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La figura della donna nei poemi omerici

Omero è il nome con cui è tradizionalmente identificato il poeta autore dell’ Iliade e
dell’Odissea, i due massimi poemi epici della letteratura greca antica. Entrambi i poemi si
compongono di 24 libri contrassegnati dalle lettere maiuscole e minuscole dell’alfabeto
greco.

L’Iliade
L’Iliade narra gli ultimi 51 giorni del decimo anno della guerra di Troia. In questo poema,
immerso nel contesto distruttivo della guerra, le donne sono soprattutto vittime e poste in
gioco, ma sono anche la voce della pace, della diplomazia, della ragione quando gli
uomini pensano soltanto alla guerra e all’onore.

1)Elena, è la donna per la cui straordinaria bellezza scoppia la guerra di Troia,


simboleggia la figura della tentatrice, è una donna pericolosa perché riesce ad ammaliare,
sedurre ed ingannare l’uomo.

2)Andromaca, compare per la prima volta nell’Iliade(VI canto),mentre scongiura il marito


Ettore a non andare sul campo di battaglia per battersi con Achille. Ella vorrebbe che il
marito rimanesse dietro le mura e lo prega di farlo soprattutto per lei e suo figlio, ma lui è
irremovibile e non vuole rinunciare alla sua gloria e le ricorda che il suo ruolo è quello di
sposa e di madre. Andromaca è la moglie ideale, vedova fedele, madre affranta ed
impotente che porta dentro di se la sofferenza di qualsiasi vedova che deve affrontare con
forza la morte del marito ucciso dall’insaziabile sete di gloria.

3)Teti è una ninfa ha poteri sovrannaturali e riesce a persuadere sempre Zeus, ma è


anche la madre di Achille prima di essere una dea. Per lei contano soprattutto la vita e la
felicità del figlio.

L’Odissea
Nell’Odissea i personaggi femminili sono numerosi, hanno ruoli positivi e negativi, ma tutti
importanti. L’immagine femminile è quella di una donna bella, la bellezza infatti è la prima
caratteristica su cui si sofferma Omero. La donna doveva conquistare la sua fama,
curando la casa, filando, essendo fedele al marito, infatti il matrimonio richiedeva una
fedeltà assoluta. In questa poema la donna che assume tutte le caratteristiche che
dovrebbe avere è Penelope.

1)Penelope è bella, abile nel tessere e fedele al marito e alla famiglia. Può essere
considerata il filo conduttore dell’intera vicenda perché tutte le avventure del marito sono
dovute al fatto che voleva ritornare dalla moglie. Ella è anche astuta ed intelligente, fa di
tutto pur di non sposarsi con i pretendenti, i Proci, con la scusa di terminare una tela.

Nel poema le figure femminili rivestono anche il ruolo di aiutanti, è il caso di Atena.
2)Atena, dea della guerra e della sapienza, assiste Ulisse durante il suo viaggio, gli dà
consigli, protegge suo figlio Telemaco e sollecitando Zeus favorisce il suo ritorno in patria.

3)Calipso ”occultatrice”, simboleggia l’ardore, la passione e fa di tutto per far dimenticare


ad Ulisse Itaca e sua moglie, tenendolo con sé, come prigioniero sulla sua isola, l’isola di
Ogigia, è immortale e disposta a concedere questo privilegio al suo amato, ma egli rifiuta.
Dopo sette anni, gli dei mandano Ermes a liberare Ulisse ,ella protesta, ma si sottomette a
Zeus, aiutando Ulisse a costruire una zattera perché possa far rientro ad Itaca.

4)Nausicaa è seducente ed ammaliante, è un personaggio estraneo al mondo degli adulti,


poiché è ancora una giovane ragazza. Sta aspettando l’arrivo del suo sposo che gli è stato
annunciato in sogno da Atena. L’arrivo di Ulisse ,reso bellissimo dall’intervento divino
affascina la fanciulla che dapprima è intimorita alla visione di quest’uomo, ma poi si lascia
abbandonare ad una fantasticheria romantica.

5)Circe “lussuriosa” è una maga che riesce con la magia e le sue capacità seduttive a
schiavizzare l’uomo ed ammaliarlo. Quando i compagni di Ulisse si fermano davanti alla
casa della maga Circe, vedono la dea che canta e tesse una grande tela. Ella trasforma
tutti i compagni di Ulisse in porci, ma Ulisse aiutato da Ermes, grazie ad un’erba magica
riesce a non essere trasformato. Circe riveste anche la carica di aiutante poichè lo aiuterà
nella sua discesa agli inferi.

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