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IL DOSSIER x

DUE VENERDÌ DI PASSIONE


Non c’è soltanto l’ultimo super-pentito: Ora è il turno dei fratelli Graviano
QUEL CHE C’È nella sentenza di primo grado
l Tribunale di Palermo, l’11 dicembre
IMarcello
2004, ha condannato in primo grado
quell’occasione i due vertici di Cosa No-
stra, secondo le parole di Spatuzza, gli ri-
DA SAPERE Dell’Utri a nove anni con l’accusa
di concorso esterno in associazione ma-
feriscono di aver ottenuto quello che cer-
cavano. Ovvero di aver trovato i nuovi re-
PRIMA che condanna fiosa. A quasi cinque anni di distanza, nel
maggio di quest’anno, si riapre il processo
ferenti politici per la mafia. “Mi vengono
fatti – ha detto Spatuzza il 4 dicembre – i
DI SPATUZZA il cofondatore d’Appello. Dopo la pausa estiva, il dibat-
timento riprende in settembre, ma i giochi
si riaprono con la deposizione in aula, a
nomi di due soggetti: di Berlusconi, e io
chiesi a Graviano se era quello di Canale 5
e Graviano mi disse che era quello di Ca-
hi si scandalizza per le di Forza Italia, il sistema Torino, del pentito Gaspare Spatuzza. L’ex nale 5, aggiungendo che c’era di mezzo un

C
capomandamento del quartiere Brancac- nostro compaesano, Dell’Utri”. Venerdì
dichiarazioni di Spatuzza, chi cio, braccio destro dei fratelli Graviano, 11, Giuseppe e Filippo Graviano, capima-
attende col fiato sospeso quelle
eventuali dei fratelli Graviano, chi
di relazioni tra il Cavaliere Accanto, la tenda nel Tribunale
che si è incolpato delle stragi di via D’Ame-
lio e delle bombe del 1993 a Milano, Fi-
fia con vari ergastoli sulle spalle, saranno
ascoltati in videoconferenza a Palermo. I
di Torino che ha coperto il pentito renze e Roma (oltre ad aver partecipato boss, che non si sono pentiti, saranno il
si domanda “perché proprio ora?”, chi
invoca “i riscontri” ad accuse tanto e Cosa Nostra Spatuzza durante la deposizione;
sopra Giuseppe e Filippo
all’omicidio di don Puglisi e del piccolo
Giuseppe Di Matteo) il 4 dicembre scorso
primo possibile riscontro delle dichiara-
zioni di Spatuzza su mafia e politica e sul
“inverosimili”, non sa che da 15 anni Graviano. A sinistra Berlusconi racconta al procuratore di Torino dell’in- rapporto stabilito da Cosa Nostra, tra il
decine di mafiosi pentiti e di semplici pagine a cura di Peter Gomez e Marco Travaglio negli anni Settanta (FOTO ANSA) contro con i Graviano al Bar Doney di via 1993 e il 1994 con i fondatori del partito
testimoni hanno parlato dei rapporti fra Veneto, avvenuto nel gennaio 1994. In che prenderà il nome di Forza Italia.
Dell’Utri, Berlusconi e Cosa Nostra. E
che le loro parole sono già state

B. E DELL’UTRI: QUEI SUMMIT CON I CAPIMAFIA


riscontrate da indagini accurate e
documenti inoppugnabili. Di più: le
parole scritte dal Tribunale di Palermo
che nel 2004 ha condannato Marcello
Dell’Utri a 9 anni per concorso esterno in
associazione mafiosa fanno impallidire
quelle dell’ultimo pentito. Il quale si limita
ad aggiungere un paio di tasselli a un
mosaico già più che completo. Purtroppo
quel processo, diversamente da quelli di della Palermo bene perché proprietario di celebri Pm: Che cosa venne risposto? siderazioni che precedono non lasciano residuare alcun la pari degli altri invitati, quale non poteva non essere ‘il lontanamento”. fatte ipotesi sui possibili responsabili (“...venne fatta qual- della morfina base in eroina [...]. L’ispettore Piu ha fatto
Cogne, Erba, Perugia e Garlasco, nessuno locali notturni: “Di Carlo ha riferito dei buoni rapporti di Di Carlo: Con una battuta, un sorriso sornione: “Ma come, dubbio circa la ‘mediazione’ concretamente svolta dagli rappresentante di Cosa Nostra’ ad Arcore”. Perché Mangano ha fatto sequestrare D’Angerio? I che ipotesi? Si fece l’ipotesi di scappare”), giungendo fi- riferimento anche all’arresto del Mangano, il 15 febbraio
l’ha mai raccontato in tv e nemmeno i amicizia intrattenuti nel tempo con Cinà. [...] Tramite Cinà debbo venire proprio in Sicilia? Ma come, qua i meridionali odierni imputati i quali, costituendo uno specifico canale di Secondo i giudici, Mangano ebbe “inequivocamen- giudici non hanno dubbi:“E’ facile immaginare come il nanche a negare un precedente attentato dinamitardo. 1972, a seguito di un ordine di cattura della Procura di
mafiologi dei giornali che oggi si svegliano aveva avuto modo di conoscere Dell’Utri, presentatogli e i siciliani ho problemi qua, e debbo venire...?”. E Stefano ci collegamento tra l’organizzazione mafiosa Cosa Nostra te un ruolo attivo nell’organizzazione del seque- Mangano sarebbe ‘cresciuto’ di importanza agli occhi di Secondo il teste Confalonieri, sarà proprio in concomitanza Milano per tentata estorsione, a ulteriore dimostrazione
amichevolmente dal Cinà nei primi anni ‘70 in un bar vicino ha detto: “Ma lei è il padrone quando viene là, siamo a (nella persona del suo più importante esponente dell’epo- stro”, insieme con Pietro Vernengo, Pietro Mafara, Silvio Berlusconi e quali vantaggi avrebbe potuto trarne (e, con queste minacce, subito dopo l’allontanamento di Man- della presenza di Mangano in quella città ben prima del
con 15 anni di ritardo. Ci provarono al negozio gestito dallo stesso Cinà [...] A breve distanza disposizione per qualsiasi cosa”. Berlusconi anche lui alla ca, Stefano Bontate) e l’imprenditore milanese Silvio Ber- Nino Grado. Infatti aveva confidato a Salvatore Cu- con lui, l’intera organizzazione criminale Cosa Nostra) nel gano, che Berlusconi, dopo essersi rifugiato all’estero per suo trasferimento nella villa di Arcore, registrato all’ana-
Luttazzi, Biagi e Santoro nel 2001, infatti dalla sua presentazione a Dell’Utri, il collaborante aveva fine ci ha detto che era a disposizione per qualsiasi cosa: lo lusconi (in evidente e rapida ascesa sulla scena economica cuzza che “l’incarico di ‘fattore’ a lui attribuito era solo caso in cui il sequestro fosse andato a buon fine e lo stesso alcuni mesi con la sua famiglia, si era premunito con un grafe di quel comune il 1° luglio 1974. Il 27 dicembre1974,
furono epurati dalla Rai proprio per incontrato a Palermo il Cinà, mentre questi era in com- dicevano a Marcello [...]. Bontate ebbe una buonissima di quella ricca regione) hanno con ciò posto in essere una apparente (un paravento) e […] in seguito a questo epi- Mangano avesse potuto gestirlo garantendo in prima per- adeguato sistema di difesa privata. Quanto sopra dimo- l’arresto di Mangano da parte dei carabinieri [...] per truf-
evitare che informassero i cittadini pagnia di Stefano Bontate e di Mimmo Teresi. Dovendo impressione”. condotta idonea a costituire un consapevole e valido ap- sodio i rapporti con Berlusconi si erano incrinati perché sona la salvezza dell’ostaggio e il buon esito delle trattative stra, ancora una volta, che, prima di quel momento, Silvio fa, pochi giorni dopo il sequestro D’Angerio. Dopo soli 26
elettori del processo più importante tutti recarsi a Milano nei giorni successivi, proposero di in- Nelle mani della mafia porto al consolidamento e rafforzamento del sodalizio ma- quest’ultimo aveva capito che il regista del sequestro era per il riscatto. [...] Questo episodio era destinato a inserirsi Berlusconi aveva ritenuto che la protezione della sua fa- giorni, il 22 gennaio 1975, a causa di un difetto di notifica,
contrarsi nella città lombarda e si diedero appuntamento Quel che accade subito dopo lo ricostruisce il Tri- fioso, sempre pronto a cercare nuovi canali attraverso i Mangano. Nonostante ciò, Berlusconi non aveva denun- in una più complessa strategia destinata ad avvicinare e miglia potesse essere adeguatamente garantita e assicu- Mangano veniva scarcerato dalla Casa Circondarialedi
d’Italia e più oscurato del mondo. Oggi le negli uffici che Ugo Martello aveva in via Larga, nei pressi bunale, definendo il racconto di Di Carlo “nitido, quali riciclare gli (già allora) imponenti introiti ricavati dalle ciato Mangano agli inquirenti: si era limitato a fargli in- legare maggiormente l’imprenditore Berlusconi all’orga- rata dalla sola presenza di Mangano a villa Arcore”. Termini Imerese e faceva rientro ad Arcore. Il 1° dicembre
parole di Spatuzza cadono in quel vuoto del Duomo di Milano. Dopo avere pranzato insieme in un preciso e pienamente compatibile col resto delle attività illecite gestite ma anche, e piú semplicemente, nuo- tendere che aveva compreso il ruolo da lui avuto ed era nizzazione criminale, secondo un disegno al quale non ap- Il compleanno del boss ’75 veniva nuovamente arrestato per porto di coltello proi-
informativo accuratamente studiato a ristorante, a Di Carlo venne proposto di accompagnarli a emergenze processuali”: Una volta usciti dagli uffici, ve fonti di guadagno attraverso la imposizione di indebite stato poi lo stesso Mangano a decidere di andarsene [...]. A paiono affatto estranei i vertici di quel sodalizio, e in par- Dell’Utri continua a frequentare Mangano “anche bito in compagnia della moglie, ed entrambi dichiaravano
tavolino e appaiono come funghi cresciuti un incontro che avrebbero avuto di lì a poco con un in- [...] Cinà si era rivolto a Teresi e a Bontate e, facendo ri- esazioni, con la conseguente configurabilità a carico di en- un volontario allontanamento del Mangano da Arcore ha ticolare lo stesso Bontate”. dopo l’allontanamento di questi da Arcore”. Il boss di risiedere ad Arcore, presso la villa San Martino. Il
nel deserto, calunnie di un pazzo o di un dustriale, tale Silvio Berlusconi, e con Dell’Utri. [...]”. ferimento alla persona che avrebbe potuto essere man- trambi gli imputati del reato associativo”. fatto riferimento lo stesso Mangano, nel periodo imme- Non è chiaro quando Mangano se ne vada davvero catanese pentito Antonino Calderone racconta che 6/12/1975 Mangano veniva scarcerato per fine pena e
Ecco il racconto di quell’incontro dalla viva voce di data ad Arcore, fece il nome di Mangano Vittorio, cono- Il sequestro D’Angerio diatamente successivo alla sua scarcerazione del gennaio dalla villa di Arcore. Sicuramente fa le valigie molto il 24 ottobre 1976, giorno del suo 41° compleanno, dichiarava di eleggere domicilio in Arcore, via Villa San
pentito prezzolato che ha deciso di Di Carlo: “A venirci incontro è stato proprio Dell’Utri e ci sciuto da Di Carlo come uomo d’onore della famiglia di Nella notte tra il 6 e il 7 dicembre 1974, al termine di ‘75 e alla sua decisione di andare via da Arcore, seguita alla tempo dopo il sequestro anche se: “È certo che l’al- pranzò al ristorante milanese “Le colline pistoiesi” Martino n. 42.
infangare l’immacolata reputazione del ha salutati. Una stretta di mano, con Tanino si è baciato, Porta Nuova, in quegli anni aggregata al mandamento di una cena nella villa di Arcore con Berlusconi, diffusione delle notizie di stampa secondo cui era stato lontanamento avvenne in modo indolore per decisione (au- con Nino Grado, Mangano e Dell’Utri: “Dell’Utri La carriera criminale di Mangano, “testa di ponte di
premier e del suo braccio destro. “Il con gli altri si è baciato, con me no [...]. Con il Grado (il Stefano Bontate. [...] Di Carlo ha riferito che il Cinà, ri- Dell’Utri, Confalonieri, Mangano e altri invitati, Lui- assunto in quanto mafioso per fare da guardaspalle a Ber- tonoma o suggerita da Dell’Utri) presa da Berlusconi, il Marcello, me l’hanno presentato, lui (Mangano) mi diceva Cosa Nostra a Milano”, prosegue dopo l’uscita da
Fatto” ha deciso di riempire quel vuoto mafioso Nino Grado, ndr) che si conosceva bene hanno spondendo a una sua domanda, “mi ha detto che c’era gi d’Angerio sedicente “principe di Sant’Agata” vie- lusconi: “E allora, Confalonieri mi chiama e dice: ‘Che, Vit- quale continuò a ospitare presso la propria villa la famiglia che era il suo principale. [...] Io e Nino Grado eravamo lì al villa Berlusconi: “Nel periodo successivo, Mangano ve-
pubblicando in due puntate ampi stralci avuto battute di scherzo. Si è baciato anche con Stefano Vittorio Mangano […] Mangano a Milano trafficava e nel- ne sequestrato da un gruppo di delinquenti. Ma la torio?’. Ci ho detto: ‘Ho pensato di ritornarmene a Palermo, del Mangano e non risulta che abbia in alcun modo in- ristorante e sono entrati Mangano e questo signore, era niva raggiunto da una serie di provvedimenti giudiziari e
Bontate [...]. Dopo un quarto d’ora, è spuntato questo si- lo stesso tempo si faceva la figura che Berlusconi aveva loro auto, a causa della nebbia, ha un incidente e sa forse l’aria non ci giova ai miei figli, li vedo un po’ pal- dirizzato i sospetti degli investigatori sul suo “fattore”, con- vestito molto elegante, con ricercatezza, e Nino Grado si è misure restrittive fino a che, nel maggio 1980, veniva tratto
della sentenza Dell’Utri. Nella prima di gnore sui 30 anni e rotti, e hanno presentato il dottore qualcuno vicino di Cosa Nostra e Stefano l’aveva vicino” l’ostaggio riesce a fuggire. Sul luogo dello scontro i liducci’. Dice: ’Ma lei si preoccupa dei giornali che attac- servando ancora a distanza di molti anni le grate parole del alzato per andarlo a salutare, a ossequiare [...] con molta in arresto ad Arcore, su segnalazione della Questura di
oggi si raccontano i rapporti fra i Berlusconi a tutti... Certo non era quello di adesso senza [...]. Di Carlo ha riferito che, in seguito e in relazione a carabinieri ritrovano la carta d’identità del boss Pie- cano?... Se ne fotte, per noi non ci sono problemi’. Ci dissi: Mangano. [...] Dell’Utri non ha mai interrotto i rapporti con deferenza”. Palermo, nell’ambito di una vasta operazione che vedeva
fondatori di Forza Italia e Cosa Nostra capelli, aveva i capelli, era un castano chiaro, maglioncino a questo incontro milanese, Cinà gli aveva manifestato il suo tro Vernengo. Scrivono i giudici: “L’episodio [...] offre ‘Dottore, io lo ringrazio delle sue bontà e di quello che mi il Mangano, pur essendo ben consapevole, alla luce delle Dichiarazioni riscontrate da varie prove, comprese coinvolti numerosi importanti personaggi inseriti in Cosa
negli anni Settanta e Ottanta. Domani girocollo, una camicia sotto, un pantalone jeans, sportivo imbarazzo perché gli era stato detto di chiedere 100 mi- uno spaccato autentico della vita all’interno della villa di sta dicendo, però io per guardarci la faccia, l’immagine e la sue stesse ammissioni, della caratura criminale del per- le ammissioni dello stesso Dell’Utri: “L’episodio rife- Nostra palermitana; da questa indagine scaturiva il pro-
sarà la volta degli anni Novanta: la era comunque. [...] Tant’è che alla fine Cinà dice: “Sta- lioni (a Berlusconi, ndr). [...] Intorno al 1977-78 Cinà aveva Arcore nel periodo in cui vi risiedeva il Mangano. In par- dignità a Berlusconi, che lo voglio bene finora, fino a oggi, io sonaggio”. rito dal Calderone è vero. [...] Io frequentavo abitualmente cesso a carico di Spatola Rosario più altri, [...] istruito dal dr.
mattina... hanno fatto un’ora come le donne a truccarsi, a chiesto il suo interessamento in quanto Dell’Utri si era nuo- ticolare viene confermata la presenza a tavola dello stesso me ne vado. Cosí i giornali ci danno un taglio’ [...] Nessuno Prima bomba in via Rovani questo ristorante, e ho avuto talvolta occasione di pranzare Giovanni Falcone, avente a oggetto un vastissimo traffico
“stagione politica”, dominata anche pitturarsi... Bontate e Teresi sembrava a chi dovevano in- vamente rivolto a lui per il problema relativo all’installa- Mangano, ammesso tra gli invitati di rango della villa (viene mi ha mandato via. Questa è la verità, a livello Vangelo, quel Il 26 maggio 1975 esplode una bomba nella villa con il Mangano inperiodo successivo all’allontanamento di internazionale di eroina e morfina base [...]. Importanti
secondo i giudici dai fratelli Graviano. contrare, e quello è venuto in jeans e maglioncino!” [...]. Ci zione delle antenne per la diffusione del segnale televisivo ricordata più volte la presenza di Marcello Dell’Utri e di che ho detto ora...”. berlusconiana di via Rovani 2, nel centro di Milano, quest’ultimo dalla villa di Arcore. Invero, come ho già spie- elementi di prova erano emersi dalle intercettazioni tele-
p.g. e m.t. hanno offerto il caffè e quando arriva Berlusconi comin- [...]. Anche in quel caso le somme corrisposte a Cosa No- Fedele Confalonieri, entrambi amici e collaboratori del pa- Confalonieri conferma: “Mangano andò in prigione, provocando gravi danni. La denuncia la presenta un gato, proprio perché mi ero reso conto della personalità del foniche sulle utenze intestate ad alcuni esercizi commer-
ciano a parlare di cose più serie. Lavoro, ognuno che attività stra erano a titolo di garanzia. drone di casa, di un industriale nel campo delle piastrelle e credo durante l’inverno fra il ’74 e il ’75, e poi se ne andò prestanome del Cavaliere, Walter Donati. Nessuno, Mangano, pur dopo il suo allontanamento da Arcore, ave- ciali riconducibili agli Inzerillo e su quelle dell’hotel “Duca di
faceva. Teresi stava facendo due palazzi a Palermo: “Lei Che Di Carlo dica la verità “in merito all’incontro anche di una nobildonna imparentata con i Savoia). L’ac- perché non voleva mettere in difficoltà la famiglia”. sul momento, collega la villa al vero proprietario vo un certo timore nei suoi confronti, e quando lo incontravo York” di Milano, ove alloggiava a quel tempo il Mangano.
dottore sta facendo una città intera”. E lui: “Non c’è molta certata presenza del Mangano a quella cena consente di Berlusconi invece è più vago: “Non ricordo come il non lo respingevo, ma accettavo la sua compagnia. È chiaro
differenza... organizzare un’amministrazione, curarne qualificare, una volta per tutte, il particolare rapporto che rapporto lavorativo del Mangano cessò, se cioè per il pre- che nella circostanza ho pranzato con il Mangano e con

L’
11 DICEMBRE 2004, dopo
sette anni di processo, il Tribu-
due o curarne 20 [...]”. Berlusconi ha fatto 10-20 minuti di
parlare, ci ha dato una lezione economica e amministra-
L’ex boss Di Carlo si era venuto a instaurare tra Dell’Utri e
Berlusconi e il Mangano e di indi-
levamento delle forze dell’ordine o per suo spontaneo al- Vittorio Mangano, queste altre persone, che egli come al solito mi avrà pre-
sentato come amici, senza farmene i nomi”.
Il braccio destro
nale di Palermo condanna il se-
natore Marcello Dell’Utri a 9 an-
tiva, perché aveva in costruzione una città 2, come chia-
mavano Milano 2”.
riferisce dell’incontro viduare il ruolo che allo stesso era
stato riconosciuto, non già quel-
l’uomo Ma, per il Tribunale di Palermo, “appare smentita
dallo stesso comportamento dell’imputato la tesi
del premier continuò
ni di reclusione per concorso I giudici proseguono: “Durante l’incontro venne affron- tra Bontate lo di un semplice dipendente, dei clan ad Arcore, difensiva che vorrebbe attribuire solo a un atteg- a frequentare
esterno in associazione mafiosa tato anche il discorso della ‘garanzia’ e Bontate rassicurò il addetto ai cavalli, ma di una giamento di timore la prosecuzione dei suoi rap-
assieme all’amico Gaetano Cinà (6 anni per asso- suo interlocutore valorizzando la presenza al suo fianco di e un industriale, persona di rispetto, trattata al- resta nella villa porti con Mangano”. Anche perché il braccio de- lo “stalliere”: ai giudici
ciazione mafiosa). La sentenza è emessa dalla Se- Dell’Utri e garantendo il prossimo invio di ‘qualcuno’ ”. stro del Cavaliere si è autosmentito in un’intervista
conda sezione: presidente Leonardo Guarnotta, Di Carlo spiega:“A Milano succedevano un sacco di ra- Berlusconi, avvenuto anche dopo del 1° luglio 1996 sul Tgr Sicilia: “Non vedo niente disse che ne aveva
giudici estensori Gabriella Di Marco e Giuseppe
Sgadari. Il 5 luglio 2005, i giudici depositano le mo-
pimenti, perché quando c’era Liggio fuori quello aveva in-
tenzione di portarsi tutti i soldi del nord a Corleone [...].
a Milano nei primi il tentato sequestro di strano nel fatto che io abbia frequentato il signor
Mangano, e lo frequenterei ancora adesso...”: “Ap-
timore, al Tgr spiegò
tivazioni: la sentenza più pesante mai pronunciata
da un tribunale su un parlamentare in carica.
Aveva ragione Berlusconi di essere preoccupato [...]. Han-
no detto che lui aveva dei bambini, dei familiari, che non
anni Settanta D’Angerio pare evidente che le motivazioni (timore di eventuali ri-
torsioni) addotte dall’imputato per giustificare il mante-
“Lo farei ancora”
Vertice Berlusconi-Bontate stava tranquillo, avrebbe voluto una garanzia [...]. Berlu- nimento dei rapporti con il Mangano costituiscono un mero
Silvio Berlusconi, milanese, classe 1936, e Marcello sconi ha detto a Stefano: “Marcello m’ha detto che lei può espediente difensivo da addurre solo all’interno delle aule
Dell’Utri, palermitano, classe 1941, dicono di es- garantirmi questo e altro”. Allora Stefano ha detto: “Lei può milanese tra Bontate e Berlu- della Fininvest: Silvio Berlusconi, che pure in quel giudiziarie, ma non da manifestare all’esterno. Dal canto [...] Mangano aveva ritenuto di poter camuffare i traffici
sersi conosciuti alla Facoltà di Legge dell’Università stare tranquillo: se dico io può stare tranquillo, deve dor- sconi”, per i giudici lo dimo- periodo – scrivono i giudici – aveva ricevuto “una suo, sentito in dibattimento sul pranzo al ristorante ‘Le Col- illeciti usando espressioni riferibili al commercio di cavalli
Statale di Milano nel 1961. Dell’Utri diventa il se- mire tranquillo, lei avrà persone molto vicine che qualsiasi strano le dichiarazioni di altri richiesta estorsiva accompagnata dalla minaccia di line Pistoiesi’, Mangano ha decisamente negato l’episo- [...]. Mangano, nell’ambito di quel gruppo, svolgeva il com-
gretario di Berlusconi. Ma nel 1965 si trasferisce a cosa lei chiede avrà fatto e lei [...] rassicurandolo. Poi c’ha collaboratori: Antonino Gal- sequestro del figlio, collegata all’attentato”, ma non dio”. pito di curare la compravendita di sostanze stupefacenti
Roma, dove dirige un centro sportivo dell’Opus un Marcello qua vicino, per qualsiasi cosa si rivolge a Mar- liano, Salvatore Cucuzza, Fran- l’aveva denunciata. Così le indagini non approdano Il fattore di Arcore nella piazza di Milano [...]. Nel corso della disposta in-
Dei. E nel 1967 torna a Palermo, dove dirige l’Athle- cello […] perché Marcello è molto vicino a noialtri” [...]. cesco Scrima e Francesco La a nulla, almeno fino al 28 novembre 1986, quando Secondo Dell’Utri, Berlusconi & C, quando fu as- tercettazione dell’utenza telefonica in uso al Mangano
tic Club Bacigalupo, squadra di calcio della borghe- Noi di Cosa Nostra prima minacciavamo e poi ci anda- Marca. E poi il misterioso finan- gli inquirenti milanesi intercettano per caso sunto ad Arcore, Mangano era uno stinco di santo e presso l’Hotel Duca di York, emergeva una serie di contatti
sia palermitana, dove dice di aver conosciuto il gio- vamo a fare la garanzia, era una cosa normale in Cosa ziere siciliano Filippo Alberto (nell’ambito di un processo per bancarotta a carico solo dopo si guastò. In realtà, già prima di arrivare con talune società ubicate nella via Larga n. 13 di Milano, i
vane mafioso Vittorio Mangano, nonché Gaetano Nostra, altrimenti che bisogno ha uno di chiedere? Rapisarda, legato a mafiosi di Dell’Utri) una telefonata fra Berlusconi, Confa- ad Arcore nel 1974, era un delinquente doc: “Per cui amministratori risultavano a loro volta avere rapporti
Cinà detto Tanino, titolare di una lavanderia e di un Dunque ci fu – scrivono i giudici – “una richiesta di dell’entourage di Bontate lonieri da un capo del telefono, e Dell’Utri dall’al- quanto riguarda il periodo precedente, il 16 agosto 1972 con tale “Tanino” (il noto latitante Martello Ugo), e la in-
negozio di articoli sportivi nel quartiere Malaspina, protezione al Bontate”. Ma Bontate fece una “pro- e di Ciancimino, amico, tro: quella sera il palazzotto di via Rovani ha subìto Mangano Vittorio era stato fermato in compagnia di Ma- dicazione di quell’indirizzo come luogo di abituale incontro
considerato dai giudici un mafioso anche lui (è im- posta a Berlusconi, a conferma delle aspettative futuro datore di lavoro e un altro attentato. I tre interlocutori, parlandone a fara Gioacchino e, il successivo 23 agosto 1972, era stato tra esponenti di Cosa Nostra”.
parentato tramite la moglie con i capi della mafia che il capo di Cosa Nostra riponeva in questo primo socio di Dell’Utri, salvo caldo, rievocano la bomba del 1975, attribuendo sorpreso, all’ingresso dell’autostrada PA-CT, in compagnia Ne parla anche Paolo Borsellino (che il processo
dell’epoca: Stefano Bontate e Mimmo Teresi). Il tri- contatto”. Di Carlo: “Bontate ci ha detto (a Berlusconi, poi diventarne – a corren- anche quella a Mangano. Insomma, già nel 1975, di La Rosa Antonino e Vernengo Antonino, quest’ultimo im- maxi-uno istruì insieme con Falcone) nell’intervi-
bunale descrive Mangano come un uomo di “par- ndr): “Ma perché non viene a costruire a Palermo, in Si- te alternata – il grande ac- “malgrado non si nutrissero dubbi in merito al responsabile putato nel procedimento penale “maxi-uno” e indicato da sta rilasciata poco prima di morire ai giornalisti
ticolare caratura criminale”, con una “fitta trama di cilia?”. cusatore sul riciclaggio (Mangano, ndr), nessuna utile indicazione all’epoca era Contorno Salvatore come esperto nella trasformazione francesi Fabrizio Calvi e Jean-Pierre Moscardo. E i
rapporti con personaggi di spicco di Cosa Nostra del denaro dei siciliani. stata offerta agli investigatori; ma, al contrario, si era deciso collaboratori di giustizia sono unanimi nel datare
operanti nel milanese”. E spiega che Mangano ar- Un “rapporto di amo- addirittura di non denunciare direttamente l’attentato. In l’affiliazione di Mangano a Cosa Nostra “fin dagli
riva ad Arcore per proteggere la famiglia Berlusconi re-odio”, il loro, per dirla questa sede, il teste Confalonieri, pur confermando le mi- anni Settanta”: come ricordano i giudici, “in un pe-
dai sequestri di persona, allora frequentissimi. Lo con Dell’Utri. Le conclu- nacce di sequestro ricevute non più tardi del 1976 (“...Io riodo quantomeno contemporaneo alla sua perma-
raccontano decine di pentiti e lo conferma persino sioni dei giudici sul “patto con il diavolo” stipulato ricordo una lettera con... delle lettere dei ritagli di giornale e nenza ad Arcore”.
un testimone oculare: l’ex boss di Altofonte, Fran- fra i vertici di Cosa Nostra e il duo Berlusco- una croce in fondo...”) e malgrado il tenore letterale della
cesco Di Carlo, molto conosciuto negli ambienti ni-Dell’Utri nel 1974 sono lapidarie: “Tutte le con- conversazione intercettata, ha negato che fossero state continua a pag 12–13
pagina 12 Mercoledì 9 dicembre 2009

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IL DOSSIER x

LE DICHIARAZIONI DEL SOTTOSEGRETARIO salvatore della patria”. La tesi sul pentito sostenuta da Dell’Utri –
MICCICHÉ SUL PENTITO ovvero che se Spatuzza dicesse la verità avrebbe dovuto parlare
subito e non dopo 16 anni – viene sostanzialmente ripresa da

I PROTAGONISTIì “SPATUZZA? NON ESCLUDO Micciché. Cosa che non sorprende, visto che l’esponente pidiellino
deve la sua fortuna politica proprio al braccio destro di Berlusconi.
Micciché provocatoriamente dice anche che se Raffaele Sollecito

Antonino Calderone Calogero Ganci Filippo Alberto Rapisarda Vittorio Mangano Gaspare Mutolo Totò Cancemi SIA PAGATO DAI PM” e Amanda Knox si fossero pentiti e avessero raccontato di una
trama “berlusconiana” dietro al delitto di Perugia “oggi
sarebbero liberi e godrebbero pure di un vitalizio”. Sotto attacco,
Un compleanno “Il gruppo e i soldi ai “Bontate disse: ‘Sarò Il “fattore” Il piano-sequestro “Arcore? Una tana “Non escludo che Spatuzza sia pagato, magari da magistrati. O da insomma, la credibilità dei collaboratori di giustizia, per arrivare a
terzi”. Lo ha detto Gianfranco Micciché, sottosegretario alla dire che non ci si può fidare di un ex criminale che ha partecipato
tra amici a Milano Corleonesi” socio tv del Cavaliere’” re di Porta Nuova e il primo contatto di mafiosi” presidenza del Consiglio, in un’intervista a Il Riformista. L’unico a all’uccisione di un bambino di 11 anni. L’insinuazione di Spatuzza
rispondergli è un compagno di partito, il finiano Fabio Granata, pagato dai giudici è però la frase più pesante. Ma Micciché non è

P entito storico
della mafia
catanese. Sostie-
Figlio di Raf-
faele, il capo-
mandamento del-
D ell’Utri ha la-
vorato per
lui nel ‘77-‘79. Di-
L o “stalliere”
di Arcore è
stato il capo
A metà anni
’70 ha pedi-
nato Berlusconi
C apo della fa-
miglia di Por-
ta Nuova prima di
vicepresidente della commissione Antimafia: “Quello di Micciché
è un passo falso. Dobbiamo avere la capacità di affrontare con
estrema serietà queste vicende”. Granata consiglia al leader del
nuovo a certe sparate. Nell’ottobre 2007, l’allora presidente
dell’Assemblea regionale aveva detto che l’intitolazione
dell’aeroporto di Palermo a Falcone e Borsellino trasmetteva
ne di aver festeg- la Noce, la fami- ce che fosse ami- mandamento di quando la mafia Mangano, ha rac- Pdl siciliano (che non scarta un’intesa con il Pd isolano) di non “un’immagine negativa della Sicilia”. La frase aveva suscitato
giato il 24 ottobre glia palermitana co di Bontate e al- Porta Nuova a aveva deciso di ra- contato che ad Ar- amplificare ulteriormente la vicenda Spatuzza “Con proteste veementi e sconcertata indignazione. Tanto che
del ‘76 il proprio complean- più vicina a Riina. È tra gli as- tri boss. Dell’Utri ha ammes- Milano durante gli anni del- pirlo. Secondo Mutolo il se- core si nascondevano mafio- considerazioni che possono colpire mediaticamente, ma che non Micciché si era scusato e aveva “ritirato” ciò che aveva detto.
no a Milano con Dell’Utri, sassini di Giovanni Falcone. so di aver parlato di loro con le stragi del ‘92 e ‘93. Il no- questro andò a monte per un si come i Grado e che aiutano la ricerca della verità”. Questa volta le reazioni in difesa dei magistrati non si sono
Mangano e i fratelli Grado. Ganci spiega che a partire dal Rapisarda per vantarsi. Rapi- me di Mangano viene citato intervento di Pippo Bono, il Dell’Utri era amico dei boss Nell’intervista al quotidiano di Polito, Micciché afferma di non proprio sprecate. Certamente è molto ecumenico (oltre che
Dell’Utri ammette l’incontro, 1986 la Fininvest avrebbe sarda spiega che nel ‘78 Bon- per la prima volta da Borsel- boss più importante di Mila- Bontate e Teresi. Ha parlato intravvedere l’ombra del complotto né di credere che la mafia sacrosanto) scandalizzarsi quando viene offesa la memoria di due
ma spiega che Mangano non versato denaro (che ha visto) tate gli ha detto che sarebbe lino: “Era uno delle teste di no. Da qui l’inizio dei rappor- dei fondi Fininvest alla mafia Gianfranco “voglia far cadere il governo. Però non mi sento di escludere che giudici uccisi dalla mafia. Ma difendere, oggi, l’autonomia del
gli presentò i commensali. ai corleonesi. stato socio di B. in una tv. ponte della mafia al Nord”. ti tra B. e Cosa Nostra. per installare le antenne. Micciché Spatuzza voglia rifarsi un’immagine: non più un killer, bensì un potere giudiziario ha di sicuro un valore politico. (El. Ba.)

Mangano, dinese. Il caso voleva che anch’io, quel giorno, sarei stato a
Londra, dove volevo visitare una grande mostra dedicata ai
Vichinghi. Perciò andai al matrimonio, che si svolse in un
grande locale a Piccadilly Circus, e dov’era quella strana
sunzione di Dell’Utri nel gruppo Rapisarda? Perché
– spiegano i giudici – Rapisarda aveva «complessi
intrecci con personaggi certamente vicini alla cri-
minalità organizzata». Per esempio il suo socio Ala-
Par.Ma.Fid, indicata come società in rapporti con Monti
Luigi e Virgilio Antonio, coinvolti nel processo penale sus-
seguente alla Operazione San Valentino a cagione dei loro
rapporto con esponenti mafiosi; – la stessa Par.Ma.Fid ave-
di lire l’anno regalati dal Cavaliere alla mafia anche
per proteggere i suoi ripetitori televisivi da even-
tuali attentati. Quando però va al potere Riina, che
non sa nulla di quel denaro inizialmente destinato a
bre alle ore 14,01, Dell’Utri e Berlusconi si risen-
tono. Dice Dell’Utri: “Dunque, io stamattina ho parlato
con quello lí [Eleuterio Rea, funzionario di polizia, ndr]... e
poi ho visto Tanino, che è qui a Milano. Ed invece è da
mente Craxi. Sicché, da una parte, rispondeva effettiva-
mente a verità l’estraneità di Mangano all’attentato di via
Rovani (opera dei «catanesi»); dall’altra, vi era ragione
[per Cinà, ndr] di rassicurare Berlusconi sul fronte delle
semplice pizzo. C’era qualcosa di più: era una stra-
da intrapresa nella speranza di arrivare a Craxi. Esi-
stono riscontri a questo racconto? Sì, secondo il
Tribunale, che ricorda come grazie al pentito Gio-

Fininvest mescolanza di facce siciliane e buona società londinese”.


Concludono i giudici: “Casuale o concordata che fosse
stata la sua presenza a Londra il giorno delle nozze, è
rimasto incontrovertibilmente accertato che Marcello
mia, «soggetto notoriamente in rapporti con Vito
Ciancimino, già sindaco di Palermo, condannato in
via definitiva per la sua partecipazione a Cosa no-
stra». Per non dire degli «accertati contatti con mafiosi
va interessi nella Realtyfin Spa, società cardine del gruppo
facente capo a Virgilio Antonio; – alle suddette società del
gruppo televisivo Fininvest erano interessati soggetti vicini
all’associazione mafiosa”.
Bontade, la situazione cambia. Il capomafia corleo-
nese prima s’infuria per non essere stato avvertito,
poi fa chiedere spiegazioni a Pippo Di Napoli, il
nuovo capo della famiglia di Malaspina (quella in
escludere quella ipotesi, perché [Mangano] è ancora den-
tro. Non è fuori. E Tanino mi ha detto che assolutamente è
proprio da escludere, ma proprio categoricamente. Co-
munque, poi ti parlerò... perché... di persona. E quindi, non
intimidazioni, stante il controllo di Salvatore Riina mirante
ad altri scopi.Due importanti notizie delle quali «Tanino» si
era fatto latore a Marcello Dell’Utri,riscontrate «dall’in-
terno» dell’organizzazione mafiosa (quella di riferimen-
van Battista Ferrante sia stato scoperto il libro ma-
stro del pizzo della famiglia di San Lorenzo, com-
posto da due diverse agende: “Per quel che qui in-
teressa, l’attenzione si era concentrata su una delle in-

e il forziere
Dell’Utri ha accettato l’invito rivoltogli dal coimputato, so- del gruppo Cuntrera-Caruana nel periodo di latitanza del Le indagini vengono per questo allargate all’acqui- cui milita Cinà). Siamo nel 1986 e alla fine dell’in- c’è proprio...guarda, veramente, nessuna, da stare tran- todel Cinà), attraverso le dichiarazioni di Galliano”. dicazioni («Can 5 numero 8», da una parte e, dall’altra, al
dale ed amico di sempre, Cinà Gaetano, il quale, pur es- Rapisarda seguito all’emissione dei provvedimenti restrit- sizione di altre tv siciliane da parte del gruppo Ber- dagine interna, raccontano i collaboratori di giu- quillissimi, eh!” Una cassata per il Cavaliere numero 8, «regalo 990, 5000») che il Ferrante ha de-
sendo necessariamente a conoscenza della “personalità” tivi per il fallimento della Venchi Unica». lusconi. Si scopre che una di esse era di proprietà di stizia, si arriva a una riunone in cui Cinà fa presente Tanino è Cinà ed è presente a Milano accanto a L’attentato a Berlusconi, infatti, non era mai finito codificato riferendo che trattavasi di una dazione di 5 mi-
di alcuni degli invitati palermitani e dello stesso sposo, non Berlusconi e i calabresi Antonio Inzaranto, un parente acquisito del boss, ai propri superiori che Dell’Utri lo sta trascurando. Dell’Utri durante la telefonata. Il che conferma il su alcun giornale: Galliano doveva per forza cono- lioni di lire da parte di Canale 5, nell’anno 1990, a titolo di

dei boss
si fece scrupolo alcuno di fare intervenire Dell’Utri alla In questo ambientino Berlusconi finisce per avere Tommaso Buscetta, che sino alla fine degli anni 80 Cinà dice che Dell’Utri è sempre in ritardo con i racconto dei tre pentiti della Noce, secondo i quali scerlo di suo. “La persona dell’imprenditore Silvio «regalo» e cioè, come si diceva piú sopra, non ricollegata a
cerimonia in chiesa ed al trattenimento successivo perché, problemi pure con la ‘ndragheta. Scrive il tribuna- lavorerà per il gruppo. Gli acquisti delle varie reti, pagamenti e che oltretutto lui non capisce come «Cinà si sarebbe effettivamente recato nel capoluo- Berlusconi veniva vista da Riina sia come soggetto una estorsione posta in essere dalla «famiglia» di San Lo-
evidentemente, era ben consapevole che alcune di quelle le: “Angelo Siino [ un importante collaboratore di giustizia inoltre, avvenivano attraverso le innumerevoli mai quei soldi finiscono ancora alla famiglia ma- go lombardo per incassare dal suo coimputato la che doveva pagare (alla stregua di tanti altri im- renzo”.
facce, «che non erano proprio quanto di piú... come posso ndr ]ha riferito di un viaggio [fra il 1977 e il ’79, ndr] «Holding Italiana» (numerate dalla 1 alla 37) che fiosa di Villagrazia, un tempo capeggiata da Bon- famosa somma di danaro per Cosa nostra»: .“Ma prenditori), sia, anche, come soggetto che avrebbe Insomma, anche dopo l’avvento dei corleonesi,
dire...» (espressione che, secondo il giornalista Mughini, effettuato a Milano con Stefano Bontate in occasione del stavano dietro la Fininvest e che, secondo il con- tade, quando adesso a comandare sono i corleo- quel che piú rileva è che Tanino Cinà, nella specifica oc- potuto aiutare l’organizzazione mafiosa sul piano “deve ritenersi raggiunta la prova che sia Dell’Utri che
aveva usato Dell’Utri per descrivere negativamente alcuni quale ebbe ad incontrare Marcello Dell’Utri (già conosciu- sulente dei pm Francesco Giuffrida, dirigente della nesi. L’accaduto è ricostruito dai pentiti Calogero casione di fine novembre 1986, era salito a Milano per politico. Quindi, una persona che andava «coltiva- Cinà hanno continuato ad avere rapporti con il sodalizio
segue da pag 10-11 degli invitati siciliani), erano le facce di Di Carlo e Teresi to a Palermo, dove avevano frequentato la stessa scuola, e Banca d’Italia di Palermo, ricevettero ingenti finan- Ganci, Francesco Paolo Anzelmo e Antonino Gal- comunicare, evidentemente perché richiestone, il fatto ta», e non semplicemente estorta, nella speranza di criminale. Tali rapporti, almeno fino agli inizi degli anni 90,
soggetti ben conosciuti dallo stesso Dell’Utri perché in- Siino era stato compagno di classe del fratello, Giorgio ziamenti fra il 1975 e il 1983 di provenienza allo liano, tutti del mandamento palermitano della No- che Vittorio Mangano fosse ancora detenuto e che, per- ottenerne favori (non dimostrati al processo) si sono strutturati in maniera molto schematica: entrambi

I
L 14 FEBBRAIO 1980 la Criminalpol contrati in precedenti occasioni [...]. Si ricorderà, infatti, Dell’Utri), proprio mentre l’imputato scendeva le scale stato misteriosa. Ma durante il processo, sia Can- ce (che comprendeva anche la famiglia di Malaspi- tanto, non potesse essere l’autore dell’attentato di appena […].A cavallo delle festività natalizie del 1986, una gli imputati, con il contributo consapevolmente fornito,
di Milano intercetta una telefonata di Man- che il Cinà è stato l’organizzatore dell’incontro a Milano, dell’ufficio di via Larga insieme allo stesso Bontate e a Mar- nella sia Pennino innescano la retromarcia e mini- na e aveva a capo il boss Raffaele Ganci, fedelissimo due giorni prima. Dunque, un Cinà che – ad onta del fatto fitta serie di contatti tra Gaetano Cinà, Marcello hanno fatto sí che il gruppo imprenditoriale milanese fa-
gano a Dell'Utri. Mangano propone a avvenuto nel 1974, tra Dell’Utri e Silvio Berlusconi con il tello Ugo [...]. Siino ha riferito che, in quello stesso periodo mizzano le accuse lanciate in precedenza. Cannel- di Riina). I tre raccontano, pur con qualche diversa di essere un semplice amico palermitano di Dell’Utri, cul- Dell’Utri, la moglie ed il fratello Alberto, fa riferi- cente capo a Silvio Berlusconi pagasse somme di danaro
Dell’Utri “il secondo affare che ho trovato Bontate, il Teresi e lo stesso Cinà, al quale aveva parte- (quando, cioè, Dell’Utri non era piú vicino a Berlusconi), la però non può «fare a meno di confermare che Vitale, sfumatura, la stessa storia. Si sono messi d’accor- turalmente e socialmente modesto – viene informato (da mento alla spedizione a Milano ed a Roma, da parte alla mafia. Relativamente a quest’arco temporale [...], si è
per il suo cavallo”. Dell’Utri risponde che cipato anche il Di Carlo. [...] Di Carlo ha dichiarato di avere ebbe ad accompagnare a Milano Stefano Bontate il quale, cognato di Bontate Stefano, gli aveva confidato che do? No, «non è emersa alcuna dolosa preordina- chi, se non dallo stesso Dell’Utri?) di un attentato dina- di Cinà, di alcune cassate siciliane. I destinatari era- evidenziato l’inizio di una aspettativa di natura politica
non ha i “piccioli”, i soldi. Mangano sug- preso informazioni dal Fauci sul conto delle persone in- in quella città, doveva «intervenire» presso alcuni «cala- Dell’Utri “si era fottuto i piccioli di Bontate”». Così, «sep- zione nelle dichiarazioni rese al dibattimento dai mitardo subíto dall’imprenditore Berlusconi a Milano e, no gli stessi fratelli Dell’Utri, Silvio Berlusconi e Fe- coltivata dal Riina nei confronti di Berlusconi (atteso il suo
gerisce di farseli dare “dal suo principale Silvio”, vitate al matrimonio al fine di non correre rischi in ordine bresi» che volevano rapire Silvio Berlusconi. [...]. E fu pro- pure non vi sia stata prova diretta di un passaggio di tre collaboratori di giustizia», dunque «non può che immediatamente, si era premurato non solo a fornire una dele Confalonieri. L’incombenza è gestita dal Cinà risaputo rapporto di amicizia con Craxi), la quale, come si
cioè Berlusconi (per il quale formalmente Dell’Utri alla sua condizione di latitante. Orbene, la presenza di prio nel corso di questo viaggio che Bontate, parlando con denaro fresco da ambienti per cosí dire “mafiosi” trarsene un positivo convincimento in ordine alla corretta indicazione (piú corretta di quella dei carabinieri con estrema cura [...] dimostrativa di quanto egli ci vedrà, solo in anni successivi verrà accompagnata da con-
non lavora più dal 1977, essendo passato gruppo Dell’Utri, non solo non gli creò alcuna preoccupazione, ma Siino, ebbe a commentare il fatto che i Pullarà (autorevoli alla Fininvest», il tribunale ricorda che “le conclusioni loro attendibilità specifica». Cosí bastò «una lamen- di Monza) sullo stato di detenzione del mafioso, oramai tenesse a fare bella figura con tutti i destinatari del creti comportamenti posti in essere da Dell’Utri. [...] Deve
Rapisarda). Su questo colloquio – scrivono i giudici fu occasione per intrattenersi con Dell’Utri prima della esponenti della sua stessa famiglia mafiosa i quali, dopo la alle quali è pervenuto il consulente del pm, il quale ha tela del Cinà» per giustificare agli occhi dei mafiosi conclamato, Mangano Vittorio [...], ma anche sul fatto che regalo [...]. Del tutto privo di senso, senza la pre- ritenersi provata, da parte dell’imputato Cinà, la commis-
– Dell’Utri “ha fornito una sua chiave di lettura non coin- cerimonia religiosa e, poi, sedersi al suo stesso tavolo du- uccisione di Bontate, ebbero a subentrargli nella stessa evidenziato tra l’altro la scarsa trasparenza o l’anomalia di «un intervento che servisse a “rafforzare” detto imputato Berlusconi potesse stare tranquillo, anzi «tranquillissimo». messa ricostruttiva di cui sopra, il dono di Cinà a sione di una condotta agevolatrice nei confronti del so-
cidente affatto con il significato letterale delle frasi utiliz- rante il banchetto”. posizione di vertice, essendo vicini ai corleonesi di Salva- molte delle operazioni effettuate dal gruppo Fininvest ne- agli occhi dello stesso Dell’Utri. Da qui l’iniziativa di Mim- [...] Ci si chiede come, se non facendo riferimento al suo Berlusconi [...]. In primo luogo Cinà, personal- dalizio mafioso, consistente nell’essersi personalmenteat-
zate dai due interlocutori [...]. Appare chiaro che l’ ”affare” Rapisarda, il nemico-amico tore Riina) stavano vessando Berlusconi con esose richie- gli anni 1975-1984, non hanno trovato smentita in quelle mo Ganci, su ordine di Riina, di effettuare da Catania le spessore mafioso, Cinà potesse arrogarsi l’autorità di di- mente (e non tramite Dell’Utri), spedisce a Berlu- tivato per far conseguire a tale organizzazione illecita in-
di cui si trattava, in relazione al quale non veniva chiesto Alla fine del 1977, poco dopo la partenza di Man- ste di denaro (gli stavano «tirando il radicone»), indiret- alle quali è pervenuto il consulente della difesa Dell’Utri; anonime intimidazioni telefoniche e per lettera all’on. Ber- scettare su un siffatto argomento e di rassicurare gli animi sconi, con il mezzo aereo, una, anzi due cassate genti somme di danaro quale compendio estorsivo. ”.Tutto
alcun chiarimento, segno evidente che entrambi ben sa- gano da Arcore, anche Dell’Utri lascia Berlusconi e tamente confermando le difficoltà incontrate dall’impren- non è stato possibile, da parte di entrambi i consulenti, lusconi». dei due interlocutori (uno diretto e l’altro mediato). E per- siciliane [...]: la prima, delle stesse dimensioni di questo chiarisce anche la posizione di Dell’Utri. I suoi di-
pevano di cosa si trattasse, era proposto direttamente da va a lavorare nel gruppo “Inim” di Rapisarda, il ter- ditore milanese nel periodo in cui Dell’Utri non era al suo risalire, in termini di assoluta certezza e chiarezza, all’ori- Seconda bomba in via Rovani ché, se non per il fatto che fosse nota al Dell’Utri la sua quelle destinate all’amico Marcello ed a Confalo- fensori sostengono che anche lui era una vittima. Ma il
Mangano a Dell’Utri, il quale, infatti, pur dimostrandosi zo gruppo immobiliare d’Italia, che controlla a Mi- fianco”. gine, qualunque essa fosse, lecita od illecita, dei flussi di Anche di queste minacce esiste la prova: una te- mafiosità, immediatamente ritenere di «compulsare» pro- nieri, l’altra – con su stampato lo stemma di Canale Tribunale scrive: Dell’Utri non è mai stato l’estorto. Non vi
ben disponibile, dichiarava di non potere accettare per lano varie società. Diventa presidente e consigliere Siino dice, tra l'altro: “ Ho saputo che Bontate e Mimmo denaro investiti nella creazione delle holdings del gruppo lefonata intercettata fra Berlusconi e Dell’Utri nella prio Cinà su un argomento di quel genere, fidandosi delle 5 (il «biscione»), come suggerito dallo stesso è dubbio, infatti, che le somme incassate dalla mafia pro-
mancanza di denaro e rispondeva immediatamente “per delegato della Bresciano costruzioni Spa (con sede Teresi soprattutto, si erano occupati... per fargli acquistare Fininvest. Ed allora le «indicazioni» dei collaboranti e del notte del 28-29 novembre 1986 dopo un secondo risposte fornite nell’immediatezza dell’episodio, di segno Dell’Utri – di enormi, si direbbe spropositate di- venissero dalla Fininvest e non dal patrimonio personale
questo dobbiamo trovare i soldi”, “sono veramente in con- in via Chiaravalle 9); consigliere della Cofire (Com- una televisione a Palermo. [...] Il rapporto tra il Bontate e il Rapisarda non possono ritenersi del tutto «incompatibili» attentato dinamitardo contro la villa di via Rovani: contrario rispetto alle conoscenze degli investigatori lom- mensioni, deducibili dal peso di 11 chili e 800 dell’imputato. Egli «rappresentava» presso i mafiosi gli in-
dizioni di estremo bisogno”. Quindi, il riferimento alla per- pagnia Fiduciaria di Consulenze e Revisione Spa) Berlusconi era un po’ sbandierato [...] soprattutto da Te- con l’esito degli accertamenti svolti, i quali non hanno evi- “Dalla conversazione risulta evidente come Berlusconi e, bardi? grammi[...] e dalla confezione, che Cinà aveva ap- teressi del gruppo, per conto di Silvio Berlusconi. Era un
sona del «principale» di Dell’Utri, cioè Silvio Berlusconi e, insieme al fratello gemello Alberto, della Inter- resi. Teresi ogni tre parole diceva «Berlusconi è amico denziato elementi di insuperabile contrasto con le dichia- prima di lui, gli investigatori con i quali si era consultato, Ma, per il Tribunale, è molto interessante anche positamente fatto predisporre”. manager dotato di altissima autonomia e di capacità de-
(malgrado in quel periodo l’imputato non avesse con lo nazionale Immobiliare (Inim Spa). Di quest’ultima mio...», dice che si dava addirittura del tu con Paolo Ber- razioni accusatorie, ma neppure riscontri specifici ed in- fossero convinti che il responsabile dell’attentato dovesse l’atteggiamento del Cavaliere: “Accanto alle significa- Che senso ha quel dolce regalo al Cavaliere? cisionali, non un qualunque sottoposto al quale non re-
stesso rapporti di tipo lavorativo e malgrado non abitasse Rapisarda era socio al 60 per cento insieme a Fran- lusconi. […] Lo portavano piú come un fatto di amicizia, dividualizzanti alle stesse. La consulenza redatta dal prof. essere Vittorio Mangano, il quale, secondo una segnala- tive parole di Dell’Utri, sono altrettanto illuminanti i silenzi “Un significato simbolico: per Cinà, quello era un regalo stava altro che eseguire le decisioni del proprietario
più ad Arcore), è fatto solo per indicare una persona che cesco Paolo Alamia e Angelo Caristi. Rapisarda rac- forse iniziata... con problemi di ordine estorsivo, ma sicu- Iovenitti (consulente di Dell’Utri, ndr) non ha fatto chia- zione poi rivelatasi inesatta, essi ritenevano essere stato di Berlusconi, che ad esse fanno da contraltare. L’impren- «importante». [...]Cinà sentiva di dover omaggiare Ber- dell’azienda, in ipotesi impostegli. È significativo che egli,
avrebbe potuto favorirlo”. ramente dopo non fu piú cosí, perché io, per esempio scarcerato. Dell’Utri aveva acceduto alla tesi che gli era lusconi con un bel pensiero di Natale. [...] Ma Cinà era
E l’«affare» del presunto «cavallo»? “Il significato da quando è stato il fatto delle televisioni, ho visto che si in- stata prospettata con vigore dal suo interlocutore non sen- quella persona alla quale Berlusconi avrebbe dovuto es-
attribuire alle espressioni utilizzate dai due interlocutori
rende ininfluente la produzione documentale offerta dalla
Nel 1977 Dell’Utri va teressavano in maniera assidua.
Le holding del Biscione
I capitali del za perplessità, fugata solo dall’aver appreso, per l’appun-
to, che Mangano era libero, circostanza della quale non
Inizia l’era di Riina, sere riconoscente per il suo interessamento in occasione
dell’attentato di via Rovani, [...] Invece, nonostante Ber-
I giudici parlano di
difesa dell’imputato, costituita da una scrittura privata,
apparentemente risalente al 1974 (priva, però, di qual-
a lavorare nel gruppo Come nacquero le tv Fininvest? E con quali capitali?
A queste domande ha cercato di rispondere la Pro-
Biscione: nel 1980, era a conoscenza [...]. Aveva ragione Dell’Utri a mostrarsi
perplesso: infatti Mangano non era «fuori» e l’attentato di
i rapporti vanno lusconi fosse in debito con Cinà, è quest’ultimo che aveva “un’aspettativa di
omaggiato l’imprenditore di un’enorme cassata, curando-
siasi data certa) e asseritamente ritrovata solo di recente Inim di Rapisarda cura di Palermo, a caccia di riscontri alle numerose il senatore avrebbe che trattasi non era opera sua (al contrario dei precedenti rinegoziati e arriva ne la confezione ed il trasporto nei minimi particolari in natura politica nei
nella biblioteca di villa Casati, concernente l’acquisto da accuse dei collaboratori di giustizia sul riciclaggio noti). È interessante [...] il segnalato motivo di perplessità modo da ingraziarsi il destinatario del suo «pensiero»”
parte del Mangano di una cavalla purosangue di tal Pepito che ha “intrecci con del denaro di Cosa nostra (in particolare del «tesoro ottenuto da Bontate manifestato dall’imputato nell’apprendere la notizia (in un segnale: una La conclusione dei giudici non può essere che una: confronti di Berlusconi,
Garcia. Ma tale circostanza non è stata riferita né da que- di Bontate»). Indagati fin dal 1994 nel procedimen- effetti non vera), relativa alla libertà di Mangano in quel
st’ultimo, né tanto meno dallo stesso Mangano, il quale personaggi vicini alla to penale 6031/94 per «concorso in riciclaggio e da Teresi preciso momento, quasi che egli, sull’argomento, si sen- nuova bomba nella “Dell’Utri era in condizione di comprendere – conoscendo
Cinà nel suo reale spessore mafioso, come sempre piú accompagnata da
fornisce una ulteriore versione affermando che la cavalla
in questione, pur trovandosi ad Arcore, non era custodita in
criminalità”, continuato con Bontate, Teresi e altri ignoti, com-
messo in Palermo, Milano ed altrove dal 1980-1981
un finanziamento tisse legittimato a pensare che, se effettivamente fosse
stato cosí, l’avrebbe subito dovuto sapere. [...] Altro in-
villa del Cavaliere risulta provato [...] – che, nel plateale ed esagerato omag-
gio natalizio di Cinà a Berlusconi, passato attraverso la sua
comportamenti
una stalla della villa di Berlusconi, bensí nel vicino maneg-
gio del Pepito Garcia”.
scrivono i giudici in poi», Berlusconi e Dell’Utri sono stati poi archi-
viati per decorrenza dei termini. I giudici spiegano:
da 20 miliardi teressante elemento si coglie nel resoconto di Berlusconi al
suo braccio destro, a proposito della chiacchierata avuta
in via Rovani diretta osservazione, era facilmente ravvisabile l’interesse
del medesimo Cinà, non di natura personale (perché di
di Dell’Utri”
Le nozze del boss a Londra “Il Rapisarda aveva riferito di avere incontrato, nel 1978 in con i carabinieri di Monza sull’argomento, laddove l’im- scambi di favori tra Cinà e Berlusconi, di qualsiasi natura,
Il 19 aprile 1980 il narcotrafficante Girolamo Maria Piazza Castello a Milano, il Bontate ed il Teresi e di avere prenditore, ridendo, aveva riferito a Dell’Utri di aver detto non è stata mai acquisita prova), a «coltivare» l’impren-
Fauci detto “Jimmy”, siciliano trapiantato in Inghil- conta che era stato Cinà a raccomandargli calda- appreso da quest’ultimo che stava per entrare in società rezza sulla vicenda in esame, pur avendo il consulente che, se gli anonimi danneggiatori gli avessero chiesto 30 ditore, avendo sentito le rassicurazioni del suo manager – ditore milanese, al di là del fatto estorsivo, poiché (e qui ha anziché astenersi dal trattare con la mafia [...] ha scelto,
terra, si sposa a Londra con una ragazza inglese. Fra mente l’assunzione di Dell’Utri. Il quale dichiara al con Silvio Berlusconi in una azienda televisiva per la quale della difesa la disponibilità di tutta la documentazione esi- milioni, anziché fargli l’attentato, egli non avrebbe avuto provenienti dalla conversazione avuta con «Tanino», piú ragione l’accusa), non si è mai visto un imprenditore estor- nella piena consapevolezza di tutte le possibili conseguen-
gli invitati che partecipano alla messa e al ricevi- Tribunale di Palermo: “Rapisarda mi ha fatto una corte occorrevano 10 miliardi. Al riguardo, gli aveva chiesto, tra il stente presso gli archivi della Fininvest”. Chiarezza che difficoltà a pagare. È sintomatico, anche se chiaramente che da quella con il dottor Rea – aveva interloquito, sol- to che riceve regali da un emissario dei suoi aguzzini (an- ze, di mediare tra gli interessi di Cosa nostra e gli interessi
mento ci sono Dell’Utri, Cinà e i boss Teresi e Di spietata, lo ripeto, altro che assumermi perché la mafia serio ed il faceto, il suo parere sulla «bontà» dell’affare. Lo avrebbe potuto fare Silvio Berlusconi, il quale pe- ironico, l’atteggiamento mentale dell’imprenditore Silvio tanto, prima con un «Ah!», poi con un «Uh!», dopo con un che se amico del suo manager). Dunque il tema, cosí in- imprenditoriali di Berlusconi (un industriale, come si è vi-
Carlo (in quel periodo latitante a Londra, dove la- gliel’aveva chiesto! Ma quale mafia! [...] Di Cinà, Rapi- stesso Rapisarda era tornato sull’argomento, il 7 novem- rò, il 26 novembre 2002, si avvale si della facoltà di Berlusconi, disponibile a soddisfare, ma non a denunciare, «Ah sí, eh?», poi, ancora, con un triplo «Uh, Uh, Uh!» e, terpretato, dà riscontro ai collaboranti anche sul punto sto, disposto a pagare pur di stare tranquillo). Dunque
vora come copertura alla “Fauci Continental Im- sarda non mi ha detto nulla. Mi diceva soltanto, quando poi bre ed il 12 dicembre 1997, nel corso di spontanee di- non rispondere. le richieste estorsive rivoltegli, pur di stare tranquillo”. finalmente, dopo la precisazione di Dell’Utri che bisogna- della dimensione politica attribuita da Riina alla vicenda, Dell’Utri ha non solo oggettivamente consentito a Cosa
ports”). Bontate, pur invitato, non ha potuto inter- siamo entrati in confidenza eccetera, non so per quale chiarazioni rese alla Procura della Repubblica, riferendo I soldi per le «antenne» Ironico, poi, fino a un certo punto: “Caratterizzato va parlarne «di persona», con un «perfetto, ho capito». E altrimenti di carattere esclusivamente estorsivo, relativa ai nostra di percepire un vantaggio, ma questo risultato si è
venire. Di Carlo racconta ai giudici che Fauci era motivo, che lui conosceva a Palermo pezzi grossi della ma- che, nel 1980-1981, Marcello dell’Utri aveva chiesto ed Il boss dei boss Stefano Bontate viene assassinato da seria preoccupazione, è l’identico punto di vista espres- Berlusconi aveva effettivamente compreso che vi era rapporti tra Cinà, Dell’Utri e l’imprenditore Berlusconi”. potuto raggiungere grazie e solo grazie a lui. [...]. Con-
socio occulto dei mafiosi Bontate, Teresi, Cinà e fia: «Io conosco Tizio, Caio e Sempronio». E io ho detto, ottenuto dal Bontate e dal Teresi un finanziamento di 20 dai «corleonesi», nella guerra di mafia, il 23 aprile so in occasione di altre intimidazioni, di ignota e mai da dell’altro, perché l’argomento della conversazione era sta- Il libro mastro di San Lorenzo clusivamente, ad avviso del Collegio, Marcello Dell’Utri ha
Santo Inzerillo, fratello di Salvatore, capoclan visto che lui millantava, per non sentirmi meno importante miliardi da utilizzare per l’acquisto di «pacchetti-film»”. 1981. Anche Mimmo Teresi poco tempo dopo alcuno chiarita matrice, subite dal medesimo Berlusconi to immediatamente cambiato. I silenzi sono illuminanti Berlusconi, dunque, secondo i giudici pagava la consapevolmente assunto [...] lo stesso ruolo del coimpu-
dell’Uditore; e che Dell’Utri e Teresi, seduti al suo di lui, dicevo: “Anch’io conosco Tizio, Caio e Sempronio”. Dichiarazioni poi arricchite dalle rivelazioni dei scompare, vittima della «lupara bianca». L’uomo nel 1988, come emerge da una frase della conversazione perché Berlusconi palesa, attraverso essi, di sapere chi era mafia. I collaboratori di giustizia ripercorrono in- tato Cinà; è stato, come quest’ultimo, un anello, il piú im-
tavolo, erano stati invitati dallo sposo. Dell’Utri for- Ma questo è vero che io l’ho detto, ma ripeto solo per pentiti Francesco Di Carlo, Gioacchino Pennino e forte dell’organizzazione, eliminati fisicamente telefonica del 17 febbraio di quell’anno intercorsa tra l’im- «Tanino» e che «voce» aveva in siffatto contesto” fatti con precisione il percorso del denaro. E spie- portante, di una catena che ha consolidato e rafforzato
nisce la sua versione in un’intervista a Giampiero questa esclusiva ragione..”. Tullio Cannella, oltreché dello stesso Rapisarda. quasi tutti i rivali, è dal 1983 Totò Riina, che im- prenditore e l’amico Della Valle, intercettata ed acquisita Chi è il vero autore dell’attentato? Come ha svelato gano che a partire dalla fine degli anni 80 i soldi Cosa nostra, consentendole di «agganciare» una delle piú
Mughini per Panorama, il 12 dicembre 1996: “Cinà Poi aggiunge: “Il discorso di Rapisarda mafioso fa ridere, Ma anche e soprattutto da alcune note informative pone a Cosa nostra non solo una «gestione ditta- agli atti: «Se fossi sicuro di togliermi questa roba dalle palle il pentito Galliano, la bomba era stata piazzata dalla vengono divisi tra tre diverse famiglie tra cui quella importanti realtà imprenditoriali italiane e di percepire dal
mi aveva detto che un tal giorno sarebbe stato a Londra perché se c’è uno che non può essere mafioso è Rapisarda, della Dia, da cui risulta che “ – nella costituzione della toriale violenta», ma anche una «diversità di atteg- pagherei tranquillo». mafia catanese, anche se – osservano i giudici – di San Lorenzo, capeggiata dall’autista di Riina, Sal- rapporto estorsivo, posto in essere grazie alla interme-
dove un amico siciliano avrebbe sposato una giovane lon- in quanto proprio è uno che parla in maniera sconsiderata società televisiva Trinacria Tv era intervenuta la società giamento e di mentalità», con «effetti rilevanti sia Due giorni dopo l’attentato del 1986, il 30 novem- “Riina l’aveva voluta furbescamente sfruttare per le ul- vatore Biondino. Per loro però quello non era un diazione del Dell’Utri e del Cinà, un lauto guadagno eco-
di tutto e di tutti e credo che sia anche una persona che non nei rapporti interni all’organizzazione mafiosa che teriori intimidazioni telefoniche all’imprenditore [Berlu- nomico. L’ulteriore e decisivo tramite, al fianco dell’amico
ha nessun senso dell’amicizia, nessun rispetto dell’ami- nei rapporti tra gli uomini d’onore e soggetti “ester- sconi] ordinate a Mimmo Ganci e da costuieffettuate poco palermitano portatore diretto di interessi mafiosi. Cosí
cizia, cioè secondo me è completamente fuori da ogni lo- ni” o contigui». Che fine fanno, dopo il «ribaltone», tempo dopo da Catania. Una volta raccordatosi con il suo operando, Marcello Dell’Utri (come Cinà), ha favorito Co-
gica diciamo cosí di carattere semplicemente da questo le relazioni di Cosa nostra con Berlusconi e sodale Santapaola di Catania, il capo di Cosa nostra aveva, sa nostra reiterando le condotte, tenute in precedenza
punto di vista mafioso”. Dell’Utri, gestite da Cinà, da Mangano e dai Pullarà? come si suol dire, «preso in mano la situazione» relativa a [...]. Una condotta ripetitiva, quella di tramite tra gli in-
«Parole queste – osserva il Tribunale – che si com- Vari pentiti hanno spiegato che attraverso di loro Berlusconi e Dell’Utri [...], non soltanto per fini prettamen- teressi della mafia e quelli di Berlusconi, posta in essere da
mentano da sole». Ma perché è cosí importante l’as- giungevano a Palermo prima 100 e poi 200 milioni te estorsivi, ma anche per potere «agganciare» politica- Dell’Utri anche in tempi successivi.

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