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Il termine “media” si riferisce a istituzioni e infrastrutture che producono e distribuiscono contenuti e che
nel corso della loro storia hanno modificato e ancora ora modificano lo spazio dell’azione sociale. È
opinione diffusa che non ci sia ormai modo di tornare ad un mondo precedente a queste trasformazioni,
che sono ormai incorporate nella nostra comprensione di che cosa è il mondo. In particolare i media
trasformano non solo gli spazi più grandi, in cui siamo quotidianamente coinvolti, bensì anche i più piccoli
dettagli delle azioni individuali.
Con l’obiettivo di definire una vera e propria “teoria dei media” bisogna però ricordare che non può in
realtà esistere una teoria “pura” dei media poiché essi sono sempre modi particolari, storicamente
incarnati, di comunicare. Per semplicità, possiamo pensare la ricerca sui media come una piramide a
quattro vertici, ognuno dei quali indica una particolare priorità di ricerca: i testi mediali, l’economia politica
di produzione, distribuzione e ricezione dei media, le proprietà tecniche di ciascun medium e gli usi sociali
delle tecnologie e dei contenuti dei media. Mentre invece durante gli anni Settanta e Ottanta sembrava non
esistesse altro che una teoria generale dei contenuti mediali. Da parte sua l’autore Nick Couldry vuole
presentare una teoria dei media, che è rivolta a mettere in primo piano il modo in cui i media vengono
utilizzati nella vita sociale e come contribuiscono a plasmarla, e quali conseguenze sulla dimensione sociale,
economica e politica producono.
Le nuove tecnologie di comunicazione in particolare hanno generato un’infinità di miti (come quello di
democratizzazione), il più recente dei quali è quello che l’informazione, e in particolare l’informazione
digitale, sia libera. In realtà ci sono diversi timori relativi alla neutralità della rete e si dubita che lo spazio di
internet sia effettivamente libero, accessibile e disponibile a tutti.
Se da una parte del mondo i media e la connessione a internet stanno portando a profonde trasformazioni
sociali, invece in altre parti (soprattutto lontane dall’Occidente) emergono nuove forme nascoste di
disconnessione. Qui, ad esempio, il computer di proprietà personale rimane alla portata solo di una ristretta
minoranza. Oltre a ciò, oggigiorno soprattutto nel mondo di internet si può facilmente notare uno
spostamento graduale da una rete dominata dalla lingua inglese ad un’altra, in cui invece sono le lingue
differenti ad avere un ruolo dominante.
Lasciando però momentaneamente da parte del trasformazioni legate al mondo dei media, bisogna
ricordare che, nonostante le nuove possibilità di trasmissione, alcune istituzioni mediali sono rimaste e
restano costanti: la radio, ad esempio, in parte si è spostata online, ma il suo mondo sonoro fa ancora parte
dello sfondo routinario della vita di molti.
Tra le diverse trasformazioni del panorama sociale si noti ad esempio il declino del consumo di quotidiani
cartacei, sebbene esistano comunque ancora Paesi, come quelli scandinavi, dove il consumo di quotidiani
rimane forte, sorprendentemente anche fra i giovani. O ancora si è notato il declino dei telegiornali negli
USA, motivato dalla penetrazione del giornalismo nel mondo online. In controtendenza invece, in Paesi
come Germania e Inghilterra, il numero delle persone che usano la televisione come fonte principale delle
notizie è ancora molto superiore al numero di quelle che usano internet. D’altra parte bisogna anche
menzionare il fatto che grazie alla sua struttura completamente aperta, alla sua ipertestualità e ai suoi bassi
costi di produzione, internet porta ad una massiccia stimolazione della produzione culturale.
Si è ormai capito che la nostra è quindi una società in perenne trasformazione a causa o grazie ai media
digitali odierni, ma ciò porta anche a delle incertezze relative proprio ai media. Ci si chiede che cosa siano
propriamente i media digitali, in che modo le persone nella pratica li utilizzano, come cambia l’economia
dei media e come si trasformano le istituzioni mediali, su quale scala dimensionale i media producono
conseguenze sociali e come potremmo noi immaginarci una vita migliore con i media digitali.