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PIETRO VENERONI
MANUALE
DI L I T U R G I A
Ottava Edizione
Vo l u me t e r z o
LA S A N T A MESSA
EDITRICE "ÀNCORA,.
S e d e di P a v i a
P ro p rietà le tte ra ria rise rv a ta a term ine di legge.
3. Il Messale.
L’antica liturgia della Messa, nel rito romano, è
contenuta specialmente nei Sacramentarii dei qua
li si è' parlato in altra parte (2). Essi però non con-12
dal mezzo ad uno dei tali lati è cosa lodevole far in
chino alla Croce (1).
D Fa inchino mediocre del capo al nome di Ma
ria, in qualunque' luogo occorre di pronunciarlo, an
che secretamente, quantunque non 6Ì faccia comme
morazione della B. V. nelle Collette.
E Fa inchino breve del capo all nom&(del Santo o
della Santa di cui si celebra la S. Messa o si fa com
memorazione speciale, ogni volta che si incontra nel
l’Orazione o nel Canone non però nei Titoli dei Van
geli e delle Epistole. Tale inchino si fa verso il libro,
«nisi in locp principali altaris habeatur statua vel
imago B.) V. M. aut Sancti ad quam, quia expressius
repraesentat, caput inclinatur» (2). Si fa pure un bre
ve inchino al nome del Papa e dell Vescovo nel Ca
none e nelila Colletta (3).
Circa gli inchini si deve infine notare: a) Quelli
che hanno per oggetto il culto di latria si fanno ver
so la croce così a l pronunciare il nome di Gesù ed
il1Gloria Patri etc. Leggendo il Vangelo si fa inchino
verso il Vangelo per la sua dignità;
6) Pronunciando il nome di Maria o di un Santo
gli inchini si fanno verso il messale, tranne il caso
nel quale sull’altare vi fosse la statua della B. V. o
del Santo; di cui si recita il divino Ufficio o di cui
si è fatta Commemorazione;123
(1) De Herdt, n. 137. Sulla antica forma delle Ostie vedi: Ber-
lendis: de oblat, ad altare, n. 1S e aeg.
(2) Rubr* de Defecò. IH» 4.
(3’ L’Ostia difettosa, se è stata offerta, la si consuma dopo
la Comunione o la si mette nel sacrario.
78 Capo V
D e l l e p a r t i d e l l a Messa
I liturgisti! distinguono diversamente le parti del
la) Messa. Alcuni, appoggiati alPantica disciplina, la
dividono' in Messa dei catecumeni, dei competenti e
dei fedeli (1). La prima, così chiamata perchè po
tevano assistervi anche i catecumeni, si estendeva dal
principio fino al termine del Vangelo, al qual pun
to essi venivano congedati ; la seconda, a cui poteva
no assistere i competenti, si estendeva fino alla Con
sacrazione' esclusiva ; da questo punto alla fine i soli
fedeli potevano assistervi, e però era chiamata la
Messa dei fedeli.
A ltri dividono nella Messa la parte didattica (det
ta anche Evangelio) che si estende fino alla fine del
Vangelo; Il Sacrificio che comprende le preghiere
ed azioni che si fanno dall’offerta dei doni fino al
la 'Orazione domenicale esclusa; la Comunione che
incomincia colle orazioni preparatorie (dal Pater
Noster) e termina con quelle di ringraziamento e di
conclusione delia Messa (2). Questa divisione in so
CAPO I.
(1) Cfr- Bona, 1. c.; Kossing, O. c. pag. 243 e seg.; Brev. Rora,
in Festo S. Gregorii' M.
(2) Bona, 1. c.
(3) Il Card. Bona, al/luogo citato, reca numerosi esempi.
Dell’Introito e del Kyrie eleison 105
Il G lo ria in Excelsis D eo
Delle orazioni
(1 ) S. C. R . 13 fe b b r a io 1892 n . 3 7 6 7 . X X IV .
Delle Orazioni 129
Dell’Epistola
Cap. XXIV.
Cap. XXXI.
Esdrae, V ili.
I. ad Corith. XIV. 26.
(5) Ad Colossenses. IV. 6.
(6) I. ad Teasalonic. V. 27.
Dell’Epistola. 133
(1) Cop. l v i i .
(2) Gonsist- ApostoL Kb. II. c. 57. Cfr. Theodoretum Histor.
Eccle. L 15; Euseb. Vita Costante IV. 37; S. Ago&tìn. Serro. 33, da
Verbis Domìni; Serm. 10 de verb. Apostol.; Serm. 49, de tempore;
S. Leone M. Serm. 4; S. Jo. Chrisost. hom. 3, in II ad Thessakftd-
censes, et homil, de David et Saulle.
(3) Bona, O. c. cap.. VI n. 1.
134 Capo V
(1) Bona, l. c. n. 2.
(2) Quanto al canto dei motteti ih lìngua volgare, è proibito
nelle funzioni solenni liturgiche.
138 Capo V
ti) Bona, 1. c. n. 1.
Dell’Epistola 139
Del Vangelo
(1) li, ad Corinth. V ili, 18. Non vanno d’accordo gli interpre
ti nel determinare chi 9ia il personaggio al quale allude qui l’Apo
stolo. Alcuni vogliono che sih S. Luca, altri $. Batnaba, S. Gerola
mo sta per la prima opinione.
154 Capo VII
Kf:- ■*'- ; ^
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D e l S im b o lo .
(1) Bona, o. c.
(2) Così Walfr. Strabone, O. c- cap. 22, confutato dal Card. Bona
Del Simbolo 161
(1) Conc. HI Tolet presso Harduin, Acta etc. tom. Ili, eoL 497.
(2) Walfr.. Strabo, De reb. eccles. c. 22. Alcuino, Alamario e
Sabano Mauro, nei loro scritti sulla Messa non fanno cenno del
Credof onde si deve dire che esso entrò precisamente nella Francia
circa il secolo nono.
(3) Berno Ab. di Reichenau «De rebus quibusd. ad Missam
spectantibus» cap. II.
162 Capo V ili
(1) Anche nelle loro Feste secondarie che si celebrano con rito
doppio come l’elevazione, la traslazione, la conversione ecc.
(2) Leti. Apost. diPio IX 7 luglio 1871 n. 3252.
(3) S. C. R. 22 aprile 1871 n. 3249, I.
(4) Quando però si celebra nella Chiesa nella quale occorre
l’anniversario della dedicazione delle due basiliche romane si recita
dapertutto il simbolo, perchè l’ufficiatura della loro dedicazione è ge
nerale.
(5) Nella dedicazione d’un Altare vi si celebra una Messa della
Dedicazione con Gloria e Credo; nel giorno della Dedicazione di
una chiesa tutte le Messe che si celebrano in essa devono essere
de dedicatione con Gloria e Credo-
(6) S. G. R. 15 sett. 1691 n- 1854.
(7) S. C. R. 10 nov. 1906 n. 4192* IV.
166 Capo V i l i
CAPO I
Oblazione e Secrete.
(1) Bona, 0- c. cap. IX. 1*2, Cfr. pure Magani, O. c.■ pag. 1*)5-
(2) Caerem. Rom. Lib. XVIII, 16.
(3) Intorno agli usi particolari ancora vigenti qua e là vedi'
Marzoli e Scneller «Liturgia sacra» parte 2, pag. 203 ; Binterim
«Denkwiirdlgkeitn» Voi. 1, parte 3, pag. 366, e più concisamente-
Kossing, O- c. pag. 385*387; Lcbrun, «Explication des priéres et des.
cérémonies de la Messe» Besangon 1729, pag, 228 e seg.
174 Capo I
(1) Kòssing, O. c. 1- c.
(2) Il Bossuet, «Explic. de la Messe» n. 1, le vorrebbe deriv. da
secernere, cioè recitar sulla parte dei doni separata dal resto.
(3) Fornici, pag. 88. Alcuni liturgisti però non richiedono che
il sacerdote senta le parole che pronuncia nelle segrete. O r. Ma
nuale Voi- I n. 150.
(4) De Papi, O. c. pag. 191.
184 Cupo I
Prefazio e Sanctus
(1) Isaia, VI 3.
(2) Per più ampie notizie vedi: Kossing, Thalhofer, Magani,
nelle opere più volte citate.
(3) Rubr. Mise. Rii. cel. Miss. VII. 8.
CAPO III
(1) Matt. XIV. 96; Marc. VI, 41; Lue. IX 16; Joah. XI, 41.
(2) Kowing, I. c. pag. 392; Cfr. Magani, O. c.; Innoc. III,
Lib. IV de myst. miss. cap. 5 ; Bona, c. 1. c-
(3) De-Herdt, I n. 247.
Seconda e terza Orazione - Consacrazione 211
(1) De-Herdt, 1. c.
(2) S. C. R. 4 settembre 1880 n. 3524. VI.
(3) A questo punto i' liturgisti si diffondono in questioni cir*
ca la formula della Consacrazione che son più teologiche che li
turgiche. Non si ponno qui accennare senza uscire dai limiti che
abbiamo prefissi; chi le volesse conoscere e studiare le trova mas
simamente svolte negli autori più volte citati.
212 Capo IV
(1) Circa questo punto vedi le opere più volte citate e spe
cialmente il Lebrun. Durante la Consacrazione, Adorazione ed
Elevazione delle Sacre Specie l’Organo gli altri strumenti musicali
si devono suonare «cum omni melodia et gravitate». Cerem. Epis.
lib. II c. VIIE 70. Alcuni Sinodi' però prescrivono che non si suo
nino l’organo durante la Consacrazióne «Synod. Colo, et August.)
affinchè i fedeli possano: «in altissimo silentio prostrati, Corpus et
Sanguinem Dominum venerari, nihilque perturbet eórum taliter
veneratium devotionem» De Papi, O* c. pag. 205.
(2) Bona, 0 . c. cap. XIH.
CAPO V
Della Comunione
CAPO I
Orazione domenicale
romana, ma solo ordinò che esso non fosse soltanto cantato dal
coro (clero) e dal popolo (lib. Pontif. cap. 14) «tempore confrac
tionis Corporis Domini». Non so che si debba pensare di questa
sentenza, perchè non ho mezzo di confrontare tali manoscritti; mi
pare però che già il Card. Bona, che sostiene sia stato Sergio l'in
troduttore dcll'Agnus Dei nella Messa, ci abbia messo sull'avviso
per non adottare altra sentenza: «Hac autem Agni in graeca ov-
nodi commemoratione quidam decepti, et eam ad latinorum prae-
cationem trahentes, scripserunt ante Sergium coepisse et Concilio
Nieaeneo antiquiorem vel certe coevam existimarunt». (O. c. lib.
cap. XVI, 5).
(1) De rebus eccles. cap. XXII.
Frazione dell’Ostia, C o m m istio n e - Agnus Dei 235
CAPO UNICO
CAPO I
ti) S. C . R . 2 9 m a g g io 1 9 0 0 n . 4 0 5 7 . V .
Osservazioni generali sulla Messa solenne 269
e l) S . C. R . 29 m a g g io 1900 n . 4067, V L
Osservazioni generali sulla Messa solenne 271
Art. I.
11 Celebrante
(1 ) S . C R . 28 s e tte m b r e 1837 n . 2 7 7 6 . 2.
Rito della Messa solenne 277
(!) G a er em . Ep. L ib . I l L ib . V H I . n . 3 1 .
278 Capo II
(1) Kit. sev. in celebr. Missae t IV. Caerem. Ep. Lib. Eccet*
to nelTinfusione che si fa dopo l’offertorio della Messa.
(2) SL C. R. 18 dicembre 1779 n. 2515. 1(X
(3) Hit. celebr. Miss- III. 5: Caerem. Episc. Lib. L c. V. 2.
(4) Martinucci, L c.
(5) Anche questa genuflessione si fa appoggiando la mano
sinistra stesa sulla mensa. Quando vi è il SS. Sacramento nel ta
bernacolo, prima di incensar la croce si fa la genuflessione, senza
altro inchino alla croce; 9i genuflette ogni volta che si passa pel
mezzo dell'altare, tanto dal Celebrante quanto dai sacri Ministri.
(6) S. C. R. 15 febbr. 1875 n. 3288.
Rito della Messa solenne 279
Il Diacono
11 Suddiacono
I
161. Dal vangelo all’Offertorio.
(1 ) ,S. C. R . 15 a p r a * 1 8 9 9 n . 4 0 1 8 . I I .
322 Art. IV.
(1) S -C. R. Decr. gen. 2 die. 1891 n. 3753; Rubr. Miss. ref.
Tit. HI. 7.
(2) S. C. R. 16 giugno 1922. VII.
(3) S. C R. 4 luglio 1683 n. 1714. 4.
(4) S. C. R. 14 luglio 1709 n. 2197.
Messe solenni e cantate da requie 353
(1) Caerem. Episc. Lib. II. cap. XI. 10; Lib. I cap. XXII-
(2) S. C. R. 24): agosto 1901- li.
360 C apo V I.
(1) S. C R. 17 luglio i m
(2) S. C. R. 3 giugno 1736 n. 2323. 1.
(3) S. C R. 14 maggio 1819 n. 2597. 2: 17 luglio 1900.
378 Capo V ili
CAPO I
Messa conventuale
CAPO I
( r S. C. R. 8 febbr. 1.913. I IL
(2) S. C. R. 28 giugno 1889 n. 3712.
Messa privata votiva 399
(1) S. C. R. n. 1333. 1.
(2) S. C. R. n. 1793: 2041; 2692.
Una delle questioni più agitate fu quella se si possa o no
ammnistrare la Comunione nella Messa da morto e prima di in
cominciarla e appena dopo finita, prima di partire dall’altare- Ora
i Decreti della S. C- dei Riti permettono che si faccia la Coma-
M essa p riv a ta d e re q u ie 409
(1) S. C R . 14 m a r z o 190 6 . H -V T I.
APPENDICE
II
in
Prima messa di Sacerdote novello
IN T R O D U Z IO N E
P A R T E I.
P A R T E II.
S e z io n e I .
S e z io n e II.
Del Sacrificio
S e z io n e I I I .
Della Comunione
S e z io n e IV .
P A R T E III;
D E L L E V A R I E S P E C IE D I M E S S E
S e z io n e I.
S e z io n e IL
S e z io n e III.
APPENDICE
I. Aspersione da farsi nelle Domeniche pag. 416
II. Binamento della Messa . 423
III. Prima Messa di Sacerdote Novello . 428