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Premessa
Amazon è una delle sette sorelle del silicio, i signori della Rete; cosi
sono chiamate le nuove multinazionali dell’informatica.
La Rivoluzione Informatica
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La grande pervasività delle nuove tecnologie ha qui, in questo
nesso, la sua ragione fondamentale: cioè nella potenza acquisita
dalla comunicazione.
Solo così è possibile uscire dall’abbaglio tra Wall Street che predica
scarsità e invoca austerità, e Silicon Valley che celebra abbondanza
ed innovazione. E Libertà.
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Sulla potenza di calcolo s’impianta la digitalizzazione, la larghezza
di banda, l’espansione a costi marginali dello storage di dati e i
protocolli di programmazione (pacchettizzazione, modellabilità ecc.
Cambiano i modi quanti-qualitative di concepire la comunicazione,
giacché si passa dalla scarsità alla sovrabbondanza d’informazione,
e dalla modalità digitale-binaria alla riproduzione del sensibile
(WISIWIG).
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Smartification progressiva della vita quotidiana e
regolamentazione algoritmica, alcuni chiamano così il processo di
dispiegamento di potenza di calcolo.
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Se l’esito naturale di tale processo è che tutti possono diventare
tracciabili e influenzabili, e quindi manipolabili, sorge una domanda
spontanea: il futuro della Privacy, dell’autonomia, della stessa
democrazia politica, può essere lasciato in mano ad aziende private
e alla loro regolamentazione algoritmica? O, invece, Proprio per
preservare tali valori, non si debba porre il problema della natura
pubblica di tali aziende, cioè di come la società debba tutelare i
principi costitutivi della democrazia politica? Raccomanda K. Polany:
“la libertà in una società complessa richiede un passaporto
inviolabile. L’individuo deve essere protetto contro pressioni
indebite da parte di persone o aziende, associazioni o corporazioni,
consuetudini o leggi”.
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non impedisce il consumo di altri: l’informazione, cioè, è un bene
abbondante e inoltre senza rivali. Replicabile e condivisibile.
Per essere esatti, il grosso dei profitti proviene dal creare nuove
esternalità attraverso l’offerta e la trasformazione di “servizi
gratuiti” prima cari o inaccessibili, in una vorticosa sostituzione di
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una tecnologia con un’altra, all’interno di una riduzione sempre più
accelerata e programmata del ciclo di vita dei prodotti.
La grande questione che si apre, non è più quella solo del salario
contro il profitto, ma quella di chi e come controlla e governa la
macchina, cioè “la potenza del Sapere”.
La sfida è inedita.
L’algoritmo
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La potenza di calcolo già oggi è alla base dello sviluppo
delle biotecnologie, delle nanotecnologie, dello sviluppo di
ogni forma di ricerca.
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La capacità di costruire un sistema e di uscirne per dare risposte
alle domande (e contraddizioni) che genera, rimane una prerogativa
umana non risolvibile all'interno della logica formale. Per fortuna.
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L’ascesa dell’algoritmo tendenzialmente sposta le questioni
dall’individuale al collettivo, vanificando il tentativo - come
quello operato dalla Cgil alla conferenza di Chianciano - di
individuare nei diritti individuali il focus della propria
cultura politica e della propria identità.
L’algoritmo e la sua potenza non possono risolvere il problema che
esula dalla potenza di calcolo.
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È allora sempre più urgente aprire una riflessione sulla prospettiva
generale della rivoluzione informatica, sulla sua portata sistemica.
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Ginevra, aveva inventato il Web per lo scambio di
informazioni nel mondo scientifico.
Nel Medioevo il “dominio” era anche il tributo che nel feudo i sudditi
pagavano al signore in segno di riconoscimento del suo potere.
Nel confronto politico come nel dibattito corrente non emerge quasi
mai la questione della struttura, dell’hardware: tutta l’attenzione
viene concentrata sulla sovrastruttura, per dirla con termini antichi,
quasi non esistesse un rapporto di dipendenza, anche se
variamente mediata, tra struttura e sovrastruttura, tra hardware e
software. Ma la sovrastruttura non esiste senza la struttura.
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possibile pensare che l’aria divori il mare e persino la terra,
chioserebbe K. Schmitt.
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