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Montesquieu

Francia monarchica, gerarchica e mondana dell’Ancienne Régime.


Illuminismo:fisiocrazia e liberismo economico, ragione, sapere enciclopedico.
Il barone di Montesquieu (il cui vero nome era Charles Louis de Secondat) scrisse due importanti
opere: “Lettres Persanes” e “L’Esprit des Lois”che rappresenta l’opera più importante e
monumentale, frutto di quattordici anni di lavoro, anonimamente nella Ginevra di Jean-Jacques
Rousseau. È composta da due volumi, trentuno libri, un lavoro tra i maggiori della storia del pensiero
politico. Una vera e propria enciclopedia del sapere politico e giuridico del Settecento.
L'opera venne attaccata da gesuiti e giansenisti e messa all'Indice dei libri proibiti.
L’ obiettivo , il fine dell’autore è quello di trovare lo spirito delle leggi, da quell’insieme di fattori
che condizionano e determinano la manifestazione di volontà del legislatore,i princìpi, motivi,
impulsi, tendenze in base ai quali ci si dirige. Montesquieu si chiede”perché in un dato paese,ad
un dato momento,su un dato suddito,ci possa essere una certa legge piuttosto che un’altra” e
“perché a parità di tutte le altre condizioni,una data legge è efficace ed un’altra no?”. A queste
domande Montesquieu non può rispondere se non ammettendo che esiste uno spirito delle leggi.
Montesquieu non crede che sia la fortuna a dominare il mondo(Machiavelli ne era certo); vi sono
delle cause generali, sia morali che fisiche, che governano gli accadimenti. Per scoprire la molla
principale, il grande ingranaggio centrale, bisogna procedere di osservazione in osservazione, di
confronto in confronto, bisogna possedere il gusto dei particolari ed il senso dell’insieme.
In questo testo Montesquieu presuppone infatti la presenza di leggi costanti a sostegno di un
ordine intrinseco alla storia, dove con leggi si intende “il rapporto necessario che deriva dalla
natura delle cose”. I principi che determinano la natura di queste leggi sono per Montesquieu
rintracciabili razionalmente, poiché esse non si formano per situazioni accidentali ma rispondono a
un insieme di condizioni che ne determinano la direzione. Con questa tesi Montesquieu propone
una soluzione all’opposizione tra le posizioni dei giusnaturalisti e i sostenitori di leggi “positive”
arbitrarie. Le leggi si manifestano nel mondo dell’uomo mediante l’azione dei governi, che,
attraverso l’applicazione di determinate norme, regolano le relazioni tra i cittadini. A partire
dall’indagine sui rapporti tra leggi e natura (quindi spirito generale) di ciascun governo,
Montesquieu elabora la teoria dei governi, per mezzo della quale pone tutti i governi della storia
su di un piano, individuando cause eterne, ma non universali, poiché sono valide a determinate
condizioni fisiche, della natura del popolo, e morali, cioè dello spirito generale, del principio-
motore dell’agire di ogni governo. Quindi: spirito leggi  sovranità.
I tipi di governo individuati sono formalmente 3 (repubblica(democratica e aristocratica),
monarchia e dispotismo):
 REPUBBLICA DEMOCRATICA  la sua natura è il popolo, che vi appartiene per certi
aspetti come suddito e per altri come monarca; il suo principio è la virtù politica, la quale esige
che si faccia all’interesse pubblico un continuo sacrificio del proprio egoismo in nome
dell’interesse pubblico, e non deve mai venire meno (amore per la patria). Il regime si
corrompe se viene meno lo spirito di eguaglianza ma anche quando questo diviene estremo:
lo sbocco di una situazione del genere è la tirannia.
 REPUBBLICA ARISTOCRATICA  (di cui oggi non vi sono esempi, mentre allora vi erano la
Repubblica di Venezia e la Polonia) il potere sovrano non risiede più nel popolo ma in un certo
numero di persone (una sorta di democrazia ristretta) distinte per nascita ed educate a
governare; tanto più alto è il numero dei nobili tanto più perfetta è la forma-natura di
governo”la migliore aristocrazia è quella in cui la parte del popolo che non partecipa al potere
è così povera e piccola che la parte dominante non ha alcun interesse ad opprimerla”. Il
principio non è più la virtù, ma lo spirito di moderazione dei nobili al governo del non abusare
dell’ineguaglianza implicita fra i cittadini.

 MONARCHIA  un solo individuo governa, ma la sua volontà è limitata da leggi fisse e


stabilite e dai poteri intermedi: nobiltà, clero, città (decentramento amministrativo) e deposito
delle leggi (ovvero la magistratura, che regola e rallenta l’azione di governo). Questo
complesso gioco di pesi e contrappesi, di forze e contro forze, è ciò che mantiene lo Stato
monarchico. Il principio è l’onore: il pregiudizio di ogni persona di ogni condizione sociale, è
l’ambizione (rovinosa in una repubblica) che muove e lega tutte le parti del corpo politico,
ognuna delle quali concorrerà così al bene comune. Venendo meno le contro-forze, ne
conseguirebbe un iper-accentramento, quindi un dispotismo. Secondo Montesquieu la
Repubblica esige stati territorialmente piccoli, la monarchia stati medi.

 DISPOTISMO  In democrazia gli uomini sono tutti uguali perché sono tutto, nel
dispotismo perché sono nulla. Quando uno stato passa da un governo moderato al dispotismo,
cade in disgrazia; il dispotismo è un insulto alla natura umana, è un governo fatto per le bestie più
che per gli uomini. Il principio risiede nel rapporto paura-violenza. L’obbedienza è assoluta, priva
di obiezioni; l’educazione è inesistente, poiché sarebbe troppo pericolosa; le leggi per
“ammaestrare le bestie” si basano su due o tre idee che non cambiano.

Alla luce di quest’analisi, Montesquieu elabora la teoria della libertà politica, contemplata solo
nella costituzione inglese. Montesquieu considera la libertà il potere delle leggi, non del popolo
{(come prevedrebbe la libertà positiva, politica;perciò la visione della sua libertà è negativa)}.
Libertà è il diritto di fare tutto ciò che le leggi permettono,se un cittadino potesse fare ciò che esse
proibiscono,non ci sarebbe più libertà,perché tutti gli altri avrebbero questo stesso potere . Per
Montesquieu la libertà politica del cittadino è quella tranquillità di spirito che deriva dalla
consapevolezza individuale della propria sicurezza,che deve garantire il governo,affinché un
cittadino non debba temere un altro cittadino. Poiché,in generale, chiunque detiene un potere è
portato ad abusarne,perciò è necessaria una distribuzione dei poteri separati (non dice
“separazione dei poteri”, definizione eccessivamente piatta e fragile). La condizione essenziale
affinché la libertà sussista è la distribuzione separata tra legislativo, esecutivo e giudiziario. Nei
governi dispotici (es. Turchi) tutti e tre i poteri sono riuniti nella persona giuridica del sovrano. Le
forze di cui è composto il governo misto sono: popolo, nobiltà e monarchia; nella sua descrizione
prende ad esempio quello inglese.

• Popolo: non agisce direttamente, ma per mezzo dei suoi rappresentanti, eletti su base locale
(perché conoscono meglio i problemi della propria città) da tutti i cittadini (esclusi quelli da
considerare privi di volontà propria). Il corpo dei rappresentanti deve fare leggi o vedere se si sono
ben eseguite quelle esistenti. La Camera dei Comuni è l’organo rappresentativo del popolo.

• Nobiltà: Camera dei Lords è l’organo rappresentativo della nobiltà. Quest’ultima è ereditaria;
deve astenersi dalla legislazione su cui potrebbe esserci conflitto di interessi. Il potere legislativo
sarà affidato sia al corpo dei nobili sia al corpo dei rappresentanti del popolo (due camere
distinte).

La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due camere, che esercitano controllo
parlamentare (di legalità) sull’esecutivo (sui ministri).

• Monarca: gli spetta il potere esecutivo, che per le proprie caratteristiche è meglio amministrato
da un solo individuo che non da molti.

Al legislativo sono garantite sessioni periodiche: ha la facoltà di deliberare ed ha la facoltà di


esaminare in quale maniera le leggi stabilite vengono eseguite . L’esecutivo convoca il legislativo,
che non deve essere sempre riunito in assemblea né deve avere la diretta facoltà di riunirsi
autonomamente, altrimenti invaderebbe il campo del potere esecutivo. Il monarca partecipa al
legislativo non in virtù della sua facoltà di statuire bensì di quella di impedire, allo scopo di potersi
difendere. Il monarca è inviolabile e sacro.
Per Montesquieu la costituzione inglese sta al di sopra delle altre, è oggetto di uno spirito generale
di libertà ed è basata su un sistema di common law (quindi lo spirito è autentico)  Montesquieu
consiglia di non cambiare lo spirito generale delle nazioni. Rimproverando a Pietro I il Grande la
violenza dei mezzi e la scarsa considerazione del popolo, esalta Solone, che avrebbe dato agli
Ateniesi “le leggi migliori che potessero sopportare”.
A partire dalla controversia tra cause fisiche e morali, tra necessità e libertà, Montesquieu elabora
la teoria dei climi (tematica introdotta nella politica da Aristotele, poi ripresa da Bodin e in seguito
da Rousseau). All’interno delle cause morali, vizi (morali e politici) e virtù costituiscono un
groviglio con le cause fisiche nella determinazione dello spirito. I cattivi legislatori hanno favorito i
vizi del clima (es. con l’ascesi in India), i buoni vi si sono opposti (es. Confucio in Cina, con la
pratica). Tre climi determinano tre tipi di uomini profondamente diversi:
quello del Nord,che vive nei climi freddi,ha più fiducia in se stesso,ha maggiore sicurezza ed
audacia, franchezza, ed è poco sensibile ai piaceri, al dolore.
quello del Sud, caldo, determina l’astuzia e la sensibilità al sentimento in generale; l’uomo è
vendicativo, incline alla filosofia, alla matematica ed alla religione in particolare, in base alla quale
governa. L’aria calda rilassa le fibre, prive di energia.
quello temperato, europeo, determina un uomo più equilibrato, dedito al diritto, alla politica; si
governa dunque in base a ragione e giustizia.
Quindi sono molte le cose che governano gli uomini: il clima, la religione, le leggi, i costumi, ecc.
La risultante di tutte queste cose è lo spirito generale, al quale uno solo degli elementi enumerati
conferisce il tono, quindi risulta essere la dominante. Ma quale sia questa dominante non è
possibile dirlo con certezza.
L’opera è stata colma di curiosità e di sincera ammirazione; venne tradotta in quasi tutte le lingue.
Montesquieu ottenne una gloria europea.

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