trovato riscontro con la reale
valutazione di priorità di intervento sarebbe
condizione di danno e conseguenze mostrate a
gerarchicamente al primo posto. Ciò non equivale
seguito dell’evento sismico dell’Aquila 2009.
in generale ad intervenire sull’edificio in
Infatti l’edificio C ha subito l’evento sismico del
questione, anche se la stima del grado di rischio
2009 presentando un quadro di danneggiamento
fornisce certamente un supporto alle strategie di
del tutto analogo a quello evidenziato dalle analisi
carattere decisionale. Queste infatti sono
numeriche condotte per lo scenario di danno esteso
suscettibili ad ulteriori valutazione di carattere
così come la quantificazione dei danni. Tale
finanziario e socio-politico legate allo sviluppo del
riscontro ha consentito una calibrazione della
territorio e alle strategie governative e legislative
procedura per le successive analisi.
nazionali.
L’elevato costo atteso per l’edificio C è anche
Dalle valutazioni svolte sui casi studio emerge
dipeso dall’estensione della struttura (circa 3000
inoltre come l’edificio B mostri un livello di
mq) e 7 impalcati in elevazione, infatti
rischio molto basso. Tale valore dipende dal fatto
parametrizzando i risultati mediante l’indice di
che tale edificio è stato progettato secondo le NTC
rischio Ifr questo consente una valutazione
2008 dunque seguendo i criteri della gerarchia
comparativa maggiormente efficace con i restanti
delle resistenze e dunque risulterebbe adeguato
edifici.
sismicamente conducendo una verifica di
L’indice Ifr esprime l’impatto del danno
sicurezza secondo le norme. Tuttavia è
economico rispetto al valore della struttura stessa,
interessante notare come le conseguenze attese e
dunque consente una valutazione di tipo
dunque il livello di rischio calcolato non sia
comparativo tra i 4 edifici. Da tale comparazione è
propriamente trascurabile. Infatti rispetto ad uno
emerso come l’indice maggiore si sia ottenuto
scenario di danneggiamento esteso
sempre per l’edificio C ma con scarti molto ridotti
(corrispondente ad un tempo di ritorno di 975 anni)
(quasi nulli) rispetto agli edifici A e D. Ciò mette

SG03-401
il costo delle conseguenze associate risulta pari FEMA445 2006. Next-Generation Performance-Based
Seismic Design Guidelines. Federal Emergency
circa a 810.000€. In definitiva il costo atteso Management Agency, Washington, D.C., USA.
nell’arco della vita della struttura (100 anni) risulta Lupoi, G., Lupoi, A., Pinto, P. E., 2002. Seismic Risk
pari circa a 70.000€. Tale valutazione evidenzia Assessment of RC Structures With The "2000 Sac/Fema"
che, seppur le conseguenze sugli occupanti sono Method, Journal of Earthquake Engineering, Vol. 6, No.
4 499-512.
praticamente nulle, il quadro di danneggiamento Mezzi, M., Fulco, A., Comodini, F., Petrella, P., 2016.
associato ad un evento sismico rilevante per una Simplified assessment of the seismic risk of r/c buildings,
struttura considerata adeguata sismicamente 41st Conference on Our World in Concrete & Structures
risulta comunque significativo in termini 24-26 August 2016, Singapore.
Mezzi, M., Fulco, A., Comodini, F., Petrella, P., 2017. “Fast
economici e dunque non trascurabile. risk assessment of losses in r/c buildings”, 16th World
Infine è emerso dalle analisi svolte come Conference on Earthquake, 16WCEE 2017 Santiago
l’indicatore di rischio fornito dall’OPCM 3274, Chile.
non considerando il quadro delle conseguenze NTC GU Repubblica Italiana, 2008. Consiglio Superiore dei
Lavori Pubblici, Norme Tecniche per le Costruzioni
attese, fornisca risultati in generale differenti da D.M. 14 gennaio 2008.
quelli ottenuti mediante la procedura f-RACE. O.P.C.M. 3274 2003. Primi elementi in materia di criteri
Inoltre dato lo scarso livello di capacità sismica del generali per la classificazione sismica del territorio
patrimonio edilizio esistente, i livelli di rischio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in
zona sismica.
stimati mediante le indicazione dell’OPCM 3274 Parducci, A., Mezzi, M., 1995. Economics in Seismic
risultano essere molto simili e dunque tendenti ad Isolation Options Expected Benefits Versus Construction
un livellamento dei risultati. Tale livellamento Costs. PCEE, Melbourne, Australia.
riduce le possibilità di definire adeguatamente le Taghavi, S., Miranda, E., 2003. Response Assessment of
Nonstructural Building Elements, Pacific Earthquake
priorità di intervento.
Engineering Research Center University of California.
In conclusione la procedura f-RACE può essere Thiel, C.C., 1986. Life Cycle Cost Consideration in
considerata come un efficace strumento operativo Structural System Selection. Applied Technology
speditivo a supporto delle strutture decisionali in Council ATC-17. San Francisco, California.
ambito di prevenzione e riduzione del rischio
sismico. In particolare la procedura fornisce
indicazioni in merito alle conseguenze attese in
termini economici e sugli occupanti, consentendo
una giustificata determinazione dei criteri di
priorità nelle fasi decisionali.

REFERENCES
Bostrom, A., French, S., Gottlieb, S. 2008. Risk assesment
modeling and decision support, Risk, Governance and
Society, Springer, Vol 14.
Cornell, C.A. 1968. Engineering seismic risk analysis, Bull.
Seism. Soc. Am., 58, 1583-1606.
Crowley, H., Pinho, R. and Bommer, J.J. 2004. A
Probabilistic Displacement-Based Vulnerability
Assessment Procedure for Earthquake Loss Estimation,
Bulletin of Earthquake Engineering, Vol. 2, No. 2, pp.
173-219.
Decanini, L.D., Liberatore, L., Mollaioli, F., Monti, G. 2010.
2009 L‟Aquila earthquake, seismic demand and damage
characterization, 14th European Conference on
Earthquake Engineering, Paper 445.
Di Ludovico M., Prota A., Moroni C., Manfredi G., Dolce
M., 2016. Reconstruction process of damaged residential
buildings outside historical centres after the L’Aquila
earthquake—part I: ‘‘Light Damage’’ Reconstruction,
Bull Earthq Eng.
Dolce, M., Marino, M., Masi, A., Vona M. 2000. Seismic
Vulnerability Analysis and Damage Scenarios of Potenza
Town, International Workshop on Seismic Risk and
Earthquake Damage Scenarios of Potenza, Potenza.

SG03-402
ANIDIS 2017
PISTOIA

Sensitivity analysis of seismic behaviour of masonry aggregates


Chiara Bernardinia, Sonia Boschia, Martin Empelmannb, Andrea Vignolia
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze.
b
Institut für Baustoffe, Massivbau und Brandschutz, Beethovenstraße 52, 38106 Braunschweig.

Keywords: seismic vulnerability, masonry aggregates, seismic interactions, sensitivity analysis, linear and non-
linear analysis

ABSTRACT
Masonry load-bearing buildings in aggregate are the most widespread structural typology in the Italian city centers
and they are characterized by a wide structural variety as a result of their historical evolution; indeed they may
differ in geometry, materials, construction techniques and state of preservation. For this reason, their seismic
vulnerability is different compared to that of isolated existing masonry buildings and, additionally, the ordinary
lack of information about the entire aggregate makes their assessment more difficult.
Seismic response of buildings enclosed in aggregate is influenced by the presence of adjacent ones, considering
that they frequently share the same boundary walls. Therefore reciprocal interactions should be taken into account
in seismic analysis in order to consider the “aggregate effect”. Even if several studies have been conducted in
recent years, the main problems still concern the definition and the modality of the reciprocal interactions between
different portions of the same aggregate and the identification of the optimal portion of the aggregate to be
considered for a unitary modelling.
Hence, the aim of this paper is to better understand the interaction effect among adjacent buildings by assessing the
influence of several structural parameters on the seismic global behaviour of an ideal case study, based on the
typical masonry aggregates in the North area of Florence. For this purpose, the results of a sensitivity analysis
performed through linear and non-linear analyses, by considering different boundary configurations, are presented
in terms of shear forces distribution, displacements and capacity curves and extensively discussed.

SG03-403
Sensitivity analysis of seismic behaviour of masonry aggregates
Chiara Bernardinia, Sonia Boschia, Martin Empelmannb, Andrea Vignolia
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze.
b
Institut für Baustoffe, Massivbau und Brandschutz, Beethovenstraße 52, 38106 Braunschweig.

Keywords: seismic vulnerability, masonry aggregates, seismic interactions, sensitivity analysis, linear and non-
linear analysis

ABSTRACT
Masonry buildings in aggregate are the most widespread structural typology in the Italian city centers and they are
characterized by a wide structural variety; indeed, they may differ in geometry, materials, construction techniques
and state of preservation.
Seismic response of buildings in aggregate is influenced by the presence of adjacent ones, since they frequently
share the same boundary walls. Therefore, the reciprocal interactions should be taken into account, in order to
consider the “aggregate effect”. However, the ordinary lack of information about the entire aggregate makes their
analysis more difficult than the case of isolated buildings.
Even if several studies have been conducted, the main problems still concern the assessment of the reciprocal
interactions between different parts of the same aggregate and the choice of the optimal portion of the aggregate for
a unitary modelling. Hence, the aim of this paper is to better understand the “aggregate effect” by assessing the
influence of the floors stiffness on the seismic global behavior of ideal case studies, based on the typical masonry
aggregates in the North area of Florence. For this purpose, the results of a sensitivity analysis, performed through
linear and nonlinear analyses by considering different boundary configurations, are presented.

During a seismic event, reciprocal interactions


may occur among adjacent buildings within a
1 INTRODUCTION masonry aggregate, that frequently share the same
Italian historical city centres are mainly boundary walls, creating an “aggregate effect”
composed by masonry load-bearing buildings that influence the overall seismic response.
which, over the centuries, were built alongside
the pre-existing ones, leading to the complete
saturation of the free spaces and to the creation of
complex structural systems, identified as masonry
aggregates (Figure 1).
A masonry aggregate can be defined as a not
homogeneous group of structural units, which are
connected by links more or less structurally
effective and that naturally interact under seismic
action. A structural unit (SU) is characterized by
structural continuity along the height or by a Figure 1. Diachronic construction process and building
common manufacturing process and it has a interaction (adapted from Giuffrè, 1989).
unique dynamic behaviour (Circ. Min. 617/2009). In recent years, various methodologies have
Recent seismic events have shown again how been developed in order to reduce the seismic risk
much Italian historical city centres are prone to be of historical structures. Just think, for example, to
damaged; this is due to several factors, as poor the vulnerability assessment methods, among
quality of materials, complex structural which we can mention the vulnerability index
organization, heterogeneities, etc. (Borghini et al. methods, used for a large scale assessment, or the
2011, Menna et al. 2016). capacity spectrum based methods, suitable for
detailed analyses (D’Ayala and Novelli 2010).

SG03-404
As regards the masonry aggregates, the main  Difference among opening areas, that may
difficulties in seismic risk assessment concern influence the distribution of horizontal
how to evaluate reciprocal interactions between actions between the façades.
different part of the same aggregate and the  Position of the SU within the aggregate:
choice of its optimal portion to be considered for an internal SU is constrained by the others
a unitary modelling. In order to achieve these respect to a corner or header building.
goals, understanding which are the features that  Difference in height: for example, a
most influence the masonry aggregates is an building in adjacency with taller buildings
essential task. may suffer minor damage compared to
In this paper, the influence of the floors one in adjacency with buildings
stiffness on the seismic global behaviour of ideal significantly more low, even if the lower
masonry aggregates is investigated. The case construction may be subject to a
study is based on the typical structures in the vulnerability induced by possible collapse
North area of Florence. Different configurations of the higher ones.
have been considered and a sensitivity analysis  Presence of staggered floors, that can
has been performed by applying linear and generate local thrusting forces on
nonlinear analyses. common walls as well as effects of
pounding.
These aspects are representative of the
2 INTERACTION AMONG BUILDINGS IN interaction among buildings and they are
AGGREGATE considered in the vulnerability index method
As a consequence of their historical evolution, forms recently implemented for the evaluation of
masonry aggregates are often characterized by a the vulnerability assessment of historical city
wide structural variety and frequently they centres at large scale (Formisano et al. 2015,
coincide with the urban blocks. Their Vicente 2008, Ferreira et al. 2012).
configuration is also influenced by the Therefore, the knowledge of the surrounding
characteristics of the site and they may be conditions is essential for the assessment of the
classified in simple or complex (Carocci 2006). seismic response of a building within an
As already seen in Caniggia et al. (1979), one of aggregate. However, it is a common practice to
the most common typologies in Italian historical analyse the single SU of interest not considering
centres is the row aggregate, composed by several the adjacent buildings and so not taking into
structural units (SUs) organized in line. account the “aggregate effect”; this is mainly due
The analysis of these structures could be very to the lack of information on the aggregate and to
difficult, due to uncertainties related to the the impossibility of accessing the other buildings.
knowledge of construction techniques, the On the other side, a detailed analysis of a large
mechanical characteristics of materials and the part of the aggregate should be performed, but
effective structural organization. As suggested by this would require a large amount of data. As a
Carocci et al. (2007), the “critical reading” consequence, some approximations should be
procedure should be applied. This is a systematic introduced. As suggested in ReLUIS (2010), in
analysis of the constructive technique and of the case of particularly complex and extensive
evolutionary phases, in order to investigate the aggregate, a subdivision in Minimum
mechanical characteristics and the vulnerability Intervention Unit (MIU) can be applied. The MIU
factors that may influence the seismic response of is a portion of the aggregate, composed by one or
masonry aggregates. more homogeneous SUs, whose repair or
Several aspects could influence the seismic reconstruction must be unitedly planned. The
behaviour of a SU in different ways; for example, optimal choice of the MIU has to minimize the
the following features should be considered in the reciprocal seismic interactions and it can be
analysis . defined by finding structural discontinuities. In
 Heterogeneities between adjacent the analysis, the Minimum Unit of Analysis
buildings: in presence of a more rigid (MUA) should be considered, in order to assess
building in the centre of the aggregate, the possible interaction effects; this is defined as the
side buildings can withstand higher level portion of the aggregate, generally larger than the
of excitation, probably because the whole MIU in question, including some adjacent SUs.
aggregate is reinforced (Ulrich et al. As deepened in Amadio et al. (2011), the
2012). seismic response of extended and regular row
aggregates, composed by SUs characterized by
constant stiffness, is uniform and translational for

SG03-405
transverse earthquake (Figure 2a); it is therefore analysis of the single SU and that depends on the
possible to study separately each SU, but stiffness ratio between adjacent SUs.
considering the portion of mass deriving from the Senaldi et al. (2010) have investigated the
adjacent units, that weighs on the common walls. effects of the length of the row aggregates and of
On the contrary, in presence of a longitudinal the presence of flexible floors, by applying
earthquake, each SU is influenced by the nonlinear dynamic analyses on idealised
presence of the adjacent ones; indeed, a resistant configurations. In relation to the transversal
arch mechanism could be generated, producing a response, the external units show a higher
significant capacity increase of all SUs, with the deformation compared to the internal ones.
exception of the external ones (Figure 2b). For A simplified approach to assess the seismic
these, the study of the single SU is therefore capacity of a building in aggregate is to analyse it
generally in favour of safety. When the aggregate both as isolated and inserted in aggregate.
is characterized by plan irregularity or by SUs Pujades et al. (2010) have analysed the seismic
with different stiffness, its seismic response is behaviour of typical structures in Barcelona,
more complex, because it could be influenced by evaluated as individual buildings and as an
translational and torsional effects. aggregate, through a capacity spectrum based
method. The authors have noticed that, in
longitudinal direction (direction of compound),
the aggregate does not improve significantly the
seismic behaviour of the isolated buildings; rather
the expected damage in the aggregate is a sort of
average of the damage expected for the individual
Earthquake in transverse direction
buildings. Instead, in transverse direction, the
expected damage of the aggregate is similar to the
lower value obtained for the individual buildings,
maybe because the confinement may produce a
small improvement of their individual behaviour.
Applying the same approach, Ferrito et al.
(2016) have assessed the seismic vulnerability of
Earthquake in longitudinal direction
old mixed masonry–RC buildings in Lisbon using
Figure 2. Seismic response of a row aggregate in presence linear dynamic analysis and nonlinear static
of transversal (a) and longitudinal (b) earthquake (adapted
from Amadio et al., 2011)
analysis. The authors have observed that, when
the building is considered within the compound,
In ReLUIS (2010), a mechanical model for the its seismic vulnerability is reduced.
global seismic analysis of buildings in aggregate In Ulrich et al. (2015), the effects of
is introduced, based on the linear static analysis. aggregation on the seismic response are assessed
It allows a quantitative assessment of the collapse by subjecting isolated and aggregated ideal
acceleration of the unit of analysis, assuming that buildings to both in-plane and transverse loads.
all vertical elements simultaneously achieve their The buildings at the extremities of the aggregate
maximum resistance. In presence of flexible are subjected to asymmetric loads because of the
floors, each wall can be analysed as an gravitational loads transferred by the adjacent
independent structure subject to vertical loads of structures; moreover, as already seen in Amadio
competence and to the seismic action in parallel et al (2011), they are more prone to damage,
direction. In presence of rigid floors, the SU is because, contrary to the buildings inside the
analysed by considering the simultaneous aggregate, they are not efficiently braced by the
contribution of the different resistant walls in the neighbouring structures.
examined. From the abovementioned contributions, it
Similarly, Amadio et al. (2011) have proposed appears clear that the hypothesis of isolated
a simplified method for linear static analysis of building is not always in favour of safety. On the
masonry buildings in aggregate, based on the contrary, taking into account the group
subdivision into cells, that identifies two limit mechanism is important both for correctly
situations: the overall response of the aggregate estimate seismic actions and for optimizing
and the response of the single cell; stiffness is interventions.
calculated by considering the stiffness per unit of In order to better understand the interaction
surface of each cell. The authors have noticed that effect among adjacent buildings, ideal aggregates
there is a redistribution of forces by considering have been analysed by assessing the influence of
the group mechanism, which is lost in the the floors stiffness on their seismic global

SG03-406
behaviour. A sensitivity analysis has been  1 SU-aggregate,
performed through linear and nonlinear analyses,  3 SUs-aggregate,
by considering different boundary configurations.  5 SUs-aggregate.
Floors have been modelled as rigid or flexible. Each SU has plan dimensions of 4.80 x 9.60 m
Rigid floors have been considered as slabs that and 2 storeys of height of 3 m. It has 2 rooms per
allow the distribution of both vertical and storey and there are 3 alignments in X direction
horizontal loads to the vertical structures, (x1, x2, x3) and 2 alignments in Y direction (y1,
guaranteeing a global response of the building. y2). The openings in X direction are regular and
Flexible floors are characterized by in-plane aligned; in the Y direction, walls have no
flexible elements that only share vertical loads to openings.
the walls; in this case, these are mainly stressed The characteristics of the basic SU are shown
out of their plain. in Figure 4, while the plans of the 3 SUs and 5
The characteristics of the considered ideal SUs aggregates are shown in Figure 5.
cases study are described in the following (b)
paragraph. (a)
y1 y2 120
300
x3
60 120 120 120 60
120
3 IDEAL CASES STUDY
480 120
300
3.1 Row aggregates in Florence 120
240

The ideal aggregates analysed in this paper are x2 960 60 120 120
480
120 60
60 120 300
based on the properties of the typical aggregates
of the North area of Florence (Figure 3),
considered because of their recurring 480
180
300

characteristics and their spread in Italian territory.


x1
y 60 120 120 120 60 300
480 240

x
60 120 300
480
(c)
Figure 4. 1 SU plan (a), front and back façade (b) and
internal wall (c).
(a)
y1 y2 y3 y4
x3

480

x2 960

Figure 3. Typical row aggregates of the North area of 480

Florence.
x1
These are row aggregates built at the 480 480
1440
480
(b)
beginning of the XX century and composed by 2- x3
y1 y2 y3 y4 y5 y6

3 storeys buildings. Each building was built


adjacent to the neighbour one and, consequently, 480

they share the same boundary walls.


Each building is usually characterized by a x2 960

width of 4 - 6 m and a depth of 8 - 12 m, for a


480
plan dimension ratio of ½. The geometry of the
openings is quite regular and they are aligned on x1
y 480 480 480 480 480
the main façade. x
2400

Figure 5. 3SUs-aggregate plan (a) and 5SUs-aggregate plan


3.2 Ideal models (b).

Three main models have been considered, by The walls have a thickness of 40 cm and they
varying the number of the structural units along are characterized by irregular stone masonry,
the longitudinal axis (X direction): corresponding to the 1st category of the

SG03-407
classification in Tab. C8A.2.1 of Circ. Min. 2009. 4 RESULTS
The considered mechanical characteristics (Table
1) are the average values. In the hypothesis of not
4.1 Linear analysis
elastic conditions, the values of E and G are
halved. In order to perform linear analyses, the
Table 1. Mechanical characteristics of masonry.
aggregates have been modelled by using a FEM
software. Shell elements have been used to model
w E G fm 0 the masonry walls. Rigid floors (R) are modelled
[kN/m3] [N/mm2] [N/mm2] [N/cm2] [N/cm2]
with shell–thick elements to which the
19 435 145 140 2.60
mechanical characteristics of the concrete C25/30
are assigned (Table 5). Flexible floors (F) are not
The floors are organized in parallel to the main modelled but there are holes in their
front. As previously said, they are modelled as correspondence, in order to not considering their
rigid (R) or flexible (F); the applied loads are contribution of stiffness and connection. The
constant (Table 2). foundations are modelled as fully restrained.
Table 2. Loads on floors.
Table 4. Mechanical characteristics of concrete C25/30.
Value
Loads E [N/mm2] G [N/mm2] fck [N/cm2]
[kN/m2]
31476 13115 25
Permanent G1 2.50
Non-permanent G2 2.50 4.1.1 Modal analysis
Variable Q 2.00
The changes in periods and modal shapes have
been evaluated for all the models.
In the sensitivity analysis, each SU is
In presence of rigid floors, the aggregates
characterized by the same floor type at the 2
show a global behaviour: the 1st mode is
storeys. Therefore, the basic model (1SU-
translational in X direction for all the three
aggregate) is made of one SU with rigid (R) or
aggregates. In presence of flexible floors, walls
flexible (F) floors. Different boundary
are subjected to local mechanisms (out of their
configurations have been considered, by
plane), with a consequent reduction in
aggregating the basic model (R or F) in different
participating mass.
layouts. In Table 3 are summarized all the cases
In Figure 6, the periods of the first 3 modes are
that have been considered in the modelling.
compared. As we can observed, in case of rigid
Table 3: Aggregate models. floors (shades of red), the periods are the same
1 SU-aggregate for the three aggregates. Considering flexible
Floor type floors (shades of violet), in general the periods
Model
1° SU are higher; the 1 SU-aggregate has lower periods,
R Rigid while the 5SUs-aggregate shows the highest ones.
F Flexible In case of models with mixed floors, the 3SUs-
aggregate is more rigid compared to the 5SUs-
3 SUs-aggregate
aggregate.
Floor type
Model
1° SU 2° SU 3° SU 0.75 R_1SU

R Rigid Rigid Rigid R_3SU


F Flexible Flexible Flexible R_5SU
0.60
RFF Rigid Flexible Flexible F_1SU
FRF Flexible Rigid Flexible
Period [s]

F_3SU
FRR Flexible Rigid Rigid 0.45 F_5SU
RFF
5 SUs-aggregate RRFFF
0.30
Floor type FRF
Model
1° SU 2° SU 3° SU 4° SU 5° SU FFRFF
R Rigid Rigid Rigid Rigid Rigid 0.15 FRR
1 2 3
F Flexible Flexible Flexible Flexible Flexible Number of modes FRRRF
RRFFF Rigid Rigid Flexible Flexible Flexible Figure 6. Comparison of the modal periods.
FFRFF Flexible Flexible Rigid Flexible Flexible
FRRRF Flexible Rigid Rigid Rigid Flexible
4.1.2 Dynamic linear analysis
In order to analyse the aggregate effect as a
function of the floors stiffness, the results of a
dynamic linear analysis have been evaluated in

SG03-408
term of shear percentage distribution in the + Ex
analysis direction on the walls and of shear trend 100%
on each SU. 90%

Shear Force Percentage


The response spectrum has been defined 80%
70% Sum 81% Sum 19%
according to the NTC 2008, considering an Sum 66% Sum 34%
60%
ordinary building and II use class. The site is in 50%
Florence (Tuscany), the foundation soil type is A 40%
and the topographic category is T1. For this 30%
study, an elastic response spectrum has been 20%
considered. 10%
0%
x1 x2 x3 y1 y2
The next figures (Figure 7, Figure 8, Figure 9) Rigid Flexible
summarize the percentage distribution of the
shear force in the analysis direction on each
+ Ey
alignment for all the models, considering 100%
separately the two directions of analysis. 90%

Shear Force Percentage


For all the aggregates, referring to the analysis 80%
Sum 4% Sum 96%
in X direction, the X-alignments are the most 70%
Sum 8% Sum 92%
60%
stressed; they absorb more than 80% of the total
50%
shear in presence of rigid floors and more than 40%
60% in presence of flexible floors. As a 30%
consequence, we can observe that a reduction of 20%
the floors stiffness leads to an increase of shear 10%
on the Y-alignments, being more stressed out-of- 0%
x1 x2 x3 y1 y2
their plain, with a consequent reduction on the X-
Rigid Flexible
alignments. Moreover, the internal wall x2 is
generally more stressed than the external ones, Figure 7. Shear percentage distribution on walls for the
1SU-aggregate for both directions of linear analysis.
since it is more rigid than the others, given the
inferior number of openings.
Considering the analysis in Y direction, more + Ex
100%
than 90% of the shear is on the Y-alignments, 90% Sum 86% Sum 14%
Shear Force Percentage

regardless of the type of floors. 80% Sum 65% Sum 35%


For the 1SU-aggregate, the Y-alignments are 70% Sum 80% Sum 20%
Sum 83% Sum 17%
equally stressed, despite the floors type, for both 60%
Sum 85% Sum 15%
50%
directions of analysis, as shown in Figure 7. 40%
With refers to the 3SUs-aggregate (Figure 8), 30%
the Y-walls are equally stressed in presence of 20%
rigid floors; when floors are flexible, the shear 10%
increases on the internal walls, since they have 0%
x1 x2 x3 y1 y2 y3 y4
higher vertical loads and they undergo major
deformations and, consequently, the external ones R F RFF FRF FRR

are discharged. So, the presence of different type


of floors among adjacent SUs leads to a different 100%
+ Ey
distribution of the shear on the walls in Y 90% Sum 6% Sum 94%
direction; in particular, with refers to the other
Shear Force Percentage

80% Sum 10% Sum 90%


models, we can observe that the external walls are 70% Sum 7% Sum 93%
Sum 9% Sum 91%
more stressed in presence of rigid floors, while 60%
Sum 6% Sum 94%
50%
the internal ones are more stressed in presence of
40%
flexible floors. 30%
Considering the 5SUs-aggregate (Figure 9), 20%
we have to observe that, for the Y analysis in 10%
presence of rigid floors, the Y-walls are not 0%
x1 x2 x3 y1 y2 y3 y4
equally stressed as previously seen, but the latter
ones are the most stressed (12% on y1, 18% on R F RFF FRF FRR
y6). Anyway, the shear percentage distribution on Figure 8. Shear percentage distribution on walls for the
the walls follows the same trend noticed for the 3SUs-aggregate for both directions of linear analysis.
3SUs-aggregate.

SG03-409
+ Ex
+ Ex 600
100% 1 SU 2 SU 3 SU 4 SU 5 SU
90% Sum 87% Sum 13% 500
Shear Force Percentage

80% Sum 67% Sum 33%


70% Sum 80% Sum 20% 400
Sum 78% Sum 22%

V [kN]
60%
Sum 84% Sum 16% 300
50%
40% 200
30%
20% 100

10%
0
0% 0.0 1.6 3.2 4.8 6.4 8.0 9.6 11.2 12.8 14.4 16.0 17.6 19.2 20.8 22.4 24.0
x1 x2 x3 y1 y2 y3 y4 y5 y6 x [m]
R_5SU R_1SU F_5SU F_1SU
R F RRFFF FFRFF FFRRR RRFFF FFRFF FRRRF

+ Ey
+ Ey 600
100% 1 SU 2 SU 3 SU 4 SU 5 SU
90% Sum 6% Sum 94% 500
Shear Force Percentage

80% Sum 10% Sum 90%


70% Sum 7% Sum 93% 400
Sum 9% Sum 91%

V [kN]
60%
Sum 7% Sum 93% 300
50%
40% 200
30%
20% 100

10%
0
0% 0.0 1.6 3.2 4.8 6.4 8.0 9.6 11.2 12.8 14.4 16.0 17.6 19.2 20.8 22.4 24.0
x1 x2 x3 y1 y2 y3 y4 y5 y6 x [m]
R_5SU R_1SU F_5SU F_1SU
R F RRFFF FFRFF FFRRR RRFFF FFRFF FRRRF
Figure 9. Shear percentage distribution on walls for the Figure 11. Shear force on each SU for the 5SUs-aggregate
5SUs-aggregate for both directions of linear analysis. for both directions of linear analysis.

+ Ex
Additionally, the trend of the shear force in
600
1 SU 2 SU 3 SU
each SU is shown both for the 3SUs-aggregate
500
(Figure 10) and for the 5SUs-aggregate (Figure
11) as a function of the floors stiffness.
400
It’s easy to note that analysing a SU as an
V [kN]

300 isolated building leads to an overestimation of the


shear stresses, regardless of the type of floors;
200
this may be unfavourable in order to optimize the
100 interventions. Moreover, the shear on each SU is
0
higher in presence of rigid floors.
0.0 1.2 2.4 3.6 4.8 6.0 7.2 8.4 9.6 10.8 12.0 13.2 14.4 With refers to the 3SUs-aggregate, in X
x [m]
direction (Figure 10), both for R and F model,
R_3SU R_1SU F_3SU F_1SU
RFF FRF FRR there is a slightly upward shear trend from the
first to the last SU. Considering the other models,
+ Ey
600
1 SU 2 SU 3 SU
we can observe that the shear is higher in
correspondence of the SUs with rigid floors, for
500
which stresses are almost twice. For example, the
400 biggest difference among the SUs can be noticed
in the models FRR (3rd SU the most stressed) and
V [kN]

300
RFF (1st SU the most stressed). So it’s possible to
200
observe that, when two buildings of different
100 stiffness are in adjacency, the rigid one is more
stressed, while the other is discharged.
0
0.0 1.2 2.4 3.6 4.8 6.0 7.2 8.4 9.6 10.8 12.0 13.2 14.4 Referring to the Y direction (Figure 10), the
x [m] shear is higher for the external SUs; for equal
R_3SU R_1SU F_3SU F_1SU
RFF FRF FRR
stiffness of the walls in this direction, this is due
Figure 10. Shear force on each SU for the 3SUs-aggregate to their higher vertical loads of competence. This
for both directions of linear analysis. difference is grater in the R model, while it is
almost nothing in the F model; for the other

SG03-410
models, it is highlighted as the number of SUs for them are similar, in the following only the
with rigid floors increases. uniform one is considered.
Also for the 5SUs-aggregate the shear trend in
X direction is increasing from the first to the last Similarly to the case of linear analysis, in the
SU (Figure 11); the increase of the shear on the following figures (Figure 13, Figure 14, Figure
last SUs is higher in the F model. With regards to 15) the percentage distribution of the shear force
the other models, as previously noticed, the shear in the analysis direction on each alignment is
is higher in correspondence of the SUs with rigid shown for all the models, considering separately
floors. the two directions of analysis. Since local
In Y direction (Figure 11) the shear mechanisms of collapse are restricted, the walls
distribution is more influenced by the vertical are stressed in their plain and the seismic action is
loads of the SUs than the floors stiffness; indeed, in the analysis direction.
also in this case, the highest stresses are in As previously seen, in X direction the wall x2
correspondence of the external SUs. is generally more stressed than the external ones;
but in this case, the difference among internal and
Besides, in order to evaluate how the floors external X-walls is greater in presence of flexible
stiffness influences the response of the walls of floors and it decreases for the other models.
each SU, in Figure 12 the shear trend on the Indeed, the response for this modelling is less
alignment x1 is shown as an example. This aspect affected by the stiffness variation of the walls in
will be deepened in the future works. their plane, but it is more affected by their
The shear trend is influenced by the influence area.
distribution of the openings. Both for R and F
model, the trend is stable among the SUs and the + Ex
100%
shear reaches higher values in presence of rigid 90%
floors. For the combined models, the stresses
Shear Force Percentage

80%
increase in the SU with rigid floors. This is in 70% Sum 100% Sum 0%
Sum 100% Sum 0%
accordance with the previous results. 60%
50%
+ Ex 40%
120
1 SU 2 SU 3 SU 30%
100 20%
10%
80
0%
Vx [kN]

x1 x2 x3 y1 y2
60
R F
40

20 + Ey
100%
0
0.0 1.2 2.4 3.6 4.8 6.0 7.2 8.4 9.6 10.8 12.0 13.2 14.4 90%
Shear Force Percentage

x1 [m] 80%
R R_1SU F F_1SU 70% Sum 0% Sum 100%
RFF FRF FRR Sum 0% Sum 100%
60%
Figure 12. In-plane shear trend on alignment x1. 50%
40%
30%
4.2 Nonlinear analysis 20%
10%
The same models previously introduced have 0%
been analysed by performing pushover analysis, x1 x2 x3 y1 y2
by using an equivalent frame model. The floors R F
have been modelled as orthotropic membrane Figure 13. Shear percentage distribution on walls for the
finite elements of equivalent thickness; the rigid 1SU-aggregate for both directions of nonlinear analysis.
floors are characterized by an infinite stiffness,
while the flexible floors have been modelled as In Y direction, similarly to the linear case, the
timber elements characterized by an equivalent external walls are more stressed in presence of
modulus of elasticity E1,eq= 17187 MPa in the rigid floors, while the internal ones are more
warping direction. stressed in presence of flexible floors. In Figure
Two distributions of lateral loads have been 14 we can observe that for the 3SUs-aggregate
considered, uniform (proportional to the mass) the shear distribution is symmetrical, while for
and pseudo-triangular (proportional to the 1st the 5SUs-aggregate (Figure 15) the y5 wall is the
mode), without eccentricities. Since the results

SG03-411
most stressed (22%) and y1 is the less stressed 600
+ Ex_mass

(13%), as seen in the linear case. 1 SU 2 SU 3 SU

500

+ Ex 400
100%

V [kN]
90% Sum 100% Sum 0% 300
Shear Force Percentage

80% Sum 100% Sum 0%


70% Sum 100% Sum 0% 200
Sum 100% Sum 0%
60%
Sum 100% Sum 0%
50% 100

40%
0
30% 0.0 1.2 2.4 3.6 4.8 6.0 7.2 8.4 9.6 10.8 12.0 13.2 14.4
20% x [m]
10% 3SU_R 1SU_R 3SU_F 1SU_F
0% RFF FRF FRR
x1 x2 x3 y1 y2 y3 y4
+ Ey_mass
R F RFF FRF FRR 600
1 SU 2 SU 3 SU
550

+ Ey 500
100%
450
90% Sum 0% Sum 100%

V [kN]
Shear Force Percentage

80% Sum 0% Sum 100% 400


70% Sum 0% Sum 100%
350
Sum 0% Sum 100%
60%
Sum 0% Sum 100% 300
50%
40% 250

30% 200
20% 0.0 1.2 2.4 3.6 4.8 6.0 7.2 8.4 9.6 10.8 12.0 13.2 14.4
x [m]
10%
0% 3SU_R 1SU_R 3SU_F 1SU_F
RFF FRF FRR
x1 x2 x3 y1 y2 y3 y4
Figure 16. Shear force of each SU for the 3SUs-aggregate
R F RFF FRF FRR for both directions of nonlinear analysis.
Figure 14. Shear percentage distribution on walls for the
3SUs-aggregate for both directions of nonlinear analysis. + Ex_mass
600
1 SU 2 SU 3 SU 4 SU 5 SU

500
+ Ex
100%
90% 400
Sum 100% Sum 0%
Shear Force Percentage

80% Sum 100%


V [kN]

Sum 0%
300
70% Sum 100% Sum 0%
60% Sum 100% Sum 0%
Sum 100% 200
Sum 0%
50%
40% 100
30%
20% 0
0.0 1.6 3.2 4.8 6.4 8.0 9.6 11.2 12.8 14.4 16.0 17.6 19.2 20.8 22.4 24.0
10% x [m]
0% 5SU_R 1SU_R 5SU_F 1SU_F
x1 x2 x3 y1 y2 y3 y4 y5 y6 RRFFF FFRFF FRRRF

R F RRFFF FFRFF FRRRF + Ey_mass


600
1 SU 2 SU 3 SU 4 SU 5 SU
+ Ey 500
100%
90% Sum 0% Sum 100% 400
Shear Force Percentage

80% Sum 0% Sum 100%


V [kN]

70% Sum 0% Sum 100% 300


60% Sum 0% Sum 100%
Sum 0% Sum 100% 200
50%
40%
100
30%
20% 0
10% 0.0 1.6 3.2 4.8 6.4 8.0 9.6 11.2 12.8 14.4 16.0 17.6 19.2 20.8 22.4 24.0
x [m]
0%
x1 x2 x3 y1 y2 y3 y4 y5 y6 5SU_R 1SU_R 5SU_F 1SU_F
RRFFF FFRFF FRRRF
R F RRFFF FFRFF FRRRF Figure 17. Shear force of each SU for the 5SUs-aggregate
Figure 15. Shear percentage distribution on walls for the for both directions of nonlinear analysis.
3SUs-aggregate for both directions of nonlinear analysis.

SG03-412
Furthermore, also for the nonlinear analysis, With refers to the percentage distribution on
the trend of the shear force on each SU is shown each alignment, the shear is mainly distributed
both for the 3SUs-aggregate (Figure 16) and for among the walls arranged longitudinally to the
the 5SUs-aggregate (Figure 17) as a function of analysis direction. A reduction of the floors
the floors stiffness. stiffness leads to an increase of shear on the
For both the aggregates and both analysis transverse alignments, since they are more
directions, considering the R models, when a SU stressed out-of-their plain. In X direction, the
is analysed as an isolated building, the shear internal wall is the most stressed, especially in
stresses are overestimated. When the floors are presence of rigid floors in the linear case and of
flexible, the shear is overestimated in Y direction, flexible ones in the nonlinear case. This
but it is underestimated in X direction. difference between the two approaches is mainly
Moreover, in X direction, the SUs are equally due to the different type of modelling; in
stressed, despite the floors type. It’s possible to particular, the equivalent frame model neglects
note that, the shear is higher for the F model and the out of plane contribution of the walls. In Y
it is lower for the R model. With refers to the direction, for both modelling, the compound of
other models, the results are affected by the floors SUs characterized by different floors type leads to
type of the 1st SU that undergoes to the seismic a different shear distribution on the Y-walls; in
action. Indeed, for the 3SUs-aggregate, the F, particular, when the floors are rigid, the external
FRF and FRR models are equivalent (Figure 16). walls are the most stressed, while the shear
The same trend can be noticed in the 5SUs- increases on the internal ones in presence of
aggregate (Figure 17); indeed, in the FFRFF flexible floors.
model the 1st SU is the most stressed. The shear trend on each SU shows that,
In Y direction it’s possible to observe a considering the longitudinal direction of the
difference in shear among adjacent SUs. aggregate, in presence of two adjacent buildings
Considering the 3SUs-aggregate (Figure 16), the of different stiffness, the more rigid one is the
trend is the same noticed for the linear case: the most stressed, while the other one is discharged;
shear is higher for the external SUs, due to their this trend is more accentuated in the linear case.
higher vertical loads of competence. This In the transverse direction, the shear distribution
difference is accentuated for the R model. is more influenced by the amount of vertical
loads on the walls than by the floors stiffness; in
The shear trend changes a lot for the 5SUs-
particular, it is higher for the external SUs.
aggregate (Figure 17). Unlike the linear case, an
upward trend from the 1st to the last SU may be
noticed and the central SUs are equally stressed.
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stresses, regardless of the floors type. in European and Mediterranean Countries.

SG03-413
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SG03-414
ANIDIS 2017
PISTOIA

Seismic vulnerability of RC frame building classes: sensitivity of the


probability of exceeding the Life Safety limit state to structural detailing and
mechanical properties of the materials
Roberto Gentilea, Leonardo Fondib, Stefano Pampaninb,c
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica, Politecnico di Bari
b
Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica, Università di Roma “La Sapienza”
c
Department of Civil and Natural Resources Engineering, University of Canterbury, Christchurch, New Zealand

Keywords: seismic vulnerability assessment; exceeding probability; non-linear static analysis; Simple Lateral
Mechanism Analysis (SLaMA); fragility curves; Acceleration-Displacement domain

ABSTRACT
Seismic assessment of existing buildings is typically based on a Safety-Index (SI) defined as a Capacity/Demand
ratio (e.g. “%New-Building-Standard” in New-Zealand or the “Indice di Sicurezza” IS-V in Italy). However, the
relationship between the SI and the probability of exceeding the life-safety limit state (LS) is not linear nor
univocal. Hence, structures with the same SI but different structural details may not have the same exceeding
probability. This parameter depends on aleatory (demand) and epistemic (materials, detailing, etc.) uncertainties
and therefore probabilistic approaches, not yet feasible for practising engineers, may be more suitable. In this work,
the sensitivity of the probability of exceeding life-safety LS was studied with regard to materials and structural
details. Hundreds of non-linear static analyses (within the Acceleration-Displacement domain) were carried-out on
5 RC frame building classes using the Simple Lateral Mechanism Analysis (SLaMA), a completely analytical “by-
hand” methodology introduced in the New-Zealand seismic assessment guidelines. These preliminary results show
that the exceeding probability is more sensitive to structural detailing rather than materials. As a consequence, more
focus should be put on structural detailing in the context of in-situ investigations, usually centred on materials.

SG03-415
Vulnerabilità sismica di classi di edifici a telaio in C.A.: sensibilità della
probabilità di superamento dello SLV ai dettagli costruttivi e ai materiali adottati
Roberto Gentilea, Leonardo Fondib, Stefano Pampaninb,c
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica, Politecnico di Bari
b
Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica, Università di Roma “La Sapienza”
c
Department of Civil and Natural Resources Engineering, University of Canterbury, Christchurch, New Zealand

Keywords: seismic vulnerability assessment; exceeding probability; non-linear static analysis; Simple Lateral
Mechanism Analysis (SLaMA); fragility curves; Acceleration-Displacement domain

ABSTRACT
L’assessment sismico di edifici esistenti è tipicamente basata ad un Indice di Sicurezza-Sismica (ISS) definito come
rapporto capacità/domanda (e.g. “%New-Building-Standard” in Nuova-Zelanda o “Indice di Sicurezza” IS-V in
Italia). Tuttavia, la relazione tra la definizione deterministica del ISS e la probabilità di superamento dello Stato
Limite di Salvaguardia della Vita (SLV) non è né lineare né univoca. Quindi per strutture con lo stesso ISS ma diversi
dettagli costruttivi la probabilità di superamento di SLV non è, in generale, la stessa. Tale probabilità dipende dalle
incertezze aleatorie (domanda) ed epistemiche (materiali, dettagli costruttivi, etc.) e quindi andrebbe valutata con
metodi probabilistici, attualmente di difficile applicazione nella pratica professionale. In questo lavoro si è studiata
la sensibilità della probabilità di superamento dello SLV ai materiali e ai dettagli costruttivi. Sono state definite 5
classi di edifici ascrivibili a diverse epoche costruttive e condotte centinaia di analisi statiche non-lineari nel dominio
Accelerazione-Spostamento tramite SLaMA, metodo analitico introdotto nelle linee guida neozelandesi per
l’assessment sismico. I risultati, se pur preliminari, indicano che la probabilità di superamento è più sensibile ai
dettagli costruttivi rispetto ai materiali. Quindi sarebbe appropriato dedicare maggiore attenzione ai dettagli
costruttivi nel contesto delle indagini in situ, spesso focalizzate sui materiali.

1 INTRODUZIONE sicurezza non tiene esplicitamente conto della


variabilità della risposta strutturale dovuta alle
I metodi più comuni per effettuare una
incertezze epistemiche (prestazione dei materiali,
valutazione di vulnerabilità sismica per edifici in
dettagli costruttivi) e aleatorie (azione sismica),
C.A. sono basati sulla stima di un Indice di
ma, per semplicità, si affida a valori medi o ridotti
Sicurezza Sismica (ISS), espresso come rapporto
(spesso stimati a causa della limitata conoscenza
tra capacità (della struttura oggetto dello studio) e
dello stato di fatto dell’edificio). Quindi
domanda (di una struttura equivalente di nuova
potrebbero sussistere situazioni in cui per due
progettazione) in senso deterministico. Anche se
strutture (o classi di strutture), caratterizzate da
non fornisce una diretta indicazione sulla
diversi dettagli costruttivi e/o materiali, si registri
prestazione sismica dell’edificio in questione
uno stesso indice di sicurezza ma due valori
quando soggetta ad un terremoto di progetto, tale
differenti della probabilità di superamento dello
misura indica di fatto il rapporto tra l’intensità
SLV. Una stima più completa dell’incertezza
sismica che porta al raggiungimento dello stato
legata a materiali e dettagli costruttivi può essere
limite della Salvaguardia della Vita (SLV) e la
ottenuta con metodi probabilistici, attualmente di
domanda attesa per il sito in esame. Tuttavia
difficile applicazione nella pratica professionale.
questo parametro non permette di derivare
L’obiettivo di questo lavoro è di quantificare,
direttamente informazioni riguardo la probabilità
per edifici prototipo a telaio in C.A., la sensibilità
di superamento di tale stato limite.
della probabilità di superamento dello SLV alla
E’ lecito attendersi che la relazione tra l’indice
tipologia di dettagli costruttivi e alle prestazioni di
di sicurezza sismica e la probabilità di
acciaio e calcestruzzo. Tali risultati potranno
superamento dello stato limite della Salvaguardia
servire da guida per meglio interpretare i risultati
della Vita Umana (SLV) non sia univocamente
di analisi di vulnerabilità sismica, condotte in
definita, né tantomeno sia da considerarsi lineare.
termini deterministici, di edifici che possano
Inoltre un approccio basato su tale indice di

SG03-416
essere in qualche modo conformi ai prototipi costruttivi abbia un peso molto maggiore sulla
analizzati in questo lavoro di ricerca. probabilità di superamento (SLV) rispetto
Sono state definite 5 classi di edifici in C.A. con all’incertezza legata alle prestazioni dei materiali.
sistema resistente a telaio. Ciascuna classe è I trend individuati potrebbero avere risvolti
riferibile ad una diversa filosofia di progettazione interessanti in ottica di pratica professionale, che
(e.g. tensioni ammissibili/stati limite oppure in ambito di valutazione di edifici esistenti spesso
carichi gravitazionali/carichi laterali), è vede l’attenzione focalizzata su (costose e
caratterizzata da diverse tipologie di dettagli invasive) indagini materiche in situ, che
costruttivi e prestazione dei materiali. In definitiva consentono di migliorare il livello di conoscenza e
ogni classe può essere considerata rappresentativa dunque il fattore di confidenza da adottarsi in fase
di una delle diverse epoche costruttive, di calcolo (EC8, NTC2008). I risultati di questo
considerando l’evoluzione dei maggiori codici lavoro suggeriscono, come già suggerito in
normativi in materia di costruzioni (ad esempio, in NZSEE 2017, di focalizzare le risorse sugli aspetti
Tabella 1 si mostrano i principali codici italiani). significativi e dunque in primis sulla
Tabella 1. Evoluzione dei principali codici normativi italiani. determinazione dei particolari costruttivi adottati
1939 1976 1996 2003 2008
(laddove queste informazioni non siano ottenute
DM 16/01/96
tramite altre fonti) con indagini sui materiali
RD L n.176 DM mirate alle zone (connessioni, sottosistemi
2229/39 26/04/76 OPCM n. 3274 14/01/2008
20/03/2003* strutturali) dove una variazione delle
*Non cogente caratteristiche meccaniche rispetto a valori medi
Per ogni classe è stata considerata la variabilità stimati potrebbe comportare una modifica della
delle proprietà di calcestruzzo e acciaio, gerarchia di resistenze locale e dunque un
calcolando una curva di capacità in forma bi- cambiamento dei meccanismi di collasso.
lineare per ciascun caso. Tali curve sono state
ottenute tramite la procedura analitica SLaMA
(Simple Lateral Mechanism Analysis), introdotta 2 DEFINIZIONE DELLE CLASSI DI
dalle linee guida neozelandesi NZSEE 2017 EDIFICI PROTOTIPO
“Seismic Assessment of Existing Buildings”.
L’analisi di sensibilità condotta in questo
Tramite un approccio completamente analitico
(senza dunque necessità di analisi numeriche con lavoro ha come oggetto 10 edifici prototipo,
calcolatore) è possibile valutare l’effettiva rappresentativi di cinque diverse epoche
gerarchia delle resistenze degli elementi costruttive (§2.2). Per ognuna delle 5 classi
strutturali, considerando anche possibili rotture analizzate sono stati considerati due edifici, di 3 e
fragili dei nodi trave-colonna e derivare i 6 piani, considerati rappresentativi delle
meccanismi di collasso locali e globali, ottenendo configurazioni tipiche degli edifici esistenti con
una curva di capacità (forza-spostamento) del sistema a telaio. Le dimensioni geometriche degli
sistema strutturale e quindi dell’intero edificio. edifici prototipo (§2.1) sono assunte costanti per
Esempi di applicazione di SLaMA su edifici casi tutte le classi analizzate. La prestazione dei
studio si possono trovare in Gentile et al., 2017, materiali (§2.3) è caratterizzata da distribuzioni
Del Vecchio et al. 2017. normali, la cui media e deviazione standard è stata
Confrontando la curva di capacità con la assunta in maniera coerente con l’epoca di
domanda di un edifico equivalente di nuova costruzione cui ogni classe afferisce.
progettazione nel dominio ADRS si calcola
l’indice di sicurezza sismica, definito nelle 2.1 Caratteristiche geometriche
NZSEE2017 come %NBS (%New Building
Standard), come illustrato in §3.2.1. Gli edifici caso studio presentano una pianta
Per ogni curva di capacità ottenuta è stata calcolata rettangolare e un sistema resistente composto da 3
una curva di fragilità(§3.3), considerando un identici telai nella direzione longitudinale e 2 telai
gruppo di accelerogrammi naturali. di collegamento nella direzione trasversale (Figura
L’insieme dei risultati ottenuti permette di 1). Tale configurazione si ispira ad un caso studio
quantificare la sensibilità della probabilità di di tre piani progettato per soli carichi
superamento dello Stato limite di salvaguardia gravitazionali e testato in laboratorio presso le
della Vita, SLV) nei confronti delle incertezze Università di Pavia e Potenza (Calvi et al., 2002;
sulle caratteristiche meccaniche dei materiali da un Pampanin et al., 2002; Braga et al., 2004).
lato e dei dettagli costruttivi dall’altro. I risultati di Lo schema in elevazione dei telai longitudinali
questa indagine, se pur preliminare, mostrano è mostrato in Figura 1, insieme allo schema in
come l’incertezza legata alla tipologia di dettagli

SG03-417
pianta e le sezioni tipo degli elementi strutturali. mentre sono differenti per la quinta classe
E’ importante sottolineare che i pattern di armatura (maggiori dettagli in §2.2).
mostrati in figura sono validi per le prime 4 classi

Figura 1. Edifici tipo: (a) pianta, (b) elevazione di un telaio longitudinale, (c) sezioni tipo degli elementi strutturali.
taglio del pannello nodale è espressamente
2.2 Classi tipologiche considerata in SLaMA (§3.1) i dettagli costruttivi
Le classi tipologiche sono state definite giocano un ruolo chiave nella determinazione del
ipotizzando diverse filosofie di progettazione degli meccanismo di collasso dell’edificio.
elementi strutturali e definizione dei dettagli A partire dalla classe 4 (post-1970’) le verifiche
costruttivi dei nodi trave-colonna che rispecchiano strutturali sono effettuate considerando un minimo
l’evoluzione delle prescrizioni nei principali ammontare di carichi laterali associato alla
codici normativi a livello internazionale. Le sollecitazione del vento (dopo DM 3/10/1978). La
corrispondenti proprietà dei materiali sono progettazione è ancora basata sul metodo delle
discusse nel Paragrafo 2.3. Considerando che gli tensioni ammissibili, senza alcuna considerazione
edifici tipo sono ispirati ad un edificio italiano, in per il rispetto della gerarchia delle resistenze.
questo paragrafo si sceglie di collegare ciascuna Questa classe afferisce all’epoca 1975-2005
classe all’evoluzione delle norme tecniche italiane. (prima di OPCM 3/05/2005). Secondo Manfredi et
Le prime tre classi afferiscono ad un periodo di al., 2011, in quest’epoca era comune prevedere
costruzione precedente agli anni 70, dunque con pannelli nodali non staffati e, in qualche caso,
progettazione secondo il Regio Decreto del 1939. prevedere una sola staffa. Per considerare la
Gli elementi resistenti sono verificati per soli condizione più sfavorevole sono stati previsti nodi
carichi verticali con il metodo delle tensioni non staffati per la classe 4 (Figura 2).
ammissibili. Non è dunque prevista alcuna L’ultima classe, intesa come parametro di
progettazione per azioni laterali, né tantomeno controllo, si riferisce ad edifici moderni (post
considerazioni di gerarchia delle resistenze NTC08), progettati con metodo force-based
(Hollings, 1969) nei singoli elementi strutturali considerando i carichi sismici e il rispetto della
(i.e. flessione vs. taglio) o a livello di connessioni gerarchia delle resistenze. E’ stato ipotizzato che
trave colonna (i.e. travi deboli/colonne forti). Le nei pannelli nodali sia presente una quantità di
distribuzioni delle armature di travi e pilastri sono armatura trasversale sufficiente ad evitare la
indicate in Tabella 2. Le tre classi pre-1970 rottura dei pannelli stessi, protetti dalla formazione
differiscono per la tipologia di dettaglio costruttivo di cerniere plastiche nelle travi. Per questo motivo
adottato per i nodi trave-colonna (Figura 2): le la suddetta armatura non è considerata
barre della trave terminano ad uncino per la classe espressamente in maniera quantitativa ed è
1, sono risvoltate all’esterno del pannello di nodo rappresentata in maniera indicativa in Figura 2.
per la classe 2 e all’interno per la classe 3. In Tabella 2. Pattern di armatura per travi e colonne.
queste classi pre-1970 non si considera la presenza Classi 1,2,3,4 Classe 5
di staffe nei pannelli nodali. La tipologia di dettagli Asup Ainf Ast s[mm] Asup Ainf Ast s[mm]
Col.A/B 218 218 18* 200 420 420 112 100
costruttivi presenti nei nodi trave-colonna è il Trave C 412 318 18 200 418 418 18 100
parametro fondamentale che governa la resistenza Trave D 412 418 18 200 418 418 18 100
dei pannelli nodali. Considerato che la rottura a *110 per classe 4

SG03-418
Figura 2. Dettagli costruttivi per i nodi trave/colonna indicativi delle varie epoche.
Ai fini dell’analisi di sensibilità (§3) sono stati
2.3 Caratteristiche meccaniche dei materiali
individuati, per ogni distribuzione considerata, 9
L’analisi di sensibilità ha previsto la valori discreti campionati ad intervalli regolari
caratterizzazione del calcestruzzo e dell’acciaio in compresi nell’intervallo [fm-2 ; fm+2], dove fm
maniera coerente rispetto all’epoca di costruzione indica il valore medio e  la deviazione standard.
presunta per ogni classe tipologica. Le
caratteristiche di resistenza a compressione del Tab 3. Caratteristiche meccaniche dei materiali.
calcestruzzo e la tensione di snervamento Classe calcestruzzo acciaio
dell’acciaio sono riportate nella Tab 3 mentre le “Normale” “Aq. 60”
relative distribuzioni probabilistiche sono 1,2,3 fcm = 25.68 MPa fym = 322.34 MPa
rappresentate in Figura 3 e Figura 4. Si ritiene che c = 8.64 MPa y = 26.59 MPa
i valori scelti per le caratteristiche dei materiali “Rck 300” “Fe B 44k”
riflettano le categorie indicate in Tab 3, adottate 4 fcm = 25.68 MPa fym = 430.03 MPa
c = 6.80 MPa y = 53.48 MPa
nelle epoche di riferimento per le classi “C 35/45” “B 450 C”
tipologiche. Maggiori dettagli riguardo la 5 fcm = 38.00 MPa fym = 490.00 MPa
categorizzazione dei materiali, e la loro evoluzione c = 4.86 MPa y = 24.32 MPa
nel tempo rispetto alle norme di riferimento, *fcm: resistenza a compressione cilindrica media
possono essere trovati in Bianchi, 2015. fym: tensione di snervamento media;  deviazione standard
Relativamente alle prime 3 classi (pre-1970) le
Valori selezionati
assunzioni che riguardano la media e deviazione per le analisi

standard della resistenza del calcestruzzo sono Classe 4 Classe 5


coerenti con le rilevazioni in Verderame et al.,
2001, relative a prove sperimentali riguardanti
Frequency [-]

calcestruzzi risalenti agli anni 60. Per la classe 4 Classi 1,2,3


(anni 80) si è scelto di caratterizzare il calcestruzzo
coerentemente alle evidenze di Cristofaro et al.,
2014, con riferimento a calcestruzzi degli anni 80.
Le analoghe quantità per la caratterizzazione 25.68 38
Compressive strength [MPa]
dell’acciaio relativo alle prime 4 classi sono state Figura 3. Distribuzioni probabilistiche della resistenza a
ricavate in maniera coerente con le misurazioni in compressione cilindrica del calcestruzzo.
Verderame et al., 2011, relative a sperimentazioni Valori usati
su provini di acciaio, i cui risultati sono forniti in per le analisi

maniera disaggregata per fasce temporali.


Per la classe 5 (post-2000), relativa a materiali
Frequency [-]

Classi 1,2,3 Classe 4 Classe 5


moderni, si sono scelti valori medi di resistenza a
compressione cilindrica e a trazione,
rispettivamente, fcm e fym, pari a 38MPa e 490MPa,
rispettivamente per la resistenza del calcestruzzo e
la tensione di snervamento dell’acciaio. La relativa
deviazione standard è stata ottenuta imponendo 322.3 430 490
che il frattile inferiore 5% fosse uguale al valore Yield strength [MPa]

Figura 4. Distribuzioni probabilistiche della tensione di


caratteristico (secondo NTC08). snervamento dell’acciaio.

SG03-419
3 METODOLOGIA edifici particolarmente a rischio (detti “Earthquake
La metodologia adottata in questo lavoro di Prone Buildings”), per i quali entro una certa
ricerca è descritta in Figura 5. Per ognuno dei due soglia temporale è obbligatorio applicare una
edifici appartenenti ad una stessa classe è stata strategia di intervento o demolire.
effettuata un’analisi statica non-lineare (metodo Con SLaMA è possibile calcolare l’IS
SLaMA, vedi §3.1) per ogni combinazione dei esprimendo la curva di capacità dell’edificio in
valori discreti individuati per le caratteristiche termini di spettro Accelerazione-Spostamento, in
meccaniche dei materiali (§2.3). Sono quindi state linea con i principi del Direct Displacement-Based
effettuate 81 analisi per ogni edificio prototipo, per Assessment (Priestley 1997). Un esempio di
un totale di 810 analisi. Utilizzando la domanda applicazione passo-passo del metodo ad un
sismica da codice, per ognuno dei casi analizzati è edificio reale, inclusi effetti torsionali, si può
stato dapprima calcolato l’indice di sicurezza trovare in Del Vecchio et al., 2017. Confronti
sismica, definito mediante il parametro %NBS (% analitico-numerici per valutarne l’efficacia sono
New Building Standard, Figura 7). stati condotti in Gentile et al., 2017.
Considerando l’aleatorietà della domanda Nella sua applicazione ad un sistema strutturale
sismica (accelerogrammi naturali), per ogni curva a telaio, il metodo parte dalla valutazione della
di capacità a disposizione è stata calcolata una capacità dei singoli elementi strutturali (travi,
curva di fragilità associata al raggiungimento dello colonne, pannelli di nodo, pareti) utilizzando i
Stato limite di Salvaguardia della Vita (SLV). concetti base dell’analisi sezionale oppure
Basandosi sulla definizione del parametro %NBS, semplici software per il calcolo di curve momento-
il calcolo è eseguito mediante una procedura curvatura, etc. A questo punto viene valutata
(descritta in maggior dettaglio in §3.3) basata sul l’interazione tra i vari componenti strutturali
“capacity spectrum approach” ed eseguita in un adiacenti tra loro, ad esempio in sub-assemblaggi
dominio ADRS, spettro in Accelerazione- trave-colonna (Figura 2), valutando l’effettiva
Spostamento. I risultati dell’analisi parametrica gerarchia di resistenze (Pampanin et al., 2007) e
(§4) sono rappresentati in termini di “fusi” (fasci) determinando gli elementi ai quali è ascrivibile il
di curve di capacità e curve di fragilità. collasso di ogni sub-assemblaggio.
I risultati relativi a questi schemi parziali
vengono “assemblati” sulla base di condizioni di
equilibrio e congruenza per arrivare a determinare
la curva di capacità (forza-spostamento) del
sistema SDOF equivalente al telaio, secondo la
definizione in Priestley et al., (2007). Il processo è
impostato coerentemente con il meccanismo
plastico atteso, così come suggerito dall’analisi
degli schemi parziali. In prima fase possono essere
Figura 5. Descrizione della metodologia. considerate tre diverse ipotesi relative al
meccanismo plastico (Figura 6): Beam-Sway
3.1 Calcolo delle curve di capacità mediante (limite superiore della resistenza), meccanismo
l’uso del metodo SLaMA globale caratterizzato dalla formazione di cerniere
plastiche su tutte le travi; Column-Sway,
Lo SLaMA (Simple Lateral Mechanism
meccanismo di piano soffice; Mixed-Sway,
Analysis) è stato introdotto dalle linee guida
meccanismo globale atteso caratterizzato dalla
neozelandesi nel 2006 (NZSEE2006) per la
compresenza di cerniere plastiche in travi e
valutazione della vulnerabilità sismica di edifici
colonne e rotture a taglio nei pannelli di nodo.
esistenti nel 2006 e notevolmente integrato e
La curva di capacità della struttura è calcolata
migliorato nell’attuale versione (NZSEE 2017). La
sommando opportunamente le curve di capacità
procedura può essere intesa come un’analisi
dei singoli sistemi resistenti (telai, pareti, sistemi
Pushover condotta interamente “a mano”, nella
accoppiati) considerando gli effetti torsionali
quale la curva di capacità della struttura in esame
(Paulay 2001). Nel caso specifico, l’analisi statica
è calcolata mediante principi base come equilibrio
non-lineare è stata condotta esclusivamente nella
e congruenza. L’obiettivo finale delle linee guida
direzione longitudinale dell’edificio, nella quale
neozelandesi è quello di permettere
non si registra nessuna eccentricità di rigidezza e
l’identificazione, tramite l’uso di SLaMA, di

SG03-420
di resistenza (Paulay 2001), data la simmetria del ad un gruppo di spettri derivanti da
sistema strutturale. Per questo, la capacità globale accelerogrammi naturali (§3.2.2) con l’obiettivo di
dell’edificio è stata ottenuta sommando le curve di includere esplicitamente l’incertezza aleatoria
capacità dei tre telai (Mixed-Sway), limitando la nell’analisi di sensibilità e calcolare le curve di
capacità in spostamento al raggiungimento dello fragilità.
stato limite ultimo per il primo elemento 0.07 0.5
strutturale (trave, colonna, pannello di nodo). Per 𝜂=( ) (1)
0.02 + 𝜉
questo motivo il punto ultimo delle curve di
capacità così calcolate rappresenta lo stato limite
ultimo dell’edificio (SLV).

Figura 6. Meccanismi di collasso (after NZSEE 2017).

3.2 Valutazione della performance strutturale Figura 7. Determinazione di %NBS secondo NZSEE 2017.
considerando l’aleatorietà della domanda 3.2.2 Accelerogrammi selezionati
3.2.1 %NBS (%New Building Standard) La valutazione di %NBS, e delle curve di
L’Indice di Sicurezza Sismico adottato dalle fragilità (§3.3), è stata effettuata selezionando un
NZSEE2017 è il parametro %NBS (Percentage of gruppo di 10 accelerogrammi naturali (Figura 8)
New Building standard), definito come la capacità per mezzo del software REXEL (Iervolino et al.,
sismica di un edificio rapportata alla domanda di 2009). Lo spettro obiettivo (NTC08) è
un edificio di nuova progettazione (ad esso caratterizzato da un periodo di ritorno di 500 anni,
analogo) localizzato nel medesimo sito. vita nominale pari a 50 anni, PGA = 0.36g, classe
Per prima cosa è necessario rappresentare la di suolo B, classe topografica T2.
curva di capacità dell’edificio all’interno di un La scelta/scalatura degli accelerogrammi
dominio accelerazione-spostamento (ADRS). Nel naturali è stata effettuata imponendo che,
caso specifico (utilizzando SLaMA) le curve di nell’intervallo 0.2𝑇1 ≤ 𝑇 ≤ 2𝑇1 (dove 𝑇1 è il
capacità sono già riferite ad un sistema SDOF. periodo del primo modo di vibrare della struttura),
Quindi l’unica operazione necessaria è stata quella la media dei loro spettri in pseudoaccelerazione
di dividere il taglio alla base per la massa efficace fosse maggiore del 90% del corrispondente valore
dell’edificio, assunta pari al 80% della massa nello spettro obiettivo.
totale (ritenuta appropriata per strutture a telaio di
3:6 piani).
Lo spettro elastico (domanda), espresso in
formato ADRS, viene ridotto (in funzione dello
smorzamento viscoso equivalente 𝜉 ) tramite il
fattore Eq. 1 funzione della tipologia
costruttiva e della capacità in duttilità dell’edificio
(Priestley et al., 2007). L’intersezione della
rigidezza secante al punto ultimo della curva di Figura 8. Accelerogrammi selezionati: componente
capacità (SLV) con lo spettro permette di principale scalata.
individuare la domanda di spostamento (dom). Il
rapporto tra la capacità in spostamento 3.3 Calcolo delle curve di fragilità
dell’edificio (cap) e lo spostamento di domanda Le curve di fragilità calcolate in questo lavoro
definisce %NBS (Figura 7). E’ importante sono state definite in funzione della probabilità di
sottolineare che questa valutazione va effettuata superamento dello stato limite ultimo dell’edificio
utilizzando uno spettro da codice. Tuttavia in (SLV), dato un livello di intensità sismica coerente
questo lavoro la procedura è stata anche applicata con lo stato limite stesso. Il parametro di misura

SG03-421
dell’intensità sismica utilizzato è l’accelerazione 4 RISULTATI
spettrale relativa al periodo elastico dell’edificio,
Sa(T1). Nel corso di studi futuri sarà effettuata 4.1 Meccanismi plastici più ricorrenti
un’analisi di sensibilità relativa al parametro di Per ogni classe tipologia sono state effettuate 81
intensità scelto per definire le curve di fragilità. In analisi variando le proprietà meccaniche dei
questo modo sarà possibile scegliere il parametro materiali. In Figura 11 si mostrano i meccanismi
più rappresentativo, relativamente all’uso delle di collasso tipici di ogni classe (edifici a 3 piani).
curve SLaMA e della metodologia descritta in L’elemento che ha causato lo SLV è individuato
questo lavoro per definire le curve di fragilità. con un cerchio. Dal punto di vista qualitativo i
Considerato l’i-esimo spettro relativo agli meccanismi di collasso degli edifici a 6 piani sono
accelerogrammi scelti, è stato calcolato la relativa simili a quelli mostrati in Figura 11 e quindi non
%NBS (§3.2.1). Lo spettro sovrasmorzato è sono mostrati per brevità. E’ importante
ridotto di una quantità pari a %NBS e poi di nuovo sottolineare che la figura mostra i risultati per il
amplificato, usando il fattore  (Eq. 1), al fine di telaio centrale, che contiene l’elemento che causa
rappresentare uno spettro elastico in grado di il raggiungimento dello SLV nel 100% dei casi.
causare il raggiungimento dello SLV. Intersecando Per le prime tre classi il meccanismo è di tipo
la retta corrispondente al periodo elastico con lo Mixed-Sway, caratterizzato dalla compresenza di
spettro così ottenuto si ottiene il valore di Sa(T1) cerniere plastiche in travi e colonne e rotture a
cercato. Questo processo (Figura 9) è ripetuto per taglio nei pannelli di nodo (dette “shear hinges”).
i 10 accelerogrammi scelti, ordinando in maniera Lo spostamento ultimo del sistema è governato dal
crescente i valori Sa(T1) i ottenuti. raggiungimento dello stato limite ultimo nel nodo
esterno al primo piano.
Per la classe 4 questo tipo di meccanismo è
ancora più accentuato, in quanto la resistenza
media dell’acciaio aumenta, incrementando la
resistenza flessionale delle colonne e favorendo la
rottura dei pannelli di nodo.
La classe 5, come previsto per gli edifici nuovi,
è caratterizzata da un meccanismo di tipo Beam-
Sway, per cui solo le travi formano cerniere
plastiche, insieme alla base delle colonne.

Figura 9. Calcolo di Sa(T1) per l’i-esimo accelerogramma. 4.2 Influenza dei materiali sull’ISS
Ad ognuno di essi è associata una probabilità di Considerando la domanda sismica da codice, in
superamento pari a pSLV=i/10, stante ad indicare una prima fase è stato calcolato l’Indice di
che per un dato valore di Sa(T1), lo SLV è stato Sicurezza Sismica, espresso in termini di %NBS,
raggiunto i volte su 10. Le coppie [pSLV , Sa(T1)] per tutto il database di curve di capacità. Quindi si
sono utilizzate per approssimare una distribuzione è tenuto in conto della dispersione delle proprietà
lognormale cumulativa (FEMA2003) che meccaniche dei materiali (incertezza epistemica)
rappresenta la curva di fragilità (Figura 10). ma non dell’aleatorietà della domanda.
E’ importante sottolineare che è stata calcolata Ogni caso analizzato è stato associato ad un
una curva di fragilità per ognuno dei casi ranking basato sul valore della %NBS. In Figura
analizzati, appartenenti alle 5 diverse classi. 12 si mostrano i risultati per gli edifici a 3 piani. E’
importante sottolineare che gli intervalli scelti per
100 la categorizzazione sono coerenti con i
80 suggerimenti contenuti in NZSEE 2017. Nella
PSLV [%]

60 medesima figura è anche mostrata la


40 categorizzazione suggerita nelle linee guada
20 italiane per la classificazione del rischio sismico
0 delle costruzioni (2017), peraltro molto simile a
Sa(T1)
quella neozelandese. Esse sono basate sull’IS
Figura 10. Fitting della curva di fragilità legata allo SLV. relativo allo stato limite di salvaguardia della Vita
(IS-V), anche detto Indice di Rischio.

SG03-422
Figura 11. Meccanismi plastici più ricorrenti nelle varie classi (edifici a 3 piani).
Quest’ultimo è definito come il rapporto tra la tipologia, sia in NZSEE (Figura 13) che nelle linee
PGAc (di capacità) che ha fatto raggiungere al guida italiane 2017 (Figura 14), con riferimento
fabbricato lo stato limite di salvaguardia della vita alle classi di vulnerabilità macrosisimica EMS-98.
umana e la PGAd (di domanda) del sito in cui è
posizionata la costruzione, con riferimento allo
stesso SL.

Figura 13. Ranking sismico secondo NZSEE 2017.

Figura 14. Classificazione sismica attesa per tipologie di


Figura 12. Distribuzione dell’indice di sicurezza sismica costruzioni in C.A. secondo le linee guida italiane 2017.
(NBS o IS-V) relativo allo SLV.
Si ritiene che, con una lieve approssimazione, 4.3 Influenza dei materiali sulle curve di
l’IS-V possa ritenersi uguale alla %NBS, anche se capacità e fragilità
il primo è definito in funzione di una domanda
sismica elastica (5%) mentre il secondo è relativo A titolo di esempio è mostrata (Figura 15)
l’evoluzione della curva di capacità dell’edificio a
ad una domanda sovrasmorzata (fattore Eq. 1)
3 piani della classe 2 (§2.2) considerando il valore
in funzione della duttilità in spostamento medio per la tensione di snervamento dell’acciaio
dell’edificio. e l’intera gamma di valori per la resistenza a
Secondo entrambe le metodologie di compressione cilindrica del calcestruzzo. I risultati
classificazione, gli i casi relativi alla quinta classe mostrano come, al di sotto di la soglia di 𝑓𝑐 =
(nuova costruzione) sono tutti collocati nella 30𝑀𝑃𝑎, lo spostamento ultimo rimanga costante.
classe A+, stante ad indicare che la domanda Questo è dovuto al fatto che lo SLV è governato
sismica attesa può essere sostenuta senza attingere dalla rottura di un pannello nodale (la cui
lo SLV. Per le altre classi di edifici, è evidente distorsione ultima è stata considerata invariante
come un aumento di qualità dei dettagli costruttivi rispetto ad 𝑓𝑐 ). Nei casi in cui la 𝑓𝑐 supera il valore
porti ad un ranking medio che passa dalla classe C di soglia la resistenza dei nodi, linearmente
alla classe A (lo SLV è superato in maniera via via proporzionale a √𝑓𝑐 , aumenta al punto tale da
meno gravosa). impedirne il collasso (cambia la gerarchia delle
E’ importante sottolineare che i trend ottenuti, resistenze). In questi casi lo SLV del sistema è
relativi alle varie classi tipologiche, confermano governato dal drift ultimo per la seconda colonna
quanto già indicato per edifici della stessa

SG03-423
(da sinistra) alla base. Per questo motivo lo
spostamento ultimo si riduce all’aumentare di 𝑓𝑐 .

Figura 17. Influenza dei materiali sui fusi di curve di fragilità


Figura 15. Fuso di curve di capacità: effetto della variazione degli edifici analizzati (3 piani).
di fc. Edificio a 3 piani della classe 2 (<1970; barre bent-out).
Per le classi 1 e 2 si rileva un andamento simile
Figura 16 mostra il fuso di curve di fragilità dei fusi di curve di fragilità, dovuto alla simile (e
relativo alle curve di capacità mostrate in Figura bassa) resistenza dei pannelli nodali, che causa lo
15. E’ evidente come all’aumentare di 𝑓𝑐 esse SLV dell’intera struttura. Come era facile
tendano a spostarsi verso destra (stessa probabilità aspettarsi queste classi presentano il livello di
di superamento raggiunta per intensità sismica sicurezza più basso rilevato in tutta l’analisi
maggiore) fino al valore di soglia del parametro 𝑓𝑐 . parametrica. Le classi 3 presenta un livello di
Al di sopra della soglia l’effetto positivo legato sicurezza leggermente più alto, in media, ma una
all’aumento di resistenza controbilancia l’effetto
maggiore dispersione rispetto alle precedenti
negativo legato alla riduzione di spostamento
ultimo. Per questo motivo le curve di fragilità in classi. Questo è dovuto alla maggior dispersione
questione sono molto ravvicinate. nelle curve di capacità, provocata dalla maggiore
resistenza dei nodi, che quindi favorisce la
formazione di cerniere plastiche nelle colonne.
L’andamento dei risultati è simile a quello della
classe 2 per valori di 𝑓𝑐 superiori alla soglia
definita in questo stesso paragrafo. La classe 4
presenta un livello di sicurezza maggiore, dovuto
alla maggiore resistenza della struttura, governata
dalla maggiore 𝑓𝑦 media dell’acciaio.

Figura 16. Fuso di curve di fragilità: effetto della variazione


di fc. Edificio a 3 piani della classe 2 (<1970; barre bent-out).
In Figura 17 e Figura 18 sono mostrati i fusi di
curve di fragilità, per ogni classe considerata,
relativi rispettivamente agli edifici a 3 e 6 piani.
Gli estremi dei fusi sono stati selezionati in
maniera tale da includere soltanto i casi che si
discostano di un massimo di due deviazioni
standard dalla curva di fragilità mediana.
Figura 18. Influenza dei materiali sui fusi di curve di fragilità
Per entrambe le tipologie di edificio (3 e 6 degli edifici analizzati (6 piani).
piani) si rilevano risultati simili, sia dal punto di
vista qualitativo che quantitativo. La classe 5 4.4 Influenza dei dettagli costruttivi sulle curve
(edifici nuovi) può subito essere esclusa dai di capacità e fragilità
confronti, in quanto si può vedere un livello di
sicurezza molto più alto rispetto alle altre classi e Nel Paragrafo 3 le analisi sono basate sulla
una dispersione molto più contenuta, dovuta alla caratterizzazione dei materiali e dei dettagli
certificazione dei materiali moderni. La costruttivi (coerente con l’epoca di costruzione).
dispersione sulle curve di fragilità, dovuta ai Al fine di quantificare in maniera disaggregata la
materiali, che si registra nelle altre classi è sensibilità della probabilità di superamento
abbastanza simile dal punto di vista quantitativo. rispetto ai dettagli costruttivi, la campagna analisi

SG03-424
è stata ripetuta considerando prestazioni dei maniera da simulare strutture appartenenti a
materiali costanti per tutte le classi (Tab 4). diverse epoche costruttive.
Sono state definite 5 classi di edifici, riferibili a
Tab 4. Caratteristiche meccaniche dei materiali: scenario 2.
diverse filosofia di progettazione (ad es. tensioni
Classi calcestruzzo acciaio ammissibili/stati limite oppure carichi
fcm = 25.68 MPa fym = 332.34 MPa gravitazionali/carichi laterali) e diverse tipologie
1,2,3,4,5 c = 3.852 MPa y = 26.59 MPa di dettagli costruttivi e prestazione dei materiali,
CoV = 15% CoV = 8%
considerando la loro distribuzione statistica.
I fusi di curve di fragilità per questo secondo Per ogni combinazione dei parametri scelti (in
scenario sono mostrate in Figura 19, per l’edificio totale 810) è stata calcolata la curva di capacità
prototipo a 3 piani. La dispersione (“larghezza” del statica non-lineare mediante il metodo SLaMA
fascio) relativa alle prime 4 classi è (Simple Lateral Mechanism Analysis). Per ogni
quantitativamente molto simile, in quanto è solo curva di capacità ottenuta è stata calcolata una
leggermente influenzata dalla tipologia di curva di fragilità, considerando un gruppo di
meccanismo plastico allo SLV (e quindi dai accelerogrammi naturali e basandosi sul concetto
dettagli costruttivi). E’ importante sottolineare che di %NBS (% New Building Standard) utilizzato
la classe 5 (edificio nuovo) sia da interpretarsi insieme a spettri Accelerazione-Spostamento.
come dato di controllo, e non debba essere L’insieme dei risultati ottenuti permette di
considerata nei confronti. quantificare la sensibilità della probabilità di
La larghezza di ogni fascio è molto minore della superamento dello Stato limite di salvaguardia
distanza che separa le curve mediane di prima e della Vita, SLV) nei confronti delle incertezze
sulle caratteristiche meccaniche dei materiali da un
quarta classe. Questo equivale a comparare una
lato e dei dettagli costruttivi dall’altro. I risultati di
situazione in cui, per un edificio esistente a telaio, questa indagine, se pur preliminare, mostrano
siano perfettamente noti i dettagli costruttivi e come l’incertezza legata alla tipologia di dettagli
ignoti i materiali con la situazione opposta in cui costruttivi abbia un peso molto maggiore sulla
non si conoscono i dettagli costruttivi. E’ evidente probabilità di superamento (SLV) rispetto
quindi che, dal punto di vista della probabilità di all’incertezza legata alle prestazioni dei materiali.
superamento dello SLV, la mancata conoscenza I trend individuati potrebbero avere risvolti
dei dettagli costruttivi giochi un ruolo molto più interessanti in ottica di pratica professionale, che
importante rispetto alla conoscenza dei materiali. in ambito di valutazione di edifici esistenti spesso
vede l’attenzione focalizzata su (costose e
invasive) indagini materiche in situ, che
consentono di migliorare il livello di conoscenza e
dunque il fattore di confidenza da adottarsi in fase
di calcolo (EC8, NTC2008). I risultati di questo
lavoro suggeriscono, come già in NZSEE 2017, di
focalizzare le risorse sugli aspetti significativi e
dunque in primis sulla determinazione dei
particolari costruttivi adottati (laddove queste
informazioni non siano ottenute tramite altre fonti)
con indagini sui materiali mirate alle regioni
Figura 19. Influenza dei dettagli costruttivi sui fusi di curve (connessioni, sottosistemi strutturali) dove una
di fragilità degli edifici analizzati (3 piani). variazione delle caratteristiche meccaniche
rispetto a valori medi stimati potrebbe comportare
una modifica della gerarchia di resistenze locale e
5 CONCLUSIONI dunque un cambiamento dei meccanismi di
Questo lavoro di ricerca riguarda l’analisi di collasso.
sensibilità della probabilità di superamento dello
Stato Limite di salvaguardia della Vita (SLV) di
edifici intelaiati in C.A. nei confronti delle RINGRAZIAMENTI
caratteristiche meccaniche dei materiali costituenti Il presente lavoro di ricerca è stato parzialmente
(calcestruzzo e acciaio) e dei dettagli costruttivi
finanziato dal Dipartimento italiano di Protezione
dei nodi trave-colonna (che hanno una forte
influenza sul meccanismo plastico degli edifici Civile, nel contesto del progetto ReLUIS 2014–
stessi). I parametri del problema sono stati scelti in 2018, e dalla New Zealand Natural Hazard

SG03-425
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del Novembre e Dicembre 1972, del Dicembre 1974 e del
Gennaio 1975, in comuni della provincia di Perugia.

SG03-426
ANIDIS 2017
PISTOIA

Seismic risk of the non-structural architectural elements of a new hospital.


Application of a seismic performance analysis and verification methodology.
Carlo Beltramia, Rossella Pignatellia, Roberto Ceccarellib
a
Lombardi Ingegneria S.r.l. Via Giotto 36 IT-20145 Milano
b
C.M.S.A. Via Ariosto 3 IT-51016 Montecatini Terme (PT)

Keywords: Non-structural elements, Fragility functions, Hospital risk assessment, Seismic analysis

EXTENDED SUMMARY
In a building, the non-structural elements can be defined as everything that is not part of the structural system:
architectural elements, equipment and contents. Although these systems play a "secondary" role if compared to the
structural elements, recent seismic events have highlighted how strongly they can affect the security, functionality
and management cost of buildings.
Speaking of safety for human life, the biggest threat is the expulsion of non-structural elements (e.g. panels in
ceilings). Sometimes a chain effect can also be triggered, compromising structural safety, as happened in the Emilia
earthquake (2012), when the failure of cheese seasoning shelves caused severe damage to structures and loss of
human lives. The response of non-structural elements has a big impact also on the operation of a building. The
greatest attention should be dedicated to public use facilities (hospitals, schools, infrastructure) that are required to
be operational during and after the earthquake, providing protection and assistance to affected populations. Lastly,
economic implications due to non-structural damage can be so important that international guidelines measure non-
structural seismic risk in terms of "economic loss index". Indeed, if we look at the investments for the construction
of a building, the costs for finishes and content is far greater than for the structure. In hospitals, the value of content
reaches 92% of the total cost of the work, and it is therefore clear that the collapse of a partition not only has
important implications in terms of security and functionality, but also in economic terms (as in the case it hits an
expensive medical machinery).
This work focuses precisely on the analysis of the non-structural seismic risk of a new hospital in Italy. Our aim
was to develop a new computation methodology for the performance verification of non-structural elements:
internal partitions, facades, ceilings and suspended floors. The peculiarity of this study lies in setting up an
automatic calculation procedure that allows a large number of elements to be analyzed by evaluating the seismic
risk in terms of multiple scenarios of collapse, damage or operation.
Each element has been characterized by a probability of overcoming a limit state, using fragility functions built
according to American FEMA guidelines. The fragility curves were developed starting from the results of
experimental tests carried out in collaboration with the manufacturers and on the basis of theoretical analyzes (e.g.
Monte Carlo simulation). The performance of each non-structural element was then described by the definition of
new "characteristic resistances" and compared with the actual stresses (both in inertial and kinematic terms). The
added value of our study is that the structural design and performance analysis of non-structural elements were
developed by the same subject, thus allowing a cascade analysis in the context of integrated structural and non-
structural design.
This methodology has been set up to meet the criteria of modern technical regulations, based on performance
requirements, which represent the reference for structural design in Italy and Europe (D.M. 2008 and E.C. 8), but
which however do not yet provide a detailed application procedure. The activity carried out during this work is an
example of collaboration between designers, builders and manufacturers. They all had the common purpose of
verifying the seismic safety of the hospital, considering elements that were typically neglected by seismic
performance evaluations in the past.

SG03-427
Rischio sismico degli elementi non-strutturali architettonici di un ospedale.
Applicazione di una metodologia di analisi e verifica prestazionale sismica.
Carlo Beltramia, Rossella Pignatellia, Roberto Ceccarellib
a
Lombardi Ingegneria S.r.l. Via Giotto 36 IT-20145 Milano
b
C.M.S.A. Via Ariosto 3 IT-51016 Montecatini Terme (PT)

Keywords: Rischio sismico elementi non-strutturali, Funzioni di fragilità, Valutazione rischio sismico, Rischio
sismico ospedale

ABSTRACT
Gli eventi sismici degli ultimi anni hanno dimostrato che la sicurezza, la funzionalità e i costi di riparazione di un
edificio possono essere molto influenzati dalla risposta degli elementi non-strutturali. Questo lavoro è dedicato
all’analisi del rischio sismico non-strutturale di un nuovo ospedale italiano. In particolare è stata messa a punto una
metodologia di calcolo e verifica prestazionale automatica per gli elementi non-strutturali architettonici: partizioni
interne, facciate, controsoffitti e pavimenti. Questo studio va nella direzione di soddisfare i criteri delle moderne
normative tecniche, di impostazione prestazionale, riferimento per la progettazione strutturale in Italia ed Europa.

strutturale in termini di “indice di perdita


economica”. La Figura 1 mostra che infatti, negli
1 INTRODUZIONE investimenti in gioco nella costruzione di un
All’interno di un edificio gli elementi non- edificio, la spesa per le finiture e il contenuto è di
strutturali sono tutto ciò che non rientra nel gran lunga maggiore che per la struttura. Negli
sistema strutturale: elementi architettonici, ospedali il valore del contenuto arriva al 92% del
impianti e contenuto. Benché tali elementi costo totale dell’opera.
svolgano un ruolo “secondario” rispetto alla
struttura, i recenti eventi sismici hanno
evidenziato come essi possano influenzare la
sicurezza, la funzionalità e il costo degli edifici.
In termini di sicurezza per la vita umana la
minaccia più grande è costituita dall’espulsione
degli elementi non-strutturali (per esempio i
pannelli nei controsoffitti). Talvolta si può
innescare anche un effetto a catena che
compromette la sicurezza strutturale, come nel Figura 1. Ripartizione percentuale dei costi contenuto/non-
caso esemplare del terremoto dell’Emilia (2012), strutturale-strutturale per diverse tipologie di costruzioni
in cui il crollo delle scaffalature ha determinato edilizie (FEMA E-74/2011).
danni nelle strutture e perdita di vite umane. Se poi a questo valore economico rilevante
La risposta sismica dei sistemi non-strutturali associamo, come richiesto dalle norme, una
si ripercuote anche sulla funzionalità. prospettiva di vita utile importante (VN=100
Particolarmente delicato è il caso delle strutture anni), ovvero di esposizione prolungata ai rischi
di uso pubblico (ospedali, scuole, infrastrutture) naturali, si giustifica la particolare attenzione
che durante e dopo il sisma dovrebbero rimanere mitigare la vulnerabilità degli elementi
operativi, fornendo riparo e assistenza alla architettonici/impiantistici.
popolazione colpita. Pertanto tutte le azioni progettuali adottate
Infine le implicazioni economiche possono sugli elementi non-strutturali di un Ospedale
essere molto importanti, tanto che le linee guida possono essere visti come una forma di
internazionali misurano il rischio sismico non- investimento preventivo dei rischi futuri, volti a

SG03-428
minimizzarne le vulnerabilità e gli oneri connessi Anche la normativa italiana D.M.2008 affronta
alla ricostruzione/riparazione/sostituzione. la sicurezza degli elementi non-strutturali
Proprio all’analisi del rischio sismico non- seguendo l’approccio prestazionale mutuato dagli
strutturale di un nuovo ospedale è dedicato il Eurocodici. In particolare il D.M.2008 chiede di
nostro lavoro. Obiettivo dello studio è stato lo intervenire sui sistemi non-strutturali per “evitare
sviluppo di una nuova metodologia di calcolo e collassi fragili e prematuri e la possibile
verifica prestazionale degli elementi non- espulsione sotto l’azione della Fa (D.M.2008 §
strutturali architettonici: partizioni interne, 7.2.3) corrispondente allo SLV” e di garantire il
facciate, controsoffitti e pavimenti. La “contenimento del danno” e il “mantenimento
particolarità dello studio sta nell’aver impostato della funzionalità” per gli stati limite di esercizio.
una metodologia di calcolo automatica che Nel caso di edifici di uso pubblico e soggetti ad
consente l’analisi di una grande quantità di affollamento, come gli ospedali, “si deve
elementi, effettuando una valutazione del rischio verificare che l’azione sismica di progetto non
sismico in termini di molteplici scenari di produca danni agli elementi costruttivi senza
collasso, danno o operatività. Ciascun elemento è funzione strutturale tali da rendere
stato caratterizzato con una probabilità di temporaneamente non operativa la costruzione”.
superamento di uno stato limite, mediante curve Tabella 1. Approccio prestazionale del comportamento
di fragilità costruite secondo le linee guida sismico, in evidenza gli elementi non-strutturali (ASCE/SEI
americane FEMA. Le curve di fragilità sono state 41-06).
calcolate sulla base di prove sperimentali
effettuate in collaborazione con i produttori e
sulla base di analisi teoriche (tipo Monte Carlo).
Le prestazioni di ogni elemento non-strutturale
sono state quindi espresse mediante la definizione
di nuove “resistenze caratteristiche” e confrontate
con le effettive sollecitazioni (sia in termini
inerziali che cinematici).
Valore aggiunto dello studio è che il progetto
strutturale e l’analisi prestazionale degli elementi
non-strutturali sono stati eseguiti dallo stesso
soggetto, permettendo quindi un’analisi a cascata
nell’ottica di una progettazione integrata
Tabella 2. Verifica sismica prestazionale e scenari di
strutturale e non-strutturale.
danno/collasso secondo D.M.2008.
Questa metodologia è stata impostata per
soddisfare i criteri delle moderne normative
tecniche, di impostazione prestazionale,
riferimento per la progettazione strutturale in
Italia ed Europa (D.M. 2008 e E.C. 8), che
tuttavia nello specifico non forniscono una
procedura applicativa di dettaglio.
L’attività svolta rappresenta un esempio di
collaborazione tra progettisti, costruttori e
produttori con il comune scopo di verificare la
sicurezza sismica dell’ospedale in elementi
tipicamente trascurati in passato da una
valutazione prestazionale in condizione sismica.

1.1 Le verifiche sismiche degli elementi non-


strutturali nelle normative europee
La Tabella 1 riassume le prestazioni richieste
alla parte strutturale e non-strutturale di un
edificio in caso di sisma secondo l’approccio
tipico delle moderne normative. Le verifiche prestazionali sugli elementi non-
strutturali sono maggiormente dettagliate nella

SG03-429
Circolare Applicativa del D.M.2008 e riassunte
qui in Tabella 2. Si osserva che per gli ospedali
(Classe IV) è considerata necessaria e sufficiente
la verifica in condizione di SLV e - per la
condizione di esercizio - di SLO (ma non di
SLD). Si noti che lo stato SLO risulta più
restrittivo in quanto a seguito del terremoto
frequente si richiede l’assenza di danno, mentre
lo stato SLD, anche se per un livello di
pericolosità leggermente superiore, richiede un
danno limitato compatibile con l’utilizzo
dell’opera.

1.2 La struttura in esame


Il nuovo complesso ospedaliero è costituito da
un complesso di edifici a più piani in calcestruzzo
armato.
Come mostrato in Figura 2, il corpo ospedale
centrale è composto da 9 blocchi strutturalmente
indipendenti. Ad esso, tramite cunicoli interrati,
sono collegati il locale servizi mortuari e il polo
tecnologico adibito agli impianti. I 9 edifici
principali si articolano in 3 rettangoli di
lunghezza 232.4 m e di larghezza variabile da
32.4 a 64.4 m, collegati tra loro. Ciascun Figura 2. (a) Vista assonometrica e (b) planimetria del
rettangolo è diviso in elevazione da giunti complesso ospedaliero.
strutturali che rendono i blocchi tra loro
indipendenti per le azioni orizzontali. In
corrispondenza delle fondazioni, invece, tutti i 2 ANALISI DELLA VULNERABILITA’
corpi sono tra loro collegati. I tre blocchi C in SISMICA
Figura 2 hanno 4 piani calpestabili, i restanti
blocchi hanno 3 piani. Nei corpi A1 e B3 il terzo Tutti gli elementi non-strutturali architettonici
livello è presente ma non esteso a tutta la pianta. dell’ospedale sono stati analizzati al fine di
individuare i meccanismi locali e/o globali che
La struttura dell’edificio è costituita da piastre
portano a (rif. D.M. 2008):
di solaio ordite su luci regolari di lato 8.00 m per  uno stato di danno nell’elemento per sismi
8.00 m e pilastri gettati in opera. Le solette di frequenti e di bassa intensità (SLO),
solaio sono in c.a. precompresse in opera con la  limiti di collasso fragile ed espulsione
tecnologia dei mono-trefoli inguainati e viplati degli elementi per sismi rari e di alta
(precompressione interna non aderente). intensità (SLV).
Le azioni orizzontali sono assorbite da un In aggiunta a quanto previsto dalla normativa
sistema misto di pilastri e pareti di calcestruzzo per gli edifici in classe IV, è stato valutato anche
localizzate principalmente in corrispondenza dei il danneggiamento in caso di sisma intermedio,
nuclei scala. per frequenza ed intensità (SLD).
Le fondazioni sono su pali collegati alle teste a Per ogni sistema non-strutturale sono stati
gruppi di 4 da plinti in corrispondenza dei pilastri individuati i livelli di danneggiamento che
isolati e da platee in corrispondenza dei nuclei descrivono la risposta meccanica del sistema alle
scala o degli altri setti isolati introdotti per sollecitazioni esterne, espresse in termini di
assorbire le azioni orizzontali. “drift” di interpiano e accelerazione di piano.
Al di sopra della struttura di calcestruzzo è I meccanismi di danneggiamento sono stati
individuati a partire dalle curve carico-
disposta una copertura metallica “ad onda” che
spostamento ottenute dai fornitori. In caso di
caratterizza architettonicamente il fabbricato e assenza di dati sperimentali, i meccanismi di
che si collega alla sottostante struttura di danno sono stati studiati in modo teorico,
calcestruzzo in corrispondenza dei pilastri.

SG03-430
simulando il comportamento sperimentale sistema non può essere considerata soddisfacente
mediante analisi Monte Carlo. in termini di sicurezza. Seguendo le FEMA P695
A causa delle incertezze insite nella predizione k è stato assunto pari a 0.20.
del danneggiamento come funzione della
domanda sismica, l’approccio utilizzato è di tipo
probabilistico. Seguendo le indicazioni della 3 ANALISI DELLA DOMANDA SISMICA
normativa americana per la valutazione delle
prestazioni dei sistemi non-strutturali (FEMA e L’analisi della domanda sismica per gli
ATC), per ogni elemento architettonico è stata elementi non-strutturali è stata effettuata
costruita una funzione di fragilità, espressa nella mediante una modalità “a cascata”. I modelli ad
forma seguente: elementi finiti (software ModeSt) utilizzati per il
f (DP)  P[D  DSi | DP  z] calcolo strutturale dei singoli edifici sono stati
cioè utilizzati per ottenere i parametri di domanda
dove D è il danno raggiunto dall’elemento
sismica per gli elementi secondari su ogni piano
non-strutturale, DS è il livello di danno atteso
nell’elemento in esame sulla base delle della struttura.
informazioni sperimentali, DP è il parametro
usato per quantificare la domanda sismica
sull’elemento in esame (Demand Parameter).

Figura 3. Funzione di fragilità di una facciata: (a) densità di


probabilità, (b) probabilità cumulata (FEMA 461).
La densità log-normale (Figura 3a) viene
adottata sulla base di numerosi dati sperimentali
raccolti in letteratura. La forma cumulata (Figura
3b) permette una lettura diretta della probabilità
che il danno raggiunga un certo livello per il Figura 4. Mesh ad elementi finiti edifici (a) A3, (b) B2 e (c)
valore della domanda sismica in ascissa. C1. Per la nomenclatura degli edifici vedi Figura 2.
Per valutare la sicurezza degli elementi non-
strutturali sono state poi introdotte soglie di A rigore le accelerazioni di piano possono
accettabilità delle prestazioni fornite dal sistema. essere calcolate solo attraverso raffinate analisi
In analogia con quanto fatto per gli elementi dinamiche non lineari, in genere troppo
strutturali, per ogni elemento non-strutturale è complesse ed onerose per la pratica progettuale
stato definito l’“ente resistente caratteristico”, quotidiana. Per tale motivo qui le accelerazioni di
individuato dal quantile di ordine k della piano sono state valutate in maniera
distribuzione, cioè quel valore che è superato con approssimata, ma tenendo conto sia delle
probabilità (1-k). Se la domanda sismica supera componenti traslazionali che rotazionali della
l’ente resistente caratteristico, la risposta del risposta sismica dell’edificio. Infatti la struttura in
esame presenta una sensibile eccentricità tra

SG03-431
centro delle masse e centro delle rigidezze, e esimo elemento 8m×8m e proporzionali alla
quindi il sisma induce sia forze inerziali che distanza dk del baricentro dal centro di rigidezza
coppie torcenti di piano e tutti i parametri di di piano, secondo la relazione:
risposta (spostamenti ed accelerazioni di piano) Fi , k  M i dk /  dk2
dipendono da entrambe queste componenti.
A loro volta le Fiα,k sono state scomposte nelle
Il taglio totale alla base Vb è stato ripartito sui
rispettive componenti in direzione x e y. Da
diversi piani secondo una distribuzione
queste, dividendo per le masse di piano mk che
triangolare, determinando le forze sismiche
afferiscono ad ogni cellula di solaio 8m×8m, si
statiche equivalenti di piano Fi in entrambe le
ottengono le componenti di accelerazione di
direzioni principali (x,y), secondo la relazione
origine rotazionale in direzione x e y. Sommando
lineare presente nel D.M. 2008 (§7.3.3.2):
tali quantità alle omologhe componenti di
Fi  Vb ziWi /  z jW j accelerazione di origine traslazionale si ottengono
a cui si rimanda per il significato dei simboli. i valori di accelerazione totali nelle due direzioni
Dividendo tali forze per le masse mi del relativo relativi al centro di ogni campata.
piano si determinano le componenti di
accelerazione di origine traslazionale in direzione
x e y. Per l’ipotesi di piano rigido, tali
accelerazioni sono uguali per tutti i punti dello
stesso impalcato.
Come mostrato in Figura 5, ogni piano è stato
poi suddiviso in unità di calcolo elementare, di
dimensioni 8m×8m, corrispondenti alla maglia
dei pilastri.

Figura 6. Valutazione “drift” e “accelerazione” di piano per


l’i-esimo piano e per ogni stato limite.
La Figura 6 mostra i valori calcolati di “drift”
e accelerazione di piano per il piano i-esimo.
Sono stati valutati diversi livelli d’intensità del
sisma, a seconda delle verifiche da condurre
(SLO, SLD, SLV). I valori riportati sono stati
Figura 5. Suddivisione di ogni piano dell’edificio in unità di calcolati nel baricentro delle celle di calcolo
calcolo elementare, di dimensioni 8m×8m, corrispondenti elementari mostrate in Figura 5.
alla maglia dei pilastri.
L’eccentricità fra centro delle masse e delle
rigidezze è stata assunta costante per tutti i piani e 4 VERIFICA DEL RISCHIO SISMICO
ha componenti in pianta ex ed ey. La coppia di
piano i-esimo generato dalle forze sismiche 4.1 Singola unità di calcolo elementare
equivalenti è quindi: La procedura di calcolo per la misura della
M i  F i , xe y  Fi , y e x sicurezza sismica degli elementi non-strutturali,
Tale coppia torcente è scomposta in un sistema interseca i risultati delle analisi della vulnerabilità
di forze Fiα,k applicate nel baricentro di ogni k- e della domanda sismica (pericolosità). Come

SG03-432
mostrato schematicamente nella Figura 7, il 4.2 Inviluppo
metodo di calcolo (sviluppato con il software
I risultati della procedura appena esposta sono
MATLAB) considera la effettiva distribuzione stati analizzati in modo complessivo, fornendo un
degli elementi non-strutturali all’interno di ogni indice di fragilità di piano. Esso è definito come il
unità di calcolo elementare 8m×8m. volume sotteso alla superficie di fragilità
costituita dall’inviluppo degli indici di sicurezza
di tutti gli elementi diviso il numero degli
elementi del piano.
Inoltre, i risultati ottenuti per le differenti
tipologie di elementi non-strutturali sono stati
analizzati in modo complessivo, al fine di
determinare un valore di rischio sismico
complessivo dell’insieme delle finiture.

Figura 7. Identificazione della “cella” elementare di calcolo


del rischio sismico, coincidente con i campi di solaio per gli
elementi che giacciono nel piano e campi di prospetto per
gli elementi di facciata.
L’indice di fragilità, calcolato per ogni
elemento 8m×8m, è definito come: Figura 9. Esempio volumi di sicurezza totali del piano 0
allo SLO, in direzione (a) x e (b) y. Comportamento fuori
fns = “ente agente” / “ente resistente”, piano.
è adimensionale e risulta sempre 0 ≤ fns ≤1. La
condizione critica fns=1 evidenzia che la verifica
sismica ha avuto esito negativo. Poiché la
5 SIMULAZIONI PROBABILISTICHE
resistenza caratteristica è stata ottenuta dalle
curve di fragilità considerando il quantile k=0.20, Nei casi in cui non erano disponibili dati
un valore unitario dell’indice di fragilità sperimentali le funzioni di fragilità sono state
corrisponde ad una probabilità di superamento derivate mediante simulazioni Monte Carlo.
dello stato di danno considerato pari al 20%. Questo metodo, largamente utilizzato in tutti i
È stata imposta una limitazione anche al valore settori della scienza e della tecnica, permette di
medio sul piano dell’indice di fragilità, costruire “pseudo” esperimenti. La partenza è la
corrispondente ad una probabilità di superamento predizione teorica del comportamento del sistema
del danno pari al 10% (FEMA P695). mediante calcoli deterministici, dopodiché il
metodo permette di introdurre la variabilità tipica
della sperimentazione fisica.
Secondo l’approccio Monte Carlo devono
essere individuati tutti quei fattori, importanti per
predire la capacità del sistema, soggetti ad
incertezza (resistenza dei materiali, dimensione
delle sezioni trasversali e lunghezza dei
profili…). Per ciascuna variabile valore medio e
varianza devono essere note. A questo punto il
Figura 8. Mappe degli indici di fragilità. calcolo della capacità del sistema - per il quale
sono stati individuati in modo teorico i possibili
Il risultato della verifica è stato illustrato meccanismi - viene ripetuto molte volte,
mediante mappe schematiche per ogni piano selezionando in modo casuale il valore di queste
dell’edificio e per ogni tipologia di elemento non- variabili di partenza. In questo modo i risultati
strutturale (Figura 8). Le mappe evidenziando dell’analisi hanno la forma di una popolazione
l’estensione e la posizione delle aree più critiche statistica descrittiva della capacità del sistema,
e sono state utilizzate per progettare gli interventi per la quale è possibile procedere definendo le
di mitigazione del rischio sismico. funzioni di fragilità come visto in precedenza.

SG03-433
6 ANALISI DI VULNERABILITA’ DELLE confrontare i risultati nel piano con quelli di
PARTIZIONI INTERNE (Davies et al. 2011), è necessario ricordare che
nel loro caso le funzioni di fragilità sono state
Per determinare la capacità delle partizioni
ottenute da prove dinamiche. Non è riportato il
interne in cartongesso previste per l’Ospedale, si
confronto per il comportamento fuori piano, in
è fatto riferimento ai dati sperimentali forniti da
quanto (Davies et al. 2011) considerano solo
Gyproc Saint-Gobain PPC Italia S.p.A. Le prove
pareti con carichi aggiuntivi, come mensole o
statiche cicliche di flessione (9 provini) e taglio
controsoffitti. Come nel loro caso, anche noi
(9 provini) sono state eseguite presso il
abbiamo riscontrato l’impossibilità di individuare
Politecnico di Milano. I provini hanno altezza 3
con chiarezza l’occorrenza del danno superficiale
metri e larghezza 1,20 m, che corrisponde alla
D1 nel comportamento fuori piano. Per questo
larghezza della lastra in cartongesso, e il passo
sono riportate solo le curve per gli stati di danno
dei montanti verticali in alluminio è di 60 cm.
intermedio D2 e grave D3.
La Figura 10 rappresenta schematicamente la
stratigrafia delle partizioni in cartongesso ed
evidenzia che la struttura metallica può essere
singola (Pareti A) o doppia (Pareti B).

Figura 10. Rappresentazione schematica della parete con


struttura metallica (a) singola e (b) doppia.
I risultati delle prove a taglio e a flessione
sono stati utilizzati rispettivamente per la
valutazione del comportamento nel piano e fuori
piano del sistema parete. Sono stati individuati i Figura 11. Esempio di curve di fragilità per il
meccanismi di danno e i valori dei corrispondenti comportamento nel piano e fuori piano delle pareti con
parametri di domanda, rispettivamente il drift e struttura metallica singola (Pareti A).
l’accelerazione di piano.
Facendo riferimento alla estesa campagna
sperimentale condotta presso la University of 7 ANALISI DI VULNERABILITA’ DELLE
Buffalo (U.S.A.) (Davies et al. 2011) su pareti in FACCIATE
cartongesso, abbiamo considerato questi livelli di
danno: Per le facciate “montanti e traversi”
- D1: danno superficiale della parete; dell’Ospedale non è stato possibile riferirsi a dati
- D2: danno locale ai pannelli e/o ai sperimentali. La stessa letteratura è povera di
componenti metallici; informazioni sul comportamento sismico di
- D3: Danno severo della parete. questo sistema non-strutturale, relativamente
La Figura 11 riporta le curve di fragilità (a) nel nuovo e congeniato in modo diverso nei diversi
piano e (b) fuori piano per le pareti con struttura paesi. Per questa ragione, la valutazione delle
metallica singola (vedi Figura 9a). Nel capacità degli elementi non-strutturali è stata

SG03-434
effettuata per via teorica, interfacciandosi con i durante il sisma la facciata e la struttura portante
fornitori, e le funzioni di fragilità sono state in c.a. sono in fase, i montanti della facciata non
costruite seguendo l’approccio Monte Carlo sono gravati da sollecitazioni ulteriori rispetto al
(Porter et al. 2001). peso proprio, ma sono soggetti a spostamenti pari
Per ogni elemento della facciata sono state a quelli della struttura sottostante e la cui
quindi valutate la resistenza ai diversi tipi di compatibilità col sistema deve essere verificato.
sollecitazione (assiale, flessionale, tagliante) e le Se la facciata e la struttura in c.a. sono in
deformazioni ammissibili ai fini del opposizione di fase, la facciata tende a deformarsi
funzionamento del sistema. Le azioni considerate autonomamente per effetto inerziale dovuto alla
sono le seguenti: propria massa ed è soggetta a sollecitazioni
- Effetti inerziali perpendicolari al piano; aggiuntive. Particolare attenzione deve essere
- Effetti cinematici perpendicolari al piano; prestata agli effetti degli spostamenti di
- Effetti inerziali paralleli al piano ; interpiano (in entrambe le direzioni) sulle lastre
- Effetti cinematici paralleli al piano. in cotto, le cui rotazioni devono essere assorbite
dalle guarnizioni incollate ai ganci che le
sostengono, in modo da scongiurarne
l’espulsione.

8 ANALISI DI VULNERABILITA’ DEI


CONTROSOFFITTI
I dati collezionati sulla base di eventi sismici
avvenuti nel passato e i risultati di campagne
sperimentali riportati in letteratura mostrano la
Figura 12. Pannelli di facciata cieca/vetrata oggetto di difficoltà di individuare stati di danneggiamento
verifica. lieve e/o locale del sistema controsoffitto
(Paganotti et al. 2011). Infatti in questo sistema è
Le facciate continue sono un sistema di molti
riscontrato un meccanismo “a catena” che porta
componenti (montanti, traversi, rivestimenti,
rapidamente al collasso (danno grave,
infissi, supporti, bulloni e viti…) e per ciascuno
corrispondente allo stato limite SLV).
sono stati individuati in modo teorico i principali
I meccanismi di rottura in questo sistema sono:
meccanismi di danneggiamento e di collasso e il
- Instabilità dei profili metallici compressi a
corrispondente valori di domanda sismica. Il cui segue la caduta dei pannelli;
comportamento del sistema nel suo insieme è - Il danneggiamento o rottura per trazione
stato descritto mediante gli stessi livelli di danno delle connessioni tra i profili metallici con
D1, D2 e D3 introdotti per le partizioni interne, conseguente espulsione dei pannelli;
associati rispettivamente agli stati limite SLO, - La deformazione fuori dal piano del
SLD e SLV. controsoffitto con espulsione dei pannelli.
Questi tre livelli di danno fanno riferimento
alla pericolosità crescente per l’incolumità delle
persone e la sicurezza strutturale. Ad esempio
l’espulsione dei rivestimenti in cotto o degli
infissi rientrano nel danno severo, mentre la
rottura delle viti tra montanti e traversi è
considerata danno superficiale/locale, poiché i
traversi sono elementi “secondari” che reggono
solamente il peso dei pannelli e sono posizionati
all’interno del pacchetto “facciata continua”.
Le facciate continue sono sempre progettate
considerando l’azione del vento e risultano quindi Figura 13. Esempio di applicazione della barra verticale
automaticamente verificate per gli effetti inerziali compressa e dei tiranti inclinati.
fuori piano (comunque inclusi per completezza).
Particolare attenzione è stata dedicata agli
effetti inerziali e cinematici nel piano. Infatti, se

SG03-435
Le FEMA E-74 e la guida tecnica del Seismic dall’accelerazione sismica agente sui pavimenti e
Ceiling Resource Centre introducono alcuni sulle significative masse da essi portati possano
accorgimenti anti-sismici (Figura 13): essere sopportati dal sistema.
- barra compressa per impedire lo
spostamento fuori piano;
- tiranti inclinati di controventamento;
- moderni sistemi di aggancio tra i profili
metallici che impediscano lo sfilamento in
caso di sollecitazioni cicliche.
Particolare attenzione è stata dedicata
all’interazione tra gli spostamenti del
controsoffitto nel piano orizzontale e la Figura 15. Pavimento flottante: piedistalli, pannelli e colla.
deformazione delle pareti in cartongesso causata La campagna sperimentale ideata a questo
dallo spostamento differenziale d’interpiano. scopo ha previsto sia prove sui singoli
Infatti il martellamento del controsoffitto contro componenti, sia su una porzione estesa di
le pareti favorisce il danneggiamento sia del pavimento. In particolare sono state effettuate:
controsoffitto stesso sia delle partizioni interne. - prove di taglio, trazione e taglio-trazione
sulle connessioni piedistallo-soletta e
piedistallo-pannello;
- prove di taglio-compressione sulla
connessione tra gambo e piastre del
piedistallo;
- prove su una porzione di pavimento (7.2
m2), soggetta simultaneamente a carico
verticale distribuito e carichi orizzontali
(Figura 16).
Per il valore dei carichi agenti sul pavimento si
Figura 14. Interazione tra controsoffitto e partizione interna
è fatto riferimento al valore dei carichi quasi-
lungo un corridoio dell’Ospedale. permanenti di progetto per le diverse tipologie di
solaio (combinazione sismica).
Al fine di ottimizzare l’inserimento dei tiranti Come nel caso delle pareti, le funzioni di
diagonali abbiamo studiato la capacità delle pareti fragilità del sistema pavimento sono state ricavate
di assorbire l’impatto del controsoffitto. Le dalle curve carico-spostamento.
funzioni di fragilità delle partizioni sono state
quindi modificate considerando la forza sismica
aggiuntiva dovuta al controsoffitto. Si è fatto
riferimento alle funzioni di fragilità allo stato
limite SLO delle pareti, perché la condizione che
rende necessario l’inserimento della
controventatura nel controsoffitto è il
danneggiamento lieve della parete.

9 ANALISI DI VULNERABILITA’ DEI


PAVIMENTI
I pavimenti flottanti previsti per il nuovo polo
ospedaliero sono costituiti da piedistalli in acciaio Figura 16. Porzione di pavimento (7.2 m2) caricata con 154
alti circa 20 cm opportunamente incollati alla sacchi di cemento (circa 5.35 kN/m2).
soletta strutturale sottostante e ai pannelli
sovrastanti che costituiscono il piano di calpestio.
La Figura 15 mostra una vista della tipologia di 10 CONCLUSIONI
pavimento oggetto della verifica. Il sistema normativo italiano per le
Lo studio sui pavimenti è stato finalizzato ad costruzioni, D.M.2008, impone le verifiche
accertare che gli effetti inerziali causati sismiche sugli elementi non-strutturali. Tuttavia

SG03-436
gli strumenti della pratica ingegneristica risultano Seismic design, performance, and retrofit of non-
structural components in critical facilities. Newport
ancora poco affinati. In questa esperienza si è
Beach (California).
potuto percorrere gli approcci avanzati secondo le Baker, J. W. 2008. Introducing correlation among fragility
più recenti norme USA e applicarle a sistemi functions for multiple components. Proceedings of The
edilizi italiani. 14th World Conference on Earthquake Engineering.
Beijing (China).
Si evidenzia la necessità di ampliare ancora Davies, R. D., Retamales, R., Mosqueda, G. and Filiatrault,
molto la ricerca nel campo sperimentale degli A. 2011. Experimental seismic evaluation, model
elementi non-strutturali, per una migliore parametrization, and effects of cold-formed steel-framed
caratterizzazione meccanica e sismica gypsum partition walls on the seismic performance of
an essential facility. Technical Report MCEER -11-
prestazionale degli stessi. 2005. NEES Nonstructural, http://mceer.buffalo.edu.
A tutela degli interessi della committenza, un Filiatrault, A., Mosqueda, G., Reinhorn, A., Pitman, M.,
futuro sviluppo della metodologia riguarda la Weinreber, S. and Retamales, R. 2008. Nonstructural
valorizzazione delle disponibilità di prestazioni component simulator University of Buffalo. Preliminary
report seismic performance assessment of a full-scale
sismiche degli elementi non-strutturali, in termini hospital emergency room. UB-NCS Preliminary Results
di mancate riparazioni durante la vita utile ER Tests.
dell’infrastruttura esposta alle azioni sismiche. Nasserasadi, K., Ghafory-Ashtiany, M., Eshghi, S. and
Zolfaghari, M. R. 2009. Asian Journal of Civil
Engineering (Building and Housing) 10(2):183-200.
11 RINGRAZIAMENTI Porter K., Hamburger, R. and Kennedy, R. 2007. Practical
development and application of fragility functions.
Gli autori ringraziano l’impresa C.M.S.A. che Proceedings of the SEI Structures Congress, Long
Beach (California).
ha guidato con grande interesse questa nuova Reinhorn, A. M., Ryu, K.-P. and Maddaloni, G. 2010.
iniziativa (in particolare Ing. V. Bifulco, Ing. P. Modeling and seismic evaluation of non-structural
Muffato, Geom. R. Boni, Ing. E. Calistri, Ing. components: testing frame for experimental evaluation
M.M. Beltrami). Si ringrazia per la proficua of suspended ceiling systems. Technical report
MCEER-10-2004.
collaborazione i fornitori: Saint-Gobain PPC SEAOC Blue Book “Conceptual Framewirk for
Italia S.p.A. (Ing. L. Cappellini), Giuliani sc (Ing. Performance-Based Seismic Design”, Appendix B 2000.
G. Casadei), F.I.S. SpA, Edilizia Integrale SpA, Whittaker, A. S. and Soong, T. T. 2003. An Overview of
Baustoff + Metall Italia srl; e gli sperimentatori: nonstructural components research at three U.S.
earthquake engineering research centers. Proceedings of
Metralab srl (Ing. E. Giuffrè). Si ringrazia la DL, seminar on Seismic design, performance, and retrofit of
per il positivo e costruttivo confronto: Ing. A. non-structural components in critical facilities. Newport
Bonaventura (F&M Ingegneria SpA) e Ing. A. Beach (California).
Luperto (Steam srl). Si ringrazia infine il Prof. Whittaker, A., Hamburger, R., Comartin, C., Mahoney, M.,
Bachman R. and Rojahn, C. Performance-based
Tim Sullivan e il Prof. André Filiatrault della engineering of buildings and infrastructure for extreme
Rose School (Pavia) per il confronto scientifico. loadings.
Porter, K. A. e Kiremidjian, A. S. 2001. Assembly-based
vulnerability of buildings and its uses in seismic
REFERENCES performance evaluation and risk management decision-
making. Report No. 139. Department of Civil and
Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Environmental Engineering, Stanford University.
14.01.2008 – “Norme Tecniche per le Costruzioni”. Porter, K. A., Hamburger, R. e Kennedy, R. Practical
FEMA 440 – “Improvement of Nonlinear Static Seismic development and application of fragility functions.
Analysis Procedures”, prepared by ATC, ATC-55 Reinhord, A. M., Ryu, K.-P. e Maddaloni, G. Modeling and
Project, Redwood City CA, June 2005. seismic evaluation of nonstructural components: testing
FEMA 461 – “Interim testing protocols for determining the frame for experimental evaluation of suspended ceiling
seismic performance characteristics of structural and systems. Technical Report MCEER-10-0004, June 30,
nonstructural elements” 2007. 2010.
FEMA E 74 – “Reducing the risk of nonstructural Paganotti, G., Dhakal, R. P. e MacRae, G. A. 2011.
earthquake damage – A practical guide” 2011. Development of typical ceiling system seismic
ATC 58 – “Seismic performance assessment of buildings - fragilities. Journal of SEWC.
Draft” 2011. Echevarria, A. A., Zaghi, A. E., Soroushian, S. e
FEMA P695 – “Quantification of building seismic Maragakis, E. M. Seismic fragility of suspended ceiling
performance factors” 2009. systems. 15 ECEE, Lisboa 2012.
ASCE STANDARD ASCE/SEI 41-06 – “Seismic Seismic Ceiling Resource Centre (USG). Seismic Technical
Rehabilitation of Existing Buildings” 2007. Guide.
Bachman, R. E., Hamburger, R. O., Comartin, C. D.,
Rojahn, C. and Whittaker, A. 2003. S. ATC-58
framework for performance-based design of non-
structural components. Proceedings of seminar on

SG03-437
ANIDIS 2017
PISTOIA

Influence of stiffness loss of masonry infilled r.c. frames in the calculation of


the structural operational index (IOPS)
Claudio Valentea, Luigia Zuccarinoa, Francesca Di Pieroa, Daniele Spinab, Federico Mori b
a
Department of Engineering and Geology, University “G. d’Annunzio” of Chieti-Pescara, Viale Pindaro, 42 – 65127
Pescara, Italy
b
DPC, Department of Civil Protection, Via Vitorchiano 2 – 00189 Rome, Italy

Keywords: infilled-frames; nonlinear dynamic analysis; frequency-damage relation.

ABSTRACT
The Italian Department of Civil Protection developed an expeditious method, SMAV, to get quick estimates of the
seismic damage suffered by existing buildings. This method uses a simplified model based on small amplitude
ambient vibrations measurements. The identified frequencies and modal shapes are employed to predict the seismic
response by means of an equivalent iterative analysis. To guarantee the results accuracy, in the case of high
amplitude seismic vibrations, the identified modal parameters must be updated during the analysis to take account,
in an equivalent way, of the progressive stiffness loss of the building as a consequence of the damage. In order to
maintain the simplicity and rapidity of the method, it is, hence, necessary to define a law that relates the frequency
changes against a damage parameter. To this end a numerical campaign, based on nonlinear dynamic analyses on
FEM models, has been carried out. The analyses have been parameterized according to the main variables of the
problem: geometry of r.c. frames, infill presence, failure modes, openings effect. The good agreement of the results
with those provided by the simplified method, allows to use with confidence the SMAV approach for the
calculation of the structural operational index (Iops).

SG03-438
Influenza del decadimento di rigidezza in strutture tamponate nella valutazione
dell’indice di operatività strutturale
Claudio Valentea, Luigia Zuccarinoa, Francesca Di Pieroa, Daniele Spinab, Federico Mori b
a
Dipartimento di Ingegneria e Geologia, Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, Viale Pindaro, 42 – 65127 Pescara,
Italia
b
DPC, Dipartimento della Protezione Civile, Via Vitorchiano 2 – 00189 Roma, Italia

Keywords: telai tamponati, analisi non lineare, decadimento rigidezza

ABSTRACT
Il Dipartimento di Protezione Civile ha sviluppato un metodo speditivo, denominato SMAV, per il calcolo di un
indice di operatività strutturale con cui stimare il livello di danno sismico atteso di un edificio esistente. Il metodo
utilizza un modello semplificato basato sui parametri modali, identificati da prove sperimentali in bassa vibrazione.
Il comportamento sismico non lineare è tenuto in conto attraverso un’analisi lineare equivalente in cui le frequenze
sono fatte variare in accordo a specifiche curve di decadimento, che mettono in relazione la diminuzione delle
frequenze con un parametro cinematico di danno. Si tratta di un aspetto molto delicato della metodologia, in quanto
l’equivalenza dell'analisi lineare iterativa con l’analisi non lineare al passo non è a priori assicurata. Con
riferimento a edifici in cemento armato tamponati, è stata pertanto condotta una serie di analisi dinamiche non
lineari su modelli FE per la legge di decadimento cercata. Per generalità, le analisi sono state parametrizzate in
funzione delle principali variabili di sistema: geometria telaio c.a. nudo e tamponato, meccanismi e livelli di rottura
tamponature, incidenza delle aperture nelle tamponature. L’ottima confrontabilità dei risultati ottenuti con quelli
forniti dal metodo semplificato consente di ritenere quest’ultimo affidabile per il calcolo dell’indice di operatività
strutturale.

edificio si conservi strutturalmente operativo a


seguito di un certo terremoto atteso al sito. Tale
1 INTRODUZIONE probabilità è denominata Indice di Operatività
I recenti eventi sismici hanno mostrato la Strutturale (Iops) (Mori et al. 2015; Mori e Spina
vulnerabilità del patrimonio edilizio esistente. 2015).
Gran parte degli edifici risalgono, infatti, alla SMAV è un modello matematico di previsione
seconda metà del secolo scorso e sono progettati della risposta sismica di un edificio esistente
per soli carichi verticali o al più con criteri attraverso la sovrapposizione dei contributi
antisismici superati. Tra questi rientrano gli modali sperimentali ricavati da prove di rumore
edifici strategici che costituiscono delle ambientale con tecniche di Analisi Modale
singolarità critiche alle quali deve essere garantita Operativa (OMA) (Peeters e De Roeck 2001;
la salvaguardia della sicurezza sia in condizioni di Zhang et al. 2005). I coefficienti di partecipazione
esercizio che di emergenza (sisma). È dunque sismica e le masse modali, che non sono
importante conoscere il livello di vulnerabilità di identificabili direttamente dalle misure, sono
un edificio al fine di prevederne la risposta. ricavati indirettamente attraverso un apposito
In considerazione del numero elevato di edifici modello denominato a Poligoni Rigidi (MRP)
da verificare, è necessario impiegare metodi sviluppato da (Acunzo et al. in stampa) a cui si
approssimati di semplice e rapida esecuzione, ma rimanda per i dettagli del caso.
al tempo stesso affidabili. Allo scopo, il Al fine di una efficace applicazione, il metodo
Dipartimento della Protezione Civile (DPC) ha necessita della soluzione di un problema, ancora
sviluppato un metodo, denominato SMAV parzialmente aperto, che consiste nell’uso di
(Seismic Model from Ambient Vibrations), che parametri modali coerenti con il livello di
permette di calcolare la probabilità che un eccitazione sismica. È noto infatti che le
frequenze, indentificate in regime di vibrazione

SG03-439
ambientale, sono differenti, ed in particolare una prima validazione di quest’ultimo e, allo
superiori, da quelle che governano la risposta stesso tempo, di verificare l’affidabilità
sismica di un edificio. dell’approccio semplificato almeno su un caso
In caso di vibrazioni di intensità elevata come pilota rappresentato da un telaio a tre piani in c.a.
quelle sismiche, occorre dunque che le frequenze tamponato.
del modello SMAV tengano conto della perdita di Il presente lavoro è impostato su base
rigidezza della struttura come conseguenza del deterministica. Tuttavia, se i parametri geometrici
progressivo danneggiamento. Nel caso delle e meccanici del telaio sono considerati come
forme modali si può invece ragionevolmente variabili aleatorie, il risultato dell’analisi lineare
ritenere che queste non abbiano significative equivalente assume carattere probabilistico. In
variazioni se non in condizioni prossime al questo caso il massimo drift è definito dalla sua
collasso. funzione densità di probabilità che assume la
Per ovviare alla problematica sopra detta, la forma di una distribuzione lognormale. Inoltre, se
risposta sismica dell’edificio viene calcolata le condizioni di operatività strutturale
attraverso un’analisi dinamica lineare iterativa dell’edificio sono definite attraverso una funzione
con aggiornamento al passo delle frequenze della di probabilità cumulata, dipendente dal massimo
struttura in funzione del danno stimato al passo drift, è possibile calcolare l’Indice di Operatività
precedente. In questo modo il modello SMAV Strutturale (Iops) dell’edificio, cioè la probabilità
tiene conto della riduzione delle frequenze di che esso conservi la propria operatività per un
risonanza al crescere del danneggiamento certo livello di input sismico.
strutturale. Tale danneggiamento viene misurato
in funzione di un opportuno indice qui assunto
pari al “drift al tetto”, cioè il massimo 2 DECADIMENTO DELLA RIGIDEZZA IN
spostamento al tetto diviso la corrispondente STRUTTURE TAMPONATE
altezza dell’edificio nel punto di misura. Obiettivo del presente lavoro è quello di
Inizialmente, viene eseguita una analisi costruire un legame funzionale che descriva il
utilizzando le frequenze naturali estratte decadimento della rigidezza, e quindi della
dall’identificazione modale in regime di frequenza, in relazione ad un parametro di danno
vibrazione ambientale. Successivamente, noto il per strutture in c.a. tamponate. Nella fattispecie, è
drift, viene stimato il decremento delle frequenze selezionato un parametro cinematico spesso
attraverso una legge di perdita frequenza-drift e impiegato nella letteratura tecnica per la misura
condotta una ulteriore analisi utilizzando le del danno: il drift. Considerato che la frequenza
frequenze abbattute. L’iterazione prosegue fino a ha carattere globale, parimenti per il drift si è
convergenza, cioè fino a quando le frequenze assunto un valore complessivo costituito dal drift
risultano invarianti all’interno di prefissate medio misurato sull’altezza totale dell’edificio.
tolleranze. L’efficacia della procedura dipende, Dall’analisi della letteratura, emerge un
quindi, in larga misura dalla legge adottata per numero esiguo di contributi che studiano la
descrivere l’abbattimento delle frequenze in relazione tra il drift massimo, la variazione di
funzione del drift. rigidezza e il danno nelle strutture in c.a.
A tal fine, nel presente lavoro, è stata condotta tamponate. Si commentano i lavori maggiormente
una campagna di simulazione numerica su rilevanti per il caso attuale.
modelli FE elementari, ma in grado di In (Benedetti et al. 1996) viene proposto un
incorporare le principali variabili del problema, modello per stimare la rigidezza efficace di una
prima fra tutte l’influenza delle tamponature in struttura danneggiata da un terremoto. È valutato
telai in c.a. Attraverso una serie di analisi statiche il comportamento non lineare che si evidenzia a
non lineari è stata costruita una legge di seguito della perdita di rigidezza.
correlazione frequenza-drift. Tale legge, è stata La legge di degrado, che mette in relazione la
successivamente implementata in SMAV, ma progressiva perdita di rigidezza con lo
poiché l’effettiva equivalenza tra le due analisi spostamento modale, è ottenuta previa
(lineare iterativa e non lineare al passo) non è simulazione numerica e successiva validazione
assicurata a priori, l’esecuzione di test numerici, sperimentale. La sperimentazione è condotta su
che permettano di confrontare i risultati ottenuti due strutture in muratura in scala da laboratorio,
con i due differenti approcci, appare di cruciale differenziate per la presenza o meno di dispositivi
importanza. di riconnessione del solaio in legno con le pareti.
Il confronto dei risultati tra il modello FE Le curve di decadimento della rigidezza
(analisi dinamica non lineare) e il modello presentano andamento analogo nei due casi
SMAV (analisi lineare equivalente) ha consentito

SG03-440
considerati. Un andamento tipico è mostrato in risultati da edifici in muratura a edifici in c.a.
Figura 1 dove sono riportati i risultati tamponati. Si osserva, inoltre, un decadimento di
sperimentali relativi a 4 prove ad intensità rigidezza causato dall’aumento del danno (o drift)
sismica crescente e le relative curve inviluppo. maggiore nelle pareti non armate (URM, 23%)
Dalla figura si osserva che le curve di rispetto a quelle armate (RM, 6%).
decadimento condividono lo stesso andamento In (Dolce et al. 2005) è presentata un’estesa
indipendentemente dal livello di eccitazione. Tali campagna sperimentale di prove su tavola
curve, inoltre, presentano un breve tratto iniziale
vibrante, su modelli in scala. Lo scopo del lavoro
pseudo-costante di ampiezza decrescente con
è quello di valutare il comportamento di strutture
l’intensità sismica ed un ramo di decadimento
iperbolico più marcato per elevate intensità in c.a. tamponate, dotate o meno di sistemi di
sismiche. controllo passivi (isolatori). La risposta è
descritta attraverso curve di decadimento che
riportano la perdita in frequenza rispetto
all’intensità dell’input sismico. I risultati sono
mostrati a confronto con la risposta del telaio
nudo, Figura 3.

(a)

Figura 1. Curve globali di degrado (sperimentali e calcolate)


modello C1, Benedetti et al. 1996

In (Guidi et al. 2013) è studiato il


comportamento delle strutture in c.a. con
tamponature, differenziate per tipologie di
muratura, spessore e tipo di rinforzo. Lo scopo è (b)
quello di caratterizzare il comportamento delle
tamponature al variare del livello deformativo
della struttura. Nello studio si è fatto ricorso a
prove sperimentali, su tavola vibrante, eseguite su
telai tamponati in c.a. a singola campata, in scala
reale. Sono misurate le deformazioni globali nel
piano delle pareti. Il parametro di danno è
rappresentato dal drift di piano.

Figura 3. Variazione della frequenza di vibrazione per


prove ad intensità crescente (● random; ○ seismic); (a)
telaio nudo, (b) telaio tamponato, Dolce et al. 2005.
Sebbene in forma meno marcata si osserva un
andamento del decadimento della frequenza con
il parametro di danno del tutto simile ai casi
precedenti. In particolare, si nota un iniziale
andamento lineare per entrambi i casi di telaio
nudo e tamponato; mentre per intensità sismiche
più elevate la variazione in frequenza manifesta
Figura 2. Variazione della rigidezza secante media durante i un decadimento iperbolico.
test nel piano (pareti spesse e sottili), Guidi et al. 2013
In conclusione si può osservare che le curve di
I risultati, Figura 2, confermano gli andamenti decadimento della rigidezza/frequenza presentano
trovati in (Benedetti et al. 1996) ed estendono i le seguenti caratteristiche: (i) similitudine di
comportamento indipendentemente dal tipo di

SG03-441
struttura, c.a. o muratura, dal tipo di tamponatura decadimento in frequenza è proporzionale alla
e dalla presenza di sistemi di isolamento; (ii) radice quadrata della rigidezza generalizzata
presenza di un tratto iniziale pseudo-orizzontale modale; (ii) la legge di decadimento viene
di estensione variabile; (iii) decadimento definita per la prima frequenza propria del
iperbolico; (iv) indipendenza dalla variabile di sistema, assunta dominante nella risposta, ed
misura del danno: accelerazione, spostamento o attribuita per estensione anche alle frequenze
drift. superiori; (iii) il livello di danno sofferto è tale da
non modificare in modo sostanziale i modi propri
di vibrazione del sistema.
3 ANALISI NUMERICHE
È presentata una prima campagna di 3.1 Modellazione dei telai
simulazione numerica su semplici modelli di I modelli analizzati nel presente lavoro sono
telaio in c.a.. Sulla base di analisi dinamiche non modelli piani a travi e pilastri, distinti in portali e
lineari, è costruita una legge in grado di fornire la telai. In entrambi i casi la maglia strutturale ha
riduzione della frequenza in relazione ad un dimensioni L=4.75 m e H=3.20 m. Le sezioni dei
parametro di danno. pilastri, 30x30 cm2, sono quadrate e costanti
Sono stati analizzati, complessivamente, 10 sull’altezza; le travi hanno tutte sezione
modelli, identici per caratteristiche geometriche e rettangolare pari a 30x50 cm2. La percentuale
meccaniche. I modelli sono distinti in due gruppi: geometrica di armatura di travi e pilastri è
portali e telai a tre piani. In entrambi i casi sono rispettivamente pari all’0.84% e all’1.39%, nel
state condotte analisi numeriche in differenti caso PA, e 0.53% e 0.89% nel caso PE. Le
configurazioni di cui due limite: portale/telaio caratteristiche di resistenza dei materiali
nudo e con tamponatura piena, e tre equivalgono alle classi B450C, per l’acciaio, e
configurazioni intermedie con tamponatura in C30/35, per il calcestruzzo.
presenza di aperture di varie dimensioni (5%, Il comportamento non lineare del telaio è
10% e 30% dell’area del pannello di garantito da una modellazione a plasticità
tamponatura). distribuita di travi e pilastri e dai legami
Al fine di calibrare il set di configurazioni da costitutivi adottati per i materiali nella
analizzare, riducendone il numero, ma senza discretizzazione a fibre della sezione (Kent/Park
alterarne la rappresentatività, è stata condotta una per il calcestruzzo e Menegotto/Pinto per le barre
serie di analisi parametriche con cui valutare di armatura).
l’influenza delle principali variabili del problema.
Sono state considerate allo scopo: le dimensioni 3.2 Modellazione delle tamponature
del telaio, i meccanismi ed i livelli di rottura delle Coerentemente con l’ipotesi di semplicità
tamponature, la presenza delle aperture nelle degli schemi adottati, la tamponatura è modellata
tamponature e la percentuale geometrica di per mezzo del puntone diagonale equivalente
armatura. Quest’ultima è stata presa (Mainstone 1974; Stafford 1963; Stafford e
rappresentativa di due situazioni: d’epoca, riferita Carter 1966), mostrato schematicamente in
alla progettazione degli anni ’70 (PE), e attuale Figura 4 secondo i parametri geometrici che lo
secondo le norme tecniche vigenti (PA). definiscono (lunghezza dw, altezza hw, larghezza
Sulla base dei risultati delle indagini bw e spessore tw).
parametriche, sono stati selezionati i modelli
ritenuti più rappresentativi. Su tali modelli sono
state condotte analisi statiche non lineari del tipo
push-over. I risultati di tali analisi sono stati
impiegati per definire il decadimento della
rigidezza in funzione del danno. La rigidezza è
misurata come secante all’origine, mentre il
parametro di danno coincide con il drift medio
pari al rapporto tra lo spostamento di sommità e
l’altezza dell’edificio.
Il lavoro si fonda su tre ipotesi: (i) la massa del
sistema è assunta invariante cosicché il
Figura 4. Modello a puntone equivalente.

SG03-442
Ai fini delle analisi numeriche, il legame da cui si osserva che λ dipende non soltanto dai
costitutivo implementato è il modello isteretico parametri della tamponatura (Ew, tw, hw) riferiti
tetralineare di Takeda che meglio approssima il all’inclinazione del puntone (θ), ma anche dalle
legame proposto da (Bertoldi e Decanini 1993) caratteristiche geometriche e meccaniche del
corrispondente alla spezzata a quattro rami portale (inerzia dei pilastri Ip e modulo elastico
mostrata in Figura 5. del calcestruzzo Ec).
Va precisato che l’equazione (3) è valida solo per
tamponature piene. In presenza di aperture, è
necessario modificare la relazione introducendo
un fattore correttivo ρ che riduce la larghezza bw
del puntone.
Numerose sono le relazioni proposte in letteratura
che legano ρ alla percentuale di vuoto nella
tamponatura α. In Figura 6 è riportato
l’andamento di ρ in funzione di α per tre diverse
proposte: (Al Chaar 2002; Asteris 2003; Tasnimi
e Mohebkhah 2011).
100
Figura 5. Legame proposto da Bertoldi e Decanini, 1993. Al Chaar 2002
Mondal e Jain 2008
80 Tasnimi e Mohebkhah 2011
Le caratteristiche del puntone equivalente sono
definite dalle seguenti relazioni (β1=0.6; β2=0.2): 60
ρ [%]
Fmf  min( max ) tw bw (1) 40
E w tw bw
K mf  (2) 20
dw
α [%]
noto il valore del modulo elastico Ew, della 0
0 20 40 60 80
larghezza bw e della tensione massima di rottura
σmax per i quattro modi possibili di collasso Figura 6. Andamento di ρ in funzione di α.
(trazione e compressione diagonale, scorrimento
I grafici sono relativi ad una apertura
e schiacciamento agli angoli). I dati di base per la
rettangolare, che si evolve omoteticamente a se
definizione del puntone equivalente sono stati
stessa, espandendosi secondo le diagonali del
desunti da (Guidi et al. 2013) per il caso URM a
pannello di tamponatura. Dalla Figura 6 si
cui si rimanda per un maggior approfondimento.
osservano due aspetti:
Per la stima della larghezza efficace del
(i) pur nella semplicità geometrica del pannello
puntone, bw, esistono numerose proposte di
forato, l’andamento di ρ è significativamente
letteratura riconducibili alla relazione:
diverso nei tre casi;
bw  f ( )  d w (3) (ii) per aperture con α ≥ 60% è possibile
trascurare l’effetto in termini di rigidezza
dove lo spessore bw è legato alla lunghezza del
considerando il portale privo di tamponatura.
puntone dw attraverso un coefficiente λ che tiene
Sulla influenza di questo secondo aspetto dovrà
conto della rigidezza relativa tra telaio e
essere indagato ulteriormente. Altrettanto dovrà
tamponatura. Nel presente lavoro si è adottato
essere fatto per la legge di ρ da adottare. Nel caso
(Stafford e Carter 1969; Bertoldi e Decanini,
attuale, in cui interessa primariamente la
1993):
validazione del metodo SMAV, si assume a titolo
 k  di riferimento la proposta di (Al Chaar 2002):
f ( )   1  k2  (4a)
 hw    0.6 2  1.6  1 (5)
per la quale è studiata la riduzione della
Ewtw sin( 2 ) frequenza √k in funzione dell’incremento
4 (4b)
4 Ec I p hw dell’apertura α. L’andamento è illustrato nel
grafico di Figura 7.

SG03-443
120 Dal confronto si osserva un ottimo accordo tra
la curva di decadimento ottenuta dalla
100
simulazione numerica sul portale FE ed i risultati
80 sperimentali. Su tale modello, opportunamente
modificato per tenere conto della variazione dei
60
√k

√k = -0,0229α2 - 0,4694α + 100,35 parametri, sono state condotte le successive


40 analisi di sensibilità.
Una prima analisi ha riguardato i rapporti
20
α [%]
dimensionali della maglia strutturale del telaio (o
0 portale). In particolare, si è studiata sia
0 10 20 30 40 l’incidenza del rapporto L/H, tra luce L e altezza
Figura 7. Riduzione della frequenza √k in funzione H del portale, che l’inclinazione θ del puntone
dell’incremento dell’apertura α. equivalente strettamente vincolato alle
dimensioni geometriche, Tabella 1.
3.3 Analisi di sensibilità Tabella 1. Geometria del portale (L/H) e angolo di
inclinazione del puntone (θ).
Nonostante si tratti di una modellazione
semplificata, risulta ancora elevato il numero di L/H 1.7 1.5 1.0 0.85
parametri da cui dipende il modello. Allo scopo θ 30° 35° 45° 50°
sono state condotte delle analisi preliminari di
sensibilità con cui verificare l’incidenza di alcuni In Figura 9 è riportato l’andamento normalizzato
parametri sulla soluzione. Ciò ha permesso di della rigidezza kmf, calcolata in corrispondenza
ridurre, in questa prima fase, il numero dei della forza di picco Fmf, al variare dell’angolo di
parametri a quelli ritenuti più significativi. inclinazione del puntone, θ.
L’analisi di sensibilità ha anche avuto lo scopo 1,2
di definire la configurazione geometrica ed il
valore dei parametri, mediamente più 1,1
rappresentativo, con cui caratterizzare il modello 1,0
di riferimento. Le analisi sono state condotte sul
0,9
kmf

portale nelle varie configurazioni: nudo, con


tamponatura piena e con aperture. 0,8
Inizialmente è stata studiata la
0,7
rappresentatività del modello per il suo impiego θ [°]
nella determinazione delle curve di decadimento 0,6
della rigidezza in funzione del parametro di 30 35 40 45 50
danno scelto (drift). La verifica è stata condotta Figura 9. Variazione della rigidezza Kmf in funzione
per confronto tra i risultati normalizzati del dell’angolo θ.
modello e quelli sperimentali descritti in (Guidi et Considerata la brusca perdita di rigidezza, oltre il
al. 2013), Figura 8. valore di picco, e, quindi, la sua scarsa influenza
1,2 sulla risposta del sistema, governata
1 essenzialmente dalla rigidezza residua del telaio
Modello FE
in c.a., si può ritenere una sostanziale invarianza
0,8 Guidi et al. 2013 della risposta con l’angolo di inclinazione del
puntone.
√k norm

0,6
Una seconda analisi ha riguardato l’influenza
0,4 dell’epoca di progetto. Questa è simulata
attraverso una percentuale geometrica di armatura
0,2 longitudinale e trasversale differente a parità di
drift
0 carpenteria del portale (paragrafo 3.1). Sono
0,000 0,005 0,010 0,015 considerati due casi:
Figura 8. Curva normalizzata di decadimento rigidezza. (i) progettazione tipica degli anni ‘70 (PE);
Confronto numerico (FE) - sperimentale (Guidi et al. 2013). (ii) progettazione con norme vigenti (PA).

SG03-444
In Figura 10 sono riportate le curve normalizzate confronto con quelli forniti dall’analisi lineare
di decadimento della frequenza (√K) in funzione equivalente di tipo iterativo (SMAV).
del drift. Dal confronto si osserva che la presenza I valori dei parametri geometrici e meccanici
della tamponatura è dominante rispetto al utilizzati per la definizione dei modelli sono
contributo del telaio nudo. In queste condizioni quelli derivati dalle analisi di sensibilità e ritenuti
non vi è una sostanziale differenza tra i casi PE e mediamente più rappresentativi, paragrafo 3.3.
PA.
4.1 Curve frequenza - drift
1,20 La Figura 11 riporta i modelli FE nelle tre
0% configurazioni ipotizzate per la modellazione:
1,00
telaio nudo (0%), telaio con tamponatura piena
0,80 100% (100%), telaio con tamponatura in presenza di
aperture di dimensione variabile (5%, 10%, 30%).
√k norm

0,60
95%
0,40
90%
0,20

0,00 70%
0,00 0,01 0,02 drift 0,03
0%_PE 100%_PE 95%_PE 90%_PE 70%_PE
0%_PA 100%_PA 95%_PA 90%_PA 70%_PA
Figura 10. Curve di decadimento della frequenza (√K) in
funzione del drift (linea tratteggiata caso PE, linea continua
caso PA). Figura 11. Configurazioni studiate per i telai.

Una terza analisi ha riguardato la presenza di I risultati, in termini di curve forza-


aperture nelle tamponature. Questo caso per spostamento distinti per epoca di progettazione
comodità di esposizione è riportato nel paragrafo sono riportate in Figura 12. In questo caso sono
3.2. Il risultato in termini di perdita di rigidezza è selezionati i due casi limite, telaio nudo (0%) e
osservabile anche in Figura 10 dove si nota che telaio con tamponatura (100%) in cui si osserva
l’influenza delle aperture nella tamponatura si l’invarianza degli andamenti.
riflette in una riduzione della rigidezza iniziale,
ma non nelle curve di decadimento che invece 150
condividono lo stesso andamento. 0%_PA
125 100%_PA
0%_PE
100%_PE
4 RISULTATI 100
Forza [kN]

L’obiettivo del lavoro è duplice: (i) trovare una 75


legge funzionale con cui descrivere il
decadimento della frequenza in funzione 50
dell’avanzamento del danneggiamento strutturale;
(ii) inserire la legge trovata nella procedura 25
semplificata SMAV per verificarne l’attendibilità spostamenti [m]
0
a confronto con metodi di valutazione 0,000 0,020 0,040 0,060 0,080
convenzionali (FEM).
Sono dapprima illustrati i risultati ottenuti Figura 12. Curve push-over.
dall’analisi statica non lineare su telai piani
Le curve frequenza-drift normalizzati, relative a
tamponati per la determinazione della legge
tutti i casi analizzati, sono riportate in Figura 13.
frequenza-danno. Successivamente, sono mostrati
Il drift medio viene calcolato come rapporto tra lo
i risultati ottenuti dall’analisi dinamica non
spostamento di sommità e l’altezza complessiva
lineare applicata ad un telaio campione a
del telaio.

SG03-445
Il modello di riferimento è costituito dal telaio
1,20 di Figura 14. L’input sismico è dato
0%
1,00 dall’accelerogramma registrato alla base della
scuola media di Norcia relativo all’evento
100%
0,80 sismico del 30 Ottobre 2016. L’edificio è
monitorato all’interno dell’Osservatorio Sismico
√k norm

0,60 95%
delle Strutture (Dolce et al. 2017).
0,40 90%

0,20
70%
drift
0,00
0,000 0,002 0,004 0,006 0,008
0%_PA 100%_PA 95%_PA 90%_PA
70%_PA 0%_PE 100%_PE 95%_PE
Figura 13. Curve frequenza-drift normalizzate e distinte
per epoche di progettazione (PA; PE).
Si osserva che le curve frequenza-drift dei telai Figura 14. Telaio scelto come caso studio.
sono qualitativamente differenti dalle analoghe La risposta è valutata in termini di
curve dei portali, poiché presentano un plateau accelerazioni, spostamenti e drift, Figura 15.
quasi orizzontale per bassi valori del drift.
Le curve invece si mostrano sostanzialmente
invarianti, in forma, sia nel caso di presenza di
aperture nelle tamponature, sia per epoca di
progettazione (d’epoca PE e attuale PA).
In definitiva, la variazione di frequenza è
descritta da tre tratti significativi: un tratto
iniziale quasi costante fino al picco di resistenza
(comportamento quasi elastico lineare), punto
oltre il quale si osserva un brusco decadimento
(danneggiamento importante della tamponatura)
fino al raccordo con l’andamento asintotico del
caso del telaio nudo (contributo della
tamponatura trascurabile).
La calibrazione della curva frequenza-drift
medio trifasica è oltre lo scopo del presente
lavoro e sarà, pertanto, oggetto di
approfondimenti futuri. Ai fini attuali, per la
validazione del metodo SMAV si è utilizzato il
modello tamponato senza aperture con relativa
curva di decadimento della frequenza. Il
confronto dei risultati ottenuti è riportato nel
paragrafo successivo.

4.2 Confronto modelli FE - SMAV


La validazione del metodo SMAV, finalizzato
alla valutazione speditiva del danneggiamento
sismico, è condotta attraverso il confronto dei
risultati ottenuti dall’analisi dinamica non lineare
su modelli FE e un’analisi lineare equivalente di
tipo iterativo implementata in SMAV (Mori et al.
2015; Acunzo et al. 2015; Mori e Spina 2015).
Figura 15. Storia degli spostamenti per il telaio FE.

SG03-446
La curva di decadimento della frequenza in Il metodo fa uso di una procedura iterativa,
funzione del drift da fornire a SMAV per la che simula la risposta non lineare, attraverso
verifica della funzionalità del metodo è quella l’impiego di una legge basata sull’abbattimento
ricavata dall’analisi push - over del paragrafo 4.1. delle frequenze in funzione del progredire del
Il confronto dei risultati in termini di danno. Esso è dunque strettamente dipendente
spostamenti e drift di piano è riportato dalla legge di decadimento impiegata.
rispettivamente in Figura 16 e Figura 17. Sono state condotte analisi di sensibilità allo
60 scopo di individuare i parametri più significativi
FE che influenzano tale legge. Le analisi hanno
45 riguardato modelli di telai nudi e tamponati con
45 SMAV
spostamenti [mm]

37 38 vario grado di aperture. Si è trovato che il


34
modello di puntone equivalente, anche adottando
30
formulazioni semplificate per la presenza di
18 18 aperture, consente di pervenire a risultati
15 soddisfacenti nella descrizione della perdita di
rigidezza. Quest’ultima non appare dipendere dai
0 rapporti dimensionali della maglia di telaio (e
4 6 8 nodi quindi dall’inclinazione del puntone equivalente).
Figura 16. Confronto spostamenti modello FE e SMAV. La perdita di rigidezza in termini assoluti dipende
invece dall’epoca di progettazione (rapporto
geometrico di armatura) e dalla dimensione delle
7 aperture nelle tamponature. Allo stesso tempo
5,94
6 5,63 5,63 però si trova anche che le curve normalizzate
FE
5,00
5 SMAV condividono tutte la stessa forma funzionale. È
4 possibile quindi ricorrere ad una unica legge di
drift

decadimento scalata in funzione dei parametri che


3 2,50
regolano la risposta del telaio.
2 1,25 Inserendo tale legge nella procedura SMAV si
1 riscontra un’ottima corrispondenza con i risultati
0 forniti da metodi FE almeno su telai piani
nodi
4 6 8 tamponati. Questo risultato consente una prima
Figura 17. Confronto drift di piano modello FE e SMAV. validazione del metodo SMAV per la valutazione
speditiva del danneggiamento sismico.
Dall’analisi delle figure, si può osservare una Sviluppi ed approfondimenti successivi sono
ottima corrispondenza dei risultati a livello di comunque necessari per verificare quanto sopra
spostamenti, Figura 16, e di drift medio (0.040 in casi più complessi ed articolati di quelli qui
per FE e 0.047 per SMAV). Differenze più considerati.
marcate si osservano per i drift di interpiano. Ne
consegue che la procedura implementata nel
metodo SMAV è in grado, come richiesto, di REFERENCES
fornire soluzioni sufficientemente accurate nella Acunzo G., Fiorini N., Mori F. e Spina D., 2015. VaSCO-
stima del danneggiamento sismico globale; smav: il software sviluppato per l’applicazione della
mentre può essere meno preciso nella metodologia SMAV. Atti del XVI convegno ANIDIS,
individuazione del danneggiamento locale, come 13-17 settembre 2015, L’Aquila.
peraltro da attendersi considerata la natura Acunzo, G., Fiorini, N., F. Mori, D. Spina, Modal mass
semplificata del metodo. estimation from ambient vibrations measurement: A
method for civil buildings, Mechanical Systems and
Signal Processing 98C, 2018, pp 580-593 (in stampa).
Al-Chaar G 2002. Evaluating Strength and Stiffness of
5 CONCLUSIONI Unreinforced Masonry Infill Structures. U.S. Army
Corps of Engineers, Construction Engineering Research
L’obiettivo del lavoro è stato quello di validare Laboratories, ERDC/CERL TR-02-01.
i risultati ottenuti dall’analisi lineare equivalente Asteris PG 2003. Lateral Stiffness of Brick Masonry
su cui si fonda il metodo speditivo SMAV, per la Infilled Plane Frames. Journal of Structural
stima del danno di edifici esistenti strategici. Engineering, 129 (8): 1071-1079.
Benedetti D., Limongelli M. P., 1996. A model to estimate
the virgin and ultimate effective stiffnesses from the

SG03-447
response of a damaged structure to a single earthquake.
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Dolce, M., Nicoletti, M., De Sortis, A., Marchesini, S.,
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Dolce M., Cardone D., Ponzo F. e Valente C., 2005.
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SG03-448
ANIDIS 2017
PISTOIA

Fragility assessment of non-structural components undergoing earthquake


induced rocking motion
Andrea Chiozzia, Marco Nalea, Antonio Trallia
Department of Engineering, University of Ferrara, Via Saragat 1, 44122 Ferrara (Italy)

Keywords: non-structural components; seismic risk; rocking; overturning; fragility curves

ABSTRACT
Recent seismic events have provided evidence that damage on nonstructural components can lead to large
economic losses and also to significant injuries or even fatalities. This paper focuses on earthquake-induced
damage on a special class of non-structural components typically found within healthcare facilities (i.e. hospitals)
which can be idealised as rigid bodies undergoing rocking motion, such as racks, closets, and special heavy medical
equipment like dialysis machines. These non-structural components can rock and slide under the action of
earthquakes, and eventually, they can overturn. The estimation of the likelihood of overturning of such elements
and the corresponding consequences within the Performance-Based Earthquake Engineering (PBEE) framework,
requires reliable fragility curves. In this contribution, a set of 274 unbiased ground motions is used for assessing the
capability of several different intensity measures to reliably predict the likelihood of overturning of a given rigid
block undergoing a specific ground motion, by means of a multiple-stripe analysis (MSA).

SG03-449
Fragility assessment of non-structural components undergoing earthquake
induced rocking motion
Andrea Chiozzia, Marco Nalea, Antonio Trallia
Department of Engineering, University of Ferrara, Via Saragat 1, 44122 Ferrara (Italy)

Keywords: non-structural components; seismic risk; rocking; overturning; fragility curves

ABSTRACT
Recent seismic events have provided evidence that damage on nonstructural components can lead to large economic
losses and also to significant injuries or even fatalities. This paper focuses on earthquake-induced damage on a special
class of non-structural components typically found within healthcare facilities (i.e. hospitals) which can be idealised
as rigid bodies undergoing rocking motion, such as racks, closets, and special heavy medical equipment like dialysis
machines. These non-structural components can rock and slide under the action of earthquakes, and eventually, they
can overturn. The estimation of the likelihood of overturning of such elements and the corresponding consequences
within the Performance-Based Earthquake Engineering (PBEE) framework, requires reliable fragility curves. In this
contribution, a set of 274 unbiased ground motions is used for assessing the capability of several different intensity
measures to reliably predict the likelihood of overturning of a given rigid block undergoing a specific ground motion,
by means of a multiple-stripe analysis (MSA).

1 INTRODUCTION Commonly observed post-earthquake non-


structural damage includes damage to ceilings (see
As witnessed by many reconnaissance missions
e.g. (Magliulo et al. 2012)), piping systems,
after recent seismic events around the world (see
partitions (see e.g. Chiozzi and Miranda 2017),
e.g. L’Aquila 2008 (Braga et al. 2011), Chile 2010
cable trays, glazing, fire sprinkler systems,
(Miranda et al. 2010), Emilia 2012 (Masi et al.
elevators, air handling and general heavy
2014)), strong earthquakes generally cause
monolithic objects (see, e.g., (Chiozzi et al. 2016a)
massive amounts of non-structural damage in
and (Chiozzi et al. 2016b)).
practically all buildings typologies, including
The assessment of the likelihood of non-
residential, commercial, industrial buildings as
structural damage is particularly crucial for
well as healthcare facilities. It has been
facilities that should remain operational even after
experienced that damage to non-structural
strong earthquakes, such as airports and hospitals.
components can lead not only to large economic
In particular, many pieces of hospital equipment,
losses but also to the disruption of the functionality
which can be idealized as freestanding rigid bodies
of critical facilities as well as significant injuries
such as shelves, medical and electrical
and even fatalities.
machineries, racks and closets, are subject to
As detailed in (Taghavi and Miranda 2003),
sliding and rocking motions when undergoing
most of earthquake induced economic losses is
earthquake action (see e.g. (Cosenza et al. 2015)).
caused by damage to non-structural components.
More specifically, rocking motion of selected
This is due because, on the one hand, non-
types of hospital equipment is particularly
structural components typically represent a large
undesirable since, especially in the case of
portion (from 70% up to 90% in healthcare
overturning, it can lead to severe damage to the
infrastructures) of the total cost of buildings and,
equipment and to the disruption of critical services
on the other hand, because their damage is
of the hospital (such as emergency and operating
generally triggered at levels of structural response
rooms, intensive care facilities). Figure 1 shows
that are typically much lower than those required
the interesting outcome of the shaking-table test
to initiate structural damage.

SG03-450
described in (Furukawa et al. 2013), performed components which are part of hospitals equipment
with the aim of investigating the effects of a is still lacking.
seismic event on the non-structural components of This contribution is aimed at developing
a typical hospital building. These evidences fragility functions useful to describe the
induced the Civil Protection Department of the probability of collapse of rocking objects which
Emilia Romagna region (Italy) to promote are typical of healthcare facilities, when subjected
research in the field of the safety assessment of to the action of earthquakes of a given intensity
healthcare non-structural components. after choosing a suitable intensity measure. The
After the seminal paper by Housner (Housner, proposed fragility functions, coupled with a site-
1963) a huge body of work focused on the specific hazard curve, can be employed for the
description of the rocking response of rigid objects computation of the expected annual collapse
undergoing pulse excitation and earthquake probability of a given class of hospital
excitation. freestanding components. This probability can be
It soon appeared clear that the nature of the used by stakeholders and administrators as a
motion of a rocking block is highly non-linear and decision variable upon which to develop public
intrinsically unstable. The actual response of a policies and define meaningful guidelines and
rocking block is also sensitive to the contact protocols of intervention for the seismic
condition between the base of the block and the retrofitting of non-structural components and the
ground (Sorrentino et al. 2011), which is, at times, safety level assessment of critical healthcare
difficult to correctly evaluate. Due to the facilities.
uncertainties which inherently characterize the
rocking motion and the uncertainties which
inevitably arise when introducing a possible
design ground-motion, it is easily recognizable
that a deterministic approach is essentially
unreliable and cannot be adopted in the safety
assessment of objects undergoing earthquake
induced rocking motions.
It is interesting to note that in his 1963 paper,
Housner also tried to analyse the problem from a
stochastic point of view, estimating the probability
of overturning via an energy balance equation.
Recently, there has been an increasing interest
in performance-based seismic assessment
procedures (Krawinkler and Miranda 2004), which
are aimed at estimating the seismic risk of man-
made facilities taking into account all potential (a)
sources of uncertainty. In particular, Performance-
Based Earthquake Engineering (PBEE) fully
probabilistic framework takes into account
uncertainties in the seismic hazard, seismic
response, damage estimation and risk estimation
and allows these uncertainties to be propagated
and rationally accounted for. In this context, an
essential role is played by the so-called fragility
functions, which provide information on the
probability of reaching or exceeding a given
damage state at increasing levels of earthquake
action, described by the choice of a suitable
intensity measure.
An interesting discussion on the construction of
fragility curves for the rocking response of objects
undergoing near-fault excitations is reported in (b)
(Dimitrakopoulos and Paraskeva 2015). Figure 1. Shaking table test on a hospital building model
Nevertheless, a reliable tool for the seismic (Furukawa et al., 2013) (a) before the test and (b) after the
safety assessment of freestanding non-structural test.

SG03-451
2 ROCKING BLOCK DYNAMICS    p 2 {sin[ sgn( (t ))   (t )] 
In this preliminary work, let us consider a two- ug (3)
dimensional rigid block resting on a horizontal  cos[ sgn( (t ))   (t )]},
g
plane, subjected to a horizontal ground
acceleration (see Figure 2). The coefficient of where p  3 g / 4 R is a measure of the dynamic
friction is assumed to be sufficiently large so that characteristics of the block expressed in sec-1 and
there will be no sliding between the block and the independent of the mass of the block.
base. Depending on the ground motions, the block The oscillation frequency of a rigid block under
may move rigidly with the ground or be set into free vibration is not constant, since it strongly
rocking; in the letter case it can oscillate about the depends on the vibration amplitude (Yim, Chopra,
centers of rotations O and O’. & Penzien, 1980).
A formula for nonlinear period of the rocking
motion is:
4  1 
T ( )  cosh 1  (4)
p 1   /  
By restricting  and  to small values and
ignoring the vertical component of the earthquake,
an approximate expression for the linearized
period of the rocking motion can be derived:
2
T1  (5)
p
The transition from one pivot point to the other
is accompanied by energy loss during impact, even
for a block made of a non-dissipative material and
an elastic base. A way to treat the impact is to
Figure 2. Rocking block introduce a coefficient of restitution  , which is
taken as the ratio between angular velocities after
The block is rectangular having mass m, and before impact:
dimensions 2b  2h, with radial distance
     (6)
R  b h2 2
and slenderness angle
where  is the impact restitution coefficient.
  tan (b / h) .
1
The coefficient of restitution  for rectangular
The block will be set into rocking when the sum
of resting moment is small than the overturning rocking block, in the hypothesis of no bouncing of
moment, that is: the block, can be expressed as (Yim, Chopra, &
Penzien, 1980):
 g  g tan  (1)
3
  1  sin 2  (7)
The non-linear equation that governs the 2
rocking response of a rigid block is (Housner, The coefficient of restitution can be considered
1963): an additional, independent, governing parameter
I 0  mgR sin[   sgn( )]sgn( )  for the problem. Finally, it is possible to extend the
(2) formulation to include to rocking-sliding coupling
 mu g cos[   sgn( )], as well as the block uplift (see e.g. Taniguchi
2002).
where I 0 is the moment of inertia of the block
about O or O (for rectangular geometry
I 0  4mR 2 / 3 ) and sgn() denote sign function. 3 PROBABILISTIC APPROACH
Equation (2) can be expressed in the compact In this paper, a probabilistic assessment of the
form: likelihood of overturning of a typical hospital
freestanding non-structural component idealized

SG03-452
as a rigid block undergoing rocking motion under Finally, NEHRP site class C or D with strike – slip,
the action of a given earthquake is proposed within reverse or reverse – oblique fault mechanisms has
the PBEE framework. (Miranda et al. 2017) been chosen.
defined the safety of an object against collapse
through the mean annual frequency of collapse c , 3.2 Intensity measures
computed as the expected likelihood of collapse at Intensity measure (IM) is typically used to
a given level of ground motion intensity and then describe the level of intensity of ground motion
integrating over the mean annual frequencies of shaking and to quantify the seismic hazard.
exceeding of all possible intensities: A desirable IM should be an efficient and
sufficient predictor. More precisely, an efficient

d ( IM  im) IM provides low dispersion of the predicted
c   P(C | IM  im) d ( IM ). (8) response given the IM.
0
d ( IM )
A sufficient IM offers statistical independence
In Equation (8), P(C | IM  im) is the of ground motion characteristics (magnitude,
distance, etc.). See (Luco and Cornell 2007) for
probability that the component will reach collapse
further discussion.
conditioned on undergoing an intensity measure
(IM) equal to im, i.e. what is known as fragility
function for the component level. Finally,
 ( IM  im) is the mean annual frequency of
exceedance of IM  im , that is, the ordinate of the
site-specific seismic hazard curve at IM  im .

3.1 Ground motions selection


We consider an unbiased choice of 274
different natural ground motions (Eads et al.
2016). All ground motions are selected from the
PEER Next Generation Attenuation (NGA)
database (Power et al. 2007).
Ground motions used to assess the overturning
of blocks consist of 137 acceleration records (each
with two horizontal components), summarized in
Table 1, taken from 11 different events. For the Figure 3. Summary of the 274 ground motion set in terms of
purpose of this study, each horizontal component PGA.
was considered as an independent record, for a
total of 274 ground motions.
All records were selected so that moment
magnitudes Mw varies between 6.9 and 7.9, and
Joyner-Boore distances (horizontal distance
between the site and the projection of the fault
rupture into surface) between 0 and 27 km.

Table 1. Summary of 137 set


No. of Records
YEAR EVENT Mw
in Set
1940 Imperial Valley 6.95 1
1978 Tabas, Iran 7.35 2
1989 Loma Prieta 6.93 22
1992 Cape Mendocino 7.01 5
1992 Landers 7.28 8
1999 Kocaeli, Turkey 7.51 3
1999 Chi – Chi, Taiwan 7.62 84
1999 Duzce, Turkey 7.14 9 Figure 4. Summary of the 274 ground motion set in terms of
1979 St. Elias, Alaska 7.54 1 PGV.
1990 Manjil, Iran 7.37 1
1999 Hector Mine 7.13 1

SG03-453
parameter (EDP) and intensity measure (IM). The
EDP depends on the performance target and the
type of system of interest.
The EDP for a rocking block subject to
overturning can be assumed equal to the absolute
value of rotation |θmax| of the block and collapse
can be assumed to occur when the absolute value
of rotation |θmax| exceed the slenderness angle  .
This assumption is actually a simplification. In
fact, a tilting block in quasi-static conditions loses
equilibrium when |θmax| =  but, in dynamic
conditions, a rocking block might exhibit rotations
significantly higher than  without overturning
(Dimitralopoulos and De Jong 2012). Overturning
occurs when the systems becomes dynamically
unstable, in which case the response in terms of
Figure 5. Summary of the 274 ground motion set in terms of rotation angle tends numerically to infinite values.
PGD.

Providing more efficient intensity measure 4 ROCKING FRAGILITY CURVES


(IMs) is useful in reducing the number of records Fragility is defined as a conditional probability
needed for the PBEE calculations but also in of failure. This type of curves can be built relying
improving our understanding of the seismic on a lognormal cumulative distribution function:
behaviour of structures.
In this contribution we will investigate three  ln(im)  ln( im ) 
P(C | IM  im)  1     (9)
intensity measures and discuss their efficiency
  
when used to describe the collapse by overturning
of a rocking block: peak ground acceleration where ln(im ) and  represent the central
(PGA), peak ground velocity (PGV) and peak
ground displacement (PGD). tendency and the dispersion parameters of the
In the Italian Building code (NTC 2008), PGA cumulative standard normal distribution  .
is a key index for seismic design but it has long Parameters ln(im ) and  must be calibrated
been known that this type of intensity measure from structural analyses results. There are
inefficient for evaluating seismic risk (Housner different statistical methods for estimating
1965). parameters from a dataset: for instance, the method
The last IM considered is PGD that is not easy of moments and the maximum likelihood method.
to measure, since it exhibits high levels of In this contribution, the maximum likelihood
uncertainty even with good ground instruments. method is used. All the methods try to have some
As a result, the PGD is less commonly used as a
desirable proprieties such as being unbiased (the
ground motion intensity measure.
The set of 274 ground motions considered are estimator do not systematically overestimate or
represented in Figure 3-4-5 in terms of PGA, PGV underestimate the true parameter’s value),
and PGD respectively. efficient (the estimators have small variance) and
consistent (as the number of data goes to the
3.3 Structural and seismic response analysis infinity, the estimator converges to the true
parameter)
In order to perform numerical analyses, the
commercial package MATLAB (The MathWorks 4.1 Estimating fragility function parameters
Inc. 2016) is used to solve of the ordinary
differential equation governing the rocking Two approaches are commonly used to
motion. An explicit fifth order Runge-Kutta estimated fragility parameters from structural
method (Kosti et al. 2011) has been implemented. analysis: incremental dynamic analysis (IDA) and
multiple stripe analysis (MSA)
3.4 Engineering demand parameters The incremental dynamic analysis consists in a
suite of ground motions that are repeatedly scaled
The construction of fragility curves requires the
in order to find the IM level at which each ground
choice of an appropriate engineering demand

SG03-454
motion produces structural collapse (Vamvatsikos likelihood function. We refer to (Baker and
and Cornell 2002). Cornell 2006) for more details.
In the multiple stripe analysis, time-history This formulation does not require multiple
analyses are performed at a specific set of IM observations at each IM level of interest (i.e., ni
levels, each of which correspond to a unique can equal 1). This makes it useful, for example,
ground motions set (Jalayer 2003). when fitting a fragility function using unscaled
This second method can be the optimal strategy ground motions, each having unique IM
for performing structural analyses in order to amplitudes. Another aspect of this formulation is
obtain an accurate estimate of fragility parameters that it assumes independence of observations, so
with minimal number of structural analysis. that the overall likelihood is product of likelihoods
at each IM level. This independence may not be
4.2 Multiple Stripe Analysis strictly true if the same ground motion is used for
Using MSA, the appropriate fitting technique structural analysis at multiple xi levels, although
the method of maximum likelihood (Baker and quantifying this dependence may be somewhat
Cornell 2006). At each intensity level IM = xj, the challenging and evidence suggests that relaxing
structural analyses produce some number of the assumption typically makes little numerical
collapses out of a total number of ground motions difference in the estimated parameters (Baker
(see Figure 6). 2015). It has been shown that MSA usually
Assuming that observation of collapse or no- produces more efficient fragility estimates than
collapse from each ground motion is independent incremental dynamic analysis for a given number
of the observations from other ground motions, the of structural analyses (Baker 2015).
probability of observing zj collapses out of nj
4.3 Fragility functions for a class of
ground motions with IM = xj is given by the
freestanding non-structural components
binomial distribution
In this paper, fragility functions for
P( z j collapses in n j g.m.)  freestanding non-structural hospital components
 nj  z n z (10) idealized as rigid bodies and subject to rocking
   p j j (1  p j ) j j motion under earthquake excitation have been
z 
 j computed against three different intensity
measures (PGA, PGV and PGD).
where pj is the probability that a ground motion Figure 7 shows an example of fragility
with IM = xj will cause collapse of the structure. functions computed for a given block of
Our objective is to identify the fragility function dimensions 0.4x2.0m (i.e. an electric rack) against
that will predict pj, and the maximum likelihood the three intensity measures. A depth equal to 0.6m
approach identifies the fragility function that gives is assumed (in a two-dimensional analysis, depth
the highest probability of having observed the affects only weight evaluation when it is carried
collapse data that was obtained from structural out starting from total volume).
analysis. When analysis data is obtained at
multiple IM levels, we take the product of the
binomial probabilities (from Equation (10)) at
each IM level to get the likelihood for the entire
data set:
m n 
Likelihood     p j j (1  p j ) j j
j z n z
(11)
 
j 1  z j 

where m is the number of IM levels, and  denotes


a product over all levels. We then substitute
Equation (9) into Equation (11) for pj, so the
fragility parameters are explicit in the likelihood
function. Estimates of the fragility function
parameters are obtained by maximizing this
likelihood function. Numerically, it is equivalent
and numerically to maximize the logarithm of the
Figure 6. Example of MSA analysis results.

SG03-455
choice of the specific weight depends on the
specific component under study.
A multi-level MSA has been conducted to
describe the likelihood of collapse of the block
under the action of an earthquake with given
intensity: the IM levels for PGA have been chosen
ranging from 0.2 to 1.0 with a 0.1 stepsize,
whereas they have been chosen ranging from 0.1
to 1. By looking at the dispersion values for the
different fragility curves, it can be deduced that the
PGV is a more efficient intensity measure than
PGA and PGD.
In order to investigate the influence of the
dimensions of the blocks on the probability of
overturning we do a sensitivity analysis changing
(a) several parameters.
On the one hand, a comparison between
fragility functions obtained for blocks with
constant aspect ratio H/B (equal to 5) and different
size (B equal to 0.2, 0.4 and 0.8), see Table 2, has
been carried out. Comparing the computed
fragility functions (Figure 8), as expected, it can be
observed that among slender blocks with the same
aspect ratio, the larger appears to be more stable
than the smaller, in a probabilistic sense. This
apparent scale effect, as pointed out by Housner
(Housner 1963), can be explained by the fact that
ground motion is not scaled with the block.
On the other hand, a comparison is performed
in terms of fragility between blocks with constant
size (B equal to 0.4) and different aspect ratio
(b) (equal to 2, 3 and 5), see Table 3 and Figure 9. It
appears clear that more slender blocks are less safe
than squat ones.
In general, it can be also observed how rocking
motion is strongly influenced by parameters
describing the problem.

(c)
Figure 7. Rocking fragility functions for different IMs: (a)
PGA, (b) PGV and (c) PGD.

The block weight, which is applied at the


geometrical centroid of the rectangular body, has
been computed from its volume and an average Figure 8. Fragility functions in terms of PGA for blocks with
specific weight assumed equal to 8kN/m3. The the same aspect ratio H/B=5 but different dimensions.

SG03-456
a decision variable by hospitals stakeholders and
Table 2. Details of the blocks administrators who must develop public policies,
B [m] H [m] H/B α R p
protocols ad guidelines to improve the seismic
safety of the healthcare system.
0.2 1 0.197 0.510 14.43
0.4 2 5 0.197 1.020 7.21
ACKNOWLEDGMENT
0.8 4 0.197 2.040 3.61
The authors are grateful to the Civil Protection
Department of Emilia Romagna Region for the
financial support provided.

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SG03-458
ANIDIS 2017
PISTOIA

Cyclic behaviour evaluation of T-Joints for the seismic assessment of piping


systems
Gianni Blasia, Giuseppe Maddalonib, Maria Antonietta Aielloa, Maria Rosaria Pecceb
a
Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione, Via per Monteroni, 73100 Lecce.
b
Dipartimento di Ingegneria, Piazza Roma, 21, 82100 Benevento.

Keywords: Non-structural components, piping systems, cyclic testing

ABSTRACT
The seismic performance of non-structural components is nowadays recognized to be a key issue in earthquake
engineering, as demonstrated by the increasing number of studies on those elements whose failure could affect the
immediate post-earthquake functionality as well as the life safety. In fact, in case of Government buildings, the loss
of operation of devices and piping systems, often implies hardships in local administration and economy; moreover,
in strategic facilities as Hospitals and Schools, non-structural components play a key role in the post-earthquake
emergency.
The failure of fire-sprinkler and medical gas piping systems significantly affects the immediate functionality, which
is very important to provide the first aid to the injured in the first hours after the earthquake.
In this study, the seismic performance of piping systems has been investigated by experimental tests on cast iron and
copper Tee-Joints. Quasi-static cyclic tests have been performed to identify the parameters influencing the behaviour
of the components, which will be used to calibrate accurate FE model and simplified relationships to predict the
hysteretic response of the jointed connection. The simplified macro-models, may be adopted for performance analysis
of piping system layouts in public buildings, taking into account the nonlinear response of joints and necks, which
are the weakest elements.

SG03-459
Cyclic behaviour evaluation of T-Joints for the seismic assessment of piping
systems
Gianni Blasia, Giuseppe Maddalonib, Maria Antonietta Aielloa, Maria Rosaria Pecceb
a
Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione, Via per Monteroni, 73100 Lecce.
b
Dipartimento di Ingegneria, Piazza Roma, 21, 82100 Benevento.

Keywords: Non-structural components, piping systems, cyclic testing

ABSTRACT
The seismic performance of non-structural components is nowadays recognized to be a key issue in earthquake
engineering, as demonstrated by the increasing number of studies on those elements whose failure could affect the
immediate post-earthquake functionality as well as the life safety. In fact, in case of Government buildings, the loss
of operation of devices and piping systems, often implies hardships in local administration and economy;
moreover, in strategic facilities as Hospitals and Schools, non-structural components play a key role in the post-
earthquake emergency.
The failure of fire-sprinkler and medical gas piping systems significantly affects the immediate functionality, which
is very important to provide the first aid to the injured in the first hours after the earthquake.
In this study, the seismic performance of piping systems has been investigated by experimental tests on cast iron
and copper Tee-Joints. Quasi-static cyclic tests have been performed to identify the parameters influencing the
behaviour of the components, which will be used to calibrate accurate FE model and simplified relationships to
predict the hysteretic response of the jointed connection. The simplified macro-models, may be adopted for
performance analysis of piping system layouts in public buildings, taking into account the nonlinear response of
joints and necks, which are the weakest elements.

1 INTRODUCTION European Code, two values of qa, are provided to


evaluate the ductility capacity, depending on the
The item of the vulnerability of non-structural
category of the element. Similar formulations for
components has become a paramount feature in
the seismic demand on non-structural components
the field of earthquake engineering, after the
can be found in (ASCE/SEI 7-10 2010),
damages observed during latest high- or low-
importance and ductility factors are defined
intensity seismic events (Naeim 1999). One of the
according to a wide range of categories. Referring
main reasons of this issue is the rate of economic
to some particular categories of non-structural
losses due non-structural damage or failure,
components, as in the case of piping systems, the
which is far higher if compared to the one
seismic vulnerability is not only related to the
referred to the structural components, particularly
economic losses but also to the life safety. The
in strategical buildings (Filiatrault and Sullivan
functionality of medical gas or fire-fighting
2014). Nevertheless, in many cases failure of
piping systems indeed, could be required even in
non-structural components could be crucial for
case of earthquake, thus, a particular focus on the
life-safety too (Meszaros and Fiegener 2002).
seismic performance of these categories is
Despite the European Codes don’t pay a wide
recommended. In (FEMA E-74 2012) and
deal of attention on this issue, some prescriptions
(FEMA 412 2002) the measures to be adopted to
are provided in Eurocode-8 (UNI EN 1998-1
reduce seismic risk of non-structural components
2005) and NTC-08 (NTC08 2008); the analytical
are provided, while NFPA 99 (NFPA 99 2005) is
formulation of the equivalent static force to be
focused on the design, installation and operation
adopted for the assessment of non-structural
of health care facilities, including dispositions for
components depends on the ductility capacity of
the reduction of the seismic risk of medical gas
the element itself and the rate of its period to the
piping systems.
period of the structure. In the Italian and

SG03-460
Due to the lack of disposition about the geometrical properties of the specimens. Service
dynamic performances evaluation of piping pressure and diameter were defined according to
systems, experimental and numerical studies UNI EN 12845 (UNI EN 12845 2004), which
carried out during latest years evidenced the need describes three categories of fire-hazard,
to develop new design approaches (Filiatrault and depending on the function of the building. Light
Sullivan 2014); the evaluation of floor spectra to Hazard (LH) category is referred to educational
define acceleration acting on non-structural buildings, offices and prisons; Ordinary Hazard
components (Sullivan et al. 2013) makes possible (OH) is referred to agricultural and industrial
to assess the accuracy of equations provided by buildings, while High Hazard (HH) is referred to
Codes and define new formulations which take buildings with heavy fire loading. For each
into account the parameters neglected in past category, minimum diameters to be adopted for
(Petrone et al. 2014). primary and secondary networks are provided. It
One of the main aim of the available studies was assessed that above the different categories,
(Soroushian et al. 2014) (Soroushian et al. 2015) the diameters usually adopted vary from 20mm to
was to evaluate the dynamic behaviour of 100mm, which delimit a range of values to define
elements addressed to transfer stresses from the the diameter of the specimen to be tested.
structure to the piping systems, as connection and According to (UNI EN 10255 2004), material
joints. In (Tian and Filiatrault 2013) cyclic tests adopted for carbon steel pipes is S195T, whose
on fire sprinkler tee-joint were performed mechanical properties (yielding and ultimate
considering the influence of the material adopted strength, ultimate strain) are reported in Table 1:
(Steel or CPVC) and the diameter of the pipe on
the cyclic response. Table 1. Mechanical properties of S195T.
Shake-table tests on simplified layouts Name Fy Fu Ult el.
(Goodwin et al. 2007) and full-scaled buildings S195T 195 320-500 20%
(Hoehler et al. 2009) were conducted in order to
identify those parameters influencing the dynamic For the definition of the properties of the
response of piping systems, as the typology of the specimens characterizing medical gas Piping
connection adopted and its influence on the Systems (MGPS), prescription provided in (UNI
amplification of floor acceleration acting on the EN ISO 7396-1 2007) was considered. Service
pipes. pressure values prescribed in the Standard depend
In (Retamales et al. 2008), pseudo-dynamic on the type of medical gas. For compressed
analyses were performed on a full scale hospital medical gases other than air or nitrogen, internal
emergency room, equipped with typical facilities, pressure must be 0.4-0.5 MPa, for air or nitrogen
including copper piping systems. By increasing pipes 0.7-1.0 MPa, for vacuum pipes 0.06 MPa.
the seismic input, the flexural failure of the pipes According to the Standard, connection and joints
were obtained, which evidenced the high must be welded or brazed, and should be realized
influence of the material characterizing the in order to maintain mechanical characteristic of
dynamic response of the systems. the material. Minimum value prescribed for the
The present study focuses on the configuration diameter of the pipe is 108 mm, because pipes
of T-Joint connection in fire-fighting and medical with diameter smaller than 108 mm are not
gas piping systems, with the aim of evaluating its covered by the reference standard for copper
cyclic response. Experimental tests were pipes (UNI EN 13348 2001).
performed, then a numerical model was In Table 2 mechanical properties of materials
developed and used for a parametric analysis are provided, according to (UNI EN 13348 2001):
varying the configuration of the connection as Table 2. Mechanical properties of copper for MGPS.
well as the material characterizing the specimens, Name Fu Ult el.
in order to identify those parameters influencing R220 220 40%
the hysteretic behaviour.
2.2 Experimental set-up
2 CASE STUDY: EXPERIMENTAL TEST Monotonic and cyclic tests on tee-joints were
carried out according to FEMA 461 (FEMA 461
2.1 Reference Codes 2007), in order to obtain hysteretic force-
displacement, F-d, and moment-rotation, M-,
Referring to fire-protection systems, different behaviour of the specimen. An experimental
features of typical layouts have been considered setup was designed and realized assembling a
for the definition of the mechanical and rigid steel beam with pedestals at the corners

SG03-461
(Figure 1) that host the simple supports for the
specimen. Three types of specimens were tested:
two typologies of threaded joints (FtJ and FLtJ),
and one welded joint (MwJ), referred to fire-
protection and medical gas piping systems,
respectively. Four specimens FtJ (1 for
monotonic and 3 for cyclic testing) having the
same geometrical and mechanical properties Figure 2. Geometrical details of Specimen FtJ
(Figure 2) were realized according to (UNI EN
FLtJ had the same mechanical and geometrical
10255 2004) and (UNI ISO 7/1 1994); the
properties of FtJ, unless for the configuration of
external diameter of the pipe is Dext = 60.3 mm,
the superposition zone S between pipe and Joint,
each specimen is composed of two horizontal
which was extended to the full threaded zone
pipes with length L1 = 500 mm and one vertical
(Figure 3). The 2 FLtJ specimens were tested
pipe with length L2 = 180 mm, the last branch
with the aim of evaluating the influence of the
allowed to transfer the load to the joint (Figure 2-
tightening and the friction on the pipe-joint
b). The water pressure in all specimens was 0.2
interface, adding grease in the threaded
MPa, according to provisions in (UNI EN 12845
connection to minimize the friction.
2004) as well as experimental tests performed by
(Tian and Filiatrault 2013).

Figure 3. Configuration of the Pipe-Joint interface for a) FtJ


and b) FLtJ
The same set-up reported in Figure 1 was
adopted for the tests conducted on MwJ,
composed of two horizontal pipes with length
L1=500 mm and one vertical pipe with length
L2=180 mm, using a diameter Dext = 54 mm.
One monotonic and 2 cyclic tests have been
performed, and the air pressure in all tests was 0.4
MPa.
The variation of the length of the superposition
zone wasn’t considered for MwJ specimens
because welded connection was realized.
In Table 3 and 4, a summary of all specimens
analysed and the tests is reported respectively.
Table 3. Description of the specimens tested
n. of Sup. zn
wall thickness
ID tests Dext Length
s [mm]
S [mm]
FtJ 4 60.3 3.2 15.9
FLtJ 2 60.3 3.2 23.4
MwJ 3 54.0 1.5 32.0

Figure 1. Tri-dimensional and frontal view of the test set-up

SG03-462
Table 4. Description of the experimental tests carried out.
Test ID Test Type Specimen tested
FMT Monotonic FtJ
FCT 1 Cyclic FtJ
FCT 2 Cyclic FtJ
FCT 3 Cyclic FtJ
FCT I Cyclic FLtJ
FCT II Cyclic FLtJ
MMT Monotonic MwJ
MCT 1 Cyclic MwJ
MCT 2 Cyclic MwJ
Figure 5. Monotonic F-d behaviour of the FtJ specimen
The monotonic tests are conducted adopting For MwJ, failure didn’t occur during
displacement-controlled protocol until failure of monotonic tests, thus, for the definition of the
the joint. In order to evaluate the relation M- of cyclic protocol, only the yielding point of the F-d
the joint, the rotation at the pipe-joint interface curve was considered (Figure 6). Nevertheless,
was calculated considering the measures of this assumption did not affect the results of the
LVDTs placed at a fixed distance from the pipe cyclic tests because a small value was chosen for
joint-interface (Figure 4). The bending moment the first amplitude.
was calculated considering a three points bending
scheme, while the total rotation φ of the pipe with
respect to the un-deformed configuration was
evaluated as:
d
= (1)
L
where L is the distance between the LVDT and
the support and d is the displacement registered
by the LVDT.

Figure 6. Monotonic F-d behaviour of MwJ specimen


The number of the cycles to be executed at the
lowest DL was fixed to 16 (Figure 7), while the
total number of steps up to the last DL is 24 (each
step is composed of two cycles). Both monotonic
and cyclic tests were performed in displacement
control, in order to better evaluate the post-
Figure 4. Evaluation of the pipe-joint interface rotation.
yielding behaviour of the specimen. The velocity
According to (FEMA 461 2007), cyclic test of the test was 0.25 mm/s, according to (Tian and
load protocol was calibrated considering damage Filiatrault 2013).
levels (DL) defined on the basis of monotonic
tests results. In Figure 5 and 6 monotonic test
results for FtJ and MwJ are provided. For FtJ, the
yielding of the threads at the interface was
considered as first DL; whose achievement
corresponds to a slight loss of water pressure (3-
7%). The second DL corresponds to the complete
loss of water pressure.

Figure 7. Cyclic test protocol

SG03-463
2.3 Test results evaluation
Results obtained from cyclic tests carried on
FtJ show a discrete variability of the flexural
stiffness and strength, justified by the manual
assembling of the elements, usually adopted in
common practice. This feature could highly
influence the initial configuration of the
connection, modifying the mechanical
performances, particular referring to elements
subjected by cyclic loads.
In the first cyclic test, stiffness and strength of
the specimen are approximately the same Figure 10. F-d hysteretic behaviour for FCT 3
obtained by monotonic tests (Figure 8),
suggesting that both the specimens had the same In FCT 2 and FCT 3 specimens, for which the
initial configuration of the threaded interface. F-d curves are reported in Figure 9 and 10, a
Maximum strength resulted equal to 9.38 kN and reduction of strength and stiffness is observed in
9.36 kN for cyclic and monotonic test, comparison to FCT 1. Fmax is 8.29 kN and 7.44
respectively. The same consideration can be made kN (i.e -11.55% and -20.68%) for FCT 2 and
observing the residual deformation at failure, FCT 3, respectively.
which is 17.46 mm and 17.95 mm for cyclic and Despite the variation of Fmax, similar values in
monotonic test, respectively. terms of the relative deformation (12.28 mm,
12.28 mm, and 11.77 mm for FCT 1, FCT 2 and
FCT 3 respectively) were obtained, while a
reduction can be noticed with respect the
maximum strain value registered for FMT (14.95
mm), due to strength and stiffness degradation
during cyclic loading.
The hysteretic behaviours were characterized
by the high reduction of the stiffness during the
inversion of the load (pinching). In the case of
threaded joints, this is a consequence of the
plastic strain developed at the threads which
generates gaps between joint and pipe threads
Figure 8. F-d hysteretic behaviour for FCT 1
(Figure 11). During the load-inversion phase, the
gap generated causes displacement of the threads
with near-zero force variation (i.e. stiffness
reduction).
Another feature to be noticed is the stiffness
degradation in the reloading phase, which point
out the influence of the cumulated damages. In
fact, the reloading stiffness reduction suggest that
cumulative damages arising from subsequent
earthquakes during the service life of the system
could highly affect mechanical properties and
may lead to failure.

Figure 9. F-d hysteretic behaviour for FCT 2

Figure 11. Pinching effect in threaded Joints


Results obtained from the specimens with
grease (FCT I and FCT II) show an increase of

SG03-464
the resistance comparing to the tests performed
on FtJ, because of the higher pipe-joint interface
length, which increases the flexural stiffness of
the zone characterized by the maximum value of
bending moment. An increase of Fmax equal to
11.26% and 26.78% for FCT I and FCT II,
respectively, was observed compared to Fmax
obtained for FMT. Despite of the strength
increase, a reduction of the ultimate displacement
can be observed for FCT I (-17.34% compared to
the monotonic test). In FCT II, an asymmetry of
the hysteretic behaviour can be noticed: the
ultimate negative displacement is equal to 11.39 Figure 14. Comparison between M- Behaviour between
mm, corresponding to a decrease of 23.72% FCT 1 and FCT II.
compared to the monotonic test result, while the
ultimate negative force is equal to 9.39 kN, which
is almost the same value obtained by the
monotonic test (+0.4%). A variation of the shape
of the hysteresis loops can be also observed with
respect to curves drawn for FtJ; in particular a
more remarkable pinching is obtained, related
both to the presence of grease and to the higher
length of the superposition zone, which leads to
an increase of the displacements due to plastic
strain.

Figure 15. Failure in FCT 1, 2, 3.

Figure 12. Comparison between FCT I and FMT.

Figure 13. Comparison between FCT II and FMT.

Figure 16. Failure in FCT I and II

SG03-465
In all the tests performed, pipe threads failure
was obtained in correspondence to the pipe-joint
interface, as reported in Figure 15 and 16. This
zone is characterized by the maximum value of
bending moment and the weakest cross section of
the pipe due to the presence of the threads. The
failure of the pipe threads corresponds to the total
loss of pressure; thus, operational limit state can
be defined in function of the mechanical failure.
The difference between the cyclic tests results
of MwJ and FtJ can be appreciated observing
Figure 17. Beside the lower response in terms of Figure 18. Comparison between F-d behaviour between
strength and stiffness due to the dimensions of the MCT 2 and MMT.
pipe and the mechanical properties of the
In MCT 2 similar results were obtained: the
material, it can be noticed that the configuration
of the connection highly influences the shape of value of the force corresponding to the collapse
was 1.57 kN, while the referred displacement was
the hysteretic curves. In fact, pinching effect is
81.71mm, corresponding to an increase of 2.49%
not observed in MwJ, where the failure occurred
for the application of the cyclic loading. This and 3.54% compared to the values obtained from
MMT.
feature is justified observing the superposition of
the monotonic and the cyclic response shown in
Figure 17 and 18.

Figure 19. Comparison between F-d Behaviour between


MCT 1, MCT 2 and MMT.

Figure 17. Comparison between F-d Behaviour between Comparing the result obtained from cyclic
MCT 1 and MMT. tests it can be noticed in Figure 19, a discrete
Isotropic hardening behaviour is obtained for reduction of the maximum strength (-11.50%) in
MwJ, while after the achievement of the MCT 2, which is justified by the effect of the
maximum cyclic strength, a degradation of the local buckling on the cyclic response of the
resistance can be noticed due to the local specimens.
buckling that occurred in correspondence of the
jointed connection (Figure 20-21).
The maximum strength obtained is 2.42 kN
and 2.14 kN for MCT 1 and MCT 2, respectively,
corresponding to an increase of 57.59% and
39.46%, compared to the maximum strength
obtained from MMT.
Referring to the failure damage state, for both
specimens, the ultimate strength and
displacement resulted very close to Fmax and dmax
obtained for MMT.
In MCT 1, the failure occurred at a
displacement equal to 78.8 mm (-0.18%
compared to dmax), while the value of the force
was equal to 1.44 kN (+5.81% compared to Fmax).

SG03-466
3 CONCLUSIONS
The experimental study reported in the present
paper aimed to evaluate the seismic behaviour of
two different typology of piping systems, by the
analysis of single elements usually subjected to
failure during seismic events. High differences
were obtained between the typologies analysed,
depending on the different mechanical properties
of the material as well as the dimensions of the
pipe. First of all the behaviour obtained is strictly
related to the type of connection (welded or
threaded), which lead to a failure due to local
buckling in the case of welded connections and to
the failure of the pipe threads in the case of
threaded ones.
The tightening in threaded connections was
found to be a main parameter which influences
Figure 20. Failure of MwJ in MCT 1. both strength and deformation capacity of the
As reported in Figure 20 and 21, the elements; while the high difference between
deformations of the joint due to local buckling are monotonic and cyclic tests carried on welded
different between MCT 1 and MCT 2, thus, the joints evidenced the need to consider the effect of
maximum strength developed during the cyclic the cyclic loading on the nonlinear response.
analysis is supposed to vary depending on the The importance of the systems analysed with a
effects of the buckling on the distortion of the view to life safety suggests that the accurate
geometry of the joint. evaluation of their seismic performance is needed
particularly in existing strategical buildings, thus,
results obtained from the experimental studies
carried out can be adopted to identify the
parameters to be considered for the development
of numerical and analytical models for the global
analysis of piping systems layouts, in order to
obtain an accurate simulation of the nonlinear
behaviour of the connections.

ACKNOWLEDGEMENTS
This work was conducted within the project –
RS4 “Osservatorio sismico delle strutture &
monitoraggio”, supported by research funding
DPC-RELUIS 2014-2018.
Authors are thankful to Sea Costruzioni s.r.l.
(NA, Italy), Arvedi Tubi Acciaio s.p.a. (CR,
Figure 21. Failure of MwJ in MCT 2.
Italy) and Pezzuto Osvaldo & C s.r.l. (LE, Italy),
for providing the specimens tested and showing
Despite this, it must be reminded that the their interest on the research activity conducted.
failure of the specimens has been obtained for
similar values of force and displacement in MCT
1 and MCT 2, making possible to identify the REFERENCES
typical behaviour characterizing the connection ASCE/SEI 7-10, 2010. Minimum Design Loads for
analysed. Buildings and Other Structures, American Society of
Civil Engineers.
FEMA 412, 2002. Seismic Restraints for Mechanical
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FEMA 461, 2007. Interim Testing Protocols for
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of Structural and Nonstructural Components, Federal
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SG03-467
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for Earthquake Resistance - Part 1: General Rules,
Seismic Actions and Rules for Buildings, European
Standard.

SG03-468
ANIDIS 2017
PISTOIA

The museum complex in a high seismic area: structural analysis and


vulnerability assessment of artistic assets. The case study of “S. Maria delle
Monache (Isernia)”
Luisa Bertoa, Claudio Mazzottib ,Valentina Rinaldinic, Irene Roccaa, Anna Saettaa,Marco Savoiab
a
Dipartimento Architettura Costruzione Conservazione, Università IUAV di Venezia. Dorsoduro 2206. 30123 Venezia
b
Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali, Università di Bologna. Viale Risorgimento 2,
40136, Bologna
c
CIRI Edilizia e Costruzioni, Università di Bologna, via del Lazzaretto 15/5, 40131 Bologna

Keywords: seismic vulnerability, museum buildings, artistic assets, cultural heritage

ABSTRACT
This paper presents a methodology to evaluate the seismic vulnerability of historical museum complex located in
high seismic risk areas. Besides the structural verifications of the building, which must be performed according to
D.P.C.M.2011 principles, attention should be paid also on the evaluation of seismic risk of the artistic assets
located inside the building. For this purpose, the case study of historical complex of S. Maria delle Monache
(Isernia) is illustrated. General principles governing the seismic vulnerability assessment of cultural heritage
buildings are presented, and some criteria for assessing the conditions of rocking and overturning of artistic objects,
such as busts and statues, are compared. Finally, the main results regarding the case study are discussed, from the
in-depth analysis of the building through the “knowledge path” fulfillment, to the safety assessment of the
structure. Then, some vulnerability analyses of the artistic assets are carried out, by means of "stability charts"
obtained for the different floors where the objects are on display.

SG03-469
I complessi museali in siti ad elevato rischio sismico: verifica strutturale e
valutazione di vulnerabilità dei beni contenuti. Il caso di Santa Maria delle
Monache (Isernia)
Luisa Bertoa, Claudio Mazzottib ,Valentina Rinaldinic, Irene Roccaa, Anna Saettaa,Marco Savoiab
a
Dipartimento Architettura Costruzione Conservazione, Università IUAV di Venezia. Dorsoduro 2206. 30123 Venezia
b
Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali, Università di Bologna. Viale Risorgimento 2, 40136,
Bologna
c
CIRI Edilizia e Costruzioni, Università di Bologna, via del Lazzaretto 15/5, 40131 Bologna

Keywords: vulnerabilità sismica, complessi museali, beni mobili, patrimonio culturale

ABSTRACT
In questo lavoro viene illustrata una metodologia di studio ed analisi per la valutazione di vulnerabilità di complessi
museali di interesse storico-artistico situati in zone ad elevata pericolosità sismica. In tale ambito, oltre alle verifiche
da eseguire sull’immobile secondo i principi del D.P.C.M.2011, si pone il problema di valutare la propensione al
rischio del patrimonio di opere mobili in esso contenuto. A tale scopo viene presentato il caso del Complesso
Monumentale di S. Maria delle Monache (Isernia). Si riportano i principi generali che governano le valutazioni di
vulnerabilità sismica dei beni vincolati, con riferimento ad edifici complessi quali spesso sono gli edifici storici
destinati a museo, e si presentano alcuni criteri per eseguire le verifiche, rispetto ai fenomeni di ribaltamento e
oscillazione, dei beni mobili contenuti, con particolare riferimento a busti e statue. Una volta presentata la
metodologia generale, si riportano i principali risultati relativi al caso studio per il quale, dopo una approfondita fase
di conoscenza dell’edificio, si sono eseguite le verifiche di sicurezza della struttura ed alcune valutazioni di
vulnerabilità dei beni contenuti, mediante la costruzione di “carte di stabilità” relative ai diversi piani in cui le opere
sono esposte.

1 INTRODUZIONE muraria, rapporti costruttivi tra le parti, quadro


fessurativo, etc. al fine di scegliere
L’analisi di vulnerabilità sismica di complessi
consapevolmente i meccanismi più probabili.
museali di interesse storico siti nel territorio
Nell’ambito delle valutazioni di vulnerabilità
nazionale è stata oggetto di numerose convenzioni
sismica di complessi museali, oltre alle verifiche
stipulate tra le università italiane ed il MIBACT
da svolgere sull’immobile, è necessario analizzare
nell’ambito del progetto ARCUS. Tali attività
anche la risposta all’azione sismica del patrimonio
hanno richiesto, in generale, l’applicazione di una
di opere mobili in esso contenuto. Tali analisi
metodologia di studio che fa riferimento ai principi
devono necessariamente tenere conto della
esposti nel D.P.C.M. 2011 (“Linee guida per la
localizzazione specifica delle opere stesse, al fine
valutazione e riduzione del rischio sismico del
di valutare l’amplificazione dell’azione in
patrimonio culturale con riferimento alle nuove
funzione delle caratteristiche dell’edificio.
Norme tecniche per le costruzioni”), e che include
In generale, si può osservare come gli oggetti
una fase preliminare di acquisizione della
d’arte (definibili come una particolare categoria di
conoscenza dell’edificio. Il suo livello di
“elemento secondario”) siano caratterizzati da
approfondimento dipende dall’accuratezza delle
masse piccole in confronto alla massa totale
operazioni di rilievo, delle ricerche storiche, e
dell’edificio. In tale ambito, per la valutazione
delle indagini sperimentali. Successivamente, la
della risposta sismica dell’oggetto, è possibile
verifica di sicurezza richiede analisi del complesso
adottare l’approccio a cascata, per il quale i sistemi
museale sia a livello globale (eseguite con metodi
primario e secondario sono disaccoppiati e
speditivi – LV1, ovvero con metodi accurati –
analizzati individualmente, trascurando l’effetto
LV3) sia a livello locale, per la valutazione dei
del secondario sul primario. Il più utilizzato tra gli
meccanismi locali di collasso – LV2. Per questa
approcci a cascata, ed adottato anche in questo
seconda tipologia di analisi, è necessaria la
lavoro, è il metodo degli “spettri di risposta di
conoscenza dell’edificio in termini di qualità

SG03-470
piano”, che fornisce i valori di accelerazione, presenti due corti interne di dimensione
velocità e spostamento spettrali alle diverse quote rispettivamente 10,60 x 10,40 m2 e 8,00 x 10,30
di interesse in funzione di parametri significativi m2. La torre campanaria di lati circa 5.50 m, si
dell’edificio, del componente non strutturale e sviluppa su quattro livelli di circa 30 m2 di
dello spettro al suolo. superficie media e ha un’altezza di 23.40 m.
Da sottolineare come, per i beni mobili, non L’ex convento presenta una pianta ad “L”, con
esistano allo stato attuale indicazioni normative lati lungo corso Marcelli (lato ovest, corpo “B”) e
specifiche, ma soltanto alcuni studi che hanno via S. Maria Assunta (lato nord, corpo “A”),
proposto una classificazione dei beni ed una adiacente alla ex Chiesa, Figura 2. All’intersezione
sistematizzazione dei metodi di analisi utilizzabili delle due ali del fabbricato, spicca la torre
per tali oggetti, riprendendo i principi generali del campanaria. Le lunghezze massime di tali lati sono
D.P.C.M. 2011, adattati ai casi di opere d’arte, rispettivamente pari a circa 75 m e 50 m. L’edificio
(e.g. Lagomarsino e Cattari 2015, Berto et al.
dell’ex convento si sviluppa su circa 6175 m2 di
2012).
In molti casi, il patrimonio di opere mobili è superficie coperta, distribuiti su tre livelli fuori
costituito da oggetti schematizzabili come corpi terra ed un livello seminterrato per la porzione
rigidi, semplicemente appoggiati su superfici nord adiacente alla chiesa, e su due livelli più un
rigide, soggetti quindi al rischio di scivolamento, seminterrato per la porzione ovest. Per quanto
oscillazione e ribaltamento. Rientrano in questa riguarda la destinazione funzionale dei locali
categoria le grandi statue, i busti, le teche, etc. dell’ex convento, il piano terra ospita due sale
In questo lavoro viene analizzato il Complesso espositive, una nel corpo “B”, dal nome “la
Monumentale di S. Maria delle Monache, sito in Quadrella” ed una nel corpo “A” dal nome
Isernia (Figura 1), zona caratterizzata da un “Antiquarium”. Inoltre un’ulteriore sala
elevato rischio sismico. Dopo una prima espositiva, denominata “del Paleolitico”, si trova
approfondita fase di conoscenza dell’edificio, al piano primo nel corpo “B”.
conseguita mediante raccolta di documentazione Nonostante il complesso sia stato costruito in
storica e numerosi sopralluoghi, vengono epoche differenti e abbia subito diversi interventi
presentate le verifiche di sicurezza della struttura di ricostruzione/ristrutturazione nel tempo, la
ed alcune valutazioni di vulnerabilità dei beni tipologia strutturale risulta simile in tutte le parti
contenuti, mediante la costruzione di “carte di
del complesso e costituita da pareti portanti in
stabilità” relative ai diversi piani in cui le opere
muratura di pietra, per lo più grezza e/o
sono esposte.
semilavorata con tessitura disordinata, disposte
nelle due direzioni principali. Per quanto riguarda
gli orizzontamenti, si hanno differenti tipologie a
seconda della zona dell’edificio (solai a volta, solai
in legno, solai in struttura mista, etc.).
E
CORPO “A”
MODELLO "A"
N S
PIANTA PIANO TERRA

O
via S. Maria Assunta

Figura 1. Complesso di S. Maria delle Monache (foto del


1972).

2 IL COMPLESSO MONUMENTALE DI S.
MARIA DELLE MONACHE
Corso Marcelli MODELLO“B”
CORPO "B"

2.1 Descrizione del complesso Figura 2. Identificazione dei corpi “A” e “B”

Il Complesso Monumentale di S. Maria delle Come riportato nell’introduzione, l’analisi di


Monache è costituito da 3 corpi di fabbrica: la ex vulnerabilità sismica dell’edificio è stata eseguita
Chiesa di S. Maria, la torre campanaria longobarda nel rispetto del D.P.C.M. 2011, analogamente a
e il corpo dell’ex convento benedettino. Sono quanto fatto in (Tilocca et al. 2015). Lo studio sul

SG03-471
complesso ha previsto, in primo luogo, una fase
conoscitiva finalizzata a riconoscere la storia, la
morfologia, le caratteristiche strutturali
dell’edificio e le caratteristiche dei beni mobili in
esso contenuti, alla quale è seguita la fase di analisi
di vulnerabilità sismica del sistema e del suo
contenuto. Per quanto riguarda la struttura, tale
studio risulta essere concettualmente analogo a
quello previsto per costruzioni non tutelate ma è
stato opportunamente adattato alle esigenze e alle
peculiarità degli immobili sottoposti a tutela.

2.2 Il percorso della conoscenza


Il percorso della conoscenza del complesso ha
comportato le seguenti attività:
a) analisi storico-critica, che ha consentito la
realizzazione di elaborati come quelli riportati Figura 5. Esempio di scheda di analisi di tipologia muraria.
Muratura in pietra squadrata irregolare e disordinata.
in Figura 3 ed in Figura 4 in cui sono
evidenziate le porzioni dei corpi di fabbrica
realizzati in epoche successive; d) rilievo del quadro fessurativo, attraverso
un’estesa campagna fotografica e la
III SECOLO-Mura Romane VIII SECOLO-Fase I Monastero XIII SECOLO-Fase II Monastero
VI SECOLO-Chiesa X SECOLO-Torre Longobarda XVII SECOLO-Fase III Monastero
XIX SECOLO-Sopraelevazione (1868)
corrispondente localizzazione in pianta ed in
XX SECOLO-Int. di restauro (1972)
elevato del quadro fessurativo (e.g. Figura 6);
Ex Chiesa
e) conoscenza del sottosuolo e delle strutture di
m"

S. Maria
fondazione.
ntiquariu

Corte
interna
sitiva "A
Sala espo

Area scavi
Corte archeologici
interna

Torre Terrazzo
Longobarda

Y
Sala espositiva "Quadrella"
X

Figura 3. Pianta Piano Terra: fasi costruttive del complesso


monumentale. Figura 6. Esempio di fessure lievi (0.4-0.8 mm) e la
corrispondente localizzazione in pianta.
Per quanto riguarda il patrimonio mobile
contenuto nei locali dell’ex convento, in Figura 3
è indicata la localizzazione della sala espositiva
“Quadrella”, mentre in Figura 7 alcune opere
mobili in essa contenute.

Figura 4. Prospetto nord: fasi costruttive del complesso


monumentale.
b) il rilievo geometrico;
c) il rilievo materico, che ha consentito il
riconoscimento di differenti tipologie murarie
e la redazione di specifiche schede
identificative (Figura 5);
Figura 7. Alcune opere contenute nella sala “Quadrella”.

SG03-472
2.3 Livelli di conoscenza e fattore di confidenza Tabella 1. Parametri dello spettro orizzontale in
accelerazione allo Stato Limite SLV
In accordo a quanto riportato nel capitolo 4 del
D.P.C.M.2011, per gli edifici di interesse storico è Parametri SLV Parametri SLV
necessario stabilire il livello di conoscenza della ag 0.308 Ss 1.108
struttura (rilievo geometrico e del quadro F0 2.368 Cc 1.340
fessurativo, ricostruzione della storia costruttiva Tc 0.373 ST 1.400
dell’edificio), dei materiali che la costituiscono,
del terreno e delle fondazioni. In base al livello di
conoscenza ottenuto mediante le indagini descritte 3 VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA
al paragrafo precedente (e.g. il percorso di STRUTTURALE DELL’EDIFICIO
conoscenza), si definiscono i fattori di confidenza L’analisi di vulnerabilità sismica è stata
FC, che possono assumere un valore compreso tra condotta, con riferimento allo stato limite SLV ed
1 (massimo livello di conoscenza) ed 1.35. I fattori SLD, considerando valutazioni successive a livelli
di confidenza hanno un diverso utilizzo a seconda
crescenti di complessità:
del tipo di analisi che si esegue: nel caso di
- LV1: valutazione dell’azione sismica
modello che tiene conto della deformabilità dei
mediante metodi semplificati;
materiali tali fattori vanno a ridurre i valori di
- LV2: valutazioni su singoli macroelementi
resistenza dei materiali individuati da prove o
murari, con riferimento a modelli di
dedotti dalle Tabelle normative. Nel caso di
meccanismi di collasso locali;
modelli basati sul comportamento a corpo rigido, i
- LV3: valutazioni complessive della risposta
fattori di confidenza si applicano direttamente ai
sismica del manufatto, mediante l’utilizzo di
valori di capacità che si ottengono dall’analisi dei
modelli strutturali globali.
meccanismi locali.
Poiché per il complesso oggetto di studio sono
3.1 Valutazione con modelli semplificati (LV1)
a disposizione il rilievo geometrico completo con
restituzione grafica dei quadri fessurativi, la La verifica semplificata di livello LV1 è stata
ricostruzione parziale delle fasi costruttive e un effettuata, in accordo con ARCUS, mediante
numero limitato di indagini, sulla base di quanto l’ausilio del programma SIVARS, predisposto dal
previsto dalla Direttiva si è valutato un fattore di Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del
confidenza pari a 1.18. Turismo, che prevede una procedura di calcolo
Con riferimento ai fattori di confidenza da diversificata a seconda della tipologia costruttiva
utilizzare per i beni mobili, ad oggi vi sono considerata.
esclusivamente alcune proposte in ambito di Nel caso in esame, si è considerata la tipologia
ricerca. In questo studio si sono adottati valori costruttiva “palazzi ville ed altre strutture con
variabili tra 1 e 1.35, assunti in prima pareti di spina ed orizzontamenti intermedi”, ossia
approssimazione uguali ai limiti utilizzati per gli costruzioni con sviluppo planimetrico anche
edifici. complesso, costituite da un sistema di pareti
portanti perimetrali ed interne, disposte secondo
2.4 Azione Sismica differenti direzioni e da un sistema di
La valutazione dei parametri caratterizzanti orizzontamenti intermedi, solitamente
l’azione sismica è stata eseguita in accordo alla caratterizzati da qualità dei materiali, cura
normativa italiana (NTC2008) considerando una costruttiva e regolarità dell’impianto strutturale.
vita nominale dell’edificio pari a 50 anni, con un Attraverso un iter metodologico articolato il
coefficiente d’uso cu=1,5, cui corrisponde un programma consente di organizzare le
periodo di riferimento VR = 75 anni ed un periodo informazioni conoscitive e tutti i dati necessari
di ritorno che, per lo stato limite SLV, risulta pari all’implementazione delle verifiche, allo scopo di
a 712 anni. Sulla base delle indagini effettuate, il ottenere la valutazione della sicurezza sismica del
suolo è stato classificato come suolo di tipo B, bene nei confronti di una verifica a taglio alla base
categoria topografica T4. eseguita con una formulazione approssimata e
I parametri dello spettro di risposta elastico assumendo come meccanismo di collasso il taglio
orizzontale per lo Stato limite SLV sono riportati per fessurazione diagonale.
in Tabella 1 ed il corrispondente valore della PGA L’indice di sicurezza così calcolato consente di
risulta quindi pari a (S‧ag) = 0.478g. inserire l’edificio in una graduatoria di
vulnerabilità, utile per evidenziare la necessità di
ulteriori indagini di approfondimento e per la
programmazione di interventi per la mitigazione

SG03-473
del rischio. Nel caso in esame, è stato ottenuto un Tabella 2. Indici di sicurezza sismica LV2.
indice di sicurezza nei confronti dello SLV, αPGA = PGAC/PGAD
espresso come rapporto tra PGA dell’azione che Ribaltamento Fless. verticale
induce il raggiungimento dello stato limite X 0.305 0.758
(capacità-PGAC) e la corrispondente azione Y 0.260 0.735
caratteristica del sito (domanda-PGAD) sempre in
termini di PGA, pari a 0.228.

3.2 Valutazione dei meccanismi locali di


collasso (LV2)
La valutazione della vulnerabilità sismica con
riferimento ai meccanismi locali è stata eseguita
utilizzando metodi basati sull’analisi limite
dell’equilibrio, ed in particolare l’analisi
cinematica lineare, in accordo a quanto indicato
dalla Circolare 2009. Figura 9. Cinematismo di ribaltamento semplice più gravoso.
La scelta dei meccanismi locali da analizzare è
stata effettuata valutando la qualità delle 3.3 Valutazione mediante modelli strutturali
connessioni tra le pareti murarie, la presenza di globali (LV3)
cordoli, tiranti o ringrossi murari e in base al
quadro fessurativo rilevato. Individuate le criticità Al fine di ottenere una valutazione della
dell’edificio, si è stabilito lo schema di calcolo di vulnerabilità sismica più accurata del fabbricato
riferimento, attraverso la descrizione della nello stato attuale, è stata effettuata l’analisi del
geometria dei macroelementi che costituiscono la manufatto mediante diversi modelli strutturali
catena cinematica, le condizioni di vincolo e le globali. L’attitudine del modello numerico a
forze agenti. Si sono studiati prevalentemente due rappresentare correttamente il sistema strutturale
tipi di meccanismi locali di collasso: reale, dipende molto anche dalla modellazione
- ribaltamento semplice, con cerniera della rigidezza e resistenza dei solai e da come si
posizionata ai diversi livelli di piano; tiene conto dell'efficacia dei collegamenti tra gli
- flessione verticale di parete a uno o più piani, elementi strutturali. È stato quindi realizzato un
in funzione del grado di vincolo presente modello tridimensionale a telaio equivalente, vedi
all’altezza dei solai di interpiano. Figura 10, utilizzando il programma di calcolo
In Figura 8, si riassumono i risultati ottenuti per “Aedes.PCM 2014”.
ciascuna parete indagata del complesso Per cogliere gli aspetti più significativi emersi
monumentale (ex convento ed ex chiesa), mentre durante il percorso di conoscenza della struttura
in Tabella 2 si riportano gli indici di sicurezza muraria, nella fase di modellazione numerica si
sismica più bassi ottenuti per azioni agenti nelle sono introdotte alcune ipotesi, tra cui: (1) le fasce
due direzioni principali, relativi all’edificio dell’ex di piano sono state modellate come elementi
convento. In generale, i meccanismi di “deboli”, ovvero come bielle, in quanto prive di
ribaltamento semplice risultano, come ovvio, i più architravi e non dotate di armatura resistente a
gravosi. A titolo di esempio, in Figura 9 è riportato trazione; (2) gli elementi di orizzontamento sono
il cinematismo cui corrisponde il minimo valore stati modellati in base alle tipologie di solaio
dell’indice di sicurezza sismica. realmente presenti, come infinitamente rigidi o
deformabili; (3) alla base del modello, in
2.0
corrispondenza della quota del piano campagna,
1.8
sono state inserite condizioni di vincolo ad
Indicatori di Rischio Sismico in termini di PGA

1.6

1.4
incastro, trascurando le strutture sottostanti
1.2 risalenti all’epoca romana, così ottenendo una
1.0 stima a favore di sicurezza delle azioni sismiche
0.8
che interessano l’edificio; (4) la copertura a falde,
0.6

0.4
comprensiva di manto di copertura e struttura
0.2
portante, è stata modellata come elemento “solaio
0.0 piano” con funzione di ripartitore di carico con la
RIBALTAMENTO SEMPLICE FLESSIONE DI PARETE
sua effettiva rigidezza, trascurandone la spinta
Figura 8. Indici di sicurezza sismica per i cinematismi orizzontale in quanto opportunamente eliminata da
analizzati. appositi elementi.

SG03-474
Tabella 3. Modi di vibrare principali per i tre modelli
analizzati.
Periodo Massa X Massa Y
Dir.
(sec) (%) (%)
T 0.215 40.1 37.3
Modello G
T 0.204 40.1 38.9
X 0.252 54.8 0.1
Y 0.205 9.5 31.6
Modello A
Y 0.187 10.9 26.5
Y 0.153 0.8 13.1
Y 0.298 0.2 42.0
Figura 10. Modello strutturale a "telaio equivalente". Y 0.194 8.1 18.3
Modello B
X 0.178 73.4 1.3
Poiché il fabbricato in esame presenta una Y 0.150 0.0 15.0
conformazione geometrica piuttosto complessa ed
irregolare (pianta con sviluppo ad L ed una torre Con riferimento all’analisi dinamica lineare, in
campanaria di altezza maggiore rispetto al resto Tabella 4 si riportano gli indici di sicurezza
del fabbricato), sono state analizzate diverse sismica in termini di accelerazione ottenuti per i tre
articolazioni geometriche del modello numerico al modelli. Come atteso, avendo assunto come limite
fine di valutare se configurazioni semplificate il raggiungimento della crisi per il primo elemento,
potessero comunque consentire di cogliere gli stati senza tener conto di alcuna redistribuzione, si
fondamentali di sollecitazione degli elementi ottengono valori degli indici estremamente bassi.
strutturali. In particolare, oltre al modello globale, Sempre con riferimento all’analisi dinamica
si sono analizzati, con modelli distinti, le due lineare in Tabella 5, si riportano le tipologie di crisi
porzioni denominate corpo “A” e corpo “B” per presso-flessione (P) e taglio per fessurazione
(Figura 2), più regolari in pianta. Il confronto tra i diagonale (T) e le percentuali degli elementi non
risultati ottenuti con il modello globale ed i verificati suddivisi in classi in base al valore del
modelli dei due corpi singoli consente, tra l’altro, coefficiente di sicurezza delle verifiche stesse.
di valutare come si modifichi la risposta
dell’edificio all’azione sismica nei casi limite di Tabella 4. Indici di sicurezza sismica da analisi LV3.
buon ammorsamento dei paramenti murari in
corrispondenza dell’intersezione tra le due ali e il An. Dinamica Analisi
Lineare Push-over
caso di disconnessione completa tra essi. Si è
Modello G 0.107 0.229
esclusa dall’analisi globale LV3 la Chiesa di S.
Maria in quanto tale porzione risulta composta da Modello A 0.048 0.084
pareti e colonne in muratura con comportamento Modello B 0.038 0.176
disgiunto dal resto del fabbricato. Per tali
motivazioni, si sono ritenute più significative le Tabella 5. Analisi dinamica lineare - Percentuale elementi
sole verifiche di livello LV2 per l’ex-chiesa. verificati e non verificati.
Sui modelli sono state quindi eseguite analisi
Coefficiente di sicurezza
dinamiche modali con spettro di risposta ed analisi 0-0.25 0.25-0.5 0.5-0.75 0.75-1 ≥1
non-lineari push-over. In Tabella 3, si riportano P 13.1 40.8 23.6 9.2 13.2
per i tre modelli studiati (G=modello globale, G
T 21.1 31.1 11.5 14.3 21.9
A=modello A, B= modello B) i dati relativi ai P 23.2 27.2 15.4 5.6 28.5
A
primi modi di vibrare più significativi. In T 12.8 17.8 11.0 8.1 50.3
particolare, per ogni modo caratterizzato da massa P 36.7 15.1 14.8 6.8 26.6
B
partecipante maggiore del 10% si riporta la sua T 15.9 34.8 10.4 7.7 31.2
direzione prevalente (indicando con la lettera T un
moto di tipo torsionale), il periodo proprio e la Nella colonna di destra della Tabella 4 sono
massa attivata nelle due direzioni. Si osserva come invece riportati gli indici di sicurezza sismica
la massa partecipante dei modi principali risulti, in minimi ottenuti con l’analisi pushover eseguita
generale, inferiore al 55% (eccetto per il modo in con diverse distribuzioni di forze: proporzionali
X del corpo “B”) indicando la presenza di una alle forze statiche e proporzionali alle masse.
componente non trascurabile di rotazione Da sottolineare come tali distribuzioni
dell’edificio visibile anche dalle deformate forniscano risultati che non tengono conto del
modali. comportamento torsionale degli edifici che, in
questo caso, è prevalente per il modello globale
(vedi Tabella 3). Ne consegue che l’indice del

SG03-475
modello globale risulta maggiore di quelli ottenuti 4.1 Analisi cinematica lineare (KL) e non
con i due modelli singoli “A” e “B”, potendo lineare (KNL)
avvalersi della presenza di allineamenti murari in
entrambe le direzioni senza comunque risentire di Nel caso di analisi lineare, la verifica si svolge
effetti torsionali. Viceversa, i corpi singoli sono in termini di accelerazione e si basa sulla
condizionati dal comportamento lungo l’asse determinazione del valore di accelerazione di
debole, rispetto al quale presentano un numero attivazione 𝑎0∗ , corrispondente a:
limitato di allineamenti murari. Inoltre, si osserva 𝛼0 𝑔
𝑎0∗ = (1)
come l’indice di sicurezza del modello globale 𝑒 ∗ 𝐹𝐶
risulti paragonabile a quello ottenuto con l’analisi dove α0 è il moltiplicatore dei carichi che
LV1, che tiene conto della presenza di irregolarità corrisponde all’attivazione del moto (pari al
in pianta soltanto in modo approssimato. rapporto B/H), g è l’accelerazione di gravità, e* è
la frazione di massa partecipante al meccanismo di
collasso, assunta nel caso degli oggetti d’arte pari
4 CRITERI PER LA VALUTAZIONE DI a 1, e FC indica il fattore di Confidenza, assunto
VULNERABILITÀ DEI BENI MOBILI nei casi esaminati pari ai valori estremi: 1 e 1.35.
Con riferimento agli oggetti d’arte Questa capacità in termini di accelerazione viene
schematizzabili come corpi rigidi, per quanto confrontata con la domanda in accelerazione,
riguarda il fenomeno del ribaltamento, le opportunamente amplificata se l’oggetto si trova
valutazioni di vulnerabilità sismica possono essere ad un livello superiore dell’edificio. Nel caso di
eseguite con diverse metodologie, come illustrato stato limite SLV la verifica di sicurezza è
in Baggio et al. (2015). In questo lavoro si sono soddisfatta se:
considerati i metodi di analisi previsti dalla a livello terra 𝑎0∗ ≥ 𝑃𝐺𝐴⁄𝑞 (2)
normativa italiana (NTC 2008), che seguono
l’approccio dell’analisi cinematica lineare e non in quota 𝑎0∗ ≥ 𝑆𝑎𝑧 (𝑧)𝑔⁄𝑞 (3)
lineare, basati rispettivamente sull’accelerazione e Il fattore q, pari a 2, tiene convenzionalmente
sullo spostamento. I risultati in termini di curve di conto di una “riserva di resistenza” tra
stabilità sono stati poi confrontati con quelli l’attivazione del meccanismo e l’effettiva perdita
ottenuti con il metodo di Lam e Gad (2008) che, a di equilibrio dell’oggetto. Per la verifica in quota,
partire dagli studi di Doherty et al.(2002), assume secondo la formulazione proposta da NTC 2008 e
lo spostamento come misura di intensità (IM) per EC8, per gli elementi non strutturali assimilabili a
la valutazione del rischio di ribaltamento di corpi rigidi 𝑆𝑎𝑧 (𝑧) può essere valutata come:
elementi non strutturali. 𝑃𝐺𝐴 𝑃𝐺𝐴
Ulteriore condizione da verificare è quella 𝑆𝑎𝑧 (𝑧) = [3 ∙ (1 + 𝑧⁄𝐻𝑒𝑑 ) − 0.5] ≥ (4)
𝑔 𝑔
relativa all’innesco del moto di oscillazione (i.e.
“rocking”) che, come ben noto, corrisponde al dove:
raggiungimento di un valore di accelerazione pari - z è la quota dell'elemento non-strutturale
al rapporto B/H, dove B è la distanza minima tra la misurata dal livello delle fondazioni (i.e. per il
proiezione del baricentro del corpo e lo spigolo di caso esaminato pari alla quota dell’unica sala
base attorno a cui avviene l’oscillazione, e H è espositiva posta ai livelli superiori, “sala del
l’altezza del baricentro stesso. Paleolitico”, corpo “B”: z = 7.54 m;
Per quanto riguarda la valutazione dell’azione - 𝐻𝑒𝑑 è l’altezza dell’edificio misurata dalla
sismica al piano, le formulazioni dello spettro di fondazione (per il corpo “B”, 𝐻𝑒𝑑 =12.42 m).
risposta di piano adottate si riferiscono a quanto L’analisi non lineare KNL si svolge in termini
riportato nelle NTC 2008 e in Eurocodice 8 (EC8) di spostamento e consiste nel determinare il
in termini di accelerazione e alla formula-zione di moltiplicatore α, che viene valutato non solo sulla
Lagomarsino (2015) per lo spostamento. configurazione iniziale, ma anche su
In questa ricerca, si assume un coefficiente configurazioni variate della catena cinematica,
d’attrito tra blocco e superficie di appoggio tale da rappresentate tramite lo spostamento dk di un
evitare l’insorgere di un moto di scivolamento punto di controllo del sistema, fino al collasso.
prima dell’oscillazione. Da sottolineare come tale Questo si verifica in corrispondenza di uno
ipotesi risulti generalmente valida nei casi dei beni spostamento dk,0 per cui si ha l’annullamento del
museali. moltiplicatore α. La capacità dell’oggetto in
termini di spostamento è espressa come
spostamento ultimo du* = 0,4∙dk,0. La valutazione
della domanda in spostamento viene effettuata
attraverso la definizione del periodo secante Ts:

SG03-476
𝑇𝑠 = 2𝜋√𝑑𝑠∗ ⁄𝑎𝑠∗ (5) zona sismica. Si tratta di un metodo che, a partire
dagli studi di Doherty et al. (2002), assume lo
in cui 𝑑𝑠∗ = 0.4𝑑𝑢∗ e 𝑎𝑠∗ = 𝑎0∗ (1 − 𝑑𝑠∗ ⁄𝑑0∗ ) , con spostamento come IM per la valutazione del
𝑑0∗ lo spostamento spettrale equivalente (1 GDL) a rischio di ribaltamento.
dk,0. La verifica (SLV) consiste nel confronto tra La verifica di sicurezza è anche in questo caso
capacità e domanda in termini di spostamento: rappresentata dalle eq. (6) e (7), ma assumendo per
a livello terra 𝑑𝑢∗ ≥ 𝑆𝑑 (𝑇𝑠 ) (6) il periodo secante Ts l’espressione:
in quota 𝑑𝑢∗ ≥ 𝑆𝑑𝑧 (𝑇𝑠 , 𝑧), (7) 2𝐻
𝑇𝑠 = 2𝜋√ 3𝑔 (12)
dove Sd è lo spettro di risposta elastico in
spostamento a terra, mentre lo spettro in e la capacità in spostamento 𝑑𝑢∗ pari a metà dello
spostamento 𝑆𝑑𝑧 (𝑇𝑠 , 𝑧) alla quota z dell’edificio si spostamento limite a cui si verifica il ribaltamento
può calcolare secondo la formulazione di del corpo, dk,0. Ulteriori dettagli sono riportati in
Lagomarsino (2015): Lam e Gad (2008) e confronti con KNL in Baggio
et al. (2015).
𝑆𝑑𝑍 (𝑇, 𝑧) = 𝑚𝑎𝑥[𝑆𝑑 (𝑇); ∑𝑟𝑘=1 𝑆𝑑𝑍,𝑘 (𝑇, 𝑧)] (8)
essendo r il numero di modi considerati
dell’edificio, e SdZ,k(T,z), relativo al modo k, 5 VALUTAZIONI DI VULNERABILITÀ
calcolabile secondo la relazione: DEI BENI ARTISTICI
𝑆𝑑𝑍,𝑘 (𝑇, 𝑧) = Per una valutazione speditiva di vulnerabilità
2 dei beni mobili contenuti nel complesso si sono
𝑇
|𝛾𝑘 ѱ𝑘 | ( )
𝑇𝐾 costruite “carte di stabilità” ai diversi livelli
𝑆𝑑 (𝑇𝑘 ) 𝑠𝑒 𝑇 < 𝑇𝑘
interessati dagli spazi espositivi. Tali carte
2 0.05
√(1 − 𝑇𝑇 ) + (𝑇) permettono, una volta note le caratteristiche
𝐾 𝜂(𝜉)𝜂(𝜉𝑏 ) 𝑇𝑘 geometriche ed inerziali delle singole opere, di
𝑇 2 valutarne la sicurezza nei confronti di oscillazione
𝜂(𝜉)𝜂(𝜉𝑏 ) |𝛾𝑘 ѱ𝑘 | (𝑇 ) e ribaltamento per l’azione sismica di progetto. Le
𝐾
𝑆𝑑 (𝑇𝑘 ) 𝑠𝑒 𝑇𝑘 ≤ 𝑇 ≤ 1.9𝑇𝑘 “carte di stabilità” sono espresse in funzione delle
2
𝑇
√(1 −
𝑇𝐾
) + 0.05 (𝑇𝑇 ) sole grandezze B ed H, che individuano la
𝑘
posizione del baricentro rispetto all’impronta di
{ 3.8 𝜂(𝜉)𝜂(𝜉𝑏 )|𝛾𝑘 ѱ𝑘 |𝑆𝑑 (𝑇𝑘 ) 𝑠𝑒 𝑇 > 1.9𝑇𝑘 base dell’oggetto e che, in prima approssimazione,
(9) possono assumersi pari rispettivamente alla
dove Tk è il periodo del k-esimo modo semilarghezza e semialtezza del blocco
dell’edificio, ψk(z) è il valore della forma modale (assunzione esatta per corpi omogenei e
dell’edificio all’altezza z, γk il coefficiente di simmetrici). Tali carte rappresentano le curve
partecipazione modale, η(ξ) e η(ξb) i fattori di limite di rocking/ribaltamento ottenute con i criteri
smorzamento rispettivamente per oggetto e sopra esposti assumendo Capacità uguale a
struttura. Domanda.
Per una prima valutazione semplificata, che può Nel seguito si fa riferimento ai parametri
servire nei casi in cui non si possano eseguire sismici del sito e, come dettagliatamente descritto
modellazioni dell’edificio, ci si può riferire solo al in Baggio et al. (2015), al fatto che i criteri KNL e
primo modo, considerando il periodo T1 ottenuto Lam-Gad sono differenziati in base agli intervalli
dll’ espressione semplificata di EC8 𝑇1 = spettrali in cui cade il periodo Ts.
0.05(𝐻𝑒𝑑 )0.75 e assumendo: La carta di stabilità relativa al piano terra, è
𝛾1 = 3𝑛⁄(2𝑛 + 1) (10) riportata in Figura 11 per FC=1 ed in Figura 12 per
FC=1.35. In tali grafici, oltre alle curve limite di
con n numero di piani dell’edificio. ribaltamento, è rappresentata anche la condizione
Analogamente, per la forma modale si può in di rocking.
modo approssimato adottare la relazione: Dato che l’inizio dell’oscillazione costituisce
𝜓(𝑧) = (𝑧⁄𝐻𝑒𝑑 )𝜅 (11) condizione necessaria per l’instaurarsi del
ribaltamento, nonostante non sia esplicitamente
4.2 Criterio di Lam - Gad previsto dai metodi descritti nei paragrafi
precedenti, si sono limitate le curve di
A titolo di confronto, si è presa in esame ribaltamento con la retta di rocking tratteggiando
un’ulteriore metodologia di analisi proposta da la parte sinistra alla retta stessa in quanto priva di
Lam e Gad (2008) per la valutazione di senso fisico. Il punto blu riportato nei due grafici è
vulnerabilità dei componenti non strutturali in

SG03-477
rappresentativo della statua a sinistra di Figura 7, cautelativi già a partire da bassi valori di H,
posizionata a piano terra nella sala “Quadrella”. Si contrariamente a quanto accade a piano terra.
osserva come, variando il fattore di confidenza da Infine, come ulteriore approfondimento, si sono
1 a 1.35, la statua passi da una condizione di costruite le curve di stabilità considerando per la
oscillazione ad una di ribaltamento. determinazione degli spettri di piano i risultati
A favore di sicurezza, si è assunto come limite dell’analisi modale, con riferimento al modello
dell’area a rischio ribaltamento, campita in grigio relativo al solo corpo “B”, in cui è collocata la sala
in figura, l’inviluppo delle curve limite. La parte espositiva. In particolare, si riporta a titolo di
dell’area campita limitata dalla retta di rocking esempio in Figura 14, per la sola analisi non
corrisponde alla zona in cui il corpo ribalta non lineare KNL, il confronto tra le curve di stabilità
appena si innesca il moto di oscillazione. costruite utilizzando spettri di piano ottenuti con
Per la costruzione delle curve di stabilità diverse approssimazioni limitandosi, per maggior
relative ad oggetti posizionati al primo piano, si è chiarezza, alla parte del grafico relativa a valori di
valutato lo spettro in spostamento al piano con H <1m. In verde è riportata la curva ottenuta
diversi livelli di approssimazione. In prima fase si assumendo le relazioni semplificate per lo spettro
sono utilizzate le relazioni semplificate (10) e (11) di piano, in blu quella ottenuta considerando per T1
per la valutazione dei parametri modali, e il il periodo del primo modo significativo dell’analisi
periodo T1 da espressione semplificata di EC8 modale e per i coefficienti γ1 e ψ1(z) le relazioni
(T1=0.33s), ottenendo la carta di stabilità semplificate (10) e (11), in grigio la curva ottenuta
rappresentata in Figura 13 e come la zona di considerando per Tk, γk, e ψk(z) i valori ricavati
stabilità si riduca molto rispetto alla carta costruita dall’analisi modale considerando solo il primo
a livello terra (Figura 11). modo ed in nero la curva ottenuta considerando i
Per quanto riguarda la condizione di primi 4 modi di vibrare.
ribaltamento è da notare come, a parte un tratto Si può osservare come, in questo caso, l’utilizzo
iniziale caratterizzato da bassi valori di H e quindi delle relazioni semplificate porti ai risultati più
di Ts nel quale si ha un‘amplificazione dello cautelativi (curva limite di ribaltamento più alta).
spettro in spostamento, le curve relative a KNL e Considerare una valutazione più accurata
Lam Gad ricalchino le corrispondenti curve a terra. utilizzando i risultati dell’analisi modale modifica
Infatti lo spettro di piano in spostamento, a partire la curva limite riducendo, se pur non
da un certo valore del periodo, non si amplifica significativamente, gli effetti dell’amplificazione
rispetto a quello a terra e quindi si assume uguale con la quota. In particolare, in questo caso,
ad esso, in accordo all’eq. (8), che impone di utilizzare solo il primo modo porta a un risultato
scegliere il valore massimo tra spettro a terra e in meno cautelativo dell’utilizzare i primi 4 modi
quota. significativi dell’analisi modale.
Viceversa, per effetto dell’amplificazione
dell’azione sismica in termini di accelerazione,
l’analisi KL fornisce, al piano, i risultati più

oscillazione
stabilità oscillazione stabilità

ribaltamento ribaltamento

Figura 11. Carta di stabilità piano terra (FC=1). Il punto Figura 12. Carta di stabilità piano terra (FC=1.35). Il punto
rappresenta la statua a sinistra di Figura 7 rappresenta la statua a sinistra di Figura 7

SG03-478
oscillazione
stabilità

ribaltamento

Figura 13. Carta di stabilità piano primo (FC=1). Figura 14. Carta di stabilità piano primo (FC=1): metodo
Amplificazione con metodo semplificato KNL - confronto tra metodi di amplificazione
assimilabili a grandi statue come quelle poste a
6 CONCLUSIONI
piano terra, la situazione sia al limite tra
La complessità realizzativa, e la specificità oscillazione e ribaltamento, evidenziando l’utilità
funzionale dei complessi museali di interesse di collegare la statua al basamento.
storico, rende spesso la valutazione della loro Le carte di stabilità consentono anche di
vulnerabilità sismica particolarmente articolata. In ottenere indicazioni per le dimensioni minime di
particolare, per raggiungere un adeguato livello di eventuali basamenti cui attaccare le opere, ovvero
consapevolezza è necessario introdurre una per individuarne un miglior posizionamento al fine
valutazione multi-livello che al classico giudizio di aumentarne la sicurezza nei confronti dei
sul sistema strutturale affianchi anche un criterio fenomeni di oscillazione e ribaltamento.
di valutazione della sicurezza dei beni in esso
contenuti. In quest’ambito, nel presente lavoro si è 7 REFERENCES
descritta una procedura di valutazione integrata
AEDES. Manuale d'uso PCM Progettazione di Costruzioni
della vulnerabilità sismica del Complesso in muratura: revisione 19.01.2016
Monumentale di S. Maria delle Monache. Baggio S., Berto L., Rocca I., Saetta A., Vitaliani R. (2015),
Attraverso un approfondito processo di Rischio sismico per beni artistici mobili: confronto tra
conoscenza del sistema è stato possibile condurre differenti metodi di valutazione, XV convegno ANIDIS.
analisi di vulnerabilità dell’edificio a crescenti L’Aquila, Settembre, 13-17
Berto L, Favaretto T., Saetta A., Antonelli F., Lazzarini L.,
livelli di complessità. Come atteso, le analisi (2012). Assessment of seismic vulnerability of art
elastiche lineari hanno fornito risultati fortemente objects: the Galleria dei Prigioni sculptures at the
penalizzanti nei confronti di metodologie non Accademia Gallery in Florence, J. Cult.Her., 13(1):7-21
lineari, meglio in grado di riconoscere le capacità Circolare n. 617 del 02/02/09 “Istruzioni per l'applicazione
redistributive e le risorse in campo non lineare di delle NTC di cui al D.M. 14/01/2008”
edifici complessi in muratura. Al contempo, con D.P.C.M. 2011 “Linee Guida per la valutazione e riduzione
del rischio sismico del patrimonio culturale con
riferimento ai risultati ottenuti con i diversi riferimento alle NTC”, 9 febbraio 2011
modelli (globale, “A” e “B”), si osserva come Doherty K., Griffith M., Lam N.T.K, Wilson J.L. (2002),
l’analisi pushover con distribuzione di forze Displacement-based analysis for out-of-plane bending of
proporzionali alle masse e alle forze statiche, seismically loaded unreinforced masonry walls, Earth.
eseguita per il modello globale sia, in questo caso, Eng. and Struc. Dyn., 31(4): 833-850
Lagomarsino S. (2015), Seismic assessment of rocking
non a favore di sicurezza non essendo in grado di masonry structures, Bull. Earth. Eng. 13(1) 97-128
cogliere gli effetti torsionali, prevalenti per tale Lagomarsino S., Cattari S. (2015) Perpetuate guidelines for
modello. Viceversa. le analisi dei corpi singoli, per seismic performance-based assessment of cultural
altro rappresentativi del caso di scarso heritage masonry structures, Bull.Earth.Eng.13(1):13-47
ammorsamento, forniscono valori degli indici di Lam N.T.K., Gad E.F. (2008), Overturning of non structural
sicurezza maggiormente attendibili. components in low-moderate seismicity regions, Elec. J.
of Struc. Eng., 8:121-132.
L’analisi di vulnerabilità dei beni contenuti è NTC 2008: Norme Tecniche per le Costruzioni, D.M.
stata condotta attraverso la predisposizione di carte 14/1/2008, SO n.30 G.U. n.29 del 4/2/2008
di stabilità, in grado di fornire l’inviluppo delle Tilocca A., Ferracuti B., Mazzotti C., Bovo M. (2015)
condizioni di sicurezza dei beni mobili. Il Seismic vulnerability assessment of a historical masonry
confronto con alcune geometrie presenti building: Pandone Castle, IEEE – EESMS. 174-179
UNI ENV 1998-1:2005 EC8 Progettazione delle strutture per
all’interno del museo ha mostrato come, per beni la resistenza sismica Parte 1.

SG03-479
ANIDIS 2017
PISTOIA

Seismic demand and capacity assessment of suspended ceiling systems

Sara Brandolesea, Laura Fiorina, Roberto Scottaa


a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale, Via Marzolo 9, 35131 Padova.

Keywords: nonstructural system, suspended ceiling system, experimental and numerical studies, seismic analysis,
floor response spectra

ABSTRACT
Scientific and technological interest in seismic behavior of suspended ceiling systems has increased in recent years.
In fact, different suspended ceiling typologies have been designed to withstand seismic action. Several shake table
tests, defined qualifying tests or fragility tests, have been performed to analyze the behavior of these systems, i.e. to
assess the evolution of system’s damage state and its relationship with seismic demand.
This work is part of a research project which aims to define these parameters through an experimental campaign
using an innovative setup to perform monotonic and quasi-static cyclic tests of suspended ceilings in displacement
control according to FEMA461 protocol. Obtained experimental results have been processed and used to perform
linear time history analyses of multi-story buildings and to study the behaviour of suspended ceilings systems
installed at various levels. In particular, elastic floor spectra and capacity curves in an ADRS (Acceleration
Displacement Response Spectrum) domain have been defined. The obtained results are used to assess the seismic
demand in terms of acceleration and displacement of suspended ceilings compared to their capacities.

SG03-480
Valutazione della domanda e della capacità sismica di controsoffitti

Sara Brandolesea, Laura Fiorina, Roberto Scottaa


a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale, Via Marzolo 9, 35131 Padova.

Keywords: nonstructural system, suspended ceiling system, experimental and numerical studies, seismic analysis,
floor response spectra

ABSTRACT
Scientific and technological interest in seismic behavior of suspended ceiling systems has increased in recent years.
In fact, different suspended ceiling typologies have been designed to withstand seismic action. Several shake table
tests, defined qualifying tests or fragility tests, have been performed to analyze the behavior of these systems, i.e. to
assess the evolution of system’s damage state and its relationship with seismic demand.
This work is part of a research project which aims to define these parameters through an experimental campaign
using an innovative setup to perform monotonic and quasi-static cyclic tests of suspended ceilings in displacement
control according to FEMA461 protocol. Obtained experimental results have been processed and used to perform
linear time history analyses of multi-story buildings and to study the behaviour of suspended ceilings systems
installed at various levels. In particular, elastic floor spectra and capacity curves in an ADRS (Acceleration
Displacement Response Spectrum) domain have been defined. The obtained results are used to assess the seismic
demand in terms of acceleration and displacement of suspended ceilings compared to their capacities.

1 INTRODUZIONE non strutturali, in grado di sottoporre i campioni


di controsoffitto a prove cicliche quasi statiche in
Il crescente interesse scientifico per lo studio
controllo di spostamento. Attraverso la
del comportamento sismico di controsoffitti ha
realizzazione di diversi test sperimentali, che
determinato la realizzazione di numerose
nello specifico hanno visto l’esecuzione di prove
campagne sperimentali mondiali finalizzate alla
di spinta monotona e prove cicliche, è stato
valutazione della performance sismica globale di
indagato il comportamento di diverse tipologie di
tali elementi (Badillo-Almaraz et al. 2007;
controsoffitto antisismico attualmente disponibili
Dhakal et al. 2016; Gilani et al. 2010; Gilani et al.
in commercio.
2011; Gilani et al. 2012; Gilani et al. 2013; Gilani
Le conoscenze acquisite attraverso la
et al. 2015) e dei loro componenti (Soroushian et
sperimentazione sono state utilizzate in questo
al. 2015a; Soroushian et al. 2015b; Soroushian et
lavoro per definire una procedura di calcolo per i
al. 2016; Soroushian et al. 2016a; Soroushian et
controsoffitti orientata verso il “displacement-
al. 2016b). Contemporaneamente alle attività
based design”. Scostandosi dall’approccio in
sperimentali, sono stati inoltre condotti studi sui
resistenza previsto dalle NTC08, questo lavoro
controsoffitti con approccio numerico e sono stati
utilizza i risultati sperimentali per definire la
realizzati modelli di dettaglio per lo studio delle
domanda sismica in termini di spostamento ed
non linearità intrinseche di questi sistemi
accelerazione sui controsoffitti e confronta
(Echevarria et al. 2012; Yao 2000; Zaghi et al.
quest’ultima con la capacità sperimentale propria
2016).
di tali elementi in un dominio ADRS
Presso il Dipartimento ICEA dell’Università di
(Acceleration Displacement Response Spectrum).
Padova è stato sviluppato un progetto di ricerca
Cinque casi studio ovvero cinque edifici
che ha visto la realizzazione di un setup
campione caratterizzati da un diverso periodo di
sperimentale innovativo per lo studio di elementi

SG03-481
vibrazione sono analizzati per valutare la relativi ad un campione di controsoffitto a
domanda sismica al piano e definire dunque pannelli modulari, costituito da una griglia
l’azione filtrante che la struttura principale induce metallica realizzata con profili di sezione a T
sull’elemento non strutturale al suo interno. rovescio e pannelli di peso pari a 5 kg/mq.
Questo obiettivo è stato perseguito attraverso la Il campione è inoltre dotato di un sistema
realizzazione di analisi Time-History (TH) lineari antisismico comprensivo di due controventi
degli edifici e la conseguente definizione di tridimensionali realizzati con barre asolate in
spettri di piano elastici in spostamento ed in acciaio S235 opportunamente connesse al profilo
accelerazione. I risultati ottenuti dalle analisi sono principale a T ed al solaio in XLam e giunti
in seguito elaborati al fine di ottenere la domanda interni e perimetrali appartenenti alla linea
sismica in termini di forza di piano da confrontare antisimica dell’azienda produttrice (Figura 2). I
con i valori calcolati in accordo con la controventi tridimensionali non svolgono
formulazione in resistenza proposta dalla funzione portante per il controsoffitto e sono
normativa. adibiti unicamente all’assorbimento delle azioni
orizzontali.
La superficie complessiva del sistema testato
2 STUDI SPERIMENTALI risulta pari a 11.52 mq e la massa sismica
Il setup innovativo utilizzato nella corrispondente, per ogni sistema di controvento,
sperimentazione consta di una struttura a telaio risulta pari a 39 kg. L’altezza di plenum, ovvero
composta da quattro pilastri, opportunamente la distanza tra l’intradosso del solaio e
controventati, connessi a due profili di sezione ad l’estradosso dei pannelli, risulta pari a 1.15 m
L necessari per l’alloggiamento del pannello in (ulteriori dettagli sono forniti in un articolo
XLam che funge da solaio portante per il presentato nel medesimo convegno Anidis 2017
campione di controsoffitto. Quest’ultimo è da L. Fiorin et al.).
alloggiato all’interno di un telaio orizzontale,
connesso al solaio con barre filettate, rondelle e
contro-rondelle sferiche, anch’esso controventato
al fine di ottenere uno spostamento uniforme
dello stesso e garantirne il piano rigido. Il
campione di controsoffitto, la cui sospensione è
ottenuta con pendinatura a molla vincolata al
solaio in XLam, viene sottoposto a spostamenti
ciclici crescenti per mezzo di un martinetto a vite
trapezia connesso al telaio orizzontale e sostenuto
da due profili UPN (Figura 1).
Figura 2. Campione di controsoffitto antisismico disposto
all'interno del setup.

2.1 Risultati sperimentali


Durante la campagna sperimentale il campione
di controsoffitto è stato sottoposto ad una prova
ciclica quasi statica con cicli di ampiezza
crescente fino a rottura, in controllo di
spostamento.
La storia di carico è stata definita in accordo
con il protocollo delle linee guida FEMA461 per
gli elementi non strutturali. Gli spostamenti
assoluti e relativi sono stati monitorati attraverso
potenziometri a filo e a stelo opportunamente
posizionati sull’apparato di prova e sul campione.
La forza è stata registrata attraverso l’utilizzo di
Figura 1. Setup sperimentale per prove cicliche quasi una cella di carico ad S posta tra il martinetto ed
statiche.
il setup (Figura 2). In Figura 3 sono riportati i
Le analisi per la definizione della domanda valori di forza agente su ognuno dei controventi
sismica su controsoffitti sono state svolte in funzione dello spostamento applicato, al netto
utilizzando ed elaborando i dati sperimentali della resistenza intrinseca del setup.

SG03-482
e l’utilizzo dell’accelerazione di piano
600 dell’edificio come input sismico per la
400 valutazione della risposta sismica dell’elemento
al suo interno.
200
F orza [N]

La singola struttura, attraverso l’esecuzione di


0 analisi Time-History lineari, è stata dunque
-120-100 -80 -60 -40 -20 0 20 40 60 80 100 120 sottoposta a sette accelerogrammi spettro-
-200
compatibili con uno spettro elastico di progetto
-400 valutato per un edificio sito nel comune di
Amatrice (Rieti), le cui caratteristiche sono
-600
indicate in Tabella 2, in accordo con le
Spostamento [mm]
indicazioni previste dalla Circolare 2 febbraio
Figura 3. Grafico forza-spostamento prova ciclica sul 2009 «Istruzioni per l’applicazione delle “Nuove
campione di controsoffitto.
norme tecniche per le costruzioni” di cui al DM
14 gennaio 2008», Tabella C7.1.I.
3 SIMULAZIONI NUMERICHE: CASI Tabella 2. Parametri per la definizione dello spettro di
STUDIO progetto (SLD)
Stato Categoria di ag S
3.1 Modello numerico Comune
Limite sottosuolo [g] [-]
Per valutare la domanda sismica agente sul Amatrice SLD C 0.103 1.5
controsoffitto oggetto di studio, cinque telai La risposta sismica del controsoffitto è stata in
regolari, in acciaio, a sei piani, con diverso seguito indagata attraverso l’elaborazione dei dati
periodo di vibrazione, sono stati modellati con il ottenuti dalle analisi.
software OpenSees (McKenna et al., 2000). La
scelta del periodo di vibrazione è stata fatta in T1 T2 T3 T4 T5
0.40
modo da valutare gli effetti dell’azione filtrante 0.35
che la struttura principale induce sull’elemento 0.30
Accelerazione [g]

non strutturale, considerando un intervallo di 0.25


periodi tale da coprire cinque casistiche reali. In 0.20
Tabella 1 si riportano i valori utilizzati. 0.15
Tabella 1. Periodi di vibrazione edifici casi studio 0.10
0.05
Periodo Periodo Periodo
Caso 0.00
N. piani 1° modo 2° modo 3° modo
studio 0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.0
[s] [s] [s]
Periodo T [s]
Edificio 1 6 0.30 0.10 0.06
Figura 4. Spettro elastico di progetto (SLD - Amatrice).
Edificio 2 6 0.60 0.20 0.12
Edificio 3 6 0.90 0.31 0.19
Edificio 4 6 1.40 0.48 0.30
3.2 Spettri di piano
Edificio 5 6 2.00 0.70 0.44 I valori di accelerazione al piano ottenuti dalle
I telai piani hanno tutti altezza complessiva analisi sono stati elaborati con il software
pari a 22,2 m ed interpiano pari a 3.7 m e sono SeismoSignal (Seismosoft, 2002) al fine di
stati pensati a pilastri pendolari, con travi definire gli spettri di piano elastici in spostamento
infinitamente rigide di lunghezza 6 m e ed in accelerazione con smorzamento al 5% per
controventi verticali la cui rigidezza è stata ogni edificio. Questi ultimi sono definiti
cambiata per ottenere il periodo di oscillazione attraverso la determinazione dei picchi di risposta
desiderato. La massa intepiano risulta pari a di un oscillatore semplice con periodo di
28.2 t, mentre quella relativa all’ultimo piano pari vibrazione variabile e soggetto all’accelerazione
a 18.3 t. di piano.
In accordo con il principio su cui si fonda il 3.2.1 Spettri di piano in accelerazione
metodo a cascata, Floor Response Spectrum In Figura 5 sono riportati gli spettri di risposta
Method (Filiatrault et al., 2014), le analisi di piano (FRS) elastici in accelerazione risultanti
numeriche sono state condotte sul modello del dalla media degli spettri ottenuti sottoponendo
solo edificio, privo di controsoffitti. Tale metodo ogni edificio ai sette accelerogrammi spettro-
infatti prevede l’analisi disaccoppiata della compatibili definiti in precedenza.
struttura principale e dell’elemento non strutturale

SG03-483
I grafici relativi ad ogni edificio presentano il 6
medesimo andamento, caratterizzato da picchi di 5 TEdificio = 0.3
accelerazione spettrale in corrispondenza dei 4
periodi propri di vibrazione dell’edificio in 3

Sa[g]
esame. Figura 5 evidenzia come l’azione filtrante 2
dell’edificio provochi un’amplificazione della
1
accelerazione sismica al piano, crescente
0
all’aumentare di quest’ultimo. In particolare, in 0 0.2 T[s] 0.4 0.6 0.8
Figura 5b in corrispondenza al periodo FRS_1 FRS_2 FRS_3
fondamentale di vibrazione, 0.6s, il primo piano FRS_4 FRS_5 FRS_6
(a)
risulta interessato da un’accelerazione pari a
0.78g mentre il sesto piano da un valore pari a 5
4.1g, 5.3 volte maggiore. Al crescere del periodo 4 TEdificio = 0.6 s
fondamentale di vibrazione dell’edificio 3
diminuiscono i valori di accelerazione spettrale

Sa [g]
2
legati al primo modo ed aumentano quelli relativi
ai modi superiori: ad esempio in Figura 5a per 1
l’edificio con T=0.3 s le accelerazioni massime 0
relative all’ultimo piano per il primo e terzo 0 0.3 0.6 0.9 1.2 1.5
T[s]
periodo di vibrazione dell’edificio risultano FRS_1 FRS_2 FRS_3
rispettivamente pari a 5.3g e 1.74g, mentre in FRS_4 FRS_5 FRS_6
(b)
Figura 5e per l’edificio di periodo 2s gli stessi
valori risultano pari a 0.85g e 1.9g. 4
3.5
TEdificio = 0.9 s
3.2.2 Spettri di piano in spostamento 3
2.5
In Figura 6 sono rappresentati gli spettri di 2
Sa[g]

piano elastici medi in spostamento ottenuti 1.5


attraverso doppia integrazione delle equazioni del 1
0.5
moto dei sistemi ad un grado di libertà utilizzati 0
per la definizione degli spettri di piano in 0 0.3 0.6 0.9 1.2 1.5
T[s]
accelerazione. Anche tali spettri presentano un
FRS_1 FRS_2 FRS_3
andam ento caratterizzato da picchi di FRS_4 FRS_5 FRS_6 (c)
spostamento in corrispondenza dei periodi propri
di vibrazione dell’edificio. All’aumentare di 3
questi ultimi, aumenta la deformabilità 2.5 TEdfificio = 1.4
dell’edificio e dunque la domanda di 2
spostamento. Analogamente agli spettri di piano 1.5
Sa[g]

in accelerazione, l’amplificazione della domanda 1


di spostamento al piano aumenta all’aumentare 0.5
della quota a cui è posto l’elemento non 0
0 0.25 0.5 0.75 1 1.25 1.5 1.75 2
strutturale.
T[s]
3.2.3 Spettri di piano in dominio ADRS FRS_1 FRS_2 FRS_3
FRS_4 FRS_5 FRS_6 (d)
La rappresentazione in un unico grafico delle
coordinate spettrali in accelerazione ed in 2
spostamento definisce gli spettri di piano degli
1.5 TEdificio= 2 s
edifici in un dominio Acceleration Displacement
Response Spectrum (ADRS) (Figura 7). Questi 1
Sa[g]

ultimi, coerentemente con quanto osservato nei


grafici di Figura 5 e Figura 6, presentano dei 0.5
picchi in corrispondenza dei periodi propri di
vibrazione dell’edificio. 0
0 1 T[s] 2 3 4
La pendenza delle rette uscenti dall’origine di FRS_1 FRS_2 FRS_3
tali grafici indica il periodo di oscillazione del FRS_4 FRS_5 FRS_6
(e)
controsoffitto. Minore risulta la pendenza delle Figura 5. Spettri di piano elastici in accelerazione medi per
rette uscenti dall’origine, maggiore è il periodo di i 5 edifici casi di studio (smorzamento =5 %).
vibrazione individuato.

SG03-484
14 6.E+04
12 TEdificio = 0.3 s 5.E+04 T1
10 4.E+04 T2

Sa [mm/s²]
8 3.E+04
Sd[cm]

6 2.E+04
4 1.E+04 TEdificio = 0.3 s
2 0.E+00
0 0 20 40 60 80 100 120 140
0 0.2 T[s] 0.4 0.6 0.8 Sd[mm]
FRS_1 FRS_2 FRS_3 FRS_1 FRS_2 FRS_3
FRS_4 FRS_5 FRS_6 FRS_4 FRS_5 FRS_6
(a) (a)
40 5.E+04
T2 T1
TEdificio = 0.6 s 4.E+04
30
3.E+04

Sa [mm/s²]
20
Sd [cm]

2.E+04
10 1.E+04 TEdificio = 0.6 s
0 0.E+00
0 0.3 0.6 T[s] 0.9 1.2 1.5 0 50 100 150 200 250 300 350 400
Sd [mm]
FRS_1 FRS_2 FRS_3 FRS_1 FRS_2 FRS_3
FRS_4 FRS_5 FRS_6 FRS_4 FRS_5 FRS_6
(b) (b)
60 4.E+04
T2
50 TEdificio = 0.9 s 3.E+04
40 T1
Sa[mm/s²]

2.E+04
Sd[cm]

30
20 1.E+04
TEdificio = 0.9 s
10
0.E+00
0 0 100 200 300 400 500 600
0 0.3 0.6 T[s] 0.9 1.2 1.5 Sd [mm]
FRS_1 FRS_2 FRS_3 FRS_1 FRS_2 FRS_3
FRS_4 FRS_5 FRS_6 (c) FRS_4 FRS_5 FRS_6 (c)
70 3.E+04
60 T2 TEdfificio = 1.4 s
TEdfificio = 1.4 s
50 2.E+04
40
Sa[mm/s²]

30
Sd[cm]

20 1.E+04 T1
10
0 0.E+00
0 0.25 0.5 0.75 1 1.25 1.5 1.75 2 0 100 200 300 400 500 600 700
T[s] Sd[mm]
FRS_1 FRS_2 FRS_3 FRS_1 FRS_2 FRS_3
FRS_4 FRS_5 FRS_6 FRS_4 FRS_5 FRS_6
(d) (d)
100 2.0E+04

80 TEdificio= 2 s 1.5E+04 T2 TEdificio= 2 s


Sa[mm/s²]

60 1.0E+04 T1
Sd[cm]

40
5.0E+03
20
0.0E+00
0 0 100 200 300 400 500 600 700 800 900
0 1 T[s] 2 3 4 Sd[mm]
FRS_1 FRS_2 FRS_3 FRS_1 FRS_2 FRS_3
FRS_4 FRS_5 FRS_6 FRS_4 FRS_5 FRS_6
(e) (e)
Figura 6. Spettri di piano elastici in spostamento medi per i Figura 7. Spettri di piano elastici medi in dominio ADRS
5 edifici casi di studio (smorzamento =5 %) per i 5 edifici casi di studio (smorzamento =5 %)

SG03-485
3.3 Determinazione della domanda sismica in Pertanto essendo 1=1 e 1=1 le equazioni sopra
accelerazione ed in spostamento riportate si semplificano in:
Per la valutazione della domanda sismica in F
termini di accelerazione e spostamento spettrale, Sa  (5)
M
è stato tracciato, in accordo con la formulazione
analitica proposta da Foschi e Bonac (Foschi et Sd   (6)
al. 1977), l’inviluppo della curva sperimentale L’intersezione dello spettro di domanda (SD)
carico-spostamento risultante dalla prova ciclica con la tangente all’origine dello spettro di
di Figura 3. Quest’ultimo è stato poi capacità (SC) definisce lo spostamento e
bilinearizzato in accordo con la formulazione l’accelerazione a cui andrebbe soggetto il
prevista dalla circolare esplicativa delle NTC08 controsoffitto indagato, ad ogni piano di ognuno
(§ C7.3.4.1), Figura 8. dei cinque casi studio, nell’ipotesi di
600
comportamento elastico dello stesso
(performance point PP elastico). In Figura 9 tale
400
costruzione è stata esemplificata per due casi
200 specifici.
La Figura 10 riassume i 30 valori (6 piani x 5
F orza [N]

0
-120 -90 -60 -30 0 30 60 90 120 edifici) di spostamenti elastici così ottenuti. Il
-200
valore massimo registrato risulta pari a 40 mm in
-400 corrispondenza all’ultimo piano dell’edificio di
-600 periodo 0.6s.
Spostamento [mm] L’andamento dei grafici risulta caratterizzato
Risultati sperimentali Inviluppo Bilineare da picchi di spostamento ove il periodo di
Figura 8. Elaborazione risultati sperimentali: inviluppo di oscillazione del controsoffitto più si avvicina ad
Foschi (in azzurro) e bilinearizzazione (in verde). uno dei periodi propri degli edifici (Figura 9b).
Quindi è stata attuata una trasformazione di 2.5
coordinate per convertire la curva bilinearizzata 2
dal dominio forza-spostamento al dominio
spettrale e definire quindi lo spettro di capacità. 1.5
Le equazioni impiegate per determinare
Sa [g]

1
quest’ultimo sono analoghe a quelle utilizzate per
0.5
la conversione delle curve di capacità definite con
analisi pushover degli edifici. Si riportano in 0
seguito le equazioni utilizzate: 0 5 10 15 20 25 30 35
Sd [mm]
F SD_Piano 1 SC
Sa  (1) (a)
1M
 5
Sd  (2)
11t 4

1T MI 3
Sa [g]

 1  1 (3)
M 2
 MI T
1
1  1
(4)
 M1 T
1 0
0 10 20 30 40 50
Dove F è la forza resistente sperimentale, M è la Sd [mm]
massa sismica del sistema, 1 è il coefficiente di SD_Piano 2 SC Tangente SC
(b)
Serie4

massa modale del primo modo definito in (3), Δ è Figura 9. Definizione del PP elastico nel dominio ADRS: a)
lo spostamento sperimentale, Γ1 è il fattore di Piano 1, edificio T =0.3s, b) Piano 2, edificio T=0.6s.
partecipazione del primo modo definito dalla (4)
I controsoffitti collocati all’interno di edifici di
e 1T è il vettore della 1^ forma modale.
periodo più alto, pari a T=1.4s e T=2s (Figura
Il controsoffitto è stato considerato come un 10), presentano valori di spostamento uniformi
sistema ad un singolo grado di libertà all’aumentare del piano dell’edificio. Tale
caratterizzato da un solo modo di vibrazione. andamento è tipico di sistemi con periodo di

SG03-486
vibrazione lontano dal periodo fondamentale 1400 3.6

Forza elastica_piano [N]

Acc_elastica_piano [g]
dell’edificio e dunque meno soggetti al fenomeno 1200 3.0
di risonanza. 1000 2.4
800
50 1.8
Domanda di spostamento al

600
400 1.2
40
200 0.6
piano [mm]

30
0 0.0
20 0 1 2 3 4 5 6
N. piano [-]
10 T_0.3s T_0.6s T_0.9s T_1.4s T_2s
(a)
0
0 1 2 3 4 5 6
N. piano [-]
700 1.8

Acc_anelastica_piano [g]
F_anelastica_piano [N]
T_0.3s T_0.6s T_0.9s T_1.4s T_2s
600 1.5
Figura 10. Domanda di spostamento elastica del
500 1.2
controsoffitto al piano al variare del periodo di vibrazione
dell’edificio. 400
0.9
300
200 0.6
3.4 Valutazione della forza sismica: confronto 0.3
100
numerico/sperimentale – analitico (NTC08)
0 0.0
Il valore anelastico di accelerazione a cui è 0 1 2 3 4 5 6
N. piano [-]
soggetto il controsoffitto si determina proiettando T_0.3s T_0.6s T_0.9s T_1.4s T_2s
il performance point elastico (P.P.Elastico) (b)
precedentemente ottenuto sulla curva bilineare ( Figura 12. Forza sul singolo controvento ed accelerazione
nell’ipotesi di comportamento elastico (a) ed anelastico (b)
Figura 11), ottenendo così il performance point al piano per ogni edificio.
anelastico (P.P.Anelastico). Tale proiezione è stata
fatta in In tal modo è stato pertanto possibile
Figura 11 nell’ipotesi di uguaglianza degli confrontare la domanda di accelerazione elastica
spostamenti fra comportamento elastico ed ed anelastica al piano sul controsoffitto ed anche i
anelastico del controsoffitto: tale ipotesi è tuttavia corrispondenti valori di forza sul singolo
da confermare con l’esecuzione di ulteriori analisi controvento (Figura 12).
numeriche non lineari. La valutazione analitica della forza sismica
anelastica è stata eseguita utilizzando i parametri
4
in Tabella 3 in accordo con la formulazione
3 TEdificio = 0.6 s prevista dalle NTC08 §7.2.3 riportata di seguito:
S aW a
2 P.P.Elastico Fa  (7)
Sa [g]

P.P.Anelastico qa
1
 31  Z H  
S a  S   0.5 (8)
1  1  Ta T1 
0 2
0 5 10 15 20 25 30 
Sd [mm]
Settro di capacità Spettro di domanda_Piano 1 Dove Wa è il peso dell’elemento non
Figura 11. Definizione del performance point anelastico.
strutturale; qa è il fattore di struttura (assunto pari
a 1); Sa è accelerazione a cui è soggetto
l’elemento non strutturale definita in (8); Z/H è la
quota a cui è posto l’elemento rispetto all’altezza
dell’edificio e Ta/T1 è il periodo di vibrazione
dell’elemento non strutturale rispetto al periodo
dell’edificio; S è il coefficiente che tiene conto
della categoria di sottosuolo e del coefficiente
topografico;  è il rapporto tra l’accelerazione
massima del terreno su sottosuolo tipo A e
l’accelerazione di gravità g. I parametri  ed S
utilizzati sono gli stessi con i quali sono stati

SG03-487
determinati i sette accelerogrammi 700 1.8
spettrocompatibili adoperati nelle analisi. 600 TEdificio = 0.3 s

Accelerazione [g]
1.5
Il periodo di vibrazione del controsoffitto è 500

Forza [N]
1.2
stato ottenuto definendo la rigidezza elastica del 400
0.9
singolo controvento dal tratto iniziale di spinta 300
0.6
della curva bilineare di Figura 8. 200
100 0.3
Tabella 3. Parametri per la definizione analitica della forza 0 0
sismica di piano agente su ogni controvento 0 1 2 3 4 5 6
N. Piano [-]
 S Ky Ta Wa qa N-S_Elastico N-S_Anelastico NTC08
[g] [-] [N/mm] [s] [kg] [-] (a)
0.103 1.5 35.14 0.209 39 1 1600 2.1
1400 TEdificio = 0.6 s 1.8

Accelerazione [g]
1200 1.5
1000

Forza [N]
1.2
800
0.9
600
400 0.6
200 0.3
0 0.0
0 1 2 3 4 5 6
N. Piano [-]
N-S_Elastico N-S_Anelastico NTC08
(b)

800 2.1
700 1.8

Accelerazione [g]
TEdificio = 0.9 s
600 1.5
500
Forza [N]

1.2
400
0.9
300
200 0.6
100 0.3
0 0.0
0 1 2 3 4 5 6
N. Piano [-]
N-S_Elastico N-S_Anelastico NTC08
(c)
800
1.0

Accelerazione [g]
TEdfificio = 1.4 s
600 0.8
0.6
Forza [N]

400 0.5
200 0.3
0.2
0 0.0
0 1 2 3 4 5 6
N. Piano [-]
N-S_Elastico N-S_Anelastico NTC08
(d)
400 1.0
Accelerazione [g]

TEdificio= 2 s
300 0.8
Forza [N]

0.6
200
0.4
100
0.2
0 0.0
0 1 2 3 4 5 6
N. Piano [-]
N-S_Elastico N-S_Anelastico NTC08
(e)
Figura 13. Confronto numerico-analitico forze sismiche di
piano agenti sul singolo controvento.

SG03-488
Il confronto tra i valori di forza Numerico- controsoffitto (Figura 13a e Figura 13b) e quindi
Sperimentali elastici (N-S Elastico) ed analitici l’allontanamento del sistema dal periodo di
con qa=1 (NTC08) in Figura 13 evidenzia come la risonanza.
formulazione analitica sottostimi in modo I valori del fattore q ottenuti sono ampiamente
importante le forze elastiche effettivamente agenti garantiti dal controsoffitto esaminato, vista
sui controsoffitti e conseguentemente anche la l’elevata duttilità di comportamento verificata
domanda di spostamento, con la sola eccezione sperimentalmente. Inoltre, i valori del fattore di
del primo piano dell’edificio con periodo 0.3s struttura assicurabili dal controsoffitto sono
(Figura 13a). ampiamente superiori al valore qa=2.0
La formulazione normativa presenta cautelativamente assunto dalle NTC08 per tali
andamento crescente all’aumentare della quota di
elementi non strutturali.
posizionamento del controsoffitto e raggiunge un
valore massimo pari a 268N in corrispondenza
dell’ultimo piano dell’edificio di periodo 0.3s 4 POSSIBILE EVOLUZIONE DEI CRITERI
(Figura 13a). Al crescere del periodo dell’edificio DI PROGETTAZIONE
i valori di forza analitica al piano diminuiscono
fino a raggiungere un valore pari a 167 N Attualmente i sistemi di vincolo antisismico
all’ultimo piano in Figura 13e. dei controsoffitti vengono progettati con un
I valori di forza elastici valutati approccio “force-based (FBD)” basato però su
numericamente invece presentano un andamento informazioni insufficienti, se non assenti, sia sui
variabile con picchi in condizioni prossime alla periodi di vibrazione dei controsoffitti che sulle
risonanza e che la formulazione normativa non è loro capacità di duttilità e dissipazione, ovvero
in grado di cogliere. In analogia con la formula sul fattore di riduzione q applicabile alle forze
analitica, negli edifici di periodo più alto si elastiche.
raggiungono valori di forza inferiori fino ad un Una progettazione di tipo “displacement-based
minimo di 237 N al sesto piano dell’edificio di (DBD)” consentirebbe invece una valutazione più
periodo 2 s; valore pari a 1.42 volte quello accurata ed affidabile del comportamento di
ottenuto analiticamente. controsoffitti. L’approccio DBD risulterebbe
particolarmente indicato nei casi di possibile
3.4.1 Fattore di struttura q risonanza tra i periodi naturali di vibrazione
I risultati ottenuti al paragrafo precedente dell’edificio e dei controsoffitti. In tali situazioni
consentono di valutare il fattore di struttura q per infatti si manifestano azioni sui controsoffitti che
il controsoffitto investigato come rapporto tra il difficilmente possono essere assorbite in campo
valore di forza elastica e quella effettiva elastico e che comportano importanti escursioni
anelastica (Tabella 4). in campo plastico con conseguenti elevati
spostamenti degli stessi.
Tabella 4. Fattore di struttura numerico-sperimentale L’iter progettuale da seguire per la definizione
q q q q q q della domanda di spostamento a cui sono soggetti
TEdif i controsoffitti sarebbe dunque il seguente:
piano piano piano piano piano piano
[s]
1 2 3 4 5 6 1. Esecuzione di analisi Time-History (lineari o
0.3 1.00 1.00 1.00 1.13 1.39 1.24 non lineari) per la definizione degli spettri di
0.6 1.73 2.60 2.12 1.00 1.84 3.09 domanda di piano per la struttura in esame in
0.9 1.00 1.00 1.07 1.00 1.00 1.13
1.4 1.08 1.00 1.00 1.00 1.00 1.11 dominio ADRS;
2 1.00 1.00 1.00 1.00 1.00 1.00 2. Determinazione delle curve di capacità e di
conseguenza degli spettri di capacità in
I risultati ottenuti evidenziano un formato ADRS, assicurate dai sistemi di
comportamento tendenzialmente elastico del vincolo dei controsoffitti;
controsoffitto per edifici di periodo pari a T=0.9s, 3. Definizione del Performance Point al piano
T=1.4s e T=2s. attraverso il confronto fra gli spettri di
Le maggiori escursioni in campo plastico del domanda e di capacità;
controsoffitto, particolarmente evidenti nel caso 4. Verifica della capacità di duttilità (per i
studio con T=0.6s, determinano i fattori di meccanismi duttili) o di resistenza (per le
struttura più alti: il raggiungimento della forza di rotture fragili) dei controsoffitti;
snervamento dei controventi determina il taglio 5. Verifica della compatibilità degli spostamenti
delle forze sismiche agenti negli edifici a periodo con le condizioni di vincolo al contorno,
più prossimo a quello di oscillazione del

SG03-489
nell’ipotesi di assicurare un adeguato spazio di RINGRAZIAMENTI
oscillazione al contorno per il controsoffitto. Il presente lavoro è frutto di un progetto di ricerca
dal titolo “Safe-Ceilings: sviluppo di una
Ad oggi la via sperimentale mediante tipologie tecnologia per la sicurezza statica e sismica di
di prove quali quelle descritte in questo lavoro controsoffitti nuovi ed esistenti”, finanziato da
pare essere l’unica per rispondere al punto 2), Regione Veneto con il bando FSE-POR 2016, ed
vista la grande quantità di fattori che influenzano è stato svolto in collaborazione con l’azienda
la risposta dei controsoffitti, non valutabili ATENA S.p.A..
pienamente con approccio analitico o numerico.
Il passaggio di cui al punto 3) richiede
l’effettuazione di estese indagini numeriche in REFERENCES
campo non lineare per derivare le procedure per
Badillo-Almaraz H., Whittaker A.S., et al., 2007. Seismic
ricavare i performance points dal confronto fra fragility of suspended ceiling systems, Earthquake
spettri di domanda al piano e curve di capacità. Spectra, 23(1).
L’ipotesi fatta in questo lavoro di uguaglianza Calvi, G.M., 2014. Sisma ed elementi non strutturali.
degli spostamenti fra comportamento elastico ed Approcci, stati limite e verifiche prestazionali. SAIE, 24
anelastico dei controsoffitti necessita infatti di ottobre 2014,Bologna.
essere confermata. Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. NTC2008 - Norme
tecniche per le costruzioni - D.M. 14 Gennaio 2008.
Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Circolare 2
febbraio 2009 «Istruzioni per l’applicazione delle
5 CONCLUSIONI “Nuove norme tecniche per le costruzioni” di cui al DM
14 gennaio 2008».
I risultati ottenuti attraverso l’elaborazione e Dhakal R. P., MacRae G., et al.,2016. Seismic fragility of
l’utilizzo dei dati sperimentali hanno evidenziato suspended ceiling systems used in NZ based on
alcune criticità insite nell’approccio attualmente component tests, Bulletin of the New Zealand Society
utilizzato per il calcolo delle azioni sismiche sui for Earthquake Engineering, 49(1).
controsoffitti. Echevarria A., Zaghi A.E., et al., 2012. Seismic fragility of
suspended ceiling systems. 15th World Conference on
Come già dimostrato da Calvi [2014] e qui Earthquake Engineering (15WCEE). Lisboa.
riconfermato, le formule fornite da EC8 e NTC08 Filiatrault, A., & Sullivan, T.,2014. Performance-based
per il calcolo delle azioni sismiche sugli elementi seismic design of nonstructural building components:
non strutturali non tengono in conto The next frontier of earthquake engineering. Earthquake
adeguatamente dei fenomeni di risonanza che Engineering and Engineering Vibration, 13(1), 17-46.
possono instaurarsi tra la struttura principale e Foschi, R.O.; Bonac, T., 1977. Load slip characteristic for
connections with common nails, Wood Sci. Technol., 9,
l’elemento secondario ed inoltre spesso 118–123.
sottostimano l’azione sismica sugli elementi Gilani, A. S., Reinhorn, A. M., et al., 2010. Earthquake
secondari e conseguentemente le domande di simulator testing and seismic evaluation of suspended
spostamento. ceilings.Journal of architectural engineering,16(2), 63-
Lo svolgimento di ulteriori campagne 73.
Gilani, A. S. J., & Takhirov, S.,2011. Current US practice
sperimentali e la loro interpretazione, of seismic qualification of suspended ceilings by means
possibilmente estesa con l’aiuto di simulazioni of shake table tests. Ingegneria Sismica (International
numeriche, consentirà di aumentare le Journal of Earthquake Engineering),1, 26-42.
informazioni sul comportamento sismico dei Gilani, A. S., Takhirov, S. M., et al., 2012. Seismic
controsoffitti. In tal modo sarà possibile definire evaluation procedure for suspended ceilings and
alcuni parametri di interesse quali periodo components new experimental approach. Proceedings of
the 15th World Conference on Earthquake
elastico di vibrazione, duttilità e fattore di Engineering.Lisboa.
struttura da utilizzare per una più corretta Gilani, A. S., Takhirov, S., et al., 2013. Seismic evaluation
valutazione delle azioni sismiche agenti sui of suspended ceiling systems using static and dynamic
controsoffitti. procedures. Structures Congress 2013: Bridging Your
Inoltre, attraverso la realizzazione di analisi Passion with Your Profession, 1523-1532.
Gilani, A. S., Takhirov, S., et al., 2015. Static and shake
non lineari di interazione tra struttura principale table testing of suspended ceilings and assessment of the
ed elemento non strutturale si potrà definire un US building code requirements. Structures Congress
approccio di tipo “displacement-based” per la 2015, 1915-1924.
verifica della sicurezza sismica dei controsoffitti. McKenna, F., Fenves, G.L., Scott, M.H., 2000. Open
system for earthquake engineering simulation. Pacific
Earthquake Engineering Research Center (Software).
Reinhorn, A. M., Ryu, K. P., et al. 2010. Modeling and
seismic evaluation of nonstructural components: testing

SG03-490
frame for experimental evaluation of suspended ceiling
systems. Technical Report MCEER-10-0004.
Ryu, K. P., Reinhorn, A. M., et al. 2012. Full scale dynamic
testing of large area suspended ceiling system.
Proceedings 15th World Conference on Earthquake
Engineering, 5474..September 23-28, Lisbon,Portugal.
Seismosoft, 2002. SeismoApps, technical information sheet
(software).
Soroushian S., Maragakis M., et al., 2015a. Capacity
Evaluation of Suspended Ceiling Components, Part 1:
Experimental Studies. Journal of Earthquake
Engineering, 19(5), 784-804..
Soroushian, S., Maragakis, E. M., et al., 2015b. Capacity
evaluation of suspended ceiling components, part 2:
analytical studies. Journal of Earthquake
Engineering,19(5), 805-821.
Soroushian, S., Maragakis, M., et al., 2016. Axial Capacity
Evaluation for Typical Suspended Ceiling Joints.
Earthquake Spectra,32(1), 547-565.
Soroushian, S., Rahmanishamsi, et al. 2016a. Experimental
fragility analysis of suspension ceiling systems.
Earthquake Spectra, 32(2), 881-908.
Soroushian S., Zaghi A. E., et al. 2016b. Response of a 2-
story test-bed structure for the seismic evaluation of
nonstructural systems. Earthquake Engineering and
Engineering Vibration, 15(1).
Yao G.C., 2000. Seismic performance of direct hung
suspended ceiling systems. Journal of architectural
engineering. 6(1).
Zaghi A. E., Soroushian S., et al., 2016. Development and
Validation of a Numerical Model for Suspended-Ceiling
Systems with Acoustic Tiles. Journal of Architectural
Engineering. 22(3).

SG03-491
ANIDIS 2017
PISTOIA

Reliability of the SMAV procedure applied to unreinforced masonry buildings:


the case study of Sanremo city hall
Serena Cattaria, Daniele Sivoria, Daria Ottonellia, Stefania Degli Abbatia, Daniele Spinab, Gianluca Acunzoc, Noemi
Fiorinic , Gabriele Ferrettid, Roberto De Ferrarie
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale, Via Montallegro 1, 16145 Genova.
b
Dipartimento della Protezione Civile, via Vitorchiano 4, 00189, Roma
c
Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria, Montelibretti (Roma)
d
Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita (DISTAV), viale Benedetto XV, 16132, Genova
e
Geamb s.rl, Piazza Martinez 6/4, 16143, Genova

Keywords: operational structural index, masonry, dynamic identification, nonlinear dynamic analyses

ABSTRACT
The seismic events of last years and the last one that hit the Centre of Italy have promoted national programs aimed
to prevention and mitigation against the seismic risk for both ordinary and strategic buildings. The adoption of
simplified and rapid procedures is a fundamental tool for an effective planning, especially at the territorial scale. In
this context, the Italian Civil Protection Department with the support of the CNR-IGAG has developed the
methodology called SMAV (Seismic Model from Ambient Vibrations). Being based on the identification of modal
parameters from ambient vibrations measurements, it is aimed to the evaluation of the Operational Structural Index
(IOPS), that is the probability that the strategic building preserves its serviceability when subjected to a fixed
seismic event. The paper presents an application of this methodology to a masonry structure, the Bellevue Palace
that hosts the offices of the municipality of Sanremo. The masonry constructive typology, for its peculiarities (for
example the presence of flexible floors) makes interesting a critical review and some validation of the procedure,
not obvious as: the optimization of number of measures, even if in presence of regular plan; or the reliability of the
computation of the IOPS. In the paper, these issues are analyzed through the comparison among the maximum
interstorey drift estimated by the SMAV procedure and the one computed from nonlinear dynamic analyses
performed on an a detailed equivalent frame model of the building. In fact, the maximum interstorey drift preludes
to the assessment of the IOPS.

SG03-492
Affidabilità della procedura SMAV per edifici in muratura: applicazione al
municipio di Sanremo
Serena Cattaria, Daniele Sivoria, Daria Ottonellia, Stefania Degli Abbatia, Daniele Spinab, Gianluca Acunzoc, Noemi
Fiorinic , Gabriele Ferrettid, Roberto De Ferrarie
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale, Via Montallegro 1, 16145 Genova.
b
Dipartimento della Protezione Civile, via Vitorchiano 4, 00189, Roma
c
Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria, Montelibretti (Roma)
d
Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita (DISTAV), viale Benedetto XV, 16132, Genova
e
Geamb s.rl, Piazza Martinez 6/4, 16143, Genova

Keywords: indice di operatività strutturale, muratura, identificazione dinamica, analisi non lineari

ABSTRACT
I recenti eventi sismici del centro Italia hanno promosso la programmazione di progetti e politiche di mitigazione e
prevenzione a scala nazionale, sia su edifici ordinari che strategici. L’utilizzo di procedure speditive costituisce uno
strumento fondamentale per una pianificazione efficace nel tempo, specialmente a larga scala. E’ nel contesto di
tali finalità che il Dipartimento di Protezione Civile, con il supporto di CNR-IGAG, ha sviluppato negli anni passati
la metodologia denominata SMAV (Seismic Model from Ambient Vibrations). Tale procedura, basata
sull’estrazione dei parametri modali sperimentali dell'edificio tramite misure di rumore ambientale, è finalizzata
alla valutazione dell’Indice di Operatività Strutturale (IOPS), cioè della probabilità che l’edificio strategico in
esame conservi la propria operatività strutturale quando sottoposto a prefissati eventi sismici. L’articolo presenta
un’applicazione di tale metodologia ad un edificio in muratura, il Palazzo Bellevue sede del Comune di Sanremo.
Tale tipologia costruttiva per le sue peculiarità (ad esempio la presenza di solai flessibili) rende interessanti
valutazioni e approfondimenti della procedura, che appaiono non scontati in relazione, ad esempio,
all’ottimizzazione del numero di misure da acquisire, anche in presenza di piante regolari, o all’affidabilità del
calcolo dell’IOPS. Nell’articolo tali aspetti sono approfonditi attraverso il confronto del massimo drift stimato dalla
procedura SMAV con quello calcolato tramite analisi nonlineari dinamiche eseguite su un modello di dettaglio a
telaio equivalente.

1 INTRODUZIONE piano di emergenza comunale (Edifici Strategici,


Infrastrutture di Accessibilità /Connessione e
I recenti eventi sismici che hanno colpito il
Aree di Emergenza) insieme a quelle che, se
centro Italia dall’agosto del 2016 hanno ribadito
gravemente danneggiate, potrebbero interferire e
la stringente necessità per le amministrazioni di
inibire l'operatività del sistema (Unità Strutturali
dotarsi di strumenti efficaci per la gestione
e Aggregati Strutturali). La seconda, funzionale a
dell’emergenza e di attuare politiche di
una valutazione quantitativa della CLE, è rivolta
prevenzione e mitigazione del rischio, sia su
invece alla determinazione dell’operatività
edifici ordinari che strategici. Tale problematica
strutturale di edifici strategici. Essa, sulla base
interessa la scala nazionale e richiede
dell’identificazione dinamica della struttura
l’applicazione di procedure adeguate ed efficaci
attraverso misure di rumore ambientale,
per una pianificazione così estesa. E’ in questo
determina l’’IOPS (Indice di Operatività
contesto e con queste finalità che il Dipartimento
Strutturale), che rappresenta la probabilità che
di Protezione Civile ha sviluppato negli ultimi
l’edificio strategico in esame conservi la propria
anni, l'analisi di CLE - Condizione Limite per
operatività strutturale quando sottoposto a
l’Emergenza (introdotta a partire dall’OPCM
prefissati eventi sismici.
n.4007/2012) e, con il supporto di CNR-IGAG, la
E’ importante sottolineare come CLE e SMAV
metodologia SMAV- Seismic Model from
non sono uno strumento di progettazione, bensì di
Ambient Vibrations (Mori e Spina 2015). La
valutazione, essendo infatti le singole componenti
prima è finalizzata a individuare le strutture
individuate a partire dalle indicazioni del piano
necessarie al funzionamento, in caso di sisma, del
operativo e di emergenza, dai piani urbanistici o

SG03-493
altri documenti resi disponibili dal comune in cui La valutazione è condotta con un approccio in
sono definiti gli Edifici Strategici e le Aree di spostamenti in cui il parametro di controllo è il
Emergenza del comune di riferimento. drift d’interpiano (IDR o ), definito come il
In questo ambito, il presente articolo descrive rapporto tra lo spostamento relativo d’interpiano
l’attività di ricerca che gli Autori hanno condotto e la sua altezza:
per il Comune di Sanremo nell’ambito
u j  ui s
dell’analisi di CLE, focalizzando l’attenzione   IDR   (1)
sull’applicazione della metodologia SMAV al h h
Palazzo Bellevue, sede del Comune di Sanremo e L’input sismico è ottenuto da un’analisi di
possibile sede del COC (§3). L’edificio riveste Risposta Sismica Locale o dagli spettri di
quindi un ruolo centrale nell’ambito del piano di normativa per la specifica categoria di sottosuolo.
emergenza. Esso è un edificio in muratura L’analisi è condotta per i periodi di ritorno pari a
portante con solai flessibili e quindi deformabili 100 e 475 anni, scelti in accordo alle richieste
nel loro piano. Tale tipologia per le sue prestazionali dettate dalla classe d’uso
peculiarità permette interessanti valutazioni su dell’edificio e dalla definizione di CLE.
alcuni aspetti critici della metodologia legati La risposta sismica dell’edificio è valutata
all’ottimizzazione del numero e della posizione mediante sovrapposizione dei contributi modali
delle misure da acquisire (anche nel caso di tramite la regola CQC, valutando gli spostamenti
piante di forma regolare) e alla affidabilità dei del k-esimo modo come:
risultati in presenza di comportamenti fortemente
non lineari. Nell’articolo tali aspetti sono
𝑠𝑘 = Γ𝑘 Φ𝑘 𝑆𝐷𝑒 (𝑓𝑘 ) (2)
approfonditi attraverso il confronto del massimo
drift d’interpiano stimato dalla procedura SMAV
(§4), su cui si basa il calcolo dell’IOPS, con dove Γk è il coefficiente di partecipazione
quello calcolato tramite analisi dinamiche modale, φk è il vettore degli spostamenti modali,
nonlineari eseguite su un modello a telaio SDe(fk) l’ordinata dello spettro di risposta in
equivalente (§5.3). Esso è stato calibrato (§5.2) spostamento in corrispondenza della k-esima
grazie alle misure d’identificazione dinamica frequenza di risonanza della struttura fk.
(§4.1), propedeutiche all’applicazione della Per la corretta applicazione della risposta
metodologia SMAV, che hanno consentito di sismica è necessario affrontare due problemi
indirizzare la scelta di alcuni parametri incerti, in fondamentali: i) i coefficienti di partecipazione
assenza di prove di caratterizzazione diretta dei modale non sono ottenibili direttamente dai dati
materiali. sperimentali, essendo le forme modali ottenute
mediante OMA non scalate rispetto alla massa;
ii) le frequenze di risonanza che governano
2 RICHIAMI SULLA PROCEDURA SMAV l’edificio durante un sisma sono soggette al
fenomeno del frequency shift, cioè sono
Di recente sviluppo e applicazione in Italia è la considerevolmente inferiori a quelle identificate
metodologia SMAV, acronimo di Seismic Model sotto l’effetto delle vibrazioni ambientali
from Ambient Vibrations, finalizzata alla (Gueguen 2013, Clinton 2006), anche per bassi
valutazione speditiva della risposta sismica di livelli di deformazione (Spina e Lamonaca 1998).
edifici esistenti sulla base di parametri modali Il primo punto è risolto con l’adozione del
sperimentali, estratti da misure di vibrazioni modello Multi Rigid Polygons (MRP), sviluppato
ambientali mediante tecniche di Operational da Acunzo et al. (2018), che prevede una
Modal Analysis (Peeters et al. 2001). I risultati suddivisione dell’impalcato in poligoni ideali a
ottenuti da SMAV si considerano attendibili fino comportamento rigido nel piano, indipendenti tra
a valori di deformazione che non comportino loro e aventi massa concentrata nel loro
l’insorgere di importanti danni strutturali e in baricentro. Le forme modali sperimentali sono
assenza dell’attivazione di possibili meccanismi espresse in termini di traslazioni e rotazioni rigide
locali di collasso fuori dal piano. La metodologia del poligono assunto. Qualora possibile,
è stata sviluppata inizialmente per gli edifici l’acquisizione delle misure di vibrazione deve
strategici della CLE (Mori e Spina 2015), ma essere quindi condotta garantendo almeno due
nella sua implementazione attuale per gli edifici punti di misura per poligono e mantenendo
in muratura (Spina et al. 2018), risulta invariate le posizioni dei punti di misura ai vari
promettente anche nel caso di edifici storici impalcati. Nota la matrice di massa, le forme
(Fiorini et al. 2017). modali possono essere scalate al fine del calcolo
dei coefficienti di partecipazione modale.

SG03-494
Il fenomeno del frequency shift è tenuto in lunghezza in direzione EO, con una disposizione
conto in SMAV mediante la definizione di curve regolare delle aperture sulla facciata e dei muri
di decadimento della frequenza, denominate interni.
Frequency Shift Curves (FSC) (Spina et al. 2018),
atte a mettere in relazione il massimo drift al tetto
stimato dall’analisi con il valore di decremento
percentuale delle frequenze di risonanza, assunto
uguale per tutti i modi. A differenza delle
frequenze, le forme modali sono assunte
invarianti con il progredire della deformazione e
quindi dell’eccitazione sismica.
Il calcolo della risposta dell’edificio avviene
attraverso un’analisi lineare equivalente: si Figura 1. Facciata di Palazzo Bellevue.
conduce un’analisi spettrale per sovrapposizione La pianta termina agli estremi con due corpi
modale calcolando gli spostamenti come nella (2) leggermente aggettanti in facciata (Figura 2).
partendo dalle frequenze identificate dalle L’edificio presenta in pianta un lungo muro di
vibrazioni ambientali, ottenendo il “massimo drift
spina, parallelo ai lati lunghi, che corre lungo
al tetto” corrispondente. A tale valore
corrisponderà nella FSC della tipologia strutturale tutto l'edificio e si interrompe nell'ala orientale.
cui appartiene l’edificio un certo decremento La muratura è classificata in pietra a spacco di
percentuale di frequenza, che permetterà di buona tessitura, per la quale tuttavia non sono a
calcolare una stima aggiornata dei valori delle disposizione prove di caratterizzazione dei
frequenze di risonanza. Aggiornate le frequenze parametri meccanici e sulla quale non è stato
si ripete l’analisi spettrale tramite una procedura possibile svolgere ulteriori approfondimenti. I
iterativa fino a convergenza. solai sono lignei con doppio tavolato,
Se i parametri geometrici e meccanici che probabilmente irrigiditi nella zona orientale ove è
governano il comportamento della struttura sono stato rimosso un muro portante interno. La
considerati variabili aleatorie, lo diventano anche copertura è lignea spingente a quattro falde, fatta
le FSC ed il risultato dell’analisi lineare eccezione per l’ala orientale dove la struttura è
equivalente. In particolare la Funzione di Densità metallica.
di Probabilità del massimo IDR (PDFIDRmax) è
assunta con una distribuzione lognormale e viene
confrontata con la condizione di operatività in 4 CALCOLO DEL MASSIMO DRIFT
termini di drift, rappresentata da una Funzione di D’INTERPIANO ATTRAVERSO LA
Probabilità Cumulata (CDFdy) anch’essa PROCEDURA SMAV
lognormale, calcolando infine la probabilità che
l’edificio sia operativo dal punto di vista 4.1 Acquisizione delle misure sul terreno e
strutturale, per un certo input sismico, come: sull’edificio

 
IOPS   PDFIDR max ( ) 1  CDFy ( ) d (3) Per l’acquisizione dei dati sperimentali
0 necessari all’applicazione della procedura SMAV
che rappresenta l’Indice di Operatività è stata eseguita una specifica campagna di misure
Strutturale dell’edificio. organizzate in due fasi di lavoro: Fase 1) mirata
alla ricostruzione del profilo geotecnico di
sottosuolo di fondazione dell’edificio e all’analisi
3 IL PALAZZO BELLEVUE della risposta sismica locale; Fase 2) mirata alla
esecuzione di misure di rumore all’interno
Il palazzo Bellevue è un edificio fine dell’edificio.
ottocentesco in muratura, costruito tra il 1893 e il Durante la Fase 1, attraverso l’esecuzione di
1894 su progetto dell'architetto Pietro Agosti, misure in situ, sono stati determinati i profili di
acquistato dal Comune di Sanremo nel 1963 velocità delle onde di taglio Vs e la frequenza
divenendone poi la sede amministrativa. naturale del terreno di fondazione (§4.2). Sulla
L’edificio (Figura 1) si sviluppa su cinque piani, base delle informazioni disponibili per le aree
di cui quattro fuori terra e uno interrato, e si prossime al terreno di fondazione dell’edificio in
estende su di un sedime di circa 1090 m2. E’ esame e dei risultati ottenuti attraverso la
caratterizzato da una pianta rettangolare allungata campagna di misure (n. 2 MASW, n. 2 profili
(rapporto lati pari a 3.88) che si sviluppa in sismici a rifrazione e n. 6 misure di rumore

SG03-495
ambientale) è stato realizzato il profilo di allineate su 3 verticali e che condividono due
sottosuolo in configurazione 1D. In Tabella 1 sensori sull’ultimo impalcato (Figura 2). Il
sono riportati i principali parametri geotecnici- secondo poligono tiene conto della potenziale
geofisici del modello ricostruito. maggiore flessibilità di quell’ala del fabbricato
Tabella 1. Modello di sottosuolo ricostruito per il terreno di con una maglia strutturale meno fitta e che aveva
fondazione del palazzo Bellevue. subito la rimozione di un muro di spina (§3).
Peso di
Spessore Vs Curva Curva
Materiale
[m]
Volume
[kN/m3]
[m/s] Modulus Damping 4.2 Definizione dell’input sismico
Coltre
superficiale/ 8 18 490
Clay
(Idriss1990)
Clay
(Idriss1990)
L’input sismico alle fondazioni in termini
Riporti
Cappellaccio accelerogrammi è stato determinato considerando
20 19 805 Rock Rock
Substrato
Substrato
sia la pericolosità sismica di base sia gli effetti di
25 24 900 Rock Rock
(Flysch) alterato amplificazione locale. Allo scopo, è stato
Substrato
25 24 975 Rock Rock considerato lo Spettro a Pericolosità Sismica
(Flysch) alterato
Substrato
(Flysch) sano
Inf. 25 1050 Rock Rock Uniforme (UHS) relativo ad uno smorzamento
del 5% e ad un periodo di ritorno pari a 475 anni
e riferito a suolo rigido (roccia) per il Comune di
Sanremo. Da un’analisi di disaggregazione è stata
definita la coppia Magnitudo-Distanza dominante
la pericolosità locale. La definizione dell’input è
stata effettuata selezionando accelerogrammi
reali, registrati su siti in roccia, relativi ad eventi
sismici compatibili sia con i valori di Magnitudo-
Distanza sia con il regime tettonico prevalente
dell’area. Sono stati quindi selezionati, attraverso
Figura 2. Punti di misura considerati per le 8 stazioni di una procedura Montecarlo, 10 accelerogrammi
misura al variare delle due configurazioni considerate. (su roccia), di cui si riportano gli spettri in Figura
Durante la Fase 2 è stata installata una rete 3 e il cui spettro di risposta medio (al 5% di
sismica temporanea all’interno del palazzo smorzamento) risulta compatibile con lo spettro
Bellevue. Le registrazioni di rumore ambientale UHS. L’input sismico finale, da utilizzare nelle
sono state eseguite utilizzando sensori successive fasi di lavoro, è stato ottenuto
velocimetrici tri-assiali con periodo naturale di 5s calcolando gli accelerogrammi a livello delle
(0.2 Hz) ed effettuando registrazioni con durata fondazioni attraverso il codice STRATA (Kottke
superiore ai 1800 secondi e frequenza di and Rathje 2008), considerando il modello di
campionamento pari a 200Hz. Nel dettaglio, sottosuolo ricostruito per il sito (Tabella 1).
ciascuna stazione di misura è stata equipaggiata
con un sensore Lennartz LE/3D-5s, un acquisitore
Lennartz Marslite CF e un ricevitore GPS. Gli
strumenti sono stati ubicati sugli orizzontamenti
in prossimità alle strutture verticali. Durante la
fase di installazione particolare cura è stata
dedicata alla collocazione dei sensori sismici,
appoggiati direttamente alle strutture o su
superfici solidali ad esse. Per ciascun punto di
misura i dati acquisiti sono stati sincronizzati
attraverso il tempo assoluto fornito dal ricevitore
Figura 3. Spettri di risposta in pseudo-accelerazione dei 10
GPS. Il numero di punti investigati è stato accelerogrammi selezionati.
selezionato in funzione del numero di impalcati
dell'edificio e del numero di poligoni a 4.3 Calcolo del drift massimo tramite il
comportamento rigido identificati in una fase software VaSCO-SMAV
preliminare sulla base delle regole standard
proposte nella procedura SMAV e basate La metodologia SMAV è implementata in un
prevalentemente sulla forma geometrica in pianta software sviluppato ad hoc in ambiente Matlab
del fabbricato. Sono stati quindi individuati 2 chiamato VaSCO-smav (Acunzo et al. 2015).
poligoni per ciascuno dei quattro impalcati Esso consente di inserire le informazioni richieste
considerando, in totale, due configurazioni in input dal modello e di elaborarle in modo da
parziali costituite ciascuna da 8 stazioni sismiche

SG03-496
ottenere i risultati in termini di accelerazioni, proposte nella Circolare 617 (2009), la FSC è
spostamenti, IDR, calcolando infine l’IOPS. ottenuta attraverso un semplice modello non
Dapprima VaSCO-smav valuta le masse lineare di un pannello murario assumendo che la
partecipanti nelle direzioni principali sulla base sua riduzione di frequenza, per un certo valore del
della geometria e della distribuzione di massa drift, sia direttamente correlata alla riduzione
dell’edificio, idealmente concentrata nei della sua rigidezza secante rispetto alla rigidezza
baricentri dei poligoni rigidi, unitamente alle tangente all’origine (Spina et al. 2018). I
informazioni sui parametri modali provenienti parametri geometrici e meccanici dei pannelli
dall’analisi OMA. sono assunti come variabili aleatorie, portando
I parametri modali dell'edificio sono estratti alla valutazione delle FSC con probabilità di
con il software Test.Lab – Operational Modal superamento del 16%, 50% e 84%, illustrate in
Analysis di LMS-Siemens Industry Software. Figura 4 nel caso di muratura in pietra a spacco
Esso si avvale di una tecnica di identificazione con buona tessitura. In Tabella 3 sono sintetizzati
“output-only” nel dominio delle frequenze basata i valori risultanti del drift per i due periodi di
sull’algoritmo Polymax (Peeters et al. 2005) che ritorno considerati al variare dei diversi frattili,
opera per mezzo di diagrammi di stabilizzazione, cui corrispondono gli indici di operatività pari a
estraendo le frequenze proprie e le deformate IOPS100=0.71 e IOPS475=0.001.
modali della struttura. Indici quali il Modal
Assurance Criterion (MAC) e il Modal Phase
Collinearity (MPC) valutano l’affidabilità dei
risultati ottenuti, in termini di ortogonalità e di
complessità delle forme modali. Si riportano in
Tabella 2 le frequenze dei primi tre modi
identificati, con le relative masse partecipanti
ricostruite tramite VaSCO e i valori del MAC. I
modi sono selezionati con riferimento ai valori
degli indici MAC, MPC e alle variazioni nella Figura 4. Curve di decadimento frequenza-drift al tetto (in
massa partecipante totale al variare dei modi ‰) adottate nel software VaSCO-SMAV per la muratura in
selezionati: i valori elevati dei MAC e della pietra a spacco.
complessità hanno determinato l'esclusione dei Tabella 3. Drift massimi ottenuti dalla procedura SMAV.
modi 4 e 5 dall'analisi. Il rapporto di
TR  da FSC16  da FSC50  da FSC84
smorzamento è assunto convenzionalmente pari
100 0.0015 0.00133 0.0012
al 5%. Il modello dell'edificio è stato elaborato 475 0.0060 0.00520 0.0045
importando nel software le geometrie ed
assegnando i pesi specifici di impalcati (25
KN/m3) e murature portanti (18 KN/m3). Il peso 5 CALCOLO DEL DRIFT MASSIMO
proprio delle murature è riportato per metà al TRAMITE ANALISI DINAMICHE
solaio inferiore e per metà a quello superiore. Le
NONLINEARI
masse partecipanti totali nelle direzioni X e Y,
secondo il contributo dei modi selezionati, hanno Al fine di valutare l’affidabilità della
valori pari rispettivamente al 91% e all'87% della procedura SMAV, sono stati svolti alcuni
massa totale. Si richiama come il software si basi approfondimenti impiegando un modello
sull’ipotesi di poligoni rigidi, la cui liceità nel strutturale a telaio equivalente su cui sono state
caso in esame è discussa più in dettaglio al §5.2. eseguite analisi statiche e dinamiche non lineari.
Tabella 2. Masse partecipanti nelle due direzioni e valori
Attraverso quest’ultime è stato ricavato il valore
dei MAC in ipotesi di comportamento rigido. di drift massimo poi confrontato con quello
ottenuto dalla metodologia SMAV. Sulla base dei
f [Hz] Mx [%] My [%] MAC
3.075
parametri a disposizione dall’identificazione
Modo 1 14 41 0.9942
Modo 2 3.359 33 44 0.9958
dinamica, è stata svolta una calibrazione
Modo 3 3.667 45 2 0.9913 preliminare del modello numerico tenendo conto
delle incertezze sui parametri meccanici della
E’ stata quindi condotta la procedura iterativa muratura e le rigidezze dei solai. Questa
mediante l’impiego delle curve di decadimento calibrazione ha messo in evidenza alcune criticità
della frequenza FSCs implementate nel software nella procedura SMAV, in relazione all’uso di un
VaSCO-SMAV (§2). Nel caso delle strutture in numero di poligoni limitato in presenza di piante
muratura, per ciascuna delle classi murarie sì di forma regolare ma con solai flessibili, come
quelli che caratterizzano il Palazzo Bellevue.

SG03-497
5.1 Definizione del modello a telaio cadute di resistenza (Ei) in corrispondenza di
equivalente e legami costitutivi impiegati prefissati livelli di drift limite (Ei); ii) una
nelle analisi non lineari risposta isteretica piuttosto accurata. Sulla base di
una appropriata assegnazione dei parametri (sia in
Il modello globale a telaio equivalente è stato ambito monotono che ciclico), tali legami
realizzato impiegando il software 3Muri consentono di descrivere i tratti distintivi di
distribuito dalla S.r.l. S.T.A Data e impiegando differenti modalità di rottura (pressoflessione,
poi per l’esecuzione della analisi dinamiche la taglio e mista) dei due tipi di elementi strutturali
versione ricerca TREMURI (Lagomarsino et al. (maschi e fasce). La resistenza a taglio del
2013). L’adozione di tale approccio appare pannello (Vu), al variare delle diverse modalità di
giustificato per la struttura in esame che è rottura descritte, è computata sulla base di criteri
caratterizzata da una disposizione piuttosto coerenti con quelli più comuni proposti in
regolare delle aperture. La Figura 5 mostra una letteratura (Calderini et al. 2009). Essa è calcolata
vista tridimensionale del modello di calcolo e, per come il minimo valore tra le previsioni dei
una parte del prospetto principale, domini associati alle diverse modalità di rottura
l’idealizzazione in telaio equivalente attraverso sulla base dello sforzo normale corrente agente
l’identificazione dei pannelli di tipo maschio nell’elemento (N); in questo modo è anche fissata
(elementi portanti verticali) e fascia (elementi di la modalità prevalente atta a regolare il tipo di
collegamento dei maschi), in cui è concentrata la risposta isteretica corrispondente. Sono inoltre
non linearità. gestite modalità di rottura miste in
Il software adottato modella i solai come corrispondenza di assegnati intervalli di sforzo
elementi membrana ortotropi (a 3 o 4 nodi): i normale. Tali legami si sono mostrati
moduli di Young E1 (nella direzione di orditura particolarmente efficienti dal punto di vista
principale) e E2 simulano il collegamento che il computazionale in varie applicazioni (Camilletti
solaio esercita tra i nodi di incidenza nel piano et al. 2017, CNR-DT212 2013), nonché hanno
della parete; il modulo a taglio G1,2 rappresenta la avuto buoni riscontri nella simulazione numerica
rigidezza a taglio del solaio nel piano, che di edifici danneggiati da eventi sismici (Cattari e
governa la ripartizione delle azioni orizzontali tra Lagomarsino 2013b, Marino et al. 2015).Nel caso
le diverse pareti. Il comportamento flessionale in esame sono stati adottati i criteri di resistenza
locale dei solai e la risposta fuori piano delle proposti nella Circolare 617 (2009) impiegando
pareti non sono considerati nel modello che per i parametri di resistenza i valori
analizza la risposta globale dell’edificio dell’intervallo proposto per la muratura in pietra a
assumendola governata dal comportamento nel spacco di buona tessitura; i valori specifici
piano delle pareti. Per una descrizione più adottati conseguono alla fase di calibrazione
dettagliata del programma di calcolo si rimanda a descritta al §5.2.
Lagomarsino et al. (2013). La Tabella 4 sintetizza i parametri adottati
nonché le soglie di drift e le cadute di resistenza
associate ai diversi livelli di danno. Tali valori
sono stati attribuiti sulla base di precedenti
simulazioni numeriche (Cattari e Lagomarsino
2013b) in assenza di dati sperimentali a
disposizione più rappresentativi della muratura in
esame. Per quanto riguarda la calibrazione dei
Figura 5. Modello geometrico e idealizzazione a telaio parametri di rigidezza dei solai si rimanda ad
equivalente di una parete di Palazzo Bellevue: in arancione
ulteriori considerazioni argomentate al §5.2.
i maschi, in verde le fasce, in azzurro i nodi rigidi.
V
Per l’esecuzione delle analisi dinamiche Ku+ = f(a,b,k0,m+) bi+Vy A+

nonlineari, discusse al §5.3 e la descrizione della KL+ = f(a,b,k0,m+, m-) f(g) ku


3
k0
risposta nonlineare dei pannelli murari sono stati bi+gVy bE3 bE4
C+ B+
adottati dei legami costitutivi multilineari (Cattari biVy f(c)
4
kL
e Lagomarsino 2013a) implementati nella 5

versione ricerca del programma (Lagomarsino et dE3 dE4 dE5


d
al. 2012). Tali legami, basati su un approccio
fenomenologico, consentono (Figura 6) di
descrivere: i) la risposta non lineare monotona del
pannello associata a crescenti livelli di danno (da A-
1 a 5, fino a collasso), assegnando progressive Figura 6. Legami multilineari adottati per i pannelli murari.

SG03-498
Tabella 4. Parametri meccanici adottati per la muratura il valore medio dell'intervallo ad eccezione di
(M=maschi; F=fasce). una, al quale viene assegnato uno dei valori
Parametri meccanici d’estremo (minimo o massimo). Dai risultati si
Em Gm fm 0 osserva una più marcata sensibilità della
[Mpa] [Mpa] [Mpa] [Mpa]
frequenza ai parametri E e G, con variazioni
M/F 1875* 625* 2.8 0.10
massime nell’ordine del 10% su ciascun modo,
Cadute e drift limite mentre è molto modesta quella alle rigidezze dei
E3 E4 E5 E3 E4 solai.
[%] [%]
La calibrazione del modello, che tiene conto
M pf 0.006 0.01 0.015 - 15
taglio 0.0025 0.004 0.008 30 60
dei risultati dell’analisi di sensibilità, ha
F pf/ l’obiettivo di eguagliare le frequenze dei primi tre
0.002 0.006 0.02 40 40 modi di vibrazione estratte sperimentalmente,
taglio
*Valori delle rigidezze fessurate come impiegate nel modello SMAV, e di ottenere
masse partecipanti totali coerenti. Considerazioni
5.2 Analisi di sensibilità e calibrazione del sulle forme modali sono state eseguite in una
modello seconda fase, anche attraverso l'ausilio del MAC.
A tal fine sono stata eseguite alcune analisi
Definito il modello di calcolo, l’analisi di fattoriali complete, considerando in particolare
sensibilità identifica quali parametri influenzano quattro diversi intervalli di variazione per i
maggiormente la variazione delle frequenze moduli della muratura oltre quello inizialmente
proprie di vibrare. Le variabili selezionate sono i assunto nelle analisi di sensibilità per ottenere un
moduli elastici della muratura (Modulo di Young migliore fitting con le frequenze sperimentali,
Em e modulo di taglio Gm) e la rigidezza a taglio tenendo anche conto dell’incertezza sulla
dei solai (G1,2): quest’ultimo parametro è di attribuzione della tipologia muraria che in questa
importanza primaria nella risposta sismica e, fase non ha potuto avere un riscontro diretto. Si
come si vedrà in seguito, nella definizione del riportano gli intervalli adottati nell'ultima fase
comportamento della struttura. Al fine di valutare (Tabella 6), in cui è stato individuato un modello
gli effetti dell’intervento di irrigidimento dei solai compatibile in termini di frequenze. I moduli
nell'area orientale (si veda al §3) e il contributo di sono decisamente più elevati di quelli iniziali,
rigidezza fornito dalla copertura, sono state compatibili con una muratura in pietra squadrata.
considerati tre differenti variabili indipendenti: Un aumento nella frequenza si sarebbe ottenuto
GSOL1, rigidezza a taglio dei solai di piano (quelli anche irrigidendo i solai, a patto tuttavia di
che caratterizzano il poligono 1 di Figura 4) ; impiegare valori per gli orizzontamenti
GSOL2, rigidezza a taglio dei solai del corpo incompatibili con la tipologia che caratterizza
orientale (poligono 2); GSOLC, rigidezza a taglio l’edificio in esame; pertanto questa opzione è
dei solai dell'ultimo livello. stata esclusa.
L’intervallo di variazione delle proprietà
meccaniche della muratura (Tabella 5) è stato Tabella 6. Variabili aleatorie e intervalli di variazione
finali, espressi in MPa.
definito secondo quello proposto nella Circolare
617 (2009) per la classe in pietra a spacco Min Max Med
applicando un coefficiente migliorativo di buona Em 3750 4050 3900
Gm 1250 1350 1300
malta pari a 1.5 ai valori massimi dei moduli E e
G. Gli intervalli di variazione delle proprietà di G SOL1, G SOL2. G SOLC 50 180 115
rigidezza dei solai rispecchiano i valori proposti
dalla normativa neozelandese per solai in legno La combinazione individuata (Tabella 7)
con doppio tavolato (NZSEE 2015), assunte presenta una buona corrispondenza delle
uguali per le tre variabili indipendenti. frequenze nei primi tre modi di vibrare e anche
nelle masse partecipanti del primo (con il primo
Tabella 5. Intervalli di variazione delle variabili aleatorie
considerati (in MPa).
numerico) e terzo modo (con il quinto numerico):
rispettivamente modi flessionali prevalenti in
Min Max Med direzione Y e X. Attraverso il modello numerico
Em 1500 2574 2037
si osserva come non ci sia corrispondenza nella
Gm 500 858 679
sequenza dei modi di vibrazione, e la struttura
G SOL1, G SOL2, G SOLC 50 180 115
esibisca modi caratterizzati da modeste masse
partecipanti tipiche di una struttura con solai
Nell’analisi di sensibilità sono quindi eseguite flessibili.
2N analisi, in cui le variabili aleatorie assumono

SG03-499
Dal confronto con le forme modali da SMAV 5.3 Discussione dei risultati e calcolo del drift
sono emerse alcune considerazioni. Il numero dei massimo dalle ADNL
sensori utilizzati per l’identificazione, figlio dei La fase di calibrazione iniziale ha consentito di
poligoni a comportamento rigido individuati, si è definire il modello di riferimento più attendibile
rivelato a posteriori insufficiente per cogliere per l’esecuzione delle analisi non lineari. Le
alcuni modi che coinvolgono solo parti della analisi dinamiche sono state svolte con i 10
struttura e confermare quindi quelli evidenziati accelerogrammi introdotti al §4.2. Al fine di
dal modello di dettaglio (Figura 7). Sono previsti avere ulteriori elementi utili per l’interpretazione
ulteriori approfondimenti al riguardo, sia strutturale, ad esempio in termini prestazionali,
numerici che tramite l’acquisizione di nuove congiuntamente alle analisi dinamiche sono state
misure. L’elevata flessibilità dei solai in legno, eseguite anche delle analisi statiche non lineari.
che influenza notevolmente la risposta in termini Per queste ultime sono state adottate due
di frequenze e di forme modali come evidenziato distribuzioni di forze, rispettivamente
dall’analisi di sensibilità, si riflette quindi in proporzionale alle masse e proporzionale alle
valori ridotti del MAC (Figura 8). Tuttavia si è masse per le altezze. La Figura 9 illustra il
ritenuto accettabile questo risultato non avendo confronto riportando per ciascuna delle due
allo stato attuale elementi certi per escludere che direzioni prevalenti della struttura (X e Y): la
risposta ciclica ottenuta dall’applicazione di uno
le forme modali ottenute dal modello numerico
dei 10 accelerogrammi; le curve pushover
siano meno affidabili di quelle che il modello ottenute dalla distribuzione di forze proporzionale
semplificato, con due soli poligoni rigidi, alle masse, risultata più attendibile dal confronto
consente di stimare. con le dinamiche. Le linee verticali rosse
Tabella 7. Frequenze e masse partecipanti dei primi cinque rappresentano rispettivamente il valore mediano
modi da modello a telaio equivalente. (linea continua) ed i frattili al 16% e 84% (linee
Modi f [Hz] Mx[%] My[%] tratteggiata) ottenuti a partire dai dieci valori del
1 2.95 ≈0 41.5 massimo spostamento medio dell’ultimo piano.
2 3.46 1 9.0 Le croci rosse indicano i valori degli spostamenti
3 3.55 ≈0 23.6 associati al raggiungimento di 4 progressivi livelli
4 3.70 ≈0 ≈0 di danno (compatibili con la scala EMS 98,
5 3.85 40.8 1 Gruntal 1998) ottenuti dall’approccio statico.
Questi ultimi sono stati computati adottando a
riferimento l’approccio multiscala proposto in
Lagomarsino e Cattari (2015) che combina
controlli operati a tre diverse scale: quella degli
elementi strutturali (attraverso una variabile atta a
rappresentare il danno cumulato raggiunto negli
elementi maschi e fascia), quella dei
macroelementi (pareti e solai, monitorando
rispettivamente il drift d’interpiano e la
deformazione angolare) e quella globale
(attraverso il controllo di opportune soglie del
taglio di base). Tale approccio si è rivelato più
Figura 7. Deformate modali dei primi due modi numerici. affidabile rispetto a quello tradizionale delle NTC
2008 che considera esclusivamente controlli alla
scala globale specialmente nel caso di strutture
irregolari o con solai flessibili (Marino et al.
2017), come quella in oggetto. Nel caso in esame
specifico infatti la posizione dei livelli di danno 3
e 4 risulta arretrata rispetto a quella di un
approccio tradizionale di tipo globale a causa
della prevalenza del controllo alla scala di
macroelemento (per il raggiungimento della
soglia di drift d’interpiano nelle pareti P16 e P13
al livello 1, Figura 10; si veda la Figura 7 per la
Figura 8. Valore dei MAC fra i modi sperimentali ed numerazione delle pareti).
analitici in fase di calibrazione.

SG03-500
I risultati evidenziano una minore resistenza meccanismo prevalente al piano terra (occorso in
sul lato corto dell’edificio. Infine si osserva come maniera ricorrente).
il valore mediano dello spostamento massimo Determinando i drift massimi da ogni analisi, è
ottenuto dalle analisi dinamiche risulta stato quindi computato il drift d’interpiano da
nell’intorno del raggiungimento del livello di confrontare con quello ottenuto dalla procedura
danno 2; dei 10 accelerogrammi, infatti, solo SMAV come valore mediano della distribuzione
alcuni hanno attivato una più marcata risposta lognormale dei 10 valori calcolati per ciascuno
non lineare. dei degli accelerogrammi applicati. Il valore
risultante, di riferimento solo per il periodo di
ritorno pari a 475 anni, è pari al 0.0027 con una
deviazione standard associata pari a 1.09, minore
di quello ottenuto con la SMAV (§4.3). Essendo
quest’ultima una procedura più semplificata il
risultato è coerente con le previsioni attese.

Figura 10. Massimo drift d’interpiano per le pareti in


direzione X per uno degli accelerogrammi impiegati.

6 CONCLUSIONI E FUTURI SVILUPPI


L’articolo propone l’applicazione della
metodologia SMAV al caso del municipio di
Figura 9. Risultati ottenuti dalle analisi nonlineari. Sanremo che presenta le caratteristiche tipiche
degli edifici storici, quali i solai deformabili. I
5.3.1 Calcolo del drift massimo dalle ADNL
risultati ottenuti sono stati integrati con analisi
Per ciascuna analisi dinamica nonlineare è dinamiche non lineari effettuate su un modello a
stato calcolato il valore massimo di drift telaio equivalente, confrontando poi i valori dei
d’interpiano tenendo conto del contributo sia massimi drift di interpiano valutati con i due
dello spostamento orizzontale sia della rotazione approcci. Dal confronto è emerso che i massimi
dei nodi tramite la seguente relazione: drift otttenuti dalla procedura SMAV nel caso del
periodo di ritorno dell’azione pari a 475 anni
u w ,l - u w ,l-1 j w ,l + j w ,l-1 sono circa il doppio di quelli ottenuti con il
IDR = + (4)
hl 2 modello a telaio equivalente. Tale sovrastima del
drift risulta comunque in linea con la natura
dove: hl è l’altezza interpiano al piano l, semplificata e cautelativa della metodologia,
mentre ūw,l e φw,l sono rispettivamente lo soprattutto per alti periodi di ritorno ed elevati
spostamento orizzontale medio e la rotazione dei livelli di danno. Si osserva infatti che il drift
nodi posizionati al livello l (o l-1) nella parete w massimo di SMAV per TR=475 anni è circa
(positiva se in senso antiorario). Il contributo quattro volte quello calcolato per TR=100 anni, a
rotazionale può essere rilevante nel caso di fronte di un rapporto fra le massime ordinate dei
configurazioni con fasce non accoppiate ad due spettri poco maggiore di 2. E’ inoltre da
elementi resistenti a trazione e in presenza di precisare che le curve FSC si riferiscono allo
solai flessibili (Lagomarsino e Cattari 2015). stato attuale alla risposta di singoli pannelli; su
La Figura 10 illustra il profilo del drift questo aspetto sono previsti approfondimenti che
d’interpiano ottenuto da una delle analisi consentano di passare alla scala di curve
dinamiche, da cui si evidenzia l’attivazione di un rappresentanti della risposta di strutture più

SG03-501
complesse. L’analisi modale sul modello conforming URM Buildings for Collapse Risk
numerico ha messo in evidenza come attenzione Assessment, 6th International Conference on
vada posta nella suddivisione degli impalcati in Computational Methods in Structural Dynamics and
Earthquake Engineering, 15-17 June 2017, Rodhes
poligoni ideali: in particolare, in presenza di solai Island, Greece.
deformabili o disomogenei è consigliabile un Clinton J., 2006. The observed wander of the natural
incremento del numero di poligoni (e quindi dei frequencies in a structure, Bullettin of the Seismological
punti di misura) utilizzati per discretizzare Society of America, 96, pp 237-257.
l’impalcato, anche per piante regolari. Il numero e Fiorini N., Acunzo G., Spina D., 2017. Journal of Civil
la posizione dei punti di misura devono quindi Structural Health Monitoring of cultural heritage
essere scelti sulla base di un’analisi preliminare structures, in corso di pubblicazione.
della tipologia di impalcato, per evitare Guéguen P., 2013. Seismic vulnerability of structures, John
Wiley \& Sons Ltd, Croydon .
l’insorgere di incompletezza dei dati non Kottke, Albert R., Rathje, Ellen M., 2008. Technical
rilevabili dai soli risultati dell’analisi modale Manual for Strata. PEER Report 2008/10. University of
operativa. Gli aspetti legati alla variabilità dei California, Berkeley, California.
risultati in funzione del numero e della Lagomarsino, S., Penna, A., Galasco, A., Cattari, S., 2012.
distribuzione dei sensori, in presenza di solai TREMURI program: Seismic Analyses of 3D Masonry
Buildings, Release 2.0, University of Genoa, Italy;
deformabili, saranno oggetto di approfondimenti (mailto: tremuri@gmail.com).
futuri, attraverso l’utilizzo congiunto di analisi Lagomarsino, S., Penna, A., Galasco, A., Cattari, S., 2013.
numeriche e nuove misure sperimentali. TREMURI program: an equivalent frame model for the
nonlinear seismic analysis of masonry buildings,
Engineering Structures, 56, 1787-1799.
RINGRAZIAMENTI Lagomarsino, S., Cattari, S., 2015. PERPETUATE
guidelines for seismic performance-based assessment of
Questa ricerca è stata finanziata nell’ambito cultural heritage masonry structures, Bulletin of
della convenzione di ricerca in atto tra il DICCA, Earthquake Engineering. 13(1), 13-47.
il DISTAV e il Comune di Sanremo relativi a Marino, S., Cattari, S., Lagomarsino, S., Ingham, J., Dizhur,
D., 2016. Modelling of two damaged unreinforced
studi di vulnerabilità sismica. Si ringraziano masonry buildings following the Canterbury
inoltre il geologo Fulvio Franco e il geometra earthquakes, Reducing risk raising resilience – 2016
Renato Retolatto per i dati forniti. NZSEE Conference, April 1-3, 2016, Christchurch, New
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Affidabilistica della Sicurezza Sismica di Edifici on ambient vibrations, Bulletin of Earthquake
Esistenti, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Roma Engineering, in corso di pubblicazione.
(http://www.cnr.it/sitocnr/IlCNR/Attivita/Normazionee Spina D., Lamonaca B.G., 1998. Strengthening assessment
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Camilletti, D., Cattari, S., Lagomarsino, S., Bonaldo, D., XI Conference on Earthquake Engineering, Rotterdam,
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Manzini, C.F., Penna, A., Rota M., 2017. RINTC STADATA, 2012. 3Muri Program, Release 10.0.11;
Project: Nonlinear Dynamic Analyses of Italian code- (www.3muri.com).

SG03-502
ANIDIS 2017
PISTOIA

A numerical study on the seismic behavior of unreinforced masonry buildings


with flexible diaphragms
Michele Betti, Luciano Galano, Sonia Boschi, Andrea Vignoli
Department of Civil and Environmental Engineering (DICEA), Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze.

Keywords: Unreinforced masonry buildings, FE modelling, inelastic dynamic analysis, flexible diaphragms

ABSTRACT
The paper presents a comparison between different methods of analysis and different numerical models to
investigate the seismic behaviour of unreinforced masonry buildings with flexible diaphragms. The comparison is
performed analysing a two stories prototype tested on shaking table at the CNR-ENEA research centre of Casaccia
(Italy). The first numerical model has been built by using the finite element (FE) technique, while the second one
has been built by a simplified macro-element (ME) approach. Both models were employed to perform nonlinear
static and time-history analyses. The shaking table tests were simulated to analyse the behaviour of the prototype
from the initial elastic state until the development of extensive damage. Main results of all analyses are critically
compared and discussed in order to investigate the effectiveness of both simplified models and analysis
methodologies. Eventually, numerical results are compared with available experimental data. The FE model is able
to predict with reasonable accuracy the damaged areas and the incipient collapse mechanism, as well as the
collapse load. The ME model is able to predict the collapse load however, a satisfactory reconstruction of the actual
collapse mechanism has not been obtained due to the limits of the approach. Nevertheless, the simplified model is
able to predict accurately the accelerations at the top floor measured in the tests.

SG03-503
A numerical study on the seismic behaviour of unreinforced masonry buildings
with flexible diaphragms
Michele Betti, Luciano Galano, Sonia Boschi, Andrea Vignoli
Department of Civil and Environmental Engineering (DICEA), Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze

Keywords: Unreinforced masonry buildings, FE modelling, inelastic dynamic analysis, flexible diaphragms

ABSTRACT
The paper presents a comparison between different methods of analysis and different numerical models to investi-
gate the seismic behaviour of unreinforced masonry buildings with flexible diaphragms. The comparison is per-
formed analysing a two stories prototype tested on shaking table at the CNR-ENEA research centre of Casaccia (It-
aly). The first numerical model has been built by using the finite element (FE) technique, while the second one has
been built by a simplified macro-element (ME) approach. Both models were employed to perform nonlinear static
and time-history analyses. The shaking table tests were simulated to analyse the behaviour of the prototype from
the initial elastic state until the development of extensive damage. Main results of all analyses are critically com-
pared and discussed in order to investigate the effectiveness of both simplified models and analysis methodologies.
Eventually, numerical results are compared with available experimental data. The FE model is able to predict with
reasonable accuracy the damaged areas and the incipient collapse mechanism, as well as the collapse load. The ME
model is able to predict the collapse load however, a satisfactory reconstruction of the actual collapse mechanism
has not been obtained due to the limits of the approach. Nevertheless, the simplified model is able to predict accu-
rately the accelerations at the top floor measured in the tests.

1 INTRODUCTION cally timber floors (Betti et al. 2014; Betti et al.


2015; Penna et al. 2016; Nakamura et al. 2017).
The seismic behaviour of old masonry con-
With respect to the analysis methods, the larg-
structions can substantially differ from that of
est part of them can be divided into three main
modern masonry buildings since, during an earth-
categories: (1) the modal analysis based on the
quake, both out-of-plane and in-plane seismic re-
linear model combined with the concept of struc-
sponses of masonry walls are simultaneously ac-
tural behaviour factor q, (2) the nonlinear static
tivated.
analysis (pushover) and (3) the nonlinear time-
In case of absence of a box-like behaviour, the
history analysis (Kappos et al. 2002;
structural response is characterized by local fail-
Vamvatsikos et al. 2006; Casolo and Uva 2013).
ures with a widespread out-of-plane overturning
The first method, commonly used in the profes-
of portions of walls as frequently observed during
sional context, it is not appropriate for a reliable
past and recent earthquakes (D’Ayala and Paga-
prediction of damages occurred in the building
noni 2009). If the out-of-plane collapses are pre-
under the seismic loading. The pushover analysis
vented a satisfactory seismic global behaviour of
is a procedure used to obtain the capacity dia-
the structure can be achieved since, in this case,
gram, which represents a basic datum to predict
the in-plane strength and deformation capacity of
the strength and the ductility of the structure. Due
the walls are fully exploited. In this respect, it is
to its simplicity, the method has become wide-
widely recognized that adequate masonry quality,
spread in the engineering practice. Nevertheless,
proper connections between masonry walls and
since this approach is based on a static nonlinear
between walls and floors are effective properties
procedure where the external loads are monoton-
to prevent local failures (Lourenço et al. 2011;
ically increased up to failure, it neglects many
Penna 2015).
significant aspects of the structural response
Among them, a significant role in coupling the
(Lourenço et al. 2011; Galasco et al. 2006). The
response of the different masonry walls is played
nonlinear time-history analysis foresees a direct
by the in-plane stiffness of the diaphragms, typi-

SG03-504
step-by-step integration of the equations of mo- Figure 2: the inter-storey heights measure approx-
tion in the time domain. This method covers the imately 2.2 m, the masonry walls have a constant
drawbacks of the first two procedures, being able thickness of 0.25 m and are composed of two ver-
to follow the full seismic loading process from tical faces without any transversal connection.
the initial elastic state up to the strongly nonlinear The horizontal structures are made with flexible
behaviour leading to collapse. timber floors. Each floor was built using 5 wood-
Several authors (Lourenço et al. 2011; Penna en joists (with section 0.10 m  0.18 m) and
2015; Casolo and Uva 2013) have discussed the wooden boards with a thickness of about 20 mm
need to perform nonlinear time-history analyses nailed to the wooden beams.
showing that the use of three-dimensional (3D)
finite element (FE) models requires a great
amount of computational resources, which may D
be justified only in case of historical or monu-
mental buildings (Casolo and Uva 2013; Betti A
C
and Galano 2012; Bartoli et al. 2016). Analysing
simple buildings, the need emerges of simplified
but effective and reliable models for the assess-
ment of the global structural response through
nonlinear time-history analyses. In the last dec-
ades, for instance, an increasing development of
simplified masonry modelling based on the mac-
ro-element (ME) (Caliò et al. 2012) and the
equivalent frame approaches (Magenes and Della
Fontana 1998; Bucchi et al. 2103; Lagomarsino et
al. 2103) has taken place. These methods require
a moderate computational effort if compared with A
the traditional FE technique. However, despite its C D
apparent simplicity, each analysis tool requires
high expertise to effectively understand its range
of employability.
Within this framework the paper reports a Figure 1. View of the URM prototype.
comparison between two numerical approaches The masonry walls were constructed with cal-
analysing an unreinforced masonry building careous tuff stones and lime-cement mortar with
(URM) tested by shaking table at the CNR- weight ratios of the components of 10.5 (sand),
ENEA research centre of Casaccia (Roma, Italy). 11 (lime) to 1 (cement). The masonry units have
Two different 3D models were developed. The an irregular shape and have dimensions varying
first model refers to the FE technique. The second from medium to large. The walls have a double
one was based on the ME approach through the vertical layer section with opus incertum texture.
implementation of a nonlinear algorithm in the The average dimensions of the mortar joints were
MATLAB tool. After identification, the two built intentionally very large both in the face and
models have been employed to perform nonlinear in the section. No connection between the two
static and dynamic analyses. The results are com- layers was provided. Furthermore, again in order
pared and discussed analysing floor accelerations, to reproduce a poor constructive system, the walls
floor displacements, base shears, stiffnesses de- were not connected together at the corners and no
cay and failure modes. concrete beams were realized to connect the
wooden floors with the walls.
Both destructive and non-destructive test re-
2 THE MASONRY PROTOTYPE sults were available: samples of calcareous tuff
The masonry prototype built at the CNR- stones were tested to evaluate the average com-
ENEA research centre of Casaccia (Roma, Italy) pressive strength (fbc) and the specific mass (m).
tested until collapse without strengthening (Dolce The obtained values were fbc= 8.5 N/mm2 and m=
et al. 2008; Dolce et al. 2009) is herein analysed 1700 kg/m3. Laboratory tests on mortar provided
as illustrative case study. The prototype is a 1:1.5 the average compressive strength (fmc) and the
scaled two stories building (Figure 1), aimed at flexural strength (fmf) equal to 0.72 N/mm2 and
reproducing the typical ancient masonry buildings 0.14 N/mm2, respectively. Further tests on the
of Central Italy. The plan layout is reported in mortar joints were performed by the PNT-G

SG03-505
penetrometric method to assess the mortar quali- scaled at increasing intensity. The reference input
ty; results provided an average value fmc = 0.54 was the accelerogram of Colfiorito (Perugia, Ita-
N/mm2. To evaluate the compressive strength of ly), recorded during the Umbria-Marche earth-
the masonry assemblages (fwc) starting from the quake of September 26, 1997 [Richter magnitude
properties of units and mortar several relation- of 6.1, epicentre in Annifo-Colfiorito, with
ships have been proposed. Generally, these for- PGA=2.117 m/s2 for the North-South (NS) com-
mulas are reliable only for masonries with regular ponent, 2.473 m/s2 for the East-West (EW) and
texture, thus in the present case it is only possible 1.805 m/s2 for the Up-Down (UD)]. To be con-
to obtain a feasible range of variability of this pa- sistent with the reduced scale of the structure the
rameter. Considering fbc= 8.5 N/mm2 and fmc = original records were scaled along the time axis
0.72 N/mm2 it is reasonable to assume that fwc by a factor equal to the square root of the geomet-
ranges from 2.0 to 3.5 N/mm2 (Galano and Vi- ric scale of the model: √3/2=1.225 (Dolce et al.
gnoli 2001). In addition, the masonry was charac- 2009). The NS, the EW and the UD components
terized through three diagonal compression tests were applied simultaneously (NS and EW in Y
carried out on masonry wallets. and X directions, respectively).
During the tests, due to a system pump mal-
y y
function, the accelerations recorded on the shak-
ing table were slightly altered with respect to the
target input (nominal PGA in the following)
(Dolce et al. 2008). The numerical analyses next
D C D discussed, although C performed assuming as input
the effective accelerations recorded on the shak-
ing table, are referenced by employing their nom-
AT inal PGA input value. Keeping in mind this dis-
tinction, the tests were carried out by applying the
ground accelerations with increasing PGA (nomi-
nal increment of 0.05g), starting from a low in-
tensity (nominal
A1 PGA of 0.05g) up to collapse
(nominal PGA of 0.50g) with steps of 0.05g.
x x
A B A B
3 NUMERICAL MODELS OF THE PROTO-
y TYPE
To assess the seismic behaviour of the proto-
type, two different numerical approaches were
employed. The first 3D model was built by the
C D C FE technique, employing the commercial code
ANSYS. The second model was built by the ME
approach implementing nonlinear masonry laws
AT in the MATLAB tool.

3.1 The FE model


The macro-modelling technique was used.
A1 Eight-nodes isoparametric solid elements (So-
lid65) were used to model both the masonry walls
x x and the reinforced concrete basement. The wood-
B A B en joists were modelled by using one-dimensional
two-nodes isoparametric elements (Beam44)
Figure 2. Plan dimensions of the prototype (cm): first floor
(Up) and second floor (Down).
while isoparametric two-dimensional elements
with four nodes (Shell63) were adopted for the
2.1 Experimental tests wood planking. Further zero-dimensional one-
node elements (Mass21) were inserted on each
The URM prototype was tested employing a 4 floor to consider the additional masses. Specific
m × 4 m shaking table with 6 degrees-of-freedom weights of masonry and wood were assumed
(DOFs). The tests were carried out through the based on the experimental data (γw = 14.2 kN/m3
application of a normalized natural seismic input and γl = 5.9 kN/m3, respectively). The final nu-

SG03-506
merical model consisted of 11,081 nodes, 6,824 buildings subjected to a base ground acceleration
3D Solid45 elements, 94 2D Shell63 elements, (components in two orthogonal directions can be
291 1D Beam44 elements and 25 0D Mass21 el- applied simultaneously).
ements, corresponding to 30,933 degrees of free-
A B C
dom. 15

The constitutive behaviour of the masonry was


reproduced assuming an elastoplastic law with
220 7 8 9 12 13
tension cut-off. To this aim, the Drucker-Prager
(DP) plasticity model was combined with the
Willam-Warnke (WW) failure criterion. The DP
yield surface is a smooth version of the Mohr-
Coulomb yield surface, defined by two parame- 220 1 2 5 6
ters: the cohesion c and the internal friction angle z z
φ. They are introduced in such a way that the cir- x y
cular cone of DP corresponds to the outer vertex 350 300 35

of the hexagonal Mohr-Coulomb yield surface.


The combination Aof the plasticity modelB with the C D A
15
failure criterion allows for an elastic-brittle be-
haviour in case of biaxial tensile stresses or biaxi-
al tensile-compressive
220 8 with low
7 stresses 9 12
compres- 13 10 11
sion level. On the contrary, the material behaves
as elastoplastic in case of biaxial compressive
stresses or biaxial tensile-compressive stresses
with high compression
220 level.
1 Overall, 2 the material
5 6 3 4
behaves as an isotropic
z medium with plastic
z de- z z
formation, cracking and x crushing capabilities
y x y
(Avossa and Malangone 2015; 350
Betti et al. 2016). 300 350 300
The constitutive parameters required by the
DP and the WW models were identified by the Figure 3. View of the ME model: definition and numbering
of the piers.
diagonal compression tests. The nonlinear model
parameters are reported in Table 1, whereas the Each masonry wall is divided in piers (with
linear model parameters are as follows: longitu- vertical axis and height equal to the inter-storey)
dinal modulus of elasticity Ew = 700 N/mm2, tan- and spandrels (with horizontal axis), however on-
gential modulus of elasticity Gw = 280 N/mm2 ly the piers are considered as deformable and re-
and Poisson ratio  = 0.25. The identified tensile sisting elements, whereas the spandrels have infi-
strength of the masonry (fwt) is within the range nite stiffness and strength. The diaphragms are
estimated by using the classical interpretation of rigid in their plane, hence the model has 3 DOFs
the diagonal compression tests (Calderini et al. for each level and the masses must be concentrat-
2010). ed or distributed over these floors.
Table 1. FE model parameters (fwc = masonry compressive
The bending failure mode and the shear failure
strength; fwt masonry tensile strength; βc = shear transfer mode with diagonal cracking are considered for
coefficient for closed cracks; βt = shear transfer coefficient each pier subjected to shear load in its plane and a
for open cracks; c = cohesion; δ = dilatancy angle; φ = in- simplified trilinear diagram of the shear V versus
ternal friction angle). the drift  is used for each failure mode. The hys-
Drucker-Prager Willam-Warnke teretic response under reversal loads is modelled
plasticity criterion failure surface by a law taking into account for progressive ma-
c (N/mm2) 0.07 fwc (N/mm2) 2.50 sonry damage, depending on the position of a fo-
δ (°) 20 fwt (N/mm )2
0.065 cal point. A similar behaviour is assumed for the
φ (°) 40 βc (-) 0.75 piers subjected to out-of-plane flexure. As usual,
βt (-) 0.15
in the shear-type models the piers behave as ma-
sonry panels constrained by double bending con-
ditions; this hypothesis is unrealistic especially
3.2 The ME model
for existing buildings with timber floors. Hence,
The second model was built by the ME ap- rotational elastic springs between the piers and
proach. This model, originally proposed by the floors were introduced in the model to reduce
Galano and Selleri (2004), performs a 3D step- the shear stiffness of the panels. The four façades
by-step dynamic analysis of regular masonry of the ME model of the prototype are depicted in

SG03-507
Figure 3 with the indication of the piers (13 ele- base shear Vb. The static nonlinear analyses were
ments) and the spandrels (12 elements, denoted solved under force control by the incremental
by “×”). Newton-Raphson algorithm that allows for the
Values of the parameters used in the ME mod- simulation of the ascending branches of the re-
el are: Ew, Gw, γw and γl as in the FE model, sponse up to the maximum base shear Vbmax
fwc=2.5 N/mm2, fwt=0.065 N/mm2, ultimate drifts (Table 2).
u in the range from 7.5 up to 12.5 mm (from 3.4 Table 2. Results of pushover analyses by the FE model. Pt
‰ up to 5.7 ‰ of the inter-storey height) depend- is the total weight of the prototype.
ing on the pier slenderness and the failure mode, Case Vbmax umax Vbmax/Pt
Vu and VF equal to 0.25 Vmax. In addition, the (kN) (mm) (-)
model requires to define the distribution of the +X U 58.61 2.04 0.262
masses and the values of the elastic stiffness of
–X U 63.78 1.72 0.285
the rotational springs between the piers and the
+Y U 65.59 1.75 0.293
floors. These parameters were selected by com-
parison with the modal results obtained by the FE –Y U 66.06 1.91 0.295
model. +X T 57.35 2.91 0.256
–X T 53.79 1.87 0.240
+Y T 62.38 2.84 0.279
4 NONLINEAR STATIC ANALYSES –Y T 59.07 2.15 0.264
Pushover analyses were performed considering
two time invariant load distributions for the lat- Figure 4 and Figure 5 report the cracking and
eral forces, namely: i) a distribution along the crushing maps obtained at the last step of the two
height proportional to the masses (uniform distri- analyses in case of triangular load distribution
bution, U) and ii) a distribution along the height acting in +X and +Y direction, respectively. As
proportional to the masses times the heights (tri- next discussed, the damage pattern predicted by
angular distribution, T). the FE model is a combination of shear and flex-
During the earthquake ground motion a ma- ural cracks with vertical splitting at the wall cor-
sonry building exhibits damages and the structure ners that predicts an overturning of the walls.
changes its dynamic response from the original The capacity curves of the building were also
undamaged configuration to a collapse configura- estimated by using the ME model. In detail, they
tion. To account for this physic behaviour, more were obtained as the envelope diagrams of the
advanced adaptive load patterns pushover meth- dynamic responses obtained using the first 20 s of
ods have been proposed to take into account the the original records of Colfiorito North-South
progressive structural stiffness degradation. Such (NS) and East-West (EW) with time compressed.
approaches are more computational demanding, Each ground motion was applied separately in X
since they require the solution of a modal prob- and Y directions. Hence, 4 cases were analysed.
lem at each damaged step. They attempt to follow In particular the PGA of the base ground acceler-
the time variant distribution of the inertia loads ation was increased in step of 0.05 g starting from
originated by the non-uniform cracking of the a PGA equal to 0.05 g up to obtain the collapse of
building (frequently characterized by local crack- the building, i.e. a dynamic response in which the
ing and crushing mechanisms). In the present inter-storey drifts have reached the ultimate value
case, to avoid such computational effort, the defined in the model. Structural damping was
above mentioned two time-invariant load distri- considered by the classical Rayleigh formulation,
butions (U and T) were considered with the aim with values of 4 % of the damping ratios on the
to analyse bound behaviour of the URM. The uni- two first modal shapes.
form distribution is representative of the behav- Table 3. Significant values of the capacity diagrams by the
iour of the building near collapse, and the triangu- ME model, G denotes the centre of mass of the second floor
lar distribution is representative of the behaviour (C1=X-NS, C2=Y-NS, C3=X-EW, C4=Y-EW).
of the building in its original undamaged configu- Case Vbcr Vbmax uxGcr uxGmax uxGu
ration. (kN) (kN) (mm) (mm) (mm)
Distributions U and T were applied separately C1 14.63 58.08 0.31 3.0 8.7
in +X, –X, +Y and –Y directions (Figure 2), so 8 C2 11.47 55.97 0.22 4.9 8.2
nonlinear static analyses were performed. The ca- C3 14.53 64.91 0.50 5.7 7.9
pacity diagrams were built considering the aver- C4 11.16 57.96 0.54 6.3 11.1
age displacement u of the four corners of the sec-
ond floor – A, B, C and D in Figure 2 – and the To build the envelopes of the dynamic re-
sponses several criteria can be adopted. Herein

SG03-508
the peak displacements vs the corresponding base lopes were represented up to the point in which
shear was considered. Main results of the anal- Vb is 0.8 times Vbmax.
yses are summarized in Table 3 and Table 4. The comparison between the pushover curves
Table 4. First cracking and collapse by the ME model (* obtained with the FE model with those obtained
wall number in which occurs the first crack). by the ME model is reported in Figure 6 (for the
Case Wall Wall Collapse
X direction) and Figure 7 (for the Y direction).
level 1* level 2* X Direction
0.4
C1 2 9 level 1
C2 5 12 level 2 0.35
C3 2 9 level 1 -XU
C4 5 12 level 2 0.3
+XU
0.25 +XT
+X
C A -XT

Vb/Pt
0.2
D
0.15

0.1

0.05 Col-NS
Col-EW
0
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Horizontal displacement uxG (mm)
Figure 6. Capacity diagrams in the X direction: comparison
between FE model and ME model results.
Y Direction
0.4

0.35 -YU
+YU
0.3 +YT
C A -YT
0.25
D
Vb/Pt

0.2
Figure 4. Distribution of damage (cracking and crushing )
in the walls at the end of the analysis: triangular load distri- 0.15
bution in direction +X.
0.1

C A 0.05 Col-NS
Col-EW
D +Y 0
0 2 4 6 8 10 12
Horizontal displacement uyG (mm)
Figure 7. Capacity diagrams in the Y direction: comparison
between FE model and ME model results.
For building with regular geometry and uni-
form mass distribution along the height the trian-
gular distribution of the lateral loads is more reli-
able, because the seismic response is dominated
by the first modal shape; in addition, it is evident
that the triangular distribution gives lower base
shear capacity respect to the uniform one. Con-
sidering the X direction the average maximum
A
base shear Vbmax obtained by the FE model is
C
55.57 kN for the triangular distribution and 61.20
D kN in case of uniform distribution, against 61.50
Figure 5. Distribution of damage (cracking and crushing ) kN obtained with the ME model (relative errors
in the walls at the end of the analysis: triangular load distri- of -9.64 % and -0.49 %, respectively). In the Y
bution in direction +Y. direction 60.73 kN with the triangular loads and
Figure 6 and Figure 7 show the base shear Vb 65.83 kN with the uniform one were obtained,
vs the displacement of the control point uxG or uyG against the value of 56.97 kN given by the ME
(the displacement of the centre of mass of the model (relative errors of +6.60 % and +15.55 %,
second floor); the softening branches of the enve- respectively). The diagrams also show that the

SG03-509
displacements corresponding to the maximum perform a significant comparison, average re-
base shear are much lower for the FE model than sponse parameters were considered.
for the ME model; the two different numerical Denoting with 𝑠𝑖 (𝑡) the responses (accelera-
approaches explain these differences. tions and displacements) of the four corners A, B,
C and D (Figure 2), the average response 𝑠̅(𝑡)
was directly calculated as follows:
5 LINEAR AND NONLINEAR TIME HIS-
1
TORY ANALYSES 𝑠̅(𝑡) = ∑ 𝑠𝑖 (𝑡) (1)
4
𝑖=𝐴,…𝐷
5.1 Seismic input and numerical analyses
To offer a synthetic representation of each av-
The dynamic responses of the two models erage response over the whole time-history a rep-
were first compared in the linear field by consid- resentative value, called hereafter “efficacy”, was
ering the input corresponding to the six shaking calculated by the following expression:
table tests with increasing nominal PGA of 0.05 –
0.10 – 0.15 – 0.20 – 0.25 and 0.30g. Taking into 1 𝑇𝑚𝑎𝑥
account the previously mentioned differences be- 𝑠𝑒𝑓𝑓 = √ ∫ [𝑠̅(𝑡)]2 𝑑𝑡 (2)
tween the target original input signals (nominal 𝑇𝑚𝑎𝑥 0
PGA) and the effective output signals recorded on where Tmax denotes the time length of the signal.
the shaking table, non-proportional responses The agreement between the numerical re-
were expected (and justified) increasing the nom- sponses of the two models was estimated by
inal input PGA. comparing the percentage errors defined as fol-
The input of the above six tests, and those of lows:
the two additional tests with PGA of 0.35 and
𝑀𝐸 𝐹𝐸
0.40g, were subsequently considered in the hy- (𝑠𝑒𝑓𝑓 − 𝑠𝑒𝑓𝑓 )
pothesis of nonlinear behaviour. All these base 𝐸𝑠 = 100 ∙ 𝐹𝐸 (3)
𝑠𝑒𝑓𝑓
accelerations were selected in order to reproduce
the behaviour of the building starting from the According to the definition of Eq. (3) it is im-
elastic response up to the range going from mod- plicitly assumed that the response of the FE mod-
erate to severe damage (the FE model collapsed el is considered as reference in the comparison.
during the test with PGA of 0.40g; collapse is Table 5. Average and coefficient of variation of percentage
here referred to non-convergence of the numeri- errors (linear analyses).
cal solution). Only the first 10 s in the reduced
Floor Displacements Ed
time scale of the base acceleration records were Mean (%) Cv
used as input because the shock has its maximum F1X 11.1 0.11
ground acceleration intensity within the first 5 s F1Y 20.6 0.02
and it is not significant after 10 s. The responses F2X 3.0 0.61
of the FE model were computed by the Newmark F2Y 4.1 0.05
integration method by using a time step of 0.004 Accelerations Ea
s, whereas the -Hilbert procedure with a time Mean (%) Cv
step of 0.001 s was employed to calculate the re- F1X 19.9 0.74
sponses of the ME model. These choices provid- F1Y 56.6 0.04
ed sufficient accuracy of the solutions and ac- F2X -6.4 1.24
ceptable computational efforts. Damping was still F2Y 14.1 0.10
considered by the classical Rayleigh formulation:
4 % damping ratios on the first two modal shapes The average errors obtained simulating the
were selected. first six tests for displacements (Ed) and absolute
accelerations (Ea), together with the variation co-
5.2 Response of the models efficients are summarised in Table 5. Considering
the significant differences between the ME and
Displacements and absolute accelerations at the FE models, it is possible to observe a satisfac-
the floor levels are two of the most significant tory agreement in the amplitude of the displace-
global kinematic parameters that synthesize the ments (maximum error equal to 20.6 %). In addi-
dynamic response of a building. In the ME model tion, it is observed that the ME model always
each floor moves in its plane as a rigid diaphragm provides slightly higher displacements values,
while in the FE model the timber floors are mod- with more pronounced differences on the first
elled as flexible diaphragms. Consequently, to floor in the Y direction. Furthermore, a perfect

SG03-510
agreement has been obtained in the dominant fre- The calculation of the stiffness of the building
quency. by means of the results of a time-history analysis
More pronounced differences were instead ob- is rather complicated, even in case of linear be-
tained in terms of accelerations (maximum error haviour, because in multi degrees-of-freedom
equal to 56.6 % at the first floor in the Y direc- (MDOF) models the dynamic response is com-
tion). Again, the errors are always positive with posed of a set of many displacements and forces,
the exception of the second floor in the X direc- each of them defined in the time domain. In the
tion. In this case the errors obtained with input present case the stiffness was computed as “se-
PGA of 0.05g and 0.10g are slightly positive, the cant” stiffness at the origin. Starting from the cy-
others are negative, hence resulting in a very high clic response of shear V versus the inter-storey
variation coefficient (1.24, Table 5). drift d of a level in a direction, the envelope dia-
Floor 2 Direction x gram was considered, then in this diagram was
1.5
FEM
taken the secant stiffness Ks=V/d corresponding
MEM to the absolute maximum value of d. This param-
LIN
NL eter is then representative of the stiffness of that
Displacement (mm)

1 level in the instant of maximum amplification of


the response.
Floor 2 Direction y
1.5
0.5 FEM
MEM
LIN
Displacement (mm) NL
1
0
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4
PGA (g)
Floor 2 Direction x
2000 0.5
FEM
1800 MEM
1600 LIN
NL
Acceleration (mm/s )
2

1400
0
1200 0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4
PGA (g)
1000
Floor 2 Direction y
800 2000
600 FEM
1800 MEM
400 1600 LIN
NL
Acceleration (mm/s )

200
2

1400
0 1200
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4
PGA (g) 1000
Figure 8. Efficacy values of displacements and absolute ac- 800
celerations at the top floor versus PGA: X direction. 600
400
As an example, the efficacy displacements and
200
accelerations, evaluated according to the defini-
0
tion introduced by Eq. (2), of the second floor vs 0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4
the target input PGA are plotted in Figure 8 and PGA (g)

Figure 9 (figures show all values obtained with Figure 9. Efficacy values of displacements and absolute ac-
the linear and the nonlinear models). celerations at the top floor versus PGA: Y direction.
The other two main response parameters to be Errors were calculated according to the follow-
considered for engineering purposes are the shear ing equation:
forces (base shear and shear at the base of the
second level) and the stiffness of the building. For (𝐾𝑠𝑀𝐸 − 𝐾𝑠𝐹𝐸 )
𝐸𝐾 = 100 ∙ (6)
linear models it is appropriate to evaluate the 𝐾𝑠𝐹𝐸
maximum absolute value of the shear as follows: Considering the linear analyses the ME model
𝑉𝑚𝑎𝑥 = max|𝑉(𝑡)| (4) provides lower values of base shears and stiff-
nesses than the FE model. In particular, the stiff-
and consequently the percentage error: ness of the second level in the Y direction is no-
𝑀𝐸
(𝑉𝑚𝑎𝑥 𝐹𝐸 ) ticeably higher for the FE model, while in the X
− 𝑉𝑚𝑎𝑥
𝐸𝑉 = 100 ∙ 𝐹𝐸
(5) direction a very high coefficient of variation
𝑉𝑚𝑎𝑥
(0.92) is obtained. In turn these differences ex-

SG03-511
plain the errors obtained in maximums shear other hand, given the errors obtained for the base
forces (up to 30.5 % for the second level in the Y shears, the use of the FE model is more appropri-
direction). The differences in the mass distribu- ate for structural analyses aimed at investigating
tion between the two models can partially explain the seismic safety.
this disagreement. Average errors of base shears Level 1 Direction y
are lower than 15 %. 100
Level 1 Direction x 90
100 80
90 70

Stiffness (kN/mm)
80
60
70
Stiffness (kN/mm)

50
60
40
50 30
FEM
40 20 MEM
30 LIN
FEM 10
NL
20 MEM 0
LIN 0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4
10
NL PGA (g)
0
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4 Level 2 Direction y
PGA (g) 100
Level 2 Direction x 90
100 80
90 Stiffness (kN/mm) 70
80
60
70
Stiffness (kN/mm)

50
60
40
50 30
FEM
40 20 MEM
30 LIN
FEM 10
NL
20 MEM 0
LIN 0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4
10
NL PGA (g)
0
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4 Figure 11. Secant stiffnesses versus PGA for the two levels:
PGA (g) Y direction.
Figure 10. Secant stiffnesses versus PGA for the two levels:
X direction.
Figure 10 and Figure 11 plot the stiffnesses of 6 FURTHER DISCUSSION
the two levels versus the target input PGA (fig-
ures show all values obtained with the linear and 6.1 Experimental failure mode
the nonlinear models). During the first two shaking table tests (nomi-
On the whole, the ME model provides dynam- nal PGA of 0.05g and 0.10g) no damage was ob-
ic responses affected by acceptable errors with served; the development of a vertical crack, ap-
respect to the FE model. This suggests that in all proximately 1 cm thick, was first observed in the
structural problems in which the intensity of the upper part of the corner between the walls CD
dynamic loading is low and an almost elastic and AD during the test with PGA=0.15g. The
structural response is expected, the use of a sim- crack developed starting from the upper level,
plified model such as the one here employed is due to the thrust of the wooden floor. Out-of-
the most acceptable choice. This is true both for plane flexural deformations were observed on the
the ease of use (the construction of the numerical second level of the wall AB.
model) and for the small computational times During the test corresponding to nominal PGA
of 0.20g, the effects observed in the previous test
(each time-history analysis performed with the
were accentuated adding a strong flexural defor-
FE model required about 7 hours against the mation on the wall BC.
about 5 minutes required by the ME model). As In the dynamic test with 0.25g PGA the crack
an example, the ME model can be an effective of the corner between the walls CD and AD in-
tool to be employed to analyse the response of creased and widened from the roof top down to
secondary elements supported by the floors of a the first ground (Figure 12). At the end of the test
masonry building under low to moderate earth- the crack thickness became about 3-4 cm, and
quakes (museums, history archives, etc.). On the fragments of mortar and stone dropped down due

SG03-512
to the walls pounding after the detachment of the was completely detached from the orthogonal one
corner. Diagonal cracks developed on the wall (Figure 13) while the upper part of the façade AB
AB from the top of the façade reaching the cor- was subjected to considerable out-of-plane dis-
ners in the openings. The vertical load carrying placements with subsequent expulsion of some
capacity of the structure was not yet compro- stone units. At the end of this test not only the
mised. spandrels but also the masonry piers appeared
In the next dynamic test (nominal PGA of significantly damaged, specifically on the second
0.30g), the corner between the walls CD and AD level.
was completely detached and a major crack was The test with PGA of 0.40g was characterized
observed between the walls CD and BC. In addi- by a strong global damage of the structure, with
tion, a cracking pattern was visible on the wall the collapse of the two corners of the wall CD
BC that extended above the timber lintel over the and the collapse of the masonry pier supporting
second level opening. the lintel over the second floor opening. In addi-
tion, the already cracked corner of the wall AB
partially collapsed. At this stage the timber floors
D were completely detached from the load bearing
walls, compromising the box-behaviour.
Two more tests were then performed to assess
the building residual capacity. The first test (nom-
inal PGA=0.45g) showed the simultaneous col-
lapse of all the piers of the wall AB at the second
level, as well as the lintel over the opening of the
wall CD. The second test (nominal PGA=0.5 g)
was performed to achieve the total structural col-
lapse.

6.2 Response of the nonlinear static analyses


For earthquake applied in the X direction the
maximum base shear Vbmax obtained with the ME
model corresponded to 0.25–0.30 the weight of
D the building, the first cracking occurred in the
wall 2 of the first level for uxGcr in the range 0.3–
Figure 12. Vertical crack in the corner between the façades 0.5 mm (the first cracking in the second level oc-
AD and CD after the test with nominal PGA of 0.25g. curred in the wall 9). The ultimate displacement
uxGu was equal to about 8 mm, corresponding to
1.8  10-3 the total height. The failure typology is
D identifiable as a typical II mode collapse in which
the largest part of the walls in the first level
C
A reaches the ultimate displacement. With the FE
model, for load acting in +X direction, the maxi-
mum dimensionless base shear ranged between
0.25 and 0.26, and the damage was characterized
by main diagonal and vertical cracks on the two
walls AB and CD (the in-plane walls). In the wall
AB it was possible to observe the development of
a system of vertical and diagonal cracks over the
two doors of the first level: the spandrels col-
lapsed for shear with diagonal cracking (Figure
4). Additional diagonal cracks developed over the
C A
D two windows on the second level. It is of interest
to note that the first main crack developed on the
portion of wall AB corresponding to the wall 2 of
Figure 13. Façade CD cracks after failures of the corners of the ME model. In the wall CD vertical cracks de-
the second level (PGA=0.35g).
veloped near the two doors, and an additional ver-
The test with nominal PGA of 0.35g showed tical crack was observed on the second level at
the worsening of previous cracks: the wall AD corner D between the walls CD and DA. A simi-

SG03-513
lar vertical crack, even if less broad, was ob- value cr or max the pier is assumed to be in the
served at corner B between the walls AB and BC. “cracking state” or in the “plastic state”, respec-
Globally, observing also the formation of hori- tively. Collapse occurs if the deformation reaches
zontal hinges, it seems reasonable to recognize the ultimate value u. The dead loads of the proto-
the tendency of the walls BC and DA (the out-of- type are rather low, so the ME model predicts
plane walls) to overturn (at the base in case of flexural failures for all the masonry piers with the
wall DA, at the first level in case of wall BC) exception of the pier 3, where a shear failure is
though the collapse is essentially characterized by always predicted.
a II damage mode (as obtained with the ME mod- During the first two shocks (nominal
el). The tendency to overturning of the out-of- PGA=0.05g and 0.10g) no appreciable damage
plane walls was observed also in case of load act- was detected, and the model response was almost
ing in –X direction. linear elastic. The first damages appeared during
For earthquake applied in the Y direction the the third shock (nominal PGA=0.15g) when in-
maximum base shear Vbmax obtained with the ME plane cracking occurred in the piers 5, 12 and 13
model corresponded approximately to 0.25 the in the Y direction, and in the piers 2 and 9 in the
weight of the building; the first cracking occurred X direction. This indicates that the first damages
in the wall 12 of the second level for uyGcr in the were concentrated along the corner B between the
range 0.2–0.5 mm. The ultimate displacement uy- walls AB and CB. In the subsequent two shocks
Gu was equal to about 9 mm, corresponding to 2.0 (PGA=0.20g and 0.25g) the largest part of the
 10-3 the total height. The failure typology is piers cracked, especially those of the second lev-
again identifiable as a typical II mode collapse of el: (1, 2, 7, 8, 9, 12, 13) in the X direction, and (5,
the second level, in which the largest part of the 6, 8, 9, 11, 12, 13) in the Y direction. Some piers
walls reaches the ultimate displacement. From a cracked with out-of-plane deformation. In addi-
numerical point of view this depends on the dis- tion, the deformation of the pier 12 gone beyond
position of the timber joists of the floors, so that max in the plastic state.
the walls of the second level in the Y direction During the shock with nominal PGA=0.30g
have low axial loads and consequently small ul- the same trend was observed, and also the pier 13
timate shears. The FE model results, for load act- reached the plastic state. This indicates the begin-
ing in + Y direction, showed a main vertical crack ning of a flexural failure on the second level of
developing in the corner D (with consequent de- the building in the Y direction. With the shock
taching of the walls) and then an horizontal hinge with PGA=0.35g also the piers 6 and 9 reached
at the base of the first level in the wall DA the plastic state. Finally, in the last shock
(Figure 5); so, the model predicts an overturning (PGA=0.40g), the piers 7 and 8 together with 2, 5
of this wall orthogonal to the loading direction. and 11 reached the plastic state. In all the simula-
For higher loads main diagonal and vertical tions the deformations never reached the ultimate
cracks developed in the walls BC and DA (the in- value u, denoting that the ME model predicted
plane walls) that crossed the two levels. additional capacity reserve.
Experimental tests on shaking table revealed a Overall, the ME model predicted the collapse
failure mode in which, after the opening of the of the second level under a shock with a PGA
connections in the four corners (D, C, A and fi- greater than 0.40g, with main deformations in the
nally B), the walls of the second floor (or large Y direction. This can be explained taking into ac-
parts of them) overturned. The extension of dam- count the warping of the timber floors. They are
age made clear that the situation of final collapse sustained by the walls parallel to the X direction
corresponds to the shaking table test with nomi- and the orthogonal walls have low compressive
nal PGA of the base ground motion of 0.45g stress and low shear strength. The piers collapsed
(Colfiorito EW), effective PGA of the table of in flexure in their plane, hence the model predict-
0.41g in the Y direction (Colfiorito NS) and ed the failure of the second level with a II mode
0.52g in the X direction (Colfiorito EW). These mechanism. This disagrees with the failure mode
seismic intensities agree with the numerical re- of the prototype detected during the experimental
sults even if the ME model predicts a II mode tests, characterized by the development of main
failure. cracks along the corners up to the overturning of
the walls of the second level. Due to the assump-
6.3 Dynamic response by the nonlinear time- tion of rigid diaphragms this collapse configura-
history analyses tion cannot be correctly reproduced by the ME
model.
In the ME model, according to the constitutive
The FE model provided a linear response with
equations, if the deformation in a pier reaches the
the shocks with nominal PGA of 0.05g and 0.10g,

SG03-514
and an almost linear response under the shock As a general remark, the FE model substantial-
with nominal PGA of 0.15g. The first noticeable ly matched the experimental collapse mode, re-
damages appeared during the shock with nominal producing the larger part of the damages concen-
PGA equal to 0.20g when a main vertical crack trated in the first and in the second level. In addi-
developed along the corner D starting from the tion, the phenomenon of opening of the corners
level of the first floor (as in the experiments). was reasonably well reproduced.
Other horizontal cracks appeared at the base of Direction y
the building (façade AB) in the contact zone with 100
FEM
the reinforced concrete basement. 80 MEM
In the subsequent analysis the previous crack- 60

ing pattern became wider and a further main di- 40

Base Shear (kN)


agonal crack developed on the first level (façade 20

BC) starting from the corner of the window. 0


-20
Direction x
60 -40
FEM
MEM -60
40 -80
-100
Base Shear (kN)

20 -2 -1.5 -1 -0.5 0 0.5 1


Drift Level 1 (mm)
0 Direction y
60
FEM
-20 MEM
40

-40
Shear Level 2 (kN)

20

-60
-1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 0
Drift Level 1 (mm)
Direction x -20
60
FEM
MEM -40
40

-60
Shear Level 2 (kN)

20 -2 -1.5 -1 -0.5 0 0.5 1


Drift Level 2 (mm)
0 Figure 15. Shear forces vs corresponding drifts for the
analysis with nominal PGA=0.30g (Y).
-20
A further comparison of the dynamic respons-
-40 es obtained through the two approaches is made
analysing the parameters discussed in the previ-
-60
-1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 ous sections. Stiffness decay is shown in Figure
Drift Level 2 (mm) 10 and 11. The ME model predicts a noticeable
Figure 14. Shear forces vs corresponding drifts for the decay of the secant stiffness in the analyses with
analysis with nominal PGA=0.30g (X). nominal PGA from 0.10g to 0.20g, in both direc-
The analysis with PGA=0.30g confirmed the tions and for both levels of the building. The ME
previous trend and, in addition, a second main di- model response, in fact, is very sensitive to the
agonal crack appeared on the façade BC in which cracking of the first pier (each pier is modelled as
the typical cracking pattern with the “” profile a single macro-element). In the subsequent
was recognized. At the same time another vertical shocks the stiffness continues to decrease, alt-
crack developed along the corner A. In the analy- hough with less evidence. In particular, stiffness
sis with nominal PGA=0.35g a diagonal crack decay is predominant at the second level in the Y
developed on the façade DA, on both levels of the direction where a stiffness reduction equal about
building, and the vertical crack along corners A to ten times the initial elastic value is observed.
and D increased. During the shock with The evolution predicted by the FE model is
PGA=0.40g, at 5.87 s the numerical analysis different. The stiffness of the second level re-
stopped due to the non-convergence of the solu- mains almost the same up to the shock with
tion (numerical collapse of the model). Displace- PGA=0.35g, when a sudden decrease occurs. The
ments reached high values, and the cracking pat- stiffness of the base level gradually decreases
tern confirmed the previous trend. starting from the shocks with nominal
PGA=0.30g (X direction) and 0.15g (Y direction)

SG03-515
until it reaches the same values predicted by the case of nominal PGA=0.30g (linear and nonlinear
ME model. Figure 14 and 15 plots the shear forc- analyses, X and Y directions). The spectra were
es versus the corresponding drifts comparing the obtained by a standard Fast Fourier Transform
responses obtained with the nonlinear analyses (FFT) procedure, operating on subsequent tem-
with nominal PGA=0.30g. The differences be- poral windows with overlap of 50%. The good
tween the two models are clearly visible. agreement obtained with the linear models and
Table 6. Percentage errors (nonlinear analyses). the differences predicted by the nonlinear ones is
evident.
Displacements Ed (%)
Floor
0.2 g 0.3 g 0.4 g Floor 2 Direction x
0.3
F1X 22.7 41.4 29.0 FEM LIN
MEM LIN
F1Y 63.4 54.9 -22.4 0.25
F2X 23.0 50.7 58.8
F2Y 70.4 85.0 41.0

Amplitude (mm)
0.2
Accelerations Ea (%)
Floor
0.2 g 0.3 g 0.4 g 0.15

F1X 3.0 7.2 -26.9


0.1
F1Y 32.3 25.1 -27.2
F2X -21.0 -21.1 -36.4 0.05
F2Y 0.6 -13.7 -47.0
0
Table 7. Percentage errors (nonlinear analyses). 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50
Frequency (Hz)
Shear forces EV (%)
Level Floor 2 Direction x
0.2 g 0.3 g 0.4 g 0.3
F1X -18.3 -12.9 24.2 FEM NL
MEM NL
F1Y -22.5 -20.6 -36.0 0.25
F2X -28.4 -14.5 2.4
Amplitude (mm)

F2Y -33.1 -45.1 -56.9 0.2

Stiffnesses EK (%)
Level 0.15
0.2 g 0.3 g 0.4 g
F1X -48.7 -38.0 -17.1 0.1
F1Y -50.0 -34.1 -19.2
F2X -61.8 -67.3 -59.4 0.05
F2Y -72.6 -82.3 -89.7
0
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50
Responses in terms of displacements and ac- Frequency (Hz)

celerations are less significant for nonlinear anal- Figure 16. Displacement amplitude spectra of the second
yses. As reported before, the ME model provides floor for linear and nonlinear analyses with nominal
PGA=0.30g.
higher values of displacements than the FE mod-
el. The errors Ed are significant: for example, at In general, even if both models predict a col-
the second level errors are detected up to 58.8 % lapse PGA value equal or greater than 0.40g, they
and 85 % in X and Y directions, respectively provide different collapse modes. This is substan-
(Table 6). On the contrary, for the shocks with tially due to the differences in the modelling hy-
PGA greater than 0.20g, the absolute accelera- potheses between ME and FE approaches.
tions of the second level predicted by the ME Smeared cracking produces many and distributed
model are lower than those obtained by the FE cracks that result in a little but constant stiffness
model (with errors Ea up to 36.4 % and 47 % in decrease as the PGA increases (as observed dur-
the two directions, Table 6). ing the experimental tests). When the damage has
The errors EV and EK are summarised in Table spread over the entire building a sudden loss of
7. These differences are confirmed by the spectral strength and stiffness occurs.
analysis of the signals. The dominant frequencies With respect to the floor modelling, it is con-
obtained with the FE model are higher than those firmed that different assumptions on the dia-
obtained by the ME model with differences in- phragms stiffness significantly affect the building
creasing as the PGA increases. Analysing the dis- overall seismic response. In case of flexible floors
placements, the errors on the dominant frequency, (like in the FE model), there is no load transfer
Efrd, range from 20 to 50 %, while for accelera- from collapsed walls to still efficient structural
tions the same errors vary from 20 to 80%. As an elements. On the contrary, in the case of stiff
example, Figure 16 and 17 show the displace- floors (like in the ME model), the load transfer is
ments amplitude spectra of the second level in overestimated producing in turn an overestima-

SG03-516
tion of the building seismic capacity. In this re- absolute accelerations, as these are two of the
spect, the results of the ME model, despite its in- most significant global kinematic parameters that
trinsic simplifications, should be considered as an synthesize the dynamic response of a building. In
upper limit of the building capacity, which can be addition, the shear forces, the stiffness decay and
reached only when the out-of-plane and the local the damage evolution were also considered, as
damage mechanisms are not previously activated. parameters with significant engineering rele-
0.3
Floor 2 Direction y vance. The results highlighted that each model
FEM LIN
MEM LIN
has a range of validity. The FE model is capable
0.25 of reproducing with good confidence the experi-
mental damages (with respect to the damage ex-
Amplitude (mm)

0.2
perienced by the prototype during the shaking ta-
0.15 ble tests) while the ME model, due to the intrinsic
hypothesis of rigid floors, is capable of predicting
0.1
the collapse load but not to provide a satisfactory
0.05 reconstruction of the actual collapse mechanism
(overturning of the walls due to flexible wooden
0
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 floors). Errors on floor displacements and abso-
Frequency (Hz)
lute accelerations are acceptable in the simula-
Floor 2 Direction y
0.3 tions with low-to-moderate PGA intensities, i.e.
FEM NL
MEM NL in the almost linear range of the dynamic re-
0.25
sponse. In all the simulations the ME model un-
derestimates the shear forces since it provides a
Amplitude (mm)

0.2
more pronounced stiffness decay with respect to
0.15 the FE model. In this respect the results of the
0.1
ME model should be considered as an upper limit
of the building capacity, which can be reached
0.05 only when the out-of-plane damage mechanisms
0
are not first activated. Nevertheless, the simpli-
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 fied 6 DOFs model is able to fairly accurately es-
Frequency (Hz)
Figure 17. Displacement amplitude spectra of the second
timate the accelerations that are fundamental dy-
floor for linear and nonlinear analyses with nominal namic response parameters.
PGA=0.30g. The paper suggests that the seismic analysis of
traditional, poor connected, masonry building
should be faced through a cross-numerical analy-
7 CONCLUSIVE REMARKS sis approach. This should be applied in those cas-
The paper reported a comparison between two es where flexible floors and no effective connec-
numerical models used to investigate the seismic tion between the walls at the corners do not as-
behaviour of existing masonry buildings. As a sure a global box-behaviour, because the out-of-
reference case study, an unreinforced masonry plane mechanisms significantly affect the col-
prototype with flexible diaphragms tested on lapse of the masonry building.
shaking table until collapse was considered. The
first numerical model was built by the FE method
through a macro-model technique; the second one REFERENCES
was built by using a ME approach through the Avossa, A.M., Malangone, P., 2015. Seismic performance
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SG03-517
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SG03-518
ANIDIS 2017
PISTOIA

Assessment of the loading capacity of masonry buildings under horizontal


loads: the case study of the Mercato delle Vettovaglie in Livorno
Riccardo Barsottia, Stefano Bennatia
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, Largo Lucio Lazzarino, 56122 Pisa.

Keywords: masonry, experimental tests, limit analysis

ABSTRACT
The “Mercato delle Vettovaglie” in Livorno is a masonry construction built by engineer Angiolo Badaloni between
1890 and 1894. The building stands in the city centre and, even nowadays, strongly characterises its
neighbourhood. It has an approximately rectangular plan, some 100 m long and 60 m large, and four storeys, three
above and one below the ground (Ricordi di architettura, 1900), (Nocerino, 1999).
Prior to refurbishment works, the building has been the object of a set of experimental analysis aimed at collecting
useful information for the mechanical characterization of its masonry walls (Rini et al., 2009). The experimental
campaign comprised, among other things, walls inspection by drilling cores, endoscopies, flat-jacks tests, and
compressive tests on specimens taken from the masonry walls.
The collected data have been used for preliminary assessing the main features of the building structural response. In
particular, the horizontal load capacity of the structural system formed by the masonry panels at the basement level
has been evaluated. Moreover, regarding one of the building’s main bearing walls, the collapse modes have been
investigated, and both statically and kinematically admissible values of the horizontal load multiplier have been
pursued, to the aim of providing lower and upper bounds for the collapse load multiplier. The results, although
incomplete, seem to confirm the remarkable structural strength of the building, not only due to its simple and
intelligent design, but also to the high mechanical properties of the materials used and the care with which
construction was carried out.

REFERENCES
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Vol. VI, 1900.
Nocerino C., “Livorno – Guida storica”, Ed. L’Informazione, Livorno, 1999.
Rini C.P., Maffei P.L., Froli M., Beconcini M., Formichi P., Bennati S., Barsotti R., Masiello G., Gianola F.,
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Livorno”. In: Atti del Convegno Nazionale "Giornate AICAP 2009".

SG03-519
Valutazione della capacità portante di edifici in muratura soggetti ad azioni
orizzontali: il caso studio del Mercato delle Vettovaglie di Livorno
Riccardo Barsottia and Stefano Bennatia
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, Largo Lucio Lazzarino, 56122 Pisa.

Keywords: murature, indagini sperimentali, analisi limite

ABSTRACT
Il Mercato delle Vettovaglie di Livorno è un edificio in muratura realizzato tra il 1890 e il 1894. L’edificio ha una
pianta approssimativamente rettangolare, con una larghezza di circa 60 metri, una lunghezza di circa 100 metri e
un’altezza complessiva di 35 m.
In vista del suo restauro e di una sua possibile nuova destinazione d’uso, l’edificio è stato oggetto, nell’ambito di
una convenzione di ricerca stipulata fra il Comune di Livorno e l’Università di Pisa, di una serie di indagini
sperimentali rivolte alla caratterizzazione meccanica delle murature. Le indagini hanno compreso, fra l’altro,
carotaggi, endoscopie, prove con martinetti piatti, prove di rottura per compressione su campioni di murature. I dati
raccolti sono stati utilizzati per una prima valutazione del comportamento strutturale dell’edificio. In particolare, è
stata valutata la resistenza alle azioni orizzontali offerta dal sistema resistente formato dai maschi murari del piano
seminterrato. Inoltre, si sono indagate le modalità di collasso sotto l’azione dei carichi orizzontali di una delle
principali pareti portanti dell’edificio, andando alla ricerca di valori sia cinematicamente che staticamente
ammissibili del moltiplicatore dei carichi. I risultati, per quanto ancora incompleti, sembrano confermare la
notevole robustezza strutturale dell’edificio, riconducibile non solo al suo disegno semplice e intelligente, ma anche
alle elevate caratteristiche meccaniche dei materiali e alla cura nella costruzione.

1 INTRODUZIONE compatibilità sul piano urbanistico di diverse


proposte di riqualificazione dell’edificio, con
Il Mercato delle Vettovaglie di Livorno, un
particolare attenzione all’integrazione di questo
edificio in muratura realizzato alla fine del XIX
nel contesto cittadino, si rimanda il lettore
secolo e che ancora oggi svolge la funzione di
interessato ai contributi già disponibili (Rini et
mercato coperto, è stato oggetto di recente di una
al., 2009).
serie di interventi di manutenzione straordinaria e
Per quanto riguarda l’analisi strutturale, è stata
di restauro conservativo, coordinati dagli uffici
condotta una serie di indagini sperimentali mirate
tecnici dell’amministrazione comunale di
alla raccolta di dati utili alla caratterizzazione
Livorno, anche in vista di possibili nuove
meccanica delle murature. Le indagini hanno
destinazioni d’uso del fabbricato.
compreso, fra l’altro, carotaggi, endoscopie,
L’occasione ha reso possibile condurre una
prove con martinetti piatti, oltre a prove di rottura
serie di attività di ricerca, nell’ambito di una
per compressione su campioni estratti dalle
collaborazione tra il Comune di Livorno e
murature. I dati raccolti sono stati utilizzati per
l’Università di Pisa, aventi come oggetto
una prima valutazione degli aspetti principali
l’edificio in questione allo scopo di migliorare il
coinvolti nella risposta strutturale dell’edificio
livello di conoscenza dell’edificio, soprattutto per
soggetto ad azioni orizzontali.
quanto riguarda la sua risposta meccanica, e
valutare la fattibilità delle proposte in merito a
possibili variazioni della sua destinazione d’uso. 2 IL “NUOVO MERCATO DELLE
Le attività di studio e di ricerca si sono VETTOVAGLIE”
sviluppate sia sul fronte architettonico e
urbanistico, che su quello strutturale. Per quanto Il “Nuovo Mercato delle Vettovaglie” è il
riguarda la prima linea di ricerca, che ha nome con cui è stato originariamente indicato un
approfondito il tema della fattibilità e della edificio pubblico realizzato a Livorno, fra il 1890

SG03-520
e il 1894, su progetto di Angiolo Badaloni
ingegnere, architetto e direttore dell’Ufficio
d’Arte del Comune di Livorno. L’edificio, che
caratterizza fortemente la parte del centro
cittadino in cui è inserito e che ancora oggi
continua a svolgere la funzione di mercato
coperto, presenta una pianta quadrangolare,
prossima ad un rettangolo di dimensioni pari a
circa 100 m x 60 m, e si articola su quattro livelli:
tre fuori terra, più uno interrato (Figura 1).
I locali del piano interrato, dove si trovano
principalmente depositi e cantine, sono coperti
con volte a botte o a crociera, poggianti su pilastri
in muratura di pietra. Il piano terra è diviso in tre
ampi saloni: quello centrale, che in elevazione
arriva senza soluzione di continuità fino alla
copertura per un’altezza complessiva di circa 35
m, e due laterali, che hanno un’altezza di circa 15
m. I tre saloni sono collegati da due gallerie
laterali e da una grande galleria centrale. In
elevazione, le murature del corpo centrale sono
alleggerite da ampie finestre ad arco (Figura 2).
Il primo piano è costituito principalmente da
magazzini e si snoda lungo i lati del salone
centrale e dei saloni minori, in corrispondenza Figura 1. Disegni storici dell’edificio (da “Il Nuovo
delle botteghe poste al piano terra. La copertura, Mercato delle Vettovaglie, Livorno”, in Ricordi di
progettata dall’ing. Emilio Spagnoli, è sostenuta Architettura e di Decorazione, Serie II - Vol. VI, Biblioteca
da una serie di eleganti capriate leggere in ferro, di Storia delle Arti, Università di Pisa).
poggianti sulle parti di muro comprese tra i
finestroni. L’ispezione visiva, che ha preceduto la
campagna di prove sperimentali vere e proprie, ha
permesso di ottenere alcune prime indicazioni
3 LE INDAGINI SULLE MURATURE DEL sulla tipologia, sulle condizioni attuali e sullo
FABBRICATO stato di conservazione delle murature lungo tutto
Le indagini sperimentali, eseguite nel corso il loro sviluppo fuori terra.
del 2008, si sono articolate in: Come mostrano le foto riportate in Figura 3, le
• un’ispezione visiva preliminare; pareti verticali dell’edificio sono realizzate, a tutti
• 16 carotaggi; i livelli, in muratura mista di pietrame non
• 16 prospezioni con sonda televisiva squadrato nella quale si trovano disposti, ad
all’interno di fori realizzati mediante intervalli irregolari, dei ricorsi di mattoni. Il
carotaggi nelle murature dell’edificio; pietrame utilizzato presenta una grande varietà di
• 6 prove con martinetto piatto singolo per la forma e dimensioni (la maggior parte presenta
misura della sollecitazione presente nelle dimensioni caratteristiche comprese tra 10 cm e
murature; 40 cm) e gli elementi lapidei e di laterizio sono
• 6 prove con martinetti piatti doppi paralleli ben collegati tra loro da spessi giunti di malta di
per la determinazione delle caratteristiche di spessore variabile (la maggior parte tra 1,5 cm e
deformabilità e resistenza delle murature; 2,5 cm). L’ispezione dei fori realizzati mediante
• prove di rottura a compressione ed a carotaggi, oltre all’analisi dei documenti contabili
flessione su provini ricavati dai campioni messi a disposizione dall’Amministrazione
estratti dalle murature. Comunale, non ha evidenziato la presenza di
murature a sacco. Le volte ed i contrafforti che è
stato possibile ispezionare, sopra la galleria
centrale, sono invece realizzati in muratura di
laterizio.

SG03-521
piano, in corrispondenza dei punti di innesto nella
muratura di travi di acciaio o di legno.

3.1 Le prove con i martinetti piatti


Sulle murature che costituiscono le pareti
verticali dell’edificio sono state individuate sei
zone su cui sono state eseguite le prove con
martinetti piatti. In ciascuna zona è stata
effettuata una prova con martinetto piatto singolo,
per la stima della compressione in direzione
verticale presente nella muratura, ed una prova
con martinetti piatti doppi paralleli, per la
determinazione della curva di risposta tensioni-
deformazioni (Rossi, 1980).
Le prove hanno interessato tutti e tre i livelli in
cui si articola l’edificio. Due punti di prova sono
stati posizionati al piano interrato, lungo i muri di
spina, in posizione simmetrica rispetto all’asse
del salone centrale; un terzo punto si trova al
piano terra su una parete del salone centrale,
mentre gli ultimi tre punti sono stati collocati al
primo piano. Tre punti, che si trovano
rispettivamente al piano interrato, al piano terra
ed al primo piano, sono stati scelti in posizioni
Figura 2. Viste dell’interno del salone centrale.
circa corrispondenti lungo la verticale.
Le prove con martinetto piatto singolo hanno
consentito di valutare l’intensità della
compressione media in direzione verticale
presente nella muratura. Tutte le prove hanno
interessato una porzione di muratura mista di
pietra e laterizio; i martinetti piatti utilizzati
avevano tutti la stessa forma semicircolare e le
stesse dimensioni, pari a 345 mm x 255 mm.

Tabella 1. Stime dei valori medi della compressione


presente nella muratura.
Prova Livello Tensione normale
media (MPa)
M1 Cantine 0,67
M2 Cantine 1,01
M3 Piano terra 0,92
M4 Primo piano 0,18
M5 Primo piano 0,49
M6 Primo piano 0,23

Nella tabella 1 sono elencati i valori della


Figura 3. Muratura mista nel seminterrato (in basso) e al tensione normale media calcolati in
primo piano (in alto).
corrispondenza di ciascuno dei sei punti di prova.
Appare importante sottolineare che le Il valore massimo della compressione in
murature prese in esame ai diversi livelli direzione verticale è pari a 1,01 MPa (piano
dell’edificio si presentano tutte in ottimo stato di interrato). Le compressioni diminuiscono
conservazione. Non sono stati riscontrati quadri d’intensità, com’era atteso, procedendo dalla base
lesionativi di una qualche significatività, ad verso la sommità dell’edificio. Al primo piano, la
eccezione di poche sottili lesioni visibili al primo

SG03-522
compressione valutata in corrispondenza del setto Tabella 2. Sintesi dei risultati ottenuti dalle prove con
di muratura vicino all’angolo sud (prova M5) è martinetti doppi.
più elevata di quella rilevata negli altri due punti.
Prova
E σ el σ max
Si osserva, inoltre, che i valori stimati in prima (GPa) (MPa) (MPa)
approssimazione attraverso un’analisi MD1 4,1 1,0 1,6
semplificata dei carichi confermano MD2 4,4 1,8 2,4
sostanzialmente l’ordine di grandezza dei MD3 7,9 1,8 3,6
corrispondenti valori dedotti sperimentalmente MD4 3,4 0,8 2,4
MD5 3,8 0,8 2,4
dalle prove con martinetto piatto singolo. MD6 6,4 0,8 2,8

Il modulo elastico, E, e la tensione al limite di


proporzionalità, σ el , sono stati valutati prendendo
in esame la curva di carico che per prima si
estende in modo visibile nel tratto non lineare. A
titolo di esempio, nella Figura 5 si riportano i
grafici corrispondenti a due delle prove effettuate
al primo piano.

Figura 4. Esecuzione di una prova con martinetti piatti


doppi.

Le prove con martinetti doppi paralleli (Figura


4) hanno consentito di valutare la curva di
risposta della muratura per compressioni verticali,
mediante la costruzione per punti del diagramma
sforzi-deformazioni.
Basandosi sulla curva di risposta relativa alla
base centrale di misura, per ciascuna prova sono
stati stimati: il valore medio del modulo elastico
nel tratto lineare del diagramma, E, il valore della
tensione al termine di detto tratto lineare, σ el , e
quello della massima compressione applicata,
σ max . Inoltre, sono stati valutati il modulo elastico
tangente alla curva di carico in corrispondenza
della massima tensione di compressione e la
deformazione residua al termine della prova. Si Figura 5. Diagrammi sforzo - deformazione rilevati durante
le prove con i martinetti piatti doppi (in ordinata: tensione
ritiene utile osservare che la massima media, in ascissa: deformazione della base centrale; □ =
compressione raggiunta durante la prova supera σ el , ○ = σ max .
di almeno 2,4 volte quella presente nella
muratura. Il modulo elastico, E, è stato quindi posto pari
alla pendenza della retta di compenso che meglio
interpola i dati compresi in questo tratto. La
tensione al limite di proporzionalità, σ el ,
corrisponde invece al più piccolo valore oltre il

SG03-523
quale la deformazione residua allo scarico è sistema di servocontrollo per la regolazione
maggiore di una soglia fissata, scelta pari a 10-5. automatica del carico. Tra le teste di carico e il
provino sono stati interposti uno strato di gomma,
per migliorare l’uniformità della distribuzione
delle pressioni di contatto, e uno strato di teflon,
per ridurre per quanto possibile il contenimento
laterale del provino in prossimità delle basi. I
provini sono stati sollecitati fino a rottura con una
velocità di avanzamento delle teste di carico
costante pari a 0,1 mm/min.
Tabella 3. Sintesi dei risultati delle prove di compressione.
Media Scarto
(MPa) (MPa)
Conglomerati naturali 18,6 5,1
Calcareniti sabbiose 4,7 0,5
Figura 6. Sintesi dei risultati delle prove con martinetti Arenarie 24,6 10,9
piatti.
Per le due prove a flessione sono stati utilizzati
I rapporti tra i valori della tensione al termine
provini a forma di parallelepipedo, aventi
del tratto lineare della curva di risposta dei
spessore di poco superiore a 25 mm.
pannelli murari e della compressione presente
nelle stesse murature sono risultati essere sempre Tabella 4. Sintesi dei risultati delle prove di flessione.
maggiori o uguali a 1,5 (Figura 6). Questo Tensione di rottura
risultato rappresenta un dato importante che (MPa)
conferma, limitatamente alle porzioni di muratura Conglomerato naturale 9,6
Arenaria 8,3
indagate, la possibilità per queste di sostenere
adeguatamente i carichi, al livello cui questi si
Per quanto riguarda la malta, i campioni
trovano allo stato attuale. Qualora si prevedano
estratti dalle murature hanno consentito
modifiche di una qualche importanza nella
l’effettuazione di indagini al microscopio
disposizione dei carichi o variazioni nella
elettronico (SEM, Scanning Electron
destinazione d’uso di parti dell’edificio, sarà
Microscope). I valori riportati di seguito (Figura
comunque necessario procedere a una verifica
7) sono il risultato della media di sei misurazioni.
sistematica delle sollecitazioni presenti negli
elementi portanti.

3.2 Le prove di rottura in laboratorio


I campioni estratti dalle murature dell’edificio
mediante carotaggi, oltre ad un elemento lapideo
estratto intero dalla muratura, sono stati
trasportati presso il Laboratorio Ufficiale per le
Esperienze sui Materiali da Costruzione
dell’Università di Pisa allo scopo di saggiarne la
resistenza e la rigidezza attraverso l’esecuzione di
prove di rottura a compressione e a flessione. Dal
punto di vista della classificazione geologica, i
provini sottoposti a prova sono stati suddivisi in
tre categorie: conglomerati naturali, calcareniti
sabbiose e arenarie. Inoltre, è stato prelevato e Figura 7. Composizione media del campione di malta
(analisi SEM).
sottoposto a prove chimico-fisiche e meccaniche
anche un campione di malta.
Per le venti prove di compressione In laboratorio è stato confezionato anche un
monoassiale è stata utilizzata una macchina provino cubico di malta di circa 4 cm di spigolo
universale di prova modello Instron 1186, avente che, sottoposto a una prova di rottura a
capacità 200 kN, a spostamento imposto e con compressione, ha evidenziato una tensione media

SG03-524
di rottura pari a 4,1 MPa. Il valore della tensione murari del piano seminterrato saranno interessati
di rottura a compressione indica che la malta in dalle azioni orizzontali più intense. Per quanto
esame è di ottima qualità, come confermato anche riguarda, poi, la parete verticale mostrata nella
dalle analisi SEM, che la qualificano come una Figura 10, questa è una delle principali pareti
malta idraulica. portanti che, cosı̀ come le altre disposte in
In conclusione, le prove di rottura condotte in direzione trasversale, presenta un valore elevato
laboratorio hanno evidenziato risultati del rapporto tra altezza e larghezza e quindi una
presumibilmente maggiore vulnerabilità alle
sensibilmente variabili, com’era da attendersi
azioni sismiche.
stante la presenza nei campioni estratti di L’azione sismica è stata schematizzata come
elementi lapidei di diversa natura (arenarie, una distribuzione di forze statiche orizzontali
conglomerati naturali, calcareniti sabbiose), oltre equivalenti, valutate utilizzando la normativa
che di laterizi. vigente in Italia (DM 14/1/2008, “Nuove norme
Per le arenarie, i valori della resistenza a tecniche per le costruzioni”, NTC2008). Questa
compressione variano da valori molto bassi a scelta è motivata, oltre che da ragioni di
valori decisamente più alti, paragonabili a quelli semplicità, anche dalla considerazione che i
di un calcestruzzo. Il valore medio ottenuto, di risultati che sarebbero ottenibili da analisi più
24,6 MPa, è al di sotto della media standard delle raffinate, quale ad esempio un’analisi dinamica,
arenarie, ma comunque soddisfacente. I moduli di necessitano, per essere affidabili, di poggiare su
deformabilità ricavati rientrano nella media delle un consistente insieme di dati sperimentali che
arenarie. Buona risulta essere la resistenza a per l’edificio in questione non è ancora
flessione, sulla quale però occorrerebbero disponibile.
ulteriori indagini a causa della forte dispersione
dei risultati della prova. 4.1 Valutazione della resistenza del sistema
Anche i conglomerati naturali hanno mostrato formato dai maschi murari del seminterrato
una resistenza a compressione soddisfacente e Per determinare la capacità portante nei
una modesta dispersione dei valori misurati. La riguardi delle azioni orizzontali del sistema
resistenza a flessione del provino in conglomerato strutturale formato dai maschi murari presenti al
naturale esaminato è risultata non distante da piano seminterrato dell’edificio si è proceduto,
quello delle arenarie. Infine, le calcareniti hanno come prima cosa, alla valutazione dei carichi
evidenziato valori di resistenza molto bassi. verticali che insistono su ciascun maschio
murario.
4 UN PRIMO STUDIO DELLA RISPOSTA
MECCANICA DELL’EDIFICIO
A completamento della caratterizzazione
meccanica delle murature che formano la
struttura portante del Mercato delle Vettovaglie,
in questo paragrafo si vuole descrivere l’analisi di
alcuni degli aspetti principali della risposta
meccanica dell’edificio. In particolare, s’intende
concentrare l’attenzione su due questioni: la
valutazione della resistenza alle azioni orizzontali
offerta dal sistema strutturale formato dai maschi
murari presenti al piano seminterrato (Figura 8) e
l’indagine delle modalità di collasso, unitamente
ai corrispondenti valori del moltiplicatore delle Figura 8. Sistema strutturale formato dai maschi murari del
azioni orizzontali, di una delle principali pareti piano seminterrato.
portanti che delimitano il salone centrale (Figura
10). Per la muratura, schematizzata come una
Le parti dell’edificio che si è scelto di indagare muratura in pietrame disordinata, si è assunto un
in questa prima fase di studio si ritiene possano criterio di resistenza alla Mohr-Coulomb. I valori
fornire indicazioni significative circa la adottati per i parametri che definiscono la
presumibile risposta dell’intera costruzione alle resistenza della muratura, determinati in accordo
azioni sismiche. In caso di sisma, infatti, i maschi con le indicazioni normative, sono:

SG03-525
accurata della capacità portante nei confronti
f d = resistenza a compressione = 2,7 MPa; delle azioni orizzontali.
τ 0 = resistenza media a taglio = 0,48 MPa;
k = tangente dell’angolo di attrito = 0,4.

Si ritiene opportuno osservare come i valori


adottati siano compatibili con i risultati delle
prove condotte in situ con i martinetti piatti
doppi.
La curva di risposta del sistema strutturale
formato dai maschi murari del piano seminterrato
soggetto ad azioni orizzontali (Figura 9) è stata
determinata utilizzando un procedimento
incrementale di calcolo implementato in un
codice Fortran appositamente messo a punto.
Stante le dimensioni in pianta dell’edificio, si è
assunto che le azioni sismiche siano dirette Figura 9. Curva di risposta del sistema strutturale formato
parallelamente alla direzione lungo cui è orientato dai maschi murari del piano seminterrato soggetto ad azioni
il lato corto dell’edificio. orizzontali.
Il procedimento iterativo opera tenendo conto
che ciascun pannello può trovarsi in una delle
quattro fasi: elastica, plastica, softening o inattiva,
a seconda dell’intensità dello spostamento 4.2 Resistenza alle azioni sismiche delle pareti
relativo fra le sue basi. L’incremento della portanti del salone centrale
risultante delle azioni orizzontali valutato al passo In questa prima analisi, abbiamo scelto di
attuale di calcolo è sommato a quelli calcolati nei concentrare l’attenzione sulle pareti che
passi precedenti. Gli spostamenti dei maschi presentano snellezze più elevate, che si possono
murari sono sommati ai corrispondenti valori certamente ritenere meno stabili, a parità di altre
ottenuti negli incrementi precedenti e la rigidezza condizioni. Nel seguito, si prende in esame una
dei maschi murari è aggiornata sulla base degli
delle pareti disposte lungo il lato corto.
spostamenti attuali.
I risultati forniti dal procedimento di calcolo
appena descritto sono sintetizzati nel diagramma
carico – spostamento riportato nella Figura 9. La
capacità portante del complesso dei maschi
murari del seminterrato nei confronti delle azioni
orizzontali, pari a 35,8 MN, risulta inferiore del
26 % rispetto al valore convenzionale atteso
dell’azione sismica di 48,6 MN, determinato
secondo quanto previsto dalla normativa tecnica
attuale. A questo proposito si ritiene opportuno
osservare che l’effetto di contenimento dovuto
alla presenza del terreno di riempimento
circostante è stato del tutto trascurato nell’analisi
appena illustrata. Ciò fa ritenere ragionevolmente
che la capacità portante effettiva del complesso
formato dai maschi murari del seminterrato e dal
terreno con cui sono a contatto sia in realtà
decisamente maggiore di quella appena valutata.
Ulteriori analisi sperimentali, quali ad esempio
prove di taglio in situ, oppure di taglio e
Figura 10. La parete del salone centrale presa in esame.
compressione, potrebbero essere utili al fine di
determinare con un maggior grado di precisione il
valore da attribuire ai parametri caratterizzanti le Per quanto riguarda la parete mostrata in
proprietà meccaniche della muratura e figura, la stima del moltiplicatore di collasso delle
permettere, di conseguenza, una valutazione più azioni sismiche è stata ottenuta utilizzando gli

SG03-526
strumenti tipici dell’analisi limite, cercando di termine è tutt’altro che immediata. Per questo,
determinare delle limitazioni superiori ed inferiori abbiamo scelto qui di limitarci alla
di questo moltiplicatore attraverso l’applicazione, determinazione di una soluzione approssimata di
rispettivamente, del teorema cinematico e di questo problema, cercando un campo di
quello statico. L’applicazione alle costruzioni in sollecitazioni che fosse equilibrato e compatibile
muratura dei metodi dell’analisi limite è stata con la resistenza della muratura soltanto in
delineata, in modo chiaro e elegante, da Jaques corrispondenza di alcune sezioni della parete,
Heyman nel suo lavoro fondamentale (Heyman, ritenute maggiormente significative.
1966). Su questo tema, alcuni risultati relativi a A questo proposito si osserva come, nel caso
elementi strutturali in muratura si trovano anche in questione, appaia ragionevole assumere che lo
in alcuni contributi recenti degli autori (Aita et stato di sollecitazione più severo sia localizzato in
al., 2015), (Barsotti et al., 2017a, b). corrispondenza della base della parete.
Le stime dall’alto del moltiplicatore di collasso Assumendo per vera quest’ipotesi, abbiamo
per la parete, nel caso in cui le azioni sismiche concentrato la nostra attenzione sulle
siano parallele al piano medio della stessa parete, sollecitazioni presenti nella sezione di base della
sono state ottenute prendendo in esame tre parete. Per quanto riguarda le capacità resistenti
meccanismi di collasso. In ciascuno di questi, si della muratura, tenendo conto anche dei risultati
assume che la parete si comporti come un insieme delle prove con i martinetti piatti e di quelle di
di blocchi rigidi che possono ruotare l’uno rottura condotte in laboratorio, abbiamo assunto
rispetto all’altro e che possono scambiarsi azioni in via cautelativa una tensione limite di
di contatto di compressione lungo le superfici di compressione pari a 1,5 MPa e nessuna resistenza
separazione tra i blocchi. Il valore del a trazione.
moltiplicatore corrispondente a un assegnato Alla base della parete, la compatibilità delle
meccanismo di collasso, λ c , è calcolato sollecitazioni con le capacità resistenti della
ipotizzando che l’azione sismica su un elemento muratura è stata verificata assumendo una
sia proporzionale all’altezza del suo baricentro da distribuzione lineare a tratti delle tensioni
terra e utilizzando il teorema dei lavori virtuali. normali. Oltre a ciò, ulteriori verifiche hanno
Da questa prima sommaria analisi si rileva riguardato le sezioni verticali di separazione tra
come il moltiplicatore di collasso nei confronti ciascuna fascia di piano ed i maschi murari ad
delle azioni sismiche non possa essere superiore a essa adiacenti.
2 (Figura 11). Assumendo una distribuzione lineare delle
tensioni normali agenti sulla sezione di base in
ciascuna delle tre parti in cui è stata suddivisa la
parete (laterale sinistra, centrale e laterale destra),
è stato possibile stimare un valore staticamente
ammissibile, λ s , del moltiplicatore delle azioni
sismiche.

Parte laterale sinistra Parte centrale Parte laterale destra

Figura 11. Meccanismo di collasso corrispondente a


λ c = 1,9.

Una stima dal basso del moltiplicatore di


collasso per la parete, nel caso in cui le azioni
sismiche siano parallele al piano medio della 674 2735 656

stessa parete, è stata ottenuta costruendo un 321 352

opportuno campo di sforzi che, almeno 1,20 MPa 1,50 MPa


0,64 MPa

1,02 MPa
approssimativamente, possa considerarsi Figura 12. Distribuzione di sollecitazioni corrispondente a
staticamente ammissibile e compatibile con la λ s = 1,45.
resistenza della muratura che costituisce la parete.
La determinazione di un campo di sforzi che
sia staticamente ammissibile nel senso proprio del

SG03-527
Il quadro delle sollecitazioni alla base della La risposta strutturale delle murature
parete, corrispondente a questo valore del dell’edificio nei confronti delle azioni sismiche è
moltiplicatore delle azioni sismiche è stata al momento studiata solo in parte, limitando
rappresentato in figura 12. Confrontando i valori l’analisi alla resistenza alle azioni orizzontali
delle azioni orizzontali sismiche agenti sulle fasce offerta dal sistema strutturale formato dai maschi
di piano con i corrispondenti valori delle azioni murari presenti al piano seminterrato e alle
orizzontali che comprimono le fasce stesse in modalità di collasso di una delle principali pareti
assenza di sisma è stato possibile inoltre portanti dell’edificio.
verificare come un sisma d’intensità pari a 1,45 I risultati forniti dal procedimento
volte quello di normativa fosse compatibile anche incrementale di calcolo utilizzato per l’analisi
con l’ipotesi di assenza di trazioni tra le fasce di statica non lineare del complesso dei maschi
piano e i maschi murari adiacenti. murari mostrano come la capacità portante del
La conclusione di questa prima ricognizione è, seminterrato nei confronti delle azioni orizzontali
dunque, che il moltiplicatore di collasso nei possa stimarsi essere inferiore del 26 % rispetto
confronti delle azioni sismiche può stimarsi all’azione sismica deducibile dalla normativa
essere compreso tra i valori 1,45 e 1,9. vigente.
L’analisi semplificata della risposta alle azioni
sismiche di una delle pareti che delimitano il
5 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE salone centrale del mercato ha permesso di
Le murature dell’edificio di fine ottocento che concludere come il moltiplicatore di collasso dei
ospita il Mercato delle Vettovaglie di Livorno si carichi, nel caso di sisma agente nel piano della
presentano complessivamente in ottimo stato di parete stessa, possa stimarsi essere compreso, in
conservazione. L’esame visivo delle pareti non ha prima approssimazione, tra i valori 1,45 e 1,9. A
evidenziato quadri lesionativi di qualche questo proposito, vale la pena osservare come le
significato; inoltre, la muratura si presenta coesa, analisi e gli studi condotti non consentano di
nonostante la sua tessitura molto irregolare, trarre conclusioni definitive circa il grado di
caratterizzata dalla presenza di elementi lapidei sicurezza nei confronti delle azioni sismiche.
non squadrati, aventi forme e dimensioni anche Un’analisi esauriente della capacità portante
molto differenti fra loro, da ricorsi di mattoni e da delle murature del Mercato delle Vettovaglie nei
giunti di malta di spessore variabile. confronti delle azioni sismiche potrà essere
Le prove di rottura condotte in laboratorio sui effettuata una volta che si siano acquisite tutte le
campioni estratti da elementi lapidei provenienti informazioni utili sull’effettiva capacità resistente
dalle murature dell’edificio hanno evidenziato della muratura a sollecitazioni di taglio, e sulla
risultati sensibilmente variabili, com’era da effettiva organizzazione degli elementi strutturali
attendersi stante la presenza, nei campioni, di che compongono le parti portanti dell’edificio,
pietre di diversa natura (arenarie, conglomerati fondazioni comprese. Il primo aspetto potrà
naturali, calcareniti sabbiose), oltre che di laterizi. essere affrontato attraverso l’esecuzione, ad
Per quanto concerne, invece, il campione di malta esempio, di una specifica campagna di prove di
idraulica preso in esame, il valore della tensione rottura su porzioni di parete. Per quanto riguarda
di rottura a compressione, pari a 4,1 MPa, porta a il secondo aspetto, un’ulteriore indagine
ritenere che la malta sia di ottima qualità, come conoscitiva dovrà riguardare la valutazione
confermato d’altra parte anche dalle analisi SEM. dell’effettivo grado di connessione presente tra le
Il grado di sicurezza convenzionale nei diverse pareti, tra queste e i solai dei diversi piani,
confronti delle sollecitazioni di compressione e la determinazione della forma e della
nelle murature, posto pari al valore minimo del disposizione effettive delle strutture di
rapporto tra la tensione al termine del tratto fondazione, verificando l’effettiva presenza di
lineare (misurata durante la prova con i martinetti pali infissi nel terreno sottostante l’edificio.
piatti) e l’intensità della compressione stimata
nella stessa muratura, è risultato pari a circa 1,5.
REFERENCES
Questo risultato conferma che, almeno
limitatamente alle porzioni indagate, la muratura Aita, D., Barsotti, R., Bennati, S., 2015. Notes on Limit and
ha la possibilità di sostenere adeguatamente i Nonlinear Elastic Analyses of Masonry Arches. In:
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carichi esistenti. Architecture, Birkhäuser, Basel, 237-264.

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Barsotti, R., Bennati, S., Ochsendorf, J., Tirabasso, C.,
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horizontal actions. COMPDYN 2017. Rhodes Island,
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Barsotti, R., Bennati, S., Tirabasso, C., 2017b. Collapse of
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Heyman, J., 1966. The stone skeleton, International
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caratterizzazione meccanica dei materiali, ISMES Bull.,
n. 130.

SG03-529
ANIDIS 2017
PISTOIA

Influence of the modelling approach in the dynamic analysis of masonry


towers
Massimiliano Lucchesia, Barbara Pintucchia , Nicola Zania
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze.

Keywords: masonry towers, models, seismic response, constitutive laws.

ABSTRACT
The paper presents different modelling approaches available within the finite element code Mady and their
influence in the analysis of the dynamic behaviour of masonry towers.
The considered models, developed on purpose for masonry structures in the last decade, have different levels of
complexity and different constitutive hypothesis. In the framework of the continuous homogeneous models, they
range from the simplest no-tension material to more refined models, accounting for bounded tensile and shear
strengths with damage process and plasticity in compression. Moreover, a beam model as well as plane, shell and
brick elements are available.
Indeed, it is widely recognized that a single model generally applicable to any type of masonry constructions for
any type of investigation does not exist, and the choice of the most appropriate model to use depends on many
factors. It should be however expected that different numerical models provide different results.
The investigation is aimed to highlight some of the main differences in the seismic response of masonry towers that
can emerge by using different models provided by the code. Particularly, the obtained results are compared and
discussed mainly focusing on earthquake resistance, failure modes, type and distribution of the predicted structural
damage.

SG03-530
Influence of the modelling approach in the dynamic analysis of masonry
towers
Massimiliano Lucchesia, Barbara Pintucchia, Nicola Zania
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze.

Keywords: masonry towers, models, seismic response, constitutive laws.

ABSTRACT
The paper presents different modelling approaches available within the finite element code Mady and their
influence in the analysis of the seismic behaviour of masonry towers.
The considered models, developed on purpose for masonry structures in the last decade, have different levels of
complexity and different constitutive hypotheses. In the framework of the continuous homogeneous models, they
range from the simplest no-tension material to more refined models, accounting for bounded tensile and shear
strengths with damage process and plasticity in compression. Moreover, a beam model as well as plane, shell and
brick elements are available.
The investigation is aimed to highlight some of the main differences in the seismic response of masonry towers that
can emerge by using different models provided by the code. Particularly, the obtained results are compared and
discussed mainly focusing on earthquake resistance, failure modes, type and distribution of the predicted structural
damage.

Referring in particular to masonry towers,


tree-dimensional continuous models discretized
1 INTRODUCTION through brick (Milani et al. 2012) (Acito et al.
A very large number of numerical models and 2014) or shell elements (Bernardeschi et al. 2004)
computational tools are used today to perform (Milani et al. 2017), as well as beam models
both static and dynamic analyses of masonry (Riva et al. 1998) (Salvatori et al. 2015) (Facchini
structures. Indeed, it is widely recognized that and Betti, 2016) (Bocciarelli and Barbieri, 2017)
there is not a single model suitable for any are usually employed in the analyses.
masonry structure and any purpose (Giamundo et A broad range of constitutive equations are
al. 2014). Size and complexity of the structures, also used to describe the material’s behaviour.
that are often monumental buildings, Besides the large variety of types of masonry that
computational costs of nonlinear analyses - may be encountered in real constructions, a
especially the dynamic ones, and limited reason can be found in the difficulty of describing
knowledge of the geometry and mechanical with a single model all the peculiar characteristics
properties can justify different choices in of masonry; then, in applications it is essential to
modelling, methods and/or type of analyses choose the ones that are considered indispensable
(Valente and Milani, 2016). for the type of problem that is being dealt with.
Obviously, different numerical models may The aim of this paper is to highlight
furnish quite different results, due to their consistencies and differences in the response of
different assumptions and degrees of accuracy. masonry towers as predicted through some
This is not necessarily a disadvantage, and using among the models available within the finite
more than one model can be helpful to obtain an element code Mady (Lucchesi et al. 2017). With
in-depth and more comprehensive understanding reference to an ideal but sufficiently
of the response of a structure (Pena et al. 2010). representative tower, a simpler beam model is
In this framework, the selection of the most compared with a 3D model. Various constitutive
adequate models and the capability in the laws have also been adopted in the comparisons.
interpretation of the provide results is a crucial First, results from pushover analyses have been
issue.

SG03-531
compared. Then, non-linear dynamic analyses the type of limit that has been reached. Thus, the
have been performed using a real accelerogram. anelastic strain corresponding to the limit of
tensile strength is positive semidefinite and it
usually indicates the presence of fractures.
2 THE MADY CODE AND THE Crushing or sliding anelastic strains correspond to
AVAILABLE MODELS the limit of compressive or shear strength,
Mady is a finite element computer code respectively. In this latter case, the sliding is
developed by the authors for performing static accompanied by an increase in volume, a
and dynamic analysis of masonry structures phenomenon known as dilatancy.
(Lucchesi et al. 2017f). Once the stress range and the tensor of the
Initially developed on the basis of a one- elastic modules have been specified, the code
dimensional no-tension model formulated for allows for performing both nonlinear-elastic and
masonry columns, or masonry slender structures elasto-plastic analyses. In dealing with fragile
in general (Lucchesi and Pintucchi, 2007) materials, elasto-plastic analysis should be used
(Pintucchi and Zani, 2014) (Lucchesi et al. with particular caution, limited to cases where the
2015), the code has been enriched by different presence of cyclic loads (of a static or dynamic
and more refined models. They have been nature) requires to take into account the
introduced in order to cover different types of accumulation of plastic strain (Lucchesi et al.
masonry structures and capture various and 2017d).
different aspects inherent in the masonry’s The code also allows for the progressive
behaviour. damage to the material. This is achieved by
Firstly, the constitutive relations of the beam decreasing compression strength, cohesion, and
have been formulated for other cross-section eventually a small initial tensile strength,
geometries, and have been generalized to take according to a user-specified damage law.
into account the presence of a reinforcement, In this manner, the constitutive equations
such in case of FRP strengthened arches. In obtained are general enough to capture many of
addition, refined constitutive idealizations to the masonry’s mechanical characteristics. Their
account for a limited tensile strength and use does not require, however, the knowledge of
adequate post-yield behaviour of masonry in mechanical parameters that are of difficult
compression and in tension has been defined. experimental determination.
(Pintucchi and Zani 2016). Second-order effects For all the constitutive equations implemented
can be also accounted for (Pintucchi and Zani into the code, the derivatives of the stress with
2009). respect to the strain were explicitly calculated,
In order to study plane, three-dimensional and leading to easily determine the tangent stiffness
vaulted structures, the Mady code has been matrix. Lastly, standard numerical procedures
equipped with 2D, 3D and shell isoparametric have been used to obtain the solution of static and
finite elements. The shell element has several dynamic problems (the Newton-Raphson and the
layers in the thickness, with the possibility of Newmark method).
having different mechanical properties at
different layers.
3 COMPARISON AMONG MODELS
To model the mechanical behavior of
structures discretized with these elements, a Over the last ten years, several comparisons of
general constitutive equation has been formulated the results obtained through the Mady code with
and implemented into the code (Lucchesi et al. those provided by other models and experimental
2017a, 2017b, 2017c). The equation allows for data have been carried out. In the following, some
accounting of a general constraint on the stress, of them are briefly mentioned.
specifying the stress range, i.e. a closed and In (Pintucchi and Zani, 2009), numerical
convex subset of the symmetric tensor space to results have been compared with some explicit
which the stress must belong. In particular, it is solutions evaluated for masonry columns under
possible to model no-tension materials with a eccentric axial loads (De Falco and Lucchesi,
bound on compressive and shear stress. 2002).
Generally, the latter constraint is imposed by In (Pintucchi and Zani, 2016), the reliability of
fixing the cohesion and the friction angle. the damage procedure has been checked by
It should be noted that the achievement of a comparing the cyclic response of simple beams to
bound of the stress determines the presence of a that obtained via the OpenSees software.
corresponding anelastic strain, which depends on

SG03-532
With regard to pushover analyses, results Lastly, a viscous damping coefficient of 4%
obtained via Mady have been compared with for the first two flexural modes has been chosen
those provided by a considerable number of other in solving the time history dynamic analyses.
numerical models, including approaches specifi-
cally developed for masonry buildings (3Muri, 3.2 Pushover analyses
3DMacro, etc.) and general-purpose finite Preliminarily, some comparisons among
element codes (DIANA, ANSYS and Code pushover curves that can be obtained with
ASTER) (Bartoli et al. 2017). Some comparisons different modelling assumptions are provided.
with experimental results have instead been All the pushover analyses were conducted by
presented in (Lucchesi et al. 2017b). applying an uniform lateral force profile.
Lastly, concerning dynamic analyses, Figure 1 shows the pushover curves obtained
comparisons of results obtained via Mady and respectively through a (2D) beam model and a 3D
OpenSees codes for a cantilever beam have been model.
presented in (Lucchesi et al. 2015). Further Specifically, the beam, referred to in the
comparisons on a masonry tower under seismic following as BH, has an hollow rectangular cross-
actions has been conducted with a 3D masonry- section, and is made of no-tension material. The
like model implemented into the Nosa-Itaca code assumed constitutive equation was determined
(Lucchesi et al. 2017e). considering only the axial stress component σ and
In this paper, the differences exhibited by assuming the Euler-Bernoulli hypothesis, as
using beam and three-dimensional models, detailed in (Lucchesi and Pintucchi 2007).
available in the Mady code, are presented in order Furthermore, the beam elements have three DOF
to highlight the influence of the choice of the for node: axial and transverse displacements, and
geometric modelling and kinematic constraints, rotation; Hermite shape functions are used in the
given by the beam’s assumption of plane flexural problem, while linear functions are
sections. Shell elements have been used to adopted for axial displacements.
discretize the three-dimensional structures, as it The 3D model, made of shell elements and
appears a good compromise for realistically referred in the following as S-NT, uses the
describing the tower’s geometry, with limited classical masonry-like material constitutive law,
computational costs. i.e. a material with null tensile strength, with a
Other comparisons have been made to point further limit to the compressive strength.
out variations in response due to the constitutive
Figure 1 shows the results obtained. For the S-
law assumptions, as detailed in the following.
NT model, different pushover curves have been
3.1 Structure under examination obtained depending on the choice of the control
point at the top of the tower, i.e. on the loaded
The structure proposed in (Casolo et al. 2017) side (case denoted as Cp-1 in the Figure) or on an
as an ideal scheme able to represent the main orthogonal wall (denoted as Cp-2). In any case,
features of many existing Italian bell towers has however, the maximum base shear (the load
been considered as case study.
capacity) predicted is far lower than the one
It’s a free-standing tower, 27 m in height with
obtained via the BH model.
a squared cross-section, 5.8 m in width; the
geometry is extremely simplified, accounting
solely for few typical elements: a door, a briefly
and a change in wall’s thickness from 1 to 0.85m
occurring at the height of 11.5m.
Values of 3500 MPa, 3.5 MPa and 1900 kg/m3
have been adopted, respectively, for the Young’s
modulus E, the compressive strength σo and the
mass density. If required by the model used, the
Poisson’s coefficient  and the tensile strength σt
has been set to 0.1 and 0.15 MPa, respectively.
When a bounded shear strength is considered, the
parameter of cohesion τ0 has been assumed equal
to 0.15 MPa, while the friction parameter tanφ is
0.4.
Figure 1. Comparison between the pushover curves
obtained through the BH and the S-NT models.

SG03-533
Looking at the deformation of the tower at So, for the adopted structural scheme, the results
collapse and to the large anelastic strain due to obtained suggest to refine the material’s model
traction attained - shown in Figures 2 and 3- it is accounting for a bounded tensile strength, that is
clear that this model fails in predicting the actual progressively decreased according to a prescribed
(reasonable) lateral capacity of the tower through damage law. More precisely, let t0 and t be the
a pushover analysis. Due to the null tensile initial and current values of the tensile strength of
strength, the model is incapable to transfer the the material, respectively, and let d be a damage
lateral load to the whole structure and an parameter, with 0<d≤1, so that it result t = dt0.
excessive deformation affects only the side of At each Gauss point and at each instant during
tower where the lateral load is applied. The the loading process, the parameter d is computed
results suggest that this model is unsuitable to by the equation d = exp(-), where  is positive
conduct effective pushover analyses, at least for user-selected constant and  is the norm of the
towers without connecting slabs as in the anelastic strain. This 3D model will be referred to
analysed case. as S-RT.
Fig. 4 shows the obtained pushover curves
that, in this case, turn out to be independent on
the specific choice of the control node at the top
of the tower.
Now, by comparing the results with those
obtained through the BH model, a very good
consistency in results has been found; it appears
that representing masonry towers as beam can
provide satisfactory information on their
response, at least from a global perspective.
Obviously, it is not possible to draw any general
conclusions from a single case study. However, it
seems that the stiffness of the beam, for which the
lack of tensile strength is only in the longitudinal
Figure 2. Deformation at collapse of the S-NT model: 3D direction, is balanced by the progressively
view (left) and plan view (right). diminished tensile strength of the 3D structure.

Figure 4. Pushover curves obtained through the S-RT


Figure 3. Tensile anelastic strain attained at collapse by the model, compared to the BH model.
S-NT model, from the outer to the inner layer of the shell
elements. A further comparison is presented accounting
for a refinement of the constitutive law: a bound
to shear stress is introduced in the 3D model,
The poor results obtained through the S-NT which is referred in the following as S-RTLS
model can be attributed to the combined effects
model. In this case, beside the tensile strength t0,
of the geometric model (empty rectangular prism)
also the cohesion 0 is progressively decreased
and the constitutive characteristics of the material
according to a similar damage law.
(no-tension material), that were overly
conservative.

SG03-534
Figure 5 shows the obtained pushover curve, used herein is given by means of a modal eigen-
once more compared to the one obtained via the frequencies analysis.
BH model. The S-RTLS model reveals that a The main flexural periods provided by the
significant shear mechanism occurs, under a beam (BH) and the shell (S- ) model (reported for
lower lateral load with respect to maximum base both x- and y-direction are depicted, though a
shear obtained via the BH model (and the S-RT very slight difference has emerged since the
model as well). As shown by Figure 6, the tower is almost perfectly symmetrical) are listed
in Table 1, while the corresponding mode shape
anelastic shear strain (depicted on the right) is
are depicted in Figures 7 and 8.
much more extended than the anelastic tensile
strain (in the figure on the left). Table 1. First three flexural periods.
Thus, the comparison highlights a shortcoming T1 (s) T2 (s) T3 (s)
of the BH model - and of the S-RT model as well, Shell (x-dir) 0.4585 0.0985 0.0451
that reasonably overestimate the lateral capacity Shell (y-dir) 0.4632 0.0992 0.0460
of the tower, being incapable of capturing shear beam 0.4699 0.0761 0.0274
mechanisms.

Figure 7. First flexural mode shapes of the S- model.


Figure 5. Pushover curves obtained through the S-RTLS
model, compared to BH model.

Figure 8. First flexural mode shapes of the BH model.

Dynamic (time-history) analyses has been


conducted by applying, as earthquake input, the
Figure 6. Anelastic strain due to traction (left) and shear strong ground motion recorded during the Tabas,
(right) at collapse as obtained through the S-RTLS model.
Iran event of 1978. The accelerogram has a
magnitude of 7.4, a duration of 63.40s and a PGA
3.3 Dynamic analyses of 0.925g.
A first quick comparison between the Figure 9 shows the time-history of the
information provided by the different models displacement at the top of the tower, as obtained
through the BH model and the S-NT model.

SG03-535
Figure 9. Time-history of the displacement at the top of the
tower, obtained via the BH model and the S-NT model.
Figure 10. S-NT model: axial stress z (Pa) in the vertical
As can be seen, the trend of the graph is direction attained at t = 11.45s.
substantially consistent, thus suggesting that: 1)
the shortcoming of the S-NT model emerging by
the results shown in the previous section affects
solely the pushover analysis; 2) the BH model
gives information on the global behaviour of the
tower very similar to those obtained via the more
complex S-NT model.
From a local perspective, though fairly rough,
the beam’s predictions are also in good agreement
with the 3D model predictions. At time t = 11.45
s, where the first significant peak of the top
displacement occurs, the two models provides the
same values of the stress in the vertical direction
and both highlight a zone, located near the
tower’s base, where crushing of the material
occurs (see Figure 10 and 12).
In terms of cracking, both the models predict a
Figure 11. S-NT model: anelastic deformation due to
significant occurrence: the tower undergoes traction (left) and compression (right) attained at t = 11.45s.
consistent anelastic tensile strains (see Figure 11),
emerging also in the beam model’s from the
amount of cracked areas (Figures 12 b, c).
However, the location of cracking appears quite
different. Although the (continuous) beam model
can account for a distribution of cracking along
the height of the tower (as shown in Figure 12 c),
is not capable of giving the accurate description
provided by the 3D model, which shows that
cracking is much more extended in the upper part
of the tower, with strong localization around the
belfry.
a) b) c)
Figure 12. BH model: a) deformed mesh, b) axial stress z
(Pa) in the vertical direction attained at t = 11.45s, cracking
(red area) and crushing (blue area) at the base of the tower;
c) cracked area (% of the total area of the cross section)
along the height H of the tower.
Figure 13 shows the time-history of the
displacement at the tower’s top, as obtained
through the S-NTLS model, i.e. accounting also

SG03-536
for a bounded shear stress. Results obtained via
the beam model (BH) are also reported for
comparison.
Differences are becoming more pronounced as
shear strength is attained when the S-NTLS
model is used. This is shown by Figure 14 and
15. Fig 14 shows that the anelastic tensile strain
and the anelastic compressive strain turn out to be
similar to those obtained via the S-NT model, i.e.
neglecting the bound to shear, given in Figure 11.
However, as shown by Figure 15, the tower
undergoes a significant shear anelastic strain,
with the consequent loss of stiffness and variation
of amplitude and period in oscillation highlighted
by comparisons of Figure 13. In the lateral view
of the tower (reported on the right in Figure 15),
the effects of dilatancy can also be observed. Figure 14. S-NTLS model: anelastic tensile strain (left) and
compressive strain (right) attained at t = 11.45s.

Figure 13. Time-history of the displacement at the top of


the tower obtained via the S-NTLS model, compared to the
BH model.
A further material’s behaviour is considered,
described by an elasto-plastic law, in the
following denoted as S-PL model. Figure 15. S-NTLS model: shear anelastic strain and
As shown by Figure 16, where the response is dilatancy observed at t = 11.45s.
compared with those of the BH and S-NTLS The last case shown is the one already called
cases, it emerges that some variations can be in the foregoing as S-RTLS model, assuming for
obtained even with respect to the S-NTLS model, masonry a bounded shear and tensile strength
which has the same strengths domain but with damage.
considers the material as a nonlinear elastic. Figure 17 depicts the time-history obtained.
Here, trend of the result significantly differs from
those of the previous cases, showing a derive in
the history of displacement, which is due to an
ongoing collapse process. As can be seen in
Figure 18, which shows the parameter d at two
successive steps of time, the damage process is
growing fast leading rapidly to an significant loss
of tensile strength and cohesion with the
consequent tower’s collapse.

SG03-537
4 CONCLUSIONS
The results obtained in this paper confirm the
need for different types of models, both regarding
the discretization of the structure in finite
elements (beam, shell, 2D and 3D elements) and
the constitutive characteristics of the material. In
particular, despite the roughness of the beam
element’s formulation, it still allows for
achieving a number of important indications. This
fact has emerged from both pushover and
dynamic analyses.
The limit of shear strength, which is often
neglected in studying masonry buildings, appears
Figure 16. Time-history of the displacement at the top of
the tower obtained through the S-PL model. to be indispensable at least under certain load
conditions, though sometimes it may lead to
excessively conservative conclusions (see Figure
5).
Finally, although the constitutive model that
makes use of the stress range to constrain the
stress (in the context of both normal elastic and
elastoplastic materials) allows to model a large
class of materials, it can be further enriched.
Some examples have shown how the "final
properties" of the material should be achieved
through a damaging process.
Of course all these considerations need for
further insights that will be the subject of future
studies.

Figure 17. Time-history of the displacement at the top of


the tower obtained through the S-RTLS model, compared to REFERENCES
the BH model.
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SG03-538
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SG03-539
ANIDIS 2017
PISTOIA

Effects of damage on the dynamic modal properties of masonry towers

Gianni Bartolia, Michele Bettia, Barbara Pintucchia


a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze. (Style: Author affiliation)

Keywords: masonry towers, damage, natural frequencies, modal properties, numerical models

ABSTRACT
Structural monitoring through dynamic identification has been increasingly recognized as an effective technique for
assessing the health status of many structural typologies. In particular, due to the low invasiveness of this approach,
it appears to be very attractive for cultural heritage buildings; among the others, especially for masonry towers that
by nature are easily susceptible to vibrations. For masonry structures, however, still a number of issues are open to
properly detect the irreversible variation of the dynamic characteristics due to occurred or incipient damage
phenomena, given also the high sensitiveness of the modal properties to environmental conditions. Indeed, possible
effects of structural changes and damage on modal characteristics are far from being clearly identified. For these
reasons, of particular interest is performing numerical simulations aimed at evaluating if and how type, amount and
location of damage within the structure may affect its modal properties.
In this paper, several structural schemes of actual masonry towers have been considered and real damage scenarios
have been obtained by applying increasingly severe seismic actions. The occurred variations in the main modal
properties - natural frequencies, mode shapes, etc. - have then been evaluated and analyzed.

SG03-540
Effects of damage on the dynamic modal properties of masonry towers
Gianni Bartolia, Michele Bettia, Barbara Pintucchia
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze.

Keywords: masonry towers, damage, natural frequencies, modal properties, numerical models.

ABSTRACT
Structural monitoring through dynamic identification has been increasingly recognized as an effective technique for
assessing the health status of many structural typologies. In particular, due to the low invasiveness of this approach,
it appears to be very attractive for cultural heritage buildings; among the others, especially for masonry towers that
by nature are easily susceptible to vibrations. For masonry structures, however, still a number of issues are open to
properly detect the irreversible variation of the dynamic characteristics due to occurred or incipient damage phe-
nomena, given also the high sensitiveness of the modal properties to environmental conditions. Indeed, possible
effects of structural changes and damage on modal characteristics are far from being clearly identified. For these
reasons, of particular interest is performing numerical simulations aimed at evaluating if and how type, amount and
location of damage within the structure may affect its modal properties.
In this paper, several structural schemes of actual masonry towers have been considered and real damage scenarios
have been obtained by applying increasingly severe seismic actions. The occurred variations in the main modal
properties - natural frequencies, mode shapes, etc. - have then been evaluated and analyzed.

tions. On the contrary, it is reasonable to expect


that the variations of stiffness that may occur in
1 INTRODUCTION the tower as a consequence of an ongoing dam-
Last decades, thanks to both technological ad- age, can be detected as the resulting variation in
vances and ICT (Information and Communica- its dynamic properties.
tions Technology), have seen a growing interest Differently to other cultural heritage construc-
in Structural Health Monitoring (SHM) ap- tions, being masonry towers easily susceptible to
proaches, based on long-term continuous dynam- ambient vibrations, effective experimental data
ic monitoring, in the field of cultural heritage can be even obtained under environmental loads
structures. without the need of artificial excitations. Fur-
With respect to the Italian territory, long-term thermore, given their cantilever-like dynamic be-
dynamic monitoring systems have been recently haviour, a reduced number of accelerometers can
installed on several masonry towers: the Gabbia be sufficient to build a long-term monitoring sys-
Tower in Mantua (Gentile et al. 2016), the San tem able to detect changes in modal properties.
Pietro bell tower in Perugia (Ubertini et al. 2017), The possibility of using few instruments is a key-
the San Giovenale bell tower in Fossano (Cera- point to assure sustainability of a long-term moni-
volo et al. 2016), the Asinelli Tower in Bologna toring system, even if the ever-wider availability
(Baraccani et al. 2015), to cite just few cases. In- of efficient networks of wireless sensors and
deed, being masonry towers particularly sensible monitoring systems allows dynamic measure-
to ambient excitations (wind, traffic, swinging of ments acquisition with low costs and minimal
bells earthquakes, etc.) and exhibiting a cantile- invasiveness.
ver-like dynamic behaviour, the idea of using To be employed for SHM, variation in modal
changes in modal properties (main frequencies, properties must be first correlated with environ-
mode shapes, mode shapes curvatures, etc.) as an mental conditions (such as temperature and hu-
indicator of damage occurrences appears to be midity) to remove the effect of factors other than
very promising. structural changes. Subsequently, the cleaned data
An ongoing damage process might be diffi- can be employed for damage assessment and/or
cultly detected through traditional visual inspec- damage location (Gentile et al. 2016; Ubertini et
al. 2017).

SG03-541
Recently, a significant amount of research ef- Conversely, when the structure undergoes a
forts have been devoted by the scientific commu- nonlinear behaviour, i.e. cracking and/or crush-
nity at improving accuracy and reliability of ing, the equation that provides the modal proper-
techniques for assessing, localizing and evaluat- ties (of the nonlinear model) is
ing the entity of damage, especially with refer- ~~ ~
ence to some structural typologies, such as R.C. K  ~ 2 M  0
i i i (2)
and steel structures (Sinou 2009; Betti et al. ~
where K is the tangent stiffness matrix of the
2015). structure.
To date, only a very limited number of re- Regarding model assumptions, towers are rep-
searches have addressed the issue of the effec- resented as continuous beams with a rectangular
tiveness of such approaches when applied to ma- cross-section and mass m distributed along the
sonry structures and specifically to towers (Ra- height. The nonlinear constitutive equation pre-
mos et al. 2008; Ramos et al. 2010). Still, two are sented in (Lucchesi and Pintucchi 2007; Pintucchi
the main issues: i) identify a modal parameter, an
and Zani 2014; Pintucchi and Zani 2016) has
ensembles and/or a combinations of them, that been used to describe the material behavior. Spe-
can actually indicate the presence of a damage cifically, masonry is assumed to have null tensile
process; and ii) design a monitoring system (min- strength and a limited compressive strength.
imum number of accelerometers and environmen- Then, a damage process after crushing is ac-
tal sensors) able to detect effective modal pa- counted for, and a linear piecewise law is used to
rameter changes. describe the softening behavior in compression,
as shown by Figure 1.
2 AIM AND METHODS 
The present paper attempts to contribute to
highlighting the influence of damage on some
modal parameters of masonry towers. Numerical u c 
investigations conducted through finite element
models have been used for this scope since the
1990s.
Often, once the structure had been discretized c
into finite elements, possible damage scenarios
were represented by arbitrarily reducing values of Figure 1. Masonry behaviour assumed.
the mechanical properties - typically the Young
According to the assumed behavior, a damage
modulus - in some finite elements of the mesh
function (Pintucchi and Zani 2016) has been de-
(Pavese et al.1991).
termined to define the constitutive law for the
In this paper, for the towers studied, time-
beam section, where damage is represented by a
history analyses have been performed under the
reduction of the initial mechanical properties
action of real earthquakes. The aim was to numer-
(Young modulus and compressive strength). Last-
ically represent realistic damage scenarios that
ly, a standard nonlocal averaging approach has
actually can occur in real structures due to earth-
been used in the damage procedure, to avoid
quakes.
mesh sensitivity and convergence to incorrect so-
The numerical simulations have been conduct-
lutions in finite element analyses (Bazant and Ji-
ed by using the finite element code Mady (Luc-
rasek 2002).
chesi et al. 2017). A procedure for solving the
It is worth noting that, due to the no-tension
eigenvalues problem at each step of a loading
model used and in view of Eqs. (1) and (2), when
process has been introduced into the code.
a seismic action is applied to a tower and crack-
When the structure behaves elastically, the
ing occurs, the modal properties change with re-
modal properties can be found through the equa-
spect to the unloaded case; however, once the
tion
structure is returned back to its undeformed con-
Ki   i2 Mi  0 (1) figuration, the evaluated modal properties are
equal to the initial ones. Conversely, if the struc-
where K and M are the global stiffness and mass ture undergoes crushing and the softening branch
matrices,  and  are the angular frequency and is attained, a damage process occurs that leads to
the mode shape, and i is the number of each of a permanent variation of the modal properties.
the modes.

SG03-542
3 ANALYZED TOWERS AND DAMAGE 20 m from the soil has been modelled with a set
SCENARIOS of lateral elastic links.
For as mechanical characteristics are con-
cerned - Young’s modulus E and mass density  -
3.1 Schemes of towers analysed the values suggested in (Bartoli et al. 2013) have
The Torre Grossa of S. Gimignano (Siena, Ita- been assumed, i.e. E = 3.0 GPa,  = 1800 kg/m3;
ly; Figure 2) has been used as reference real tow- then, the stiffness of the lateral constraints have
er to calibrate the adopted model. been chosen so as to obtain the numerical first
natural periods - T1 = 0.75 s - close to those eval-
uated on the basis of the experimental campaigns
(Bartoli et al. 2013).
In order to verify the sensitivity of the results
to variations in the relevant structural characteris-
tics and to extend results to a wider scenario, dif-
ferent degrees of tower slenderness, as well as
different values of masonry stiffness and com-
pressive strength have been considered in the pa-
per.
In particular, leaving the abovementioned
structural scheme of the Torre Grossa unchanged,
three representative towers with 40, 50 and 60 m
Figure 2. The historic towers of S. Gimignano.
height, have been considered; the lateral constrain
The Torre Grossa is the tallest of the towers has been kept unchanged, both in extension and
preserved in the historic city centre of San Gimi- stiffness, varying solely the effective height Heff
gnano. The Tower, which dates back to the thir- of each case (i.e. the height of the tower above
teenth century, has a square cross section with an the constraint level).
external side of about 9.5 × 9.5 m, with an overall For the median tower, denoted in the following
height of about 55 m. as TB case, two further couples of values of the
The sustaining walls, with thickness variable Young’s modulus E and masonry compressive
between 2.6 m and 1.6 m, are of multi-layer type: strength σc have also been assumed, keeping un-
two facing walls with internal filling material. changed their ratio E/σc.
The limit value of the compressive deformabil-
The external face is composed by 30 cm thick
ity εuinstead, has been always chosen to have a
stone masonry (mainly travertine) made of pris- constant strain ductilityε = εu / εc = 3 Figure 1).
matic blocks of about 30 × 30 × 50 cm, and min- For mass density, a value of 1800 kg/m3 has been
imal mortar joints. The internal face is made by assumed for all cases.
brick masonry with a thickness of about 25 cm Overall, the five towers listed in Table 1 have
and mortar layers nearly one centimetre thick. been studied.
The internal filling, with unknown mechanical
Table 1. Analysed structural cases.
properties, is composed of heterogeneous materi-
TA TB1 TB TB2 TC
al (remainders brick tied by a poor mortar).
Htot (m) 40 50 50 50 60
Up to the height of about 20 m the tower is in- Heff (m) 20 30 30 30 40
corporated into an earlier building, the Town E (GPa) 3.0 3.6 3.0 2.4 3.0
Hall. The tower internal floors were built through c (MPa) 5.0 6.0 5.0 4.0 5.0
masonry vaults (first two levels), while in the up- Table 2. Input ground motions used.
per part a concrete slab built in the fifties is pre-
Case Earthquake Date Mw Time PGA
sent. Intermediate floors (originally wooden (s) (g)
floors) are lost and an internal steel stair connects s1 Tabas 1978 7.4 63.40 0.925
the bottom levels of the tower with the upper lev- s2 Montenegro(1) 1979 6.9 47.80 0.374
el. The bottom level of the tower is not symmetric s3 Friuli(1) 1976 6.4 9.35 0.602
due to the presence of a footpath that crosses the s4 Friuli(2) 1976 6 9.98 0.505
s5 Montenegro(2) 1979 6.9 47.80 0.362
tower in the North-South direction.
The beam model approximates the actual ge-
ometry of the tower; the constraint offered by the Lastly, a viscous damping coefficient of 2%
neighbouring buildings extending for a height of for the first two flexural modes has been consid-
ered in all the dynamic analyses.

SG03-543
3.2 Input ground motions A damage parameter  - given by the ratio of
the final Young’s modulus E over its initial value
Five historically recorded accelerograms
- which varies from 1 to 0, is used as an indicator
whose main characteristics are listed in Table 2,
of the degree of damage. For the sake of example,
has been used as seismic inputs.
Figure 4 shows the graph of the parameter  as a
The pseudo-acceleration spectra of the select-
function of the height (H) of the tower TB. For all
ed accelerograms, for a viscous damping ratio of
the inputs considered, the figure highlights
5%, are given in Figure 3. Peaks cover all the
whether and where damage occurs. As it can be
range of the first natural periods of the analysed
seen, damage always locates around the height of
structures, that vary from 0.39 s to 1.06 s.
twenty meters and a maximum value about 0.7 of
, i.e. a reduction of 30% of E and σc, is attained
for the input s5.

Figure 3. Pseudo-acceleration spectra of the inputs used.

3.3 Damage occurred Figure 4. Damage parameter  as a function of the tower’s


height H, for the case TB under all the seismic inputs.
Seismic inputs have been used unscaled. Thus,
not all the structural cases undergo compressive
damage for all the records considered.
Some towers crack under the earthquake ac- 4 RESULTS
tion but do not crush. Conversely, sometimes col- The changes in frequencies, mode shapes,
lapse occurs, i.e. the structure completely loses its modal rotations and modal curvatures have been
stiffness, as revealed by the natural period values evaluated.
that become unreasonable. In the latter case, the
amplitude of the applied input has been reduced 4.1 Frequencies
through a scale factor ( < 1), until the maximum
amplitude that does not lead the structure to col- For the damaged towers, the variation in the
lapse has been obtained. Obviously, in such a first three flexural frequencies with respect to
case, the tower is approaching collapse. those of the undamaged structures are collected in
Results for all the structures and the inputs Tables 4, 5, 6, 7, 8 that refer, respectively, to the
considered are summarized in Table 3, where the towers TA, TB, TC, TB1 and TB2.
scale factors are given when used. Table 4. TA tower.
Table 3. Damage occurred in the structural cases for all the f1 (Hz) f2 (Hz) f3 (Hz)
inputs considered (“-“ not damaged; “x” damaged). undam 2.551 12.086 27.224
Case TA TB1 TB TB2 TC s1 2.538 (0.50%) 12.047 (0.33%) 27.215 (0.03%)
s1 x x 0.86 0.74 0.39 s3 2.551 (-) 12.086 (-) 27.224 (-)
s2 - x x x x s5 2.551 (-) 12.086 (-) 27.224 (-)
s3 x - x x -
s4 - - - - - Table 5. TB tower.
s5 x x x x 0.87 f1 (Hz) f2 (Hz) f3 (Hz)
undam 1.466 7.940 18.520
The damage scenario predicted by the model is s1 1.445 (1.42%) 7.929 (0.14%) 18.404 (0.63%)
the same for all the examined cases: crushing oc- s2 1.458 (0.52%) 7.934 (0.08%) 18.479 (0.22%)
curs in an area located around the level at which s3 1.466 (-) 7.940 (-) 18.520 (-)
the tower rises from the adjacent buildings. s5 1.433 (2.27%) 7.916 (0.30%) 18.344 (0.96%)

SG03-544
Table 6. TC tower. 4.2 Mode shapes and rotations
f1 (Hz) f2 (Hz) f3 (Hz) For the sake of brevity, Figure 6 and Figure 7
undam 0.945 5.443 13.489 compare the first three modal shapes and rota-
s1 0.926 (2.05%) 5.442 (0.02%) 13.373 (0.86%) tions for the tower TB under the s1 input.
s2 0.945 (0.02%) 5.443 (-) 13.487 (0.01%)
To quantify the changes in these modal prop-
s5 0.930 (1.60%) 5.442 (0.42%) 13.397 (0.69%)
erties the MAC (Modal Assurance Criterion) and
Table 7. TB1 tower. the MTMAC (Modified Total Modal Assurance
f1 (Hz) f2 (Hz) f3 (Hz) Criterion) (Sinou 2009) have been evaluated by
undam 1.565 8.430 19.927 comparing the undamaged configuration with
s1 1.527 (2.46%) 8.396 (0.40%) 19.708 (1.11%) each of the damaged ones; differences are very
s2 1.563 (0.08%) 8.429 (0.01%) 19.920 (0.04%) small, and the MTMAC resulted more sensible
s5 1.561 (0.26%) 8.426 (0.04%) 19.903 (0.12%) than the MAC (being the MTMAC a MAC
weighted with the changes in frequencies).
Table 8. TB2 tower.
f1 (Hz) f2 (Hz) f3 (Hz)
undam 1.351 7.388 17.002
s1 1.334 (1.29%) 7.381 (0.10%) 16.913 (0.53%)
s2 1.342 (0.65%) 7.382 (0.08%) 16.959 (0.25%)
s3 1.350 (0.07%) 7.387 (0.01%) 16.997 (0.03%)
s5 1.329 (1.64%) 7.375 (0.18%) 16.893 (0.64%)

Changes in frequencies are very slight, con-


sistently with several outcomes from previous
numerical and experimental researches (Sinou
2009; Gentile et al. 2016).
Damage affects primarily the first natural fre-
quency, up to a variation about 2.5% with respect
to the undamaged value. It should be noted, how- Figure 6. Mode shapes for the TB tower under the s1 input.
ever, that variations larger than 1% occurs only
for the most damaged structural cases, most of
which are very close to collapse.

Figure 7. Modal rotations of the undamaged and damaged


TB structure under the s1 input.

Figure 5. Changes in frequencies vs. Damage index.


4.3 Modal curvatures
As discussed above, the damage mainly affect
the first frequency. If the variation of the first fre- Figs. 8, 9 and 10 report the comparison be-
quency is correlate to a damage index (evaluated tween the first three modal curvatures - TB tower
as percentage of damaged area by total area) for under the s1 input - for the undamaged and the
all the towers, it is possible to observe, as ex- damaged.
pected, a quite regular linear dependence (Figure
5).

SG03-545
Figure 8. Modal curvatures of the first mode shape for the Figure 11. Modal curvatures of the first mode shape in the
TB tower under the s1 input. damaged TB tower for all the inputs considered, compared
to the undamaged case.

Figure 9. Modal curvatures of the second mode shape for


the TB tower under the s1 input. Figure 12. Modal curvatures of the second mode shape in
the damaged TB tower for all the inputs considered, com-
pared to the undamaged case.

Figure 10. Modal curvatures of the third mode shape for the
TB tower under the s1 input.
Figure 13. Modal curvatures of the third mode shape in the
damaged TB tower for all the inputs considered, compared
It is possible to observe a local change of the to the undamaged case.
modal curvature that is more pronounced for the Being the effects of the damage localized
first and the third modes. (Figure 8 ÷ Figure 10 include the damage param-
This is a general trend, observed for all the eter) global indexes like MAC and MTMAC are
damaged towers and for all the earthquakes con- not able to quantify such changes and other dam-
sidered (Figure 11-Figure 13). age detection methods which employ mode shape

SG03-546
information have been considered: the Mode beams with damage in compression have been
shape (MS) damage index and the Mode shape performed under the effects of real earthquakes.
curvature square (MSCS) damage index The changes in frequencies, mode shapes,
(Rucevskis and Wesolowski 2010). modal rotations and curvatures have been evalu-
ated in order to point out possible influence of the
occurred damage.
From the obtained results, some considerations
can be made: i) due to the typology of damage,
the damage mainly affect the first frequency and
changes are up to about 2.5% with respect to the
undamaged value; ii) modal shapes and modal
curvatures are less sensitive to damage, as the
damage introduces localized variations; iii) in-
dexes like MAC and MTMAC are not able to
identify differences between the undamaged and
the damaged configuration; on the contrary dam-
age indexes like MS and MSCS (computing the
absolute difference between the mode shapes of
Figure 14. Mode shape (MS) damage index (TB tower) the undamaged and the damaged structure) seems
able to assess the location of the damage.
However, a drawback of these methods, being
the damage localized, is the need of several data
close to the damaged area that is difficult or im-
possible to be localized a priori.

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SG03-548
ANIDIS 2017
PISTOIA

Numerical and experimental analysis of a masonry chimney


Francesco Nicchia, Emanuele del Montea-b, Andrea Borghinia-b, Sonia Boschia-b, Alessandro Brunettic, Paolo
Mazzantic-d
a
S2R S.r.l., Spin-off dell’Università degli studi di Firenze, Via Vittorio Emanuele II 161, 50134 Firenze.
b
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze.
c
NHAZCA S.r.l., Spin-off di “Sapienza” Università di Roma, Via Vittorio Bachelet 12, 00185 Roma.
d
Dipartimento di Scienze della Terra, Università “Sapienza” di Roma, Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma.

Keywords: Masonry chimney, linear dynamic analysis, slim elements, wind action

ABSTRACT
The Ciminiera del Tannino, located in Tuscany, is a double pipe brickwork chimney about 45 m tall and based on
a cylindrical base of 2.25 m, made of brickwork, too. The outer tube has a diameter of 3.5 m at the base and of 1.5
at the crown. The outer tube thickness is 26 cm and the inner tube thickness is 15 cm; the inner tube has a constant
diameter of 1.7 m and at 38 m height disappeared penetrating the outer one. The chimney was built in the early
twentieth century and has the same signs of degradation as the other brickwork chimneys built in Italy in the same
years. The signs are due to the weather and the frost-thaw cycles that are no longer counteracted by the time of
disuse, including the mortar washout, exfoliation of the bricks and the deviation from the vertical.
This paper presents at first the in-situ experimental campaign carried out in the chimney and afterwards the results
of the safety verification performed both in static and dynamic field.

SG03-549
Analisi numerico-sperimentale di una ciminiera in muratura
Francesco Nicchia, Emanuele Del Montea-b, Andrea Borghinia-b, Sonia Boschia-b, Alessandro Brunettic, Paolo
Mazzantic-d
a
S2R S.r.l., Spin-off dell’Università degli studi di Firenze, Via Vittorio Emanuele II 161, 50134 Firenze.
b
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze.
c
NHAZCA S.r.l., Spin-off di “Sapienza” Università di Roma, Via Vittorio Bachelet 12, 00185 Roma.
d
Dipartimento di Scienze della Terra, Università “Sapienza” di Roma, Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma.

Keywords: Ciminiera in muratura, analisi dinamica lineare, elementi snelli, azione del vento

ABSTRACT
La memoria affronta lo studio della Ciminiera del Tannino sita in Bibbiena (AR). La ciminiera, in muratura di
mattoni pieni a doppia canna e con setti radiali di collegamento tra i paramenti, è alta circa 45 metri e poggia su un
basamento circolare alto 2.25 metri, anche questo in muratura di mattoni pieni; la canna esterna rastrema in altezza
passando da circa 3.5 metri di diametro alla base a circa 1.5 metri in sommità, mantenendo costante lo spessore pari
a 26 cm, mentre quella interna ha larghezza costante, pari a circa 1.7 metri, spessore pari a 15 cm ed alla quota di
circa 38 metri si interrompe incontrando il paramento esterno. L’opera è stata costruita nei primi anni del XX
secolo e presenta gli stessi sintomi di degrado di molte delle ciminiere in muratura di mattoni pieni sorte in Italia in
quegli anni, dovuti perlopiù alle intemperie ed ai cicli di gelo e disgelo non più contrastati dal momento del disuso,
tra cui il dilavaggio diffuso della malta di allettamento, l’esfoliazione dei laterizi e la deviazione dalla verticale.
Vengono discussi i risultati delle verifiche condotte, sia in campo statico che dinamico, dopo aver descritto la
campagna di indagine.

di 2.25 metri) alla sommità (diametro di 1.53


metri alla quota di 47.36 metri) (Figura 1).
1 INTRODUZIONE
La Ciminiera del Tannino, realizzata in
mattoni pieni a doppia canna, risale ai primi
decenni del XX secolo. Posta in prossimità della
stazione ferroviaria di Bibbiena (Arezzo), è stata
esposta alle intemperie per quasi 100 anni e in
disuso da oltre cinquanta. “Fumante” simbolo di
una delle più antiche e importanti industrie del
Casentino fungeva da tiraggio per i forni, i quali,
fornendo vapore che alimentava due turbine,
producevano l’energia elettrica necessaria al
funzionamento dell’intero stabilimento. In
seguito all’avvento delle industrie per la
produzione del tannino per via chimica (secondo
dopoguerra) ci fu un rapido declino della
produzione e infine, nel 1956, la definitiva
chiusura dello stabilimento (Barani et al. 1978).
La struttura ha altezza complessiva pari a
47.36 metri (compreso il basamento circolare di
altezza pari a 2.25 metri); il diametro alla base
della ciminiera è pari a 3.54 metri mentre in Figura 1. Struttura oggetto di studio (vista S-W).
sommità è difficilmente individuabile in modo Il diffuso stato di degrado cui è soggetta la
univoco a causa della sfasature a sbalzo del struttura, ascrivibile alle intemperie ed ai cicli di
coronamento. Nelle analisi condotte è stata gelo e disgelo, è stato rilevato mediante ispezione
considerata una sezione che rastrema linearmente visiva e avallato da riprese di dettaglio effettuate
dalla base (diametro pari a 3.54 metri alla quota mediante volo con drone (Figura 2); consiste in:

SG03-550
 Dilavaggio diffuso della malta di  Monitoraggio dinamico con
allettamento delle fasce esposte ad est e a Interferometria Radar Terrestre.
nord.  Rilievo della struttura con tecnica Laser
 Esfoliazione diffusa dei mattoni Scanner Terrestre (TLS).
particolarmente evidente nelle fasce  Scavo localizzato per l’individuazione
esposte ad est e a nord. della struttura di fondazione.
 Quasi totale assenza della malta di  Realizzazione di un’attività sperimentale
allettamento degli elementi che in situ e laboratorio mirata alla
costituiscono la parte superiore del caratterizzazione meccanica della
coronamento. muratura, ovvero:
 Fuori piombo del coronamento  Prove in situ sulla muratura mediante
sommitale. martinetto piatto singolo e doppio.
 Prove in situ sulle malte della
muratura mediante D.R.M.S. (Drilling
Resistance Measurement System).
 Prova di compressione su provini di
mattoni prelevati in situ.

2.1 Saggi sulla muratura e rilievo geometrico


I saggi sono stati condotti al fine di individuare
gli spessori della canna esterna e di quella interna
(saggi a quota 2.25 m, 9.65 m e 11.65 m), e per
identificare lo spessore e il numero dei setti
radiali (saggio a quota 3.85 m). Da questi è
emerso che la canna esterna ha spessore costante
pari a 260 mm mentre il paramento interno ha
spessore di 150 mm. L’intercapedine tra canna
esterna e camino interno ha spessore variabile da
660 mm alla base della ciminiera e si annulla alla
quota approssimativa di 38 metri; il collegamento
tra le due canne è garantito da sette irrigidenti
radiali che hanno spessore di 170 mm. La
ciminiera insiste su un basamento cilindrico di
Figura 2. Diffuso stato di degrado della struttura diametro pari a 4.24 m e altezza pari a 2.25 m.
particolarmente evidente nella parte superiore della L’osservazione diretta del blocco di fondazione
ciminiera.
ha permesso di individuare un ringrosso, alla base
Nel §2 sono riportati i risultati della campagna della ciminiera, delle dimensioni di 0.35 m a
diagnostica che ha permesso di individuare la partire dalla profondità di 0.70 m da piano
geometria e le caratteristiche meccaniche della campagna; da tale profondità il blocco di
struttura; nel §3 sono descritte le azioni fondazione si allarga linearmente fino ad un
orizzontali (vento e sisma) cui è soggetta la massimo di 0.77 m misurato alla profondità di
struttura, mentre nel §4 vengono discussi i 3.30 m.
risultati e le verifiche delle analisi lineari
condotte. 2.2 Monitoraggio dinamico con Interferometria
Radar Terrestre

2 CAMPAGNA DI INDAGINI Al fine di analizzare il comportamento


dinamico della struttura e identificarne le
Al fine di acquisire un livello di conoscenza principali frequenze proprie di vibrazione, è stato
della struttura tale da poter svolgere le valutazioni eseguito un monitoraggio dinamico con
di carattere geotecnico e strutturale, sono state Interferometria Radar Terrestre (TInRAR)
svolte le seguenti tipologie di attività: (Bongiovanni et al., 2015, Beninati et al., 2015).
 Rilievo geometrico della ciminiera ed
esecuzione di saggi alla base e a diverse 2.2.1 Principi di base della tecnica
quote con l’uso di idoneo mezzo L’Interferometria Radar Terrestre (TInRAR) è
meccanico. una tecnica di telerilevamento che consente di
eseguire, contestualmente, misure di spostamento

SG03-551
su un elevato numero di punti della struttura  la postazione TB01 (ubicata a circa 11 m
oggetto di monitoraggio, con elevata frequenza di dalla base della ciminiera) è stata scelta al
campionamento (fino ad alcune centinaia di Hz). fine di identificare eventuali frequenze
Tale tecnica risulta pertanto adatta per lo studio e proprie di vibrazione lungo l’asse
la caratterizzazione sia del comportamento statico verticale della struttura;
che dinamico di strutture ed infrastrutture. Il  le postazioni TB02 e TB03 (ubicate,
sistema TInRAR è costituito da un radar rispettivamente, a circa 40 m e 55 m dalla
interferometrico ad apertura reale dotato di base della struttura) sono state scelte al
antenne per la trasmissione e la ricezione del fine di identificare eventuali frequenze
segnale radar di ritorno. La misura viene eseguita proprie di vibrazione sul piano orizzontale
completamente in remoto, senza pertanto la (in direzione circa Est-Ovest);
necessità di installare sensori o riflettori a  la postazione TB04 (ubicata a circa 45 m
contatto con la struttura. In particolare vengono dalla base della ciminiera) è stata scelta al
misurati spostamenti lungo la linea di vista fine di identificare eventuali frequenze
strumento-scenario (LOS) attraverso il confronto proprie di vibrazione sul piano orizzontale
delle informazioni di fase dell’onda (in direzione circa Nord-Sud).
elettromagnetica emessa e riflessa a differenti Le sessioni di rilievo (da ciascuna postazione
intervalli temporali (Mazzanti, 2012) (Figura 3). di misura) sono state eseguite con una frequenza
di campionamento del dato (PRF) di 150 Hz e in
condizioni di sollecitazione ambientale naturale,
come quelle indotte dall’azione del vento e del
transito veicolare circostante. Nel corso delle
attività di campo, l’intensità del vento è risultata
fortemente variabile. Alcune sessioni di misura
(come quelle eseguite dalla postazione TB04)
sono pertanto state ripetute dalla medesima
postazione al fine di identificare eventuali
Figura 3. Calcolo degli spostamenti con tecnica TInRAR (d variazioni del comportamento dinamico della
= spostamento misurato; λ = lunghezza d’onda emessa; φ = struttura in risposta a diverse condizioni di
misura della fase grezza per ogni acquisizione). sollecitazione esterne. In Tabella 1 si riportano gli
orari di inizio e fine delle sessioni di misura
2.2.2 Attività svolte TInRAR.
Le attività di rilievo in sito sono state svolte
mediante un sensore modello IBIS-S (della IDS
S.p.A., Figura 4), installato temporaneamente su
treppiede in corrispondenza di quattro diverse
postazioni di rilievo identificate nell’ambito del
sopralluogo tecnico preliminare.

Figura 5. Ubicazioni delle postazioni di monitoraggio


TInRAR (in blu) e delle postazioni di rilievo TLS (in
giallo) su immagine ottica satellitare.
Tabella 1: Orari di inizio e fine delle sessioni di misura
TInRAR
Sessione di Orario di Orario di Durata
Figura 4. Sistema radar interferometrico IBIS-S (IDS
rilievo inizio fine
S.p.A.).
TB01 09:41:58 09:56:58 15 min
Le postazioni di misura selezionate sono state TB02 10:18:42 10:33:42 15 min
ritenute idonee sia per le caratteristiche della TB03 15:59:48 16:14:48 15 min
tecnica sia per un’esaustiva caratterizzazione del TB04 (1) 11:51:40 12:06:40 15 min
TB04 (2) 16:31:40 16:46:40 15 min
comportamento dinamico della struttura (Figura
5). In particolare:

SG03-552
2.2.3 Risultati ottenuti fino ad una distanza massima di circa 1.400 m,
I dati acquisiti sono stati elaborati con dotato di antenna GPS, sensore inclinometrico,
software ufficiali ed algoritmi proprietari di bussola e fotocamera ad alta risoluzione Nikon
NHAZCA S.r.l. al fine di identificare le principali D700 per l’acquisizione di immagini ottiche
frequenze proprie di vibrazione della struttura e di calibrate con il sensore laser.
valutarne le ampiezze di oscillazione. Per le I rilievi sono stati condotti da tre differenti
analisi in frequenza è stato applicato un filtro punti di rilievo al fine di minimizzare le zone
Butterworth (Butterworth, 1930) con banda d’ombra residue e ottenere un modello
compresa tra 0.1 Hz e 10 Hz. Si riportano di tridimensionale continuo (Figura 5).
seguito gli spettri di frequenza ottenuti, in 2.3.1 Risultati ottenuti
corrispondenza di diversi settori della struttura, I dati acquisiti sono stati elaborati con
dall’analisi dei dati acquisiti nell’ambito delle software ufficiali e algoritmi commerciali di
sessioni di rilievo TB03 e TB04, ritenuti NHAZCA S.r.l.. Le nuvole di punti acquisite
rappresentativi, rispettivamente, del
dalle singole postazioni di rilievo sono state
comportamento dinamico della struttura lungo la allineate (mediante un processo di
direzione orizzontale sul piano Est-Ovest ed rototraslazione) per trasporle in un sistema di
orizzontale sul piano Nord-Sud (Figura 6 e Figura riferimento locale univoco e generare, di
7). I grafici riportano gli spettri di frequenza conseguenza, una nuvola di punti della struttura
ottenuti per ciascun punto di misura (Rbin). con oltre 20 milioni di punti. Tale processo è
stato svolto mediante l’identificazione di punti
comuni tra le nuvole di punti acquisite dalle
singole postazioni di rilievo.
Attraverso il modello tridimensionale virtuale
sono stati ricavati i principali parametri
geometrici della struttura (altezza e diametro in
corrispondenza di sezioni orizzontali a diverse
altezze) che sono riportati nello schema di Figura
8.

Figura 6. Spettri di frequenza ottenuti dalla postazione di


rilievo TB03.

Figura 7. Spettri di frequenza ottenuti dalla postazione di


rilievo TB04.

2.3 Rilievo della struttura con tecnica Laser


Scanner Terrestre (TLS) Figura 8. Schema geometrico della struttura ottenuto dal
Al fine di acquisire il modello tridimensionale rilievo TLS.
accurato della struttura è stato eseguito un rilievo
multi-stazione con tecnica Laser Scanner 2.4 Prove con martinetti piatti
Terrestre (TLS) (Lichti et al., 2012). In
particolare, le attività sono state condotte con un La prova con martinetto piatto singolo è stata
sensore Riegl VZ1000 in grado di rilevare oggetti svolta ad una quota di 1.5 metri dall’estradosso

SG03-553
del basamento; sono stati eseguiti due cicli, di cui
il primo con passo di incremento pressione pari a
1.0 bar, successivo scarico con passo di
decremento pressione pari ad almeno 2 bar ed
infine ricarico con passo di incremento pressione
pari a 2 bar; in Figura 9 si nota che le quattro basi
di misura hanno risposto in maniera similare,
indice della buona riuscita della prova. La
pressione di ripristino deformazione risulta essere
pari a 8 bar che corrisponde ad una tensione sulla
muratura pari a 0.57 MPa.
Circa la prova con martinetto piatto doppio,
sono stati eseguiti quattro cicli di carico e
successivo scarico, con acquisizione in continuo
della pressione. La massima tensione registrata è
stata pari a 2.31 MPa. In Figura 10 è proposto Figura 11. Modulo di elasticità ricavato dalla curva
inviluppo dei quattro cicli.
l’andamento del grafico tensione-deformazione,
basato sulla media delle deformazioni delle basi Durante la prova con martinetto doppio, le
verticali, mentre in Figura 11 è riportato il grafico oscillazioni della ciminiera indotte dall’azione del
del modulo di elasticità E ricavato dalla curva vento sono state registrate come fluttuazioni della
inviluppo dei quattro cicli con l’andamento della storia di carico; in Figura 12 è riportata l’analisi
tensione applicata. spettrale dei cicli di carico che ha permesso di
Per valori dello stato tensionale prossimi al individuare la frequenza principale di vibrazione
valore registrato sperimentalmente in situ, che della ciminiera a partire dai dati misurati con il
corrisponde a circa 1/3 della tensione massima martinetto piatto. Questa è risultata essere pari a
della prova (prossima al carico di rottura della 0.44 Hz ± 0.02 Hz, del tutto in linea con il
muratura), il valore del modulo E è compreso tra risultato del monitoraggio dinamico con
2000 MPa e 2500 MPa. Interferometria Radar Terrestre (pari a 0.46 hz).

Figura 9. Diagramma pressione martinetto – deformazione


Figura 12. Spettro di densità di potenza del segnale.
basi di misura.

2.5 Prove con D.R.M.S.


Il sistema DRMS (Drilling Resistance
Mesurement System) è un trapano strumentato
che misura la resistenza alla perforazione del
materiale oggetto di indagine mediante una cella
di carico. Durante la prova viene misurata con
continuità la forza resistente alla foratura,
mantenendo costanti sia la velocità di rotazione
della punta sia la velocità di avanzamento (il
campionamento dei dati prevede una
registrazione ogni cinque centesimi di
millimetro). Il risultato finale è una curva che
evidenzia l’andamento della forza di foratura (DR
[N]) in funzione della profondità di penetrazione
Figura 10. Grafico deformazione-tensione (media delle (Depth [mm]) (Del Monte e Vignoli 2008).
letture delle basi di misura).

SG03-554
a b

Figura 13. Esempio di grafico della forza di perforazione in


funzione della profondità. c d
Figura 14. Campioni prelevati in situ da cui sono stati
Nel corso delle prove vengono eseguiti dei fori estratti i provini sottoposti a schiacciamento (a,b,c); prova
di comparazione su provini di malta campione, di schiacciamento sul provino B1 (d).
con resistenza a compressione nota, al fine di
valutare il grado di usura delle punte e correggere Tenuto conto di quanto suggerito dalla vigente
quindi i dati di ingresso. Le caratteristiche normativa e relativa circolare esplicativa (D.M.
principali della prova sono le seguenti: 14/01/2008 e Circ. Min. 617 del 02/02/2009) al
 Velocità di avanzamento da 1 a 40 punto C8A.1.B, nella quale vengono esplicitati i
mm/min (standard pari a 40 mm/min). dati richiesti per il raggiungimento di un
 Velocità angolare da 100 a 1200 rpm determinato livello di conoscenza, la campagna di
(standard pari a 300 rpm). indagine effettuata ha permesso di raggiungere un
 Diametro punte pari a 5 mm. “livello di conoscenza adeguato” (LC2) e
 Numero massimo di fori per ogni punti pertanto il fattore di confidenza (FC), da
pari a 40. applicarsi ai valori di resistenza dei materiali, ha
 Profondità massima dei fori pari a 45 mm. assunto valore 1.20; sono quindi stati adottati i
Analizzando statisticamente i risultati della valori medi delle resistenze proposti mentre, per
prova è possibile stabilire la qualità della malta. il modulo elastico, è stato deciso di adottare il
La malta non risulta essere di qualità scadente valore di 2500 MPa in accordo con i risultati
ma, data la quasi assenza in molti punti, nelle sperimentali della prova con martinetto doppio.
verifiche strutturali non è stato considerato il Nella seguente tabella sono riportati i valori dei
coefficiente migliorativo proposto dalla Circolare parametri meccanici della muratura.
Ministeriale 217/2009. Tabella 2. Parametri meccanici della muratura.
Peso Modulo Resistenza a Resistenza a
2.6 Prove di laboratorio specifico elastico compressione taglio
w E fm τ0
Per avere una stima quantitativa della
kN/m3 MPa MPa MPa
resistenza dei blocchi di laterizio, sono state 18.0 2500 3.2 0.076
condotte dal Laboratorio Prove e Strutture del Il coefficiente parziale di sicurezza sulla
Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale resistenza della muratura (γm) assume i seguenti
della Scuola di Ingegneria di Firenze prove di
valori:
schiacciamento su campioni estratti dalla  Verifiche non sismiche (carichi
ciminiera. In totale i campioni prelevati sono in gravitazionali e vento): γm = 3.0.
numero di tre (B1, B2 e B3) da cui sono stati
 Verifiche in campo sismico: γm = 2.0.
estratti quattro provini (dal campione B2 sono Applicando anche il coefficiente parziale di
stati ricavati due provini). Il valore medio della sicurezza sui materiali (alle sole resistenze) si
tensione di rottura è risultato essere pari a 29.4
ottiene quanto riportato nella seguente tabella.
MPa mentre la massa volumica ha valore medio
1811.5 kg/m3. Tabella 3. Resistenze della muratura adottate nelle
verifiche.
2.7 Resoconto del processo di conoscenza Campo non sismico Campo sismico
Per la tipologia di muratura è stato fatto fm,d τ0,d fm,d τ0,d
MPa MPa MPa MPa
riferimento alla categoria “muratura in mattoni
0.89 0.021 1.33 0.032
pieni e malta di calce” della Tab. C8A.2.1 della
Circolare Ministeriale 617 del 02/02/2009.

SG03-555
3 AZIONI ORIZZONTALI vibrazione flessionale nella direzione del vento,
invece, con riferimento a § I.6.4 CNR DT-
Le azioni orizzontali prese in considerazione
207/2008 si è ottenuto ξa1 = ξa2 = 0.00358,
sono:
mentre è stato posto ξa3= 0 poiché lo
 Azione del vento.
smorzamento strutturale misurato con metodi
 Azione sismica.
sperimentali è comprensivo anche del contributo
Per costruzioni snelle è necessario tenere in
aerodinamico.
conto l’effetto dinamico dovuto al distacco
alternato dei vortici indotto dall’azione del vento 3.1.1 Rapporto di smorzamento strutturale
(vortex shedding); pertanto, oltre all’azione del valutato mediante il metodo del
vento longitudinale, è stato necessario stimare decremento logaritmico
anche le azioni indotte da tale fenomeno. Tale metodo è applicabile ad un sistema in
oscillazioni libere dotato di smorzamento,
3.1 Azione del vento longitudinale pertanto è stato necessario individuare nell’intero
Poiché la struttura in esame non rientra tra le campo di registrazioni interferometriche quegli
tipologie edilizie per cui è lecito assumere il intervalli di tempo rappresentativi di tale
coefficiente dinamico (cd) pari a 1 (§ 3.3.8 NTC- comportamento; a tal fine sono state estratte
08), si è proceduto alla stima dell’azione del quattro finestre temporali, tre dalla registrazione
vento secondo le “Istruzioni per la valutazione TB03 e una da TB04. Tutte le registrazioni erano
delle azioni e degli effetti del vento sulle disturbate da rumore di fondo ad alta frequenza
costruzioni – CNR DT-207/2008”. (rumore ambientale), pertanto è stato necessario
Le azioni aerodinamiche di picco esercitate dal un preliminare filtraggio dei segnali con cut-off
vento su costruzioni ed elementi snelli possono delle frequenze superiori a 2 Hz (Figura 15 e
essere espresse mediante una coppia di forze Figura 16). Lo smorzamento strutturale relativo al
ortogonali fX e fY e un momento torcente mz, per critico ricavato da tale analisi è risultato essere
unità di lunghezza, applicati lungo l’asse z di pari al 25‰ ovvero: ξs3= 0.025.
riferimento della costruzione. Vista la simmetria
polare della sezione l’unica azione considerata è
la forza longitudinale diretta lungo X.
Lo smorzamento relativo al critico per il primo
modo flessionale è dato dalla somma di tre
distinti contributi:
 ξs: rapporto di smorzamento strutturale.
 ξ a: rapporto di smorzamento
aerodinamico.
 ξd: rapporto di smorzamento legato alla
presenza di eventuali elementi dissipativi
(non essendo presenti tale contributo non
è stato considerato).
Lo smorzamento strutturale gioca un ruolo
Figura 15. Esempio di filtraggio dati (registrazione TB03 –
fondamentale nella stima del coefficiente di intervallo 1).
amplificazione dinamica longitudinale cdD e nella
stima delle azioni trasversali indotte dal distacco
dei vortici in risonanza; tenuto conto della
difficoltà della stima di tale parametro, si è deciso
di procede con un’analisi parametrica
assumendone differenti valori. Con riferimento a
quanto riportato in § I.6.2 CNR DT-207/2008, è
stato adottato come primo valore del rapporto di
smorzamento strutturale relativo al critico per i
primi modi di vibrazione il valore proposto per
ciminiere in cemento armato, ovvero: ξs1 = 0.005;
in seconda analisi è stato assunto invece: ξs2 =
0.010; in ultimo è stata condotta un stima
mediante il metodo del decremento logaritmico.
Circa il rapporto di smorzamento Figura 16. Sovrapposizione del segnale originale e segnale
aerodinamico relativo al primo modo di filtrato (registrazione TB03 - intervallo 1).

SG03-556
Il periodo medio valutato sui picchi (positivi e Tabella 5. Velocità critiche e velocità medie del vento per i
negativi) è pari a 2.22 secondi e pertanto la differenti modi di vibrare.
frequenza è 0.45 Hz, valore prossimo alla modo di quota del vcr vm,l nome
frequenza fondamentale di vibrare della ciminiera vibrare punto combinazione
già ricavata con l’analisi interferometrica e il [m] [m/s] [m/s]
martinetto piatto doppio. 1 47.36 3.5 40.2 vento1
2 25.25 19.9 36.1 vento2*
3.1.2 Coefficiente dinamico longitudinale (cdD) 2 47.36 10.6 40.2 vento2
Il coefficiente dinamico longitudinale è stato 3 47.36 28.6 40.2 vento3
valutato in accordo al “metodo dettagliato”
descritto in CNR DT-207/2008. In Tabella 4 sono 3.3 Azione sismica
riportati sinteticamente i risultati ottenuti. La velocità delle onde di taglio del terreno
Tabella 4. Valori del rapporto di smorzamento strutturale, entro i primi 30 metri di profondità (Vs,30) è pari a
aerodinamico e complessivo, e dei coefficienti dinamici 361 m/s, dunque la categoria di sottosuolo di
longitudinali. riferimento è la categoria B (Tabella 3.2.II
ξs ξa ξ cdD NTC2008). Tuttavia, poiché il valore di Vs,30 è
0.005 0.00358 0.00858 1.175 prossimo al valore limite per il quale si ha il
0.010 0.00358 0.01358 1.025 passaggio da terreno di categoria B a terreno di
0.025 0.00000 0.02500 0.873 categoria C (il limite citato è pari a 360 m/s), e
tenuto conto che il bedrock sismico è ad una
3.2 Distacco alternato dei vortici profondità da piano campagna inferiore a 20
Il distacco alternato dei vortici induce sulla metri, le analisi sismiche sono condotte anche
struttura un’azione ciclica ortogonale alla nell’ipotesi che il terreno di fondazione ricada
direzione del vento, con una frequenza che è nella categoria E.
funzione dalla velocità media del vento, e dalla Poiché il sito in esame non presenta pendenze
forma e dimensione della sezione della ciminiera. apprezzabili è stata assunta la categoria
Quando la frequenza del distacco dei vortici è topografica T1.
prossima a una frequenza propria trasversale della Con riferimento a UNI EN 1998-6 Annex E è
struttura (condizione di risonanza) l’azione ciclica stato adottato un fattore di struttura q = 1.5
indotta cresce tanto più quanto minori sono lo corrispondente a una classe di duttilità bassa [CD
smorzamento e la massa della struttura. Le azioni ”B”]; inoltre la struttura è stata considerata
statiche equivalenti associate al distacco dei regolare in altezza poiché massa e rigidezza
vortici in risonanza con la struttura sono valutate variano gradualmente, senza bruschi
applicando i criteri forniti dall’Appendice O CNR cambiamenti, dalla base alla sommità della
DT-207/2008. Gli effetti del distacco dei vortici struttura (§ 7.2.2 NTC-08 e § 4.3.2.1 (2) UNI EN
devono essere valutati per tutte le velocità critiche 1998-6).
che soddisfano la relazione:
vcr ,i  vm,l (1) 4 ANALISI E VERIFICHE
dove vcr,i è la velocità critica di distacco dei Sono state condotte analisi lineari della
vortici per il modo i-esimo valutata nella ciminiera per la stima degli effetti indotti dai
posizione più sfavorevole mentre vm,l è la velocità carichi gravitazionali e dalle azioni orizzontali
media del vento, valutata alla quota in cui si attua (vento e sisma).
la velocità critica, per un periodo di ritorno (TR)
pari a 10 volte il periodo di ritorno di riferimento 4.1 Enti resistenti
(TR,0 = 50 anni). Tale analisi è stata condotta per L’ente resistente per le verifiche a
tutti i modi di vibrare nelle posizioni di compressione centrata è stato posto pari a:
spostamento modale massimo (assoluto e
relativo). In Tabella 5 sono riportati i modi di N Rd  A  f d (2)
vibrare e le quote per cui è soddisfatta dove A è l’area della corona circolare alle varie
l’Equazione 1 e per i quali, quindi, è stato quote di analisi e fd è la resistenza a compressione
necessario considerare l’azione indotta dal di progetto della muratura (Tabella 3).
distacco dei vortici in risonanza. Il momento ultimo resistente per le verifiche a
pressoflessione è così definito:
M Rd  0.85 f d  A' yG (3)

SG03-557
dove fd è la resistenza a compressione di progetto
della muratura (Tabella 3), yG è la distanza del
baricentro della sezione reagente dall’asse della
ciminiera e A’ è l’area della corona circolare
reagente valutata imponendo:
N Ed  0.85 f d  A' (4)
Il taglio resistente per la generica sezione
trasversale è stato stimato secondo il meccanismo
di “scorrimento” valutando l’area della zona
compressa della muratura che soddisfa
l’equilibrio alla traslazione verticale e alla
rotazione rispetto all’assegnata coppia
sollecitante NEd e MEd, ipotizzando un diagramma
lineare delle tensioni di compressione e
trascurando la resistenza a trazione della Figura 18. Eccentricità del carico, alle varie quote, per le
muratura. Il taglio resistente è pertanto valutato differenti combinazioni di carico (il pedice numerico in
nel seguente modo: legenda rappresenta il numero del modo di vibrare in
VRd  A' f vd (5) risonanza cui è associato il distacco dei vortici) allo SLU
con ξs = 0.005 confrontata con il raggio esterno della
dove A’ è l’area della corona circolare reagente ciminiera e con il raggio del noccio d’inerzia.
valutata con le ipotesi sopra citate e fvd è la
resistenza a taglio di progetto della muratura
(Tabella 3).

4.2 Verifiche per carichi gravitazionali


In Figura 17 sono riportati l’ente resistente
(NRd) e sollecitante (NEd) per la verifica a soli
carichi gravitazionali. La verifica evidenzia, alla
base della struttura, un tasso di lavoro
eccessivamente alto.

Figura 19. Eccentricità del carico, alle varie quote, per le


differenti combinazioni di carico allo SLU con ξs = 0.025.
Dalla Figura 18 e Figura 19 emerge
l’importanza del valore dello smorzamento
strutturale. Anche nel caso di smorzamento
strutturale pari al 25‰, però, le verifiche
mostrano uno stato di sollecitazione non
compatibile con le caratteristiche di resistenza del
materiale, a causa dell’eccessivo impegno a
compressione della muratura evidenziato in § 4.2.

4.4 Verifiche per azioni orizzontali (sisma)


Figura 17. Ente sollecitante (NEd) e ente resistente (NRd) per
la verifica allo stato limite ultimo. È stata condotta un’analisi dinamica lineare
della struttura considerato un numero di modi la
4.3 Verifiche per azioni orizzontali (vento) cui massa partecipante totale fosse superiore al
90% come richiesto in § 4.3.3.2 (2) UNI EN
In Figura 18 e Figura 19 sono riportate, a titolo 1998-6.
esemplificativo, le eccentricità del carico esterno Dallo studio è emerso che per entrambe le
per le differenti combinazioni di carico allo SLU categorie di sottosuolo si ha, a differenti quote,
considerando uno smorzamento strutturale pari al una eccentricità esterna alla sezione della
5‰ (Figura 18) e pari al 25‰ (Figura 19). ciminiera (Figura 20 e Figura 21). Tale fenomeno

SG03-558
interessa praticamente l’intera ciminiera nelle Particolare attenzione è stata posta nella stima
analisi condotte per la categoria di sottosuolo E delle azioni trasversali indotte dal distacco
mentre si limita ad un tratto centrale alternato dei vortici, che sono risultate essere
(approssimativamente tra le quote 27.5 m e 44.0 particolarmente gravose ed estremamente
m) per le analisi associate alla categoria di sensibili al valore dello smorzamento della
sottosuolo B. struttura (ξs); quest’ultimo è stato oggetto di
Le analisi in campo sismico hanno quindi un’analisi parametrica, assumendo tre distinti
evidenziato una criticità diffusa. valori pari a 0.005 (valore suggerito da CNR
DT207/2008 per ciminiere in cemento armato),
0.010 e 0.025 (ottenuto con il metodo del
decremento logaritmico sulle oscillazioni libere
della struttura).
Dalla verifica per carichi gravitazionali è
emerso un tasso di lavoro eccessivamente alto
alla base della ciminiera.
Le verifiche per le azioni longitudinali e
trasversali indotte dal vento hanno evidenziato
una condizione di particolare criticità anche con il
rapporto di smorzamento strutturale pari al 25‰;
questo è vero, in particolare, quando la risultante
dei carichi esterni ha un’eccentricità superiore al
raggio esterno della ciminiera e alla base della
struttura, per cui la muratura va in crisi per
Figura 20. Eccentricità del carico, alle varie quote, per il compressione.
sottosuolo di categoria E, confrontata con il con il raggio Le analisi sismiche sono state condotte
esterno della ciminiera e con il raggio del noccio d’inerzia. ipotizzando per la struttura un comportamento
poco dissipativo (q = 1.5) come suggerito da UNI
EN 1998-6 Annex E. Sono state considerate due
distinte categorie di sottosuolo, la categoria B e la
categoria E. Dallo studio è emerso che per
entrambe le categorie di sottosuolo si ha, a
differenti quote, una eccentricità esterna alla
sezione della ciminiera, e pertanto è evidente una
condizione di criticità diffusa dovuta all’elevato
stato di sollecitazione in relazione alle
caratteristiche di resistenza del materiale.

BIBLIOGRAFIA
Barani, R., Brami, R., Fognani, F., 1978. Ristrutturazione e
ampliamento dell’ex area stabilimento delle industrie
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sottosuolo di categoria B, confrontata con il con il raggio discussa alla Facoltà di Architettura, Università degli
esterno della ciminiera e con il raggio del noccio d’inerzia. Studi di Firenze, A.A. 1977-1978.
Beninati, L., Brunetti, A., Caruso, C., Mazzanti, P., 2015.
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Iron Bridge By Remote Sensing Techniques.
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Structural Health Monitoring of Intelligent
L’approfondita campagna di indagine, cui è Infrastructure (Turin, Italy, 1-3 July 2015).
stata soggetta la Ciminiera del Tannino, ha Bongiovanni, G., Brunetti, A., Clemente, P., Conti, C.,
permesso di raggiungere un “livello di Mazzanti, P., Verrubbi, V., 2015. Dynamic
conoscenza adeguato” (LC2) e pertanto il fattore characterization of tower structures by means of
di confidenza (FC), da applicarsi ai valori di interferometry measurements. Proceedings of the 7th
International Conference on Structural Health
resistenza dei materiali, è stato posto pari a 1.20. Monitoring of Intelligent Infrastructure (Turin, Italy, 1-
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SG03-559
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resistance. Part 6: Towers, masts and chimneys, 2005.

SG03-560
ANIDIS 2017
PISTOIA

A critical investigation on typological and structural characteristics of


residential buildings in Umbria for their quick seismic risk classification
Antonella D'Alessandroa, Filippo Ubertinia, Gabriele Comanduccia, Andrea Meonia, Alessandro Almadorib,
Annibale Luigi Materazzia
a
Department of Civil and Environmental Engineering, University of Perugia, via G. Duranti 93, 06125, Perugia
b
Agenzia Territoriale per l'Edilizia Residenziale per la Regione Umbria - ATER Umbria, via Pietro Tuzi 7, 06128, Perugia.

Keywords: seismic vulnerability, seismic risk, building survey, typological characteristics, structural
characteristics.

ABSTRACT
The paper presents the first results of an ongoing research project carried out at the Department of Civil and
Environmental Engineering of University of Perugia in collaboration with the regional agency for social housing
(ATER-Umbria) and finalized at a sample screening of residential buildings in Umbria and at the definition of a
methodological approach for their quick seismic vulnerability assessment and risk classification. The results
presented in the paper focus on the first steps of the research project and consist, in particular, of a critical survey of
typological and structural aspects of the investigated sample of buildings, including: building typology,
construction period, adopted design standards, construction materials and structural configuration. A particular
attention is devoted to the major aspects affecting seismic vulnerability, such as plan and elevation regularity,
presence of lateral load bearing systems in two orthogonal directions, overall maintenance conditions,
characteristics of adopted construction materials, type and location of infill walls, presence of potentially
vulnerable components such as floors with pilotis and short columns. First results concerning the quick
vulnerability assessment of the investigated sample of buildings are also discussed, including evaluation of local
seismic hazard levels and exposure in terms of number of residents.

SG03-561
A critical investigation on typological and structural characteristics of
residential buildings in Umbria for their quick seismic risk classification
Antonella D'Alessandroa, Filippo Ubertinia, Gabriele Comanduccia, Andrea Meonia, Alessandro Almadorib,
Annibale Luigi Materazzia
a
Department of Civil and Environmental Engineering, University of Perugia, via G. Duranti 93, 06125, Perugia
b
Agenzia Territoriale per l'Edilizia Residenziale per la Regione Umbria - ATER Umbria, via Pietro Tuzi 7, 06128, Perugia.

Keywords: seismic vulnerability, seismic risk, building survey, typological characteristics, structural
characteristics.

ABSTRACT
The paper presents the first results of an ongoing research project carried out at the Department of Civil and
Environmental Engineering of University of Perugia in collaboration with the regional agency for social housing
(ATER-Umbria) and finalized at a sample screening of residential buildings in Umbria and at the definition of a
methodological approach for their quick seismic vulnerability assessment and risk classification. The results
presented in the paper focus on the first steps of the research project and consist, in particular, of a critical survey of
typological and structural aspects of the investigated sample of buildings, including: building typology,
construction period, adopted design standards, construction materials and structural configuration. A particular
attention is devoted to the major aspects affecting seismic vulnerability, such as plan and elevation regularity,
presence of lateral load bearing systems in two orthogonal directions, overall maintenance conditions,
characteristics of adopted construction materials, type and location of infill walls, presence of potentially
vulnerable components such as floors with pilotis and short columns. First results concerning the quick
vulnerability assessment of the investigated sample of buildings are also discussed, including evaluation of local
seismic hazard levels and exposure in terms of number of residents.

buildings, so as to prioritize and optimize the


necessary interventions.
1 INTRODUCTION The seismic vulnerability of a building can be
Past and more recent seismic events have evaluated by following two possible approaches.
demonstrated the high vulnerability of many The former is a statistical/observational approach
Italian buildings, most of which were designed where vulnerability analysis is carried out from
with primitive or even without any criterion for the damage observation analysis of buildings
earthquake resistant design. The inadequate belonging to the same structural typology that
seismic safety level of several existing structures have undergone earthquakes of different
was the main cause of earthquake-induced intensities. This task is typically addressed
damage and significant human, financial and through the so-called empirical seismic fragility
functionality losses occurred in the last decades. curves (Del Gaudio et al, 2016). In the framework
It follows that increasing the seismic safety of of observational approaches for seismic
existing Italian buildings is a key challenge vulnerability assessment of existing structures,
towards the development of a more resilient with specific reference to strategic items and
society. In order to address this challenge in a cultural heritage buildings, a special attention
context of limited budgets for structural should also be devoted to structural health
assessment and for strengthening interventions, it monitoring systems that can provide evidence of
is mandatory to achieve a fast and low cost the occurrence of a structural damage or reveal
screening of the seismic risk level of all existing incipient failure conditions, even in the case of
far-field earthquakes (Cavalagli et al, 2017). The
second approach consists of a mechanical

SG03-562
analysis where the vulnerability assessment is analysis made on a sample of 45 buildings with a
formulated on the basis of analytical calculations specific focus on reinforced concrete buildings.
to determine the seismic response of the building The third part presents some numerical results
(Cosenza et al, 2008). Both methods require a regarding a comparison between design
significant analytical effort and an in-depth earthquake hazard intensities as prescribed today
knowledge of the building under study, including by the Italian technical standard code and as
in particular, mechanical properties of considered in the original design of the buildings.
construction materials, that is not always easy to In the fourth part, a few preliminary
achieve in the case of existing buildings. considerations are presented regarding the
Applying these methods to a large number of development of a methodological approach for
buildings involves considerable investments of the rapid assessment of the seismic vulnerability
time, human and economic resources. What of reinforced concrete buildings and their seismic
would be much more desirable is the definition of risk classification. Conclusions and comments for
seismic vulnerability assessment tools that, future work end the paper.
together with the knowledge of the hazard, allow
to quickly determine the seismic risk associated
with the building and the possible interventions to 2 RESEARCH PROCEDURE
mitigate such a risk. The building stock of ATER-Umbria
Different approaches have been proposed in comprises more than 1000 buildings located in
the literature for quick seismic vulnerability the provinces of Perugia and Terni which include
assessment of existing buildings. Chinni et al about 8700 accommodations. The present
(2012) proposed a method where seismic research considers a sample of 45 buildings
vulnerability is estimated, in a simplified fashion, located in the province of Perugia.
considering the relationship between demand and About 46.3% of all buildings belonging to
capacity in terms of floor accelerations of the ATER-Umbria are characterized by a reinforced
building. The value of peak ground acceleration concrete structure, while 45.6% are made of stone
corresponding to the collapse limit state is or brick masonry and the rest are mostly mixed
corrected using the parameters provided by the concrete-masonry structures.
National Earthquake Protection Group (GNDT
1994). A lower vulnerability class can be
attributed in presence of critical features in the
structure.
Recently, Zuccaro and Cacace (2015)
proposed an alternative method based on an
initial assessment of the building according to the
criteria of the European Macroseismic Scale
EMS98. The resulting evaluation, accounting for
the type of load bearing structure, is improved by
considering a number of geometrical-structural
parameters that affect the behavior of the building
when subjected to an earthquake.
Overall, in-depth validation studies of
simplified vulnerability analysis methods are still
needed and existing procedures are often
somewhat heuristic in nature. In order to
contribute to this open field of study, this work
presents the first results of an ongoing research
project carried out at the Department of Civil and
Environmental Engineering of University of
Perugia and finalized at a sample screening and
seismic vulnerability classification of residential
buildings in Umbria, belonging to the regional
agency for social housing. The first part of the
paper describes the methodology used to collect
data related to the geometric-structural
characteristics of the investigated buildings. The Figure 1. First page of the proposed Synthetic Structures
second part describes the results of the statistical Evaluation Form (in Italian).

SG03-563
The analysis of the considered 45 buildings 3 SYNTHETIC DESCRIPTION OF THE
was divided into two phases: SAMPLE
1. analysis of original structural design
documents of each building, including 3.1 Building typologies
technical drawings and calculation
reports; The analysis of the considered sample of 45
2. site inspections, necessary to verify what buildings in terms of geometric and structural
resulting from the previous analysis, as characteristics (Figure 2) reveals that 84% of the
well as to assess the actual state of load bearing systems of the buildings are made of
maintenance of each building and to reinforced concrete, 7% are made of masonry,
while 9% of the buildings are characterized by a
identify any critical aspects and damages
mixed RC-masonry load bearing structure. Table
on the structure. 1 summarizes the statistical frequency of other
The relevant information was collected in an important parameters such as geometric regularity
ad-hoc elaborated “Synthetic Structures and presence of seismic resisting systems in two
Evaluation Form” (SSEF) which includes both orthogonal directions. While it is noted that the
structural characteristics and maintenance majority of the buildings are not regular,
conditions of the buildings (Figure 1), in addition practically all of them possess lateral load bearing
to synthetic information on the local seismic systems in two orthogonal directions.
hazard intensity and on building exposure. The The buildings were also classified in terms of
proposed SSEF form was specifically conceived construction period and maintenance status, as
on the basis of the well-known AeDES form, shown in Figures 3 and 4. In particular, the
with the aim of simplifying data collection maintenance conditions were analyzed by
(Baggio et al, 2007). assigning to each building a grade from 1 (poor
The SSEF form is composed of five sections, maintenance needing an intervention) to 3 (good
specifically conceived to provide necessary maintenance presently needing no intervention).
information for a rapid and exhaustive description This grade was evaluated considering possible
and vulnerability assessment of the building, structural and non-structural damages, as well as
using specific parameters depending on the any possible phenomena affecting structural
peculiar structural typology and construction conditions, such as humidity and moisture.
materials. The first section contains general
information about the building: geographic
location, dimensions, construction period, seismic
design reference standards and exposure. The
second section contains information on the
structural typologies, with general details such as
geometric regularity, presence of earthquake
resisting systems in two orthogonal directions and
more. The third section presents more specific
information and is differentiated depending on
the adopted construction technology (e.g.
masonry or reinforced concrete). Such
information mostly concerns possible elements of
seismic vulnerability affecting the building such
as, in the case of reinforced concrete structures,
the presence of pilotis, ribbon windows, short
columns, etc. In the fourth section, the knowledge
of the building is completed with the description Figure 2. Structural typology of the data sample.
of the type of infill panels and their regularity,
types of slabs and roofing system and main
characteristics of the foundation system. The Table 1. Geometric and structural characteristics of the
SSEF form is ended with a free section considered sample of buildings
containing expert considerations on the Parameters YES NO
maintenance status of the building and technical Plan regularity 36% 64%
notes regarding relevant aspects that are not Elevation regularity 40% 60%
Seismic resisting systems in 98%
covered in the rest of the form. A photographic two orthogonal directions
2%
report integrates the collected information.

SG03-564
Figure 3. Construction period of the data sample. Figure 5. Load bearing structures of RC buildings.

3.3 Structural characterization


The classification of the types of earthquake
resisting systems of the 38 considered RC
buildings is summarized in Figure 5. Recurrent
structural patterns in the use of reinforced
concrete have been considered, such as frames
made of beams and columns, walls or mixed
systems where wall elements are inserted into a
structural frame system.

3.4 Relevant structural aspects


A specific attention has been focused on the
main aspects affecting the seismic vulnerability
of the considered sample of 38 RC buildings. In
Figure 4. Maintenance status of the data sample. particular, the SSEF forms contain information
regarding: presence of rigid nuclei, soft pilotis
3.2 Adopted design standards floors, infill panels regularity, presence of ribbon
windows and short columns. Table 3 summarizes
Table 2 provides further insight into the the data from the sample analysis, where it is
examined 38 reinforced concrete buildings, noted that almost one half of the total building
representing the most frequent type in the data sample is characterized by pilotis floors that are
sample considered. The adopted Italian standard known to be quite vulnerable to seismic loads.
codes and the percentages of buildings designed Ribbon windows are also quite vulnerable and
with each of these codes have been identified. characterize about one quarter of all the
From the results of Table 2 it is noted that 40% of buildings.
the considered RC buildings were designed
without any earthquake resistance criterion. 3.5 Exposure
Exposure of reinforced concrete buildings in
Table 2. Adopted design standards of RC buildings (ERD terms of number of occupants has been assessed.
stands for earthquake resistant design).
Adopted design standards Percentage of buildings Table 3. Relevant structural aspects of RC buildings.
No ERD 40% Vulnerable components YES NO
L. n64/1974, D.M. 03/03/75 29% Rigid nuclei 34% 66%
L. n64/1974, D.M. 19/06/84 18% Soft pilotis floors 42% 58%
Infill panels regularity 0% 100%
L. n64/1974, D.M. 24/01/86 13% Ribbon windows 26% 74%
Short columns 8% 92%

SG03-565
where: S d (T 1 ) is the horizontal design pseudo-
acceleration response spectrum, T 1 is the
fundamental period of the structure and g is the
gravity acceleration.
It should be noted that F h1 as expressed by Eq.
(1) is a service load associated with a relatively
frequent earthquake and suitable for application
in the framework of the method of admissible
tensions. On the contrary, F h2 represents a design
load associated with an earthquake having a
return period of 475 years and suitable for being
applied within the semi-probabilistic method of
limit states in ultimate limit state conditions. In
order to properly compare F h1 and F h2 , it is
necessary to amplify F h1 by means of the partial
Figure 6. Exposure of RC buildings. load safety coefficient used in the semi-
probabilistic method of limit states and
approximately equal to γ = 1.5.
The overall number of occupants per building The ratio representing today's seismic load
has been estimated by considering a intensity in comparison to load intensity
representative number of three occupants per considered at the design stage is therefore:
accommodation. Five classes have been identified
indicating the number of occupants in the Fh 2
building. Figure 6 shows the results obtained r= (3)
γ ⋅ Fh1
from the statistical analysis, indicating the
percentage of buildings for each interval. It is Table 4 summarizes values of r for eight
concluded that about one half of the buildings representative buildings, where q represents the
contain less than 50 occupants, while about 80% structural factor used to convert the elastic
are occupied by less than 100 people. response spectrum into the design one by
accounting for energy dissipation due to overall
structural ductility. This factor has been estimated
4 SEISMIC LOADS ANALYSIS
according to the considered type of reinforced
The vulnerability analysis of those buildings concrete building, in accordance with D.M.
that were designed with some earthquake 14/01/2008. It is noted that today's seismic loads
resistant criterion can be aided by comparing are systematically more severe than those
seismic loads considered at the design stage and considered at the design stage whereby such a
seismic loads prescribed by the in force Italian severity increases with decreasing q.
technical standard code (D.M. 14/01/2008),
considering the buildings as if they were new Table 4. Comparison between design and today's equivalent
constructions. seismic static forces for eight representative buildings
The equivalent representative static design Adopted
seismic force was calculated according to the design q F h1 F h2 r
code used at design stage. For example, standards
considering the D.M. 03/03/75, the equivalent
D.M.19/06/84 3.9 0.07·W 0.162·W 1.55
static seismic force acting on the building is:
D.M.19/06/84 3.12 0.07·W 0.129·W 1.23
Fh1 = C ⋅ R ⋅ β ⋅ ε ⋅ W (1)
D.M.24/01/86 2.76 0.07 W 0.254·W 2.42
where C is the seismic intensity coefficient, R is
the response coefficient, β is the structure D.M.03/03/75 3.0 0.084·W 0.205·W 1.62
coefficient, ε is the foundation coefficient and W D.M.03/03/75 2.4 0.084·W 0.305·W 2.42
is the building weight. The equivalent
representative static design seismic force D.M.03/03/75 2.0 0.084·W 0.312·W 2.48
calculated according to the D.M. 14/01/2008 is:
D.M.19/06/84 1.6 0.084·W 0.366·W 2.91
=
Fh 2 S d (T1 ) ⋅ W g (2) D.M.19/06/84 1.5 0.098·W 0.404·W 2.75

SG03-566
5 PRELIMINARY CONSIDERATIONS ON Some considerations have been made on the
THE QUICK VULNERABILITY seismic design of existing buildings in reinforced
ASSESSMENT APPROACH concrete. From the analysis of the investigated
sample of buildings it was noted that 40% of such
The long-term purpose of the presented buildings were designed without any seismic
research consists of the development of a criterion. For the remaining 60% of buildings, the
methodological approach for a rapid assessment comparison between the seismic forces
of the seismic vulnerability of existing residential considered at the design stage and the seismic
buildings and for their seismic risk classification. forces calculated according to the in force Italian
The main objective is to create a tool that gives technical standard code reveals that today's
guidance on: seismic hazard intensity is generally much higher
− rapid assessment of seismic vulnerability; (between 1.2 to 2.9 times depending on the
− risk analysis; expected ductility and structural factor of the
− loss estimation (Coburn et al, 1992). buildings). In general, the results of the presented
A key requirement for the simplified approach analysis allow to conclude that, despite almost all
is being less time consuming and less expensive considered buildings have lateral bearing systems
in comparison to the analytical methods. in two orthogonal directions, for many of them an
The collection of information about the inadequate seismic safety has to be anticipated.
buildings owned by ATER-Umbria has the Future work will focus on a methodological
purpose of forming the necessary database for the approach for a quick vulnerability assessment and
development of the method. Calibration and seismic risk classification of existing buildings,
validation will be performed by comparing the using the information synthetically presented in
results obtained with the quick method with the this paper as database.
results of the analytical methods. The method
shall be based on considering the various seismic
vulnerability elements reported in the SSEF. REFERENCES
Some of the parameters that will be considered
Del Gaudio, C., De Martino, G., Di Ludovico, M.,
are: number of floors and maximum height, plan Manfredi, G., Prota, A., Ricci, P., Verderame, G.M.,
and elevation regularity, presence of rigid lateral 2016. Empirical fragility curves from damage data on
load bearing systems, presence of soft pilotis RC buildings after the 2009 L’Aquila earthquake,
floors, infill panels regularity, presence of ribbon Bulletin of Earthquake Engineering, 15:1425–1450.
windows, presence of short columns, building Cavalagli, N., Comanducci, G., Ubertini, F., 2017.
age, intensity of design seismic loads in Earthquake-Induced Damage Detection in a
Monumental Masonry Bell-Tower Using Long-Term
comparison to today's loads and overall structural Dynamic Monitoring Data, journal of earthquake
and maintenance conditions. The risk engineering, in press.
classification of the buildings will combine Cosenza, E., Manfredi, G., Polese, M., Verderame, G.M.,
vulnerability assessment results with information 2008. A multilevel approach to the capacity assessment
on exposure and local seismic hazard intensity. of existing RC buildings, journal of earthquake
engineering, Vol. 9, No. 1:1–22.
The above listed parameters can reduce or Chinni, C., Mazzotti, C., Savoia, M., Perri, G., 2012.
increase seismic vulnerability, starting from an “RESISTO”: a method for the evaluation of seismic
initial vulnerability class that could be estimated vulnerability of a building, patent number
according the EMS98 approach. The weight of BO2012C001043.
each parameter will be determined by following Zuccaro, G., Cacace, F., 2015. Seismic vulnerability
probabilistic considerations. The level of seismic assessment based on typological characteristics. The
first level procedure “SAVE”, Soil Dynamics and
vulnerability will be determined by considering Earthquake Engineering, 69:262–269.
the combination of all the parameters, whereby Baggio, C., Bernardini, A., Colozza, R., Coppari, S.,
buildings with no earthquake resistance design Corazza, L., Della Bella, M., Di Pasquale, G., Dolce,
(ERD) will most likely be assigned the most M., Goretti, A., Martinelli, A., Orsini, G., Papa, F.,
critical seismic vulnerability level. Zuccaro, G., 2007. Field manual for post-earthquake
damage and safety assessment and short term
countermeasures (A. Pinto, F. Taucer eds), Translation
from Italian: A. Goretti, M. Rota, JRC Scientific and
6 CONCLUSION technical reports, EUR 22868 EN-2007.
Coburn, A., Pomonis, A., Spence, R., 1992. Factors
The paper has presented the first results of an determining human casualty levels in earthquakes:
ongoing research activity finalized at a sample mortality prediction in building collapse, Earthquake
screening and quick seismic risk classification of Engineering, Tenth World Conference, Rotterdam,
residential buildings in Umbria. 5989-5994.

SG03-567
ANIDIS 2017
PISTOIA

The MaChro Form: a new automatic tool for the survey and seismic
vulnerability assessment of churches
G. De Matteisa , G. Brandob, G. Cianchinob V. Corlitoa, E. Criberb;
a
Department of Architecture and Industrial Design, University of Campania "Luigi Vanvitelli", Italy
b
Department of Engineer and Geology, University "G. d’Annunzio", 65100 Pescara, Italy

Keywords: Seismic Risk, Vulnerability Assessment, Masonry Churches, MaChro Form

ABSTRACT

Seismic risk of cultural heritage represents a matter of paramount importance, a fundamental issue to be considered
in order to avoid unacceptable losses of valuable assets in seismic prone countries. The theme of seismic risk
mitigation needs to be faced at territorial scale, because of the great density of monumental buildings and in
particular of churches located in several seismically exposed territories. To this purpose, simplified models for the
evaluation of entire stocks of churches need to be defined. These models should be supported by suitable automatic
tools for the survey and the identification of the main architectural and structural features of churches, as well as to
appraise how much these features may influence their vulnerability. Based on this premise, a new tool for the
survey and the seismic vulnerability assessment of churches is proposed in this paper: the MaChro form. It is
inspired to other forms proposed in the past for similar purposes, but it is conceived in order to minimize all those
sources of uncertainty and subjectivity that arise when not adequately trained operators are demanded to measure
the fragility of the church components by expressing engineering judgments. On the contrary, with the proposed
MaChro form, the operator have to identify only some simple basic information. Then, these information will be
addressed automatically to express a vulnerability measures of the church under investigation..

SG03-568
La scheda MaChro: un nuovo strumento automatizzato per la ricognizione
delle chiese finalizzato alla valutazione speditiva della vulnerabilità sismica
G. De Matteisa , G. Brandob, G. Cianchinob, V. Corlitoa, E. Criberb.
a
Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale, Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli", Italy
b
Dipartimento di Ingegneria e Geologia, Università degli Studi "G. D'Annunzio" di Chieti-Pescara, Italy

Keywords: Rischio Sismico, Valutazione della Vulnerabilità Sismica a Larga Scala, Chiese in muratura, Scheda
MaChro

ABSTRACT
La valutazione del rischio sismico del patrimonio edilizio di un’area territoriale rappresenta un problema non
trascurabile, un passo fondamentale per la sua conservazione nel tempo. Ciò è particolarmente vero se il patrimonio
è formato da beni di elevato valore storico, architettonico e culturale quali sono le chiese. L'elevata densità di
chiese presenti nelle zone italiane ad alta pericolosità sismica spinge ad affrontare il problema della loro protezione
su scala territoriale larga e a disporre di strumenti automatici finalizzati alla ricognizione delle principali
caratteristiche tipologico-strutturali dei beni analizzati, nonché alla valutazione dell’incidenza di tali caratteristiche
sulla vulnerabilità sismica. La scheda MaChro proposta nella presente memoria nasce per dare una risposta a
queste esigenze. Essa trae origine dallo studio di metodologie precedenti che, tuttavia, sono opportunamente riviste
e interpretate con l'obiettivo di ridurre le fonti di incertezza e di soggettività di giudizio solitamente insite nelle
operazioni di attribuzione di "punteggi" per classificare i diversi indicatori di vulnerabilità e di protezione che
possono influenzare il comportamento dei vari macro-elementi. La compilazione della scheda qui proposta, al
contrario, è basata esclusivamente sull'osservazione di poche e semplici informazioni di base. Ciò consente di
disporre di uno strumento automatico di facile utilizzo, anche da parte di personale non specializzato.

particolare, i rilievi condotti nelle diverse fasi


post-sisma hanno messo in luce l'elevata fragilità
1 INTRODUZIONE delle chiese, generalmente più vulnerabili rispetto
Il patrimonio culturale italiano vanta la ad altre tipologie di beni monumentali, quali ad
presenza di molteplici edifici storici in muratura esempio i palazzi (Figure 1a e 1b). Le
di notevole valore. Essi sono caratterizzati da stratificazioni storiche molto spesso riscontrabili
evidenti differenze costruttive e stilistiche in questo genere di manufatti accentuano quel
connesse ai diversi contesti storici e culturali in comportamento per macroelementi separati che è
cui le opere stesse furono concepite e realizzate, già di per sé insito nella tipologia costruttiva.
alle conoscenze e alle capacità delle maestranze In altre parole, le modifiche occorse durante i
incaricate all'esecuzione dei manufatti, alla secoli, gli ampliamenti plano-altimetrici e le
notevole varietà dei materiali e delle tecniche superfetazioni hanno determinato la presenza di
costruttive impiegate. molteplici strutture autonome all'interno della
Nonostante le differenze, tuttavia, il terremoto stessa costruzione, con comportamenti fortemente
rappresenta sempre una costante tra le principali influenzati dalle azioni che le investono. Durante
cause di danno e di perdita di tale patrimonio. un evento sismico, le forze inerziali provocate
D’altra parte, gli eventi susseguitisi in Italia negli dallo scuotimento del terreno, anche di modesta
ultimi anni (i.e. Umbria e Marche, 1997; entità, possono provocare la perdita di stabilità ed
L'Aquila, 2009; Emilia, 2012; Centro Italia, il conseguente collasso di tali strutture,
2016) hanno messo in evidenza, ancora di più, la soprattutto quando sono caratterizzate da elevata
necessità di definire idonee procedure finalizzate snellezza e da scarso livello di connessione al
alla gestione dell'emergenza e del rischio resto della chiesa.
connesso alle costruzioni in muratura. Più in

SG03-569
del 1987 e perfezionata in seguito al sisma
dell'Umbria e delle Marche del 1997, anche
attraverso delle sperimentazioni condotte nei
successivi terremoti del 2002 in Molise e Puglia e
nel 2004 in provincia di Brescia. Sono stati
proposti infine degli aggiornamenti, stabilendo il
form attuale basato sul rilievo e sulla valutazione
di 28 meccanismi (Cifani et al. 2004).
La "MaChro Form" (Masonry CHurches
Reconnaisance Operational Form), proposta nella
presente memoria, è una scheda che trae origine e
ispirazione delle precedenti formulazioni fornite
a) dalla "Scheda chiese di secondo livello per la
valutazione del danno e della vulnerabilità"
(Cifani et al. 2004). Tuttavia, tali formulazioni
sono opportunamente riviste e interpretate con
l'obiettivo di ridurre le fonti di incertezza e di
soggettività di giudizio solitamente insite nelle
operazioni di attribuzione di "punteggi" per
classificare i diversi indicatori di vulnerabilità e
di protezione che possono influenzare il
comportamento sismico dei vari macro-elementi.
Infatti, si tratta di una scheda in cui il tecnico
compilatore, anche non specializzato, è chiamato
soltanto a descrivere il bene attraverso semplici
b)
Figura 1. (a) Danni indotti dal sisma del 6 Aprile 2009
informazioni base che poi saranno elaborate
sulla Chiesa dei Ss. Massimo e Giorgio a L'Aquila (AQ); attraverso uno strumento di calcolo automatico
(b) danni indotti dagli eventi sismici del 2016 sulla Chiesa collegato alla scheda che, in tempo reale, sarà in
di San Michele Arcangelo a Tuseggia (Camerino, MC). grado di fornire indicazioni sulla vulnerabilità.
Alla luce di ciò, appare sempre più necessario Di seguito, è fornita una descrizione della
mettere a punto modelli praticabili e di rapida scheda, attraverso una disamina delle diverse
applicazione per la valutazione della vulnerabilità Sezioni che la compongono e delle interfacce con
sismica su larga scala, con lo scopo di disporre di cui il compilatore dovrà confrontarsi. Inoltre, è
strumenti in grado di definire le priorità di descritta la metodologia con cui le varie
intervento da perseguire e che permettano informazioni raccolte sono elaborate per
l'elaborazione di piani preventivi finalizzati alla convergere in automatico alla definizione della
mitigazione del rischio sismico. Tali modelli sono vulnerabilità del bene analizzato.
solitamente basati sull'osservazione dei danni
indotti dagli eventi sismici del passato e sul 2 LA SCHEDA MACHRO
rilievo delle caratteristiche e dei dettagli 2.1 Informazioni Generali
costruttivi tipici delle strutture analizzate. A
fronte di tali necessità, risulta fondamentale La scheda "MaCrho 1.1.2016" si compone di
disporre di strumenti immediati ed automatici 21 Sezioni. Esse sono concepite per raccogliere
finalizzati alla ricognizione delle principali fonti più informazioni possibili sul singolo bene,
di vulnerabilità, delle caratteristiche tipologico- partendo dalla sua identificazione e
strutturali dei manufatti analizzati e alla dall’individuazione del contesto nel quale esso è
definizione della loro incidenza sulla inserito, passando all'analisi delle specifiche
vulnerabilità sismica. caratteristiche storiche e stilistiche e arrivando,
In ragione di ciò, nel 1986 fu formulata una quindi, al rilievo dei particolari costruttivi.
prima tipologia di scheda, nota come GNDT- Con riferimento a tali particolari costruttivi, le
modello S3 (GNDT, 1986), basata sulla informazioni richieste devono essere sempre
scomposizione della struttura in parti omogenee interpretate secondo un duplice approccio: da un
ed "autonome" e sull'individuazione delle lato ci si concentra sui dispositivi antisismici e
modalità di danno ricorrenti associabili ai sugli elementi, aggiunti o intrinseci, che riducono
macroelementi individuati. Questa scheda è stata la vulnerabilità nella fabbrica (i.e. qualità
sperimentata in Emilia Romagna dopo il sisma muraria, ammorsamenti tra pareti ortogonali,
catene, etc.); dall’altra si analizzano le fonti di

SG03-570
vulnerabilità che la stessa fabbrica porta con sé e 2), la chiesa è collocata in un contesto territoriale
gli elementi che possono incidere negativamente specifico. La Sezione presenta quindi degli
sul comportamento locale o globale della struttura appositi campi di testo editabili nei quali è
(i.e. pareti snelle, volte, elementi spingenti, etc.). possibile inserire i dati relativi alla localizzazione
D’altra parte, questa è la metodologia con cui della chiesa oggetto di schedatura (i.e. Provincia,
le chiese sono trattate dalle Linee Guida per la Comune, Diocesi). È fornita inoltre la possibilità
valutazione e riduzione del rischio sismico del di inserire una mappa in grado di dare conto delle
patrimonio culturale (Ministero per i Beni e le interrelazioni e delle eventuali interferenze
Attività Culturali 2010), di qui in avanti "Linee esistenti tra l'edificio analizzato ed il contesto
guida", richiamate pedissequamente nel urbano di riferimento.
prosieguo della presente memoria.  Sezione 3: Informazioni storiche.
La scheda è affiancata da un "Manuale per la L'analisi storica del manufatto riportata in tale
compilazione" (De Matteis et al. 2016) Sezione (in basso a destra nella Figura 2) è
esplicativo delle sezioni e dei criteri connessi alla composta da campi di testo editabili nei quali è
scelta di ciascuna voce. possibile indicare i periodi di costruzione e
ricostruzione dell'opera (espressi in anni o in
2.2 Sezioni 1- 5: analisi generale della chiesa secoli) ed i terremoti eventualmente occorsi (anno
 Sezione 1: Informazioni generali. di riferimento). Una specifica casella di testo
Nella prima Sezione (in alto nella Figura 2) consente inoltre di riportare tutte le informazioni
sono definite le caratteristiche architettoniche storiche raccolte in fase di studio e di rilievo.
della chiesa (denominazione, impianto, numero di  Sezione 4: Indagine fotografica.
navate, tipologia architettonica, etc), la fruibilità Come introduzione alla fase di rilievo vero e
della stessa (destinazione, frequenza d'uso, stato proprio, nella Sezione 4 (Figura 3) è data la
di manutenzione) e le relazioni con il contesto possibilità al compilatore di inserire delle foto
(posizione). Ogni informazione può essere che descrivano le caratteristiche principali della
inserita nello specifico campo di testo in modo chiesa analizzata.
diretto o operando una scelta da un apposito  Sezione 5: Rilievo.
menù a tendina. In tale Sezione (Figura 3) è possibile indicare i
 Sezione 2: Localizzazione. dati geometrici dell’impianto ed inserire eventuali
Nella Sezione 2 (in basso a sinistra nella Figura disegni tecnici del bene analizzato.

DATA RILIEVO NUMERO SCHEDA CODICE

SEZIONE 1: Informazioni generali

Denominazione manufatto Impianto N° navate

Destinazione Frequenza d'uso Tipologia architettonica

Posizione Stato di manutenzione Classe di vulnerabilità

SEZIONE 2: Localizzazione SEZIONE 3: Informazioni Storiche

Provincia Longitudine [m] Costruzione/Completamento/Restauro

Comune Latitudine [m] Ricostruzione

Indirizzo Diocesi ISTAT Terremoti occorsi

Mappa Informazioni Storiche

Figura 2. Scheda "MaChro". Sezione 1, Sezione 2 e Sezione 3: Informazioni Generali, Localizzazione ed Informazioni
Storiche.

SG03-571
SEZIONE 4: Indagine fotografica

Rilievo Fotografico

SEZIONE 5: Rilievo

Lunghezza impianto [m] Larghezza impianto [m] Altezza impianto [m]

Rilievo Geometrico

Figura 3. Scheda "MaChro". Sezione 4 e Sezione 5: Indagine fotografica e Rilievo.

SEZIONE 6: Rilievo dei presidi antisismici

Catene e Catene longitudinali I ordine Catene nartece


cerchiature
Catene longitudinali II ordine Catene o carchiatura cupola

Catene trasversali I ordine Cerchiatura dell'abside

Catene trasversali II ordine Cerchiatura della lanterna

Catene trasversali nel presbiterio Cerchiatura sulle cappelle

Catene trasversali nel transetto Catene o cerchiature torre campanaria

Catena in controfacciata Catene o cerchiature cella campanaria

Catene trasversali sulle cappelle

Elementi di Elementi di contrasto trasversali I ordine Cantonali Cantonale in facciata


contrasto
(paraste, Elementi di contrasto trasversali II ordine Cantonale sull'abside
contrafforti,
archi Elementi di contrasto in facciata Cantonale sulle cappelle
rampanti)
Elementi di contrasto sulla cupola Cantonali sul transetto

Elementi di contrasto sulla lanterna Cordoli Cordolo in muratura in facciata

Elementi di contrasto sull'abside Cordolo in muratura sulle pareti laterali

Elementi di contrasto sul transetto Cordolo in muratura nel transetto

Elementi di contrasto sulle cappelle Cordolo in muratura nell'abside

Cordolo in muratura sulle cappelle

Figura 4. "Scheda MaChro". Sezione 6: Rilievo dei presidi antisismici.

SG03-572
2.3 Sezioni 6 - 8: analisi dei dispositivi comportano un incremento di vulnerabilità degli
edifici analizzati (i.e. volte, lunette ecc.;). La
 Sezione 6: Rilievo dei presidi antisismici
compilazione delle Sezioni 6, 7 ed 8 avviene per
(Figura 4).
mezzo di menù a tendina attraverso i quali è
I presidi antisismici sono strumenti utilizzati
possibile indicare la presenza/assenza di ogni
nel processo costruttivo degli edifici con
dispositivo o elemento considerato.
l'obiettivo di migliorarne il comportamento sotto
azione sismica. La diffusione di questo genere di 2.4 Sezioni 9-19: analisi dati tipologici e
dispositivi è strettamente connessa alla
dimensionali
pericolosità sismica dell'area di riferimento. Le
tecniche antisismiche sono infatti generalmente Le Sezioni 9-19 descrivono dettagliatamente i
più sviluppate nei territori caratterizzati da una macroelementi potenzialmente individuabili in
più significativa frequenza di terremoti di una chiesa. La sezione 19 è nello specifico
notevole intensità. relativa alla presenza di elementi decorativi non
I presidi elencati nella Sezione sono: catene e strutturali. Le informazioni fornite dal
cerchiature, elementi di contrasto, cantonali e compilatore in fase di rilievo consentono di
cordoli leggeri in muratura. Per ognuno di tali analizzare ogni singolo macroelemento in termini
presidi sono fornite informazioni riguardanti tipologici, strutturali e dimensionali.
l’efficacia (ad esempio, posizione delle catene, Le undici Sezioni sono numerate come di
tipologia elementi di contrasto, etc). seguito indicato:
 Sezione 7: Rilievo degli elementi che riducono  SEZIONE 9 - Rilievo facciata
la vulnerabilità non classificabili come presidi  SEZIONE 10 – Rilievo transetto
antisismici. (Figura 5).  SEZIONE 11 – Rilievo abside
In questa Sezione sono descritti tutti quegli  SEZIONE 12 – Rilievo pareti laterali
elementi derivanti dalla cosiddetta "regola  SEZIONE 13 – Rilievo cappelle
dell'arte" che non sono propriamente classificabili  SEZIONE 14 – Rilievo colonnato
come presidi antisismici (i.e. connessioni fra  SEZIONE 15 – Rilievo cupola
elementi, idoneità geometrico- strutturali, etc.).  SEZIONE 16 – Rilievo copertura
 Sezione 8: Rilievo degli indicatori di  SEZIONE 17 – Rilievo campanile
vulnerabilità (Figura 6).  SEZIONE 18 – Rilievo archi e volte
Nella Sezione 8, infine, sono elencati tutti gli  SEZIONE 19 – Rilievo decorazione
elementi architettonici o strutturali che
SEZIONE 7: Rilievo degli elementi che riducono la vulnerabilità

Connessioni Connessione timpano-copertura Idoneità elementi Colonne tozze nel nartece

Connessione transetto-copertura Architravi sulle aperture laterali

Connessione parete laterale-copertura Architravi sulle aperture transetto

Connessione abside copertura Architravi sulle aperture dell'abside

Connessioni pareti laterali cappelle Architravi delle cappelle

Connessione punti di irregolarità Conci di buona fattura


plano-altimetriche
Assenza del tamburo

Campanile Campanile isolato Edifici addossati Edifici addossati in facciata

Campanile ben collegato con la chiesa Edifici addossati sull'abside

Piedritti tozzi della cella Edifici addossati lateralmente

Edifici addossati sulle cappelle

Edifici addossati nel transetto

Decorazione Collegamento aggetti-muratura Elementi contrasto su arco trionfale

Figura 5. Scheda "MaChro". Sezione 7: Rilievo degli elementi che riducono la vulnerabilità non classificabili come presidi
antisismici.

SG03-573
SEZIONE 8: Rilievo degli indicatori di vulnerabilità

Aperture Cordoli in c.a.:

Aperture in prossimità del cantonale Cordolo nel transetto

Aperture nel transetto Cordolo nell'abside

Aperture nell'abside Cordolo nelle pareti laterali

Aperture in sommità della facciata Cordolo nelle cappelle

Aperture nel piano della facciata Cordolo rigido sulla navata

Aperture nelle pareti laterali

Aperture sommità transetto Elementi spingenti

Aperture torre campanaria Elementi spingenti in facciata

Aperture nelle cappelle Elementi spingenti sull'abside

Apertura nella cupola Elementi spingenti sul nartece

Elementi spingenti sulla cella campanaria

Copertura in laterocemento (Estradosso): Copertura spingente:

Copertura pesante nella navata centrale Copertura spingente navate

Copertura pesante nelle navate laterali Copertura spingente abside

Copertura pesante nel transetto Copertura spingente transetto

Copertura pesante nell'abside Copertura spingente cella

Copertura pesante nella cella campanaria

Copertura pesante sull'arco trionfale

Figura 6. Scheda "MaChro". Sezione 8: Rilievo degli indicatori di vulnerabilità.


Dimensioni elementi: Volte:
Per ragioni di spazio, come esempio per la opportunamente predisposti. Fanno eccezione
compilazione anche delle Sezioni riguardanti gli
Sommità a vela del transetto
quelle celle in cui sono richieste informazioni
Presenza archi e volte nelle navate

altri macroelementi,
Sommità adivelaseguito è illustrata la sola
della facciata specifiche Volte
relative allanavate
pesanti nelle geometria della chiesa,
Sezione 9, relativa alla
Facciata facciata (Figura 7).
snella quale, ad Volte
esempio,
in folio navatailcentrale
"N° campate protiro-
 SezioniLanterna
9: Rilievo
snella facciata nartece", ovvero le dimensioni
Volte in folio navate laterali geometriche
Le singole informazioni
Colonnato snello
devono essere inserite all’intera facciata ("Larghezza [m]", "Altezza
Volte in folio transetto
nelle diverse celle, operando
Elementi decorativi sottili
una selezione delle [m]", "Spessore [m]") o di altri elementi ("Lungh
Volte in folio abside
tipologie attraverso menù a tendina x Largh x Alt [m]" riferite al protiro-nartece).
Asimmetria elementi decorativi Volte in folio cappelle

SEZIONE 9: Rilievo facciata


Irregolarità plano-altimetriche

Snellezza campanile
Dati tipologici Presenza Aperture nel piano
Carichi concentrati: Lunette:
Forma
Carico concentrato sulle irregolarità Aperture
Lunette in sommità
navata centrale

Carico concentrato
Sommità sulla cupola Lunette navate
Aperture laterali
angolari
Carico concentrato sulla navata centrale Lunette nel transetto
Statue aggetti Catene N° catene I ORDINE
Carico concentrato sulle navate laterali Lunette nell'abside
Protiro-nartece - Capochiave
Carico concentrato sul transetto Lunette nelle cappelle
N° campate pr.-nartece N° catene II ORDINE
Carico concentrato sull'abside
- Lungh x Largh x Alt [m] x x - Capochiave
Carico concentrato sulle cappelle

Edifici addossati N° catene controfac

Elementi di contrasto N° catene pr.-nartece

Cantonale - Capochiave

Magistero murario Dati dimensionali Larghezza [m]

Snellezza fuori piano Altezza [m]

Snellezza nel piano Spessore [m]

Figura 7. Scheda "MaChro". Sezione 9: Rilievo della facciata.

SG03-574
Le informazioni inserite nelle diverse celle evidentemente legate a delle vulnerabilità
sono finalizzate a fornire indicazioni specifiche riconducibili ad elementi non strutturali.
circa il comportamento assunto dall'elemento La presenza di elementi murari in grado di
analizzato in caso di sisma. vincolare gli spostamenti fuori dal piano della
È bene sottolineare che la selezione di alcune facciata possono ridurre notevolmente la
voci è legata alle scelte adottate nelle sezioni vulnerabilità di quest’ultima. Per questo, la
precedenti. Ad esempio, sarà necessario indicare scheda prevede la presenza/assenza di "Edifici
il numero di catene ai diversi ordini soltanto se addossati", la cui maggiore o minore efficacia
nella Sezione 6-Rilievo dei presidi antisismici può essere individuata tramite la selezione dal
(Figura 4) è stata precedentemente definita la loro menù a tendina delle voci "Su entrambi i lati";
presenza. "Su un solo lato", "Totalmente addossati",
La prima informazione per la quale operare "Assenti". Allo stesso modo, la scheda permette
una selezione attraverso menù a tendina riguarda di segnalare la presenza di elementi di contrasto
la presenza/assenza del macroelemento. Nello di diversa efficacia (voci "Archi rampanti",
specifico, si opererà una scelta attraverso una "Contrafforti" -Figura 9a-, "Paraste" –Figura 9b-,
selezione di voci "Sì/No". Laddove il "Nartece esterno/Protiro", "Assenti") o di
macroelemento risulta presente nella chiesa (voce cantonali.
"Sì"), come quasi sempre nel caso della facciata,
è permesso passare alla definizione delle
caratteristiche architettoniche e strutturali.
Alla voce "Forma", il menù a tendina permette
di scegliere tra quattro tipologie: "A salienti", "A
spiovente", "Piana" e "A torre". Tale a)
informazione è combinata, ai fini della b)
definizione del comportamento fuori dal piano
del macroelemento, alla tipologia di "Sommità" Figura 9. Possibile conformazione degli elementi di
per la quale sono presenti cinque diverse opzioni contrasto in facciata. a) Contrafforti; b) paraste.
tra le quali selezionare quella che caratterizza la
Per questi ultimi, la maggiore o minore
chiesa oggetto di studio: "Piana", "A vela", "A
efficacia nel vincolare gli spostamenti fuori dal
Spiovente", "A torre" e "Piana con campanile
piano può essere determinata selezionando dal
addossato" (Figura 8).
menù a tendina le voci "Buona qualità", "Scarsa
qualità", "Assente", dove l’attributo "qualità" è
associato alla tipologia della muratura del
contrafforte e al grado di ammorsamento tra le
pareti che esso collega.
Con riferimento ai dispositivi in grado di
a) b) vincolare gli spostamenti fuori dal piano, la
scheda permette di segnalare la presenza di catene
ai diversi ordini. Nella fattispecie è data la
possibilità di considerare due ordini, uno
ipotizzato a metà della facciata o in sommità,
l’altro in corrispondenza della sommità delle
navate laterali, perché tale configurazione è
d) quella generalmente riscontrabile nelle chiese
c) italiane.
Figura 8. Conformazione della sommità della facciata e Per differenziarne l’efficacia, per ciascuno
meccanismi possibili. a) Facciata a salienti con timpano degli ordini presenti è possibile segnalare, sempre
ben ammorsato; b) facciata a salienti con timpano a vela; attraverso menù a tendina, se le catene sono in
c) facciata piana; d) facciata piana con campanile numero superiore o inferiore a 2, ovvero se sono
addossato.
assenti: nel primo caso esse possono essere
Per le celle “Statue aggetti” e “Protiro- considerate, se ben concepite, totalmente efficaci
nartece”, la schede permette una selezione tra due ai fini dell’inibizione del ribaltamento dell’intera
possibilità (“Presente”/“Assente”): tali voci sono parete, mentre per quantitativi di catene inferiori,
l’efficacia deve essere considerata ridotta.

SG03-575
Sempre per individuare l’efficacia delle 2.5 Sezioni 20-21: Rilievo del danno
catene, la scheda permette di selezionare le
Le Sezioni conclusive della scheda sono
tipologie di capochiave, attraverso le tre voci "A
dedicate all'analisi del danno sismico
piastra", "A barra", "Assente", ancora
eventualmente indotto nel bene analizzato da uno
selezionabili attraverso un menù a tendina.
specifico terremoto (Sezione 20), del danno non
Chiaramente la prima tipologia risulta più
sismico e del degrado (Sezione 21). Questi due
efficace delle altre per la mitigazione del
ultimi aspetti sono legati a cause strutturali non
ribaltamento dell’intera facciata. Ovviamente, il
riconducibili ad un evento sismico (ad esempio
ribaltamento della facciata non dipende soltanto
cedimenti di fondazione, crisi per compressione
dalla presenza di presidi antisismici, ma anche
della muratura) e al degrado materico della
dalla sua snellezza. Per tale motivo è presente una
struttura e delle sue componenti. Anche in questo
cella "Snellezza fuori dal piano". Si tratta di una
caso l'analisi è condotta per macroelementi.
cella non editabile che riporterà il valore del
 Sezioni 20: Rilievo del danno sismico
rapporto "Altezza/Spessore" ottenuto dai valori
Nella sezione 20, riportata in parte Figura 10,
geometrici assegnati all’elemento nelle altre celle.
si parte dalla descrizione dell'evento sismico
Il ribaltamento globale o parziale fuori dal
considerato, indicando l'anno di riferimento e
piano della facciata non è l’unico meccanismo
l'intensità macrosismica con cui lo stesso si è
contemplato dalla scheda. Per questo motivo sono
manifestato nel sito in cui il bene è localizzato. È
richieste altre informazioni, quali ad esempio la
inoltre possibile indicare la specifica distanza
"Larghezza". Tale parametro geometrico
della chiesa rispetto all'epicentro dell'evento
concorrerà a definire in automatico la "Snellezza
sismico considerato. L'analisi del danno è quindi
nel piano" (cella non editabile) attraverso il
impostata considerando i 28 meccanismi associati
rapporto "Larghezza/Spessore". Da tale
ai macroelementi potenzialmente presenti nella
parametro dipende l’attitudine della facciata ad
chiesa oggetto di analisi, coerentemente con la
essere soggetta a meccanismi flessionali
metodologia presentata nelle "Linee Guida".
orizzontali (cerniera cilindrica verticale).
Per ciascuno dei meccanismi elencati, la
Inoltre, per contemplare meccanismi fuori dal
scheda prevede la possibilità di attribuzione di un
piano composti, possibili in presenza di cantonali
punteggio dk (con 0 ≤ dk ≤5), in linea con i criteri
di buona qualità, ma con aperture sulle pareti
introdotti da Grunthäl nella EMS-1998 (Grunthäl
laterali, la scheda permette di editare la cella
1998).
"Aperture angolari" attraverso la selezione delle
voci "Ampie in prossimità della facciata",
3 OUTPUT DELLA SCHEDA
"Piccole in prossimità della facciata" e "Assenti".
Ovviamente, la prima opzione corrisponde ad una
maggiore attitudine della facciata ad essere 3.1 Generalità
soggetta al meccanismo in questione.
Come accennato in precedenza, le
Oltre ai meccanismi fuori dal piano, sono
informazioni raccolte nella scheda sono elaborate
trattate le possibili fonti di vulnerabilità che
possono comportare lesioni di piano. Ad esempio, attraverso uno strumento di calcolo automatico,
è possibile definire la conformazione del impostato su Excel, in grado di fornire un misura
magistero murario attraverso la selezione delle della vulnerabilità o dello stato di danno esistente.
voci "Pietra lavorata", "Pietra Semi-Lavorata",
"Pietra non lavorata", "Muratura in opera listata", 3.2 Valutazione della vulnerabilità
"Laterizi" e "Muratura non omogenea". Anche in La valutazione della vulnerabilità sismica è
questo caso, ogni opzione corrisponde a fragilità condotta seguendo la metodologia delle "Linee
più o meno gravi. Guida", mediante la definizione di un indice di
Sempre con riferimento al comportamento del vulnerabilità iv, variabile tra 0 e 1, calcolato
piano, è inoltre possibile stabilire la presenza di attraverso la formulazione riportata nell’eq. (1):
aperture, sia nella parte principale della facciata 28

1 
("Aperture nel piano"), sia in sommità ("Aperture  k ,i (vk ,i  vk , p )
in sommità"). In entrambi i casi, le voci da 1
iv   k 1  (1)
selezionare tramite menù a tendina sono 28

  k ,i
6 2
"Ampie", "Di piccole dimensioni" e "Assenti":
k 1
nel primo caso si riscontra la massima
vulnerabilità rispetto a possibili formazioni di
lesioni.

SG03-576
SEZIONE 20: Rilievo del danno sismico_ Meccanismi di collasso per macroelementi

Evento sismico Intensità MCS Distanza epicentro [Km]

FACCIATA COPERTURA

2 Meccanismi nella dk 19 Meccanismi nella dk


sommità della facciata copertura della navata

3 Meccanismi nel piano dk 20 Meccanismi nella dk


della facciata copertura del transetto

4 Nartece dk 21 Meccanismi nella dk


copertura dell'abside

MURI LATERALI ARCHI E VOLTE

6 Meccanismi di taglio dk 5 Risposta trasversale dk


nelle pareti laterali dell'aula

11 Meccanismi di taglio dk 8 Volte della navata dk


nel transetto centrale

17 Meccanismi di taglio dk 9 Volte delle navate laterali dk


nell'abside

25 Irregolarità dk 12 Volte del transetto dk


plano-altimetriche

Figura 10. Scheda "MaChro". Sezione 20: Rilievo del danno sismico.
Nell'eq. (1) ρk rappresenta il peso attribuito ad w: influenza del presidio o dell'indicatore di
ogni specifico meccanismo rispetto alla stabilità vulnerabilità rispetto allo sviluppo del
globale della struttura, pari a 0 per i meccanismi meccanismo; esso è pari a 2 nel caso in cui il
che non si possono attivare per mancanza del presidio o l’indicatore di vulnerabilità hanno
macroelemento, compreso tra 0.25 ed 1 negli altri influenza massima, 0 in caso contrario;
casi. I diversi valori da assegnare a ρk per ogni z: coefficiente boleano legato alla
meccanismo sono preimpostati, secondo quanto presenza/assenza del presidio antisismico o
descritto in (De Matteis et al. 2014) e non dell'indicatore di vulnerabilità; esso è 0 quando il
modificabili dall’operatore. presidio è assente, 1 in caso di presenza;
La vulnerabilità di ogni specifico meccanismo η: coefficiente di efficacia del presidio,
è invece definita dai valori di Vki e Vkp (punteggi variabile tra 0 (in caso di inefficacia) e 1,5 (se il
di fragilità e di protezione), assegnati in presidio risulta pienamente efficace nel
automatico in funzioni delle informazioni contrastare l'attivazione del meccanismo
ottenute dal rilievo dei dispositivi antisismici e specifico);
degli indicatori di vulnerabilità. f: coefficiente di fragilità dell'indicatore di
Nella procedura proposta, la valutazione di vulnerabilità, variabile tra 0 (quando la sorgente
ogni punteggio è implementata attraverso le eqs. di vulnerabilità non è presente) e 1,5 (in caso di
(2) e (3) introdotte da De Matteis et al.(2014): fragilità massima).
n Nella scheda "MaChro", i valori di w sono
vk ,i   w  z  f (2) preimpostati per ogni specifico meccanismo e
i 1 non risultano modificabili tramite la
compilazione.
n I valori dei coefficienti z sono invece definiti,
vk , p   w  z  (3) per ogni presidio o indicatore di vulnerabilità,
i 1
attraverso la compilazione delle Sezioni 6, 7 ed 8,
dove: indicando quindi la presenza/ assenza dei

SG03-577
dispositivi elencati. I valori di η ed f sono infine L'Aquila (AQ), considerata assieme a diverse
definiti mediante la compilazione delle sezioni 9- altre chiese del centro Italia (De Matteis et al.
19, attraverso la descrizione qualitativa delle 2016) ai fini della sperimentazione della scheda
caratteristiche dei macroelementi presenti nel stessa. Tale riepilogo rappresenta l’output
manufatto. Ogni caratteristica è quindi connessa principale della scheda e può essere interpretato
ad uno specifico valore di efficacia o influenza al fine di individuare le maggiori fonti di
sulla base della qualità degli elementi presenti. vulnerabilità sulle quali intervenire, mediante
Per ogni potenziale meccanismo, la presenza l’aggiunta di dispositivi antisismici ai fini, della
di indicatori di fragilità e di dispositivi antisismici mitigazione del rischio sismico. Si rimanda
è quindi rappresentata da un punteggio variabile invece al manuale (De Matteis et al. 2016) della
tra 0 e 3, così come impostato nella metodologia scheda per la definizione dei legami tra le
delle "Linee guida". Un punteggio Vki=0 implica caratteristiche degli elementi e dei presidi e i
una bassa vulnerabilità del meccanismo diversi fattori richiamati nelle eqs. (2) e (3).
considerato, mentre un punteggio pari a 3 indica
la massima fragilità nella potenziale attivazione 3.3 Valutazione del danno sismico
del meccanismo stesso. Allo stesso modo, un Un altro output della scheda "MaChro" è
punteggio Vkp=0 implica l'assenza o la totale rappresentato dalla valutazione del danno
inadeguatezza dei presidi, mentre un punteggio sismico, fornita in linea con la metodologia
pari a 3 indica una completa efficacia dei proposta dalle "Linee Guida", attraverso la
dispositivi considerati nel bloccare l’attivazione definizione di un indice di danno id variabile tra 0
del meccanismo. e 1, definito come media normalizzata dei danni
In Figura 11 è riportato un esempio locali. La formulazione fornita delle "Linee
dell’interfaccia riepilogativa dei diversi fattori Guida" è riportata di seguito:
sopraccitati, ottenuto dall’applicazione della
scheda alla chiesa di San Bernardino [SBR] a

n. MACROELEMENTI CINEMATISMI DISPOSITIVI ANTISISMICI INDICATORI DI FRAGILITA'

ρk W Z η Vkp W Z f Vki Vki-Vkp dk


Cordolo in muratura 1.25 0 1.5 Copertura spingente 1 0 0
Meccanismo in
20 COPERTURA copertura del 0 Connes copertura 0.75 0 1.5 0.00 Copertura in c.a. 1 0 1.5 0.00 0.00 0
transetto

Cordolo in muratura 1.25 0 1.5 Copertura spingente 1 1 1.5


Meccanismo in
21 COPERTURA copertura 0.5 Connes copertura 0.75 1 1.5 1.13 Copertura in c.a. 1 0 1.5 1.50 0.38 1
dell'abside

Muratura omogenea 0.25 1 0 Ampie aperture 0.5 1 1

Torre Cerchiatura torre campanaria


0.75 1 1.5 Torre inglobata 0.5 0 1.5
27 CAMPANILE 1 1.88 2.38 0.50 4
campanaria Campanile isolato 0.5 0 0 Base irregolare 0.5 1.5 1.5
Campanile ben collegato con0.5
la chiesa
1 1.5 Snellezza 0.5 1 1.5
Piedritti tozzi 1 1 1.5 Copertura pesante 1 0 1.5
Cella
28 CAMPANILE 0.5 Cerchiatura 1 1 1.5 3.00 Copertura spingente 1 0 1.5 0.00 -3.00 5
campanaria

Elem contr I ordine 0.3 0 0 Muri snelli 1 0 0


Elem contr II ordine 0.3 0 0 Archi e volte 1 1 1
Risposta
5 ARCHI E VOLTE trasversale 1 Edif addossati lateralmente 0.3 1 1 0.30 1.00 0.70 1
dell'aula
Catene trasversali I ordine 0.55 0 0

Catene trasversali II ordine 0.55 0 0

Catene trasv II ordine 0.25 0 0 Volte in folio 1 0 1.5

Volte navata Elem contrasto II ordine 0.25 0 0 Lunette 0.5 0 1


8 ARCHI E VOLTE 0 0 0.75 0.75 0
centrale Edifici addossati 0.25 1 1 Carico concentrato
0.5 1 1.5
Rinfianchi o frenelli 0.25 1.5 1.5
Catene trasv I ordine 0.25 0 0 Volte in folio 1 0 1.5

Volte navate Elem contrasto I ordine 0.25 0 0 Lunette 0.5 0 1


9 ARCHI E VOLTE 0.75 0 0.75 0.75 2
laterali Edifici addossati 0.25 1 1 Carico concentrato
0.5 1 1.5
Rinfranchi o frenelli 0.25 1.5 1.5

INDICE DI VULNERABILITA' 0.622 INDICE DI DANNO SISMICO 0.377

Figura 11. Scheda "MaChro". Foglio di riepilogo non editabile. (Esempio applicazione della scheda sulla Chiesa di San
Bernardino [SBR] a L'Aquila (AQ).

SG03-578
28
 definizione di criteri oggettivi finalizzati alla
1  k ,i  d k ,i individuazione dei parametri di vulnerabilità;
id   k 1
28 (4)  eliminazione della possibilità di attribuzione

5
k ,i diretta di punteggi ai fini della valutazione
k 1
dell’indice di vulnerabilità espresso in eq. (3);
Nella eq. (4) dk è il livello di danno subito dal  riduzione delle possibilità di errore durante la
k-esimo meccanismo (con 0 ≤ dk ≤5), definito in valutazione della vulnerabilità del bene;
Sezione 19, ρk è il peso attribuito al meccanismo  valutazione del danno prodotto da un evento
stesso, settato in modo da variare in funzione sismico o non sismico.
della presenza/assenza, come specificato in  definizione di strategie di progettazione per la
precedenza. Allo stesso modo di quanto accade riparazione (in caso di danno) e/o del
per l’indice di vulnerabilità, anche l’indice di miglioramento sismico della chiesa.
danno espresso dall’eq. (4), così come i diversi
livelli di danno dk relativi ad ogni macroelemento REFERENCES
(assegnati in Sezione 20), è riportato nella scheda
Cifani, G., Lemme, A., Cialone, G., Martinelli, A. (2004),
di riepilogo descritta in Figura 11. Ciò consente Linee guida preliminari per gli interventi di riparazione
di utilizzare la scheda in maniera intelligente del danno e miglioramento sismico per gli edifici di
anche ai fini di un’eventuale riparazione dei danni culto e monumentali, approvate con Decreto del
eventualmente prodotti da un sisma. Presidente della Regione Molise Commissario Delegato
n.26 del 9 marzo 2004 in Bollettino Ufficiale Regione
Molise, Supplemento straordinario n.1 al BURM del
1.4.04, n.7;
4 CONCLUSIONI De Matteis, G., Criber, E., Brando, G. (2014). Seismic
L'elevato numero di beni storici e vulnerability assessment of masonry churches through
the application of probabilistic methods. Proceeding of
monumentali presenti nelle zone a rischio e la the 9th International Conference on Structural Analysis
notevole vulnerabilità del costruito esistente of Historical Construction (SAHC 2014), Mexico City
rendono indispensabile l'impiego di strumenti 14-18 October 2014. ISBN: 04-2014-102011495500-
immediati ed automatici finalizzati al rilevamento 102 Program & abstracts, pp. 120, published 2014; F.
Peña, M. Chávez (eds.), 2014.
delle caratteristiche strutturali degli edifici De Matteis, G.; Brando, G.; Criber, E.; Corlito, V.;
considerati e all'individuazione delle principali Cianchino, G.(2016); MaChro Form. Scheda di I Livello
fonti di vulnerabilità. La scheda "MaChro" per la Valutazione della Vulnerabilità Sismica delle
trattata in questa memoria rappresenta uno Chiese. Guida alla Compilazione.
De Matteis, G., Criber, E., Brando, G. (2016). Damage
strumento rapido ed efficace, finalizzato ad una Probability Matrices for Three-Nave Masonry Churches
valutazione della vulnerabilità sismica delle in Abruzzi After the 2009 L’Aquila Earthquake. (2016)
chiese attraverso procedure scevre da errori di International Journal of Architectural Heritage, 10 (2-3),
giudizio che spesso influenzano la valutazione pp. 120-145. DOI: 10.1080/15583058.2015.1113340.
De Matteis, G.; Brando, G.; Corlito, V.; Criber, E. (2017).
stessa quando questa è condotta da personale non Seismic Vulnerability Assessment of Churches at Large
qualificato. Essa è basata infatti sulla semplice Scale: Calibration of a Methodology on the Basis of the
osservazione del bene analizzato e sulla 2009 L’ Aquila Earthquake. Prohitech ‘17_ 3rd
definizione di informazioni base che possono International Conference on protection of Historical
Construction, Lisbon, Portugal, 12-15 July 2017. IST
essere fornite anche da personale non Press; Mazzolani, F.M.; Lamas, A.; Calado, L.;
specializzato. Tale informazioni sono poi trattate Proenca, J. M.; Faggiano, B. (eds); ISBN 978-989-
non da un operatore, bensì da uno strumento di 8481-58-0, pp. 217-218.
calcolo opportunamente calibrato in maniera tale GNDT, Regione Emilia-Romagna, Regione Toscana
(1986). Field Manual for the completion of the building
da fornire indici di vulnerabilità congrui. vulnerability GNDT form. Litografia della Giunta
L’applicazione della scheda proposta consente il Regionale.
raggiungimento dei seguenti obiettivi: Grunthal, G. European Macroseismic Scale. Centre
 catalogazione speditiva della popolazione di Européen de Géodynamique et de Séismologie,
Luxembourg 1998; Vol. 15.
chiese appartenenti ad un territorio ai fini della Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Circolare n.26,
valutazione della vulnerabilità a larga scala; Linee Guida per la valutazione e la riduzione del
 definizione e valutazione delle fonti di rischio Sismico del patrimonio culturale - allineamento
vulnerabilità e dei dispositivi antisismici alle nuove Norme tecniche per le costruzioni. Prot
presenti nelle strutture analizzate; 10953 del 02/12/2010.

SG03-579
ANIDIS 2017
PISTOIA

Rapid Seismic Vulnerability Assessment of Churches of Citeriore Abruzzi by


means of MaChro Form

G. Brandoa, G. Cianchinoa, V. Corlitob, E. Cribera, G. De Matteisb


a
Department of Engineer and Geology, University "G. d’Annunzio", Italy
b
Department of Architecture and Industrial Design, University of Campania "Luigi Vanvitelli", Italy

Keywords: Churches in Abruzzi, Chieti-Vasto Diocese, Lanciano-Ortona Diocese, Seismic Vulnerability


Assessment, Predictive Models, Seismic Risk, MaChro Form

ABSTRACT
Because of the geographical location and the complex fault system, Abruzzi is one of the Italian regions with the
highest seismic hazard. The large number of churches belonging to this territory requires to define preventive
actions to select the most critical situations aiming at possible losses and achieving an acceptable seismic risk
mitigation. To this aim, in order to establish priorities, large scale seismic vulnerability assessment methodologies
are necessary. This paper applies a suitable predictive model to the three-naves churches of the coastal Abruzzi.
The proposed methodology is based on the one proposed by the Italian Guidelines on Cultural Heritage and is
implemented by using the MaChro form, which is a new automated tool for the survey and the seismic
vulnerability assessment of churches described by the authors in another paper.
The outcomes of the MaChro forms are the used to provide potential damage scenarios by means of fragility
curves. These are obtained by applying vulnerability functions that are properly tailored to the Abruzzi churches,
they having been calibrated on the basis of the damage scenarios observed after the 2009 L’Aquila earthquake.

SG03-580
Valutazione speditiva della vulnerabilità sismica delle chiese dell’Abruzzo
citeriore mediante applicazione della scheda Machro
G. Brandoa, G. Cianchinoa, V. Corlitob, E. Cribera, G. De Matteisb
a
Dipartimento di Ingegneria e Geologia, Università degli Studi "G. D'Annunzio" di Chieti-Pescara
b
Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale, Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli"

Keywords: Chiese Abruzzesi, Diocesi Teatine, Valutazione della Vulnerabilità Sismica, Modelli Predittivi Empirici,
Scheda Machro

ABSTRACT
A causa della sua collocazione e del complesso sistema sismogenetico, l'Abruzzo è una delle regioni italiane con
rischio sismico più alto. L'elevata concentrazione di beni architettonici di pregio in tale territorio richiede di
intervenire preventivamente, attuando opportune misure di mitigazione. La presente memoria, inserita in un
contesto di studi più ampio riguardante l’analisi della vulnerabilità sismica a larga scala delle chiese, si pone
l’obiettivo di definire, attraverso un modello predittivo di tipo empirico, scenari di danno probabili che potrebbero
verificarsi a seguito di terremoti di diversa intensità. In particolare, i modelli per la valutazione di vulnerabilità
sismica, tarati sulla base dell'osservazione dei danni indotti dal terremoto de L’Aquila 2009, sono applicati a chiese
collocate nelle zone dell’Abruzzo costiero, ossia in un territorio con ridotta pericolosità sismica. Per ogni chiesa è
valutato un indice i v , rappresentativo della vulnerabilità intrinseca delle strutture, attraverso la metodologia
proposta dalle linee guida dei Beni Culturali, la quale è implementata mediante l’applicazione dalla scheda
"MaChro". I risultati ottenuti, opportunamente elaborati, permettono di fornire le curve di fragilità del campione di
chiese analizzate. Tali curve possono essere estese ad altri beni simili che solitamente si trovano in larga parte della
costa adriatica.

sismici di differente intensità macrosismica su


specifiche popolazioni di chiese.
1. INTRODUZIONE Fondamentale si dimostra in tal senso il ruolo
La protezione del patrimonio culturale rivestito dal "percorso della conoscenza". Gli
rappresenta un tema rilevante in Italia, data la edifici storici sono infatti il risultato di un
presenza sul territorio di un notevole numero di approccio costruttivo empirico che consentiva
edifici caratterizzati da un elevato valore storico alle maestranze dell'epoca di comprendere
ed architettonico. Gli ultimi eventi sismici hanno intuitivamente il comportamento delle strutture,
tuttavia dimostrato l'estrema fragilità dell'edilizia portando alla scelta delle soluzioni ritenute
storica italiana, portando al danneggiamento e al contestualmente più idonee.
collasso di numerose strutture esistenti, con In particolare, nelle aree caratterizzate da una
conseguente perdita di importanti porzioni di pericolosità sismica elevata e frequentemente
tessuti urbani. colpite da terremoti severi, come ad esempio nel
La notevole densità di costruzioni storiche, e caso dell'entroterra abruzzese, il patrimonio
nello specifico di chiese, la complessità delle edilizio storico si dimostra generalmente
strutture in muratura e le difficoltà connesse interessato da particolari accorgimenti costruttivi
all'utilizzo di metodi di analisi sofisticati, finalizzati alla riduzione del potenziale danno
spingono ad affrontare il problema della sismico. Un importante esempio è rappresentato
vulnerabilità sismica a scala territoriale mediante dall'uso di travi lignee nelle murature con
l'utilizzo di metodi predittivi semplificati in grado funzione di catene. Questa tecnica, riportata alla
di riprodurre, con discreta approssimazione, gli luce dai recenti terremoti, è stata ad esempio
scenari di danno potenzialmente indotti da eventi osservata in molti edifici storici aquilani: è il caso
della cupola della chiesa di S. Maria del Suffragio
a L’Aquila (Figura 1).

SG03-581
La conoscenza delle tecniche costruttive comprensivo delle due diocesi di Chieti - Vasto
storiche e delle caratteristiche intrinseche delle (CH-VA) e Lanciano - Ortona (LA-ORT).
strutture (tipologie di materiali, presenza/assenza Lo studio è stato condotto analizzando nello
di dispositivi antisismici, trasformazioni storiche) specifico l'effettiva presenza di dispositivi di
si dimostra quindi essenziale per ottenere una protezione sismica e di elementi di fragilità,
valutazione affidabile della vulnerabilità delle attraverso l’uso della scheda "MaChro",
chiese e per introdurre tecniche di miglioramento presentata in un’altra memoria (De Matteis et al.,
sismico idonee ed efficaci, scongiurando l'utilizzo 2017). Il comportamento sismico delle strutture è
di interventi non adeguati. D’altra parte, un stato espresso in termini di indice di vulnerabilità
incremento generale dello stato di danno è stato (i v ) secondo le procedure dettate dalle Linee
in effetti osservato in tutti quei casi interessati da Guida per la valutazione e riduzione del rischio
interventi invasivi basati sull'utilizzo di tecniche e sismico del patrimonio culturale (Ministero per i
materiali non compatibili (quali ad esempio Beni e le Attività Culturali 2010).
cordoli e coperture pesanti in cemento armato). La metodologia proposta è stata quindi
Un caso rappresentativo è quello della chiesa di utilizzata per restituire gli scenari di danno
Santa Maria di Paganica a L'Aquila (Figura 2), potenzialmente riscontrabili nel campione in
interessata da un totale collasso della copertura. seguito ad eventi sismici di differente intensità
La valutazione della vulnerabilità deve essere macrosismica, attraverso la definizione delle
quindi particolarmente rivolta all'analisi di tutti curve di fragilità.
quei dispositivi e delle fonti di vulnerabilità che
giocano un ruolo fondamentale nella valutazione
del comportamento sismico delle strutture 2. LE CHIESE A TRE NAVATE
analizzate. DELL’ABRUZZO CITERIORE
Le diocesi di Chieti-Vasto (CH-VA) e
Lanciano-Ortona (LA-ORT) sono collocate lungo
il versante costiero della regione, nella zona nota
con il nome di Abruzzo "Citeriore". La diocesi di
Chieti-Vasto comprende nello specifico 90
comuni, di cui 77 in provincia di Chieti e 13 in
provincia di Pescara. La diocesi di Lanciano-
Ortona occupa invece la parte centro-orientale
della provincia di Chieti e comprende 14 comuni.
Nel territorio sono state identificate in totale 398
chiese.
Le chiese a tre navate analizzate nelle presente
memoria sono 59, il 18% dell'intero patrimonio
Figura 1. Radiciamenti lignei nella cupola di Santa Maria
del Suffragio a L'Aquila (AQ). religioso rilevato. Nella Figura 3 le singole chiese
sono localizzate nel territorio delle diocesi ed
indicate attraverso i rispettivi acronimi.
Gli edifici religiosi analizzati sono
notevolmente differenti da quelli dell’Abruzzo
interno rilevati dagli autori in precedenti studi
(De Matteis at al., 2016). La zona costiera è
infatti caratterizzata da una bassa sismicità, da un
sistema di faglie meno complesso e quindi da
chiese che, avendo subito nel tempo meno
ricostruzioni, presentano, di conseguenza, meno
stratificazioni strutturali. Anche la differente
conformazione geolitologica si riflette nelle
caratteristiche delle strutture analizzate: in tali
Figura 2. Crollo del sistema di coperture nella Chiesa di aree si riscontra infatti un prevalente utilizzo di
Santa Maria di Paganica a L'Aquila (AQ). laterizio rispetto alla pietra calcarea che invece
La presente memoria si sofferma in particolare risulta predominante nell’ entroterra abruzzese
sulla valutazione della vulnerabilità sismica delle (Rainaldi, 2005).
chiese a tre navate dell'Abruzzo Citeriore,

SG03-582
001 SLM San Liberatore a Majella 023 MDC Madonna di Carpineto 045 SEU Sant'Eustachio
002 SMA Santa Maria Arabona 024 SCZ San Cristinziano 046 MDM Madonna dei Miracoli
003 SMM Santa Maria Maggiore 025 SDM San Domenico 047 SSL San Salvatore
004 SNB San Nicola di Bari 026 MDC Madonna della Cintura 048 SSM Santa Maria Maggiore
005 SNB San Nicola di Bari 027 SCR Santa Croce 049 SPN San Panfilo
006 STM Chiesa di San Tommaso 028 SMM Santa Maria Maddalena 050 SGB San Giovanni Battista
007 SGT Chiesa di San Giustino 029 SSV San Sabino Vescovo 051 MDG Madonna delle Grazie
008 CIM Chiesa dell'Immacolata C. 030 SMA Santa Maria assunta 052 SMM Santa Maria Maggiore
009 MAC Santa Maria Assunta in Cielo 031 SMM Santa Maria Maggiore 053 SMS Santa Maria della Serra
010 MDL Chiesa Madonna di Loreto 032 SNC San Nicola 054 SML Santa Maria della Libera
011 SLV Chiesa di San Salvatore 033 SMA San Michele Arcangelo 055 SMG Santa maria delle Grazie
012 SGV San Giovanni in Venere 034 MDR Santa Maria dei Raccomandati 056 SGS Santa Giusta
013 SMT San Matteo 035 SMM Santa Maria Maggiore 057 SNB San Nicola di Bari
014 SPT San Pietro 036 SNC Santi Nicola e Clemente 058 SMM Santa Maria in Monteplanizio
015 CED SS Cosma e Damiano 037 MDC Madonna del Carmine 059 SBT San Bartolomeo
016 SSV San Silvestro 038 SVT Santa Vittoria
017 RMG San Remigio 039 SGM San Giacomo
018 SMP Santa Maria del Popolo 040 SNC San Nicola
019 MEL Madonna dell'Elcina 041 MIB Madonna in Basilica
020 SLV San Salvatore 042 SMM Santa Maria Maggiore
021 MDP Madonna del Ponte 043 SSA Santissimia Addolorata
022 SGV San Giovanni 044 SMI Maria Santissima Incoronata

Figura 3. Chiese a tre navate nelle diocesi di CH-VA e LA-ORT.


Le 59 chiese a tre navate individuate nel la popolazione di edifici in esame, rappresenta
territorio teatino sono state rilevate ed analizzate uno strumento rapido ed automatico, finalizzato
attraverso la scheda "MaChro 1.1.2016" (De alla valutazione della vulnerabilità sismica delle
Matteis et al. 2017), così come descritto nella chiese.
Sezione 3. Tale schedatura è basata sulla semplice
osservazione del bene analizzato e sulla
definizione di informazioni di base fornite dal
3. L’ APPLICAZIONE DELLASCHEDA compilatore in fase di rilievo. Tali informazioni,
MACHRO opportunamente rielaborate dal foglio di calcolo
collegato alla scheda, forniscono in tempo reale
3.1 Premesse indicazioni sulla vulnerabilità sismica della
struttura analizzata.
La scheda "MaChro" proposta ed utilizzata per

SG03-583
Lo strumento proposto si basa sulla basilicale privo di transetto e con abside
metodologia indicata dalle Linee Guida (riferita sporgente.
all'individuazione di 28 possibili meccanismi di Periodo di costruzione VII
collasso) e si compone di 21 Sezioni, strutturate 2% 7%
VIII
2% IX
in modo da raccogliere tutte le informazioni 19%
X
necessarie ai fini della conoscenza e dell'analisi 7%
21% XI

del singolo bene (identificazione e localizzazione XIII

10% XIV
dell'edificio, analisi delle caratteristiche storiche e XV
10% 12%
stilistiche, rilievo delle caratteristiche strutturali e 5%
3%
XVII
XVIII
dei particolari costruttivi). XIX
Attraverso la compilazione è stato quindi a)
possibile descrivere i caratteri generici della Periodo di ricostruzione
popolazione di chiese teatine, ottenendo allo 2% 20% XIII
stesso tempo indicazioni più specifiche sul
XIV
comportamento sismico atteso e sulla 35% 2% XV
vulnerabilità delle strutture considerate. XVII
XVIII
7% 29%
3.2 Analisi generali 5% XIX
XX
Nelle Sezioni 1-5, la scheda esamina in b)
dettaglio le caratteristiche generali della singola Figura 4. Chiese a tre navate della diocesi di CH-VA e
fabbrica e i relativi sviluppi nel tempo. È stata LA-ORT. a) Periodo di costruzione. b) Periodo di
effettuata, quindi, una classificazione storica, ricostruzione .
architettonica e tipologica della popolazione di Tipologia architettonica
chiese oggetto di indagine. Romanica
Come è possibile osservare in Figura 4a, un 5%
10%
24% Cistercense
elevato numero di chiese (il 50%) fu costruito 10%
Gotica
durante il periodo medievale, in particolare tra lo 3% Rinascimentale
2% Barocca
VIII e il XIV secolo, mentre un'ampia percentuale
14% Neoclassica
(il 27%) fu edificata nel periodo Rinascimentale e 32%
Neoromanica
Barocco, tra il XV e il XVIII secolo. Ibrida
Il 41% delle chiese del campione risulta invece a)
ricostruito nel corso del XVII e del XIX secolo Impianto
(Figura 4b). Data la bassa sismicità del luogo, tale 5% 2%
processo di ricostruzione non è da attribuire alle 8%

ricostruzioni post-sisma, come è stato invece Pianta centrale


osservato nelle chiese appartenenti all’Abruzzo
Basilica
interno, ma al processo di "ammodernamento" 85%
avvenuto durante il periodo Barocco, finalizzato Croce latina

all'adattamento delle costruzioni esistenti al Croce greca


nuovo gusto estetico, alle nuove esigenze b)
liturgiche e alla nuova concezione dello spazio.
I dati storici analizzati si riflettono Figura 5. Chiese a tre navate della diocesi di CH-VA e
direttamente nei caratteri tipologici delle LA-ORT. a) Tipologia architettonica. b) Impianti
planimetrici.
architetture analizzate. La Figura 5a mostra che il
29% delle chiese conserva tutt’oggi la veste
medievale originaria, non modificata da 3.3 Analisi degli elementi di fragilità
successivi rifacimenti, con evidenti caratteristiche Nella Sezione 8 - " Rilievo degli indicatori di
Romaniche (24%), Cistercensi (3%) o Gotiche vulnerabilità" la scheda "MaChro" si sofferma
(2%); un'altra ampia percentuale (32%), presenta sull’individuazione delle fonti di vulnerabilità che
invece elementi tipici dell’architettura Barocca, incrementano significativamente la possibilità di
generalmente inseriti all'interno delle strutture in risposta inefficace delle strutture. Particolare
seguito alle successive ricostruzioni attenzione è stata quindi rivolta alla
In riferimento alle tipologie di impianti (Figura presenza/assenza di indicatori di fragilità nelle
5b), è possibile rilevare che la quasi totalità del chiese appartenenti al campione analizzato.
campione (85%) è caratterizzato da un impianto Dall'analisi condotta è emerso come la presenza
di volte (Figura 6) e il generale ricorso ad ampie

SG03-584
aperture rappresentino gli elementi di fragilità più 3.4 Analisi dei dispositivi di protezione
frequenti all'interno della popolazione teatina. La
La scheda si sofferma successivamente sulla
frequenza di tali elementi nella popolazione
valutazione della presenza/assenza degli elementi
analizzata è riportata in Figura 7a e 7b. Si segnala
di protezione sismica. La diffusione di questo
che l'ampia presenza di volte è strettamente
genere di dispositivi è strettamente connessa alla
connessa al processo di "ammodernamento"
storia sismica dell'area di riferimento. Le tecniche
avvenuto durante il periodo Barocco.
antisismiche sono infatti generalmente più
sviluppate nelle zone fortemente colpite da
terremoti frequenti. Questa considerazione
giustifica la generale bassa presenza di dispositivi
antisismici nelle chiese dell' area teatina.
Il risultato di questa osservazione è mostrato in
Figura 8, con particolare riferimento ai presidi
maggiormente influenti nel campione: catene,
elementi di contrasto e connessioni angolari.
La presenza di catene longitudinali e
trasversali è stata riscontrata all'incirca nel 20%
dei casi. Frequenze simili sono state osservate per
le catene o le cerchiature della facciata (20%),
dell'abside (19%), della torre (24%) e della cella
Figura 6. Copertura voltata nella chiesa di San Giustino campanaria (25%) quando tali macroelementi
(SGT) a Chieti (CH). sono presenti nell'edificio.
Gli elementi di contrasto (contrafforti o
Volte paraste) sono stati generalmente rilevati nelle
pareti laterali (rispettivamente nel 14% e nel 37%
88%
86%

100%
81%
83%
80%

dei casi al I e II ordine) e nella facciata (per la


69%

80%
metà delle chiese osservate).
60% Infine un’alta percentuale di facciate (46%) è
interessata dalla presenza di connessioni angolari,
31%
32%

40%
20%

19%

mentre è possibile riscontrare percentuali più


14%

12%
14%

20%
basse negli altri macroelementi rilevati.
0%
Cappelle
Navate later.

Abside
Transetto
Navata centr.

4. VALUTAZIONE DELLA
VULNERABILITÀ SISMICA
a) Presenti Assenti Presenza macroelemento
4.1 Considerazioni generali
Ampie aperture
La valutazione della vulnerabilità sismica della
95%

95%
92%

90%

popolazione di chiese teatine a tre navate è stata


86%

100%
75%

71%

quindi eseguita attraverso l’applicazione della


69%
63%

80%
58%

60%
scheda "MaChro", sulla base della procedura
37%

proposta dalle Linee Guida ed implementata dagli


31%

29%
25%

40%
autori (De Matteis et al., 2014). Il livello di
14%
10%
8%

5%

20%
5%

performance raggiungibile da ogni edificio è stato


0%
rappresentato da un indice di vulnerabilità i v ,
Abside
Cantonale

Cupola
Sommità trans.

Cappelle
Sommità facc.

Pareti laterali

Torre camp.
Facciata
Transetto

variabile tra 0 e 1.
I risultati sono riportati in Figura 9 insieme al
valore dell' indice medio (i v,m = 0.552).
Come si può osservare nel grafico, il valore
Presenti Assenti
b) più basso di i v è stato riscontrato nella chiesa di
Figura 7. Frequenza di volte (a) e di aperture (b) nelle San Silvestro (SSV) a Guardiagrele (CH;
chiese a tre navate delle diocesi di CH-VA e LA-ORT. i v =0.415).

SG03-585
Catene

100%

100%
100%
97%

97%
98%

95%
80%
83%

81%
81%

83%
81%
83%
80%

80%

80%

76%
100%

75%
80%

53%
60%

32%

25%
24%
20%

20%
19%

19%

19%
20%
40%

17%

14%

14%
8%
3%

3%
20%
0%

Trasv. I ordine
Longit. I ordine

Cerch. Cupola

Cerch. Lanterna

Cerch. Cappelle
Trasv. II ordine
Longit. II ordine

Trasv. Abside

Cerch. Abside

Cella campan.
Controfacciata

Trasv. Cappele
Trasv. Transetto

Torre campan.
Elementi di Contrasto Connessioni Angolari
100%
98%

98%

98%
98%
95%

95%

95%
88%
86%

83%

83%
83%
100%
Presenti
63%

54%
80%
54%

53%
46%

46%
60%
37%

Assenti
32%

32%
Presenti
40%

17%
14%

14%
12%

14%
Assenti
8%

Presenza
5%

20%

5%
5%

2%

2%
Presenza Macroelemento
0% Macroelemento
Cupola

Cappelle
Lanterna
Trasv. I ordine

Abside
Facciata

Transetto
Trasv. II ordine

Cappelle
Abside
Facciata

Transetto
Figura 8. Frequenza di catene, elementi di contrasto e connessioni angolari nelle chiese a tre navate delle diocesi di CH-VA e
LA-ORT.

Si tratta di un edificio medievale caratterizzato da fragilità significativi tra quelli rilevati nella
un semplice impianto basilicale privo di abside e struttura (Figura 11).
transetto, con copertura lignea leggera. In tale
edificio è stata inoltre riscontrata la presenza di 4.2 Vulnerabilità dei meccanismi
catene trasversali, inserite nella struttura con un Le analisi condotte dimostrano che la
intervento risalente al XX secolo (Figura 10). Al vulnerabilità delle chiese analizzate è
contrario, il valore più alto è stato rilevato nella principalmente connessa a quattro differenti
chiesa della Madonna di Carpineto (MDC) a fattori:
Rapino (CH; i v =0.644). L'edificio è caratterizzato − caratteristiche intrinseche delle strutture
da un impianto basilicale privo di transetto e di (qualità dei materiali e delle tecniche
abside. La presenza di coperture voltate e la costruttive adottate);
scarsa qualità dei materiali e delle tecniche
costruttive impiegate rappresentano elementi di
iv,m = 0.552
Indice di Vulnerabilità iv
1.0
0.9
0.627

0.636
0.644

0.610

0.8
0.564

0.584
0.615
0.610
0.619

0.582

0.617
0.615

0.590
0.602

0.584
0.537

0.603
0.587

0.597
0.594
0.577

0.591
0.592
0.580

0.569
0.574

0.581
0.557

0.579
0.584
0.572

0.571

0.567
0.561

0.7
0.562

0.561
0.502

0.551
0.554
0.513

0.522

0.536
0.527
0.523

0.470
0.517
0.475

0.497
0.505

0.497

0.496
0.490
0.492
0.462

0.473

0.6
0.455

0.444
0.415

0.428

0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
0.0
SSA

SPN

MDG

SMS
SSV

SMP
MEL

SSV

SSL
MDL

SPT

SGB

SNB

SBT
SNB
SNB

SNC

SNC

SMI
SCZ

SNC

MDM

SSM

SMG
SGS
SMA

SMA

SMA

SML
SMT

RMG

SEU
MAC

MDC

MDC

MDR

MDC

SMM

SMM
MIB
SMM
SMM

SLV
SGV

CED

SLV
MDP
SGV

SCR
SMM

SMM

SMM
SGT

SVT
SLM

STM

SGM
SDM
CIM

Figura 9. Indici di vulnerabilità iv per le chiese a tre navate delle diocesi di CH-VA e LA-ORT.

SG03-586
Le catene rappresentano, ad esempio, un
presidio particolarmente efficace nel contrastare
possibili fenomeni di ribaltamento fuori piano.
La facciata di MDC si mostra invece
completamente priva di questo tipo di dispositivi.
L'assenza di catene longitudinali al I e al II ordine
(impostata nella scheda attraverso la
compilazione della specifica sezione, Figura 12)
influenza notevolmente la definizione del
punteggio di V kp per il Meccanismo 1, che risulta
Figura 10. Chiesa di San Silvestro (SSV) a Guardiagrele essere pertanto notevolmente basso (V kp = 0.1).
(CH).
La presenza di elementi spingenti comporta
invece un leggero incremento della vulnerabilità
e, nello specifico, un incremento del punteggio di
fragilità per lo stesso cinematismo (V ki = 0.75).
In Figura 13 sono riportati i valori di V ki e di
V kp (estratti dalla scheda compilata) per ciascuno
dei 28 meccanismi individuabili.
Il grafico mostra una considerevole presenza
di indicatori di fragilità (elevati valori di V ki ), una
generale minore frequenza o bassa efficacia dei
Figura 11. Chiesa della Madonna di Carpineto (MDC) a presidi (bassi valori di V kp ) e una conseguente
Rapino (CH). considerevole vulnerabilità della struttura (i v =
− tipologie architettoniche ed irregolarità 0.644). La riduzione della vulnerabilità può
plano - altimetriche; essere ottenuta lavorando sui singoli meccanismi
− indicatori di fragilità; attraverso l'introduzione di opportuni elementi di
− presidi antisismici. protezione sismica.
Nel caso specifico del ribaltamento di facciata,
Per ciascun meccanismo potenzialmente l'inserimento di catene longitudinali al I e al II
rilevabile in una chiesa, la presenza di indicatori ordine (Figura 14) comporterebbe un notevole
di fragilità e di dispositivi antisismici è nello incremento del valore di V kp (con un passaggio da
specifico rappresentata da un preciso valore di V ki V kp = 0.1 a V kp = 1.6; Figura 15). L’indice di
o di V kp (punteggio di fragilità o di protezione), vulnerabilità totale della chiesa MDC passerebbe
variabile tra 0 e 3, in accordo con le indicazioni quindi da i v = 0.644 a i v = 0.612.
fornite dalle Linee Guida. L'esempio riportato dimostra quanto l'analisi
Nella presente memoria la valutazione di ogni critica delle strutture sia fondamentale per
punteggio è implementata attraverso la procedura garantire la definizione di piani preventivi
introdotta in De Matteis et al.(2014). adeguati. Lo studio attento dei macroelementi e
La definizione dei suddetti punteggi di l'individuazione dei possibili punti di fragilità
vulnerabilità consente quindi di riconoscere in consentono infatti di preventivare opportuni
maniera immediata i meccanismi più vulnerabili e progetti di miglioramento sismico basati
di individuare in modo mirato i possibili sull'esecuzione di interventi locali ed efficaci, nel
interventi preventivi. rispetto dell'identità della struttura stessa.
Si riportano, a titolo esemplificativo, i valori di
V ki e V kp definiti per i meccanismi potenziali
individuati nella chiesa della Madonna di 5. MODELLO PREDITTIVO
Carpineto (MDC) a Rapino (CH), l'edificio più
vulnerabile tra quelli analizzati nel territorio Il valore medio dell'indice di vulnerabilità
teatino (i v = 0.644). Si analizza in particolare la calcolato per la popolazione di chiese in esame
vulnerabilità della struttura nei confronti della (i v,m = 0.552) è stato successivamente utilizzato
possibile attivazione del meccanismo di per determinare il valore del danno medio
ribaltamento della facciata (Meccanismo 1) e la previsto µ D per terremoti di differente intensità
presenza/assenza dei fattori o dei dispositivi che macrosismica (0≤ I MCS ≤12).
maggiormente influenzano o inibiscono la
possibile attivazione del cinematismo in esame.

SG03-587
Figura12. Estratto della compilazione della scheda MDC_ Madonna del Carpineto, Rapino (CH).

Vki Vkp iv = 0.644


3.00

3.00
3.00
2.50
2.50
2.25

2.00
1.63
1.50

1.50

1.50

1.50

1.50
1.50
1.50

1.50
1.25
1.13
1.13
1.00

1.00

1.00
1.00
0.75

0.83
0.75

0.75

0.75
0.75

0.75
0.75

1.00
0.38
0.10

0.00
Lanterna [15]

Copertura Navate [19]

Copertura Abside [21]


Taglio Pareti Laterali [6]

Cupola [14]

Risp. Trasver. Aula [5]

Volte Transetto [12]


Ribaltam. Transetto [10]

Protiro/Nartece [4]

Volte Abside [18]

Volte Cappelle [24]


Ribaltam. Facciata [1]

Ribaltam. Abside [16]

Taglio Transetto [11]

Irregol. Plano-Alt. [25]

Ribaltam. Cappelle [22]


Taglio Abside [17]

Taglio Cappelle [23]

Risp. Longit. Colonnato [7]

Volte Navata centrale [8]


Sommità Facciata [2]

Arco Trionfale [13]


Torre Campanaria [27]

Dett. Architettonici [26]


Cella Campanaria [28]
Piano della Facciata [3]

Copertura Transetto [20]

Volte Navate Laterali [9]

Figura13. Valori di V ki e V kp estratti dalla scheda MDC_ Madonna del Carpineto, Rapino (CH).
L’equazione (2) fornisce a tale scopo una aquilane danneggiate dal sisma del 2009 (De
relazione diretta tra la vulnerabilità delle strutture Matteis et al, 2017).
(i v ), l'intensità macrosismica I di riferimento ed il Infatti, le analisi condotte hanno dimostrato
valore del danno medio previsto µ D . come i risultati forniti dalle precedenti
formulazioni non fossero del tutto soddisfacenti,
  I + 6.20 ⋅ iv − 11   poiché caratterizzati da scarti significativi rispetto
µ D 2.5 1 + tanh 
=  (2)
  3   ai valori del danno medio osservato. La procedura
di calibrazione condotta ha portato quindi alla
Tale formulazione parte dallo studio di definizione dell'equazione (2), ritenuta più
formulazioni precedenti (Lagomarsino e Podestà, plausibile ed idonea.
2004) ed è opportunamente ricalibrata sulla base Il modello è stato quindi utilizzato in termini
delle analisi condotte sulla popolazione di chiese predittivi per ricostruire gli scenari di danno

SG03-588
Figura14. Variazione alla compilazione della scheda MDC_ Madonna del Carpineto, Rapino (CH).

Vki Vkp iv = 0.612


3.00

3.00
3.00
2.50
2.50

2.50
2.25
1.60

2.00
1.63
1.50

1.50

1.50

1.50

1.50
1.50
1.50

1.50
1.28
1.25
1.13
1.13
1.00

1.00

1.00
0.75

0.75

0.75

0.75
0.75

0.75
0.75

1.00
0.38

0.00
Lanterna [15]

Copertura Navate [19]

Copertura Abside [21]


Taglio Pareti Laterali [6]

Cupola [14]

Risp. Trasver. Aula [5]

Volte Transetto [12]


Ribaltam. Transetto [10]

Protiro/Nartece [4]

Volte Abside [18]

Volte Cappelle [24]


Ribaltam. Facciata [1]

Ribaltam. Abside [16]

Taglio Transetto [11]

Irregol. Plano-Alt. [25]

Ribaltam. Cappelle [22]


Taglio Abside [17]

Taglio Cappelle [23]

Risp. Longit. Colonnato [7]

Volte Navata centrale [8]


Sommità Facciata [2]

Arco Trionfale [13]


Torre Campanaria [27]

Dett. Architettonici [26]


Cella Campanaria [28]
Piano della Facciata [3]

Copertura Transetto [20]

Volte Navate Laterali [9]

Figura15. Variazione dei valori di V ki e V kp estratti dalla scheda MDC_ Madonna del Carpineto, Rapino (CH).
potenzialmente riscontrabili in seguito ad eventi 5− k
 µ D ,o   µ D ,o 
k
di differente intensità (0≤ IMCS ≤12). =
5!
pk   1 −  (3)
A questo scopo, la Funzione Binomiale k !( 5 − k )!)  5   5 
(BPDF), data nell’equazione (3) e dimostratasi
idonea a definire la distribuzione del danno per le La rilettura dei risultati ha permesso di
Chiese abruzzesi (De Matteis et al, 2016), è stata elaborare le curve di fragilità, come probabilità di
utilizzata per valutare la probabilità di superamento di ogni livello di danno D k in
superamento di ciascuno di cinque possibili livelli funzione dell'intensità macrosismica I MCS .
di danno D k , con 0≤k≤5 (Grunthal, EMS98), in Le curve di fragilità ottenute per la
funzione del valore del danno medio previsto µ d popolazione di chiese in esame sono mostrate in
definito per ogni intensità I MCS . Figura 16.

SG03-589
Curve di fragilità
100%

90%

80%

70%

60%
P (D>Dk)

50%

40%

30% D1
D2
20%
D3
10% D4
D5
0%
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

I [MCS]

Figure16. Curve di fragilità per le chiese a tre navate delle diocesi di CH-VA e LA-ORT.

6. CONCLUSIONI 7. REFERENCES
L'ampia densità di edilizia storica e di beni De Matteis, G.; Criber, E.; Brando, G., 2014. Seismic
architettonici tutelati collocati nelle zone a rischio vulnerability assessment of masonry churches through
the application of probabilistic methods, Proc. of the 9th
spinge ad affrontare il problema della valutazione International Conference on Structural Analysis of
della vulnerabilità sismica attraverso il ricorso a Historical Construction (SAHC 2014), Mexico City 14-
metodologie semplificate ed affidabili, da 18 October 2014., pp. 120
utilizzare ad ampia scala, finalizzate alla De Matteis, G., Criber, E., Brando, G., 2016. Damage
previsione dei possibili scenari di danno indotti Probability Matrices fot three nave masonry churches in
su una popolazione di edifici (con specifico Abruzzi after the experience of the 2009 L’Aquila
earthquake, International Journal of Architectural
riferimento alle chiese) da un evento sismico di Heritage.
una certa intensità. De Matteis, G.; Brando, G.; Corlito, V.; Criber, E., 2017.
Il “percorso della conoscenza” consente di Seismic Vulnerability Assessment of Churches at Large
porsi con maggiore consapevolezza, portando Scale: Calibration of a Methodology on the Basis of the
all’individuazione delle caratteristiche proprie di 2009 L’Aquila Earthquake, 3rd Int. Conf. on protection
of Historical Construction (PROHITECH ’17), Lisbon,
ogni fabbrica, delle trasformazioni eventualmente Portugal, 12-15 July, pp. 217-218.
avvenute nel corso del tempo, delle tecniche De Matteis, G., Brando, G., Cianchino, G., Corlito, V.,
utilizzate e i dispostivi inseriti nelle strutture con Criber, E., 2017. La scheda MaChro: un nuovo
il fine di migliorarne la risposta in caso di sisma. strumento automatizzato per la ricognizione delle chiese
La scheda "MaChro" rappresenta in tal senso finalizzato alla valutazione speditiva della vulnerabilità
uno strumento molto utile ed efficace, poiché sismica ANIDIS 2017, Pistoia 17-21.
Lagomarsino, S., Podestà, S., 2004. Seismic Vulnerability
basato sulla semplice osservazione della fabbrica of Ancient Churches: II. Statistical Analysis of
e finalizzato all’individuazione immediata delle Surveyed Data and Methods for Risk Analysis.
principali fonti di vulnerabilità. Earthquake Spectra, Volume 20, No. 2, pages 395–412,
Il modello predittivo, opportunamente Lagomarsino, S., Giovinazzi, S., 2006. Macroseismic and
calibrato in precedenti studi ed utilizzato nella mechanical models for the vulnerability and damage
assessment of current buildings, Bulletin of Earthquake
presente memoria, consente di determinare il Engineering, 4 (4), pp. 415-443.
valore del danno medio previsto (funzione della Minister of Heritage and Cultural Activities, Circular n.26,
vulnerabilità media della popolazione investigata) 2010. Italian Code for protection of cultural heritage.
e di definire le curve di fragilità, utilizzate per Linee Guida per la valutazione e la riduzione del
prevedere gli scenari di danno potenzialmente rischio Sismico del patrimonio culturale con riferimento
indotti da terremoti di intensità variabile sulla alle norme tecniche per le costruzioni. Prot 10953 of
02/12/2010.
popolazione di chiese a tre navate collocate Rainaldi, L., 2005. Quando il fuoco camminava: nascita e
nell’Abruzzo citeriore. sviluppo dell’industria laterizia in Abruzzo. Villamagna:
Tinari.

SG03-590
CRITERI E METODI DI PROGETTO ED ANALISI STRUTTURALE
ANIDIS 2017
PISTOIA

Why a probability of exceedance of 10% in 50 years? A New approach to


seismic design
Marco Fasana, Claudio Amadioa, Fabio Romanellib, Salvatore Noèa, Cristina Rossia
a
DIA - Dipartimento di Ingegneria e Architettura, Università Degli Studi di Trieste, Piazzale Europa 1, 31427, Trieste
b
DMG - Dipartimento di Matematica e Geoscienze, Università Degli Studi di Trieste, Via Weiss 2, 31428 Trieste

Keywords: PSHA, PBSD, MCSI, seismic action, design response spectrum

ABSTRACT

This paper proposes a critical analysis of the probabilistic values used to define the seismic input in the current
national and international codes. A review of the historical evolution of the values proposed by codes shows the
arbitrariness with which those attributed to the "reference life" and the "probability of exceedance" have been
defined. Accordingly, subjective considerations of acceptable risk have been adopted as "standards" in several
countries around the world. The current methodology excludes from the design procedure the effect of events
considered to be rare, willing to reduce the construction’s cost. Following many seismic events this approach have
turned out to be incorrect, with post-event costs that exceed those of first construction. As a consequence, a new
method for the definition of the seismic input is proposed, referring to a Neo-deterministic seismic hazard analysis,
aiming to represent the effects of the most severe seismic events that could affect a site. This input is then
introduced in a performance based design approach, taking into account the fact that an earthquake does not know
the importance of the structure. A design application is described for the city of Norcia showing that, in front of a
significant increase in safety, the cost increase due to the application of the proposed methodology is modest.

SG04-2
ANIDIS 2017
PISTOIA

Perché una probabilità di superamento del 10% in 50 anni?


Un nuovo approccio alla progettazione sismica
Marco Fasana, Claudio Amadioa, Fabio Romanellib, Salvatore Noèa, Cristina Rossia
a
DIA - Dipartimento di Ingegneria e Architettura, Università Degli Studi di Trieste, Piazzale Europa 1, 31427, Trieste
b
DMG - Dipartimento di Matematica e Geoscienze, Università Degli Studi di Trieste, Via Weiss 2, 31428 Trieste

Keywords: PSHA, PBSD, MCSI, azione sismica, spettro di progetto

SOMMARIO
Questo lavoro propone un’analisi critica dei valori probabilistici alla base della definizione dell’input sismico nelle
attuali normative nazionali ed internazionali. Ricostruendo l’evoluzione storica dei valori proposti dai codici si
evidenzia l’arbitrarietà con cui quelli attribuiti alla “vita di riferimento” e alla “probabilità di eccedenza” sono stati
definiti. Come conseguenza, considerazioni soggettive sul rischio accettabile sono state adottate come “standard” in
diversi paesi del mondo. L’attuale impostazione normativa esclude dalla progettazione l’effetto degli eventi
considerati rari, basandosi sulla volontà di ridurre il costo di costruzione. Tale approccio si è rivelato errato in
occasione di numerosi eventi, con costi post-evento che superano quelli di prima costruzione. Al fine di superare
gli attuali limiti normativi, viene proposto un nuovo metodo per la definizione dell’input sismico, facendo
riferimento ad una analisi Neo-deterministica della pericolosità sismica. Tale input rappresenta l’effetto dei
massimi eventi sismici plausibili per un sito di interesse. L’utilizzo di tale input viene inoltre inserito nell’attuale
approccio prestazionale, tenendo in considerazione “l’ignoranza” del sisma rispetto alla struttura (i.e. un sisma non
conosce l’importanza della struttura colpita). Un’applicazione progettuale è descritta per la città di Norcia
mostrando come, a fronte di un considerevole aumento della sicurezza, l’aumento dei costi con questa nuova
metodologia sia modesto.
(controllo dello stati limite ultimo e di esercizio
secondo combinazioni diverse).
1 INTRODUZIONE L’approccio moderno alla progettazione
Il concetto di Performance Based Seismic prestazionale comprende principalmente le
Design (PBSD) si può far risalire al 1974, quando seguenti fasi (e.g. Bertero & Bertero 2002):
il commentario alla quarta edizione del SEAOC 1. valutazione della pericolosità sismica
Recommended Lateral Force Requirements (Seismic Hazard Assessment – SHA);
osservava (BSSC 2015) che “le strutture 2. definizione dei diversi livelli di
dovrebbero resistere ai terremoti deboli senza prestazione strutturale e non strutturale
danni, ai terremoti moderati senza danni (Stati limite, Performance Levels – PLs);
strutturali ma con danni limitati ai componenti 3. identificazione delle prestazioni
non strutturali, ai terremoti forti con sostanziali accettabili per l’edificio in esame
danni strutturali e non strutturali e ai più forti (Performance Objective – PO);
terremoti mai verificatisi senza collassare”. 4. analisi strutturale e verifica.
Queste considerazioni erano frutto Nel presente lavoro si introduce l’attuale
dell’osservazione che, dopo eventi di entità pratica del PBSD, se ne individuano le criticità e
minore, molte strutture pur non avendo subito si ripercorre la sua evoluzione storica al fine di
danni strutturali avevano riportato gravi danni ai comprendere le motivazioni che stanno alla base
componenti non strutturali con conseguente delle attuali normative nazionali e internazionali.
oneroso dispendio economico (es. telai in acciaio L’articolo si focalizza inoltre sulla valutazione
resistenti ma molto deformabili lateralmente). della pericolosità sismica e sull’identificazione
delle prestazioni accettabili per un edificio.
Questo tipo di approccio è di fatto molto simile a
quello seguito con i carichi gravitazionali

SG04-3
2 APPROCCIO PRESTAZIONALE
CORRENTE

2.1 Stato dell’arte


L’individuazione di una prestazione
accettabile consiste “nell’accoppiamento dei
livelli attesi di movimento del suolo con i livelli
desiderati di prestazione strutturale” (SEAOC
1995). Nelle moderne applicazioni del PBSD, la
scelta di una prestazione accettabile è costituita
da uno o più accoppiamenti fra livelli delle azioni
sismiche e delle prestazioni dell’edificio
(strutturali e non) (ASCE 2014). In altre parole, è
il passo in cui l’affermazione “le strutture Figura 1. Prestazioni accettabili ideali
dovrebbero resistere ai terremoti deboli senza
danni, ai terremoti moderati senza danni Quindi, al fine di individuare l’azione sismica
strutturali ma con danni limitati ai componenti associata ad uno stato limite, solitamente descritta
non strutturali, ai terremoti forti con sostanziali dall’accelerazione spettrale, si sceglie una
danni strutturali e non strutturali e ai più forti probabilità di superamento di tale misura (PEY) in
terremoti mai verificatisi senza collassare” viene un intervallo di tempo Y (vita media di
tradotta in requisiti pratici. Una prestazione è riferimento). Tale scelta equivale a fissare un
ritenuta accettabile se, individuato un determinato “Periodo di ritorno medio” PR della misura di
gruppo di stati limite, questi non vengono intensità sismica. Il legame fra i tre parametri è
superati per determinati livelli di azione sismica rappresentato dalla ben nota relazione riportata in
ad essi collegati. Tale procedura è seguita in Eq. 1, basata sull’ipotesi di occorrenza
quanto l’evidenza dimostra che edifici progettati poissoniana degli eventi sismici.
solo per proteggersi dal collasso sotto l’azione di PR  Y / ln(1  PEY ) (1)
terremoti forti non necessariamente esibiscono un
comportamento adeguato sotto l’azione di Ad esempio, il codice americano ASCE7-10
terremoti minori (Bertero & Bertero 2002). identifica quattro categorie di rischio per gli
Inoltre, è riconosciuto che alcune costruzioni edifici, basate sul pericolo per la vita umana, la
dovrebbero avere prestazioni migliori rispetto ad salute e il benessere associate al loro danno o
altre, in relazione alle possibili conseguenze del collasso. Ad ogni categoria di rischio è associato
loro danneggiamento. È per esempio il caso di un un fattore di importanza Ie (da 1 a 1,5) che
ospedale che dovrebbe rimanere operativo anche moltiplica l’input sismico rappresentato da uno
durante un forte terremoto al fine di accogliere i spettro di risposta in accelerazione. Sono stati
feriti, al contrario di un edificio residenziale, dove scelti due livelli di input sismico, il cosiddetto
si ritiene accettabile la prevenzione del collasso. massimo terremoto considerato MCER (da non
La procedura può essere riassunta in una matrice confondere con il Massimo terremoto credibile -
che accoppia stati limite, livelli di intensità del MCE) definito come avente una probabilità di
sisma e importanza della struttura. In Figura 1 è superamento del 2% in 50 anni (“periodo medio
riportata la matrice concettuale che esemplifica le di ritorno” 2475 anni) e il terremoto di progetto
originali intenzioni del PBSD come descritte nel definito come 2/3 di MCER.
lontano 1974. Al contrario, il codice italiano NTC08
È chiaro che una volta scelti gli stati limite da (C.S.L.P. 2008) definisce i livelli di prestazione
analizzare, l’individuazione dell’input sismico ad accettabile attraverso un’applicazione diretta di
essi associato rappresenta un passo cruciale. In dell’Eq. 1. A ogni edificio viene assegnata una
genere i codici sismici internazionali più avanzati “vita nominale di riferimento” VN (in anni), che
definiscono l’input sismico per valutare le viene quindi moltiplicata per un coefficiente cu
prestazioni strutturali in funzione: funzione della classe di rischio (variabile da 0,7 a
1. Dell’importanza delle strutture (categoria 2, simile al coefficiente di importanza di ASCE
di rischio); 7), al fine di ottenere la “vita media di
2. dello stato limite da raggiungere. riferimento” Y.
Y  VN  cu (2)

SG04-4
Successivamente, a ogni stato limite sono erano disponibili approcci deterministici (DSHA)
associate le probabilità di superamento PEY alla definizione della pericolosità sismica “basati
nell’intervallo di tempo Y riportate in Tabella 1. su stime del massimo scuotimento registratosi in
Ad esempio, un edificio residenziale standard è passato senza considerare quanto frequentemente
assegnato alla categoria di rischio I in ASCE 7 questo scuotimento potesse manifestarsi”, ma
mentre la norma italiana gli assegna una “vita “considerando il significativo costo di una
media di riferimento” Y = 50 anni. Queste scelte struttura progettata per eventi estremi, non è
portano alla definizione delle prestazioni desiderabile richiedere tale progettazione a meno
accettabili riportate in Tabella 2 nella quale si che non vi sia una probabilità significativa che
possono apprezzare le differenze fra norma tale evento estremo possa verificarsi”. In altre
italiana e americana a parità di struttura e stato parole, il comitato decise a priori di “tagliare” il
limite considerato. valore di accelerazione al suolo (rispetto al
Tabella 1. Probabilità di superamento suggerite da NTC08 massimo che ci si poteva aspettare) al fine di
risparmiare sui costi di costruzione e l’approccio
Stato Li\mite PEY/Y anni
probabilistico è stato utilizzato per dare una
SLO 81%/Y anni parvenza di razionalità alla scelta. Questa
SLD 63%/Y anni posizione è sostenuta dal fatto che una prima
SLV 10%/Y anni mappa di pericolosità sismica fu “letteralmente
SLC 5%/Y anni “buttata giù” da una commissione” (ATC-06
Tabella 2. Prestazioni richieste per edifici ordinari
1978) basandosi esclusivamente su giudizio
esperto e successivamente dato che questa mappa
Stato Limite “sembrava ragionevolmente in accordo con i
Codice SLV SLC livelli di accelerazione determinati da
ASCE 7-10 2/3 MCER PR=2475 anni Algermissen e Perkins [...] la loro mappa è stata
NTC08 PR=475 anni PR=975 anni utilizzata come guida per il resto del paese”.
Dato che la mappa di Algermissen & Perkins
2.2 Evoluzione storica ed analisi critica (1976) era basata su un “periodo di ritorno
medio” di 475 anni, ATC-06 adottò una mappa
Il concetto di PBSD introdotto nella Sezione 1 con una probabilità di superamento del 10% in
è stato tradotto per la prima volta in linee guida di 50. Quindi l’uso di una “vita media” di 50 anni è
progettazione negli Stati Uniti nel 1978 con la spiegato come “una convenienza piuttosto
pubblicazione ATC-06 (ATC 1978). In tale arbitraria” e la probabilità di superamento del
documento la valutazione della pericolosità 10% come un numero spesso usato dagli statistici
sismica fu basata su una singola mappa e il “per essere significativo” (Bommer & Pinho,
raggiungimento di migliori prestazioni per edifici 2006). Risulta quindi evidente come scelte che
con maggiore rischio per il pubblico è stato hanno una forte ricaduta in ambito strutturale
raggiunto classificandoli in quattro diverse siano di fatto state dettate dal caso. Anche se
categorie di rischio, ciascuna delle quali adottato dai principali codici sismici
richiedeva diversi livelli di sicurezza e dettagli internazionali, il PSHA è stato, negli anni,
antisismici. La mappa della pericolosità sismica fortemente criticato. Ad oggi, diversi contributi
adottata fu determinata con un approccio hanno dimostrato l’inaffidabilità del PSHA
probabilistico (PSHA), per la prima volta concentrandosi principalmente su aspetti
introdotto da Cornell (1968). Fu “una decisione sismologici, matematici e statistici. Una revisione
politica” della commissione di stesura di ATC-06 recente delle fallacie del metodo si può trovare in
l’affermare che “la probabilità di superamento Mulargia et. al. (2017) o Panza & Peresan (2016),
dello scuotimento di progetto - come obiettivo – i quali concludono che l’uso di PSHA andrebbe
deve essere approssimativamente uguale in tutte abbandonato in quanto produce stime errate di
le parti del paese” e “non esiste un approccio pericolosità sismica.
alternativo [a quello probabilistico] per la Tuttavia, questi documenti non affrontano un
costruzione di una mappa di pericolosità sismica punto fondamentale nelle stime probabilistiche
che si avvicina al raggiungimento dell’obiettivo” ovvero la scelta dei valori da assegnare alla
(ATC 1978), pur riconoscendo che “l’ipotesi [di probabilità di superamento e alla vita media di
occorrenza poissoniana dei terremoti] è di riferimento. La scelta di questi valori non è una
limitata validità”. Quindi, per coerenza con decisione degli sviluppatori del PSHA, ma
decisioni prese a priori, il comitato ATC-06 piuttosto una decisione di parte della comunità
adottò un metodo noto per essere basato su ingegneristica, che introduce un passo arbitrario
ipotesi discutibili. Naturalmente, a quel tempo

SG04-5
nella procedura di progettazione, con un forte esistenti e accettava quindi un rischio di collasso
impatto sulla sicurezza finale dei beni costruiti. maggiore rispetto ai requisiti imposti agli edifici
Come sopra evidenziato c’è una grande di nuova progettazione. È facile osservare come i
differenza tra i requisiti richiesti dai diversi valori arbitrariamente proposti siano stati poi
codici. Ad esempio, ASCE 7-10 impone valori adottati dal codice italiano per edifici di nuova
inferiori di probabilità di superamento rispetto a progettazione (almeno per quanto riguarda SLV e
NTC08, quindi valori significativamente più SLC, vedi Tabella 1).
elevati di accelerazioni spettrali. Ciò è dovuto al Come detto, questa procedura è solitamente
fatto che la transizione dalla descrizione giustificata sulla base di una valutazione
qualitativa di terremoto debole / moderato / forte / economica del costo di costruzione in zona
catastrofico, a una descrizione quantitativa è stata sismica. Questa idea, già introdotta in ATC-06
fatta adottando una probabilità di superamento e (ATC 1978), rimane alla base del metodo
una vita di riferimento diverse fra i vari codici. probabilistico tutt’oggi, anche se le stime di
Storicamente, ispirandosi all’approccio perdita contenute nel documento sono basate
americano, la stessa probabilità di superamento interamente su giudizio esperto piuttosto che sulla
del 10% in 50 anni è stata utilizzata quasi modellazione (Bommer & Pinho 2006).
ovunque come riferimento per la progettazione di Usualmente, la ripartizione del costo
edifici ordinari, senza una chiara razionalità complessivo di un edificio moderno si compone
basata sull’analisi dei rischi e indipendentemente di un: 8-18% per i componenti strutturali, 48-62%
dalle differenze con gli Stati Uniti in termini di per i componenti non strutturali e 20-44% per il
sismicità, pratiche di costruzione e prosperità contenuto (Miranda & Aslani 2003).
economica (Bommer & Pinho 2006). Questi L’ottimizzazione dei costi utilizzando un valore
valori di scuotimento del suolo, come ci si poteva probabilistico del moto del suolo, cioè un suo
attendere dalla loro natura probabilistica, sono valore ridotto rispetto al massimo possibile a
stati ripetutamente superati nelle registrazioni di causa della “rarità” di tale evento, sembra quindi
eventi reali come documentato da Kossobokov & irragionevole quando si va a valutare la
Nekrasova (2012). Queste osservazioni e altre prevenzione del collasso almeno per tre motivi:
considerazioni ingegneristiche hanno portato, in 1. la “rarità” di un evento non esclude che
alcuni paesi (ad esempio negli Stati Uniti), ad una questo possa verificarsi nel periodo di vita
riduzione del valore della probabilità di dell’edificio;
superamento, portandola dal 10% al 2% in 50 2. i vantaggi (riduzione dei costi) dovuti ad
anni. Anche in questo caso è importante notare una riduzione probabilistica delle
che “in parte, il 2%/50 anni è stato selezionato accelerazioni sismiche si ripercuotono
perché USGS aveva già prodotto mappe per solo su una piccola percentuale del costo
questo livello di pericolosità” (BSSC 2015). complessivo (quello strutturale);
Il contributo principale allo sviluppo
3. non si prendono in considerazione i costi
dell’approccio prestazionale alla progettazione
sismica è stato invece fornito dal documento di ripristino post-terremoto.
Vision 2000 (SEAOC 1995). Questo documento In effetti, i recenti terremoti hanno dimostrato
definisce una serie di prestazioni (in termini di che un approccio prestazionale basato
danno accettabile) che un edificio dovrebbe interamente su un input sismico probabilistico
garantire al verificarsi di diversi livelli non è affidabile e non è economicamente
dell’azione sismica. Questi livelli di prestazione, conveniente. Per esempio, gli spettri di risposta in
comunemente chiamati stati limite, sono di solito accelerazione prescritti dal codice sismico della
definiti come Stato Limite di: Operatività (SLO), Nuova Zelanda e corrispondenti ad un “tempo di
Danno (SLD), salvaguardia della Vita (SLV) e ritorno medio” di 2475 anni sono stati superati
prevenzione del Collasso (SLC). A tali stati limite dalla registrazione del terremoto di Christchurch
vennero associati i “periodi di ritorno” (Nuova Zelanda, 22 febbraio 2011, Mw=6.2) che
rispettivamente di 43, 72, 475 e 970 anni che ha causato 181 morti. È stato stimato che almeno
corrispondono ad una probabilità di superamento 900 edifici nel quartiere commerciale e oltre
del 69%, 50%, 10% e del 5% in un intervallo di 10.000 case siano stati demoliti. Il costo di
50 anni. Anche in questo caso la scelta di tali riparazione/ricostruzione è stato stimato in circa
“periodi di ritorno” è stata fatta arbitrariamente 15-20 miliardi di dollari, il più alto costo mai
dagli autori del documento e non è mai stata causato da un terremoto in Nuova Zelanda
motivata (Bommer & Pinho 2006). È inoltre (Kaiser et al. 2012). Dal punto di vista
importante notare che il documento Vision 2000 probabilistico la zona di Christchurch era
era pensato per l’analisi prestazionale di edifici classificata a “basso rischio sismico”, tuttavia era

SG04-6
noto che la città fosse già stata colpita in passato 3 APPROCCIO PRESTAZIONALE
da eventi con magnitudo stimata superiore a 6 PROPOSTO
(Pettinga et. al. 2001).
L’Italia, un paese sismico ma con magnitudo Un approccio prestazionale alla progettazione
massime relativamente basse, ha speso dal 1944 sismica dovrebbe mirare a costruire un sistema
al 2012 quasi 181 miliardi di euro, solo in fondi “resiliente” agli eventi sismici. Un sistema
pubblici, a causa dei terremoti (CRESME 2012). resiliente ai terremoti è un sistema avente le
Gli eventi che hanno colpito il centro Italia fra seguenti caratteristiche (Bruneau et al. 2003):
l’agosto e l’ottobre 2016, pur avendo magnitudo 1. ridotte probabilità di collasso;
inferiori alle massime riportate nei cataloghi 2. ridotte conseguenze dovute al collasso, in
storici per la stessa area, hanno fatto registrare termini di vite perdute, danni, perdite
accelerazioni spettrali molto più elevate di quelle economiche e disagi sociali;
associate ad un “periodo di ritorno medio” di 3. ridotto tempo di recupero (ripristino di un
2475 anni fornite dalle NTC08. Al contrario determinato sistema o insieme di sistemi
metodi di stima basati sulle massime magnitudo al loro livello “normale” di prestazione).
attese hanno previsto accelerazioni del tutto La scelta del livello di scuotimento del suolo, e
comparabili a quelle registrate (Fasan et al. 2016). quindi del metodo di valutazione della
Questi esempi dimostrano come la definizione pericolosità sismica, diventa una questione di
probabilistica standard dell’input sismico, di sicurezza pubblica quando viene applicata alla
fatto, escluda dalla progettazione tradizionale progettazione strutturale. Quando si parla di forti
l’effetto degli eventi rari benché possibili. terremoti, l’argomento “rarità” (cioè pensare che
Sembra chiaro che l’affermazione del comitato sia troppo costoso progettare per tali azioni) non è
ATC-06 “considerando il significativo costo di accettabile per la sicurezza pubblica, perché tali
una struttura progettata per eventi estremi, non è eventi sono sporadici e possono quindi verificarsi
desiderabile richiedere tale progettazione a meno in qualsiasi momento (ad esempio gli eventi
che non vi sia una probabilità significativa che accaduti in Italia centrale nel 2016). Il modo
tale evento estremo possa verificarsi” non è più migliore per ridurre le potenziali perdite
accettabile ai giorni nostri. Il progresso delle provocate dai terremoti è quello di costruire
conoscenze ingegneristiche e delle nuove comunità sismo-resilienti, che inevitabilmente si
tecnologie, come l’uso dell’isolamento sismico traduce nella progettazione o nella
e/o di sistemi dissipativi, rendono questa ristrutturazione di edifici al fine di resistere a
affermazione non più vera. Una dimostrazione è terremoti di elevata intensità.
data nel caso studio riportato in Sezione 4. Nel valutare lo stato limite di prevenzione del
Se il metodo probabilistico fosse affidabile, un collasso, viene trattata una situazione che
livello “sicuro” di accelerazione sismica si potrebbe comportare la perdita della struttura.
potrebbe calcolare facendo tendere a zero la Dato che uno strutturista non può controllare il
probabilità di superamento PEY. Tuttavia, le fenomeno sismico (finora nessuno può sapere con
evidenze dimostrano che un elevato aumento del precisione quando e dove avrà luogo un
“periodo di ritorno medio” PR produce valori terremoto), ma può governare le prestazioni
irragionevolmente elevati (fisicamente dell’edificio attraverso la procedura di
impossibili) di accelerazioni sismiche, in progettazione, il minimo che può fare è utilizzare
particolare nelle aree a bassa sismicità (Andrews la massima azione sismica plausibile ad un sito
et al. 2007). per progettare o adeguare un edificio. Una
Ne deriva quindi la necessità, adottando il procedura per trovare tale livello di input sismico,
metodo probabilistico standard, di fondare la chiamato Maximum Credible Seismic Input
progettazione degli edifici su scelte arbitrarie (i.e. (MCSI), è stata proposta da Fasan et al. (2015,
vita di riferimento e probabilità di superamento). 2016, 2017) ed è basata sull’utilizzo
Alla luce di quanto esposto, al fine di dell’approccio Neo-Deterministico per la
prevenire il collasso delle strutture anche sotto i valutazione della pericolosità sismica (NDSHA)
massimi eventi sismici plausibili è necessario proposto da Panza et al. (2001, 2012).
rivedere l’attuale approccio in particolare per NDSHA è un metodo multi-scenario che stima
quanto riguarda la definizione dell’input sismico. l’input sismico in un sito attraverso una
Un possibile alternativa è suggerita in Sezione 3. simulazione fisica del fenomeno sismico a partire
dalla massime magnitudo fisicamente plausibili.
Si basa sulla modellazione della propagazione
delle onde sismiche a partire dalla conoscenza
delle sorgenti e delle proprietà strutturali della

SG04-7
Terra. Inoltre, a scala locale, NDSHA è in grado essere in grado di ricevere e curare i feriti: è
di riprodurre la complessità del processo di ragionevole accettare che possa essere
rottura, nonché gli effetti di sito e topografici. I impraticabile dopo un evento sismico? Come
principali passi seguiti dal metodo possono essere principio generale, sarebbe necessario utilizzare
sintetizzati come segue: un “limite superiore” dell’accelerazione sismica
1. identificazione e caratterizzazione delle per valutare tutte le prestazioni strutturali
sorgenti sismiche; associate al più elevato livello di danno
2. calcolo dei sismogrammi sintetici; ammissibile per l’edificio oggetto di
3. estrazione dei parametri sismici rilevanti progettazione (ad es. prevenzione del collasso per
ai fini della pericolosità del sito. gli edifici ordinari o stato limite di operatività per
NDSHA è un metodo flessibile che può gli ospedali).
facilmente prendere in considerazione tutte le I livelli di prestazione strutturale dipendono
informazioni disponibili fornite dai più aggiornati dal livello di danno (solitamente definito in
database sismologici, geologici, geofisici e termini di spostamento di interpiano o di
geotecnici per il sito di interesse (Panza & rotazione plastica alla corda) che si accetta possa
Peresan 2016). verificarsi negli elementi di un edificio quando
MCSI mira a definire un input sismico di sono sottoposti ad una determinata azione
progettazione affidabile ed efficace. Esso è quindi sismica. Mentre lo stato limite di prevenzione del
calcolato individuando tutte le sorgenti che collasso (SLC) si riferisce ad un fenomeno fisico
possono interessare il sito di interesse. Ad ognuna specifico e quindi può essere riconoscibile
di queste sorgenti viene assegnata la magnitudo (collasso), le altre prestazioni rappresentano
massima plausibile utilizzando, in aree in cui esclusivamente uno stato convenzionale di danno.
mancano le informazioni sulle faglie, dati storici Alla luce delle considerazioni fatte finora si
e geomorfologici. L’utilizzare diverse sorgenti, e propone di individuare, in base all’importanza
quindi diversi scenari, consente di considerare della struttura, un livello di prestazione target
l’incertezza sulla futura localizzazione del sisma. (Target Performance Level - TPL) corrispondente
Inoltre, la variabilità intrinseca per uno stesso al più alto livello di danno accettabile per
scenario (i.e. eventi con stessa magnitudo e l’edificio in esame. L’adempimento di tale
distanza possono causare al sito parametri prestazione viene controllato utilizzando l’MCSI.
caratteristici del moto del suolo molto diversi fra In questo modo l’input sismico utilizzato per
loro) è presa in considerazione simulando diversi controllare il TPL diventa indipendente dalla
processi del fenomeno di rottura in termini di scelta della “vita media di riferimento” e dalla
caratteristiche cinematiche, quali ad es. probabilità di superamento. A rigore, anche la
direttività, velocità di rottura e distribuzione dello scelta di associare MCSI con TPL è arbitraria,
scorrimento sul piano di faglia. visto che richiede un giudizio ingegneristico nella
Una descrizione completa sulla procedura decisione e nella valutazione del TPL. Inoltre,
seguita per il calcolo di MCSI si può trovare in anche la definizione di MCSI è influenzata da
Fasan et al. (2016) e Fasan (2017). incertezze che sono solo in parte considerate
L’approccio prestazionale proposto nel seguito utilizzando un percentile delle simulazioni
mira ad affrontare i seguenti fatti, evidenziati NDSHA (è per questo che MCSI è chiamato
dall’analisi dei fenomeni sismici: “Credibile” in quanto rappresenta solo la
1. qualsiasi struttura in un determinato sito, “migliore stima” di ciò che si può aspettare in un
indipendentemente dalla sua importanza, è sito nel caso in cui si verifichi un sisma di
magnitudo pari alla massima plausibile). Tuttavia,
soggetta allo stesso scuotimento del suolo
poiché per tutte le strutture viene garantita
a seguito di un dato terremoto;
almeno la prevenzione del collasso sotto l’effetto
2. è impossibile determinare con precisione di MCSI, questa scelta arbitraria può solo
quando si verificherà un terremoto di aumentare la sicurezza rispetto a tale stato limite
determinata intensità/magnitudo; e non ridurla. Una volta scelto il TPL, i livelli di
3. non sono disponibili dati sufficienti a prestazioni che comportano una minore
stilare statistiche affidabili sull’occorrenza percentuale di danno assumono un’importanza
degli eventi sismici rilevanti. minore in termini di potenziali conseguenze
La definizione del livello di moto del suolo da negative. Questi livelli di prestazione pertanto
utilizzare per verificare se un livello di danno è sono definiti livelli di prestazione inferiori
stato raggiunto è un passo cruciale. Si immagini (Lower Performance Levels - LPLs). Per
di progettare un edificio di importanza strategica, definizione di LPL, è accettabile che essi possano
come un ospedale che, in caso di terremoto, deve essere superati durante la vita della struttura,

SG04-8
poiché comportano danni minori rispetto al TPL. risposta MCSI può essere associato (questo è solo
Di conseguenza, gli spettri di risposta in un suggerimento) con il livello SLC. Poiché i
accelerazione a loro associati devono essere fattori di struttura q suggeriti dai codici (es.
inferiori a MCSI (che dovrebbe rappresentare un NTC08 o ASCE 7-10) sono di solito correlati con
ragionevole limite superiore) e, data la il controllo dello stato limite di salvaguardia della
convenzionalità di questa procedura, la loro scelta vita, ciò significa che un fattore di struttura
è completamente arbitraria e quindi non unica. In superiore potrebbe essere utilizzato per verificare
prima approssimazione, l’uso di valori il livello di prevenzione del collasso (perché
probabilistici può essere accettabile da un punto coinvolge una percentuale più elevata di danno).
di vista ingegneristico anche se si basa sul
concetto fuorviante di “periodo di ritorno medio”.
In alternativa, e altrettanto arbitrariamente, tali
livelli potrebbero essere definiti come una
frazione dello spettro di risposta MCSI (ad
esempio 2/3 di MCSI per il sisma moderato e 2/5
di MCSI per sisma debole). La procedura
proposta, riassunta in Figura 2 in cui si
propongono due valori come esempio, può essere
sintetizzata come segue:
1. identificazione della categoria di rischio
dell’edificio (ad es. struttura ordinaria,
Figura 2. Prestazioni accettabili proposte
edificio strategico o edificio pericoloso);
2. scelta del livello di prestazione target Tale incremento potrebbe variare tra 1,2÷1,3
(TPL) associato allo spettro di risposta (o volte i fattori di comportamento standard. Questi
al set di accelerogrammi) MCSI; valori sono coerenti con l’approccio seguito in
3. scelta dei livelli di prestazione inferiori ASCE 7-10 in cui il terremoto di progetto è
(LPL) e dei relativi input sismici. impostato pari a 2/3 di MCER (2% in 50 anni),
Secondo questa procedura, un edificio vale a dire un q pari a 1,5 volte quello standard.
residenziale dovrebbe essere progettato alla La discussione svolta fino ad ora si è concentrata
prevenzione del collasso utilizzando MCSI, principalmente sulla progettazione di nuovi
mentre gli stati limiti SLV e SLD possono essere edifici, tuttavia le stesse considerazioni fatte si
verificati utilizzando un input sismico ridotto. Un possono applicare anche alle strutture esistenti.
edificio strategico potrebbe invece essere Pertanto, un progetto di adeguamento dovrebbe
progettato utilizzando MCSI per verificare lo essere basato su un’analisi condotta usando un
stato limite di salvaguardia della vita, mentre gli livello di input sismico pari a MCSI, almeno per
stati limite SLD e SLO sarebbero valutati con un valutare il divario fra le prestazioni richieste e le
valore inferiore dell’azione sismica. Seguendo prestazioni attese della struttura esistente.
tale procedura l’importanza della struttura è presa
in considerazione esclusivamente aumentando o 4 CASO STUDIO
diminuendo il livello massimo ammissibile di
danno, mantenendo invece inalterata l’azione In questa sezione viene proposto un caso
sismica che diventa indipendente dalla scelta studio in cui un edificio residenziale multipiano
della “vita media di riferimento” e dalla in c.a. viene progettato secondo diverse strategie
“probabilità di superamento”, che come visto legate alla definizione dell’azione simica e alla
nella Sezione 2 sono soglie impostate piuttosto tipologia strutturale. In particolare vengono
arbitrariamente. Vale la pena fare osservare che analizzate le differenze in termini di sollecitazioni
lo spettro di risposta MCSI certamente e costi fra quattro diversi modelli:
rappresenta un limite inferiore del peggior 1. edificio a base fissa progettato secondo
possibile caso coerente con le conoscenze attuali. NTC08 (NTC B.F.);
Pertanto, la procedura proposta nella Figura 2 2. edificio a base fissa progettato secondo
dovrebbe essere intesa come prestazione minima quanto esposto in Sezione 3 (MCSI B.F.);
accettabile. 3. edificio isolato progettato secondo NTC08
È evidente che la procedura proposta (NTC B.I.);
rappresenta in qualche modo un inasprimento dei 4. edificio isolato progettato secondo quanto
criteri di progettazione. Tuttavia, se si tratta la esposto in Sezione 3 (MCSI B.I.).
progettazione di edifici residenziali, lo spettro di

SG04-9
La pianta dell’edifico analizzato è stata estratta procedura proposta in Sezione 3, per edifici
da Brancati (2010) ed è raffigurata in Figura 3. La residenziali esso è associato alla verifica di
struttura consta di quattro livelli abitabili più il prevenzione del collasso e, quindi, ad un livello
pian terreno adibito a rimessa. L’edificio risulta di danno maggiore rispetto a quello associato ai
regolare in altezza, con altezza di interpiano pari fattori di struttura proposti dalla norma.
a 3,20 m per un totale di 16,00; la struttura risulta
invece irregolare in pianta, dove mostra una
geometria a “T”.

a)

Figura 3. Piano tipo dell’edificio analizzato


Per il calcestruzzo si è scelto di utilizzare una
classe C28/35, mentre per l’acciaio la classe
B450C. La struttura è stata progettata b)
ipotizzandola situata a Norcia. Questo è stato Figura 4. Confronto fra spettri di norma (NTC08), MCSI e
registrazione dell’evento del 30/10/2016 (Mw=6.5, stazione
fatto in quanto la città è stata fortemente colpita di Norcia (NRC)): a) Accelerazione; b) Spostamento
dal sisma del passato 30 ottobre 2016. In Figura 4
sono raffigurati i confronti fra gli spettri di Per quanto riguarda il sistema di isolamento si
risposta (in accelerazione e spostamento) di è scelta una combinazione di dispositivi a
norma NTC08, MCSI (banda grigia che va dal scorrimento multidirezionali VASOFLON e
50° al 95° percentile, calcolato prima dell’evento) isolatori elastomerici SI-N 600/176 con
e della registrazione di Norcia dell’evento del 30 smorzamento equivalente pari al 15%, entrambi
ottobre 2016 (vedasi Fasan et al. 2016). Si nota prodotti dalla ditta FIP industriale; in questo caso
come le accelerazioni fornite dalla norma per i q è assunto pari ad uno.
periodi di maggiore interesse strutturale (0-2s) La configurazione in pianta del sistema di isolamento è
visibile in
siano decisamente inferiori, anche per un
“periodo di ritorno” di 2475 anni, rispetto a quelle Figura 5. Tale configurazione mira a far
effettivamente registrate. MCSI al contrario coincidere il centro di massa dell’impalcato con il
fornisce accelerazioni spettrali del tutto centro di rigidezza del sistema di isolamento. La
comparabili. struttura a base fissa presenta un modo principale
La progettazione della struttura è stata eseguita di vibrare in direzione Y di 0,72s e secondo X di
in modo da minimizzare i rapporti di verifica in 0,57s mentre per quella a base isolata il periodo è
tutte e quattro le combinazioni al fine di renderla pari a 2,57s in entrambe le direzioni.
il più economica possibile. Le sezioni degli In Figura 6 è invece riportato il confronto fra
elementi strutturali sono le medesime a parità di gli spettri di elastici di norma e MCSI adottato
tipologia strutturale (i.e. a base fissa o isolata), nella progettazione (95° percentile) dove si può
mentre cambia il quantitativo di armatura notare come il sistema di isolamento permetta, in
longitudinale e a taglio. La geometria strutturale è questo caso, di minimizzare le differenze fra
stata definita in modo da rendere traslazionali i progettazione con MCSI e tradizionale (secondo
modi principali nelle due direzioni ortogonali in norma), di fatto portando alla progettazione dello
pianta. Il fattore di struttura adottato per l’edificio stesso sistema di isolamento.
a base fissa è pari a 3,45 nel caso di progettazione
secondo norma. Nel caso di progettazione con
MCSI q è stato invece portato a 4,48 (3,45 +
30%) in ragione del fatto che, secondo la

SG04-10
configurazione la quantità di calcestruzzo rimane
inalterata. La quantità di acciaio invece,
conseguentemente all’applicazione della
procedura proposta, aumenta del 42% nel caso di
progettazione a base fissa e del 37% nel caso di
progettazione con isolamento.
Tabella 4. Computo metrico materiali
Base fissa
NTC MCSI
cls [m3] acc [kg] cls [m3] acc [kg]
Figura 5. Configurazione dei dispositivi di isolamento Travi 169 30182 169 41203
Pilastri 115 15976 115 25031
Setti 39 3440 39 4286
TOT. 323 49598 323 70520
Base Isolata
NTC MCSI
cls [m3] acc [kg] cls [m3] acc [kg]
Travi 152 12413 152 16395
Pilastri 74 10896 74 19499
Setti 22 2147 22 2203
Baggioli 47 19672 47 24281
Figura 6. Spettri elastici utilizzati nell’analisi Pulvino 17 3908 17 4651
TOT. 312 49036 312 67030
In particolare, considerando le accelerazioni
n° isolatori 12 12
spettrali elastiche corrispondenti al primo modo
di vibrare, si passa da un incremento di n° scivolatori 18 18
accelerazione di circa il 70% nel caso di struttura
a base a fissa (confronto SLV – MCSI) ad un Per la determinazione dei prezzi unitari si è
incremento di circa il 17% nel caso di struttura fatto riferimento al “Prezzario Regionale della
isolata (confronto SLC – MCSI, dato che il Regione Umbria” per i Lavori Pubblici
sistema di isolamento è verificato con lo spettro aggiornato all’anno 2016; per quanto riguarda i
di collasso). Nel caso di struttura a base fissa tali costi dei dispositivi di isolamento, non avendo a
differenze si assottigliano ad un 34% passando disposizione un prezzario di base della ditta
alle accelerazioni di progetto, avendo adottato un produttrice, si è fatto riferimento al “Prezzario
fattore di struttura maggiore nel caso di utilizzo di Regionale della Regione Abruzzo”, aggiornato
MCSI. Le differenze in termini di sollecitazioni anche questo al 2016. I costi assunti per le varie
fra i vari casi sono elencate in Tabella 3. voci considerate sono elencati in Tabella 5.
Tabella 3. Incremento percentuale delle sollecitazioni Tabella 5. Costi unitari materiali (compresa manodopera)
MCSI rispetto a NTC. Cls C28/35 [€/mc] 138.60
Base fissa Base Isolata Barre B450C [€/Kg] 1.58
Δmin Δmax Δmin Δmax Isolatori [€/cad] 679.81
Travi principali 41% 67% 20% 75% Scivolatori [€/cad] 1 972.90
Travi secondarie 5% 56% 5% 50%
Pilastri di bordo 30% 105% 25% 100% I costi strutturali associati a ciascun caso
Pilastri interni 40% 105% 49% 57% trattato sono riportati in Tabella 6 dove è riportato
Setti 50% 100% 5% 45% pure l’incremento di spesa, rispetto alla soluzione
più economica, associata alla diverse strategie di
Al fine di valutare la variazione di costo si è progettazione. Ovviamente, la configurazione più
considerata esclusivamente la differenza in economica risulta essere quella a base fissa
termini di materiali utilizzati, ritenendo ogni altra progettata secondo le indicazioni di norma. La
spesa (e.g. casseratura ecc…) equivalente fra le più costosa è invece la configurazione a base
varie configurazioni. In Tabella 4 è riportato il isolata progettata utilizzando MCSI. Adottando
computo metrico dei materiali impiegati nei 4 una progettazione tradizionale, l’adozione della
casi. Come detto in precedenza, a parità di procedura proposta in Sezione 3 comporta quindi

SG04-11
un aumento dei costi strutturali di circa il 27% tradizionale (NTC B.F.), di appena il 5-11%.
(MCSI B.F. / NTC B.F.). Tale differenza si Inoltre, sempre rispetto al costo complessivo di
riduce al 17% se si adotta invece una struttura a un edificio progettato secondo la normativa e con
base isolata (MCSI B.I. / NTC B.I). tecniche tradizionali, l’aumento complessivo dei
Tabella 6. Riepilogo costo strutturale e variazione rispetto costi necessario ad assicurare un comportamento
al caso NTC B.F. sostanzialmente elastico della struttura e dei suoi
Costo
componenti non strutturali, in caso di eventi
Caso Δ [€] Δ [%] associate alle massime magnitudo plausibili al
Strutturale
NTC B.F. € 123 004 €0 0% sito, varia dall’11% al 23%.
MCSI B.F. € 156 060 € 33 056 27%
NTC B.I. € 164 418 € 41 414 34%
5 CONCLUSIONI
MCSI B.I. € 192 848 € 69 844 57%
In questo lavoro si è brevemente richiamato
Il costo di costruzione della sola parte l’approccio prestazionale classico alla
strutturale non è però pari al costo complessivo progettazione sismica, analizzandone il suo
della costruzione, bensì è esso stesso una sviluppo storico ed evidenziando l’arbitrarietà e
percentuale minima rispetto al costo complessivo la casualità con cui sono stati determinati valori
dell’intero edificio in cui sono annoverati anche i quali la vita di riferimento e la probabilità di
costi di finiture e impianti. Ipotizzando quindi che superamento. Tali valori hanno un forte impatto
il costo dei componenti strutturali possa essere nella progettazione essendo alla base della
compreso tra i valori limite del 20% e del 40% definizione dell’azione sismica valutata secondo
del costo complessivo della costruzione, un approccio probabilistico; di fatto, essi
considerando come caso di riferimento quello escludono dalla progettazione tradizionale le
della struttura progettata a base fissa secondo accelerazioni simiche legate agli eventi con
l’input sismico normativo (NTC B.F.), si è elevate magnitudo o quanto meno ne mitigano
ricavato il valore in termini di costo delle parti notevolmente l’impatto sullo spettro di progetto.
non strutturali e impiantistiche da sommare al Tale approccio è fondato sulla convinzione,
costo strutturale già riportato in Tabella 6. introdotta a fine anni 70, che “considerando il
Trovato il costo complessivo delle singole significativo costo di una struttura progettata per
costruzioni si sono nuovamente valutate le eventi estremi, non è desiderabile richiedere tale
variazioni in termini percentuali rispetto alla progettazione a meno che non vi sia una
struttura più economica. Tali variazioni sono probabilità significativa che tale evento estremo
elencate in Tabella 7. possa verificarsi”. In questo lavoro è stato
proposto un approccio alternativo, o quanto meno
Tabella 7. Riepilogo costo totale e variazione rispetto al integrativo, a quello tradizionale. Tale approccio
caso NTC B.F (incidenza costo strutturale ipotizzata
variabile dal 20% al 40% del costo complessivo)
è basato su una definizione dell’azione sismica
indipendente dai concetti di vita di riferimento e
Caso Costo complessivo Δ [%] probabilità di superamento e fondata su una
NTC B.F. € 307 510 ÷ 615 020 0% modellazione fisica del fenomeno sismico a
MCSI B.F. € 340 566 ÷ 648 077 5-11% partire dalle massime magnitudo plausibili ad un
NTC B.I. € 348 924 ÷ 656 435 7-13% sito di interesse. Tale input sismico è chiamato
MCSI B.I. € 377 354 ÷ 684 864 11-23% Maximum Credible Seismic Input (MCSI).
L’utilizzo dell’azione sismica così definita è stato
Si può quindi notare come la procedura inquadrato poi in un approccio prestazionale alla
proposta, a fronte di un notevole incremento di progettazione strutturale, imponendo che MCSI
sicurezza, comporti di fatto un incremento sia associato allo stato limite più severo a cui è
complessivo dei costi che varia dal 5% all’11% necessario progettare l’edificio in esame, ad
nel caso si adotti una progettazione tradizionale esempio l’operatività per un ospedale o il collasso
(base fissa). L’incremento di costo associato alla per un edificio residenziale. E’ stato quindi
configurazione isolata alla base e conseguente presentato un caso studio, progettando un edificio
all’adozione delle indicazioni suggerite in secondo quattro strategie diverse in termini di
Sezione 3 è invece dell’ordine del 4-8%. concezione strutturale (base fissa o isolata) e di
Complessivamente risulta quindi che verifica prestazionale (secondo norma o secondo
progettare la struttura per le massime azioni quanto proposto in questo lavoro). Eseguendo
sismiche plausibili al sito in esame comporti un un’analisi dei costi complessivi dei quattro edifici
aumento di costi, rispetto ad una procedura si è riscontrato che per il caso in esame, situato

SG04-12
nel sito di Norcia, l’incremento necessario a BSSC, 2015. NEHRP Recommended Seismic Provisions
progettare la struttura per “eventi estremi” varia for New Buildings and Other Structures (FEMA P-
1050-2). Federal Emergengy Management Agency,
dal 5 al’11%. Inoltre l’incremento di costo Washington, D.C.
necessario ad assicurare un comportamento Cornell, C.A., 1968. Engineering seismic risk analysis.
sostanzialmente elastico della struttura sotto Bulletin of the Seismological Society of America, 58(5),
l’azione di tali “eventi estremi” varia, grazie 1583-1606. doi:10.1016/0167-6105(83)90143-5
all’isolamento sismico, dall’11 al 23%. È chiaro CRESME, 2012- Primo Rapporto ANCE/CRESME – Lo
quindi che le convinzioni su cui è fondato stato del territorio italiano 2012.
C.S.L.P., 2008. Italian Building Code (NTC08). Consiglio
l’attuale impianto normativo non siano più Superiore dei Lavori Pubblici.
considerabili valide ai giorni nostri. Questo anche Fasan, M., 2017. Advanced Seismological And Engineering
considerando esclusivamente i costi di Analysis For Structural Seismic Design. Tesi di
costruzione, trascurando gli impatti economici dottorato, Università Degli Studi di Trieste
post sisma. Si ritiene che quanto proposto, a Fasan, M., Amadio, C., Noè, S., Panza, G.F., Magrin, A.,
Romanelli, F., Vaccari, F., 2015. A new design strategy
fronte di un modesto aumento dei costi, possa based on a deterministic definition of the seismic input
prevenire le ricadute avverse, sia in termini di to overcome the limits of design procedures based on
perdite economiche che di vite umane, dovute al probabilistic approaches. XVI Convegno ANIDIS,
verificarsi di eventi simici catastrofici, L’Aquila, 1–11.
rappresentando un passo avanti nell’approccio Fasan, M., Magrin, A., Amadio, C., Panza, G.F.,
prestazionale alla progettazione sismica degli Romanelli, F., Vaccari, F., 2017. A possible revision of
the current seismic design process. 16th World
edifici. Conference on Earthquake Engineering. Santiago,
Chile, 1–12.
Fasan, M., Magrin, A., Amadio, C., Romanelli, F., Vaccari,
RINGRAZIAMENTI F., Panza, G.F., 2016. A seismological and engineering
perspective on the 2016 Central Italy earthquakes. Int. J.
Si ringrazia il Prof. Giuliano Panza per le of Earthquake and Impact Engineering, 1(3), 395–420.
stimolanti discussioni che hanno contribuito doi:10.1504/IJEIE.2016.10004076
all’evoluzione delle considerazioni contenute in Kaiser, A., Holden, C., Beavan, J., Beetham, D., Benites,
questo lavoro. R., Celentano, A., Collett, D., Cousins, J., Cubrinovski,
M., Dellow, G., Denys, P., Fielding, E., Fry, B.,
Gerstenberger, M., Langridge, R., Massey, C., Motagh,
M., Pondard, N., McVerry, G., Ristau, J., Stirling, M.,
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Spectra 19(4), 733-752. doi:10.1193/1.1623497 Association of California, Sacramento, California.

SG04-13
ANIDIS 2017
PISTOIA

Comparative analysis of benchmark case studies for assessing the reliability of


software packages targeted to the seismic assessment of URM buildings
Serena Cattaria, Daniela Camillettia, Guido Magenesb, Carlo Filippo Manzinib, Paolo Morandib, Enrico Spaconec,
Guido Camatac, Corrado Maranoc, Ivo Caliòd, Bartolomeo Pantòd, Francesco Cannizzarod, Giuseppe Occhipintid,
Bruno Calderonie, Antonio De Lucae, Emilia Angela Cordascoe, Giuseppe Brandonisioe, Antonio Sandolie, Claudia
Casapullae, Francesco Portiolie, Gianmarco De Felicef, Marialaura Malenaf, Guendalina Lasciarreaf

a
Dipartimento di Ingegneria Civile Chimica e Ambientale, Via Montallegro 1, 16145 Genova
b
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura, Via Ferrata 1, 27100 Pavia
c
Dipartimento di Ingegneria e Geologia, Università G. D’Annunzio di Chieti e Pescara, Viale Pindaro 64, 65127 Pescara
d
Dipartimento Ingegneria Civile e Architettura, Via Santa Sofia 64,95123 Catania
e
Dipartimento di strutture per l'Ingegneria e per l'Architettura, P.zzale Tecchio, 80, 80125 Napoli
f
Dipartimento di Ingegneria, via Vito Volterra 62, 00146 Roma.

Keywords: software reliability, benchmark structures, masonry buildings, seismic assessment, nonlinear static
analyses

ABSTRACT
The paper describes a wider research program carried out within ReLUIS III 2014-2018 project – Line Masonry
Structures focused to the definition and analysis of benchmark structures for assessing the reliability of results
obtained from software packages targeted to the seismic assessment of URM buildings. Main objectives of the
research are: to help the engineers in acquiring a proper awareness in the use of such software; and to provide them
effective tools for the critical analysis of the obtained results. To this aim various structural configurations from
very simple to more complex (2D multi-story walls, 3D buildings) benchmark case studies have been designed
varying their geometry and structural details. The increasing complexity is conceived to lead the analysts in
increasing awareness on both the hypotheses which software are based on and the different strategies to interpret
the results. If possible, the results are compared with the analytical solutions, otherwise procedures for checking the
results and defining upper and lower bounds of the expected solution are provided. Each benchmark structure has
been analyzed by the research units involved through various computer programs including general purpose
software packages, programs oriented to the analysis of URM buildings and source codes developed at research
level.

SG04-14
ANIDIS 2017
PISTOIA

Analisi di strutture benchmark per la valutazione dell’affidabilità di codici di


calcolo sismico degli edifici in muratura
Serena Cattaria, Daniela Camillettia, Guido Magenesb, Carlo Filippo Manzinib, Paolo Morandib, Enrico Spaconec,
Guido Camatac, Corrado Maranoc, Ivo Caliòd, Bartolomeo Pantòd, Francesco Cannizzarod, Giuseppe Occhipintid,
Bruno Calderonie, Antonio De Lucae, Emilia Angela Cordascoe, Giuseppe Brandonisioe, Antonio Sandolie, Claudia
Casapullae, Francesco Portiolie, Gianmarco De Felicef, Marialaura Malenaf, Guendalina Lasciarreaf

a
Dipartimento di Ingegneria Civile Chimica e Ambientale, Via Montallegro 1, 16145 Genova
b
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura, Via Ferrata 1, 27100 Pavia
c
Dipartimento di Ingegneria e Geologia, Università G. D’Annunzio di Chieti e Pescara, Viale Pindaro 64, 65127 Pescara
d
Dipartimento Ingegneria Civile e Architettura, Via Santa Sofia 64,95123 Catania
e
Dipartimento di strutture per l'Ingegneria e per l'Architettura, P.zzale Tecchio, 80, 80125 Napoli
f
Dipartimento di Ingegneria, via Vito Volterra 62, 00146 Roma.

Keywords: affidabilità codici di calcolo, edifici in muratura, strutture benchmark, analisi statiche nonlineari

ABSTRACT
L’articolo presenta l’attività svolta in sinergia da varie unità di ricerca coinvolte nel progetto ReLUIS III–Linea
Strutture in Muratura attinente alla definizione e analisi di strutture benchmark per la valutazione dell’affidabilità di
codici di calcolo mirati all’analisi sismica delle costruzioni in muratura. Obiettivi dell’attività sono sensibilizzare i
professionisti ad un uso più consapevole dei software e fornire loro strumenti utili ad analizzare criticamente la qualità
e correttezza delle soluzioni ottenute. A tale scopo sono state ideate delle strutture benchmark a partire da singoli
pannelli murari verticali, poi accoppiati tramite fasce (sistema trilite e parete) fino ad arrivare ad edifici 3D. Ciascun
esempio è proposto parametricamente al variare di molteplici configurazioni costruttive. La crescente complessità
degli esempi è concepita per guidare l’utente nella maturazione di una maggiore consapevolezza delle ipotesi sulle
quali i programmi di calcolo si basano e delle possibili modalità di interpretazione dei risultati. Ove possibile, le
strutture benchmark sono state confrontate con la soluzione analitica di riferimento, viceversa sono state fornite
procedure di controllo dei risultati o stime dell’intervallo di variazione atteso tramite approcci semplificati. Ciascun
esempio è stato analizzato dalle unità di ricerca coinvolte mediante vari codici di calcolo disponibili a livello
scientifico e professionale.

1 INTRODUZIONE (Analisi e verifiche svolte con l’ausilio di codici di


calcolo) pongono l’accento sul tema, facendo
L’articolo presenta l’attività svolta in sinergia
esplicito riferimento al controllo dell’affidabilità e
da varie unità di ricerca coinvolte nel progetto
idoneità del software impiegato nonché al
ReLUIS III – Linea Strutture in Muratura
giudizio motivato di accettabilità dei risultati
attinente alla definizione e analisi di strutture
forniti dal software.
benchmark per la valutazione dell’affidabilità di
In questo contesto, obiettivo finale della ricerca
codici di calcolo mirati all’analisi sismica delle
in corso è produrre dei report scientifici che
costruzioni in muratura.
possano costituire un utile strumento anche in
Il tema è di grande attualità, in conseguenza
ambito professionale per far fronte a quanto
delle ricadute che sempre più hanno le valutazioni
richiesto al §10.2 delle NTC08, nonché
di sicurezza sismica non solo alla scala di singoli
sensibilizzare gli utenti ad un uso più consapevole
edifici ma anche nella pianificazione di politiche
dei software.
di mitigazione operate a più larga scala dalle
L’attività di ricerca è stata organizzata
amministrazioni. Come noto, anche le Norme
Tecniche delle Costruzioni 2008 (NTC08) al §10.2 delineando varie strutture benchmark di crescente

SG04-15
complessità (§2), ciascuna corredata di una di ausilio e supporto ai professionisti in relazione
opportuna scheda di sintesi atta a definire tutti i a diversi fondamentali aspetti della modellazione.
dati di input in modo tale che possano essere La prima struttura proposta è un pannello murario
riproducibili anche da terzi. Le strutture sono poi isolato, per il quale sono state considerate due
state analizzate dalle unità di ricerca coinvolte diverse configurazioni: la prima (SB-1a) in pietra
avvalendosi di diversi software che operano a spacco con fissata geometria al variare delle
nell’ambito di vari approcci di modellazione (§4). condizioni di vincolo (mensola e rotazione
bloccata all’estremo superiore); la seconda (SB-
I dati di input forniti nelle schede sono stati
1b) in mattoni pieni e malta di calce con fissato
concepiti per essere rappresentativi di quelli con
vincolo (rotazione bloccata all’estremo superiore),
cui usualmente operano i professionisti ed al al variare del rapporto di snellezza. In entrambi i
contempo atti ad indirizzare – ove necessario – casi (a e b) sono stati considerati diversi valori del
alcune scelte di modellazione, per ridurre la carico assiale agente in sommità del pannello, al
potenziale dispersione dei risultati e rendere meno fine di esplorare diverse regioni del dominio di
convenzionale il confronto con le soluzioni resistenza. Il caso SB-1b riproduce due pannelli
fornite. Quest’ultima finalità è guidata dalla per i quali sono disponibili i risultati della
volontà di ottimizzare la fase di controllo dei campagna sperimentale, descritta in Anthoine et
risultati, per la quale sono state individuate precise al. (1995), che comprendeva anche prove di
modalità operative (§3). Ove possibile, le strutture caratterizzazione della muratura e dei suoi singoli
benchmark sono state confrontate con soluzioni costituenti.
analitiche di riferimento, viceversa sono
comunque state fornite procedure di controllo dei P"
risultati o stime dell’intervallo di variazione atteso Caso$II)$
I)
2.5$ 1.5$ 2.5$
tramite approcci semplificati. In questa fase della
ricerca, l’attività è stata limitata all’utilizzo dei H
h
II)
software nell’ambito dell’esecuzione di analisi 2.5$ 1.5$ 2.5$

statiche nonlineari, di uso particolarmente diffuso t"


t

l
B" III)
nella pratica soprattutto in relazione alla La$catena$è$posta$a$0.3$m$dalla$

valutazione della sicurezza del costruito esistente. SB-1 SB-2


Singolo pannello Trilite
Riguardo al controllo dell’affidabilità e
idoneità del software impiegato è importante
sottolineare che è responsabilità del
produttore/distributore del software fornirne
l’opportuna documentazione: in questo senso, i
documenti prodotti nell’ambito di ReLUIS non
intendono sostituirsi a tali soggetti. Ciò non toglie,
evidentemente, che fornire esempi quali strutture
SB-34 SB-43
benchmark corredati di tutte le informazioni Edificio monocellula a Parete multipiano
necessarie perché i professionisti li possano 2 piani
riprodurre costituisce uno strumento molto utile Figura 1. Strutture benchmark proposte
per acquisire coscienza: da un lato, delle diverse
ipotesi alla base della modellazione che incidono L’obiettivo dello studio del singolo pannello è
sulla valutazione della sicurezza, inevitabilmente quello di stimolare una maggiore padronanza dei
assunte da ciascun software e spesso diversificate; fattori da cui dipendono i criteri di resistenza
dall’altro, dell’idoneità del software rispetto al proposti nelle NTC08 (quali parametri meccanici
caso specifico che l’utente è chiamato ad di resistenza, sforzo normale, schema statico e
analizzare. snellezza) e delle conseguenti modalità di rottura
Al §5 sono infine illustrati alcuni dei risultati che si attivano nei pannelli murari verticali (di tipo
ottenuti. maschio) cui conseguono diverse capacità di
spostamento ultimo (in relazione alle soglie limite
di drift proposte nelle NTC08).
2 STRUTTURE BENCHMARK PROPOSTE
La seconda struttura proposta è invece un trilite
In Figura 1 sono illustrate sinteticamente le (SB-2) per cui sono state definite tre diverse
strutture benchmark proposte. Le tipologie configurazioni, al variare dell’elemento di
strutturali considerate e le varianti di ognuna di collegamento tra i due maschi murari e della
esse sono state ideate in modo specifico per essere geometria dell’apertura. In particolare, nel caso I)

SG04-16
l’apertura è a tutta altezza e l’accoppiamento fra i
maschi murari è dovuto ad una trave infinitamente
rigida sia flessionalmente che assialmente; nel
caso II) l’apertura è di geometria prefissata e
l’elemento murario di collegamento (fascia) è
considerato in assenza di un elemento resistente a
trazione ad essa accoppiato; infine, nel caso III)
alla fascia è accoppiata una catena. L’analisi di
questa struttura mira a far acquisire una maggiore
consapevolezza del ruolo dello sforzo normale e
della sua variazione nella determinazione della
resistenza dei maschi, degli effetti di interazione
tra elementi di tipo maschio e fascia ed infine degli Figura 2. Idealizzazione in telaio equivalente e
effetti della presenza di un elemento resistente a configurazione geometrica delle pareti di tipo A e B
trazione accoppiato alla fascia, in ragione dei
criteri attualmente proposti nelle NTC08. Anche se evidentemente le strutture proposte
La terza struttura proposta (SB-3) è costituita da difficilmente possono essere considerate
una parete 2D multipiano. La geometria della rappresentative delle strutture reali con le quali il
parete trova ispirazione in una parete interna di un professionista generalmente opera, tali scelte sono
edificio risalente ai primi anni ’50 del secolo motivate dalla volontà di produrre una serie di
scorso sito a Catania, già oggetto di valutazione esempi di crescente complessità che aiutino
nell’ambito del “Progetto Catania” del CNR- l’utente a maturare una piena consapevolezza delle
Gruppo Nazionale per la difesa dai Terremoti ipotesi sulle quali i programmi di calcolo si basano
(Liberatore et al. 2000, Magenes et al. 2000). In e fornire degli strumenti interpretativi per le
questo caso sono state ideate quattro diverse soluzioni che da essi sono forniti. La loro
configurazioni, al variare delle ipotesi sui dettagli semplicità consente di esaminare in dettaglio gli
costruttivi (presenza o meno di cordoli di piano) e effetti di ogni variante introdotta alla scala dei
sulla loro efficacia (simulabile mediante una singoli elementi strutturali; il percorso
diversa lunghezza equivalente dei cordoli).
metodologico di interpretazione dei risultati
L’analisi di questa struttura è mirata a studiare gli
effetti di accoppiamento maschio-fascia in un (meglio descritto al §3) ha poi validità generale
sistema più complesso rispetto al trilite. perché possa essere ripercorso anche in casi più
La quarta struttura benchmark (SB-4) è complessi.
costituita da un edificio monocellula a due piani L’opportunità di disporre, per alcune delle
con solai rigidi, per il quale sono state considerate configurazioni delle strutture esaminate, dei
in totale sette configurazioni, al variare della risultati sperimentali consentirà nei futuri sviluppi
disposizione delle aperture sui quattro lati e degli della ricerca di approfondire l’affidabilità delle
eventuali elementi resistenti a trazione accoppiati soluzioni ottenibili non solo in relazione alle
alle fasce (modellate con e senza elementi assunzioni, talvolta convenzionali, delle normative
resistenti a trazione accoppiati, quali catene o ma anche alla effettiva risposta reale delle
cordoli). In particolare, sono state assemblate in costruzioni in muratura.
vario modo pareti cosiddette di tipo A, B e C, di
cui in Figura 2 è illustrata, per alcune, la
idealizzazione in telaio equivalente adottata nelle 3 CRITERI ADOTTATI PER IL
simulazioni numeriche. CONTROLLO DELL’AFFIDABILITA’
Una delle configurazioni esaminate (tipo A) DEI RISULTATI
riproduce quella detta “door wall” testata nel
laboratorio dell’Università di Pavia nel 1994 Come già chiarito al §1, scopo del presente
nell’ambito di una prova di tipo pseudo-statico studio è quello di fornire al progettista strumenti
ciclica (Calvi e Magenes 1994). Lo scopo analitici ed un percorso metodologico utili sia per
dell’esempio SB-4 è quello di integrare gli verificare l’affidabilità dei risultati forniti dal
approfondimenti sugli effetti di accoppiamento software impiegato sia per effettuare una analisi
maschio-fascia già analizzati con la struttura SB-3 critica in merito alla qualità e alla correttezza della
e di esaminare quelli conseguenti agli effetti di soluzione ottenuta per la specifica struttura
redistribuzione delle azioni in presenza di pareti di esaminata. In questo caso infatti, come
rigidezza diversa o di effetti torsionali. esplicitamente indicato dalle NTC08, è

SG04-17
responsabilità del progettista il compito di variazione al passo del loro taglio
sottoporre i risultati a controlli che ne comprovino resistente;
l’attendibilità. Per questo motivo, per ciascuna 2. l’interazione combinata tra fasce e maschi,
delle strutture benchmark ideate sono stati proposti che implica ad esempio a seguito della
specifici criteri volti ad aiutare il professionista plasticizzazione di queste ultime una
nella fase di controllo dell’affidabilità dei risultati. variazione dello schema statico del
Riguardo alla risposta di singoli pannelli la maschio;
soluzione teorica adottata fa riferimento al 3. il modello resistente e deformativo della
modello esplicitamente indicato nelle NTC 2008 al fascia, del cordolo, della catena e degli
§7.8.1.5.4 che recita: “I pannelli murari possono elementi composti;
essere caratterizzati da un comportamento 4. dalle assunzioni e schematizzazione fatte
bilineare elastico perfettamente plastico, con sugli orizzontamenti: rigidi, semiflessibili,
resistenza equivalente al limite elastico e flessibili;
spostamenti al limite elastico e ultimo definiti per 5. l’ingresso in fase non lineare degli
mezzo della risposta flessionale o a taglio di cui ai elementi, governato da vari fattori che
§ 7.8.2.2 e 7.8.3.2”. rendono non univoca la soluzione, quali i
In ragione di tale assunzione convenzionale, nel parametri che regolano la convergenza
caso delle strutture più semplici (SB-1) è possibile (precisione, numero di sottopassi, numero
individuare una rigorosa soluzione analitica di massimo di iterazioni consentite) e gli
riferimento per valutare l’attendibilità dei risultati algoritmi implementati per operare la
ottenuti: in particolare possono essere svolti correzione non lineare.
controlli nei riguardi del taglio resistente massimo Tutti questi fattori implicano l’impossibilità di
(Vu,e), della rigidezza iniziale (Ke) (e quindi, noto individuare una soluzione analitica rigorosa e
Vu,e, dello spostamento in corrispondenza dello univoca a meno di considerare ipotesi semplificate
snervamento dy,e), dello spostamento ultimo (du,e), e condizioni di vincolo specifiche. Ad esempio,
nonché della coerenza tra taglio resistente nei casi delle strutture SB-3 e SB-4, è stata
massimo e modalità di danno occorsa. sviluppata la soluzione analitica atta a costituire il
Evidentemente, tale idealizzazione del reale limite superiore della soluzione effettiva (almeno
comportamento è convenzionale e non è l’unica in relazione al taglio di base e alla rigidezza),
possibile. Tale scelta è motivata dal fatto che essa nell’ipotesi di telaio shear-type. L’assunzione
costituisce il più comune riferimento a livello semplificata di bloccare le rotazioni a livello di
professionale e che gli approfondimenti piano rende la soluzione indipendente
sull’affidabilità dei diversi criteri di resistenza dall’interazione tra maschi e fasce: in questo caso,
proposti in letteratura per l’interpretazione della infatti, lo schema statico dei maschi è noto a priori
risposta di pannelli murari esula dagli scopi (con punto di flesso a metà altezza dell’elemento).
dell’attività di studio illustrata. Al variare dei Sebbene nei casi più complessi non sia
diversi approcci di modellazione considerati possibile valutare una soluzione così rigorosa, è
(introdotti al §4), la risposta dei pannelli murari comunque possibile adottare: da un lato, controlli
potrà quindi presentare delle differenze rispetto a volti ad evitare errori grossolani, derivanti da un
questa schematizzazione e richiedere lo stabilire di errato inserimento dei parametri del modello nel
leggi di correlazione tra i parametri meccanici su software di calcolo; dall’altro, un percorso
cui si basano i modelli adottati e quelli impiegati metodologico di interpretazione dei risultati.
nei criteri di resistenza proposti nelle NTC08. Riguardo ai primi, sono utili ad esempio
Passando alle strutture più complesse (dal trilite controlli sulla coerenza della massa totale della
in poi) non è più possibile calcolare una univoca e struttura (facilmente valutabile a partire dai dati di
rigorosa soluzione di riferimento per tutte le input) e controlli relativi all’equilibrio tra i pesi
configurazioni proposte, se non computando una totali e la risultante delle reazioni verticali alla
stima dell’intervallo di variazione attesa della base del modello. Riguardo al secondo,
soluzione facendo riferimento ad approcci l’esecuzione delle analisi numeriche sulle strutture
semplificati. benchmark proposte tramite un certo numero di
In questi casi infatti il risultato finale è software da parte delle unità di ricerca coinvolte
influenzato da diversi aspetti: nello studio (§4) con la conferma dei dati a valle di
1. la variazione di sforzo normale agente un processo di controllo qualificato, ha consentito
sugli elementi strutturali, che implica la di definire un intervallo di variazione atteso dei
risultati, con il quale il professionista potrà

SG04-18
confrontarsi quando riproduca gli esempi proposti relativamente ampia, che eventualmente potrà
con il programma da lui impiegato e che potrà essere integrata in futuro, dei diversi metodi tra cui
assumere come primo riferimento per valutare i professionisti possono scegliere. In Tabella 1 è
l’affidabilità della soluzione ottenuta. inoltre chiarita la legenda relativa alle sigle e ai
Sulle strutture più articolate (da SB-2 in poi), il colori associati a ciascun software impiegata nel
confronto dei risultati conseguiti con i diversi seguito nella presentazione di alcuni dei risultati
software è proposto in termini di: sforzo normale conseguiti.
agente nei maschi del piano terra dopo
l’applicazione del peso proprio; curve di capacità
(pushover) globali e di parete; modalità di rottura
predetta dal software; variazione dello sforzo
normale e del taglio alla base nei maschi del piano
terra durante l’analisi.
Il confronto relativo alle curve pushover risulta
di fondamentale importanza, in quanto è sulla base
di tali curve che viene poi effettuata la verifica di
sicurezza nel caso di esecuzione di analisi statiche
non lineari. Per tale ragione, oltre al confronto di
tali curve, è stato proposto anche lo scarto
percentuale delle tre grandezze che ne definiscono
la curva bilineare equivalente (rigidezza KG, Vy,G,
du,G), determinata secondo i principi proposti nelle
NTC08, ossia: per la rigidezza, imponendo il Figura 3. Classificazione delle possibili strategie di
passaggio per il valore del taglio di base pari allo modellazione per edifici in muratura (adattata da
0.7 del massimo; per lo spostamento ultimo, Lagomarsino e Cattari, 2015)
arrestando la curva in corrispondenza del Tabella 1. Strategie di modellazione e numero di software
decadimento del taglio di base del 20%; per il impiegati per l’analisi delle strutture benchmark; colori e
taglio di base a snervamento, imponendo sigle associati a ciascun software
l’eguaglianza delle aree sottese. Lo scarto Approccio N.
percentuale è stato calcolato, per ciascuna delle di software Sigla Col. SB
suddette grandezze, rispetto al valore medio delle modellazione impiegati
stime ottenute da tutti i software impiegati (non Materiale - al
FEM-a 1,2
essendo possibile attribuire un grado di affidabilità 2 FEM- 1,2,3,4
continuo
differenziato a ciascuno). b
Anche gli altri tipi di confronto proposti, più Materiale - al DE-a 1,2
2
discreto DE-b 1,2
puntuali, risultano rilevanti al fine di spiegare le
EF-a 1,2,3,4
ragioni delle differenze riscontrate tra i software.
EF-b 1,2.3,4
Al §5 sono illustrati alcuni dei risultati ottenuti
Per elementi EF-c 1,2,3,4
dall’analisi delle strutture benchmark proposte al
strutturali - al 8 EF-d 1,2,3,4
variare di alcune delle modalità di confronto dei
continuo EF-f 3,4
risultati di cui sopra.
EF-g 3,4
EF-h 3,4
4 STRATEGIE DI MODELLAZIONE EF-e 1,2,3,4
ADOTTATE
Allo stato attuale dello studio, sono stati impiegati
Nell’ambito della modellazione degli edifici in in misura minore software che operano
muratura esistono numerose e diverse strategie nell’ambito degli elementi finiti al continuo e due
possibili, in funzione del tipo di discretizzazione e tipi di modelli al discreto, mentre più ampio spazio
della scala di modellazione adottati (Figura 3). è stato dedicato agli approcci per elementi
Riguardo alla scala, la modellazione può essere strutturali, con particolare riferimento ai modelli a
operata a livello di materiale o di elemento telaio equivalente. In quest’ultimo ambito, sei
strutturale; riguardo alla discretizzazione, i software descrivono la risposta dei pannelli murari
modelli possono essere al continuo oppure al attraverso un legame di tipo trave nonlineare con
discreto. In questo contesto, le strategie di plasticità concentrata (Magenes et al. 2006,
modellazione impiegate in questo progetto Manzini et al. 2006, 3Muri 2016, Lagomarsino et
(Tabella 1) hanno lo scopo di coprire una casistica al. 2013, CSI 2000, Midas Gen 2017,

SG04-19
AEDES.PCM 2016, CDSWin OpenSees 2016, modellazione tale fase di calibrazione è tutt’altro
Spacone e Camata 2007), uno impiega un modello che scontata, in quanto i parametri su cui questi
a fibre (Midas Gen 2016, Spacone et al. 1996) ed modelli si basano possono influenzare diversi
uno una formulazione a macroelemento in cui le aspetti della risposta. Ad esempio, nel caso dei
diverse modalità di rottura sono gestite da diversi modelli al continuo basati su legami di tipo
tipi di molle nonlineari (Caliò et al 2009, Caliò et Smoothed Multi Crack il comportamento a taglio è
al 2012). Nel caso dei modelli al continuo, uno è governato dalla resistenza a trazione del materiale
basato su un legame di tipo Smoothed Multi Crack (assunto come isotropo); il valore attribuito a
(Jefferson 1999, LUSAS 2001) mentre nell’altro la
quest’ultima, tuttavia, influenza inevitabilmente
muratura è descritta attraverso un mezzo continuo,
omogeneo ed anisotropo caratterizzato da domini anche il comportamento a pressoflessione. È
multifalda che richiedono processi di dunque evidente che in questi casi non è possibile
omogeneizzazione a partire dalle proprietà disaccoppiare le due modalità di comportamento e
meccaniche e geometriche di blocchi e giunti (De far sì che quel parametro regoli solamente l’una o
Felice et al. 2010, ABAQUS 2014). I modelli al l’altra. È dunque sconsigliata una calibrazione
discreto impiegati modellano la muratura come troppo spinta, finalizzata ad ottenere una
sistemi a secco di macro e micro blocchi rigidi, con riproduzione perfetta di alcune porzioni limitate
giunti privi di resistenza a trazione ma resistenti del dominio di resistenza, in quanto ciò potrebbe
per attrito secondo la legge di Coulomb (Casapulla portare a risultati incoerenti nell’analisi di strutture
et al. 2013, Portioli et al. 2015); essi si basano più complesse, in cui i pannelli risultino soggetti a
sull’analisi limite dell’equilibrio in piccoli variazioni dello sforzo normale. Inoltre, è
spostamenti e consentono soltanto di stimare il opportuno stimare la sensibilità della risposta
taglio resistente, escludendo considerazioni sulla strutturale a parametri quali, ad esempio, l’energia
rigidezza e la capacità di spostamento ultima. di frattura. Nel caso dei modelli al discreto, sono
Questa diversa distribuzione dei software state eseguite analisi parametriche al fine di
impiegati per le analisi riflette il fatto che i modelli ottimizzare la calibrazione al variare del numero
a telaio equivalente, essendo esplicitamente citati dei filari, del rapporto dimensionale del blocco
dai codici normativi a livello nazionale ed (dato non assegnato) e del coefficiente di attrito.
internazionale ed essendo caratterizzati da un Alla luce di questi aspetti, non è possibile
onere computazionale inferiore rispetto ad altri definire un percorso metodologico univoco, in
metodi (ad esempio rispetto ai modelli ad elementi quanto il processo di calibrazione è ovviamente
finiti), godono di una maggiore diffusione nella strettamente legato al legame costitutivo
pratica professionale. Peraltro, operando alla scala impiegato; è comunque utile sottoporre
di elemento strutturale, in molti casi nella all’attenzione del professionista la necessità di
modellazione a telaio equivalente il calcolo del effettuare prove e calibrazioni alla scala in cui è
taglio resistente è eseguito direttamente mediante i più facile capire l’influenza e il significato dei vari
criteri di resistenza convenzionali proposti nelle parametri in gioco, ossia quella del singolo
norme; nel caso particolare della normativa pannello.
italiana, questo presuppone che i parametri
meccanici che tipicamente è necessario fornire in
input siano quelli proposti nella Circolare 617 5 DISCUSSIONE DEI RISULTATI
(MIT 2009), non richiedendo quindi calibrazioni
ad hoc dei modelli. 5.1 Risultati preliminari relativi agli esempi
Viceversa, nel caso dei modelli al continuo ed SB-1 e SB-2
al discreto, è necessaria una fase preliminare volta In questo paragrafo sono presentati alcuni dei
a definire leggi di correlazione tra i parametri risultati ottenuti nel caso delle strutture benchmark
meccanici su cui si basano le leggi costitutive SB-1 e SB-2.
impiegate e quelli previsti dai criteri di resistenza La Figura 4 illustra, per la struttura SB-1a, il
proposti nelle NTC08. confronto in termini di scarto percentuale del
È evidente dunque che anche l’analisi del taglio resistente computato dai software (Vu,e)
singolo pannello, anche se apparentemente banale, rispetto alla stima della resistenza ottenuta come
è in realtà utile in quanto rappresenta il primo minimo tra l’espressione proposta nella Circolare
passo da affrontare per capire quali ripercussioni 617 (2009) al §C.8.7.1.5., per interpretare la
abbiano i parametri assunti sulla risposta modalità di rottura per taglio diagonale, e quella
strutturale. Si osserva che per alcune tecniche di

SG04-20
proposta nelle NTC08 al §7.8.2.2.1., per la softening. Per questa ragione in Figura 4 in alcuni
pressoflessione. casi, a parità di modello, sono riportati due
Il pannello ha geometria pari a 2.5 (larghezza) risultati: uno che si riferisce al valore massimo del
x 2.5 (altezza) x 0.5 (spessore) m3 ed è taglio resistente stimato ed uno (contrassegnato
caratterizzato da una resistenza a taglio 0 ed a con *) che si riferisce al valore di Vu,e ottenuto
compressione fm rispettivamente pari a 0.065 MPa dalla conversione della curva originaria in
e 3.2 MPa (valori da ridurre mediante il fattore di bilineare equivalente. Analoghi risultati sono stati
confidenza, pari a 1.2 in base al livello di ottenuti nelle altre configurazioni di tipo SB-1.
conoscenza assunto). I risultati si riferiscono alla La struttura SB-2 nasce dall’assemblaggio di due
condizione di vincolo di semplice incastro alla maschi murari analoghi per materiale e geometria
base (mensola), al variare del livello di a quello analizzato attraverso la SB-1a e soggetti
compressione agente, risultante dall’applicazione ad un carico in sommità pari a 160 kN. Al variare
di un carico assiale P in sommità cui corrisponde del grado di collegamento fornito dall’elemento
l’attivazione di un meccanismo di rottura a strutturale che li accoppia, fattore parametrico
pressoflessione (per P=160 kN) ed a taglio (per investigato tramite la SB-2, lo schema statico dei
P=400 e 600 KN). pannelli varia passando:
- da una situazione prossima a quella di
incastro perfetto (con punto di flesso circa
a metà del pannello, H0=H/2), nel caso in
cui siano accoppiati mediante un elemento
infinitamente rigido (caso I);
- a quella analoga alla mensola, nel caso in
cui siano accoppiati attraverso una fascia
“debole” (caso II);
- ad una condizione intermedia fra le
precedenti, in caso di fascia accoppiata ad
una catena (caso III).
La definizione di fascia “debole” deriva dal fatto
che in assenza di elementi resistenti a trazione
accoppiati alla fascia, il taglio ultimo di
Figura 4. Confronto dei risultati della SB-1 in termini di quest’ultima risulta molto basso o addirittura nullo
scarto percentuale sul taglio ultimo calcolato secondo i (nel caso in cui si assumano i criteri proposti nelle
criteri delle NTC08 (Vu,NTC08) nella condizione di vincolo di
mensola (m) al variare di tre gradi di compressione agenti NTC08 per valore di sforzo assiale non noto), con
una prevalenza del meccanismo di rottura per
Si evidenzia un’esatta corrispondenza fra la pressoflessione.
soluzione analitica e quella numerica nella In ragione del diverso grado di accoppiamento
maggior parte dei modelli per elementi strutturali offerto dall’elemento di collegamento, anche lo
(in particolare, per quelli nei quali i pannelli sono sforzo normale agente nei due pannelli verticali
descritti da un legame a trave nonlineare subirà variazioni più o meno significative rispetto
bilineare), mentre nel caso dei programmi che al valore iniziale conseguente all’applicazione dei
operano al continuo o al discreto si rilevano carichi verticali. Tale variazione consegue
differenze anche superiori al 20%. Tali differenze all’applicazione dell’azione orizzontale che
riflettono le considerazioni già esposte al §4, produce un incremento di sforzo normale nel
relative alla calibrazione dei parametri meccanici maschio “sottovento” ed un decremento in quello
su cui tali legami si basano e la scelta o “sopravento”. Nel caso di debole o nullo
accoppiamento tra i due pannelli verticali la
l’impossibilità di ottenere un “best fitting” con le
variazione di sforzo normale risulta nulla o
previsioni fornite dai criteri di resistenza adottati
trascurabile; nel caso, viceversa, in cui essi
nelle NTC08. Peraltro, in questi casi è evidente che risultino fortemente accoppiati può essere
anche l’andamento della risposta del pannello è significativa. Conoscendo dunque il valore di
più articolata rispetto alla schematizzazione sforzo normale iniziale agente sui due pannelli e il
convenzionale di legame bilineare proposto nelle suo intervallo di variazione massimo atteso è
NTC08, con un degrado progressivo della possibile ottenere, considerando il dominio di
rigidezza, il raggiungimento di un picco di resistenza dei pannelli, la loro modalità di rottura
resistenza poi seguito infine da una fase di attesa (ed il corrispondente valore del taglio

SG04-21
ultimo), come illustrato in Figura 5, che può 300
passare da quella per pressoflessione a quella SB-2II
250
taglio, a seconda delle configurazioni.
400" 200
350"

V [kN]
300" 150

250"
V"[kN]"

100
200"
150" 50
PF- H0=H
100"
PF- H0=H/2 0
50" TD
0.000 0.002 0.004 0.006 0.008 0.010 0.012 0.014 0.016 0.018
0"
0" 250" 500" 750" d [m]
N" FEM-a FEM-b DE-a DE-b EF-a
Figura 5. Dominio di resistenza del maschio della struttura EF-b EF-c EF-d EF-e
SB-1A: la linea verticale nera corrisponde allo sforzo
Figura 6. Curve pushover a confronto ottenute nel caso della
normale agente (comprensivo per peso proprio); quelle
struttura SB-2II
grigie alla variazione attesa dello sforzo normale. TD =
Taglio diagonale; TS =Taglio scorrimento; PF= In merito alla Figura 6, si osserva come i
pressoflessione modelli a telaio equivalente presentino un
La Figura 6 illustra il confronto tra le curve sostanziale accordo dei risultati nella maggior
pushover ottenute al variare dei software parte dei casi rispetto a tutte le grandezze
considerati. Come già precisato al §4, nel caso dei monitorate. Nel caso dei modelli al continuo, del
modelli al discreto è fornita una stima solo in modello a fibre e del modello per macroelementi
termini di taglio di base. con link nonlineari, si osserva invece un meno
La Figura 7 illustra invece il confronto nella marcato progressivo degrado della rigidezza,
previsione della modalità di rottura dei pannelli: in giustificato dalla prevalenza nella configurazione
ordinata è riportato il numero di software che II di un meccanismo a pressoflessione con
hanno portato ad una stessa previsione tra quella a concentrazione del danno nelle sezioni di
taglio per fessurazione diagonale, taglio per estremità.
scorrimento e pressoflessione. Si osserva come ci
TD TS PF
sia un totale accordo nei risultati nel caso delle 6
configurazioni II e III, nelle quali, peraltro, la SB-2
5
modalità di rottura a pressoflessione è quella attesa
a causa del modesto grado di accoppiamento e
N. Software

4
dello schema statico atteso, più simile a quello di 3
mensola. Nella configurazione I, viceversa, non
2
tutte le previsioni sono coerenti: dalla Figura 5 si
osserva come sia attesa una modalità prevalente di 1
rottura a taglio per il pannello sottovento e
0
pressoflessione per quello sopravento. Le M1 M2 M1 M2 M1 M2
discordanze nei risultati sembrerebbero
Conf. I Conf. II Conf. III
giustificate da modeste differenze nella variazione
dello sforzo normale da un software all’altro; si Figura 7. Modalità di danneggiamento predette dai diversi
osservi peraltro come il taglio resistente fornito dai software impiegati per i due maschi (M1-sopravento e M2-
criteri proposti nelle NTC08 sia molto simile per sottovento) della SB-2 al variare delle configurazioni
le due modalità di rottura nell’intervallo di sforzo considerate (I,II,III); TD = Taglio diagonale; TS =Taglio
scorrimento; PF= pressoflessione
normale cui sono sottoposti i pannelli durante
l’evoluzione dell’analisi.
La differenza rispetto ai modelli basati su una
formulazione a trave non lineare con
comportamento bilineare può risultare quindi tanto
più significativa, basandosi la stima della rigidezza
fessurata nella pratica sulla applicazione di un
coefficiente riduttivo delle rigidezze assunto
comunemente pari a 0.5 (limite massimo fissato
dalla normativa) senza alcuna distinzione al

SG04-22
variare della modalità di collasso effettivamente In generale, è stato osservato che le
attivatasi. configurazioni con fascia “debole” sono quelle più
Per ulteriori risultati sulle altre configurazioni sensibili agli algoritmi ed alle soluzioni
si rimanda al report scientifico completo (Cattari implementati nei software, nonché alle possibili
et al. 2016). scelte di modellazione adottate utenti. Alcuni
fattori che influenzano la risposta in questo caso
5.2 Risultati preliminari relativi agli esempi specifico sono:
SB-3 e SB-4 - la possibilità del software di calcolare
l’effettivo sforzo normale agente nelle
In riferimento alle strutture SB-3 e SB-4, i cui
fasce (N). Si ricorda infatti, a riguardo, che
risultati sono mostrati nel seguito, si precisa che,
le NTC08 consentono due possibili
ove possibile, ossia quando i software lo hanno
alternative per la definizione dei criteri di
consentito, le analisi sono state svolte a parità di
resistenza da adottare nel caso delle fasce,
ipotesi di modellazione. Nello specifico, nel caso
in funzione del fatto che N non sia oppure
dei modelli a telaio equivalente è stata adottata la
sia noto dal calcolo; questo aspetto va
medesima idealizzazione della geometria, quindi
tenuto in conto, ad esempio, in riferimento
le stesse dimensioni per i pannelli murari in cui è
al criterio di modellazione dei solai
concentrata la non linearità (come mostrato in
adottato dai programmi di calcolo
Figura 2). Come noto, al riguardo le normative
(soluzione a diaframma “infinitamente
lasciano arbitrarietà nei criteri possibili da
rigido” nel proprio piano oppure “a
assumere: criteri che possono risultare del tutto
rigidezza finita”, rispettivamente);
non scontati e tanto meno standardizzati nel caso
- gli effetti della interazione degli elementi
di distribuzioni di aperture non perfettamente
murari con i solai, nei casi nei quali questi
regolari. E’ stato inoltre trascurato il contributo di
ultimi siano modellati esplicitamente: ad
rigidezza e resistenza fuori piano, anche qualora il
esempio, una elevata rigidezza assiale del
software consentisse di tenerne conto. Questa
solaio può produrre un “effetto catena”
scelta riflette la volontà, almeno in una prima fase
sulla fascia anche in assenza di un vero e
del lavoro, di ridurre gli effetti delle diverse
proprio elemento resistente a trazione ad
potenzialità dei software o delle diverse assunzioni
essa accoppiato;
che vari analisti potrebbero effettuare nella
- nel caso dei modelli a fibre o al continuo, il
definizione dei modelli, portando anche ad una
ruolo della resistenza a trazione assegnata
maggiore dispersione dei risultati.
in input, che influisce sulla risposta delle
Per la struttura SB-3 (parete multipiano), in
fasce e che può produrre scostamenti anche
Figura 8 e 9 sono riportati i risultati relativi alla
significativi rispetto alle ipotesi
risposta globale (curve taglio di base globale-
semplificate introdotte dai criteri ad oggi
spostamento sommitale computato come media
proposti nelle NTC08.
pesata sulle masse dei nodi) nel caso delle
configurazioni II (SB-3II, presenza di cordoli di
piano con lunghezza deformabile pari a quella
della parete) e IV (SB-3IV, parete senza cordoli di
piano). Nel caso della struttura SB-3II, con linea
nera tratteggiata è riportata la soluzione analitica
di riferimento ottenuta nel caso di configurazione
shear-type. Si osserva come, nel caso della
configurazione II, i risultati siano molto meno
dispersi rispetto al caso IV. Questo risultato, come
ripreso nel seguito, è confermato anche nel caso
della struttura SB-4 (Figura 13). Nel caso della
configurazione II si osserva che la maggiore
duttilità ottenuta da alcuni programmi è soltanto
apparente ed imputabile al fatto che non sempre in
essi sono implementati controlli automatici sul
raggiungimento delle soglie di drift ultimo
Figura 8. Curve pushover a confronto ottenute nel caso della
proposte nelle NTC08, controlli per i quali è stato struttura SB-3II
dunque necessario effettuare delle verifiche ex-
post dei risultati.

SG04-23
800 termini di evoluzione di sforzo normale nei
SB-3_IV maschi. A titolo di esempio, la Figura 10 illustra il
700
600 confronto della variazione dello sforzo normale
500
nei maschi centrali al piano terra della parete nella
V [kN]

configurazione IV.
400
Nel seguito sono illustrati, infine, alcuni dei
300
risultati relativi alla struttura SB-4 (edificio
200 monocellula a due piani). A titolo di esempio, in
100 Figura 11 e 12 sono riportate le curve pushover
0 (con le stesse scelte già discusse per la struttura
0 50 d [mm] 100 150 SB-3 nel caso dello spostamento sommitale) per le
EF-a EF-b EF-c EF-d configurazioni IIb (presenza di catene accoppiate
EF-e EF-f EF-g_A EF-g_B alle fasce) e IId (ipotesi di comportamento shear-
Figura 9. Curve pushover a confronto ottenute nel caso della type).
struttura SB-3IV
La Figura 9 propone, a titolo di esempio, 600
limitatamente al caso di uno dei software impiegati SB-4IIb
500
(EF-g), la soluzione ottenuta modellando
esplicitamente la fascia (caso A), che poi risulta 400
“debole” a causa dell’assenza di un elemento
resistente a trazione ad essa accoppiato, e che V [kN] 300
dunque si plasticizza fin dai primi passi di analisi,
200
e quella ottenuta degradando la fascia a “biella” fin
dall’inizio dell’analisi (caso B). I modelli a telaio 100
che hanno una rigidezza iniziale analoga al caso
EF-g_B risultano fra loro coerenti in questa 0
assunzione. Si richiama l’attenzione sul fatto che i 0 5 10 15 20 25
d [mm]
risultati ottenuti sono risultati anche sensibili alla FEM-b EF-a EF-b EF-c
posizione della biella, in termini di quota EF-d EF-e EF-f EF-g
baricentrica di tale elemento rispetto alla quota EF-h Shear type
media del rispettivo solaio.
Figura 11. Curve pushover ottenute per l’esempio SB-4IIb

700
SB-4IId
600

500

400
V [kN]

300

200

100

0
0 2 4 6 8 10 12
d [mm]
EF-a EF-b EF-c EF-d
EF-e EF-f EF-g

Figura 12. Curve pushover ottenute per l’esempio SB-4IId


Figura 10. Variazione dello sforzo normale nei maschi Ad integrazione delle curve pushover, la Figura
centrali del piano terra dell’esempio SB-3IV 13 riporta i risultati nella modalità di
rappresentazione relativa allo scarto percentuale
Oltre ai controlli a livello globale sopra delle tre grandezze che ne definiscono la bilineare
presentati, sono stati svolti nei vari casi esaminati equivalente (rigidezza KG, Vy,G, du,G) integrata da
anche controlli più puntuali, relativi ad esempio quelli della configurazione SB-4IIa (relativa al
all’entità delle masse strutturali ed al confronto in caso di fasce non accoppiate ad alcun elemento

SG04-24
resistente a trazione). Come già riscontrato 6 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE E
nell’analisi delle SB-2 e SB-4, anche in questo ULTERIORI ATTIVITA’ IN CORSO
caso si può osservare la forte influenza che le L’articolo presenta alcuni risultati dell’attività
scelte di modellazione sulle fasce hanno sulla svolta in sinergia da varie unità di ricerca coinvolte
risposta globale, e in particolare l’alta dispersione nel progetto ReLUIS III – Linea Strutture in
dei risultati nel caso di fasce “deboli” (IIa) che si Muratura attinente alla definizione e analisi di
va poi a ridurre progressivamente nel tendere alla strutture benchmark per la valutazione
configurazione di tipo shear-type. dell’affidabilità di codici di calcolo mirati
all’analisi sismica delle costruzioni in muratura. I
risultati integrali dell’attività sono raccolti in un
report scientifico che ambisce a potere costituire
un utile supporto anche per i professionisti,
fornendo non solo risultati che possano costituire
un riferimento con cui confrontarsi ma anche un
esame ragionato delle criticità che l’uso dei codici
di calcolo può presentare dal punto di vista della
modellazione, con particolare riferimento
all’analisi delle costruzioni esistenti.
L’attività è ancora in corso con la finalità di
arricchire le strutture benchmark proposte
(nell’annualità in corso 2017 si sta procedendo
all’analisi di un edificio reale) nonché l’insieme di
software analizzati. È inoltre obiettivo futuro
quello di esaminare e quantificare in maniera
parametrica e critica gli effetti di altri fattori che
possono differenziare i software, quali ad esempio
il contributo alla risposta globale offerto dal
comportamento fuori piano dei maschi murari,
l’effetto flangia (grado di connessione fra i
pannelli in cui è scomposta una sezione flangiata e
che influenza la variazione dello sforzo normale
dei pannelli), la sensibilità della risposta a diverse
idealizzazioni a telaio equivalente (estensione
delle regioni rigide di nodo, etc.).
Figura 13. Scarto percentuale rispetto alla media dei
parametri caratterizzanti la bilineare equivalente (K =
rigidezza; V = taglio massimo resistente) per le
configurazioni SB-4_IIa e SB-4_IIb RINGRAZIAMENTI
Seppure omesse per ragioni di brevità, si Questa ricerca è stata finanziata dal Progetto
precisa che anche nel caso degli esempi SB-3 e esecutivo DPC-RELUIS III 2014-2016
SB-4 sono state adottate le stesse modalità di nell'ambito della Linea di Ricerca Strutture in
Muratura (Coord. Proff. G. Magenes, S.
confronto del danno, ottenendo una buona
Lagomarsino e C. Modena).
coerenza nelle previsioni offerte dai vari software Il gruppo di lavoro di cui nella memoria sono
(Cattari et al. 2016). Le differenze riscontrate, presentati i risultati è costituito dalle seguenti unità
come nel caso SB-2, sono imputabili a pannelli di ricerca: UNIGE-c (Coord. S. Cattari); UNIPV
murari per i quali la variazione dello sforzo (Coord. Prof. G. Magenes); UNI-CH: (Coord.
normale ricade in una regione del dominio di Proff. E. Spacone e G. Camata); UNICT-a:
resistenza nella quale le previsioni offerte dai (Coord. Prof. I. Caliò); UNINA-b/d (Coord. Proff.
criteri di resistenza a taglio e a pressoflessione B. Calderoni e A. De Luca); UNINA-c (Coord.
hanno uno scarto molto modesto. Proff. C. Casapulla e F. Portioli); UNIRM3
(Coord. Prof. G. De Felice).

SG04-25
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Definizione di strutture benchmark di riferimento
(semplici) e della metodologia di validazione/confront
dei risultati tra diversi modelli/software, Prodotto 2.1.g
nell’ambito del della Linea Strutture in Muratura del
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Report scientifico.
CDSWin OpenSees© - Rel.2016
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Lagomarsino S., Cattari S. (2015) PERPETUATE guidelines
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Metodi semplificati per l’analisi sismica non lineare di

SG04-26
ANIDIS 2017
PISTOIA

Comparison between seismic performance of different design philosophies by


means of loss assessment analysis
Marco Bovoa, Gian Marco Buccia, Marco Savoiaa
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali, Viale Risorgimento 2, 40136 Bologna.

Keywords: loss assessment analysis, structural performance, seismic analysis, performance-based design

ABSTRACT
The current recommended seismic design philosophy establish that a structure in order to overcome an earthquake
without to collapse it should face the seismic event by producing a series of plastic hinges so to dissipate part of the
seismic energy with an hysteretic behaviour typically associated to relevant damages at both structural and non-
structural elements. In the present paper is reported the comparison of the seismic response of a multistorey framed
building designed following two different criteria. The first, following the common practice of the capacity design,
bring to a structure able to spread dissipation and damage on several floors (widespread damaging approach).
Instead, in the second structure designed following a modified version of the capacity design procedure, the
degradation involves only the elements of few floors (concentrated damaging approach). At the beginning the two
different design philosophies and the two resulting structures are introduced. Then, by means of the seismic
performance assessment methodology, the comparison between the two seismic building responses is provided in
terms of expected losses, both economical and in terms of human lives. The subject of research is extremely
innovative and, for some class of buildings, seems to be very promising and perhaps convenient.

SG04-27
ANIDIS 2017
PISTOIA

Comparison between seismic performance of different design philosophies by


means of loss assessment analysis
Marco Bovoa, Gian Marco Buccia, Marco Savoiaa
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali, Viale Risorgimento 2, 40136 Bologna.

Keywords: loss assessment analysis, structural performance, seismic analysis, performance-based design

ABSTRACT
The current recommended seismic design philosophy establish that a structure in order to overcome an earthquake
without to collapse it should face the seismic event by producing a series of plastic hinges so to dissipate part of the
seismic energy with an hysteretic behaviour typically associated to relevant damages at both structural and non-
structural elements. In the present paper is reported the comparison of the seismic response of a multistorey framed
building designed following two different criteria. The first, following the common practice of the capacity design,
bring to a structure able to spread dissipation and damage on several floors (widespread damaging approach). Instead,
in the second structure designed following a modified version of the capacity design procedure, the degradation
involves only the elements of few floors (concentrated damaging approach). At the beginning the two different design
philosophies and the two resulting structures are introduced. Then, by means of the seismic performance assessment
methodology, the comparison between the two seismic building responses is provided in terms of expected losses,
both economical and in terms of human lives. The subject of research is extremely innovative and, for some class of
buildings, seems to be very promising and perhaps convenient.

1 INTRODUCTION following the common practice of the capacity


design, producing a system able to spread the
The current recommended seismic design
damage along the various floors (widespread
philosophy establish that a structure in order to
damaging approach). The second, designed
overcome an earthquake without collapse can face
following a modified version of the capacity
the seismic event by producing plastic hinges able
design procedures in which the degradation
to dissipate part of the seismic energy with an
involves only the elements of few floors of the
hysteretic behaviour typically associated to
structure (concentrated damaging approach).
relevant damages at both structural and non-
The structure performance is measured on the
structural elements. The current seismic capacity
basis of the number of casualties, injured, repair
design process, inserted also into many
times and repair costs for the replacement of the
international codes, furnish criteria for calculating
damaged elements. The evaluation of the losses
structural elements and constructive details, so to
produced by seismic events has been obtained
obtain safety structures in case of earthquake.
following the prescription in FEMA P-58-1
However, the expected structural performance
(FEMA 2012a). It is to emphasize that the two
obtained following a design philosophy, and thus
solutions guarantee the same safety level against
the actual amount of damage and losses occurring
collapse, obtained for both the structures, by
during an earthquake, is typically not calculated.
following the capacity design approach but
This aspect will be the main focus of this work,
considering two different damage scenarios before
since the assess of the expected loss due to an
collapse. With reference to Figure 1, the first
earthquake could be an interesting tool for set a
alternative considers a widespread damaging
reliable comparison between different design
involving several floors, while in the second the
alternatives (Mahin et al. 2012).
damage is localized in only few floors of the
In the present paper is reported the comparison
structure.
of the seismic response of a multistorey framed
building designed following two different
approaches. The first structure was obtained

SG04-28
The main objective of this second strategy is to
evaluate whether a diversification of the q-factor
distribution (or i.e. of the ductility request and of
consequence of the expected damages) can bring
to a reduction of the average annual expected
losses as restoration costs and repairing costs, but
above all in terms of human lives. It is also to
(a) (b) emphasize as in the second case a weak storey
Figure 1: Damage model considered for the two different mechanism is avoided because of the application
structures. (a) Widespread damaging with plastic hinges of the capacity design rules that prescribe the
spread along the height of the frame. (b) Concentrated formation of plastic hinges in the beams avoiding
damaging with plastic hinges emerging only in few floors. plastic hinges in the columns.
The methodology applied here make use of the
probability theorem to predict the consequences
(losses) of an earthquake in the terms described
above, which are calculated as a multiple integer
of the different levels of expected seismic
intensity. However, being impossible to obtain the
exact closed solution of such integrals, there will (a) (b)
be the need of a numerical Monte Carlo method to Figure 2: Different distribution of the behaviour factor q
evaluate the results of the integral analysis by adopted by the two different design approaches. (a)
statistical approach. Widespread damaging. (b) Concentrated damaging.

2 DESCRIPTION OF THE TWO DESIGN 3 DESCRIPTION OF THE CASE STUDY


PHILOSOPHIES The study have been applied on a building with
The first step of the work has been the design of hospital intended use (i.e. by considering a
the reinforced concrete (RC) structural frames by building with high concentration and presence of
following two different philosophies. For both, the human lives), having reinforced concrete (RC)
capacity based design has been respected so to frames with six floors. It is considered an
guarantee a comparable safety level against interstorey height of 4.0 m (i.e. total height of the
collapse. The two alternatives consider the use of building 24.0 m), with a floor surface of 900 m2.
two different distributions of behaviour factors to The sections of the columns are 60×60cm for first
adopt for the reduction of the elastic spectra to the and second floors, 50×50cm for third and fourth
design spectra. and 40×40 cm for the other floors. The beams are
The first solution (i.e. widespread damaging) 40×60cm for all floors. The maximum capacity of
adopts a uniform behaviour factor q equal to 3.0 the structure (i.e. the maximum number of people
for all the storeys. In the second solution instead contemporary present in the building) is 432
(i.e. concentrated damaging) a differentiation of people.
the q-factor has been considered. The behaviour
factor for the lowest two storeys has been
augmented to a value of 4.5, whereas for the mid-
high storeys it has been decreased to the unitary
value (i.e. adoption of the elastic spectrum). The
distribution of the q-factor adopted in the work is
depicted in Figure 2.
The q-factor have been taken in accordance
with the international Eurocode 8 (CEN 2005) The
aim of the second design approach, not really
conventional nowadays, was to furnish different
distribution of reinforcement bars compared to the
previous case, in particular an increase of
reinforcement in the higher floors and a decrease
in the lowers. The gross-sections of the structural Figure 3: Structural frames of the building selected as case
elements are the same for the two cases. study.

SG04-29
The building have been designed, following the exceeding of 1%, 2%, 4%, 5%, 7%, 10%, 20%,
Eurocode 8 (CEN 2005) prescription for both the 30%, 50%, and 81% on a period of 50 years. The
two design philosophies, by means of a dynamic UHS of intensities corresponding to an exceeding
response spectra analysis, by starting from an probability of 10% in 50 years is the spectrum
elastic response spectrum having a peak ground adopted for the elastic spectral analysis described
acceleration (PGA) of 0.4g with a 10% in 50 years in Section 3 and allowing for the design of the two
as probability of exceeding. It was then assumed structures.
that the structure is located in Oakland
(California). The elastic spectrum adopted in the 3
design of the building is depicted in Figure 4. 1%-50years 2%-50years
2.5 4%-50years 5%-50years
For the two case studies, the first adopting a

Spectral acceleration [g]


7%-50years 10%-50years
uniform q-factor the second considering different 2 20%-50years 30%-50years
50%-50years 81%-50years
q-factors, the quantity of reinforcements, for the 1.5
sections of columns and beams with the maximum
bending moment, are reported in Table 1. The 1

structural finite element models and the following 0.5


non linear time history analyses have been
0
performed with the software OpenSEES 0 1 2 3 4 5
(OpenSEES 2016). The structural results obtained Period [s]
from the time histories and considered for the Figure 4: Uniform hazard spectra for Oakland (CA).
subsequent loss analysis were peak floor
acceleration, peak of interstorey drift and residual
drift. 5 LOSS ASSESSMENT ANALYSIS
Table 1. Longitudinal reinforcement bars for beams and The loss assessment analyses were performed
columns as resulting from the seismic design for the two with the Performance Assessment Calculation
different approaches. Tool (PACT) software (FEMA 2012b), software
Floor
Beams Beams Columns Columns able to perform a probabilistic computations and
q=3.0 q=1.0;4.5 q=3.0 q=1.0;4.5 evaluate the accumulation of losses. As input data
1 6+6Ø20 5+5Ø20 20Ø20 20Ø16 it was assumed a population model using a peak
2 6+6Ø20 7+7Ø22 20Ø20 20Ø22 value of 8 persons / 100 m2 (considering the
3 6+6Ø20 7+7Ø22 20Ø20 20Ø22 hospital intended use). For the economic loss
4 6+6Ø20 7+7Ø22 20Ø20 20Ø22 estimation a construction cost of 2000 $/m2 was
5 6+6Ø20 6+6Ø22 20Ø20 20Ø22 adopted, this leading to a total replacement cost of
6 3+3Ø20 4+4Ø22 20Ø20 20Ø22
12 million $. Lastly, the results in terms of peak
floor drift, peak floor accelerations and floor
4 DEFINITION OF THE SEISMIC INPUT residual drift, obtained by time history analysis,
have been inserted. A statistical Monte Carlo
The comparison between the performances of simulation has been used considering 600
the two different structures (i.e. obtained adopting realizations. For the two design solutions the same
the two design approaches) was obtained starting parameters were inserted in PACT except the data
from the outcomes of a series of time-history regarding the structural response which are
analyses on the structures. different for the two solutions. All the results
To perform the non linear time history analyses reported in the following refer to a 50% probability
30 pairs of horizontal accelerograms have been of exceeding. A general consideration, valid for all
downloaded from the Pacific Earthquake the following assessment, is that for the higher
Engineering Research Center website (PEER seismic intensity levels, the quantities evaluated
2016). The sets of records adopted in the analyses may not be properly reliable, since the structures
have been selected in accordance with the work of start to exhibit an high percentage of collapses for
Baker et al. (Baker et al. 2011). The records have the UHS corresponding to the sixth level of
been scaled in order to have average elastic spectra seismic intensity (i.e. the spectrum corresponding
as close as possible to the uniform hazard spectra to a 7% in 50 years in Figure 4). For the higher
(UHS) of Oakland (California). The UHS levels of seismic intensities we are, for the most of
considered in the loss assessment are depicted in the realizations, far beyond the collapse threshold
Figure 4. They are obtained for a C soil class and
with reference to ten different probabilities of

SG04-30
12
and therefore the losses estimates were considered Uniform q (q=3.0)
not so realistic. 10 Non uniform q (q=1 and 4.5)

Total repair cost (Millions of $)


5.1 Comparison of the seismic performance of 8

the two buildings by intensity based loss 6


analyses
4
The comparison of the seismic performance
2
obtained for the structures designed by the two
different philosophies have been introduce in 0
terms of repair costs, repair times, number of 81% 50% 30% 20% 10% 7% 5% 4% 2% 1%
injuries and number of victims for each one of the (a)
ten seismic intensities considered in the study (i.e.
800
for the ten probabilities of exceeding of 1%, 2%, Uniform q (q=3.0)
700
4%, 5%, 7%, 10%, 20%, 30%, 50%, 81% on a Non uniform q (q=1 and 4.5)
period of 50 years). 600

Total repair time (Days)


In Figure 5a is reported the trend of the total 500

repair costs with reference to the ten levels of 400

seismic intensity described. 300


As expected with the rise of seismic intensity 200
the repair cost increases, but as interesting aspect, 100
the building designed with non uniform behaviour 0
factor keep repair costs lower than the building 81% 50% 30% 20% 10% 7% 5% 4% 2% 1%

designed with uniform q-factor for almost all the (b)


seismic intensities, meaning that maybe a
60
localized damage approach has less impact in Uniform q (q=3.0)
terms of economic losses than a structure with 50 Non uniform q (q=1 and 4.5)

widespread damage.
Number of injuries

40
With regard to the total repair time, reported in
Figure 5b, the trend of the outcomes is similar, 30

with the design alternative based on different q- 20


factors resulting more convenient than the other.
10
In this graph the number of the days in the ordinate
refers to the time needed to restore the whole 0
building and bring it back to the state before the 81% 50% 30% 20% 10% 7% 5% 4% 2% 1%

earthquake. (c)
The third and final term of comparison between 30
the two cases is related to the number of injuries Uniform q (q=3.0)
and victims estimated as a result of the seismic 25 Non uniform q (q=1 and 4.5)

event for the ten seismic levels. From the graphs


Number of victims

20
showed in Figure 5c and Figure 5d it is clear that,
15
once again, the adoption of a non uniform q-factor
seems better than the case adopting a uniform q. 10

5
5.2 Comparison of the seismic performance of
the two buildings by time based loss 0
analyses 81% 50% 30% 20% 10% 7% 5% 4% 2% 1%

The time based loss analyses have been (d)


conducted considering the hazard curve obtained
Figure 5: Comparison between the two alternatives of
for Oakland (CA) and depicted in Figure 6. design. (a) Total repair cost. (b) Total repair time. (c)
The ten black dots in the curve represent the ten Number of injuries. (d) Number of victims.
intensities levels adopted in the previous intensity
based analyses.

SG04-31
1.E-01 Table 2: Analysis results referred to 1 year
Mean Annual Frequency of exceedance Uniform Non uniform Annual
q-factor q-factor saving
1.E-02 Repair Cost
72748 63769 8979
($)
Repair Time
5.36 4.78 0.58
(Days)
1.E-03 Number of
0.60 0.34 0.10
Injuries
Number of
0.24 0.14 0.26
1.E-04 Victims
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4
Spectral acceleration [g]
Table 3: Analysis results referred to 50 years
Figure 6: Hazard curve for the site of Oakland assuming a C
class for soil. Uniform Non uniform Total saving
q-factor q-factor (percentage)
The results reported in the following show the Repair Cost 0.449
3.637 3.188
comparison of the performance of the two (Million $) (12.3%)
structures designed with the different approaches. Repair Time
268 239
29
In Figure 7 are highlighted the trends of the (Days) (10.8%)
probability reaching certain values of total repair Number of 5
12 7
Injuries (41.7%)
cost, total repair time, injuries and casualties (i.e. Number of 13
fatalities). 30 17
Victims (43.3%)
Further, the subdivision in colored areas
graphically expresses the contribution of the ten A further comparison has been set in terms of
different intensities to the annual value obtained
expected losses for each one of six floors of the
and summarized in detail in Table 2.
Outcomes from time based loss assessment in two proposed alternatives. The graphs reported in
Table 2 and Table 3 highlighted as design criterion Figure 8 show in ordinate the number of floor and
based on the adoption of different q-factors allows the expected loss parameter in the abscissa.
a savings on all the parameters considered in the Considerations on this aspect will allow
comparison. Nowadays, there isn’t a universally understanding which floors showed high values of
well-defined indicator able to furnish a reliable expected losses, all this in order to drive, for
and convincing indication for the comparison of example, future actions prone to reduce the
the performance of a building, but anyway, for the expected losses and increase the seismic
specific case, all the checked parameters agree, performance of a building.
furnishing a saving (in terms of loss) if the Figure 8 shows that, generally, the building
philosophies of the non uniform q-factor is designed with uniform q-factor spread the damage
adopted. Moreover, the assessment of the saving and consequently also the losses quite uniformly
in some case results not negligible. along the height of the building, instead the design
The difference between the two solutions is philosophies adopting two different q-factors
variable depending on the various parameters, concentrates the losses, as desired, at the first two
ranging from approximately 12% for repair cost floors (designed with a behaviour factors equal to
and repair time, to about 40% for victims and 4.5). For the specific structure under study, it is
injured. possible to state that the widespread damaging
Following the results, it can therefore be stated approach produce a bigger amount of expected
that the non conventional design here proposed, losses respect to the design philosophies searching
which involves the adoption of different q-factors for a concentrated damaging scenario. For this
calibrated on the level of desired damage, is second solution, it is to highlight that the general
advantageous for all points of view. Remarkable, increase of losses at first two floors is widely
is the assessment of the saving in the expected balanced by the reducing of losses at the upper
number of victims with a reduction of almost 50% floors, making this solution convenient respect to
in the number of the expected fatalities and injuries the solution using in the design phase a uniform q-
during the whole service life of the building factor.
(assumed equal to 50 years).

SG04-32
Uniform q-factor Non uniform q-factor
Total repair cost ($)

(a)
Total repair time (days)

(b)
Number of injuries

(c)
Number of victims

(d)

Figure 7: Comparison on the main results of the time based loss analyses. (a) Total repair cost. (b) Total repair time. (c) Number
of injuries. (d) Number of victims.

SG04-33
6 Non uniform q (q=1 and 4.5) 6 Non uniform q (q=1 and 4.5)
Uniform q (q=3.0) Uniform q (q=3.0)
5 5

Number of floor
Number of floor

4 4

3 3

2 2

1 1

0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120
Total repair cost for each floor (Millions $) Total repair time for each floor (Days)
(a) (b)
6 Non uniform q (q=1 and 4.5)
6
Uniform q (q=3.0)

5 Non uniform q (q=1 and 4.5) 5


Uniform q (q=3.0)

Number of floor
Number of floor

4 4

3 3

2 2

1 1

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0 1 2 3 4 5
Number of injuries for each floor Number of victims for each floor
(c) (d)
Figure 8: Comparison on the expected losses for the various floors of the building. (a) Total repair cost. (b) Total repair time. (c)
Number of injuries. (d) Number of victims.

A further and last consideration coming from


the results of the analyses reported here could be
done looking at the subdivision of the victims for
the various floors. To this regard, it is quite simple
operate a redistribution of the total number of
people inside the building (i.e. 432 people) by
think, for example following the Figure 9,
attributing an higher ratio of presence at higher
floors (10 people/100m2 for floor from 3 to 6) and Figure 9: Redistribution at the various floors of the whole
a lower ratio at lower floors (4 people/100m2 for number people inside the hospital.
floor 1 and 2). This operation can be explained for
example by considering a differentiation of the
6 EVALUATION OF THE SOIL CLASS
intended use of the floors of the hospital so to
INFLUENCE ON THE PERFORMANCE
differentiate from the average 8 people/100m2
OF THE BUILDING
originally assumed. This variation leads to a
reduction in the number of fatalities of 16% A further investigation aimed to evaluate which
respect to the case adopting a non uniform q- is the influence of the type of soil on the seismic
factors but uniform intended use. The last performance of the building. With reference to the
hypothesis, operating a redistribution of the people soil classification reported in FEMA P-750
in the hospital, could be not so efficient for the case (FEMA 2009), the previous study has been
with uniform q-factors application because the conducted assuming a C class of soil. In order to
number of fatalities is widespread almost establish the influence of the type of soil on the
uniformly along the height of the building. seismic performance of the building, the class of

SG04-34
soil have been modified by selecting for the Non
36816 62973 342561
comparison on one hand a class of soil having Repair Uniform q
cost ($)
better properties (B class) and on the other hand a Difference 17.74% 15.62% 13.87%
soil having worse properties (D class).
Uniform q 3.39 5.48 29.68
Figure 10 shows the comparison between the Repair
different hazard curves referred to the different Non
time 2.83 4.59 25.84
Uniform q
types of soil adopted in the comparison. It should (Days)
be noted that with the adoption of best soil class (B Difference 16.52% 16.24% 12.94%
soil class) the trend of the curve moves to the left
Uniform q 0.17 0.251 1.41
if compared to the C soil class. This essentially
leads, for a specified value of acceleration, to Non
Fatalities 0.099 0.144 0.848
Uniform q
lower value of the mean annual frequency of
exceedance (i.e. decrease the probabilities to Difference 41.76% 42.63% 39.86%
register a specific value of spectral acceleration in Uniform q 0.44 0.63 3.41
the reference time of 50 years equal to the service
Non
life of the structure). Conversely, for the case of D Injuries
Uniform q
0.30 0.35 2.43
soil class.
Difference 31.82% 44.20% 28.74%
1.E-01
Mean Annual Frequency of exceedance

Soil class: B
Soil class: C
From the analysis of the data summarized in
Soil class: D Table 4 it can be stated that, for all the soil classes,
1.E-02 the structural typology adopting different q-factors
along the height shows better performance in
terms of expected annual losses. Some little
1.E-03 variations in the differences emerged from the
analyses, but the approach of the non uniform q-
factors seems to maintain a significative
1.E-04 convenience for all the hazard curves considered.
0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 This confirm that the philosophy of diversify the
Spectral acceleration [g]
behaviour factor for some type of structures could
Figure 10: Hazard curves referred to different types of soil be convenient independently from the hazard
class adopted in the comparison
curves of the site.
The hazard curves have been then implemented As last it is to highlight, as a confirmation, that
in the PACT software, in order to obtain an for the hazard curve of the D soil class all mean
assessment of the expected losses for the different annual expected losses increase respect to the C
soil classes. The results obtained are summarized soil class and, at the opposite, significantly
in the following Table 4 with reference to a time decrease by moving to the B soil class.
span of one year. In the table it is possible to
distinguish the outcomes emerging from the
approach philosophies adopting uniform or 7 CONCLUSIONS
alternatively non uniform q-factor for the three The present paper presents the comparison of
different types of soil classes. The rows reporting the seismic performance of a new building, having
the label “Difference“ express, in percentage, the hospital intended use, in which the RC frame
difference between the value of losses obtained for constituting the structural elements have been
the case adopting uniform q and the value obtained designed following two different approaches. The
with the use of non uniform q, all this divided by first, following the usual practice of the capacity
the value obtained under the uniform q hypothesis. design, bring to a structure able to spread damage
on several floors (widespread damaging
approach). The second structure has been designed
Table 4: Comparison between the two design philosophies
(uniform q and non uniform q) with soil class modification.
following a modified version of the capacity
design procedure, with degradation involving only
Loss Design Soil Soil Soil
the structural elements of few floors of the
parameter approach class B class C class D
structure (concentrated damaging approach). The
Uniform q 44755 74632 397712 two solutions have been designed with the same

SG04-35
safety level against collapse, obtained for both the
structures by following the capacity design
approach but considering two different damage
scenarios before collapse. This aspect has been
confirmed by the non linear time history analyses
performed, since these last exhibited a comparable
number of collapses for the various seismic
intensities considered.
The structure performance has been compared
in terms of expected annual human and
economical losses (number of casualties and
injured, repair times and repair costs for the
replacement of the damaged elements). From the
main outcomes, it is possible to state that the non
conventional design here proposed, which
involves the adoption of different q-factors
calibrated on the level of desired damage, is
advantageous for all the parameters considered in
the comparison. Remarkable, is the assessment of
the saving in the expected number of victims with
a reduction of almost 50% in the number of the
expected fatalities and injuries during the whole
service life of the building.
A further investigation, aimed to evaluate
which is the influence of the type of soil on the
seismic performance of the building, confirmed
that, for some class of structures, the philosophy
assuming a behaviour factor that change along the
height of the building, could be convenient
independently from the hazard curves of the site.

REFERENCES
Baker, J., Lin, T., Shahi, S.K., Jayaram, N., 2011. New
Ground Motion Selection Procedures and Selected
Motions for the PEER Transportation Research Program
PEER Report 2011/03.
CEN (European Committee for Standardization), 2005.
General rules, seismic actions and rules for building.
Eurocode 8, Brussels.
FEMA (Federal Emergency Management Agency), 2009.
NEHRP Recommended Provisions for Seismic
Regulations for New Buildings and Other Structures
FEMA P-750.
FEMA (Federal Emergency Management Agency), 2012a.
Seismic Performance Assessment of Buildings: Volume
1 – Methodology, FEMA P-58-1.
FEMA (Federal Emergency Management Agency), 2012b.
Seismic Performance Assessment of Buildings: Volume
3- Performance Assessment Calculation Tool (PACT)
Version 2.9.65 (FEMA P-58-3.1).
Mahin, S.A., Terzic, V., Nagy, C., 2012. Using Performance-
Based Earthquake Evaluation Methods to Assess the
Relative Benefits of Different Structural Systems, 9th
International Conference on Urban Earthquake
Engineering. March 6-8, Tokyo, JP.
OpenSEES, 2016. http://opensees.berkeley.edu (website).
PEER (Pacific Earthquake Engineering Research), 2016.
http://ngawest2.berkeley.edu (website).

SG04-36
ANIDIS 2017
PISTOIA

Seismic Design of Non-Structural Elements using Building Information


Modelling
Daniele Perronea, Andre Filiatraulta,b
a
Scuola Universitaria Superiore IUSS Pavia, Piazza della Vittoria, 27100 Pavia, Italy
b
State University of New York at Buffalo, USA

Keywords: Non-strucural elements, BIM, seismic design

ABSTRACT

The seismic performance of non-structural elements is nowadays recognized to be a key issue in the reduction of
seismic earthquake losses. The non-structural elements without seismic design generally exhibit damage at low
seismic intensities and can significantly affect the immediate functionality of buildings. It is worth to be noted that
non-structural elements represent most of the total investments in typical buildings. In order to reduce the
uncertainties related to the seismic performance evaluation, the knowledge of construction details within a building
is of paramount importance, in particular for non-structural elements. The use of Building Information Modelling
could be a new frontier in the seismic design of non-structural elements. In this study the use of Building
Information Modelling for the seismic design of non-structural elements has been discussed. A simple tool in order
to perform the seismic design of sway braces for pressurized fire suppressant sprinkler piping systems based on
information extracted from a Building Information Models has been developed. The effectiveness of the proposed
tool has been demonstrated via a case study.

SG04-37
ANIDIS 2017
PISTOIA

Progettazione sismica degli elementi non-strutturali mediante Building


Information Modelling
Daniele Perronea, Andre Filiatraulta,b
a
Scuola Universitaria Superiore IUSS Pavia, Piazza della Vittoria, 27100 Pavia, Italy
b
State University of New York at Buffalo, USA

Keywords: Elementi non-strutturali, BIM, progettazione sismica

ABSTRACT
Le performance sismiche degli elementi non-strutturali rappresentano un punto fondamentale nella riduzione delle
perdite attese a seguito di un evento sismico. I danni osservati durante i passati terremoti hanno messo in evidenza
come gli elementi non-strutturali non solo si danneggino per intensità sismiche inferiori rispetto alle strutture ma
allo stesso tempo possono seriamente compromettere l’immediata funzionalità degli edifici. A questo si aggiunge
che durante la realizzazione degli edifici, i costi relativi agli elementi non-strutturali superano di gran lunga quelli
connessi alle strutture. La conoscenza di tutti i dettagli costruttivi è di fondamentale importanza per ridurre le
incertezze e migliorare la qualità delle analisi e della progettazione, in particolar modo con riferimento agli
elementi non-strutturali. L’utilizzo del Building Information Modelling può rappresentare una nuova frontiera nella
progettazione sismica degli elementi non-strutturali migliorandone sia la loro progettazione che la verifica. In
questo studio è discusso l’utilizzo del Building Information Modelling per la progettazione sismica degli elementi
non-strutturali. A tal fine è stato sviluppato un semplice strumento per la progettazione automatica dei supporti
trasversali e longitudinali degli impianti sprinkler sulla base delle informazioni estratte dai modelli BIM. La
validità della procedura proposta è stata dimostrata con l’applicazione ad un caso studio reale.

quindi un fattore cruciale che non può essere


trascurato; questo aspetto è particolarmente
1 INTRODUZIONE importante per le strutture di importanza
Gli elementi presenti in un edificio possono strategica come gli ospedali e gli edifici pubblici.
essere distinti in elementi strutturali ed elementi
non-strutturali. Gli elementi non-strutturali sono Canne fumarie
tutti quegli elementi che non fanno parte del
sistema resistente nonostante possano interagire Unità Trattamento Aria

con la struttura di un edificio. Tipici esempi di


elementi non-strutturali sono gli impianti, le
partizioni interne, i controsoffitti ed i contenuti
(Figura 1). Alcuni studi hanno dimostrato che gli Reti di impianti Controsoffitti
elementi non-strutturali rappresentano gran parte
degli investimenti economici nella realizzazione Finestre Partizioni
di un edificio (Miranda and Taghavi 2003), come Arredamenti

indicato in Figura 2. I danni osservati durante i


passati terremoti hanno messo in evidenza che gli
Scaffalature
elementi non-strutturali sono particolarmente
sensibili alle azioni orizzontali danneggiandosi,
generalmente, per più bassi valori dell’intensità Armadi
sismica rispetto alle strutture. Nell’ottica della Serbatoi

valutazione delle perdite attese, e dell’immediata


funzionalità degli edifici nell’emergenza post- Figura 1. Tipici elementi non-strutturali.
sisma, gli elementi non-strutturali rappresentano

SG04-38
quest’ottica l’uso del Building Information
Modelling (BIM) può significativamente
18% 13%
8% migliorare l’accuratezza delle analisi. I modelli
Strutturale BIM sono in grado di fornire una accurata
descrizione degli edifici durante il loro intero
Non-strutturale
ciclo di vita aiutando anche l’interazione tra tutte
le figure professionali coinvolte durante la
82% 87% 92%
realizzazione di un nuovo edificio. Allo stesso
tempo le informazioni disponibili nei modelli
BIM possono essere utilizzate al fine di valutare
la sicurezza sismica degli elementi non-strutturali
Uffici Hotel Ospedali ed eventualmente effettuare il loro adeguamento.
Nel presente lavoro saranno evidenziate le
Figura 2. Percentuale costi di costruzione in edifici tipici. potenzialità dell’utilizzo del BIM per la
progettazione sismica degli elementi non-
strutturali fornendo un esempio rivolto alla
In letteratura sono attualmente disponibili
progettazione dei supporti laterali per gli impianti
numerose metodologie che consentono la
sprinkler.
valutazione delle performance sismiche degli
edifici; sia mediante metodi semplificati che 1.1 Difficoltà nell’introduzione nella pratica
permettono, attraverso rilievi speditivi, di
professionale della progettazione degli
stabilire degli indici di rischio sismico (Perrone et
al. 2015), che mediante metodi accurati che elementi non-strutturali
consentono la valutazione delle perdite attese L’elevata complessità che caratterizza la
sfruttando le potenzialità delle analisi dinamiche realizzazione di nuovi edifici fa sì che sia
non-lineari (Welch et al. 2014). L’importanza necessaria una stretta collaborazione tra le diverse
degli elementi non-strutturali nell’ottica della figure professionali coinvolte nel processo di
valutazione del rischio sismico è confermata costruzione. Così come la collaborazione tra
dall’introduzione della loro influenza sia nelle progettisti architettonici ed impiantisti garantisce
metodologie semplificate che in quelle accurate. performance energetiche ottimali, in seguito alla
Una delle metodologie attualmente più diffuse scelta dei materiali e al corretto orientamento
per la valutazione delle perdite attese è quella dell’edificio, lo stesso dovrebbe avvenire
proposta dalla normativa FEMA P-58 (FEMA relativamente alla progettazione sismica che deve
2012), questa metodologia si articola in 4 passi interessare non solo gli elementi strutturali ma
fondamentali: 1) valutazione della pericolosità anche gli elementi non-strutturali. Nell’ottica
sismica e definizione della struttura da analizzare, della progettazione sismica degli elementi non-
2) analisi strutturale, 3) analisi dei danni e 4) strutturali, una delle principali problematiche che
valutazione delle perdite. In tale procedura ha ostacolato la sua implementazione nella
l’importanza degli elementi non-strutturali è consueta pratica progettuale riguarda la
evidente, in particolar modo per bassi periodi di convinzione che essa possa significativamente
ritorno dell’azione sismica in cui si presuppone influenzare i costi di realizzazione. Sebbene
che i danni strutturali siano poco significativi se questa affermazione possa risultare veritiera, va
confrontati con quelli degli elementi non- sottolineato che qualora si parli di incremento dei
strutturali. Al fine di ridurre quanto più possibile costi dovuto alla progettazione sismica dei
le incertezze relative alla definizione dei modelli supporti per gli elementi non-strutturali, quali ad
di calcolo, ed ottenere delle stime delle perdite esempio gli impianti, è importante sottolineare
quanto più veritiere possibile, risulta che tale incremento deve essere relazionato al
indispensabile una attenta valutazione di tutti i costo complessivo dell’impianto e alle perdite
parametri che possono influenzare l’analisi. Se economiche che si potrebbero avere a seguito di
dal punto di vista strutturale questo aspetto è un suo danneggiamento.
prevalentemente connesso all’acquisizione di un Un secondo aspetto molto importante nella
livello di conoscenza accurato (CEN 2004), dal messa in pratica della progettazione sismica degli
punto di vista degli elementi non-strutturali elementi non-strutturali riguarda l’individuazione
questo richiede la definizione di un database in della figura professionale che debba prendersi
cui tutti gli elementi non-strutturali siano carico di tale onere. I progettisti architettonici ed
catalogati e la valutazione di tutti i dettagli impiantistici spesso non hanno adeguate
costruttivi relativi alla loro installazione. In conoscenze in materia di ingegneria sismica tali

SG04-39
per cui siano in grado di progettare gli opportuni 2 FRAMEWORK CONCETTUALE PER
supporti sismici, allo stesso tempo gli strutturisti L’UTILIZZO DEL BIM NELLA
non ritengono che sia loro compito occuparsi di PROGETTAZIONE SISMICA
tale problematica. Sulla base di questa
considerazione gli appaltatori spesso affidano tale Come evidenziato nella sezione precedente,
onere alle imprese esecutrici; questa soluzione l’uso del BIM può rappresentare una nuova
può essere adottata qualora non sia necessaria una frontiera nella progettazione sismica degli
adeguata progettazione ma sia necessaria solo elementi non-strutturali. L’obiettivo del presente
l’introduzione di alcuni dettagli costruttivi, lo lavoro è quello di dimostrare la validità
stesso non si può dire qualora i supporti dell’utilizzo del BIM in tale ambito fornendo un
richiedano un reale dimensionamento. Appare caso studio relativo alla progettazione dei
evidente la necessità di una nuova figura supporti laterali di un impianto sprinkler. Prima
professionale, che può essere definita di illustrare il caso studio si è ritenuto opportuno
“coordinatore non-strutturale”, che si occupi della sviluppare un framework concettuale che descriva
progettazione degli elementi non-strutturali. Tale come può essere impiegato il BIM nella
figura professionale deve avere delle ottime progettazione sismica degli elementi non-
conoscenze in materia di ingegneria sismica e allo strutturali.
stesso tempo deve possedere adeguate I modelli BIM sono in grado di simulare in un
conoscenze in merito a tutti gli aspetti ambiente virtuale l’intero ciclo di vita di un
architettonici ed impiantistici presenti negli edificio, questo è consentito mediante l’unione in
edifici; si ritiene indispensabile la conoscenza di un unico modello di tutte le informazioni
tutti i codici normativi attualmente disponibili in derivanti da differenti fasi della progettazione e
merito alla mitigazione del rischio sismico degli soprattutto dalla progettazione di differenti
elementi non-strutturali e allo stesso tempo la elementi (elementi architettonici, strutturali ed
capacità di effettuare analisi costi-benefici al fine impiantistici). L’unione delle informazioni
di ottimizzare tutti gli investimenti economici. sviluppate durante fasi della progettazione
La tecnologia BIM ha implementato numerosi indipendenti è consentito mediante l’adozione di
aspetti legati alla pianificazione, progettazione e un unico formato di dati (.IFC) che permette
realizzazione degli edifici fornendo dettagliate l’interscambio di un modello informativo senza
informazioni che possono essere utilizzate per perdita o distorsione di dati o informazioni. Il
adeguare il comportamento sismico degli formato dati adottato (.IFC) è un formato file
elementi non-strutturali. La possibilità di aperto e neutrale che non è controllato da un
organizzare ed esportare le informazioni presenti singolo produttore; tale formato è nato con
nei modelli BIM in software rivolti alla l’intento di consentire la collaborazione tra le
mitigazione del rischio sismico può contribuire varie figure professionali coinvolte nel processo
notevolmente al miglioramento delle performance di costruzione permettendo lo scambio di
del “sistema edificio”. Lo sviluppo di software informazioni mediante un formato standard.
che siano in grado di utilizzare le informazioni L’utilizzo del formato dati IFC per la
presenti nei modelli BIM per la progettazione e condivisione dei dati nel settore delle costruzioni
verifica sismica di specifici elementi non- e degli impianti è normato dalla norma UNI EN
strutturali, e di fornire in output dei modelli che ISO 29481-1:2010 (ISO 2010). Al momento il
possano essere caricati nei modelli BIM originali, maggior utilizzo del BIM è rivolto alla
può rappresentare una nuova frontiera nella valutazione delle possibili interferenze tra gli
progettazione sismica degli elementi non- impianti e gli elementi strutturali (Ma et al. 2005)
strutturali. Il coordinatore non-strutturale, insieme oppure alla definizione delle tempistiche di
allo sviluppatore dei modelli BIM, possono realizzazione (Dawood et al. 2003, Jongeling and
essere responsabili per la verifica dell’accuratezza Olofsson 2007), ultimamente molti software
dei modelli BIM al fine di effettuare analisi di consentono di importare i modelli derivanti dalla
rischio sismico; qualora i modelli non siano progettazione strutturale all’interno dei modelli
abbastanza dettagliati, il coordinatore non- BIM. Nonostante la disponibilità di queste
strutturale può richiedere allo sviluppatore dei potenzialità non sono attualmente disponibili
modelli BIM di ottimizzare le informazioni software che consentano la progettazione sismica
necessarie per effettuare le opportune verifiche degli elementi non-strutturali. In Figura 3 è
sismiche. proposto un framework concettuale per la
progettazione automatica degli elementi non-
strutturali utilizzando il BIM nelle aree a rischio
sismico. Lo strumento specifico da utilizzare per

SG04-40
la progettazione sismica degli elementi non- una applicazione. In particolare è stato sviluppato
strutturali varia in funzione dell’elemento da un semplice software in grado di effettuare la
analizzare. progettazione sismica dei supporti laterali degli
impianto sprinkler; i supporti laterali sono
indispensabili affinché l’impianto garantisca delle
performance sismiche adeguate e non si incorra
nell’eventualità di un malfunzionamento
nell’emergenza post-sisma. Il programma
Modello BIM
sviluppato nell’ambito di questo studio effettua la
Originale (.ifc) progettazione sismica degli impianti sprinkler
seguendo scrupolosamente tutte le indicazioni
fornite dalla normativa americana NFPA 13
Piattaforma
Elementi “Standard for the Installation of Sprinkler
Non-Strutturali Systems” (NFPA 2010); questo standard
rappresenta attualmente il principale riferimento
Requisiti Software per la normativo americano per l’installazione di questa
Normativi progettazione sismica tipologia di impianti.
Tutti gli step seguiti durante la progettazione
sismica sono riassunti in Figura 4.

Modello BIM
aggiornato (.ifc)

Modello BIM
Figura 3. Framework concettuale per la progettazione
Originale
sismica degli elementi non-strutturali mediante l’uso del
BIM. .ifc .ifc

Le informazioni disponibili nei modelli BIM


possono essere utilizzate per la realizzazione di
una piattaforma multimediale all’interno della
quale vengono catalogate tutte le informazioni Modello BIM
disponibili in merito ai differenti elementi non- Aggiornato
strutturali presenti nell’edificio analizzato. Sulla
base della tipologia degli elementi non-strutturali .txt
.txt
si procede alla progettazione sismica che può
riguardare la semplice adozione di dettagli Automatic Seismic
costruttivi o il reale dimensionamento dei Design Tool
SAPIS-BIM
supporti per la protezione sismica mediante Seismic Analysis of
l’impiego di software sviluppati appositamente Piping Systems for
BIM Application
per ogni tipologia di elemento non-strutturale.
Una volta completato il processo di
progettazione, la metodologia proposta prevede
l’aggiornamento del modello BIM originale Figura 4. Progettazione sismica impianti sprinkler mediante
l’uso del BIM e del software SAPIS-BIM.
mediante l’introduzione di tutti i dettagli
costruttivi relativi alla progettazione sismica degli
elementi non-strutturali. Il primo step nella procedura proposta consiste
nell’estrarre dal modello BIM il layout
dell’impianto da analizzare; tale layout sarà
3 PROGETTAZIONE SISMICA esportato in una qualsiasi piattaforma CAD grazie
AUTOMATIZZATA DEGLI IMPIANTI alla versatilità del formato dati .IFC.
SPRINKLER L’esportazione nella piattaforma CAD si rende al
momento indispensabile per estrarre le coordinate
In questo studio la validità del framework
geometriche di tutti i giunti di tubazione che
proposto in Figura 3 è stata dimostrata mediante

SG04-41
caratterizzano l’impianto; un futuro sviluppo del merito ai metodi di calcolo consentiti ed a tutte le
software consentirà di caricare automaticamente indicazioni progettuali si rimanda al testo della
il layout a partire dal modello BIM senza norma (NFPA13 2010). Una volta scelta la
ricorrere al CAD. Una volta che le coordinate metodologia di calcolo, e la tipologia di supporto
sono state esportate in un file .txt, queste che si desidera adottare, il software effettua
verranno automaticamente caricate nello automaticamente le opportune verifiche sia in
strumento di calcolo sviluppato in ambiente termini di snellezza limite che di resistenza.
Visual Basic mediante il software Microsoft Variando i parametri dei supporti, come tipologia
Excel. Il software sviluppato è stato denominato: e dimensioni, è possibile effettuare un
SAPIS-BIM (Seismic Analysis of PIping System ottimizzazione della controventatura al fine della
for BIM Application). Una volta che il layout minimizzazione dei costi. Completata la
dell’impianto è stato correttamente caricato in procedura di ottimizzazione SAPIS-BIM fornisce
SAPIS-BIM si procederà al dimensionamento di un output visivo della posizione dei controventi e
tutti i supporti longitudinali e trasversali secondo genera un file di output in formato .txt che
quanto specificato nella normativa NFPA 13. consentirà di aggiornare il modello BIM
Completata la procedura di progettazione ed originario.
ottimizzazione di tutti i supporti, il modello BIM
originale verrà aggiornato ripercorrendo a ritroso Importare layout impianto senza protezione sismica
i passi svolti all’inizio della procedura. In
particolare, sarà necessario aggiornare il layout Definizione della tipologia di tubazioni
dell’impianto nella piattaforma CAD utilizzando
il file di output automaticamente generato da Applicazione delle prescrizioni NPFA13 e valutazione delle aree di influenza
SAPIS-BIM e, successivamente, utilizzando il
formato dati .IFC, si procederà con Applicazione delle procedure di calcolo NPFA13 per il calcolo dei supporti sismici

l’aggiornamento del modello BIM.


Esportazione del layout adeguato sismicamente

3.1 Descrizione del tool SAPIS-BIM


Figura 5. Passi da eseguire in SAPIS-BIM per la
Al fine di effettuare la progettazione sismica progettazione sismica dei supporti sismici in impianti
degli impianti sprinkler è stato sviluppato un sprinkler.
semplice tool utilizzando Visual Basic for
Application implementato in Microsoft Excel. Il 3.2 Caso Studio
software è stato sviluppato in Excel al fine di
garantire l’applicabilità della procedura nella Nel presente caso studio è stato analizzato un
consueta pratica professionale. In Figura 5 sono impianto sprinkler realizzato mediante tubazioni
riportati i principali passi implementati in SAPIS- in ferro e giunti filettati. L’impianto è installato in
BIM al fine di effettuare la progettazione sismica. un edificio di sei piani statunitense con struttura
Una volta che il layout è stato correttamente portante in acciaio e progettato secondo la
caricato nel software, il primo passo consiste normativa ASCE 7-10 (ASCE 2013). Le
nella definizione di tutte le tubazioni presenti tubazioni principali sono caratterizzate da un
nell’impianto; in particolar modo è necessario diametro di 89 mm mentre le diramazioni hanno
definire i diametri delle tubazioni distinguendo
un diametro pari a 32 mm. In Figura 6 è mostrato
tra tubazioni principali (main lines) e diramazioni
il layout dell’impianto, mentre in Figura 7 è
(branch lines). A questo punto il programma
valuta automaticamente il minimo numero di riportata una vista tridimensionale del modello
supporti longitudinali e trasversali che sono BIM realizzato mediante Tekla BIMsight (Tekla
necessari sulla base delle indicazioni fornite dalla 2017). Il modello BIM non è stato sviluppato in
NPFA13. Il passo successivo riguarda la tutti i suoi dettagli ma sono stati introdotti solo gli
valutazione delle forze orizzontali agenti sulla elementi ritenuti indispensabili ai fini del presente
tubazione ed il dimensionamento vero e proprio caso studio.
dei supporti. Secondo quanto riportato dalla
norma NPFA13 è possibile effettuare il
dimensionamento seguendo tre differenti
metodologie di calcolo di crescente livello di
difficoltà. In SAPIS-BIM sono state
implementate tutte le metodologie di calcolo
consentite dalla NFPA13, per maggiori dettagli in

SG04-42
in direzione Y sono sufficienti due supporti
trasversali. In corrispondenza di ogni supporto
Linea principale sono indicate le relative aree di influenza che
89 mm Schedule
10 verranno utilizzate nella successiva fase di
dimensionamento.
Tabella 1. Minimo numero di supporti trasversali e
longitudinali nelle linee principali.
Linee principali
Diramazioni 32 mm Diramazioni
Schedule 10
Supporti Trasversali

Figura 6. Layout impianto sprinkler. Tipologia Dir. ID Area di


ID
influenza
Supporto
(mm)
T-1 75970
X 1-X T-2 59340
Linea
T-3 39530
Principale
T-1 5450
Y 1-Y
T-2 5450

Supporti Longitudinali

Tipologia Dir. ID Area di


ID
influenza
Supporto
(mm)
L-1 96480
X 1-X L-2 78360
Linea
N/A N/A
Figura 7. Modello BIM originale. Principale
N/A N/A
Y 1-Y
N/A N/A
Il layout dell’impianto preso in esame è stato
estrapolato dal modello BIM e caricato in SAPIS- Sulla base delle indicazioni fornite dalla
BIM. SAPIS-BIM fornisce un output visivo del NFPA13, per il presente caso studio non sono
modello al fine di verificare il corretto necessari specifici supporti sismici nelle
caricamento della geometria. Una volta che le diramazioni.
caratteristiche tipologiche di tutte le tubazioni La successiva fase della progettazione riguarda
sono state definite, SAPIS-BIM genera un foglio il dimensionamento dei supporti. SAPIS-BIM
di calcolo per ogni tipologia di tubazione consente di progettare separatamente i supporti
presente. Nel presente caso studio sono stati trasversali e longitudinali al fine di assegnare
generati tre fogli di calcolo: 1) Linea principale in differenti profili ed ottimizzare il processo di
direzione X (una tubazione), 2) Linea principale progettazione. Nel foglio di calcolo relativo alla
in direzione Y (una tubazione) e 3) Diramazioni valutazione delle forzanti è possibile selezionare
in direzione Y (20 tubazioni). Il software valuta, una delle tre procedure di calcolo consentite dalla
per ogni tipologia di tubazione, il minimo numero norma NFPA13. Nel presente caso studio è stata
di supporti longitudinali e trasversali necessari adottata la procedura semplificata che permette di
per ogni tubazione e le relative aree di influenza valutare le azioni orizzontali mediante la
(lunghezze delle tubazioni) agenti su ogni relazione Fh=CpWp, in cui Wp rappresenta la
supporto. La dislocazione dei supporti è definita massa agente sul supporto mentre Cp è un
automaticamente nel rispetto di tutti i requisiti coefficiente tabellato in funzione
previsti dalla NFPA 13 in merito ai massimi dell’accelerazione spettrale al sito valutata per
interassi consentiti. In Tabella 1 sono riportati i bassi periodi (SDS). Per l’edificio in questione,
supporti longitudinali e trasversali necessari per SDS è stata assunta pari a 1.0 g. In Tabella 2 sono
le due linee principali. Per la linea principale in indicate le forze agenti sui supporti trasversali e
direzione X sono necessari tre supporti trasversali longitudinali nelle linee principali.
e due longitudinali, mentre per la linea principale

SG04-43
Tabella 2. Massime forze orizzontali agenti sui supporti Tabella 3. Profili selezionati per i supporti sismici.
sismici.
Supporti Trasversali
Supporti
Trasversali Tipologia ID
ID Diametro
Tipologia Dir. ID Tipologia
ID Forza Supporto (mm)
Supporto (kN) T-1 Schedule 40 25
1-X T-2 Schedule 40 25
T-1 2.35 Linea
T-3 Schedule 40 25
X 1-X T-2 1.96 Principale
Linea T-1 Schedule 40 25
T-3 1.31 1-Y
Principale T-2 Schedule 40 25
T-1 0.46
Y 1-Y
T-2 0.46
Supporti Longitudinali

Supporti Tipologia ID
ID Diametro
Longitudinali Tipologia
Supporto (mm)
Tipologia Dir. ID
ID Forza L-1 Schedule 40 25
Supporto (kN) 1-X L-2 Schedule 40 25
Linea
N/A N/A N/A
L-1 1.33 Principale
N/A N/A N/A
X 1-X L-2 1.16 1-Y
Linea N/A N/A N/A
N/A N/A
Principale
N/A N/A In Figura 8 è riportato un estratto del modello
Y 1-Y
N/A N/A BIM aggiornato sulla base dei risultati forniti
dalla progettazione sismica dei supporti; a
Per effettuare le opportune verifiche è differenza del modello originario, nel modello
necessario assegnare la distanza dell’impianto dal BIM aggiornato è possibile notare la presenza dei
solaio, e l’angolo di installazione dei supporti. supporti sismici dell’impianto, dimostrando
Sulla base di questi parametri sono valutate le l’efficacia della procedura proposta.
massime capacità dei supporti, in funzione della
tipologia di profilo selezionato. Le verifiche sono
effettuate in termini di resistenza e massima
Supporti Trasversali
snellezza del profilo, al fine di prevenire possibili
Cavi per le diramazioni
fenomeni di instabilizzazione. Nel presente caso
studio è stata adottata una distanza dal soffitto
pari a 80 cm e un angolo di installazione dei
supporti pari a 45°. I supporti scelti sono
caratterizzati da un profilo tubolare con diametro Supporti Trasversali Supporti Longitudinali

di 25 mm (Tabella 3). Tutte le verifiche sono Cavi per le diramazioni


risultate soddisfatte; qualora le verifiche non
fossero state soddisfatte sarebbe stato possibile
variare la tipologia di profilo, le sue dimensioni o
aumentare il numero di supporti. Per ciò che Figura 8. Estratto del modello BIM aggiornato.
riguarda le diramazioni, la norma NFPA13
stabilisce che qualora non sia necessario il
dimensionamento di opportuni supporti sismici è 4 CONCLUSIONI
comunque indispensabile introdurre dei cavi
posizionati a 45° che limitino i movimenti. Le performance sismiche degli elementi non-
SAPIS-BIM fornisce automaticamente la strutturali sono oggigiorno ritenute di
posizione dei cavi aggiuntivi necessari per le fondamentale importanza per la valutazione del
diramazioni. comportamento sismico degli edifici
nell’emergenza post-sisma. La combinazione di
opportune metodologie di calcolo e della
tecnologia BIM può portare ad un significativo
miglioramento della consueta pratica progettuale

SG04-44
soprattutto in merito alla progettazione sismica NFPA, 2010. NFPA 13: Automatic Sprinkler Systems
Handbook, National Fire Protection Association,
degli elementi non-strutturali. In questo studio è
Quincy, MA. ISBN: 978-145590406-8.
stata discussa l’efficacia dell’utilizzo del BIM Perrone, D., Aiello, M.A., Pecce, M., Rossi, F., 2015. Rapid
nella progettazione sismica degli elementi non- visual screening for seismic evaluation of RC hospital
strutturali. Oltre a fornire un framework buildings, Structures 3, 57-70.
Tekla BIMsight Official Website, available online:
concettuale che può essere applicato a qualsiasi http://www.teklabimsight.com/download
elemento non-strutturale, è stato presentato un Welch, D.P., Sullivan, T.J., Calvi, M.G., 2014. Developing
semplice software che consente la progettazione direct displacement-based procedures for simplified loss
dei supporti sismici da adottare per la messa in assessment in performance-based earthquake
engineering, Journal of Earthquake Engineering, 18(2),
sicurezza degli impianti sprinkler. I risultati dello 290-322.
studio hanno dimostrato la semplicità
dell’implementazione delle informazioni
disponibili nei modelli BIM nella metodologia
proposta al fine di ottenere un miglioramento
delle performance sismiche. I risultati ottenuti
incoraggiano l’estensione dello studio al fine di
sviluppare simili strumenti che siano in grado di
effettuare la progettazione sismica di altri
elementi non-strutturali. La definizione di
un’unica piattaforma digitale in cui siano
disponibili tutte le informazioni relative agli
elementi non-strutturali può consentire di
intraprendere un nuovo percorso che non solo
garantirà delle buone performance sismiche degli
elementi strutturali ma anche di tutti gli altri
elementi che costituiscono il “sistema edificio”.

REFERENCES
ASCE, 2013. ASCE/SEI 7-10 Minimum design loads for
buildings and other structure, American Society of Civil
Engineers. ISBN-13: 978-0784410851
CEN, 2004. European standard EN1998-1:2004. Eurocode
8: design of structures for earthquake resistance. Part 1:
general rules, seismic actions and rules for buildings,
European Committee for Standardization. Brussels, BG.
Dawood, N., Sriprasert, E., Mallasi, Z., Hobbs, B., 2003.
Development of an integrated information resource base
for 4D/VR construction processes simulation,
Automation in Construction 12(2), 123-131.
FEMA P-58, 2012. Seismic Performance Assessment of
Buildings, Federal Emergency Management Agency,
Washington, DC.
ISO Standard, 2010. ISO 29481-1:2010(E): Building
Information Modelling – Information Delivery Manual
– Part 1: Methodology and Format.
Jongeling, R., Olofsson, T., 2007. A method for planning of
work-flow by combined use of location-based
scheduling and 4D CAD, Automation in Construction
16(2), 189-198.
Ma, Z., Shen, Q., Zhang, L., 2005. Application of 4D for
dynamic site layout and management of construction
projects, Automation in Construction 14(3), 369-381
Miranda, E., Taghavi, S., 2003. Estimation of Seismic
Demands on Acceleration-sensitive Nonstructural
Components in Critical Facilities, Proceedings of the
Seminar on Seismic Design, Performance, and Retrofit
of Nonstructural Components in Critical Facilities, ATC
29−2, Newport Beach, CA.

SG04-45
ANIDIS 2017
PISTOIA

Building Information Modeling as support for seismic design


Rosanna Napolitano, Antonio Salzano, Domenico Asprone, Edoardo Cosenza
Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura, Università di Napoli “Federico II”, via Claudio, 21 80125 Napoli.

Keywords: seismic and structural engineering, Building Information Modeling, Augmented and Virtual reality

ABSTRACT
The actual context is characterized by technologic progress in support of seismic design, such as the Building
Information Modeling, that allows for visualizing a virtual and parametric model of a building and managing lots of
data and complex activities through a system of collaborative processes, regarding the life cycle of a structure.
In this paper, the applications based on integration between BIM methodology and virtual or augmented reality for
the seismic engineering sector, and the related remarkable benefits, are discussed. The main topics refer structural
design criticality, focusing on anti-seismic parameters about structural and no structural elements. In particular,
three applications related to this synthesis are argued.
A framework to visualize, in virtual environment, the steel reinforcement mounting sequences, to verify the
feasibility on field and to monitor numerous data, because of increasingly complex structural design in seismic
zones is showed.
The research carries on the response of flexible pipes on seismically base-isolated structure, with elastomeric
isolation systems, subjected to a seismic displacement. In order to define the behaviour of these elements,
following the occurrence of seismic event, BIM modelling connected to virtual reality allows to visualize deformed
configuration, to identify the degree of strains and to observe potential interferences.

SG04-46
ANIDIS 2017
PISTOIA

Building Information Modeling come supporto alla progettazione sismica


Rosanna Napolitano, Antonio Salzano, Domenico Asprone, Edoardo Cosenza
Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura, Università di Napoli “Federico II”, via Claudio, 21 80125 Napoli.

Keywords: ingegneria sismica e strutturale, Building Information Modeling, Realtà Aumentata, Realtà Virtuale

ABSTRACT
Lo scenario attuale è oramai caratterizzato da un crescente progresso tecnologico afferente il settore della
progettazione sismica, come dimostra lo sviluppo del Building Information Modeling, che consente di visualizzare
un edificio come modello virtuale e parametrico e gestire numerosi dati attraverso un sistema di processi
collaborativi, che abbracciano l’intero ciclo di vita di una struttura.
Nel presente lavoro, sono esaminate due diverse applicazioni riguardanti l’integrazione tra metodologia BIM e
realtà virtuale o aumentata nell’ambito dell'ingegneria sismica, al fine di proporre una dimensione atta a gestire le
frequenti criticità della progettazione strutturale, con particolare attenzione ai parametri antisismici relativamente a
elementi strutturali e non. Lo studio presenta, dapprima, un framework per la visualizzazione in ambiente virtuale
delle sequenze di montaggio di barre di armatura, con l’obiettivo di verificarne la fattibilità in cantiere nel rispetto
di una sempre più complessa progettazione strutturale, vincolata da stringenti criteri antisismici.
La ricerca evidenzia inoltre le forti potenzialità di una modellazione BIM, integrata alla realtà virtuale, anche
nell’ambito dell’isolamento sismico delle strutture, definendo nello specifico la risposta di tubi flessibili su una
struttura isolata sismicamente alla base, attraverso elastomeri, e consentendo di visualizzare la relativa
configurazione deformata, identificare il grado di deformazione e le potenziali interferenze.

2004). Di qui, lo sviluppo del BIM è


interpretabile come un’importante svolta nel
1 INTRODUZIONE settore dell’industria della produzione in generale
In un contesto come quello attuale, l’industria (Industria 4.0), e in quello delle costruzioni in
delle costruzioni rappresenta un settore particolare, in seguito alla crescente
ampiamente frammentato, nonostante risulti una digitalizzazione e all’uso sempre più ingente
delle principali forze motrici dell’economia dell’IT (Information Technology), in un momento
mondiale. Oggi, infatti, il settore delle costruzioni storico, tra l’altro, in cui si necessita più che mai
si colloca come un complesso sistema finalizzato di aggregazione, condivisione e sensibilità
all’ottimizzazione della sicurezza strutturale delle ambientale ed economica.
opere civili. Questo contesto di riferimento ha Il mondo del “Building Information
incrementato sensibilmente la domanda Modeling” include un gran numero di oggetti
prestazionale delle opere, determinando virtuali, caratterizzati da diversi attributi e inseriti
un’importante complessità delle realizzazioni in un modello geometrico tridimensionale. In
dell’industria delle costruzioni (Salzano et al. questo modo, la gestione di tutti i dati relativi
2016). A valle di ciò, l’intero processo di all’opera migliora, consentendo una più completa
costruzione risulta caratterizzato da un’enorme conoscenza delle informazioni riguardanti l’intero
quantità di informazioni, dati e regole difficili da ciclo di vita della stessa, “from cradle to grave”,
gestire in assenza di un adeguato supporto ovvero a partire dalla fase di ideazione dell’opera,
tecnologico (Salzano et al. 2015a). a quella di progettazione, realizzazione,
In questo contesto, il “Building Information consegna, manutenzione fino ad arrivare
Modeling” assurge a utile supporto per eventualmente a quella di demolizione (Eastman
l’inadeguato settore delle costruzioni, attraverso il et al. 2008). Ecco il motivo per cui
miglioramento della collaborazione e l’implementazione in BIM influenza tutte le fasi
comunicazione tra i vari attori coinvolti nel del processo edilizio; dalla fase preliminare di
processo e dell’intera produttività (Tam et al. fattibilità (Azhar et al. 2009; Cheung et al. 2012;

SG04-47
Ham et al. 2008), a quella di progettazione contenga tre concetti concentrici e
(Azhar et al. 2012), di realizzazione (Azhar et al. complementari. Le tre accezioni, con le quali può
2008a; Grilo et al. 2010; Ibrahim et al., 2004; essere inteso il BIM, possiedono un significato di
Yan and Damian 2008), a quella conclusiva di base comune, che è riposto nelle Informazioni
intervento e manutenzione (Ibrahim et al. 2004). che riguardano il “Building”, ossia le opere civili
In particolare, il settore dell’ingegneria o infrastrutturali (Nissim 2016). È la M, quindi a
strutturale necessita di approcci BIM-based, che definire i tre livelli suddetti. Ed infatti, la M può
forniscano cambiamenti significativi in termini di essere riferita al:
pratiche professionali, risorse umane, 1. Modello, come visualizzatore delle
competenze, relazioni con i committenti e accordi informazioni, ovvero qualcosa di
contrattuali. L’adozione della procedura BIM digitalmente concreto, che può essere
nell’ingegneria strutturale, dunque, migliora la sfruttato per sviluppare soluzioni
qualità del progetto, riducendo frequenti errori ottimizzate (Woo et al. 2010);
nelle tavole e aumentando la produttività del 2. Modellazione, come insieme di tecnologie
lavoro (Kaner et al. 2008). volto a creare un modello contenente le
L’obiettivo principale del presente lavoro è
informazioni, un processo di creazione e
definire come procedure innovative, quali la
utilizzo di modelli digitali per la
Realtà Aumentata (AR) e la Realtà Virtuale (VR)
possano integrarsi con il BIM, per consentire la progettazione, la realizzazione e
visualizzazione dell’ambiente reale attraverso manutenzione dei progetti;
l’utilizzo di informazioni aggiuntive ed 3. Management, come gestione delle
interattive. Il framework proposto fonde tali informazioni durante il ciclo di vita
differenti aree di lavoro, al fine di risolvere dell’opera,
problemi legati al monitoraggio delle attività di a seconda che ci si riferisca ai modelli virtuali
costruzione e della visualizzazione in tempo reale dell’edificio, ai processi edilizi, alla gestione,
del comportamento degli elementi non strutturali, all’organizzazione, al controllo dei processi dei
soggetti ad uno spostamento di tipo sismico. La modelli e delle informazioni.
ricerca relativa all’integrazione tra BIM - AR/VR
può fornire uno strumento utile per migliorare la
comunicazione e la collaborazione tra i soggetti
interessati ed accrescere la qualità del progetto
attraverso la simulazione e la realizzazione
virtuale.

1.1 Building Information Modeling


Figura 1. Definizione del BIM
Il “Building Information Modeling” può essere
definito come una rappresentazione digitale di Questi significati del BIM sembrano essersi in
caratteristiche fisiche e funzionali di un’opera qualche modo stabilizzati, e nel panorama
civile. In quanto tale, esso funge da risorsa di internazionale, alcuni paesi e organizzazioni
conoscenza condivisa per informazioni relative ad hanno sviluppato quadri normativi e mappe di
un edificio, realizzando una base affidabile per le processo per definire i Modelli, i processi di
decisioni da prendere durante il suo ciclo di vita, Modellazione e il Management delle
dalla nascita in poi (NBIMS 2007). Il BIM Informazioni. A distanza di qualche anno, il BIM
riesce, dunque, ad integrare in un modello unico e inteso nel suo senso più ampio sta dando prova
condiviso, l’insieme dei processi e delle delle sue tremende potenzialità, stimolando
informazioni utilizzate per la progettazione, l’innovazione, riducendo la frammentazione della
realizzazione e gestione, utilizzando modelli filiera e migliorando in definitiva efficienza ed
creati da tutti i partecipanti al processo edilizio, in efficacia dei progetti in cui è stato implementato
tempi diversi e anche per scopi non uguali tra (Nissim 2016).
loro al fine di garantire qualità ed efficienza Alcuni studi hanno rivelato cosa un modello
durante l’intero ciclo di vita del manufatto BIM-based rappresenti. Può essere utilizzato per
(Salzano 2015b) definire il ciclo di vita dell'edificio (Bazjanac
Esistono delle difficoltà nel dare una 2006), caratterizzato da dati geometrici,
definizione univoca al significato di BIM, avendo geografici e materici. Il BIM può essere
subito un processo di evoluzione e maturazione considerato come un nuovo paradigma all'interno
nel tempo. Oggi si ritiene che lo stesso acronimo del settore AEC (Architecture, Engineering,
Construction) che incoraggia l'integrazione e la

SG04-48
collaborazione di tutte le parti interessate in un interfaccia con la realtà definendola in una
progetto. Mentre il modello viene creato, i maniera migliore da un punto di vista geometrico
membri del team continuano a raffinare ed o informativo, ovvero aumentandone la
adattare le proprie parti in base alle preferenze del comprensione. La Realtà Aumentata può essere
committente, alla compatibilità dei sistemi e alla implementata usando diversi dispositivi portatili,
progettazione, al fine di garantire un modello come smartphone o tablet, ma anche strumenti
preciso (Carmona and Irwin 2007). Un modello come Google Glass.
BIM, quindi, può essere utilizzato per diversi Questi campi di ricerca consentono all’utente
obiettivi, tra cui la facile visualizzazione delle di lavorare in un ambiente reale, mentre riceve
fasi del processo, la rapida revisione del progetto visivamente ulteriori informazioni generate o
edilizio, la valutazione automatica dei costi, la modellate dal computer per supportare l'attività a
semplice analisi forense, la riduzione di sprechi, portata di mano (Wang et al. 2013).
in termine di materiali, risorse e costi (Azhar I prototipi di ricerca virtuale da sviluppare nel
2011; Azhar et al. 2008a). settore della costruzione sono aumentati grazie ai
I vantaggi derivanti dall'utilizzo del BIM recenti progressi nella progettazione
possono essere sintetizzati nella riduzione dei dell'interfaccia informatica e nella capacità
costi di capitale durante l'offerta di un progetto, hardware (Hou and Wang 2011; Dong and Kamat
degli errori nella documentazione dei contratti, 2010; Chen and Zheng 2009). Lo sviluppo di
nel miglioramento delle stime iniziali, nella queste realtà per le industrie di ingegneria e
migliorata coordinazione delle fasi di costruzione, costruzione permette di descrivere le tecnologie e
nell’identificazione di potenziali contrasti che i principi per l'applicazione di tali interfacce
potrebbero sorgere nella comprensione da parte computerizzate a supporto di tutte le fasi di cui il
degli utenti dei prodotti finali. (Wang et al. 2013) ciclo di vita del progetto è costituito (Dunston
Insomma, il successo del BIM dipende da and Wang, 2005).
molti fattori, quali la dimensione del progetto, le Questi metodi risultano più adattabili di
competenze e la comunicazione dei membri del qualsiasi altra tecnologia in un settore dinamico
team di progetto, nonché da fattori esterni come quello dell'industria delle costruzioni.
organizzativi. (Barlish 2012) L'integrazione della tecnologia virtuale,
attraverso procedure AR o VR, all'interno di un
ciclo di vita del progetto BIM-based, migliora la
2 REALTÀ VIRTUALE ED AUMENTATA gestione della sicurezza, riduce i costi di
COME ESTENSIONE DEL BUILDING realizzazione ed aumenta le prestazioni dei
INFORMATION MODELING processi iterativi e strutturali.
Il metodo BIM, connesso con le pratiche AR o
VR, consente di verificare l'efficienza degli
All’interno del settore delle costruzioni, si sta
impianti in caso di eventi calamitosi come un
assistendo ad una crescente diffusione del BIM,
terremoto. Applicando questa tecnica, sono
ma anche di altri tipi di innovazione: stampanti
valutati i potenziali spostamenti sismici indotti da
3D o utilizzo di droni. Tra le altre, una delle
questi componenti. In questo modo è garantita la
possibili estensioni della metodologia BIM è
funzionalità continua degli impianti, un aspetto
l’applicazione delle tecniche della Realtà Virtuale
necessario per edifici di interesse strategico, come
(VR, Virtual Reality) e di Realtà Aumentata (AR,
ospedali o uffici pubblici. Grazie all'approccio
Augmented Reality).
integrato del BIM è possibile ottenere questo
La Realtà Virtuale coinvolge l’utente in
risultato in modo molto più rapido,
simulazioni ed interazioni in tempo reale
automatizzando i processi di verifica e il
attraverso diverse prospettive e scale temporali,
controllo dei dettagli antisismici grazie alla
consentendo non solo un contatto visivo con il
possibilità di inserire dati di input che limitano la
mondo fisico, ma soprattutto una completa
geometria e le distanze tra i vari componenti.
immersione all’interno del mondo virtuale 3D.
Di qui, un'importante potenzialità riguarda il
Pertanto, una difficile esperienza di conoscenza
sistema di isolamento sismico degli edifici, una
della struttura in tempo reale diventa possibile
tecnica utilizzata per proteggere componenti
grazie all’adozione della Realtà virtuale, che
strutturali e non strutturali dagli effetti dello
delimita le criticità e le restrizioni nel campo
scuotimento terrestre; infatti, il comportamento di
dell’ingegneria civile. (Azuma 1997)
una struttura sismicamente isolata alla base,
Invece, la Realtà Aumentata consente di
sottoposta a un terremoto, si avvicina al moto di
sovrapporre il mondo virtuale a quello effettivo
un corpo rigido.
(Meza 2014); la grafica computerizzata si

SG04-49
Gli spostamenti relativi, sviluppati tra la parte metodologia BIM, connesse alla possibilità di
della struttura isolata e la base non isolata, svolgere un progetto strutturale integrato, per
necessitano pertanto di utili dispositivi per gestire le interazioni tra elementi strutturali e non
contenere diversi effetti, basati su un input strutturali e per eseguire facilmente controlli, ai
sismico, come il tranciamento degli impianti o il fini di una corretta valutazione sismica.
martellamento tra le strutture. Infatti, in caso di sisma, il collasso dell'edificio
potrebbe non dipendere da una crisi fragile o
duttile di un elemento strutturale, ma dal
danneggiamento di un componente non
strutturale, che rappresenterebbe perciò un
ostacolo alle vie di fuga o un pericolo per
l’incolumità delle persone. Utilizzando questa
metodologia, caratterizzata da procedure rapide,
integrate e standardizzate, è possibile prevedere
l'utilizzo di criteri antisismici in relazione al
progetto di elementi non strutturali, al fine di
aumentare il livello di sicurezza di tutto il
patrimonio strutturale.
Figura 2. Esempio di giunto tecnico per impianti.
Attraverso un modello virtuale tridimensionale 3 CASO STUDIO: SIMULAZIONE
completo ed integrato è possibile eseguire il DIGITALE DELLE SEQUENZE DI
controllo degli spostamenti di progettazione, ma MONTAGGIO DELLE BARRE DI
anche la visualizzazione della configurazione ARMATURA DI RINFORZO
deformata, l'identificazione dell’entità delle
deformazioni e la definizione di potenziali
interferenze. In seguito ad eventi sismici passati, che hanno
Un ulteriore beneficio, che il sistema colpito molti paesi e provocato notevoli danni, la
presentato può assicurare, si riferisce alla vigente normativa antisismica adotta requisiti
possibilità di gestire elementi strutturali stringenti. Di conseguenza, le carpenterie, a valle
complessi e non tradizionali, un vantaggio che dell’adozione di tali dettagli, diventano
non può essere sfruttato con approcci tradizionali. complesse e difficili da capire, rendendo
Quindi, l'uso della metodologia correlata al BIM maggiore la possibilità di incorrere in errori. In
consente di evitare un aumento delle criticità questo contesto, l'approccio BIM è molto utile,
tipiche dell'intero processo di costruzione, a valle perché permette di evitare, o quanto meno ridurre
dell’utilizzo di innovativi e complessi sensibilmente, frequenti imprecisioni sia nella
componenti strutturali. A partire dalla fase di fase di progettazione che di realizzazione. Per
progettazione fino a quella di realizzazione, la illustrare possibili e concreti vantaggi che è
rappresentazione delle forme degli elementi possibile ottenere nell’ambito della progettazione
presenta diverse difficoltà e la modellazione sismica, attraverso l’integrazione del Building
utilizzata per l'analisi è caratterizzata da Information Modeling in ambiente virtuale, è
importanti approssimazioni che riducono stata sviluppata un'applicazione. Nel presente
l'accuratezza globale, fornendo dati errati come lavoro, viene presentata la visualizzazione
output. dinamica delle sequenze di montaggio delle
Poiché il BIM è una metodologia parametrica, armature disposte in una piastra di fondazione in
alla singola forma è possibile associare proprietà cemento armato.
di diverso tipo, da quella meccanica, fisica a La fase inziale del lavoro proposto richiede la
quella termica, garantendo un controllo più modellazione dell’elemento strutturale
efficace delle tecniche di lavorazione. Se la considerato. Per eseguire la modellazione
Realtà Virtuale supporta il Building Information architettonica, è possibile utilizzare “Autodesk ™
Modeling, i vantaggi apportati all’intero iter Revit®”, un software appropriato per lo sviluppo
progettuale aumentano; uno di questi è della metodologia BIM.
rappresentato dalla visualizzazione dinamica
delle sequenze di montaggio dell'elemento di
costruzione considerato.
Nel settore dell'ingegneria strutturale, infatti,
esistono numerose potenzialità sfruttate dalla

SG04-50
“interrogato”, per valutare potenziali interferenze.
Inoltre, per il progettista e per i lavoratori, la
comprensione del progetto è più immediata ed
intuitiva. La possibilità di visualizzare tutte le fasi
di realizzazione, attraverso un manuale virtuale,
facilita certamente il lavoro. In questo modo,
l'obiettivo è quello di raggiungere una procedura
standard che minimizzi tutti gli errori possibili.
Figura 3. Modellazione di una trave di fondazione,
implementata in Revit®
Il modello risultante è costituito da una trave 4 CASO STUDIO: VALUTAZIONE DELLO
di fondazione con tre pilastri, nella quale sono SPOSTAMENTO DI IMPIANTI SU UN
nidificate le rispettive famiglie di trave e di EDIFICIO SISMICAMENTE ISOLATO
pilastro e, successivamente, armata. ALLA BASE
Ad ogni oggetto caricato è associato un set di
diverse proprietà materiche, dimensionali, Questo paragrafo riguarda il ruolo della
meccaniche ed altre. Successivamente, il modello metodologia BIM connessa alla Realtà
creato è importato in un software di modellazione Aumentata, ai fini di un’ottimizzazione del
grafica tridimensionale, chiamato “3DVIA settore dell’ingegneria strutturale e dei suoi
Composer”, che permette di creare una sequenza attuali benefici.
temporale dinamica, al fine di ottenere esempi Questo studio mostra, in maniera molto
pratici ed animazioni 3D interattive. semplificata, un esempio di struttura isolata
sismicamente alla base, attraverso l’utilizzo di
isolatori elastomerici.

4.1 La metodologia
Primo step della metodologia presentata è la
modellazione strutturale, realizzata mediante
l’ausilio di "Revit® Architecture", una
piattaforma specificamente sviluppata per il
Figura 4. Esempio di realtà virtuale per le sequenze di
Building Information Modeling (BIM), che
montaggio delle barre di armatura di rinforzo. consente ai progettisti di concretizzare le proprie
idee, con un approccio coordinato e basato su di
Da un punto di vista strutturale, questo metodo uno schema coerente. Il modello, realizzato in
proposto è utile per visualizzare e quindi evitare Revit®, è costituito da un corpo rigido giuntato
possibili interferenze, frequenti invece in un ad uno mobile, del tutto simile al precedente per
modello 2D tradizionale, considerando un dimensioni, il cui solaio poggia direttamente su
adeguato margine per il montaggio e la legatura isolatori elastomerici. Inoltre, il modello
dei ferri da parte dei carpentieri, uno spazio realizzato in Revit® contempla la presenza anche
sufficiente senza che si verifichi segregazione di diversi tubi flessibili e condotti.
degli inerti per le maglie troppo strette, durante il In merito alla modellazione del
getto del calcestruzzo. comportamento della struttura e dei tubi, in
Lo scopo di questa applicazione è quello di seguito ad uno spostamento impresso, si utilizza
fornire ai professionisti e alle maestranze un un applicativo sviluppato con Dynamo.
supporto valido e semplice per la realizzazione di Dynamo è un ambiente di programmazione
un generico elemento strutturale, una sorta di autonomo che consente ai progettisti di creare una
manuale digitale. Infatti, i primi possono logica visiva per esplorare progetti concettuali
utilizzare il lavoro mostrato come strumento per parametrici e automatizzare le attività.
seguire tutte le fasi di realizzazione Infatti, attraverso questa applicazione, tutti gli
evidenziandone le problematiche, spesso ignorate elementi, chiamati nodi, sono collegati all'interno
nella fase di progettazione; i secondi, invece, di un processo di programmazione visiva, al fine
come riferimento che possono sfruttare in ogni di definire la relazione e la sequenza di attività
situazione, rendendo possibile la comprensione specifiche di algoritmi personalizzati. La
del processo di progettazione. modellazione corretta di questi tubi consente
I vantaggi derivanti sono diversi; il modello all'applicativo Dynamo di leggere i dati nel
tridimensionale, infatti, può essere facilmente miglior modo e quindi di sviluppare

SG04-51
accuratamente gli algoritmi. Questa tipologia di
tubi è modellata attraverso una curva NURBS, y4  a  bx4  cx4 2  dx43  ex4 4 (3)

acronimo di “Non Uniform Rational Basis-


Splines”, una generalizzazione delle curve B- yc  a  bxc  cxc 2  dxc 3  exc 4 (4)
Spline e delle curve di Bézier. Le curve NURBS
sono curve geometriche utilizzate in grafica La quarta e la quinta equazione, invece, sono
computerizzata, caratterizzate da diversi punti di rappresentate dalle condizioni di tangenza della
controllo. curva nei punti 0 e 4.
Nel caso in esame le tangenti sono orizzontali,
quindi la derivata della curva:
y '  b  2cx  3dx 2  4ex3 (5)

calcolata nei punti 0≡(x0; y0), 4≡(x4; y4) deve


assumere valore nullo.
Le cinque equazioni risultanti rappresentano
Figura 5. Curva NURBS un sistema di equazioni nelle incognite a, b, c, d,
L'algoritmo implementato in Dynamo prevede e, risolto il quale si ottengono i valori dei
la definizione di regole con le quali modificare la coefficienti che, sostituiti all’interno
configurazione della curva NURBS, consentendo dell’equazione della curva, permettono di
alla tubazione flessibile di assumere una forma ottenere l’equazione cercata soddisfacente le
distesa, senza subire variazioni apprezzabili di condizioni al contorno.
lunghezza; in altre parole, si ricerca la relazione Calcolata la formula polinomiale
con la quale definire la linearizzazione della approssimante la curva NURBS, è possibile
NURBS mantenendo la lunghezza costante. Il calcolare la lunghezza della stessa, tramite la
parametro fondamentale è la lunghezza della seguente formula nota dall’analisi matematica:
curva NURBS, che è necessario mantenere fisso. 4

Per gestire facilmente il parametro di lunghezza L   1  y '2 dx (6)


della curva NURBS, si definisce un sistema di 0
coordinate (O,x,y,z) con l’asse x avente direzione
La lunghezza così ottenuta comporta un errore
e verso Ovest-Est, asse y con direzione e verso
rispetto alla lunghezza effettiva della NURBS
Sud-Nord ed asse Z dal basso verso l’alto.
irrisorio, pari, in media, allo 0,1%.
L'andamento della curva può essere approssimato
Ottenuto, quindi, il parametro lunghezza dalla
con un’equazione polinomiale di quarto grado:
curva polinomiale, l’algoritmo prevede di
y  a  bx  cx 2  dx3  ex 4 (1) calcolare una nuova curva che soddisfi delle
nuove condizioni al contorno, tra le quali proprio
Questa curva deve soddisfare cinque quella di mantenere la lunghezza della nuova
condizioni al contorno. curva costante.
La prima, la seconda e la terza condizione Pertanto, dato uno spostamento Δ subito in
sono rispettivamente i passaggi della curva per i direzione x dalla curva, si scrive una seconda
punti 0≡(x0; y0), 4 ≡ (x4; y4) e C ≡ (xc; yc), dei equazione:
quali sono note le coordinate.
Y  A  Bx  Cx 2  Dx3  Ex 4 (7)

che deve soddisfare le condizioni al contorno


che prevedono il passaggio della curva per i punti
0≡(x0; y0) e 4’≡(x4 + Δ; y4), tangente
orizzontale nei punti 0≡(x0; y0) e 4’≡(x4 + Δ; y4)
e lunghezza costante della curva, tale per cui
4'
Figura 6. Disegno della tubazione flessibile L '   1  Y '2 dx  L (8)
0

Queste condizioni si esplicano nelle tre Le 5 condizioni appena scritte formano un


equazioni: sistema di cinque equazioni nelle incognite A, B,
C, D, E. In questo modo, si ottiene una nuova
y0  a  bx0  cx0 2  dx03  ex0 4 (2)
equazione che rappresenta la posizione della
curva aggiornata dopo lo spostamento Δ.

SG04-52
Il metodo, insomma, prevede il movimento dei impiantistica. Il BIM si presta perfettamente a
punti di controllo della NURBS, al fine di questo scopo, data la sua spiccata interoperabilità.
adattare la curva alla configurazione deformata, Come sopra menzionato, la realizzazione della
cercando di mantenere quanto più possibile la modellazione 3D di edifici prevede l'utilizzo del
lunghezza costante. software Revit® dalla suite Autodesk ™. Invece,
l’applicativo Dynamo risulta un valido strumento
4.2 Applicazione per la modellazione del comportamento della
La metodologia descritta prima è stata poi struttura e dei tubi dato uno spostamento
applicata, in maniera semplificata, ad un esempio impresso.
di edificio isolato sismicamente alla base, per La struttura monopiano modellata risulta
mezzo di isolatori elastomerici, a partire da un composta da quattro pilastri di dimensioni
edificio reale, quale l’Ospedale del Mare di 120x120cm2 disposti con luci di 6 m nella
Napoli. direzione Est-Ovest in pianta e 5m in direzione
Un Ospedale, essendo tale, non può cessare le Nord-Sud, collegati in sommità da 4 travi a
sue regolari attività in nessun caso, a maggior spessore120x50cm2. È stato inserito un solaio di
ragione allorquando si verifichi un evento default dello spessore di 50cm. Vengono poi
sismico. Pertanto, riveste un ruolo fondamentale modellati degli sbalzi di lunghezza di 2,4m su
la salvaguardia del corretto funzionamento di tutti ogni lato del solaio. Lo schema che è stato scelto
gli impianti, al fine di permetterne la regolare per riprodurre il comportamento delle tubazioni è
fruizione da parte di tutti coloro i quali composto dal suddetto corpo di fabbrica, pensato
necessitano di cure. Poiché, quindi, tutti gli come fisso, a cui è giuntato, ad una distanza di
impianti di condizionamento, idrico-sanitario, 30cm tra gli estradossi, un ulteriore corpo di
delle acque reflue, di illuminazione devono fabbrica, del tutto simile al precedente per
garantire, tassativamente, il loro funzionamento, dimensioni, tuttavia mobile, in quanto il solaio
soluzioni che permettano agli stessi di non subire poggia direttamente su quattro isolatori sismici
danni in seguito al terremoto devono essere elastomerici con nucleo di piombo a loro volta
escogitate. posizionati su altrettanti pilastri, così come
Per raggiungere l’obiettivo prefissato, sono accade per l’Ospedale del mare. Anche le
stati previsti tubazioni flessibili, giunti di tubazioni flessibili sono state modellate attraverso
dilatazione e varchi di tamponamento in lana l’ausilio di Revit, come famiglia caricabile e il
minerale. modello risultante è mostrato in Figura 8.
I tratti flessibili delle tubazioni, ad esempio,
sono in grado di assorbire lo spostamento subito (a) (b)
dalla parte di struttura mobile, conseguentemente
all’avvento del sisma, attraverso una
deformazione assiale di allungamento e/o di
accorciamento ed una variazione di forma.
Questo permette al resto della tubazione, presente
nella parte mobile della struttura, di subire solo
un cinematismo traslativo da corpo rigido,
evitando così la nascita di tensioni, che altrimenti Figura 7. (a) Tipologia di isolatore simile a quella utilizzata
si sarebbero avute in presenza di vincoli. nell’Ospedale del mare: Isolatore elastomerico con nucleo
di piombo. (b) Isolatore realizzato in Revit® e caricato
Inoltre, nella comune progettazione sismica, lo come famiglia caricabile all’interno del modello.
stato di danno degli elementi non strutturali è
valutato forfettariamente attraverso uno
spostamento target, subito dai soli elementi
strutturali. Anzi, molto spesso la componente non
strutturale non è proprio considerata all’interno
del modello analitico. Quindi, a valle dell’analisi,
non vi è alcuna informazione riguardo
all’effettivo danno subito dagli impianti.
Per comprendere come questi elementi si
deformano a seguito di uno spostamento e come
possano interferire l'uno con l'altro è opportuno,
dunque, definire un modello più complesso, che
Figura 8. Modello realizzato in Revit® nella vista Raytrace
inglobi sia la parte strutturale che quella
interattivo.

SG04-53
Una volta che l'algoritmo descritto 5 CONCLUSIONI
precedentemente è implementato in Dynamo, lo
script si rende eseguibile. Inizialmente lo
spostamento in direzione x è nullo, quindi il tubo Il Building Information Modeling rappresenta
assume la configurazione come da modello. una sfida importante nel settore delle costruzioni,
Assegnando successivamente uno spostamento in particolare dell'ingegneria strutturale e sismica,
arbitrario di 250 mm, fino al raggiungimento del caratterizzato da significative incertezze e
massimo valore possibile, il tubo si porta nella continui cambiamenti, che rendono difficile il
sua configurazione estrema, come è possibile controllo globale dell’intero processo di
notare in Figura 9. progettazione.
Il presente lavoro, dunque, sviluppa diverse
applicazioni basate sulla metodologia BIM,
appunto a supporto di un’efficace ottimizzazione
della progettazione strutturale e sismica. Nello
specifico, si cerca di fornire un quadro per lo
sviluppo di nuove possibili frontiere, basato
sull'integrazione della metodologia BIM con la
modellazione in tempo reale che aumenta la realtà
circostante.
Figura 9.Configurazione deformata, considerando il Emerge dai risultati, inoltre, che l'utilizzo di
massimo spostamento possibile. strumenti tridimensionali presenta indubbi
vantaggi; ed infatti, grazie all’adozione di tale
Infine, il modello viene sviluppato in ambiente approccio, si riesce a creare un database più ricco
“Autodesk Navisworks”, un ulteriore software in grado di fornire informazioni aggiuntive e utili
BIM-based, che consente di eseguire il in merito all’edificio oggetto di studio, a
rilevamento di interferenze tra diversi oggetti differenza del tradizionale metodo CAD-based. In
dello stesso sistema, attraverso la visualizzazione questo modo, infatti, si riescono a padroneggiare
virtuale, come mostra la Figura 10. molto più facilmente tutti i dati relativi alla
struttura.
In tempo reale, si possono valutare gli stati di
avanzamento di un lavoro, la qualità del lavoro
svolto, si possono impartire direttive mirate agli
operai e si può constatare il risparmio dei tempi e
dei costi a valle della realizzazione.

RINGRAZIAMENTI
Figura 10. Interferenza rilevata dal programma Navisworks,
tra i due tubi presenti nel modello. Si ringrazia l’ing. Paolo Piccirillo che, con il
Lo scopo di questo modello semplificato è, suo lavoro di tesi magistrale in Ingegneria
dunque, quello di consentire la valutazione della Strutturale e Geotecnica, presso l’Università degli
risposta dei suddetti impianti ad un qualsiasi tipo studi di Napoli (anno 2017), ha contribuito
di spostamento nel piano impresso alla struttura significativamente alla realizzazione del lavoro
isolata, in modo da poter controllare in realtà qui presentato.
virtuale ciò che accadrebbe effettivamente.
Tuttavia, ciò non può essere ridotto ad una
REFERENCES
mera animazione 3D. Infatti, in ogni istante, è
possibile, proprio grazie alla modellazione BIM,
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SG04-55
ANIDIS 2017
PISTOIA

Damping reduction factor in seismic engineering using a stochastic approach


Rita Greco a, Alessandra Fiore b,c, Bruno Briseghella d
a
DICATECH, Technical University of Bari, Via Orabona 4, 70125 Bari, Italy
b
DICAR, Technical University of Bari, Via Orabona 4, 70125 Bari, Italy
c
InGeo, “G. d'Annunzio” University of Chieti-Pescara, Viale Pindaro 42, 65127 Pescara, Italy
d
College of Civil Engineering, Fuzhou University, Xue Yuan Road, Fuzhou 350108, China

Keywords: isolation system; rolling-ball rubber-layer device; viscous-elastic behaviour; slip region; stick region.

ABSTRACT

Damping reduction factors play a central role both in scientific literature and seismic codes, but still now proposed
formulations show a quite large scatter. The main goal of the present work is to explore a new definition of the
damping reduction factor. The concept of stochastic response spectrum is adopted in order to predict the earthquake
response of a linear SDoF system, on the basis of the random vibration theory for non-stationary process. The peak
of the response of a SDoF system under a non-stationary stochastic process, is used to define the stochastic
displacement spectrum. The damping reduction factor is thus evaluated as the ratio between the maximum
displacement of systems with a given damping and a conventional one subject to the same earthquake.

SG04-56
ANIDIS 2017
PISTOIA

Damping reduction factor in seismic engineering using a stochastic approach


Rita Greco a, Alessandra Fiore b,c, Bruno Briseghella d
a
DICATECH, Technical University of Bari, Via Orabona 4, 70125 Bari, Italy
b
DICAR, Technical University of Bari, Via Orabona 4, 70125 Bari, Italy
c
InGeo, “G. d'Annunzio” University of Chieti-Pescara, Viale Pindaro 42, 65127 Pescara, Italy
d
College of Civil Engineering, Fuzhou University, Xue Yuan Road, Fuzhou 350108, China

Keywords: isolation system; rolling-ball rubber-layer device; viscous-elastic behaviour; slip region; stick region.

ABSTRACT

Damping reduction factors play a central role both in scientific literature and seismic codes, but still now proposed
formulations show a quite large scatter. The main goal of the present work is to explore a new definition of the
damping reduction factor. The concept of stochastic response spectrum is adopted in order to predict the earthquake
response of a linear SDoF system, on the basis of the random vibration theory for non-stationary process. The peak
of the response of a SDoF system under a non-stationary stochastic process, is used to define the stochastic
displacement spectrum. The damping reduction factor is thus evaluated as the ratio between the maximum
displacement of systems with a given damping and a conventional one subject to the same earthquake.

1994, Ramirez et al. 2002, NEHRP 2000,


Bommer et al. 2000, Eurocode 8 2004, MIT
1 INTRODUCTION 2008, JPN 2001).
Seismic design and assessment of ordinary Until now researchers were mainly oriented to
structures are generally based on response estimate the DRF by the observation of the
spectrum analyses in which a 5% damping ratio is effects of viscous damping on the maximum
adopted. Actually two types of damping can be displacement response of elastic SDOF systems
recognized in structures, one of which comes subjected to artificial or natural earthquakes
from structures themselves and the other from the (UBC 1994, Bommer et al. 2000, Lin and Chang
added energy dissipation devices. Within this 2003, Lin and Chang 2004, Priestley 2003).
classification, high-damping elastic response In addition to its obvious dependence on
spectra should be applied in the case of structures damping and period, recent investigations, based
equipped with seismic isolation or energy on real acquisitions, showed the dependence of
dissipation systems. In this context the Damping the scaling factor on seismological parameters
Reduction Factor (DRF) represents an effective such as magnitude, distance to the source and
tool for design purposes in order to estimate local site conditions (Lin and Chang 2004,
response spectra characterized by damping ratio Benahemd et al. 2016).
different from 5%. Namely the DRF is a scaling In a recent paper, Palermo et al. (2016) used a
factor applied in response spectrum analyses to stochastic approach with stationary input to
translate spectral ordinates at 5% damping into provide insight into the observed trends and to
ordinates corresponding to other values of identify the key parameters which govern the
damping ratios. damping reduction factor. The main objective
In the last decades several studies for the was to develop a physically-grounded
formulation of the DRF have been carried out by formulation for the DRF based upon basic
many researchers, the outcomes of which have principles of structural dynamics.
been adopted by the main seismic codes [3-19] Practically all the aforementioned studies,
(ATC 1986, Newmark and Hall 1973, Newmark except for the latter one, are based on statistical
and Hall 1982, ATC-40 1996, FEMA-2731997, analyses of the time-history response of SDOF
FEMA-356 2000, UBC 1997, IBC 2000, UBC damped systems subjected to real earthquake

SG04-57
records. Nevertheless, despite the great quantity where Sd , 5% and PSa , 5% are the elastic
of studies dedicated to the problem, an evident
displacement and pseudo-acceleration response
understanding of the observed trends is still
missing. spectra for damping ratio equal to 5%, while Sd
The study herein proposed deals with a and PSa are the corresponding quantities for
stochastic approach to obtain the DRF and to
identify the fundamental parameters which damping ratios ξ greater than 5%.
govern it. Differently from the study from The same reduction factor η is used for both
Palermo et al. (2016), a stochastic approach with displacement and pseudo-acceleration response
non-stationary input is adopted, together with a spectra, since they are mutually related through
formulation based on the peak theory of the relationship given by Eq. (4).
stochastic processes. More in detail, since the On the basis of Eqs. (5) and (6), if the DRF is
DRF factors adopted in all the existing design known, the high-damped response spectra can be
provisions are independent from the soil types evaluated from the response spectra with
where structures are located, the main goal of this damping ratio equal 5%.
paper is to discuss the effects of site
characteristics on the DRF. 2.2 Earthquake ground motion modeling and
site soil conditions
In this study, a stochastic-based approach is
2 ANALYTICAL FORMULATION used to evaluate the DRF, assuming a non-
stationary model for the seismic action. More in
2.1 Damping Reduction Factor detail, the seismic acceleration X g is modeled as
a uniformly modulated non-stationary stochastic
The equation of motion for a linear-viscous process, obtained by multiplying a time
SDOF system subjected to a seismic ground modulation function  (t ) for a stationary process.
acceleration action Xg (t ) can be written as: An extensively applied stochastic approach
X0 (t )  200 X 0 (t )  02 X 0 (t )   X g (t ) (1) was proposed in (Clough and Penzien 1977)
where a linear fourth order filter, obtained from a
where X 0 is the system-ground relative series of two linear oscillators forced by a
displacement, 0 the damping ratio and 0 the modulated white noise process, was considered.
system natural frequency, defined as follows: Accordingly, ground acceleration Xg (t ) can be
expressed as:
k c
0  and  0  , (2)  X g (t )   2 c X c (t )  2 cc X c (t )   2 p X p  2 p p X p (t )
m 2 km 
 Xc (t )   c X c (t )  2 cc X c (t )   p X p  2 p p X p (t )
2 2

k and m being the stiffness and the mass of the    2


system, respectively.  X p (t )  2 p p X p (t )   p X p   (t )W (t )
The displacement spectrum and the pseudo- (7)
acceleration spectrum for the system are defined
as: where X p (t ) is the response of the first filter,
having frequency  p and damping coefficient ξ p ,
Sd  X 0 (t) max displacement spectrum (3)
while X c (t ) is the response of the second filter
PS a  02 S d pseudo acceleration spectrum (4) characterized by frequency c and damping ratio
The Damping Reduction Factor (DRF)  has ξc . Moreover W (t ) is the white noise stochastic
been introduced to get an approximate estimate of process, whose constant bilateral Power Spectral
the high damping elastic response spectra from Density function is S0 . Finally,  (t ) is the
their 5% counterpart, adopting the following
equations: modulation function (Greco et al. 2014); the
function proposed by Jennings and Housner
Sd   Sd , 5% (5) (1968) is herein adopted:
 t 2
PSa   PSa , 5% (6)  (t )    t  t1; 1 t1  t  t2 ; e t t2  t  t2
 t1 
(8)

SG04-58
with t1  5 sec, t2  12 sec and   0.4 . response spectrum is the plot of a stochastic
evaluation of the maximum system response to a
stochastic model of the ground motion versus the
2.3 Stochastic-based DRF natural period for any assigned value of structural
damping. In this study, in order to obtain the DRF
Let us consider a SDoF freedom subject to a by Eq. (5), the displacement spectrum is
seismic motion modeled by the non-stationary evaluated in stochastic terms by mean of the peak
Clough and Penzien (CP) stochastic process. By theory of stochastic process. More in detail, the
expressing Eq. (7) in the state-space, the motion maximum displacement X 0max is defined as the
equation of the system becomes: system displacement which is not exceeded with
a given probability P * . Consequently, the central
Z  t   AZ  t   F  t  (9) matter now is to evaluate this maximum
displacement, that in a mathematical formulation
where Z is the state-space vector and F is the is the displacement threshold b that will not be
force vector, given by: exceeded with a probability Pf * during the
T system lifetime (Greco and Marano 2013).
Z   X 0 , X c , X p , X 0 , X c , X p  ; Let us consider this problem for a generic process
X and for a threshold b ; the Vanmarcke formula
F   0 , 0 , 0 , 0 , 0 ,  (t)W (t) 
T
(10) (Vanmarcke 1975) gives the probability that the
process X exceeds the threshold b:
while A is the state matrix:  t 
 0 0 0 1 0 0 
P (t , b)  1  exp     (t ) dt  (13)
   0 
 0 0 0 0 1 0 
 0 0 0 0 0 1  (11) where the expected decay rate  (t ) is given by:
A 2 2 2 
 0  c  p 200 2cc 2 p p    R (b, t ) 
 0 2 2
2 p p  1  exp  

 0
 c  p 0 2cc
   X (b, t ) 
 0  2
f 0 0 2 f  f   (t )   X (b, t ) (14)
  (b, t )
1  X
The stochastic response of the system excited  X (0, t )
by the non-stationary modulated CP process can
be obtained by solving the following matrix  X (b, t )    X (b, t )    X (b, t )
denoting the
Lyapunov differential equation (Marano et al. expected rate of the response beyond the
2015, Greco et al. 2017): threshold. The expected up and down crossing
rates are:
 (t )  AR(t )  R (t ) AT  B(t )
R (12) 
T
where R(t )  ZZ is the covariance matrix.   X (b, t )   ( X  b) f XX (t , b; t , X )dX
b
Moreover, B (t ) is a square matrix with all zero b
(15)
elements except for the last one, equal to   X (b, t )   (b  X ) f XX
(t , b; t , X )dX
2 S 0 (t ) 2 . 

The solution of Eq. (20) can be performed by


adopting different numerical approaches (Marano where f XX (t , b; t , X ) is the joint probability
et al. 2007, Greco and Marano 2013, Lucchini et density function (JPDF) of X and X .
al. 2014, Briseghella and Greco 2016). In Eq. (14)  R (b, t ) denotes the expected up-
crossing rate of the envelope process R(t), which
3 PEAK RESPONSE AND STOCHASTIC is defined as:
RESPONSE SPECTRUM EVALUATION
R (t )  X (t )  Xˆ 2 (t ) (16)

A seismic response spectrum is defined as the If the JPDF f RR (t , R; t , R ) is available, the
plot of the maximum response (displacement, function  R (b, t ) can be evaluated from Eq. (15)
acceleration) of a SDoF system to a recorded
earthquake versus its natural period for any after replacing X and f XX (t , b; t , X ) with R and
assigned value of structural damping. In f RR (t , R; t , R ) , respectively. For convenience, the
stochastic meaning, in the same way, the seismic

SG04-59
above crossing rates are evaluated in a Then the up-crossing rate for the envelope can
be written as:
normalized way by introducing the following

normalized variables:   R (t , b)    Q (t , )  fQ ( )    s    fQ  s  ds 

X (t )    
Y (t )  (17) 
 X (t )     (24)
   2
  2 

2  
  2   2   e  / 2  
R(t )     
Q(t )  Y (t )  Yˆ 2 (t )  (18)   
 X (t ) 2
    2    2
2 
 

b If  2 X (t ) ,  2 X (t ) , cXX (t) and c XXˆ (t ) are


 (t )  (19)
 X (t ) available, then the crossing rates of X (t ) and
 X (t ) being the standard deviation of X and Yˆ (t ) R(t ) can be directly evaluated.
the Hilbert transform of Y (t ) . Since the processes By using Eq. (21), the spectrum is obtained by
P*
Yˆ (t ) and Y (t ) are uncorrelated, Eqs. (15) varying the natural period of the SDoF. X max (t )
become: is defined as the maximum displacement such
that the probability that X(t) will leave the domain
         P P *
  X (t , b)   Y (t , )   ( )          [− X max ,+ X max ] is equal to an assigned value P .
         (20) This inverse problem can be approached by a
    
  X (t , b)   Y (t , )   ( )          numerical procedure. It starts with a first tentative
       value of the maximum displacement X max 0
and
where  and  are the standard normal density iterates i-times until the following stop condition
function and the standard normal distribution is verified:
i
function respectively, while  is the standard P( X max , t )  P*  
deviation of Y (t) : ε being a small enough value. At the end of
this iterative procedure the maximum
  X (t ) X (t )  X (t ) X (t ) 
 2  E Y 2 (t )   E   displacement can be assumed as X max p*
 Ximax .
  2 X (t )  (21) After the maximum displacement has been
  (t )  (t )  2 (t ) evaluated, a stochastic measure of the
 2X  2 3X c XX (t )  2X
 X (t )  X (t )  X (t ) displacement spectrum can be obtained and
For a normal process, Q(t ) and Q  (t) are mutually finally the DRF  is obtained by Eq. (5). In the
*
independent with respect to the Rayleigh and following analyses P is assumed equal to 10-3.
normal distribution (Priestley 2003), that is:
 Q2  4 RESULTS AND DISCUSSIONS
f Q  Q exp   ,
 2  In this section, some sensitivity analyses are
(22) carried out in order to evaluate the influence of
1  1 Q 2  different involved parameters on DRF. More in
f Q  exp    detail, the influence of vibration period, damping
2  2   2   2  2   2  
  ratio and soil properties (in detail, predominant
 frequency and bandwidth) are investigated.
where λ(t) is the covariance of Y (t ) and Yˆ (t ) .
Figure 1 shows the DRF  for different values
Since the processes X (t ) and Xˆ (t ) are
 of damping ratio ξ (e.g. 0.05, 0.075, 0.1,0.2,…,
uncorrelated, Xˆ (t ) and Xˆ (t ) are also
0.8) versus the system vibration period
uncorrelated; it derives that:
T0  2 / 0 . A rigid soil is firstly considered
 cXX (t ) (Table1). It is worth noting that all curves have
 (t )  E Y (t )Yˆ (t )   (23) the same tendency and the lowest values of DRF
   X2 (t )
occur when the natural period T0 equals the site
natural period T p  2 /  p (vertical dashed line).

SG04-60
It also emerges that DRF values decrease as
damping ratio ξ increases. This trend can also be
observed in Fig. 2a representing DRF versus ξ
and T0.
The DRF functions are then investigated in
Figs. 2b and 3 by normalizing the oscillator
period values by the site natural ones, i.e. by
introducing the ratio k=Tp/T0. More precisely Fig.
2b shows the trend of DRF in the space - ξ- k,
Fig. 3a depicts the DRF for different values of
damping ratio ξ versus the ratio k, while Fig. 3b
shows the influence of damping ratio ξ on DRF
for different values k, selected in the range 0.25-
4. By observing Fig. 3b, it is evident the
logarithmic decrement of DRF with the increment
of damping ratio ξ, in accordance with the
technical code and literature formulations. From
Figs. 2-3 it also clearly appears that the parameter
k significantly affects the DRF and the following
observations can be drawn up: i) as expected, the
case of k=1 leads to the highest reductions of
DRF; ii) for k larger than 1.0, as k increases the
values of become larger, but with a variation
diminishing with k; iii) for k smaller than 1.0, the
values of increase as well as k becomes closer
to 0. These results may in part explain the large Figure 2. DRF versus ξ and T0 (a) or k (b) in the case of
rigid soil.
scatter resulting from the available formulations
of from scientific literature and technical codes.
In fact, it has been shown that the DRF is highly
dependent on the parameter k, so that the large
variability of the actual formulations of may be
in part attributed to the different average
predominant frequency content of the ground
motions used for their calibration.

Figure 1. DRF versus T0 for different damping values in the


case of rigid soil.

Figure 3. DRF versus k (a) and ξ (b) in the case of rigid soil.

SG04-61
In order to further investigate the variability of
DRF curves for different soils, the same just
described graphs, referring to a rigid soil, are
presented in Figs. 4-7 for medium and soft soils.
By comparing Figs. 1, 4 and 6, it emerges that,
even if DRF curves show a similar trend as T0
varies, with a minimum value in correspondence
of T0=Tp, their shape becomes more narrow and
sharp moving from rigid to soft soil. This
behavior is due to the circumstance that a soft soil
is characterized by a smaller damping, with an
energy content concentrated in a narrow
frequency interval as is typical of narrow-band
excitations, with respect to a rigid soil,
corresponding to wide-band excitations with
frequency components distributed in a larger
interval. Due to these differences, in the case of
soft soil the DRFs increase more quickly moving
on the left and right of the minimum value, with
respect to medium and then rigid soil. As a
consequence, the dispersion of DRF values, as k
varies in the considered range, decreases moving
from soft to medium and then to rigid soil. The
different bandwidth of excitation is therefore an
important soil property that should be considered
in the definition of DRF. The above
considerations are confirmed by observing Figs.
2-3, 5, 7. In particular it can be argued that the Figure 5. DRF versus k (a) and ξ (b) in the case of medium
differences in DRF trends are due to other soil.
characteristics of the soil type, such as the soil
damping ratio p strictly depending on the
excitation band width. Such differences are more
evident as well as k values drift from the value
1.0.

Figure 6. DRF versus T0 for different damping values in the


case of soft soil.

According to the above results, it is clear that


Figure 4. DRF versus T0 for different damping values in the both the predominant frequency of the ground
case of medium soil. motion and the excitation band width (i.e. p)
significantly affect DRF, contrarily to current
technical code formulations that omit the
dependence of DRF on these variables.

SG04-62
scatter present in the actually available design and
literature formulations.

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period, unlike code-based DRFs that are period- transport. Guidelines for calculation procedure and
independent; ii) the DRF is highly dependent on technical standard on seismically isolated structures (in
the excitation bandwidth described in the Japanese). Building Center of Japan.
stochastic model by the filter damping ratio. The Lin, Y.Y., Chang, K.C., 2003. A study on damping
reduction factor for buildings under earthquake ground
latter evidence represents one of the main motion. Journal of the Structural Engineering, 129(2),
outcomes of this study in terms of novelty. The 206–214.
influence of the excitation/structure period ratio Lin, Y.Y, Chang, K.C., 2004. Effects of site classes on
and excitation bandwidth may explain the large damping reduction factors. Journal of Structural
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SG04-63
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SG04-64
ANIDIS 2017
PISTOIA

An equivalent shear-shear torsional beam model for seismic analysis of multi-


store tower buildings
Martina Sciomenta a, Angelo Luongo b
a
DICEAA & M&MoCS , University of L'Aquila, L'Aquila, Italy

Keywords: Equivalent beam model, Homogenization procedure, Seismic analysis, Internal and external damping

ABSTRACT
Multi-store tower buildings are very sensitive to dynamic actions. The relevant analysis is usually carried out by
refined finite element models, which require time for modeling and computing. Therefore, a rough, but simple
model, able to describe the essential dynamic behavior of the building, useful for preliminary design, is desired.
In this paper, an equivalent homogenized beam (Luongo et al. 2013), developed in (Piccardo et al. 2015, Piccardo
et al. 2016), is proposed as an efficient tool for dynamic investigation. A preliminary order of magnitude analysis
reveals that a proper model for sufficiently high towers is the extensible shear-shear-torsional beam, in which
bending is prevented by internal constraints. The formulation of the continuous model is preliminary recalled; it is
derived in the framework of the direct 1D approach, while the constitutive law is drawn by identification with a 3D
body, via energy equivalence. The equations of motion turn out to be constituted by a set of three differential
equations in the two translations and twist of the rigid floors, fully coupled in their stiffness and mass operators,
when no symmetry properties of the column layout hold.
In order to investigate building's response to earthquakes, a seismic analysis is carried out. The action is modelled
as a prescribed acceleration-history at the basis of the building. The effect of internal linear viscous damping,
describing dissipation phenomena of the material, is taken into account.
The differential equations of motion are rewritten in terms of relative displacements of the building with respect to
the ground; the ground acceleration thus appears as a forcing term, while the geometric boundary conditions are
rendered homogeneous, this allowing modal analysis. Preliminary, a suitable change of variable is introduced,
which uncouples the differential equations; then, each equation is projected in its modal basis, and amplitude
equations are solved by Duhamel integration. In the end, the response is reconstituted.
Numerical results are shown for a case-study.

REFERENCES
Luongo, A., Zulli, D., Mathematical Models of Beams and Cables, Wiley-ISTE, (2013) .
Piccardo, G., Tubino, F. and Luongo, A. A shear-shear torsional beam model for nonlinear aeroelastic analysis of tower
buildings, Z. Angew. Math. Phys., 66, page 1895-1913 (2015).
Piccardo, G., Tubino, F. and Luongo, A., Equivalent nonlinear beam model for the 3-D analysis of shear-type buildings:
Application to aeroelastic instability, International Journal of Non-Linear Mechanics, 80, page 52-65 (2016).

SG04-65
ANIDIS 2017
PISTOIA

An equivalent shear-shear torsional beam model for seismic analysis of multi-


store tower buildings
Martina Sciomentaa, Angelo Luongoa
a
Dipartimento di Ingegneria Civile , Edile Architettura e Ambientale, Via Giovanni Gronchi 18, 67100 L’Aquila.

Keywords: Equivalent beam model, Homogenization procedure, Seismic analysis, Internal and external
proportional damping

ABSTRACT

In the frame of homogenization procedure, an equivalent one-dimensional shear-shear-torsional beam immersed in


a three-dimensional space is proposed to investigate tall building's response to earthquakes. The formulation of the
continuous model is preliminary recalled. In order to evaluate natural frequencies and modes, a linear dynamic
analysis for the undamped building, is carried out. Then a seismic analysis is developed by modeling the action as a
prescribed acceleration-history at the basis of the building, inducing forced oscillation of the structure. The
efficiency and accuracy of the method is analyzed developing a numerical example, in particular comparing
structural displacements obtained by the equivalent model and finite elements analyses.

(Meftah, Tounsi, El Abbas, 2007; Miranda, 1999;


Carpinteri, Lacidogna, Puzzi, 2010).
1 INTRODUCTION. In this paper, a continuous model, originally
Multi-store tower buildings are very sensitive developed in (Piccardo, Tubino, Luongo, 2015;
to dynamic actions. The relevant analysis is Piccardo, Tubino, Luongo, 2016), is used for
usually carried out by refined finite element dynamic analysis of a a shear-type frame. The
models, which is not in question (Howson, 2006), multi-dof discrete system (refined model) is
but require time for computing, involving the rendered continuos (coarse model) via a
solution of several linear (or nonlinear) homogeneization procedure, and assimilated to a
simultaneous equations also for simple load shear-shear torsional beam (see Luongo, Zulli,
cases, and modeling. Therefore, a rough, but 2013).
accurate model, able to describe the essential The equations governing the linear dynamic
dynamic behavior of the building, useful for behavior are here recalled. At first, the
preliminary design, is desired. eigenvalues problem for the undamped building
Aware about the importance of analytical is solved. Then a seismic analysis is developed,
approaches, various researchers have investigated by modeling the action as a prescribed
the use of analytical solution based on acceleration-history at the basis of the building.
continuous methods. Following this approach, at The effect of proportional internal and external
the very begin, some relevant dynamic linear viscous damping is taken into account. The
characteristics, such as natural frequencies and partial differential equations of motion are
mode shapes can be evaluated and validated rewritten in terms of relative displacements of the
(Boutin, Hans, 2003; Dym, Williams, 2007); then, building with respect to the ground; since the
this simplified model could be used for geometric boundary conditions are rendered
conducting both linear (Carpinteri, Lacidogna, homogeneous, modal analysis is viable. To solve
Puzzi, 2010) and nonlinear analyses of tall the equations, a suitable change of variable is
structures (Piccardo, Tubino, Luongo, 2016) introduced, which uncouples the differential
prone to several external forces such as wind equations; then, each equation is projected in its
(Piccardo, Tubino, Luongo, 2015) or earthquakes modal basis, and amplitude equations are solved

SG04-66
by numerical methods. In the end, the response is damping forces, the scalar balance equation are
reconstituted. formulated as:
The accurancy of the continuous model is
checked referring to a sample system regarding a Ty'  p y  mv  cv v  0
square-shaped building with twelve identical Tz'  pz  mw  cw w  0 (2)
stories and double-symmetric column layout. M  c  I   c v  0
'
t G 
Known acceleration and velocity histories are
applied, and floor's displacements evaluated. The where Ty ,Tz are the components of the shear
response is then compared with that one coming force, applied to the centroid and Mt is the
from finite elements analysis. torsional moment evaluated with respect to the
same point; m is the mass per unit length; IG is the
mass inertia moment per unit length, evaluated
2 THE STRUCTURAL MODEL with respect the centroid (i.e. the polar inertia of
The fundamental hypotheses of the model are the floor divided the height h). cv, cw, cθ are
here resumed (see Luongo, Zulli, 2013, for viscosity coefficients; finally py pz, c are external
further details) forces and couples.
A multistore building made of several equal The constitutive visco-elastic law is identified
floors is considered (Fig. 1a). It is modeled as a via an energy equivalence between the beam
continuous shear-shear torsional beam immersed (coarse model) and the building (refined model);
in a three-dimensional space (Fig. 1b). The beam it is found that:
is assumed to be clamped at the bottom end, A
 Ty   Sz 0  zS S z    y 
and free at the upper end, B. The beam is loaded         
by a known external force and couple, distributed  Tz   1  E t  h  0 Sy yS S y    z 
along the centerline; the axial and shear forces M    zS S z yS S y C    t 
 t 
and torsional moment are taken as stress
measures. (3)
where Sy, Sz, C are elastic constants accounting
for the column elastic properties and layout and
(xS, yS) are the coordinates of the shear center.
In absence of external forces at the free end B,
and displacement prescribed at the ground, the
boundary conditions are:
vA  wA   A  0
TyB  PyB
(4)
TzB  PzB
M tB  CB
When the constitutive law Eq.(3) is used, and
all equations combined, the following partial
(a) (b) differential equations of motion are obtained:
Figure 1. (a) Tall periodic structure layout; (b) Equivalent   Ceu  Cs u '' Ku ''  p  s, t 
Mu (5)
homogeneized beam.
where:
By considering a small twist angle θ, and m 0 0   Sz 0  zS S z 
displacements v, w, the kinematics reads:    
M :  0 m 0  , K : h  0 Sy yS S y  ,
 y  v 0 0 I    zS S z yS S y C 
 G 
 z  w (1)
 cy 0 0  Sz 0  zS S z 
t        
Ce :  0 cz 0  Cs : h  0 Sy yS S y 
where γy, γz and κt are shear strains and torsion, 0 E 
 0 c    zS S z yS S y C 
respectively. By accounting for the inertial and
(6)

SG04-67
Here, M is the mass matrix, K is the stiffness By summarizing, the system admits a triplet of
matrix, Ce and Cs are external and internal frequencies for each wave-number k (or semi-
damping matrices, respectively; moreover a dash wavelength 2l/k).
denotes space-differentiation and a dot time- To each eigenvalue λj, an amplitude column
differentiation. Finally: matrix aj is associated; it describes the cross-
section natural mode. For later purposes, it is
 v  s, t    p y  s, t   convenient to introduce the modal matrix:
   
u :  w  s, t   , p :  pz  s, t   (7)
A : a1 , a 2 , a3  (13)
   s, t    c  s, t  
   
which collects, column-wise, the three
The relevant boundary conditions at the free eigenvectors, suitably normalized. Due to known
end are: orthogonality properties, which descend on the
symmetry of K and M, it follows that:
Ku 'B  Ci u 'B  0 (8)
AT MA  I,
where no external forces are applied. (14)
AT KA  diag  j 

3 THE FREE AND UNDAMPED RESPONSE with I the identity matrix.


The characteristic equation reads:
At first, the undamped linear oscillation of the
building is analyzed; this is a non-trivial task due f  k  : I G     y     z     
to the coupling among the three components of (15)
motion.  m  zS2 z2     y   yS2  y2    z    0
The free undamped motion of the building is
governed by: where we introduced the following definitions:
  0
Ku  Mu hBy hBz hC
y : , z : ,  : (16)
uA  0 (9) m m IG
Ku 'B  0
In the particular case in which the cross-
Solving the Eqs.(9) by the method of section has two axes of symmetry, the shear
separation of variables u(s,t)=Φ(s)exp(iωt), a center S coincides with the centroid G, then
differential boundary value problem is obtained. xS=yS=0. The characteristic equation Eq.(15)
In this way, equations are only space-dependent. factorizes and supplies the roots λ1=λz, λ2=λy,
The problem is satisfied by a 'trial' solution, λ3=λθ. The amplitude vectors follows from
Φ(s)= asin(kπ/2l s), k=1,3,5..., where a is a set of Eq(10), and turn out to be uncoupled:
three-dimension amplitude vector, describing 1 0 0
how the three components (u, v, θ) are coupled.      
Replacement of this ansatz in the equations a1   0  , a2   1  , a3   0  (17)
provides an algebraic problem: 0 0 1
     
 K  M  a  0 (10)
meaning that the building oscillates in one of
with: the two principal inertia planes, via:
 purely shear modes, of frequencies:
4l 2 2
 :  (11)
k 2 2 k hBz k hBy
k 1  , k 2  (18)
the unknown eigenvalue. Solving the 2l m 2l m
characteristic equation, due to the positive  Or twists itself by a purely torsional
definiteness of matrices K, M, three positive mode, of frequency :
characteristic roots (λj j=1,2,3), are found; once
they have been found, the natural frequencies are k hC
evaluated from Eq. (11) for any chosen k: k 3  (19)
2l IG
k
kj  j k  1,3,5... j  1, 2, 3 (12)
2l

SG04-68
4 DAMPED SEISMIC RESPONSE 
 k 
w :  x k  t sin  s (26)
The response of a building to seismic actions k 1,3,  2l 
is now analyzed.
The equations of motion Eq.(9) and boundary When Eq.(25) is introduced in the field
conditions Eq.(8), accounting for the damping equation Eq.(22) and this is pre-multiplied AT,
forces and no external forces acting, modify as using the position Eq.(14), and Eq.(23) and the
follows: orthogonality properties of A, it follows:

  Ceu  Cs u   Ku  0
Mu k   I+ diag kj 2   x k  diag kj 2  x k
Ix  
u A  u g (t ) (20) 4 (27)
  AT Mu
 g   k AT Mu g 
Ku 'B  Cs u B  0 k
in which ug(t) is the assigned displacement at Eq.(27) constitute a set of three uncoupled
the ground. By denoting by: ordinary differential equations of motion.
v ( s, t ) : u( s, t )  u g (t ) (21) 4.2 Solution
the relative displacement of the building with The solution to the non-homogeneous Eqs.(27),
respect the ground, the equations of motion are for rest initial conditions, could be obtained by
reformulated as follows: the Duhamel integral. By defining:
  Ce v  Cs v   Kv ''  Mu
Mv  g  Ce u g 4 T
q k : A M (28)
vA  0 (22) k
Kv 'B  C s v B  0 Eqs.(27) become:
in which the ground acceleration and velocity xkj   k +kj 2  xkj  kj 2 xk  qkj  f int (t )  pint (t ) 

appear as forcing terms.
Assuming a proportional linear viscous (29)
damping, the matrices Ce and Cs can be consider where fint(t) and pint(t) are known functions of
respectively proportional to M and K through the time. The solution of Eq.(29), by using the
coefficients α and η. Duhamel integral technique, reads:
Ce   M qkj t
 j (t  )
(23) xkj   e  fint ( )  pint ( ) sin  j   t   d
Cs   K   diag   j  j 0

(30)
4.1 Modal analysis Then the displacements are evaluated as
The change of variable introduced previously defined in Eq.(24).
shifted the know term from the boundary to the If loadings are known as an experimental
field, thus making homogeneous the (originally numerical sequence, the Duhamel integral has to
non-homogeneous) geometric boundary be solved numericaly. Here, the Simpson's rule is
conditions. This circumstance makes possible to adopted.
apply a modal expansion.
By accounting for the fact the modes occur in
5 NUMERICAL APPLICATION
triplets, is possible write:

 k 
v  s, t    Ax k  t sin  s (24) The aim of the here proposed numerical
k 1,3,  2l  applications is to confirm the effectiveness of the
proposed approach.
where A:=[a1, a2, a3] is the modal matrix and The structure analyzed is a 12-equal-storey
xk(t):=[ xk1(t), xk2(t), xk3(t)] the normal reinforced concrete building, whose column
coordinates relevant to the wave-number k. Still layout is square shaped of side b=10m (Fig.2).
more conveniently, is possible to set: The columns are squared of side bc=0.4m, and
v  s, t   Aw  s, t  (25) high of h=3m. The in plane response of this
double-symmetric building is evaluated.
where:

SG04-69
(a)

Figure 2. Cross section layout with two symmetry axes.

Torsional inertia of squared section columns is


Jc=0.141 bh3 (see, e.g., Luongo, Paolone, 2005).
The Young’s modulus is E=3∙104 MPa, the
Poisson ratio is fixed as υ=0.2. The mass of
m=80000 kg, in the discrete model is
concentrated in each floor; in coarse model the
mass is taken distributed along the length
ml=80000/3 kg/m. (b)
At first, the free dynamic properties are Figure 3. (a) Acceleration-time diagram of Loma Prieta
evaluated. In the next table, the triplet of natural Earthquake; (b) Velocity-time diagram of Loma Prieta
Earthquake.
frequencies related at wave-number k=1,3,5 are
shown (ωC from the continuous model, ωF from
the finite element model). The evaluation of seismic response for the
homogeneized model is conduct by the analytical
Table 1. Table of frequency comparison approach, adopting Simpson's rule in the
k j ωC ωF Error
framework of a numerical integration method.
[rad/s] [rad/s] [%] Due to the double symmetry, only the shear
1 7,4048 7,1039 4,1 (planar) response is analyzed.
1 2 7,4048 7,1042 4,1 Concerning the excitation due to the
3 10,550 10,127 4,0 prescribed motion at the ground, two sub-models
1 22,214 21,199 4,6 are considered: (a) both the forces due to the mass
3 2 22,214 21,199 4,6 and the external damping are accounted; (b) only
3 31,664 30,221 4,6 the inertial effects are retained and damping is
1 37,024 34,961 5,6 omitted.
5 2 37,024 34,961 5,6 In Fig.4. the time-displacement plots related to
3 52,773 48,171 8,7 both cases are shown. In Fig.4., the blue line
represent sub-model (a), while the red line the
sub-model (b). As is evident, the contribution
Then, the response to the seismic action is related to the external damping term, doesn't
addressed. The damping ratios are taken as ξy= significantly affect the response.
ξθ.=0.05. The Equivalent-Linear Earthquake
Response Analysis (EERA) Model was used to
perform a ground response. The code EERA
(Bardet, Ichii, Lin, 2000.) is based on the
assumption of equivalent-linear visco-elastic soil
behaviour.
In this study the strong motion record of
Loma Prieta Earthquake: Diamond Height (1989)
available in the literature is used (Fig 3a, 3b).

SG04-70
vt HL be due to the mass of the highest floor, which is
not accurately modeled in the continuization
0.004
procedure. A refinement of the analysis is in
progress.
0.002
These preliminary good results are
encouraging, in view of evaluation of the 3-D
10 20 30 40
t forced response of the asymmetric and irregular
buildings to earthquake.
- 0.002

- 0.004 REFERENCES
Bardet, JP, Ichii, K, Lin, CH., 2000. EERA – a computer
Figure 4. Time-displacement graphics, with (blue line) and
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without (red line) the force term due to external damping
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The displacement is maximum at t=11.63s, 1913.
and amounts uMAX=4,89∙10-3m. As clear from the Piccardo, G., Tubino, F., Luongo, A., 2016. Equivalent
comparison between displacements evaluated by nonlinear beam model for the 3-D analysis of shear-type
homogeneization procedure and discrete model, buildings: Application to aeroelastic instability,
represented respectively in Fig.4 and Fig.5, the International Journal of Non-Linear Mechanics, 80, 52-
65.
model satisfactory captures completely the free
response of the structure forced by seismic
actions.

6 CONCLUSIONS
In this paper a continuous model of shear-type
tower building has been employed to evaluate
linear frequencies, modes and structure's
displacements due to seismic action. Purely shear
modes take place when symmetry conditions
occur.
The error observed is generally little, and it
ranges from 4% to 8,7% . This small error could

SG04-71
ANIDIS 2017
PISTOIA

Strongback system to enhance the building seismic response of framed


structures
Vittoria Laghia, Michele Palermoa, Giada Gasparinia, Stefano Silvestria, Tomaso Trombettia
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali, Università di Bologna.

Keywords: Strongback – Earthquake-Resistant Design – Static behavior – Mutual actions – Numerical simulations

ABSTRACT
In the present paper the behavior of a special structural system is investigated: the innovative system is
composed of a vertical elastic truss, known in the literature as strongback, which acts as a mast when coupled with
frame structures by imposing to the latter one a given lateral deformed shape. The rigid behavior of the strongback,
designed to remain in the elastic field under strong seismic ground motion, imposes a uniform inter-storey drift
along the frame height, thus avoiding undesired effects such as soft-storey and weak-storey mechanisms.
Therefore, the combined structural systems can be modelled at first approximation as an equivalent Single
Degree of Freedom system, thus allowing for a simple analytical description of its response.
In particular, in the present work the attention is mainly focused on the mutual actions exchanged by the
strongback and the frame, through infinitely rigid connections at each floor. Assuming a shear-type behavior of the
frame, an analytical solution of the static equilibrium equations is found. Finally, some numerical simulations of
the seismic response of the frame systems with strongback systems are developed, both considering shear-type
frames and frames with flexible beams.

SG04-72
 
ANIDIS 2017
PISTOIA

Strongback  system  to  enhance  the  building  seismic  response  of  framed 
structures  
Vittoria Laghia, Michele Palermoa, Giada Gasparinia, Stefano Silvestria, Tomaso Trombettia 
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali, Università di Bologna.

Keywords: Strongback – Earthquake-Resistant Design – Static behavior – Mutual actions – Numerical simulations

ABSTRACT  
In  the  present  paper  the  behavior  of  a  special  structural  system  is  investigated:  the  innovative  system  is 
composed of a vertical elastic truss, known in the literature as strongback, which acts as a mast when coupled with 
frame structures by imposing to the latter one a given lateral deformed shape. The rigid behavior of the strongback, 
designed  to  remain  in  the  elastic  field  under  strong  seismic  ground  motion,  imposes  a  uniform  inter-storey  drift 
along the frame height, thus avoiding undesired effects such as soft-storey and weak-storey mechanisms.  
Therefore,  the  combined  structural  systems  can  be  modelled  at  first  approximation  as  an  equivalent  Single 
Degree of Freedom system, thus allowing for a simple analytical description of its response.  
In  particular,  in  the  present  work  the  attention  is  mainly  focused  on  the  mutual  actions  exchanged  by  the 
strongback and the frame, through infinitely rigid connections at each floor. Assuming a shear-type behavior of the 
frame, an analytical  solution of the static equilibrium equations is found. Finally, some numerical simulations of 
the  seismic  response  of  the  frame  systems  with  strongback  systems  are  developed,  both  considering  shear-type 
frames and frames with flexible beams. 
 
performances  such  as  fully  operational  level 
guaranteed  under  very  rare  earthquake.  Inter-
1 INTRODUCTION  storey  drifts proved to be a reliable  parameter  to 
New  approaches  in  Earthquake-Resistant  Design  quantify  damages  in  framed  structures  (Iwan, 
have  determined  a  change  of  paradigm  from  the  1997). 
traditional Force-Based Seismic Design approach  In  view  of  this,  a  possible  strategy  for  superior 
(FBD)  to  the  so-called  Performance-Based  seismic performances under earthquake excitation 
Seismic  Design  (PBSD)  approach,  based  on  the  should  be  based  on  the  use  of  peculiar  solutions 
imposition  of  specific  performance  objectives  for limiting the attitude of conventional frames in 
(POs), obtained by considering both the structural  developing large drifts concentrated in one or few 
and  non-structural  performance  of  the  building  stories. A large drift  concentration often leads  to 
under increasing seismic intensity levels (SEAOC  undesirable seismic responses such as soft-storey 
Committee,  1995).  The  basic  idea  lies  upon  the  mechanisms,  heavy  structural  and  non-structural 
capacity  of  predicting  that  a  given  system  will  damages  and  even  premature  collapses  (when 
perform  in  a  selected  manner  (i.e.  performance  compared to the structural systems allowing for a 
level)  under  a  given  seismic  intensity  (i.e.  more  uniform  distribution  of  damage  over  the 
earthquake  design  level)  (Bertero  and  Bertero,  height).  Moreover,  soft-storey  mechanisms  are 
2002, Bozorgnia and Bertero, 2004).  also  likely  to  result  in  significant  residual 
First  of  all,  the  desired  performance  design  displacements,  which  can  be  extremely  costly  or 
objectives  need  to  be  expressed  in  terms  of  even unfeasible to repair. 
precise  Engineering  Demand  Parameters  (EDPs)  One  possible  solution  for  an  enhanced  seismic 
capable of measuring various and different kinds  performance of frame structures is the use of ad-
of  damages,  resulting  from  expected  levels  of  hoc designed hysteretic steel braces, such as those 
earthquake  ground  motions.  Then  by  imposing  developed  by  Christopoulos  and  co-workers  at 
specific  values  of  EDPs  it  is  possible  to  move  the  University  of  Buffalo  (commercially  known 
ranging  from  code  requirements  to  superior  as Scorpion brace devices) (Gray et al., 2010) or 
 
  SG04-73
the ones developed by some of the authors of the  which  are  proportioned  to  provide  a  continuous 
present  work  and  known  as  Crescent  Shaped  vertical  truss  that  remains  essentially  elastic 
Brace  (Trombetti  et  al.,  2009,  Palermo  et  al.,  during  strong  ground  motions.  Its  main  function 
2014, Palermo et al., 2015).  is  to  avoid  large  deformations  which  can  be 
More  recently,  a  novel  hybrid  system  composed  concentrated  at  particular  weak  stories  during  an 
of  a  traditional  frame  and  a  mast,  known  as  earthquake. Indeed, the vertical truss provides an 
strongback  system,  has  been  proposed  by  elastic  “strong  back”  or  mast,  which  imposes  a 
researchers  at  University  of  California  Berkeley  nearly  uniform  lateral  deformed  shape  over  the 
to  achieve  improved  seismic  performances  (Lai  height of the structure (Fig. 1). 
and  Mahin,  2014).  The  mast,  in  fact,  acts  like  a   
“strong  back”,  to  help  resist  the  tendency  of 
frames  to  concentrate  damage  in  one  or  few 
stories  during  severe  seismic  excitations.  The 
mentioned  studies  were  mainly  devoted  to  the 
sizing of specific trussed systems so that the steel 
members would remain in their elastic field under 
severe  ground  motions,  thus  ensuring  the 
development  of  “nearly  uniform”  inter-storey 
drifts  along  the  building  height.  Despite  those   
studies,  based  on  the  authors  knowledge,  no  (a)                                (b)                                   (c) 
further  work  was  carried  out  to  investigate  the  Figure 1: (a) conventional frame; (b) frame with strongback 
system;  (c)  mutual  forces  exerted  between  the  frame  and 
coupled  nature  of  the  system  response  under  the strongback (adapted from Lai and Mahin, 2014).
lateral  loads  and  to  evaluate  the  mutual  actions 
exchanged between the frame and the strongback.  The  original  idea  was  inspired  by  previous 
Indeed,  even  though  a  lot  of  research  work  was  research  studies  aimed  at  reducing  the  damage 
focused  on  the  lateral  response  of  coupled  concentration  and  achieving  smaller  residual 
structural  systems,  the  available  results  refer  to  displacements  by  connecting  the  main  frame  to 
the  interactions  between  shear  wall  and  frame  an  additional  system:  (i)  dual  systems,  where  a 
system. To this purpose, the seminal works done  moment-resisting  frame  is  used  in  addition  to  a 
by  Khan  (Khan  and  Sbarounis,  1964),  Rosman  braced  frame  (Foti  et  al.,  2013,  Foutch  et  al., 
(Rosman, 1974) and Stafford Smith (Smith et al.,  1987,  Kiggins  and  Uang,  2006);  (ii)  zipper  or 
1991)  back  to  1960s  and  1970s,  devoted  to  the  vertical tie bar systems (Khatib et al., 1988, Tirca 
comprehension  of  the  mutual  interactions  and  Tremblay,  2004);  (iii)  rocking/uplifting 
between  the  frame  and  the  shear  wall  through  systems  (Clough  and  Huckelbridge,  1977, 
analytical  approaches,  still  nowadays  represent  Deierlein  et  al.,  2011,  Sause  et  al.,  2010);  (iv) 
the  fundamental  body  of  knowledge  for  the  tied-truss,  masted  systems  (Popov  et  al.,  1992, 
comprehension  of  the  coupled  response  of  such  Lai et al., 2010). 
complex systems.  The  work  previously  done  focuses  on  the 
By using a similar approach, in the present work  investigation  of  the  novel  hybrid  system 
the aim  is  to  obtain analytical  expressions  of the  performances  through  non  linear  inelastic 
mutual  actions  exerted  by  the  frame  and  the  analysis results of a total of 6 different prototypes 
strongback  to  fully  understand  the  behavior  of  of  braced  frame  systems,  3  of  which  equipped 
these structural systems.  with  strongback  systems,  under  a  variety  of 
earthquake  excitations.  For  this  purpose,  two-
dimensional computer models were developed in 
2 STRONGBACK SYSTEM: THE CONCEPT  OpenSees,  in  which  static  and  cyclic  pushover 
AND PREVIOUS STUDIES  analyses  as  well  as  nonlinear  dynamic  response 
history  analyses  were  performed.  The  results  of 
The  so-called  strongback  system,  as 
the  study  show  that  the  strongback  system 
schematically  represented  in  Figure  1,  has  been 
prevents  the  deformation  concentration  in  steel 
first  introduced  by  Lai  and  Mahin  (Lai  and 
braced  frames,  thus  avoiding  soft-storey 
Mahin, 2014). The system is essentially a vertical 
mechanism,  and  additional  cost  comparison 
truss  going  from  the  top  to  the  ground  storey 
evidences  that  the  new  hybrid  system  would  be 
made  by  segments  of  the  augmented  braced  bay 
 
SG04-74
economically  feasible  with  respect  to  the  The structure when subjected to the generic set of 
traditional braced frames.   external lateral forces  Fext ,i  develops a lateral drift 
In the aforementioned research conducted by Lai 
profile   i ,  as  well  as  a  set  of  internal  mutual 
and  Mahin  (Lai  and  Mahin,  2014),  however,  the 
strongback system is idealized as a braced frame  horizontal forces Hi exchanged between the frame 
in  which  part  of  the  bay  is  augmented  so  to  be  and  the  strongback  system  (Fig.  2b).  Hereafter, 
modeled  as  a  vertical  truss  that  remains  the mutual action at the top storey is going to be 
essentially  elastic  under  seismic  action,  with  no  referred to as X.  
evidence  of  analytical  studies  focused  on  the  Under the following additional assumptions: 
interaction  between  the  “strong  back”  and  the   both the frame and the strongback system 
frame system.  have linear elastic behavior; 
In  the  present  study  the  strongback  concept  is   the beams are considered as infinitely stiff 
adapted and considered as an external stiff system  (shear-type schematization); 
with  linear  elastic  behavior  even  under  high   the  axial  flexibility  of  columns  is 
levels of lateral load, and the interaction between  neglected; 
the  strongback  and  the  frame,  which  is  essential   the strongback is infinitely rigid; 
to capture the real behavior of the hybrid system,  the  lateral  drift  profile  is  linear  and  therefore  it 
is  investigated  following  the  approach  of  Khan  can  be  completely  described  in  terms  of  the 
(Khan  and  Sbarounis,  1964),  Rosman  (Rosman,  unique rigid rotation  Then, by assuming equal 
1974)  and  Stafford  Smith  (Smith  et  al.,  1991)  storey  height  at  all  stories  (e.g.  hi  h  i )  it 
used  to  comprehend  the  behavior  of  shear  wall- follows that  the inter-storey drift has to  be equal 
frame systems. 
along the entire building height (e.g.   i    i ). 
 

3 BEHAVIOR UNDER EQUIVALENT  3.2 Equilibrium equations


STATIC LATERAL LOADS  Let  us  consider  the  translational  equilibrium 
equation written by cutting the system just below 
3.1 The system schematization F
the N-th floor (Fig. 3a).  The external force  ext , N  
Let  us  consider  the  system  schematization  as  in  has to be in equilibrium  with the internal mutual 
Figure  2,  representing  a  generic  N-storey  frame  F
system coupled with a strongback system, pinned  force  X  and  the  internal  storey  shear  in , N ,  so 
at  the  base.  At  the  i-th  storey  the  frame  is  that:  
characterized by a lateral stiffness equal to ki and  Fext , N  X  Fin, N
a  floor  mass  equal  to  mi.  The  geometrical    (1) 
configuration  of  the  system  can  be  described  by  F  kN N  kN 
assuming  a  system  coordinate  x,  z  having  origin  where:  in , N . 
at the base of the strongback (point A).  Eq. 1 allows to obtain the following expression 
  of the constant inter-storey drift    : 
Fext,N Fext,N
X  
Fext,N-1 F  X Fext , N X
  ext , N
Fext,N-1 HN-1
 
Fext,i Fext,i Hi
kN kN kN       (2) 
zi zi
Let  us  consider  the  translational  equilibrium 
θ θ equation written by cutting the system just below 
Fext,1 Fext,1 H1
the N-th-1 floor  (Fig. 3b). Again, the sum  of  the 
A A
external  forces  has  to  be  in  equilibrium  with  the 
  sum of internal mutual forces exchanged between 
        (a)                                                  (b)   
Figure  2:  (a)  Schematization  of  the  coupled  frame-
the  frame  and  the  strongback,  and  the  internal 
strongback  system;  (b)  external  horizontal  forces  and  storey shear, so that:  
mutual actions applied to the hybrid system  
Fext , N  Fext , N 1  X  H N 1  Fin, N 1
    (3) 

 
SG04-75
N 1 N 1
F  k N 1  Fext , N  j 1 A j z j   j 1 Fext , j z j
where:  in , N 1 . 
X 
By  combining  Eq.  2  and  3  the  mutual  action 
HN-1 can  be  expressed  in  terms  of  the  external  z   
N
(8) 
N 1
  j 1 Aj z j 
forces and the top mutual action:  Then,  substituting  Eq.  8  into  Eq.  7  the 
  following explicit expression of the mutual forces 
H N 1  AN 1  Fext , N  AN 1  X  Fext , N 1 Hi can be derived: 
               (4)
     
N1 N1
k k Fext,N j1 Aj zj  j1 Fext, j zj
AN 1  N 1 N Hi Ai  AF
i ext ,N  Fext ,i
kN
Where   is  a  coefficient 
depending  upon  the  relative  differences  of  the 
 zN  j1 Aj zj
N1
 (9) 
lateral storey stiffness of the two top stories (e.g.    Fext,N δ Fext,N
X X
N and N-1).   
Fext,N Fext,N
Fext,N δ X
Similarly, by cutting the system at the generic  X X

Fext,N-1 HN-1 δ
i-th storey (Fig. 3c), the translational equilibrium  Fext,N-1 δ
Fext,N-1
HN-1
HN-1
equation can be written as follows:  Fin,N
Fin,N

 
δ
N 1 N 1
Fin,N-1
Fext , N  F
j i 1
ext , j  Fext ,i  X  H
j i 1
j  H i  Fin ,i Fin,N-1 Fext,i Hi

(5) Fin,i

Fin ,i  ki   
where:  . 
By substituting in Eq. 5 the expressions of the  (a)      (b)       (c) 
Figure 3: Schematization of the system cutting: (a) at the N-
constant  inter-storey  drift    of  Eq.  2,  the  th storey; (b) at the N-th-1 storey; (c) at the i-th storey. 
following  analytical  expression  of  the  mutual 
force at the generic i-th storey  H i  can be derived: 
4 ON THE MUTUAL ACTIONS AND 
 
FRAME LATERAL STIFFNESS 
H i  Ai  X  Ai  Fext , N  Fext ,i
     (6)  Let us now focus the attention on the expression 
k k of the mutual horizontal forces Hi as given by Eq. 
Ai  i i 1
where:  kN  is  a  numerical  coefficient  6. The expression is made by the algebraic sum of 
depending upon the difference between the lateral  the following three terms: 
stiffness  of  the  i-th  storey  and  the  one  of  the   Ai  X  represents  the  term  proportional  to 
storey  above  (normalized  with  respect  to  the  top  the mutual action at the top storey X. The 
value of the  coefficient  of proportionality 
storey  lateral  stiffness).  It  can  be  noted  that  H i   Ai is related to the difference between the 
can be expressed uniquely in terms of the external 
lateral  stiffness of the i-th  storey  and that 
F of  the  storey  above  (i+1).  Indeed,  as  the 
force  ext , N  and the mutual force X at the top floor 
(both  multiplied  by  the  numerical  coefficient  Ai)  storey  stiffness  increases  also  the  mutual 
F action tends to increase as well.  
and the  external force  at  the i-th  storey  ext ,i . As  Ai  Fext , N
such, if the set of the mutual forces is known and    represents  the  term  proportional 
the  lateral  stiffness  distribution  ki  is  also  known,  to  the  external  action  at  the  top  storey 
the  unknown  mutual  force  X  can  be  derived  by  Fext , N
.  Again,  the  coefficient  of 
imposing  the  rotational  equilibrium  around  point  proportionality is Ai. 
A: 
   Fext , i  represents  the  term  proportional  to 
N 1 the  storey  shear  at  the  i-th  storey  (with 
H j z j  X  z N  0 constant  coefficient  of  proportionality 
j 1
        (7)  equal to -1) 
After  combining  Eq.  6  and  7  the  following   
analytical expression of X can be derived: 
 
 
SG04-76
In the next subsections the general expressions of  forces  Fext ,i  will  develop  a  linear  storey  drift 
Hi  and  X  are  specified  for  interesting  cases  in  profile.  
order to provide some useful considerations.   
 
4.2 Solutions for particular external forces
4.1 On the lateral stiffness distribution profiles
In  the  case  of  a  frame  structure  with  uniform  Focusing on the previous case of a frame system 
lateral  stiffness  along  the  height  of  the  structure  with  uniform lateral  stiffness  along the  height  of 
( ki  k  i )  the  value  of  coefficient  Ai becomes  the structure ( ki  k  i ), let us  now  consider the 
identically  null  at  all  stories  and  the  expressions  following  two  specific  along-the-height 
of  the  mutual  actions  (Eq.  8  and  9)  simplify  as  distributions of external forces.  
follows:   
 
 CASE 1. Uniform distribution: 
M
X  ext , A  Fext , N        Fext ,i  F  i
zN
(14)
  (10) 
 CASE  2.  Inverse  triangular  distribution 
H i   Fext ,i          (typically adopted for seismic analysis): 
  (11)  i
Fext ,i  F 
N N
Where  M ext , A   j 1Fext , j z j  is  the  moment  of  the 
(15)
external  forces  around point  A (often called base  In  such  special  cases  the  expressions  of  the 
bending  moment).  Similarly,  the  summation  of  mutual forces further specify as follows: 
N
the external forces  Vext   j 1Fext , j  is often called  For CASE 1: 
base shear (especially in seismic engineering).   N 1 
X  F         
Eq. 11 simply states that the mutual action at the   2 
i-th storey has equal value and opposite direction    (16) 
with respect to the external force at the same i-th 
Hi  F          
storey,  whereas  from  Eq.  10 it  results  that  X  has 
an  amplitude  which  is  proportional  to  the  base    (17) 
bending moment divided by the building height.  Considering  that  the  base  shear  (e.g.  the 
It is also of interest to consider the case for which  summation  of  the  external  forces)  is  equal  to 
the  mutual  actions  are  all  identically  null.  This  Vext  N  F  the mutual force at the top storey can 
corresponds  to  impose  the  following  set  of  be also expressed as follows: 
conditions:  N 1
  X  Vext         
2N
 H i  Ai  X  Ai  Fext , N  Fext ,i  0
      (18) 
 X  0                                   
Note  that,  for  large  N,  the  value  of  X  tends  to 
  (12) 
0.5 Vext . 
yielding  to  the  following  specific  relations   
between  the  values  of  coefficients  Ai  and  the  For CASE 2: 
external forces  Fext ,i :  
  N  1 2 N  1 
ki  ki 1 Fext ,i X  F   1    
Ai          6N 
kN Fext , N   (19) 
    (13) 
i
In other words, a frame structure characterized by  Hi  F         
N
a  lateral  stiffness  distribution  satisfying  Eq.  13 
    (20) 
when subjected to the given set of static external 

 
SG04-77
Considering  that  the  base  shear  (e.g.  the   
summation  of  the  external  forces)  is  equal  to  k N ( N  i  1)  ( N  i)
ki      
 N 1  N 2
Vbase  F     the  mutual  force  at  the  top 
 2      (22) 
storey can also be expressed as follows:  Incidentally,  the  lateral  stiffness  distribution  of 
  N  1 2 N  1  6 N  Eq.  22  is  also  a  quite  accurate  approximation  of 
X  Vbase     the  lateral  stiffness  distribution  of  a  N-storey 
 3 N  N  1  shear-type  frame  structure  with  uniform  floor 
    (21)  mass  distribution  and  characterized  by  a  linear 
Note  that  for  large  N,  the  value  of  X  tends  to  first mode shape (Palermo et al., 2016). 
0.66 Vext .   
 
For  instance,  Figure  4  displays  the  along-the- 5 NUMERICAL SIMULATIONS 
height profiles of the internal actions (e.g. mutual 
actions  Hi  and  X,  columns  shear  and  bending 
moment  in  the  frame,  bending  moment  in  the  5.1 The FE models and the seismic analysis
strongback)  for  the  specific  case  of  a  6-storey  It  is  well  known  that  the  distribution  of  internal 
structure as subjected to a uniform set of unitary  actions  in  a  moment  resisting  frame  structure  is 
external forces (CASE 1). It can be noted that the  significantly  affected  by  the  beam-to-column 
presence  of  the  strongback  leads  to  a  uniform  stiffness  ratio  (Hardy  Cross  method  (Cross, 
storey  shear  along  the  building  height,  with  a  1932),  then  extended  by  Pozzati  for  the  more 
constant value (3.75 kN) which is around 50% of  general  case  of  moment  resisting  frames 
the  base  shear  of  the  same  frame  but  with  no  subjected  to  lateral  loads  (Pozzati  and  Ceccoli, 
strongback  (equal  to  the  sum  of  the  external  1980)): 
forces,  which  is  6  kN).  Such  a  reduction  in  the  EJ L
base  shear  is  paid  by  considerably  large  mutual   b b c        
Lb Ec J c
actions  and  bending  moments  in  the  strongback, 
requiring  adequate  sizing  of  the  connections    (23) 
between  frame  elements  and  the  strongback,  as  Where Eb, Jb, Lb are the elastic modulus, modulus 
well as the truss elements forming the strongback  of  inertia  and  length  of  the  beam,  respectively, 
itself.  while Ec, Jc, Lc are the elastic modulus, modulus 
  of inertia and length of the column, respectively. 
In  this  section,  some  numerical  Finite-Element 
(FE)  based  simulations  are  carried  out  with  the 
purpose  of  assessing  the  seismic  behavior  of 
moment  resisting  frames  equipped  with 
strongback systems.  In particular, a total  number 
of  10  two-bays  six-storey  steel  frame  structures 
are  investigated,  namely  5  bare  frame  structures 
and  the  corresponding  5  counterparts  with 
strongback  systems.  All  structures  have  a 
constant  inter-storey  height,  h, equal  to  3  m  m 
 
Figure  4:  Internal  actions  in  a  6-storey  shear-type  frame  and a constant span width equal to 6 m. HE320B 
with strongback.  steel  profiles  are  used  for  all  columns,  while  the 
Let  us  consider  instead  the  case  of  inverted  cross sections of the beams are varied in order to 
triangular profile of external forces (CASE 2). In  obtain  beam-to-column  stiffness  ratios    ranging 
such  a  case  it  may  be  of  interest  to  obtain  the  from 0.25 to 1.5 in addition to the limited cases 
stiffness  distribution  leading  to  a  linear  lateral  of  pinned  connections  and  of  shear-type 
drift profile. Introducing Eq. 15 into Eq. 13, after  structures. In more detail, five different   values 
some  simple  mathematical  manipulations,  it  is  are used in the numerical simulations: 
possible to derive the following expression of this    (limit case of pinned connections); 
particular lateral stiffness distribution: 
 
SG04-78
 0.27  (relatively  flexible  beam  case 
obtained  using  IPE300  beams  at  all 
stories); 
 0.78  (intermediate  case  obtained  using 
IPE500 beams at all stories); 
 1.49  (relatively  rigid  beam  obtained 
using IPE600 beams at all stories); 
 ∞(limit case of shear-type behavior). 
 
Equal  floor  masses  are  applied  at  all  stories 
leading  to  a  total  seismic  weight  equal  to  Wtot= 
4150  kN.  The  El  Centro  1940  acceleration  time-
history  record  (North  South  Component)  is  used 
as seismic input at the base of the structure. Table   
(b) 
1  summarizes  the  main  characteristics  (  and  Figure 5: (a) Pseudo acceleration response spectrum and (b) 
fundamental  periods  of  vibration)  of  the  10  FE  displacement  response  spectrum,  considering  a  5% 
damping ratio. 
models.  Figure  5  provides  the  displacement  and 
pseudo acceleration response spectra (considering 
a 5% damping ratio) of the El Centro 1940 record  5.2 Main Results
(the  blue  dots  indicate  the  spectral  ordinates  Figure 6a displays the along-the-height profile of 
corresponding  to  the  natural  periods  of  the  5 
peak  inter-storey  drift  ratio  IDi   max,i / h  100  
frames  with  strongback  systems).  All  numerical 
simulations  have  been  carried  out  using  the  (max,i is the maximum lateral displacement under 
commercial software SAP2000 v.18.  earthquake  ground  motion  of  the  i-th  floor).  As 
  expected,  all  frame  structures  equipped  with 
Table 1: FE models developed in the present study. 
strongback  systems  exhibit  constant  ID  values 
along  the  entire  building  height.  At  first 
Frame with strongback 
  Bare frame 
system 
approximation,  neglecting  the  higher  mode 
PIN – BARE  contributions and considering a roof displacement 
 (PIN) PIN – SB (T1=3.51s) 
equal  to  twice  the  ordinate  of  the  spectral 
(T1=7.44s) 
IPE300 – BARE  displacement,  the  constant  ID  value  may  be 
(IPE300) IPE300 – SB (T1=2.04s) 
(T1=2.22s) 
IPE500 – BARE  roughly  estimated  by  using  the  following 
( IPE500) IPE500 – SB (T1=1.25s) 
equation (Fig. 6b): 
(T1=1.31s) 
IPE600 – BARE   
(IPE600) IPE600 – SB (T1=1.10s) 
(T1=1.15s) 
ST– BARE  2  S d (T1 )
∞ (ST)
(T1=0.84s) 
ST – SB (T1=0.80s)  IDSB  100      
N h
      (24) 

 
  (a) 
(a) 

 
SG04-79
 
  Figure  7:  Comparisons  of  shear  diagrams  for  bare  frames 
(b)  (figures in the bottom alignment) and corresponding frames 
with strongback systems (figures in the top alignment). 
Figure  6: Peak  inter-storey  drift  profiles:  (a)  comparison 
between  bare  frames  (solid  line  with  full  markers)  and 
corresponding frames  with strongback systems (dotted line 
with empty markers). (b) comparison between frames  with  6 CONCLUSIONS 
strongback system and predictions of Eq. 24. 
The work presented the first results of the seismic 
  assessment  of  frame  structures  coupled  with 
Figure  7  displays  the  envelope  of  the  shear  strongback  systems,  which  consist  of  a  vertical 
diagrams (both positive and negative peak values)  truss  system  having  the  function  of  imposing  a 
in  the  bare  frame  structures  and  in  the  frame  linear  lateral  deformation  to  the  frame  subjected 
structures  with  strongback  systems,  respectively.  to lateral loads. 
Comparison  of  the  shear  diagrams  leads  to  the  The  attention  is  mainly  paid  to  the  evaluation  of 
following observations:  the  mutual  forces  exchanged  between  the  frame 
 For  both  cases  of  the  shear-type  (ST)  and  the  strongback,  resulting  from  the  different 
structure  and  the  structure  with  stiff  behavior under seismic action. 
beams  (IPE600)  the  presence  of  the  Therefore,  a  shear-type  frame  idealization  has 
strongback tends to level out the values of  allowed  to  obtain  analytical  results  of  along-the-
the shear with quite remarkable reductions  height  distribution  of  the  mutual  actions.  In 
at  the  lower  stories  with  respect  to  the  particular,  the  results  showed  that  in  case  of 
corresponding bare frames.   uniform lateral stiffness distribution of the frame, 
 For  the  structures  with  pinned  beam-to- the mutual action at the top storey assumes large 
column  connections  the  presence  of  the  values  (approximately  the  same  order  of 
strongback  leads  to  an  along-the-height  magnitude  as  the  base  shear).  Imposing  a  nearly 
distribution  of  mutual  actions  quite  linear  lateral  deformation  profile,  through  proper 
different  with  respect  to  the  case  of  ST  sizing of columns, would minimize the values of 
structures.  In  particular,  a  large  such  mutual  forces.  For  this  purpose,  an 
concentration of actions in the first storey  analytical  expression  of  this  lateral  stiffness 
is  observed,  whereas  the  upper  stories  profile  has  been  obtained  assuming  a  shear-type 
remain  essentially  unloaded.  A  sound  schematization.  
interpretation  of  these  observations  will  Finally,  some  numerical  simulations  have  been 
require a specific study which is out of the  developed  changing  the  beam  flexibility,  such 
scope of the present work.  that  both  shear-type  and  flexible  beam 
 The  frame  structures  with  relatively  schematizations  are  considered,  and  the  seismic 
flexible  beams  (IPE300)  tend  to  behave  response  evaluated  under  real  recorded 
like  the  corresponding  pinned  structures  earthquakes.  From  that,  the  results  clearly  state 
even  though  the  peak  values  of  the  shear  the difference of actual  profile of  mutual  actions 
in the bottom storey is reduced.  for  the  case  of  pinned  beam-to-column 
connections  rather  than  the  analytical  solution 
obtained  for  shear-type  frames.  For  the  latter 
ones, a very large mutual action at the first storey 
 
SG04-80
is  exchanged  between  the  frame  and  the  Lai,  J.-W.,  Mahin,  S.  A.,  2014.  Strongback  system:  a  way 
strongback.   to  reduce  damage  concentration  in  steel-braced  frames, 
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The proper explanation of this behavior should be   

the objective of future works.  Macleod,  I.  A.,  1972.  Simplified  analysis  for  shear  wall-
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SG04-81
ANIDIS 2017
PISTOIA

A new discrete macro-node (DMN) for the nonlinear modelling of the


reinforced concrete beam/column joints
Bartolomeo Pantòa, Salvatore Caddemia, Ivo Caliòa, Enrico Spaconeb
a
University of Catania, Department of Civil and Architecture, Viale Andrea Doria 27, 95125 Catania (Italy)
b
University of Chieti-Pescara, Department of Engineering and Geology, Viale Pindaro 42, 65127 Pescara

Keywords: reinforced-concrete frame structures, beam-to-column joints, macro-modeling approach, seismic


vulnerability assessment, fiber section approach.

ABSTRACT
The seismic performances of existing reinforced concrete buildings, not designed to resist earthquake loadings, are
limited by the local collapse of the beam-to-column joints which alter the ductility resources of the structure and
can lead to progressive collapses involving large portions of the building. Three main joint failure mechanisms can
occur: the shear collapse of the joint, the bond-slip or yielding of the longitudinal steel bars and the concrete
crushing. The accurate modelling of the non-linear behaviour of joints is a fundamental aspect to obtain a reliable
seismic assessment. In this paper a new macro-node element able to account for the nonlinear behaviour of the
beam-to-column joints is presented. The model can be represented by a simple articulated quadrilateral with a
single internal deformability degree of freedom associated to the shear deformability and with rigid edges
connecting beams and columns through nonlinear discrete interfaces. The model is able to account for the joint
failure as well as the flexural-shear damage at the end-sections of the beams or columns. The proposed model
allows the simulation of the nonlinear behaviour of a frame structure through an assemblage of nonlinear macro-
nodes simply connected by means of elastic frame elements.

SG04-82
ANIDIS 2017
PISTOIA

A new discrete macro-node (DMN) for the nonlinear modelling of


the reinforced concrete beam/column joints
Bartolomeo Pantòa, Salvatore Caddemia, Ivo Caliòa, Enrico Spaconeb
a
University of Catania, Department of Civil and Architecture, Viale Andrea Doria 27, 95125 Catania (Italy)
b
University of Chieti-Pescara, Department of Engineering and Geology, Viale Pindaro 42, 65127 Pescara

Keywords: reinforced-concrete frame structures, beam-to-column joints, macro-modeling approach, seismic


vulnerability assessment, fiber section approach.

ABSTRACT
The seismic performances of existing reinforced concrete buildings, not designed to resist earthquake loadings, are
limited by the local collapse of the beam-to-column joints which alter the ductility resources of the structure and
can lead to progressive collapses involving large portions of the building. Three main joint failure mechanisms can
occur: the shear collapse of the joint, the bond-slip or yielding of the longitudinal steel bars and the concrete
crushing. The accurate modelling of the non-linear behaviour of joints is a fundamental aspect to obtain a reliable
seismic assessment. In this paper a new macro-node element able to account for the nonlinear behaviour of the
beam-to-column joints is presented. The model can be represented by a simple articulated quadrilateral with a
single internal deformability degree of freedom associated to the shear deformability and with rigid edges
connecting beams and columns through nonlinear discrete interfaces. The model is able to account for the joint
failure as well as the flexural-shear damage at the end-sections of the beams or columns. The proposed model
allows the simulation of the nonlinear behaviour of a frame structure through an assemblage of nonlinear macro-
nodes simply connected by means of elastic frame elements.

whose results have not been made available to


engineering community.
1 INTRODUCTION In this paper a new discrete macro-node
Recent earthquakes have clearly shown the element is proposed. The latter is able to simulate
high vulnerability of existing reinforced concrete the nonlinear response of the node regions
buildings not designed to resist to earthquake subjected to seismic loads with a limited
loadings. A reliable nonlinear model of a computational effort, taking into account both the
reinforced concrete building should include shear failure of the joint region, the flexural and
efficient simulation of beams, columns as well as shear plastic deformations at the edges of the
beam-to-column joints. Many advanced elements and the bond-slip phenomena.
numerical models have been proposed in the According to the node capabilities, a nonlinear
literature to simulate static, cyclic and dynamic reinforced concrete frame structures can be
behaviour of beams-columns elements also modelled by means of the assembling of macro-
subjected to axial-moment-shear interactions nodes connected each other’s by elastic beam or
(Izzudin et al. 1994), (Spacone et al. 19969, column elements, provided that the plastic hinges
(Pantò et al. 2017a), (Pantò et al. 2017b) and can occur only at the ends of the frame elements.
some of these models have already implemented A brief description of the macro-node is
in advanced software largely used in engineering presented and a first validation of full scale
practice, however efficient models of beam- specimens, that have been the object of
column joints still represent an academic issue experimental campaigns (Walker 2001), (Alire
2002) is reported. The results obtained so far

SG04-83
seem to indicate that the proposed discrete macro- orthogonal to the interfaces, while the steel bar
element node could be effectively used for the contribution is governed by concentrated
seismic assessment of reinforced concrete nonlinear links (bond slip NLinks), Figure 1. The
buildings and for the evaluation of possible shear failure of the connected beams or columns
retrofitting measures. is associated to the relative motion in the
direction of the interfaces and described through a
single longitudinal nonlinear link. The shear
2 THE PROPOSED MACRO-MODEL failure of the central core of the node is governed
by the two diagonal nonlinear links (diagonal
The proposed macro-node element has been NLinks). The kinematics of the mechanical
inspired by a plane macro-element proposed by scheme, after a proper calibration procedure of
the authors for the simulation of nonlinear the nonlinear links, allows an effective simulation
behaviour of unreinforced masonry buildings of the typical failure mechanisms of the node as
(Caliò et al. 2005), (Caliò et al. 2012), (Pantò et well as of the attached end beams and columns. It
al. 2016), (Pantò et al. 2017c) and masonry easy to recognise that degrees of freedom needed
for the kinematics description of each macro-
infilled frames (Caliò et al. 2014), (Pantò et al.
node are given by 4+3n, being n the number of
2017a), (Pantò et al. 2017b). The basic element the frame elements connected by the macro-node.
can be described by referring to a simple A detailed description of the kinematic and the
mechanical representation in which the element is mechanical calibration are outside the aim of this
regarded as an articulated quadrilateral endowed paper whose goal is the presentation of the
with a long-side interfaces that, consistently to a model. In the following section only the
fibre discretization, account for both the concrete fundamental steps needed for a suitable
and steel bars contributions. This macro-node calibration of the element are briefly summarised.
possesses some similarities to the joint model The model is able to account for the failure
proposed by Lowes and Altoontash (Lowes and mechanisms of the joint as well as the flexural
Altoontash 2003), modified by (Mitra and Lowes and/or shear plastic damage at the end sections of
2004) in order to simulate the behaviour of the the beams or columns connected. By using the
joints without transversal steel reinforcements, proposed numerical strategy, the nonlinear
afterwards calibrated and validated in (Lehman behaviour of a frame structure can be simulated
2004), (Mitra and Lowes 2007), (Anderson et al. through an assemblage of nonlinear macro-nodes
2008). However in the approach proposed herein simply connected by means of elastic frame
the interfaces are discretized according to a elements. In Figure 2 a simple 1-bay 1-storey
detailed fibre discretization accounting for node frame is shown where L p is the length of the
and beams concrete and steel contributions. plastic hinge.
diagonal column
steel bars
NLinks NLinks

beam beam

concrete contact
concrete shear NLinks
NLinks column
Figure 1. Mechanical scheme of a beam-to-column joint
modelled by the macro-node.
The mechanical behaviour of the node is
governed by the along-edge nonlinear interfaces
and the in-plane deformability of the
quadrilateral, related to a single degree of
freedom, Figure 1. Aiming at adopting a uniform
fibre discretization, the concrete behaviour is
represented according to a regular distribution of Figure 2. schematic assembling of a frame structure by
means of nonlinear macro-nodes and linear elastic beams/
nonlinear links (concrete contact NLinks) columns elements.

SG04-84
3 MECHANICAL CHARACTERIZATION 3.2 The bond-slip behaviour of the steel bars
OF THE MACRO-NODE The presence of steel bars is modelled by
In the following sub-sections the fundamentals means of nonlinear unidirectional links,
of the mechanical characterization strategy of the collocated into the interface in the corresponding
model are briefly described. positions. The bond-slip occurrence is simulated
by using a simplified model proposed by Braga et
3.1 The concrete model al. (Braga et al. 2012), Figure 4a. The latter is
In the applications reported in the following characterised by a nonlinear bond slip
the Kent and Park uni-axial law is used to model constitutive law characterized by three limit state
the compressive behaviour of each fibre points which correspond to the achievement of
representing the concrete (Kent and Park 1971). the tangential strength of the concrete (τ lim ) (Fig.
The corresponding constitutive law relationships 4b) at the free edge (point A), the extension of the
can be expressed as two distinct phases: the pre- ultimate tangential stresses to the entire length of
peak phase (ε<ε 0 ) and the post peak softening the bar (point B) and the achievement of the
phase (ε>ε 0 ). The σ-ε constitutive law is reported ultimate tangential stress at the hooked side of the
in (1) where f c is the compression strength, f R the bar (point C), respectively. After point C the
residual strength, ε 0 the deformation at the peak system has zero residual stiffness, Figure 4c.
strength and ε u the ultimate strain corresponding u0=u(s=0) concrete uL=u(s=L)
to f R . τ(s) F
steel bar
  2ε  ε  2  (a)
σ = fC  −    ε ≤ ε0 s
  ε 0  ε 0  
 (1) τ F
 fc − f R
σ = fC − (ε − ε 0 ) ε0 < ε ≤ εu τlim B
C
 εu − ε0
A
(b) (c)
The influence volume, associated to each link, is
a function of the adopted fiber discretization of ulim u uL
the beam (λ), the joint dimensions (b j , h j ) and the
Local stress-slip Global bond-slip
assumed length of the plastic hinge (L pl ) (Fig.
constitutive law constitutive law
3a). The stiffness of the Links is calibrating
considering the entire L p length and half length of Figure 4. mechanical scheme of the bond-slip model (a), the
local stress-slip relationship (b) and the global bond-slip
the central node (Fig.3b). constitutive law of the steel bar (c).
bj L pl In the macro-model each bar is modelled by
(a) two distinct links in order to simulate the
Column
anchorage in the node region (L node ) and the
embedded length into the beam (L beam ). The two
λ nonlinear links are connected at the interface
hj
level.
Node Beam
3.3 The shear behaviour of the joint
Fiber discretization
Column With reference to unreinforced joints, the
shear load transfer through the central region of
the node can be effectively modelled according to
different models already proposed in the literature
λ (b) (Alath and Kunnat 1995), (Biddah and Ghobarah
Elastic 1999), (Shin and Lafave 2004). In the following
beam the model proposed by (Paulay et al. 1978) and
improved and experimentally validated by (Mitra
Figure 3. Calibration of the concrete NLinks of the and Lowes 2004) is considered. The joint shear
interface. behaviour is governed through an uni-

SG04-85
dimensional constitutive law which rules the terms of global equilibrium and deformation. The
relationship between the generalised tangential results are summarised in equations (2) with
stress (τ) and the generalised shear strain (γ). reference to the crack and yielding forces, in
According to (Park and Mosalam 2012) the equations (3) with reference to the corresponding
generalised shear stress is defined as τ=ς/(s·b j ), displacements and in equation (4) with reference
where V is the shear force acting at the horizontal to the residual stiffness.
edges of the joint, b j is the width of the joint and τ1 A τyA
F1 = ; Fy = (2)
s is the depth of the joint, defined as the 2 cos(α ) 2 cos(α )
minimum value among the depths of the columns
and the beams, Figure 5a. The dual generalised
u 1 = γ 1h j cos(α ) ; u y = γ y h j cos(α ) (3)
shear strain γ can be written as γ=δ x /h j +δ y /b j ,
where h j is the eight of the joint; δ x and δ y 1 G3 A 1
respectively the horizontal and the vertical drift K3= (4)
2 h j cos 2 (α )
between the opposite edges of the joint, Figure
5b.
bj
δx 4 NUMERICAL APPLICATIONS
V
s δy The first application reported in the following
aims at providing a simple validation of the
Vh j/b j Vh j/b j hj model by comparing some numerical results
π
2−γ
against already available experimental data. As a
bj preliminary investigation, the analyses have been
V (a) (b) performed through a nonlinear-link-based FEM
τ G3 model implemented in the software SAP2000
τy
G2 (CSI 2005). Only static push-over analyses are
τ1 carried out through a nonlinear multi-step
G1 displacement controlled procedure.

(c) 4.1 Assembling of interior beam-to-column


γ1 γy γ
joint
Figure 5. Mechanical behaviour of the internal joint: static
characterization (a), deformed configuration (b), The experimental research here considered has
generalised constitutive law (c). been performed by Walker and Alire (Walker
2001, Alire 2002) with the aim to investigate the
A tri-linear constitutive law, characterised by a
behaviour of unreinforced concrete joints. Eleven
crack point (τ 1 , γ 1 ), a yielding point (τ y , γ y ) and a sub assembling beam-to-column joint prototypes
constant post yielding module (G 3 ), as reported in have been tested; all the specimens had the same
Figure 5c, is adopted. This law is calibrated geometry but different steel reinforcements in
according to the procedure reported in (Anderson order to change the joint shear stress demand and
2008) and here summarised in Table 1. to produce, alternatively, the beam flexural
Table 1. Mechanical parameters of the joint shear collapse or the joint shear failure.
constitutive law.
τ1 τy γ1 γy G3
(Mpa) (Mpa) (%) (%) (Mpa)

τy
0.48 f c 2.08 f c 0.043 0.6 0.015
γy

The diagonal links inherit the tri-linear


constitutive law considered in Figure 5c, with
crack point (u 1 , F 1 ), yielding point (u y , F y ) and
residual stiffness (K 3 ). The latter parameters can
be evaluated by imposing a simple equivalence in

SG04-86
1830mm 1830mm A further comparison is performed in terms of
P collapse mechanism and reported in Figure 7. In
particular, Figure 8a shows the experimental

Ø13mm @ 89mm
damage on the joint showing a complete failure

hoops
1066.8mm
25 mm clear cover ∆ of the joint region; while in Figure 8b the
hoops Ø13mm @ 89mm hoops Ø13mm @ 89mm
deformed mesh of the macro node model is
508mm shown. It can be observed that the joint
deformation contributes significantly to the total

Ø13mm @ 89mm
8Ø19 5 Ø22mm

508 mm
1066.8mm deformation of the structure.
406 mm
hoops 3 Ø22mm
457 mm
406 mm

Figure 6. SCDH-4150 test: setting, geometry of the


specimen and steel bars reinforcement details.
The test was carried out by imposing cyclic
displacements at the free-end of each beams,
directed in opposite directions (Figure 6). In the
following only the specimen SCDH-4150,
characterised by a shear joint collapse, is
numerically investigated (Alire 2002). A constant
axial load (P=641 kN) equal to the 10% of the
ultimate compression load of the column, was (a)
applied at the top section of the columns. The
test-setting, the geometry of the prototype and the
steel reinforcement bars are reported in Figure 5,
while the mechanical parameters adopted for the
concrete and steel are reported in Table 2.
Table 2. Mechanical parameters of the materials.
fc fR ε0 εu fy Es ε su
Mpa Mpa % % Mpa Gpa % (b)
34.5 6.8 0.22 2.0 462 200 10 Figure 7. Experimental (a) and numerical (b) failure
mechanism.

The numerical results obtained by the macro- 4.2 Multi-storey plane frame
model are reported in Figure 7 in terms of the
stress vs strain of the central panel of the macro- In this section the proposed macro-node is
node. The results are compared to the cyclic applied to simulate the nonlinear behaviour of a
response obtained experimentally. It can be plane three-storey three-bay frame characterised
observed that the response of the macro node well by constant cross sections 300x457mm and
approximates the experimental envelope curve. 300x500mm respectively for columns and beams
and the same reinforcing steel bars considered in
12
Shear stress [Mpa]

the specimen reported in Section 4.1 (Figure 6).


experiment
9 A simple geometry is considered (Figure 9a) with
macro-node 6 5,00m span length, 0,3m constant transversal
3 width, 3,5m first-storey height and the others
0
3,2m height. A uniform vertical load of 10.0
-0.03 -0.02 -0.01 0.00 0.01 0.02 0.03 kN/m is applied on the beams (Figure 9b).
-3
-6
-9
-12 Shear strain [rad]
Figure 6. SCDH-4150 test: numerical capacity curve and
experimental results.

SG04-87
3.2m

3.2m
T 1 =0.272 T 1 =0.239

3.5m

5m 5m 5m
T 2 =0.086 T 2 =0.074
(a)

T 3 =0.055 T 3 =0.050
(a) (b)
Figure 10. First three mode shapes and periods of vibration
corresponding to the standard frame modelling approach (a)
and to the macro-node assembly (b).

(b) In order to investigate the influence of the


Figure 9. Geometrical scheme of the frame (a) and 2D view different damage mechanisms of the macro-node
of the SAP model with the applied vertical loads (b). frame assembly on the global nonlinear behaviour
The first comparison between a standard frame and failure mode of the structure, a push-over
elements assemblage and the macro-node analysis is performed considering a lateral loads
assembly, both implemented in SAP, are distribution proportionally to the masses. Three
performed in the elastic field by comparing the different models are considered, by changing two
natural mode shapes. Figure 10 reports, the first mechanical parameters: the concrete compression
three periods and modes of vibration, showing strength and the anchorage length of the steel
satisfactory coherence between the two models. bars.
Model A is characterised by the same
mechanical properties of concrete considered in
the specimen of section 4.1 (f c =34,5Mpa),
reported in Table 2, and anchorage length of the
steel bars 1,00m.
Model B is characterised by a reduced concrete
strength of f c =12,0Mpa and 1,0m of anchorage
length of the steel bars.
Model C characterised by f c =12,0Mpa and
reduced anchorage lengths of 0,5m. The results of
the calibration of the diagonal nonlinear Links,
the concrete Links and the steel bars Link, used in
the proposed macro-node model, are summarised
in Table 3, Table 4 and Table 5 respectively.
The results of the push-over analyses are
reported firstly in terms of capacity curves
(Figure 11) where the top displacement of the
structure is expressed as a function of the global
base shear. The collapse mechanisms,
corresponding to 20cm of displacement, are
shown in Figure12.

SG04-88
Table 3. Mechanical characterization of the diagonal Links.

F1 Fy u1 uy K3
Model
kN kN mm mm kN/mm
A 284 1232 0.03 1.91 2911 Model A
Model B
B-C 169 732 0.03 1.91 1730 Model C

Table 4. Mechanical characterization of the concrete Ninks. Figure 11. Capacity curves of the three macro-node models.
Fy FR uy uR
Model
kN kN mm mm
A 255 51 0.79 8
B-C 90 26 0.28 8

Table 5. Mechanical characterization of the NLinks


considered in the macro-node modelling.
Fy uy Fu uu Model A
Model
kN mm kN mm
φ19-L0,5m 72 1,00 84 0.74
φ19-L1,0m 106 1,00 131 1.15
φ22-L0,5m 85 1,00 98 0.64
φ22-L1,0m 128 1,00 176 0.15

The failure mechanism of Model A is


concentrated at the first two levels with flexural
failure of the node-to-beam interfaces and the
base column interfaces at the the first level. No
shear rupture of the central joints are observed. Model B
On the contrary, in Model B the reduced
concrete strength causes the rupture of the two
central nodes at the first level and a 15%
reduction of the lateral strength of the structure in
respect to Model A.
In Model C the reduced anchorage length of
the steel bars produced a flexural collapse,
similarly to the observations in Model A. A
reduction of 30% of the lateral strength is
observed compared to Model B and 40% to Model C
Model A. Figure 12. Collapse mechanisms.
The results reported in this section represent a
first attempt to evaluate the applicability of the
macro-node on reinforced concrete framed
structures. Further numerical investigations and
comparisons with experimental tests and/or

SG04-89
advanced FEM models are needed. However the Spacone, E., Ciampi, V., Filippou, F.C., 1996. Mixed
results obtained so far confirm the high formulation of nonlinear beam finite element, Comput.
Struct., 58 (1) 71-83.
potentiality of the proposed model to be adopted Pantò, B., Rapicavoli, D., Caddemi, S., Caliò, I., 2017. A
for investigating existing reinforced concrete smart displacement based (SDB) beam element with
frame structures for which the deformability and distributed plasticity, Applied Mathematical Modelling,
strength of the joint regions as well the bond-slip Available online 11 January 2017, ISSN 0307-904X,
http://dx.doi.org/10.1016/j.apm.2017.01.018.
failure of the steel bars play a key role in the Walker, S.G., 2001. Seismic Performance of Existing
overall nonlinear structural behaviour. Reinforced Concrete Beam-Column Joints. MSCE
Thesis, Dept. of Civil Engineering, University of
Washington, 308 p.
5 CONCLUSIONS Alire, D.A., 2002. Seismic Evaluation of Existing
Unconfined Reinforced Concrete Beam-Column Joints,
Recent seismic events have demonstrated that MSCE Thesis, Dept. of Civil Engineering, University of
Washington, 291 p.
the seismic behaviour of existing reinforced Caliò, I., Marletta, M., Pantò, B., 2005. A Simplified Model
concrete buildings is strongly affected by the for the Evaluation of the Seismic Behaviour of Masonry
local collapses of the beam-to-column joints that Buildings, in B.H.V. Topping, (Editor), Proc. of the
can be subjected to shear collapse of the central Tenth International Conference on Civil, Structural and
Environmental Engineering Computing, Civil-Comp
region or bond-slip of the longitudinal steel bars. Press, Stirlingshire, UK, Paper 195.
Although many advanced numerical models are Caliò, I., Marletta, M., Pantò, B., 2012. “A new discrete
available in the literature, an explicit modelling of element model for the evaluation of the seismic
the joints in the every-day engineering practice, behavior of unreinforced masonry buildings,
Engineering Structures, 40, 2012, pp 327-338.
mainly in large structures, still remains an open Pantò, B., Cannizzaro, F., Caddemi, S., Caliò, I., 2016. 3D
issue. macro-element modelling approach for seismic
In this paper a macro-node element able to assessment of historical masonry churches, Advances in
account for the nonlinear behaviour of the beam- Engineering Software, 97, 40-59.
Pantò, B., Giresini, L., Sassu, M., Caliò, I., 2017. Nonlinear
to-column joints is presented. The model can be modeling of masonry churches through a discrete
represented by a very simple mechanical scheme macro-element approach, Earthquakes and Structures
constituted by an articulated quadrilateral with 12(2), 223-236.
rigid edges which connect beams and columns Caliò, I., Pantò, B., 2014. A macro-element modelling
approach of Infilled Frame Structures, Computers &
through nonlinear fibre interfaces. The model is Structures, 143, pp 91-107.
able to account for the shear failure of the joint Pantò, B., Caliò, I., Lourenço, P.B., 2017a. Seismic safety
region, the flexural and shear plastic deformations evaluation of reinforced concrete masonry infilled
at the contact edges of the joint-elements and the frames using macro modelling approach, Bull.
Earthquake Eng. DOI 10.1007/s10518-017-0120-z.
bond-slip of the steel bars. A great advantage of Pantò, B., Caliò, I, Lourenço, P.B. , 2017b, Evaluation of
the proposed model is that the nonlinear the Seismic Vulnerability of Infill Frame Structures.
behaviour of a frame structure can be obtained as XVII Italian Congress of Seismic Engineering
an assemblage of nonlinear macro-nodes (ANIDIS), 17-21 September, Pistoia (Italy).
Pantò, B., Cannizzaro, F., Caliò, I., and Lourenço, P. B.,
connected by means of elastic beam or column 2017c. Numerical and experimental validation of a 3D
FEM elements. The numerical simulations macro-model element method for the in-plane and out-
reported and the versatility of the element seem to of-plane behaviour of unreinforced masonry walls. Int.
confirm the potentiality of the proposed model to J. Archit. Herit. doi:10.1080/15583058.2017.1325539
Lowes, L.N., Altoontash, A., 2003. Modeling reinforced-
be adopted for an efficient simulation of concrete beam-column joints subjected to cyclic
reinforced concrete frame structures for which the loading, Journal of Structural Engineering, 129, 1686-
deformability or the failure of the joint regions 1697..
play a key role in the overall nonlinear behaviour Mitra, N., Lowes, L.N., 2004. Evaluation and advancement
of a reinforced concrete beam-column joint model.
of structure. Proc., 13th. World Conference on Earthquake
Engineering, Vancouver, B.C., Canada.
Lehman, D., Stanton, J., Anderson, M., Alire, D., Walker,
REFERENCES S., 2004. Seismic performance of older beam-column
joints. 13th. World Conference on Earthquake
Izzudin, B.A, Karayannis, C.G., Elnashai, A.S., 1994. Engineering, Vancouver, B.C., Canada, 2004.
Advanced nonlinear formulation for reinforced concrete Mitra, N., Lowes, L.N., 2007. Evaluation, Calibration, and
beam-columns, J. Struct. Eng. (ASCE), 120 (10) 2913- Verification of a Reinforced Concrete Beam–Column
2934. Joint Model, Journal of Structural Engineering, 133(1),
105-120, 2007.

SG04-90
Anderson, M., Lehman, D., Stanton, J., 2008. A cyclic
shear stress–strain model for joints without transverse
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954.
Kent, D.C., Park, R., 1971. Flexural members with
confined concrete, J. Struct. Div., ASCE, 97(7), pp
1969-90.
Braga, F., Gigliotti, R., Laterza, M., D’Amato, M., and
Kunnath, S.K., 2012. Modified Steel Bar Model
Incorporating Bond-Slip for Seismic Assessment of
Concrete Structures, J. Struct. Eng, 138, pp 1342-1350.
Alath, S., Kunnat, S.K., 1995. Modeling inelastic shear
deformations in RC beam column joints, Engineering
Mechanics, Proceedings of 10th Conference. Boulder,
Colorado: ASCE, 822-825.
Biddah, A., Ghobarah, A., 1999. Modelling of shear
deformation and bond slip in reinforced concrete joints,
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Shin, M., Lafave, J.M., 2004. Seismic performance of
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with floor slabs, ACI Structural Journal, 101, 403-412.
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concrete beam-column joints under seismic actions, ACI
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Predicting Shear Strength of Unreinforced Exterior
Beam-Column Joints, Aci Structural Journal, 109(2).
SAP2000, Integrated Finite Element Analysis and Design
of Structures, Computers and Structures (CSI),
Berkeley, Calif, USA, 2005.

SG04-91
ANIDIS 2017
PISTOIA

Simulation of concrete crack development in seismic assessment of existing


gravity dams
Anna De Falcoa, Matteo Moria, Giacomo Sevierib, Nicola Zanib
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, Largo Lucio Lazzarino, 56122 Pisa.
b
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze.

Keywords: concrete gravity dams; masonry-like material; continuum damage model; frictional interfaces, XFEM.

ABSTRACT
Most of dams around the world were built before the introduction of seismic regulations, or in those regions that
were classified as seismic at a later time. Only few new dams are now being built, so older ones, which are
inexorably ageing, are required to fulfil a longer life expectancy, as they are a critical component of our energy
production infrastructure. Consequently, a better understanding of the seismic risk of these structures is required.
As no concrete gravity dams are known to have failed catastrophically during an earthquake, modelling aspects
assume great importance to predict their collapse behaviour.
In this paper a plane strain model of an existing gravity dam has been analysed in order to simulate the concrete
crack development within a continuum damage framework. The study has been performed by using a nonlinear
constitutive equation that takes into account the bounded tensile, compressive and shear strength of the material.
The collapse behaviour of the dam has been compared with the results obtained by means of models based on the
plasticity theory, fracture mechanics or contact elements.

SG04-92
ANIDIS 2017
PISTOIA

Simulation of concrete crack development in seismic assessment of existing


gravity dams
Anna De Falcoa, Matteo Moria, Giacomo Sevierib, Nicola Zanib
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, Largo Lucio Lazzarino, 56122 Pisa.
b
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze.

Keywords: concrete gravity dams; masonry-like material; continuum damage model; frictional interfaces, XFEM.

ABSTRACT
Most of dams around the world were built before the introduction of seismic regulations, or in those regions that
were classified as seismic at a later time. Only few new dams are now being built, so older ones, which are
inexorably ageing, are required to fulfil a longer life expectancy, as they are a critical component of our energy
production infrastructure. Consequently, a better understanding of the seismic risk of these structures is required.
As no concrete gravity dams are known to have failed catastrophically during an earthquake, modelling aspects
assume great importance to predict their collapse behaviour.
In this paper a plane strain model of an existing gravity dam has been analysed in order to simulate the concrete
crack development within a continuum damage framework. The study has been performed by using a nonlinear
constitutive equation that takes into account the bounded tensile, compressive and shear strength of the material.
The collapse behaviour of the dam has been compared with the results obtained by means of models based on the
plasticity theory, fracture mechanics or contact elements.

excitation; in fact the only complete collapses of


concrete dams have been due to failures in the
1 INTRODUCTION foundation rock. This means that seismic failure
Dams probably were among the earliest major modes for concrete dams are not well understood
structures to be created by humans; the reservoirs (Anderson et al. 1998). Several dams have been
retained by dams were key elements in water subjected to seismic shaking, and it is possible to
supply. Nowadays they are a critical component learn from their damage.
of our energy production infrastructure and, due A significant instance of earthquake damage to
to economic and environmental reasons, just few concrete dams occurred in the 1960s for Koyna
new dams are now being built. Most of the Dam in India. The damage was severe enough,
existing dams were built before the introduction but not so much to determine the uncontrolled
of seismic regulations or in those regions that water release. From the beginning, many authors
were classified as seismic at a later time, so a (Chopra and Chakrabarti 1972) and (Chakrabarti
better understanding of their seismic behaviour is and Chopra 1972) have come to the numerical
required. simulation of the damage of this dam which has
Seismic safety of existing dams is an issue that become the most known case study in the world.
has been receiving increasing attention in many Nowadays, high performance computing
parts of the world during recent years. It is partly capabilities allow experimenting numerical
due to the continue increase of population at risk simulations under different hypotheses of
in locations downstream of major dams and also material constitutive behaviour and various
to the awareness that the seismic design concepts loading conditions.
in use at the time most existing dams were built In this paper the interesting comparison among
were inadequate. The hazard posed by large dams different models of the Koyna Dam reported in
has been demonstrated by the failures occurred in (Roth et al. 2015) is extended by introducing
many parts of the world. However, no failure of a further approaches. More specifically, the crack
concrete dam has resulted from earthquake behaviour of the vertical section of the Koyna
Dam has been investigated under statically

SG04-93
increasing load using different models. The one is 2007). The rocking stability of a gravity dam with
constituted by linear elastic blocks separated by penetrated cracks was first studied by (Saini and
frictional interfaces; the other is based on a Krishna 1974), for the highest monolith of the
nonlinear material with elastic-plastic-damage Koyna Dam.
formulation. Furthermore, the two new models Traditionally, a no-tension stress criterion has
have been subjected to an acceleration time been used in the design of concrete dams (NRC
history. Results obtained have been analysed and 1990). However, microcracking is always present
discussed.
in concrete, and the acceptance of moderate
tensile cracking that does not impair the function
2 COMPUTATIONAL MODELS FOR THE of a dam may be a realistic point of view (NRC
SEISMIC ASSESSMENT OF EXISTING 1990).
CONCRETE GRAVITY DAMS The greatest impediment to effective nonlinear
analysis at present is the lack of knowledge about
Numerical simulation of concrete dams the real nonlinear properties of the mass concrete
subjected to earthquake loading is a very complex which is typically used in dams, the so called
task that includes not only the structure and its “dam concrete”. Due to differences in the grain
material properties, but also the effect of soil- size and in the nature of the aggregates, an
structure and reservoir-structure interaction. For extrapolation from common concrete to dam
this reason, simple but realistic material laws, concrete cannot be made directly (Brühwiler and
which take into consideration seismic loading Wittmann 1990). In this regard, important efforts
conditions, are required for the structural have been undertaken from the past in order to
analysis. study, both theoretically and experimentally the
behaviour of concrete under high loading rates
2.1 Nonlinear models for the seismic (Topçu and Uğurlu 2007), (Wu et al. 2016).
assessment of gravity dams In recent years, the nonlinear dynamic
The assumption of linear behavior may not be response of gravity dams under earthquake
appropriate in the analysis of seismic response of actions including cracking of concrete has
concrete gravity dams. There are several attracted more attention from engineers (Hariri-
approaches to model the complicated stress-strain Ardebili et al. 2016).
behavior of concrete (Akköse and Şimşek 2010), As a rough method to account for cracking and
some of which are based on plasticity models and its consequences on the stability of the dam is
some others on fracture mechanics. that to introduce predefined cracks in a Finite
Elasto-plastic models (Lee and Fenves 1998) Element (FE) model, following (CFBR 2012).
can overcome overstressing problems In the present work a similar model having no-
encountered in the linear analysis of a concrete tension frictional interfaces between stacked
dam and may predict more realistic stress linear elastic elements were proposed. The
distribution in the dam body during earthquake definition of potential failure surfaces is
ground motion. They are considered very useful suggested by construction joints that may be
to determine plastic regions in concrete dams. considered as weak planes.
Unfortunately they do not reproduce the real
behaviour of the concrete that is usually 2.2 Models for Concrete Cracking
employed in dam construction. In fact, during an Stress and crack response of concrete dams may
earthquake, several parts of the dam may suffer be analysed by means of many nonlinear models,
tensile loading with subsequent crack formation; commonly applied in most of engineering
the safety of these structures is thus controlled by analysis (Pal 1976), (Ghrib and Tinawi 1995),
the tensile behaviour of the material (Brühwiler (Pekau et al. 1991), (Ghaemian and Ghobarah
and Wittmann 1990). The upper cracks usually 1999), (Guanglun et al. 2000).
initiate from the upstream or downstream face of Cracking process may be represented by
the dam and propagate horizontally or at an angle numerous approaches that can be classified into
toward the opposite face. The consequence of two macro-categories: the geometrical approach,
cracking, if extended through the dam section, that considers the crack a geometrical entity and,
may lead to sliding or rotational instability of the if needed, allows updating discretization model
separated blocks (Ghanaat 2004) (Zhu and Pekau with crack growth; and the non-geometrical

SG04-94
approach, which only updates the constitutive possibility to model areas where damage causes a
relationship during the propagation of cracks, the multitude of micro-cracks that are not necessarily
mesh remaining unchanged (Ingraffea 2004). localized. It can efficiently predict and
The first one, which concerns the discrete continuously adjust crack directions during their
cracks, contains two main groups, the linear evolution. The cohesive XFEM, instead, allows a
elastic fracture mechanics (LEFM) and the discontinuous displacement field to be well
nonlinear fracture mechanics (NLFM). Regarding represented across a localized crack. The use of
the latter, there are two basic procedures of the CDM allows any initial misprediction of the
modelling cracks commonly used in numerical crack direction to be corrected as a crack grows.
analysis; they are the fictitious crack model In this paper, a model constituted by nonlinear
(FCM) presented by (Hillerborg et al. 1976) and material with elastic-plastic-damage formulation
the crack band model (CBM) proposed by is introduced. It is compared with the one
(Bazant and Cedolin 1979) and (Bazant and Oh proposed by (Roth et al. 2015) and with the
1983), both of which take the effects of strain others reported in the same work. The new
softening into account. The FCM overcomes the constitutive model is presented in the following.
limitation of LEFM and a nonlinear constitutive
relation can be introduced in fracture analysis 2.3 A new constitutive equation for the material
according to the strain-softening mechanism. Recently, a new material model has been
In this regard, in (Pan et al. 2014) a general developed by generalising the constitutive
investigation is presented, in order to evaluate equation of the masonry-like material (Lucchesi
whether the nonlinear responses of concrete dams et al. 2008).
obtained from different fracture modelling The masonry-like material (Di Pasquale 1982)
approaches are comparable in terms of crack is a simplified model that considers masonry as
propagation and failure modes. an isotropic non-linear elastic material. It belongs
The second macro-category regards the to a class of nonlinear elastic materials that are
continuum models and includes smeared cracks incapable of withstanding tensile stresses and
and damage mechanics. In this category, two have linear elastic behaviour when subjected to
groups may be identified, the constitutive compressive stresses. For this reason, the stress
methods and the kinematic ones. The continuum tensor must be negative semidefinite. The strain
damage model (CDM), belonging to the tensor is decomposed into the sum of an elastic
constitutive methods, offers the possibility to part, from which the stress is linearly dependent,
model areas where damage causes a multitude of and the fracture part, that is positive semidefinite
micro-cracks that are not necessarily localized. In and belongs to the normal cone of the stress range
particular, in the CDM approach introduced by in correspondence with the current stress. The
(Rashid 1968), the coalescence of one or more material is moreover allowed to extend freely in
cracks in a volume will result in a deterioration of directions of zero stress.
the stiffness and strength of this volume. The The constitutive law is fully specified by the
Extended FE Method (XFEM) approach belongs tensor C of the elastic moduli, assumed to be
to the kinematic methods and describes the crack
symmetric and positive definite, and by the stress
geometry independently of the background mesh
range (the set of all admissible stress tensors) that
by enriching the standard displacement-based FE
is a closed and convex subset of the space of the
approximation with some pre-knowledge of the
symmetric tensors. Under these hypotheses, an
physics of crack.
application of the Minimum norm Theorem
The crack is represented, however, either in
(Lucchesi et al. 2008) assures the existence and
the material constitutive model or in the
the uniqueness of the stress, when a strain tensor
kinematic model, as an intense localization of
is given.
strain.
Later on, this constitutive equation has been
In this context, (Roth et al. 2015) proposed a
generalized, in order to account for a limit to the
crack model that combines the damage mechanics
tensile and compressive stresses (Lucchesi et al.
approach and the XFEM in order to predict the
2008) and, more recently, also for a limit to the
propagation of the crack path within the dam
tangential component of the stress, proportionally
section. The CDM (in this case, it comes of a
to the normal stress component (Lucchesi et al.
rotating anisotropic damage model) offers the
2017). In addition to tensile (fracture) and

SG04-95
compressive strains, the anelastic shear strain fracture mechanics and plasticity-based models.
tensor has been introduced. The results have not been validated
In this case, the stress range has been experimentally, however numerous authors have
modified, remaining still a closed and convex set, published numerical results using the same
so that the material maintains all the properties of geometry and material parameters (Gioia et al.
a “normal elastic material” (Del Piero 1989). The 1992), (Bhattacharjee and Léger 1994), (Ghrib
obtained material is hyperelastic with a constrain and Tinawi 1995) and (Cai 2007).
on the stress, but it can also be framed within the In (Roth et al. 2015) a comparison among
so-called 'deformation theory of plasticity' different models of the Koyna Dam is reported.
(Kachanov 1971). For this case, the presence of unkeyed contraction
The constitutive equation has been explicitly joints enables the use of 2D plane stress models
deduced in the isotropic 2D and 3D cases and has of individual monoliths to predict the earthquake
been implemented in the FE code MADY response of the dam under moderate and intense
(Lucchesi et al., in preparation). The program ground motions. FE model is made of a four-
nodes quad plane stress mesh (fig. 1). An initial
code now allows for two- and three-dimensional,
notch facing the change of slope on the
static and transient dynamic analyses.
downstream face with a depth that corresponds to
Recently, an isotropic damage criterion is 10% of the length of the section is included in the
introduced. More specifically, when the norm of model by disconnecting the nodes of the
the fracture strain attains a defined value, the elements. Material properties are reported in table
limit of the tensile strength and the cohesion of 1. The value f t ’ = 1.0 MPa is fairly typical for
the material are diminished, according to a actual tensile tests on concretes customarily used
negative exponential law that depends on the in gravity dams. The model is subjected to
difference between the fixed fracture strain value gravity, hydrostatic pressure of a full reservoir
and the current one. level and overflow pressure. The water pressure
This constitutive law seems suitable to describe inside the cracks is neglected.
the damaging of the dam concrete. In this paper,
the material model presented above is used for
the first time to assess the seismic behaviour of
an existing concrete gravity dam.

3 COMPARISON AMONG MODELS

3.1 The benchmark model


Koyna Dam, a 103-m-high concrete gravity
dam in India, is a benchmark problem which has
been widely examined by several investigators
for evaluation of their proposed material models. Figure 1. The Koyna Dam section: model of (Roth et al.
2015) (left) and MADY model (right).
In the case of Koyna Dam the earthquake
Table 1. Material properties for the overflow analysis
forces, based on a seismic coefficient of 0.05
uniform over the height, were expected to cause E[MPa] f c′ [MPa] ft′ [MPa] ν ρ
no tensile stresses; however, the earthquake of 25000 10.00 1.0 0.2 2450
1967 caused significant cracking in the dam. The
higher monolith of the non-overflow section 3.2 Two new models for the Koyna Dam
suffered the worst damage during the earthquake, Two FE plane strain models of the Koyna
endangering their stability during future earth- dam, having very different characteristics, have
quake shocks. It is believed that this exaggerated been developed in this work. Model A, created
damage resulted from an elevator tower that with MADY code, schematizes the dam via a
extended 50 ft above the top of the block and continuum model having an elastic-plastic-
therefore was subjected to greatly increased damage material; model B, created with Ansys
inertial forces. r.17.2 research, represents the dam divided in 21
A static analysis of the Koyna Dam on cases stacked linear elastic elements separated by no-
tension frictional interfaces. The interfaces
of reservoir overflow was performed using

SG04-96
simulate planes of weakness that may exist at lift − Case 2: elastic-plastic damage formulation
joints and can be a major influence on crack (f t ’ = 1MPa, c = 1MPa and μ=1).
location. − Case 3: elastic-plastic damage formulation
The FE model A (Figure 1) is composed by (f t ’ = 0.05 MPa, c = 0.5 MPa and μ=1).
658 plane four-nodes elements and 706 joints. In model B, two different values of friction
The base nodes are fixed along the two directions. angle, 45° and 71°, have been adopted,
The FE model B (Figure 3) is formed instead corresponding to μ=1 e μ=3, respectively, in
by 3531 eight-nodes plane strain elements addition to the material properties previously
(element type “plane183”) having quadratic shape defined.
functions, and 12210 nodes. The base nodes are The Rayleigh damping for all cases is set by
restrained along the two directions. The interfaces putting the mass proportional coefficient α equal
are modelled with 2733 contact no-tension to 3/s and the stiffness proportional coefficient
elements (element type “CONTA172”) with equal to 4.2E-4 s.
frictional behaviour following the Mohr Coulomb Finally, Westergaard added mass model is
law (Augmented Lagrange Formulation). used to simulate the hydrodynamic effect
In both models, the foundation is also assumed (Westergaard 1933) induced by the reservoir in
to be rigid, which means the dam–foundation addition to the hydrostatic component. So, both
interaction is neglected. models have been equipped by added masses,
Firstly, the two models have been subjected to suitably distributed along the height of the dam.
quasi- static load conditions, caused by an The dynamic excitation includes only a
hypothetical overflow. Results coming from both component in the horizontal plane of earthquake
models have been compared with those obtained records (Figure 2). It belongs to one of the Italian
in the literature for the overflow analysis on the strongest events occurred in the last 30 years, the
Koyna Dam. earthquake of Central Italy of October 30th 2016
For the sake of comparison, in the overflow (06:40:17 UTC, 6.5 MW). The duration of
analysis material properties of model A have the transient load is 30 s and the sampling is 5/1000
same values adopted for the models reported in s. The time step of the analysis ranges from
the literature (Table 1); in addition, the friction 0.0001s to 0.005s. The analysis is carried out by
coefficient μ is set equal to 1 and the cohesion c assigning to the model, in addition to the self-
to 1MPa. Cohesion values, or zero normal load weight and the hydrostatic load, the seismic
intact shear strengths, are typically about 10% of shaking in form of volume loads.
static uniaxial compressive strengths based on Also in this case, no uplift pressure is
direct shear tests of concrete core samples, and considered for both models.
coefficients of friction are typically near 1 (NRC
1990). Material properties of Model B have the
same values of mass and elastic coefficients
reported in table 1 for the linear elastic material,
whereas friction coefficient μ of the no-tension
interfaces is set equal 1.
During the overflow simulations, the model
initially undergoes its self-weight and the
hydrostatic load is applied on the whole height of Figure 2. The acceleration time history for the transient
the dam. Afterwards, it is subjected to a step by analysis.
step constant pressure increase of 1 cm due to
overflow, starting from the full reservoir water 3.3 Results of the overflow analysis
level, up to the water height that brings the dam
to the collapse limit state. The water uplift is The results of the overflow analysis conducted on
neglected. model B (Ansys) are reported in Figure 3 in terms
Afterwards, both models have been subjected of minimum principal stresses. The deformed
to a transient analysis. In this case, different shape clearly shows an opening of the contact
values of material properties have been adopted. elements that is concentrated at the base of the
More specifically, in model A different cases, neck.
having different values of tensile strength ft ′ and Results obtained from model A (MADY) are
cohesion c have been considered. reported in Figure 4 in terms of anelastic shear
− Case 1: masonry–like material (no-tension strain. One may observe that the initiation of the
elastic material). cracking is the same in both models A and B.

SG04-97
yield surface as proposed for plain concrete by
(Ottosen 1977) is adopted. That is, no-tension
assumption is implemented as a special case of
plasticity, in which the tensile yield limit tends to
zero (the no-tension design ought to be
considered as the limit of the plastic designs as
the tensile yield limit tends to zero).
The response of Model B, instead, is in
agreement with smeared cracks models and
damage mechanics.

Figure 3. The Ansys 17.2 mesh for Model B (left). Results


of the overflow analysis of Koyna Dam in terms of
minimum principal stresses (right).
The crack path resulting from model A is
compared with those given in the literature
resulting within a small bandwidth (Figure 4).
Unlike the other models of the literature, the
anelastic shear strain exhibits in this case a
bifurcation, one branch is quite horizontal and the
second one follows the crack path of the other
models. Anelastic shear strain may be detected
also downstream, at the base of the neck, and Figure 4. Results of the overflow analysis on Model A
upstream, at the base of the dam. In all cases the (Mady) in terms of anelastic shear strain (left), compared to
reservoir overflow increases compressive stresses the cracking paths obtained in the literature (right).
on the downstream face of the dam and drives the
crack downward. This shows that overturning of
the top part of the dam is the principal
consequence of cracking in this region.
Anyway, it should be stressed that all the
models taken from the literature were
characterized by an initial notch facing the
change of slope of the downstream face, whereas
model A doesn’t need the definition of a weak
area from which the fracture starts. Nevertheless,
in this case the fracture is triggered at the same
point, probably due to the particular geometry of
the section.
The response of the structure is represented by
the overflow height versus the horizontal crest Figure 5. Structure response under overflow in term of
displacement. In Figure 5 the response of models overflow vs. crest displacement.
A and B are shown and are put in comparison Both new models exhibit a lower capacity in
with those of the models cited above and reported respect to “Gioia”, “Léger” and “Bhattacharjee”.
in the work of (Roth et al. 2015). In particular, The reason can be furthermore investigated by
the combined model proposed in (Roth et al. both using different values of the parameters that
2015) is called “Léger”, the model based on the are not in common with the other models and
plasticity theory “Gioia” (Gioia et al. 1992), those suitably modifying convergence settings.
based on smeared cracks “Bhattacharjee” and
“Cai” (Bhattacharjee and Léger 1994) and (Cai 3.4 Results of the transient ground shaking
2007), and the model based on damage analysis
mechanics (Ghrib and Tinawi 1995) is called
“Ghrib”. Transient analysis was applied for a first
The response of model A (MADY) is in attempt to evaluate the ability of both models to
agreement with the plasticity model of “Gioia”. describe the dam behaviour during earthquake.
In this latter case (Gioia et al. 1992), a perfectly For model A, different values of tensile strength
plastic model with an associated flow rule and a and cohesion, in relation to the three cases

SG04-98
described above, have been considered. For
model B, two different friction angle values have
been considered. The analysis has been carried
out under the hypothesis of large displacements
and the results are obtained in terms of crest
displacements and base shear time histories.
In the Figures 6 and 7 the response of model B
in terms of base shear and crest displacement,
respectively, is reported.

Figure 8. Base shear force - model A.

Figure 6. Base shear resultant force - model B (friction


angles of 45° and 71°).

Figure 7. Crest displacement – Model B (friction angles of


45° and 71°).
As for the three MADY models, in the Figures
8 and 9, the history of dam crest displacement
and that of the base shear resultant force for the
combined static and earthquake loads are shown.
In any case, the curve for the linear elastic model
is always reported as benchmark.
As for the base shear values, the response of
model B is lower than in the linear elastic case.
The response of model A is greater than that of
model B, but of the same order of magnitude.
More specifically, in the case 2 of model A,
Figure 9. Crest displacement – Model A.
including damage and the higher values of tensile
and shear strength, peaks sometimes exceed the The response of case 1 is the most similar to
values of the linear elastic model. The response in the elastic linear one. The response of case 2
terms of crest displacement of the three models A exhibits the greatest amplification due to the
is comparable. nonlinearity. Finally, the response of case 3,
having the lowest tensile and shear strength,

SG04-99
shows a residual displacement due to the downstream zone in both cases, particularly in the
occurrence of sliding after tension damaging. case of lower friction angle.
The comparison between models A and B in As for model A, in Figure 12 the map of
term of base shear is hard to be carried out. anelastic shear stress for the case 3 (low tensile
During early shaking, the displacement values in strength) accumulated during shaking is shown.
models A are similar to those in models B. In Figure 13 the map of tensile fracture strain for
Successively, models B exhibit a residual the same case is reported. As in models B, the
displacement that attains values of an order of tendency to slide, especially at the downstream
magnitude higher in respect to the case 3 of face near the change of slope, is evident.
model A. Moreover, the different values of Cracking occurs at the base of the neck on both
friction angle in models B do not influence the upstream and downstream faces, at different
total amount of residual displacement, but the levels, as is the case of model B.
way it occurs.
In Figures 10 and 11 the images of the deformed
shapes of model B at different times instants,
respectively, for friction angle of 45° and 71° are
reported. The minimum principal stresses map is
also shown.

Figure 12. Anelastic shear strain – Model A – case 3.

Figure 10. Response of model B (φ=45°) in term of


minimum principal stress, at 9.057s (left) and at 8.789s
(right) – deformed shape.

Figure 13. Tensile fracture strain – Model A – case 3.


In Figures 14 and 15 the maps of the damage
level in terms of ratio between residual tensile
strength and initial tensile strength are reported.
Figure 11. Response of model B (φ=71°) in term of
The unitary value indicates that material is
minimum principal stress, at 8.195s (left) and at 8.523s unchanged and 0 value means that material is
(right)– deformed shape. totally damaged. In Figure 14 damage of model A
- case 3 after the end of the shaking is shown. The
One can observe that cracks form near the section at the base of the neck is damaged on its
change in downstream slope at both faces. entire length and this fact is in agreement with the
Moreover, for lower values of friction angle, presence of residual displacement shown in
cracking occurs only upstream at the base of the Figure 9. Another crack is located upstream at the
neck, while, for higher values of friction angle, it base of the dam.
also occurs downstream. The tendency to slide at The behaviour of model A - case 2 is different
the base of the neck is particularly evident in the (Figure 15). Due to the higher values of the

SG04-100
tensile strength and cohesion of this model in 4 CONCLUSIONS
respect to the case 3, a particular type of cracking
This paper proposes two new models for the
occurs. Cracks firstly form at the downstream
dam crack behaviour investigation. The first one
face, near the change in slope, and proceeds
is based on a continuum elastic-plastic damage
downward to the upstream face assuming an “S”
formulation, while the second one is made up of
shape. The section at the base of the neck is not
stacked linear elastic blocks with no-tension
entirely damaged, so the crest does not exhibit
frictional interfaces. The analyses were
permanent displacements after the end of the
performed under both quasi - static conditions,
shaking (Figure 9). The formation of the crack on
caused by an hypothetical overflow, and
the upstream face is possible only in the case of
earthquake excitation.
lower tensile strength.
The numerical results of overflow analysis,
compared with other results in the literature,
show the aptitude of the first model to reproduce
the behaviour of other plasticity models, and the
ability of the second model to catch the load-
displacement behaviour of the fracture mechanics
models.
The transient analysis demonstrates that the
two models are both applicable to predict the
shear load and the displacement histories of the
Koyna Dam under earthquake conditions. The
first one, providing only a rough crack initiation
localization, captures the order of magnitude of
the resultant forces history. Due to the
constrained crack paths, it essentially fails in the
Figure 14. Damage level after shaking – model A, case 3. prediction of crack propagation. The second one,
more promising, catches more suitably the
damage extent and the response of the structure in
terms of displacements. From the practical point
of view, it provides some advantages. On the one
hand, the availability of the explicit form of the
constitutive law, together with the tangent matrix,
improve the convergence of the FE analysis. On
the other hand, the direct control of the different
types of fracture strains allows observing the
different failure mechanisms (sliding-rocking)
and then no failure section has to be fixed a
priori.
Following this first attempt, a more
appropriate calibration of the two models is
Figure 15. Damage level after shaking – model A, case 2. scheduled, in order to provide more precise
The resulting crack path is worth to be indications.
compared with other examples in the literature.
As a significant example, in (Omidi et al. 2013) a
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SG04-101
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Department of Civil Engineering, University of
California, Berkeley.

SG04-102
COSTRUZIONI IN CEMENTO ARMATO
ANIDIS 2017
PISTOIA

Experimental and numerical study of the cyclic behavior of exterior RC beam-


column joints made with recycled concrete
Flora Faleschinia, Paolo Bragolusia, Lorenzo Hofera
a
Department of Civil, Environmental and Architectural Engineering, Via Marzolo 9, 35129 Padova.

Keywords: cyclic loading, EAF slag concrete, nonlinear dinamic analyses, RC beam-column joint, shear

ABSTRACT
An experimental and numerical investigation about exterior reinforced beam-column joints made with recycled
concrete, and subject to horizontal reversed cyclic loading, is shown in this paper. Three real scale RC joints were
casted with electric arc furnace slag as recycled coarse aggregate, and then tested under quasi-static cyclic loading,
to study the influence of this kind of “green concrete” on the global behavior of the specimens. Particularly,
ultimate load, hysteresis response and dissipated energy were analyzed. The joints exhibited the same failure mode,
which involved the shear failure of panel joint and yielding of beam steel longitudinal bars: this kind of failure is
indeed the most influenced by concrete properties. Then a numerical investigation was carried out, consisting of
three-dimensional nonlinear finite element (FE) models, which were validated with the experimental results. Lastly,
a parametric study was carried out to understand the effects of column axial load, beam longitudinal reinforcement
bar amount and column transverse reinforcement ratio. Results indicate that, in all the analyzed cases, the seismic
performance of the joints made with EAF slag concrete at least comparable than with conventional material.

SG05-2
ANIDIS 2017
PISTOIA

Experimental and numerical study of the cyclic behavior of exterior RC beam-


column joints made with recycled concrete
Flora Faleschinia, Paolo Bragolusia, Lorenzo Hofera
a
Department of Civil, Environmental and Architectural Engineering, Via Marzolo 9, 35129 Padova.

Keywords: cyclic loading, EAF slag concrete, nonlinear dinamic analyses, RC beam-column joint, shear

ABSTRACT
An experimental and numerical investigation about exterior reinforced beam-column joints made with recycled
concrete, and subject to horizontal reversed cyclic loading, is shown in this paper. Three real scale RC joints were
casted with electric arc furnace slag as recycled coarse aggregate, and then tested under quasi-static cyclic loading,
to study the influence of this kind of “green concrete” on the global behavior of the specimens. Particularly, ultimate
load, hysteresis response and dissipated energy were analyzed. The joints exhibited the same failure mode, which
involved the shear failure of panel joint and yielding of beam steel longitudinal bars: this kind of failure is indeed the
most influenced by concrete properties. Then a numerical investigation was carried out, consisting of three-
dimensional nonlinear finite element (FE) models, which were validated with the experimental results. Lastly, a
parametric study was carried out to understand the effects of column axial load, beam longitudinal reinforcement bar
amount and column transverse reinforcement ratio. Results indicate that, in all the analyzed cases, the seismic
performance of the joints made with EAF slag concrete at least comparable than with conventional material.

1 INTRODUCTION acceptance criteria than ordinary structures.


Indeed, limited knowledge is currently available
According to available literature, existing
about the influence of Electric Arc Furnace (EAF)
structures are vulnerable to horizontal actions
slag use in real scale RC element, and only few
(Castaldo et al. 2017; Zampieri et al. 2015).
works of the authors are currently available on
Particularly, reinforced concrete (RC) structures
such topic (Pellegrino and Faleschini 2013,
suffer to high seismic vulnerability, due to poor
Faleschini et al. 2017a). Particularly, a first
detailing as a consequence of no seismic design or
document of the authors (Faleschini et al. 2017b)
inadequate provisions (Castaldo and De Iuliis,
studied the experimental behavior of RC exterior
2014; Morbin et al 2015). Even in seismic zones,
beam-column joints. There, three joints with the
in many cases RC structures were designed against
same geometry and reinforcement detailing were
gravity load only, leading to insufficient structural
casted, one with a reference concrete containing
performance under earthquake (Carturan et al
only natural materials, and two made with recycled
2014). One of the main problem experienced by
concrete with EAF slag as coarse aggregate. The
old RC frame structures subject to seismic action
experimental campaign aimed to study the
is due to the inadequate shear strength of beam-
behavior of exterior joints failing due to shear of
column connections, and particularly of exterior
panel joint and yielding of beam steel bars, with
joints. This deficiency is practically translated in
the so-called B+J failure mode. This design-target
strong beam-weak column behavior, leading to
was selected to highlight the influence of concrete
highly dangerous collapse mechanism, e.g. soft
strength and EAF slag use: indeed, one of the most
floor failures.
influencing parameters of this kind of failure
Hence, when designing new RC structures with
mechanism is concrete compressive strength,
non-conventional materials, e.g. including
which influence is less significant if the plastic
recycled or artificial aggregates, it is fundamental
hinge would form in the beam.
that such structures will be able to respect the same

SG05-3
Hence, in this work, the results of the above Concerning workability, typically higher water
experimental campaign were used to validate demand is observed in mixtures containing EAF
three-dimensional nonlinear finite-element (FE) slag, although fluid fresh concretes can be
models, developed using ABAQUS code. Lastly, a obtained through proper mix design, using Water
parametric study was carried out to highlight the Reducing Admixtures.
effects of: column axial load, beam longitudinal
reinforcement bar amount and column transverse
reinforcement ratio, on the global response of such 3 EXPERIMENTAL PROGRAM
joints. In this section, a brief summary of the
experimental campaign carried out is reported.
2 BACKGROUND ABOUT EAF SLAG 3.1 Beam-column joint details and materials
CONCRETE
Three full scale one-way exterior joint, with the
From many years, steelmaking slag have been geometry and reinforcement details shown in
used as compounds for both cement and concrete Figure 1, were casted and then tested using a
based materials manufacturing. For instance, the reversed cyclic loading test program. The
use of ground granulated blast furnace slag specimens were designed to represent a first floor
(GGBS) in cement manufacture as a partial joint of a multistory RC building, with dimensions
substitute of Portland cement clinker is currently a and reinforcement details similar to existing
very well-known practice, and it is already buildings common in Italy. The geometry of the
standardized in EN 197-1. Also the use of other joints can be summarized as follows: beam width
kinds of slag as aggregates in concrete for civil b=30 cm, height h=50 cm, and free length of 250
engineering applications is commonly diffused. cm; column width b=30 cm, depth h=30 cm, and a
Between these, EAF slag from carbon steel total length of 410 cm.
industry represents a consistent amount of the
overall steelmaking by-products, with a
production estimated to be around 20 million tons
per year in Europe.
Chemical composition, microstructure,
morpholology and texture of EAF slag are
dependent on slag origin. These characteristics can
further affect mechanical, elastic and durability-
related properties of the material, when used as
aggregate for concrete production. This kind of
slag appear as a black-color, very hard, crushed
stony material. Before its use, slag should be pre-
treated with simple physical processes, to ensure
that potential expansive reactions do not occur in
time, thus hindering its application in structural
concretes.
EAF slag is generally characterized by a low-
porosity structure, a high aggregate crushing value
and a low Los Angeles value. Many papers already
demonstrated the overall good mechanical
properties of the slag, which allow concrete to
achieve higher compressive and tensile strength if
compared to a reference mix (Faleschini et 2015,
Santamaria et al. 2017). Also elastic properties are
typically improved. Arribas et (2015)
demonstrated that a dense Interface Transition Figure 1. Specimen geometry and reinforcement details
Zone is generally developed in slag concrete, with (units in cm): a) Elevation; b) Beams cross-section; c)
Column cross section.
a limited thickness, promoting the cohesiveness,
stiffness and strength of such concretes.

SG05-4
The specimens, all with the same geometry and experimental campaign, is to obtain a shear failure
reinforcement, were realized using three different of the panel joint to better highlight the influence
concrete mixtures: two of them contain EAF slag of concrete compressive strength (Kim and
as coarse aggregates (fully substituting the natural LaFave, 2007).
gravel), and one is made with natural aggregate
only, this being the reference specimen. Details 3.2 Test set-up
about the mix design used can be found in The specimens were subject to lateral
(Faleschini et al, 2017b). Table 1 shows the displacement applied at the top of the column, with
properties of the three mixes used to cast the joints: quasi-static displacement-controlled reversed
mix C is the control, mix E1 and E2 contain EAF cycles, following the recommendations in (ACI
slag as coarse aggregates. It is worth to recall that 374.1-05 2014). A total of 13 displacement steps
the mix C and E1 have the same materials were executed. For each displacement step, three
proportions (e.g. the cement quantity is the same, full loading cycles were performed, in a fixed time
being 400 kg/m3, and the same w/c ratio is used; period of 360 s. The first cycle lays within the
as well the same aggregates proportions are used). elastic range, and then testing continued gradually,
Mix E2, instead, is designed as a more increasing the displacement value until reaching at
environmentally sustainable concrete if compared least a drift ratio equal to 3.5%, as recommend in
to the others, because it contains about 80 kg/m3 the above reference. An axial load was applied to
less of cement. the top of the column, and kept constant and equal
Concrete compressive strength at 28 days is to 400 kN throughout the duration of testing. An
obtained as the average of three cubes with external pre-compression system was used to
dimensions 150x150 mm in accordance with the avoid P-Δ effects. The test-setup is shown in
standards of the EN 12390 series. The splitting Figure 2.
tensile strength and elastic modulus, were both Three load cells measured the applied forces,
evaluated using cylindrical specimens with and the vertical reaction at the beam free end.
dimensions 100x200 mm at 28 days. It is Strain gages were used to measure strains in the
significant to highlight that at 28 days, reinforcing bars. Sixteen linear potentiometers,
compressive strength is always greater in slag two wire-transducers and eight linear transducers
concrete mixtures than in the control: Mix E1, were used during the tests, to check relative and
which has almost the same materials’ proportions global displacements and deformation of the
than the conventional, has a pronounced strength specimens. Additionally, a total amount of 17
gain of about +24%. Further three cubic specimens strain-gages were used to measure steel
were tested after 120 days of ageing (at the time of reinforcement strains. Four were placed on the
joints testing) at atmospheric conditions, to beam longitudinal bars, two on the beam stirrups,
establish the real strength of the joints at the time five on the longitudinal bars of the column, and six
of testing. on the column stirrups. Further details regarding
Table 1. Concrete properties. the distribution of the instrumentation can be
Mix C Mix E1 Mix E2 found in (Faleschini et al. 2017).
Density (kg/m3) 2420 2710 2796
fc,cube 28 days (MPa) 48.7 60.6 54.9
fc,cube 120 days (MPa) 49.0 62.0 55.5
fc,t (MPa) 3.59 4.25 3.45
Ec,s (GPa) 32.67 42.55 42.19

Deformed (ribbed) steel reinforcing bars of


grade B450C were used for the internal
longitudinal and transverse reinforcement. Yield
(fy) and ultimate (fu) stress of the bars were 555
MPa and 639 MPa, respectively, with
corresponding yield (εy) and ultimate (εu) strains
equal to 0.002 and 0.104.
To design the joints at the ultimate limit state,
requirements related to a low ductility class (CD
B) were used, according to the existing national
building code (Norme Tecniche per le Costruzioni Figure 2. Test layout: 1) base pin; 2) load cell; 3) horizontal
2008). The required failure mode, in this actuator; 4) hydraulic jack + load cell; 5) tie rods; 6) steel
reaction frame.

SG05-5
4 NUMERICAL MODELING modified version of the Popovics one (Popovics,
1973), for high strength concretes, and an
The elements of the joints were modeled on
exponential relation was used for the damage
FEM – ABAQUS 6.12 software (Abaqus, 2012), a
function in compression. The fracture energy
general purpose non-linear finite-element analysis
method was instead used to represent the post-
program. Concrete was modeled using tri-
peak concrete tension failure behavior. Also this
dimensional hexahedral solid elements (C3D8R-
method is already implemented in the software,
type); steel reinforcement bars were modeled
and it is based on the fictitious crack model
instead with two-nodes linear 3D truss elements
(Hillerborg, 1978), which allows to reduce mesh-
(T3D2-type). A total of 720 solid and 3272 linear
dependency. Fracture energy Gf values were
elements were adopted for each joint, reproducing
estimated as 80 J/m2 and 110 J/m2, respectively for
the real geometry of the specimens. The selection
conventional and EAF slag concrete, according to
of the mesh was carried out after a preliminary
previous works of the authors (Faleschini and
analysis, which aimed to individuate an adequate
Pellegrino, 2011).
accuracy in a reasonable computation time.
Concerning steel modeling, a combined
Concerning the bond condition between steel and
isotropic-kinematic hardening model was used,
concrete, a perfect bond was assumed, and it was
using the experimental values obtained after the
realized through the embedded elements
tests carried out on the same steel used in the
technique.
joints.
Figure 3 shows an illustration of the specimen
modeled with the FEM software: test conditions
were considered to model the boundary 5 RESULTS AND DISCUSSION
conditions, load pattern and elements geometry.
To realize the column base hinge, the beam free- The maximum displacement applied to
end roller and the reference point at column top, specimens is of about 150 mm (corresponding to a
rigid bodies were used, this allowing a good drift of 3.9% approximately). Before this applied
control of the displacements. Particularly, loads displacement, all the test modules exhibited a peak
were applied at the rigid body located at the load corresponding to the maximum attained
column top. Nonlinear dynamic analyses were capacity. At that stage, the joints displayed the so-
then carried out using the same time-step called B+J failure, a mixed failure mechanism in
displacement cycle applied in the test. which diagonal cracking in the joint panel is
accompanied by flexural damage in the beam. This
failure type was obtained through testing joints
with stiff beams-weak columns, aiming to
highlight the influence of concrete properties on
the overall structural response of the specimens.
Figure 4 shows the cracks pattern in the joint
panels after the test conclusion. It is worth to recall
that, analyzing the developments of the cracks in
the specimens, joint panels cracked severely only
after the yielding of the reinforcement bars located
in the beam (as derived from the monitoring of
strains). This is also confirmed looking at the
cracks maps shown in Figure 5 in three subsequent
displacement steps.

Figure 3. FE mesh of the specimens: a) concrete; b) steel


reinforcement.
Concerning the materials, elastic-plastic
behavior of concrete under cyclic horizontal load
was represented using the concrete damage
plasticity (CDP) model (Lubliner et al., 1989),
which is already implemented in the ABAQUS
software. Particularly, the stress–strain
relationship used to construct the uniaxial
compressive stress–strain curve for concrete is a Figure 4. Cracks pattern in the joint panel after the test (from:
Faleschini et al, 2017b).

SG05-6
Figure 6. Lateral load vs. displacement hysteretic response
of the tested joints.
It is worth noting that the maximum load
attained by the three joints in the push conditions
was achieved during different loading cycles:
indeed, slag concrete joints displayed a stiffer
behavior, and the maximum load was achieved
during the 12th cycle. On the contrary,
conventional joint achieved the maximum load at
the last loading cycle in the push condition. In the
pull loading conditions, instead, all the joints
attained the maximum load at the same cycle,
being the 12th. For detailed results about the
Figure 5. Cracks development in the tested joints, at the 5 th experimental ductility, energy dissipation,
cycle (∆= 9mm), 9th cycle (∆= 35mm) and at the end of the stiffness degradation, strains, and local behavior of
test (∆= 150mm). the panel joints, readers can find further
Additionally, looking at Figure 5, it is possible information in (Faleschini et al. 2017b).
to establish that the joints made with EAF concrete Once assessed the overall structural response of
exhibited a reduced number of cracks, not only in the joints, the experimental behavior of joints
the panel joint, but also in the beam and columns. made with Mix C and Mix E1 was used to validate
Particularly, in the beam, vertical cracks are more the numerical models described in Section 4.
spaced and their thickness is reduced; in the Figure 7 shows the experimental vs. numerical
column, instead, the cracked region is confined results, expressed in terms of load-displacement
close to the joint panel. This is particularly evident hysteretic response of the tested joints. A good
in the Mix E1 joint, characterized by the best agreement was displayed between the two curves;
concrete mechanical performances. however, at the last cycles, the model was not able
Concerning the structural response of the tested to capture the pinching effect, and hence a
joints, Figure 6 shows the hysteresis curves of divergence between the experimental and
tested specimens. The behavior of the joints made numerical results is displayed. Another slight
with the recycled concrete is very close, reaching difference between the predicted and experimental
higher values of maximum attained load (Fmax) behavior relates to the initial stiffness displayed by
than in the conventional joint (about +7% in the the joints, in the first loading cycles: this difference
push condition; about +3% in the pull condition). relates to the non-negligible effect (at least, when
Additionally, curves shape is very similar both in displacement values are small) due to consider the
the pull and push loading conditions, with slight constraints used in the experimental setup as ideal
differences due to geometrical imperfections roller and pin. However, the numerical model is
related to steel reinforcement disposition. Looking able to predict well the global response of the
at this figure, it is possible also to observe a tested joints: the errors between predicted
remarked pinching effect, which is typical of the numerical and experimental maximum load are
B+J failure mode, that is the cause of the limited less than 3%, both in the push and pull loading
ability of such joints to dissipate energy. conditions.

SG05-7
Figure 7. Comparison between the experimental and
numerical lateral load vs. displacement hysteretic response Figure 8. Axial load effect on the lateral load vs.
of the tested joints. displacement response (envelope curves) of the control and
slag joint.
Once established the overall goodness of the
model, which was verified also through checking Concerning the influence of the amount of
experimental and numerical strain values in longitudinal reinforcement in the beam, this
reinforcement bars, a parametric study was carried variable influences the horizontal shear force of
out. The analyzed parameters were: the column the joint panel. Accordingly, the shear demand
axial load; the amount of beam longitudinal varies significantly, affecting directly the failure
reinforcement; the transverse reinforcement in the mode. It is evident that, if the longitudinal steel
column. reinforcement in the beam varies, the failure more
Column axial load is one of the main variables changes significantly, moving from the
influencing the behavior of exterior beam-column experimentally observed one (B+J mode), to the
joints. The value of , which is the ratio between desired B one. Figure 9 shows the lateral load vs.
the applied axial load and the gross section area of displacement hysteretic response of the joint made
the column multiplied per the concrete cylindrical with Mix E1, if the plastic hinge would be located
compressive strength, is varied between 0.1 and in a beam having As = 314 mm2. Additionally, it is
0.5 (in the experimental campaigned, this value is worth noting that, according to the numerical
0.095 and 0.12 for the slag and control joint, results developed in this work, the same failure
respectively). Results in term of envelope curves mode will be developed by the joints made with
are shown in Figure 8. With the increase of this control and slag concrete. In the case of a proper
parameter, in the current situation of weak seismic design of the joints, with the desired weak
column-strong beam, the column moment capacity beam-strong column behavior, the difference
improves, thus also enhancing the joint shear between the maximum attained load between the
strength. This occurs due to the increase of the joints made with reference and slag concrete is
compression block depth. However, at a certain almost negligible (less than 3% in both the pull and
point, i.e. after exceeding the value of 0.3 and 0.35 push loading condition).
(respectively in the slag and control joint), there is Lastly, the presence of transverse
a significant reduction of the deformation reinforcement in the panel joint region was
capacity. This agrees with previous works reported investigated. Its influence is generally well-
in literature, which demonstrate that the maximum known, because it enhances the shear strength and
enhancement in strength is exhibited under an rotational capacity of the joint. Here its amount
upper limit of  = 0.2-0.3 (Li et al., 2009). Ac,w was varied, taking into account three values:
the experimental one, and further two. Hence, this
parameter ranges from from Ac,w =1884 mm2 (6
hoops 10, 4 legged), to Ac,w = 1256 mm2 (4 hoops

SG05-8
10, 4 legged) and Ac,w = 2512 mm2 (8 hoops mechanical properties of the concretes where they
10, 4 legged). Results are shown in Figure 10 for are employed.
the joint made with slag concrete: as expected, the Experimental results were then compared to
increase in its amount resulted in an increase of the numerical ones derived via 3D nonlinear dynamic
ultimate loads attained by the joints. However, the analyses. The model adequately captured the
failure mode was not affected. overall behavior of such joints, providing
estimates of the maximum attained loads close to
the experimental values (error less than 3%).
6 CONCLUSIONS Then, a parametric analysis was conducted to
observe the influence of some variables on the
global response of the joints. Results do not
indicate a worse behavior of the recycled joints in
any cases; conversely, a better behavior is
observed for each analyzed case. It is worth noting
that, if a seismic design is conducted, i.e. if strong
columns-weak beam are designed, slight
differences will be observed between the slag and
control joints (less than 3% of maximum attained
load).
Figure 9. Lateral load vs. displacement response of the BJ1-
EAF1 joint made with Mix E1, varying the amount of the
beam longitudinal reinforcement (here As=314 mm2).
ACKNOWLEDGEMENTS

The authors would gratefully to thank Zerocentro


Srl and Italcementi group SpA for supplying raw
materials and for their economical support.

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SG05-10
ANIDIS 2017
PISTOIA

R/C flat slab-column connections under lateral loading


Massimo Lapia, Brisid Isufib, Maurizio Orlandoa, Antonio Ramosb
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze.
b
Departamento de Engenharia Civil, Faculdade de Ciências e Tecnologia, Universidade NOVA de Lisboa Quinta da Torre,
Campus Universitário, 2829-516 Caparica, Portugal.

Keywords: Flat-slab, punching, lateral loading, effective beam width.

ABSTRACT
This paper deals with R/C flat slab-column connections under lateral loading. As it is known, the punching failure
affects the rotational capacity of the slab-column connections under horizontal loading. Indeed due to premature
punching failure, the ductility of the joint can be reduced substantially. The punching prediction of flat-slabs under
combined gravity and lateral loading is still under research. However, the path to a comprehensive understanding of
this phenomenon passes through two fundamental steps, the prediction of the load-drift relationship (backbone
curve) and the determination of a failure criterion. This paper is focused only on the prediction of the horizontal
response using simple models, suitable for design implementation. An improved effective beam width model is
compared with literature experimental data showing good agreement with experimental results.

SG05-11
ANIDIS 2017
PISTOIA

R/C flat slab-column connections under lateral loading


Massimo Lapia, Brisid Isufib, Maurizio Orlandoa, Antonio Ramosb
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Via di Santa Marta 3, 50139 Firenze.
b
Departamento de Engenharia Civil, Faculdade de Ciências e Tecnologia, Universidade NOVA de Lisboa Quinta da Torre,
Campus Universitário, 2829-516 Caparica, Portugal.

Keywords: Flat-slab, punching, lateral loading, effective beam width.

ABSTRACT
This paper deals with R/C flat slab-column connections under lateral loading. As it is known, the punching failure
affects the rotational capacity of the slab-column connections under horizontal loading. Indeed due to premature
punching failure, the ductility of the joint can be reduced substantially. The punching prediction of flat-slabs under
combined gravity and lateral loading is still under research. However, the path to a comprehensive understanding of
this phenomenon passes through two fundamental steps, the prediction of the load-drift relationship (backbone
curve) and the determination of a failure criterion. This paper is focused only on the prediction of the horizontal
response using simple models, suitable for design implementation. An improved effective beam width model is
compared with literature experimental data showing good agreement with experimental results.

1 INTRODUCTION considered comprehensive. Di Stasio and Van


Buren (Di Stasio and Van Buren, 1960)
R/C flat slab structures are widely used
introduced the concept of “eccentricity of shear”,
because of their constructive and economic
where the unbalanced moment between the slab
advantages. The absence of beams guarantees
and the column is considered to be transferred by
such advantages since it leads to reduction of
both flexure and uneven distribution of shear
manpower and floor thickness. However it
forces around the column. The maximum factored
represents, at the same time, the weak point of
shear stress is given by:
this technique since the slab-column joint can be
affected by punching failure. This phenomenon, V γ v  M  c AB
due to the concentration of stresses around the vu ( AB )   (1)
Ac Jc
column, is very brittle and could lead to the
collapse of the entire building without any  v  1   f
 (2)
warning signs.
Punching failure due to gravity loads has been where V is the shear force acting on the critical
deeply studied and several models have been section, Ac is the area of the assumed critical
proposed to understand this complex section, Jc is analogous to the polar moment of
phenomenon. In 2008, Muttoni (Muttoni, 2008) inertia, γv and γf are respectively the portion of
developed the Critical Shear Crack Theory
unbalanced moment transferred by eccentricity of
(CSCT), which represents one of the most
comprehensive models to date about punching the shear and by flexure and cAB is the dimension
shear in R/C flat slabs due to vertical loading. shown in Figure 1.
According to this theory the punching shear
strength depends on the critical crack width and
the failure is found at the intersection of two
curves: the load-rotation relationship and the
failure criterion. The CSCT may be utilized to
evaluate the punching strength of both new and
strengthened slabs (Lapi et al., 2016, 2017).
Regarding the punching prediction of flat- Figure 1. Assumed distribution of shear stress (ACI
slabs under combined gravity and lateral loading Committee 318, 2014).
the available models are far from being

SG05-12
Later, Moe (Moe, 1961) found that the portion reinforcement both having the same flexural reinforcement
of unbalanced moment transferred by eccentricity ρ=0.90% (Hawkins, Mitchell and Hanna, 1975).
of shear is independent from the amount of
flexural reinforcement and could be taken equal 1.1 Equivalent Frame Method (EFM)
to 1/3. Starting from 1971, ACI provisions are The prediction of the lateral load-displacement
grounded on Hanson and Hanson’s (Hanson and relationship of the slab-column connections was
Hanson, 1968) approach which recommended an important challenge for the researchers. One of
γv=0.4. For rectangular columns the following the first attempts (Corley, Sozen and Siess, 1961)
adjustment is provided (ACI Committee 318, consisted in an elastic model based on a frame
2014): analysis. Starting from it, Corley et al. (Corley
1 and Jirsa, 1970) developed the Equivalent Frame
 v 1 (3) Method (EFM) for slab design. Following this
1  2 3  b1 b2 approach, also known as the Equivalent Column
Method, slab-column connections are modelled
where b1 and b2 are the dimensions of the critical by beams and equivalent columns (Figure 3). The
section. beams are modelled according to the full slab
In the 1970s, after some flat-slab building width. The moment transfer is assumed to occur
collapses during earthquakes, the researchers directly on the column width (c2) and indirectly
began to focus on the lateral response of flat-slab via torsional members (Luo, Durrani and Conte,
buildings under combined gravity and lateral load 1994).
reversals. Issues like ductility, energy dissipation
and stiffness degradation were examined for the
first time.
One of the first experimental campaigns was
performed in 1975 by Hawkins et al. (Hawkins,
Mitchell and Hanna, 1975). The authors found
several benefits in the connection response by
introducing shear reinforcement in the slab close
to the column. In particular they observed that
both ductility and ultimate load of the
connections are enhanced substantially in slabs
with properly designed shear reinforcement
(Figure 2). They found that in specimens with Figure 3. Equivalent column model, adapted from (Park,
shear reinforcement the stiffness at ultimate load Han and Kee, 2009).
was 30-40% of the stiffness at first yielding. The flexibility of the equivalent columns is
Furthermore, ductility ratios varied from 3 up to given by:
6, with increasing values while decreasing the
longitudinal reinforcement ratios. 1 1 1
  (4)
k ec kc kt
where kec is the flexural stiffness of the equivalent
column, kc is the flexural stiffness of the column
and kt is the torsional stiffness of the torsional
member.
Equation (4) is a direct consequence of the
structural model which assumes that the column
and the torsional member are two springs in
series. The flexural stiffness of the column is
given by:
4  Ec  I c
kc  (5)
H
where Ec is the elasticity modulus of concrete, Ic
is the moment of inertia of the column computed
Figure 2. Lateral load-displacement envelopes for specimen
S2 without shear reinforcement and SS5 with shear
on the basis of the gross section and H is the
length of the column. The computation of kt

SG05-13
requires some assumptions on the distribution of Considering zero the Poisson’s ratio and
the unit twisting moment (tx) along column assuming the average rotation angle (θavg) as 1/3
centreline. of the maximum rotation (θmax) (Vanderbilt and
Corley and Jirsa (Corley and Jirsa, 1970) Corley, 1983) results:
proposed a triangular distribution that is still
1 L2   1  c 2 L2 
3
adopted by the ACI 318-14 (ACI Committee 318,
2014):  avg   (11)
3 6C  E
t x  
4
2
x (6) Torsional stiffness (kt=T/θavg) is calculated for
L2 one half of the torsional element (T=1/2), then
the total stiffness is obtained by summing the
The notations used in equation (6) and the
contribution of each torsional element as follows:
distribution of external twisting moment are
9  Ec  C
shown in Figure 4. kt   (12)
L 2  c 2 L2 
2
 1 
However this method is limited to elastic
analysis and cannot be used for seismic analysis
(Luo, Durrani and Conte, 1994).

1.2 Effective Beam Width Method (EBWM)


Since the 1960s, as reported here (Vanderbilt
and Corley, 1983), the researchers began to
develop another model for the prediction of the
slab response under lateral loading. In this model
it is assumed that an “effective width” of the slab
acts as a beam. In reality, if a moment is applied
in the slab-column joint, the slab rotation varies
along the slab width. The rotation is maximum
close to the column and it becomes smaller with
Figure 4. Triangular distribution of twisting moment per
unit length, adapted from (Park, Han and Kee, 2009).
distance (Figure 5). The equivalence with a beam
is determined by choosing an appropriate
Integrating over the interval zero to x gives the effective width (α∙l2) that gives:
twisting moment diagram:
l2 2
  l 2  mmax  m  dx
x
(13)
T x   
4 2
 x  dx   2
x
2 2 x
(7) l 2 2
0 L2 L2
where mmax is the maximum moment acting on
Integrating again and dividing by the torsional
the slab width, mx is the moment at the coordinate
stiffness, it gives the unit rotation angle:
x and l2 is the total slabs width (Figure 5).
T x 
x
 x   
2
 dx   3
2 x
(8)
0
C G 3  C  G  L2
where the torsional constant (C) is taken equal to:
 x  x3  y
C   1  0.63   (9)
 y  3
Assuming that no rotation occurs over the Figure 5. Slab-column structure under lateral loading and
width of the support, the maximum rotation is moment distribution along the column centreline, adapted
from (Vanderbilt and Corley, 1983).
given by:
Pecknold (Pecknold, 1975) solved the elastic
L2   1  c 2 L2 
3
problem using the Levy method. The effective
 max  (10)
12  C  G width was given as a function of the column size
(c) and of the slab dimensions (l1, l2). Later, Allen
and Darvall (Allen and Darvall, 1977) provided

SG05-14
the effective width coefficients (α) in tabular
form for varying ratios c1/l1, c2/l2, l1/l2 (Figure 6).

Figure 7. Comparison between computed and measured


lateral-load stiffness, adapted from (Hwang and Moehle,
2000).
Figure 6. Effective width coefficients α for plate of span l1
and width l2, and square columns of c x c dimensions, Luo and Durrani (Luo and Durrani, 1995)
according to (Allen and Darvall, 1977). proposed the following formulae:
A summary of previous effective beam width
studies is provided by Vanderbilt et al.  3

 3



I e  M cr M a  I g  1  M cr M a   I cr (16)
(Vanderbilt and Corley, 1983).
    l 2  h3
In 1987, Banchik (Banchik, 1987) showed Ig  (17)
effective width solutions using the finite element 12
technique. Starting from this work, Hwang and
Vg
Moehle (Hwang and Moehle, 2000) proposed a   1  0.4  (18)
simple formula for the effective width, in 4  Ac  f c
agreement with the Banchik’s results and in
where Ie is the reduced effective moment of
accordance with the Westergaard Theory
inertia, Ig is the gross moment of inertia of the
(Westergaard, 1921):
effective width slab and χ is a factor accounting
for the cracking due to gravity loads. The
b  2  c1  l1 (14)
3 reduction factor is easily obtained as β=Ie/Ig. A
further approximation is provided by Hwang and
For exterior frames, the effective width can be Moehle (Hwang and Moehle, 2000):
approximated as:
  4  c1 (20)
b  c1  l1 (15) l1
6
Such formulae are also adopted by ASCE/SEI
41-13 (ASCE, 2014). 2 MODIFIED EFFECTIVE WIDTH
METHOD
1.3 Stiffness reduction factor In the last decades, the finite element analysis
With the increase of lateral loads, cracking in has been accompanying the structural design
the slab increases and the slab stiffness reduces. more and more. The necessity for refined design
To take into account this phenomenon, Vanderbilt has led to a widespread use of non-linear analysis.
and Corley (Vanderbilt and Corley, 1983) On the other hand, the need to reduce design
recommended a stiffness reduction factor (β) times is equally strong. These two conflicting
equal to 1/3 for the equivalent frame analysis. demands require a compromise between
Han et al. (Han, Park and Kee, 2009) provided a advanced modelling and design time. Usually the
summary of all previous studies about the designers adopt simplifications for this purpose.
stiffness reduction factor. For example, concentrated plasticity models and
pushover analysis are often preferred over
distributed plasticity and time history analysis.
Regarding the prediction of slab-column

SG05-15
behaviour under combined gravity and horizontal The stiffness reduction factor is kept constant
loading, two type of models were described in the and it is calculated imposing the cracked phase
previous section. However, EBWM models are from the beginning:
easier to implement in finite element analysis
compared to EFM. In EBWM, the designer’s   I0 (21)
efforts are concentrated on the determination of I1
the size of the beam that better represents the where the moments of inertia I0 and I1 correspond
slab. The rest of modelling and analysis is similar to the un-cracked and cracked phase respectively.
to that of conventional building structures. In the following, the modified EBWM is
Furthermore, such models are suitable for non- compared with two literature experimental
linear analysis with minor changes, for example results. The first was performed by Isufi et al
by introducing plastic hinges. (Isufi, Ramos and Lucio, 2017) at Universidade
For these reasons, a modified effective width NOVA de Lisboa (Faculdade de Ciencias e
method is presented here and compared with Tecnologia). The test setup reproduces the
experimental results from literature. As shown boundary conditions of a continuous slab, with
before, when the slab-column connection is both negative and positive bending moment
subjected to lateral loading the slab rotation regions (Almeida et al., 2016). The specimen was
varies along the column centreline. Moving far named C-SSR3 and it was reinforced with three
from the column such variation becomes lower perimeters of Φ8mm shear studs in a cruciform
and in the middle span the rotation becomes layout (Figure 9). The slab thickness was 150mm.
almost constant. For this reason, a two-beam The average concrete cylinder compressive
model can better represent the actual behaviour of strength was 41 MPa.
the slab. Close to the column the width of the
beam (α∙l2) is chosen according to the EBWM
models, further away from the column the entire
width of the slab (l2) is adopted. A similar
approach was also suggested by Robertson
(Robertson, 1997) that observed different
effective width near to the column and in the mid-
span.
A zone around the column with radius 0.15∙l1
is adopted to characterize the length of the beam Figure 9. Shear reinforcement layout, specimen C-SSR3-50
with reduced width (α∙l2). The effective width is
The specimen was tested under constant
determined according to Allen and Darvall
gravity loads and lateral reversed cyclic
formula (Allen and Darvall, 1977) that, adopted
displacements until failure occurred after the
to the proposed model, gives the best results.
specimen reached a horizontal plateau in the
Outside this zone the slab is modelled with its
horizontal force – displacement curve. A
full width. Finally, plastic hinges are placed at
comparison between the experimental and
both ends of the beams connected to the column,
predicted backbone curve is shown in Figure 10.
as shown in Figure 8.

Figure 8. Proposed EWBM with two-beam elements

Figure 10. Specimen C-SSR3, comparison of experimental


and predicted load-displacement curves.

SG05-16
The second test considered here was capacity predicted by the effective beam width or
performed by Rha et al. (Rha et al., 2014) with equivalent frame models.
the support of the National Foundation of Korea Punching failures cannot be directly
(NRF). The specimen represented a complete represented by such models. Furthermore, for
story of a two-bay by two-bay moment frame in nonlinear time history analysis, modelling of the
half-scale. backbone curve response is not sufficient.
Considerations of the energy dissipation need to
be reflected in the model. A strong pinching
effect is typically present in flat slab-column
connections. It is challenging to model a realistic
pinching behaviour while maintaining numerical
stability and an acceptably short run-time.
Several attempts to develop simple models that
are able to capture the punching failure mode of
the flat slabs are found in literature. Models
consisting of shell elements combined with linear
elements and springs are proposed by Choi and
Kim (Choi and Kim, 2015) for nonlinear static
analysis and Liu et al (Liu et al., 2015) for
Figure 11. Specimen plan view of Rha et al experimental progressive collapse analysis. However, these
campaign, adopted from (Rha et al., 2014) models are not fit for nonlinear time history
analysis, as none of them deals with the
The slab-column connections were tested behaviour of the slab-column connection under
under 9 kPa of gravity loads and subjected to reversed loading. Furthermore, the presence of
monotonic lateral loads. The specimen with 90 shell elements in these models significantly
mm slab thickness and no shear reinforcement increases the analysis time. Another model, the
was named LM-S3. In the following a “grid model” proposed by Coronelli (Coronelli,
comparison between the experimental and 2011) is computationally challenging, because it
predicted backbone curve is shown. involves a considerable number of finite
elements, even for small structural models.
The model proposed by Hueste and Wight
(Hueste and Wight, 1999) was one of the first to
incorporate punching failures into the structural
analysis. They developed a new element for use
in the nonlinear program DRAIN-2DM (Tang
and Goel, 1988). The new element was able to
check for punching failures based on a failure
criterion determined as a function of the
experimentally observed relationship between the
gravity shear ratio (the ratio between the applied
gravity load and the concentric punching shear
resistance) and the ultimate drift ratio.
The model proposed by Kang et al (Kang,
Wallace and Elwood, 2009) has found some
Figure 12. Specimen C-SSR3-50, comparison of applications in research studies related to the
experimental and predicted load-displacement curves. seismic behaviour of flat slab buildings. It
involves zero length column strip slab flexural
hinges, a connection spring and rigid end zones
3 OTHER MODELLING CHALLENGES inside the joint region (Figure 13).
For nonlinear static analysis purposes, the
numerical model should provide a good
representation of the unbalanced moment – drift
relationship. However, the relationship is
influenced by punching failure, which could
prevent the connection from reaching its ultimate

SG05-17
implementation in design. Therefore, some
challenges of extending the model to incorporate
punching failures and other existing models for
nonlinear static and dynamic analysis were
presented.

REFERENCES
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Figure 13. Model proposed by Kang et al (adopted from for Structural Concrete (ACI 318M-14) and
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The springs are calibrated so that different Banchik, C. A., 1987. Effective beam width coefficients for
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yielding; b) yielding of slab reinforcement load – deformation relationship of flat plate structures,
followed by a punching failure and c) punching Engineering Structures. Elsevier Ltd, 85, 26–35. doi:
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Kang et al (Kang, Wallace and Elwood, 2009) 884.
used shake table tests to validate their model and Corley, W. G., Sozen, M. A. and Siess, C. P., 1961. The
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353.
that the model was able to represent the Isufi, B., Ramos, A. P. and Lucio, V. J. G., 2017. Reversed
horizontal load – deformation behaviour with lateral cyclic loading test of two flat slab specimens
satisfactory accuracy. Further verifications of the with punching shear stud reinforcement, in ICCE
model need to be made for other experimental International Conference of Civil Engineering. Tirana,
Albania.
tests in order to account for the various Kang, T. H., Wallace, J. W. and Elwood, K. J., 2009.
influencing factors. The focus of the Nonlinear Modelling of Flat-Plate Systems, 135(2),
communication was on models suitable for 147–158.

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SG05-19
ANIDIS 2017
PISTOIA

The influence of floor joists on the lateral stiffness of R.C. buildings


Rosario Montuoria, Elide Nastria, Vincenzo Pilusoa
a
Department of Civil Engineering, University of Salerno, Via Giovanni Paolo II, 132, Fisciano (SA), Italy

Keywords: seismic vulnerability; R.C. buildings; floor joist; gravity loads desgined buildings; equivalent beam
approach

ABSTRACT
The work herein presented has the scope to estimate the contribution of floor joists acting as an “equivalent beam”
in RC buildings designed for gravity loads where the deck has often no beams in the direction parallel to the
warping of the floor joists. Regarding this issue a simplified theoretical model has been preliminarily developed.
This model accounts for the ratio between the torsional stiffness of transverse beams supporting the floor joists and
the flexural stiffness of the floor joists. The relation obtained has been applied to compute the number of
collaborating joists defining the equivalent beam for a sample of single-story and multi-storey buildings with
different geometrical characteristics. Successively, by means of a wide comparison between the lateral stiffness of
a structural model based on the “equivalent beam” and the 3D structural model including all the joists, a correction
factor is proposed to improve the accuracy of the formulation based on the simplified theoretical model.

SG05-20
ANIDIS 2017
PISTOIA

The influence of floor joists on the lateral stiffness of R.C. buildings


Rosario Montuoria, Elide Nastria, Vincenzo Pilusoa
a
Department of Civil Engineering, University of Salerno, Via Giovanni Paolo II, 132, Fisciano (SA), Italy

Keywords: seismic vulnerability; R.C. buildings; floor joist; gravity loads desgined buildings; equivalent beam
approach;

ABSTRACT
The work herein presented has the scope to estimate the contribution of floor joists acting as an “equivalent beam”
in RC buildings designed for gravity loads where the deck has often no beams in the direction parallel to the
warping of the floor joists. Regarding this issue a simplified theoretical model has been preliminarily developed.
This model accounts for the ratio between the torsional stiffness of transverse beams supporting the floor joists and
the flexural stiffness of the floor joists. The relation obtained has been applied to compute the number of
collaborating joists defining the equivalent beam for a sample of single-story and multi-storey buildings with
different geometrical characteristics. Successively, by means of a wide comparison between the lateral stiffness of
a structural model based on the “equivalent beam” and the 3D structural model including all the joists, a correction
factor is proposed to improve the accuracy of the formulation based on the simplified theoretical model.

1 INTRODUCTION of the overall lateral stiffness of the building


structures is an essential issue in the
Reinforced Concrete (RC) buildings currently
determination of the dynamic properties of the
represent the highest percentage of the built
structure. The lateral stiffness is mainly governed
heritage in many countries all over the world,
by the flexural stiffness of columns and beams, as
especially in Italy, Greece, Turkey and other
it usually occurs in case of space frames.
Mediterranean earthquake-prone countries. Most
Conversely, in case of building without linking
of these buildings were designed before the
beams connecting moment frames also the
advent of seismic codes, being constructed in the
flexural stiffness of the floor joists is involved. In
fifties-seventies, showing peculiar structural
fact, the floor joists contribute to the lateral
characteristics and material qualities. They
stiffness, interacting with the torsional stiffness of
frequently have a framed structure constituted by
the supporting beams and thus restraining the
beams and columns with masonry infilled walls
rotation of the columns at the floor levels.
along the perimeter and internal beams spanning
in one direction only (Fig. 1). Therefore, in the
other direction, frames are connected only by
floor joists without linking beams in the direction
parallel to warping of floor. Aiming at the
vulnerability assessment and seismic retrofitting
of existing buildings, there is the need, on one
hand, to make available to designers accurate
calculation models to predict the ultimate
behaviour of reinforced concrete members
accounting also for the applied strengthening
technology (Montuori and Piluso 2009),
(Montuori et al. 2012), (Montuori et al. 2013) Figure 1. Carpentry of a typical floor
and, on the other hand, the need to properly
evaluate the actual lateral stiffness and strength of Although RC buildings designed for gravity
the structure. As it is well known, the knowledge loads often exhibit unsatisfactory seismic
behaviour, it is known that they have an inherent

SG05-21
lateral resistance mainly due to the complete (Masi and Vona 2012), (Masi 2003) suggested,
frames (frames with beams and columns). on the basis of the torsional and flexural stiffness
However, the contribution of joists in RC of structural elements around the columns, a
buildings without linking internal beams in the stripe of the tile lintel floor equal to about 1.0 m.
joists direction could be not negligible, because it However, this solution seems to be too simplistic,
is not correct to admit that the floor does not because it appears unlikely that, for different
contribute at all to the lateral seismic resistance of geometrical and mechanical structural
the structure. In fact, as observed after recent characteristics, the collaborating stripe of the
earthquakes (e.g. Irpinia 1980, L’Aquila 2009, floor has always the same dimension. For these
Emilia 2013, Amatrice 2016) RC buildings reasons the primary aim of this work is to cover
designed with outdated criteria have been able to the lack in European rules (CEN 2005) by
support the harmful event by calling into account proposing a relationship to estimate the area
both the joists and/or the infill walls. Many moment of inertia of an “equivalent beam”
researchers analysed the seismic behaviour of representing the contribution of the floor joists to
existing RC buildings and their vulnerability the frame behaviour. In fact, the joists affects the
under seismic actions (Rossetto and Elnashai collapse mechanism and their contribution should
2003), (Formisano and Mazzolani 2015), (Della not be neglected in the control of collapse
Corte et al. 2015), (D’Aniello et al. 2008), mechanism (Montuori and Muscati 2016, 2017),
(Mazzolani et al. 2009), (Polese et al. 2008), In order to develop an useful relation a simplified
(Magenes et al. 2004), (Basile et al. 2010), (De theoretical model has been preliminarily
Matteis et al. 2010), (Castaldo and Tubaldi 2015), analysed. It takes into account the influence of the
(Castaldo et al. 2015), (De Iuliis et al. 2010), ratio between the torsional stiffness of the
(Castaldo and De Iuliis 2014), (De Iuliis and supporting beams and the flexural stiffness of the
Castaldo, 2012), (Nastri et al. 2017), but a little floor joists. The relation thus obtained has been
part of them has focused the attention on the applied to a sample of single-storey structures
contribution of the floor structural system to the with different geometrical characteristics. The
lateral stiffness and strength of the building same sample of structures has been analysed by
structure. With reference to the constant thickness means of a FEM single-storey three-dimensional
slab system, most design codes since ‘70s (ACI model, including the floor joists. The lateral
1971), (AIJ Standard 1982) (ZNS3101 1982) stiffness resulting from the analysis of the 3D
allow the use of a limited width of slab stripes for FEM-model including all the floor joist has been
evaluating the ultimate strength of beams in compared to the stiffness of the one obtained by
structures subjected to horizontal loads. Other means of the “equivalent beam” approach. In
researchers proposed alternative methods to the particular, a parametric analysis has been carried
rules provided by codes for the evaluation of the out by varying the size of beams and columns, the
floor slab contribution (Williamson and Stevens, height of the floor and the span of the structural
2009), (Aoyama 1985), (Suzuki et al. 1983). scheme.
However such a kind of constructional system Finally, on the basis of the result of parametric
with constant thickness slabs is widespread analysis the theoretical relation has been
especially in U.S., Canada, South America and improved by means of correcting factors taking in
Japan while the one-way joist system, with clay account the effect of the number of storeys and
block infilled, mainly refers to Mediterranean bays. This improvement comes downstream a
countries. Regarding this topic, European rules parametric analysis on multi-storey, multi-bay
for existing structures (CEN 2005) present an structures. Also in this case the complete FEM
evident gap because they not specify if the model, i.e. the model with all the joists, has been
designer has to take into account or not the joist compared with the equivalent beam model in
contribution to the overall behaviour of the term of stiffness only, pointing out the accuracy
structure. The point is how to take into account of the proposed formulation.
this contribution. In fact, on one hand, if the joist
collaboration is not considered, in case of linking 2 THEORETICAL MODEL
beams missing in the direction parallel to the In order to estimate the floor joist contribution
floor joists, the frame behaviour would be to the building lateral stiffness, an equivalent
missing and the columns would work as a beam approach can be applied. This equivalent
cantilever scheme. On the other hand, it would be beam runs parallel to the direction of the floor
excessive to consider as collaborating all the floor joists. Regarding the translational behaviour, the
joists included in a stripe on the column line floor deck can be assumed as infinitely rigid in its
whose width is equal to the bay span. Masi et al.

SG05-22
own plan, so that it always constitute a rigid link The number of joists involved in the “beam
between the columns preventing relative behaviour”, for seismic actions in the transverse
horizontal displacements at the floor levels. direction, depends on the relationship between the
Conversely, regarding rotational behaviour, two torsional stiffness of the longitudinal beams and
limit schemes can be identified. The first one the flexural stiffness of joists. The scheme
assumes an infinite torsional deformability of the reported in Figure 4 represents the portion of the
longitudinal beams so that the contribution of the deck between two longitudinal beams.
floor joists to the rotational stiffness of the nodes 𝑀𝑡
located at the end of the columns, i.e. at the floor
levels, is negligible, and the structural model of 𝑎 𝑏
Fig. 2(a) can be applied. The second limit scheme 𝐿
is based on the assumption of an infinite value of
the torsional stiffness of longitudinal beams so Figure 4. Structural scheme of the deck-beam system
that all the joists of the floor have the same
flexural rotation at their ends and such rotations With reference to Fig. 3 and Fig. 4 by
are equal to the torsional rotation of the neglecting the torsional continuity of the
corresponding longitudinal beam. The latter is, in longitudinal beams, the torsional moment is:
turn, equal to the rotation in the transverse plane 𝑑𝜗
𝐺𝐽𝑡 = 𝑀𝑡 (𝑥) (1)
of nodes between the columns and the 𝑑𝑥
longitudinal beams. In other words, in this second where, for 0 < 𝑥 < 𝑎 x takes the name 𝑥1 so that:
case, all the floor joists contribute to the frame 𝑑𝜗1 𝑏 𝑑𝜗1 𝑀𝑡 𝑏
behaviour in the transverse direction, so that the 𝐺𝐽𝑡 = 𝑀𝑡 ⇒ = (2)
𝑑𝑥1 𝐿 𝑑𝑥1 𝐺𝐽𝑡 𝐿
structural model in such direction is the one
depicted in Fig. 2(b). However, it is obvious to By integrating it is possible to obtain the torsional
observe that the actual behaviour of the structural rotation:
system in the transverse direction is intermediate 𝑀𝑡 𝑏
𝜗1 = 𝜗1 (𝑥1 ) = 𝑥 + 𝐶1 (3)
between the two limit schemes described above. 𝐺𝐽𝑡 𝐿 1
and the boundary condition:
𝜗1 = 0 𝑓𝑜𝑟 𝑥1 = 0 (4)
provides 𝐶1 = 0, so the eq. (4) becomes:
𝑀𝑡 𝑏 (5)
𝜗1 (𝑥1 ) = 𝑥
𝐺𝐽𝑡 𝐿 1
On the contrary, for 𝑎 < 𝑥 < 𝐿 x takes the name
𝑥2 and the following relation can be obtained:
𝑑𝜗2 𝑎 𝑑𝜗2 𝑀𝑡 𝑎 (6)
𝐺𝐽𝑡 = −𝑀𝑡 ⇒ =−
𝑑𝑥2 𝐿 𝑑𝑥2 𝐺𝐽𝑡 𝐿
Figure 2. Limit schemes for joists contribution to lateral
stiffness 𝑀𝑡 𝑎
𝜗2 = 𝜗2 (𝑥2 ) = − 𝑥 + 𝐶2 (7)
𝐺 𝐽𝑡 𝐿 2
In this case the boundary condition :
𝜗2 = 0 𝑓𝑜𝑟 𝑥2 = 𝑏 (8)
provides:
𝑀𝑡 𝑎𝑏
𝐶2 = (9)
𝐺𝐽𝑡 𝐿
so the eq. (4) becomes:
𝑀𝑡 𝑎
𝜗2 (𝑥2 ) = (𝑏 − 𝑥2 ) (10)
𝐺𝐽𝑡 𝐿
In particular, for 𝑥1 = 𝑎 𝑎𝑛𝑑 𝑥2 = 0 the
following relation is obtained:
𝑀𝑡 𝑎𝑏
Figure 3. Scheme of the beam behaviour of the floor 𝜗1 (𝑎) = 𝜗2 (0) = (11)
𝐺𝐽𝑡 𝐿

SG05-23
By replacing a with 𝑥 and 𝑏 with (𝐿 − 𝑥) in actions in the transverse direction can be
relation (11), the torsional rotation of the beam at modelled by means of an equivalent beam whose
the generic abscissa x can be expressed as: inertia is the sum of the equivalent inertia of each
𝑀𝑡 𝑥(𝐿 − 𝑥) joist located into the influence area of the
𝜗= (12) “equivalent frame” as follows:
𝐺𝐽𝑡 𝐿
𝑛𝑟 𝑛𝑙
and the torsional stiffness of the longitudinal 𝐼𝑒𝑞 = ∑ 𝐼𝑒𝑞,𝑖 + ∑ 𝐼𝑒𝑞,𝑖 (17)
beams at the position of the generic joist is given 𝑖=1 𝑖=1
by:
where 𝑛𝑟 and 𝑛𝑙 are the number of the joists
𝑀𝑡 𝐺𝐽𝑡 𝐿𝑛 𝐿𝑛 within the influence area located, respectively, at
𝑘𝜑 = = 𝑤𝑖𝑡ℎ 𝑥𝑖 ≤ (13)
𝜗 𝑥𝑖 (𝐿𝑛 − 𝑥𝑖 ) 2 right and left of the equivalent beam axis.
where 𝐿𝑛 is the longitudinal bay span and 𝐽𝑡 is the These values are given by:
torsional inertia of beams. 𝐿𝑛𝑟 𝐿𝑛𝑙
Under the assumption of a bi-triangular 𝑛𝑟 = 𝑛𝑙 = (18)
2𝑝𝑡 2𝑝𝑡
bending moment diagram with zero moment at
midspan, i.e. under seismic actions, the end where 𝑝𝑡 is the joist spacing, 𝐿𝑛𝑟 is the span of
rotation of joists is due to the sum of the effects the longitudinal beam at right side and 𝐿𝑛𝑙 the
resulting from the torsional deformation of the one at the left side.
longitudinal beam and the flexural deformation of The total number of the total joists
the joists, as follows: contributing to the beam behaviour is:
𝐼𝑒𝑞
𝑀𝑙 𝐸𝐼 𝑛𝑡𝑐 = (19)
𝜗= (1 + 6 ) (14) 𝐼
6𝐸𝐼 𝑙𝑘𝜑
and considering that the position of each joist can
where 𝑀 and 𝐼 are, respectively, the moment at be written as 𝑥𝑖 = 𝑖𝑝𝑡 Eq. (4.5) becomes:
the joist ends and the inertia of the single joist. In nr
I
addition, 𝑙 is the span length of joists. Therefore, Ieq = ∑
ipt ipt
for each joist whose position is 𝑥𝑖 it is possible to i=1 1 + 6ψ L (1 − L )
nr nr
define an equivalent inertia 𝐼𝑒𝑞.𝑖 : nl (20)
I
𝐼 +∑
ipt ip
𝐼𝑒𝑞.𝑖 = i=1 1 + 6ψ (1 − t )
𝐸𝐼 (15) Lnl Lnl
(1 + 6 )
𝑙𝑘𝜑
which in the case of equal bay span at right and
As a consequence, by combining Eqs. (13) and left ( 𝐿𝑛𝑟 = 𝐿𝑛𝑙 = 𝐿𝑛 ) assumes the following
(15), and accounting for Eq. (14) it results that: form:
𝑛𝑟
𝐼 𝐼
𝐼𝑒𝑞.𝑖 = 𝐼𝑒𝑞 = 2 ∑
𝐸𝐼/𝑙 𝑥𝑖 𝑥 𝑖𝑝𝑡 𝑖𝑝𝑡 (21)
1+6 (1 − 𝐿 𝑖 ) 𝑖=1 1 + 6𝜓 𝐿 (1 − 𝐿 )
𝐺𝐽𝑇 /𝐿𝑛 𝐿𝑛 𝑛 𝑛 𝑛
𝐼 (16)
= The number of the joists involved in the beam
𝑥 𝑥 behaviour is provided by the following equation:
1 + 6𝜓 𝐿 𝑖 (1 − 𝐿 𝑖 ) nr
𝑛 𝑛
1
ntc = ∑
𝐸𝐼 𝐺𝐽𝑡 ipt ip
where 𝜓 = / is the ratio between the i=1 1 + 6ψ L (1 − t )
𝑙 𝐿𝑛 nd Lnd
nl (22)
flexural stiffness of the single joist and the 1
+∑
torsional stiffness of longitudinal beams. ipt ipt
i=1 1 + 6ψ L (1 − L )
From this relationship, it can be noted that, for ns ns

𝑥𝑖 = 0 the equivalent inertia is 𝐼𝑒𝑞.𝑖 = 𝐼, i.e. when Which, in case of equal bay span at right and left
joists are directly connected to the columns they side, provides:
behave like normal transverse “link beams”. On n
1
the contrary, when the distance of the generic ntc = 2 ∑
ipt ip
joist 𝑥𝑖 increases, its contribution to the “beam i=1 1 + 6ψ L (1 − t )
nd L nd
behaviour” is reduced being 𝐼𝑒𝑞.𝑖 / 𝐼 less than 1.0.
n
1
(23)
=2∑
Therefore, the "beam behaviour" due to the i i
i=1 1 + 3ψ (1 − )
orthotropic reinforced concrete slab for seismic nr 2nd

SG05-24
Eq. (23) shows that the number of joists involved
depends on the ratio between the flexural stiffness
of the joists and the torsional stiffness of the
longitudinal beams, ψ, and the number of joists
𝑛𝑟 located at one side of the equivalent beam
axis.
Obviously, in the theoretical case of
longitudinal beams having infinite torsional
stiffness, all the joists located within the influence
area of the “equivalent frame” contribute to the
“beam behaviour” of joists. In this case:
ntc = ntot = nl + nr (24)
It can be observed that for 𝜓 →0, i.e. when the
torsional stiffness of the beam is infinite, all the
joists falling into the influence area of the Figure 5. Joist, internal "equivalent beam" and external
“equivalent frame” contribute to the beam "equivalent beam" cross section
behaviour; conversely, when 𝜓 → ∞ the number
of collaborating joists becomes equal to zero. Subsequently, the sample of structures with
different geometrical characteristics, has been
analysed by means of a FEM single-storey three-
3 VALIDATION OF THE THEORETICAL dimensional model, including not only the beams
SIMPLIFIED MODEL and the columns but also the floor joists. The
lateral stiffness resulting from the analysis of the
Aiming to check the validity of the proposed 3D FEM-model including all the floor joists has
relationship, a parametric analysis has been been compared to the stiffness of the one
carried out by investigating the lateral stiffness, in obtained by means of the ‘‘equivalent beam”
the transversal direction, of a sample of one- approach. The equivalent beam and the lateral
storey building with two bays in the longitudinal stiffness were calculated considering the
direction and one bay in the transversal one as following issues:
depicted in Fig. 5. The lateral stiffness in the - The section of the equivalent beams in the
transversal direction is related to the torsional transversal direction is a ‘‘T” section whose
stiffness of the longitudinal beams and to the dimension has been defined, in case of the
flexural stiffness of the joists. The parametric internal equivalent beam, by multiplying the
analysis has been carried out by varying the cross section width of the original joist by the
following structural parameters: number of contributing joists computed by
• the longitudinal beam length, varying from 3 means of Eq. (23). The corresponding size of
to 6 m, step 1 m. external beams are equal to 1/2 times those of
• the longitudinal beam cross section (a fixed the internal equivalent beams. The section
width equal to 30 cm and three height values, height and the thickness of the reinforced
equal to 30, 40 and 50 cm, have been concrete slab (4 cm) covering the lightening
considered); blocks remain the same (Fig. 5).
• the joists length, varying from 3 to 6 m; - The lateral stiffness of the one-storey building
• the joists cross section whose spacing is fixed in the transversal direction has been simply
and equal to 50 cm while four height values obtained by dividing the force applied to the
equal to 20, 22, 24 and 26 cm have been deck in the transversal direction with the
considered. The joists spacing accounts for the corresponding lateral top sway displacement.
typical lightening of hollow clay tile blocks, Moreover, in order to point out the
equal to 40 cm, so that the web thickness of contribution of the joists, the obtained lateral
the T-joists is equal to 10 cm (Fig. 5); stiffness has been divided, i.e. made
• the column sections have a fixed width equal dimensionless, by the flexural stiffness of the
to 30 cm and depth values equal to 30, 40, 50 columns, evaluated by assuming a simple
and 60, corresponding to an increase of cantilever scheme whose value is 18EIc/H3,
stiffness in the transversal direction; where E is the Young modulus, Ic is the
• the height of the structure is equal to 3 m. column inertia in the transversal direction and
The total number of the analysed cases is equal H is the storey height.
to 960.

SG05-25
Figure 6. 2 storey, 4 storey, 6 storey and 8 storey structural scheme

As a result, the sensitivity of the relationship, (Montuori et al. 2016) to take in account also the
based on the simplified theoretical model, to the influence of the number of storeys and bays is
structural parameters involved, has been reported. In particular, 2 storey, 4 storey, 6 storey
investigated. Finally, on the basis of the and 8 storey buildings have been examined. The
numerical analysis result the theoretical relation moment resisting frames in the longitudinal
has been improved by means of a correcting direction are depicted in Fig. 6.
factor able to reduce ntc when Ln/pt increases. To These structural examples have two bays in
this aim, in order to provide a more accurate the longitudinal direction and one bay or two
relationship, this correction factor has been bays in the transversal direction.
introduced in the Eq. (23) obtaining: As in the previous work (Montuori et al. 2016)
nr only a sample of 960 cases referring to one storey
nr + 6 1
ntc = ∑
i i
structures have been investigated, in this paper
3 ∙ nr
i=1 1 + 3ψ n (1 − 2n ) the analyses have been extended to other cases in
r r
nl + 6
nl
1
(25) order to provide a more robust validation of the
+ ∑ proposed relationship (Eq. (25)).
3 ∙ nl i i
i=1 1 + 3ψ n (1 − 2n )
l l The additional cases refers to:
- longitudinal beam cross section of dimension
The new relationship has been applied to the 30x60 cm;
same set of structural schemes previously - column section of dimension 30x70 cm in the
described. Therefore, the analyses of the models transversal direction;
applying the equivalent beam approach have been - the bays in the transversal direction equal to
repeated by considering a number of contributing just one or two;
joists equal to that provided by Eq. (25). - different multi-storey buildings, in particular 2
storey, 4 storey, 6 storey and 8 storey.
These cases have been organized in samples
4 VALIDATION OF THE THEORETICAL defined as the cases in which the ratio Ln/pt, the
SIMPLIFIED MODEL TAKE INTO lengths of the joists, and its cross section are
ACCOUNT MULTI-STOREY BUILDINGS invariant, varying all the others characteristics.
In this work, a further improvement of the For each selected sample, all the cases obtained
proposed relationship reported in Eq. (25) by varying the cross section of longitudinal

SG05-26
beams, the cross section of the columns, the complete model, where all the joists have been
number of storey and the number of bays, have included in the 3D-model, is given on the
been conducted in parametric tests. In particular, abscissa axis, while the values KtmH3/18EIc,
the samples are: obtained by means of the equivalent beam
1 - Ln⁄pt =8; Lbeam=4m; height of joists=20 cm approach, based on Eq. (25) are given on the
2 - Ln⁄pt=12; Lbeam=3 m; height of joists=20 cm ordinate axis.
3 - Ln⁄pt=6; Lbeam=6 m; height of joists =20 cm Fig. 7 shows that the equivalent beam
4 - Ln⁄pt=10; Lbeam =5 m; height of joists =20cm approach provides, in some cases, an
5 - Ln⁄pt=12; Lbeam=6 m; height of joists =20cm overestimation of the resulting stiffness; in other
6 - Ln⁄pt=12 ; Lbeam=3 m; height of joists =22cm cases, provides an underestimation. The
7 - Ln⁄pt=6; Lbeam=6 m; height of joists =24 cm maximum deviation is obtained for the points
8 - Ln⁄pt=12; Lbeam=3 m; height of joists =26 cm associated to a value of Ln/pt equal to 12, i.e. for
the structural examples with 12 joists included in
the bay span, when the cross section of the
longitudinal beam is relevant, and the number of
storey is big. On the contrary, for a number of
joists included in the bay span equal to 6, and in
particular when the number of storey is low, also
the gap results very low. However, the maximum
deviation obtained among all the analysed cases
is about 21% both in terms of overestimation and
underestimation.

5 REFINEMENT OF THE PROPOSED


RELATIONSHIP
In light of the results reported in Fig. 7 a
refinement of the proposed relationship (Eq. (25))
(Montuori et al. 2016) has been made by
observing the trends of the previous analyses. The
Figure 7. Comparison in term of stiffness between the results show that the relationship (Eq. (25))
theoretical model; i.e. the equivalent beam approach overestimate the real behaviour when:
- the cross section of joists increases;
For all these cases obtained, static linear - the cross section of the longitudinal beam
analyses have been carried out, by means decreases;
SAP2000 computer programs (CSI 1998), both - the number of transversal bays increases.
with reference to the whole 3D-model, where all In addition, when the number of storey
the joists have been modelled, and with reference increases, the scatter between the two models
to the simplified 3D-model where the joist increases. Regarding the variation of the cross
contribution is modelled by means of equivalent section of columns, it has not been possible to
beams whose area and moment of inertia has identify any trend.
been computed according to Eq. (25). The On the bases of the obtained values a linear
purpose is to compare the lateral stiffness of the regression, with the purpose to reduce the
multi-storey building in the transversal direction. inaccuracy of Eq. (25), has been performed.
This has been simply obtained by dividing the To this scope, in order to provide a more
force applied to all the decks in the transversal accurate relationship, correction factors have
direction with the corresponding lateral sway been introduced in the Eq. (25). In particular, a
displacements, thus evaluating the accuracy of correction factor has been introduced to limit the
Eq. (25) in predicting the joist contribution to the error due to the dimensions of the joists, another
building lateral stiffness. The comparison has one has been introduced to correct the error due
been made at top level for each analysed building. the dimensions of the longitudinal beam and a
A rigid diaphragm has been applied at each third one to correct the error due to the number of
storey to simulate the inextensibility of the floor storey. In this way, the following corrected
slab in its plan. The obtained values of lateral relationship has been obtained:
stiffness have been reported in Fig. 7 for each
structural scheme. In particular, the non-
dimensional lateral stiffness KcmH3/18EIc of the

SG05-27
The results thus obtained are depicted in Fig. 8
np I⁄I50x20 J⁄J30x30 where it can be seen that the equivalent beam
ntc = √ √ √
np − 0.1 I⁄I50x20 + 0.075 J⁄J30x30 + 0.1 approach, refined by means of Eq. (26) is able to
provide a very satisfactory estimation of the true
nr
nr + 6 1 (26) lateral stiffness of the building, including the
[ ∑ joists contribution, being the maximum scatter
3 ∙ nr i i
i=1 1 + 3ψ (1 − ) equal to about 16%.
nr 2nr
nl
nl + 6 1 6 CONCLUSIONS
+ ∑ ]
3 ∙ nl i i
i=1 1 + 3ψ (1 − ) In this paper a relationship to estimate the
nl 2nl
where: contribution of floor joists to the lateral stiffness
np = is the number of storey; of RC buildings designed for gravity loads has
I = is the inertia of joists; been provided. The proposed relationship is
I50x20 = is the inertia of joists of dimensions 50x20; aimed to fill a gap in the European rules for
J = is the torsional inertia of beams; existing buildings and to provide the designer
J30x30 = is the torsional inertia of beams of with an effective way to take into account the
dimensions 30x30. contribution of the joists acting as an “equivalent
Eq. (26) shows that the inertia of joists and beam”. A parametric analysis has been carried
torsional inertia of beams have been made out to investigate the accuracy of the obtained
dimensionless respect to the values of the equation in case of multi-storey structures. Static
minimum sections of all considered cases. This linear analyses have been carried out in order to
operation is justified because this values are the check the scatter in terms of lateral stiffness
minimum among all the real dimension of between the complete 3D-model, with all the
structural elements of real buildings. joist, and the model with the equivalent beams.
Given the above, the same parametric tests have The results show that both for the single-storey
been re-performed for all the selected cases and the multi-storey buildings, scatter between
preliminarily investigated by evaluating the the two models is very low, because it does not
updated dimensions of the equivalent beams exceed 16%. However, it has to be observed that
according to the refined formulation reported in the obtained results are limited to the linear range
(Eq. (26)). The same representation reported in because the influence of the floor joists has been
Fig. 7 has been used to check the accuracy of the investigated with reference to the building lateral
refined formulation (Eq. (26)) needed to evaluate stiffness only. It is expected that the floor joists
the ‘‘equivalent beam”. have also a significant contribution where the
lateral resistance is of concern. The approach
herein presented, based on the definition of an
equivalent beam, can be applied also to the
evaluation of the building lateral resistance by
means of push-over analyses, provided that the
floor joist contribution to the lateral stiffness are
properly modelled considering also their flexural
resistance. In addition, it has to be considered that
floor joists can provide additional stiffness and
strength even in the case of new buildings where
they are parallel to the beams adopted to realize
the seismic load resisting system. In such a case,
due to the torsional stiffness of the transverse
beams receiving the gravity loads from the floor
joists the floor joists contribute to the flexural
stiffness and resistance of the beams of the
seismic load resisting system. Therefore, such
contribution should be accounted for both in non-
linear structural analyses aimed at seismic
Figure 8. Comparison in term of stiffness between the performance assessment and, within the design
theoretical model; i.e. the equivalent beam approach refined process, where hierarchy criteria are applied to
control the failure mode. This is in particular the
case of the beam- column hierarchy criterion.

SG05-28
Therefore, the results herein presented have to be Della Corte G., D’Aniello M., Landolfo R., 2015, Field
considered just as preliminary results testing of all-steel buckling restrained braces applied to
a damaged reinforced concrete building, Journal of
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May 2, pp. 1-9.

SG05-30
ANIDIS 2017
PISTOIA

Modelling Uncertainties in NLFEM Simulation of Cyclically Loaded R.C.


Shear Walls
Giuseppe Mancinia, Gabriele Bertagnolia, Dario La Mazzaa, Diego Ginoa
a
Department of Buildings, Structural and Geotechnical Engineering, Politecnico di Torino, Corso Duca degli Abruzzi 24,
10129, Torino.

Keywords: Reinforced concrete, shear walls, modelling unceratinties, cyclic loading

ABSTRACT
The non – linear finite elements software are instruments able to simulate and predict the complex behaviour of
reinforced concrete members from elastic field up to failure. As known, appreciable results may be achieved
simulating the response of structural components subjected to progressive incremental load path. However, as in
the case of seismic assessment and evaluation of the dissipation capacity of R.C. members, the same results could
not be reached under repeated loading configuration. In this work two commercial non-linear finite element codes
have been considered in order to assess the skill of these codes to simulate non-linear concrete behaviour under
repeated loading. The modelling uncertainties (expressed in terms of the ratio between experimental and NLFEM
outcome) related to six laboratory tests on shear walls with results known from literature has been assessed.
Finally, the overall capability of the two codes to predict the actual structural behaviour under cyclic loading is
commented.

SG05-31
ANIDIS 2017
PISTOIA

Modelling Uncertainties in NLFEM Simulation of Cyclically Loaded R.C.


Shear Walls
Giuseppe Mancinia, Gabriele Bertagnolia, Dario La Mazzaa, Diego Ginoa
a
Department of Buildings, Structural and Geotechnical Engineering, Politecnico di Torino, Corso Duca degli Abruzzi 24,
10129, Torino.

Keywords: Reinforced concrete, shear walls, modelling unceratinties, cyclic loading

ABSTRACT
The non – linear finite elements software are instruments able to simulate and predict the complex behaviour of
reinforced concrete members from elastic field up to failure. As known, appreciable results may be achieved
simulating the response of structural components subjected to progressive incremental load path. However, as in
the case of seismic assessment and evaluation of the dissipation capacity of R.C. members, the same results could
not be reached under repeated loading configuration. In this work two commercial non-linear finite element codes
have been considered in order to assess the skill of these codes to simulate non-linear concrete behaviour under
repeated loading. The modelling uncertainties (expressed in terms of the ratio between experimental and NLFEM
outcome) related to six laboratory tests on shear walls with results known from literature has been assessed.
Finally, the overall capability of the two codes to predict the actual structural behaviour under cyclic loading is
commented.

are subjected to deterioration (Castaldo, Palazzo


and Mariniello 2017) and to settlements due to
1 INTRODUCTION external causes ( Castaldo and De Iuliis 2014).
The non-linear behaviour of reinforced International codes (i.e. CEB-FIP Model Code
concrete structures it is the result of a series of 1990, EN 1992 and fib Model Code 2010) allows
phenomena as cracking process, reinforcements to assess the structural design strength by using a
steel bars yielding and second order effects into safety format applicable to results coming from
slender structures. NLFEA. The structure can be considered safe
Computational NLFEA it is an useful against the reference ULS if the following
instrument able to simulate the progressive relationship is satisfied:
damaging that occur in the concrete matrix during
any loading process. Fd  Rd (1)
Non linearity in reinforced concrete structure
should be always accounted for in design when Where Fd = design agent action; and Rd =
the actual structural behaviour have to be design strength of the structural member.
reproduced (e.g. Di Trapani et al. 2017), in In order to employ non-linear finite element
particular when seismic assessment have to be codes in structural safety verification, they needs
performed. NLFEA software may be used to be accurately tested in their capability to
effectively to this purpose. reproduce the actual structural behaviour of RC
Reliability based seismic assessment of structures.
reinforced concrete structures accounting for non- In this work, six laboratory tests on shear walls
linear behaviour using NLFEA has been proposed subjected to repeated loading tested up to failure
by Castaldo, Palazzo and Ferrentino 2017 and are considered: Pilakoutas and Elnashai 1995 and
Castaldo, Amendola and Palazzo 2017. Non Lefas and Kotsovos 1990.
linearity of reinforced concrete structures In literature, Bertagnoli, La Mazza and
becomes important also when concrete structures Mancini 2015 presented a comparison between

SG05-32
three commercial finite element codes named A, of basic variables included into the resistance
B and C. Their investigation focused on testing model; Y is a vector of variables that may affect
different structures under monotonically the resisting mechanism, but are neglected in the
increased loads using plane stress models. model. The unknown effect of Y variables, if
Software B and C have been selected for the present, is then covered indirectly by ϑ when
investigation proposed in this work as they considered during the reliability analysis.
showed better accuracy in reproducing the In the case of NLFEA, the estimation of
experimental results. resisting model uncertainties ϑ may be performed
Then, the model uncertainties expressed as the reproducing numerically the outcomes of
ratio between experimental and NLFEM experimental tests and defining the following
simulation results has been estimated according ratio:
to JCSS Probabilistic Model Code 2001. The
uncertainties related both to prediction of Ri  X , Y 
i  (3)
maximum load and maximum displacement Rmod,i  X 
during the experimental tests has been evaluated
and finally commented. where ϑi represents the ith outcome of the model
uncertainty estimated base on the comparison
between experimental tests and numerical
2 DEFINITION OF MODEL simulations.
UNCERTAINTIES Next, the case study concerning the shear
The assessment of the resistance of reinforced walls tested under cyclic loading is reported.
concrete structures is determined performing Then, the solution strategy selected for the
choices concerning physical - mechanical definition of the NLFEM models is described.
properties of materials and geometrical
dimensions. These variables are generally fully
assessed and known, but they are not enough to 3 CASE STUDIES
provide a comprehensive knowledge in order to
assess the actual resistance of a structural 3.1 Lefas & Kotsovos shear walls
member. The laboratory tests performed by Lefas and
In general, the structural response may be Kotsovos 1990 involved shear walls having are
predicted by adopting a model, which allows to 650 mm wide, 1300 mm high and 65 mm thick.
realize predictions with more or less accuracy. The walls named SW31, SW32 and SW33 have
Such models shows an intrinsic uncertainty due been analysed in this work.
to simplified assumptions in their definition and All specimens have been tested as isolated
not considering some parameters that may have cantilever and monolithically connected to an
some influence on the actual resisting upper and a lower beam. Figure 1 shows the
mechanism. Then, a good description of resisting nominal dimensions of the walls and the
model uncertainties is fundamental with the arrangement of the reinforcements.
objective to assess structural reliability through In Tables 1-2 are summarized the main
the application of a specific model. properties of the material used for each wall,
Model uncertainties may be estimated by where: fcm is the concrete mean cylinder
means of multiplicative relationship (JCSS compressive strength, εc1 is the strain at peak
Probabilistic Model Code 2001). Defining ϑ as stress, εcu1 is the ultimate strain in uniaxial
the model uncertainty due to factors affecting test loading, whereas fy is steel yielding stress, εy is
and model results, the following expression may yielding strain, and fu is steel failure stress and εu
be written: is ultimate strain.
Figures 2-4 show the three types of horizontal
R  X , Y     Rmod  X  (2) repeated loading adopted respectively for the
specimens SW31, SW32 and SW33. After the
where R(X,Y) is the actual resistance estimated cyclic phase all specimens have been
from laboratory tests in this case; Rmod(X) is the incrementally loaded up to failure.
response (or the resistance) estimated by the
model (in this case NLFEM model); X is a vector

SG05-33
Figure 3. Loading process for wall SW32.

Figure 1. Geometry and reinforcement details of walls


SW31, SW32 and SW33.

Table 1. Concrete properties for Lefas and Kotsovos 1990


shear walls.
Specimen fcm εc1 εcu1
MPa ‰ ‰
Figure 4. Loading process for wall SW33.
SW31 29.2 2.15 3.50
SW32 44.5 2.39 3.50
3.2 Pilakoutas & Elnashai shear walls
SW33 40.8 2.34 3.50
The specimens realized by Pilakoutas and
Elnashai 1995 are 600 mm wide, 1200 mm high
and 60 mm thick. The walls named SW4, SW6
Table 2. Reinforcement properties for Lefas and Kotsovos and SW8 have been considered in the present
1990 shear walls.. paper.
Diameter fy fu εy εu
The external horizontal load have been applied
to the top beam using a jack coming from the jack
mm MPa MPa % %
has been applied to the top beam designed to
Φ4 420 490 0.21 7.50 diffuse it uniformly into the wall.
Φ 6.25 520 610 0.26 7.50 The walls are fully restrained and anchored to
Φ8 470 565 0.24 7.50 the lower beam used to simulate a rigid
foundation. Figures 5-7 show the nominal
dimensions of the walls and the arrangement of
the reinforcements.
In Table 3-4 are summarized the main
properties of the material used for each wall. The
meaning of the symbols are the same explained
previously.

Figure 2. Loading process for wall SW31.

SG05-34
SW6 38.6 2.30 3.50
SW8 45.8 2.41 3.50

Table 4. Reinforcement properties.


Diameter fy fu εy εu
mm MPa MPa % %
Φ4 400 460 0.20 6.00
Φ6 545 590 0.27 2.00
Φ 10 530 660 0.27 4.20
Φ 12 500 660 0.25 8.50

Figure 8 shows the loading history adopted for


Figure 5. Geometry and reinforcement details of wall SW4 SW4, SW6 and SW8. Each load level is
composed by two full cycles with the same
maximum top displacement. Every time that one
load level is completed, the top displacement has
been incremented of 2 mm in both directions. All
specimens have been tested up to failure.

Figure 6. Geometry and reinforcement details of wall SW6.


Figure 8. Geometry and reinforcement details of wall SW4.

4 NLFEM SIMULATIONS

4.1 Description of NLFEM models


The 2D numerical models of the shear walls
have been realized using four-node quadrilateral
iso-parametric plane stress finite elements, based
on linear polynomial interpolation and 2x2 Gauss
point’s integration scheme. The mesh size have
been defined for each wall after a calibration
procedure. The reinforcements bars has been
modelled adopting truss elements expressly
implemented for this purpose in the selected
Figure 7. Geometry and reinforcement details of wall SW8 Software.
Table 3. Concrete properties. The main mechanical characteristics of the
Specimen fcm εc1 εcu1 material models used in the codes are the same
defined by Bertagnoli, La Mazza and Mancini
MPa ‰ ‰
2015. They differ only in the following aspects:
SW4 36.9 2.28 3.50

SG05-35
 In Software C, the constitutive law 4.3 Results from NLFEA
adopted for concrete follows EN1992-1-1 The outcomes of the NLFEA performed with
instead of the Thorenfeld law; Software B and Software C are reported in
 In Software B and C, the shear stiffness Figures 9-26. The load-displacement response
reduction after cracking has been under cyclic loading is compared with the
considered by means of a shear retention experimental results for each wall considered in
factor β = 0.15. this work. All NLFEM models have been loaded
 In Software B and C, the concrete tensile by imposing an horizontal displacement to the top
behaviour has been modelled with a linear beam. Then, the comparison between
tension softening law only. The latter experimental and NLFEA results is done in terms
presents the ultimate strain of softening of horizontal force (reaction) corresponding to the
branch as 10·Ɛl. Where Ɛl is the strain imposed displacement to the top beam. This is in
corresponding to the peak concrete tensile according with the measurement performed
strength. during the laboratory tests, where the horizontal
The progressive damaging of concrete matrix displacement of the top beam has been monitored
and bar reinforcements have been reproduced in function of the applied force into the jack.
adopting the damaging models implemented by
the Software B and C.

4.2 Out-of-plane confinement effect due to


closed stirrups
Two-dimensional plane stress models of
reinforced concrete members allow to take into
account the effect of in-plane confinement due to
reinforcement bars.
However, in order to reproduce the actual
behaviour of the structure under cyclic loading ,
the out-of-plane confinement contribute may
become relevant in the case of presence of closed Figure 9. Software B: force Vs
displacement SW4.
stirrups. This the case of the external chords of
the shear walls analysed in the present paper.
In order to account for the effect of out-of-
plane confinement inside the 2D NLFEM models
of the shear walls, the model proposed by EN
1992 has been adopted.
The out-of-plane confinement is modelled
modifying the following parameters concerning
the constitutive law of the concrete matrix:
- increasing the peak strength and the
corresponding strain in compression;
- increasing the ultimate compression strain.
This increase may be calculated proportionally
to the amount of the out-of-plane shear
reinforcement and to the effective transverse Figure 10. Software C: force vs
confinement stress. displacement SW4.
Examples of application of this model have
been proposed by the authors Bertagnoli,
Mancini, Recupero and Spinella 2011 and
Mancini, Bertagnoli, La Mazza and Gino 2016.

SG05-36
Figure 11. Experimental: force vs
displacement SW4.
Figure 15. Software B: force vs
displacement SW8.

Figure 16. Software C: force vs


displacement SW8.
Figure 12. Software B: force vs
displacement SW6.

Figure 13. Software C: force vs Figure 17. Experimental: force vs


displacement SW6. displacement SW8.

Figure 14. Experimental: force vs


displacement SW6.
Figure 18. Software B: force vs
displacement SW31.

SG05-37
Figure 23. Experimental: force vs
displacement SW32.
Figure 19. Software C: force vs
displacement SW31.

Figure 24. Software B: force vs


Figure 20. Experimental: force vs displacement SW33.
displacement SW31.

Figure 25. Software C: force vs


Figure 21. Software B: force vs displacement SW33.
displacement SW32.

Figure 22. Software C: force vs Figure 26. Experimental: force vs


displacement SW32. displacement SW33.

SG05-38
The results obtained from the simulations of
the experimental tests on walls SW31, SW32 and
SW33 shows to be more accurate and faithful
with the experimental outcome if compared with
results obtained for walls SW4, SW8, SW10. In
fact, the latter was not able to achieve the
completion of the loading process proposed by
experimental test due to lack of convergence of
the solution.
This difference in the goodness of the NLFEM
Figure 28. Model uncertainties predicting the maximum
simulation it is probably due to the different horizontal displacement reached during the loading process.
loading process to which were subjected the two
families of walls.
They show that Software B and Software C
presents a substantial equivalence in the
5 ASSESSMENT OF RESISTING MODEL simulation of the structural behaviour.
UNCERTAINTIES The mean value μϑ , standard deviation σϑ and
coefficient of variation Vϑ= σϑ/ μϑ for the model
uncertainties have been evaluated and reported in
The evaluation of the uncertainties concerning
Table 5.
the numerical model of the shear walls may be
estimated, according to Eq.(3), through the
definition of the ratio between experimental and Table 5. Mean value, standard deviation and coefficient of
NLFEM results. variation for model uncertainties ϑL and ϑD.
In the present work, the uncertainties ϑL and μϑ σϑ Vϑ
ϑD has been estimated respectively in the case of Model uncertainty ϑ
prediction of the maximum top horizontal load [-] [-] [-]
Fmax and of the maximum top horizontal ϑL 1.01 0.20 0.20
displacement dmax reached during the loading
process. Then, model uncertainties can be ϑD 1.82 0.45 0.25
expressed as follow:
Fmax, EXP
L  (4) It can be seen that ϑL result to be unbiased with
Fmax, FEM
a mean value very close to 1. The model
D 
d max, EXP
(5) uncertainty ϑD present a mean value equal to 1.82;
d max, FEM this means, in the average, that the model
Where, F/dmax,EXP and F/dmax,FEM are the predictions underestimates of about 80% the
maximum horizontal load/displacement coming maximum displacement reached during the
respectively from experimental tests and NLFEA. loading process in laboratory experiments (safe
bias). The coefficients of variation of 0.2 and 0.25
The outcomes for the model uncertainties
respectively for ϑL and ϑD are in agreement with
predicting the maximum load and the maximum what is suggested by JCSS probabilistic Model
displacement are reported in Figure 27 and 28. Code 2001 for model uncertainties.

6 CONCLUSIONS

The present paper propose the investigation of


model uncertainties of different non-linear
analysis of reinforced concrete shear walls
subjected to horizontal cyclic loading. Two
different commercial finite element software have
been selected in order to simulate the structural
behaviour of two families of shear walls tested by
Figure 27.Model uncertainties predicting the maximum
load reached during the loading process.
different authors. Then, the following conclusions
may be drawn:

SG05-39
- good accuracy and small scattering of the Castaldo P., Palazzo B. and Ferrentino T. 2017. Seismic
results have been achieved in the case of reliability-based ductility demand evaluation for
inelastic base-isolated structures with friction pendulum
walls SW31, SW32 and SW33. On the devices, Earthquake Engineering and Structural
contrary tests concerning SW4, SW6 and Dynamics, 46:1245–1266,DOI: 10.1002/eqe.2854.
SW8 showed to be difficult to be Castaldo, P., Amendola, G., Palazzo, B, 2017. Seismic
reproduced numerically due to the high fragility and reliability of structures isolated by friction
level of maximum displacements reached pendulum devices: seismic reliability-based design
(SRBD). Earthquake Engineering and Structural
during the experiments. Dynamics, 46(3); 425–446, DOI: 10.1002/eqe.2798.
- The two different commercial software Castaldo, P., De Iuliis, M. 2014, Effects of deep excavation
(Software B and Software C) are on seismic vulnerability of existing reinforced concrete
equivalent in their capability to predict the framed structures, Soil Dynamics and Earthquake
structural response under cyclic loading of Engineering, 64,102-112.
CEB-FIP Model Code 1990, First Draft. Committee Euro-
the shear walls analysed in this work. International du Beton, Bulletin d’information No. 195,
- the model uncertainties ϑD and ϑL may be 196.
estimated respectively concerning the Di Trapani, F. Cavaleri, L., Bertagnoli, G., Mancini, G,
prediction of the maximum displacement Gino, D., Malavisi, M. 2017. Definition of a fiber
and maximum load reached during the test. macro-model for nonlinear analysis of infilled frames
softwares. COMPDYN 2017 – 6th ECCOMAS Thematic
ϑD present mean value equal to 1.82 (i.e. Conference on Computational Methods in Structural
safe bias) and coefficient of variation equal Dynamics and Earthquake Engineering, Rhodes Island,
to 0.25, while ϑL have mean value equal to Greece, 15–17 June.
1.01 (i.e. unbiased) and coefficient of Eurocode 2, EN 1992-1-1 2004. Design of Concrete
variation 0.2. Structures – Part.1: General rules and rules for
buildings.
fib, 2013. fib Model Code for Concrete Structures 2010,
However, the estimation of the model Lausanne.
uncertainties concerning NLFEA of concrete Lefas, I.D., Kotsovos, M.D. 1990. Strength and
structure under repeated loading requires a deeper deformations characteristics of reinforced concrete
parametric analysis. In fact, with this aim it is walls under load reversals. ACI structural journal,
technical paper, Title No. 87-S74, 716-726.
necessary a further differentiation between the JCSS, 2001. JCSS Probabilistic Model Code, Joint
possible solution strategies available for the Committee on Structural Safety.
engineers in practice. Pilakoutas, K., Elnashai, A. 1995. Ciclyc behaviour of
Further development of the research will reinforced concrete cantilever walls, part I:
consider the influence of more FE model experimental results. ACI structural journal, technical
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response of R.C. structures subjected to cyclic
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SG05-40
ANIDIS 2017
PISTOIA

Critical analysis of the empirical relations for the evaluation of the ultimate
plastic rotation of R.C. columns under cyclic loadings
Rosa Fuscoa, Rosario Montuoria , Elide Nastria, Vincenzo Pilusoa
a
Department of Civil Engineering, University of Salerno, Via Giovanni Paolo II, 132, Fisciano (SA), Italy

ABSTRACT
Performance-based earthquake engineering relies on the availability of analysis models that can be used to predict
structural performance, including collapse. Current code prescriptions allow to evaluate the ultimate rotational
capacity from hybrid (mechanical-empirical) or empirical formulations, for R.C. members both seismically and
not-seismically detailed. This work aim is a critical analysis of the empirical relationship proposed by Eurocode 8
Part 3 and Italian Seismic Code (NTC 2008). These relationships formerly similar, have been compared with the
original formulation introduced by Biskinis and Fardis. A databank of cyclic tests on rectangular column sections,
collapsing only in flexure, have been selected from available database and research reports. Their ultimate chord
rotation corresponding to an ultimate strength of 80% have been compared with the results provided by the
aforementioned empirical relationships in order to check the accuracy and the reliability of code proposal.

SG05-41
ANIDIS 2017
PISTOIA

Critical analysis of the empirical relations for the evaluation of the ultimate
plastic rotation of R.C. columns under cyclic loadings
Rosa Fuscoa, Rosario Montuoria, Elide Nastria, Vincenzo Pilusoa
a
Department of Civil Engineering, University of Salerno, Via Giovanni Paolo II, 132, Fisciano (SA), Italy

Keywords: seismic capacity; R.C. columns; ultimate rotationt; empirical formulations; cyclic tests; EC8 Part 3

ABSTRACT
Performance-based earthquake engineering relies on the availability of analysis models that can be used to predict
structural performance, including collapse. Current code prescriptions allow to evaluate the ultimate rotational
capacity from hybrid (mechanical-empirical) or empirical formulations, for R.C. members both seismically and
not-seismically detailed. This work aim is a critical analysis of the empirical relationship proposed by Eurocode 8
Part 3 and Italian Seismic Code (NTC 2008). These relationships formerly similar, have been compared with the
original formulation introduced by Biskinis and Fardis. A databank of cyclic tests on rectangular column sections,
collapsing only in flexure, have been selected from available database and research reports. Their ultimate chord
rotation corresponding to an ultimate strength of 80% have been compared with the results provided by the
aforementioned empirical relationships in order to check the accuracy and the reliability of code proposal.

1 INTRODUCTION assessment of existing buildings, took place a


decade ago. However, its application in
In the European earthquake prone Countries,
engineering practices has been limited.
the assessment of existing structures is a priority,
The models introduced in EC8-3 has been
since the vast majority of the building heritage proposed by Biskinis and Fardis (2010a, 2010b).
was designed according to old seismic codes or
They proposed models developed for beams,
even according to non-seismic codes.
rectangular columns or walls and members of T-,
In current days Italy is crossed by a number of
H-, U- or hollow rectangular section, with or
earthquake events, so that the topic of seismic
without detailing for earthquake resistance and
safety evaluation for existing buildings assumes a
with continuous longitudinal bars. The models
relevant role, particularly in the case of a strategic employ simple, empirical expressions for
building that has to avoid severe structural
practical application without moment–curvature
damage and to be efficient immediately after the
analysis. They can be applied also to members
seismic event. For these reasons, the assessment
with longitudinal bars lap-spliced in the plastic
of an existing building has to be preceded by a
hinge region. The same model of EC8-3 (CEN
phase in which performance objectives (Montuori
2005) has been introduced in Italian Seismic code
et al. 2016), seismic hazard and determination of (NTC 2008).
deficiencies such as the material degradation
The issues addressed in this work regard the
(Castaldo et al. 2017a), has to be taken into
critical analysis of the empirical formulation
account. Obviously first phases are pertaining to
proposed in literature and in codes for the
Codes while the latter is devoted to structural
evaluation of ultimate plastic rotation of R.C.
engineer.
columns. For this scope the equations proposed
In most of these structures, the uncertainties by Biskinis and Fardis (2010a), Italian Seismic
about the nonlinear behaviour are relevant, in
Code (NTC 2008) and Eurocode 8-Part 3 (CEN
fact, the presence and location of potential
2005) have been applied to a databank of cyclic
inelastic zones, as well as their ductility capacity,
tests of flexure-controlled R.C. columns. The aim
are generally unknown.
of the work is on one hand to check the reliability
The publication of Part 3 of Eurocode 8 (EC8-
of formulations proposed by codes and, from the
3) (CEN 2005), dedicated to the seismic

SG05-42
other hand, to compare the results of these latter Axial collapse of such columns usually occurs
with the original relationship proposed by due to longitudinal bar buckling, bar fracture, or
Biskinis and Fardis. lateral instability. In addition, no one of the
selected specimens shows lap splicing of bars in
the critical zone and bars have an adequate
2 CONSIDERED DATABANK anchor length.
For this work a databank of 194 cyclic tests Specimens have been subdivided in two
selected from the available database at the time of categories: “EC8” or “NOT EC8” complying.
publication has been compiled. The subdivision has been carried out on the basis
Tests specimens have been selected, in the of the following parameters reported in Eurocode
largest part, from The Pacific Earthquake 8-Part 1(CEN 2004):
Engineering Research Center Structural Database 1) the value of the normalized axial force =
(Berry et al. 2004). Additional columns have been ⁄ ℎ shall not exceed 0,65.
introduced in the database by selecting 2) the total longitudinal reinforcement ratio ρ
information from various published reports, such shall be not less than 0,01 and not more than
as The NEES Database (NEES 2016), and 0,04. In symmetrical cross-sections
research papers. In addition, other experimental symmetrical reinforcement should be provided
tests have been added by selecting the (ρ = ρ′).
information required by Sivaramakrishnan 3) at least one intermediate bar shall be provided
(Sivaramakrishnan 2010), while, recent tests, between corner bars along each column side,
unavailable in the aforementioned databases, to ensure the integrity of the beam-column
have been selected from recent reports (Eom et al. joints.
2014), (Hwang et al. 2005), (Rodrigues et al. 4) a minimum value of the mechanical
2015), (Wang et al. 2013), (Wu et al. 2008). volumetric ratio equal to 0,08 should be
Selected specimens have rough bars, provided within the critical region at the base
rectangular sections, axial load different from of the primary seismic columns.
zero and collapse mode declared for flexure. 5) within the critical regions of the primary
In fact, the elements whose failure is seismic columns, hoops and cross-ties, of at
dominated by flexure, generally perform well least 6 mm in diameter, shall be provided at a
during an earthquake. Their mode of failure spacing such that a minimum ductility is
consists of longitudinal steel yielding or concrete ensured and local buckling of longitudinal bars
crushing due to flexure and axial loads without is prevented.
any significant strength degradation due to shear 6) the spacing, , of the hoops (in mm) does not
failure. Such columns can support imposed lateral exceed: = min{ /2; 175; 8 } where
loads by undergoing large deformations without (in mm) is the minimum dimension of the
significant loss in lateral load capacity (Fig. 1). concrete core (to the centerline of the hoops);
Loss of lateral load capacity for this mode can and is the minimum diameter of the
originate from cover spalling and longitudinal bar longitudinal bars (in mm).
buckling. 7) the distance between consecutive longitudinal
bars engaged by hoops or cross-ties does not
exceed 200 mm,
8) for hoops used as transverse reinforcement in
beams, columns or walls, closed stirrups with
135° hooks and extensions of length 10
shall be used.
Other requirements of ductility that are
prescribed by Italian Seismic Code (NTC 2008)
are that in case of overlapping of bars in the zone
of formation of plastic hinges has to be lower
than 0.06 and one longitudinal bar every two has
Figure 1. Force-displacement relation of a column sections to be anchored with stirrups or hooks.
failing in flexure (Gill et al. 1979, No. 1)

SG05-43
The total number of EC8 complying tests is 43 Muguruma et al. 1989, BH-1
equal to 59 while the remaining one is equal to 44 Muguruma et al. 1989, BL-2
135. 45 Muguruma et al. 1989, BH-2
Table 1. Case adopted in the databank 46 Sakai et al. 1990, B1

No. Specimen Name 47 Sakai et al. 1990, B2

1 Gill et al. 1979, No. 1 48 Sakai et al. 1990, B3

2 Gill et al. 1979, No. 2 49 Sakai et al. 1990, B4

3 Gill et al. 1979, No. 3 50 Sakai et al. 1990, B5

4 Gill et al. 1979, No. 4 51 Sakai et al. 1990, B6

5 Ang et al. 1981, No. 3 52 Sakai et al. 1990, B7

6 Ang et al. 1981, No. 4 53 Atalay and Penzien 1975, No. 1S1
54 Atalay and Penzien 1975, No. 2S1
7 Soesianawati et al. 1986, No. 1
8 Soesianawati et al. 1986, No. 2 55 Atalay and Penzien 1975, No. 3S1

9 Soesianawati et al. 1986, No. 3 56 Atalay and Penzien 1975, No. 4S1

10 Soesianawati et al. 1986, No. 4 57 Atalay and Penzien 1975, No. 5S1

11 Zahn et al. 1986, No. 7 58 Atalay and Penzien 1975, No. 6S1

12 Zahn et al. 1986, No. 8 59 Atalay and Penzien 1975, No. 9

13 Watson and Park 1989, No. 5 60 Atalay and Penzien 1975, No. 10

14 Watson and Park 1989, No. 6 61 Atalay and Penzien 1975, No. 11

15 Watson and Park 1989, No. 7 62 Atalay and Penzien 1975, No. 12

16 Watson and Park 1989, No. 8 63 Azizinamini et al. 1988, NC-2

17 Watson and Park 1989, No. 9 64 Azizinamini et al. 1988, NC-4

18 Tanaka and Park 1990, No. 1 65 Saatcioglu and Ozcebe 1989, U1


66 Saatcioglu and Ozcebe 1989, U3
19 Tanaka and Park 1990, No. 2
20 Tanaka and Park 1990, No. 3 67 Saatcioglu and Ozcebe 1989, U4

21 Tanaka and Park 1990, No. 4 68 Saatcioglu and Ozcebe 1989, U6

22 Tanaka and Park 1990, No. 5 69 Saatcioglu and Ozcebe 1989, U7

23 Tanaka and Park 1990, No. 6 70 Galeota et al. 1996, AA1


71 Galeota et al. 1996, AA2
24 Tanaka and Park 1990, No. 7
25 Tanaka and Park 1990, No. 8 72 Galeota et al. 1996, AA3

26 Park and Paulay 1990, No. 9 73 Galeota et al. 1996, AA4

27 Arakawa et al. 1982, No. 102 74 Galeota et al. 1996, BA1

28 Ohno and Nishioka 1984, L1 75 Galeota et al. 1996, BA2

29 Ohno and Nishioka 1984, L2 76 Galeota et al. 1996, BA3

30 Ohno and Nishioka 1984, L3 77 Galeota et al. 1996, BA4


78 Galeota et al. 1996, CA1
31 Zhou et al. 1987, No. 214-08
32 Kanda et al. 1988, 85STC-1 79 Galeota et al. 1996, CA2

33 Kanda et al. 1988, 85STC-2 80 Galeota et al. 1996, CA3

34 Kanda et al. 1988, 85STC-3 81 Galeota et al. 1996, CA4

35 Kanda et al. 1988, 85PDC-1 82 Galeota et al. 1996, AB1


83 Galeota et al. 1996, AB2
36 Kanda et al. 1988, 85PDC-2
37 Kanda et al. 1988, 85PDC-3 84 Galeota et al. 1996, AB3

38 Muguruma et al. 1989, AL-1 85 Galeota et al. 1996, AB4

39 Muguruma et al. 1989, AH-1 86 Galeota et al. 1996, BB

40 Muguruma et al. 1989, AL-2 87 Galeota et al. 1996, BB1

41 Mugumura et al. 1989, AH-2 88 Galeota et al. 1996, BB4

42 Muguruma et al. 1989, BL-1 89 Galeota et al. 1996, BB4B

SG05-44
90 Galeota et al. 1996, CB1 137 Matamoros et al. 1999,C5-40S
91 Galeota et al. 1996, CB2 138 Mo and Wang 2000,C1-1
92 Galeota et al. 1996, CB3 139 Mo and Wang 2000,C1-2
93 Galeota et al. 1996, CB4 140 Mo and Wang 2000,C1-3
94 Wehbe et al. 1998, A1 141 Mo and Wang 2000,C2-1
95 Wehbe et al. 1998, A2 142 Mo and Wang 2000,C2-2
96 Wehbe et al. 1998, B1 143 Mo and Wang 2000,C2-3
97 Wehbe et al. 1998, B2 144 Mo and Wang 2000,C3-1
98 Xiao and Martirossyan 1998, HC4-8L19-T10-0.1P 145 Mo and Wang 2000,C3-2
99 Xiao and Martirossyan 1998, HC4-8L19-T10-0.2P 146 Mo and Wang 2000,C3-3
100 Xiao and Martirossyan 1998, HC4-8L16-T10-0.1P 147 Thomsen and Wallace 1994, A1
101 Xiao and Martirossyan 1998, HC4-8L16-T10-0.2P 148 Thomsen and Wallace 1994, A3
102 Sugano 1996, UC10H 149 Thomsen and Wallace 1994, B1
103 Sugano 1996, UC15H 150 Thomsen and Wallace 1994, B2
104 Sugano 1996, UC20H 151 Thomsen and Wallace 1994, B3
105 Sugano 1996, UC15L 152 Thomsen and Wallace 1994, C1
106 Sugano 1996, UC20L 153 Thomsen and Wallace 1994, C2
107 Nosho et al. 1996, No. 1 154 Thomsen and Wallace 1994, C3
108 Bayrak and Sheikh 1996, ES-1HT 155 Thomsen and Wallace 1994, D1
109 Bayrak and Sheikh 1996, AS-2HT 156 Thomsen and Wallace 1994, D2
110 Bayrak and Sheikh 1996, AS-3HT 157 Thomsen and Wallace 1994, D3
111 Bayrak and Sheikh 1996, AS-4HT 158 Paultre and Legeron, 2000, No. 1006015
112 Bayrak and Sheikh 1996, AS-5HT 159 Paultre and Legeron, 2000, No. 1006025
113 Bayrak and Sheikh 1996, AS-6HT 160 Paultre and Legeron, 2000, No. 1006040
114 Bayrak and Sheikh 1996, AS-7HT 161 Paultre and Legeron, 2000, No. 10013015
115 Bayrak and Sheikh 1996, ES-8HT 162 Paultre and Legeron, 2000, No. 10013025
116 Saatcioglu and Grira 1999, BG-1 163 Paultre and Legeron, 2000, No. 10013040
117 Saatcioglu and Grira 1999, BG-2 164 Paultre et al. 2001, No. 806040
118 Saatcioglu and Grira 1999, BG-3 165 Paultre et al. 2001, No. 1206040
119 Saatcioglu and Grira 1999, BG-4 166 Paultre et al. 2001, No. 1005540
120 Saatcioglu and Grira 1999, BG-5 167 Paultre et al. 2001, No. 1008040
121 Saatcioglu and Grira 1999, BG-6 168 Paultre et al. 2001, No. 1005552
122 Saatcioglu and Grira 1999, BG-7 169 Paultre et al. 2001, No. 1006052
123 Saatcioglu and Grira 1999, BG-8 170 Pujol 2002, No. 10-2-3N
124 Saatcioglu and Grira 1999, BG-9 171 Pujol 2002, No. 10-2-3S
125 Saatcioglu and Grira 1999, BG-10 172 Pujol 2002, No. 10-3-1.5N
126 Matamoros et al. 1999,C10-05N 173 Pujol 2002, No. 10-3-1.5S
127 Matamoros et al. 1999,C10-05S 174 Pujol 2002, No. 10-3-3N
128 Matamoros et al. 1999,C10-10N 175 Pujol 2002, No. 10-3-3S
129 Matamoros et al. 1999,C10-10S 176 Pujol 2002, No. 10-3-2.25N
130 Matamoros et al. 1999,C10-20N 177 Pujol 2002, No. 10-3-2.25S
131 Matamoros et al. 1999,C10-20S 178 Pujol 2002, No. 20-3-3N
132 Matamoros et al. 1999,C5-00N 179 Pujol 2002, No. 20-3-3S
133 Matamoros et al. 1999,C5-00S 180 Pujol 2002, No. 10-2-2.25N
134 Matamoros et al. 1999,C5-20N 181 Pujol 2002, No. 10-2-2.25S
135 Matamoros et al. 1999,C5-20S 182 Pujol 2002, No. 10-1-2.25N
136 Matamoros et al. 1999,C5-40N 183 Pujol 2002, No. 10-1-2.25S

SG05-45
184
Bechtoula, Kono, Arai and Watanabe, 2002, models proposed by Panagiotakos and Fardis
D1N30
Bechtoula, Kono, Arai and Watanabe 2002,
(2001) on the basis of a smaller database. The
185 expression is the following one:
D1N60
Bechtoula, Kono, Arai and Watanabe 2002, = 1 − 0.43 1+ 1 − 0.42
186 2 ,
L1D60 .
Bechtoula, Kono, Arai and Watanabe 2002, 2 max(0.01; )
187 1− (0.3 ) (1)
L1N60 7 ,
max(0.01; )
Bechtoula, Kono, Arai and Watanabe 2002, .
188
L1N6B min 9; 25 ( /
1.25

189 Takemura and Kawashima 1997, Test 1 (JSCE-4)
where:
190 Takemura and Kawashima 1997, Test 2 (JSCE-5)
, , are coefficients for the type of
191 Takemura and Kawashima 1997, Test 3 (JSCE-6)
steel: for ductile hot-rolled or heat-treated steel
192 Takemura and Kawashima 1997, Test 4 (JSCE-7)
= = 0.0185 and = 0.022;
193 Takemura and Kawashima 1997, Test 5 (JSCE-8)
is the zero-one variable for the type of
194 Takemura and Kawashima 1997, Test 6 (JSCE-9)
loading: = 0 for monotonic loading, =1
for cyclic loading;
3 AVAILABLE FORMULAS FOR THE is the zero-one variable for slip: = 0 if
COMPUTATION OF RC MEMBERS slip of longitudinal bars from the anchorage is not
ULTIMATE ROTATION BASED ON AN physically possible = 1 otherwise;
EMPIRICAL APPROACH , is the zero-one variable for rectangular
walls: , = 1 for rectangular walls, , =0
otherwise;
3.1 Model proposed by Biskinis and Fardis
= where b is the width of the
Biskinis and Fardis (2010a) proposed a model
developed for beams, rectangular columns or compression zone and is the axial force
walls and members of T-, H-, U- or hollow =( + )/ , the total mechanical
rectangular section, with or without detailing for reinforcement ratio of tension and web
earthquake resistance and with continuous longitudinal bars, being = / ℎ and =
longitudinal bars. The models employ simple, / ℎ;
empirical expressions for practical application ′= / , the mechanical reinforcement
without moment–curvature analysis. Member ratio of compression bars, being = ′ /( ℎ);
ultimate deformations should be known as a , ′ and are the amount of
function of the geometry and material properties reinforcement in tension, compression and in
of the member and its reinforcement, the axial web, respectively;
load and the detailing (lap-spliced bars, stirrups is the shear length;
without 135° hooks, etc.). The models have been is the base of the section;
developed or calibrated on the basis of a large ℎ is the height of the section;
databank of cyclic or monotonic tests leading to ⁄ℎ = ⁄ ℎ , the shear-span-to-depth ratio
flexure-controlled failure (Biskinis, 2007). In at the section of maximum moment;
(Biskinis and Fardis 2010a) three explicit a is the confinement effectiveness factor
expressions based on empirical models to according to Sheikh and Uzumeri (1982)0: =
compute the ultimate chord rotation have been ∑ ⁄
proposed. However, in this paper, reference is 1− 1− 1− , with
made only to the first one because is the only denoting the centre-line spacing of stirrups,
providing the value of the whole rotation. The and ℎ the dimensions of the confined core to the
other two provide the plastic part of the rotation centre-line spacing along the section’s perimeter
only, while the yielding rotation is computed of those longitudinal bars (indexed by i) which
by a hybrid mechanical-empirical formulations. are engaged by stirrup or a cross-tie;
The empirical relationship considered allows to = / , the ratio of transverse steel
compute the ultimate chord rotation, u, of parallel to the direction of the applied shear,
members with or without seismic details, being the total amount of transversal
collapsing only in flexure by cyclic or monotonic reinforcements ( =stirrup spacing);
loading. It is an improvements of empirical is the yield stress of transverse steel;

SG05-46
is the steel ratio of diagonal bars (if any) in where the meaning of terms is reported in §3.1.
each diagonal direction of the member; EC8 Part 3 starts with the following ratio:
is the width of one web, even in hollow 1
0.016
rectangular sections with more than one parallel
web. being a model coefficient used as a safety
factor to take in account model uncertainties.
3.2 Model proposed by EC8 Part 3 Now, if we consider the case of rectangular
According to NTC 2008 and Eurocode 8-3 the columns with ductile hot-rolled or heat-treated
value of the ultimate total chord rotation capacity steel, cyclic loadings and bars where the slippage
from the anchorage is not physically possible, the
(elastic plus inelastic) u, of concrete members
quantity in Eq. (3) becomes:
under cyclic loading can be calculated from the 0
following expression: 0.0185 × (1 − 0.43 × 1) 1 + (1 − 0.42 × 0)
2
.
1 max(0.01; ) 2
1 − × 0 = 0.0185 × 0.57 × 1 × 1 × 1
(4)
= 0.016(0.3 ) 7
max(0.01; ) (2)
. ≅ 0.0105
25 ( /
1.25 that is about the same value given by EC8 Part 3
ℎ for primary element. In fact, Eq. (4) returns, for
where is a model coefficient equal to 1,5 for primary elements, i.e. with = 1.5 the
primary seismic elements and to 1,0 for following quantity:
secondary seismic elements. The other terms are 1
the same reported in the previous paragraph. 0.016 ≅ 0.0106 (5)
In members without detailing for earthquake From this results it seems that the code returns a
resistance the values given by Eq. (2), are median value and the model coefficient is not
multiplied by 0.825. used as a safety factor to account for model
Eq. (2) applies to members with deformed uncertainties but as a term needed to provide a
(high bond) longitudinal bars without lapping in value similar to the one proposed by Biskinis and
the vicinity of the end region where yielding is Fardis. In order to work in a safe side, EC8 Part 3
expected. should provide a value of of about 3, being
the coefficient used by Biskinis and Fardis to
3.3 Model proposed by Italian Seismic Code
obtain the 5% fractile equal to 0.50 (Figure
(NTC 2008)
2) = 1.5 × . . As the same as EC8 Part 3,
The model proposed by Italian Seismic Code
follows the same expression of EC8-3 and exactly Italian Seismic Code shows the same issue.
the same equation (Eq. (2)). However, some
differences can be pointed out. First of all, it is
not specified if the total mechanical
reinforcement ratio has to account for web
longitudinal bars as in EC8-3 and Biskinis and
Fardis. Secondly, in members without detailing
for earthquake resistance the values given by Eq.
(2), has to be multiplied by 0.85.

4 CRITICAL ANALYSIS
By analysing Eqs. (1) and (2) it is observed
that they are very similar in their form starting
from the term related to the axial load ratio
( 0. 3 ). Conversely, the first part of the
relationships is different. In fact, Biskinis and
Fardis equation starts with the following product: Figure 2. Experimental ultimate chord rotation of members
with continuous bars plotted against prediction for Eq. (1),
1 − 0.43 1+ 1 − 0.42 , (Biskinis and Fardis, 2010a)
2
2 (3)
1−
7 ,

SG05-47
5 RESULTS straight line representative of fractile at 5%, 50%
and 95% are reported. Figure 3 shows that the
In this paragraph the results of the application
relationship provided by Biskinis and Fardis
of the available formulas for the computation of
(2010a) predicts ultimate rotation values that
RC members ultimate rotation based on an
seems to be lower than the experimental ones.
empirical approach are reported.
This is testified by the slope of the straight line
representative of the 50% fractile that is lower
than 1.
Conversely, both EC8 Part 3 and NTC 2008
predict ultimate rotation values higher than those
provided by tests. Anyway, these results are
obtained by applying Eq. (2) with a model
coefficient equal to 1.
In Figure 6 and Figure 7 the pattern of points
for EC8-3 and NTC 2008 are reported,
respectively, with the adoption of a model
coefficient equal to 1.5 as suggested by codes.
From this figures it can be observed that points
move to the safe side of the graph. In fact the
straight lines representative of the 50% fractile
show a slope lower than 1. Notwithstanding, the
new configuration is still unsatisfactory because a
large number of points of the pattern are located
upper than the bisecting leading, in some cases, to
an overestimation of the actual ultimate rotation
Figure 3. Experimental ultimate curvature of members which can be more than 100%. It means that the
plotted against predictions from Eq. (1).
relationships provided by current codes should be
improved, on one hand by reducing the
dispersion, and, on the other hand by moving the
point on the safe side.

Figure 4. Experimental ultimate curvature of members


plotted against predictions from Eq. (2) for EC8-3.

In Figure 3, Figure 4 and Figure 5 the pattern Figure 5. Experimental ultimate curvature of members
of points for Biskinis and Fardis formulation, plotted against predictions from Eq. (2) for NTC 2008.
EC8-3 and NTC 2008 are reported, respectively.
In the same figures also the statistics in terms of

SG05-48
original one proposed by Biskinis and Fardis.
EC8-3 and NTC2008 relationships have the same
form but slight differences can be pointed out
among them. The most relevant regards the use of
a different coefficient for sections that not comply
with EC8, that is on safe side with respect to the
Italian Seismic code (NTC 2008). The two
relationships proposed by codes have been
applied with and without the model coefficient
suggested by codes. It has been pointed out that
the relationship provided by Biskinis and Fardis
(2010a) predicts ultimate rotation values that
seems to be lower than the experimental ones.
Conversely, both EC8-3 and NTC 2008 with a
model coefficient equal to 1 predict ultimate
rotation values higher than those provided by
tests. Clearly, by using the model coefficient, the
points of the pattern move to the safe side of the
Figure 6. Experimental ultimate curvature of members graph leading to a configuration still
plotted against predictions from Eq. (2) for EC8-3 using the unsatisfactory. In fact, a large number of points of
model coefficient . the pattern lead to an overestimation of the actual
ultimate rotation which can be more than 100%.
Further improvement of the relationship reported
by codes should carry out a reduction of the
dispersion pointed out by statistics. In fact, even
if the considered tests are homogenous, being
affected by the same collapse mode and having
bar continuous, rough and high bond (Mousa
2016), the dispersion is very high and values of
rotation are sometimes higher than those usually
exhibited by steel (D’Aniello et al., 2012) or
aluminium members (Castaldo et al. 2017b),
(Castaldo et al. 2017c).
Finally, from a comparison between the
formulations, it is possible to observe that EC8
Part 3 returns the median of points provided by
Biskinis and Fardis. In fact, the model coefficient
introduced in EC8 Part 3 and Italian Seismic
Code is not used as a safety factor to account for
model uncertainties but as a term needed to
provide a value similar to the median one of
Figure 7. Experimental ultimate curvature of members Biskinis and Fardis formulation. Therefore, the
plotted against predictions from Eq. (2) for NTC 2008 value of that has to be suggested by codes has
using the model coefficient . to be higher than 1.5 for primary elements, if the
scope is to work with 5% fractile of the ultimate
rotation, as usual in the philosophy of ultimate
6 CONCLUSIONS limit states.
In this work, the accuracy and reliability of
formulations reported in current codes for the
evaluation of ultimate rotation of R.C. columns REFERENCES
subjected to cyclic load has been performed. In
particular, the relationship proposed by EC8-3 Berry M., Parrish M., Eberhard M., PEER Structural
Performance Database User’s Manual, Pacific
and NTC2008 has been compared with the

SG05-49
Earthquake Engineering Research Center, University of The NEES Databases,
California, Berkley, 2004. https://datacenterhub.org/resources/395, 2016.
Biskinis D., Fardis M.N., Deformations at flexural yielding Wang D., Li H.-N., Li G., 2013, Construction and Building
of members with continuous or lap-spliced bars, Materials, Construction and Building Materials, 47,
Structural Concrete, vol. 11, N. 3, pp. 127-138, 2010b. 1167–1181.
Biskinis D., Fardis M.N., Flexure-controlled ultimate Wu C.L., Su R.S., Hwang S.J. and Yang Y.S., 2008, Shake
deformations of members with continuous or lap-spliced table tests on Reinforced Concrete Short Columns
bars, Structural Concrete, vol. 11, N. 2, pp. 93-108, Failing in Shear, The 14th World Conference on
2010a. Earthquake Engineering, Beijing, China.
Biskinis D.E., Resistance and Deformation Capacity of
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SG05-50
ANIDIS 2017
PISTOIA

Boundary elements of thin reinforced concrete wall vulnerable to out-of-plane


instability: experimental results and numerical modelling
Angelica Rossoa, Lisandro A. Jiménez-Roab, João Pacheco de Almeidaa, Katrin Beyera
a
Earthquake Engineering and Structural Dynamics Laboratory (EESD), École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL),
Lausanne, Switzerland.
b
Civil Engineering School, Universidad del Valle, Cali, Colombia.

Keywords: thin reinforced concrete walls, out-of-plane instability, large-scale tests, finite element numerical
modelling.

ABSTRACT
A thin reinforced concrete wall subjected to in-plane seismic loading may develop significant out-of-plane
deformations along the inter-story height, due to the cracks which form in the boundary elements and to the
plasticization of the longitudinal reinforcement. The out-of-plane displacement, in general, occurs when the
boundary element passes from tensile to compressive loading: the lateral deformation may be recovered or may
trigger an out-of-plane failure. The occurrence of such a mechanism was observed first after the recent earthquakes
in Chile (2010) and New Zealand (2011).
The out-of-plane instability phenomenon is particularly interesting when considering the recent construction
practice for reinforced concrete wall buildings in South America, a well-known seismic region. In fact, due to the
increasing demand of housing for low-income population, and to the high material costs, thin walls with
thicknesses as low as 8-10 cm and with a single layer of reinforcement have been built. These structures may be
very vulnerable to out-of-plane failures in case of an earthquake. Therefore, a deep understanding of the instability
mechanism is required for proposing effective strengthening techniques for existing buildings.
The boundary element of a wall may be approximated to an equivalent column subjected to axial tensile-
compressive loading. With the purpose of studying the instability of thin concrete members reinforced with a single
layer of reinforcement, 12 boundary elements representative of Colombian construction practice have been tested at
the École Polytechnique Fédérale of Lausanne. Different parameters were varied within the experimental
campaign—thickness, reinforcement content and eccentricity of the single layer of reinforcement with respect to
the centreline of the section—in order to investigate their influence on the response. The experimental findings
allowed to identify important features of the instability mechanism and to characterize the phases which led to
failure.
Finally, a finite element model that simulates the behaviour of the boundary elements was developed, and validated
against the experimental results. The model is capable of predicting the critical tensile strain after which out-of-
plane failure is expected, and of reproducing the local phenomena that have been observed experimentally.

SG05-51
ANIDIS 2017
PISTOIA

Zone di bordo di pareti sottili in calcestruzzo armato vulnerabili a instabilità


fuori piano: risultati sperimentali e modellazione numerica
Angelica Rossoa, Lisandro A. Jiménez-Roab, João Pacheco de Almeidaa, Katrin Beyera
a
Earthquake Engineering and Structural Dynamics Laboratory (EESD), École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL),
Losanna, Svizzera.
b
Scuola di Ingegneria Civile, Universidad del Valle, Cali, Colombia.

Keywords: pareti sottili in calcestruzzo armato, instabilità fuori piano, prove sperimentali in grande scala,
modellazione numerica a elementi finiti.

SOMMARIO
Una parete sottile in calcestruzzo armato soggetta ad azioni sismiche nel suo piano, a causa della fessurazione del
calcestruzzo nelle zone di bordo e alla plasticizzazione delle armature longitudinali, può sviluppare importanti
spostamenti fuori dal piano lungo un’altezza pari circa a quella di interpiano. Questo meccanismo di instabilità fuori
piano potrebbe risultare particolarmente critico per numerosi edifici a pareti di taglio costruiti recentemente in
America Latina, dove l’elevato costo dei materiali induce alla realizzazione di setti con spessore 8-10 cm, armati con
un solo strato di barre longitudinali.
La zona di bordo di una parete soggetta ad azioni cicliche nel piano può essere schematizzata come una colonna
soggetta ad azioni di trazione-compressione assiale. Con l’intento di studiare il fenomeno di instabilità, 12 elementi
sono stati testati all’EPFL variando differenti parametri per studiarne l’influenza sulla risposta. I risultati hanno
permesso di identificare importanti aspetti del meccanismo, e di caratterizzare le grandezze determinanti che portano
al collasso. Infine un modello a elementi finiti, validato attraverso i risultati sperimentali, è brevemente presentato,
mostrando come esso sia in grado di predire la deformazione critica di trazione in seguito alla quale si verifica una
rottura fuori-piano, e di riprodurre correttamente il comportamento sia a livello globale che locale.

particolarmente critiche nei confronti di una


rottura fuori piano.
1 INTRODUZIONE In Italia la domanda sismica risulta
Il meccanismo di rottura fuori piano di pareti in notevolmente minore rispetto al Cile o alla Nuova
calcestruzzo armato è stato identificato piuttosto Zelanda, ma non bisogna dimenticare che le
recentemente nella pratica, in seguito ai terremoti uniche limitazioni presenti nelle Norme Tecniche
in Cile (2010) e Nuova Zelanda (2011) (NIST, per le Costruzioni Italiane (D.M. 14/01/2008)
2014; Sritharan et al., 2014). riguardano lo spessore minimo della parete
Il meccanismo di collasso fuori piano risulta (limitato a bw≥max{150 mm, hw/20}, § 7.4.6.1.4) e
importante da investigare considerando la pratica l’obbligo di disporre l’armatura in due strati
costruttiva odierna di numerosi paesi del Sud (§ 7.4.6.2.4), senza che siano prescritti specifici
America: il fabbisogno di edifici residenziali per la controlli sulla massima deformazione assiale della
popolazione a basso reddito e l’elevato costo dei parete (Rosso et al., 2015), che come verrà
materiali, hanno spinto i governi locali a costruire illustrato in seguito rappresenta il parametro
edifici di media-elevata altezza (fino a 20 piani) chiave nell’innescare una rottura fuori piano.
con pareti in calcestruzzo di 80-120 mm rinforzate In questa memoria, per instabilità fuori piano di
con un solo strato di armatura (Arteta et al., 2017). una parete in calcestruzzo armato si intende quel
I muri collassati per instabilità fuori piano in Cile fenomeno che può verificarsi quando l’elemento di
e Nuova Zelanda avevano spessori di 150-200 mm bordo è soggetto a grandi deformazioni di trazione
ed erano rinforzati con due strati di armatura, prima di essere caricato in compressione (Goodsir,
perciò intuitivamente si può comprendere come le 1985): (i) quando l’azione sismica nel piano è
pareti sottili latino americane possano risultare particolarmente significativa, nella zona di

SG05-52
estremità in tensione si formano importanti unità di prova è stata svolta presso il laboratorio di
fessure; (ii) all’interno di quest’ultime è l’armatura strutture dell’EPFL (Rosso et al., 2017). I
che riprende tutto lo sforzo di trazione, e pertanto principali risultati ottenuti sono riassunti in questa
le barre possono arrivare a snervamento; (iii) memoria.
quando l’azione sismica si inverte, a causa della Inoltre è stato sviluppato un modello a elementi
deformazione plastica residua delle barre, le finiti per simulare il comportamento delle unità di
fessure impiegano più tempo a richiudersi: in prova, successivamente validato attraverso i
questo stadio la rigidezza fuori piano della regione risultati sperimentali. In questa memoria viene
di estremità è relativamente bassa, poichè risiede mostrato come esso sia in grado di riprodurre i
soltanto nell’armatura; (iv) a questo punto può fenomeni osservati sperimentalmente, sia a livello
quindi originarsi uno spostamento laterale— globale che locale, dimostrandosi un mezzo
dovuto alla presenza di una eccentricità nel semplice e utile per valutare la vulnerabilità
posizionamento dell’armatura o al raggiungimento all’instabilità fuori piano di elementi di estremità
della tensione di buckling in compressione delle di una parete.
barre—il quale può successivamente o essere
recuperato, o portare alla rottura fuori piano.
Il primo modello meccanico presente in 2 CAMPAGNA SPERIMENTALE
letteratura per descrivere questo fenomeno è stato
proposto da Paulay e Priestley (1993), e 2.1 Identificazione e progetto delle unità di
successivamente Chai e Elayer (1999) e Parra prova
(2016) l’hanno ripreso e parzialmente modificato.
Al fine di progettare le unità di prova, nove
Una revisione di questi modelli può essere trovata
edifici a pareti di taglio in calcestruzzo armato,
in Rosso et al. (2015) o Rosso et al. (2017). Il
situati nella regione di Cali in Colombia, sono stati
parametro chiave per valutare la vulnerabilità
analizzati e le caratteristiche principali di ciascuna
all’insorgenza di una instabilità fuori piano è stato
parete sono state raccolte in un database.
identificato nella massima deformazione di
Per quanto osservato, il numero di piani degli
trazione raggiunta dalla regione di estremità prima
edifici varia tra cinque e tredici—equivalenti a
di essere caricata in compressione (Goodsir,
altezze totali fra i 12 e i 33 m—con una altezza di
1985). Pertanto, questi modelli assimilano la
interpiano limitata a 2.4-2.5 m. La lunghezza dei
regione di estremità del muro ad una “colonna
setti è molto variabile, fra 0.5 e 6.5 m, con una
equivalente” soggetta a sollecitazioni assiali di
media di circa 2 m. Lo spessore (b), che spesso non
tensione e compressione, e permettono di
rimane costante lungo l’altezza e per tutte le pareti
determinare la deformazione verticale critica in
dell’edificio, varia tra 80 e 150 mm, come
seguito della quale è attesa una rottura fuori piano.
illustrato in Figura 1a. I setti sono solitamente
Recenti risultati sperimentali (Rosso et al., 2016),
rinforzati con delle maglie elettrosaldate di
però, hanno mostrato come alcune ipotesi su cui si
diametro variabile tra 5.5 e 8 mm, e nella regioni
basano questi modelli non riproducano al meglio il
di estremità (la cui lunghezza solitamente varia tra
comportamento reale.
300 e 500 mm) spesso non viene collocata
Svariate campagne sperimentali su colonne
armatura aggiuntiva. Quando quest’ultima viene
caricate assialmente a trazione e compressione
invece predisposta, il diametro dell’armatura varia
sono state svolte in passato (Goodsir, 1985; Chai e
tra 10 e 25 mm. Il dato sorprendente è che nel 63%
Elayer, 1999; Acevedo et al., 2010; Creagh et al.,
dei casi l’intera parete è rinforzata disponendo
2010; Chrysanidis e Tegos, 2012; Hilson et al.,
l’armatura in un solo strato. Si noti che ciò implica
2014; Taleb et al., 2016; Welt et al. 2016). Nella
che la parete sia completamente priva di armatura
maggior parte dei casi si sono sviluppate
di confinamento. Inoltre, l’eccentricità con cui lo
importanti deformazioni fuori piano, ma tutte le
strato di armatura è posizionato rispetto all’asse
unità di prova testate, ad eccezione di una
della sezione (e, illustrata in Figura 1b), si rivela
(Menegon et al., 2015), erano rinforzate con due
pertanto una variabile importante da considerare
strati di armatura. Pertanto, al fine di studiare in
nell’analisi di questi muri, visto che può indurre lo
dettaglio il comportamento di elementi rinforzati
sviluppo di importanti momenti flettenti fuori
con un solo strato di armatura e di investigare
piano.
l’influenza di alcune variabili sulla risposta, lo
scorso anno una campagna sperimentale su dodici

SG05-53
(a) (b) colonne) incollati sulla superficie della colonna
(puntini neri visibili in Figura 2b-c-d).
Il protocollo di carico è consistito in una storia
di spostamento verticale di trazione-compressione
ciclico. Lo spostamento imposto a compressione è
stato mantenuto sempre costante, tale da generare
una tensione a compressione nel calcestruzzo pari
a circa il 30% della massima (fck=23.7-33.3 MPa a
seconda delle unità di prova). Lo spostamento a
Figura 1. Distribuzione (a) dello spessore della parete e (b) trazione è stato invece sempre incrementato,
dell’eccentricità dello strato di armatura rispetto all’asse eseguendo ogni volta due cicli alla medesima
della parete, nei nove edifici Colombiani analizzati. ampiezza, seguendo uno schema 1.5→3→6 mm e
aumentando poi di 3 mm fino a rottura.
Sulla base dei dati raccolti, dodici unità di prova
(abbreviato u.p. nelle seguenti tabelle, ciascuna (a) (b) (c) (d)
soprannominata TC come sigla per “thin column”)
alte 2.4 m (h) e larghe 300 mm sono state
realizzate, tutte rinforzate con un singolo strato di
barre longitudinali (Figura 2a). L’armatura
orizzontale consiste in barre di diametro 6 mm
poste a 150 mm di distanza. La fondazione e la
testa delle colonne sono state progettate come
blocchi rigidi in cemento armato. Le variabili
studiate nella campagna sperimentale sono state
(Tabella 1): (i) lo spessore della parete (b): un
valore standard di 100 mm è stato scelto, il quale è
stato ridotto a 80 mm in due unità; (ii) il contenuto
di armatura (ρ): è stato variato tra 0.28 e 3.80%,
attraverso una modifica o del diametro (db) o del
numero di barre disposte; (iii) l’eccentricità
dell’armatura rispetto all’asse della sezione (e), è Figura 2. (a) Schema delle unità di prova testate; Visione di
stata fissata a 8 mm e incrementata a 24 mm in due insieme del test setup: dettaglio degli ultimi cicli dell’unita
unità. TC08: alla massima deformazione fuori piano (b), poi
recuperata (c), e a rottura fuori piano (d).
2.2 Setup del test, strumentazione e protocollo
di carico Tabella 1. Unità di prova testate.
Il setup usato per il test è mostrato in Figura 2b- u.p. b [mm] db [mm] ρ [%] e [mm] Marker
c-d: la fondazione e la testa delle colonne sono
TC01 80 6 0.35 8 
state prestressate tra due profili di acciaio (per TC02 80 16 2.51 8 
simulare condizioni di vincolo incastro-incastro), i
TC03 100 6 0.85 8 
quali a loro volta erano collegati a una pressa che
TC04 100 6 0.28 8 
può applicare carichi sia di trazione che di
TC05 100 10 0.79 8 
compressione (+2.5/-10 MN). Il test è svolto in
TC06 100 22 3.80 8 
controllo di spostamento, quest’ultimo calcolato
TC07 100 10 2.09 8 
come media della misura di quattro sensori di
TC08 100 6 0.28 24 
spostamento LVDT posti ai quattro angoli della
TC09 100 16 2.01 24 
fondazione della colonna e collegati alla testa
attraverso un filo a piombo (due dei quattro LVDT TC10 100 16 2.01 8 

possono essere visti in Figura 2b-c-d). Il campo di TC11 100 16 2.01 8 

spostamento tridimensionale dei due lati corti TC12 100 16 2.01 8 

dell’unità di prova è stato misurato nel corso del Legenda: u.p.: unità di prova. b: spessore. ρ: percentuale di
armatura longitudinale. e: eccentricitá dell’armatura
test attraverso un sistema ottico (NDI, 2009), longitudinale rispetto all’asse della sezione.
basato su una griglia di marker (25 righe × 3

SG05-54
2.3 Risultati generali della campagna Tabella 2. Riassunto dei risultati sperimentali.
sperimentale u.p. εglob,cr [%] Δoop,max-rec [-] sf [mm] Lato def.
Tutte le unità di prova (ad eccezione delle TC01 0.75-0.88 0.704 b ~250 Ovest/Est
colonne TC05 e TC07, nelle quali sono emersi TC02 0.50a 0.321 b ~120 Est
alcuni problemi legati all’acciaio di armatura TC03 1.00-1.13 0.666 b ~180 Ovest
utilizzato, Rosso et al., 2017) si sono rotte TC04 1.00-1.13 0.605 b ~450 Ovest
sviluppando un meccanismo di instabilità fuori TC05 1.00 b 0.410 b ~250 Ovest
piano. Durante i test, infatti, dopo aver imposto TC06 0.75-0.88 0.219 b ~100 Ovest
uno spostamento verticale tale da portare a TC07 -c - - -
snervamento l’armatura, gli elementi hanno TC08 1.25-1.38 0.722 b ~150 Ovest
sviluppato significativi spostamenti laterali a bassi TC09 0.75-0.88 0.232 b ~150 Est/Ovest
livelli di compressione. Questi spesso sono stati TC10 0.63-0.75 0.207 b ~150 Ovest
completamente riguadagnati quando la forza di TC11 0.63-0.75 0.252 b ~150 Ovest/Est
compressione è stata incrementata fino al valore TC12 0.50- 0.070 bd ~150 Est/Ovest
prefissato. In altri casi, invece, lo spostamento 1.00 d
aLa rottura è avvenuta durante il secondo ciclo a ampiezza 12 mm.
fuori piano ha iniziato ad aumentare bLa colonna si è rotta a trazione, a causa dell’uso di un acciaio poco
incontrollabilmente, rendendo impossibile un duttile. cPer l’uso del medesimo acciaio e di un carente dettaglio
costruttivo, non si sono avute deformazioni fuori piano. dUn
aumento della forza di compressione e portando protocollo di carico diverso è stato seguito per il 1°test svolto.
alla rottura dell’elemento, chiaramente
identificabile dalla configurazione finale Un altro punto importante da sottolineare è che
deformata fuori piano (si veda Figura 2d). lo spostamento fuori piano inizia a presentarsi per
In Figura 3 le tipiche curve ottenute nei test di un valore di forza molto minore di quello
forza verticale (F) in funzione dello spostamento corrispondente al buckling a compressione della
imposto (Δtop) e di quest’ultimo rispetto allo colonna (indicato in Figura 3a da una linea
spostamento fuori piano (Δoop) sono illustrate, tratteggiata, equivalente al valore di snervamento
esemplificativamente, per l’unità di prova TC08. a compressione dell’armatura). Infatti il plateau
Quest’ultima ha recuperato deformazioni fuori inizia non appena la colonna comincia a essere
piano di circa 72.2 mm (equivalenti a 0.72b, si sollecitata a compressione, nonostante le
veda Figura 2b), riguadagnando successivamente deformazioni globali siano ancora di trazione.
una condizione completamente rettilinea, come In Tabella 2 per tutte le unità è riportato
mostrato in Figura 2c. L’istante in cui la l’intervallo di deformazione verticale critica per
deformazione fuori piano si verifica è chiaramente cui si è verificata la rottura fuori piano, calcolata
identificabile nella curva forza-spostamento come dividento lo spostamento alla testa per l’altezza
l’inizio del plateau che si verifica non appena la totale (εglob=Δtop/h). Considerando i parametri che
colonna inizia ad andare in compressione (Figura sono stati variati nella campagna sperimentale, un
3a). Infatti, lo spostamento di compressione aumento dello spessore del 25% ha portato a un
imposto alla colonna non necessita un decremento crescita della deformazione verticale critica che
delle forza, in quanto la colonna si sta accorciando causa la rottura che va dal 30 al 65 % (a seconda
a causa della deformazione fuori piano che si sta della percentuale di armatura, si faccia riferimento
verificando. all’unità TC01 confrontata con la TC04, oppure
(a) (b) alla TC02 con le TC10-11). Pertanto lo spessore si
è rivelato una variabile importante, soprattutto se
si pensa come il suo semplice incremento possa
rappresentare una soluzione efficace per ridurre
notevolmente il rischio di rottura fuori piano. Per
quanto concerne la variazione dell’eccentricità
dello strato di armatura longitudinale rispetto
all’asse della sezione, questa ha mostrato una
minore influenza sulla deformazione verticale
Figura 3. Risultati dell’unità di prova TC08: (a) Curva forza
critica (si confronti l’unità TC08 con la TC04,
(F) in funzione dello spostamento applicato alla sommità oppure la TC09 con le TC10-11), ma si è rivelata
(Δtop); (b) curva spostamento verticale (Δtop) in funzione dello importante riguardo altri aspetti che verranno
spostamento fuori piano (Δtop). discussi nella prossima sezione. Infine, le colonne

SG05-55
con un maggiore quantitativo di armatura hanno Tabella 2. In un caso la colonna si è deformata
sopportato deformazioni assiali minori rispetto inizialmente da un lato, il quale poi è variato nei
alle unità debolmente armate (si comparino le cicli successivi (TC01). In altri casi il versante
unità dalla TC03 alla TC06 con le TC10-11). della deformazione è cambiato solo nell’ultimo
Questo risultato, già osservato da Goodsir (1985), ciclo, quando si è verificata la rottura fuori piano
in un certo senso, mette in luce come la pratica (TC09, TC11 e TC12). Una ragione precisa per
costruttiva di concentrare un maggiore spiegare questo fenomeno non è stata identificata,
quantitativo di armatura nelle regioni di estremità nonostante la posizione della fessura più aperta
di una parete possa essere sconveniente lungo l’altezza sembri aver influenzato la risposta
considerando il meccanismo di rottura fuori piano, (Rosso et al., 2017). Infine, ha sorpreso il
portando a preferire una distribuzione trascurabile ruolo dell’eccentricità dell’armatura
dell’armatura più uniforme lungo la sezione longitudinale rispetto all’asse dell’elemento nel
(Rosso et al., 2014). definire il lato dello spostamento fuori piano.
Infatti, concentrandosi sulle due unità in cui
2.4 Risultati innovativi della campagna quest’ultima è stata aumentata fino a 24 mm
sperimentale (TC08 e TC09), queste hanno sviluppato
La Figura 4a mostra il profilo di deformazione spostamenti laterali verso direzioni opposte, non
fuori piano al massimo spostamento laterale fornendo quindi una chiara tendenza.
recuperato da ciascuna unità (per la legenda si ci La Figura 4b mostra l’evoluzione della
riferisca alla Tabella 1), normalizzato rispetto allo deformazione fuori piano recuperata durante
spessore (ξoop=Δoop/b). Innanzitutto si può ciascun ciclo in funzione dello spostamento
osservare come le unità con un diametro imposto alla testa della colonna. Nuovamente, si
dell’armatura minore (marker quadrati) hanno può osservare come le unità che hanno sviluppato
recuperato una deformazione laterale più le maggiori deformazioni laterali siano quelle con
importante. Inoltre si può notare un’altra un minore diametro utilizzato. Ma soprattutto si
distinzione: l’unità di prova TC04 (marker blu rileva come queste ultime abbiano raggiunto il
vuoto) presenta punti angolosi molto netti, mentre collasso dopo deformazioni assiali applicate molto
altre unità mostrano una forma più arrotondata (ad maggiori: la ragione di questo comportamento è
esempio TC03, marker blu pieno). Questo illustrata nel seguito.
comportamento è da attribuirsi al diverso quadro Il sistema di misurazione ottico registra lo
fessurativo che si sviluppa. In Tabella 2 è riportata spostamento nelle tre direzioni di ciascun marker.
la distanza media tra le fessure (sf) osservata Ciascuna riga della griglia di marker, come
durante il test: questa, come noto, dipende dal spiegato in sezione 2.2, era composta da tre
diametro e dal quantitativo di armatura marker. Pertanto considerando due file è possibile
longitudinale, dall’armatura orizzontale, dallo calcolare tre valori di deformazione verticale
spessore e dal copriferro (FIB, 2010). (identificati da triangoli neri in Figura 5a, εloc), i
Nell’elemento TC04 si sono formate solamente quali successivamente interpolati linearmente
cinque fessure nel corso del test, esattamente alle forniscono un profilo di deformazione lineare a
altezze dei punti angolosi in Figura 4a. La tratti lungo lo spessore (Figura 5a).
deformazione laterale avviene nella pratica grazie Viste le condizioni di vincolo del test setup
alla rotazione locale che si verifica nelle fessure, la (incastro-incastro), quando la deformazione fuori
quale sarà significativa nel caso si formino poche piano si verifica, alcune fessure si chiudono prima
fessure, essendo queste molto aperte quando lo dallo stesso lato della barra, altre prima dal lato
spostamento assiale imposto è grande. Al opposto (come illustrato in Figura 5a).
contrario, a parità di spostamento imposto, le Consideriamo, ad esempio, la fessura formatasi
aperture in un elemento che ha sviluppato molte alla base dell’elemento TC08 (visibile in Figura
fessure lungo l’altezza saranno chiaramente 2d), e concentriamoci sull’evoluzione della
minori, portando a una minore rotazione locale e deformazione dal lato di chiusura della fessura (si
quindi a un minore spostamento fuori piano. veda il rettangolo azzurro in Figura 5a). Questa è
Per quanto riguarda il lato verso cui la illustrata in Figura 5b in funzione dello
deformazione si è sviluppata (Est/Ovest, si faccia spostamento fuori piano. Si può osservare come lo
riferimento alla Figura 1a), questo è risultato spostamento laterale può essere riguadagnato
differente da unità a unità, come illustrato in finchè un limite di deformazione locale a

SG05-56
compressione pari al 2‰ non è oltrepassato. Al Un altro aspetto interessante è rappresentato dal
contrario, quando quest’ultimo viene superato lo ruolo dell’armatura quando lo spostamento
spostamento laterale aumenta rapidamente, laterale inizia a svilupparsi. In Figura 6a la
causando la rottura fuori piano. Il raggiungimento deformazione in corrispondenza della barra è
di una deformazione a compressione uguale al 2‰ illustrata, analogamente a prima e per la medesima
è generalmente associato all’insorgenza di fessura, in funzione dello spostamento fuori piano
schiacciamento nel calcestruzzo. Quindi, in questo (si veda il rettangolo arancione in Figura 5a).
particolare caso, possiamo dire alla formazione di Differentemente a quanto precedentemente
una sorta di cerniera plastica. Sperimentalmente è osservato, la deformazione sembra rimanere
stato osservato che quando un minimo di tre praticamente costante quando lo spostamento
cerniere plastiche si formano (sempre ricordando laterale aumenta. Questo suggerisce che
la condizione di vincolo incastro-incastro), si l’armatura si comporti come un perno intorno al
genera un meccanismo a tre cerniere, che quale la parte al di sopra e al di sotto della fessura
necessariamente porta alla rottura fuori piano ruotano fino a richiudersi da un lato, come è stato
dell’elemento. anche identificato chiaramente ispezionando le
Quindi, tornando alla Figura 4b, si può unità dopo la rottura (Figura 6b).
affermare che la causa per cui gli elementi con un Questo risultato, insieme all’osservazione in
minore contenuto di armatura raggiungono sezione 2.3 che la deformazione laterale insorge a
collasso fuori piano per maggiori deformazioni bassi livelli di forza di compressione, è un risultato
assiali e per più larghi spostamenti laterali, può chiave in quanto dimostra una chiara differenza tra
essere identificata in una combinazione tra la lo sviluppo del meccanismo di instabilità fuori
distanza media tra le fessure e la curvatura piano in elementi rinforzati con uno o due strati di
necessaria a raggiungere una deformazione limite: armatura. Infatti, secondo la teoria classica, lo
fessure più aperte permettono rotazioni locali spostamento laterale insorge quando il singolo (o
maggiori (e pertanto spostamenti fuori piano uno dei due) strato di armatura raggiunge il valore
maggiori), ma la deformazione laterale può essere limite di snervamento a compressione. Infatti a
recuperata solo se non si è ancora raggiunto il causa di imperfezioni nel posizionamento
limite di deformazione a compressione. Per lo dell’armatura o a forze assiali agenti
stesso motivo, le unità con una eccentricità eccentricamente, si creano importanti momenti
maggiore si sono rotte per deformazioni assiali fuori piano proprio quando la rigidezza fuori piano
leggermente più grandi in confronto alle altre è già notevolmente ridotta. Attraverso i test è stato
unità: questo è legato al fatto che le fessure che si invece osservato che nel caso sia presente un solo
chiudono dallo stesso lato della barra (si ci strato di armatura, le barre longitudinali agiscono
riferisca alla Figura 5a) necessitano di curvature come un perno attorno a cui le estremità della
maggiori (e quindi spostamenti fuori piano fessura possono ruotare, e pertanto ciò può
maggiori) per raggiungere il limite a avvenire anche a bassi livelli di forza e non
compressione. necessariamente a snervamento a compressione.
(a) (b) (a) (b)

Figura 5. (a) Schema illustrativo dell’instabilità fuori piano,


Figura 4. (a) Profilo dello spostamento fuori piano al con particolare enfasi sulla chiusura delle fessure e sul
massimo valore recuperato da ciascuna unità; (b) profilo di deformazione lungo lo spessore; (b) Evoluzione
Spostamento fuori piano misurato in ciascun ciclo in della deformazione locale dal lato della fessura che si chiude
funzione dello spostamento verticale precedentemente per primo.
imposto (Δtop,tens). Per la legenda si veda Tabella 1.

SG05-57
(a) (b)
Questi due modelli sono stati applicati
considerando tutte le unità di prova della
campagna sperimentale, per valutare la loro
capacità di prevedere la deformazione assiale
critica dopo la quale si è verificata la rottura fuori
piano.
Per poter utilizzare il modello di Paulay e
Priestley (1993, abbreviato PP93 in Tabella 3), che
Figura 6. (a) Evoluzione della deformazione locale in assume condizioni di vincolo cerniera-cerniera, si
corrispondenza dell’armatura; (b) Dettaglio dell’unità di è ammessa una lunghezza della cerniera plastica
prova TC08 dopo la rottura. pari a metà dell’altezza totale, seguendo
l’approccio proposto anche da Parra (2016). Come
2.5 Applicazione dei modelli esistenti si può vedere in Tabella 3, il modello di Paulay and
Priestley (1993) tende a sottostimare la
Tra i modelli fenomenologici presentati
deformazione assiale critica (media della
nell’Introduzione, solo quelli di Paulay e Priestley
deformazione predetta su quella sperimentale
(1993) e Parra (2016) possono essere applicati nel
uguale a 0.59). La ragione è da ritrovarsi nella
caso di sezioni rinforzate con un solo strato di
deformazione calcolata nel modello, che
armatura. Essi hanno proposto le seguenti
corrisponde all’istante di massimo spostamento
relazioni per la deformazione critica:
fuori piano e non alla massima deformazione cui
b 2 l’elemento è stato soggetto.
εcr =8β ( ) ξoop,cr (1)
l0 Il modello di Parra (2016, abbreviato Pa16),
b 2 invece, tende a sovrastimare la deformazione
εcr =π2 β ( ) ξoop,cr +0.005 (2)
k∙l critica (media della deformazione predetta su
dove: β=0.5 nel caso di singolo strato di quella sperimentale uguale a 1.33). Si noti che il
armatura, l0 e l corrispondono all’altezza della modello, a differenza di quello di Paulay e
cerniera plastica e all’altezza totale, k=0.5 nel caso Priestley (1993), tiene conto di una deformazione
di condizioni di vincolo incastro-incastro e ξoop,cr è elastica aggiuntiva da sommare a quella a massimo
lo spostamento fuori piano critico, calcolato come: spostamento fuori piano per ottenere la
deformazione assiale critica, che viene assunta
ξoop,cr =0.5∙ (1+2.35m-√5.53m2 +4.70m) ≤0.5 (3)
uguale a 0.5%. Questo valore corrisponde circa a
con m=ρ∙fy/fck percentuale meccanica di armatura. due volte la deformazione di snervamento
dell’acciaio (εy≃0.25%), implicando che nella
Tabella 3. Riassunto dei risultati dei modelli meccanici fase di scarico l’armatura raggiunga praticamente
esistenti in letteratura.
snervamento a compressione. Questa ipotesi
εglob,cr,PP93 εglob,cr,Pa16 Predicted / Experimental risulta eccessiva nel caso di elementi rinforzati con
u.p. un solo strato di armatura, per i quali la
[%] [%] PP93 Pa16
0.50 1.12 0.57-0.67 1.28-1.49
deformazione fuori piano avviene a bassi valori di
TC01
0.20 0.75
forza di compressione, come già mostrato in
TC02 0.40a 1.50a
sezione 2.4, e porta a stimare uno deformazione
TC03 0.60 1.24 0.54-0.60 1.11-1.24
globale critica più alta di quella ottenuta
TC04 0.90 1.61 0.80-0.90 1.43-1.61
sperimentalmente.
TC05 0.59 1.23 0.59b 1.23b
TC06 0.28 0.85 0.32-0.37 0.97-1.13
TC07 0.36 0.95 -c -c 3 MODELLAZIONE NUMERICA
TC08 0.83 1.53 0.61-0.67 1.11-1.22
0.43 1.03
Un modello a elementi finiti in grado di
TC09 0.49-0.57 1.18-1.37
simulare la risposta delle colonne soggette a carico
TC10 0.43 1.04 0.58-0.69 1.38-1.66
assiale è stato sviluppato attraverso il software
TC11 0.43 1.04 0.58-0.69 1.38-1.66
DIANA (TNO, 2016). Per simulare la struttura
TC12 0.44 1.04 -d -d
sono stati utilizzati elementi curved shell
Average: 0.59 1.33
(identificati dalla sigla Q20SH), mentre per
CoV: 0.24 0.15
l’armatura sono stati usati elementi truss (Figura
Per le note si faccia riferimento alla Tabella 2.

SG05-58
7a). Ciascuna barra è a sua volta discretizzata in modello numerico, però, il massimo spostamento
più fibre (quattro, per l’esattezza). Questo artificio, fuori piano recuperato è leggermente più grande.
inusuale per la modellazione di sezioni in cemento Per quanto riguarda la configurazione
armato, si rende necessario in quanto, quando la deformata fuori piano della colonna (confrontata al
colonna è soggetta a trazione e solamente massimo spostamento recuperato in Figura 8b), si
l’armatura può equilibrare la forza assiale, nelle può notare una certa differenza tra il test e il
barre inevitabilmente deve svilupparsi un modello numerico. Infatti, come spiegato in
momento fuori piano che equilibri quello che si sezione 2.4, il profilo fuori piano è influenzato dal
crea a causa della presenza di una eccentricità nella quadro fessurativo, e nella curva sperimentale si
disposizione del singolo strato di armatura. possono identificare chiaramente le due cerniere a
La resistenza a compressione del calcestruzzo è metà altezza che si stanno formando, le quali
simulata usando il modello a parabola di causano una sorta di andamento lineare a tratti.
Hognestad (Vecchio and Collins, 1993), mentre Diversamente, nella curva numerica si ha una
quella a tensione è modellata con un softening configurazione molto più continua e arrotondata,
lineare. Il comportamento dell’acciaio è simulato dovuta alla fessurazione distribuita che si ottiene
utilizzando il modello uniassiale di Monti e Nuti nel modello. Questo aspetto, chiaramente, si
(1992). Le condizioni al contorno consistono nel riflette anche nel profilo di curvatura che si ottiene
vincolare i sei gradi di libertà alla base e alla testa lungo l’altezza: discontinuo con picchi in
della struttura, consentendo solo gli spostamenti corrispondenza delle fessure nel caso
verticali alla sommità (Figura 7b). Inoltre gli sperimentale, continua e distribuita lungo l’altezza
spostamenti di tutti i nodi nella direzione nel modello numerico (Rosso, Almeida, et al.,
perpendicolare a quella fuori piano sono stati 2017).
vincolati (Figura 7b) per limitare i problemi di
convergenza che potrebbero insorgere. (a) (b) (c)
Il modello è stato utilizzato per simulare il
comportamento delle dodici unità di prova testate.
È stata usata una mesh di 24×3 elementi lungo
l’altezza e la larghezza, al fine di ottenere elementi
di forma quadrata, e per ciascuno sono stati assunti
5 layers nello spessore.

3.1 Confronto della risposta globale


Nel seguito, a titolo esemplificativo, è riportato Figura 7. (a) Figura illustrativa del modello a elementi finiti;
un confronto fra i risultati sperimentali (globali) e (b) Dettaglio delle condizioni di vincolo imposte; (c)
Confronto delle curve forza-spostamento ottenute nel test e
numerici (limitandosi agli ultimi due cicli, per con il modello numerico rispettivamente.
semplicità) dell’unità di prova TC08.
Innanzitutto in Figura 7c la risposta globale è
comparata in termini di forza verticale in funzione (a) (b)
dello spostamento imposto alla sommità. Come si
può notare, il modello numerico riproduce in
maniera soddisfacente il comportamento
sperimentale, sia in termini di rigidezza iniziale
che di forza massima raggiunta, ma soprattutto è
in grado di riprodurre il plateau legato allo
sviluppo della deformazione fuori piano, descritto
in sezione 2.3.
In Figura 8a la risposta fuori piano è comparata Figura 8. (a) Confronto delle curve spostamento verticale -
in termini di spostamento verticale imposto in spostamento fuori-piano ottenute nel test e con il modello
funzione dello spostamento fuori piano. Si può numerico rispettivamente. (b) Profilo dello spostamento
osservare che l’inizio dello sviluppo dello fuori piano al massimo valore recuperato nel test e nel
modello numerico.
spostamento fuori piano, così come il momento di
massima deformazione laterale, avvengono per
valori di spostamento verticale molto simili. Nel

SG05-59
3.2 Confronta della risposta locale (a) (b)

Un punto forte del modello numerico è quello


di essere in grado di riprodurre non solo il
comportamento globale, ma anche i fenomeni che
si verificano a livello locale. Similmente a quanto
descritto nella sezione 2.4, in Figura 9a le
deformazioni dal lato in cui la fessura si chiude
lungo lo spessore durante lo spostamento fuori
piano sono illustrate rispetto allo spostamento
laterale (in modo analogo, per il primo elemento al Figura 9. Risultati del modello numerico: evoluzione della
di sopra base). Innanzitutto, in confronto alla deformazione locale (a) nel layer che per primo raggiunge
Figura 5b, si può osservare che, in generale, le deformazioni di compressione, (b) nell’armatura.
deformazioni di trazione locali sono leggermente
più piccole nel modello numerico. Questo aspetto Tabella 4. Riassunto dei risultati numerici.
è principalmente legato al numero di fessure lungo Numerical / Experimental
εglob,cr,num Δoop,max-rec
l’altezza, che nel caso sia maggiore rispetto al test u.p.
[%] [-] per εglob,cr per Δoop,max-rec
sperimentale, influenza di conseguenza le
TC01 0.88 0.798 b 1.00-1.17
(Num/Exp) [-] 1.13
deformazioni locali, che saranno minori.
Così come nel test sperimentale, anche nel TC02 0.58 0.124 b 1.17 a
0.39
modello numerico il superamento del limite di TC03 1.00 0.601 b 0.89-1.00 0.90
deformazione a compressione del 2‰ rappresenta TC04 1.27 0.541 b 1.13-1.27 0.89
un buon criterio di rottura. Infatti questo è TC05 1.06 0.482 b 1.06b 1.18
oltrepassato solo nell’ultimo ciclo, e TC06 0.65 0.306 b 0.74-0.86 1.40
immediatamente dopo lo spostamento fuori piano TC07 0.73 0.398 b -c
inizia a crescere rapidamente, decretando la rottura TC08 1.33 0.771 b 0.97-1.07 1.07
fuori piano. TC09 0.75 0.399 b 0.86-1.00 1.72
Inoltre, in Figura 9b sono illustrate le TC10 0.81 0.338 b 1.08-1.30 1.63
deformazioni in corrispondenza dell’armatura TC11 0.81 0.338 b 1.08-1.30 1.34
rispetto allo spostamento fuori piano, da TC12 0.81 0.338 b -d
confrontare con la Figura 6a. In analogia con Average: 1.05 1.17
quanto evidenziato in sezione 2.4, anche nel CoV: 0.15 0.33
modello numerico le barre longitudinali fungono Per le note si faccia riferimento alla Tabella 2.
da perno attorno cui le parti al di sopra e al di sotto
della fessura ruotano, mantenendo pertanto una
deformazione costante. 4 CONCLUSIONI
Questa memoria tratta l’instabilità fuori piano
3.3 Confronto con l’intera campagna che può verificarsi in pareti sottili di calcestruzzo
sperimentale armato, intendendo quel meccansimo fuori piano
Il modello numerico è stato utilizzato per che si può sviluppare quando la regione di bordo
simulare la risposta di tutte le unità di prova della parete è soggetta a grandi deformazioni di
testate, e i risultati sono mostrati in Tabella 4. trazione a causa dell’azione sismica, venendo
Come si può evincere da un diretto confronto successivamente sollecitata a compressione
con i risultati sperimentali, il modello numerico in quando la direzione del sisma si inverte.
generale stima una deformazione critica molto I risultati di una campagna sperimentale su
prossima a quella sperimentale (media della dodici colonne—rappresentative della zone di
deformazione predetta su quella sperimentale estremità di pareti rinforzate con un solo strato di
uguale a 1.05, con un coefficiente di variazione di armatura—soggette a carico assiale ciclico sono
0.15). Per quanto riguarda il massimo spostamento stati brevemente presentati. L’analisi dei dati ha
fuori piano che può essere recuperato, questo, permesso di identificare importanti peculiarità
invece, viene in generale sovrastimato nelle dell’instabilità di sezioni rinforzate con un solo
simulazioni numeriche (media dello spostamento strato di armtura rispetto a quelle con due strati
laterale predetto su quello sperimentale uguale a classicamente studiate.
1.19).

SG05-60
Infine è stato presentato un modello a elementi the 2010 Maule, Chile Earthquake. Report, National
Institute of Standards and Technology, U.S. Department
finiti per valutare la vulnerabilità a rottura fuori of Commerce.
piano degli elementi di estremità di una parete, Parra, P.F., 2016. Stability of reinforced concrete wall
mostrandone la capacità di riprodurre la risposta boundaries. PhD Thesis, University of California,
delle unità testate sia a livello globale che, più Berkeley, U.S.
Paulay, T., and M.J.N. Priestley, 1993. Stability of ductile
rilevantemente, locale. structural walls. ACI Structural Journal 90, 385–392.
Rosso, A., J.P. Almeida, and K. Beyer. (2015). Instabilità
fuori piano globale di pareti sottili in calcestruzzo armato
RINGRAZIAMENTI soggette ad azioni sismiche. In XVI Convegno
Associazione Nazionale Italiana di Ingegneria Sismica,
Si ringraziano la Fondazione Swiss National Science per L’Aquila, Italia.
il supporto al primo autore e il Centro EPFL Cooperation & Rosso, A., J.P. Almeida, and K. Beyer, 2017. Numerical
Development per il finanziamento dei test sperimentali. simulation with fibre beam-column models of thin RC
columns under cyclic tensile-compressive loading. In
16th World Conference on Earthquake Engineering,
BIBLIOGRAFIA Santiago, Chile.
Rosso, A., J.P. Almeida, and K. Beyer, 2016. Stability of thin
Acevedo, C.E., A. Creagh, J.P. Moehle, et al., 2010. Seismic reinforced concrete walls under cyclic loads: state-of-the-
vulnerability of non-special boundary element of shear art and new experimental findings. Bulletin of
wall under axial force reversals. Report, Florida Earthquake Engineering 14, 455-484.
International University and University of California, Rosso, A., J.P. Almeida, R. Constantin, et al., 2014.
Berkley, U.S. Influence of longitudinal reinforcement layouts on RC
Arteta, C.A., J. Sánchez, R. Daza, et al., 2017. Global and walls performance. In Second European Conference on
local demand limits of thin reinforced concrete structural Earthquake Engineering and Seismology, Istanbul,
wall building systems. In 16th World Conference on Turkey.
Earthquake Engineering, Santiago, Chile. Rosso, A., L.A. Jimenez-Roa, J.P. Almeida, et al., 2017.
Chai, Y.H., and D.T. Elayer., 1999. Lateral stability of Cyclic tensile-compressive tests of thin concrete
reinforced concrete columns under axial reversed cyclic boundary elements with a single layer of reinforcement
tension and compression. ACI Structural Journal 96, 1– prone to out-of-plane instability. Submitted to Bulletin of
10. Earthquake Engineering.
Chrysanidis, T.A., and I.A. Tegos., 2012. The influence of Sritharan, S., K. Beyer, R.S. Henry, et al., 2014.
tension strain of wall ends to their resistance against Understanding poor seismic performance of concrete
lateral instability for low-reinforced concrete walls. In walls and design implications. Earthquake Spectra 30,
15th World Conference on Earthquake Engineering, 307–334.
Lisboa, Portugal. Taleb, R., M. Tani, S. Kono, et al., 2016. Performance of
Creagh, A., C. Acevedo, J.P. Moehle, et al., 2010. Seismic Confined Boundary Regions of RC Walls under Cyclic
performance of concrete special boundary element. Reversal Loadings. Journal of Advanced Concrete
Report, University of Texas at Austin and University of Technology 14, 108–124.
California Berkley, U.S. Vecchio, F.J., and M.P. Collins, 1993. Compression
D.M. 14/01/2008. Norme Tecniche per le Costruzioni. response of cracked reinforced concrete. Journal of
Cs.Ll.Pp., Decreto Ministeriale, Gazzetta Ufficiale, Structural Engineering 119, 3590–3610.
Italia. Welt, T.S., L.M. Massone, J.M. LaFave, et al., 2016.
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Internationale du Béton, Lausanne, Switzerland.
Goodsir, W.J., 1985. The design of coupled frame-wall
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Canterbury, Christchurch, New Zealand.
Hilson, C.W., C.L. Segura, and J.W. Wallace, 2014.
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Buckling in Reinforced Concrete Structural Wall
Boundary Elements. In Tenth U.S. National Conference
on Earthquake Engineering, Anchorage, Alaska.
Menegon, S.J., J.L. Wilson, E.F. Gad, et al., 2015. Out-of-
plane buckling of limited ductile reinforced concrete
walls under cyclic loads. In 2015 NZSEE Conference,
Rotorua, New Zealand.
Monti, G., and C. Nuti., 1992. Nonlinear Cyclic Behavior of
Reinforcing Bars Including Buckling. Journal of
Structural Engineering 118, 3268–3284.
NDI, 2009. Optotrak Certus HD, Northern Digital Inc.
http://www.ndigital.com/industrial/certushd.php.
NIST, 2014. Recommendations for Seismic Design of
Reinforced Concrete Wall Buildings Based on Studies of

SG05-61
ANIDIS 2017
PISTOIA

Dual-phase steel reinforcing bars for RC buildings in seismic prone areas:


selection and production
Silvia Caprilia, Walter Salvatorea, Renzo Valentinia, Cristiano Ascaniob
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, Largo Lucio Lazzarino, 56122 Pisa, Italy
b Ferriere Nord S.p.A., Zona Industriale Rivoli, 33010 Osoppo, Italy

Keywords: Steel reinforcing bars, Dual-Phase steel, ductility, corrosion, reinforced concrete structures

ABSTRACT
Several works in the past and recent scientific literature highlighted the durability problems of steel reinforcing bars
commonly used for RC buildings in seismic prone areas. Actual standards for constructions prescribe the adoption
of steel bars able to satisfy specific ductility requirements by means of limitations of the elongation at maximum
load (A gt ) and of the hardening ratio (R m /R e ), commonly “reflected” in the adoption of TempCore steel reinforcing
bars in RC constructions, able to provide good ductility performance towards moderate production costs, especially
if compared to Micro-Alloyed, Cold-Worked or Stretched steels.
Despite these aspects, in presence of aggressive environmental circumstances, TempCore bars undergo significant
reduction of the ductility capacity, under both monotonic and cyclic loading conditions, affecting the relative
seismic performance of sections, elements and, finally, of the whole structure. Two ways can be followed trying to
solve this problem: the first one, suggested in actual standards, can be defined as an ‘indirect’ solution, consisting
in the adoption of higher concrete classes, thicker concrete covers, or higher bars’ diameter; the other possibility
consists, otherwise, in the ‘direct’ avoidance/minimization of corrosion effects, adopting steel grades with
improved durability: Dual-Phase (DP) steels, actually adopted in the automotive sector, can then represent the
possible solution. In the present paper the first results of an experimental test campaign aiming to produce DP steel
reinforcing bars through the ‘modification’ of the traditional TempCore process and microstructure are proposed.

SG05-62
ANIDIS 2017
PISTOIA

Dual-phase steel reinforcing bars for RC buildings in seismic prone areas:


selection and production
Silvia Caprilia, Walter Salvatorea, Renzo Valentinia, Cristiano Ascaniob
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, Largo Lucio Lazzarino, 56122 Pisa, Italy
b Ferriere Nord S.p.A., Zona Industriale Rivoli, 33010 Osoppo, Italy

Keywords: Steel reinforcing bars, Dual-Phase steel, ductility, corrosion, reinforced concrete structures

ABSTRACT
Several works in the past and recent scientific literature highlighted the durability problems of steel reinforcing bars
commonly used for RC buildings in seismic prone areas. Actual standards for constructions prescribe the adoption
of steel bars able to satisfy specific ductility requirements by means of limitations of the elongation at maximum
load (A gt ) and of the hardening ratio (R m /R e ), commonly “reflected” in the adoption of TempCore steel reinforcing
bars in RC constructions, able to provide good ductility performance towards moderate production costs, especially
if compared to Micro-Alloyed, Cold-Worked or Stretched steels.
Despite these aspects, in presence of aggressive environmental circumstances, TempCore bars undergo significant
reduction of the ductility capacity, under both monotonic and cyclic loading conditions, affecting the relative
seismic performance of sections, elements and, finally, of the whole structure. Two ways can be followed trying to
solve this problem: the first one, suggested in actual standards, can be defined as an ‘indirect’ solution, consisting
in the adoption of higher concrete classes, thicker concrete covers, or higher bars’ diameter; the other possibility
consists, otherwise, in the ‘direct’ avoidance/minimization of corrosion effects, adopting steel grades with
improved durability: Dual-Phase (DP) steels, actually adopted in the automotive sector, can then represent the
possible solution. In the present paper the first results of an experimental test campaign aiming to produce DP steel
reinforcing bars through the ‘modification’ of the traditional TempCore process and microstructure are proposed.

of curvature µ χ =χ u /χ y ) and to the material


ductility (i.e. by means of strain µ ε =ε u /ε y ); this
1 INTRODUCTION highlights how the ductile behaviour of the steel
Reinforced Concrete (RC) buildings in seismic material directly influences the global structural
areas are nowadays designed following the performance of the construction itself.
capacity design approach (D.M.14/01/2008, The satisfaction of minimum requirements of
EN1998-1:2005, FEMA356): the development of the mechanical parameters, such as yielding and
high inelastic deformations in correspondence of tensile strength (R e and R m ), elongation at
specific ‘ductile/dissipative’ regions – i.e. the maximum load (A gt ) and hardening ratio (R m /R e )
ends of beams and columns in the case of is imposed by technical standards: in this sense,
Moment Resisting Frames (MRF) – can allow the Annex C of Eurocode 2 (EN1992-1-1:2005)
achievement of a global dissipative mechanism defines three different ductility classes for bars
able to satisfy the seismic displacement (respectively called A, B and C) characterized by
requirements without the exhibition of significant increasing levels of minimum A gt and R m /R e ,
losses of strength and stiffness. while Eurocode 8 (EN1998-1:2005) limits the
The dissipative capacity of the building - employment of class B to buildings realized in
structural ductility µ d , (i.e. the global capacity to Medium Ductility Class (MDC), consequently
deform beyond the elastic limit without imposing a minimum ductility of reinforcements
unexpected brittle failures), is strictly related to for the constructions in seismic areas.
the element ductility (i.e. by means of rotation The above mentioned design prescriptions
µ θ =θ u /θ y ), to the section ductility (i.e. by means reflect into a large variety of steel grades – with
different levels of R e , A gt , R m /R e – whose

SG05-63
production is ruled by so many different national classes, thicker concrete covers, reinforcements
standards that the attempt of a European with higher uncorroded properties and/or higher
harmonization of requirements, as already diameters as suggested in (Caprili et al. 2015) and
foreseen by the revision of EN10080:2005, for (Apostolopoulos et al. 2014), actual trends in the
what concerns both strength/ductility classes and current scientific literature are directed to directly
testing procedures, becomes a clear need. avoid corrosion initiation and propagation and, at
The most diffused typology of steel the same time, to select opportune materials less
reinforcements in the European scenario, able to exposed to durability problems.
respect what imposed by design standards, is Basing on the these considerations, during the
TempCore steel. The TempCore production last years the scientific interest in the possibility
process, characterized by two following phases of to adopt Dual-Phase (DP) steels for steel
quenching and tempering, provides good reinforcements strongly increased (Maffei et al.
mechanical characteristics and weldability 2007; Salvatore et al. 2007). Dual-Phase steels,
towards moderate production costs, especially if commonly used for the automotive sector, are
compared, for example, to Micro-Alloyed steels, characterized by excellent ductile properties and
where the addition of alloy elements (i.e. improved durability performance towards
Vanadium, Molybdenum, etc.) obviously corrosion due to their specific microstructural
increases the economic impact. configuration, showing the co-existence of a
Despite its large employment in the field of Ferrite matrix in which Martensite is directly
civil engineering, recent works in the current embedded. Preliminary investigations concerning
literature (Apostolopoulos et al. 2007; the use of DP steels in RC structures were
Apostolopoulos et al. 2008; Al Hashemi et al. executed (Salvatore et al. 2007), showing the
2007; Caprili and Salvatore 2015) evidenced the improved performance of RC sections in terms of
durability problems of TempCore steel, moment-curvature (M-χ) relationship, being
characterized by relevant drops of ductility and curvatures higher and less localized (i.e. more
dissipative capacity if exposed to aggressive spread) than in the case of sections reinforced
environmental conditions (corrosion phenomena). with TempCore steel.
The decrease of the strength, as widely described The main factors that, otherwise, limit the
in (Caprili et al. 2015), was otherwise, less employment of DP steel bars in the field of civil
significant. The analysis of the results of engineering are, from one side, the not direct
experimental data on a representative sample of possibility to produce such kind of steel grade
corroded bars allowed the correlation among using actual industrial plants (i.e. a ‘production’
Performance Indicators (mechanical parameters) aspect) and, from the other side, the need to
and Corrosion Damage Indicators (i.e. mass loss, modify/adapt actual design codes to allow the
erosion rate, pit depth), estimating the reduction design of RC sections and elements with steels
of mechanical properties after the exposure, for a characterized by a not-defined yielding stress-
certain period, to aggressive environmental strain curve (typically characterizing DP steels),
conditions such as the ones defined according to that means, not respecting the actual limitations
Eurocode 2 (EN1992-1-1:2005). The results of R m /R e imposed by Eurocodes and National
concerning TempCore steel confirmed a standards.
significant decrease of ductility if exposed to In the main context of the European research
carbonation and/or localized corrosion project NEWREBAR “New Dual-Phase steel
phenomena (Caprili et al. 2015; Apostolopoulos reinforcing bars for enhancing capacity and
et al. 2014). durability of anti-seismic moment resisting
In a more general way, corrosion attack frames” (2015-2019), funded by the Research
reflects on a global reduced structural Fund for Coal and Steel (RFCS) of European
performance of RC buildings, due to the decrease Commission, a deep study concerning the
of the mechanical properties of materials, behaviour of DP steel reinforcing bars and their
including both reinforcing steel and concrete possible production and application to civil
(Caprili and Salvatore 2015; Caprili et al. 2015; engineering is actually ongoing.
Berto et al. 2012; Braga et al. 2015), to the NEWREBAR research project pursues, more
reduction of the cross section of steel bars and to in details, two main objectives: the first, that can
the cracking and spalling of the concrete cover, be considered as a ‘short-term’ objective, aims at
with the following loss of bond between concrete producing DP steels fulfilling actual European
and steel bars (Apostolopoulos et al. 2014). design standards’ requirements but improved
Despite the possible overcoming of such towards seismic performance and structural
problems through the adoption of higher concrete durability, consequently directly usable as

SG05-64
reinforcing elements for RC buildings. The in the density of the mobile dislocations in
second objective, a ‘medium-term’ objective, correspondence to the Ferrite–Martensite
aims at characterizing DP steels with optimal interface. The particular mechanical behaviour of
mechanical and durability performance even if the DP steel stems precisely from the formation
not fulfilling Eurocodes’ indications, for which, of a two-phase Ferrite–Martensite structure.
specific guidelines need to be elaborated. Such characteristics yet aroused a great
In the present paper, first, absolutely interest, especially in the automotive industry,
preliminary, results obtained in the project are beginning in the 1970s when the worldwide oil
presented. crisis compelled manufacturers to produce lighter
vehicles to reduce fuel consumption. The use of
DP steel allows the design with thinner structural
2 DUAL-PHASE STEEL PRODUCTION elements because of its high mechanical
resistance and easy workability, increasing, at the
2.1 Main features of DP steel bars same time, their impact resistance thanks to its
considerable toughness. Several studies were then
developed to analyse specific characteristics of
Dual-Phase steels are characterized by a DP steels, such as tensile properties and
composite microstructure, made up of a ductile deformation behaviour, while other properties did
Ferrite matrix in which a second hard Martensite not receive the same attention due to a limited
phase is embedded (Figure 1a), in a proportion of interest for the steel sheets application: this was
about 20% by volume. The Martensite phase the case, for example, of Low-Cycle Fatigue
provides the strengthening effect while the soft (LCF), fundamental to assess the seismic
matrix ensures high formability. Other phases, resistance of RC structures.
such as Bainite, Perlite and residual Austenite As a consequence, in the framework of
may also be present in small quantities. The NEWREBAR research project, the attention was
difference from usual composite materials is that mainly focused on the possibility to produce DP
in DP steels there is no interface between the steels using/adapting the actual industrial plants
matrix and the reinforcing structure; thanks to allowing the introduction of more performing,
this particular feature, dislocations can move durable and ductile steels in the field of civil
freely in Ferrite and are blocked on Martensite engineering (for example looking at the
islands. seismic/cyclic behaviour).
DP microstructure can be produced mainly
through two different processes: as-rolled or by
intercritical annealing (in alpha-gamma α-γ
field) after cold-rolling (Figure 1b). All actual
literature data are related to DP bars produced in
batch process, by means of intercritical quench of
hot rolled bars. In the worldwide scenario, DP
bars (and, in general, DP long products) are not
yet produced by continuous process: although the
batch process is able to produce the desired a)
microstructure, it is actually not economically
advantageous. This is the main reason that limits
the use of DP steel for civil constructions.
The thermal treatment applied, according to
what presented in the current scientific literature,
consists of a first heating stage within the
intercritical region (where nucleation occurs in
the Ferrite matrix) of Austenite with a greater
than nominal carbon content, followed by a rapid
cooling stage, promoting the transformation of
the Austenite into Martensite (Salvatore et al.
2007; Dossett and Totten 2013; Caprili et al.
b)
2017). The intercritical quenching process creates Figure 1. a) Scheme of Martensite islands in a matrix of
a harder phase into the Ferrite matrix, which Ferrite in a typical DP microstructure, b) hot rolling
causes (in part due to the considerable volume processing routes for the production of DP steels.
differences) high residual stresses and an increase

SG05-65
2.2 Selection of optimal chemical compositions values of range, Table 1) were simulated getting
the relative state diagram (Figure 2) and
One of the main aims of NEWREBAR
estimating the volume fraction and Carbon
research project consists in the production of DP
content of the two phases, when the steel is
steels starting from what actually present in the
subjected to intercritical austenitization treatment
European scenario, concerning chemical
in a temperature range between 740°C and 840
compositions, production processes, mechanical
°C (i.e. in the α-γ field).
properties and so on. As first possibility, it was
The different intercritical austenitization
studied and analysed the application of a specific
temperatures allowed to obtain microstructures
thermal process able to ‘modify’ TempCore steel
with quite different phase fractions and,
into DP steel using for example the intercritical
consequently, different mechanical properties.
quenching, as suggested by actual literature.
The two most influencing chemical components,
The chemical compositions of steel reinforcing
as expected, were Manganese (Mn) and Silicon
bars actually produced at European level –
(Si). Manganese (Mn) is the fundamental element
according to information collected by the steel
in DP, added to increase Austenite fraction
producers partners of NEWREBAR project – were
promoting adequate hardenability, necessary for
then deeply investigated to select the range of
Martensite formation during the rapid cooling
variability of main components’ amount (C, Mn
stage (i.e. quenching); Silicon (Si), on the other
and Si) needed to achieve DP microstructures.
hand, is useful to increase the strength of solid
Numerical simulations using ThermoCalc®
solution and the ductility of Ferrite phase,
software were executed to evaluate the influence
inhibiting the precipitation of cementite at the
of the intercritical austenitization treatment
Ferrite–Martensite interface during the water
temperature (i.e. ‘intercritical temperature’) on
cooling stage.
low carbon DP steels. Various chemical
compositions (maximum, medium and minimum
Table 1. Chemical composition used for ThermoCalc® simulations.
Chemical composition type C (%) Mn (%) Si (%) P (%) S (%) Cu (%) N (%)
Min 0.08 0.35 0.12 - - - -
A
Max 0.12 0.55 0.20 0.035 0.045 0.50 0.012
Min 0.16 0.60 0.12 - - - -
B
Max 0.20 0.70 0.20 0.035 0.045 0.50 0.012
Min 0.18 0.95 0.15 - - - -
C
Max 0.22 1.05 0.25 0.045 0.045 0.60 0.012
Min 0.18 1.20 0.20 - - - -
D
Max 0.22 1.30 0.30 0.045 0.045 0.60 0.012
Min 0.06 1.40 0.80 - - - -
E(1)
Max 0.08 1.50 0.90 0.02 0.02 0.10 0.009

The carbon content (C γ ) formed in the The Carbon content of Martensite, determining
Austenite following heating in the intercritical its hardness and shape, depends on the nominal
field, responsible for the hardenability of the content of the base steel and the intercritical
phase in the following cooling stage of quenching temperature.
quenching, was evaluated through the lever rule Basing on the results of simulations on DP
as presented by Equation (1): chemical compositions presented in Table 1,
three intercritical temperatures, respectively equal
Cbase = Cγ ⋅ γ % + Cα ⋅ α % (1) to 740, 760 and 780°C, were selected to achieve
Being C base the Carbon content in the base different Martensite volume fractions ranging
steel, C α the weight percentage of Carbon in the α from about 5 % to 30 %.
phase, γ% the Austenite content and α% that of
the Ferrite in the intercritical field.
Due to the absence of diffusion processes
during the phase transformation, the chemical
composition of the Martensite is identical to that
of the Austenite from which it is formed.

SG05-66
cycle, was first determined to achieve DP
microstructures starting from a Thermex (i.e.
TempCore) process. The first selected thermal
treatment, representing an intercritical quenching
and in the following called “Cycle 1” can be
summarized in the following steps (Figure 3):
1. After the industrial Thermex process (i.e.
TempCore = austenitization + quenching) the
specimens shall be prepared with length
equal to 600 mm (length needed for the
execution of mechanical tests and compatible
to the laboratory facilities for the application
of the thermal cycle).
a)
2. The specimens shall be introduced and
maintained in the laboratory furnace at the
prescribed intercritical temperature (i.e.740,
760 or 780°C) for 1.0 h.
3. After Step 2, the intercritical quenching shall
be applied: the specimens are introduced in a
container with water kept at controlled
temperature (10-35°C) and then removed
from the water after about 10 minutes.

The effects of the application of the selected


thermal process on each of the chemical
compositions previously selected (types A, B, C,
b) D and E) were investigated through the execution
Figure 2. State diagrams coming from ThermoCalc
simulations: a) effect of Mn on state diagram for steel type
of experimental tensile tests aiming at evaluating
D - Mn = 1.20 ÷ 1.30 %, b) effect of Si on state diagram for the performance of selected steels.
steel type D - Si = 0.20 ÷ 0.30 %. For example, Table 2 shows the results
obtained on DP bars after the application of
thermal Cycle 1 with intercritical quenching
2.3 Selection of the thermal cycle and
temperature equal to 740°C.
preliminary results obtained
Basing on the numerical simulations executed
using ThermoCalc software, a specific thermal
Table 2. Mechanical properties of selected DP steels after quenching at 740°C (Cycle 1).
Cast D Dev. mass Re Rm R m /R e A gt Bend test
Type
nr. (mm) (%) (MPa) (MPa) (-) (%) (pass/fail)
9076/15 A 16 -1.2 326 588 1.80 16.3 Pass
8929/15 B 16 -1.8 389 779 2.00 10.4 Pass
8254/15 C 16 -2.2 446 889 1.99 5.2 Pass
8977/15 D 16 -2.1 500 1008 2.02 4.0 Fail*

As visible from the above table, some following considerations were then executed for
problems were revealed especially for what the different steel types:
concerns the desired levels of ductility, in terms − In the case of DP steels A and B (DPA,
of R m /R e (higher with respect to the values of DPB), the yield strength R e was too low if
Eurocode 8) and A gt (lower, especially for steel compared to an ordinary reinforcing steel,
grades C and D with respect to TempCore). The according to what required by EN1998-

SG05-67
1:2005 and D.M.14/01/2008, that is device (i.e. first bending 90°, ageing 100°C for
around 450-500 MPa. To increase the 30’ and then re-bending 20°). Table 3, just to
yield strength R e to at least 400 MPa, a make an example, shows the results obtained for
stretching process shall be applied, DPC after the application of the thermal cycle
adopting an imposed deformation between presented in Figure 4.
1% and 2% in order to reach this target

Temperature
without significant loss of ductility. A3 Intercritical range
− In the case of DP steels C and D (DPC,
A1
DPD), the tensile strength R m was too
high and the ductility too low, resulting in
very high hardening ratio. A tempering
process with temperature between 400°C
and 600°C shall be then applied. In this
case, the thermal cycle adopted is Time
represented in Figure 4, in the following Figure 3. Preliminary thermal cycle selected for the
named as “Cycle 2”. production of DP bars after Thermex process (cycle 1).
The stretching process (DPA and DPB) was
applied with a laboratory tensile machine

Temperature
adopting the imposed deformation. A3 Intercritical range
The tempering process (DPC and DPD) was
A1
applied with the same furnace used for the Tempering

quenching. The specimens were kept in the


furnace at the prescribed temperature (400°C and
600°C) for 1.0 h and then removed and cooled in
still air (15°C). Artificial ageing (with
temperature between 100°C and 300°C) was also Time
applied in the case of DPA (not tempered) Figure 4. Modified thermal cycle with last application of
Bending tests were carried out with laboratory Tempering process for DP steel types C and D (cycle 2).

Table 3. Mechanical properties at different conditions (DPC).


φ Re Rm R m /R e A gt Bend test
Test conditions
mm MPa MPa - % pass/fail
740°C x 1h + quenching 16 446 889 1.99 5.2 Pass
760°C x 1h + quenching 16 469 956 2.04 7.6 Pass
780°C x 1h + quenching 16 467 943 2.02 6.3 Pass
16 538 624 1.16 14.9 Pass
760°C x 1h + quenching + tempering 600°C x 1h
16 530 629 1.19 13.8 Pass
16 619 799 1.29 4.7 Pass
760°C x 1h + quenching + tempering 400°C x 1h
16 598 775 1.30 4.9 Pass
16 535 639 1.19 11.2 Pass
760°C x 1h + quenching + tempering 600°C x 1h
16 539 639 1.19 12.3 Pass
16 531 627 1.18 13.1 Pass
780°C x 1h + quenching + tempering 600°C x 1h
16 536 632 1.18 14.2 Pass

Stating the results obtained in this preliminary following “Type F” (DPF) was added on the base
phase, experimental tensile tests were then of specific discussions with industrial expert
executed on opportune steel reinforcing bars metallurgists.
directly produced by Ferriere Nord (partner of of As visible from Figure 4, the results obtained
NEWREBAR project) starting from a typical were aligned, for the mechanical properties, with
TempCore production with the application of the TempCore bars; looking at the microstructural
specific selected thermal process. In particular, aspects, on the other side, it was observed that the
Table 4 shows the effective chemical presence of the external Martensite layer, strongly
compositions of the samples adopted; as visible, affecting the durability performance of steel bars,
an additional chemical composition called in the was still evident (Figures 5 and 6).

SG05-68
Table 4. Chemical compositions of produced casts for transformation into DP steels.
Cast ID C M Si P S Cr Ni Mo Cu V N C eq
% % % % % % % % % % % %
9076/15 A 0.09 0.5 0.17 0.015 0.012 0.1 0.13 0.03 0.35 0 0.009 0.23
8929/15 B 0.17 0.78 0.16 0.014 0.013 0.07 0.22 0.05 0.28 0 0.012 0.36
8254/15 C 0.18 1.01 0.21 0.035 0.017 0.1 0.12 0.02 0.35 0 0.011 0.4
8977/15 D 0.21 1.27 0.29 0.025 0.021 0.08 0.12 0.02 0.31 0 0.009 0.47
1760/16 E 0.1 1.14 0.12 0.015 0.01 0.04 0.05 0.01 0.14 0 0.011 0.31
2048/16 F 0.15 1.01 0.2 0.019 0.031 0.07 0.13 0.03 0.35 0 0.012 0.37
Table 5. Example of results executed on DPC after intercritical quenching at 780°C and following tempering process.
TAG R e (MPa) R m (MPa) R m /R e (-) A gt (%) A (%)
DPC-16-T2-TENS-3 544.64 634.76 1.17 12.32 26.75
DPC-16-T3-TENS-1 571.86 677.06 1.18 10.34 22.38
DPC-16-T3-TENS-2 531.58 636.25 1.20 8.42 22.5
DPC-16-T3-TENS-3 541.02 632.9 1.17 8.12 24.32

700 and then immediately put in water tank at room


Stress [MPa]

T3=780°C temperature until the reaching of the total


600
cooling. An intercritical quenching was finally
500
applied. The ‘annealing’ process (note that this
term is not fully appropriate for this kind of
400 treatment) with high temperatures completely
destroyed the TempCore effects finally obtaining
300
the typical DP microstructure, usually associated
200 to a not-defined yielding stress-strain curve.
DPC-16-T3-TENS-1 Cycle 3 was then able to produce DP steels
100 DPC-16-T3-TENS-2 satisfying the ‘medium-term’ objective of the
DPC-16-T3-TENS-3
0
project. To achieve the ‘short-term’ objective,
0 5 10 15 20 that is to obtain a more performing steel with
Strain [%]

Figure 5. Stress-Strain diagrams from tensile tests on DPC


improved durability but mechanical properties
(example for intercritical T=780°C and following aligned with actual European requirements,
tempering process – cycle presented in Figure 3). obtained specimens coming from Cycle 3 were
finally tempered (600°C for 1h), achieving high
values of the mechanical properties and keeping,
moreover, a defined yielding stress-strain curve
(this last thermal process is known as ‘Cycle 4’).
Temperature

A3 Intercritical range

A1
Figure 6. Photomacrograph of a cross and longitudinal
section, for DPC, intercritical temperature 780ºC, 2% Nital
etching solution and photomicrographics for the surface and
core of the material.
Stating the obtained results, a modification of Time
the applied thermal cycle was then needed and Figure 7. Thermal Cycle 3 (900/1000°C+intercritical
cycle (named, in the following ‘Cycle 3’), the quenching).
original specimens (coming from Thermex
process) were firstly kept in the furnace at high
temperature (around 900-1100°C) for 1.0 hour

SG05-69
Temperature Similar considerations can be executed in the
A3 case of DPC-lab steel reinforcing bars,
Intercritical range
characterized by the ‘traditional’ not-defined
A1 yielding stress-strain curve (Figure 9) with values
Tempering

of A gt around 18% and hardening ratio R m /R e


equal to 2.04, higher than what foreseen by
European standards.
It worth to be noted that the ‘annealing’
Time process with temperature equal to 900/1100°C
Figure 8. Thermal cycle 4 (900/1000°C+intercritical applied for at least 1 hour (in laboratory)
quenching+ final tempering).
completely destroyed the effects of the lamination
process but, at the same time, strongly affected
the mechanical performance of considered steels,
3 MECHANICAL TESTS ON PRODUCED with the decrease of yielding and tensile strength
DUAL-PHASE SPECIMENS due to the strong increase of the grain size.
A lower time of exposure to high temperature
Experimental tests were then executed on can lead, at the same time, the complete removal
produced specimens following the prescriptions of the original TempCore process and of the
of EN15630-1:2010; in this way, it was possible effects of lamination and, meanwhile, the
to assess the efficiency of the proposed thermal generation of small size grains connected to
processes on the selected chemical compositions. higher mechanical performance. As visible (Table
The results of monotonic tensile tests are 6), values of tensile strength up to 800 MPa with
summarized in the tables below, comparing R p0.2 equal to about 400 MPa can be achieved,
obtained data with the behaviour of TempCore resulting in a hardening ratio of about 2.05;
reinforcing steels B500B and B450C. Figure 9, values of ductility - A gt around 16% are
Figure 10, Figure 11 and Table 6 briefly observed. A valid possibility can be then the
summarize the results of experimental tests. application of an induction quenching, allowing
Results presented are related to ‘DPF’ specimens to reach high temperatures through reduced
(steel bars with chemical composition F produced exposure times; experimental investigations are,
following Cycle 4 through an industrial process ) at the moment, actually ongoing.
and to ‘DPC-lab’ specimens (steel bars with Table 6. Average values of the mechanical properties of
chemical composition C produced in laboratory reinforcing steels DP and TempCore from tensile tests.
following Cycle 3). Specimen R e [MPa] R m [MPa] R m /R e [-] A gt [%] A 5 [%]
Both in the case of DPF and DPC-lab, optimal DPF 449.4 564.8 1.26 16.3 30.5
values of mechanical properties were achieved. In
DPlab 391.8 799.4 2.04 18,6 24.0
particular, DPF (Figure 11) satisfies the ‘short-
term’ objective while DPC-lab (Figure 9) pursues B500B 560.7 653.6 1.17 11.7 23.6
the ‘medium-term’ one. B450C 517.1 613.2 1.19 13.6 27.6
DPF shows excellent ductile performance in
terms of A gt , with values around 16% respect to
the average value of 10% of TempCore and,
moreover, a stable cyclic behavior, as revealed
through the execution of preliminary low-cycle
fatigue tests. In this case, the values of the
yielding and ultimate strengths lower than the one
of TempCore, resulted in a lower amount of the
total dissipated energy, anyway not associated to
a more brittle behavior of the specimens. The
ductility requirements of actual European design
standards concerning minimum values of A gt and
hardening ratio R m /R e , are, moreover, respected
Figure 9. Experimental stress-strain diagrams for: a) DPC-
allowing a direct employment of this kind of DP lab specimens (Cycle 3 – medium term objective).
bars for constructions.

SG05-70
and durability point of view and that are
immediately usable being aligned with the
prescriptions of actual design standards
concerning hardening ratio (i.e. that do not need
opportune new design rules), DPF steel coming
from the thermal Cycle 4 can be used,
investigated and analysed.
To pursue the ‘medium-term’ objective of the
project, that is to achieve the production of
reinforcing DP steels with improved performance
from the mechanical and durability point of view
even if not aligned with actual standards, the
thermal Cycle 3 shall be used applying induction
quenching. As visible, since it is necessary to
completely delete the TempCore effects, the
achievement of high temperatures is needed with
reduced exposure times, to avoid the increase of
the grain size and the following decrease of the
mechanical properties. Investigations about this
process are actually ongoing.

AKNOWLEDGEMENTS

Figure 10. DPC-lab produced according to the thermal The preliminary results presented in the paper
cycle (900/1000°C+ intercritical quenching). have been developed within the framework of the
European Research project NEWREBAR “New
Dual-Phase steel reinforcing bars for enhancing
capacity and durability of anti-seismic moment
resisting frames” (2015-2019), funded by the
Research Fund for Coal and Steel (RFSR-CT-
2015-00023). The Authors would like to thank all
the partnership for their contribution.

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NTC 2008 Norme tecniche per le Costruzioni. Gazzetta
Ufficiale n. 29, February 4, 2008, Suppl. Ordinario n.30,
Italy. (in Italian).
Saetta, A., Scotta, R., Vitaliani, R. 1998. Mechanical
behavior of concrete under physical-chemical attacks.
Journal of Engineering Mechanics, 124(10), 1100-1109.
Salvatore, W., Buratti, G., Maffei, B., Valentini, R. 2007.
Dual-phase steel rebars for high-ductile r.c. structures,
Part 2: Rotational capacity of beams. Engineering
Structures, 29, 3333-3341.
Salvatore, W., Caprili, S., Braconi, A., Finetto, M., Bianco,
L., Ascanio, C., Moersch, J., Apostolopoulos, C.A.,
Ferreira Pimenta, G. 2015. Effects of corrosion on low-
cycle fatigue (seismic) behaviour of high-strength steel
reinforcing bars (Rusteel) - RFSR-CT-2009-00023 -
Technical Steel Research Series, European Commission
- Directorate General for Research, Bruxelles.
UNI EN 1992-1-1:2005, 2005. Eurocode 2 (Annex C) -
Design of concrete structures - Part 1-1: General rules
and rules for building.

SG05-72
ANIDIS 2017
PISTOIA

Reinforced Concrete structures with Dual-Phase steel reinforcing bars

Silvia Caprilia, Nicola Mussinia,Walter Salvatorea, Renzo Valentinia, Cristiano Ascaniob


a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, Largo Lucio Lazzarino, 56122 Pisa.
b
Ferriere Nord S.p.A., Zona Industriale Rivoli, 33010 Osoppo, Italy

Keywords: Reinforced concrete structures, ductility, Dual-Phase steel, seismic behaviour

ABSTRACT
Dual-Phase (DP) steels are characterized by excellent ductility performance and high durability towards aggressive
environmental conditions, due to their particular microstructure in which the Martensite phase is directly embedded
in the Ferrite core. Nowadays, DP steel is mainly realized into plate products (e.g. sheets or plates) used in the
automotive sector, while its application in the field of civil engineering is limited due to the economic disadvantage
of producing DP bars (and, in general, DP long products) through a continuous process. Actually, the most
common way to obtain a DP microstructure is through the application of an intercritical annealing after cold-
rolling: all literature data are in fact related to DP bars produced in batch process, by means of intercritical quench
of hot rolled bars.
The good mechanical performance of DP bars and, in particular, the possibility to avoid/limit corrosion initiation
and/or propagation represent a valid alternative to the adoption of TempCore steel in reinforced concrete (RC)
constructions in seismic area, where the ductile properties of steel reinforcing bars directly influence the behaviour
of sections, elements and, finally, of the whole building. As widely evidenced in the current scientific literature,
TempCore steel reinforcing bars are affected by significant drops of ductility in presence of chlorides’ attack or
carbonation phenomena, situations that can be potentially solved through the employment of DP steels. The
presence of the typical not-defined yielding constitutive law, on the other hand, requires a deep study about the
design of RC structures with DP bars, since no regulations are nowadays provided by current standards. In the
present paper first, absolutely preliminary, results of numerical analyses concerning the behaviour of sections,
elements and simple frame structures reinforced with DP steels are presented, comparing them with what
commonly obtained when TempCore is used as reinforcing steel.

SG05-73
ANIDIS 2017
PISTOIA

Reinforced Concrete structures with Dual-Phase steel reinforcing bars


Silvia Caprilia, Nicola Mussinia, Walter Salvatorea, Renzo Valentinia, Cristiano Ascaniob
a
Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, Largo Lucio Lazzarino, 56122 Pisa.
b
Ferriere Nord S.p.A., Zona Industriale Rivoli, 33010 Osoppo, Italy

Keywords: Reinforced concrete structures, ductility, Dual-Phase steel, seismic behaviour

ABSTRACT
Dual-Phase (DP) steels are characterized by excellent ductility performance and high durability towards aggressive
environmental conditions, due to their particular microstructure in which the Martensite phase is directly embedded
in the Ferrite core. Nowadays, DP steel is mainly realized into plate products (e.g. sheets or plates) used in the
automotive sector, while its application in the field of civil engineering is limited due to the economic disadvantage
of producing DP bars (and, in general, DP long products) through a continuous process. Actually, the most
common way to obtain a DP microstructure is through the application of an intercritical annealing after cold-
rolling: all literature data are in fact related to DP bars produced in batch process, by means of intercritical quench
of hot rolled bars.
The good mechanical performance of DP bars and, in particular, the possibility to avoid/limit corrosion initiation
and/or propagation represent a valid alternative to the adoption of TempCore steel in reinforced concrete (RC)
constructions in seismic area, where the ductile properties of steel reinforcing bars directly influence the behaviour
of sections, elements and, finally, of the whole building. As widely evidenced in the current scientific literature,
TempCore steel reinforcing bars are affected by significant drops of ductility in presence of chlorides’ attack or
carbonation phenomena, situations that can be potentially solved through the employment of DP steels. The
presence of the typical not-defined yielding constitutive law, on the other hand, requires a deep study about the
design of RC structures with DP bars, since no regulations are nowadays provided by current standards. In the
present paper first, absolutely preliminary, results of numerical analyses concerning the behaviour of sections,
elements and simple frame structures reinforced with DP steels are presented, comparing them with what
commonly obtained when TempCore is used as reinforcing steel.

ratio, whose direct employment in RC buildings


in seismic area is conditioned by the building
1 INTRODUCTION structural ductility class that wants to be
TempCore steel bars are actually used as the achieved. For example, the Italian technical
most common reinforcing steel for Reinforced standard for constructions (D.M.14/01/2008)
Concrete (RC) structures in seismic areas, due to limits the adoption of steel bar of class ‘A’ (with
their good performance - for what concerns both minimum A gt equal to 2.5% and hardening ratio
mechanical strength and ductility - and to their higher than 1.05) only to stirrups, whose ductility
moderate production costs, especially if demand should be lower than the one of
compared to other steels (e.g. Micro-Alloyed longitudinal reinforcements.
ones, in which the addition of alloy elements TempCore reinforcing steel, as clearly
strongly increases the economic impact). revealed by the actual scenario of rebar
Actual design standards at National and production, is then commonly adopted for RC
International level prescribe the adoption of steel constructions. Despite its large employment,
grades able to satisfy specific ductility several studies in the current and past scientific
requirements, expressed in terms of elongation to literature strongly highlighted the durability
maximum load (A gt ) and hardening ratio (R m /R e ); problems of TempCore if exposed to aggressive
according to Eurocodes (EN1992-1:2005; environmental conditions, such as chlorides’
EN1998-1:2005) three ‘ductility classes’ are attack and carbonation process (Apostolopoulos
defined, characterized by increasing levels of et al. 2007; Apostolopoulos et al. 2008; Al
required A gt and specific ranges of the hardening Hashemi et al. 2007; Caprili and Salvatore 2015;

SG05-74
Caprili et al. 2015), causing a strong decrease of plate products; the second one concerns the need
ductility and more reduced decay of the strength to modify/improve actual design codes with
performance. A strong reduction of the A gt (i.e. technical models and guidelines able to allow the
the monotonic behaviour), with residual values adoption of steels characterized by a different
equal in some cases to the 50% of the un- constitutive relationship respect to the one on
corroded values, was revealed for exposure which codes are based. Typical DP steel present,
periods and laboratory-reproduced environmental in fact, a higher hardening ratio and
conditions aligned with the corrosion classes strength/ductility properties that are not aligned
foreseen by Eurocode 2 (EN1992-1-1:2005). This
with the limitations imposed by Eurocodes
condition is mainly due to the presence of the
external Martensite layer (also responsible of the (EN1992-1-1:2005; EN1998-1:2005), directly
good yielding and tensile strength of the material) related to the not-defined yielding stress-strain
on the rebar surface. curve typically describing its behaviour.
In a more general way, corrosion attack leads Basing on these consideration, in the
to a global reduced structural performance of RC framework of a European research project funded
buildings, due to the decrease of the mechanical by the Research Fund for Coal and Steel (RFCS)
properties of materials, including both reinforcing called “NEWREBAR - New Dual-Phase steel
steel and concrete (Caprili and Salvatore 2015; reinforcing bars for enhancing capacity and
Caprili et al. 2015; Berto et al. 2012; Braga et al. durability of anti-seismic moment resisting
2015), to the reduction of the cross section of frames” specific studies have been developed
steel bars and to the cracking and spalling of the (and are still ongoing) aiming to analyze the
concrete cover, with the following loss of bond benefits of adopting high ductility steels for RC
between concrete and steel bars (Apostolopoulos sections/elements and, finally, structures. The
et al. 2014). project, beside the investigation of the structural
Trying to solve such condition, during the last performance of RC buildings with DP steel
years several indirect solutions (for example the reinforcements, also pursues the objective of
increase of the cover thickness, of the concrete analyzing the possibility to produce DP bars
strength class and of the diameter) have been ‘adapting’ actual production process. The results
suggested, in agreement with what presented in in terms of production process are described in
actual standards. A valid alternative can be, (Caprili et al. 2017).
otherwise, the adoption of more performing In the present paper, taking into account the
materials directly avoiding (or limiting) the results discussed in the above mentioned work,
initiation/propagation of corrosion phenomena: first, absolutely preliminary results concerning
this the case, for example, of Dual-Phase (DP) the behaviour of RC sections, elements and
steels. frames with DP steel reinforcing bars are
Dual-Phase steels, widely used in the discussed.
automotive industry, are characterized by
excellent ductile properties and improved
durability towards aggressive environmental 2 DUAL-PHASE STEEL SELECTION
conditions respect to the traditional reinforcing As already presented in (Caprili et al. 2017)
steels embedded in concrete (Keleştemur and preliminary simulations were executed - basing
Yıldız 2007); this is mainly due to their specific on data coming from steel reinforcements’
microstructural configuration, showing the co- producers involved in NEWREBAR project, in
existence of a Ferrite matrix in which Martensite order to select the optimal chemical compositions
is directly embedded. Preliminary investigations for the production of Dual-Phase bars. According
concerning the use of DP steels in RC structures to what presented in the current scientific
were executed by (Maffei et al. 2007), showing literature, specific investigations were carried out
the improved performance of RC sections in to determine the thermal cycles to be applied to
terms of moment-curvature relationship, with ‘traditional’ TempCore to provide them with a
curvatures higher and less localized than in the Dual-Phase microstructure. As discussed in
case of sections with TempCore rebars. (Caprili et al. 2017), it was necessary, before the
Actually, two main aspects limit the possible application of the intercritical quenching
application of DP steel in the field of civil temperature (in the range 740-780°C) to bring the
engineering: the first one is related to the specimens coming from Thermex process (i.e.
production process, nowadays foreseeing the quenching + tempering) to high temperatures
realization of DP steels mainly into sheets or (around 1000°C) to fully ‘destroy’ the external

SG05-75
Martensite layer, strongly affecting the durability
performance of the material.
Taking into account the two main objectives of
the NEWREBAR project, i.e. the determination
and production of two different typologies of DP
bars, the first one with mechanical properties
‘aligned’ with the actual requirements of design
standards concerning mechanical performance,
then immediately usable in the engineering
common practice and with improved durability
performance (‘short-term’ objective) and the
second one with improved mechanical and
durability performance even if not aligned with
actual design standards and then requiring the
elaboration of specific technical models and
design rules for application (‘medium-term’ Figure 1. Experimental stress-strain diagrams for: a) DPF
objective), the following stress-strain curves specimens (short term objective).
(Figure 1 and Figure 2) were selected. It’s The second typology of DP steel, in the
necessary to underline that studies concerning the following called DPC-Lab, with chemical
easier way to reproduce in actual plants the composition summarized in Table 1, shows
selected thermal processes presented in (Caprili et improved mechanical performance and a stress-
al. 2017) are actually ongoing.
strain curve characterized by a not-defined
The first typology of DP steel, in the following
yielding plateau (Figure 2), with hardening ratio
called DPF, with chemical composition
(about 2.0) not respecting actual Eurocodes’
summarized in Table 1, shows mechanical
limitation. The thermal process applied was the
properties and a stress-strain curve (Figure 1)
same of DPF except for the final tempering step.
aligned with what actually required by design
Moreover, to achieve the typical desired Dual-
standards in terms of ductility (A gt and R m /R e ),
Phase microstructure, it was needed to apply the
with yielding strength a little bit lower than what
initial high temperature in a short time range,
commonly used. This kind of DP steel has been
otherwise the mechanical properties are strongly
reproduced following a thermal cycle
reduced due to the increase of the grain size.
characterized by the first application of a high
temperature (around 1000°C) to delete the
Martensite layer coming from TempCore,
followed by an intercritical quenching (with
temperature equal to 740°C) and a final
tempering needed to achieve the satisfaction of
limitation imposed by Eurocodes for R m /R e .
Table 1. Chemical composition of produced casts (selected
for preliminary simulations).
Chemical element/composition C F
C [%] 0.180 0.150
Mn [%] 1.010 1.010
Si [%] 0.210 0.200
P [%] 0.035 0.010 Figure 2. Experimental stress-strain diagrams for: a) DPC-
lab specimens (long term objective).
S [%] 0.017 0.031
Cr [%] 0.100 0.070 This process was, in particular, applied in the
Ni [%] 0.120 0.130 Laboratory of the Department of Civil and
Mo [%] 0.020 0.030 Industrial Engineering (for the metallurgical
Cu [%] 0.350 0.350 aspects) of University of Pisa; actually, specific
V [%] 0.000 0.000 studies are ongoing trying to reproduce the same
N [%] 0.011 0.012 steps through an induction quenching and specific
C eq [%] 0.400 0.370 laboratories have been already involved.

SG05-76
The mechanical performance of Dual-Phase N Concrete model Steel model

selected steels, adopted for preliminary λ∗H f


For TempCore and DP-F (St)

Axial stress, σ
u

simulations, are summarized in Table 2, with f y


Esh

Axial stress, σ
ES

direct comparison with the values generally


obtained from TempCore steel reinforcements. Axial Strain, ε ε y ε p
A
gt
Axial Strain, ε

Table 2. Average values of the mechanical properties of h=50 cm


ρ=2%
Fiber section
Steel model

Axial stress, σ
For DP-C (Mt)
h ρst=0.7%
approach
reinforcing steels DP and TempCore from tensile tests.
concrete
steel bar cover

Specimen R e [MPa] R m [MPa] R m /R e [-] A gt [%] A 5 [%] concrete


core Axial Strain, ε
Fiber
section
DPF 449.4 564.8 1.26 16.3 30.5
DPC-lab 391.8 799.4 2.04 18,6 24.0
B500B 560.7 653.6 1.17 11.7 23.6
Figure 3. Scheme of the cantilever column considered in
B450C 517.1 613.2 1.19 13.6 27.6 the analysis and of material models adopted.

Section P1
3 INFLUENCE OF DUAL-PHASE STEEL 5Ø18 Ø8/5 (node)
Ø8/8 (bottom)
BARS ON THE PERFORMANCE OF RC 3Ø18
3Ø18 Ø8/10 (top)
Ø8/20 (out of c.z.)
STRUCTURE

3.1 Description of the adopted model 55


5Ø18
In order to evaluate the influence of DP 55
reinforcing steel bars on the structural Figure 4. Scheme of the transversal section with
performance of RC elements, a preliminary reinforcements.
investigation of the moment-curvature (M-χ) and
moment-rotation (M-θ) behaviour of typical RC The numerical simulations were performed
sections/elements was executed. using OpenSees software (Mazzoni et al. 2007);
The analysis of the structural performance of the column was modelled using a force-
sections, elements and, finally, bi-dimensional beam/column element, fully restrained on bottom
frames was executed with reference to the end, in order to effectively reproduce the
reinforced concrete case study buildings already response of cantilever columns.
designed and analysed in a previous research The cross-section of the column element was
project, following the assumptions presented in modelled with fiber cross-section adopting
(Braconi et al. 2014). It’s necessary to underline confined concrete fibers in the core, unconfined
that such case study buildings were designed concrete fibers in the cover region, and
following the actual requirements imposed by reinforcing steel fibers in appropriate locations, in
EN1998-1:2005, with additional reference to relation to the particular geometry of the section
Italian technical standards for Constructions itself. Each fiber was defined with appropriate
(D.M.14/01/2008), then adopting in the design stress-strain constitutive law.
traditional TempCore steel reinforcements For the concrete material, the Popovics
(B500C and B450C). material model (Popovics 1973) was used for
Preliminary simulations have been then concrete with values of strength and deformation
executed with reference to a cantilever column defined according to (Mander et al. 1998), in
with height equal to 2.50 m, square section 50x50 order to directly model the concrete compression
cm (Figure 3) and disposition of reinforcements crushing.
according to what presented in Figure 4. For steel reinforcing bars, two different stress-
An axial force was directly applied in strain constitutive laws were adopted: to represent
correspondence of the top of the column, with the mechanical behaviour of TempCore and DPF
ratio ν (applied axial force/compressive strength reinforcing steel bars (i.e. steels with defined
of the column) equal to 0.50. yielding plateau according to what foreseen by
The geometrical characteristics of the actual standards) were modelled using an elasto-
considered section are presented in Figure 4, for plastic law with hardening (Reinforcing steel
what concerns the disposition of longitudinal material as defined in Mazzoni et al. 2007). In
reinforcements and stirrups. particular, the mean values of the mechanical
characteristics, which were obtained from results
of experimental tests, were used.

SG05-77
The DPC-Lab reinforcing steel, characterized In order to investigate the behaviour under
by a not-defined yielding stress-strain curve, was cyclic/seismic behaviour, absolutely preliminary
modelled using the multilinear law material, with numerical simulations on the same element
parameters opportunely calibrated basing on presented in Figure 3 and Figure 4 were executed.
experimental data presented in the current The considered column was subjected to a cyclic
scientific literature. displacement loading history, similar to the
traditional ECCS45, opportunely calibrated in
3.2 Section’s and element’s behaviour order to achieve, after 10 cycles with increasing
Sections and elements were analyzed until the displacement, the point corresponding to the
ultimate limit state, mainly corresponding to the strong decrease of the bearing capacity as
rapid decrease of the strength due to the crushing presented in Figure 6 (for the monotonic
of the concrete in compression was reached. behaviour).
Figure 5 and Figure 6 show, respectively, the As visible from Figure 7(a-b), the cyclic
Moment-Curvature relationship and the Moment- behaviour of sections reinforced with traditional
Rotation diagram coming from the analysis of the TempCore steel reinforcements and with Dual-
considered elements adopting three different Phase DPF (‘short-term’ objective) is very
typologies of steel reinforcing bars (TempCore similar, with same levels of achieved rotation and
B500C, DPF and DPC-Lab). As visible, even if a similar shape of the executed cycles. This, that
big difference among the M-χ behaviour of can represent a not significant improvement from
section is not evident adopting the three different a mechanical point of view, shall be evaluated
typologies of steel reinforcements, significant with reference to the durability performance: DPF
variations can be appreciated in terms of M-θ of in fact is aligned with actual Eurocodes, but due
the column element, with apparently higher to its specific microstructure (Caprili et al.2017),
ductile performance in the case of DPC-lab, the the durability is improved.
one characterized by a not-defined yielding Looking at Figure 7c, the adoption of Dual-
plateau, confirming a wider distribution of plastic Phase type C is associated to a more ductile
deformations. behaviour, with higher values of the rotational
capacity, confirming what already observed for
the monotonic behaviour.

Figure 5. Comparison of the Moment-Curvature


relationships obtained for the considered section adopting a)
three different steels (TempCore, DPF and DPC-Lab).

b)

Figure 6. Comparison of the Moment-Rotation relationships


obtained for the considered column element adopting three
different steels (TempCore, DPF and DPC-Lab) for the
corresponding base section.

SG05-78
F F F F F F F F F F F F F F F F F F F F F F F F

350
P2
F F F F F F F F F F F F F F F F F F F F F F F F

350
P2
F F F F F F F F F F F F F F F F F F F F F F F F

350
P2
E F E E F E E F E E F E E F E E F E E F E E F E

350
P2
E F G G F G G F G G F E E F G G F G G F G G F E

500
P1

z
600 400 400 500 500 400 400 600
c) 3800

Figure 7. Preliminary results of cyclic Moment-Rotation y


relationships obtained using (a) TempCore, (b) Dual-Phase b)
DPF, (c) Dual-Phase DPC-Lab. Figure 8. a) Plan and b) general transversal section (plan x-
z) of the selected building.

3.3 Structural behaviour of frames


As first attempt, numerical simulations were
executed on a bi-dimensional Moment Resisting
Frame (MRF) structure, designed according to
what presented in (Braconi et al. 2014). The
frame is simply schematized in the figures below.
The case study structure is a commercial five-
storeys building designed for PGA equal to 0.25
g considering the prescriptions adopted for High
Ductility Class (HDC) buildings. Typical details
of sections and elements can be found in (Braconi
et al. 2014; Braga et al. 2015). Figure 9. Comparison of the Base shear/top displacement
For the modelling of the RC sections and curves coming from pushover analysis on the same MRF
elements, the same approach presented in the structure adopting three different typologies of steel
previous paragraphs was adopted (force-beam reinforcing bars.
column elements with fibre sections, constitutive As visible, no big differences were determined
laws for concrete and steel reinforcements as in the ‘global’ behaviour of the structures
previously discussed). adopting the three different types of steel
Figure 9 presents the preliminary results, in reinforcing bars. Anyway, it is worth to be noted
terms of base shear/top displacement curve that the design of the frames was executed, at this
coming from the execution of a nonlinear static stage, only considering the prescriptions imposed
pushover analysis on the selected structure. by EN1998-1:2005 and D.M.14/01/2008, that can
be assumed valid for the stress-strain curves with
defined yielding, while for the typical DP stress-
500

strain curve opportune specific models shall be


STORE STORE STORE STORE adopted for the design of sections and elements to
500

effectively use the benefits highlighted, for


example, by Figure 6.
400
3400

600

4 CONCLUSIONS AND FUTURE


DEVELOPMENTS
400
500

In the present paper the preliminary results of


STORE STORE STORE STORE
the beneficial effects of adopting Dual-Phase
500

reinforcing steel for RC elements, mainly in


x 600 400 400 500 500 400 400 600 terms of curvature and rotational capacity, are
3800
presented. DP steels, actually adopted for the
a) y automotive sector, are provided by optimal
performances in terms of ductility, strength and,
in particular, durability, becoming a valid

SG05-79
alternative to traditional TempCore steels, whose Braga, F., Braconi, A., Caprili, S., Salvatore, W. 2015.
degradation in presence of aggressive Hardening slip model for reinforcing steel bars,
Earthquake and Structures, 9(3), 503-539.
environmental conditions has been widely Caprili, S., Moersch, J., Salvatore, W. 2015. Mechanical
presented in the current scientific literature, with Performance vs. Corrosion Damage Indicators for
resulting loss of bearing capacity, bond and corroded steel reinforcing bars. Advances in Materials
mechanical properties. Science and Engineering. Article ID 739625.
The results of numerical pushover simulations Caprili, S., Salvatore, W. 2015. Cyclic behaviour of
on a simple cantilever column highlighted the uncorroded and corroded steel reinforcing bars.
Constructions and Building Materials, 76, 168–186.
higher ductile performance of DP respect to Caprili, S., Salvatore, W., Aiuti, R., Valentini, R., Ascanio,
TempCore, evaluated at section, element and A., Žižmond, J., Dolšek, M. 2017. Dual-phase steel
structural level. reinforcing bars for MRFs structures in seismic prone
It shall be noted that the results presented in areas. Proceedings of COMPDYN 2017, 6th ECCOMAS
the work needed to be improved, for example, in Thematic Conference on, Computational Methods in
Structural Dynamics and Earthquake Engineering,
order to take into consideration the relative slip Rhodes Island, Greece, 15–17 June.
phenomena between steel reinforcements and EN 1992-1-1:2005, 2005. Eurocode 2 (Annex C) - Design
surrounding concrete affecting the behaviour of of concrete structures - Part 1-1: General rules and rules
RC elements; the results coming from numerical for building.
simulations will be, moreover, calibrated basing EN 1998–1:2005, 2005 Eurocode 8: Design of structures
on the results of experimental tests on real-scale for earthquake resistance - Part 1: General rules, seismic
actions and rules for buildings, CEN - European
specimens that are foreseen in the framework of Committee for Standardization.
NEWREBAR project. Keleştemur, O., Yıldız, S. 2009. Effect of various dual-
phase heat treatments on the corrosion behaviour of
AKNOWLEDGEMENTS reinforcing steel used in the reinforced concrete
structures. Construction and Building Materials, 23,
78–84.
The preliminary results presented in the paper Maffei, B., Salvatore, W., Valentini, R. 2007. Dual-phase
have been developed within the framework of the steel rebars for high-ductile r.c. structures, Part 1:
European Research project NEWREBAR “New Microstructural and mechanical characterization of steel
Dual-Phase steel reinforcing bars for enhancing rebars. Engineering Structures, 29, 3323-3332.
capacity and durability of anti-seismic moment Mander, J.B., Priestley, M.J.N., Park, R. 1988. Theoretical
resisting frames” (2015-2019), funded by the stress-strain model for confined concrete. Journal of
Structural Engineering ASCE, 114(8), 1804-1825.
Research Fund for Coal and Steel (RFSR-CT- Mazzoni, S., McKenna, F., Scott, M. H., Fenves, G. L.
2015-00023). The Authors would like to thank all (2006a). The Open System for Earthquake Engineering
the partnership for their contribution. Simulation (OpenSEES) User Command-Language
Manual.
NTC 2008 Norme tecniche per le Costruzioni. Gazzetta
Ufficiale n. 29, February 4, 2008, Suppl. Ordinario n.30,
REFERENCES Italy. (in Italian).
Popovics, S. 1973. A numerical approach to the complete
Al Hashemi, M., De Sanctis, M., Salvatore, W., Valentini, stress strain curve for concrete. Cement and concrete
R. 2007. Effects of corrosion induced damages on the research, 3(5), 583-599.
tensile and fatigue properties of concrete reinforcing
bars. XII Convegno ANIDIS L’Ingegneria Sismica in
Italia, June 10-14, Pisa, Italy.
Apostolopoulos, C.A., Papadakis, V.G. 2008.
Consequences of steel corrosion on the ductility
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Apostolopoulos, C.A., Papadopoulos, M.P. 2007. Tensile
and low cycle fatigue behaviour of corroded reinforcing
steel bars S400. Construction and Building Materials,
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Berto, L., Simioni, P., Saetta, A. 2012. Structural risk
assessment of corroding RC structures under seismic
excitation. Construction and Building Materials, 30,
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Braconi, A., Braga, F., Caprili, S., Gigliotti, R., Salvatore,
W. 2014. Seismic demand on steel reinforcing bars in
reinforced concrete frame structures, Bulletin of
Earthquake Engineering, 2014, 12, 2633–2664.

SG05-80
ANIDIS 2017
PISTOIA

Buckling implementation in PARC_CL2.1 for the response prediction of steel


bars subjected to cyclic loading
Beatrice Bellettia, Francesca Vecchia, Andrea Donninottia
a
Dipartimento di Ingegneria e Architettura, Parco Area delle Scienze 181/a, 43124 Parma.

Keywords: buckling, PARC_CL 2.1, crack model

ABSTRACT
Collapse mechanisms of existing reinforced concrete members subjected to cyclic loading are often due to buckling
phenomena of longitudinal bars. Indeed lacking of detailing in existing structures, like high value of stirrups
spacing, is often associated to bar slenderness values that typically may cause second order effects. Furthermore
damage induced by environmental actions, like corrosion, can cause breaking of stirrups or transversal area
reduction of longitudinal bars which may increase the buckling effects on steel bars.
Monti-Nuti model, able to take into account for the softening of steel in compression in case of bar slenderness
values higher than 5, has been implements in PARC_CL2.1 for the nonlinear finite elements analysis of RC
members subjected to cyclic loading. PARC_CL2.1 crack model is a fixed crack model assuming smeared
reinforcement implemented in UMAT.for user subroutine of Abaqus software.
The paper present the response prediction of steel bars subjected to cyclic loading and some comparisons between
the results obtained using Menegotto and Pinto stress-strain law, implemented in the previous version of the crack
model (PAR_CL2.0), with the results obtained using PARC_CL2.1 and Monti - Nuti stress-strain law.
Finally NLFEA of a RC column tested at the University of Bergamo is provided to highlight that the actual
modelling requires further improvement for the response prediction of bars having slenderness higher than 11.

SG05-81
ANIDIS 2017
PISTOIA

Implementazione del fenomeno del buckling delle armature soggette a carichi


ciclici nel modello fessurativo PARC_CL 2.1
Beatrice Bellettia, Francesca Vecchia, Andrea Donninottia
a
Dipartimento di Ingegneria e Architettura, Parco Area delle Scienze 181/a, 43124 Parma.

Keywords: buckling, PARC_CL 2.1, crack model

ABSTRACT
I meccanismi di collasso generati dalla carenza di dettagli costruttivi, quali per esempio la ridotta armatura
trasversale, e dalla corrosione sono tipicamente legati a rotture fragili lato calcestruzzo o all’instabilità delle barre
verticali. Come noto l’instabilità delle barre di armatura, può essere causa di collassi imprevisti, soprattutto in caso
di sisma. Ulteriore problematica è legata alla presenza di degrado per corrosione delle barre di armatura, che riduce
le prestazioni delle strutture esistenti, sia in termini di resistenza che di duttilità. La memoria illustra
l’implementazione del legame Monti-Nuti per la valutazione del buckling delle barre soggette a carichi ciclici nel
legame fessurativo PARC_CL 2.1 implementato nella user subroutine UMAT.for del software Abaqus.
Successivamente vengono presentati i primi risultati ottenuti applicando il modello PARC_CL 2.1 ad elementi
semplici in calcestruzzo armato soggetti a carichi ciclici.
dell’acciaio e la più importante, la snellezza delle
barre d’armatura longitudinale. Le modalità di
1 INTRODUZIONE rottura normalmente osservate, associate a questo
Le strutture in cemento armato progettate e fenomeno, sono in primo luogo l’inarcamento
costruite prima dell’entrata in vigore dei codici delle armature longitudinali tra due staffe
sismici moderni erano dimensionate per resistere consecutive e, meno comunemente, un aumento
ai soli carichi gravitazionali, senza perciò di snellezza a causa della rottura di una staffa.
considerare le azioni orizzontali indotte dal
sisma. I pilastri di queste strutture presentano
generalmente una sezione trasversale sotto
dimensionata che, quando sottoposta a grandi
deformazioni trasversali e/o cicliche, subisce
rotture per espulsione del copriferro con
conseguente fenomeno di buckling delle armature
longitudinali. Durante inversioni di carico infatti,
il calcestruzzo nella zona compressa impedisce lo
sviluppo di elevate deformazioni di compressione
nell’acciaio compresso, ma quando il
calcestruzzo perde la sua resistenza, come nel
caso di espulsione del copriferro, è probabile lo Figura 1. Instabilizzazione delle armature, Salvatore et
sviluppo di alte deformazioni di compressione al. (Rapporto dei danni provocati dall’evento sismico del 6
aprile sugli edifici scolastici del centro storico de
nelle armature con conseguente “piegamento” L’Aquila, http://www.reluis.it).
verso l’esterno (buckling), Figura 1. L'unico
fattore che si oppone all'instabilizzazione delle Il danno ciclico e il buckling post-elastico
armature longitudinali sono le staffe trasversali, sono significativi anche nei nodi trave-colonna, a
che, se presenti, non devono però presentare passi causa del fatto che la pratica costruttiva
troppo elevati per essere efficienti. antecedente le normative sismiche non prevedeva
Molti sono i parametri coinvolti nel fenomeno staffe o prescriveva una spaziatura tra di esse
del buckling: il modulo elastico, l’incrudimento troppo elevata.

SG05-82
Per una valutazione realistica della risposta nel caso di presenza di buckling. Nel presente
strutturale di edifici esistenti in cemento armato articolo verrà presentata l’implementazione del
risulta pertanto necessario l’utilizzo di un legame legame proposto da Monti e Nuti per la
costitutivo per l’acciaio capace di cogliere il simulazione del fenomeno del buckling. Tale
fenomeno del buckling delle armature implementazione permette di aggiornare la
longitudinali. Tuttavia, se il comportamento versione del modello fessurativo PARC_CL 2.0
monotono è stato studiato accuratamente, il presentato in Belletti et al. 2017 (validato
comportamento ciclico è ancora in fase di mediante simulazione di benchmark
indagine (Monti e Nuti, 1992; Dodd e Restrepo- internazionali (Belletti et al., 2017 e 2017c)) in
b

Posada, 1995; Gomes e Appleton, 1997; Albanesi cui il modello di Menegotto-Pinto 1973
et al., 2001) sia per armatura ad aderenza descriveva il comportamento dell’acciaio in
migliorata che per barre lisce Cosenza e Prota assenza di buckling.
(2005). Il percorso monotono post-buckling varia
con il rapporto di snellezza delle armature. Mau e 2.1 Comportamento monotono
El-Mabsout (1989) analizzando le curve Il modello di Monti-Nuti è basato su diverse
monotone ottenute da armature con diversi osservazioni effettuate su prove sperimentali di
rapporti di snellezza hanno osservato che più barre in acciaio. Questi provini sono caratterizzati
sono alti i valori di quest’ultima, minore è la dai parametri:
tensione di picco raggiunta a compressione e  L, rappresentante la distanza tra le staffe;
hanno individuato un valore limite di snellezza  D, rappresentante il diametro delle barre.
oltre il quale si verifica il buckling pari a cinque.
Il rapporto L/D viene definito rapporto di
Per valori più bassi invece, il comportamento a
snellezza e verrà indicato con il simbolo .
compressione rimane simile a quello a trazione.
L’andamento della curva monotona in
Bae et al. (2005), ha invece dimostrato che questo
compressione è presentato in Figura 2.
valore limite può variare anche in funzione della
Deformazione (%)
tensione di snervamento dell’acciaio.
In questa memoria verrà presentato lo studio
che ha interessato il legame proposto da Monti e
Nuti (1992). Il legame è stato implementato nel
modello fessurativo PARC_CL 2.1 e E0

Tensione (MPa)
successivamente applicato ad elementi finiti shell b  E0
multi-layered per la valutazione del (2)
comportamento di elementi strutturali con passo (3) A
elevato delle staffe. (1)
B
s
b  E0

2 MODELLO DI MONTI-NUTI PER LE


BARRE D’ARMATURA Figura 2. Comportamento monotono a compressione

In questo paragrafo si descrive il modello Una volta raggiunta la tensione di snervamento


proposto in Monti Nuti (1992) al fine evidenziare (punto A in Figura 2), in funzione del rapporto di
con maggiore chiarezza gli aspetti fondamentali snellezza , il comportamento monotono a
della successiva implementazione nel legame compressione cambia come segue:
PARC_CL2.1. -   5 : la risposta monotona non subisce
Il modello sviluppato da Monti e Nuti (1992) l’effetto del buckling ed è contraddistinta
associa alla formulazione di Menegotto-Pinto da un coefficiente di incrudimento
(1973) quattro regole basate su osservazioni positivo b+. La curva segue un andamento
sperimentali: (i) regola d’incrudimento isotropo e caratterizzato da modulo elastico E0 fino
(ii) cinematico, (iii) regola di memoria che al punto di snervamento A per poi
considera la caratteristica intrinseca del materiale procedere seguendo il percorso (1),
di memorizzare le deformazioni plastiche, (iv) caratterizzato da un modulo elastico b+ E0;
regola di saturazione per considerare il carattere -   11 : la risposta monotona subisce
asintotico dell’incrudimento. Queste quattro l’effetto del buckling ed è contraddistinta
regole sono definite sia per il caso di assenza che da un coefficiente di incrudimento

SG05-83
negativo b0-. La curva segue un al precedente semi-ciclo. Questo effetto è
andamento caratterizzato da modulo caratterizzato da una componente cinematica ed
elastico E0 fino al punto di snervamento una isotropa
A, successivamente procede seguendo il A causa del buckling il valore assoluto della
percorso (2), caratterizzato da un modulo tensione di compressione diminuisce
elastico b0- E0; all’aumentare delle deformazioni, dopo che il
legame ha superato la tensione di snervamento.
- 5    11 : la risposta monotona subisce
La tensione di snervamento relativa al semi-ciclo
l’effetto del buckling dopo la lunghezza di
n+1 è dunque definito in Eq.(1):
sovrapposizione s, ed è contraddistinta sia
dal coefficiente di incrudimento positivo  0n1   0  segno ( pn )   KIM
n 1
,b (1)
b+ che da quello negativo b0-. La curva dove σ0 è la tensione di snervamento iniziale. A
segue un andamento caratterizzato da questo proposito è necessario sottolineare che nel
modulo elastico E0 fino al punto di caso di armature che presentano un diverso valore
snervamento A, successivamente procede di tensione di snervamento a trazione e
seguendo il percorso (1), caratterizzato da compressione sarà necessario distinguere due
un modulo elastico b+E0, per una diversi valori da assegnare a σ0: quando la curva
lunghezza di sovrapposizione s. Una si trova in fase di carico σ0 assumerà il valore
volta raggiunto il punto B, procede della tensione di snervamento a trazione f yt ,
seguendo il percorso (3) caratterizzato da
un modulo elastico b0- E0, parallelo al mentre in fase di scarico il valore della tensione
percorso (2). di snervamento a compressione f yc . pn è
l’escursione plastica e  KIM ,b è il contributo
n 1

2.2 Comportamento ciclico


aggiuntivo dovuto all’incrudimento cinematico ed
isotropo, definito come in Eq.(2):
ξp 1

A B  KIM
n 1
,b
 P KM
n
,b
 (1  P) In  segno ( pn ) (2)
E
dove P è il peso che si attribuisce ad ogni
regola e può essere calibrato sulla base dei
Tensione (MPa)

risultati sperimentali come riportato in Monti-


O
Nuti (1992). P assume valori compresi tra
0  P  1 , mentre  KM ,b e  In rappresentano i
n

contributi tensionali dovuti all’hardening


D C cinematico ed isotropo rispettivamente.
ξp 2
Il valore limite oltre il quale la curva di
softening a compressione non può andare è 
Deformazione (%)
come definito in Eq.(3) :
Figura 3. Comportamento ciclico in presenza di buckling
   6  0 /  (3)
Il modello di Monti-Nuti aggiorna la tensione
di snervamento e il coefficiente di incrudimento b L’escursione plastica pn all’n-esimo semi-
ad ogni semi-ciclo. ciclo è definito da Eq.(4) ed è mostrata in Figura
La variazione di tensione è calcolata tramite 3:
equazioni che incorporano gli effetti  pn   rn   0n (4)
dell’incrudimento, generato dalla deformazione
plastica delle barre a seguito del raggiungimento dove rn è la deformazione corrispondente al
della tensione di snervamento. Se un campione punto d’inversione alla fine del n-esimo semi-
isotropo sottoposto a sforzi di trazione o ciclo (in Figura 3 punto B per il ciclo n=1 e punto
compressione subisce nell’ordine un carico che D per il ciclo n=2), 0n è la deformazione
supera la tensione di snervamento, uno scarico e corrispondente al punto di snervamento dove le
nuovamente un ricarico rispetto alla direzione due linee di inviluppo dell’n-esimo semi-ciclo si
opposta, lo sforzo di snervamento diventa minore intersecano (in Figura 3 punto C per il ciclo n=2
o maggiore a seconda della deformazione plastica

SG05-84
e punto E per il ciclo n=3). 0n si definisce tramite nel semi-ciclo n=3, è presente un
-
Eq.(5): innalzamento del valore assoluto della
 n   n 1 tensione di snervamento dal punto E1 al
 0n   rn 1  0 n r (5) punto E2, questo è dovuto all’effetto dei
E contributi cinematici derivanti dai semi-
dove 0n è la tensione di snervamento all’ n- cicli precedenti n=1, n=2.
esimo semi-ciclo, rn-1 è la tensione del punto In sintesi, l’effetto dell’incrudimento
d’inversione nel semi-ciclo n-1 (Figura 3). cinematico si traduce in una traslazione della
curva verso l’alto. Inoltre, l’incrudimento
2.2.1 Regola cinematica e di memoria
cinematico non avrà effetto se il valore assoluto
 1p   1p dell’incrudimento plastico del corrente semi-ciclo
E2
B  non eccede la massima deformazione plastica
p

 KM
2
  1   2  1
n

del semi-ciclo precedente  pmax( n 1) (per esempio,


,b
A=σ0
E1
nel caso  p2   max la variazione della tensione è
Tensione (MPa)

Δ2=0): questo significa che l’incrudimento


O
cinematico in presenza di buckling è
caratterizzato da una componente di memoria.
La variazione di tensione dovuta al contributo
 2 D
cinematico  KM è calcolata come segue in
A2 C n
 KM
1
,b
  1
A1 =-σ0
Eq.(6):
 p2 n
 p2  KM
n
  b i E i  pi (6)
i 1
Deformazione (%)
Viene introdotta quindi la regola di memoria
Figura 4. Effetti incrudimento cinematico
attraverso la definizione del parametro  pn in
Come mostrato in Figura 4, gli effetti Eq.(7):
dell’incrudimento cinematico sono differenti a
seconda che ci si trovi nel caso di trazione o  pn   pn   max
n
 sign ( pn ) (7)
compressione. La deformazione a trazione può
infatti causare una riduzione del valore assoluto dove u  uH (u ) è la funzione scalino. Se
della tensione di snervamento a compressione, u  0 , H (u )  1 altrimenti H (u )  0 .
mentre la deformazione a compressione può
causare un incremento della tensione di  max
n
è la massima escursione plastica dell’n-
snervamento a trazione. Infatti, analizzando i esimo ciclo ed è definita in Eq.(8):
semi-cicli in Figura 4, si può notare che:  max
n
  pn (8)
- nel semi-ciclo n=1, il ramo di
incrudimento AB è caratterizzato da un A seconda del ramo in cui si trova la curva, la
valore positivo: questo genera uno combinazione della regola di memoria e quella
spostamento verso l’alto della curva; cinematica causano un diverso effetto, nello
- nel semi-ciclo n=2, il valore assoluto della specifico:
tensione al punto C è minore della - a trazione, il fattore di incrudimento b e
tensione del punto di snervamento nel l’escursione plastica pi sono positivi,
punto A1. Infatti, si può notare una perciò b i E i ip è positivo, di conseguenza
variazione dal punto A1, che rappresenta il valore assoluto della tensione di
la sollecitazione senza il parametro del snervamento in compressione si riduce;
buckling, rispetto al punto C. Questa - a compressione, il fattore b e l’addizionale
differenza rappresenta l’effetto della escursione plastica pi sono negativi,
regola cinematica del semi-ciclo n=2. Il
valore negativo dell’incrudimento causa perciò il contributo b i E i ip è positivo, di
un’ulteriore diminuzione del valore conseguenza si presenta un aumento della
assoluto della tensione a compressione nel tensione di snervamento a trazione.
punto D;

SG05-85
2.2.2 Regola isotropa  pn <0 nel semi-ciclo di compressione:
 1p infatti la variazione di tensione (rn-0n ) è
B
positiva mentre la deformazione plastica
E2
 I2   1   2
A=σ0
 1 pn è negativa.
E1 L’andamento del lavoro np influenza perciò
Tensione (MPa)

l’andamento dell’incrudimento isotropo. A


O trazione il lavoro plastico np>0 è positivo,
conseguentemente il valore assoluto della
tensione di snervamento a compressione cresce.
A compressione, il lavoro plastico np<0 è
D A1 =-σ0 negativo, conseguentemente la tensione di
 2  I1   1
A2 C snervamento decresce. Di conseguenza in Figura
5 la somma ΔI2 è in realtà una differenza.
 p2
Deformazione (%) 2.2.3 Parametro R
Figura 5. Effetti incrudimento isotropo ξp 1
B
L’effetto dell’incrudimento isotropo genera E
A
una dilatazione della curva ciclica. Infatti,
analizzando i semi-cicli in Figura 5, possiamo
Tensione (MPa) R3  R ( max
2
)
notare che:
- nel semi-ciclo n=1, il ramo di O
incrudimento AB è caratterizzato da un
valore b+ positivo e questo genera uno
R2  R ( max
1
)
spostamento verso l’alto della curva;
- nel semi-ciclo n=2, il punto di D C
snervamento C subisce uno spostamento
ξp 2
verso il basso dovuto alla regola isotropa
applicata al semi-ciclo precedente; Deformazione (%)
- nel semi-ciclo n=3, il punto di Figura 6. Variazione del parametro R
snervamento passa da E1 a E2. La nuova
Il parametro R, Figura 6, definisce la curvatura
tensione di snervamento aggiornata al
della transizione dal primo al secondo asintoto: il
presente semi-ciclo è traslata di una
valore di R decresce all’aumentare dei semi-cicli,
quantità pari alla somma dei contributi dei
infatti R1>R2>R3.
due semi-cicli precedenti.
R presenta diverse espressioni a seconda che la
Il contributo tensionale associato alla regola
curva si trovi a trazione, Eq.(11) o a
isotropa è espresso in Eq.(9):
n
compressione Eq.(18).
 In   bi E i pi  sign( np ) (9)
i 1
2.2.3.1 Trazione
Il lavoro plastico  pn determina il segno della At   n
variazione dello stress ed è definito in Eq.(10): Rn 1  R 0t  t1 maxn (11)
A2   max
1 n
 np  ( r   0n ) pn (10) dove, per considerare la possibilità che il
2
comportamento a compressione delle armature sia
Il fattore di incrudimento b è sempre positivo a diverso da quelle a trazione, vengono definiti i
trazione, ma diventa negativo a compressione. seguenti parametri:
Questo comporta che il lavoro plastico  pn abbia 
segno differente nel caso ci si trovi a trazione o R0t   r0 (12)
2
compressione, nello specifico:
  pn >0 nel semi-ciclo di trazione: infatti A1t 
1
100
2

 cr       cr   
(13)

la variazione di tensione (rn-0n ) e la
8
deformazione plastica pn hanno segno A2t      4cr  (14)
concorde; 10000

SG05-86
f yt 2.2.4.2 Compressione
  (15) n

f yc b0  E0  i
i 1
d
f yt (1 cr  )
(25)

f yc bn 1  b0 e
 l

 (16)
450 dove:
cr 
5
(17) b0  a  (cr   ) (26)
 con il parametro sperimentale a=0.0025.
dove f yt è la tensione di snervamento a trazione e 2.2.5 Modulo elastico E
f yc è la tensione di snervamento a compressione. In accordo con le analisi sperimentali, il
modulo elastico ha due differenti comportamenti
2.2.3.2 Compressione a trazione e a compressione, Figura 7:
- a compressione il modulo elastico E non
Rn1  max R1 ; R2  (18)
degrada, rimanendo E  E0 ;
con: - a trazione il modulo elastico E si degrada,
A1c   max
n
e viene calcolato come in Eq.(27):
R 1  R0  c (19)
c

A2   max
n

R2  10    cr   b0

(20) O

dove: E 2  E0 E2 E0
 (21)
R0c   r0
2

Tensione (MPa)
Zona
A1  A1t
c (22) E0 compressione

6 B2  ( r0 ,  r0 )
A2c     2  (23)
1000
2.2.4 Parametro b
B1  ( r0 ,  r0 ) A  ( 0 ,  0 )
In Figura 2, viene presentato l’effetto di b sulla
curva monotona. Nel caso in cui:
- b  b   0 , dopo il raggiungimento della Deformazione (%)
tensione di snervamento, sia la Figura 7. Andamento del modulo elastico E
sollecitazione che la deformazione
E n  E 0 a5  1  a5   e  a6   
n 1 2
aumentano dopo il raggiungimento della (27)
tensione di snervamento;  
- b  b   0 , dopo il raggiungimento della con:
tensione di snervamento, il valore assoluto    
a5  1  cr (28)
della sollecitazione diminuisce mentre la 7.5
deformazione aumenta. a6  1500 (29)
Successivamente, il valore di b varia in accordo
con la deformazione plastica.
Come il parametro R, anche il parametro b 3 VALIDAZIONE DEL MODELLO
presenta formulazioni diverse a trazione, Eq.(24) IMPLEMENTATO NEL MODELLO
e compressione, Eq.(25). FESSURATIVO PARC_CL 2.1
Il modello ciclico di Monti-Nuti è stato
2.2.4.1 Trazione
n implementato all’interno del modello fessurativo
b0 E 0   ip PARC_CL 2.1. Per validare il modello sono state
i 1
(24)
bn 1  b0 e
 0 , 5 f yt
eseguite analisi non lineari ad elementi finiti,
attraverso l’utilizzo del software Abaqus 6.12 e la
dove b0 è il rapporto d’incrudimento iniziale user subroutine PARC_CL 2.0 e PARC_CL 2.1,
funzione delle proprietà meccaniche dell’acciaio prima su elementi di armatura semplici e
e dato dal rapporto tra E0 ed En; E0 è il valore del successivamente su elementi strutturali più
modulo elastico iniziale mentre pi è definito in complessi.
Eq.(7) e viene aggiornato ad ogni semi-ciclo.

SG05-87
3.1.1 Simulazione di barre nude cicli di carico-scarico: anche il parametro r0
L’efficacia del modello per le barre d’armatura infatti deve essere tarato sulla base di prove
soggette a fenomeno di buckling è stata verificata sperimentali e, quando non fornito, risulta di
attraverso la simulazione del comportamento difficile interpretazione.
1000
ciclico di 3 provini denominati XC1-XC2-XC3
800
caratterizzati da diversi valori di tensione di
600
snervamento a trazione e compressione (Zhou Z.
2015). Le armature sono state modellate come 400

Tensioni [MPa]
elementi shell S8R soggette a storie di carico di 200

trazione e compressione in controllo di 0


spostamento, Figura 8. Le proprietà delle -200
armature sono presentate in Tabella 1. -400

Tabella 1. Proprietà delle barre d’armatura -600 experimental


-800 PARC_CL 2.0
Test  fyt fyc Es b PARC_CL 2.1
[MPa] [MPa] [MPa] -1000
XC1 11 790 680 200000 0.02 -0.005 0.005 0.015 0.025 0.035
XC2 11 790 680 200000 0.02 Deformazioni
XC3 11 790 680 200000 0.02 Figura 9. Confronto tra risultati sperimentali e risultati delle
analisi ottenuti con il modello PARC_CL 2.0 e PARC_CL
4
XC1 2.1 per il provino XC1
3 XC2
1000
XC3
Deformazioni [%]

2 800

1 600

400
Tensioni [MPa]

0
200
-1
0
-2
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 -200
ciclo
-400
Figura 8. Storia di deformazione imposta ai provini
-600 experimental
d’armatura
-800 PARC_CL 2.0
Le analisi non lineari delle armature sono state -1000
PARC_CL 2.1
condotte sia con il modello PARC_CL 2.0 (che -0.005 0.005 0.015 0.025 0.035
presenta il modello di Menegotto-Pinto) che con Deformazioni
il modello PARC_CL 2.1 (Monti-Nuti): Figura 10. Confronto tra risultati sperimentali e risultati
attraverso il confronto dei risultati ottenuti è delle analisi ottenuti con il modello PARC_CL 2.0 e
possibile evidenziare come il modello di PARC_CL 2.1 per il provino XC2
Menegotto-Pinto non sia in grado di valutare il 1000

fenomeno del buckling e presenti quindi un 800


aumento della tensione di compressione anche 600
per valori di snellezza diversi da 5. 400
Tensioni [MPa]

Il modello di Monti-Nuti implementato nel 200


modello fessurativo PARC_CL 2.1 è in grado di 0
cogliere sia il differente comportamento a trazioe
-200
e a compressione delle armature che il
-400
comportamento di buckling, Figura 9, Figura 10 e
-600
Figura 11. Le curve sperimentali non vengono experimental
-800 PARC_CL 2.0
tuttavia ricalcate in modo esatto in quanto il
PARC_CL 2.1
modello si basa su parametri sperimentali tarati -1000
-0.015 -0.01 -0.005 0 0.005 0.01 0.015
su campioni standard. Un esempio è Deformazioni
rappresentato dalla determinazione del peso P che
Figura 11. Confronto tra risultati sperimentali e risultati
determina la preponderanza della regola isotropa
delle analisi ottenuti con il modello PARC_CL 2.0 e
rispetto a quella cinematica. Si nota inoltre la PARC_CL 2.1 per il provino XC3.
differenza con il valore di curvatura durante i

SG05-88
Nonostante ciò le curve ottenute dalle analisi nodi estremi della fondazione sono vincolati in
non lineari ad elementi finiti ricalcano con una direzione x e infine tutti i nodi del pilastro sono
buona approssimazione i risultati sperimentali. vincolati in direzione y, Figura 12-a.
Il pilastro è stato modellato mediante elementi
3.1.2 Pilastro in CA soggetto a carichi ciclici
shell multistrato ad 8 nodi ed integrazione ridotta
Per tarare il modello su elementi strutturali in (S8R) e le analisi non lineari sono state condotte
CA è stato modellato il pilastro testato presso con il software Abaqus 6.12 e la user subroutine
l’Università di Bergamo (Meda et al., 2014). PARC_CL 2.1. Per la definizione dei legami
Sono stati realizzati due pilastri di altezza pari a costitutivi inerenti il calcestruzzo si rimanda
1800mm, sezione quadrata (300x300mm2) e all’articolo Belletti et al. 2017. Le proprietà dei
armati con 4 barre 16mm. Le staffe aventi materiali sono riportati in Figura 13.
diametro 8mm presentano un passo di 300mm 600

tranne nella zona di applicazione del carico (ad 500

Tensioni [MPa]
400
una quota di 1500mm) dove il passo è ridotto a 300 Proprietà acciaio
100mm. La fondazione presenta dimensioni pari 200 f y=520MPa
Es=210GPa
a 1300x600x500mm ed è armata con 4 barre 100
b=0.005
20mm superiori ed inferiori, 4 barre 12mm di 0
0 0.005 0.01 0.015 0.02 0.025

parete e staffe 12mm passo 150mm. Deformazioni


(a)
1.6 0
-0.06 -0.04 -0.02 0
p 1.4

Tensioni [MPa]
Tensioni [MPa]
1.2 -5
Proprietà calcestruzzo
1
f t=1.5MPa
 0.8
E=25GPa -10

0.6 f c=19MPa
0.4 -15

0.2
1500
1800

0 -20
0 0.002 0.004 0.006 0.008 0.01
Deformazioni Deformazioni
z (b) (c)
y
x Figura 13. Proprietà dei materiali. (a) acciaio, (b)
calcestruzzo a trazione, (c) calcestruzzo a compressione.
500

L’analisi è stata condotta in controllo di


1300
(a) (b)
300 spostamento, applicando nel primo step di carico
il peso proprio dell’intero elemento, nel secondo
Figura 12. Modellazione del pilastro con elementi shell: (a)
step l’azione assiale pari a 400kN nella sezione di
schema di vincolo e materiali, (b) geometria e carichi
applicati.
sommità e infine la storia ciclica di spostamenti
applicata a tutti i nodi posti alla quota di
I materiali adottati per la prova sono quelli 1500mm, Figura 12-b.
tipicamente adottati nelle costruzioni anni ‘70 in
Italia. Un pilastro è stato poi artificialmente 3.1.2.1 Risultati ottenuti con PARC_CL 2.1 e
corroso al fine di ottenere una perdita di massa di PARC_CL 2.0
circa il 20%. Le prove sono di sicuro interesse per Le analisi del pilastro sono state condotte
gli autori in quanto il fenomeno della corrosione è utilizzando i due modelli di PARC_CL: la
un contributo in fase di implementazione nel versione 2.0 presenta i risultati ottenuti mediante
modello fessurativo per le analisi agli elementi il legame di Menegotto-Pinto mentre la versione
finiti PARC_CL 2.1: tuttavia nella presente 2.1 i risultati ottenuti con il legame di Monti-
memoria verranno presentati i risultati ottenuti Nuti. La grande spaziatura delle staffe (Meda et
solo per il pilastro non corroso. al., 2014) comporta valori di snellezza piuttosto
Per sollecitare ciclicamente il pilastro è stata elevati. In particolare vengono raggiunti valori di
applicata uno spostamento orizzontale ad una  pari a 6,25 in sommità, dove la staffatura è stata
quota di 1500mm dalla base della fondazione infittita in prossimità della zona di applicazione
attraverso un martinetto elettromeccanico. Inoltre del carico, e 18,75 nella zona centrale. Tuttavia
è stato applicato un carico assiale costante pari a questa differenza non ha alcun valore per il
400kN. La fondazione invece è stata modellata legame di Menegotto-Pinto, legame costitutivo
con materiale elastico. Tutti i nodi alla base sono non basato sul parametro di snellezza, Figura 14.
stati vincolati agli spostamenti in direzione z, i

SG05-89
80
prova sperimentale ma presenta, come nel caso di
60 PARC_CL 2.0, valori di rigidezza troppo elevati.
40

4
Calcestruzzo Calcestruzzo 4

20
Carico [kN]

0 0

T ensioni [MPa]

T ensioni [MPa]
-0.05 0 0.05 0.1 -0.2 -0.15 -0.1 -0.05 0 0.05
-4 -4
0
-8 -8
-6 -4 -2 0 2 4 6
-12 -12
-20 Crushing
-16 calcestruzzo -16

-20 -20
-40 Deformazioni Deformazioni
Crushing calcestruzzo
800
Armature longitudinali Armature longitudinali 600
PARC_CL 2.0
-60 600 400
Experimental

T ensioni [MPa]
T ensioni [MPa]
400 200

-80 200 0
-0.14 -0.12 -0.1 -0.08 -0.06 -0.04 -0.02 0 0.02

Drift [%] -0.02


0
0 0.02 0.04 0.06 0.08
-200

-200 -400

Figura 14. Confronto carico-drift risultati PARC_CL 2.0 e -400

-600
-600

-800

risultati sperimentali Deformazioni Deformazioni

Figura 15. Tensioni e deformazioni alla base del pilastro


Invece, nella modellazione con PARC_CL 2.1 per PARC_CL 2.0
sono stati assegnati diversi materiali al pilastro 80
per la corretta valutazione del comportamento a
60
compressione delle barre d’armatura in funzione
della geometria. Le analisi sono state condotte sia 40

con i reali valori di snellezza che con il valore 20


Carico [kN]
limite =11 del modello Monti-Nuti. Questo 0
-6 -4 -2 0 2 4 6
perché le analisi hanno evidenziato incoerenze -20
nei risultati dovute a formulazioni limitative del Crushing calcestruzzo

modello. Infatti per valori di >11, come in


-40
PARC_CL 2.1 - L/D=11

questo caso, il parametro a5 per =18,75 diventa -60


Experimental

negativo. Inoltre la tensione limite del modello -80


Drift [%]
diventa molto bassa causando un crollo drastico
di resistenza. I risultati così ottenuti sono stati Figura 16. Confronto carico-drift risultati PARC_CL 2.1
ottenuti per valori di =11 e risultati sperimentali
confrontati con i risultati sperimentali.
In Figura 15 sono presentati i risultati ottenuti 600
Acciaio con buckling

con il modello di Menegotto-Pinto: le armature 400

non presentano buckling pur avendo elevata


Tensioni [MPa]

200 Deformazioni
calcestruzzo
spaziatura tra le staffe e lavorando in campi di -0.005
0
0 0.005 0.01 0.015 0.02

compressione molto elevati. In termini di -200

resistenza la curva approssima bene la curva -400

sperimentale; tuttavia in termini di rigidezza, a -600


Deformazioni

causa della presenza nel modello PARC_CL 2.0 Acciaio in prossimità delle staffe
800 4
Calcestruzzo
di scarichi plastici nel legame costitutivo del 600
0
-0.25 -0.2 -0.15 -0.1 -0.05 0 0.05 0.1
calcestruzzo, è più rigida. La rigidezza ottenuta
Tensioni [MPa]

400
Tensioni [MPa]

-4
200

con il modello PARC_CL 2.1 migliora nei primi -0.2 -0.15 -0.1 -0.05
0
0 0.05 0.1
-8

cicli rispetto al modello PARC_CL2.0, Figura 18, -200

-400
-12

grazie alla riduzione del modulo elastico -600


-16

dell’acciaio considerata nel legame costitutivo Deformazioni


-800
Deformazioni
-20

con buckling. Tuttavia l’analisi condotta con i Figura 17. Comportamento ciclico dei materiali per gli
valori di snellezza reali (=18,75) presenta elementi più sollecitati a compressione a sinistra del
problemi di convergenza indotti dalle pilastro per PARC_CL 2.1 con =11.
formulazioni del legame non idonee a simulare In Figura 17 vengono mostrati i legami
elementi strutturali con spaziatura tra le staffe costitutivi degli elementi più sollecitati alla base
maggiori del valore limite. Pertanto si è optato del pilastro evidenziando il comportamento delle
per la modellazione del pilastro considerando il armature sottoposte a fenomeno di buckling. Il
valore di =11, Figura 16. L’analisi in questo legame costitutivo del calcestruzzo evidenzia la
caso riesce a ripercorrere anche i cicli finali della rottura a compressione alla base del pilastro sia a

SG05-90
destra che a sinistra indotta dai spostamenti RINGRAZIAMENTI
ciclici molto elevati.
80 La memoria rientra nell’ambito delle attività
60
del Settore di ricerca PR2-WP2 Reluis condotte
dall’Unità di ricerca dell’Università di Parma.
40
Gli autori ringraziano il Prof. Camillo Nuti e il
20 Prof. Davide Lavorato per la disponibilità
Carico [kN]

0 mostrata.
-20

-40 REFERENCES
Crushing calcestruzzo
PARC_CL 2.0
-60
PARC_CL 2.1 - L/D=11 Albanesi, T., Biondi, S. and Nuti, C., 2001. Influenza
-80
PARC_CL 2.1 - L/D=18 dell’instabilità delle armature longitudinali sulla risposta
-6 -4 -2 0 2 4 6 d’elementi in CA. Proc. of the 10th Italian Conference on
Drift [%] Earthquake Engineering, Potenza (Italy).
Figura 18. Risultati ottenuti dalle analisi non lineari Belletti, B., Scolari, M., Vecchi, F., 2017 a. PARC_CL 2.0
crack model for NLFEA of reinforced concrete structures
La rottura del pilastro avviene in tutti e tre i under cyclic loadings. Computers and Structures,
casi rottura del calcestruzzo a alla base del 191(2017), 165–179.
pilastro: vengono raggiunti infatti i valori di Belletti B., Scolari M., Stocchi A., Vecchi F., 2017 b.
deformazione a compressione ultima in Simulation of the SMART 2013 shaking table test with
prossimità di un drift pari al 3.5%, Figura 18. PARC_CL 2.0 model. Accettato per pubblicazione in
Engineering Structures.
Belletti B., Scolari M., Vecchi F. 2017c. Simulation of
monotonic, static and dynamic response of RC squat
CONCLUSIONI walls by means of PARC_CL 2.0 crack model.
COMPDYN 2017, 15-17 June, Rhodes Island (Greece).
Il buckling delle armature longitudinali può Cosenza, E., Prota, A., 2005. Experimental behaviour and
influenzare in modo consistente la risposta degli numerical modelling of smooth steel bars under
elementi strutturali esistenti in cemento armato. compression. Journal of Earthquake Engineering, 10(19),
In questa memoria si presenta 313-329.
l’implementazione del legame proposto da Dodd, L. L. and Restrepo-Posada, J. I. ,1995. Model for
predicting cyclic behavior of reinforcing steel, Journal of
Monti-Nuti nel modello fessurativo PARC_CL Structural Engineering, 121(3), 433–445.
2.1. Tuttavia il modello proposto da Monti-Nuti, Gomes, A. and Appleton, J., 1997. Nonlinear cyclic stress-
che associa alle già note formulazioni di strain relationship of reinforcing bars including buckling.
Menegotto-Pinto quattro regole che permettono Engineering Structures, 19(10), 822–826.
di considerare il contributo del buckling per le Kashani, MM., Crewe, AJ., Alexander, NA., 2013.
Nonlinear cyclic response of corrosion- damaged
armature ad aderenza migliorata, è riferito ad un reinforcing bar with the effect of buckling. Constr Build
range limitato di valori snellezza, spesso lontani Mater, 41(2013), 388–400.
da quelli attribuibili agli edifici esistenti. Per Meda, A., Mostosi, S., Rinaldi, Z., Riva, P., 2014.
valori di >11 il modello presenta fenomeni di Experimental evaluation of the corrosion influence on
the cyclic behaviour of RC columns. Engineering
instabilità come evidenziato nei risultati ottenuti.
Structures, 76(2014), 112-123.
Futuri sviluppi della ricerca mirano da un lato ad Menegotto, M., Pinto, PE.,1973. Method of analysis for
estendere il legame a valori maggiori di snellezza, cyclically loaded R.C. plane frames including changes in
dall’altro a considerare un legame per le barre geometry and non-elastic behaviour of elements under
lisce, come ad esempio quello proposto in combined normal force and bending, Symposium on the
Resistance and Ultimate Deformability of Structures
Cosenza e Prota (2005).
Acted on by Well Defined Repeated Loads. IABSE,
Un’ulteriore tema in fase di sviluppo riguarda Lisbon (Portugal).
la corrosione delle armature che può provocare un Monti, G., Nuti, C., 1992. Nonlinear cyclic behavior of
sensibile incremento degli effetti instabilizzanti reinforcing bars including buckling. Journal of Structural
sulle barre d’armatura soggette a carichi ciclici, Engineering, 118(12), 3268-3284.
Kashani et al. (2013). Prota, A., De Cicco, F., Cosenza, E., 2009. Cyclic behavior
of smooth steel reinforcing bars: Experimental Analysis
and Modeling Issues. Journal of Earthquake Engineering,
13(4), 500-519.
Zhou, Z., 2015. Uniaxial Material Model for Reinforcing
Bar Including Buckling in RC Structures. PhD
Dissertation, Università degli studi Roma Tre.

SG05-91
ANIDIS 2017
PISTOIA

Analytical and Numerical Methods for the Evaluation of Critical Conditions in


Longitudinal Bars of RC Columns
Giovanni Minafòa, Giuseppe Campionea
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, Aerospaziale, dei Materiali, Università degli Studi di Palermo, Viale delle
Scienze, 90128 Palermo

Keywords: buckling, longitudinal bars, RC structures, finite elements.

ABSTRACT
Buckling collapse of reinforcing bars in concrete members is usually observed in framed structures after severe
earthquakes. Second order effects modify the compressive response of steel bars, reducing ductility and affecting
the post-elastic branch. Literature investigations show that instability can involve more stirrups, or it can be limited
to the pitch. If the critical length is not carefully estimated, transverse steel’s failure can be achieved in brittle
manner, causing the sudden loss of confinement in the inner concrete.
This paper presents the results of a theoretical investigation, aiming to evaluate the reliability of different
approaches for calculating critical conditions of longitudinal bars. A discrete mechanical model is proposed, based
on the solution of a continuous beam with elastic supports. It allows describing transition from local to global
buckling, on the basis of the relative stiffness between stirrups and bar. Two other approaches with different
computational efforts are also analyzed for comparison. In particular, non-linear finite element analyses are
performed, including the effect of hardening in the constitutive law of steel and finally, comparisons are made with
a simplified closed-form solution proposed in the literature. This last comparison allows to evaluate the reliability
of simplified expressions, able to give design provisions.

SG05-92
ANIDIS 2017
PISTOIA

Analytical and Numerical Methods for the Evaluation of Critical Conditions in


Longitudinal Bars of RC Columns
Giovanni Minafòa, Giuseppe Campionea
a
Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, Aerospaziale, dei Materiali, Università degli Studi di Palermo, Viale delle
Scienze, 90128 Palermo

Keywords: buckling, longitudinal bars, RC structures, finite elements.

ABSTRACT
Buckling collapse of reinforcing bars in concrete members is usually observed in framed structures after severe
earthquakes. Second order effects modify the compressive response of steel bars, reducing ductility and affecting
the post-elastic branch. Literature investigations show that instability can involve more stirrups, or it can be limited
to the pitch. If the critical length is not carefully estimated, transverse steel’s failure can be achieved in brittle
manner, causing the sudden loss of confinement in the inner concrete.
This paper presents the results of a theoretical investigation, aiming to evaluate the reliability of different
approaches for calculating critical conditions of longitudinal bars. A discrete mechanical model is proposed, based
on the solution of a continuous beam with elastic supports. It allows describing transition from local to global
buckling, on the basis of the relative stiffness between stirrups and bar. Two other approaches with different
computational efforts are also analyzed for comparison. In particular, non-linear finite element analyses are
performed, including the effect of hardening in the constitutive law of steel and finally, comparisons are made with
a simplified closed-form solution proposed in the literature. This last comparison allows to evaluate the reliability
of simplified expressions, able to give design provisions.

cyclic tests on some normal-strength deformed


steel bars, and concluded that buckling takes
1 INTRODUCTION place in bars only with slenderness ratio greater
Reinforced concrete (RC) structures are than 6. Based on the test results, they proposed
subjected to cyclic effects, which induce equations to relate average compressive response
alternating compressive-tensile strains. In this with the Lcr/db ratio. Dhakal and Maekawa
context, spalling of concrete cover occurs for (2002)a proposed a fiber-based analytical model
compressive strains in the range between 0.003 for modeling post-elastic buckling and validated
and 0.004 and longitudinal bars are subjected to the model by single rebar tests with different
buckle outside the core of the column, being only Lcr/db ratios. Fragiadakis et al. (2007) proposed
the stirrups able to provide lateral restraint. modifications of the Monti and Nuti model with
Consequently, second order effects in the assumption that buckling occurs between two
longitudinal bars are common in post-earthquake consecutive stirrups. Massone and Moroder
damages, and represent a critical issue when (2009) proposed a numerical algorithm based on
assessing the seismic performance of RC a concentrated plasticity fiber model with four
structures. Indeed, analytical predictions of plastic hinges, which included initial
ductility can be overestimated if buckling is not imperfections of the bar. Urmson and Mander
taken into account in numerical models. (2012) adopted a computational fiber element
For these reasons, some studies proposed analysis to predict the compressive axial force-
suitable stress-strain laws for steel in deformation behavior of reinforcing bars,
compression, that were modified on the basis of including buckling that occurs between two
the slenderness ratios Lcr/db, where Lcr and db are successive stirrups (local buckling). Under this
buckling length and longitudinal bar diameter. assumption and on the basis of obtained results,
Monti and Nuti (1992) conducted monotonic and they proposed a single unified formula to model

SG05-93
the complete compressive stress-strain law of stress-strain response are obtained by a procedure
steel in compression. based on a selected buckling mode.
It is evident as a proper evaluation of buckling Literature review shows as step-by-step
behavior is related to the calculation of the procedures are proposed for evaluating the
critical length Lcr. The latter is often assumed critical load and length of the buckled bar, and
equal to the stirrup’s pitch (Lcr=l), in a simplified the most of these are based on numerical
manner. Despite this hypothesis allows a approaches or iterative procedures. This paper
simplification, experimental studies have shown presents the comparison between the results
that it is valid only in some particular cases, such obtained with three approaches, corresponding to
as when stirrups are very stiff, longitudinal bars different computational efforts. A discrete
are slender; and spacing between stirrups is very mechanical model, similar to that proposed by
large. Papia et al.(1988), is formulated aiming to obtain
Although the evaluation of Lcr represents a a more general expression for evaluating the
fundamental aspect, few studies focuses on the critical length Lcr of longitudinal bars.
assessment of a proper critical length, and the Afterwards, results achieved by the discrete
most of these are based on iterative procedures or approach are compared with non-linear finite
step-by-step methods. element (FE) analyses carried out by the code
Papia et al. (1988) proposed a model that ATENA2D, which take into account the effect of
assumes a positive symmetrical shape function geometrical non-linearities and of a proper strain
representing the transversal deformation of the hardening law for steel.
longitudinal bar, and based on the system energy, Finally, comparisons are made with the closed
they calculated the relationship between the form solution proposed by Russo and Terenzani
critical load and a relative stiffness parameter. (2001), in order to check the reliability of these
Afterwards, Papia and Russo (1989) proposed a expressions for obtaining predictive prescriptions
simplified expression of the previously described for practical engineering applications.
approach and adopted this analytical form as a
criterion for calculating the ultimate strain of
concrete in compression. Russo and Terenzani 2 ANALYTICAL INVESTIGATION: THE
(2001) presented closed form expressions for DISCRETE APPROACH
obtaining critical load and buckling length. These Calculus model refers to a continuous beam on
formulae are derived by a model of elastic beam n0 elastic supports, the latter simulating the
on elastic soil, whose distributed stiffness is stirrups and having spacing equal to the pitch
obtained by spreading the stiffness of a single (Figure 1a). The extremal spans of the beam have
stirrup along the pitch. a length equal to ηl with η ≤ 1. The beam is
Dhakal and Maekawa (2002)b determined the clamped at both ends.
critical load by an energetic approach. They The hypothesis is that buckling configuration
assumed a sinusoidal deformed shape within the is symmetric and consequently analysis is made
buckling length with stirrups simulated as elastic with reference to the half-length of the beam with
springs, the latter having zero stiffness if they are n elastic supports, fixing rotation in
located within a central section of the buckled correspondence of the symmetry axis. The latter
length and elastic elsewhere. They also proposed is placed in the half point between two successive
a simplified expression of the flexural stiffness of supports if n0 is even (Figure 1b).
the bar for considering that the bar is in the post- The generic length L can be written in the
elastic range. The critical length is finally form
determinate by an iterative procedure, starting
from the assumption of a buckling mode. 1
More recently, Massone and Moroder (2014) L  2  (  n  )  l (1)
2
extended their previous model to global buckling
by introducing the effect of transversal It is observed that the case of symmetry axis
reinforcement and expansion of the core concrete coincident with a support is not here studied since
in the analysis. Modeling of the forces from the it was already demonstrated in the literature that
stirrups acting on the longitudinal bar assumes the condition with symmetry axis coincident with
that part of the force is transferred directly to the the middle of a span constantly prove to be
expanding concrete core and the remaining force weaker than those with the symmetry axis
is balanced by internal stresses in the longitudinal coincident with a support (Russo, 1988). Hence,
bar. The critical length and the compressive the critical length and the corresponding critical
load are univocally defined by the curves

SG05-94
obtained for symmetry axis coincident with the where
middle of a span.
P
   l  l 
EI
and
x
z
l
Solution of Eq. (5a) and its derivatives are
a) written for the i-th span of the beam

vi ( z )  Ai  sen z  Bi  cos  z  Ci  z  Di (6a)

vi '( z )   Ai  cos  z   Bi  sen z  Ci (6b)

vi ''( z )    2 Ai  sen z   2 Bi  cos  z (6c)


b)
Figure 1. Calculus model – a) Initial spans; b) Elastic
support over symmetry axis.
vi '''( z )    3 Ai  cos  z   3 Bi  sen z (6d)
Concrete is assumed rigid and deflections are
allowed only outwards. Therefore, only negative Coefficients of Eqns.(6) can be obtained by
moments can occur along the end lengths of the considering boundary conditions, the latter
beam. referring to equilibrium and compatibility.
In particular, Eq.(6b) evaluated in z = 0 gives
M0  0 (2)
i  Ci
Ai  (7)
The action induced by the stirrup on the bar is 
considered equivalent to that of an elastic support
Moreover, the following expression can be
with stiffness equal to K, and its evaluation
derived from the relationship between moment
depends on the geometry of the bar. As an
and curvature
example, for the case of corner bar in a column
with square cross section, the stirrup’s stiffness is EI
 EIv ''( x )   v ''( z ) 
obtained by combining the axial stiffness in the l2 (8)
form  EI
 2   2 Ai  sen z   2 Bi  cos  z   M ( z )
Est  Ast  2  Est  Ast l
  2  cos 2  (3)
h/2 4 h The coefficient Bi is obtained by evaluating
Eq.(8) for z = 0 , and considering Eq. (6b)
where Est and Ast are the elastic modulus of
steel and the stirrup’s area respectively, while h is Mi
the length of stirrup’s leg. Bi  (9)
P
Shear action V in the generic span can be
calculated simply by equilibrium with the Similarly, an expression of Di is obtained by
supports’ reactions substituting z = 0 in Eq.(6a)
n
Di   i  Bi (10)
Vi     i (4)
i 1
If the equilibrium condition of the buckled
The deformed shape is obtained by solving the beam is written including Eq.(6d), the following
differential equation expressing the equilibrium relationship holds:
condition including the second order effects. This
EI 2 P
well-known equation and can be written in the 3
  vi ' Ci   Vi  vi ' (11)
form l l
(5a) that evaluated for z = 0 gives
v IV ( z )   2v II ( z )  0

SG05-95
l l n Also Eqns. (13) can be rewritten as a function
Ci   Vi     i (12) of γ and β
P P i 1
 n
Moreover, Eqns.(7), (9), (10) and (12) can be
evaluated for the initial span (namely span 0) as it
A0   
 3 i 1 i
(18a)
follows
M0
C0 B0  (18b)
A0   (13a) P

 n
M
B0  0 (13b)
C0   i
2 1
(18c)
P
M0
l n D0  
C0     i
(18d)

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