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Analisi di bilancio
SCOPO DELL’ANALISI DI BILANCIO: Informativo. L’analisi di bilancio fornisce delle
informazioni circa l’andamento dell’impresa e il suo equilibrio
economico/finanziario. Informazioni che, in realtà, possono essere utilizzate per
diversi scopi e non soltanto per la stima del valore dell’impresa.
Nel corso ci occuperemo di quest’ultimo tipo di analisi che non può prescindere
dalla riclassificazione dello Stato Patrimoniale e del Conto Economico.
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Lo Stato Patrimoniale secondo i dettami dell’art. 2424 c.c.
Il codice civile nell’art. 2424 impone di redigere lo stato patrimoniale secondo il
criterio della destinazione. Per cui:
STATO PATRIMONIALE
(ART. 2424 C.C.)
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Lo S.P. esposto secondo i dettami dell’art. 2424 del c.c. non permette di cogliere
molte informazioni rilevanti circa l’equilibrio finanziario dell’impresa e, quindi,
indirettamente non permette una corretta valutazione del valore dell’azienda1. Per
questo l’attività di analisi di bilancio, finalizzata alla stima del valore d’impresa,
necessita di una previa riclassificazione dello Stato Patrimoniale che avverrà in base
al criterio finanziario a liquidità crescente. In particolare:
le voci dello S.P. verranno riclassificate sulla base del criterio finanziario
le voci così ottenute verranno reimmesse all’interno dello S.P. sulla base del
criterio della liquidità crescente.
Le poste del passivo verranno distinte sulla base alla loro capacità di richiedere
un esborso di denaro in un periodo superiore o inferiore all’anno;
Le poste dell’attivo verranno distinte sulla base alla loro capacità di generare una
entrata in un periodo superiore o inferiore a un anno.
Una volta che le poste dello stato patrimoniale sono state riclassificate secondo il
criterio finanziario, esse saranno reimmesse all’interno dello SP. Tale operazione
può esser eseguita rifacendosi a due diversi criteri:
1
Proprio sulla base del presupposto che l’equilibrio economico e finanziario dell’impresa sia una delle componenti che
determina il valore della stessa
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b. Il criterio del grado di liquidità secondo il periodo convenzionale di 12 mesi. In tal
caso l'attivo viene distinto tra Attivo Fisso e Attivo Circolante ed il passivo in
Capitale Permanente, Passività consolidate e Passività Correnti. Il criterio della
liquidità può esser applicato in due modi differenti potendo così distinguere il
criterio della liquidità:
I. crescente: in cui gli aggregati e le poste vengono ordinati dal meno
“liquido” al più “liquido”
II. decrescente: in cui gli aggregati e le poste vengono ordinati dal più
“liquido” al meno “liquido”.
In particolare avremo:
SP SP
Capitale
Attivo Fisso Attivo Passività
permanente
Circolante correnti
Passività 12 mesi
consolidate Passività
Attivo Fisso
consolidate
12 mesi
Attivo Passività
Capitale
Circolante correnti
permanente
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ATTIVO
Utilizzando tale criterio andremo a suddividere l’attivo dello S.P. nelle seguenti fasce
o zone:
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Liquidità differite, in cui andremo a inserire:
i. tutti i crediti di natura finanziaria – individuabili nella voce B.III.2.
dello SP art. 2424 c.c. – o commerciale – individuabili nella
sottoclasse C.II. dello SP art. 2424 c.c. – esigibili entro il prossimo
esercizio;
ii. I crediti verso soci per versamenti ancora dovuti già richiamati
iii. Partecipazioni, altri titoli e azioni proprie che l’impresa intende
liquidare entro il prossimo esercizio (info rinvenibili nella Nota
Integrativa);
Liquidita Immediate: in tale aggregato andranno le disponibilità liquide –
sottoclasse C.IV. dello SP art. 2424 del c.c.
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Crediti che non costituiscono immobilizzazioni, per i quali:
La parte esigibile entro il prossimo esercizio va tra le liquidità differite
La parte esigibile oltre il prossimo esercizio va tra le immob. fin.
PASSIVO
Mentre il passivo sarà costituito da:
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ATTENZIONE!!! Particolare attenzione deve esser posta ad alcune poste, prime fra
tutte i risconti e ratei passivi:
Rifacendoci al criterio della liquidità crescente tali poste verranno inserite all’interno
dello S.P. riclassificato ponendole dalla meno liquida alla più liquida.
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Il nostro S.P. riclassificato apparirà quindi in tal modo:
STATO PATRIMONIALE
RICLASSIFICATO
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Analisi per indici e per margini
Una volta riclassificato lo S.P. secondo il criterio finanziario a liquidità crescente è
possibile valutare l’equilibrio finanziario dell’impresa. A tal riguardo una impresa è
solida finanziariamente quando è in grado di perdurare nel tempo adattandosi ai
mutevoli cambiamenti esterni ed interni.
Indici di composizione
Indici (margini) di struttura
Indici (margini) di liquidità
Indici di indebitamento
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Indici di composizione
Sono espressi in termini percentuali e derivano dal rapporto tra le diverse classi di
attivo/passivo e il totale degli impieghi/fonti. I principali indici di composizione sono
i seguenti:
𝐼𝑀𝑀𝑂𝐵𝐼𝐿𝐼𝑍𝑍𝐴𝑍𝐼𝑂𝑁𝐼
INDICE DI RIGIDITÀ
𝑇𝑂𝑇𝐴𝐿𝐸 𝐴𝑇𝑇𝐼𝑉𝐼𝑇𝑂
Indicano la capacità
dell’impresa di modificare la
propria struttura produttiva.
𝐴𝑇𝑇𝐼𝑉𝑂 𝐶𝑂𝑅𝑅𝐸𝑁𝑇𝐸
INDICE DI ELASTICITÀ
𝑇𝑂𝑇𝐴𝐿𝐸 𝐴𝑇𝑇𝐼𝑉𝑂
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PERCHÉ È IMPORTANTE TALE INDICE? Per quanto si è detto, una impresa è
equilibrata finanziariamente (solida) se riesce ad adattarsi alle mutevoli condizioni
esterne ed interne. Ecco allora che una impresa è maggiormente equilibrata da un
punto di vista finanziario se presenta un indice di rigidità (elasticità) minore
(maggiore).
INDICE DI
Indica il grado di
PATRIMONIALIZZAZIONE 𝑃𝐴𝑇𝑅𝐼𝑀𝑂𝑁𝐼𝑂 𝑁𝐸𝑇𝑇𝑂
capitalizzazione dell’impresa a
𝑇𝑂𝑇𝐴𝐿𝐸 𝑃𝐴𝑆𝑆𝐼𝑉𝑂
valore di libro.
PRIMARIO
Aumento di capitale
Liquidare qualche investimento poco remunerativo
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In realtà anche in tal caso occorre considerare la situazione della singola impresa.
L’entità del capitale proprio va commisurato alla rischiosità aziendale, rinvenibile
nella massima perdita che l’impresa potrebbe registrare, e al costo
dell’indebitamento praticato dai creditori.
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𝑃𝑁 + 𝑃. 𝐶𝑂𝑁𝑆.
INDICE DI STRUTTURA SECONDARIO
𝐼𝑀𝑀.
Se tale indice assume un valore uguale o maggiore di 1 significa che gli investimenti
immobilizzati sono stati finanziati da capitale proprio e di terzi a medio-lungo
termine; se assume un valore inferiore a 1 allora l’impresa ha contratto anche debiti
a breve (passività circolanti) creando un squilibrio temporale nella liquidità
dell’impresa. Pertanto, in una situazione di equilibrio le immobilizzazioni devono
trovare copertura finanziaria con risorse durevoli, vale a dire principalmente con il
capitale proprio e, in caso di insufficienza di questo, con finanziamenti a medio-
lungo termine.
INDICE DI DISPONIBILITÀ
𝐴𝑇𝑇𝐼𝑉𝐼𝑇À 𝐶𝑂𝑅𝑅𝐸𝑁𝑇𝐼
(CURRENT RATIO) 𝑃𝐴𝑆𝑆𝐼𝑉𝐼𝑇À 𝐶𝑂𝑅𝑅𝐸𝑁𝑇𝐼
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CAPITALE CIRCOLANTE NETTO 𝐶𝐶𝑁 = 𝐴𝑇𝑇𝐼𝑉𝐼𝑇À 𝐶𝑂𝑅𝑅. −𝑃𝐴𝑆𝑆𝐼𝑉𝐼𝑇À 𝐶𝑂𝑅𝑅.
Un quoziente maggiore dell'unità indica che l'azienda nel breve periodo è in grado di
fronteggiare interamente i debiti correnti con le attività correnti. Il quoziente uguale
a due è ritenuto ottimale; è però da considerare che l'indice non è in effetti molto
significativo a causa del consistente peso che potrebbero avere le rimanenze di
magazzino fra le attività correnti. Infatti queste ultime, a seconda del settore nel
quale opera l’impresa, potrebbero avere delle difficoltà di realizzo.
QUICK RATIO
𝐿𝐼𝑄𝑈𝐼𝐷𝐼𝑇À 𝐼𝑀𝑀𝐸𝐷𝐼𝐴𝑇𝐸 + 𝐿𝐼𝑄𝑈𝐼𝐷𝐼𝑇À 𝐷𝐼𝐹𝐹𝐸𝑅𝐼𝑇𝐸
(INDICE DI TESORERIA
𝑃𝐴𝑆𝑆𝐼𝑉𝐼𝑇À 𝐶𝑂𝑅𝑅𝐸𝑁𝑇𝐼
SECONDARIO)
In realtà, anche il quick ratio potrebbe non rispecchiare il reale grado di liquidità
dell’impresa se le liquidità differite dell’impresa sono costituite da crediti che
difficilmente saranno riscossi dall’impresa.
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Ciò spinge a utilizzare un altro indice: l’Acid test.
ACID TEST
𝐿𝐼𝑄𝑈𝐼𝐷𝐼𝑇À 𝐼𝑀𝑀𝐸𝐷𝐼𝐴𝑇𝐸
(INDICE DI TESORERIA PRIMARIO) 𝑃𝐴𝑆𝑆𝐼𝑉𝐼𝑇À 𝐶𝑂𝑅𝑅𝐸𝑁𝑇𝐼
L’Acid Test permette di isolare l’effetto dei crediti inesigibili calcolando la capacità
dell’impresa di far fronte ai debiti in scadenza con la liquidità disponibile.
Tra gli indici trattati per misurare il grado di liquidità dell’impresa è sicuramente il
più prudente. Proprio per questo molti analisti finanziari, soprattutto americani,
ritengono l’Acid test l’indice più importante da considerare al fine di determinare il
grado di liquidità dell’impresa. L’obiettivo che ci si pone, ovviamente, è che tale
indice sia vicino a 1. In Italia tale indicatore difficilmente sarà vicino a 1, ossia
raramente le imprese sono in grado di coprire solo con la cassa le passività correnti.
In America un importante analista finanziario (W.T.) ritiene l’acid test l’indice più
importante per valutare lo stato di salute di una impresa. Ciò sembra spingere a
considerare le imprese italiane poco liquide. In realtà anche il ruolo di tale indice va
valutato con riferimento al settore o al mercato nel quale l’impresa opera e al
contesto nel quale la stessa opera. A tal riguardo è possibile evidenziare come in
America la maggior parte delle imprese sono quotate e quindi potrebbe aver senso
attribuire molta importanza a tale indice; diversamente in Italia Capitalia ha
dimostrato che le imprese con un Acid Test molto elevato sono quelle prossime al
fallimento. Ciò accade perché le imprese prossime al fallimento tendono a liquidare
tutto alimentando la cassa per poi fallire e lasciare molti problemi ai fornitori e, in
generale, ai creditori.
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Si considerino tre imprese: Alfa, Beta, Gamma:
beta gamma
alfa
Anche se le imprese presentano lo stesso Current ratio esse non sono uguali.
L’impresa:
Alfa ha un attivo composto solo da cassa, quindi è l’impresa con il più alto acid
test;
Beta ha la stessa quantità di cassa e crediti;
Gamma non ha cassa ma solo disponibilità, ossia rimanenze di magazzino, quindi
è l’impresa con il Quick test più basso.
Alla luce di quanto detto finora la terza impresa, quindi, sembrerebbe quella con
una situazione finanziaria peggiore pur presentando lo stesso current ratio delle
altre. In realtà ogni impresa va valutata con riferimento al settore a cui appartiene.
Se l’impresa gamma è una azienda petrolifera le elevate disponibilità potrebbero
non essere un problema dato che vi è una elevata domanda di petrolio che, proprio
per questo, vede ogni giorno rivalutarsi al rialzo. Differentemente se l’impresa
gamma opera nel settore dell’abbigliamento dove spesso le disponibilità si
traducono in invenduto allora quest’ultima si trova probabilmente in una situazione
critica.
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Indici di indebitamento (leverage o leva finanziaria)
Come è noto, l’indice di indebitamento di una impresa può esser calcolato come pari
a:
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Esercizio sull’analisi dello Stato patrimoniale
Si consideri il seguente SP redatto secondo i dettami dell’art. 2424 c.c.
STATO PATRIMONIALE
(ART. 2424 C.C.)
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Vediamo prima l’attivo e, in particolare, l’attivo fisso. In tale aggregato andremo a
mettere:
Nelle immobilizzazioni non andiamo a considerare i ratei passivi perché, a meno che
non venga diversamente specificato, si intendono a breve termine.
1350
𝑖𝑛𝑑𝑖𝑐𝑒 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑔𝑖𝑑𝑖𝑡à = = 64%
2110
Magazzino = 300
Liquidità differite
Crediti vs clienti = 200
Crediti vs controllate = 100
Altri titoli = 100
Ratei attivi = 10
TOTALE = 410
b) Liquidità immediate = 50
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Quanto impatto le liquidità differite sul totale delle attività:
410
= 19%
2110
𝑃. 𝑁𝐸𝑇𝑇𝑂 960
𝑖𝑛𝑑𝑖𝑐𝑒 𝑠𝑡𝑟𝑢𝑡𝑡. 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎𝑟𝑖𝑜 = = = 71%
𝐼𝑀𝑀. 1350
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L’impresa presenta un buon indice di struttura primario dato che il 70% delle
immobilizzazioni è coperto attraverso il patrimonio netto.
Tale indice per esser ottimale dovrebbe esser minore di 1. Anche in tal caso però
una qualsiasi valutazione deve necessariamente esser contestualizzata al settore nel
quale l’impresa opera. Alcune imprese riescono a mantenere un livello di
indebitamento compensando con degli elevati flussi di cassa (autostrade).
Al fine di verificare il ruolo che le rimanenze hanno nel comparto delle attività
correnti calcoliamo il quick ratio:
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Il current ratio dovrebbe essere maggiore di 1 e, come si può notare tale obiettivo
non è lontano. Inoltre, la differenza tra il current ratio e il quick ratio non è enorme
e, quindi, non vi erano tantissime scorte in magazzino.
𝐿𝐼𝑄. 𝐼𝑀𝑀. 50
= = 0,12
𝑃𝐴𝑆𝑆. 𝐶𝑂𝑅𝑅 450
L’impresa è molto lontana dal riuscire a coprire tutte le passività correnti con le
liquidità immediate.
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