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Piero Camporesi
La terra e la luna
- ■ Alimentazione
folclore società
IL SAGGIATO RE
Da sempre Camporesi esplora i margini della
storia ufficiale: anche in questo libro, attraversare
il paesaggio alimentare diventa un modo per
percorrere territori trascurati, per delineare un
affascinante viaggio nella storia degli italiani
osservati nella loro concreta quotidianità, nel duro
lavoro dei campi o affaccendati nelle loro cucine
(reali e simboliche). Terra da coltivare e tavole da
preparare, cicli lunari ed ellissi dell’immaginario
alimentare. In un trascorrere continuo fra passato
e presente, fra attualità e radici lontane, fra il
vissuto e l’invivibile, fra la fine del vecchio móndo
contadino legato alle rotazioni astrali, ai ritmi
cosmici, alla magia agraria e (in una dimensione
di cultura urbana) la liturgia domestica della cucina
borghese, Camporesi delinea gli scenari di un
tempo nuovo - postagrario e postindustriale,
enigmatico e inquieto - percorso dai sintomi
rabbrividenti di una inarrestabile contaminazione
universale.
Cultura materiale, storia sociale, antropologia
simbolica s’intrecciano in queste pagine che
visualizzano, nel circuito ininterrotto dei processi
fisiologici alimentari, le geometrie solide delle
sostanze e quelle mutevoli dei liquidi. Fra questi,
negli anni del declino delle mitologie lunari e del
“decollo” della scienza galileiana, l’inizio di una
riflessione moderna sulla natura della più nobile
delle bevande, il vino, sull’eccellenza dell’uva e
della vite di cui (come è stato detto) la storia civile
è una propaggine.
La terra e la luna
Alimentazione folclore società
IL SAGGIATORE
Ringraziamo la Casa Editrice Einaudi che, con squisita cortesia,
ci ha permesso di utilizzare l’Introduzione
a La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene
ISBN 880432527-5
Parie Prima
Il pane e la morte. Alimentazione e rituali agrari
In montagna:
Pallevamento del bestiame, del baco da seta, delle api
furono i rami dell’industria agricola che fruttarono di
più... I contratti di mezzadria... di fatto facevano molte
riserve per il padrone: le foglie di gelso (riservate per
intero alla proprietà), le castagne (due terzi), i maroni (tre
quarti), Porto, Puva della pergola, il moscatello, Paliatica,
le olive, che devono essere coltivate dal colono a tutto
profitto del locatore... Vi sono i patti di consegna dei
capponi a Natale, galline a Carnevale, uova a Pasqua, polli
a luglio... La classe media della popolazione montanara
medioevale viveva miseramente, ma c’era chi viveva peg
gio; ed era l’infima plebe.
(Palmieri, La montagna bolognese, pp. 376-378)
Ma, sia nel caso dei mietitori sia in quello dei trebbiatori,
nessuno spreco di cibarie, nessuna dissipazione alimentare,
anche se erano giorni di festa e di allegria collettiva. La ritualità