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Inaugurazione Sabato, 17 Marzo|Saturday, March 17

I FILM di AL ARD 2018


17|24 MARZO
3000 notti
di Mai Masri|Palestina, Francia, Giordania, Libano, 2015|103’
(arabo, ebraico, sottotitoli italiano)

Il film racconta la storia di Layla, un’inse- Mai Masri è una affermata regista di origini
gnante palestinese, arrestata con accuse palestinesi di origini palestinesi (il padre era di
false e condannata a otto anni di carcere. Nablus e la madre texana), nata in Giordania ma
Nella prigione israeliana Layla, sposata da cresciuta a Beirut, dove ha trascorso gran parte
poco, da alla luce il suo primo figlio. La della sua vita. Si è laureata alla San Francisco
direttrice la ricatta e minaccia di sottrar- State University. Ha diretto diversi film sulla
glielo se non accetterà di spiare le altre questione palestinese e sul Medio Oriente, tra
donne, decise a ribellarsi a quell’ingiusta, cui: Under the Rubble (1983); Wild Flowers:
insopportabile, detenzione… Women of South Lebanon (1986); War Genera-
tion (1989); Children of Fire (1990); Suspended
Dreams (1992); Hanan Ashrawi: A Woman of Her
Time (1995); Children of Shatila (1998); Fron-
tiers of Dreams and Fears (2001); Beirut Diaries
(2006); 33 Days (2007); 3000 Nights (2015).

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Domenica, 18 Marzo|Sunday, March 18 Domenica, 18 Marzo|Sunday, March 18

Ghost Hunting Back to Tell a Tale (We Return to Tell)


di Raed Andoni|Francia, Palestina, Svizzera, Qatar, 2017|94’ di Yara Abou Haidar|Libano, 2017|50’
(arabo, sottotitoli italiano) (arabo, sottotitoli italiano)

Il regista palestinese Raed Andoni rag- Raed Andoni (Amman, 1967) ha iniziato la “Le storie non dette diventano i nostri ne- Yara Abu Haidar si laurea in Acting and Theater
gruppa un eclettico gruppo di ex prigionieri sua carriera nel 1997 come produttore indi- mici”. Così, sull’onda dei loro ricordi, cin- Directing alla facoltà di Belle Arti dell’Univer-
per dare la caccia ai propri fantasmi, rie- pendente. È stato cofondatore delle case di que combattenti, appartenuti a organizza- sità libanese e in Script Writing all’Academy of
vocando il periodo della vita trascorso ad produzione Dar Films e Les Films de Zayna. zioni diverse, raccontano le operazioni di Cinema Arts and Technology, in Egitto. È attrice
Al-Moskobiya, uno dei principali centri di Tra i suoi lavori, Improvisation (2005), primo resistenza alle quali hanno preso parte. Le e scrittrice teatrale e ha recitato in numerosi
detenzione israeliani, dove è entrato all’età documentario come regista, e Fix me (2009), sfide al nemico nel campo di Shatila, a La- film libanesi. Oltre a Back to Tell a Tale, ha
di 18 anni. Giorno dopo giorno, le pareti primo lungometraggio, premiato a Sundance e takia e Fatima Gate, al Monte Sheikh, finite diretto vari documentari ( The Message, Bras
delle celle prendono forma, i ricordi ride- a Cannes. Ghost Hunting è il suo secondo lungo- con l’arresto, la tortura, e una lunga deten- Lhneena, Labor Freedom and National Digni-
stano l’esperienza vissuta, le emozioni e la metraggio e ha partecipato a numerosi festival zione che, nonostante le differenze ideo- ty, The Five, The Sun Rises from the South,
parola si sciolgono. e ottenuto importanti segnalazioni e premi. Tra logiche politiche religiose, li accomuna ai Kuntar) e lavorato per molti canali televisivi.
tutti, il Berlin IFF 2017 – Panorama Dokumente prigionieri politici che stanno dando vita a Attualmente è una direttrice e produttrice della
Section – Best Documentary Award (Glashütte un’unanime protesta e a un lungo sciopero TV araba Al Mayadeen.
Original Documentary Award) & 3rd place for della fame nelle carceri israeliane.
the Panorama Dokumente Audience Award
Arab FF 2017.

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Door 100 Balfour Road


di Hamdi Al-Salibi|Palestina, 2017|15’ di Anas Al-Karmi|Regno Unito, 2017|12’
(silent film) (inglese, sottotitoli iItaliano)

La fiction rappresenta i possibili contrac- Anas Al-Karmi è nato in Palestina e si è trasferi-


colpi, nel lungo periodo, della ‘strada per to a Londra nella prima infanzia. Ha studiato ci-
Balfour’, il Ministro degli esteri inglese che nematografia e lavorato per diverse compagnie
nel 1917 promise al movimento sionista la e canali televisivi e, in seguito, ha fondato una
creazione di un focolare nazionale ebraico propria casa di produzione.
Quest’interessante fiction, giocata su una Il regista palestinese Hamdi Al-Salibi risiede a
in Palestina. Così, ai Jones, una tranquil-
restrizione e un allargamento dello sguar- Hebron e si è laureato in Cinematografia pres-
la famiglia londinese, capita improvvi-
do, si sviluppa intorno al giovane Omar so il Modern Media Institute dell’Università di
samente di vedersi privati della casa,
che, nel bel mezzo di una strada, trova Gerusalemme. È agli inizi della sua carriera e
assegnata alla famiglia Smith. Questi se
davanti a sé una porta chiusa. Diversi lavora con un gruppo di giovani registi indipen-
ne impadroniscono e, protetti dai soldati,
passanti si fermano invano per aiutarlo ad denti che si dedicano e aspirano a un cinema
relegano la famiglia Jones in un angolo del
aprirla. Poi un semplice tocco rivela che si realista di qualità.
giardino e la privano del cibo, dei farmaci
tratta di una comunissima porta, tenuta in
e di ogni diritto.
piedi da un’illusione.

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Off Frame AKA Revolution Until Victory Repeating History


di Mohanad Yaqubi|Palestina, Francia, Qatar, Libano, 2016|62’ di Nadim Fetaih|Egitto, 2017|35’
(arabo, inglese, francese, italiano, sottotitoli italiano) (arabo, inglese, sottotitoli iItaliano)

Il documentario è una riflessione sulla Mohanad Yaqubi insegna in Palestina all’Inter-


lotta popolare palestinese e sull’autorap- national Art Academy. È regista, produttore e
presentazione prodotta negli anni 60-70, co-fondatore della Idioms Film di Ramallah e
con la creazione della sezione dell’OLP, del collettivo Subversive Films, che si occupa
Palestine Film Unite. Grazie a una ricer- di cinematografia militante. Degni di nota, i
ca senza precedenti e allo studio dei do- documentari Infiltrators (2013), Pink Bullet, Nel maggio 2011, il viaggio in Egitto di un Nadim Fetaih è un regista emergente. Nato in
cumentari stipati negli archivi di tutto il Suspended Time (2013), che mette insieme le padre, che ha partecipato alle lotte politi- Egitto, emigra in Canada, quando la famiglia
mondo, il film ripercorre le opere di registi opere di nove registi e propone una riflessione che degli anni Settanta, e di un figlio, coe- decide di lasciare il paese, prevedendo un fu-
militanti e del cinema rivoluzionario. Offre sui 20 anni seguiti agli Accordi di Oslo; il film taneo dei giovani che hanno occupato per turo di apatia, oppressione e progressiva radi-
una rappresentazione popolare della Pale- Habibi (2010), il corto Though I Know the River 18 giorni piazza Tahrir, diventa un viaggio calizzazione religiosa. Il ricordo del suo paese e
stina moderna e, nel ricostruire la cornice is Dry (2012); No Exit, premiato nel 2015 al Du- nella storia politica dell’Egitto. Da Nasser dell’attività politica paterna, la faticosa ricerca
all’interno della quale si è svolta la lotta, bai International Film Festival. Off Frame AKA ad Al-Sisi, dalle “Bread Riots” del 1977 della propria identità, in un contesto sub-urba-
ne rinnova la memoria e invita a meditare Revolution Until Victory ha partecipato ai Fe- alle rivolte del 2011. Un viaggio che porta a no, lo inducono a pensare che il dovere di uomo,
criticamente su quanto resta tagliato fuori. stival internazionali di Toronto, Dubai, Berlino, dire che niente è stato inutile e a chiedersi diviso da affetti e legami, sia quello di lottare
Beirut, Haifa, Oslo. quali risposte siano state date alla doman- per tutti i popoli del mondo, con l’arma efficace
da fondamentale di democrazia, giustizia della telecamera.
sociale e libertà.
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War of Antiquities (War of Ruins) Road to Sufsaf


di Lana Shaheen|Palestina, 2016|26’ di Nour Maatouk|Libano, 2017|52’
(arabo, sottotitoli italiano) (arabo, sottotitoli italiano)

Il documentario esplora un aspetto spes- Lana Na’eem Ragheb Shaheen, nata a Damasco Sufsaf è l’ultimo villaggio caduto nelle Nour Maatouk ha compiuto gli studi universi-
so trascurato del colonialismo di insedia- nel 1973, risiede a Gaza. Laureata in Letteratu- mani degli israeliani nel 1948 e luogo di un tari in Libano e ha iniziato l’attività di regista
mento israeliano e fa conoscere la guerra ra inglese, è insegnante, editor, giornalista. Ha brutale massacro. Un ingegnere palestine- nel 2015. Ha girato documentari di carattere
trascorsa e in atto, in tutta la Palestina e lavorato per diversi canali televisivi e testate se, Ali Zeidan, trova una vecchia mappa di storico-culturale per alcuni canali televisivi e
in particolare a Gaza, a ogni elemento di- giornalistiche e ha seguito e documentato even- Sufsaf e, insieme a un gruppo di rifugiati attualmente si occupa di altri due progetti sulla
stintivo della civiltà e della tradizione pale- ti fondamentali della storia contemporanea. di terza generazione, raccoglie documen- Palestina.
stinese, che Israele devasta o cerca di ag- Tra questi, l’aggressione israeliana a Gaza del ti negli archivi del Mandato Britannico e
giudicarsi, ai fini della giudaizzazione del 2014, per la quale ha ricevuto una laurea ad ho- lotta contro il tempo per riuscire a inter-
territorio (a partire dagli scavi e dal furto norem dall’Università di Cambridge. vistare i sopravvissuti. Quest’instancabile
di antichi reperti, compiuti dall’ex Ministro lavoro gli consente di disegnare una map-
della Difesa Moshe Dayan, dai monumenti, pa dettagliata del villaggio, di riprodurne
libri e manoscritti, alla moneta, ai vestiti la storia e la geografia, i confini, i campi,
e alla stessa keffiya). Fin dall’antichità, le strade, le case, con i nomi di tutti i
Gaza si attesta come un luogo di eccezio- suoi abitanti. La nuova mappa di Sufsaf
nale importanza nel processo di civilizza- sconfessa un luogo comune del sionismo,
zione e studiosi, esperti, comuni cittadini, ripreso nella celebre frase dell’ex Primo
nonostante la mancanza e l’inadeguatezza Ministro Ben Gurion: “Gli adulti moriran-
dei mezzi, si adoperano in ogni modo per no, i giovani dimenticheranno”, e diventa
difendere i suoi antichi tesori. un modo di riappropriarsi del villaggio per-
duto, in attesa di poterlo ripopolare.
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Broken Dreams One Minute


di Mohamed Harb|Palestina, 2015-2016|53’ di Dina Naser|Giordania, Belgio, 2015|10’30’’
(arabo, sottotitoli inglese) (arabo, sottotitoli italiano)

Il film racconta la storia di Madeleine, una Mohamed Harb è nato nel 1979 a Gaza, dove
ragazza palestinese di 14 anni che, quan- vive e lavora. Nel 2011 si è laureato in Fine Arts
do il padre viene gravemente ferito in un alla Al Najah University di Nablus e dal 2003 di-
attacco della marina israeliana, ne prende rige il Palestinian Space Channel di Gaza. È un
membro della Palestinian Association of Fine Durante l’attacco a Gaza dell’estate 2014, Dina Naser è una regista, produttrice, scrittri-
coraggiosamente il posto nell’imbarcazio-
Artists e ha partecipato a numerose mostre Salma, 37 anni, si rifugia con la figlia Alia ce palestinese. Ha una laurea in Art & Graphic
ne e accetta di cambiare radicalmente la
locali, regionali e internazionali, festival e wor- nella sua casa, situata nel devastato quar- Design e ha vinto una borsa di studio, per il
propria vita. Madeleine diventa l’unico so- kshop nei paesi arabi e in Europa, ottenendo tiere di Shujaiya. Il film racconta il dram- DOCNOMADS Mobile Documentary School.
stegno della famiglia e si afferma tra i pe- ambiti riconoscimenti. Coltiva diverse discipli- matico intervallo tra i messaggi divertenti Ha lavorato per diversi canali televisivi ed è
scatori e la gente di Gaza per l’amore per il ne artistiche, s’interessa di fotografia, video e scambiati con un’amica e l’ordine di eva- diventata una produttrice indipendente. Tra i
mare, la sua bravura e tenacia, nonostante documentari. L’arte di Mohamed Harb, uno dei cuazione dell’esercito israeliano. La noti- suoi film, il corto Shamieh racconta la storia
la sua storia rappresenti una sfida agli usi più importanti artisti contemporanei nell’am- zia, data a un minuto dall’attacco, serve di un’anziana palestinese, rifugiata nel campo
e costumi della comunità. bito delle arti visive, è influenzata dal ‘grigio’
solo ad accrescere il senso d’impotenza di di Zizya, e Tiny Souls la condizione dei pro-
della situazione palestinese, che rappresenta
fronte al pericolo imminente e a una spie- fughi siriani. Attualmente lavora al suo primo
attraverso i colori, e che spera di abbandona-
tata tattica di guerra. lungometraggio. One minute ha partecipato
re, realizzando i suoi sogni. Tra i documentari
diretti e prodotti, Colours in the ashes (2008), a numerosi festival internazionali, negli USA,
Cut Flowers (2009), You Will Meet (2010), The in Canada, Svezia, Olanda, Francia, Palestina,
Darkness of Light (2010), Death Tunnel (2012- Marocco.
2013), The Bride of the Sea (2014).
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DisAbility Gaza by Her


di Linda Paganelli e Margherita Pescetti|Palestina 2015|15’ di May Odeh e Riham Al-Ghazali|Palestina, 2017|20’
(arabo, sottotitoli Italiano) (arabo, sottotitoli inglese)

Linda Paganelli è antropologa e regista. S’in-


teressa soprattutto di diritti umani in zone di
guerra, del rapporto tra potere e minoranze, e di
storia e arte contemporanea. I suoi lavori devo-
no molto al background antropologico e all’incli-
nazione ad analizzare e decostruire stereotipi e
pregiudizi. Dal 2009 opera come regista freelan-
ce per TV, compagnie di produzione, ONG, gal-
lerie d’arte, quotidiani online e università. I suoi
documentari affrontano temi delicati, spesso
realizzati in zone di conflitto e in luoghi a rischio
Dina, Eman, Sawsan, sono le tre donne Il film è un tributo a tutte le donne di Gaza. La regista May Odeh è nata a Birzeit, in Palesti-
o notoriamente difficili da raggiungere. È il caso
presentate nel film. Vivono nella Striscia Donne che, malgrado tante difficoltà, cer- na. Si è laureata in Cinematografia in Norvegia,
del Nicaragua, dove ha scoperto storie incredi-
di Gaza e, grazie al progetto INCLUDE di cano di lasciare un’impronta impareggia- alla Lillehammer University, e ha fondato la
bili e girato video assai apprezzabili per conte-
EducAid (che combatte la discriminazione bile di cambiamento, amore e successo, e casa di produzione Odeh Films. Cura la produ-
nuto e qualità della rappresentazione. DisAbility
dei disabili in Palestina), in collaborazione hanno contribuito a trasformare in un’e- zione e distribuzione di documentari e fiction
ha partecipato in Germania all’AbilityFest 2017.
con l’Italian Network Disability and Deve- sperienza straordinaria l’incontro con le palestinesi, ha organizzato progetti, come il
Margherita Pescetti nasce a Milano nel 1981. Red Carpet Film Festival e il Mobile Cinema, che
lopment, hanno seguito laboratori, incon- quattro protagoniste di Gaza by her. Una
Si laurea in antropologia sociale all’Università si propone di proiettare film e documentari nei
tri, seminari, che le hanno aiutate a rea- cantante, una stilista, un’attivista e una
Degli Studi di Siena e dal 2008 si occupa di villaggi dell’Area C. Attualmente sta lavorando
lizzare le loro aspirazioni professionali, a documentari. Segue diversi corsi e workshop madre, unite dalla speranza di un futuro
prendere coscienza dei diritti dei disabili e migliore. a progetti artistici che includono fotografia,
di regia con B. Oliviero, A. Rossetto, S. Soldini scrittura, gastronomia e musica. Tra i suoi film,
ad acquistare il controllo della propria vita. e A. Marazzi. Ha diretto alcuni cortometraggi e
Searching for Napoleon (2006), Diaries (2011),
due lungometraggi: Russulella, in concorso al
Roshmia e Unknown Soldiers (2014), Drawing
Milano Mix Festival, al Sicilia Queer Film Festi-
for Better Dreams (2015), The crossing (2017).
val e al Divergenti Film Festival, e Passo a Due,
Gaza by her ha partecipato al JCC 2017.
co-diretto con Teresa Iaropoli, vincitore del
premio Miglior Documentario al Festival Molise Riham Al-Ghazali, nata in Siria e residente
Cinema e in concorso al Festival Internacional a Gaza, è fotografa e regista. Si è laureata in
de Cinema Feminino di Rio de Janeiro. Giornalismo e Media alla Al-Aqsa University, ha
Attualmente lavora al suo nuovo documentario prodotto vari corti e ha partecipato a numerosi
Life is But a Dream. festival internazionali.
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Gaza The Truth: Lost at Sea


di Carles Bover, Julio Pérez|Spagna, 2017|19’ di Rifat Audeh|Giordania, 2017|56’
(arabo, inglese, spagnolo, sottotitoli italiano) (inglese, sottotitoli italiano)

La situazione della Striscia di Gaza balza Julio Pérez si è laureato in Protezione Nel 2010, un gruppo di cittadini e attivisti Rifat Audeh ha un Master in Media and Journa-
in primo piano durante gli attacchi israe- Ambientale e, in seguito, ha deciso di internazionali hanno dato vita alla Free- lism. Lavora come traduttore freelance e inter-
liani, ma i media non ne danno più notizia specializzarsi in Documentary and New dom Flotilla, al fine di accendere i riflettori prete. Da anni, è anche un attivista nel campo
quando i bombardamenti cessano. Il docu- Formats alla URJC University di Madrid. sulla Striscia di Gaza e romperne l’assedio. dell’informazione e ha contribuito a fondare il
mentario racconta un viaggio a Gaza e in Carles Bover ha una laurea in Audiovisual Israele attaccò il convoglio umanitario, uc- Michigan Media Watch, un gruppo di controllo
altre città della Striscia (Khan Younis, Beit Communication e un Master in Documentary. Il cise e ferì dozzine di persone, sequestrò le sui media americani. Negli Usa, tra il 2000 e il
Hanoun, Kazaha) e denuncia la crudeltà film si è qualificato come miglior documentario imbarcazioni e arrestò molti partecipanti. 2004, ha organizzato conferenze e pubblicato
israeliana e le violazioni quotidiane dei al Fescigu (Guadalajara, October 2017), al Nel film, girato a bordo della Freedom diversi articoli sulla Palestina. Nel 2010 ha fatto
diritti umani, attraverso le testimonianze Santurzine film festival (Santurze, October Flotilla da uno dei sopravvissuti, il regi- parte della Freedom Flotilla. The Truth: Lost
di uomini e donne, scelti a rappresentare, 2017) e al Festival de Cortometrajes de San sta utilizza fonti diverse e filmati inediti, at Sea ha partecipato, in Giordania, al Karama
tappa dopo tappa, storie emblematiche di Fernando de Henares (Madrid, October 2017). mettendo a confronto le dichiarazioni Human Rights Film Festival e ha vinto il Feather
una vita vissuta sotto assedio e sotto oc- dei portavoce israeliani e degli attivisti e Award for Best Feature Documentary.
cupazione. mostrando come nei media si sia persa la
verità di un evento che ebbe enorme riso-
nanza in tutto il mondo.

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Whispers of the Cities Across


di Kasim Abid|Regno Unito, 2014|62’ di Raffaello Rossini|Italia, 2017|58’
(silent film) (inglese, arabo, sottotitoli italiano)

Il film raccoglie le riprese, fatte nel corso Kasim Abid si è laureato all’Institute of Fine Le testimonianze di tre siriani (Souley- Raffaello Rossini è regista, cameraman, editor,
di dieci anni, in tre città del Medio Oriente: Arts di Baghdad e ha preso un Master alla VGIK- man, istruttore di salsa; Hisham, fisiotera- fotografo, filosofo e promotore di campagne di
Erbil, (Kurdistan, Nord Iraq), Ramallah e All Union State Institute of Cinematography di pista e volontario in una clinica per feriti di fundraising e di eventi culturali. Vive da tempo
Baghdad, dove il regista ha passato par- Mosca. È regista, produttore e cameraman dei guerra; Nour, arrivato in Turchia dopo tanti a Bologna e cerca di esplorare la vita sociale
te della sua esistenza, filmando la vita in suoi film. È stato co-fondatore dell’Independent tentativi andati a vuoto), bloccati per anni e culturale, alla luce dei suoi viaggi in tutto il
strada da una finestra o da un balcone, Film and TV College, un’organizzazione non in territorio turco, al confine con la Siria, mondo, e una rete di relazioni, collaborazioni,
per documentare direttamente, senza l’in- governativa per l’insegnamento delle tecniche offrono lo spunto per considerare diversi esperienze che hanno contribuito a potenziare
terferenza di dialoghi o resoconti, la lotta cinematografiche. Attualmente insegna regia aspetti (lavoro, istruzione, diritti e doveri, capacità e aspettative professionali. Ha prodot-
quotidiana, l’emblematica resilienza e co- e cinematografia in Gran Bretagna, Giordania, speranze e illusioni) della situazione dei ri- to i documentari L’incontro (2010) e The Long
raggio delle popolazioni di queste regioni. Sudan e Palestina. Ha fatto parte della giuria fugiati e i risultati dell’accordo tra l’Unione Road to the Hall of Fame (2013) e diretto La
Questo viaggio, che chiama lo spettatore dell’Abu Dhabi Film Festival e dell’Ismailia Europea e il governo turco. merce siamo noi (2017).
solo a guardare, vedere, capire, è anche il International Film Festival e, in Iraq, ha orga-
viaggio del regista dentro di sé. nizzato e diretto il Documentary Film Festival
2011 e Baghdad Eye-Human Rights Film Festi-
val 2012.

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Sorry, I Drowned Between Heaven and Earth


di David Habchy e Hussein Nakhal|Libano, 2017|7’ di Sahera Dirbas|Svizzera, 2015|12’
(arabo, sottotitoli italiano) (arabo, italiano, sottotitoli italiano)

David Habchy è un visual artist e vive a Beirut.


Completati gli studi di grafica e animazione, ha
insegnato animazione e illustrazione alla NDU
di Louaize e partecipato a conferenze, work-
shop, mostre e fiere del libro, nei paesi arabi
e in Europa. Nel 2005 si è specializzato nell’il-
lustrazione di libri per l’infanzia, creazione di
burattini e stop-motion. Nel 2012 ha contribuito
a fondare l’associazione culturale Waraq che
sostiene, promuove, mette in contatto artisti ed
Milioni di persone fuggono da guerre, per- Il locale di due barbieri iracheni diventa un Sahera Dirbas, nata a Haifa, vive a Gerusalem-
esperti in animazione con artigiani del mondo
secuzioni, disperazione, e i calcoli politici luogo d’incontro per persone di nazionalità me. Fino al 2007 ha lavorato per stazioni televi-
arabo. Dal 2015 fa parte dello Studio Kawakeb
trionfano sull’obbligo morale e legale di diverse, unite dalla danza e dal canto. Tra sive internazionali (come la Rai e la BBC) e poi
di Beirut e del Beirut Animated, un festival che
garantire assistenza e protezione, causan- loro, due rifugiati, una donna siriana e un come regista e produttrice freelance. Nel 2013
promuove i film d’animazione in Libano e nel
do la morte, via terra o via mare, di miglia- palestinese-siriano, e un immigrato italia- ha curato un progetto di educazione all’arte di
mondo arabo.
ia di persone. Sorry, I Drowned s’ispira a no. Ognuno racconta il suo viaggio, l’arrivo dirigere un documentario rivolto a un gruppo di
una lettera, trovata nelle tasche di un gio- Hussein Nakhal, nato nel 1989, si è laureato in e la vita in Svizzera, e come si senta so- donne palestinesi, che hanno realizzato cinque
vane annegato nel Mediterraneo. Non si sa Performing Arts e in Biologia all’Università di speso tra cielo e terra, straniero nella terra film sulla produzione orale del loro paese. Negli
chi l’abbia scritta ma la lettera tratteggia, Beirut. Nel 2011 ha insegnato teatro ai rifugiati, d’esilio e nel paese d’origine. anni 1989-1999, ha pubblicato tre libri su tre
senza dubbio, una realtà che non possia- all’interno di un ampio programma di recupero villaggi palestinesi distrutti dai sionisti: Tirat
mo ignorare. sociale e psicologico. È co-fondatore dell’as- Haifa, Al-Birweh e Salameh. Between Heaven
sociazione Waraq e dello Studio Kawakeb e and Eart ha partecipato al Mecal Festival Bar-
organizzatore di laboratori artistici. Ha diretto celona 2016.
varie performance: Epiphany, Persephone in
Beirut (2014), Monopoly Beirut (2013), Hkeye
wa Athar & Nausea e In Search of any Trans-
parency (2012).

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Objector Home
di Molly Stuart|Israele, Palestina, 2017|16’ di Berber Verpoest|Belgio, 2017|23’
(ebraico, arabo, inglese, sottotitoli italiano) (inglese, arabo, sottotitoli italiano)

Atalya, israeliana di 19 anni, è tenuta per Molly Stuart vive a San Francisco. Ha studiato Come è la vita in una città occupata? Berber Verpoest (1983) è un giornalista free-
legge ad arruolarsi nelle forze armate. Ma, Sociologia, Film and Media Studies al Midd- Tutti affrontano le stesse barriere ma le lance e un regista emergente. Insegna giorna-
nonostante i genitori abbiano combattuto lebury College e ha conseguito un Master in prospettive possono essere diverse, a lismo presso la Artevelde University College of
per ‘l’indipendenza’, la realtà dell’occupa- Cinema alla San Francisco State University. seconda del posto dal quale si proviene Ghent. Nei suoi documentari ama affidare que-
zione militare nei Territori Occupati, che È una regista emergente, spinta a seguire la e delle proprie ambizioni. Il film racconta stioni importanti a storie personali. I suoi ultimi
molti suoi coetanei non conoscono, la por- strada del cinema dalla partecipazione e docu- la storia di tre giovani palestinesi, Nysrin, lavori sono Beyond the wall (2015), finalista per
ta a essere solidale col popolo palestinese mentazione di una serie di movimenti sociali. Muna e Nayef, che vivono a Gerusalemme il Dig Awards 2016 e Home, che ha partecipato
e a diventare un’obiettrice di coscienza. Objector ha partecipato al Social Justice FF, Est e cercano di costruire il proprio futuro, all’Arab Film festival (San Francisco) e al Bo-
Il film racconta i giorni che precedono e Warsaw Jewish FF, ALBA’s Human Rights Do- ognuno a suo modo. ston Palestine Film Festival.
seguono il reclutamento, e l’arresto rinno- cumentary FF, NAZRA Palestine FF, Imagine
vato a ogni rifiuto. This Women’s International FF, Grand Rapids
Feminist FF, Flicks4Change FF, Canadian & In-
ternational Short FF.

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Bloody Basil Couscous: Seeds of Dignity


di Elia Ghorbiah|Palestina, 2017|15’ di Habib Ayeb|Tunisia, 2017|61’
(arabo, sottotitoli italiano) (arabo, sottotitoli italiano)

Il documentario racconta la situazione Elia Ghorbiah lavora in Palestina come giorna- Il film vuol essere un invito a un aperto Habib Ayeb è un regista emergente e lavora
delle donne palestinesi che lavorano nel- lista e produttrice freelance. Ha prodotto do- approfondito dibattito sulle politiche di di- all’Università Saint-Denis di Parigi. Le sue
le colonie israeliane e sono sottoposte a cumentari, corti e reportage per diversi canali pendenza alimentare, seguite dai governi ricerche di geografia sociale, portate avanti
continui, intollerabili abusi e umiliazioni, televisivi: AJ+, Aljazeera English Channel, Mid- tunisini dalla fine del colonialismo fran- soprattutto in Tunisia e in Egitto, riguardano
da quando il regime d’occupazione ha con- dle East Eye, ZoomIn TV. Palestine TV, Press cese, e sul dilagare di tecniche e colture ambiente e sviluppo, cambiamento climatico
fiscato le terre ai contadini palestinesi e li TV. Il suo primo documentario The bitter ink, devastanti, a svantaggio delle varietà di e sociale, movimenti politici, povertà e mar-
ha costretti, per sopravvivere, a lavorare sulla produzione letteraria dei prigionieri poli- grano coltivate da sempre in Tunisia. Con ginalità, sovranità alimentare e competitività
negli insediamenti. tici palestinesi, ha vinto il premio per il Miglior questo documentario, il regista cerca di delle risorse naturali, agricole e rurali. Il film ha
Regista Emergente della XIV Ed. di Al Ard [Doc] dimostrare come la questione alimentare partecipato al festival Les Journées Cinématog-
Film Festival. sia alla base della dignità personale e della raphiques de Carthage 2017.
sovranità alimentare, a livello locale e na-
zionale.

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Free Men in Exile Detention


di Omar Kayed|Libano, 2017|22’ di Emtyaz Al-Mograbi|Palestina, 2017|16’
(arabo, sottotitoli inglese) (arabo, sottotitoli italiano)

Il film racconta la storia di quattro prigio- Omar Kayed è al terzo anno di Dottorato in Fi- Il film cerca di documentare e ricostruire Emtyaz Al-Mograbi, palestinese, è nata nel vil-
nieri politici palestinesi, liberati e costretti losofia Politica all’Università Libanese, dove si la situazione di Gerusalemme e della mo- laggio di Salma e si è poi rifugiata nel distretto
all’esilio, su richiesta di Israele, all’interno è laureato in Giornalismo. Ha tenuto conferen- schea di Al-Aqsa, nei giorni che precedono di Jaffa. È regista e produttrice dei suoi lavori,
dell’accordo Wafa al-Ahrar. Il documen- ze e partecipato a convegni in Libano, Siria e e seguono la rimozione dei controlli elet- ha partecipato a numerosi festival nei paesi
tario, diviso in quattro parti, presenta Turchia. Scrive per diversi giornali e riviste. Fa tronici, imposti dalle forze di occupazione arabi e in Europa (Dubai, Dhaka, Malmo, Ca-
nell’ordine la loro attività all’interno della parte dello staff di produzione della Tv araba israeliane all’ingresso della moschea, col gliari) e ha vinto diversi premi.
resistenza, la cattura e la prigionia, le fasi Al Mayadeen e ha prodotto e diretto vari docu- pretesto di un attacco suicida, organizza-
dell’accordo Wafa al-Ahrar, dai primi nego- mentari. to da tre ragazzi palestinesi nel cortile di
ziati alla scarcerazione, gli anni trascorsi Al-Aqsa.
all’estero, dopo l’esilio.

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The School at Al Khan Al Ahmar The Killer Tears


di Helen Eisler e Alice Panepinto|Regno Unito, 2017|17’ di Khalid Faqih|Palestina, 2015-2016|22’
(inglese, sottotitoli italiano) (arabo, sottotitoli italiano)

Il film racconta la storia della piccola scuo- Due registe emergenti hanno unito le loro forze
la di “fango e copertoni”, frequentata dai e capacità per realizzare il film. Alice Panepin-
bambini della comunità beduina palestine- to, giovane docente universitaria, specializzata
se che abita il deserto della Cisgiordania in Diritti umani, è stata finanziata dal Consiglio
occupata. La scuola di Al Khan Al Ahmar di Ricerca (ESRC) per tenere una conferenza a
è nota per l’instancabile battaglia legale, Londra e realizzare questo documentario, ba- The Killer Tears parla dei lacrimogeni, uti-
che è riuscita a scongiurare gli ordini di sato sulle sue ricerche. Il film, anche per Helen lizzati dall’esercito israeliano contro il po-
demolizione del governo israeliano. Ma è Eisler, esperta produttrice televisiva, è la prima polo palestinese, e dei loro effetti, a lungo
anche una realtà che conferma l’impossi- prova di regia. e breve termine, sulla salute delle persone
bilità di una soluzione a due stati, Israele e dell’ambiente. Ma, in generale, affronta
e Palestina. il discorso della ‘creatività’ israeliana nel
mettere a punto nuove armi chimiche e
nuove tecniche di lancio, che fanno della
Palestina un grande campo di sperimen-
tazione. Khalid Faqih, palestinese, vive a Ramallah.
È un regista emergente e lavora per nume-
rose ONG e stazioni televisive. Tra queste,
Al Quds e Al Manar.

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Dream Fragments Rough Stage


di Bahïa Bencheikh-El-Fegoun|Algeria, 2017|75’ di Toomas Järvet|Estonia, Palestina, 2015|74’
(arabo, francese, sottotitoli italiano) (arabo, inglese, sottotitoli italiano)

Un viaggio di ritorno in Algeria lascia affio- Dopo gli studi in geologia, Bahïa Ben- Maher è un giovane ingegnere elettronico Toomas Järvet è un regista emergente, nato
rare frammenti di sogni e mette insieme le cheikh-El-Fegoun ha lavorato nel campo delle che si sente, e sogna di diventare, un balle- a Tallinn, in Estonia. Ha studiato legge, ma è
testimonianze di cittadini che hanno perso comunicazioni e dell’editoria e, dal 2003, si è rino. S’impegna per realizzare il suo primo sempre stato attratto dalle arti visive e dalla fo-
ogni speranza: “Ho lasciato il mio Paese, dedicata al cinema e ha collaborato con Belka- spettacolo di danza moderna, al centro tografia. Ha scoperto il cinema, dopo un Master
dopo che i suoi dirigenti mi hanno umilia- cem Hadjadj, Okacha Touita, Djamal Bensa- culturale di Ramallah, ma pochi capiscono in Antropologia Visuale all’Università di Barcel-
to e hanno chiuso le porte ai mie sogni e lah, Philippe Faucon, Djamila Sahraoui, Je- e approvano la sua arte. I genitori sperano lona. È stato selezionato dalla IDFA Academy
alle mie speranze” (Tarek); “La situazione an-Pierre Lledo, Paul Kiefferand Serge Lalou. solo che si sposi e il fratello pensa che il (2011) e per il Berlinale Talent Campus (2013).
del Paese mi rattrista. Purtroppo abbiamo Dal 2007 ha seguito workshop e corsi di scrit- paese non sia pronto per un tipo di arte Il suo primo corto Over and Out è stato premia-
distrutto capacità, bellezza e coscienza. tura, editing e produzione di documentari. Ha così astratta e che abbia bisogno di tem- to al concorso Visions du Reel (2012). Rough
Penso che la situazione sia più che im- diretto tre corti: Le monde selon Karima, Un po per capirla. Nonostante tutto questo, Stage, il suo primo lungometraggio, ha avuto il
possibile” (Adel), “Non ci sono modi per collier de perles e C’est à Constantine, selezio- i pochi soldi e il mancato sostegno delle suo primo screening all’IDFA 2015, First Appe-
vivere. Solo mezzi per suicidarsi… e sono nato in diversi festival. Nel 2014 ha co-prodotto autorità, Maher decide di non arrender- arance Competition e ha partecipato ai festival:
tanti. Puoi morire nel modo che preferisci, e co-diretto H’na, barra ( We, outside). Attual- si: “Bisogna pur cambiare qualcosa nella IDFA Amsterdam, Docpoint Helsinki, Palestine
ma vivere… non c’è modo di vivere…” mente sta lavorando alla scrittura del docu- vita. Altrimenti, che senso ha?”. with Love Film Festival, Brussels.
(Tahar). mentario Complexe touristique. Dream Frag-
ments ha partecipato al festival Mostra Viva de
Cine del Mediterani de Valencia (Spagna).

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Mate Superb (Aulad al Hara) The Sunbird


di Hamdi Elhroub|Palestina, 2013-2014|14’ di Ayed Nabaa|Giordania, Palestina, Germania, Francia, Qatar, 2012|60’
(arabo, sottotitoli italiano) (arabo, inglese, francese, sottotitoli inglese)

A Gerusalemme, il parkour è proibito, ma Hamdi Elhroub (Betlemme, 1990, laureato L’uccello del sole, un antico uccello pale- Ayed Nabaa (Amman, 1981), produttore e re-
un gruppo di ragazzi palestinesi non rinun- all’University of Arts and Culture Dar Al-Kalima stinese, è simbolo di libertà. Oggi la sua gista franco-giordano-palestinese, laureato
cia alla passione di correre e saltare tra i di Betlemme, è autore di fiction e documentari figura è stampata in diversi francobolli in discipline artistiche e cinematografiche, ha
palazzi e gli ostacoli. All’unico modo di corti. Mate Superb ha avuto il suo primo scre- ufficiali, prodotti e distribuiti in alcuni pa- iniziato la sua carriera, producendo e dirigendo
esprimere col proprio corpo il desiderio di ening a Venezia e ha partecipato al Nazra Short esi europei, dato che non esiste un ufficio brevi fiction e documentari. Ha collaborato ad
libertà. Non dispongono di attrezzature e Film Festival. postale palestinese. Il proposito di raffi- alcune serie tv internazionali e, al momento,
palestre, continuano a esercitarsi anche in gurarlo su passaporti e francobolli, nasce scrive e dirige lungometraggi sulla cultura, la
prigione, saltando sui letti, e sognano una da un’iniziativa di artisti arabi e stranieri, vita quotidiana e la politica araba, come regi-
missione impossibile: esibirsi davanti alla convinti che lo Stato di Palestina non sia sta freelance. The Sunbird ha partecipato al
Porta di Damasco, uno dei punti d’accesso morto, nonostante non compaia nelle Al Jazeera Documentary film festival, Europe
alla Moschea Al Aqsa e al Muro occiden- mappe di tutto il mondo. Orient film festival, Franco-Arab Film Festival
tale. di Venezia.

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Kitab wa Baruda (Book and Weapon) Rasheed


di Basel Tanany|Libano, 2017|12’ di Samia Badih|Libano, 2016|74’
(arabo, sottotitoli italiano) (inglese, arabo, sottotitoli italiano)

Il film racconta la vita di Basel Al-A’raj e le


tappe più significative della sua lotta con-
tro l’occupazione della Palestina. Basel,

illustrazione di Motasem Khaleel


morto da martire a Ramallah, dopo uno
scontro con le forze israeliane, è un’icona
della resistenza e una figura esemplare
per la gioventù palestinese, preparata e
impegnata politicamente.
Il documentario racconta la vita di Rashe-
ed Broum, morto a 29 anni nel bombarda-
mento della città libanese di Sidone, dopo
Basel Tanany, giovane giornalista e regista
l’invasione israeliana del 1982. A trent’an- Samia Badih è una regista emergente. Nel 2009
emergente, lavora per Palestine Today Chan-
ni e più da questa tragedia, la nipote Sa- si è trasferita negli Emirati Arabi e ha lavorato
nel-News. Ha documentato gli ultimi attacchi
mia ha cercato di ricostruire la storia della per il quotidiano Gulf News. Attualmente vive
a Gaza, per diversi canali televisivi, ha svolto
vita e della morte dello zio, attraverso i e lavora ad Abu Dhabi, come multimedia re-
importanti lavori di ricerca sul martire Basel
ricordi di amici e parenti e, in particolare, porter, e cura la versione online e a stampa del
Al-A’raj, oggetto di questo documentario, sulla
della sorella Rasha e del suo miglior amico giornale. Rasheed, il suo primo lungometrag-
gioventù palestinese e sui detenuti nelle carceri
Ghassan. La storia ricostruita da Samia è gio, ha partecipato a numerosi festival: Festival
israeliane.
una delle tante storie di guerra, accadute international du film panafricain de Cannes
in quegli anni nel Sud del Libano. (April 2017), Cine Pobre Film Festival (Mexico
2017), Polish International Film Festival (May
2017), Mexico International Film Festival (May
2017), Barcelona International Film Festival
(June 2017), Madrid International Film Festival
(July 2017).

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A Long Hot Summer in Palestine They Want Them Gone


di Norma Marcos|Francia, 2017|74’ di Hanaa Mahameed|Palestina, 2017|22’
(arabo, sottotitoli italiano) (arabo, sottotitoli italiano)

La regista, impegnata in un film sulle don-


ne e la vita quotidiana in Cisgiordania, ri-
ceve un tweet scritto da Farah Baker, dopo
che gli aerei israeliani avevano colpito la
sua casa: “Ho 16 anni e ho già vissuto tre
Norma Marcos è una regista palestinese, natu-
guerre”. Con i bombardamenti su Gaza del
ralizzata in Francia. Tra i suoi documentari: The
giugno 2014, il film prende un’altra dire- 25000 beduini palestinesi del deserto del Hanaa Mahameed (Umm al Fahm, 1984) ha una
Veiled Hope (1994), Waiting for Ben Gourion
zione e gli incontri in Cisgiordania (con un Negev abitano più di 40 villaggi che Israele laurea in Giornalismo e Letteratura Araba e un
(2006), Fragments of a Lost Palestine (2010). Il
artista, un banchiere, un fioraio, una pilota non riconosce. Hanno nazionalità israelia- Master in Scienze Politiche. Ha collaborato con
film ha partecipato in Francia al Cine Palestine
di macchine, una sindaca…) mostrano, na ma non gli è consentito vivere nella ter- numerose testate giornalistiche e associazioni
and Women festival.
insieme agli effetti del conflitto, la soli- ra degli avi e non hanno diritto a una casa, umanitarie. Attualmente lavora nella Gerusa-
darietà con la gente di Gaza e l’impegno all’acqua e all’elettricità. Per Israele, i be- lemme occupata per la TV araba Al Mayadeen
comune per la ricostruzione. duini del Negev non sono che un miraggio. e ha prodotto, co-prodotto e diretto, numerosi
Da decenni, cerca di chiuderli in uno spa- film e documentari.
zio sempre più esiguo e di requisire le loro
terre, per espandere i suoi insediamenti.

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Sabato, 24 Marzo|Saturday, March 24

1948: Creation & Catastrophe


di Andy Trimlett e Ahlam Muhtaseb|USA 2017|85’
(inglese, arabo, ebraico, sottotitoli italiano)

Andy Trimlett ha conseguito un Master in Mid-


dle East Studies all’Università di Washington.
Vanta un’esperienza decennale, come produtto-
re, editor e cameraman, di programmi televisivi
e ha vinto un Emmy per un documentario sul
diritto tributario in California.
Ahlam Muhtaseb, dal 2003, insegna comu-
nicazione all’Università San Bernardino, in
California. Le sue ricerche si sono occupate
Il film racconta gli avvenimenti sconvol- di comunicazione digitale, social media, mo-
genti di una delle guerre più controverse vimenti sociali e comunità della diaspora, dei
al mondo e di un anno fondamentale, nella campi profughi palestinesi in Libano, Siria e
storia della nascita dello Stato d’Israele. Palestina. E, ultimamente, dei media e delle
È impossibile avere un quadro completo “primavere arabe”, del “cyber-attivismo” e
della questione israelo-palestinese, senza dei movimenti on-line. Nel 2012 ha collaborato
comprendere pienamente cosa sia stato il alla realizzazione di Minarets in Temecula, un
1948. Oltre che agli studiosi, il documenta- documentario di John Odam sulla costruzione
rio affida questo compito a chi, da entram- di una moschea in California. 1948: Creation &
be le parti in causa, ha vissuto quell’espe- Catastrophe ha partecipato all’Arizona Interna-
rienza in prima persona. Per molti, il film tional Film Festival, San Diego Arab Film Festi-
è stata l’ultima occasione di raccontare la val, Boston Palestine Film Festival.
creazione dello Stato israeliano, lo stermi-
nio e la perdita della propria terra.

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