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Brunella D’Anzi
10 marzo 2018
Indice
1 Introduzione 2
1.1 Dissertazione storica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
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1 Introduzione
1.1 Dissertazione storica
Una delle storie più affascinanti di tutta la matematica ebbe inizio nel giu-
gno del 1696 quando, sulle pagine degli "Acta eruditorum", Johann Bernoulli
proprose il seguente problema.
Egli immaginava due punti A e B, a differenti altezze rispetto al suolo ma
non situati direttamente uno sotto l’altro.
Ci sono infinite curve che congiungono tali punti e il tempo impiegato da
una pallina che scivoli lungo una di queste curve a completare il percorso
(supponendo non ci sia attrito e che la pallina, inizialmente ferma, scivoli giù
sotto l’azione del suo stesso peso, senza essere in alcun modo spinta) dipende,
ovviamente, dalla curva.
Bernoulli sfidava i matematici del suo tempo a trovare la particolare curva
che consentisse alla pallina di passare da A a B nel tempo più breve.
Chiamò tale curva "brachistocrona", dalle parole greche che significano "più
breve" e "tempo".
La prima e più ovvia tentazione era quella di pensare al segmento che unisce
i due punti ma Johann metteva subito in guardia da un approccio così sem-
plicistico.
"Per prevenire giudizi affrettati, dirò che la linea retta AB è sì la più breve
tra i punti A e B, ma non è quella che si percorre nel minor tempo.
La curva che cerchiamo, il cui nome rivelerò se nessun altro la avrà scoperta
entro la fine di quest’anno, è una curva ben nota agli studiosi di geometria".
Nel 1697 Newton era completamente immerso fino al collo nei problemi della
Zecca e, come riconobbe lui stesso, non aveva più quell’agilità mentale che
aveva caratterizzato la sua esplosiva stagione matematica.
Viveva a Londra con la nipote,Catherine Conduitt, che in questo modo avreb-
be ricordato l’episodio.
"Quando, nel 1697, Bernoulli gli inviò il problema, Sir Isaac si trovava in
mezzo alla gran baraonda della riconiazione. Quel giorno era tornato a casa
stanchissimo dalla Torre di Londra, alle quattro del pomeriggio; ma non an-
dò a dormire finchè non ebbe risolto il problema verso le quattro del mattino".
Anche se ormai non era più giovane e nel pieno delle sue capacità intellet-
tuali, anche dopo la spossante stanchezza di una pesante giornata di lavoro,
Newton si mise al lavoro e trionfò dove la maggior parte dell’Europa aveva
fallito.
Newton sapeva benissimo che in gioco vi erano la sua reputazione e il suo
onore scientifico: Leibniz e Bernoulli non attendevano altro che pubblicare
le loro soluzioni.
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Figura 1: In geometria, la cicloide (dal greco kykloeidés, kýklos "cerchio" e -oeidés
’forma’, cioé che é fatto da un cerchio) é una curva piana appartenente alla categoria
delle rullette. Essa é la curva tracciata da un punto fisso su una circonferenza che rotola
lungo una retta; in pratica il disegno composto da un punto su una ruota di bicicletta in
movimento.
Figura 2: Cicloide
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Figura 3: Problema della brachistocrona
più rapida.
Johann scrisse con la sua caratteristica enfasi:
"Sarete pietrificati dallo stupore quando vi dirò che è proprio questa cicloide
di Huygens la brachistocrona che cercavamo".
A Pasqua, quando il termine era scaduto, in tutto Johann aveva ricevuto 5
soluzioni. C’erano la sua e quella di Leibniz; quella del fratello Jakob e quella
mandata dal marchese de L’Hopital.
Infine, c’era un plico dall’Inghilterra.
Johann lo aprì e vi trovò una soluzione esatta ma non firmata.
In realtà non c’era alcun bisogno della firma per riconoscere l’impronta del
genio di Newton.
Johann, un pò esterefatto e abbattuto, posò il manoscritto anonimo e disse:
"Riconosco il leone dal suo artiglio".
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2 Risoluzione problema della brachistocrona
Esempio funzione di variabile complessa:
2z
f (z) = z 2 +
5
∫ ∞
log x3 + arctan xω
0
seconda parte
25 = 2 (1)