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Functional training
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1 author:
Paolo Moisè
Università degli Studi di Torino
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Implementing active breaks in Italian school: the project "1 km a day" View project
All content following this page was uploaded by Paolo Moisè on 14 April 2017.
Contributi di:
Sergio Alcantarini, Daniele Bottesi, Omar Capuzzo, Andrea Carli, Roberto Marocco, Paolo
Moisè, Cristian Peasso, Michael Pesse, Giorgio Roberti, Federico Ruffinello, Davide Tebaldi,
Michel Vernet, Riccardo Zacco, Andrea Zamburlin
1
INDICE
Prefazione pag. 3
Premessa pag. 4
Introduzione pag. 5
Allenamento funzionale: origini e significato pag. 18
L’allenamento con attrezzi non convenzionali: dal Military Training
all’allenamento e al fitness tra moda e reale efficacia pag. 27
Esercitazioni con l’utilizzo del copertone pag. 44
L’utilizzo del kettlebell nel condizionamento muscolare pag. 65
I kettlebells: due esercizi base pag. 84
Il CrossFit pag. 104
CrossFit e Football Americano pag. 141
Organizzazione degli esercizi con o senza l'utilizzo di piccoli attrezzi pag. 153
Allenamento funzionale e giochi sportivi pag. 172
Squat test, Functional Movement Screen e pallacanestro pag.180
Validità e affidabilità del Functional Movement Screen pag. 199
Allenamento in condizioni instabili pag. 212
L'allenamento funzionale nel tennis pag. 225
Allenamento funzionale e mountain bike pag. 256
Allenamento funzionale nel judo pag. 261
Allenamento funzionale e hockey su ghiaccio pag. 265
Allenamento Funzionale e dintorni in rete pag. 270
Autori pag. 273
2
Prefazione
3
Premessa
Il testo nasce come supporto per gli studenti che frequentano il corso di allenamento
funzionale, del corso di laurea in scienze delle attività motorie e sportive dell’Università di
Torino, ma fruibile da tutti coloro che si interessano al vastissimo argomento.
Non si tratta di un manuale che tratta l’argomento in maniera esaustiva, ma di una serie di
approfondimenti monotematici che conducono il lettore attraverso alcune delle tante
sfaccettature del functional training.
I capitoli che si succedono nello scritto rappresentano una ampia sintesi del lavoro svolto
negli ultimi anni per la preparazione delle lezioni, l’attività di ricerca per la stesura delle tesi,
l’attività sviluppata durante alcune attività didattiche integrative quali seminari e progetti
speciali presso la S.U.I.S.M. di Torino.
CrossFit, kettlebells, allenamento con attrezzi non convenzionali, esemplificazioni pratiche,
revisioni bibliografiche possono rappresentare per lo studente in scienze motorie uno spunto
per un futuro lavoro di elaborazione di tesi o per le attività professionali che auspichiamo si
troverà ad affrontare.
Numerosi sono gli accostamenti tra l’allenamento funzionale e la preparazione fisica per le
varie discipline sportive in linea con quella che è la tendenza attuale dell’ambiente sportivo.
L’ultimo capitolo non poteva non essere dedicato alle grandissime opportunità che ci offre la
rete, con una serie di collegamenti a risorse di libero accesso quali blog di ricercatori e
metodologi dell’allenamento, riviste scientifiche, organizzazioni del settore o più
semplicemente siti di interesse pratico.
Vorrei, infine, ringraziare, tutti coloro che hanno accompagnato il mio percorso e che hanno
consentito che i loro scritti fossero parte integrante del testo.
Paolo Moisè
4
Introduzione
Sometimes what you can’t see is more important than what you can see!
V. Gambetta
Un collega anziano (inteso come saggio) di grande cultura ed esperienza sportiva mi diceva,
ma cosa vuol dire allenamento funzionale, chi è che si allena con modalità non funzionali?
Noi potremmo porci ancora qualche altro quesito: Quale è la differenza tra esercitazione
funzionale e esercitazione speciale? E ancora ma l’allenamento funzionale esiste veramentee
può contribuire esaustivamente alla preparazione fisica di un atleta? Ora si parla tanto di core,
ma non si parlava di torchio addominale?
Intendiamoci il motto, allena il movimento, non il muscolo, nell’attività sportiva non è certo
una novità. I praticanti i lanci dell’atletica leggera hanno sempre inserito nel loro allenamento
le accosciate e i sollevamenti olimpici (strappo, slancio, tirate, girate) come esercitazioni
fondamentali per lo sviluppo della forza, non certo gli esercizi analitici.
Affrontiamo con piacere e curiosità alcune evoluzioni significative che il mondo
dell’allenamento ci ha mostrato negli ultimi anni.
Dagli addominali con vincolo ai movimenti multiplanari in stazione eretta passando dai
cruches
Interessante è stata la dinamica delle esercitazioni per la parete addominale e lombare dove
siamo passati nel corso degli anni dal lavoro ad arti inferiori estesi e vincolati con un
importante coinvolgimento dei flessori dell’anca, alle esercitazioni “crunches” con isolamento
del retto dell’addome, obliqui int. ed est., trasverso dai gruppi muscolari sinergici, ad oggi
dove si pensa che, in linea con movimento non muscolo, il lavoro debba coinvolgere tutto il
corpo, in controllo, addirittura in stazione eretta, come di norma accade nell’attività sportiva.
5
Esercizi di potenziamento muscolare che
con importante intervento dei flessori
dell’anca (Knebel, 1996)
6
Dalla scheda per pettorali e tricipiti o dorsali e bicipiti al lavoro di pulling e pushing
Altro aspetto importante è l’approccio innovativo alla seduta di allenamento, oggi lavoro
spingendo (pushing) o tirando (pulling), in luogo del vecchio pettorali e tricipiti e dorsali
bicipiti (Boccia, 2013).
Comprensibile il commento di chi, tecnico di discipline sportive con una storia importante
legata alla metodologia dell’allenamento già prevedevano un lavoro finalizzato al
miglioramento delle capacità motorie con esercitazioni poliarticolari come accosciate,
strappo, slancio, girate e utilizzavano traino, scale, gradoni, piani rialzati, salite, camere
d’aria.
7
Varianti negli esercizi di
“gainage”
http://www.athle.com/documents/gain
ages-1Mo.pdf
http://media-cache-
ec0.pinimg.com/736x/ae/7c/29/ae7c29697017f7379c07d7dbe090354f.jpg
8
Le tenute in
rieducazione
https://twitter.com/AlvaroPazPF
9
Un esempio di dynamic warm up
http://www.public.navy.mil/bupers-npc/support/21st_Century_Sailor/physical/Documents/Dynamic%20Warm-Up%20Attachment.pdf
10
Dai test motori al Functional Movement Screen
11
http://www.nasm.org/
http://www.functionalmovement.com/
Una abitudine tipica del body building prevedeva un grande quantità di esercizi
monoarticolari e questo contagiava in alcuni casi anche la preparazione fisica e le attività
legate al fitness, attualmente invece prevalgono le esercitazioni poliarticolari in tutti i campi.
Alcuni autori ancora oggi sostengono che le esercitazioni in isolamento offrono maggiori
garanzie se la finalità è l’ipertrofia (Gentil et al, 2015), ma in letteratura ormai è diffuso il
pensiero che le esercitazioni poliarticolari comportino un maggior consumo calorico, un
maggior incremento delle espressioni di forza e incidano più efficacemente sugli aspetti
coordinativi
Esercitazioni in isolamento
http://bestdumbbellsguide.com/wp-content/uploads/2014/04/arms.jpg
12
Ad esempio le alzate olimpiche inducono elevate espressioni di potenza, agendo anche sugli
aspetti coordinativi. Inoltre dato non trascurabile lo strappo obbliga, per caratteristiche
biomeccaniche, le più elevate velocità di esecuzione rispetto alla 1RM tra le esercitazioni
abitualmente utilizzate per lo sviluppo della forza.
https://twitter.com/lorenatorres07
Siamo passati da esercitazioni che prevedevano la perfetta simmetria nel posizionamento dei
carichi ad esercitazioni in asimmetria, così da richiamare le gestualità delle attività sportive,
raramente simmetriche, soprattutto negli sport situazionali.
http://tips2bfitnhealthy.blogspot.it/2012/04/differe
nt-types-of-push-ups.html
13
Sovraccarichi liberi o macchine
Il fatto che l’utilizzo delle cosiddette macchine isotoniche sia relativamente semplice e sicuro
e consenta quasi immediatamente la possibilità di ottenere un minimo di condizionamento ha
fatto si che tale attività trovasse ampia diffusione negli ’80-’90 (Augustsson, 2003).
http://catherchan.blogspot.it/2014/02/leg-day-my-favorite-day.html
http://exercisesbest.us/photo/exercises21148.jpg
14
I movimenti perduti
Tra i movimenti che l’uomo non effettua più nel quotidiano e che per un certo lasso di tempo
non ha più inserito nei programmi di allenamento vi è l’accosciata che invece è fondamentale
per le attività fisiologiche e per la forza funzionale e la prestazione sportiva (Check, 1995).
15
lavoro organico corsa continua e interval training, secondo il modello dell’atletica leggera,
appunto, esportato alle altre discipline sportive. Il preparatore era, nella quasi totalità dei casi,
proveniente .
dall’atletica e la preparazione prendeva il nome di “atletica”.
Da una quindicina di anni la cultura dell’allenamento nelle discipline sportive è cresciuta
tantissimo e lo studio degli aspetti biomeccanici e metabolici ha contribuito a formulare un
modello della prestazione dedicato.
http://www.slideshare.net/AdrianoVretaros/physical-preparation-in-rugby
Le Federazioni sportive, da alcuni anni formano propri preparatori denominati “fisici”, con
percorsi dedicati e sport specifici. A titolo di curiosità, soltanto la federazione gioco calcio
qualifica ancora i preparatori come “atletici”.
Comunque al di là di tutto, di fatto è ormai sancito l’affrancamento rispetto all’atletica leggera
e l’inserimento delle esercitazioni funzionali nei contenuti dell’allenamento con finalità
preventive, rieducative e prestative.
16
https://twitter.com/manolotorres8
17
Allenamento funzionale: origini e significato
di Paolo Moisè
“Everymuscle and joint in the body functions in three planes of motion simultaneously”
Gary Gray
“Movement isn’t a solo . . .. . it’s a symphony! So “Train Movements not Muscles”
Vern Gambetta
Il dizionario Sabatini-Coletti alla voce funzionale dice “Che svolge adeguatamente le funzioni
cui è destinato”( http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/F/funzionale.shtml) e questa
definizione successiva a quella che lo stesso dizionario propone per la voce allenamento
“Esercizio di preparazione in vista di una prova, di un'attività”può rappresentare l’incipit del
testo.
Innanzitutto l’allenamento funzionale nasce per l’attività sportiva, il fitness, ma trova spazio
anche per educare e preparare ai movimenti della vita quotidiana (Heredia, 2006).
Prevede movimenti integrati e multiplanari, con implicazioni per la stabilizzazione,
accelerazione, decelerazione, finalizzati a migliorare le abilità di movimento, la tenuta del
core e l’efficienza neuromuscolare (Heredia, 2006)
Secondo Gambetta (2007) si parla di allenamento funzionale quando le esercitazioni
presentano piena ampiezza di movimento, multiplanarietà, impegno delle catene cinetiche e
richiesta propriocettiva.
E ancora si intende allenamento funzionale quando il lavoro comporta l’intevento di catene
cinetiche funzionali, propriocettività meccanica e controllo motorio, attività della cintura
addominale e similitudine o uguaglianza alla struttura di movimento naturale sia in termini
cinetici che cinematici (Guerra, 2009).
Ci piace citare l’interpretazione che Andorlini, il massimo studioso dell’argomento, propone
del lottatore dell’antichità Milone di Crotone, solitamente utilizzato per esemplificare la
progressività del carico, il vitello rappresenta l’icona dell’attrezzo funzionale, “vivo, mobile e
squilibrato” tale da richiedere stabilizzazione, aggiustamenti posturali e correzioni
cinestetiche.
18
L’allenamento con attrezzi non convenzionali: dal Military Training
all’allenamento e al fitness tra moda e reale efficacia
di Paolo Moisè
19
Esercitazioni con l’utilizzo del copertone
di Cristian Peasso, Paolo Moisè
Un ampio eserciziario:
Squat e spinta verso l’alto
Partendo in stazione eretta con copertone ad altezza spalle eseguire uno squat mantenendo la
retroversione del bacino e le ginocchia in linea con i piedi, e successivamente spingere l’attrezzo verso
l’alto.
Squat e spinte verso l’alto con torsione del busto
Partendo in stazione eretta con copertone ad altezza spalle eseguire uno squat mantenendo la
retroversione del bacino e le ginocchia in linea con i piedi, e successivamente eseguire una torso
flessione del busto verso un lato in basso per poi eseguire una seconda torso flessione verso il lato
opposto in alto.
20
L’utilizzo del kettlebell nel condizionamento muscolare
di Sergio Alcantarini
L’utilizzo del kettlebell si sta sviluppando con grande velocità tra le attività di
in genere. Dall’analisi della letteratura emerge l’indubbia efficacia delle esercitazioni con i
KB. Il loro utilizzo può diventare una eccellente forma di integrazione rispetto all’impiego
Introduzione
I kettlebells (d’ora in avanti kb) sono stati utilizzati per anni nei paesi dell’est per sviluppare
la forza, la resistenza, l’equilibrio, l’agilità, ma anche per allenare il sistema muscolare e
cardiorespiratorio. La maggior parte degli esercizi con kb prevedono movimenti dinamici che
tendono a coinvolgere tutto il corpo (9).
L’uso del kb negli Stati Uniti è un fenomeno recente. Di conseguenza, negli ultimi anni alcuni
ricercatori hanno iniziato ad indagare sull’utilità del kb nei programmi di allenamento della
forza. I ricercatori hanno cercato di capire se il kb può essere utilizzato per allenare la forza e
la potenza e se può risultare utile per aumentare la capacità aerobica. Inoltre sono stati presi in
esame alcuni fattori biomeccanici (attività muscolare, forze di reazione al terreno, movimento
del tratto lombare della colonna vertebrale e carico sulla colonna vertebrale) associati a vari
esercizi con kb, lo swing è l’esercizio maggiormente preso in esame nelle ricerche (2).
Effetto a lungo termine dell’allenamento con kettlebells sulla forza e sulla potenza
Numerosi studi hanno cercato di individuare i cambiamenti del livello di forza e potenza in
seguito ad un periodo di allenamento con i kb.
Jay et al. nel 2013 (12) hanno esaminato l’effetto dell’allenamento con i kb sulla
coordinazione e sulla capacità di salto in verticale con contromovimento in soggetti non
allenati. Alcuni studi precedenti (6, 22) hanno mostrato un maggiore tempo di latenza nel
coordinare la muscolatura agonista ed antagonista in risposta a cambiamenti di assetto
21
I kettlebells: due esercizi base
di Omar Capuzzo
estratto da” Kettlebell Training” Visual Grafica Edizioni 2009
Lo swing
È forse l’esercizio basilare di tutta la pratica e l’allenamento con i Kettlebells, probabilmente
uno dei più completi e faticosi sia sotto il profilo aerobico, sia sotto il profilo muscolare.
Sviluppa una forte intensità per il grande coinvolgimento di distretti corporei che chiama in
causa in unità di tempo basse, e ciò può essere di aiuto in un qualsiasi lavoro a circuito con
finalità aerobiche. Ma allo stesso tempo, data la dinamicità del gesto e il coinvolgimento di
tutto il core, provocherà grossa attivazione dal punto di vista neuromuscolare e migliorerà il
controllo posturale e la presa di coscienza, da parte di chi esegue, di tutta la parete
addominale, superficiale e profonda, e dei muscoli paravertebrali (bassa schiena).
Per questa esercitazione, partiremo in stazione eretta con gli appoggi divaricati alla larghezza
delle spalle. Il Kettlebell viene posizionato appoggiato al suolo, un metro circa avanti alla
punta dei piedi, in posizione centrale, a formare un triangolo i cui vertici sono le punte dei
piedi e il peso; da qui andremo ad afferrarlo appena avrà inizio l’esecuzione vera e propria.
Impugnato l’attrezzo, le braccia restano decontratte, ma con una presa salda alla maniglia; la
loro funzione sarà quella di essere da tramite dal carico al bacino.
Flettendo leggermente le ginocchia, portando in stiramento le anche, rimanendo con la
schiena estesa, scapole addotte (cioè a contatto tra loro) e sguardo rivolto avanti, ci
produrremo in una veloce estensione delle ginocchia e ad una forte ed esplosiva contrazione
dei glutei in rapida successione. Questi due movimenti sincroni, determineranno una frustata a
livello del bacino, (simile a quella di un salto..) e tale propulsione provocherà un’oscillazione
della palla di ghisa in avanti. Mantenendo sciolte le braccia, torniamo rapidamente nella
condizione di partenza per eseguire una nuova estensione, senza opporsi all’accelerazione che
l’attrezzo andrà prendendo.
La sommatoria dei movimenti, farà accelerare sempre di più il Kettlebell, che descriverà
oscillazioni sempre più ampie e rapide. L’impulso dovrà essere secco e fluido, senza
interruzioni, fino a quando la palla, sull’inerzia, giungerà all’altezza del mento.
22
Il CrossFit
di Andrea Zamburlin
“Gli obiettivi, gli obblighi, il metodo, l’implementazione e gli adattamenti di CrossFit sono
caratteristici e personalizzabili per i singoli e per i gruppi, nonché fondamentali per il
successo del nostro programma in diverse applicazioni.
Sin dall’inizio, lo scopo di CrossFit è stato quello di creare un programma di fitness ampio,
generale e comprensivo. Abbiamo cercato di costruire un programma per predisporre gli
atleti a ogni eventualità fisica e prepararli sia al previsto che all’imprevisto. Esaminando
tutti gli sport e le attività fisiche, ci siamo chiesti quali abilità e adattamenti potessero
universalmente essere considerati vantaggiosi per ottenere buoni risultati. Le capacità
raccolte dai requisiti di ogni sport possono essere logicamente adottate in ogni disciplina
sportiva. Insomma, la nostra specialità è non essere troppo specializzati.”
(Greg Glassman, CrossFit Training Seminar Training Guide, settembre 2011)
Al di là delle ripetute e famose definizioni che si possono tranquillamente trovare navigando
su Internet, che sono quelle ufficiali che vengono insegnate nei famosi corsi Level 1
(indispensabili per coloro che vogliono aprire un box affiliato o poter pubblicizzare da liberi
professionisti di insegnare CrossFit), ogni volta che una persona nuova entra nel mio box e
chiede informazioni su cosa sia questo sport, dopo tanti anni finalmente ho trovato la risposta:
“è un mix di sollevamento pesi (qualunque tipo di peso) e ginnastica a corpo libero, sia in
lavori di Forza (massima o sub massimale) che Aerobici che Misti forza/aerobici.”
I lavori di Forza servono per poter gestire a livello di tecnica e di carico (i famosi Kg sul
bilanciere) le ripetizioni in circuito (in cui entra il fattore di stamina ossia la resistenza
anaerobica), mixate con altri movimenti di tutti i vari sport da cui il CrossFit attinge. Il
concetto è dunque molto semplice: a parità di lavoro da svolgere è più divertente se il “peso”
è più pesante; tuttavia devo essere in grado di gestirlo sia nella forma del movimento che nel
sistema metabolico previsto dal WOD (Workout of the Day) e soprattutto dal mio
programma/periodizzazione. Un Metcon da 6 minuti non deve diventare 35’ perché non
riesco a sollevare (pesi) o sollevarmi (ginnastica) perché troppo vicini al mio massimale.
Bisogna ragionare sempre su quale sia l’obiettivo dell’allenamento, su quale sistema
energetico si voglia andare a lavorare. Senza sessioni di allenamento della Forza (almeno 1
23
CrossFit e Football Americano
di Carli Andrea
Analizzando le regole e i vari momenti della partita, possiamo affermare che questo è uno
sport che vive di situazioni e si basa su gesti che esprimono potenza.
Per riuscire ad allenare a livello generale un giocatore di football, dobbiamo trovare un
modello di prestazione comune.
24
Organizzazione degli esercizi con o senza l'utilizzo di piccoli attrezzi
di Roberto Marocco
Mike Boyle
Nell'ambito del fitness o della preparazione fisica si utilizza grande varietà di attrezzi in molti
modi differenti. L'aspetto positivo è dovuto al coinvolgimento delle catene muscolari con
stimoli diversi; in questo modo la componente coordinativa viene sviluppata insieme alla
forza, in modo più specifico per l'attività sportiva o per i movimenti della quotidianità. La
nota negativa riguarda la confusione nelle proposte di allenamento funzionale, in cui sembra
prioritaria la scelta di un attrezzo innovativo o un esercizio “coreografico”, piuttosto che
orientato a un obiettivo e inserito in una progressione.
Questo risalta ancor di più nel confronto con l'allenamento tradizionale, per il quale i muscoli
coinvolti erano il fine e venivano allenati con metodo in base a dimagrimento, forza o
ipertrofia.
L'obiettivo di questo capitolo è analizzare quali possono essere i benefici degli attrezzi più
semplici e meno costosi in commercio, valutare in quale ambito possono essere utilizzati. Ciò
al fine di esporre il maggior numero di proposte pratiche in ordine graduale per scegliere cosa
utilizzare al fine di raggiungere un determinato obiettivo. Procedendo con metodo.
In tal senso verranno esposti esercizi:
A carico naturale;
Utilizzando in modo proprio o improprio un foam roller;
Con piani d'appoggio instabili (disco sit, bosu o skimmy);
Con bande elastiche;
Utilizzando elastici con maniglie;
Con o senza attrezzi, utilizzando il metodo Tabata.
25
Allenamento funzionale e giochi sportivi
di Paolo Moisè
estratto capitolo La Preparazione Fisica nei Giochi Sportivi senza contatto (teorico)
Paolo Moisè, Roberto Benis, Paolo Salvaggi, Tiziano Vidoni
Testo “Preparare allo sport” Edizioni SdS Roma 2014
Introduzione
Nei Giochi Sportivi di squadra senza contatto rientrano numerose discipline, Olimpiche e non,
che si svolgono in impianti situati abitualmente al coperto (Pallacanestro, Pallamano, Calcio a
5) o all’aperto (Calcio), nelle quali possono venire utilizzati attrezzi per colpire la pallina
(Hockey su prato e Hockey a rotelle) e ausili per lo spostamento in campo (Hockey a rotelle)
e dove le due squadre si contrappongono con l’obiettivo di segnare nella/nel porta/canestro
avversario, proteggendo la/il propria/o.
I regolamenti specifici di ciascuna disciplina sportiva determinano le caratteristiche e le
dimensioni dei campi di gioco e degli eventuali attrezzi, palle comprese; le modalità di
esecuzione del gioco; il conteggio dei punti e delle eventuali frazioni in cui si dividono le
competizioni; il numero e le categorie dei giocatori, etc..
Tutte queste discipline rientrano negli sport di situazione, caratterizzati da abilità di tipo
aperto (open skills) e cioè con gestualità eseguite in ambiente non prevedibile, mutevole e in
grado di determinare come e quando l’abilità vada eseguita (Kent, 1996). E' di fondamentale
importanza che l’allenamento preveda oltre che il lavoro di tipo condizionale anche
esercitazioni tese a migliorare gli aspetti coordinativi e cognitivi per facilitare il rapporto con
gli attrezzi e la gestione delle variabili situazionali quali la risposta ai movimenti dei giocatori
avversari e di conseguenza a esempio cambi di direzione, senso, velocità e/o la gestione di
situazioni di disequilibrio.
La preparazione fisica in funzione di questo gruppo di attività sportive dovrà tener conto delle
caratteristiche delle attività stesse, per cui delle dimensioni dei terreni di gioco, della durata
delle partite, dei tempi di recupero, delle intensità, in sintesi del “modello della prestazione”.
26
Squat test, Functional Movement Screen e pallacanestro
di Daniele Bottesi
27
Validità e affidabilità del Functional Movement Screen
di Federico Ruffinello
I risultati dei test di valutazione sono utili solo se essi misurano realmente ciò che si suppone
debbano misurare (validità) e se le misurazioni risultano ripetibili (affidabilità) (Baechle,
Earle, NSCA, 2010).
Si riportano di seguito alcuni studi che verificano l’affidabilità dell’FMS, sapendo che esso
misura realmente ciò che si suppone debba misurare, come esposto in precedenza nella
spiegazione dei vari test, e che quindi la sua utilità debba essere studiata verificando
l’affidabilità.
The Functional Movement Screen: A Reliability Study
Lo scopo primario di questo studio era di determinare l’affidabilità di una prova (test-retest) e
l’affidabilità tra più prove nei punteggi dei vari test dell’FMS e nel punteggio complessivo in
giovani, membri del servizio di salute, quando svolte da un gruppo differente di valutatori alle
prime armi nell’utilizzo del metodo (Teyhen, et al., 2012).
Il punteggio complessivo dell’FMS ha dimostrato da moderata a buona affidabilità di una
prova e tra le prove, e un livello accettabile di misurazione dell’errore (Teyhen, et al., 2012).
L’accordo per il punteggio dei vari test è risultato da buono ad eccellente (Teyhen, et al.,
2012).
Interrater and Intrarater Reliability of the Functional Movement Screen
La proposta di questo studio era di indagare l’affidabilità di una prova e tra le prove dell’FMS
con una valutazione in tempo reale, con valutatori di diverso livello di esperienza e diverso
background formativo, e con uomini e donne sani, senza infortuni e fisicamente attivi (Smith,
et al., 2013).
L’affidabilità del punteggio complessivo di una prova e tra le prove è buono (Smith, et al.,
2013). Le analisi separate sui componenti dell’FMS hanno dimostrato che tutti i movimenti
hanno da buona a moderata affidabilità, eccetto per l’Hurdle Step (Smith, et al., 2013).
L’affidabilità della prova è buona per tutti i valutatori (Smith, et al., 2013). Inoltre, il
28
Allenamento in condizioni instabili
di Sergio Alcantarini
29
L'allenamento funzionale nel tennis
di Giorgio Roberti, Riccardo Zacco
Negli ultimi anni l'allenamento funzionale è entrato prepotentemente a far parte del mondo
dell'allenamento sportivo e del wellness, contrapponendosi al body-building, che aveva tenuto
banco per quanto riguarda le metodologie e le tecniche di allenamento, fatte di isolamento
muscolare ed esercizi monoarticolari, fino a tutti gli anni '90. E' bene ricordare che per il
body-builder i muscoli sono il fine, non il mezzo1, ecco infatti come si può, per
contrapposizione, definire il metodo funzionale: allenare i movimenti, non i muscoli2. Il
termine funzionale si riferisce a qualcosa che soddisfa appieno il suo obiettivo, la sua
funzione. Quindi, in riferimento all'allenamento, una definizione più completa è: l'esecuzione
di esercizi specifici che hanno un ritorno positivo sulla salute e/o sulla performance degli
obiettivi giornalieri delle persone, sulla loro occupazione, nello sport e nella prevenzione
dagli infortuni.3
La "rivoluzione"dell'allenamento funzionale non è altro che un enorme e positivo ritorno al
passato. Molte delle tecniche e degli esercizi attualmente utilizzati da personal trainer e
allenatori non erano sconosciute agli antichi greci e romani, i quali si allenavano
costantemente per essere pronti alla battaglia, dovevano essere forti e abili allo stesso tempo:
nessun soldato sarebbe sopravvissuto a lungo sul campo di battaglia se non fosse stato in
grado di portare e maneggiare armi pesanti, marciare verso la battaglia e gettarvisi dentro
oppure battere in ritirata in maniera efficace. La mancanza di forza, potenza o resistenza era
fatale. Nacquero poi di conseguenza, nei periodi di tregua, eventi che mettevano a confronto
le abilità degli uomini, soldati in battaglia e atleti in tempo di pace, più precisamente i primi
altleti olimpici. Già a quei tempi l'allenamento era in funzione della battaglia o della gara
olimpica, fondamentalmente, il fine da perseguire; così l'allenamento funzionale può essere
descritto come l'allenamento per un fine4. Eppure si parla di allenamento funzionale nei
programmi di allenamento solo dagli anni '90, poiché a causa dell'elevato progresso
tecnologico che ha caratterizzato il XX secolo il movimento umano è stato progressivamente
sostituito dai mezzi meccanici, il lavoro pesante è venuto meno,e con lui gli obiettivi del
movimento. La sedentareità è diventata l'ordine del giorno. Inoltre negli anni '70 con
l'esplosione del body-building l'attività motoria si è orientata più all'estetica fine a se stessa
che alla prestazione. Su questo humus sono nate le macchine per il sollevamento pesi, le varie
30
Allenamento funzionale e mountain bike
di Michael Pesse
31
Allenamento funzionale e hockey su ghiaccio
di Michel Vernet
33
Autori
Sergio Alcantarini
Laureato in Scienze delle Attività Motorie e Sportive e specializzando in Scienze
dell'Educazione Motoria e delle Attività Adattate presso la S.U.I.S.M. di Torino.
Daniele Bottesi
Laureato Magistrale in “Scienze e tecniche dello sport e dell'allenamento”, Preparatore Fisico
Federazione Italiana Pallacanestro
Omar Capuzzo
Laureato in Scienze Motorie e Sportive, Responsabile della preparazione fisica di squadre di
pallavolo professionistiche, in Serie A Italiana ed in Europa (Finlandia e Polonia). Maestro di
kettlebell Training certificato (RKC II, IKFF II, FGSI III) Autore del Libro del libro
"Kettlebell Training", docente per il progetto Virgin Active Academy Italia per il settore
Kettlebell training ed allenamento funzionale per lo sport.
Andrea Carli
Laureato in Scienze Motorie e Sportive presso la S.U.I.S.M. di Torino. Campione italiano di
karate e aspirante tecnico F.I.J.L.K.A.M.
Roberto Marocco
Laureato Magistrale in “Scienze e tecniche dello sport e dell'allenamento” con la tesi dal titolo
“Difesa e preparazione fisica nella pallacanestro” per la quale è stato attribuito il premio
“Miglior tesi del corso per l'anno accademico 2007-2008”. Qualificato “Certified Strength and
Conditioning Specialist” (CSCS) presso la National Strength and Conditioning Association
(NSCA). Per tre anni è stato preparatore fisico all’Aquila Basket Trento in prima squadra nel
campionato di Divisione Nazionale A e nel settore giovanile, da tre stagioni è preparatore
fisico della prima squadra della Pallacanestro Biella. Ha collaborato con la S.U.I.S.M. di
Torino, come Cultore della materia nei corsi di “Allenamento funzionale" e “Pallacanestro" e
come docente a contratto per il corso “La preparazione fisica nella pallacanestro”.
Cristian Peasso
Laureato in Scienze e Tecniche Avanzate dello Sport alla S.U.I.S.M. di Torino. Preparatore
fisico di 1° grado F.I.T.. Preparatore fisico presso il "Circolo della Stampa Sporting" di
Torino.
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Michael Pesse
Laureato in Scienze Motorie e Sportive presso la SUISM di Torino, Maestro di Mountain
Bike FCI.
Maestro di sci alpino. Si occupa di preparazione fisica e valutazione funzionale per gli
sportivi d’endurance.Ciclista Elite ancora in attività nelle discipline del fuoristrada Marathon
e Cross Country dove ha vestito in più occasioni la maglia azzurra.
Giorgio Roberti
Laureato in Scienze Motorie e Sportive alla S.U.I.S.M. di Torino. Preparatore fisico di 1°
grado F.I.T. e responsabile della preparazione fisica presso l'A.S.D. Tennis Giaveno
Federico Ruffinello
Laureato in Scienze delle Attività Motorie e Sportive presso l'Università degli studi di Torino
Davide Tebaldi
Laureato in Scienze Motorie e Sportive presso la S.U.I.S.M. di Torino, personal trainer,
coordinatore del settore pre-judo e responsabile della preparazione fisica del settore agonistico
per A.S.D. il Centro Judo, responsabile della preparazione fisica del settore agonistico per asd
Torino Fighters comprendente atleti di classe A e B; ex atleta di judo e giocatore di football
americano per Giaguari Torino. Istruttore di MMA e responsabile progetti scuola per
l’A.S.D. Torino Fighters
Michel Vernet
Laureato Magistrale presso la S.U.I.S.M. di Torino in Scienze e Tecniche Avanzate dello
Sport. Preparatore fisico settore giovanile Hockey Club Valpellice, istruttore fisico per le
categorie giovanili presso Union Volley Pinerolo ed istruttore di sala pesi e allenamento
funzionale.
Riccardo Zacco
Laureato in Scienze Motorie e Sportive presso la S.U.I.S.M. di Torino. Preparatore 2° grado
F.I.T. e Certificazione F.M.S. 2° livello. Responsabile della Preparazione Fisica del Piatti
Tennis Team, sede centrale Bordighera.
Andrea Zamburlin
Laureato Magistrale in Scienze e Tecniche Avanzate dello Sport, CrossFit Level 1 Trainer,
CrossFit Gymnastics Trainer, Tecnico di 1° livello F.I.P.E. Responsabile e coach di CrossFit
A9.
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