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Giovanni Boccaccio
testi
5. Boccaccio dopo il Decameron T12
Il passo è tratto dal capitolo VII del libro XIV della Genealogia deorum gentilium, in cui Boc-
12 caccio riflette sulla poesia e sulla sua funzione.
Giovanni Boccaccio
Genealogia deorum
gentilium L a poesia, dagli ignoranti e dai negligenti lasciata e rifiutata, è invero un certo
fervore di trovare pensieri eletti, e poi di dire o scrivere quello che è stato trovato.
Dalla poetica Il quale fervore, derivando dal seno d’Iddio, a poche menti (come penso) nella
medioevale creazione è conceduto; laonde, perché è mirabile, sempre i poeti furono raris
al preuma 5 simi. Gli effetti di questo fervore sono infatti sublimi: come sarebbe condurre
la mente nel desiderio del dire, immaginarsi rare e non più udite invenzioni, le
nesimo immaginate con certo ordine distendere, ornar la composizione con una certa
a cura di P.G. Ricci, Ricciardi,
Milano-Napoli, 1965
inusitata testura di parole e sentenze, e sotto velame di racconti appropriati ri
coprire la verità. Oltre a ciò, se la invenzione lo richiede, armar regi, condurli in
10 guerra, mandar fuori flotte dai porti, descrivere il cielo, la terra e ’l mare, ornar
le vergini di ghirlande e fiori, disegnare gli atti degli uomini secondo le qualità,
svegliare i sonnolenti, inanimare i pusillanimi, raffrenare i temerari, punire i
colpevoli, inalzare i famosi con merite lodi, e molte altre cose simili. Se alcuno di
questi ne’ quali s’infonde questo fervore farà queste cose men convenevolmente,
15 a mio giudicio non sarà lodevole poeta. Appresso, sebbene infiammi gli animi
ove è infuso, rare fiate colui che n’è animato eseguisce alcun’opra degna d’essere
commendata, se gli instrumenti con quali furono soliti compire le cose conside
rate verrano meno, come sarebbono i precetti della grammatica e della retorica
latina, de’ quali fa mestieri aver buona cognizione, benché alcuni mirabilmente
20 nel volgare già abbiano scritto, e per ciascuno ufficio della poesia abbiano cam
T12 minato. Quindi è di necessità che si conoscano almeno i princìpi delle altre
arti liberali e delle morali e delle naturali1; e appresso essere ammaestrati della
copia de’ vocaboli, conoscere le tracce dei maggiori, e ricordarsi la storia delle
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La poesia, che viene trascurata
e rifiutata dagli ignoranti e
dai negligenti, è in realtà un se è richiesto dalla narrazione, che ne è animato esegue opere
ardente impulso creativo che (l’immaginazione permette di) degne di essere lodate, se non delle regioni del mondo, con
mira a produrre forme elevate mettere le armi nelle mani dei saprà utilizzare gli strumenti i loro fiumi e monti. Oltre a
di pensiero, e poi a esprimerle re e farli combattere, far partire con i quali un poeta è solito questo sono necessari (fanno
attraverso la parola detta o le flotte dai porti, descrivere operare, ovverosia i precetti del- di bisogno) i luoghi solitari resi
scritta. Poiché deriva da Dio cielo, terra e mare, ornare le la grammatica e della retorica piacevoli dall’arte della natura,
stesso, questo ardente impul- vergini di ghirlande di fiori, latina, dei quali è necessario dalla tranquillità dell’animo
so creativo è concesso (come rappresentare le azioni degli avere una buona conoscenza, e dall’ambizione della gloria
ritengo) a poche menti; per cui, uomini secondo la loro qualità, benché vi siano già autori che terrena (secolare), e spesso ha
poiché (l’impulso creativo) è un risvegliare i sonnolenti, infon- hanno scritto in modo mirabile giovato il vigore dell’età; poiché
miracolo, da sempre i veri poeti dere coraggio ai timidi, tenere a in lingua volgare, ed abbiano se mancano queste qualità, di
sono stati rarissimi. Gli effetti freno i temerari, punire i colpe- affrontato tutti i generi poetici frequente si raffredda l’ingegno
di questo impulso sono infatti voli, celebrare gli uomini famosi (ciascuno ufficio della poesia nei riguardi delle opere che il
sublimi: per esempio (permette con lodi meritate, e molte altre abbiano camminato). È perciò poeta ha immaginato.
di) portare la mente a esprimere azioni simili. Se qualcuno di co- necessario che si conoscano 1. i princìpi... naturali: le Arti libe-
le proprie idee, dar vita a inven- loro che sono animati da questo almeno i principi fondamentali rali sono divise in “Arti del trivio”
zioni nuove e inaudite, esporre ardente impulso si comporterà delle altre arti liberali, morali (grammatica, retorica, dialettica,
queste cose in modo ordinato, in un modo indegno per un poe- e naturali e inoltre che si sap- che venivano insegnate in latino)
arricchire la composizione at- ta, a mio parere non potrà esse- piano numerosissimi vocaboli, e “del quadrivio” (aritmetica, ge-
traverso un intreccio originale di re giudicato un poeta lodevole. che siano note le vicende degli ometria, astronomia, musica), le
parole e frasi, e ricoprire la ve- Inoltre, sebbene tale impulso uomini illustri del passato e si Arti morali sono l’etica e il diritto,
rità sotto il velo delle metafore infiammi gli animi di quanti ne ricordi la storia delle nazioni e quelle Naturali sono la fisica e la
e delle allegorie. Oltre a questo, sono pervasi, raramente colui la conformazione geografica metafisica.
LAVORIAMO 1. Le idee chiave. Riassumi le idee chiave del testo, rispondendo alle seguenti do
SUL TESTO mande.
• In che cose consiste la poesia per Boccaccio?
• In che modo si esprime?
• Quali argomenti può trattare?
• È un dono che posseggono in molti?
• Da quali conoscenze teoriche non può prescindere la vera poesia?
• Quali luoghi sono congeniali alla creatività del poeta? Stabilisci i riferimenti te
stuali e poi preparati a esporre in 10 minuti il risultato del tuo lavoro.
2. Tra Medioevo e Umanesimo. Specifica quali aspetti tipici della poetica medioevale
e quali anticipatori dell’Umanesimo sono presenti nel testo.
Il tardo Medioevo
L’autore e l’opera: Giovanni Boccaccio
2 Copyright © 2011 Zanichelli Editore SpA, Bologna [6201]
Questo file è un’estensione online del corso B. Panebianco, M. Gineprini, S. Seminara, LETTERAUTORI © Zanichelli 2011